Voce ai giovani

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Anno 38 - 21 Novembre 2014 - Numero 47

Settimanale indipendente di informazione

euro 0,50

Il volume per le Forze dell’ordine nasce dall’esigenza di attuare gli obiettivi primari del progetto Free-Fly dell’Asp di Cosenza TRA ECCELLENZE E MALAFFARE

RITORNO A SIBARI

LA CANONIZZAZIONE

Calabria in b&n, fotogrammi di una regione

Archeologia e poesia, cultura fatta ad arte

San Nicola Saggio al cospetto di San Pietro

di Pierfrancesco Greco

Volume fotografico realizzato da Francesco Arena

di Lucia De Cicco

Conclusa la manifestazione di Palazzo Intervista al curatore Labrosciano

Ecco il libretto sul beato di Longobardi


II

venerdì 21 novembre 2014

Maltrattamenti psicologici... Presentato giovedì 20 nella Sala del Tribunale di Castrovillari

Il manuale per le Forze dell’ordine è servito Maltrattamenti psicologici e violenze fisiche. Questo è il titolo del Manuale per le Forze dell’ordine che è stato presentato giovedì 20 nella Sala del Tribunale di Castrovillari. A presentarlo è stata Caterina Chiaravalloti presidente del Tribunale di Castrovillari, un magistrato donna, molto sensibile al mondo delle donne e promotrice del protocollo antiviolenza firmato il 13 giugno scorso. Il manuale è stato curato da Patrizia Nicotera, psichiatra forense responsabile del centro pilota antiviolenza dell’Asp di Cosenza “Ascolto donna” da sempre impegnata alla tutela delle donne. A sostenerlo fortemente è stato il direttore generale Asp Gianfranco Scarpelli. La parte legislativa del vademecum è stata affidata a Giancarlo Nicotera, avvocato penalista del foro di Lamezia Terme, esperto in diritto minorile e reati perpetrati sulle donne.

La dedica Si tratta di un vero e proprio vademecum per gli addetti ai lavori. Curiosa ma non tanto è la dedica. Infatti apre con una bellissima poesia di madre Teresa di Calcutta, che si rivolge alle donne, esortandone lo spirito e la forza morale, contro il tempo, le ostilità, le incomprensioni. Un’ appello a favore della forza d’animo, del coraggio dell’energia che deve avere ogni donna di questi tempi nell’affrontare violenze fisiche e morali perpetuati fra le mura domestiche. Del resto la vita è essa stessa un continuo susseguirsi di avventure, di fatiche, di delusioni. Ogni arrivo dice madre Teresa - è una partenza, e non c’è niente di acquisito. Non esistono traguardi o successi definitivi su questa terra. L’unica cosa su cui si può far fede e su cui si può contare è la nostra forza d’animo. E per le donne che vivono il dramma della violenza ce ne vuole tanta, proprio per poter uscire dal tunnel del dolore.

Il volume nasce dall’esigenza di dare attuazione agli obiettivi primari del più ampio progetto Free-Fly che l’Asp di Cosenza, in collaborazione con l’associazione formativa Archè, ha avviato il 22 luglio 2013 attraverso lo sportello antiviolenza “Ascolto donna”

IlIl manuale manuale nasce dall’esigenza di dare attuazione agli obiettivi primari del più ampio progetto Free-Fly che l’Asp di Cosenza, in collaborazione con l’Associazione Formativa Archè, ha avviato il 22 luglio 2013 attraverso lo sportello antiviolenza “Ascolto donna” . E questo al fine di realizzare - dichiara la dottoressa Patrizia Nicotera - autrice del vademecum - in termini concreti un’ampia tutela per le fasce deboli soggette ad ogni sorta di maltrattamenti e violenze in collaborazione con le Forze dell’Ordine, che sta comportando una tutela globale delle donne che sempre più numerose si rivolgono a noi (emersione del sommerso) riducendo di fatto l’ esito letale. Le Forze dell’ordine sono destinatarie di questo manuale informativo, in conseguenza del delicatissimo ruolo dalle stesse svolto - continua la psichiatra forense Nicotera - esse invero, sia pure nella difficoltà della gestione di un territorio ad elevatissima densità criminale, quotidianamente assicurano un impegno costante, anche finalizzato alla prevenzione e alla repressione di questi atroci delitti. Quindi il manuale vuole essere un contributo sostanziale alla tutela e al sostegno della dignità umana - conclude la curatrice della pubblicazione Patrizia Nicotera dei più fragili ed indifesi, e per affermare la possibilità di riscatto di queste persone che, nei drammi vissuti, nascondono una sensibilità e fragilità, tutte da difendere anche alla luce delle ultime innovazioni normative nazionali e internazionali.


venerdì 21 novembre 2014

III

...e violenze fisiche!

L’attività Inter-Rete Il riconoscimento della violenza nel territorio non può rimanere slegata dalla collaborazione reciproca dei diversi enti/associazioni che se ne occupano o che comunque sono chiamati a rispondere in qualche maniera. È utile mettersi in uno stato di disponibilità reciproca, senza paure di inglobamento, accettare le specificità e aprirsi al confronto. Ciò permetterà di promuovere l’adozione di strategie condivise, volte alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno violenza, avvalendosi delle competenze, del contributo di conoscenza, di esperienza e della collaborazione di operatori diversi, ma in grado di agire in maniera profondamente sinergica per avere un sempre più efficace controllo ed intervento sul territorio. Il centro-pilota “Ascolto donna” vuole realizzare, grazie alla messa in atto della rete di task force, l’effettuazione di interventi operativi regolati da protocolli comuni e condivisi, lo scambio di flussi di informazioni tra tutte le strutture che debbono necessariamente essere coinvolte, al fine di poter monitorizzare costantemente gli episodi di violenza e/o maltrattamenti sul territorio, favorendo l’emersione di “situazioni critiche” che altrimenti rimarrebbero “sommerse”, anche mediante compilazione di schede anonime. La task Fforce deve essere formata da personale opportunamente e previamente formato attraverso corsi di formazione indirizzati alle Forze dell’ordine, agli operatori sanitari ed agli Insegnanti. Il lavoro di rete diventa, quindi, una necessità perché rappresenta lo strumento che consente la costruzione di un percorso integrato contro la violenza ed i maltrattamenti alle donne e ai minori.

L’azione fattiva L’idea è quella di mettere a disposizione strumenti e soggetti, in forAll’interno La violenza di genere, le varie tipologie di violenza, i segnali d’allarme, gli aspetti culturali, quelli legislativi, la criminalistica e medicina legale, le modalità omicidi arie, le indicazioni operative per le Forze dell’ordine. Conclude il manuale il progetto Free Fly.

ma sinergica, per tutelare i più deboli, questo in considerazione del numero crescente di eventi delittuosi perpetrati a danno soprattutto di persone di sesso femminile, delitti peraltro numerosi e particolarmente scabrosi anche nella nostra regione. Ecco perché, l’Asp di Cosenza, insieme all’associazione Archè attraverso il progetto Free-Fly con “Ascolto donna” fornisce consulenze gratuite specifiche, individuali e varie, psichiatriche e psicoterapiche individuali e di gruppo. Si vuole studiare così la fenomenologia della violenza - afferma il direttore generale dell’Asp Gianfranco Scarpelli - all’interno ed all’esterno della famiglia, al fine di proporre schemi di prevenzione primaria attuabili attraverso la collaborazione delle scuole, delle famiglie e dei comuni. L’azione preventiva primaria - conclude il dottore Scarpelli - verrà effettuata a partire dalle scuole dell’infanzia fino alle scuole secondarie supeGianfranco Scarpelli riori, con attività didattica per gli allievi di ambo direttore generale Asp Cosenza i sessi inerente l’aspetto culturale e storico della violenza di genere, l’alfabetizzazione emotiva, tecniche di difesa personale. Ognuno di noi per le proprie competenze, è chiamato a svolgere un compito fondamentale per sensibilizzare, fornire corrette informazioni e prevenire, queste sono le uniche azioni valide per ottenere risultati concreti nell’ambito della violenza di genere.

L’anonimato Chi si affida al centro “Ascolto donna” ha la certezza di un percorso in anonimato. Nascondere la propria identità può essere una scelta per legittime ragioni e gli operatori ne sono garanti.

Questa foto e quella sopra sono tratte dalla pubblicazione sul femminicidio Crudele amore mio a cura di Rosellina Arturi e Maria Pia Volpintesta


IV

venerdì 21 novembre 2014

Versi in gara Catanzaro: al via le iscrizioni della IV^ edizione del Premio "Alda Merini"

Con i piedi per terra

Lavoro, occasione concreta Lunedì 24 novembre, presso l’aula Caldora dell’Università della Calabria, con inizio alle 9:30, si terrà il convegno nazionale “Lavoro&Sviluppo4: Risultati dell’intervento” organizzato dall’ufficio Orientamento dell’ateneo e da Italia Lavoro, ente strumentale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il convegno ha lo scopo di presentare i risultati e l’impianto progettuale di “Lavoro&Sviluppo4”, un modello efficace di politica attiva del lavoro che conferma la validità del tirocinio “on the job” quale strumento per facilitare l’inserimento professionale di giovani in cerca di prima occupazione. Il progetto - finanziato dal ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del Programma operativo nazionale “Ricerca e Competitività” 2007/2013 per le Regioni Convergenza - si è proposto l’obiettivo di realizzare oltre 7.000 percorsi di tirocinio in favore di soggetti non occupati e/o svantaggiati residenti nelle Regioni “Convergenza” (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e di promuovere, mediante incentivi all’assunzione, l’inserimento lavorativo dei partecipanti. In questo quadro di riferimento l’Università della Calabria, ha accolto con entusiasmo l’iniziativa progettuale, sostenendo con efficacia e monitorando attentamente al suo interno lo svolgimento di numerosi tirocini che hanno rappresentato, per diversi giovani laureati calabresi, una concreta occasione per entrare nel mondo del lavoro.

