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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-5
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 27
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 13
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 13
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 11
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-27
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3043
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 86
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 86
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6566
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 86
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 86
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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25-OTT-2020 Estratto da pag. 103
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 32
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 4
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 7
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24-OTT-2020
7279
da pag. 1-15 foglio 1 Superficie: 27 %
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-15
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 5
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 5
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 26
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6566
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 26
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6566
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 26
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 26
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 6
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-34
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-34
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 5
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 14
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-11
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 9
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 13
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 13
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 10
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 10
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6566
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18-OTT-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
25-OTT-2020 Estratto da pag. 28
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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25-OTT-2020 Estratto da pag. 28
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6566
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 15
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-3
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-3
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14
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3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14
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3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-16
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-OTT-2020 Estratto da pag. 35
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 35
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 35
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 62
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3043
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 62
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 62
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 8
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 4
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-41
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-41
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 17
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 11
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3043
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 1-42
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 1-42
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 1-42
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6566
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23-OTT-2020 Estratto da pag. 1-42
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 18
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-4
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-15
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-3
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-3
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-8
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3043
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 16
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21-OTT-2020 Estratto da pag. 16
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-16
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-16
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 8
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-16
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24-OTT-2020 Estratto da pag. 1-16
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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-OTT-2020 Estratto da pag. 12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Sabato 24 Ottobre 2020
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Dall’OicallaFondazioneMarzotto,semprepiùstruttureperanziani sospendonogliincontri.TraleUslc’èchisceglielevisite«atempo»
i rischi la situazione resta sotto controllo. Ed è anche per questo, che la tanto annunciata ordinanza del presidente con misure restrittive in linea con il Dpcm romano è stata messa in stand-by. Il provvedimento è pronto e mancano solo firma ufficiale e pubblicazione. «Ma per ora non la presentiamo alla luce di come stanno oggi le cose in Veneto, dove la curva dei contagi e dei ricoveri è decisamente più piatta rispetto a marzo - informa Zaia ma anche perché sembra che il governo annuncerà novità, forse, non si capisce ancora bene però, e noi non vogliamo mettere in campo azioni che possano non essere in linea con quanto stabilirà Roma». L’auspicio di Palazzo Balbi è che non si arrivi a chiusure indiscriminate. «Sul fronte palestre, ad esempio, - conclude - qui le norme sono rispettate, non le chiuderei», e tanto meno al blocco della mobilità tra le regioni. Gloria Bertasi
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di Andrea Priante
Le case di riposo tornano in trincea. E lo fanno proprio mentre la Regione tenta, almeno per ora, di non bloccare le visite alle persone ricoverate in ospedale. Con l’impennata dei contagi e il timore che il Covid inneschi una nuova strage nelle strutture per gli anziani, com’era accaduto a primavera, già da alcuni giorni diversi centri hanno deciso di dare un giro di vite agli accessi. I primi a muoversi sono stati i direttori di una quindicina di enti sparsi per tutta la provincia di Rovigo, diventati improvvisamente aree «off limits» per i familiari degli ospiti. L’Usl aveva indicato la possibilità di lasciar libero accesso ai visitatori purché accettassero di sottoporsi al test rapido, ma dalle strutture del Polesine hanno spiegato di non essere «in condizione di eseguire gli screening a causa della carenza di infermieri, senza correre il rischio di distogliere il personale dalle attività ordinarie di assistenza». Per questo motivo, dopo una lunga discussione, i direttori «hanno concordato di sospendere le visite agli ospiti da parte dei familiari per le prossime due settimane, in attesa di chiarimenti da parte della Regione Veneto». Uno stop temporaneo, quindi. Ma la linea è segnata anche altrove. Nel Veneziano il «lockdown» è scattato in diverse strutture, come la Residenza Venezia di Marghera, la Francescon di Portogruaro, la Ida Zuzzi di San Michele al Tagliamento... A Padova stop ai contatti tra anziani e famiglie alla Civitas Vitae Nazareth, della Fondazione Oic, mentre da ieri ha deciso il blocco anche la struttura più VENEZIA
ritrova all’improvviso al centro del mondo e gestisce la rogna dei tamponi di massa. Sono fortunato perché a Treviso funziona molto bene. Espongo il caso: «Colazione all’aperto in un bar sulla Restera, distanziati e con mascherina tolta per bere un cappuccino e mangiare un tramezzino. Poi mezz’ora di chiacchiere con mascherina». Apprendo che i cinque giorni di distanza dall’incontro e le precauzioni prese, anche se l’amico positivo ha alle spalle un focolaio piuttosto grosso in azienda, non mi pongono come soggetto ad alto rischio. Lo è piuttosto la mia posizione lavorativa, l’alto di numero di contatti e visto che la capacità diagnostica dell’Usl 2 lo permette avrò l’impegnativa per fare il tampone. Questa è la grande differenza rispetto a marzo quando fare un tampone non era così semplice nemmeno se avevi lavorato un giorno intero vicino a un positivo. Alle 22.39 c’è la mail del Sisp che mi invita il giorno dopo alla Dogana di Treviso dalle 12 in poi. Nota breve chiusa da istruzioni e liberatoria: «Il tampone verrà somministrato all’interno del veicolo e non sarà necessario scendere dallo stesso. Tale comunicazione costituisce il permesso per uscire temporaneamente dal regime di isolamento, se previsto, per sottoporsi a tampone diagno-
Ritorno al «lockdown» in molte case di riposo Ma in ospedale la Regione non vuole lo stop ai familiari La vicenda ● Molte residenze per anziani del Veneto hanno deciso di imporre un nuovo stop alle visite degli ospiti da parte dei loro familiari. questo per ridurre il rischio di nuovi focolai di coronavirus ● Si discute se bloccare le visite all’interno degli ospedali, come ha già deciso di fare l’Usl di Vicenza. La Regione è contraria e oggi è attesa la decisione dei direttori generali
grande della provincia di Verona, l’Istituto Assistenza Anziani. «Abbiamo deciso di farlo - spiega la direttrice Adelaide Biondaro - visto l ’a u m e n to d e i c o n t a g i . Aspettiamo la consegna dei tamponi rapidi per poter riaprire, in modo tale da sottoporre i visitatori a screening». Il presidente dell’Associazione nazionale di coordinamento degli organismi di assistenza pubblica, Roberto Volpe, conferma: «Sono sempre di più le strutture del Veneto che, pur non avendo registrato nuovi casi di contagio, stanno sospendendo le visite. Per alcuni è una scelta obbligata, perché le risorse non bastano ad assumere altro personale e lo Stato sembra voler distribuire aiuti a tutti, dagli sportivi ai notai, tranne che alle case di riposo». Volpe è anche direttore generale della Fondazione Marzotto, alla quale fa riferimento la Residenza per Anziani di Valdagno. Anche lì è stato deciso lo stop. «Da noi, l’unica eccezione riguarda gli ospiti in fin di vita: i loro parenti possono entrare, con le dovute precauzioni, per l’ultimo addio». Sul fronte ospedaliero, invece, sembra prevalere l’indirizzo opposto a quello dell’Usl 8 Berica, che giovedì aveva sospeso le visite ai degenti al San Bortolo di Vicenza e in tutti gli altri nosocomi del territorio. «Stiamo dialogando con tutte le direzioni sanitarie per arrivare a un provvedimento unitario», spiega l’assessore regionale Manuela Lanzarin. «Ma la volontà è di evitare la chiusu-
stico». Non è chiaro se per me sia previsto ma nel dubbio lo rispetto e la riunione del mattino seguente la faccio in videochat. Ore 12: una coda come all’imbarcadero di un traghetto per la Sardegna. Quattro o cinque fila parallele e all’orizzonte la pancia della nave sanitaria pronta ad accoglierti. Il cartello avvisa: resta in coda se hai la mail del medico di base, del Servizio Igiene o se torni dall’estero ovvero da uno dei seguenti paesi. Altrimenti nisba. Dopo mezz’ora di coda, posto di blocco di un ragazzo di colore con la mascherina che dal finestrino ti porge un modulo da consegnare ai palombari del tampone: ti vengono chiesti i dati anagrafici, perché sei lì e il numero di telefono. Tre dati essenziali e la firma. La prima cosa che ragiono è che ci sono almeno duemila veicoli in coda e ‘sto povero Cristo qui, statisticamente, visto che un tampone su dieci è positivo, apre il finestrino almeno duecento volte al signor Coronavirus. Un lavoraccio. Siamo a un’ora e mezzo di coda. Coda tedesca. Nessuno sgarra. Ho già telefonato a tutto il mondo e cerco di capire perché la mia fila non si muove. Alla fine il «bauco» c’è e ha vent’anni: esce dall’auto sigaretta in bocca, apre il finestrino dell’amico, gli fuma dentro, dice al terzo di venire fuori e prima che improvvisi una festa studente-
ra». La vede allo stesso modo il governatore Luca Zaia, che ieri ha avuto una lunga videoconferenza con i Dg delle Usl «per avere il polso della situazione. Vogliamo una valutazione delle soglie critiche, provincia per provincia prosegue il presidente - ad ogni modo, nei reparti occorre istituire la figura del “case manager” per i rapporti con i familiari: qualcuno che risponda e dia informazioni sullo stato di salute dei ricoverati». Per ora, a Padova si permette l’accesso di un solo visitatore a turno per reparto. Nel Veneziano, il Dg dell’Usl 4 Carlo Bramezza attende le indicazioni della Regione e intanto «permettiamo le visite per massimo dieci minuti. Per il futuro, credo sia giusto riuscire a garantire una giusta presenza al familiare di una persona terminale ma per gli altri visitatori occorrerà valutare, visto che spesso un paziente rimane in ospedale per poco tempo e, se anche l’incontro con i parenti dovesse saltare, potrebbe non essere un grosso problema». A Verona, sia l’Usl 9 che l’azienda ospedaliera non hanno intenzione di bloccare gli incontri. Il Dg Pietro Girardi è convinto che «al momento l’emergenza non è tale da richiedere restrizioni. Confidiamo nel buon senso delle persone: le visite servono per i familiari stretti, soprattutto nel caso dei bambini e per chi resta ricoverato a lungo». (hanno collaborato D. Orsato e M. Riberto)
● L’editoriale
La 194 e il clima da gogna
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SEGUE DALLA PRIMA
ome evitare simili condizioni? In molti casi basterebbe una seria contraccezione, che però, specie da parte di giovanissime non sessualmente educate, spesso è assente. Da poco, anche in Italia, una minorenne può richiedere in farmacia la pillola del giorno dopo, o dei cinque giorni dopo: peraltro ostacolata dagli antiabortisti «perché la gravidanza può essere già iniziata», e quindi la pillola dovrebbe essere chiamata «abortiva», con la conseguenza punitiva di instaurare sensi di colpa in chi l’assume. Ma fin qui si parla del prima. Resta da considerare l’aborto vero e proprio che, a quanto raccontano varie donne, rende talvolta indicibilmente penoso un atto già in sé traumatico. C’è chi viene sistemata in sale abitate da mamme felici con i loro neonati. Chi, a parole o sguardi, si sente disprezzata, lasciata sola, e in qualche caso finisce ad abortire nella tazza di un wc. Anche la pillola Ru-486, che consente l’aborto casalingo, è osteggiata, non tanto o non solo per motivi di salute, ma, più o meno consciamente, perché in ospedale la donna è esposta al giudiziogogna di chi non sa astenersi dal giudicare. Infine, è accertato che esistono cimiteri di feti abortiti dove, il sepolcro è sormontato da una croce che reca ben visibili le generalità della donna. Si spera che queste «procedure» da Inquisizione per boicottare la legge siano eccezioni attuate da chi dimentica che ben poche donne considerano l’ivg una manna. Per molte è una scelta dolente, che può lasciare strascichi di rimorso. Chi siamo per giudicare? E perché c’è ancora chi è contrario alla contraccezione da parte di chi non può, o non vuole (specie in tempi di Covid) incrementare le nascite? Gabriella Imperatori
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sca stile «Animal House» da un Suv sbuca all’improvviso un fisico da pilone di mischia che ricaccia tutti dentro urlando l’irripetibile. Pare evidente che se uno di questi ragazzi fosse positivo gli amici lo diventerebbero automaticamente. Mi chiedo che distanziamento puoi chiedere a questi col fuoco dentro e la nebbia in testa, però mi chiedo pure cosa avrei fatto io trent’anni fa e la rabbia si attenua. Mancano quindici auto all’imbarco e finalmente arriva anche da me una palombara con visiera da saldatrice, mascherina, imbragatura e «moon boot» di plastica. Ha in mano un secchiello giallo con il numero 1 e fa pure la simpatica. Per prima cosa chiede di mettere dentro il contenitore il modulo con i dati e la tessera sanitaria: «Ricordati che sei un numero 1». Vabbè, mo’ me lo segno. E la ringrazio perché intuisco che c’è il desiderio di tirar su di morale un po’ di gente spaventata. Una sola auto davanti all’imbarco prima di me e non si muove: il tendone dei tamponi è attraversato da 4-5 palombari che vanno avanti e indietro. Dall’auto ferma scende una ragazza disperata. Non ci credo: è in panne. E mi chiede di uscire. Esco e spingo mentre uno dei goliardi di Animal House ride.
Tocca a me, l’auto è dentro il tendone e un cartello dice spegni il motore: «Lei è il numero 1?». «Sì». «Qual è il suo numero di telefono?» «335...». «Non strizzi gli occhi». Un cotton fioc lunghissimo nel naso, un fastidio simile a un pizzicotto, e via. «Se è positivo la chiamiamo in giornata altrimenti scarichi il referto sul sito dell’Usl domani. Queste sono le istruzioni e il codice di ritiro del referto. Abbiamo finito» dice una ragazza con fascia per i capelli a cuoricini. Gentile ma tesa. Robotica ma decisa. Sotto stress ma senza voglia di farlo pesare. Forse ha paura per sé. In quel momento vorresti fare qualcosa per aiutarla e invece capita di fare l’unica cosa sbagliata: accendere il motore mentre l’auto davanti non parte. I palombari si intossicano un po’ finché lei torna indietro e allarga le braccia come a dire: «Doveva solo tenere spento il motore». Non lo dice. Ora siamo veramente fuori. La coda di quelli che aspettano è ancora più lunga, tipo Civitavecchia a Ferragosto. Sulla strada di casa ci sono i ragazzi di Animal House seduti su guard rail di una piazzola che se la ridono e forse manco parlano del tampone. Almeno non hanno paura. Io a casa ad aspettare la telefonata. Che per fortuna non è mai arrivata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato 24 Ottobre 2020 Corriere del Veneto
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Venezia&Mestre venezia@corriereveneto.it
Le statistiche Istat
Quei picchi di croci nei piccoli comuni Aprile il mese più difficile
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a seconda ondata non fa crescere solo il numero dei positivi e dei ricoverati. Il covid è tornato a uccidere: dopo la tregua estiva – nei tre mesi sono solo 10 le persone decedute nel veneziano – dal primo settembre a oggi sono morte 33 persone, tredici delle quali in questa settimana. Gli ultimi mesi del 2020 ricordano sempre di più i primi, e raccontano un anno nero, come certificano anche i dati dell’Istat che ha diffuso il report confrontando il numero dei decessi degli anni precedenti con quello attuale (lo studio prende in considerazione il periodo gennaio-agosto rapportando la media del numero dei morti in tale intervallo dal 2015 al 2019 con il 2020). Emerge che quasi tutti i comuni hanno pagato un caro prezzo: solo 13 su 44 della provincia hanno visto una diminuzione delle morti. A guidare la classifica c’è Fiesso d’Artico che è passato da una media di 38 morti ai 70 registrati quest’anno, un incremento dell’81 per cento. Il dato di Fiesso è però gonfiato da quanto accaduto alla Residenza La Salute dove in primavera è esploso un focolaio che ha ucciso oltre venti ospiti. Nel complesso tutti i comuni hanno vissuto un anno nero: San Donà ha contato 25 croci in più rispetto alla media degli anni precedenti, Chioggia 48, mentre Mira ha subito un incremento dei decessi del 18 per cento. Venezia ha registrato un aumento delle morti del 5,7 per cento che si traduce però in 232 morti in più (nei mesi più duri come aprile l’incremento percentuale è stato più significativo: +22 per cento ad aprile). In controtendenza, per esempio, Quarto d’Altino che ha visto diminuire il numero dei morti (-18 per cento). I più colpiti sono stati gli anziani. A Venezia i morti over 85 anni sono aumentati del 19 per cento; mentre a Noventa di Piave i decessi nella fascia di popolazione tra i 65 e i 74 anni sono addirittura cresciuti del 118 per cento. Da marzo a maggio, il numero di decessi fra gli over 65 in Veneto si è impennato del 23 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, aggiungono Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil). L’aumento sarebbe da imputare al virus solo in parte perché i decessi covid rappresenterebbero l’8 per cento del totale. «Gli anziani devono aver paura del virus e di un altro blocco della sanità ordinaria – spiegano i sindacalisti - la Regione deve mettere in campo ogni risorsa». (m.ri.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
media 2015-2019 gennaio-agosto
2.335
VENEZIA
Campagna Lupia
2.468 36 46 127
Cavarzere
Fiesso d'Artico
362
38
167 115 131
233
+15,2%
Mirano
+11,7%
Portogruaro
+81,3%
Salzano
-7,8%
+13,9%
+43,6%
58
Mira
70 181
40
Meolo
+25,7%
405
Jesolo
Martellago
+5,7%
147
Chioggia
L’incremento dei decessi
gennaio-agosto 2020
200
+14,5%
229 193
+12,2%
217 71
+9,6%
78 271
San Donà
Spinea
+18,7%
277
296 193
+9,2%
+10,9%
215
L’Ego-Hub
Dati Istat
FocolaioinGeriatriaall’Angelo dodicioperatoriepazienticontagiati Cinque morti in un giorno. Il Comune acquista 10 mila test rapidi per dipendenti e aziende
VENEZIA Il virus penetra nell’ospedale dell’Angelo, in uno dei reparti più a rischio: Geriatria. Il reparto ospita pazienti anziani, fragili; soggetti che più degli altri rischiano di pagare a caro prezzo il contagio. Il focolaio è divampato nei giorni scorsi quando una decina di operatori ha scoperto di essere positiva. Quasi in contemporanea sono stati individuati almeno due pazienti contagiati che, subito, sono stati isolati per tentare di spegnere sul nascere la diffusione del virus. Le visite e i nuovi ricoveri sono stati bloccati fino a martedì e si è proceduto all’immediata sanificazione degli spazi.
