Booklet del viaggio di studio del Laboratorio di Urbanistica "Creative City" (Prof. Maurizio Carta)

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CreativeCity Lab Laboratori coordinati di Urbanistica 2 a.a. 2019-20

[proff. Maurizio Carta, Angela Badami, Daniele Ronsivalle] Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Palermo

Gruppo di Ricerca

Prof. Maurizio Carta (coordinatore) Prof. Angela Badami Prof. Daniele Ronsivalle Prof. Barbara Lino Ph.D. Annalisa Contato Ph.D. Carmelo Galati Tardanico Ph.D.S. Luca Torrisi Ph.D.S. Cosimo Camarda Ph.D.S. Dalila Sicomo Ph.D.S. Marina Mazzamuto

Cura editoriale

Annalisa Contato L’iniziativa Barcelona Re-loaded è la settima del ciclo “CrativeCity Lab on the road”, dedicata alla visita critica di luoghi ed esperienze e allo scambio di riflessioni con studiosi che concorrono alla declinazione dei paradigmi e degli strumenti di un nascente Re-cycling Urbanism. Il quaderno funge da itinerario e diario di bordo dell’esperienza.




Barcelona european creative city L’obiettivo dei Laboratori Coordinati di Urbanistica 2 è quello di fornire agli studenti le capacità di analizzare e interpretare la struttura dei sistemi urbani, i processi di trasformazione e innovazione, fornendogli un vasto abaco di casi studio di riferimento da poter adoperare nell’elaborazione dell’esercitazione prevista dal Corso, che consiste nella simulazione di un progetto di rigenerazione urbana. La scelta della città di Barcellona è stata fatta con lo specifico intento di mostrare agli studenti una città creativa europea quale esempio di una buona pratica consolidata di rigenerazione urbana. La città di Barcellona tende, oggi, a definire sempre più il suo ruolo nelle strategie di trasformazione e innovazione, offrendosi come un laboratorio aperto e in continuo divenire.

L’occasione dei Gioci Olimpici del ‘92 e del Forum Universale delle Culture nel 2004 ha prodotto un’ampia operazione di rigenerazione urbana e di ridefinizione di luoghi, centralità e occasioni di sviluppo, che ha avviato un processo di rinnovamento che ha fatto leva sul desiderio di apertura della città al suo fronte a mare. Il waterfront è divenuto l’obiettivo di recupero non solo funzionale, ma anche simbolico, e ha contribuito al recupero del ruolo chiave che la città ha storicamente ricoperto nel sistema mediterraneo. Accanto a questi vi è il progetto 22@, intervento di rigenerazione urbana con l’obiettivo di realizzare un nuovo modello di città, un Distretto dell’Innovazione volto a rendere la città di Barcellona leader nei settori della comunicazione e delle tecnologie avanzate.



El Poblenou

Nato come quartiere operaio, settore marittimo dell’antico municipio di Sant Martí de Provençals, aggregato alla città di Barcellona nel 1897, nella metà del XIX secolo si è consolidato come nucleo urbano dalla natura fortemente industriale, costituendo un nuovo quartiere della città. I primi insediamenti industriali moderni di Barcellona si stabilirono in questa zona a partire dal 1850, approfittando delle abbondanti acque del sottosuolo e della prossimità e facilità di connessione con il porto. Intorno alla fine degli anni ’60 del XX secolo, come conseguenza dello smantellamento e del trasferimento di molte industrie esistenti, la logistica e i trasporti si convertirono nella principale attività, provocando un aumento delle sistuazioni di degrado dello spazio urbano e di recessione della ricchezza

produttiva del distretto che iniziava il suo periodo di decadenza. Il periodo di sviluppo e trasformazione delle fabbriche e dei magazzini in loft, gallerie d’arte e negozi, prende avvio con le trasformazioni urbane attivate in occasione dei Giochi Olimpici. Al principio si trattò di un faticoso e lento processo, iniziato con la riconquista del mare, lo smantellamento dei capannoni industriali che ne impedivano l’accesso, la riappropriazione pubblica di spiagge, passeggiate e banchine e il risanamento dell’area. Le vecchie fabbriche sono state trasformate in loft e gallerie dove vivono e lavorano gli artisti e i designer che danno alla zona un’aria di creatività e produttività, e i famosi comignoli di mattone rosso sono stati catalogati come opere di interesse culturale.



Districte 22@ - el Districte de la Innovació Il distretto 22@ occupa 115 isolati della città, con una superficie di 200 ettari e un potenziale per costruire 4 milioni di metri quadri di superficie, di cui 3,2 da assegnare a uffici e commercio. 22@ Barcelona è sia un progetto di rigenerazione urbana che un nuovo modello di città che cerca di rispondere alle sfide poste dalla società della conoscenza attraverso la creazione di quattro gruppi fondamentali: MEDIA, ICT, energia, biotecnologie. È un progetto che mira a integrare pienamente Barcellona nella nuova rivoluzione tecnologica dell’economia della conoscenza, e il quartiere Poblenou si propone oggi come piattaforma economica e tecnologica. Il piano mira a trasformare l’intero quartiere del Poblenou in un centro di uffici ed edifici universitari per le attività e le imprese coinvolte nei settori delle nuove tecnologie,

informazione, conoscenza, comunicazione, ricerca e sviluppo. Come un nuovo modello di città, il progetto reinterpreta la funzione del vecchio tessuto industriale in chiave contemporanea, applicando un nuovo modello urbanistico basato sulla cultura e la sostenibilità. Approvato dal Consiglio Comunale di Barcellona nel 2000, il progetto comporta la trasformazione di 200 ettari di terreno industriale nel centro di Barcellona in un distretto produttivo innovativo, finalizzato a concentrare e sviluppare le attività di conoscenza intensiva. Come progetto di ristrutturazione urbana, risponde alla necessità di ristabilire il dinamismo economico e sociale del quartiere Poblenou, creando un ambiente vario ed equilibrato con centri di produzione, edilizia sociale, servizi e spazi verdi, volti a migliorare sia la qualità della


vita che del luogo di lavoro. I 35 chilometri di strade del quartiere sono in corso di completa re-urbanizzazione nell’ambito di un Piano Integrato Infrastrutturale che, con un investimento complessivo di 162 milioni di euro, prevede la completa ristrutturazione dello spazio pubblico e la costruzione di una utility network altamente competitiva, strutturata per soddisfare i requisiti tecnologici e ambientali di oggi. I nuovi servizi di quartiere includono moderne reti di alimentazione elettrica, reti di telecomunicazioni, climatizzazione centralizzata e sistemi di raccolta dei rifiuti, efficienza energetica, controllo dell’inquinamento acustico e la riduzione e gestione responsabile delle risorse naturali. Il progetto di rivitalizzazione economica offre un’opportunità unica di trasformare il quartiere in

un’importante piattaforma scientifica, tecnologica e culturale, con l’obiettivo di rendere Barcellona una delle città più dinamiche e innovative del mondo. Per accelerare il processo di trasformazione e stabilire la sua personalità e coerenza, il progetto 22@ Barcelona ha promosso quelli che sono stati definiti i 7 motori del quartiere: questi progetti consentiranno la creazione di un modello di innovazione dinamica, basato sul concetto di “tripla elica”, per potenziare la confluenza della scienza, della tecnologia e dell’impresa in modo che le sinergie create tra questi tre elementi strategici possa affinare il vantaggio competitivo del sistema produttivo e permettere alla città di adottare una posizione di leadership in alcuni specifici settori della conoscenza. I sette motori del quartiere sono:


• 22@ Media: Audiovisual sector; • 22@ ICT: Information and Communications Technologies; • 22@ Biocorporation: Bioscience sector; • 22@ Campus: New model for knowledge spaces; • 22@ Ent repreneurs: Magnet to international talent; • 22@ Technology: Creation and transfer of knowledge; • 22@ Social: Social cohesion. Dall’inizio del progetto è stata avviata la ristrutturazione del 70% dei terreni industriali, nell’ambito di 141 piani di miglioramento urbano. Tali progetti hanno prodotto oltre 3.031.503 m2 fuori terra per nuovi impianti di produzione, alloggi sociali, strutture e servizi tecnici. Il settore immobiliare ha supportato il progetto: 85 dei 141 piani approvati sono promossi dal settore privato, di cui è stata concessa

l’autorizzazione alla progettazione per costruire 694.860 m2 per attività produttive e 1.886 nuove abitazioni di edilizia popolare. Il bilancio delle attività economiche dei primi 10 anni a Poblenou ‒ l’area 22@ e la sua sfera di influenza ‒ può essere riassunto dalla presenza di 7.000 aziende che impiegano 90.000 lavoratori. Di queste, 4.500 aziende, che impiegano 56.000 lavoratori, si sono stabilite qui a partire dal 2000. Di conseguenza, il numero di persone che lavorano a Poblenou è aumentato in modo significativo: attualmente ci sono tra 100.000 e 130.000 nuovi lavoratori e si prevede che tale numero raggiungerà 150.000. Inoltre, dopo la trasformazione di Barcellona, l’attività economica della città è aumentata dal 4% a oltre il 15% della città.



