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Mezzoeuro
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numero 46 - Anno 12 Sabato 16 Novembre 2013
settimanale d’informazione regionale
Voce Imused Duo, due giovani ai giovani in gioco con la musica www. mezzoeuro.it
8 anni fa la scomparsa di Franco Martelli, fondatore di Mezzoeuro
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Sabato 16 Novembre 2013
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Il legno storto
Una giunta di sinistra al governo della città
un ricordo
Mezzoeuro Fondato da Franco Martelli
Ediratio editore Direttore responsabile Domenico Martelli Registrazione Tribunale di Cosenza n°639 del 30/09/1999 Redazione e amministrazione via Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza Responsabile settore economia Oreste Parise Progetto e realizzazione grafica Maurizio Noto telefono 0984.408063 fax 0984.408063 e-mail: ediratio@tiscali.it Stampa Stabilimento tipografico De Rose, Montalto (Cs) Diffusione Media Service di Francesco Arcidiaco telefono 0965.644464 fax 0965.630176 Internet relations N2B Rende Iscritto a: Unione Stampa Periodica Italiana
n. 12427
Presso la accogliente Libreria Ubik, in occasione delle discussione del consistente libro di Mario Brunetti, notissimo dirigente politico, “La Sinistra perduta - L’itinerario politico di un protagonista eretico attraverso il socialismo rivoluzionario” con prefazione di Fausto Bertinotti (Rubbettino 2013), si è voluto ricostruire una pagina politica nel governo della città di Cosenza, che si è retto proprio con il voto favorevole in Brunetti. Dinnanzi ad un pubblico non numeroso ma molto attento, a ripensare insieme le materie del libro e le vicende di quella giunta di sinistra negli Anni ‘75 a Cosenza, siedevano al tavolo personalità di eccezione della politica e della cultura cittadina, dall’autore stesso del libro, a Pino Iacino, allora sindaco, a Ernesto D’Ippolito a Giuseppe Pierino, a Flavio Giacomantonio, tutti consiglieri comunali ed assessori in quella Giunta, tutti tuttora convinti di avere scritto una pagina importante per la Città. Gli interventi lucidi ed acuti, di Ernesto D’Ippolito prestigioso penalista, allora consigliere liberale di opposizione, un liberale certo non borbonico,non almirantiano né tenero con la destra Dc, erano la migliore dimostrazione di quanto la Giunta Iacino potesse non lasciare pregiudizialmente ostile una parte politica di quel genere. A seguire, dopo quella, con tante integrazioni, che faceva Ernesto D’Ippolito, una dopo l’altra le rievocazioni che ne venivano fatte, quella esperienza di sinistra alla guida della Città raccontata anche con ricchezza di dettagli, si coloriva, e non per semplice effetti di nostalgia o di attuali convincimenti ideologici, del significato di una opera volenterosa ad esclusivo servizio dei cittadini
di Franco Crispini
Ciascuno ha potuto non semplicemente rivendicare un proprio personale contributo alla guida di un assessorato o dentro una commissione consiliare, quanto sottolineare un impulso collettivo di idee che si traduceva in interventi mirati alla crescita del sociale. Nessuno sentiva il bisogno di mostrare meriti del proprio Partito, chè anzi era quasi sottinteso il rammarico di una tiepidezza se non proprio ostilità degli organismi ufficiali dei singoli partiti per i quali quella combinazione di Sinistra era rischiosamente anticipatrice oppure ostacolava la preparazione di altre strategie per i governi comunali e provinciali. In ogni caso, quel che riuscì a fare quella giunta di sinistra a Cosenza in quegli anni, ripensato a distanza di tempo da quelli che ne furono tra gli attori principali,confrontato con quanto realizzato nel corso di tutti gli altri anni fino ad un oggi non tanto esaltante, non è cosa da poco né è roba da archiviare, per quanto se ne sia allentata (forse anche di proposito) la memoria. È noto come la Sinistra nelle sue trasformazioni e disarticolazioni, il Pd nelle sue croniche lacerazioni, perda spesso le tracce di momenti significativi della propria storia, è anche noto quanto la sparizione della Dc la quale certo non ha colpito mortalmente i filoni di cattolicesimo sociale che vivono altrove, stenti a ritrovare un suo passato che ebbe tanto peso nella storia italiana: vi sono però testimoni ancora attivissimi che si rifiutano di vedere sepolto nell’oblio quanto di meglio le singole esperienze politiche sono riuscite ad esprimere. Per quali aspetti maggiormente caratterizzanti ci si è richiamati a quella prova amministrativa della Sinistra nella nostra città? Attraverso gli interventi sono stati messi a fuoco le principali preoccupazioni che furono: razionali politiche del territorio urbano (centro storico, abitazioni residenziali popolari, piano urbanistico individuazione di centri gravitazionali, ed altro); accurati piani per l’igiene e la qualità della vita per la città: confronto continuo con i cittadini. In tali azioni di programma viene fatto consistere appunto il valore, l’efficacia della presenza della Sinistra nel governo comunale. Peccato che la discussione puntuale sull’operato di quella giunta, di cui sono state fatte illustrazioni per nulla eccessive ed enfatizzanti da parte di quei protagonisti, abbia limitato e contratto un approfondimento delle tesi del corposo libro di Mario Brunetti che ha potuto egli stesso ritagliare solo qualche tema (il rapporto città-campagna, ad esempio) della intensa battaglia combattuta per gli ideali del socialismo. In ogni caso, si è anche potuto vedere che per certi versi di quei lontani anni, di quell’impegno politico. Non se ne è perso l’entusiasmo.
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Sabato 16 Novembre 2013
Mezzoeuro Più che azzurro il futuro è giallo
La mela (del peccato) si spacca a metà
La sensazione forte è che è accaduto qualcosa di epocale nella notte che spacca novembre così come spacca esattamente a metà il centrodestra nazionale. Le condizioni anche storiche, umane, contingenziali e persino cabalistiche perché da questo momento nulla potrà essere come prima ci sono tutte. Quello che non pensava nessuno, o che infondo pensavano in molti senza volerlo ammettere neanche a se stessi, è invece diventato realtà. Ad accompagnare Silvio Berlusconi alla porta dell’uscita dal “teatro”, o comunque a provarci, non è, non saranno i comunisti né i magistrati ma il suo ex fidel Angelino. Il figlio maschio che in politica non ha avuto. L’erede, quello che doveva portare pazienza, quello che non aveva il “quid”, prova a sbatterlo fuori dalla scena della storia. È una battaglia essenziale, cruciale. Che va molto al di là dei destini di tutti e due. Alfano spingerà verso un centrodestra così tanto meno “destra” e così tanto più “centro” da provare a confondere tutto e tutti, fino a confondersi magari con l’esperienza stessa del governo Letta (Letta compreso, ovviamente). Un centrodestra italiano deberlusconizzato, questo proverà Angelino. È un inedito, con tutti i rischi che ne conseguono. Ma questa strada segue Angelino Alfano. Che non è solo in questo e avrà molti amici nell’ombra che gli soffiano dietro il collo. Berlusconi invece da questo momento in poi non avrà altra motivazione se non quella di buttare il prima possibile a terra il governo. Con Alfano, Letta, Quagliariello e Lupi dentro. Ha casualmente tre pezzi grossi che perseguono lo stesso obiettivo, più o meno tutti insieme la maggioranza del Paese: Renzi e Grillo. Anche loro a questo punto non vedono l’ora che caschi tutto, ormai lo spauracchio della “dc” non è più un’immagine riflessa, è molto altro pure per loro. Un finimondo, un terremoto strepitoso. Epocale, appunto. Facile immaginare a cascata che razza di smottamenti sono in atto a livello locale. Il caso Calabria rischia ancora una volta di potersi ergere a emblema per tutti. Dopo la sortita di Alfano che annuncia la non partecipazione al consiglio nazionale del Pdl che dovrà e che diventerà Forza Italia gli “alfa-
Si divide il centrodestra nazionale e ovviamente non va meglio per quello locale, né potrebbe essere diversamente Ora è ufficiale: Alfano sarà una cosa, Berlusconi un'altra. Con progetti completamente differenti Antitetici. In consiglio regionale il partito di governo si fa esattamente in due come il frutto di Adamo ed Eva Ora tutto può accadere niani” di Calabria naturalmente non parteciperanno alla festa di Berlusconi. Ormai anche loro sono di riporto, per deduzione, dentro il “Nuovo centrodestra”. Una conta micidiale fino all’ultimo con la sorpresa finale della scissione ufficiale prima dell’appuntamento del sabato della verità. Quando Berlusconi prenderà la parola inaugurando Forza Italia lo stesso farà Alfano in una conferenza stampa nella quale taglierà il nastro dei gruppi autonomi parlamentari, “Nuovo centrodestra” appunto. Tutto a Roma. Tutti a Roma. Scopelliti sarà nella sala di Alfano. Pino Galati alla convenction del Cavaliere. A seguire e appresso tutti gli altri che non rinominiamo qui in progressione perché è andato fin troppo di moda il gioco nei giorni scorsi.
Da sinistra, Alfano e Berlusconi In primo piano Peppe Scopelliti e Pino Galati
Per brevità vale la pena sottolineare che in consiglio regionale (dove nasceranno a breve ovviamente due gruppi separati, Forza Italia e Nuovo centrodestra) la mela si spacca esattamente a metà. 8 sono gli uomini di Scopelliti e Alfano. 8 quelli di Berlusconi e Pino Galati. Bulzomì, che viene dato in quota del Cavaliere viene dal Misto e non fa testo rispetto alla trasmigrazione dei rapporti di forza. Non subito ma ognuno dei due gruppi avrà il suo leader. Chiappetta per gli alfaniani (che fin qui ha mantenuto un ruolo di super partes) e chissà chi per i berlusconiani. All’inizio c’è da scommettere si giureranno amore a distanza a Palazzo Campanella. Probabilmente, in una prima fase, i berlusconiani non si metteranno di traverso rispetto alle scelte del governatore che peraltro può contare sui consiglieri della sua lista personale. Ma è indubbio che il clima da questo momento in poi cambia radicalmente con Scopelliti che può trovarsi all’opposizione la metà del suo ex partito (un’opposizione che peraltro in prospettiva potrebbe diventare ben più insidiosa di quella rappresentata dal Pd). Senza contare, naturalmente, che anche in giunta regionale un ritocco andrà fatto. Il gruppo dei berlusconiani ha ora in giunta due dei suoi, Tallini e Mancini con quest’ultimo che pare abbia firmato l’adesione a Forza Italia almeno da una decina di giorni, ben prima della scissione definitiva e coatta. Facile immaginare che sarà proprio Pino Galati dall’esterno a pretendere più posti o magari il rimescolamento delle due postazioni già in quota (Mancini e Tallini appunto) e qui potrebbero sorgere i primi problemi per lui perché non è a pochi che avrà promesso nel frattempo un posto in giunta pur di farli schierare contro Scopelliti. E si sa che un conto è la fase del reclutamento, con promesse a futura memoria. Altro è poi andare all’incasso. Ma questo è solo uno degli incroci a semaforo lampeggiante che attendono Scopelliti e il resto dei suoi, avversari berlusconiani compresi. Una mossa sbagliata e sei fuori. Qui chi ha scelto la metà della mela con il verme se ne va a casa e non torna più. d.m.
