Febbraio 2003, segnava il primo numero dell’Ortese. Mi sembra oggi, sono passati dieci lunghi anni, chissà quanti anni ancora restano da aggiungere a questa decade. Avevo circa settan-t’anni, fra poco mi accingo a percorrere l’ottantunesimo giro della mia vita; sono tanti ma pochi per operare ancora e per andare avanti per completare i miei sogni: la fondarazione dell’Associazione Culturale L’Ortese; la rivista mensile L’Ortese, ora: “Lo Sguardo”; la costituzione dell’UNITRE; le varie e tante manifestazioni: la Festa dell’Emigrante; la Settimana della Cultura; il Premio L’Ortese nel Mondo; e tanti e tanti libri e mostre varie presentati. Quest’anno sarà forse l’ultimo sogno da realizzare; entro il primo semestre sarà presentata un’opera dal titolo. “Il vento tra le spighe” costituita da quattro volumi. In essa sarà raccontata l’intera storia di Orta Nova, dalle origini ai tempi nostri. Un’idea, come dicevo, un sogno che sto per realizzare collaborato da valenti studiosi. Circa la situazione economica si può definirla disastrosa, il deficit aumenta
Quando una persona muore così all'improvviso, fai fatica a realizzare che sia successo davvero. Ti sembra impossibile. Nel mese scorso è morto a Roma il dott. Savino Iorio tra i primi a collaborare a “L’Ortese”. Era di una puntualità certosina nel inviarci i suoi articoli e ad ogni era in visita ad Orta Nova, il primo incontro era nella nostra redazione. L'ultima sua corrispondenza era arrivata qualche mese fa, fu per noi il presagio di qualcosa che vorresti che mai arrivasse: “Per ragioni di salute sono costretto, mio malgrado, a sospendere la collaborazione. E u timp pass... e cume passe...”. Rileg-
enormemente e tutte le nuove iniziative: vedi nuovo nome del giornale; apertura verso i Comuni limitrofi e verso l’Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti,
gendo quella lettera si sente chiaramente l’affetto che aveva nei nostri confronti e della nostra iniziativa editoriale. In tutti questi anni si era instaurata l’amicizia, quella vera di lealtà, di solidarietà, di gratitudine, di devozione e
non hanno dato i risultati sperati. Nessun Ente ha risposto in senso positivo per una qualsiasi forma di finanziamento. Solo vane promesse. A questo punto constatando la pura realtà della situazione che è stata esaminata attentamente si è concordato di rivedere alcuni punti delle spese da cui è emersa la necessità di ridurre le copie del giornale, nonché il numero delle pagine dello stesso. Le entrate provenienti dai contributi dei vari e generosi nostri lettori sono insufficienti per affrontare alcune situazioni che oggi più che mai sono insostenibili. Di positivo possiamo affermare che tramite il giornale il percorso culturale è altamente positivo. Quest’anno abbiamo avuto la grande soddisfazione che due nostri giovani redattori (Saverio Gaeta e Massimo Beccia) sono stati iscritti all’Albo dei Giornalisti. Così spero anche per gli altri nostri collaboratori. La Rivista continuerà a uscire fino a quando il Signore mi darà vita; dal canto mio mi attiverò per trovare nuovi soci, che stimolati dal mio entusiasmo da quello dei miei attuali collaboratori sposino i nostri stessi ideali. di abnegazione e come sosteneva Aristotele: la vera amicizia è propria solo dei buoni. Ciao Nino come scrivevi nell’ultima missiva: “Ci rivedremo sicuramente se non in questa Valle di Lacrime nella Parusia, nel secondo avvento e definitivo di Cristo, quando verrà a giudicare i vivi e i morti”. Annito Di Pietro e Michele Campanaro
E’ proprio vero, leggendo il programma del Presidente Monti ho riscontrato l’attenzione che si ha al nostro territorio, anche se cerco di fugare quella vocina che mi sussurra: “Attenti al Lupo”, però riesco a superare il tutto perché ritengo che la speranza è l’ultima a morire. “La Capitanata e buona parte del Molise necessitano di un aeroporto che possa collegare il territorio al resto d'Italia e all'Europa rapidamente e a costi vantaggiosi. La città di Foggia è, oggi, dotata di un aeroporto civile (il Gino Lisa) e di uno militare (Amendola). A partire dal 7 novembre 2011, l'aeroporto di Foggia ha perso anche i pochi voli che lo collegavano con alcune città italiane. Questo nonostante fosse presente una forte domanda di volo. Nell'ultimo triennio di attività, l'aeroporto di Foggia, con sole 3 destinazioni offerte dalla Darwin Airline e con aerei da non più 50 posti (a causa della lunghezza insufficiente della pista), ha raggiunto una media di circa 80.000 passeggeri/anno. Tale dato permette di comprendere come l'aeroporto di Foggia abbia un fortissimo potenziale. La possibilità di decollo di aerei più grandi (150 posti) e l'inserimento di nuove destinazioni nazionali ed internazionali, permetterebbe di raggiungere un'utenza annuale stimata intorno ai 400.000 passeggeri. Già nel 2002 la compagnia low cost più grande del mondo, Ryanair, aveva espresso, tramite un fax inviato alla PromoDaunia, il suo interesse ad attivare voli low-cost FoggiaLondra, specificando le caratteristiche necessarie richieste: una pista di 2000m in linea di atterraggio (contro i 1600 attuali). Sarebbero, inoltre, già sufficienti 1.800 metri per volare con gli Airbus 319 da 150 passeggeri (easyJet, AirOne, Alitalia) e gli Airbus 320 da 180 passeggeri, riducendo eventualmente il peso del carburante imbarcato al decollo). Questo se decidesse di percorrere la strada del potenziamento del Gino Lisa. Sembrerebbe tuttavia non del tutto accantonate le ipotesi di utilizzo dell'aeroporto militare di Amendola (posto su un arteria che collega la città di Foggia al Gargano) o addirittura di una nuova realizzazione presso un vecchio scalo utilizzato in tempi di guerra in località Borgo Mezzanone. Si propone di accelerare il più possibile l'iter necessario per dotare un'area vasta come quella della provincia di Foggia (oltre 600.000 abitanti) e buona parte del Molise di un aeroporto che possa collegare il territorio, in maniera rapida ed economica, al resto d'Italia e all'Europa. I vantaggi economici sarebbero molteplici. E' sufficiente pensare agli effetti positivi sul turismo nel Gargano e nel Subappennino, attualmente collegati al resto d'Europa con
l'aeroporto di Bari, distante più di 3 ore”. Il prof. Monti ci tenta, il coronamento del progetto deve vedere poi impegnati chi rappresenterà la Capitanata a Montecitorio e Palazzo Madama. Possibilmente non bissando l’iter dell’Università a Foggia. A luglio alle urne alla Camera di Commercio Beh, altre elezioni sono in programma nel capoluogo dauno. Si torna alle urne alla Camera di Commercio per il rinnovo del consiglio, già lo scorso 8 gennaio sono partire le procedure amministrative, con riunione tecniche e politiche, per il dopo Zanasi con una riconferma del rappresentante degli industriali di Capitanata. Ma in corsa per la poltrona dell’ente di via Dante sbuca, all’improvviso, dall’angolo di corso Roma, Pietro Salcuni, da 25 anni nell’ente camerale foggiano e attuale Vice di Zanasi. Il mega Presidente vuole a tutti i costi annoverare questo ennesimo cadeau alla propria collezione. Attualmente Salcuni è presidente provinciale e regionale della Coldiretti e presidente del Consorzio per la Bonifica della Capitanata di Foggia. All’orizzonte quella di Salcuni è la seconda candidatura in attesa sicuramente di altre. Una mossa dell’im-
prenditore sipontino che spacca l’asse Agricoltori-Industriali che nel 1988 portò, dopo anni di presidenza di espressione Confcommercio, il ritorno degli Agricoltori con il dott. Lepri. C’è qualcosa che in questi ultimi tempi porta ad interpretare i motivi che hanno creato la frattura tra Zanasi e Salcuni, tanto da far precipitare una intesa idillica. La scesa in lizza di Salcuni è l’esempio emblematico di una mentalità, forse, prettamente pregnante sul territorio: “collezionare” incarichi per dimostrare di essere il più forte. Questa forma maniacale porta sicuramente alla distruzione di quello realizzato dai predecessori. Insomma tutti sono presi dal “virus del Presidente Albergatore”, con il risultato che ad ogni partenza si prevede un arrivo e a viaggio ultimato si perde anche la propria azienda. Pietro Salcuni se coronerà questo ennesimo sogno seguirà il Consorzio di Bonifica per la Capitanata, il più grande d’Europa, in video conferenza, una occasione per tenere lontani i sindacati. Intanto dalla riforma del 2010 delle Camere di Commercio c’è una buona novità: la composizione del consiglio passa da 30 a 33 componenti, mentre la giunta da 10 a 11. Infine la norma introduce le quote rosa negli organi collegiali.
Ad Orta Nova il Liceo delle Scienze umane, a Stornara il professionale Sociosanitario “L’istituzione del Liceo delle Scienze umane è il significativo esito dell’impegno collettivo profuso dai Comuni che costituiscono l’Unione dei 5 Reali Siti, offrendo ai cittadini la tangibile dimostrazione della sua utilità per il presente e strategicità per il futuro”. Il sindaco Iaia Calvio commenta gli effetti positivi del riordino della rete scolastica deliberato dalla Giunta regionale con “perfetta sintonia rispetto alle indicazioni istituzionali, politiche e civiche provenienti dal territorio, consentendo ad Orta Nova di guadagnare un nuovo Liceo e a Stornara di ottenere l’attivazione dell’indirizzo ‘Servizi socio-sanitari’ del professionale”. “I risultati di oggi sono anche il frutto della scelta compiuta lo scorso anno”, continua Calvio “quando abbiamo chiesto e ottenuto la trasformazione del professionale ‘Adriano Olivetti’ in Istituto di Istruzione Superiore, ponendo le basi per ottenere l’ampliamento e il decentramento dell’offerta formativa a vantaggio degli studenti dell’Unione. Purtroppo, a causa degli incomprensibili ostacoli posti dalla Provincia di Foggia, non siamo riusciti ad ottenere per Carapelle risultato analogo a quello incassato per Stornara; ma è solo uno sprone a riproporre il tema con ancor più impegno istituzionale e politico”. A questo proposito, “è doveroso far emergere l’ottimo lavoro svolto dal sindaco di Carapelle e assessore all’Cultura dell’Unione Alfonso Palomba e del sindaco di Stornara Rocco Calamita, come è doveroso ringraziare il professor Rocco Carsillo e il dirigente dell’Olivetti Leonardo Cendamo per il supporto tecnico offerto, poi valorizzato dalla programmazione dell’assessore regionale Alba Sasso e dal sostegno dell’intero gruppo del PD in Consiglio regionale. La formazione scolastica e professionale è uno dei principali fattori di crescita sociale e di competitività economica di un territorio - conclude Iaia Calvio - e sono queste ragioni più che sufficienti per investirci le risorse e le energie di cui disponiamo come cittadini e amministratori della nostra comunità vasta”. Lo sport ortese e di Capitanata piange Gino Aurelio l’allenatore dei velocisti. All’età di cinquant’anni, dopo una lunga malattia, si è spento Gino Aurelio. Apprezzato tecnico di atletica come preparatore
sia per alcune società di pallavolo che per altri sport, a Foggia curava la specialità della velocità per la società sportiva Atletica Leggera Bovio e per il Cus, componente della struttura tecnica del comitato pugliese della Federazione di Atletica Leggera. A tent’anni decise di abbandonare l’attività agonistica come velocista, restando nell’atletica come allenatore diventando uno dei più preparati. Persona schietta e leale inculcava ai suoi atleti il rispetto per gli avversari e l’impegno di vincere in modo pulito. Fece scuola la sua battaglia anti doping, ripeteva spesso: “Il vostro doping deve essere pane e mortadella”. Riceviamo da un lettore ortese una missiva che doverosamente pubblichiamo: “Dove è la sicurezza, la quieta pubblica, la legalità, la serenità dei cittadini di questa città? Voglio parteciparvi di quello che è capitato ad un pensionato di Ota Nova: domenica 9 dicembre scorso verso le ore 21,30/22,00 sentendo un forte boato si affacciava al balcone, come tutto il vicinato, senza notare nulla, anche a causa di due lampioni spenti. Il mattino seguente, lunedì 10 dicembre nell’uscire di casa, il malcapitato si accertava lo sventramento del proprio portone blindato e frantumazione dello scalino in pietra tutto questo causato da un ordigno di grossa potenza messo da vandali balordi. Chiamava i Carabinieri che accertavano l’accaduto, e il danno subito e valutato per circa duemilaeuro”. Le attività dell’A.N.F.C.D.G. per il mese di febbraio Il Consiglio Direttivo dell’A.N.F.C.D.G. ha programmato un’intera attività per il mese di febbraio. Dopo la XI settimana della memoria svoltasi dal 25 al 30 gennaio il 10 febbraio 2012 si celelbrà la “Giornata del Ricordo (Foibe), nella mattinata l’incontro con le scolaresche ortese e alle ore 18,30 la celebrazione di una S. Messa officiata da Don Donato Allegretti. Infine il 17 febbraio 2012 la partecipazione alla XIIIª Giornata dell’Amicizia promossa dall’Associazione Seniores Fiat FTP di Foggia.
