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numero 40 - Anno 12 Sabato 5 Ottobre 2013
settimanale d’informazione regionale
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C'era una volta Why not, rileggiamo‌
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Sabato 5 Ottobre 2013
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Il legno storto
“Invasati” nelle piazze
soldatini di piombo in Parlamento Se non temessimo di toccare la suscettibilità di quanti in quella piazze pubbliche sono stati trascinati da un attaccamento (cieco Mezzoeuro per quanto si voglia), sicuramente alterato, al proprio leader, Fondato da Franco Martelli dovremmo davvero dire che lì sotto il palco dove il Capo si sbraccia Ediratio e manda abbracci col viso triste ed il pianto agli occhi, Direttore responsabile Domenico Martelli la prevalenza è di “invasati-assoldati” (qualche cartello, tra Registrazione gli altri, inneggiante ad un novello Giulio Cesare, lo dimostra Tribunale di Cosenza n°639 pienamente). I soldati (“al soldo”) degli eserciti berlusconiani del 30/09/1999 sono dislocati dappertutto, e dovunque si agitano, rumoreggiano, Redazione e amministrazione inveiscono, dovunque devono fare scudo al Cavaliere perseguitato via Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza al fine impedirgli di essere uno Zorro degli umiliati ed oppressi. Responsabile settore economia Nessuno potrà levarsi dagli occhi lo spettacolo delle tre Oreste Parise manifestazioni di piazza (come dimenticare quella sotto Palazzo Progetto e realizzazione grafica Grazioli la sera dell’annuncio della sentenza definitiva Maurizio Noto della Cassazione, quella finestra con una breve apparizione della telefono 0984.408063 fax 0984.408063 “fidanzata”?) da Roma a Bari; e l’assedio del Tribunale di Milano e-mail: ediratio@tiscali.it con i parlamentari che fanno a gara per mostrare la loro vicinanza Stampa al perseguitato? Questo film resta iscritto negli annali Stabilimento tipografico De Rose, Montalto (Cs) della cinematografia politica (si è persa la memoria dei vecchi Diffusione documentari sulle adunate a piazza Venezia sotto il fatale Media Service di Francesco Arcidiaco balcone?),reca pagine e momenti di forti lesioni del tessuto telefono 0965.644464 fax 0965.630176 democratico nel nostro Paese. Ora c’è una resa di conti attorno Internet relations N2B Rende a Berlusconi ma non si sa da che parte potrà portare, se il diabolico Iscritto a: Padrone avrà ancora altre carte da giocare, se il suo sangue acido Unione Stampa Periodica Italiana iniettato nelle vene di un Paese credulone e fragile e in quelle di un ceto politico totalmente prono alle bizze, agli umori, alle astuzie, alle angoscie di un condannato dalla Giustizia, riuscirà ad avere la depurazione necessaria perché il Paese n. 12427 non continui ad avere dei danni editore
di Franco Crispini
È da escludere che il Cavaliere non voglia, populisticamente, riaffacciarsi su qualche piazza italiana (romana) a ad infiammare i radunati con i suoi «non mollo», a chiederne l’aiuto per fare cessare le cosiddette «persecuzioni giudiziarie»: le urla di appoggio che vengono dalla piazza, i canti di esultanza ed i cartelli di evviva, lo incoraggiano, gli fanno sentire una solidarietà che forse non riesce a provare più (dopo quella votazione in Parlamento (340 voti favorevoli) sul caso della nipote di Mubarak) nelle aule parlamentari dove gli si comincia a voltare il gomito (diversamente che per la pitonessa che gli dà altro),dove i “soldatini” danno qualche segno di insofferenza ai comandi. Pur nelle agitazioni e nelle confusioni di queste giornate, amarissime per il Cavaliere che corre il rischio di un Silvio Pelllico,come teme il suo avvocato, che nell’arco di una ventina di giorni di questo autunno sarà stato spazzato via. La folle e fideistica “fedeltà” di tanta gente, dei berlusconiani di ferro che mobilitano le piazze ed anche dei “diversamente” berlusconiani, è purtroppo ancora molto alta. La febbre che il diabolico Capo è riuscito ad accendere non si abbasserà facilmente e rapidamente: numerosissimi gli stregati, agguerriti i “soldatini di piombo” cui sono state aperte le porte del Parlamento dove temono di non restare, una volta tramontata la stella del padrone benefattore. Le mosse che il condannato va facendo nelle sue ultime ore per tenere in piedi il fermento delle piazze e far muovere all’unisono le pedine parlamentari, sono cariche di astuzia, benché il prossimo decaduto sia in preda a sconforti, terrori, depressioni (un pò forse alleviate dalla fidanzata e dal suo dudù) per quel che lo aspetta: non sa più a che santo votarsi per bloccare il corso della Giustizia; ha tentato di far cadere un governo che non gli ha dato protezione, ha dato la fiducia (dopo aver detto di non volergliela dare) allo stesso governo il cui premier (Letta deve stare tuttavia attento perché l’alleato è un “diversamente” berlusconiano) che non vuol saperne dei suoi guai giudiziari. Tutto ormai lascia intendere che stiamo per entrare in una “altra” fase della politica italiana, ma è difficile ipotizzarla completamente affrancata dalle insidie berlusconiane. Certo, da ora in poi sarà tra l’altro divertente vedere come si renderanno “diversi” (assieme ad Alfano) tutti coloro che freneticamente hanno agitato i gagliardetti del berlusconismo.
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Sabato 5 Ottobre 2013
Legittimo accorpamento
Ospedali in aula Il Consiglio di Stato respinge l’istanza cautelare del comune di Castrovillari e accoglie integralmente le tesi difensive svolte dall'avvocato Oreste Morcavallo nell'interesse del Comune di Acri
Con ordinanza n. 3911/2013 depositata il 4.10.2013 il Consiglio di Stato - Sez. III (presidente Cirillo, Estensore Spiezia), accogliendo integralmente le tesi difensive svolte dall’avvocato Oreste Morcavallo nell’interesse del Comune di Acri, ha respinto la domanda cautelare di sospensione del decreto del presidente della giunta regionale, in qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro sanitario, avente ad oggetto “Integrazione riordino rete ospedaliera. Accorpamento unico spoke dei presidi ospedalieri di Castrovillari ed Acri”. I fatti. Con ricorso del 19.8.2013 proposto dinnanzi al Consiglio di Stato, il Comune di Castrovillari impugnava l’ordinanza del Tar Calabria - Catanzaro avverso il decreto del presidente della Giunta regionale di riordino della re-
te ospedaliera sotto vari profili di illegittimità, di violazione del Piano di rientro sanitario, tutte motivazioni riconducibili alla tutela del diritto alla salute, che secondo il Comune appellante sarebbe compromesso. Si costituivano in giudizio il Comune di Acri con l’avvocato Oreste Morcavallo e l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, con gli avvocati Giovanni Lauricella e Simona Vercillo, i quali sostenevano l’inammissibilità e la infondatezza del ricorso in appello. All’udienza del 3.10 in Camera di Consiglio, dopo ampia discussione il Consiglio di Stato respingeva l’istanza cautelare ritenendo che allo stato, dall’attuazione dell’operazione di accorpamento dei due presidi ospedalieri non derivano al Comune di Castrovillari danni da stimarsi gravi ed irreparabili. «La decisione - commenta l’avvocato Morcavallo - riveste grande rilevanza perché consente l’attuazione del piano di rientro e la riorganizzazione degli ospedali di Acri e Castrovillari riducendo i posti nell’ambito della normativa regionale».
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Sabato 5 Ottobre 2013
Statisti del nuovo millennio
Il regno di Calabria Scopelliti trascina i senatori conterranei sul quaderno di Alfano ipotecando non poco l'intifada drammatica che si è consumata a Roma. I "nostri" pare abbiano giocato un ruolo perfino decisivo ma non è chiaro né perché né soprattutto a vantaggio di chi. Oggi, è indubbio, il governatore trionfa ma è davvero questa la posta in gioco?
Paolo Naccarato, col suo solito linguaggio a metà tra “servizi” e “segreti”, l’aveva detto del resto. Silvio non ti fidare, stai attento. Se fai la guerra per conto terzi stavolta ti si apre la stalla e fuggono i buoi. Come sia arrivata poi una predilezione del genere sulla bocca dell’espertissimo e mirabolante senatore conterraneo è solo l’ultimo dei misteri che andrà chiarito prima o poi. Detto, e previsto, e fatto. E l’immagine del governatore Scopelliti che si piazza di notte con Alfano a segnare sul foglio i senatori con certificato di tradimento certo non può che essere l’epilogo fotografico di una specie di rivoluzione di Calabria che è andata in scena a tutti i livelli e su tutti i grandi giornali del Paese. Uno dopo l’altro il governatore fa scrivere su quel foglio il nome di tutti i senatori calabresi pronti a lasciare il Cavaliere di fatto sostanziando l’intera operazione di tradimento prima del suo stesso avvio. La secessione del Mezzogiorno, dirà poi con gioco facile qualche “falco” avvelenato riferendosi anche ai senatori siciliani accodatosi di lì a poco. Provocazione o meno il quadro regge se è vero come è vero che nessuno, nel volgere di una notte, se l’è più sentita di professarsi berlusconiano. Ma cosa è accaduto davvero? Che argomenti ha usato Scopelliti per trascinare senza indugi i senatori sul carro di Afano? Circola voce che Verdini, in dialetto toscano, avrebbe persino detto che con i calabresi è difficile, se non sconsigliabile, averci a che fare stante una logica inafferrabile che li sostiene. Già, ma quale?
abusatissimo che si legge sui social network dei profili di ognuno. Il Paese da salvare, da pacificare, da non consegnare alla guerra personale del Cavaliere.
Non inganni l’epilogo finale, apparentemente ammorbidito dalla retromarcia del Cavaliere (che di fatto ha evitato la scissione in diretta e tutto sommato rinviato ad altra data un altro redde rationem). Se fosse andata come doveva andare Aiello Piero da Catanzaro, Gentile Tonino da Cosenza, Caridi Antonio da Reggio, solo per dirne qualcuno, in poche ore sarebbero passati da berlusconiani a popolari europei. Da forzisti con la bandiera nella giacca a moderati. Da difensori del partito dell’amore e delle libertà a statisti del Mediterraneo guidati alle spalle da quel condottiero del futuro che risponde al nome di Scopelliti. Già, statisti. “Per il bene del Paese” è il refrain
Hai capito i “nostri”. Da eterni gregari del Parlamento a, per una volta, uomini con la schiena dritta se non proprio “d’onore”. Ed è proprio qui il punto, non secondario. Si rischierebbe di commettere un grave errore di improvvisazione d’analisi se si catalogasse il tutto come la solita pagliacciata di Calabria, magari corroborata dal debole profilo etico e amministrativo di ognuno dei senatori che non è difficile da rintracciare negli archivi, in alcuni casi anche contornato da sconfinamenti penali. Il punto, al di là dell’idea che ognuno di noi s’è fatto sullo spessore dei “nostri”, è delicato. Perché l’intero entroterra decide di mollare Berlusconi dopo averlo seguito senza soste
Da sinistra, nel montaggio Piero Aiello Giuseppe Scopelliti e Tonino Gentile
per ventanni? Che argomenti ha usato, di così convincenti, Scopelliti? Se solo di calcolo politico s’è trattato, magari incoraggiato dal rapporto personale che il governatore ha con Alfano, si poteva procedere con alcuni distinguo. Qualcuno poteva mostrarsi disponibile a uscire dall’aula, qualcun altro ad astenersi. Detto poi che per qualcuno ha prevalso il calcolo politico regionale (non mollare Scopelliti nella sua posizione vincente ma bensì marcarlo a uomo per non creare fratture in giunta regionale) che dire degli altri? Cosa può legare D’Ascola a Naccarato? Eppure tutti, uno dopo l’altro, si sono schierati con Alfano e cioè con Scopelliti e quindi contro Berlusconi. Ora l’incrocio è delicato. Se la politica non si smentisce mai vuol dire che ancora una volta il re che scende dal trono emana uno strano odore, odore di tana libera tutti, odore di rompete le righe. Quando scatta l’anarchia temporanea c’è chi perde il controllo e chi, come i poteri che controllano la politica, non può perdere un minuto e deve puntare su un altro cavallo. Subito. Immediatamente. Non sono consentite perdite di tempo figurarsi poi nelle campagne internate della Calabria. Se è andata così, al netto di limitati e personali calcoli politici immediati, c’è poco da girarci attorno. Scopelliti è intestatario di una partita più grande di lui e ne esce da eroe, deve solo decidere cosa vuol continuare a fare da grande e a quale tavolo. Il ruolo che s’è ritagliato ha già superato i confini del Pollino e potrebbe pure bastare a compensare da solo la finta opposizione di quel Pd che si ritrova in Regione. Tanto in regime di larghe intese ci troviamo. Ma se non è andata così, e se qualcuno ha azzardato un po’troppo a dare Berlusconi per morto, allora ci sono dei rischi in giro non calcolati. Uno di questi è quello che il Cavaliere si sia fatto fare una copia di quel foglio di traditori che cresceva di ora in ora, anche con i nomi di chi quel foglio ha contribuito materialmente a scriverlo. E sa solo lui, perché fa così da ventanni, come risolvere poi certe cose in casa senza farsene accorgere più di tanto. Non vorremmo aver scoperto degli statisti per una notte salvo poi ritrovarci dei “pali morti” alla squagliata della neve...
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Sabato 5 Ottobre 2013
Gattopardescamente parlando
Matteo Renzi e Massimo D’Alema Sotto, da sinistra: Marco Minniti Sandro Principe Mario Oliverio e Nicola Adamo
A furia di coniarsi verbi pragmatici al negativo il Pd sta finendo per perdere il contatto con lo specchio che lo guarda. E così se dopo il voto ha sperimentato l’arte di non vincere, passando poi per quella di essere diversamente alleati dello stesso Pdl con il quale ci si insulta, oggi approda nel rischio di non cambiare pur facendo di tutto per rincorrere il contrario. È la metafora della giostra che non gira, o che gira talmente veloce da apparire ferma. E la Calabria naturalmente, e come potrebbe altrimenti, non fa eccezione. Hai visto mai. A seguire gli spostamenti romani dei capi corrente ci si perde il sonno anche se ormai, questo appare chiaro per il momento, un paio di colpi assestati ci sono ed è bene prenderne atto. Il congresso nazionale si farà e si farà l’8 dicembre, il rischio del voto anticipato è ormai ridotto a cifre risibili e comunque non più quest’anno (quello regionale prima del nazionale invece, ottenendo la deroga, è un quesito che verrà affrontato lunedì ed è al momento di difficile soluzione). E il congresso si farà, ormai è chiaro, con un superfavorito da una parte (Renzi) e non proprio un comprimario dell’altra (Cuperlo) nel senso che qualche insidia, anche locale, potrebbe portarla al sindaco di Firenze. Detto questo però i due dati questi sono ed è su questo che ci si deve tarare. Ora la traduzione calabrese di questi due assunti è facilmente riepilogabile. Tutti con Renzi quelli che stavano sospesi, quelli un po’ di qua e un po’di là, quelli a cui toccava una rivincita. E dall’altra parte sempre più arroccati a difesa di Cuperlo e di D’Alema che poi vuol dire anche di Bersani quelli che hanno gestito le tessere. Porte troppo aperte da una parte e troppo chiuse dal-
La giostra che non gira Sembrano esserci grandi movimenti nel Pd di Calabria eppure il rischio concreto è ancora quello di sempre e cioè che tutto cambi, all'apparenza, per non cambiare poi niente alla sostanza l’altra. Giravolte spaziali e avventurieri a costo zero da una parte, ragionamenti più o meno sovietici dall’altra. Ma può essere questa la vera partita che si deve giocare il Pd in Calabria? Ovviamente no eppure questa appare in tutta la sua miserevole evidenza con buona pace per chi ancora aspetta che vengano calati contenuti sul tavolo da gioco. Da un lato, come detto, troppi i renziani dell’ultima ora. Troppa moda, troppa puzza del carro da acchiappare. Siamo sicuri che il sindaco di Firenze era proprio questo che cercava? Siamo certi che sia disposto ad acchiappare di tutto pur di vincere ben sapendo che poi a questo “tutto” bisognerà pagare cambiali? E dall’altro lato, nel pieno ri-
spetto delle consolidate abitudini post comuniste, il minimo sindacale possibile del ricambio, della rigenerazione, della ventata fresca e nuova. E così si assiste al poco apprezzabile spettacolo di “ammirare” un partito, in una regione del genere, che da una parte si muove troppo per non muovere niente e dall’altra non si muove affatto per non destare sospetti. Per non creare illusioni. Ma è davvero questo quello di cui ha bisogno la Calabria? Ma è davvero questa la posta in gioco del principale partito italiano che in questa regione è commissariato da tre anni? Fin qui, beninteso, solo girandole di nomi, cordate, intrighi e nemici da abbattere. Postazioni da difendere, da acchiappare, da sottrarre ad altri. Con l’unica certezza a forma di rischio che poi alla fine accomuna i due blocchi, quello che si muove troppo e quello che non si muove per niente: ci si azzannerà per mostrare cambiamenti salvo poi, alla fine, non cambiare niente. Questo rischia il Pd di Calabria nella regione più difficile e nel momento più difficile. Troppa corsa verso Renzi, da un lato. Troppe finestre che vanno spalancate, dall’altro. Con il paradosso non inconsueto che Renzi si troverebbe poco da rottamare qui (sono quasi tutti sul suo carro) mentre a Cuperlo (che aveva ed ha in teoria la maggior parte delle tessere sulla carta) verrebbe quasi quasi più comodo fare lui il fiorentino quando si trova a passare da queste parti. Giochi da Pd, giochi da giostra Pd. Una giostra che sembra muoversi impazzita ma che agli occhi ingenui e smaliziati di un bambino dà proprio l’impressione più vera, quella di non muoversi affatto.
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Mezzoeuro Un movimento molto attivo
La città sede del più prestigioso ateneo della regione è una sfida stimolante per il Movimento 5 stelle che qui si presenta particolarmente attivo e prepara la sua truppa per la prossima competizione elettorale, che si preannuncia scoppiettante, con fatwa e critiche all'azione amministrativa La lotta in riva al Campagnano si preannuncia rovente. Questa volta non saranno i protagonisti di sempre a contendersi la poltrona di primo cittadino. Una contesa finta come è stata sempre nel passato, a cominciare dal tempo remoto di una inamovibile potere che si perpetua per l’assenza di un avversario. Il primo obiettivo di ogni campagna elettorale in Arintha è la delegittimazione dell’avversario, la dimostrazione della mancanza di qualsiasi alternativa a un potere consolidato e unico in grado di gestire la complessa macchina amministrativa del comune. Gioie e (molti di più) dolori si registrano sotto il cielo, che improvvisamente si è riempito di stelle anche di giorno. Un potere che perde colpi. Tutto è cominciato con la riforma dello statuto dell’Università. Il rappresentante del comune è stato cancellato, cassato, buttato fuori dal Consiglio di Amministrazione per manifesta incapacità di svolgere qualsiasi ruolo che si allontanasse di un palma dalla costante prassi clientelare, dalla petulante richiesta di favori e di richieste personali. Non vi è traccia di alcuna azione amministrativa concordata con l’Ateneo per risolvere i molteplici problemi dell’area universitaria afflitta dall’assenza di un servizio di trasporti efficienti, tanto per ricordare una delle più macroscopiche disfunzioni che affligge l’ateneo. La ciliegina sulla torta è stata lo scioglimento del consiglio comunale. Provvidenziale. Intervenuto in anticipo rispetto alle conclusioni della commissione di accesso, provocandone e indirizzandone il risultato. A detta di qualche malalingua che vuol trovare del torbido nell’acqua stagnante. Che nella Rende Servizi vi fosse qualche individuo poco raccomandabile è solo un dettaglio, e non ha dato adito a conclusioni di qualsiasi genere. In un potere inossidabile si aperta qualche crepa, e il Movimento pentastellare pare seriamente intenzionato a giocare la partita mettendo in campo tutte le sue bocche di fuoco. Magari facendone un caso nazionale, un momento di riscatto dell’intero meridione. Con il contributo dell’Università potrebbe diventare il centro di elaborazione della politica meridionalistica del Movimento, un momento di attenzione nei confronti della parte più debole del territorio nazionale, afflitto da secolari problemi di sottosviluppo. Proprio sul suo territorio risiedono molti dei nuovi parlamentari eletti che smaniano dalla voglia di mostrare la loro forza persuasiva nei confronti di un elettorato elitario come quello rendese. Le cose non sono certo così semplici e all’interno vi sono vistose spaccature, come mostra l’intervento di Gianfranco D’Atri che stigmatizza alcuni tratti settari del nascente Movimento.
