La mia Storia
Il Novecento e oggi
ORIENTAMENTO
COMPETENZE DI SOSTENIBILITÀ
INTELLIGENZA
ARTIFICIALE
EDUCAZIONE CIVICA
Il mondo diviso in due Blocchi 4
LO SPAZIO
La “guerra fredda”
Rivolta di Budapest
Guerra di Algeria
In azzurro sono indicati gli Usa e i Paesi del blocco occidentale
In arancione sono indicati l’Urss e i Paesi del blocco orientale. Ce ne sono in Asia e ce n’è uno in America, Cuba.
La Cina è un Paese comunista, ma negli anni ’60 rompe i rapporti con l’Urss.
I Paesi dell’Africa e dell’America del Sud e alcuni Paesi asiatici (come l’India) si dichiarano “non-allineati” (in verde). Molti di loro però mantengono relazioni economiche e politiche strettissime con i Paesi da cui erano stati colonizzati.
Kennedy presidente degli Usa. Costruzione del Muro di Berlino
Guerra del Vietnam
Inizio del “boom” economico
Crisi di Cuba
Dalla fine degli anni Quaranta il mondo è in un equilibrio precario che vede fronteggiarsi le due superpotenze, Usa e Urss, e che porta a una serie di guerre sanguinose lontane dall’Europa. Questo è però anche il periodo che segna, con la fine del colonialismo, l’indipendenza di numerosi Stati e un nuovo corso politico dell’Italia, che diventa una Repubblica.
Capitolo 12 La “guerra fredda”
Capitolo 13 La decolonizzazione
Capitolo 14 L’Italia repubblicana
Educazione civica
Raccontare l’orrore
Educazione ambientale
La zona demilitarizzata tra le due Coree
Educazione finanziaria
Nuove forme di colonialismo
L’Autostrada del Sole STEAM
La natura, vittima della guerra
Arte, turismo e territorio
Napoli; Roma
L’orrore della guerra Gandhi e la “non violenza” Teresa Mattei, deputata italiana Italiano
Comunicazione e marketing
La conquista dello spazio
L’OGGETTO LA TELEVISIONE
Storia
La “scatola magica”
Informazione, intrattenimento, grandi dirette sensazionali, programmi di approfondimento: è la televisione, la “scatola magica” che ha portato lo sguardo delle persone in tutti gli angoli del pianeta senza farle muovere dal proprio divano, uno dei simboli per eccellenza del Novecento.
Suoni e immagini in diretta
Catturare le immagini come il cinematografo e diffondere i suoni come la radio, in diretta: questa la sfida che impegnò gli inventori dai primi anni ’20. Un passo fondamentale fu compiuto dall’ingegnere scozzese John Logie Baird, che nel 1924 riuscì a riprendere e trasmettere a distanza attraverso un procedimento elettromeccanico, basato su una fotocellula al selenio e un ricevitore di impulsi elettrici. Negli Stati Uniti, pochi anni dopo, Vladimir Zworykin e Phil Taylor Farnsworth sfruttarono il fascio di elettroni e il sistema del tubo catodico, perfezionando la qualità delle riprese.
Comunicazione e marketing
Convincere le masse...
Le Olimpiadi di Berlino del 1936 e l’incoronazione di re Giorgio VI d’Inghilterra del 1937 rappresentarono i primi eventi a raggiungere un vasto pubblico grazie alle riprese in diretta TV. Presto anche i politici compresero la potenza persuasiva del nuovo media. Nel 1952 il repubblicano Dwight Eisenhower conquistò la Casa Bianca affidando la sua campagna a un’agenzia pubblicitaria, mentre nel 1960 John Fitzgerald Kennedy sbaragliò il rivale Richard Nixon nel “capostipite” dei grandi dibattiti televisivi anche in virtù della propria fotogenia.
Comunicazione e marketing
Le stazioni televisive
Le prime stazioni televisive furono la britannica BBC e la statunitense CBS, che iniziarono a imbastire dei pionieristici palinsesti già dai primi anni ’30, ma per molto tempo nessuna emittente ebbe in concessione una licenza commerciale. L’enorme potenziale economico della pubblicità video poté essere sfruttato solo dal 1941. Il primo prodotto protagonista di uno spot fu l’orologio Bulova, reclamizzato durante un incontro di baseball con 10 secondi di fermo immagine e un efficace slogan: “l’America funziona al tempo di Bulova”.
SCELGO LA MIA STRADA
Educazione civica
...ma anche informarle
La TV non spingeva solo a scegliere un prodotto o a dare la propria preferenza a un politico: permetteva anche di accendere i riflettori su fatti che altrimenti sarebbero stati solo uno sfocato resoconto sulle pagine dei giornali. L’enorme impatto emotivo della guerra in Vietnam – e la conseguente contestazione che mobilitò il Paese – non sarebbe stato lo stesso se milioni di spettatori non fossero stati “trasportati” al fronte dai servizi televisivi che mostravano il dramma del conflitto nella giungla con riprese sconvolgenti.
La televisione, un tempo onnipresente nelle case degli italiani, è oggi via via soppiantata da altri mezzi di comunicazione, soprattutto online, che propongono contenuti di intrattenimento e, talvolta, informazione. E tu, guardi la televisione? Quali mezzi usi per svagarti e informarti, e in che modo pensi che i contenuti siano influenzati dai diversi formati dei nuovi media?
12
LA MAPPA
La “guerra fredda”
Modifica la mappa
Usa
dove si diffonde il maccartismo
Le due superpotenze
danno inizio alla
GUERRA FREDDA
che determina
Guerra di Corea (1950-53)
dove torna il Terrore
fino alla
voluta da destalinizzazione seguita dalla morte di Stalin (1953)
costruzione del Muro di Berlino (1961)
crisi dei missili a Cuba (1962)
riarmo della Germania Ovest Krusciòv
mentre in
Mao Rivoluzione culturale esplode la voluta da Cina
I PUNTI ESSENZIALI
Paragrafo 1
La “guerra fredda”
Il periodo che va dal 1947 al 1989 viene definito “guerra fredda” ed è caratterizzato dall’“equilibrio del terrore” in cui Usa e Urss si sfidano senza mai scatenare uno scontro armato diretto tra loro. Le due superpotenze iniziano la corsa agli armamenti, accrescendo il loro arsenale nucleare, sovvenzionano i loro servizi segreti, condizionano le questioni politiche degli Stati alleati, finanziano guerre locali e pretendono dai Paesi dei due Blocchi una fedeltà assoluta.
Paragrafo 2
La Guerra di Corea
La prima “guerra lontana” si svolge in Corea. Il Paese si è liberato dall’occupazione giapponese, ma Usa e Urss lo dividono in due. La Corea del Nord (comunista) nel 1950 attacca la Corea del Sud (filoamericana), e gli Usa intervengono per impedire l’unificazione delle due parti. Il generale MacArthur si spinge poi ai confini con la Cina e, convinto che i Cinesi aiutino i Coreani del Nord, chiede al presidente Truman di lanciare la bomba atomica. Il disastro viene evitato dal presidente, ma dopo tre anni di guerra e milioni di morti la divisione delle due Coree viene ribadita.
Paragrafi 3-5
Il clima di terrore negli Stati Uniti e in Unione Sovietica
Intimoriti dall’espansione dei regimi comunisti, gli Stati Uniti appoggiano Paesi un tempo nemici, come la Germania ovest (ex nazista), che diviene una vera e propria vetrina dell’Occidente, la Spagna franchista e il Giappone, baluardo contro Cina e Corea del Nord. Nel territorio nazionale statunitense si scatena il maccartismo, una “caccia alle streghe” condotta dal senatore McCarthy contro presunti personaggi filocomunisti. In Unione Sovietica Stalin, timoroso di perdere il suo potere, perseguita reduci di guerra e intellettuali, scatena nuovamente il Terrore e costringe la popolazione civile a vivere in uno stato di emergenza.
Paragrafo 6
La “coesistenza pacifica” di Malinkov e la denuncia di Krusciòv Nel 1953 muore Stalin. Gli succede Malinkov, che cerca di avviare un dialogo con l’Occidente chiamato “coesistenza pacifica”, basato su due princìpi: evitare un confronto militare diretto tra Usa e Urss e impegnarsi a non intervenire l’uno nel Blocco dell’altro; l’Unione sovietica, tuttavia, non è ritenuta affidabile da Eisenhower. Malinkov è poi sostituito da Krusciòv, che denuncia pubblicamente le “purghe” e il culto della personalità staliniane, avviando un apparente “disgelo”.
Paragrafi 7-9
Kennedy e le lotte contro la segregazione razziale
Nel 1960 diventa presidente degli Usa John Kennedy, che ha promesso agli elettori di sorpassare quattro “Frontiere”: quella del pregiudizio (integrazione razziale), quella del pianeta (programma spaziale), quella dell’ingiustizia sociale (assistenza ai poveri) e quella del terrore (“coesistenza pacifica”).
Sul fronte della politica interna, Kennedy e dopo di lui
Johnson affrontano la questione della segregazione razziale e della discriminazione degli afroamericani. In questo periodo emergono leader come Martin Luther King, che guida un movimento non-violento, e Malcolm X, dalle idee più radicali.
Paragrafi 10-11
Le crisi di Berlino e di Cuba
Le illusioni di un “disgelo” e di una coesistenza pacifica franano nel 1961, quando Krusciòv circonda con un Muro l’intera Berlino Ovest per impedire la fuga dei Tedeschi dell’Est: per evitare uno scontro diretto, gli Usa non intervengono. Nel 1962 scoppia la crisi di Cuba, quando Fidel Castro si lega all’Urss e permette a Krusciòv di installare nell’isola rampe di lancio per missili nucleari. Kennedy schiera la marina intorno a Cuba per impedire l’arrivo di navi russe cariche di missili.
Paragrafi 13-15
L’assassinio di Kennedy, la “Primavera di Praga” e la Rivoluzione culturale in Cina
Nel 1963 John Kennedy viene assassinato a Dallas. Il nuovo presidente, Lyndon Johnson, prosegue la lotta contro la miseria e per i diritti civili dei neri, ma si invischia in uno “scontro indiretto” nel lontano Vietnam che gli inimica l’opinione pubblica. Gli succede Richard Nixon
Nel 1964 la guida dell’Unione Sovietica viene assunta da Leonid Breznev, che quattro anni dopo schiaccia la “Primavera di Praga”, un movimento nato in Cecoslovacchia e guidato da Alexander Dubček. La sua linea politica, definita “socialismo dal volto umano”, si scontra con i carri armati russi che invadono il Paese. In Cina Mao, dopo aver realizzato la bomba atomica, vede fallire i suoi piani di rinascita economica (“il grande balzo in avanti”) e, aiutato da Lin Biao, rovescia la responsabilità di quanto accade sulla vecchia classe dirigente, scatenando la Rivoluzione culturale che si scaglia contro intere categorie di persone considerate “vecchie” e privilegiate, causando milioni di vittime.
