RASSEGNA STAMPA DEL 5 DICEMBRE 2020

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06-DIC-2020 Estratto da pag. 26

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

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06-DIC-2020 Estratto da pag. 26

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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02-DIC-2020 Estratto da pag. 52

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 32

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 1-20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 18

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 34

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 162

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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02-DIC-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-15

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02-DIC-2020 Estratto da pag. 21

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 40

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 6

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-25

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-33

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-24

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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02-DIC-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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02-DIC-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 23

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-2

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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04-DIC-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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05-DIC-2020 Estratto da pag. 1-8

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06-DIC-2020 Estratto da pag. 52

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4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 5 Dicembre 2020

IlVenetoelalottaalvirus

Ierieseguiti 13 mila tamponimolecolari e 32mila rapidi

«C’è molta amarezza da parte mia e degli operatori economici: ci sentiamoassolutamenteinascoltati»,diceilsindacoGiampietro Ghedina diCortina.Elapresidentedeglialbergatori,RobertaAlverà:«PerCortina la stagione invernale, mai iniziata, è già finita. Se c’era la volontà qualchecosasi potevafare, invece siamosul filodelrasoio».

LARABBIADI CORTINA

«Siamoinascoltati Così la stagione èko»

IL CAMBIO DI STRATEGIA. Dopo aver criticato il Dpcm e aver trovato l’appoggio del Comitato tecnico scientifico nazionale, il presidente veneto si aspetta a breve novità

Zaia: «Il governo cambierà lo stop di Natale» «Unasoluzionegiuridicaperpotermigliorareiltesto sulbloccodeiconfinicomunalicel’ho.Manonanticipo nulla.Diamoiltempoallegislatorediravvedersi» INVIATA A VENEZIA

«Dopo di me anche il Cts nazionale, il Comitato tecnico-scientifico nazionale, ha detto la stessa cosa. E cioè che chiudere un piccolo Comune non è la stessa cosa che chiudere un Comune con migliaia o milioni di abitanti. Insomma, questa norma è una bestialità scientifica». Nel primo giorno di entrata in vigore del nuovo e contestato Dpcm, il presidente del Veneto, Luca Zaia, come sempre all’unità di crisi di Marghera, dopo aver lanciato appelli e criticato il provvedimento, cambia strategia e molla la presa, ma solo apparentemente. Perché un asso nella manica ce l’ha. «Il Veneto dichiara - garantirà sempre la leale collaborazione al Governo. Su questo passaggio della norma, però, potremo avanzare delle idee per migliorarla. Ma non anticipo nulla. Il governo deve avere a disposizione lo spazio per elaborare soluzioni. Ci vuole tempo per riparare qualcosa che è nata dalla parte sbagliata». Zaia lo ripete più volte che non ne fa una questione politica, bensì tecnica («lo avvalla anche il Cts») e che ci sono anche cose che filano nel provvedimento come «le chiusure di centri commerciali, il prolungamento dell’orario di apertura dei negozi fino alle 21 che permette di diluire la presenza. E il ragionamento sulla scuola», dice. Quello che non va, è quel passaggio che consente, per esempio, a una città come Roma, grande come metà Veneto, di non avere restrizioni di sorta. «Anche perché, a consuntivo, chi la rispetterà quella norma?», punge. E quindi? Zaia resta abbottonatissimo: «In questa fase è giusto rispettare il ruolo del legislatore: nei prossimi giorni ci sarà un incontro del Governo con le Regioni, perché su questo noi governatori la pensiamo allo stesso modo, e vedremo. Sbagliare si può. E davanti a vali-

L’annuncio Visiteprivate inospedale «Siapre,ma inorariextra» Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra associazioni sindacali dei medici e Regione sui nodi legati al piano di sospensione delle attività ordinaria negli ospedali. Una delle richieste, è stata la possibilità di poter procedere con le visite ambulatoriali prima della fine dell’emergenza. Un modo per riuscire a smaltire la lunga lista di attesa per le visite e prestazioni varie. Con la fase più dura del Covid sono state bloccate in tutti gli ospedali del Veneto. Adesso la Regione apre. Il governatore, ieri all’unità di crisi, ha annunciato novità: «Daremo risposta compiuta la prossima settimana. Questo vorrà dire che dovremo andare a pescare in fasce di lavoro che siano “extra-extra-extra“ rispetto alla normalità». Come a dire che esami e visite specialistiche private potrebbero essere nuovamente riaperte, ma in orari diversi da quelli ordinari. Non è una novità per il Veneto che già aveva avviato alcuni esami diagnostici in notturna. «Da una lato - precisa Zaia - i medici hanno diritto per contratto a un contingente di ore in privato. Dall’altro c’è il nodo dell’equità: ci siamo posti fin da subito il problema di non creare disparità tra chi, avendo soldi, può curarsi in questo momento difficile. E chi no. La prossima settimana le risposte». © RIPRODUZIONERISERVATA

Indice Rt

1,61

ASSEMBRAMENTI. Poi si po-

trà tornare a fare “lo struscio” in centro il sabato. «Sugli assembramenti il Dpcm poteva essere più incisivo - ammette Zaia -. E infatti sono molto preoccupato per il prossimo fine settimana. Un provvedimento di restrizioni e indicazioni per un periodo delicatissimo come quello che si apre ora serviva perché sono tante le occasioni di diffusione del virus».

1,57

1,54

1,5

ORDINANZA. E intanto? Nien-

te. Zaia non pensa ad ordinanze. L’ultima che ha emanato è scaduta oggi. Quindi, si deve far riferimento al decreto del premier: i centri commerciali restano chiusi nel fine settimana e tutte le altre sono strutture aperte. I bar e ristoranti chiudono alle 18 e si potrà prendere lo spritz dopo le 15 anche da in piedi. Perché la regola che imponeva di stare ai tavoli l’aveva istituita Zaia ed è decaduta.

Indice soglia

2,0

dazioni scientifiche serve modificare. Poi una soluzione giuridica in mente ce l’ho. Ma è giusto lasciare il tempo al Governo di ravvedersi. E sono convinto che lo farà».

1,46

1,18

1,1

1,13

© RIPRODUZIONERISERVATA

1,17

1,2

1,13

1,15

1,01 0,84

0,87

0,86

0,5 05-12 13-19 17-23 24-30 01-08 13-20 21-27 28-04 05-11 12-18 19-25 26-01 02-08 09-15 16-22 23-29 Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

FOCUS. Ilgovernatore:«Novitàdiagnostichesulfai-da-te abreve»

Siamoarrivatialpicco Giù la curva dei contagi

«LaSvizzeramette in quarantenachi arrivadal Veneto? Disconosce l’unità PREFETTI. L’altro tema su cui d’Italia.Ministro intervieni» Zaia aveva sparato a zero era l’introduzione del prefetto, stabilita in Dpcm, per studiare soluzioni sul trasporto scolastico e far ripartire le scuole delle superiori dal 7 gennaio. Ma anche su questo, ieri, Zaia, cambia profilo: «La vicepresidente Elisa De Berti, con l’assessore Elena Donazzan, e la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, hanno già un piano. Il Dpcm dice che è il prefetto che deve mettere attorno ad un tavolo tutti. Ma se finito il giro alla fine la devo firmare io la ordinanza, non ha senso delegare. Quindi nell’ottica della leale collaborazione non credo che il prefetto se la prenderà a male se gli eviteremo di fare il piano perché già ce lo abbiamo». •

1,29

1,0

L’EGO-HUB

Cristina Giacomuzzo

L’andamento dell’indice Rt di trasmissione del virus per il Veneto

«Il picco l’abbiamo raggiunto». Parola di Luca Zaia, presidente del Veneto, ieri dall’unità di crisi della protezione civile a Marghera dove si trovava con gli assessori Manuela Lanzarin e Gianpaolo Bottacin. La conferma arriva solida dai numeri elaboratori dall’Azienda Zero. «La curva mostra una tendenza in calo dei contagi. Ma sia chiaro - avverte subito -, questo non vuole certo dire liberi tutti». Il modello matematico regionale aveva previsto per gli ultimi giorni di novembre la punta massima della seconda ondata di epidemia, che in Veneto era iniziata il 7 ottobre. A distanza di qualche giorno da quella data, il presidente ieri ha registrato il cambiamento di rotta che rappresenta una buona

Ilpresidente L. Zaiatra gliassessori M.Lanzarin eG. Bottacin

notizia. In particolare, il quadro regionale non è del tutto uniforme. «La curva sta piegando nello specifico a Vicenza, Belluno, Treviso Padova e Verona. Mentre - spiega - a Venezia sta ancora mantenendo un trend di crescita». Rovigo, come sempre caso a parte, mantiene la curva in crescita, invece. Davanti ad una fotografia epidemiologica così, poi Zaia passa al concreto: «Abbiamo raggiunto la parte alta dei contagi. Ora sta a noi impegnarci - sostiene Zaia - a

mantenere il distanziamento sociale e le altre regole che ci permettono di non far girare il virus e infettare». «NOVITÀ DIAGNOSTICHE». Za-

ia poi, durante il punto stampa a reti unificate, annuncia «a breve, forse già per la prossima settimana, la presentazione di una importante evoluzione diagnostica verso il fai-da-te. Piaccia o no agli esperti - aggiunge - è verso questa direzione che si sta andando con le multinazionali

che sfornano nuove soluzioni in questa direzione». La Regione, come noto, guidata dal lavoro del dottor Roberto Rigoli a capo delle Microbiologie del Veneto, ha puntato fin da subito sui test auto-diagnostici avviando la sperimentazione in doppio in vari ospedali, anche nello stesso San Bortolo di Vicenza. Sperimentazione che ormai dovrebbe essere arrivata nella sua fase terminale. L’esito, una volta completato, sarà inviato allo Spallanzani di Roma referente, insieme all’Istituto superiore di sanità e al ministero, per le nuove autorizzazioni. «LA SVIZZERA NON RICONOSCE UNITÀ NAZIONALE». Alla

notizia che la Svizzera impone la quarantena a chi arriva dal Veneto, Zaia attacca: «Davanti ad uno Stato che si sceglie le comunità di un’altra nazione da mettere in quarantena, io, se fossi l’Italia chiederei con quale criterio è stata fatta questa scelta perché implicitamente affermano di non riconoscere più un’unità nazionale. E lo dice uno che vuole l’autonomia. Se fossi il ministro degli Esteri, insomma, su una vicenda così interverrei formalmente». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

LAREGIONE RESTAINFASCIA GIALLA. Lapagella:crolla lapercentualedi tamponi positiviconteggiatasultotale esale latracciabilitàdei casi

Veneto, l’indice Rt cala ma è tra i più alti d’Italia Eperlaprimavolta ilMinistero indicarischio altonegliospedali Piero Erle

Il Veneto resta in fascia “gialla” per le misure nazionali di contenimento della pandemia, ma per la seconda settimana di fila si trova ai vertici nazionali per l’indice Rt di trasmissione del virus: è sceso a 1,13 dall’1,2 della settimana precedente, ma significa che anche la settimana scorsa la circolazione del virus ha segnato possibilità di aumen-

to invece di diminuire (quando si è sopra l’indice 1, la pandemia è in fase di espansione). Peggio del Veneto infatti è andata solo al Molise, che ha un Rt di 1,38, mentre appena sopra il valore “1” ci sono anche Calabria, Lazio e Toscana. LAPAGELLA. Nel suo comples-

so, la “pagella” assegnata al Veneto dalla Cabina di regia del Ministero della salute è invariata: la nostra regione ri-

mane in uno scenario 2, cioè in una “situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo», e con un grado di rischio “moderato, con probabilità alta di progressione a rischio alto”. Qualcosa però è cambiato. La settimana scorsa infatti il Ministero aveva attivato un solo segnale di allerta per il Veneto: la crescita della percentuale di tamponi positivi rispetto al totale di quelli molecolari fatti (escluse le ripetizioni per personale sanitario e altri). Si era giunti addirittura al 44,2%. Invece ieri, come il Veneto chiedeva

da tempo, sono stati conteggiati anche i tamponi rapidi, e la percentuale di positivi è crollata al 13,5%. Non solo: al Veneto viene riconosciuto un aumento al 92,9% del numero di casi per cui il sistema sanitario regionale riesce a completare il contact tracing. E ancora: è in calo il trend dei nuovi casi Covid registrati (tra il -4% e il -6%), e anche quello dei nuovi focolai (la settimana scorsa sono stati 4.247, con 5.940 casi di contagio non riconducibili a “catene di contagio” già individuate). L’ALLERTA. Un campanello

inedito di allerta però c’è, per il Veneto, nella pagella del Ministero. È infatti andata oltre la soglia del 30% la percentuale di letti di terapia intensiva occupati da malati Covid (il report indica 30,1%, il governatore Zaia ieri ha spiegato che si è al 30,8%) ed è andata oltre il 40% la soglia di posti letto occupati da malati infetti in tutti gli altri reparti ospedalieri (si è giunti al 42%). Morale: per la prima volta per il Veneto scatta una valutazione di impatto “alto” della pandemia sugli ospedali, mentre finora era stato “moderato”, sia perché c’è un sovraccarico

di ricoveri nelle aree mediche sia, aggiunge il Ministero, perché c’è evidenza di nuovi focolai nelle case di riposo, altro segnale molto pericoloso. Sale quindi la probabilità di una escalation negli ospedali veneti. C’è solo da sperare che la curva dei ricoveri si fermi. IL REPORT GIORNALIERO. Nel

Untamponerapido

bollettino di ieri sera, intanto la Regione ha segnalato per le ultime 24 ore +8 ricoveri “non critici” e +2 in terapia intensiva, oltre ad altri 75 decessi (di cui 52 negli ospedali), con un picco di +22 nel Trevigiano. I nuovi infetti scoperti sono stati 3.635 (l’8% di tutti i tamponi, rapidi compresi), i dimessi dagli ospedali +87 e i guariti +1468. • © RIPRODUZIONERISERVATA


