ANNO 3 - NUMERO 13 - Giugno/Luglio 2010
13 FREEPRESS di ENOGASTRONOMIA ABRUZZESE
13 Speciale vino
Vinitaly & dintorni Bolognano: dove la cultura mette radici C COME PESCE Viaggio tra i brodetti C COME GELATO Quando l’ingrediente segreto è l’Abruzzo C COME MASSIMO CAPRETTA Ad Alba Adriatica la semplicità non è un optional
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>> Ufficio fotografico Modiv. Hanno collaborato: Mario Sabatini, Miriam D’Ignazio, Monica Andreucci, Marco Di Edoardo, Nino Di Felice, Jenny Pacini, Franco Soldani, Giorgia Tobiolo. >> Stampa AGP Arti Grafiche Picene - Maltignano (Ap) Con questo numero non si sono messi bavagli insieme a noi Monica Andreucci, Roberto Ardizzi, Maura Di Marco, Guernica, Tiziana Lalla, Raffaele Magrini, Jenny Pacini, Ludovica Persichitti, e i cuochi Mirco D’Amico, Aldo D’Ostilio, Giacomo Intranuovo e Oscar Antonio Scarano. Per le foto del gelato si ringrazia la gelateria “La dolce vita” di Giulianova. Per la foto di copertina si ringrazia l’Enoteca Adriatica di Francavilla al mare. come
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C come RUBRICHE 06 >> C come Sommario 07 >> C come Editoriale 9 >> C come Informazione 15 >> C come Food Design 53 >> C come Guernica 58 >> C come Ricette 65 >> C come News 66 >> C come Controeditoriale C COME SPECIALE VINO 32 >> C come Fotoeventi 34 >> C come Vinitaly) 40 >> C come Visto da noi 45 >> C come Marketing 46 >> C come Zaccagnini C come ABRUZZO 10 >> C come Agroalimentare 16 >> C come Massimo Capretta 22 >> C come Pesce 28 >> C come Vi consigliamo: Trattoria Ferri 30 >> C come Vi consigliamo: Vecchia Marina 53 >> C come Insieme 60 >> C come Gelato C come REPORTAGE 12 >> C come Fiera 20 >> C come Mokambo 54 >> C come Parma 64 >> C come Fitness magazine 6
Foto copertina: Sabatini - D’Ignazio
cosa c’è nel numero Tredici
C COME SOMMARIO
C COME EDITORIALE
C COME ETILOMETRO Cristina Mosca
Direttore responsabile di C come magazine Guarda: tanto e bene Beve: poco ma bene Gusta: sempre troppo
Lo avrete notato, questo numero di C come magazine ha un alto tasso etilico. Volevamo allegare un etilometro per rassicurarvi sulla vostra idoneità alla guida anche dopo averlo sfogliato, ma la cosa sarebbe stata troppo complicata. Dovremo perciò limitarci a dirvi di sfogliarlo molto lentamente… Lo scorso aprile siamo stati alcuni giorni al Vinitaly e ci siamo guardati un po’ intorno. Abbiamo respirato fumi e atmosfere e, facendo attenzione a rimanere sobri, abbiamo raccontato il nostro Abruzzo così come lo abbiamo visto sul palco più importante del settore, con tutti i suoi protagonisti e i produttori che scommettono sul territorio. Ci siamo anche permessi qualche riflessione su sviluppo, marketing, immagine, perché crediamo che non ci sia limite al meglio. Accanto al vino, avrete notato anche questo, abbiamo eletto principe il pesce… povero. Un interessante viaggio tra i brodetti abruzzesi ci farà risalire la costa alla scoperta della maniera vastese, silvarola, rosetana e giuliese di cucinare questo piatto della tradizione, tanto rigoroso quanto versatile, che nonostante la vecchiaia si adatta ancora magnificamente alle abitudini e alle stagioni. Dulcis in fundo, non poteva mancare un tocco d’estate: anche qui un viaggio colorato ci rivelerà un Abruzzo goloso ma assolutamente professionale, che si esprime con parole chiave come territorio, qualità e gusto. Abbiamo interpellato quattro gelatieri, ognuno in rappresentanza della sua provincia, per farci raccontare il loro rapporto con i prodotti locali e farci divertire con l’originalità dei gusti che hanno inventato per metterli in risalto. Ah, anche queste ultime pagine sono da sfogliare molto… dolcemente.
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C COME INFORMAZIONE di Roberto Ardizzi, consulente SGQ
QUALITÀ E TURISMO Un rapporto conflittuale? Il turismo è unanimemente riconosciuto come uno dei “motori” dell’economia italiana e mondiale. Dopo le crisi del 2001 e del biennio 2008/2009, i segnali di una forte ripresa sono evidenti e portano gli operatori del settore a prevedere una stagione con numeri da record. Tuttavia, nella nostra Regione, il concetto di Qualità nel Turismo continua a rimanere un buon proposito e nulla più; nonostante studi e statistiche evidenzino come uno dei fattori di primaria importanza nella selezione di una struttura sia proprio la “qualità del servizio erogato”, in Abruzzo ci sono soltanto 7 hotel con una certificazione di qualità UNI EN ISO. Un risultato davvero deludente per una regione che si professa da decenni come “territorio turistico a 360 gradi”. Il dato è ancora più negativo se paragonato alle regioni del Centro Italia, come dimostriamo dalla tabella qui sotto. Addirittura la
provincia di Pescara, che vede nel suo capoluogo una “città dei servizi, del commercio e del terziario”, non ha neanche un hotel con un Sistema di Gestione Qualità. Sarà un caso se le presenze negli alberghi della provincia evidenziano un -7,3% nell’ultimo biennio? Si continua ad investire in servizi, eventi e attività, o in ambiti che si reputano “remunerativi”, non capendo che la Qualità è un fattore che dà una gamma di benefici molto ampia: riduzione dei costi di gestione, fidelizzazione della clientela, posizionamento sul mercato, accesso a finanziamenti di settore. In attesa che gli “attori” del settore aprano gli occhi, l’Abruzzo “forte e gentile”, la “Regione verde d’Europa”, il “modello Adriatico di sviluppo” continua a scivolare in fondo a tutte le classifiche. Arrivando al sedicesimo posto per presenze turistiche su scala nazionale: dopo di noi, solo Calabria, Basilicata e Molise.
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C COME AGROALIMENTARE
Comunicazione istituzionale
QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA Cciaa e Ais tra Rimini, Parma e Pescara
Le azioni della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara si mescolano alle attività dell’Associazione Italiana Sommeliers Abruzzo per offrire un prodotto di pregio e qualificato da far provare nelle occasioni business to business. Prende vita “Vita, Vite”, un nuovo progetto dell’Ente camerale pescarese volto a promuovere, in Italia e nel resto d’Europa, le eccellenze vitivinicole della provincia di Pescara. L’evento è rivolto ad operatori del settore, giornalisti, tecnici ed appassionati del mondo del vino e, ad oggi, conta già tredici cantine che hanno aderito, con entusiasmo, a questa eccellente iniziativa. In orine alfabetico: Bosco, Chiarieri, Chiusa grande, Contesa, Guardiani Farchione, La Valentina, Marchese de’ Cordano, Marramiero, Roxan, Speranza Vini, Tenuta Arabona e Torre dei Beati. La prima tappa di questo viaggio di sapori e profumi pescaresi si è svolta a Rimini, il 17 maggio scorso, presso il Grand Hotel; la successiva sarà sicuramente, a settembre, a Parma ma sono già in cantiere delle soste intermedie. La prima e più importante sarà a Mediterranea – Rassegna sui Tipici Agroalimentari d’Abruzzo che, quest’anno, ha tutti gli ingredienti per fare il salto di qualità.
Dal basso delle difficili condizioni in cui versano le imprese, ci si aspetta dalla compagine camerale il raggiungimento di maggiori risultati per gli espositori della mostra, giunta al suo venticinquesimo anno. Per questo motivo si è costruito un tavolo tecnico in collaborazione con le associazioni di categoria, grazie al quale si cercherà di offrire risposte concrete ed efficaci alla necessità, manifestata dai produttori, di aumentare la loro visibilità nonché il volume delle vendite e delle esportazioni. Durante i giorni della mostra, che si svolgerà presso il Porto Turistico “Marina di Pescara” dal 29 luglio al 1 agosto, prenderanno vita degli incontri b2b rivolti ad operatori specializzati italiani e stranieri: gli incontri saranno organizzati, sempre in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommeliers Abruzzo, ed avranno lo scopo di diffondere le virtù del territorio abruzzese ed i magnifici frutti che la sua terra offre. Sul piatto delle iniziative c’è, anche, la volontà da parte della Camera di Commercio di Pescara di portare le eccellenze pescaresi nei mercati stranieri di punta per l’export regionale come la Germania (Berlino), tra i più consolidati, o l’Olanda (Amsterdam) e la Lettonia (Riga) tra gli emergenti.
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Gaetano Verrigni e Francesca Petrei
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C COME FIERA
Reportage - di Daniele Di Vittorio. Foto: Modiv
PASTATREND, SI GIRA! A Bologna, buona la prima
Oltre 150 espositori, 50 eventi (tra corsi d’alta cucina e dimostrazioni pratiche, talk show, focus sulle specialità regionali, spettacoli e degustazioni), 35 convegni scientifici, 2.800 buyer in rappresentanza di 38 Paesi del mondo, 330 giornalisti accreditati di cui 70 stranieri. Questi i numeri di Pastatrend, il primo salone della pasta e la sua filiera che si è svolto dal 24 al 27 aprile a Bologna. Si sa che l’Italia non ha rivali quando si parla di pasta: il 42% degli scambi di questo prodotto a livello mondiale riguarda marchi italiani. Il competitor più vicino, per intenderci, è la Cina, con una quota dell’8% circa. La fiera è stata alla sua prima edizione, con tutti i pregi e i difetti che questo comporta: non si poteva pretendere che tutti i pastifici d’Italia e/o del mondo partecipassero, come allo stesso modo non si poteva aspettare un afflusso di visitatori pari a quello di altre fiere più affermate. Se poi aggiungiamo che a distanza di due settimane si sarebbe svolto a Parma il Cibus allora potrebbero sorgere dei dubbi sull’andamento di questa fiera. Invece Pastatrend si è rivelata una piacevole scoperta per diversi motivi: nel week-end l’orario della fiera è stato prolungato appositamente fino alle 22 perché in quei giorni il target non è dato dai professionisti del settore bensì da curiosi e/o appassionati, che hanno visitato la fiera per dare un’occhiata o per fare particolari acquisti. In questo senso
l’orario da centro commerciale è stato più appropriato rispetto al normale orario fiera. Vista l’assenza di grandissimi marchi l’attenzione si è spostata sulle piccole e medie imprese che fanno dell’artigianalità il loro punto forte: Pastatrend ha rappresentato per loro una bella vetrina, dato che la fiera (e questo è un altro punto a favore) ha avuto una bella copertura mediatica su televisione e carta stampata. E l’Abruzzo? La nostra regione è stata ottimamente rappresentata dall’Antico Pastificio Rosetano Verrigni, che nel suo stand ha presentato le ultime novità. Prima fra tutte la pasta trafilata in oro che presenta delle peculiarità quasi uniche: una ruvidezza diversa che la sposa benissimo con i sughi. Questa singolarità è evidenziata dal fatto che molti chef “stellati” la usano per i loro piatti. La novità più originale, però, è stata la presentazione del profumo “00 Oro” creato dall’artigiano profumiere Felice Durante, che tramite le essenze della mandorla, della vaniglia e del lievito riproduce proprio l’aroma della pasta Verrigni… a testimonianza che non sempre la pasta deve essere condita perché di per sé ha già degli aromi. Il prossimo appuntamento con Pastatrend sarà in Cina: il Salone della pasta è stato scelto dalla Regione Emilia Romagna per rappresentare il settore fieristico dedicato all’alimentazione, tra l’1 e il 15 settembre, durante Expo Shanghai 2010.