Cielo stellato a Rende Un città sommersa dai debiti.
Rende (Cs) «Non c’eravamo sbagliati: le casse del Comune di Rende sono vuote. E anche se qualche militante del Pd vuol far credere che Rende è ancora un’isola felice, i fatti - purtroppo - ci danno ragione. La gestione dissennata degli ultimi anni ha portato il Comune in un baratro finanziario. E se qualcuno ancora dovesse dubitare delle nostre parole lo invitiamo ad andarsi a leggere, ma soprattutto a studiare, la deliberazione del commissario straordinario n° 25 dell’1 ottobre 2013, con la quale si chiede il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Quel documento parla chiaro e certifica la gravissima situazione debitoria in cui le precedenti amministrazioni hanno ridotto il nostro comune. Si chiede infatti l’attivazione di una procedura che, per prassi, è consentita ad Enti che sono ad un passo dal default finanziario, per far partire misure urgenti, straordinarie e dagli effetti devastanti per la città. Il Comune è in pre-dissesto quindi: i debiti fuori bilancio ammontano a 10,5 milioni di euro a cui si devono aggiungere altri 2 milioni 377 mila euro di debiti prodotti nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 agosto 2013. Tra l’altro, dal 2010 in poi le amministrazioni succedutesi della nostra città hanno coperto gli ingenti debiti con presunti futuri proventi di dismissioni immobiliari mai realizzate, nell’indifferenza o nell’ignoranza delle opposizioni.
Grande è lo sdegno di noi del Movimento 5 Stelle che, nonostante le ripetute dimostrazioni dell’incapacità amministrativa dei vecchi partiti politici, ancora non riusciamo ad abituarci all’ingordigia dimostrata da chi ci ha amministrato in questi ultimi anni. Per i cittadini di Rende si prospetta un futuro di lacrime e sangue: le tasse aumenteranno e i servizi scompariranno. Un terribile regalo per l’intera città, mentre già ora si fa fatica a pagare i creditori e ad arrivare a fine mese. Speriamo almeno abbiano il pudore di non presentarsi alle prossime consultazioni elettorali: con quale faccia potrebbero? C’è da rimboccarsi le maniche per rimediare ai danni provocati dai partiti e noi del M5S di Rende siamo l’unica alternativa onesta per la città. Rende come Parma: mandiamoli tutti a casa (che ci conviene anche economicamente). Quanto scritto vale anche come risposta al circolo PDmenoL di Rende. Sulla loro curiosità di conoscerci, ci spiace, ma non abbiamo nomi di capibastone da fare. Siamo semplici cittadini che hanno deciso di vederci chiaro e sabato pomeriggio a Commenda con un piccolo banchetto, autofinanziandoci, cercheremo di informare la popolazione rendese sui mali provocati dalla gestione partitica-clientelare, che il circolo PDmenoL vuole nascondere o (e forse sarebbe peggio) ignora. Ci vediamo in piazza, tra la gente, sarà un piacere». Movimento 5 Stelle Rende, MeetUp Rende
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Sabato 5 Ottobre 2013
Un movimento molto attivo L’Unical di Rende
Ma la mafia non c’è, ma la mafia cos’è?
Il Comune non sarà sciolto per infiltrazioni mafiose, il M5S Rende: bene, ma non c’è da esultare. Sul tavolo il caso ‘Rende Servizi’e il deficit da 9 milioni di euro... Noi siamo pronti a scendere in campo. Rende (Cs). «Noi del Movimento 5 Stelle prendiamo atto della notizia che non vi sarà lo scioglimento del Comune di Rende per infiltrazioni mafiose ma non riusciamo a capire perché esultare e auto incensarsi come se questo fatto cancellasse anche il disastro amministrativo degli ultimi anni a Rende. Il decreto con cui viene scongiurato lo scioglimento del Comune, infatti, non abbuona “l’azione amministrativa dissennata” di cui parlava il Gip Sabatini e non abbuona, chiaramente, tutta l’operazione “a perdere” (per i cittadini) per il mantenimento in vita della Rende Servizi, cooperativa già abbondantemente avviata al fallimento senza il “provvidenziale” intervento dei nostri amministratori. Le delibere con cui, in un Comune già in crisi, si assegnavano alla cooperativa un immobile di 8 milioni di euro e contratti da 3,9 milioni di euro pur sapendo che i servizi offerti dalla Rende Servizi non sarebbero mai bastati a coprire le spese, non si cancellano. La spiegazione di questa operazione fallimentare, mafia o meno, appare semplice: questa cooperativa, con 171 dipendenti assunti tutti a chiamata diretta, funzionava da macchina del consenso. Sono le stesse parole del procuratore capo Lombardi a confermarcelo (ricordando che c’è ancora un’inchiesta in corso):
di Gianfranco D’Atri
“Ci si preoccupava di assumere nella cooperativa, pensata per il reinserimento sociale, non i più deboli ma quelli con i santi in paradiso”. D’altronde, uno dei primi atti del Commissario Prefettizio Valiante, è stata la delibera n. 64 del 12 luglio, con cui, ricordando semplicemente cosa prevede la legge, ha voluto spiegare in cosa consiste il “controllo analogo” che ogni comune dovrebbe operare nei confronti delle società in house, controllo che, evidentemente, nei confronti della “Rende Servizi” non era mai stato esercitato. E ancora ricordiamo le parole dell’ultimo sindaco, Vittorio Cavalcanti, che nell’intervista in cui annunciava le sue dimissioni parlava di un Comune in cui le buone pratiche amministrative avevano lasciato spazio al “disordine amministrativo” e alla “discrezionalità”, facilmente traducibile in favoritismo e clientelismo. Non negando, perciò, la bella storia di Rende, isola felice in Calabria per tanti anni, non possiamo non indignarci davanti alla tracotante mistificazione della realtà che mette in atto l’apparato politico che governa la città da decenni. Queste persone, riteniamo, invece di invitare gli altri politici a chiedere scusa, dovrebbero essi stessi a mettersi da parte, in contrito silenzio, e chiedere scusa alla Comunità Rendese tutta! Ad essa, ai nostri concittadini liberi, o che vogliono liberarsi da questa sudditanza imposta con anni di propaganda, diciamo che è tempo di svegliarsi e affrontare le serie problematiche che ormai attanagliano Rende. È da tempo che, mentre qualche ingannatore continuava a parlare di “classe politica efficiente”, gli appetiti dei partiti sono divenuti famelici, tanto da
non poter più mantenere le ormai remote esperienze amministrative, ed è acclarato che i partiti stessi sono il tramite di interessi privati di poche famiglie, soprattutto in ambito edilizio, che piazzano regolarmente propri familiari all’interno del Consiglio Comunale con conseguenze nefaste per gli interessi dei cittadini. È vero, ad esempio, che Rende è in deficit per 9 milioni di euro? È vero il fatto che la stragrande maggioranza di questo debito proviene dalla mancata riscossione degli oneri di urbanizzazione delle tante costruzioni venute su in questi ultimissimi anni senza che il comune ne abbia raccolto nemmeno il giusto dovuto? Sono queste le domande che continueremo a porre, consci che non ci sarà data risposta. Ma siamo pronti ad avviare noi stessi nuove e virtuose prassi amministrative per consentire ai cittadini onesti di partecipare attivamente. È per questo, per amore di Arintha, che siamo fortemente intenzionati a liberare il Comune di Rende da burattinai, consiglieri e assessori che facendo finta di portare qualche carta da un ufficio all’altro e spacciando diritti dei cittadini per favori, hanno costruito vite politiche da becero clientelismo. Noi del Movimento 5 Stelle diciamo basta. Parteciperemo alle prossime elezioni per far diventare il Comune una casa di vetro. Anche a Rende un’altra politica è possibile: non dalla parte di caste e comitati d’affari, ma dalla parte dei cittadini! Loro non molleranno mai, noi neppure. Ci vedremo in Comune, sarà un piacere». Movimento 5 Stelle Rende
Un Movimento in movimento
La Calabria è diventata laboratorio sperimentale per la governance del Movimento 5 Stelle: il non statuto del non partito del non leader ha trovato proprio in Calabria il banco di prova più articolato che si potesse immaginare, e che forse neanche Beppe Grillo si attendeva. La concentrazione dei media nazionali sulle vicende romane ha fornito e fornisce un’immagine distorta delle vicende del movimento, anzi, finisce per descrivere solo singoli episodi o vicende comunque che trovano la scena nei paraggi di Montecitorio e degli altri palazzi del potere. Anche Grillo è costretto a recarsi a Roma, sotto il cavallo della RAI, per riuscire a farsi sentire; figuriamoci le difficoltà per le migliaia di attivisti di tutta Italia! Ma cosa è il 5 stelle? Innazitutto un marchio e un blog gestiti centralmente da Casaleggio e Messora: non passa nulla senza che i due lo vogliano. E per fortuna, perchè altrimenti si assisterebbe agli sproloqui inconcludenti che si sviluppano sui vari meetup fra vari attivisti, ciascuno intento a dimostrare, verbalmente e se necessario con i peggiori insulti, di essere il più grillino e fedele interprete del verbo. Cosa sono i meetup se non uno strumento software per gestire colloqui e incontri fra persone? Ebbene in Calabria ne sono state create diverse tipologie: dalla cellula di partito al confessionale, dal regionale a quello del proprio cortile; e non uno per città ma, se necessario, due tre, ed ognuno in conflitto dialettico con l’altro. Il bello poi è che chiunque può essere membro di ogni altro, e partecipare agli incontri in pizzeria (sedi ambulanti del movimento) in cui si decide di far guerra ad un altro o tagliare la testa di un proprio componente (introducendo la simpatica procedura dell’espulsione da ....un software digitale!). Ed in questa bouillebasse di teste devono trovare orientamento, secondo il principio "uno vale uno", i 5 portavoce e i cinque rispettivi portaborse, sorry collaboratori, del Movimento: sono stati eletti dal 25% degli elettori calabresi, ma ne conoscevano poche decine, che con le parlamentarie li hanno inseriti nelle liste anche con solo 28 voti, come nel caso dell ‘ex presidente
del gruppo al senato, Nicola Morra. Come si costruisce un progetto, una proposta? Come si discute di economia, Costituzione, sanità se fra i 28 non ci sono economisti, giuristi, medici? Ecco che comincia a prendere piede l’embrione del partito. Sicuramente gli eletti possono portare la spilla a cinque stelle (d’oro finto!), ma se un attivista prova a fregiarsi con quella di latta: ahi, lesa maestà! Ed allora, come fa ad essere così forte il Movimento 5 Stelle? Il lettore considera debolezze tutte le caratteristiche della governance grillina? Sbaglia. Perché il 5Stelle è una rete, dove le connessioni fra persone, aiutate dal ricorso alla comunicazione digitale, sono più rilevanti che i singoli componenti: le informazioni scorrono in ogni direzione e pervengono da qualsiasi luogo fisico o virtuale. Gli stessi componenti variano continuamente: si aggiungono e si allontanano, anche di volta in volta. Gli scontri e gli incontri alimentano la formazione di una volontà multipla, ma non necessariamente unitaria, che ha la forza di far emergere risorse e proposte. E così, in Calabria è stata partorita la prima vera proposta si legge contro il voto mafioso, è stata avviata una raccolta di firme contro i privilegi dei politici locali, sono state presentate interrogazioni parlamentari che mettono a dura prova il governo ed, infine, si va creando una rete di solidarietà attorno ai lavoratori in mobilità che sta aggregando varie categorie. I partiti veri, i sindacati veri - ben strutturati - non fanno paura a nessuno: basta controllare un soggetto chiave per bloccare l’intero funzionamento. Nel movimento, non basta influenzare la Nesci o Parentela, per limitare la forza rivoluzionaria degli attivisti di Vibo o di Crotone. La valanga a 5Stelle innescata da Grillo è appena iniziata. PS: per evitare di ricevere una fatwa (altra invenzione calabra), cito per completezza anche il senatore Molinari e i deputati Barbanti e Nesci che sicuramente si scherniranno, dicendo che se uno vale uno, dovrei riportare l’elenco degli iscritti al Movimento.
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Sabato 5 Ottobre 2013
Mezzoeuro “No” svizzero al carbone calabrese
Riportiamo un articolo tratto dal sito www.greenreport.it/ sul referendum di iniziativa popolare cantonale nel Cantone svizzero dei Grigioni “Sì all’energia pulita senza carbone” e sul controprogetto del Gran Consiglio “Nessun nuovo investimento in centrali a carbone senza una riduzione sostanziale delle emissioni di CO2”, che hanno visto una partecipazione 40,17% (alta per gli standard svizzeri) hanno ottenuto come risultato lo stop al contestatissimo progetto della centrale a carbone di Saline Joniche, in Calabria.
Un referendum passato sotto silenzio Arriva dalla Svizzera un deciso stop alla centrale a carbone di Saline Joniche
Lassù qualcuno ci ama Si tratta di un evento molto particolare poiché i promotori del referendum non si sono preoccupati di una iniziativa che riguarda il loro territorio, poiché la centrale contestata è collocata a qualche migliaio di chilometri dal Cantone. Nessuno può perciò accusare gli elettori cantonali di ottusità rispondente alla solita logica nimby (not in my backyard), che nel passato ha consentito di avvelenare immense aree del pianeta purché lontane dal proprio ambiente. In questo caso si potrebbe dire che si tenta di proteggere un luogo molto lontano riconoscendo la sostanziale unicità del pianeta, che non può ulteriormente sopportare violenze e stravolgimenti del suo equilibrio naturale. Il secondo aspetto da sottolineare che in questo caso si attua un rovesciamento della logica economica, poiché si impedisce a una grande azienda che ha la sua sede nel cantone, la Repower spa, di realizzare impianti inquinanti anche in qualsiasi parte del pianeta, mettendo a rischio la stessa redditività dell’azienda. Basti pensare alla strenua difesa che si fa altrove delle aziende che fabbricano armi di distruzione di massa accompagnate da azioni diplomatiche volte alla loro commercializzazione per rendersi conto del salto di logico che questo referendum comporta. La stragrande maggioranza dei votanti non conosce Saline Joniche e forse non sa nulla della Calabra, ma è andata ugualmente a votare e si è espressa su una questione lontano mille miglia dai suoi interessi immediati. Bisogna dire che essi avevano a disposizione anche una alternativa predisposta dalla autorità locali, espressa in un documento dove si imponeva alla società di mettere in atto tutte le cautele necessarie per ridurre al minimo l’impatto ambientale delle nuove centrali a carbone. Ipotesi anch’essa che non ha passato il vaglio dell’elettorato. Il risultato del referendum non garantisce automaticamente lo stop della centrale, né costituisce una misura tecnica delle conseguenze di queste centrali, ma è un chiaro segnale di una nuova sensibilità ambientale di una parte sempre più larga della cittadinanza che non è più disposta a tollerare violenze ambientali e la produzione di impianti che possono provocare disastri. Il processo Eternit e le conseguenze dell’amianto, provocate da un magnate svizzero, ha avuto certamente un peso nella formazione di questa nuova coscienza popolare. Le grandi società multinazionali sono delle galassie con molte stelle. Ciascuna di esse è costituita da una fitta rete di aziende che possono facilmente aggirare l’ostacolo affidandone la realizzazione a una di esse che agisce sotto una diversa giurisdizione. Vi è forse un eccessivo entusiasmo da parte delle associazioni ambientaliste,
perché bisogna sempre ricordare che non si può affidare a soggetti lontani la soluzione delle problematiche locali. La società Repower non si azzarderà a realizzare a sua nome l’iniziativa, ma nessuno può impedire che il progetto verrebbe ripreso e condotto a termine dai suoi partner italiani. Il progetto ha ottenuto dal Ministero dell’ambiente italiano una cosiddetta autorizzazione integrata ambientale, che consente di iniziare in lavori. Le associazioni ambientaliste hanno presentato ricorso presso il TAR del Lazio, e ad esse si è associata la stessa Regione Calabria. Più che l’esito del referendum svizzero, sono proprio gli ostacoli amministrativi e giudiziari a impedire la realizzazione dell’opera.
