RASSEGNA STAMPA DEL 30 SETTEMBRE 2020

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Corriere del Veneto Mercoledì 30 Settembre 2020

VE

Coronavirus

La ripartenza

L’EPIDEMIA

«Sì» del Comitato scientifico nazionale a 24 ore dalla richiesta di Zaia: «Serviranno allo screening»

Via libera ai tamponi rapidi a scuola Sileri: «Possono essere fatti in aula» di Michela Nicolussi Moro A 24 ore dalla richiesta presentata dal governatore Luca Zaia, il Comitato tecnico scientifico nazionale ha dato il via libera ai tamponi rapidi a scuola, per lo screening anti-coronavirus. La circolare emanata ieri dal professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, sottolinea infatti «l’utilità dei test antigenici rapidi come strumento di prevenzione nell’ambito del sistema scolastico». Sdoganati quest’estate dal Veneto, i tamponi rapidi vengono inseriti solo nel naso e non anche in gola come quelli molecolari, costano meno (4,50

VENEZIA

bilità dei tamponi rapidi tra il 99,28% e il 99,52%. Sulla base di tali dati, il governatore ha anche proposto al ministero di farli fare direttamente in classe dai camici bianchi delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale attivate da ogni Regione (nel Veneto sono un centinaio) per

affiancare i medici di famiglia nell’emergenza Covid-19. «I tamponi rapidi sono fondamentali per aumentare la potenza di fuoco nel contrasto all’epidemia — spiega Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute e medico — ed è giusto utilizzarli. Sono più affidabili dei test pungi-dito e

su popolazioni vaste, come quella scolastica, hanno una buona resa». Riguardo l’eventualità di eseguirli in aula, Sileri ragiona: «È possibile farlo dove i Dipartimenti di Prevenzione riescano a organizzarsi in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodurre il medico scola-

stico, che effettui il servizio di sorveglianza sanitaria e che nel caso specifico potrebbe gestire lo screening in più istituti». Il Veneto vorrebbe poi evitare la quarantena, se negativi al tampone, ai compagni di classe degli alunni risultati positivi. «Su questo punto non posso con-

cordare — dice il viceministro — abbiamo appurato proprio in queste ore che l’isolamento non può essere evitato, il caso del Genoa Calcio docet (sabato il Covid-19 era stato diagnosticato a due giocatori, Mattia Perin e Lasse Schone, il resto della squadra era risultata negativa a due giri di tamponi, ma lunedì il virus è stato riscontrato in altri 14 calciatori della squadra, ndr). È l’esempio palese del fatto che se il tampone viene eseguito troppo presto è negativo, perché l’infezione ha un tempo di incubazione tra i due e i sei giorni. In questo periodo-finestra l’unica garanzia di evitare nuovi contagi è la quarantena, anche per i contatti stretti degli studenti colpiti dal virus —

Luca Zaia Buona notizia, riducono tempi e complicazioni per i cittadini e il Servizio sanitario

Roberto Rigoli Hanno un’attendibilità superiore al 99%, costano 4,50 euro invece di 18 e in dieci minuti danno l’esito

euro contro 18/25) e garantiscono l’esito in 10 minuti, a fronte delle tre ore richieste dall’altro metodo. «La validazione da parte del Cts è una buona notizia — commenta Zaia — significa ridurre tempi e complicazioni, sia per il Sistema sanitario che per i cittadini. Il tampone rapido fornisce l’esito sul posto, senza bisogno del laboratorio. E poi, spero quanto prima, potremo entrare in classe con i nostri sanitari, evitando così le lunghe code in ambulatorio». Dopo averne effettuati oltre 25mila, 3486 dei quali «in doppio» cioè con la controprova del tampone tradizionale, il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 Microbiologie del Veneto, ha accertato un grado di affida-

aggiunge Sileri —. Se al termine di tale periodo il tampone è negativo, si può non prolungare ulteriormente l’isolamento». L’ultima richiesta del Veneto è di concedere a medici di famiglia e pediatri di libera scelta la discrezionalità in merito alla necessità o meno di sottoporre a tampone i propri assistiti. «Giusto, è follia non coinvolgerli nella diagnosi, soprattutto perché i sintomi iniziali del Covid-19 sono sovrapponibili a quelli dell’influenza e dei virus para-influenzali — chiude Sileri —. Il loro apporto nella decisione inerente lo screening mirato su soggetti dei quali conoscono bene l’anamnesi è fondamentale».

Screening Da Roma è arrivata l’autorizzazione a usare test rapidi nelle scuole. Ora sarà possibile controllare intere classi nell’arco della giornata

La petizione dei medici dell’ospedale di Padova

«Stipendi più bassi del Veneto, ora una commissione d’inchiesta» PADOVA Non vogliono essere trattati da eroi e nemmeno riempiti di elogi. Chiedono solo che i loro stipendi, i più bassi del Veneto, siano equiparati a quelli dei colleghi delle altre aziende sanitarie, come prevedeva un passaggio

della legge regionale del 25 novembre 2019, che allo scopo stanziava 6,6 milioni in tre anni. Ma è stato impugnato lo scorso gennaio dal governo davanti alla Consulta, perché ritenuto in contrasto con le norme statali. Medici e

personale del comparto dell’Azienda ospedaliera di Padova, guidati dal primario di Angiologia Giampiero Avruscio, dopo aver chiesto aiuto alla Regione hanno firmato un appello al Consiglio comunale e alla giunta cittadini perché sia

creata «una commissione volta ad approfondire e a individuare le cause delle ingiuste penalizzazioni stipendiali». «Siamo pronti a collaborare per risolvere il problema nelle sedi competenti», scrivono. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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In Comelico mascherine all’aperto e locali chiusi dalle 22

Nellavalle62positivi,lametàdelBellunese.Lescienziate:casilimite.Presidicontroil«liberitutti»fuoridascuola

PADOVA Mascherine anche all’aperto e locali chiusi alle 22. N o n è u n ve ro e p ro p r i o lockdown, ma in Comelico la situazione è seria. Tra San Pietro di Cadore, Santo Stefano e Comelico superiore si contano 62 positivi al coronavirus. Quasi la metà dei casi dell’intera provincia di Belluno, concentrati però in un territorio con una densità abitativa molto bassa. Così stabilisce l’ordinanza firmata ieri dal direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Dolomiti, Sandro Cinquetti, dopo un confronto con la Regione. Per cercare di arginare il focolaio, per i prossimi 15 giorni gli abitanti dei tre Comuni più colpiti do-

Annamaria Cattelan

vranno indossare la mascherina anche all’aperto, ad eccezione dei bambini e di chi pratica attività sportiva individuale). E i locali (bar, ristoranti e pizzerie) dovranno tassativamente abbassare le serrande alle 22. E proprio la mascherina in queste ore divide e crea polemica tra chi è ligio nell’indossarla in ogni «incontro ravvicinato» e chi appena può la abbassa sotto il naso o la fa sparire in tasca. Diverse Regioni e Comuni hanno reintrodotto l’obbligo di indossarla anche all’aria aperta, diktat nel Veneto valido solo quando non si riesca a rispettare il distanziamento sociale di un metro. Il

governatore Luca Zaia esclude al momento l’attivazione di nuove zone rosse, eppure sono diverse le occasioni — due su tutte, la leggerezza della movida o la spensieratezza dell’uscita da scuola — in cui si abbassa la guardia, specialmente tra più giovani. Lo sanno bene i dirigenti scolastici: ogni giorno notano che tra l’arrivo ai cancelli degli istituti e il suono della campanella c’è un abisso in termini sanitari. «Tutti osserviamo gli alunni che si ammassano prima di entrare, soprattutto alle medie, e poi appena mettono piede a scuola e li richiamiamo, rispettano le regole: significa che la loro vita normale, fuori,

è quella», sottolinea Luigi Zennaro, presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi. Che vede nell’educazione della consapevolezza la strada maestra per abbattere il rischio: «Ai docenti chiedo di sensibilizzare i ragazzi sull’uso della mascherina anche fuori, facendo capire che è un bene per tutti e che rischiamo di pagare con un altro lockdown. L’introduzione di regole semplici che si rispettino sempre aiuterebbe: quando si incontra qualcuno e non si tiene il metro, si indossa la mascherina, come a scuola». I medici concordano. «La mascherina all’aperto va indossata in caso di assembra-

Cattelan Quest’estate facevamo 450 tamponi al giorno, ora sono saliti a 800

mento o nelle aree-cluster, cioè caratterizzate da focolai importanti», avverte la professoressa Evelina Tacconelli, primario degli Infetti in Azienda ospedaliera a Verona. «Quest’obbligo c’è già e va rispettato — aggiunge la dottoressa Annamaria Cattelan, primario degli Infettivi in Azienda ospedaliera a Padova — i casi aumentano. Quest’estate tra adulti e bambini facevamo 450 tamponi al giorno, oggi lievitati a 800. La mascherina e la distanza sociale ci proteggono dal Covid-19 e dalle altre infezioni». Pierfrancesco Carcassi Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Mercoledì 30 Settembre 2020

La sfida interna

SEGUE DALLA PRIMA

N

VENEZIA «Sia Luca Zaia che Lui-

Mascherine Matteo Salvini e Luca Zaia, ieri mattina, sulla terrazza dell’hotel Monaco a Venezia, Salvini con la mascherina «serenissima», Zaia con quella neutra (foto Vision)

Salvini: «Zaia e Brugnaro? Risorse nazionali ma per 5 anni stanno qui» E sul governatore presidente della Stato-Regioni, il segretario puntualizza: «Tante opzioni»

dalla sera del 21 settembre è questa: nessuna frizione, tutti vincitori. Così non stupisce la foto ricordo di «Luca e Matteo», vista Canal Grande , pubblicata dal segretario federale su Instagram in cui i gemelli diversi della Lega sorridono abbracciati dietro le mascherine. Poco prima Salvini ha incontrato anche Luigi Brugnaro, sindaco rieletto «nonostante la parata di ministri arrivati in città» come non manca di sottolineare il segretario. Per «Luca e Luigi», a più riprese, parole d’elogio fino alla dichiarazione sibillina: «Sono entrambi due risorse preziosissime a livello nazionale». La suggestione è un governo di centrodestra con i due veneti più popolari come ministri. A mitigare l’encomio, però, ci pensa lo stesso Salvini che ripete, anche qui secondo la formula repetita iuvant: «Abbiamo iniziato un percorso che si concluderà fra cinque anni. Stiamo già ragionando su cosa fare: le Olimpiadi del 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso, poi fra cinque anni dovremmo fare meglio del 76% di questa volta». Ai giornalisti che insistono su possibili ruoli governativi, il segretario della Lega risponde: «Entrambi sono appena stati rieletti governatore e sindaco e hanno 5 anni davanti». Insomma, pare che il lustro sia l’unità di misura della pacifica convivenza, soprattutto con Zaia che, altrettanto adamantino ripete che ha preso un impegno con i veneti. In laguna, ieri mattina, è andata in scena l’«epopea lombardo-veneta» per dirla con le parole dello stesso Salvini. Alle 9, di buon mattino, il segretario ha reso omaggio all’ultimo doge a Palazzo Balbi, una «chiacchierata», spiega Zaia con «analisi del voto inclusa, perché è stata una bella vittoria». «Abbiamo parlato del fatto d’essere sem-

