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Covid-19: il rischio è maggiore per chi è celiaco?
In base a quanto pubblicato nel Rapporto n. 38/2020 COVID-19 dell’ ISS (Isituto Superiore Sanità) - Indicazioni ad interim per un’adeguata gestione delle persone affette da celiachia nell’attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2, Versione del 29 maggio 2020, non sembra che nei soggetti celiaci esista un rischio maggiore di contrarre il Covid-19 rispetto alla popolazione generale, anche se, al momento attuale, non ci sono in letteratura studi che indagano direttamente su tale rischio.
In questi mesi in cui la malattia si è diffusa in tutto il mondo, si è notato che la prognosi è più infausta nei soggetti anziani e nei soggetti affetti da altre patologie croniche come diabete, ipertensione, malattie autoimmuni, neoplasie, ecc..
La celiachia viene considerata una malattia autoimmune, in quanto causata dalla produzione di autoanticorpi rivolti verso le cellule del proprio organismo, in soggetti geneticamente predisposti. Ma considerando che gli autoanticorpi compaiono solo se si introduce glutine con la dieta, essi sono assenti o notevolmente ridotti nei soggetti che seguono una attenta dieta senza glutine.
Per questo motivo è più esatto definire la celiachia come una malattia immuno-mediata con autoimmunità, come nel rapporto ISS sopra citato.
Questo spiega perché i soggetti celiaci, che seguono una corretta dieta senza glutine e non presentano segni clinici e sierologici di attività di malattia in corso e hanno un buono stato di nutrizione, non presentano un rischio maggiore di contrarre il covid 19 rispetto alla popolazione generale. Diverso è il discorso se alla malattia celiaca è associato uno stato di immunodepressione, come in caso di deficit di IgA (che compare nel 2% dei casi di celiachia) o di iposplenismo (cioè riduzione del volume della milza che si manifesta solo nel celiaco adulto esposto al glutine per molti anni), oppure se la celiachia è accompagnata da malattie autoimmuni, coma la tiroidite di Hashimoto o il Diabete di tipo 1.
In questi casi il rischio e la prognosi di Covid 19 è aumentato, così come avviene per i soggetti non celiaci affetti da patologie croniche.
Per questi soggetti è fortemente raccomandato seguire con rigore le misure di prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2, quali il distanziamento sociale e l’uso dei DPI (mascherine) previsti dall’Autorità Competente, e l’inclusione in eventuali programmi di diagnosi precoce, promosse a livello territoriale.
Inoltre, questi pazienti vanno sottoposti a profilassi vaccinale e antibiotica contro le infezioni da batteri capsulati e devono seguire una rigorosa dieta senza glutine, per il controllo dell’infiammazione celiaca e la remissione delle eventuali com-
plicanze.
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