ANNO XI - N. 2 - FEBBRAIO/MARZO 2013 - Poste Italiane - Spedizione in A.P. 45% art. 2 comma 20/6 legge 269/96 - Foggia
Anno XI - N. 2 - Febbraio_Marzo 2013
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SOMMARIO
SPORT
pag. 16
• The Tank di Matteo Piarulli
• Gianluca Zefilippo una promessa del pugilato pag. 16
RUBRICHE
pag. 17
• Taccuino Gastronomico di Michele Campanaro • L’angolo di Calliope
pag. 18
• Lo Scaffale
pag. 18
Gocce di saggezza IL PUNTO
pag. 6
• Elezioni Politiche 2013 di Michele Campanaro
ATTUALITA’
a cura di Annito Di Pietro L’età non è data dal numero degli anni, ma da come un uomo e una donna li vive. Ciriaco De Mita
pag. 7
• Trivelleranno Foggia di Matteo Piarulli
L’amore certo fuoco e fiamme per una anno, cenere per trenta. G. Tommasi di Lampedusa
• Rubate le campane del Purgatorio di Saverio Gaeta pag. 7
Un amante cessa di essere tale quando comincia a stirarci le camicie. Roberto Gervasio
• L’occhio sui 5 Reali Siti di Annito Di Pietro
pag. 8
• La giornata della Memoria di Annito Di Pietro
pag. 9
Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze. William Shakespeare
• La Memoria storica di Luigi Di Cuonzo
pag. 9
• Centro di salute mentale di Saverio Gaeta
pag. 10
• I 25 anni di Striscia di Massimo Beccia
pag. 11
• UNITRE informa a cura di Rina Di Giorgio Cavaliere pag. 12 • Pagine di classe
pag. 13
• Convegno d’Autunno di Ripalta Guerrieri
pag. 14
LA MEMORIA
pag. 15
• Tu si... di Raffaele Colucci sui 5 Reali Siti
Anche gli uomini pratici hanno i loro sogni, i vecchi hanno le loro verità Frederichk Forsyth La cosa davvero stancante è che io mi sento responsabile di tute le mie responsabilità Philip Roth
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LO SGUARDO SUI 5 REALI SITI (Carapelle - Ordona - Orta Nova Stornara - Stornarella) PERIODICO DI INFORMAZIONE Anno XI - n. 1 Registrazione del Tribunale di Foggia n. 9 del 8.5.03 Iscrizione ROC Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni n. 14783 del 17.12.2003 Editore Associazione di Volontariato “L’Ortese” Presidente Rag. Annito Di Pietro Cell. 338.4579531 Direttore Responsabile Michele Campanaro Cell. 346.7771690 (lortese@virgilio.it) (losguardosui5realisiti.com) Amministrazione-Direzione-Redazione Via XXV Aprile, 2 Tel. 0885.784754 71045 Orta Nova (Fg) e-mail: lortese@virgilio.it c/c postale n. 4802949 Redazione: Alfonso Palomba - Raffaele Colucci Annito Di Pietro - Rina Di Giorgio Cavaliere Anna Trecca Mario Gravina - Gerardo Cavaliere Giovanni Scommegna - Saverio Gaeta Maria Gonnella - Ripalta Guerrieri Massimo Beccia - Matteo Piarulli Giuseppe Campanaro Fotografo: Videoflash Francone La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono la responsabilità di fronte alle legge. Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del D.P.R. 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. Accrediti su c/c postale n. 4802949 intestato a Associazione di Volontariato “L’Ortese” - 71045 Orta Nova (Fg).
Stampa: Artigrafiche - Foggia - Tel. 0881.745200
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IL PUNTO
Elezioni Politiche 2013: anche in Capitanata affluenza in calo e tsunami Grillo Nei Reali Siti il Pdl è il primo partito di Michele Campanaro Le elezioni 2013 resteranno come quelle dei risultati imprevisti anche in terra di Capitanata. Le previsioni della vigilia sono state azzerate con il risultato delle urne. I grillino del M5S, pur non avendo candidati del territorio hanno raggiunto un buon 28%. Il centro destra tiene come coalizione e il Pdl è il primo partito al Senato, secondo alla Camera, mentre per il centrosinistra molto di sotto delle attese della vigilia. Si stanno ancora spendendo fiumi di commenti per questo evento politico, dove lo “tusnami” di Beppe Grillo ha assottigliato la pattuglia dei deputati
della Capitanata. Anche questa consultazione elettorale ha registrato una caduta libera dell’affluenza alle urne, ben il 68,16% della gente dauna è andata a votare. Nei Reali Siti il quadro rispecchia l’andamento regionale. Ad Orta Nova il PdL è il primo partito, registrando 2.968 voti alla Camera, e 2.644 voti al Senato, segue il Movimento 5 Stelle con 2.160 voti alla Camera e 1.762 voti al Senato. Il Partito Democratico, che guida la giunta di Palazzo di Città, ha registrato un pesante calo con 1.574 voti alla Camera e 1.470
preferenze al Senato. L’entusiasmo della coalizione Monti: Scelta Civica, Udc e Fli si è tristemente attestato a 859 voti alla Camera, mentre al Senato solo 617 voti. Rivoluzione Civile di Ingoia raccimola 152 voti alla Camera e 113 voti al Senato. Qualche stranezza c’è da registrare negli altri comuni del Reali Siti, a Stornarella il Pdl alla Camera è il primo partito, mentre la Senato il Pd supera il partito di Berlusconi, Invece a Carapelle il Pdl supera i grillini per 5 voti. Questi i dati comune per comune dei risultati alla Camera e al Senato:
74.45% 64.33%
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LO SGUARDO
Trivelleranno Foggia: la giunta regionale non tace, ma acconsente di Matteo Piarulli
La ricerca di idrocarburi ad Ascoli Satriano, Carapelle, Ordona e Orta Nova Il 20 dicembre scorso la giunta regionale ha dato il suo ok alla ricerca di gas e petrolio, in un'area di ben 155 chilometri della provincia, nei territori di Foggia, Ascoli Satriano, Carapelle, Ordona e Orta Nova. La concessione mineraria, denominata 'Masseria Monterozzo', è stata rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico, dopo il parere favorevole del Cirm, alla Vega Oil Spa, società controllata dalla canadese Cygam Energy Inc., che opera a Roma e a Tunisi. In questa zona già in passato è stata svolta una proficua ricerca mineraria durante la quale furono rinvenuti diversi giacimenti di idrocarburi. La Società - si legge nella proposta di deliberazione di giunta - ritiene che il potenziale minerario debba essere ugualmente investigato visto l'ausilio delle nuove conoscenze geologiche e dei moderni mezzi di indagine sismica oggi a disposizione, per ubicare meglio il pozzo esplorativo. La giunta, su proposta dell'assessore Loredana Capone, ha deliberato quindi di approvare la relazione dell'assessore allo Sviluppo Economico, in cui si chiede di rilasciare, ai sensi dell'art.3, comma 1, lett. b) e dell'art. 5 dell'Accordo Stato Regioni del 24.4.2001, intesa al conferimento del permesso di ricerca di idrocarburi 'Masseria Montarozzo', comportante l'attuazione del programma dei lavori, limitatamente alle sole indagini di laboratorio geologiche e geofisiche ed a condi-
zione di assoggettare la perforazione del pozzo d'obbligo a specifica intesa, previa acquisizione del pronunciamento di valutazione ambientale e di compatibilità del piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio e del piano assetto idrogeologico. E di demandare, inoltre, al competente Servizio Attività Economiche Consumatori, la trasmissione al Ministero dello Sviluppo Economico del presente provvedimento. L'Ufficio ambiente della Provincia di Foggia, invece, con la nota del dirigente n. 24814 del 05.04.12 ha comunicato che il Comitato per la V.i.a., durante la seduta del 27 marzo del 2012, si era così espresso: “Si ritiene che l'attuale fase di ricerca non coinvolge assolutamente alcun intervento di natura territoriale, ma si limita all'acquisizione e studio di indagini sismiche già effettuate. Pertanto, anche alla luce di quanto chiarito da parte della Società con nota del 21/02/2012 assunta al protocollo dell'Ente col n. 12560, si ritiene che la Società dovrà sottoporsi alla procedura di V.I.A. solamente dopo aver progettato una ricerca direttamente sul territorio che possa coinvolgere eventuali impatti ambientali”. In ragione di quanto sopra rappresentato, atteso che i lavori previsti dai primi due punti del programma proposto non impattano sul terreno, si ritiene di proporre alla Giunta il rilascio dell'intesa ex art. 3, comma 1, lett. b) e art. 5 dell'Accordo Stato Regioni del 24.4.2001 in merito al confe-
rimento del permesso di ricerca di idrocarburi “Masseria Montarozzo”, con la precisazione che la perforazione del pozzo esplorativo dovrà essere oggetto di specifica intesa previo assoggettamento alla valutazione V.I.A. ed al parere di compatibilità al PUTT/p e PAI, in quanto dello stesso non sono stati forniti l'ubicazione ed il programma di perforazione”. Il programma lavori presentato dalla Società prevede invece: l'avvio delle indagini geologiche entro i primi sei mesi dal conferimento del permesso di ricerca, consistenti in una nuova valutazione delle serie stratigrafiche incontrate nei pozzi perforati nell'area, per una spesa di 15.000 euro. L'inizio del programma geofisico entro i primi dodici mesi dal conferimento, comportante l'acquisto di 50 Km di linee sismiche registrate in precedenza da altre Società e la rielaborazione delle stesse con nuove tecniche di analisi digitale, per una spesa di 200mila euro. Entro ventiquattro mesi, l'ubicazione del pozzo esplorativo sulla base dei risultati degli studi di cui ai punti precedenti, con obiettivo principale le sabbie del Pliocene medio-superiore poste ad una profondità di circa 1.000 metri e secondario la serie carbonatica del Miocene-Cretacico prevista ad una profondità compresa tra i 1.100 e i 1.400 metri, per una spesa preventivata di 2,00 Ma. L'investimento complessivo assomma quindi a 2,215.
