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L’ E D I T O R I A L E
Il futuro è nella rete
R
ete è sinonimo di interconnessione, condivisione delle conoscenze, intraprendenza e maggiori possibilità di crescita, in termini non solo di comunicazione ma a livello imprenditoriale ed economico. Le differenti accezioni ed applicazioni della rete - rete come web, come collaborazione, come aggregazione formale di imprese che lavorano ad obiettivi comuni - indicano sentieri diversi che, se percorsi contemporaneamente, portano ad una crescita delle aziende, collettiva e su più fronti. Costituire una rete di impresa, per noi e per chiunque altro intelligentemente, significa contare su più vantaggi: poter fare massa critica, avere maggiore potere contrattuale, razionalizzare i costi, ottimizzare le risorse, condividere idee progettuali e know-how, raggiungere insomma obiettivi che difficilmente potrebbero essere conseguiti individualmente. Ciò, sia con attori dello stesso settore che nell’ambito di settori diversi. È evidente da subito come questa, che possiamo definire una vera e propria innovazione culturale, possa rappresentare una grande risorsa per il nostro settore, in cui questo modo di operare sinergicamente non tarderà a mostrare benefici. Del resto, non è la prima volta che parliamo, nel rispetto delle specificità, di un necessario idem sentire per una più efficace azione imprenditoriale e di rappresentanza. Ai vantaggi che derivano da questo nuovo orizzonte dell’attività imprenditoriale, si associano anche quelli relativi alla forma giuridica della rete d’impresa. A fronte delle numerose difficoltà legate ed ingenerate da altre forme di aggregazione e dai loro processi, questo aspetto, nel caso delle reti d’impresa, costituisce un ulteriore incentivo ad intraprendere un tale percorso. Il contratto di rete è, infatti, un unicum nel panorama normativo nazionale per semplicità e flessibilità: consente, infatti, di mantenere intatta la propria individualità d’impresa, pur condividendo risorse e progetti. Siamo pienamente convinti della bontà e della validità di questa forma di aggregazione, nella quale già da tempo e prima di tanti altri abbiamo creduto. Molti sono, ad oggi, i contratti di rete già sottoscritti, con un coinvolgimento di quasi 5000 imprese alla fine dello scorso mese di luglio, nell’ambito di uno stesso settore o tra settori diversi. Abbiamo tutta l’intenzione di continuare a creare, per le nostre imprese, opportunità che vadano in questa direzione (proprio al particolare caso delle reti d’impresa è dedicato uno dei progetti strategici attualmente in fase attuativa). Perché la formula della rete oggi si sta dimostrando vincente, per innovare meglio e prima di altri, per avere maggiore capacità di penetrazione nel mercato nazionale e soprattutto in quelli esteri, per promuovere il made in Italy e migliorare i propri standard di qualità. La rete genera esiti positivi altrimenti non raggiungibili. “Fare rete insieme è la nostra forza”, questo è stato il messaggio con cui abbiamo annunciato nella rete – appunto l'inaugurazione della nostra piattaforma web. Concetto in cui abbiamo creduto e continuiamo a credere, sicuri come siamo di poterlo alimentare e farne un nostro nuovo e solido punto di forza. Mario Guidi
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SOMMARIO
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ATTUALITÀ PRODOTTI Lavoro di squadra per la vendemmia R.M.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
APERTURA DENTRO LA CRISI Squilibri autunnali Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Erbaluce per brindare alla cucina di Caravaggio Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
FOCUS RETI D’IMPRESA Salto vincente Luigi Bassani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
SPECIALE AGRILEVANTE Una finestra sul Mediterraneo Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Come si realizza il network Maria Cristina D’Arienzo . . . . . . . . . . . . . 16
Potenza con stile Claudio Pietraforte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
L’EDITORIALE Il futuro è nella rete Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it
Abbonamento annuo Testata associata all’USPI
Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe – Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950
I trattori fanno goal R.M.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
Pubblicità
Tra gli olivi come nel vigneto Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
Alla scoperta del Nordafrica Barbara Mengozzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
Via Monte Rosa, 19 20149 Milano Tel. +39.02.4694949 - 48018114 Fax +39.02.4693172 milano@opsai.com
Il bio che aiuta a diventare grandi Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Mappamondo Vino Francia . . . . . . . . . 36
Responsabile Pubblicità e Marketing
Piccole aziende crescono Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Organizzazione Mozzarella Bufala . . 63
Rubriche
CLAUDIO PIETRAFORTE
Stampa Tipolitografia EuroInterstampa
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L’unione fa la forza Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Bioeconomia verticale Susanna Larocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Energia Fitodepurazione . . . . . . . . . . 45
Anga Rapporto Unioncamere . . . . . . . 67 Over60 Cupla su fisco . . . . . . . . . . . . . 70 Campi rosa Credito . . . . . . . . . . . . . . 72 Formazione Corsi Manager Reti . . . 74
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La prima filiera del grano tenero biscottiero 100% italiano
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APERTURA DENTRO LA CRISI
Squilibri autunnali Mario Guidi
Ci attende una stagione difficile e non certo per l’andamento meteo. Si intrecciano crisi politica e crisi economica, con una pericolosa instabilità che rischia di avere conseguenze catastrofiche di Gaetano Menna
l Paese che vogliamo è un Paese equilibrato», aveva detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi nella sua relazione all’Assemblea del 13 giugno a Torrimpietra (Roma). «Un Paese – aveva sollecitato – equilibrato nei conti pubblici, nei rapporti tra i poteri con l’Europa. Un Paese dell’innovazione, istituzionale, sociale, produttiva». A giugno era stato approvato da poco il pacchetto di riforme di Bruxelles, denominato "two-pack", entrato in vigore (un po’ in sordina) in tutta la zo-
«I
na euro e molte preoccupazioni di Guidi partivano proprio dalle nuove regole che gli Stati membri devono adottare. Tra l’altro è previsto che entro il 15 ottobre vengano definiti i progetti di bilancio per l'anno successivo. Una delle principali innovazioni del "two-pack" è che la Commissione esaminerà ciascun progetto di bilancio e formulerà un parere in merito, entro il 30 novembre. Se individuerà gravi inosservanze degli obblighi del patto di stabilità e crescita, la Commissione chiederà allo Stato membro interessato di presentare un piano riveduto. Si comprende come avesse ragione il SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |9
APERTURA DENTRO LA CRISI
presidente confederale a sollecitare “equilibrio”, ma anche azione. Ora ci attende un autunno difficile e non certo per l’andamento meteo. Si intrecciano crisi politica e crisi economica, con pericolose paralisi ed instabilità che rischiano di avere conseguenze catastrofiche. Ironia della sorte, proprio quando si registrano i primi debolissimi segnali di ripresa. Va bene, è una “ripresina”, ancora debolissima, con i primi germogli verdi che sono “da innaffiare”, ma sui germogli arriva una doccia fredda. La Banca Centrale Europea, condotta da Mario Draghi, è tornata a bacchettarci per il peggioramento dei conti pubblici ed i «rischi crescenti dell’Italia nel conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche (pari al 2,9%), previsto nel 2013». L’audizione del 17 settembre del Commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, dinanzi ad una Commissione mista Camera-Senato, non può passare inosservata. È la prima volta che succede e dimostra concretamente come siano cambiate le regole del gioco. Di fatto inizia, sotto la bandiera generale del "maggiore coor-
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cia già fatta al Governo Monti. Ora Palazzo Chigi sarà impegnato ad una revisione complessiva della tassazione immobiliare nel quadro della Legge di Stabilità: dal confronto necessario il settore si attende una linea coerente dinamento" annunciata da Rehn al di valutazione delle proprie possibilità Parlamento italiano, una fase nuova impositive per non ripercorrere quanper la politica economica italiana, una to accaduto con l’Imu - tema ora finalsorta di "cogestione", prevista per l’I- mente risolto - e con l’Ici che è stata talia, insomma, sorvegliato speciale fonte di forte sperequazione per la tasnella fase di scrittura della Legge di sazione dei terreni agricoli. Stabilità. L’altra boccata di ossigeno è venuta Bruxelles è preoccupata, perché il no- dalla decisione del Comitato di Gestro Paese vive una situazione di stione che a Bruxelles ha dato il via liprofonda incertezza politica, acuita bera agli Stati membri – come sollecidalla vicenda Berlusconi, che rischia tato da Confagricoltura - per pagare in di vanificare i sacrifici fatti in passato. anticipo, a partire dal 16 ottobre prosCi sono stati, tra fine agosto e metà set- simo, il 50% dei pagamenti diretti deltembre, due provvedimenti che han- la politica agricola comune agli agrino dato respiro alle imprese agricole, coltori italiani. Circa due miliardi di fortemente voluti da Confagricoltura euro su quattro che, in linea di princie da Agrinsieme. Il primo è l’abolizio- pio, potranno essere versati agli agrine della prima rata dell’Imu 2013 e la coltori beneficiari in anticipo rispetto decisione di una sua definitiva cancel- ai tempi previsti. Bruxelles ha riconolazione per l’anno in corso. Una tassa sciuto che gli eventi climatici eccezioiniqua e Confagricoltura l’ha sempre nali di quest’anno si sono sommati denunciato fin dalla prima istituzione, agli effetti della crisi finanziaria deterperché applicata su beni produttivi e minando seri problemi di liquidità per in misura insostenibile rispetto ai red- gli agricoltori europei. diti di impresa del settore. Una denun- Sono due decisioni che incoraggiano
Rehn: «L’Italia vada oltre la strategia del catenaccio e giochi a tutto campo»
la ripresa e gli investimenti in agricoltura e che vanno nell’ottica del commissario Rehn di non giocare solo in difesa, ma di attaccare la crisi. Certo non bastano per rilanciare, in agricoltura, lo sviluppo, la crescita, l’export e l’occupazione. Ma vanno in quella direzione. Problema enorme, madre di tutti gli ostacoli alla ripresa, anche nelle campagne, resta la burocrazia, che pesa sia per gli eccessivi oneri richiesti alle imprese, sia per il “non fare”. La spesa pubblica italiana è di circa 800 miliardi. Il Governo Monti ipotizzava una revisione della spesa nel medio periodo di circa 300 miliardi, di cui 80 aggredibili subito. Secondo l’ Osservatorio sui costi del non fare di Agici-Bocconi, ammonta a circa 470 miliardi di euro la mancata realizzazione di opere prioritarie da qui al 2017. La Pubblica Amministrazione è dunque un elefante pesante, ingrombante e costoso. E che, oltre tutto, fa perdere quattrini. Un elefante inamovibile; una ricerca di Dirpubblica segnala che la mobilità nella Pubblica Amministrazione è ancora modesta: soltanto 14 dipendenti su 1000 hanno cambiato incarico. Giovanni Valotti, nel libro “Fannulloni si diventa. Una cura per la burocrazia malata” (edito dall’Università Bocconi nel 2009) sottolinea come misurazione delle performance, trasparenza e meritocrazia siano la medicina per il paziente; la cura («sempre che il malato voglia farsi curare», commenta l’autore) prevede alcuni passaggi cruciali. Devono essere promosse, ove possibile, forme di competizione. In secondo luogo, i modelli organizzativi e gli organici devono essere snelli, dinamici e qualificati, oltre che flessibili. Rehn, già alla vigilia dell’appuntamento parlamentare è stato chiaro: «Per quanto riguarda le riforme economiche l’Italia ha fatto meno delle attese, e ciò ha pesato su crescita ed occupazione». Quindi ha fatto un paragone calcistico: «L’Italia può andare ben oltre la strategia del catenaccio e giocare a tutto campo». SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |11
FOCUS RETI D’IMPRESA
Salto vincente
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Quello di network è un contratto che “si tiene” con la forza di una condivisa e percepita convenienza. La solidità significa obiettivi chiari e pienamente partecipati di Luigi Bassani direttore Confagricoltura Verona project leader del “Progetto Reti d’impresa”
onfagricoltura per sostenere la propria strategia del futuro ha scelto lo strumento della progettazione, e tra i temi per cui è stato sviluppato un progetto c’è il contratto di rete. È evidente che per fare un contratto di rete devo fare una rete e per fare una rete devo comprendere il grande vantaggio che ne deriva. Devo in altre parole sviluppare una mentalità di rete. Non è facile fare un contratto di rete. Serve tempo ed occorre comprendere l’utilità di operare in rete per le imprese. Ricordo qui che anche le Confagricoltura provinciali e le loro società di servizi sono imprese, e che fare rete può dare grandi opportunità anche all’ attività della nostra struttura. Nessun altra forma organizzativa consente meglio, a parità di risorse e nel rispetto dell’indipendenza e dell’individualità di aumentare le proprie capacità. Si può quindi dar vita a reti “informali” o reti “formali” intendo per queste ultime reti che si normano con un “contratto di rete”. Oggi la rete informale è la struttura tra imprese o all’interno di un’impresa più adeguata allo sviluppo e alla gestione della conoscenza, raccoglie i dati che confrontati e condivisi tra esperienze diverse generano cono-
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FOCUS RETI D’IMPRESA
Ezio Veggia vicepresidente confederale con delega alle reti
scenza. Conoscere è oggi elemento strategico per competere ed essere in rete è strategico per conoscere. La rete arricchisce, nello scambio, la conoscenza e tutte le risorse umane disponibili possono essere attivate al meglio. Chi scambia conoscenza non se ne priva ma la accresce e genera una spirale virtuosa. Più conosco, più sarò proattivo, più sarò competitivo. Non si sfugge a questo. La rete poi può essere formale ovvero utilizzare il contratto di rete che è un contratto che consente di scegliere vari livelli di complessità a seconda della quantità e qualità degli scopi. Qui dico solo che è flessibile, proprio per questa modularità e può anche impegnare una impresa per una singola attività o parte di una singola attività. È, per semplicità, un “unicum“ nel panorama legislativo nazionale. Proprio per la sua natura flessi14| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
colare è quella che meglio consente di valorizzare e ottenere il meglio da ciò che è già presente. In particolare la socializzazione e sviluppo della conoscenza sono fondamentali per padroneggiare situazioni a complessità bile un contratto di rete trae forza crescente. Non farlo può farci divennon dalla complessità dei vincoli che tare, più presto che tardi, irrimediapone ma dalla bontà dell’idea e dalla bilmente marginali e quindi non più solidità del progetto che sviluppa. È utili alle aziende associate. Certaun contratto che “si tiene” con la for- mente il circolo virtuoso della conoza di una condivisa e percepita con- scenza richiede anche strumenti tecvenienza. La solidità significa obietti- nologici e la scelta di una adeguata vi chiari, fortemente condivisi, com- piattaforma informatica dimostra che presi e percepiti come equi. È per questa, di fatto, è la via scelta dalla diquesto che il cuore del contratto di rigenza confederale per il rilancio orrete è il progetto imprenditoriale. ganizzativo. È in questa mentalità Concludo tornando sull’importanza che tutti i progetti presenti e futuri che una visione reticolare può avere potranno trovare terreno fertile per nello sviluppo del nostro sistema or- germogliare. Quindi occorrerà e conganizzativo, stretto da un contesto verrà, a tutti noi, crescere culturalesterno sempre più complesso e la mente in questo senso, e direi senza scarsità delle risorse. La struttura reti- tanti indugi.