PRIMO PIANO

SABATO 5 DICEMBRE 2020 IL MATTINO

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Coronavirus: le misure nel Padovano chiude il punto vendita di via del santo

Ruggi Bubble Tea, resa e polemiche «Zaia fa solo tanta confusione» PADOVA

Ruggi Bubble Tea di via del Santo abbassa le serrande (FOTO BIANCHI)

Ruggi Bubble Tea abbassa per sempre la serranda di via del Santo. Il 10 dicembre chiuderà ufficialmente, ma ieri è iniziato lo sgombero del negozio. Restano aperti gli altri due punti vendita, in via Umberto e in piazza dei Signori. Ma via del Santo era la sede storica, nata sette anni fa dall’idea di successo di Annalisa Cretella e del marito Ruggero Rovelli. Sono stati i primi in Italia a portare la bevanda Bubble tea: «Qui c’è la nostra storia», ricorda Ruggero. «Ma

poi sono arrivati il Covid e la politica dell’indecisione di chi ci governa. A novembre ci avevano fatto credere che i nostri sacrifici ci avrebbero dato un Natale normale, così abbiamo collaborato e abbiamo accettato anche le rigide regole regionali. Invece, proprio ieri, siamo arrivati al picco di mortalità. Abbiamo vissuto la prima ondata con fatalismo, la seconda con totale incertezza, tanto che oggi è venerdì (ndr ieri) e siamo ancora in attesa che Zaia ci dica se apriremo domenica. Del resto abbiamo un governatore che si mette a fare le

scommesse con i giornalisti se il Covid ci sarà ancora ad aprile. Noi abbiamo dato il massimo, il prodotto per fortuna funziona, abbiamo sette anni di storia alle spalle, non andiamo certo alla Caritas, ma non accettiamo di passare da spilorci attaccati al cassetto e “ignorantotti” come ci tratta Zaia. Non ci facciamo trattare così da chi dice che, tutto sommato, la vita non è cambiata. È cambiata ai miei figli liceali che non vedono la scuola da mesi; è cambiata a me che, senza studenti e turisti in giro, il mio target di clienti, non gua-

dagno. Ma al governatore non importa, considerando che mi ha fatto chiudere per tre domeniche di seguito, affossandomi del tutto». Ruggero non risparmia nessun livello politico: «Siamo stati testimoni di quattro amministrazioni», continua, «da Zanonato a Rossi, da Bitonci a Giordani, tutti a dire che via del Santo avrebbe cambiato faccia e nessuno che ha fatto davvero qualcosa. Il progetto dell’Ascom, la rivalutazione del comparto da via Porciglia a via Belludi, è ancora sulla carta». — E. SCI

l’ultimo decreto del governo

Natale, categorie divise «Bene gli allentamenti ma sarà dura lo stesso» I baristi esultano per i divieti eliminati: «Ma vanno tutelati i congiunti» Confesercenti: «Ricorso contro la chiusura dei negozi nei centri commerciali» Ai tavolini dei bar si potrà stare senza mascherina PADOVA

Tra Dpcm severi e provvedimenti regionali che decadono, il mondo del commercio e dei pubblici esercizi non sa che Natale aspettarsi. C’è un po’ di soddisfazione in bar e ristoranti, per alcuni divieti che sono caduti. Favorevole l’Ascom, critica la Confesercenti. PIÙ LIBERI AL BAR

«Siamo soddisfatti – spiega Filippo Segato, segretario Appe, – che sia stato tolto l’obbligo della somministrazione al tavolo dalle 15 alle 18 e quello di

indossare sempre la mascherina. Ma ci sono altre note positive: il fatto che non ci sia più la responsabilità diretta per l’esercente se il cliente non rispetta le regole, che possano tornare i menù plastificati e che non sia obbligatorio avere il gel su tutti tavoli. Infine ci fa piacere che sia decaduto il divieto di consumare in luogo pubblico, anche se resta quello di consumare nelle adiacenze dei pubblici esercizi (una disposizione che contrasta la movida). Adesso speriamo Zaia si ricordi di prorogare l’ordinanza che permette di mettere allo

stesso tavolo persone legate da relazione stabile». IL PESSIMISMO

Per Segato non c’è comunque da stare allegri. «La gente ha capito che non può muoversi, che non può andare in giro per divertimento– osserva – Solo per Natale il mondo della ristorazione rischia di perdere 15 mila dipendenti e 3 milioni e mezzo di euro. Lavorerà qualche ristorante in città, mentre per i giorni clou si ipotizza una serrata, soprattutto sui Colli e in provincia». I dati della Cia confermano il quadro negati-

vo: da febbraio a oggi gli alberghi, le caffetterie e i ristoranti della provincia hanno registrato una riduzione delle entrate del 60% rispetto all’anno scorso. In Veneto, nel 2020, il fatturato di hotel, bar e ristoranti si fermerà a un miliardo di euro, con un rosso di 800 milioni. DUE PESI, DUE MISURE

«Vediamo con favore l’apertura ai mercati e ai piccoli negozi dei centri storici – dice Maurizio Francescon, direttore Confesercenti – Ma facciamo notare la penalizzazione che devono subire i piccoli esercizi dei

le botteghe storiche

Ma sotto il Salone gli affari vanno alla grande da domani non-stop di aperture fino al 24 PADOVA

Da domani le 52 botteghe di sotto al Salone resteranno aperte ogni giorno sino alla vigilia di Natale. Tutto aperto anche martedì prossimo, festa dell’Immacolata. I negozianti si rendono conto che il 25 dicembre, così come tutte le altre festività a seguire, sarà un Natale diverso e meno festaiolo rispetto al passato, ma sperano di fare ugual-

mente tante vendite anche perché da ottobre ad oggi non è andata tanto male. «Non ci possiamo lamentare – osserva il presidente del consorzio Paolo Martin – Stiamo lavorando tutti con la mascherina e rispettiamo rigorosamente le normative sanitarie. Nonostante il clima d’incertezza che si respira dappertutto, stiamo continuando ad avere, più o meno, i clienti di sempre. Speria-

Le botteghe Sotto il Salone resteranno sempre aperte fino a Natale

centri commerciali e delle gallerie (700 in provincia), tanto più che continuano ad essere “graziati” i colossi come Ikea. Faremo un nuovo ricorso, chiedendo la sospensione immediata del provvedimento, contraddittorio e penalizzante perché si chiudono i negozi solo in base alla dislocazione. Inoltre consumi e vendite sono in ginocchio, eccetto per l’e-commerce. Non ho mai visto una situazione così drammatica: a fine anno chiuderanno 400 negozi (4-5%) e un altro 10% ci sta pensando, ma sono quelli che hanno delle situa-

zioni aziendali pesantissime perché pieni di debiti. Natale per molti era l’ultima spiaggia, solitamente incide per il 30%, adesso più del 50% e doveva permettere di saldare qualche posizione». Positivo invece Patrizio Bertin, presidente Ascom: «Credo che Zaia voglia farci respirare – commenta – Tuttavia di una cosa sono certo: siamo in piena confusione. La Regione prova a limitare i danni del Dpcm. Ma queste misure potrebbero funzionare per le grandi città, non per i piccoli centri». —

mo che nelle prossime settimane non arrivino altre restrizioni». Moderatamente soddisfatti anche Lucio Zulian, vice-presidente, Roberto Carpanese, “le fromager” per antonomasia che, giovedì, ha festeggiato 80 anni con una degustazione di alto livello gastronomico, Cristina Biollo, che, di recente, ha pubblicato il suo nuovo libro di ricette “Il Cotto di Cristina”, il macellaio Mattia Carraro, erede del maestro Francesco Collesei, ritiratosi a vita privata a Legnaro e anche Alberto Cisotto, della Bottega Veneta. «Considerati i tempi che corrono, i ristoranti semichiusi e la gente che esce poco di casa, non ci possiamo piangere addosso», dice Zulian. «Speriamo che sia

un Natale felice anche dal punto di vista economico». Di stampo diverso il commento di Carpanese: «I nostri clienti continuano a venire nonostante la diffusione del Covid perché sono sicuri della qualità dei nostri prodotti alimentari. Da sempre e specialmente negli ultimi anni assicuriamo le eccellenze delle eccellenze. Non tutti sanno che in mezzo a noi ci sono fior di professionisti che si vanno a cercare i salumi e i formaggi migliori nelle malghe di montagna e nelle aziende di mezza Italia dove la qualità non è un optional». Intanto in una bottega, dopo tanto tempo di assenza, è ripresa anche la vendita dei piccioni torresani freschi. —

ELVIRA SCIGLIANO

FELICE PADUANO


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Sabato 5 Dicembre 2020 Corriere del Veneto

VE

Il virus

La seconda ondata

IL NATALE

IlgovernatoreZaialasciaintenderecheimarginipercambiareleregole dellevacanzecisono,scetticoilsottosegretarioVariati:limitiamoirischi

Spostamenti, la Regione preme per liberare i piccoli Comuni «A Natale si sa, siamo tutti più buoni, quindi...». Il presidente della Regione Luca Zaia è convinto che la questione non sia chiusa: convincere il governo a rivedere il divieto di spostamento tra i Comuni il giorno di Natale, di Santo Stefano e di Capodanno è, a suo dire, ancora possibile. «C’è tempo e se ne sta parlando, confido in un ravvedimento perché tutti sbagliano, anche a me è capitato con le ordinanze, l’importante è accorgersi dell’errore e rimediare in fretta». Anche per questo, par di capire, Zaia ha cambiato completamente registro nella sua polemica con l’esecutivo, passando dalle aspre critiche di giovedì, quando ha definito il nuovo Dpcm «incostituzionale», «insostenibile», «disumano», a toni assai più concilianti ieri: «Capisco le difficoltà, nessuno avrebbe avuto vita facile nell’emanare un provvedimento simile in una fase delicata come questa». Addirittura concede: «Non tutto è da buttare, alcune idee le condivido: penVENEZIA

so ai negozi aperti fino alle 21, alla riapertura della scuola, alla chiusura dei centri commerciali». E a conferma del cambio di strategia, strizza l’occhio: «Si prendono più mosche col miele che con l’aceto...». Sornione, Zaia lascia dunque intendere che la trattativa tra le Regioni e lo Stato non solo sarebbe in corso, ma avrebbe pure buone chance di riuscita, complice la sponda inaspettata - e per certi versi insperata vista la sua proverbiale rigidità - del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, secondo cui il divieto finirebbe per penalizzare eccessivamente gli abitanti dei Comuni più piccoli e isolati: «Il Cts conferma che non c’è alcun impianto scientifico dietro questa decisione, che tratta in modo diverso i cittadini dei piccoli municipi, costretti a rimanere in casa senza poter vedere i propri cari durante le feste, e quelli delle città-Stato da 3 milioni di abitanti, liberi di circolare e incontrasi in barba a qualunque evi-

denza epidemiologica». Il presidente del Veneto precisa di non essere contro le restrizioni in sé, ma solo contro quelle illogiche («Era meglio intervenire sugli assembramenti») e difficilmente controllabili («Chi verificherà su tutte le strade d’Italia che nessuno vada a mangiare dai genitori o dai figli?») e fa sapere di avere già pronte «possibili alternative» da suggerire a Palazzo Chigi, pur volendo essere «rispettoso dei ruoli». Da Roma, però, la ricostruzione che trapela è diametralmente opposta. Da Palazzo Chigi fanno sapere che il premier Giuseppe Conte non ha alcuna intenzione di modificare il Dpcm ed anche il sottosegretario all’Interno Achille Variati, che ha la delega proprio agli Enti locali, smentisce l’esistenza di una trattativa: «Il governo ha voluto varare all’inizio di dicembre il decreto sul Natale proprio per dare a tutti il tempo di comprendere e adeguarsi alle nuove regole, non sarebbe serio rimettervi mano

a poche ore dalla pubblicazione e non avrebbe senso perché ci costringerebbe ad infinite declinazioni pratiche: se si ammettono gli spostamenti è difficile chiarire per chi, da dove, fino a che punto. Ad esempio: se io devo partire dal mio Comune per incontrare mia mamma che vive sola a 400 chilometri di distanza, lo posso fare? O posso farlo solo se la mamma vive a 3 chilometri? E perché in un caso no e nell’altro sì? E ricordo che nelle Regioni arancioni spostarsi dal proprio Comune è già vietato». Variati ritiene che, al contrario, la ratio della norma sia chiarissima: «Vietando i movimenti si vogliono prevenire gli assembramenti tipici di Natale e Capodanno, quando si mangia e si sta insieme per molte ore, spesso con anziani a tavola, con ciò favorendo l’infenzione con conseguenze che possono rivelarsi gravissime». E chiude: «Sappiamo che gli effetti dei contagi sono spostati avanti nel tempo: un incremento delle infezioni durante

Il bollettino

Come ci si muove

Dal 6 al 20 dicembre ok solo tra «gialli» Da domenica 6 dicembre a domenica 20 dicembre sarà possibile spostarsi in tutto il Veneto e dal Veneto verso le altre regioni gialle come Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino

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Dal 21 al 6 gennaio ok solo in Veneto Da lunedì 21 dicembre a mercoledì 6 gennaio ci si potrà spostare solo all’interno del Veneto, non sarà consentito raggiungere altre Regioni Resta sempre fermo il coprifuoco dalle 22 alle 6

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25 e 26 dicembre e Capodanno rossi Alla regola generale descritta al punto 2 fanno eccezione i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno (l’1 gennaio), quando non si potrà uscire dal Comune di residenza