Gli interventi
Il vescovo di Chioggia consiglia di sospendere le celebrazioni in cimitero dell’1 e 2 novembre, l’Ateneo Veneto ha già sospeso tutte le attività pubbliche, il Festival Luigi Nono alla Giudecca rinvia la manifestazione al 2021. E le scuole vanno in ordine sparso sulle entrate posticipate, col distretto di Mirano che le annulla, quello di Bissuola che invece le introduce e Actv da lunedì quindi rimodula le corse scolastiche. Nella terra di mezzo tra il decreto del presidente del consiglio in vigore e quello che verrà per ridurre al minimo i contatti tra estranei visto che i contagi da coronavirus galoppano, le istituzioni religiose, scolastiche e culturali si stanno riorganizzando. E la mappa di servizi ed eventi cambia di giorno in giorno. Il vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo ha già dettato le linee guida in vista della commemorazione dei defunti. Per evitare processioni o cortei sconsiglia le messe nei cimiteMESTRE
Regione Interrogazione Pd sul Civile e l’organizzazione di pazienti Covid e anziani
Dopo il focolaio esploso nel reparto di Medicina dell’Ospedale Civile di Venezia – che ha portato al contagio di una trentina di persone tra pazienti e operatori - l’Usl 3 si trova ad affrontarne un altro. E nella situazione emergenziale, non mancano le critiche all’organizzazione messa in piedi dall’azienda sanitaria, che interessano oltretutto un altro reparto di Geriatria: quello del Civile. «Nell’ospedale Civile di Venezia l’Usl 3 ha creato nell’area di geriatria spazi per i posti letti Covid a pochi metri dagli anziani, nello stesso corridoio – denunciano la vicepresidente del Consiglio regionale Francesca
Zottis e il consigliere Jonatan Montanariello (Pd) pronti a fare una interrogazione - Si sono ricavati posti nello stesso Padiglione, Jona, dove qualche giorno fa è scoppiato il più ampio focolaio veneziano. Questa scelta potrebbe essere la fonte di nuovi focolai». Non si fa attendere la replica dell’Usl 3, che si sofferma sulla gestione del focolaio esploso a Medicina: «la Direzione Sanitaria evidenzia come i casi di pazienti positivi nel reparto di Medicina sono ormai ridotti a poche unità, a riprova della efficace gestione di questo episodio, condotta secondo i precisi protocolli e nel rispetto di ogni regola di
Campalto All’Arcobaleno dopo le 7 maestre contagiati un bimbo e due ausiliari
Actv, da lunedì più autobus per raggiungere le superiori Il vescovo di Chioggia: «Niente messe nei cimiteri» Le città si riorganizzano. Incontri e festival annullati ri: «Meglio svolgerle nelle chiese, alle solite condizioni di sicurezza», suggerisce. Quanto alle funzioni in chiesa, dice che la raccolta delle offerte è meglio farla dopo la comunione (così i fedeli non toccano le monetine prima di prendere in mano l’ostia), che il canto dell’offertorio va accorciato e sostituito da un canto di comunione e i cantori saranno i primi ad avere le particole. Immutato il catechismo ma le riunioni di consiglio presbiteriale e simili sarebbe meglio farle on line. Non disposizioni ma consigli per la diocesi di Chioggia. Il Patriarcato di Venezia sta interloquendo con le autorità civili e al momento nulla cambia.
Scuole Gli orari definitivi permettono ad Avm di potenziare alcune linee
isolamento». Il virus sta superando le muraglie di diversi luoghi a rischio. Se resta stabile il focolaio divampato nella casa di riposo Antica Scuola dei Battuti (sono positivi 14 ospiti e due operatori), è stato registrato un nuovo decesso – il secondo - a Villa Salus dove una decina di giorni fa è divampato un cluster che ha portato al contagio di 14 ospiti e 4 operatori. I dati sono in crescita in tutti i comuni: ieri ci sono stati 5 nuovi decessi e i morti salgono a 356; i nuovi casi sono 101, per un totale di 2203 positivi. Di questi 134 sono ricoverati, di cui 12 in terapia intensiva.
Sul fronte delle scuole superiori si è arrivati agli aggiustamenti dall’orario provvisorio a quello quasi definitivo, comunicate per tempo ad Actv che così da lunedì introduce nove nuove corse scolastiche e ne anticipa tre per evitare la congestione di studenti negli autobus e ne elimina due ormai inutili. Il distretto di Mirano ha cancellato le entrate alle dieci, quindi la linea 11E la corsa da Zelarino 9,18 sarà anticipata alle 7,25 e quella da Scorzé per Mirano delle 9,20 alle 7,20 mentre è sospesa quella delle 9,25 da Noale; il 56E da Dolo partirà alle 8,05 invece che alle 8,15 e viene introdotta la nuova corsa delle 8,25 del 57E da Oriago per Mirano Sport. Il distretto Bissuola (Bruno, Zuccante, Stefanini, Gritti, Foscari) invece posticipa l’ingresso di alcune classi e anticipa l’uscita di altre e quindi avrà quattro nuove corse: 5E da Salzano alle 8,10 e da Bissuola a Salzano alle 12,20 e alle 13,20; per l’8/ da Mogliano altro bus alle 8,20; viene sospesa la corsa delle 7,45 del 32 dalla stazione di Mestre. Per il distretto di Gazzera-Asseggiano, un bus in più del 10S da Spinea alle 7,30; il 55E diretto alle scuole di Dolo avrà un’altra corsa alle 8,20
VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Sabato 24 Ottobre 2020
NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina
Uno dei fronti più caldi riguarda le scuole. Tra i casi più eclatanti quello della scuola dell’infanzia Arcobaleno di Campalto: dopo la positività di 7 maestre sono stati fatti i tamponi ai 55 alunni delle tre sezioni e al personale. Al momento è emersa la positività di un bambino e di due ausiliari. La scuola resta quindi in quarantena. Ma l’IC Gramsci, di cui fa parte l’Arcobaleno, pare sotto assedio. Altri due plessi dell’Istituto comprensivo devono fare i conti col covid: la primaria don Milani dove è risultato positivo un ausiliario che ha costretto alla quarantena una classe e la secondaria Gramsci dove è risultato positivo un alunno. Anche l’istituto magistrale Belli di Portogruaro sta affrontano una emergenza con due positivi e la secondaria dell’Ic Da Vinci di Eraclea dove hanno contratto il virus un professore e uno studente. Tenere sotto controllo la mappa del contagio sta diventando difficile anche per gli addetti ai lavori. A Chioggia sono risultati positivi due lavoratori di una società multiutility mentre a Venezia il Comune sta correndo ai ripari per tutelare i suoi dipendenti e quelli delle sue aziende. Sono infatti stati acquistati 10 mila test rapidi in modo che, a partire da lunedì, prima di riprendere servizio dopo un periodo di malattia, ogni dipendente possa essere sottoposto a tampone. Martedì toccherà ad Ames e poi alle varie aziende. Per ora i test fatti dai medici delle Ipav saranno effettuati a Forte Marghera. «Stiamo verificando anche la possibilità di campagne di screening massivo» precisa l’assessore al personale Laura Besio. Screening e tracciamento sono infatti fondamentali: in tal senso l’Usl 3 ha attivato 4 punti dove i cittadini potranno effettuare il tampone 24 ore su 24 e sette giorni su sette: al Giustinian a Venezia, al distretto di Favaro, all’ex ospedale di Noale, al pronto soccorso di Chioggia. Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA
da Fossò e una alle 12,50 per Stra mentre per Piove di Sacco viene rafforzato il servizio per il rientro a casa con una corsa 58E alle 13,17. Intanto tra l’impatto del decreto vigente, le indiscrezioni sul prossimo e il galoppare del contagio, iniziano a venir meno gli appuntamenti culturali. L’Ateneo Veneto da giovedì ha sospeso tutte le attività in presenza per «profondo sentimento di responsabilità civile – spiega il presidente Gianpaolo Scarante – Solo per il tempo strettamente necessario. L’Ateneo intensificherà la propria presenza sui media informatici ed è certo di riaprire presto le proprie porte con nuove iniziative e rinnovato impegno». A pochi giorni dall’avvio il 1° novembre, il comitato organizzativo del Festival Luigi Nono alla Giudecca ha deciso di rinviare l’intera manifestazione «con grande dispiacere, a seguito del recente e repentino aggravarsi degli eventi legati all’emergenza sanitaria. Per di più, le nuove disposizioni ministeriali mettono in seria discussione la fattibilità del Festival». Se ne riparlerà tra primavera ed estate. Monica Zicchiero © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Bomba day, ore 6: tutti fuori Treni fermi, autobus deviati
Domani le operazioni. Un «bunker» intorno all’ordigno. Il brillamento in mare MESTRE Le operazioni in via Torino inizieranno alle sei del mattino ed entro le due del pomeriggio tutto dovrebbe concludersi al largo, dove la bomba sarà finalmente fatta brillare. Ma le otto ore di intervento di domani, nel secondo «bomba day» veneziano di quest’anno, sono solo il culmine di un lavoro iniziato ormai da settimane: dal Genio guastatori dell’Esercito che da giorni sta costruendo, attorno all’ordigno scoperto nel cantiere del campus di Ca’ Foscari, un «cappotto» contenitivo che consentirà di ridurre di un terzo l’area di sicurezza da evacuare (circa 500 metri contro il chilometro e mezzo di febbraio); ma anche dai volontari della Protezione civile e della Croce verde, dal personale del Comune, dalle forze dell’ordine e della Capitaneria, che stanno informando i residenti del quartiere Aretusa - circa seicento persone, in pratica le uniche interessate dall’evacuazione - preparando il patronato di San Giuseppe per ospitare gli evacuati, organizzando il trasporto della bomba via terra e quindi via acqua (il percorso esatto del convoglio, per motivi di sicurezza, non è stato reso noto). L’ordigno che sarà prima despolettato - quindi reso inoffensivo - e poi rimosso da via Torino, è il gemello esatto di quello scavato da via Galileo Ferraris a febbraio: una bomba aerea da 500 libbre, contenente ben 130 chili di tritolo, del tipo che gli Alleati seminavano durante la seconda guerra mondiale. Stavolta però l’ottavo genio paracadutisti di Legnago ha deciso di intervenire in maniera diversa, per la prima volta sul territorio italiano
La vicenda ● Nel corso dei cantieri della nuova sede dell’università in via Torino è stata trovata una bomba inesplosa della Seconda guerra mondiale ● Per domani è previsto il «bomba day», quando l’ordigno verrà rimosso e portato in mare per essere fatto esplodere
Centro di raccolta Chi non sa dove andare sarà ospitato nel patronato di San Giuseppe
sarà costruito un bunker modulare attorno al «confetto», così da ridurre l’area di rischio di un terzo; il sistema, ampiamente sperimentato, vede una serie di intelaiature ad incastro, scelte in base alla potenza e al tipo della bomba, montate attorno all’ordigno e poi riempite di terra fine, in una sorta di versione moderna ed evoluta dei vecchi sacchi di sabbia. Il terrapieno è già stato assemblato nei giorni scorsi e permetterà di ridurre il raggio di sicurezza. Il ponte della libertà sarà chiuso solo quando il convoglio con la bomba despolettata sarà in marcia per
raggiungere il porto. Lì la aspetteranno due mezzi navali della guardia costiera e una quarantina di marinai, che la scorteranno a traino fino al mare, per farla esplodere in profondità nelle acque davanti al litorale del Lido; nelle acque dell’accosto b21 di Porto Marghera, così come nel canale litoraneo Malamocco-Marghera, non sarà possibile la navigazione dalle 11 al termine delle operazioni. Le modifiche alla circolazione inizieranno alle 6.30 quando non sarà più possibile il transito automobilistico su via della Libertà tra il cavalcavia
● L’operazione porterà, per sicurezza, all’evacuazione di circa 600 residenti nel raggio di mezzo chilometro. Deviazioni per i bus e stop ai treni
Rizzardi e il cavalcavia di San Giuliano. Chi vuole arrivare a Venezia in auto deve usare l’asse Via Forte Marghera, Viale Vespucci e San Giuliano. E così faranno tutte le linee di bus per Venezia: le linee 2, 7, 6 e 6L arrivate alla Vempa girano per Corso del Popolo; la linea 4 arrivata alla rotonda di via Torino prosegue per viale Ancona, le linee 9 e 15 da via Orlanda continuano per viale Vespucci; le linee 7E, 8E e 53E arrivate alla Vempa continuano per Corso del Popolo. I treni per Venezia saranno sospesi dalle 7 alle 13, perché un tratto di binari è in zona rossa. Trenitalia ha previsto un servizio sostitutivo di navette: da Mestre ci sarà un bus ogni 10 minuti dalle 7.20 alle 9 e un bus ogni 5 minuti dalle 9 alle 13.10 e simile da Venezia. Chi abita dentro l’area rossa dovrà lasciare casa già alle 6: oltre novanta volontari della protezione civile assisteranno l’evacuazione e accoglieranno gli sfollati nella parrocchia di viale San Marco, attrezzata per accogliere almeno i primi cinquanta (a febbraio, al Taliercio, si erano presentate una ventina di persone su quasi quattromila); ci saranno thermos caldi, cornetti e, se qualcosa dovesse rallentare le operazioni, non sarà un problema neppure allestire un pranzo. Soprattutto, però, ci sarà una postazione della croce verde, gel igienizzante e spazio per mantenere tutti distanziati, anche in stanze separate (motivo per cui si è scelto un patronato e non il palazzetto). Se lo spazio non dovesse bastare il Comune ha già pronto un elenco di luoghi aggiuntivi. Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA
Chiusi in casa, ma per stampare soldi finti
Due falsari arresti a Dolo e due a Bologna. Sequestrati 35 mila euro appena prodotti
DOLO La traccia partiva da Sira-
cusa ma conduceva verso nord, a Bologna ma soprattutto a Dolo, dove i carabinieri hanno sorpreso una coppia in casa con presse, matrici, carta cotonata e migliaia di euro, tutti realizzati «artigianalmente». I militari, nel corso di un’operazione interregionale, hanno sgominato una banda di falsari responsabili della produzione di almeno 35 mila euro - il totale delle banconote sequestrate - in piccolo taglio, principalmente da 20 euro. Nel mirino delle autorità di Siracusa erano già finiti un padovano classe 1978 e un veneziano del ‘75: seguendo quest’ultimo i carabinieri hanno scoperto la stamperia clandestina. Il blitz finale è scattato mercoledì, quando gli uomini dell’Arma hanno fatto irruzione nelle abitazioni del 42enne a San Lazzaro di Savena, nel Bolognese, e del 45enne di Dolo, finiti poi davanti al giudice assieme alle rispettive compagne. Nella casa nel veneziano i carabinieri hanno trovato proprietario e compagna intenti proprio a stampare banconote
contraffatte, grazie a una piccola zecca fai da te, comprensiva di pressa, numerosi clichè tipografici per tutti i tagli di banconote in euro, solventi, svariate centinaia di ologrammi, carta cotonata, stampi in legno e in gomma trasparente, cartoncini «a negativo» con le
Indagini Sono partite da Siracusa e da un veneziano «seguito» fino al Nord
effigi delle banconote, inchiostro biancastro, biadesivo trasparente e materiale plastificato da produzione, oltre a 8.480 euro falsi. Nel territorio bolognese, invece, sono stati trovati altri soldi contraffatti, decine di grammi di marijuana e un deposito di sostanze chimiche
in cristalli o in polvere, probabilmente da utilizzare come elemento di «taglio» per allungare le dosi di stupefacente da rivendere in strada (le analisi, in questo senso, sono ancora in corso). I veneziani sono stati arrestati per falsificazione, i bolognesi anche per spacProduzione propria I carabinieri hanno trovato in casa tutto l’occorrente per stampare i soldi. La coppia di Dolo pizzicata mentre li stava facendo (foto carabinieri)
cio. Ieri il tribunale ha convalidato l’arresto in carcere per il 45enne di Dolo e il 42enne padovano, mentre per la compagna è stato disposto l’obbligo di dimora a Malcontenta: durante gli interrogatori infatti proprio il 42enne ha confermato il coinvolgimento suo e dell’amico nel giro di falsari, ma ha negato la partecipazione della donna, che per questo è stata scarcerata in attesa di chiarire la sua posizione. Gi. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CITTÀ METROPOLITANA DI VENEZIA Stazione Unica Appaltante Sede: via Forte Marghera n. 19130174 Mestre (VE)
Si informa che, a seguito di esperimento di procedura di gara telematica aperta in ambito U.E. per conto del comune di San Michele al Tagliamento, l’appalto per l’esecuzione del servizio di pulizia interna degli edifici comunali CIG 81617118FA, è stato aggiudicato all’operatore economico CONSORZIO LEONARDO SERVIZI E LAVORI SOCIETÀ COOPERATIVA CONSORTILE STABILE con sede legale in Via Degli Orafi n. 2, 51100 Pistoia, Italia, C.F/P.IVA 01535090474. Il risultato integrale della gara è consultabile all’indirizzo internet http://www.cittametropolitana.ve.it/ SUA-bandi/sua-bandi-tutti.html e all’indirizzo https://cmvenezia.pro-q.it/ Il dirigente dott. Stefano Pozzer
