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Accadde

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Nebbia

Nebbia

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fagottino di tela con dentro zucchero, in casi eccezionali. Qualche ciuccio (tettarella per biberon) doveva esserci se mio fratello più giovane chiamava “pappa ciuccio” una pappa fatta con farina abbrustolita che gli piaceva e mangiava col biberon dalla tettarella tagliata per allargare il buco. Ma prima di lui non credo ne esistessero in casa. E così i figli succhiavano le dita: il pollice il primo, indice e medio la seconda, il quarto non ricordo, il pollice il quinto. Il terzo non si succhiava alcun dito ma è stato allattato al seno fino a tre anni, dicevano. Solitamente quando avevano un paio di anni smettevano, ma non l’ultimo nato. Mia madre le provava tutte per fargli perdere il vizio: gli metteva sul dito sale, pepe, olio di fegato di merluzzo e non so cos’altro. Ma lui puliva il dito e continuava a succhiarlo, magari nascondendosi quando era grandicello. E così i denti sono cresciuti con nel mezzo lo spazio per il pollice: allora non costumava l’apparecchio per i denti.

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Vitamine

El gavea tante vitamine, el faxea tanto ben, el gera tanto cativo, tanto disgustoso, tanto odià dai toxeti. El gera l’oio de fegato de merlu§o. Penso che chi lo ga tólto non se ·o gà dismentegà. Un cuciaro de oio e na fetina de mandarin: da aℓora i mandarini i me xe antipatici.

Aveva tante vitamine, faceva tanto bene, era tanto cattivo, tanto disgustoso, tanto odiato da me e dai bambini. Era l’olio di fegato di merluzzo. Penso che chi l’ha preso non se lo dimentica. Un cucchiaio di olio e una fettina di mandarino: da allora i mandarini mi sono antipatici

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