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Vuoti a perdere
Nella millenaria disputa sull’esistenza o meno del Vuoto, filosofi e fisici di ogni tempo se le sono sempre date di santa ragione.
Secondo Pitagora il Vuoto esiste per necessità della Natura. Senza spazi vuoti infatti non sarebbe possibile il movimento di atomi e particelle e di conseguenza non esisterebbe la materia di cui sono fatte tutte le cose.
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Aristotele, che fu il primo a parlare di ‘horror vacui’, era di tutt’altro avviso: il Vuoto non esiste perché è la Natura stessa che lo rifugge, riempiendo costantemente di liquidi o gas ogni spazio disponibile.
La scienza ha dimostrato che il vuoto PERFETTO non esiste in natura e non è ottenibile in laboratorio.
Gran parte dello spazio intergalattico è caratterizzato da un vuoto QUASI perfetto: solo pochissime molecole per metro cubo.
E comunque, anche ammettendo l’assenza totale di molecole, la presenza di campi magnetici e gravitazionali escluderebbero l’esistenza del vuoto perfetto.
Il tema dell’horror vacui, letteralmente il ‘terrore del vuoto’, è molto presente nella nevrotica società occidentale, devota alla competizione e alla performance, e viene ricondotto soprattutto al terrore del tempo libero o allo stato di vuoto mentale in cui nulla si muove, o sembra apparentemente non muoversi.
Tanti genitori sono terrorizzati nel vedere i propri figli
Diario Massimo di un osservatore minimo
di Massimo Ceccherini Podio
in panciolle anche solo per cinque minuti. Come reazione riempiono compulsivamente il loro tempo extrascolastico soffocandolo con mille corsi e attività.
E’ la metafora dell’imbuto di Norimberga applicata all’estremo: bambini trattati come recipienti dentro i quali sversare a secchi nozioni e insegnamenti ma senza conceder loro tempi di decantazione, spazi di interiorizzazione, necessarie pause rigeneranti.
Sulla chat del gruppo classe:
MammaTurchina: ‘Ieri ho portato la Tizy a equitazione c’aveva un terrore del cavallo povera tata ha strillato tutto il tempo l’ho iscritta lo stesso le passerà’
Diavoletta84: ‘hai fatto bene amò, ho iscritto anche la Jessy, sennò tra il corso di origami e l’uncinetto che fà??’
DaddyGiorgietto: ‘Anvedi equitazione… peccato… tutti gli slot del Ricky sò già occupati, corso de kung fu, arrampicata, nuoto e arpa celtica che in realtà iè fa schifo ma io ce lo porto lo stesso… devi vedè che maestra che c’ha’
FarfallinaSmack: ‘al corso di kung fu sfruttando l’ora buca tra chitarra e ciclocross!’
Diavoletta84: ‘Le tagliatelle di Nonna Pina!’
DaddyGiorgetto: ‘No la su nonna se chiama Consuelo’
Diavoletta84: ‘Ma no osti dicevo la canzone!’
SuperPapiMax: ‘Figurarse se il mi Alex gà el temp de annar a disnar dalla nonna, gà allenament de sci tucc i dì!’
DaddyGiorgetto: ‘boh vabbè se beccamo domani ar cancello daa scola, poi spinning e piscina… ce siete?’
Bisognerebbe rivalutare il beato ozio. Genera pensieri e stimola la creatività. La frenetica società di oggi ne ha paura. C’è chi organizza una fittissima agendina di impegni quotidiani, chi non si lascia neanche il tempo per una telefonata o una passeggiata, chi spalanca di continuo il frigo per colmare un vuoto che non è affatto dello stomaco.
E’ il rifugiarsi nel ‘fare per non pensare’ tipico di coloro che basano la loro tranquillità emotiva sull’evitamento degli stati emozionali, soprattutto quelli più impegnativi e disturbanti.
Esiste poi un altro vuoto. Il vuoto di senso che genera senso di vuoto, per dirla alla Battiato. Mentre nel Tirreno si continuavano a recuperare i morti del naufragio di Cutro (Calabria), dove il giorno prima non avevano trovato il tempo per andare sulla spiaggia ad omaggiare le vittime, il dinamico duo Meloni-Salvini si esibiva in uno sbracatissimo karaoke sulle note de ‘La Canzone di Marinella’.
Il video ha fatto il giro dei social destando polemiche e sconcerto.
Primo: perché il testo della canzone parla di una prostituta calabra uccisa e buttata in un fiume.
Secondo: perchè l’autore, Fabrizio De Andrè, è stato il poeta degli ultimi e dei reietti, delle prostitute e dei disgraziati, l’unico artista e intellettuale (quanto ci manca…) che cantava ‘la pietas’ come sentimento salvifico dell’umanità.
Pietà che dal duetto istituzionale ne è uscita svilita, stuprata, sbeffeggiata. Ennesimo scivolone mediatico del governo, di forma e di sostanza, che fa pendant con i migranti=carichi residuali del ministro Piantedosi.
Maldestrezza o sfiga? Più verosimilmente, colpevole ignoranza culturale ed etica dei protagonisti.
In altre democrazie del globo terracqueo la carriera di politici beccati a cantare e far baldoria a poche ore da una tragedia come quella di Cutro sarebbe terminata con le dimissioni un minuto dopo.
In Italia funziona diversamente.
E’ l’occasione per riaffermare l’immagine di compattezza dell’alleanza destrorsa.
Qualche pollice in giù su Facebook.
I followers che perdonano tutto.
Qualche emoji con le lacrimucce o col fischietto.
Bene? Male? Applausi? Critiche?
Un altro drink nel bicchiere please.
Quello no. Non deve mai rimanere vuoto.