Iniziano i lavori...

Swico, per tenere d’occhio il Sole Il 31 ottobre 2014 si è costituito il Gruppo nazionale di space weather (Space Weather Italian Community, Swico), un gruppo che vede la partecipazione di docenti, ricercatori e tecnologi delle Università e degli enti di Ricerca e rappresentanti di industrie italiane. Obiettivo primario del gruppo è la valorizzazione delle competenze italiane nel campo dello Space weather, disciplina che, a partire dallo studio della fisica di base del sistema Sole-Terra, si occupa di studiare e prevedere le perturbazioni spaziali originate dal Sole ed i loro effetti sui sistemi tecnologici nello spazio ed a terra e sugli organismi viventi, trasferendo quindi le conoscenze scientifiche di base ad un ambito più propriamente tecnologico e sociale di pubblica utilità. Tempeste spaziali di forte intensità possono infatti mettere a rischio le attività spaziali ed i voli aerei in rotte polari, perturbare le comunicazioni radio, rendere imprecisa la localizzazione mediante i Gpse provocare interruzioni dell'energia elettrica: una complessa varietà di fenomeni determinata dalle condizioni meteorologiche dello spazio (space weather). Attualmente tutte le grandi organizzazioni scientifiche internazionali, come ad esempio il Cospar (Committee on Space research) e la Wmo (World meteorological organisation), e le agenzie spaziali come Nasa (Usa), Esa (Eu), Cnsa (Prc), Jaxa (Jp), Dlr (D), e quella italiana (Asi) considerano lo studio e l'osservazione dello space weather un aspetto chiave per le attività spaziali e per le possibili ricadute sulla società, contribuendo a programmi internazionali di Space situational awareness (consapevolezza della situazione dello spazio). In tale contesto il Gruppo nazionale italiano metterà a disposizione le proprie competenze di concerto con le istituzioni di appartenenza e con le realtà industriali, sfruttando, anche le strumentazioni osservative già operanti in Italia. Vincenzo Carbone presidente Swico - Dipartimento di Fisica, Unical

Pilastro per i poeti del nostro tempo

Alda Merini

Si partecipa inviando tre poesie inedite in lingua italiana e a tema libero, ciascuna delle quali non deve superare i 30 versi Le poesie dovranno essere spedite entro il 31 gennaio 2015

Partita, nei giorni scorsi, la IV edizione del Premio “Alda Merini” di poesia, iniziativa letteraria, promossa dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con il partenariato della Camera di Commercio di Catanzaro, che in soli pochi anni è diventata punto di riferimento per tutti i poeti del nostro tempo e che, proprio per la sua altissima qualità, ha ricevuto l’adesione delle tre più alte cariche dello Stato: presidente della Repubblica, presidente del Senato e presidente della Camera dei deputati. All’edizione di quest’anno ha già aderito il maestro orafo Michele Affidato. «Affidato - ha detto Ursini - da due anni condivide con grande entusiasmo e generosità i nostri obiettivi, realizzando le targhe in argento destinate ai vincitori». Come negli anni precedenti, al concorso si partecipa gratuitamente inviando tre poesie inedite, in lingua italiana e a tema libero, ciascuna delle quali non deve superare i 30 versi. Le poesie, firmate e corredate dell’indirizzo dell’autore, dovranno essere spedite all’Accademia dei Bronzi, via Sicilia, 26 - 88100 Catanzaro, entro il 31 gennaio 2015. Per eventuali chiarimenti o per chiedere il regolamento di partecipazione basta inviare una mail alla segreteria del concorso (premioaldamerini@libero.it) oppure telefonare al numero 380.4799720, dalle ore 8 alle ore 13,30, giorni festivi esclusi. Le migliori opere partecipanti saranno pubblicate in un’apposita antologia dal titolo “Alda nel cuore” che l’Accademia dei Bronzi presenterà nel corso della cerimonia di premiazione prevista per il mese di giugno 2015. Ricordiamo che la precedente edizione è stata vinta da Dante Maffia, nato a Roseto (Cosenza) e da anni residente a Roma. Gli altri quattro poeti finalisti, classificati ex-aequo dalla giuria presieduta da G. Battista Scalise e composta da Mario Donato Cosco, Mauro Rechichi, Antonio Montuoro e Antonio Benefico, erano stati: Maria Pina Abate di Angri, Mariella Bernio di Brugherio, Alfonsina Campisano Cancemi di Caltagirone e Paola Pancaldi Pugolotti di Segrate. I premi istituzionali (Napolitano, Grasso, Boldrini) erano stati invece assegnati, nell’ordine, al prof. Giovambattista De Sarro, direttore del dipartimento Scienze della salute dell’Università Magna Graecia, al maestro Michele Affidato e al generale di Brigata ausiliaria della Guardia di finanza Angelo Raffaele. Il premio speciale “Alda Merini”, destinato a personalità locali, era stato, infine, assegnato a don Mimmo Battaglia, al professor Aldo Garozzo, a monsignor Domenico Graziani, a Giulia Zampina e Giovanni Marziano. Targhe di merito, realizzate con il logo ideato dalla pittrice Grazia Calabrò di Cosenza, erano state, altresì, assegnate dall’Accademia dei Bronzi a decine di poeti di tutta Italia, molti dei quali avevano ritirato personalmente il riconoscimento loro assegnato. «Il premio Alda Merini, - sottolinea Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi - in sole tre edizioni è diventato uno dei più noti appuntamenti italiani riservati alla poesia inedita. Ecco perché, nonostante le ingenti spese, abbiamo deciso di proporre di nuovo tale entusiasmante iniziativa, con la speranza che almeno quest’anno qualcuno ci verrà incontro. La poesia, quella più autentica e viva rappresentata dal premio Merini, non può e non deve morire perché rappresenta per molti un mezzo efficace di denuncia e di crescita sociale».


venerdì 21 novembre 2014

Tra eccellenza e malaffare Presentato il libro “La Calabria in bianco e nero”

Fotogrammi di Calabria eco di Pierfrancesco Gr

Uno sguardo crudo e affascinante sulla dimensione socio-antropologica di una terra bellissima e, tuttavia, brutalizzata dalle trame, dagli intrecci, dai drammi in cui trova genesi e manifestazione il fenomeno ‘ndranghetista: il libro La Calabria in bianco e nero, realizzato dal fotografo Francesco Arena, edito da Ediesse, casa editrice della Cgil, e presentato giovedì 13 novembre a Cosenza, presso la libreria Feltrinelli, reca in sé tale filo conduttore, opportunamente contestualizzato dalla presentazione di Michele Gravano e Giovani Donato, rispettivamente segretario generale della Cgil Calabria e segretario generale della Cgil di Cosenza, e dall’introduzione di Arcangelo Badolati, notissimo giornalista e studioso della ‘ndrangheta. Un filo conduttore che corre attraverso una lunga, incalzante, coinvolgente carrellata di fotogrammi, catturanti momenti, scorci, sguardi di una regione alla continua ricerca di se stessa, vagante tra eccellenza e malaffare, tra aulica unicità e infima anormalità, tra bianco e nero, è, appunto, il caso di scrivere. Quel bianco e nero, presente nel titolo, che non richiama unicamente alle sfumature cromatiche degli scatti intensi e magnetici magistralmente realizzati da Arena ma, adoperando le parole enunciate da Giovanni Donato in occasione del simposio di presentazione, a cui hanno partecipato anche Arena, Gravano e Badolati, alla «realtà fugace della nostra terra, che Arena ha captato con le sue foto: foto che focalizzano la deturpazione del territorio e dell’essere umano attraverso forme educative richiamanti a vicende e ad aspetti drammatici di questa Regione e che confermano la tesi secondo la quale la ‘ndrangheta è violenza privata, volta a creare relazioni con lo Stato e la società». «Le immagini fotografiche - ha evidenziato Donato, riprendendo un concetto formulato nel libro insieme a Gravano - non sono cruente ma narrano la violenza della ‘ndrangheta contro l’uomo, la società, l’ambiente, gli illeciti palesi nell’abusivismo edilizio, nelle cattedrali del deserto, nelle aziende fantasma, figlie delle truffe ai finanziamenti comunitari, diventate una delle “specialità” della criminalità organizzata, nella commistione pericolosa tra pezzi dello Stato e mafiosi. Un messaggio potente e diretto, quello veicolato da questo libro, in cui ogni foto costituisce una riflessione; un messaggio, che non è disperato ma carico di speranza». Quella speranza che il libro lascia intravedere nella crescita culturale di una società contratta, ripiegata, anomica: non a caso, l’ultima foto del libro, l’ultima immagine di una galleria in cui coesistono bellezze e brutture, ritrae un angolo del Campus dell’Università della Calabria, presso Arcavacata di Rende, ovvero il faro culturale del territorio, quell’avamposto di sapere in cui trova fertile humus la cultura della legalità, «quella - ha affermato Donato - capace di rompere le relazioni compromissorie di cui si diceva prima e di tracciare un percorso di rinnovamento e rinascita della Calabria, nel cui solco rientra questo libro, la cui pubblicazione va in direzione dell’impegno assunto con assoluta determinazione dal sindacato contro la ‘ndrangheta e l’illegalità diffusa, attraverso un’attività costante, non priva di rischi per i sindacalisti, oggetto spesso di intimidazioni e minacce, portata avanti nella convinzione che senza legalità non ci può essere sviluppo e libertà nel lavoro: sciopereremo anche per questo». Legalità e libertà nel lavoro: valori inscindibili da difendere strenuamente: «di fronte ad un attacco sempre più forte contro i diritti del lavoro e i dritti sociali - scrivono, al riguardo, nella loro presentazione al volume, Michele Gravano e Giovanni Donato -, la Cgil ha alzato la qualità delle risposte e dell’elaborazione programmatica, perché siamo convinti che, dove manca il rispetto delle regole, l’economia pulita non riesce a decollare; dove la presenza mafiosa nel mondo imprenditoriale è più marcata, “la criminalità seleziona e impone la manodopera, provocando distorsioni salariali e determinando una modalità di lavoro in cui la norma è la rinuncia dei diritti”, per come denunciato dalla campagna della Cgil “Legalità, l’u-