1950-1953
Guerra di Corea 1953
Morte di Stalin e lotta per la successione 1956
Krusciòv denuncia i crimini di Stalin. Repressione della rivolta di Budapest 1961
Costruzione del Muro di Berlino
IN SINTESI
Con “guerra fredda” si indica il clima di tensione e l’equilibrio nucleare tra Usa e Urss, durato quarant’anni coinvolgendo l’intero assetto mondiale.
1963 Assassinio di Kennedy 1966-1968
Rivoluzione culturale cinese
1. Con la “guerra fredda” si instaura l’“equilibrio del terrore”
1968
Repressione della “Primavera di Praga”
Il periodo che va dal 1947 al 1989 fu efficacemente definito “guerra fredda”.
In quei quarant’anni, infatti, Stati Uniti e Unione Sovietica si sfidarono apertamente in una lotta senza quartiere combattuta con tutte le possibili armi politiche e diplomatiche, palesi e segrete.
Questa “pace armata” fu definita anche “equilibrio del terrore” perché tutte le volte che le due superpotenze sembrarono sul punto di scatenare una “guerra calda” diretta, cioè uno scontro armato fra loro, il timore che esso sfociasse in un conflitto nucleare le indusse a trovare dei compromessi.
Il clima di quegli anni ne fu segnato profondamente.
Le mosse delle due superpotenze
• Stati Uniti e Unione Sovietica iniziarono una frenetica corsa agli armamenti. Tecnici e scienziati si impegnarono in una folle gara che produsse, da una parte, armi convenzionali, come carri armati, cannoni, portaerei, sottomarini, aerei da guerra, sempre più distruttive e sofisticate; dall’altra, un arsenale nucleare capace di distruggere non uno ma molti pianeti (→ Documenti, p. 248).
• Usa e Urss, inoltre, stanziarono enormi somme per i loro servizi segreti: la Cia negli Stati Uniti e il Kgb nell’Unione Sovietica scatenarono una “guerra di spie” che non aveva mai avuto eguali.
• Nel Blocco occidentale la fedeltà alla Nato divenne un elemento di discriminazione che divise i partiti in “amici” e “nemici” degli Stati Uniti e quindi dei governi in carica che dipendevano dagli aiuti del Piano Marshall, conclusosi
nel 1952 dopo un quadriennio nel corso del quale erano stati erogati poco meno di 20 miliardi di dollari. I “nemici”, cioè i partiti filosovietici, furono tenuti ai margini della vita politica con gravi conseguenze per lo sviluppo della democrazia. Ci sono prove, inoltre, che la Cia appoggiò o addirittura promosse dei colpi di Stato militari, soprattutto in America Latina ma anche in Medio Oriente (per esempio in Iran), contro governi ritenuti pericolosi.
• Con le armi convenzionali le due superpotenze alimentarono numerose guerre locali, scontrandosi indirettamente, attraverso i loro rispettivi alleati, in Asia, in Africa e in America centrale. I giornalisti, per non impressionare i loro lettori, le chiamarono “guerre lontane”, un’espressione usata più volte nella storia dagli occidentali, per giustificare le loro guerre di potere.
IL CONFLITTO “A DISTANZA” TRA USA E URSS “Guerra fredda”
1949-1989
corsa agli armamenti
armi convenzionali e arsenale nucleare
servizi segreti
Cia negli Usa Kgb nell’Urss
divisioni ideologiche all’interno degli Stati
guerre locali
in Asia, Africa e America centrale
Esperimenti nucleari
Durante la “guerra fredda” gli esperimenti nucleari americani e sovietici si moltiplicarono. Su quelli sovietici non esistono ancora documenti consultabili, ma probabilmente non sono diversi da quelli, agghiaccianti, che arrivano dall’America. Qui è riportata la testimonianza di un soldato americano che partecipò a un test eseguito nel deserto del Nevada, nell’Ovest degli Stati Uniti, nel 1957.
Cidissero che eravamo a 3750 iarde [3429 metri] dal ground zero [l’ipocentro, ovvero il punto della superficie terrestre sulla verticale dell’esplosione]. Nel chiarore dell’alba potevamo distintamente vedere, appeso a un grande pallone frenato, un piccolo oggetto scuro a circa 700 piedi [poco più di 200 metri] dal suolo. Quando è iniziato il conto alla rovescia, ci ordinarono di inginocchiarci nella trincea, con le spalle rivolte al punto dell’esplosione, tenendo gli occhi ben chiusi e premendo un avambraccio sugli occhiali di protezione. Al momento della detonazione, circa alle sei di mattina, nonostante avessi gli occhi chiusi e gli occhiali scuri, ho visto per un attimo le ossa dell’avambraccio che tenevo premuto sugli occhi. Dopo un secondo o due la terra ha tremato. Ma c’era ancora silenzio. Poi, un indescrivibile boato. Detriti di ogni genere, scagliati dall’esplosione, volavano sopra la trincea, che in parte crollò seppellendo alcuni di noi. Dopo venti o trenta secondi ci dissero di alzarci e di guardare la sfera di fuoco. Sembrava quasi sulle nostre teste e ancora ardeva. Quindi ci fecero uscire dalle trincee e avanzare verso il ground zero. Credevo a quell’epoca che fosse possibile combattere una guerra con tali armi. Solo dopo qualche anno mi sono reso conto che era una pazzia ufficiale condurre questi test e indottrinare le truppe che vi partecipavano perché credessero che sarebbe stato utile e anche possibile combattere e vincere una guerra nucleare.
LABORATORIO
COMPRENDI
1 Quali elementi, nel racconto, danno idea della potenza della detonazione nucleare?
2 Qual è la “pazzia ufficiale” di cui si rende conto il soldato americano?
FONTE
Autore
Testimonianze
riportate da M. Dinucci Opera Il test “Priscilla”, in Il potere nucleare
Data 2003
← Bambini di una scuola elementare americana si riparano sotto i loro banchi durante una simulazione di attacco nucleare negli anni Cinquanta.
2. La Guerra di Corea porta il mondo sull’orlo di un conflitto nucleare
La divisione della Corea e l’invasione del Sud La prima grande “guerra lontana” tra Stati Uniti e Unione Sovietica fu la Guerra di Corea. La Corea confina a Nord-Est con la Cina ed è una penisola che i Giapponesi avevano occupato nel XIX secolo e alla quale, dopo la Seconda guerra mondiale, le due superpotenze avevano concesso l’indipendenza, dividendola però in due parti separate all’altezza del 38° parallelo:
• la Corea del Nord, comunista e protetta dai Sovietici, con capitale Pyongyang; • la Corea del Sud, capitalista e protetta dagli Americani, con capitale Seul. Nel 1950 Stalin avallò un piano nordcoreano per riunificare il Paese sotto il governo comunista. In giugno i Coreani del Nord invasero il Sud. Gli Stati Uniti reagirono e, alla guida di un contingente internazionale dell’Onu, il generale americano Douglas MacArthur cercò di liberare il territorio e li respinse. Invece di accontentarsi di questo successo, però, MacArthur inseguì i Nordcoreani fino ai confini con la Cina. Le truppe cinesi contrattaccarono fino a penetrare profondamente nella Corea del Sud.
La minaccia nucleare Non riuscendo da quel momento in poi a concludere vittoriosamente la guerra, MacArthur premette sul presidente Truman perché sganciasse sulla Cina una bomba atomica. Poiché l’Unione Sovietica avrebbe certamente reagito lanciando a sua volta la bomba, per qualche settimana il mondo visse nell’incubo di una guerra nucleare globale. Il disastro fu evitato da Truman che, con grande fatica, riuscì a destituire il generale e a neutralizzare tutti i sostenitori che quest’ultimo aveva nelle forze armate. Il presidente applicò la dottrina del containment (contenimento) già esposta tre anni prima, in base alla quale l’espansione del comunismo veniva arginata, mentre lo si tollerava dove già era riuscito a imporsi.
La questione si spostò sul tavolo delle trattative diplomatiche, che riuscirono solo a imporre un cessate il fuoco. Nessun trattato di pace fu mai firmato e nel 1953 la divisione delle due Coree lungo la linea del 38° parallelo venne ribadita. La “guerra fredda” era diventata calda in quello scenario orientale (→ Trasformazioni, p. 251) ed ebbe anche effetti devastanti sulla popolazione: non esiste una cifra ufficiale delle vittime, ma alcuni studiosi parlano di ben tre milioni, di cui la metà civili; i militari americani morti furono 35 000.
GEOSTORIA DUE FASI DELLA GUERRA DI COREA
Mar del Giappone
Pyongyang
Mar Cinese Orientale
IN SINTESI
Lo scontro tra la Corea del Nord (comunista) e quella del Sud (capitalista e filoamericana) porta le due superpotenze sull’orlo di un conflitto globale.
Mar del Giappone
Pyongyang Seul
Mar Cinese Orientale
Le carte mostrano l’attacco di MacArthur (a sinistra) e il contrattacco cinese (a destra).
Corea del Nord
Corea del Sud
Zona della
Corea del Sud
invasa dalla Corea del Nord
La guerra di Corea (1950-1953)
Truppe dell’ONU e sud-coreane
Limite dell’avanzata di MacArthur
O ensiva cinese e nord-coreana
Limite dell’o ensiva cinese
Confini attuali
L’orrore della guerra
L’esercito statunitense era formato da giovani reclutati o volontari, spesso ignari della guerra e degli orrori che avrebbero vissuto. Un reduce rievoca con drammatica asciuttezza la tragedia di fronte alla quale si trovò arrivando in un villaggio appena colpito da un’incursione dei Nordcoreani.
Ricevemmo l’ordine di liberare Taejon. Arrivammo lì, e c’erano 7000 uomini, donne e bambini, cristiani, assassinati sul fianco del pendio della collina. Il mio comandante generale chiamò le Nazioni Unite. Le persone, i buddisti che erano rimasti lì nelle loro case dissero all’interprete che i nordcoreani avevano consegnato ai sudcoreani di Taejon una manciata di riso per identificare che fossero cristiani, e li avevano identificati, se li erano presi e li avevano uccisi. Io guardai i loro corpi, e alcuni erano decapitati, c’era un corpo lì... e una testa qui, e io presi la testa e la misi accanto al corpo. Alla scuola cattolica mi avevano insegnato che dalla prima guerra mondiale, se un corpo fosse tornato con parti mancanti, quella persona non avrebbe riposato in pace. Quindi misi la testa accanto al corpo, e rotolò via, perciò presi una pietra e ce la misi messa accanto. Il mio tenente disse: “che diavolo stai facendo?” Io glielo spiegai e allora anche lui cominciò a fare lo stesso.
FONTE
Autore John J. Baker Data 1951
↓ La cattura di alcuni soldati nord-coreani da parte dei marines statunitensi nel 1950.
