Voce ai giovani

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Anno 37 - 2 Novembre 2013 - Numero 44

Settimanale indipendente di informazione

euro 0,50

Solidarietà con le mani tagliate, visto che anche in Calabria scatta l’allarme sulla carenza degli aiuti del Banco alimentare OPPORTUNITÀ POCO NOTE

CULTURA IN GRANDE STILE

Ulcer Days: regina reginella, quanti passi devo fare per curarmi?

Tropea un festival per leggere e per scrivere

L’Aiuc organizza a Cosenza incontro per pazienti con lesioni croniche

Programma diviso in quattro sezioni e attento alle realtà territoriali


II

sabato 2 novembre 2013

Opportunità poco conosciute Medici e pazienti al Teatro Rendano di Cosenza il 6 novembre

Ulcer days Dove mi curo?

Si svolgerà anche a Cosenza, come sta accadendo in diverse città italiane, la Giornata dedicata al tema delle ulcere cutanee, UlcerDays, che si propone di sensibilizzare in merito ad una patologia invalidante e diffusa, ma le cui opportunità di cura sono poco conosciute, il che fa sì che i pazienti siano spesso portati a rivolgersi a strutture lontane, con aggravi di spese e di sofferenza. L’iniziativa cosentina si svolgerà mercoledì 6 novembre, con inizio alle 16,30, nella sala Quintieri del Teatro Rendano. L’organizzazione è dell’Aiuc - Associazione italiana ulcere cutaneein collaborazione con Simitu - Associazione per i diritti dei pazienti affetti da lesioni croniche cutanee e con il patrocinio del Comune di Cosenza. Ad aprire i lavori sarà il coordinatore regionale Aiuc dottore Francesco Giacinto,che è anche responsabile dell’ambulatorio di Vulnologia di I livello a Praia a Mare per l’azienda sanitaria cosentina. «La Giornata dedicata al tema delle ulcere cutanee - dice il dottor Giacinto - dovrà servire ad accendere i riflettori sulle esigenze dei malati e sulle opportunità di cura esistenti nella nostra regione. C’è soprattutto la necessità di istituire percorsi diagnostico-terapeutici dedicati, in grado di dare risposte efficaci in termini di cure appropriate e riduzione della sofferenza delle persone malate. Al dibattito abbiamo perciò invitato medici, infermieri, amministratori della sanità, responsabili delle politiche sociali, rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni civiche». Nella qualità di coordinatrice del mondo delle associazioni del terzo settore di Cosenza, Alessandra De Rosa rappresenterà il punto di vista dei numerosi pazienti che registra anche la provincia cosentina. Dopo i saluti delle autorità, inizieranno le esposizioni delle relazioni scientifiche: Raffaele Serra dell’Università di Catanzaro, responsabile di un master in vulnologia su: “Peer to peer - Wound Web Net”. Luigi Battaglia responsabile scientifico del Progetto regionale per le ulcere cutanee su: “I percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali in Calabria”. Quindi, le esperienze dei centri di cura in Calabria, con i dottori Francesco Giacinto che opera a Praia a MareScalea; Giovanni Saladini, consigliere nazionale Aiuc, a Lamezia Terme; Stefano Priolo, responsabile dell’ambulatorio di I livello, a Reggio Calabria; e con Miro Sollazzo, infermiere esperto nella cura delle ulcere, responsabile dell’Ambulatorio infermieristico a Polistena. Seguiranno le relazioni delle dottoresse: Marilù Vulnera direttore dell’Area farmaceutica territoriale dell’Asp di Cosenza su: “L’ulcera cutanea; counselling e farmacia” Giuliana Bernaudo direttore del Distretto “Tirreno” dell’Asp di Cosenza su: “L’ulcera cutanea nel distretto Tirreno”. Si darà poi voce ai pazienti ed al dibattito. Concluderà Francesco Giacinto.

L’Aiuc Associazione italiana ulcere cutanee organizza in collaborazione con Simitu Associazione per i diritti dei pazienti affetti da lesioni croniche cutanee e con il patrocinio del Comune di Cosenza

Il grido d’allarme

Troppi tumori nella Piana di Gioia Tauro Il grido d’allarme lanciato da monsignor Milito e da diversi comitati di cittadini della piana di Gioia Tauro ripropone con forza la preoccupazione di un aumento delle patologie tumorali le cui cause sono da accertare e che dovrebbero spingere i vertici dell’Asp n° 5 a completare l’iter per la operatività del registro tumori istituito con delibera del 26 febbraio 2013. Il consigliere regionale Giuseppe Giordano ricorda come le diverse interrogazioni presentate sulla problematica e l’ audizione, dallo stesso richiesta, in terza commissione consiliare dei rappresentanti dell’azienda sanitaria hanno permesso di acclarare i ritardi accumulati dalla regione e dalla stessa Asp nella istituzione del registro provinciale dei tumori. Le risposte date, sottolinea Giordano, non hanno soddisfatto i membri della Commissione consiliare tenuto conto che la procedura per la raccolta dei dati ai fini dell’accreditamento presso l’Airtum è ancora allo stato iniziale e si comprende bene come solo un adeguato flusso di dati possa contribuire all’individuazione dei fattori di rischio su una area territoriale. Ebbene, denuncia Giordano, dalle dichiarazioni dei vertici dell’Asp reggina nella seduta del 12 giugno si evince un percorso ancora allo stato embrionale che non è più tollerabile tanto da determinate da parte della Commissione, anche su mia sollecitazione, l’esigenza di chiedere nell’arco di un semestre oltre che una nuova audizione dei rappresentanti dell’azienda sanitaria anche una relazione dettagliata con relativo cronoprogramma sui tempi di operatività del registro tumori provinciale. In tal senso, conclude il consigliere regionale, essendo trascorsi i tempi richiesti dalla stessa Asp, provvederò a richiedere al Presidente della terza commissione consiliare una nuova audizione e,soprattutto, una relazione sullo stato della procedura con la speranza che siano stati fatti passi in avanti non potendo più le popolazioni calabresi vivere nell’incubo di un aumento delle patologie tumorali e non conoscerne le possibili cause.


sabato 2 novembre 2013

III

“Passi” importanti Il libro della ballerina Marygarret “La verità, vi prego, sulla danza!” diventa tesi di laurea, tradotta in francese di Lucia De Cicco

Diventa una tesi di laurea, tradotta in francese, la fatica letteraria di Mariafrancesca Garritano (in arte Marygarret, ex ballerina alla Scala di Milano) dal titolo La verità, vi prego, sulla danza! Un testo che l’autrice calabrese ha scritto per mettere in risalto il dietro le quinte del mondo della danza. A farne una tesi per la sua laurea è una ragazza siciliana, Elena Marino, che si è lasciata intervistare dal nostro settimanale. Ci racconta un po’ di sé Elena Marino: «La mia vita fino a qualche anno fa è stata una perenne scelta tra danza e studio. Ho iniziato a studiare danza classica all’età di otto anni, e a diciassette ero convinta del fatto che avrei voluto proseguire con la carriera di ballerina. Sfortunatamente le mie ginocchia non me l’hanno permesso, poiché sono affetta dalla sindrome del ginocchio “ballerino”. Ebbene si! Pure loro ballavano troppo... Le numerose lussazioni alla rotula mi hanno impedito di continuare con la carriera tanto sognata e proseguire con un’altra passione, quella per le lingue. Così, dopo essermi diplomata al liceo linguistico, decisi di iscrivermi all’Università per mediatori linguistici, di Palermo. Adesso sono laureata, e spero di non infrangere nemmeno questo sogno, ovvero quello di diventare un’affermata interprete».

Verità e danza con la pergamena La tesi di Elena Marino traduce alcuni capitoli del libro e la postfazione di Michele Villanova (già primo ballerino del Teatro alla Scala); la novità consiste nel fatto che è la prima tesi ad essere in lingua diversa dall’italiano. Va detto, infatti, che La verità, vi prego, sulla danza! è stato oggetto anche di altre tesi di laurea come “Anoressia l’ombra dell’Occidente” (diventata poi un libro) di Alessandra Pinetti, sociologa. E lo ritroviamo anche nella tesi di laurea in Scienze dell’educazione, anch’essa diventata libro, A scuola di danza classica di Eleonora Pandolfini. E ancora nella tesi di laurea “Adolescenti in lotta con il corpo. Lo sport come fattore di rischio e fattore protettivo nei disturbi del comportamento alimentare” di Marta Cecchini, psicologa. Inoltre questo libro è stato voluto fortemente da Michele Villanova, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, per il Primo studio sulla nutrizione dei danzatori classici presso il Gac (Giovani al centro) di Milano, da cui ne è scaturita una tesi di laurea della dottoressa Simona Canali con il supporto di Pietro Marco Boselli, biologo e nutrizionista, professore dell’Università degli Studi di Milano). Perché dottoressa Marino, l’idea di tradurre in francese il testo di Marygarret e farne una tesi di laurea? Ho deciso di tradurre qualche capitolo del libro della Garritano perché la mia tesi di laurea consisteva in una traduzione verso una lingua straniera, in questo caso del francese, così ho voluto racchiudere in un unico testo l’amore per la traduzione in lingua e quella per la danza classica. Anche lei ballerina. Ha trovato molte analogie con il libro di Marygarret? Sì, studio danza classica da più di dieci anni, ero già a conoscenza di tutti i dietro le quinte presenti all’interno del pianeta “danza” ma, naturalmente sentirli raccontare da una ballerina, che ha calcato coi suoi stessi piedi quegli ambienti “magici” è tutta un’altra cosa. Inoltre, nel libro Marygarret apre il suo cuore a tutto ciò che la danza le trasmette; parla di gioie, forti emozioni, grandi soddisfazioni, ma anche di pianti e delusioni e tutto questo ensemble è ciò che proverebbe qualsiasi ballerina, che come me ama questo mondo. Ha avuto modo di conoscerla personalmente? No, purtroppo sia a causa della lontananza sia per i vari impegni universitari non ho avuto la possibilità di farlo. Tuttavia, abbiamo avuto modo di comunicare via email e grazie a questo mezzo, è riuscita a chiarirmi molti dei dubbi riguardanti la traduzione del libro. Che apporto di conoscenza pensa di portare con una tesi che riguarda il mondo del balletto e in generale il mondo della nutrizione?

A farne una tesi per la sua laurea è una ragazza siciliana, Elena Marino, che si è lasciata intervistare

Ciò che intendo trasmettere è lo stesso messaggio della scrittrice, e anche la divulgazione di un problema più o meno diffuso nel mondo della danza, quello dei disturbi del comportamento alimentare. Quest’ultimo è un fenomeno, che mi sta molto a cuore, in quanto nel mio piccolo ho sempre cercato di attivarmi nei piccoli ambienti di danza affinché questo comportamento non diventasse una patologia. Purtroppo, quello dei disturbi alimentari è considerato ancora oggi un tabù, e la traduzione in lingua straniera di questo libro vuole essere un campanellino d’allarme, che ho voluto lanciare affinché questo problema potesse essere affrontato con il giusto peso al fine di scuotere le coscienze a tal riguardo. Che cosa ha trovato nel libro di Marygarret che ha ritenuto importante per la sua tesi o comunque che a livello universitario potesse interessare? La traduzione di un libro è sicuramente molto difficile, ma con impegno e dedizione e grazie al prezioso aiuto del mio relatore, Eric Biaji, sono riuscita nel mio intento. Ho deciso di tradurre questo libro perché non è banale, non analizza la danza solo sotto i profili più eterei, ma fa un’accurata analisi di tutto ciò che vi è nel mondo della danza, dagli aspetti più felici a quelli più tristi. La discussione della mia tesi di laurea ha riscosso molto successo e partecipazione da parte della Commissione proprio per gli argomenti trattati. Poiché non sempre vengono affrontati dai ballerini che scrivono sulla danza. Questi argomenti non riguardano solo i disturbi alimentari, ma anche storie di compromessi per ottenere un posto sul palco, o ancora piccoli segreti che l’autrice ci ha svelato riguardo ai retroscena prima di uno spettacolo. Per questo raccomando a tutti coloro, che non hanno ancora letto il libro di immergersi in questa bellissima esperienza letteraria.

Marygarret in scena Sopra, Elena Marino con la sua laurea


IV

sabato 2 novembre 2013

Il centro naturale della vita umana Dopo gli appelli di Papa Francesco in difesa della famiglia, il forum delle associazioni familiari della Calabria

La famiglia motore del mondo

«La famiglia è il motore del mondo e della storia; è una “comunità” non una semplice “somma delle persone che la costituiscono”, è “il centro naturale della vita umana” e per questo “chiede di essere riconosciuta come tale, tanto più quando prevale la tutela dei diritti individuali”. È questo il nuovo appello rivolto da Papa Francesco, che viene accolto con gioia e fatto proprio anche dalle famiglie della Calabria che aderiscono al Forum delle associazioni familiari». È quanto afferma in una dichiarazione alla stampa Antonino Leo presidente del forum calabrese che raccoglie così l'invito rivolto dal Santo Padre sabato e domenica scorsi, nel corso della grande Festa delle famiglie in pellegrinaggio a San Pietro per la conclusione dell'Anno della Fede. «È un invito limpido - dice Antonino Leo lanciato nel segno di una rinnovata azione della Chiesa in difesa del valore della famiglia». Leo ricorda che il Sinodo dei vescovi metterà al centro del prossimo biennio di riflessione e di preghiera la famiglia quale cellula primaria di ogni società e di ogni epoca, e che appena qualche settimana fa, anche la Chiesa italiana, a Torino, in occasione della 47esima Settimana Sociale dei cattolici italiani, ha titolato significativamente la discussione su “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”. Nel suo messaggio Papa Francesco ha ricordato che «la Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell'unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità". In questa realtà riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica italiana». «Poiché dal Santo padre proviene il forte richiamo al valore della famiglia - afferma Antonino Leo - e poiché, a conclusione dei lavori della grande assemblea sociale, ai cattolici italiani è stato consegnato il compito di testimoniare la bellezza della famiglia e metterla al centro del futuro del Paese, il Forum della Calabria vuole rispondere a queste sollecitazioni attraverso un rinnovato impegno attivo sul territorio».