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C COME FOOD DESIGN
di Ludovica Persichitti - ludovica.architettura@gmail.com
DULCIS IN FUNDO Quando la torta nuziale è glamour
Capita di vivere momenti felici ed avvenimenti così importanti che vorremmo il tempo si fermasse o durassero almeno quanto basta per poterli condividere con gli altri. Ed è così che si ricorre al cibo per il festeggiamento. Forse perché davanti al tavolo di un banchetto il tempo rallenta e il ticchettio viene scandito solo dalla successione delle portate... E quanta attenzione e ricerca richiedono un banchetto di nozze! Banchetto uno e plurimo, vista la crescente predilezione a rendere il pasto più dinamico, alternando portate al tavolo a buffet variegati e concludendo con la torta nuziale, la wedding cake, per la quale lo studio della forma aspira sempre a deliziare le aspettative e la curiosità degli invitati. La ricerca dell’originalità, insieme al desiderio di rendere partecipe della felicità ogni ospite, porta sempre più coppie ad affidarsi all’esperienza di professionisti del settore, i wedding planner, cake designer e wedding designer. I wedding
planner si occupano dell’organizzazione del matrimonio in tutte la fasi, e solleva i futuri sposi da preoccupazioni relative a questioni logistiche e così via. Molto spesso si avvalgono delle competenze di pasticceri specializzati in torte nuziali (cake designer) ed esperti progettisti che si occupano dell’ allestimento della location e del banqueting (wedding designer). Non c’è dubbio che sia forte la richiesta di personalizzazione. Cambiano così anche le torte: dalla classica pluripiano, si cominciano a presentare wedding cake di influenza anglosassone a cubi o cilindri sovrapposti a piramide, decorate con nastri e fiori. Sicuramente più originale e intima la versione in mini cake, trasponendo la formula finger food anche nella torta nuziale: basta creare una composizione di tante tortine nuziali in miniatura... Di effetto, simpatiche e già tutte equamente porzionate per ogni commensale.
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C COME MASSIMO CAPRETTA di Cristina Mosca – Foto: Mario Sabatini
DAI SAPORI DI TERRA ALLE ONDE DEL MARE La semplicità non è un optional
Prendete un ragazzo cresciuto in campagna. Uno di quei bambini prodigio che a 7 anni lo si vede avventurarsi per i campi alla guida del carro con le vacche; che cresce a pane e verità; che marinerebbe la scuola per andare a cogliere le olive; e che è abituato ad osservare sua nonna cacciare la pasta dalla “callara” di rame, quasi attaccato al suo grembiule. Un giovane curioso e amante delle cose naturali, che impara a riconoscere l’odore dei legumi nella madia e del lardo appeso. Viene da questo background bucolico Massimiliano Capretta, per gli amici Massimo, terzogenito di sette fratelli, che oggi vede la sua passione per il vino e per il cibo naturale riassunta nella sua Hostaria L’Arca ad Alba Adriatica. Un luogo che più che un traguardo è l’oggetto principale della sua creatività. Buon sangue non mente, infatti: se pensiamo che la sua (numerosa) famiglia è piena di artisti e scultori, non ci stupirà scoprire che L’Arca è stata battezzata così dopo un sogno: «Ho capito che così come Noè ha salvato tutti quegli animali – ci racconta – io avrei potuto “salvare” i prodotti del mio territorio. Mi ha sempre profondamente interessato tutto ciò che è sano». Massimiliano è stato infatti tra i primi a portare nella provincia di Teramo la cucina naturale, dopo aver preso in gestione un pub ristorante a soli 23 anni, e avervi inserito una novità per l’epoca, la carta dei vini.
Con la stessa intraprendenza già dimostrata nella gestione di una discoteca, ha aperto nel 1999 quella che oggi è la sua Hostaria, con un’attenzione sempre maggiore alla qualità delle materie prime e ai metodi di conservazione, preparazione e cottura (tutto all’insegna dell’estrema semplicità). Ben presto è stato in grado di anticipare una filosofia che si sta diffondendo oggi: da cinque anni infatti i prodotti tipici della regione sono in gran parte acquistabili nell’enoteca attigua, gestita dalla sorella Cinzia, in modo da favorire anche la microeconomia del territorio. Nel giro di tre anni la cucina di Massimiliano ha conquistato citazioni in ben 15 guide e l’Oscar qualità-prezzo dalla Michelin. Nel 2006 lo chef ha compiuto un ulteriore passo in avanti, nel quale è stato affiancato dal fratello Marco, sommelier, e dalla sorella Dalila, abilissima nella pasticceria: alla cucina di terra si è aggiunta quella di mare, con un ampliamento della cucina (trasformata in cucina a vista) che gli è costato almeno 20 coperti ma che gli permette di separare i piatti di carne da quelli di pesce: «In una località di mare non potevo non approdare alla cucina marinara. Un cuoco deve essere il biglietto da visita del suo territorio e non dimenticare le sue radici: deve sentirsi l’anello che chiude il cerchio, tra il turismo e l’agricoltura».
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Spaghetti alla chitarra
con asparagi, scampi, calamari, porri e zafferano
Ingredienti per 4 persone: Per gli spaghetti: 300 gr di farina, 3 uova intere; per il condimento: 200 g di asparagi, 400 g di scampi, 200 g di calamari, 100 g di porri, ½ bicchiere di vino bianco, sale, olio, prezzemolo e peperoncino; per la crema di zafferano: 1 g di zafferano, 20 g di burro, 20 g di farina, 100 ml di brodo vegetale, sale; per la crema di porri: 150 g di porri, 100 g di patate, sale, acqua. Preparazione: Scottare a parte gli asparagi in poca acqua, appassire i porri in olio a fiamma bassa, sfumare con vino bianco e aggiungere i calamari, gli scampi e gli asparagi. Aggiungere peperoncino e sale, poi lasciare spento. Preparare la crema di zafferano come se fosse fonduta: ognuno ha il suo metodo. Per la crema di porri, far bollire porri e patate e poi trasformarli in crema con un frullatore ad immersione. Saltare gli spaghetti a metà cottura nella padella con i calamari.
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Arrosto di carciofo e seppia
con fonduta di pecorino
Ingredienti per 4 persone: Per i carciofi: 4 carciofi, ½ bicchiere di vino bianco, 20 cl di brodo vegetale, aglio, prezzemolo, sale q.b., olio di oliva; per la fonduta: 7 g di burro, 150 ml di brodo vegetale, 7 g di farina, 100 g di pecorino canestrato di Campo Imperatore; per l’arrosto di seppia: 500 g di seppia, prezzemolo, sale, pepe, olio; per la riduzione di Montepulciano: 20 cl di Montepulciano, 10 g di glucosio. Preparazione: Cuocere i carciofi in pentola alta con tutti gli ingredienti a loro destinati, a coperchio chiuso e fiamma bassa per 15 minuti; preparare la fonduta secondo il proprio metodo. Arrostire la seppia in padella antiaderente calda senza l’olio; aggiungere olio e prezzemolo e spegnere. Ottenere la riduzione di Montepulciano a fiamma bassa. Condire i carciofi con la fonduta e l’arrosto di seppia, guarnire con il vino e servire.
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C COME MOKAMBO
Comunicazione istituzionale
UN CAFFÈ DA… CAMPIONI
Oltre 300 Kg di caffè per il Giro d’Italia 2010
Vox populi, vox dei: perciò quando durante il Giro d’Italia 2009 si è dimostrato più frequentato lo stand della Caffè Mokambo che quello ufficiale, all’organizzazione è stato subito chiaro cosa andasse fatto: promuovere l’azienda abruzzese primo fornitore di caffè del Giro 2010. Ricomincia da qui la storia che la Mokambo ha condiviso anche quest’anno con le 21 tappe del Giro: ma stavolta è stato vero e proprio… amore. Una media di duemila caffè ogni giorno destinati alle oltre 3500 persone tra staff, corridori, giornalisti, vip, ospiti di passaggio che hanno gravitato intorno ai villaggi di partenza e di arrivo di tutte le tappe del Giro, per un totale di 15 Kg di caffè a tappa e 16 macchine da caffè in instancabile attività tra sala stampa, sala vip, studi televisivi e ovunque servissero. «È stata un’esperienza preziosa sia a livello umano sia professionale – è il commento di Enzo Di Nisio, fondatore dell’azienda insieme a suo fratello Camillo – Abbiamo stupito un gruppo di Olandesi e c’è stato un bello scambio con la direzione del Giro. Il villaggio di partenza a Città Sant’Angelo è stata la prima a venire aperta quasi liberamente al
pubblico, proprio in virtù di un nostro consiglio. Per l’anno prossimo ho già suggerito di prediligere i bambini che accompagneranno… i genitori e permettere loro di interagire con i corridori e chiedere loro autografi: se ci si avvicina allo sport da giovanissimi, la passione rimane». Mokambo è parte integrante della manifestazione ciclistica sin dagli anni ’90, evolvendo in visibilità e in partecipazione fino ad ottenere lo spazio di 32 metri quadri di questa edizione, con cinque baristi all’opera grazie alla collaborazione dei Maestri del Club dell’Espresso Antonio Corvini e Massimo Urru. Il marchio Mokambo ha trionfato sulle magliette dei circa 40 membri della squadra di Acqua & Sapone-Mokambo e sull’auto della carovana, vincitrice della Gran Premio della Montagna. Un ricordo bellissimo che si aggiungerà a quelli più emozionanti di questa storia d’amore: nel 2002 con la maglia Acqua & Sapone-Mokambo Mario Cipollini ha superato il record di vittorie di Gino Bartali, tuttora rimasto imbattuto: una sua maglia autografata fa bella mostra di sé nell’azienda di Chieti scalo.
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Brodetto “alla Vastese” di Pino Jubatti, accademico della cucina Ingredienti: 900 g di pesce fresco assortito: triglia, merluzzo, tràcina, gallinella, scorfano oppure lucerna, una piccola sogliola oppure una suacia (cianghetta), un piccolo calamaro oppure una piccola seppia, piccola razza (da non spellarsi), muggine o “cefalotto” – cozze nere e bianche (facoltative) – alcune cicale di mare (panocchie) vive – facoltativa, una piccola pescatrice – olio d’oliva – 500 gr. di pomodorini freschi, possibilmente i mezzi tempi – due spicchi d’aglio – un peperone dolce e fresco – prezzemolo (in alternativa, basilico) – sale – un peperoncino rosso fresco e piccante Preparazione e realizzazione: Pulire e lavare il pesce in acqua corrente, riservando particolare cura al cefalotto, alla cicala di mare, alle cozze e alla pescatrice. Nella larghissima “tijella” (pentola) di terracotta, mettere tutto a freddo: acqua, olio d’oliva, peperone a pezzi, prezzemolo sminuzzato, aglio affettato e sale. Su fuoco vivace andranno i pomodorini e, dopo qualche minuto di bollore, vanno adagiate tutte le varietà di pesce elencate, a partire dalla varietà più resistente (cicala, gallinella, calamaro) per concludere con la più delicata (merluzzo, cefalotto, sogliola) fino a portare tutti i pesci a cuocersi in contemporanea. Far cuocere a coperchio fisso per 15/20 minuti, ma muovere il pesce in cottura attraverso un dolce movimento rotatorio della pentola. Accompagnarlo con del peperoncino rosso piccante e con del pane abbrustolito è una facoltà. Una voluttà è servirlo con del vino bianco, fresco e morbido.