La costituzione italiana a tutti i diciottenni dei Reali Siti. Il poeta Savino Luce di Stornarella da queste colonne si rivolge al Presidente dell’Unione dei 5 Reali Siti e ai sindaci delle cinque comunità di voler promuovere una interessante iniziativa in occasione del compimento dei 18 anni dei giovani dell’Unione di omaggiarli in una copia della Costituzione Italiana. “In quelle pagine c’è scritto chi siamo e da quale storia veniamo”, sottolinea Luce; “È il testo che contiene i valori fondamentali della nostra comunità nazionale”. A giusta veduta è il pensiero del poeta stornarellese. Difenderlo è il gesto più elevato per rivendicare la dignità di cittadini liberi. Auspichiamo la sensibilità degli amministratori delle comunità dei Reali Siti a regalare questo bel libro ai giovani di oggi, uomini del domani. Ringraziamenti Ringraziamo devotamente per gli auguri natalizi inviatoci a: suor Maria Grazia del Monastero Clarisse di S. Lucia, il Sindaco di Stornara Rocco Calamita; l’on. Avv. Vittorio Salvatori; i soci e il presidente dell’Avis di Orta Nova; La comunità scolastica del 2° circolo di Orta Nobva e la Dirigente dott.ssa Immacolata Conte; i volontari e il presidente della Misericordia di Orta Nova. Lutti Si è spenta a Padova la N.D. Antonietta Russo ved. Santopietro, già dipendente comunale. L’Editore e la redazione sono vicini al dolore della figlia Serafina e dei parenti tutti. *** La famiglia D’Arasmo annuncia la dipartita del caro Tonino. Giungano da parte dell’intera redazione sentite condoglianze alla moglie, ai figli e ai parenti. *** E’ venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Leonardo Rocco: Partecipiamo al dolore della moglie, dei figli e della famiglia Guercia. *** Apprendiamo, con immenso dolore, la dipartita della nostra amata lettrice Lucia Coco ved. Ruscitto. L’Editore e la redazione tutta si stringe intorno ai figli e ai parenti. *** L’Editore e la redazione si stringe intorno alla famiglia Gramazio per la dipartita del caro Paolo.
Ora si passa all’azione concreta. È questo, in sintesi, il pensiero di Maria Rosaria Calvio, primo cittadino di Orta Nova, al termine dei primi 18 mesi di amministrazione, che di fatto “concludono il periodo di rodaggio nel comprendere la macchina governativa e aprono le porte a un periodo di programmi e idee costruttivi”, tasselli di quel vento nuovo tanto proclamato durante campagna elettorale. Incontriamo il sindaco durante le “Parlamentarie” nella sezione ortese del Pd, ed è inevitabile il riferimento all’attuale scenario politico nazionale: “Per me la parola chiave del 2012 è crisi, troppe persone hanno perso la dignità che ti dà il lavoro e la possibilità di una vita degna, compromettendo gli elementi basilari dell’esistenza umana; il nuovo anno deve iniziare sotto il segno della speranza e del rinnovamento, siano queste le parole propositive per un futuro di fiducia”. Domanda: È stato l’anno del governo Monti: come reputa il suo operato? Risposta: Il premier Monti, persona autorevole e credibile, ha contribuito che l’Italia non finisse nel baratro più nero, ma nella sua agenda solo questo aspetto ho trovato utile e interessante. Infatti ritengo che la cifra di tutta l’azione di governo sia stata l’assenza di equità sociale e di attenzione alle categorie sociali più deboli, ho trovato scarsità di coraggio nonostante lui e il governo potessero contare su una larghissima maggioranza. Visto il momento critico, avrebbe potuto far passare una serie di riforme che prima non sarebbe stato possibile attuare, come la legge elettorale, la riforma delle pensioni e soprattutto dedicando più attenzione alla crescita allentando il patto di stabilità, per consentire ai comuni di cantierizzare piccoli interventi minimi per migliore la qualità dei cittadini. Pertanto non posso non essere critica verso il suo operato, non è comprensibile governare in un momento storico così delicato pensando che la soluzione dei problemi sia il fiscal compact. Merita comunque la sufficienza, bisogna riconoscergli che ha avuto il coraggio di accettare l’incarico ed esporsi alle critiche, anche per aver contribuito a risanare l’immagine del Paese all’estero: ora se parlano di Italia pensano anche a Monti e Bersani e non hanno nella testa immediatamente evocata l’idea del nano “morale” di Arcore, piccolo di mente e di cuore”. D: Parliamo dei fatti di casa nostra: quale è stato il momento più significativo dell’amministrazione Calvio nel 2012? R.: È una domanda difficile, perché nel corso dell’attività della scena amministrativa metti insieme una serie di momenti che ti fanno sentire contenta di stare esattamente dove stai. Non ti so dire, sicuramente tra i più belli ricordo quelli passati coi bambini, come la nomina del sindaco bambino e del Consiglio Comunale dei Ragazzi, per l’alto valore simbolico e per l’utilità, in quanto mi aspetto che i piccoli mi aiutino realmente nell’amministrazione. Infatti sono convinta che uno dei mali più grandi
dell’Italia è la perdita di capacità di esercitare in modo corretto e sano la democrazia, e ciò è superabile attraverso la formazione del buon cittadino: il Consiglio dei Ragazzi ha il messaggio per dire a tutti di imparare a stare nella comunità e averne cura fin da quando siamo piccoli, noi bambini lo stiamo imparando a fare e ora fatelo anche voi grandi”. D: Ripercorriamo il film di questo 2012. R.: Indubbiamente l’erogazione di voucher come buoni lavori per piccole manutenzioni locali è stata una bella iniziativa, che ha hanno tolgo di mezzo l’idea della carità di Stato: cittadini in difficoltà ma con abilità manuali non elemosinano niente, ma si guadagnano soldi esattamente per quanto fanno garantendosi anche un fondo pensione; così l’elargizione del denaro pubblico non è fine a se stesso ma in virtù di servizi di cui gode tutta la comunità cittadina. In tema ambientale, la possibilità di costruire una centrale a biomasse in contrada Bonassisa, con ingenti danni per il nostro territorio e soprattutto l’agricoltura, si è conclusa rapidamente a nostro favore: abbiamo impedito che qualcun altro potesse venire a fare scempio della nostra terra. Ricordo anche con piacere la decisione di strappare il velo sulla zona Pip: chi non ha compiuto scelte lungimiranti per la città sia chiamato a darne conto e assumersi le responsabilità. Così come la denuncia per peculato verso Gema (buco di 600.000 euro di entrate non riscosse) è il segnale del concreto rischio di fornire servizi essenziali e indispensabili alla collettività. È bene che la gente sappia il perché di certe scelte magari anche impopolari (aumento Imu e addizionale comunale Irpef), il cui obiettivo ultimo è portare a pareggio le casse comunale, occorre pertanto informare ed essere informati. D: Proprio in tal senso l’opposizione si è accanita verso la sua amministrazione. R.: Sì soprattutto negli ultimi mesi, ma mai ha saputo essere costruttiva. Non è detto che le minoranze abbiano sempre torto, ci sono momenti in cui possono avere ragione e in un corretto esercizio della democrazia la maggioranza deve condividerle e portarle avanti, ma nel caso di specie l’opposizione è stata solo fine a se stessa e strumentale, è stata solo esercizio interruzione e di sbarramento. Nell’ultimo Consiglio Comunale, singolare è stata la condotta di Moscarella e Tarantino che hanno abbandonato l’aula durante l’approvazione dei debiti riferibili alla loro amministrazione e poi hanno votato contro il bilancio consuntivo del 2011: i cittadini valutino il senso di responsabilità di respingere le loro stesse decisioni. È stata quindi una opposizione sciocca e miope, e anche un po’ boomerang. D.: Il 2012 sarà ricordato soprattutto per l’insubordinazione del capogruppo Pd Bellino. R.: Sono sempre disposta a rivedere le mie posizioni se ci sediamo e ragioniamo, non mi piacciono le iniziative “carbonare” che mirano a raccogliere il malcontento della gente.
L’opposizione interna è giusto si faccia, il dissenso va bene purchè sia manifestato apertamente e lealmente, ma solo questioni della città. Mi piacciono i progetti collettivi in modo che tutti si assumano la responsabilità di quello che facciamo e si assumono il merito di quello che gli riconosciamo, come la responsabilità per gli errori più o meno gravi commessi o che si dovrebbero commettere; non intendo bypassare, quando lo faccio è perché la questione è minima e la lentezza è tale che ogni decisione poi sarebbe tardiva, molto raramente lo faccio. Il consigliere Annese ha votato a favore nell’ultimo consiglio, dichiarando di essere con la maggioranza nella misura in cui condividerà le proposte; le polemiche dei malpensanti che parlano di allargamento della maggioranza sono inappropriate. D: A Foggia è piena emergenza rifiuti: quanto rischia il nostro ATO? R.: Nulla. La SIA è una società che non funziona alla perfezione, frutto di decisioni prese in passati remoti e meno remoti, con l’assunzione di tutto l’universo mondo, ma non abbiamo la gestione fallimentare dell’Amica. Però sicuramente la questione gestione integrata dei rifiuti va studiata, purtroppo non siamo aiutati dalla Regione, la cui legge sul riordino dei servizi pubblici locali ha creato confusione e incapacità a chi assegnare il piano industriale di raccolta differenziata: speriamo nel 2013 la situazione sia risolta, perché il tema rifiuti è sensibilissimo. Vi è un rischio aumento della Tares, a patto che all’aggravio di spese per il cittadino corrisponda un miglioramento qualitativo del servizio. D: A proposito di aggravi: il 2013 sarà l’anno dell’entrata in funzione dei parcheggi a pagamento? R.: Sì entro un mese installeremo le colonnine lungo le vie centralissime della città, la sperimentazione durerà per sei mesi: vediamo se è una operazione sostenibile per le nostre casse, in quanto per le colonnine pagheremo un canone d’affitto; l’auspicio è comunque evitare il parcheggio selvaggio e disincentivare l’uso eccessivo di automobili. D: In conclusione si ritiene soddisfatta dell’Amministrazione nel 2012? R.: No, soddisfatta non lo sono mai; anche quando si raggiungono obiettivi ci deve essere sempre un margine di miglioramento, in qualsiasi ambito nella vita. È davvero finito il tempo di rodaggio, abbiamo imparato a capire la macchina amministrativa, quest’anno abbiamo riordinato il funzionamento dei servizi comunali, dopo le lamentele dei cittadini. Abbiamo cominciato a prendere dimestichezza col ruolo dell’amministratore, ora abbiamo il dovere di mettere sul terreno nuove azioni, di fare ancora di più e alzare l’asticella mettendo in cantiere programmi di ampio respiro e di lungo corso ma il processo è lungo, e chiedo quindi pazienza e speranza ai nostri concittadini.