Twentytu Hostel

Il Twentytú Hostel è il primo edificio turistico della città a ottenere la massima qualificazione in termini di efficienza energetica. Appartiene alla piattaforma Construction 21, dipendente dall’UNESCO e che comprende alcuni dei principali edifici sostenibili in Europa. Selezionato come “Miglior ostello verde 2014” da Hostelworld e “Migliore iniziativa verde 2014” nel Global Youth Travel Award 2014, ha anche ricevuto il Premio Can Canela 2014 promosso dall’Associazione 22@ Network che, all’interno del Distretto 22@, valorizza le politiche di sostenibilità e innovazione, l’imprenditorialità e il talento. È il secondo stabilimento a Barcellona ad ottenere il certificato ISO 50001, rilasciato da AENOR, che garantisce una gestione efficiente dell’energia. Tutte le strutture dell’edificio sono gestite utilizzando sistemi di

automazione domestica e monitor dalla sala di controllo. Su ogni piano ci sono elementi di illuminazione a tecnologia LED. L’acqua calda e fredda per l’acclimatazione e l’acqua calda sanitaria è fornita da Districlima, la rete che rifornisce l’intero distretto 22@ Barcelona. L’edificio è dotato di un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti che utilizza condotti che conducono a un’unità di ricezione centrale. La facciata è ventilata e questo ottimizza l’acclimatazione. Sono, inoltre, utilizzati dispositivi Smartwatts che consentono di leggere immediatamente i livelli di potenza e consumo online per tutte le linee elettriche. Ciò significa che le strutture possono essere gestite in modo efficiente, applicando politiche di risparmio energetico in base al tempo o alla frequenza delle persone.


Districte 22@

Mix Dwelling Building at 22@ (2018, Coll-Leclerc) Il progetto risponde a tre criteri. Responsabilità urbana: il progetto è organizzato in tre blocchi verticali che generano spazio pubblico con una strada interna che separa e collega visivamente le abitazioni e struttura la circolazione. Responsabilità sociale: l’inclusione sociale è affrontata attraverso la realizzazione di uno spazio specifico per i gruppi più deboli. Responsabilità ambientale: il 100% delle abitazioni è esposto al sole durante il solstizio d’inverno. Ciò consente al giardino d’inverno di funzionare come collettore di calore coprendo il 23% della domanda di riscaldamento in inverno, mentre in estate la sua ventilazione trasversale e la protezione solare diurna con persiane copre il 43% della domanda di raffreddamento.


Districte 22@

Mercat dels Encants Barcellona (2014, b720 Arquitectos) Il progetto si propone come obiettivo principale il mantenimento del carattere aperto e informale dell’attuale mercato. Esteso su un’area di 8.000 m2, i progettisti hanno voluto evitare la costruzione di un edificio sul genere dei centri commerciali. Il risultato è uno spazio commerciale continuo, con piani leggermente inclinati che si intrecciano ad anello creando un percorso, senza soluzione di continuità, tra gli empori e i piccoli negozi in un’esperienza simile ad una passeggiata in una strada pedonale. Una grande copertura, sospesa come una vela, alta quasi 25 metri, conferisce al mercato riconoscibilità urbana, oltre a proteggere rivenditori e utenti dal sole e dalle intemperie.



Plaça de les Glòries Catalanes (2014-2021, Agence Ter)

Oggetto di un concorso internazionale vinto da Agence Ter, il progetto “Canopia Urbana” si basa su una strategia con tre obiettivi: lo sviluppo di un ecosistema urbano che ibrida città e natura; la creazione di una relazione sinergica tra il sottosuolo, la città e gli orizzonti della metropoli; l’offerta di uno spazio in grado di ospitare sia le attività connesse a una piazza urbana che a un parco. La prima azione prevista è quella di ottimizzare il carattere continuo del terreno, senza alcuna interruzione con i quartieri circostanti. La seconda azione sarà ristabilire gli scambi naturali tra lo skyline e il sottosuolo, fertilizzando e demineralizzando la superficie, oggi prevalentemente impermeabile e sterile. Questa azione consentirà scambi idraulici e biologici, sia verticali che orizzontali, condizioni fondamentali per far emergere uno

spazio abitativo, biodiversità e in grado di agire come un forte regolatore climatico. La terza azione propone una canopia di vegetazione. Con le sue dimensioni, Canopia Urbana crea forti connessioni ecologiche e favorisce la regolazione del clima. La quarta azione è quella dell’intensificazione, espressa da una costellazione di nodi che punteggiano lo spazio del parco. Alcuni “nodi verticali” fungono da intensificatori della biodiversità ed evidenziano il collegamento diretto con la canopia; altri nodi collegano il sottosuolo infrastrutturale e il suolo urbano o il suolo e lo skyline metropolitano; infine “macro-nodi” ospitano attività, strutture e funzioni specifiche. Infine, il completamento della linea diagonale come asse principale è l’azione finale della strategia del progetto.


Districte 22@

Torre Agbar (2001-05, J. Nouvel) La sua forma è stata ispirata dai rilievi del Montserrat che circondano Barcellona e dalla forma di un geyser d’acqua che si innalza verso il cielo. L’edificio dispone di 30.000 m² per uffici, 3.210 m² di servizi e installazioni tecniche, e 8.350 m² per servizi di vario genere, tra i quali un auditorio.

Comisión del Mercado de las Telemunicaciones

(2008-10, Batlle & Roig Arquitectes)

La sede centrale della CMT è uno dei complessi architettonici più emblematici del progetto 22@. L’edificio, 10 piani sopra il livello stradale e tre interrati, ha una doppia facciata, di cui quella esterna è formata da un sistema di stecche orizzontali che prosegue lungo la vecchia fabbrica.


Districte 22@

IL3 - Institut de Formació Contínua (1996, J. Seguró) La fabbrica José Canela e Hijos, vecchio Can Tiana, costruita tra il 1898 e il 1914, si occupava della produzione di macchine tessili. L’edificio è stato ristrutturato e convertito, dal 1996, in sede dell’Università di Barcellona e dal 2005 è sede del IL3 (Institute for LifeLongLearning).

UPF - Universitat Pompeu Fabra Campus del Poblenou ( 1870; 2008)

Ex complesso industriale, l’UPF ha insediato in questo campus gli studi nei settori della comunicazione, tecnologia e linguaggio. Oltre alla fabbrica La Nau, il Campus è completato dai nuovi edifici Roc Boronat e Tàngere, le officine Tallers della zona e la ex fabbrica di Can Framis.


Districte 22@

Can Framis Museum - Fundació Vila Casas (2007-09, Estudio BAAS Arquitectos) All’interno dell’ex fabbrica di cotone Can Framis, il progetto ha visto il restauro dei due corpi di fabbrica preesistenti, la costruzione di uno nuovo che li collega e la creazione di un cortile, pavimentato con le pietre recuperate dalla ex fabbrica, che rappresenta l’ingresso principale al museo.

Indra (2004-06, b720 Fermín Vázquez Arquitectos) Edificio per uffici di 12 piani, di cui i primi tre seguono l’allineamento della strada, mentre il resto segue l’angolo. Le due strutture sono separate dal basamento da un piano di servizi, arretrato rispetto alla facciata, che da la sensazione che l’edificio fluttui sopra la base, conferendo leggerezza.


Districte 22@

Radio Nacional de España (RNE) (2005-07, RR Arquitectos, P.J. Ravetllat, C. Riba) La sede della Radio Nazionale di Spagna, nel 2008 si trasferisce nel distretto 22@. Con il cambiamento, la stazione ha ottenuto un intero edificio di 3.000 m2 che si sviluppa su sei piani, con tutti i servizi tecnologici. Le facciate sono dotate di elementi orizzontali per il controllo della luce solare.

T-Systems (2013) Multinazionale che ha trasferito la sua sede centrale da Madrid a Barcellona, creando 170 nuovi posti di lavoro nel 2013 e prevedendone altri 350 nel 2014, ha l’obiettivo di promuovere l’uso e l’implementazione di soluzioni e tecnologie mobili in collaborazione con i centri di ricerca della città.


Districte 22@

MEDIA-TIC ( 2005-09, E. Ruiz-Geli / Cloud 9) L’edificio cerca di essere iconico nel mondo digitale e un veicolo per la diffusione di nuove tecnologie, pur essendo concepito come uno spazio civico socialmente aperto. Il volume, a forma di cubo, è costituito da grandi travi di ferro ricoperte da un rivestimento in plastica di bolle gonfiabili, che offrono scorci della struttura fluorescente dell’edificio. Il rivestimento ha anche l’utilità funzionale di regolare luce e temperatura, evitando che dall’edificio si disperdano circa 114 tonnellate di CO2 all’anno, e offrendo un risparmio del 20 % sul controllo del clima. La copertura agisce come un rivestimento esterno e una protezione solare mobile che consente alla luce di penetrare e permette anche risparmi in termini di calore.


Districte 22@

Barcelona Televisió (BTV) (2005) La sede centrale di Barcellona Television (BTV) si è trasferita nel cuore del distretto 22@ nel 2005. L’installazione nel nuovo edificio ha significato il culmine del processo di digitalizzazione della televisione locale e il suo impegno per il nuovo distretto tecnologico.

Parc Central del Poblenou (2008, Jean Nouvel) Il parco, che copre una superficie di 55.000 m2, è composto come una struttura architettonica ma il cui materiale è vibrante, naturale e controllato. Ciascuna delle quattro isole che compongono il giardino è circondata da pareti ricoperte di piante e anche la parete perimetrale del parco e coperta da piante.


Sala Beckett Obrador Internacional de Dramaturgia (2017, Flores & Prats Architects) Ex club operaio Pau i Justicia costruito nel 1920, oggi la nuova Sala Beckett è uno spazio culturale dedicato al teatro, alla formazione teatrale e alla sperimentazione. Il progetto deriva dalle qualità spaziali e decorative della costruzione esistente: ogni elemento significativo è stato accuratamente mantenuto, dai telai alle porte, le piastrelle policrome, i rosoni, le stratificazioni presenti tra muratura e intonaco. L’apertura ad angolo della facciata rende le attività svolte all’interno visibili e accessibili. La maggior parte degli spazi del piano terra sono utilizzati per attività pubbliche stabilendo un rapporto di continuità con il tessuto urbano. La luce che filtra dall’alto attraverso un lucernario nell’area di ingresso dà vita alla complessità degli spazi, conferendo un senso di unità a tutto l’edificio.