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C COME PESCE
di Tiziana Lalla – Foto: Mario Sabatini, Modiv
METTI LA TRADIZIONE A TAVOLA Viaggio tra i brodetti abruzzesi
Le testimonianze storiche, popolari e letterarie ci introducono verso una “cultura” del brodetto di pesce che attraversa tutta la nostra regione e la confronta con quelle limitrofe, alla scoperta di un percorso sensoriale fatto di sapori, colori ed odori tipici della tradizione marinara adriatica abruzzese. Possiamo dire che esistono tanti brodetti per quante sono le mani che lo preparano, con da una parte caratteristiche uniche a seconda della terra, degli orti e del mare, e dall’altra con dei motivi comuni, come la presenza della larghissima tijella in coccio, dal bordo ribassato, di produzione squisitamente locale e artigianale, dove, come descrive il ristoratore vastese Italo Ferri, «i pesci vengono adagiati come in uno scrigno». Partiamo da una differenza basilare: «Il brodetto è completamente diverso dalla zuppa di pesce – ci spiega Pino Jubatti, storico e membro dell’Accademia della Cucina Italiana, autore del “Disciplinare del brodetto di pesce fresco alla Vastese” – Il brodetto è una specialità che brilla per la delicatezza dell’intingolo; la zuppa, invece, è destinata a palati robusti, con varietà di pesce di più grosso taglio. Si pensi ad esempio al caciucco alla Livornese». Il brodetto abruzzese, di fatto, è uno solo, con poche varianti. Probabilmente trova le sue origini nella nascita delle flotte pescherecce locali: i marinai, dovendo preparare dei pasti a bordo, usavano pochi ingredienti ed i pesci meno adatti al
mercato o quelli rovinati esteticamente dalle reti. Per questo il brodetto è il “piatto povero” dei pescatori. Noi ne scegliamo quattro varianti: quelle legati, in ordine geografico, alle marinerie di Vasto, Silvi, Roseto e Giulianova. Ingredienti comuni sono l’olio extravergine d’oliva dop, il peperone verde dolce e fresco, il prezzemolo e il peperoncino rosso fresco piccante, da aggiungersi alla fine e solo se gradito. In tutti ritroviamo la freschezza del pescato, la varietà delle qualità e delle quantità, e soprattutto la costante del pomodoro, che ci fa intuire un brodetto abruzzese più “giovane” del cugino marchigiano: la storia vuole infatti che il brodetto di Porto Recanati, che non prevede il pomodoro bensì lo zafferano, nasca nel Medioevo, quindi prima della scoperta delle Americhe, da cui questo ortaggio è stato importato. Il brodetto “alla Vastese” (lu vrudatte a la uastaréule) è costituito rigorosamente da pesce fresco proveniente dall’Adriatico vastese, ed è connotato da alcune particolarità. La prima, che lo distingue da tutti gli altri, è l’uso dell’aglio non soffritto, diversamente dagli altri brodetti non solo abruzzesi, ma anche di fuori regione. Sono inoltre tipiche l’alternativa del basilico al prezzemolo, e la predilezione della produzione autoctona di pomodori “mezzi tempi”, che si trova nel periodo di giugno. Il brodetto “alla Silvarola” (lu vridittucce) da tradizione
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Brodetto “alla Giuliese”
Brodetto “alla Rosetana”
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si prepara facendo cuocere tutti gli ingredienti, a fuoco lentissimo, addirittura per 4/5 ore: «Era un vero e proprio rito, dalla preparazione alla cottura – spiega il giornalista ed esperto Franco Costantini – Aglio e cipolla si facevano imbiondire e si “colorava” con pomodoro a fette e prezzemolo. Poi si aggiungevano i pesci: lo scorfano, la razza, il palombo a tocchi, le triglie e la mazzolina. Attualmente il palombo è scomparso e sono subentrati la pescatrice, il san pietro, il rombo, il merluzzo e la sogliola. Messo all’interno della pentola non va assolutamente rigirato, ma soltanto trizzicato, cioè delicatamente scosso». La variante rosetana è strettamente imparentata con quella giuliese, ma è più brodosa: nasce dal recupero di pesci di fortuna che le paranze pescavano sotto costa, quindi la tipologia di pesce era limitata al tipo di fondale sabbioso: per questo troviamo il pesce prete, la tracina, la razza, la gallinella, la mazzolina, la sogliola e la triglia, fino ai molluschi bivalve. Parte da un soffritto di cipolla e di aglio, una seppia, pomodoro fresco, lasciati andare a fuoco lento per 15/20 minuti. «Più il pesce è ben serrato – conclude Gennaro D’Ignazio, ristoratore rosetano – più vince il gusto del pomodoro, perché il rapporto deve essere a vantaggio del pesce». Nel brodetto “alla Giuliese” tutti i pesci concorrono in maniera utile, ma nessuno è indispensabile, come specifica il ristoratore giuliese Andrea Beccaceci: «Quelli indispensabili
alla preparazione tradizionale sono quelli più ostici per il mercato, o perché molto spinosi o perché di sapore meno pregiato, come lo scorfano e la lucerna o “vocc’ ncapa”. La mazzolina o gallinella viene scelta per il gusto “sabbioso” di fondale, tipico delle nostre parti; la triglia, nel periodo settembre/ottobre, dona al brodetto il salmastro e lo iodio dell’Adriatico, ma occorre farla cuocere meno degli altri pesci perché è estremamente delicata. La seppia è la base di ogni brodetto, viene messa in cottura per prima insieme al pomodoro. Vongole e cozze sono evitate dagli “integralisti” ma sono di fatto entrate da tempo nella ricetta, come è accaduto per scampi, rane pescatrici e razze, che un tempo non venivano neanche pescati. Quello che invece tutti evitano ancora oggi è l’uso del pesce azzurro, che tutt’al più viene “brodettato” da solo. In generale il periodo migliore per la preparazione del brodetto va da agosto a novembre: tempo in cui il novellame diventa adulto e le carni sono più saporite. La cottura richiede una capiente pentola d’alluminio o un largo tegame di coccio, considerando preferibile l’alluminio per l’omogeneità della cottura, e il coccio per la tenuta della temperatura durante la degustazione del piatto. Noi usiamo entrambi». Le differenze dei quattro brodetti sono stati spiegati in primavera da Slow Food in occasione di serate organizzate a Vasto (“Trattoria Ferri”), Giulianova (“Hotel Cristallo”) e Roseto (“Vecchia marineria”), e dal Comune di Silvi in un convegno all’inizio di giugno.
Bodetto “alla Silvarola”
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Venerdì 18 giugno Cortile Palazzo D’Avalos Ore 20.30 Teatro della Cucina a cura di Nicola Di Renzo del ristorante Hostaria del Pavone di Vasto Ore 21.30 Slow Food on Film – proiezione del film TERRA MADRE di Ermanno Olmi Sabato 19 giugno Riserva Punta Aderci ore 20.30 Festa Slow in Riserva “dalla Paranza alla Taranta” Cartoccio di Pesce e Drink slow ore 21.30 Concerto e danze con TERRE del SUD Via Adriatica dalle 14.00 alle 24.00 – Mostra-Mercato Arti, mestieri e sapori a cura Confcommercio Piazza Barbacani ore 19.00 Scrittori in Piazza: Presentazione del libro di Fabio Ciminiera “Le rotte della musica. I suoni del Mediterraneo” a cura dell’Associazione Liber Domenica 20 giugno Via Adriatica dalle 14.00 alle 24.00 – Mostra Mercato Arti, mestieri e sapori a cura Confcommercio Cortile Palazzo D’Avalos ore 20.30 Teatro della Cucina a cura di Nicola Fossaceca del ristorante Al Metrò di San Salvo ore 21.30 Spettacolo Teatrale ARTURO LO CHEF di e con Stefano Angelucci Marino Riserva Punta Aderci ore 20.30 Festa Slow in Riserva “dalla Paranza alla Taranta” Cartoccio di Pesce e Drink slow ore 21.30 Concerto e danze con i suoni della tradizione Giovedì 24 giugno Serata al Trabocco di PUNTA PENNA
www.brodettoecontorni.it
Ore 20.30 Officina del gusto e degustazione a cura di Italo Ferri Venerdì 25 giugno Cortile Palazzo D’Avalos Ore 18.30 Presentazione Guida degli Extravergini 2010 di Slow Food Arena delle grazie Ore 21.30 Teatro Dialettale “Lu cunfeinè” a cura Ass. La Cungarelle Sabato 26 giugno Via Adriatica dalle ore 18.00 alle 24.00 Mercato Equo e solidale – Mercato Campagna Amica (Coldiretti) - Europa Sostenibile III edizione Scambio culturale giovanile internazionale con Italia, Spagna, Portogallo, Bulgaria, Romania, Belgio, Albania, Serbia, Bosnia, Macedonia, Montenegro; Mostra di Fumetti, video, musica, mercato contadino, commercio equo e solidale, energia solare – a cura di Arci Chieti-Vasto Domenica 27 giugno Cortile Palazzo D’Avalos ore 20.30 Teatro della Cucina a cura di Emanuele Forcone , Maestro Pasticciere della Pasticceria Pannamore di Vasto ore 21.30 Slow Food on Film – proiezione del film FOOD INC. di Robert Kenner Mercoledì 30 giugno Ore 20.30 Ristorante Cibo Matto “Brodetti a confronto: Brodetto Sanbenedettese vs Brodetto Vastese” Venerdì 2 luglio Piazza Brigata Maiella
Infoline: Tel. 338.8436838
www.brodettoecontorni.it
Infoline: Tel. 338.8436838
9.00-13.00 Mercato Campagna amica a cura della Coldiretti Cortile Palazzo d’Avalos ore 19.00 Convegno “I mezzi tempi e la strada degli Orti” Centro Storico ore 20.30 Cena itinerante / Street Food Slow & Music dalla Saltarella alla Pizzica Arena delle Grazie Ore 21.30 Danza d’Estate - XII Rassegna a cura dell’Ass. Culturale Diapason
Lunedì 5 luglio GIORNATA EVENTO - Cortile Palazzo D’Avalos ore 20.00 Lectio Magistralis a cura di Mauro Uliassi del Ristorante Uliassi di Senigallia ore 21.00 Cena a otto mani preparata dai ristoranti Hostaria del Pavone, Trattoria Ferri, Cibo Matto e L’Angolo di Giada negli spazi del Palace Hotel. Nel corso della serata verranno consegnati gli attestati di partecipazione alla manifestazione a tutti gli operatori aderenti.
Sabato 3 luglio Via Adriatica e Piazza del Popolo dalle 18.30 alle 24.00 – Mercato Campagna amica a cura della Coldiretti e Officine del Gusto ore 18.30-24.00 Mercato del Gusto ore 19.00-21.00 Officine del Gusto Centro storico ore 20.30 Cena itinerante/Street Food Slow & Music Concerto/Aperitivo tra MONDIALI & sapori - danze - suoni TERCERO EMPLEO Cortile Palazzo d’Avalos Ore 22.30 - Giorgio Conte in concerto - II Rassegna musicale Via Adriatica a cura Ass. Cineocchio
Sabato 10 luglio Via Adriatica - Piazza del Popolo ore 16.00–24.00 Mostra “Brodetto&attrezzi: dal coccio alla mappina“ e Mostra - mercato dell’Antiquariato
Domenica 4 luglio zona Pontile ore 9.00 e ore 11.00 Rievocazione Storica della pesca di un tempo “La Sciabica” con la piccola Marineria Vastese e l’ANMI Via Adriatica e Piazza del Popolo dalle 18.30 alle 24.00 – Mercato Campagna amica a cura della Coldiretti ore 18.30-24.00 Mercato del Gusto ore 19.00-21.00 Officine del Gusto Cortile Palazzo d’Avalos ore 21.30 Omaggio a Pina Bausch a cura dell’Ass. Luna dance center di Ancona
Domenica 18 luglio Riserva Punta Aderci - spiaggia di Punta Penna dalle ore 18.30 Paranze D’Abruzzo: storie di barche e di pesce con il Prof. Franco Feola – Al termine degustazione di Frittura dell’Adriatico a cura Ass. Amici di Punta Aderci - Info e prenotazioni: 3204709022- 3346290593 Impianti Sportivi Oratorio Salesiano dalle ore 20.00 “Pesce in Sagra e non solo” a cura Opera Salesiana Don Bosco
Domenica 11 luglio Via Adriatica - Piazza del Popolo ore 16.00–24.00 Mostra “Brodetto&attrezzi: dal coccio alla mappina“ e Mostra - mercato dell’Antiquariato Martedì 13 luglio 2010 Ore 20.30 Ristorante Trattoria da Ferri “Brodetti a confronto: Caciucco Livornese vs Brodetto Vastese”
Luglio 2010 Ore 20.30 Hostaria del Pavone “Brodetti a confronto: Brodetto alla Rosetana vs Brodetto Vastese”
Da Venerdì 18 Giugno e nei week-end successivi durante l’intera manifestazione, fino al 18 luglio, presso i locali aderenti saranno proposte: LE CENE TEMATICHE - DAL 18 GIUGNO al 18 LUGLIO Nei 28 locali del Circuito dei ristoratori aderenti a Brodetto&Contorni saranno proposti tre menù degustazione (nei giorni indicati) a prezzo fisso (escluso bevande): Menù Blu Fish (Pesce Azzurro) € 20,00 Menù Brodetto - Lu Vrudette Uastarole € 25,00 Menù Mare Nostrum (eccellenza del pescato) € 30,00-35,00
APERITIVO SLOW - DAL 18 GIUGNO al 18 LUGLIO In tutti i weekend in alcuni Bar del Centro Storico di Vasto, selezionati dallo Slow Food Vastese, sarà proposto “L’Aperitivo Istoniense”. Dalle 18.00 alle 24.00 si potranno degustare le specialità del vastese in un aperitivo ‘sui generis’.
