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Marzaioli Alberto pag
from Volume VI collana "Chi è?", rubrica "Volti casertani e maddalonesi" a cura di Michele Schioppa.

La storia di Alberto Marzaioli(1) è legata ad un periodo in cui la Musica maddalonese aveva un suo perché, ed ancora i musicisti, strumentisti, cantanti ed autori maddalonesi erano ricercati. Ho avuto modo di parlare del violinista Alberto Marzaioli raccontando le biografie dei Maestri Antonio Grauso e Giuseppe Renga(2). La famiglia di Alberto Marzaioli(3) è la tipica famiglia di artigiani “orologiai”, in cui Alberto era il primogenito(4). Il papà Pasquale aprì il negozio laboratorio prima ad Acerra e poi a Caserta, poi fu aperto nel 1905 il negozio gestito, successivamente dal primogenito Alberto a Maddaloni; negozio che è tuttora esistente e gestito dal figlio Mario(5). La sua esistenza si è sviluppata tra la casa, il negozio e le sue performance musicali(6). La sua casa era in via Maddalena, in uno di quei portoni con le scalinatelle e i ballatoi da cui ci si scambiavano saluti, notizie, talvolta cibo, talvolta confidenze, piccoli pettegolezzi e, se si era adolescenti, occhiate e bigliettini. E fu proprio questo “quadretto” a consentirgli di conoscere la futura moglie Rosa Guarino (18 maggio 1908 – 10 novembre 1977)(7). Ci è dato sapere che Alberto fin da piccolo mostrò una grande passione per la musica, passione ereditata dal padre Pasquale (4 marzo 1885 – 10 febbraio 1956) coniugato con Caterina Mastroianni (27 dicembre 1886 9 giugno 1974); volle presto imparare a suonare il violino. Andava a piedi tutti i giorni a Caserta per prendere lezioni e divenne così bravo che iniziò a comporre musica e versi di molte belle canzoni. Dalla documentazione d’archivio apprendiamo che già a soli 21 anni è già famoso. Un articolo di stampa lo riporta come “il più noto mandolino della regione”. A dimostrazione della centralità della sua figura vi sono testimonianze collegate alla Piedigrotta Maddalonese nata nel 1928 ma che ebbe la sua esplosione nel 1929 allorquando a cooperare con il fondatore, il Maestro Antonio Grauso, vi era proprio il violinista Alberto Marzaioli. Concorsero alla realizzazione della seconda edizione della Piedigrotta Maddalonese (estintasi poi nel 1953)(8) anche il prof. Francesco Balsamo, Antonio Barbato, Michele delle Cave, Vincenzo Iacobelli, Salvatore Pomponio ed altri. Fatto curioso è che ai fini organizzativi di questo
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evento e non solo, gli artisti e musicisti, avevano come recapito il civico 1 di via Bixio domicilio di Alberto Marzaioli (9). Per la Piedigrotta, e per altre occasioni, Alberto compose molte opere i cui titoli richiamano momenti di vita vissuta e quasi sempre storie d’amore. Oltre a quelle citate vanno ricordate “Fa’ chello che dich’j”, “Rispiett a mammema”, “Facitm sunnà”, “Nannì, Nannì” e simi-


li, nella più pura tradizione melodica partenopea. Testimonianza di vita vissuta, e racconti familiari, riferiscono che la musica e le parole di Alberto Marzaioli(10) hanno accompagnato tanti nostri connazionali nei viaggi della speranza verso l’America, cantate da Nino Bardi, un cantante sull’oceano, diremmo oggi, parafrasando il titolo di un fa-
moso film(11). Alberto impara dal padre l’arte di riparare gli orologi e suo figlio Mario, l’ultimogenito, ha continuato l’attività. Alberto si racconta che sapeva fabbricare al tornio i pezzi di ricambio, non esistendo quelli di serie, manifestando una certa lungimiranza(12). Alberto si sposò con Rosa Guarino nel 1931, e ben presto ebbe, a distanza di circa due anni l’uno dall’altro, numerosi figli che erano il suo orgoglio. I suoi figli furono Caterina ( 24 luglio 1932), Anna (14 gennaio 1934), Pasquale (7 febbraio 1937), Angelina (14 gennaio 1939), Vincenzo ( 9 gennaio 1942), Michele (nato nel 1943), Maria Teresa (24 luglio 1946), e Mario (6 gennaio 1948). Ci troviamo nel periodo fascista ed una famiglia numerosa è considerata cosa benedetta, oltre che dalla Chiesa, anche dal duce in persona. Come tanti della sua generazione, Alber-

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to ha dovuto affrontare momenti molto difficili per mantenere la sua numerosa famiglia durante la guerra e negli anni immediatamente successivi alternando il suo lavoro di orologiaio a quello di violinista(13). Come si sa l’aneddotica aiuta a comprendere la storia delle persone e circa il periodo bellico vi è un aneddoto che lo presenta integerrimo a voler consumare un pasto tanto ricercato per se e la famiglia ignorando il pericolo del bombardamento(14). Passata la seconda guerra mondiale nacquero altri due figli. Si giunse quindi a quota nove figli, di cui otto viventi, una bimba, infatti, era morta a circa due anni in seguito ad una gastroenterite, come accadeva spesso prima della guerra. Subito dopo la guerra Alberto volle anche dedicarsi alla politica candidandosi con il “Fronte dell’uomo qualunque”(15) anche se non riuscì nell’intento(16). Sono passati tanti anni dalla morte di Alberto, ancora c’è qualcuno che parla di lui e lo ricorda come una persona brillante e spiritosa, un padre severo, ma molto legato ai figli, che lo ricordano col grande rimpianto che non abbia potuto godere della soddisfazione di vederli incamminati per la strada giusta, con una loro famiglia, e un buon lavoro(17). La figura del violinista Alberto Marzaioli necessità sicuramente di maggior approfondimento, questo contributo vuole essere un primo omaggio alla sua persona(18).