3

le feste provocherebbe un’impennata di ricoveri a gennaio, mettendo ulteriormente sotto pressione gli ospedali proprio mentre partirà la grande campagna vaccinale. Per questo sono state prese decisioni così difficili, di cui non ci sfugge l’impopolarità». Nell’attesa di vedere come finirà questa querelle, Zaia conferma che non rinnoverà per il momento la sua ordinanza «giallo plus», sicché da oggi la situazione in sintesi è questa: negozi di vicinato, medie e grandi strutture di vendite aperti tutti i giorni, domenica compresa, fino alle 21; centri commerciali e parchi commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi, dunque non solo sabato e domenica ma anche il 7 dicembre, il 24 e il 26 dicembre; bar e ristoranti aperti tutti i giorni fino alle 18, con possibilità di consumare bevande e cibo anche in piedi; si ripristina la possibilità di circolare nel fine settimana, recandosi nei centri storici, in montagna, al mare e al lago, pur con le restrizione del Dpcm e cioè: possibili spostamenti solo tra Regioni gialle dal 6 al 20 dicembre, vietato uscire dal Veneto dal 21 dicembre al 6 gennaio, vietato muoversi dal Comune il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Il Veneto resta «giallo»

ed il suo indice di contagio Rt scende, da 1,2 a 1,13. Una buona notizia a metà, visto che la nostra regione, forse anche per via delle restrizioni più blande patite fino ad oggi, è una delle sole cinque in Italia il cui indicatore di trasmissibilità rimane al di sopra di quota 1 (le altre sono Molise 1,31, Calabria 1,06, Lazio 1,04 e Toscana 1,01; l’indice nazionale è 0,91), con « probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese». Circostanza che spinge l’Istituto Superiore di Sanità a suggerire a Palazzo Balbi, nel suo report settimanale, «di valutare attentamente la opportunità di adottare, anche a livello sub-regionale, misure di mitigazione previste per il proprio livello di rischio». Si vedrà se il presidente Luca Zaia seguirà il consiglio, firmando nei prossimi giorni una nuova ordinanza restrittiva «giallo plus». Al momento, dunque, restano le restrizioni previste per questa fascia dal Dpcm e cioè: coprifuoco dalle 22 alle 5, con possibilità di uscire Soltanto per «comprovate esigenze» di lavoro, salute ed emergenze; bar e ristoranti aperti non oltre le 18 (oltre tale orario solo asporto o servizio a domicilio); musei e mostre chiusi, come cinema e teatri; centri commerciali chiusi sabato, domenica festivi e prefestivi con eccezione di farmacie, tabaccherie, edicole e alimentari all’interno; trasporti pubblici funzionanti ma con capienza del 50%.

In corsia Medici e infermieri visitano un paziente ricoverato in una Terapia intensiva

«Incalolacurvadeiricoveri» MalaSvizzeracimette inquarantena:èpolemica 1,13

è l’indice Rt del Veneto sceso rispetto alla scorsa settimana

L’Iss, in ogni caso, raccomanda «la massima attenzione nella adozione e rispetto delle misure , evitarne il rilassamento prematuro e mantenere elevata l’attenzione nei comportamenti. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto tra persone al di fuori del proprio nucleo abitativo». «Noi siamo fiduciosi - ha detto ieri Zaia commentando i dati di giornata - perché la curva dei ricoveri sta piegando lentamente, il picco pare superato. Tutte le province,

con l’unica eccezione di Venezia, hanno una tendenza in calo, sia per quanto riguarda l’area non critica che per quanto riguarda le terapie intensive». Il bollettino di ieri, totale Veneto, segna più 8 ricoveri (da 2.721 a 2.729) e più 2 terapie intensive (da 336 a 338), un aumento dei contagi da 71.614 73.706 (più 2.092) ed una crescita dei decessi da 4.041 a 4.116 (più 75). Alla luce di dati considerati confortanti dalla Regione, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la decisione della

75

sono i decessi in più registrati ieri, con 2.092 nuovi contagiati

Svizzera di inserire propri il Veneto, insieme ad Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia nella lista rossa per i viaggiatori, quella costringe chi entra nella Confederazione a sottoporsi alla quarantena. «Davanti ad uno Stato che sceglie quali comunità di un’altra nazione mettere in quarantena e quali no, io, se fossi l’Italia, ne chiederei conto, se fossi il ministro degli Esteri interverrei commenta Zaia -. Un criterio del genere implicitamente mette in discussione la nostra unità nazionale. Applicato dalla Svizzera, poi, che non ha più posti di terapia intensiva...». Capitolo vaccino: con riguardo al dibattito in corso all’interno della comunità scientifica, Zaia, ribadendo che la profilassi sarà volontaria, ha annunciato che nel Piano di sanità pubblica del Veneto sarà prevista la vaccinazione gratuita anche dei «negativizzati», ossia di coloro

che si sono infettati e poi sono guariti. Quanto alla diagnostica, invece, il presidente ha confermato che la sperimentazione sui tamponi fai-fa-te condotta dal direttore del laboratorio di Microbiologia di Treviso Roberto Rigoli sta procedendo come previsto e «presto ci saranno grosse novità». Se ne deduce che ci si avvicina alla validazione dei test da parte dell’Istituto Spallanzani di Roma e del ministero della Sanità. «Il futuro è quello - ha detto Zaia - lo si vede anche a livello di mercato: ormai tutte le principali multinazionali del settore bussano alla porta proponendo test di questo tipo. E d’altra parte, provate a immaginare come avremmo affrontato questo Natale se ci fosse stata la possibilità di farci il tampone da soli, a casa, prima di andare al pranzo con i parenti». Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sabato 5 Dicembre 2020 Corriere del Veneto

VE

Il virus

La seconda ondata

IL NATALE

IlgovernatoreZaialasciaintenderecheimarginipercambiareleregole dellevacanzecisono,scetticoilsottosegretarioVariati:limitiamoirischi

Spostamenti, la Regione preme per liberare i piccoli Comuni «A Natale si sa, siamo tutti più buoni, quindi...». Il presidente della Regione Luca Zaia è convinto che la questione non sia chiusa: convincere il governo a rivedere il divieto di spostamento tra i Comuni il giorno di Natale, di Santo Stefano e di Capodanno è, a suo dire, ancora possibile. «C’è tempo e se ne sta parlando, confido in un ravvedimento perché tutti sbagliano, anche a me è capitato con le ordinanze, l’importante è accorgersi dell’errore e rimediare in fretta». Anche per questo, par di capire, Zaia ha cambiato completamente registro nella sua polemica con l’esecutivo, passando dalle aspre critiche di giovedì, quando ha definito il nuovo Dpcm «incostituzionale», «insostenibile», «disumano», a toni assai più concilianti ieri: «Capisco le difficoltà, nessuno avrebbe avuto vita facile nell’emanare un provvedimento simile in una fase delicata come questa». Addirittura concede: «Non tutto è da buttare, alcune idee le condivido: penVENEZIA

so ai negozi aperti fino alle 21, alla riapertura della scuola, alla chiusura dei centri commerciali». E a conferma del cambio di strategia, strizza l’occhio: «Si prendono più mosche col miele che con l’aceto...». Sornione, Zaia lascia dunque intendere che la trattativa tra le Regioni e lo Stato non solo sarebbe in corso, ma avrebbe pure buone chance di riuscita, complice la sponda inaspettata - e per certi versi insperata vista la sua proverbiale rigidità - del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, secondo cui il divieto finirebbe per penalizzare eccessivamente gli abitanti dei Comuni più piccoli e isolati: «Il Cts conferma che non c’è alcun impianto scientifico dietro questa decisione, che tratta in modo diverso i cittadini dei piccoli municipi, costretti a rimanere in casa senza poter vedere i propri cari durante le feste, e quelli delle città-Stato da 3 milioni di abitanti, liberi di circolare e incontrasi in barba a qualunque evi-

denza epidemiologica». Il presidente del Veneto precisa di non essere contro le restrizioni in sé, ma solo contro quelle illogiche («Era meglio intervenire sugli assembramenti») e difficilmente controllabili («Chi verificherà su tutte le strade d’Italia che nessuno vada a mangiare dai genitori o dai figli?») e fa sapere di avere già pronte «possibili alternative» da suggerire a Palazzo Chigi, pur volendo essere «rispettoso dei ruoli». Da Roma, però, la ricostruzione che trapela è diametralmente opposta. Da Palazzo Chigi fanno sapere che il premier Giuseppe Conte non ha alcuna intenzione di modificare il Dpcm ed anche il sottosegretario all’Interno Achille Variati, che ha la delega proprio agli Enti locali, smentisce l’esistenza di una trattativa: «Il governo ha voluto varare all’inizio di dicembre il decreto sul Natale proprio per dare a tutti il tempo di comprendere e adeguarsi alle nuove regole, non sarebbe serio rimettervi mano

a poche ore dalla pubblicazione e non avrebbe senso perché ci costringerebbe ad infinite declinazioni pratiche: se si ammettono gli spostamenti è difficile chiarire per chi, da dove, fino a che punto. Ad esempio: se io devo partire dal mio Comune per incontrare mia mamma che vive sola a 400 chilometri di distanza, lo posso fare? O posso farlo solo se la mamma vive a 3 chilometri? E perché in un caso no e nell’altro sì? E ricordo che nelle Regioni arancioni spostarsi dal proprio Comune è già vietato». Variati ritiene che, al contrario, la ratio della norma sia chiarissima: «Vietando i movimenti si vogliono prevenire gli assembramenti tipici di Natale e Capodanno, quando si mangia e si sta insieme per molte ore, spesso con anziani a tavola, con ciò favorendo l’infenzione con conseguenze che possono rivelarsi gravissime». E chiude: «Sappiamo che gli effetti dei contagi sono spostati avanti nel tempo: un incremento delle infezioni durante

Il bollettino

Come ci si muove

Dal 6 al 20 dicembre ok solo tra «gialli» Da domenica 6 dicembre a domenica 20 dicembre sarà possibile spostarsi in tutto il Veneto e dal Veneto verso le altre regioni gialle come Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino

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Dal 21 al 6 gennaio ok solo in Veneto Da lunedì 21 dicembre a mercoledì 6 gennaio ci si potrà spostare solo all’interno del Veneto, non sarà consentito raggiungere altre Regioni Resta sempre fermo il coprifuoco dalle 22 alle 6

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25 e 26 dicembre e Capodanno rossi Alla regola generale descritta al punto 2 fanno eccezione i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno (l’1 gennaio), quando non si potrà uscire dal Comune di residenza

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le feste provocherebbe un’impennata di ricoveri a gennaio, mettendo ulteriormente sotto pressione gli ospedali proprio mentre partirà la grande campagna vaccinale. Per questo sono state prese decisioni così difficili, di cui non ci sfugge l’impopolarità». Nell’attesa di vedere come finirà questa querelle, Zaia conferma che non rinnoverà per il momento la sua ordinanza «giallo plus», sicché da oggi la situazione in sintesi è questa: negozi di vicinato, medie e grandi strutture di vendite aperti tutti i giorni, domenica compresa, fino alle 21; centri commerciali e parchi commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi, dunque non solo sabato e domenica ma anche il 7 dicembre, il 24 e il 26 dicembre; bar e ristoranti aperti tutti i giorni fino alle 18, con possibilità di consumare bevande e cibo anche in piedi; si ripristina la possibilità di circolare nel fine settimana, recandosi nei centri storici, in montagna, al mare e al lago, pur con le restrizione del Dpcm e cioè: possibili spostamenti solo tra Regioni gialle dal 6 al 20 dicembre, vietato uscire dal Veneto dal 21 dicembre al 6 gennaio, vietato muoversi dal Comune il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Il Veneto resta «giallo»

ed il suo indice di contagio Rt scende, da 1,2 a 1,13. Una buona notizia a metà, visto che la nostra regione, forse anche per via delle restrizioni più blande patite fino ad oggi, è una delle sole cinque in Italia il cui indicatore di trasmissibilità rimane al di sopra di quota 1 (le altre sono Molise 1,31, Calabria 1,06, Lazio 1,04 e Toscana 1,01; l’indice nazionale è 0,91), con « probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese». Circostanza che spinge l’Istituto Superiore di Sanità a suggerire a Palazzo Balbi, nel suo report settimanale, «di valutare attentamente la opportunità di adottare, anche a livello sub-regionale, misure di mitigazione previste per il proprio livello di rischio». Si vedrà se il presidente Luca Zaia seguirà il consiglio, firmando nei prossimi giorni una nuova ordinanza restrittiva «giallo plus». Al momento, dunque, restano le restrizioni previste per questa fascia dal Dpcm e cioè: coprifuoco dalle 22 alle 5, con possibilità di uscire Soltanto per «comprovate esigenze» di lavoro, salute ed emergenze; bar e ristoranti aperti non oltre le 18 (oltre tale orario solo asporto o servizio a domicilio); musei e mostre chiusi, come cinema e teatri; centri commerciali chiusi sabato, domenica festivi e prefestivi con eccezione di farmacie, tabaccherie, edicole e alimentari all’interno; trasporti pubblici funzionanti ma con capienza del 50%.