LABORATORIO
COMPRENDI
1 Perché John decide di ricomporre i resti delle vittime?
2 Come reagisce il tenente all’iniziativa di John?
INTERPRETA
3 Secondo te il protagonista era spinto solo da motivazioni religiose o qualcos’altro lo ha spinto a quel gesto? Rifletti e rispondi.
La natura, vittima della guerra
Quando scoppia un conflitto armato, almeno da quando i metodi e gli strumenti per combattere sono diventati espressione della più sofisticata tecnologia, oltre ai militari e ai civili c’è un’altra vittima che risente per anni delle conseguenze nefaste degli episodi bellici: l’ambiente. Nel corso della guerra di Corea, che fu uno scontro fratricida ma che coinvolse anche la principale – e meglio armata – potenza del pianeta, intere porzioni di foresta e migliaia di villaggi vennero distrutti. I maggiori responsabili furono i bombardamenti aerei e il napalm, una sostanza altamente incendiaria e tossica che bruciava tutto quello che si trovava nel raggio di chilometri (largo uso del napalm si ebbe purtroppo anche durante la guerra del Vietnam alcuni anni dopo). Uno studio effettuato nel 2009 ha concluso che tra il 1950 (appunto
anno di inizio della guerra di Corea) e il primo decennio del 21esimo secolo l’80% dei conflitti ha avuto serie e prolungate conseguenze sulla flora e la fauna delle zone coinvolte. Addirittura, un’ulteriore indagine ha appurato che, dopo oltre un secolo dalla fine della Grande guerra, alcuni territori belgi dove erano state scavate le trincee avevano livelli di metalli pesanti assai più alti del normale, per via dei residui chimici lasciati sul campo di battaglia dagli eserciti. Inoltre, per molto tempo dopo la fine dei combattimenti, specialmente nelle aree del mondo in via di sviluppo, le popolazioni locali hanno difficoltà ad approvvigionarsi di cibo perché i raccolti sono distrutti e i terreni devastati e inadatti alle colture. Insomma, l’impegno per la pace è anche un impegno a proteggere e salvare l’unico pianeta che abbiamo.
1968.
#GREENFUTURE
La zona demilitarizzata tra le due Coree
Dopo il cessate il fuoco del 1953, tra Corea del Nord e Corea del Sud è stata istituita una “zona cuscinetto” demilitarizzata, dove è proibito transitare e abitare. In questa striscia di terra lunga poco più di 250 km e larga 4, la natura è esplosa, e specie animali rare e piante rigogliose hanno proliferato. Ora si tratta di una vera e propria oasi di biodiversità per tutelare la quale si sono mosse anche le istituzioni locali.
• Cerca informazioni su questo “paradiso verde” e sul progetto che Google Arts and Culture sta patrocinando in quel luogo.
IN SINTESI
Gli Usa sostengono le economie dei Paesi considerati utili ad arrestare l’espansione del comunismo, in particolare la Germania Ovest e il Giappone.
3. La “guerra fredda” determina la rinascita di nazioni sconfitte o fasciste
In Europa il timore del contagio comunista fece la fortuna di due nazioni che gli Usa avevano deciso di tenere ai margini: la Germania occidentale (ex nazista) e la Spagna (fascista, ancora sotto la dittatura di Franco), alle quali negli anni Cinquanta fu permesso di riarmarsi.
La Germania occidentale, in particolare, ebbe il compito fondamentale di schierare i suoi carri armati lungo la “cortina di ferro” e ottenne ingenti finanziamenti per risultare “la vetrina dell’Occidente” rispetto alla Germania Est comunista.
L’altro beneficiato fu, in Estremo Oriente, il nemico più odiato: il Giappone, il traditore di Pearl Harbor, il Paese il cui governo era stato definito “criminale di guerra”, che i bombardamenti a tappeto e due bombe atomiche avevano ridotto a un cumulo di rovine e che aveva vissuto un immediato dopoguerra drammatico. Temendo il contagio “rosso”, gli Stati Uniti decisero di farne il loro baluardo contro i due Paesi che, dopo essere stati loro preziosi alleati, avevano instaurato regimi comunisti: la Cina e la Corea del Nord.
Di conseguenza, nel 1951 furono stanziati dagli Americani imponenti aiuti tecnici e finanziari con i quali il Giappone innovò l’agricoltura, ricostruì l’industria pesante e creò un’industria leggera di primissimo ordine allacciando accordi economici prima di tutto con gli Stati Uniti stessi, poi anche con l’Europa.
IN SINTESI
La “paura dei rossi” crea negli Usa un pesante clima di sospetto contro chiunque sembri simpatizzare con l’Urss e con il socialismo.
4. Negli Stati Uniti la sindrome del terrore scatena il maccartismo
L’incubo di un attacco nucleare Il clima della “guerra fredda” si trasmise immediatamente all’intera popolazione degli Stati Uniti, che venne attanagliata dall’incubo di un improvviso attacco nucleare. In tutte le nuove case vennero costruiti dei bunker attrezzati per sopravvivere anni, mentre dilagava la sindrome della “caccia alla spia sovietica” alimentata dalla propaganda.
Di questa atmosfera approfittarono i politicanti per instaurare un clima di terrore che non fu certo paragonabile a quello staliniano, ma fu la cosa più simile a esso che gli Americani bianchi avessero mai sperimentato.
La Commissione per le attività antiamericane Nel 1950 il senatore repubblicano Joseph McCarthy cominciò a influire profondamente sulla Commissione per le attività antiamericane, che durante la guerra si era occupata di stanare sospetti filonazisti e filogiapponesi, e le impresse una svolta orchestrando una gigantesca “caccia alle streghe” contro “agenti di Mosca” che, secondo lui, si erano infiltrati nella società occupandone i posti di massimo potere.
PRESENTAZIONE
La guerra fredda e gli equilibri mondiali fino agli anni ‘60
La persecuzione si accanì soprattutto su intellettuali e artisti (→ Documenti, p. 253), poi, dal 1947, fu diretta contro sceneggiatori, registi e attori di Hollywood, accusati di comunismo e condannati ad anni di carcere per il solo fatto che affrontavano temi sociali o consideravano ancora l’Unione Sovietica l’alleato con cui avevano combattuto contro il nazismo. Questo fenomeno delirante, chiamato maccartismo, fu bloccato nel 1954 per intervento diretto del presidente degli Stati Uniti, quando McCarthy cominciò a mettere sotto inchiesta anche gli alti gradi dell’esercito e l’amministrazione federale, in una spirale di sospetti e delazioni che rischiava di non avere fine.
Contro il pericolo “rosso”
Arthur Miller, famosissimo romanziere e autore teatrale, fu tra i molti scrittori sotto inchiesta per le sue presunte simpatie comuniste. Quello che segue è un estratto del suo interrogatorio da parte della Commissione per le attività antiamericane, svoltosi nel 1956.
–
Richard Arens (consigliere della Commissione, già assistente del senatore McCarthy): Ha mai fatto domanda per l’adesione al Partito Comunista?
– Arthur Miller: Nel 1939, credo, oppure nel 1940 andai a frequentare un corso di studi marxisti nel negozio vuoto aperto sulla strada nel mio quartiere di Brooklyn. Lì ho firmato un modulo o un altro.
–
R.A.: Quella era una richiesta di adesione al Partito Comunista, non è vero?
A.M.: Non direi questo. Sono qui per dirvi quello che so.
R.A.: Dica cosa sa.
–
–
A.M.: È successo 16 anni fa. Pensai che si trattasse dell’iscrizione a un corso di studio. Ci sono stato forse circa 3 o 4 volte. Non mi interessava e non sono tornato.
FONTE
Opera Interrogatorio ad Arthur Miller
Data 1956
–
R.A.: Chi l’ha invitata a partecipare?
– A.M.: Non mi ricordo. È stato tanto tempo fa.
– R.A.: Ci parli, per favore, signore, di questi incontri con gli scrittori del Partito Comunista ai quali ha detto di aver partecipato a New York City. Ci dica chi era in quella stanza.
–
A.M.: Signor Presidente, capisco la filosofia dietro questa domanda e voglio che lei capisca la mia. Quando dico questo voglio che capiate che non sto proteggendo i comunisti o il Partito Comunista. Non ho intenzione di fare il nome di un’altra persona e creargli problemi. Erano scrittori, poeti, per quanto potevo vedere, e la vita di uno scrittore, nonostante quello che a volte sembra, è piuttosto dura. Non desidero rendere le cose più difficili per nessuno. Vi chiedo di non farmi questa domanda. Vi dirò qualsiasi cosa di me, come ho già fatto.
5. Stalin schiaccia una popolazione eroica ripristinando il Terrore
Ricominciano le deportazioni Intanto il terrore si abbatteva anche e nuovamente sull’Unione Sovietica. La “Grande guerra patriottica” che, nonostante le inumane sofferenze, aveva entusiasmato il popolo e gli aveva ridato la speranza di una vita dignitosa, non solo non ammorbidì Stalin, ma lo insospettì ulteriormente: certamente era geloso della gloria di alcuni generali e forse temeva che i prigionieri di guerra avessero apprezzato il sistema di vita occidentale. Approfittando del clima internazionale, il dittatore ripristinò quindi il Terrore e scatenò una nuova, colossale ondata di purghe e deportazioni. Lo scoppio della “guerra fredda” fu il pretesto per diffondere nuove voci su presunti complotti internazionali contro lo Stato socialista e le persecuzioni ripresero con la stessa violenza degli anni Trenta. Tutti i prigionieri tornati dai campi tedeschi furono accusati di “tradimento contro il glorioso popolo russo” e inviati in Siberia. L’anno peggiore fu il 1950, quando il numero dei reclusi nei gulag raggiunse il picco massimo di due milioni e mezzo di persone. Eroi decorati sul campo con decine di medaglie furono fucilati e, per la prima volta dal giorno della nascita dell’Urss, si avvertì nel Paese un clima ostile agli ebrei
LABORATORIO
COMPRENDI
1 Perché Miller è sospettato di “attività antiamericane”?
2 Cosa risponde quando gli viene chiesto di fare il nome di altre persone?
IN SINTESI
Nel clima da “guerra fredda”, Stalin investe sulla produzione di armi e diventa sempre più sospettoso, immaginando assurdi complotti contro di lui e ripristinando il Terrore.
La popolazione russa vive in stato di emergenza L’industria pesante intensificò la produzione per vincere la gara degli armamenti con gli Usa, riportando gli operai e le loro famiglie alla situazione d’emergenza patita durante la guerra: scarseggiavano il cibo, i beni di consumo e quelli di prima necessità. Stalin cominciò anche a dare segni di squilibrio, come spesso accade ai dittatori dotati di un potere senza limiti. Istigato da Beria, il capo della polizia segreta, che fondava la sua posizione di dominio sulla continuazione del Terrore, cominciò a temere di essere avvelenato e creò una nuova, macabra fantasia: un complotto planetario organizzato dai medici israeliti per ucciderlo. Ormai tutto era pronto per una retata contro l’intera classe medica di religione ebraica in Russia e nei Paesi satelliti, che sarebbe sfociata in pubblici processi e condanne a morte.