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C COME VI CONSIGLIAMO
Comunicazione istituzionale
TRATTORIA “FERRI” A Vasto un luogo di tradizione
La trattoria “Ferri” nasce nel 1950 da un’idea di un imprenditore parmense che vede nel golfo “Il seno della lota” un lembo di spiaggia con grandi potenzialità. La baracca in lamiera, nel 1972, passa in gestione alla famiglia Ferri. Nina, di tradizione nel campo della ristorazione, proviene da Piane D’Archi ed educa suo figlio Italo all’amore per il suo lavoro. Italo Ferri cresce con questa passione, e nel 2002 il gioco si trasforma nell’attuale trattoria. Autodidatta, da venticinque anni vive e respira questo desiderio e lo restituisce agli amanti della buona cucina marinara abruzzese, interpretando con fantasia e originalità piatti tipici, non solo senza coprire gli aromi e i sapori ma esaltandone sapientemente gli equilibri. «Quando mi dicono “fai tu”, è allora che do il meglio di me – sottolinea Italo – e leggere la gioia sul volto di chi apprezza la mia cucina è il regalo più bello che possa ricevere. In questo campo, per riuscire ad emergere occorre impegnarsi con tanta umiltà, perché - non è un luogo comune - non si finisce mai di imparare!». Tra i tavoli gira la moglie Patrizia, che con occhio vigile e attento alla cura dei dettagli dirige la sala che può ospitare fino a cinquanta persone. L’impressione che si ha stando in sala è quella di un continuum con il mare: le immense vetrate esaltano il legame tra il porto e l’ospite, tra il pesce appena pescato e i piatti che lo interpretano. È molto intenso anche il legame con la terra. Si possono
gustare piatti che sposano le verdure della stagione, con abbinamenti molto interessanti come la parmigiana di pesce oppure primi piatti con gli asparagi o con i carciofi, in abbinamento con sogliole e rombi, con pesci tanto rari quanto pregiati come il San Pietro; le sagnette con sugo di pelosi; o la fragàjie, un pesce povero destinato alla frittura frugale. «Il mio fornitore di fiducia accoglie prontamente tutte le mie richieste, procurandomi tutto il pesce che mi occorre – continua Italo – Ho sempre creduto nel grande fascino del brodetto di pesce e non mi sono lasciato sedurre dalla nouvelle cuisine, bensì ho seguito il mio intuito puntando sulla tradizione marinara abruzzese: ho pensato che la nostra cultura potesse esse re rivisitata, in chiave di semplicità e passione». Non è un caso se la Trattoria ha scelto come suo biglietto da visita il brodetto, piatto carismatico e conviviale che concilia la cultura con la tradizione. «Un piccolo aneddoto – conclude Italo – Mi trovavo in un locale di Porto Recanati e lì, al tavolo a fianco, parlavano proprio del mio brodetto di pesce! Questa è la più grande soddisfazione: lasciare che un brodetto parli da sé, e il mio ha una lunga storia da raccontare. C’è solo da venirlo ad assaggiare». Per info: Trattoria Ferri, Via Osca 58, 66054 Vasto CH Tel. 0873.310320
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C COME VI CONSIGLIAMO
Comunicazione istituzionale
OSTERIA “VECCHIA MARINA” L’innovazione alla portata di tutti
Quando undici anni fa Gennaro D’Ignazio decise di aprire una trattoria di pesce aveva un sogno: usare tecniche e innovazioni praticati dai grandi cuochi gourmet per creare dei piatti alla portata di tutti. Per esempio, gli scampi crudi che troviamo alla “Vecchia Marina” sono di colore rossastro, diversi da quelli che si trovano in molti altri ristoranti: dopo 4 anni di tentativi, Gennaro è riuscito a trovare il modo di sgusciare gli scampi in maniera innovativa. Tramite l’abbattitore di temperatura riesce oggi a congelare il guscio in tre minuti e mezzo, e quindi a pulirli lasciando invariato il loro colore originale, rosso appunto. «Ho voluto impostare il locale sulla ricerca delle tradizioni rosetane marinare e sul privilegio di usare sempre pesce fresco – rivela Gennaro D’Ignazio –approvvigionandoci da soli, tutte le mattine presso i mercati ittici da pescatori fidati che conosciamo e che sappiamo quali zone di mare frequentano». Ad oggi possiamo dire che il suo sogno si è realizzato: la “Vecchia Marina” è ormai un punto di riferimento per chi vuole mangiare il pesce, non solo per Roseto ma anche per chi viene dai dintorni. In cucina c’è anche la mano sapiente della sorella Loredana, che ammassa pasta, pane, pizza e preparare dei deliziosi biscottini. Naturalmente tra i piatti forti del menù c’è il caratteristico brodetto rosetano, attrazione di tutti i turisti in visita a Roseto, ma anche dei clienti abituali che amano la tradizione. Il menù molto vario comprende: una carrellata di antipasti, il cui asse portante sono gli scampi; le olive ascolane rivisitate
in chiave marinara; il guazzettino di vongole con le pescatrici piccole. Per i primi piatti, gnocchetti di scampi, spaghetto allo scoglio, la mezza manica crostacei e calamari. «Facciamo direttamente noi la pasta, ammassando a mano con solo acqua e farina, senza uova – spiega D’Ignazio – la farina che usiamo è particolare perché ha il “cruschello” in mezzo che le dà un sapore un po’ più amarognolo. Fondamentale per il condimento di questo tipo di pasta è l’olio tortiglione, tipico teramano, che riequilibra il gusto troppo dolce e con quella punta di amarognolo che lo caratterizza la rende più gradevole». Tra i secondi ci sono i pesci al forno, le grigliate, i guazzetti, sempre con un occhio alla qualità delle materie prime. Sui dolci la proposta di cui vanno orgogliosi è la pasticceria secca fatta a mano, sempre da Loredana, i tarallucci impastati col vino, i cantucci, gli spumini di mandorla. Ci sono anche crostate con marmellate fatte in casa, ferratelle e gelato preparato con un sistema innovativo, in grado di emulsionare gli ingredienti senza l’aggiunta di additivi come la lecitina. Un altro dolce che va per la maggiore è la mousse al cioccolato, che è fatta solo con uova e cioccolato. E se dopo mangiato si ha bisogno di una siesta, la “Vecchia Marina” ha anche a disposizione delle stanze dove riposarsi!. Per info: Ristorante Albergo Vecchia Marina Lungomare Trento, 37 64026 Roseto Degli Abruzzi Tel. 085.8931170
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C COME FOTOEVENTI
CANTINE APERTE 2010 Curiosando in giro 1 - Cantina Abruzzo Vini (foto Modiv) 2 - Agriverde (foto Jenny Pacini) 3 - Cantina Bosco Nestore (foto Marco Di Edoardo) 4 Casalbordino (foto Jenny Pacini) 5 - Centorame (foto Franco Soldani) 6 - Citra (foto Jenny Pacini) 7 - Zaccagnini (foto Marco Di Edoardo) - 8 Filomusi Guelfi (Foto Modiv) - 9 Guardiani Farchione (foto Modiv) 10 - La Valentina (foto Marco Di Edoardo) - 11 Spinelli/Terra d’Aligi (foto Jenny Pacini) 12 - San Lorenzo (foto Franco Soldani) 13 - Pasetti Vini (foto Marco Di Edoardo) 1
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C COME VINITALY Reportage istituzionale – Foto: Modiv
PER VINO E OLIO UN’EDIZIONE VINCENTE A Verona tanti premi e scelte indovinate
Premi a valanga all’Abruzzo per la 44esima edizione del Vinitaly e la 16esima del Sol, visite di personaggi illustri e tanti nuovi sbocchi nel mercato internazionale. Così l’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo può dichiararsi a ragion veduta soddisfatto sulla partecipazione della Regione al Vinitaly 2010: «Una edizione proficua e positiva, con un importante successo di pubblico per le degustazioni organizzate. La scelta di mettere in contatto le aziende con importanti buyers stranieri è stata vincente ed ha costituito una buona risposta alla crisi, che non è legata alle vendite ma al calo dei prezzi che oscilla tra il 20 e il 25%». Vincente anche la decisione di puntare su prodotti di grande qualità per allargare la gamma dei vini, affiancando al Montepulciano d’Abruzzo produzioni innovative quali la spumantistica, gli autoctoni ed i passiti. Vincente, infine, la sinergia tra assessorato all’Agricoltura, Arssa, Enoteca
regionale e Centro interno delle Camere di Commercio regionali. Alla kermesse hanno preso parte quasi 100 aziende abruzzesi, di cui circa 60 nell’area istituzionale di oltre 1600 metri quadrati (quasi 160 in più rispetto al 2009), altre 25 in propri stand e le rimanenti nel padiglione del Sol, la manifestazione legata al settore degli oli extravergini d’oliva. Con propri stand hanno partecipato al Vinitaly, per la prima volta, anche i Parchi e l’Aptr. Dopo aver avuto l’onore di tagliare il nastro dell’inaugurazione della Fiera insieme al Ministro per le Politiche Agricole e neo Governatore del Veneto, Luca Zaia, e al sindaco di Verona Flavio Tosi, l’Abruzzo ha ricevuto una serie di premi. Oltre a 84 gran menzioni, è stata infatti assegnata una Gran Medaglia d’oro per il Cerasuolo a “Terra d’Aligi” dell’azienda Spinelli di Atessa; una medaglia d’oro e una d’argento sono andate a Cantina Tollo per i
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Bruno Vespa e Gianni Chiodi allo stand Abruzzo
La Federazione cuochi Abruzzo all’opera
Adua Villa e Palma D’Onofrio durante una degustazione
Alessandro Bocchetti durante una degustazione
Degustazione AIS dei vini aquilani
Pubblico durante una degustazione
Il presidente delle Cantina Tollo Tonino Verna con Giovanni Cobolli Gigli e Marcello Zaccagnini
Stand della “Tenuta i Fauri”: Santino Strizzi e i Di Camillo
Ass. Febbo consegna medaglia a Franco D’Eusanio di Chiusa Grande
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L’incontro delle cantine abruzzesi con i buyer
Tavolo al ristorante Casa Abruzzo
Ass. Febbo consegna premio a Cantina Spinelli
Cerasuolo “Roccaventosa” e “Valle d’oro”; ed una medaglia di bronzo alla tenuta “I Fauri” di Chieti, per la categoria “Bianchi Doc invecchiati in barrique” con il Trebbiano 2008 “Santa Cecilia”. Il premio speciale “Vinitaly Regione 2010”, assegnato nell’ambito del 18esimo concorso enologico internazionale, se lo è inoltre guadagnato l’azienda agricola “Terra d’Aligi” della famiglia Spinelli. A Franco D’Eusanio di Chiusa Grande è andato invece il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicoltura”, il premio istituito dal Ministero delle Politiche Agricole pensato per un personaggio che si sia particolarmente affermato nell’attività vitivinicola nella sua regione. Anche in relazione ai concorsi olivicoli, l’Abruzzo si è fatto onore conquistando sei gran menzioni: quattro nella categoria dei fruttati leggeri con CantinArte di Chieti, l’azienda agricola “La Selvotta” di Vasto, il Frantoio Zappacosta di Bucchianico e la tenuta Zimarino di Vasto; e due gran menzioni nella categoria fruttati medi all’azienda agricola Tommaso Masciantonio di Casoli ed al Frantoio Montecchia di Morro D’Oro. Il padiglione 11 è stata meta di visita da parte di molte personalità, come lo stesso ministro Zaia, il regista Ermanno Olmi, il giornalista Bruno Vespa, l’allenatore Gianni De Biasi, l’ex ciclista Francesco Moser, l’ex presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli e Adua Villa, che in virtù del suo ruolo di “ambasciatrice” del vino abruzzese ha condotto quattro degustazioni molto frequentate. «Le aziende hanno apprezzato molto la scelta dell’assessorato di mettere in contatto con loro 20 importanti buyer
Marino Giorgetti (Arssa ) con gli abruzzesi premiati al Sol
internazionali – aggiunge Mauro Febbo – All’incontro hanno preso parte 66 aziende, che hanno attivato contatti con i mercati di Stati Uniti, Canada, Giappone, Olanda, Francia, Germania, Sud Africa, Ungheria, Svezia, Singapore ed India, ma l’anno prossimo intendiamo ampliare ulteriormente questa iniziativa. A questo proposito, attraverso l’Arssa sarà attivata una ricognizione nelle aziende abruzzesi per avere gli elementi utili a modulare la richiesta della nazionalità dei buyer con le esigenze dei produttori e degli operatori del vino». Gli importatori stranieri hanno infatti mostrato molto interesse per i vini abruzzesi: oltre al Montepulciano d’Abruzzo, molto gettonati sono risultati i nuovi prodotti messi in campo per allargare la gamma dell’offerta. Su tutte la spumantistica, produzione innovativa in Abruzzo, i vini autoctoni, come Cococciola, Passerina e Pecorino, molto apprezzati soprattutto nel nord Europa, ed i passiti. Per la prima volta all’interno del padiglione ha operato il ristorante Casa Abruzzo che ha avuto una media giornaliera di presenze di 270-280 persone. Il servizio è stato curato da tutte e sei le scuole alberghiere d’Abruzzo con il coordinamento della Federazione cuochi e l’organizzazione dell’Ais. Qui sono stati serviti solo prodotti tipici abruzzesi (pasta, carne e pesce sempre fresco provenienti dall’Abruzzo) e, a rotazione, tutti i vini presenti al Vinitaly. Una delle principali novità è stata infine rappresentata dall’angolo multimediale con cui è stata presentata l’applicazione scaricabile gratuitamente da App Store “Perbacco”, una guida interattiva sui vini della regione.