Prima di addentrarci nei dettagli di questo interessante e concreto progetto economico, è necessario riassumere alcuni dati che, lungi da qualsivoglia posizione o partito preso, credo siano inconfutabili. L’Italia è un paese che possiede un’economia duale, con zone a forte sviluppo economico e civile e zone tanto depresse da uscire da qualsiasi parametro europeo. Questa situazione, da molti definita “questione meridionale”, si trascina da circa un secolo e mezzo, e la sua soluzione, pur essendo stata un cavallo di battaglia di schiere di politici durante le proprie campagne elettorali, non è mai stata seriamente attuata. Anzi, nel tempo, la forte economia settentrionale ha cannibalizzato la debolezza delle regioni meridionali: sono numerosi i casi di gruppi industriali che hanno goduto di enormi incentivi statali (quindi soldi dei contribuenti, anche meridionali!) per attivare poli produttivi al Sud. Sfido chiunque a sondare quante di quelle industrie aperte nel corso degli anni, oggi sono ancora attive. Questa anomalia, credo unica tra le nazioni industrializzate del mondo, è emersa in maniera drammatica proprio oggi, in piena recessione, e ha fatto luce sulla debolezza dell’economia italiana che, al pari di un’automobile con due sole ruote che girano, mentre le altre due sono bloccate, è impossibilitata a correre! A questo punto mi sento in dovere di introdurre un breve brano tratto da un libro di testo scolastico, adottato da diversi istituti di scuole superiori negli anni 80. Il libro si intitola “Sud, miti e realtà”, Editrice Ferraro, scritto da Ugo Piscopo e Giovanni D’Elia. “...nell’ambito del nuovo stato unitario, il Mezzogiorno divenne una terra da sfruttare, una colonia le cui risorse dovevano favorire lo sviluppo del nord, oltre che il consolidamento e l’espansione del potere della borghesia. L’alleanza tra questa e i proprietari terrieri del sud, che di fatto aiutarono i Savoia e Garibaldi a rovesciare i Borbone, impediva qualunque trasformazione in senso progressista della società meridionale. Lo sviluppo capitalistico settentrionale comportava il sottosviluppo programmato del meridione: per garantire l’ammodernamento e l’ampliamento
dell’apparato industriale del nord, era necessario tenere inchiodato il Sud in una condizione di inferiorità, in modo da utilizzarne le risorse economiche e umane…!”. Passiamo ai giorni nostri: Comprasud è un progetto che i vari movimenti e associazioni meridionaliste hanno elaborato per alleviare, nell'immediato, i problemi economici del Mezzogiorno. Esso è affidato essenzialmente ai consumatori meridionali e non, di ogni parte d'Italia. Se costoro vogliono, senza rischi o sacrifici, aiutare i loro figli a non emigrare più, basta che scelgano mensilmente
merci prodotte da aziende del Sud. Per iniziare, a parità di prezzi e di qualità, è facile scegliere generi alimentari di base, (pasta, acqua minerale, olio, vino, pelati, gelati, dolci, biscotti, ecc.), oppure manufatti non alimentari di vario genere (mobili, salotti, utensili e attrezzature varie), di fabbricazione foggiana, pugliese o meridionale in generale. Incominciate a pensare che, se ogni mese una famiglia di meridionali (circa 6 milioni in Italia) spende 200 euro di prodotti del Sud, ogni anno le nostre imprese incasseranno 14,4 miliardi di euro, che gireranno praticamente nelle nostre tasche, evitando che le imprese forestiere sfruttino l’economia e il mercato meridionale, sottraendo prima le materie prime, che saranno finalmente lavorate al Sud e poi i preziosi capitali che prendono la fuga verso il nord, con le sue banche e i suoi affari. Senza mettere in discussione l'attuale assetto politico italiano si può ricostruire una comunità economica e culturale meridionale nel segno della solidarietà e del rispetto di tutte le categorie e di tutti i soggetti che ne fanno parte. * Coordinatore
Unire tre delle più nobili e antiche forme d’arte in una sola serata: è stato questo l’ambizioso obiettivo raggiunto con l’evento organizzato, lo scorso 27 dicembre, dalla neonata associazione “Cultura in Musica”, fondata e presieduta da Antonella Tarantino, direttrice della Corale Ortese “Z. Kodaly”. La manifestazione, intitolata “Potpourri d’Arti”, ha visto come protagonisti tre amanti di pittura, musica e poesia, due donne ortesi doc e un giovane “adottato”. Le loro opere, frutto di impegno, dedizione e innata passione, evidenziano un talento sopito nel tempo. Infatti Annalisa Calvio, Adelina Tarantino e Andrea Epifani solo recentemente hanno deciso di mettere da parte sentimenti di pudore e timidezza e tirar fuori dal cassetto le loro straordinarie capacità artistiche. E così il corridoio e la Sala Conferenze del Palazzo ex Gesuitico sono stati lo scenario perfetto per appagare nei numerosi intervenuti il senso della vista grazie alla mostra di quadri di Annalisa Calvio, sorella dell’attuale primo cittadino di Orta Nova, che ha sottolineato come finalmente sia arrivato il momento in cui “Annalisa venga ricordata per le sue doti e non per essere solo mia sorella”. Le sue
pennellate, guidate dagli insegnamenti dell’artista carapellese Elia Di Tuccio, evidenziano una particolare cura nell’enfatizzare la bellezza della natura e delle cose essenziali: e in tal senso è emblematica la frase “com’è
bella la vita” che la pittrice riporta in una delle opere più ricche di colori e vivacità. Ad allietare invece il senso dell’udito le rime della scrittrice Adelina Tarantino e le note del musicista di origine salentina Andrea Epifani, che si sono alternati a vicenda per tutta la serata. Adelina Tarantino ha recitato alcune delle sue poesie più emozionanti: è infatti una delle scrittrici in versi dialettali maggiormente ap-
prezzate nel nostro territorio e non solo, in quanto fa parte dell’associazione A.n.po.s.di. (Associazione Nazionale Poeti Scrittori Dialettali): le tematiche affrontate nelle composizioni, sono collegate a episodi personali e riflessioni di ampio respiro e mostrano una lampante facilità e chiarezza espositiva, abbinate ad una ricerca della rima ben congeniata. Andrea Epifani è laureato in Psicologia, ma da sempre coltiva la passione per la musica. E’ balzato agli onori della cronaca per il trionfo nel 2010 al Festival Musicultura col brano “Tzigano della badante”, mentre l’anno prima ha vinto il Premio De Andrè. Durante la serata ha eseguito brani classici e suoi inediti, già registrati in un cd con il gruppo trevigiano “i 3+1”, che si contraddistinguono per canzoni intimistiche e attente alla sfera sociale, ispirate alla tradizione cantautorale italiana di colossi come De Andrè e De Gregori e mischiate con assonanze pop, etniche e folkloristiche. L’associazione “Cultura in Musica” si intende riproporre, durante tutto l’anno appena iniziato, altre entusiasmanti serate dedicate al tema della cultura, per far emergere le numerose eccellenze nel campo artistico e sociale di altri nostri concittadini.
Un concerto nato da un’idea del maestro Pietro Gallo, il quale gratuitamente ha voluto mettere a disposizione la propria professionalità. Pertanto si è messo all’opera per organizzare questa manifestazione, chiedendo il patrocinio della Università delle tre Età (UNITRE) e del Comune di Stornara; la loro disponibilità ha reso possibile la realizzazione di questa magnifica serata, insieme alla fattiva collaborazione dell’associazione Stornara in movimento. Magnifica serata quella del 30 dicembre scorso nell’Auditorium Comunale, letteralmente gremito di gente in ogni suo spazio libero. Ben prima dell’orario prestabilito è iniziato l’afflusso del pubblico, ed, a fare gli onori di casa e l’accoglienza degli ospiti, i docenti ed i corsisti dell’Unitre con la Presidente prof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere. Ha dato inizio alla manifestazione il prof. Gerardo Laquale, responsabile della locale sezione Unitre, il quale, dopo i ringraziamenti di rito delle autorità convenute ed alcune riflessioni circa il significato cul-
turale e sociale della musica, ha passato la parola alla presidente Rina Di Giorgio Cavaliere ed all’assessore Roberto Nigro. Il maestro Daniele Sardone ha illustrato la biografia degli autori dei brani musicali, ed ha messo in evidenza il contesto storico che ha visto la nascita dei brani stessi: “Ballata n. 3 op.47” di Chopin, “Après une Lecture de Dante” (Sonata quasi fantasia) di Liszt, “Sonata n. 14 op. 27 n. 2” (Adagio Sostenuto, Allegretto, Presto agitato) di Beethoven. Finalmente le note limpide del pianoforte a coda hanno iniziato a risuonare nell’affollato auditorium ed hanno iniziato a suscitare emozioni, in un ritmo di crescente intensità; ritmo interrotto, tra un brano e l’altro, dagli applausi del pubblico, anch’essi sempre più calorosi ed intensi, fino all’ovazione finale. Tra il pubblico non mancavano i bambini, i quali, cosa semplicemente meravigliosa e fortemente educativa, hanno osservato il silenzio alla stessa maniera degli adulti presenti in sala: sapete bene, infatti, che anche il minimo
fruscìo o brusìo, altera l’armonia delle note musicali. La manifestazione è terminata con l’esecuzione di un brano per flauto e pianoforte, eseguito dallo stesso Pietro e dalla maestra Ilaria Di Lernia. Terminato il concerto, la serata è proseguita con un momento conviviale: la laboriosità e la generosità di tante donne di Stornara hanno permesso di offrire ai tanti convenuti un buffet veramente abbondante, genuino e vario. Il clima di cordialità e di gioia ha indotto molti ad intrattenersi; ed alcuni hanno richiesto alla bibliotecaria Concetta Lombardi di visitare la Mostra del Presepe, allestita per le festività natalizie al piano superiore dello stesso Auditorium. Quindi si è passati alla visita della Biblioteca comunale, dove si è avuta la possibilità di ammirare, oltre al patrimonio bibliografico, la ricca dotazione informatica e telematica. Il pubblico si è piacevolmente intrattenuto fin quasi alla mezzanotte, chiedendo di proseguire nell’esperienza culturale vissuta.