Conoscere è un elemento strategico per competere ed essere in rete
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FOCUS RETI D’IMPRESA
Come si realizza il network
16| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
I primi passi da compiere per sviluppare collaborazioni e strategie comuni senza perdere in autonomia e indipendenza. Gli step, dalla fase progettuale a quelle negoziali ed esecutive
Occorre premettere che il contratto di rete può essere stipulato da due o più imprese e agisce attraverso un programma da realizzarsi anche attraverso la costituzione di un fondo amministrato e la nomina di un organo comune.A questo organo possono essere attribuiti poteri di rappresentan-
Aggregazioni disegnate “a misura” di caratteristiche ed obiettivi imprenditoriali
di Maria Cristina D’Arienzo
za per consentire alla rete nel suo complesso di poter stipulare contratti con terzi. Il primo passo per valutare l’ipotesi di aggregazione è l’analisi della capacità are rete nasce da “un’op- competitiva della propria impresa, fiportunità” da cogliere in- nalizzata all’individuazione di specifisieme o da una “minac- ci fattori di debolezza da migliorare. cia” da cui ci si può difen- Un esempio di fattore di debolezza dere meglio in gruppo. potrebbe essere la necessità di increL’obiettivo di tale model- mentare la forza contrattuale con forlo organizzativo, inquadrabile nel più nitori, l’esigenza di interfacciare nuovi generale fenomeno dell’aggregazione mercati, l’impossibilità di soddisfare la di imprese, è quello di aumentare la domanda dei clienti, o ancora la scocompetitività sul mercato e la capa- perta che i costi di una fase produttiva cità innovativa delle singole imprese. sono eccessivi, per cui mettendo a fatQuesta forma di aggregazione è defi- tor comune intelligenze, risorse, comnita e regolamentata dal “contratto di petenze, esperienze si possono otterete” (legge n. 33/2009, di conversione nere significativi vantaggi, con un imdel decreto legge n.5/2009), che ha patto positivo sull’attività imprenditorappresentato un passaggio legislati- riale di ogni singola impresa: maggior vo, economico, ma anche culturale di potere contrattuale, condivisione dei grande importanza per l’economia ita- costi, conquista di nuovi mercati, più liana, consentendo alle imprese di svi- forza all’innovazione di prodotti e serluppare collaborazioni e strategie co- vizi, ampliamento della gamma di bemuni senza perdere in autonomia e in- ni e servizi offerti, crescita delle vendipendenza: innovazione, competiti- dite, facilitazione dell’accesso a istituvità, collaborazione sono le parole zioni finanziarie e pubbliche, sviluppo chiave. Non dimentichiamo, però, che delle risorse umane. sebbene ogni iniziativa imprenditoria- In altre parole, occorre riflettere su le necessiti di solide e valide basi legi- cosa manca all’attività aziendale per slative, la sua riuscita risiede nella effi- essere più innovativa, più competiticace progettazione, nelle procedure va, più remunerativa. operative per il suo funzionamento, Il passo seguente è l’individuazione nella definizione dei ruoli dei suoi delle attività che consentono la crescicomponenti. Individuiamo, dunque, i ta imprenditoriale, e la conseguente primi passi che il “soggetto” interessa- valutazione di una possibile condivito a mettersi in rete dovrebbe com- sione con altre imprese, siano esse delpiere per passare dal progetto alla pra- lo stesso settore, o di settori diversi. tica della rete di imprese. Nella progettazione di una rete è ne-
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FOCUS RETI D’IMPRESA
tutti gli aspetti operativi ed economici conseguenti, e verificando, attentamente, la coerenza con gli obiettivi prefissi. L’ulteriore passo è l’individuazione del soggetto esecutore, la cui presenza, non necessaria, ma facoltativa ed eventuale, dovrà essere valutata in relazione all’idea di business della rete. Vale a dire che se la rete deve diventare uno strumento di messa in comune di attività e di iniziative, per perseguire obiettivi strategici, la presenza di un soggetto capace di gestire le attività e di avviare le iniziative, risulta necessaria, e per nulla opzionale.A questo punto, presumendo che le imprese interessate abbiano trovato l’accordo sugli aspetti preliminari per costituire una rete di imprese (obiettivi, attività di rete, soggetto esecutore), si giunge al momento di scrivere la bozza del contratto di rete, seguita dall’approvazione da parte di ciascun partecipante, dalla firma del contratto e dal suo deposito nel registro Imprese. Nel percorso sopra delineato si è voluto evidenziare cocessario essere sicuri che i propri prome la costruzione di una rete di imLa costruzione di una rete blemi siano comuni ad altre imprese, prese non si risolve nella semplice recapire quali attività potrebbero contedazione di un contratto, né tanto menon si risolve nella semplice nere quei fattori di debolezza indivino di un modello contrattuale valido redazione di un contratto duati e valutare se quelle stesse attiper ogni tipologia di rete. vità possano essere sviluppate colletI contratti di rete devono essere protivamente. Nel caso in cui l’esito di costituzione di una rete, inizia la fase gettati e costruiti “a misura” delle imquesta analisi fosse positivo, il terzo della trattativa nella quale verranno prese, rispecchiando le loro caratteripasso da compiere consiste nell’atti- concordati i contenuti del contratto di stiche ed i loro obiettivi. Pertanto, la vazione di contatti con altre imprese rete, cominciando dall’identificazione redazione del contratto rappresenta interessate a costituire una rete. Que- degli obiettivi, che dovranno essere solo l’ultimo atto di un percorso teso sta è una fase strettamente dipenden- comuni a tutte le imprese della rete e a verificare l’esistenza di talune prete dalle conoscenze personali dell’im- funzionali al miglioramento della condizioni: bisogno di fare rete, conprenditore, anche se gioca un ruolo competitività. divisione degli obiettivi, consapevoimportante l’intermediazione delle as- Sul come realizzare questi obiettivi il lezza dei vantaggi, seria attenzione alsociazioni di categoria, che potrebbe- legislatore non dice nulla. È rimessa, la qualità e al servizio, reale apertura ro facilitare i contatti tra soggetti inte- quindi, alle imprese la definizione del- all’innovazione e al cambiamento, esressati a costituire una rete di impre- le specifiche attività che la rete dovrà senziali per la costituzione e il succes se. Una volta verificato l’interesse alla svolgere, valutando, ponderatamente, so di una rete di imprese. 18| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
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FOCUS RETI D’IMPRESA
Il bio che aiuta a diventare grandi Attivo in Emilia Romagna il network delle imprese agroalimentari del comparto biologico. Già in commercio omogeneizzati e zuppe. In arrivo il latte vegetale di Gabriella Bechi 20| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
al seme allo scaffale del supermercato. Il controllo di tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla commercializzazione, è l’obiettivo che ha portato alla costituzione di Mondobio, la rete di imprese agroalimentari che opera nel comparto del biologico costituita nel gennaio del 2013. Quattro le aziende, tutte emiliano-romagnole, che ne fanno parte: la “Società Agricola Italiana Sementi”, che
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svolge attività di produzione, commercializzazione e controllo qualità di sementi; la “Apo Conerpo”, organizzazione di produttori ortofrutticoli; “La Cesenate”, che si occupa della trasformazione dei prodotti ortofrutticoli, sia acquistati, sia di produzione propria; la “Alce nero & Mielizia”, esperta nella commercializzazione di prodotti alimentari biologici. “La recessione e la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie hanno colpito duramente il settore agro-alimen-
Dal seme allo scaffale controllando tutte le fasi della lavorazione di filiera no del 9,2%, mentre il numero degli importatori è cresciuto di circa il 30%, portando di conseguenza ad un aumento del consumo di biologico proveniente dall’estero. E’ in atto, dunque, una vera rivoluzione che porta a considerare il biologico non più come un settore di nicchia, ma come un comparto che deve strutturarsi e organizzarsi, per far fronte alle richieste della trasformazione e della grande distribuzione organizzata con approvvigionamenti certi e costanti. Il biologico dei grandi numeri, un settore che deve essere sempre più ‘business oriented’. Innovazione di prodotto, diversificazione, miglioramento della qualità, salubrità, genuinità, sono gli obiettivi che la rete si è data dal momento della sua costituzione, insieme alla ricerca di nuovi mercati emergenti o in crescita, a livello nazionale e internazionale. Da qui il progetto di creare tre linee di nuovi prodotti: Alce Nero Baby (omogeneizzati di frutta e di verdura biologici), Zuppe pronte Alce Nero (minestrone di verdura bio, zuppa di verdura bio, zuppa di legumi bio, vellutata di zucca e cannella bio), latti vegetali (di soia, riso, miglio, avena, orzo). Ognuna delle quattro aziende della rete fa la sua parte, a cominciare dalla fornitura di semi selezionati e dal controllo dalle tec-
tare – spiega il presidente di Mondobio, Arturo Santini - e all’interno di questo i prodotti ortofrutticoli, sia freschi sia trasformati, sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto. Da qui l’idea di riunire alcune imprese del comparto che abbracciassero tutta la filiera, per superare la situazione, trovare nuovi consumatori e nuovi sbocchi commerciali, puntando su un segmento che offre buone opportunità, quello del biologico”. L’Italia rimane sempre uno dei Paesi
più importanti per la produzione e la trasformazione del biologico. Circa il 3% delle aziende totali sono biologiche, rappresentando quasi il 9% della superficie agricola utilizzata. Tra esportazioni e consumi interni il giro d'affari complessivo del biologico ammonta a circa 3 miliardi di euro. Ma le aziende italiane che trasformano il prodotto biologico sono diminuite nell’ultimo anSETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |21
FOCUS RETI D’IMPRESA
niche di lavorazione del terreno da parte della Società Agricola Italiana Sementi. La Apo Conerpo fornisce la materia prima dei propri associati, garantendo gli standard qualitativi stabiliti dal progetto di rete, attraverso l’attività di programmazione e pianificazione della produzione e il controllo del rispetto della normativa prevista per il metodo biologico.A tal fine sta realizzando un disciplinare specifico per la coltivazioni delle produzioni destinate al progetto, che partirà dalla definizione delle scelte varietali, in modo da favorire quelle che meglio si adattano alle tecniche di agricoltura biologica. “Mondobio - continua Arturo Santini garantisce che i produttori coinvolti nel progetto adottino sistemi di pro-
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Si punta su un comparto che non sarà di nicchia, se si rafforza ed organizza duzione che da un lato offrano al consumatore finale prodotti genuini e privi di sostanze chimiche e che dall’altro cerchino di ridurre il più possibile l’impatto ambientale dell’attività agricola, facendo in modo che il terreno venga utilizzato nel rispetto dei suoi cicli naturali e quindi in modo eco-sostenibile”. La Cesenate Conserve alimentari, che è stata la promotrice del progetto e che ha fatto da catalizzatore per la costituzione delle rete, trasforma la materia prima in gran parte fornita da Apo Conerpo e in parte dai frutteti di proprietà, mettendo a disposizione know how, tecnologie, macchinari e magazzini. Alce Nero&Mielizia s.p.a mette a disposizione la propria capacità di ideazione di prodotti con alta potenzialità di vendita e distribuisce i prodotti del
progetto attraverso la propria rete commerciale, occupandosi anche delle attività di marketing, promozione e valorizzazione. La rete ha quindi consentito alle quattro aziende, pur mantenendo la propria autonomia di business, di mettere a fattore comune attività di eccellenza, per accrescere la propria la competitività e capacità innovativa. Oggi è gestita da due organi direttivi, il presidente e il comitato di gestione, costituito dal presidente o amministratore delegato di ogni impresa. In questo modo la rete è rappresentata allo stesso livello da tutte le aziende aderenti. Vi sono inoltre responsabili che si occupano del suo coordinamento. “Ora l’attività è ben definita e possiamo già vederne i risultati. In soli sei mesi sono già state realizzate due delle tre linee di prodotti progettate, che sono state immesse sul mercato e stanno avendo grande successo.Alcuni clienti ci stanno già contattando per nuovi formati che possano anche essere esportati in modo più agevole sui mer cati internazionali”.