Ingresso stand Abruzzo al Sol
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La famiglia Santoleri nel suo stand
Lo staff dell’azienda agricola Radica
Lo staff dell’azienda agricola Anfra
Danilo Giampaolo di Abruzzo Vini
Antonio Patricelli della Cantina Collefrisio
Katia Masci di Valle Martello con ospiti
Particolare dello stand di Podere Castorani di Jarno Trulli
Il sommelier Tatiana Spinelli allo stand Angelucci
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Lo staff dell’azienda “Torre dei Bianchi”
Paolo Neri e Laura Lamaletto dell’azienda “Il Feuduccio”
Rodrigo Redmont con un cliente nello stand della Cantina Talamonti
Stand Nicola Di SIpio
C COME VISTO DA NOI
Reportage di Daniele Di Vittorio – Foto: Modiv
BRAND ABRUZZO: ISTRUZIONI PER L’USO Perché non c’è limite al meglio
Il Vinitaly, si sa è la manifestazione del vino per eccellenza. In quei giorni tutto il gotha del settore enologico si trasferisce a Verona per vedere, visitare, scoprire vini e cantine. Per cercare di attirare l’attenzione e far parlare di sé, alcune cantine al Vinitaly si ingegnano nella creazione di piccoli eventi spesso legati al territorio di appartenenza e ai valori associati al brand. E così che Cantina Tollo nel suo stand ha organizzato un percorso di immagini e di gusto, attraverso la semplicità di “monumenti” poveri ma spettacolari come le grotte pastorali e gli eremi della Maiella. Allo stesso modo Bosco Nestore, cantina nata sui colli pescaresi per trasferirsi in un secondo momento a Nocciano, ha presentato il Montepulciano d’Abruzzo doc “Voluptuosus” dedicato a Gabriele d’Annunzio. Altri, che si sono mossi in maniera un po’ più indipendente, hanno ugualmente ricevuto l’attenzione dell’Ente: Marina Cvetic ha per esempio ricevuto il premio Enthusiasm 2010. Per molte cantine infine la fiera è il momento in cui si possono incontrare e salutare i propri clienti e rappresentanti e pianificare, magari, ordini e strategie future. Il Vinitaly dovrebbe essere il luogo ideale per conoscere nuovi clienti e distributori, anche se molto spesso questo avviene solo se prima c’è stato un lavoro attento di telemarketing da parte delle aziende per la pianificazione di
appuntamenti di lavoro. Su quest’aspetto entra in gioco la politica: il padiglione Abruzzo, purtroppo, è da alcuni anni ai margini della fiera; la maggior parte dei visitatori, che entra dall’ingresso principale, per arrivare al padiglione Abruzzo deve passare per Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Trentino. È chiaro, quindi, che il padiglione dell’Abruzzo non è propriamente di passaggio, anzi lo si cerca per lo più se si ha un appuntamento oppure qualcuno da salutare. L’assessorato alle politiche agricole della nostra regione, rappresentato da Mauro Febbo, quest’anno si è mosso catalizzando l’attenzione sull’Abruzzo il giorno dell’inaugurazione della fiera e organizzando un incontro tra cantine e buyer stranieri; ci piacerebbe che l’anno prossimo lottasse per avere un padiglione più vicino all’entrata principale. In questo modo il flusso di persone che visiterebbe gli stand delle nostre cantine sarebbe notevolmente maggiore e, anche se il 99% di queste persone fosse fatto di curiosi e semplici visitatori, si tratterebbe sempre di far conoscere i marchi abruzzesi e di far assaggiare i nostri vini, valorizzando di conseguenza il brand Abruzzo. Passeggiando tra i padiglioni, inoltre, abbiamo notato che molte strutture di stand nuovi prediligono l’open space, più appetibile per il visitatore, che si trova davanti una struttura aperta e “friendly”. Le trattative e il confronto sembrano
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guadagnarci in sincerità. La struttura dello stand Abruzzo, in uso da alcuni anni, prevede spazi semiaperti in cui ospitare le cantine, ma potrebbe studiare un modo per non creare spazi chiusi e isolati tra ogni cantina, a favore di un ambiente più open. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla polemica scoppiata alla fine di aprile sul presunto sperpero di denaro pubblico per la comunicazione della Regione nelle fiere. Alla polemica Mauro Febbo risponde che «non si tratta di sperpero ma di spesa: sono stati dati i numeri nel vero senso dell’espressione, i dati diffusi non sono esatti. Troppa comunicazione? Evidentemente non ricordano le altre
edizioni. Anche il privato sta investendo sulla produzione. Noi pensiamo a lavorare. Andare al Vinitaly è un obbligo e occorre investire». Certo noi potremmo sembrare di parte e non risultare credibili se affermassimo che, dopo tutto, i tentativi di aiutare la media e piccola editoria locale sono una cosa buona, soprattutto per gli editori e per chi, ogni giorno, lavora per loro cercando di costruirsi un mestiere. Diverso è quando si sopravvaluta il destinatario di questi investimenti. Probabilmente, dosando bene buonsenso e lungimiranza, si potrebbero evitare in futuro prodotti piuttosto imbarazzanti e poco rappresentativi di una regione onesta, che ha tanto da raccontare.
Antonio e Cristiana Tiberio dell’Azienda Vitivinicola Tiberio
Lo staff della Cantina Bosco Nestore
Chiara Ciavolich
Marina Cvetic e il premio Enthusiasm 2010
Vinicio Cavuti e Armando Riccitelli, Cantina Miglianico
Albano Ciarelli con lo staff Villa Cervia
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Dai semi migliori I raccolti migliori I mangimi migliori
www.sagem.coop - info@sagem.coop
C COME MARKETING
di Maura Di Marco
ESSERE O NON ESSERE GDO L’export è il problema
Il 2009 ha rappresentato l’annus horribilis dell’economia mondiale: i primi a risentirne sono state le esportazioni del mercato italiano. In Abruzzo, dove la voce più importante delle vendite all’estero è rappresentata dalla vendita di automezzi, si è registrato un calo di settore pari ad 1,24 miliardi di euro, con una perdita netta di 1,35 miliardi corrispondente al 55,8% della contrazione delle esportazioni totali (Fonte: Centro Estero delle Camere di Commerco d’Abruzzo). In controtendenza assoluta per la regione verde d’Europa c’è il settore beverage, che presenta un dato particolarmente interessante: secondo l’elaborazione Centro Estero delle Camere di Commercio d’Abruzzo su dati Istat, nel 2009 il vino ha costituito il 98,2% dell’export abruzzese di bevande nel mondo. Secondo una ricerca condotta da Vinitaly e Partesa, presentata in occasione dell’ultimo Vinitaly, i consumi fuori casa di birra, bibite, acqua, liquori, succhi ed aperitivi nel quadriennio 2006 – 2009 hanno subito una lieve contrazione: lo stesso non si può dire per i vini di qualità, lo spumante e le bollicine italiane che hanno registrato un trend positivo (+ 3,5% nel 2009 sul 2008). Primi in classifica sono i vini del Centro Italia, seguiti dal Nord Ovest, dal Nord Est, dal Sud e dalle Isole. In questo scenario, l’Abruzzo presenta uno dei valori più promettenti per l’export: il 2009 si è chiuso con una variazione di + 5% sul 2008 (fonte Istat – Data warehouse commercio Estero), mentre i mercati più significativi per l’export abruzzese sono
risultati la Germania (+ 21, 71%), gli Stati Uniti (20,28%) ed il Canada (14,08%). Diversamente si può dire per altre regioni da sempre sulla cresta dell’onda come la Toscana (- 4,8%), il Veneto (- 5,5%) ed il Piemonte (- 11,5%). Cosa è successo? Il mercato del vino ha risposto alla crisi mondiale privilegiando l’acquisto di bottiglie a denominazione d’origine presso i supermercati, dove i prezzi sono più competitivi. Secondo una ricerca Iri Infoscan presentata al Vinitaly, l’aumento delle vendite di vino doc, docg, igt nei supermercati nel mondo è impetuoso con + 3,9% di bottiglie da un litro, un + 3,5 % per quelle sotto i 5 euro ed un + 8,5% per quelle sopra i 5 euro. L’Abruzzo ben si inserisce tra queste nuove abitudini di consumo dato che, sempre in risposta alla crisi, ha ridotto i margini di guadagno sui profitti rafforzando ulteriormente il rapporto qualità prezzo.Ci sono così cantine che dall’alto delle loro produzioni eccellenti riescono ad avere la forza di inserirsi dal basso e portare in auge i loro nomi in tutto il mondo. Ma ci sono anche realtà più piccole come quelle biologiche che, in rispetto del binomio “qualità eccellente/prezzo competitivo”, giocano il loro ruolo scegliendo strade alternative e puntando su altre variabili come il design delle bottiglie e dell’etichetta e la pubblicità verso le quali le donne risultano essere le più sensibili. È infatti vero, secondo la ricerca Vinitaly/Partesa, che, nel mercato italiano, il 51,8% del campione intervistato ha come principale canale d’acquisto il produttore, mentre il 45,1 % si reca al supermercato/ipermercato.
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C COME ZACCAGNINI
Redazionale – Foto: Mario Sabatini/Archivio Zaccagnini
«IL VINO? UN’ARTE» A Bolognano la cultura mette radici
Già dalla strada per Bolognano, in provincia di Pescara, il grandissimo vigneto accoglie il viaggiatore con i colori vividi delle rose piantate in cima ai filari, a testimonianza della buona salute dell’uva. Il pulcino in metallo alto diversi metri, commissionato all’artista David Bade e messo a guardia della valle, presta insolita accoglienza, che mette già di buonumore. Nell’azienda Zaccagnini ci si sente poco clienti e molto visitatori. Già dal piazzale si viene accolti da sculture e pavimenti disegnati che la dicono lunga sul gusto e sulla personalità del proprietario: a partire dalla prima opera “nata” sul piazzale, il sole in pietra di Pietro Cascella, alla donna in bronzo realizzata da Simone Zaccagnini, passando al lavoro di Franco Summa per finire alla scultura più “giovane” della famiglia, l’orologio solare, sempre di Cascella. E poi c’è quel bellissimo palco sospeso sulle vigne, progettato come un cerchio che nasce in tangente dall’angolo di un quadrato su idea del padrone di casa, Marcello Zaccagnini. Un luogo dove ci si dimentica di essere venuti per acquistare vino. «Dove c’è una vigna c’è civiltà – spiega Marcello Zaccagnini, parafrasando un commento di Ermanno Olmi, regista e suo personale amico – e un vino appartiene sempre ad una cultura, che va valorizzata al massimo. Ho coniato un motto, “Il vino, arte dell’uomo”, in cui riconosco il mio lavoro e quello del mio staff. Il punto di forza di un’orchestra non è infatti nel direttore ma nel lavoro di squadra, e qui ognuno
svolge il proprio lavoro con amore». Nata nel 1978 come fattoria nel centro di Bolognano e insediatasi nella location odierna di contrada Pozzo nel 1981, l’azienda agricola fondata dal padre di Marcello, “Ciccio”, può fare oggi affidamento su 80 ettari di vigneti. Il primo incontro con l’arte ci fu il 13 maggio del 1984, quando conobbe l’artista tedesco Joseph Beuys in occasione della presentazione del progetto “Difesa della natura”: una performance artistica che avvenne in quello che oggi è il magazzino della cantina e di cui ancora si parla. Tracce visibili di questo legame importante sono date dalla gigantografia dell’artista con una inconfondibile bottiglia col tralcetto, e dal disegno a carboncino di un cappello, simbolo dell’artista, sul muro. Suo è un altro motto che Marcello Zaccagnini ha fatto proprio, “L’uomo e la natura con l’animo riunito creeranno un nuovo mondo”, e che lo ha spinto, nel 2004, a ricordare la performance “Difesa della natura” insieme alla baronessa Lucrezia De Domizio Durini, profonda conoscitrice di Joseph Beuys come uomo e come artista. Entrando nella struttura, la prima cosa che si vede è un abito talare colorato a righe orizzontali, chiuso in una teca. È il Pastor Angelicus, opera-segno dell’artista abruzzese Franco Summa che è stata la protagonista dell’edizione 2008 di Cantine aperte. Se ci si addentra ci si dimentica di essere in un’azienda e ci si sente in una galleria d’arte: passeggiando tra le botti si affiancano la scultura dedicata a Dioniso da
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Mauro Berrettini; un’opera tra la pittura e il disegno del figlio del padrone di casa, Simone Zaccagnini, che in virtù dei suoi studi a Firenze si sta inserendo con successo nel panorama artistico nazionale; e numerose installazioni contemporanee, fino alla colombina della pace di Pietro Cascella, “atterrata” nel 2006 direttamente dal cosmo. «È la riproduzione della statuetta che ha volato nello spazio sulla navicella russa Soyuz – spiega Marcello – Me l’ha donata con il cuore e io con il cuore ho scelto il suo posto: l’ho presa nel cavo delle mani e l’ho posata a terra al centro della cantina. Ho
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chiamato immediatamente l’elettricista per installare un punto luce proprio in corrispondenza della statuetta, e poi ci ho costruito una teca intorno. È il punto dov’è situata ancora oggi». L’azienda non è solo una sorta di galleria d’arte ma anche un centro propulsore di iniziative e di eventi, e meta ambita di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. È il caso del soprano Katia Ricciarelli, del senatore Sergio Zavoli, degli attori Bud Spencer e Terence Hill, del cantante Little Tony, del compositore Ennio Morricone e naturalmente
di tutti gli artisti già citati, grazie anche ad iniziative come il Premio Prisco e il Tralcetto d’oro. Se questo è solo il contenitore, si pensi a quanto ci sarebbe da raccontare sul contenuto: ma lasceremo all’assaggio la facoltà di raccontare la storia di sapori e vinificazione. Qui riassumeremo soltanto che l’azienda produce circa un milione di bottiglie ogni anno, destinate all’Italia e all’estero, e che si suddivide in più gamme. C’è la linea classica dell’inconfondibile tralcetto legato al collo della bottiglia (Montepulciano e Bianco, ottenuto da
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Trebbiano e Chardonnay): ci sono il rosso novello “Ikebana”, l’“Ibisco rosa”, dato da uve Montepulciano vinificate in “bianco”; e ci sono le selezioni Capsico Rosso, Myosotis (dal Montepulciano) e Ibisco bianco (da uve Riesling del Reno). Dalla lunga serie di vini spiccano il Chronicon sia rosso sia bianco, il pecorino Yamada, la riserva San Clemente, lo spumante Aster sia bianco sia rosè e infine i
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passiti, sia rossi sia bianchi, tra cui il Plaisir che rappresenta un’opera importante di recupero del moscato giallo, biotipo sopravvissuto a Castiglione a Casauria, di origini settecentesche, recuperato e vinificato a beneficio di un passito dal gusto ampio e armonico. Una varietà di vini che rispecchia la colorata personalità di colui che ama definirsi il “vignaiolo d’Abruzzo”.