Ex Dipòsit de les Aigües Biblioteca Universitat Pompeu Fabra L’antica torre idrica fu progettata da Josep Fontserè (l’edificio risale al 1876, ma fu inaugurato solo nel 1880) con lo scopo di regolare il flusso d’acqua della cascata del parco della Ciutadella per irrigare i giardini. Dopo oltre cento anni di usi differenti ‒ asilo comunale, magazzino dei vigili del fuoco, magazzino della Polizia Municipale, archivio del Palazzo di Giustizia, ecc. ‒ divenne proprietà dell’Universitat Pompeu Fabra nel 1992, che incaricò gli architetti Lluís Clotet e Ignacio Paricio del progetto di riconversione dell’antico deposito in biblioteca generale dell’università. I lavori, iniziati nel 1993, hanno condotto all’apertura al pubblico della biblioteca nel 1999, con 3.500 m2 recuperati. Nel 2003 si è concluso l’ampliamento di altri 2.400 m2, mentre l’ultima fase prevede l’apertura delle tre navate settentrionali.



IAAC - Institute for Advanced Architecture of Catalonia L’Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna (IAAC) è un centro di ricerca, educazione, produzione e divulgazione, con la missione di immaginare il futuro habitat della nostra società e costruirlo nel presente. Segue la rivoluzione digitale a tutti i livelli per espandere i confini dell’architettura e del design e affrontare le sfide affrontate dall’umanità. È un centro sperimentale ed esperienziale in cui si impara facendo, attraverso una metodologia di test che promuove soluzioni reali. È una fondazione no profit aperta, indipendente e radicale, con 17 anni di attività; ispirato ai valori di Barcellona, capitale della architettura e del design, in cui è stata inventata l’urbanistica e in cui una ricerca locale di alta qualità e orientata all’innovazione è collegata a una rete internazionale

di eccellenza nei settori della tecnologia, dell’architettura e della società. Lo IAAC è Formazione, con una vasta gamma di programmi master pionieristici, che offrono alla prossima generazione di architetti e changemaker lo spazio per immaginare, testare e modellare il futuro di città, architettura e tecnologia. Ciò è possibile anche attraverso la Fab Academy, un modello educativo distribuito che mira a introdurre chiunque nella fabbricazione digitale. IAAC è Innovazione, con il Fab Lab di Barcellona, ​​il primo e il più avanzato laboratorio di produzione digitale dell’UE, e il Green Fab Lab, il primo laboratorio di fabbricazione digitale orientato alla autosufficienza: due luoghi in cui è possibile costruire quasi tutto. IAAC è Ricerca, grazie a una serie di progetti finanziati dall’Unione



Europea e sviluppati in collaborazione con partner europei pubblici e privati, orientati ad esplorare il ruolo della tecnologia nella nostra società e città. L’IAAC è Comunità e, al di là del suo lavoro educativo e di ricerca, cerca contatti e cooperazione permanenti tra le centinaia di insegnanti, ricercatori, istituzioni e aziende che perseguono l’obiettivo di fornire soluzioni alle grandi sfide dell’umanità. IAAC è Patrimonio, con i Valldaura Labs, un centro di ricerca autosufficiente situato nel parco metropolitano Collserola, dove sono implementati una serie di laboratori per la produzione e la sperimentazione di energia, cibo e cose. IAAC è Divulgazione, attraverso conferenze, pubblicazioni, mostre e concorsi, e promuove i suoi valori nella discussione su architettura,

città, società e tecnologia, affrontando le sfide odierne a livello mondiale. Lo IAAC è organizzato in quattro dipartimenti, tutti dedicati alla ricerca, all’istruzione, alla produzione e alla divulgazione, con la missione di immaginare il futuro habitat della nostra società e costruirlo nel presente. I dipartimenti sono: • The Advanced Architecture Group, diretto da Areti Markopoulou; • Il Fab Lab di Barcellona, diretto da Tomás Diez; • The Urban Sciences Lab, diretto da Willy Müller; • I laboratori autosufficienti di Valldaura, diretti da Vicente Guallart.



Vila Olímpica

L’area in cui sorge il quartiere della Vila Olímpica sostituisce l’antica zona industriale del Poblenou. In seguito alla designazione di Barcellona in qualità di sede delle Olimpiadi del 1992, tutta questa zona è stata completamente rinnovata: sono state abbattute le fabbriche dismesse esistenti ed è stata costruita ex novo una piccola città che si propone come modello urbanistico. I Giochi sono stati, quindi, una importante occasione per recuperare una porzione di litorale, allora inaccessibile e inquinato, e per recuperare una zona industriale costiera, disaggregata e fatiscente. Il complesso è stato concepito a partire dalla struttura dell’Eixample di Ildefons Cerdà, con vie rettilinee e ampi isolati di appartamenti che conservano il loro spazio interno come giardino comunitario e zona di servizi.

Il progetto ha previsto la realizzazione di 2.000 appartamenti (per ospitare 15.000 atleti durante le Olimpiadi) e gli impianti per le installazioni degli sport nautici. Gli edifici residenziali si sviluppano attorno a quella che si configura come la Rambla del nuovo quartiere, la Avenida Icaria, una scultura costituita da una serie di strutture di metallo e legno che evocano un viale alberato. L’opera di Pergole di E. Miralles e C. Pinòs attua una rottura formale con la rigorosa e omogenea composizione delle facciate degli edifici che la circondano, riempiendo la strada di una drammatica espressività. Ai blocchi residenziali ordinati sono contrapposti gli edifici per i servizi distribuiti sulla linea di costa, come i due grattacieli della torre MAPFRE e dell’Hotel Arts.


Vila Olímpica

Edificio-porta n.1 (1989-92, R. Amadó, L. Domènech) Gli edifici-porta sono edifici pubblici così denominati perché superano, grazie all’articolazione dei volumi, la strada che li attraversa. L’edificio-porta n.1 è costituito da un parallelepipedo di due piani sollevato a 16 metri e sostenuto da una fitta maglia di pilastri metallici.

Edifici-porta n.2-3-4 (1989-92, A. Viaplana, H. Piñón) Interventi gemelli disposti a cavallo della stessa via, il linguaggio di questi edifici si esprime nel rifiuto dello schema simmetrico impostato sull’asse stradale che scavalcano con un andamento a scala rovesciata, con il volume ritagliato proprio sopra il vuoto della strada.


Vila Olímpica

Centrale telefonica (1989-92, J. Bach, G. Mora) L’intervento si compone di due blocchi: uno a pianta regolare contenente i macchinari per gli scambi telefonici automatici, l’altro cilindrico a base ellittica destinato agli uffici. Un ponte li collega e contiene gli spazi di ristoro per gli impiegati.

Pergola (1990-92, E. Miralles, C. Pinós) Intervento che ha dato connotazione all’area, è composto da una sequenza di sculture a forma di alberi che, disposte lungo Avinguda d’Icària, creano una pergola artificiale (il sottosuolo, percorso dalla canalizzazione di drenaggio, ha impedito la piantumazione di alberi).


Vila Olímpica

Centro polisportivo (1990-91, F. Fernández, M. Gallego) Il progetto ricalca la forma rettangolare del lotto. Il cuore dell’intervento è costituito da una palestra rettangolare, mentre il compito di recuperare l’allineamento con i lati del triangolo è affidato agli spazi laterali in cui si articolano diversi servizi.

Chiesa di S. Abramo (1990-92, J. Benedito, A. Mateos) L’edificio è stato rogettato per assolvere la funzione di Centro Ecumenico, sede delle manifestazioni religiose per gli atleti delle Olimpiadi. Dopo la fine dei Giochi è stato trasformato in una chiesa cattolica a servizio del quartiere.


Parc del Litoral (1985-92, MBM, A. Puigdomènech)

Il Parc del Litoral è uno dei cinque grandi spazi verdi, insieme al Parc del Port Olímpic, al Parc de la Nova Icària, al Parc de les Cascades e al Parc de Carles I, che sono stati costruiti sulla vecchia area industriale del Poblenou all’inizio degli anni ‘90. Il recupero di quest’area e la destinazione d’uso di una sua parte per la realizzazione di nuovi spazi verdi pubblici è stato un intervento molto importante ai fini della riqualificazione del lungomare. Il parco è separato dal traffico viario da un ampio percorso di accesso con una lunga fila di pioppi e numerose siepi rettangolari, distribuite in modo irregolare, che creano una progressione di spazi che si allontanano dal traffico verso il silenzio del parco. Diverse tipologie di essenze, prati, dune e sentieri rendono il parco ben integrato con la spiaggia.



Port Olímpic

Il Porto Olimpico, nato per ospitare le gare di vela, è stato progettato con l’obiettivo di diventare, dopo la chiusura dei Giochi Olimpici, un polo sportivo e un centro di attività urbane. Le attrezzature sono state studiate per dare forma a un sistema integrato di spazi, come piazze, percorsi, terrazze che si affacciano sull’acqua e che ospitano una sequenza di oltre 500 metri di negozi, ristoranti, centri di divertimento e altro. Gli obiettivi principali di questo progetto sono stati: la riorganizzazione del sistema infrastrutturale, con l’eliminazine della barriera costituita dalla ferrovia; la realizzazione di un sistema morfologico in grado di favorire integrazione sociale; la promozione di un pluralismo progettuale attraverso la diversificazione delle architetture. Il progetto traduce un’idea di

waterfront per cui il passaggio città-mare non deve essere più un lungomare tradizionale, bensì un’area strutturalmente complessa fatta da spazi funzionalmente interconnessi. Ai blocchi residenziali ordinati che seguono la trama della maglia ottocentesca, sono stati contrapposti gli edifici per i servizi distribuiti sulla linea di costa. Tra questi, aree destinate a verde si alternano a passeggiate pedonali su vari livelli e piazze. Sul waterfront, attorno al regolare impianto del nuovo Porto Turistico, sorgono i due grattacieli della Torre Mapfre e dell’Hotel Arts del cui progetto fa parte il Peix di Frank Gehry.