FOCUS RETI D’IMPRESA
Piccole aziende crescono Nasce la prima rete nazionale delle imprese vitivinicole. Gelasio Gaetani d’Aragona ha riunito marchi di antica tradizione nel moderno brand “ExVinis” di Gabriella Bechi
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ffrontare i mercati internazionali nonostante la crisi, facendo propria la convinzione che nell’era della globalizzazione l’intento di tutelare e rilanciare il made in Italy si realizza unendo le forze. E’ con questo spirito che nell’aprile di quest’anno è nata “Net Wine Italy”, la prima rete di imprese nazionale del settore vitivinicolo. Ad idearla, Gelasio Gaetani d’Aragona, già storico pro-
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duttore di Brunello e consulente vinicolo internazionale, che ha riunito oltre venti piccole e medie aziende vinicole, autentiche eccellenze del made in Italy, sotto il marchio “ExVinis”, che ne garantisce qualità e provenienza, nell’intento di promuoverle e rilanciarle sui mercati italiani ed esteri. “Ex vinis” vuole essere una nuova opportunità per il comparto, un brand di portata internazionale, attraverso il quale dare visibilità a quelle aziende
vinicole italiane che, seppur piccole, per tradizione familiare e passione autentica sono rimaste fedeli alle migliori tecniche di produzione. Nelle intenzioni di Gaetani, “Ex Vinis”, collegato al suo nome, sarà una sorta di passepartout per gli “artigiani del vino” che, unendosi e facendo squadra, al centro di iniziative di sostegno e promozione costante, avranno maggiore garanzia di riconoscibilità a livello mondiale, in un momento in cui la crisi economica rende la
Facendo squadra i vignaioli rafforzano la presenza sui mercati esteri vita più difficile proprio alle piccole e medie imprese. Per questo il progetto “Ex Vinis si è rapidamente evoluto, dando vita a una rete di imprese “Net Wine Italy”, di cui oggi fanno parte la Zooot srl di Gelasio Gaetani d’Aragona e oltre
La cantina ipogea dell’azienda Monte delle Vigne a Collecchio (PR)
venti aziende, tra cui La Scolca di Chiara Soldati, Monte delle Vigne del Cavalier Pizzarotti, Alliata Vini della Principessa Claudia Alliata di Villafranca, Abraxas dell’on. Calogero Mannino, Castello di Gabiano di Giacomo Cattaneo Adorno, e ancora SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |25
FOCUS RETI D’IMPRESA
Contado Veniglio, Villa Pinciana, Cantine di Marzo, Cardone. E sempre del settore vinicolo, la Doni e associati, leader di livello internazionale nell’ideazione grafica delle etichette e del packaging per il vino; la Molajoni spa specializzata in sistemi specifici di impiantistica ed antincendio; la Red Box per la ricerca e sviluppo nel settore del packaging. Non mancano i comunicatori: Franz Botrè, presidente di Swan Group, casa editrice di riviste esclusive e di qualità tra cui Spirito di Vino; Fabio Piccoli, esperto di comunicazione e marketing e autore di testi sulle dinamiche economiche legate al mondo del vino; Patrizia Marin, giornalista, già esperto tecnico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per Editoria, Informazione e Comunicazione; Chairman di Marco Polo Experience, società specializzata in campagne di promozione del made in Italy. A dare sostegno alla rete, in primis, 26| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
Il network è attivamente impegnato nella lotta alla contraffazione internazionale Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, che ritiene potrebbe essere un modello pilota da sperimentare in altri settori del made in Italy”. ll settore vinicolo, nonostante la crisi, riserva grandi opportunità, oltre ad essere riconosciuto come il comparto capace di trainare tutto il comparto agroalimentare. A testimoniarlo è l’ultima indagine Istat che rivela una crescita consistente dell’export dei vini italiani. Tra i paesi maggiormente interessanti ci sono la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Ma grandi opportunità si stanno aprendo anche sul mercato sudamericano, in cui spicca il ruolo del Brasile che importa dall'Italia il 14% del vino che consuma e, soprattutto, la
Cina. Paesi lontani e complessi, in cui le piccole e medie imprese non possono arrivare da sole, con i propri mezzi e con la propria massa critica. “Net Wine Italy” si propone quindi come un’operazione di “co-marketing” o marketing cooperativo, intendendo con ciò la volontà di chiamare a raccolta più operatori uniti nella “mission” e capaci di portare alla causa specifiche risorse, che siano tecnologiche, strategiche, finanziarie o umane, per spendere meno da una parte, e dall’altra per imporre i brand sui mercati lontani, organizzando l’aspetto logistico. Oltre all’internazionalizzazione e alla comunicazione“Net Wine Italy”, ha tra i suoi obiettivi l’anticontraffazione. Il giro d’affari del falso made in Italy agroalimentare ha raggiunto i 60 miliardi di euro l’anno. Ed in particolare nel settore vinicolo un livello pari a quello dell’intera produzione del comparto.“E’ in contesti come questo
©A.Chinnici
Gelasio Gaetani d’Aragona racconta le aziende della rete nel libro A spasso con il vino edito da Gribaudo (v. pag. 81)
- dice Gaetani - che si rivela il valore aggiunto delle reti di imprese, la cui forza e peculiarità risiedono nella possibilità di coniugare indipendenza imprenditoriale e capacità di fare massa critica di risorse anche finanziarie, di know how ed innovazione, accostamenti così virtuosi da consentire il raggiungimento di obiettivi strategici difficilmente conseguibili dalla singola impresa”. Partner di eccellenza in questo progetto sarà Cook Innovation Solution ltd, società leader di sistemi tecnologici innovativi, che consentono al consumatore finale di avere la garanzia di acquistare un prodotto originale ed avere informazioni attraverso l’utilizzo di un semplice smartphone, inaugurando così l’era della comunicazione diretta tra produttore e consumatore finale. “Net Wine Italy” - ribadisce Gelasio Gaetani d’Aragona - è aperta all’adesione di tutte le aziende produttrici di vino a quelle di beni e servizi che possano essere sinergiche alle nostre attività, che ne condividano la progettualità e siano pronte a sfidare il mondo insieme a noi”. Informazioni: info@netwineitaly.it. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |27
FOCUS RETI D’IMPRESA
L’unione fa la forza
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La Rete Futuro Fertile Italia è un progetto ambizioso ed intersettoriale, che rappresenta girasole, colza, grano, orzo, tabacco e sementi
di Elisabetta Tufarelli
unione fa la forza, ma senza perdere la propria individualità. Non una folla di cooperative diverse, ma un sistema strutturato che potenzia gli aderenti, gli imprenditori associati e offre nuove opportunità ai loro prodotti. Questo è il principio ispiratore di “Rete Futuro Fertile Centro Italia” che nasce a Perugia dal dicembre dello scorso anno e sancisce il contratto di unione in rete tra la ‘Cooperativa produttori cereali’,‘Futuro Fertile Umbria’, ‘Pro-Agri’ e ‘Sada s.r.l.’. Un progetto di chi ha deciso di lavorare insieme, mettendo come elemento comune conoscenze ed esperienze imprenditoriali, per accrescere la capacità di penetrazione sui mercati nazionale ed internazionali. Condividendo know-how, per favorire il travaso di innovazione, con l’obiettivo di raggiungere economie di scale, razionalizzare i costi, acquisire maggiore potere contrattuale, quindi maggiore valore aggiunto. I protagonisti della Rete Futuro Fertile Italia vogliono contribuire all’incremento della produttività, scegliendo di valorizzare l’aspetto commerciale della produzione e guadagnando anche in competitività. “Pienamente operativa in autunno, la nostra rete – dice il coordinatore An-
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FOCUS RETI D’IMPRESA
I NUMERI DELLE RETI D’IMPRESA IN ITALIA RETI COMPLESSIVE IMPRESE
995 4924
RETI DELL’AGROALIMENTARE IMPRESE
114 454 247 207
di cui agricole/pesca manifatturiere
AZIENDE AGRICOLE/PESCA • Coltivazioni agricole e produzioni di prodotti animali, caccia e servizi connessi • Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali • Pesca ed acquacoltura
235 8 4
CARATTERISTICHE DELLE RETI AGROALIMENTARI • Multisettoriali 95 • Solo aziende agroalimentari 19 (Elaborazione Retimpresa su dati Infocamere aggiornati al 29 luglio 2013)
tonio Cesarini- è totalmente innovativa. E’ un progetto molto ambizioso ed intersettoriale, che rappresenta girasole, colza, grano, orzo, tabacco e produzioni sementiere importanti delle nostre aree”.Alla rete umbra partecipano tre cooperative ed una società dalla forte valenza interregionale: ProAgri, lo storico Consorzio Produttori Agricoli dell’Alto Tevere, con oltre 60 anni di storia e che conta quasi 600 soci; la cooperativa Produttori Cereali, realtà umbra della media valle del Tevere, con 155 soci e 40 anni di attività; Futuro Fertile Umbria sca, cooperativa di brokeraggio che aggrega alcune delle maggiori realtà agricole, insieme a Sada Srl di Bologna, appartenente alla holding di A.N.B.- Associazione Nazionale Bieticoltori.“I nostri player – continua Cesarini - sono pienamente convinti dell’importanza di aumentare la 30| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
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PSR PIEMONTE CONTRO IL DIGITAL DIVIDE
Sulla base della misura 321 del PSR della Regione Piemonte è stato previsto un bando per “Contributi per acquisto, installazione ed attivazione di tecnologia satellitare per imprese e cittadini nelle aree rurali”. I contributi ammontano a 400 euro ad azienda o privati (con un ammontare complessivo di circa 400 mila euro) per superare il digital divide nelle campagne. L’impossibilità di collegarsi a Internet, dove le condizioni geomorfologiche non lo consentono o dove vi è una bassa densità di popolazione impediscono di connettersi a Internet. Da ciò la possibilità di avvalersi di tecnologia satellitare. La Regione ha provveduto ad individuare i comuni privi di banda larga di cui ha stilato un apposito elenco. L'unico neo, di questa ottima iniziativa della Regione Piemonte, partita in piena estate, è la durata di apertura del bando (19 agosto/31 ottobre). Sarebbe utile prevedere una finestra temporale più ampia per consentire di ampliare la platea di aziende piemontesi che ne possono usufruire.
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La nuova rete umbra mette assieme sinergie, volumi ed opportunità competitività delle singole aziende, ampliando l’organizzazione commerciale per l’acquisto di mezzi tecnici, così da far crescere il reddito delle singole imprese e la loro capacità di penetrazione sui mercati”. La rete, quindi, opererà per mettere in comune forze, volumi contrattuali ed opportunità. In pratica sarà una vera e propria ‘centrale’ per la contrattazione, gli acquisti, la distribuzione e gli approvvigionamenti. “Il nostro network- spiega il coordinatore della rete umbra di Confagricoltura– è diventata una necessità che è stata pienamente condivisa da tutti i soggetti partecipanti. Certamente abbiamo dovuto in qualche misura ripensare l’ approccio culturale e di lavoro al quale eravamo abituati, reimpostare le relazioni all’interno del nostro gruppo, per investire in progetti comuni di crescita. Tutti noi abbiamo scelto di ampliare il nostro campo di gioco per trarre vantaggi tangibili, economici e documentabili, risultati che certamente non saremmo stati capaci di raggiungere individualmente”. L’agricoltore vuole far tornare i conti, aumentare i propri margini, entrare in una fase di maggiore stabilità per programmare anche con logica pluriennale la propria impresa. Per tutte le aziende, anche importanti, diventa fondamentale superare il vincolo dimensionale che, soprattutto in agricoltura, non permette la crescita.“Abbiamo dato il via a questa nostra rete – conclude Cesarini - proprio per vendere e valorizzare meglio i nostri prodotti, avere concreti vantaggi negli acquisti anche di mezzi tecnici. Infine riteniamo fondamentale proporre agli associati, e quindi agli agricoltori, anche le migliori soluzioni per la programmazione delle produzioni”. Info: antonio.cesarini@fondazioneistruzio neagraria.it
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AGROALIMENTARE
Nasce BisQItaly , il progetto Syngenta per un biscotto di qualità 100% made in Italy yngenta, l’uS nico Gruppo mondiale interamente dedicato all’agricoltura, lancia BisQItaly, il nuovo progetto di filiera integrata per la produzione di biscotti basato su frumento tenero esclusivamente italiano. BisQItaly, nato per offrire per la prima volta prodotti certificati che utilizzino farine biscottiere 100% italiane, ha l’obiettivo di garantire benefici per l’intera filiera che vanno dal supporto tecnico agli agricoltori per produrre eccellenti materie prime con rese elevate, alla possibilità di stoccare separatamente le partite di frumento biscottiero in linea con gli standard richiesti dai molini. Il progetto, che vede il coinvolgimento di alcuni tra i principali protagonisti della filiera ceralicola italiana, Adaglio Sementi, Manara Sementi e CerealAbruzzo, prevede la stipula di contratti tra agricoltori e molini all’interno dei quali sono previste anche soluzioni finanziarie, per tutelare l'agricoltore dalla volatilità del mercato a fronte di produzioni in linea con le richieste dell'industria molitoria. Inoltre, nei contratti è inserito un programma di coltivazione messo a punto da Syngenta, che integra
la coltivazione della varietà di frumento tenero biscottiero Sy Alteo con un protocollo dedicato, costituito da consigli agronomici arricchiti con le migliori soluzioni per la protezione del frumento. “BisQItaly è un progetto in cui Syngenta ha creduto sin dall’inizio e di cui siamo molto orgogliosi”, ha dichiarato Stefano Ballerini, responsabile settore Cereali per Syngenta in Italia. “Attraverso questo patto di filiera, unico nel suo genere nel nostro Paese, vogliamo garantire agli agricoltori la produzione di prodotti made in Italy di altissima qualità e consolidare contemporaneamente il rapporto fra produttori e trasformatori grazie a precisi protocolli di produzione in campo e formazione specifica”. Syngenta crede fortemente in BisQItaly, un nuovo modello di business basato sulla cooperazione dei diversi attori coinvolti nella filiera agro-alimentare, che rappresenta per i molti agricoltori italiani che lo hanno già scelto una certificazione della qualità della proposte e della professionalità in campo offerte da Syngenta.