In corsia Medici e infermieri visitano un paziente ricoverato in una Terapia intensiva

«Incalolacurvadeiricoveri» MalaSvizzeracimette inquarantena:èpolemica 1,13

è l’indice Rt del Veneto sceso rispetto alla scorsa settimana

L’Iss, in ogni caso, raccomanda «la massima attenzione nella adozione e rispetto delle misure , evitarne il rilassamento prematuro e mantenere elevata l’attenzione nei comportamenti. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto tra persone al di fuori del proprio nucleo abitativo». «Noi siamo fiduciosi - ha detto ieri Zaia commentando i dati di giornata - perché la curva dei ricoveri sta piegando lentamente, il picco pare superato. Tutte le province,

con l’unica eccezione di Venezia, hanno una tendenza in calo, sia per quanto riguarda l’area non critica che per quanto riguarda le terapie intensive». Il bollettino di ieri, totale Veneto, segna più 8 ricoveri (da 2.721 a 2.729) e più 2 terapie intensive (da 336 a 338), un aumento dei contagi da 71.614 73.706 (più 2.092) ed una crescita dei decessi da 4.041 a 4.116 (più 75). Alla luce di dati considerati confortanti dalla Regione, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la decisione della

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sono i decessi in più registrati ieri, con 2.092 nuovi contagiati

Svizzera di inserire propri il Veneto, insieme ad Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia nella lista rossa per i viaggiatori, quella costringe chi entra nella Confederazione a sottoporsi alla quarantena. «Davanti ad uno Stato che sceglie quali comunità di un’altra nazione mettere in quarantena e quali no, io, se fossi l’Italia, ne chiederei conto, se fossi il ministro degli Esteri interverrei commenta Zaia -. Un criterio del genere implicitamente mette in discussione la nostra unità nazionale. Applicato dalla Svizzera, poi, che non ha più posti di terapia intensiva...». Capitolo vaccino: con riguardo al dibattito in corso all’interno della comunità scientifica, Zaia, ribadendo che la profilassi sarà volontaria, ha annunciato che nel Piano di sanità pubblica del Veneto sarà prevista la vaccinazione gratuita anche dei «negativizzati», ossia di coloro

che si sono infettati e poi sono guariti. Quanto alla diagnostica, invece, il presidente ha confermato che la sperimentazione sui tamponi fai-fa-te condotta dal direttore del laboratorio di Microbiologia di Treviso Roberto Rigoli sta procedendo come previsto e «presto ci saranno grosse novità». Se ne deduce che ci si avvicina alla validazione dei test da parte dell’Istituto Spallanzani di Roma e del ministero della Sanità. «Il futuro è quello - ha detto Zaia - lo si vede anche a livello di mercato: ormai tutte le principali multinazionali del settore bussano alla porta proponendo test di questo tipo. E d’altra parte, provate a immaginare come avremmo affrontato questo Natale se ci fosse stata la possibilità di farci il tampone da soli, a casa, prima di andare al pranzo con i parenti». Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


VENEZIA E MESTRE

Corriere del Veneto Sabato 5 Dicembre 2020

Consegne,asteonline evetrinevirtuali IlCovidcambiailNatale

La«sfida»daidivieti.SolidarietàconAvapoedesercenti

VENEZIA Consegne a domicilio, aste di beneficienza online e vetrine virtuali. Il Covid reinventa il Natale e costringe tutti a trovare soluzioni innovative per mantenere viva la tradizione. E le idee non mancano. Una quarantina di aziende agricole della sezione provinciale di Cia si sono organizzate per garantire la consegna a domicilio sotto le festività dei propri prodotti, acquistabili attraverso il portale iprodottidalcampoallatavola.cia.it creato ad hoc. «Il divieto agli spostamenti penalizzerà ancora una volta il canale horeca e a pagarne il prezzo sarà di nuovo il mondo dell’agricoltura, che non potrà conferire i propri pro-

Piazza Ferretto Le luminarie

dotti ai ristoranti e ai locali», spiega il presidente di Cia Venezia Paolo Quaggio. Si chiama invece jesoloshops.com il portale creato dal Comune di Jesolo in collaborazione con Confcommercio, Confartigia-

nato, Piccoli Artigiani e Cia per promuovere le attività economiche della città. Gli esercenti, iscrivendosi gratuitamente, trovano una vetrina virtuale in cui promuovere la propria attività. «Nonostante l’emergenza sanitaria c’è chi resiste e non ci sta ad abbassare le serrande, a gettare la spugna ed è nostro dovere sostenere questo impegno», ha commentato il sindaco Valerio Zoggia. Online, su eBay, si svolgerà anche la tradizionale asta natalizia organizzata per raccogliere fondi a sostegno di Avapo Venezia aprendosi così a tutto il mondo. L’asta, che è organizzata per sostenere Avapo che affianca le struttu-

15 VE

Camera di Commercio

re ospedaliere nell’assistenza ai malati oncologici, partirà oggi e si concluderà lunedì 14 dicembre: per partecipare basta iscriversi a eBay, digitare sulla barra del portale «Avapo Venezia» per visualizzare i 49 lotti e inoltrare quindi un’offerta (ogni oggetto parte da una base d’asta di 1 euro). Ce n’è per tutti i gusti: da un Kasa Mignon di Yali Glass realizzato dal maestro vetraio Simone Cenedese a una cena con pernottamento nel ristorante stellato Dolada a Plois d’Alpago dello chef Riccardo De Pra Non si ferma nemmeno la «Stella d’oro di via Verdi», l’iniziativa di solidarietà organizzata dall’associazione «Via Verdi Viva»: i titolari di attività raccoglieranno donazioni per tutto il mese di dicembre e per ogni gesto solidale appenderanno un pezzo di carta dorato alla grande Stella di Natale di via Verdi. I fondi andranno alla Casa Nazareth. A. R. T. - M. Ri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Oltre33milioni distribuitiin5anni Nominatoilconsiglio giovedìilpresidente VENEZIA Oltre 33 milioni di risorse distribuiti sul territorio, supporto all’avvio di 165 nuove imprese e 60 startup, oltre 15 mila aziende coinvolte in attività di formazione sui temi del digitale, innovazione e sostenibilità ambientale. Giuseppe Fedalto tira le somme della sua presidenza e dei primi cinque anni di vita della Camera di Commercio di Venezia-Rovigo dopo la fusione dei due enti avvenuta nel 2015. «Abbiamo dimostrato il coraggio di abbattere muri di separazione territoriali, pregiudizi e incomprensioni varando una riforma che non è stata solo una semplice somma di due realtà ma ha dato anche vita a programmi di sviluppo e integrazione precisi», ha sottolineato. Tra gli elementi sottolineati con maggior orgoglio vi sono i 7 milioni di euro stanziati a favore delle imprese per fronteggiare l’emergenza Covid, gli altri 4,7 messi a disposizione attraverso i Confidi per favorire l’accesso al credito e la vendita della sede di Calle Larga XXII Marzo con il conseguente acquisto di Palazzo Ca’ Nova. Nella razionalizzazione della presenza sul territorio c’è anche l’investimento da 30 milioni di euro sulla nuova «Casa delle imprese» che sta sorgendo in via Torino a Mestre. Ma Fedalto ha ricordato anche «il piano strategico per l’istituzione della zona logistica semplificata, che il nuovo consiglio della Camera porterà avanti nei prossimi mesi». Un impegno importante per i nuovi vertici dell’ente, che prima dovranno però ricompattarsi. Tra una settimana sarà individuato il successore di Fedalto, traguardo che finora ha portato alla frattura tra industriali e artigiani dopo che l’accordo trovato a inizio anno per individuare un presidente espressione dei secondi è saltato. A quel patto ne è seguito un altro che dovrebbe portare alla guida Massimo Zanon, attuale presidente di Confcommercio metropolitana di Venezia, esponente dello stesso mondo di Fedalto. «Da quello che ne so io sarebbe stato trovato un accordo per la rappresentanza delle imprese — afferma l’uscente —. Io ho fatto il presidente, sono rimasto al di

sopra delle parti e non sono entrato nel merito di questo passaggio». Su una cosa però il presidente uscente ha preso posizione: «Starà alla nuova giunta dare rappresentanza effettiva alla provincia di Rovigo al di là del numero di componenti del consiglio». Intanto il presidente del Veneto Luza Zaia con un decreto ha nominato i 25 componenti del nuovo Consiglio. I tre posti

Il bilancio di Fedalto «Nuova sede a Venezia casa delle imprese a Mestre. Dare rappresentanza a Rovigo»

I nomi Zanon il successore. Tra i 25 Bottan, Agiollo, Gambato, Salmistrari, Cester e Caprioglio destinati agli artigiani vanno a Roberto Bottan, Antonella Boldrin ed Enrico Fabbro, gli industriali saranno Gian Michele Gambato, Silvia Bolla, Giovanni Salmistrari e Michele Coletto mentre i 4 seggi destinati alla imprese di servizi saranno occupati da Maria Raffaella Caprioglio, Antonio De’ Medici, Alessandro Santi e Simone Cason. Per il Credito e le assicurazioni ci sarà Alberto Cester, per i professionisti Zillio Vallì mentre per le associazioni a tutela dei consumatori Paolo Ormesi. Per la cooperazione il rappresentante scelto è Adriano Rizzi, per le Spedizioni Paolo Armenio, per il Turismo Elio Dazzo e lo stesso Massimo Zanon, per l’Agricoltura Andrea Colla e per le organizzazioni sindacali il segretario Cgil Ugo Agiollo. Andrea Rossi Tonon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sequestri e multe

Meduse e salse senza etichetta Bamboline tossiche dalla Cina

M

eduse in salamoia o sotto forma di snack, salsa wasabi, farina di calamari, snack di piovra e d’anatra, salsa di ostriche. Prodotti trovati in un negozio etnico di Mestre senza l‘etichettatura per ricostruirne la tracciabilità e anche senza il prezzo di vendita. E così l’accesso dei tecnici dell’Usl 3 e dei finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano ha portato a varie sanzioni per il titolare, per un totale di oltre 5 mila euro. Sempre ieri invece i funzionari dell’Agenzia

delle Dogane e dei Monopoli di Venezia hanno individuato due tipologie di giocattoli provenienti dalla Cina non conformi alle norme comunitarie. Dalle analisi condotte dai laboratori chimici dell’Agenzia su una partita di 1600 bamboline è stata riscontrata una presenza di ftalati maggiore del limite prescritto, così come su 3.510 Boxing set con guantoni. E’ stata fatta una segnalazione anche al ministero dello Sviluppo economico. © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 5 DICEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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Ryanair farà base all’aeroporto di Treviso Investimento da 200 milioni e 18 nuove tratte dal Canova. I 500 milioni per migliorare Tessera: Save “chiama” il Recovery Fund Laura Berlinghieri / TESSERA

Ryanair apre la sua prima base in Veneto a Treviso, la città che nel 1998 aveva visto volare da Stansted il primo volo della compagnia irlandese diretto in Italia. Il giorno da segnare sul calendario è il 30 marzo 2021. Data che, come si legge tra le righe, dovrebbe vedere anche la parziale riapertura del Canova, il cui traffico (nelle dimensioni ridotte “da pandemia”) è finora stato dirottato al Marco Polo di Venezia. Aeroporto, quest’ultimo, interessato da lavori imponenti, con la richiesta del loro inserimento - si parla di quasi 500 milioni di euro - nel Recovery Fund. DUE VETTORI NELL’HANGAR

«Significa che due aerei dormiranno nel nostro aeroporto» ha sintetizzato efficacemente il presidente di Save Enrico Marchi, ieri mattina al fianco del sindaco di Treviso Mario Conte e del Ceo di Ryanair Eddie Wilson, nel presentare l’investimento da 200 milioni di dollari. Ed è stato il manager della low-cost irlandese, la prima compagnia in Italia, a entrare nei dettagli più concreti dell’operazione, quelli che in-

teressano ai passeggeri: «A Treviso Ryanair gestirà 153 voli a settimana, MFJTVSF (i viaggi di piacere, ndr) e business, per 39 rotte internazionali e 6 nazionali. Ci saranno 18 nuove tratte, 15 delle quali internazionali. Apriremo Alghero, Alicante, Francoforte-Hahn, Paphos, Pescara, Riga, Tel Aviv, Salonicco e Trapani. Il vantaggio di una base? Per le piccole e medie impresi locali, la massimizzazione dell’utilizzo dell’aeroporto dalle prime ore del mattino. Ed è un vantaggio a livello occupazionale, per gli

sono ancora tanti i puntini da unire. Su tutti, l’approvazione della Via, come ricorda lo stesso Conte: «Lancio un appello al ministro perché proceda con le autorizzazioni, vagliate da tutti i tavoli tecnici. Questo sviluppo prevede solo migliorie». Più pesante Marchi che, ricordando le tre firme negate dal Ministero, parla di «omissione di atti d’ufficio». FONDI UE PER IL MARCO POLO

Dal 30 marzo 2021 prevista la parziale riapertura dello scalo della Marca La foto dei manager di Save e Ryanair e del sindaco di Treviso Conte ieri all’aeroporto di Venezia

assistenti di volo e i piloti che avranno base a Treviso». Ma, aggiunge Marchi, «l’opportunità è anche per i trevigiani che desiderano visitare località straniere e per i turisti che vogliono venire nella Marca». Precisando: «Le 18 nuove rotte non andranno necessariamente a sostituire quelle che ci sono. I nuovi aerei ci permetteranno di crescere». Parlando

dei dati per i tre aeroporti veneti, Ryanair garantirà 60 rotte (di cui 45 internazionali), collegando l'Italia a oltre 20 Paesi, con un’implementazione di 60 nuovi posti di lavoro diretti, a cui si aggiungono gli oltre 2 mila indiretti. Come traffico, si punta ai 3 milioni di passeggeri all’anno. Per questo gli occhi sono tutti al futuro, vista la previsione

secondo cui il traffico aereo non tornerà ai livelli dell’anno scorso fino al 2023-2024. «Riapriremo il Canova quando tornerà la gente. Farlo ora sarebbe un inutile spreco di risorse» spiega Marchi. VOGLIA DI VIAGGIARE