Il volume realizzato dal fotografo Francesco Arena si snoda attraverso una lunga incalzante coinvolgente carrellata di catturanti momenti scorci e sguardi, di una regione alla continua ricerca di se stessa

nica risposta per il lavoro e il futuro”. Sfogliando La Calabria in bianco e nero abbiamo dovuto prendere atto che il sindacato è rimasto uno dei pochi punti di riferimento dei cittadini calabresi onesti. Emerge, infatti, in tutta la sua drammatica dimensione, l’incapacità dello Stato e delle altre istituzioni di interrompere questo intreccio perverso, di sprigionare energie positive e di creare sviluppo, altra condizione essenziale per liberare i calabresi, e non solo, dal giogo della criminalità organizzata. Un vuoto, che ha favorito e favorisce il prosperare della ‘ndrangheta, del malaffare, della corruzione, dell’illegalità. Un vuoto che alimenta l’intreccio perverso tra criminalità e le troppo vaste zone grigie della società calabrese, italiana ed internazionale. È forse è vero, come sostiene Gioacchino Criaco, autore del libro Anime nere, dal quale è stato tratto un film destinato ad un grande successo, che il problema della Calabria non è la ‘ndrangheta in sé ma il potere che la usa come strumento per contenere la ribellione sociale, ciò che impedisce in parte la capacità di reazione dei tantissimi cittadini onesti ma sfiduciati». Sfiduciati da quella coltre di illegalità generata dalla «mafia silente come Arcangelo Badolati definisce la ‘ndrangheta -, capace di coltivare floridi interessi in varie parti del mondo. Una mafia che ha sempre accuratamente evitato di lanciare attacchi diretti alle istituzioni. Una mafia in “immersione” - che sotto tale aspetto richiama la strategia adottata da Bernardo Provenzano nell’ambito di Cosa nostra -, lontana dai grandi circuiti mediatici e forte di indissolubili legami parentali. Una bestia assetata di sangue e denaro che viene ormai riconosciuta in tutto il nostro Paese come un’autorità parallela allo Stato, in grado di garantire servizi e appoggi istituzionali e di fornire capitali, come dimostrano le inchieste condotte negli ultimi anni dalle Direzioni distrettuali antimafia di Torino e Milano». Proprio da un’operazione della Dda milanese, emerge chiaramente la complessa struttura e natura di questa ramificata holding criminale che trae la sua forza nelle tradizioni, come quella del “conferimento della Santa” il più alto grado di affiliazione ‘ndranghetista; al riguardo, i carabinieri del Ros hanno per la prima volta documentato in diretta i giuramenti con conferimento di cariche e doti, udendo le formule e i riti dalla voce dei mafiosi. Giuramenti, quelli filmati dagli investigatori, che non sono avvenuti in Calabria ma in una provincia del nord, dove sono state individuate le “mangiate”, cioè i summit di ‘ndrangheta, segno tangibile della sua capacità di penetrazione in contesti lontani dal territorio di origine. Quel territorio, la nostra Calabria, che, in questo senso, sembra marchiato da una sorta di peccato originale, ben ritratto dagli scatti di Arena, in un mosaico di flash che, «però, non è fatto solo di ombre - scrivono Gravano e Donato -: le immagini catturano le autentiche ricchezze di un territorio dalle cui potenzialità è possibile ripartire, affinché la Calabria migliore, quella dell’intelligenza e dell’onestà diffusissime, possa costruire una rete virtuosa, che si sostituisca a quella malata che intreccia ‘ndrangheta e malaffare. Una rete virtuosa, che sigli un vero e proprio “patto per la legalità”, includente le proposte elaborate dalla Cgil anche a livello nazionale, a testimonianza della nostra attenzione verso il problema e della consapevolezza che si tratta di una questione italiana ed internazionale». Una questione da risolvere con «una serie di azioni concrete, da innestare su una vera e propria rivoluzione culturale, che coinvolga le persone oneste, le quali, dopo la storica scomunica dei mafiosi pronunciata da Papa Francesco a Cassano Ionio, sono più forti e meno sole». Quei calabresi onesti grazie ai quali questa regione ritroverà se stessa, riprendendosi il suo destino.

V


VI

venerdì 21 novembre 2014

Date da definire L’età medioevale sul versante politico-sociale con i suoi profondi e numerosi addentellati ha visto spesso la guerra prevalere sul vivere pacifico

La pace, un sogno infinito di Pietro De Leo

4. Un costante ma difficile auspicio! Non c’è dubbio che in età medioevale sul versante politico- sociale con i suoi profondi e numerosi addentellati, la guerra prevalse sulla pace. Disastrose furono - come è noto - le invasioni barbariche che determinarono la fine dell’impero romano d’Occidente a partire dal sacco di Roma del 410 sino alla deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre nel 476. Alemanni e Franchi, Visigoti ed Ostrogoti, Unni e Vandali spezzettano e si contendono l’antico territorio romanizzato, mescolando etnie, culture e costumi . Un mondo senza pace che l’imperatore Giustiniano nel VI secolo tentò di riunificare con una lunghissima guerra che si protrasse dal 535 al 553 con conseguenza spaventose nella nostra Penisola, sopratutto sul piano demografico, in un contesto dove il diritto e la legge erano stati sotterrati. Ragion per cui Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore, prefetto del pretorio per l’Italia sotto Atalarico (dal 526 al 534) e consigliere di papa Vigilio (537-555) giustamente notò che solo la legalità garantisce pace e sviluppo. Nel robusto disegno di cristianizzazione i successori degli apostoli, a partire dai papi, vescovi di Roma, in perfetta sintonia con le gerarchie ecclesiastiche d’Oriente esaltarono e assunsero come simbolo del loro messaggio la “pace”, che divenne emblema rituale della liturgia. Si pensi all’inno “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà” il cui testo - registrato già nel Liber Pontificalis risale per lo meno al III secolo e pare che sia di origine greca; o al “Pax Domini sit semper vobiscum”, adoperato come saluto augurale e di commiato; o all’“offerte vobis pacem” seguito dall’“osculum pacis” e dal “signum pacis” e via dicendo. Ma non va dimenticato che benché tutti invocassero la giustizia come apportatrice di pace , le tappe della storia segnano purtroppo un perenne susseguirsi di lotte e di guerre, sanguinose e devastanti, intraprese per stabilire i propri diritti, veri o presunti.

5. Maometto e la pace Mentre l’Europa mescolava diversi popoli e numerose etnie e Costantinopoli tentava di ricostruire il suo impero, nell’Arabia Saudita vedeva la luce Maometto (La Mecca 570 † Medina 632), il quale, affermando di operare in base ad una rivelazione ricevuta, nel 610 iniziò a predicare una religione monoteista basata sul culto esclusivo di Allah, vero dio unico e indivisibile, che elargisce il suo messaggio nell’Islam, raccolto nel testo sacro del Corano. La radice della parola Islam è silm, che significa pace. Il Corano indica la sua via come la via della pace (5:16); la riconciliazione è sempre la strada migliore (4:128). Allah, infatti, aborrisce tutto ciò che disturba la pace (2:205). La società ideale è Dar as-Salam, la dimora della pace (10:25). Quando Allah creò il cielo e la terra, fece le cose in modo che ogni elemento potesse assolvere alla sua funzione pacificamente, senza scontrarsi con gli altri elementi. «Al sole non è permesso sorpassare la luna e la notte non può venire al posto del giorno. Ogni cosa segue il suo cammino». (36:40). L’universo, infatti, è caratterizzato come un modello di armonia e di pace (36:40). Henri Pirenne paragona l’espansione dell’Islam alle invasioni germaniche; solo che i Germani non ebbero nulla da apporre al cristianesimo dell’Impero, mentre gli arabi erano esaltati da una nuova fede religiosa, che volevano imporre assolutamente. Così mentre i Germani cercarono di assimilarsi ai vinti, tra i musulmani e le popolazioni conquistate e sottomesse si innalzò una barriera insor-

Disastrose furono le invasioni barbariche che determinarono la fine dell’Impero romano d’Occidente a partire dal Sacco di Roma del 410 sino alla deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre nel 476

Odoacre depone Romolo Augustolo da cui riceve le “insegne” imperiali Sopra, la “rivelazione” a Maometto

montabile L’assalto arabo sulle coste africane e in Medio oriente iniziò a realizzarsi dopo la morte di Maometto. Ad Abu Bakr suo immediato successore seguì Omar col titolo di califfo (sostituto del profeta), protagonista della prima la fase di conquista dei grandi imperi bizantino e persiano. Tale intrapresa appariva come una guerra lodevole voluta da Allah: lo strumento per uscire dalla tradizionale miseria beduina, grazie alle ricchezze di cui gli imperi erano già colmi. Vennero occupati l’Iran persiano e l’Egitto bizantino e l’impero musulmano si estendeva dalle rive dell’Indo fino al deserto libico. La dinastia Ommayade (661750) spostò la capitale a Damasco. Nonostante la resistenza di Bisanzio in Asia minore (Costantinopoli stessa venne assediata nel 674) fu occupata tutta l’Africa bizantina e nel 711 gli Arabi passarono in Spagna distruggendo il regno dei Visigoti. La loro spinta investì anche la Francia meridionale: vennero fermati a Poitiers da Carlo Martello nel 732. Successivamente gli Arabi faranno la loro comparsa in Sicilia e sulle coste dell’Italia meridionale. Difendersi dagli assalti e preservare a ogni costo la propria fede significa difendere la pace: ecco perché la guerra anche sul fronte cristiano fu considerata cosa buona e necessaria, prima ancora di essere definita “santa”.