FOCUS RETI D’IMPRESA
Industriali del Centro Nord ed aziende agricole cremonesi si aggregano per utilizzare biomasse, scarti e sottoprodotti
Bioeconomia verticale
di Susanna Larocca Chairman dei gruppi tecnici della rete d’Impresa “CR 2050”. Direttore tecnico di SO.G.I.S. SpA
a Rete “CR 2050” comprende sette aziende industriali, ubicate nel Centro Nord, e sei aziende agricole. La componente industriale si compone di società di raffinazione degli oli, produttori di biodiesel, aziende oleochimiche, aziende chimiche, produttori di impianti di biometano. Le aziende agricole interessate provengono dal territorio cremonese. Ci è sembrato che questa zona fosse particolarmente adatta perché è caratterizzata da aziende di grandi dimensioni e fortemente meccanizzate, ma anche da imprenditori agricoli che già da lungo tempo hanno sperimentato attività in consorzi o altre forme di aggregazione, il che in questo caso è di vitale importanza. La nostra rete d’impresa nasce come piattaforma verticale intesa a valutare la possibilità di conciliare le esigenze di agricoltura e industria, al fine di implementare la rivoluzione culturale vera e propria che l’Europa
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Comunitaria sta promuovendo con la “bio based economy”. Gli obiettivi comunitari sono molto ambiziosi e investono sia il settore energetico, sia quello produttivo. Questa rivoluzione può rappresentare una grande opportunità di crescita per il nostro Paese, deve appartenere a tutti ed essere largamente condivisa. Ripartire da materie prime locali, con molte piccole–medie
Si parte da Cremona ma si vuole ampliare la platea dei protagonisti aziende operanti sul territorio, potrebbe veramente creare un effetto virtuoso sull’economia e un netto aumento dell’occupazione, attraverso un’imprenditorialità diffusa che inve-
SO.G.I.S.: l’impianto industriale si affaccia sulla campagna a cercare le connessioni
stirebbe anche i produttori di macchinari e le società di servizi. La bioeconomia presenta caratteristiche del tutto diverse da quelle dell’economia basata sul petrolio: in quest’ultimo caso la materia prima può essere estratta in punti a grande concentrazione e proviene dal sottosuolo, mentre nel caso della bioeconomia la materia prima è dispersa sul territorio ed è nelle mani degli agricoltori e
Tra gli obiettivi prioritari la giusta remunerazione di tutti gli attori della filiera delle industrie di trasformazione. L’Italia è un caso ancora più peculiare, poiché l’agricoltura italiana è caratterizzata da grande frammentazione e da prodotti alimentari tipici di
grande qualità e valore. Forse appunto per questa ragione non sono mai partite le filiere agroindustriali che hanno caratterizzato l’Europa centrale e che hanno consentito lo sviluppo dell’industria del biodiesel. Ci sono alcuni concetti fondamentali da cui questa rete non vuole discostarsi, e riguardano la giusta remunerazione di tutti gli attori della filiera, primi tra tutti gli agricoltori, il conSETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |33
FOCUS RETI D’IMPRESA
NETWORK
IMPRESE AGRICOLE Azienda Agricola Antonio Piva Mondini Pietro – Bertolazzi Luciana e Mondini Paola S.S. Società agricola Società Agricola Aspice S.S. Quaini Aldo e Andrea Società Agricola Società Agricola Casanova S.S. Azienda Agricola Riccardo Alquati
IMPRESE INDUSTRIALI A&A fratelli Parodi SpA Baerlocher Italia SpA Biological Care Srl Cereal Docks SpA SO.G.I.S. Industria Chimica SpA Spiga Nord Società per Azioni DP Lubrificanti Srl
L’azienda zootecnica Pietro Mondini a Castelverde (CR)
poranea, si propone di studiare la sostituzione di una serie di sostanze chimiche derivate dal petrolio con altrettante sostanze derivate da biomasse e la produzione di biocombustibili a partire da materiali di scarto dall’agricoltura. È però intesa anche come un “forum” di discussione e di
n cetto di “cascade use” o “hierarchy of use” (gerarchia di utilizzo delle materie prime) che si sta facendo strada in tutti gli atti legislativi della Comunità, il non uso di prodotti alimentari o terreni destinati alle coltivazioni per l’alimentazione umana o animale per la produzione di chemicals o biofuels. Riteniamo anche fondamentale che siano gli agricoltori a determinare i prezzi dei loro prodotti, non poche multinazionali che trasferiscono tutti gli utili a valle della “value chain”, e che debba essere creato un libero mercato di tutti gli intermedi che l’agricoltura è in grado di offrire. La rete è finalizzata a condurre ricerca/sviluppo su una serie di progetti che mirano a creare nuove filiere, separando il più possibile in loco i componenti degli scarti dalle produzioni agricole, al fine di aumentare il reddito degli agricoltori e, allo stesso tempo, ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare la logistica. In contem34| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
scambio, in cui viene reso possibile il trasferimento di know how e tecnologia da industria ad agricoltura e viceversa. Ci interessa anche contribuire alla razionalizzazione e all’integrazione dell’impianto legislativo in fieri, che si preannuncia estrema mente complesso.
PIVA: «UN PROGETTO PROIETTATO AL FUTURO»
«Il progetto “Rete di impresa Cr 2050” rappresenta una importante novità per l’imprenditoria agricola cremonese, ma anche nazionale – sottolinea il presidente della Libera di Cremona e vicepresidente nazionale Antonio Piva. - Si tratta di un progetto proiettato al futuro che tende a sfruttare alcune opportunità offerte dalla legislazione, ma anche dalla tecnologia. Le prime sono dovute alla possibilità di costituire reti di imprese, cioè forme semplificate di società miste, che cooAntonio Piva perando tra di loro possono ottenere risultati importanti distribuiti su tutti gli attori della filiera». «La seconda opportunità, quella tecnologica, è legata – pone in evidenza Piva - alla possibilità che, partendo da elementi di base costituenti i prodotti agricoli, come le cellulose, le emicellulose, la lignina e altre sostanze grasse è possibile ottenere prodotti trasformati dall’industria dal grande valore aggiunto che vanno ad inserirsi nel settore della industria chimica tradizionale e in quella di derivazione petrolifera». «In questo modo – conclude il vicepresidente nazionale - si possono ottenere diversi risultati: valorizzazione di sottoprodotti agricoli, quali stocchi e altri prodotti fibrosi, sostituzione di prodotti base non rinnovabili, come quelli chimici o petroliferi, con altri di derivazione agricola e quindi rinnovabili, creazione di una valida alternativa per gli agricoltori ai fini della formazione ed incremento del reddito aziendale. Tutto ciò rappresenta una opportunità che come mondo agricolo cremonese vogliamo provare a cogliere».
MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli
In Francia, per i capricci del meteo la vendemmia ritarda VINO: AUMENTANO IN MAROCCO PRODUZIONE E CONSUMO
I vigneti transalpini sono stati colpiti dal maltempo. Si prevedono raccolti scarsi per il secondo anno consecutivo capricci del meteo hanno ritardato la vendemmia in Francia di diverse settimane. Per il secondo anno consecutivo,dopo un minimo storico del 2012, le stime di raccolto sono poco propizie anche quest'anno.I vigneti sono stati colpiti dal maltempo, con una primavera fredda e piovosa e grandine
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quest’estate.Iniziata nella Languedoc-Roussillon,in Provence,nel Beaujolais, Rhône e Bordelais,in Borgogna la vendemmia è prevista per ottobre. Il ritardo,se il tempo tiene, non è un problema:quello che fa paura ai viticoltori sono i raccolti ridotti. Senza raggiungere il triste primato del 2012,la produzione quest’anno
VINO: IL DRAGONE ROSSO SBARCA IN SUDAFRICA
Per gli investitori cinesi nel vino c’è verità, ma anche molte opportunità e così il dragone espande i propri interessi anche in Sud Africa. Perfect China Group, partner al 51 % di una joint venture con la sud africana Leopard's Leap Wines, denominata Perfect Wines of South Africa (PWSA), ha recentemente acquisito il controllo di Val de Vie immobiliare. Anche se l' importo della transazione non è stato divulgato, è importante sottolineare che, con l'acquisizione di Val De Vie immobiliare, la Cina fa la sua prima incursione nel mondo sudafricano del vino. L’azienda si trova a Paarl, nella provincia di Città del Capo e ha un’estensione di 25 ettari di cui 21 ettari vitati, una casa padronale e una cantina. 36| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
Malgrado i divieti dell’Islam, in Marocco aumentano produzione e consumo di vino. Vicino Casablanca i vigneti si estendono a perdita d’occhio in uno dei più antichi ‘domaines’ marocchini. Circa 400.000 ettolitri di vino, di cui più del 50% di qualità superire, vengono annualmente prodotti e consumati per l’85% localmente. Il Marocco oggi conta 14 denominazioni d’origine garantita. E vuole crescere sui mercati. Secon-
do dati non ufficiali, la tenuta vinicola nel regno ha generato, nel 2011, un fatturato di oltre 128 milioni di euro, e impiega tra 17.000 e 20.000 persone. L'anno scorso, il governo, per la prima volta guidato da islamisti, ha deciso di incrementare l'imposta sulle bevande alcoliche: da 450 dirhams (42 euro), a 500 dirham (49 euro) per ettolitro. Ma questo aumento non sembra avere avuto impatto sui consumi.
dovrebbe attestarsi sui 43,5 milioni di ettolitri, inferiore alla media degli ultimi dieci anni. Alcune regioni hanno visto i loro vigneti letteralmente devastati dalle grandinate di questa estate.Questo è in particolare il caso del Vouvray,dove due terzi dei vigneti sono stati distrutti, della Borgogna con 1.300 ettari colpiti e del Bordeaux,dove è stato danneggiato un quarto del vigneto.In particolare per il Bordeaux si parla di un – 20% di raccolto rispetto al 2012,con una produzione prevista intorno ai 5,2 milioni di ettolitri;ovvero l’annata più scarsa,in termini quantitativi,dal 1991.Poco raccolto,però
non significa vino cattivo, anzi i viticoltori contano su un annata molto strutturata.In Borgogna i viticoltori si aspettano qualità,ma per denominazioni prestigiose come Volnay, Pommard,Savigny, Monthélie,Beaune,e parte del Pernand-Vergelesses si prevede un raccolto inferiore a 1,5 milioni di ettolitri,un quantitativo scarso per il terzo anno consecutivo.Certamente il calo dei volumi incide sui prezzi,e l’Alsazia,che vende una parte molto importante dei vini nei supermercati,dovrà sforzarsi per mantenere i fatturati senza prevedere aumenti.