VE

● L’editoriale La violenza e la rabbia dei nostri figli

di Martina Zambon

gi Brugnaro saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», dice Matteo Salvini tornato in Veneto per dare la spallata ai due ballottaggi che contano, Castelfranco e Portogruaro, ma anche per passare all’incasso mediatico incontrando il mini esercito dei 35 consiglieri regionali «leghisti». E guai a chi tenta di tornare sulla lista Zaia in grado di asfaltare la lista del Carroccio. «Ho incontrato spiega Salvini - 35 consiglieri regionali con in tasca la tessera della Lega». Segue foto di rito che 35 sono davvero un bel colpo d’occhio. La narrazione è tutto, spiegano quelli del ramo, e la narrazione, fin

3

pre più inclusivi verso chi vuole avvicinarsi al partito spiega il governatore- e di come questa amministrazione sia un riferimento importante per il partito». Alle 10.30 un direttorio volante che Zaia definisce «fra sorrisi e battute, un po’ la marcia trionfale dei commissari provinciali che hanno raccontato com’è andata». Alle 11 l’incontro con Brugnaro e poi quello, all’hotel Monaco, un passo dai fasti di piazza San Marco, con i neo consiglieri che già oggi Salvini rivedrà a Roma per una plenaria con tutti i leghisti eletti nelle 7 regioni fresche di elezione. Salvini, nel frattempo, dà i numeri del partito nella regione in cui la Lega, con Zaia, vince a valanga: «Qui abbiamo superato i 160 sindaci e sul tesseramento, entro metà novembre, mi accontenterei di salire da 14 mila e 20 mila». Di fatto, con l’en plein veneto, la débâcle toscana e il nulla di fatto pugliese e campano, si archivia la stagione elettorale

I leghisti in laguna

Il fastoso hotel Monaco e poi Palazzina Grassi «L’armata» al debutto VENEZIA Nel salone dell’hotel Monaco, vista

mozzafiato sul bacino di San Marco, le sedie sono ben distanziate, i nuovi consiglieri, i veterani, gli assessori uscenti e in predicato per essere riconfermati siedono composti, applaudono un paio di volte Matteo Salvini, ascoltano le domande dei giornalisti e, dopo la foto «storica», sono un piccolo esercito, 35 eletti, sia avviano per andare a pranzo. In tempi di crisi il partito che in Veneto ha vinto tutto trova una mediazione: i fasti di uno dei più begli alberghi veneziani per l’incontro e un pranzo, più sobrio, alla palazzina Grassi. Al Monaco avevano proposto 50 euro a commensale giudicati comunque troppi. I pochissimi veneziani e gli uscenti più pratici guidano i «novellini». Zaia, però, si sfila «che la Regione non si amministra da © RIPRODUZIONE RISERVATA sola». (m.za.)

per un paio d’anni visto che sul tappeto restano giusto Roma e Torino. Tempo, dice Salvini, di superare la fase commissariale e di tornare ad eleggere, nell’ordine, segretari di sezione, provinciali e, infine, regionali. Con che tempi? Entro l’inverno i segretari delle sezioni locali, entro la primavera i vertici provinciali ed entro l’estate quelli regionali. A chi gli chiede quando si vedrà un congresso federale, il segretario risponde con una battuta: «Nel 2038». Oggi, intanto, è convocata la Stato Regioni di cui la Lega chiederà la presidenza. A Zaia? «Abbiamo molte opzioni - taglia corto Salvini - con Luca ne abbiamo parlato ma la decisione, oneri e onori, è del segretario». E l’autonomia? Salvini spiega che quand’era al governo «i 5s non hanno ceduto mai sul centralismo e questo è uno dei motivi per cui abbiamo messo fine all’alleanza».

Salvini Per il 2020 voglio chiudere in Veneto un tesseramento record: 20 mila iscritti. Ed entro l’estate via i commissari, i militanti eleggeranno i segretari

oi abbiamo vissuto l’utopia della cultura a noi contemporanea (la musica, dai Beatles in poi; l’arte da Andy Warhol in poi; la letteratura dal Giovane Holden in poi). Noi vivevamo di speranze (del lavoro, che c’era; di un mondo migliore, dai figli dei fiori almeno fino alla strage delle Torri Gemelle). Noi abbiamo inventato la nuova tecnologia (Steve Jobs, Bill Gates e gli altri sono i nostri fratelli maggiori, loro si sono trovati a doverla usarla da bambini senza avere l’alfabeto). Non è questo un elenco di alibi, sono differenze profonde. Noi siamo vissuti nella pace, loro nella guerra. Noi nel tempo delle certezze, loro delle incertezze. Noi avevamo John Lennon che cantava Imagine che sognava una Terra buona, loro hanno una sfilza di rap e di trap che parlano solo di soldi da fare a ogni costo, donne oggetto, sfide fra bande e di droga. Rap e trap sono peraltro nati nelle periferie estreme americane, e sono la musica delle gang nere, il primo di quelle di New York, il secondo nel Sud degli Usa. Trapping in gergo vuol dire spacciare, e le gang hanno almeno un «buon motivo» (lo spaccio appunto) per sostenere che quella parte di territorio è loro. Da noi rap e trap sono gli unici genere musicali che vendono, e dire che quel che sta accadendo nelle nostre strade assomiglia a quel che accade negli Stati Uniti è poco. Perché lì è una vera disgrazia e qui pare una rappresentazione fatta male. Però, a forza di raccontare la vita come fosse un videogioco violento alla fine lo è diventata. Eugenio Tassini © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Scuola,milleprecariscrivonoalpresidente Appello alla ministra: «Stop al concorso, rischio assembramenti». È caos cattedre

PADOVA Il

più «anziano» ha 33 anni di servizio. Il più giovane zero. Ci sono precari di tutte le età professionali, delle medie e delle superiori, tra gli oltre mille che hanno firmato la lettera spedita lunedì sera al presidente della Regione Luca Zaia, dopo che si è diffusa la notizia della data del 22 ottobre per i test del concorso straordinario per i docenti quello destinato a inserire chi ha almeno tre anni in cattedra alle spalle - annunciata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il testo contiene sostanzialmente una sola richiesta: quella di «bloccare» lo svolgimento dei test al pc in presen-

Precario Federico Giovannone,

za, che rischierebbero di comportare degli assembramenti tra gli aspiranti che hanno fatto domanda. «Il concorso crea un flusso di persone nelle scuole venete», precisa il coordinatore veneto dei precari Federico Giovannone, che ha fatto circolare la lettera sui social e sui gruppi Whatsapp di settore raccogliendo circa 1.400 firme in poco più di tre ore. «Uscirà un calendario di date e di località per fare le prove al pc nelle aule informatica delle scuole e nelle sedi universitarie che hanno dato disponibilità. Chiediamo al presidente di ridurre questo rischio sanitario potenziale».

Il testo punta il dito contro la ministra Lucia Azzolina che «decide di non fermarsi - si legge - nemmeno davanti ad un evidente rischio per gli studenti, per le famiglie e per tutto il personale scolastico, in un momento delicato». I docenti chiedono di sostituire il concorso con una selezione per titoli e anzianità di servizio, che permettano di stabilizzare per il 2021 chi ha trascorso più tempo in classe senza un contratto a tempo indeterminato. In Veneto i posti messi a bando sono 3.111, le domande oltre 5mila. A livello nazionale ci sono circa 32mila posti, per cui sono arrivate circa

790

I posti banditi per il sostegno. Le domande arrivate sono solo 183

60mila richieste. Drammatica nella nostra regione la situazione nell’ambito del sostegno: solo 183 domande per 790 posti banditi. La Cisl scuola del Veneto ha poi aggiunto carne al fuoco: «I precari che stanno ancora aspettando le nomine, quando avranno la cattedra, dovranno lasciarla per fare il concorso, con buona pace del diritto allo studio dei loro studenti. Le scuole venete avranno così ancora cattedre scoperte». Poi il sindacato ha rivolto un appello alla ministra ad «ascoltare le ragioni dei precari». P. Carc. © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Mercoledì 30 Settembre 2020

La sfida interna

SEGUE DALLA PRIMA

N

VENEZIA «Sia Luca Zaia che Lui-

Mascherine Matteo Salvini e Luca Zaia, ieri mattina, sulla terrazza dell’hotel Monaco a Venezia, Salvini con la mascherina «serenissima», Zaia con quella neutra (foto Vision)

Salvini: «Zaia e Brugnaro? Risorse nazionali ma per 5 anni stanno qui» E sul governatore presidente della Stato-Regioni, il segretario puntualizza: «Tante opzioni»

dalla sera del 21 settembre è questa: nessuna frizione, tutti vincitori. Così non stupisce la foto ricordo di «Luca e Matteo», vista Canal Grande , pubblicata dal segretario federale su Instagram in cui i gemelli diversi della Lega sorridono abbracciati dietro le mascherine. Poco prima Salvini ha incontrato anche Luigi Brugnaro, sindaco rieletto «nonostante la parata di ministri arrivati in città» come non manca di sottolineare il segretario. Per «Luca e Luigi», a più riprese, parole d’elogio fino alla dichiarazione sibillina: «Sono entrambi due risorse preziosissime a livello nazionale». La suggestione è un governo di centrodestra con i due veneti più popolari come ministri. A mitigare l’encomio, però, ci pensa lo stesso Salvini che ripete, anche qui secondo la formula repetita iuvant: «Abbiamo iniziato un percorso che si concluderà fra cinque anni. Stiamo già ragionando su cosa fare: le Olimpiadi del 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso, poi fra cinque anni dovremmo fare meglio del 76% di questa volta». Ai giornalisti che insistono su possibili ruoli governativi, il segretario della Lega risponde: «Entrambi sono appena stati rieletti governatore e sindaco e hanno 5 anni davanti». Insomma, pare che il lustro sia l’unità di misura della pacifica convivenza, soprattutto con Zaia che, altrettanto adamantino ripete che ha preso un impegno con i veneti. In laguna, ieri mattina, è andata in scena l’«epopea lombardo-veneta» per dirla con le parole dello stesso Salvini. Alle 9, di buon mattino, il segretario ha reso omaggio all’ultimo doge a Palazzo Balbi, una «chiacchierata», spiega Zaia con «analisi del voto inclusa, perché è stata una bella vittoria». «Abbiamo parlato del fatto d’essere sem-

VE

● L’editoriale La violenza e la rabbia dei nostri figli

di Martina Zambon

gi Brugnaro saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», dice Matteo Salvini tornato in Veneto per dare la spallata ai due ballottaggi che contano, Castelfranco e Portogruaro, ma anche per passare all’incasso mediatico incontrando il mini esercito dei 35 consiglieri regionali «leghisti». E guai a chi tenta di tornare sulla lista Zaia in grado di asfaltare la lista del Carroccio. «Ho incontrato spiega Salvini - 35 consiglieri regionali con in tasca la tessera della Lega». Segue foto di rito che 35 sono davvero un bel colpo d’occhio. La narrazione è tutto, spiegano quelli del ramo, e la narrazione, fin