Mostra lavori dei corsisti UNITRE a Carapelle Per l’educazione ai linguaggi non verbali che trasmettono emozioni e sensazioni molto forti, ricordiamo le due serate di esposizione a Carapelle, curate dall’insegnante Angela Mastropietro con la collaborazione di un nutrito e animato gruppo di corsisti. La prima nei giorni 8-9 dicembre 2012 presso la Sala Mensa della Scuola Materna, la seconda presso la Chiesa di San Giuseppe. Stimolare e osservare immagini, paesaggi (dal vero o riprodotti), personaggi e riferire ciò che si è provato, confrontando le proprie emozioni con quelle degli altri. Un gruppo di self-help dove ognuno può liberamente esprimere sentimenti e stati d’animo, avendo la consapevolezza di trovarsi tra persone che comprendono e condividono. Presentazione del libro “Airone1 - Scene di un’epoca” del Gen. Antonio Cornacchia È stata una serata interessante quella del 22 novembre ad Orta Nova, quando nella Sala dell’ex Gesuitico, la nostra Sede ha avuto l’onore e il piacere di presentare un bel libro scritto da un fedele servitore dello Stato, quale il Generale Antonio Cornacchia. Dopo i saluti del Sindaco Avv. Iaia Calvio e della Presidente del’Unitre Prof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere, il giornalista Duilio Paiano ha tracciato il profilo umano dell’autore, intrecciato ai fatti di cronaca che si sono verificati negli anni settanta in Italia. Il libro, interessante come testo storico e narrativo, difatti è un resoconto delle imprese investigative, che l’allora comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Roma ha guidato per difendere la sicurezza dello Stato. Ha preso, poi, la parola l’autore, che essendo presente il gruppo degli ex allievi della V elementare, con la loro maestra, che all’epoca del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro avevano scritto una lettera coinvolgente, ha voluto abbracciare e ringraziare tutti per la sensibilità dimostrata. Il nuovo anno accademico 2012/13 Quest’anno l’appuntamento per l’inaugurazione del nuovo anno accademico è stato il 10 novembre 2012 a Stornara, presso l’Auditorium comunale, alla presenza del Sindaco Dott. Rocco Calamita, la Presidente dell’Unitre Prof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere, il Vice Presidente dell’Unitre Rag. Annito Di Pietro e il referente locale Prof. Gerardo Laquale. Numerosa la presenza dei cittadini che hanno voluto testimoniare l’importanza di quest’Università, una delle prime e più importanti a livello nazionale e internazionale. Presenti anche tutti i docenti, che con le quotidiane lezioni gratuite contribuiscono alla promozione e valorizzazione culturale e sociale della persona. Stornara è uno dei comuni dei cinque Reali Siti che coniuga bene il ruolo di città aperta alle novità. Operosa nei vari settori economici, oltre ad essere pioneristica nella lavorazione dei prodotti agricoli locali è anche ospitale con i numerosi stranieri. La città, inoltre, ha dimostrato una grande apertura all’Unitre nella consapevolezza che ogni aiuto rivolto a questa istituzione di riflesso è orientato ai suoi cittadini desiderosi di intraprendere un percorso di studi e di socializzazione. Ha introdotto i lavori il Vice Presidente dell’Unitre, evidenziando che l’Unitre è un’associazione culturale apolitica. È presente in tutti e cinque i paesi dell’Unione dei Comuni
e collabora con le rispettive amministrazioni comunali senza interferire con i relativi orientamenti politici. La sfida che l’Unitre lancia è soprattutto nel far star bene i corsisti con se stessi, lontani dallo stress della vita quotidiana e impegnati in un’esperienza formativa e allo stesso modo rilassante. È stata la volta del saluto della Presidente dell’Unitre, che ha spiegato come tramite questa istituzione, ormai consolidata sul territorio, si voglia diffondere la consapevolezza tra i cittadini dell’esistenza di questa solida realtà a tutela dei valori e delle ricchezze culturali del territorio, offrendo ai partecipanti dei corsi la possibilità di stare insieme, di confrontarsi e di trarre insegnamenti etici. Il Sindaco ha dato rilievo al particolare interesse dell’Amministrazione comunale verso questa istituzione, i cui valori fondanti e le finalità coincidono con quelli comunali. Perciò, ha assicurato nel futuro ampia disponibilità per le necessità che l’Unitre potrebbe aver bisogno. Il referente, nel sottolineare le difficoltà operative dello scorso anno, ha plaudito al sostegno tangibile dell’Amministrazione comunale attuale. Con soddisfazione ha, inoltre, fatto presente che quest’anno è stato allargato il contesto didattico, introducendo nuove tematiche richieste direttamente dalla collettività. In definitiva, le prospettive per il nuovo anno in Stornara sono ottimistiche, atteso che la cittadinanza ha bene accolto l’Unitre e numerose persone hanno espresso la volontà d’iscriversi all’Associazione. L’Unitre contagia Accadia Il 9 novembre 2012 si è costituita l’Associazione Università della Terza Età - UNITRE - Università delle Tre Età, Sezione di Accadia, promossa dalla Sede “Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti”. Dopo le formalità di rito presso le Istituzioni competenti, si è potuta inaugurare il successivo 15 dicembre con una cerimonia di tutto rispetto presso la Sala consiliare comunale. Tal esordio è stato per la cittadinanza una gradita notizia, perché si è voluto affermare con gran forza il valore aggiunto della cultura e dell’istruzione anche nella terza età da parte dei promotori. Questi hanno offerto il proprio impegno verso le problematiche degli anziani, affrontando il tema dell’incontro tra generazioni, affinché i giovani prendano coscienza di tale realtà. L’Unitre, Associazione di promozione sociale
e culturale senza fine di lucro basata sul volontariato, si prefigge proprio questi obiettivi. Trattasi, in sintesi, di volontariato gratuito e non obbligatorio. La crisi economica che stiamo vivendo necessità proprio di questa gratuità. La cerimonia si è svolta con diversi interventi. La Presidente dell’Unitre “Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti”, Prof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere, ha ricordato l’importanza della cultura e ha evidenziato lo scopo dell’iniziativa, ossia educare, formare, informare, fare prevenzione nell’ottica di un’educazione permanente. La sua formula didattica ha l’intento di soddisfare il desiderio di crescita culturale e il bisogno di socializzare. È necessario, però, entusiasmo, determinazione e impegno da parte di tutti, per consolidare le attese. Ha, infine, assicurato un costante interesse e sostegno per questa nuova Sezione, da lei fortemente voluta. Il saluto dell’Amministrazione comunale è stato portato dal Vice Sindaco Ing. Casullo. Egli ha elogiato l’iniziativa, evidenziando che il Consiglio comunale ha favorito la nascita di questa nuova istituzione, perché può essere uno strumento di elevazione sociale culturale del territorio. Infatti, l’apertura dei corsi Unitre immette in un circuito culturale nuovo e ricco di stimoli, contatti e saperi sinora fruibili solo da una cerchia riservata. Per l’Unitre nazionale ha presenziato il Vice Presidente, Dott. Silvio Aprea, che ha illustrato le finalità dell’Associazione e ha portato la sua esperienza maturata nella città di Potenza. Ha, poi, illustrato ampiamente l’importanza raggiunta da quest’Università sia a livello nazionale che internazionale, perché proponendo modeste e paritarie condizioni di accesso favorisce tutti i soggetti che ne condividono gli scopi. Il coordinatore culturale Prof. Luigi Zelano ha ricordato come questa iniziativa sia una nuova opportunità di crescita territoriale che coinvolge tutti, dai più giovani ai più anziani; è, tra l’altro, l’alternativa alla solitudine e un patto sociale di mutuo aiuto. Quindi, ha presentato ai convenuti i corsi di studio e i docenti. Le Unitre sono vive e si sviluppano nella misura in cui si sanno cogliere le nuove esigenze degli adulti che le frequentano. La partecipazione è alla base del funzionamento dell’associazione; la presenza costante e attiva, ciascuno secondo i propri compiti, ne è la premessa, la continuità e il futuro. C’è molto da fare, ma la voglia di progredire può far prendere il volo alla nuova Sezione Unitre di Accadia.
Un’epifania davvero speciale per Maria Rosaria Calvio, sindaco di Orta Nova. Infatti il primo cittadino, assieme a Marilena De Finis, consulente esterna dell’amministrazione come esperta in politiche culturali, ha partecipato al primo pranzo con alcune famiglie indigenti, organizzato dalla Confraternita Misericordia di Orta Nova nella sua sede sociale di Via Puglie. Le due rappresentanti istituzionali, aiutate da una decina di volontari della Confraternita e dell’associazione di volontariato “Noi altri”, accomunati da un profondo senso di solidarietà e di amore verso gli emarginati dalla società moderna, hanno servito piatti caldi a oltre ottanta persone, equamente divise tra italiani e stranieri. Un inedito gesto simbolico, quale momento di fraternità e condivisione profonda in cui non sono mancati sentimenti di commozione tra chi
quotidianamente vive nel disagio ma per un giorno ha finalmente potuto contare su una attenzione non a parole, ma concreta e reale. Toccanti le parole del segretario della Misericordia Gaetano Volpe, che ha sottolineato come “ognuno di noi non deve pretendere qualcosa dagli altri, ma capire prima di tutto cosa può dare al prossimo, non necessariamente beni materiali, ma anche un sorriso, un pianto o un abbraccio per stare vicino a chi soffre”. Ha fatto da eco Maria Rosaria Calvio, il cui discorso ha reso il significato della giornata: “Quando mi alzo la mattina e sono di cattivo umore, è sufficiente ricordarmi che purtroppo ci sono persone che non hanno una vita dignitosa per capire che non bisogna mai mollare e provare ad aiutare chi è in difficoltà. Mi vergogno perché mi rendo conto che le parole che dico sono vuote,
lo so, e chiedo pubblicamente scusa a voi tutti per le volte in cui siete venuti al Comune e non sono stata in grado di darvi una mano concreta: al di là dei modi è perché spesso mancano le possibilità economiche, non è per trascuratezza, ma oggettiva difficoltà nel fare qualcosa, abbiamo una situazione debitoria notevole. Stiamo provando come amministrazione a fare qualcosa per aiutarvi: è nostra parziale e piccolissima scusante che ciascuno di noi si impegna affinché vi sia garantita una vita migliore”. Infine una promessa, che fa illuminare gli occhi dei tanti commensali: “Cercherò di organizzare degli incontri con ognuno di voi per ascoltarvi e capire le vostre necessità; ma siete tanti e io una, vi chiedo pertanto solo di avere pazienza e fiducia in quanto coltivare la speranza non è mai inutile”.