L’iter di autorizzazione appare ancora irto di ostacoli
«Repower rischia di sprofondare nelle sabbie mobili di Saline Joniche», ammonisce Nuccio Barillà, membro della segreteria nazionale dell’associazione ecologista italiana Legambiente e fra i primi oppositori alla centrale. L’iniziativa popolare, promossa dai partiti di sinistra e dalle associazioni ambientaliste, è passata con 28.878 sì e 22.282 no. Il contropro-
getto del Gran Consiglio (il Parlamento cantonale) ha ricevuto 29.553 sì e 19.414 no, ma quello che ha tagliato la testa al toro è stata la domanda risolutiva e l’iniziativa “Sì all’energia pulita senza carbone” è passata con 24.650 voti contro i 24.526 del Controprogetto del Gran Consiglio. In sostanza, i cittadini del ricco Cantone dei Grigioni hanno bocciato la possibilità per società a partecipazione pubblica Repower di investire nelle centrali a carbone e quindi la compagnia energetica svizzera dovrebbe rinunciare al progetto di Saline Joniche, ma non è detto che non tenti di cambiare le carte in tavola. Infatti, in un comunicato Repower prende atto del risultato del referendum e del fatto che i cittadini dei Grigioni «hanno dato la preferenza all’iniziativa popolare “Sì all’energia pulita senza carbone”, formulata sotto forma di proposta generica e contrapposta al controprogetto del Governo e del Parlamento. Scopo dell’iniziativa consiste nell’impedire che società partecipate dal Cantone dei Grigioni, come nel caso di Repower, investano in centrali a carbone». Ma dopo aver preso atto dell’esito della votazione, Repower scrive che «l’iniziativa è stata presentata ai votanti sotto forma di proposta generica e quindi non si dispone ancora del rispettivo articolo costituzionale. Per questo motivo spetta ora alle istanze politiche decidere come proseguire. Repower osserverà con attenzione il processo legislativo che seguirà. Il risultato della votazione non cambia la strategia di Repower, società attiva nel settore energetico, verticalmente
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Sabato 5 Ottobre 2013
“No” svizzero al carbone calabrese
dai Grigioni «è una gran bella notizia che permetterà finalmente di porre fine all’anomalia di una centrale decisa in Svizzera, avversata dalla popolazione calabrese e, inspiegabilmente, favorita da un governo, quello di Mario Monti, che diceva di richiamarsi alle politiche europee di decarbonizzazione. Il Governo e il Gran Consiglio ora, hanno l’obbligo di fare in modo che la Repower rinunci al progetto a carbone di Saline Joniche, in Calabria. Certo, c’è da aggiungere che era “spiegabilmente” vista di buon occhio dagli affaristi e anche dalle cosche mafiose, come dimostrano recenti intercettazioni della magistratura. Speriamo che presto anche a Reggio si facciano piani per favorire le energie pulite e le vocazioni del territorio. Saline Joniche non ha bisogno di speculazioni e altri sepolcri imbiancati come la Liquichimica. Il carbone, avrebbe distrutto l’economia locale, a partire dalle produzioni agricole, ma soprattutto messo a forte rischio la salute della popolazione e l’ambiente. L’Italia, inoltre, non ha alcun bisogno né di Saline né di nuove centrali, visto che i produttori lamentano la scarsa domanda di energia e visto che siamo di fronte a una overcapacity spropositata: la potenza istallata in Italia è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto».
integrata, con mercati chiave in Svizzera, Italia, Germania e Romania. Anche in futuro Repower si impegnerà nello sviluppo di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, continuando a svolgere il ruolo di fornitore affidabile di energia, saldamente radicato nel Cantone dei Grigioni». L’ambiguità di Repower preoccupa Legambiente, Wwf e Greenpeace che in un comunicato congiunto sottolineano che il risultato del referendum nel Canton dei Grigioni «indica una scelta chiara e inequivocabile in direzione di una definitiva rinuncia a investimenti sulla fonte fossile più inquinante». Per le tre grandi associazioni italiane quella scelta «deve tradursi come primo atto nell’immediato ritiro del progetto di costruzione di una nuova centrale a carbone a Saline Ioniche, rifiutato nettamente da istituzioni e cittadini calabresi e, contrariamente a quanto affermato dai suoi sostenitori, ben lontano dall’essere autorizzato. In questo contesto è inaccettabile, infatti, che la società Repower - partecipata al 58% dal Canton dei Grigioni e capofila del progetto di Saline Ioniche - nel tentativo di assorbire la bruciante sconfitta referendaria da una parte affermi di “prendere atto dell’esito della votazione” e dall’altra di non avere intenzione di cambiare la propria “strategia energetica” alla luce del risultato». Per Nuccio Barillà, della segreteria di Legambiente e protagonista della battaglia contro la centrale di Saline Joniche «non è più tempo d’ambiguità.
Repower prenda atto della volontà popolare ritirando il progetto o riconvertendo l’investimento mediante il coinvolgendo degli altri partner e con il consenso indispensabile di istituzioni e popolazioni, puntando a Saline come in Svizzera sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica. Sarebbe davvero irresponsabile insistere ulteriormente nel tentativo di forzare la mano, come è stato fatto finora, per la fase autorizzativa, attraverso numerose violazioni di leggi rilevate dalla stessa Corte dei Conti che saranno prossimamente valutate grazie anche a numerosi ricorsi al Tar del Lazio, tra cui quello della Regione Calabria e quello delle associazioni ambientaliste». Greenpeace, Legambiente e Wwf sottolineano che «dal piccolo cantone svizzero insieme a una testimonianza di civiltà e a una benefica ventata di energia pulita è venuta una lezione anche al governo italiano per lasciarsi alle spalle il retaggio del carbone, vecchio e inquinante, e sostenere con convinzione la rivoluzione energetica delle rinnovabili e dell’efficienza. Su questo terreno l’impegno delle tre associazioni ambientaliste continuerà con determinazione, rafforzato da un successo popolare straordinario grazie al lavoro di tutti coloro che in Italia come in Svizzera l’hanno reso possibile». Miracoli della globalizzazione che a volte va in cortocircuito locale, verrebbe da dire; e anche Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia dice che quella che arriva
Kaspar Schuler, responsabile della campagna clima ed energia di Greenpeace Svizzera conclude: «Questa è una buona notizia in vista dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) che il 27 settembre renderà noto a Stoccolma il suo rapporto scientifico sul global warming. La popolazione dei Grigioni si è chiaramente e inequivocabilmente espressa contro il cambiamento climatico transfrontaliero. La gente non vuole a parole, ma chiaramente la fine delle centrali a carbone in Svizzera, in Italia ed altrove. Repower, una compagnia che quest’anno è stata nominata per Public Eye (il premio alle imprese più inquinanti, ndr) , deve ora prendere l’occasione e concentrarsi di più sulle energie rinnovabili. Dato che la Svizzera così come l’Italia stanno vivendo una svolta energetica, l’energia eolica e fotovoltaica locale è ogni anno più forte e la popolazione in Calabria ha detto più volte di voler abbandonare le centrali elettriche a carbone». «È una gran bella notizia - ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia - che permetterà finalmente di porre fine all’anomalia di una centrale decisa in Svizzera, avversata dalla popolazione calabrese e, inspiegabilmente, favorita da un governo (Monti) che diceva di richiamarsi alle politiche europee di decarbonizzazione. Certo, c’è da aggiungere che era ‘spiegabilmente’ vista di buon occhio dagli affaristi e anche dalle cosche mafiose (come dimostrano recenti intercettazioni della magistratura). Speriamo che presto anche a Reggio si facciano piani per favorire le energie pulite e le vocazioni del territorio. Saline Joniche non ha bisogno di speculazioni e altri sepolcri imbiancati come la Liquichimica. Il carbone avrebbe distrutto l’economia locale, a partire dalle produzioni agricole, ma soprattutto messo a forte rischio la salute della popolazione e l’ambiente. L’Italia, inoltre, non ha alcun bisogno né di Saline né di nuove centrali, visto che i produttori lamentano la scarsa domanda di energia e visto che siamo di fronte a una overcapacity spropositata (la potenza istallata in Italia è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto). La decisione della popolazione dei Grigioni costituisce una lezione di coerenza: il cambiamento climatico non si ferma pensando sempre che qualcun altro farà la sua parte e continuando a pompare anidride carbonica nell’atmosfera: cominciamo anche noi a pensare futuro».
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Sabato 5 Ottobre 2013
Il banchiere di Calabria Nicola Paldino si è insediato alla Presidenza della Federazione calabrese delle Bcc e ha indetto una conferenza stampa per presentare il suo programma da svolgere nel prossimo triennio. È la prima volta che in una riunione ufficiale tradizionalmente svolte all’insegna della sobrietà con l’utilizzo di un linguaggio di una burocratica solennità, si sentono propositi così decisi sulle azioni da svolgere e analisi crude sulla condizione delle banche associate. Le parole usate con maggiore frequenza sono state salvataggio e salvare per evidenziare lo stato di grave disagio in cui versa il sistema del credito cooperativo nella nostra regione.
Ora via alla
rivoluzione Vi è attualmente una delle maggiori di esse che versa in stato di commissariamento, come la Bcc dei Due Mari, la quale aspetta di conoscere la sua sorte. Come già avvenuto per le altre consorelle che l’hanno preceduta anche per essa i commissari stanno predisponendo un piano di salvataggio che sarà effettuato con ogni probabilità dalla Banca Sviluppo. Come assicura il neo eletto presidente essa è una creatura del sistema del credito cooperativo e attraverso di essa si salvano gli sportelli, si garantisce la continuità del lavoro dei dipendenti, senza alcun sacrificio richiesto ai depositanti che hanno una assoluta garanzia di veder tutelati i risparmi affidati alle Bcc. Questo è un aspetto fondamentale che consente l’attribuzione di istituti completamente affidabili, che possono svolgere una azione positiva sul territorio per il particolare rapporto che li lega ai soci sottoscrittori delle quote e ai suoi depositanti. Per esse l’emblema del risparmio è ancora il piccolo salvadanaio che rappresenta il carattere parsimonioso delle famiglie e delle piccole imprese che formano il tessuto produttivo della regione. Lo stato di crisi delle banche provoca tuttavia un effetto restrittivo del credito per effetto del maggiore rigore richiesto nella concessione quando si evidenzia la fragilità del portafoglio crediti, che finisce per provocare una acutizzazione del credit crunch. L’insediamento del nuovo presidente della Federazione rappresenta un evento molto particolare, poiché non si tratta di un avvicendamento alla scadenza del mandato, ma la conseguenza di una operazione di fusione, che acquisto un grande rilievo e assume un carattere anticipatore di quello che sarà il presumibile cammino delle Bcc nel prossimo futuro. Il presidente uscente Michele Aurelio ha spontaneamente lasciato il suo incarico, rinunciando anche alla presidenza della sua banca, per favorire una operazione che si era resa indispensabile per evitare un ennesimo intervento della Vigilanza. Una operazione lungimirante e proattiva che ha condotto la piccola banca ad abbracciarsi a una consorella più grande, rafforzandosi sotto il profilo gestionale, territoriale, manageriale e patrimoniale. Ora può dirsi al sicuro e i piccoli disagi che dovranno sopportare dipendenti e clienti sono un prezzo irrisorio a fronte della tranquillità del futuro prossimo della banca. Questa operazione è stata un modello e, come annunciato dallo stesso neo Presidente, due altre seguiranno a breve, con altre due fusioni in programma a breve. Dovrebbero sorgere così la Bcc
Nella conferenza stampa indetta all'atto del suo insediamento, Nicola Paldino, nuovo presidente della Federazione calabrese delle Bcc preannuncia l'inizio di un periodo di profonde trasformazioni che dovrebbe provocare fusioni e concentrazioni per ridurre il numero delle banche e aumentare il loro peso specifico di Vibo Valenzia, che aggrega la Bcc di Maierato e quella di San Calogero, e quella di Crotone nella quale confluiranno le due banche di quella provincia. Non si tratta di operazione di pura facciata, ma di una esigenza imposta da una crisi che non accenna a finire e impone la ricerca di nuovi strumenti e rinnovata fiducia per poter andare avanti. La scelta di un presidente della Federazione, espressione della principale delle Bcc del territorio non
è casuale, ma esprime una concreta voglia di rinnovamento, è l’inizio di un processo che dovrà portare a una rivoluzione della loro presenza sul territorio. Per questo sono necessarie aggregazioni per eliminare dall’interno le condizioni di debolezza che caratterizzano molte di esse, estensioni della operatività territoriale possibile solo a istituti che abbiano una dimensione adeguata e una organizzazione efficiente. Gran parte del reggino e la stessa città dello Stretto è priva di una presenza del sistema cooperativo, così come estese parti del territorio regionale. Le operazioni preannunciate sono necessarie per affrontare delle situazioni che presentano un grado di criticità che potrebbero condurre ad altri esiti. Il sistema ha già subito un salasso finanziario rilevante ed è opportuno evitare altre scosse che potrebbero rivelarsi esiziali per gli istituti che si troverebbero coinvolti. La grande esperienza e la riconosciuta prudenza del nuovo presidente rappresentano una garanzia che il sistema è oggi in grado di autogovernarsi e trovare un equilibrio prima dell’intervento dell’Istituto di Controllo. Qualche timore serpeggia sullo stesso futuro della Federazione per la progressiva riduzione del numero delle associate. Recentemente c’è chi è arrivato a proporre la loro riunificazione in un unico istituto regionale. Una soluzione troppo drastica, ma certamente il loro numero è destinato a contrarsi notevolmente. Tuttavia quello che è importante è piuttosto la solidità delle banche che il loro numero. Esse devono diventare, e vi sono tutte le premesse che questo possa accadere, un soggetto del territorio in grado di interloquire con la classe politica e dirigenza della regione. (OP)
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Sabato 5 Ottobre 2013
Altro che barile
Vittime che non si possono scaricare Il Partito democratico esprime cordoglio per le vittime del naufragio avvento a Lampedusa, ma anche sdegno per le dichiarazioni irresponsabili degli esponenti della Lega Nord che a sciagura ancora in corso fanno una propaganda politica infamante e intellettualmente disonesta. Si susseguono altresì in queste ore le dichiarazioni di esponenti politici italiani che investono di responsabilità l’Unione europea per la mancanza di presa atto e collaborazione per un fenomeno che non può restare relegato alle sole capacità e al grande senso di civiltà dei Lampedusani e dei volontari italiani. Il tragico naufragio avvenuto a Lampedusa arriva però il giorno dopo la grave condanna del Consiglio europeo sulle politiche immigratorie dell’Italia, in cui vengono giudicate sbagliate o controproducenti le misure prese in questi ultimi anni dall’Italia per gestire i flussi migratori anche con gli aiuti europei. Non si può infatti dar torto alle affermazioni del Consiglio se si guarda a come è stata gestita dall’Italia attraverso la Protezione civile la vicenda della c.d. “Emergenza Nord Africa” o a come viene sottovalutato il fenomeno dei flussi di lavoratori stranieri sfruttati e in condizioni disumane che si spostano da una regione all’altra e come avviene ad esempio su Rosarno per le stagioni della raccolta. La tragedia chiama in causa invece le evidenti gravi responsabilità della politica dell’Unione Europea e dell’Italia sull’immigrazione e sull’asilo. Per il Forum Immigrazione del Pd della Calabria costituto in occasione della Festa democratica Regionale di Castrovillari vanno corresponsabilmente avviate dall’Italia e dall’Unione europea una serie di misure immediate sull’immigrazione e ripensato in particolare il sistema di accoglienza per profughi e rifugiati attraverso il superamento di quegli schemi ormai non più funzionali che si chiamano Cara (vedi il centro di Crotone
Il Partito democratico esprime cordoglio per le vittime del naufragio avvento a Lampedusa, ma anche sdegno per le dichiarazioni irresponsabili degli esponenti della Lega Nord che a sciagura ancora in corso fanno una propaganda politica infamante e intellettualmente disonesta. C'è la necessità che l'Europa si faccia veramente carico di evitare queste morti collassato dalle presenze e da condizioni disumane dove i tempi per la definizione delle procedure sono lunghissimi) Cie (dove il trattenimento in attesa di espulsione diviene luogo di detenzione amministrativa e di negazione di ogni diritto) avviando sulla base delle esperienze già sperimentate sui territori, vedi Riace o Acquaformosa, una serie di soluzioni che garantiscano un’accoglienza diffusa sul territorio e la costituzione di un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee in Libia (paese di transito), in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi. Sarebbe auspicabile il riconoscimento ai migran-
ti già presenti nel territorio italiano, ed a quelli che arriveranno nei prossimi mesi in Italia, del diritto di poter accedere alle procedure d’asilo nei paesi europei dove risiedono i familiari, come previsto da Dublino III, garantendo comunque la protezione umanitaria per tutti/e dal momento che tutti i migranti provengono da paesi in cui vi è una guerra civile o, in ogni caso, una situazione di estremo pericolo. Nessuno “scarica barile”, nessuna sollevazione di responsabilità ai governi europei, piuttosto la necessità che l’Europa si faccia veramente carico di evitare queste morti costruendo una presenza diretta e non terza che, fin dall’interno dei confini africani, possa permettere a chi chiede protezione di non morire, di chiedere asilo, per poi accogliere sul suolo europeo chi fugge ed esaminare qui la sua domanda. Si avvii al più presto quel tavolo interministeriale proposto dalla Ministro Cecile Kyenge, col ministro dell’Interno, della Difesa e delle Politiche Sociale affinchè si produca un’accoglienza degna, affinchè i migranti permangono in Italia e cioè tempi di permanenza minimi nelle strutture, affidamento ad enti competenti (con procedure chiare e documentate sulle gare d’appalto per l’assegnazione degli incarichi agli enti gestori), presenza di interpreti, mediatori, presidi medici e operatori umanitari e legali all’interno delle strutture, accesso libero ad organizzazioni umanitarie ed a associazioni antirazziste locali. A fianco a tali soluzioni il Forum Immigrazione del Pd Calabria auspica nell’immediato un più efficace monitoraggio delle presenze delle imbarcazioni di migranti nel Mediterraneo e nel canale di Sicilia al fine di realizzare misure di soccorso efficaci e coordinate a livello comunitario, altrimenti le lacrime e le parole dell’Europa e dell’Italia che piange i morti di Lampedusa faticheranno ancora una volta a non suonare come retoriche.
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Sabato 5 Ottobre 2013
Largo agli incentivi
di Giovanni Perri*
L’attività virtuosa degli imprenditori agricoli e forestali è sempre utile ed importante poiché è finalizzata alla tutela, conservazione e valorizzazione delle risorse naturalistiche ed ambientali, l’ambiente ed il paesaggio. Per il raggiungimento di tali obiettivi le politiche dell’Ue ed il Psr (Piano di sviluppo delle aree rurali), prevedono incentivi vari, per conseguire utili vantaggi per la crescita delle comunità rurali. In Calabria, il settore della forestazione riveste un’importanza strategica per le attività economico-produttive, turistiche ed ambientali, per la sicurezza fisica del territorio, ma anche e soprattutto per favorire l’assetto del territorio e per prevenire e fronteggiare l’entità dei danni derivante dalle ripetute alluvioni e dal dissesto idro-geologico, durante i periodo di maggiore aggressività climatica.
Le virtù del territorio I circa 600.000 ettari di bosco della Calabria costituiscono veramente una grande risorsa, nell’ambito della quale si concentrano ricchezze naturalistiche ed ambientali, nei cui ambiti territoriali si concentrano flora e fauna di notevole interesse ecologico, paesaggistico ed ambientale. Esiste infatti una grande risorsa naturalistica di specie vegetali ed animali, la cui diversità e specificità è dovuta essenzialmente alle diverse realtà micro-climatiche e ad una variabilità di condizioni podologiche presenti in lungo ed in largo in tutta la superficie territoriale calabrese quali il versante jonico, il tirrenico e l’entroterra collinare e montano. Negli anni passati e prima che entrasse nella fase operativa, la politica dello sviluppo integrale delle aree rurali, fortemente sostenute dall’Unione europea, la programmazione del territorio agro-forestale non veniva mai affrontata e valutata organicamente. Soprattutto negli Anni sessanta e nel periodo del “boom economico”, si è verificato il crescente consumo di suoli agricoli per usi extragricoli, mentre si è dovuti attendere gli anni settanta per registrare una prima risposta positiva a livello nazionale e la legge ponte n.765, che obbligava appunto gli enti locali territoriali a prestare la dovuta attenzione alla pianificazione urbanistica dell’intero territorio comunale e quindi legiferare finalmente sulle problematiche dello sviluppo integrato delle aree rurali. Con questa nuova visione, il territorio agro-forestale rientrava di fatto negli obiettivi strategici della pianificazione urbanistica e territoriale per lo sviluppo generale dell’intero territorio comunale. Ciò comporta una nuova solistica e maggiore attenzione per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, per l’innovazione delle imprese, al fine di gestire le isorse forestali, materiali e immateriali, in modo virtuoso per conseguire generale miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali e forestali.