6.e il Sacro CarloRomano Magno “principe di pace” impero Nei Paesi dell’Europa continentale fragile e divisa tra VIII e IX secolo l’appartenenza alla “comunità cristiana” divenne il vero collante che avrebbe realizzato il Sacro Romano Impero, a partire dalla notte di Natale dell’anno 800, quando papa Leone III impose la corona a Carlo Magno, primogenito di Pipino il Breve, primo re ca-


venerdì 21 novembre 2014

Date da definire Importante riconoscimento scientifico

Soddisfazioni Unical

La distruzione dell’Impero romano, di Thomas Cole Dipinto allegorico (ispirato molto probabilmente al sacco di Roma dei Vandali del 455), quarto della serie Il corso dell’Impero del 1836, oggi a New York, presso l’Historical society

rolingio, dominatore sui Sassoni, Avari e Longobardi dicendo: «A Carlo, piissimo Augusto, al grande imperatore portatore di pace incoronato da Dio, vita e vittoria!». La restaurazione dell’Impero romano d’Occidente, resa possibile dalla momentanea debolezza bizantina, fu in realtà parziale: l’impero carolingio comprendeva infatti solamente l’Europa centro-occidentale, vale a dire le odierne Francia, Germania, e Italia centro-settentrionale; ma sebbene della corta durata di meno di un secolo con la morte di Carlo il Grosso nell’886, impresse quella svolta epocale, che la storiografia ha connotato come “Rinascita carolingia”. Con la “translatio imperii” ed il rinnovamento della maestà imperiale romana parve realizzato il processo di identificazione fra cristianità ed Impero: lo stato imperiale divenne, di fatto, il principio ordinatore ed il fattore di controllo politico della “civitas terrena” agostiniana, al quale - per vivere in pace - dovevano sottomettersi tutti gli altri poteri e le altre forme di organizzazione sociale, come venne posto in evidenza da alcuni scrittori coevi. Si pensi al benedettino Smaragdo di Saint-Mihiel (m. 830 ca.) e Agobardo arcivescovo di Lione (760-840), che illustrarono il carattere sacro del potere imperiale. Non mancarono, però, acute distinzioni da parte di altri pensatori come Giona d’Orléans (780-843) , il quale rimarcò che - fatte salve le prerogative imperiali - fosse necessario riconoscere al sacerdozio un ruolo preminente; o Incmaro di Reims (806 - 882) secondo il quale l’imperatore è vincolato sia dalla legge divina che da quella umana: in questa prospettiva l’unzione sacra, lungi da renderlo indipendente dal potere papale, lo vincola ancor più al suo controllo. Sempre Incmaro chiarifica quali siano i doveri del sovrano: combattere le guerre giuste contro gli infedeli e amministrare la giustizia in modo rigoroso per conservare la pace. In tale contesto non va dimenticato il ruolo di primo ordine svolto proprio dal monachesimo, soprattutto quello di San Benedetto da Norcia (480-547) con la sua regola universalmente riconosciuta come “fonte di pace” e di valorizzazione del lavoro, in luoghi stabili e bene ordinati, che si affermò definitivamente in Europa a partire dall’817, quando il capitolare monastico di Aquisgrana, di cui fu ispiratore Benedetto di Aniane, la impose a tutti i monasteri francogermanici, mentre nella stessa città veniva fondata da Carlo Magno la Scuola Palatina retta da Alcuino di York, artefice della revisione del testo della Vulgata e abile diffusore delle le osservazioni sui più importanti brani scritturali fatte dai commentatori che lo avevano preceduto. Successivamente sarebbero nate alcune congregazioni affiliate all’Ordine benedettino, come i monaci dell’abbazia di Cluny, fondata nel 910: un movimento che valorizzava più la preghiera del lavoro e poi nel 1050 i cistercensi che miravano al recupero della solitudine propria del movimento eremitico con l’integrazione di una vita cenobitica. continua...

L’articolo scientifico: Fortino, G.; Giannantonio, R.; Gravina, R.; Kuryloski, P.; Jafari, R., “Enabling Effective Programming and Flexible Management of Efficient Body Sensor Network Applications,” Ieee Transactions on Human-Machine Systems, vol. 43, no.1, pp.115-133, Jan. 2013 è stato premiato con il “2014 Andrew P. Sage Best Ieee Smc Transactions Paper” award (http://www.ieeesmc.org/about-smcs/awards/andrew-p-sage-best-transactions-paper). La cerimonia di premiazione ha avuto luogo presso la conferenza Ieee Smc 2014, 5-8 ottobre, San Diego, Usa. Il premio è stato consegnato al professor Giancarlo Fortino dell’Università della Calabria in qualità di autore di riferimento della pubblicazione e coordinatore del progetto Spine nell’ambito del quale è stata realizzata la pubblicazione. Il premio è il riconoscimento più prestigioso che la società Systems, man and cybernetics della Ieee attribuisce agli autori di un articolo in quanto il lavoro scientifico viene selezionato tra tutti quelli pubblicati in un anno nelle quattro riviste di punta della società: Ieee transactions on systems, Ieee transactions on cybernetics, Ieee transactions on human-machine systems, Ieee transactions on computational social systems. La selezione è stata realizzata da un comitato scientifico presieduto da Michael Berthold e composto da importanti professori della Smc society tra i quali erano presenti gli editor-in-chief delle riviste.

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venerdì 21 novembre 2014

Cultura fatta ad arte Al Museo del Presente di Rende conclusa la manifestazione "Ritorno a Sibari", di Enzo Palazzo

Archeologia e poesia Greca

Abbiamo intervistato il curatore della mostra Gianfranco Labrosciano

Conclusa con successo la manifestazione “Ritorno a Sibari”, di Enzo Palazzo, curata dal critico d’arte, Gianfranco Labrosciano. Grande partecipazione di pubblico, presso il Museo del Presente di Rende, per tutte le giornate, a partite dal 25 ottobre e in particolare per la serata conclusiva del 14 novembre, che ha visto la partecipazione dello stesso per la lettura delle poesie delle “Amiche di Nosside”, liriche inviate da ogni parte dalla Calabria e da fuori Regione (interpretata dalla diciasettenne, Noemi Bruno e con gli abiti disegnati da Annalisa Di Lazzaro. La sezione è stata curata dall’artista e poetessa Rossella Falabella, con il contributo di Alt Art. Ha preceduto il reading l’interessante intervento della direttrice della Biblioteca nazionale di Cosenza, Elvira Graziani (che ha anticipato alla stampa che è in itinere un importante progetto redatto dalla Biblioteca per l’Expo 2015 di Milano) del professore e scrittore Coriolano Martirano, segretario perpetuo dell’Accademia Cosentina e del professor Leopoldo Conforti. Una giornata aggiuntiva quella del 15 novembre dedicata ai visitatori. Abbiamo intervistato il curatore della mostra Gianfranco Labrosciano, che ci ha guidato attraverso questo ritorno a Sibari dal labirinto della moderna società in cui il giovane si trova a essere disorientato dalle immagini mediatiche disordinate e, a volte, anche violente. «Palazzo, ci dice il critico Labrosciano, riattualizza il mondo greco con i linguaggi dell’arte contemporanea, idea che mi appassiona e che seguo ormai da tantissimi anni». Mostra questa che s’intende portare in itinere ancora in altri luoghi. Presente anche la casa editrice Imago Artis, di Rossano di Ivan Porto e Anna Garofalo. Proveniente da una esperienza tipografica con due stabilimenti a Castrovillari e a Portici, una famiglia, che ha speso tutta la sua vita dietro a questa nobile arte. Si c0ollabora con le case editrici a livello nazionale e internazionale. Esperienza, ci dice, l’editore Porto, che ha già cinquant’anni di attività alle spalle. Oggi esiste il nuovo modo di fare Editoria, che è quella, via web, il famoso e-book. I libri sono molto apprezzati perché la maggiore diffusione di idee fa si che il tempo che è tanto speso in internet, metta a frutto anche questo settore. È possibile che l’arte contemporanea possa diventare veicolo di conoscenza?

Sopra, Enzo Palazzo davanti alla Tavola di Pitagora In basso amiche di Nosside e Leopoldo Conforti

Gianfranco Labrosciano

Noi abbiamo un patrimonio enorme, che è quello del mondo greco. Enzo Palazzo con la sua poetica si trova in linea con la mia ricerca e visione, per cui mi ha appassionato allestire e curare prima la sua mostra nel museo di Sibari, qualche mese fa. Ed è così che questo “Ritorno a Sibari” ha una continuità anche al Museo del Presente con un contenuto più esteso. La mostra non si è focalizzata solo su Sibari in questo contesto, ma ha richiamato tutti i siti della Magna Grecia, dal labirinto che è l’aggressione del contemporaneo, i nostri mostri moderni contemporanei. Nella mostra allestita si prevedeva anche una stanza dedicata a Crotone, la stanza dei numeri, da 0 a 10 troviamo la filosofia di Pitagora. L’artista Enzo Palazzo ha scoperto di avere le stesse sillabe da zero a dieci nel suo nome e cognome, così come gli stessi numeri li troviamo per il nome di Magna Grecia. Nella mostra vediamo una serie di teste colorate che guardano in ogni direzione... È l’uomo che guarda il Mondo greco, con apertura mentale estesa. Un guardare su un camminamento fatto dagli articoli di Leopoldo Conforti, umanista di Cosenza e che segna questo nostro incamminarci verso Sibari e Locri, verso i Greci. Così come le immagini colorate dell’uomo rimandano alla plurisensiorialità delle osservazioni e non appiattimento delle stesse. Ci sono in questa mostra tanti vasetti di fango, uno dei quali fu regalato anche a Papa Francesco. Che cosa simboleggiano? Simboleggiano la terra di Sibari, importanti, perché il contenitore di vetro, che contiene il fango del Crati, che esonda continuamente, è sigillato. Una semplice operazione, che ha caricato di storia il concetto dell’artista, riguardo a Sibari. Troviamo la stanza dell’Origine... L’artista richiama all’Origine la centralità di Sibari, con una sua posizione di centralità, origine della filosofia del mondo greco e della civiltà occidentale. Tra l’altro il cerchio posto come centralità dell’origine è un utensile usato nella produzione dell’olio, nella macina, richiama il lavoro e l’arte del quotidiano. La mostra si chiude con le amiche di Nosside, una carrellata di artiste e poetesse, che hanno prestato la loro immagine per un allestimento di un manifesto e frontale abbiamo il teatro greco di Locri. Lucia De Cicco


venerdì 21 novembre 2014

Progetti in viaggio Da tempo sono usate come un ritornello in tutti i dibattiti pubblici senza addivenire a un risultato reale, palpabile di tale auspicio ed impegno