Tra le recenti novità che hanno investito il panorama letterario, occupa un ruolo di meritato rispetto il self-publishing. Si tratta, in parole povere, della pubblicazione da parte di un autore di un libro (o di un altro media), senza passare attraverso l’intermediazione di un editore. L’autore si incarica di seguire tutte le fasi della realizzazione dell’opera, avvalendosi eventualmente di qualche figura professionale esterna: come accade ad esempio per le correzioni tipografiche e grammaticali, che possono essere affidate a dei professionisti della correzione bozze. La realizzazione può avvenire con una stampante domestica, anche se ormai sono disponibili servizi di stampa digitale che offrono prezzi competitivi. Lo sviluppo delle auto edizioni è stato accompagnato da un corrispondente sviluppo delle società di servizi, che si stanno spartendo un mercato che si è dimostrato, inaspettatamente ricco e in costante crescita. Una delle più famose a livello mondiale è Lulu.com: l’azienda nata in Canada per iniziativa di Bob Young, che adotta come sistema di pubblicazione dei libri, esclusivamente internet. L’attuale sistema editoriale funziona solo per i bestseller, ma non lascia spazio ai titoli che non promettono nell’ordine dei milioni. Gli editori si rifiutano di pubblicare, molto spesso, non perché il libro (il cd o l’opera fotografica) non sia di pregio, ma perché il titolo non ha mercato. L’idea è quindi quella di creare un sistema di pubblicazione in rete che copra l’intero ciclo di produzione, permettendo di gestirlo direttamente agli autori. Così nel 2002 è stato aperto il sito, che è allo stesso tempo: un sistema editoriale, tramite il quale gli autori provvedono personalmente alla confezione editoriale della propria opera (anche in formato multimediale ); una libreria virtuale, a cui tutti gli utenti accedono per acquistare le opere in formato digitale o cartaceo (in questo caso stampate su richiesta); e una Biblioteca digitale, dato che moltissimi testi sono liberamente consultabili online. Gli autori pubblicano online e vendono le proprie opere ad un prezzo stabilito, che copre le spese di Lulu. com per stampa e commissioni, al quale possono aggiungere la quota che vogliono riservarsi come diritti d’autore. Lulu mette a disposizione degli
autori un sistema automatico per la produzione editoriale, dalla creazione della copertina al formato del libro; ma si possono creare anche calendari, poster, cd musicali, dvd video. Nel 2006 Lulu è giunto anche in Europa, allargando il business oltreoceano. Percorrendo la strada delle auto produzioni, talvolta può capitare di imbattersi in giovani promesse che devono essere solo accompagnate, nel difficile cammino di crescita ed affermazione. E’ il caso della giovanissima studentessa Dora Pelullo che ha esordito, pochi mesi fa, col romanzo “Se solo avessi coraggio”. Il libro pubblicato dalla Book Sprint Edizioni (in vendita anche in formato e-book), è stato di recente presentato nella Sala Convegni del Palazzo ex Gesuitico di Orta Nova, dall’Associazione Culturale “Le Nove Muse“, in collaborazione col Liceo Classico “Nicola Zingarelli“ di Orta Nova, frequentato dalla stessa ragazza. “La storia scritta tutta d’un fiato in appena un mese, ruota intorno ad un amore impossibile che non doveva nascere”, come ci racconta la stessa scrittrice, “ma è nato ... Non solo, ma lo ha fatto talmente bene che nessuno si è mai accorto di niente, nemmeno i due protagonisti. Tuttavia crescendo, complicandosi, questo amore è diventato qualcosa di troppo importante per non essere notato. A questo punto nessuno dei due sarà in grado di gestire un sentimento così grande, nessuno dei due avrà abbastanza coraggio. La storia di fondo è dunque quella, di un amore impossibile che si scontra col giudizio della gente. Un po’ quello che spesso accade alle nostre esistenze: ci lasciamo condizionare e ci fermiamo. Questo aspetto ho voluto sottolinearlo con forza anche nella scelta della copertina, che presenta al lettore un bivio lungo la strada, con un percorso buio ed uno illuminato, quello delle scelte più facili ed ovvie che non richiedono l’impegno ed il coraggio di chi le fa”. Pur se giovanissima (appena diciassettenne), parlando con Dora si coglie l’impressione chiara della sua passione travolgente ed incontenibile per la scrittura, quella stessa passione che è racchiusa nelle 108 pagine del suo racconto. Colpiscono dritto al cuore le sue parole: “Ho cominciato a scrivere all’età di 10 anni e da allora, la
scrittura è stata la mia strada, la mia salvezza … Invito perciò tutti a trovare la vostra strada: qualcosa che vi faccia sentire bene, anche quando le cose non vanno affatto bene”, poi aggiunge: “Ho scritto per me, ma ho pensato ai miei lettori”. E lancia un appello a tutti i giovani, che numerosi affollano la Sala Convegni dell’Ex-Gesuitico, in occasione della presentazione del suo libro: “Fate quello che volete della vostra vita, fate ciò che potete: riscoprite i sogni e, trovate il coraggio di realizzarli”. Come non concordare dunque, con quanto espresso dal Vice Preside Giancarlo Dicarolo dell’Istituto Zingarelli: “Pochi possono scrivere e Dora, è una scrittrice a tutti gli effetti. Pur se ancora acerba, ha infatti tutte le carte in regola per diventare nel tempo, una grande scrittrice”. Va sottolineata, infine, l’attività svolta sul territorio dall’Associazione Culturale “Le Nove Muse”, che si adopera nella promozione degli scrittori locali: ben tre solo nell’ultimo anno. Lo stesso Presidente Andrea Zicolillo, non nasconde di aver puntato con convinzione sul talento della giovanissima Dora Pelullo, dando anche a sorpresa, durante la stessa presentazione, l’annuncio di aver iscritto il suo racconto al Premio Letterario Internazionale di Nobokov. C’è da scommetterci, di sicuro sentiremo parlare ancora di questa ragazza attenta, sensibile, preparata che intanto, per nulla stanca delle fatiche del suo primo libro, col sostegno di tutta la famiglia ed in particolare dal fratello Gerardo, già si avvia alla pubblicazione di un secondo romanzo dove si affronta il delicato tema dello stalking, visto attraverso gli occhi di un uomo.
Iniziativa di grande successo, quella messa in campo dalle Suore Domenicane del S.S. Sacramento di Orta Nova nei mesi scorsi, per rilanciare e sottolineare l'attualità e l'importanza della preghiera, attraverso la recita del Santo Rosario. Hanno così preso vita “I Misteri della Luce”, cioé i 5 Nuovi Misteri introdotti da Giovanni Paolo II in aggiunta ai tradizionali 15, sceneggiati dai bambini della Scuola Paritaria insieme ai ragazzi di Scuola Media dell'istituto Diurno S. Tarcisio e, alle arzille nonnine che vivono all'interno della struttura di accoglienza. L'iniziativa si è svolta dapprima nella “Sala Teatro” dell'istituto San Tarcisio alla presenza di un folto pubblico costituito dalle famiglie di bambini, ragazzi ed anziani ospiti della struttura, dai numerosi volontari, dalle religiose e dai religiosi, tra i quali il Rettore del Santuario di Borgo Incoronata: Don Felice Bruno. Da registrare anche la presenza attenta della popolazione locale, mobilitata in massa dall'iniziativa. Ed è stato proprio lo straordinario successo riscosso nell'occasione, a spingere il Rettore Don Bruno a chiederne la replica, tra le mura del Santuario Mariano. In un atmosfera di grande suggestione, che ha caratterizzato entrambe le rappresentazioni, sono stati rievocati i cinque momenti toccanti della vita di Gesù.
Notizie flash dal 2° Circolo Sempre attenta alle proposte del territorio, la Scuola Primaria del Secondo Circolo ha aderito con impegno ed entusiasmo al progetto Pon della Scuola Professionale Olivetti “Con l’Europa per il rilancio delle risorse dei Cinque Reali Siti”, allestendo in piazza Pietro Nenni due gazebi stracolmi di materiale inerente i propri progetti Pon realizzati dagli alunni nello scorso anno scolastico (marionette, produzione di libri, materiale artistico e di laboratori scientifici). Sulla linea delle tradizioni popolari, un gruppo di alunni ha ballato un’allegra tarantella paesana e al pubblico, accorso numeroso, sono stati offerti dolci tipici del Natale. *** Il progetto “continuità” avviato già da novembre con le Scuole dell’Infanzia ha coinvolto tutti gli alunni delle classi Quinte che, con i più piccoli, hanno dato vita a diversi laboratori: manipolativo, multimediale, scientifico e motorio, sul tema di un
Nel Primo Mistero della Luce, Gesù è battezzato nel fiume Giordano e proclamato dal Padre, Figlio prediletto. Nel Secondo Mistero, Gesù si rivela alle Nozze di Cana. Nel Terzo Mistero, Gesù annuncia il Regno e invita alla conversione. Nel Quarto Mistero, Gesù si trasfigura su un alto monte e il Padre invita gli Apostoli ad ascoltarlo. Infine nel Quinto Mistero della Luce, Gesù istituisce l'Eucarestia quale nutrimento per la vita del mondo. In particolare per la straordinaria riu-
scita dell'iniziativa, merita di essere segnalata la collaborazione fattiva di tanti ex alunni, che attraverso il loro impegno continuano ad essere vicini all'istituto S. Tarcisio nonché, quella dei tanti veterani che hanno instaurato un saldo legame di riconoscenza con le Suore Domenicane, che in decenni di attività hanno accolto ed aiutato decine e decine di famiglie in difficoltà. Insomma, davvero una grande iniziativa del cuore dove ciascuno ha voluto fare la sua parte, tra questi: le insegnanti, il personale della struttura ed i numerosi volontari.
racconto inventato da loro. Con la scuola Media, invece, si è preparato uno speciale concerto di brani natalizi. Gli alunni di Quinta hanno cantato con particolare bravura accompgnati con gli strumenti da quelli del corso sperimentale di musica della scuola S. Pertini. ***
Grande fermento in tutte le classi per la visita pastorale di S.E. Mons. Felice Di Molfetta, accolto da un coro di cinquecento alunni sulle note di “Grazie Signore” e “Lettera a Gesù Bambino”. Il vescovo, visibilmente commosso, ha avuto parole di elogio per l’attenzione e la bravura di bimbi e docenti. *** Ancora brillano sull’abete della piazza le stelline preparate dagli alunni della nostra scuola: mosse dal vento vogliono augurare pace e serenità a tutte le famiglie del nostro paese.
Nei giorni 22 e 23 dicembre 2012, i locali della parrocchia San Giuseppe a Carapelle, hanno accolto la prima mostra di Arte Sacra dei Cinque Reali Siti. A promuoverla; l’Unitre (Università della terza età), il Comune di Carapelle e Star Italia Felsa Cisl. Alla presentazione c’erano il sindaco di Carapelle prof. Alfonso M. Palomba, il critico prof.ssa. Maria Bianco e tanti artisti del luogo. Ospite d’onore Zhai Issa, pittore siriano, particolarmente noto per le sue opere di grande valore artistico, in cui sono compresenti pittura e scultura. I veri protagonisti della mostra sono stati i 20 artisti e pittori della provincia di Foggia con circa 50 opere in esposizione. Abbiamo incontrato quattro personaggi a cui abbiamo ceduto direttamente la parola. Per approfondire questa notizia, visita il nostro sito www.losguardosui5realisiti.com potrete visionare le interviste complete di audio e video e vedere le foto della presentazione. PAROLA ALL’OSPITE Abbiamo incontrato l’artista Zhai Issa e gli abbiamo posto alcune domande: D: Zhai Issa è un pittore siriano, la particolarità risiede nel quadro stesso, infatti le sue opere sono un mix tra la pittura e la scultura, come viene definita la sua arte? R: Le mie opere sono fatte per i non vedenti, ho voluto creare qualcosa di nuovo per far toccare con le mani a quelle persone che non riescono a vedere. D: Ciò che le dipinge passa da un piano piatto alla tridimensionalità dei piani, uscendo fuori dalla cornice in chiave tecnica e soprattutto a livello semantico. R: La mia arte è a livello spirituale, tanto da rendere il visitatore libero di sentirsi insieme con un quadro libero da ostacoli che possono essere la cornice o altro. Quando i soggetti dei miei quadri escono fuori dalla cornice trasmettono al visitatore un senso di pace, di libertà e di presenza, qualcosa che va al di là di un normale quadro. D: La sua arte gioca a doppie carte, è più un realismo espressivo oppure ciò che dipinge ha una classificazione molto più ampia? R: Questa tecnica è scesa dall’alto come un dono, l’ho ricevuto precisamente 21 anni fa, nel 1991 e non so che nome gli potrei dare. Tempo fa mi incontrai con Vittorio Sgarbi e gli chiesi come definire questa tecnica ma anche lui non seppe come definirla, gli diede semplicemente l’appellativo di ‘arte futuristica’. D: Il futuristico legato al mistico e al biblico si mescola in gioco con l’arte religiosa, cosa ci può dire a riguardo?