Port Olímpic

Delegació Territorial d’e AEMET (1989-91, A. Siza) Il centro, costruito per ospitare gli impianti per il controllo metereologico, faceva parte delle attrezzature previste per le Olimpiadi del ‘92. Posizionato in un punto strategico, ha il merito di focalizzare lo spazio in un luogo denso di episodi architettonici e infrastrutturali.

Centre Municipal de Vela de Barcelona (1989-91, MBM, A. Puigdomènech) Edificio contenitore bianco, si caratterizza per la copertura disseminata di camini di ventilazione, variamente orientati sopra una rigida maglia strutturale, che tendono a riproporre il gioco delle vele in una regata.


Port Olímpic

Capitaneria di Porto (1989-91, MBM, A. Puigdomènech) Un cubo di 12 metri, rivestito di marmo bianco, scavato secondo un processo di sottrazione di volumi che lascia intravedere lo scheletro della struttura, è destinato a ospitare gli uffici della Capitaneria di Porto e della Guardia Civil.

Torre MAPFRE (1988-92, I. Ortiz, E. León) La torre forma, con la quasi gemella torre dell’Hotel Arts, un importante segno di individuazione dell’asse urbano che collega il cuore della città con il mare. Le finestre sono inclinate in maniera da riflettere il suolo, assumendo l’aspetto di un gigante specchio sulla spiaggia sottostante.


Port Olímpic

Hotel Arts (1988-92, B. Graham, SOM, F.O. Gehry) Parallelepipedo di vetro ingabbiato in un traliccio metallico bianco, la torre alta 150 metri forma, assieme alla torre MAPFRE, un grande portale urbano che sovrasta il Passeig de Carles I, caratterizzando l’area della Vila Olímpica e del Porto.

Pergola Peix (1990-93, F.O. Gehry) Realizzata con l’intreccio di nastri di rame che costituiscono un enorme tessuto sostenuto da un telaio metallico, la grande pergola che rappresenta una balena alta 35 metri, è diventata un punto di riferimento del nuovo lungomare.


Port Olímpic

Hospital del Mar (1987-92, M. Brullet, A. de Pineda) Il progetto per la trasformazione e l’ampliamento dell’Hospital del Mar aveva un duplice obiettivo: dare una nuova organizzazione funzionale e fisica all’ospedale olimpico e definire la sua struttura e la sua immagine coerentemente con il processo di rinnovamento del fronte marittimo. Dal punto di vista urbano, i nuovi volumi hanno risposto alla necessità di collegare il quartiere della Barcelloneta con la nuova Vila Olímpica e alla volontà di integrare le nuove superfici in forma permeabile con la trama degli spazi verdi. Le nuove volumetrie hanno determinato la regolarizzazione della facciata sul lungomare, l’edificazione di un monoblocco e il conseguimento di un ambiente domestico all’interno dell’ospedale.



La Barceloneta

A seguito della conquista di Barcellona da parte delle truppe di Filippo V nel 1714, l’esercito decise di edificare un complesso fortificato, la Ciutadella, a scapito del tessuto edilizio presente, circa il 20% del totale dell’edificato urbano, che venne raso al suolo. Nel 1753, per risolvere il problema degli alloggi che si era creato a seguito della demolizione delle case della Ribera, su progetto dell’ingegnere Pròsper de Verboom si diede avvio alla costruzione della Barceloneta, nuovo quartiere urbano la cui struttura nasceva da due idee fondamentali: un alloggio di tipo ben definito e la volontà di progettare la città a partire dal tracciato esistente. Su quest’area tra spiaggia e porto trovarono alloggio circa 10.000 persone. Il quartiere, originariamente nato come un blocco isolato, e avrebbe confermato questa sua

caratteristica sia per la presenza della muraglia difensiva che per il tracciato della linea ferroviaria costiera. Il quartiere comprendeva 15 vie parallele intersecate da 5 strade ad angolo retto. Il processo di riqualificazione dell’area inizia nella seconda metà del XX secolo con gli interventi sui tessuti storici, al fine di applicare la strategia del diradamento edilizio per offrire sole e ventilazione alle strette vie del quartiere. L’azione di rinnovamento trova ulteriore impulso durante le trasformazioni per i Giochi Olimpici e si concretizza nella sistemazione delle spiagge, del fronte a mare e del fronte porto della Barceloneta. L’importanza di quest’area è riconducibile alla sua posizione e al suo ruolo: affaccio storico della città al mare e sede delle tradizionali attività portuali.


La Barceloneta

Parc de la Barceloneta (1992-95, J. Henrich, O. Tarrasó) Costruito su un terreno precedentemente occupato dalla fabbrica Catalana de Gas, demolita nel 1989, il Parc de la Barceloneta è uno spazio di transizione aperto tra il quartiere della Barceloneta e la Villa Olimpica, che incontra il mare alla fine del suo percorso. Questo spazio verde, ampio e luminoso, è diventato il nesso che collega la Ronda Litoral alla spiaggia. Il Parco è organizzato in tre aree principali: la prima, costruita attorno a ciò che resta di un vecchio serbatoio di gas, è uno spazio aperto che collega il Passeig Maritim con Carrer Doctor Aiguader; la seconda è costituita da grandi piste separate da sentieri pavimentati; infine, la terza è occupata da un campo di calcio.


La Barceloneta

Mercat de la Barceloneta (2007, J. Mias) Il progetto ha conservato la struttura originale dell’edificio, che risale al 1884. Il mercato è dotato di pannelli solari fotovoltaici, strutturalmente integrati, che producono 30 kilowatt all’ora, che riesce a coprire circa il 40 % del fabbisogno energetico totale del mercato.

Museo d’Història de Catalunya (1993-96, J. Benedito, A. Mateos) Un tempo sede dei Magazzini Generali del Port Vell, costruito nel 1901 e conosciuto come il Palau del Mar, l’edificio è stato trasformato e inaugurato come Museo nel 1996, con l’obiettivo di esporre la storia del paese ai cittadini della Catalogna attraverso mostre permanenti ed esposizioni temporanee.



Port Vell

Il Port Vell iniziò ad assumere la sua configurazione definitiva al principio del XVII secolo, divenendo discretamente competitivo grazie a un molo di quasi 200 metri e una diga foranea capace di dare protezione alle imbarcazioni. Assunse principalmente la funzione di approdo per navi mercantili che scaricavano container. Oggi è una zona che ha cambiato profondamente il volto a mare della città.
 La sua trasformazione è stata parte del programma di rinnovo urbano prima delle Olimpiadi del ‘92. Questa zona era diventata, negli anni ’80, un decadente agglomerato di magazzini vuoti, cantieri ferroviari, edifici industriali e discariche, versando per parecchio tempo in uno stato di semi abbandono. Grazie agli interventi di rigenerazione urbana, quello che una volta era un posto di marinai e

mercati del pesce, è ora un luogo di ritrovo e svago che ospita ristoranti, cinema, locali notturni e negozi. La realizzazione di una strada sotterranea a scorrimento veloce e la sistemazione del Moll de la Fusta hanno permesso di completare l’obiettivo di riconnessione della città al mare, creando un sistema pedonale continuo dalla Rambla al Port Vell, che ha trovato il suo compimento definitivo ‒ alla fine degli anni Novanta ‒ con la ristrutturazione di un altro settore del Port Vell: il Moll d’Espanya. Eliminate le attività portuali, sono stati realizzati diversi interventi per il commercio e il tempo libero, inseriti in un insieme di spazi pubblici rappresentati soprattutto dalla Rambla del Mar e dal Parc de l’Istme.


Port Vell

Parc de l’Istme (1993-95, A. Viaplana, H. Piñón) Parco disegnato con pochi e incisivi tratti, dalla spigolosa geometria, fa parte del progetto di sistemazione del Moll d’Espanya, fungendo da collegamento tra il litorale del Port Vell (Moll de la Fusta) e il resto del molo.

Cine Imax (1993-95, J. Gaecés, E. Sòria) Edificio isolato sul lato est del Moll d’Espanya, appare come un bianco grande oggetto metallico, a cui gli sono accostati tre corpi minori distribuiti attorno a un foyer illuminato da un lucenrario. Finalità del progetto è stata quella di creare un contenitore flessibile, ma dotato di particolare espressività.


Port Vell

Aquàrium (1992-95, R. Terrades, E. Terrades) L’acquario occupa un lotto trapezoidale che chiude l’angolo nord-est del Moll d’Espanya. L’ingresso è protetto da un alto porticato su sottili colonne cilindriche.

Maremagnum (1993-95, A. Viaplana, H. Piñón) Centro ludico commerciale di grandi dimensioni, l’edificio è caratterizzato da una forte permeabilità attraverso tettoie, gallerie e la vela che si innalza al di sopra della copertura e, soprattutto, dalla grande superficie curva aperta che prospetta sul lato meridionale del complesso.


Moll de la Fusta

(1981-86, M. de Solà-Morales)

Il grande rettangolo che caratterizza l’area era precedentemente attraversato dalla ferrovia: da un lato vi era il molo, mentre dall’altro la strada con un spazio pedonale ridotto al minimo. Prima parte della darsena di Barcellona ad essere trasformata, il progetto di riqualificazione, che ha restitutio alla città una parte rilevante di suolo pubblico, può essere letto attraverso i suoi elementi principali: il Passeig, il molo e, tra questi due, una fascia costruita. Quest’ultima è coperta da una terrazza in cui sono presenti locali di ristoro, e da un largo percorso pedonale arredato con panchine e pergolati. Al livello inferiore si trovano i parcheggi e la viabilità veloce, sottratta così alle interferenze con la superficie.