CANTINE APERTE 2010: MALEDETTE MALELINGUE Domenica 30 maggio sul palco sospeso sulle vigne si è svolto “Maledette malelingue”, l’evento musicale dedicato al cantautore teramano Ivan Graziani, curato da Umberto Palazzo e realizzato con la collaborazione delle agenzie di comunicazione Dispenser e Mente Locale. Ospiti speciali della giornata, oltre ai 7mila visitatori calcolati, sono stati il figlio di Ivan, Filippo Graziani, cantante in una band, e Anna Bischi Graziani, vedova del cantautore teramano. Nel lungo pomeriggio circa 15 musicisti abruzzesi si sono alternati sul palco per cinque ore ininterrotte di musica, anche in formazioni inedite, per rendere omaggio ad van Graziani: Leonardo Di Minno, l’ultimo Quasimodo di Notre Dame De Paris; le cantautrici Sandra Ippoliti e Annalù; Marianna D’Amario, voce nera degli Eramale; il cantautore Orlando Ef; Davide Straccione della grande stoner band degli Zippo; i Santo Niente (Umberto Palazzo, Alessio D’Onofrio e Christian Carano); De Bitols e i Livans, storica tribute band teramana di Ivan Graziani. In collaborazione con le Onlus Massimo Oddo e Marco Di Martino è stata allestita una raccolta fondi per la costruzione di un villaggio per studenti in difficoltà economiche a Lubango, in Angola, “Un fiore per Ivan”. Nella giornata di Cantine Aperte sono state stappate 1800 bottiglie per la degustazione e raccolti quasi cinquemila euro con la vendita di 2000 magliette celebrative, 250 bottiglie di vino in confezione artistica e biglietti della lotteria con in palio una maglietta autografata del giocatore del Milan Clarence Seedorf. (foto: Giorgia Tobiolo/Modiv)
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C COME INSIEME
DISTRETTO RURALE Quindici sindaci pronti a fare rete
Arsita, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Città Sant’Angelo, Civitella Casanova, Collecorvino, Elice, Farindola, Loreto, Montebello di Bertona, Montefino, Penne, Picciano e Villa Celiera dicono sì al distretto rurale, e lo dicono con tutta la forza che hanno. L’adesione è finalmente arrivata anche dalle amministrazioni con tanto di delibera comunale, così dopo diversi mesi di incontri dieci sindaci del Pescarese e cinque del Teramano hanno individuato un’area di oltre 500mila ettari di terreno e 55mila abitanti, L’area possiede quei requisiti di omogeneità di identità storiche e territoriali previsti dalla legge nazionale del 2001 (ripresa nel 2005 dalla regione), ma senza mai dare la luce alle linee guida necessarie per la
la regione. Soprattutto, in attesa che l’iter burocratico faccia (o no) il suo percorso, subito dopo l’estate si uniranno in associazione. «I legami territoriali ci hanno sempre portato a superare i provincialismi – spiega Fernando Fabbiani, coordinatore del progetto e vicesindaco del Comune capofila, Città Sant’Angelo – e a usufruire gli uni dei servizi degli altri, senza problematiche amministrative. Il distretto nascerà per aiutare gli agricoltori in difficoltà ed essere uno strumento di promozione turistica: uno dei primi passi sarà senz’altro, ad esempio, portare a Trieste, alla fiera Olio Capitale, l’olio extravergine di tutta l’area insieme a quello angolano, a marzo». L’assessore allo sviluppo del
costituzione del distretto. «Devono andare di pari passo con le disposizioni comunitarie, che tardano ad arrivare», è la spiegazione dell’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo, che precisa: «La programmazione regionale prevede la divisione del distretto in base alle province e su questa direzione si continuerà a lavorare». Ma i quindici non si lasciano scoraggiare e, appena avranno scelto il nome (il più gettonato è “Terre vestine”), presenteranno alle rispettive province questa proposta di individuazione, in modo che gli assessorati di riferimento se ne facciano promotori presso
territorio della provincia di Pescara Angelo D’Ottavio, che è stato presente ai due incontri del Forum a Città Sant’Angelo lo scorso marzo e a Picciano a maggio, ricorda che all’interno del distretto possono essere individuate sottozone, e che «se si andasse ad esulare dalla programmazione regionale, salterebbe il concetto di rete. Desidereremmo che le risorse non venissero disperse. Bisogna lasciare da parte i personalismi e rammentare che la sua funzione è interagire con gli organismi sovracomunali e condividere risorse, strategie e opportunità». .
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C COME GUERNICA di Guernica - www.l-ultimadea.blogspot.com
“BREAKING BREAD IN L’AQUILA” Un ricettario in Inglese per la Ricostruzione
“Breaking Bread in L’Aquila” è un innovativo ricettario nato il 6 aprile scorso, frutto di una forte passione culinaria e attaccamento profondo alle proprie origini. L’autrice Maria Filice è, infatti, nata da genitori calabresi emigrati in Canada. Fin da piccola non ha trascurato il valore della tradizione familiare in cucina: luogo in cui madre, nonna e zie, non solo preparavano i pasti, ma scambiavano confidenze e racconti. Il tramandarsi di queste usanze ha sortito un forte impatto su Maria Filice, che a sua volta, da sempre si cimenta a intrattenere amici e parenti con la preparazione dei suoi piatti. Nel 1997 l’autrice ha sposato Paolo Piccone, aquilano, editore di Telos Press, e si è trasferita da Toronto a New York, maturando e sfruttando così l’opportunità di mostrare le sue doti culinarie, proponendo le sue ricette ai diversi intellettuali frequentatori della loro casa. Nello stesso tempo, nel corso delle svariate visite alla città di origine del marito, nasce il progetto “Breaking Bread in L’Aquila”. A colpire Maria Filice sono la semplicità e la freschezza degli ingredienti utilizzati nella regione e in
particolare presso il ristorante “San Biagio”, una trattoria dalla cucina casereccia, di proprietà dei fratelli Di Carlofelice. Nel ricettario si trovano, appunto, principalmente adattamenti di piatti lì assaporati, arricchiti e resi esclusivi dalla creatività della promotrice. Si tratta di 49 semplici ricette, ordinate in base ai giorni della settimana, da realizzare con prodotti facilmente reperibili nei mercati locali. La prima presentazione in Italia non poteva che essere nell’Aquilano, a Santo Stefano di Sessanio; il ricavato della vendita del libro, dalla copertina rigida e carta patinata, verrà destinato alla Ricostruzione. Per stuzzicare la fantasia dei golosi, la ricetta degli amaretti è introdotta da queste spiegazioni: “Tutti quelli che conoscono i dolci italiani sanno che gli amaretti sono piuttosto popolari. Questi biscotti, che possono anche essere fatti con le mie altre favorite, le nocciole, sono perfetti dopo un pasto con un po’ di espresso. Sono buoni anche congelati, così li potete preparare in anticipo e tirare fuori un’ora prima di servirli”. Le quantità sono indicate in tazzine, cucchiai e bicchieri, come negli appunti casalinghi. Il libro è interamente in inglese e può essere ordinato su www.telospress.com
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Giuseppe Ursini con famiglia e staff
L’Enoteca Regionale nello stand Abruzzo
DegustiBus Delverde
Un caffè allo stand Mokambo
Particolare dello stand del Pastificio Cocco
Staff nello stand Sorelle Nurzia
Responsabile Stand Cinquina
Stand Caffè Universal
Stand Falcone Dolciaria
Alvaro Fragassi, Giovanni Mongia e Lucio Di Felice del Pastificio Regal
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Stand Agrà Contado degli Acquaviva
Staff Pan Ducale
C COME PARMA Reportage di Daniele Di Vittorio– Foto: Modiv
TUTTI PAZZI PER IL CIBUS Soddisfatti e… rimborsati
Il Cibus c’è!!!! I quattro giorni di fiera a Parma per “Cibus” e per “Dolce Italia” hanno registrato l’affluenza di circa 60 mila visitatori, con un aumento esponenziale degli operatori esteri, facendo registrare grande soddisfazione sia tra le aziende espositrici che tra i buyer. «Questo successo – hanno dichiarato i vertici di Fiere di Parma – deriva da tre fattori: il primo è che la città non ha mai abdicato alla sua vocazione agroalimentare, e che, vicenda di Parmalat a parte, non ha mai ceduto alle sirene della finanza creativa; il secondo è che Cibus sin dagli anni Novanta è stata rivolta alla grande distribuzione, prima italiana e adesso mondiale. Nell’ultimo anno, infine, la pianificazione della Fiera è stata di fatto gestita da una cabina di regia che comprende le aziende espositrici che conoscono esattamente le esigenze dei mercati». Noi alla fiera ci siamo stati e possiamo testimoniare che c’era realmente nell’aria una voglia di business, che si respirava tra i padiglioni della fiera. L’Abruzzo era presente con circa 60 aziende, di cui 33 sotto l’ala protettrice della Regione, le altre in maniera indipendente. L’organizzazione degli spazi espositivi della Regione, curata dall’Arssa e dal Centro Interno delle Camere di commercio riunite, ha interessato due aree di circa 600 mq, di cui una di 400 mq dedicata a Cibus, in cui sono state ospitate 23 aziende regionali, ed una di 189 mq per Dolce Italia che ne ha ospitato 10, per un totale di 33 aziende agroalimentari abruzzesi. All’interno dello stand Abruzzo si è svolta una serie di manifestazioni volte a promuovere la regione: per l’intera
durata della manifestazione l’Enoteca regionale ha proposto la degustazione dei vini tipici d’Abruzzo grazie ai sommelier dell’Ais Abruzzo, mentre ogni giorno all’ora di pranzo è stato allestito uno spazio per degli assaggi di piatti della tradizione abruzzese. Inoltre presso lo stand della regione nei padiglioni di “Dolce Italia” veniva fatta assaggiare la tradizionale pizza dolce dalla ratafia. Molte sono state le novità e gli eventi portati in fiera dalle aziende abruzzesi: l’azienda Ursini ha presentato un nuovo marchio chiamato UB, frutto di un co-branding che vede unite le eccellenze abruzzesi di Ursini con quelle emiliane de “Il Borgo del Balsamico”, che ha portato alla creazione di una linea di prodotti della terra e del mare, immersi nell’olio extravergine di oliva abruzzese (di Ursini) e in aceto balsamico di qualità (del Borgo). Altra novità è arrivata dal Pastificio Regal, che al Cibus ha presentato in anteprima la nuova linea “I velocissimi”: monoporzioni di pasta fresca Regal pronte in pochi minuti per un primo piatto pratico e veloce. L’Antico Pastificio Rosetano Verrigni, supportato dallo chef Moreno Cedroni, ha presentato oltre 80 formati di pasta secca artigianale e una nuova linea di conserve creata dallo stesso chef. Il pastificio Del Verde con il suo autobus “Degustibus” piazzato all’aperto (un po’ penalizzato dal maltempo) e lo stand istituzionale all’interno della fiera, ha presentato il restyling del logo e il nuovo pack di pasta fresca e ha colto l’occasione per ricordare la partnership che la lega da anni al Giro d’Italia. Senza parlare poi di Rustichella, Caffè
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Stand Casina Rossa
Particolare stand Verde Abruzzo
Particolare stand Casitalia srl
Gaudenzio D’Angelo con i suoi somelier
L’ass. Febbo con lo staff di Villa Maiella
Degustazione porchetta allo stand Abruzzo
Rustichella al completo: Gianluigi ed Maria Stefania Peduzzi Peduzzi e
Lo stand Fox al lavoro
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Moreno Cedroni cucina per i Verrigni
Stand de “Il parrozzo”
Il direttore commerciale del Pastificio De Cecco Luciano Berardi
Stand de “Il Borgo d’Abruzzo”
Mokambo, Fox Italia, Falcone, Caffè Universal, che hanno offerto in degustazione il loro prodotto a tutti i visitatori dei propri stand. Fiere Parma ha dato appuntamento a tutti i visitatori all’anno prossimi con un nuovo evento: il Cibus Tour. Questa manifestazione sarà aperta al pubblico con l’obiettivo di fare incontrare i consumatori con le aziende
che esporranno in padiglioni regionali e presenteranno anche i loro prodotti tipici: questa potrebbe essere una buona occasione per la Regione Abruzzo per portare e dare visibilità alle proprie eccellenze alimentari. Cibus Tour presenterà anche i prodotti biologici e salutistici e ospiterà anche la seconda edizione di Pianeta Nutrizione.