Turismo&cultura la chiave è quella giusta Cultura e turismo sono oggi le parole chiave di successo per un reale sviluppo e crescita economica e sociale della Calabria. Da tempo sono usate come un ritornello in tutti i dibattiti pubblici gestiti da soggetti del mondo della politica, del sindacato e della cultura senza addivenire ad un risultato reale, palpabile di tale auspicio ed impegno. All’Università della Calabria per merito dei corsi di laurea in “Scienze turistiche” e “Valorizzazione dei Sistemi turisticoCulturali”, con il contributo dell’associazione internazionale “Amici dell’Università della Calabria” e del Circolo della stampa “Maria Rosaria Sessa”, nell’aula “Umberto Caldora”, si è dimostrato che il canale giusto da utilizzare, perché il turismo in Calabria abbia a sentirsi e trovarsi di casa con una crescita di presenze e circolazione diffusa nei vari siti artistici, ambientali, storici, archeologici e quant’altro, non è altro che lo strumento della comunicazione, del marketing , dei blog e social network. In sostanza dal dibattito, seguito con particolare interesse da circa 250 giovani studenti universitari e rappresentanti del mondo del settore turistico calabrese, è scaturita la necessità della promozione turistica, con un progetto di comunicazione diffusa nazionale ed internazionale, utilizzando i vari blog e social network già operativi con successo nel nostro territorio calabrese. L’occasione si è creata con il convegno “Forme creative di comunicazione turistica in Calabria”, moderato dal giornalista, Franco Bartucci, e presenziato dalla prof.ssa Sonia Ferrari, presidente dei due corsi di laurea in Scienze Turistiche dell’Università della Calabria, nonché neo Commissario del Parco Nazionale della Sila, nell’ambito del quale sono stati presentati interessanti esempi di imprenditorialità e di comunicazione innovativa e creativa realizzati con successo nel settore turistico in Calabria negli ultimi anni. I lavori si sono aperti con spazi di saluto ad opera di: Gino Mirocle Crisci (rettore Unical), Alfonso Pecoraro Scanio (presidente fondazione Univerde), Klaus Algeri (presidente Camera di Commercio di Cosenza), Franco Rubino (direttore dipartimento Scienze aziendali e giuridiche), Piero Fantozzi (direttore dipartimento Scienze Politiche e Sociali), Tullio Romita (docente Unical); mentre Tiziana Nicotera e Tiziana Rossin, cultrici della materia, insegnamenti di Marketing del turismo e Marketing territoriale dell’Università della Calabria, hanno spiegato le fonti di

All’Università della Calabria nell’aula “Umberto Caldora” si è dimostrato che è il canale giusto da utilizzare per far decollare il turismo in Calabria

ispirazione per un viaggio attraverso il web ed il ruolo del digital storytelling come strumento di marketing turistico per vivere anche esperienze autentiche. Si è dato così il via allo spazio delle comunicazioni e presentazione dei vari progetti sperimentali sul territorio calabrese ad opera di: Lenin Montesanto, Fortunato Amarelli, Stefano Vena, Valeria Bisciglia, Biagio Accardi , Silvio Gatto, Domenico Rositano, Sergio Gimigliano, Daniele Donnici, Domenico Boi, Luca Lattari. La giornata si è caratterizzata nel parlare della campagna in corso di svolgimento a sostegno della candidatura Unesco del Parco nazionale della Sila quale “patrimonio dell’umanità”, per la quale sono stati compilati gli appositi moduli riscontrabili attraverso il sito (www.parcosila.it); nonché di lancio del master universitario di I livello in: “Strategie, strumenti e tecniche di Web marketing per il turismo - Web Marketing for tourism: strategies and tool”, promosso dall’Università della Calabria, il cui bando può essere consultato sul portale www.unical.it (sezione master). Franco Bartucci portavoce associazione internazionale “Amici dell’Università della Calabria”

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venerdì 21 novembre 2014

Spazi espositivi Casa della Memoria Catanzaro: prosegue la mostra "Roy Lichtenstein 1976”, personale di Aurelio Amendola

Scatti di colore Al teatro comunale di Badolato

Il bambino dei tappeti

Proseguirà sino al 31 dicembre presso gli spazi espositivi della Casa della Memoria, sede della fondazione Mimmo Rotella, la mostra “Roy Lichtenstein 1976”, personale di Aurelio Amendola, fotografo che nel corso della sua carriera ha immortalato alcuni tra i principali protagonisti dell’Arte del Novecento eseguendo,tra gli altri, indimenticabili e iconici ritratti di Giorgio De Chirico, Arnarldo Pomodoro, Andy Warhol, Mario Schifano e Alberto Burri. Nella mostra di Catanzaro sarà possibile ammirare, per la prima volta, 30 scatti (molti dei quali mai esposti o pubblicati in precedenza) realizzati da Amendola a Roy Lichtenstein nel suo studio di Appington, nei pressi di New York, nel 1976. Quello in mostra è un Amendola inedito, che abbandona il consueto bianco e nero per dedicarsi al colore, cristalizzando sulla pellicola tutto il fascino cromatico del lavoro di Lichtenstein e restituendo la febbrile vivacità del suo atelier. Il reportage fotografico in mostra, inzialmente destinato - insieme ad altri scatti realizzati nella Factory di Warhol - alle pagine del settimanale Oggi, viene oggi riunito e reso pubblico nella sua interezza, per la prima volta, proprio a Catanzaro in una mostra che donerà allo spettattore l’occasione di leggere e apprezzare una tra le più interessanti e significative testimonianze fotografiche mai realizzate sul lavoro di Roy Lichtenstein. L’iniziativa, curata da Marco Meneguzzo e coordinata dalla direzione artistica di Piero Mascitti, si inserisce nell’ormai ricca attività espositiva della Fondazione Mimmo Rotella e della Fondazione Rocco Gugliemo. AURELIO AMENDOLA. “ROY LICHTENSTEIN 1976” Casa della Memoria Mimmo Rotella - Vico dell’Onda 7, 88100 Catanzaro. La mostra rimarrà aperta sino al 31 dicembre 2014. Tutti i giorni dalle 16 alle 20. LUNEDI CHIUSO. INGRESSO LIBERO

Quello in mostra è un Amendola inedito, che abbandona il consueto bianco e nero per dedicarsi al colore, cristalizzando sulla pellicola tutto il fascino cromatico del lavoro di Lichtenstein

Sabato 22 novembre alle ore 17.30 al Teatro comunale di Badolato in scena “Il bambino dei tappeti”, per la prima volta in teatro la storia vera di Iqbal Masih, il bambino pakistano dodicenne ucciso dalla “mafia dei tappeti” per essersi ribellato a chi lo aveva incatenato nel lavoro al telaio fin dalla più tenera età.Ikbal, venduto a cinque anni, che non sa leggere né scrivere, con l’aiuto di un organizzazione internazionale scappa dai suoi aguzzini e si racconta al mondo. La sua storia diviene il simbolo dello sfruttamento minorile e lui ne pagherà le conseguenze con la vita. Ma Iqbal è un ragazzo coraggioso che ha scelto di combattere per affermare i diritti dei bambini nella sua terra e nel mondo. Iqbal impara a leggere e a scrivere e vorrebbe fare l’avvocato e sogna di aprire una scuola nel suo paese.Grazie a lui si riaccende l’attenzione sui diritti dell’infanzia e il lavoro minorile e saranno liberati dall’inferno del lavoro più di tremila bambini. In Pakistan chiuderanno moltissime fabbriche di tappeti, ma questo non piace a chi ha bisogno di quelle piccole manine manufatturiere, preziose per intrecciare appunto quei bellissimi tappeti spesso presenti nelle nostre case.E il sogno di Iqbal viene interrotto con violenza.Uno spettacolo teatrale per tenere vivo Iqbal e proseguire il suo cammino dando ancora voce a molte sue parole. «Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono le penne e le matite» - Iqbal Masih. Lo spettacolo termina con la presentazione animata della Carta internazionale dei diritti dell’infanzia per sottolineare che tutto quello che appare scontato, come mangiare, giocare, andare a scuola, essere curato e perfino avere un nome, in realtà ha avuto bisogno della ratifica di un documento discusso e approvato da quasi tutte le Nazioni del mondo. nome, in realtà ha avuto bisogno della ratifica di un documento discusso e approvato da quasi tutte le Nazioni del mondo. “Il bambino dei tappeti. La vera storia di Iqbal Musih”di e con Giovanni Esposito, regia Nicola Zavagli. Produzione Teatri D’Imbarco.