Rubate le campane della Chiesa del Purgatorio di Saverio Gaeta Dopo mesi di atti vandalici, stavolta la Chiesa del Purgatorio, la cui facciata è in restauro dal mese di novembre, è stata oggetto questa volta di un grave furto verificatosi a inizio febbraio: ignoti, infatti, arrampicandosi sui ponteggi esterni, sono arrivati fin su al campanile della chiesa e hanno rubato una delle tre campane in bronzo, la più piccola e risalente al 1906: la complessità dell’azione, unita al peso della campana di circa mezzo quintale, fa presupporre l’intervento di un gruppo di persone adulte. Gli inquirenti stanno indagando, senza escludere alcuna pista. Feroce, come immaginabile, lo sdegno dei cittadini ortesi, che hanno esternato i loro malumori nella pagina Facebook della Parrocchia S.S. Crocifisso: il parroco don Ignazio Pedone si ritiene “mortificato, perché mentre alcuni si svenano per trovare soldi per recuperare un bene immobile storico come la Chiesa del Purgatorio, altri si sforzano per distruggerla nella più totale indifferenza dei più”. Infatti la costruzione, risalente al XVIII secolo, rappresenta per gli ortesi il luogo di culto più antico e ricco di significato artistico e religioso, anche in virtù della collocazione nella centralissima Piazza Nenni: la sua riapertura ai devoti quattro anni fa, dopo un lungo periodo di abbandono a causa di pericoli di staticità, era stata accolta con grande gioia ed entusiasmo da tutta la popolazione. “Rubare le cose sacre per trarne guadagno” continua il sacerdote sul sociale network “è un grave peccato di simonia: chi
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è colpevole ne pagherà le conseguenze dinanzi a Dio: può sfuggire il giudizio degli uomini ma non di Dio”. La Chiesa, collocata nel cuore della movida giovanile, sin dall’inizio dei lavori di restauro è stata vittima di teppisti: vetrate rotte, grondaie rubate, campane suonate in piena notte e muri interni imbrattati sono alcune delle “bravate” compiute, restate senza colpevoli.
Si ripresenta quindi ad Orta Nova il problema criminalità: poco più di un anno fa, il sindaco Calvio presentò un programma di sicurezza urbana, finalizzato alla costituzione di una Consulta per la Legalità e la Sicurezza e alla riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale, ma senza successo. Da noi contattato, Don Ignazio non nasconde la sua amarezza: “in questo paese i cittadini fingono che non ci sia un’emergenza criminalità: mi chiedo se sia peggio il furto in sè o l’atteggiamento di omertà e di silenzio di tante persone che vedono ma rinunciano a denunciare”. Domenica 17 febbraio, in occasione del quinto anniversario della riapertura della Chiesa del Purgatorio, la comunità parrocchiale del S.S. Crocifisso ha organizzato una fiaccolata di preghiera: un momento di riflessione ma anche di riappropriazione di un territorio deturpato dal recente furto. Don Ignazio Pedone, dall’interno della Chiesa, ha sottolineato come “la provocazione del suono delle campane a lutto sta a indicare che quando si vive nel peccato si muore spiritualmente: in ognuno di noi credenti deve nascere una nuova dignità di cristiani a sentirci uniti nella preghiera affinchè Dio guardi con bontà le nuove generazioni che spesso vanno allo sbando; siamo quindi propositivi perché esse guardino la luce Dio” Un pensiero anche alle istituzioni: “preghiamo per chi ha il compito di vigilare sulla sicurezza di ciascuno di noi”.
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ATTUALITA’
, L OCCHIO SUI 5 REALI SITI di Annito Di Pietro Orta Nova - Raccolta differenziata rifiuti adeguamento del Centro comunale “La ristrutturazione e riqualificazione funzionale del Centro comunale per la raccolta dei rifiuti e' un tassello della più ampia strategia che stiamo elaborando per ottenere risultati apprezzabili nella differenziata”. E' il sindaco Iaia Calvio ad indicare l'orizzonte operativo dell'Amministrazione comunale “pur in quadro normativo assai confuso e incerto ed in condizioni finanziarie certamente non ottimali”. A supportare tecnicamente l'indirizzo elaborato dall'assessorato comunale all'Ambiente sarà la Sia, il braccio operativo del Consorzio di bacino Ato Fg/4, a cui la Regione Puglia ha recentemente assegnato un finanziamento per migliorare, appunto, la raccolta differenziata. “Nel programma approvato c'è l'adeguamento dell'attuale Centro di raccolta alle più recenti normative in materia di conferimento di plastica, vetro, cartone e quant'altro sia riciclabile”, afferma il direttore della Sia, Francesco Vasciaveo, “E coglieremo questa opportunità anche per far conoscere e comprendere ai cittadini quale sia la funzione della struttura e per migliorarne la fruibilità da parte degli utenti, che ci auguriamo siano molto più numerosi degli attuali”. Stornara - un monumento dedicato a S. Rocco Si è svolta, a Stornara il 9 Febbraio scorso la cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato a San Rocco. Il monumento, realizzato in polvere di marmo e vetroresina su commissione della Confraternita di San Rocco è stato consacrato da sua Eccellenza Mons. Felice di Molfetta, alla presenza della Confraternita di San Rocco, del Procuratore di San Rocco, fratel Costantino De Bellis, originario di Stornara, del primo cittadino Rocco Calamita, dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza tutta. La cerimonia iniziata con la Santa Messa e poi proseguita con la processione allietata da marce sinfoniche dai musicisti del Concerto Bandistico “San Rocco” Città di Stornara , diretti dal M° Michele Iannantuono, sino ad arrivare al monumento, dove alla consacrazione si sono susseguiti gli spari dei fuochi artificiali. Ancora un gesto d’amore da parte dei cittadini stornaresi per il Santo di Montpellier.
particolarmente tra i cittadini più giovani, la riscoperta della natura e l’uso sostenibile delle risorse ambientali. Premiato il Team Rdr Biker di Orta Nova
Si sono svolte, presso la sede Avis di Foggia, in presenza del delegato nazionale Csain, le premiazioni ufficiali del “Superprestige 2012” che ha visto protagonisti gli atleti in forza al “Team Rdr Bikes” di Orta Nova, ognuno per le categorie di appartenenza, nella cat.Debuttanti Gaetano Roggia si è classificato al 3° posto, nella cat. Cadetti Rocco Roggia è stato il 1° classificato, mente Vincenzo Di Felice 2° classificato nella cat. Gentlemen seguito al 3° e 4° posto rispettivamente da Mario Gasbarro e Gaetano Quarticelli. Celebrata la Giornata del Ricordo Anche Orta Nova ha reso omaggio le vittime delle foibe. La Giornata del Ricordo, organizzata dall’ A.N..F.C.D.G. di Orta Nova, è stata celebrata con una S. Messa presso la Chiesa B.V.M. di Lourdes officiata da Don Luciano Avagliano. Un momento affinché non si estirpano le radici del ricordo e non si dimentichi la storia di una terra e del suo popolo. Laurea Magistrale Presso l’Università degli studi di Pavia, il 26 febbraio scorso, si è brillantemente laureato con il massimo dei voti, in Ingegneria Civile Michele Vece, discutendo la Tesi: Integrazione gius-banca dati per l’individuazione di danni da catastrofi naturali. Relatore la Prof.ssa Lucia Faravelli, correlatore il Prof. Fabio Casciati.
Felicitazioni vivissime al neo ingegnere e alla sua famiglia, papà Fernando e mamma Rossella. Sulla Notte Bianca A proposito dell’articolo “Notte Bianca Ortese 2012 - Bilancio positivo” di Maria Carmela Curci, pubblicato su “Lo Sguardo” di gennaio scorso, ci permettiamo di dissentire su quanto affermato da Francesco Volpicelli, presidente della locale sezione Guardie Ambientali d’Italia, a proposti delle associazioni culturali. Infatti nella zona arancione, ad esse riservata, era presente il Circolo Culturale Borbonico “Orta di Capitanata” che, in occasione della notte bianca, si è avvalso della collaborazione di Vincenzo D’Amico ed Alfonso Pergolesi della casa editrice “Ripostes” di Battipaglia, con i quali è stato allestito un banco ricco di pubblicazioni volte alla diffusione della verità storica risorgimentale e della cultura in genere, oltre che della storia della nostra terra. Il nostro sodalizio, aderente al Movimento Culturale Neoborbonico con sede in Napoli, si ritiene pienamente soddisfatto di tale iniziativa visto il notevole interessamento del passanti e ringrazia l’Associazione Guardie Ambientali d’Italia - Sezione di Orta Nova per l’opportunità accordatagli. Luigi Battaglini Lutti E’ deceduto a Torino il nostro assiduo ed amato lettore Angelo Ventrella, stimato e apprezzato fotografo della città antonelliana. L’editore Annito Di Pietro, il Direttore e la redazione tutta sono vicini al dolore della moglie Olga, del figlio e dei parenti tutti. *** E’ venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Peppino Dalla Zeta, lo piangono inconsolabili la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e i parenti tutti. Annito Di Pietro, Michele Campanaro si stringono intorno alla famiglia in particolare all’amico Carlo. *** Munito dei conforti religiosi è deceduto Giovanni Marchese, papà della nostra socia Filomena. L’UNITRE e l’Ortese si associano al dolore della Famiglia Marchese.
