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Scuole

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La polenta

La polenta

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rotelle.

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Qualcuno dei giovani indignati non ha avuto mille giocattoli meccanici, elettrici, elettronici, play-station? Qualcuno di loro ha solo sognato skateboard o pattini in linea che io non potevo nemmeno sognare perché inesistenti? Sci, tennis, nuoto esistevano ma non rientravano nelle cose possibili; la bicicletta l’ho desiderata per molti anni. Morbillo, varicella, tosse canina, orecchioni erano sempre in agguato e anche malattie peggiori, ma non ci pensavo. Portavo i calzoni corti, per evitare di sbregarli sulle ginocchia, ma queste si sbregavano, eccome. Si giocava su cortili di terra pieni di sassi o coperti di ghiaia, si cadeva: abrasioni su ginocchia e gomiti non facevano in tempo a guarire che si ripresentavano. E non c’era penicillina o altri medicamenti: alcol, bruciore e via, se non necessitava fasciatura. Eravamo sempre pieni di broxe, quelle croste che si formavano sulle ferite. In compenso non mi rompevo le ossa praticando costosi sport.

Non so se la mia infanzia sia stata migliore dell’infanzia degli arrabbiati. Per andare a scuola non portavo pesanti zainetti ma non sempre riuscivo a comprare tutti i libri, nuovi sicuramente no. Vicina o lontana (fino a 3 Km), sempre a piedi ci sono andato, qualche rara volta in filobus, sicuramente mai in auto: non c’era. Non ho mai avuto un motorino, uno scooter, una moto. Non avevo telefonino, computer, iPad o similia e nessuno li aveva. Niente pizzeria, ristorante, discoteche: qualche bella camminata e tanto ricreatorio parrocchiale. Le droghe erano solo quelle che vendeva el caxo’in (l’alimentarista): cannella, broche de garofano, pepe.

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D’inverno mi venivano le buganse (i geloni) alle orecchie, alle mani, ai piedi: la casa era fredda, il pavimento era freddo, appena alzato salivo su una sedia e mi vestivo in fretta; i vetri erano arabescati di ghiaccio, fuori spesso c’era la nebbia; pane, caffellatte, maglione, paltò, berretto e via. Battevo i denti, gelavo arrivavo a scuola e non sempre era ben riscaldata. È capitato di portare legna da casa, è capitato di usare per le mani un sasso riscaldato. Era appena finita la seconda guerra mondiale: anche quella ho avuto, con il padre lontano, con partigiani, repubblichini, bombardieri, Pippo, vetri oscurati, coprifuoco e una mamma spesso terrorizzata (io non ricordo mie paure, ero troppo piccolo): quante cose ho avuto che i giovani d’oggi non hanno!

Mio padre lavorava ma non prendeva la paga e mia madre mi mandava negli uffici della ditta a chiedere un acconto che non sempre c’era e dal fornaio e dal caxo’in (alimentari) si andava col libretto dove i notava il credito e qualche volta non si riusciva a pagare e i vestiti duravano un’eternità e le scarpe di più.

E ho avuto pure il servizio militare di leva, 18 mesi di naja a rancio, branda e 108 lire (euro 0,05) al giorno, se non ricordo male: ho patito fame, freddo e nostalgia di casa, “guardie” e poche licenze.

Il mio primo stipendio è stato di Lit 20000 al mese (10,33 euro), lavoro per 3-4 mesi. Sono stato fortunato: per il secondo lavoro mi hanno assunto prima che facessi la naja, non capitava sempre. Lavoro a tempo determinato in un Ente assistenziale e mi hanno riassunto dopo la naja, sempre “precario” si direbbe oggi. Orario e futura pensione ottimi, stipendio decente, lavoro da dipendente pubblico: mi

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urtava “gravare” sui poveri, sulla gente, pativo anche l’essere “precario”. Ho cercato e trovato un altro lavoro, in altra città, in azienda privata, con orario e lavoro più gravosi; ho messo su famiglia e dopo qualche tempo ho avuto la mia prima auto, una Fiat 500, 430 mila lire (222 euro) pagate a rate.

Non c’era problema di posteggio allora davanti alla fabbrica, per un po’ la mia 500 era l’unica vettura posteggiata nella via. Lavoravo 44 ore alla settimana, due settimane di ferie all’anno e 17 giorni festivi. La pensione veniva calcolata in base alle “marchette” pagate e rivalutazione monetaria; la “pensione retributiva” è venuta dopo, e non so se è stato un guadagno visto che per i casi della vita la mia retribuzione era diminuita. A 25 anni non pensavo più di essere un “giovane”, semmai un “uomo giovane”. Tredici anni dopo un nuovo lavoro, 300 Km più lontano. Noi giovani di un tempo avevamo molte cose che i giovani d’oggi non hanno, non avevamo tantissime cose che essi hanno (grazie al debito italiano?) e non gavévimo ‘a broxa sul co’o.** *Nei corsivi ho usato x per s dolce, s per s dura, ‘ per l veneta **avere la piaga sul collo = non avere voglia di lavorare

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Indice analitico

A proposito ........................................................................66 A Valdagno, Ponte Briscola..............................................103 Abbondanza........................................................................74 Accadde..............................................................................85 Acqua.................................................................................57 Afra.....................................................................................88 Africa....................................................................................5 Anni fa................................................................................86 Ascensione di N.S..............................................................62 Asilo...................................................................................96 Bellissimo.........................................................................103 Bilinguismo......................................................................111 Canpo de Nane...................................................................53 Ciao!.................................................................................112 Cortili.................................................................................25 Cren....................................................................................40 Dai nonni..............................................................................6 Date....................................................................................99 Divagazioni........................................................................33 El ciucio............................................................................101 El seciaro............................................................................14 Elementari..........................................................................97 F.T.V. .................................................................................33 Giovani.............................................................................116 Guerra e pace......................................................................16 I cavalieri............................................................................52 Il latte..................................................................................21 Il ricreatorio........................................................................47 Interiezioni ......................................................................104

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