Inaugurazioni

Cosenza Autentica fa cultura Domenica 7 dicembre 2014, alle ore 17:00 sul Corso Bernardino Telesio n. 207, a Cosenza, verrà inaugurata la nuova sede associativa dell’associazione culturale Cosenza Autentica. L’associazione rappresenta nello scenario culturale calabrese una giovane realtà, nella quale si rivaluta il patrimonio storico del territorio attraverso una serie di progetti promossi dall’ente no profit. La sede sarà anche un punto di riferimento per i “Cinque sensi di marcia”, evento mensile promosso dall’assessorato alla Comunicazione e Marketing territoriale guidato da Rosaria Succurro: le foto prodotte dai collaboratori dell’associazione saranno messe a disposizione dei cittadini per far rivivere i vari percorsi in digitale. L’offerta culturale dell’associazione è piuttosto ricca e varia: concerti di musica leggera, estemporanee di pittura, concerti di musica antica e classica, collettive d’arte, mostre fotografiche, stage, corsi formativi, seminari, convegni e molto altro al fine di promuovere la cultura nelle sue molteplici sfumature.

Inaugurazioni

Cosenza Autentica fa cultura I prossimi appuntamenti di Compagnia delle Alghe, realtà teatrale amatoriale attiva nel cosentino dal 2009. Il prossimo 12 dicembre, alle ore 21:00, torneremo al teatro Morelli di Cosenza con in musical “La Bella e la Bestia”.Dopo il grande successo della prima (teatro Morelli, 04-05-2014), replica dello lo show con alcune grandi novità: in primo luogo, ad interpretare il ruolo della protagonista femminile Belle, accanto ad Andrea Cosentino (Bestia/principe), sarà la nota performer, attrice e cantante Silvia Di Stefano; a presenziare alla serata, in qualità di testimonial, sarà invece Manuel Frattini, danzatore, coreografo nonché punta di diamante della Compagnia Della Rancia, diretta da Saverio Marconi.I due artisti, nei giorni immediatamente successivi al musical, terranno poi nella suggestiva cornice di Palazzo Sersale a Cerisano (Cs) uno stage interattivo rivolto a ballerini, cantanti, attori ed aspiranti tali.


venerdì 21 novembre 2014

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Pennellate coscienti e chiare Giacomo Vercillo, artista raffinato che s’inserisce nella linea dei paesaggisti. Segni e colori sono particolari...

La natura con singolare originalità

Mimmo Vercillo Papaveri (sopra) e Ritratto di donna

lo di Vincenzo Napolil

Giacomo Vercillo chiamato Mimmo è l’artista che s’inserisce nella linea dei paesaggisti, ponendosi a contatto con la natura mediante segni e colori di singolare originalità. Ha fatto conoscere persino negli Emirati Arabi le sue opere e le sue doti. Per lui lo studio del paesaggio è approfondimento del rapporto incerto tra l’oggettività dell’osservazione e la soggettività interpretativa, tra mondo esterno e quello interiore, tra contenuto e forma. Si preoccupa, con il proprio mezzo espressivo, che è quello della pittura, di conciliare ciò che entra nell’intimo e ciò che osserva della realtà esterna e delle cose. Il paesaggio riappare sia come contenuto interiore, passione, fatto soggettivo, sia come vita vissuta e memoria storica. Giacomo Vercillo si propone di adeguare la tecnica dell’acquerello all’osservazione e al gioco delle masse, del movimento, delle linee, della composizione delle forme, dei colori, senza un’aura romantica e senza la ripetizione di moduli impressionistici. Vercillo viene così a realizzare un’opera determinata, che ha una specifica regola espressiva, uno stile particolare e inimitabile. I cieli trasparenti, gli squarci emozionanti, gli scorci panoramici, gli alberi, i fiori e le viuzze strette del centro storico, le case, i palazzi, le chiese, i conventi, gli spazi silenti, sono motivo e occasione di vivificazione e di liberazione, e anche di pennellate coscienti e chiare, mai forzate, ma per così dire umane, nel senso che la visione del paesaggio diventa lo spaccato di fruttuosa ricerca pittorica, esigenza morale, descrizione storica, la scelta della risposta all’opera d’arte o della reazione emotiva che, in qualche modo, la rende più significante. Giacomo Vercillo, paesista elegante, raffinato, scruta tutti gli angoli dei paesi, con lo sguardo stanco di sofferenza, ma soprattutto proiettato, senza motivi illusori o mitici verso la luce e verso un anelito di pace. L’artista evidenzia il costante desiderio di rendere le proprie emozioni nel modo più personale e riesce convincente perché mirabilmente tesse una trama calibrata di rapporti spaziali e dà un ritmo alla composizione. Sono pennellate nitide, delicate ma non desolate, avulse cioè da cupa gravità e da distacco comunicativo. Anzi la comunicazione è attiva nel colloquio incalzante con le cose e con la rivisitazione dei luoghi che non hanno la luce straziata dei ricordi svaniti nel nulla, non hanno linee fosche, non hanno fili sottili di romantica nostalgia e di rimpianto. Vercillo è moderno e imposta le sue vedute con abilità d’acquerellista, togliendo ai suoi quadri la freddezza descrittiva e restituendo a essi il fresco respiro della sapiente esecuzione. Rinnovare senza tradire la propria natura: è questo il segreto che Vercillo affida non al calcolo, ma alle vibrazioni dell’animo, che gli danno vigore e continuo slancio creativo.

I cieli trasparenti, gli squarci emozionanti, gli scorci panoramici, gli alberi, i fiori e le viuzze strette del centro storico, le case, i palazzi, le chiese, i conventi, gli spazi silenti, sono motivo e occasione vivificante e liberatoria

L’artista ha vivo talento: non cede alla maniera, ma esplora nuovi movimenti artistici e culturali, per aggiornare la sua capacità espressiva e comunicativa, sentendo il prepotente bisogno di creare, non di stupire o di stordire. Dalla varietà delle tecniche emergono effetti pittorici e formali sorprendenti e una notevole trama di figure, cose, immagini, occasioni, presenze, visioni stupende, lampi di luce e l’assillo di tenere gli occhi aperti perché nel mondo incombono il degrado e il non senso. Giacomo Vercillo, dotato di eccellente virtù creativa, lega il suo nome non solo a “Galarte” e alla “Biennale dell’incisione”, che porta avanti con lodevole impegno e particolare dedizione, ma soprattutto all’arte pittorica, in cui le figure e i colori s’innervano in disegni inconfondibili e in gioiosi ritmi. La mostra itinerante, Iubileum figurarum, dà risalto alla storia di San Francesco di Paola, taumaturgo armato di carità e di fede, venerato in tutto il mondo, rilanciando la validità e il fascino d’immagini, che s’incidono nell’anima e che sono difficili da dimenticare. Vercillo anche nei ritratti ottiene risultati brillanti. Le figure sono colte in atteggiamenti e momenti particolari o solenni, che egli intende perpetuare con squisita grazia e libertà espressiva, contribuendo all’esemplare equilibrio dell’insieme. Il quadro “Madonna del manto verde” è magnifico per eleganza, indiscussa fede e fertilità d’invenzione. Giacomo Vercillo, singolare per bravura, assegna all’arte la funzione di accrescere le bellezze e la pienezza della vita.


XII

venerdì 21 novembre 2014

Settima edizione In onore del grande poeta e patriota italiano originario della città alle pendici della Sila Greca

Premio nazionale Vincenzo Padula Da lunedì 24 a sabato 29 novembre 2014, ad Acri (Cs), presso la sala consiliare del seicentesco palazzo Sanseverino-Falcone, che ospita anche il Maca (Museo arte contemporanea Acri), si terrà la settima edizione del Premio nazionale Vincenzo Padula, promosso dall’omonima fondazione culturale intitolata al grande poeta e patriota italiano originario della città alle pendici della Sila Greca. L’obiettivo della manifestazione, come spiega il professor Giuseppe Cristofaro, presidente della fondazione, «è quello di creare e offrire, soprattutto ai giovani, opportunità, occasioni, luoghi e momenti di incontro, riflessioni, approfondimenti, studi». Il tema che caratterizza questa edizione è Il Mezzogiorno e l’Europa. «La grave crisi che investe l’Europa - spiega Giuseppe Cristofaro proietta e scarica sull’Italia conseguenze e prospettive ancor più drammatiche, che pesano sul futuro dei nostri giovani». Una manifestazione lunga un’intera settimana, in cui si susseguiranno incontri e momenti di riflessione che avranno come focus principale la Calabria e il suo stato attuale, sia a livello ambientale, che culturale e sociale. Come sempre, non mancheranno le presenze prestigiose ad arricchire il fitto programma di incontri: da Francesco Piccolo, vincitore dell’ultima edizione del premio Strega con il romanzo Il desiderio di essere come tutti, al politico e saggista Claudio Martelli, passando per Concita De Gregorio, firma di punta del quotidiano La Repubblica ed ex direttrice de l’Unità. A sancire il richiamo internazionale del Premio, ci penserà l’autorevole figura del romanziere e saggista israeliano David Grossman, le cui opere hanno vinto numerosi premi e sono state tradotte in più di trenta lingue. Il legame tra il Premio Padula e il Maca verrà ulteriormente sancito nella giornata conclusiva della manifestazione, quando verranno conferiti i premi per le varie sezioni, realizzati, anche per questa edizione, dall’artista Silvio Vigliaturo - ideatore e autore, inoltre, dell’immagine promozionale dell’evento - di cui il museo di Acri ospita, in 11 delle sue 30 sale, una collezione di oltre 200 opere, tra dipinti, disegni e sculture in vetro. Per informazioni sugli eventi e il programma della manifestazione: www.fvpadula.it; fondazione@fvpadula.it; tel. +39 0984942309

Da lunedì 24 a sabato 29 novembre ad Acri presso la sala consiliare del Palazzo Sanseverino-Falcone che ospita anche il Maca