Le vacche argentine evitano gravidanze indesiderate n
Il governo di Buenos Aires promuove modalità contraccettive per le bovine degli allevamenti a pascolo brado l metodo argentino per aumentare la produzione di carne bovina è stato approvato dal governo del Paese che, addirittura, ne promuove l’utilizzo presso gli allevatori. Si tratta di una spirale anticoncezionale per vacche inventata da un veterinario, il dr. Enrique Turin, che permette di aumentare la produzione evitando, nello stesso tempo, gravidanze ‘indesiderate’.Va a questo veterinario di Pergamino, in provincia di Buenos Aires, il merito di aver concepito il primo dispositivo intrauterino per bovini (DIUB) che, oltretutto, è in commercio ad un costo piuttosto contenuto: 17 pesos (circa tre dollari) e permetterebbe – secondo l’inventore – , se usato, di produrre il 5% di carne in più.Viene infatti
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calcolato che circa il 20% dei 5 milioni di vacche abbattute ogni anno sono gravide. E il governo argentino ha lanciato il ‘programma nazionale per la promozione del DIUB’ che distribuirà 200.000 dispositivi a circa 20.000 allevatori. Il sottosegretario all’Agricoltura spiega che il bestiame vive in promiscuità in allevamenti estensivi e si punta a diffondere l’uso di questo dispositivo per farlo diventare una pratica comune. L’Argentina conta attualmente su 58 milioni di capi bovini allevati. Cifra che si è ridotta dopo la campagna 2008-2009, perché molti allevatori – a causa dell’effetto congiunto di siccità e delle politiche agricole nazionali – hanno iniziato a coltivare soia, diventata una delle principali voci
L’ INDIA AFFRONTA LA CRISI DELLA CIPOLLA
Il governo indiano è minacciato dalla "crisi della cipolla". Il prezzo di questo alimento, che è alla base della dieta nazionale, è quadruplicato in un anno. L’ortaggio ha acquisito un valore tale che ha allarmato il governo indiano almeno quanto la crisi della rupia. Le cipolle che vengono consumate abitualmente nel Paese ad ogni pasto fanno da indicatore all’inflazione molto più dell’indice dei prezzi al dettaglio pubblicato dalla banca centrale. L’ortaggio è talmente cresciuto di quotazione, che oltre ad essere diventato una vera e propria arma politica, si è trasformato in un gadget di lusso. Ad esempio viene utilizzato come ‘omaggio’ da gommisti per attirare clienti che intendono sostituire gli pneumatici della propria auto. L’agenzia indiana Press Trust riporta anche di un camion che si è ‘volatilizzato’ sulla strada per Nuova Delhi e gli internauti propongono di sostituire la moneta nazionale con cipolle. La situazione è così preoccupante che il governo ha annunciato di voler mettere in circolazione 150 banchi mobili per permettere agli abitanti l’acquisto ‘a prezzi calmierati’. La crescita dei prezzi, secondo alcuni, è il risultato di un andamento climatico anomalo che ha portato la siccità in alcune regioni produttrici e piogge troppo abbondanti in altre; mentre, secondo il quotidiano Mint, si tratta di commercianti che hanno fatto cartello .Fatto sta che la situazione è così seria che su internet cominciano a circolare le ricette dei piatti nazionali senza cipolle!
dell’export. Il DIUB viene ora prodotto in scala industriale dal veterinario che ha già esportato 2,5 milioni di dispositivi in Brasile, Paraguay, Uruguay
Bolivia e Spagna. Per andare alla conquista dei mercati europei l’impresa del veterinario ha ottenuto il brevetto internazionale PCT. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |37
A T T U A L I TÀ P R O D O T T I
Lavoro di squadra per la vendemmia Agrinsieme, Federvini, Unione Italiana Vini e Ismea hanno monitorato insieme l’andamento della campagna. Si stima una produzione di 45 milioni di ettolitri
er la prima volta quest’anno le organizzazioni Agrinsieme (che è il coordinamento di Confagricoltura, Cia ed Alleanze delle cooperative agroalimentari), Federvini, Unione Italiana Vini (Uiv, che da anni collabora con Ismea per l’elaborazione delle previsioni attraverso un capillare monitoraggio del territorio vinicolo italiano con un dettaglio regionale) - hanno monitorato insieme l’andamento della vendemmia ed hanno condiviso le riflessioni ricavate dai rispettivi osservatori economici. Anche le previsioni sulla vendemmia possono essere oggetto di lavoro congiunto e sinergico che Confagricoltura ha fortemente voluto. Dal lavoro di squadra è emerso un quadro conoscitivo dettagliato dell’andamento della campagna vitivinicola 2013/2014, con valutazioni molto accurate che sono state riportate in maniera congiunta in una riunione presso il ministero delle Politiche agri-
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cole, nel corso del quale le organizzazioni hanno ribadito il loro impegno di lavorare insieme al Mipaaf, ad Agea e all’Istat per rendere più efficiente il lavoro di analisi previsionali delle produzioni. Dall’analisi congiunta emerge una produzione vicina ai 45 milioni di ettolitri, con un aumento del 7% rispetto al dato diffuso dall’Istat per il 2012 ed una buona qualità su tutto il territorio nazionale. Anche se in rialzo rispetto alla precedente, la produzione di questa campagna risulta non abbondante, attestandosi su livelli leggermente sotto la media dell’ultimo quinquennio. Il quadro appare comunque abbastanza omogeneo a livello nazionale, in termini di intensità di aumento percentuale. In linea generale, la vendemmia è in ritardo rispetto allo scorso anno di cir-
La raccolta delle uve è in ritardo di 15 giorni per le condizioni climatiche ca 15 giorni per le condizioni climatiche difficili che hanno interessato la nostra Penisola in primavera, ma è, ad ogni modo, nei tempi ottimali rispetto al normale ciclo vegetativo dell’uva. La presenza di forti grandinate ha influenzato l’andamento quantitativo di alcune zone, soprattutto nel Nord Italia, ma in taluni casi il recupero è stato importante e la quantità è risultata di poco al disotto della media. Il monitoraggio prevede ovunque una buona annata: dal punto di vista qualitativo, lo stato vegetativo dei vigneti è soddisfacente. In particolare viene previsto un aumento della produzione dei vini bianchi, soprattutto
quelli con ottimi livelli di qualità, mentre per i vini rossi si attende un raccolto in linea con i dati delle scorso anno. Al momento non esistono preoccupazioni per il Bilancio UE atteso che da una parte la Spagna prevede una vendemmia nettamente superiore al 2012, mentre in Francia si segnala una possibile diminuzione quantitativa di 5/6 milioni di ettolitri rispetto alle iniziali previsioni dei primi di agosto. Questo porterebbe quindi ad una sostanziale conferma della produzione a livello UE rispetto alla vendemmia dello scorso anno. Le aspettative dei produttori per questa vendemmia sono incoraggianti: benché la situazione sia molto differenziata a livello locale in alcune regioni, nel complesso si delinea una sostanziale stabilità a livello nazionale. (R.M.A.)
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Erbaluce per brindare alla cucina di Caravaggio
La luce protagonista dell’arte pittorica e del vino simbolo dell’eccellenza torinese. A Roma si propone la connessione fra dipinti, piatti e ricette d’autore di Anna Gagliardi
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alla Mole antonelliana al Colosseo. Il tragitto dalla prima all’attuale capitale d’Italia si percorre quest’autunno insieme all’Erbaluce di Caluso, il vino bianco che nasce nel Canavese, in 32 comuni del Torinese, 3 del Biellese 1 del Vercellese. Di fatto è il prodotto simbolo della vitivinicoltura torinese che ha raggiunto livelli qualitativi elevati e diventando Docg nel 2010. Confagricoltura Torino annovera tra i suoi associati i produttori di riferimento, quelli che nelle cantine, oltre alle botti, custodiscono la storia
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del Canavese. Addentrarsi in questo territorio vuol dire scoprire un’isola dietro Torino in cui le “toppie” (termine locale con cui vengono chiamate le pergole alte) accarezzano le colline, piccoli laghi (Viverone e Candia i più noti) catturano e riflettono la luce del sole e i campanili svettano sullo sfondo delle montagne olimpiche. Nove aziende e due cantine cooperative condividono con Confagricoltura Torino il progetto di promozione supportato dalla Camera di Commercio e realizzato in collaborazione con Ascom Confcommercio, Epat, Sac à Poche e Roma Gourmet.
Aldrovandi di Villa Borghese. L’iniziativa si intitola “I carciofi di Caravaggio” e coinvolge lo chef Francesco Apreda (Imàgo, 1 stella Michelin) e Oliver Glowig (2 stelle Michelin), che hanno creato due piatti ispirati ad altrettante opere di Caravaggio. I piatti saranno inseriti nelle rispettive carte e abbinati ad un calice di Erbaluce offerto da Confagricoltura Torino. Partner dell’esperienza romana è Roma Gourmet, che sul web (www.romagourmet.net) narra le connessioni fra opere d’arte, i piatti e le ricette d’autore con l’abbinamento ragionato ai vini. Due cartoline ricordo dedicate, in distribuzione a Roma, suggellano questa liaison. Dal 15 al 31 ottobre all’Oliver Glowig dell’Hotel Aldrovandi si potrà gustare la Triglia con pelle di pollo croccante, fagioli e caffè (piatto ispirato al Narciso di Caravaggio) abbinato all’Erbaluce di Caluso docg 2012 “Cariola” di Ferrando (Ivrea). Dal 1° al 15 novembre all’Imàgo dell’Hotel Hassler si potrà gustare il Rosso d’uovo aromatico, anguilla alla brace e radici in misticanza (piatto ispirato alla Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio) abbinato all’Erbaluce di Caluso spumante brut metodo classico “San Giorgio” di Cieck (Agliè). Tra le altre iniziative del progetto, soLa "toppia" lo sotto la Mole, spicca poi l’incontro con i grappoli tra due grandi tradizioni torinesi, l’Erdi Erbaluce baluce di Caluso passito e l’arte dolciaria. Sei pasticceri e cioccolatieri selezionati da Sac à Poche dovranno interpretare a modo loro il tema “I Il nettare del Canavese dolci incontrano l’Erbaluce di Caludalle pergole, all’alta so”. I sei maestri si metteranno all’oristorazione stellata pera per creare altrettante dolcezze che saranno presentate alla stampa e al pubblico il 18 novembre, a Torino, Il calendario di appuntamenti preve- e che avranno il passito tra gli ingrede degustazioni, abbinamenti e in- dienti rilevanti. Le ricette abbracceranno tutti i settori della pasticceria, contri da settembre a gennaio. Dal 15 ottobre al 15 novembre il le- cioccolateria e gelateria compresa. game tra Torino e Roma sarà siglato a Da segnalare infine che il 30 novemtavola, nella Capitale, in due ristoran- bre e il 1° dicembre si terrà al Museo ti simbolo dell’alta cucina italiana: del Risorgimento di Torino “Una MoImàgo all’Hotel Hassler di piazza di le di panettoni”, una due-giorni dediSpagna (in cima alla scalinata Trinità cata al dolce natalizio per eccellenza dei Monti) e Oliver Glowig all’Hotel con i Maestri del gusto/pasticceri ar-
I PRODUTTORI DI ERBALUCE DI CALUSO DI CONFAGRICOLTURA TORINO CANTINA SOCIALE DELLA SERRA - Piverone www.cantinadellaserra.it COOPERATIVA PRODUTTORI ERBALUCE DI CALUSO – Caluso www.canavese.it/cpec CIECK – Agliè www.cieck.it FERRANDO – Ivrea www.ferrandovini.it FONTECUORE – San Giorgio Canavese www.fontecuore.it GNAVI CARLO CAMILLO - Caluso Tel. 011. 9832969 ORSOLANI - San Giorgio Canavese www.orsolani.it PODERE MACELLIO - Caluso www.erbaluce-bianco.it SANTA CLELIA – Mazzè www.santaclelia.it SILVA - Agliè www.silvavini.com SOCIETA’ AGRICOLA CANTINE BRIAMARA - Caluso www.cantinebriamara.it
tigiani. In quell’ambito Confagricoltura Torino sarà protagonista con i suoi vitivinicoltori in degustazioni guidate di Erbaluce spumante e passito accompagnate dal racconto di leggende e storie legate al vino. Altre degustazioni sono in programma nella stagione invernale, tra l’8 dicembre e il 31 gennaio, in Alta Valle Susa, in alcuni locali di Sestriere, Bar donecchia e Sauze d’Oulx. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |41
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I grandi numeri del bio Nonostante la crisi, cresce il consumo ma diminuiscono le imprese produttrici e, in parallelo, aumenta l’import di Luigi Tozzi
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l biologico tira ma la produzione italiana ha luci ed ombre. È quanto è emerso, dai dati presentati nel convegno "I numeri che raccontano il biologico" organizzato da Ismea e Sinab nell’ambito della 25° edizione del Sana di Bologna. L’Italia rimane sempre uno dei Paesi più importanti per la produzione e trasformazione del biologico. Infatti, per superfici dedicate l’Italia è sesta, nella classifica mondiale, e prima in Europa, mentre figura in ottava posizione per numero di aziende agricole biologiche al livello mondiale e sempre prima in Europa.