(1) Per approfondimenti si veda Michele Schioppa, “Maddaloni, Alberto Marzaioli “violinista”: il più noto mandolino della Regione nel 1929” in L’Eco di Caserta del 25 maggio 2017. (2) Michele Schioppa, “Maddaloni, ricordo della belle époque della banda cittadina con il Maestro Antonio Grauso” in L’Eco di Caserta del 25 ottobre 2016; Michele Schioppa, “Maddaloni, la storia del Maestro Giuseppe Renga nello studio di Pascarella” in L’Eco di Caserta del 2 maggio 2016. A questi contributi si faccia riferimento per approfondimenti e citazioni del presente articolo. Qui vi sono i riferimenti ai contributi degli storici Pietro Vuolo e Francesco d’Orologio in merito alla musica ed all’impegno di Alberto Marzaioli. (3) Alberto Marzaioli nasce da nasce da Pasquale Marzaioli (Maddaloni 4 marzo 1885 - Caserta 10 febbraio 1956) e da Caterina Mastroianni (Maddaloni 27 dicembre 1886 - Caserta 9 giugno 1974), dalla cui unione sono nati Alberto (29 maggio 1907 – 19 novembre 1969), Domenico (22 aprile1910 – 30 novembre 1987), Angelina (25 agosto 1912 – 23 novembre 1981), Americo (12 marzo 1915 – 27 agosto 1989), Amedeo (30 ottobre 1918 – 4 agosto 1988), Addolorata detta Titina (12 febbraio 1925 - 8 luglio 1998), Salvatore deceduto all’età di 9 anni ed Ersilia (18 gennaio 1929 - 21 agosto 1990). Michele Schioppa, “Maddaloni, Domenico Marzaioli il capostipite di una dinastia di sportivi” in L’Eco di Caserta del 19 novembre 2016. A questo contributo si faccia riferimento per approfondimenti e citazioni del presente articolo. (4) L’attività era svolta sia da papà Pasquale, con la mamma Caterina casalinga, ed ancora dai figli Alberto, Americo ed Amedeo. A Maddaloni o comunque nel circondario all’inizio del secolo scorso o comunque sul finire dell’ottocento oltre ad Alberto Marzaioli c’era l’Oreficeria-Argenteria De Simone in via Nino Bixio, 24, e l’Orologeria Corbo in via Bixio 59/61 che poi si trasferirà in Piazza Umberto I°. (5) Questo negozio nel tempo è stato luogo di incontro di tanti e famosi artisti e musicisti e tra le altre cose un momento di grande gioia la ebbe, e lo fu anche per Alberto, l’inaugurazione di un nuovo, con la presenza dell’onorevole Rosati e di numerosi amici e parenti. Sempre in merito ai negozi di orologiai della famiglia Marzaioli: Americo Marzaioli aveva, invece, a Caserta il negozio laboratorio prima a Via Mazzini, poi in Piazza Vanvitelli e infine a Via S. Agostino, poi gestito dal figlio Pasquale. Sempre a Caserta il fratello Amedeo aveva il negozio laboratorio in via Mazzini. Attualmente la tradizione orologiaia di famiglia la continua Mario ultimogenito di Alberto titolare del negozio di oreficeria e orologeria in via Bixio, 2 a Maddaloni e fino al 2004 da Pasquale, secondogenito del fratello Americo, titolare del negozio di via San Giovanni a Caserta successivamente gestito fino al 2011 dalla figlia Aurora. (6) Possiamo dire, ascoltando le testimonianze dei parenti ed amici che Alberto Marzaioli è sempre vissuto a Maddaloni per sessantadue anni salvo esibizioni musicali fuori “porta”, vivendo una vita densa di affetti, di avvenimenti, di iniziative. (7) Rosa era severamente sorvegliata dalla madre; nel segreto del loro rapporto riuscirono a promettersi amore eterno, quello della giovinezza, ma