Rambla de Mar

(1993-95, A. Viaplana, H. Piñón)

Parte del progetto di trasformazione e riorganizzazione del Moll d’Espanya, l’intervento si inserisce nel processo d’apertura della città al mare, collegando il porto vecchio alla città con la crezione di un prolungamento della Rambla storica attraverso un percorso pedonale: la Rambla del Mar. La passerella, lunga circa 300 metri, è appoggiata su una serie di supporti ancorati sul fondo del mare che reggono una struttura in metallo e cemento rivestita in legno. L’andamento ondulato dei canali d’illuminazione, la pavimentazione in doghe di legno, il taglio a carena di nave dei portici sono citazioni esplicite della volontà di ricondurre il disegno a immagini portuali. La qualità del progetto è da ricercarsi nella varietà e libertà del linguaggio, teso a valorizzare la luce e l’atmosfera tipica dei porti.


Museu Marítim de Barcelona

Di stile gotico, la costruzione viene realizzata in due tappe: prima tra il 1283 e il 1328, poi tra il 1328 e il 1390. In seguito sono stati realizzati ampliamenti e ristrutturazioni, pur mantenendo fondamentalmente intatta la struttura originale, di pianta rettangolare con una torre ad ogni angolo. Delle quattro torri originarie, oggi ne restano due, coronate da merli catalani. L’interno è diviso in dieci navate gotiche formate da colonne dell’altezza di sei metri. Tra il 1957 e il 1966, l’architetto Adolf Florensa i Ferrer, incaricato dalla Diputació, porta avanti un restauro funzionale alle necessità del Museo stesso. Dal 1985 vengono apportati nuovi cambiamenti: dai 4.000 metri quadrati del 1941, si passa ai 10.000 dedicati alle esposizioni, 1.500 ai servizi e 2.200 ai giardini.


La Rambla

Primo spazio urbano di importanti dimensioni per il passeggio, le fiere e i mercati, fino al 1860 la Ramblas rappresenta l’unica grande arteria della città come luogo di incontri, fulcro del commercio e del divertimento. La sua organizzazione fortemente asimmetrica nasceva dall’esigenza di rendere progressivo e discontinuo il processo di smantellamento delle mura di Levante. Solo a partire dal 1774, con la progressiva demolizione delle mura gotiche, si potè dare avvio all’allineamento del tracciato. La configurazione definitiva fu raggiunta nel XIX secolo, quando, con la confisca dei beni ecclesiastici, la trasformazione dello spazio occupato dal Convento dei Cappuccini ha dato luogo alla Plaça Reial, alla Boqueria e al teatro dell’Opera del Liceu. La Rambla è diventata così il luogo pubblico per eccellenza della città.



Ciutat Vella

Verso il 200 a.C. i Romani conquistarono l’antica Barkero ma, con la crisi dell’Impero Romano, la città si declassò a centro di scambio tra contadi catalani finché, nel XI secolo fu dotata di una cinta muraria ampliata lungo il perimetro dell’attuale Ciutat Vella. Nel 1859 fu approvato il piano di espansione Cerdà e iniziò, per la Ciutat Vella, un periodo di decadenza, in quanto le forze più attive della popolazione tendevano a trasferirsi nei nuovi quartieri. Nel 1980, con le prime elezioni democratiche degli organi amministrativi, per il centro storico si avviava un processo di risanamento attraverso il Plans Especial de Reforma Interior (PERIs) e, come strumento in grado di affrontare i problemi della sicurezza e dei servizi sociali, il Pla d’Actuació Integral. Nel 1986 prendeva il via l’Àrea de

Rehabilitació Integrada de la Ciutat Vella, un piano di coordinamento tra le funzioni de la Generalitat (massimo organo amministrativo regionale) e quelle dell’Ajuntament. Strumento di carattere operativo era, invece, la Promoció Ciutat Vella, voluto dall’Ajuntament per garantire la disponibilità economica e quindi la fattibilità degli interventi, mentre un’azione di sostegno veniva svolta dalle associazioni cittadine. I lavori intrapresi nei primi anni ‘80 riguardano la demolizione di edifici in rovina, la costruzione di nuovi alloggi, di centri civici, centri d’assistenza primaria, complessi sportivi, case di riposo per anziani, ecc.. La rete infrastrutturale era potenziata e in parte rifatta e si metteva in moto un processo di progressiva pedonalizzazione, reso possibile da un capillare sistema di parcheggi sotterranei.


Ciutat Vella

APROP Close Proximity Temporary Housing (2019, Straddle3)

Primo blocco di alloggi temporanei APROP in città, l’edificio è stato realizzato utilizzando container marittimi, una nuova formula innovativa per case sostenibili a costruzione rapida volta ad alleviare la pressione causata dall’emergenza abitativa nel distretto di Ciutat Vella. Il blocco utilizza una struttura modulare composta da sedici container marittimi ricondizionati, messi insieme per creare un edificio con dodici appartamenti: quattro appartamenti con due camere da letto con 60 metri quadrati di superficie e otto case con una camera da letto con 30 metri quadrati di superficie . Trattandosi di edifici modulari industrializzati, le case APROP riducono gli sprechi del 58%.


Ciutat Vella

Plaça Reial (1981-84, R. Correa, A. Milá) La piazza, formata da un rettangolo di 56x84 metri, più volte ritoccata, è stata chiusa al traffico. Eliminati i gradini e le aiuole, vi è stata realizzata una pavimentazione in pietra del Montjuic. Il piano del calpestio è stato trattato come una lastra continua dalla quale spiccano gli elementi di arredo.

Plaça de George Orwell (1989-90, J. Barjuan) La demolizione di alcuni edifici del centro ha permesso la realizzazione di questo intervento, secondo le indicazioni del Piano Generale Metropolitano, con l’obiettivo di rivitalizzare il contesto circostante. La forma dell’area, triangolare, ha guidato la progettazione come elemento ordinatore.


Ciutat Vella

Plaça de Sant Miquel Per molto utilizzato come parcheggio all’aperto del Comune di Barcellona e della Generalitat, il processo di trasformazione che ha coinvolto l’intera città ha deciso di trasformare questo spazio restituendolo ai cittadini creando un nuovo spazio pubblico con aree per usi creativi.

Plaça de Sant Jaume Cuore amministrativo della città di Barcellona e una delle più antiche e importanti piazze della capitale catalana. Sorge sul luogo in cui s’incrociavano il cardo e il decumano dell’antica colonia romana di Barcino e dove si trovavano il foro e il Tempio di Augusto.


Ciutat Vella

Basílica de Santa Maria del Mar (1329-1383, B. de Montagut.) L’edificio in stile gotico-catalano, fu edificato con i fondi di mercanti e costruttori navali. L’assenza del coro e degli arredi, distrutti durante la Guerra Civile, conferisce maggiore spaziosità e semplicità. Negli anni ‘60, durante degli scavi, venne portata alla luce una necropoli risalente ai secoli IV- VI.

Plaça del Fossar de les Moreres (1988-89, C. Fiol)) Piazza dedicata ai caduti nella capitolazione di Barcellona assediata dalle truppe di Filippo V (1714), si caratterizza per il ribaltamento concettuale del monumento, che è scavato con un invaso poligonale con il lato principale parallelo al fianco della basilica di Santa Maria del Mar.


Ciutat Vella

Museo Picasso (1963; 2001-2003, J. Garcés) Fondato nel 1963 su iniziativa dell’artista e scrittore catalano Jaume Sabartés con il supporto dello stesso Picasso, e successivamente ampliato nel 2003 su progetto di Jordi Garcés, il museo è ospitato all’interno di un complesso architettonico che comprende cinque palazzi medievali espressione dell’architettura gotico-catalana – Palau Aguilar, Palau Baró de Castellet, Palau Meca, Casa Mauri e Palau Finestres – siti nel cuore storico della città. Il pianoterra è reso interamente di libero accesso e un gioco di percorsi che collegano l’interno del museo con il giardino posteriore e con lo spazio urbano rafforzano il carattere pubblico della quota urbana del progetto.


Ciutat Vella

Born Centre Cultural ( 2006-13) L’ex principale mercato all’ingrosso della città, cessò la sua attività agli inizi degli anni ‘70. A seguito di un restauro l’edificio restò privo di una funzione specifica e al suo interno vennero realizzate diverse esposizioni ed attività culturali. Nel 2002 furono ritrovati, al di sotto della struttura, antiche rovine delle mura medievali della città, ancora ben conservate. La valenza storicodocumentale del giacimento è tale che la municipalità decise di conservarlo e rendere il Born un centro culturale cittadino. Nel 2013 riapre come “Born Centre Cultural”, centro espositivo incentrato sulla promozione dei reperti archeologici settecenteschi riemersi e sulla divulgazione degli avvenimenti correlati all’assedio della città di Barcellona del 1714.


Ciutat Vella

Parc de la Ciutadella (1888, J. Fontserè i Mestre; 2003, E. Battle, J. Roig) Realizzato in occasione dell’Esposizione Universale del 1888, nel 2003 il Plan Director del Parc de la Ciutadella affronta il tema della sua sistemazione generale, migliorandone l’accessibilità e la permeabilità e instaurando un adeguato collegamento con il fronte marittimo.

Arc de Triomf (1888, J. Vilaseca) Progettato come ingresso principale all’Esposizione Universale del 1888, il suo stile è un chiaro riferimento all’architettura mudejar, caratteristica della dominazione araba della Spagna, con ampio utilizzo di mattoni e maiolica. La parte superiore è decorata con fregi e sculture.


Ciutat Vella

El Nacional (anno, progettista) El Nacional Barcelona è un emblematico edificio che oggi ospita il multispazio gastronomico di riferimento in città, ma che in passato ha avuto diverse funzioni quali teatro, fabbrica di pellicce, concessionaria auto e, infine, garage privato operativo fino al 2013. Nel giugno di quell’anno, Subirats Bureau e l’imprenditore Lluís Canadell hanno creato la società Ocio Gastronónico Barcelona SL per recuperare questo spazio, che è stato riaperto nell’ottobre del 2014, con un’area di oltre 3.000 m2. La riconversione ha rispettato e ripristinato il soffitto formato da volte sostenute da colonne industriali e con numerosi lucernari che illuminano l’interno, e conserva elementi unici come la pavimentazione di lastre esagonali.