IN SINTESI
Alla morte di Stalin, nel 1953, sale al potere Malinkov, che cerca senza successo un accordo con Eisenhower; due anni dopo gli succede Krusciòv, che denuncia i crimini di Stalin.
6. Dopo la morte di Stalin si succedono
Malinkov e Krusciòv
Malinkov e il tentativo di “coesistenza pacifica” con gli Usa Nel marzo 1953, qualche giorno prima di autorizzare l’avvio della grande campagna contro i medici, Stalin morì per un colpo apoplettico. Nel gruppo dirigente che si era formato dopo la Seconda guerra mondiale si scatenò una feroce lotta per il potere la cui prima vittima fu Beria, isolato dal resto del gruppo dirigente e condannato a morte. La guida del Paese fu affidata a Georgij Malinkov, che era un fedele di Stalin ma ne condannò il culto della personalità. Intanto, nel 1952, negli Stati Uniti, dopo Truman era stato eletto presidente il generale Dwight David Eisenhower, il popolarissimo comandante dello sbarco in Normandia durante la Seconda guerra mondiale.
Malinkov si disse disponibile a istituire tra i due Blocchi una situazione di “coesistenza pacifica”, articolata su due princìpi fondamentali:
• evitare un confronto militare diretto;
• impegnarsi a non intervenire l’uno nel “Blocco” dell’altro.
Eisenhower però diffidava dell’Unione sovietica e temeva che la proposta fosse solo uno stratagemma propagandistico per evitare il riarmo della Germania occidentale, presidio democratico e capitalista al confine con la sfera d’influenza comunista. Ci fu comunque un allentamento della tensione nei rapporti tra Mosca e Washington che permise la firma del cessate il fuoco in Corea (→ p. 249) e della pace con l’Austria nel 1955.
Krusciòv denuncia alcuni crimini di Stalin Dopo solo due anni però emerse la figura di Nikita Krusciòv, eletto segretario del partito, il quale nel 1956, con una mossa a sorpresa, denunciò pubblicamente alcuni dei crimini commessi da Stalin: i processi-farsa durante le “purghe” e il culto della personalità creato intorno alla sua figura.
Il mondo intero credette a una svolta nella politica interna russa e gli intellettuali sovietici salutarono la nuova fase chiamandola “disgelo”. In realtà Krusciòv denunciò Stalin, ma non mise affatto in discussione il sistema sovietico che non sottopose ad alcuna riforma, anche se il clima di Terrore si attenuò e alcuni prigionieri politici vennero rilasciati. Ogni speranza di vero cambiamento si infranse a Budapest nello stesso 1956, quando i carri armati del Patto di Varsavia stroncarono nel sangue una rivolta popolare contro il regime comunista.
← Nikita Krusciòv.
7. Il presidente Kennedy e la “Nuova Frontiera”
Nel 1960, scaduto il secondo mandato del repubblicano Eisenhower, fu eletto presidente degli Stati Uniti il democratico John Fitzgerald Kennedy. Il nuovo inquilino della Casa Bianca aveva 44 anni, proveniva da una ricca e potente famiglia cattolica di origine irlandese ed era il più giovane presidente della storia americana. Sin dal suo primo discorso, Kennedy si richiamò alla grande tradizione progressista di Wilson e di Roosevelt e propose al Paese la conquista di una “Nuova Frontiera”, non più quella territoriale dei pionieri dell’Ottocento, bensì quella culturale, scientifica e spirituale: «Noi ci troviamo oggi davanti a una Nuova Frontiera, la Frontiera degli anni Sessanta. Al di là di essa si estendono i domini inesplorati della scienza e dello spazio, dei problemi irrisolti della pace e della guerra, delle sacche di ignoranza e di pregiudizi non ancora debellati».
In base a questo grandioso progetto Kennedy cercò di:
• demolire la Frontiera del pregiudizio, cedendo alle pressioni per l’integrazione razziale negli Stati del Sud che, infrangendo le leggi federali e appellandosi alle autonomie locali, praticavano la segregazione razziale e appoggiando la protesta pacifica dei neri, guidata dal pastore Martin Luther King;
• varcare la Frontiera del pianeta Terra per allargare gli orizzonti dell’uomo, esplorare lo spazio, scoprire sulla Luna e nei pianeti del Sistema solare nuove materie prime da sfruttare (→ Documenti, p. 256);
• abbattere la Frontiera dell’ingiustizia sociale varando un programma di assistenza in favore dei poveri e degli emarginati;
• far crollare la Frontiera del terrore dialogando e collaborando con l’Unione Sovietica attraverso la politica della “distensione”.
LA NUOVA FRONTIERA
consiste in La politica di Kennedy
integrazione razziale
esplorazione del Sistema solare
assistenza a livello sociale
distensione con il Blocco comunista
IN SINTESI
La presidenza Kennedy cerca di ristabilire rapporti pacifici con l’Urss e cede alle richieste di lotta contro il razzismo e la povertà.
Filmato d’epoca
La “guerra fredda” e la conquista dello spazio
Comunicazione e marketing
La conquista dello spazio
L’unico frutto positivo della sfrenata competizione fra Usa e Urss nell’epoca della “guerra fredda” fu la costruzione delle prime navicelle spaziali. Nel 1961 i Russi erano riusciti a lanciare nello spazio un uomo, Jurij Gagarin, causando un grande danno di immagine agli Usa che però si rifecero nel 1969 mandando addirittura due uomini sulla Luna. Oggi, grazie a quella gara, abbiamo satelliti in orbita attorno alla Terra e mandiamo robot su Marte.
FONTE 1
Opera Il russo Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio Data 1961
LABORATORIO
COMPRENDI
FONTE 2
Opera Lo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11 e di Neil Armstrong Data 1969
1 Quali elementi, nelle immagini, possono essere ricollegati al clima della guerra fredda?
IN SINTESI
Negli Stati Uniti, la popolazione afroamericana lotta per la fine della segregazione; fra i suoi leader, vi è Martin Luther King.
8. La Black Freedom Struggle
L’ostruzionismo delle amministrazioni nel Sud L’impegno degli afroamericani per l’integrazione aveva mosso i primi passi già dall’affermarsi della segregazione razziale alla fine dell’Ottocento, ma nel secondo dopoguerra si era rafforzato perché i reduci neri che avevano combattuto per far trionfare la democrazia nel mondo si aspettavano di goderne i frutti anche in patria. Queste iniziative presero il nome di Black Freedom Struggle (“lotta per la libertà dei neri”) e furono incentivate da una sentenza della Corte suprema del 1954 che stabilì l’incostituzionalità della segregazione razziale nelle scuole pubbliche. L’applicazione del verdetto fu rallentata dall’ostruzionismo delle amministrazioni statali del Sud, espressione della maggioranza bianca e razzista. Tuttavia, la consapevolezza di avere dalla propria parte il massimo tribunale federale, spinse la comunità afroamericana a estendere le sue rivendicazioni per la pienezza dei diritti a tutti i campi della vita sociale.
Rosa Parks e Martin Luther King Nei trasporti fu ottenuta grazie al caso di Rosa Parks di Montgomery (Alabama), che, nel dicembre del 1955, si rifiutò di cedere a un uomo bianco il posto da lei occupato su un autobus. Rosa Parks venne arrestata ma, in risposta, un allora sconosciuto pastore battista, Martin Luther
↑ Il presidente democratico Lyndon B. Johnson (a destra) con il deputato afroamericano Adam Clayton Powell, uno dei principali estensori del Civil Rights Act
← Rosa Parks in un commissariato di polizia. Segregazione razziale
King jr, organizzò un boicottaggio pacifico delle autolinee di Montgomery. Gli afroamericani della città non presero gli autobus per ben 381 giorni, ispirandosi alla “nonviolenza attiva” del Mahatma Gandhi (→ p. 273). Nel 1956, una corte distrettuale degli Stati Uniti d’America emanò una sentenza che impose l’integrazione anche sui mezzi di trasporto. Restavano da integrare i luoghi pubblici e da assicurare l’accesso al voto: questi obiettivi furono perseguiti da King e dalla sua organizzazione, la Southern Christian Leadership Conference (SCLC) attraverso iniziative come la disobbedienza civile e le marce pacifiche. Tali diritti furono infine assicurati con il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965, entrambi promossi dal presidente Lyndon Johnson.
9. ... o con la separazione dai bianchi
Le conquiste legislative non furono considerate un successo dal proletariato e sottoproletariato urbano afroamericano degli Stati del Nord e dell’Ovest. Le comunità nere di queste aree del Paese non avevano mai subito la segregazione razziale imposta per legge, ma avevano vissuto quotidianamente una discriminazione di fatto. Per questo, erano consapevoli che non sarebbe bastata la firma di un provvedimento federale per garantire l’effettiva parità dei diritti. Convinti che il radicamento del razzismo non avrebbe mai consentito la pacifica convivenza tra bianchi e neri, anziché chiedere l’integrazione preferirono perseguire la separazione tra le razze, come scelta volontaria. Sostennero anche la legittimità del ricorso alla violenza armata in risposta alle prevaricazioni dei suprematisti bianchi. Queste posizioni furono rese molto popolari da Malcolm X, esponente della Nation of Islam, un’organizzazione che si rifaceva a un’interpretazione “eterodossa” della religione musulmana, secondo cui Allah aveva creato solo neri e i bianchi erano esseri demoniaci. Nonostante una diversa visione dei rapporti tra le razze, sia King sia Malcolm X furono uccisi rispettivamente nel 1965 e nel 1968 (→ Personaggi in dialogo, p. 266). La loro morte rafforzò le correnti più radicali delle comunità nere, come il Black Panther Party
LESSICO
La segregazione razziale è la restrizione dei diritti civili su base razzista. Consiste nella separazione di un determinato gruppo di persone e ha ripercussioni su tutte le attività quotidiane. Spesso implica l’impossibilità dei cosiddetti “matrimoni misti”.
Racial segregation • Ségrégation raciale • Segregación racial • Segregare rasialăl • 种族隔离 •
IN SINTESI
Alcune comunità nere, soprattutto nel Nord e nell’Ovest, sono convinte che la convivenza pacifica non sia possibile, e creano correnti più radicali come il Black Panther Party
IN SINTESI
Per impedire ai cittadini di Berlino Est di passare nella zona occidentale, i comunisti nel 1961 fanno costruire un muro che divide le due zone.
Le date da ricordare 1961
Costruzione del Muro di Berlino.
