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A Spiazzo un giardino dedicato ai Giusti

Nobile lavoro degli alunni della scuola di Spiazzo dell’Istituto Comprensivo della Val Rendena. I ragazzi hanno scelto di ricordare Sophie Scholl, Giovanni Falcone, Berta Càceres.

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Lo scorso 6 marzo si è celebrata la Giornata Europea delle Giuste e dei Giusti, istituita dal Parlamento Europeo nel 2012 e divenuta poi solennità civile in Italia con la Legge n. 212 del 2017. L’obiettivo di questa celebrazione è quello di divulgare e valorizzare donne e uomini che in ogni tempo e in ogni luogo hanno operato il Bene, sia salvando vite umane da guerre e genocidi, sia battendosi in prima persona per l’affermazione e la difesa di valori universali quali Pace, Diritti Umani, Giustizia, Uguaglianza, Libertà. Secondo il testo della legge italiana, in occasione di questa ricorrenza le amministrazioni e gli enti pubblici possono promuovere la creazione di Giardini delle Giuste e dei Giusti oppure, qualora già esistenti, intraprendere e stimolare iniziative pubbliche coinvolgendo gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado.

L’iniziativa di creare Giardini dei Giusti si è diffusa in tutto il mondo sull’esempio del primo Giardino inaugurato a Gerusalemme nel 1962: un luogo-memoriale dedicato ai Giusti tra le Nazioni, cioè a coloro che, nonebrei, hanno agito, spesso rischiando la propria vita, per salvare ebrei dalle per- secuzioni e dallo sterminio antisemita durante i tragici anni della follia nazifascista al potere. A queste persone è stato piantato e dedicato un albero con una targa commemorativa. Ad oggi l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah ha riconosciuto quasi 30.000 Giusti. Tra questi tanti italiani. Tra i più famosi si ricordano Giorgio Perlasca (alla cui vicenda anni fa la Rai dedicò una fiction), quella del medico Carlo Angela (padre di Piero e nonno di Alberto) e il campione di ciclismo Gino Bartali, protagonista forse della vicenda più romantica di tutte, e che è stata resa pubblica solo dopo la sua morte.

Sulla scia di quello di Gerusalemme, centinaia di Giardini sono nati in tutto il mondo per diffondere il messaggio dei Giusti, esempi concreti che regalano fiducia e speranza nell’umanità. Raccontare le loro storie diventa un modo per renderci consapevoli che possiamo sempre intervenire in difesa dei perseguitati, dei deboli e degli oppressi, inter- rompendo così la catena del male.

In questo contesto la Scuola Secondaria di Primo Grado di Spiazzo dell’Istituto Comprensivo Val Rendena, in collaborazione con il Comune di Spiazzo e con il supporto della Biblioteca comunale, ha realizzato un Giardino dei Giusti e delle Giuste all’interno del parco adiacente l’edificio scolastico.

Gli alunni delle classi 1F e 3F, con la supervisione dei loro insegnanti, hanno prima approfondito lo studio delle vite di alcune di queste persone virtuose e poi hanno selezionato quattro nominativi a cui sono stati dedicati altrettanti alberi presenti nel parco. I Giusti scelti dai ragazzi sono: Sophie Scholl, ragazza tedesca di vent’anni morta per la libertà durante la dittatura nazista; Berta Càceres, attivista honduregna assassinata nel 2016 per le sue battaglie in difesa dell’ambiente e dei diritti delle popolazioni indigene; Lea Garofalo, testimone di giustizia vittima della ‘ndrangheta e il magistrato Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e la fedele scorta, uccisi nella strage mafiosa di Capaci del 1992. Ai piedi degli alberi, per l’occasione bardati con fasce colorate, sono state poste le targhette con i nomi prescelti e una breve biografia a scopo divulgativo. All’ingresso del Giardino inoltre è stato collocato un pannello illustrativo del progetto. Alla cerimonia di inaugurazione del 6 marzo scorso erano presenti diverse autorità civili e militari locali, oltre a docenti e alunni della scuola di Spiazzo che hanno eseguito alcuni brani musicali e dato lettura delle biografie dei Giusti scelti. Il significato simbolico di celebrare un Giusto con una pianta è molto efficace. L’albero simboleggia la vita e rimanda all’idea della vita umana salvata e difesa, che crescendo ramifica, testimoniando alle generazioni successive il bene ricevuto. Coraggio e sacrificio dunque come strumenti salvifici per l’umanità, come virtù da coltivare e tramandare.

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