Periodico di aggiornamento e informazione ormazione in collaborazione con co Supplemento al n. 1/2017 de La Neurologia italiana
UP TO DATE sulla CEFALEA Le sfumature soggettive di una patologia poliedrica Riassumere in poche righe il congresso STRESA
SIN La Neurologia Italiana edita da Medico e Paziente Edizioni non è compito facile. Sono trascorsi ormai quasi vent’anni da quando il Centro Cefalee, da me fondato negli anni Ottanta all’Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta di Milano poi divenuto Fondazione IRCCS Besta, ha lanciato la fortunata serie di questi Seminari Internazionali Multidisciplinari che ogni due anni raccolgono sulle rive del lago Maggiore i principali studiosi di mal di testa. Negli incontri tenuti per lo più al Grand Hotel Des Iles Borromées ricercatori provenienti da ogni parte del mondo si sono di volta in volta alternati a quelli italiani con studi e ricerche sempre inedite nel nostro Paese, tutte poi puntualmente raccolte dalla rivista Neurological Sciences della Springer-Verlag che appositamente dedica agli atti di ogni appuntamento congressuale un intero supplemento, che rappresenta ormai una pubblicazione di riferimento per chi vuole seguire l’evoluzione dei trattamenti e dello studio delle cefalee degli ultimi vent’anni con la certezza di
avere un elevato standard scientifico e una fonte di up-to-date di raro riscontro. Attraverso gli incontri di Stresa io stesso mi sono trovato a ripercorrere le fasi della ricerca e della clinica in questo campo, dalle teorie vascolari periferiche a quelle del controllo centrale del dolore. Quest’anno ad esempio assistiamo alla rivoluzione della terapia profilattica generata dagli anticorpi monoclonali CGRP che sembrano andare moltiplicandosi come quando negli anni Novanta al primo triptano iniziarono a seguirne sempre di nuovi, innescando una
rivoluzione della terapia sintomatica che dura ancora oggi. Dopo aver assistito a tante di queste rivoluzioni ho capito che il motivo per cui non abbiamo ancora individuato il primum movens di questa malattia è che ognuno ha il suo primum movens, perché questa è la patologia della soggettività e sta al medico capire e interpretare il linguaggio dei sintomi di ogni paziente che non sono mai oggettivi, ma sempre colorati dalla sua personale soggettività. Il mal di testa non ha un’unica causa, ma una serie di concause concorrenti fra loro, dove la risposta comportamentale al dolore di ognuno gioca un ruolo chiave e i tratti di personalità del pazien-
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Presidente per questo numero speciale della rivista
te sono in grado di influenzare i trattamenti con un vero e proprio effetto nocebo e placebo che il medico deve imparare a sfruttare sviluppando un approccio personalizzato che impiega sia le armi farmacologiche, sia quelle non farmacologiche come ad esempio i recenti neurostimolatori esterni. Oggi sono convinto che occorre innanzitutto considerare le interazioni che si sviluppano fra le componenti emotive e le disfunzioni delle vie del dolore, perché è su questo complesso gioco di interazioni che si basa l’omeostasi del nostro organismo, la cui alterazione si manifesta come risposta bio-umorale al dolore cefalalgico nelle sue diverse espressioni fenotipiche. Per questo motivo il Congresso di quest’anno prende in considerazione tutti gli aspetti traslazionali della ricerca clinica, da quelli sociali a quelli di comorbidità, a quelli professionali, di scolarità e di qualità della vita, fino addirittura a quelli etnopsichiatrici. Solo comprendendo ognuno di questi aspetti si potrà vincere il più grande nemico che ancora oggi minaccia questa malattia: la cronicizzazione e il suo triste alleato, l’abuso farmacologico di analgesici.
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HEADACHE 2017 di cui sono ancora una volta