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pre più inclusivi verso chi vuole avvicinarsi al partito spiega il governatore- e di come questa amministrazione sia un riferimento importante per il partito». Alle 10.30 un direttorio volante che Zaia definisce «fra sorrisi e battute, un po’ la marcia trionfale dei commissari provinciali che hanno raccontato com’è andata». Alle 11 l’incontro con Brugnaro e poi quello, all’hotel Monaco, un passo dai fasti di piazza San Marco, con i neo consiglieri che già oggi Salvini rivedrà a Roma per una plenaria con tutti i leghisti eletti nelle 7 regioni fresche di elezione. Salvini, nel frattempo, dà i numeri del partito nella regione in cui la Lega, con Zaia, vince a valanga: «Qui abbiamo superato i 160 sindaci e sul tesseramento, entro metà novembre, mi accontenterei di salire da 14 mila e 20 mila». Di fatto, con l’en plein veneto, la débâcle toscana e il nulla di fatto pugliese e campano, si archivia la stagione elettorale

I leghisti in laguna

Il fastoso hotel Monaco e poi Palazzina Grassi «L’armata» al debutto VENEZIA Nel salone dell’hotel Monaco, vista

mozzafiato sul bacino di San Marco, le sedie sono ben distanziate, i nuovi consiglieri, i veterani, gli assessori uscenti e in predicato per essere riconfermati siedono composti, applaudono un paio di volte Matteo Salvini, ascoltano le domande dei giornalisti e, dopo la foto «storica», sono un piccolo esercito, 35 eletti, sia avviano per andare a pranzo. In tempi di crisi il partito che in Veneto ha vinto tutto trova una mediazione: i fasti di uno dei più begli alberghi veneziani per l’incontro e un pranzo, più sobrio, alla palazzina Grassi. Al Monaco avevano proposto 50 euro a commensale giudicati comunque troppi. I pochissimi veneziani e gli uscenti più pratici guidano i «novellini». Zaia, però, si sfila «che la Regione non si amministra da © RIPRODUZIONE RISERVATA sola». (m.za.)

per un paio d’anni visto che sul tappeto restano giusto Roma e Torino. Tempo, dice Salvini, di superare la fase commissariale e di tornare ad eleggere, nell’ordine, segretari di sezione, provinciali e, infine, regionali. Con che tempi? Entro l’inverno i segretari delle sezioni locali, entro la primavera i vertici provinciali ed entro l’estate quelli regionali. A chi gli chiede quando si vedrà un congresso federale, il segretario risponde con una battuta: «Nel 2038». Oggi, intanto, è convocata la Stato Regioni di cui la Lega chiederà la presidenza. A Zaia? «Abbiamo molte opzioni - taglia corto Salvini - con Luca ne abbiamo parlato ma la decisione, oneri e onori, è del segretario». E l’autonomia? Salvini spiega che quand’era al governo «i 5s non hanno ceduto mai sul centralismo e questo è uno dei motivi per cui abbiamo messo fine all’alleanza».

Salvini Per il 2020 voglio chiudere in Veneto un tesseramento record: 20 mila iscritti. Ed entro l’estate via i commissari, i militanti eleggeranno i segretari

oi abbiamo vissuto l’utopia della cultura a noi contemporanea (la musica, dai Beatles in poi; l’arte da Andy Warhol in poi; la letteratura dal Giovane Holden in poi). Noi vivevamo di speranze (del lavoro, che c’era; di un mondo migliore, dai figli dei fiori almeno fino alla strage delle Torri Gemelle). Noi abbiamo inventato la nuova tecnologia (Steve Jobs, Bill Gates e gli altri sono i nostri fratelli maggiori, loro si sono trovati a doverla usarla da bambini senza avere l’alfabeto). Non è questo un elenco di alibi, sono differenze profonde. Noi siamo vissuti nella pace, loro nella guerra. Noi nel tempo delle certezze, loro delle incertezze. Noi avevamo John Lennon che cantava Imagine che sognava una Terra buona, loro hanno una sfilza di rap e di trap che parlano solo di soldi da fare a ogni costo, donne oggetto, sfide fra bande e di droga. Rap e trap sono peraltro nati nelle periferie estreme americane, e sono la musica delle gang nere, il primo di quelle di New York, il secondo nel Sud degli Usa. Trapping in gergo vuol dire spacciare, e le gang hanno almeno un «buon motivo» (lo spaccio appunto) per sostenere che quella parte di territorio è loro. Da noi rap e trap sono gli unici genere musicali che vendono, e dire che quel che sta accadendo nelle nostre strade assomiglia a quel che accade negli Stati Uniti è poco. Perché lì è una vera disgrazia e qui pare una rappresentazione fatta male. Però, a forza di raccontare la vita come fosse un videogioco violento alla fine lo è diventata. Eugenio Tassini © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Scuola,milleprecariscrivonoalpresidente Appello alla ministra: «Stop al concorso, rischio assembramenti». È caos cattedre

PADOVA Il

più «anziano» ha 33 anni di servizio. Il più giovane zero. Ci sono precari di tutte le età professionali, delle medie e delle superiori, tra gli oltre mille che hanno firmato la lettera spedita lunedì sera al presidente della Regione Luca Zaia, dopo che si è diffusa la notizia della data del 22 ottobre per i test del concorso straordinario per i docenti quello destinato a inserire chi ha almeno tre anni in cattedra alle spalle - annunciata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il testo contiene sostanzialmente una sola richiesta: quella di «bloccare» lo svolgimento dei test al pc in presen-

Precario Federico Giovannone,

za, che rischierebbero di comportare degli assembramenti tra gli aspiranti che hanno fatto domanda. «Il concorso crea un flusso di persone nelle scuole venete», precisa il coordinatore veneto dei precari Federico Giovannone, che ha fatto circolare la lettera sui social e sui gruppi Whatsapp di settore raccogliendo circa 1.400 firme in poco più di tre ore. «Uscirà un calendario di date e di località per fare le prove al pc nelle aule informatica delle scuole e nelle sedi universitarie che hanno dato disponibilità. Chiediamo al presidente di ridurre questo rischio sanitario potenziale».

Il testo punta il dito contro la ministra Lucia Azzolina che «decide di non fermarsi - si legge - nemmeno davanti ad un evidente rischio per gli studenti, per le famiglie e per tutto il personale scolastico, in un momento delicato». I docenti chiedono di sostituire il concorso con una selezione per titoli e anzianità di servizio, che permettano di stabilizzare per il 2021 chi ha trascorso più tempo in classe senza un contratto a tempo indeterminato. In Veneto i posti messi a bando sono 3.111, le domande oltre 5mila. A livello nazionale ci sono circa 32mila posti, per cui sono arrivate circa

790

I posti banditi per il sostegno. Le domande arrivate sono solo 183

60mila richieste. Drammatica nella nostra regione la situazione nell’ambito del sostegno: solo 183 domande per 790 posti banditi. La Cisl scuola del Veneto ha poi aggiunto carne al fuoco: «I precari che stanno ancora aspettando le nomine, quando avranno la cattedra, dovranno lasciarla per fare il concorso, con buona pace del diritto allo studio dei loro studenti. Le scuole venete avranno così ancora cattedre scoperte». Poi il sindacato ha rivolto un appello alla ministra ad «ascoltare le ragioni dei precari». P. Carc. © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Primo Piano

Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Il virus, i fronti aperti

Tamponi ai bambini L’Ulss avverte tutti: «No alle scappatoie» `«Se ci sono dei sintomi avvisate subito L’azienda interviene per stoppare genitori che pensano alle “alternative” il vostro medico, nell’interesse generale» `

CONTROLLI IMMEDIATI MESTRE Se un bambino ha sintomi che facciano sospettare il contagio da Covid-19, si facciano i controlli necessari senza furbizie né scappatoie. Mentre sembra crescere giorno dopo giorno il fronte dei genitori in fermento per i giorni di scuola che i figli perderebbero e quelli che loro stessi perderebbero di lavoro per restare a casa ad accudirli, dall’Ulss 3 Serenissima arriva l’altolà con un forte richiamo a evitare a soluzioni fai da te della serie «io non avverto nessuno, lo mando lo stesso a scuola o al massimo lascio a casa con i nonni o la baby sitter e, solo se non guarisse, avviso dopo il pediatra». Posizioni esternate in alcune dichiarazioni raccolte in questi giorni dai giornali e che trovano una certa eco anche sui social.

STRADA OBBLIGATA Dall’azienda sanitaria ricordano che in caso di malanno che dia da pensare a una possibile infezione, è necessario consultare subito il medico di fiducia che deciderà se inviare il piccolo a fare il tampone. «Resta l’invito a tutti, e anche qui in particolare ai genitori, perché i disagi collegati all’individuazione di una positività e al conseguente tracciamento dei contat-

IL CASO MARTELLAGO Un buon terzo di classe contagiata, che resta ovviamente tutta in quarantena: “ufficialmente” serviranno ulteriori accertamenti, ma la realtà è che purtroppo sono risultati positivi anche diversi dei 21 alunni della quarta elementare dell’istituto comprensivo Carlo Goldoni di Martellago in isolamento fiduciario da lunedì dopo l’accertata positività di due loro insegnanti. Il caso era scoppiato venerdì sera quando una maestra della classe, assente da qualche giorno, con la febbre alta, e che si era per questo sottoposta al tampone, ne ha comunicato l’esito positivo: è ancora molto debilitata, ma a casa. La dirigente scolastica, Katia Tedeschi, ha fatto subito scattare il protocollo previsto e tutto il personale della primaria (docenti, amministrativi e bidelli) domenica ha effettuato il tampone. Tutti negativi, a parte però un’altra insegnante della stessa quarta, che era asintomatica. A quel punto sono stati avvisati tutti i genitori che l’intera classe, su indicazione del Servizio di

ti non diventino il motivo o la giustificazione per sottrarsi alle verifiche, necessarie per sé e doverose nei confronti del contesto sociale», sottolineano inequivocabilmente dall’Ulss.