Le aziende abruzzesi partecipanti al Cibus 2010
Adi Apicoltura Srl Agra' Contado Degli Acquaviva Srl Altobello Carni Sas Antenucci Antonio & C. Snc Aureli Mario Az. Agr. Oleificio De Iuliis Timando Az. Agr. Spinelli Conserve Alimentari Azienda Agricola `Casina Rossa` Azienda Agricola Di Carmine Adina Azienda Agricola Persiani Azienda Agricola Tommaso Masciantonio Borgo D'abruzzo Di Donato Oronzii & C Sas Caffe' Mokambo Cinquina Srl Compagnia Del Caffe' Srl Delverde Industrie Alimentari Spa Di Bacco Liberato Di Cicco Antonio Srl Di Lauro Spezialità Di G.Em. Di G. Di Lauro & C. Dolcenero Tartufi S.R.L. Verde Abruzzo Srl Al.Pe Snc Di Lanzi P. & C. Aurelio Menozzi & R. De Rosa Sas Casitalia Srl Clamori Di Gola Srl Dolciaria Castellana Sas Dolciaria Cerasani
Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco Snc Pastificio F.Lli De Luca S.N.C. Pastificio Maiella Srl Pastificio Regal Srl Industrie Rolli Alimentari Spa Rustichella D'abruzzo Spa Salumificio F.Lli Bruno Srl Salumificio Peppone Srl S.Z. Tartufi Snc Di Serafini U. E Zaccardi P. Triveri Srl Ursini Srl Verde Abruzzo Srl Verrigni - Antico Pastificio Rosetano Eatarte S.R.L. Fior Di Maiella Di Lina Di Crescenzo F.Lli De Cecco Di Filippo - Fara San Martino Spa Gran Sasso Di Spinogatti Vittorio Fox Italia Srl Jupiter S.R.L. Don Antonio S.R.L. Vecchio Forno Di Vincenzo Di Paolo Sorelle Nurzia Sas Pescaradolc Srl Pavone & Partners Srl Opplà Srl Luigi D’amico `Parrozzo` Sas Il Fiadone Srl Unipersonale
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C COME RICETTE
a cura delle associazioni cuochi della FIC - Foto: Nino Di Felice
COSTOLETTE DI MAIALE CON VERZE STRASCINATE E PIZZA DI GRANTURCO di Aldo D’Ostilio - Trofeo Angelo De Victoriis-Medori Lu carrature 2010 Ingredienti per 6 persone: 1 kg di costolette di maiale, 500 g di verza, 100 g d’olio extravergine d’oliva, 50 g di Trebbiano d’Abruzzo, 2 spicchi d’aglio, 1 foglia di alloro, sale q.b. Per la pizza: 500 g di farina di granturco, 300 g d’acqua sale q.b. Per la pizza: impastare la farina con l’acqua tiepida e il sale. Formare una pizza dello spessore di ½ cm e cuocere sotto il coppo. Mondare le verze e lessarle. Rosolare in metà olio uno spicchio d’aglio, unire le verze scolate, aggiustare di sale e lasciare insaporire. Tagliare le costolette a pezzi e rosolarle in una padella con il resto dell’olio, l’aglio, l’alloro, salare e portare a cottura con il vino. Mettere al centro dei piatti un cespo di verze, sopra sistemare le costolette e accompagnare con uno spicchio di pizza. SGOMBRO ALLA CONFIT/SCAPECE CON INVOLTINO DI SCORFANO E LA SUA PELLE CROCCANTE, CIALDA DI SOLINA,CREMA DI PATATE DI AVEZZANO AL FARFULLONE E SPUMA DI OLIO AGRUMATO di Mirco D’Amico, Trofeo Consorzio tutela vini d’Abruzzo per il miglior abbinamento vino/cibo -Lu carrature 2010
Ingredienti per 6 persone: 6 sgombri da 200 g ca, 2 l di olio extravergine d’oliva Dop,1 g di zafferano in pistilli di Navelli, 2 scorfani da 300/400 g, 500 g patate gialle e viola d’Avezzano, 1 peperone secco(farfullone), pellicola senza pvc. Per la cialda: 200 g di farina “0”, 200 g di farina manitoba “0”, 300 g di farina solina, 360 g d’acqua, 20 g di lievito di birra, 90 g d’olio extravergine d’oliva, 13 g di sale, 12 g di zucchero. Per lo sgombro: pulire gli sgombri; sfilettare e spinare. Riaccoppiare i filetti e infarinateli, scottarli in padella con carta forno e sale per circa 2 min per lato. Immergere in olio i pistilli di zafferano, infornare con sonda al cuore a 75° e camera del forno a 80° fino a fine cottura. Lasciar riposare in abbattitore a +8 per mezz’ora quindi sgocciolare e lasciare asciugare su fogli di carta. Ora prendere una parte dell’olio di cottura raffreddato ed emulsionare con aceto di vino bianco e succo d’arancia. Immergervi gli sgombri fino al sevizio. Per la cialda di solina: impastare le farine con l’acqua tiepida, il lievito, l’olio, lo zucchero e il sale. Lasciare lievitare per 2 ore, quindi tirare con la macchinetta per la pasta, lasciar riposare per un’altra oram quindi affinare, bucare e tagliare a forma di triangoli. Infornare per 15 min a 175°. Per lo scorfano: pulire, sfilettare e spinare. Spellare e aprire i filet-
ti a portafogli dalla parte più lunga (dalla pancia), posizionare su un foglio di carta pellicola e condire con sale, pepe, maggiorana e lamponi. Arrotolare a caramella facendo stringere i filetti. Quindi lasciar riposare per circa 2 ore nel frigorifero Per la crema di patate: lavare e sbucciare le patate gialle e viola. Tagliare a mirepoix sedano, carota, cipolla e peperone dolce; mettere in due casseruole le diverse patate (gialle e viola) con l’olio e rosolare lentamente. Aggiungere ghiaccio per lo shock termico, quindi riempite d’acqua fino a fine cottura. Abbattere a +3° per mezz’ora circa e frullare i due composti. Per la spuma di olio agumato: mettere l’olio agrumato all’arancio nel sifone e aggiungere la fialetta; agitare e erogare. Presentazione: Posizionare a specchio nei piatti le due creme di patate per ottenere un effetto marmorizzato; al centro, i cilindri di scorfano scottati in padella con la cialda appoggiata sopra, quindi lo sgombro di lato appoggiato al pane con la spuma di olio agrumato sopra e la pelle dello scorfano croccante.
CILINDRO DI CIOCCOLATO E RICOTTA CON CREMOSO AL CAFFÈ SU COMPOSTA DI POMODORO E VANIGLIA E CIALDA AI COLORI ABRUZZESI di Oscar Antonio Scarano, 1° classificato dolci “Lu buccunotte d’ore”Lu carrature 2010
Ingredienti per 6 persone: 3 uova, 80 g zucchero semolato, 40 g farina; 80 g cioccolato al latte, 20 ml caffè espresso, 60 ml panna fresca 35%; 100 g cioccolato fondente 64%, 100 g burro di cacao, 150 g ricotta di mucca, 200 ml panna 35%, 4 uova, 100 g zucchero semolato, 150 g cioccolato bianco, 70 g mandorle di Navelli, 70 g cioccolato al latte; 2 mele della Valle Giovenco, 2 pomodori a pera, 1 baccello vaniglia, 150 g zucchero semolato. Per il pan di spagna: montare gli albumi con lo zucchero, miscelare i tuorli e aggiungere la farina. Con l’aiuto di un sac a poche stendere il composto del pan di spagna su di un silpat e cuocere in forno a convezione a 180° per 9-10 minuti. Pelare le mandorle e tostarle in forno a 140° per 20 minuti. Triturarle ed unirle al cioccolato al latte precedentemente sciolto. Stendere il tutto sul pan di spagna raffreddato e riporre in frigo. Per il cremoso: far arrivare a bollore la panna miscelata al caffè, aggiungerci il cioccolato tagliuzzato. Per il cannolo: montare tuorli e zucchero, unire la ricotta precedentemente passata al setaccio, parte del cioccolato bianco sciolto e la panna montata. Inserire la mousse dentro dei cilindri di 3-4 cm di diametro per 7 cm di lunghezza, facendo attenzione a foderarli per bene con della carta forno. Al centro inserirci il cremoso al caffè e, nella parte superiore, il pan di spagna con il croccantino alle
mandorle precedentemente coppato come il diametro del cilindro. Porre in abbattitore. Per la composta di pomodoro: ridurre a concassè i pomodori privandoli di buccia e semi. Tagliare le mele con tutta la buccia in modo da sfruttare la sua pectina per facilitare l’addensarsi della composta. Portare il tutto su fuoco con lo zucchero e la vaniglia e far cuocere fino creare una poltiglia ma senza far cuocere troppo a lungo il pomodoro. Presentazione: sformare il cilindro e con l’aiuto di un aerografo spruzzare il tutto con burro di cacao e cioccolato fondente precedentemente sciolti e miscelati. Nel piatto disporre una riga di composta di pomodori e vaniglia, al centro disporvi il cilindro con sopra una biglia e una cialda di cioccolato.
LA RICOTTA E IL CIOCCOLATO di Giacomo Intranuovo, Trofeo Unione cuochi regione Abruzzo al miglior cuoco giovane – Lu carrature 2010 Ingredienti per 6 persone: per la frolla al cioccolato: 180 kg di farina “0”, 20 g di cacao in polvere, 120 kg di burro, 80 g di zucchero a velo, 40 g di tuorli, vaniglia in bacca q.b.; per la mousse di ricotta: 30 g di zucchero, 30 g di tuorli, 5 gr di colla di pesce, 100 gr di ricotta, limone grattugiato q.b., 100 gr di panna fresca; per la mousse al cioccolato: 20 g di tuorlo, 16 g di zucchero semolato, 50 g di panna fresca, 250 g di latte intero, 0,5 g di gelatina in fogli, 50 g di copertura al 70%; per la meringa: 40 g di albumi, 80 g di zucchero semolato, qualche goccia di limone; “scrucchiata”q.b. Per la frolla al cioccolato: impastare il burro con lo zucchero, unire i tuorli d’uovo e la polpa di vaniglia, infine incorporare la farina e il cacao setacciati. Far riposare l’impasto per 2 ore circa. Tirare fuori la frolla, stenderla, “copparla” realizzando la forma prevista; cuocere in forno a 150° per 10’ circa. Per la mousse di ricotta: montare in planetaria i tuorli con lo zucchero, aggiungere la colla di pesce ammorbidita e strizzata e sciolta con l’aiuto del microonde, unire la ricotta setacciata, la buccia del limone e il profumo di cannella, aggiungere la panna fresca semi montata. Per la mousse al cioccolato: montare leggermente i tuorli con lo zucchero, versare il latte e la panna caldi; portare a 82°, versare alla massa il cioccolato precedentemente sbriciolato e la gelatina ben
asciugata. Mescolare avendo cura di avere un risultato ben liscio, abbattere in positivo a 3°. Per la meringa: sbattere gli albumi e gradualmente incorporate lo zucchero; quando la massa raggiunge una buona densità aggiungere il succo di limone; continuare fino a quando il composto non sia completamente montato. Riempire una tasca da pasticciere munito di beccuccio e formare dei dischetti su carta forno. Cuocere in forno a 90° per un’ora e mezza, valvola aperta. Presentazione: Posizionare al centro del piatto il disco di frolla al cioccolato, aggiungere un cucchiaio di “scrocchiata” ammorbidita, con la mousse di ricotta formare delle gocce lungo il perimetro della base, al centro posizionare la meringa; posizionare infine la quenelle di cioccolato. Guarnire con una pennellata di riduzione di ratafia e una griglia di cioccolato.