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In Italia circa il 3% delle aziende totali sono biologiche, rappresentando quasi il 9% della alla superficie agricola utilizzata (Sau). Tra esportazioni e consumi interni il giro d'affari complessivo del biologico ammonta in Italia, secondo gli ultimi dati Fibl-Ifoam, a circa 3 miliardi di euro. Un fatturato che pone l'Italia al quarto posto al livello europeo, dietro Germania, Francia e Regno Unito e in sesta posizione nella classifica mondiale.La dinamicità del settore è anche testimoniata dall’andamento dei consumi. L’ultimo aggiornamento del Panel Ismea Gfk-Euri-
sko, che si riferisce al mese di luglio 2013, mette in evidenza l’ulteriore crescita della spesa dei consumatori in prodotti biologici, con un più del 9% (rispetto all’8,8% riscontrato nel primo semestre 2013). Un dato che rappresenta una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso. Anche se va sempre ricordato che gli acquisti di prodotti bio sono circoscritti ad un’elite di consumatori (prevalentemente di reddito medio alto, come rivela l’ultima rivelazione del Panel famiglie Ismea/GFKEurisco). Una specifica riflessione meritano i dati sulle superfici e sull’importazione di prodotti biologici. Se è vero che la superficie totale del biologico è aumentata del 6,4% nel 2012, la superficie in conversione (che diverrà biologica) è diminuita rispetto al 2011 del 6,2%. È un trend che è iniziato più di tre anni fa e che ha visto dal
In totale il giro d'affari ammonta in Italia a circa 3 miliardi di euro 2009 al 2012 una diminuzione delle superfici in conversione del 34,4% (da 317.357 a 243.575) pur rimanendo nello stesso periodo costante il numero totale di aziende biologiche (+0,78%). È un dato che dovrà essere monitorato con attenzione per evitare che a fronte di un mercato del biologico in forte espansione, ci sia da parte delle
aziende agricole italiane un minor interesse ad investire nel settore. Va peraltro sottolineato che le aziende italiane che trasformano il prodotto biologico sono diminuite nell’ultimo anno del -9,2%, forse anche per questo il numero d’importatori è aumentato nel 2012 di circa il 30%, portando di conseguenza ad un aumento del consumo di biologico non prodotto nel nostro Paese. L’ulteriore affermazione in Italia del biologico implica il superamento di una serie di criticità più volte messe in evidenza da Confagricoltura: maggiore competitività del settore, aggregazione dell’offerta, miglioramento della logistica, internazionalizzazione, diminuzione dei costi dei mezzi tecnici. Sono tutti elementi che oltre a dare maggiore efficienza al settore, possono contribuire alla riduzione del costo finale del prodotto, rendendo così il biologico accessibile a tutte le fasce economiche delle famiglie italiane.
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Dall’esperienza Schmack nasce EUCOmpact, il rivoluzionario sistema di impianto biogas completamente containerizzato. Grazie alla sua flessibilità, si adatta alle specifiche esigenze di ogni azienda, non soltanto per quel che riguarda le superfici disponibili, ma anche per le biomasse a disposizione. I vantaggi in breve: š Installazione semplice e avviamento rapido: è interamente allestito in fabbrica, testato in ogni sua componente e fornito già pronto per entrare in funzione š Ridotta necessità di superficie š Alimentazione flessibile š Alta redditività e bassi costi di investimento e di alimentazione Schmack. Professionisti del biogas.
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FITODEPURAZIONE Meeting a Chioggia degli studiosi di aree umide Studiosi in materia di ecologia e di aree umide, provenienti da 20 Paesi europei, oltre che da Stati Uniti e Giappone hanno tenuto recentemente - presso l’impianto idrovoro Cà Bianca di Chioggia, nel veneziano - l’appuntamento annuale realizzato dalla Sezione Europea della Society of Wetland Scientists (SWS), organizzazione “no profit”, fondata nel 1980 per promuovere la conoscenza degli ambienti umidi. In Italia esistono oltre 1000 impianti di fitodepurazione a flusso “sottosuperficiale” (prevalentemente utilizzati per il trattamento delle acque reflue domestiche) e svariate decine di zone umide a flusso superficiale (perlopiù gestite da Consorzi di bonifica; la più recente, a Vecchiano, è stata inaugurata a servizio del lago di Massaciuccoli, in Toscana), comprendenti anche i più moderni “sistemi flottanti” per la depurazione di acque di drenaggio agricolo e per il finissaggio di impianti di depurazione convenzionali (il cosiddetto “affinamento” indispensabile per l’utilizzo in agricoltura delle acque reflue, come sollecitato dalle normative). Oltre che per le prestazioni depurative, questi sistemi sono apprezzati per la multifunzionalità: sono ricchi di flora e fauna selvatica, bene inseriti nel contesto paesaggistico, possono acquisire valenza paesaggistica scegliendo specie vegetali adeguate, producono ragguardevoli quantità di biomassa da utilizzare per la produzione energetica. «L’incontro di Chioggia – ha commentato l’Associazione nazionale Bonifiche e Irrigazioni (Anbi) - è un riconoscimento internazionale all’impegno dei Consorzi di bonifica per la qualità delle acque nell’ambito del virtuoso rapporto con il mondo agricolo: l’acqua è indispensabile al territorio e l’irrigazione, gestita dagli enti consortili, è
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elemento determinante nel rimpinguare le falde anche con tecniche innovative come le aree di infiltrazione e i pozzi bevitori. Senza risorsa idrica non può esserci sviluppo soprattutto per quella agricoltura, che segna dati positivi nell’export e nell’occupazione soprattutto giovanile». (G. M.) SOSTENIBILITÀ 2014 Anno Europeo contro lo Spreco alimentare. Il Parlamento esorta lo scambio di buone pratiche Il Parlamento europeo ha proposto di proclamare il 2014 "Anno europeo contro gli sprechi alimentari", quale importante strumento di informazione e promozione per sensibilizzare i cittadini europei. Una campagna europea di sensibilizzazione intorno ai temi dello spreco: è la proposta espressa nella “Risoluzione del Parlamento europeo su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'UE”. L’Europarlamento sottolinea che lo spreco alimentare è una delle cause dei cambiamenti climatici e ritiene moralmente ingiustificabile che più del 50% del cibo prodotto non sia consumato. Secondo il PE le cause sono da ricercarsi anche SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |45
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nella difficoltà dei consumatori ad operare scelte oculate distinguendo le diciture sulle etichette degli alimenti ("da consumarsi preferibilmente entro il", "data di scadenza" e "da consumare entro”) e dagli attuali requisiti di qualità concernenti l'aspetto, imposti sia dalla legislazione europea o nazionale che da norme aziendali interne, che stabiliscono le dimensioni e la forma in particolare degli ortofrutticoli freschi. Il PE suggerisce quindi alla Commissione a valutare e incoraggiare le misure atte a ridurre gli sprechi alimentari a monte, come ad esempio l'etichettatura con doppia scadenza (commerciale e di consumo) e le vendite scontate di prodotti in scadenza o danneggiati; a provvedere alla stesura di specifiche raccomandazioni sulle temperature di refrigerazione (infatti temperature non ottimali e non idonee fanno deperire gli alimenti e provocano inutili sprechi); di sostenere iniziative dirette ad incentivare la produzione sostenibile su piccola e media scala legata ai mercati e ai consumi locali e regionali. Infine il Parlamento europeo invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare gli scambi delle migliori pratiche e a promuovere campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul valore delle derrate alimentari e dei prodotti agricoli, sulle cause e sulle conseguenze degli sprechi alimentari e sulla maniera per ridurli. In questo senso la Confagricoltura si è già attivata con la presentazione del progetto EcoCloud che consiste nella creazione della– rete delle idee sostenibili – nel quale sono inserite le buone pratiche di sostenibilità già sperimentate dalle aziende associate a Confagricoltura, al fine di diffonderle e rafforzare lo sviluppo del tema della sostenibilità nel settore agricolo. (L.T.)
RIFIUTI Sistri operativo da ottobre Il Dl 101/2013, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, ha fissato il termine iniziale di operatività del Sistri al 1° ottobre 2013 per gli Enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che effettuano 46 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi, inclusi i nuovi produttori. Per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, nonché per i Comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della Regione Campania, il termine iniziale di operatività è fissato al 3 marzo 2014. Se da una parte il ministero ha inteso dare seguito senza ulteriori rinvii all’attuazione del Sistri, dall’altra, in relazione alle criticità segnalate da parte di tutte le associazioni imprenditoriali e di tutte le imprese che hanno sperimentato il Sistri, ha introdotto un meccanismo di collaudo dell'operatività del sistema, da svolgersi entro il 31 gennaio 2014, che costituirà un momento fondamentale di verifica dell’intero sistema informatico. (A. P.) EROSIONE Ispra: 500 mila frane nel 2012 È stata pubblicata dall’Ispra l’undicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali. Tra i dati più allarmanti si segnala che nel solo 2012 le frane censite sono state in Italia circa 487.000, interessando un’area pari al 6,9% del territorio italiano. La popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta così a 987.650 abitanti, ed è stato inoltre stimato che le persone esposte ad alluvioni sono 6.153.860: ossia, circa un cittadino su dieci. In merito all’erosione del suolo per motivi idrici, ampi settori del territorio italiano presentano tassi superiori alla soglia di tollerabilità. L’erosione idrica determina una perdita di suolo, di fertilità e di biodiversità. La superficie (da modello Rusle) interessata dal fenomeno nel UE 27 è pari a 1,3 milioni di km2 ,di questi circa il 20% subisce una perdita di suolo maggiore di 10 t/ha/anno. La percentuale nel territorio italiano si attesta intorno al 30%. Per quanto riguarda invece il consumo di suolo, in Italia sono stati consumati, in media, 7 m2 al secondo per oltre 50 anni. In termini assoluti sono irreversibilmente persi 20.500 km2. Il periodo in cui il consumo di suolo è stato più rapido risulta quello degli anni Novanta: sfiorando i 10 m2 al secondo, oggi raggiunge gli 8 m2 al secondo. Nel 2010 il valore di superficie consumata pro capite è raddoppiata passando dai 170 m2 per abitante degli anni Cinquanta a più di 340 m2 attuali. Il fenomeno è maggiormente diffuso nel Nord Italia. La Lombardia è in assoluto la regione con la maggiore superficie consumata, superiore al 10% del territorio regionale, seguita da Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Lazio. Al Sud si registrano gli incrementi maggiori negli ultimi 60 anni. Tutti segnali negativi per il settore primario, che registra nel periodo 2000-2010, infatti, una riduzione delle aziende agricole e zootecniche italiane del 32,4% (oltre
750.000 aziende in meno), ed una diminuzione della SAU del 2,5% (oltre 320.000 ha in meno). Anche il dato relativo alla superficie boscata, in aumento, è concorde con questa tendenza, in quanto un contributo importante alla sua crescita è dato dall’espansione delle foreste sulle aree abbandonate dall’agricoltura. Secondo gli ultimi dati disponibili nel 2010 il coefficiente di boscosità si attesta al 36%, ben più alto di quel 28,8% registrato nel 1985. Un dato confortante arriva dalle emissioni totali di gas a effetto serra che si riducono nel 1990-2011 del 5,8%, a fronte di un impegno nazionale di riduzione del 6,5%, passando da 518,98 a 488,79 MtCO2eq. Le stime provvisorie di emissioni di gas serra per il 2012, pari a 464,55 Mt CO2eq, (aggiornate al 30 giugno 2013) prevedono un’ulteriore diminuzione del 5% rispetto al 2011, per il perdurare della congiuntura economica negativa, mostrando una riduzione complessiva rispetto al 1990 del 10,5%. La distanza dall’obiettivo del Protocollo di Kyoto risulta attualmente di entità ridotta e tale da consentire all’Italia di raggiungere l’obiettivo con uno sforzo limitato attraverso l’utilizzo dei crediti consentiti dai meccanismi del Protocollo di Kyoto e dei crediti derivanti dalle attività forestali. L’andamento complessivo dei gas serra è determinato principalmente dal settore energetico, che rappresenta in media l’82% circa delle emissioni totali lungo l’intero periodo 1990-2012, seguito dall’agricoltura e dai trasporti, diminuendo in valore assoluto, di -54,43 milioni di tonnellate. Complessivamente le emissioni delle tre sostanze acidificanti (ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e ammoniaca (NH3)) sono in costante diminuzione dal 1990 al 2011 (-62%). (A.P.)