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Corriere del Veneto Sabato 24 Ottobre 2020
VE
Il virus L’emergenza sanitaria
I MEZZI PUBBLICI
L’assessore De Berti: «Impiegati 183 mezzi turistici» Variati: «Fondi in arrivo per aumentare il numero»
I privati in soccorso dei bus di linea Al trasporto veneto altri 24 milioni di Pierfrancesco Carcassi
PADOVA I pullman privati si mettono in moto per soccorrere i bus pubblici del Veneto. Sono circa 700 nella nostra regione gli automezzi a noleggio che la siccità dei flussi turistici aveva costretto nelle rimesse. Di questi, quasi duecento sono stati «ingaggiati» dalle aziende venete del trasporto pubblico per potenziare le linee dall’inizio della scuola. Ma con la crescita dei contagi altri mezzi turistici potrebbero tornare in strada, con il doppio effetto di diminuire la pressione sul trasporto pubblico negli orari in cui gli studenti vanno e tornano
trasporti, la prima volta già dalla prossima settimana». Altri milioni da Roma sono previsti tra qualche settimana: 16 destinati ai Comuni, quasi 8 alle Province, come prima tranche dal decreto Agosto. Lo ha anticipato il sottosegretario agli Interni con delega agli enti locali, Achille Variati: «Bisogna aumentare il numero di autobus - ha esortato - e l’impiego di bus turistici fermi, con corse
bis e tris. Considero i mezzi un elemento delicato per limitare il contagio, l’arrivo dei fondi è imminente». I rinforzi sono già su strada. A Verona un quarto delle linee sono «puntellate» da 24 autobus da noleggio. «Avevamo già potenziato un terzo dei bus all’inizio di ottobre», precisa Massimo Bettarello, presidente di ATV che a novembre inaugurerà altre 150 corse. Più corposo l’apporto sulle
gli orari definitivi delle lezioni. «Se con il nuovo Dpcm cambieranno le entrate differenziate – aggiunge – non è chiaro: sembra entrino in gioco solo nelle situazioni critiche. In quel caso bisognerebbe rivedere turni e corse». Più contenuta la flotta schierata a Padova: una quindicina di corse tra le aree cittadine e quelle extraurbane. «Abbiamo aggiunto cinque o sei corse bis con mezzi privati,
La situazione negli istituti
Ritorno in classe promosso nemmeno mille tra professori e studenti positivi in Veneto «Le nostre scuole sono sicure»
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Rigato (Confartigianato) Lavorare in supporto al trasporto pubblico sarebbe una boccata d’ossigeno per le imprese da scuola, e ridare ossigeno agli imprenditori dei trasporti, prostrati dalla crisi. «I bus turistici impiegati in Veneto sono 183», illustra Elisa De Berti, assessore regionale ai Trasporti. I fondi ci sono: circa 8,5 milioni di euro messi in campo dalla Regione fino a fine anno - oltre alla quarantina erogata con il decreto Rilancio per compensare le perdite che la pandemia ha inflitto al trasporto pubblico locale. «Per l’anno prossimo il ministro De Micheli ha detto che verrà rifinanziata la copertura per i mancati ricavi e verranno integrate le risorse per i servizi aggiuntivi. Ad oggi le aziende di trasporti vanno avanti con i soldi della Regione: ora che la giunta è operativa le convocheremo spesso al tavolo permanente dei
strade della Marca trevigiana, attraversata da quasi settanta corse gestite da privati, oltre ai percorsi suppletivi targati «MoM», 52 solo nelle tratte extraurbane. «Facciamo 5.100 chilometri in più ogni giorno p e r u n co s to m e n s i l e d i 217mila euro», ricorda Giacomo Colladon che presiede l’azienda trevigiana. Il «piano di battaglia» approntato dal primo giorno di scuola, verrà ora consolidato sulla base de-
In aula Una docente tiene lezione (Foto Lapresse)
VENEZIA Scuole sicure, i dati di Azienda Zero restituiscono una fotografia rassicurante delle aule dove 707.814 tra bambini e ragazzi veneti vanno a lezione, dalle materne alle superiori. Le situazioni con almeno un caso positivo tra gli alunni sono 697, pari allo 0,12 per cento. In tutta la regione, gli studenti positivi sono 835 e altri 6.551 sono in quarantena perché - sulla base delle nuove disposizioni - a fronte di un contagio in classe, c’è stato anche un secondo caso. Senza, bimbi e ragazzi non sarebbero costretti a restare a casa. Sul fronte degli operatori (personale tecnicoamministrativo e docenti) su 95mila dipendenti i positivi sono 167 pari allo 0, 17 per cento, 1.292 invece sono in isolamento. Numeri che fanno ben sperare sulla tenuta della didattica in presenza, quantomeno nelle scuole primarie di primo e secondo grado, per cui il Dpcm del governo non
prevede al momento disposizioni restrittive. Alle superiori, di contro, potrebbero essere incrementate, o introdotte dove al momento non se ne fa uso, lezioni on line. Come auspica anche la Regione, che ha avanzato l’ipotesi di lasciare a casa gli studenti degli ultimi anni. «Le nostre scuole sono sicure commenta il presidente Luca Zaia - ma non si interviene solo in caso di aumento dei contagi, si lavora anche a livello di prevenzione, che prescinde dai dati». Il Dpcm lascia spazio a tre ipotesi: ingresso scaglionato, doppi turni e didattica a distanza. Le prime due sono già state escluse, si sta lavorando sulla terza. Ma, per ora, non ci sarebbero novità all’orizzonte. «E comunque riguarderebbe i ragazzi più grandi, che possono tranquillamente stare a casa a seguire a distanza le lezioni», precisa il presidente. (g. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
al momento ci bastano», specifica l’assessore alla Mobilità di Padova, Andrea Ragona. Una cinquantina, invece, gli autobus a noleggio già impegnati nel rinforzo della mobilità del Veneziano. L’azienda trasporti di Vicenza non è rimasta a guardare e ha «reclutato» 25 mezzi privati dal 14 settembre, che probabilmente non saranno gli ultimi. «Non abbiamo incertezze – ha chiarito il presidente Cristiano Eberle – nell’allargare i servizi con le risorse aggiuntive che saranno prossimamente erogate». Tutte iniziative locali, che il tavolo regionale dei trasporti potrebbe ricondurre ad unità. Per questo le associazioni di categoria chiedono di essere coinvolte. «Siamo pronti a
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Colladon (MoM) Facciamo 5.100 km in più al giorno, per un costo che ammonta ogni mese a circa 217mila euro partire», ribadisce Daniele Rigato, presidente degli autobus operator della Confartigianato imprese Veneto. «Negli ultimi giorni c’è stata una maggiore richiesta di mezzi nelle province. Il lavoro di supporto al servizio pubblico non risolve la nostra situazione, ma è una boccata d’ossigeno». E all’appello si aggiungono anche i rappresentati dei 1.500 furgoncini Ncc (noleggio con conducente) a nove posti – 5 causa virus – paralizzati dal Covid: «La legge permette anche a noi di andare in aiuto al trasporto pubblico», «I Comuni - chiarisce il presidente regionale della categoria, Denis Pulita - potrebbero contribuire con una quota per permetterci di lavorare con tariffe da un euro e mezzo a passeggero».
VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Sabato 24 Ottobre 2020
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VE
La replica alla Regione
I «costi vivi» di ogni alzata possono arrivare fino a 300 mila euro, se le paratoie restano su una dozzina di ore. Ma se a pagare quella somma è lo Stato, c’è un altro costo «occulto» del Mose, che riguarda il Porto: ogni volta che le quattro dighe alle bocche di porto saranno chiuse per l’acqua alta, gli operatori dovranno spendere un bel po’ di soldi e una stima «a spanne» parla di più di 100 mila euro. D’altra parte basta partire dal «costo nave»: per noleggiare un’imbarcazione si può spendere da 5 a 30 mila euro al giorno, a seconda della dimensione, e quindi in media la mezza giornata può venire 10-15 mila euro; poi c’è il costo della banchina, che può essere intorno ai mille euro quoti-
Trenoin aeroporto Rfi:linea«acappio» perlimitareitempi L’incognitaespropri FI: commissario
VENEZIA
In banchina Un’immagine del porto di Venezia a Marghera: lo scalo sta soffrendo, come tutti, la crisi legata al Covid
Mose,ognialzatacosta centomilaeuroalPorto Mercigiùdel12percento Musolino:segnalipositivi.Piùvicinoilprotocollofanghi
diani, tra sicurezza (il cosiddetto Isps) e «parcheggio»; quindi, nel caso in cui la nave sia costretta a rimanere fuori, può capitare di dover pagare la squadra di lavoratori portuali che si era prenotata, e anche lì si parla di cifre intorno ai 3-4 mila euro. Se tutto questo si moltiplica per una dozzina di navi i 100 mila euro si superano di slancio. E’ proprio per questo che è attivo un doppio tavolo sull’argomento: uno più ristretto voluto dal commissario del Mose Elisabetta Spitz con il provveditore Cinzia Zincone, la Capitaneria di Porto e gli operatori; e uno più allargato, che si è riunito per la prima volta martedì, condotto dal sindaco Luigi Brugnaro. «E’ evidente che ora dobbiamo risolvere il problema del rapporto tra Mose e porto - ha spiegato anche il sottosegretario di Palazzo Chigi Andrea Martella, nel corso di una serata «a distanza» al circolo Nardi della Giudecca - Bisogna intervenire in primo luogo sulla conca di navigazione, rendendola utilizzabile». Anche perché il rischio è che il Porto subisca un duro colpo anche dalle aperture
del Mose, dopo che già il Covid ha lasciato il segno. Ieri l’Autorità di sistema portuale ha reso noti i dati cumulativi dei primi 9 mesi dell’anno, con dei pesanti «meno» a quasi tutte le voci, a partire ovviamente da quella dei crocieristi: erano stati 1,3 milioni nello stesso periodo del 2019, nel 2020 – complice il fatto
che nella pur flebile ripartenza le compagnie hanno scelto altri scali – sono stati appena 5.653. Ma anche passeggeri dei traghetti sono calati del 78 per cento. Quanto ai dati del porto commerciale, Venezia ha cercato di resistere strenuamente, con un meno 11 per cento che però significa due milioni di tonnellate di
Noventa
Oggi i funerali di Nicolò Minello Migliorano i due amici in ospedale
M
igliorano le condizioni di V.C. e G.G., il 22enne di Noventa di Piave e il 29enne di Meolo coinvolti nel grave incidente stradale avvenuto domenica scorsa a Salgareda. I medici dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove sono ricoverati hanno ridotto la sedazione del più giovane già nel corso della giornata di giovedì accompagnandolo nel risveglio. Ieri le sue condizioni erano in miglioramento e i sanitari stanno considerando di trasferirlo dalla terapia intensiva alla degenza semplice. La fase di riduzione della sedazione per G.G. è invece iniziata ieri, giornata nella quale è stato inoltre sottoposto a un intervento chirurgico programmato per intervenire in relazione ai traumi subiti. Oggi pomeriggio a Noventa di Piave si svolgeranno i funerali di Nicolò Minello, il 22enne loro amico che nel terribile schianto ha perso la vita. (a.r.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
merci in meno. Chioggia perde invece un terzo del traffico (meno 313 mila tonnellate). Colpisce il crollo delle importazioni di carbone (-69,5 per cento), che da solo vale un terzo del calo a Venezia, ma d’altra parte quella fonte energetica sta sparendo. I contenitori perdono 51 mila Teu (-11,4%). Tra le poche voci in positivo a Porto Marghera alcuni prodotti alimentari come i mangimi e i semi oleosi (+3,4%), i prodotti metallurgici (+6,3%) e quelli chimici (+3,8%). «Emergono segnali di miglioramenti nel terzo trimestre - osserva però il commissario Pino Musolino Stiamo anche lavorando intensamente per ripristinare l’accessibilità nautica e il pescaggio dei canali navigabili». A settembre sono stati infatti scavati 26 mila metri cubi a San Leonardo e 2 mila metri cubi nel Canale industriale ovest. Ma soprattutto si stanno definendo gli ultimi dettagli per l’intervento più importante, quello sul canale dei Petroli, dopo l’autorizzazione di inizio mese del Provveditorato. Dopo un anno di attesa pare in dirittura d’arrivo anche il nuovo protocollo fanghi, che supererà quello del 1993 grazie anche alla «spinta» dell’emendamento al decreto Agosto del senatore Pd Andrea Ferrazzi, che è stato approvato. «Così potenziamo il ruolo dei ministeri di Ambiente e Salute - osserva - Si attuerà la manutenzione ordinaria dei canali, vincolando l’analisi dei sedimenti alle norme europee». Alberto Zorzi
La vicenda ● Il 3, il 15 e il 16 ottobre il Mose è stato sollevato per le prime volte a difesa della città, in seguito a previsione di marea superiori ai 130 centimetri ● In tutte e tre le occasioni, le barriere sono state sollevate con largo anticipo, quando in laguna l’acqua era a mezzo metro, lasciando tutta la città all’asciutto. Sono rimaste chiuse per circa otto ore ● Questo ha però creato della tensioni tra gli operatori, perché ogni volta ci sono state 10-15 navi che hanno dovuto aspettare ore per ripartire. Per questo sono in corso delle riunioni per migliorare la procedura
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MESTRE Le risposte sono arrivate, anche entro i termini richiesti, ma non chiariscono i punti più scottanti del progetto. Ad ormai pochi giorni dalla convocazione della commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale sul progetto della nuova bretella di collegamento via treno all’aeroporto Marco Polo, Rete ferroviaria italiana in una ventina di pagine ha cercato di chiarire i dubbi anticipati proprio dai tecnici di palazzo Balbi nei giorni scorsi, quando è stata inviata una domanda di integrazione dei materiali presentati. Viene così ribadito come la soluzione «a cappio» sia stata valutata come preferibile all’ipotesi di una stazione di testa in cui invertire la marcia dei treni fermi, perché consente di risparmiare tempo prezioso per le tratte, evitando di accumulare ritardi che a cascata rallenterebbero tutti i treni in transito; nel dettaglio, poi, il progetto presentato risulta economicamente più vantaggioso rispetto al vecchio piano «in galleria» sotto la gronda lagunare. Nel documento si riconfermano anche le proiezioni future per i flussi di viaggiatori, arrivando ad un massimo di 24,4 milioni per il 2041, e per questo si insiste sulla necessità di un collegamento efficace con il Veneto orientale e il Friuli Venezia Giulia; in questo I flussi senso, si spe- Nel 2041 ci saranno 24 cifica come non sia previ- milioni di passeggeri: sto l’instrada- solo 30 treni su 84 mento nella verso il Marco Polo bretella di tutti i treni regionali da e per Trieste, ma al contrario sono stati presi in esame due modelli: uno che devierebbe 30 treni su 84 – i regionali veloci – l’altro che prevederebbe di allungare verso Quarto d’Altino alcune tratte Santa Lucia-Marco Polo in modo da consentire lo scambio rapido da Quarto all’aeroporto per i flussi provenienti da est. Fondamentale poi il capitolo riservato alla riduzione di vibrazioni, rumore e inquinamento: si chiedevano terrapieni, Rfi risponde con le barriere, assicurate in fase di cantiere nei punti giudicati più colpiti (grazie ai rilievi) e preferite anche in fase di esercizio, sia per efficacia che per spazi richiesti (anche se, in una precedente interrogazione, i tecnici di Rfi avrebbero ribadito la scarsa utilità proprio delle barriere fonoassorbenti, anticipandone lo stralcio dal progetto). Infine, resta critico il punto relativo agli espropri: la replica di Rfi cita normative e valutazioni diverse per i vari tipi di terreni, ma non menziona le compensazioni per le famiglie «chiuse» tra i binari: «Scriveremo una lettera a tutti i soggetti istituzionali interessati per chiedere che, come per il passante di Mestre, anche in questo caso si affidi la questione a un commissario esterno, che possa andare oltre alla logica del mero calcolo di euro al metro quadro», ha anticipato la consigliera comunale di Forza Italia Deborah Onisto. Gi. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La commissione Antimafia: i casalesi ritornati a Eraclea
L’ipotesi del nuovo boss. Pellicani (Pd): le organizzazioni criminali trovano terreno fertile in Veneto
VENEZIA Il processo procede a tappe forzate e la prossima settimana sono previste quattro udienze: da lunedì a mercoledì parleranno le difese nello spezzone con il rito abbreviato, dopo che i pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini hanno chiesto condanne per 170 anni per i 25 imputati, mentre giovedì sarà la volta dell’ennesima udienza dibattimentale con i suoi 46 imputati tra cui il presunto boss Luciano Donadio. Ma secondo il presidente del Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata del Veneto, il giornalista Maurizio Dianese, a Eraclea il clan