Antonino Leo presidente del forum raccoglie così l’invito rivolto dal Santo padre nel corso della grande festa delle famiglie in pellegrinaggio a San Pietro per la conclusione dell’Anno della fede «È un invito limpido lanciato nel segno di una rinnovata azione della Chiesa in difesa di un valore inestimabile»

Il Forum calabrese, che raggruppa 25 associazioni che a vario titolo si occupano della famiglia, è presente su tutto il territorio regionale anche attraverso 5 Forum provinciali e rappresenta, dunque, l'interlocutore forse più qualificato sulle tematiche famigliari, rilancia alcune questioni di fondamentale importanza in termini di qualità della vita e di risposta efficace alla crisi economica che tanto duramente sta toccando numerose famiglie calabresi. Il Forum della Calabria è convinto che occorra un welfare non assistenziale, ma promozionale, fatto con le famiglie e non sulle famiglie; un fisco equo nei confronti dei carichi familiari, capace di proteggere le famiglie con figli; un lavoro armonizzato sui bisogni di padri e madri. «Sono temi - dice Leo - sui quali sarebbe un grande peccato di indifferenza se le istituzioni restassero in silenzio oppure procedessero con interventi che non hanno il supporto e il confronto con le rappresentanze organizzate delle famiglie». Da qui prende origine la richiesta rivolta nei giorni scorsi al presidente della Giunta regionale Calabria, Giuseppe Scopelliti, e all'assessore alle Politiche sociali, Nazareno Salerno, di un incontro durante il quale affrontare l'attuazione della legge regionale 01/2004, alla cui redazione il Forum aveva già dato un suo concreto contributo; esaminare le questioni legate al rinnovo della Consulta regionale della associazioni famigliari; discutere nuove misure in grado di affrontare la difficile situazione economica e sociale della famiglia in Calabria. «Il Forum delle associazioni famigliari - conclude il presidente Antonino Leo - ha pronte alcune indicazioni che sono il frutto del lavoro responsabilmente svolto dalle diverse sigle aderenti. Oggi esse vorrebbero confrontarsi con le istituzioni lungo il solco degli inviti rivolti da papa Francesco, l'ultimo dei quali bolla come “fallimento della società” ogni atto di abbandono e di emarginazione di bambini e anziani, nel segno di quella “globalizzazione dell'indifferenza” che tante volte egli ha denunciato come scandalo universale».


sabato 2 novembre 2013

Anche qui in esaurimento scorte È scattato l'allarme che riguarda la fine degli aiuti alimentari alle fasce più povere della nostra popolazione

Solidarietà con le mani tagliate

Anche in Calabria, come in tutto il Paese, è scattato l’allarme che riguarda la fine degli aiuti alimentari alle fasce più povere della nostra popolazione. Il 31 dicembre di quest’anno, infatti, si concluderà definitivamente il Programma europeo di aiuti alimentari agli indigenti dell’Unione europea (Pead) durato venti anni. L’esaurimento delle scorte di sovrapproduzione agricola su cui il programma si fondava e la revisione delle nuove disposizioni europee di sostegno agli indigenti, hanno innescato un processo irreversibile che, di fatto, elimina definitivamente il programma di aiuti. Dal prossimo anno, quindi, la possibilità di intervento sarà notevolmente ridimensionata. «Noi della Fondazione Banco alimentare Calabria - afferma il presidente del Banco alimentare calabrese, Franco Falcone - operiamo in questo campo a livello di volontariato dal 1996. Se la situazione dovesse rimanere immutata rispetto alle decisioni già assunte in Europa, dal prossimo anno, purtroppo, la nostra capacità di distribuzione degli ormai famosi “pacchi alimentari” si ridurrà in maniera drastica e ci troveremo a non poter più soddisfare le numerosissime richieste di cui siamo destinatari. Milioni di persone in gravi difficoltà non potranno più contare neppure su un dignitoso sostegno alimentare». «Per questo motivo - prosegue Falcone - riteniamo fondamentale concentrare tutte le forze, enti e strutture caritative insieme, per mostrare e ribadire, in ogni occasione possibile, il valore e la necessità del sostegno alimentare, primo passo del cammino di reinserimento sociale delle persone indigenti. A partire da questa convinzione abbiamo costituito a livello nazionale e locale un gruppo di lavoro denominato: “Insieme per l’aiuto alimentare”. Alcuni tra i più im-

«Noi della fondazione Banco alimentare Calabria afferma il presidente Franco Falcone facciamo volontariato dal 1996. Se la situazione dovesse rimanere immutata rispetto alle decisioni già assunte in Europa, dal prossimo anno la nostra capacità di distribuzione dei famosi “pacchi alimentari” si ridurrà in maniera drastica»

portanti Enti caritativi che operano su tutto il territorio nazionale si sono fatti promotori di un’azione pressante verso i vertici istituzionali per chiedere un’adeguata copertura economica del fondo che garantisca dal 2014 un sostegno alimentare agli indigenti su base nazionale. A livello locale stiamo svolgendo una serie di incontri “informativi” su tutto il territorio calabrese. A Vibo Valentia e a Reggio Calabria c’era anche il direttore regionale della Caritas, don Antonio Pangallo. Altri incontri di svolgeranno nei prossimi giorni a Corigliano Calabro, a Crotone. a Castrovillari, a Bisignano, sul Tirreno, nella Piana di Gioia Tauro, a Catanzaro, a Rende e a Cosenza». «Ogni calabrese, anche singolarmente - conclude il presidente dell’associazione Banco alimentare Calabria onlus - può dare il proprio contributo a favore di questa battaglia per la difesa dei più poveri e dei più deboli. Chiunque, infatti, dal 18 novembre al 2 dicembre può inviare un sms solidale a sostegno dell’attività della Rete Banco Alimentare al numero telefonico 45599 (1 euro da telefono cellulare o 2/5 euro da telefono fisso), donare con carta di credito o inviare un bonifico bancario con causale “Erogazione liberale a Fondazione Banco Alimentare onlus” al seguente Iban: IT 70 W 02008 01619 000100943590. Ma il contributo più grande che i calabresi potranno dare è quello di partecipare generosamente alla “XVII Giornata nazionale della colletta alimentare” che si terrà sabato 30 novembre davanti agli ipermercati e ai supermercati delle nostre città, facendo la spesa per chi è povero». associazione Banco alimentare della Calabria onlus

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sabato 2 novembre 2013

A tu per tu con l’ambiente Studenti dell’Istituto per geometri di Lamezia Terme in visita ai laboratori Arpacal di Vibo Valentia

Metti un giorno in laboratorio Il Parco della Sila in Ungheria con Europarc

40 candeline per la Federazione dei Parchi

Giornata dedicata alla visita guidata nei laboratori, nonché all’approfondimento direttamente dai tecnici in attività, per gli alunni della classe III sezione E indirizzo “Chimica, materiali e biotecnologie” dell’Istituto tecnico per geometri di Lamezia Terme. I ragazzi, accompagnati dalle professoresse Carmela Buemi, Felicia Giampà ed Elisabetta Zanellati, sono stati ospiti, nei giorni scorsi, dei servizi laboratoristici Chimico e Biotossicologico del dipartimento provinciale di Vibo Valentia dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal). Dopo il saluto del direttore del dipartimento, dottoressa Angela Diano, che ha brevemente illustrato le attività istituzionali dell’Agenzia, docenti ed alunni si sono recati presso i laboratori dove i ragazzi, assistiti dal chimico dottor Francesco Gionfriddo, hanno potuto effettuare la calibrazione della strumentazione portatile (pHmetro e conduttimetro) in dotazione alla Scuola. Successivamente, a cura del dott. Gionfriddo e dal biologo, dott.ssa Angela Alia, sono state eseguite, a scopo didattico, alcune tra le principali analisi chimiche e microbiologiche su campioni di acqua destinata al consumo umano. A conclusione della visita la professoressa Carmela Buemi, portando anche i saluti del dirigente scolastico, professor Salvatore Vescio, ha ringraziato il direttore del dipartimento di Vibo dell’Arpacal, esprimendo la propria soddisfazione per l’esito dell’attività didattica svolta e auspicando l’intensificazione della collaborazione tra i due enti; il tutto per approfondire le competenze tecniche in campo ambientale degli alunni che frequentano i nuovi indirizzi tecnologici (Trasporti e Logistica, Chimica Materiali e Biotecnologie, Tecnico delle Costruzioni, Ambiente e Territorio), istituiti presso l’Istituto tecnico per geometri di Lamezia Terme.

I ragazzi, in compagnia delle professoresse Carmela Buemi, Felicia Giampà ed Elisabetta Zanellati, sono stati ospiti dei servizi laboratoristici chimico e biotossicologico del Dipartimento provinciale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria

Il Parco nazionale della Sila ha preso parte alla Conferenza europea dei Parchi, organizzata da Europarc in Ungheria, a Debrecen, in occasione della celebrazione dei 40 anni dalla nascita della Federazione europea. L’evento ha avuto luogo recentemente nel Parco nazionale di Hortobagy, il primo Parco istituito in Ungheria ed il più esteso, ed ha registrato la presenza di circa 300 partecipanti, provenienti da diverse località d’Europa. Nel corso del summit si è discusso dei progressi compiuti in materia di conservazione della natura, e delle sfide che, in questo settore, attendono l’umanità nel prossimo futuro. Il Parco nazionale della Sila, rappresentato dalla presidente Sonia Ferrari, si è confrontato con uno scenario di respiro internazionale per discutere di vari temi e della governance delle aree protette. Alla base degli interventi dei relatori e delle varie attività svolte durante la Conferenza - fra cui escursioni tematiche e workshop - temi quali la pianificazione della gestione, il ripristino di ambienti naturali, le specie protette, la lotta contro le specie invasive, il finanziamento di tutte queste attività, le sinergie per il successo delle strategie di conservazione delle risorse naturali. L’Assemblea generale di Europarc Conference, che si è svolta durante la prima giornata dell’evento e che ha visto la partecipazione di centinaia di esperti e professionisti provenienti da Parchi e Riserve dell’Unione europea, delegazioni di Ministeri competenti per le aree protette ed esponenti delle principali organizzazioni ambientaliste continentali - è stata utile a discutere della gestione delle aree protette e del futuro della Federazione Europea dei Parchi. «Ogni anno prendiamo parte all’appuntamento cui siamo invitati da Europarc e che si svolge sempre in un Paese diverso, perché si tratta di un’esperienza significativa che ci consente di allacciare rapporti con realtà internazionali e, di conseguenza, di attuare un proficuo scambio di buone pratiche e di prendere spunti per nuove idee da realizzare nel nostro Parco - ha detto la presidente Sonia Ferrari. Durante Europarc conference, abbiamo la possibilità di venire a conoscenza di progetti di respiro europeo ed internazionale in cui il Parco Nazionale della Sila può essere coinvolto allo scopo di apportare un importante contributo al suo territorio ed alle comunità locali. L’assemblea generale, ad esempio, con la sua ampia partecipazione, è un’occasione per stringere nuove conoscenze e rapporti anche in vista della programmazione comunitaria».


sabato 2 novembre 2013

La realtà e(`) come la vediamo Il 5 novembre inizierà all'Unical nell'aula N del cubo 18/C, alle ore 17, un ciclo di seminari

Dialogo tra filosofia e scienza Un accento fa la differenza Il 5 novembre inizierà, nell'aula N del cubo 18/C, alle ore 17, un ciclo di seminari volto a riprendere la suggestiva pista del dialogo tra filosofia e scienza, sempre presente, com'è noto, nella tradizione di pensiero operante in Calabria, soprattutto grazie al lavoro del compianto professor Mario Alcaro. Il nuovo ciclo di seminari, dal suggestivo titolo "La realtà e(') come la vediamo", è organizzato dai professori Giuseppe Passarino, ordinario di Genetica, e Pio Colonnello, ordinario di Filosofia Teoretica, ed intende riattualizzare il dialogo, proponendo ai colleghi filosofi e scienziati del nostro ateneo il confronto e il dibattito su temi tanto scientifici quanto speculativi intorno al tema della comprensione e della spiegazione della realtà. I seminari previsti tenderanno quindi ad evidenziare alcuni aspetti metodologici di base per lo studio del reale in alcuni suoi aspetti fisici e metafisici, nonché ad evidenziare gli aspetti filosofici ed epistemologici del sapere scientifico. Gli organizzatori dell'iniziativa, vogliono in questo modo accendere (o riaccendere) nuove micce, nell'intento di ravvivare il dibattito culturale all'interno dell'Ateneo. Si vuole quindi concorrere a recuperare il ruolo fondamentale dell'Università che è quello di dibattere e di "fare" cultura. In particolare, secondo il Prof. Passarino è "essenziale che la cultura scientifica non sia ristretta all'interno dei laboratori o degli ambienti scientifici, ma permei il più possibile la cultura generale. È infatti incredibile che 15 anni dopo il caso Di Bella si sia dovuti assistere ad un "caso Stamina", in cui è stato evidente l'impossibilità da parte del pubblico di comprendere, per mancanza, appunto, di strumenti conoscitivi e di cultura scientifica, ciò che gli scienziati già dicevano da oltre un anno su questo presunto metodo miracoloso.

I complimenti di Occhiuto ad Antonio Policicchio

Quella particella di Dio Lui è donnicese doc, per un periodo impegnato ad affermarsi professionalmente altrove ma fiero delle sue origini al punto da desiderare di mettere le competenze acquisite al servizio della sua terra. Già prima, un orgoglio per Cosenza. Con un motivo in più per farne un vanto come concittadino. Antonio Policicchio è uno dei giovani fisici dell'Unical che, nell'epoca della cosiddetta Big Science (quella cioè in cui ogni scoperta è il frutto di collaborazioni collettive), ha dato un contributo notevole agli esperimenti sul noto bosone di Higgs, ovvero la "particella di Dio" per la quale migliaia di teorici, appunto, possono sentirsi parte integrante del premio Nobel per la Fisica assegnato allo scozzese Peter Higgs e al belga Francois Englert. "Tengo ad esprimere pubblicamente le mie congratulazioni - afferma il sindaco Mario Occhiuto - al dottor Policicchio e alla sua famiglia residente nella frazione di Donnici, con un pensiero particolare rivolto al papà scomparso, ex agente della nostra polizia municipale. Mi piace ricordare - aggiunge il primo cittadino - il riconoscimento che Antonio Policicchio, su indicazione del consigliere comunale Massimo Bozzo, ebbe nel dicembre 2012 dalla Commissione Cultura di palazzo dei Bruzi, per i suoi conclamati meriti nel campo della ricerca scientifica. In quella circostanza, mi avevano subito colpito la determinazione e la passione che rappresentano un esempio, specie per i coetanei, di come ci si possa realizzare anche in giovane età perseguendo i propri sogni e assecondando le proprie attitudini".