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Sabato 16 Novembre 2013
Dopo il congresso, niente
Le paranoie del Pd
Mario Oliverio, Franco Laratta e Nicola Adamo
Riesce a fare tutto da solo il Pd e a differenza di Berlusconi, che sa scegliere grandi teatralità quando fa nascere o morire un partito, il contesto in cui si muove va sul deprimente andante. Sul decadente. Dentro la paranoia. Fa tutto da solo il Pd, dicevamo. Si fa la gara in casa, la contesa. Si costruisce più nemici che leader. Imbroglia quando può, e spesso può. Celebra e poi convalida vittorie congressuali quando sul ring è salito un solo pugile. Non s’è mai sentito il “gong”. A Cosenza di tutto un po’. È come se le caratteristiche endemiche e perverse di questo partito si concentrassero in scala in questa che è una provincia grande ma non al punto da contenerle tutte le negatività. È qui che si danno appuntamento ambizioni e repressioni, vendette, intrighi, affari da spartire, poltrone da difendere, posizioni da scalare. Finti giovani (o giovani vecchi) che si danno il cambio con stempiati marpioni che pensano di saperne una più del diavolo. In mezzo una generation di potenziali disoccupati della e dalla politica che tremano come foglie al vento al solo pensiero di rimanere senza incarichi da qui a poco, e senza stipendio ovviamente. Non contenesse queste “primizie” Cosenza non sarebbe finita nella sezione che il Corriere della Sera ha riservato al fango della conta congressuale. In mezzo a Frosinone, Latina, Asti con la foto dei carabinieri davanti ai seggi e il simbolo del partito a fare da didascalia. Ma non è bastato tutto questo a coprire la fase congressuale della provincia di Cosenza con un velo di misericordiosa pietà umana. Non è bastato. La vittoria (di Pirro) s’è celebrata comunque in una domenica paradossale e in un cinema surreale, con applausi vuoti e scontati e senza un movente per farli sentire più forte. Non serviva. Tutto scontato, tutto naturalmente ovvio. Tutto da rituale con i big in prima fila, il concorrente che vince senza sfidante, il popolo poco appassionato e molto più “cliente” a scaldarsi le mani prima
La conta delle tessere di Cosenza passa agli archivi (per ora) lasciandosi alle spalle una sensazione di vuoto, di bottiglie che non si possono stappare Nessuno può far festa mentre rimane in piedi, a pieno titolo, il "mistero Laratta" di andare a pranzo. Siamo certi che anche Luigi Guglielmelli (è lui il segretario provinciale, diciamo giovane solo perché nato non molto tempo fa) avrebbe preferito una scena migliore per cominciare il suo film. Scelto dall’asse incredibilmente di ferro ripassato con l’acciaio (Mario Oliverio e Nicola Adamo) Luigi Guglielmelli in queste ore sta tentando di rivestire la sua vittoria di un tocco di vernice più civile, salubre, dialogante, progressista. Manda ponti di legno sospesi nell’acqua a Franco Laratta, messaggi che fanno riferimento a una stagione nuova che deve aprirsi per tutto il partito, è ora di dire basta alle divisioni. Anche queste, sia pure da gradire nelle formali intenzioni, solo parvenze di rito. Come la risposta, anche questa scontata, dello stesso Laratta che non poteva che ricordare all’ex sfidante che erano altri i momenti in cui ci si poteva confrontare con serenità. Ora non serve perché quel che è fatto è fatto. Sagre del rito decadente del Pd. Gesti e controgesti di un partito che si convince, per sopravvivere, che esiste una realtà al di fuori a sua misura,
che lo perdona e lo aspetta, che non fa altro che pensare a lui. E sappiamo bene che non è così. Su una cosa il Pd è più abile degli altri partiti. Sa mascherare i suoi misteri lasciando che si cuociano lentamente. Sperando che si consumino. Non si spiega diversamente l’oblio che è calato attorno alle dimissioni, al ritiro dalla corsa, di Franco Laratta. S’è detto per convenzione che del clima torbido delle schede taroccate non ne poteva più. Gli altri hanno risposto che forse s’era accorto d’aver perso. Può darsi l’una, può darsi l’altra delle risposte. Ma può darsi anche che ci sia altro ancora che Laratta non dice e che invece qualcuno conosce benissimo. La domanda ad oggi rimane ancora intatta nel suo mistero di fondo. Perché Franco Laratta ha smesso di gareggiare quando non si era ancora a metà gara? Niente era irrecuperabile dal punto di vista della battaglia congressuale delle schede e anche perdere “bene” in ogni caso poteva avere un senso. E allora? Perché rinunciare subito? Il meglio dei fendenti da guerra congressuale ancora doveva venire fuori, questa è una terra viscida e piena di insidie e non è difficile trovare guai (non solo politici) degli avversari da mettere in vetrina. Mediaticamente non ci vuole poi molto. Ma non si è arrivati a questo. Laratta s’è chiamato fuori ben prima. Ma perché? Siamo sicuri che oltre alle schede non ci siano altri argomenti alla base? Siamo certi che tutti quelli che stanno dalla sua parte politica hanno remato sempre e comunque verso l’unica direzione? “Roma” era al corrente prima di come sarebbero poi andate le cose? E cosa ne pensa ora? Mistero. Il mistero Laratta o se preferite una delle facce della paranoia Pd. Che ha finito di contare le sue tessere (non si sa quanto dopate). E ora aspetta tempi migliori magari anche “cadaveri” che arrivano dall’alta parte del fiume (Scopelliti che si trova metà dei consiglieri di prima). Ma guai a fidarsi dei mali altrui. È prima di metterlo nel forno che si fa il sapore del pane. Poi non si può fare più niente.
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Mezzoeuro Dal Pd puoi aspettarti di tutto
La vittoria surreale
I congressi di circolo e quello provinciale del Pd cosentino che si sono tenuti in questi giorni, insieme a moltissimi altri nel resto del Paese, hanno segnato un vulnus etico e morale dalle gravissime conseguenze in termini di credibilità politica e consenso elettorale per il Partito democratico. Vulnus creato e stimolato dalle complicate regole statutarie che ne hanno regimentato il loro svolgimento e da una moltitudine di altre cause da tempo in incubazione nella pancia del partito che adesso sono esplose in tutta la loro irruenza e potenza deflagratrice. Il fatto drammatico è che la virulenza di tale esplosione capita in un momento difficilissimo della vita del paese non solo sotto il profilo economico e sociale, ma anche di crisi istituzionale e di rappresentanza dei partiti come non mai verificatisi fino ad ora. E la crisi del Pd, di cui i congressi sono l’ultimo atto; l’atto più recente, è uno dei tanti cocci di un vaso di Pandora rotto da cui si sono liberati tutti i mali della politica insipiente ed indecente della quale anche il Pd sembra essere infetto. Le conseguenze funeste più palpabili ed immediatamente percepibili di questa fumisteria politica sono: la crisi culturale e di identità del partito; la mancanza del rispetto delle regole; l’abiura del senso civico e comune dei suoi maggiorenti; la negazione dello spirito di servizio verso il popolo sovrano; la pervicace resistenza al rinnovamente delle idee e degli uomini; il distacco sempre più grave del partito dalla società e dai suoi nproblemi; rottura del rapporto di rappresentanza istituzionale nel senso nobile del termine. E quanto accade che la politica nella sua genericità, ed i partiti in particolare, abdicano a queste funzioni, ruoli e doveri: si corre il concreto rischio che dal vaso di Pandora vada via anche la “Speranza”. Ovvero l’illusione lontana di un possibile ed agognato cambiamento epocale nel modo di concepire e fare politica. Purtroppo il Pd è uno dei frammenti riflettenti dello specchio rotto di questo degrado. Esso è la lucida e nitida fotografia della politica senza regole, dove tutto si regimenta in funzione dell’acquisizione del potere
Cosenza chiude la sua fase congressuale dei circoli con una celebrazione paradossale e cioè con la proclamazione di un vincente senza un perdente, perché assente fine a se stesso, del misero gioco delle parti per cambiare tutto per non cambiare in realtà niente. Mentre il paese muore, una intera generazione di giovani non ha più futuro, milioni di famiglie si stanno impoverendo sempre di più. Si gioca con disinvoltura al massacro, dove a colpi di macete anche all’interno del Pd, si tagliano a fette i capisaldi della democrazia e dell’unità e si mette a rischio non solo la sopravvivenza ma, addirittura, l’esistenza stessa del partito. Il congresso attuale doveva, invece, necessariamente rappresentare un momento di cambiamento e di svolta, al contrario, ancora una volta il gruppo dirigente nazionale e locale ha negato questa possibilità, dimostrandosi poco interessato nel dare al paese un segnale di onestà intellettuale e prova di responsabilità. Mostrandosi, verosimilmente, refrattario alla più che mai necessaria opera di ricostruzione culturale etica e morale del partito stesso e di convivenza civile e democratica interna, per il bene del paese e per una buona e sana politica. Sicché le vicende congressuali ultime scorse sono la cartina al tornasole di questa crisi che appare sempre più irreversibile e sempre più prossima al precipizio, nonostante i proclami di rito. Si constata che i congressi di circolo cosentini e l’assemblea congressuale del Modernissimo
di domenica 10 novembre, con le polemiche annesse, anche nel nostro territorio, hanno riproposto lo stesso cliché, celebrando in pompa magma un finto congresso, una vittoria dimezzata, all’insegna di una empatia delirante dove con un alto tasso di masochismo e cinismo si è conclamata e ratificata la nomina del nuovo segretario provinciale del partito. Volti sorridenti e gai hanno applaudito l’evento nonostante una buona dose di iscritti ha disertato l’evento delle votazioni in molte realtà territoriali e le lacerazioni hanno esanguato il partito. Con queste premesse è lecito chiedersi se il nuovo segretario ha la forza e l’autorevolezza di ricondurre il partito sulla retta via dopo circa quattro anni di commissariamento; di placare la feroce lotta per la conquista della leadership. Personalmente gli auguro di riuscire nell’impresa ma, la posta in gioco è talmente alta e la contesa talmente aspra ed interessata che con tali premesse nulla di buono può apparire all’orizzonte. Ne, possano bastare i buoni sentimenti e gli onesti propositi espressi dal giovane segretario nel breve discorso di investitura in virtù della regola che un solo buon giocatore non basta per fare una buona, valida e competitiva squadra. Perché egli stesso, per quanto possa essere l’anello sano è, comunque, parte integrante di una catena ormai arrugginita, un tassello di un mosaico scolorito, deteriorato, impolverato e lesionato dal tempo. Nulla può cambiare! Nulla può rivoluzionare! Al contrario, il Pd, nella sua intierezza, trovi ed abbia il coraggio di aprire una volta per sempre “le sue coscienze collettive” in direzione di offrire al paese un sano strumento di partecipazione democratica. Sicché il primo passo di una sua credibile e condivisa rinascita può facilmente essere compiuto. Tanti speravamo che l’appuntamento congressuale poteva essere la giusta occasione per compiere questo passo, purtroppo siamo stati profondamente delusi. È proprio vero che i mali del Pd non finiscono mai. Tonino Simone
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Sabato 16 Novembre 2013
Campanili in festa Elezioni, i princìpi innovativi
Un tentativo finito nel fango
Il Tribunale di Castrovillari accogliendo integralmente le tesi degli avvocati Oreste e Achille Morcavallo ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Fausto Corrado e da una cittadina di Cassano, concernente la presunta ineleggibilità di Domenico Lione al consiglio comunale per la carica ricoperta in seno alla Terme della Sibaritide spa Con Ordinanza depositata in data odierna il Tribunale di Castrovillari, sezione civile - accogliendo integralmente le tesi degli avvocati Oreste e Achille Morcavallo - ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Fausto Corrado e da una cittadina di Cassano, concernente la presunta ineleggibilità d Domenico Lione al consiglio comunale per la carica ricoperta in seno alla Terme della Sibaritide spa. I fatti. Con istanza prot. n. 7571 del 15.04.2013, il signor Corrado Fausto, in qualità di primo dei non eletti al Consiglio comunale di Cassano all’Ionio (CS) per la lista “Stabilità”, chiedeva l’avvio del procedimento di cui all’art. 69 del Tuel, contestando l’ineleggibilità del consigliere eletto signor Domenico Lione. La richiesta si fondava sulla circostanza che il Lione rivestendo la carica di presidente delle Terme Sibarite s.p.a., verserebbe in situazione di ineleggibilità ai sensi dell’art. 60, comma 1, numero 9 e art. 63, comma 1, n. 7 del Tuel. Con delibera n. 25 del 29.04.2013, il Consiglio comunale contesta-
L’Anci, Associazione nazionale dei Comuni italiani informa con uno scarno comunicata la nomina del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto quale presidente della commissione Affari istituzionali e riforme dell’associazione. Si tratta di un riconoscimento della popolarità e della stima di cui gode il primo cittadino della città bruzia, testimoniata anche dalla posizione apicale che ha occupato in successivi elenchi dei sindaci più amati d’Italia. Secondo quanto riportato dal sondaggio effettuato a gennaio scorso dall’Istituto Ipr Marketing per il Sole 24Ore, egli risulta al primo posto per consenso in Calabria, poiché gli viene riconosciuta la capacità di dise-
va la circostanza assegnando al Lione il termine di dieci giorni per formulare osservazioni. Il Lione presentava ritualmente - sempre tramite gli avvocati Morcavallo - le controdeduzioni, in data 13.05.2013, prot. n. 9172. Con delibera n. 27 del 22 maggio 2013, il Comune di Cassano accoglieva le osservazioni presentate dal Lione e respingeva la richiesta, ritenendo insussistente la causa di incompatibilità contestata. Avverso tale delibera e per ottenere l’accertamento dell’ineleggibilità, con conseguenziale decadenza dalla carica di consigliere comunale di Domenico Lione, proponevano ricorso al Tribunale di Castrovillari il signor Fausto Corrado, in qualità di primo dei non eletti, e la signora Geltruda Savina Martucci, in qualità di elettrice del Comune interessato. Il Tribunale fissava l’udienza ordinando la notifica alle parti e al pm, come per legge. Si costituiva in giudizio Domenico Lione, con gli avvocati Morcavallo. L’udienza si teneva in data 6.11.2013 e - dopo la discussione dei legali - il Tribunale si riservava la decisione. Con Ordinanza depositata in data odierna il ricorso veniva dichiarato inammissibile, con condanna alle spese. La decisione accoglieva in toto l’eccezione di inammissibilità degli avvocati Morcavallo, i quali rilevavano come il ricorso era assolutamente tardivo poiché proposto oltre il termine di 30 giorni decorrenti dalla delibera di convalida, siccome previsto dal D.lgs. n. 150/2011. Tale eccezione veniva accolta dal Tribunale di Castrovillari che dichiarava inammissibile il ricorso. Di conseguenza, per effetto di tale decisione, Domenico Lione resta consigliere comunale. «Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito del giudizio e per l’affermazione di principi innovativi in tema elettorale», hanno commentato gli avvocati Morcavallo, difensori di Domenico Lione.