Appuntamento a Rende

Da “Siloe” i modelli educativi per i bambini Si è aperta il 21 novembre la prima sessione del seminario sull’educazione, organizzato dalla chiesa evangelica “Siloe” di Rende presso i propri locali. Il tema sviluppato in tre diversi incontri, fino a domenica, riguarderà i modelli educativi dei bambini, degli adolescenti, dei giovani. Relatore il pastore Paolo Minder, educatore e oratore d’eccezione, da sempre impegnato nell’incentivare e stimolare ad investire le proprie energie in un campo, quale è quello educativo, sempre più compromesso e sottoposto a continui cambiamenti culturali. Le altre due giornate: sabato 22 alle ore 17.00; e domenica 23 alle ore 18.30. La chiesa evangelica “Siloe” e piazza “Testimonianza” sono in via F. De Pisis, accanto all’ufficio postale di Quattromiglia, e alle spalle dell’Hotel “Mercure”. pastore Marco Lienhard responsabile chiesa evangelica Siloe, Rende


venerdì 21 novembre 2014

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Appuntamento fisso Quarta rassegna di cinematografia sportiva del Coni point Cosenza

Calcio, che passione Giunto alla quarta edizione “Lo sport al cinema” si caratterizza per i consensi che riscuote fra i giovani e gli apprezzamenti degli insegnanti; riservato agli studenti delle secondarie di secondo grado, fino al 9 dicembre

La rassegna di cinematografia sportiva è diventata un appuntamento fisso fra le iniziative del Coni point di Cosenza. Giunta alla quarta edizione, “Lo sport al cinema” si caratterizza per i consensi che riscuote fra i giovani e gli apprezzamenti degli insegnanti; riservato agli studenti delle secondarie di secondo grado, il progetto si articola nella scelta di un tema, che varia di anno in anno, in base al quale vengono selezionate alcune pellicole ritenute significative per contenuti e linguaggio. Presso l’Istituto di istruzione superiore di Castrolibero - riconosciuto primo liceo scientifico a indirizzo sportivo della provincia di Cosenza - si è dato l’avvio all’edizione 2014 con la proiezione del film di John Huston Fuga per la vittoria, alla presenza del vicepresidente vicario del Coni regionale Vincenzo Perri, della dirigente scolastica Iolanda Maletta e della responsabile alle attività sportive Elena Cocca. “Calcio, che passione!” è il tema della programmazione di questa quarta rassegna che, oltre a Fuga per la vittoria (Usa, 1981), fino al prossimo 9 dicembre vedrà le proiezioni di Febbre a 90’ (Gb, 1997), Goal! Il sogno impossibile (Usa, 2005), Il mio amico Eric (Regno Unito, 2009), Sognando Beckham (GB, 2002), Il grande match (Spagna, 2006) presso la sede del Coni di Cosenza, in piazza Matteotti. Le proiezioni sono precedute da una relazione sul sistema sportivo italiano a cura di un docente della Scuola regionale dello sport. La rassegna di cinematografia “Lo sport al cinema” si avvale del patrocinio del Cams (Centro arti, musica e spettacolo) dell’Università della Calabria, della Ficts - Fédération internationale cinéma télévision sportifs - di Milano e dello Csain - Centri sportivi aziendali e industriali. Il cinema, secondo il consigliere nazionale e delegato provinciale Pino Abate, è un valido strumento per educare, divertire e avvicinare i giovani al mondo dello sport.

Personale dell’artista peruviano Vidal Bedoya

Miti antichi e nuovi L’associazione culturale Le Muse Arte in collaborazione con la galleria Le Muse presenta la personale dell’artista peruviano Vidal Bedoya. Lo stesso ha più volte esposto in Europa e sarà presente in Italia per la quarta volta. Molto noto in Perù ha esposto presso musei e presso spazi culturali. Attraverso le sue opere magistralmente realizzate promuove la sua terra e nel contempo tenta di avvicinare i mondi attraverso lo studio dei Miti antichi e nuovi. L’arte di questo genuino artista peruviano và al di là degli aspetti etnici. Il segno veloce ricco di energia e di colori ci attrae, ci blocca ed è un piacere fermarci a gioire della sua anima di artista misterioso. In una sua recente intervista ha dichiarato: «La mia predisposizione per il disegno e la pittura risalgono all’età della mia infanzia ma allora non capivo che stavo dando cibo alla mia vocazione. Io mi ispiro all’ancestrale pittura peruviana e ciò traspare chiaramente nei miei dipinti». Alla base di questi elementi di lettura non ci resta che fare un viaggio nell’universo pittorico del maestro Bedoya. Le sue opere di grande impatto coloristico e di ottima fattura artistica colpiscono emotivamente i visitatori. La mostra in itinere è patrocinata dall’Ambasciata del Perù a Roma, dalla Presidenza della Giunta regionale della Calabria, dall’associazione Apurimac onlus, dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, dalla Ubi Banca Carime. L’inaugurazione è sabato 22 novembre alle ore 18.30 presso la galleria Le Muse, p.zza Santa Teresa n°8. La presentazione della Mostra sarà curata dall’architetto Venanzio Spada e da Myriam Peluso. L’esposizione delle opere terminerà il 15 dicembre.


XIV

venerdì 21 novembre 2014

Appuntamento a domenica 23 In Vaticano per la canonizzazione del beato Saggio da Longobardi

San Pietro... per San Nicola

Il venerabile Bernardo Maria Clausi

Ai pellegrini che domenica 23 novembre saranno a Roma, in piazza San Pietro, per partecipare alla cerimonia di canonizzazione di San Nicola da Longobardi, al secolo Giovanni Battista Clemente Saggio, religioso oblato professo dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, presieduta da Papa Francesco, verrà dato in omaggio un libretto curato dal postulatore del processo di canonizzazione, padre Ottavio Laino, sempre dell’Ordine dei Minimi, che in 63 pagine ricostruisce la vita e le opere del Santo calabrese. Il libretto contiene una breve presentazione del superiore generale dei Minimi, padre Francesco Marinelli, che ne spiega il significato quale strumento d’incontro personale con Gesù Cristo e di costruzione della propria vita in nome dell’amore secondo lo spirito e la testimonianza di San Nicola da Longobardi. «La preziosità di questo opuscolo, che abbiamo tra le mani - ha scritto ilcorrettore generale dei Minimi - è data dalla forte e genuina esperienza di fede di San Nicola Saggio, che con il suo esempio invita ad intraprendere ciascuno il proprio viaggio di santità mettendo l’amore per l’altro, in particolare per l’ultimo, come centro e orizzonte del proprio sentire e del proprio vivere». La canonizzazione di San Nicola da Longobardi è una festa per la chiesa ed in particolare per l’Ordine dei Minimi di San Francesco da Paola che come spiega il postulatore del processo, padre Ottavio Laino, nella presentazione dell’opuscoletto, ne riceve nuovi stimoli e riconoscimenti missionari. «Sua santità Papa Francesco, con il solenne gesto di iscrivere nell’albo dei santi il Minimo longobardese, vuole confermare, ancora una volta - è il pensiero espresso dal postulatore - che la Regola di San Francesco di Paola è una proposta di vita, soprattutto per i giovani di oggi, per non farsi rubare la speranza e che conduce alla realizzazione di sé, ossia alla santità». Viene ricordato, altresì, che San Nicola da Longobardi è il primo figlio spirituale del Santo eremita e penitente calabrese, che ottiene il coronamento con la definitiva glorificazione terrena a quasi 500 anni dalla canonizzazione di San Francesco, che avvenne in San Pietro il primo maggio del 1519, ed a poco meno di due anni dai 600 dalla nascita del paolano, avvenuta il 27 marzo 1416. Né si può dimenticare la beatificazione di suor Elena Aiello, avendo come postulatore il parroco don Enzo Gabrieli, come anche la beatificazione delle prime nove Monache Minime, Martiri di Barcellona, Maria di Montserrat e Compagne con la laica Lucrezia, la cui celebrazione è avvenuta il 13 ottobre 2013 a Tarragona in Spagna, ed il cui processo di beatificazione di queste ultime è stato curato proprio da padre Ottavio Laino, che nell’occasione ci dice: «Con la canonizzazione del Longobardese Nicola Saggio ci auguriamo, quanto prima, che possa continuare la serie della glorificazione degli altri Minimi fioriti nella triplice Famiglia del paolano penitente ed un incremento di vocazioni nell’Ordine dei Minimi, specialmente nella categoria dei fratelli, a cui apparteneva lo stesso fondatore». Tra i processi di beatificazione di figure appartenenti alla famiglia dei Minimi di San Francesco di Paola seguiti da Padre Ottavio Laino, ancora non portati a compimento (Ce ne sono in corso ben sei), ci piace ricordare la figura del venerabile padre Bernardo Maria Clausi, nato a San Sisto dei Valdesi nel comune di San Vincenzo La Costa (Cosenza) e che proprio mercoledì 26 novembre 2014, tre giorni dopo la canonizzazione di San Nicola da Longobardi, ad opera di Papa Francesco, ricorre il 225° anniversario della sua venuta al mondo, coincidente anche con il 27° anniversario del riconoscimento delle virtù eroiche e quindi Venerabile per volontà ed impulso di San Giovanni Paolo II°. Per questo non mancano da parte dei tanti fedeli sparsi ovunque le preghiere e i pensieri di devozione affinché accada il miracolo necessario per la chiusura del processo di beatificazione. Franco Bartucci

Un libretto su Giovanni Battista Clemente scritto dal postulatore padre Ottavio Laino contiene una breve presentazione del superiore generale dei Minimi, padre Francesco Marinelli, che ne spiega il significato quale strumento d’incontro personale con Gesù e di costruzione della propria vita in nome dell’amore