«Confidiamo nel futuro. Il giorno in cui è stato annunciato il primo vaccino anti Covid, ab-

biamo registrato un boom nelle prenotazioni. Significa che la gente vuole tornare a viaggiare». Con Treviso che si pone come “alter ego” di Venezia. «Vinceranno le città che, il giorno in cui la pandemia finirà, si faranno trovare pronte. Noi stiamo progettando il futuro» la dichiarazione di intenti del sindaco di Treviso Conte. Eppure, nonostante l’accordo,

Il materiale su cui lavorare non manca. Soprattutto per l’aeroporto di Venezia. «I lavori previsti hanno subito un ovvio rallentamento. Ci sono progetti pronti e altri a cui stiamo lavorando, tutti consegnati alla Regione e al Ministero delle infrastrutture, perché siano considerati per il Recovery Fund. Parliamo di quasi 500 milioni di euro» spiega Marchi. «Abbiamo concluso un lavoro imponente per le due piste e ora siamo concentrati sul collegamento ferroviario che consentirà gli spostamenti dall’aeroporto da e verso Venezia e Trieste. Ai cittadini danneggiati sarà dato un adeguato ristoro. Come Save, ci impegniamo per far presente queste esigenze a Ferrovie». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Politici nazionali e veneti, ex colleghi del parlamento europeo riuniti in Duomo a Montebelluna per l’addio al collega protagonista di decenni di attività dal Trevigiano a Venezia fino a Bruxelles

Il tributo a Sernagiotto: «Uomo del saper fare, non solo dire» L’ADDIO

era tanto mondo politico ieri pomeriggio in Duomo a Montebelluna per dare l’ultimo saluto a Remo Sernagiotto, l’esponente politico deceduto domenica all’età di 65 anni in seguito a un infarto che lo aveva colpito il lunedì precedente. C’era il governatore del Veneto Luca Zaia in prima fila, sempre la Regione Veneto era rappresentata dagli assessori Giampaolo Bottacin ed Elena Donazzan, dal presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti e dal consigliere regionale Marzio Favero. È arrivato, verso la fine della funzione, anche l’ex governatore Giancarlo Galan, e poi sindaci, come quello di Venezia Luigi Brugnaro, quello di Montebelluna Elzo Severin, quello di Salgareda, rappresentati da assessori, poi i sindaci di Treviso e di altri comuni minori. Non mancavano ex colleghi dell’Europarlamento, come la vicecapogruppo del Ppe nella passata legislatura, Lara Comi, come Salvatore Cicu, come l’ex M5S

C’

David Borrelli. Non poteva mancare Raffaele Fitto, il politico pugliese fondatore di Conservatori e Riformisti a cui aderito fin dalla prima ora Remo Sernagiotto: è stato tra i primi ad arrivare in Duomo esprimendo il dispiacere per la perdita di un collega e un amico. Non è potuto invece arrivare, perché in convalescenza, l’ex ministro Maurizio Sacconi, che ha inviato un messaggio per ricordare il peso politico che aveva avuto negli anni, prima che i loro percorsi partitici si dividessero, Remo Sernagiotto «nel radicamento popolare di Forza Italia nel territorio». Tante corone e tanti cuscini di fiori ad accogliere la bara arrivata alle 15 dal Ca’ Foncello: degli amici del Consiglio regionale, degli europarlamentari di FdI, dell’amministrazione comunale di Montebelluna tra le altre. E c’erano gli alpini schierati a salutare l’alpino Remo: i gagliardetti di 15 gruppi allineati dietro l’altare e poi il tributo finale con il suono della tromba. Ai lati dell’altare i gonfaloni della Regione e del Comune di Montebelluna.

Il feretro di Remo Sernagiotto nel Duomo di Montebelluna

MACCAGNAN

Da sinistra Raffaele Fitto, Luca Zaia, Giancarlo Galan e Luigi Brugnaro fotografati al funerale del politico trevigiano mancato per infarto

Nella omelia monsignor Antonio Genovese ha espresso «sconcerto, incredulità, dolore per la morte di Remo Sernagiotto», ne ha ricordato poi «la vita intensa, spesa anche per il bene degli altri, il sorriso e l’ottimismo, l’attenzione alle necessità delle persone, il saper fare e non solo il saper dire». Dopo la preghiera dell’alpino, sono stati la

moglie e il figlio a salutare e ricordare il marito e il padre, tra gli applausi di quanti affollavano il Duomo. «Grazie a tutti per la vicinanza, vi abbracciamo tutti, anche quelli che non sono riusciti a venire», ha detto la moglie Maurizia. «È stato facile per noi e per voi volergli bene, per lui la vita era leggera, anche dove c’erano difficoltà per lui erano

risolvibili: ricordatelo con un sorriso, che a lui non mancava mai per nessuno». «Eri tutto per me, il mio rifugio sicuro, la mia forza, la mia guida. I tuoi amici ci prendevano in giro perché ci sentivamo venti volte al giorno», lo ha ricordato poi la figlia Gloria. «Ma ogni cosa che mi succedeva, anche la più banale, io volevo condividerla con

te. Solo a te non sapevo mai dire di no. Solo tu sapevi rassicurarmi, ascoltarmi, consigliarmi». Commovente anche il ricordo del figlio Gregorio: «Mi dicevi sempre che un posto lasciato vuoto sarà occupato da altri, ma il tuo posto non sarà occupato da nessuno». — ENZO FAVERO © RIPRODUZIONE RISERVATA


BELLUNO

SABATO 5 DICEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

assegno prenatale

Protesta delle mamme «No a figli di serie B» La Regione eroga un contributo solo ai nati dal 19 agosto «Ci sentiamo prese in giro, si rivedano i criteri della legge» Alessia Forzin / BELLUNO

«I nostri figli non sono di serie B». È partita dal Bellunese, ma si è rapidamente allargata a tutto il Veneto, la protesta di un gruppo di mamme contro l’assegno prenatale della Regione. O meglio, contro le modalità con le quali viene erogato il contributo, che è di mille euro per ogni neonato, ma solo per i bambini venuti al mondo dal 19 agosto in avanti. È questo criterio ad aver fatto arrabbiare le mamme. Una catena whatsapp si è trasformata in un gruppo Facebook “Mamme venete 2020. Figli di serie B”, che a ieri sera contava quasi settecento membri. Un centinaio sono bellunesi. «Ci sentiamo prese in giro», racconta Ilenia Corso, che ha partorito il 18 agosto e che è fra le promotrici dell’iniziativa. «Il presidente Zaia, che io sostengo da sempre, cita spesso i bambini come simbolo di speranza

Un neonato

per il futuro, specie in un anno difficile come quello che stiamo vivendo. Ma tutti i bambini devono esserlo. I nostri, che sono nati prima di quel 19 agosto, sono forse di serie B?». La legge con la quale la Regione ha approvato l’assegno prenatale è la 20/2020. L’obiettivo è sostenere la natalità e i nuclei familiari nel fronteggiare i costi legati alla

gravidanza e le spese fondamentali nei primi anni di vita del bambino. Vengono assegnati mille euro, una tantum, ad ogni neonato nato dal 19 agosto in avanti, che diventano duemila se nella stessa famiglia c’è un minore fino a sei anni di età con grave disabilità. Le mamme hanno provato a contattare la Regione per manifestare il loro disappun-

caccia

Il Tar dà ragione alla Provincia calendario venatorio legittimo BELLUNO

Il Tar Veneto conferma la legittimità del calendario venatorio provinciale. L’ordinanza della prima sezione del tribunale amministrativo, pubblicata ieri, è a favore della Provincia. È dunque legittimo il calendario venatorio provinciale varato con atto del presidente il 14 luglio, nella parte in cui consente di posticipare la chiusura della caccia per alcune specie al 31 dicembre 2020 (capriolo) e al 31 gennaio 2021 (cervo, daino e muflone nelle riserve confinanti con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi) rispetto alla chiusura generale del 15 dicembre. L’associazione Italiana Difesa animali ed ambiente, difesa dall’avvocato Maria Caburrazzi, dopo il rigetto della sospensiva sulla misura della preapertura venatoria alla caccia del cervo (il 3 novembre), aveva promosso un ulteriore ricorso per motivi aggiunti contro il calendario venatorio provinciale, chiedendo al Tar che venisse sospesa la caccia agli ungulati entro il 15 dicembre o che la stessa venisse limitata a tre giorni a settimana. La Provincia di Belluno, difesa dall’avvocato Emma Pierobon e la Coldiretti di Belluno, intervenuta a supporto con l’avvocato Barbara Stilo, si sono opposte, osservando

Franco De Bon

nel merito che tale posticipo era stato autorizzato con parere Ispra del 18 giugno 2020 e comunque che in provincia di Belluno viene esercitata solo la caccia di selezione, basata su piani di abbattimento annuali, quantitativi e qualitativi per classi (sesso ed età) formati su censimenti, e anche tenendo conto dell’incremento della popolazione; alla Riserva viene assegnato per ciascuna stagione venatoria un numero determinato di capi e non esiste il rischio di un prelievo eccessivo, perché una volta raggiunto il carniere la caccia al-

la specie viene chiusa. Con l’ordinanza n. 612/2020 il Tar ha quindi respinto anche questa seconda domanda cautelare richiesta dall’Aidaa, rilevando che le censure sollevate dalla ricorrente riguardano «aspetti strettamente metodologici e meritali» che appartengono alla scelta tecnica dell’amministrazione e che rispettano le indicazioni dell’Ispra e pertanto - conclude il Tar - affermando di non ravvisare nel calendario venatorio provinciale «vizi istruttori o motivazionali». «Il tribunale amministrativo ha confermato quello che già sapevamo, ovvero che abbiamo agito nel pieno rispetto di quanto ci è consentito dalla normativa, con l’avvallo del maggior organo del ministero dell’Ambiente, l’Ispra», commenta il consigliere provinciale delegato a caccia e pesca, Franco De Bon. «Spiace solo che ancora una volta posizioni ideologiche, avulse dal contesto provinciale e senza la minima conoscenza del territorio, abbiano fatto perdere tempo ed energie preziose ai nostri uffici. Ringraziamo la Coldiretti per il sostegno. Il nostro operato va nella direzione disegnata dalle misure previste da Ispra, ma anche verso la soluzione di problemi e criticità segnalatici dalle associazioni agricole». —

to, ma senza esito. «Abbiamo inviato una mail ciascuna (quindi circa seicento) al presidente Zaia», continuano Ilenia Corso e Nadia De Donà, neo mamma (il suo piccolo è nato in aprile) di Belluno. «Ci è stato detto di rivolgerci all’assessore alla sanità e sociale, Manuela Lanzarin, ma non ci risponde. Allora abbiamo riprovato con il presidente Zaia, stiamo cercando di prendere un appuntamento direttamente con lui». Le mamme sono consapevoli che in Regione c’è molto lavoro da fare, con la pandemia Covid da gestire, ma vorrebbero si correggesse una stortura che impedisce ai loro figli di usufruire del bonus. «Nessuno pretende diritti che non ha, ma perché fare una legge del genere con un limite temporale?», si chiedono. «I nostri figli sono forse di serie B? Ci è stato risposto dall’Urp della Regione che la legge è sperimentale, ma noi ci sentiamo prese in giro». Il gruppo sta ottenendo una solidarietà che nessuna si aspettava quando l’iniziativa è partita: «Fra i membri della pagina ci sono genitori con figli grandi, persone che non hanno figli, mamme che hanno partorito dopo il 19 agosto e ritengono sbagliato questo provvedimento», concludono Ilenia e Nadia. «Stiamo vivendo un anno drammatico sotto il profilo sanitario, venga riconosciuto a tutti i neonati il bonus, con un provvedimento ulteriore a quello approvato». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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il senatore de carlo

Indennizzi in montagna «Il governo studi come e non vada in vacanza» BELLUNO

«Non possiamo trovarci all’epifania con albergatori e impiantisti che non sanno che fare l’indomani: il governo non vada in vacanza, inizi a programmare la ripartenza e studi indennizzi per l’intera area montana sulla quale ricadono i danni delle chiusure che coinvolgono le attività turistiche»: parole del senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia che stila l’elenco delle priorità dei territori maggiormente colpiti dal nuovo dpcm. «Si devono prevedere indennizzi sul modello tedesco e austriaco, quindi sulla base dell’effettivo fatturato perso», attacca De Carlo, «le stime parlano di un crollo dal 40 al 65% del fatturato dell’intero indotto, in base alle aree prese in considerazione. L’Austria, ad esempio, arriva a coprire fino all’80% delle perdite. Vuol dire che si può fare, e questo deve essere fatto al più presto». De Carlo pensa anche ai lavoratori: «Gli stagionali vanno ristorati. L’esercito di dipendenti stagionali che ogni anno tiene in moto la macchi-

na turistica invernale non può certo essere assunto in questo momento di grave crisi, e questo lavoro è la loro unica entrata. Va dato loro un ristoro più che meritato visto che da mesi paghiamo con il reddito di cittadinanza fannulloni sul divano mentre qui parliamo di gente che vorrebbe lavorare, ma che viene lasciata a casa dal governo». C’è poi tutta la partita delle riaperture: «Servono regole certe. Gli operatori dovranno verificare l’economicità di un’apertura a gennaio, mese tradizionalmente più tranquillo per le settimane bianche dopo le vacanze natalizie e in attesa di quelle di carnevale e pasqua» sottolinea il senatore, sindaco di Calalzo, «non possono certo attendere l’ultimo giorno, come accaduto finora, per sapere cosa fare e come riaprire». In questo senso, l’appello di De Carlo è diretto: «C’è più di un mese, da oggi al 7 gennaio: il governo non vada in vacanza e lavori su programmazione e risorse. Gli indennizzi devono andare a tutte le realtà che fanno riferimento all’area sciistica». — GIANLUCA DE ROSA