L’intento è di evidenziare alcuni aspetti metodologici di base per lo studio del reale in alcuni suoi aspetti fisici e metafisici, nonché ad evidenziare gli aspetti filosofici ed epistemologici del sapere scientifico

Ciclo di seminari

La realtà e(`) come la vediamo Organizzati da Pio Colonnello (DSU) e Giuseppe Passarino (DiBEST) Calendario seminariale per l'a.a. 2013-2014 Giuseppe Passarino I geni del gusto, la percezione dei sapori e l'importanza della biodiversità (martedì 5-11-2013). Fabrizio Palombi Filosofia e scienza nella riflessione di Gian-Carlo Rota (martedì 10-dicembre-2013). Manlio Gaudioso Modellistica matematica nei processi decisionali (martedì 14gennaio-2014). Luca Parisoli Senza realtà invisibile, non vedremmo niente. Riflessioni sull'approccio platonizzante alla riflessione scientifica (martedì 18-febbraio-2014). Bruno Tota Il valore della sperimentazione animale nel progresso del sapere biologico (martedì 18-marzo-2014). Romeo Bufalo Ma davvero le intuizioni senza i concetti sono cieche? (mercoledì 9-aprile-2014). Pietro Brandmayr Etologia del comportamento umano (martedì 13-maggio-2014). Raffaele Perrelli titolo da definire - (mercoledì 4-giugno-2014). I seminari avranno luogo nell'aula N, cubo 18c (piano terra), dalle ore 17.00. in poi.

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sabato 2 novembre 2013

Nell’affascinante Villa Rendano La presidenza a Silvana Gallucci docente di francese e attivo membro del Rotary club Telesio

Passaggio di consegna per Fidapa Cosenza di Francesco Fotia

Una donna da sempre socialmente e politicamente impegnata in favore della valorizzazione del capitale umano come veicolo di riscatto del territorio

Nelle foto grandi a centro pagina: da destra, Maria Francesca Corigliano, Carmela Mirabelli e Silvana Gallucci; Villa Rendano Nella pagina a fronte le socie Fidapa Cosenza e la cerimonia di apertura Nei riquadri qui accanto le fasi della consegna del monile

Si è concluso il biennio di presidenza di Fidapa Cosenza per l’avvocato Carmela Mirabelli, che lunedì, nel corso di un’apposita cerimonia, ha ceduto oneri ed onori a Silvana Gallucci, docente di francese e attivo membro del Rotary Club Telesio di Cosenza. Una donna, da sempre, socialmente e politicamente impegnata in favore della valorizzazione del capitale umano come veicolo di riscatto del territorio. L’evento si è tenuto in una delle sale dell’affascinante Villa Rendano, dimora del geniale musicista calabrese, da poco restaurata grazie ai finanziamenti della Fondazione “Attilio e Elena Giuliani onlus”, alla presenza, oltre che di diverse decine di socie, di Maria Francesca Corigliano, assessore alla Cultura e Pari opportunità della Provincia di Cosenza, sempre sensibile a quei progetti che, seppur provenienti dalla società civile, perseguono il bene della collettività. Grande emozione per la ormai past president, che nel suo discorso di fine presidenza ha tenuto a ringraziare tutte le socie di Fidapa Cosenza, chi l’ha preceduta alla guida della sezione cosentina. Mirabelli ha inoltre voluto ricordare con poche sincere parole gli eventi più belli del suo biennio da presidente; ma anche quelli più tristi, come la scomparsa della stimata Rosanna Macchia Piemonte, persona vicina all’associazione, presidente di Asit (Associazione Sud Italia Trapiantati), che nel 2008 aveva ottenuto il Premio Brutium della Fidapa, un riconoscimento che l’associazione tributa a quelle donne che si sono particolarmente distinte nel campo delle arti, delle professioni e degli affari. Tra gli eventi degni di essere ricordati con un sorriso, e inseriti in un video creato dalla stessa Mirabelli, proiettati nella sala di Villa Rendano, sicuramente i 50 anni di attività che la federazione cosentina ha compiuto sotto la sua presidenza, il gemellaggio con la sezione di Milano, l’incontro natalizio con le suore Guanelliane. Dopo la visione del video, il vero e proprio cerimoniale per il cambiamento di presidenza, rappresentato dalla consegna di un monile, donato dalla presidente uscente alla neo eletta Silvana Gallucci. «Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. Grazie a tutte voi, socie fidapine, per aver creduto in me. Grazie per avermi sostenuto e per aver voluto donarmi, tramite il vostro voto, fiducia e solidarietà». Sono queste le parole con le quali si insedia Gallucci, felice e riconoscente per «i sorrisi di incoraggiamento che percepisco dagli sguardi» e contenta dell’atmosfera che si è creata all’interno della sala. «Un sentito grazie - prosegue la docente - va alla Fondazione Attilio e Elena Giuliani e a Walter Pellegrini, per la concessione della splendida Villa Rendano. So bene - continua - che il ruolo di presidente comporta responsabilità de-


sabato 2 novembre 2013

Nell’affascinante Villa Rendano

L’associazione... Fidapa - Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari è un’associazione composta da oltre 10.000 socie in tutta Italia. La sua mission è sostenere e promuovere attività che abbiano come fulcro il mondo femminile e le sue protagoniste d’eccellenza. Fidapa è un movimento di opinione indipendente, che persegue i suoi obiettivi scevra da condizionamenti di natura economica, religiosa ed etnica. Sostiene le donne, incoraggiandole a prendere coscienza dell’importanza del proprio ruolo, anche nel ramo sociale e amministrativo, e si adopera per rimuovere ogni forma di discriminazione di genere, tenendo ben presente le norme vigenti in materia di pari opportunità. È suddivisa in distretti e sezioni, che a livello nazionale e internazionale operano secondo i principi istitutivi dell’associazione.

Grande emozione per la ormai past president Carmela Mirabelli che nel suo discorso di fine presidenza ha tenuto a ringraziare tutte le socie, chi l’ha preceduta alla guida della sezione cosentina

cisionali e di rappresentanza ed implica inoltre capacità di accoglienza, di mediazione e soprattutto di ascolto attivo e sistematico delle diverse esigenze ed istanze. Colui, ma in questo caso colei, che guida una squadra, perchè per me questa sarà la nostra squadra - tiene a sottolineare - deve essere capace di regolare, gestire e convogliare le proprie emozioni, comprendendo al contempo quelle degli altri, in una miscela equilibrata di motivazione, empatia, logica ed autocontrollo. Deve esser in grado inoltre di far risuonare dentro di sé i sentimenti degli altri come se fossero i propri, valorizzandoli e sostenendoli, al fine di cogliere, mettere in risalto e potenziare le abilità di ciascuno man mano che emergono». La presidente promette umiltà e solerzia, tenacia e determinazione, nonché passione e attenzione ai diversi punti di vista e massimo impegno per tutte quelle manifestazioni che saranno organizzate da Fidapa Cosenza nel biennio appena avviato. «Insieme - afferma Gallucci - tenderemo all’obiettivo prefissato, orientandoci in maniera sinergica al risultato. Insieme coltiveremo l’impegno nel dare significato alle diversità individuali, alle differenze intese come opportunità al di là di ogni pregiudizio. Insieme - ancora - “cambieremo gli occhiali” affiancando le giovani generazioni, le giovani donne: Debora Falcone con il suo progetto di Riciclo Solidale; Rosa Martirano e Simona De Benedittis con la loro Associazione in ricordo dei due fratelli scomparsi prematuramente; Raffaella Rinaldis e la sua “Fimmina Tv”. Rosy Canale, premio Brutium biennio 2011-2013, e la sua Malaluna, monologo-denuncia sulla violenza che le stravolto la vita ma che non l’ha piegata. Rosa Tuccio, Giovanna Guaglianone, Tina Loiacono, Nadia Gambilongo con il loro raccontarsi attraverso la poesia, il giallo psicologico, il saggio sulla difficoltà del vivere l’oggi, i saperi delle donne. Sabrina Paluzzi e il suo coraggio di essere madre comunque; le piccole donne e i piccoli uomini delle casa-famiglie con le loro storie di emarginazione e di solitudine che, tutte noi, ancora una volta insieme, cercheremo di alleviare durante il Santo Natale, e poi tanto altro ancora». La donna al centro di molteplici campi: l’agricoltura, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la smart city, l’economia solidale, la salute, la creatività e la formazione, le donne come epicentro luminoso dell’universo, perché, conclude il nuovo presidente, «le donne sono quelle che, quando la vita non ha alcun colore, danno colore alla vita».

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sabato 2 novembre 2013

Prima edizione che mira al seguito Lezioni d’arte cinematografica" presso le aule del Dam, Polifunzionale Unical

Cinelaboriamo nelli di Federica Monta

Laboratori di direzione della fotografia e sceneggiatura a partire dal 4 novembre 2013 per appassionati e professionisti

L’associazione culturale “Open fields productions” in collaborazione con “Dam”, “Entropia”, ristorante “Atmosphere”, “Royal Hotel” è nel pieno svolgimento delle proprie attività: una partenza, quella di “CineLaboriamo - Lezioni d’arte cinematografica”, che ha riscontrato un notevole numero di iscritti ed interessati. Laboratori di direzione della fotografia e sceneggiatura (a partire dal 4 novembre 2013) per appassionati e professionisti. «I laboratori - ha spiegato Nausica Tucci, componente del team della produzione - saranno guidati dal direttore della fotografia Nino Celeste e dallo sceneggiatore Giacomo Bisanti presso le aule del Dam (Polifunzionale Unical), dal lunedì al venerdì, dalle ore 14:00 alle 20:00». Informazioni utili per i lettori possono essere approfondite anche sul sito che l’associazione ha al suo attivo dall’origine (www.openfieldsproductions.com/#!cinelaboriamo/c1bej). «È una prima edizione, cui speriamo di dare seguito, con attenzione al settore cinematografico. Nonostante le iscrizioni siano comunque chiuse, non vogliamo precludere ad alcun curioso la possibilità di aggiungersi anche in seconda battuta». La produzione, di recente ospitata in diverse occasioni culturali in merito al successo di Goodbye Mr. President, spiega le ragioni di un amore appassionato per le discipline cinematografiche: «L’idea - prosegue Nausica - nasce da una passione, la produzione di lungometraggi e video artistici. Il cinema ci piace così tanto che abbiamo pensato di partire dalla base, la formazione. È un’occasione di apprendimento per noi e per tutti gli studenti del Dams che possono unire al teorico anche la pratica». Coinvolti anche i docenti dell’Unical, entusiasti dell’iniziativa: un motivo importante per promuovere al meglio una passione su carta. «Non è vero che è tutto difficile - conclude - basta impegnarsi, andare alla ricerca di uno sponsor, di chi sostiene l’idea anche con piccoli contributi». L’iniziativa non è fine a se stessa, ma offre la possibilità di formarsi in toto in una disciplina del progresso, ma è utile alle stesse risorse, gli studenti, che potranno essere “utilizzate” per future collaborazioni o partecipazioni attive alla produzione. In campo, oltre a Nausica Tucci, lavoreranno Fabrizio Nucci, Nicola Rovito; altri pre-

ziosi componenti sulla carta sono Giuseppe Rovito, Marino De Luca, Pierluigi Nudo e Antonio Giocondo. I costi dei laboratori variano dai 70 euro ai 120, comprensivi del tesseramento al Dam. Un piccolo contributo, quello richiesto, per sostenere un’idea, per dar valore agli strumenti utilizzati e per motivare, “cineLaborando”, i partecipanti e gli stessi imprenditori coinvolti.

IlGoodbye successo… Mr. President è un film indipendente realizzato dalla Open

Nino Celeste Sopra, la locandina di CineLaboriamo

fields productions interamente a costo zero. Il lungometraggio è stato girato nel territorio cosentino tra novembre 2012 e gennaio 2013 grazie all’apporto artistico di attori professionisti del luogo che hanno deciso, sposando appieno il progetto, di collaborare gratuitamente. Nel cast, tra gli altri, compaiono Ernesto Orrico, Dante de Rose, Elio Giacobini, Barbara Pasqua, Ada Roncone, Francesco Aiello, Francesco Votano, Marcello Walter Bruno, Giovanni Turco. Come cammei vi sono il cantautore Dario Brunori ed il giornalista Alessio Orsingher. Le colonna sonora consta anche della collaborazione di band musicali di Cosenza (“Red Basica”, “Miss Fraulein”, “Duff”, “Twist Contest”). La prima proiezione del film lo scorso 29 aprile presso il Cinema Garden della nostra città ha trovato l’entusiasmo di quasi 600 spettatori. Il film narra la storia di una serie di personaggi le cui vite si intersecano il giorno delle elezioni politiche, durante il quale il candidato di centro-sinistra Sergio Guidi ritorna nella sua città natale per la chiusura della campagna elettorale. Il tono complessivo del film è commedia grottesca, esasperata da alcune caratterizzazioni e situazioni per rendere più assurdo il concetto di fondo ma, al tempo stesso, forse ancor più rispondente alla realtà politico-sociale di tutti i giorni, che certo non ci disabitua mai a leggere di corruzione, apatia giovanile, difficoltà relazionali, arrivismo. È concepito per essere una produzione “universale”, adattabile a qualsiasi contesto e luogo (pur se girato a Cosenza non si fa mai riferimento ad una città specifica). Proprio per questo motivo, si organizzano un po’dappertutto le proiezioni del film: il modo migliore non solo per rendere ancor più visibile l’intero progetto ma, contemporaneamente, per diffondere il messaggio che vuole veicolare.


sabato 2 novembre 2013

Per fare rifiorire la cultura Il Centro studi "Gregorio Imperiale" nel suo settimo incontro "Rendez-vous culture" ha premiato Franco Scillone, Assunta Scorpiniti e Cataldo Perri