Giornata contro la violenza alle donne

Prevenire è meglio che morire Un costo sociale altissimo a fronte del quale l’unico “antidoto” è la prevenzione. La violenza alle donne si vince solo attraverso una sempre maggiore e radicata consapevolezza. Una cultura che si costruisce attraverso i confronti, le testimonianze. Nella Giornata mondiale contro la violenza alle donne la Rete dei comitati delle pari opportunità degli Ordini professionali promuovono un incontro a più voci. Un incontro in cui parlare, soprattutto ai giovani, raccontando il fenomeno da più prospettive. L’iniziativa promossa in sinergia con l’Ufficio scolastico provinciale, l’Unicef, i club Rotary del territorio, l’Inner Wheel, il Centro per lo smistamento in rete di chi subisce violenza, il Cif, il Rotaract e l’Intercat con il patrocinio di Comune, Provincia e Regione, si terrà giovedì alle 9 all’auditorium “Calipari” del Consiglio regionale. Nel corso dell’iniziativa introdotta dalla coordinatrice della rete cpo degli Ordini, Maria Cristina Brancatisano relazioneranno: lo psicanalista Pino Zoccali, Maria Grazia Grieco magistrato del Tribunale per i minori, Maria Squillace responsabile del Centro abusi sessuali dell’Azienda sanitaria provinciale, Olga Tarzia, presidente sezione gip-gup del Tribunale che illustrerà gli strumenti giuridici per contrastare le violenze di genere.


venerdì 21 novembre 2014

XV

Pillole di fede Rossella Vaccaro è una giovanissima donna di origine arbereshe che abita a Firmo

Buddista per illuminazione di Lucia De Cicco

Rossella Vaccaro è una giovanissima donna di origine arbereshe che abita a Firmo. Si occupa di cinema e musica, ed è buddista. Si è avvicina a questa filosofia cinque anni fa e l’input fondamentale le provenne dal rapporto con una cara amica che attraversava un momento difficile. Malattie psicosomatiche all’origine del suo problema finché, reincontrata, le era apparsa completamente mutata, aperta e anche esteticamente cambiata. «I cambiamenti avvengono nel tempo con delle predisposizioni particolari, che noi chiamiamo karma*, ci dice Rossella, e in base alle leggi, che noi affidiamo al principio di causa ed effetto. Il Buddismo si basa sulla purificazione e lucidatura del nostro specchio, l’esistenza con la capacità di arrivare a uno stato di limatura cercando di eliminare tutto ciò che va a impedirlo. Percorso, che mi ha dato all’inizio la sensazione di entrare nella mia cantina e di trovare tutto sottosopra e di cercare di fare un lavoro di riordino e di pulizia. Il risultato è quello che in tanti chiamiamo felicità che per il buddismo significa trovare un equilibrio interiore, obiettivo di chiarezza, che cambia le dinamiche dei rapporti anche con gli altri. Erroneamente in tanti pensano che il buddismo sia una filosofia, che si rivolge egoisticamente al proprio mondo interiore. Tutto ciò che siamo dentro, automaticamente, si riversa nel rapporto con gli altri. L’egoismo buddista (come molti occidentali possono definirlo) del pensare al proprio benessere, rientra, invece, nell’ottica di incanalare le energie positive, che ci portano a trasmettere questa positività e stato di benessere anche agli altri. Cambiare il proprio atteggiamento è importante per guardare all’ambiente in un nuovo modo, ma anche per determinarne un cambiamento del mondo che mi circonda. Esistono forze universali, che si muovono in ogni direzione, se cambio predisposizioni, metto in programma nuove energie, che mi porteranno probabilmente ad altri tipi di risultato». Qual è il principio su cui si basa il Buddismo? La fisica quantistica, razionalmente agendo, difficilmente accetto le cose passivamente, dogmi e quant’altro. Nel Buddismo esiste una spiegazione per tutto, ed è una soluzione, che si estrae dalle nostre tendenze e personalità. Tantissimo dipende da noi, perché non è un qualcosa, che si abbraccia e si crede in una divinità, un essere superiore. Mentre nel Buddismo, che è un percorso di pratica e ricerca spirituale, finalizzato a percepire la vera natura della vita, quello di Nichiren Daishonin, che è il fondatore, a differenza di gran parte delle dottrine religiose, non contempla il culto di una divinità, il Budda stesso è una persona normalissima, che nasce, si ammala, invecchia, muore; altra differenza è che non si tratta di una religione dogmatica: esorta il fedele a credere solo in ciò che potrà in prima persona sperimentare. In che cosa si crede allora? Non in una divinità, ma in uno stato d’illuminazione, che è raggiungibile da tutta l’Umanità, anche se esiste all’interno del Buddismo anche una corrente che consente a pochi di raggiungere lo stato d’illuminazione. Esiste un luogo d’incontro come per molte altre fedi? Non esiste un luogo istituzionale vero e proprio, perché il buddismo si basa sul discorso dell’accoglienza e dell’amicizia. Anche una casa può essere il luogo d’incontro adatto. Per una questione di ordine e organizzazione, si organizza lo spazio, con molta praticità. Esistono in Italia dei grandi Kaikan, centri polifunzionali buddisti di culto, quello più vicino alla Calabria si trova a Salerno. Poi ci sono della Manifestazioni, cui si può partecipare, ma liberamente in base al tempo e alla disponibilità sia di distanza sia economica. La disciplina, tuttavia, ci porta a migliorare la nostra condizione anche per partecipare a queste manifestazioni. Il buddismo ci dice: non ti giudico se non partecipi, perché non hai i mezzi, ma se hai dei limiti prova a mettere in arte i tuoi mezzi per migliorarti e impegnarti. Ci sono connessioni tra discipline buddista e filosofie psicologiche? Il Buddismo è nato molto prima della psicologia, forse credo abbia anticipato molti pensieri, non esistono interferenze tra studi di psi-

«Tutti i cambiamenti avvengono nel tempo con predisposizioni particolari che noi chiamiamo Karma»

* karma è un termine d’uso nelle lingue orientali traducibile come atto, azione, compito, obbligo; indica, presso le religioni e le filosofie religiose indiane, o originarie dell’India, il generico agire volto a un fine, inteso come attivazione del principio di causa-effetto; quella legge secondo la quale quest’agire coinvolge gli esseri senzienti nella fruizione delle conseguenze morali, che ne derivano, vincolandoli così al ciclo delle rinascite

cologia e buddismo, che è nato un millennio prima. Forse coincidenze e connessioni tra pensieri, per la disciplina, che io seguo noi abbiamo il potere di agire solo sul nostro comportamento, tutto è nelle nostre mani, essere ponte sull’ambiente, che ci sta attorno, però la forza è quella che proviene da noi stessi, non possiamo agire in maniera scardinata sull’Universo, senza tener conto di noi. Come vivi la tua spiritualità in un ambiente quasi totalmente cattolico bizantino o cattolico? Con un poco di difficoltà, è come trapiantare un qualcosa di non accolto nella maniera giusta, le difficoltà, quindi, sono immense, incomprensioni, che naturalmente non mancano per diversa formazione, soprattutto se il buddismo e le altre fedi si vivono con intensità. In casa hanno accettato e rispettano la mia scelta. Come pratichi il culto? In casa ho allestito il mio angolo, al centro è posta la pergamena, con ideogrammi cinesi, rappresentazione di tutto ciò che è nell’esistenza, con delle scritture in giapponese antico. Infatti, proviene dal Giappone, deve essere protetta, rappresenta la propria vita, c’è quindi un mobile, che la custodisce dalla polvere. Un simbolismo, che si trasporta nella nostra esistenza, quindi devo aprirla nel momento in cui usufruisco del mezzo con un rito particolare, che trasferisce il culto alla vita, e sempre deve essere illuminata e luminosa. Poi vi è un allestimento: incensi, campana, offerte, acqua, riso bollito, frutta, candele. L’acqua per esempio va portata ogni mattina, si deve cambiare ogni giorno, poiché veicolo di purificazione. Che cosa accomuna le religioni? In tutte le religioni c’è una base di “sanità”, l’importanza del riposo, di bere l’acqua mentre si prega e che portano alla vita più sana. Anche nel digiuno credo che esista una componente importante che abbia a che fare con la disintossicazione. Pratiche e regole che c’entrano comunque con il benessere. Mentre la differenza consiste sul come arrivarci, alla disciplina buddista e non si delega nessuno al posto nostro. Sono banditi i lamenti, che fanno perdere l’obiettivo e l’obiettività. Vedere la vita come una fonte di sofferenza è anche destabilizzante, mentre nel Buddismo tutto dipende da noi, protagonista e attivi nel mondo. Se si pensa che noi abbiamo in mano la nostra vita e si può cambiare l’ambiente attorno, si attiva un circuito che ci porta, ad essere più dinamici. Lo stato più basso equivale alla depressione, chiamato inferno, per il Buddismo: Oscurità. Lo stato più alto, dopo la buddità, l’illuminazione, è la Conoscenza. I testi buddisti sono pieni di arte, filosofia, musica e ciò ti porta a sapere più cose possibili. Altri concetti importanti della disciplina? Il concetto di bisogno. Se un fratello muore di fame, non gli si deve dare il pesce, ma la canna da pesca. I mezzi per procurarsi da soli le cose. Per portarli alla parità! Il Buddista non vive con la testa bassa, si arrabbia se nel sociale non esistono i mezzi al raggiungimento delle opportunità di benessere. Nel Buddismo l’ideogramma crisi corrisponde a opportunità. La crisi, quindi, che viviamo, diventata opportunità e in cui ho riscoperto tanta possibilità di avere tempo per me. Una situazione di totale angoscia quella lavorativa, di noi giovani, con il buddismo s’impara, invece, che forse anche questo momento può essere importante per la nostra vita. Spero che sia, comunque, una situazione temporanea e che nel frattempo mi possa dare la possibilità di poter studiare cose, che avevo incontrato nella mia vita e di approfondirle.

Rossella Vaccaro Sopra, il libretto di preghiera che si recita due volte al giorno, mattino e sera La preghiera si chiama Gongyo; la coroncina simile al rosario si chiama Jutsu, e rappresenta la nostra vita



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