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Togliere il voto agli anziani? Una idiozia
Beppe Grillo è un comico davvero geniale, si è inventato in questi giorni una barzelletta stratosferica, ha lanciato la proposta di togliere il voto agli anziani.
Paolo
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A me la proposta ha fatto ridere, detta da Beppe Grillo non può essere che così. Anche lui ormai è un anziano, settantunenne, credo, ma lui si chiama fuori, lui si sente ancora un giovanotto. Anche perché essendo un privilegiato non conosce le storie degli anziani di oggi. Gente che è nata in tempo di guerra affrontando periodi di fame e di indigenza, gente che ha ricostruito il nostro Paese, sono gli stessi che si sono costruiti la casa con grandi sacrifici, che si sono logorati a coltivare i nostri prati, le nostre montagne, che hanno sudato sangue nelle fabbriche con diritti sindacali spesso inesistenti. Sono gli stessi che hanno aiutato le giovani generazioni nel loro cammino, che aiutano ogni giorno anche economicamente i propri figli ad andare avanti. Ma per qualcuno, questi italiani sono vecchi e non dovrebbero più votare. Questa è una grillata bella e buona. Grillo parli per sé e rispetti la vecchiaia. Da altri invece è arrivata la proposta di dare il voto ai sedicenni. Altra boiata. Facciamo così: lasciamo perdere l’età degli elettori e pensiamo invece alla qualità degli eleggibili. Ci sarebbe tutto da guadagnare. (a.a.)
Ho un figlio che, dopo il liceo, ha studiato Architettura, ne è pienamente soddisfatto ed ha trovato subito il lavoro, e una figlia che dopo una laurea in lingue, anch’essa ha subito trovato lavoro, non sono stati disoccupati nemmeno un mese. Smettiamola di dire ai ragazzi che negli studi devono seguire la passione, le passioni si possono coltivare, ma in concreto le scelte devono essere quelle che il mercato richiede.
Enzo
E’ difficile trovare una formula sempre valida nella scelte degli studi che poi ti dia garanzia di un lavoro sicuro. Non è sempre vero che i corsi universitari garantiscono l’immediato impiego. Le associazioni imprenditoriali hanno avviato ovunque progetti di collaborazione con gli istituti tecnici per formare gli studenti e proporre un lavoro post diploma per i migliori. Oggi l’industria ha grande necessità di personale formato e preparato a tutti i livelli anche senza la laurea universitaria perché il mondo del lavoro richiede sempre più specializzazione. Una formazione solida viene anche dai licei, ma qui le famiglie ed i ragazzi devono comunque mettere in conto la prospettiva dell’università per completare il percorso degli studi. Certo una laurea non è cosa da poco e garantisce una formazione di spessore. Ma, io sono dell’avviso, che se un giovane ha vocazione per materie meno ricercate come le materie umanistiche o psicologiche va lasciato andare dove lo porta il cuore. E probabilmente riuscirà comunque a trovare una occupazione adeguata. Costringerlo a studi che non lo appassionano per niente può sortire l’effetto contrario. (a.a.)