Premiata la calabresità su di Francesco De Ge

Il “Rendez-vous culture” organizzato dal centro studi “Gregorio Nigro Imperiale”, è giunto alla sesta edizione. Sin dalla sua nascita, nel 2008, si è prefisso di far rifiorire la Cultura della Calabria, valorizzarla ed elevarla, mettendone in evidenza e presentandone i più significativi e ragguardevoli esponenti. Il centro studi, nato per onorare la memoria del giovane Gregorio, ricordato nella toponomastica cittadina. Egli si distinse per la brillante carriera scolastica, per l’esemplare condotta militare di tenente-comandante Plotone Carri, nonché per l’aspetto cristiano-sociale del suo altruismo dispensato sempre con bontà ai bisognosi ed ai poveri. e al quale il Comune intitolò la strada nella toponomastica cosentina, anche grazie ad una favorevole petizione popolare di 3307 firme dei cittadini. Con vasto pubblico, tipico delle grandi occasioni, presso l’auditorium del liceo scientifico “G. B. Scorza” di Cosenza sono stati assegnati gli autorevoli riconoscimenti del Premio culturale “Praise”, organizzato dall’omonimo Centro studi e con il patrocinio del Liceo scientifico “Scorza”. Con tema “la Calabresità”, anche quest’anno è stata di grande importanza la terna dei calabresi premiati per alto merito letterario Franco Scillone, giornalista professionista e scrittore per il popolarissimo best seller Tam tama in Calabria; Assunta Scorpiniti, scrittrice-giornalista per l’opera letteraria Sulle onde della luna, donne di mare, storie di pesca e Cataldo Perri, medico, scrittore ed autore di musica etnica per l’opera letteraria Ohi dotto’. Ha aperto i lavori il professor Mario Nardi, preside del Liceo scientifico “G. B.Scorza” di Cosenza. Moderatore è stato Luigi De Rose, preside emerito, poeta e saggista. Relatore è stato Francesco Nigro Imperiale, drammaturgo e saggista che, in sintesi di critica, così ha esposto le motivazioni del premio attribuito ai premiati. «Franco Scillone ha abbracciato il Cristo, baciando tanti poveri cristi di S. Morello, registrando la desolazione disperata degli Anni ‘60 di un paese di Calabria (...) Ha scritto la storia sanguinante del Monte dei Sospiri e della Miseria (...). Elevata rimane la figura di questo giornalista-missionario della verità e della rinascita civile.

Per il loro contributo letterario alla conoscenza di realtà sconosciute della nostra regione

Assunta Scorpiniti ha fatto sentire con lo sfigmomanometro della penna-cultura i palpiti, le passioni, la tenerezza, la gioia ed il dolore delle di mare. Con la luna, le donne ed il mare, la scrittrice accarezza dolcemente con la sua cariatesità, che è voce di Calabria. Cataldo Perri fa avvertire il pathos, quindi la bellezza artistica, proprio per la vivace e reale pittura degli uomini e dei fatti. È una narrativa soggettivista, la sua, che si fa struggente e sentimentale specie quando descrive le figure del padre Giovanni e della madre Italia. (...) Attraverso l’osservazione psicologica ha fatto diventare alcuni suoi pazienti personaggi in “scenica” medical-passerella (...) ha storicizzato la memoria ed ha scritto la “Care” - sorriso, ossia la terapia del sorriso, come buon sangue». Alla serata di cultura sono intervenuti con plauso Mariafrancesca Corigliano, assessore alla Cultura e Leonardo Trento, assessore al Territorio della Provincia di Cosenza. Il recital è stato a cura di Antonio Conti, regista e attore. Gli intermezzi musicali a cura di Felice Pianelli ed Enzo Scaglione. È stato davvero emozionante il finale di serata, quando Cataldo Perri, alle note della sua chitarra battente, ha cantato la sua canzone “Carrette di mare”, ed ha concluso, esternando tanta amarezza verso un sociale agnostico, con queste commoventi parole. Siamo cibo saporito per squali d’ogni specie (...) volti da ricordare segnati dal tempo e dalla vita, ma il futuro è dei figli e di quelli in grembo e a loro han detto che l’Italia... che l’Italia è bella!!!.

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Un sogno che può diventare realtà Calabria Day, iniezione di fiducia dalla Calabria positiva

Incontro all’insegna della “positività”, quello che si è svolto a Castrovillari

Parola d’ordine “cambiamento” È stata un’edizione del Calabria Day improntata alle parole d’ordine “cambiamento”, “partecipazione”, “positività”, quella che si è svolta a Castrovillari. Un’edizione, la terza della kermesse che riunisce sotto la comune bandiera della “Calabria in positivo” più di 100 partner, che ha messo in luce i tanti esempi di buone pratiche e di attitudine all’innovazione presenti in Calabria. Esempi che, attraverso questo progetto, si pongono l’obiettivo di essere pionieri di un radicale sovvertimento del modello di sviluppo della regione. E in una giornata ricca di contenuti, salutata con favore anche dalla cospicua partecipazione di studenti e cittadini, si sono susseguiti dal mattino fino a tarda sera, senza soluzione di continuità, momenti di riflessione e passaggi dedicati all’arte e allo spettacolo mentre, nei suggestivi chiostri del Protoconvento francescano, l’artigiano e le produzioni tipiche l’hanno fatta da padrone. “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”: la celebre citazione gandhiana che ha dato il titolo alla Prima estemporanea di pittura del Calabria Day, ulteriore evento nel’evento, si presta ad essere la migliore sintesi del significato e degli stimoli offerti dall’intera giornata, caratterizzata, su tutto, dalle testimonianze di chi in Calabria ha scelto di non arrendersi e di credere nel cambiamento. Come ha detto Anna Laura Orrico, presidente dell’associazione “Io resto in Calabria”, in apertura della giornata: «La Calabria cambia se noi la cambiamo, perché ciascun cittadino calabrese può essere il protagonista del cambiamento. Solo così può nascere una nuova classe dirigente che prenda in mano il futuro della regione per agganciarla al resto dell’Italia e dell’Europa. È arrivato il momento di ribaltare la situazione e cambiare punto di vista». Al suo fianco sul palco del teatro Sybaris, in rappresentanza del folto pantheon di aziende, cooperative, associazioni ed enti pubblici aderenti al Calabria Day, l’azienda Torre di Mezzo, con l’amministratrice Fulvia Caligiuri, il Comune di San Basile, con il sindaco Vincenzo Tamburi e il mondo del terzo settore con Agorà Kroton, cooperativa sociale rappresentata dal presidente Pino De Lucia. Anche gli altri partner presenti hanno potuto giocare un ruolo attivo grazie alle sessioni di discussione che si sono svolte nell’arco

Kermesse che riunisce sotto la comune bandiera della “Calabria in positivo” più di 100 partner e che ha messo in luce i tanti esempi di buone pratiche e di attitudine alla innovazione presenti nella regione

della mattinata in tre diverse sale e incentrate su tre diverse tematiche: “Cooperare e partecipare”; “Condividere e progettare”; “Osservare e agire”. La prima sessione ha ospitato le riflessioni dei rappresentanti di Orme nel parco, In Tour, Comune di San Giovanni in Fiore, Comune di Amaroni e Amaroni mieli, Manager Zen, Agorà Kroton, Progetto Policoro, Csv Vibo Valentia, In Opera, Accademia Pollineana, Fi.ff Filice, Torre di Mezzo, Sj Television con, in sala, la partecipazione del Liceo scientifico di Castrovillari e dell’Itg Isa di San Giovanni in Fiore. I temi forti della sessione, coordinata dalla giornalista Rossella Galati e dal formatore sociale Giovanni Mazza, sono stati così riassunti da quest’ultimo: «Cooperare per raggiungere insieme lo stesso obiettivo; partecipare per prendere parte ma anche per far prendere parte ad altri dei propri talenti. Serve l’impegno di tutti per poter dire “noi restiamo in Calabria” con positività e con gioia. È l’evoluzione positiva della nostra regione e ci deve far sorridere perché la Calabria sta cambiando». La seconda sessione tematica ha visto tra i suoi partecipanti attivi Start Up Calabria, Factory 3.0, Dynematica, Ti&Si, Chiodo Consulting, Associazione Attivamente, Mangiatorella, Italia Camp, I start lab, Rubbettino, Calabresi Creativi, Artemat, E quadro Energy e Engineering, Francesco Laurito, Graphidea, Cangiacapu, Comune di Trebisacce, WAY, Efferre communication con il Liceo classico e artistico di Castrovillari e l’Itis di Castrovillari in sala. Hanno coordinato questa sessione il giornalista Ugo Floro e l’imprenditrice sociale Lucia Moretti che ha così sintetizzato: «Testimonianze utili a visualizzare la Calabria “del fare”. Il Calabria Day è l’evento per conoscerci e metterci in rete, per unire i nostri percorsi e aprirci ad un territorio ricco di eccellenze condividendo un percorso, un pezzo di strada, che da oggi cominciamo a fare insieme». La terza e ultima sessione ha avuto tra i suoi relatori i rappresentanti di Una, ActionAid, Comune di San Basile, Artigianfamiglia, Emily in Italia, De Masi, La Goccia Associazione, Quadra Film, Movimento per una Diamante migliore, Lanificio Leo, Parco Tommaso Campanella, il Musagete, Doppia tutela, Comune di Castrovillari e ha visto la partecipazione del Liceo scientifico di Lungro e Mormanno in una sessione coordinata dal formatore Cesare Perrotta e da Anna Laura Orrico. Perrotta ha così espresso i contenuti emersi: «La sfida è capire se si ha la capacità di osservare e non solo di vedere. Attraverso ciò che noi osserviamo sappiamo che c’è molto di più di quello che accade sotto i nostri occhi. In Calabria c’è chi ha la capacità di vedere oltre e ha voglia ed entusiasmo per mettere radici sempre più profonde. Questo è un segno di grande fiducia per il futuro».


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sabato 2 novembre 2013

Evento di successo Gara di disegno colorato organizzato dall'associazione di "Proiezione Calabria", presidente Carmen Ignoto

L’autunno è bambino Lo scorso sabato 26 e domenica 27 ottobre si è tenuta la gara di disegno colorato organizzato per i bambini dall’associazione di “Proiezione Calabria” e la cui presidente è l’architetto Carmen Ignoto, presso il Centro commerciale “Le porte del Savuto”, in Valleggiannò, frazione di Santo Stefano di Rogliano nel cosentino. Dal titolo “Festa dell’autunno: uva castagne e zucca” e con la collaborazione del nuovo direttore, da settembre, del centro commerciale, Francesca Adimari, mettendo a disposizione gli spazi per la manifestazione e con l’entusiasmo dei negozi che erano nel centro, che hanno goduto del maggior movimento creato proprio dai ragazzi. È stato un modo per intrattenere i bambini, mentre i genitori facevano la spesa. I partecipanti tutti piccoli e ragazzini di un’età compresa tra i quattro e i quattordici anni hanno disegnato con grande entusiasmo. Sabato 26 ottobre, alla manifestazione, che è iniziata nel pomeriggio, i partecipanti sono stati addirittura in ventitré e tutti hanno ricevuto gli attestati di partecipazione. La giornata di domenica ventisette, ha registrato un successo totale dell’evento con ben venticinque unità di partecipanti. Poi si è passato a declamare i vincitori che sono stati davvero in tanti in chiusura, divisi in gruppi per fascia di età dalla scuola dell’infanzia, alle primarie, alle seconde di primo grado. Il bello della manifestazione che ha già registrato altre ripetizioni negli anni precedenti e sempre con grande successo, dichiara la direttrice artistica Ignoto, consiste in quest’estemporanea dedicata interamente ai bambini che hanno disegnato e colorato, ridendo e scherzando quindi socializzando tra di loro, e ripetendo nei loro progetti ciò che ormai è diventato un appuntamento festivo anche per l’Italia, Halloween, con le tipiche zucche, che caratterizzano la ricorrenza, ma anche con i frutti tipici dell’autunno come l’uva, la vendemmia, ricci e castagne. I premi dati ai bambini sono stati donati tra le opere scelte e realizzate dall’Organizzatrice, che ormai lo sappiamo, è anche una affermata pittrice del territorio Cosentino anche se si sottopone sovente a spostamenti non solo nella Regione ma anche in Italia, partecipando a varie rassegne. È stata allestita una galleria temporanea all’interno del Centro Commerciale, dove hanno espo-

La consegna degli attestati

Valleggiannò, frazione di Santo Stefano di Rogliano, partecipanti tutti piccoli e ragazzini di età compresa tra i quattro e i quattordici anni hanno disegnato con grande entusiasmo

sto le loro opere artisti dell’Associazione. Ricche le creazioni in ricamo di Rosina Dodaro, spettacolari i dipinti su stoffa della pittrice Barbara Lio. Le opere pittoriche di Maria De Santo e della stessa Ignoto riprodotte su tela e legno. Le creazioni in ceramica di Adele Marano. In questa edizione l’associazione ha voluto mettere in risalto le nuove tecniche creative delle artiste e farle conoscere nel territorio del Savuto e rendere al contempo felici i bambini, che hanno avuto la possibilità di esprimere delle potenzialità e nello stesso tempo vincere dei premi importanti, ma con divertimento e tutto in modo naturale tra la curiosità degli utenti del Centro Commerciale. I premi raffiguravano i personaggi dei loro cartoni preferiti, soprattutto per la gioia dei più piccini, Peppa Pig il maialino rosa che fa tutti sorridere, ma anche qualche più datato come Gatto Silvestro e il Canarino Titti, suo antagonista da sempre. I nomi dei vincitori: Natascia De Cicco, Angelica Perri, Concetta Montera, Martina Chianelli, Giuseppe Cupello, Pierfrancesco Deneufborg, Georgiana Stafie Stefanica, Marta Clausi-Schettini. E ancora Maicol Liguori, Andrea Altomare, Vincenza Benincasa Francesco Altomare, Thomas Fiore, Maria Vittoria Naccarato. LdC


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Il racconto sindacale Settima parte