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PRIMO PIANO

SABATO 5 DICEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario

Natale e Capodanno con il lockdown Zaia scommette: «So come evitarlo» Piena sintonia con il Cts «Milioni di persone libere a Roma centinaia bloccate nei paesini: mi dite che senso ha?» Albino Salmaso / VENEZIA

Benedetto sia il Comitato tecnico scientifico del ministro Speranza, quello guidato da Agostino Miozzo e Silvio Brusaferro: in un documento ha ribadito che il vero rischio si chiama assembramento. La stessa analisi dei presidenti delle Regioni ignorata dal premier Conte che ha imposto la linea del massimo rigore. La sintonia tra scienziati e governatori si è cementata attorno al concetto epidemiologico di pandemia: non ha senso impedire gli spostamenti delle famiglie tra i piccoli comuni a Natale, Santo Stefano e Capodanno senza bloccare le folle nelle grandi città: anzi, il “liberi tutti” rischia di vanificare due mesi di sacrifici. I PICCOLI COMUNI PENALIZZATI

A pagare il conto più duro sarà l’Italia degli ottomila comuni dove vivono 50 milioni di persone disseminate in campagna, mentre nelle dieci grandi aree metropolitane ci si potrà spostare senza ostacoli. E se fino a ieri il Cts era guardato con timore per i 21 vincoli e l’esame dell’Rt, ora

viene incensato come l’oracolo della verità oggettiva, al di sopra di ogni disputa politica. Così la pensa Luca Zaia, che veste i panni di Babbo Natale con l’obiettivo di non lasciare soli in casa senza panettone e spumante milioni di anziani perché i figli non possono attraversare i confini anche se abitano a qualche chilometro di distanza. Una sfida tutta politica. Difficile da vincere. Perso il primo round con il premier Conte che ha imposto il Dpcm che blinda le feste di fine anno, il presidente del Veneto apre la porta del dialogo convinto di spuntarla in tempi brevi. Con quale strategia? LA SOLUZIONE SEGRETA

«Io la soluzione ce l’ho già in tasca, ma non la posso anticipare. Per rispetto del governo. Sono contento che il Cts abbia fatto la stessa analisi della conferenza delle regioni. Se il problema è l’assembramento è evidente che bisogna intervenire in primis in una città come Roma, che ha 3 milioni di abitanti, il doppio del Friuli. E lo stesso vale per Milano, Torino e Napoli. A Natale siamo tutti più buo-

timori di nuova epidemia

Virus di influenza aviaria in alcuni uccelli cacciati nelle lagune e nel delta Po VENEZIA

«Dobbiamo scongiurare la diffusione di focolai di aviaria, visti i casi registrati anche in Veneto nelle scorse settimane. Invito perciò tutti e in particolare i volontari delle associazioni di tutela degli animali, qualora dovessero rinvenire volatili malati o morti, a maneggiarli con la massima attenzione, avere un’attenta igiene personale e consegnarli alle Asl, già allertate in merito, affinché possano analizzarli e verificare la presenza del virus anche tramite l’Istituto Zooprofilattico». È l’appello che arriva dal consigliere regionale del Partito democratico Andrea Zanoni, riprendendo le nuove misure diramate dal ministero del-

La ricerca di esemplari infetti

la Sanità. «Il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria, ha comunicato che alcuni uccelli cacciati nelle lagune veneziane e nel Delta del Po sono risultati positivi a due sottotipi del virus, entrambi ad alta patogenicità HPAI: l’H5N8 e l’H5».

ni e quindi spero che il governo modifichi il divieto di movimento tra i comuni nelle date del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio. Noi non vogliamo essere dall’altra parte della barricata, ma va trovata una soluzione e il governo ha tutto il tempo per modificare il Dpcm. Facciamo passare qualche giorno e penso che ci sarà pur qualche incontro prima delle festività. C’è quindi il margine per provare a convincere il governo a modificare il provvedimento». Come? Il Doge serenissimo non apre bocca. L’ASSALTO A MONTECITORIO

Insomma, se a Roma Salvini, Meloni e Berlusconi organizzano le barricate a Montecitorio per dare una spallata al governo con l’aiuto delle truppe grilline infuriate contro la riforma del Mes, a Venezia Luca Zaia usa l’arte della diplomazia per smontare il decreto Conte che blinda le feste di fine anno. E coniuga da par suo per la felicità di Crozza l’antico proverbio: «Si prendono più mosche con una goccia di miele che con una botte d’aceto” che diventa: “Se ciapa più mosche

Da ottobre scorso, prosegue il consigliere, focolai in uccelli selvatici e domestici sono stati invece confermati in Olanda, Germania, Danimarca, Svezia, Belgio, Francia e Croazia, portando a misure di prevenzione sempre più stringenti. «Il Veneto è un’area particolarmente a rischio, perché si trova in corrispondenza delle principali rotte migratorie stagionali dell’avifauna selvatica, soprattutto nell’area del Delta e del Garda. Non è un caso, che la Regione vieta l’uso di richiami vivi nella caccia agli acquatici. Lo scorso 26 novembre, il ministero della Salute ha emanato un provvedimento in cui oltre ad alcuni divieti e restrizioni, come il ripopolamento di fagiani, starne e quaglie, si chiede di elevare il sistema di “early warning”. «Dobbiamo assolutamente evitare il rischio che l’infezione si diffonda» conclude Zanoni «altrimenti potrebbe essere necessario abbattere milioni di animali di allevamento e potrebbero contagiarsi anche dei cittadini venuti a contatto con gli animali infetti». —

La chiusura dei confini comunali a Natale è un incubo per i ristoratori e, sembra, anche per molti veneti

La Svizzera include il Veneto fra le regioni con obbligo di quarantena: «Loro che hanno le terapie intensive sature...» La prossima settimana arriverà il piano dei trasporti per coniugare pubblico e privato in vista della ripresa della scuola a gennaio

col miele che con el ddt”... Poi se la prende con la Svizzera che ha inserito Veneto, Friuli ed Emilia fra le regioni da sottoporre a quarantena: «Il ministro degli Esteri Di Maio si deve muovere perché così si mette in discussione l’unità nazionale. Mi sembra che la Svizzera non abbia più posti nelle terapie intensive», osserva Zaia. IL PIANO TRASPORTI

Ultima questione, altrettanto spinosa: la riapertura della scuola. Il governo ha affidato ai prefetti il ruolo di coordinamento per organizzare il rientro in classe delle superiori il 7 gennaio. Il piano dei

lettera di marcato al governo

I troppi lacci burocratici al credito alle aziende favoriscono la malavita VENEZIA

L’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato ha inviato una lettera ai ministri competenti, ai sottosegretari veneti, e a tutti i parlamentari veneti nazionali ed europei nella quale segnala i disagi operativi che si riscontrano nell’applicazione degli strumenti finanziari attivati dal Governo previsti per far fronte alle conseguenze dell’emergenza da Covid-19, in particolar modo in relazione alla rigida applicazione delle norme di Basilea sulla concessione dei crediti alle imprese. «Ho scritto ai ministri e ai parlamentari perché, soprattutto in que-

L’assessore Roberto Marcato

sto momento, è vitale per l’economia che certi vincoli siano almeno temporaneamente allentati» spiega Marcato «Questo è un tema molto caro alle imprese che già prima della pandemia spesso, per non dire sempre, lamentavano l’eccessiva burocra-

trasporti sarà presentato la prossima settimana, l’assessore Elisa De Berti ha convocato le 33 aziende di trasporto pubblico locali e anche i privati. Ci sono 700 pullman pronti a scendere in strada per evitare i disagi di settembre. Basterà per garantire la fine dei contagi? Si scende al 50 per cento della capienza su ogni bus. Si gira pagina, ma la vera sfida da vincere è abolire il lockdown a Natale e Capadanno. Zaia è abituato a vincere, anzi a stravincere con il 76%: riuscirà a far cambiare idea a Conte? Si accettano scommesse. Con panettoni e bottiglie di Prosecco. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

zia legata ai processi imprenditoriali». Marcato evidenzia quanto segnalato dagli imprenditori veneti, anche attraverso le associazioni di categoria, in merito alle difficoltà riscontrate dagli stessi nel poter accedere agli strumenti di finanziamento agevolato posti in essere dalla pubblica amministrazione a loro sostegno, in cofinanziamento con il sistema bancario. L’entrata in vigore dal primo gennaio delle nuove regole per la definizione dei finanziamenti cosiddetti «non performing», introducendo ulteriori elementi restrittivi, rischia di avere effetti devastanti. La restrizione nella concessione di crediti alle PMI, per il tramite delle vie ufficiali, può comportare non solo il rischio di un incremento delle difficoltà economiche e finanziarie delle imprese, ma anche quello di ampliare gli spazi di intervento di finanziarie legate alla malavita o di fondi di investimento meramente speculativi. —


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Primo Piano

Sabato 5 Dicembre 2020 www.gazzettino.it

Il rientro degli emigranti LA STORIA è un altro Veneto, fuori dal Veneto. E tra quei 5 milioni di emigranti, o loro discendenti, molti erano abituati a rientrare nella loro terra di origine per le festività. Ma su questo Natale pende l’incognita delle regole per l’arrivo dall’estero, che il dpcm disciplina con relativa chiarezza per i turisti, ma non altrettanto per i cosiddetti “expat”. In queste ore i gruppi social degli italiani all’estero sono un calderone di amarezza e ansia per l’incertezza normativa, che si riversa anche sulle pagine istituzionali di ambasciate e consolati, le quali spesso rimandano a loro volta alle aziende sanitarie e alle autorità portuali, in un cortocircuito di indicazioni parziali e contrastanti. Eloquente è la testimonianza di Monica Ferro, vicentina di Malo, ma da dieci anni a Londra, che ha contattato Il Gazzettino per sollevare pubblicamente il problema.

C’

«Per noi italiani all’estero le direttive sono un caos» Il racconto di Monica, veneta a Londra: `Tampone o quarantena? Nel dubbio pure «Nemmeno la Farnesina ci dà certezze» i gelatai in Germania. «La Regione ci aiuti» `

IL NUMERO VERDE Il suo caso riguarda appunto la Gran Bretagna, ma segnalazioni di istruzioni contraddittorie arrivano anche dalla Germania, dove numerosi ad esempio sono i gelatai bellunesi e trevigiani. Racconta ad ogni modo Monica: «Il dpcm non dà indicazioni chiare. Ho provato a chiamare il numero verde della Farnesina, ma anche loro mi hanno detto che non hanno informazioni precise e di richiamare tra qualche giorno per vedere se hanno disposizioni più chiare. La situazione ha del grottesco. Nessuno ha capito se c’è obbligo di tampone prima della partenza o se c’è possibilità di tampone all’arrivo, se bisogna fare la

quarantena oppure no e, se sì, per quali periodi. Si è parlato solamente dei vacanzieri e di chi decide durante il periodo natalizio di andare all’estero per turismo. La situazione di noi espatriati è ben diversa». DA DIECI ANNI Monica Ferro, originaria di Malo, lavora nel settore informatico a Londra

IL SITO Ieri il ministero degli Esteri ha cercato di fare ordine sulla

questione, in una lingua più comprensibile del burocratese con cui è stato inesorabilmente scritto il decreto, pubblicando sul proprio sito prescrizioni e casistica. Così è stato precisato che dal 21 dicembre al 6 gennaio, quanti provengono dai Paesi dell’elenco C (di cui fa parte anche il Regno Unito) «sono soggetti non a obbligo di test ma a

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isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per 14 giorni». Però poi, fra gli esempi concreti, si legge che «il cittadino italiano residente in Belgio (altro Paese dell’elenco C, ndr.) che deve rientrare in Italia per comprovati motivi di lavoro deve sottoporsi in ogni caso a test molecolare o antigenico». Vale quindi anche per la vicentina Ferro e gli altri veneti in Inghilterra, che però tornerebbero non per lavorare bensì per visitare i parenti? «So benissimo che non è una decisione delle Regioni – sottolinea – ma considerando che l’Italia ha 5 milioni di emigrati e che il Veneto è una delle prime, vorrei chiedere al presidente Luca Zaia di fare pressioni al Governo per avere delle risposte chiare sulle modalità di rientro per gli espatriati».