MAL DI PANCIA A due settimane dall’inizio delle scuole, i mal di pancia dei genitori derivano dal fatto che se il bambino è mandato a fare il tampone, nell’attesa dell’esito si trovano davanti a un bivio: o stanno a casa in via precauzionale, prendendo permesso o perdendo ferie; o vanno comunque al lavoro, col rischio che, se l’esito risulta poi positivo, a loro volta possano aver infettato qualcuno. Senza dire, come si diceva, del problema della gestione del figlio costretto a stare a quel punto a casa in attesa dell’esito del test anche per diversi giorni, una settimana e più in qualche caso. «Bisognerebbe riconoscere la malattia a mamme e papà e questo disincentiverebbe l’uscita da casa; inoltre sarebbe necessario accelerare

ALCUNE FAMIGLIE SI DICONO PREOCCUPATE DAL POSSIBILE AVVIO DELLE PROCEDURE ANTI COVID E PENSANO A GESTIONI “FAI-DA-TE”

In quarantena 8 professori

Continuano i casi di contagio nelle scuole In isolamento una classe del liceo Parini VENEZIA Non si fermano i casi di contagio nelle scuole del Veneziano. Dopo la classe in isolamento (assieme a quattro professori) del liceo Benedetti di Venezia, da ieri mattina si trova in isolamento anche una classe di dieci studenti del liceo Parini di Mestre. Con loro, in quarantena fiduciaria, anche otto professori che sono entrati in contatto con la classe, dove si è verificato un caso di positività sabato. Questo mentre sono tornati tutti negativi i tamponi agli studenti del Giordano Bruno di Mestre che erano entrati in contatto con i compagni di scuola trovati positivi al coronavirus. Nei prossimi giorni i ragazzi torneranno così a sedersi sui banchi del liceo mestrino. Stessa sorte toccata in questi giorni ad alcuni studenti del Majorana di Mirano dove si era verificato un caso di positività nelle scorse settimane: affrontato, il contagio è stato circoscritto ad un unico studente e terminata la quarantena, lui come i suoi compagni sono stati fatti tornare a scuola. Intanto una positività sarebbe stata trovata anche tra il personale

dipendente del Foscarini di Venezia. Il tutto in una giornata, quella di ieri, nella quale per problemi tecnici la Regione Veneto non ha diffuso il consueto bollettino delle 17. I calcoli e le variazioni, così, si sono limitate al primo dei due bollettini, emesso alle 8 di mattina di ieri insieme all’unico report quotidiano che indica le persone in isolamento fiduciario, che nel Veneziano sono 1.767, 429 delle quali affette da Covid-19. Nell’arco di tempo tra le 17 di lunedì e le 8 di ieri mattina, quindi, ci sono stati 19 nuovi contagi che portano a 3.978 i casi positivi dall’inizio della pandemia, fissata per il Veneziano all’1.30 del 22 febbraio scorso. I casi attualmente positivi sono saliti a 554 mentre i decessi sono rimasti fermi a 329. Stabili anche i ricoveri, fermi a 35 come alle 17 di lunedì sera: tre dei quali divisi nei reparti di Terapia intensiva degli ospedali di Venezia (1) e Dolo (2); 3.095 i negativizzati. A tarda serata il bollettino finale della giornata con soli due nuovi positivi nel Veneziano. N. Mun.

sull’introduzione dei tamponi ad esito rapidissimo, che taglierebbero la testa al toro dei dubbi per tutti», fanno sapere dei genitori. Nelle chat di classe e nei passaparola tra adulti comincia ad emergere qualche forma di impazienza che potrebbe sfociare in comportamenti poco ortodossi rispetto ai protocolli dati per garantire la sicurezza di tutti.

SOLLECITATA DA MOLTI L’INTRODUZIONE DEL TEST RAPIDISSIMO PER CERCARE DI TAGLIARE I TEMPI E AGEVOLARE LE FAMIGLIE

MASSIMO SFORZO

TAMPONI AI BAMBINI I tempi lunghi a volte legati alle procedure anti Covid spaventano alcuni genitori ma l’Ulss stoppa le polemiche

SONO STATI SOTTOPOSTI A TAMPONE RAPIDO E ADESSO SI TROVANO TUTTI IN QUARANTENA. SERVIRANNO NUOVI ACCERTAMENTI

mente da casa in modalità on line. Adesso però la preoccupazione principale è per la salute dei bambini, e per tutti i contatti che possono aver avuto fino a domenica, compresi quelli con altri alunni della primaria, che sono centinaia. In un comune, Martellago, che, dato aggiorna-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A Martellago dopo le due maestre in una classe contagiati diversi alunni Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 3, sarebbe stata tenuta a casa da lunedì, mentre tutti gli altri studenti dell’istituto hanno potuto continuare regolarmente le lezioni a scuola. Ma il Sisp, per tranquillizzare le famiglie ed evitare una quarantena di due settimane, ha dato modo ai genitori di sottoporre i figli al tampone rapido, su base volontaria. L’hanno fatto ieri pomeriggio all’ospedale di Noale, e si sperava che arrivasse la buona notizia della loro negatività generale, anche perché la

POSITIVI AL TEST I PICCOLI DI UNA QUARTA ELEMENTARE DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO CARLO GOLDONI

PREOCCUPATO Il sindaco Saccarola è stato informato della situazione

Scuola ha adottato con cura tutte le misure anti-contagio prescritte: era già tutto pronto per riaccoglierli in classe da oggi. E invece, in serata, è arrivata la comunicazione, resa nota dal sindaco, Andrea Saccarola, autorità sanitaria del Comune, che il Sisp ha ritenuto di dover effettuare degli ulteriori accertamenti, che saranno espletati già oggi, e che la classe pertanto sarebbe rimasta ancora in quarantena. Stessa comunicazione inviata dal Servizio di Igiene Pubblica anche alla preside, di continuare con la didattica a distanza, attivata fin da lunedì, per “accertamenti in corso”. Ma c’è voluto poco per apprendere dalla fonte diretta, cioè le stesse mamme, che diversi bambini sono risultati positivi al primo test: non una decina ma non tanti di meno. La classe comunque non perderà ore di scuola e continuerà a fare lezione regolar-

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13

Nordest

CONFESERCENTI: IN VENETO TAGLI RECORD AI CONSUMI Durante il lockdown la spesa media delle famiglie italiane è scesa di 2.304 euro: le perdite massime in Val d’Aosta (-2.915) e Veneto (-2.910 euro), dove l’epidemia costerà 1.480 euro l’anno a nucleo.

Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it

«Sì al centro di ricerca sui farmaci» Il sindaco Brugnaro plaude al progetto degli scienziati veneti `«Ringrazio i luminari per l’entusiasmo che portano alla città «Lo sosterrò, Venezia deve recuperare il ruolo internazionale» Il centro storico è cablato, gli atenei facciano squadra con noi» `

L’INTERVISTA

Il progetto del Centro farmacologico si basa sul coinvolgimento delle Università di Venezia e Padova: cosa ne pensa? «Quello è fondamentale. Dobbiamo superare le vecchie divergenze tra gli atenei e fare squadra, come già fanno la Città Metropolitana di Venezia con Padova e Treviso, le territoriali di Confindustria e le Camere di commercio. Occorre poi che ci credano anche il Governo e l’Europa. Spero di incontrare la presidente Ursula von der Leyen, che ci aveva citati nel suo discorso di insediamento, perché vorrei creare una linea diretta con la Commissione Ue per mettere i due poli di Venezia e Marghera al centro dei programmi su

segue dalla prima pagina

(...) Come abbiamo detto più volte, Venezia si presta a essere sede di centri di ricerca, agenzie internazionali, startup dell’informatica». Quali altri, dunque? «Abbiamo ricevuto tante offerte e dobbiamo ancora vagliarle. Ma una posso già annunciarla: Gino Strada è venuto da me qualche mese fa e mi ha detto che Emergency è interessata a un museo, o comunque un percorso culturale, alla Giudecca sull’idea della guerra. Lo appoggeremo: non l’ho detto in campagna elettorale perché non volevo che sembrasse propaganda, ma Venezia resta un luogo di dialogo per scienza e cultura». Anche se il Governo ha candidato Milano per il Tribunale unificato europeo dei brevetti e Torino per l’Istituto italiano per l’intelligenza artificiale? «Mai arrendersi nella vita. Prima o poi estrarranno il nostro numero, anche se in questa lotteria che va da 1 a 90 più di qualche volta è sembrato che a noi avessero dato il 91... Ma noi continuiamo a crederci e dimostreremo che a Venezia ce la possiamo fare. Tanto più in settori come la ricerca e il green: a breve Eni e Veritas annunceranno la produzione di energia pulita dalla compressione dei rifiuti umidi, uno studio del centro di Gela che verrà applicato per la prima volta nello stabilimento di Marghera».

«ABBIAMO RICEVUTO TANTE OFFERTE, ALLA GIUDECCA CON EMERGENCY FAREMO UN MUSEO SULL’IDEA DI GUERRA»

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SOCIETÀ DI AMBURGO COMPRA LA PIATTAFORMA LOGISTICA, MENTRE IN LAGUNA NON ARRIVANO NEPPURE LE NAVI DA CROCIERA

È l’ora di Venezia? «L’ora bisogna meritarsela, come succede nello sport, anche se tutti vorrebbero vincere. Dobbiamo fare leva sui nostri punti di forza, ben sapendo che nessu-

Sul Gazzettino

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VENEZIA Amburgo si compra la piattaforma logistica del porto di Trieste, in sostanza la nuova piastra commerciale del capoluogo, con banchine d’accosto, terminal e depositi, e Venezia rizza le antenne preoccupata di perdere competitività nella gestione del mercato delle merci del Nord Adriatico. La tedesca Hhla, che sta per Hamburger Hafen und Logistik Ag, operatore del porto di Amburgo, d’accordo con i soci Icop, impresa di costruzione, Francesco Parisi, di spedizioni, e l’interporto di Bologna, a fine anno diventerà primo azionista dell’infrastrutturazione dello scalo triestino, una delle più grandi opere marittime italiane degli ultimi 10 anni. Hhla è un colosso mondiale, quotato in Borsa, con 6.300 dipendenti, che mo-

Ma c’è la necessaria infrastrutturazione tecnologica ? «Il centro storico è completamente cablato. In questi cinque anni, pur con tutte le persone che hanno fatto opposizione inutile, i progetti sono progrediti. Invito quindi a farsi avanti chiunque abbia idee vere, cioè rendicontate con budget che mettono in linea le entrate con le uscite».

«È LA NOSTRA ORA? DOBBIAMO MOSTRARE DI MERITARCELA NESSUNO CI REGALERÀ NIENTE, PARLEREMO CON GOVERNO E UE»

Martedì 29 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Il piano: un centro di ricerca per nuovi farmaci a Venezia `«La pandemia ha evidenziato la necessità Il progetto di un gruppo di scienziati veneti sostenuto da Ca’ Foscari e Università di Padova di concentrare le forze contro virus e malattie» `

limiti di sopportabilità per una città così fragile e delicata». Grazie alla sua capacità di attrazione e di accoglienza, dunque, il capoluogo garantirebbe «l’ecosistema migliore e la tranquillità necessaria per lavorare insieme ed affrontare le sfide che già nel prossimo futuro saranno messe in campo a causa delle avverse variazioni ambientali, o dell’impellente necessità di inventare nuove difese contro batteri e patogeni che vanno sempre più rapidamente acquisendo resistenza contro tutti gli antibiotici oggi esistenti, e delle molte altre sorprese che la natura potrà riservarci».

LA PROPOSTA VENEZIA Fondare a Venezia un Centro internazionale di ricerca avanzata per il disegno di nuovi farmaci. È l’obiettivo a cui sta lavorando un gruppo di scienziati veneti, con il supporto di Ca’ Foscari e dell’Università di Padova, ma con la necessità di coinvolgere anche le istituzioni scientifiche, culturali e soprattutto politiche a livello sia locale che nazionale. È dunque un progetto in divenire quello nato sulla spinta dell’emergenza Covid.

I PROMOTORI L’idea è partita da Luigi Chieco Bianchi, professore emerito di Oncologia e accademico dell’Istituto veneto di scienze lettere ed arti, a cui afferiscono anche Giorgio Giacometti, già ordinario di Chimica biologica, e Gerolamo Lanfranchi, docente di Genetica, entrambi al Bo. Fra i promotori della proposta figurano poi Achille Giacometti, che insegna al dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi di Venezia, dove dirige lo European centre for living technology, e Luca Scorrano, ordinario di Biochimica a Padova.

L’ECOSISTEMA

INFRASTRUTTURE

green economy, clima, mare, ambiente».