Per far rinascere e vivere un’epoca d’oro

Nella terra di origine a qualsiasi costo di Giuseppe Aprile

Matura una questione inaccettabile nel mondo sindacale degli Anni Novanta. Quasi ovunque, dove più, dove meno, ma sempre con evidenza e chiaramente, il sindacato cominciava a far tremare governi e partiti politici, quasi tutti. Il rafforzamento del sindacalismo era sicuramente una grande cosa alla vigilia dell’affacciarsi della stagione delle riforme dove il sindacato faceva sul serio sotto la spinta poderosa degli unitari e l’accoglimento della tesi anche da parte degli antiunitari, sia pure, questa seconda tendenza, dovuta alle concorrenze interne alle confederazioni dove ogni tema era utile per differenziarsi e proporsi come guida più sicura. Unitari e antiunitari non avevano tutti uguali ragioni per elaborare tesi congressuali. Perché al sindacato vero, dei lavoratori, si metteva come ostacolo il sindacato dipendente; quella parte che continuava a dipendere, più o meno evidentemente, più o meno fortemente, da partiti politici. Sopratutto da Pci e Dc. Si diceva che le forze unitarie, per ragioni tutte inerenti agli interessi dei lavoratori e della democrazia del paese, erano avversate dalla Democrazia cristiana che aveva nella componente di Franco Marini un leader indiscusso. Vito Scalia era il capo degli antiunitari della Csil ma, per ragioni non decisamente e non sempre dovute a questioni di partito, pur facendo parte della Democrazia cristiana come Marini e pur sapendo che la sua componente era fatta da democristiani in modo maggioritario. Per la precisione Vito Scalia stava a fare il democristiano anche perché, all’interno di quel partito, si giocava il rapporto con i lavoratori democristiani e concorreva per limitare il potere di Marini, impedendo che questi usufruisse totalmente del sostegno della Dc. C’era la questione di giocarsi il ruolo di maggiore protezione da parte dei maggiorenti di quel partito dove, comunque, giocavano il ruolo forte le componenti di sinistra di Forze nuove di Giulio Pastore (fondatore della Cisl) e Carlo Donat Cattin, che era stato segretario della Cisl di Torino e comunque un’autentica anima cislina, e altre forze interne alla Dc, divisa in tante correnti, e che aveva una componente centrista che di fatto avversava le attività sindacali dove vedeva sempre la mano della Cgil, comunista e socialista, a primeggiare. Si potevano individuare alcune componenti della Democrazia cristiana con ramificazioni dentro il sindacato cattolico. La sinistra di Forze nuove, la sinistra di Base e il resto che era un misto non chiaramente individuabile comprendendo centristi, e dorotei anticomunisti per eccellenza e quasi antisindacali o per un sindacato tutto cattolico e fuori da ogni influenza sia comunista che socialista. I comunisti avevano una politica sindacale maggiormente impegnativa e legata alle fabbriche ed alle componenti operaie. Spesso, però, facevano pensare di non avere decisamente totale chiarezza nel momento in cui esprimevano posizioni di parte, quindi non del tutto unitarie, laddove temevano che l’unità rivelasse un possibile inganno: la messa in minoranza della componente comunista attraverso un possibile avvicinamento tra Cisl ed Uil, dove i socialisti avevano ruoli importanti ai fini del processo unitario -le componenti maggiormente unitarie della Cisl favorivano, era ovvio, il rapporto Cisl e Uil che impedivano, ovviamente, che venisse data ragione ai moderati ed antiunitari della Cisl, che continuavano a non avere fiducia alla unità dove invece dell’isolamento della componente comunista, si sarebbe avuto l’indebolimento dei moderati del sindacato e un imperversare delle realtà territoriali della Cgil, unitamente alle componenti più di opposizione che erano quelle riferentesi ai settori industriali. Nella Dc e nelle componenti antiunitarie dei sindacati c’era un attivismo che tendeva, dove più e dove meno chiaramente, a trovare scuse per muoversi nel senso della divisione e della permanenza delle tre confederazioni a discapito, ovviamente, dei lavoratori a cui interessava, invece, l’avanzamento del processo unitario, dato che tutti i partiti volevano giocare ruoli determinanti, comunque senza sindacati tra i piedi.

Quasi ovunque il sindacato negli Anni Novanta cominciava a far tremare Governo e partiti politici

È indiscutibile che il sindacato unitario non era ben visto se non tra i lavoratori attivi e nelle componenti che sapevano che un sindacato sarebbe stato comunque forte nella misura in cui, al di là delle idealità politiche, avesse superato le divisioni interne che la permanenza delle realtà partitiche mantenevano. È chiaro che in questa fase le componenti legate a forze politiche costituivano un ruolo attivo e invadente dentro la Cisl in modo sostanziale. I socialisti della Uil andavano emergendo come espressione di più sincera volontà unitaria perché da una parte stavano a favore del sindacato forte, di opposizione, democratico, capace di contrattazione e di lotta per lo sviluppo e le riforme; dall’altra avevano da guadagnare comunque dall’attività di un sindacato unitario che li rafforzava. I repubblicani della Uil, con a capo Raffaele Vanni, anticomunista per eccellenza e poco legato ai lavoratori veri, avevano solo la tesi che il sindacato autonomo non lo volevano, preferendo un sindacato cinghia di trasmissione -così si chiamava il sindacato influenzato o dipendente dai partiti-. Loro stavano nel sindacato per due ragioni. Stavano con una parte della ragione, nella fase in cui era davvero inevitabile stare dalla parte dei lavoratori e dall’interno lottavano per impedire la formazione di un sindacalismo a forte influenza comunista. I socialdemocratici ricevevano influenze traballanti tra un fatto interno sindacale e di legame con le loro vicende politiche spesso filoamericane, e una prospettiva che vedevano bene di linea socialista che invocava per essi autonomia e allontanamento dalla fase della scissione di palazzo Barberini, dove avevano fatto pagare un prezzo alto al socialismo preso tra un mondo occidentale e uno orientale d’influenza comunista -almeno, fino all’invasione di Ungheria da parte dei carri armati sovietici. Dovevano favorire anche l’autonomia del Psi dal Pci, superando i limiti del fronte popolare, non andato a buon fine in termini elettorali. Le ragioni della scissione delle Lcgil, lasciavano strascichi abbastanza notevoli, anche se gli anni passavano e le cose mutavano nel paese proteso verso una democrazia sempre più forte ed un modo di governare che aveva fatto maturare la grande stagione delle riforme abbattendo la reazione in una società del potere padronale e governativo che non era a difesa chiara delle con-


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Il racconto sindacale

quiste dentro le fabbriche e negli uffici. Anzi, fuori dalle trattative al Ministero del Lavoro, spesso garantiva politiche tese a far riavere, con i costi sociali, quanto era stato costretto a concedere ai tavoli dove i governi, formalmente al di sopra delle parti, nei fatti moderavano e sempre a danno dei lavoratori. I costi dei beni sociali erano di gran lunga superiori ai benefici contrattuali. La scala mobile era più apparenza che sostanza. Gli operai, bracciantate meridionale, gli statali, i parastatali, i giovani vivevano la stagione del progressivo rafforzarsi del sindacato unitario, contro i governi a forte base democristiana e occidentale. Chi rappresentava la povera terra del Sud e le debolezze varie del mondo sindacale, insieme alle forze anticomuniste per ragioni di potere ideologico e filo-sovietico, avversava senza incertezza l’unità sindacale. I repubblicani stentavano a capire che una Uil unita, su posizioni unitarie, avrebbe recitato un grande ruolo a favore dei lavoratori. Oscillava tra un modo di intendere la politica del partito repubblicano, restando tutta immersa dentro una logica poco giovevole per il sindacato ed i lavoratori e molto dentro le vicende tutte politiche e partitiche. Con l’avvento di Giorgio Liverani, come capo-componente, s’è avuta una luce marcata a favore dell’unità della Uil e del privilegiare la questione sindacale anche rispetto a quella partitica. Opera poi molto bene portata avanti da Adriano Musi che ha dimostrato chiaramente tendenze decisamente pro-lavoratori e pro-sindacali; diventando, entrambi di marca decisamente Uil e aiutando il cambiamento per cui si batteva Giorgio Benvenuto, contrariato senza molto avvedersi, da tremende e velenose minoranze interne di casa sua, da chi nulla aveva a che spartire con le lotte sindacali e dei lavoratori. Mai i partiti politici hanno azionato tanta parte di se stessi nelle vicende interne del sindacato dove avevano, indiscutibilmente, il diritto di mantenere un minimo di addentellato, essendo nati, i sindacati italiani, in epoche in cui le forze politiche hanno avuto grandi ragioni da riferire, ma hanno sbagliato a spingere l’acceleratore oltre, fino a che la loro azione, invece che tesa a mantenere un ruolo

Con l’avvento di Giorgio Liverani si è avuta una luce marcata a favore dell’unità della Uil e del privilegiare la questione sindacale rispetto a quella partitica

di stimolo e di riferimento sociale, ha finito per determinare la quasi rottura del processo unitario, unitamente alle componenti democristiane che hanno vissuto l’esperienza del compromesso storico. Su questi temi la storia avrà modo di fare menzione ma prescindono dalle esigenze attuali che ci vedono impegnati in un discorso futuristico, oltre che storico, del sindacalismo italiano, sicuramente traumatizzato da vicende legate a correnti politiche e da vicende più gravemente di altra natura, ma bisognevoli di un futuro diverso. Il Centro studi della Cisl lo abbiamo lasciato pieni di grande entusiasmo perché ci sentivamo tutti protesi verso la costruzione del grande sindacato unitario dei lavoratori italiani, che avrebbe dato totale autonomia rispetto alle forze politiche come maturazione del passato utile ma da migliorare. Personalmente, però, devo registrare che, dopo circa sei anni dal mio inserimento nella Cisl, a pieno tempo, a Reggio Calabria, nella mia terra di origine, ha avuto un costo troppo, ma troppo oneroso. Ho vissuto fatti sindacali che hanno segnato tutta la mia vita successiva. Per tanti anni mi sono sentito sprecato, dovendo limitare il mio lavoro al solo settore delle costruzioni che, pur essendo molto utile alla categoria, di fatto mi impediva di attuare altri miei connotati di dirigente maturo per ulteriori e più impegnativi cimenti. Non avrei mai pensato che la voglia e la passione per la mia terra mi avrebbe mandato fuori dal circuito di quel sindacalismo nazionale che, invece, la scuola di Firenze mi aveva insegnato, facendomi capire tanto dei veri lavoratori e del vero sindacato. Capivo ogni giorno di più che sarei stato eccessivamente sprecato, costringendomi ad un impegno che avrebbe avuto altro valore se il resto del sindacato fosse stato in altro modo utilizzato. Se, cioè, non fosse stato la solita litania di quel tipo di attività, tutta cattedratica e per nulla al servizio dei lavoratori, che ai miei occhi non era da vero sindacato di lotta e di proposta di fondo per una società in progressione di miglioramento e di realizzazione di nuove realtà a favore del mondo del lavoro. Vivevo la stanchezza del sentirmi dire che nelle realtà reggine, dove si decidevano i destini della politica e delle rappresentatività costituzionali, dove una sindacato autentico avrebbe avuto un ruolo attivo ed operativo, mancava decisamente l’impegno sindacale, anche perché gli addetti non avevano esperienza adeguata e sufficiente per occuparsi davvero dei lavoratori e dei loro problemi. Il settore unitario provinciale veniva reso tanto inutile di fronte al fatto che, oltre ai problemi categoriali, mancava la parte che riguardava cose di competenza del sindacato generale, confederale; quello che doveva essere impegno di coloro che dovevano confrontarsi con le confederazioni nazionali, gli enti locali, le controparti immediate, che erano anche l’associazione degli industriali, degli agricoltori, delle organizzazioni dal cui comportamento venivano avanti ragioni di attività che avrebbero inciso sulla condizione complessiva di tutti i lavoratori, dei giovani della società intera. Non aveva alcuna funzione la parte che doveva dedicarsi alla politica di fondo, al comportamento delle amministrazioni operanti sul piano regionale, provinciale, comunale. Le controparti del sindacato erano tali e tanti che si vedeva lontano un miglio la pressoché totale insufficienza di posizioni a difesa dei lavoratori tutti e per una grande attività da parte delle componenti che, complessivamente, costituivano lo stato a livello territoriale. Era la classica condizione di chi sapeva e non poteva, vedeva e doveva stare lontano dalle questioni, perché i ruoli importanti erano occupati da persone che per noi e per le nostre conoscenze, si dimostravano non arrivate lì non per effetto di elezioni congressuali, ma per effetto di maggioranze numeriche dove contavano le deleghe formali dei lavoratori agricoli e le decisioni di partito - da ambienti democristiane- non il consenso dei vari lavoratori impegnati. Sono stati anni in cui sindacato aveva perso anche quel poco che era riuscito a svolgere negli ultimi tempi e il dominio definitivo delle deleghe dei disoccupati agricoli che, di punto in bianco, sono diventate esorbitanti e, proprio perchè non erano frutto di adesioni partecipate hanno stravolto anche quello che di buono si andava facendo. Un primo dato significativo era costituito dal fatto che erano state formate le commissioni comunali di collocamento che da una parte limitavano i collocatori per il potere che avevano e dall’altra consentivano a gente vicina al sindacato, o per altre connotazioni, ad inserirsi per avere un ruolo. L’altro dato è quando sono state inserite le iscrizioni per delega, con la delega legata alla compilazione della domanda di disoccupazione. Tutti sono stati quasi costretti a firmare la delega dietro compenso della compilazione della domanda. Così, strutture sindacali di tre mila iscritti, sono diventate di ventimila circa. È stato il crollo di quel poco di sindacato che si andava costruendo ed è stata cosa che ha stravolto scopi e finalità del sindacato stesso. La Cisl ha subito il massimo di crisi dovuta a questo stato. È materia dei prossimi scritti.