dei Casalesi si sta riorganizzando, dopo il blitz del 19 febbraio 2019, che aveva portato a cinquanta arresti, tra cui l’allora sindaco Mirco Mestre. Dianese l’ha affermato nel corso di un’audizione della commissione parlamentare Antimafia, di cui è divenuto consulente. Secondo la sua testimonianza, ci sarebbe una persona che sta incontrando uno ad uno i membri del clan che sono tornati liberi, ma anche i familiari degli arrestati; l’uomo già era presente a Eraclea, ma dopo il blitz era sparito e sarebbe tornato a farsi vedere di recente, forse anche approfittando della
nuova tornata elettorale, legata proprio al commissariamento del Comune dopo gli arresti. L’audizione è avvenuta nell’ambito di un’attività di approfondimento sul radicamento delle mafie in Veneto avviata da Nicola Pellicani, deputato del Pd. «Il quadro emerso evidenzia come camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra siano penetrate in modo capillare nella società veneta osserva Pellicani - trovando un terreno fertile soprattutto in quell’area grigia costituita in gran parte da consulenti finanziari, professionisti, faccendieri e riuscendo ad instaurare un rapporto tentaco-
lare anche con la politica». Oltre a Mestre, accusato di voto di scambio, anche l’ex sindaco Graziano Teso è a processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma un filone solo abbozzato dai pm della Dda di Venezia – anche perché la competenza è di Trieste – riguardava l’influenza anche sulle elezioni di Caorle. «Il fen o m e n o s t a d i ve n t a n d o quanto mai pericoloso in questo momento di grave crisi economica determinata dall’emergenza del Covid - conclude Pellicani - come dimostra l’allarme della Guardia di Finanza». (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
In aula Da lunedì ci saranno quattro udienze consecutive del processo
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Sabato 24 Ottobre 2020 Corriere del Veneto
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Il virus
L’emergenza sanitaria
Rt a 1,54: Veneto in zona lockdown
Raggiunto il massimo livello d’allarme: l’accordo col governo prevedeva anche scuole e Atenei chiusi Allarme rosso. Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità il Veneto, insieme a Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Bolzano, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta, avendo un indice del contagio (Rt) superiore a 1,5 (è a 1,54) rientra nello scenario da lockdown generalizzato. Lo prevede il documento condiviso da governo e Regioni sulla pianificazione degli interventi in relazione all’evoluzione dell’epidemia da Covid-19, che profila quattro livelli di allerta. Il Veneto ha raggiunto il quarto, che farebbe appunto scattare un «lockdown generalizzato, con estensione e durata da definirsi rispetto all’andamento epidemiologico, e la chiusura VENEZIA
Stefano Brusaferro Presidente Iss
di scuole e Università, con relativo ricorso della didattica a distanza, dove possibile». Il governatore Luca Zaia però ha sempre respinto l’idea, aggiungendo che oltre all’Rt vanno considerati altri fattori. Tornando al dossier, sulla settimana 12/18 ottobre in Veneto dice: «Casi in crescita e forte aumento dei focolai attivi. Salgono i tassi di occupazione dei letti in Terapia intensiva (+3%, 68 degenti) e nelle aree mediche (+2%, 621 ricoverati). Probabilità tra 5% e 50% di raggiungere le soglie critiche nel prossimo mese». «L’epidemia è in peggioramento — si legge ancora nel rapporto diffuso ieri — è necessario prendere misure che favoriscano una drastica ridu-
CRUISE A VENEZIA
zione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari. Comprese restrizioni di attività non essenziali e restrizioni della mobilità. È fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo non strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine». C’è di più: se la prossima settimana si dovesse raggiungere la soglia nazionale dei 2300 ricoveri in Terapia inten-
siva scatterebbe il lockdown totale, aggravato dal coprifuoco a partire dalle 21. E siamo già a 1049 degenti . Nel Veneto il rapporto tra ricoverati in Terapia intensiva rispetto al totale degenti è del 10%, in linea con la media italina. Per ogni letto ci sono circa due anestesisti (1,6, come la media nazionale), ma all’appello ne mancano ancora 148. In compenso il tasso di saturazione dei posti letto in rapporto alla popolazione è il più basso d’Italia: 7,9%. Dai 494 letti originari la Regione è infatti passata a 840, che possono diventare 1016. Per quanto riguarda il personale sono stati assunti altri 459 operatori sanitari, per un incremento dei medici pari al 6%.
Il ministero della Salute ammette poi che il sistema di tracciamento dei contatti dei contagiati è in affanno: «Questa settimana soltanto un caso su quattro è emerso dal contact tracing, mente il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi. Si osserva l’impossibilità sempre più frequente di tracciare tutte le catene di trasmissione». E se finora i contagi a scuola erano una minima parte del totale, nell’ultima settimana «sono aumentati i focolai. Attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione se non si rispettano le misure di prevenzione». Michela Nicolussi Moro
● Nuovo stop alle riprese del nuovo capitolo (il settimo) della saga di Mission impossible, che si stavano eseguendo in questi giorni a Venezia, con la partecipazione del protagonista, l’attore Tom Cruise. Causa del blocco, la positività al Covid di sei membri della troupe
VENEZIA I cartelli giallo fluore-
scente con le indicazioni, i cavi elettrici che attraversavano le calli, le potenti luci a led. Tutto da smontare e portare via: del set del nuovo «Mission: Impossible», protagonista la star americana Tom Cruise, è rimasta solo l’aura di mistero. Ieri in campo San Giacomo dell’Orio c’era un via vai di operatori intenti ad avvolgere cavi, togliere cavalletti, caricare tutto sulle chiatte ormeggiate in rio San Zan Degolà. È il Covid a imporre all ’a g e n te E t h a n H u n t d i fermare gli inseguimenti che l’hanno visto martedì e mercoledì saltare da una barca all’altra tra lo stupore dei fan: risultano infatti sei contagiati all’interno della troupe. Si pensava inizialmente
che il blocco delle riprese fosse dovuto ai troppi assembramenti che si erano creati ogni volta che Tom Cruise scendeva dal taxi acqueo concedendosi a saluti e selfie (dove l’attore ha sempre mantenuto i distanziamenti), poi il timore di un possibile caso di Covid. E ieri, la conferma dalla Usl di Treviso, dal momento che il laboratorio che monitora tutti i componenti del cast si trova a Monastier: sei positivi. Ora, è compito dell’Usl tracciare i contatti e i movimenti dei sei degli ultimi tre o quattro giorni, come da prassi. Fino a che il tracciamento non sarà completato, le riprese sono sospese almeno fino a domenica. I protocolli messi in atto sono stati da subito molto ri-
● Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità il Veneto, con Emilia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Bolzano, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta, avendo un indice del contagio (Rt) superiore a 1,5 (è a 1,54) rientra nello scenario da lockdown
Venezia, contagiati alcuni membri della troupe Stop alle riprese del film (almeno) fino a domenica
Sei positivi sul set, ora la mission è davvero impossible: film sospeso La vicenda
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La scheda
gidi, con test fatti direttamente in campo San Giacomo dell’Orio sotto un tendone e, per tutti i componenti, un «qr code» da scannerizzare per compilare un questionario al fine di monitorare lo stato di salute di chi mettesse piede sul set. Al momento non c’è nessuna informazione o comunicato ufficiale da parte della casa di produzione, la Paramount Pictures, e nulla trapela dai profili social del film o del regista Christopher McQuarrie. Ultimo post di McQuarrie è un’immagine in bianco e nero scattata di notte, in un campo veneziano defilato e avvolto dalla nebbia, in lontananza la silhouette di un uomo. E sul rio di San Zan Degolà, i salti atletici compiuti da Tom (58
Anche il Veneto al lavoro
Sci, mascherine e seggiovie rapide: nelle regioni alpine un protocollo unico per salvare il turismo
Stagione Aziende a rischio con la risalita dei contagi
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i intensificano gli sforzi per salvare la stagione turistica invernale e dello sci dall’aumento dei contagi da Covid-19. Ieri riunione-fiume tra Bolzano, Trento, Veneto e Lombardia (si attende il parere di Piemonte e Friuli): la Provincia di Trento ha stilato un protocollo unico per accedere agli impianti sciistici alpini, che è stato condiviso dalle altre Regioni, in vista della conferenza Stato-Regioni di giovedì. I punti cardine sono: «L’obbligo di mascherina, non così chiaro nel dpcm, dove si poteva interpretare come sufficiente anche un semplice scaldacollo, l’incremento della capienza delle funivie dagli attuali due terzi all’80%, ma con finestrini sempre aperti, e delle seggiovie al 100% e poi la sanificazione». Si sta studiando anche una riduzione dei tempi di percorrenza aumentando la velocità degli impianti in modo da limitare al massimo le possibilità del contagio. Niente misurazione delle temperatura perché in quota e con l’esposizione al freddo della fronte sarebbe poco attendibile. Annalia Dongilli
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In equilibrio L’attore Tom Cruise durante una fase delle riprese di «Mission Impossible» lungo il rio di San Zan Degolà a Venezia
compiuti) da una barca all’altra facendo a meno di controfigure, rimangono impressi solo negli scatti rubati dei primi giorni di prove. Nella giornata di ieri si erano rincorse voci contrastanti, c’era chi sosteneva si trattasse di uno stop momentaneo a causa dei troppi assembramenti e chi diceva si stessero riorganizzando le riprese, e chi, infine, giurava che i casi di Covid fossero stati soltanto a Roma, città che fino alla scorsa settimana ha ospitato le riprese del settimo episodio della saga. Di fatto, la scoperta di sei casi confermati dall’Usl non lascia dubbi. Sono state cancellate anche, come riferisce l’Ansa, le prove delle comparse a Palazzo Franchetti, sede dell’istituto veneto di scienze lettere e arti vicino al ponte dell’Accademia, che erano state organizzate in vista della festa che si sarebbe dovuta girare i primi di novembre all’interno di Palazzo Ducale. La «mission impossible» vive un déjà-vu: anche lo scorso marzo l’emergenza sanitaria aveva imposto uno stop alla produzione veneziana, allora senza che ci fossero casi di positività. Erano stati smontati in brevissimo tempo i set allestiti all’interno del Conservatorio Benedetto Marcello e sul tetto dell’hotel Gritti, ma Tom non aveva mai raggiunto la città. Ora non ci sono dubbi che la star americana sia a Venezia e alloggi proprio al Gritti, dove è stato visto nei giorni scorsi entrare e uscire per raggiungere in taxi il set in campo San Giacomo dell’Orio, sempre con indosso una spessa mascherina nera. Non rimane che aspettare una comunicazione ufficiale da parte della produzione, rivolgendo lo sguardo alle finestre del Gritti: chissà che da un momento all’altro non faccia capolino Tom. Camilla Gargioni © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venezia
Sabato 24 Ottobre 2020 www.gazzettino.it
I 101 anni di Gilda Paggiarin festeggiati a San Giobbe IL TRAGUARDO VENEZIA Per Gilda Paggiarin, ospite del Centro Servizi San Giobbe da quattro anni, quella del 19 ottobre è stata una giornata tutta da festeggiare, per un compleanno da 101 candeline. Un traguardo importante che il presidente Luigi Polesel, insieme a consiglio d’amministrazione Ipav e direzione del Centro, ha voluto condividere, riservando alla signora Gilda
EDILIZIA VENEZIA Senza le “carte” del Comune ci si può scordare l’ammissione alla procedura per l’ecobonus 110 per cento e, da quello che si sa, sembra che i tempi per averle non siano proprio irrilevanti. Anzi, sarebbero proprio lunghi stando a quanto dicono gli architetti che si occupano delle pratiche. È anche per questo motivo, oltre che per le i passi per regolarizzare eventuali abusi o difformità, che il sistema procede a rilento.
un festeggiamento coi fiocchi. Pur con le dovute cautele. Lunedì scorso erano presenti - a sorpresa - sia il figlio che il nipote dell’anziana, che è stata omaggiata con un mazzo di fiori, una grande torta da offrire poi a tutti gli altri ospiti della struttura e un cartellone d’auguri. Gilda è sempre vissuta nel sestiere di Cannaregio e per lungo tempo è stata operaia alla fabbrica Junghans della Giudecca, anche durante il periodo della
seconda guerra mondiale. Chi la conosce la descrive come una donna tenace, combattiva e arguta che, dopo aver trascorso le traversie di oltre un secolo di storia, non si è scoraggiata neanche di fronte ai provvedimenti presi per fronteggiare l’epidemia. Non smettendo di regalare ogni giorno le sue parole - condivide sempre il proprio punto di vista - e i suoi sorrisi a familiari, ospiti e personale tutto. Le operatrici della struttura
CENTENARIA Gilda Paggiarin
la raccontano così: «Ama essere curata nell’abbigliamento e nell’aspetto. È un po’ selettiva nei rapporti con gli altri ma allo stesso tempo estremamente cordiale». E tra gli episodi che l’hanno vista protagonista, le operatrici ricordano quando l’hanno scorso - ad una festa per tutti gli ospiti - Gilda ha iniziato a ballare da seduta, sulla sua carrozzina, a ritmo di un liscio. Lunedì scorso i familiari sono stati chiamati a rispettare
«Le pratiche sono lente L’Ecobonus è a rischio» La capogruppo di Fdi Maika Canton `Per accedere al beneficio bisogna chiede il potenziamento degli uffici dimostrare la regolarità urbanistica `
TEMPI LUNGHI La capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Maika Canton, ha depositato proprio ieri con il collega consigliere comunale Francesco Zingarlini una mozione in cui si chiede al sindaco e alla giunta di porre in essere iniziative per far sì che l’accesso agli atti sulla regolarità urbanistica da parte dei cittadini possa essere più snello e soprattutto veloce. La condizione necessaria per poter accedere al cosiddetto ecobonus è la regolarità urbanistica dell’unità immobiliare oggetto dell’intervento o di tutte le unità nel caso di condominio. Se in un edificio di 10 o 50 appartamenti uno solo presenta abusi non sanati, salta tutto. E i tempi per poter accedere al beneficio non sono eterni, perché se è vero che è possibile fino alla fine del 2021, quella data riguarda l’ultimazione dei lavori.
«LE TEMPISTICHE SPESSO RISULTANO SUPERIORI ANCHE A 45-50 GIORNI CREANDO PROBLEMI ALLE VERIFICHE»
IL DIBATTITO VENEZIA «Aprire dibattiti sull’Europa è sempre una cosa positiva, stimolare il confronto aiuta ad accrescere e aprire nuovi ragionamenti sul suo futuro». Così il neovicesindaco con delega alle politiche comunitarie Andrea Tomaello, che ieri ha partecipato all’ultimo appuntamento del ciclo “Caffè Europa” al caffè Quadri di Piazza San Marco nell’ambito della Festa dell’Europa. Tema dell’incontro la “Risposta europea al Covid”. Erano presenti insieme a lui anche Paola Ravenna, dirigente Politiche europee del Comune di Venezia, Giuseppe Zaffuto, portavoce della vice segretaria generale del Consiglio d’Europa, Roberto Crosta, direttore Unioncamere Veneto. Nel corso del dibattito, moderato da Maurizio Cerruti dell’Ordine Giornalisti del Veneto, è stato anche letto il messaggio di saluto di Massimo Gaudina, direttore della Rap-
tutte le regole previste: dalla misurazione della temperatura ed uso della mascherina, all’igienizzazione delle mani. E hanno avuto accesso a una sala apposita, con postazioni distanziate e munite di plexiglass, attraverso un percorso diverso da quello degli ospiti. Esattamente come fanno gli altri familiari in questo periodo. Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA MOZIONE «Per poter verificare tali documenti - spiega Canton - è necessario procedere con un accesso agli atti amministrativi presso l’archivio del Comune di Venezia, ma le tempistiche di evasione delle varie richieste risultano superiori ai 45/50 giorni, anche a causa di un organico ridotto. E questo crea non pochi problemi per le verifiche di rito e ad eventuali azioni successive necessarie per legittimare eventuali irregolarità che dovessero emergere. Per questo - conclude la consigliera di Fdi - sarebbe necessario che l’amministrazione risolvesse in tempi brevi la questione in modo da dare un sostegno reale all’economia del territorio».