Mario Occhiuto
Soddisfazione Comune gnare un progetto di città e l’ambizione di voler recuperare il ruolo di centro attrattore dell’intera provincia. Benché occupi il quarantunesimo posto nella hit parade nazionale, la sua popolarità è in costante aumento dal giorno della sua elezione. Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci ha voluto gratificare Mario Occhiuto con la nomina a presidente della commissione Affari istituzionali e riforme. Le altre tre commissioni sono state affidate ai sindaci di Pescara, Lecco e Novara. L’incarico consente al primo cittadino calabrese di essere un interlocutore privilegiato nella delicata fase di discussione dei progetti di riforma che dovrebbero prendere corpo nel corso della presente legislatura, che si vorrebbe costituente. La scelta di Piero Fassino è indirizzata a ridare slancio alla politica meridionalistica, per le gravi difficoltà in cui versano le regioni del Sud, come segnalato da tutte le ricerche più prestigiose in materia. Da ultimo la ricerca della Banca d’Italia di
L'Anci nazionale rinnova la sua struttura. Il sindaco Occhiuto presidente della commissione Affari costituzionali. Un incarico prestigioso che consente al primo cittadino bruzio di avere un ruolo attivo nella. predisposizione degli articolati del riordino degli enti locali
Catanzaro ha mostrato la Calabria con i connotati di una regione in piena crisi, che ha bisogno di un rilancio per impedire un declino che avrebbe conseguenze disastrose anche per il resto del Paese. Come è facile intuire, è tutto il Sud che sta scivolando lentamente verso un declino irreversibile. Mario Occhiuto è stato premiato non solo per le sue capacità performanti ma come un politico giovane e dinamico che potrebbe assumere un ruolo importante nella rinascita del Mezzogiorno. La scelta dell’Anci ha voluto premiare la capacità, la competenza ma soprattutto dare un segnale di rinnovamento della politica per assecondare il vento che soffia impetuoso nell’elettorato che si mostra sempre più ostile nei confronti della casta. «È un incarico che mi gratifica molto e pertanto ringrazio il collega Fassino per la fiducia accordatami - afferma Occhiuto - Il lavoro dei primi cittadini in seno agli organismi dell’Anci è l’espressione dell’impegno istituzionale-amministrativo di chi conosce bene i territori e può dunque fornire contributi concreti per la ripresa e lo sviluppo del Paese». Molti sono le questioni aperte che riguardano gli enti locali, dalla rivisitazione della fiscalità federale, all’accorpamento dei comuni minori, dall’abolizione delle Provincie all’attribuzione di nuove competenze. Un coacervo di provvedimenti destinato a rivoluzionare il sistema dei poteri locali. Pur consapevole delle difficoltà di tradurre in atti legislativi questi proposito per le continue fibrillazioni di una maggioranza posticcia composta da formazioni eterogenee e spesso antagoniste, si tratta di una occasione per la maturazione di una esperienza preziosa per la sua formazione politica e l’aumento del suo prestigio personale che gli permetterà di superare gli ostacoli che vengono seminati lungo il suo cammino amministrativo, come i chiodi a tre punte che fin qui hanno impedito l’avanzamento dei lavori di piazza Bilotti e di altri importanti cantieri che dovrebbero stravolgere l’organizzazione urbanistica della città.
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Sabato 16 Novembre 2013
Stabilizzazione definitiva dei precari
La Calabria vuole di più Si chiede al Governo di concedere in favore della Regione un contributo aggiuntivo pari a 40 milioni di euro per il 2014 e 30 milioni di euro dal 2015
Incontro giunta regionale-sindacati
Al presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico
Considerato che - nei giorni scorsi è stato presentato al Senato un emendamento alla Legge di stabilità con il quale, al fine di stabilizzare i lavoratori impegnati in attività socialmente utili e in quelle di pubblica utilità, equiparati al personale Lsu dall’articolo 27 dal decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, gli enti pubblici in Calabria sono autorizzati ad assumere tali lavoratori dal 1° gennaio 2014, anche in posizioni sopranumerarie, con un contratto a tempo indeterminato ed a tempo parziale di 26 ore settimanali, se inclusi nell’elenco definitivo pubblicato sul Burc del 5 luglio 2005, supplemento straordinario n° 1 al Burc, parte I e II, n° 12 del 1° luglio 2005, salvo quanto previsto dall’articolo 3; Proposta di legge per la stabilizzazione Lsu e Lpu della Regione Calabria e Ppa N. 233 giugno 2013 Regione Calabria - attraverso tale emendamento si chiede al governo, con provvedimento del ministro dell’Economia e delle Finanze, di concedere in favore della Regione Calabria un contributo aggiuntivo pari a 40 milioni di euro per l’anno 2014 e pari a 30 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015, provvedendo a tali oneri mediante quota parte delle risorse aggiuntive derivanti dalle disposizioni di cui al comma 7-bis dell’articolo 17. Il Consiglio Regionale della Calabria impegna Il presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti, a promuovere ogni utile e necessaria iniziativa affinchè il presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Enrico Letta, faccia proprio tale emendamento finalizzato alla stabilizzazione definitiva dei 5149 lavoratori calabresi che, da oltre 15 anni, sono inseriti nell’organizzazione delle attività degli enti pubblici con ruoli e mansioni anche ad alto contenuto professionale e continuano a garantire servizi essenziali ai cittadini. Carlo Guccione, primo firmatario Antonino De Gaetano Nicola Adamo Sandro Principe Francesco Sulla Antonio Scalzo Mario Franchino Demetrio Naccari Carlizzi Gianluca Gallo Approvato nella seduta di martedì 12 novembre 2013 del Consiglio regionale della Calabria all’unanimità.
Ai cittadini di Villapiana
La politica facciamocela da soli
Appello per la costituzione di un comitato civico in vista delle prossime amministrative
È arrivato il momento di cambiare modo di fare politica a Villapiana!!! Negli ultimi 40 anni di vita amministrativa del nostro Comune non vi è stata alcuna innovazione diretta ed indirizzata al benessere comune. La nostra intenzione è quella di promuovere iniziative volte a coinvolgere direttamente i cittadini ed ogni realtà economica e propulsiva già esistente nella nostra comunità, e ad ascoltare le voci della gente, le loro idee e le loro proposte per un sostanziale cambiamento. La nostra idea, di non semplice realizzazione, è volta ad un radicale cambio di mentalità di ognuno di noi, non rivolto all’interesse personale, per come è sempre stato, ma vorremmo d’ora in poi fare politica da manuale, lasciandovi coinvolgere in un progetto nuovo che abbracci tutti senza colori ed appartenenze politiche. Una delle nostre proposte è quella di fare decidere la gente tutta, di chi dovrà essere inserito nelle liste dal primo dei candidati all’ultimo, attraverso lo strumento oramai collaudato delle Primarie. Solo così, i cittadini di Villapiana saranno stati finalmente protagonisti del loro futuro. Pertanto, affinché queste nostre proposte diventino proposte di tutti i cittadini, vi invitiamo, se la pensate come noi, a contattarci ai seguenti numeri: 333.7890293; 338.2705324, così da formare al più presto un gruppo di persone sempre più numeroso, senza colori politici, aperto a tutti, che si ritroveranno insieme per far nascere un Comitato civico. Viva l’onestà, viva la gente, viva la legalità, viva la democrazia partecipata.
La pazienza è a tempo determinato L’assessore regionale al Lavoro, Formazione professionale e Politiche sociali, Nazzareno Salerno, l’assessore al Personale Domenico Tallini, il commissario di azienda Calabria Lavoro Pasquale Melissari e il presidente della fondazione Calabria Etica, Pasqualino Ruberto, hanno incontrato le delegazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e successivamente quelle di Cisal e Usb al fine di comunicare i percorsi individuati per valorizzare e dare continuità lavorativa alle persone impegnate per effetto delle disposizioni della legge regionale 28/08. Lo comunica l’ufficio stampa della giunta regionale. «L’assessore Salerno, - si legge in un comunicato - che ha avuto modo di ascoltare nuovamente l’esposizione della situazione da parte dei rappresentanti dei lavoratori approfondendo ulteriori aspetti, ha illustrato l’intenzione di procedere con la predisposizione di un programma a 24 mesi che consentirà l’impiego senza interruzione dei lavoratori che così potranno usufruire di maggiori garanzie. L’obiettivo è quello di avviare una strategia che possa permettere il graduale svuotamento del bacino di questi lavoratori precari. Melissari e Ruberto hanno poi rassicurato circa l’attivazione delle procedure necessarie per il pagamento delle spettanze dovute in tempi brevi». «La Regione - ha affermato l’assessore Salerno - vuole voltare pagina per far sì che questi lavoratori possano avere l’opportunità di un impiego stabile e senza i timori del passato di periodi di fermo che hanno minato la serenità delle famiglie. Un primo importante passo è stato compiuto con l’approvazione della deliberazione di giunta regionale n. 160 del 10 maggio 2013 con la quale i lavoratori della legge 28/08 sono stati inseriti nel medesimo bacino di precari, al pari degli altri lavoratori. Con la prosecuzione del tavolo tecnico nazionale sul precariato, che coinvolge oltre alla Regione, diversi ministeri e le forze sindacali, si stanno studiando inoltre le possibili vie per poter giungere alla stabilizzazione dei lavoratori. La giunta regionale, guidata dal presidente Scopelliti, rimane pertanto vicina ai lavoratori e continuerà a spendersi per offrire migliori prospettive per il futuro».