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sabato 2 novembre 2013

Da leggere in un sorso... Presentazione del volume di Carmelita Brunetti a Cosenza il 7 novembre Palazzo della Provincia

L’arte della Calabria Per gli appassionati d’arte, studiosi o collezionisti di opere d’arte contemporanea il volume “Dalle neoavanguardie all’arte elettronica. I fenomeni che hanno caratterizzato la Calabria dagli Anni’60 ad oggi” dell’autrice Carmelita Brunetti, arricchito da una preziosa prefazione a cura di Stefano Ferrari, docente di psicologia dell’arte e attuale direttore della Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte e Beni culturali dell’Università di Bologna, è uno strumento prezioso per conoscere il lavoro intellettuale di molti artisti che hanno segnato un cambiamento nella storia dell’arte contemporanea come Mimmo Rotella, Angelo Savelli e altri. Il volume è stato pubblicato, nel mese di settembre scorso, da Falco Editore. La Brunetti, dopo aver realizzato per anni interviste e articoli ad artisti noti ed emergenti calabresi, matura l’idea di scrivere un saggio breve ma ben strutturato per mettere in risalto la creatività e la vita artistica sviluppata anche nel territorio calabrese a partire dagli Anni’ 60 quando contemporaneamente in altre nazioni come Inghilterra, Spagna, Francia e Usa vedevano la luce il neoespressionismo, in Germania i Neue Wilden, in Italia “Nuovi Nuovi’con il critico Renato Barilli. E il movimento Fluxus nato grazie ai lavori dell’artista calabrese Antonio D’Agostino. Nella Capitale, sottolinea l’autrice, si affermava a partire dagli Anni’60 il noto Gruppo 63 e lo Sperimentale P grazie al calabrese Francesco Guerrieri e alla romana Lia Drei (sua compagna di vita, ormai scomparsa). La Calabria è sempre stata una regione confinante dal resto del Paese per colpa delle enormi distanze che ci separano dalle grandi metropoli come Roma e Milano. Città non sempre facilmente raggiungibili negli Anni ‘60, ma purtroppo anche oggi le comunicazioni sono poco efficienti e la vita artistica di tutti gli artisti anche di quelli emergenti diventa complicata perché mancano i confronti e le opportunità di vendita. Nei primi Anni ‘70 in Calabria, mette in risalto l’autrice, si faceva ricerca e fra le diverse sperimentazioni colpisce la poesia visiva di Mario Parentela e più tardi dei suoi libri d’arte. Per la fotografia invece incontriamo l’opera del noto Mario Carbone di San Sosti e romano d’adozione, che già, nel’64 vince il Nastro d’Argento con un documentario sull’abbandono delle terre feudali da parte della nobiltà calabrese ( Stemmati di Calabria). Nella nostra contemporaneità è molto apprezzata, afferma a Brunetti, la figura del fotografo artista Antonio Cilurzo che nei suoi scatti entra in gioco anche l’elemento antropologico che arricchire l’immagine. In pieno fermento culturale anche a Cosenza nasceva con Giuseppe

Dopo anni di interviste ad artisti noti ed emergenti, decide di scrivere questo saggio per mettere in risalto la creatività artistica sviluppata in Calabria a partire dagli Anni ‘60

Filosa il “Gruppo d’Arte Cosenza” e un po’ più tardi il movimento “Marginalia” grazie agli artisti Francesco Correggia, Luigi Magli, Paolo Pancari Doria e Rocco Pangaro, e i “Postmeridionali” con il critico Tonino Sicoli. In un climax di cambiamento e di rinnovamento culturale c’è anche chi è emigrato all’estero per affermarsi come Giuseppe Scigliano, artista dal sapore espressionista e romantico, attuale presidente del Comites ad Hannover, oppure chi si è trasferito nel nord Italia come Francesco Correggia artista e docente all’Accademia di Belle arti di Brera, Xante Battaglia artista e docente della stessa Accademia per molti anni, noto per le sue figure femminili arcaiche, immagine cult della sua opera la “Grande Madre”. Nell’analisi storica e critica incontriamo in totale 66 artisti, ognuno di loro si contraddistingue nel panorama per ricerca e stile. Fra le donne artiste che si sono affermate e attestate un riconoscimento da parte di critici come Filiberto Menna spicca il nome della Tonina Garofalo che con la sua poetica sembra avvicinarsi alla Transavanguardia (corrente nata grazie a Bonito Oliva). Le pagine scorrono fra un andare avanti e indietro nel tempo facendo confronti con i maestri del ’900 e con i giovani emergenti che si stanno ben inserendo nel circuito internazionale come l’acquerellista Luigia Granata, o il giovane videoartista Giuseppe Colonese, e l’affermato videoartista, fra i più noti nel meridione d’Italia, Orazio Garofalo. Annamaria Panarace pittrice e dello stilista Francesco Corrado, un binomio interessante che unisce il linguaggio della pittura a quello della moda. Il corpo diventa protagonista nelle opere del gruppo Tila dove l’arte della fotografia si unisce a quella della Body Painting. Affascina anche la fotografia di moda di Francesco Mallamo e non possono non intrigare le installazioni Land Art realizzate a Torino di Onofrio Colucci. Altri nomi importanti come Salvatore Anelli, Rocco Pangaro, Tarcisio Pingitore, Salvatore Pepe, Clara Gallo e il padre, Ombretta Gazzola, Mimmo Sancineto, Carmine Cianci, Luigi Greco, Rinaldo Greco residente in Germania, Mimmo Legato, Fulvio Longo, Michele Licata, Dina Lupinacci, Francesco Lupinacci, Rita Mantuano, Annamaria Mirabelli, Francesco Bitonti Presidente Ucai, Mario Verta, Natale Saccoliti, Salvino Volpe, Marcello La Neve, Pier Luigi Morimanno noto per i suoi trofei realizzati per il Coni, Assunta Mollo e altri segnano questo percorso intrapreso dalla Brunetti e non ancora concluso perché altre figure dovranno essere valorizzate e studiate per la realizzazione del prossimo volume già in preparazione. Questo studio nasce per colmare una lacuna che la Calabria ha per l’arte contemporanea. Brunetti ha dato importanza anche all’arte del fumetto con i lavori bellissimi e significativi di Luca Scornaienchi. L’autrice ha messo in risalto anche le attività museali fra le più importanti come quelle del Marca, del Museo del Presente, della Galleria Nazionale di Cosenza, del Museo Arti e Mestieri, del Museo all’Aperto Bilotti, dell’attività del Parco degli Enotri, e di altre realtà culturali nate grazie agli artisti Franco Azzinari, Silvio Vigliaturo e Nik Spatari.


sabato 2 novembre 2013

Note regali Dalla Calabria una canzone per il "royal baby" d'Inghilterra

Musica all’ “Altezza” Continua l’originale corrispondenza epistolare che vede protagonisti il compositore italiano Maurizio Scicchitano e il duca e la duchessa di Cambridge. Il tutto ha avuto inizio nel 2007 quando il musicista di origine calabrese, dopo aver realizzato l’album dal titolo Innamorati della vita, decise di inviarne una copia all’allora Principe William, concedendogli la facoltà di utilizzarlo liberamente per le iniziative benefiche che gli stavano più a cuore. Da Clarence House giunsero subito all’artista i ringraziamenti con una lettera davvero molto tenera. Scicchitano, da sempre intende diffondere attraverso le note i valori positivi dell’esistenza e quelli basati sulla gratuita’ e sulla leale condivisione. Scicchitano, che è pure autore della prima canzone al mondo dedicata ufficialmente a Papa Francesco, Come puoi, incisa da Massimo Ranieri, felice ed onorato di aver ricevuto quel messaggio così importante, in segno di gratitudine, quando fu il momento splendido delle nozze tra William e Kate Middleton, in sincera umiltà volle con affetto offrirgli una inedita canzone Loving, che incontrò la generosità e la benevolenza della coppia al punto che essi gli fecero recapitare una splendida foto ufficiale con una dedica particolarmente dolce. E da lì, in occasione di festività sono intercorsi gli scambi degli auguri, mentre il rapporto si è pian piano evoluto. Fino ad oggi sono già otto le missive spedite dalla Casa Reale inglese con destinazione la Calabria. Maurizio Scicchitano, saputo dell’arrivo del primogenito dei due, entusiasmato si è precipitato a comunicare loro con gioia la sua intenzione di voler essere presente anche in questo lieto momento con un nuovo brano canoro scritto appositamente per il nascituro. Di risposta, perviene al musicista una seconda foto ufficiale con dedica ritraente il Duca e la Duchessa entrambi sorridenti. Viene dunque alla luce Beautiful child, che nella sua versione italiana ha il titolo Ci sei tu, dedicata al Principe George Alexander Louis. La canzone, proprio tanto romantica e nostalgica, è stata mandata a Londra con destinazione Kensington Palace e St James’s Palace. Le note composte da Maurizio e Piero Scicchitano insieme ad Adriano Guarino si abbinano al bel testo di John Biancale e Avio Focolari. Ma le sorprese non finiscono qui. Ecco arrivare a Scicchitano un terzo meraviglioso blasonato ricordo: l’immagine degli sposi con il bambino, accompagnata dalle seguenti parole: «Il

Una corrispondenza epistolare che vede protagonisti Maurizio Scicchitano compositore e il Duca e la Duchessa di Cambridge Nel 2007 il musicista di origine calabrese inviò una copia del suo album al Principe William...

Pagine che fanno luce

Per spezzare il silenzio su uno dei più terribili genocidi Un romanzo duro che fa luce, in maniera drammatica, sull’ennesima pagina di dolore e morte, consumatasi durante il secolo scorso: la deportazione e la soppressione del popolo lituano per mano dei russi. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Uscito solo pochi mesi fa in America, è balzato in testa alle classifiche del New York Times, ed è stato già venduto in ventotto Paesi del mondo. È il 14 giugno del 1941, quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania, dove Lina, figlia del rettore dell’università, aveva vissuto un’infanzia felice. Ma mai nulla sarà più come prima perché, come tutti quelli che sono sulla lista nera, insieme alle famiglie di molti altri scrittori, professori, dottori, vengono deportati. Insieme alla madre e al fratellino Jonas, viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete, fino all’arrivo in Siberia, in un campo di lavoro desolante. La dignità, la forza, il coraggio di Lina, che riesce a sopravvivere disegnando, fanno sì che ella possa comunicare con il padre, anch’egli in un campo di prigionia, attraverso i disegni, cercando l’unico modo per salvarsi. Il romanzo racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto sembra perso.

Il Principe George Alxander in braccio a mamma e papà Kate e William

Duca e La Duchessa di Cambridge sono rimasti molto emozionati per il fatto che lei si è preso cura di scriverGli in occasione della nascita del loro figlio, Principe George. Loro Altezze reali sono stati onorati da tutti gli splendidi messaggi ricevuti e le inviano i Loro migliori saluti e ringraziamenti».

Un dettagliato lavoro di ricerca e di ricostruzione documentaristica infonde alla lettura quella forza che solo un estremo realismo narrativo dei fatti può dare; le condizioni terribili in cui uomini, donne e bambini furono costretti come bestie, sono esposte minuziosamente, tanto da superare i confini spazio-tempo e far piombare il lettore nel gelo delle aride terre siberiane, in mezzo a gente martoriata dalla fame e dalle malattie, dove la prospettiva pur tetra della morte arriva perfino ad apparire preferibile alla vita. Immagini strazianti e agghiaccianti che hanno contrassegnato la storia recente, che straziano il cuore e che fiaccano la mente. Orrore dietro orrore: così viene scandita la vita dei deportati, ridotti in condizioni a dir poco disumane, dando la dimensione della follia umana portata agli estremi limiti di crudeltà. Il romanzo, ben costruito, è reso ancora più efficace dalla peculiarità di suddivisione in capitoli brevissimi che, dettando un ritmo serrato e rapido di lettura, fanno sì che il lettore rimanga coinvolto fino all’ultima riga, scosso da una commozione che man mano assume i connotati della indignazione e del ribrezzo, della più pervicace condanna per tanta inarrestabile ignominia. La potenza narrativa, complice uno stile linguistico a tratti troppo asciutto, assicura un valore al racconto attraverso la durezza delle immagini e la voce dei protagonisti, vittime di indicibili soprusi, gratuite atrocità e inenarrabili angherie.

Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys Ed. Garzanti - agosto 2011 - pag. 298 - euro 18,00 Giusy Cuceli

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sabato 2 novembre 2013

Cultura in grande stile Dal 4 al 10 novembre uno dei sei grandi eventi del più vasto cartellone Calabria Terra di festival