TROPPE INCERTEZZE
EDILIZIA Burocrazia eccessiva per l’ecobonus: a sinistra, un cantiere. Sopra, Maika Canton
Interrogazione parlamentare di Orietta Vanin
«San Marco, nessun progetto approvato, ma bisogna fare presto» VENEZIA (r.vitt) Nonostante l’accordo raggiunto giovedì sul progetto per la difesa della basilica di San Marco con una sintesi tra quello della Procuratoria a firma degli ingegneri Daniele Rinaldo e Mario Piana e quello dello Studio dell’archistar Stefano Boeri di Milano, che sarà pronto entro un mese, la
senatrice 5 Stelle Orietta Vanin ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri dei Beni culturali e del Turismo. Per capire se e come il Governo intenda intervenire con urgenza. «Dall’inizio del 2020 assistiamo ad un susseguirsi di progetti per la messa in sicurezza dell’Insula
di San Marco nessuno dei quali è stato approvato attacca Vanin - Le maree che negli ultimi anni hanno invaso Venezia hanno seriamente danneggiato la Basilica di San Marco. All’inizio del 2020, un’associazione di imprese composta da Kostruttiva, Thetis e Mate Engineering ha presentato un progetto
commissionato dal Consorzio Venezia Nuova. A settembre 2020, due Comitati tecnico-scientifici del Mibact hanno bocciato il progetto Boeri quindi ad oggi, questo patrimonio Unesco è privo di tutela ed è esposto a rischio data l’imminenza delle acque alte». © RIPRODUZIONE RISERVATA
La questione ecobonus era stata sollevata nei giorni scorsi, proprio su queste pagine, dal presidente dell’associazione costruttori edili, Giovanni Salmistrari. Questi lamentava il fatto che, a fronte di una veste allettante come la possibilità (per altro non vera) di rifarsi casa praticamente a costo zero, esiste una realtà fatta di procedure non ancora ben definite che hanno fatto sì che l’ecobonus non sia ancora decollato. «Ci sono tali e tanti dubbi interpretativi e adempimenti da chiarire - aveva detto Salmistrari - che malgrado i proclami e la voglia di molti di essere i primi a partire, ad oggi ben poco si è mosso. Fortunatamente la proroga di questa misura, frutto della pressione quotidiana dell’ Ance, è stata confermata in questi giorni dal Governo, altrimenti questa ed altre forme di incentivo, come il Bonus Facciate, sarebbero destinate ad esaurirsi prima ancora di iniziare a produrre il proprio effetto». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
«L’Europa è più vicina se coinvolge anche i giovani» presentanza a Milano della Commissione europea. «Il merito di EuropeDirect è anche quello di portare il tema tra i giovani, attraverso la scuola. Quello del Covid continua a essere un tema complicato, che genera preoccupazione - ha proseguito Tomaello - La prima ondata ha colto di sorpresa il nostro Paese e soprattutto Venezia, ancora oggi vediamo gli effetti provocati sul mondo dell’impresa e del lavoro. Già colpita dall’Aqua Granda, Ve-
IL VICESINDACO ANDREA TOMAELLO AL CAFFE’ QUADRI NEL DIBATTITO PER SUPERARE LA PANDEMIA
nezia è stata messa in ginocchio più di altre città. La nuova ondata che sta colpendo l’Europa è certamente preoccupante, ma oggi abbiamo più coscienza sugli strumenti che possono essere utilizzati per dare una risposta forte e in tempi brevi». Secondo il vicesindaco «deve essere una risposta compatta, condivisa a livello comunale, regionale ma anche statale. Sul fronte europeo il nuovo quadro finanziario pluriennale delineerà il futuro che l’Italia e gli Stati membri possono aspettarsi. Spero in una risposta forte e in tempi brevi, attraverso interventi strutturati, soprattutto sul fronte del lavoro, che merita risposte chiare e definitive. Ciò deve avvenire con il coinvolgimento degli Stati e degli enti locali». Tomaello ha ricordato il discorso d’insediamento della
presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, in particolare il richiamo alla tutela dell’ambiente e la citazione sulle problematiche di Venezia: «L’attenzione per le città, in questo caso per Venezia, è un aspetto molto importante. Venezia è una delle città più importanti d’Europa, è una città fragile che merita una grande attenzione, soprattutto in questa fase di emergenza. Con uno spirito costruttivo e con l’unione di intenti possiamo superare il momento di difficoltà e credere in un’Europa che può mostrare il meglio di sé». Gli incontri del “Caffè Europa” sono stati organizzati nell’ambito di un format concepito dal Parlamento europeo per affrontare temi prioritari per l’Unione europea, tra cui la cittadinanza, i diritti e il futuro dell’Unione, l’ambiente, le don-
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CAFFE’ QUADRI Un momento dell’incontro di ieri pomeriggio
«VENEZIA È UNA CITTA’ FRAGILE CHE MERITA ATTENZIONE SERVE UNA RISPOSTA CONDIVISA E COMPATTA»
ne e l’emergenza Covid. L’iniziativa è stata frutto della collaborazione tra il Parlamento Europeo - Ufficio d’informazione a Milano, il Comune di Venezia - Europe Direct, il Consiglio d’Europa - Ufficio di Venezia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
XIII
Mestre
Sabato 24 Ottobre 2020 www.gazzettino.it
Porto, il calo dei traffici fa meno paura Dati ancora in flessione a Venezia e soprattutto a Chioggia `I dati condizionati dalla contrazione dell’import di carbone Ma l’avvio dello scavo dei canali apre prospettive di ripresa Pesano in negativo gli arrivi dei passeggeri e lo stop alle crociere `
IL BILANCIO MESTRE Continuano a calare i
traffici del Porto, ma i numeri meno 2 milioni di tonnellate, -11% rispetto al 2019 - sono meno preoccupanti rispetto a tre mesi fa. E la ripresa delle operazioni di escavo dei canali portuali fanno intravvedere segnali di speranza per lo scalo veneziano. Meno per quello di Chioggia, in base ai dati del terzo trimestre registrati dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale: qui fra luglio e settembre i traffici sono calati del 33%. La flessione dei traffici ha in parte una spiegazione rassicurante: una buona parte del calo è dovuto al crollo delle importa-
IN CORSO I RILIEVI DELLA PROFONDITÀ PER PROCEDERE AL RIPRISTINO DEI FONDALI PER IL TRANSITO
zioni di carbone che sfiora il 70%: una scelta che risponde ai princìpi della Strategia energetica nazionale mirata a ridurre i combustibili più inquinanti in nome della compatibilità ambientale. Al netto del carbone il calo registrato dal porto veneziano si attesta così al -7%, con una performance negativa per le rinfuse liquide (-6,8%) e solide (-19,9%), compensata da un aumento dei traffici di mangimi e semi oleosi (3,4%) dei prodotti metallurgici (6,3) e chimici (3,8%). La flessione ha riguardato anche la movimentazione dei container (-11,4%), ma a risentire della situazione è soprattutto il traffico passeggeri (-78,4%), praticamente azzerato per quanto riguarda le crociere (-99.5). A Chioggia sono azzerate le rinfuse liquide mentre quelle solide hanno fatto registrare un calo del 9% a causa dei minori traffici di prodotti metallurgici e cemento, mentre tengono i prodotti chimici solidi.
lino pensa positivo: «Analizzando i dati per trimestre - ha dichiarato - emergono segnali di miglioramento nel periodo tra luglio e settembre rispetto ai primi due trimestri dell’anno, il calo congiunturale è infatti del -8,5% rispetto al -14,3% del periodo aprile-giugno», il tutto senza considerare il calo dei prodotti carboniferi. Ma a far ben sperare è soprattutto la ripresa dello scavo dei canali: «Solo nel mese di settembre spiega Musolino - sono stati scavati 26mila metri cubi di sedimenti nel porto di San Leonardo e duemila metri cubi nel Canale Ovest di Porto Marghera». È inoltre in fase di preparazione lo scavo del canale Malamocco-Marghera, da poco autorizzato dal Provveditorato alle opere pubbliche, con i rilievi relativi alla profondità che saranno trasmessi alla Capitaneria di porto e allo stesso Provveditorato. A Chioggia invece l’Autorità portuale ha completato il progetto per la manutenzione degli accosti di Val da Rio in attesa del via libera da parte del Provveditorato. (a.fra.)
SEGNALI POSITIVI Nonostante tutto il commissario straordinario Pino Muso-
PORTO Traffico ancora in calo nel terzo trimestre dell’anno
Protocollo fanghi, l’emendamento è legge LAGUNA MESTRE A gennaio il Protocollo
fanghi, quello nuovo, sarà pronto e operativo. Questo grazie alla trasformazione in legge dell’emendamento presentato ai primi di settembre dal senatore veneziano del Pd, Andrea Ferrazzi, insieme al capogruppo in commissione Infrastrutture e Trasporti Vincenzo D’Arienzo; il testo è inserito nel Decreto Agosto all’articolo 95. «Il Protocollo, in realtà, è già pronto, ma aveva bisogno di una norma di rango primario in quanto non era sufficiente un aggiornamento del vecchio protocollo del 1993 - spiega Fer-
razzi -. Ora con l’emendamento si dà mandato al ministero dell’Ambiente e a quello delle Infrastrutture e Trasporti, di concerto con il ministero delle Salute e previa intesa con la Regione Veneto, di scrivere e pubblicare il Decreto per il rilascio delle autorizzazioni che consentono la movimentazione dei sedimenti». Tecnici e ricercatori dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dell’Arpav, del Cnr, del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche (Piopp) e dell’Istituto superiore di sanità opereranno con un gruppo di esperti. Quanto al vecchio Protocollo che andrà finalmente in pensio-
LA PROPOSTA DEL SENATORE FERRAZZI INSERITA NEL DECRETO AGOSTO. PER GENNAIO IL NUOVO DOCUMENTO SARA’ OPERATIVO
ne, risale al 1993, doveva essere emergenziale e cioè durare solo 12 mesi, e riguardare solo l’escavo dei fondali dei canali della città storica, e invece è ancora in vigore e viene utilizzato per tutta la Laguna oltre che essere contro alle Direttive europee perché non è in grado di discriminare la qualità dei sedimenti. Quel Protocollo analizza, infatti, i “fanghi” solo dal punto di vista chimico; la normativa europea, invece, impone anche l’analisi fisica, biologica ed ecotossicilogica dei sedimenti. Ed è di fondamentale importanza avere uno strumento finalmente completo e legale perché la laguna ha bisogno come il pane, per propria natura
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Smarrisce il bancomat Le svuotano il conto LA TRUFFA MESTRE È costato caro a un’an-
idrogeologica, di quei sedimenti da redistribuire in ogni suo angolo dato che ogni anno ne perde 1 milione di metri cubi. «L’emendamento è stato anche l’occasione per potenziare il ruolo dei ministeri dell’Ambiente e della Salute - continua il senatore Ferrazzi -. In tal modo, da una parte si dà modo di attuare la manutenzione ordinaria dei canali sia portuali che non, dall’altro vincola l’analisi dei sedimenti alle norme di tutela europea. Si tratta, insomma, di un passaggio fondamentale per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della Laguna». Ora, dunque, il Decreto è quasi pronto e, aggiunge Anbdrea Ferrazzi, «andrà a breve al Consiglio di stato, consentendo di avere il Protocollo fanghi operativo dall’inizio del prossimo anno». (e.t.)
ziana signora di Mestre avere scoperto con tre giorni di ritardi che non aveva più la tessera bancomat, persa o forse rubata. Quando se n’è accorta avevano già preso il volo quasi diecimila euro attraverso 36 prelievi ripetuti a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro. Il fatto risale allo scorso giugno, quando una pensionata di 76 anni si è vista sottrarre 9.550 euro dal conto corrente, ormai prosciugato. La questione, ora, è passata in mano all’ufficio legale dell’associazione di consumatori Adico. Come da prassi consolidata, l’associazione ha sporto reclamo all’arbitro bancario finanziario, contestando all’istituto di credito della pensionata, Banca Generali, la mancata segnalazione di operazioni sospette e rilevando, altresì, il comportamento diligente della socia che ha sempre tenuto debitamente nascosto il proprio pin. «Abbiamo aperto molte pratiche di questo tipo soprattutto negli ultimi tempi - ricorda Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - In questo caso ci troviamo di fronte a una palese falla dei sistemi di sicurezza della banca». «Operazioni eseguite una dietro l’altra a distanza di pochi minuti, e quasi tutte per importi di 500 euro - continua Garofolini -, prelievi continui (36 in tutto) per somme giornaliere che superano di gran lunga la pensione mensile della donna. Tutto questo avrebbe dovuto mettere in allarme la banca ben prima che la nostra assistita si rendesse conto di aver smarrito il bancomat».
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Nordest
BOMBA DAY A MESTRE Luigi Brugnaro ha firmato l’ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica in vista del disinnesco di domenica: a partire dalle ore 6 l’area nel raggio di 468 metri da via Torino va evacuata
Sabato 24 Ottobre 2020 www.gazzettino.it
Veneto, i bilanci dei Comuni sono “sani” `Illustrato a governo e Anci tra i punti chiavi la necessità Rapporto dell’Università di Venezia sui municipi italiani: 34 sono in dissesto, per 47 hanno situazione finanziaria critica di svecchiare e digitalizzare le pubbliche ammistrazioni `
LA RICERCA VENEZIA Il ruolo dei Comuni italiani deve cambiare. Il “front-office” dello Stato verso i cittadini, come l’ha battezzato Stefano Campostrini, docente di Ca’ Foscari e curatore del “Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni 2020”, deve sposare il privato, incentivando la sostenibilità e diventando un punto centrali nelle reti. Ieri sui canali social del Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) il viceministro Laura Castelli, assieme al ministro della pubblica istruzione Fabiana Dadone, al sottosegretario al ministero degli interni Achille Variati, al presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni) Antonio Decaro, al presidente Upi (Unione province italiane) Michele de Pascale e al presidente della Camera Roberto Fico, ha ascoltato le proposte dell’ateneo veneziano. Il dibattito, moderato dal giornalista de “Il Messaggero” Andrea Bassi, ha visto protagoniste le riflessioni di Biagio Mazzotta (Ragioniere generale dello Stato), Stefano Campostrini, Marcello Degni (Consigliere della Corte dei Conti), Andrea Ferri (Responsabile Finanza locale Anci/Ifel) e Rinieri Ferone (Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie).
IL TEMA Al centro del dibattito c’è stata la semplificazione burocratica, necessaria per snellire le procedure dei Comuni all’interno dello Stato. Infatti, dal “Rapporto” emerge una situazione di pesante crisi (dati relativi al 2019) con ben 81 Comuni in situazione finanziaria critica. Poco meno della metà, 34, hanno dichiarato il dissesto, mentre 47 hanno richiesto la procedura di riequilibrio. Gli effetti del dissesto ricadono sulle teste di oltre un milio-
81 sono i Comuni alle prese con difficoltà finanziarie
6 I comuni in più che si trovano in difficoltà rispetto al 2018
28 i posti offerti nei servizi per l’infanzia ogni 100 bimbi in Veneto ATENEO L’ingresso di Ca’ Foscari: l’università veneziana ha elaborato il Rapporto sui Comuni 2020
ne di abitanti, con un dato in aumento di sei Comuni rispetto al 2018. A sfatare il luogo comune che queste cose accadano solo al Sud (Campania, Calabria e Sicilia in primis), non mancano esempi eclatanti anche al Nord, soprattutto in Lombardia e Piemonte (Alessandria). Se per quel che riguarda il Veneto non
ci sono casi di criticità, questo per la ricerca non significa che tutto vada per il meglio. Il dito puntato è contro la carenza di personale, con un rapporto dipendenti-cittadini tra i più bassi del Paese (cinque ogni mille abitanti). Il Veneto potrebbe fare meglio anche sul fronte educativo, dato che i servizi per l’infan-
zia sotto ai tre anni non sono ai primi posti (28 posti offerti ogni cento, comunque sopra alla media italiana di 25, ma dietro a Umbria ed Emilia Romagna). Rimane quindi fondamentale una revisione dei finanziamenti ai Comuni, secondo la ricerca cafoscarina, invertendo una tendenza di tagli.