Quello agrario e forestale dev’essere sempre tutelato e valorizzato e mai privato del manto vegetale e delle necessarie strutture e infrastrutture In tale quadro innovativo si inquadrano gli incentivi dell’Ue che prevedono la ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione delle imprese agro-forestali, quindi una razionale gestione delle risorse territoriali nonché la incentivazione e diversificazione delle attività economiche, finalizzate alla eliminazione delle diseconomie e ad equilibrati rapporti fra città e campagna. Detti aspetti costituiscono in estrema sintesi, i principali obiettivi del nuovo programma di sviluppo rurale dell’Ue che intende attuare e perseguire con il coinvolgimento delle popolazioni interessate con gli incentivi ed i finanziamenti delle politiche di sviluppo rurale. Le molteplici attività svolte dall’uomo nel territorio agro-forestale, vanno sempre dunque difese, incoraggiate e supportate da opportuni incentivi in direzione della tutela attiva ed alla salva-
guardia delle risorse materiali ed immateriali, vegetazionali ed ambientali. Sono aspetti che vanno incoraggiati poiché finalizzati ad innescare processi produttivi e sociali in grado di esaltare le capacità individuali e collettive di tutti gli attori dello sviluppo socio-economico per un generale miglioramento integrato delle condizioni di vita nelle aree agricole e forestali, sempre nell’ottica della sostenibilità ambientale e territoriale. Tutto ciò è veramente incoraggiante se pensiamo alla varietà dei colori che costituisce il paesaggio forestale, sempre ricco e notevolmente vario nella quattro stagioni, tanto da suscitare nella mente umana un grande fascino, oltre che alle funzioni produttive, di difesa del suolo, di abbellimento dell’ambiente e per la purificazione dell’aria. Per tutte queste ragioni è perciò auspicabile che il territorio agrario e forestale venga sempre di più valorizzato, difeso, salvaguardato e tutelato, mai privato del manto vegetale e delle necessarie strutture e infrastrutture produttive e abitative, diversamente diventa un ambiente squallido e non utilizzabile, facile preda di fenomeni atmosferici sfavorevoli quali alluvioni, smottamenti, movimenti franosi, dissesti idro-geologici, diminuzione della flora, della fauna e della biodiversità in generale ed in primis degli ecosistemi forestali. agronomogperri@virgilio.it
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Ormai è un cult
Luigi De Magistris
C’era una volta Why not... Con l'uscita di scena anche di Loiero e Chiaravalloti, e dopo lo smembramento e la sterilizzazione del principale fascicolo, la vecchia inchiesta di De Magistris può tranquillamente essere riposta negli scaffali della letteratura. Giudiziariamente forse non vale più niente Eppure rileggendo quelle carte un pezzo di Calabria interessante rimane...
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANZARO DECRETO DI PERQUISIZIONE PERSONALE E LOCALE - artt. 249, 250 e ss. c.p.p. II Pubblico Ministero, visti gli atti del procedimento penale nr. 2057/2006 mod. 21 nei confronti di: 1. BONFERRONI Franco, nato a Reggio Emilia il 10.10.1938, ivi residente alla via Guido da Castello n. 17, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 319-416~640cpv~640 bis c.p. e 2 L. 17/1982, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 2. MACRI' Pietro, nato a Vibo Valentìa, il 2.4.1964, ivi residente alla via Olivarella n. 35, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 3Ì9-416640cpv-640 bis c.p, e 2 ,L, 17/1982, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 3. MAMONE Luigi Filippo, nato a Catanzaro il 21.6.1950, ivi residente alla via De Riso n. 67, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-640 bis c.p., in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 4. DE GRANO Francesco, nato a Vibo Valentia il 11.1.1967, residente a Roma alla
via Guglielmo Marconi n. 46, iri ordine ai reati p. e p. dagli artt. 319-416640cpv-640 bis c.p. e 2 L. 17/1982, in. Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 5. DE GRANO Maria Angela, nata a Seriate (BG) il 11.5.1970, residente a Vibo Valentia alla via Olivarella n. 35, in ordine al reati p. e p. dagli artt. 319-4.16640cpv-640 bis c.p. e 2 L. 17/1982, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; . " 6. POLETTI Paolo, nato a Civitavecchia il 6.6,1956, residente a Roma alla vìa Ofanto n. 18, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv~640 bis c.p., in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 7. CARDUCCI Valerio, nato a Vicchio (FI) il: 13.31948, residente a Bagno a Ripoli (FI) alla via delle Padule n. 15, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-ó40cpv~ 640 bis c.p., in Calabria ed. altre parti elei' territorio nazionale con condotta in atto; 8. LUZZO Gianfranco, nato a Nicastro il 18.1.1940, residente a Lamezia Tenne (CZ) in loc. Maririeila, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 319-416-64Qcpv~640 bis c.p. e 7 L. 195/1974 e succ. moclif., in Calabria eci altre parti del territorio
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nazionale con condotta in atto; 9. PIPJLLO Mario, nato ad Amantea (CS) il 11.9.1945, ivi residente alla via Strada Nuova n. 4, in ordine ai reati p. e p. dagli arti. 319416-640cpv~640 bis c.p.,, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in. atto; 10. STELLATO Massimo Giacomo Gennaro, nato ad Anderà (SV) il 11.11.1963, residente ad Abarìo Terme (PD) alla via Piile.-1, n. 20, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-640 bis c.p. 2 L. 17/1932, in Calabria ed altee parti del territorio nazionale con condotta in atto; . . oo 11. STELLATO Gianmario, nato a Milano il 31.12.1969, residente a Novara alla via Magai otti n. 3, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-640 bis c.p. 2 L. 17/1982, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 12. DIPANO Vincenzo, nato a Lamezia Ternae (CZ) il 21.11.1961, ivi residente alla via Cefaly n. 9, in ordine ai reati p. e p. dagli artt, 416-640cpv~640 bis c.p. 2 L. 17/1982 e 7. L. 195/1974 e succ. modif., in Calabria ed altre partì del territorio nazionale con condotta in atto; 13. CARNEVALE Gerardo, nato a Paola (CS) il 7.3.1965, ivi residente alla via Melissa n. 8, in ordine ai reati p. e p. dagr| artt. 416-640cpv-640 bis c.p., in Calabria ed altre parti del territorio nazionaleicon condotta in atto; 14. ADAMO Nicola, nato a Cosenzà il 31.7.1057, ivi residente alla via dei Martiri n. 15, in ordine ai reati p. e p. dagli artt/ 319-416640cpv-640 bis c.p. e 7 L. 195/1974 e succ. modif., in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; V: 15. ACRI Antonio, nato a San Giovanni in Fifere;(CS) il 2.12.1942, ivi residente alla via dei Ciclamini n. 14, in ordine ai reati¥p. e p. dagli artt. 416-640cpv~640 bis c.p. e 7 L. 195/1974 e succ. modif.,' in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; ; 16. BRUNO Brunella, nata a Cosenzà il 28.7.1976, residente a Roma ai corso Trieste n. 174, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-640 bis c.p., in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 17. ZULIANI Armando, nato a Cantù il 11.8.i962, residente a Brenna (CO) alla via Grumello n. 27, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-640 bis c.p. 2 L. 17/1982, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 18. INDRIERI Francesco, nato a Cosenzà il 19.6.1959, ivi residente alla via Monte San Michele I/A, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-64G bis c.p., in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 19. CALATI Slavatore Domenico, nato a ViBo Valentia il 25.4.1967, residente a Monterosso Calabro (W) e/da Dormita, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 319-416-640cpv-640 bis c.p., 2 L. 17/1982 e 7 L. 195/1974, in Calabria ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto; 20. SCARPELLINI Piero, nato a Cesena (FO) il 27.8.1950, residente a Rimini alla via Merca n. 8, in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 416-640cpv-640 bis c.p. 2 L. 17/1982, in Calabria ed altre parti del territorio, nazionale con condotta in atto; + altri; . f OSSERVA I
Il Tribunale di Catanzaro
L'attività investigativa ha consentito di individuare la sussistenza di condotte criminose finalizzate alla consumazione di truffe e corruzioni !coiì riferimento, 'in particolare, all'erogazione di fondi pubblici. I reati vengono consumati, soprattutto,- attraverso la costituzione -di "schermi" societari che consentono di spostare i] denaro con maggiore facilità e creare condizioni per la realizzazione del prezzo del reato attraverso assunzione di persone che rappresentano, in taluni casi, anche la controprestazione del 'delitto di'cui-al!'are 319 c.p.. Dall'analisi delle compagini societarie e dei flussi economico-finanziari emerge uno scenario devastante circa la gestione di denaro'pubblico e della pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali. Le indagini preliminari hanno anche evidenziato comuni colleganze affaristiche -
riscontrate anche da altra attività investigativa e dall'esame di materiale sequestrato all'esito di precedenti perquisizioni - tra società e persone riconducigli, anche indirettamente, ad amministratori pubblici facenti parti di "opposti schieramenti", in tal modo delineandosi un controllo - si potrebbe dire "blindato" - di fette rilevanti della spesa pubblica, in settori determinanti per lo sviluppo. E' emersa la costituzione di vere e proprie lobby affaristiche, costituite con modalità tali da rimanere occulte e non consentendo di individuare i partecipanti alle stesse (tenuto anche conto dell'appartenenza a ramificazioni significative delle Istituzioni di taluni sodali), svolgendo attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di Istituzioni, amministrazioni pubbliche e di servizi pubblici esenziali di interesse nazionale. Considerato che dall'esame delle visure camerali emerge un coacervo di società
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con riferimento agli ultimi fatti oggetto di investigazione,, risultano le dichiarazioni rese da OMISSIS: VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI DA PERSONA INFORMATA SUI FATTI II giorno 26 marzo 2007 alle ore 09,30, in località non indicata per ragioni di sicurezza e. riservatezza, innanzi al Pubblico Ministero Luigi de Magistris, assistito per la
collegate tutte riconducibili a soggetti comunque coinvolti nell'attività investigativa, tanto da far ritenere che si tratti di imprese finalizzate alla consumazione dei delitti di truffa e corruzione ed utilizzate, anche, quali "contenitori" per la raccolta ed il successivo reimpiego di somme di denaro. Conscguentemente vi è fondato motivo di ritenere che artificiosamente siano state costituite una serie di società, create ad hòc, per fare profitto illecito ed ottenere commesse nell'ambito degli appalti e delle gare e per perpetrare ingenti truffe ai danni della comunità europea nell'ambito dei finanziamenti pubblici di volta in volta confluiti presso le casse della Regione Calabria da parte dell'unione europea. Utilizzando spesso le società per piazzare - quale controprestazione sinallagmatica persone che hanno prestato loro "opere" in favore dei vari sodali. Valutato, in particolare, che dall'esame analitico delle compagini societarie - anche
attraverso la verifica delle visure di tipo storico è emerso che diversi nominativi di persone coinvolte, soprattutto taluni indagati, compaiono in diversi, assetti di società, spesso con ruoli apicali, talvolta uscendo da alcune per rientrare in altre di medesimo oggetto sociale. Tenuto conto, altresì, che le società interessate - che sembrano costituire un collaudato sistema di "scatole cinesi" ~ hanno quasi sempre come oggetto sociale il settore ambientale (rifiuti o acque), quello immobiliare (verosimilmente per investire i soldi illecitamente acquisiti), quello finanziario, quello informatico, quello desi servizi e del terziario e che risultano rapporti e transazioni - per il reimpiego, verosimilmente, delle somme illecitamente acquisite - con società fiduciarie. Evidenziato che sono emerse dazioni di denaro (attraverso bonifici) tra talune dello società coinvolte e nominativi di persone interessate all'attività investigativa in corso. Considerato che di assoluto pregio investigativo,
redazione del presente atto dal Maresciallo Giuseppe Chiaravalloti addetto al Nucleo Operativo - Reparto Operativo dei Carabinieri di Catanzaro/ è comparsa, nel proc. pen. nr. 2057/2006 mod. 21: p " OMISSIS Viene avvertita dell'obbligo/ penalmente sanzionato, di riferire ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentita. A.D.R. Ho deciso di rendere le mie dichiarazioni in quanto/ dopo la perquisizione alla Why Not, da parte del suo Ufficio mi sono resa conto che è necessario che si sappia la verità circa la correttezza che contraddistingue i lavori della predetta società e circa/ i rapporti che in questi anni io stessa e la WhyNot abbiamo avuto con Antonio SALADINO, prima che gli stessi si interrompessero dopo una lunga serie di liti anche violente. A.D.R. Ho conosciuto Antonio SALADINO nel 1996, quando oggi come allora rappresentava il vertice della Compagnia delle Opere nel Sud Italia. All'epoca la predetta Compagnia aveva il nome prestigioso, ma da un punto di vista economico non aveva alcun peso, solo debiti, nonostante la nascita dell'azienda Silagum S.r.l. E' con la nascita di OBIETTIVO LAVORO e con il ruolo del SALADINO che quest'ultimo, utilizzando la Compagnia delle Opere, comincia a divenire una vera e propria potenza/ non solo economica/ ma anche politico-istituzionale, tenuto conto dei rapporti che si cominciano ad intensificare all'interno della pubblica amministrazione e delle istituzioni stesse. Debbo precisare che il SALADINO sin da prima aveva dei legami forti, ma con lo sviluppo della Compagnia delle Opere acquisisce anche un ruolo, diciamo formale, all'interno della società civile. A.D.R. Con SALADINO instauro un rapporto molto stretto, nel giro di un anno, tanto da divenire, con il tempo, una delle sue più strette collaboratrici, tanto che con il suo aiuto divengo responsabile di filiale di Obiettivo Lavoro in Calabria, A.D.R. La forza di SALADINO è stata quella di creare un reticolo di società pcapaci di operare nel mercato e di ottenere varie e numerose commesse da parte di enti pubblici, in-particolare dalla Regione Calabria. Il suo potere/ poi, strategicamente si rafforzava, notevolmente, attraverso le modalità con cui venivano assunte le perscae: invitava i politici ei rappresentanti delle varie Istituzioni a segnalare persone da assumere, strategia che si è strutttirata con le società di lavoro interinale e eoi coi i lu nascita della Piazza del Lavoro a Lamezia Terrne. Nelle assunzioni da lui effettuate hanno sempre trovato ampio spazio gli appartenenti a vario titolo alle più varie istituzioni dalle forze dell'ordine alla magistratura; il tutto in modo tale da creare una rete di potere e protezione. Il sistema, per esemplificare/ consisteva in questo:
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venivano progettate possibilità di commesse e lavori alle società riconducibili a SALADINO ed egli assumeva le persone segnalate dai politici che le facevano ottenere; inseriva persone indicate da personalità delle istituzioni, anche nazionali, ed otteneva, in tal modo, anche commesse in -altre partì d'Italia; assumeva, poi, persone indicate da appartenenti alle forze dell'ardine e della magistratura in modo da poter contare sulla loro protezione in caso di necessità e comunque per costituire un reticolo di potere, tanto da scandalizzarsi (lo ripeteva spesso durante le scuole di comunità di CL) se qualcuno ignorava che il "potere esiste". : A.D.R. Le società riconducibili al SALADINO sono, per quelle che adesso, mi vengono in mente: INTRAPRESA SRL, ITALIANA SERVIZI SRL, BRUTIUM SERVICE SRL, SILAGUM SRL, GECOM SRL, PERSONE SRL, ISET SUD SRL, ASSOCIAZIONE PIAZZA DEL LAVORO, NEED & PARTNERS, SOCIETÀ' CONSORTILE BRUTIUM ARL, SIAL, SIGILI JOB, OBIETTIVO LAVORO. SFA, CONSORZIO SCUOLE LAVORO, I CAN, FINE FOOD e WHY NOT SRL, ed altre ancora che in questo momento non mi vengono in mente. Le ultime due non sono più riconducibili al SALADINO, da quando si sono "rotti" i rapporti miei e di mio marito con il SALADINO. La FINE FOOD è di mio- marito, mentre la WHY NOT è anche mia e da quando vi è stata la rottura con il di1.' SALADINO non vi,è alcun rapporto tra quest'ultimo e la predetta società. A.D.R. Il suo più stretto referente, all'interno della Compagnia delle Opere è, da sempre, Giorgio VITTADINI, già responsabile nazionale della CDO, oggi Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. A.D.R. La capacità "politica" del dr. SALADINO è-stata sempre quella di stringere legami trasversali da un punto di vista politico, sempre nell'ottica di una logica di o-tipo affaristico, più che imprenditoriale, nonché consolidare rapporti a livello istituzionale, in modo da penetrare, ad ogni livello, qualora ve ne fosse il bisogno, A.D.R. Da quando ho conosciuto il dr. SALADINO ho potuto verificare la sua impressionante rete di rapporti, con persone con le quali vi è un rapporto di tipo sinallagmatìco di piaceri reciproci; in particolare. .;, 4 = ' 5 L'Ufficio mostra l'elenco dei consiglieri regionali, dei parlamentari- e di; altri protagonisti dell'attività polìtica e/o istituzionale, <i!si chiede ad OMISSIS con chi Saladino, le risulta avesse rapporti. > A livello della politica regionale: con l'attuale europarlamentare Donato VERALDI, il quale ha raccomandato alcune persone da assumere; ; con l'attuale presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme, Gianfranco LUZZO, con il quale vi è un rapporto organico; con il Presidente CHIARAVALLOTI un rapporto strettissimo con Pino GENTILE, un rapporto strettissimo/ raccomanda varie persone; ?' Domanda: Con chi/ tra questi, le risulta ci siancf o ci siano stati rapporti d'affari? i rapporti tra LUZZO e SALADINO si consolidano anche attraverso la società GECOM, di cui sono soci la moglie di LUZZ'0