Tropea, un festival per leggere e scrivere Seconda edizione del “TropeaFestival Leggere&Scrivere” (4\10 novembre 2013), uno dei sei grandi eventi del più vasto cartellone Calabria Terra di Festival, ideato e promosso dall’assessorato alla Cultura della Regione Calabria. Diviso in quattro sezioni (Una regione per leggere, Calabria fabbrica di cultura, Carta canta, Premio Tropea), e attento alle realtà territoriali, il fittissimo programma della manifestazione ospiterà anche quest’anno una vasta rappresentanza di autori e intellettuali calabresi, con l’amichevole consulenza di Mimmo Gangemi, autorevole e raffinato, come la sua penna. In apertura sarà l’assessore Mario Caligiuri ad incontrare gli studenti calabresi (4 novembre, ore 11 Auditorium, Vibo), sul tema del valore sociale della lettura. Fra gli altri incontri il cui dettaglio completo è disponibile sul sito www.tropeafestival.it. Ricordiamo il 5 (ore 17, Palazzo Gagliardi, Vibo), il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati (Gazzetta del Sud) solleciterà l’arguzia di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso sul loro ultimo libro Acqua Santissima, appena pubblicato da Mondadori; successivamente il direttore del quotidiano L’Ora della Calabria, Piero Sansonetti, insieme a Curzio Maltese, acuto editorialista de La Repubblica, fra tante altre cose, discuteranno con Aldo Varano e Raffaele Suppa di aneliti libertari e ferrea burocrazia; un ossimoro che affligge l’Italia. Quasi in contemporanea al Museo diocesano di Tropea (ore 17), lo stesso Gangemi con Gioacchino Criaco, Demetrio Crucitti, Santo Gioffrè, Maurizio Marchetti, Luigi Michele Perri e Maria Serrao, ipotizzerà i nuovi scenari mediatici che avranno come protagonista la Calabria, come estensione alle storie appassionanti di alcuni recenti romanzi ambientati nel nostro territorio. A questo incontro seguirà nello stesso luogo un dialogo sulla bellezza animato dall’architetto Fernando Miglietta e i professori Franco Piperno e Carmelo Strano. Chiuderà la serata una conversazione fra Annamaria Terremoto, caporedattore TgR Rai, con Gennaro Sangiuliano in merito al volume Repubblica senza patria: storia d’Italia 1943\2013 (Mondadori). Il 6 novembre ancora una girandola di impegni partendo da Vibo Valentia, dove alle 10 (Palazzo Gagliardi), ci sarà un incontro con il regista Fabio Mollo, Michele Gerìa di Calabria Film commission e il cast degli attori del film Il Sud è niente, presentato come film indipendente al Festival del cinema di Toronto. Proiezione trailer e workshop con gli studenti del Liceo classico Michele Morelli di Vibo Valentia, coordina Caterina Scolieri. Alle 10.30, presso il Museo diocesano di Tropea, Paola Bottero presenterà Carta Vetrata, (Sabbiarossa) un interrogativo sulla valenza e il significato di esercitare la professione giornalistica oggi, confrontandosi con Cristina Vercillo, vice capo-redattore del Quotidiano della Calabria. A seguire conversazione con l’autore Giuseppe Braghò, sul libro Verità Mendaci (Meligrana editore). Nel pomeriggio Gilberto Floriani che dirige il Sistema Bibliotecario vibonese, capofila del progetto Tropeafestival Leggere&Scrivere, modererà una tavola rotonda sulla Calabria come reale fabbrica di cultura, cui prenderanno parte Mario Caligiuri, lo stesso Miglietta, il presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo, l’avvocato Francesco Bevilacqua e l’editore Florindo Rubbettino. Il 7 (ore 12, Palazzo Gagliardi a Vibo), verrà presentato il progetto Gutenberg, Fiera del libro, arrivata alla sua dodicesima edizione a Catanzaro, fornendo un altro bell’esempio di partnership territoriale. Nel pomeriggio (ore 16, Biblioteca diocesana, Tropea), presentazione del libro Il castello di Arena (Pubblisfera 2012) di Caterina Calabrese, a cura del professore Raffaele Gaetano, cui seguirà un incontro sui nuovi spazi espositivi destinati all’archeologia del Museo diocesano con Francesco Cuteri, Maria Teresa Iannelli, Luigi Renzo e Claudio Sabbione. A Vibo Invece (Palazzo Gagliardi ore 17), una conversazione moderata dalla giornalista Karen Sarlo con Alfredo Mantovano e Domenico Airoma, autori di Irrispettabili, il consenso sociale alle mafie (Rubbettino). A seguire il procuratore Mario Spagnuolo si confronterà con Maria Pompea Bernardi in riferimento al libro Codice Rosso (Pellegrini) di Attilio Sabato ed Arcangelo Badolati.

Diviso in quattro sezioni e attento alle realtà territoriali, il fittissimo programma della manifestazione ospiterà anche quest’anno una vasta rappresentanza di autori e intellettuali calabresi

L’8 novembre alle 17 ancora presso Palazzo Gagliardi a Vibo, Bianca Cimato intervisterà Maria Primerano sul divertissement L’anello stregato di Mozart (Pironti). Il 9 appuntamento speciale con i tre finalisti della settima edizione del Premio letterario nazionale Tropea, ovvero Vito Teti, Edoardo Albinati e Benedetta Palmieri, che incontreranno i detenuti della casa circondariale di Vibo Valentia, alla vigilia della finalissima che consacrerà uno di loro nell’albo dei vincitori, evento che rappresenterà il fiore all’occhiello del Tropeafestival Leggere&Scrivere. Alle 16 ci si sposterà presso il Mumar di Soriano Calabro, per una conversazione su Politici e malandrini (Rubbettino), cui prenderanno parte Paola Bottero, Enzo Ciconte e Mimmo Gangemi. Il 10 infine omaggio a Pasquino Crupi (ore 16, Museo diocesano), con gli interventi d Vincenzo Crupi, Settimio Ferrari e Bruno Gemelli. Alle 18,30 seguirà invece la “Memoria della Calabria nel sontuoso Codice Romano Carratelli” cui parteciperanno Alessandro Bianchi, Margherita Corrado e Domenico Romano Carratelli. Prima della serata finale del Premio Tropea la cui anima è rappresentata dal gran lavoro svolto tutto l’anno dall’associazione culturale “Accademia degli affaticati”, l’ultimo appuntamento nello stesso luogo di un fittissimo programma di oltre sessanta eventi, è rappresentato da una conversazione sulla ricerca antropologica in Calabria fra la giornalista Concetta Schiariti ed il professore Luigi Maria Lombardi Satriani. Legittima la soddisfazione di Gilberto Floriani: «Il Tropeafestival Leggere&Scrivere è una realtà culturale che offre un servizio di qualità per un territorio che ambisce a riscattare e sviluppare le sue potenzialità. Il lavoro svolto dai nostri collaboratori è eccellente anche quando è ai limiti del volontariato. Il Sistema Bibliotecario che io dirigo compartecipa in misura del 45% al finanziamento globale, ed anche questo dato rappresenta un dato eloquente su quanto io creda in questa manifestazione e nel suo limpido futuro, scrollandoci di dosso le faziose polemiche in cui qualcuno ci vorrebbe coinvolgere. Ma noi lavoriamo serenamente». A lui fa eco Pasqualino Pandullo, presidente dell’Accademia degli affaticati, l’associazione promotrice del Premio Tropea: «Il Premio letterario nazionale Tropea si accinge a tagliare il traguardo della settima edizione e lo fa in quel contesto, di più ampio respiro, che ha contribuito a creare. È una conferma della bontà dell’ambizioso progetto varato nel 2006 dall’Accademia degli affaticati: un progetto che si consolida e si espande, mentre il territorio aggiunge plusvalore culturale alla sua vocazione turistica. È un risultato da salutare con entusiasmo». Consenso anche da parte del direttore organizzativo e consulente artistico Maria Teresa Marzano, operatore culturale già distintosi in passato nel vibonese: «Sono molto orgogliosa di dare il mio contributo creativo e operativo a questa manifestazione. Il lavoro si è da subito articolato in un clima di collaborazione ed entusiasmo e sono felice di poter affiancare Gilberto Floriani e Pasqualino Pandullo in una esperienza che si sta rivelando anche un’opportunità di crescita professionale. Da parte mia aggiungo al bagaglio di competenze la passione che ha sempre contraddistinto il mio lavoro. Ci stiamo impegnando per dare al Tropea Leggere&Scrivere un respiro nazionale all’altezza degli ospiti e dello sforzo produttivo e per offrire a questi ospiti una platea sempre più numerosa, consapevole e interessata e nella quale i giovani lettori abbiano lo spazio che meritano».


sabato 2 novembre 2013

Evento conclusivo

Sax dalla Grande Mela Il 3 novembre al Lamezia Jazz, sul palcoscenico del Teatro Umberto, cinque giganti del jazz newyorkese, gli Opus five

Dopo il grande successo dei tre eventi conclusi del Lamezia Jazz XI edizione 2013, domenica 3 novembre 2013 presso il Teatro Umberto di Lamezia Terme alle ore 21,15 sarà protagonista il quintetto statunitense Opus 5. Questo quarto evento chiuderà la stagione del Lamezia Jazz XI edizione 2013. Il quintetto Opus 5, si rifà alle atmosfere dei celebri gruppi di Art Blakey e Miles Davis degli Anni ‘60, reinterpretandole alla luce di una sonorità personale. L’organico degli Opus 5 è così composto: Seamus Blake - sax Alex Sipiagin - trumpet Dave Kikoski - piano Boris Kozlov - bass Donald Edwards - drums, tutti da alcuni anni protagonisti della Mingus Big Band e della Mingus Dinasty. Opus 5 è un nuovo gruppo di co-leader, ideato da Alex Sipiagin coinvolgendo altri musicisti che come lui fanno parte della Mingus

Il quintetto si rifà alle atmosfere dei celebri gruppi di Art Blakey e Miles Davis degli Anni ‘60, reinterpretandole alla luce di una sonorità personale

family (Mingus Dynasty e Big Band). Con la sua nuova fisionomia strumentale, Opus 5 si muove nel solco dei grandi quintetti di stampo hardboppistico. Il gruppo esegue un repertorio prevalentemente originale, ma nella scaletta possono capitare anche temi brasiliani, jazz tunes d’autore o motivi della tradizione popolare russa. Ben due componenti della band, Sipiagin e Kozlov, tutti emigrati a New York, sono infatti accomunati da radici russe. I primi commenti a caldo del direttore artistico maestro Egidio Ventura confermano che il jazz è una macchina dalle forti potenzialità, molte ancora da esplorare: «Siamo partiti con l’organizzazione un po’ in ritardo, ma siamo riusciti a proporre un programma davvero interessante. Prova ne è stata la copertura mediatica a livello regionale. Tutti gli ospiti sono rimasti soddisfatti del festival e della città di Lamezia Terme». E che qualità ci sia stata è dimostrato anche dal fatto che alla manifestazione hanno partecipato centinaia di calabresi provenienti da ogni parte della Calabria. L’edizione 2013 ha visto protagonisti grandi artisti di caratura internazionale offrendo il massimo della loro arte improvvisativa. Lamezia Jazz è un’icona del fare cultura di qualità, dalla forte valenza etica e sociale, attenta alle trasformazioni ed alle dinamiche del pensiero musicale, sempre pronta a navigare nel mare molteplice e profondo del linguaggio artistico contemporaneo, capace di elaborare una nuova interpretazione dei fenomeni culturali, dei processi e forgiano risposte, dei bisogni, dei desideri e delle aspettative di un territorio sempre più culturalmente e cognitivamente sofisticato. Ancora una volta Lamezia Jazz, anche per questa sua XI edizione, dà prova di essere uno dei luoghi culturali più importanti del panorama musicale regionale e nazionale. Una rassegna capace di sorprendere e spiazzare, che si pone come luogo altamente recettivo per la musica in Calabria e che si muove ormai con disinvoltura nel panorama jazz italiano. Il direttore artistico Egidio Ventura esprime grande soddisfazione per la riuscita anche di questa edizione, per l’organizzazione e per il numeroso e caloroso pubblico che ha seguito finora gli appuntamenti in cartellone. Ed è questo che va particolarmente apprezzato: l’intuizione che il definitivo riscatto della nostra città passi attraverso la centralità della cultura. Senza cogliere questo aspetto, capace di proiettare nel futuro in maniera propositiva ed innovativa Lamezia Terme, la stessa indicazione delle realizzazioni finirebbe per essere solo un generico elenco e non renderebbe giustizia al lavoro fatto.

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sabato 2 novembre 2013

Oltre la scìa del dolore... ”Da Mormanno una lezione di vita e di dignità per superare il piattume quotidiano”

Per non dimenticare ma anche per imparare

Per non dimenticare, ma pure per imparare a trarre dalle difficoltà e dalla sofferenza gli spunti per dare qualità e nuovi orizzonti alla vita: la lezione di Mormanno, un anno dopo il terremoto che colpì la cittadina calabrese ed il comprensorio del Pollino, lasciando dietro di sé una scia di dolore e distruzione. Nella chiesa di san Rocco affollata all’inverosimile, coi fedeli assiepati fin dentro il presbiterio e la sacrestia (presenti anche il sindaco Guglielmo Armentano e tutte le autorità civili e militari), il vescovo della diocesi di Cassano allo Jonio, monsignor Nunzio Galantino, ha presieduto la santa messa dedicata alla memoria dei fatti dell’ottobre 2012, una ferita non ancora del tutto rimarginata: per questo monsignor Galantino, confermando che la Diocesi continuerà senza soste nella sua opera di vicinanza e sostegno alle popolazioni colpite dal sisma, come dal primo istante fatto attraverso l’opera della Caritas diocesana, ha auspicato che le istituzioni non vengano meno al loro dovere ed agli impegni assunti e sin qui solo in parte mantenuti. Affiancato dai parroci mormannesi, monsignor Giuseppe Oliva e don Franco Perrone, il presule della Chiesa cassanese s’è stretto con la comunità locale attorno alla Madonna Assunta, patrona del paese, e nel corso della sua omelia ha preso spunto dall’esempio della Vergine per una riflessione incentrata sulla necessità di cambiar pagina, «per fare entrare il profumo di Cristo in vite che la quotidianità impregna dell’odore della muffa del potere e dell’apparenza». Ha proseguito il presule: «Colui che prega, l’orante, è il faticatore, è colui il quale fa seguire alla preghiera l’azione pratica, spendendosi per il prossimo. Tutti devono spendersi per l’altro. Soprattutto, come il terremoto ci ha ricordato drammaticamente, per il povero,

La celebrazione della funzione in San Rocco Sopra, la processione lungo le vie di Mormanno