Perché questa iniziativa? «L’impulso per questa proposta – spiegano i fautori – è venuto dalla consapevolezza, acquisita durante la pandemia da Covid-19, della necessità di impegnare e concentrare in un Centro le migliori forze della ricerca per affrontare e proporre rimedi contro patologie presenti e future per le quali non esistono o sono scarse le difese farmacologiche». Quanto alla sede, l’ipotesi Venezia «tiene conto della necessità urgente per questa città di avviare progetti di sviluppo che attraggano nuove forze intellettuali e nuovi residenti stabili», propositi che «non possono essere basati nuovamente sul turismo, che ha ormai superato i

NELLA CITTÀ STORICA BATTEREBBE IL CUORE INFORMATICO DEGLI STUDI, A MARGHERA SORGEREBBE LA SEDE PER I TEST BIOLOGICI

Positivi sopra quota 50.000 mai così tanti in Italia da 4 mesi Allarme in Spagna e in Francia ROM A Per la prima volta dopo 4 mesi gli attualmente positivi al Covid in Italia tornano sopra i 50mila. È l’ennesimo campanello d’allarme che suona: la diffusione del Coronavirus prosegue la sua lenta e progressiva crescita ormai da otto settimane. «Dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per combattere il virus e puntare sulla ricerca scientifica per cure e vaccini efficaci e sicuri, ma nel frattempo servono ancora massima attenzione, serietà e prudenza», dice il ministro Roberto Speranza.

mentre la settimana scorsa era tra l’1,8 e il 2. Rimane invece stabile l’incremento delle vittime, 16 in più nelle ultime 24 ore, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 35.851. La curva dei contagi continua dunque a salire, come conferma anche l’incremento dei malati (+705), delle Terapie intensive (+10) e dei ricoveri nei reparti ordinari (+131). Campania e Lazio fanno segnare gli incrementi più consistenti, rispettivamente 295 e 211. Il presidente campano Vincenzo De Luca ha scritto al Viminale, chiedendo un piano straordinario delle forze dell’ordine per garantire il rispetto delle misure anti-Covid.

I DATI

IN EUROPA

L’ultimo bollettino sconta, come ogni lunedì, i pochi tamponi fatti la domenica: solo 51.109, oltre 36mila in meno rispetto a sabato, che hanno consentito di individuare 1.494 nuovi casi (-272). Ma il dato non rappresenta un calo dei contagi, anzi: il rapporto tra il totale dei contagiati e il numero di t i ff tt ti è l 2 92

Intanto la Spagna valuta nuovi provvedimenti: il totale di contagi da inizio pandemia è salito a quota 716.481, la più alta in Europa. La variazione giornaliera in Francia scende a 4.070, ma solo per difficoltà di afflusso dei dati da tutto il Paese durante il fine settimana.

LA SITUAZIONE

CAMPANIA Il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha scritto al Viminale

Il piano prevede due poli. Da un lato, il cuore informatico della ricerca batterebbe nella città storica, «già completamente cablata con fibra ottica di ultima generazione» e dunque pronta ad ospitare gli studi basati sull’utilizzo del machine learning e dell’intelligenza artificiale: «Con processi totalmente informatici si possono infatti studiare e interpretare virus o microrganismi, individuare i loro componenti biologici vitali più esposti e aggredibili e progettare e selezionare potenti molecole che li possano inattivare in modo mirato e preciso, studiando e evitando contemporaneamente in anticipo potenziali effetti collaterali sull’uomo o sull’ecosistema. Sempre con l’informatica, interpretando il genoma di organismi viventi si possono scoprire nuove molecole biologiche con efficacia terapeutica». Dall’altro lato, a Marghera, «luogo storico di sviluppo della chimica», potrebbe sorgere «un centro sussidiario per la sintesi dei nuovi farmaci progettati nel Centro veneziano e per misurare con test biologici su colture cellulari e organoidi la loro attività, tossicità e efficacia, creando così un volano virtuoso di crescita di un polo per la chimica fine e sostenibile nella terraferma veneziana». I costi dell’operazione sono in corso di definizione, ma è già chiaro che comprenderebbero le dotazioni informatiche e le borse di studio per i ricercatori, chiamati con le loro famiglie a risiedere a Venezia, generando una ricaduta positiva sul territorio. A.Pe.

`La proposta lanciata ieri

dagli scienziati sul Gazzettino e, a destra, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro

La Germania investe sul porto di Trieste, Venezia ora è in allarme vimenta 7 milioni e mezzo di Teu sviluppando un fatturato di 1,350 milioni di euro.

GRUPPO LEADER Numeri che danno il via libera alla nascita di un gruppo leader in Europa per la movimentazione mare-ferro dei Paesi al centro del continente e che il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino saluta così: «Trieste ritrova il bacino naturale di sbocco centro-nord europeo che già in passato ha fatto grande il porto franco». Se lì festeggiano, a Ve-

L’INCONTRO VENEZIA Solo due righe, infilate in mezzo a un lungo comunicato, ma sufficienti per mandare un messaggio: il Comitato olimpico internazionale è disponibile a stemperare la polemica con l’Italia. Pare di capire che possa essere letto così il passaggio contenuto nella nota diffusa ieri pomeriggio dal Cio, al termine del primo incontro (in videoconferenza) tra la sua Commissione di coordinamento e il Comitato organizzatore di Milano Cortina 2026: «Una delle pietre miliari elogiate dalla Commissione di coordinamento è stata l’adozione, da parte del Parlamento italiano, di una legge olimpica che detta l’organizzazione e la governance di Milano Cortina 2026». Toni decisamente concilianti, rispetto all’asprezza con cui domenica il presidente Thomas Bach aveva criticato la norma, arrivando ad affermare: «Siamo anche molto preoccupati per la preparazione e l’organizzazione delle Olimpiadi invernali».

EREDITÀ E SOSTENIBILITÀ

I DUE POLI

LABORATORIO Attività di ricerca generata dall’emergenza sanitaria in corso

Milano Cortina il Cio stempera: «Legge olimpica è pietra miliare»

nezia l’annuncio dell’investimento tedesco della corrazzata di Amburgo è un motivo in più per preoccuparsi del futuro dello scalo, il quale, dal canto suo, e non da ieri, si trova impantanato nelle secche di una politica che non decide né per quanto riguarda gli arrivi delle navi passeggeri – e, infatti, alcune compagnie hanno già preso la rotta proprio di Trieste – né di quelle merci che faticano ad approdare per il rischio d’incagliarsi sui canali che non vengono scavati e manutentati. Mentre il commissario

Bach ha dato il benvenuto ai partecipanti, fra cui il sindaco cortinese Gianpietro Ghedina (a nome del governatore veneto Luca Zaia è stato letto un intervento). A trarre le conclusioni è stata invece Sari Essayah, numero uno della Commissione: «Il movimento olimpico è unito nel sostenere il Comitato organizzatore affinché realizzi la sua ambizione di offrire un’esperienza irripetibile che lascerà un’eredità per generazioni di italiani». Un lascito che, è stato sottolineato, dovrà essere «sostenibile». Al riguardo è stato evidenziato il ruolo del gruppo di lavoro incaricato di valutare «la sostenibilità e l’eredità della pista di bob e dell’ovale dello speedskating», su cui lo scorso anno erano state espresse preoccupazioni. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

dell’Autorità portuale Pino Musolino si limita a commentare «è un’ottima notizia per il sistema Paese», a lanciare l’allarme sono Alessandro Santi, presidente di Assoagenti e coordinatore della Venice Port Community, e l’assessore comunale uscente allo Sviluppo economico (pronto alla riconferma) Simone Venturini.

L’AGITAZIONE

MARGHERA Il porto industriale

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Il tutto, mentre i sindacati dei lavoratori del porto hanno già annunciato lo sciopero generale il prossimo 7 ottobre e oggi è in

no ci regalerà niente e che non esistono diritti acquisiti. Da parte nostra, non abbiamo arroganza ma concretezza, quella che ci ha permesso di superare difficoltà incredibili come l’Aqua Granda, il referendum sulla separazione tra Venezia e Mestre, l’incidente nel canale della Giudecca. A proposito, ricordo al Governo che bisogna sciogliere il nodo delle navi: vogliamo scavarli questi canali, o no?». È una domanda o un attacco all’esecutivo? «Non siamo contro il Governo, siamo sempre filo-governativi. Quando dico che dobbiamo andare a combattere a Roma e a Bruxelles, intendo in senso buono. Vogliamo solo risolvere i problemi, dandoci un orizzonte almeno ventennale. Dobbiamo dimostrare ai bambini di oggi, che fra vent’anni saranno adulti, com’è possibile invertire la tendenza. Senza false promesse o inutili illusioni, ma lavorando giorno per giorno, in maniera umile». Ribadendo il fatto che la ricerca deve poggiare su due poli, cioè Venezia e Marghera, intende ricomporre la frattura elettorale fra la laguna e la terraferma? «A parte il fatto che anche in centro storico abbiamo raddoppiato i voti, preferisco dire che da queste elezioni è uscito sconfitto il partito del rancore e il risultato ha evidenziato una città viva. Dobbiamo tornare alla parola “coerenza”: dire le cose e poi farle. Per questo continuo a tenere le porte spalancate a tutti, nell’interesse della città». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

programma l’assemblea del Comitato della portualità che raduna tutte le categorie coinvolte attorno allo scalo veneziano. «La politica spinge Trieste e si dimentica di Venezia. Per Trieste non ci sarebbe neanche partita se chi deve decidere su Venezia decidesse di permetterle di esprimere tutte le proprie potenzialità che la rendono di gran lunga più competitiva», spiega Santi. «Qui le regole non le fa il mercato, ma la classe politica che su Venezia pare aver messo i dossier dei problemi aperti a dormire sonni tranquilli – riprende – Per le navi passeggeri va attuata la soluzione che il Comitatone ha individuato ancora tre anni fa per l’alternativa al passaggio a San Marco, per quelle commerciali basterebbe un pescaggio a 12,5 metri. Il ritardo è già notevole, ora bisogna agire». Venturini esprime solidarietà ai lavoratori in agitazione, parlando di «un grido d’allarme e di un clima di apprensione sempre più diffuso, di fronte a governi, questo come i precedenti, che non vogliono decidere. Nell’incertezza non possono esserci investimenti né programmazione ed è normale che 5 mila lavoratori siano preoccupati». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA

Mercoledì 30 Settembre 2020

VENETO

VENETO.Unrecorddirichiestediaiutoperusura

LaCampaniaeilVenetosonoleregionidovenel2020sonopervenutepiùrichiestedi aiutodapartedellevittimediusura.Lodiceilcommissariostraordinarioanti-racket. Nel2020lerichiestediaiutogiuntesonounatrentinaperognunadelledueregioni.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

DOPOILVOTO. Illeaderdella LegaaVenezia incontra i neoeletti

Salvini“chiama” ZaiaeBrugnaro: «Risorse nazionali» Inunclimaditrionfo smentisceogniattritocon ilgovernatore(«Siamocoppiadifatto»).Eidiversi risultati delle due liste? «I consiglieri sono tutti Lega» Cristina Giacomuzzo

«Con Luca Zaia? Quasi una coppia di fatto, sento più lui che mia madre». E così il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri a Venezia, mette a tacere ogni maligno che può aver pensato che il risultato delle elezioni, con la lista del governatore tre volte superiore a quella della “sua“ Lega (44,57 contro 16.93%), possa voler dire qualcosa. Di più. «Ho appena fatto una riunione con 35 consiglieri regionali, i neo eletti - ha precisato -. E hanno tutti la tessera della Lega. Vorrei avere questi numeri in tutta Italia. I problemi in Veneto ce li hanno Renzi e il M5s senza un consigliere e il Pd che ha così pochi da non poter chiedere la convocazione di una seduta straordinaria». Lega, quindi, compatta e vincente grazie al super votato Luca Zaia (76,6%), ieri al suo fianco sorridente. «LERISORSENAZIONALI». Sal-

vini era in Veneto da lunedì per fare tappa a Castelfranco e Portogruaro in vista dei ballottaggi del fine settimana. Ieri mattina, poi, la visita a palazzo Balbi, a Venezia, sede della giunta della Regione dove lo aspettava Zaia: «Abbiamo parlato di Olimpiadi, Pe-

«Anovembrestop altesseramento connumeri darecord,poi ilviaallenomine deisegretari»

demontana e sanità», ha sintetizzato Salvini. Quindi, il passaggio in un hotel vicino a piazza San Marco per incontrare il direttorio della Lega veneta allargato ai commissari provinciali con il segretario regionale, il veronese Lorenzo Fontana, a fare da padrone di casa insieme all’assessore uscente e super votato Roberto Marcato e all’ex ministro vicentino Erika Stefani, mentre era assente giustificato il capogruppo regionale uscente del Carroccio, Nicola Finco. Al termine, l’incontro con i consiglieri regionali di Lega e Lista Zaia: «35 su 51 consiglieri totali: mai avvenuto nella storia della democrazia d’Europa», ha commentato pieno di orgoglio. Quindi, è stata la volta dei consiglieri Lega del Comune di Venezia con il sindaco, neo eletto al primo turno, Luigi Brugnaro. «Sia Luca che Luigi saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», ha dichiarato. COMMISSARI E CONFERENZA STATOREGIONI. Salvini ha poi

voluto confermare l’ottimo lavoro di Fontana come commissario veneto: «Chiuso il tesseramento con numeri record, a metà novembre, ci sarà il rinnovo degli organismi dirigenti delle sezioni. Basta commissari: ogni sezione sceglierà il suo segretario. Entro l’inverno il rinnovo del livello locale, a primavera il provinciale ed entro l'estate il regionale. Il congresso federale? Per il 2038», scherza Salvini. La vittoria non solo in Veneto apre al rinnovo della presidenza della conferenza Stato-Regioni oggi del dem Bonaccini: «Vedremo chi si met-

terà a disposizione. Ne ho parlato prima con Luca», dice. Immancabile, poi, il passaggio sull’autonomia: «Grazie a Zaia è un tema di cui mi chiedono conto anche nelle Marche o in Puglia. È un patrimonio culturale e identitario nazionale. Vedremo di essere conseguenti appena torneremo al governo». TOTOGIUNTAEINCONTRI. Og-

gi gli stessi consiglieri rivedranno a Roma Salvini per l’incontro con tutti gli eletti a livello nazionale. Ancora resta da sciogliere il nodo giunta. Zaia ha confermato di voler attendere l’insediamento. Intanto ieri i primi (significativi?) movimenti: Fontana ha accompagnato a Venezia il secondo papabile assessore scaligero (dopo l’uscente Elisa De Berti data per certa): Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. Potrebbe essere chiamato come esterno nella squadra di Zaia. Al suo posto, nel puzzle delle cariche, alla guida del gestore dei servizi idrici Alessandro Montagnoli, l’ex consigliere che non si è ricandidato per il caso del bonus Inps da 600 euro. Tornando alla giunta, però, ancora resta da capire se e come Zaia intenda rispondere alla richiesta della leader nazionale di FdI, Giorgia Meloni, di “premiare“ Verona con un assessorato per l’ottimo risultato alle elezioni e come “compensazione“ del seggio senatoriale di Verona dato, alla morte di Stefano Bertacco, non ad un FdI veronese, ma bellunese. Si farebbe il nome, come esterno, dell’ex consigliere regionale Stefano Casali. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilgruppo deglielettisi stringeattornoal governatore LucaZaia e alsegretario federaleMatteo Salvini

CENTROSINISTRA. Primoincontrotra i consiglieridem,Veneto chevogliamo ed EuropaVerde

Lospeaker dell’opposizione? llPdnicchia suLorenzoni Sicerca ancheilnuovocapogruppo delpartito:inpole c’èCamani Il centrosinistra a palazzo Ferro Fini a Venezia cerca di organizzare le fila, ma rinvia ogni decisione. Anche quella che riguarda lo speaker dell’opposizione, la figura prevista dal regolamento, che unisce tutte le minoranze e che si affianca ai singoli capigruppo. Un ruolo che sembrerebbe andar assegnato naturalmente, al candidato presidente Arturo Lorenzoni. Ma l’idea proprio non piace al Pd. O, quanto meno, a parte del Pd. Nei giorni scorsi i sei dem neo consiglieri eletti - tra i quali il vicentino Giacomo Possamai, poi Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani e Jonatan Montanariello - si sono ritrovati per affrontare tre argomenti all’ordine del giorno: personale, capigruppo e speaker. E ci si è fermati al primo. Confrontandosi poi con il resto della coalizione, Cristina Guarda di Europa Verde, ed Elena Ostanel con Lorenzoni del Veneto che vo-

ArturoLorenzoni

VanessaCamani

gliamo, si è faticato a trovare la quadra (in ballo ci sono i dipendenti dei gruppi consiliari regionali di palazzo che attendono la conferma del contratto per i prossimi 5 anni). Quindi, argomento rinviato. Altro tema: chi sarà il successore del vicentino Stefano Fracasso che ha guidato il Pd in consiglio nell’ultima legislatura? Ancora non si sa. Su

quali criteri si baserà questa scelta? Esperienza, numero di preferenze, o altro? E qui ancora nessuna certezza. Camani sembra essere in pole. Del resto, l’ex deputata è riuscita a scalzare lo stesso segretario del Pd regionale, Alessandro Bisato, che si era candidato. Da Bisato dipende il futuro del partito Pd regionale. Cosa intende fare? Dimissioni?

Oppure si andrà a congresso? Quest’ultima soluzione non a tutti piace perché si teme di finire nelle sabbie mobili in cui si era caduti dopo il voto del 2015 che aveva portato sì ad una sconfitta, ma non così evidente. C’è anche l’ipotesi di un commissario, una figura di rilievo nel partito non veneta che potrebbe dettare la linea per rimettere in piedi il Pd finito ko. Tornando a palazzo Ferro Fini, l’ipotesi speaker delle opposizioni sarebbe un debutto. La norma lo consentiva fin dalla scorsa legislatura, ma trovare una persona capace di fare da riferimento e portavoce a Pd, M5s, tosiani non era possibile. Questa volta sulla carta non ci dovrebbero essere problemi visto che tutti i consiglieri facevano riferimento al candidato Lorenzoni presidente. E infatti Ostanel è certa: «Non ne abbiamo ancora parlato. Stiamo ragionando. Tensioni tra noi? Nessuna». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

SANITÀ: PIANO DELLA REGIONE. In base alla indicazioni del decreto “Agosto” è stata fatta la mappa di visite, screening e ricoveri rinviati col Covid

Listed’attesa:mancano 342 milaprestazioni DalloStatoarrivano 39milioni Viaastraordinari eassunzioni Piero Erle

Arrivano soldi alle Ulss venete per cercare di recuperare qualcosa come 342 mila ricoveri, visite e screening che sono saltati durante i mesi del lockdown. Lo stabilisce il “Piano operativo” preparato dall’assessore Manuela Lanzarin approvato pochi giorni prima delle elezioni dalla giunta veneta e ora pubblica-

to dalla Regione. Il decreto “Rilancio 2” varato in agosto dal Governo mette a disposizione infatti 478 milioni per le Regioni per recuperare ricoveri rimasti indietro ai tempi del lockdown, ma anche visite specialistiche e screening: i soldi servono per pagare di più per ogni ora di lavoro aggiuntivo medici, infermieri e operatori sanitari, anche con eventuali assunzioni a tempo. È prevista anche l’e-

Attese:eccoi numeri nelleprincipali Ulss BELLUNO:16 mila visite,40 milascreening, 422ricoveri TREVISO:millevisite, 54 milascreening, 9mila ricoveri VENEZIA:10 milavisite, 39 milascreening, 1700 ricoveri ROVIGO:1600visite,14 milascreening, 1300 ricoveri

PADOVA:7 mila visite,357 ricoveri(ealtri 6mila in Aziendaospedaliera) PEDEMONTANA:1700 visite, 15mila screening, 3mila ricoveri VICENZA:2300 visite,39mila screening,2200 ricoveri VERONA:10mila visite,27 milascreening, 2700 ricoveri (e2 mila inAz.ospedaliera)

ventualità che le Ulss concedano più ore per le visite di ambulatorio privato che i medici fanno in convenzione dentro gli ospedali. Tra l’altro il decreto, per aumentare la produttività del sistema, prevede che sia possibile che «i medici iscritti all'ultimo anno del corso di formazione specialistica (e anche al 4° anno per chi ne fa 5), nell’espletamento delle attività assistenziali nelle aziende del Servizio sanitario nazionale, stilano i referti con esclusivo riferimento alle sole visite, esami e prestazioni di controllo ambulatoriali».

Per il Veneto, ha calcolato la Regione, si tratta di quasi 39 milioni di euro. Il Governo imponeva di agire entro 30 giorni, e la Giunta regionale ha varato il suo piano senza molti problemi perché dal punto di vista organizzativo si tratta di «confermare le azioni già poste in essere dalla Regione per il governo delle liste d’attesa»: come noto sono previste le classi di esami e visite urgenti (U), di priorità breve (B), differibili (D) e programmate (P). I soldi pagheranno anche attività già effettuate e quelle che si possono fare entro fine anno.

L’area Sanità-sociale della Regione ha chiesto a ogni Ulss di fare l’elenco delle prestazioni che sono slittate durante i mesi del blocco da Covid, e ne sono uscite nel complesso cifre impressionanti: 55mila prestazioni ambulatoriali, 257 mila prestazioni di screening sanitario, quasi 30 mila ricoveri non attuati. In tutto, quindi, sono circa 342 mila prestazioni ancora da effettuare. Per questo sono destinati 1,8 milioni all’Ulss Belluno; 5,2 a quella Trevigiana; 6 milioni a Venezia e 6,3 a San Donà; 2 milioni a Rovigo; 3,4 milioni a Padova (e 2,8 all’Azienda ospedaliera); 2,8 milioni a Bassano e 3,4 a Vicenza; 2,2 a Verona (e 2,3 all’Azienda ospedaliera). • © RIPRODUZIONERISERVATA



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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO

REGIONE

Coronavirus: la sanità nel Padovano il bollettino

Ospedaliera che si mobilita con strutture esterne per far fronte al meglio a un possibile pesante ritorno dell’emergenza Covid. Anche l’Usl 6 Euganea è preparata e ha noleggiato 23 pagode e due tensostrutture per riparare dalle intemperie l’utenza che, prima di accedere ai vari reparti, deve essere sottoposta alla rilevazione della temperatura corporea oltre a dover tenere il distanziamento sociale. Nello specifico a Padova verranno installate 2 pagode in via Temanza, una tensostruttura in via degli Scrovegni e una tensostruttura all’ospedale ai Colli. A Monselice all’ospedale Vecchio verranno installate invece 6 pagode, al Presidio Ospedaliero di Piove di Sacco 9 pagode, al distretto di Albignasego 3 pagode e al distretto di Piove di Sacco 3 pagode. Il noleggio delle strutture, che scadrà il 31 dicembre 2020,

la seconda ondata

Crescono gli isolamenti e i ricoveri salgono a 29 PADOVA

C’è una buona notizia per Padova ma anche per il Veneto. Nelle ultime 24 ore il bollettino della Regione non registra morti a causa del Covid 19 in strutture sanitarie. L’aumento dei contagi continua, ma a run ritmo contenuto. Tra il pomeriggio di lunedì e quello di ieri, sono stati 17 i nuovi casi positivi rilevati tra città e provincia, 90 in tutta la regione. Ad oggi il totale dei contagi nel padovano è di 523 persone su un totale di 3.676 nel Veneto. Con questi ultimi dati si arriva a quota 5.229 persone che hanno contratto il Covid da inizio pandemia nel padovano e a quota 27.307 positivi da inizio pandemia in Veneto. Le strutture sanitarie, comunque, possono gestire questa fase senza problemi. Ad oggi i malati di Covid ricoverati a Malattie infettive sono 29. Cinque sono invece quelli ricoverati in Terapia intensiva con un quadro clinico più grave. Le persone costrette all’isolamento domiciliare sono 1.260 nel Padovano, di cui 327 positivi, 218 persone rientrate da un viaggio, 694 contatti di positivi, 21 persone per altri motivi. In Veneto sono in isolamento 9.268 persone, di cui 2.445 positivi, 1.166 viaggiatori di rientro da Paesi a rischio, 5.346 persone che hanno avuto contatti con positivi, 311 persone in isolamento per altri motivi. A Padova e provincia i soggetti che stanno trascorrendo la quarantena con sintomatologia sono 10. Le città con il numero maggiore di sintomatici in regione sono Verona (47 sintomatici) e Treviso (37 sintomatici). In Veneto le persone positive con sintomi in isolamento domiciliare sono 142. — A.FER.

Lavori di sistemazione a Piove di Sacco con nuovi spazi a Malattie Infettive Tornano le tende in Azienda Ospedaliera, qui sopra lo smontaggio avvenuto a luglio per opera della Protezione civile

Gazebo, pagode e posti letto Così gli ospedali si preparano Tensostrutture in Azienda ospedaliera e all’Usl per accogliere i pazienti Alice Ferretti / PADOVA

Se da un lato ci si interroga su quale sarà l’andamento del virus da qui ai prossimi mesi, dall’altro ci si mobilita per non farsi cogliere impreparati, anche di fronte al peggiore degli scenari. Gli ospedali e le strutture sanitarie di Padova e provincia si stanno attrezzando perché tutto funzioni qualora ritornasse un’ondata aggressiva di Covid 19.E lo fanno attrezzando strutture per ricevere i pazienti e sistemando reparti in modo

da aumentare i posti letto a disposizione. GAZEBO IN AZIENDA

In Azienda Ospedaliera a Padova sono stati richiesti urgentemente dal direttore generale Luciano Flor quattro gazebo da installare nel parcheggio esterno del Pronto Soccorso Pediatrico. Il provvedimento, preso nei giorni scorsi e pubblicato nelle delibere dell’ente, nasce dalla necessità di proteggere gli utenti dell’ospedale. Per il contenimento del coronavirus i pazienti in-

fatti non possono entrare simultaneamente nelle aree d’attesa interne e devono mantenere obbligatoriamente le distanze di sicurezza. In più queste strutture mobili servono anche a evitare che le persone, e i bambini soprattutto, attendano il proprio turno sotto la pioggia, il freddo e le intemperie dell’inverno. La spesa prevista per i gazebo, che verranno installati nei prossimi giorni, è di 1. 600 euro. PAGODE ALL’USL

Ma non è solo l’Azienda

L’ospedale di Piove di Sacco

Polo sanitario di Padova Est parte la valutazione ambientale nuovo complesso ospedaliero non rientri fra le infrastrutture direttamente soggette alla procedura regionale di Valutazione di impatto ambientale, considerati gli elementi caratteristici del sito del nuovo polo ospedaliero di Padova Est– San Lazzaro, è stata in questo caso prevista. In particolare a richiedere la procedura è la presenza di una superficie boscata superiore ai 5 ettari che non so-

lo dovrà essere rimodulata ma sulla quale è prevista la realizzazione di parcheggi di uso pubblico con una capacità superiore a 500 posti auto. La valutazione ambientale rientra nell’accordo di programma, firmato lo scorso aprile dal presidente della Regione Luca Zaia, dal sindaco Sergio Giordani, dal presidente della Provincia Fabio Bui, dal rettore Rosario Rizzuto, e dal direttore generale dell’A-

PIOVE DI SACCO

Infine, sempre nell’ambito dei preparativi delle strutture sanitarie a un’eventuale ritorno consistente del virus, sono in corso dei lavori di adeguamento edile ed impiantistico, in particolare dell’impianto dei gas medicali, nei locali dell’ex Pediatria del presidio Ospedaliero di Piove di Sacco, al quinto piano del nuovo monoblocco. Qui verranno sistemati 6 posti nuovi letto di terapia intensiva, 10 posti letto di pneumologia ad alta intensità di cura e 30 posti letto di malattie infettive (uno dei reparti maggiormente interessati in caso di contagio diffuso), per un importo complessivo di 195 mila euro. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

zienda ospedaliera Luciano Flor, per il “Nuovo Polo della Salute di Padova”, composto da due presidi ospedalieri separati ma rispondenti ad un’unica visione strategica: il primo da 900 posti letto che sarà realizzato ex novo nell’area di San Lazzaro; il secondo, sempre da 900 posti letto, che verrà realizzato attraverso il riordino, la razionalizzazione ed il recupero delle strutture sanitarie esistenti nell’area di via Giustiniani. In quest’ultimo verrà abbattuto il monoblocco e vari altri edifici dell’area est, nascerà la nuova Pediatria e verrà realizzato il progetto comunale del Parco delle Mura, con la valorizzazione della cinta muraria. —

affidata alla “terre srl”

Dopo essersi occupati del masterplan per la riorganizzazione dell’ospedale di via Giustiniani e del polo di Padova Est, adesso il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Luciano Flor gli ha affidato la gestione della Valutazione di impatto ambientale (Via) in Regione. La società in questione è la Terre srl di Marghera di Roberto Rossetto e Stefano Maria Doardo. Sebbene la realizzazione di un

è costato all’Usl 40. 885 euro, ai quali è previsto un ulteriore aumento di 6 mila euro, per eventuali ulteriori implementazioni di pagode che potrebbero essere necessarie per il contenimento dell’emergenza epidemiologica.

ALICE FERRETTI

Una bozza di progetto del nuovo ospedale a Padova Est - San Lazzaro

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 19

L'ARENA

Mercoledì 30 Settembre 2020

L’EVENTO. Tutto pronto per la sesta edizione della rassegna divisa tra piazza Bra, dei Signori e Cortile Mercato Vecchio

Hostariaricorda Puliero conilpremio «Paiasso»

EDICOLA& CAFFÈ

MarinoBartoletti riceveràilriconoscimento alvia delfestivaldedicato avino esapori IlpresidenteMedici:«Unmodo peronorareun grande personaggioenostro amico» Luca Mazzara

Un grande personaggio amato da tutti i veronesi. Ma anche un amico di Hostaria che vuole ricordarlo nel migliore dei modi, con un riconoscimento nazionale a personaggi di alto livello del mondo dell’arte, dello sport e del giornalismo. Si chiama «Paiasso» il premio istituito dagli organizzatori del festival Hostaria in memoria di Roberto Puliero, l’attore e regista scomparso lo scorso novembre a 73 anni. Il riconoscimento sarà conferito al giornalista sportivo Marino Bartoletti il 9 ottobre alle 21 alla Loggia di Fra Giocondo in piazza dei Signori, in occasione della serata di apertura della sesta edizione del festival del vino e dei sapori in programma fino all’11 ottobre con un percorso tutto nuovo nel cuore di Verona all’insegna delle delizie enogastronomiche tra piazza Bra, Cortile Mercato Vecchio e piazza dei Signori. Il premio è proposto dall’associazione culturale Hostaria in collaborazione con Kety Mazzi, moglie di Puliero e collabo-

ratrice nella messa in scena di opere teatrali con la compagnia La Barcaccia. «Roberto era un amico di Hostaria», ha ricordato il direttore artistico del festival Leonardo Rebonato, «aiutandoci già dalla prima edizione, prestandoci la sua arte per uno spot promozionale e poi girando per la città poetando in sella ad una bici. L’anno successivo, invece, declamò per il pubblico alcune poesie nella cornice di Ponte Pietra, consacrando il valore culturale di Hostaria. Non ci interessava un evento spot ma un qualcosa che avesse continuità anche al di fuori dei confini cittadini». Di fianco a Rebonato un’emozionata Kety Mazzi. «Riguardo a Hostaria mi raccontò un aneddoto», le parole della moglie di Puliero, «disse che si era fermato a declamare una poesia sul ponte di Castelvecchio trovando un musicista e chiedendogli di accompagnarlo, ma non era uno di quelli chiamati dell’organizzazione e alla fine mise giù il cappello per prendere l’elemosina, chiedendo a Roberto di tornare anche il giorno successivo visto l’incas-

AlbertoMarchiori legge l’Arenaall’edicolaOliosidi Quinzano

Benelelimitazionialtraffico maservonoaltriinterventi

Lapresentazione delpremioPaiasso con i responsabilidi Hostaria,l’assessore Toffali e Kety Mazzi

so». Solo uno dei tanti ricordi dell’attore e radiocronista dell’Hellas per tanti anni, amatissimo in quella Verona che si appresta a vivere un’altra edizione di Hostaria. «Subito dopo la scomparsa di Roberto abbiamo pensato ad un modo per onorare la

memoria di un artista popolare entrato nel cuore di tutti grazie al suo talento e alla sua versatilità», ha spiegato il presidente di Hostaria Verona Alessandro Medici di fianco all’assessore al bilancio Francesca Toffali, «una dedica del festival sarebbe stata ri-

duttiva. questo premio invece crediamo sia un bel modo per onorare la sua memoria». Mostrando anche il premio, una piccola scultura raffigurante parte delle Arche Scaligere offerta dalla Corporazione Esercenti Centro Storico. •

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a Verona e nel Veneto sia già a buon punto, ma che sia fondamentale investire per creare una rete integrata tra tutte le piattaforme, comprese quelle digitali.

Alunni con sintomi sospetti, Zaiaproponedifareitestrapidi direttamente in classe. Che cosa nepensa?

Entrano in vigore le limitazioni altrafficopercontrastarelepolverisottili.

Sono d'accordo. Bene che a scuola ci siano dei protocolli rigidi, per la sicurezza di tutti, ma non è possibile che le famiglie si debbano mettere in coda ogni volta che un bambino starnutisce in classe. La procedura va quindi velocizzata. Dopoleregionaliarrivanounaserie di richieste alla nuova amministrazione. Alcune riguardano leinfrastrutture,individuatecome una priorità per la ripartenza postCovid. Lasuaopinione?

Lavorando nella logistica dell’ultimo miglio, penso che il sistema delle infrastrutture

Il blocco delle vetture Euro 4 diesel porta qualche miglioria sul piano ambientale, ma non è la sola voce del capitolo inquinamento che bisognerebbe modificare. Serve una politica ambientale ad ampio raggio. IlquartierediSantaLuciachiede telecamere fisse a Forte Gisella, periodicamente preso di mira dai vandali. È la soluzione giusta?

Le telecamere vanno bene, ma sarebbe meglio fare più controlli sul territorio. Rave improvvisati come questo fanno parte della mancanza di controllo. • L.PER.

RICERCA. Per sensibilizzare e finanziare la lotta al tumore al seno. Spillette in farmacia. E domenica «Cinema a Palazzo» MERCATO. Banchi aperti nei weekend d’ottobre

Airc,ripartono lecampagne «in rosa» Pur di fronte alla preoccupazione per non essere ancora riusciti a fermare il Covid 19, non si abbassa la guardia nell’attività di ricerca sui tumori, sensibilizzazione e raccolta fondi per migliorare le diagnosi, personalizzare le cure e rendere il cancro sempre più curabile. Ne è fortemente consapevole Fondazione Airc, che negli ultimi cinque anni ha messo a disposizione oltre 40 milioni di euro per progetti di ricerca sul tumore al seno. Come ogni mese di ottobre, dunque, Fondazione Airca per la

ricerca sul cancro torna a indossare un nastro rosa incompleto per sensibilizzare e mostrare vicinanza alle donne colpite dal tumore al seno, la neoplasia più diffusa nel genere femminile, che riguarda una donna su nove nell’arco della vita, con 53.000 nuove diagnosi in Italia nel 2019. Tra le iniziative promosse sull’intero territorio nazionale, e anche in Veneto e Trentino Alto Adige attraverso i volontari del Comitato Airc che ha sede a Verona, torna l’accensione dei principali monumenti. La distribuzione attra-

verso le oltre 20 farmacie veronesi di Federfarma e le 13 farmacie comunali delle nuove spillette Nastro Rosa in una nuova versione glitterata, che si potranno ricevere in cambio di un’offerta minima di 2 euro, contribuirà a sostenere la ricerca. Non mancano gli eventi privati che, sempre in osservanza delle norme anti Covid, sono organizzati a numero chiuso. L’obiettivo rimane quello di raccogliere fondi per non fermare la ricerca sui tumori al seno: a Verona domenica 4 ottobre, a Palazzo Verità Poe-

ta, i conti Giorgio e Olivia Bevilacqua accoglieranno una sessantina di ospiti per la serata “Cinema a Palazzo” tra cultura, spettacolo e sensibilizzazione. Protagonisti della prima parte della serata saranno il regista e produttore cinematografico (Ahora Film) veronese Marco Pollini, con all’attivo 5 film di cui 3 girati a Verona, e uno degli attori con cui ha girato di più, il partenopeo Pino Ammendola. Presentato al Festival di Venezia, Pollini ha in progetto di girare un film sulla famiglia degli Scaligeri per

Netflix e Amazon. Seguirà una breve cena di stagione tutta veronese, offerta dall’Azienda Agricola Martin Gazzani e cucinata dai Mastri risottari di Isola della Scala, con i vini delle cantine Serego Alighieri e Valdo Spumanti e un inedito gelato naturale ai gusti di mandorla e Amarone di Terra e Cuore, servito nella suggestiva cornice floreale di Flover. Per partecipare alla serata è suggerita una donazione minima di 50 euro a persona ed è necessaria la prenotazione, al numero 045 8250234. •

PiazzaErbe,proroga peri finesettimana Anche per tutto il mese di ottobre il mercato di piazza Erbe rimarrà operativo nei weekend. L’apertura straordinaria è stata prorogata per consentire la vendita nel fine settimana, quando si registra il maggior afflusso di persone in città. La proroga riguarda le giornate di sabato e domenica 3-4, 10-11, 17-18, 24-25, 31 ottobre-1 novembre. Lo prevede l’ordinanza firmata dal sindaco, che proroga il provvedimento preso a inizio giugno, dopo quasi tre mesi di inattività dei banchi

per l’emergenza Covid. Dal 12 marzo al 4 giugno, infatti, in ottemperanza a decreti ministeriali e ordinanze regionali, anche il mercato di piazza Erbe era stato sospeso. E, dalla riapertura, l’Amministrazione comunale, su richiesta di Confcommercio, ha concesso la deroga per consentire di lavorare anche nel weekend. Secondo il regolamento comunale, infatti, il mercato di piazza Erbe dovrebbe essere operativo dal lunedì al sabato, liberando il toloneo nei giorni festivi. •

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16 Cronaca

L'ARENA

Mercoledì 30 Settembre 2020

REGIONE. «Derby»nel centrodestraper larappresentanza veronesenell’esecutivocheil governatoreandràa formare

Lega-FdI,èsfidaaperta perunpostoingiuntaZaia QuasicertalaDeBerti,ilCarroccio puntaalsecondonome,ecircola quellodiMantovanelli.Glialleati peròlorivendicano:c’èPolato Grandi manovre tra Roma, Venezia e Veronese. La Lega scaligera spinge per avere due assessori regionali, ma Fratelli d’Italia si fa largo per averne uno, tanto più dopo il brillante risultato ottenuto alle regionali, dove a Verona è il primo “vero” partito, con il 17 per cento, dopo la Lista Zaia, e considerando che nel Veronese ha ottenuto il migliore risultato rispetto alle altre province venete. Oltre agli accordi tra i partiti del centrodestra, a livello nazionale e regionale, è chiaro che poi l’ultima parola l’avrà Luca Zaia, il leghista straconfermato presidente della Regione con il 76,79 per cento, e con una Lista che tre volte i voti della Lega. Ma questi sono giorni decisivi per trovare la quadra. Anche con ricadute sulla Giunta comunale di Verona e sulle nomine negli enti come la presidenza di Agsm e il cda di Amt. Sul fronte leghista ieri il segretario federale Matteo Salvini ha incontrato a Venezia Zaia e i 35 consiglieri eletti

tra Lega, Lista Zaia e Lista Veneta autonomia e poi il direttorio veneto leghista. «Tutti i 35 consiglieri hanno la tessera della Lega in tasca», ha detto Salvini dopo la riunione, sottolineando così che non c’è concorrenza tra Lega e Lista Zaia. Sembra intanto certa la conferma in Giunta di Elisa De Berti. Sul secondo assessorato in quota a Verona (sui 10 in totale in Veneto) c’è il braccio di ferro tra Lega e FdI. Il Carroccio, guidato a livello regionale dal deputato veronese Lorenzo Fontana, anche vicesegretario federale, punta come detto al secondo assessore e tra i nomi circolanti resta quello di Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. Ma Zaia potrebbe aprire la porta di Palazzo Balbi a Stefano Valdegamberi, recordman di voti nella Lista Zaia. Fratelli d’Italia di Verona, guidata dal deputato e presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio, però rivendica un assessorato per Verona, magari al turismo.

Tra i nomi c’è anzitutto Daniele Polato che ha preso oltre diecimila preferenze ed l’unico consigliere di FdI eletto a Verona. Lui è arrivato davanti a Stefano Casali, che se Polato andasse in giunta entrerebbe in Consiglio. FdI di Verona ha però la forte concorrenza di Vicenza, con l’assessore uscente Elena Donazzan, rieletta. Ci sarebbe però una sorta di accordo non scritto secondo cui, visto che la leader di FdI Giorgia Meloni ha scelto per il seggio senatoriale delle elezioni suppletive veronesi, al posto del defunto Stefano Bertacco, Luca De Carlo, bellunese, coordinatore regionale di FdI, il posto in Giunta sarebbe una sorta di compensazione per Verona. Intanto, per un posto nella Giunta comunale al posto di Polato - e non di Filippo Rando, Lista Zaia, alla fine risultato non eletto - si fanno i nomi tra gli altri di Stefano Bianchini, consigliere di Forza Italia, ma anche di Andrea Bassi, di Verona Domani-FdI. Per l’Agsm, resta il nome di Mantovanelli (Lega), per la presidenza futura, ma c’è anche quello del deputato leghista Paolo Paternoster, che lo è già stato in passato. Entrambi hanno depositato una candidatura. • E.G.

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Benini(Pd)criticaPolato «Hapromessocento telecamere,dovesono?» «Passatele elezioni, mancano ancorale centotelecamerenei punticriticidellacittà promessedaPolato».Adirloè ilcapogruppodel PdFederico Beninichehapresentato una interpellanzainmerito. «Il5 ottobre2019 l’assessorealla sicurezzaDanielePolato annunciavache “abreve” sarebberoarrivate 100 nuove telecamere,acquistateda Agsmper la sicurezzadei cittadini»,spiegaBenini,«eche sarebberostatemesse in luoghiindividuati dalla Commissionesicurezza edalle Circoscrizioni.Aun annodi distanza,delletelecamere promessenonrisulta traccia». Eaggiunge:«Chiedo quindidi saperese l’annuncio aveva qualchefondamento ose si trattavadiuna trovatapre elettorale.AdessochePolato haraggiuntoil suo scopodi essereelettodaqualche parte fuggendodaquesta amministrazione,le speranze divederemantenuto l’impegno aumentanoo si affievoliscono? Lavideosorveglianza», concludeBenini,«rappresenta unausilioprezioso se usatocon criterio,adesempio in parcheggipubblici, sustradeo pisteciclabili oggettodi vandalismi,nonché ingiardini e areepubblicheteatro di schiamazziediscambiilleciti». MicheleBertucco, consigliere comunalediVerona esinistra inComune,interviene invece

sullaquestione della«fusionea tretra Agsm,Aim eA2A». «Sulla vicenda»,afferma,«la Lega è arrivatabuona ultimadopochele opposizioniavevanogià sollevato tuttele contraddizioniei pericoli dell’operazione.Non sicapisce quindiquali meritipossa vantare oggiquestopartito, nédaquale partedellaLega arrivinoqueste rivendicazioni:èla Lega cheora proponeallapresidenzadiAgsm Mantovenelli,fedelissimodi Fontana,o èil resto dellaLega che proponeilritorno diPaternoster, laminestra riscaldata?La verità», continuaBertucco, «è chelaLega haaccompagnatotuttoil processodistudiodellafusione a tre,facendo spendere allacittà un saccodisoldi,salvo poi sfilarsi quandocome opposizioni abbiamosollevato il problema dellatrasparenzaedellagara pubblica».Econclude. «Nel centrodestrac’èsolo una battagliadipoltrone,nondiscelte amministrative,altrimenti Fontana,Zavarise esoci saprebberoavanzare una propostaperrisolvere ilnodo di Amia,ancorasospesa traproject financingeritornoinhouse, eper chiuderevirtuosamenteil ciclodei rifiutia Verona, maglianera in Venetoper raccoltadifferenziata. Èpoi ancorainsospesola decisionesuAgsm Albaniacosì comela razionalizzazione delle aziendepartecipateincui il Comunedi Veronaèsecondoper sprechisolo aRomacapitale,della tantovituperataVirginia Raggi».

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