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Sabato 16 Novembre 2013
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Sicurezza sulla cresta dell’onda
L’assessore regionale all’Ambiente Francesco Pugliano ha presentato il report 2013 del servizio “Sos pronto intervento per il mare”, istituito in collaborazione con l’Arpacal e la direzione marittima regionale della Calabria. Nel corso della conferenza sono intervenuti anche il dg dell’Arpacal Sabrina Santagati, il direttore tecnico-scientifico dell’Arpacal Oscar Ielacqua e il direttore marittimo della Calabria Gaetano Martinez. A seguito delle 907 segnalazioni effettuate dal primo luglio al primo settembre, di cui 875 ricevute tramite il numero verde (800 331 929), 32 tramite il “1530” della Guardia Costiera, sono stati effettuati 446 interventi, 439 campionamenti ed analizzati 1788 parametri analitici. Altri dati del “report 2013” dal titolo “Abbiamo acceso un faro sul mare”, riguardano le segnalazioni giornaliere medie (14), mentre le visite complessive del sito internet, nel periodo di attivazione del servizio, sono state 11.643. Se si sommano anche gli interventi effettuati nel periodo estivo del 2012, sempre grazie al servizio “Sos pronto intervento mare” (427 interventi e 1344 esami), il dipartimento ambiente è riuscito ad ottenere una mappa abbastanza completa dello stato di salute del mare calabrese, utile per avviare una serie di interventi mirati alla salvaguardia dell’ambiente. Rispetto allo scorso anno l’attività messa in atto dall’Arpacal, in sinergia con il dipartimento Ambiente e dalla Guardia Costiera, risulta incrementata di circa il 4,4% per quanto riguarda gli interventi effettuati sul territorio regionale e di ben il 33% dal punto di vista delle analisi condotte sulle matrici ambientali sottoposte a controllo. Su 446 interventi sono stati effettuati 1788 analisi. I risultati non conformi hanno riguardato soprattutto le acque di scarico monitorate e le foci di fiumi e torrenti che hanno nella maggior parte dei casi mostrato indici di contaminazione fecale discretamente elevati. Le schiume prelevate a mare hanno nella maggior parte dei casi mostrato risultati microbiologici conformi ai valori imposti dalla normativa vigente.
L'assessore regionale all'Ambiente Francesco Pugliano ha presentato il report 2013 del servizio "Sos pronto intervento per il mare", istituito in collaborazione con Arpacal e Direzione marittima regionale della Calabria «Il mare calabrese dichiara Pugliano - non sta proprio male. Dobbiamo continuare a migliorarlo Grazie a questo report, come ho avuto modo di dire in più occasione, siamo in grado di avere una cartella clinica sullo stato di salute del mare, grazie ad una grande quantità di controlli e campioni» In alcuni casi fioriture algali di specie non tossiche, presenza di aggregati mucillaginosi e test di tossicità con ormesi. Quasi tutte le schiume hanno dato esito conforme per quanto attiene i risultati microbiologici e hanno mostrato livelli di N nitroso in alcuni casi intorno a 6-8 mg/l.
«Il mare calabrese - ha dichiarato l’assessore Pugliano - non sta proprio male. Dobbiamo continuare a migliorarlo. Grazie a questo report, come ho avuto modo di dire in più occasione, siamo in grado di avere una cartella clinica sullo stato di salute del mare, grazie ad una grande quantità di controlli e campioni. Possiamo quindi esprimere una diagnosi reale, attendibile ed equilibrata, certificata da questi esami di laboratorio. Questi dati, che ci danno anche una mappa precisa per ogni pezzo di costa calabrese, li utilizzeremo sia per individuare i punti critici, sia per migliorare lo stato qualitativo delle acque di balneazione. Contiamo, inoltre, di farli diventare una bussola di orientamento per gli interventi infrastrutturali, di controllo e di repressione di ogni abuso e illecito ambientale. Dai dati contenuti nel report - ha aggiunto l’assessore Pugliano - si conferma che le acque marine e costiere della regione sono conformi per il 92% e che i risultati di quest’ultima stagione sono sovrapponibili a quelli registrati nel 2012. Un risultato che posiziona la Calabria al nono posto in Italia tra le regioni che affacciano sul mare». «Il nostro scopo - ha dichiarato la dg dell’Arpacal Santagati - è quello di offrire alle istituzioni gli elementi necessari per portare avanti azioni in grado di risolvere le criticità in campo ambientale. E’ un lavoro molto impegnativo e gratificante che abbiamo svolto per tutta l’estate con grande senso di responsabilità e non senza sacrificio». Il direttore marittimo della Calabria Gaetano Martinez, ha ribadito la massima attenzione di tutte le Capitanerie di porto della Calabria su questa «metodologia di lavoro avviata in Calabria, unica in Italia e che si pensa di prendere a modello anche a livello europeo per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo». «Abbiamo lavorato senza sosta - ha dichiarato il direttore tecnico-scientifico dell’Arpacal - compresi in fine settimana, grazie all’impegno di tutti gli operatori. Questo progetto ha prodotto un significativo risultato che conferma la validità scientifica dell’Arpacal».
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Sabato 16 Novembre 2013
Mezzoeuro Eccellenze per sperare
Edoardo Romoli direttore sanitario Neuromed
Il paziente preso per mano Quali sono, secondo lei, i plus che hanno consentito all’Irccs Neuromed di conquistare questo primato? Fin dal momento del ricovero di un paziente colpito da ictus, presso la Stroke unit di Neuromed si opera su più profili: quello dell’intervento immediato ed intensivo (con professionisti esperti presenti h 24 e dotazioni tecnologiche sofisticate come Tc, Rm, angioTc, angioRm, Rm funzionale) - per fare una diagnosi precisa e rapida ed una terapia adeguata a superare al più presto la fase critica - e quello della riabilitazione e profilassi secondaria finalizzata a scongiurare il pericolo di eventi successivi. Il paziente, quindi, viene accompagnato in un percorso, per così dire, “integrato”, dove all’intervento terapeutico - in cui possono essere coinvolte strutture complesse ad elevato livello di specializzazione, funzionalmente collegate tra loro, tutte interne alla struttura e con competenze diagnostiche e/o terapeutiche diverse come neuroradiologia, neurochirurgia, chirurgia vascolare, interventistica endovascolare - si affiancano la riabilitazione precoce e gli interventi di profilassi secondaria con una sorta di training “comportamentale”, che coinvolge anche i familiari. Anche dopo la dimissione, quindi, i pazienti continuano a essere seguiti, a livello ambulatoriale, non solo dai medici intervenuti nella fase acuta ma anche da team multidisciplinari costituiti da professionisti provenienti dalle varie discipline che caratterizzano l’Istituto. Perché questo primato è così importante per i pazienti? I risultati ottenuti presso Neuromed assumono un’importanza enorme se si considerano l’altissima incidenza dell’ictus e l’elevato rischio di “ricaduta”, specialmente entro i primi trenta giorni. Basti pensare che in Italia sono colpite da ictus 600 persone al giorno (25 ogni ora!), cioè circa duecentomila all’anno (addirittura 15 milioni in tutto il mondo). Oltre a essere la prima causa di invalidità, l’ictus è un vero e proprio “big killer”, come lo hanno definito, considerato che a livello mondiale i casi di esito infausto sono più numerosi di quelli di Aids, Tbc e malaria messi insieme! Qual è l’eccezionalità di questo risultato? Per il trattamento dell’ictus Neuromed si colloca ai primi posti tra le strutture di eccellenza dell’intero territorio nazionale ed ha il primato in tutto il Centrosud. Al rischio di nuovo ricovero entro trenta giorni dalla prima dimissione è stato assegnato un indice, che mediamente in Italia è pari a 10,29 mentre nella nostra Stroke Unit si riduce a circa un terzo (3,64). Questi dati, per cui l’Istituto viene classificato come secondo a livello nazionale, riferiti all’ultimo anno (2012), sono il risultato di una rilevazione condotta dalla Agenzia nazionale per i Servizi sanitari e dal Ministero della Edoardo Romoli Salute. L’eccezionalità del direttore sanitario risultato è tutta scritta nei di Neuromed numeri, che parlano per così dire - da soli.
Sempre più forti contro l’ictus L’Irccs Neuromed è al secondo posto in Italia tra le strutture in cui curarsi per l’ictus cerebrale, in particolare per la sicurezza delle terapie. È il dato ufficiale che emerge dalle analisi condotte sulle strutture sanitarie italiane di rilevanza nazionale dall’Agenas e dal Ministero della Salute, da cui risulta che Neuromed non solo si colloca al secondo posto ma fa registrare un indice tre volte migliore di quello medio nazionale. La sicurezza è un parametro importante, che si basa sul numero dei pazienti che vengono nuovamente ricoverati in ospedale entro trenta giorni dal loro primo ricovero. Più basso è questo numero, più alta è stata, evidentemente, la sicurezza delle cure ricevute la prima volta. Se si pensa che ogni anno in Italia vengono colpite da ictus quasi duecentomila persone, di cui ben il venti per cento a causa di una ricaduta, è facile capire quanto alto sia il rischio di tornare in ospedale anche dopo esserne stati dimessi. E questo rischio si corre, in genere, proprio entro il primo mese. «Si tratta di un risultato estremamente positivo per la nostra struttura - dice Edoardo Romoli, direttore sanitario dell’Istituto, professionista umbro già manager di importanti strutture sanitarie e di Asl - che tutto sommato qui al Neuromed, senza falsa modestia, ci aspettavamo. Questi dati confermano infatti il nostro impegno costante nel garantire ai pazienti colpiti da ictus le migliori cure e la migliore assistenza possibili. E l’alta qualità del servizio che offriamo ai cittadini è un valore aggiunto molto importante per la nostra Regione. Voglio ricordare che Neuromed è stato incaricato dal Ministero della Salute di realizzare un Registro regionale degli ictus, che permetterà di avere un quadro ancora più preciso e costantemente aggiornato della situazione di questa importante patologia in Molise».
L’Irccs Neuromed è al secondo posto in Italia e ha il primato al Centrosud tra le strutture in cui curarsi, in particolare per la sicurezza delle terapie L’analisi dei dati prodotti da Agenas e Ministero della Salute Con il termine “ictus” ci si riferisce alla comparsa di segni e/o sintomi neurologici (nervosi), di durata superiore alle 24 ore, dovuti ad alterazioni delle funzioni del cervello. Il tipo più frequente di Ictus è quello ischemico, dovuto a una diminuzione dell’afflusso di sangue (e, quindi, di ossigeno e zucchero) al cervello causata da un’ostruzione o alterazione dei vasi sanguigni. Ciò provoca danni permanenti al cervello con gravi conseguenze (morte o disabilità permanente) perciò deve essere subito diagnosticato e trattato in un ospedale. I principali fattori di rischio sono: fumo, eccesso di peso, diabete e pressione sanguigna alta. In Italia, ogni anno, accadono circa 196 mila ictus, di cui l’80% sono nuovi casi e il 20% ricadute; è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori e rappresenta la principale causa d’invalidità. L’indicatore utilizzato consente di calcolare il numero di pazienti ricoverati nuovamente in ospedale dopo 30 giorni dal primo ricovero per ictus ischemico tra tutti i pazienti ricoverati per questa malattia. Media nazionale
10,29%
Come si interpreta La qualità misurata dall’indicatore si riferisce al grado di “sicurezza”. Più basso è il numero di pazienti ricoverati nuovamente in ospedale dopo 30 giorni dal primo ricovero più alta è la sicurezza del trattamento ricevuto nel primo ricovero.