Gli avvocati dell’ex sindaco Orsoni: «Prescrizione non vuol dire colpevole»
LA SENTENZA
SU UN CASO DI BIBIONE LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA LA LEGGE VENETA CHE PREVEDEVA L’INDENNIZZO DA PARTE DEL NUOVO GESTORE
E per sostenere questo c’è l’esigenza di una revisione delle leggi, come spiega Campostrini: «È necessaria una modifica normativa, perché lo stato attuale è vecchio. Soprattutto sulla norma dei dissesti, che era pensata per poche realtà, invece con la grande crisi, da evento eccezio-
Processo Mose
DEMANIO MARITTIMO Il tratto di arenile al centro della vicenda
VENEZIA Nel cambio di concessione balneare, è illegittima la pretesa che il gestore entrante versi un indennizzo a quello uscente. L’ha stabilito la Corte Costituzionale, con una sentenza pubblicata ieri, che ha bocciato quattro commi della legge regionale con cui dal 2002 il Veneto regola il demanio marittimo. Il caso era stato sollevato dal Tar di Venezia, a proposito di una vicenda ambientata a Bibione, su cui però si erano accesi i riflettori in tutta Italia per le possibili ripercussioni su norme simili.
IL FATTORE ETÀ
Spiagge, illegittimo il ristoro al concessionario uscente IL CONTENZIOSO Il Comune di San Michele al Tagliamento aveva avviato una procedura ad evidenza pubblica su una concessione demaniale marittima di 26.000 metri quadri, già affidata in concessione alla società Villaggio Turistico Internazionale (e poi finita al centro di un altro procedimento penal). In base alla legge regionale in materia, il vincitore della gara avrebbe dovuto liquidare al concessionario uscente un ristoro pari al 90% del valore com-
merciale, stimato dai periti della società uscente in oltre 11 milioni. L’impresa Bipark, interessata al subentro, si era rivolta al Tribunale amministrativo regionale, contestando l’obiettività di tale calcolo. I giudici le avevano dato ragione, stabilendo che la valutazione venisse effettuata dai tecnici comunali, i quali l’avevano abbassata a 2.246.000 euro. A quel punto Bipark aveva però presentato un secondo ricorso, contestando la legittimità stessa del meccanismo di inden-
nizzo, su cui il Tar aveva proposto questione di costituzionalità alla Consulta.
LE MOTIVAZIONI Nel corso della propria difesa, la Regione ha fatto presente che nel maggio scorso il Governo ha varato il decreto Rilancio, il quale ha disposto una proroga delle concessioni in corso, per cui Bipark non avrebbe più dovuto avere interesse alla decisione. Invece la Corte Costituzionale è entrata nel merito, affermando
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nale è diventato normale. Oltre a questo c’è bisogno di più personale e più giovane, perché l’età media è di oltre 50 anni, ma servono figure in grado di progettare e seguire la possibilità di gestire fondi europei, con capacità digitali diverse». L’Italia è un Paese di “vecchi”, quindi, che deve cercare, attraverso una revisione dei Comuni, di “svecchiarsi” e “digitalizzarsi” per prepararsi alle prossime sfide con una preparazione adeguata. Per questo la proposta fatta attraverso il “Rapporto”, è quella di rivedere il Titolo VIII del Tuel (Testo unico degli enti locali), che comprenda una «Robusta attività di monitoraggio annuale e incardinata nel ciclo di bilancio». Non manca, nell’analisi, la necessità di focalizzarsi su una collaborazione tra pubblico e privato che leghi i Comuni al mondo dell’associazionismo e delle associazioni di categorie. Questo per far sì che si giunga ad una sorta di regia in cui l’istituzione raccolga le istanze cittadine per favorire uno sviluppo sostenibile locale. Ad esempio, si rende necessaria una svolta green sulla mobilità, che favorisca anche la realizzazione del privato in ottica win-win, cioè che garantisca benessere ai cittadini, ma anche il giusto profitto all’impresa. «Dopo tre anni che produciamo questi rapporti ci siamo resi conto che questi sono diventati un punto di riferimento impattante. Trovo positivo che in questo momento la politica si sia fermata per ascoltare i tecnici, che non solo presentavano numeri, ma che facevano riflessioni e indicavano possibili vie di sviluppo. Credo che questo sia il giusto rapporto tra politica e mondo tecnico, ma anche il giusto ruolo della terza missione dell’università», ha commentato Campostrini. Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Arriva la replica degli avvocati dell’ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, dichiarato prescritto nel processo Mose. Obiettivo dei legali, il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto che aveva affermato come la Cassazione cristallizzasse l’accusa per Orsoni di aver preso denaro in nero dall’allora presidente del Cvn, Giovanni Mazzacurati per la sua campagna elettorale del 2010. «La conferma della prescrizione in relazione all’unica delle imputazioni per le quali il professor Orsoni non era stato assolto nel merito - scrivono i legali - non equivale ad una sentenza affermativa della responsabilità. La prescrizione del reato infatti non comporta l’accertamento del fatto peraltro sempre negato. La Cassazione era chiamata a pronunciarsi su un mero profilo di diritto che non implicava accertamento dei fatti. Quando verranno rese note le motivazioni, valuteremo se ricorrere alla Corte Europea dei diritti».
che il sistema del ristoro influisce «sulle possibilità di accesso al mercato di riferimento e sulla uniforme regolamentazione dello stesso, potendo costituire, per le imprese diverse dal concessionario uscente, un disincentivo alla partecipazione al concorso che porta all’affidamento». Secondo la Consulta, inoltre, «anche a voler ipotizzare, in linea del tutto astratta, che le disposizioni in questione siano riconducibili alla materia “governo del territorio”, in quanto funzionali, come affermato dalla Regione, a obiettivi di “federalismo demaniale”, dev’essere ribadito che, secondo il costante orientamento di questa Corte, le norme che stabiliscono i criteri e le modalità di affidamento delle concessioni demaniali marittime sono riconducibili alla competenza esclusiva statale». E le leggi dello Stato in materia non prevedono quel tipo di pagamento fra nuovi e vecchi concessionari. Angela Pederiva
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MONSELICE - CONSELVE - ESTE - MONTAGNANA
SABATO 24 OTTOBRE 2020 IL MATTINO
opera da 26 milioni di euro
In alto, il rendering del nuovo serbatoio di acqua “no Pfas” da 10 mila metri cubi che sarà realizzato a Montagnana, tra via Ranfolina e via Ca’ Megliadino: servirà la città murata e si riempirà in orario notturno A destra, una fase dell’interramento del tubo da 24 km che porterà l’acqua fino alla città murata. Sotto, il presidente Piergiorgio Cortelazzo, al centro, con accanto il sindaco Loredana Borghesan (FOTO ZANGIROLAMI)
Montagnana, maxi serbatoio garantirà acqua “no Pfas” Ieri c’è stato il primo sopralluogo al cantiere che terminerà i lavori entro due anni L’approvvigionamento idrico arriverà da Camazzole attraverso un tubo di 24 km Nicola Cesaro / MONTAGNANA
Oggi i cittadini di Montagnana bevono acqua priva di Pfas. Si tratta, però, di acqua filtrata. Arriva dalla centrale di Madonna di Lonigo, contaminata dai Pfas, e prima di finire nei rubinetti delle famiglie subisce un importante lavoro di filtraggio. Entro due anni i cittadini di Montagnana non berranno più acqua filtrata, ma acqua completamente pulita. Non arriverà più da Lonigo, bensì da Camazzole (Carmignano di Brenta), fonte del tutto estranea e lontanissima dall’inquinamento. Arriverà nella cittadina murata, e poi
verso il Basso vicentino, grazie a un tubo di 24 chilometri, e sarà accumulata a Montagnana – tra via Ranfolina e via Ca’ Megliadino – in un serbatoio da 10 mila metri cubi. Ieri, per la prima volta, i vertici di Acquevenete, i sindaci di Montagnana e Pojana Maggiore e anche una delegazione di Mamme No Pfas hanno visitato il cantiere del nuovo “tubone” e del maxi-serbatoio montagnanese. INVESTIMENTO DA 26 MILIONI
Entro 700 giorni – il cantiere è partito ufficialmente il 18 giugno – i cittadini di Montagnana (ma anche di Alonte, Asi-
monselice: la preside del Kennedy
«L’attività didattica era su base volontaria» MONSELICE
«L’attività di didattica proposta per venerdì 16 ottobre era volontaria e ciascun docente poteva impiegare quel tempo in accordo con i propri studenti»: questa è la replica della dirigente scolastica Paola Passatempi dell’istituto superiore J. F. Kennedy. I sindacati Flc Cgil, Fsur Cisl, Uil scuola Rua, Snals e Fgu la scorsa settimana si erano fatti portavoce del malconten-
to degli insegnanti per la richiesta della dirigente scolastica di attuare la didattica a distanza nella giornata del 16 ottobre, in cui, per il passaggio del Giro d’Italia, era prevista la sospensione delle lezioni in tutte le scuole di Monselice di ogni ordine e grado, conseguenza diretta dell’ordinanza del sindaco Giorgia Bedin. La dirigente scolastica Passatempi precisa che nei consigli di classe del 12, 13, 14
gliano, Orgiano, Pojana Maggiore e Noventa Vicentina) potranno bere l’acqua pedemontana proveniente da Camazzole, priva di Pfas, senza bisogno di filtraggio. L’investimento è notevole: 26 milioni di euro, coperti da fondi ministeriali messi a disposizione del Commissario straordinario per l’emergenza Pfas, Nicola Dell’Acqua. Proprio il presidente di Acquevenete, Piergiorgio Cortelazzo, ha lodato la sinergia tra i vari enti che ha portato a questo progetto e quindi al cantiere. Che è ben avviato. Sono già state eseguite le trivellazioni per l’attraversamento di diversi corsi d’acqua, tra
ottobre aveva ricordato che l’attività era volontaria da parte degli insegnanti e che «nessun docente presente ha comunicato o obiettato arriva da qui il mio stupore nel leggere la comunicazione dei sindacati» continua Passatempi. Secondo i sindacati la prestazione lavorativa di venerdì non doveva essere svolta a distanza, perché la chiusura degli istituti scolastici, non era datata da una sospensione per emergenza sanitaria, ma dalla chiusura di tutte le scuole. «Nessun insegnante ha chiesto o palesato difficoltà, anzi molti hanno dichiarato importante l’opportunità della didattica a distanza» conclude la dirigente. — GIADA ZANDONÀ
cui il Frassine e il Ronego, utilizzando la tecnologia Toc, ovvero la trivellazione orizzontale controllata, che permette la posa di tubazioni lungo un profilo trivellato e pertanto senza scavo a cielo aperto. E a proposito di lavori, le imprese coinvolte – tutte venete – hanno evidenziato come cantieri di questo tipo siano importanti sostegni all’economia in questi mesi di crisi legata al Covid. TUBO E SERBATOIO
«Per quanto riguarda la nuova condotta» spiega il direttore Monica Manto «abbiamo scelto un percorso poco impattante per il territorio, in aderenza
este
Premiata la maestra Patrizia Bertazzo Ieri nel chiostro Santa Maria delle Consolazioni di Este è stato consegnato il “Premio per l’impegno nella scuola” all’insegnante Patrizia Bertazzo. Fin dagli anni ’80 ha insegnato nella scuola elementare Pascoli. Erano presenti il sindaco Roberta Gallana, il dirigente scolastico Paola Morato e don Orlando Zampieri.
al tracciato della nuova regionale 10». Questa nuova condotta, di fatto, sarà il prolungamento della Monselice-Ponso già esistente: poco più di 9 chilometri per arrivare da Ponso a Montagnana, con una condotta in ghisa sferoidale del diametro di 600 millimetri. «Dal serbatoio di Montagnana si prosegue poi verso nord per raggiungere, dopo l’attraversamento del fiume Frassine, Pojana Maggiore lungo la provinciale 123 in provincia di Vicenza». Ieri è stato svelato anche il rendering del serbatoio che accoglierà l’acqua e che farà scorta per la città murata: «Il nuovo serbatoio di Montagnana è progettato secondo criteri di bioarchitettura e inserito armonicamente nell’ambiente circostante» sottolinea il direttore «Avrà una capacità di 10.000 metri cubi, con due moduli da 5.000 ciascuno e annessa centrale di pompaggio: diventerà una “fonte virtuale”, che permetterà di accumulare in orario notturno l’acqua proveniente dalle fonti sicure, per distribuirle agli utenti nel corso della giornata». Pulita, come l’acqua dev’essere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
comitato mamme
«Felici per questo ma il problema non è ancora risolto» Non c’erano solo le istituzioni al primo sopralluogo di via Ranfolina, dove sarà realizzato il grande serbatoio di acqua pulita per la città murata. Accanto a sindaci e istituzioni c’erano anche quattro rappresentanti delle Mamme No Pfas, realtà che tra le prime ha denunciato lo scandalo della contaminazione della falda in zona Trissino. «Siamo felicissimi di essere qui, ma dobbiamo comunque ricordare che tutto questo è conseguenza di un problema non ancora risolto» ha voluto sottolineare la portavoce Laura Facciolo, che vive proprio a Montagnana «Nel territorio contaminato ancora molte persone attingono da fonti privati, a rischio inquinamento. Non solo: studi scientifici ci confermano che la contaminazione arriva soprattutto con gli alimenti, irrigati con quest’acqua».
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L'ARENA
Sabato 24 Ottobre 2020
PROVINCIA
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SAN MARTINO BUON ALBERGO. Previsti nel piano di zona dell’ultimo comitato dei sindaci dell’Ulss 9. Anche più operatori
Piùlettiin casa di riposo Premiatal’efficienza
LaFondazioneSan Giuseppedisporràdi90posti perpersone nonautosufficienti Ladisponibilità delle Rsadelterritorio era per360ospiti, le domandepiù deldoppio Vittorio Zambaldo
Passano da 75 a 90 i posti letto per persone non autosufficienti di primo livello e da una sessantina a circa 75 i dipendenti della Fondazione casa di riposo San Giuseppe onlus di via Radisi, a San Martino Buon Albergo. È la decisione prevista dal Piano di zona dell’ultimo comitato dei sindaci dell’Ulss 9, di cui il sindaco Franco De Santi è referente per i Distretti 1 e 2. «Il risultato raggiunto è straordinario e mi riempie d’orgoglio», è il commento del primo cittadino, «soprattutto se si considera che prima dell’emergenza Covid le domande d’accesso alle Rsa del territorio di competenza dell’Ulss 9 erano circa 750 a fronte di 361 disponibilità, arrivando a mille durante l’emergenza sanitaria della primavera scorsa. Con il raggiungimento di questo accordo la nostra casa di riposo accoglierà 90 persone non autosufficienti di primo livello, posti che mi auguro saranno destinati in via prioritaria ai cittadini di San Martino». Ricordiamo che gli anziani
non autosufficienti di primo e secondo livello sono così definiti in base al punteggio di gravità per la non autosufficienza determinato su una scheda di valutazione (Svama) prevista dalla Regione Veneto e fissato da una équipe socio–sanitaria coordinata da un medico dirigente Ulss. Il primo livello indica una gravità minore rispetto al secondo. Ad oggi la Fondazione, conta 75 posti letto per una sessantina di dipendenti ma, con l'ampliamento di 15 posti letto, si conteranno 90 posti letto e circa settantacinque dipendenti. «Ora possiamo programmare tutti insieme un futuro di sviluppo dei servizi assistenziali al territorio», aggiunge don Francesco Grazian, presidente della storica struttura del paese, nata per iniziativa della parrocchia di San Martino Vescovo, «e dobbiamo un grazie al lavoro efficace del consiglio di amministrazione della Fondazione, che ha saputo mantenere alto il livello di qualità dell'ente, collezionando negli ultimi dieci anni successi organizzativi tali da convenzionare con il Ser-
Ilsindaco Franco DeSanti
Subitolockdown SINDAL22 FEBBRAIO, il giornodopo il primocaso dicontagio inItalia(quello del38ennedi Codogno), allaSan Giuseppedi San MartinoBuonAlbergo è statorispettato un protocolloche inizialmenteaveva sollevatoproteste: mascherine,guanti, disinfezione, distanziamenti,controllo dellatemperaturacon il termoscan,ifornitorinon entravano,malasciavano leconsegnesuuna piattaformaallestita all’esternodella struttura. E,quandoè iniziatala pandemia,una signora di 103 èmorta percause naturalied èstato deciso dinon sostituirla, nonostantecifosse una lungalistad’attesa. Il lockdownanticipato della casadiriposo, ha preservatodai contagi gli ospitie glioperatori della SanGiuseppe.
Lacasadi riposo FondazioneSan Giuseppedi SanMartinoBuon Albergo
vizio sanitario nazionale tutti i posti a disposizione e con punteggi da 100 su 100 e grazie anche alla caparbietà del sindaco Franco De Santi, che ha saputo ottenere, tra molteplici altre domande, il parere favorevole del comitato dei sindaci ad un ampliamento della struttura».