R: Dipingere è come uno che sta pregando, perché si lascia abbandonare verso i colori e questo è qualcosa di interiore, che ti rende libero. Per me dipingere è come una preghiera verso il cielo, ognuno dipinge secondo il suo cuore. D: Lei è nato in Siria, poi ha fatto un grandissimo viaggio in Europa visitando i vari musei occidentali, ma la sua arte è un mescolarsi di occidentale e orientale, tra religione ed espressione mistica. R: Io ho girato quasi tutto il mondo e tutti i musei, e mi sentivo un po’ perso tra questi grandi artisti. Io non mi sento un grande artista, perché è solo il Signore che rende
grandi gli uomini, io dipingo e lascio il mio cuore aperto. Finalmente sono riuscito a trovare me stesso, quando dipingo sento qualcosa che va al di là, che non si può esprimere: un’unione con Dio. D: La sua tecnica e i suoi studi sull’arte dove nascono e quando? R: Io vengo dalla scuola di mio padre, che era uno dei maggiori pittori siriani, e provengo da dove nascono i maggiori pittori siriani e fra cui, c’è Josè de Barbera. D: Come si trova in Italia e precisamente nella provincia di Foggia? R: Appena sono venuto in Italia, ho vissuto nella Città del Vaticano dove studiavo in un seminario, poi le vicende della vita mi hanno fatto capire che non era la strada per me e successivamente mi sono sposato. D: Voci di corridoio, mi hanno detto che oltre alla pittura, lei fa anche cornici, la sua tecnica in cosa consiste e quali sono i materiali che utilizza? R: Le cornici per me, sono state un modo per vivere, perché l’arte non ti dà quello che vuoi, devi trovarti una strada per stare in
piedi a livello economico. Dopo il danno che ho ricevuto alla mia mano a sostituirmi è subentrata mia moglie. PAROLA AGLI ARTISTI Abbiamo incontrato uno dei numerosi artisti partecipanti alla mostra. D: Ci può spiegare le sue tecniche e la sua passione per la pittura? R: Quest’opera si chiama “Adamo ed Eva”: sono due giovani di oggi, che ritrovano nel creato la felicità della vita, e si pongono la domanda di chi ha creato tutto l’universo, una domanda che è rivolta non soltanto al religioso ma anche al laico. L’opera è realizzata su un cartoncino e i colori sono ad acquerello. Amo molto i miei primi lavori, e li espongo con molta gioia. Ha un significato importante perché completo il titolo di “Adamo ed Eva” citando una frase dell’antifona della messa “Ad Deum qui lætificat juventutem meam” cioè “A Dio che diede la mia giovinezza”. L’amore verso Dio e verso il Creato rendeva giovani Adamo ed Eva e tutta l’umanità, anche i nostri giovani possono trovare i doni della vita nel Creato. D: La raffigurazione che lei fa di Adamo ed Eva è diversa da quella canonica che i nostri occhi sono abituati a vedere, come mai ha scelto di rappresentarli in questo modo e cosa l’ha spinta a disegnare ciò? R: Ho scelto questo tema perché nei miei studi ho affrontato anche quelli teologici, infatti, sono laureata in Scienze Teologiche, e poi perché sono sempre alla ricerca del messaggio di Cristo e del sentimento religioso ed è sempre un motivo di riflessione nella mia vita, e nelle mie opere questo si trova sempre. Per quanto riguarda la raffigurazione del quadro, ho un po’ giocato e ho chiesto alla mia famiglia quali piante avrebbero portato con sé nel paradiso e ognuno ha scelto la sua. Il serpente è lontano, perché ho voluto raffigurare la beatitudine del Paradiso mentre Adamo ed Eva vivono la loro felicità in pienezza. PAROLA AL CRITICO La critica è quell’analisi razionale che ogni uomo fa per migliorare e migliorarsi, incontriamo la prof. Maria Bianco, critico d’arte dell’Accademia delle Belle Arti di Foggia. D: Professoressa, qual è la sua critica sulla mostra e sulle tipologie di opere d’arte presenti? R: La critica fa crescere e migliorare i popoli, se non ci fosse critica credo che saremmo statici nella vita. Questa mostra mi ha meravigliato per la qualità dei lavori espo-
sti, ho potuto notare una poliedricità dei lavori. L’arte sacra già da sé è la rappresentazione delle Sacre Scritture da un punto di vista del linguaggio visivo e proprio loro sono, per eccellenza, la traduzione di espressioni visive. La rappresentazione sacra alcune volte va aldilà di queste immagini che fanno parte della nostra quotidianità e della nostra cultura. Quello che ho trovato in questa mostra è proprio la raffigurazione di ciò attraverso elementi simbolici e questo sicuramente è un fatto fondamentale. In questa mostra c’è un connubio tra classico e moderno, alcune opere che ho potuto notare sono dei crocifissi lignei che riprendono un po’ le tecniche del Medioevo o le icone bizantine, altre invece dove l’interpretazione è completamente moderna. Tanti sono i maestri che fanno dell’arte sacra una propria interpretazione, come Zhai Issa con la “rappresentazione dell’Arcangelo”, l’opera che fuoriesce completamente dalla tela dove alla pittura si abbina la scultura, utilizzando il marmo. Io citerei una frase di un grande artista russo, Chagall vissuto a Parig, il quale affermò che “le sacre scritture sono state da sempre l’alfabeto colorato dove hanno intinto i loro pennelli gli artisti occidentali di tutti i secoli”. E questa mostra è la dimostrazione di questo. D: Una dimostrazione dell’arte che da vita all’umanità si trova proprio in questa mostra, dove su un quadro è affisso un foglietto con scritto: “da completare”. Questa scritta desta curiosità e non solo, evoca un sentimento di continuità e di un arrivederci. R: Esatto, credo che l’arte può non essere capita da tutti ma è qualcosa che fa parte di noi, della nostra cultura è espressione di noi stessi, del popolo, della storia. I quadri sono il fatto tangibile, vivente di un’epoca. Attra-
Per combattere il degrado moderno della pittura, il poeta-pittore-musicista foggiano Corrado Lagonigro, nell'opera “Ritratto di signora” si ispira a una Rinascita innovativa di quello spirito ricco di suggestioni della bellezza interiore, evitando scrupolosamente di cadere nei modelli canonici della Maniera, a una Scuola idealizzata, in cui le macchine e l'attuale tecnologia non hanno inquinato per lui la mente e ogni cosa... L'intento del pittore ritrattista Lagonigro è quello di svolgere il soggetto, come una pittura di carattere: Come se la narrazione di spiccata attualità, fosse un linguaggio psicodrammatico purificato dal sottile umorismo dello sguardo intriso di delicata ironia. Ben modellato nel volume, sono i valori lineari e coloristici a costruire l'immagine, secondo le sue reali fattezze. L'arte ritrattista di Lagonigro va decisamente contro gli stereotipi cognitivi che vedono la psiche dialogare con i feticci figurali, imposti dalla società. Attraverso un'aristocratica definizione espressiva del segno e del colore, l'artista porta in scena alterità altre e solarità espressiva del viso, contraddistinguendosi per la libertà del linguaggio espressivo, ad un arte che ha nella figurazione la sua base di principio,
verso i quadri, la scultura e l’architettura noi possiamo leggere i caratteri del passato e non tramite i libri, ma tramite le opere d’arti. PAROLA AL SINDACO “Un giudizio sulla mostra non può che essere positivo, le opere presenti sono di grande pregio artistico; per la comunità di Carapelle questa è una grande novità. Ho avuto modo di dialogare con alcuni di questi artisti e di discutere su alcune delle loro opere e credo che il livello di questa mostra è un grande passo avanti sul terreno della cultura e un sindaco non può che essere contento, perché tutto ciò che è cultura non può non determinare una crescita di questo comune, per cui sono venuto volentieri. L’arte sacra, che ha una lunga tradizione dal Medioevo a oggi, è stata uno dei temi
amalgamando una cromia che associa la passionalità dello sguardo dimensionalmente intuitivo alla saggezza della penombra, simulacro dell'esperienza del vissuto, dando così origine ad una riflessione speculare del profondo grembo inconscio. Lagonigro ha il dono della visione globale oggettiva-soggettiva, frutto di una poliedrica esperienza della ritrovata libertà interiore. All'artista foggiano è concesso così il dono, del lume del talento, che sia polimorfo, emulsionando sensazioni emotive di pittura, musica e poesia; e in ciascuna di esse di scoprirne il segreto tonico di una tavolozza di piacevolezze nella realizzazione. È un privilegio, un lusso stupendo dimostrato nella parte esecutiva del ritratto, di provare quasi invidia, per la freschezza e l'immediatezza dell'èlan vital che traspira dallo sguardo della donna ritratta, quasi un perpetuarsi dialogico indotto emotivamente sull'osservatore, un eterno divenire del capolavoro d'arte, tra scenari intuibili e crocevia di incontri d'anima, portano a un avventura del talento di carpirne i segreti dell'incessante moto interiore della bella signora ritratta: vivere di cultura e arte per il soggetto-modello è ... quasi tenere continuamente contro l'orecchio una conchiglia
fondamentali trattati in tutta la storia dell’umanità, una stagione storica in cui la religione era al centro della visione della vita. Sebbene abbia avuto uno sviluppo maggiore, ciò non toglie che anche nella contemporaneità dove non si presta molta attenzione alla dimensione spirituale, ci siano artisti di grande livello. Ho visto uno stupendo crocifisso che mi ricordava Giotto, icone bizantine, e ancora il dittico di Pasquale Tarateta che raffigura due immagini di Cristo, una con lo sguardo più severo come se Cristo si rivolgesse all’uomo per invitarlo a riprendere il cammino, l’altro, un Cristo già distrutto, lacerato e senza il corpo, una rappresentazione di come Cristo lascia la dimensione umana per assorgere al cielo e riprendere la sua natura divina. Sono contento e soddisfatto di ciò che ho visto a questa mostra”.