edjil genero di LUZZO, ;o.Filippo oo SS '; Ì' BILOTTI; i rapporti con LUZZO risalgono! nel tempo, sin da quando il SALADINO lavorava nell'ASL di Catanzaro; % 'oo;. Domanda: Ci risulta che la BRUTIUM sia stata costituita proprio il giorno prima della Legge Regionale 23/2002, è un caso? OMISSIS, si mostra reticente. ' o$ Domanda: Ci risulta che la BRUTIUM sia stata costituita proprio il giorno prima della Legge Regionale 23/2002, è un caso? Non credo, per come ci è stato riferito da FRANZÈ, il tutto è stato fatto con la regia di SALADINO, potendo contare sulla ; piena collaborazione dell'allora Giunta Regionale, comunque sul punto potrà riferire Jn modo puntuale e analitico il FRA.NZE', già all'epoca responsabile di Obiettivo Lavoro, poi divenuto sud area manager di OBIETTIVO LAVORO, al posto di SALADINO. CHIARAVALLOTI raccomanda persone a SALADINO, ed è anche colui che da il ' oor via prima ad IPNOSI, tramite Luigi MAGONE, e successivamente al CONSORZIO CLIC. I (i,. oo Domanda: Ci risulta che la maggior parte delle 490 persone siano riconducibili tra Pino GENTILE e Nicola ADAMO, è vero? , | x Risposta: Si è vero. ; ,: Domanda: Quali sono i rapporti tra Adamo e Salariino? Risposta: Con il vice-presidente dell'attuale,, giunta regionale Nicola ADAMO il dr. SALADINO ha un rapporto privilegiato, lo definisce un suo amico di famiglia; ADAMO è politico fortemente carismatico ed intelligente, infatti, cerca sempre di essere molto attento a non esporsi personalmente, tanto è vero che il primo contratto tra la Regione Calabria ed OBIETTIVO LAVORO (riguardante 180 lavoratori interinali) ADAMO Io fa firmare all'ing. SERRAO. La maggioranza r l delle persone assunte dal SALADINO sono, a'ppunto, da lui segnalate. Domanda: Quali sono i rapporti tra SALADINO, ADAMO e la BRUNO BOSSIO? Risposta: II rapporto tra SALADINO ed ADAMO, è sempre stato molto intenso, si consolida ancora di più dopo l'"incontro imprenditoriale" tra SALADINO e la BRUNO BOSSIO. In particolare, all'inizio, SALADINO instaura un rapporto stretto con la BRUNO BOSSIO a prescindere da Nicola ADAMO, tenuto conto che era anche il periodo dei problemi coniugali tra loro. In particolare, SALADINO mette in rapporto la BRUNO BOSSIO con CHIARAVALLOTI: in tal modo, oì raggiungendo il duplice scopo di avere un canale preferenziale con Nicola ADAMO, leader dell'opposizione, segretario regionale dei DS, e con Giuseppe CHIARAVALLOTI, Presidente della Giunta Regionale. Il contatto SALADINOBRUNO BOSSIO-CHIARAVALLOTI era prodromico soprattutto per la nascita del CONSORZIO CLIC. Doveva servire, tale consorzio, per rivitalizzare'il settore informatico, in realtà serviva per poter canalizzare i finanziamenti nel settore
informatico. SALADINO ci tiene molto che nel CLIC entri la famiglia ABRAMO, li incontra ripetutamente. Alla fine ci riesce. Da tenere presente che lui se ne interessa in quanto vuole che NEED sia l'advisor dell'operazione. Il momento storico in cui accade è particolare, è opinione diffusa che le prossime elezioni sarebbero state vinte dal centro-sinistra, e in particolare da ADAMO. Per le imprese del settore informatico e quindi anche per gli ABRAMO diventa interessante entrare nel CLIC, il legame con là sinistra, attraverso la BRUNO BOSSIO, presidente del CLIC, e quindi Nicola ADAMO, è utile per garantirsi finanziamenti anche per il futuro. Questo mio ragionamento deriva da quanto detto ai tavoli della CDO proprio dal SALADINO. Nel progetto del CLIC ruolo centrale doveva essere svolto da Pietro MAGRI', già, Project di IPNOSI, nonché amministratore delegato di MET SVILUPPO. Domanda: quai'è l'area politica di riferimento di MAGRI'? 7 Risposta: L'area dell'Oli. Romano PRODI. Domanda: e nel CLIC? Risposta: SALADINO delega MAGRI' a seguire il progetto CLIC con il Presidente CHIARAVALLOTI, e per suo conto ad incontrarlo, mentre la NEED faceva l'advisor, in tal modo avrebbe ottenuto consulenze commerciali dalle operazioni che avrebbe realizzato, intanto stipula con CLIC un contratto di service che prevede il fitto, la segreteria, il coordinamento (affidato all'ing. LILLO) e la consulenza contabile e fiscale. Le riunioni del consorzio CLIC avvenivano proprio nella sede della CDO. E' proprio in questo periodo che si intensifica il mio distacco dal dr. SALADINO, in quanto egli consente al MAGRI' di perpetrare una vera e propria truffa nei nostri confronti e il MAGRI' stesso si prodigava a dare lezioni di imprenditoria alla WhyNot e alle società maggiormente rappresentative della CdO. Difatti, SALADINO convoca i vertici della WHY NOT (io, FRANZE' e LA CHIMIA) e ci costringe ad acquistare un software NAVISION dato dal MAGRI' (ci avevano provato anche con l'azienda di OMISSIS, mio marito, senza successo), per la "modica" cifra di circa 250.000 euro. MACRI' assicura a SALADINO, che in tal modo avrebbe avuto il pieno controllo sui conti della WhyNot/ in modo del tutto incoerente con quanto stabilito alla nascita dell'azienda con i tre soci della WhyNot (MERANTE, FRANZE' e LA CHIMIA), quando SALADINO aveva sostenuto "WhyNot è di chi la fa, ne rispondete civilmente e penalmente, io nella gestione non devo entrarci" Questo episodio lo racconto, per far comprendere il clima che si è instaurato nel tempo tra SALADINO e la WhyNot e per far comprendere quanto fosse stretto il legame tra SALADINO e MAGRI'. Si tratta di un software che, in realtà, non. ha mai funzionato. Quando MET SVILUPPO è fallita sono venuti in WHY NOT alcuni dipendenti della predetta società per chiederci scusa, in quanto ben sapevano che il loro prodotto non era applicabile ad un'azienda di servizi. Mi dissero che MAGRI' riusciva ad ottenere tutto quello che voleva grazie ai suoi buoni uffici
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con il dr. SALADINO ed i suoi legami. WHY NOT entra nel progetto CLIC in quanto, all'epoca, avevamo ancora un rapporto di sudditanza nei confronti di SALADINO. La WHY NOT serviva al SALADINO per avere una società di sua diretta promanazione nel consorzio. Posso dire che il CONSORZIO 'CLIC, attraverso in particolare il legame tra la BRUNO BOSSIO e Pietro MAGRI' (quindi tra CM SISTEMI e MET SVILUPPO), riesce ad ottenere, grazie al ruolo di Antonio GARGANO, presidente di FINCALABRA, 3.600.000 euro (società che ha anche sostenuto finanziariamente la MET SVILUPPO). Tali soldi sono stati erogati durante la presidenza CHIARAVALLOTI ma il rapporto si è anche consolidato, successivamente, con la giunta LOIERO, quando ADAMO è divenuto assessore al bilancio ed alle attività produttive ed all'energia. I soldi dati al CONSORZIO CLIC finiscono, poi, in TESI. Le somme sono divise in due tranches: la prima, viene erogata dalla giunta CHIARAVALLOTI, la, seconda dalla giunta LOIERO, in particolare da Nicola ADAMO. Posso dire che il CONSORZIO CLIC è stato, alla fine dei conti, inefficace, in quanto nulla è stato realizzato. Il ruolo del GARGANO ha dell'incredibile . in quanto, prima delibera il finanziamento in favore di TESI e, successivamente, diviene oo presidente di tale ultima società. L'affare doveva essere questo: si trattava di canalizzare le somme, assai ingenti, provenienti dall'unione europea, nel settore dell'informatica. La società che doveva essere favorita era TESI, azienda di interesse della BRUNO BOSSIO e di ADAMO: credo che inizialmente TESI, prima dell'attuale vigente legislazione sulle gare, essendo società mista pubblico-privata, otteneva l'affidamento delle commesse direttamente, senza bisogno di gare; da TESI dovevano transitare tutti i lavori per la Calabria informatica. Successivamente, invece, mutata la legislazione, si discute all'interno del CLIC 'dell'idea di SVITEC CALABRIA, anche perché ci si era resi conto dell'inadeguatezza di TESI, e che avrebbe dovuto essere presieduta da Enza BRUNO BOSSIO. In realtà, la situazione si complica in quanto LOIERO non consente che ADAMO e la BRUNO BOSSIO gestiscano, da soli, tutto il settore dell'informatica. E' a questo punto che Enza BRUNO BOSSIO, che nel frattempo si era molto legata a Marinella DE GRANO, amministratore delegato di ADEPTA. ADERTA entra nel Consorzio CLIC quando MET viene posta in liquidazione, anche se la Marinella DE GRANO ha sempre partecipato alle riunioni del CLIC quale moglie di Pietro MAGRI' e, soprattutto, di Avvocato che curava gli interessi del consorzio. SALADINO e la BRUNO BOSSIO si aspettavano molto dalla famiglia DE GRANO, pieno appoggio, in quanto il fratello Francesco era assessore della giunta LOIERO, con delega .proprio ai fondi comunitari e indicato come assessore a Loiero proprio da loro. Sta di fatto, però, che LOIERO, da Presidente della Giunta, non consentiva che il gruppo ADAMO potesse gestire, in questo modo, l'intera fetta 'dei fóndi europei e il DE GRANO si era nel frattempo, così diceva SALADINO,, fat-
to benvolere e quindi legato a LOIERO. E' a questo punto che si inclinano, quindi, anche i rapporti tra la BRUNO BOSSIO e MAGRI', quando la prima si rende conto di non poter fare affidamento totale sulla famiglia DE GRANÒ. Questo ovviamente irrita molto la BRUNO BOSSIO. Domanda: Oltre a DEGRANO la CdO aveva indicato altri assessori? Risposta: Si, NOLA. Domanda: SALADINO, nella scelta si era confrontato con qualcuno? Risposta: Si, ricordo varie telefonate fatte a GOZÌ di San Marino. Francesco DE GRANO aveva un rapporto molto stretto con SALADINO, facevano' i progetti insieme a Roma, tanto che tecnici della, CdO andavano nel suo studio a Roma per ,' $o fare i progetti di finanza agevolata e, credo che Abbiano stipulato, all'epoca, un contratto di partneraiato. Pietro MAGRI' pensava, quale amministratore di TESI, di poter ottenere tutto senza far nulla, al contrario di Renato PASTORE che, invece, voleva che TESI rappresentasse anche una realtà imprenditoriale. Si inizia a comprendere che Pietro MAGRI' e Marineli'a DE GRANO volessero solo fare soldi, senza fare impresa. In questo momento;; di crisi tra MAGRI' e la BRUNO BOSSIO, Antonio SALADINO sta più dalla parte della seconda, pur non rompendo i rapporti con MAGRI', in quanto persona assai influente in Calabria. -, e Domanda: perché SALADINO lo ritiene persona influente? Risposta: perché facente parte di quello che SALADINO definiva "il comitato di affari di San Marino". < """- '. Continuando con i nominativi che lei mi sottopone, i rapporti tra SALADINO e l'attuale assessore regionale all'ambiente Diego TOMMASI sono assai stretti; SALADINO un giorno mi ha chiesto di accompagnarlo dall'assessore all'ambiente, c'era anche ENZA e siamo andati a pranzo insieme. o Domanda: E' successo che abbia incontrato prèsso gli uffici dell'assessore ) :.j TOMMASI la BRUNO BOSSIO? Risposta: si, due volte. t TOMMASI ha anche affidato urta gara alla WHW NOT, quando SALADINO era ancora il referente.di questa società; quando hq^rottó i rapporti con SALADINO anche TOMMASI non ha voluto più avere rapporti con WHY NOT. o-o oooo io ': ' S ' ' Domanda: sa per quale motivo alla BRUNO BOSSIO viene dato l'incarico nella Valle Grati? '"o Risposta: No/ posso immaginare che le .venga dato in quanto andava sfumando l'affare CLIC/TESI. K . t: : oo, Con'l'ex presidente della giunta regionale Giuseppe NISTICO' fa l'accordo SUDNORD-SUD quando era presidente della giunta regionale ed il SALADINO diviene suo consulente. Con l'onorevole Gigi MEDURI, al quale SALADINO e FRANZE' hanno assunto, tramite la WHY NOI, il figlio; sui rapporti tra il MEDURI ed il SALADINO credo possa riferire FRANZE', che curava il rapporto
tra i due; Con il senatore Pietro PUD A, al quale il SALADINO ha fatto assumere diverse persone da lui segnalate; SALADINO teneva molto al rapporto con Pietro FUD A, in quanto persona in grado di garantire gli equilibri politici regionali, anche in virtù della sua area di incidenza politica; Con il consigliere regionale Alberto SARRA ha rapporti stretti. Domanda: Vi risultano rapporti anche quand© il SARRA ricopriva l'incarico diassessore al personale? i Risposta: in particolare il SARRA, quando era Assessore regionale al personale, ha affidato al CONSORZIO BRUTIUM il progetti MOD (monitoraggio ai fini della dotazione organica) ed ha chiesto l'assunzione Éelle persone da lui segnalate, cosa ;| che è avenuta; tale progetto, inizialmente, non è.andato bene in quanto le persone assunte non hanno raggiunto gli obiettivi imposti dai SAL, successivamente, invece, a seguito di riunioni e mancati pagamenti di stipendi, su decisione mia e dell'ing" MASI, le cose sono mutate e le persone hanno portato i lavori a termine; Con il consigliere regionale Franco MORELLI viene curato, quando egli era capo di gabinetto del presidente della giunta regionale CHIARAVALLOTI, il progetto IPNOSI. In particolare, questo progetto, fortemente voluto, all'epoca, dal dirigente regionale Luigi MAMONE e da SALADINO, doveva, servire, in un'ottica di espansione ed anche differenziazione (mettendo un importante "piede" nel settore dell'informatica) del BRUTIUM, a stabilizzare i lavoratori della EX-TELCAL. La somma erogata è eli circa 6.000.000 di euro. Quello che mi ha colpito di questa vicenda è che il MAMONE che jn genere era persona .motto rigorosa e puntuale, in questa occasione si è inoltrato molto veloce nella stipala del contratto ed addirittura aumenta il valore dell'atto rispetto al preventivo necessario per il progetto. Firmato il contratto ci siamo subito resi conto che si trattava di un progetto che non poteva mai andare in porto in quanto le 64 persone assunte, tutte rigorosamente raccomandate, alle quali se ne aggiunsero altre 44 sempre EX-TELCAL, non volevano, in realtà, lavorare per il privato, tanto da rifiutare un'assunzione a tempo indeterminato (come potranno testimoniare anche i sindacati), ma solamente essere assunti dalla Regione Calabria: dall'elenco e dai cognomi potrà verificare direttamente le persone che le hanno raccomandate. 'o; Domanda: Da chi le risulta fosse gestito il progetto TELCAL? Risposta: II progetto TELCAL è stato gestito dalla BRUNO BOSSIO. Con l'assessore regionale Mario PIRILLO ha un rapporto molto stretto, già nel passato quest'ultimo assume, su sua indicazione, il< genero Graziano DI NATALE, nonché altre persone segnalate dallo stesso PIRILLO. Ricordo, in particolare, che tra la fine del 2005 e gli inizi del 2006, decidemmo di interrompere i contratti di CO.PRO. E' opportuno evidenziare che le persone assunte come CO.PRO erano tutte raccomandate, in particolare da politici .regionali. Ricordo che quando, in particolare, nel febbraio del 2006, interrompem-
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mo i contratti dei 75 CO.PRO, fatto che non piacque al SALADINO, ricevetti una telefonata, di sera tardi, da PIRILLO, il quale mi disse, con tono di minaccia, che non dovevo permettermi di fare questa operazione, credo fosse stato aizzato da SALADINO; dal momento i che continuava a parlare con toni aggressivi decisi di chiudere la conversazione telefonica. Da questo momento SALADINO cominciò ad assumere lui, direttamente, le persone segnalate dall'assessore PIRILLO, presso la NEED e la SIAL in particolare, in tal modo anche mettendoci contro la politica regionale. Ho anche appreso che la società PERSONE è riconducibile al figlio dell'assessore PIRILLO: tale società, nei voleri del SALADINO, doveva prendere il posto della WHY NOTX questo a seguito della rottura tra la predetta società ed il SALADINO. Altro punto di contatto forte tra il SALADINO ed il PIRILLO è la società SIAL che mi risulta ottenere contributi -proprio dall'assessorato a cui è preposto quest'ultimo. Insieme costituiscono anche il progetto TRISTEZA che doveva curare la malattia degli agrumi: il progetto è stato fatto aggiudicare. al o SALADINO .e si .tratta, di circa 3.000.000 di euro,, come ho appreso dalla stampa. 12 Con l'ex assessore DIMA con il quale i rapporti nascono/ in particolare, con la costituzione della società SIAL, progetto creato dall'allora assessore regionale alla sanità Gianfranco LUZZO; il consigliere regionale ha raccomandato anche diverse persone. Con il consigliere regionale Pino GUERRIERO, il cui figlio Roberto lavora in OBIETTIVO LAVORO. Con il consigliere regionale Piero AIELLO il quale ha anche lui segnalato diverse persone, tra cui il cognato. Con il consigliere regionale Dionisio GALLO, il quale, all'epoca in cui era assessore alla forestazione ed alla protezione .civile, affidò al CONSORZIO BRUTIUM il progetto SILVA BRUTI A che consisteva nell'inventario forestale della Regione Calabria per un importo cospicuo, se non ricordo male 2.800.000 euro. Il rapporto viene gestito tra l'assessore GALLO e l'ing. LILLO. Il referente tecnico è Tonino CARACCIOLO. Domanda: Da chi sono state indicate le persone da assumere? Risposta: Le persone che sono state assunte nel progetto sono state indicate all'Ing. LILLO da Dionisio GALLO. Domanda: Sa di quale area politica fossero le persone segnalate? Risposta: su questo potrà essere più esauriente l'ing. LILLO, l'area, comunque, era quella dell'UDC. A livello nazionale mi vengono in mente in particolare i suoi rapporti, a vario titolo, con il senatore Giuseppe PISANU Ministro dell'interno nel precedente governo, con l'europarlamentare Lorenzo CESA attuale segretario nazionale deirUDC, con l'onorevole Maurizio GASPARRI già Ministro del precedente governo, con l'onorevole Gianni ALEMANNO già Ministro del precedente governo, con l'onorevole Francesco RUTELLI. attuale vice-Presidente del Consiglio dei Ministri, con l'attuale Ministro del-