CAMBIAMENTI CLIMATICI CNR: il faggio sopporta lo stress La rivista scientifica internazionale "Tree Physiology", una delle più prestigiose del settore delle Scienze Forestali, ha pubblicato i risultati di ricerche svolte nella faggeta di Collelongo-Selva Piana (AQ), sito sperimentale di lungo termine (LTER) dell'Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale del CNR. Lo studio, realizzato da Andrea Scartazza e da altri ricercatori dell'IBAF-CNR tramite l'uso contemporaneo di tecniche diverse (da misure a scala di ecosistema a metodolo-
gie sofisticate di campionamento ed analisi di laboratorio, sino alle più classiche metodologie di misura della crescita e produttività delle foreste), evidenzia come l'anidride carbonica sottratta all'atmosfera dalla faggeta venga destinata, sotto forma di carbonio, alla crescita e, nella seconda parte della stagione, all'accumulo di sostanze di riserva nel fusto e nelle radici, necessarie per il periodo di riposo e per la stagione successiva. Inoltre, le analisi hanno permesso di verificare come la foresta studiata sia in grado di rispondere alla variabilità dei fattori ambientali nelle diverse stagioni, mantenendo, grazie all'aumento della efficienza di uso dell'acqua, i livelli di crescita e di accumulo di sostanze di riserva anche in anni con minore disponibilità idrica. Questi risultati evidenziano il ruolo delle sostanze di riserva per la sopravvivenza e la capacità delle piante di reagire agli stress (resilienza), specie in ambienti soggetti a periodi secchi. Dal punto di vista applicativo, queste informazioni possono essere utili per la gestione delle faggete in ambiente Mediterraneo, un'area particolarmente soggetta ai cambiamenti climatici. A questo proposito, la prosecuzione delle ricerche nel vero e proprio laboratorio all'aperto costituito dal Sito di Ricerca Ecologica a Lungo Termine (LTER) di Collelongo-Selva Piana consentirà di studiare come la maggiore frequenza e intensità di stagioni più secche possano influenzare la produttività, la funzionalità ed il potenziale di sequestro del carbonio delle faggete dell'area Mediterranea. (G. M.) SETTEMBRE 2013 | MONDO AGRICOLO | 47
SPECIALE AGRILEVANTE
Una finestra sul Mediterraneo A Bari, dal 17 al 20 ottobre la rassegna internazionale su meccanizzazione e tecnologie promossa da Ente Fiera e FederUnacoma. 250 ditte espositrici, 20 delegazioni estere, oltre 300 incontri B2B di Elisabetta Tufarelli 48| MONDO AGRICOLO |SETTEMBRE 2013
pre le porte a Bari, dal 17 ottobre fino al 20, l’edizione 2013 di “Agrilevante”, la rassegna internazionale della meccanizzazione e delle tecnologie per l’agricoltura, promossa dall’ Ente Fiera del Levante e da FederUnacoma.Vede la presenza di oltre 250 aziende espositrici, una superficie impegnata pari a 50 mila metri quadrati, una selezione di oltre 5 mila modelli esposti, una forte caratterizzazione internazionale con 20 delegazioni estere ufficiali presenti. Nel calendario degli eventi si segna-
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lano, tra gli altri, i convegni promossi dall’Università di Bari su temi quali la meccanizzazione nella mandorlicoltura, i vitigni autoctoni pugliesi, gli obiettivi della ricerca nella meccanizzazione viticola, il quadro normativo in tema di controllo delle macchine irroratrici. Il presidente dell’Associazione dei giovani di Confagricoltura, Raffaele Maria Maiorano, interviene, nella giornata d’inaugurazione, al convegno su “I giovani in
Raffaele Maria Maiorano interviene al convegno “I giovani in agricoltura” agricoltura”, dove fa il punto sulle reali opportunità offerte dalla legge e sulle effettive richieste del comparto. La manifestazione offre un panorama completo di soluzioni efficaci per l’intero ciclo produttivo: dalla lavorazione e preparazione del terreno alla semina, dall’irrigazione ai trattamenti, fino alle fasi di raccolta, trasporto e prima lavorazione dei prodotti. A questo si aggiungono le filiere a destinazione non alimentare, vedi quelle delle materie prime per l’industria e per l’energia. Il tutto con uno sguardo focalizzato sul Mediterraneo. L’evento, infatti, è centrato sulle colture tipiche del ‘mare nostrum’, per le quali l’industria della meccanizzazione è in grado di offrire una gamma di mezzi ed attrezzature molto ampia e tecnologicamente avanzata. Agrilevante prevede saloni tematici e da grande attenzione alle produzioni tipiche dell’area, in particolare quelle del grano duro, della viticoltura, dell’olivicoltura. Non solo fiera, ma anche un importante momento di verifica della capacità di ripresa delle economie dei Paesi compresi nel bacino mediterraneo. Nella scorsa edizione sono stati organizzati oltre 300 incontri B2B.
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SPECIALE AGRILEVANTE
Potenza con stile
SAME Deutz-Fahr investe massicciamente su innovazione, qualità e internazionalizzazione Tra le novità, macchine con motori da 440 cavalli ed il design di Giugiaro. Gli obiettivi: efficienza, produttività, minori consumi e comfort. Ce ne parla l’AD Lodovico Bussolati di Claudio Pietraforte
ottor Bussolati, investimenti massicci sui nuovi prodotti ed una marcata internazionalizzazione sono stati fino ad oggi i pilastri della strategia che ha consentito a SAME Deutz-Fahr di incrementare
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fatturato e redditività. Pensate di mantenere questo approccio anche negli anni a venire? Con che tipo di interventi? Abbiamo affrontato la crisi congiunturale di questi anni facendo affidamento su un piano investimenti ambizioso, finalizzato al completamento della gamma prodotto, che è passato da 114 mio Euro stanziati per il quinquennio 2007-2011 a più del doppio per il periodo 2012-2016 (266 milioni di Euro), congiuntamente ad un processo di crescita internazionale attraverso acquisizioni (Francia, Turchia) e creazione di Joint Venture (Cina, Russia). Questo approccio ci ha consentito di svilupparci sia in termini di fatturato che di redditività. E’ quindi nostra intenzione continuare su questo percorso, rafforzando sempre più la nostra presenza a livello globale e investendo in nuovi prodotti all’insegna del binomio qualità/efficienza. Nel 2012 il mercato italiano, in progressiva contrazione, occupava il terzo posto nel vostro fatturato, alle spalle di Germania e Francia. Alla luce dei risultati ottenuti finora, ritenete che possa esserci nel 2013 un’inversione di tendenza? Il mercato italiano sta attraversando
una fase fortemente critica.Anche i recenti dati di agosto confermano una forte flessione delle immatricolazioni. Riteniamo che l’incertezza politica e le debolezze strutturali non consentano di prevedere un’inversione di tendenza negli ultimi mesi dell’anno. Negli ultimi due anni la differenziazione dei vostri brand commerciali, sostenuta da attività di comunicazione e marketing mirate, si è fatta sempre più marcata. Ci saranno ulteriori tappe in questa direzione? Abbiamo fatto della differenziazione dei marchi un caposaldo della strategia di sviluppo prodotto e delle nostre campagne di comunicazione, con l’obiettivo di ribadire l’identità e le peculiarità di ciascun marchio all’interno dell’offerta completa del Gruppo. Lavoreremo in tale direzione per rispondere al meglio alle esigenze specifiche di ciascun mercato e fidelizzare il cliente nelle sue scelte di acquisto, facendo apprezzare l’unicità di ogni singolo marchio. Infrangere la soglia dei 400 cavalli è un obiettivo che accomuna da qualche tempo buona parte delle case costruttrici e all’Agritechnica si
potranno finalmente valutare i risultati di questi sforzi. Che cosa ci si deve attendere dal vostro trattore da 440 cavalli? La nuova Serie 11 Deutz-Fahr, da 350 a 440 cavalli, rappresenta un ampliamento di gamma fondamentale per poter entrare nel segmento delle grandi aziende agricole, in particolar modo francesi, tedesche (soprattutto nella Germania dell’Est), del Nord Europa, ma anche in tutti quei mercati dell’Est Europa, della Russia e del Kazakistan. C’è una sintesi di ricerca tecnologica d’avanguardia e capacità d’innovazione, frutto di collaborazioni d’eccellenza quali MTU per i motori, ZF per la trasmissione e Giugiaro per lo stile. L’elevata potenza, l’ergonomia, la trasmissione, il sistema frenante e il sistema idraulico, il raggio di sterzata sono alcuni degli elementi che evidenziano una complessità tecnologica posta al completo servizio dell’operatore, garantendo massimo comfort, semplicità d’impiego ed efficienza, sia in campo aperto che su impieghi per trasporto. Guardando al futuro con l’esperienza del passato SAME ha deciso di riproporre il proprio marchio quale costruttore di motori propri, progettati internamente. Su quali mezzi verranno montati i nuovi motori FARMotion e quali saranno le loro caratteristiche? Il neonato FARMotion, motore di nuova concezione progettato e costruito completamente da SDF, verrà montato su veicoli di gamma bassa e medio-bassa a marchio SAME. Si tratta di motori progettati esplicitamente per l’utilizzo trattoristico, con tecnologia Common rail Bosch 2000 bar e sistema di post-trattamento gas discarico con catalizzatore ossidante, che accorpano tutte le migliore tecnologie motoristiche disponibili sul mercato. Essi si integrano bene con il trattore e forniscono all’utente finale notevoli vantaggi in termini di guidabilità e visibilità, così come di facile manutenzione e riduzione
così come una nuova cingolatura in Bussolati: «Abbiamo fatto della gomma con velocità massima di 30 km/h.Anche il comfort e l’ergonomia differenziazione dei marchi sono stati migliorati grazie alla nuova un caposaldodellastrategia» cabina ad alta visibilità, ai nuovi sedili guida e passeggero, con la presenza di dei costi, grazie alla canne sfilabili e un termofrigo, e al volante e al piantoalle teste singole. La modularità tra 3 ne dello sterzo completamente rinnoe 4 cilindri, inoltre, rappresenta un ul- vati. In collaborazione con Giugiaro teriore punto di forza. Design è stato inoltre rivisto completamente lo stile, che ora risulta in linea Lo scorso settembre ha segnato il con i trattori del marchio e offre grandebutto della nuova gamma di mie- di vantaggi in termini di facilità di actitrebbie Deutz-Fahr. Quali sono gli cesso alle parti meccaniche e manuteaspetti innovativi di questa nuova nibilità della macchina. Il telaio è stato generazione di macchine e quali profondamente rivisitato per miglioobiettivi vi siete posti dal punto di vi- rarne la rigidezza e l'assale posteriore sta commerciale, visto l’incremento è stato interamente riprogettato sia registrato dal vostro market share nella versione standard sia in quella nel 2012? 4WD per assicurare la massima durata La nuova gamma di mietitrebbie nel tempo. Deutz-Fahr C9000, presentata al mer- Con la nuova serie, disponibile in cato in occasione della fiera agricola quattro modelli ed equipaggiata con Innov-agri in Francia, rappresenta motori Deutz TCD L6 T4i da 7.8 lt, un’importante novità nella nostra of- confidiamo di poter offrire al mercato ferta full-line. una macchina tecnologicamente Le innovazioni tecniche riguardano avanzata, che riduca tempi di lavoraprincipalmente il nuovo sistema treb- zione e consumi di carburante, garanbiante, con nuove barre con larghez- tendo il massimo dell’efficienza e delza fino a 9 metri, sistema extra-feeding la produttività in campo. e un nuovo serbatoio della granella, Puntiamo così a entrare in un segmento di prodotto nel quale fino ad oggi non eravamo presenti e, attraverso il continuo miglioramento della nostra offerta e al rafforzamento in area commerciale, abbiamo l’obiettivo di raddoppiare i volumi entro il 2016.
Lodovico Bussolati
Purtroppo, anche in conseguenza della crisi generale italiana, il mercato Italia delle macchine agricole non vede segnali di ripresa. Il gruppo SAME Deutz-Fahr pensa di far qualcosa al fine di invertire la tendenza negativa? Riteniamo che il nostro unico contributo in tal senso sia quello di proseguire nello sviluppo di nuovi trattori nei segmenti più importanti per il mercato italiano, offrendo al cliente finale macchine sempre più efficienti e produttive che facilitino il loro lavoro quotidiano. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |51
SPECIALE AGRILEVANTE
I trattori fanno goal A Reggio Emilia nasce “IDE_Agri”, una rete nel settore della meccanica agricola, per generare innovazione di prodotto. Uno strumento per rafforzarsi in periodo di crisi
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È
stato sottoscritto, promosso da Unindustria Reggio Emilia, Club Meccatronica e Reggio Emilia Innovazione, il contratto di rete IDE_Agri (Isobus Digital Electronic Agriculture), che vede coinvolte nove imprese che operano nel settore della meccanica agricola. Si tratta di:Actia Italia,Ama,Arag,Argo Tractors, Cobo, Comer Industries, Re:Lab, Salvarani,Walvoil. “Questo tipo di rete di imprese – ha sottolineato Aimone Storchi, presidente di Reggio Emilia Innovazione – è importante perché sono presenti sia le aziende che producono i componenti, sia quelle che costruiscono le macchine agricole; dal confronto e dalla collaborazione concreta tra queste imprese si potrà generare quell’innovazione di prodotto che rende le
nostre aziende più competitive nei mercati internazionali. La rete è aperta anche ad altre aziende interessate a sviluppare innovazione in questo campo ”. “Abbiamo promosso e sostenuto con forza questo progetto - ha sottolineato Stefano Landi, presidente di Unindustria Reggio Emilia - perché la città emiliana è uno dei principali centri di competenza ed eccellenza a livello nazionale nel settore delle macchine agricole e della componentistica. La nostra associazione è da tempo impegnata nel favorire la collaborazione tra imprese per realizzare in particolare progetti comuni di ricerca e di internazionalizzazione. Per questo abbiamo creato lo Sportello Reti di imprese per informare e assistere le imprese interessate a collaborare con lo strumento del contratto di rete. E’ un mo-
Insieme si svolgeranno attività nell'ambito dell'elettronica, del digitale, dello standard Isobus do per aumentare la massa critica e per rafforzarsi, specie in questo prolungato periodo di crisi. Ancora una volta abbiamo cercato di far incontrare gli imprenditori e farli dialogare tra loro. Il nostro impegno in questa direzione proseguirà per promuovere la nascita di nuove reti”. Il contratto di rete in questione è diretto allo svolgimento di attività comuni nell'ambito dell'elettronica e del digitale, dello standard Isobus (finalizzato a standardizzare e centralizzare il sistema di controllo e l'interfaccia uomo-macchina nei sistemi composti da trattrice e attrezzi di lavoro, come ad esempio seminatrici, irroratrici, carri per il trasporto, ndr) nelle macchine agricole e a lenta movimentazione. In particolare intende promuovere la partecipazione a tavoli tecnici e normativi in sede europea, la condivisione di know-how (corsi di formazione, visite, assistenza, fornitura software), la realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo nuovi prodotti, la promozione e la diffusione dello standard Isobus in Italia e l’assistenza alla certificazione di attrezzature secondo lo standard Isobus. L'attuazione del programma di rete è affidata a Reggio Emilia Innovazione il centro per l’Innovazione e il trasferimento tecnologico che, in collaborazione con Imamoter-CNR e Re:lab, è anche il Centro di certificazione Isobus italiano. La rete d’impresa è una soluzione che consente da una parte di aumentare la competitività delle singole aziende condividendo servizi, informazioni, infrastrutture e dall’altra di accrescerne la massa critica e quindi la capacità di diffondere in Italia lo standard Isobus nelle macchine agricole e di promuovere gli interessi dei produttori italiani, pur preservando l’autonomia delle singole imprese. (R.M.A.)