strappata al mare dell'attualità; il suo perpetuo rombo sveglia la sua immaginazione. Lagonigro ha in questo capolavoro, conquistato una sua cifra stilistica innovativa, tra “il Rtratto di signora” e l'universo delle galassie ritrattistiche. Nulla che assomigli a un mero esercizio estetico, bensì una forte accensione di sensazioni emotive, che accoglie e fonde tecnica e cuore. questo è il cuore della trasmutazione metaforica della psicovisione, del ritmo colorista. E' il colore spirituale, la sua dinamica evanescenza di atmosfere frutto di traduzioni di ogni segreto intimista della donna ritratta. * Critico e Storico dell'Arte internazionale
Quel ceppo (della pianta simbolo dell’economia ortese dell’epoca) deposto accanto allo stipite della porta della casa stava infatti a significare due cose: 1 - che c’era un giovane innamorato della figlia o di una delle figlie e che aveva intenzione di piantare radici in quella famiglia, cioè aveva intenzioni serie; 2 - che quella sera il medesimo giovane sarebbe venuto a bussare alla porta accompagnato dai genitori e dai parenti più influenti per chiedere ufficialmente la mano della ragazza, a meno che, gettandolo via, la mamma di lei non mostrasse chiaramente che l’offerta era stata rifiutata e questo avveniva raramente perché conveniva sempre discuterne . Dopo di che cominciava un lungo lavorìo diplomatico. La madre della ragazza, rivoltasi ad amiche fidate, cercava di ottenere il maggior numero possibile di informazioni sul presunto innamorato, naturalmente dopo averne parlato con la figlia e la stessa cosa faceva la madre del giovane nei confronti della possibile futura nuora. Il giovane, poi, si avvaleva della collaborazione dei suoi amici più fidati, i quali passavano uno dopo l’altro, in ore diverse della giornata, davanti alla casa della ragazza per assicurarsi che “u ceppone” fosse rimasto al suo posto. Se tutto andava bene, il giovane si sarebbe presentato a tarda sera a casa della ragazza per “stringere il matrimonio”, cioè per fissare i termini del contratto nuziale: la dote di entrambi i futuri sposi, la divisione delle spese per l’acquisto dei mobili, del pranzo nuziale, ecc. e per fissare la data del fidanzamento ufficiale e del matrimonio. Nulla, insomma, era lasciato al caso e questo evitava intoppi possibili sul cammino dei futuri sposi, i quali erano tenuti fuori dalle trattative, che venivano condotte dai parenti, conoscitori della vita e carichi, si supponeva, di esperienza e di saggezza e non accecati dalla passione amorosa. Anche per questo motivo” - aveva concluso sorridendo il vecchio calzolaio - “i matrimoni duravano una vita e non pochi mesi o pochi anni come avviene oggi a voi giovani!”. Il nipote di Francesco, sbalordito, era corso via per andare a comunicare alla sua ragazza e a tutta la comitiva ciò che aveva appena appreso e che gli pareva assurdo e, tuttavia, affascinante. Giacomo, a quel punto, aveva detto in tono scherzoso a Francesco: “Adesso che ci penso, sono stato io a donarti u ceppone che mettesti vicino alla porta di Lucia, perché tu non avevi la vigna, ma solamente seminativi e uliveti. E facesti appena in tempo, perché ti avevo avvisato che anche Antonio *** si apprestava a portare u ceppone a casa di Lucia. Dunque, se ti sei sposato con lei, lo devi a me e mi sei debitore. Adesso che non ho più la vigna e tu invece ce l’hai, mi darai un cartone
di vino all’anno, quello che mi avrebbe dato la vite che estirpai per farti il piacere. Che ne dite voialtri? Ho ragione o no?”. “Hai ragione e come!” - avevano risposto in coro tutti i presenti, che avevano capito che Giacomo scherzava e reggevano il gioco. Giacomo, galvanizzato, aveva continuato: “quella vite mi avrebbe dato almeno venti litri di vino ogni anno per vent’anni. Vorrà dire che per vent’anni mi darai 20 litri del vino che farai, anzi no. Adesso che ci penso,
visto che la mia vite era di “uva di Troia” e non di “trebbiano bianco”, penso che tu mi debba dare una damigiana da 50 litri. Vuoi mettere la mia “Uva di Troia”, che dava un vino robusto, col tuo “trebbiano” che produce un vinello appena passabile?”. Qui Giacomo aveva commesso un errore imperdonabile. Sentendo denigrare il suo vino, del quale era oltremodo orgoglioso, Francesco si era risentito e aveva ribattuto: “Il mio vino è stato considerato da tutti eccezionale, cosa che non si diceva del tuo!” e questa volta era stato Giacomo a sentirsi offeso, ragion per cui, senza salutare nessuno, si era girato e si era avviato verso casa sua, lasciando tutti sconcertati e dispiaciuti. Il calzolaio aveva detto a Francesco: “Lascialo andare, domani gli sarà passata”. - “Ma è stato lui a cominciare!”. - “D’accordo, ma lui lo diceva per scher-
zo, mentre tu hai parlato seriamente” - aveva osservato il vecchio e saggio calzolaio “adesso smettete di fare i bambini e fate pace!”. Nessuno dei due fece il primo passo, però, e per i successivi quattro giorni, vergognandosi di presentarsi agli amici da soli, non erano usciti di casa. Al quinto giorno intervenne Lucia che andò a casa dell’amica e, insieme, trovarono la soluzione. Del resto, una soluzione bisognava pur trovarla, non solo perché la rottura fra i loro mariti poggiava su futili motivi ma, soprattutto perché né l’una né l’altra voleva vedere il rispettivo marito gironzolare da una stanza all’altra come un leone in gabbia, muto e irritabile. Chiesero ai rispettivi mariti di accompagnarle al Cimitero a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro affinché l’incontro avvenisse proprio in quel luogo sacro e non altrove. Così fu e le due coppie, sbucate da due vialetti diversi, si trovarono l’una di fronte all’altra in prossimità del varco che, dal vecchio Cimitero, immette nel nuovo. Le due donne si abbracciarono e poi Lucia, rivolgendosi ai due uomini che guardavano in direzioni diverse, aveva detto: “Smettetela di fare i capricci e considerate il luogo in cui vi trovate e nel quale siete destinati a rimanere per sempre. Siete stati amici da quando siete nati e volete litigare proprio adesso che state per lasciare la vita? Volete passare l’eternità a guardarvi in cagnesco per la qualità dei vostri vini? Proprio adesso che non ne potete bere più? Adesso potete litigare solo sulle qualità dell’acqua minerale!”. Noi compriamo la stessa acqua!” - aveva detto Giacomo e, pensando alla saggezza racchiusa nelle parole di Lucia e alla futilità delle cause del loro battibecco, era scoppiato a ridere e la stessa cosa aveva fatto qualche istante dopo Francesco. Erano tornati in paese tenendosi sottobraccio e si erano subito diretti al solito posto, sotto la grande palma sfregiata dalla guerra, a chiacchierare con il gruppetto abituale e tutti li avevano accolti senza fare domande sulla loro assenza, ma tutti visibilmente sollevati perché adesso nessuno mancava all’appello. (Fine)
Per la 3ª edizione della Notte Bianca Ortese, la Prometeo ha “passato la palla” alle Gadit (Guardie Ambientali d'Italia) di Orta Nova che, in quanto associazione per la difesa, la tutela e la promozione del territorio, ha raccolto la sfida per uno scopo ben preciso e degno di ammirazione: quello di finanziare l'acquisto di un'autobotte di media grandezza con annessa strumentazione per polisoccorso. “Progetto molto a cuore alle Gadit, volto a garantire al cittadino tempestività e sicurezza in ogni momento, vista la lontananza dal paese delle due Caserme dei Vigili del Fuoco (Foggia 27 km e Cerignola 24 km) ed il gran numero di interventi che gli stessi svolgono all'interno della nostra comunità,”- queste il commento del Presidente Francesco Volpicelli durante l’incontro ed è stato occasione per mostrarmi ed illustrareil bilancio risultante di fine evento:
Questa differenza attiva è stata accantonata in un fondo specifico creato per il raggiungimento della somma necessaria, che si spera sarà presto disponibile per realizzare tale importante progetto. Tutte le attività commerciali, le cooperative, le aziende agricole e gli imprenditori di Orta Nova, che hanno contribuito alla
realizzazione dell'evento, possono ritenersi soddisfatti. Se la “Notte Bianca” sarà targata o meno Gadit nel 2013, al momento la Presidenza non conferma né smentisce tale notizia, ma di sicuro l'evento 2012 sarà ricordato come uno dei più belli ad Orta Nova. Il paese è stato suddiviso in zone diversificate per categorie, con-
trassegnate da diversi colori (gialla, bianca, rossa, verde, blu e arancione), al fine di rendere più fluido il percorso, soprattutto per i visitatori provenienti da altri paesi. Novità 2012: la zona arancione, dedicata alle associazioni culturali e di volontariato (aperto tutta la notte il museo della vita contadina), “ma disertata dai visitatori e dalle stesse associazioni” per cui, nelle prossime edizioni, a dispetto di qualcuno che l'ha definita “La sagra della cafonaggine”, le Gadit di Orta Nova si ripropongono di promuovere proprio la cultura, creando un valore aggiunto che consenta di rispondere alle aspettative dei visitatori più esigenti e di attirare quelli un po' meno interessati...! Ad allestire un piccolo stand anche l'Associazione Mario Frasca, il Caporal Maggiore Capo caduto in Afghanistan il 23 settembre 2011, nata per perpetuare la solidarietà di Mario e e rievocarne la memoria anche e soprattutto nelle occasioni di festa: commoventi i video su di lui proiettati sul palco e la lettura, da parte del fratello Vincenzo, dei nomi di tutti gli italiani caduti in Afghanistan dal 2004 ad oggi. Ospiti della serata gli artisti Doppia Coppia, Tommy Serafino, Marco & Chicco, Veronica. Altri artisti locali si sono esibiti per le strade, intrattenendo e divertendo i visitatori. D'effetto, soprattutto per il finale “in stile romano”, anche la sfilata dio moda della Boutique dell’Intimimo di Marianna Borrea, in concomitanza con i parrucchieri Rocco Marano e Pina Fazi, e con l'estetista Imma Cappa: il pubblico guardava ammirato i fotomodelli sotto le luci dei riflettori... Una nota particolare in favore di Pina Fazi: esperienza pluriennale, parrucchiera all'avanguardia, sempre al passo con i tempi, segue regolarmente corsi d'aggiornamento e soddisfa anche le clienti più pignole (come me), assolutamente da provare! La auspicio che l'appuntamento di fine estate con la Notte Bianca ritorni anche per quest'anno e per tutti gli anni a venire: iniziative come questa dovrebbero essere promosse e non andate perse, perché non possono che valorizzare ed affermare il nostro territorio; certo, qualche innovazione va apportata, soprattutto a livello culturale, come già detto, ma non lasciamo che venga vanificato il lavoro e lo sforzo degli ultimi tre anni...
Bella, ricca nonché sostanziosa è la gastronomia che precede le sacre ceneri, con gustosi piatti, dai migliacci alle lasagne, ed ancora le chiacchieregale-crostoli-bugie di Carnevale. Un tour gastronomico per il nostro paese dalle Alpi alla Sicilia, alla scoperta delle tradizioni legate a questo periodo dell'anno. Il Carnevale Tradizionalmente il carnevale è il periodo che precede la Quaresima ed è festeggiato in tutto il mondo con feste mascherate, sfilate di carri allegorici, danze. La conclusione è il martedì grasso, che precede il mercoledì delle ceneri, e primo giorno di Quaresima. Le origini del nome sono con molta probabilità derivanti dal latino medievale carne levare, cioè “togliere la carne” dalla dieta quotidiana, in osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la carne durante i quaranta giorni della Quaresima. L’inizio del Carnevale varia da paese a paese, ma generalmente viene festeggiato nelle due settimane che precedono le ceneri. Sicuramente ill Carnevale ha un’origine molto lontana, probabilmente nelle feste religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni. Con l’avvento del cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente delle forme di divertimento popolare. Durante il Medioevo e il Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica. Ancora oggi il Carnevale rappresenta un’occasione di divertimento e si esprime attraverso il travestimento, le sfilate mascherate, le feste, e perché no nelle tradizioni culinarie. Il Carnevale è anche occasione per riproporre qualche piatto tipico e qualche dolce caratteristico legato alla festività. Per l’occasione voglio proporvi una zuppa caratteristica della nostra terra dauna e le Chiacchere in un modo particolare: Zuppa con fagioli e cotica di maiale Ingredienti: 400 gr. di fagioli, 200
gr. di cotica di maiale, 300 gr. di pomodorini, olio di oliva extravergine, sale, prezzemolo, aglio, peperoncino, sale q.b. La sera prima, mettete a bagno i fagioli. L'indomani in una pentola con acqua salata metteteli a cuocere a fuoco lento per circa 40 minuti. Fare sbollentare la cotenna in acqua leggermente salata, appena ammorbidita scolatela e arrotolatela su se stessa, poi tagliatela a rondelle oppure a dadini. In una padella preparate il soffritto con olio, peperoncino ed aglio, appena imbiondito aggiungere i fagioli, poi i pomodori e fare cuocere per altri 10 minuti, poi aggiungete la cotica tagliata ed ultimate la cottura per altri 5 minuti aggiungendo un po’ d'acqua ed il prezzemolo tritato. Chiacchiere a modo mio Ingredienti: 450 g di farina, 100 g di zucchero, 50 g di burro, 50 g di latte, mezzo bicchierino di limoncello o di liquore Strega, un uovo, olio di semi di arachide, una bustina di vanillina, una busta di zucchero vanigliato, sale. Mettete 100 gr. di zucchero in una terrina, unitevi l’uovo intero e, aiutandovi con una frusta (meglio se elettrica) battete gli ingredienti fino ad ottenere un composto spumoso. Unite al composto il burro fuso intiepidito e, poco alla volta e sempre mescolando il latte freddo, un pizzico di sale, la vanillina e il limoncello, poco per volta, aggiungete poi 400 gr. di farina. Lavorate l’impasto fino a renderlo perfettamente liscio ed elastico. Mettete la pasta sul piano di lavoro leggermente infarinato
e continuate a lavorarla e a batterla fino a che non formerà delle bollicine. Con un mattarello tirate la pasta in una sfoglia molto sottile e, aiutandovi con la rotella tagliapasta, tagliatela a strisce e poi a losanghe della grandezza desiderata. Friggete le “chiacchiere” poco alla volta in abbondante olio bollente. Scolatele non appena saranno dorate e mettetele su carta assorbente da cucina. Spolverizzate le “chiacchiere” con zucchero vanigliato. Le Castagnole Ingredienti: 450 g farina, 2 uova, 100 g zucchero, un cucchiaio zucchero vanigliato, una bustina lievito per dolci, sale, un pizzico, 50 g burro, vino bianco secco, zucchero vanigliato q.b., olio per friggere. Preparate una pasta con la farina, le uova, lo zucchero, lo zucchero vanigliato, il lievito, il sale, ed il burro ammorbidito, aggiungete poi del vino bianco quanto ne basta per avere una pasta né troppo dura né troppo molle. Lavoratela bene per una decina di minuti, tagliatela poi a pezzi che arrotolerete in modo da ottenere dei cilindri della dimensione del dito medio, ricavatene poi dei pezzetti lunghi circa 2 cm. con cui formerete tante palline che friggerete in abbondante olio ben caldo avendo cura di rigirarle continuamente. Quando saranno ben gonfie, scolatele su della carta assorbente e spolverizzatele con zucchero vanigliato.