GEOSTORIA
BERLINO DIVISA
Berlino Ovest Berlino Est Checkpoint Charlie Checkpoint Bravo
La carta mostra la divisione della città in due blocchi e i due punti di transito fra le aree, presidiati dai militari: Checkpoint Charlie e Checkpoint Bravo.
Filmato d’epoca
Un muro nel cuore dell’Europa
10. Il Muro di Berlino
Le differenze fra Zona A e Zona B La ricerca di una politica della “distensione”, auspicata prima da Malinkov e poi da Kennedy, subì a inizio anni Sessanta due gravissime crisi che scossero nuovamente il mondo. Le illusioni sul disgelo franarono prima a Berlino, nel 1961. Berlino era situata nella Germania Est, nel territorio controllato dai Sovietici, ma era rimasta divisa in Zona A, capitalista, e Zona B, comunista. Della Zona A, quella occidentale, gli Stati Uniti avevano fatto, come abbiamo visto, la “vetrina dell’Occidente”: luci, negozi pieni di ogni ben di Dio, alberghi di lusso facevano da contraltare alla Zona B, buia, triste e priva di beni di consumo. Inoltre, la Zona A era diventata il più comodo punto di passaggio per tutti i Tedeschi orientali che volevano emigrare in Occidente: attraversati i posti di blocco, si prendeva l’aereo e si raggiungevano Monaco, Amburgo, Francoforte... In quindici anni, ben 3 milioni di cittadini della Germania Est avevano attraversato la frontiera fra i due Blocchi “semplicemente prendendo la metropolitana”, come lamentò Krusciòv. Questa continua emorragia di abitanti danneggiava gravemente l’immagine della Repubblica Democratica, anche perché tra i fuggiaschi c’erano moltissimi noti scienziati e tecnici specializzati, cioè i “cervelli” che sapevano di trovare facilmente lavoro in Occidente.
La costruzione del muro Già da qualche anno Krusciòv chiedeva attraverso l’Onu il ritiro degli Stati Uniti dal settore Ovest della città. Non ottenendo nulla, il 12 agosto 1961 spinse il governo della Germania Est a costruire un muro di divisione tra le due zone dell’ex capitale tedesca. Eretto in una sola notte e piantonato metro per metro dalla polizia della Germania Est con l’ordine di sparare sui fuggitivi, il muro divise intere famiglie che abitavano nelle zone opposte della città e rese quasi impossibili le fughe. I Berlinesi lo scoprirono alzandosi la mattina e subito lo chiamarono “Muro della vergogna”. In tutta Europa esso divenne il simbolo del clima di oppressione e di limitazione delle libertà personali nei Paesi del Blocco orientale. Il Muro provocò anche la prima grande crisi della “coesistenza pacifica”, perché toccare Berlino significava toccare la città europea che più stava a cuore agli Americani. Tuttavia gli Stati Uniti si attennero rigorosamente al principio della “non ingerenza” nella sfera sovietica e Kennedy non intervenne in favore dei Berlinesi.
→ Nell’agosto del 1961 gli abitanti di Berlino Ovest osservano increduli la costruzione del Muro.
11.
La crisi dei missili sovietici a Cuba
La situazione cubana Il secondo incidente della “coesistenza pacifica” scoppiò, un anno dopo quello di Berlino, a Cuba, a soli 180 chilometri dalle coste degli Stati Uniti.
Dalla fine dell’Ottocento, l’isola era controllata da Washington, che aveva sostenuto una serie di dittatori corrotti in cambio della loro complicità con le grandi compagnie americane che sfruttavano le sue piantagioni di canna da zucchero
Nel 1959, però, dopo anni di guerriglia, Cuba era stata liberata da un giovane intellettuale, Fidel Castro, che avrebbe probabilmente voluto instaurarvi un regime democratico. Aveva però nazionalizzato le piantagioni con l’intenzione di vendere agli Stati Uniti lo zucchero non più sottocosto ma a prezzo di mercato.
L’attacco militare e il coinvolgimento russo Per tutta risposta, John Kennedy aveva autorizzato un tentativo (fallito) di invadere l’isola e bloccato le importazioni di zucchero cubano.
Fidel Castro, di fronte alle minacce militari e alla rovina economica, si gettò tra le braccia dell’Unione Sovietica firmando un trattato con Krusciòv che garantiva a Cuba aiuti finanziari in cambio dell’installazione sull’isola di rampe di lancio per missili nucleari puntati contro gli Usa (→ Geostoria, p. 260). Quando nel 1962 aerei-spia americani comunicarono al presidente Kennedy che un convoglio di navi sovietiche stava dirigendosi a Cuba con un carico di missili, questi annunciò all’ambasciatore sovietico che la marina statunitense avrebbe bloccato il convoglio con la forza. Da parte di Krusciòv non vi fu alcuna risposta. Per tredici drammatici giorni (dal 16 al 28 ottobre), mentre la flotta russa si avvicinava sempre di più ai Caraibi, le navi americane uscirono in mare aperto per andare loro incontro. Alla fine però Krusciòv cedette: le navi da guerra sovietiche invertirono la rotta e le rampe di lancio furono smantellate. Gli Usa non tentarono più di attaccare l’isola. Però mantennero le sanzioni economiche. La catena di conseguenze determinata da questi eventi fu molto negativa.
Fidel Castro dichiarò lo stato di emergenza, accentuò il carattere socialista dello Stato cubano e vi stabilì un regime dittatoriale: tutte le attività economiche furono statalizzate, le libertà vennero soppresse, la stampa fu censurata.
Gli Stati Uniti cominciarono a intervenire ancora più pesantemente negli affari dell’America Latina, finanziando ovunque colpi di Stato e dittature di destra che garantissero l’eliminazione di qualsiasi movimento socialista.
IN SINTESI
Dopo un attacco americano al governo cubano, nel 1962 l’Urss tenta di istallare dei missili, ma Kennedy schiera la marina e minaccia di intervenire: il mondo intero teme lo scoppio di una guerra.
CAUSA/EFFETTO
Gli statunitensi hanno enormi interessi in gioco a Cuba quindi fanno di tutto per non dell’isola.
La carta fa capire perché gli Usa fossero pronti a tutto per evitare l’installazione di rampe missilistiche sovietiche a Cuba: una volta lanciati, i missili in pochi minuti avrebbero potuto distruggere le loro città.
Navi sovietiche
Raggio d’azione dei missili
Siti con rampe in costruzione
Direzione delle navi sovietiche
Il radiomessaggio di Giovanni XXIII durante la crisi di Cuba
Quelli che seguono sono alcuni passi del famosissimo “discorso della pace”, pronunciato da papa Giovanni XXIII il 25 ottobre 1963 per ricondurre Usa e Urss sulla via del dialogo. Il messaggio venne trasmesso da Radio Vaticana e poi rilanciato dalle tv di tutto il mondo. Nel discorso si fa riferimento al Concilio Vaticano II, la più grande impresa di papa Giovanni, che in esso volle anche i rappresentanti delle Chiese anglicana, ortodossa e protestante. Lo scopo era quello di unificare la Chiesa attraverso un profondo rinnovamento del clero e dei fedeli.
“Signore, ascolta la supplica del tuo servo, la supplica dei tuoi servi, che temono il tuo nome” (Neemia 1,11).
Questa antica preghiera biblica sale oggi alle nostre labbra tremanti dal profondo del nostro cuore ammutolito e afflitto.
Mentre si apre il Concilio Vaticano II, nella gioia e nella speranza di tutti gli uomini di buona volontà, ecco che nubi minacciose oscurano nuovamente l’orizzonte internazionale e seminano la paura in milioni di famiglie.
La Chiesa non ha nel cuore che la pace e la fraternità tra gli uomini, e lavora, affinché questi obbiettivi si realizzino. Noi ricordiamo a questo proposito i gravi doveri di coloro che hanno la responsabilità del potere. E aggiungiamo: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: Pace! Pace!”.
Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra.
La minaccia atomica (1964-1965)
FONTE
Autore Giovanni XXIII Data 25 ottobre 1963
LABORATORIO
COMPRENDI
1 A chi si riferisce il papa quando parla di “coloro che hanno la responsabilità del potere”?
2 Cosa si può opporre, per lui, alla voce delle armi?
12. L’assassinio di John Kennedy
Nel 1963, dopo mille giorni di presidenza, John Kennedy venne assassinato a Dallas, in Texas. L’esecutore materiale dell’assassinio, un disadattato sociale di nome Lee Oswald, fu catturato poche ore dopo, ma molti non credettero che avesse agito da solo, dal momento che le lotte del presidente e di suo fratello Robert contro la segregazione dei neri e contro la mafia avevano creato loro molti nemici. Tuttavia, nessuno è riuscito a trovare le prove di un complotto e Oswald resta ufficialmente l’unico colpevole: uno sbandato frequentatore di “comunisti” che però fu ucciso a sua volta da un altro balordo, il quale gli sparò nella stazione di polizia mentre veniva trasportato in carcere.
L’attentato di Dallas
Mentre il corteo presidenziale percorre la via principale di Dallas, il presidente viene colpito da due proiettili; il primo lo ferisce, il secondo gli trafigge il cranio. Le due foto sono tratte dalla drammatica sequenza ripresa da una televisione. Quella di sinistra mostra l’automobile con Kennedy, sua moglie Jackie e, davanti, il governatore del Texas un attimo prima degli spari. Quella di destra risale a un attimo dopo il secondo sparo e mostra Jackie, terrorizzata, che si rivolge indietro per recuperare il cervello del marito, mentre una guardia del corpo si slancia in avanti. L’emozione del cameraman è dimostrata dalla qualità dell’immagine, mossa e non a fuoco.
IN SINTESI
Nel 1963 il presidente Kennedy è assassinato a Dallas. Prende il suo posto il vice Johnson, travolto anni dopo dalle critiche alla guerra del Vietnam.
FONTE Opera Riprese televisive
Data 22 novembre 1963
LABORATORIO
INTERPRETA
1 Come cambia, secondo te, la percezione di un attentato trasmesso in televisione?
I PRESIDENTI USA
DEGLI ANNI SESSANTA
Kennedy 1960-63
Johnson 1963-69
Nixon 1969-74
Le conseguenze dell’assassinio Lo shock per l’assassinio del presidente travolse il mondo intero, per molti egli divenne un mito e contemporaneamente ci si cominciò a domandare se quell’immagine di un’America positiva, fiduciosa, generosa che egli aveva restaurato fosse corrispondente al vero.
Ciò rese molto difficile il compito del suo vicepresidente, Lyndon Johnson, che gli succedette poche ore dopo la sua morte. Nonostante le eccezionali conquiste del Civil Rights Act e del Voting Rights Act, la sua immagine fu letteralmente distrutta negli anni 1967-1968, quando venne accusato dall’opinione pubblica di essere stato l’artefice di un disastro: la Guerra del Vietnam (→ p. 276). In realtà, il primo a inviare nel Vietnam del Sud una serie di “consiglieri militari” era stato John Kennedy, ma il pieno coinvolgimento degli Usa fu responsabilità di Johnson.