Ciutat Vella

Plaça de Catalunya (1927, F. Nebot) Con una superficie di circa 50.000 metri quadri, è il punto d’incontro tra il vecchio nucleo della città e l’Eixample, e da cui partono le principali strade della città. Attorno ad essa si concentrano la finanza, il commercio e il turismo della capitale ed è un importante snodo dei trasporti pubblici.

Plaça de la Vila de Madrid (2003; D. Baena, T. Casamor, J.M. Quera) Negli anni ‘50 del secolo XX fu scoperta, sotto la piazza, una necropoli romana che condusse alla decisione di configurare la piazza come un giardino orientato verso la necropoli, uno spazio museale dell’ambito archeologico. Un ponte pedonale permette la visione dei resti e la percorrenza dell’area.


Ciutat Vella

Col·legi d’Arquitectes de Catalunya (1958-62, X.B. Sindreu ) L’edificio è composto da un basso corpo trapezoidale e da una torre superiore con struttura metallica a otto piani. Sulla facciata è presente un fregio con incisioni che riproducono i disegni di Picasso. Nel 2018 la facciata e gli interni della torre degli uffici sono stati completati.

Catedral de Barcelona (1298-XV secolo) Sorge nel luogo in cui vi erano un battistero paleocristiano (VI sec) e una basilica romana (XI sec). L’edificio è un insieme di stili architettonici diversi: la struttura è della fine del XIII secolo, ma ad essa furono aggiunte le cappelle barocche nel XVI sec. e nel XIX sec. la facciata e le guglie in stile gotico.


Ciutat Vella

Mercat de Santa Caterina ( 2001-05, E. Miralles, B. Tagliabue) La trasformazione del mercato è stata un elemento centrale nel processo di rinnovamento urbano che ha interessato il quartiere della Ribera. Il progetto ha assunto uno schema che ha permesso di sviluppare la complessità della città e rispettare la normativa urbanistica adottata. La trasformazione ha implicato una riduzione dei banchi di vendita e una razionalizzazione dei sistemi di accesso e dei servizi, aggiungendo spazio pubblico e densità residenziale. Le tre antiche facciate del complesso sono state conservate, mentre è stata demolita la parte centrale. La copertura che unifica il perimetro è l’elemento che definisce il nuovo spazio pubblico.


Ciutat Vella

Plaça de Sant Felip Neri (1938, A.Florensa i Ferrer) La piazza costituisce un pezzo di storia di Barcellona, narrata anche dalla targa commemorativa visibile nella piazza: il giorno 30 gennaio del 1938 in piena Guerra Civile, durante un bombardamento da parte delle milizie franchiste, una bomba provocó il crollo del sotterraneo della chiesa.

Basílica de Santa Maria del Pi L’edificio attuale venne costruito tra il 1319-20 e il 1391, con uno stile gotico puro, a una sola navata e completamente sprovvisto di decorazioni. In seguito a un incendio, venne adeguata al nuovo gusto architettonico, divenendo così una chiesa con facciata gotica e interno neogotico.


Ciutat Vella

La Boqueria (XVII secolo) La Boqueria è il mercato più popolare della Spagna e il più grande della Catalogna con i suoi 2.583 m2 e con più di 300 bancarelle. Dove ora sorge il mercato una volta vi era il convento di San José (distrutto da un incendio), dal quale deriva il nome del mercato. Dopo la distruzione del convento fu costruita una grande piazza con un importante colonnato, e il mercato fu trasferito fra quelle colonne e inaugurato ufficialmente nel 1836. Era inizialmente un mercato all’aperto alle porte della città nella piana del Pla della Boqueria, ed era composto dai banchetti degli ambulanti e degli agricoltori. L’attuale copertura metallica fu inaugurata nel 1914 e nel 2000 l’intero complesso fu ulteriormente ristrutturato.


Ciutat Vella

Antic Hospital de la Santa Creu (1401-14) Principale ospedale della città, realizzato per riunire in un unico edificio i diversi ospedali della città, è rimasto attivo fino al 1930. L’edificio oggi ospita la Biblioteca de Catalunya (dal 1939), l’Institut d’Estudis Catalans (dal 1931), la Escola Massana (dal 1935) e due biblioteche pubbliche della Diputació di Barcellona. Nel XVI secolo crollò una delle quattro ali del complesso e venne costruito un altro patio porticato, che venne unito al preesistente, dove è tuttora presente la monumentale scala che conduce alla sala di lettura della Biblioteca de Catalunya. Il complesso include inoltre una piccola chiesa gotica accanto alla carrer Hospital e un’abitazione del XV secolo, che fungeva da archivio dell’ospedale.


Ciutat Vella

Gran Teatre del Liceu (1847, M. Garriga i Roca; I. de Solà-Morales, 1999) Costruito nel 1847 è stato progettato per ospitare il Conservatorio di musica e con lo scopo principale di creare un luogo in cui l’alta società potesse andare a vedere l’opera. L’edificio fu distrutto da un incendio nel 1994 e riaperto nel 1999 dopo una fedele ricostruzione.

Filmoteca de Catalunya (2007, J.L. Mateo - MAP Arquitectos) Il progetto è stato concepito come qualcosa a metà tra un edificio industriale e una struttura in costruzione. L’edificio si sviluppa su sei piani, di cui due interrati. All’interno trovano spazio, su una superficie di 6mila m2, due cinema, una biblioteca, 12 cabine di proiezione e sale espositive.


Rambla del Raval

(1998-2000; P. Cabrera, J. Artigues, A. Ribò)

La realizzazione di questo grande spazio pubblico, di 58 metri di larghezza per 317 di lunghezza, con l’obiettivo di produrre effetti rigeneratori in un tessuto urbano degradato, è stata possibile attraverso la demolizione di cinque isolati per un totale di 1.384 alloggi e 293 locali. Il progetto ha posto in risalto la vocazione di centralità di questo salone urbano come nuovo collettore di attività, risolvendo i flussi della viabilità e formalizzando uno spazio verde relazionato con i percorsi dai nuovi musei fino al porto della città. La conservazione dei tracciati dell’antica parcellazione è stata una risorsa poetica e funzionale per definire la struttura dei viali a lato del paseo centrale. L’intervento ha previsto anche il recupero degli edifici perimetrali allo spazio aperto.


MACBA | Museu d’Art Contemporani de Barcelona (1995, R. Meier) L’edificio è conformato come un grande parallelepipedo, rivestito in lamiera porcellanata bianca, affiancato da un corpo cilindrico all’estremità ovest, che ospita l’ingresso principale e vari spazi di servizio al pubblico, e da un corpo dalle forme fluide all’estremità est, che contiene spazi espositivi e uffici per lo staff. Dall’ingresso è possibile raggiungere le gallerie espositive principali attraverso una lunga rampa aderente alla facciata principale. Le gallerie, soprattutto quelle collocate ai piani superiori, sono progettate come spazi illuminati in modo naturale da una serie di lucernari ricavati nella copertura piana e dotati di un sistema di frangisole. La lunga rampa, leggermente inclinata, è uno degli elementi di arredo della piazza che, proseguendo all’interno, crea continuità tra l’edificio e il contesto urbano.


CCCB | Centro de Cultura Contemporánea de Barcelona (1990-94, H. Piñón, A. Viaplana) L’edificio che ospita il CCCB prende avvio dal recupero e dall’integrazione del complesso della Casa de la Caritat del Raval. Demilita una parte della struttura per far posto all’adiacente MACBA, si interviene nell’antico patio delle donne. Il programma esigeva una grande hall d’ingresso e un nucleo inportante di circolazioni verticali, mentre le sale espositive dovevano essere collocate al secondo e al terzo livello. Decidendo di conservare il carattere, la struttura e l’uso del patio, rimasero solo il livello interrato e il lato aperto della U per insediare quanto richiesto. Il progetto si limita, quindi, a un volume a L quasi indipendente che, formato dal salone d’ingresso e dal pacchetto delle circolazioni verticali, si incastra negli spazi lasciati liberi dal resto dell’edificato.


Casa Battló (1877-1907, A. Gaudí)

L’opera è situata in uno dei principali viali della città ed è stata commissionata dalla famiglia di industriali tessili Batlló. Con quest’opera Gaudí dà espressione ai principi dell’Art Nouveau e del Gotico, studiando una struttura dal carattere antropomorfo, in cui ogni elemento dell’architettura viene disegnato traendo ispirazione dal mondo animale e vegetale. Modellando la pietra arenaria, Gaudí realizza un progetto che richiama una struttura ossea (cambiò completamente la facciata, ridistribuendo i muri divisori interni), e con marmo, ferro battuto e maioliche colorate decora minuziosamente ogni parte dell’edificio, rendendo la casa un’opera d’arte. Dal 1984 è riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.


La Pedrera - Casa Milà (1905-12, A. Gaudí)

L’edificio, commissionato dalla famiglia Milà, è stato soprannominato La Pedrera, cava di pietra, per il suo aspetto esterno che vede l’utilizzo della pietra non levigata per la progettazione della facciata e dei balconi. Con questo progetto Gaudí esprime i principi del Modernismo catalano, inserendo elementi dalle forme sinuose, ispirate al mondo animale. L’edificio di sei piani si sviluppa su un lotto triangolare e presenta una facciata ondulata con balconcini decorati da elementi floreali in ferro battuto. Per la distribuzione del cortile interno e delle piante dell’abitazione, Gaudí sperimenta l’utilizzo di elementi strutturali curvilinei, che rendono la pianta libera, anticipando i principi modernisti di Le Corbusier. Dal 1984 è riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.