La Corale Kodaly ha intonata il One Earth Choir nell’Aula consiliare di Palazzo di Città L’Aula consiliare del Comune di Orta Nova è stata uno tra le migliaia di luoghi del pianeta in cui il 21 febbraio scorso sono risuonate le noti del concerto mondiale One Earth Choir. Ad eseguire la partitura, diretta in streaming da un unico maestro, è stata la Corale Kodaly, associazione culturale tra le più attive e meritorie della città. Sono stati solo due i comuni pugliesi che hanno aderito all’evento mondiale, nato su iniziativa di due aziende agricole, in Italia e Thailandia, e pensato e organizzato per promuovere,
8 - Febbraio/Marzo 2013
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LO SGUARDO
La Giornata della Memoria di Annito Di Pietro La Giornata della Memoria ha avuto una particolarità quest’anno ad Orta Nova, è stato ricordato il Questore di Fiume che salvò migliaia di ebrei. La manifestazione organizzata dal Comune di Orta Nova, dall’Associazione Giovanni Palatucci e dalla Polizia di Stato si è svolta in due momenti, quello religioso con la celebrazione della S. Messa, nella Chiesa Madre B.,V.M. Addolorata, presieduta da S.E. Mons. Felice Di Molfetta e quello civile presso il Cine Teatro Club 2000 con la partecipazione dell’Orchestra e Coro Polifonico dell’Accademia Musicale dei Cinque Reali Siti. Dopo l’introduzione sul tema dello Shoah del dott. Luigi Di Cuonzo è stato presentato
il libro “L’Ultimo Questore” di Nazareno Giusti con l’intervento del dott. Ennio Di Francesco, già funzionario di Polizia. Giovanni Palatucci nacque a Montella in provincia di Avellino il 31 maggio 1909. Avvocato non esercitò la professione forense per intraprendere la carriera nell’Amministrazione della Polizia di Stato e fu assegnato a Genova come Vice Commissario. Dal 15 novembre 1937 fu Responsabile dell’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, operando a favore degli Ebrei, dei perseguitati politici e razziali, dei diseredati e degli “ultimi”. Nominato successivamente Questore reggente in 7 anni, salvò da sicura morte almeno 5 mila ebrei,
Dopo l’otto settembre, nel prino anno di occupazione nazista, mise in salvo ancora un migliaio di Ebrei. il 13 settembre 1944 fu arrestato e portato nel Carcere di Trieste. Condannato a morte e poi graziato, il 22 ottobre 1944 fu deportato nel lager di Dachau in Germania (matricola 117826), dove morì il 10 febbraio 1945 a soli 36 anni.
La memoria storica di Luigi Di Cuonzo* La commemorazione nazionale per ricordare, nel Giorno della Memoria 2013, il Commissario Giovanni Palatucci, Giusto tra le Nazioni, è occasione per affrontare un discorso sulla Memoria, un concetto del resto, un po' difficile da comunicare, se è vero, come è vero che, finanche Sant'Agostino, uno dei padri della Chiesa tra i più colti ed eccelsi, si chiedeva cos’è la memoria? “Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi ne chiede conto, non lo so”. E potrei piantarla qui, invitandovi a non chiedermene conto concludendo questa straordinaria Assemblea alla quale partecipano persone diverse per età, per istruzione, per professione, per interessi culturali, per scelte di vita, per responsabilità politiche e sociali nel nostro Paese che tanto bisogno avverte, oggi, di Memoria. Costretto, quindi, a dirvi cos'è la Memoria, dirò che «La Memoria è (...) la possibilità di conservare (...) nel nostro cervello, ricordi di esperienze compiute». Potremmo dire, in altre parole, che nella cassaforte che è il cervello di ognuno di noi, conserviamo dei particolari ricordi delle nostre azioni, dei nostri incontri, delle cose e degli atti che quotidianamente compiamo, che non dimentichiamo immediatamente, che durano nel tempo. Questa potrebbe essere la Memoria. La memoria è anche, in qualche modo, l'archivio della nostra vita. Anzi, noi siamo la nostra memoria. E se, noi vivessimo in forma solitaria, direi che le definizioni di Memoria sin qui date potrebbero bastarci. Il guaio è che noi siamo costretti a vivere insieme, non possiamo fare a meno gli uni degli altri, dobbiamo necessariamente appartenerci. Ci apparteniamo nella famiglia, ci apparteniamo nella Parrocchia, nel quartiere, nella
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città, nella Provincia, nella Regione, nella Nazione e, per questo, abbiamo bisogna di tante memorie diverse che concorrono tutte a costituire la nostra Memoria Collettiva che è l'archivio storico del passato di un popolo. Anzi, un popolo è la sua memoria. Se la Memoria è cosi complicata, dobbiamo stare attenti a non cadere nel culto della Memoria! Attenti al... culto della Memoria! Perché, la Memoria, è selettiva e per questo favorisce l'abbaglio e, spesso, determina l'oblio, è difficile da trasmettere, tende ad eroicizzare e mitizzare, è soggetta a rielaborazioni, si inscrive essenzialmente nello spazio e per sopravvivere abbisogna delle tracce materiali dei luoghi, deve percorrere itinerari di rinnovate conquiste di credibilità per recuperare i silenzi e i quasi silenzi della Storia. E, a proposito della Storia, mi sia consentito di ricordare, soprattutto ai Docenti presenti che Storia e Memoria non sono la stessa cosa dal momento che, la Storia concorre a sistematizzare le esperienze umane archiviandole, per così dire, in quel patrimonio che chiamiamo Civiltà, mentre la seconda è dinamicamente impegnata ad espe-
rire i vari itinerari di ricerca, costellati di ipotesi, spesso contrastanti, che contribuiscono all'elaborazione della Cultura degli individui e dei popoli. E, poi, la Memoria, si oppone fondamentalmente al concetto di unità che è, invece, il parametro fondamentale per la costituzione stessa della Storia. Si abusa un po' troppo a mio avviso dei concetto di Unità. Diciamo, infatti, Unità della Storia, della religione, della famiglia, della patria, della nazione, del partito, del clan, della filosofia, perfino l'unità della propria vita psichica, della personalità, della cultura, della società, della scuola, del sapere, unità dell'insegnamento, unità del corpo docente, unità della didattica e, ancora, credo, quell'assurda Unità delle unità didattiche che sono, poi, un puzzle spesso raffazzonato e, a volte, anche insensato che nulla ha a che fare con un contesto di apprendimento critico di ogni conoscenza. Ma, lungi dal voler complicare ancor di più il mio discorso sulla Memoria, mi sembra necessario richiamare la vostra attenzione sul dovere di mutare una Memoria Collettiva in Memoria Pubblica che è un patto in cui ci si accorda su cosa trattenere e cosa lasciar cadere degli eventi del nostro passato, quegli eventi sui quali si costruisce l'albero genealogico di una nazione e che sono i pilastri su cui fondare i programmi di studio da proporre nelle scuole, i luoghi della Memoria, i criteri espositivi dei musei, i calendari delle festività civili, le priorità da proporre nella grande arena dell'uso pubblico della storia, le scelte sulle quali si orientano tutti i sentimenti del passato che attraversano la nostra esistenza collettiva. * Responsabile Archivio della Resistenza e della Memoria
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ATTUALITA’
Centro di Salute Mentale: personale medico disponibile solo due giorni a settimana di Saverio Gaeta Non c’è pace per il Centro di Salute Mentale di Orta Nova: infatti la struttura, da poco trasferitasi nella Cittadella della Sanità di via Pertini, malgrado interventi e segnalazioni dell’Amministrazione Comunale e organizzazioni sindacali, che quanto meno ne hanno scongiurato la chiusura, denota ad oggi una grave carenza di organico sanitario, nello specifico di medici psichiatri. Infatti il personale medico in organico nel presidio sociosanitario consta di un infermiere e di un assistente sociale, disponibili ogni giorno, e di medici psichiatri presenti soltanto per due giorni settimanali, il martedì e il venerdì per 6 ore quotidiane: in questi brevi momenti si accavallano appuntamenti e visite domiciliari in tutto il territorio. Si tratta quindi di una situazione non certo rosea per un bacino di utenza assai ampio, che copre non solo Orta Nova ma tutti i Comuni
dei Cinque Reali Siti, e vede costretti tre medici a lasciare il presidio di Cerignola, e quindi organizzarsi per non lasciare scoperta quella struttura, e alternarsi per garantire un servizio socio assistenziale minimo, ma sicuramente non sufficiente per i tanti pazienti bisognosi di cure. E fortunatamente finora non si è verificata alcuna situazione di intervento emergenziale, altrimenti i disagi sarebbero stati maggiori e
ben più evidenti. Il posto di medico psichiatra a Orta Nova è quindi vuoto di personale disponibile h 24, in quanto la Direzione del Dipartimento di Igiene Mentale ha trasferito il dott. Giordano, inizialmente nominato presso la struttura ortese, presso il Centro di Salute Mentale di Manfredonia, probabilmente bisognoso di un’ulteriore unità in organico, ma a discapito di una comunità comunque numerosa e bisognosa di una presenza maggiore di personale medico. Lo scenario, quindi, vive di un equilibrio momentaneo da parte del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura: l’auspicio è che gli organi competenti della sanità locale, pur vivendo un difficile periodo di tagli economici, quanto prima possa provvedere a ripristinare un servizio indispensabile, che danneggia centinaia di cittadini dei Cinque Reali Siti.