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nei fatti così se lo promisero per la vita. (8) Alberto Marzaioli fu uno degli organizzatori, oltre che autore di bravi presentati, assieme al maestro Giuseppe Renga, del 1° festival della canzone maddalonese che si svolse nel 1953 al Santuario di S. Michele sulla collina. (9) Uno dei promotori dell’iniziativa abbiamo detto essere stato il professore Francesco Balsamo, ebbene questi, noto per essere ispiratore e rappresentante del Partito Socialista Italiano in Provincia di Caserta prima ancora che a Maddaloni, dove fu anche amministratore, sia nel periodo pre bellico che post bellico del secondo conflitto mondiale, il quale aveva un legame particolare con Alberto Marzaioli. Balsamo alla Piedrigrotta intervenne con più opere compresa la canzone “Serenata dispettosa”, accompagnata dal mandolino di Alberto Marzaioli. La coppia Balsamo-Marzaioli era collaudata, infatti, ed altre canzoni li vedono coinvolti e sono “M’ aggia nzurà” versi di Balsamo e musica di Marzaioli, “Turmiento” versi di Balsamo e musica di Marzaioli, “Canzona Amara” versi di Balsamo e musica di Marzaioli. Va detto che il prof. Francesco Balsamo (Maddaloni 24 gennaio 1901 – Napoli 5 dicembre 1976), politico, amministratore, insegnante e poeta ebbe una certa influenza e fascino per le generazioni maddalonesi fino a metà secolo allorquando sarà rappresentante provinciale del Partito Socialista. Per un approfondimento sulla sua figura si veda Franco Amedeo Balsamo, “Sogni e Fantasia (Canzoni)” a cura del Dott. Beniamino Barbato, stampato in Napoli nel 1977 presso le Arti grafiche Augusto Velardi; programma della “Strenna autunnale maddalonese” 1934 XII e stampato in Maddaloni presso la tipografia Editrice “Giuseppe De Simone” con esecuzione di “Nino Bardi, il geniale interprete della canzone”. (10) Di Proprietà di Alberto Marzaioli erano anche le edizioni “La Canzonetta Maddalonese” che aveva sede sul Corso I° Ottobre a Maddaloni. (11) Sempre accedendo alle informazioni familiari, suffragate da documentazione e stampe che si spera presto vedere riunite in un fondo dedicato in qualche archivio, sappiamo che Alberto Marzaioli compose, inoltre musiche e parole per la festa del Santo Patrono e per le celebrazioni del mese di Maggio. Ancora oggi, nel giorno dedicato alla Madonna da parte della famiglia Marzaioli, si intona il Canto da lui composto “Noi siam poverelli...”. Canti nati dalla sua grande amicizia con i padri Carmelitani Scalzi della chiesa dell’Annunziata di Maddaloni, e da una fede sincera. (12) Quando ancora la pubblicità riguardava solo i grandi marchi, Alberto pensò di abbinare il nome dell’orologio di punta del suo negozio, il Nicolet Watch, ad una corsa ciclistica e precisamente al quinto trofeo Alberto Marzaioli (la grande passione di suo fratello Domenico e dei suoi figli). Alberto fece anche un’altra azione pubblicitaria, in quella occasione, che fece una grande impressione e consisteva nel lancio da un aereo, da circa 400 m, che sorvolò più volte il campo sportivo di Maddaloni, dell’orologio Nicolet Watch che impattò il terreno senza subire danni. Lo scopo era dimostrare l’infrangibilità di tale orologio che, per quei tempi, era una novità assoluta. (13) Suonava, infatti, con alcuni amici, ai matrimoni, durante le celebrazioni solenni, in qualunque occasione che gli desse l’opportunità di integrare i guadagni altalenanti del negozio, onde offrire ai figli l’opportunità di studiare e crearsi un futuro stabile e soddisfacente. (14) Il fatto si svolge nel pieno secondo conflitto bellico mondiale. Nel periodo in questione, Alberto Marzaioli, aveva sei figli e, come anticipato, cercava in tutti i modi di mettere insieme il pranzo e la cena, ovvero almeno un pasto a tavola. In un particolare momento accadde che in occasione della sua partecipazione artistica ad un matrimonio, gli vennero regalati dei pomodori, un pezzo di pane e una piccola bottiglia d’olio. Alberto, naturalmente, cominciò a pregustare l’insalata sin sotto le scale di casa; accadde, però, che, mentre la famiglia si accingeva a gustare quel bel piatto di insalata di pomodori, improvvisamente suonò l’allarme. Ciò implicava che si doveva scappare al rifugio. Alberto però, visto il periodo di “magra”, affermò che per niente al mondo avrebbe rinunciato