la Giustizia Clemente MASTELLA, con il presidente della Regione Sardegna SORU, con il Presidente della Regione Campania Antonio BASSOLINO, con il Presidente della Regione Lombardia Roberto FORMIGONI, con l'onorevole Franco AMENDOLA, con l'onorevole Antonio BUONFIGLIO, con il prof. ROSSI, pugliese, persona vicina all'attuale Ministro degli esteri Massimo D'ALEMA, con il vice-Ministro dell'mteriio Marco MINNITI, con l'ex Presidente della. Regione Sicilia Salvatore 13 CUFFARO detto loto, con l'onorevole Mario TASSONE e con il senatore Lamberto DINI. Tra gli imprenditori ed i professionisti, i rapporti più stretti che ini 'vengono in mente sono quelli con Enza BRUNO BOSSIO, con Pietro MAGRI' (di MEI SVILUPPO, ADEPTA e SELFIN SALERNO), con Tonino GATTO (DESPAR), con la famiglia NOTO (con la quale, da qualche armo, ha litigato, avvicinandosi di più al citato GATTO), con Francesco INDRIERI (tramite Tonino GATTO), con Carlo BORGOMEO (IG, oggi SVILUPPO ITALIA, con il quale ad un certo punto si sono anche incrinati i rapporti), con Piero SERRA e Valentino VIOLANI (GETRONICS), con BUONFIGLIO (AGEA) e con Franco MINICUCI (GDO). SALADINO teneva a molto a rafforzare i legami istituzionali anche attraverso assunzioni di persone segnalate da Carabinieri (mi ricordo ad esempio del figlio di tale SERRAO), da Finanzieri (ad esempio la. moglie di tale RUBERTO che presta servizio presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, cugino di 1A grado di OMISSIS), da Prefetti (in particolare presso OBIETTIVO. LAVORO numerose sono le persone segnalate da Prefetti), da Magistrati (OMISSIS). Il SALADINO ha, comunque, rapporti molto stretti con diversi Magistrati (OMISSIS), con Questori (ad esempio quella precedente Matteo CINQUE, con l'attuale Questore PANICO so che si incontra spesso FRANZE') con Prefetti, con riferimento ai quali può riferire Nadia DI DONNA perché è presidente di PIAZZA DEL LAVORO e curava tali relazioni, con alti Ufficiali della Guardia di Finanza (in particolare, il generale POLETTI ed il colonnello GRANATA, da poco deceduto), con appartenenti ai servizi segreti (in particolare tale Massimo STELLATO). A.D.R. Quando mi inizio ad occupare di OBIETTIVO LAVORO, il dr. SALADINO assume 180 persone con il lavoro interinale per i lavori di sorveglianza idraulica. Le persone vengono segnalate, in gran parte, da Nicola ADAMO, con il quale il SALADINO ha un rapporto strettissimo. Domanda: Le risulta che vi possa essere uno stretto legame, nel settore degli affari, tra Nicola ADAMO, Enza BRUNO BOSSIO e Giuseppe GALATI. Risposta: Non l'ho mai verificato, ma è un comune; nel "mondo dell'economia", come andava dicendo, in particolare, Tonino SALADINO. 14 A.D.R. Un importante salto di qualità, a livello regionale, SALADINO lo effettua, nell'anno 2002, quando viene approvata la legge
regionale 23/2002 riguardante la . i stabilizzazione dei servizi svolti in precedenza dai lavoratori interinali. Questa legge viene fortemente voluta dal dr. SALADINO, il quale, attraverso le sue amicizie all'interno della giunta regionale, ha "proposte" una legge che gli consentiva di perseguire il suo obiettivo economico, che era .quello, appunto, di stabilizzare i lavoratori interinali, in quanto non era più possibile mantenere la provvisorietà e la temporaneità. Tale legge gli consentiva di mantenere le 490 persone interinali (tutte raccomandate) che lavoravano presso OBIETTIVO LAVORO. Difatti, dalle 180 persone iniziali si è passati a 490 persone, per le quali SALADINO aveva là necessità di ottenerne la stabilizzazione in modo tale anche1 da accrescere la sua "forza di contrattazione" con il mondo politico. Domanda: Sa se Nicola ADAMO ha votato a favore della legge? Risposta: La legge regionale era concordata anche con Nicola ADAMO, che all'epoca era all'opposizione. Nicola ADAMO, persona scaltra, addirittura presentò un'interrogazione regionale facendo apparire che lui fosse contrario alla legge, ma era solo una finzione, una messa in scena di apparente opposizione politica, in realtà era d'accordo e vi era la certezza che la legge sarebbe stata approvata. Del resto, tante i oo'', erano le persone segnalate dallo stesso ADAMO e, quindi, forte era il suo interesse o!'-'o all'approvazione della legge. E' interessante evidenziare che il giorno prima dell'approvazione della legge regionale il dr.| SALADINO costituì proprio il CONSORZIO BRUTIUM, che poi ha beneficiate), proprio dell'approvazione della }'< predetta legge. Del resto il reticolo di rapporti politico-istituzionali servivano al SALADINO proprio per ottenere leggi/ :: provvedimenti amministrativi, autorizzazioni, delibere, insomma quanto necessario per perseguire affari ed interessi economici che, con il tempo, hanno stravolto le finalità proprie ed originarie della Compagnia delle Opere: mi vien da pensare éhe Don Giussani si sia "rivoltato" nella tomba in questi anni se si vede quale centro di affari ed interessi economici è divenuta la CDO. La gara, viene, poi, effettivamente aggiudicata al CONSORZIO BRUTIUM. Inizialmente, SALADINO è il referente, di fatto, del CONSORZIO BRUTIUM, avendo inserito come persona di sua, stretta fiducia MARRA, che ne diviene l'amministratore delegato. Successivamente, si inclinano i rapporti con il predetto MARRA il quale va a Roma presso un'altra società ed il SALADINO, a quel punto, entra, anche formalmente, nel consorzio e firma proprio lui il contratto con riguardo alla gara prima indicata. La firma, per la Regione Calabria, viene apposta da Franco MORELLI, all'epoca capo di gabinetto del Presidente della Giunta Regionale CHIARAVALLOTI. ; E' a questo punto che il dr. SALADINO mi chiese di avviare i lavori del BRUTIUM, t in quanto nonostante la gara fosse stata aggiudicata il Consorzio non riusciva a partire nei lavori. Mi propone di divenire amministratore delegato del BRUTIUM,
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i rifiuto ed accetto la nomina di direttore generale per il quale incarico non ho mai ricevuto alcuno stipendio, nonostante che abbia scoperto da poco, a seguito di una verifica effettuata dalla GdF, che esiste una delibera del consiglio di amministrazione del Brutium in tal senso. Il progetto imprenditoriale originario del SALADINO era .-.i - .v, quello che le persone dovevano essere assunte da OBIETTIVO LAVORO e TEAM SERVICE. WHY NOT, originariamente, doveva solo avere un ruolo di consulenza commerciale ed incassare, quindi, solo sotto tale veste. Successivamente, come detto, OBIETTIVO LAVORO si defila e, quindi, WHY NOT subentra come Outsourcer, con la finalità di assumere 380 persone circa. WHY NOT aveva anche il ruolo di finanziare la società SILAGUM di SALADINO per evitare che fallisse, in quanto il nome della Compagnia delle Opere, in Italia e non solo, era legato proprio alla predetta società. Il CONSORZIO BRUTIUM con l'aggiudicazione della gara doveva, comunque, ottenere un 3% e non so, per la verità, che fine abbiano fatto tali somme. E' a questo punto che SALADINO costituisce la NEED & PARTNERS proprio per ottenere denaro attraverso somme per consulenze commerciali. Al CONSORZIO BRUTIUM inserisce Giuseppe LILLO quale Presidente. " * Prima era la Compagnia delle Opere che prestava le consulenze commerciali direttamente, ma siccome si doveva cercare di ottenere somme più ingenti e per non (i.''; esporre in prima battuta la CDO si è costituita NEED, in modo da ottenere ancora più soldi, e divenire una vera e propria "cassa" per il solo SALADINO. La CDO, i: invece, è sempre stata sostenuta finanziariamente dalla WHY NOT. Il sistema è questo: il dr. SALADINO faceva ottenere, attraverso la sua rete di rapporti politico-istituzionali, commesse e lavori vari a diverse società ed in eambio la NEED otteneva una somma cori consulenze commerciali. Si tratta di una percentuale "dovuta" per le commesse che il SALADINO faceva ottenere. Esproprio per questi motivi che cominciano ad incrinarsi i miei rapporti con SALADINO, in o16 quanto io pretendevo che le consulenze commerciali fossero effettive, che vi fossero prestazioni specialistiche, che NEED poteva essere messa in grado di offrire, e non mere apparenti fatturazioni solo funzionali all'ottenimento di denaro, come si è ampiamente avuto modo di discutere con Carrhelo ALOISIO, Giancarlo FRANZE' e tutti i vertici della CDO nazionale. Vi. faccio alcuni esempi circa consulenze commerciali "fatte" da SALADINO in seguito ai suoi interventi per far ottenere commesse varie: * OBIETTIVO LAVORO, al quale fa ottenere commesse varie (quale Prefetture, Poste, ed altre commesse nazionali) della cui struttura all'inizio faceva parte, poi ne esce ed ottiene consulenze per NEED; 8 NEC ITALIA, il cui suo riferimento è Riccardo SIMINO, ottiene grazie a SALADINO un finanziamento per un progetto con l'Università di Cosenza, e
NEED offre la consulenza; B ENDESA alla quale, credo, faccia ottenere dei permessi e dalla quale ottiene in particolare dei soldi per la Enza BRUNO BOSSIO, per come di disse lo stesso SALADINO in un momento di nervosismo, Su questo punto potrà, essere più preciso FRANZE'. Per farle comprendere il sistema messo in atto, quando OBIETTIVO LAVORO ottiene le commesse dalle Prefetture, soprattutto nell'ambito della Legge BOSSI-FINI, sono soprattutto i Prefetti che segnalano al SALADINO le persone da far lavorare. A.D.R. Il dr. SALADINO, pur di annientare le volontà delle persone che lavoravano attorno a. lui, in particolare alla NEED, induceva tutti a far uso di psicofarmaci; ci ha provato anche con me, ma senza riuscirci; altre persone ne hanno fatto uso pur di assecondare le volontà del "capo". A.D.R. I rapporti con il dr. SALADINO si sono cominciati ad inclinare nell'estate del 2005, quando mi chiese di togliere dalla società FRANZE' in quanto, mi disse, sarebbe convenuto a me e lui. In realtà, compresi che si trattava di un problema, di ji potere in quanto temeva che insieme, io e FRANZE', potessimo creargli dei problemi. Non assecondai la sua volontà ed egli, allora, cercò anche di modificare il consiglio di amministrazione della società di mio marito. Da allora, non mi ha più lasciato in pace, cercando di inserirsi sempre di più nella gestione di WHY NOT. Decisi, a ' dicembre del 2005, di informare sia FRANZE' che LA CHIMIA e prendemmo, pertanto, le distanze da SALADINO. Quest'ultimo ancora cercava di convincerci e, in 17 particolare, ci chiese di uscire, formalmente, dalle società per gestire il potere di fatto, lasciando, come prestanomi, giovani di CL. Dissi a SALADINO che il potere sostanziale deve andare di pari passo al potere formale e non bisogna sottrarsi alle responsabilità. SALADINO reagì in malo modo, si rivolse a mio marito durante una cena e disse che non stavo bene e che mi dovevo curare. SALADINO come comprese che si stavano per rompere i rapporti mi minacciò, facendomi capire che avrebbe coinvolto sempre di più NEED e compresi anche che cercava di inserire la società PERSONE al posto di WHY NOI. In questo periodo, SALADINO consolida ancora di più i legami con la BRUNO BOSSIO e con quella che viene definita la LOGGIA di SAN MARINO. Debbo riferirle che il mio allontanamento da SALADINO nasce anche dal fatto che non intendevo più seguirlo nella sua pseudo-logica imprenditoriale ed aziendale. Difatti, la logica che seguiva il SALADINO era quella di fare affari e basta. Non vi era alcun progetto imprenditoriale, ma solo quello di creare una rete di potere e di affari, in modo tale che egli divenisse sempre più ricco e potente. La mia visione era completamente diversa: non nego certo che attraverso la Compagnia delle Opere si potessero anche fare soldi ed affari, ma ho sempre pensato che vi dovesse essere una logica di produzione ed aziendale. Le società che curavo dovevano perseguire progetti imprenditoriali, fare servizi, creare occupazione: la rete della Compagnia delle Opere doveva essere un modo di favorire impresa ed occupazione,, non fare
' affari fini a se stessi e consolidare solo una. rete di poteri personali e di gruppi. E' in questa diversa visione delle cose che, con gli anni, matura, definitivamente, la rottura con il dr. SALADINO. Tutto questo si consolida anche con la vicenda relativa alla gara dei servizi integrati, con riferimento al censimento del patrimonio immobiliare e difesa del suolo (sorveglianza idraulica, erosione costiera e monitoraggio permanente dello stato d'uso dei lavoratori). E' da dire che fino a prima di decidere di indire la predetta gara la Regione Calabria aveva sempre garantito al CONSORZIO BRUTIUM di continuare la propria attività attraverso le proroghe. Soprattutto a seguito della rottura dei rapporti con il dr. SALADINO la volontà di WHY NOT era che la Regione Calabria bandisse una nuova gara in modo tale che potessimo partecipare, in alternativa al SALADINO. Era nostra intenzione;, nell'interesse della qualità dei . servizi e della stabilizzazione dell'occupazione, far si che si passasse dalla fase degli 18 interinali alle prestazioni di servizi. Questo avrebbe potuto garantire non solo una maggiore qualità dei servizi, ma anche la stabilizzazione del lavoro precario. Riusciamo, come WHY NOT, a far comprendere alla Regione Calabria dei vantaggi dell'approvazione del bando sopra indicato. Comincio ad instaurare un rapporto di cooperazione con la dr.ssa MARASCO, dirigente vicario del personale alla Regione Calabria, la quale comprende, sin da subito, l'importanza del bando ed i vantaggi che avrebbe potuto comportare in termini di servizi e di stabilizzazione del lavoro. Il bando, a quanto so, è stato preparato dalla dr.ssa MARASCO e dal dr. DURANTE, segretario generale della giunta regionale. Alla gara, WHY NOT avrebbe partecipato non con le società di SALADINO, il quale invece avrebbe dovuto partecipare con TEAM SERVICE+PERSONE. TEAM SERVICE, che fa parte del BRUTIUM, è di Emilie INNOCENZI (CDO e "padrone" di OBIETTIVO LAVORO) legato strettamente a SALADINO, anche se il referente in Calabria, per conto di Tonino SALADINO, è Francesco SALADINO, suo cugino. A.D.R. Presso gli uffici della WHY NOT ritengo che i Carabinieri, all'esito della perquisizione disposta dalla S.V., abbiano trovato anche il bando ed atti relativi allo stesso, questo perché abbiamo cooperato con la Regione, ed in particolare con la dr.ssa MARASCO per la preparazione di un bando che potesse essere confacente ai requisiti alla normativa vigente, nell'ambito dei colloqui tecnici previsti dal nuovo codice appalti. Il dr. SALADINO, dal canto suo, si muoveva con i suoi "punti di riferimento" in Regione, al fine di riuscire ad ottenere l'aggiudicazione della gara. In particolare, con Michele LANZO capo di gabinetto del presidente LOIERO, con Giuseppe FRAGOMENI direttore generale del personale, con Nicola ADAMO ed Ersilia AMATRUDA capo struttura del dr. FRAGOMENI, e Mario PIRILLO. A.D.R. Debbo dire che il SALADINO, senza l'appoggio di WHY NOT, aveva maggiori difficoltà ad aggiudicarsi la gara. ,o V A.D.R. Ebbi contezza del fatto che SALADINO si stava muovendo in tutti i modi per aggiudicarsi la gara quando Giancarlo FRANZE'
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mi telefonò, allarmato, dicendomi che lo aveva chiamato Pietro STANIZZO, un dipendente della WHY NOT, il' quale gli aveva riferito che aveva saputo che il SALADINO stava cercando di mettere in Commissione di gara Ersilia AMATRUD A. Successivamente, FRANZE' mi ha raccontato che STANIZZO gli aveva riferito che si trovava a casa dell''AMATRUD A e le arrivavano continuamente SMS di SALADINO. Era riuscito a leggerli ed aveva visto che per la "Commissione era tutto a pasto e di stare tranquilla", tanto che l'AMATRUDA, per mostrarsi forte, aveva detto allo STANIZZO "vedi die presto FRANZE' mi cercherà". Questo lo disse in qualche modo "piccata", in quanto, nei mesi scorsi, aveva cercato il FRANZE', in quanto voleva fare assumere il fratello e FRANZE' non la assecondava. I fatti relativi alla gara si sono svolti in sintesi nei termini che seguono: il SALADINO tenta di pilotare la struttura del bando di gara. Si reca, continuamente, presso l'assessorato ai lavori pubblici e chiede appuntamento con il dirigente Luigi ZINNO, presentandosi come referente TEAM SERVICE e sostiene che la classe politica è con lui e gli dice di spaccare l'appalto in 2 parti: : 1) Sorveglianza Idraulica - difesa del suolo 2) Censimento del Patrimonio. L'ing. ZINNO gli risponde, per quanto mi ha riferito su mia richiesta, che non sta a lui prendere queste decisioni. SALADINO incontra riperutamente l'assessore INCARNATO, dicendogli che se vince TEAM SERVICE è disponibile ad offrire prebende. L'Assessore INCARNATO informa di questo l'Assessore Pasquale TRIPODI, che riferisce il tutto al mio socio FRANZE. Tripodi sostiene che lui di queste cose non ne vuole sapere e, pertanto, decide di allontanarlo. SALADINO, infatti, mandava quasi quotidianamente a palazzo Europa l'ing. LILLO, suo braccio destro, che si recava sia dal dr. FRAGOMENI (Lillo e Fragomeni si conoscono da vent'araii) che dalla Dr.ssa MARASCO, la. quale però, probabilmente, F anche a seguito di questa notizia, diventa scostante. FRAGOMENI e LANZO invitano (LANZO con particolare insistenza) la MARASCO ad indire licitazione privata per la costituzione di un cali center presso la Presidenza, le danno 5 ragioni sociali, tra le quali, senza alcuna autorizzazione, anche la nostra: la. vincitrice doveva essere PERSONE s.r.L del dr. Saladino; anche io ricevo una telefonata da LANZO il quale mi chiede se i nostri lavoratori impegnati nei servìzi amministrativi potrebbero dar vita al cali center, la mia risposta è "sz, certamente"', ma lui non si fa più sentire. Evidentemente, non era la costituzione del cali center che gli stava a cuore. La MARASCO informa, immediatamente, l'assessore il quale dice a LANZO che sta preparando una gara per l'esternalizzazione dei servizi, pertanto, non gli sembra opportuno indire altra gara. La MA.RASCO, dalle visure, si rende 20 conto che PERSONE non ha curriculum (né dipendenti/ né fatturato). Una licitazione privata si giustifica solo se vengono "invitate" a presentare offerte le società maggiormente rappresentative del territorio e, quindi/ si rifiuta categoricamente. Da