LA SPERANZA Monica lavora per un’azienda di software per la gestione delle strutture ricettive, occupandosi dello sviluppo del prodotto per il mercato italiano. «Per tutto il primo lockdown – ricorda – ho evitato qualsiasi

viaggio in Italia, per non mettere a rischio i miei genitori. Sono riuscita a tornare ad agosto, grazie anche agli allentamenti, e nuovamente a inizio novembre per un viaggio di lavoro, presentando tampone negativo all’arrivo. Ho dovuto però fare 14 giorni di isolamento al mio rientro nel Regno Unito, visto che il corridoio è chiuso e qui non fanno tamponi all’arrivo in aeroporto. Le restrizioni Covid in Gran Bretagna sono sicuramente più blande che in Italia. Da giovedì hanno riaperto pub e ristoranti fino alle 22, non c’è mai stato impedito di uscire e purtroppo, sebbene la mascherina sia obbligatoria, tantissime persone non la mettono, nemmeno in metropolitana. Ora c’è una ventata di speranza portata dall’approvazione, da parte dell’Mhra (l’agenzia regolatoria del farmaco, ndr.), del vaccino Pfitzer/Bionthech. Sembra inizieranno a vaccinare la categorie più a rischio già dalla prossima settimana». Ma intanto c’è la preoccupazione per le vacanze di Natale. «Nessuno qui – assicura la vicentina – ha la pretesa di tornare senza controlli o misure di sicurezza, anzi. Quello che vorremmo avere sono delle linee guida chiare su come muoverci, per poterci organizzare per tempo». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

«QUI RESTRIZIONI PIÙ BLANDE E POCHE MASCHERINE IN GIRO PERÒ CONFIDIAMO NEL VACCINO DALLA PROSSIMA SETTIMANA»


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del NordEst

ANNO 134- N° 289

VENEZIA MESTRE

Sabato 5 Dicembre 2020

Mestre Travolta e uccisa sulle strisce pedonali davanti alla nipote

Calcio & giustizia Indagati dirigenti e legali della Juventus per l’esame-farsa di Suarez

Scatti & riscatti Spadaccini e marinari, i supereroi di Dumas

Munaro a pagina XI

www.gazzettino.it

Nordio a pagina 17

A pagina 13

Divieti di Natale, tutti i dubbi Zaia: «Va ripensato il veto agli spostamenti `Genitori, parenti, amici, fidanzati: ecco tra i comuni, penalizza le piccole comunità» cosa di può fare e cosa invece è vietato `

I commenti

Il caso Specializzandi: graduatorie rinviate

Virus e divieti, si naviga sempre a vista Luca Ricolfi è un certo strabismo, ultimamente, nella comunicazione sul Covid. Il messaggio principale è che dobbiamo stare rinchiusi, e che se ci rinchiudono è “per il nostro bene”, come si dice ai bambini per fargli accettare qualche sacrificio. Il numero dei morti (che viaggia verso quota 1000 al giorno) serve assai bene allo scopo. C’è però anche un messaggio (...) Continua a pagina 23

C’

Il rapporto Censis

Il Covid ci rende più spaventati e incattiviti Il 54° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese mostra un’Italia impaurita dal Covid, più “cattiva”, con la paura dei tagli ai posti di lavoro, soprattutto per giovani e donne. E un divario sempre più profondo tra poveri e ricchi. Arnaldi a pagina 3

Il Friuli diventa giallo conferma per il Veneto promosse 8 regioni

L’auto a ruote quadrate del governo

A Nordest l’indice di contagio è però fra i più alti. Solo l’Abruzzo resta rosso `

Bruno Vespa arà un Natale che assomiglia a un Venerdì Santo nella speranza della Resurrezione. Forse si potrebbe allentare la morsa per i comuni più piccoli. Forse il permesso di andare nelle seconde case avrebbe alleggerito il dramma delle località turistiche. Ma gli italiani hanno fretta di uscire dalla dittatura del signor Covid e se il prezzo da pagare è questo, sono disposti a farlo. (...) Continua a pagina 23

Nelle maglie dell’ennesimo Dpcm, infatti, ci sono una e più falle. Mille interrogativi ai quali Palazzo Chigi risponderà probabilmente con le Faq, ma che potrebbero aiutare chi non accetta di buon grado le regole, a superarle grazie alle possibili interpretazioni. Il Viminale prevede un impiego di forze sul campo concentrato soprattutto a contenere gli spostamenti. Le date a rischio sono quelle a ridosso del 18-19-20 dicembre. Il governatore veneto Zaia confida che il governo corregga alcuni dettaglli: «Tolga il veto agli spostamenti tra comuni». Mangani, Marani e Pederiva alle pagina 2, 3 e 4

S

Lo scandalo dei 14mila medici “disoccupati” Ennesimo rinvio delle assegnazioni dei 14mila medici specializzandi che quindi non possono entrare in corsia pur in questa situazione di emergenza Ianuale a pagina 9

Promosso il Friuli Venezia Gialle che da area arancione passa a gialla, esattamente come il Veneto che vede confermato anche questa settimana il suo colore. E la provincia di Bolzano da rosso passa in arancione. Sono in tutto 8 le regioni “promosse” dalla pagella settimanale del ministero della Sanità. Una sola è rimasta in zona rossa: l’Abruzzo. Sia in Veneto sia in Friuli Vg l’indice di contagio, sceso in molte aree sotto quota 1, rimane però fra i più elevati. Evangelisti a pagina 5

Il caso

Emigrati italiani: caos regole per chi rientra in patria L’Italia ha 5 milioni di emigrati, molti del Nordest. Ma chi fra costoro vuole rientrare in patria per le festività, non sa come fare: mancano regole Covid. Pederiva a pagina 7

Il focus

Il vaccino, tutto quello che c’è da sapere Mauro Evangelisti opo il Regno Unito, anche il Bahrein ha autorizzato il vaccino anti Covid-19 di Pfizer-BioNTech, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito che la strada per superare la pandemia è ancora lunga. E Mike Ryan, esperto dell’Oms, ha fatto sapere: «I dati ci dicono che la protezione potrebbe non durare per tutta la vita e quindi potrebbero verificarsi nuove infezioni, i vaccini non sono uguali a zero Covid». C’è un percorso ormai definito per il vaccino elaborato dal colosso americano Pfizer e dalla tedesca BioNTech e descrive la complessità della somministrazione. Non sarà “un’iniezione e via”. No, dopo la prima, bisognerà attendere otto giorni prima che si sviluppi una parziale protezione da Covid-19, altri 21 prima di potere fare la seconda iniezione e, infine, al ventottesimo giorno, secondo quanto emerge dalla sperimentazione, ci sarà la protezione totale. Primo problema: sarà necessario essere chiari e convincenti con coloro che saranno vaccinati inizialmente, perché dopo la prima iniezione dovranno continuare ad essere estremamente prudenti, visto che ancora la protezione non sarà completata. (...) Continua a pagina 9

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Ryanair plana su Treviso: 45 rotte L’aeroporto Canova di Treviso diventa base di Ryanair. Il che vuol dire due aerei sempre presenti, 45 rotte per l’Italia e per l’estero, di cui 18 totalmente nuove, 120 persone tra piloti, equipaggi, controllori di volo e addetti vari che vivranno e dormiranno in città per un investimento che oscilla attorno ai 200 milioni di euro. Tutto grasso che cola per lo scalo trevigiano, chiuso dalla scorsa primavera per colpa di una pandemia che ha cancellato passeggeri e voli. Save e la compagnia irlandese hanno sottoscritto l’accordo, che potrebbe diventare operativo da marzo 2021. Calia a pagina 14

La polemica

Beltotto: «Con questi tagli tra due mesi lo Stabile chiude»

BASE Un volo Ryanair a Treviso

I nuovo “Rigoletto” prodotto dal teatro Stabile del Veneto debutterà domenica 20 dicembre alle 17, in diretta streaming, ma il presidente Giampiero Beltotto avverte: «Non lo dico per polemica, ma se la Regione conferma il taglio di 55mila euro ai finanziamenti, il Teatro Stabile potrà aprire per due mesi e poi sarà costretto a chiudere». Pavan a pagina 19

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “Calendario Barbanera 2021” + € 2,90 ∆ “Dolomiti. Passeggiate sulla neve” + € 7,90 ∆ “Agenda del Leone 2021” + € 8,80 ∆

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PRIMO PIANO

SABATO 5 DICEMBRE 2020 IL MATTINO

Coronavirus: le misure nel Padovano

Assembramenti, stretta nel weekend «Più agenti in strada: saremo rigorosi» Giordani proroga l’ordinanza anti-sigarette. Nell’ultima settimana sette multe per fumo e mancato uso della mascherina Luca Preziusi /PADOVA

«Stiamo predisponendo un fine settimana di controlli rigorosi, in modo che il comportamento irresponsabile di pochi non vanifichi gli sforzi di tutti gli altri. Fare oggi polemiche sulle piste da sci con quasi mille morti al giorno è assolutamente inopportuno, visto che il Covid non va in vacanza». Il sindaco Sergio Giordani è netto: nessun passo indietro e nessun rompete le righe, tant’è che a differenza del presidente Zaia (che ieri ha lasciato decadere le sue ordinanze restrittive), oltre ad aumentare i controlli nel weekend, ha prolungato il bando alle sigarette e ai distributori automatici: «Ho prorogato fino al 15 gennaio sia l’ordinanza per le limitazioni anti-fumo in fase pandemica, sia quella che limita gli orari dei distributori automatici di cibo e bevande. Misure di buon senso su cui non intendo e non avrebbe senso mollare la presa ora». MULTE E NUMERI

E a proposito di ordinanza anti-fumo, sono state cinque le multe date nella prima settimana di applicazione dagli agenti della polizia locale a chi non è riuscito a rinunciare alla sigaretta anche dove era vietato: ossia alle fermate dei mezzi pubblici, vicino alle

Controlli della polizia locale per il rispetto delle misure anti-Covid: nel fine settimana saranno schierate più di venti pattuglie

scuole, e in tutto il territorio comunale laddove non si riesca a mantenere una distanza di 3 metri dagli altri. Nell’ambito dei controlli per verificare il rispetto delle norme anti-Covid sono stati controllati 231 esercizi, e due di questi sono stati chiusi per 5 giorni. Sono invece 619 le persone identificate, e oltre ai cinque

fumatori sono stati sanzionate anche due persone che non utilizzavano la mascherina. CONTROLLI A TAPPETO

È previsto un fine settimana di controlli intensi, e come anticipato dal sindaco Sergio Giordani ci saranno anche più uomini in divisa in strada. Oggi saranno in servizio 22

unità in mattinata e 24 nel pomeriggio, mentre domani saranno 18 al mattino e 22 dopo pranzo, con la garanzia che per tutto il weekend gli accertamenti ci saranno anche la sera, soprattutto in centro storico e all’Arcella. Controlli che ovviamente verranno svolti a braccetto con le altre forze dell’ordine: «Non preve-

diamo intensificazioni di controlli, semplicemente perché li abbiamo sempre fatti e continueremo a farli così come fa l’amministrazione comunale», conferma il prefetto, Renato Franceschelli. «ATTENZIONE ALTISSIMA»

«L’errore più grande sarebbe quello di far finta di nulla da-

vanti a un dato inequivocabile e che deve preoccupare tutti: la pressione della pandemia sulla strutture sanitarie del territorio e della città resta elevata». Giordani quindi torna a ribadire, da massima autorità sanitaria locale, l’importanza di mantenere l’asticella dell’attenzione alta: «Lo sforzo dei medici e del personale sanitario è ancora massimo. E questo sta a significare che il virus circola in maniera molto significativa. Dobbiamo continuare a stare molto attenti sia fuori, nelle strade, che nelle mura domestiche, dove uso della mascherina, igiene delle mani, distanziamento e limitazione drastica dei contatti interpersonali restano assolutamente fondamentali». E poi un accenno al Natale, che quest’anno sarà vissuto dalla maggior parte delle famiglie in solitudine e in particolare intimità: «Queste feste saranno diverse e tutti dobbiamo prenderne atto, il Covid 19 non va in vacanza, e quindi dovremo fare sacrifici, nonostante questo periodo dell’anno sia caro a ciascuno di noi. Polemiche sulle piste da sci con quasi mille morti al giorno le ritengo inopportune. Bisogna ristorare i settori colpiti ma la salute pubblica viene prima di tutto. Questa resta la via maestra», chiude il primo cittadino. —

le celebrazioni religiose

sbloccato il servizio

Orari ancora incerti per le messe di Natale Diocesi e Santo in attesa di indicazioni

Riaperte le biblioteche ma bisogna prenotare

La liturgia della notte di vigilia sarà anticipata alle 20 per rispettare il coprifuoco Programma da definire per il 25 La Cei: sicurezza garantita PADOVA

Alle otto a messa, alle dieci a casa. La serata della vigilia di Natale comincerà e si concluderà in anticipo ma la tradizione ha superato l’ostacolo dell’ultimo dpcm e non era scontato. Con il coprifuoco confermato alle 22 e nessuna deroga in previsione, la Diocesi si prepara a varare un piano alternativo che prevede nuovi orari, sia per il 24 che per il 25 dicembre. Al momento ogni decisione è congelata. Il dpcm ha ribadito i confini dentro i quali ci si può muovere ma nei prossimi giorni è in programma un nuovo incontro fra il Comitato tecnico scientifico

La messa di Natale in duomo dovrà adeguarsi alle nuove regole

e la Cei. Da questa riunione dovrebbero emergere indicazioni più puntuali da “distribuire” a cascata fino alle parrocchie. I vescovi hanno già invitato i parroci a prevedere un orario compatibile con il coprifuoco, dando ai fedeli il tempo di tornare a casa alla fine della liturgia. Sulle modalità di svolgimento della quale, invece, per ora non sembrano essere previste novità.