Accusato di avere mentito alla nazione sull’andamento della guerra, di cui i militari avevano spesso vantato i successi, si ritirò dalla corsa per il rinnovo della presidenza, che nel 1968 andò al repubblicano Richard Nixon
IN SINTESI
Nel 1968, l’Urss ordina l’invasione di Praga per porre fine alla stagione di riforme avviate dal Partito comunista cecoslovacco.
13. L’età di Breznev in Russia e la “Primavera di Praga”
Dubček e il “socialismo dal volto umano” Dal 1964 Krusciòv non era più alla guida dell’Urss, essendo stato destituito per il fallimento della sua politica economica. Aveva preso il suo posto Leonid Breznev, che ben presto espresse chiaramente la sua linea politica schiacciando un movimento nato in Cecoslovacchia e noto come “Primavera di Praga”
Nella primavera del 1968, Alexander Dubcˇek, leader dell’ala innovatrice dei comunisti cecoslovacchi, aveva varato una nuova linea politica che fu definita “socialismo dal volto umano” e che aveva suscitato le speranze di vasti strati della popolazione. Essa consisteva fondamentalmente nell’aprire il Parlamento ai partiti non comunisti, nel rilanciare l’economia e nel ripristinare la libertà di stampa.
La repressione di Breznev Breznev ritenne intollerabili le iniziative di Dubcˇek e il 21 agosto 1968 i carri armati del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia occupando Praga. Dubcˇek esortò la popolazione a non reagire, a offrire fiori ai soldati e a cercare di indurli a passare dalla sua parte, ma le truppe non si lasciarono commuovere. Ai Praghesi non restò altra soluzione che arrendersi al più forte, senza tentare alcuna resistenza armata.
Ci furono però gesti estremi di rivolta morale. In particolare, commosse il mondo la scelta di uno studente universitario, Jan Palach, che qualche mese dopo l’occupazione si cosparse di benzina e si diede fuoco per protesta. Al suo funerale partecipò una folla immensa.
CAUSA/EFFETTO
Le immagini della repressione a Praga sono drammatiche e non possono essere quindi il dei partiti comunisti occidentali verso l’URSS cala drasticamente.
Subito dopo l’invasione, Breznev allontanò dal Partito comunista cecoslovacco tutti i dirigenti innovatori sostituendoli con altri conservatori. La popolazione fu sottoposta a controlli severissimi, tornò la censura e l’economia fu ricondotta a un rigido statalismo.
L’Urss perde l’appoggio di alcuni partiti comunisti europei Questa volta, però, l’Urss pagò cara la repressione. Non solo le si rivoltò contro l’opinione pubblica mondiale moderata ma anche quella di molti partiti comunisti, tra i quali quello italiano che, attraverso Enrico Berlinguer (allora vicesegretario nazionale), si dichiarò in completo disaccordo con la linea di Breznev e definì l’episodio “la tragedia di Praga”.
14. La Rivoluzione culturale cinese e la fine dell’era di Mao
Il 1968 è anche l’anno del più vasto e tragico rivolgimento interno a un Paese che la storia ricordi: la Rivoluzione culturale cinese, che in questo anno segnò il suo culmine e al tempo stesso la sua fine (era infatti cominciata nel 1966). Non fu una guerra civile né la rivolta di un popolo contro un regime né un colpo di Stato, ma tutte queste cose insieme.
Il fallimento della politica maoista Mao, il leader che aveva trasformato la Cina nel secondo più grande Paese comunista del mondo, era in forte difficoltà; quattro anni prima era riuscito a realizzare la bomba atomica, ma i suoi piani di rinascita economica erano miseramente falliti. L’ultimo, chiamato “il grande balzo in avanti”, era stato basato sull’ordine dato a ogni singola comune contadina di rendersi autosufficiente in tutto, senza alcun aiuto da parte dello Stato centrale. I Cinesi obbedirono: chi non aveva pelli costruì le scarpe con vecchi pneumatici; chi non aveva acciaio eliminò i trattori e tornò a tirare gli aratri con la forza delle braccia; chi aveva troppi figli da nutrire ne lasciò morire alcuni di fame.
Il “grande balzo” costò milioni di morti senza risollevare l’economia e diede motivo ai critici di Mao di complottare per scalzarlo.
La propaganda e il Libretto rosso Il suo mito però, creato in anni e anni di propaganda martellante, resisteva. Con la collaborazione del suo fedelissimo Lin Biao, capo dell’esercito, Mao decise quindi di rovesciare la responsabilità di quanto accadeva in Cina sulla vecchia classe dirigente, quella stessa che aveva combattuto con lui contro Chiang Kai-shek e contro i Giapponesi e si era poi impadronita di tutti i posti di prestigio e di potere.
Già nel 1964, Lin Biao aveva condensato il pensiero di Mao in un Libretto rosso che aveva distribuito a milioni di soldati. Il Libretto era una sorta di catechismo a base di frasi brevi e staccate da qualsiasi contesto, come “Ogni lunga marcia comincia con un piccolo passo” oppure “L’imperialismo è una tigre di carta”.
← Cittadini di Praga parlano con i carristi sovietici durante l’invasione della città da parte delle truppe del Patto di Varsavia nell’agosto del 1968.
IN SINTESI
In Cina, Mao lancia un’aggressiva campagna contro intellettuali, burocrati e dirigenti, che provoca molti morti e una lunga crisi sociale.
→
Frasi memorizzabili come dei proverbi e affascinanti come delle profezie. Il Libretto incitava a proseguire la rivoluzione e a liberarsi di tutto ciò che era “vecchio”: gli ufficiali, i burocrati di partito, gli insegnanti, i genitori e poi anche le opere d’arte e i libri. Il successo fu clamoroso. Negli anni successivi il Libretto fu distribuito anche agli studenti e ai giovani operai, che si autodefinirono “Guardie rosse della rivoluzione”. Essi dilagarono nell’immenso Paese, che dal 1966 fu attraversato da un’ondata di violenza, crudeltà e vandalismo senza confini, chiamata “Rivoluzione culturale”.
La distruzione di una classe dirigente Tutte le categorie additate alla pubblica indignazione furono messe alla gogna, costrette a sfilare in processione portando addosso cartelli infamanti e facendo autocritica. I professori venivano trascinati per i capelli tra gli escrementi degli animali, gli operai sputavano addosso ai direttori delle fabbriche, i figli denunciavano i genitori, chi frequentava i luoghi di culto veniva malmenato. A mano a mano che l’epurazione procedeva, le vittime venivano mandate nei campi di “rieducazione” – tra gli strilli degli altoparlanti che ripetevano incessantemente le frasi del Libretto rosso – a consumarsi di fatica, di freddo e di fame nelle campagne più impervie e remote, secondo il principio per cui tutti dovevano provare il lavoro manuale. Nessuno sa quante persone morirono. Certamente qualche milione.
Nel giro di due anni Lin Biao cadde in disgrazia e la Rivoluzione culturale ebbe termine, ma il disastro fu pagato dalla Cina per almeno dieci anni: non si può distruggere l’intera classe dirigente di un Paese senza distruggerne anche l’economia, la cultura, l’intero tessuto sociale.
Mao continuò a dirigere il paese fino alla sua morte, avvenuta nel 1976.
Prepararsi all’interrogazione
1. COMPRENDERE I NESSI E LE RELAZIONI L’equilibrio del terrore Completa sul quaderno le seguenti frasi.
a. Lo scontro tra Usa e Urss fu definito “guerra fredda” perché
b. L’espressione “equilibrio del terrore” indica che c’era sempre il timore
c. La Cia e il Kgb erano
d. Gli occidentali chiamavano “guerre lontane” quelle che
2. SELEZIONARE I CONCETTI La Guerra in Corea Completa la tabella con le informazioni richieste sulla Guerra di Corea.
PERIODO PAESI COINVOLTI DIRETTAMENTE
GENERALE AMERICANO ESITO FINALE
1953 Corea del e Viene ribadita la
3. COMPRENDERE I FENOMENI La Black Freedom Struggle negli Stati Uniti Spiega i diversi obiettivi della Black Freedom Struggle nelle opposte visioni di Martin Luther King Junior e Malcolm X, completando la tabella proposta.
INTEGRAZIONE
SEGREGAZIONE
Guida all’esposizione orale
HUB Test
4. COMPRENDERE GLI EVENTI Il Muro di Berlino e la crisi di Cuba Indica con una crocetta la risposta corretta alle domande.
a. In che anno fu costruito il Muro di Berlino? 1948 1955 1961
b. Come reagì il presidente Kennedy alla costruzione del Muro?
Appoggiò la scelta come unico modo per mantenere la pace.
Criticò il regime comunista ma evitò azioni politiche concrete.
Minacciò un intervento armato.
c. Chi governava Cuba all’epoca della crisi dei missili?
Fidel Castro
Nikita Krusciòv
Alexander Dubcˇek
d. Perché gli Usa minacciarono di attaccare le navi sovietiche dirette a Cuba?
Volevano portare dei missili da Cuba fino in Russia.
Portavano armi per i rivoluzionari socialisti cubani.
Trasportavano dei missili da installare sull’isola.
5. COMPRENDERE I FENOMENI Mao e la Rivoluzione culturale cinese Dai una definizione precisa delle seguenti espressioni.
Rivoluzione culturale:
Libretto rosso:
Campo di rieducazione:
Rispondi alle domande seguendo le scalette proposte.
6. Spiega i momenti “critici” della prima fase della guerra fredda. Fai riferimento a
• Lo scenario della guerra in estremo oriente
• I rapporti tra Malinkov e Eisenhower e poi tra Krusciov e Kennedy
• Il muro di Berlino
• La crisi di Cuba
7. I successori di Stalin continuano a concepire il regime in modo autoritario, intervenendo a reprimere i Paesi “satelliti”: giustifica questa affermazione.
• Premessa: il controllo dell’Urss sui Paesi dell’Est europeo dopo la guerra
• L’illusione di un rinnovamento del Paese dopo la morte di Stalin
• La repressione della rivolta ungherese del ’56 (breve riferimento)
• Breznev e la repressione della “Primavera di Praga”
• La condanna arrivata anche dai comunisti occidentali
DATA DI NASCITA 1925
CARATTERE intransigente, radicale, volitivo
CURRICULUM si batte per i diritti dei neri americani e fonda l’Organization of Afro-American Unity
TRATTI PARTICOLARI carismatico e persuasivo, coinvolge le folle. Giustifica il ricorso alla violenza in risposta alle manifestazioni più cruente del razzismo
Malcolm X
Il suo assassinio, nel 1965, a New York, forse opera di sicari inviati da Elijah Muhammad, suo vecchio mentore, resta avvolto nel mistero.