La notizia è particolarmente significativa per tutta la comunità sanmartinese, considerato anche il periodo di pandemia in cui è dimostrato come certe strutture siano una risorsa inestimabile di cura e servizi al cittadino. «L'inserimento nel Piano di zona di ulteriori 15 posti letto
ci consente di progettare uno sviluppo dell'Ente che possa fornire altri servizi alla cittadinanza, di questo siamo orgogliosi e ci sentiamo pronti per cogliere una sfida che, soprattutto a seguito del Covid-19, rimetterà in gioco molte delle capacità creative di cui la nostra Fondazione e
il nostro gruppo di lavoro di certo non difetta», conclude don Francesco che, a nome del consiglio di amministrazione, ringrazia tutti i lavoratori che in questi mesi di pandemia hanno dimostrato grande generosità, operosità, professionalità ed umanità a difesa e cura degli anziani ospiti dell'ente. «La ridistribuzione e l’ampliamento dei posti nelle case di riposo per persone non autosufficienti di primo e secondo livello sono temi che da diversi anni trattiamo nel comitato dei sindaci dell’Ulss 9. Sono molto soddisfatto di quanto siamo riusciti ad ottenere dopo diversi anni di lavoro: abbiamo aperto un varco su un tema che sarà preso nuovamente in considerazione dalla Regione non prima di qualche anno e questo rende il risultato ancor più straordinario, soprattutto in questo momento delicato», conclude il sindaco De Santi, ribadendo come questo intervento rappresenti un importante investimento da parte della Regione sulla comunità e gli anziani di San Martino Buon Albergo. V.Z.
SANBONIFACIO. Intervento dellaPolizia localecontro leoccupazioniabusivein viaFiume
EdificiodelComunemurato «Così evitiamo altre intrusioni» L’amministrazione sembrerebbe intenzionata a demolire l’immobile dopoaverloposto peranniall’astasperandodi potermonetizzare Contro le occupazioni abusive il Comune mura casa sua: scattano anche sull'immobile di proprietà comunale di via Fiume 27 le drastiche misure anti intrusione con le quali si è voluto allontanare anche da qui persone che tra questi muri, col tempo, hanno preso dimora. Lo ha deciso il sindaco Giampaolo Provoli che dopo aver adottato misure simili sui condomini gemelli di via Prova 1, proprietà private per le quali però nessuno sembra legittimato a rispondere, qualche giorno fa ha provveduto anche sulle proprietà pubbliche. «Prima per qualche giorno lo stabile è stato tenuto sott'occhio e poi la Polizia locale ha effettuato una prima visita ispettiva finalizzata a verificare l'eventuale presenza di donne o di minori. In quella prima giornata non è stato trovato nessuno», spiega il primo cittadino, «e quindi sono stati raccolti gli effetti personali rinvenuti
all'interno dei locali e sono stati poi depositati all'esterno degli stessi. Alla sera», prosegue Provoli, «tutto quello che era stato lasciato davanti al cancello non c'era più. L'indomani, quando agli agenti si sono uniti anche alcuni operai del Comune, lo stabile risultava completamente vuoto e sono iniziati i lavori di muratura degli accessi e di approntamento di misure anti intrusione per evitare di ritrovarci tra qualche tempo nuovamente con questa problematica da gestire». A far la differenza, rispetto al semplice sgombero e chiusura degli accessi, dovrebbe essere proprio il fatto di aver reso impenetrabile l'edificio che, pare di capire, il Comune sembrerebbe intenzionato a demolire dopo aver inutilmente sperato per anni di poter monetizzare avendolo posto all'asta. Una decisione formale in questa direzione, però, non risulta essere stata
Lacasadi viaFiume murata FOTO DIENNE
presa. Resta sullo sfondo l'esperienza pregressa perché, stando a chi in via Prova ci abita, un po' di viavai comunque si registra. Scenario ben diverso da ciò che portò con sé, nel 2016, la demolizione dell'hotel Gran Viale e, due anni più tardi, quella di un
gruppo di abitazioni lungo la Regionale 11, tra Villabella e Villanova: stop ad occupazioni, ad attraversamenti stradali pericolosi ma pure ai numerosi sgomberi che negli anni e con una certa periodicità hanno impegnato le forze dell'ordine. • P.D.C.
Soavee San Bonifacio
SanBonifacio
Piccolabaita Lesezionidell’Avis consegnanomascherine ilcorotorna aglistudentidelDalCero inpubblico Anchequest’anno le Avis ComunalidiSoave eSan Bonifacioaderiscono all’iniziativa,promossa dall’Avis regionale,«Cittadinanza attiva».«Sitratta diun progettorealizzatoper gli studenti,dalleelementarifino allesuperiori»,affermano all’unisonoi presidenti avisinidi Soave,Regina Minchio,ediSan Bonifacio,Stefano Lapolla, «chepuntaa sensibilizzarei ragazzisull’opportunitàdi essereattoriattivi, nonsolodel lorofuturo,ma anchedella societànellaqualevivono». Naturalmentele problematichecreatedalla pandemiaimpediscono quest’annoincontri e testimonianzedal vivo e dibattitinellescuole superiori, comeèsuccessonegli anni passatiper glistudentidelle superioridiSanBonifacio. Ciò nonostante,le dueAvis di SoaveeSan Bonifacionon volevanolasciare il percorso finoraintrapreso.Perquesto, oggi,verranno consegnate in classea tuttigli studenti dell’IsissLucianoDal Cerole
mascherine,dispositivi di protezionepersonale,marchiate Avis. «Ilsoggettostampato sulle mascherineèil risultatodiun concorsointerno all’istituto», svelanoi presidenti Lapollae Minchio,«ilmessaggioche vogliamolanciareè cheogni studentedeveessere protagonistaattivo nel contenimentodelladiffusione del virus,indossandoappunto la mascherina». Nonsolo quindi lapromozione deldonodelsangue,ma le Avis cercanodistimolarele giovani generazionia costruire insieme il lorofuturo:èquestol’obiettivo sceltodai donatoridisanguedei duepaesi. «La pandemiaha stravoltoprogettied iniziative,ma continuiamoa puntare sui giovani»,concludonoMinchio e Lapolla,«perchéil bisognodi sanguecontinua adesserci, anche inquestoparticolaremomento storico.Perquesto, ancheper quest’anno,a tuttii donatoridi sangueviene assicuratala vaccinazioneantinfluenzale gratuita,affinché nonvisia calo nelledonazioniininverno». Z.M.
Mesidiprove, con iper distanziamento,in pizzeriama domaniil coro Piccolabaita di SanBonifaciotornaadesibirsi inpubblico:pur con unaplatea sostanzialmentedimezzata a 93posti esenza coriospiti,il corodirettodal maestro MaurizioSaquegnarinnova l'appuntamentodel «Concerto d'autunno».I coristinon hanno infattivoluto mancarela quartaattesa edizionediun concertoche, seppure così giovane,già èdiventato tradizione:l'appuntamento saràalle 17.30 nellachiesa di SanGiovanni Boscodove i 25 coristiproporranno una dozzinadibranidel loro repertoriocostruitosul grande lavorodiricerca delmaestro cheliguida tra gli autoridel cantopopolare.«Noncantare pernoi era impensabile», sottolineaLuigiArduin, presidentedelcoro,«ma c'è statoGiorgioCavaggioni, che ringraziamo,chedopoil lockdownci hamessoa disposizionemetàdellasua pizzeriadiRoncà perle prove»”. Laserata sarà condottada LeonardoDiNoi. P.D.C.
Cronaca 11
L'ARENA
Sabato 24 Ottobre 2020
L’incuboCoronavirus
Le misurepercontenere ladiffusionedella pandemia
Eccodovefare itamponirapidi incittàeprovincia
L’Ulss9informachel’app«saltacode»perlaprenotazionedeitamponi rapidi per studenti e personale scolasticoè attiva anche per i puntiallestitinegliospedalidiMalcesi-
neeMarzana.Ipuntitamponeattivi in provincia sono quindi: Fiera di Verona, Centro Polifunzionale di Bussolengo, ospedali di San Bonifacio, Legnago, Malcesine, Marza-
na, Csp di Isola della Scala, Centro SanitarioPolifunzionalediCaprino (qui accesso senza prenotazione). AVeronaèattivopureilpuntotamponiall’OspedalediBorgo Trento.
ILREPORT. InVenetoieri1.550casi, il datopiù altodall’inizio dell’epidemia.Nel Veronese 196
Zaia: «Pronti a dare i test atuttiimedicidibase» «Peroranessuna nuovamisura restrittiva,ma rispettareleregole emetterele mascherine.Leintensivecrescono meno che inmarzo» Paolo Mozzo
16 alle6 dellamattina dopo
Dalunedì 26 sutratte extraurbane
Primirinforzi,Atvchiama inservizioibusprivati Atvincampo nellalotta anti-Covidrinforza larete dei bus.A partiredalunedì 26 ottobre,l’azienda deitrasporti haprogrammatol'attivazione diunaserieservizi dirinforzo sulleprincipalidirettrici- circa 30-dellarete extraurbana, rinforzichesaranno progressivamenteoperativi a partiredalunedì per entrare interamentea regimeentro il prossimo2novembre. Taliservizi integrativi sarannoeffettuati in collaborazionecon aziende di trasportoprivatecon cui Atv
hagiàstipulato apposite convenzionisfruttando le opportunitàpreviste dallerecenti disposizionigovernative in materia,suautorizzazionedel competenteEnte diGovernodel trasportopubblico. Lenuovecorsesaranno effettuatenelle oredipunta del mattinoedelpomeriggio,e sarannoprogrammateper alleggerirei carichineitrattidi linea,iniziali o terminali,dove i flussidiutenzasono particolarmenteelevati. Questele prime lineea essere interessatedai rinforzi, apartire
daquestolunedì,per untotaledi 26corsegiornaliere: linea104 Verona-Negrar-Fosse;linea138 Verona-Zevio-Albaredo;linea141 Verona-Oppeano-Legnago;linea 144Verona-Bovolone-Legnago; linea338 Albaredo-Bonavigo-Legnago. Questiservizi integrativisono riservatiagli utenti abbonati -che devonopertanto esibirela Mover Cardall'autistaal momentodella salitaa bordo -eche prevedono solopostiseduti. Daricordarechedalunedì 2 novembreèstata programmata l'intensificazionedellefrequenze sullelineeurbanediVerona nelle fasceorariedi maggiorutilizzo, quellecioè delmattinotra le 7ele 9,edimezzogiorno tra le 12ele 15.Le nuovefrequenzesarannodi 15minuti per le linee11,12,13,di 20minuti per le linee21,22,23, 24,di30minuti per le linee30,31, 32,33,41,61,62,72,73.
Il primo appello è rivolto ai medici di base. «Se tutti i 3.150 delle nostre province, dei quali 650 sono già scesi in campo, ci dessero una mano nell’effettuare i tamponi rapidi in ambulatorio noi saremmo già pronti a fornirli, per tutti, nel giro di poche ore dalla segnalazione di disponibilità. Il materiale è nei magazzini», conferma il presidente del Veneto, Luca Zaia, procurato grazie a una maxi fornitura, con gara vinta da Venezia anche per conto di altre Regioni. «Al punto che ora ne presteremo 50mila al Piemonte che ce li restituirà in novembre». I contagi da Covid-19 in Veneto hanno intanto registrato ieri un’altra impennata: 1.550 in 24 ore, il dato più alto dall’inizio dell’epidemia che conta finora un totale di 41.140 infetti. Sette le vittime nelle ultime ore (2.308 finora nella regione dalle prime fasi della pandemia, ndr), delle quali una nel Veronese, dove si contano 196 nuovi casi e 63 persone in isolamento in più rispetto a ieri, 607 con sintomi della malattia, che portano il bilancio complessivo a quota 3.122. CURVASTABILE. Il segnale re-
lativamente incoraggiante («Ma questi numeri valgono solo “qui ed oggi“, sottolinea Zaia) sta nella curva di crescita dei pazienti in terapia intensiva: ieri 70, quattro in più. «Un andamento più piatto di quanto fosse nel mese di marzo». Allora si toccò il picco il 29, con 356. Ieri, secondo i dati forniti dal presidente del Veneto, il contatore era fermo a 70, con 600 ricoveri per Covid-19 in condizione clinica meno grave. «Siamo, attualmente, più sotto pressione nell’area cosiddetta “non critica“, ieri 600, con un
incremento di 12 ricoveri, rispetto a quella di alta gravità. Ma restiamo ancora in quella fase due, “azzurra“, fissata nel recentissimo piano regionale. Se la situazione dovesse confermarsi stabile si arriverebbe a novembre senza passare al livello “giallo“». Potrebbe significare, nella migliore delle ipotesi, un «picco» raggiunto e forse la speranza nell’inizio di una decrescita. RICHIESTE. «Abbiamo chie-
sto al ministro della di rivedere il piano sanitario pubblico, con ulteriori misure», conferma Zaia. Benvenuto l’apporto di squadre dell’Esercito per l’effettuazione dei test». Ne sono previste una ventina per il Veneto. Ma resta ancora da validare la richiesta di impiego di una «app» di sorveglianza «che nulla c’entra con Immuni (il cui servizio in Veneto è risultato tutt’altro che affidabile, ndr)» ma che deve avere un passaggio di legge «perché riporta dati sensibili». «Basterebbe un paragrafo in un provvedimento», punge il presidente del Veneto, «per evitare una situazione burocratica nel vecchio stile degli “uffici ammuffiti“». ILRISCHIO. L’incubo del presi-
dente del Veneto («Ormai sono tornato a svegliarmi più volte nella notte») sta soprattutto nella possibilità di collasso del sistema sanitario regionale nel caso di una crescita di contagi e ricoveri, fino agli ultimi colori del «semaforo», quando molte o tutte le altre prestazioni sanitarie (80 milioni l’anno) verrebbero sacrificate alle cure emergenziali, con un migliaio di posti letto in terapia intensiva di cui solo 200 a disposizione per i pazienti affetti da altre patologie. «Nel pieno dell’emergenza, con il lockdown non c’era la pressione cau-
Zaiacon lamascherina: ieriha rinnovato l’invitoaindossarlasempre
sata dagli incidenti. Ora c’è e si deve tenerne conto perché, per quanto eccellenti si possa essere, oltre certi numeri il sistema cede». «Non ho certo prevenzioni verso le specializzazioni cliniche ma torno a chiedere che i medici laureati possano essere impiegati in corsia, magari con corsi brevi “per intensivisti“», ribadisce Luca Zaia. «Perché, se le cose andassero nel modo peggiore sarebbe proprio quello il fronte su cui ci troveremmo sguarniti». Stando ai dati, la carenza, su scala nazionale è di 56mila camici bianchi. «Dei quali, in base ai parametri di popolazione, 1.300 nel Veneto». Altrettanto vale per la crisi sul fronte infermieristico, nonostante le assunzioni e la «migrazione» in atto dal settore privato. «Troppe farragi-
nosità nell’inserimento», sintetizza il presidente del Veneto. Vale per i medici come per gli operatori sanitari. IN ATTESA. «Nessuna nuova
restrizione. Aspettiamo gli eventuali provvedimenti del Governo, per non sovrapporci», conferma Zaia. Il quale poi manda assolto il mondo della scuola: 835 studenti risultati finora positivi, lo 0,13 per cento della popolazione studentesca nei vari ordini e gradi; 6.551 invece, lo 0,93 percentuale quelli in quarantena; 1292 sono invece i contagi tra i 95mila operatori dell’istruzione regionale. «Sono favorevole alla didattica mista, in presenza e digitale, ma gli orari sfalsati complicherebbero solo la vita a studenti e famiglie». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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SAN DONÀ - JESOLO - PORTOGRUARO
SABATO 24 OTTOBRE 2020 LA NUOVA
Jesolo
Slitta di una settimana l’allestimento in piazza del presepe di sabbia Il sindaco Zoggia teme nuove restrizioni lunedì dalla Regione Grande incertezza anche per il previsto Mercatino di Natale
JESOLO
Slitta a venerdì 30 ottobre l’allestimento del tendone che in piazza Trieste al lido dovrebbe accogliere Sand Nativity edizione 2020 ancora in forse. Doveva essere installato nella giornata di lunedì, ma il mancato pronunciamento della prefettura e l’atteso discorso del presidente del Veneto Luca Zaia, che proprio lunedì potrebbe annunciare nuove restrizioni, hanno convinto l’amministrazione comunale a fermare i lavori previsti. Così ora non è solo il mercatino di Natale, Jesolo Christams Village, da largo Augustus fino a piazza Aurora, a essere messo in discussione. Anche il presepe di sabbia potrebbe essere a rischio se la situazione peggiorerà ancora in termini di contagi. «Dobbiamo
attendere la nuova ordinanza della Regione», premette il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, «e lunedì ascolteremo il presidente Zaia in merito. Intanto, se dovessero esserci dei lockdown o coprifuoco, diciamo dalle 23 alle 5 del mattino sul modello della Lombardia, non riteniamo che i due eventi possano essere compromessi e potrebbero essere comunque organizzati in sicurezza e senza ostacoli particolari almeno negli orari. Ma certo, non possiamo ancora sapere cosa sarà deciso in Regione e, per precauzione, abbiamo interrotto il previsto allestimento del tendone di lunedì». In questo contesto di incertezza e trepidazione, sembra però essere il mercatino di Natale l’evento che potrebbe davvero essere vietato. Il presepe di sabbia, infatti, prevede ingressi contigentati e con pre-
notazione, una uscita e una entrata, più facile da controllare impedendo gli assembramenti, almeno all’interno della esposizione. Perché le code, all’esterno, si formeranno quasi certamente. Il mercatino “Jesolo Christmas Village” organizzato da Xmas Eventi e dal Comune, invece, è distribuito lungo la passeggiata tra le varie piazze, con molteplici accessi, un passeggiata con spazi limitati, bancarelle ed eventi che lo punteggiano in tutto il percorso. E c’è pertanto più probabilità che la prefettura esprima un parere infine negativo. Intanto, il dibattito si è acceso con l’associazione JesoloInMovimento che ha denunciato lo spreco di risorse come ha fatto anche il gruppo consiliare Jesolo Bene Comune. — GIOVANNI CAGNASSI © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bloccato l’allestimento del grande tendone che ogni anno ospita il presepe di sabbia a Jesolo
san donà. 25enne denunciato
Ruba bici a Caorle e la carica sul bus L’autista chiama subito i carabinieri Bici rubata a Caorle, denunciato ladro venticinquenne fermato a San Donà. I carabinieri dell’aliquota radiomobile hanno raccolto la segnalazione di un autista dell’Atvo e denunciato in stato di libertà, per la ricettazione di
una bicicletta, un 25enne del posto, con precedenti. L’autista aveva notato un lucchetto al telaio, con il giovane che aveva detto di aver smarrito le chiavi mentre voleva stivarlo nel vano bagagli del pullman in partenza da Caor-
cavallino
noventa
Lavori per la ciclabile Via Pordelio da martedì chiusa tre settimane
Scioperi sospesi alla Aspiag trasloco a Monselice rinviato
CAVALLINO
Chiusa la circolazione su via Pordelio per tre settimane in entrambi i sensi di marcia. Il divieto di transito per tutti i mezzi entrerà in vigore dalle 7 di martedì alle 18 del 13 novembre nel tratto fra gli incroci con via Della Fonte e con via di Ca’ Pasquali. La chiusura sarà applicata escludendo i giorni festivi e prefestivi e il transito dei frontisti e residenti, oltre che dei mezzi di sicurezza e di soccor-
so. Potranno così essere completati gli interventi al sedime stradale su entrambe le carreggiate di percorrenza collegati ai lavori della ciclabile. «Il periodo è stato determinato con una stima prudenziale dei tempi, ma la ditta ha comunque assunto l’impegno di terminare quanto prima i lavori», chiarisce l’assessore Nicolò d’Este, «chiediamo un po’ di pazienza, la scelta del periodo è stata valutata per la minore presenza di traffico sul territorio». — F.MA.
