Mirano Magazine Settembre 2011

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MIRANO SETTEMBRE 2011

e n i z a g a M

Suppl. a «Guida Casa» - Autorizzazione Tribunale di Venezia N. 1219 del 13/03/1996 - Distribuz. gratuita Direttore responsabile: Laura Colognesi - Coordinatore redazionale: Paolo Leandri - Segretario di redazione: PAOLO TREVISANATO - tel. 041.430036 Associazione ricreativa senza scopo di lucro “Mirano al Pozzo” - Via Giudecca, 26/6 - 30035 Mirano (Ve)

EDITORIALE

C

arissimi amici lettori, come promesso, ecco il secondo numero di “Mirano Magazine” che, ci auguriamo, riscuota lo stesso gradimento del precedente. Sono molteplici gli argomenti che trovate trattati: politica, ambiente, sport, ricorrenze, ricordo di persone che non ci sono più, ma che hanno rivestito per molti un particolare punto di riferimento, iniziative di solidarietà, arte e tante altre tematiche. Speriamo di aver dato a ciascun aspetto l’adeguato risalto, anche se la scelta dell’ordine da dare agli articoli non è stata semplice, in quanto ognuno di essi è importante per dare uno spaccato sulla realtà del nostro territorio. Anche perché “Mirano Magazine” vuole essere innanzitutto propositivo, attento certamente nel denunciare ciò che deve essere cambiato o migliorato, ma rivolto soprattutto a mettere in rilievo ciò di cui Mirano può vantare di positivo e di costruttivo perché la nostra città è ricca di persone volonterose, piene di iniziative, laboriose e sensibili nel settore del volontariato. E, sotto questo aspetto, un merito del tutto particolare va riconosciuto ai nostri sponsor, perché è proprio grazie alla loro sensibilità e al loro aiuto concreto che il giornale può essere pubblicato. Si diceva dell’attenzione che “Mirano Magazine” deve avere sia verso ciò che può essere cambiato, sia verso i tanti aspetti

positivi che fanno della nostra realtà una delle più rinomate dell’entroterra veneziano: due esempi a conferma di questo impegno del giornale. Il primo, che richiederebbe un’inversione di tendenza, riguarda le prospettive dell’assetto territoriale che ci interessa direttamente: se le previsioni dovessero diventare realtà, ci troveremmo sommersi ancora una volta da una nuova, asfissiante colata di cemento. A parte la realizzazione di “Veneto City”, di cui si è tanto parlato e che trova spazio anche in questo numero del giornale, corre voce anche della costruzione di un nuovo mega-centro commerciale tra Santa M. di Sala e Noale, più grande di quelli già esistenti nelle vicinanze: con quale impatto ambientale è facilmente immaginabile. Ce la farà la nostra viabilità a sopportare un ennesimo aumento del traffico e dello smog automobilistico? Quale sarà la sorte del “graticolato”? Cosa succederà al deflusso dell’acqua nelle giornate sempre più frequenti di pioggia torrenziale in un terreno intasato dal cemento? E i nostri esercizi al dettaglio, quei pochi ancora rimasti, che fine faranno? Ed ecco allora l’altro aspetto, quello propositivo, legato proprio alla sopravvivenza di questi negozi: la “Privilege Card Città di Mirano”, un servizio gratuito rivolto a tutti i residenti nel Comune che dà la possibilità di acquistare con notevoli vantaggi presso

i punti vendita che aderiscono all’iniziativa. Va chiarito subito che la “Card” non è legata ad alcun gruppo politico e non ha altre finalità che quella di offrire ai nostri concittadini un’opportunità di cui usufruire o meno liberamente; inoltre non è una tessera che deve essere “strisciata” nei lettori ottici, ma va semplicemente esibita al negoziante e gli sconti non privilegiano alcuno, in quanto sono uguali per tutti. Perché, allora, “Privilege” Card? Perché l’unico “privilegio” previsto è quello di avere la residenza a Mirano, senza altra discriminazione e senza entrare nella privacy delle persone. Ma sicuramente un altro vantaggio la card lo offre: quello di aiutare con gli acquisti i nostri negozianti al dettaglio a sopravvivere alla cementificazione dei mega-centri di cui si è detto. La “piccola” bottega è infatti una “grande” realtà per la qualità, per l’assistenza, per la cortesia che il personale è in grado di offrire: è l’esercizio commerciale ancora “a misura d’uomo”, nel senso del rapporto di fiducia che si crea tra venditore e acquirente. Non permettiamo che tutto questo muoia, perché sicuramente ciò che viene perso non sono semplicemente i pochi metri quadri di un negozio, ma un’insostituibile tradizione di cultura locale.

io leggo

Il responsabile di redazione Paolo Leandri


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