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Sabato 16 Novembre 2013
Eccellenze per sperare L’ictus cerebrale
L’importanza della diagnosi precoce
“Times is brain”, il tempo è cervello L’ictus cerebrale è uno dei più gravi problemi sanitari e assistenziali in Italia, rappresentando la prima causa d’invalidità permanente e la seconda causa di demenza, nonché la terza causa di morte (1012 % dei decessi complessivi per anno) dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Il numero di soggetti colpiti da ictus (dati sulla popolazione italiana nel 2009) e ad esso sopravvissuti con esiti più o meno invalidanti è, in Italia, di circa 870.000. Il rischio di ictus aumenta con l’età, raddoppiando ogni 10 anni a partire dai 55 anni di età. In considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione, è possibile stimare nel prossimo decennio un incremento dei casi di ictus che porterà ad un numero di soggetti affetti da esiti più o meno invalidanti a circa un milione. Ovviamente non tutti gli ictus sono uguali: si va dai cosiddetti TIA (attacchi ischemici transitori), di cui talvolta non ci si rende nemmeno conto, fino alle ischemie più devastanti (parti di cervello che “muoiono” perché non raggiunte dal sangue) o alle emorragie più invasive. I fattori di rischio sono numerosi e non si raccomanderà mai abbastanza di cercare di neutralizzarli, per esempio conducendo una vita sana e seguendo regole alimentari improntate a un minimo di saggezza. Ma tant’è: l’essere umano preferisce correre ai ripari a danno verificatosi piuttosto che prevenire l’insorgere del danno stesso. Che fare, allora, nella deprecata evenienza di un ictus? Anzitutto una diagnosi precoce. Quello che si può evitare nelle prime quattro o cinque ore è di importanza incalcolabile. “Time is brain” (il tempo è cervello), dicono gli inglesi, nel senso che quanto più rapidi siamo nell’intervento tanto maggiore sarà la quantità di cervello che riusciremo a sottrarre alla devastazione irreversibile. Diagnosi precoce e intervento farmacologico o chirurgico, cui deve seguire un trattamento particolarmente accurato per evitare, nei limiti del possibile, il rischio di ricaduta. Poi, una volta dimessi, bisogna continuare a essere vigili, facendo il giusto e opportuno ricorso all’ambulatorio, ancora una volta per scongiurare il pericolo del replicarsi dell’evento.
Ictus: riammissioni ospedaliere a trenta giorni
La Stoke unit direttore sanitario Neuromed
Il segreto del successo I risultati eccellenti registrati presso Neuromed si fondano su una base ben precisa: la Stroke Unit, l’unità dedicata proprio al trattamento dell’ictus cerebrale. Ne è responsabile il neurologo Antonio Sparano, che porta con sé una consolidata esperienza scientifica, maturata, tra l’altro, nell’Università di Albany (NY), negli Stati Uniti. Le eccellenze che caratterizzano l’Unità sono tre, oltre alla dotazione di macchinari sofisticati di ultima generazione: - un team multidisciplinare, che consente di tenere sotto controllo continuo il paziente con tutte le emergenze che possano abbattersi su di lui in concomitanza con le conseguenze dell’ictus; - l’alta specializzazione e l’eccezionale competenza dei professionisti che vi operano; - il monitoraggio attento e continuo dell’evoluzione della patologia, con possibilità di intervenire immediatamente ed efficacemente al presentarsi di una qualsiasi necessità magari anche imprevista. Del resto, oltre che per prevenire eventuali complicanze, un monitoraggio puntuale è indispensabile per sorvegliare in ogni istante gli effetti delle terapie. Il team della Stroke Unit è costituito da neurologi, neurochirurghi, neuroradiologi, rianimatori, cardiologi, neurofisiologi, fisiatri, neuropsicologi oltre a fisioterapisti, logoterapisti, assistenti sociali e, naturalmente, infermieri. È proprio questa interdisciplinarità, concretamente operante, lo strumento più efficace per ottenere i risultati da primato che si fanno registrare. Quale che sia l’evenienza, l’emergenza di fronte alla quale ci si venga a trovare, l’Unità ha subito la risposta terapeutica pronta, con la possibilità di intervenire in tempo reale con i professionisti più esperti e le dotazioni tecnologiche più sofisticate. I vantaggi dell’Unità sono consacrati, del resto, in tutta la letteratura scientifica più recente, che riconosce esplicitamente la superiorità dell’assistenza al paziente (rispetto a quella che si può ottenere in reparti non dedicati). In particolare, nella Stroke Unit si registra: - una significativa diminuzione del periodo di degenza in fase acuta; - un’altrettanto significativa riduzione della percentuale di esiti infausti; - una complessiva riduzione, insomma, di ogni sorta di rischio. Qui di seguito le linee di indirizzo operative a cui la Stroke Unit di Neuromed assegna la priorità dal punto di vista clinico. a.Determinare la natura del disturbo manifestato dal paziente, per chiarire se si tratti di un ictus ischemico o emorragico. b.Identificare e selezionare correttamente e precocemente i malati con indicazioni relative alle modalità di intervento: se farmacologiche (trombolisi) oppure neurochirurgiche (emorragia intracranica). c.Identificare un precoce trattamento riabilitativo in grado di guadagnare un recupero il più completo possibile delle funzioni compromesse dall’ictus. d.Ridurre il rischio di recidive, impostando una corretta prevenzione secondaria. e.Condividere periodicamente le linee guida comportamentali, periodicamente discusse e aggiornate in base all’emergenza di nuove evidenze scientifiche o in base a nuove situazioni organizzative o logistiche.
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Sabato 16 Novembre 2013
Non c’è crisi che tenga
Il tumore con le spalle al muro
Organizzato dall’azienda ospedaliera “PuglieseCiaccio” di Catanzaro si è aperto il 6° corso di formazione in Oncologia ed Ematologia, un edificante momento didattico ma soprattutto di confronto a tutto campo tra manager, esperti e sanitari del settore. Tre giorni di relazioni, studi e statistiche che fanno convergere a Catanzaro importanti nomi degli studi antitumorali, sotto il coordinamento scientifico del dottor Stefano Molica, direttore del dipartimento di Onco-Ematologia dell’Aopc di Catanzaro. Tema centrale della prima giornata un aspetto molto rilevante : l’appropriatezza e la sostenibilità della spesa in tempo di spending review, connesse all’utilizzo dei farmaci biotecnologici e biosimilari. Tra i principali protagonisti di questa fase Maurizio de Cicco, vicepresidente di Farmindustria, che ha parlato dei cambiamenti nella sostenibilità della spesa farmaceutica dopo l’ingresso dei farmaci biotecnologici. «Da mezzo secolo la ricerca favorisce l’allungamento della vita, un mese in più di longevità ogni quattro. In oncologia - ha detto - l’innovazione farmaceutica e’ determinante per ridurre la mortalità come dimostra il fatto che il tumore al seno è curabile ormai nell’88% dei casi. I Paesi che investono meglio in innovazione sono quelli in cui si vive di più - ha continuato de Cicco- Ma in Italia ci vogliono due anni per l’accesso a un nuovo farmaco. Di converso, grazie al risk sharing, i rimborsi ex post in base al risultato, il nostro è il primo Stato in Europa ad applicare strumenti legati alla sostenibilità. Rimane un cruccio: i nostri pazienti fanno sentire poco la propria voce rispetto a quelli di altri posti dove c’è una migliore coscienza dei propri diritti . Basti ricordare che i nuovi farmaci per il tumore dell’ovaio attendono da 15 anni di avere l’ok Aifa». A fare gli onori di casa, accogliendo i corsisti, Stefano Molica, direttore di Dipartimenti dell’azienda ospedaliera catranzarese: «Il farmaco biosimilare che ha caratteristiche di attività cliniche
All'azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro si è aperto il 6° corso di formazione in Oncologia ed Ematologia, un momento didattico ma soprattutto di confronto a tutto campo tra manager, esperti e sanitari del settore. Tre giorni di relazioni, studi e statistiche che fanno convergere a Catanzaro importanti nomi degli studi antitumorali sovrapponibili a quelle del farmaco originatorio. Ci si misura sul campo dei costi dove questo farmaco può essere una delle risposte, ma non quella unica». «C’è ancora un percorso lungo da fare - ha detto Molica - ma c’è bisogno di una costante attività di monitoraggio del prodotto. Gli strumenti del governo clinico ci spingono all’appropriatezza delle cure. Nella nostra azienda siamo stati aiutati dal dialogo con il team dirigenziale guidato dall’ avvocato Rizzo che ha sempre riservato grande attenzione al nostro dipartimento. Ma anche con
le aziende produttrici - ha affermato il dirigente medico - abbiamo instaurato un rapporto nuovo attraverso il sistema del risk sharing che consente a noi un cospicuo risparmio ed alle industrie farmaceutiche di investire sull’etica del paziente». A chiudere la prima giornata di lavori l’intervento del dg aziendale Elga Rizzo. «Non esiste a quanto pare - ha detto la manager - una ricetta precisa: dobbiamo ancora studiare per le migliori risposte al paziente trovando un equilibrio etico-economico tra la potenza di questi farmaci ed il loro costo ancora alto. Un modesto suggerimento - ha detto in chiusura il direttore generale del “PuglieseCiaccio” - potrebbe essere quello di stimolare la diffusione dei farmaci equivalenti più economici per trattare le patologie croniche ed allocare così le risorse risparmiate su un fondo dedicato per i farmaci innovativi». Altra relazione di spessore quella dell’economista sanitario milanese Roberto Ravasio che ha trattato la spesa per i farmaci in relazione ai loro costi. Un’altra figura di spicco è stata quella di Stefano Federici, responsabile della farmacia aziendale presso l’Ao milanese di Melegnano. «L’era dei generici è in calo - ha detto il medico lombardo - mentre la prossima spesa farmaceutica sarà fondata sui biosimilari. Sono economici, nuovi, danno opportunità di liberare risorse; di contro sono pochi e quindi ingenerano un pò di insicurezza, potrebbero far insorgere effetti collaterali. Abbiamo un grosso problema di fondo in Italia che negli altri Paesi non esiste e riguarda la politica: dobbiamo imparare a sostenere le cose buone - ha chiuso Federici - anche quando nascono sotto la bandiera dello schieramento opposto». Il corso prosegue con le sessioni dedicate a come “Migliorare l’outcome a lungo termine nelle neoplasie ematologiche” ed all’ “Approccio multidisciplinare e nuove molecole nel trattamento di pazienti oncologici”.