Nasce il primo B&B targato Cinque Reali Siti di Massimo Beccia Chi ha detto che Orta Nova, vanta da sempre il primato mondiale nella creazione e gestione di bar ed autolavaggi, da oggi dovrà ricredersi circa l’acume imprenditoriale di questo Paese! Infatti, proprio da un originale quanto mai azzeccata idea imprenditoriale di squisito sapore ortese, nasce il primo Bed&Breakfast nel comprensorio dei Cinque Reali Siti. Ne è artefice il giovane Direttore della stessa Struttura Ricettiva, ubicata in via Puglie, 14: Vito Sasso. Inaugurato lo scorso Natale, il B&B occupa una villa preesistente, sapientemente trasformata per l’occasione e mette al servizio della sua clientela sei camere per un totale di ben dieci posti letto; in aggiunta per soggiorni davvero esclusivi, la “suite prestige” con annesso bagno in camera. Non mancano poi, un’attrezzata cucina ed un comodissimo vano adibito a lavanderia e stireria, a completa disposizione di tutti gli ospiti senza nessun costo aggiuntivo, sull’importo del soggiorno. Dopo soli pochi mesi di attività l’idea è già un successo, grazie ad una politica imprenditoriale basata su costi estremamente contenuti e, “pacchetti promozionali” per invogliare i clienti, dopo il primo soggiorno, a farvi nuovamente ritorno. Domanda: Cosa ti ha spinto ad investire in un’attività simile. Risposta: Ho voluto realizzare un sogno: quello di contribuire alla crescita di questo territorio, che in tanti (quegli stessi che mi davano del pazzo), vorrebbero già morto. Ci ho creduto fortemente fin dall’inizio di quest’avventura, riuscendo man mano ad avvicinare sempre più gente.
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Facendo il barista ho maturato negli anni una lunga esperienza nel settore, tuttavia l’idea di aprire il “trentunesimo” bar in zona, mi è apparsa fin dal principio davvero azzardata! Ho così pensato alla possibilità, in completa assenza di strutture ricettive, di garantire un servizio di accoglienza rivolto ai tanti emigrati, che solo sporadicamente fanno ritorno ad Orta Nova e che non hanno punti d’appoggio, durante i loro
piccoli soggiorni. Di lì a breve, ho rivolto l’attenzione anche ai lavoratori che vivono in zona sempre per periodi determinati, offrendo loro un soggiorno in formula residence. D. L’ostacolo più grande, che ha dovuto superare? R. Direi senz’altro, la difficoltà della gente ad entrare nella cultura del B&B. Qui, il cliente non è un numero! Ve ne potete accorgere facilmente, accompagnandomi durante lo svolgimento di una giornata lavorativa, che comincia intorno
alle sette di mattina con la colazione offerta a tavola a tutti gli ospiti; per poi concludersi solo a tarda notte, sempre in compagnia dei miei ospiti. D. Non le pesano un po’ i ritmi sostenuti, della sua attività? R. Assolutamente no, perché il mio è principalmente un lavoro di grande passione, vicino alla gente. A tutti i miei clienti riservo sempre la massima disponibilità, sia che si tratti di cenare insieme a loro, sia che si tratti di accompagnarli in visita alle aziende locali. D. A proposito di aziende locali, non abbiamo potuto fare a meno di notare la splendida vetrinetta d’epoca all’ingresso, dove fanno bella mostra di sé i gadget di tante ditte. Sa che lei è l’unico in questo territorio, a sponsorizzare altre realtà imprenditoriali? Non lo ritiene “ pericoloso “, per i suoi affari? R. Tutt’altro, direi! Io punto in assenza di infrastrutture, ad un rilancio del territorio nel suo complesso che passi attraverso la conoscenza delle realtà imprenditoriali, esistenti. Ciò produce inevitabilmente il risultato di far tornare a girare un’economia atrofizzata, con conseguente effetto benefico per ciascuna realtà imprenditoriale: nessuna esclusa! D. Direttore per concludere, qual è il prossimo traguardo volto a favorire la crescita della sua attività? R. Beh, le cose da fare sono ancora tante: prima fra tutte, la realizzazione di una segnaletica che guidi in maniera chiara, il cliente. Oggi infatti, ci raggiungono ancora col navigatore e solo dopo aver scoperto la nostra esistenza attraverso internet, grazie ad un interessante servizio offerto dalla Regione Puglia.
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LO SGUARDO
I 25 anni di Striscia raccontati da Saverio Ariemma, il coreografo delle veline di Massimo Beccia In un epoca come la nostra scandita dalle mode del momento e dai facili guadagni, in molti inseguono il mito di un successo catodico a buon mercato; affollando quotidianamente quiz, talent, show ed ogni altra variegata sorta di spazio televisivo disponibile. In pochi naturalmente ce la fanno ad emergere in questo mondo, dove spente le luci dei riflettori si scopre un lavoro frutto della passione e dei tanti sacrifici giornalieri; non certo legato all’improvvisazione di un momento. Per capire meglio cosa si celi dietro una trasmissione televisiva di straordinario successo, siamo volati a Milano per incontrare il coreografo del Gruppo Mediaset, Saverio Ariemma. Lo abbiamo intervistato in una pausa durante le prove con le Veline di “Striscia la notizia”, Giulia Calcaterra e Alessia Reato. Domanda: Maestro, quando ha scoperto il suo grande amore per la danza? Risposta: Direi che è stata un’attrazione fatale, che ho sempre avvertito forte dentro di me, fin da piccolo. Crescendo poi, ho capito che se volevo inseguire questo sogno, dovevo lasciare la mia terra. Così appena sedicenne sono partito per Roma, portando con me grandi sogni. Qui ho iniziato a studiare danza allo I.A.L.S. con i più grandi insegnanti del tempo, Paul Steffen, Bob Curtis e Renato Greco. Naturalmente gli inizi non sono stati tra i più facili, in particolare perché provenivo da un mondo completamente diverso, scandito da una genuina cultura contadina. Però devo dire che proprio i miei genitori, umili contadini hanno rappresentato la mia forza e la mia determinazione. In particolare la volontà di non tradirne mai la fiducia, mi ha spinto a non mollare mai; anzi a proseguire attraverso questa strada con impegno e coraggio, rifuggendo sempre dai facili compromessi. D. E’ partito solo per la Capitale? R. No, altri due amici d’infanzia mi hanno seguito in questo inizio, di avventura. Entrambi volevano fare gli artisti proprio come me, ma dopo un po’ di tempo hanno finito con l’arrendersi e, col far ritorno al Paese. D. A proposito del suo Paese, qual’è il suo personale rapporto con Orta Nova? R. Nonostante sia radicalmente mutato negli anni che mi separano dalla mia giovinezza, amo visceralmente questo Paese che mi ha visto nascere. Purtroppo gli impegni di lavoro non mi consentono di farvi ritorno così spesso, come invece vorrei. Tuttavia ne sono sempre in costante contatto, principalmente attraverso mia sorella Grazia ed i tanti amici d’infanzia, con i quali continuo a mantenere un rapporto di grande affetto. D. Cosa le manca di più, di Orta Nova? R. Senz’altro le straordinarie prelibatezze della nostra cucina pugliese e, quel calore così forte delle tante persone che mi vogliono bene. D. Maestro, lei ha avuto una vita che definire movimentata sarebbe alquanto riduttivo … Se non sbaglio, dopo aver iniziato a lavorare come ballerino in alcuni varietà Rai, ha co-
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minciato a girare il mondo con varie compagnie di danza ed affermate showgirl di successo, come Raffaella Carrà ed Heather Parisi. Trasferitosi poi a Milano ha iniziato la sua lunga collaborazione come coreografo per il Gruppo Mediaset, firmando molti programmi per le tre maggiori reti: Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Volendo citare soltanto alcune delle tante indimenticabili trasmissioni Mediaset di successo nelle quali ha lavorato, ricordiamo: Quizzone, Momenti di gloria, Paperissima, varie edizioni del Festivalbar, il Galà della pubblicità, Veline/Velone. Vogliamo ripercorrere insieme, per i nostri lettori, gli altri principali successi che hanno costellato la sua lunga carriera artistica? R. Ad essere sinceri non amo molto fare l’elenco dei miei successi artistici, che pure sono davvero tanti. Posso però affermare che, di sicuro, l’avvento delle nuove Case di Produzione ha rappresentato un’importante svolta,
per la mia carriera! Ciò mi ha - infatti - permesso di firmare molti programmi in Rai e, di collaborare con prestigiosi Gruppi di Format televisivi, quali: Endemol, Grundy, Pearson e L.D.M. Inoltre da ormai molti anni, mi occupo della ideazione e della realizzazione di coreografie per la presentazione di nuovi mezzi, per conto di grandi società automobilistiche come: Fiat, Citroen e Mercedes; ma la mia collaborazione si estende anche, ai motor show nazionali ed internazionali. D. La sua passione artistica più grande? R. Direi senz’altro la musica che mi ha portato a collaborare con numerosi artisti del panorama nazionale ed internazionale, ed alla realizzazione di molti dischi e dvd. Tra questi artisti, ricordo con grande affetto Eros Ramazzotti, Mango, Paulina Rubio, Noelia, Miguel Bosè, Trini Lopez e, tanti altri ancora. D. Si dice che dietro un grande uomo, vi sia sempre una donna straordinaria. Lei che ne dice al riguardo? R. Non posso che confermarlo! Anzi devo ammettere che, da sempre, le donne della mia famiglia rappresentano un punto fermo nella mia esistenza. In particolare, mia sorella Grazia legame inscindibile con le mie origini e la
mia terra, mia moglie Lilly Berardo che oltre ad essere una grande donna e una madre altrettanto straordinaria è anche un bravissimo manager Fiat e, come dimenticare l’amore ed il sostegno delle mie due figlie: Giulia e Ginevra? D. Saprebbe individuare la costante che ha caratterizzato tutta la sua straordinaria carriera artistica, dagli esordi sino ad oggi? R. Potrò sembrare banale, ma ripensando a quelle trasmissioni che hanno fatto realmente la differenza nel panorama televisivo nazionale come Furore, svariate edizioni del Festival di San Remo, Striscia la notizia, direi senz’altro: la presenza costante di una grande umiltà; quell’umiltà che ti spinge a dimenticare i successi del giorno prima e, a rimetterti nuovamente in gioco per migliorarti ed andare sempre avanti. D. Striscia la notizia il telegiornale satirico più irriverente del panorama televisivo italiano, mi corregga se sbaglio, festeggia nell’anno in corso 25 anni di vita: qual è secondo lei la formula vincente di questo programma? R. Ricordo che quando nel 1994 Antonio Ricci mi propose di collaborare al programma nato sei anni prima, accettai quasi per gioco. Mai avrei potuto immaginare che sarebbe diventato un cult televisivo! Direi che il suo successo è legato ad un cocktail di scoop e battute, inchieste e tormentoni, satira, politica e società; con due comici scelti quali anchor-men a fare il verso ai mezzibusti dei tg tradizionali ed un gruppo di inviati sui generis, come il Gabibbo. Il clima tuttavia è quello di un varietà, con due belle ragazze che ballano tra una notizia e l’altra: sono le Veline, un omaggio alle veline che i centri di potere inviavano ai giornali per tenere l’informazione sotto controllo, nonché parodie viventi dei settimanali che da sempre utilizzano donne poco vestite in copertina. D. Striscia la occupa molto, dal punto di vista lavorativo? R. Non parlerei tanto in termini di lavoro, certo l’impegno è grande, quanto piuttosto di passione. In ogni modo si, le prove con Giulia e Alessia si svolgono giornalmente e rappresentano una parte importante del mio lavoro; vi è poi una ricerca che investe i brani musicali e solo infine, la registrazione della puntata in studio. D. Maestro a conclusione di questa chiacchierata, vorrebbe condividere con i nostri lettori un suo sogno? R. Volentieri, a breve, mi piacerebbe realizzare un film musicale; ho già le idee chiare al riguardo, anche se non esistono ancora i giusti presupposti per farlo. Ripartiamo da Milano con la certezza di aver conosciuto un po’ meglio l’altro Saverio Ariemma, di sicuro, meno noto al grande pubblico: l’uomo schietto, passionale, impegnato in un lavoro che è costante ricerca, che non ama apparire, quanto far apparire al meglio gli altri.