Can Batlló

Ex industria tessile inaugurata nel 1878 vive lo splendore economico fino alla prima metà del XX secolo. All’inizio degli anni ’60, con il tessile ormai in piena crisi, i proprietari decidono di porre fine alle attività produttive e affittano gli spazi a piccole e medie imprese. Negli anni ‘70 ha inizio una stagione di mobilitazione per espropriare Can Batlló che si rivelerà l’inizio del degrado: il piano del 1976 che destinava l’area a verde e servizi pubblici, infatti, non considera le difficoltà di negoziazione tra privato e pubblico, che si protraggono fino alla crisi iniziata nel 2008, un lungo periodo in cui l’area di Can Batlló viene lasciata in una condizione di progressivo degrado e abbandono. Nel 2011, grazie alla Plataforma Can Batlló és pel Barri - formata da residenti della zona, associazioni culturali, giovanili, di genitori, di architetti e da movimenti autonomi

- il Comune, che non aveva mantenuto le promesse di rigenerazione dell’area, firma un accordo con la PIattaforma e consegna due capannoni. Da quel momento ha preso vita una struttura pubblica non statale. L’appropriazione collettiva di questo spazio vacante ha significato rivendicare la capacità della comunità di autogestire le proprie necessità. La ricostruzione parte dall’apertura di una biblioteca autogestita, un auditorio, sale per laboratori e corsi. Con la concessione di ulteriori capannoni vengono aperte diverse attività nell’ottica di un’economia sociale e solidale e si rafforzano i legami con il quartiere circostante. Il processo si sta spostando fuori le mura di Can Batllócon l’avvio di piccole cooperative di diverse tipologie che, seguendo l’esempio, cercano di rigenerare il quartiere.



Jardines elevados de Sants (2016; S. Godia, A. Molino)

Il tracciato della metropolitana all’interno del quartiere di Sants, con una larghezza media di 30 m, ha diviso il tessuto urbano in due parti, con conseguenti disfunzioni urbane in termini di inquinamento acustico e degrado ambientale. Il progetto di rinnovamento urbano del corridoio ferroviario Sants, scartata la possibilità di interramento del corridoio stesso, ha previsto di posizionare l’infrastruttura all’interno di una “scatola trasparente”, la cui copertura potesse diventare una lunga passeggiata panoramica sopraelevata lunga 800 m. La struttura muraria di supporto in calcestruzzo prefabbricato presenta un andamento composto da travi diagonali tipo Warren, ad evocare i vecchi ponti ferroviari e in grado di permettere di mantenere la visione del treno che passa attraverso la città, riducendo al minimo il suo

impatto acustico. La copertura dell’edificio è sopraelevata rispetto alle strade circostanti di circa 4-12 metri, così da diventare un belvedere sulla città. I giardini sono strutturati sulla base di due percorsi lineari: uno sul lato nord del ponte, ombreggiato dagli alberi e un altro sul lato sud, sempre esposto al sole. Lo spazio intermedio tra i due percorsi si configura come la spina dorsale con un’alta densità di alberi e un ricco impianto di vegetazione arbustiva. Lungo questo percorso naturalizzato tre spazi sono stati trattati in maniera distinta, perché costituiscono degli snodi nel sistema di accesso al ponte, che comprende: 5 ascensori e 2 rampe, tre scale e 4 scale mobili. Questi tre spazi interrompono la sequenza vegetale e sono caratterizzati da grandi pergolati che supportano pannelli fotovoltaici.



Montjuic

La collina di Montjuic, che si innalza per 213 metri e occupa il settore sud-ovest della città, è oggi la più grande area ricreativa della città di Barcellona. Sede dell’Esposizione Universale del 1929, per tale evento furono eretti numerosi edifici sul lato settentrionale e la Avinguda de la Reina Maria Cristina ‒ i cui edifici e spazi espositivi vennero ristrutturati nel 1981 ‒ divenne la porta principale di ingresso al Montjuic. Nel 1983 la Municipalità indice un concorso per la sistemazione della zona centrale dell’area che doveva tenere conto delle preesistenze e con l’avvento delle Olimpiadi si procedette alla sistemazione delle attrezzature sportive all’interno di un anello con al centro un articolato sistema di spazi pubblici. La strategia dell’intervento era quella di potenziare in forma

strutturata i tre grandi assi che hanno definito gli utilizzi della collina negli ultimi decenni: la cultura, lo sport e la natura. La trasformazione urbanistica si avvale in parte di spazi liberi e residuali esistenti nella parte alta del rilievo e in parte del recupero di superfici ricavate dalla decostruzione di edifici e strutture obsolete, degradate o in disuso. Il progetto interviene sulle quote più alte in modo da rafforzare il valore apportato dalla singolarità topografica e dalle masse vegetali, riordinando gli accessi alla collina, al castello e al sistema dei percorsi pedonali. La localizzazione delle strutture alle quote inferiori e intermedie permette di salvaguardare lo spazio di quelle inferiori, che il Plan Director d’Ordenació converte in ambito verde riservato al raccoglimento e al contatto con la natura.


Montjuic

Arenas de Barcelona (2003-11, L. Alonso, R. Rogers) Eretta nel 1900, un tempo usata per la corrida ma poi andata in disuso, è stata trasformata in un centro commerciale, ricreativo e culturale, con terrazza panoramica posta all’ultimo piano. Il progetto ha conservato la storica facciata e l’impostazione strutturale, con un grande spazio circolare interno.

Avinguda de la Reina Maria Cristina (costruzione 1929; ristrutturazione 1981) Asse monumetale tra Plaça de Espanya e il Palazzo Nazionale, nato come elemento principale di rappresantatività e strutturazione degli spazi per l’Esposizione Universale del 1929, conserva ancora oggi l’importante ruolo di principale porta d’accesso alla collina del Montjuic.


Montjuic

Caixa Forum (2002-06, Baena, Casamor Quera Arquitectes) Ex fabbrica industriale del cotone, fu utilizzata come deposito durante l’Esposizione Universale del ‘29, come alloggio della cavallerizza e parco automobili del Corpo Nazionale di Polizia tra il ‘40 e il ‘92. La Fondazione “La Caixa” acquistò e restaurò il complesso adattandolo per usi culturali e sociali.

Pavelló Mies van der Rohe (1928-1929, L. Mies van der Rohe) Sprovvisto degli accorgimenti tecnici che ne avrebbero garantito la durata, il padiglione fu demolito alla fine dell’Esposizione Universale del 1929. Nel 1986, a pochi metri dal sito originario, è stato ricostrutito secondo criteri di solidità e durevolezza, con la riutilizzazione degli stessi marmi.


Anella Olimpica (1985-92, F. Correa, A. Milá)

L’anello olimpico, alle spalle dei padiglioni dell’Esposizione del 1929, ospitò la maggior parte degli eventi olimpici. Il piano dell’area strutturò gli impianti sportivi lungo una sequenza compatta di spianate ed edifici che seguono l’andamento del declivio. Le nuove installazioni olimpiche, assegnate a differenti progettisti, e gli altri interventi che riguardarono la trasformazione, l’ampliamento e l’adeguamento di impianti già esistenti, hanno creato un notevole eclettismo formale. Gli interventi principali furono: l’ampliamento dello stadio olimpico, il multifunzionale Palau Sant Jordi, l’Instituto Nactional de Edicatión Física e la torre delle telecomunicazioni. Non potendo assegnare all’area un’apposita fermata metropolitana, è stato installato un sistema di scale meccaniche all’aperto per agevolare la fruizione dell’area.


Jardí Botànic

(1998-99, C. Ferrater, J.L. Canosa, I. Figueras)

Il progetto, frutto di un’équipe di biologi, botanici, paesaggisti e architetti, si è basato su due considerazioni fondamentali: impostare una strategia per cui fosse il luogo stesso a determinare le forme di insediamento, e comprendere, oltre alla flora mediterranea, quella di altri luoghi con simili condizioni climatiche (California, Giappone, Cile, ecc.). Utilizzando il concetto di convergenza morfologica vegetale, il giardino si sarebe trasformato in uno strumento dall’alto valore scientifico. Sul terreno è stata, quindi, adagiata una maglia triangolare che si sarebbe adattata alle varie condizioni. Le direttrici di questa trama avrebbero seguito le tre direzioni principali di ogni curva di livello, assicurando in tal modo che due vertici di ogni triangolo giacessero sulla medesima quota.



Turò de la Rovira

Turó de la Rovira è una collina che domina la città di Barcellona con un’altitudine di 262 m. È stato continuamente occupato, in una forma o nell’altra, dall’era iberica (IV secolo a.C.) fino ad oggi. Durante la Guerra Civile spagnola l’autorità repubblicana per la difesa antiaerea (DECA) scoprì che la collina era il luogo più adatto per costruire la sua batteria antiaerea, che fu determinante negli sforzi repubblicani per difendere la città. Dopo la guerra civile le strutture militari, allora abbandonate, furono utilizzate come rifugi e la baraccopoli di Els Canons, sopravvissuta negli anni ‘90, sorse intorno a loro. La sua ristrutturazione nel 2011 ha permesso la generazione di un nuovo spazio che combina il suo patrimonio archeologico con un museo all’aperto. Il MUHBA, Museo de Historia de

Barcelona, dispone di diversi spazi dislocati in città, di cui fa parte anche Turó de la Rovira: fattore questo che testimonia che il luogo non è solamente un punto panoramico da cui godere di una vista sulla città, ma è anche un museo a cielo aperto che racconta un’importate fetta di storia di Barcellona. Proprio per questo motivo il sito nel 2012 si è aggiudicato il “Premio Europeo del Espacio Público Urbano” grazie agli architetti che diedero nuova luce a un luogo prima marginale. Tutt’intorno furono riqualificati quasi dieci ettari di terreno, mettendoli in sicurezza e rendendoli accessibili gratuitamente da tutti. Oggi Turó de la Rovira si presenta come una zona popolata da case e ville e al tempo stesso vi sono cantieri per l’installazione di nuovi servizi per i cittadini.