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Sabato 16 Novembre 2013
Mezzoeuro Ogni tanto ne “ingarriamo” una
Un calabrese al comando Unisin nasce dalla fusione di due sindacati Bancari, Falcri E Silcea, e rappresenta oggi uno di più rappresentativi del settore. Nel congresso straordinario, svoltosi a Tivoli, il calabrese Emilio Contrasto (dipendente di Banca Carime - Gruppo Ubi Banca), è stato eletto segretario generale nazionale di Unisin. Egli eredita il testimone da Aleardo Pelacchi. Emilio Contrasto sarà affiancato da due vice segretari generali, Claudio Gulinello (Intesa Sanpaolo) e Sergio Mattiacci (Banca Monte dei Paschi di Siena). Gli altri componenti della segreteria nazionale sono Roberto Ferrari (Banca CR Firenze), Joseph Fremder (Bnl/Bnp Paribas), Antonio Liberatore (Intesa Sanpaolo), Angelo Peretti (Unicredit), Gabriele Slavazza (Intesa Sanpaolo), Roberto Vitantonio (Unicredit). Complimenti ed auguri, dott. Contrasto Ho accettato l’incarico per spirito di servizio, e per il sostegno ricevuto da tanti amici ai quali va il mio sincero ringraziamento per la fiducia che hanno voluto accordarmi. Sono però cosciente che il settore bancario sta vivendo un momento molto delicato e il mio sarà un compito gravoso poiché si dovranno affrontare le tante sfide che abbiamo davanti a cominciare dalla disdetta unilaterale del Ccnl da parte dell’Abi nello scorso mese di settembre. Quali sono i motivi che hanno indotto Abi ad un comportamento così radicale? Le banche attraversano un momento molto delicato e non godono di un giudizio positivo da parte dell’opinione pubblica poiché sono ritenute, a torto o a ragione, in qualche modo responsabili del grave stato di crisi in cui ci dibattiamo ormai da anni. Sono anni difficili per i bilanci delle banche e si cercano rimedi. Purtroppo, in molti casi, invece di ragionare su strategie di sviluppo e di medio/lungo termine si preferisce agire sulla leva del costo del personale in quanto ritenuta di più facile azione. Ciò è inaccettabile, non è assolutamente possibile che a pagare il prezzo degli errori del management siano sempre le lavoratrici ed i lavoratori. C’è stata una forte risposta della categoria a questo tentativo di far ricadere su di loro il costo della crisi. Erano anni che non si registrava un successo così pieno e caloroso da parte della categoria allo sciopero. I bancari hanno voluto dare una scossa, un segnale inequivocabile che non accetta soluzioni semplicistiche, perché non intendono diventare il capro espiatorio di una politica bancaria fallimentare. Il contratto nazionale scadrà il 30 giugno prossimo e vi è tutto il tempo per discutere senza dover accettare i diktat dell’Abi. Bisogna essere coscienti che la sparizione della classe media costituisce un elemento di forte negatività. Il sistema si è bloccato, poiché la piramide sociale si è schiacciata verso il basso, da cui emerge un vertice di retribuzioni irrealistiche che non possono essere più giustificate e tollerate. Ma il disagio delle banche è reale e bisogna dare una risposta alle loro difficoltà poiché senza una sana politica bancaria non si esce dalla crisi. Non si vuole certo negare che stiamo attraversando un momento critico, ma bisogna individuare i nodi reali che appesantiscono i bilanci delle aziende di credito. Per favorire la competitività è fon-
Emilio Contrasto diventa segretario generale di Unisin Falcri - Silcea Un conterraneo alla guida di Unità sindacale Un’elezione plebliscitaria in riconoscimento della sua competenza e della rappresentatività Il secondo sindacato autonomo dei bancari in un momento particolarmente delicato per l’acuta crisi e le profonde trasformazioni che interessano il settore, può ora parlare un’altra "lingua" damentale che vengano rimosse le anomalie regolamentari che le penalizzano. In primo luogo, esse devono recuperare la loro vocazione commerciale e orientarsi effettivamente ai territori di riferimento. Sino ad oggi, invece e incomprensibilmente, l’interesse dei banchieri è stato rivolto a modelli di banca concentrati sull’attività speculativa, ripeto senza strategie di lungo periodo. Finora hanno vissuto sull’ipotesi che sarebbe stato sufficiente qualche sofisticata operazione sui mercati finanziari internazionali per assicurare bilanci in utile. Questo comportamento si è rivelato fallimentare. Potrebbe, a limite, portare benefici di corto respiro in un momento di crescita ma
accumula tossine che si sprigionano nei momenti di crisi, contribuendo al peggioramento della congiuntura negativa e mettendo altresì a repentaglio la stessa sopravvivenza delle Banche. ll comportamento delle banche ha fin qui contribuito all’inasprimento della crisi. Non si possono addossare alle banche tutte le responsabilità della crisi. Il ritardo e la difficoltà dell’Italia registrano un aggravamento anche per le politiche economiche procicliche, improntate all’austerity e prive di misure in grado di favorire l’avvio dell’auspicata ripresa, ma esse hanno comunque certamente contribuito a tale situazione. Il “credit crunch” è posto in essere dalle Banche in misura prevalente verso la clientela “comune”, famiglie e imprese medio-piccole, che da sempre costituiscono l’elemento trainante dell’economia italiana e non trova analogo comportamento nelle “elargizioni” concesse in nome del cosiddetto “capitalismo di relazione” e delle cosiddette “operazioni di sistema”. Come rilevato nel nostro Congresso, le difficoltà del contesto sono strumentalmente utilizzate dalle Banche quale fondamento per orientare la loro attività verso operazioni di natura finanziaria a discapito del sostegno all’economia reale. In tal senso, sono certamente discutibili alcune note operazioni creditizie, che hanno originato svariati miliardi di euro di sofferenze che le Banche intenderebbero ora far pagare alle Lavoratrici ed ai Lavoratori, continuando
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Sabato 16 Novembre 2013
Ogni tanto ne “ingarriamo” una
Unione europea e credo che sarà uno dei campi di battaglia più importanti del prossimo futuro. La crisi non può essere superata solo con interventi di carattere finanziario e creditizio. È necessaria una politica di riforme strutturali per il riequilibrio del bilancio e delle finanze pubbliche che privilegi i fattori di sviluppo reali, che salvaguardi pensioni e sanità che continuano ad essere sacrificate in favore della rendita finanziaria e degli interessi delle lobby, che diano una risposta alla precarietà ed alla disoccupazione, soprattutto giovanile e che rilancino i consumi per avviare una effettiva ripresa. In quale modo le banche possono aiutare il Mezzogiorno e le aree deboli? In primo luogo è necessaria una separazione tra istituti finanziari che si dedicano a operazioni speculative e banche commerciali che devono essere protagoniste della politica creditizia sul territorio. Il modello di banca universale si è rivelato troppo pericoloso e incontrollabile, poiché le banche hanno progressivamente abbandonato i territori, si sono concentrate sulle operazioni speculative dove - peraltro - non sono necessari grandi numeri di lavoratori. Inoltre, hanno ritenuto che fosse possibile procedere ad una selvaggia contrazione del costo del lavoro, nella convinzione che l’informatizzazione avrebbe risolto qualsiasi problema, lasciando a sé stesse famiglie, imprese e rinunciando alla necessaria relazione con la clientela, sacrificando anche professionalità e conoscenze acquisite dal Personale in anni di attività ed esperienza. Come è stato ribadito in sede congressuale sono convinto che una forte azione sindacale possa contribuire a innescare quella non più rinviabile profonda riflessione sul ruolo delle banche. È necessario che tornino ad essere un effettivo volano per la crescita economica, presupposto indispensabile anche per l’incremento dei livelli occupazionali. In questa ottica, particolare attenzione va prestata alle aree del Mezzogiorno, che registrano una pericolosa ulteriore recessione con gravi ripercussioni sociali. Lo sviluppo delle potenzialità che pure le regioni del Sud Italia esprimono, potrebbero rappresentare una ulteriore spinta per la crescita economica complessiva del Paese intero. anche a riconoscere ricchi compensi e prebende allo stesso Management responsabile di aver progettato ed avallato le suddette operazioni. Questo significa chiedere una rivoluzione nel sistema retributivo... Bisogna rivedere in profondità il sistema di retribuzione dei manager, rivisitando il sistema dei bonus legati ai risultati, che esasperano la ricerca di massimizzazione a breve termine a scapito di una strategia di lungo periodo. Certe retribuzioni sono francamente scandalose. Tutto il sistema andrebbe rivisto dalle fondamenta, poiché l’allargamento della forbice delle retribuzioni costituisce uno degli elementi fondamentali che provoca la contrazione dei consumi. In Svizzera sono stati organizzati referendum popolari per porre un tetto a questi sistemi che provocano grandi e gravi ingiustizie sociali. Quali sono le rivendicazioni che intendete proporre per il rinnovo del contratto? È necessario costruire strategie di lungo periodo, effettivamente performanti, in grado di rispondere alle esigenze della responsabilità sociale delle Imprese e tutelare interessi primari come quelli della tutela del risparmio e dell’assistenza reale a famiglie ed aziende effettivamente meritevoli. Il personale bancario ha la professionalità e la competenza per proporsi come interlocutore delle famiglie e delle imprese del territorio. Rifiutiamo la
descrizione di ABI di un personale culturalmente distante dalle nuove esigenze del mercato e incapace di affrontarle. Non accettiamo, inoltre, le richieste di controparte su flessibilità in uscita, sul devastante ricorso ad una deregolamentazione selvaggia ed alle facili esternalizzazioni. Tutto ciò determinerebbe la deprofessionalizzazione del Personale. Soprattutto, difendiamo la rete commerciale, rifiutando il progetto di una rivisitazione in senso restrittivo con la chiusura di filiali che costituirebbe anche un pericolo per i livelli occupazionali e un danno per la clientela che perderebbe il rapporto con la Banca / Persona sostituita da una Banca automatizzata e spersonalizzata. Non è inoltre pensabile che le Banche continuino a credere sacrifici economici agli oltre 300.000 addetti del settore ed alle loro famiglie. La libertà di circolazione dei capitali finanziari senza regole e controlli pone dei seri ostacoli a qualsiasi politica creditizia. L’esistenza dei paradisi fiscali e la persistente assenza di una seria azione di contrasto al fenomeno di capitali italiani esportati all’estero, stimati tra i 200 e i 300 miliardi di euro, rappresentano un forte freno alla ripresa e alla crescita dell’economia. È un fenomeno che va affrontato in sede europea, ma non più rinviabile. La deregulation doveva portare all’abolizione di regole e vincoli inutili e contraddittori, non all’anarchia finanziaria. Questo è risultato evidente anche a livello di
Quali sono le linee guida che intende perseguire nella sua azione sindacale? Uno dei problemi più urgenti è il riequilibrio della distribuzione della ricchezza prodotta, con un recupero di potere di acquisto da parte dei lavoratori. Inoltre, è necessario sostenere le aree più disagiate del Paese. Non si tratta solo di un problema di giustizia sociale, ma di una necessità inderogabile per rilanciare l’economia. In tal senso, particolare attenzione da parte delle banche, va prestata al sostegno delle aree meridionali le cui potenzialità economiche e produttive non sono supportate adeguatamente. Non bisogna dimenticare il potenziale pericolo rappresentato dal crescente disagio sociale provocato dall’attuale fase recessiva che interessa fasce sempre più ampie di famiglie. Il segnale di compattezza inviato in questi giorni con la massiccia partecipazione dei lavoratori bancari allo sciopero è un chiaro segnale di disagio di una categoria intera considerata ancora oggi, a torto, privilegiata. Su tali problematiche la compattezza del fronte sindacale è un elemento fondamentale per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori del settore e poter anche efficacemente intervenire sulle banche al fine di metterle di fronte alle loro responsabilità e spingerle a tornare a fungere da effettivo volano per la crescita economica del Paese. O.p.