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ATTUALITA’
UNITRE “Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti”... ... informa a cura della Presidente Prof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere
Momenti di religiosità pasquale In prossimità della Santa Pasqua, anche in questo anno accademico, la nostra sede ha programmato una serie di iniziative legate alla visita in Puglia della presidente nazionale, Dott.ssa Irma Maria Re. Domenica 17 marzo alle ore 15,30 ci recheremo a San Giovanni Rotondo per partecipare alla Via Crucis, accompagnati nella preghiera da don Antonio Mottola, parroco presso la Chiesa di San Rocco in Stornara. Ci ritroveremo nei luoghi amati da Padre Pio, difatti, di fianco alla chiesa della Madonna delle Grazie in San Giovanni Rotondo si trova la nuova monumentale Via Crucis, in granito e bronzo, opera dello scultore siciliano Francesco Messina, realizzata negli anni dal 1968 al 1971; mentre il percorso dell’antica Via Crucis, realizzata nel 1939, rimane lungo il Viale dei Cappuccini. La prima pietra fu consacrata da Padre Pio il 22 settembre 1968, giorno precedente la morte, e una sua statua bronzea segna il punto in cui fu collocata la pergamena ricordo. Una lunga scalinata, formata da 152 gradini su cui sono montate altre opere dello stesso Messina, realizza un Viale dedicato alla Madonna. I tornanti che si snodano nella pineta del monte Castellano, s’intersecano più volte con l'ampia scalinata, che volge lo sguardo direttamente al piazzale della Risurrezione, dove è collocata la statua di Gesù risorto; quasi a ricordare ai pellegrini che la preghiera non può fermarsi alla morte, ma deve guardare alla risurrezione del Cristo. Le stazioni sono quattordici rappresentate da gruppi scultorei; nel quinto pannello è raffigurato Padre Pio che aiuta Cristo a risollevare la Croce. La tradizione della Via Crucis ci riporta al medioevo e all’immagine della B. V. Addolorata; fino alla metà del ’600 il numero delle stazioni variava da sette a ventisette oppure da sette a diciannove. In Spagna, a inizio del XVII secolo, il carmelitano fiammingo Jan Van Paeschen e il sacerdote olandese Christian Van Adrichen compendiarono la pia pratica
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della Via Dolorosa in quattordici stazioni. In Italia tale consuetudine fu accolta da
alcuni papi, tra cui Benedetto XIII. Il francescano San Leonardo da Porto Maurizio, nella prima metà del XVIII secolo, favorì l’istituzione in Italia di oltre cinquecento Vie della Croce e, durante l’anno santo 1750, anche quella all’interno del Colosseo. Questa pratica ispirata a devozione è stata poi ripresa, con il tragitto dal Colosseo alle pendici del Palatino, da papa Paolo VI il venerdì santo del 1964. L’evento legato alla presenza della Presidente nazionale risulta, inoltre, occasione propizia per un incontro programmatico e propositivo con il patrocinio dell’Associazione nazionale, riguardante le numerose tematiche riferite alla nostra associazione e al suo futuro. La nostra sede, perciò, promuove un convegno di studio e di conoscenza rivolto ai ventiquattro presidenti regionali per lunedì 18 marzo alle ore 16,00 presso i locali della sede in Orta Nova (FG). Avremo insieme uno scambio d’idee sulla progettazione futura, lungo una linea di continuità secondo le indicazioni della Presidente nazionale e con quanto già realizzato. Contribuenti Simpatizzanti ¤ 50,00 Contribuenti Sostenitori ¤ 100,00 Contribuenti Benemeriti ¤ 250,00 (minimo)
Contribuzione al giornale Antonio Maffulli (Orta Nova) Luigi Barone (Lanciano) Vittorio Tumulo (Genova) Michele Ariemma (Torino) Vito Ardito (Torino) Luigi Popolo (Orta Nova) Alberto La Neve (Roma) Lucia D’Agostino (Torino) Gina Marcocci (Montepulciano)
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25,00 50,00 30,00 50,00 40,00 20,00 30,00 60,00 50,00
in omaggio copia del giornale. Il Contribuente Benemerito inoltre riceverà una tessera speciale e il diploma di benemerenza.
Antonella Pagliara (Foggia) ¤ 50,00 Giovanni Libernino (Foggia) Alberto Di Pietro (Milano) Antonio Raimondi (Foggia) Giulio Larovere (Milano) Pasquale Larovere (Milano) Ruggiero A. Torraco (Milano) Savino Roggia (Vernante - CN)
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30,00 50,00 50,00 100,00 100,00 50,00 250,00
C.C.P. n. 4802949 intestato a: Associazione di Volontariato “L’Ortese” - Via XXV Aprile, 2 - 71045 ORTA NOVA (FG)
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LO SGUARDO
Primo premio al concorso “Carrelli ecoallegorici” Un carrello della spesa trasformato in un sorridente e azzurro trenino amico della natura. E’ con questa “opera d’arte” che gli alunni delle classi Terze hanno trionfato alla quarta edizione del concorso “Carrelli eco-allegorici”, organizzato dal Centro Commerciale Mongolfiera di Foggia e dall’agenzia Omnia Service Animation, aggiudicandosi un buono spesa di euro 200 per l’acquisto di materiale di cancelleria. Alla manifestazione hanno partecipato una decina di scuole della provincia con complessivamente diciotto lavori, ognuna delle quali ha decorato un carrello con materiali di riciclo, avendo come obiettivo educare i più piccoli al rispetto per l’ambiente. I carrelli in concorso sono stati esposti per una settimana lungo il corridoio centrale della Mongolfiera, ammirati con curiosità e attenzione da tutti. Il carrello vincitore raffigura un simpatico trenino in cartone riciclato, denominato “Lindo il trenino ecologista, del pulito un vero artista” che, con il sorriso, lancia in rima messaggi ecologici, come: “Raccolgo plastica, ferro e carte e li metto tutti da parte” o “Regalo a tutti una bicicletta perché lo smog
sparisca in fretta”. Nella sfilata conclusiva gli alunni erano vestiti da cespugli e spazzini, con abiti ricavati da plastica e carta riciclate; alla festa erano presenti anche le classi seconde della stessa scuola, con il carrello “Il Mago Riciclone”, i cui alunni erano nascosti in simpatici bidoni raffiguranti la raccolta differenziata. La preside, dott.ssa Immacolata Conte, ha festeggiato il successo con docenti, alunni e genitori, complimentandosi con tutti loro per l’impegno profuso, sottolineando “la sempre più spiccata sensibilità della scuola a trasmettere
alle nuove generazione il rispetto e l’attenzione alla natura”. La commissione all’unanimità ha premiato gli alunni ortesi per la creatività e il significato allegorico del lavoro svolto. Ultime notizie Sono cominciati per le classi di terza, quarta e quinta i progetti PON: Matemagica; Alla scoperta del giardino; Dal seme alla pianta; I speak english. Gli alunni partecipano numerosi ed entusiasti alle attività pomeridiane con esperti e docenti tutor, sicuri che per tutti sarà un arricchimento calle attibità pomeridiani com docenti ed esperti tuognitivo di grande qualità.
ONE EARTH CHOIR
IN MEMORIA DEI CADUTI DELLE FOIBE L’ 11 febbraio, nella Sala Teatro della Scuola Primaria “N. Zingarelli”, gli alunni delle classi quarte hanno celebrato una giornata in ricordo delle vittime delle Foibe, gli eccidi perpetrati dal regime jugoslavo, per motivi etnici e politici, ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, occorsi durante la seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente seguenti. Il nome deriva dalle grandi voragini carsiche dove furono gettati i corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamate, appunto, “foibe”. All’incontro erano presenti il Presidente dell’Associazione Famiglie Caduti e dispersi in guerra, Saverio Pandiscia e il Segretario La
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Vista. La manifestazione è stata aperta dall’esecuzione dell'Inno di Mameli, cantato dagli alunni e successivamente il Dirigente scolastico, Dott.ssa Margherita Palma, ha salutato i presenti ed ha introdotto il tema del convegno. Il Presidente Pandiscia ha successivamente mostrato un breve ed eloquente filmato: successivamente gli alunni hanno presentato e commentato i cartelloni realizzati ed hanno declamato delle poesie. A margine del convegno, gli studenti hanno rivolto delle domande agli intervenuti. La manifestazione si è conclusa con il canto ebraico “Shalom”.