EVENTO CLOU
la conversione all’islamismo durante la detenzione, che lo trasforma da giovane sbandato ad attivista impegnato nella lotta per l’emancipazione
«Accuso l’uomo bianco, lo accuso di essere il più grande assassino sulla Terra. Accuso l’uomo bianco di essere il più grande rapitore sulla Terra. Accuso l’uomo bianco di essere il più grande ladro e riduttore in schiavitù sulla Terra».
Incontro
I due si incontrarono una sola volta a Washington il 26 marzo 1964, al Congresso, dove si erano recati per sostenere l’approvazione di una legge che vietasse la segregazione razziale nei luoghi pubblici.
La Black Freedom Struggle
Nonostante il conseguimento formale della parità di diritti, la minoranza afroamericana resta discriminata. Tra i problemi più gravi si annoverano la violenza delle forze dell’ordine e la “carcerazione di massa”: sebbene infatti i neri rappresentino il 13% dei cittadini statunitensi, sono il 40% della popolazione carceraria nel Paese. Indagate più a fondo la vita dei due leader presentati e i temi maggiormente scottanti collegati alla Black Freedom Struggle
FASE 1
Malcom X e Martin Luther King venivano da due ambienti sociali molto diversi: raccontate per tappe
i loro primi anni mettendo in parallelo le diverse esperienze fatte e come queste abbiano avuto un impatto sulla loro formazione.
FASE 2
Realizzate con l’aiuto del manuale e poi di un chatbot un minivideo sulla lotta per l’emancipazione
Martin Luther King
«Ho un sogno che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione dove non saranno giudicati in base al colore della loro pelle ma per l’essenza del loro carattere».
dei neri dalla guerra civile a oggi. Non dovranno mancare i seguenti eventi: proclama di emancipazione; leggi Jim Crow; fondazione della National association for the advancement of colored people; fondazione della Universal Negro Improvement Association; sentenza Brown vs Board of Education of Topeka; boicottaggio di Montgomery; marcia di Washington; varo del Civil Rights Act del ‘64; assassinio di Malcolm X e M. L. King; fondazione del Black Panther Party; nascita di Black Lives Matter.
FASE 3
Create un mini-dizionario della Black Freedom Struggle con le definizioni dei seguenti termini da cercare online: Red-lining; Busing; Affirmative action; Razzismo sistemico.
FASE 4
Cantanti, musicisti, scrittori, pittori, registi afroamericani hanno contribuito con le loro opere a sostenere la battaglia per i diritti. Sceglietene una relativa agli anni ’60 del Novecento e commentatela, dopo averne letto su fonti attendibili la genesi e il
DATA DI NASCITA 1929
CARATTERE pacifista, nonviolento, estroverso, determinato, moderato
Il giorno della sua nascita, il 15 gennaio, è diventato festa nazionale negli Stati Uniti.
CURRICULUM pastore battista, predicatore a leader del Movimento per i diritti civili e politici degli Afroamericani
TRATTI PARTICOLARI influenzato dal pensiero di Gandhi, usa la disobbedienza civile e la nonviolenza per conquistare l’integrazione razziale negli Stati Uniti EVENTO CLOU coordina il boicottaggio dei trasporti in Alabama e diventa portavoce del movimento afroamericano.
significato. Alcuni suggerimenti: Strange fruit, canzone di Billie Holiday; La prossima volta il fuoco, libro di James Baldwin; American People Series, dipinto di Faith Ringgold; Wall of Respect, murales di Organization of Black American Culture (Obac).
FASE 5
Dibattete in classe, divisi in due gruppi, sostenendo l’uno la tesi di Malcolm X (la violenza è giustificabile in risposta alle ingiustizie e alla violenza stessa) l’altro quella di M. L. King (la non violenza e il dialogo sono i mezzi più efficaci).
Altre pagine da altri capitoli
Nuove forme di colonialismo
Dalle prime esplorazioni portoghesi alla fine del XV secolo fino alla spartizione territoriale senza scrupolo da parte potenze europee in competizione fra loro — che arrivò al culmine con la Conferenza di Berlino nel 1882 — lo sfruttamento del continente africano fu una costante dell’epoca moderna e contemporanea. Il processo di decolonizzazione innescatosi dopo il secondo conflitto mondiale condusse all’indipendenza politica dei Paesi, ma non pose affatto fine alla loro subordinazione economica e finanziaria. Un caso particolare è quello della Francia, che proprio su iniziativa del generale Charles de Gaulle, a seguito degli accordi di Bretton Woods (→ p. 221) nel 1945 varò una legge per l’istituzione del franco africano (CFA, acronimo di Colonies françaises d’Afrique), una valuta stampata in Francia la cui circolazione venne imposta in numerosi Stati dell’Africa centrale subsahariana, principalmente, ma non solo, ex possedimenti di Parigi. Ancorata al
di acquisto delle popolazioni locali, che in diverse congiunture negative si trovarono a fare i conti con i prezzi altissimi dei beni di prima necessità. Solo in anni recenti, sotto la presidenza di Emmanuel Macron, è stato avanzato un disegno di legge per il progressivo abbandono del CFA. Sul punto, tuttavia, ci sono posizioni molto discordanti: alcuni attivisti africani e anche numerose personalità della politica globale lo ritengono un inaccettabile retaggio coloniale e un’espressione esecrabile dell’imperialismo economico, capace solo di frenare lo sviluppo; altri invece, anche tra gli Africani stessi, osservano che esso contribuisce alla stabilità economica dell’aerea e tutela le esportazioni, permettendo l’emergere delle potenzialità di questi territori. Sicuramente le grandi multinazionali francesi beneficiano enormemente del vantaggioso tasso di cambio e dello stretto controllo garantito dal CFA, ma un ridimensionamento di quest’ultimo, secondo il parere di tanti esperti, ben lungi dal favorire la crescita africana, finirebbe solo per spalancare le porte all’avvento di Russia e Repubblica popolare cinese, decise a sostituirsi all’Occidente nello sfruttamento indiscriminato delle ricchezze energetiche e agricole dell’Africa.
↑ Manifestazione contro l’interferenza francese in Camerun a Londra, 2020.
// E OGGI?
FORMARE PER CRESCERE
La via maestra per incentivare il progresso è rappresentata dalla formazione delle nuove generazioni: promuovere idee innovative e socialmente impattanti è la sfida principale che l’Africa deve vincere.
• Documentati sull’African Publishing Innovation Fund e i progetti che sostiene. Scegli quello che trovi più interessante e riassumilo in non più di 10 righe, precisando chi lo finanzia, quali persone coinvolge e che obiettivi si prefigge.
Un luogo, una storia Napoli
«È talmente bella e feconda, che anche gli dèi se la contendono» affermava lo storico Polibio già nel 150 a.C., ammaliato dallo splendore di Napoli. Terzo centro urbano più popoloso d’Italia, le sue origini risalgono almeno al VII secolo a.C., quando alcuni abitanti di Cuma, in Asia Minore, si stabilirono qui fondando la prima colonia greca di tutto il Mediterraneo occidentale. Secondo un’antichissima leggenda, di cui fiorirono varie versioni, presso il suo incantevole golfo la sirena Partenope, disperata per un amore non corrisposto, si sarebbe tolta la vita. Per questo, ancora oggi, l’aggettivo “partenopeo” indica ciò che è relativo a Napoli o ai napoletani.
In virtù del suo ampio porto naturale, della fertile campagna che la circondava e del clima straordinariamente mite, Napoli fu conquistata nei secoli da tanti popoli stranieri: si succedettero Goti, Bizantini, Svevi, i dominatori Angioini e Aragonesi. Fino al 1707 la resse un viceré spagnolo, poi passò agli
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Austriaci e ai Borbone, e infine fu annessa al Regno d’Italia nel 1860. Tutte queste vicissitudini hanno fatto di Napoli un luogo intriso di cultura, fascino e contrasti che ha colpito il cuore di chiunque l’abbia visitata: poeti, artisti, cantanti e filosofi di ogni epoca ne hanno tessuto le lodi con le loro opere.
Arte e Cultura
Le tracce del passato remoto di Napoli rappresentano, talvolta, una vera meraviglia “sommersa”, come il Parco archeologico sommerso di Gaiola, un’area marina protetta sotto il quartiere di Posillipo dove il Tirreno si armonizza con i resti di antiche ville, peschiere e fontane romane, finite sott’acqua a causa del fenomeno del bradisismo, il lento abbassarsi della crosta terrestre 1 Tra le testimonianze artistiche non possono mancare le chiese: Napoli ne conta circa un migliaio e vanta il primato della città italiana con il maggior numero di cupole. Lo stile prevalente è il Barocco, tipico del Seicento, che stupisce per le linee sinuose, l’opulenza dei decori e le soluzioni architettoniche ardite. Un piccolo angolo di pace nel caotico centro storico è offerto dal delizioso chiostro del monastero di Santa Chiara 2 , dove stupende maioliche colorate ornano i muretti e le sedute. Come località costiera di notevole importanza, Napoli non poteva fare a meno di un imponente sistema difensivo, pensato per proteggerla dagli attacchi dal mare. Per far fronte a questa esigenza furono costruite sette possenti fortezze, di cui le più note sono Castel dell’Ovo 3 e il Maschio Angioino, risalenti al Medioevo. Un’eredità culturale inestimabile che la città ha donato al mondo è quella della canzone napoletana. Milioni di persone la conoscono e la amano, ma poche sanno a cosa deve la sua nascita: quando Federico II, nel 1224, fondò l’Università che oggi porta il suo nome (il più antico ateneo statale esistente) si diffuse la poesia cortese, che si intrecciò con la tradizione locale di ascendenza greca, dando vita a un patrimonio di canti popolari.
SCELGO LA MIA STRADA
DAL PRESEPE DI IERI ALLE PROFESSIONI DI DOMANI
Economia e Made in Italy
Napoli è una delle mete italiane più apprezzate e conosciute: il suo celebre skyline, col profilo del Vesuvio che si staglia all’orizzonte, i suoi scorci impareggiabili e i suoi vicoli caratteristici attirano oltre 10 milioni di presenze annue, in crescita. L’accoglienza turistica e il suo indotto, con la ristorazione in primo piano, trainano dunque l’economia della città.
Se si parla di cibo, impossibile non pensare alla pizza napoletana 4 , che dal 2010 è un marchio di Specialità Tradizionale Garantita, tutelato dall’Unione Europea, mentre l’arte di prepararla, secondo canoni ben precisi, è stata dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco.
Tuttavia, la cultura alimentare non rappresenta l’unica risorsa del territorio. Numerosi investimenti e lo sviluppo della ricerca hanno permesso l’emergere di produzioni all’avanguardia nelle quali la città partenopea si sta affermando con ottimi profitti, dal settore petrolifero con Energas, a quello elettrico con Ente Autonomo Volturno, dall’abbigliamento, con le aziende Capri e Piazza Italia, all’hi-tech, con Romeo Gestioni, che si occupa di produrre software.