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Sabato 16 Novembre 2013
Si sono mangiati pure il tacco dello Stivale
La politica dello sfascio
darsi di Bersani, tra l’altro dilaniato da un partito senza bussola e senza garanzia di governo interno. Il giorno dopo, anzi un minuto dopo, dentro il Pd sarebbe scoppiata la guerra per farlo fuori, per impedirgli di vincere, perché fosse lui il risolutore della crisi di governo. Il Pd non è un partito, è un agglomerato di correnti e di personaggi, a volte l’uno contro l’altro, quasi tutti con tesi funzionali all’interesse del momento che nulla ha a che spartire con l’interesse del paese. Siamo davvero il un “cul de sac” come si dice. A destra un partito che la gente non vuole più, guidato da una persona che ha scambiato lo stato per un feudo personale e per i suoi gusti estetici, sessuali ed economici. Un bel paradiso dove lui è tutto: la legge, l’economia, la democrazia, il futuro, il sesso. Con un esercito di dipendenti, al suo libro paga, che stanno lì solo per fare da cane da guardia a lui ed alla sua ricca famiglia. Come se la crisi del paese l’avessero creata i marziani. Dall’altra un partito che non è lontanamente parente né del grande Pci di Palmiro Togliatti, di Enrico Berlinguer, di Longo, di Ingrao, di Terracini, di Giancarlo Paletta, né del Pd per come lo avevano predicato. Poi la forza aggregata che nulla ha a che spartire con il cristianesimo, la Democrazia cristiana di Alcide de Gasperi, di Moro, Fanfani, Rumor, Donat Catten, Zaccagnini.
di Giuseppe Aprile
I due estremismi che hanno distrutto il Paese: la destra ha fatto vincere un individuo (un solo uomo al comando, Berlusconi ). A sinistra, facendo scempio della democrazia, hanno distrutto l’individuo, non hanno costruito una guida democratica, hanno fatto fuori la democrazia costituzionale. Il centro è il doppio gioco per impedire ogni forma di gioco. La solita manovra dorotea. La conseguenza è che mancano, oggi, in questo Paese tutte le grandi forze che la tradizione politica italiana stava allevando. E di nuovo non c’è nulla. Destra, Sinistra e Centro. Che fare? Se continuano a stare in piedi i responsabili dello sfascio, tra cui mettiamo in prima fila le gravi responsabilità del sindacalismo confederale, non c’è alcunché da fare. Se non si punta l’obiettivo del cambiamento sul luogo preposto costituzionalmente per il governo generale del Paese, si naviga nel buio dove i corruttori del sistema continuano a stare a galla impedendo ogni forma di cambiamento e di rinnovamento. Di questi irresponsabili, corruttori e approfittatori, si potrebbero fare nome e cognome ed indirizzo senza tema di fare alcun errore. E loro sanno cosa sono e per quanta parte sono responsabili singolarmente e come appartenente a gruppi che invece che politici, sono stati e sono di potere per il potere: antipopolare. La politica l’hanno distrutta totalmente. La data del disastro è legata ai primi anni novanta. Non è vero che la crisi sia mondiale. La crisi è squisitamente italiana e dei paesi che, come l’Italia, hanno molto limitata autonomia. Non solo, infatti, non sono in crisi, ma sono vigorosamente, più che mai, su strade di sicuro presente e certo avvenire, paesi come la Germania, la Francia, l’Inghilterra, il Giappone e quelli che per vivere non invocano quotidianamente le politiche europee perché hanno una loro economia, una loro autonomia, una loro politica. La crisi colpisce l’Italia, la Grecia, la Spagna. Non vedo come possano ritenere in crisi Paesi normali, che sono come sempre, e cioè la Svezia, la Norvegia, la Svizzera,la Cecoslovacca. I paesi potenti, vengono avanti, invadendo, da una parte paesi dello scacchiere internazionale- Sono la Cina, l’India, i soliti Stati Uniti, il Canadà e dall’altra si vive il fenomeno equivoco di profughi africani e dell’oriente europeo che trovano zappabile la terra molla. Questa è la realtà che, infine, ritiene mercato di consumo i paesi in guerra, ritenuti tali perché, appunto, consumano le armi che devono poi venire consumati e resi strumento economico e di potere. Per quanto riguarda il nostro Paese, non è più rinviabile l’inizio della ribellione popolare. I nemici del progresso e della costituzione sono assai chiaramente espressi. Oggi, addirittura, il capo del governo Letta, esprime l’idea che il governo da lui presieduto è la conseguenza del fato che il M5S di Beppe grillo s’è rifiutato di accettare la proposta Bersani e si esibisce in una sorta di elogio per quest’ultimo che avrebbe sacrificato chissà che cosa sull’altare della democrazia. Quando tutti sanno che Bersani non ha proposto un governo assieme Pd e M5S, ma voleva, furbescamente, coinvolgere Grillo ad un’azione che avrebbe decisamente smentito addirittura l’ossatura delle sue tesi politiche:che pd e pdl fossero egualmente responsabili del crollo di questo Paese,
La Destra che ha fatto vincere Berlusconi, la Sinistra che ha distrutto la democrazia e il Centro che fa il doppio gioco La conseguenza è che mancano tutte quelle forze che la tradizione politica stava allevando oramai verso la perdizione e che entrambi dovessero andar via. Cosa che, poi, l’elettorato ha accettato facendo perdere dodici milioni di voti ai partiti che avevano governato questo paese:Pd, Pdl e Monti, di fronte a questo dato, dovrebbe domandarsi Letta, chi avrebbe potuto assumersi la responsabilità, da gravemente perdente, di proclamarsi forza destinata al governo? Non solo l’elettorato ha bocciato sonoramente e come non mai i candidati a governare, l’uno e l’altro, ma ha risposto no allo stesso Bersani che ha fatto tutta la campagna elettorale dicendo: “Ora tocca a noi”. Non ha espresso dubbi che adesso l’elettorato gli avrebbe conferito quel tipo di forza elettorale che gli avrebbe garantito l’incarico di fare il governo e di riuscirci. L’elettorato, proprio con il voto, gli ha detto no. Il risultato delle elezioni è stato chiaro: Non vogliamo alcuno di questi responsabili della crisi, al governo del nostro Paese. Un capitolo a parte è Grillo. Ha tutto il diritto a comportarsi da forza che è convinta che Pd e Pdl sono parimenti responsabili della crisi e di puntare al governo da solo. E, in un Paese senza coerenze e senza parole da onorare, sarebbe stato suicida fi-
Siamo (s)governati da persone che hanno la grave responsabilità non solo di non sapere governare e di non avere alcuna conoscenza delle problematiche su cui dovrebbe fondarsi un’azione di risanamento e di rilancio della politica prima e dell’economia dopo, ma sono anche bugiardi e puntano alla conservazione del loro potere e dei loro privilegi. E in TV, quelli che vanno, vanno con un compito specifico: sommergere la verità in un mare di menzogne. Inventano ragioni per la crisi che solamente un mediocre contadino potrebbe smontare a tamburo battente. Sono tutti per il superamento del Porcellum e nessuno fa nulla per avere una nuova legge elettorale. Sono per i risparmi che aiutino la ripresa e i nuovi investimenti, e nessuno fa un solo passo verso cose che sono di loro esclusiva competenza: il dimezzamento dei parlamentari, la cessazione delle pensioni d’oro (ed anche quelle di argento!), l’abbattimento immediato dei costi del parlamento, del governo, delle strutture che compongono l’elefantiaco apparato di una stato che prende, si paga e non da, non fa servizi. Ha costi esorbitanti senza ricavo per alcuno e solamente per arricchire deputati, senatori e governanti. Una nuova distribuzione delle ricchezze, una nuova legislazione perché davvero la giustizia sia fatta, un nuovo modello di sviluppo economico, restano solamente speranza senza futuro per la nostra gente. E, soprattutto, una grande riforma della giustizia che è prima di tutto riforme della legge, poi del sistema giudiziario; che avrà come compito di fondo il sapere abbattere il sistema criminale della ndrangheta calabrese e dalla mafia siciliana. E deve rivedere il ruolo ed i compiti della chiesa e del Vaticano. E dei Papi, tutti. Non siamo di fronte a difficoltà da superare. Siamo di fronte ad un potere di pochi che si oppone alla giustizia, al buon governo, che vive affamando la gente, i lavoratori, i giovani tutti. E, di fronte a tutto questo, campeggiano i cipressi di quel campo santo dove riposa in pace il sindacato confederale. Sulla cui lapide c’è scritto: “Eravamo, speravamo di crescere. Ora non ci siamo più. La morte ci ha colto”. Serve, ora, una immediata oceanica ribellione. A quando? Resta il Parlamento il luogo delle nostre disgrazie. È chiaro come l’acqua di una sorgente pura, nel cuore delle Alpi dove la mano dell’uomo non è ancora arrivata. Perderemo anche quella, senza ribellione immediata.
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Sabato 16 Novembre 2013
Dalla Calabria alle Filippine Nasce ad Altomonte Agres
Cuore Unicef sul tifone
«È nella difficoltà che bisogna far presto» ha dichiarato Francesco Samengo, presidente Unicef Calabria La più grave sciagura della storia è successa la scorsa settimana: il fifone Haiyan, che ha colpito le Filippine e che ha mietuto già 10mila vittime ad oggi accertate (ma il dato, purtroppo è destinato a crescere), colpito più di 11 milioni di persone, di cui 4,4 milioni di bambini. È stata dichiarata l’emergenza di massimo livello e l’Unicef, insieme al World food program, è impegnata dal primo momento nelle operazioni di soccorso, con i propri operatori sul campo, e ha già inviato le prime 60 tonnellate di aiuti dalla Supply division di Copenaghen. Servono alimenti, acqua potabile, vaccini, medicinali, tende, coperte. I bambini hanno bisogno di
essere salvati e protetti, in una devastazione che non ha precedenti. E bisogna fare presto! «È nei momenti di difficoltà che bisogna essere solidali» - ha dichiarato Francesco Samengo, presidente Unicef Calabria - «per questo ho chiamato tutti, ma proprio tutti a raccolta. Ho chiesto al presidente Scopelliti ed al presidente Talarico di avviare azioni si supporto. Ho coinvolto le Università, l’Ufficio Scolastico regionale, i Carabinieri, l’Anc, la Guardia di Finanza, i nostri ambasciatori Vigili del fuoco. Ma anche l’Unioncamere, le associazioni di categoria, affinché chiedano alle proprie imprese associate un segno in termini di responsabilità sociale d’impresa. Anche il Coni ed il mondo dello sport sono stati invitati ad unirsi all’Unicef in azioni di raccolta fondi e in una corsa contro il tempo». «Sono certo che in questa drammatica emergenza - ha continuato Samengo - la Calabria non ci farà mancare la sua solidarietà e sostegno». Fino al prossimo 26 novembre è anche attivo il numero solidale 45590, cui attraverso l’invio di un sms, si potrà donare 1 euro.