Il consiglio comunale dei ragazzi, accompagnato dal baby sindaco Gabriele Acquaviva, del I° Circolo Didattico “N. Zingarelli”, ha accettato l’invito del Sindaco di Orta Nova, avv. Maria Rosaria Calvio, per partecipare all’evento “One Earth Choir”, il coro più grande della terra, un enorme ed ideale ponte “musicale” tra le città del mondo, le persone di tutte le culture e di tutti i continenti, a difesa della madre Terra, del suo habitat e delle sue risorse. Il canto si è elevato contemporaneamente in tutto il mondo e nella regione Puglia le uniche due città partecipanti sono state Lecce e appunto Orta Nova. L’esecuzione, avvenuta nella sala consiliare del Municipio, è stata ad opera della Corale “Zoltán Kodály”, fiore all’occhiello della cultura ortese, diretta dalla M.ª Antonella Tarantino, ed è avvenuta alle ore 12, in contemporanea col mondo intero. I componenti del Consiglio Comunale dei ragazzi sono stati accompagnati dal dirigente scolastico, dott.ssa Margherita Palma e dalla docente Angela Moriglia e tutti insieme hanno assistito con commozione all’evento.
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ATTUALITA’
La “spiaggia di velluto” ha ospitato i poeti dell’A.N.PO.S-DI. nel Convegno d’Autunno di Ripalta Guerrieri - 2ª parte Al termine, con nel cuore e nella mente la genialità del Poeta, si è giunti, per una breve visita, a Loreto, dove è custodita la casa di Nazareth: poco il tempo a disposizione, ma immensa ed incontenibile l’emozione e la commozione di tutti. Sicuramente fulcro del convegno e momento da tutti largamente atteso perché carico di interesse, di sincerità, di condivisione è ,come sempre, il “Recital di Poesie” nei vari dialetti d’Italia, un suggestivo reading poetico, in cui le diverse voci dialettali riecheggiano nelle loro peculiarità espressive inviando un messaggio di amicizia, di fratellanza, di armonia e di totale condivisione. E’ questo un evento quasi certamente unico in Italia, per il complessivo numero delle parlate dialettali che vi risuonano in tutta la loro bellezza di musicalità e d’ineguagliabile efficacia espressiva. Le declamazioni, nel corso dei due momenti dedicati al “Recital” sono state, come sempre, intervallate dai gradevolissimi stacchetti musicali eseguiti dal poeta-socio Giorgio Bruzzese e la sua chitarra. Anche in questo convegno, i più vari i temi e gli stili delle numerose composizioni declamate: intime o ironiche, liriche o satiriche, tutte colme di sentimenti, stati d’animo, sincere riflessioni che hanno toccato il cuore e la mente degli astanti, suscitando positivi apprezzamenti e scroscianti applausi. Composizioni “di alto valore poetico e di sicura espressione artistica” hanno dichiarato valenti critici letterari presenti al simposio, perché “La poesia dialettale è un genere di espressione letteraria particolarmente felice, nella quale il sentire più profondo
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si fa parola immergendosi nella lingua antica dei padri e utilizzandone le sonorità e gli smalti, le essenze e i significati, traendo da essa la linfa per raffigurare tutti i diversi aspetti della nostra esistenza e della nostra realtà contemporanea; per questo è importante, anzi indispensabile che non muoia”. Ancor più
folto del solito il gruppo dei poeti dialettali pugliesi presenti, capeggiati dal Delegato Regionale Annito Di Pietro, tutti ampiamente apprezzati ed applauditi. Di sicuro interesse e gradimento anche i dopocena della tregiorni del convegno: dalla musica dal vivo di un duo straordinario vocale-stramentale di grande bravura, che ha indotto molti poeti nelle danze, all’esibizione di un brillante coro polifonico di storica presenza nella città di Senigallia, che ha presentato brani del repertorio classico corale e brani moderni riarrangiati per coro e, dulcis in fundo, l’ultimo appuntamento, lo sfavillante spettacolo folcloristico del tipico
ballo marchigiano “Il Saltarello” (“lu saltarellu”), che è una danza tipicamente marchigiana, caratterizzata da grande vivacità e ritmo, ma anche da una rigorosa precisione nelle figure e posizioni dei ballerini, che si ballava, ogni volta che se ne aveva occasione, dopo il completamento di lavori nei campi: uomini e donne scendevano in pista e si scatenavano al suono dell’organetto e del tamburello. Una serata piena di grande ritmo e di gioiosa allegria in un contesto davvero meraviglioso ed unico: la “Rotonda a Mare”, simbolo turistico per eccellenza della bella cittadina marchigiana, restituito ai suoi antichi splendori nel luglio 2006, che con la sua originale forma “a conchiglia”, è un magico luogo d'incontro d’ impareggiabile qualità scenografica tra l’immensità di mare e la sorprendente bellezza del cielo. E con questo si è chiuso il sipario del bellissimo convegno, che ha, come tutti gli altri, contribuito in modo tangibile ad una sempre più consapevole presa di coscienza della necessità di tutelare e valorizzare la lingua materna, come impareggiabile patrimonio di cultura e di civiltà. Un grazie sincero, da parte di tutti i soci, per l’impegno e la generosità degli organizzatori, primo fra tutti l’infaticabile Presidente Staltari, la sua gentilissima consorte Teresa e tutto lo staff della dirigenza dell’associazione, la delegata regionale signora Edda Baioni Iacussi e quanti, a vario titolo, hanno contribuito ad un risultato davvero eccellente sotto ogni profilo. Grazie. (Fine)
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LO SGUARDO
Tu si’ bbune e ije so’ meglie (Tu sei bravo e io sono ancora meglio) di Raffaele Colucci - 1ª parte Padron Savino ***, quando parlava di sé, si definiva “sparagnatore”, cioè rispamiatore, ma tutti gli ortesi lo definivano avaro o taccagno. Questo suo tratto caratteriale emergeva chiaramente nei suoi rapporti con la gente e anche in famiglia, nel chiuso della sua casa. Su ogni acquisto tirava sul prezzo fino al punto che non pochi venditori, infastiditi, rifiutavano di vendergli la merce. Quando doveva ingaggiare dei braccianti, per farli lavorare nei suoi fondi rustici (e ne possedeva molti), egli si aggirava nei pressi della Villa Comunale, vicino alla colonna che sorregge la statua di S. Antonio, là dove i proprietari contrattavano l’ingaggio con i braccianti e attendeva che calassero le ombre della sera e che le contrattazioni fossero terminate. Rimanevano, allora, i braccianti che non avevano trovato un ingaggio, generalmente quelli scartati vuoi per l’età, vuoi per le condizioni fisiche, vuoi perché considerati lavativi o poco abili. A quel punto egli si avvicinava e offriva il lavoro ad un prezzo ridotto e c’era sempre chi, dinanzi alla prospettiva di restare senza lavoro per l’indomani e i giorni successivi, finiva con l’accettare. Padron Savino tornava allora a casa con passo celere, fischiettando, fregandosi le mani per la contentezza, convinto di aver fatto un buon affare, salvo poi a scoprire che al salario irrisorio da lui offerto corrispondeva un rendimento molto limitato e inadeguato, per cui era costretto a protrarre le giornate di lavoro e, alla fine, finiva con lo spendere molto più degli altri proprietari che avevano ingaggiato, sia pure pagandoli di più, lavoratori più abili, più in forma fisicamente. Era taccagno anche quando si trattava della spesa quotidiana e, infatti, si affacciava solo pochi minuti prima del mezzodì dalle parti del mercato della frutta, della verdura e del pesce, che allora si svolgeva sul largo marciapiede antistante l’ala sinistra del Palazzo ex Gesuitico e vicino alla fontanella posta davanti al Carcere, scomparso insieme al vecchio Municipio nel 1967 per far posto
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a quello attuale. Era quella l’ora in cui i fruttivendoli, i terrazzani e i pescivendoli cominciavano a metter via i loro prodotti invenduti e, piuttosto che gettarli, li cedevano a pochissimo prezzo, ma si trattava quasi sempre della merce più scadente. Anche in questo caso Padron Savino
tornava a casa contento di aver riempito la borsa della spesa con poche lire. A casa la moglie lo rimproverava aspramente per la qualità scadente delle merci acquistate, che era costretta a gettare nella spazzatura, ma questo non scalfiva la sua contentezza e la sua convinzione di aver speso oculatamente il proprio danaro. La sua avarizia si manifestava in tutta la sua potenza dentro le mura domestiche. Egli, che pure abitava in un ampio palazzo, consumava il pranzo o la cena nella cucina, un locale piuttosto angusto. Piccolo era anche il tavolo da pranzo, una “buffetta” con relativo cassetto estraibile destinato ad accogliere le tovaglie, i tovaglioli di stoffa e le posate. Egli però lo teneva vuoto per una ragione ben precisa. Se qualcuno bussava alla sua porta, men-
tre stava pranzando o cenando, egli rispondeva: “Un momento!” E in un momento metteva nel tiretto i piatti con la pasta, le braciole o il pesce fritto o la zuppa, il formaggio e qualsiasi altra pietanza appetibile, lasciando sulla tovaglia solamente qualche fetta di pane, qualche oliva, qualche foglia di sedano e la bottiglia del vino. Dopo di che andava ad aprire, faceva entrare il visitatore e lo invitava a dividere con lui la sua cena e a bere un bicchiere di vino. E’ inutile dire che i bicchieri erano piccoli, così come è inutile aggiungere che l’ospite nove volte su dieci rifiutava l’offerta perché sapeva con chi aveva a che fare. Questo è, per sommi capi, il ritratto dell’uomo che in una calda sera dei primi di giugno del 1963 si era attardato nei pressi del Monumento a S. Antonio per ingaggiare, al minor prezzo possibile, un paio di mietitori per far loro mietere il grano di un piccolo appezzamento di terra del quale era entrato in possesso l’anno prima. Lo aveva tolto ad un bracciante che, a causa del cattivo raccolto e di una prolungata disoccupazione dovuta alla lunga convalescenza per un intervento chirurgico, non aveva potuto restituire il debito contratto con lui (tanto per non smentirsi, don Savino, quando poteva, prestava danaro a usura). Si erano accesi ormai i lampioni e, sotto la statua del Santo Patrono, erano rimasti solamente due braccianti di mezza età, noti per la loro indolenza e che, perciò, nessuno aveva ingaggiato, Giovanni e Nicola, che tutti chiamavano “Colino”. Erano amici inseparabili, nonché accaniti giocatori di carte e ugualmente accaniti bevitori. Il teatro delle loro gesta era la cantina di Maffione, in Via Duca degli Abruzzi e io li avevo visti più di una volta, passare davanti a casa mia, a tarda ora, avvinazzati, barcollanti, litigando per gli errori commessi durante la partita di tressette o sghignazzando per qualche aneddoto boccaccesco ascoltato dagli altri avventori. (continua 1) (n.b. La e in corsivo, nelle parole dialettali, non si pronunzia)