La Diocesi di Cassano allo Jonio ricorda in preghiera il terremoto dell’ottobre 2012 La riflessione di monsignor Galantino durante la messa nella chiesa di San Rocco

l’oppresso, l’orfano, la vedova e, più in generale, per quanti si trovino in condizioni di indigenza e miseria, non solo materiale». Ha quindi aggiunto: «Dio ha preferenza per quelli che non hanno voce, per i poveri, non per i soliti noti, per coloro i quali fanno della raccomandazione l’unico mezzo di affermazione sociale: per ritenersi giusti non è sufficiente seguire le pratiche di pietà, dal momento che se a queste non segue l’azione, noi ci allontaniamo da Dio». In coda, monsignor Galantino ha esortato alla preghiera, «ben sapendo che pregare vuol dire anche sperare: sperare di mettere in piedi la propria casa, la propria famiglia o la propria attività commerciale. Il terremoto questo ci insegna: le nostre vite hanno bisogno di una scossa di carità, di solidarietà, di un sussulto di dignità che partendo dalla Parola di Dio ci faccia superare il piattume quotidiano». A seguire, dopo la santa messa, la statua della Vergine Assunta è stata portata in processione per le vie di Mormanno, per perpetuare il patto di filiale devozione che lega i mormannesi alla loro Protettrice. don Alessio De Stefano direttore Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali


sabato 2 novembre 2013

Una figura indimenticabile A Rossano inaugurazione della statua in suo onore

Madre Isabella e l’amore per i bambini

Grande presenza di cittadini e fedeli all’inaugurazione della nuova statua di madre Isabella de Rosis, in piazza de Rosis, nei pressi della casa Centro di spiritualità dell’Istituto, già dimora natia di madre Isabella. Una cerimonia emozionante e coinvolgente, arricchita dalla testimonianza di alcuni devoti alla Serva di Dio, ai piedi del monumento, realizzato dallo scultore Carmine Cianci, che raffigura la Venerabile affiancata da due bambini. E non poteva essere rappresentata diversamente, Lei che alla cura dei più piccoli, soprattutto quelli bisognosi, ed alla loro istruzione ha dedicato completamente la sua esistenza. La città di Rossano riscopre una delle figure più importanti del panorama sociale e culturale, alle quali ha dato i natali, conosciute in tutto il mondo. Alla manifestazione, organizzata dall’istituto delle Suore del S. Cuore, con il patrocinio del Comune di Rossano e della diocesi Rossano-Cariati, sono intervenute le massime autorità religiose militari e civili del territorio. Tra queste, l’arcivescovo, neo ordinario militare italiano, monsignor Santo Marcianò, il vescovo della diocesi Oppido-Palmi, monsignor Francesco Milito, la madre generale, suor Adele Manduzio e il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti. Siamo soddisfatte e felici - dichiara la madre generale suor Adele Manduzio - perché l’inaugurazione di questa statua costituisce uno dei momenti conclusivi che hanno scandito i festeggiamenti del centenario dal trapasso di madre Isabella. La testimonianza della nostra Venerabile rimane un imprescindibile punto di riferimento per tutte noi, sorelle dell’Istituto delle Suore riparatrici del Sacro cuore, che sulla Sua vita esemplare basiamo ogni giorno la nostra opera e la nostra attività sociale. Ringrazio ancora lo scultore Carmine Cianci - conclude - per la sua maestria nel rappresentare perfettamente, non solo i tratti figurativi di madre Isabella, ma anche per aver saputo esprimere in maniera emblematica la Sua missione sociale, dedicata interamente all’accoglienza e all’istruzione dei più poveri e più bisognosi, in particolare dei bambini. Al momento inaugurale è seguita la celebrazione eucaristica nella cattedrale Maria Ss. Achiropita, presieduta dal vescovo Francesco Milito. Al termine della cerimonia, si è tenuto il concerto del coro “Harmonia” diretto dai maestri Maria G. Caria e M. A. Ingegneri. L’evento si è concluso nelle suggestive sale del Palazzo de Rosis, dove i numerosissimi partecipanti, sono stati accolti da un lauto buffet allestito a cura della società Montesano catering, di Rocca di Neto, di Antonio Montesano. La nuova scultura si aggiunge all’immenso patrimonio artistico-religioso custodito nel Palazzo de Rosis, interamente restaurato, al cui interno si trova un percorso museale molto ricco e complesso, che mette in risalto l’opera e l’attività di madre Isabella, moltissimi reperti storici di grande valore e interesse, di cui cittadini, turisti e visitatori possono usufruire.

Cerimonia emozionante e coinvolgente ai piedi della effigie della venerabile

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asabato 2 novembre 2013

Pillole di fede Visita guidata nei laboratori cosentini della Soprintendenza Bsae della Calabria

L’arte del restauro

di Lucia De Cicco

Stilo nel Reggino oltre ad essere una cittadina a forma di colonna da cui probabilmente prende il nome è nota anche per la sua celebre “Cattolica” una struttura risalente al IX secolo. Annovera nella sua storia fatta di dominazioni e di spostamenti anche alcune strutture di notevole rilevanza monumentale e che sono andate perdute con i movimenti della terra. Stilo nella sua storia ha, infatti, avuto ben diciotto chiese, molte delle quali crollarono con un forte terremoto nella seconda metà del 1700. L’abbazia di San Giovanni Theristis, il Duomo o Chiesa matrice da molti anni ormai chiusa per restauro e molte altre costruite tra il IX e XVI secolo. Il Convento delle clarisse con Chiesa di Santa Chiara costruito nel XIII secolo dedicato a Santa Maria di Ognissanti è tra le più antiche sedi vescovili calabresi. Tra i personaggi celebri, Stilo annovera: Tommaso Campanella filosofo; Guglielmo Sirleto cardinale; Luigi Cunsolo storico e poeta e in epoca recente, Gigi Marulla calciatore e allenatore. Parliamo di questa città perché è stata protagonista di un’interessante conferenza stampa nei giorni scorsi su un dipinto del Battistello Caracciolo, la “Madonna di Ognisanti”, una delle quattro sue opere, che in totale sono presenti in Calabria. Essa da moltissimi anni si trova presso i laboratori di restauro della Soprintendenza ai Beni Culturali Bsae della Calabria, di Palazzo Arnone a Cosenza. Nelle giornate del 28 e 29 ottobre scorso è stata data l’opportunità di una visita guidata nei laboratori della Soprintendenza per visionare la tela che ha grandi dimensioni, pensiamo a un’altezza più di 5 metri. Apportati i primi esami diagnostici, la tela è stata trasportata in una delle chiese della città di Stilo, in quella di San Domenico adatta ad ospitare un dipinto di grandi dimensioni. Avvolta su un rullo, ora sarà restaurata direttamente in loco con un “Cantiere aperto e didattico” scelta che la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria. Il restauro della Madonna di Ognissanti di Battistello Caracciolo, risalente al 1619 ritorna per una grande sinergia tra Diocesi di Locri-Gerace, Fai, Provincia di Reggio Calabria e Assessorato regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Calabria e dal Comune di Stilo. Mimmo Visciglia, restauratore, ci accompagna nel viaggio artistico alla scoperta dei segreti, che poi tali non sono, delle sale, che racchiudono molte delle opere d’arte; e illustrandoci le varie fasi di un restauro, ci spiega: «Il restauro è un metodo scientifico, qualunque fase è trascritta e documentata ed è preceduta da una fase di progettazione sullo stato di conservazione dell’opera». Ogni fase di restauro ha necessità di una colla proteica e reversibile su cui si incolla una carta di provenienza orientale, solubile e che può essere facilmente rimossa quando ha assolto al suo compito, che è quello di non perdere pezzi del film pittorico e/o di poterla facilmente spostare. Dopo questa fase si passa alla vera è propria fase del restauro dal retro della tela si fa infiltrare una soluzione con addizionale antimuffa per dare la possibilità al supporto originale e al film pittori-

Interessante conferenza stampa sul dipinto la “Madonna di Ognisanti” del Battistello Caracciolo Apportati i primi esami diagnostici, la tela è stata trasportata in una delle chiese della città di Stilo, San Domenico, adatta ad ospitare un dipinto di grandi dimensioni Nella foto Mimmo Visciglia con un particolare della Madonna di Ognisanti, l’affresco della Madonna del monastero di Bivongi

co di aderire perfettamente. Poi, segue la foderatura, oggi questa fase ci spiega Visciglia non è così obbligatoria salvo che non vi sia un’esplicita richiesta. «Questa fase consiste nel posizionare il film pittorico su di una nuova tela con caratteristiche compatibili all’originale e sempre con l’addizione della colla proteica e di alcuni ingredienti che sono miele, fenolo, farina, che danno adesione ed elasticità ottimale. La tela della “Madonna di Ognisanti” così come tutti i dipinti che sono nel laboratorio sono stati montati su un telaio interinale. Dopo in una fase successiva si procede ad una rintelaiatura che deve essere come un macchina semplice e che possa durare tanto nel tempo, cioè gli incastri non sono né incollati e né inchiodati, una sorta di cunei a forchetta che fanno si che la tela possa essere sempre tesa». Il restauro che è eseguito oggi non è una pratica definitiva, ma esso ha sempre necessità di una stretta osservazione. Dopo fatte queste operazioni metodologiche si passa alla fase più difficile in assoluto, che è la pulitura. Perché è eseguita con arnesi appuntiti e miscele di solventi e trapani e mentre per tutte le altre fasi, un errore è recuperabile per la pulitura l’errore è irrecuperabile. «Le prove di pulitura, ci dice il Restauratore, servono a rimuovere ciò che c’è sul film pittorico originale (fumo, sporco, impronti di mani, polvere) e anche le cosiddette ripitture, che possono essere date dai cambiamenti di culto e/o da certezze teologiche come nel caso dei dipinti, che riproducono il Sacro». Oggi esistono strumentazioni d’indagine, che possono garantire delle maggiori certezze nella pulitura, poiché è una fase che va sempre ponderata, perché il ritocco di stile su stile con la demolizione del ritocco successivo potrebbe produrre un rudere se non si è certi al 100% di ciò che ci è sotto, perché si potrebbe demolire un’epoca. «Se pensiamo al Duomo di Cosenza, consacrato nel 1222 e l’ultima cappella realizzata a metà ‘800 balza subito agli occhi che un monumento di così grandi dimensioni è stato realizzato nell’arco di quasi un millennio. Negli ultimi quaranta anni il restauro gioca molto di rimessa per cui è preferibile non fare piuttosto che sbagliare. Un concetto quasi esclusivamente Italiano importante è quello della patina, in cui la pulitura di un dipinto non ha pretese di arrivare al colore originario uscito dalla tavolozza, quanto piuttosto conservare anche il passaggio del tempo». I dipinti, finite queste fasi, a volte possono presentare delle perdite di film pittorico, chiamate lacune, qui interviene lo Storico dell’arte, che ha l’ultima parola e che può decidere di integrare la parte mancante secondo una logica, che è quella della lettura della scena e a volte della destinazione. Se esso è ufficio di culto, oppure un museo, ovvio è che la finitura estetica è differente, come nell’astrazione cromatica che è una finzione che però come tutti i colori utilizzati è reversibile. Nel futuro con tecniche più avanzate il restauro oggi apportato può essere cancellato senza lasciare alcuna presenza del precedente. Oggi a parere del restauratore Mimmo Visciglia, lo Stato dovrebbe garantire un ricambio generazionale dei restauratori, che devono avere una preparazione adeguata e non solo di tipo accademico e cui lasciare in eredità tutto ciò che è stata l’esperienza maturata in questi anni di attività e sul campo.


sabato 2 novembre 2013

Suggestione emotiva Un successo la mostra di Domenico Monteforte a Roma

Le muse, arte in trasferta Nel fascinoso complesso monumentale dei Dioscuri al Quirinale a Roma è stata allestita un personale dell’artista Domenico Monteforte “Omnia Mutantur”. La mostra è stata curata da Myriam Peluso, titolare dell’associazione Le Muse-Arte di Cosenza, che conferma la capacità di organizzare eventi culturali di grande rilievo, tanto nella sua città che al di là del Pollino. La mostra si aggiunge alle numerosissime che l’artista ha tenuto in ogni parte del mondo, riscuotendo un crescente successo, tanto che sono molti i musei, le sedi istituzionali e le collezioni privati annoverano le opere dell’autore tra i pezzi più preziosi delle loro raccolte. Inaugurata il 24 ottobre, con una grande affluenza di pubblico che ha mostrato grande interesse alla produzione artistica del pittore, rimarrà aperta fino al 8 novembre. Sono in esposizione cinquanta opere del pittore che ripercorrono la vita artistica e la sua evoluzione. Il filo conduttore è costituito dalla natura guardata con sotto varie sfaccettature. La sezione “En Plein Air” si ispira alla grande pittura naturalistica con opere in stile informale ma di forte suggestione emotiva. Un altro gruppo di dipinti tenta di cogliere le suggestioni provocate dalla musica che è richiamati dagli spartiti che costituiscono il sottofondo delle tele. In particolare l’artista lucchese rende omaggio al grande compositore toscano Giacomo Puccini, le opere costituiscono la fonte di ispirazione. Numerose le personalità che hanno frequentato la mostra, a dimostrazione della grande popolarità di cui gode l’artista, che ha avuto l’onore di vedere dal 2005 tre sue opere di cm 80x120 acquisite nella prestigiosa collezione del Senato della Repubblica presso Palazzo Madama in Roma e nel 2007 ha donato “L’albero della vita”, al Santo Padre, Papa Benedetto XVI durante un’udienza pubblica a Roma e ora fa parte della collezione privata di Papa Francesco. Claudio Strinati, storico e critico dell’arte, scrive che «Domenico Monteforte è un artista che lavora in maniera razionale su argomenti emozionali. Monteforte, dipinge in effetti meditazioni ma non astratte o intellettualistiche bensì concretissime, ma di quella concretezza peculiare che esiste soltanto nella superficie pittorica, e non è escluso che chi osserva le sue opere possa poi vedere la realtà fuori di noi in modo diverso rispetto al primo approccio. Domenico Monteforte è un artista che lavora in maniera razionale su argomenti emozionali». Aggiunge Rosario Sprovieri: «I paesaggi di Monteforte sono celati dentro all’universo dei colori. L’Artista ci narra le sue storie, con immediatezza e spontaneità, nel mentre le forme affiorano e prendono vita. Le sue sono visioni placide, di meravigliosi angoli di questo nostro mondo, intuizioni artistiche che nascono da una mescolanza armonica di colori. Mondi del pensiero, che ricompaiono e si ricompongono nelle nuances del fluire e, nell’addensarsi delle tinte sulla tela. Sono ambienti che si svelano, che esistevano già nel

Muse Arte ha organizzato una mostra del pittore toscano che sta riscuotendo grande successo. Myriam Peluso si rivela organizzatrice di grandi eventi culturali; travalica i confini della Calabria

tempo e nello spazio appartenuto alla vita e alla storia di generazioni di uomini umili, di antichi mecenati e di persone sagge. L’artista è un archeologo capace e premuroso, cura personalmente il “ritrovamento”, ne ricolloca ogni elemento, ne posiziona ogni particolare, poi coglie, ci svela e scopre alla vista, ogni ombra sconosciuta e il riflesso di ogni luce e l’onda cheta della brezza dell’alito del mare. [...] Ad osservare attentamente, le “finestre assolate” di Monteforte ci si riscopre bambini, senza accorgersene si rimane rapiti, è una seduzione lenta ma completa. Ammaliati, in questa estasi d’incanto, ritorna l’ingenuità del fanciullo, quando si ferma a guardare il mare mentre il vento caldo gli accarezza il viso, quando poi naturalmente, socchiude gli occhi... è accaduto anche a Pinocchio quando socchiuse i suoi, per ascoltare i gorgheggi del mare. È il mite osservatore meditando, può scorgere Dante che s’affaccia sul suo portico e... ascruta il Paradiso». (OP)

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