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C COME GELATO
di Jenny Pacini – Foto: Mario Sabatini
BENVENUTA ESTATE! Quando l’ingrediente segreto è l’Abruzzo
Immaginate una coppa colma di cremoso e fluente gelato artigianale dai colori pastello, fresco, dolce ma non stucchevole… Aggiungete adesso a questa deliziosa visione un tocco di abruzzesità, magari un gusto Montepulciano d’Abruzzo, Genziana, Pizza Dolce o Scrucchijate... Sono molti i sapori che richiamano la nostra terra e caratterizzano sempre di più il raffinato mondo dei gelatieri. Alla base della loro ricerca: sperimentazione, qualità e tracciabilità delle materie prime e ovviamente, tanta dedizione. Il nostro viaggio nel mondo del gelato comincia con l’antesignano dei gusti dell’Abruzzo: Fabrizio Camplone, che ha fatto di Pescara Portanuova una sosta obbligata per i golosi. «Tutto incominciò – racconta – quando una ditta di semilavorati lanciò sul mercato il gelato al Puffo: quello fu il punto di decadimento maggiore per la nostra categoria. Decisi quindi di cambiare, e da lì incominciai a fare i gusti tipici. Il primo e più famoso è quello che scioccò la clientela e che rimane un nostro must: il gelato al Pecorino con miele d’acacia. In seguito continuai con questo filone e tra i tanti gusti, quello di cui sono orgoglioso per la ricerca e la tecnica realizzativa è sicuramente il gelato all’olio extravergine d’oliva dop di Chiarieri, veramente unico e particolare». Fabrizio Camplone si è dedicato anche ad altre specialità, ricordiamo ad esempio i gusti allo Zafferano aquilano, all’Aurum con fior
di latte profumato all’arancia e granella di pan di spagna, alla Centerba Toro. Passiamo adesso al Presidente dei Pasticcieri d’Italia, Federico Anzellotti, che in occasione del simposio dell’Accademia Della Cucina Italiana ha creato nella sua gelateria di Miglianico nuovi gusti dedicati alle eccellenze gastronomiche locali. Un gelato artigianale legato al proprio territorio deve essere, per lui, innanzitutto cremoso e non a base di acqua. Latte intero, panna e zuccheri per la base, e poi determinati accorgimenti: materie prime fresche e di qualità. «Il gusto Scrucchijate – ci spiega – deriva dalla nostra marmellata d’uva. La caratteristica di questo prodotto è che ha al suo interno del biscotto con sentore, per l’appunto, di scrucchijate. Si tratta di un’alternativa nostrana al gusto wafer. Il gelato al Montepulciano invece, si prepara utilizzando latte e vino. Io prediligo il gusto crema, tuttavia si può fare anche al gusto frutta. Il formaggio utilizzato è il nostro Pecorino, con l’aggiunta di panna Primablanca al 38% di m.g., il miele è quello ai fiori d’arancio». Un altro esperto di gusti abruzzesi è Marco Orfei di Giulianova: «Dopo quasi 7 anni di attività nella mia gelateria, continuo sempre a sperimentare, non trascurando mai il confronto con altri gelatieri. Qualche anno fa creai un gusto che si chiamava “Mannaggia alla Majella”, però di abruzzese
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aveva solo la variegatura che richiamava il gusto dei “Sassi d’Abruzzo”. Ho provato anche a trasformare la classica torta abruzzese, la Pizza Dolce, in un gelato dal nome pressoché impronunciabile, (non posso pretendere che gente di Milano pronunci “pizza doggë”). Si realizza con un gelato alla crema un po’ più “carico”, poi si variega con cioccolato e pan di spagna bagnato con l’alchermes e si aggiunge granella di nocciole come decorazione». Marco Orfei ha in serbo anche un gusto ai cagionetti e un riconoscimento importante per il suo lavoro: formerà gelatieri in Italia e in Europa per un’azienda produttrice di materie prime, di calibro internazionale. Per quanto riguarda l’attività del gelatiere in Italia, pone un’importante riflessione: «Si tratta di un mestiere che viene visto tendenzialmente come “facile” e spesso lo si considera il fanalino di coda della pasticceria, ma la cosa peggiore è che c’è spesso poca professionalità. Il vero gelatiere ha la passione per i dettagli, per la ricerca e la qualità in ogni cosa prodotta; non ci devono essere produzioni “meno” importanti... Piuttosto, meglio non farle». Per quanto concerne i prezzi, gli esperti del settore asseriscono che il gelato artigianale non può stare sotto ai 12/14 euro al kg, per via della manodopera, delle attrezzature d’avanguardia e delle materie di prima scelta. Anche il nostro capoluogo regionale vanta gelatieri di qualità. Si tratta di Stefano Biasini e Michele Morelli, che avrebbero dovuto inaugurare la loro prima gelateria tre giorni dopo la tragedia del sisma. Il loro sogno è stato infranto, ma per poco: oggi a L’Aquila hanno un locale in cui confluiscono le loro attività precedenti: torrefazione artigianale del caffè e gelateria di alto livello. Qui, Stefano e Michele producono oltre al già noto gelato allo Zafferano e al Montepulciano d’Abruzzo, quello al Torrone Sorelle Nurzia, all’Amaretto e alla Genziana. L’intento di valorizzare il territorio aquilano e i suoi prodotti tipici si intuisce già da questi gusti. «La differenza la facciamo con la base e con la scelta accurata di materie prime – spiega Michele Morelli – la nostra “bravura” è stata quella di legarci a Sergio Colalucci, campione del mondo di gelateria nel 2006, il quale è stato, dopo il terremoto, più che un consulente. Ci ha dato una mano svelandoci i segreti della gelateria». Un successo strepitoso, Michele e Stefano, l’hanno riscontrato oltre che nelle pagine del Sole 24Ore e al Sigep, anche alla Bit di Milano, soprattutto con il gelato alla Genziana: «Un gusto rivoluzionario – continua Michele – nato da un input di Niko Romito, fatto per infusione. Non alcolico è il primo gelato digestivo che si trova in commercio e molti ristoranti lo ricercano in sostituzione al sorbetto. Quando lo degusti, senti il sapore della radice della terra»
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C COME FITNESS
Testo e foto di Monica Andreucci
METTI UN GIORNO CURIOSANDO A RIMINI… Cosa c’è dietro il body building? In giro per “Rimini Wellness”, una delle manifestazioni principali dedicate alla cura del corpo, oltre alle attrezzature per potenziare i muscoli, alle pratiche di fitness più innovative e all’abbigliamento sportivo tecnico, c’è un padiglione dedicato all’alimentazione di chi sostiene gli sforzi e le sudate in palestra. E lì si possono scovare suggerimenti interessanti per tutti. «Benché sia specifica per chi voglia tonificare, potenziare o scolpire il proprio corpo – iniziano così due chiacchiere con dei veri esperti nel settore dell’integrazione nutrizionale – la produzione di cibi arricchiti e la loro somministrazione comporta conoscenze dietologiche notevoli. L’organismo di chi fa body building, a qualsiasi livello, non può infatti essere sottoposto a stress che ne mettano in pericolo la salute: un culturista è innanzitutto una persona che non deve correre rischi inutili, esattamente come chi vuole dimagrire o ha bisogno di una dieta bilanciata». Elio Andreucci e Piero Nocerino, trainers di consolidata esperienza, quest’ultimo già pluricampione del mondo della
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specialità, puntualizzano: «L’opinione più diffusa talvolta “demonizza” la frequentazione della sala-pesi e delle macchine, citando esempi estremi che noi stessi scoraggiamo. Le sostanze che fanno parte della dieta dei culturisti non sono nocive in sé: si trovano già nei cibi che tutti consumiamo normalmente, ma se dosate ed assunte in momenti precisi e in quantità calibrate sempre caso per caso (mai da prendersi senza controllo medico personalizzato!), hanno effetto amplificato sulla massa muscolare». La salute, si sa, comincia a tavola: i due suggeriscono di preferire a “beveroni” e a barrette un piatto di una pasta speciale, che si presenta e si usa come quella solita ma che fa da pasto completo. Per l’Abruzzo, al “Rimini Wellness”, hanno preso parte come ditte produttrici di attrezzature ginniche la Teca di Ortona e la Nessfit di Montesilvano. La prima è al venticinquennale di attività, la seconda all’indomani di un nuovo brevetto che facilita la simulazione del tapis roulant per la salita e la discesa.
C COME NEWS
Miele De.co a Tornareccio
A settembre arriva EKK
Ais, rinnovate le cariche
Il miele di Tornareccio diventa De.co. (denominazione comunale). La delibera comunale ribadisce così con atto formale il legame di questo prodotto con la comunità nel quale viene realizzato da oltre cento anni e si impegna a promuoverlo, tutelarlo e valorizzarlo nel tempo. Il Comune ha deliberato l’istituzione di un albo comunale delle produzioni agro-alimentari e di un registro De.co. L’iscrizione di un prodotto in tale registro avviene in modo molto semplice: il produttore interessato fa richiesta presentando una documentazione che attesti le caratteristiche del prodotto, con particolare riferimento a quelle analitiche e di processo. Sulla ammissibilità della iscrizione nel registro De.co. si pronuncia una commissione nominata dal sindaco, nella quale sono rappresentati gli esperti del settore agro-alimentare e gli operatori in forma singola o associata. Il sindaco Nicola Pallante ha accolto il suggerimento con entusiasmo l’idea del giornalista enogastronomico Paolo Massobrio, intervenuto a Tornareccio, regina di miele lo scorso settembre.
Sarà un contenitore unico, simbolo del mangiar bene e dell’accoglienza: il progetto “Ekk – Abruzzo in sintesi” nascerà all’interno delle Cantine Sant’Angelo, ai piedi di Città Sant’Angelo, e conterrà Ekk Hotel, Febo Garden, Ekk ristorante, Ekk Cafè ed Ekk tipico d’Abruzzo, il mercato dei prodotti agroalimentari diviso per province raggiungibile tramite tapis roulant, accessibile a tutti. Un’iniziativa che parte dal Gruppo Febo e che svilupperà un complesso esteso su 80.000 metri quadri, con una superficie parcheggi di 9.500 mq, oltre 30 singolari camere ricavate nelle originarie botti della Cantina e 12 uffici. Una delle peculiarità sarà rappresentata dal laboratorio del gusto, in cui si darà spazio alle associazioni gastronomiche, ai ristoratori abruzzesi e agli chef sia abruzzesi sia nazionali, con iniziative incentrate sulla tipicità, sulla promozione del territorio e sul gusto. La sua attività entrerà nel vivo a partire dal 30 settembre. Info: numero verde 800 584987, e-mail: info@ekktipicodabruzzo.it. È presente anche su Facebook.
Con le votazioni del 7 giugno Gaudenzio D’Angelo è stato confermato alla presidenza dell’Ais, sezione Abruzzo e Molise. Sette i delegati territoriali: i sommelier Alberta Orlandi per Chieti, Anna Smargiassi per Vasto, Luca Panunzio per Pescara, Antonio Iannetti per Teramo, Antonello Moscardi per L’Aquila, Massimo Maiorano per Sulmona e Massimo Iafrate per la Marsica. Sono stati nominati consiglieri regionali Manuela Cornelii, Renato De Luca e Duilio Fabbiani, mentre fanno parte del collegio sindacale Giuseppe Caudai, Giovanna Lamolinara e Armando Forcucci. Manuela Cornelii è stata nominata responsabile della commissione didattica, Renato De Luca è alla commissione servizi, Carlo De Luca alla commissione sviluppo e Duilio Fabbiani alla commissione grandi eventi. Addetto stampa dell’Ais Abruzzo e Molise è Stanislao Liberatore.
C COME CONTROEDITORIALE
di Raffaele Magrini, maestro gelatiere
A SCUOLA DI GELATO Ma l’Italia è poco fornita
La proliferazione del gran numero di gelaterie artigianali avvenuta negli ultimi dieci anni sono nella nostra regione è sicuramente un sintomo della richiesta, sempre più grande, di prodotti di qualità. Il gelato artigianale italiano è riconosciuto in tutto il mondo come un prodotto tra i più apprezzati del made in Italy, e in un luogo come l’Abruzzo, terra vocata ad un turismo soprattutto balneare, è sicuramente, nella sua preponderante stagionalità, una fresca dolce pausa. Punto dolente in Italia, e purtroppo anche nella nostra
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regione, è la mancanza di una scuola tecnica che specializzi gelatieri e pasticcieri che potrebbero così trovare ottime possibilità di lavoro, in proprio o conto terzi, nel nostro Paese o all’estero. L’azienda Magrini R. & Ceci G. metterà perciò gratuitamente a disposizione dell’istituto professionale per i servizi alberghieri “Di Poppa” di Giulianova attrezzature e materiale didattico, affinché nel 2011 venga inserito un nuovo indirizzo e questa nuova possibilità di scelta per i giovani.