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SPORT
“The Tank”, il carro armato ortese di Matteo Piarulli
Giuseppe Festa: «La tenacia e i sacrifici sono ingredienti indispensabili per vincere» Giuseppe Festa noto anche come “The Tank” è un giovane campione di Muay Thai, lui nasce e cresce ad Orta Nova e grazie a suo padre Antonio Festa, maestro 7° Dan, riesce ad appassionarsi alle arti marziali e di combattimento. Lo scorso dicembre ha vinto il suo sesto campionato italiano durante una gara internazionale a Gaeta. Lo abbiamo incontrato presso la palestra dove si allena (Ass. Nuova Aurora) in via Stornarella e lo abbiamo intervistato. Domanda: Quando nasce la tua passione e come si sviluppa? Risposta: All’età di cinque anni pratico la disciplina del Full Contact che consiste nel combattere con pugni e calci dalla cintura in su con l’uso di protezioni. La mia passione nasce grazie a mio padre che dall’età di nove anni viene attratto da questo tipo di sport intraprendendo prima le arti marziali e poi le arti di combattimento. Grazie a mio padre sia io che mio fratello siamo riusciti a intraprendere questa strada. Ho vinto tantissimi campionati italiani dal Full Contact alla Kick Boxing al Muay Thai. Adesso mi sto cimentando nel Muay Thai dove ho vinto nel dicembre scorso a Gaeta nel Lazio il mio sesto campionato italiano. D: Qual è la tecnica migliore per fare un ko e vincere un campionato? R: La tenacia, senza la tenacia e la voglia di “distruggere” l’avversario non puoi fare un ko. Devi essere un po’ cattivo, è brutto dirlo ma è cosi, due sono le soluzioni o si rompono i tuoi polsi o si rompe la faccia dell’avversario, questa è la verità. La Muay Thai è uno sport molto cruento e proprio per questo mi chiamano “The Tank” che significa carro armato. Questo soprannome mi è stato dato a Pisa durante un campionato di Kick Boxing ed esprime la mia potenza, la mia tenacia e la mia velocità D: Come coltiva questa passione? R: Il mio allenamento regolare è di due volte al giorno se sono in procinto di un gara anche tre volte al giorno. Oltre all’allenamento seguo un’alimentazione e uno stile di vita ferreo, ho degli orari da rispettare sia per quanto riguarda l’alimentazione e sia per andare a dormire e svegliarmi. D: Cosa consiglia a un ragazzo che vuole intraprendere la tua stessa strada? R: Ci sono due tipi di sport, quello agonistico e quello amatoriale. Se uno ha scelto di fare uno sport di tipo amatoriale può anche perdere qualche allenamento o non associare la regolarità del regime alimentare, ma se si sceglie di farlo in modo agonistico oltre alle lezioni obbligatorie bisogna associare la voglia, la costanza e soprattutto i sacrifici. Ci sono molti ragazzi più forti di me ma non hanno un stimolo, al contrario io anche nelle sconfitte e nei problemi nell’affrontare un mach ho sempre la capacità e la tenacia di
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uscirne fuori. Ogni mach ha la sua storia, o si vince o si perde, anzi la sconfitta ti aiuta
molto di più, ti fa mettere fuori il carattere. D: Il mondo dello sport agonistico porta un grande piaga che è quella del doping, cosa ci puoi dire a riguardo? R: Tantissimi si affidano a quelle schifezze quando il loro corpo non ce la fa più fisicamente, purtroppo questo succede e per fortuna ci sono tanti controlli. Il mio doping è mangiare lenticchie, legumi, pasta asciutta e carne. Il problema del doping secondo me dipende molto da come viene inculcato lo sport al ragazzo, forse ci sono alcuni maestri che consigliano l’uso di sostanze, in apparenza senza danni e poi con l’andare del tempo pericolose e fatali per la propria vita. D: Senti di dover ringraziare qualcuno per aver raggiunto questo traguardo? R: In primis mio padre, se sono arrivato a questo livello è solo grazie a lui, sia per la passione che mi ha trasmesso e sia perché ogni volta è lui a sopportare i miei calci e miei pugni durante l’allenamento. Sento di dire grazie anche alla mia ragazza che è molto forte e mi fa anche da partner durante gli allenamenti. Ringrazio mia madre che mi sopporta con la sua infinita pazienza.
Gianluca Zefilippo la giovane promessa del pugilato
Il buon giorno si vede dal mattino, cosi recita un andante popolare e per Gianluca Zefilippo esordiente nel Campionato Regionale di Boxe è un buon inizio. Il giovanissimo atleta della Taralli di Foggia al campionato regionale organizzato dalla Polisportiva “Vivere Solidale Boxe Team Cupri” svoltasi a Taranto, in località Masseria Vaccarella, nel primo incontro con Salvatore Mangiamele della Boxe di Potenza nei tre round ha dimostrato una eccellente potenzialità atletica e tecnica. Nel secondo incontro l’esordiente Zefillippo ha avuto ragione su Melarossa di Monopoli. La passione del boxare del giovanissimo Gianluca Zefilippo, la deve al papà Antonio e così dopo lo studio dedica il tempo libero a questo sport facendo il pendolare da Margherita di Savoia alla palestra Taralli di Foggia. La trasferta tarantina ha confermato la tradizionale abnegazione, nel preparare i propri atleti, della società sportiva foggiana.
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LO SGUARDO
Taccuino gastronomico di Michele Campanaro La Pasqua a Tavola Agnello, uova, verdure di stagione, uova di cioccolato e colombe. A Pasqua, le tavole degli italiani sono ricche di piatti tipici, che esaltano i sapori della tradizione culinaria del Belpaese. Ricette speciali che richiamano i simboli della festività religiosa e annunciano l’avvento della primavera. I piatti tipici, con gli anni, si sono arricchiti di qualche novità gustosa, subendo variazioni appetitose, in grado di esaltare la fantasia dei cuochi di ogni generazione. Vi propongo un viaggio goloso dedicato all’agnello, per poi concludere con il dolce tipico della nostra Capitanata: la Squarcella. Cardoncelli di Pasqua Ingredienti: 1 kg. e mezzo di carboncelli, mezzo chilo di carne d'agnello, cinque uova, 200 gr. formaggio pecorino, aglio, olio di oliva. I cardoncelli sono un'altra verdura selvatica tipica della Puglia. Ricordano in un certo senso i cardi, ma sono molto più teneri. Il brodo di cardoncelli con l'agnello è la ricetta tipica delle feste pasquali. Per prima cosa i cardoncelli vanno nettati, eliminando la parte dura esterna e le radici. Quindi vanno lessati in acqua abbondante e leggermente salata. Da parte preparare uno spezzatino d'agnello (per questo è importante farsi dare dal macellaio carne adatta allo scopo, quando la si acquista): mettere la carne a soffriggere in un tegame con olio. Quando la carne comincia a schiarirsi, aggiungere un po' alla volta l'acqua di cottura dei cardoncelli. A cottura ultimata il fondo dovrà restare abbastanza brodoso. Siamo arrivati all'ultima parte della ricetta: sbattere le uova, con una parte del pecorino. Mettete i cardoncelli nella pentola dell'agnello, assieme alle uova sbattute, portando ancora ad ebollizione e lasciando cuocere fino a quando le uova non si rassodano. Condite con il pecorino rimanente e servire in tavola. Una variante del piatto viene dalla tradizione di Deliceto nel sostituire i cardoncelli con i finocchi. Agnello agrassato Ingredienti: Nocette d'agnello g 400 -
pecorino grattugiato - caciocavallo grattugiato - erbe aromatiche (prezzemolo, timo, maggiorana) - 8 patatine novelle - 4 carciofi - aglio - vino bianco secco - olio extravergine - sale - pepe in grani. Insaporite le nocette condendole con una macinata di pepe, un trito fino di erbe aromatiche, un filo d'olio, poi arrostitele in padella per circa 15' sfumando con un dito di vino; salate la carne alla fine, toglietela, tagliatela a piccoli tranci e conditela con il suo sughetto che avrete insaporito con una cucchiaiata di caciocavallo e altrettanto pecorino grattugiati. Accompagnate la carne con le patatine arrostite al forno (oppure in padella) e i carciofi trifolati (spuntati abbondantemente, mondati, ridotti a spicchi e saltati in padella in un velo d'olio, con prezzemolo e aglio tritati fini, sale, pepe e un dito di vino). Agnello con le olive Ingredienti: Una schiena d'agnello, circa kg 1 - salvia - rosmarino - cipolla - 12 olive nere - peperoncino piccante - una faldina di peperone dolce - origano fresco - limone - brodo vegetale - olio extravergine - sale - pepe. Dopo aver spuntato le ossa della schiena, condite la carne con sale, pepe, olio, un trito di salvia e rosmarino, quindi rosolatela in forno a 200° C per 25'. Intanto soffriggete in una casseruola, con un velo d'olio, mezza cipolla a spicchi, le olive snocciolate, il peperoncino piccante e quello dolce, a listerelle. Trasferite in questo soffritto la schiena d'agnello ben rosolata e scolata dal grasso; aggiungete un mestolino di brodo, foglioline di origano fresco, il succo di mezzo limone e portate a cottura, coperto, in altri 40'. Costolette di Agnello Ingredienti: Costolette d'agnello g 800 - 2 pomodori - 6 olive verdi snocciolate peperoncino piccante - 2 grosse patate - un mazzetto di prezzemolo - 2 faldine di peperone rosso dolce - olio extravergine - sale - pepe. Salate, pepate le costolette e arrostitele, coperte, nella padella antiaderente senza grasso. Intanto preparate un battuto con i pomodori freschi, le olive, un peperoncino privato dei
semi e le foglioline di un mazzetto di prezzemolo, da aggiungere alle costolette già in cottura da 20'. Unite infine le faldine di peperone rosso a listerelle, sale, un goccio d'acqua e proseguite la cottura, a fuoco moderato, ancora per 20'. Servite le costolette con il loro intingolo e rondelle di patate fritte in un velo d'olio. Nella classica preparazione calabrese, le costolette sono rosolate nell'olio bollente; per alleggerire la ricetta, si è preferito arrostirle senza grassi nella padella antiaderente. Le Squarcelle Ingredienti: Kg. 1 di farina, n. 8 uova, gr. 400 di zucchero, 200 gr., lievito per dolci, sale. Per la guarnizione: n. 2 uova, zucchero a velo, limone, confettini colorati, cioccolatini. Su di una spianatoia versate la farina aperta a fontana, poi mettete le uova, lo zucchero, il burro, il lievito per dolci e un pizzico di sale. Lavorate la pasta fino a quanto non avrà acquistata una consistenza elastica. Tagliatela a pezzi e lavorarla fino ad ottenere dei taralli, al centro inserire due strisce di pasta a forma di croce. Riporli in una teglia imburrata e metterli a forno caldo (150°). Quando le squarcelle hanno il colore dorato toglierli dal forno e farle raffreddare. Nel frattempo preparare la glassa: in un contenitore versate gli albumi di uova, zucchero a velo e gocce di limone. Sbattete il tutto fino ad ottenere la glassa, poi con un pennello passarla sulle squarcelle, guarnirle infine con i confettini e i cioccolatini. Sistemarli su di una vassoio e farli asciugare. Le squarecelle hanno anche la variante a forma di cuore.