Michele LANZO si reca costantemente l'iiig. LILLO. La capo-struttura del Dr. FRAGOMENI è la dr.ssa Ersilia AMATRUDA, moglie di Luigi MAZZEI (COFAIN), nipote del Giudice AMATRUDA. La prima volta si reca nei nostri uffici accompagnata da SALADINO/ con, il quale ha anche lavorato/ mi pare/ nel 1996, ma comunque si conoscono da sempre/ e ci chiede l'assunzione per il fratello. Per circa cinque mesi/ incessantemente/ la dr.ssa AMATRUDA ci chiede quest'assunzione facendo leva sulla sua posizione. Insegue FRANZÈ/ chiama insistentemente anche la segretaria di FRANZÈ, Lìlli CALIGNANO. WHY NOI decide assolutamente per il no, proprio in virtù di tale sua posizione. Ricordo che a Natale 2006 Francesco SALADINO "(cugino di Antonio/ referente di TEAM SERVICE in Calabria)/ ha convocato i dipendenti di TEAM per il regalo di Natale/ ci sono anche gli ufficiali idraulici dipendenti di WHY NOT e dice: "La rottura tra WliyNot e Team è insanabile, state tranquilli però,, perché la gara la vince Team e vi assorbe tutti" L'8 febbraio 2007 arriva l'avviso di garanzia a SALADINO e la sua posizione e quella di TEAM sono/ a questo punto/ compromesse/ anche perché INNOCENZI (Presidente di TEAM SERVICE)/ dopo l'avviso e le perquisizioni/ è restio a partecipare alla gara. Scatta, quindi/ quello che posso definire il "piano B": SALADINO informa l'AMATRUDA che i nomi che compaiono tra le società partecipanti sono riferibili a WHY NOT; lei fa da. tramite/ a mio parere/ con FRAGOMENI, siamo al 1 marzo (data in cui WHY NOT risolve il problema del partner e, quindi, del requisito 17 del bando); FRAGOMENI chiama per telefono alla MARASCO e le dice che vuole annullare la gara/ quest'ultima gli risponde che lò. sapeva perfettamente (con esattezza dal 14 gennaio) ma che non ha nulla da nascondere/ che qualora la Procura della Repubblica le chiedesse spiegazioni potrebbe tranquillamente farlo. WHY NOT scrive/ immediatamente, una missiva che le esibisco che, però, non. spedisce accogliendo gli inviti a stare tranquilla ed a non turbare aiicor più il clima. 2.1 Il dr. FRAGOMENI sembra fare un passo indietro ed, invece, aspetta l'ultimo giorno e dalla Giunta chiama per sapere quante offerte §0110 arrivate; la MARASCO lo informa, a questo punto, che non vi è turbativa d'asta, che i concorrenti sono 8, 4 puntuali, 4 no e che, certamente, non rappresentano un cartello. FRAGOMENI, pur di annullare la gara, aggiunge nel provvedimento il discorso della sorveglianza idraulica. Le lettere, contro la denigrazione operata su WHYNOT, vengono spedite, ufficialmente, in data 6 marzo 2007. Il pomeriggio del 5 marzo il dr. FRAGOMENI incontra la CISL, mentre noi siamo in Presidenza. Uscita dalla, sua stanza la RASO, delegata nazionale CISL, alla presenza di svariate persone, dice che FRAGOMENI ha riferito che il bando è stato fatto da dipendenti della WHYNOT (tra i presentì vi sono: Francesco RETTURA, Laura MASI e Luciano POMPEA). In data 5 marzo la WHY NOT richiede, ufficialmente^ il decreto di annullamento
della gara. Il decreto perviene alla società in data 6 marzo. Visto che nel decreto di FRAGOMENI si fa riferimento ad. un documento dei 5 Presidenti delle amministrazioni provinciali, WHY NOT, in data 6 marzo, nelle persone dell'Ing. MASI e dell'Avv, F. RETTURA, richiede alla dr.ssa AMATRUDA di avere copia del suddetto documento. Dopo 4 ore di insistenza e svariate telefonate tra AMATRUDA e FRAGOMENI, la prima, dice: "questo farà molto incazzare Fragomenì, non vi conviene"; il documento non esiste, fa riferimento ad una articolo-stampa. L'avv. RETTURA contatta il 112 ed il 113 richiedendo che un pubblico ufficiale verbalizzi quanto stava accadendo e ci viene suggerito di presentare un esposto, " ; Nel frattempo, da quanto ho appreso, FRAGOMENI, interpellato, dice "Lo so che è una cavoiata, ma ho dovuto farlo, Suicidino me lo ha fatto imporre., dai miei superiori", MA viene detto che SALADINO ci ha messo contro tutta la.'massoneria. Si può supporre che TEAM, che fino a qualche'giorno fa sosteneva che non avrebbe partecipato, partecipa sapendo che la gara sarebbe "saltata". Sarebbe interessante esaminare l'offerta di TEAM per capire in quanto tempo è stata fatta. Le produco una serie di documenti dai quali si evince che BRUTFUM, PERSONE e TEAM hanno fatto di tutto per coinvolgere WHY NOT in una cordata finalizzata alla partecipazione alla gara, ma WHYNO'F rifiuta, o ;.-.: WHY NOT non possiede.il.requisito. 17 del bando/ tanto :che> fino a giovedì; 1 marzo, non aveva il partner con cui partecipare alla gara. Coincidenza, vuole che proprio il 1 marzo FRAGOMENI pensa di annullare il bando. A riscontro di quanto sto dicendo possono essere sentite persone referenti delle società BUSINESS VALVE, EFM, nonché l'Ing. PICCHIO che ha fatto anche da tramite con CIDS/ tutti che hanno detto di no alla partecipazione con WHY NOI. A.D.R. Mi. risulta che il bando sia stato fatto .dalia MARASCO insieme al dr. DURANTE a Reggio Calabria e che, quest'ultimo, abbia scritto/ .personalmente/ I criteri di aggiudicazione, ad es.: il maggior numero di occupati (15 punti/ mi pare), un criterio che, notoriamente, favorisce le cooperative e che mal si addice ad un'esternalizzazione di servizi, dove ha senso parlare di. qualità.e innovazione. Il costo di un servizio/ infatti, non si misura in base al costo del lavoro, ma in base ad un criterio di efficienza, ed efficacia/ se spendo meno .ma il servizio non, funziona/ è sperpero di denaro pubblico. Restiamo allibiti pensando che si sta parlando/ a;questo punto/ di un assunzione diretta dei lavoratori, tanto i servizi di sorveglianza, idraulica, che quello del censirnento, sono servizi che richiedono un'elevata capacità organizzativa/ e, quindi,'"addio-ai servizi, sì airoperazionedienteìare''. . Il servizio di sorveglianza idraulica, da .noi gestii", tra.l'altro, è un servizio assai scomodo per le amministrazioni pubbliche, basti pensare che avevamo fatto circa 1.000 segnalazioni di pericolo che avrebbero potuto prevenire la tragedia dell'alluvione di Vibo Valentia. Oggetto del bando era anche il monitoraggio permanente dello stato..i d'uso dei depuratori/ anche, questo servizio, svolto con
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serietà, non si può certo affermare che sia. alla pubblica amministrazione molto gradito. ..... . 'ooo....-o..< C':;,;'.-oo/ . o..; o ooo o ooo ':..' ..V:^':>." V-x^^'C- ooo'o ""'o ;;'!- '.'' A questo punto debbo riferire che il 9 marzo esce un articolo:sulla.stampa, in cui apprendo che il decreto, di ^aggiudicazione della gara medici di medicina generale è stato firmato dal dr. FRAGOMENI. Tutto ciò mi apre un nuovo scenario. La gara in questione ha creato nel CONSORZIO CLIC"' una profonda frattura tra' Enza BRUNO BOSSIO e Pietro MACRI'/Marìnella DE GRANO. Infatti, questi ultimi, pensavano che la gara fosse stata gestita dalla BRUNO BOSSIO. Al CLIC sì litiga inmodo furibondo, MACRI' accusa la BRUNO BOSSIO di aver fatto l'accordo con ENGINEERING che si è aggiudicata la gara. MACRI' era,, inizialmente, convinto che Enza avrebbe avuto tutto .l'interesse a far vincere TESI. In .realtà/.ho. sempre intuito . ., ..oo. ,, .,.. . ;..... ..... .; .. . .. oov ..--.. ,.' .. . : - - - Ti che la BRUNO BOSSIO volesse affossare MACRI', amministratore delegato cii TESI. Questo perché Enza, insieme a SALADINO ed a quello che lui stesso definiva il "comitato" di SAN MARINÒ, hanno indicato quale assessore regionale' ài fóndi comunitari Francesco DE GRANO (la CDO ha espresso due assessori/DE GRANO e NOLA). Francesco DE GRANO è il fratello di Marinella DE GRANO (ADEPTA), moglie di MACRI' (MEI SVILUPPO), entrambi soci;del CONSORZIO CLIC. Per un anno circa è un grande idillio: CM, PSM, società' di riferimento di Enza, MET e ADERTA, società del duo MACRI'/DE GRANO, tutte società che lavorano fianco a fianco. Francesco DE GRANO li aiuta, da Roma, dove ha uno studio di consulenza, prima di accettare l'incarico di assessore. v: Ottengono diversi finanziamenti PIA NETWGRKING, nonché il;' Progetto AGROINNOVA. ':V';' ;-f. o ' o' oo' ' o'.,,A.D.R. Il dr. FRAGOMENI è socio di TESI, quale componente privata, in'qualità di : V -! - oo' '."-' oo o'. presidente della IAM. , II CLIC nasce da un'idea di SALADINO; la CDCI?, inlatti, a livello nazionale, crea la . . . /!;-.o . CDO informatica e SALADINO, come sempre, la interpreta a modo suo. Ricordo che .' , '.: :.i '- o' o.-..-poco tempo dopo il tavolo CDO informatica ci contattò il dr. MAMONE, in quanto c'era da risolvere il problema degli ex-TELCAL: è il periodo in cui nasce IPNOSI; si tratta di un contratto multimilionario. A.D.R. Il consorzio CLIC si consolida anche perché Enza BRUNO BOSSIO, SALADINO e CHIARAVALLOTI pensano ad un modo per unire la lobby di Catanzaro con la lobby di Cosenza. ABRAMO non si convince facilmente ma sa che, presto, tornerà a contare Adamo, con la'vittoria, molto probabile alle elezioni del centro-sinistra. ' CLIC nasce il 6 settembre 2004 e la prima operazione che deve fare è quella di risanare TESI. Quest'ultima, infatti, può, secondo là;' vecchia normativa, ricevere commesse senza gara, potrebbe essere una ;>. sosta di Telematica Calabria. L'amministratore delegato lo esprime SALADI-
NO £Pietro MAGRI) che' avrebbe anche voluto come presidente della CDO Calabria, anche in virtù del legame di MAGRI'con Romano PRODI. Per risanare TESI servono soldi; esiste un. rapporto consolidato tra Marinella DE GRANO (moglie di MAGRI e sorella di Francesco) e GARGANO, presidente di FINCALABRA. GARGANO concede finanziamenti a: CLIC e, quindi/a TESI: da " ': " .: ' . ''o"o' ; "" -24 presidente di FINCALABRA diventa subito dépo presidente di TESI. Dopo varie riunioni vengono stilati tre contratti, uno di cessione del credito/ cioè TESI deve soldi a FINCALABRA; FINCALABRA cede il erediterai CLIC (che/ quindi/ non rileva un . 'if debito/ bensì un credito) e in più un contratto di' manlèva, cioè CLIC restituirà soldi a FINCALABRA solo qualora facesse degli utili. Ccin g|i utili e/ poi, uri contratto diput and cali. In ogni momento CLIC/ quindi, può .tirarsi fuori. In' tutto questo FINCALABRA da a CLIC 3.600.000,00 euro. r CLIC decide di non partecipare direttamente alle gare, si fanno cordate apposite per ogni gara, ad esempio: Agrinova, Sit, Medici di Medicina Generale, Pia Networking. La gara di Medicina Generale ha creato/ come detto/ nel CLIC, una profonda frattura tra Enza BRUNO BOSSIO e Pietro MACRÌ/Marinélla DE GRANO. A.D.R. La vicenda SELVA BRUTIA viene gestita dall'mg. LILLO con l'assessore Dionisio GALLO. A.D.R. La gara MEDIATECHE viene gestita in Cosenza, Presidente di commissione è tale SANTELLI; Luigi MAMONE è il dirigente, generale. Siamo in 4, 2 società vengono accettate con riserva per evidenti vizi formali* (fanno parte di tutte e due le cordate); appare ovvia la loro esclusione, tra noi ej'l'altra società non c'è' paragone; vengono giudicate le offerte tecniche ed alla nostra, cordata viene dato il punteggio più basso: percepisco che, qualunque sia l'offerta economica, non possiamo vincere, (,t La gara viene, quindi, aggiudicata all'azienda che.doveva essere esclusa, seconda arriva l'altra che doveva essere esclusa: in realtà/ doveva essere aggiudicata a WHY NOT se non ci avessero danneggiato nel punteggio all'offerta tecnica; abbiamo presentato ricorso. DOMANDA: che mi sa dire della LOGGIA di SAN MARINO? RISPOSTA: io ho sentito definirla LOGGIA di SAN MARINO dalla stampa in queste settimane, invece sapevo che esisteva il ed. "comitato'd'affari" di San Marino al quale il SALADINO era legato. Mi sono resa conto, nello stare accanto al dr. SALADINO in questi anni, che egli abbia fatto parte di una rete di potere molto articolata, in parte ? anche occulta. Domanda: Le risulta che la BRUNO BOSSIO faccia parte di tale "comitato d'affari"? Risposta: Sì, per quanto detto da SALADINO, unitamente a Pietro MAGRI'. Ricordo che Pietro MAGRI', un giorno, ci consigliò di. mandare i soldi a San Marino. Domanda: Le risulta che SALADINO abbia partecipato a riunioni della massoneria? Risposta: Sì, con mio grande stupore,, ini è stato riferito in inodo dettagliato da
FRANZF Domanda: Quali sono le persone che fanno riferimento a tale "comitato"? Risposta: Da quanto ho appreso da SALADINO si tratta di persone che hanno una forte influenza a livello nazionale: nei Eiettori economici, della finanza, dell'imprenditoria, della politica, delle istituzioni. Domanda: mi sa indicare dei nominativi di persone riconduciteli al predetto comitato? fi Risposta: mi risulta che ne facciano parte, .anche avendo assistito a delle conversazioni telefoniche, tale GOZI, Francesco DE GRANO, Marinella DE GRANO, tale SCARPELLINI. Domanda: mi sa dire dei rapporti tra Francesco DE GRANO e Giuseppe GALATI? Risposta: Posso dire che Francesco DE GRANO accompagnò SALADINO, credo nel 2005, da Pino GALATI, all'epoca Sottosegretario alle attività produttive, per discutere di finanza agevolata. Domanda: sa se l'approvazione dei PIA nel settore del Networking, dell'innovazione e della ricerca ha favorito società riconducibili ad Enza BRUNO BOSSIO? iRisposta: Sì, l'ho appreso dalle graduatorie. ' Domanda: E' SALADINO che fa conoscere Pietro MACRI' ed Enza BRUNO BOSSIO. Risposta: credo di sì. Proseguendo nella domanda relativa a San Marino, so che un quadro della MET SVILUPPO, tale ZULIANI, almeno così credo, abbia scritto una lettera, anche in possesso di SALADINO, nella quale illustra quello che nella lettera viene definito il malaffare del "comitato". Un altro dei principali esponenti del "comitato" è tale CASTELLUCCI, persona di Primo GRECANTI. Ricordo che SALADINO delegò, per la tenuta dei rapporti con il CASTELLUCCI, Vincenzo BIFANO, all'epoca Presidente regionale della Compagnia delle Opere. Oggi so che BIFANO frequenta gli ambienti dei DS in Calabria. Ho appreso dalle persone del mio staff che si trovavano presso la presidenza della giunta regionale che il 5 marzo dì quest'anno, ossia 11 giorno dell'annullamento della gara di cui sopra, è uscito dalla stanza Gianluca TEDESCO, segretario particolare di LOIERO, il quale ha detto alla guardia giurata che non appena fosse giunto BIFANO doveva farlo subito entrare dal Presidente LOIERO. 26 A.D.R. Il figlio dell'ex ministro dell'interno PISANU è stato fatto assumere da SALADINO nella società GETRONICS. Il SALADINO ha ottenuto, con OBIETTIVO LAVORO, l'assunzione di personale presso numerose prefetture, in diverse parti del territorio nazionale. A.D.R. Valerio CARDUCCI è una persona molto influente che ha contribuito fortemente ad introdurre SALADINO negli ambienti politici romani. E' un imprenditore edile che fa anche le manutenzioni nei palazzi del Parlamento. Domanda: Le risulta che le persone facenti parte del comitato siano di area.dell'Ori. PRODI? Risposta: Mi risulta di sì, per come-ampiamente riferito da SALADINO. A.D.R. Con riferimento ai rapporti assai stretti tra SALADINO e la BRUNO BOSSIO vi dico che, nel maggio del 2005, il dr SALADINO ci comunica che la BRUNO
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Mezzoeuro Ormai è un cult
Giuseppe Chiaravalloti
BOSSIO ha problemi di budget con la sué\ azienda e che dobbiamo farle avere 100.000 euro; poi lei troverà, successivamente, il modo di farceli recuperare. Il 1 giugno 2005, se ricordo bene, la dr..ssa GAUDENZL braccio destro di Bnza, si presenta in azienda per firmare il contratto. Io non ci sono. Tale cosa viene totalmente dimenticata, .{intanto che non arriva la perquisizione da lei disposta- al CLIC. Enza, a quel punto, tramite la GAUDENZL ci chiede di poter fatturare, noi. le chiediamo che cosa, visto che il lavoro non e' mai stato fatto e non ci ritroviamo F nemmeno il contratto, e tanto meno e' stato inserito ih:contabilità. Lei ce lo manda, per fax>: noi non autorizziamo assolutamente la fatturazione, nonostante le sue insistenze (CM lo ha poi inserito in bilancio come ricavo), ma a noi non ci interessa. In data: 2 febbraio 2006 ci fatturano; e' in corso la contestazione formale alla fattura. Per risolvere questa questione è sceso due volte in Calabria, per come riferitemi dalla GAUDENZI, Marcelle PACIFICO, capo di CM, ed è andato direttamente da SALADINO per appianare la vicenda. Domanda: vi disse il SALADINO in che modo avreste potuto ottenere il rimborso delle somme? Risposta: SALADINO mi disse, non so se millantando, che quei soldi la BRUNO BOSSIO ce li avrebbe,fatti.riavere con le gare vinte. li giorno in cui e' stato approvato il SIT (sistema informativo;territoriale) -.in favore delle società INTERSIEL,PINSIEL, GORE, LOADING, SIRPIN (CLIC) e WHYNOT (CLIC) -/ ilclr, SA.LADINO, in presenza di 'Rino SALADINO :(che è un tecnico-che lavora in'NEED), -mi convoca e mi . 27 chiede dei soldi, dicendo che doveva avere del denaro anche lui a seguito di quella gara vinta, grazie ai suoi "buoni uffici". A tale proposito Rino aveva anche preparato uno "schemino" con riferimento ai soldi che dovevo dare. A.D.R. Il dr. SALADÌNO ha anche fatto avere
una commessa ad ENDESA, girando dei soldi poi ad Enza BRUNO BOSSIO, per come dettomi in un m.omento di ira contro di me dal SALADINO, A.D.R. LA SI AL e'' una società pubblica: i soci sono ITALIA LAVORO e Regione Calabria, assessorato alla sanità e all'agricoltura. L'anagrafe del bestiame è il primo f progetto gestito. II dr. SALADINO e' amrhinistTatore delegato, si e' fatto nominare da ITALIA LAVORO. SIAL ha ottenuto 3 milioni di euro per il progetto "TRISTEZA" per come ho appreso dalla stampa. I rapporti ira Peppino CAPARELLO e Antonio SALADINO sono,molto antichi, erano soci nella cllnica veterinaria. Saladino si e' sempre vantato di averlo fatto. ' diventare ricco ' e che in momenti di bisogno CAPARELLO si rivolge a lui e non ai fratelli massoni. Con SÌÀL si infittiscono le relazioni tra SALADINO e BONFIGLIO dell'AGEA,. area dell'ex Ministro danni ALEMANNO. ' ' ' ; A.D.R. Nel 2005/2006 il dr. SALADINO ci propone di rilevare la società ISET, riconducibile alla dr.ssa Antonietta MAGNO, che SALADINO sosteneva essere in rapporti stretti con il Generale della; Guardia di Finanza Paolo POLETTI. Arrivano presso NEED con 2 consulenti, e l'ali ora. Colonnello POLETTI si chiude in camera con SALADINO. ,A1 tavola; .tecnicooo&< siamo io, FRANZE';"-Rino. SALADINO e l'ing. LILLO, oltre ovviamente Ldófe: consulenti, nonché la MAGNÒ. La richiesta e' questa: noi rileviamo-,ISET;'.de'stmataria; di'-.un importante finanziamento pubblico nel settore dell'informatica, con 23 milioni .di euro di debiti, alla dr.ssa.MAGNO, diamo 150 mila euro. Ovviamente, era un'offerta assurda e. diciamo di no; Lo scenario proposto da SALADINO ali'allora Colonnello era questo: la Guardia di Finanza passava a SALADINO l'archivio documentale, lui avrebbe dovuto fargli ottenere un finanziamento regionale; lo chiede, infatti, a DE GRANO, il quale dice che non è possibile, in quanto non esiste alcun tipo di finanziamento che possa dare soldi al