Oggi si parla tanto della gioventù, apatica, che passa tutto il proprio tempo davanti a un pc, di cui sembra essere attratta, peraltro, solo dai social network come Facebook! Bene, sono felice di essermi dovuta ricredere e di aver aver scoperto che non è sempre così e che l'eccezione, in questo caso, è rappresentata proprio da un giovane trentenne ortese, Luigi Lattanzio, il quale da poco tempo ha aperto un esercizio commerciale ad Orta Nova: “Domotic Home”. Ma forse non molti sanno cosa effettivamente tratti, perchè non tutti conoscono la domotica...io stessa l'ho appreso incontrando Luigi. Il termine domotica deriva dal latino domus che significa “casa”. La disciplina che si occupa di studiare le tecnologie atte a migliorare la qualità della vita all’interno della casa, viene definita Domotica. L’impianto Domotico è un impianto elettrico, tecnologicamente avanzato, che crea comfort e benessere abitativo, prestando particolare attenzione al risparmio energetico e alla sicurezza della casa. Scegliere di installare un impianto domotico significa rendere la nostra una “casa intelligente”, perchè utilizza impianti che vanno oltre il “tradizionale”, dove anche dei comunissimi dispositivi, installati da Luigi Lattanzio, sono in grado di svolgere funzioni autonome. Ad esempio un impianto elettrico intelligente, firmato Domotic Home, può autoregolare l'accensione degli elettrodomestici per non su-
perare la soglia che farebbe scattare il contatore e consente di controllare, giorno per giorno, i consumi effettuati per poterli confrontare con quelli riportati in bolletta. Tutto questo si traduce in: - abbattimento di costi in termini energetici; - aumento della sicurezza, sia quando si è presenti in casa, sia quando si è fuori, attraverso il controllo del proprio impianto idraulico, elettrico e attraverso la videosorveglianza; - maggiore agio, perché l’impianto è creato sulle personali esigenze del cliente, che può scegliere quali possono esser le soluzioni a lui più consone e scegliere tra le più svariate possibili alternative presenti; - evoluzione continua, perché con la nascita di nuove soluzioni, date dal continuo aggiornamento in campo tecnologico, è possibile adattare il proprio impianto domotico alle novità del mercato; - aumento del valore dell’immobile, rappresentato dalla presenza dell’impianto domotico, che è in essere un valore aggiunto. E altro ancora… e pensate, tutto questo può essere controllato dall'utente tramite un semplice touch screen, un unico quadro elettrico da cui impostare tutti i comandi e le varie funzioni! Bene, ma adesso cerchiamo di capire come nasce il progetto di Luigi Lattanzio! Diplomato in elettrotecnica, Luigi inizia a lavorare presso aziende esterne, che si occupano
di impianti civili e industriali e di società che lavorano nel campo dell’automazione industriale. La ditta “Domotic Home” è nata dall’esperienza di anni di lavoro che l'ha portato all’incontro con la Domotica e dalla necessità, ad un certo punto, di poter offrire un impianto domotico a prezzi più competitivi e accessibile a tutti, dato l’alto costo degli impianti già presenti sul mercato. In virtù di ciò, Luigi ha realizzato un software, totalmente studiato e creato da lui, dopo una lunga ed impegnativa ricerca su internet, in grado di rendere più semplice il controllo e la gestione di ogni casa in base alle diverse esigenze, ideando un prodotto che fosse flessibile e affidabile e allo stesso tempo accessibile a tutti e di facile utilizzo. Domotic Home è il vostro elettricista di fiducia, che realizza il vostro progetto in base alle vostre esigenze e vi offre una consulenza completa e competente. Il sistema elettrico del vostro edificio è importante. Progettando l'impianto adeguato, potete non solo risparmiare, ma soprattutto sentirvi sicuri. Vi invito a visitare personalmente Domotic Home: potrete vedere da vicino e toccare con mano quello che Luigi ha realizzato con tanta cura e competenza nel settore. Riferendomi alla domotica secondo Bartolino, vorrei raccomandarvi una cosa, però: la casa intelligente è completamente governata dai sensori, per cui attenzione a non far sì che la casa diventi sempre più intelligente e sempre più imbecille quello che ci abita! E per evitare questo, ci affidiamo a Luigi.
A partite dùà pallone se’ fenute quatte a une l’àmme zuffunate, pà gijoe c’àbbrazzamme e ce baciammo avèmme vinde a sfide, da tande cià sunnamme. A PADRE PIO Adagiato in un paradiso d’oro e d’argento, umile nel tuo piccolo celato sacello, splendente nella tua santità eroica, richiami i fedeli con ardore alla preghiera e alla meditazione. Tutti ti invochiamo e ti ricordiamo come figli devoti e sinceri: Tutti a te ricorriamo per un conforto ed un speranza. Rocchina Morgese METAFORA Un omino guidava il suo cavallino e il carretto per le vie del paese; non conosceva soste, né ostacoli di sorta; tutti vi salivano e si accomodavano; l’omino portava a destinazione
chiunque lo chiedesse. Ma alla fine si stancò e una mattina non poté rifare il giro del paese: cercava solo il tepore e la pace. Non si videro da quel giorno l’omino, il cavallino, il carretto. Rocchina Morgese A SFIDE Nenn’ère nu ijùrne cùme tànde ère nu ijurne troppe ‘mburtande tute quande avèvena stà. mà sfide o’ pallone s’aveva fa i Ciaccafirre contre i zucagnostre, marredocrde l’utema vote, ce facemmo mostre. A partire ere appène cumenzae che già vulàvene sckàffe, pugne, pallunate, sgambette e càvece inde spezzille, menu male c’àveva esse nà sfide tranquille.
Se parle già de nata sfide, nù sàcce se m’avite capite, na sfide cchiù ìmburtande de lati sfide, eije quelle c’à ma vènge tutte: quelle dà vite. Antonio Santoro La Sfida - Non era un giorno come tanti, // era un giorno troppo importante // tutti dovevano stare. // Una sfida di pallone era stata organizzata // I Maciulla ferro (gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale “Altamura”di Foggia) contro i Succhiatori di inchiostro (gli studenti dell’Istituto Geometri “Masi” di Foggia). // Ricordo l’ultimo incontro fu una vera zuffa. // La partita era appena iniziata // che già volavano schiaffi, pungi, pallonate, // sgambetti e calci nel tendine di Achille. // Meno male che doveva essere una partita tranquilla. // La partita terminò // quattro a uno avevamo rifilato. // Per la gioia ci abbracciammo e ci baciammo. // Avevano vinto la sfida, era il sogno desiderato. // Si parla già di una nuova sfida, // non so se mi capite, // una sfida più importante delle altre sfide, // è quella bisogna vincere tutte: quella della vita. i tipi della Sudest e dalla Bastogi Editrice Italiana “La San Giovanni di Padre Pio nel XXI secolo” e “Tripoli bel suol d’amore”.
Il Libro Rosso di Foggia a cura di Pasquale di Cicco - Pagine: 600 Gli atti trascritti ne Il Libro Rosso di Foggia concernono le più svariate materie e sono offerti senza rispetto di una rigorosa successione cronologica. Lumeggiando vicende poco o affatto note, e personaggi da tempo dimenticati, sono essenziali allo scopo della definizione di un quadro della vita foggiana dal Trecento al Seicento. Certo, i più interessanti della ricca teoria di documenti del manoscritto sono quegli atti che furono fondamentali per la città quali i capitoli di re Federico del 1499, le grazie e franchigie concesse da Consalvo Ferrante, primo viceré del regno, nel 1504, quelle di Ferdinando il Cattolico del 1507, i privilegi di Carlo V del 1533, e quelli di Pietro di Toledo, marchese di Villafranca, del 1538, le concessioni dello stesso Toledo del 1541, le provvisioni del reggente Villanova del 1559 ed, infine, i vari capitoli sui dazi, che illustrano utilmente la parte economica dell’università. Ma un rilievo sicuramente non minore assumono molti altri che pur esso contiene, come i capitoli sulla fiera, i bandi vicereali sul danaro alla voce per il grano o sul prezzo dei cereali, i molti provvedimenti in tema di gabelle, le scritture riguardanti la Dogana delle pecore, le
franchigie degli ecclesiastici, la riforma dei vestiti ecc. Matteo Pio Pazienza - Viaggio nella Daunia Storia di una provincia al tramonto F.to 14x21 pp. 158 Ciò che nel libro l’autore racconta in forma letteraria, è un viaggio, un viaggio compiuto nello spazio e nel tempo di una provincia del meridione d’Italia che nei secoli ha sempre vissuto brevi momenti di gloria interrotti da lunghi periodi di buio raccontati entrambi anche attraverso la lettura odierna del paesaggio. Ed in quest’alternarsi di cicli economici, culturali e sociali, ciò che è mancato per la crescita culturale collettiva di questa provincia, è stata la continuità nella memoria storica di questi due momenti antitetici. È mancata, e continua a mancare, quella memoria storica che aiuta a non disperdere quel patrimonio culturale, economico e di valori che servono a costruire un futuro migliore rispetto a quello passato; quella continuità nella memoria storica collettiva che aiuta a trasmettere alle generazioni successive soprattutto quei valori che si sono creati negli avvenimenti storici del passato. Matteo Pio Pazienza, architetto, urbanista e pubblicista, ha pubblicato tra l’altro, “Foggia, urbanistica e territorio tra passato e futura” per
Francesco Granatiero Vocabolario dei dialetti garganici Pagine: 1.024 A oltre mezzo secolo dal Vocabolario dei Dialetti Salentini di Gerhard Rohlfs (München 1958), che esplorava il Sud della Puglia, ecco ora il Vocabolario dei Dialetti Garganici, secondo dizionario pugliese di area, che invece scava nel Nord della regione. Dal “tacco” allo “sperone” d’Italia, dall’area meridionale estrema all’area meridionale intermedia. Il Gargano, che interessa solo sedici comuni - seppure indagati a fondo, nelle diverse frazioni e nelle varianti più o meno rustiche dei dialetti -, non ha certo la complessità storico-linguistica del Salento, tuttavia, a dispetto della conformazione geografica, non è comunque un’area unitaria o di semplice definizione, delineandosi al contrario come un importante crocevia linguistico. Basti dare un’occhiata alle innumerevoli e tutt’altro che definitive classificazioni fornite dai diversi studiosi. Il vocabolario di Granatiero rappresenta, per ampiezza e profondità di scavo, oltre che per ricchezza di raffronti regionali ed extraregionali, un sorprendente punto di arrivo e insieme un formidabile strumento scientificamente fondato e imprescindibile per chiunque voglia approfondire lo studio di questa meravigliosa terra di Puglia.