Già dopo la fine del lockdown, tutte le parrocchie hanno adottato misure rigorose di distanziamento, sanificazione delle sedute, aerazione delle chiese. «Liturgie e incontri comunitari sono già soggetti a una cura particolare e alla prudenza», ha ribadito il Consiglio episcopale permanente. «E in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comuni-

tà in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Da qui la certezza che sarà così anche per le celebrazioni di Natale, come avvenuto finora». Il nodo, semmai, riguarda gli orari e il numero di messe da programmare per una giornata “calda” come quella del 25. Dovendo evitare di riempire le chiese, bisognerà orientare i fedeli in modo da distribuirli tra le diverse celebrazioni in programma. In questo senso saranno importanti le indicazioni che arriveranno dall’incontro fra Cts e Cei. Aspettano indicazioni anche i frati del Santo. Il rettore della basilica, padre Oliviero Svanera, ieri ha ribadito che nessuna decisione è stata presa: «Ho convocato il consiglio per il 9 per organizzare tutto». Anche lui, come gli altri, attende di saperne di più. — CRIC

PADOVA

Le biblioteche comunali riaprono finalmente le porte al pubblico. Con l’ultimo dpcm, che proroga la chiusura di mostre e musei, le biblioteche pubbliche possono tornare a erogare i loro servizi. Con tutte le accortezze e le misure di sicurezza del caso: sarà possibile accedere solo su prenotazione, sia per quanto riguarda i prestiti che per la consultazione e la lettura dei libri in loco, per consentire il rispetto della capienza massima dei locali. Il servizio di prestito è ripartito ieri in tutte le biblioteche comunali, mentre oggi sono aperte quelle dell’Arcella, Bassanello, Brenta Venezia e Savonarola. La prenotazione del prestito va effettuata via telefono o email, previa conferma da parte della biblioteca. È di nuovo operativo sia il prestito intrabibliotecario – tra le biblioteche della città –

che interbibliotecario, ovvero con le biblioteche nazionali ed estere. Tutte le biblioteche e gli uffici del settore cultura rimarranno chiusi lunedì 7 e martedì 8 dicembre per il ponte dell’Immacolata, mentre da mercoledì 9 ripartirà anche il servizio di consultazione in sede. La prenotazione dovrà essere effettuata tramite l’app Affluences, già rodata e largamente utilizzata per le biblioteche universitarie. Fanno eccezione le biblioteche Forcellini e Savonarola, per le quali la prenotazione va effettuata via mail o telefono, e la Brenta Venezia, che dovendo ospitare nei suoi spazi le classi della scuola attigua, non sarà accessibile per la consultazione in loco. Nei prossimi giorni – ha fatto sapere il Comune – saranno nuovamente disponibili altri servizi, come la navigazione in Internet, sempre su prenotazione. — ROBERTO RAFASCHIERI


Garda - Baldo 33

L'ARENA

Sabato 5 Dicembre 2020

BARDOLINO. Dopolariqualificazionedipiazza Lenotti, toccaa viaFosse: inpratica gli altridue stralcidelprogetto complessivoverranno realizzati inun colpo solo

Il centro storico sistemato a puntate Ilsindaco:«Speriamodifinire gli interventiprima dellaprossimastagione turistica.A Pasqua inognicasoèprevistala sospensionedeilavori» Stefano Joppi

Al via, a Bardolino, la riqualificazione di via Fosse: è cominciata la cantierizzazione per i lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione in pietra e porfido del centro storico del centro lacustre, progetto avviato ancora tre anni fa e suddiviso in tre stralci (ha già visto nel 2018 l’intervento di riqualificazione di piazza Lenotti per una spesa di circa 100 mila euro). Adesso il tratto interessato parte dall’edicola di Borgo Cavour e interessa tutta via Fosse, dorsale che affianca piazzetta Bassani Raimondi, scorre dietro la parrocchiale e si congiunge con piazza Lenotti. In pratica in un colpo solo vengono realizzati il secondo e terzo stralcio affidati rispettivamente all’impresa Made di Verona e alla ditta Fratelli Azzoni di Goito. L’importo totale dei lavori è di 350mila euro: nello specifico 100mila per Borgo Cavour-via Toscanini e 150 mila per via Toscanini-piazza Lenotti. Via Fosse è una delle arterie principale di passaggio dei veicoli nel centro storico e pertanto sottoposta a un carico di transito non indifferente che nel corso degli anni ha

deteriorato il manto in porfido e lastre di marmo. Prima della sistemazione in superficie l’Azienda gardesana servizi provvederà alla sostituzione dei sottoservizi esistenti (fognatura e acquedotto) che interesseranno per alcuni giorni anche Borgo Cavour nel tratto situato all’intersezione con via Fosse e via Vespucci. I lavori verranno effettuati in più fasi cercando in questo modo di garantire il transito dei veicoli negli spazi di strada non interessati dalla fase in opera. «Speriamo di ultimare l’opera prima dell’inizio della stagione turistica», è l’auspicio del sindaco Lauro Sabaini. «Di certo nel periodo pasquale i lavori saranno sospesi e poi in base allo stato dell’arte verrà deciso se riprendere subito il cantiere o ultimare il tutto in autunno. Piazzetta Bassani Raimondi non sarà al momento interessata ai lavori ma verrà successivamente sistemata con un terzo stralcio già finanziato di 150mila euro», «Il mercato settimanale del giovedì, intanto, verrà comunque spostato in piazza Guerrieri Rizzardi», conclude il sindaco. La prima fase del cantiere interesserà il tratto dall’inter-

sezione di Borgo Cavour a via Toscanini con relative modifiche alla viabilità: si scenderà da via Toscanini percorrendo via Fosse fino a piazza Lenotti per salire su Borgo Garibaldi. Nello specifico l’amministrazione comunale ha scelto un tipo di pavimentazione più resistente al passaggio del traffico veicolare. In particolare la nuova pavimentazione sarà costituita, nella parte centrale della strada maggiormente soggetta al transito di auto e camion, da cubetti di porfido di pezzatura maggiore di quelli esistenti (8-10 centimetri anziché 6-8) disposti ad archi contrastanti utilizzando il sistema di posa con pietrisco a granulometria variabile e resina poliuretanica in sostituzione del metodo tradizionale con sabbia e cemento. Tale pavimentazione sarà delimitata perimetralmente da fasce in lastre di pietra di Prun rosa bocciardata e spazzolata della stessa tipologia e dimensione di quelle già presenti nelle altre vie del centro storico. La pavimentazione ai lati della via sarà invece realizzata in piastrelle di porfido a correre con coste segate e larghezza variabile. Saranno sostituiti tutti i chiusini. Per quanto concerne l’intervento di Azienda gardesana

Collettore

«Bastacampanilismi sicomincinoilavori»

Lavoriin viaFossea Bardolino FOTO PECORA

servizi, invece, è prevista la rimozione delle vecchie tubazioni in calcestruzzo della rete fognaria e di quelle in ferro dell’acquedotto. Questi lavori permetteranno di posare nuove condotte, che andranno a sostituire quelle ammalorate di acquedotto e fognatura, per un tratto di circa 250 metri. «L’investimento complessivo di Ags», precisa in una nota il presidente Angelo Cresco, «è pari a 250mila euro e, una volta terminato, permetterà al Comune di

completare la riqualificazione complessiva dell’area. Le nuove tubazioni non solo elimineranno l’eventualità di nostri ulteriori interventi nell’area, ma permetteranno l’adeguamento idraulico delle reti, l’assoluta riduzione di possibili perdite e l’eliminazione di sprechi di acqua potabile». «Questo intervento, quindi, ha anche un importante impatto positivo dal punto di vista ambientale», conclude il presidente di Ags. •

Inattesa dell’annunciato incontrotra sindacigardesani e parlamentariveronesiper valutarecome procederedopo l’ennesimorinvio arrivato dalla ProvinciadiBresciaal progetto delcollettorefognariosulla spondalombardadellago, il primopuntofermo arrivadalla deputataveronesedellaLega VaniaValbusa,componente dellacommissione Ambientee InfrastrutturedellaCamera. «LaLega hasempre lavoratoe continueràa farlo per realizzarequantoprima il nuovocollettore delGarda», dichiaraValbusa, «conosciamo benissimole problematiche legateall’impianto attuale, che mostraevidenti segnidi cedimentoedeterioramento datidal tempo e,soprattutto, si trattadiunsistema non più adeguatoallosviluppo urbanisticodiun’areaa forte vocazioneturistica». «Ilcontinuo procrastinare l’avviodell’opera»,proseguela deputataveronese,«potrebbe esserefataleper l’intero ecosistemadel lagodiGarda. Stopquindi aripensamenti e inutilibattaglie campanilistiche eviaailavori quantoprima», sottolineala parlamentare. Ilnuovo freno allanuova operaèarrivato ainizio settimanadal consiglio

VaniaValbusa provincialedi Brescia,con il voto favorevolealla mozione che stabilisceilprincipio secondoil qualei depuratoridevono essere realizzatisul territorio dovei reflui sonoprodotti. Ladecisionecolpisce il progetto delcollettoreperchémette in discussioneil potenziamento dei depuratoridiGavardo e Montichiari,dandotempo sei mesi pertrovarealtrecollocazioni per gliimpianti. Sullaspondaveroneseè invece quasiprontoil progettoesecutivo elaprevisione èavviarei lavorinei prossimimesi. Lasinergia operativaetempistica con Bresciaèperòfondamentale. K.F.

TORRI. I nuovicartelli apparsi sulla stradache collegail paese ad Albisanosuscitano critiche

CASTELNUOVO. È responsabiledi reati diestorsione,lesioni espaccio

Ilsindacoreplica:«Vuole essere un’indicazionenonun divieto»

Pregiudicatodi38anniviola più volte idomiciliari

Non più di tre bici in fila indiana Vaa casadella madre Ciclistiinfuriatisufacebook efiniscein carcere Sulla strada che collega Albisano a Torri sono comparsi due nuovi cartelli con indicazioni specifiche per i ciclisti in transito sulla via che dalla collina della frazione arriva fino al centro storico del capoluogo. La tabella è semplice e chiara: procedere in fila indiana per un massimo di tre biciclette. Ma il nuovo provvedimento, inserito nella nuova ordinanza numero 127, ha scatenato un vero e proprio dibattito sui social tra favorevoli e contrari. La nuova segnaletica è stata collocata all'inizio e alla fine della via per Albisano, una strada su cui in passato si sono registrati numerosi incidenti, pure mortali, anche con il coinvolgimento di ciclisti. Una tabella è stata posizionata nei pressi della rotonda che si trova all'incrocio con via Volpara e via Oliveti, a poche centinaia di metri dal centro della frazione collinare; un'altra, a valle, all'altezza dell'auditorium San Giovanni. I due cartelli, precisano dal Comune, si rifanno al Codice della strada, che già di per sé, in particolare all'articolo 182, prevede che coloro che vanno in bici debbano procedere

in fila indiana fuori dai centri abitati. L'indicazione della fila indiana formata da massimo tre ciclisti è invece una scelta dell'amministrazione comunale che si ispira comunque all'articolo 148 sempre del Codice della strada che obbliga i conducenti di veicoli lenti e ingombranti a lasciar passare quelli che lo seguono. La decisione del Comune non è piaciuta a tutti, specialmente ad un nutrito gruppo di ciclisti che su facebook ha criticato aspramente l'installazione del cartello. Più di qualcuno, indispettito, ha giurato che non passerà più in bicicletta a Torri. «Si tratta di un'indicazione, non di un divieto», premette subito il sindaco di Torri Stefano Nicotra. «L'intenzione è regolamentare una strada provinciale che in almeno quattro punti è molto stretta. I cartelli ricordano un'indicazione e una disposizione già contenuta nel Codice della strada», ribadisce il primo cittadino. «Sulla scelta di inserire al massimo tre ciclisti nella formazione della fila indiana», chiarisce l'amministratore torresano, «abbiamo ragionato sul fatto che secondo

Unodeicartellidiretti aiciclisti

noi quello è il numero massimo di mezzi che consente ad un'auto o un altro veicolo a motore di superare in sicurezza i ciclisti. Fossero di più sarebbe più problematico, specie in un'arteria stradale così tortuosa e stretta». «Spiace per i commenti critici», aggiunge l'amministratore gardesano, «ma non ci siamo inventati niente. Abbiamo solamente evidenziato delle norme già in vigore

dando una nostra indicazione per aumentare la sicurezza stradale di quella via. Abbiamo inserito ora quei cartelli per far assimilare e ricordare meglio il regolamento, in vista, l'anno prossimo, della bella stagione. Nel 2021», annuncia, «chiederemo alla Provincia il passaggio della via a strada comunale per poter effettuare con maggior rapidità lavori di manutenzione». • EM.ZAN.

È stato portato in carcere a Montorio G.C., trentottenne pregiudicato, da tempo agli arresti domiciliari. L’uomo, residente a Castelnuovo, ha violato più volte la misura restrittiva al suo domicilio. A certificarlo sono stati i carabinieri della stazione Peschiera del Garda. Di fronte alle prove inconfutabili, prodotte dall’Arma arilicense, il giudice della indagini preliminari del tribunale di Verona ha disposto l’accompagnamento del malfattore nella casa circondariale di Verona. G.C. pur sottoposto agli arresti domiciliari in più occasioni si era infatti recato nell’attigua abitazione della madre. In quelle circostanze si era giustificato tentando di far credere che il suo appartamento e quello di sua madre fossero un’unica unità abitativa, ma le verifiche eseguite dai militari hanno accertato che le stesse sono in realtà due distinte abitazioni, aventi numeri civici e ingressi differenti. G.C. si trovava in custodia cautelare in seguito ad una ordinanza del tribunale di Verona che lo ha ritenuto responsabile dei reati di estorsione, lesioni e spaccio di sostanze stupefacenti, commessi a più riprese tra settembre

Icarabinieri duranteunservizio

2019 e luglio di quest’anno. In quel lungo periodo un giovane operaio, residente in un paese del lago di Garda, aveva iniziato ad assumere cocaina che, con cadenza settimanale, gli veniva ceduta da G.C.. Successivamente, versando in difficoltà economiche, l’operaio aveva chiesto al trentottenne la rateizzazione del debito accumulato. Richiesta accolta in un primo momento e successivamente mutata dal G.C. che ha iniziato a pretendere la consegna della somma totale maggiorata di un interesse pari a 200 euro per ogni settimana di ritardo. Un modus operandi che ha fatto lievitare in modo sproporzionato il debito dell’operaio. Per otte-

nere il pagamento della somma G.C. ha cominciato prima a minacciare per poi passare alla maniere forti con l’aggressione fisica, talvolta anche molto violenta, in luoghi pubblici ai danni del fruitore della cocaina. Operaio che alla fine si è deciso a denunciare ai carabiniere il suo aguzzino. Dopo serrate indagini gli uomini dell’Arma hanno fatto piena luce sugli episodi delittuosi continuati e di particolare gravità a danno dell’operaio. Per questi reati il gip aveva predisposto gli arresti domiciliari nel confronti del trentottenne di Castelnuovo che incurante delle disposizioni aveva continuato regolarmente a recarsi dalla madre. • S.J.


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