cliente finale; il dr. SALADINO Tinge di non capire, vii ole che, comunque, diamo i 150.000 euro alla dr.ssa MAGNO.: Tutta la vicenda viene seguita a Roma da Valentino VIOLANI di GETRONICS che paga SALADTNO e da. Cristina SÀNESI, persona legata a: Valerio CARDUCCI, e-da FRANZE'; per NEED se ne occupano Rino .' ' ' : o-oo< o :'. ' . .,oooo o .:-o.:.o, , , ,28. SALADINO e Carme!o ALOISIO. Cercò d'i convincermi della bontà di questa ? ' }, operazione anche il dr. Francesco INDRIERI, cjie mi fu passato al telefono dal SALADINO, commercialista che ocurava li .rapporti pel- ISET e che solo successivamente ho saputo essere socio del fratello di ToniiiO'GATTO. A.D.R. Cristina SANESI è la,portavoce di MARCO'', ossia i circoli della Società Civile di Francesco RUTELLI. \ A.D.R. Sabatino SA VAGLIO è portavoce di MARCO'Calabria. A.D.R. Per quanto riguarda i rapporti tra WHY NOT e NEED, la prima versa5per il lavoro il 3% al CONSORZIO BRUTIUM; con il passare del tempo aumentano anche 1 " 'r" o' le richieste di NEED. Nel 2004 85.000 euro;* nel'2005 200.000 euro/;nel 2006 ci vengono, continuamente, proposti contratti: SALADINO vuole, assolutamente, sempre più soldi (si arriva a 270.000 euro, ci viene ^imposta di regalarcele quote di SILAGUM, :alla quale abbiamo dato 500.000 e,uro,..in contanti più 250,000 euro di mutuo, con fideiussioni personali per.900.000 euro cadauna, altrimenti sarebbe fallita; quest'anno SALADINO ci vessa' affinchè regalassimo le quote, ed in più dobbiamo dare 200.000 euro a NEED). A.D.R. Ad un. certo punto, nel 2004, arriva da noi il faccendiere CASTELLUCCI (con un Audi targata S. Marino), persona di fidùcia, di. Primo GRECANTI (detto compagno G da SALADINO). SALADINO delega per i rapporti con CASTELLUCCI Vincenzo DIPANO, all'epoca Presidente della
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Ormai è un cult
Agazio Loiero
Compagnia delle Opere, ed a causa del quale per un arino mi allontano dalla CDO. CASTELLUCCI era il referente di una società che vende attrezzature e macchinali; accoi|ipagnato da BEFANO avvicinava le aziende che avevano goduto dei benefici) previsii dàlia finanza agevolata, le quali, comprando dal CASTELLUCCI, ottenevano notevoli vantaggi, in quanto,la sede della società è in San Marino, "paradiso" dell'IVA, ^Y , o;.oooo.o , A.D.R. La gara regionale ultima che ho sopra ^desc&itto viene, poi, annullata, in. quanto il dr. FRAGOMENI, ritengo anche per esaudire la volontà di SALADINO, con la scusa delle indagini in corso, annulla la gara,, questo perché temevano che potesse essere vinta da noi. Infatti, eravamo riusciti a presentare un'offerta che avrebbe, con molta probabilità, portato all'aggiudicazione della gara. Ed, infatti, l'annullamento della gara interviene proprio il 5 marzo, dopo la presentazione delle offerte. 29 A.D.R. La rottura definitiva tra. MACRI' e la BRUNO BOSSIO è, in qualche modo, riconducibile sempre alla vicenda della società TESI. Ed in particolare, la predetta società era convinta di potersi aggiudicare la gara dei ed. "medici di medicina generale". Le cose non andarono in questo modo, per come riferitemi'dal1 direttore generale di TESI Lillino CITRIGNO, in quanto la gara fu aggiudicata dalla società ENGINEERING. Durante una seduta del consorzio CLIC Pietro MAGRI' e Marinella DE GRANO, come ho detto, hanno un violentò scontro verbale con Enza BRUNO BOSSIO, in quanto sostengono che la gara è stata aggiudicata alla predetta società per esaudire la volontà di quest'ultima. ; A.D.R. Mi risulta che Luigi MAMONE sia stato il Presidente della Commissióne di gara e che la stessa è stata aggiudicata, per quanto ho appreso dalla stampa, dal dr. Giuseppe FRAGOMENI. A.D.R. CORRIAS era il segretario particolare dell'allora Ministro dell'Interno
PISANU, e so essere molto legato al SALADINO il quale a lui si rapportava anche per i rapporti con l'allora Ministro. I rapporti tra PISANU e SALADINO sono poi divenuti molto stretti. L'Ufficio mostra in visione alla MERANTE materiale rinvenuto a seguito delle perquisizioni disposte dall'Ufficio. A.D.R. PRINCIPE Gaetano è il fratello dell'assessore regionale Sandro PRINCIPE, raccomandato a SALADINO da Nicola ADAMO. A.D.R. Il dr. Alfonso PAPA è, per quanto detto da SALADINO, un referente per le gare del settore informatica nella Giustizia, che SALADINO ben conosceva. E' SALADINO che insiste affinchè Enza BRUNO BOSSIO vada con lui da PAPA.. DOMANDA: Chi è Massimo STELLATO? RISPOSTA: si tratta di una persona di cui SALADINO parlava assai spesso, come anche del fratello Gian Mario, come persone del servizi segreti, alle quali, era molto legato. DOMANDA: Chi è SCARD AMAGLI A? ' ' RISPOSTA: E' il direttore generale della SIAL. . n, . DOMANDA: Chi è FORLANI? RISPOSTA: Dovrebbe essere il responsabile nazionale di ITALIA LAVORO, nonché referente nazionale di SALADINO per la SIAL. DOMANDA: che vuoi dire STELLATO/TUCCILLO/FRANZE'/BANCA SUD? 30 RISPOSTA: Ricordo che STELLATO aveva invitato SALADINO ad accettare l'invito di recarsi a Napoli per costituire un istituto bancario, BANCA SUD, con sede legale in Napoli, ma operativa in tutto il Sud Italia. Intuendo che la cosa era importante e e che poteva esserci per lui un'importante càrica decide-di non mandare FRANZE' ma di recarsi lui personalmente, chiedendomi -di accompagnarlo. Ricordo che ci recammo in. Napoli, presso lo studio dell'Avv. TUCCILLO che doveva curare la pratica. L'operazione non è poi andata in porto.
DOMANDA: Le risulta che uno dei fratelli STELLATO si occupa di una società che fa cartolarizzazioni finanziarie? RISPOSTA: Sì, ma non so nulla di preciso. DOMANDA: Chi è MINICUCI? RISPOSTA: è un imprenditore della grande distribuzione, molto legato a SALADINO, presentategli da Tonino GATTO, e che SALADINO aveva anche proposto quale presidente della Compagnia delle Opere. DOMANDA: chi è Martella GAMBARDELLA? RISPOSTA: è la sorella dell'Aw. Francesco GAMBARDELLA che SALADINO ha indicato quale assessore del Comune di Lamezia '"ferme e mi risulta che collabori con SALADINO alla NEED. DOMANDA: Chi è Pino BETRO'? RISPOSTA: è il presidente del collegio sindacale di SILAGUM, commercialista di Vibo Valentia. DOMANDA: Chi è Nadia LIBONATI? RISPOSTA: ci fu raccomandata dal cugino, capo di gabinetto dell'allora Ministro MARZANO, e da SALADINO assunta. DOMANDA: Chi è CABIATI? RISPOSTA: Massimo CABLATI è il responsabile centro-Italia di OBIETTIVO LAVORO, a livello commerciale è tra i più importanti in Italia. DOMANDA: Chi è BORGOMEO? . RISPOSTA: dovrebbe essere: o Carlo BORGOMEO, noto manager campano, già presidente dell'I.G. SFA.- (imprenditorialità'giovanile, poi SVILUPPO ITALIA, della quale diviene amministratore delegato, poi, Enza BRUNO BOSSIO). DOMANDA: Chi è GOZI? , RISPOSTA: si tratta di una persona che SALADINO chiamava; a; San Marino, 3! DOMANDA: chi è COLICCHI? RISPOSTA: è il direttore della CDO di Roma. DOMANDA: chi è Vincenzo PARADISO? RISPOSTA: si tratta di un'esponente di spicco siciliano di SVILUPPO ITALIA. Resto, ovviamente, a disposizione per ogni-.notizia e/ o chiarimento che il Suo Ufficio volesse chiedere.
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Politica, il cancro del secolo
di Giuseppe Aprile
La società italiana (e calabrese) sta passando una diecina di anni della propria storia caratterizzata da una crisi politica specifica e allarmante. Alla base non c’è solo una questione di degrado della politica e della capacità di governo nello Stato. V’è, invece, un crollo determinante dell’uomo e del suo credo. Serve capire la radice dei mali. Senza di che ogni forma di cura diventa inefficace. Ogni cittadino sta pagando prezzi incalcolabili per la crisi che appare senza sbocchi quotidianamente, che solo forze che gestiscono i pubblici poteri, i “politici e gli amministratori” d’oggi, continuano a non capire o a far quasi finta di niente. I cittadini hanno l’urgenza di combattere subito questo stato di deterioramento perché anche l’informazione sta diventando funzionale al sistema vigente, facendo venir meno un ruolo che dovrebbe vedere i giornalisti come baluardo forte di formazione a difesa della crescita culturale e civile del sistema paese.
Ma dove pende la bilancia? Possiamo dedurre che i tre fattori del sistema sociale, Stato, Magistratura e Stampa rappresentano la ferita dolente su cui affondare il bisturi dell’unico medico possibile per curare i nostri mali: l’uomo. Non possiamo prescindere da un’analisi di fondo nei mali della società italiana (e calabrese) - finalmente un punto unificante tra Nord e Sud di questa Italia tradizionalmente divisa in due!- dove poter compiere gli interventi risolutivi per un vero nuovo corso per questa Italia davvero in ginocchio, massacrata da una politica che sta mettendo in chiaro una classe “politica” irresponsabile dove si arriva addirittura a confondere anche i ruoli del capo del governo con quelli del responsabile di partito e di Presidente della Repubblica. È di questi giorni lo scenario assai inquietante di una gestione massacrante dei pubblici poteri dove i maggiori attori dominanti nella politica e nelle amministrazioni (nazionali, provinciali, comunali) dimostrano di essere dominati da un male dal quale non riescono ad uscire, dove confondono le responsabilità, confondono il governo come strumento con il governo che dovrebbe possedere un valore insito nel suo essere in quanto capace e determinante di operare. L’incapacità di discernere la differenza tra governo come fatto formale con il governo come fatto sostanziale ha già portato il paese e la informazione, strumento a difesa del potere invece che dei cittadini e dei lavoratori con al centro l’interesse dell’Italia, come tutti dicono e rari applicano, verso ulteriori errori che si uniscono ad errori allontanando la soluzione dei veri problemi dello Stato che sono le riforme . Sopra ogni cosa, come priorità e base di ogni altra questione, abbiamo che la morale dell’uomo è abbassata come livello di tolleranza. Non c’è volontà, niente entusiasmo, niente disponibilità per cambiare vesti a questo stato che sembra abbia assunto le sembianze di uno stato da terzo mondo. Non solo non c’è azione di governo in grado di farci progredire, ma la società è percorsa da livelli assai presenti di bassa etica, rinunce drammatiche; gli esseri umani sembra siano do-
Una gestione massacrante dei poteri pubblici Determinante il rapporto fra Stato e Magistratura E quando tra giudici e Cassazione uno dice bianco e l’altro nero... minati da fatti da demonio. Sfiducia generale, nebbie su ogni forma di futuro, tendenze al degrado sempre più difficili da governare. La politica non è più politica, i comitati di affari sembra abbiano sostituito interamente i partiti, l’interesse delle persone sta alla base di ogni forma di partecipazione. Non solo aumentano le differenze tra politici e ricchi che della tendenza alla ricchezza fanno addirittura un orgoglioso vanto, e masse popolari devote al padrone e pronte a sopportare ogni forma di debolezza, di povertà, di tassazione, di sudditanza che dispone la gente solamente devota a subire, ad assuefarsi verso ogni forma si sfruttamento. Qui non reagisce nessuno.
Sono due i livelli di organizzazione dello Stato italiano, Da una parte i comitati di affari in cui si sono trasformate le vecchie forze politiche che portano all’arricchimento ed alla prevaricazione intere famiglie che fanno il poco bello ed il molto brutto tempo, e dall’altra io silenzio, l’abitudine al peggio, l’essere destinatari di doveri e mai di diritti, in cui è oramai caduta la situazione della stragrande massa popolare che vede il degrado della politica e si rassegna sempre più al peggio. Il male dominante sembra sia un fatto inevitabile, insito nella natura dell’uomo e dello Stato. Il sistema giudiziario non solo non offre risultati al bisogno di giustizia, ma sembra di poca fiducia, pieno di contraddizioni, inefficace senza che ci siano occhi per vedere al suo interno la ragione di tanta ingiustizia, di tanti fallimenti di processi, di tante differenze di giudizio tra i vari gradi in cui si svolgono i processi. E nessuno più crede che l’ultimo livello di giudizio sia il migliore, il più giusto. Tutti sono convinti che si può egualmente sbagliare all’ultimo giudizio come al primo; anzi più ai successivi che al primo. Quando la Cassazione assolve o conferma, i più restano increduli. Ognuno si domanda il perché di quella sentenza. Di fatto abbiamo l’abitudine di pensare che l’ultimo grado di giudizio sia il più giusto. Come se l’assoluzione di un terzo grado fosse il giusto nel mentre la gente dice: «E chi mi certifi-
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Politica, il cancro del secolo
conta il contrario. Siamo dominati da questioni criminali, la politica trova nella criminalità un terreno di grande fertilità fino a togliere dal campo la gente onesta e preparata. Per fare politica si sta dimostrando che occorra tendenza assai dura a sopportare questioni giudiziarie per anni ed anni, tra tribunali ed avvocati, rimettendoci denari e fatica per poi vedersi assolti. Spesso il cambiamento di un giudice determina situazioni diverse in processi di un certo tipo. Molti procedimenti vengono sistemati subito, appena dovessero venir sostituiti i giudici. Perché? La questione sta nel fatto che lo Stato e la Magistratura non hanno rapporti funzionali al fare giustizia a difesa della costituzione e della osservanza di leggi. Le quali, per essere osservate, devono essere innanzitutto conosciute e giuste. C’è lo slogan che sostiene che la legge è uguale per tutti; nei fatti spesso avviene il contrario. I poveri cristi subiscono spesso e si vive di incertezze e di equivoci. O, meglio, questo è quanto appare nel sociale e nella considerazione dominante della gente. E ci meraviglia che tanti operatori della giustizia, pur sapendo che le leggi sono spessissimo fallaci e inefficaci, nulla fanno per dichiarare la loro inapplicabilità. O, meglio, per ribellarsi non potendo fare giustizia appunto perché le leggi sono stravecchie, spesso equivoche, utili solo per una società dove il giusto non è sempre richiesto. Fino ad oggi certe leggi sono state sopportate. Ma ora è eccessivamente confuso tutto il sistema giudiziario, almeno nella considerazione della pubblica opinione, nel mentre la società è travolta da politiche ridotte ad affarismo, criminalità e illegalità assai insopportabili, istituzioni dove la legge e il sistema giudiziario non salvaguardano dai rischi della mancanza di leggi o di inapplicabilità per ragioni sociali e per altre ragioni insite nella legge stessa.
ca senza tema di sbagliare che un collegio giudicante non si sia sbagliato all’ultimo grado invece che al primo?». In politica e nelle vicende amministrative, poi, si assiste a cosa davvero turche. È di queste ore l’esito del processo Why-not che vedeva imputato l’ex presidente della Regione Agazio Loiero ed altri in un processo che ha risonanza nazionale da innumerevoli anni. È di oggi la scoperta che gli imputati, dopo essere passati per gradi di giudizio senza mai esiti di assoluzione, ora vengono riconosciuti innocenti. Come fa il cittadino ad avere fiducia in una magistratura che un giorno dice bianco ed un giorno nero e fa navigare il tutto tra mille rinvii, tante speranza deluse? Certo, ogni giudizio si fonda su dati acquisiti ed ha il suo fondamento. Noi non vogliamo dubitare sulla buona fede dei giudici, ma il dato certo e vero è che non abbiamo tempi e modi essenziali per poter avere giudizi infallibili sulla gente. E ci si domanda pure: «Per come si sbaglia perché esisterebbe una parte della magistratura politicizzata, non si può sbagliare su altri tipi di processo, dove magari non conta la politica, ma possono contare altri tipi di interessi? Quanti e quali sono le sentenze di indiscutibile obiettività e infallibilità di giudizio? E come si può giudicare l’eccessivo invio di comunicazioni giudiziarie, che dilania la politica in mil-
le incertezze anche investendo la responsabilità che di fatto, poi, gode del buon giudizio della pubblica opinione o quando, di contro, hai che continuano ad amministrare persone la cui struttura di appartenenza è stata sciolta per mafia?». Suvvia! Non guasterebbe assolutamente un po’ di ragioni, in giro, capaci di rendere fiducia al cittadino. Non sappiamo, perché non è nostro mestiere, entrare nel merito reale del procedere giudiziario, ma non possiamo nemmeno far finta di niente di fronte alla gente che nella giustizia, così com’è, non ci crede più ed ognuno vive senza certezze e senza verità. Con leggi sconosciute, con un sistema che molti ritengono garanzia a favore del sistema giudiziario, dove la fanno da padrone tanti giudici e tanti avvocati: O non è così? Vorremmo che non fosse così, ma nei fatti la cronaca dimostra che, sì, la giustizia langue e siamo circondati da tanta mafia in crescita e tanti ladri in libertà. Molti sindaci ed amministratori, di sicura validità, hanno la vita trafitta da questioni giudiziarie che spesso si risolvono in un nulla di fatto. Molti ricevono condanne stupide, molti mantengono in piedi questioni giudiziarie poco credibili anche per molti anni successivi al proprio mandato. Non avremmo difficoltà a credere che la giustizia si possa fare con le leggi vigenti. Ma è difficile vedere che
È ora che il problema della Giustizia si ponga definitivamente e non sia solamente una proclamata esigenza della riforma della giustizia, che dice tutto e non dice niente. È una questione di una riforma immediata dei codici di procedura penale e civile e di meglio distinguere tra le gravità dei diversi reati o l’inconsistenza di certi procedimenti che colpiscono cittadini senza colpa. Soprattutto in politica, dove c’è troppa rigidità, con innocenti e copertura per colpevoli che continuano a governare senza rispetto verso il sistema giudiziario e soprattutto senza avere riguardo verso la vera politica e la vera esigenza dei cittadini che non possono ulteriormente tollerare l’imperversare, presso le istituzioni, di persone di dubbia moralità e di dubbia capacità nel rispettare leggi, bilanci, economie di una struttura pubblica. E, si dice, i pubblici poteri non sono salvaguardati da leggi adeguate e da un sistema giudiziario funzionale, ma i politici che governano parlamenti e consigli regionali e provinciali inseguono il contrario. Anche per questo le istituzioni restano lontane mille miglia dalla considerazione del cittadino che continua a non votare e a non avere fiducia nella giustizia. Il rapporto politica e giustizia non può che diventare il primo problema della società italiana. Prima di ogni cosa e al di sopra di ogni cosa. Dal suo affronto dipende la risoluzione dei problemi di profonda crisi che sta rodendo l’anima di questa nostra società. Al Parlamento, in primis, i compiti di sua competenza. Il resto sicuramente viene dopo. Con i codici vigenti, i giudici non possono operare e garantire il rispetto dei diritti di tutti con una giustizia che domina su tutto. Anche rispetto alla politica, evidentemente. Aspettiamo una loro ribellione. Si toglierebbero dalle proprie spalle ogni forma di responsabilità per quanto non va.
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