NOVENTA
C’è una prima schiarita per gli 80 lavoratori della cooperativa Utopia impiegati nel magazzino Stef di Noventa, che gestisce la merce di Aspiag. Quest’ultima ha fatto sapere ai sindacati che la riorganizzazione con il trasferimento della gestione merci a Monselice non avverrà verosimilmente prima di giugno. L’attività non cesserà a fine dicembre, come sembrava da alcune voci. Ieri mattina un gruppo di lavoratori si è riuni-
IN BREVE
to in presidio davanti ai cancelli del magazzino di via Calnova. L’iniziativa è stata promossa da Adl Cobas, che poi ha ottenuto un incontro con Aspiag. «C’è stato detto che continueranno a lavorare qui almeno fino a giugno 2021. Di fatto», spiega Ruggero Sorci di Adl Cobas, «si è ottenuta una proroga per almeno altri sei o sette mesi. Ci sarà il tempo per potersi sedere al tavolo e trattare su tutte le questioni che verranno dopo giugno. È il massimo risultato che potessimo ottenere dalla
La protesta dei lavoratori
il faccendiere di musile
Jesolo Tanti in chiesa all’addio di Pietro Rivella
San Donà Arrivano le nozze d’oro per Fidelio e Milena
San Donà Medicina trasfusionale Berti nuovo primario
Un saluto commosso ieri nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice in piazza Trieste all’albergatore Pietro Rivella, morto a 87 anni. Ha lasciato la moglie Carmen e i due figli a lui molto legati. Hanno partecipato alle esequie tutte le categorie e tanti amici e conoscenti, tra chi il sindaco Zoggia, per i suo trascorsi di presidente di Aja e anche Federconsorzi, con una vasta esperienza messa sempre a disposizione nel settore del turismo jesolano e veneto.
Nozze d’oro e 50 anni di matrimonio saranno festeggiati in famiglia da Fidelio Zamuner e la consorte Milena Bortoluzzo. Una festa importante per questo traguardo raggiunto dalla coppia sempre unita, assieme ai tre figli, i nipoti e parenti nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore a San Donà. Fidelio è un imprenditore e artigiano conosciuto. Aveva fondato diversi anni fa la carrozzeria “3 Stelle” a Eraclea, che ora viene gestita dai figli.
Nuovo primario per la Medicina Trasfusionale, è la dottoressa Raffaella Berti. 57 anni, rodigina, sostituisce l’ex direttore del Servizio Trasfusionale, Francesco Fiorin, e poi Marina Orfano, che aveva ricevuto l’incarico di direzione ad interim. La dottoressa Berti si è laureata in Medicina e Chirurgia a Padova, dove ha ottenuto anche la specialità in ematologia e poi un master internazionale. Ha già lavorato 12 anni al centro trasfusionale di Portogruaro.
Vazzoler torna a Jesolo via libera dei giudici JESOLO
Condannato a 11 anni e otto mesi per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale per un giro d’affari di 117 milioni di euro. Ancora, “una condotta processuale contraria ai principi di lealtà e di correttezza” secondo quanto scritto nelle motivazioni della sentenza di primo grado. Una fidanzata (la trevigiana Silvia Moro) e una socia
in affari (Elena Manganelli Di Rienzo) ancora indagate per concorso negli stessi reati dalla procura di Vene dove, ricorso dopo ricorso fino in Cassazione, le due donne sono riuscite a far trasferire l’indagine a loro carico. Ora voilà, il Riesame ha dato ragione ad Alberto Vazzoler il dentista-faccendiere jesolano, nullatenente e nullafacente in Italia: nonostante il centro dei suoi affari sporchi fosse Padova e Jesolo
le. Durante il tragitto il conducente ha avvertito i militari che sono arrivati alla stazione di piazza IV Novembre, individuando e identificando il giovane, noto per i suoi trascorsi con la legge. Hanno rinvenuto la bicicletta Bianchi modello Duel, del valore di circa 700 euro, e il numero di telaio. Attraverso la punzonatura sono risaliti a un furto denunciato a Caorle il 21 ottobre da un 47enne al quale è stata riconsegnata la bici. —
giornata di mobilitazione». Anche la Filt-Cgil spiega di avere in piedi un tavolo di trattativa. Il sindacato confederale aveva proclamato lo stato di agitazione con un pacchetto di 90 ore di sciopero. Mobilitazione ora congelata, vista l’apertura del dialogo. In agenda la Filt-Cgil ha già due incontri. «La richiesta è che alle persone che vorranno andare a Monselice venga assicurato il posto di lavoro ed eventualmente un qualche incentivo per la distanza», spiega Marcello Salbitani della Filt-Cgil, «chiediamo che a chi non accetterà venga data una ricompensa. Inoltre, a livello locale, stiamo esplorando la possibilità di riutilizzare con un’altra committenza le persone che rimarranno a Noventa». — GIOVANNI MONFORTE
(in due lussuosi appartamenti intestati a prestanome), i giudici d’appello hanno confermato l’obbligo di dimora nella cittadina jesolana. Vazzoler aveva l’obbligo di dimora nell’abitazione di famiglia a Musile. Ma la caldaia (da mesi) non funzionava. Invece di provvedere a cambiarla, ha traslocato in una villetta a due passi dal mare presa in affitto dai genitori della Moro. Via libera dal tribunale di Padova (presidente Santoro). Il pm D’Angelo aveva fatto ricorso, rilevando che una parte delle sue operazioni criminale si erano svolta a Jesolo. Niente da fare. Vazzoler svernerà al mare. — CRI.GEN.
PRIMO PIANO
SABATO 24 OTTOBRE 2020 LA TRIBUNA
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Coronavirus: le possibili chiusure nella Marca il parere
«Evitare le disparità Studenti penalizzati» TREVISO
Un docente impegnato in una lezione a distanza al collegio Pio X di Treviso la scorsa primavera. Si sta valutando di potenziare la didattica a distanza dai prossimi giorni
Lezioni online, scuole pronte I genitori: «Per noi uno stress» Gli istituti si stanno attrezzando: i presidi preferirebbero alternare le presenze Famiglie preoccupate: «Non tutti possono permettersi lo smart working» TREVISO
Piani per la didattica a distanza ritoccati nelle ultime ore, l’esperienza primaverile di cui far tesoro: la scuola trevigiana si prepara a un eventuale ritorno alla didattica digitale o a formule miste d’insegnamento. E, nel mentre, fa gli scongiuri del caso, perché «le scuole hanno lavorato tantissimo per l’insegnamento in presenza, che rappresenta un valore aggiunto». L’ANSIA DELLE FAMIGLIE
Ma le decisioni adottate in altre regioni - Dad per le superiori - diventano giocoforza campanello d’allarme. Senza contare i disagi delle famiglie, qualora abbiano figli più piccoli: come far conciliare il ritorno alla didattica a distanza con gli impegni della propria professione? «Abbiamo
già dovuto fare i salti mortali in primavera, non tutti possono fare lo smart working» è lo sfogo di un genitore, «quest’anno è un continuo caos fra trasporti da organizzare, orari differenziati, classi in quarantena». LA RISPOSTA DEI PRESIDI
«La didattica “vera” è quella in presenza, ma siamo pronti a formule miste o alla erogazione delle lezioni a distanza», commenta Antonia Piva, preside del Duca degli Abruzzi, «l’importante è fare scelte condivise e non divisive, con una strategia pragmatica e di sistema sul territorio. E quindi decisioni concertate dalla Regione con l’Ufficio Scolastico del Veneto. L’anno è complesso: va affrontato con tenacia, energia, senso di solidarietà». La speranza è proseguire con la
didattica tradizionale: «Perché la scuola in presenza rappresenta un valore aggiunto, perché socializzazione e conoscenza vanno a braccetto. Perché la scuola ha lavorato in maniera esemplare per riorganizzare gli spazi e dato il massimo sul fronte delle regole di comportamento. Non sono gli ambienti scolastici i luoghi del contagio, piuttosto altri spazi di aggregazione. Gli stessi trasporti avrebbero dovuto duplicare i mezzi per garantire il massimo distanziamento. La scuola è stata finora più ricettore che diffusore del contagio. Ma, se ce lo chiederanno, saremo preparati a tutto». LE FORMULE MISTE
Al Mazzotti, l’insegnamento digitale non è stato mai accantonato. Fin dal 14 settembre, è prevista una formula
la diffusione del contagio
Quasi 50 classi in isolamento e 900 alunni in quarantena Vera e propria escalation nell’ultima settimana Le più colpite sono le superiori ma ieri si sono aggiunte tre primarie e due materne TREVISO
Il coronavirus colpisce duro a scuola, nelle ultime ore si è stabilito il triste primato delle classi attualmente in quarantena: ossia 46, l’equiva-
lente di circa 900 alunni. Il distretto più bersagliato è Treviso, contando 26 classi in isolamento. Ventitré sono invece le classi delle superiori costrette oggi alla quarantena e, di conseguenza, all’insegnamento a distanza. Sotto gli occhi di tutti l’escalation da inizio settimana: 19 classi piombate in isolamento fra martedì e venerdì, di cui 8 secondarie di secondo grado. Solo ieri si so-
no aggiunte 5 nuove classi in quarantena (3 primarie e 2 materne, 3 del distretto ex Usl 9), mentre in altre 9 - fra medie e superiori - si sono registrati singoli casi, non compromettendo il regolare svolgimento della didattica in presenza per il resto degli alunni. Il raffronto con i dati delle settimane precedenti diventa uno strumento efficace per evidenziare l’innalzamento della curva
mista: metà classe in aula, metà collegata da casa. «Insegnanti e ragazzi sanno già come fare», rimarca la dirigente Anna Durigon, «abbiamo una macchina rodata, di fatto in estate avevamo elaborato un piano per ogni evenienza. Ossia: siamo partiti con la didattica digitale a rotazione, in modo da sapere come muoversi, in caso di ritorno all’insegnamento a distanza. Ogni giorno si erogano videolezioni in ciascuna classe: c’è chi le segue in presenza, chi via streaming. Abbiamo rinforzato la banda, i professori sono dotati di pc e webcam. Il ritorno alla Dad metterebbe tristezza, ma non saremo impreparati». PIANI RIVOLUZIONATI
MARIARITA VENTURA DIRIGENTE SCOLASTICO DEL LICEO CANOVA
«Vorremmo evitare di lasciare a casa il primo anno ma la salute deve rimanere sempre la priorità» epidemica: il 22 settembre, ossia un mese fa, si registravano 23 classi in quarantena per un totale di circa 500 alunni. Sempre una ventina se ne contavano attorno al 10 ottobre, poi il 16 erano scese a 11. Ora il raggiungimento di quota 46 deve far riflettere. Quanto alla ripartizione, 26 classi afferiscono al distretto di Treviso, 10 a quello di Pieve e altrettante a quello di Asolo. Ragionando per grado scolastico, sette classi in quarantena nell’infanzia, sette alle elementari e nove alle medie. Le quarantene restanti - 23 sono legate alle superiori. Fra le classi in questione, ce n’è pure una al Da Vinci di Treviso, per la quale l’isolamento è stato disposto da
Mariarita Ventura, dirigente del Canova, ha messo mano negli ultimi giorni al piano didattico: «Un piano frutto di due mesi di elaborazione e che fa tesoro dell’esperienza primaverile. C’è l’opzione della didattica a distanza per tutti, ma anche della turnazione. Ossia classi che restano a casa a rotazione, evitando preferibilmente quelle del primo anno. Sarebbe più gestibile, la Dad totale potrebbe richiedere in futuro percorsi di recupero. Ma la salute è sempre al primo posto». —
Al di là della formula mista adottata dal Mazzotti, l’insegnamento digitale ha già preso forma nelle ultime settimane per le classi in quarantena. Il tema è stato affrontato nelle ultime ore dal coordinamento regionale dei presidenti dei Consigli d’Istituto. «L’auspicio è che ci sia uniformità nell’insegnamento digitale, non devono crearsi disparità fra scuole», osserva Eugenia Brancaccio, referente trevigiana del coordinamento e presidente del Consiglio d’Istituto del Comprensivo di Preganziol, «confidiamo in modalità uguali per tutti». Lo stesso gruppo di genitori aveva inviato, una settimana fa, una lettera al presidente Mattarella: obiettivo mettere nero su bianco la necessità di mantenere l’insegnamento in presenza. «C’è la paura che le scuole possano chiudere di nuovo. Sarebbe un disagio per le famiglie, vedi l’organizzazione del lavoro. Ma la didattica in presenza è un bene per gli stessi ragazzi, ne fortifica l’apprendimento». Pochi giorni fa, quando già si ragionava di Dad a rotazione per le superiori, il coordinamento regionale dei presidenti dei Consigli d’Istituto aveva recapitato un’altra lettera al governatore Zaia: «I nostri figli, dopo aver già subito le drammatiche conseguenze delle lezioni online la scorsa primavera, hanno bisogno della scuola in presenza come dell’aria che respirano. Dopo mesi di chiusura, tutti abbiamo compreso che la scuola in presenza è necessità primaria: la condivisione fra pari di uno stesso percorso culturale e umano è fondamento per lo sviluppo sociale delle nuove generazioni». —
MATTIA TOFFOLETTO
M.T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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martedì: una settimana prima era emerso un caso singolo, mentre i compagni erano risultati negativi al test rapido; poi, al tampone di controllo, si è registrato un secondo caso ed è stato disposto così l’isolamento pure per i compagni. Stando a un’ordinanza regionale d’ini-
mo (da due a salire). I test rapidi sono stati introdotti per scongiurare l’isolamento degli studenti negativi, ma i buoni propositi, in troppi casi, sono venuti meno. Con i presidi che puntano il dito contro le aggregazioni extra-scolastiche, chiedendo più corse nel trasporto. Il rosario delle quarantene delle classi era iniziato già il 16 settembre, tre giorni dopo la ripartenza della scuola: prima “vittima” una quinta del Da Vinci. Nelle stesse ore, si era registrato pure il primo caso di asilo costretto alla chiusura: il Savoini di Cimadolmo. Destino con cui, più avanti, avrebbe fatto i conti il nido di Fontanellette. —
Dito puntato contro i bus sovraffollati e gli assembramenti extrascolastici zio ottobre, l’isolamento scatta sempre per infanzia e prima elementare, mentre per i più grandi è previsto solo in caso di contagio pluri-
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