Giovani che si rimboccano le maniche Aiutare i giovani a crearsi un posto di lavoro in agricoltura, ritornando alla più antica e nobile delle attività umane. È questo il tentativo messo in atto ad Altomonte (Cs), dove un gruppo di giovani laureati e diplomati, agronomi e biologi, coltivatori diretti e braccianti agricoli, operai agricoli e specializzati, in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’intera collettività, hanno fatto nascere la cooperativa Agres (Agroenergia del sole Altomonte). La cooperativa si pone tre scopi fondamentali: avviare un’attività che tende a rimettere in produzione i tanti terreni coltivati ad uliveto presenti sul vasto territorio rurale di Altomonte, e che oggi versano spesso in abbandono perché i costi di coltivazione e di raccolta sono troppo elevati per i proprietari (persone anziane, emigrati, proprietari di piccoli appezzamenti, ecc.); recuperare dalla coltivazione e dalla lavorazione degli uliveti e delle olive tutti i cascami vegetali e biologici possibili, valorizzandoli ai fini della produzione di biogas per energie rinnovabili; valorizzare l’olio e gli altri prodotti agroalimentari del territorio tramite la nascita di una piattaforma logistica e commerciale da ubicare nell’area industriale di Serragiumenta, a ridosso del costituendo parco logistico, finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito del Pisl Attività produttive del Pollino e dell’Esaro. In questa sua attività, la cooperativa sarà pienamente sostenuta dall’amministrazione comunale di Altomonte, che ne condivide l’idea progettuale e gli scopi finali, contribuendo a porre in essere tutti i percorsi possibili per arrivare alla realizzazione concreta delle attività. Tutto ciò si farà coinvolgendo anche i territori e i giovani delle comunità limitrofe di Lungro, Firmo, Acquaformosa, San Donato Ninea, San Sosti, Mottafollone, e Roggiano Gravina. Nell’incontro sul tema “L’olivicoltura in terreno collinare”, che si svolgerà sabato 16 novembre 2013 alle ore 17, presso il palazzo comunale di Altomonte, sarà presentato quanto vorranno realizzare i ragazzi e le ragazze della Cooperativa, già a partire dalla stagione olearia in corso. All’incontro, per il quale è stato richiesto il patrocinio dell’assessorato regionale all’Agricoltura, parteciperanno agronomi ed esperti del settore, associazioni di categoria, politici ed amministratori locali. «Ancora una volta Altomonte si propone come laboratorio di esperienze positive e di buone pratiche - dice il sindaco Gianpietro Coppola - proponendo un progetto che cerca di recuperare la coltivazione dell’ulivo, una delle vocazioni tradizionali dei nostri territori, e più in generale l’attività agricola. Un settore che sente fortemente la concorrenza della globalizzazione ma che, grazie al ricorso alla cooperazione e alle esperienze di coesione socio-economiche, alle straordinarie caratteristiche delle varie coltivazioni del comprensorio e sfruttando anche il trend in crescita dell’agroalimentare (uno dei pochi settori con dati economici positivi ed in espansione nell’economia italiana nel 2012/2013), può ancora creare occupazione, lavoro e sviluppo di cui la terra calabra ha drammaticamente bisogno».
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Sabato 16 Novembre 2013
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Rubrica a cura dell’Ente di Patronato e di Assistenza sociale Epas-Fna (Federazione nazionale agricoltura)
IN COLLABORAZIONE CON
SEDI ZONALI ALTOMONTE FRANCAVILLA MARITTIMA PRAIA A MARE SCALEA
C.DA PANTALEO, 7/A VIA MAZZINI, 64
0981/946193 0981/992322
VIA TRIESTE, 20 VIA FIUME LAO, 253
0985/777812 0985/90394
SEDI COMUNALI ACRI ALTOMONTE CASTROVILLARI CERCHIARA DI CALABRIA CETRARO COSENZA FAGNANO CASTELLO GRISOLIA LAUROPOLI DI CASSANO IONIO MALVITO MOTTAFOLLONE PAOLA SAN MARCO ARGENTANO SCALO SAN SOSTI SANTA MARIA DEL CEDRO SARACENA SARTANO DI TORANO CASTELLO SPEZZANO ALBANESE TERRANOVA DA SIBARI TREBISACCE VILLAPIANA LIDO VILLAPIANA LIDO
VIA DUGLIA, 486 VIA SAN FRANCESCO, 62 C/O STUDIO LEGALE CORDASCO VIALE PADRE F. RUSSO CONTRADA PIANA VIA G. DE GIACOMO, 4 VIA DE RADA, 24 VIA SAN SEBASTIANO CORR. BELLUSCI ANGELO PIAZZA CAPOLANZA, 8 CONTRADA VADITARI CORR. BORRELLI ANTONIETTA VIA NAZIONALE, 134 C/O CEDEFIN VIA ALCIDE DE GASPERI C/O STUDIO PERRONE-NOVELLO VIA PIANO DELLA FIERA, 14 VIA SAN MICHELE, 10 PIAZZA XX SETTEMBRE, 21 CORSO UMBERTO I PIAZZA DELLA REPUBBLICA, 49 CORSO MARGHERITA, 365 VIA PARIGI, 16 VIA DELLE AZALEE C/O STUDIO MELITO VIA DELLE ROSE, 28 C/O TEAM SERVICE
333/9833586 0981/948202 0981/483366
0982 999654 0982/999368 349/5842008 346/8569600 347/9433893 0981/70014
349/5438714 0982/621429 346/8569600 0981/60118 0985/5486 340/9692335 0984/521251 345/1337465 0981/956320 0981/51662 0981/56414 0981/56423
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Sabato 16 Novembre 2013
Rubrica a cura dell’Ente di Patronato e di Assistenza sociale Epas-Fna (Federazione nazionale agricoltura)
SERVIZI OFFERTI DAL PATRONATO
INAUGURAZIONE NUOVO RECAPITO PATRONATO EPAS – SPORTELLO CAF ITALIA
SABATO 16 NOVEMBRE 2013 ORE 17:00
Pensioni di ogni genere Ricostituzioni contributive e documentali Indennità di Disoccupazione (Agr, Aspi ecc.) Controllo e rettifica posizione assicurativa Indennità di malattia, maternità, congedi parentali Infortuni e malattie professionali Pensioni invalidità civile, ciechi, sordomuti Indennità di accompagnamento e frequenza Assistenza Medico Legale
VIA G. GROSSI, 33 (DI FRONTE FARMACIA GIANCOTTI) BELVEDERE MARITTIMO (CS) PARTECIPERANNO :
LEONE CAZZOLATO – Responsabile EPAS – Tirreno
FRANCESCO PIGNATARO – Responsabile EPAS – Gruppo “ACQUARIO”
PIERPAOLO STELLATO – Direttore Provinciale EPAS
MARIO SMURRA
– Vice Segretario Nazionale FNA
SERVIZI OFFERTI DAL CAF Modello 730 Modello Unico Red Isee Modelli INPS: Icric-Iclav Successioni Dichiarazioni ICI - IMU Bonus fiscali e detrazioni Bonus Energia - Gas TUTTI I SERVIZI SONO GRATUITI
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Sabato 16 Novembre 2013
Tutela e sostenibilità ambientale
Inquinamento: “l’alternativa” è l’energia di Giovanni Perri
Le politiche energetiche dell’Unione europea viaggiano in direzione della produzione e dell’utilizzo sempre più significativo delle fonti energetiche alternative a quelle tradizioni per favorire la riduzione dell’inquinamento proveniente dalle cosiddette “polveri sottili” e degli effetti del “gas serra”. Quella dell’Ue è una visione innovativa che diventa strategica se si pensa al costo della risorsa petrolio ed alle dipendenze europee circa le aumentate difficoltà delle importazioni di questa fonte energetica e del gas per far funzionare il sistema produttivo italiano ed europeo. In tale contesto è anche opportuno, sostenibile e ccoerente pensare ad una attenta politica della mobilità legata alla produzione ed introduzione dei “biocarburanti” e di altre fonti energetiche alternative sostenibili di combustibili destinate ai mezzi di trasporto. Perciò sono totalmente condivisibili le iniziativa governative che incentivano tali politiche finalizzate a studiare e ad individuare soluzioni come quelle legate all’utilizzo delle biomassa per produrre fonti energetiche alternative per essere impiegate nell’attività della mobilità urbana e dei trasporti in genere, per il riscaldamento termico e per l’abbassamento delle emissioni di CO2, monossido di carbonio ed altre sostanze chimiche che inquinano l’aria e l’ambiente. La nuova politica energetica, nel futuro, è destinata ad assumere grande significato ambientale per quanto attiene l’inversione dei rapporti e dei consumi a vantaggio di quelli provenienti da fonti energetiche alternative rispetto ai tradizionali combustibili fossili. Le vicende petrolifere mondiali di ultimi anni, ci dicono ormai chiaramente che è giunto il tempo di puntare alla sostituzione dei cosiddetti combustibili tradizionali. Tali possibilità, oltre che praticabili e sostenibili sotto l’ottica ambientale e del miglioramento della qualità della vita nelle aree ad alta concentrazione antropica, ma ugualmente valida dal punto di vista del contenimento dei costi energetici, si coniugano bene con il rispetto dell’ambiente e con una maggiore competitività nel campo delle attività economiche, produttive e dei servizi. Queste considerazioni sono valide anche nel settore dell’agricoltura per quanto attiene il riscaldamento dell’orto-florovivaismo e degli allevamenti zootecnici, dove la sola voce “carburante” incide sul bilancio aziendale ed in maniera abbastanza sostanziale sui costi della produzione dei prodotti agricoli e zootecnici. È perciò auspicabile che nei prossimi anni si produca energia rinnovabile nell’ottica della tutela e sostenibilità ambientale, elaborando “piani o interventi strategici” per la produzione di alternative energetiche e tecnologicamente innovative, valide e vantaggiose, sia dal punto di vista economico, sia per rispondere alle urgenti necessità di ridurre le emissioni che inquinano il suolo, l’aria e ambiente in genere. La fase di raccolta delle biomasse dalle superfici boscate ed i relativi costi di trasporto della materia prima ai luoghi di trasformazione in energia viene anche facilitata dal frazionamento della proprietà e della ridotta dimensione aziendale. In questo contesto la Calabria, le cui produzioni
Precisazione sull’evento “Ti olio bene... Altomonte”
Questione di logo L’Ue viaggia in direzione della produzione e dell’utilizzo delle fonti energetiche alternative per favorire la riduzione delle “polveri sottili” agricole e forestali non sono trascurabile, può dare un certo contributo, non abbandonando l’attività agricola, né creare facili entusiasmi e atteggiamenti di abbandono di alcune colture tradizionali agricole e boschive a favore di quelle destinate alla produzione di energia elettrica rinnovabile. Quello che è certo è che la nuova politica energetica dovrà orientarsi o fare affidamento sull’utilizzo dei carburanti liquidi o gassosi, ricavati dalla biomassa di origine agricola o forestale con iniziative progettuali finalizzate a far decollare e sostenere le principali attività economiche produttive, sia pubbliche che private, e parimenti offrire nuove possibilità di sviluppo e nuovi orizzonti applicativi nel campo dei servizi al riscaldamento delle strutture abitative dei manufatti adibiti ai servizi in genere (uffici, scuole, ospedali ecc.). agronomogperri@virgilio.it
L’organizzazione dell’iniziativa dal titolo “Ti olio bene... Altomonte” svoltasi nei giorni 30 e 31 ottobre ad Altomonte (Cs), rende noto che ha avviato sin da subito la cancellazione di ogni forma di pubblicazione del logo utilizzato e che si impegna affinché lo stesso, non venga attribuito a future iniziative di loro pertinenza; sottolinea di non aver a che fare in alcun modo con il materiale prodotto dall’associazione che fa capo all’iniziativa PrimOlio, con sede a Palmi (Rc), la quale ha utilizzato inconsapevolmente il logo stesso nella loro comunicazione. Si fa presente che il materiale prodotto dall’organizzazione (manifesti e pieghevoli) è stato distribuito esclusivamente a livello locale, all’interno del comune di Altomonte. La dimostrazione è stata la presenza irrisoria di pubblico, durante le due giornate. Inoltre, non rivendica la paternità della realizzazione del logo stesso e adotterà tutte le azioni volte a non indurre il pubblico a confondere l’evento di Altomonte con quello internazionale di Olio Officina, rimuovendolo in tutti i contesti promozionali, smentendo qualsiasi collegamento con l’evento Olio Officina. Infine, ribadisce la ricaduta senza fini di lucro della manifestazione, l’assenza di alcun ricavo dalla stessa e la copertura delle spese a carico esclusivo dell’organizzazione. oleificio Papaleo, associazione culturale Città Futura, 20 di..vini network
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