Merita una menzione a parte l’artigianato napoletano, espressione artistica trasversale a più ambiti, che vive nelle botteghe dove, da tempo immemore, le abili mani di produttori locali danno vita a oggetti unici con i materiali più diversi, dalle statue in legno per il presepe 5 , ai gioielli, alle confezioni sartoriali, fino alle ceramiche e alla cartapesta: un’immensa ricchezza da custodire e tramandare alle generazioni future.
La tradizione millenaria del presepe napoletano mette in scena uno spettacolo che non rappresenta solo la Natività ma si arricchisce di altre figure impegnate nelle antiche professioni, come quelle di lavandai, pescivendoli, fabbri, mugnai, fornai, casari, falegnami, pastori ecc.
Gli antichi mestieri artigianali sono oggi riscoperti, e in alcuni casi ricercatissimi, perché si basano su un patrimonio che si tramandava di generazione in generazione ma che oggi rischia di perdersi.
• Fate una ricerca per capire quali professioni artigianali sono valorizzate nel vostro territorio: scegliete poi quella di vostro maggiore interesse e compilate una carta di identità del lavoro selezionato.
La “scatola magica”
La televisione è stata un’invenzione davvero rivoluzionaria, nella misura in cui ha cambiato il nostro rapporto con la realtà e ha “invaso” il nostro tempo libero. Un tempo esistevano pochi canali e una manciata di programmi su cui era possibile sintonizzarsi. Oggi che gli apparecchi tv sono ipertecnologici e sofisticati, permettono l’uso di app e sfruttano la connessione internet e lo streaming, l’offerta di servizi e i format si sono moltiplicati, ma l’idea di fondo è rimasta la stessa: usare le immagini per raccontare storie, divertire, far riflettere. Come potrai imparare grazie alle attività proposte, la “scatola magica” dice molto della nostra società (e di noi).
RIFLESSIONE
Il binge-watching
«Il termine binge-watching deriva dall’unione dei termini inglesi watching, guardare, e binge, abbuffata. Con esso ci si riferisce dunque all’atto di guardare più puntate di una serie tv o di un programma televisivo, una dopo l’altra. Nato con la proliferazione delle piattaforme di streaming come Netflix, Hulu e Amazon Prime, è diventato un fenomeno comportamentale in rapida crescita. Non si tratta solo di guardare qualche episodio in fila, ma di immergersi completamente in un mondo narrativo senza soluzione di continuità. Alcuni studi suggeriscono che potrebbe essere paragonabile a dipendenze come quella dai videogiochi o dai social media e avere effetti collaterali negativi sulla nostra salute mentale e fisica: dalla trascuratezza del lavoro e delle relazioni sociali al deterioramento del sonno. […] Ma non tutto è negativo. Il binge-watching può anche essere un modo per sfuggire allo stress quotidiano e godersi un momento di relax. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio e monitorare il proprio comportamento per evitare che diventi eccessivo o dannoso».
[da stateofmind.it]
Rispondi alle domande.
• Tu o qualcuno che conosci hai/ha mai sperimentato il binge-watching? Se sì, per quale/i prodotto d’intrattenimento e perché?
• Se no, che genere di programmi preferisci e quanto tempo dedichi alla loro visione? In che modo sono collegati ai tuoi interessi?
Educazione civica
COMPETENZE ATTIVATE
competenza alfabetica funzionale competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare competenza sociale e civica in materia di cittadinanza.
COMPITO DI REALTÀ
La televisione come strumento educativo
Nel “secolo della televisione” sono stati numerosi gli eventi trasmessi in diretta televisiva: milioni, talvolta miliardi di persone in tutto il pianeta, a svariati fusi orari diversi, hanno seguito col fiato sospeso fatti che sono rimasti impressi nella memoria collettiva. Ma questo media si è trasformato anche in uno strumento di alfabetizzazione culturale.
Scegli una delle seguenti “pietre miliari” che hanno fatto la storia della tv e preparane un resoconto con un vodcast (videopodcast) dettagliato immaginando di presentarlo in occasione della Giornata mondiale della Televisione celebrata il 21 novembre di ogni anno dal 1996, in ricordo del primo tv World Forum.
• L’Italia degli anni ’60 del Novecento era ancora un Paese con un alto tasso di analfabetismo. Un pedagogista innovativo, in collaborazione con il Ministero della pubblica istruzione, ebbe l’idea di usare il nuovo medium per portare milioni di italiani in un posto dove non erano mai stati o dal quale si erano dovuti allontanare troppo presto: in un’aula di scuola. Il titolo del programma? Eloquente e incoraggiante: Non è mai troppo tardi
• 650 milioni di spettatori incollati ai teleschermi e una tecnologia futuristica per il reportage in diretta del primo allunaggio: la missione Apollo 11, il 20 luglio 1969. “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, commentò uno degli astronauti mettendo piede sul satellite.
• 2,4 milioni di km percorsi in 39 Stati del mondo e un immenso patrimonio di biodiversità raccontato con passione e competenza scientifica: sono i record di Life on Earth, la serie di documentari di Sir David Attenborough, scienziato e naturalista pioniere della divulgazione.
FLIPPED CLASSROOM
La storia in una serie
Comunicazione e marketing
COMPETENZE ATTIVATE
competenza alfabetica funzionale competenza digitale competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare competenza sociale e civica in materia di cittadinanza competenza imprenditoriale competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
Italiano • Comunicazione e marketing
Uno dei prodotti televisivi più amati e apprezzati, nell’era del moltiplicarsi dei canali streaming online sono le serie tv, che raccolgono un vasto pubblico di ogni età. Ce ne sono per tutti i gusti (fantasy, comedy, crime) ma uno dei generi che ha avuto più successo è quello storico: personaggi e fatti realmente accaduti diventano la “sceneggiatura” sui cui si innesta una trama complessa, che può far imparare anche qualcosa sul passato.
Divisi in tre gruppi individuate alcune serie tv ambientate durante uno dei periodi del programma di storia finora studiato (la Belle époque e la Prima guerra mondiale; l’era dei totalitarismi e la Seconda guerra mondiale; la guerra fredda fino alla caduta del Muro), guardatene una con spirito critico e recensitela davanti al resto della classe dopo averla rapportata ai contenuti appresi a lezione e sul manuale, in particolare valutando: la pertinenza e l’accuratezza dell’ambientazione; la veridicità dei fatti narrati; l’efficacia nel suscitare l’interesse dello spettatore.
COMPETENZE ATTIVATE
competenza alfabetica funzionale competenza digitale competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare competenza sociale e civica in materia di cittadinanza competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
Scopri altri film e serie tv
Film Green Book di Peter Farrelly (2018); Il cacciatore di Michael Cimino (1978), Esterno notte di Marco Bellocchio (Netflix 2023); Le vite degli altri di Florian Henkel Von Donnersmarck (2007) Serie tv The Americans (FX, 2013-2018) di Joe Weisberg.
LA PROVA SCRITTA Tipologia C
Voci della Costituzione italiana
Il seguente testo riporta una parte di un discorso del 1947 di Maria Federici, madre costituente, eletta nelle fila della Democrazia Cristiana.
COSTITUZIONE COMMENTATA
Anche il testo successivo è tratto da un discorso: quello di Piero Calamandrei, padre costituente e fondatore del Partito d’Azione di centro-sinistra. Il giurista si rivolge, nel 1955, ai giovani delle scuole.
STESURA GUIDATA
Introduzione
Quali aspetti della società vengono presi in esame dai due costituenti? Perché sono importanti, secondo te?
Svolgimento
Scegli una delle due testimonianze, analizzane e interpretane il contenuto e presenta il tuo punto di vista a riguardo: credi che le riflessioni dei due autori sui rispettivi temi siano ancora attuali oppure ormai superate? Perché? Porta a supporto della tua opinione qualche tua esperienza diretta o di persone vicino a te, oppure riferisciti a ciò che hai appreso dai media o a scuola.
Richiami al passato
Contestualizza la nascita della Costituzione, ricordando quali forze politiche e civili contribuirono alla sua redazione e quali eventi precedettero e seguirono l’elezione dell’Assemblea costituente.
Conclusione
Credi che i valori costituzionali siano sempre applicati e sufficientemente diffusi e condivisi? In che modo si potrebbero divulgare tra i giovanissimi, sottolineandone l’impatto sulla vita quotidiana?
LA PROVA SCRITTA
Un calo preoccupante
Tipologia C
Il seguente testo, pubblicato sul sito di un noto quotidiano italiano, analizza i dati relativi al consumo di televisione e di libri degli Italiani, in particolare bambini e ragazzi.
STESURA GUIDATA
Introduzione
Qual è il tema principale illustrato dall’articolo?
Svolgimento
Ti riconosci nel quadro che è stato presentato relativamente ai giovani della tua fascia d’età? Qual è la tua esperienza in merito?
Richiami al passato
Ritieni che l’aver raggiunto un miglior livello di istruzione media sia un elemento sufficiente a garantire un miglior futuro personale e lavorativo?
I programmi tv di oggi rispetto a quelli di alcuni decenni fa sono più formativi o meno?
Cosa ne pensi del fenomeno BookTok?
Conclusione
Immagina quali iniziative potrebbero risultare efficaci per promuovere la lettura (anche di riviste, graphic novel ecc.) presso le giovani generazioni.
IL COLLOQUIO ORALE
Un’auto per tutti
INTRECCI
Educazione ambientale
La crisi petrolifera del 1973 è stata la prima grande “presa di coscienza” collettiva sull’esauribilità e i costi ambientali dei combustibili fossili. Che alternative ci sono oggi e come possono essere promosse?
Prova tu
Educazione civica
La criminalità organizzata è ancora una realtà che allunga i suoi tentacoli su molti settori della vita del nostro Paese. In che modo tenere alta l’attenzione su questa minaccia? Libri, film serie tv e divulgazione tra i giovani fanno la loro parte.
1. Riconoscere
Di quale fase della storia italiana è emblema l’auto pubblicizzata?
2. Contestualizzare e spiegare
In che anni e su che sfondo politico ebbe luogo questa congiuntura?
3. Collegare
Quali cause ed effetti sociali si ebbero nel periodo a cui si fa riferimento?
Arte, turismo e territorio
Le aree che sono state interessate dalla decolonizzazione tra il secondo dopoguerra e gli anni ’70 presentano ancora gli effetti dello sfruttamento. In che modo si manifestano? Quali interventi promuovono invece lo sviluppo?
Italiano
Pier Paolo Pasolini –giornalista, poeta, saggista e regista - è stato un grande interprete e analista dell’Italia del terzo quarto del Novecento. Conosci qualche sua opera? Prova a rintracciare le sue inchieste sulla società e i costumi del nostro Paese girate negli anni ’60 e ‘70.
Individua altri possibili collegamenti con il tema proposto, sulla base delle discipline del tuo corso di studi.