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RUBRICHE
L’angolo di Calliope Invocazione a Pier Giorgio Frassati Il tuo giovane volto a Pollone, nel Duomo, nella Consolata, dall’Europa all’America, nel mondo. La fede, la speranza, la carità, virtù predilette e praticate con gaudio, la preghiera, l’azione, il sacrificio, gli ideali della tua vita. La purezza di cuore, la generosità, l’amore infinito per il prossimo, pietre vive della tua santità.
Ti prego giorno dopo giorno e ti invoco con l’affanno e l’affetto di una madre. Con il tuo esempio di purezza e candore intercedi in Cielo per i giovani che non possiedono il dono inimitabile della fede e dell’Amore. Rocchina Morgese La Margherita Ti ho visto ti ho raccolto,
Una grammatica inglese innovativa di Annito Di Pietro
Intervista al Prof. Gennaro Marino, Autore di una innovativa grammatica in lingua inglese che viene pubblicizzata in questo numero Domanda: Gennaro, nella pubblicità ti dici ortese, ma puoi spiegare ai molti lettori della nostra rivista che non ti conoscono le ragioni per le quali ti definisci tale? Risposta: Sono nato a Foggia da genitori casertani. Mio padre era carabiniere e così, come d’uso nell’Arma dei Carabinieri, costretto a continui trasferimenti. Ho cosi passato l’infanzia parte a Stornara, parte a Stornarella e dalla prima media ad Orta Nova. Per gli studi universitari presso l’Orientale di Napoli ho fatto su e giù tra Napoli e Orta Nova, fino alla laurea. Poi lavoro e famiglia mi hanno portato a risiedere definitivamente a Caserta. Ma non ho mai ‘rotto’ in modo definitivo con Orta Nova grazie ai legami con te, le famiglie Gaeta, Tarantino, Iorio, Scillitani, De Lisi e altre ancora. E poi, sin dalla nascita de L’ORTESE, come sai, ho condiviso la nascita e sostenuto la vita di una rivista che tiene legati ‘i figli’ di Orta Nova al loro paese. Mi posso quindi definire prima di tutto ortese, anche perché, può suonare strano, ma ora, nell’ultimo tratto della mia vita [speriamo il più lungo possibile], sogno in ortese e sogno quasi sempre di passeggiare su e giù per il corso [quante ‘vasche’] con Girolmino [Gaeta], Andrea [Minafro], Franco [l’ingegnere figlio del farmacista], Pasquale [ora dottore], Raffaele [Colucci]…….Già Raffaele! Quanto mi piaceva andare nella sua cantina a respirare il profumo del mosto e allo stesso tempo invidiarlo mentre lo osservavo studiare ‘sempre mezzo cecato’ su i suoi libri di chimica. E poi da qualche anno, chi sa perché, mi sono scoperto ad usare l’ortese con i miei studenti universitari per concludere un discorso, inserire qualcosa di spiritoso o significativo. Come sono
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contento di essere ‘schiavo della materia’ e scoprire che nulla del mio passato è andato perduto: è tutto lì codificato nei neuroni della mia mente. Basta un nome nella tua rivista e tutto emerge. Fermami Annito, senno mi metto a piangere… D.: Bene l’esame di ortese l’hai passato. Veniamo al tuo lavoro. Che significa sistemare la ‘grammatica inglese una volta per tutte’. Sappiamo tutti che di grammatiche inglesi ce ne sono a decine. Perché acquistare proprio la tua? Perché innovativa? R.: Innovativa perché non è una grammatica prescrittiva come lo sono tutte le grammatiche in commercio, ovvero grammatiche che enunciano le regole da applicare nella costruzione della frase, senza spiegare il perché. Ad esempio per fare una domanda inglese usiamo l’ausiliare do ma nessuna grammatica dice il perché e che significa quel do. Un altro esempio: formiamo uno dei futuri inglesi con il presente progressivo, ma nessuna grammatica ne spiega la ragione. Questo approccio è quello che intendo per grammatica con approccio cognitivo-contrastivo. Redigere una grammatica come questa è stato il frutto di anni di ricerca e allo stesso di sperimentazione, nel senso che ho insegnata la grammatica inglese in questo modo attraverso decenni di lavoro all’università e fuori. Come diceva il linguista Chomsky: si impara veramente una lingua straniera solo quando si capisce come funziona e perché essa funziona in quel modo. Ho sfogliato con interesse la tua Grammatica e la cosa che mi ha colpito è un senso di completezza nella presentazione di un argomento. Mi sbaglio? Affatto. Non ti sbagli. E’ la grammatica
eri un piccolo seme! Ti ho messo a dimora nel terreno dove il calore del sole ti ha fatto germogliare. Il freddo inverno è arrivato in fretta e le sue piccole foglie, aggrappate alla madre terra, aspettano ansiose la primavera. Ed ecco, le prime rondini festose nel cielo allietano il nuovo giorno di luce, che i tuoi boccioli vedrà fiorire. Petali bianchi come la purezza, dal profumo fresco come la primavera, gioiosi come il primo amore, bugiardi come la vita! Giuseppe Maggio più completa mai apparsa in Italia. E’ quella che gli inglesi chiamano companion o anche reference grammar, ovvero una grammatica di studio e consultazione che ha la stessa funzione di un dizionario. E’ lì per essere consultata, sia per completare che per controllare. Sappiamo che gli argomenti grammaticali non sono mai presentati in modo completo, ma sparsi nei vari corsi di inglese ai vari livelli, così che si è in difficoltà quando si vuole avere una visione completa ed esauriente di un argomento. D.: Tale completezza può limitare il pubblico acquirente della tua grammatica nel senso che la si può considerare qualcosa di utile solo per studenti avanzati della lingua inglese? R.: Niente affatto. Dopo la scuola media inferiore, qualsiasi studente della lingua inglese può trovare utile (alle volte assolutamente necessario) avere uno strumento di consultazione come questo. Lo stile è alla portata di tutti. Inoltre il Vol. II è tutto dedicato agli esercizi con ‘chiave’ annessa, così che la grammatica può essere usata autonomamente. Ciò è anche utile per incoraggiare lo studente a ‘ricercare’ e ‘imparare’ da sé. D.: In sintesi a chi può essere utile il tuo lavoro? R.: 1. ai docenti di lingua inglese di ogni ordine e grado, che possono prendere spunti didattici ed esercizi per rinforzare aspetti della lingua che stanno insegnando; 2. agli studenti delle facoltà di lingue straniere e di tutte le facoltà dove viene insegnato inglese; 3. agli studenti dei licei linguistici, di mediazione linguistica, per interpreti e traduttori, del turismo, nonché dei licei scientifici etc., che nel futuro continueranno a studiare l’inglese; 4. chiunque usi la lingua per motivi professionali o scientifici. Gennaro, ci possiamo fermare. Credo che quanto detto basti per dare ai nostri lettori un’idea sufficiente del tuo lavoro, che sono sicuro avrà il successo che tu ti auspichi. Grazie.
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