Parc Güell

Parco pubblico, con un’estensione di circa 17 ettari, con giardini ed elementi architettonici situato nella parte superiore della città di Barcellona, sul versante meridionale del Monte Carmelo. Su incarico dell’impresario Eusebi Güell, Gaudí manipola le architetture del parco in modo tale da evocare un armonioso equilibrio tra l’ambiente costruito e l’ambiente naturale. È su questa linea progettuale che si innesta la volontà di rendere un declivio privo di vene acquifere e di vegetazione ‒ la Muntanya Pelada ‒ prospero dal punto di vista botanico con la piantumazione di specie arboree e arbustive tipiche del mediterraneo. Gaudí ha scelto di collocare l’ingresso principale del parco nella parte più bassa della montagna dove si ergono due bizzarri padiglioni di ingresso: entrambi, nella loro combinazione

polimaterica di pietra rustica e maioliche colorate, sono movimentati da un ritmo architettonico plastico e ondulato che poi culmina nelle coperture in ceramica irregolarmente arcuate e, nel caso della struttura di sinistra, in una torre di dieci metri rivestita da un motivo decorativo a scacchi blu e bianchi. Di particolare pregio le mura, dalla conformazione ondosa, tinte da colori vivacissimi e che presentano una calotta terminale composta da tasselli ceramici bianchi e marroni. Entro i due padiglioni di ingresso si innesta una monumentale scalinata a doppia rampa impreziosita dalla presenza di una salamandra in ceramica. Infine, la Plaza de la Naturaleza è caratterizzata da una forma ovale con la funzione di agevolare la socializzazione, che si struttura sulle colonne doriche della sala ipogea.



Forum 2004

La zona di Diagonal-Besós era un luogo di concentrazione di alcuni degli impianti infrastrutturali più strategici della città: depuratore, inceneritore e centrali elettriche conferivano a questo spazio un carattere residuale e poco urbano, mentre le alte ciminiere si ergevano come caratteristici segni distintivi. L’area era sempre stata penalizzata dalla sua posizione eccentrica, ma l’eccezionalità della situazione risiedeva nel fatto che questo tipo di impianti erano tutti localizzati nel medesimo luogo e occupavano circa 2 km di costa. Storicamente consolidatosi come uno spazio intermedio privo di una vocazione urbana specifica, questo settore si trasformò in una zona marginale e degradata prima dell’insediamento dei grandi impianti di mantenimento delle reti cittadine negli anni Sessanta. Con il Forum Universale delle

Culture del 2004 Barcellona fu di nuovo protagonista a livello internazionale. Manifestazione finanziata congiuntamente dalla Municipalità, dalla Generalitat de Catalunya e dal governo centrale spagnolo, il Forum, organizzato con la collaborazione dell’UNESCO, ruotava attorno ai tre temi principali della diversità culturale, dello sviluppo sostenibile e della pace. Un fitto programma di esposizioni, dibattiti e conferenze offrì l’opportunità di procedere alla trasformazione di un’area che avrebbe dovuto configurarsi come il polo centrale e dinamico per tutta la parte di città servita dalla Diagonal Mar. Il processo di pianificazione e progettazione del Forum fu avviato nel 1997 dall’agenzia di progettazione strategica metropolitana Barcelona Regional.


Forum 2004

Edificio Forum (2002-04, J. Herzog, P. de Meuron) L’edificio si appoggia sulla piattaforma asfaltata che copre l’impianto depuratore esistente e definisce l’avvicinamento al mare. La sua ubicazione, all’intersezione tra la Diagonal, la Rambla e la Ronda Litoral, ne fa un’icona di benvenuto e ne suggerisce la forma triangolare della pianta.

Parc dels Auditoris (2000-04, A. Zaera, F. Moussavi, T. Galí) Sintesi tra natura e artificio, il parco crea un paesaggio che nasce da topografie generate artificialmente seguendo rigorosi ordini geometrici. L’impianto di articola secondo un sistema di dune tra loro parallele e trasversali alla direzione principale del vento.


Forum 2004

Pergola Fotovoltaica (2002-04, J. A. Martínez Lapeña, E. Torres Tur) Sostenuta dalla Scuola di Vela, la grande pergola, di 4.500 m2 , si legge sul litorale barcellonese come un’installazione industriale in più tra quelle che costellano e caratterizzano la zona. È costituita da un piano ruotato, inclinato di 35° e orientato a Sud, che produce energia ed ombra.

Darsena Forum (2002-06, Baena, Casamor Quera Arquitectes) L’intervento, con l’obiettivo di configurare uno spazio vivibile e facile da comprendere e usare, si è tradotto nella realizzazione di una serie di volumi commerciali nella zona nord, spazi pubblici su tutta la darsena turistica (circa 7 ha) e dei percorsi di circonvallazione a una quota superiore.



on the road



18 gennaio 2020 Itinerario_1 Appuntamento ore 08.30 | Twentytu Hostel (Carrer de Pamplona, 114 | hall) 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Mix Dwelling Building at 22@ Mercat dels Encants Barcellona Plaça de les Glòries Catalanes Museu del Disseny de Barcelona Torre Agbar Comisión del Mercado de las Telecomunicaciones 7. IL3 - Institut de Formació Contínua 8. Parc del Campus Audiovisual del 22@ 9. Universitat Pompeu Fabra. Campus del Poblenou 10. Can Framis Museum - Fundació Vila-Casas 11. Indra 12. Radio Nacional de España (RNE) 13. MEDIA-TIC 14. T–Systems 15. Barcelona Televisió (BTV) 16. Parc Central del Poblenou 17. Sala Beckett 18. IAAC | Institute for Advanced Architecture of Catalonia

19. Ex Dipòsit de les Aigües | Biblioteca CRAI de la Ciutadella 20. Universitat Pompeu Fabra Campus de la Ciutadella 21. Edificio-porta n.1 22. Edifici-porta n.2-3-4 23. Centrale telefonica 24. Centro Polisportivo 25. Parròquia del Patriarca Abraham 26. Parc de Litoral



18 gennaio 2020 Itinerario_2

1. Delegació Territorial d’e AEMET 2. Centre Municipal de Vela de Barcelona 3. Edificio della Capitaneria di Porto 4. Torre MAPFRE 5. Hotel Arts 6. Pergola Peix 7. Hospital del Mar 8. Parc de la Barceloneta 9. Mercat de la Barceloneta 10. Museo d’Història de Catalunya 11. Parc de l’Istme 12. Cine Imax 13. Aquàrium 14. Maremàgnum 15. Museu Marítim de Barcelona 16. APROP | Close Proximity Temporary Housing 17. Plaça Reial 18. Plaça de George Orwell 19. Plaça de Sant Miquel 20. Plaça Sant Jaume

21. Basílica de Santa Maria del Mar 22. Plaça del Fossar de les Moreres 23. Museo Picasso 24. Born Centre Cultural 25. Parc de la Ciutadella 26. Arc de Triomf 27. Plaça Tetuan 28. El Nacional 29. Casa Battló 30. La Pedrera - Casa Milà



19 gennaio 2020 Itinerario_3 Appuntamento ore 08.30 | Twentytu Hostel (Carrer de Pamplona, 114 | hall) 1. Plaça de Catalunya

Metro L1 | fermata: Marina | direzione: Hospital de Bellvitge | fermata: Catalunya

2. Plaça de la Vila de Madrid 3. Col·legi d’Arquitectes de Catalunya 4. Catedral de Barcelona 5. Mercat de Santa Catarina 6. Plaça de Sant Felip Neri 7. Basílica de Santa Maria del Pi 8. Teatre Liceu 9. La Boqueria 10. Antic Hospital de la Santa Creu 11. Filmoteca de Catalunya 12. Museu d’Art Contemporani de Barcelona 13. CCCB Centre de Cultura Contemporània de Barcelona



19 gennaio 2020 Itinerario_4

1. Can Batlló

Metro L1 | fermata: Universitat | direzione: Hospital de Bellvitge | fermata: Espanya

2. Jardines elevados de Sants 3. Arenas de Barcelona

Metro L1 | fermata: Plaça de Sants | direzione: Fondo | fermata: Espanya

4. 5. 6. 7. 8.

Caixa Forum Pavelló Mies van der Rohe Anella Olímpica Jardí Botànic Paral·lel

Funicular de Montjuïc | direzione: Paral·lel


Visite consigliate

• Sagrada Família Apertura | sabato dalle ore 09.00 alle ore 18.00 domenica dalle ore 10.30 alle ore 18.00 Metro L2 | fermata: Sagrada Família oppure Metro L4 | fermata: Sagrada Família

• Parc Güell Apertura | tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 18.15 Bus 24 | fermata: Plaça de Catalunya | direzione: El Carmel | fermata: Ramiro de Maeztu

• Turò de la Rovira

Bus 24 | fermata: Pg de Gràcia - Diagonal | direzione: el Carmel | fermata: Ctra del Carmel - Mühlberg

• Area Forum 2004

Tram T4 | direzione: Estació de Sant Adrià | fermata: Forum oppure Metro L4 | direzione: La Pau | fermata: El Maresme | Forum


Informazioni Generali

VOLI AEREI 17 gennaio | Palermo - Barcelona El Prat Appuntamento nella hall di ingresso dell’aeroporto di Palermo, piano terra | ore 13.00 Partenza da Palermo ore 15.10 | Arrivo a Barcelona ore 17.05 Spostamento presso il Twentytu Hostel Metro L9 | fermata: Torrassa Metro L1 | direzione: Fondo | fermata: Marina

20 gennaio | Barcelona El Prat - Palermo Appuntamento nella hall dell’albergo | ore 09.00 Spostamento in aeroporto

Metro L1 | direzione: Hospital de Bellvitge | fermata: Torrassa Metro L9 | direzione: Aeroport | fermata: Aeroport

Partenza da Barcelona ore 12.30 | Arrivo a Palermo ore 14.25

INFO ALLOGGIO Twentytu Hostel Carrer de Pamplona, 114, 08018 Barcelona, Spagna +34 932 38 71 85


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