a quell’insalata e quindi restò a tavola. La moglie ed i figli si misero al riparo sotto l’androne di casa, in attesa che li raggiungesse per correre al rifugio della “Cittadella”, collocato sotto la cantina di casa del dottore Finocchiaro. Intanto, moglie e figli, non vedendo arrivare Alberto, non sentendolo neanche scendere le scale, e non potendo più avventurarsi in strada durante il bombardamento, decisero di aspettarlo lì sotto fino al cessato allarme. Ebbene, quell’insalata probabilmente salvò loro la vita. Una bomba, infatti, centrò il rifugio e vi furono numerosi feriti e qualche morto. (15) «Il Fronte dell’Uomo Qualunque (UQ) è stato un movimento e, successivamente, un partito politico italiano sorto attorno all’omonimo giornale (L’Uomo qualunque) fondato a Roma nel 1944 dal commediografo e giornalista Guglielmo Giannini, portando avanti istanze liberal-conservatrici e legate all’antipolitica. Da questo fenomeno politico è nato il sostantivo italiano qualunquismo». Fonte Wikipedia, voce “Fronte dell’Uomo Qualunque” aggiornata al 25 aprile 2017. (16) Sempre in chiave aneddotica va riportato un altro racconto di famiglia che riguarda Alberto negli anni che seguono immediatamente la guerra. Ebbene, dopo venti anni di partito unico, era venuto un periodo di grandi fermenti politici, di nuovi partiti ed anche Alberto decise di dedicarsi alla politica. Alberto si candidò, appena furono indette le elezioni, nel “Fronte dell’uomo qualunque”, movimento poi partito, fondato dal napoletano Guglielmo Giannini, giornalista, politico, scrittore, regista e drammaturgo italiano. Naturalmente Alberto cercò i consensi prima di tutto nella cerchia familiare e in quella degli amici e credeva di poter contare su un certo numero di voti. Ebbene, dopo lo spoglio, si accorse che mancava il voto del suo migliore amico, che pure lo aveva rassicurato uscendo dall’urna. L’amicizia si incrinò per sempre; solo dopo anni, venne a sapere che il voto mancante era quello di sua moglie che aveva votato per la “Maria Santissima Immacolata”, ovvero MSI, cadendo in un innocente equivoco. In famiglia, si ricorda che tra gli altri partiti, v’era uno che aveva come simbolo una fiamma tricolore, il Movimento Sociale Italiano, con sotto scritto MSI; ebbene la vulgata cittadina diceva che la sigla volesse significare Maria Santissima Immacolata, cosicché parecchie persone votarono questo partito nella convinzione di votare la Madonna. (17) A ricorda, tra gli altri, il Maestro Antonio Barchetta (fondatore e presidente dell’Associazione Culturale Musicale ONLUS “Aniello Barchetta”) che riferisce: «Del Cav. Alberto Marzaioli violinista ho un ricordo molto intenso trasmessomi da mio padre Aniello. Molto lunga è stata la collaborazione del Cav. con i padri Carmelitani e con mio padre ambedue violinisti. Nella biblioteca dell’Associazione è disponibile una sua composizione, “Preghiera alla Vergine” che ho armonizzato e trascritta per ensemble musicale. Lo spartito mi fu dato dal figlio Mario in fotocopia e sarebbe bello avere le altre sue composizioni per poterle trascriverle e metterle a disposizione dei posteri». La biblioteca a cui fa riferimento il Maestro Barchetta con il mese di maggio 2017 è resa accessibile e consultabile nel sistema interbibliotecario, in collaborazione con circuiti universitari, con l’accesso ai materiali direttamente dal web, essendo a monte avviata un’azione di acquisizione ottica del patrimonio documentale esistente per la divulgazione dello stesso. (18) Si esprime gratitudine alla famiglia Marzaioli per aver consentito con i propri ricordi questo omaggio, in particolare si ringrazia il figlio Mario e consorte Anna Maria Zollo ed ancora il nipote Amedeo Marzaioli.
.Michele Schioppa
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