2 minute read

Anni fa

Next Article
Accadde

Accadde

103

Bellissimo

Advertisement

Il bambino era bellissimo, non solo per mamma sua.

Belli occhioni chiari, bellissimi folti capelli biondi e ricci.

Ma ormai era grandicello e decisero che era ora di tagliare i capelli, come per tutti i maschi della famiglia, di portarlo dal barbiere. Si diceva barbiere anche se in realtà tagliava rarissime barbe e quasi solo capelli.

Poi il bambino tornò a casa con i capelli tagliati, da maschietto. Era sempre lui ma diverso, senza più la testa coperta di riccioli biondi.

Lo vidi, lo guardai ed esclamai: "Che rece spanà!" (“che orecchie a sventola!”)

A Valdagno, Ponte Briscola

A Valdagno, tra Novale e Maglio di Sopra scorre l’Agno, il torrente che appunto dà il nome alla cittadina. Valdagno e tutta la vallata dipendevano dalla Marzotto. Più su c’è Recoaro con le sue fonti, la sua acqua i suoi monti che vive anche di turismo, ma la fonte principale di guadagno per la gente della vallata, e non solo, erano le fabbriche di Marzotto. Uno stabilimento a Valdagno centro e uno a Maglio di Sopra, entrambi sulla sponda destra del torrente. Novale è su quella sinistra.

Agli inizi degli anni sessanta per andare da Novale in fabbrica c’era el bus, l’autobus che collegava il centro con le frazioni. A quel tempo non erano ancora molte le auto private che però aumentarono nel giro di pochi anni. Bus o auto erano indispensabili per andare a Valdagno Valdagno, ma non per andare al Maglio, non molto lontano da Novale.

104

A monte, le due frazioni sono (erano?) collegate da una strada che da Maglio, superato un sifone, scende al ponte sull’Agno e sale, meno ripidamente, a Novale. A valle una passerella dalla sponda destra alla sponda sinistra permetteva agli abitanti di Novale di attraversare l’Agno a piedi e di arrivare prossimi allo stabilimento di Maglio. Oltre al classico orario giornaliero 8-12, 14-18, quello dei turni di lavoro era 6-14, 14-22, 22-6. Non ho mai visto la passerella nelle ore di inizio/fine turno ma credo che nei primi anni sessanta fossero molti i novalesi che la usavano per recarsi al lavoro.

Io l’ho attraversata qualche volta in altri orari, quando non c’era nessuno. Si tratta di un ponte sospeso piuttosto lungo: per passar da una sponda all'altra bisogna prendere il ritmo del suo impressionante dondolio. Mia moglie l’ha fatto una volta e non ha più voluto riprovarci. Tutti lo conoscevano come Ponte Briscola, appunto perché briscolava (dondolava). E Ponte Briscola è il suo nome ufficiale, usato negli atti comunali e nelle mappe di Google.

Interiezioni

Dicono che Che Guevara fosse detto El Che per l’abitudine che aveva di dirlo ogni tre parole. In Trentino dicevano tèi alcuni o tòi altri, in Piemonte neh ( non ho mai sentito salutare con un “cerèa”, ma con un “cerèa neh!”). A Vicenza era ciò.

Che be·o ciò, come steto ciò, dove veto ciò, go magnà ben ciò, quanto che ga piovù ciò, cu§ì e cu§ì ciò, ghe gera un bel so·e ciò e così via ciò. Il tono era diverso: di meraviglia, stupore, gioia, dolore, affermazione, negazione

This article is from: