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Mirano Magazine
MARZO 2018 - COPIA GRATUITA N. 1
Suppl. a «In&Out» Distribuz. gratuita - Direttore responsabile: Laura Colognesi Coordinatore redazionale: Paolo Leandri • Progetto grafico: Studio 2 di Dal Corso Massimiliano • Segretario di redazione: PAOLO TREVISANATO - tel. 041.430036 Associazione ricreativa senza scopo di lucro “Mirano al Pozzo” - Via Giudecca, 26/6 - 30035 Mirano (Ve)
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Mantenuti gli elevati standard nei servizi raggiunti dalla città
Pro e contro le vaccinazioni obbligatorie. Facciamo chiarezza
Il carnevale dei pulcinella
Prima dell’arma è bene far funzionare il telefono dei vigili urbani
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pag. 8
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EDITORIALE UN DOVEROSO “GRAZIE” AI NOSTRI INSERZIONISTI Noi della Redazione di “Mirano Magazine” vogliamo approfittare dell’occasione degli “Auguri di Buona Pasqua” per estenderli in modo particolare agli inserzionisti pubblicitari che, con il loro contributo, consentono la pubblicazione di questo periodico che altrimenti non avrebbe la possibilità di esistere. Non lo facciamo spesso in modo così specifico, ma il ringraziamento, nostro e quello dei lettori, è implicito in ognuno dei tre numeri che i cittadini miranesi ricevono: lo dimostra la puntualità con cui il giornale entra nelle case di Mirano e delle Frazioni, segno di un impegno costante e consapevole dell’importanza di offrire un’informazione serena e obiettiva. Del resto, la stessa pubblicità contenuta nelle pagine di “Mirano Magazine” sta
ad indicare, oltre alla stima nei confronti della Redazione, la vitalità, la laboriosità, lo spirito di iniziativa che caratterizzano i nostri inserzionisti, le cui molteplici attività spaziano nei più diversi settori, quali, ad esempio, l’abbigliamento, l’agro-alimentare, la cultura, il turismo, la ristorazione, la salute, l’erboristeria, l’edilizia, e tanti altri ancora. Va riconosciuto che nelle loro professioni non è tutto rose e fiori, come rilevava l’ex assessore Annamaria Tomaello, che un anno fa, riferendosi alla liberalizzazione delle attività commerciali, scriveva: «(…) c'è da rilevare che essa favorisce l'apertura sfrenata di attività commerciali identiche a pochi metri l'una dall'altra, la concorrenza spietata fa morire attività appena nate, magari piccole imprese familiari, che non reggono la concorrenza dei vicini, figurarsi le grandi catene; (…) Altro tema dolente sono gli affitti troppo alti (…) Condivido pienamente che la chiusura di esercizi di prossimità elimina un servizio sociale e penalizza proprio le fasce più deboli della popolazione (anziani, disabili, persone sprovviste di mezzi di mobilità)» (Mirano Magazine, aprile 2017) Il nostro augurio di “Buona Pasqua” allora è l’auspicio che anche queste problematiche vengano superate con la buona volontà di tutti a vantaggio dell’intera collettività miranese. Per la Redazione di “Mirano Magazine” Paolo Leandri
Summer Festival 2018 pag. 33
I giardini storici di Mirano pag. 36
Confcommercio del Miranese pag. 48
Centro direzionale sanitario al servizio dei cittadini pag. 49
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EDITORE Studio 2 di dal Corso Massimiliano Registrazione al Tribunale di Venezia N. 5/2018
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In questo numero di DICEMBRE 2018
Proprietario Paolo Trevisanato
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La Redazione di “Mirano Magazine” Paolo Trevisanato, Paolo Leandri e Giorgio Pesce augura ai lettori, agli inserzionisti pubblicitari, ai simpatizzanti e a tutti i concittadini, i più sentiti auguri di Buona Pasqua 2018
Direttore responsabile Laura Colognesi Coordinatore redazionale
Editoriale 01
Paolo Leandri
Recupero funzionale di Villa Bianchini
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Responsabile di redazione
Giornate FAI di primavera a Mirano
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Tel.041/430036 / 348 3431191
Associazione Casa Mia Santa Bertilla
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Marketing & Comunicazioni
Solitudine 27
Paolo Trevisanato
Giorgio Pesce miranoalpozzo@gmail.com Progettazione grafica Studio 2 di Massimiliano dal Corso www.studio2web.it Stampa Centro Stampa delle Venezie Padova Periodico Mirano Magazine Free Press - Distribuzione Gratuita
Summer Festival 2018
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Una lenta scomparsa
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I giardini storici di Mirano
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Filarmonica di Mirano 37 50° anniversario di matrimonio bersagliere
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Torneo di calcio 10° Memorial “Enrico Maso”
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UNA QUESTIONE DI RISPETTO E DI CIVILTÀ Sta diventando una situazione sempre più insopportabile, davvero vergognosa, quella a cui si è costretti ad assistere e a subire quotidianamente: gli escrementi dei cani non raccolti dai loro proprietari e abbandonati ovunque a imbrattare marciapiedi, parchi e strade. Così, se uno decide di fare due passi per sgranchirsi le gambe, deve guardare con attenzione dove mette i piedi, perché è probabile, tutto ad un tratto, che avverta qualcosa di scivoloso e puzzolente appiccicato sotto le scarpe di cui, poi, diventa una vera e propria impresa liberarsi. La cosa si fa estremamente deplorevole soprattutto quando un tale spettacolo si impone in tutta la sua maledeodorante presenza lungo i viottoli dei parchi e tra l’erba dei prati circostanti: è qui che l’inciviltà e la maleducazione dei proprietari dei poveri animali incolpevoli si manifestano in tutta la loro incoscienza, perché i parchi sono frequentati da bambini per qualche momento di svago, prima di chiudersi in casa. Giocano, si rincorrono, inciampano e cadono, danno calci al pallone: con il rischio però di incappare, loro malgrado, in quell’“infame” presenza sempre in agguato. Eppure basterebbe così poco: avere con sé i sacchettini raccoglitori (ce ne sono anche di profumati) da depositare, espletata la loro funzione, negli appositi raccoglitori (il cui numero però, è vero, andrebbe incrementato). Questione di civiltà, di buon senso, di rispetto per gli altri, di cui alcune persone però sembrano, purtroppo, difettare. Paolo Leandri
Piazzale Pio XII, 1 - MIRANO (VE) Tel. 041 430826
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Approvato il Bilancio comunale di previsione 2018
MANTENUTI GLI ELEVATI STANDARD NEI SERVIZI RAGGIUNTI DALLA CITTÀ Nella seduta del 15 febbraio scorso il Consiglio Comunale di Mirano ha approvato il Bilancio di previsione 2018 con 10 voti favorevoli, 2 contrari (Milan, Lazzarini) e 3 astenuti; 2 gli assenti. Ecco alcuni numeri: l’indebitamento scende ulteriormente, passando dai 13.039.430 euro del 2017 agli 11.267.520 di quest’anno (dando continuità a una contrazione che prosegue dal 2013, 22.245.232 euro). Nel corso del 2017 è stato applicato avanzo per complessivi 1.858.921 euro, di cui circa 1.000.000 euro sono stati utilizzati per investimenti, il resto per estinzione mutui e quindi sono "neutri" nel totale. Le entrate di natura tributaria ammontano a 11.520.000 euro, con una flessione di circa 106.000 euro rispetto all’anno precedente. Le aliquote di Imu, Irpef e Tari sono state confermate sui valori degli anni precedenti, in una sorta equilibrio virtuoso. Non era possibile alzarle, sia per rispettare le indicazioni della Legge di Bilancio approvata lo scorso dicembre (blocco della leva fiscale) sia perché l’Amministrazione non voleva in alcun modo aumentare il carico fiscale per i cittadini. Allo stesso tempo, però, era importante conservarle a un livello che permettesse di mantenere gli elevati standard nei servizi raggiunti dalla Città (scuola, sociale, rifiuti, ecc.). L’obiettivo è stato raggiunto. Per quanto riguarda i servizi scolastici, per esempio, le tariffe del-
la refezione e del trasporto sono rimaste invariate. Inoltre, per quest’ultimo sono state confermate in toto le quattro linee presenti. Conferme anche in ambito culturale. Per l’anno 2018 rimarranno invariate le tariffe per l’uso del Teatro di Mirano e dei seguenti impianti sportivi comunali: palestre, pista di atletica, campi da calcio, campi da rugby, pattinodromo, corsie dei bocciodromi, campi da tennis. Se le tariffe sono rimaste invariate, i servizi a diposizione dei cittadini miranesi, invece, aumenteranno. Ecco, per esempio, alcune novità nell’ambito del sociale: sportello Informalavoro, per sostenere chi è alla ricerca di un’occupazione; sportello Famiglia, informazioni sui servizi dedicati ai nuclei famigliari; sportello Antiviolenza Sonia, per dare sostegno alle donne che subiscono violenza e maltrattamento. Per quanto riguarda le spese in conto capitale, per il Comune si apre una stagione di significativi investimenti, suddivisi in più stralci, che, completati di anno in anno, consegneranno alla città importanti opere. Con le entrate da oneri di urbanizzazione (550.000 euro), per esempio, si prevede di attivare vari interventi di manutenzioni straordinarie al patrimonio comunale, tra i quali 95.000 euro per la manutenzione delle scuole, 40.000 euro manutenzione impianti sportivi, 170.000 euro per manutenzione strade e pubblica illuminazione, 50.000 euro per incarichi professionali per indagini sismiche.
Nei prossimi mesi in particolar modo le frazioni saranno interessate da interventi significativi. A Scaltenigo, a marzo, verranno completati gli attraversamenti pedonali con semaforo a chiamata su via Caltana, con un costo di circa 30.000 euro. Altri 70.000 saranno impiegati per il percorso ciclopedonale illuminato che renderà sicuro il tragitto dal pattinodromo alla scuola “Carducci”. Ballò vedrà la realizzazione del percorso ciclabile (250.000 euro) su via Ballò, tra il centro della frazione e l’innesto con via Volpino, per cui è stato da poco assegnato l’incarico per la progettazione. A Vetrego, con 35.000 euro, verrà sistemato il tetto (copertura e guaina) dell’ex-scuola elementare, per ovviare ai problemi di infiltrazioni d’acqua. In questo modo sarà possibile utilizzare tutto il primo piano dell’edificio, una stanza del quale verrà assegnata alle associazioni. A Campocroce l’opera più importante è certamente la ciclabile di via Chiesa. Assegnato l’incarico negli ultimi giorni di febbraio, i lavori si concluderanno in autunno. Con l’arrivo della bella stagione verranno eseguiti numerosi lavori di riasfaltatura in via Luneo e in via Aquileia (totale di 47.000 euro). 140.000 euro, provenienti da spazi finanziari aggiuntivi, saranno riservati per coprire i costi del progetto esecutivo per il restauro conservativo e funzionale di villa Bianchini, a Zianigo. Progetto, questo, che permetterà di raggiungere l’obiettivo di trasformare la villa in un centro culturale
attivo in cui far convivere attività espositive, permanenti o temporanee, rivolte ai visitatori, e spazi aperti allo studio, a laboratori didattici, sedi di associazioni che si occupano di storia e archeologia del territorio o di temi ambientali. Per il 2019 la frazione vedrà un altro grande cambiamento, la costruzione degli spogliatoi al campo sportivo di via Scortegara.
Maria Rosa Pavanello Presidente dell’Unione dei Comuni del Miranese e Sindaca di Mirano
SPORTELLO SONIA “CENTRO ANTIVIOLENZA”
Uno spazio gratuito dedicato alle donne che vivono situazioni di violenza e maltrattamento L’amministrazione comunale è solita proporre ogni anno nel mese di marzo un calendario di eventi che vogliono valorizzare il mondo delle donne nelle sue varie forme. Gli appuntamenti che compongono il programma di questo marzo 2018 riguardano l’arte, il teatro, i libri e il lavoro. In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, non si vogliono ricordare solo le conquiste ottenute dalle donne nel corso egli anni, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui oggi sono ancora troppo spesso oggetto. In un periodo storico in cui il fenomeno della
violenza contro le donne assume proporzioni sempre più preoccupanti, si è voluto dare avvio ad un progetto volto a contrastare la violenza ed accogliere e sostenere le donne. Dal mese di Marzo apre infatti a Mirano una sede dello “Sportello Antiviolenza Sonia”, per dare sostegno alle donne che subiscono violenza e maltrattamento. L’apertura è resa possibile dalla collaborazione con il Comune di Noale, che ha intercettato l’apposito finanziamento regionale di 30.000 euro per aprire una nuova sede dello Sportello. Lo sportello antiviolenza sarà gestito dalla co-
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operativa Iside, che si occupa già dello sportello di Noale, e vedrà impegnate due psicologhe che accoglieranno, indirizzeranno e seguiranno donne vittime di violenza che provengono da tutti i comuni dell’area. Lo sportello sarà aperto tutti i lunedì mattina dalle 10.00 alle 14.00 e sarà attivo un numero di telefono 3492420066 per informazioni e appuntamenti. Erika Niero
Consigliera delegata alla promozione della cittadinanza delle donne e cultura delle differenze
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UNIONE CICLISTICA MIRANO L’Unione Ciclistica Mirano nasce nel 1968 da un’idea di un gruppo di appassionati: tutto è partito dalla voglia di dare vita ad un gruppo sportivo che rispecchiasse i reali fondamenti di uno sport di fatica e sacrificio quale è il ciclismo. Comincia così l’avventura di questa società, un’avventura che quest’anno compie 50 anni di ininterrotta attività in favore della promozione sportiva del ciclismo, con l’obiettivo prioritario di trasmettere i valori della partecipazione allo sport attivo, alla competizione sportiva nel rispetto delle regole e dei propri avversari. Vorremmo subito ricordare uno dei fondatori di questo sodalizio, Attilio Benfatto, recentemente scomparso e con il quale tutti noi avremmo desiderato di condividere questo importante traguardo. Fin dagli esordi l’U.C. Mirano si propone di promuovere e sostenere l’attività sportiva e agonistica nei settori giovanissimi, esordienti allievi e Juniores allestendo sempre delle squadre di assoluto valore composte da atleti che hanno colto risultati importanti e di grande prestigio;, gli annali dicono che sono state superate abbondantemente le 1.500 vittorie nelle varie categorie con la conquista di oltre 40 prestigiosi titoli italiani tra pista e strada, tra questi è giusto ricordare Francesco Lamon nato e cresciuto tra le nostre fila, attualmente punta di diamante del quartetto azzurro su pista. Di anno in anno l’attività della società è cresciuta, fino a diventare un punto di riferimento associativo riconosciuto in ambito nazionale e collocandosi tra le primissime società d’Italia a livello giovanile . Tutto questo grazie ad un gruppo di dirigenti capaci che hanno saputo programmare l’attività con continuità e con una corretta gestione e ad un gruppo di tecnici di assoluto valore che dedica-
no ogni minuto del loro tempo libero alla preparazione e alla formazione di nostri ragazzi. Una tradizione e un attaccamento ai colori sociali che si tramanda di padre in figlio, non a caso molti ragazzi che gareggiano con noi ora sono figli di ex atleti dell’U.C. Mirano Altra importante realtà è il gruppo dei cicloturisti, nato dalla passione di un gruppo di amici capitanati dal primo storico Capo gruppo Sergio Leonardi, con lo scopo di pedalare assieme trascorrendo felicemente il proprio tempo libero traendo i vantaggi di una sana attività sportiva. Gruppo dei cicloturisti che da sempre collabora e pone grande attenzione all’attività giovanile, cosa voluta con insistenza e forza da Paolo Mario Bustreo che prima di essere l’attuale presidente del sodalizio è stato anche capogruppo dei cicloturisti per oltre un ventennio battendosi perchè questi atleti meno giovani fossero di esempio e d i stimolo per i più giovani. Oggi il gruppo cicloturistico è coordinato da Fabrizio Salviato che con maestria continua nella strada intrapresa da i suoi predecessori riuscendo ad ottenere quel connubio dal quale emerge un significato ancora più marcato dell’idea dei padri fondatori per un ciclismo sano e sportivo. Compiere 50 anni è sicuramente un gran traguardo raggiunto attraverso l’impegno, la consapevolezze delle proprie forze e di un lavoro fato con passione è umiltà, valori che hanno contraddistinto tutti coloro che nel tempo hanno guidato e partecipato alla crescita di questa società e per questo riteniamo doveroso citare e ringraziare in primis tutti i presidenti dal primo Ottavio Bressan e a seguire Federico Minto, Angelo Favaretto , Gianni Bertoldo, Lucio Bustreo fino all’attuale Paolo Mario Bustreo. Un grazie anche a tutti i tecnici che si
sono succeduti in questi lunghi anni, non possiamo nominarli tutti, ma alcuni nomi dobbiamo ricordarli; il primo e grande D.S. Bruno Niero che ha saputo seguire i suoi giovani fino all’ultimo giorno di vita, per arrivare ad oggi e citare i veri pilastri del settore tecnico nelle persone dei fratelli Sandro e Marino Bettuolo, coadiuvati da Otello Pennazzato, Oscar Giacomello e Favaretto Emilio team che segue le categorie esordienti e allievi, mentre il settore giovanile è affidato Lugi Zampieri coadiuvato da Laura Santi e Giorgio Toschetti.
Un ringraziamento particolare e una menzione di merito va sicuramente al veterano della compagnia, uno dei fondatori della società e attuale Vice presidente Giorgio Manera, in pratica la storia dell’U.C. Mirano. Un grazie a dirigenti importanti come il segretario ogni presente Gianfranco Cazzin e il cassiere Gianni Gallo. Come anticipato quest’anno l’U.C. Mirano festeggerà i 50 anni di attività; il direttivo sta già organizzando una festa programmata per il giorno 27 ottobre che si terrà presso il ristorante al Burchiello.
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IL DIABETE, QUESTO SCONOSCIUTO Un punto di ascolto a Mirano in collaborazione con l’Associazione Diabetici del Miranese (a.di.mi.) L’Amministrazione Comunale ha accettato con entusiasmo la proposta dell’Associazione Diabetici del Miranese per attivare un punto di ascolto nella Barchessa di Villa Errera. Perché un punto di ascolto? Il diabete è una malattia cronica che può essere curata, ma dalla quale non si guarisce. Bisogna accettarla e imparare a convivere con essa per migliorare la propria qualità di vita. Come funzionerà? Il modello educativo proposto agisce su un doppio livello di informazioni: • Educazione individuale: il personale (infermieri professionali affiancati da diabetici formati) può essere di supporto ai diabetici con un percorso di terapia educazionale, ricevendo istruzioni riguardanti l’autocontrollo domiciliare della glicemia, l’uso corretto dei presidi diagnostici (misuratori della glicemia, penne, siringhe,
etc), l’importanza dell’attività motoria e dello stile di vita più idoneo. • Educazione di gruppo: gruppi di pazienti s'incontrano con la supervisione del personale esperto per avere informazioni utili alla cura del diabete e discutere sulle paure, le ansie ed i problemi legati alla malattia stessa, per la cui accettazione risulta importante il confronto fra pazienti con diabete di nuova insorgenza in compenso metabolico grazie ad una corretta gestione della malattia. Gli incontri educativi di gruppo verranno svolti in orario pomeridiano/serale, in una sede idonea messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale e su argomenti di interesse generale che verranno di volta in volta trattati da esperti del settore. Tutte le attività educative svolte sono integrative e non sostitutive rispetto a quelle dei medici di base e dei team diabetologici: entrambi hanno competenze (ri-
spettivamente di primo e secondo livello) nella gestione integrata del paziente diabetico. Gli incontri individuali e di gruppo sono gratuiti. Per motivi organizzativi è necessario prenotare telefonicamente gli appuntamenti. Il servizio è rivolto ai diabetici (il 5,5 % della popolazione veneta) e loro familiari, ma anche a persone a rischio di contrarre il diabete (il 2.5% della popolazione è diabetica senza saperlo!) con l’obiettivo di far comprendere che un sano stile di vita (corretta alimentazione ed attività motoria costante) è in grado di prevenire o procrastinare nel tempo l’insorgenza della malattia diabetica. La nostra Amministrazione Comunale collaborerà attivamente anche all’informazione capillare sulle finalità del progetto attraverso i propri canali mediatici per validare questo esperimento di medicina integrata nel territorio.
Petrolito Gabriele Assessore alle Politiche sociali, Salute e diritti, Rapporti con il volontariato
PREVISTI SIGNIFICATIVI INVESTIMENTI NEGLI ISTITUTI SCOLASTICI DEL CENTRO E DELLE FRAZIONI La cura delle strutture scolastiche è uno dei temi sempre all’attenzione di questa Amministrazione che, anche per il 2018, ha previsto significativi investimenti negli istituti del centro e delle frazioni. In particolare il Comune potrà utilizzare 150.000 euro dell’avanzo di amministrazione per la ristrutturazione dell’edilizia scolastica grazie agli spazi finanziari aggiuntivi ottenuti dal Governo, in deroga agli equilibri di bilancio, nell’ambito dell’operazione “Sbloccascuole 2018”. Questi soldi serviranno per la progettazione di interventi mirati al miglioramento del comportamento sismico e ad altri interventi straordinari su cinque sedi scolastiche: la “Mazzini” e la “Da Vinci” a Mirano, la “Alfieri” a Zianigo, la “Pellico” a Campocroce, la “Manzoni” a Ballò. I pro-
getti saranno elaborati in base alle indagini sul miglioramento del comportamento sismico, che saranno svolte da tecnici professionisti, per le quali il Comune ha già stati stanziato 30.000 euro. Riguardo invece ai servizi forniti a supporto della scuola, le tariffe del buono pasto per la refezione e del trasporto degli alunni sono rimaste invariate anche per il 2018, come stabilito nel bilancio di previsione approvato lo scorso febbraio. Un altro tema importante, legato al mondo della scuola ma non solo, è la prevenzione delle dipendenze da droga, alcol e gioco. Con l’Assessore alle Politiche sociali Gabriele Petrolito stiamo lavorando alla creazione di un apposito tavolo di lavoro composto dal Comune, dall’Asl 3 con il SEPS – Servizio Educazione e Promozione della
Salute, il Dipartimento per le dipendenze e il Ser.D. – Servizio per le Dipendenze, dalle scuole superiori, dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza. L’incontro istitutivo è in programma per il 20 marzo. Si partirà dall’analisi della situazione, attraverso i dati che forniranno i vari componenti del tavolo di lavoro, per poi elaborare un progetto pluriennale finalizzato a prevenire le dipendenze. Una volta impostato il lavoro, il progetto sarà esteso ad altri enti del territorio, alle associazioni sportive e alle parrocchie che potranno collaborare per affrontare insieme questo fenomeno che miete sempre più vittime e sempre più giovani.
Anna Gnata Assessora alla Scuola e Biblioteca, Politiche del personale (Organizzazione interna etc.), Comunicazione, Scambi culturali e cooperazione internazionale
AUSER risorsAnziani Il Circolo Auser APS ETS I Tiepolo di Mirano (iscritto nel registro regionale APS n° NZ/ VE 0014/010) con sede in Villa Errera - Via Bastia Fuori 6.Da sempre sensibile alle necessità, anche ricreative, dei cittadini, informa che ha stipulato, per i propri soci, una convenzione con la Fondazione Arena di Verona e con i Teatri di Venezia. Questo per permettere a chi è in possesso della nostra tessera AUSER di ottenere una riduzione sul prezzo del biglietto. Inoltre l'agenzia CV Viaggi di B. Bertilla (via Barche 38 - Mirano) propone, sempre per gli iscritti AUSER, dei soggiorni climatici al mare a Senigallia, alle terme a Ischia e Levico, in montagna ad Andalo. INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI presso:
Sede Auser APS-Villa Errera, via Bastia 6 - Mirano VE - lun/mer/ven h.9.00/12.30 • Sig. ALVIO SALVIATO cell. 335/7549788 • Sig.ra BOTTAZZO LUISA cell. 347/2351780 • Sig. BUSOLIN RENZO cell. 333/5433385 • Agenzia Viaggi CVV di Bolzonella Bertilla via Barche 38 - Mirano - tel. 041.5703812
L' Associazione Malati Reumatici del Veneto, nata nel 1991 ha come scopi statutari la tutela dei malati reumatici, fare da tramite tra le Istituzioni e i malati per portare le loro istanze e richieste. Dal 24 febbraio 2018
l'Associazione ha spostato la sede legale a Mirano in Via Porara,120. IL NUMERO VERDE È 800 608 519.
I malati reumatici nel veneto sono il 19% spesso tali patologie vengono sottovalutate e sottostimate. L'Associazione si sta adoperando perchè vengano implementate le ore di reumatologia presso l'Ospedale di Dolo, riferimento per molti malati reumatici del nostro bacino del miranese. Silvia Tonolo Presidente A.Ma.R.V. Onlus Associazione Malati - Reumatici del Veneto
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PRO E CONTRO LE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE Facciamo chiarezza
Le recenti esigenze di marketing elettorale di certo non hanno contribuito a fare chiarezza sul delicatissimo tema delle vaccinazioni obbligatorie. Proviamo a farlo adesso. Premesse 1. Le vaccinazioni obbligatorie per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono quattro: antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatite virale B. 2. Tutte le altre vaccinazioni disponibili per l'età pediatrica erano presentate come “facoltative” e, successivamente, come “consigliate”, quindi effettuate su base volontaria, fino a qualche tempo fa con una ottima risposta delle famiglie. 3. La soglia di copertura vaccinale raccomandata dall’OMS per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge è pari al 95%, soglia che consente di tutelare anche che, a causa delle loro condizioni di salute, non possono essere vaccinati. 4. La copertura media nazionale delle vaccinazioni in Italia ultimamente era scesa e si sono registrati alcuni decessi per una epidemia di morbillo (incremento di oltre il 500% in un anno) e di un ceppo della meningite C nella valle dell’Arno. 5. Nel 2017 in Italia sono venuti 60 milioni di turisti, la metà dei quali fa un passaggio nella nostra provincia, provenienti da anche paesi in cui la copertura vaccinale è carente e che possono essere portatori sani di malattie. 6. La riduzione della copertura vaccinale era il frutto di scarsa consapevolezza degli effetti benefici per la salute, individuale e collettiva, ma anche del diffondersi di movimenti di opposizione alle vaccinazioni per motivi ideologici, filosofici, politici o altro. 7. Sono aumentati i casi di malattie infettive anche tra adulti con quadri clinici più gravi. L’intervento legislativo è intervenuto dopo questi e altri segnali di allarme per la sanità pubblica e prima che la
situazione andasse fuori controllo. La richiesta di chiarimento dell’ANCI e la circolare esplicativa del ministro Lorenzin Su richiesta del Presidente dell’ANCI nazionale Antonio De Caro, preoccupato di tutelare le famiglie in lista di attesa per le vaccinazioni, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha confermato che i minori per cui i genitori hanno preso un appuntamento per le vaccinazioni, anche oltre quella data, possono frequentare i servizi educativi per l’infanzia (nidi) quanto nelle scuole per l’infanzia (materna). Le ragioni di chi critica il Decreto Legge Lorenzin - In molti, ma non tutti, accetterebbero le vaccinazioni con un consenso informato e un’adesione volontaria. - Il rifiuto riguarda l’obbligatorietà collettiva di un numero elevato di vaccinazioni obbligatorie superiore a qualsiasi altro paese europeo. - Verrebbe violato il diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione), riguardo al principio di autodeterminazione nelle scelte sanitarie, senza la dimostrazione che si dell’unico strumento di tutela della salute pubblica. - Il problema era rappresentato dal morbillo e, in Toscana, da un ceppo raro della meningite C e quindi non era necessario estendere l’obbligatorietà ad altre vaccinazioni. Le ragioni dell’interesse pubblico. - La decretazione d’urgenza è stata giustificata dalla necessità di ricondurre rapidamente sotto controllo la copertura vaccinale della collettività, in quanto il calo delle vaccinazioni non era più dovuto solo a scelte individuali delle famiglie, ma sempre più ad una moda culturale che si andava diffondendo e riguardava anche le quattro vaccinazioni obbligatorie esistenti. - Il Parlamento ha voluto “chiudere la stal-
la prima della fuga dei buoi”. - Se la copertura media delle vaccinazioni non era ancora troppo preoccupante, non altrettanto si può dire se si prendono in considerazione i dati riferiti a singole regioni e, tra queste, il Veneto. - Alcune posizioni contrarie ai vaccini sono sostenute da una diffidenza pregiudiziale e senza un solido fondamento scientifico verso le ragioni della scienza, pregiudizialmente ritenuta condizionata da interessi commerciali. Conclusioni. 1. Nel rispetto dei dubbi e delle ragioni delle famiglie che ancora non hanno fatto vaccinare i propri bambini, l’Amministrazione comunale è costantemente in contatto con il Servizio per le vaccinazioni per: a. potenziare e personalizzare una campagna di informazione e sensibilizzazione b. monitorare nel territorio comunale l’andamento delle vaccinazioni e collaborare con le famiglie per superare eventuali difficoltà, ad esempio per ottenere le monovaccinazioni ove necessario. SCHEDA RIASSUNTIVA Le nuove vaccinazioni obbligatorie: Dall'estate 2017 per innalzare i livelli di copertura vaccinale ormai troppo bassi per molte vaccinazioni, sono diventati obbligatori 10 vaccini: a) vaccinazioni permanentemente obbligatorie 1. anti-poliomelitica; 2. anti-difterica; 3. anti-tetanica; 4. anti-epatite B 5. anti-pertosse; 6. anti Haemophilus influenzae tipo B (meningiti); b) vaccinazioni temporaneamente obbligatorie, sino a diversa successiva valutazione 7. anti-morbillo; 8. anti-rosolia;
9. anti-parotite; 10. anti-varicella. Rimangono fuori dall'obbligo, ma eseguibili volontariamente, altre vaccinazioni comunque molto importanti per l'età pediatrica, e cioè: - anti-pneumococcica; - anti-meningococcica C (in forma monovalente, o tetravalente ACWY); - anti-meningococcica B; - anti-rotavirus; - anti-HPV (papilloma virus) Tutte queste vaccinazioni sono offerte in modo attivo e gratuito dai servizi vaccinali e sono caldamente raccomandate. Vaccinazioni obbligatorie per alcune categorie di adulti - Antitetanica: sportivi, agricoltori, metalmeccanici, operatori ecologici, minatori. - Antimeningococcica – antitifica - antidifto-tetanica - antimorbillo-parotite-rosolia: militari - Antitubercolare: personale sanitario. - Vaccinazioni varie obbligatorie per i viaggiatori diretti in particolari destinazioni. Vaccinazioni e scuola 1. Bambini e ragazzi da 0 a 16 anni: la mancata esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie comporta il pagamento di una multa da 100 a 500 euro. 2. Tra 0 e 6 anni: divieto di ingresso in asili nido e scuole d'infanzia. 3. Bambini e ragazzi che frequentano scuole primarie, secondarie e primi due anni delle superiori: non previsto il divieto di accesso a scuola. 4. Bambini che frequentano le scuole dell'obbligo e non possono essere vaccinati per documentati motivi di salute: verranno inseriti in classi nelle quali non sono presenti altri minori non vaccinati. Petrolito Gabriele Assessore alle Politiche sociali, Salute e diritti, Rapporti con il volontariato
A BREVE IL PROGETTO ESECUTIVO PER IL RECUPERO FUNZIONALE DI VILLA BIANCHINI Obiettivo raggiunto: il Comune di Mirano potrà utilizzare una parte del suo avanzo di amministrazione per interventi riguardati villa Bianchini e scuole, grazie agli spazi finanziari aggiuntivi che il Governo gli ha assegnato. Lo scorso gennaio, infatti, il Comune di Mirano aveva concorso all’assegnazione di spazi finanziari per spese d’investimento istituita dalla finanziaria 2017 e ora il Comune ha la possibilità di utilizzare ulteriori 290.000 euro rispetto a 1.100.000 euro di cui il comune, secondo l’attuale normativa, può disporre quest’anno, per investimenti generici da finanziare mediante avanzo di amministrazione. Di questi 290.000, 140.000 euro saranno riservati per coprire i costi del progetto esecutivo per il restauro conservativo e funzionale di villa Bianchini, recentemente approvato dalla A. C. e dalla Soprintendenza. Il progetto, che nasce in continuità con il percorso partecipativo avviato fin dal 2012, è impostato seguendo due canoni messi a fuoco in questa
esperienza che ha coinvolto molte associazioni culturali e di volontariato: l’approccio manutentivo, che è il modo più coerente di praticare il restauro e la praticabilità di alcune parti del complesso da perseguire sin d’ora e da assicurare anche in seguito impostando i lavori e i cantieri per stralci e per settori. Un’altra linea di indirizzo, maturata nel corso del processo partecipativo, viene confermata: considerare che la barchessa possa essere oggetto, sulla base di apposita convenzione, di un intervento privato di restauro e di gestione per una destinazione d’uso coerente con la vocazione unitaria e generale dell’intero complesso. Il progetto punta a far diventare Villa Angeloni Bianchini un centro culturale attivo in cui far convivere attività espositive, permanenti o temporanee, rivolte ai visitatori, e spazi permanentemente aperti destinati allo studio, a laboratori didattici, a sedi delle associazioni che si occupano di storia e archeologia del territorio o di temi ambientali. Un obiettivo finale deve porsi al termine di
questa fase così prefigurata riguardo alla destinazione. Villa Angeloni-Bianchini potrebbe costituire la sede adatta nella quale allestire un percorso espositivo permanente sulla civiltà delle ville venete che illustri i caratteri di questo modello insediativo diffusosi ed esaltatosi nello stato da tera della Repubblica di Venezia a partire dal XV secolo ma che ha radici ben più lontane nelle ville rustiche romane presenti anche nel nostro Graticolato e analogie nelle cosiddette delizie estensi sorte nelle terre bonificate dello stato ferrarese già a partire dal XIV secolo. Il percorso museale così concepito potrebbe anche costituire il punto di partenza di un itinerario di visita delle principali ville venete di Mirano, del miranese e dell’intero graticolato e costituire inoltre un altro polo di riferimento da offrire al visitatore in collegamento con quello del museo di Borgoricco, che è incentrato esclusivamente sulla fondazione e sulla romanità del Graticolato, e con le ville della Riviera del Brenta.
Federico Vianello Assessore alle Politiche ambientali, Manutenzione e valorizzazione di parchi, ville e aree verdi, Piano della mobilità
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IL CARNEVALE DEI PULCINELLA La tradizionale festa che si tiene il lunedì grasso nel centro storico di Mirano è stata dedicata per il terzo anno consecutivo a “Il Carnevale dei Pulcinella”. L’evento si è svolto lunedì 19 febbraio (e non il 12 a causa del maltempo) in piazza Martiri dalle ore 16:00 alle 18.00. Visto il crescente successo, il Comune ha deciso di ripetere l’evento animando il Carnevale cittadino con la più tipica delle maschere legate al territorio miranese. Si tratta della maschera di Pulcinella, di origine napoletana, ma reinterpretata in modo assolutamente originale nel corso del XVIII secolo da Giandomenico Tiepolo, pittore vissuto proprio a Mirano nella villa Tiepolo di Zianigo. Ecco perché la piazza principale di Mirano, animata da tanti Pulcinella, sembrava uscire da un dipinto del grande pittore miranese d’adozione, ed ecco perché a tutti i partecipanti è stato richiesto di partecipare alla festa mascherandosi appunto da Pulcinella. Il Carnevale è stato aperto dalla sfilata dei Pulcinella con gli atleti dei gruppi sportivi miranesi che hanno dato il loro significativo contributo in bicicletta, con i pattini a rotelle, a piedi di corsa o al passo, con o senza l’ausilio di bastoncini da nordic walking. Il corteo guidato dalle carrozze dei Tiepolo trainate dai cavalli del Circolo ippico M.E.S.H., partiti alle ore 15.45 da Zianigo (piazza Giandomenico Tiepolo), arrivato in piazza Martiri, legando idealmente due luoghi molto importanti per Mirano è stato accolto dalla Filarmonica di Mirano - Banda Cittadina, diretta dal maestro Stefano Corrò, che ha sfilato in costume tiepolesco attraverso le vie del centro. Il momento più spettacolare della manifestazione è stata la discesa dei Pulcinella dal campanile di Mirano, effettuata dagli esperti scalatori del Cai – sezione “Alberto Azzolini” di Mirano, che, con le loro evoluzioni, hanno ricordato quelle dei Pulcinella ritratti da Tiepolo, scanzonati e acrobatici. La festa è proseguita in piazza per tutto il pomeriggio con figuranti, musici, saltimbanco, trampolieri, burattini, e con lo spettacolo dei ballerini di Studio Danza 53 e Officina della Danza. E' stato inoltre offerto ai presenti un assaggio degli “gnocchi di Pulcinella”, tradizionalmente il piatto preferito dal personaggio in versione veneziana. Quest’anno si sono potuti gustare nella variante burro e salvia, mentre i cuochi, gli allievi dell’Istituto professionale alberghiero “Andrea Barbarigo” di Venezia, sono stati coadiuvati da alcuni ristoratori miranesi, tra cui il ristorante “Ristorante Tiro a Segno” e “Osteria Dalla Lina”. I dolci tipici sono stati offerti dal Ristorante Pizzeria "La Taverna", dal Bar “Barcollando” e dal Forno “San Gaetano”. La manifestazione è stata organizzata con la collaborazione della Pro Loco Mirano, del Laboratorio Culturale Giandomenico Tiepolo, del CAI – sezione “Alberto Azzolini”, della Filarmonica di Mirano – Banda Cittadina, numerosi gruppi sportivi miranesi e gli istituti scolastici. L’Amministrazione Comunale ha inteso così proseguire le attività di promozione e stimolo di iniziative che tendono a valorizzare l’opera artistica di Giandomenico Tiepolo e in particolare la figura di Pulci-
nella, che è dominante nell’estetica tiepolesca. Alla festa sono stati invitati a partecipare gli alunni e le alunne delle scuole primarie di Mirano con costumi di Pulcinella confezionati in proprio, a casa o a scuola, anche, semplicemente, adattando per l’occasione vecchi indumenti di colore bianco. L’invito ad unirsi al Carnevale con costumi ispirati a Pulcinella è stato esteso a tutti e per questo alcune immagini di questa maschera nella versione dipinta dal Tiepolo (“Pulcinella sull'altalena”, 1795, Venezia, Ca' Rezzonico e "La partenza di Pulcinella" (1797), Venezia, Ca' Rezzonico) sono state rese disponibili nel sito http://www.comune.mirano.ve.it/upload/news/ news-56b1fb994dfc1.jpg e http://www.comune.mirano.ve.it/upload/news/news-56b1fc6d19bb5.jpg. A SSOCI A ZIONI/ESERCEN TI/R ISTOR ATOR I CHE HANNO COLLABORATO ALL'EDIZIONE DEL CARNEVALE: - Pro Loco Mirano; - Laboratorio culturale Giandomenico Tiepolo; - CAI Sezione “Alberto Azzolini” Mirano; - Filarmonica di Mirano - Banda Cittadina; - Rugby Mirano 1957; - Officina della Danza; - Studio Danza 53; - MusicaFolkDanza; - Kardines; - Fiab-Mirano Riviera del Brenta;
- Unione Ciclistica Mirano; - Unione Ciclistica Zianigo; - GSS Pattinaggio Scaltenigo; - In Line Mirano; - Atletica Libertas Mirano; - Unione Sportiva Calcio Zianigo; - Unione Sportiva Calcio Mirano; - Calcio Vetrego; - Mirano Nuoto; - Tennis Club Mirano; - Circolo ippico M.E.S.H.; - Ristorante "Al Tiro a Segno"; - Osteria “Dalla Lina”; - Istituto Alberghiero “Barbarigo” di Venezia; - Ristorante Pizzeria "La Taverna"; - Bar “Barcollando”; - Forno “San Gaetano”
Cristian Zara Assessore Promozione e valorizzazione attività produttive e attività commerciali,Promozione e valorizzazione attività sportive, Politiche abitative, Politiche per il lavoro
A Mirano Funziona? Nella mia esperienza, di lavoro e di volontariato, ho avuto il piacere di avviare diverse progettualità, dal commerciale al sociale. Da questa esperienza personale ho capito che alla base di tutto vi deve essere la capacità di “immaginare un futuro”. Senza una meta da raggiungere difficilmente siamo spinti a vedere le sfide come opportunità. In seguito, per uscire dall’immaginazione, serve la volontà insieme all’impegno e alla conoscenza di ciò che si va a realizzare. Questi sono gli elementi che, ad esempio, hanno fatto funzionare l’evento “Emozioni Resistenti”, organizzato con la scrittrice Claudia Tortora ed il cantautore Matteo Carraro. Abbiamo, infatti, provato ad immaginare un evento dove al centro c’erano dei giovani artisti, proponendo un nuovo format comunicativo per rievocare i valori della Resistenza. Eravamo stati allertati più volte del fatto che questo tipo di iniziative attirano poche persone, eppure ci abbiamo creduto e siamo fieri di come l’evento sia riuscito oltre qualsiasi aspettativa. Questo è solo un esempio per portare un pensiero personale in cui credo fortemente: a Mirano c’è sempre più bi-
sogno di dare spazio “all’immaginazione”. Viviamo in una bella città ed abbiamo il dovere di svilupparla ed innovarla continuamente. Ad esempio, se immagino la Mirano futura la vedo una città ancora più unica, capace di mettere in sintonia l’ambiente, l’impresa, il sociale e la cultura. Questa è la mia “mission” come amministratore, consapevole che il tutto nasce da un’idea che poi deve diventare concretezza.
Francesco Venturini Consigliere capogruppo di Io scelgo Mirano
Veneta Lampadari di Dainese Costante
Via Cesare Battisti, 77 - 30035 Mirano (Ve) Tel. 329 5635269
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CULTURA DEL PARCO / PARCO DELLA CULTURA La cultura è il patrimonio intellettuale e materiale di cui è dotata ogni società, la sua identità in divenire. Avvicinare le persone di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali al teatro, all'arte, alla musica, al godimento del bello per favorire il senso di appartenenza ad una collettività e viverla con agio è l'obiettivo da raggiungere in vista del benessere spirituale e anche fisico. La nostra Mirano ha un patrimonio archeologico, monumentale e ambientale che è un vero museo a cielo aperto. In particolare il nostro parco (anzi due collegati da un ponte sul Muson) che racchiude in mezzo ad alberi secolari la villa Belvedere con annesso teatrino e la Villa Morosini XXV Aprile, di recente restaurata, con annessa Barchessa, è meta di frequentazione quotidiana di miranesi e abitanti nei paesi vicini e talvolta, come nelle giornate del Fai di primavera, diventa scoperta entusiastica di gente più lontana (1500 presenze lo scorso anno). Tutto il complesso è prezioso e fragile, sottoposto ai vincoli della soprintendenza ed è giusto che singoli e associazioni si dichiarino interessati a tutelarlo e valorizzarlo. E' un bene comune lasciatoci in eredità da scelte lungimiranti di sagaci amministratori che ci hanno preceduto e gliene siamo grati. Si sta sempre più diffondendo nella coscienza civica e cittadina l'idea che
esso sia un investimento culturale intendendo con questo il diffondersi di una cultura ecologica ed ambientalistica oltre che considerarlo sede di manifestazioni ed eventi artistici, musicali, teatrali per cui potremmo, a ragione, definirlo 'Parco della Cultura'. E' degno di nota che nella Barchessa al primo piano sia stato ripristinato l'ufficio Cultura, sport e turismo, vero presidio dei luoghi, che meglio può coordinare le attività e gestirle. Inoltre la costituzione, in Barchessa, della 'Casa delle Muse' definisce la vocazione conservativa oltre che espositiva di uno spazio che ha visto in questi anni la presenza di numerose Mostre, artistiche, fotografiche, storiche, documentarie. Nell'anno in corso, ci sarà un'Esposizione di tre linguaggi artistici diversi in 'Paesaggi della mente' tra febbraio e marzo e subito dopo una Mostra sui territori organizzata da CAI e Italia Nostra per approdare in maggio ad un evento ormai atteso e di risonanza vasta come la ormai 4° edizione di Miranofotografia. In primavera riprenderanno le visite domenicali guidate al Castelletto con un evento spettacolare per il 1° maggio. Nel Teatro Belvedere è in corso la rassegna Teatro di Primavera, seguiranno spettacoli e residenze artistiche con il Progetto partecipato Belvedere. Il luogo ospita da sempre frequenti
convegni, attività teatrali proposte da Associazioni e dalle nostre Scuole. E' inoltre sede di molti concerti della rassegna Miranomusica. Tutti questi eventi sono comunicati dal calendario mensile comunale pubblicato e diffuso dall'URP (Ufficio relazioni con il pubblico, tel 0415798313). A seguire il cartellone annuale di Miranomusica 2018.
Renata Cibin Presidente del Consiglio Comunale delega: promozione e valorizzazione delle attività culturali, in particolare le attività teatrali e promozione delle mostre d’arte, promozione del benessere
MIRANO MUSICA 2018 MARZO
MAGGIO
“Suonando Converso” Eventi in programma: Venerdì 9 e 23 marzo Aula Magna “Leonardo Da Vinci” ore 21.00
Associazione Musicale “Coro Allegro con Brio” Domenica 6 maggio SING in S(pr)ING 2018 Teatro Belvedere ore 18.00
“Fisorchestra Armonia” Domenica 25 marzo “Concerto di Primavera della Fisorchestra Armonia” Teatro Belvedere ore 17.00 APRILE “Suonando Converso” Eventi in programma Venerdì 6 e 27 aprile Aula Magna “Leonardo Da Vinci” ore 21.00 L’Associazione culturale Agorà in collaborazione con il Coro “Croda Rossa” Lunedì 9 aprile “Incontro concerto per Associazione Agorà” Teatro Belvedere ore 16.30
Corale “Santa Cecilia” Zianigo Lunedì 14 maggio “Concerto di Arie d’Opera” Teatro Belvedere ore 20.45 The I.C. (Ignoring Conductor) - Ensemble Vocale Sabato 19 maggio Polifonia Rinascimentale (a cappella) “Parmi di star la notte in paradiso” Porticato corte Errera ore 20.45 Filarmonica di Mirano - Banda Cittadina Sabato 26 maggio “Concerto della scuola di musica” Teatro Belvedere ore 20.00
Filarmonica di Mirano - Banda Cittadina Giovedì 19 aprile “Concerto di Primavera” Cinema Teatro di Mirano ore 20.45
L’Associazione Culturale Coro “Croda Rossa” Sabato 26 maggio 42ª Rassegna “Cori a Mirano” Sala Polivalente San Leopoldo Mandic ore 20.45
Fondazione Bianchi e Venice Chamber Orchestra Venerdì 20 aprile “Histoire du soldat” di Igor Stravinskij Teatro Belvedere: per le scuole ore 11.00 - per il pubblico ore 20.45
Istituto Comprensivo “Giovanni Gabrieli” Mirano Martedì 29 maggio “Concerto di Fine Anno scolastico” Aula Magna “Leonardo Da Vinci” ore 18.00
Associazione Culturale “Nusica.org” in collaborazione con Jazz Area Metropolitana e New Echos Venerdì 27 aprile “KAOS Protokoll” Teatro Belvedere ore 20.45
GIUGNO
Cral – Ospedale di Mirano Sabato 9 giugno “Fantasie musicali” Cori-Canti e Melodie Teatro Belvedere ore 20.45 Fondazione Bianchi / Venice Chamber Orchestra Sestetto “In Liebe” quartetto vocale e pianoforte Domenica 10 giugno “Danzare l’amore” Teatro Belvedere ore 20.45 Istituto Musicale “Fancelli Boschello” Venerdì 15 giugno “Concerto della scuola di musica” Teatro Belvedere ore 20.00 Gruppo Amicàntica Sabato 16 giugno Voce di donna “Florilegio operistico di eroine verdiane” Teatro Belvedere ore 20.45 Soprano Argit Butzke Caldura – pianoforte Alessandra Semenzato Domenica 17 giugno “L’universo femminile della musica” Teatro Belvedere ore 17.00 Giornata Internazionale Festa della Musica 2018 Giovedì 21 giugno Filarmonica di Mirano - Banda Cittadina Sabato 30 giugno “Festa della Musica” Piazza Casa della Musica ore 20.45
Filarmonica di Mirano - Banda Cittadina Sabato 2 giugno Concerto “Festa della Repubblica” Piazza Martiri ore 20.45
24- 25 marzo: Giornate FAI di Primavera a Mirano Il 24 e il 25 marzo la città di Mirano, per il terzo anno consecutivo, sarà protagonista delle Giornate FAI di Primavera. Molti studenti del Liceo Majorana Corner faranno da Apprendisti Ciceroni - anche in Alternanza Scuola Lavoro - durante queste giornate. Che cosa illustreranno ai visitatori? Questo è ancora un segreto che verrà reso noto nella Conferenza di presentazione GFP giovedì 22 marzo alle ore 18.00 in Sala Consigliare a Mirano. Lo scorso anno le visite hanno riguardato Villa XXV Aprile, Villa Belvedere e il Parco che le collega. Numerosissimo è stato il pubblico arrivato soprattutto da Venezia e dalle zone limitrofe. Il FAI spera di replicare il successo dello scorso anno. Scopo delle Giornate FAI è quello di portare ad una conoscenza più approfondita delle bellezze storico-architettoniche e naturalistiche del territorio italiano per contribuire a sviluppare una maggiore
consapevolezza dei suoi beni, un rispetto più significativo e una valorizzazione che è data dall’impegno a una sensibilizzazione in questo senso. Altro scopo del FAI è quello di raccogliere fondi per salvare, restaurare e aprire al pubblico testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. Per quanto concerne la nostra zona, nel 2017 il FAI ha stanziato i seguenti fondi: - per le Grotte del Caglieron - Treviso, arrivate terze ai “Luoghi del Cuore”, 30.000 euro per interventi di recupero; - per il Forte San Felice di Chioggia che nelle ultime tre edizioni dei “Luoghi del Cuore” ha raccolto 25/30.000 firme, sono stati stanziati 20.000 euro per sostenere il progetto di valorizzazione. Inoltre il FAI Giovani ha destinato i fondi raccolti per il recupero delle malghe di Fontana Secca nel Comune di Quero vici-
no a Feltre. Forse serve ricordare che il FAI è una Fondazione nazionale senza scopo di lucro e che tutti coloro che vi operano lo fanno a titolo di volontariato, quindi in modo assolutamente gratuito. Questo permette di investire per gli scopi sopra citati tutti i fondi che vengono raccolti. Il Gruppo FAI di Mirano, impegnato in particolare nel nostro territorio, opera per trovare sempre più sostenitori e volontari interessati a perseguire i fini della Fondazione. Per chi volesse iscriversi, può farlo, oltre che online, presso la Libreria Mondadori in Piazza Martiri il secondo venerdì del mese dalle 17.30 alle 19.00: 9 marzo, 13 aprile, 11 maggio, 15 giugno. Sarà possibile iscriversi inoltre al banco FAI durante le visite nelle Giornate di Primavera. Per info: gruppofai.mirano@fondoambiente.it Gruppo FAI di Mirano - Delegazione FAI di Venezia
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ANTIPASTO fagottini ricotta e olive bicchierini in bella vista di verdure fresche tagliate a julienne e condite
PRIMO crespelle al formaggi lasagne con asparagi e speck
PRIMO crespelle con asparagi e speck lasagne alla bolognese
SECONDO gulash d’agnello con carciofi e patate
SECONDO maialino da latte al forno
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PRIMI lasagne alla bolognese - lasagne asparagi e speck - lasagne con tris di verdure grigliate e prosciutto - cannelloni ricotta e spinaci crespelle con asparagi verdi e speck SECONDI corona d’agnello - cosciotto d’agnello pezzi misti di agnello al forno e allo spiedo - capretto al forno - maialino da latte al forno rotolo di vitello e agnello - stinco di maiale - anatra al forno - faraona con l’osso o disossata ripiena - rotolo di vitello semplice o farcito con asparagi e speck CONTORNI fondi di carciofo - tris di verdure grigliate - funghi - piselli in umido con prosciutto cotto - patate al forno cipolline in agrodolce Prenotazioni entro giovedì 29 marzo 2018 Tel 041 431050 - Email: info@gallomacellerie.it Ritiro in bottega il sabato 31 marzo 2018 Via Beato Angelico, 3 Mirano - Ve www.gallomacellerie.it
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L`ARTE NEI SAPORI Cinque bellissime colonne, probabilmente di epoca trecentesca, a sostegno di archi gotici bene evidenziati, ornano il più vecchio palazzo di Mirano. L’edificio, una costruzione che risale al '400, un tempo è stato proprietà della famiglia nobile Veneziana "Bonvecchiato"; divenendo, poi, sede della vecchia "Dogana" perché vi giungevano le barche, e "stallo" con locanda nei giorni di mercato. I signori Agostini, attuali proprietari, lo hanno trasformato, adibendolo a ristorante, pizzeria e alloggi. Anzi, il sig. Sergio Agostini, nel 1966, ha operato un intelligente e riuscito restauro, per evidenziare e far risaltare le caratteristiche linee originali, architettoniche e storiche dell'edificio. Sergio e i figli Luciano, Sandro Daniela e Sabrina gestiscono l'ambiente abbinando alla signorilità dell'ambiente una rara competenza e professionalità. L’Hotel è stato recentemente restaurato con la finalità di salvaguardare l'integrità storica dell’edificio e di valorizzarne le peculiarità. L’imponente struttura lignea del tetto è stata riportata in vista e, nel contempo, gli spazi interni sono stati riorganizzati in modo da renderli maggiormente funzionali e confortevoli attraverso il rinnovamento della dotazione impiantistica e l'inserimento dell’ascensore. Le camere, inoltre, sono state allestite con materiali e colori innovativi ma in armonia con la storicità dell’edificio stesso. La bontà della cucina, varia nei suoi piatti, fedele alla tradizione veneta ma anche innovativa nelle sue ricette, si sposa bene con la qualificata e accurata scelta dei vini, il tutto accompagnato dalla familiarità e cortesia che i signori Agostini sanno trasmettere. La pizzeria si distingue per i suoi sapori originali e per la molteplicità delle proposte per accontentare anche i palati più esigenti. Per queste sue peculiarità, il ristorante "5 Colonne" è sempre stato visitato e frequentato anche dai Vip che sono transitati per Mirano, soprattutto dai personaggi del mondo della canzone o dello sport, quali Lucio Dalla e Patty Pravo. E che sia anche un locale giovane, lo dimostra il fatto che è luogo di ritrovo degli sportivi di Mirano.Il ristorante, pizzeria ed alloggi "5 Colonne" rappresenta dunque una parte fondamentale della storia di Mirano, costruita mediante l’operosità, l'intelligenza, la fantasia e la creatività dei suoi cittadini.
Paolo Trevisanato
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Un piccolo gioiello che merita di essere visitato nuove soluzioni ad hoc sia riutilizzando l'arredamento esistente, che andrà rivalutato con accurati restauri".
CLAUDIO DA RONCH DR, doratura e restauro è il binomio che sta alla base dello showroom che ormai da oltre un anno propone arte creatività in un prestigioso palazzo di Mirano, al civico 32 di Piazza Martiri della Libertà, in quello che fino a poco fa era sede dello storico negozio Vescovo, noto shoes shop della cittadina veneziana. "Il negozio", ci spiega il titolare Claudio Da Ronch, "è un laboratorio della creatività dove poter instaurare con gli ospiti un dialogo che va al di là del semplice rapporto tra acquirente e venditore. Mettiamo a disposizione la nostra professionalità dando i consigli giusti per la rivisitazione dei vari ambienti, sia con
Sì, perché "DR" sono anche le iniziali del titolare, Da Ronch, appunto. Professionista della creatività e del restauro, Claudio ha maturato il proprio curriculum facendo della decorazione e del restauro un must sotto la sapiente direzione di noti maestri nell'arte della doratura e del restauro operanti a Padova e Treviso. Mobili ed oggetti antichi, ne hanno forgiato l'eccellente manualità e professionalità che gli permette, oggi, di essere un affermato professionista del settore che non di rado lo vede protagonista con i propri lavori anche oltre i confini regionali e nazionali. Tutte qualità che vengono messe ora a disposizione con il negozio di Mirano. "L'idea di collocare nella briosa cit-
tadina veneta un luogo che faccia da hub per artisti ed artigiani del territorio compreso tra Padova e Venezia", continua Claudio "consente ai numerosi graditi ospiti che ci fanno vista, di discutere di rivisitazione d'interni, di valorizzazione dell'artigianato Veneto in materia di mobili e oggetti d'arte quali specchiere, cornici, elementi per il lighting e molto altro ancora". Ricca e variegata è la tavolozza di colori che ci accoglie entrando nel negozio DR dove anche Patrizia, compagna di Claudio sia nella vita sia nella professione, ha potuto sfoggiare il proprio gusto nei complementi di arredo, introducendo quell'inconfondibile tocco femminile che si respira all'interno del nuovo negozio. I tessuti, i tendaggi, l'oggettistica per il living e per il benessere, sono elementi che si possono cogliere scegliendoli tra un vastissimo assor-
timento, sempre diverso: il cliente può così apprezzarli ed accarezzarli con mano all'interno del negozio DR e scegliere l'elemento giusto in linea con il proprio stile e dar vita ai propri sogni. Si sa che i sogni per eccellenza sono i gioielli, così Patrizia e Claudio propongono ai propri ospiti nel negozio anche prestigiosi marchi di gioielleria tra cui Ottaviani, Xjewellery, emi&eve e molti altri. La sorprendente fantasia e la creatività che emergono dall'impostazione del nuovo show room DR di Mirano sono tali per cui, al di là dell'acquisto si potrà fare o meno, questo negozio è un piccolo gioiello che merita comunque di essere visitato. DR DORATURA E RESTAURO Piazza Martiri della Libertà, 32 Mirano - VENEZIA
ECCO PERCHÉ SERVONO I DATI SULL'INQUINAMENTO DELL'ARIA A dicembre abbiamo depositato un'interpellanza per sapere quali azioni farà il Comune per monitorare la qualità dell'aria a Mirano. L'assessore ci ha elencato i costi delle centraline di rilevazione, l'inutilità dei monitoraggi in quanto «regione inquinata nel complesso», il traffico di attraversamento non modificabile con interventi locali, vento e pioggia le soluzioni più efficaci. Mirano non avrà una centralina di monitoraggio e, rispetto ai valori rilevati altrove, non ha alcun obbligo di prendere provvedimenti essendo fuori da agglomerati urbani e avendo meno di 30.000 abitanti. Ci è stato detto che non sono necessari dati precisi per migliorare la situazione. E' nostra convinzione che i dati oggettivi siano indispensabili. Informare i cittadini relativamente all'aria che respirano è punto di partenza per decisioni istituzionali e individuali, come quella di scegliere consapevolmente di correre nel Parco del Passante o portarci i bambini.
In campagna elettorale la sindaca ha parlato di «emergenza in corso», ma nonostante tutti i piani di mobilità il traffico veicolare aumenta e non riusciamo a collegare le frazioni con il centro in modo sostenibile. Ci parlano di progetto di car pooling sperimentale e mentre attendiamo le auto condivise ci teniamo le auto in coda al casello Mirano Dolo: in risposta a una recente interpellanza su Vetrego il vicesindaco Salviato si è espresso per la riapertura del casello di Roncoduro: se i componenti di questa amministrazione partecipano da anni autorevolmente ai tavoli sovracomunali e concertano bene con gli enti, perché continuiamo a non ottenere non solo la riapertura del casello, ma nemmeno la pista ciclabile a Scaltenigo o un diverso utilizzo Omnibus da e per stazione? E su «mobilità dolce»: le piste ciclabili non solo vanno aumentate, ma prima di tutto, quelle esistenti vanno rese fruibili in sicurezza. Non è coerente promuovere lezioni di educazione stradale nelle scuole primarie e poi consentire, senza
alcun controllo, che le auto utilizzino piste, marciapiedi e parcheggi in doppia fila anche a motore acceso fuori da ogni plesso. Riceviamo segnalazioni di genitori in difficoltà a far passare la sedia a rotelle del figlio nel percorso casa scuola occupato da veicoli. Quando si parla di scuola si cita sempre il Pedibus: il Comune ogni anno si limita a stampare per il weekend della mobilità sostenibile la locandina «sarà presente lo stand comunale per informazioni su Pedibus e Bicibus» (Bicibus?), ma questo non è «promuovere il Pedibus»: nelle nostre scuole praticamente non esiste. Quale messaggio diamo ai futuri neopatentati se, in maniera incontrollata e sistematica, all'entrata e all'uscita dalla cittadella scolastica superiore, è possibile sostare anche motore acceso dovunque tranne che nei posti corretti? Un percorso partecipato per la riduzione delle emissioni passa per una corretta informazione, per il rispetto delle regole e la condivisione delle soluzioni. Altrimenti saremo sempre in emergenza.
Antonio Milan Consigliere M5S
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marzo 2018
PRIMA DELL’ARMA È BENE FAR FUNZIONARE IL TELEFONO DEI VIGILI URBANI Mirano ha subito certamente un incremento dei furti in abitazioni private ma fortunatamente non è ancora una realtà sociale “pericolosa” come lo sono invece molte grandi città dove è proibitivo anche fare una passeggiata per la strada. Fatta questa premessa, dalla stampa abbiamo appreso che i Sindaci dei Comuni dell’Unione, senza alcun dibattito e condivisione, hanno deciso di dare l’arma in dotazione alla Polizia dell’Unione. Analizzando la convenzione costitutiva, che anche Mirano ha sottoscritto, le finalità della Polizia locale dell’Unione risultano essere: - La presenza costante e coordinata per la prevenzione ed il controllo dei fenomeni importanti per la sicurezza della circolazione stradale, per la protezione ambientale e la tutela del consumatore e per i bisogni emergenti, anche attraverso un migliore utilizzo delle risorse umane e delle tecnologie a disposizione; - Il coordinamento con le altre forze pubbliche operanti sul territorio dell’Unione al fine di garantire la tutela e la sicurezza della popolazione. Confrontando, quindi, la volontà del Sindaco di Mirano di dare la pistola ai Vigili con la convenzione costitutiva dell’Unione dei comuni da lui stesso
sottoscritta, appare evidente che non è previsto da nessuna parte che l’obiettivo sia quello di sostituire le forze dell’ordine, ma è espressamente previsto che ci si debba coordinare con le forze dell’ordine mantenendo, quindi, ciascuno la propria specifica e distinta funzione. Mirano ha certamente bisogno che la Polizia Municipale si coordini con le forze dell’ordine (carabinieri, polizia e guardia di finanza) preposte alla tutela dell’ordine pubblico, ma prioritariamente deve continuare a svolgere i suoi compiti tradizionali. Per questo ha già le sue difficoltà e per superarle deve utilizzare al meglio le risorse umane disponibili, ma soprattutto dovrà dotarsi di nuovi strumenti tecnologici di supporto. Un esempio evidente è rappresentato dalla video sorveglianza, da anni richiesta dal sottoscritto e non ancora realizzata. Il Comune di Mirano, infatti, non ha saputo spendere per la video sorveglianza un apposito finanziamento regionale disponibile ancora dal 2015 e scaduto nel 2017. Per la gestione degli impianti di videosorveglianza sarà possibile, inoltre, convenzionarsi con la Città Metropolitana di Venezia per utilizzare la centrale
operativa del Comune di Venezia attiva 24 su 24. Queste sono azioni che potrebbero aumentare concretamente la sicurezza dei cittadini e che non sono ancora state messe in atto. Se dovesse invece prevalere la proposta di armare i Vigili, è probabile che ne conseguano maggiori problematiche che benefici considerando l’età media dei vigili che è decisamente alta nonché l’assenza di idoneo addestramento e di condizioni organizzative ed operative adeguate se si pensa che, qualora si procedesse con l’arresto di una persona, non mi risulta la presenza di locali o “celle” idonee per il fermo in condizioni di sicurezza. I cittadini di Mirano non saranno quindi più sicuri perché i Vigili avranno l’arma nel fodero, tra l’altro da usare per la propria sicurezza. Se, inoltre, i nostri vigili dovranno svolgere la funzione di forze dell’ordine, dovremmo assumere nuovo personale per svolgere le funzioni che prima svolgevano gli stessi Vigili e questo non sarebbe possibile per i vincoli di bilancio esistenti. Prima della pistola sarebbe utile, tra l’altro, garantire il funzionamento del
telefono a cui contattare i vigili considerato che per sei mesi è stato praticamente fuori uso, a dire del Sindaco per causa imputabile alla Telecom, mentre Telecom in un suo recente comunicato precisa che “queste affermazioni non sono corrispondenti alla realtà e che sono quindi gravemente lesive dell’immagine aziendale” in quanto il servizio era già stato svolto senza colpe o responsabilità per la Telecom.
Giorgio Babato Consigliere dell’Unione dei Comuni
IL COMUNE BOCCIA LA PROPOSTA PROMOSSA DAL CONSIGLIERE BABATO DI PROGETTARE LA NUOVA PISTA CICLABILE TRA SCALTENIGO E MIRANO Tra i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di Mirano del 15 febbraio c’era il “Piano delle alienazioni del Comune per il 2018-2020”. Usando le stesse identiche parole del rappresentante della maggioranza in consiglio nella relazione introduttiva, “il Piano delle alienazioni raccoglie una lista di immobili di proprietà del Comune dei quali è possibile ipotizzare la futura vendita per finanziare altri e diversi investimenti. È chiaro a tutti che la presenza di un immobile in questo piano non significa che l’immobile ha già il cartello vendesi perché non è detto venga messo all’asta. È accaduto infatti molte volte che l’amministrazione sia riuscita a realizzare diverse opere che era previsto di finanziare con l’alienazione, senza ricorrere alla vendita dell’immobile ma trovando nel frattempo risorse diverse riuscendo quindi a tenere sia l’immobile che l’opera realizzata”. È risaputo e chiaro a tutti, quindi, che inserire nel piano alienazioni un immobile del Comune non significa volerlo vendere, bensì avere la possibilità di iscrivere in entrata il valore equivalente per poter disporre in uscita dello stanziamento che permette di procedere con la progettazione e la predisposizione di tutte le fasi preliminari per essere pronti, non appena vengono reperiti i finanziamenti, a realizzare l’opera. Questo è il metodo appena utilizzato
per la realizzazione della nuova pista ciclabile tra Campocroce e Mirano, oggi in fase di costruzione e iniziata nel 2008 ipotizzando la vendita della casa di Via Perale a Mirano che non si è mai avverata e che tutt’oggi fa ancora parte nel patrimonio comunale. Usando lo stesso criterio ho presentato, quindi, a nome della lista “Insieme per il bene Comune”, un emendamento al Bilancio 2018-2020 proponendo di inserire nel piano delle alienazioni alcuni immobili del comune, non per venderli, ma per permettere di iniziare la progettazione della nuova pista ciclabile tra Scaltenigo e Mirano. Il criterio è in linea con il percorso richiamato nel consiglio del 15 febbraio ed è lo stesso seguito per la nuova pista ciclabile di Campocroce ma, evidentemente, è andato bene per Campocroce e non per Scaltenigo. Infatti la proposta, sostenuta da tutte le forze di opposizione, è stata purtroppo bocciata dalla maggioranza, senza tra l’altro nessun sostegno neanche da parte del locale comitato cittadino “Viabilità Sicura”. È risaputo che i tempi per la realizzazione di nuove opere pubbliche sono molto lunghi e trascorrono sempre diversi anni da quando si inizia a progettare l’opera. È noto poi che in pratica tutti i comuni limitrofi, tranne Mirano, hanno realizzato in questi ultimi anni nuove opere
pubbliche per aumentare la sicurezza dei cittadini e portare il traffico fuori dai centri abitati. A tutto questo va aggiunto che Mirano, a parziale risarcimento per lo scempio e la devastazione causata dal passante, ha un credito di opere di mitigazione e di compensazione verso la Regione Veneto per 19 milioni di euro che tutte le forze politiche intendono “incassare” quanto prima. Detto questo la parola d’ordine a Mirano dovrebbe essere: progettare! Proprio per questo, tra l’altro, Mirano dispone da diversi anni anche di un finanziamento regionale di 387.000 euro finalizzati alla progettazione di nuove opere, ma da anni sono inutilizzati.
Alcuni comuni hanno scelto la strada della progettazione fatta dai propri uffici tecnici. Mirano, che si propone di realizzare tutte le opere promesse dal Passante, più di ogni altro dovrebbe pianificare il suo futuro avvalendosi di progettazioni interne o, al limite esterne, per realizzare nuove opere, però purtroppo questo non avviene. È chiaro che andando avanti così per Mirano difficilmente arriverà la stagione delle nuove opere e sfuggirà ancora per diversi anni la possibilità di recuperare il ritardo che ci identifica nella realizzazione di nuove piste ciclabili, una viabilità migliore e nuove strutture pubbliche.
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INTERPELLANZA: REALIZZAZIONE BARRIERE FONO ASSORBENTI A PROTEZIONE DEL PIANO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PUBBLICA P.E.E.P. DI VETREGO Negli anni ’90 l’amministrazione comunale di Mirano acquistò un terreno in via Ca’ Rezzonico a Vetrego, a ridosso dell’allora autostrada A4 Venezia-Padova, per procedere con la costruzione di un nuovo campo da calcio per la frazione. Nel 2001, al posto del nuovo campo da calcio, l’amministrazione comunale scelse di realizzare, nell’area in questione a ridosso dell’autostrada, una nuova zona residenziale mediante un piano per l’edilizia economica e popolare. Nel 2004 l’amministrazione comunale approvò una variante che incrementò i volumi del piano attuativo di iniziativa pubblica PEEP di Vetrego. Nella relativa seduta di consiglio comunale il sottoscritto, neo eletto consigliere comunale, manifestò le sue oggettive perplessità a procedere con un intervento ulteriormente espansivo in un’area a ridosso dell’autostrada chiedendo di condizionare la variante alla realizzazione di idonee barriere fonoassorbenti e di aree verdi per ridurre l’inquinamento
acustico e ambientale per salvaguardare la qualità della vita di coloro che avrebbero acquistato gli edifici realizzati nell’area scelta dall’amministrazione. In risposta alla mia proposta, l’allora sindaco assicurò l’impegno dell’amministrazione a realizzare tutte le infrastrutture necessarie per tutelare la qualità della vita dei cittadini. Nel 2004 I’attuale Sindaco Maria Rosa Pavanello ricopriva la carica di assessore e l’attuale Vice Sindaco Salviato era consigliere di quella maggioranza che scelse di procedere con la costruzione dell’area PEEP a Vetrego, assumendosi l’impegno di proteggerla dall’inquinamento acustico ed ambientale. Sempre durante la stessa seduta di consiglio ho chiesto notizie in merito al campo da calcio che doveva essere inizialmente realizzato nel terreno individuato a Vetrego. Il Sindaco e Vice Sindaco di allora assicurarono che il campo sarebbe stato comunque realizzato. Tutto questo risulta a verbale del Consiglio
comunale del 4 aprile del 2004. Conseguentemente agli impegni allora assunti, ho presentato una interpellanza nel consiglio comunale dello scorso dicembre che, auspico, sarà discussa a marzo 2018 per permettere ai cittadini che hanno acquistato gli alloggi dell’area PEEP comunale di capire se l’amministrazione comunale attuale, governata dagli stessi amministratori di allora, intende mantenere i precisi impegni presi per proteggere i residenti dal rumore e dall’inquinamento atmosferico della vicina autostrada. È non solo logico, ma soprattutto doveroso, a mio parere, che l’amministrazione comunale che ha scelto di far abitare i suoi cittadini in un’area ancora oggi priva di ogni protezione a ridosso dell’autostrada si faccia carico di promuovere la realizzazione di “tutte le infrastrutture necessarie per tutelarne la qualità della vita”, impegno assunto nel 2004 e da allora mai realizzato. Per quanto riguarda il campo da calcio a Ve-
trego, del quale per anni sono stato l’unico sostenitore, si sta concludendo positivamente la concessione del finanziamento da parte di CAV per la sua realizzazione evidenziando, anche in questo caso, l’incapacità dell’amministrazione di mantenere i suoi impegni presi ancora negli anni ’90 di realizzarlo con risorse comunali.
Giorgio Babato Consigliere dell’Unione dei Comuni
QUALE FUTURO PER IL CENTRO-DESTRA MIRANESE? Dopo ripetute segnalazioni fatte da diversi cittadini ai rappresentanti della lista comunale “Insieme per il bene comune” che rappresento in Consiglio comunale, ho proposto la realizzazione di servizi igienici nei cimiteri di Campocroce, Vetrego e Mirano nella parte nuova vicino al cinerario, ad oggi ancora sprovvisti. La presenza quotidiana di persone, in particolare anziane, che frequentano i cimiteri del capoluogo e delle frazioni rende indispensabile la predisposizione di servizi igienici adeguati. Così come ad ogni attività privata viene imposto obbligatoriamente di realizzare dei bagni per gli utenti, a maggior ragione è corretto che anche le strutture pubbliche ne siano dotate. In merito alla proposta, fatta dal sottoscritto durante l’ultimo consiglio comunale del 15
febbraio, l’assessore ne ha riconosciuto l’utilità. Tuttavia, considerandolo un intervento non prioritario, ha fatto intendere che non sarà realizzato a breve. Altro elemento sfavorevole è stata la previsione di spesa quantificata in 80.000 euro per i due bagni delle frazioni. Indubbiamente la cifra stimata è molto elevata (pari quasi al costo di un’abitazione con due bagni) e questo rende difficile il reperimento dei fondi. Purtroppo ci troviamo di fronte alla analoga, ripetuta da anni, richiesta di realizzare un ascensore in Municipio per portare i cittadini con difficoltà motorie agli uffici del primo piano. A differenza, infatti, del Comune di Santa Maria di Sala che per simile situazione ha speso meno di 20.000 euro per installare
in Municipio un ascensore, Mirano intende spenderne 150.000 euro e per questo i cittadini con difficoltà motorie continuano ancora a non avere la possibilità di recarsi al primo piano del Comune. Ritornando ai bagni nei cimiteri per ora, quindi, i cittadini di Campocroce, di Vetrego e di Mirano che faranno visita ai propri cari, al bisogno, saranno ancora costretti a trovare altri rimedi.
Giorgio Babato
ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA GRUPPO "AMICI MICOLOGI MIRANO" Continua con grande interesse l'attività del Gruppo "A.M.M." per il 2018 . Anche quest'anno è stata ottima la partecipazione di iscritti al Corso di Micologia, che terminerà lunedì 19 marzo p.v., - dopo 8 lezioni teoriche, con la consegna degli Attestati ed un libretto con nozioni di Micologia. Molte le adesioni al ciclo di lezioni su: "La riscoperta di ‘Erbe’ e piante spontanee ed il loro utilizzo nell'Alimentazione, nella cosmesi ed in cucina". Le lezioni sono gratuite e aperte a tutti. Inoltre, il Gruppo, con un programma molto ricco di appuntamenti, aperto ai Soci e simpatizzanti, invita tutti a partecipare alle attività
come: • Tutti i lunedì, in sede, con lezioni sui "Funghi' e, nel 2° e 4° giovedì del mese, su: "Erbe" spontanee" - La sede è aperta a tutti - Ingresso libero. • Sono previste delle uscite micologico- naturalistiche nei litorali e zone collinari, accompagnati da guide esperte. • Sabato 7 aprile p.v. Giornata Ecologica a Mirano. "Se ami la Natura, vieni a conoscerla, attraverso la Micologia" Amici Micologi Mirano Tel. 041/430036 Cell. 3483431191
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marzo 2018
L'IMPORTANZA DI POTER RICICLARE PANNOLONI E PANNOLINI Ormai tutti cerchiamo di ridurre la quantità di rifiuti che produciamo e collochiamo nelle nostre case vari contenitori per il rifiuto secco, la carta, la plastica, l'umido ecc...; cerchiamo sempre di ridurre il volume degli imballaggi e con senso civico, ci prodighiamo a differenziare il rifiuto in funzione del suo riciclo e riuso. Siamo sollecitati a smaltire negli appositi cassonetti le ramaglie, il vestiario, l'olio esausto, i farmaci scaduti, ecc, ma non parliamo mai di una questione che in un modo o nell'altro ci tocca tutti: lo smaltimento di pannoloni e pannolini. Visto che i pannoloni/ini sono ben il 3% dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno in Italia, vogliamo portare l'attenzione su questo argomento come lista civica “Insieme per il bene comune” e attraverso il nostro consigliere comunale Giorgio Babato, richiamare l'Amministrazione e Veritas. A Spresiano (TV) è stato aperto il primo impianto per riciclare materiali assorbenti ed è di circa un mese fa la notizia che anche San Donà di Piave ha completato la posa di 50 contenitori specifici per lo smaltimento dei pannoloni/ini su tutto il territorio comunale. Chi ha a che fare con anziani incontinenti e con neonati, sa quanto prodotto si consumi in un giorno e quanto questo incida sul bilancio familiare prima di tutto, ma anche sulla quantità del rifiuto generato. Ecco perchè è importante che questo non finisca nella spazzatura ma venga riciclato e riutilizzato. Ci sono molti vantaggi per l'ambiente perchè questi materiali, tolti dalle discariche e o dagli inceneritori, evitano le emissioni che alterano il clima, e si ottiene una nuova materia prima seconda (da una tonnellata di prodotto raccolto in differenziata si potranno ottenere 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica, 75 kg di polimero assorbente
che potrà essere impiegato in nuove produzioni). I pannoloni/ini riciclati potranno diventare arredi urbani, oggetti di uso quotidiano, cartoni per imballaggi, fertilizzanti ecc... Invitiamo il Comune di Mirano e Veritas ad attivarsi perchè questa forma di smaltimento possa essere utile per una sensibile riduzione della Tari e sia quanto prima istituita, anche in via sperimentale, nel nostro Comune. L'ubicazione dei contenitori sarà fondamentale presso la casa di riposo, la geriatria dell'ospedale, asili nido ma i contenitori potranno essere fruibili da chiunque abbia bambini fino ai 3 anni, persone anziane e o con patologie specifiche, nel pieno rispetto della privacy. Come dice Veritas: “tutto ciò che scartiamo è riutilizzabile e può essere reimmesso nel ciclo produttivo evitando gli sprechi”.
Annamaria Tomaello coordinatrice lista civica “Insieme per il bene comune”
DECORO URBANO E SENSO CIVICO: VALORI DA RISCOPRIRE Se il termine decoro (dal latino decere) indica ciò che è ben fatto, che conviene.. quando parliamo più specificatamente di decoro urbano, intendiamo l'insieme di atteggiamenti ed azioni che rendono bello e qualificante lo spazio urbano. Decoro urbano e senso civico determinano la qualità della vita di una città e devono procedere sempre in completa sinergia, in modo che i luoghi in cui viviamo ed operiamo, non siano intesi come semplici spazi da consumare, bensì come luoghi di nostra proprietà, dove ognuno agisce come agirebbe a casa propria, dedicandovi cura ed attenzione, esprimendo storia, tradizione, capacità creativa. Un paese, un quartiere, una via, sono decorosi o degradati, prima di tutto in base alla civiltà di chi ci vive, per cui dobbiamo superare la gretta mentalità del cittadino che si sente in diritto di sporcare perchè paga le tasse, o di chi tiene benissimo il proprio giardino ma non toglie una foglia secca nello spazio pubblico antistante la sua casa o il suo negozio, con la scusa che è comunale. È fuori dubbio che la manutenzione del decoro urbano spetti al Comune, il quale deve provvedere alla pulizia delle strade, dei monumenti, al posizionamento dei manifesti, alla rimozione delle scritte, all'arredo urbano, all'eliminazione delle barriere architettoniche, ecc..., ma è altrettanto vero che l'educazione del cittadino è connaturata con gli interventi del Comune e ci va a braccetto, anche se non può prescindere dall'impegno e dall'intervento dell'autorità pubblica, che da una parte garantisce i servizi, dall'altra impone e fa rispettare le regole. Se ci guardiamo attorno possiamo vedere che molte situazioni possono essere migliorate dal nostro modo di operare civilmente nella collettività. Quante volte ci è capitato di arrabbiarci nel vedere persone che gettano le cartacce per terra e dieci metri più avanti c'è il cestino, o persone che abbandonano ma-
teriale di rifiuto nei luoghi più impensati o fuori dai cassonetti; quanto inorridiamo di fronte a pareti di edifici appena dipinti ed imbrattati con le vernici spray o davanti a vandali che danneggiano le aree giochi e gli arredi pubblici; molto spesso dobbiamo superare percorsi ad ostacoli, causati dall'inciviltà dei padroni che non raccolgono dai marciapiedi le deiezioni dei propri cani. Se le persone affiggono manifesti dove non è permesso, se gli esercenti lasciano gli addobbi di Natale anche a Pasqua e in estate, non si insegna il rispetto del bene pubblico, cioè del luogo in cui si vive e non si fa capire, sopratutto ai giovani, il concetto di decoro urbano e di cultura degli spazi pubblici. L'adeguatezza di certi arredi, di certi colori, la qualità dei manufatti o dei materiali, le insegne, ecc devono essere previsti dai regolamenti comunali, al Comune spetta vigilare perchè la norme siano rispettate e sanzionare quelli che non le osservano. Oggi più che mai è necessario pretendere come cittadini, una rigorosa sorveglianza del territorio e, visto che la tutela del decoro urbano è affidata principalmente alla Polizia Municipale, è bene pensare di colpire con multe salate chi rovina il bene comune, ma anche richiamare l'Amministrazione laddove resta sorda o cieca e non interviene nonostante le segnalazioni dei cittadini. I concetti di senso civico, di decoro urbano, di cultura degli spazi pubblici e privati sono valori che vanno riscoperti e fanno crescere il senso di appartenenza alla propria comunità.
Annamaria Tomaello coordinatrice lista civica “Insieme per il bene comune”
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L’AVO DI MIRANO DONA 60 OROLOGI Lunedì 5 febbraio, l’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) di Mirano, presieduta dalla signora Cinzia Marella, insieme agli ottanta volontari dell’associazione, hanno donato all’Ospedale di Mirano, in presenza del Direttore Generale della Ulss 3 Giuseppe Dal Ben, 60 orologi che verranno posizionati in alcuni reparti ospedalieri. Il primo reparto ad accogliere gli orologi è stato il reparto di Medicina che, dai primi giorni del mese di gennaio 2018 è guidato dal neo primario, il dottor Massimo Puato. “Non è la prima volta – ha detto il DG Dal Ben – che partecipo ad una cerimonia di donazione insieme ai volontari dell’AVO, che è tra le associazioni più vicina ai nostri malati. Ricordiamo, infatti che questi volontari operano quotidianamente e per quasi tutto l’anno (tranne in agosto) in stretto contatto coi nostri sanitari per dare sollievo e conforto a chi è ricoverato. Per questo oggi, nuovamente, l’Azienda Ulss si sente di ringraziare di cuore queste persone: cittadini che hanno stretto con noi una sorta di alleanza per garantire buoni servizi e quindi una buona sanità”.
LA SCHEDA. L’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) è nata presso l’ospedale di Mirano nel 1994, dopo un atto notarile ed è entrata in servizio a seguito della convenzione deliberata con l’amministrazione ospedaliera. Opera presso i reparti di medicina, chirurgia e neurologia di Mirano e presso il reparto di lungodegenza a Noale; svolge inoltre un servizio di prima accoglienza in ospedale a Mirano. L’associazione è formata da circa 80 volontari sempre presenti in reparto (mattina e pomeriggio) escluso il mese di agosto. Ogni anno viene svolto corso di formazione e aggiornamento di cinque incontri. Il volontario diventa tale e gode dell’assicurazione, dopo aver acquisto l’idoneità medica e psicologia. Offre almeno due ore di servizio settimanale, che porta l’associazione a offrire oltre 8000 ore annuali di presenze. Il servizio è totalmente volontario e gratuito. Il bilancio non è in passivo, grazie al contributo del 5X1000, all’elargizione-donazione di ex-pazienti assistiti dagli avosini e al mercatino di Natale. Questi positivi risultati hanno permesso all’AVO di regalare
38 televisori nel 2016 e 60 orologi da parete nel mese gennaio 2018 ai reparti di Medicina, Neurologia e Chirurgia di Mirano per aiutare i pazienti a un miglior controllo delle coordinate temporali.
CASA MIA SANTA BERTILLA
Associazione per l’aiuto a famiglie e persone in difficoltà “…mi chiamo Elena, è notte ho gli occhi chiusi e non riesco ad addormentarmi. É così da tante notti, troppe, non ne tengo più il conto. Sono stanca, stanchissima, non ce la faccio più. Nell’ombra vedo spezzoni della mia vita scorrermi davanti, i momenti felici ed il futuro che ci sorrideva. Dopo l’abbandono di mio marito tutto è crollato, fragorosamente, senza rumore esterno ma devastante dentro di me. Ho paura per quello che potrebbe succedere ai miei figli; un incubo, mi salta il cuore e sono senza fiato per scappare via. Sono sola, tremendamente sola con il mondo che incombe…” Le persone ed il disagio. Quando si parla di persone si deve necessariamente introdurre il concetto di famiglia perché essa è il nucleo primario della società, fondamento dei rapporti personali e primo universo con il quale sin dall’infanzia ci si confronta con gli altri. L'esperienza familiare è inevitabilmente incrociata con quello che succede all'esterno, nel bene e nel male e da qui nasce la domanda, qual’é il compito della famiglia? Una affermazione sociologica lo definisce come “la promozione dell'umano, la tutela della dignità e la rigenerazione della persona”. Possiamo quindi immaginare una società stabile e persone integrate se le famiglie non aiutano i propri componenti a preservare l'integrità, l'inviolabilità e la propria dignità? E quanto di questo valore è ancora difeso dal contesto sociale, in una società frammentata, dispersiva, che propone modelli e ruoli famigliari non realistici? Ecco che allora si determinano numerose aree di disagio, anche profondo, che destabilizzano le persone e conducono a sentimenti di dolore e sofferenza conseguenti a comportamenti contrari a quanto auspicato. Come Paolo che si è separato ma non può vedere i figli o Anna che non riesce a separarsi dai “gratta e vinci” e si vede sfumare la pensione, o ancora Vincenzo e Lucia che hanno il sospetto che il figlio faccia uso di sostanze stupefacenti…. NB: Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o nomi e persone esistenti è puramente casuale, frutto di fantasia, e non è collegabile a nessun caso reale. Per non rimanere fermi o inermi di fronte a questi fenomeni, che con speranza, noi volontari di Casa Mia Santa Bertilla, cerchiamo di facilitare in loro un nuovo cammino, aiutati sorretti e non più soli. L’Avv. Lucia Coin è la presidente dell’Associazione Casa mia Santa Bertilla. Avvocato, quale è lo scopo e cosa rappresenta questa Associazione nel territorio miranese? Casa mia Santa Bertilla, è un’associazione di cittadini che hanno deciso di farsi carico loro per primi dei problemi della gente. Il nostro obiettivo è intervenire in quella fase in cui la famiglia è in difficoltà ma non ha ancora deciso o non sa cosa fare, come muoversi. Oggi le
persone sono sempre più sole, i “social” si sostituiscono, con uno schermo, alle persone vere, a differenza di un tempo quando ci si confrontava e aiutava. Serve, allora, riempire quello spazio vuoto che porta chi vive una sofferenza a pensare, spesso sbagliando, di risolvere tutto subito. Dalla vostra costituzione, a ottobre dello scorso anno, quali sono le situazioni di disagio che state incontrando e aiutando? Sono già numerose le persone che si stanno accostando a Casa Mia Santa Bertilla. In particolare ci stiamo dedicando a persone che vivono un disagio di coppia anche con violenza, in separazione o separate, genitori in crisi con i figli, famiglie dove ci sono problemi di dipendenze da droga, alcol, gioco, genitori con bambini o adolescenti in difficoltà, anziani soli senza nessuno. Accogliamo e ascoltiamo con attenzione e comprensione le difficoltà che esse vivono tra le mura domestiche e ci prendiamo cura di loro per essere occasione di confronto e opportunità di aiuto. L’esperienza di questi mesi ci ha fatto vedere che l’Associazione è più di un centro d’ascolto, é una vera e propria casa di accoglienza! Per tutti: famiglie, coppie, giovani, anziani. Come siete organizzati per affrontare le complessità che si presentano? I volontari che operano a diversi livelli sono già una trentina, tutti formati con un apposito corso che ha fornito loro gli strumenti per accogliere, ascoltare, orientare le persone che si rivolgeranno all’Associazione. I locali della sede sono adeguatamente preparati per il servizio da svolgere, con stanze accoglienti dedicate e riservate ai colloqui. Ai volontari di Casa Mia Santa Bertilla l’incarico, prima di tutto, di accogliere e ascoltare il disagio di chi, spesso, già solo a parlarne ha fatto un passo decisivo. Quello successivo sarà di offrire la possibilità, qualora fosse necessario, di orientare le persone bisognose verso le figure professionali competenti del caso come: Psicologo, Psicoterapeuta, Counselor, Pedagogista, Mediatore famigliare, Consulente legale o altri consulenti specialistici. Discrezione, rispetto della privacy, anonimato e garanzia di riservatezza sono parte integrante del nostro programma di accoglienza e una disciplina di cui ci siamo dotati. Quali sono i vostri prossimi progetti? Continueremo ad accogliere tutti quelli che si sentono in difficoltà e verranno nella nostra sede, come stiamo facendo, continuando il nostro cammino di miglioramento, con l’esperienza, sia sul piano personale che organizzativo. Stiamo anche ampliando l’offerta di aiuto con l’allestimento di una stanza neutra per i colloqui protetti richiesti dal Tribunale dei minori. Inoltre la nostra Associazione vuole andare oltre il servizio di “attesa” e proporsi come forza di “iniziativa”. A questo proposito abbiamo un programma di iniziative che ci porteranno
anche fuori dalle nostre mura. In sintesi i prossimi 3 progetti di lavoro sono: - RICOMINCIO A VOLARE – gruppi auto-mutuo aiuto per persone separate - DAL CORPO ALLA RELAZIONE : RIMETTITI IN FORMA - percorso di ginnastica respiratoria e streching con i figli neonati all’interno di una cornice di osservazione psicologica per sostenere la neo genitorialità e la relazione madre-bambino. - CYBERBULLISMO – percorso sa svolgere all’interno della scuola secondaria di primo e secondo grado, in collaborazione con i docenti, rivolto a genitori ed insegnanti (2 incontri) ed alunni. Altri progetti sono in dirittura di arrivo e ci premureremo di darne adeguata informazione sia direttamente a chi viene in sede che attraverso i nostri canali di comunicazione sociale inoltre troverete in giro anche i nostri volantini! Presidente, perché le persone dovrebbero venire da voi? La nostra parola d’ordine è Sensibilità. Stiamo lavorando e ci impegniamo ad accogliere le persone perché trovino in noi quella fiducia che a loro manca. Dove e come vi possono trovare le persone che vogliono incontrarvi? Siamo a Mirano, in Via Bastia Entro, 1, dietro al Duomo. Il lun 09:00-12:00, mer 16:00-19:00 ed il sab 09:0012:00 Rispondiamo negli orari di apertura al n. tel. 380.2675760 Possiamo essere contattati in rete: www.ascoltocasamia.it Abbiamo una casella di posta elettronica dove poterci scrivere: info@ascoltocasamia.it Siamo presenti su FaceBook: Associazione Casa Mia Santa Bertilla Giulio Regazzo
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Punto Medico Mirano Centro di Medicina Polispecialistica e di Riabilitazione
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Punto Medico Mirano S.r.l Via Della Vittoria, 88 int. 11 - 30035 Mirano (VE) Tel. +39 041 5701995 - Cell. 334 5866031 - Fax. +39 041 5727651 e-mail: puntomedicomirano@gmail.com
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RAGNI E SERPENTI, BUIO E SPAZI APERTI… LE FOBÌE La parola fobia (dal greco “phobos” significa timore, paura) indica un sentimento di paura intensa, inquietante, devastante e non controllabile, causata da oggetti o situazioni che normalmente non dovrebbero spaventare o preoccupare. In realtà, più che di paura, spesso si tratta di vere crisi di ansia che si manifestano ogni volta che la persona fobica si trova in quella specifica situazione. Tuttavia la paura rientra nell’esperienza umana universale e ognuno di noi cerca, in qualche modo, per il grado di sofferenza che essa provoca, di evitare il più possibile. In genere, la paura è la risposta emotiva ad un pericolo incombente riconosciuto e identificato nel proprio ambiente esterno: è una condizione di apprensione, di malessere, nei confronti di un oggetto pericoloso e che costituisce una minaccia per la sopravvivenza. Quando, invece, questa paura diventa “irrazionale” e si concentra su oggetti non realmente pericolosi, ci si trova di fronte a un tipo di disagio chiamato fobia. La fobia, quindi, è una reazione di paura ossessiva, irreale, inappropriata e irrazionale: la persona che ne soffre non riesce a controllarla e a spiegarla in modo adeguato e logico. Il sintomo principale di questo disturbo è l'irrefrenabile desiderio di evitare l’oggetto che incute timore. L'individuo fobico non può sottrarsi volontariamente alla sua paura, sebbene sia sufficientemente consapevole dell'irrazionalità e della sproporzionalità di questo vissuto che, se si mantiene nel tempo, determina un disadattamento del soggetto al suo ambiente. Alcuni tipi di fobia sono l'agorafobia (paura degli spazi aperti), la fobia sociale (che spesso si manifesta con ansia anticipatoria) e le fobie specifiche fra cui si citano: la paura dei ragni (aracnofobia), la paura dei luoghi chiusi (claustrofobia), la paura del sangue (sottotipo sangue-iniezioni-ferite), etc. Secondo le teorie psicodinamiche le cause delle fobie sono da ricercare nella rimozione di contenuti inconsci che manifestano il loro effetto portando l'individuo ad evitare una certa situazione che, attraverso un fenomeno di spostamento, può essere ricondotta ad un evento traumatico avvenuto sia durante l'infanzia che l'età adulta. Secondo le teorie cognitivo-comportamentali, si ritiene che il disturbo si instauri per apprendimento, che può
avvenire per condizionamento classico o per apprendimento sociale. Il disturbo si viene poi a mantenere per condizionamento operante tramite l'evitamento, dove il rinforzo negativo è rappresentato dalla sensazione di diminuzione dell'ansia per effetto dell'allontanamento dalla situazione fobica. Secondo il paradigma dell’interazionismo simbolico, sono di importanza centrale i processi interpersonali tramite i quali gli individui si rapportano alla fobia. L'attività di elaborazione simbolica svolta dagli individui offre visioni alternative della loro “realtà”, generando azioni interpretative delle proprie esperienze. I nuovi significati che vengono attribuiti a tali esperienze derivano dalle definizioni che le persone danno alle situazioni in cui sono rispettivamente coinvolte; si tratta di un continuo lavoro di negoziazione che, influenzandosi a vicenda, costruisce incessantemente nuove “mappe di significato”. Riassumendo, possiamo dire che la fobia è un complesso di emozioni, un misto di paura fino al terrore, e di ripugnanza sino all’orrore, nei confronti di un animale, di una situazione o di un oggetto che di per sé normalmente non provoca queste esagerate reazioni emotive. Il soggetto è cosciente della anormalità del suo stato d’animo e mette in atto un comportamento di evitamento nei riguardi di quegli stimoli. In tutti i casi di fobia, la persona si rende perfettamente conto che si tratta di paure esagerate, con azioni irragionevoli, ma l’angoscia è tale che non può dominarle con la propria volontà. I tentativi di ragionamento e persuasione non servono a nulla, anzi aggravano la sofferenza della persona perché la fanno sentire inutile, inadeguata, impotente e incapace di vincere i suoi sintomi. Non è difficile comprendere il modo di reagire di una persona fobica. Si tratta dell’espressione più appariscente di un’insicurezza, peraltro assai comune, che insorge più frequentemente nell’età infantile. Quando le fobie dominano gran parte della vita della persona costituiscono una gabbia dalla quale non si esce se non a prezzo di gravi sofferenze. Infatti, nei casi più seri, questo malessere limita fortemente la libertà della persona che è costretta ad organizzare ogni aspetto della sua vita in modo da evitare le situazioni che le causano malessere. Evi-
tare il problema, non sortisce gli effetti desiderati ma, anzi, li aumenta. Le persone che soffrono di una fobia sono in difficoltà e non riuscendo a venirne a capo, si rivolgono alla consulenza psicologica e/o terapeutica. Nel corso degli anni sono state sviluppate e messe a punto varie tecniche per superare il problema. Terapie di desensibilizzazione sistematica, cognitivo-comportamentali, strategiche, ed altre ancora. Poiché talune situazioni non possono essere cambiate con le regole del senso comune è necessario ricorrere a “regole” e tecniche diverse, che possono sembrare paradossali, bizzarre, casuali; partendo dall’analisi della situazione nel “qui ed ora”, e ponendo attenzione a “come avviene una cosa” piuttosto a “perché avviene”, si mostra il problema da nuove prospettive. Mettere in discussione il senso comune della “realtà”, il proprio vissuto esperienziale, può generare una nuova “realtà” o alternativa e condurre al superamento della fobia. Vedere il mondo con occhi diversi, trovare nuovi punti di osservazione è il motore fondamentale del cambiamento.
Dott. Marco Boldrin, Psicologo-Psicoterapeuta Cell: 335.254.474 e-mail: info@marcoboldrin.it web: www.marcoboldrin.it
LA SOLITUDINE
Una compagna psicofisica onnipresente che avvelena la vita Ha trovato poco spazio nei mass media il fatto che il governo britannico nel gennaio scorso ha dato vita al “Ministero per la Solitudine”, un’istituzione con il compito di dare delle risposte concrete ad un fenomeno che non riguarda solo il Regno Unito, ma l’intera area europea, la cui popolazione sta progressivamente invecchiando e la “solitudine” è un dato che di fatto accompagna l’esistenza di molti anziani, ma non solo. È la «triste realtà della vita moderna che colpisce un altissimo numero di persone, ha scritto Bruno Forte sul Sole 24Ore dell’11 febbraio di quest’anno. Si va dagli anziani a quelli che hanno perso persone care o che non hanno nessuno con cui parlare e con cui condividere pensieri o esperienze». Ci sono molti modi infatti di sentirsi “soli”, come la carenza di relazioni, la sofferenza, la mancanza di lavoro, le incomprensioni, l’isolamento condominiale, la vedovanza: si tratta cioè di un “male oscuro” che fa sentire la sua onnipresenza in qualsiasi età, perché anche i più giovani, incollati al telefonino o al monitor del computer, senza reali contatti con gli altri, sono “soli”. Di fatto, tuttavia, è soprattutto nelle persone anziane, considerate tali dalle statistiche dai 65 anni in poi, che gli effetti della solitudine si fanno più evidenti, trasformandosi spesso in una vera e propria malattia psicofisica: secondo studi recenti (dati EUROSAT), una persona che soffre di solitudine «danneggia il proprio corpo quanto un soggetto che fuma 15 sigarette al giorno» e corre il rischio di imboccare il tunnel della depressione. Le statistiche del resto parlano chiaro. I progressi in campo medico, se da un lato fanno aumentare la longevità, dall’altro però ne mostrano la faccia negativa, soprattutto per quanto riguarda le patologie neurodegenerative «dal lungo e doloroso decorso che esercitano un impatto fortissimo sulle famiglie, sui sistemi assistenziali e sanitari, sui bilanci pubblici e privati» (Rapporto G7 Accademies Meeting 2017). Infatti le “disabilità” legate al prolungarsi dell’età in Europa dal 2005 sono aumentate di quasi il 2%, con percentuali che variano a seconda del tipo di malattia, come la demenza senile, i tumori e le ischemie. Ad esempio, «la sola malattia di Alzheimer colpisce tra un terzo e la metà della popolazione oltre 85 anni». Fonti
ISTAT indicano che nel 2030 circa il 40% delle persone con più di 78 anni non sarà più autosufficiente e necessiterà di assistenza. Per quanto riguarda l’Italia, è sufficiente un dato per capire la tendenza verso cui la popolazione sta andando: al 1° gennaio 2016 c’erano 161,4 anziani ogni 100 giovani, con 55,5 persone in età non lavorativa ogni 100 in età lavorativa. È prevedibile quindi la gravità della situazione che si presenterà tra alcuni anni in relazione alle persone non autosufficienti e sole: «l’Eurostat stima che in Italia nel 2050 (cioè tra soli 22 anni) vi saranno circa 20 milioni di anziani con più di 65 anni, a fronte dei tredici attuali». Già oggi il 38,8% dei residenti dichiara di soffrire di patologie croniche, con una percentuale che arriva all’86,9 per gli ultra settantacinquenni. Se guardiamo gli indici demografici di Mirano (dati ISTAT), un primo aspetto indicativo è l’età media della popolazione ricavata dal rapporto tra giovani (0-14 anni), adulti (15-64) e anziani (65 e oltre): nel 2002 l’età media era del 42,4%; nel 2011 è salita al 44,8%; nel 2017 è risultata del 46,6%. Altro dato che deve far riflettere: nel 2002 c’erano 142 anziani ogni 100 giovani; nel 2011 risultavano 177,7 anziani ogni 100 giovani; nel 2017 il rapporto è salito a 209,6 anziani ogni 100 giovani. Mirano dunque non è e non sarà esente nel prossimo futuro dalle problematiche riguardanti sia le malattie degenerative di cui si è detto, sia la solitudine di chi, ad esempio, ha scelto di non sposarsi, è rimasto vedovo o non ha avuto figli. Che fare? Le iniziative istituzionali e private variano a seconda delle situazioni nazionali e l’Unione Europea sta finanziando il progetto “Echoutcome” allo scopo di «confrontare l’organizzazione dei diversi sistemi sanitari e i risultati ottenuti». Così, mentre in Germania sono state individuate tre classi di assistenza, ciascuna con «un volume diverso di prestazioni da scegliere tra residenziale, domiciliare e monetario», in Francia gli interventi nei confronti della non autosufficienza, compresa l’assistenza domiciliare, vengono erogati in base ai bisogni dei soggetti e alle risorse di cui dispongono. In Italia, a livello nazionale, al problema sono state dedicate diverse proposte legislative, alcune rimaste sulla carta o ancora ferme in Parlamento, altre realizzate
parzialmente; mentre a livello regionale tutto dipende dalle rispettive condizioni economiche e da come la politica locale decide di gestire la situazione. In diversi Stati si sta valutando anche l’ipotesi di una specifica assicurazione obbligatoria, sull’esempio della Germania che l’ha già introdotta integrandola con le altre quattro già presenti nel welfare tedesco. Di una scelta socio-politica, comunque, su cui tutti i governi sembrano concordare, non si potrà fare a meno, quella della solidarietà: certamente economica attraverso, ad esempio, una tassazione pubblica ad hoc; che, tuttavia, sarebbe ancora carente, se mancasse la consapevolezza dell’aspetto umano che la solitudine comporta: chi si sente solo necessita certo di una pensione dignitosa, ma ha bisogno contemporaneamente di strutture (luoghi di incontro, ambienti ricreativi, sale lettura, ecc.) e di persone (come il volontariato) che rendano concreto il senso di appartenenza a una comunità attenta alle problematiche di chi soffre. Paolo Leandri
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MIRANO SUMMER FESTIVAL: QUALI MISURE ADOTTARE? Nonostante il freddo gelido di questi giorni, siamo già a marzo e a pensarci, tra circa tre mesi è estate e i miranesi potranno di nuovo uscire di casa, passeggiare e passare serate in compagnia. Luglio per Mirano vuol dire anche Mirano Summer Festival, appuntamento ormai fisso che piace molto ai miranesi ma che negli ultimi anni ha ampliato il bacino di pubblico riuscendo ad attirare spettatori da tutto il Veneto. Merito dell'organizzazione, merito della scarsità di eventi in altre zone o merito delle band presenti non lo sappiamo, ma la domanda che come amministratori pubblici dobbiamo porsi è: Mirano è pronta ad ospitare grandi eventi? L'esperienza dello scorso anno è stata piacevole per il fatto di avere ospiti e cantanti nazionali quanto traumatica dal punto di vista logistico e organizzativo. Ricorderete sicuramente come in occasione di tre serate in particolare il traffico attorno al quartiere “campi sportivi” sia andato letteralmente in tilt, e una serata in particolare sia stata veramente pericolosa dal punto di vista della sicurezza delle persone e delle cose. Un affollamento simile di macchine e persone non si era mai visto e solo la for-
tuna e la pazienza di qualche volontario ha permesso che tutto filasse liscio. Non osiamo immaginare se in quella sera fosse malauguratamente successo un fatto come quello avvenuto in Piazza San Carlo a Torino o un semplice e improvviso temporale estivo. Di chi è la responsabilità? Cosa non ha funzionato? Sono domande che ormai hanno trovato spazio nei quotidiani i giorni successivi agli eventi, ma ora abbiamo il dovere di pensare al futuro e alla prossima edizione. In una nostra interpellanza abbiamo chiesto al Sindaco come si stia attivando, in particolare ci preme avere delle rassicurazioni e sollecitare questa amministrazione ad organizzarsi in maniera ottimale con gli organizzatori del Summer Festival per evitare inconvenienti al pubblico e soprattutto disagi ai cittadini di Mirano. Salvaguardare la sicurezza delle persone in primis, pensare ad un sistema viario scorrevole per le serate con maggiore afflusso, prevedere vie d'uscita e soprattutto ulteriori parcheggi e navette per il trasporto del pubblico. Tutto questo naturalmente deve prevedere la presenza di per-
sonale addetto alla gestione del traffico (vigili urbani) e alla sicurezza e organizzazione eventi (forze di polizia e protezione civile). Mirano non deve essere paralizzata dal traffico per metà giornata, gli eventi sono piacevoli e utili, ma una amministrazione seria deve essere in grado di organizzarsi per tempo e prevedere soluzioni efficaci per sicurezza e viabilità!
Andrea Tomaello – Matteo Cappelletto Consiglieri Lega Mirano
STEVE HACKETT AL MIRANO SUMMER FESTIVAL! Zenit srl in collaborazione con l’ associazione volare Presenta STEVE HACKETT lo strepitoso chitarrista dei genesis e apprezzato interprete solista torna live in italia Al mirano summer festival, il 6 luglio, in programma l’unico concerto nel nordest Artista rivoluzionario, ha pubblicato oltre 30 album in carriera e venduto decine di milioni di dischi in tutto il mondo. Come chitarrista ha inventato tecniche innovative e influenzato generazioni di musicisti, tra di essi eddie van halen e brian may. Nel 2010 steve hackett è stato inserito nella rock & roll hall of fame. Nella scaletta del nuovo “2018 tour de force” troveremo gli album e i brani dei genesis, i suoi successi da solista e quelli con il super gruppo gtr
STEVE HACKETT “GENESIS REVISITED, SOLO GEMS & GTR ” VENERDÌ 6 LUGLIO 2018 - ORE 21:30 MIRANO SUMMER FESTIVAL Biglietti in vendita dalle ore 10.00 di sabato 3 marzo sul circuito ticketone. Info e punti vendita su www.Azalea.It Steve hackett, autentica leggenda vivente del progressive rock mondiale, torna in italia con un nuovo entusiasmante show, dopo i successi già ottenuti con le tournée del 2015, 2016 e 2017. Il leggendario chitarrista dei gene-
sis si esibirà nel nostro paese per quattro imperdibili date nel mese di luglio. L’unico strepitoso live nel nordest è in programma il prossimo venerdì 6 luglio, al mirano summer festival di mirano (venezia), nell’area degli impianti sportivi di via cavin de sala. Un ottimo risultato per la rassegna guidata dal patron paolo favaretto, che già lo scorso anno ospitò due grandi nomi del panorama musicale italiano, ermal meta e francesco renga. I biglietti per questo nuovo grande appuntamento nell’estate musicale 2018, organizzato da zenit srl, in collaborazione con l’associazione volare, saranno in vendita a partire dalle 10.00 Di sabato 3 marzo sul circuito ticketone. Tutte le info e i punti vendita su www.Azalea.It . Il concerto di steve hackett, sottotitolo “genesis revisited, solo gems & gtr” è inserito nel nuovo “2018 tour de force 2018” dell’artista. Protagonisti dello spettacolo saranno gli album più acclamati, co-scritti con i genesis. In scaletta troveranno quindi spazio brani straordinari come "supper's ready", "dancing with the moonlit knight", "fountain of salmacis", "firth of fifth", "the musical box" e alcuni rari brani, non più eseguiti dal vivo dagli anni settanta quali "one for the vine" e "inside & out". Non mancheranno le sue preziose gemme da solista, un omaggio ai 40 anni di “please do not touch” ed una versione speciale dei gtr "when the heart rules the mind", brani vecchi e nuovi, come quelli tratti dal più recente ed avanguardistico “the night siren”. Dagli anni settanta ad oggi, steve hackett ha percorso una carriera straordinaria, prima con i genesis ed in seguito come solista, pubblicando oltre 30 album, oltre al grandis-
simo successo in nord america con il super gruppo gtr. Hackett è stato l’inventore di tecniche come il tapping e lo sweep-picking ed ha influenzato diverse generazioni di chitarristi, tra cui eddie van halen e brian may, per citarne alcuni. Riconosciuto come uno dei musicisti più innovativi nella scena rock dei nostri tempi, steve hackett continua a percorrere i sentieri della creatività musicale senza sosta. Tanti i riconoscimenti ottenuti in carriera, non ultimo l’inserimento nella prestigiosissima rock & roll hall of fame, che racchiude i più grandi artisti della storia del rock, avvenuta nel 2010. Sul palco con steve hackett in questo nuovo incredibile viaggio live troveremo un eccezionale team di musicisti di altissimo livello: alle tastiere roger king (gary moore, the mute gods); alla batteria, percussioni e voce gary o'toole (kylie minogue, chrissie hynde); al sax, flauto e percussioni rob townsend (bill bruford); al basso e chitarra jonas reingold (the flower kings); alla voce nad sylvan (agents of mercy). Il “2018 tour de force” di steve hackett con “genesis revisited, solo gems & gtr”, è un vero e proprio viaggio attraverso le più suggestive atmosfere del genere progressive rock. Un appuntamento che si annucnia già fra i più attesi della nuova stagione. Per informazioni: Azalea.It tel. +39 0431 510393 www.Azalea.it – info@azalea.it Ufficio promozione e comunicazione azalea.it: Giovanni candussio tel. +39 348 9007439 Giovanni@azalea.it
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L’OFFICINA DEI RICORDI
Continuare uniti la lotta. Mancano i soldi. Fame miseria. Questa è la civiltà? 1969 made in Italy.40 ore pagate 48 più 1000 lire al giorno. W la lotta. La scritta era ancora ben visibile fino a qualche anno fa sul muretto del molo A, banchina dell’Azoto, a Porto Marghera. Documentava attraverso un bellicoso slogan, l’arrivo dell’autunno caldo anche nell’entroterra veneziano. Il cui principale obiettivo era un aumento di paga e migliori condizioni di lavoro per gli operai del comparto chimica e metallurgia. Due istituzioni erano allora seguite con interesse: il sindacato e il partito comunista. Entrambe dovevano operare per un comune principio che era anche obiettivo: il benessere individuale rappresenta il miglioramento per tutti e una giusta società si potrà raggiungere solo con la centralità della classe operaia. Allora parecchi lavoratori credevano alla più genuina fede marxista. Pur non invocando la dittatura del proletariato, ipotizzavano comunque una società dove un illuminato datore di lavoro avesse condiviso con il sindacato le più importanti decisioni aziendali riferite alle maestranze. Oggi questa ideologia fa sorridere. La fabbrica robotizzata e la sua classe dirigente godono al contrario ottima salute e ritrovata forza di sfruttamento sul lavoro dipendente. Il recente caso di Amazon è piuttosto illuminante. Oggi le grandi aziende o meglio multinazionali, sono materialmente cambiate. Vissute come asettico ambiente che offre di che sopravvivere nella società, tuttavia incapaci di coinvolgere la vita privata delle maestranze. Al contrario, negli anni sessanta lo stabilimento era per l’operaio non solo posto di lavoro ma anche seconda casa, luogo, dove si poteva fare vita di relazione attraverso le più coinvolgenti ideologie di gruppo esprimendo anche individuali sentimenti di amicizia. In quest’ottica, a metà strada tra ricordi reali, affettivi e psicologici, ho ricostruito la “mia” fabbrica Azotati di Porto Marghera, oggi quasi del tutto demolita e che ospita gli uffici della dogana di Venezia. Ragazzo ventenne, ammiravo dalle torrette del reparto acido solforico lo spettacolo di tante ciminiere che riversavano verso l’azzurro del cielo un’infinita varietà di fumi colorati. Allora era bene accetta qualsiasi decisione imprenditoriale che comportasse aumento della produzione, raddoppi di reparti, investimenti in trasporti, assunzione di manodopera. Poco importavano i danni ecologici all’ambiente, l’aria inquinata che si respirava nelle abitazioni intorno l’area industriale e nelle stesse fabbriche, la mancanza di investimenti in ricerche alternative. Importante era la piena occupazione e la possibilità di ottenere premi di produzione sempre più alti monetizzando i danni alla salute della classe operaia. Con il discreto appoggio del sindacato. Ma una simile e miope politica economica non poteva durare. Vuoi per il sopravvenire di una cultura ambientalistica o più semplicemente per un calo della domanda della chimica di base, anche per Porto Marghera sarebbero arrivati gli anni della crisi. Crisi che oggi si nota non solo nel drastico calo degli occupati, passati da 40mila unità ai 4.500 di oggi, ma anche nel traffico veicolare che da Mestre porta verso le banchine portuali. Non si vedono più i giganteschi camion fermi ai passaggi a livello per consentire agli interminabili treni merci di attraversare le strade interne ed esterne da e verso la fabbrica di riferimento. E proprio in una fredda mattinata di febbraio 2018 mi sono recato di proposito a Marghera, ufficialmente per aggiornarmi sullo stato produttivo dell’area, ma in verità per rivedere la mia vecchia fabbrica e cercare le emozioni di un diciannovenne pronto a sfasciare il mondo per applicare il principio marxista dell’eguaglianza “Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni.” Lo stabilimento Azotati non esisteva più. Tanti edifici abbattuti, altri abbandonati. Alcuni edificati ex novo. Ma qualcosa della vecchia fabbrica era rimasto. I binari dei cortili interni, che raccordavano i reparti di produzione con le banchine dove attraccavano le navi da carico, erano totalmente arrugginiti e divorati dalle erbacce che soffocavano le traversine di legno. Lugubri capannoni vuoti, ingombri di vetri e detriti causati dal degrado edilizio di pareti e finestre sfondate. Inizialmente uno spettrale silenzio rotto all’improvviso da uno stormo di cornacchie alzate in volo con forti stridori di versi e batter d’ali, disturbate nella loro abituale dimora. A contrastare tanto silenzio o improvvisi rumori, molti suoni si sono ricostruiti nella mia memoria, alimentati dai ricordi di cinquant’anni prima. Dunque, a dispetto del tempo che scorre, eccola intatta la mia fabbrica Azotati/Montedison. Il cubo rombo dei compressori della Sintesi uno dove si produce l’ammoniaca, gli operai che si parlano urlando per contrastare l’assordante rumore che domina tutto attorno, una sottile nebbiolina che permea ogni cosa, che ti impedisce di respirare bene, ti irrita gli occhi, ti infastidisce la gola. Il suono del telefono, amplificato come una campana di bronzo, è ancor più fastidioso. Risuonano ovunque le violente bestemmie dei capi reparto che esercitano il loro potere su maestranze pur altamente sindacalizzate, forti della loro differenza di casta. E la stessa violenza che a cascata ricade sulla manovalanza interna ed esterna priva di qualsiasi diritto o voce di contestazione. Uomini di trent’anni, precocemente invecchiati, attendono con ansia la fine del turno e la possibilità di tornare a casa anche per dedicarsi ad altri lavori pur di arrotondare il magro salario. Ovunque domina la legge del più forte, del più furbo, del più potente. “Ora è silenzio e pace e di lor più non si ragiona”. Mi sono tornati alla mente i versi del Poeta di Recanati che si riferiva alle passate glorie dell’antica Roma. Ma a Porto Marghera non c’è stata gloria. Solo morte
per tanti compagni minati nel fisico dai fumi velenosi dell’ammoniaca, dal nitrato ammonico, dall’urea o di altre graziose produzioni altamente nocive per la salute degli operai. Che accettavano i rischi pur di guadagnare qualcosa in più per consentire ai propri figli di studiare evitando analogo destino. E distruzione per una natura della cui conservazione a nessuno importava. Anni difficili. Ma erano gli anni della mia prima giovinezza, chiamata a misurarsi con l’esperienza di un lavoro che dava comunque status ed esperienza personale, se rapportato con la disoccupazione o la fatica dei campi o con la mentalità del paese che non accettava l’inerzia del non far nulla seppur motivata da esigenze di salute o di rispetto ambientale. Ho cercato disperatamente per tutta l’area dello stabilimento, il reparto Misure, al piano superiore rispetto alla grande officina meccanica del piano terra. Volevo rivedere la bella tabella esterna di presentazione che evidenziava una data e il numero di giorni trascorsi da quando si era verificato l’ultimo incidente sul lavoro e la posizione del reparto nella più generale classifica dello stabilimento. Ovviamente il reparto Misure non c’era più. Abbattuto dalle ruspe. Ma esisteva nei miei ricordi che non mi abbandonano nel donarmi le emozioni che cercavo. Quel giorno di febbraio 2018 avevo un ideale appuntamento con tutti gli antichi compagni di lavoro che avevo lasciato cinquant’anni fa. Per cercare un cambiamento che mi avrebbe permesso di depositare per sempre quella tuta che non amavo, quell’ambiente che mi feriva nella salute, quel lavoro che non sentivo mio, quella violenza di picchettaggio negli scioperi che mi era estranea, quel rispetto reciproco sul posto di lavoro che la fabbrica non offriva. Come entrai nella grande officina misure, strutturata su tre file di piccoli banchi individuali di lavoro, mi venne incontro un sessantenne spilungone con la ramazza in mano e cicca di sigaretta alfa sull’angolo della bocca, con un occhio semichiuso perché infastidito dallo stesso filo di fumo. Abramo “Nino” Longhin mi riconobbe subito. Per sua libera scelta aveva deposto il cannello della saldatura a gas per la scopa, assumendo le funzioni di uomo delle pulizie per l’officina. Partigiano e cacciatore, andava fiero del suo passato, quasi a dimostrare che l’aver combattuto contro i fascisti e per la libertà e saper sparare, era per lui un indice di virilità e dignità che nessuna ramazza gli poteva togliere. E che gli dava pure il diritto di assentarsi ogni mattina per un’abbondante oretta così da seguire la trasmissione radiofonica del dott. Mocagatta “Chiamate Roma 31 31”. Proverbiale l’antagonismo con il sig. Alvaro Riva, l’uomo del “giravite” che per smontare il Nino dalla sua cattedra di supponenza, gli chiedeva con formulazioni dialetticamente sempre diverse se i suoi figli fossero amanti dello studio. “I miei figli sono cacciatori” rispondeva il Nino in forma solenne. Per sottolineare il principio della vita che sparare era più importante che saper fare di conto. Ma gli strali del sig. Riva, impiegato con funzioni di controllore interno dell’officina, erano spesso indirizzati verso Mario De Bei, il tornitore fisso del reparto misure. Che aveva l’abitudine, alle 11 precise di ogni mattina, di chiudersi nel bagno per una mezz’ora così da potersi leggere in santa pace il quotidiano “Il Giorno” del quale era assiduo lettore. E che doveva difendere dalla voracità di lettura da parte degli altri compagni di lavoro che il giornale non lo comperavano di certo. Pizzicato spesso dal solerte Alvaro, il Mario si giustificava richiamandosi al fatto che avendo lavorato come un somaro dalle 7.45 e fino a quel momento, aveva ben diritto a un momento di intimità. Ma i somari mica leggono il quotidiano era la sarcastica risposta del ”ministro degli interni” dell’officina. Ecco Armando Pellegrini, esperto elettricista. Piccolino ma tarchiato, era da sempre un esponente di punta nei picchetti anticrumiri che si formavano davanti alla fabbrica per impedire di andare a lavorare verso chi non voleva aderire allo sciopero. Disprezza terribilmente i servi dei padroni, chi si vassallava senza dignità verso i superiori, chi lavorava quando i compagni scioperavano. Poteva essere considerato la versione moderna dell’antico Catone il censore. Individuato il crumiro di turno, da lui processato e condannato senza altro appello se non quello della vox populi, applicava al malcapitato collega un’originale quanto sarcastica punizione. Si avvicinava al crumiro e iniziava a cantare una nenia dall’ossessionante ritornello “chi t’ha fatto quella faccia rossa, chi t’ha fatto quella faccia rossa….., te l’ha fatta il cromiraggio, te l’ha fatta il cromiraggio”. Il destinatario della canzonetta, povero Giulietta in tuta, aveva due alternative. O reagiva giustificando il suo operato ma esponendosi comunque al pubblico ludibrio di una crudele officina che non comprendeva ragioni né perdonava, oppure ignorava tutto sperando che il Pellegrini esaurisse la sua vendetta in tre o quattro passaggi musicali e senza un eccessivo pubblico di colleghi – spettatori. Spesso optava per la terza ipotesi quando fattibile: mollava tutto e fuggiva verso altre mansioni con la speranza che all’Armando venissero a mancare successivamente, per quando sarebbe tornato, gli strali canori. Biagio Pittarella, classe 1924, il saldatore ufficiale dell’officina si vantava di essere stato un grandissimo chiavatore durante la sua permanenza tra le fila dei partigiani. Raccontava con dovizia di particolari a tutto il reparto misure di come gli bastasse presentarsi a una qualsiasi donna esibendo bene in vista doppietta, cartucciera e segni distintivi della guerriglia antifascista perché questa cadesse ai suoi
piedi in tutti i sensi. Non ricordo di aver mai sentito dal bellicoso Biagio il dettaglio logistico di un’azione partigiana. Forse per il nostro saldatore fantasia e realtà erano un tutt’uno e per il suo pubblico operaio la cui alternativa poteva essere l’aria inquinata del nitrato ammonico, un distinguo sull’attendibilità dei racconti non era poi così importante. Domenico “Memi” Duse, classe 1917 era il magazziniere del reparto. Occhialetti alla Cavour sempre abbassati verso l’estremità del naso, era un autodidatta della cultura. Aveva messo su famiglia molto tardi perché impegnato a viaggiare, studiare, apprendere, confrontarsi. Disponeva solo della licenza elementare ma era il più tangibile esempio di cosa potesse fare la volontà in presenza di interessi e traguardi a 360 gradi. E di come la cultura sia importante per se stessa e non per veicolare carriere o avanzamenti di grado. Morì suicida, portandosi con sé i motivi che dovevano averlo spinto ad una così tragica decisione. Gianni Rasera. Ottimo meccanico, impertinente dongiovanni e appassionato di auto sportive. Si considerava erede del grande Nuvolari e quindi autorevole voce per qualsiasi questione riguardante auto, donne, motori, velocità amore. Per tutta l’estate e più in generale quando il bel tempo lo permetteva, decapottava l’auto sportiva del momento e con la sua particolare postura, con il collo tutto piegato a sinistra quasi a vivere con l’auto il rischio delle curve, partiva dallo stabilimento Azotati sempre sgommando. Collezionò tante auto, moltissimi incidenti ed un numero imprecisato di dolori cervicali al collo. Come tombeur de femme la mia memoria non dispone di aggiornati dati statistici e lo congedo con il perpetuo credito del dubbio. Rino Baldi era un furbacchione. Era maestro nell’inventarsi lavoretti puliti all’interno dell’officina così da evitare le pericolose missioni nei reparti produttivi. E sapeva ben trasmettere tale arte anche ai giovani discepoli che di volta in volta gli venivano affiancati. Ma era noto soprattutto per essere titolare di un negozio commerciale a Mestre, che spesso richiedeva la sua presenza. Il capetto Alvaro, che abbiamo già conosciuto, non riuscì mai ad incastrarlo per dimostrare come le assenze di Rino dall’officina non fossero propriamente legate a problemi di salute. Sono le diciassette del pomeriggio, momento di chiusura della giornata di lavoro. Eccoci tutti assieme, una ventina di forti operai, a fare la doccia e scambiarci simpatici gavettoni esibendo una nudità del tutto naturale. Spezzata solo dai sarcastici ma ammirati commenti sul collega Giusto, proprietario di un uccellone che batteva tutti per dimensioni e virilità. Ho anche incontrato Gino Casagrande, Carlo Ferrari, Malocco Gianfranco, Vito Ruvoletto, Emilio Vecchiato, Giorgio Longhin, Fernando Pietrobon. Tutti mi hanno salutato affettuosamente. E tutti ho abbracciato. Cercando di spiegare loro perché a chiave inglese e cacciavite ho preferito biro e calcolatrice. Nomi che ora appartengono ad un lontanissimo passato ma che rivedo tutti al loro posto in quel grande reparto Misure dello stabilimento Azotati di Porto Marghera che “da 120 giorni non registra incidenti e che è al decimo posto nella classifica anti infortuni”. Addio amici. Eravamo amici, rivali, famiglia, squadra, gruppo, classe. Litigavamo ma eravamo pronti ad aiutarci l’un l’altro. Perché la condizione operaia ci accumunava solidalmente senza alcuna distinzione di classe e cultura e l’idea di migliorare tutto per tutti era superiore di qualsiasi individuale promozione. E non perdonava chi voleva cambiare mestiere. Come ho fatto io. Perdonatemi. Oscar De Gaspari FOTO: 1973 - Stabilimento Azotati-Montedison. Un gruppo di operai. Il terzo in piedi, da sinistra è un giovanissimo autore dell’articolo.
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marzo 2018
MORTE DEI VECCHI GUARDIANI Pochi potevano testimoniarlo, ma quelli erano certamente fratelli coetanei, nati e cresciuti tutti e quattro a Catene di Chirignago, forse sessant’anni fa. Molto apprezzati e amati dall’intera comunità per i benefici ambientali che sapevano offrire. Lo esprimevano davanti alle scuole elementari del paese senza alcuna rivalità tra loro. Erano testimoni discreti dei giochi dei bambini, del conversare degli insegnanti, delle innocenti adunate per l’alza bandiera. Molto sensibili alle stagioni, si adattavano ad esse cambiando periodicamente il proprio modo di vestire. Ma i quattro fratelli sapevano anche esprimere momenti di grande ammirazione quando erano protagonisti nei giorni di festa del paese. Allora si preparavano con molto decoro per la processione annuale della Madonna della Salute, sul finire del mese di novembre, ospitando tra le loro capienti braccia le stoffe più belle e colorate per onorare degnamente il passaggio della Madre di Dio e dei fedeli. Oppure facevano pubblicità alla vita politica ed economica della comunità, ospitando sui loro forti petti silenziosi autorevoli messaggi da parte di chi voleva migliorare il benessere del paese. Per la borgata erano un riferimento importante. In
IL CAMMINO DELLA SAGGEZZA Per apprezzare il recente lavoro del dott. Vittorio Boesso “L’uomo in cammino. Briciole di antica saggezza”, bisogna riflettere sul titolo. “L’uomo in cammino” infatti sta ad indicare quel percorso, inizialmente forse poco delineato come consapevolezza, che col tempo, e attraverso strade tra loro differenti, si è strutturato sempre più chiaramente per arrivare, appunto, a quelle “Briciole di antica saggezza”, cioè a quei “proverbi” che sono il frutto delle esperienze maturate nei secoli dall’umanità. Proverbi antichi certo, ma sempre attuali, perché l’uomo nel suo essere, nella sua essenza, non cambia, rimanendo “questo sconosciuto” (cap. 1), e quindi anche le sue riflessioni sulla vita e sulla morte (cap. 8), sull’origine e sull’evoluzione, sua e del cosmo intero (capp. 2-5), su Dio e la religione (cap. 9), mantengono il carattere della perennità. Boesso è consapevole di tutto questo; anzi forse non è azzardato pensare che questo “cammino” rappresenti anche un traguardo della sua riflessione: finora infatti si è dedicato alla divulgazione di alcuni aspetti del territorio, soprattutto salese, dove è nato e di cui ha amato la civiltà contadina nella sua spontaneità e sincerità; ora, con l’“Uomo in cammino”, queste sue osservazioni “locali” hanno intrapreso il “cammino” verso una dimensione più vasta. Scrive Vittorio: «Non è la summa di tutta la cultura, di tutta la saggezza antica, ma i pochi lampi recuperati mostrano, a sufficienza, il grande cammino fatto dai nostri antenati, lasciando intravvedere di quanta utilità e di quanto insegnamento può essere la conoscenza della Storia, anche per il mondo super-tecnologico dei nostri giorni» (p. 194). Paolo Leandri
questo non avevano rivali. Agivano tra loro in perfetta armonia, obbedendo in via naturale sia alle leggi della natura che a quelle dell’uomo. Gli anni passavano, ma loro erano sempre lì, all’interno del cortile della piccola scuola per ricordare ai loro antichi compagni di giochi, oggi adulti, il tempo della beata giovinezza. Ed inevitabilmente, i quattro fratelli furono chiamati ad essere muti ed impotenti testimoni del declassamento della cara scuola a centro sociale. Poi, il 12 luglio 2001, la tragedia. Stanco di vivere, o forse obbedendo ad un istinto naturale, uno dei quattro fratelli volle lasciare per sempre il posto dove era nato e cresciuto: nel suo disperato suicidio danneggiò il tetto di un vicino che abitava di fronte a lui. La reazione del proprietario, spalleggiata dalle Autorità, fu terribile. Senza alcun processo, i poveri fratelli che nulla di male avevano fatto, vennero condannati a morte e immediatamente giustiziati tra l’indifferenza di tutto il paese. In un attimo furono dimenticati tanti anni di vita in comune e ignorata la possibilità di salvare la vita ai tre guardiani superstiti attraverso visite, controlli e verifiche di equilibrio. Prevalsero su tutto le ragioni di sicurezza. Mors tua
vita mea. Così quei quattro fratelli uniti dall’età indecifrabile furono decapitati senza che il mio cuore di bambino avesse potuto abbracciarli per l’ultima volta e ringraziarli per essere stati fedeli testimoni della mia bellissima infanzia. Ricordai quando mi ospitavano tra le loro fresche braccia raggiunte sempre con qualche affanno. Quando loro stessi partecipavano al gioco danzando e fischiando al vento dell’autunno per poi restituirmi a terra, obbedienti all’Angelo Custode che in tutti noi bimbi dal nero e lacerato grembiule vegliava sulla nostra spensierata infanzia. Ora, come la quercia della poesia che imparammo a memoria con tanta fatica, di loro rimangono solo quattro tronconi dalle morte radici, oggi per sempre sepolte sotto il marciapiede più moderno, che ancora cercano di ricordare alla gente che indifferente cammina accanto a loro, di quando erano i quattro bellissimi ed ammirati pioppi del paese. Oscar De Gaspari (continua) Nel prossimo numero - L’officina dei ricordi
UNA LENTA SCOMPARSA Nei tempi in cui l'artigianato era fiorente e provvedeva a tutte le modeste necessità delle comunità locali, la bottega, oltre ad essere dove luogo di lavoro, era il centro, la scuola, il cuore di tutto un gruppo di persone che intorno ad essa gravitava. Innanzitutto c'era il proprietario, che era anche il "maestro", nel senso che faceva con perizia i lavori artigianali che gli venivano commissionati, dispensava saggezza, istruiva i vari apprendisti che imparavano il mestiere e, come ogni maestro che si rispetti, insegnava norme di educazione per un vivere civile, integrando così quelle primarie già apprese in casa. I giovani lavoranti imparavano ben presto che il "maestro" va ossequiato e rispettato, che egli è il "padrone" e può comandare, può dispone a suo piacimento del loro tempo non solo per i lavori di bottega, ma anche quelli di casa, come portare la spesa alla di lui moglie per il pranzo, recapitare gli ordinativi a domicilio, andare a comperare il pane, e così via. Gli aspiranti apprendisti erano a quel tempo numerosi, perché, non vigendo allora alcun obbligo scolastico, i genitori si preoccupavano per tempo di mandare i figli a bottega per far loro imparare un mestiere con cui poter vivere da grandi. Perciò, intorno all'undicesimo anno di età, o anche in età più tenera nel caso quando si accorgevano che il bambino dimostrasse di non avere voglia di studiare, la famiglia sceglieva un "maestro" che avesse buona fama e ad esso affidava i propri figlioli. I "maestri" tanto più erano capaci, tanto più erano esigenti, al punto che facevano fare ai poveri apprendisti una "gavetta" davvero dura: oltre che maestri d'arte, erano veri e propri educatori. Fin dal primo approccio inculcavano l'obbedienza cieca e assoluta agli ordini impartiti, facevano fare ai giovani apprendisti i lavori più umili, come pulire i locali delle botteghe, prenotare i ferri del mestiere, girare la mola per affilare gli arnesi, aiutare a segare, oppure svolgere piccole commissioni ad esempio di scambio di attrezza tra colleghi "maestri". Nessuno degli apprendisti si permetteva di discutere, perché non c'erano diritti, ma solo doveri, e i genitori erano d'accordo. Gli stessi "maestri" mandavano i loro figli a bottega. Era usanza che il primogenito restasse nella bottega paterna per continuarne il mestiere, e venisse trattato alla stregua degli altri apprendisti, anche se, essendo più pratico degli altri (un detto: l'arte dei padri è mezza imparata), veniva spesso esonerato dai lavori più umili Lo scopo di questa scelta era duplice: avrebbe aiutato il padre da subito e poi lo avrebbe sostituito ereditando con la sua esperienza anche la bottega, quando fosse giunto il momento. Gli altri figli, allora erano di moda le famiglie numerose (sei, sette, dieci figli erano la norma, diceva un vecchio proverbio: meglio ricchi di figli che di proprietà), venivano mandati ad imparare mestieri diversi, ognuno secondo le proprie attitudini.
In alcuni casi l'ultimo nato, che poteva avere, rispetto al primogenito, anche 15 o 20 anni di differenza, restava con questo, nel frattempo diventato capomastro. Si creavano, così, delle vere e proprie dinastie che perpetuavano nel tempo il nome della bottega e la garanzia dell'esperienza acquisita. Ognuna di queste famiglie diventava talmente celebre e rinomata nel suo campo da essere conosciuta anche nei paesi vicini. E, come oggi si fa con i capi firmati, arrivavano dalle zone limitrofe al paese persone interessate ad un particolare lavoro o interessate a farsi fare, su commissione, pezzi pregiati da esibire agli amici. Ogni mestiere aveva la sua famiglia eccellente e la sua bottega rinomata: alimentarista o "casolin" (Ivano Barcaro, Bottacin, Brunello), fabbro (Aldo Michieletto, Valentino Minto, Burioi ovvero Silvio Giacomin), macellaio (Toni Canae, Piero Ventura, Piero Ando, Andreon, Toni Bortoletti, Leandro Bovo), barbiere (Mario Cere, Alfio Ferrarese, Amede Favaretto, Mutti all'ospedale), sarto o sarta (Beppi Carraro, Ermes Basadonna), impresario ovvero muratore (Toni Ceado, Gustavo Volpato, Romeo Bianco), idraulico (Rizzo, Fardnn), "gormetta" (Alfredo Vanzetto), falegname, calzolaio. Un ruolo a parte occupavano le sarte e i sarti (suore Canossiane), che erano i più affollati in quanto vi confluivano tutte le ragazze da marito, sia per cucire sia per ricamare il proprio corredo, sia per apprendere e maneggiare ago e forbice per i bisogni sartoriali delle loro future famiglie. E naturalmente, presso questi laboratori i pettegolezzi facevano la parte del leone. Per gli uomini le botteghe (o saloni) dei barbieri erano tra i luoghi più affollate e anche qui non occorreva acquistare il giornale per sapere tutto di tutti. Poi c'erano le “Osterie”: con il sottofondo di qualche fisarmonica o chitarra, si suonava e si cantava è1 tempo' passava ih allegria. Una bella ed originale usanza dalle osterie era quella di raccogliere le mance dei clienti in un salvadanaio di creta e poi, in occasione del Natale o della. Pasqua, il salvadanaio veniva rotto e il contenuto si divideva equamente tra apprendisti. Oggi le botteghe sono scomparse o stanno scomparendo. Se qualcuna resiste, sarà per poco, perché gli apprendisti mancano, almeno per i mestieri tradizionali L'artigiano ha cambiato indirizzo ed espressione, adeguandosi ovviamente alla richiesta dei mercato. E' aumentata la specializzazione (dai muratori sono nati i piastrellisti, i cementisti ecc., dai fabbri i carpentieri, i mobilieri ecc.), ma soprattutto, sono aumentati i titoli di studio, che hanno distolto dal mestiere dell'artigiano schiere di diplomati e laureati Oggi è più facile trovare un medico nella porta accanto alla tua e, magari, un ragioniere un poco in là, che un falegname, un fabbro o un idraulico, e, quando lo hai trovato, devi metterti in nota per aspettare il tuo turno. Paolo Trevisanato
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IL MUSONE, UN FIUME... SORRIDENTE Il Musone per Mirano ha sempre rappresentato fonte inesauribile di vita e sostentamento per le attività commerciali del paese. Il fiume in pratica attraversa tutto il cuore di Mirano. Nei primi due decenni del XVII secolo, allo scopo di allontanare, per quanto possibile le foci dei fiumi dalla laguna, vennero iniziate molte opere idrauliche di deviazione dei fiumi; fra questi il "taglio di Mirano". Da Mirano il fiume Musone va a confluire, quasi in linea retta, nel Brenta, presso Mira: tale canale artificiale o "taglio di Mirano", iniziato nel 1602 fu ultimato undici anni dopo. Il Musone, così collegato al "taglio nuovissimo" (da Mira a Brondolo di Chioggia), veniva conseguentemente a sfociare anch'esso a Brondolo. Il taglio di Mirano, eseguito per deviare, almeno in parte, la portata d'acqua del Musone a beneficio della laguna, risulta per il paese una nuova, insostituibile via di Collegamento con le città più importanti, Venezia e Padova. Raggiunta facilmente, attraverso di esso, Mira, proseguendo verso est lungo il Brenta, si giungeva direttamente alla laguna, a Fusina, Venezia. Voltando verso ovest invece, risalendo contro corrente parte del Brenta e poi nel canale artificiale del “Piovago” a monte di Strà, si arrivava a Padova. Come si intuisce facilmente, dai primi anni del '600, grazie al "tagliò di Mirano", vi fu un'immediata crescita del Borgo Nuovo a sud in cui si trova
l'attuale piazza che aveva funzione di mercato, lo sviluppo dei porticati con botteghe e della banchina, il traghetto in zona Barche. I Molini di Sotto si trovavano in pratica in una posizione chiave tra le vie d'acqua e di terra: era il luogo dove si esprimeva l'economia del paese. L'importanza strategica del bacino dei Molini di Sotto favorì tra il 700 e l'800, la crescita di un'altra parte di Mirano, ìl Borgo Padovano (ora via XX Settembte) e via Cavin di Sala. Nel 700 Van Axel Castelli costruì in via Castelli (ora via Mariutto) case a schiera con porticato per operai ed impiegati dei molini. Questa ulteriore crescita sta a dimostrare come l'intervento del Taglio e la posizione strategica di Mirano abbiano favorito lo sviluppo socio-economico del paese. In un “Dizionario del veneto” del 1854 così veniva descritta Mirano: «Capoluogo di distretto e di comune sta sopra un'isola formata dal Musone... La sua posizione, in principio dal canale navigabile detto Taglio di Mirano fa sì che sia luogo di molto traffico e le sue amene case di villeggiatura... ne rendono assai grato il soggiorno». (Citazione tratta da un "Dizionario coreografico del Veneto", di Gugliehno Stefani, Milano 1854). Ai Molini di Sotto, ove all'inizio si operava con mulini a tre ruote ciascuno, nell'ottocento questi sono stati trasformati dapprima in oleificio e successivarante i segheria, dando
così lavoro a molte famiglie di Mirano. L'arrivo dell'energia a vapore e poi elettrica ne hanno sancito la fine. Ora i Molini di Sotto versano in un decadimento inspiegabile. A due passi dal centro i pochi piani rimasti di un'enorme quanto austera costruzione, enormi gli scempi perpetrati nel tempo, meriterebbero d'essere ristrutturati e rimessi a disposizione dei miranesi. Nell'ambito di tale recupero potrebbero sorgere attività di qualsiasi genere, culturali, politiche, associative e quant'altro. Negli ultimi anni
inoltre i margini del Musone sembrano dare sempre più frequenti segni di cedimento. La infiltrazioni e le erosioni stanno inesorabilmente compromettendo la solidità degli argini, più che di manutenzioni ci sarebbe la necessità immediata di un vero è proprio intervento di risanamento globale, idraulico-edilizio. Solamente un pronto e radicale intervento potrebbe rappresentare per i Mulini di Sotto la rinascita e forse ridare a questo sito quell'importanza vitale che esso rappresentava un tempo per Mirano.
I GIARDINI STORICI DI MIRANO Un patrimonio da conoscere e proteggere
Il territorio del Comune di Mirano è caratterizzato dalla presenza di numerose Ville e Giardini Storici (35) che rappresentano un valore inestimabile dal punto di vista culturale, storico ed urbanistico, “testimonianza di una cultura, di un’epoca” che ha caratterizzato nei secoli scorsi il nostro territorio. Quattro di questi Giardini sono pubblici in quanto Villa Belvedere, villa XXV Aprile, villa I Maggio/ Bianchini sono di proprietà comunale, mentre Villa Tessier è di proprietà dell’Ente Mariutto ma il suo Giardino dal 1971 è stato affidato in gestione al Comune di Mirano. Queste ville erano, come tutte le altre, di proprietà privata fino agli anni settanta del secolo scorso, quando l’Amministrazione Comunale di allora decise di renderle pubbliche procedendo ad acquisire direttamente Villa Belvedere e Villa XXV Aprile ed a far acquistare all’Ente Mariutto Villa Tessier e Villa Bianchini (ceduta poi nel 2008 al Comune). Da allora le Ville sono state gestite da Amministrazioni Pubbliche e i cittadini di Mirano, e non solo, hanno potuto accedere liberamente ai Giardini delle prime tre per poterne godere la bellezza. Se questo è un aspetto che condividiamo senza riserve; come Associazione abbiamo però più volte espresso le nostre preoccupazioni per come molti visitatori considerano e frequentano i Giardini e per la scarsa cura e attenzione da parte della Amministrazione comunale, opponendoci inoltre a ogni proposta di usi impropri di questi beni. Bisogna infatti ricordare che non si tratta di normali aree verdi urbane, ma di Giardini Storici, sottoposti dal Ministero dei Beni Culturali a provvedimento di tutela come previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 22 gennaio 2004 - all’art. 10, comma 4, lettera f) dove riconosce che “le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico” sono Beni Culturali, patrimonio di interesse pubblico. - all’art. 136, comma1, lettera b) “le ville, i giardini ed i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del Codice, che si distin-
guono per la loro non comune bellezza” sono beni paesaggistici soggetti a tutela e valorizzazione per il loro notevole interesse pubblico. Si tratta di composizioni di architettura il cui materiale è principalmente vegetale, dunque vivente, e come tale deteriorabile e rinnovabile. Il Giardino Storico, in quanto artefatto materiale, è un’opera d’arte e come tale, bene culturale, risorsa architettonica e ambientale, patrimonio dell’intera collettività che ne usufruisce. Per la loro delicatezza e importanza il Comitato Internazionale dei Giardini Storici raccomanda un uso che non sia contrastante con la loro fragilità e comunque tale da non provocare alterazioni della loro struttura e dell’uso originario. Quando un Giardino è di proprietà pubblica, esso deve essere aperto compatibilmente ai problemi di manutenzione. Occorre quindi favorire l’accesso al pubblico ma, al tempo stesso, devono essere prese le opportune precauzioni contro un eccessivo numero di visitatori e contro comportamenti e modalità di fruizione che possano danneggiarlo. Altrettanto importante è che i Giardini Storici pubblici devono essere esclusi dagli standard urbanistici in quanto luoghi dedicati prevalentemente alla passeggiata, al riposo, allo studio. Nella Pianificazione urbana e territoriale vanno previsti perciò Parchi ed Aree Verdi per uso della collettività e per tutte le sue esigenze ricreative. Si tratta di raccomandazioni importanti se consideriamo che, in genere, le principali cause di danneggiamento e di degrado dei Giardini Storici risultano essere: - Il considerare un giardino storico come una normale “area verde” da destinare alla ricreazione, allo sport, ad un uso pubblico incontrollato ed indiscriminato e non come “monumenti”, spazi di valore storico e culturale. - L’inadeguatezza delle norme di tutela/regolamenti d’uso. - La scarsa attenzione e cura da parte dei gestori pubblici ed in particolare il mancato
utilizzo di professionalità e competenze specialistiche per la cura della componente vegetale e la definizione di un piano di gestione. Il Giardino è essenzialmente formato di materiale vegetale facilmente deperibile e danneggiabile. In particolare i tappeti erbosi, anche a causa delle condizioni climatiche delle nostre zone, sono una entità vegetale molto sensibile e vulnerabile in caso di calpestio. Ogni attività vi venga svolta sportiva, ludica o di altra natura ne determina un deterioramento ed una alterazione fisica della superficie del suolo (lasciando allo scoperto e molto compattata la parte terrosa del suolo). La degradazione dei prati richiede per il ripristino interventi costosi di lunga durata e dall’esito incerto. Nel caso si permetta di uscire dai camminamenti oltre ai prati possono essere danneggiati gli arbusti e le essenze arboree e floreali. Aumenterebbero quindi sostanzialmente i costi di gestione e di manutenzione senza comunque interrompere la progressiva decadenza di questi preziosi patrimoni della collettività. Per quanto riguarda le norme d’uso il Comune di Mirano gestisce i Giardini Storici senza un regolamento specifico. Si applicano infatti l’ordinanza del Sindaco N¡161 del 2000 e l’articolo 48 del Regolamento di Polizia Urbana del 1997. Si tratta di due norme che fanno riferimento genericamente e sommariamente al verde pubblico e non prendono in considerazione la specificità dei Giardini Storici.
Per quanto riguarda la cura dei Giardini il Codice dei Beni Culturali prevede, all’articolo 30, che “Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza”. L’Amministrazione Comunale che ne è proprietaria ha pertanto l’obbligo nell’interesse dei cittadini di Mirano e delle future generazioni di provvedere, con il massimo impegno e dedicando le risorse necessarie, alla conservazione e cura di questi beni pubblici che contribuiscono alla bellezza ed anche all’economia della nostra città. Per tutte queste ragioni crediamo quindi che la Amministrazione Comunale debba attivarsi per la definizione di un Regolamento dei Giardini Storici che garantisca la corretta fruizione di questi beni pubblici definendo in dettaglio le norme di comportamento, le modalità di accesso e le attività ammesse come previsto dal Codice dei Beni Culturali e che provveda , con la consulenza di specialisti del settore, a monitorare lo stato di conservazione dei parchi ed a definire un piano di manutenzione . Non si tratta di voler “blindare” o di non “valorizzare”, come qualcuno ha affermato, i nostri Giardini delle nostre Ville, ma di impedirne il degrado nell’interesse dei cittadini di Mirano e delle future generazioni. Gruppo soci di Italia Nostra di Mirano
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Filarmonica di Mirano
UNA MUSICA PER TUTTE LE STAGIONI Un periodo invernale non certo "letargico" ma pieno di attività quello affrontato dalla Filarmonica di Mirano; nei mesi più freddi dell’anno, infatti, l'associazione musicale ha cercato di riscaldare gli animi del proprio pubblico miranese (e non solo), con esibizioni a teatro, in piazza e nelle scuole. Il 21 dicembre scorso si è tenuto il consueto Concerto di Natale presso il Teatro di Mirano e, con il fine di offrire uno spettacolo originale, utilizzando al meglio le proprie potenzialità musicali, la Filarmonica ha pensato di suddividere l'esibizione in due parti; nella prima si è esibita la Big-band della scuola di musica (composta da insegnanti, allievi ed ex allievi) che ha proposto alcuni famosi brani standard jazz e funky, con la preziosa partecipazione di Sara Pegoraro e Claudia Giannì, rispettivamente insegnante e allieva della classe di canto. Nella seconda parte si è esibita la Banda cittadina di Mirano che ha eseguito brani di carattere natalizio, colonne sonore e una piacevolissima versione di "My Way" con Davide Niero alla voce, altro allievo della scuola di musica. Nel corso dell'intervallo sono stati consegnati attestati di riconoscenza al Vicepresidente Primo Peron “per il costante impegno nell'organizzazione e nella gestione funzionale della Filarmonica” e al Maestro Stefano Corrò “per i venticinque anni di direzione della Banda musicale di Mirano, in un crescendo di successi e prestigio”; doverosi riconoscimenti per chi ha dedicato molto tempo e passione a questa storica associazione miranese arrivata ormai a un livello di qualità e costanza di esibizioni molto alto. La premiazione è avvenuta alla presenza della Sindaca di Mirano, Maria Rosa Pavanello, della Presidente del Consiglio Comunale Prof.ssa Renata Cibin e del Presidente della Filarmonica di Mirano, Gianni Fardin. L’incombente nuovo anno ha visto, poi, protagonista da subito la Banda di Mirano; smessi i panni della divisa da concerto, suonatori e maestro si sono esibiti, nel corso del mese di febbraio, sfilando in costume del '700 alle manifestazioni carnevalesche di Scorzè, Padova e Mirano (quest’ultima denominata “Carnevale dei Pulcinella”). Nel frattempo sono riprese le lezioni-concerto presso
le scuole elementari e medie del miranese nel pieno rispetto dello spirito dell'associazione tra i cui scopi istitutivi c'è proprio l’educazione alla cultura e alla pratica musicale, la promozione dell’apprendimento e la diffusione delle discipline musicali. Una musica, quindi, che va al di là del clima e della temperatura stagionale: ottima compagna nelle calde sere d'estate come pure nei freddi, benché soleggiati, pomeriggi d'inverno, o nelle buie serate in cui non si vorrebbe nemmeno uscire di casa. In questo periodo “sospeso” tra il definitivo addio
Gli attestati di riconoscenza consegnati al concerto di Natale
all’inverno e il benvenuto alla primavera, con un programma musicale 2018 appena iniziato già si profilano all’orizzonte numerosi e prestigiosi eventi. Direttivo, maestro, suonatori e collaboratori della Filarmonica sono già all'opera per rispondere al meglio alle aspettative del proprio amato pubblico; ulteriori informazioni e costanti aggiornamenti in merito saranno disponibili nel sito dell'associazione www.filarmonicadimirano.com
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VIA BASTIA ENTRO: LA VIA DEGLI ARTISTI Mirano vanta indiscutibilmente una delle piazze più piacevoli della provincia, il cuore pulsante dei locali e delle attività della città. Molti però non sanno che dall'angolo della piazza si apre una strada che porta al campanile, via Bastia Entro, che può tranquillamente fregiarsi del titolo di “via degli Artisti” e che vale la pena percorrere durante una passeggiata in centro. Basterebbe il solo fatto che in questa strada c'è la dimora del maestro Elio Boschello a Mirano semplicemente il “maestro”, recentemente scomparso e fondatore della nota scuola di musica nella quale sono passati artisti da tutto il mondo, tra i quali il fisarmonicista giapponese Jasuhiro Kobayashi. Se ci si siede al bar “Al Campanile” (da Tommy), magari mentre i bambini giocano lì accanto nella piazzetta del campanile, si può vedere passare uno dei volti più conosciuti di via Bastia Entro e della piazza, il maestro Vittorino Lazzari, che non può non abitare in questa via degli Artisti. Il maestro, organista del Duomo di Mirano, è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici. Insegnante di pianoforte e fisarmonica, fondatore di del Coro Croda Rossa e del Coro Monte Agner, è molto amato per la sua proverbiale simpatia
e per la generosità nel condividere la sua arte: si dedica spesso ad intrattenere con la musica gli ospiti della casa di riposo. La sua sola presenza è un fiore all'occhiello della via degli Artisti. Forse nell'aria c'è una forte atmosfera creativa, c'è da chiedersi se non è un caso che Mattia Sitran abbia il suo negozio di giocattoli “La Trottola” sotto il campanile, dove non solo si possono trovare giochi per tutte le età delle migliori ditte europee, ma si può conoscere un vero artista che incanta i bambini con la giocoleria, la magia, le bolle e con le sue doti di sapiente truccatore. Giocattoli di legno, giochi educativi, giochi scientifici e creativi per ragazzi, giochi da tavola per ogni età, ma anche giocoleria, aquiloni, make up... un vero negozio di vicinato dove si possono acquistare prodotti in totale sicurezza e con la consulenza di un maestro dell'animazione. Anche se non sei un bambino non puoi non fermarti a guardare le sue vetrine. In ogni caso la strada si presta ad una passeggiata in famiglia, è a traffico limitato e non tutti sanno che non è chiusa ma offre un accesso al parco di Villa Belvedere. Vale la pena di percorrerla fino in fondo per ammirare anche le due splendide ville che vi si trovano e per smaltire i
mitici cicchetti di “El Bacaro”, una delle migliori osterie di Mirano, molto conosciuta in città. Subito dopo El Bacaro, da poco ha aperto un negozio che si inserisce perfettamente in questo clima artistico, Makerie, un posto davvero speciale, unico nel suo genere, dove si trovano solo oggetti handmade: bijoux, accessori, borse, abiti e oggetti per la casa, che hanno il comune denominatore di essere stati realizzati a mano con cura da una trentina di artigiani che in alcuni casi potrebbero essere considerati dei veri e propri artisti. Makerie è nato dall'idea di due sorelle che vogliono promuovere l'artigianato locale, rispettare il lavoro manuale se fatto con arte, dare vita ad idee nuove altrimenti soffocate dalla standardizzazione del mercato globale. Chi entra da Makerie cerca un accessorio che rispecchi una personalità, un'idea per un regalo o per una bomboniera, un abito per un bambino che va alla scuola poco più avanti o soltanto per vedere qualcosa di diverso. Un altro negozio di vicinato da visitare se si sente la necessità di riappropriarsi di un gusto che è tutto nostro, italiano, di creare un'alternativa alla produzione che impera nei nostri mercati.
ZANZIBAR Accarezzata dai monsoni, cullata dalle maree, l’isola di Zanzibar, a poche miglia dalla costa africana mescola una natura esuberante al ricordo del fastoso passato. Un viaggio tra spiagge incontaminate, palazzi antichi nascosti nella foresta tropicale, piantagioni di manghi e jojoba, piccoli mercati di pescatori. E un mare ricco di storia dove il vento gonfia le vele dei “dhow” e le donne raccolgono alghe e crostacei. E’ un’ isola magica che incantò anche David Livingstone, il prete esploratore che vi soggiornò a lungo prima di farsi sommergere dalle grandi e allora inesplorate distese dell’Africa. Scrisse: “E’ il primo luogo che ho conosciuto in Africa prima di intraprendere il mio viaggio all’interno. E’ un luogo di illusioni dove nulla è come sembra. Io sono in paradiso”. E’ vero: quest’isola africana graffiata d’Asia a 40 chilometri dalla terraferma, prima che luogo reale è immagine della mente, una fantasia da modellare a piacere. Già il nome Zanzibar, favorisce questa trasposizione nell’immaginario, come Macao, Samarcanda, Maracaibo. Nomi che vivono nella memoria, inafferrabili e leggendari. Tagliata fuori dalle rotte dei viaggiatori fino ad una decina d’anni fa, Zanzibar ha conservato tutti i pregi di un’isola tropicale. Tranquilla e tradizionale, è ancora abitata da contadini, commercianti e pescatori locali. La fortuna dell’isola sono i villaggi-vacanze che ingoiano nel tutto compreso migliaia di occidentali dal giorno dell’arrivo a quello della partenza. Così si può andare per ore da nord a sud passando per paesini di legno colorato e foreste di palme senza incontrare visi bianchi, rivenditori di Malboro, Coca Cola e finti manufatti tribali. L’isola, inoltre, ha ancora vasti tratti di costa che hanno conservato il loro aspetto primordiale: larghe
spiagge con donne e bambini impegnati nella raccolta di alghe e frutti di mare, maree lunghe chilometri che disegnano baie di mangrovie e palme, piccoli mercati dove i pescatori dei “ dhow” vendono tonni e razze. Visi arabi e africani, profumo di spezie, scialli che avvolgono le donne in nuvole leggere di colori, umidità di foreste lontane, vecchie navi arenate cui ogni giorno un’impetuosa marea di quattro metri toglie la dignità mostrandone la ruggine, scuole coraniche, anziani seduti sui gradini che sorseggiano tè, artigiani e antiquari sono immagini acquerellate di Zanzibar. Affascinante e misteriosa, antica e moderna, reale ed immaginaria. Nei nuovi resort il massimo del lusso e del confort ma la vera anima di questa perla sull’oceano Indiano si svela negli hotel vecchi ristrutturati come il Palazzo, un po’ bordello, un po’ harem o forse stazione di posta di ricchi mercanti del Golfo, che Tom Green, il ballerino texano della Carrà negli anni Ottanta, ha trasformato in albergo l’Emerson’s and Green Hotel. Piastrelle arabe, ampie camere con zanzariere e letti decorati, grandi ventilatori e finestre di legno intagliato che si affacciano su Stone Town, la capitale. Sul tetto una grande terrazza intagliata nel duro e nero legno delle foreste africane. La vista è spettacolare. Lo sguardo, da qui, vola sospeso dal mare alla giungla, dalla città alle isolette lontane che sembrano scolpite nella luce radente dell’imbrunire, perfette e senza sbavature. E come in una giostra circolare ruotano attorno a questa altana i simboli della tolleranza religiosa dell’isola: minareti musulmani, campanili anglicani e cattolici, coloratissimi
pinnacoli di templi indù, chiese ismailite. Muezzin, gong, campane e tintinnii lontani, suoni e invocazioni con cui i diversi credi chiamano alla preghiera, formano un concerto unico e ininterrotto. Tutto questo crea sulla città un alone di positività anzi un Kharma positivo. Quindi non solo spiagge con sabbia borotalco e acque turchesi, frutta esotica e tintarella ma anche storia, cultura, tradizioni, testimonianze e ritmi che si ripetono da anni come il vento che ripete il gesto antico di gonfiare la tela bianca del dhow, la tipica imbarcazione di questo lembo di Tanzania. Rudy De Pol
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IL NEGOZIO DI GIOCATTOLI DI MIRANO Giochi per tutte le eta’, in legno, educativi, giochi in scatola, giocoleria, yoyo, make up, face painting...
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LA TRAPPOLA DELLA STIMA GRATUITA
Il titolo poteva essere più lungo, poteva dire più o meno così: “La trappola della stima gratuita in cui i proprietari cascano consapevolmente e senza fare una piega.” Ormai la stima gratuita è un trucchetto vecchio come l’agente immobiliare primitivo che te lo propone se non di più. Un’esca vecchia come il mestiere e che ormai si tramanda dai vecchi ai giovani. Anche perché ormai la stima gratuita te la propone anche il ragazzino che ha 25 anni e che ha appena cominciato. Ma se già quella gratuita fatta da un agente esperto è un errore in cui potresti cadere, figuriamoci quella dell’agentino che ha appena messo piede nel mercato. Come può un ragazzino parlare di stima gratuita? Basata su cosa? Capiamo che un agente esperto possa affi darsi alla sua esperienza, alle sue compravendite (quante poi chi lo sa?) e tutto orgoglioso sparare un prezzo nell’aria, aspettando che scatti l’applauso e i flash dei fotografi. Ma il ragazzino che parla di stima gratuita è peggio! E’peggio sia per l’esperienza che non ha, sia perché di solito il ragazzino lavora per qualche agenzia primitiva di quelle “stucco e pittura fa bella figura”, dove l’immagine conta di più della sostanza. Quindi ti portano la loro stima fasulla in un cavallo di troia, tutta bella stampata su carta, rilegata, con un sacco di paroloni scritti ma che, in sostanza, non vogliono dire nulla. Ma tu non sei una persona che non dà fiducia, e quando ti capita davanti una persona che sembra onesta, ti fidi, ma potrebbe essere, economicamente parlando, la fiducia più costosa che ti sia mai capitata. Perché possiamo permetterti di dirti che quelle stime scritte che ti portano non vogliono dire nulla? Perché dentro a quelle stime c’è l’utilizzo più pericoloso che ci sia dei parametri di valutazione di un immobile, errore che può dare una mazzata definitiva alla tua vendita. Ma torniamo un attimo all’agente esperto, che abbiamo “difeso” un attimo fa rispetto all’agentino appena arrivato.
Lo abbiamo difeso solo perché possiamo comprendere il delirio di onnipotenza che può colpire quella tipologia di agente primitivo. Da tanti anni nel mercato, pensa di averne viste di tutti i colori e di conoscere i prezzi come le sue tasche, ma non tiene conto della cosiddetta “arena del mercato” di cui abbiamo già parlato in altri articoli. Se casa tua entra oggi nel mercato, ed è l’unica casa singola col giardino a disposizione, ha lo stesso valore di un momento di mercato in cui oltre alla tua ce ne sono altre 5? Ecco, l’agente primitivo non lo sa, e potrebbe farti perdere da 5000 euro per un mini a 30000 euro per una casa singola. Mentre per quanto riguarda le altre stime, quelle belle scritte, l’errore che può fare saltare la tua vendita sta nell’utilizzo dei parametri sbagliati di stima. L’utilizzo di alcuni parametri in modo errato è il principale problema di quelle stime e se vuoi verificare se la stima che ti hanno portato è sbagliata, leggi l’articolo. L’esca che non capiamo come possa ancora funzionare, è la gratuità della stima, il fatto che sia in regalo, che sia in omaggio. Se pensi a qualsiasi prodotto commerciale o a qualsiasi promozione, se ti viene proposto qualcosa di gratuito, pensi sempre che ci sia qualcosa sotto. D’altronde in vita tua chi ti ha mai regalato qualcosa? Nessuno. Quindi avere un po’ la puzza al naso non fa male quando arrivano proposte commerciali che sembrano regalarti soluzioni ai problemi della vita, perché sotto c’è sempre qualcosa. Nessuno regala il proprio lavoro e la propria professionalità. Hai mai sentito un commercialista che ti regala la gestione dei conti? Hai mai sentito un avvocato che ti difende gratis? O un architetto che fa bozze di progetto in omaggio? Bè, se hai sentito cose del genere chiamaci perché siamo interessati a ricevere gratis certi lavori, ma se non le hai mai sentite, perché allora ti fidi ancora della“stima gratuita”dell’agente immobiliare primitivo? Come puoi pensare di fidarti di un lavoro fatto da un professionista e letteralmente regalato al cliente? E su questo lavoro basare una cosa così importante come la vendita della tua casa? Forse hai intuito il valore della tipologia di stima che avrai, quindi pensi sia normale che la cosa ti venga regalata, e hai ragione. Una stima fatta a voce, o scritta e basata su parametri sbagliati o usati male, non ha nessun valore. Ma quindi a cosa ti può servire? A fare un confronto con il prezzo che hai tu in testa o con altre stime che hai ricevuto? E’ un cane che si morde la coda. L’esca STIMA GRATUITA a cui molti abboccano non è altro che il pretesto per quel professionista primitivo che te la propone per entrare in casa tua e fare lui le regole. Lotterà con te non per portare a casa il Massimo Valore Realizzabile oggi nel mercato, ma solo per abbassare il più possibile il prezzo e arrivare alla vendita. Ma se ti opponi alla sua cifra no problem. CI SPUTERA’ SOPRA alla sua stima ed accetterà qualsiasi cifra tu vorrai, perché lui stesso non crede nel lavoro che ha fatto, ed il bisogno di immobili lo porterà a prendere qualsiasi compromesso con te. E poi avanti mese dopo mese con la strategia del ri-
basso a tempo: ti chiamerà e ti dirà che il mercato non va, che non ci sono richieste, che non si riesce a vendere e che bisogna abbassare. E cosa pensi che dirà l’agentino quando dovrà proporre la tua casa sapendo che non è a prezzo di stima? Non si preoccupi Signor Potenziale Acquirente, facciamo pure una bella proposta a ribasso. E’ questo il modo che hai in mente per vendere casa tua? L’unico modo che hai di ottenere il Massimo Valore Realizzabile del tuo immobile, cioè la cifra massima che puoi ottenere dal mercato, è uno Studio Professionale di Mercato. Uno Studio realizzato da uno Specialista della Compravendita di Immobili residenziali che tenga conto di tutto quello che è importante considerare nel mercato prima di dargli in pasto il tuo immobile. Quindi se hai bisogno di conoscere il Massimo Valore a cui è possibile vendere casa tua oggi, non puoi fidarti di chi ti dice che il suo calcolo è gratuito. Se è a voce, sai già che puoi fare a meno di ascoltare. Se è scritto, immagina il lavoro che deve fare un professionista per arrivare al risultato: prendi le planimetrie, controlla se la scala è giusta, prendi tutte le misure, fai le somme ecc. E poi ti regala il risultato? Forse il suo lavoro non ha valore? O forse il suo tempo non ha valore perché se non dovesse fare la tua stima non avrebbe comunque nulla da fare? In ogni caso, sai già che non sarà un lavoro affidabile. Ci vediamo presto nel mercato immobiliare.
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marzo 2018
IL 66° RADUNO NAZIONALE BERSAGLIERI “PIAVE 2018” Nel 2018 saranno passati cento anni dalla fine della Grande Guerra 1915 – 1918 e il territorio del Veneto, in particolare il Basso Piave, sarà la vetrina italiana dell’evento conclusivo delle celebrazioni del centenario. Dal 07 al 13 maggio 2018 si svolgeranno una serie di manifestazioni collaterali che coinvolgeranno tutto il territorio del “Basso Piave”. La cerimonia conclusiva del 66° Raduno Nazionale Bersaglieri si terrà a San Donà di Piave nella giornata di domenica 13 maggio. “Piave 2018” sarà un grande evento della Regione Veneto e l’unico raduno regionale nel 2018. Il corpo dei Bersaglieri ritornerà, infatti, nel Veneto dopo più di vent’anni per celebrare il centenario della Grande Guerra, conflitto nel quale proprio i Bersaglieri si trovarono impegnati in prima linea da Cortellazzo al Garda. Il raduno, di carattere sia nazionale che internazionale, coinvolgerà tutte le sezioni d’Italia dell’A.N.B. con una stima di partecipazione di circa 100/120mila radunisti. Un evento significativo sarà inoltre il festival delle Bande Militari dal titolo “La Musica Unisce i Popoli”: saranno presenti, oltre alle più blasonate fanfare bersaglieresche nazionali, anche n° 6 bande militari, provenienti dai Paesi che hanno combattuto nel conflitto mondiale sopra menzionato, che si sfideranno a colpi di note musicali. Per tale occasione la Sezione Bersaglieri di Mirano ospiterà sabato 12 maggio 2018 la rinomata “Fanfara di Lecco”, la quale nella serata dello stesso giorno, vs le ore 21.00 ca., terrà in piazza Mirano un concerto per i cittadini, che invitiamo ad essere presenti numerosi per assistere ad un concerto sicuramente “fuori ordinanza”. La Sezione Bersaglieri di Mirano, nell’invitare la cittadinanza di Mirano a presenziare alla sopra menzionata grande manifestazione bersaglieresca “Piave 2018” di San Donà di Piave, di cui allega il programma manifestazioni in itinere, coglie l’occasione per augurare a tutti una buona e serena festività Pasquale. Per la Sez. Bersaglieri di Mirano Bersagliere Simpatizzante - Masetto Massimo
50° anniversario di matrimonio Bersagliere Luigi Vecchiato, presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri Sezione di Mirano e consorte
Lo scorso 17 marzo 2018 il Presidente della “Sezione Bersaglieri di Mirano”, bersagliere Luigi Vecchiato, ha festeggiato i 50 anni di matrimonio con la gentile consorte signora Marisa Bellotto. Agli auguri dei figli e parenti per il raggiungimento di questo bellissimo traguardo, si aggiungono con profonda gioia le felicitazioni di tutti i bersaglieri della “Sezione Bersaglieri di Mirano”, dei “Simpatizzanti Bersaglieri” e di tutti gli amici. Un augurio ai coniugi per tanti sereni anni ancora insieme.
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IL FUNGO D´ORO ALLA SALVAGUARDIA DELL´AMBIENTE Il prestigioso riconoscimento assegnato dal Gruppo “Amici Micologi Mirano” a chi si è distinto nella protezione e valorizzazione dell’Ambiente naturale.
Premiati Prof. Silvano Rodato e Prof.ssa Daniela Bonaldo Sabato 3 Marzo 2018, come ormai da 25 anni, è stata una festa per tutti i micologi Miranesi e simpatizzanti al Ristorante “La Cicala” di Cappelletta di Noale dove si è svolta l’annuale cena sociale con 131 presenti.
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ASD MIRANO AL POZZO: ANNO ZERO www.meteomirano.it
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AL POZZO: AGONISMO, PASSIONE, AMICIZIA E…. La stagione agonistica di Calcio a 5 sta per emettere i verdetti attesi dall’inizio di ogni campionato che le varie compagini del futsal veneto hanno reso appassionanti e avvincenti. Dall’estate scorsa, infatti, sono cominciati gli allenamenti e la ‘costruzione’ delle squadre, cercando di impostare dei gruppi di atleti e di staff tecnici, per poter raggiungere al più presto gli obiettivi prefissatesi, quali la salvezza o il raggiungimento dei play off o la vittoria del singolo campionato. Obiettivi, che la squadra MM Al Pozzo, sta perseguendo con agonismo, passione e… amicizia. Agonismo (dal greco ‘agonismos’ – lotta), che incarna lo spirito combattivo proprio degli sportivi, che induce alla combattività, alla competitività, con grinta ed impegno, è tra le prerogative che cerchiamo di trasmettere agli atleti, nella nostra società, per poter finalizzare quanto provato in allenamento e per mettere in atto, anche nella quotidianità, quella sana competizione che ci fa emergere dalla massa. La componente agonistica diventa fondamentale nella partecipazione di campionati federali o amatoriali. Chiunque partecipi ad una qualsiasi partita cerca di portare a casa la vittoria, con impegno ed agonismo, sperando sempre che vengano rispettati gli
avversari, i compagni e il gruppo arbitrale, parte fondamentale del buon esito di qualsiasi competizione. Un’altra componente dell’essere MM Al Pozzo è la passione. Passione per questo sport minore, ma in continua crescita, con grande sofferenza per le sconfitte, ma con gioie travolgenti per le vittorie, legate al ‘pathos’, che bene spiega lo spirito con cui tutta la società deve approcciarsi a qualsiasi evento, trasmettendolo ai
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propri soci (dirigenti, tecnici ed atleti) e ai numerosi sostenitori, per far crescere sempre di più tale movimento. Queste prerogative devono essere unite da un sentimento che un gruppo di atleti dovrebbe sempre portare con sé: l’amicizia. Ci scopriamo, infatti, a parlare tra sconosciuti, magari che si salutavano, per aver frequentato lo stesso ambiente, ma che non avevano mai condiviso il campo o lo spogliatoio. Poi, pian piano, un semplice cognome, lo associ ad un nome, ad un nomignolo e scopri la persona che hai di fronte, non come semplice atleta, dirigente o tecnico, ma come uomo, con le proprie peculiarità e caratteristiche. Ecco allora da un Zecchini o un Rinaldini, emergere Davide e Andrea, da Pesce, Pistore, Maso riconoscere e ridere assieme con Nicola, Andrea, Filippo. Confrontarsi con Alessandro o i Manuel (il nostro staff tecnico) e parlare assieme delle esperienze di vita, dei progetti futuri, non solo legati al mondo sportivo. Tutto questo è legato al nome del ‘Pozzo’, e con queste nostre caratteristiche cercheremo sempre di distinguerci nel panorama del Calcio a 5 veneto. Il Presidente Federico Favaretto
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È PRONTO LO SMARTWATCH DA IMPRENDITORI che tasta il polso all’azienda
Presentato, in forma ufficiale, a Treviso ad un evento con più di 500 persone tra imprenditori, quadri dirigenti e responsabili d’azienda. L’informatica si sta occupando sempre di più dell’aspetto decisionale più che del gestionale e se mettiamo in evidenza che il 48% delle Piccole e Medie Aziende, a livello nazionale, hanno chiuso per mancanza di controllo o carenze nel recuperare informazioni vitali nei tempi giusti, l’argomento deve essere affrontato con la dovuta importanza.
Ogni azienda dovrà dotarsi di strumenti che guidano l’impresa nel suo percorso e molti di questi sono già disponibili all’interno ( nella sede ) oppure in cloud ( internet web ) che elaborano i dati, presentano statistiche e avvisano con allerts i responsabili sui valori limite impostati. Tutto questo oggi è disponibile ad essere trasferito su tablet e smartphon; perché no metterlo anche al polso? Mettere al polso dell’imprenditore uno smartwatch che lo informa di qualcosa di cui farebbe bene a tener conto può
già essere un passo avanti. Come la spia del carburante che ci avvisa prima di rimanere a secco, questa applicazione consente di visualizzare i propri dati aziendali e di ottenere una valutazione dello stato di salute nei propri settori e delle proprie potenzialità. Uno smartwatch, un orologio intelligente, che attraverso un’apposita APP permette di monitorare tutti i processi fondamentali aziendali e tradurli in percentuali di performance, valutazioni di merito o meno è l' "invenzione" presentata da "Modi Nuovi”, società di Padova guidata da Roberto Comarin. Noi della Tecnosoft siamo convinti che già da oggi è sempre più importante investire nella componente informatica ( hardware e software ) come strumento di lavoro anche per artigiani commercianti e piccole realtà, ecco perché lo distribuiamo. Prendendo a esempio il navigatore stradale come un opzional irrinunciabile per l’automobile, l’importanza di interpretare le informazioni ed avere chi ci guida per una giusta navigazione nelle strade dell’impresa sarà altrettanto vitale. Fondamentale sarà equipaggiarsi di strumenti per il controllo di gestione direzionale, commerciale e finanziaria sia previsionale che in tempo reale che permettono di prendere decisioni mirate e proficue. In sintesi, il dispositivo denominato "Leader watch" è in grado di seguire ovunque l’imprenditore, o il responsabile di settore, presentando i dati in
forma semplice e sintetica come entrate, uscite, redditività delle ore lavoro dei dipendenti, costi di produzione, situazione finanziaria ed altro. Di fatto il moderno dirigente dovrà avere dotarsi di strumenti che misurano il polso dell’azienda e prendere decisioni nei tempi più opportuni per non trovarsi in situazioni difficilmente rimediabili. La soluzione Leader watch è apprezzata e riconosciuta anche da Unindustria di Padova come una delle proposte più innovative a supporto della ripresa.
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AL LAVORO LA DELEGAZIONE DI CONFCOMMERCIO DI MIRANO: “VIA AL DIALOGO CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE”
La nuova delegazione della Confcommercio di Mirano, appena rieletta dagli associati e guidata da Roberto Rossato stende i punti fondanti del nuovo mandato. La costituzione di questa delegazione” - ha esordito il capo
delegazione Rossato - “è la premessa decisiva per promuovere la soluzione delle principali criticità ma anche per intercettare e realizzare tutte quelle opportunità utili ad un serio ed efficace rilancio del centro storico di Mirano. Purtroppo il centro storico ha visto negli ultimi anni ridotto drasticamente il proprio ruolo di naturale e autentico centro commerciale all’aperto. La chiusura di molte attività storiche è solo uno dei tanti esempi della trasformazione in negativo di un luogo d'eccellenza per socialità, commercio, benessere. Ebbene, a questi processi corrosivi noi non vogliamo arrenderci!”. Per rivitalizzare il centro storico compreso le frazioni è sì una questione di ripristino urbanistico ma è anche “ritornare ai piccoli negozi, alle botteghe”. Ogni serranda che chiude definitivamente è un pezzo di vita comunitaria di un luogo che finisce. Dobbiamo però essere chiari. Pensare che i piccoli negozi possano “resistere” alla concorrenza
(dei prezzi, ma a volte anche della qualità) dei centri commerciali, dei cosiddetti “outlet”, è cosa assai ardua, forse vana. Abbiamo per prima cosa incontrato la sindaca Maria Rosa Pavanello e l’assessore al commercio Cristian Zara. Il nostro obbiettivo spiega Rossato è quello di instaurare un rapporto di collaborazione e condivisione di progetti tra Amministrazione comunale e delegazione di Mirano, tutti assieme per lo stesso obbiettivo finale. L’interesse comune vuole essere il Bene della nostra cittadinanza, rendere Mirano ancor più appetibile per conservare e tramandare i segni della nostra identità storica, economica e sociale. Appetibile dalla piazza alle periferie con tutte le sue frazioni, il bene della nostra piazza che dovrà essere Viva grazie ad iniziative di qualità, per aumentare l’affluenza turistica in tutto il paese e di conseguenza anche nelle nostre attività commerciali. Per fare questo dobbia-
mo lavorare molto sulla qualità delle offerte, ascoltando le richieste di tutti i commercianti e anche dei turisti che arrivano a Mirano per conoscere o rivisitare questa meravigliosa città, sotto un aspetto culturale, storico e commerciale. Assieme all’Amministrazione comunale cercheremo di creare una rete di collaborazione mettendo attorno a un tavolo le associazioni principali che lavorano per il bene della città, organizzando eventi di alto livello e iniziative di richiamo. Creeremo anche un gruppo di lavoro, aperto a tutti i commercianti associati e non e a tutte quelle persone cariche e positive che avranno voglia di collaborare per la realizzazione del nuovo Pacchetto iniziative 2018: - Giugno:Notte Bianca; - Settembre: La Settimana della Mobilità; - Novembre: Black Friday - Dicembre: eventi natalizi. Giorgio Pesce
LA VITA È UN CANTO! CORO CRODA ROSSA Coloro che conoscono e seguono il coro "Croda Rossa" di Mirano avranno sicuramente apprezzato la ricchezza del repertorio e la varietà dei temi toccati espressi dai contenuti delle canzoni. L'attività dei cori, in genere, è legata ad un repertorio che fonda le sue radici nei canti di una lunga tradizione popolare. In questi ultimi decenni è stata arricchita con l'inserimento di opere scritte e armonizzate da vari autori che comunque si richiamano, anche nei testi, alla cultura popolare che rappresenta una delle espressioni musicali più genuine e semplici. Numerosi i canti, sia sacri che profani, che hanno accompagnato attraverso i secoli le attività umane: i nostri nonni e bisnonni, tanto per stare nel passato recente, cantavano in particolare durante lo svolgimento di specifiche attività agresti: la mietitura, la vendemmia, la raccolta di prodotti vari, lo sbozzolare. Erano riti che si svolgevano con serenità perché garantivano la sussistenza della famiglia, dopo la dura fatica del lavoro. Ma si cantava anche durante l'esecuzione di alcuni lavori: basta pensare alle mondine. Nell'ambito religioso, ogni parrocchia possedeva un coro, monofono o polifonico, che accompagnava le cerimonie. Il Concilio Vaticano II non abolì la presenza e l'intervento del coro, ma privilegiò
il coinvolgimento dell'assemblea. Oggi assistiamo a due atteggiamenti contrapposti: da una parte chi tende ad esaltare esclusivamente il canto dell'assemblea, dall'altra chi permette al coro di impadronirsi quasi totalmente della parte cantata della funzione religiosa. Sarebbe auspicabile un giusto equilibrio. Un canto ascoltato può inserirsi bene come momento di preghiera e di riflessione. Sta di fatto che dopo il Concilio sono scomparsi molti dei gruppi corali delle parrocchie e sono stati archiviati celebri brani di musica sacra. Il canto ha radici profondissime in tutte le civiltà e ha accompagnato l'uomo fin dalla sua comparsa sulla Terra evolvendosi, modificandosi e arricchendosi attraverso i secoli fino a raggiungere livelli altissimi durante il Rinascimento e nei secoli successivi. Ma torniamo ai nostri cori, per lo più polifonici, maschili, femminili o misti. L'esperienza di molti gruppi, nati per lo più nel secolo scorso, può ritenersi parallela: partiti normalmente con i classici canti di montagna, degli alpini o di guerra, col tempo sono passati a repertori più vasti sfruttando anche tematiche di ricerche fatte da maestri che hanno riscoperto testi e musiche abbandonati da tempo, provvedendo all'armonizzazione e all'esecuzione e ben
presto condivisi da altri cori. Sono molti, cito solo qualche nome: Paolo Bon, Giorgio Vacchi, Renato Dionisi, Gianni Malatesta. In questi ultimi decenni anche molti direttori di coro hanno composto canti su temi nuovi: l'ambiente, il paesaggio, l'amore, la seconda guerra mondiale (come, ad esempio, Sul ponte di Perati, Le voci di Nikolajewka, ma anche Bella Ciao) ampliando ulteriormente il patrimonio canoro sia da un punto di vista tecnico-musicale che tematico. Mi piace ricordare uno su tutti: il vicentino Bepi De Marzi. Guardandoci attorno, notiamo che molti cori sono in sofferenza, perché composti da coristi di una certa età, anzi in molti casi anziani: scarsissimo il ricambio e pochissimi i giovani che decidono di vivere questa esperienza. Per molti gruppi corali si prospettano tempi duri. Riusciremo a mantenere vivo l'interesse per questo settore musicale? È una domanda legittima quella che ci poniamo, se vogliamo approfondire e tentare di risolvere il problema. Naturalmente viene chiamata in causa la scuola: in genere poco si occupa di musica e per niente di canto. Occorre investire nella formazione. Ogni scuola, dalle elementari alle superiori, dovrebbe creare un coro, come avviene in
altri Stati, perché, al di là dell'aspetto musicale, cantare fa bene e, secondo la Royal Society Open Science, fa socializzare, crea un rapido affiatamento, favorisce i legami interpersonali. Il coro "Croda Rossa", fin dalla sua nascita, si è inserito molto bene in questo settore del mondo corale italiano e il percorso fatto in 47 anni di vita è significativo sia per aver aperto a ventaglio il suo repertorio arricchendolo con molti brani di autori italiani e stranieri, sia per il livello artistico raggiunto. Encomiabile l'impegno del direttore e dei coristi che sanno offrire sempre grandi emozioni al pubblico e che con costanza e spesso con sacrificio, sono presenti alle prove bisettimanali. Per quest'anno sociale sono state deliberate la rassegna di maggio, il giorno 26 e quella di Natale in data da definirsi. Inoltre sono stati calendarizzati tre concerti: il 9 aprile a Mirano su richiesta dell'Associazione Culturale "Agorà" nel teatro di Villa Belvedere; ad Arino il 14 aprile, presso la palestra; in Duomo a Mirano il 3 novembre in occasione delle celebrazioni della fine del centenario della Grande Guerra. "Non si canta perché si è felici; si è felici perché si canta" (Willian James). Aldo Celeghin
Sembrano quasi irriconoscibili, si tratta dell'ospedale e della casa di riposo appena costruiti: anno 1906. Allora la struttura aveva funzioni di pellagresario. La Pellagra era agli inizi del secolo una malattia diffusissima dovuta alla mancanza di vitamine: i pasti, infatti erano fatti solo di polenta. Si ringraziano per la gentile concessione i signori Bruno Tomat e Mario Dal Maschio.
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Da oltre 10 anni, il Centro Della Vittoria è il punto di riferimento dei cittadini del miranese per le attività mediche e commerciali. La struttura, sita alle porte del centro storico di Mirano, ospita attività di servizio e realtà commerciali capaci di rispondere alle richieste del cittadino. Ampio parcheggio scoperto e coperto, comodo anche per altri servizi che lo circondano, poichè si può andare in centro a piedi. All’interno è presente un'area predisposta per piccoli eventi, presentazione prodotti e degustazioni per andare incontro alle esigenze di tutti, per far felici i grandi e i più piccoli. Il Centro Della Vittoria nasce da un'idea imprenditoriale orientata a coprire le esigenze famigliari quotidiane nel territorio. Un progetto molto articolato per realizzare una struttura vicino al centro storico che possa ospitare servizi e realtà commerciali di uso ricorrente per tutti. Il Centro della Vittoria ha come obbiettivo quello di porre al centro della propria struttura attività sanitarie, l’attenzione umana e la competenza professionale necessarie a soddisfare ogni bisogno di diagnosi e cura per i residenti miranesi e non solo. Per meglio perseguire tale obiettivo, il Centro della Vittoria si avvale di studi medici specialisti, studi di medicina di base associati, che condividono e perseguono il miglioramento della qualità attraverso l’analisi dei risultati e l’applicazione dei principi etici.
E’ strutturato per garantire alle persone dei percorsi medico sanitari completi per prendere in carico i bisogni delle persone, dei malati. Le varie strutture danno spazio ad una proficua alleanza medico-paziente basato sull’ascolto e sul dialogo. La presenza di ben 14 medici di famiglia fa ben sperare che anche il Centro della Vittoria possa diventare per il mandamento miranese un punto di riferimento per la Medicina di gruppo integrata garantendo così la continuità dell'assistenza tra i servizi territoriali e l'ospedale che si realizza attraverso il lavoro in gruppo da parte dei medici di famiglia per far fronte ad eventuali complessità, lo stretto collegamento con la rete socio-assistenziale comunale e la presa in carico nelle 24 ore. Molti i vantaggi per gli utenti che possono contare su una struttura organizzativa ben strutturata in cui il rapporto fiduciario con il proprio medico di base non viene meno. Sarà disponibile una segreteria funzionante dalle 8 del mattino alle 20.00 dal lunedì al venerdì, attraverso la quale è possibile fissare gli appuntamenti con il proprio medico, evitando le attese inutili nella sala di aspetto dell'ambulatorio. Un'infermiera professionale si dedicherà ad una serie di funzioni sanitarie collaterali come le iniezioni,medicazioni,vaccinazioni e la misurazione della pressione. In questo modo ciascun medico viene sollevato di gran parte del lavoro organizzativo che po-
trà essere impiegato per visitare i propri pazienti. Inoltre, in caso di emergenze, il paziente, nel caso in cui non fosse presente il proprio medico, potrà affidarsi alla visita di uno degli altri medici della MGI che, attraverso il sistema informatico, ha accesso alle cartelle cliniche di tutti i pazienti. Già da tempo, infatti, i due studi di medicina di base associati, si sono dotati di un rete informatica che offre loro la possibilità di condividere le cartelle cliniche dei pazienti, agevolando ed abbreviando i tempi per definire la diagnosi del malato e la cura. Giorgio Pesce
CINQUE DISTRETTI DEL COMMERCIO PER IL MIRANESE Tre quelli nuovi, confcommercio in prima linea
Investimenti per accessibilità, mobilità sostenibile e riqualificazione urbana Obiettivo: valorizzare il territorio partendo da commercio e turismo Cinque distretti del commercio nel Miranese, Confcommercio fa l’en-plein ed è l’unica associazione di categoria del territorio ad essere presente in tutti i comuni del comprensorio che hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento del progetto. Sono 58 i distretti approvati dalla Regione Veneto e in elenco figurano anche i 5 proposti nel Miranese: per tre comuni si tratta di una novità (Spinea, Scorzè, Santa Maria di Sala), due sono invece conferme (Mirano e Martellago). Per tutti, il riconoscimento di distretto prevede investimenti in tema di accessibilità, mobilità sostenibile e riqualificazione del contesto urbano in termini di arredo, aree verdi, pulizia e sicurezza. L’obiettivo è valorizzare il territorio a partire dagli aspetti economici legati al commercio e al turismo, in modo da favorire nuove opportunità di rilancio del centro storico di ogni paese. Tutto ciò grazie a progetti personalizzati, diversi per ogni comune, che Confcommercio del Miranese, insieme alle amministrazioni locali e grazie all’esperienza acquisita in materia, ha contribuito a realizzare, facendo in modo che l’iter si concludesse in maniera positiva. Sono state così confermate le peculiarità di Mirano e Martellago, che dunque vedono approvati per altri tre anni il proprio distretto commerciale, dopo la positiva esperienza degli anni scorsi. A questi due comuni se ne aggiungono altri tre, facendo del Miranese un comprensorio di distretti, grazie al proficuo lavoro di Comuni, commercianti e associazioni. A Spinea il nuovo distretto sarà denominato “Ville, Popoli e Mercanzie”, a sottolineare una caratteristica forse poco conosciuta della città, la presenza di numerose ville venete. Il distretto comporterà la sistemazione di marciapiedi (al Villaggio dei Fiori, Fornase, Graspo d’Uva, la zona a nord del Municipio e via Rossignago), nuove asfaltature nella zona di via Roma e del Villaggio dei Fiori, sostituzione di oltre il 90% delle armature stradali di illuminazione pubblica, con nuove lampade a LED, che permetteranno di migliorare l’illuminazione delle aree
comunali, una pista ciclabile in via Rossignago che permetterà di migliorare e agevolare i collegamenti ciclabili con la zona ovest del territorio e i comuni limitrofi e nuove fermate per bus in via Roma, con una piattaforma intermodale in via Martiri. Verrà promosso un itinerario culturale con visite guidate durante i principali eventi in città, legato alle Ville Venete e alle aree verdi, valorizzato maggiormente il calendario di eventi (Fiera di Spinea, Giornata delle 4 R, Maggio Giovani, Festa di Fornase, Befana a Fornase, Carnevale di Spinea…) e promosso un percorso eno-gastronomico con collegamento di attività ricettive del territorio. Manager del distretto sarà Federico Marzari, architetto esperto in marketing. A Scorzè il distretto sarà intitolato “Terra dell’Acqua” e il progetto prevede per i prossimi tre anni una serie di interventi di adeguamento e sistemazione di marciapiedi, la realizzazione di un secondo tratto di pista ciclo-pedonale lungo il fiume Dese per tre chilometri, a completamento della pista già esistente, per congiungere i quattro mulini lungo il fiume e valorizzare il cosiddetto “Percorso dei quattro Mulini”. In arrivo anche un’analisi dei parcheggi esistenti per verificarne la validità in modo da poter valutare eventuali modifiche per rendere più accessibile e attrattivo il centro storico. Inoltre è previsto il recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare nelle aree degradate e la valorizzazione delle aree verdi presenti nel distretto e già indicate come poli di attrattività. In tema di sicurezza e arredo, si procederà al miglioramento dell’illuminazione pubblica delle aree comunali e al lavaggio delle strade con maggior frequenza, insieme a una miglior pulizia dei fossi del centro storico. Manager del distretto sarà Tiziano Minuzzo, già direttore del distretto del commercio di Mirano. Santa Maria di Sala intitola il suo distretto “Terra del Graticolato romano”: la sua storia diventa potenzialità, con il distretto che sarà utile a raggiungere un più elevato grado di sicurezza stradale con particolare riguardo alle intersezioni tra viabilità regionale e provinciale. Ma ci sarà spazio anche per il completamento della nuova illuminazione pubblica, asfaltature e manutenzione di marciapiedi. Già aperti i cantieri per la ciclabile di Tabina, approvato lo studio di fattibilità per realizzare
percorsi ciclopedonali interpoderali in ottica di sostenibilità, per una mobilità più efficiente e finalizzata al miglioramento dei collegamenti a favore delle attività turistico-commerciali. Obiettivo: trasformare i problemi viari del Graticolato in opportunità. Quel fitto reticolo di strade che si intersecano perpendicolarmente tra loro, può infatti diventare una rete ciclabile grazie a quei tratti di centuriazione poco frequentati o addirittura scomparsi tra i campi, diventati stradine private o per mezzi agricoli e ora riqualificati per arrivare in tutti i punti del territorio. Il progetto, una volta attuato, permetterà di richiamare cicloturisti provenienti da fuori, grazie a una combinata formidabile tra natura, sport, gastronomia, cultura e ville. Sarà anche avviata un’analisi della realtà esistente sul fronte parcheggi, per rendere più accessibile e attrattivo il centro storico e i centri urbani delle frazioni. Le aree verdi saranno dotate di apposite infrastrutture destinate ai cani, attrezzate e valorizzate con arredo appropriato. In materia di sicurezza sarà ulteriormente implementata la videosorveglianza urbana, il controllo degli esercizi pubblici, il contrasto alle criticità urbane. Il manager del distretto salese sarà sempre Federico Marzari. “Un grazie va anzitutto al nostro staff - afferma il Presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo - che con grande capacità e professionalità ha saputo mettere insieme tutte le realtà che operano sul territorio, coinvolgendo anche altre associazioni di categoria. È con orgoglio che constatiamo, dopo l’approvazione da parte della Regione di tutti i progetti presentati, di aver ottenuto il riconoscimento del nostro lavoro in tutti i comuni. Ora ci attiveremo affinché questi progetti prendano forma con azioni concrete. Ringrazio i sindaci dei comuni che hanno creduto nelle nostre proposte e auguro buon lavoro a tutti i nostri partner”.
Ufficio Stampa Filippo De Gaspari E-mail: filippo.degaspari@gmail.com Cell. 349.5621284
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KARDINES Associazione Sportiva Dilettantistica L'Associazione Sportiva e Dilettantistica KARDINES nasce nel dicembre 2015 con lo scopo di divulgare la pratica delle discipline di Nordic Walking, Camminata Sportiva e Corsa nel territorio del Miranese, della Riviera del Brenta e della provincia di Venezia. Il nome “KARDINES” è richiamo al “cardo” (“kardo” o “kardines” plurale in latino) che assieme al “decumanus”, costituisce uno degli assi principali paralleli o ortogonali in cui è suddiviso il “graticolato romano”, caratteristica del territorio dove opera l’Associazione. Nel senso più ampio del termine, i cardini in biomeccanica sono quelle parti del corpo umano che permettono il suo stare in equilibrio, i “perni” sui quali il corpo umano si mette in movimento, con gambe e braccia, agitandole e oscillandole, proprio come nelle discipline sportive praticate. KARDINES ASD collabora con vari Enti: Comuni dell’Unione dei Comuni, Comuni della Riviera del Brenta, Ordine dei Medici del-
la Provincia di Venezia, USLL 12 e 13, CSM sede di Mirano e Venezia, CAI Mirano, FIAB Mestre e Mirano, Gruppo Diabetici Mirano, Associazione Parkinsoniani Veneziana, La Colonna ONLUS, Confcommercio del Miranese, Pro Loco locali, ecc. Dal 2015 ad oggi Kardines ASD ha organizzato diverse attività ed eventi: - la “Camminata in Rosa”, in collaborazione con il Comune di Mirano – Commissione Pari Opportunità, con la partecipazione delle Donne del progetto “Menopausa InForma” della Medicina dello Sport ULSS 13 e Cuore Amico Onlus; - “100 km per Gianca” col patrocinio dei Comuni di Mirano e San Gimignano (Siena), in collaborazione con “La Colonna” Associazione Lesioni Spinali ONLUS, camminata in 3 giorni sul percorso storico di Sigerico della Via Francigena in Toscana; - “Sulle Tracce della Terra dei Tiepolo”, in collaborazione con Confcommercio sezione
di Mirano, promozione del turismo “a passo lento” per la giornata della mobilità sostenibile “A Piedi in Centro”; - Corsi per adulti con l’Università Popolare di Mirano per incoraggiare corretti stili di vita per il miglioramento del benessere psico-fisico; - “Corsa della Befana” promossa dalla Proloco di Salzano il 6 gennaio; - “da Mulino a Mulino”, camminata a passo libero aperta a tutti, lungo gli argini del fiume Muson Vecchio (da Villa Belvedere/Mulini di Sopra di Mirano fino al Mulino e Castello di Stigliano con rientro a Mirano), con lo scopo dei rendere fruibili gli argini dei fiumi per un turismo a passo lento. Le attività proposte ai Soci sono: Corsi di introduzione alla tecnica del Nordic Walking, Camminata Sportiva e Corsa, Allenamenti settimanali alla pratica del Nordic Walking e Camminata Sportiva, uscite sociali su itinera-
ri diversi nel Miranese, nel Veneziano e in Veneto, valorizzando le bellezze naturali, architettoniche e storiche peculiari del territorio. Al 31/12/2017 Kardines ASD riunisce più di 250 Associati; 110 Soci è la media mensile dei partecipanti agli allenamenti settimanali che partecipano con impegno e costanza alle proposte di contenuti e tecniche di allenamento, incluse le attività di associazionismo durante i fine settimana. L’Associazione Kardines ASD si avvale di 10 Istruttori di Nordic Walking certificati FIDAL-Federazione Italiana di Atletica Leggera secondo il programma della SINW (Scuola Italiana di Nordic Walking) e 3 Istruttori di Camminata Sportiva certificati dalla Scuola Italiana di Camminata Sportiva. Tutti gli Istruttori frequentano regolarmente corsi e seminari di aggiornamento.
Il sole quando il sole non c’è
STUDIO OTTICO
s.r.l.
Domenica 25 febbraio, nella splendida cornice del parco di Villa Belvedere e Villa XXV Aprile a Mirano ha avuto luogo la terza edizione della camminata “da Mulino a Mulino” promossa da Kardines A.s.d. che opera nel comprensorio del Miranese praticando nordic walking e camminata sportiva. Nonostante le avverse previsioni meteo dei giorni precedenti si è comunque voluto confermare questo appuntamento. Tre percorsi lungo il Muson Vecchio di otto, dodici e sedici km che hanno dato la possibilità ai partecipanti di percorrere gli argini alla (ri)scoperta di questo territorio. E non solo camminando in mezzo alla natura, ma camminando pure in mezzo all’arte, ci troviamo nelle terre del Tiepolo, ma soprattutto camminando in mezzo alla storia, essendo inserito nella zona del graticolato Romano risalente al I sec. A.C.. Davvero un’occasione unica e ghiotta. Il tutto, purtroppo, con delle condizioni meteo non favorevoli… un breve accenno di neve, ma soprattutto un vento sferzante. In queste occasioni, la frase ricorrente è quella che dice che non importano le tempeste quando si ha il sole dentro. Il sole dentro? Quindi sarebbe stata una giornata di sole? Sì. È stata una giornata di sole, nonostante il tempo sicuramente non a favore, vedere che seicento persone sono comunque uscite di casa, anche da posti lontani, pur di partecipare e di condividere questo momento.
È stata una giornata di sole vedere tutti al nastro di partenza pronti a partire per questa camminata in compagnia ed allegria. È stata una giornata di sole, nonostante tutto, vedere lungo il percorso del Muson una fila di colori uno dietro all’altro. È stata una giornata di sole vedere, all’arrivo, non la fatica ma i sorrisi dei partecipanti felici di essere riusciti ad arrivare il traguardo. La fatica non c’era, la soddisfazione sì. È stata una giornata di sole ricevere strette di mano e ringraziamenti perché questa manifestazione è davvero piaciuta. È stata una giornata di sole ricevere mail di congratulazioni e trovare nei vari social foto dei partecipanti tutti soddisfatti. È stata una fatica l’organizzazione, ma il lavoro di squadra ripaga sempre. Grazie a tutte le persone che, a qualsiasi titolo, hanno dato il loro contributo per la realizzazione di questo evento. Grazie ai nostri walkers che si sono resi disponibili dando il loro aiuto, senza remora alcuna. Grazie agli sponsor che ci hanno aiutato e sostenuto in questa avventura. Grazie egli enti territoriali che credono a questo progetto di sport e salute. Grazie a tutti i partecipanti che, con la loro presenza, hanno fatto davvero la differenza, rendendo il tutto semplicemente speciale ed unico. Sì, ieri è stata una bella giornata di sole. Il prossimo anno non perderla. Da noi, il sole, c’è… anche quando non c’è.
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Dai Laghi Masuri (Polonia) a Vetrego - puntata Pasquale Questa puntata pasquale, per quanto riguarda la comunità di Vetrego, è incentrata per la maggior parte sulla figura del nostro caro don Pietro Mozzato. I Vetreghesi lo hanno festeggiato poco tempo fa per la ricorrenza del suo novantesimo compleanno: grande festa ed innumerevoli auguri per colui che è stato il “loro sacerdote” per oltre quarant’anni. Ma ricordiamo in breve la sua biografia. Nato a Martellago nel 1928 da una famiglia con 8 figli. Passò per 12 anni come coadiutore a Castello di Godego, due anni a Sant’Agnese di Treviso, sei anni a Ponte di Piave ed infine giunse a Vetrego nel lontano 1971. Anche noi del Gornik F.C. Mirano ci ricordiamo ancora la prima volta che ci ospitò nel “suo” campo di calcio, quasi 20 anni fa… Ci colpì allora la sua calorosa accoglienza da noi orgogliosamente recepita. Egli era ben felice di vedere i nostri atleti (lavoratori e professionisti molto seri) sgambettare e correre (sic…) in quel campo verde da lui creato assieme al compianto amico ed ex sindaco di Mirano, Renzo Milan. Perciò rivolgiamo ancora i più fervidi auguri di tanta salute e longevità al Vostro e Nostro caro don Pietro. Nota finale: ricordiamoci sempre di sostenere (anche economicamente) il giornalino “Evviva Vetrego”, che mensilmente riporta notizie ed informazioni riguardanti la piccola frazione di Mirano. E veniamo alla nostra compagine del Gornik F.C… E’ vero!!! Siamo stati alquanto delusi dall’esclusione dell’Italia dai prossimi Mondiali di calcio. Le colpe sono di Tizio, Caio e di Sempronio… Se però leggerete le prossime righe ecco svelate in chiave “strettamente ironica” le vere cause di questa inaspettata eliminazione. Appurato che in Italia ci sono più allenatori di calcio che giocatori e visto che tutti parlano di moduli (4-3-3 oppure 4-3-1-2, 3-4-3…), anche questa redazione ha escogitato il suo sistema migliore per vincere. Per non parlare poi delle tattiche: marcatura a zona, marcatura a uomo, a zona mista con gli esterni avanzanti, col “libero”… La soluzione a tutti questi problemi è quella di seguire il sottoelencato modulo (approvato dal nostro mister R. Groppello - …Ventura chi?) Questo è lo schema 4-3-3 con l’aggiunta della panchina. 4 Primi piatti: Risi e suca (zucca) – Pasticcio di verdure – Minestrone di fagioli – Spaghetti all’Amatriciana 3 Secondi piatti: Faraona col sughetto – Petto di pollo – Musetto a volontà 3 Dessert: Torte superdeliziose del dr. Bozza – Cordone ombelicale di cioccolato del revisore dei conti E. Righetto – Bomboloni giganti del nostro capostipite G. Titolo Per quanto riguarda la panchina essa è così composta: vino di alta qualità di M. Chinellato; bagigi e punch del Presidente; alcolici di F. Gasparini; bibite varie del talentuoso M. Rossato…e tanto altro ancora. Certamente seguendo questo schema i campionati si stravincono (a tavola!!!) E’ purtroppo tutta una beffarda ironia dato che abbiamo ancora il magone… Un rimedio per noi col DNA polacco (Gornik) l’abbiamo trovato…tiferemo tutti per la Polonia, visto anche che alcuni giocatori militano nel campionato italiano, facendo nostra la frase del nostro GURU G. Titolo “Forza Polonia!”. Buona Pasqua a tutti i nostri affezionati lettori e alle loro famiglie. Evviva il Gornik F.C. Mirano Silvano Bertoldo Presidente Gornik F.C.
Mangiare e bere da Gino...dove (non) occorre il palato sopraffino! Ed eccoci al consueto appuntamento culinario con lo “chef de noantri”. Come sempre l’introduzione alla nuova ricetta del buon Gino è dettata da alcune brevi e personali considerazioni. Non c’è nessuna programmazione, tutto è spontaneo ed esente da qualsiasi sollecitazione o costrizione. Tutte le televisioni a qualsiasi ora del giorno ci sbrodolano programmi culinari tutti uguali. Tanti personaggi indaffarati a spezzettare verdure, impanare cotolette, a impastare non si sa bene cosa e a rompere le uova …e gli zebedei! Una cucina costosa, sprecona, con elaborazioni che non appartengono alla nostra tradizione enogastronomica, la migliore del mondo. Riprendiamoci la libertà dello spezzatino, del sugo della nonna, le tagliatelle col ragù, i bucatini all’Amatriciana, alla Carbonara, le nostre belle crostate, anche se non perfettamente tonde come la “O” di Giotto, magri un po’ sbilenche, ma così buone, con quella fragranza di burro, appena uscite dal forno. Queste sono le cose che la maggioranza dei telespettatori desidera: una cucina casalinga e plebea: niente sprechi o cervellotiche ricette. Tutto ciò mentre l’Italia è in crisi, i consumi alimentari sono diminuiti e la mensa più frequentata è quella della Caritas… Dopo queste personalissime considerazioni, riappacifichiamo l’animo gustandoci questa semplice ed elementare ricetta che il nostro buon Gino offre a tutti i lettori e simpatizzanti di “Mirano Magazine” per le feste pasquali.
CAPASANTA SU CREMA DI CANNELLOINI E CIPOLLA CROCCANTE (ottima come antipasto) Ingredienti per 6 persone 500 gr. Fagioli cannellini lessati 2/3 Capesante a persona 1 bicchiere di brodo vegetale profumato al dragoncello o al rosmarino o altre erbette a piacere 1-2 bicchierini di Brandy 1 Cipolla bianca Farina 00 q.b. Farina di mais bianca q.b. PROCEDIMENTO Preparare la crema frullando i cannellini con il brodo vegetale q.b. fino ad ottenere una media consistenza. Lucidare con un filo di olio e.v.o. e regolare di sale. Tagliare la cipolla a rondelle; infarinarla con le due farine e friggere in una padella con olio di semi di girasole. Pulire le capesante, asciugarle e in un’altra padella con un filo d’olio tostarle fino a renderle leggermente brunite. Fiammeggiare con qualche goccia di brandy. Servire la capasanta sulla crema di cannellini e guarnire con la cipolla fritta.
Prosit (stolat-stolat) e buon appetito. Buona Pasqua e fervidi auguri da Gino. Arrivederci alla prossima PORTATA!!!
Silvano Bertoldo - Presidente Gornik F.C
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“Festa del cross, 7° Memorial Enrico Maso” L’Istituto Comprensivo Mirano 1, all’interno del suo progetto sportivo d’Istituto che si inserisce nel progetto scuola e sport promosso dal Comune di Mirano, riprende quest’anno ad organizzare la corsa campestre. La manifestazione che si svolgerà all’interno del parco “Rabin” in via Aldo Moro, denominata “Festa del cross 7° Memorial Enrico Maso” unisce agli obiettivi educativi e didattici anche la solidarietà. Sarà l’occasione intanto per ricordare Enrico nel decennale della sua scomparsa e per raccogliere dei fondi da devolvere alla fondazione “Città della Speranza” ed all’associazione la “Colonna Onlus “ quindi con l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà e più sfortunate. La manifestazione si svolgerà in due mattinate la prima Lunedì 23 Aprile 2018 che vedrà impegnati gli alunni delle classi quarte e quinte della primaria, dalle ore
8.00 alle ore 11.00, la seconda dedicata a tutte le classi della secondaria Martedì 24 Aprile 2018 dalle ore 8.00 alle ore 14.00. Saranno due mattinate molto intense, alle quali si invitano tutti i Genitori e quanti abbiano a cuore questa iniziativa. A tal proposito sarà possibile per i genitori al termine della manifestazione, in forma libera, provare e correre o camminare sul percorso già utilizzato dai propri figli, nell’ambito del messaggio sport e salute a tutte le età. Molte le persone impegnate in questa organizzazione, oltre ad Insegnanti e Dirigenti dell’Istituto Comprensivo Mirano 1, il Comune di Mirano, la famiglia Maso Eustasio, volontari dell’ASD Atletica Libertas Mirano, i Commercianti di Piazza Aldo Moro e molti Genitori e volontari che a vario titolo appoggiano questa iniziativa.
Torneo quadrangolare di calcio 10 Memorial ENRICO MASO Siamo giunti alla decima edizione del Memorial Enrico Maso, la manifestazione sportiva organizzata dalla Società calcistica USD Miranese in collaborazione con i genitori di Enrico. Questo torneo di calcio, riservato alla categoria esordienti, ha il duplice scopo di ricordare il giovane calciatore scomparso nel 2008 a causa di un linfoma e di raccogliere fondi per la fondazione Città' della Speranza, una Onlus nata nel 1994 per aiutare tutti i bambini ammalati di tumore, per questo è stato costruito nel 2012 a Padova l'Istituto di ricerca pediatrica, il più grande polo europeo dedicato alla lotta contro le malattie infantili. Vi aspettiamo numerosi LUNEDÌ 2 APRILE con inizio alle ore 15,00 per questo pomeriggio all'insegna dello sport e della solidarietà presso gli impianti sportivi di Via Matteotti a Mirano. Al quadrangolare parteciperanno oltre alla formazione di casa dell'USD Miranese, il Città di Mirano, il Venezia Academy e il SSD Next Generation Bassano Virtus. All'ingresso dello stadio, durante la manifestazione, sarà possibile fare delle offerte a favore della Fondazione Città della Speranza. (www.cittadellasperanza.org). Vi aspettiamo numerosi a questa giornata di sport e solidarietà
Perchè sia sempre possibile diventare grandi! CERCO LAVORO Domenica Negri Via Provinciale sud 6/b 30030 CAZZAGO DI PIANIGA (VE) Data di nascita: 12.08.1969 Luogo di nascita: Adria (Ro) Cell: 380 5272967 Studi: Anno scolastico 1985/86 Diploma di Segreteria Albergo conseguito presso l'Istituto di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Adria (Ro). Anno Scolastico 1987/88 Diploma integrativo di Tecnico delle Attività Alberghiere conseguito presso l'Istituto di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Adria (Ro). Lingue Straniere: Francese, Inglese e Tedesco scritto e orale. Livello di conoscenza: buono. Esperienze Professionali significative: - Attualmente consulente di vendita per Nahrin Swisscare da gennaio 2015. - Periodo 01/06/2005 al 15/10/2009 presso la ditta Punto Edile Sri di Pianiga (Ve) con funzione di segreteria. - Periodo 02/01/2002 31/12/2004 presso la ditta Dinon Srl di Portoviro (Ro) con funzione iniziale di addetta all'ufficio commerciale estero. - Periodo 01/05/2001 17/12/2001 presso la ditta Special & Frozen srl di Rivà di Ariano nel Polesine (Ro) come impiegata all'ufficio commerciale Italia/estero. - Periodo dicembre 1999 aprile 2001 presso la ditta In.vap Spa di Conselve (Pd): gestione degli appuntamenti direzionali. - Periodo marzo-ottobre dall'anno 1990 al 1998 presso il Golf Hotel dell'Isola di Albarella a Rosolina (Ro) come segretaria d'albergo. Autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia dei dati personali (facoltativo)".
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