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Un bel posto

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Paese natale

Paese natale

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Piero, più in là ·a Tore de Pia§a dei Signori, el coverto dea Basi·ica. In fondo a sinistra se vedea el campani·e de S. Caterina co l' angelo sora e, man man più visin, i grandi albari, ·a strada, ·e case de Via·e Margherita.

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Vardando dae finestre dedrìo, a destra vedevo la ciesa de Monte Berico, ·a corte de “Pietro Lodi - legna e carboni” e ·e case de Borgo Casa·e coℓa corte de·e ba·e. Davanti ghe gera ·a nostra cortexe·a con a destra i muri de na ba§a fabricheta e a sinistra el giardin dei Fasoℓo. Più in là, tra le case de Corso Padova e de Borgo Casa·e ghe gera na serie de orti e in fondo i fabricati dea dita “Pan Giocondo, vino e birra” i ocupava tuto 'l spasio tra ·e do strade. Più in là de note se vedea na grande reclam de “Felce Azzurra”.

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Le cose cambiano

Il tempo passa, io invecchio e le cose cambiano. Non so se è per via della mia età che non sento più i profumi di un tempo o perché le cose cambiano e non ci sono più.

Camminando al mattino in città di tanto in tanto capitava di sentire il profumo del pane appena sfornato. Pane fresco ancora caldo. Capitava a Vicenza ma anche altrove. Fino a qualche anno fa capitava anche qui, ora non ne sento più il gradevole profumo. Forse è colpa del mio naso o forse le pur numerose panetterie non fanno più il pane. Non c’è più il fornaio ma solo il panettiere. Il forno sarà in qualche posto e il pane sarà un prodotto industriale. Magari il pane sfornato nei Supermercati ha il profumo di un tenpo, chissà.

Ma non c’era solo il profumo del fornaro. Anche il caso·in aveva il suo profumo, forse non da tutti gradito. Renghe e scopetoni si trovavano in mastelle di legno aperte e olezzanti, ma il profumo era mescolato a quello di spezie e droghe. Non erano quelle pericolose di oggi ma quelle di cucina. E a scuola c’insegnavano che per quelle il caso·in si diceva droghiere: pevare, broche de garofano, canea, noxe moscata (pepe, chiodi garofano, cannella, noce moscata). E c’era il profumo dei salumi (saladi, sopre§e) e dei formaggi (asiago, verde, grana), del caffè e delle salamoie.

Fra i profumi del droghiere non mancava quello del bacaℓà, talvolta accompagnato da quello leggero del prezzemolo. Dalla latara (lattaia) usciva il profumo del

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