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SPECIALE AGRILEVANTE
Il trattore scopre il Nordafrica
L’area del Mediterraneo, pur nella difficile congiuntura creata dalle crisi politiche e sociali, ha grandi potenzialità ed offre interessanti sbocchi ai costruttori italiani di macchine per l’agricoltura di Barbara Mengozzi
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umeri ingenti, innovazione in primo piano e una crescente attenzione agli operatori esteri dimostrata dalla sempre più ampia rosa di Paesi rappresentati. Grazie a queste credenziali l’edizione 2013 di Agrilevante – la grande rassegna internazionale delle macchine e delle tecnologie per l’agricoltura e le filiere agroindustriali tipiche del Mezzogiorno organizzata da Fiera del Levante e FederUnacoma – ribadisce con forza il ruolo chiave rivestito dalla biennale barese non solo per le nostre regioni meridionali ma per l’intero bacino del Mediterraneo. Un appuntamento fondamentale, quindi, non soltanto sotto il profilo tecnico ma anche sotto quello strate-
N
gico: la manifestazione pugliese rappresenta infatti una preziosa opportunità per ragionare di meccanizzazione “verde” in termini di mercati e di scenari evolutivi mettendo a fuoco un’area, quella mediterranea appunto, che, pur nella difficile congiuntura creata dalle gravi crisi politiche e sociali che hanno investito vari Paesi del Nordafrica e del Medio Oriente determinando una stagnazione o addirittura una recessione dell’export made in Italy, presenta grandissime potenzialità di sviluppo del settore primario e apre interessanti sbocchi per i costruttori italiani di macchine per l’agricoltura. Le previsioni, del resto, indicano una progressiva ripresa delle economie dell’area del Mediterraneo, dove le
tecnologie, i macchinari e i sistemi per le filiere agroalimentari e agroenergetiche assumeranno una cruciale importanza. «Oltre a Brasile, Russia, India e Cina, dei quali tutti ormai parlano e sui quali sono concentrate le imprese di meccanizzazione agricola di tutto il mondo, occorre analizzare con maggiore senso prospettico i Paesi, compresi quelli potenzialmente emergenti, del continente africano», ha in varie occasioni sostenuto il presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni, sottolineando il fatto che, al di là dei conflitti più recenti, «i Paesi africani della fascia settentrionale torneranno ad esprimere una domanda di meccanizzazione elevata, così come il Sudafrica continuerà ad investire nell’adozione di tecniche colturali e produttive sem-
L’Africa ha un deficit tecnologico da superare avvalendosi di un partner forte come l’Italia pre migliori. L’Africa resta tuttavia molto al di sotto del suo fabbisogno complessivo di macchine e in questo deficit di tecnologie l’industria italiana può affermarsi come un partner molto forte. A condizione però di saper leggere con attenzione i singoli indicatori economici di ciascun Paese». Paesi come l’Algeria, l’Egitto e il Marocco, che avevano subito un vero e proprio crollo del mercato della meccanizzazione fra il 2010 e il 2011, mostrano già ora importanti segnali di ripresa. Secondo un’indagine relativa
all’andamento del mercato delle trattrici – realizzata da Nomisma per conto di FederUnacoma su dati Trademap – nel 2012 le importazioni di trattrici registrano, in valore, un recupero molto forte in Algeria (+83% rispetto al 2011), un recupero vistoso anche in Egitto (+25%), e in Tunisia (+78%). Algeria ed Egitto sono i due Paesi africani che detengono attualmente il primato nell’ambito della dotazione di trattrici. Come risulta dal Progetto PianetaTerra, elaborato da FederUnacoma per lo sviluppo della meccanizzazione sui mercati internazionali, l’agricoltura algerina ricopre un ruolo non marginale nell’economia nazionale ed assorbe circa il 23% della popolazione attiva, contribuendo in misura del 10% alla formazione del Pil. In materia SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |55
SPECIALE AGRILEVANTE
di prodotti agricoli il Paese dipende però ancora fortemente dalle importazioni, tanto che il Governo ha varato un piano strategico per perseguire la sicurezza alimentare attraverso l’incremento delle produzioni locali, prefiggendosi di raggiungere questo obiettivo anche mediante il ricorso ad una meccanizzazione più moderna ed efficiente. Per quanto riguarda le esportazioni italiane di trattrici e macchine agricole in Algeria, nel 2012 (fonte: Istat) sono cresciute del 57% in termini di valore (attestandosi a più di 36 milioni di euro) in confronto all’anno precedente e hanno proseguito nel loro trend positivo anche nei primi cinque mesi dell’anno in corso, segnando un aumento di oltre il 70% rispetto allo stesso periodo del 2012. Ancora più brillante il trend relativo al solo export delle trattrici che, secondo le elaborazioni Nomisma su dati Trademap, ha fatto registrare nel 2012 un brillantis-
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Algeria, Egitto, Marocco, dopo il crollo del mercato del 2010-11, mostrano segnali di ripresa simo incremento dell’88% sull’anno precedente. Va inoltre considerato il forte interesse con il quale l’Algeria guarda alle aziende straniere intenzionate ad investire nel Paese per avviare delle partnership con realtà del posto finalizzate alla produzione di macchine agricole, e loro componenti, destinate inizialmente a garantire il fabbisogno di meccanizzazione dell’agricoltura locale. Ma l’obiettivo a medio-lungo termine è quello di diventare una nazione esportatrice di beni strumentali (incluse logicamente le macchine agricole) verso i Paesi del Nordafrica e dell’Africa sub-sahariana. L’Egitto è un altro mercato da tenere sotto attenta osservazione per coglie-
re tempestivamente le opportunità di business nel momento in cui, dopo la crisi politica, si creeranno le condizioni per un risveglio delle attività economiche. Nel Paese l’agricoltura rappresenta una formidabile risorsa, coprendo il 15,5% del Pil e, soprattutto, impiegando il 36% della popolazione. Sul fronte delle macchine agricole, l’Italia occupa la seconda posizione dopo gli Usa – la nostra quota di trattrici si aggira intorno al 10% – e, se nel 2011 l’export italiano in terra egiziana ha subito una netta battuta d’arresto (segnando un -50% in volumi e un -20% in valore), l’anno scorso è andata meglio (+2% in valore) e i dati relativi al periodo gennaiomaggio 2013 registrano un incremento del 6% sui primi cinque mesi dell’anno precedente. D’altronde, come era inevitabile, la difficile situazione in cui versa l’Egitto ha rallentato il processo di aggiornamento del parco macchine (poco
L’Algeria punta sull’agricoltura e sta studiando come renderla più moderna ed efficiente più di 115 mila trattrici censite nel 2011), che risulta comunque assolutamente necessario. Uno dei Paesi dell’area mediterranea più stimolanti per l’industria della meccanizzazione agricola, infine, è sicuramente il Marocco, dove l’agricoltura contribuisce per il 20% alla formazione del Pil nazionale. Lo sviluppo del settore primario non può prescindere da un sensibile incremento della dotazione di macchine per le colture specifiche di questa nazione che, dopo la “Primavera araba”, sta puntando anche sugli investimenti per la cooperazione tecnico-economica in agricoltura. Basti pensare che a malapena un 50% delle attività agricole marocchine si avvale di macchine (il parco trattrici non su-
pera le 50 mila unità), percentuale oggettivamente esigua per un Paese molto esteso e con enormi margini di crescita dei propri territori coltivati (oggi soltanto un 13% della superficie totale). Le opportunità di business, inoltre, sono interessanti anche in consi-
derazione dei fondamentali economici del Marocco, relativamente solidi, del suo efficiente sistema bancario e della buona tradizione di rapporti di mercato esistente con l’Italia, che oggi copre da sola il 35% del mercato loca le delle trattrici.
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Raccolta meccanizzata delle olive
New Holland Braud 9090X
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Il binomio modello colturale superintensivo e macchine scavallatrici semoventi a scuotimento sta dimostrando forti potenzialità sul piano delle rese, della riduzione di tempi e costi
di Claudio Pietraforte
l contenimento dei costi di gestione dell’oliveto, in particolare quelli relativi alla raccolta delle drupe, è diventato un imperativo categorico ai fini di assicurare a questo comparto produttivo una maggiore competitività sul libero mercato e coincide sempre più con la ricerca di modelli di olivicoltura meccanizzata in grado di produrre oli di pregio in modo economicamente sostenibile. Cresce quindi l’attenzione nei confronti degli impianti allevati secondo schemi diversi da quelli tradizionali e dei sistemi innovativi di raccolta, in un’ottica di stretta integrazione tra pianta e macchina, mirata alla creazione di sinergie utili per ulteriori positivi sviluppi, che rappresenta oggi un tema di grande attua-
I
Grégoire
È possibile raccogliere un ettaro di oliveto in tre ore di lavoro lità nell’ambito della meccanizzazione delle operazioni di raccolta delle olive. Interessanti risposte in tal senso stanno arrivando dall’impiego di macchine scavallatrici – del tipo di quelle usate nella vendemmia dell’uva ma adattate all’olivo – per la raccolta in continuo eseguita in oliveti superintensivi (con densità fino a 2.000 piante per ettaro e oltre) basati sull’allevamento ad asse centra-
le di olivi in lunghi filari simili ad una siepe. Questo binomio di modello colturale superintensivo e macchine scavallatrici semoventi a scuotimento orizzontale risulta in ampia diffusione nell’ultimo ventennio in molte aree olivicole del mondo e sta dimostrando forti potenzialità sul piano delle rese del prodotto e, soprattutto, della drastica riduzione dei tempi e dei costi di raccolta. Basti pensare che è possibile raccogliere un ettaro di oliveto in circa tre ore di lavoro con una velocità di avanzamento di circa 1,5 km/ora realizzando in un unico passaggio il distacco SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |59
SPECIALE AGRILEVANTE
della quasi totalità delle drupe (oltre il 90%), con assenza di perdite di prodotto a terra. Di scarso rilievo, inoltre, i danni subiti dalle olive raccolte e dalle piante. E incrementati livelli di efficienza, velocità e multifunzionalità sono stati raggiunti grazie alla costante evoluzione nello schema costruttivo e tecnico di queste macchine, sempre più specifiche per l’olivo e dotate di tecnologie sempre più rispet-
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Raccoglitrici innovative distaccano le drupe in un unico passaggio tose della qualità del prodotto. Allo scopo di divulgare la conoscenza del sistema di raccolta in continuo con l’ausilio di scavallatrici in impianti ad alta densità, e fornire indicazioni sulla possibilità di produrre
olio extravergine di oliva made in Italy con un sistema colturale superintensivo, si sono svolte in questi anni numerose sessioni dimostrative in campo ospitate dai più importanti territori olivicoli del nostro Paese, Puglia in testa. In prima linea durante le varie prove condotte in oliveti superintensivi, per elevate performance e produttività di lavoro, si collocano le ultraspecializzate raccoglitrici della nuova serie Braud 9090X di New Holland, azionate da robusti motori Common Rail Fpt Industrial, con potenza massima di 175 cavalli, in grado di ridurre il consumo di carburante del 35% (e totalmente compatibili con il biodiesel). Altamente affidabile ed efficiente, la New Holland Braud 9090X garantisce al tempo stesso una estrema delicatezza di raccolta grazie al sistema di scuotimento a dinamismo controllato (Sdc), che utilizza un dispositivo flessibile agganciato posteriormente per scuotere l’albero e staccare le olive, e al sistema di raccolta a norie con panieri in poliuretano. Il ventilatore ad alte prestazioni e il sistema di convogliamento appositamente studiato per le olive, dal canto loro, velocizzano il processo di raccolta, mentre le perfezionate tramogge, ora dotate di un baricentro più basso e della capacità di scarico in simultanea, permettono di ridurre ulteriormente i tempi morti. In evidenza anche il pluripremiato sistema di gestione intelligente
Ims (Intelligent Management System) che, abbinato al monitor a sfioramento IntelliView III, semplifica notevolmente il lavoro nell’oliveto consentendo di visualizzare tutte le funzioni importanti della macchina e di impostare differenti parametri in base ai vari tipi di alberi. Massima versatilità, poi, contraddistingue l’ultima nata della nuova gamma di raccoglitrici firmata New Holland, la Braud 9090X Dual, concepita sia per la vendemmia sia per la raccolta superintensiva delle olive, con ottimi risultati in entrambi i casi, e dunque ideale per ottimizzare l’investimento nel suo acquisto. Operatività molto soddisfacente, in termini di efficienza, velocità e sicurezza di lavoro, qualità del raccolto, anche quella dimostrata dalle macchine prodotte da Grégoire, il brand francese leader nel settore delle attrezzature per vigneti e oliveti, acquisito da Same Deutz-Fahr nell’autunno del 2011, che forte della sua collaudata gamma di vendemmiatrici ha realizzato modelli perfettamente tarati sulle esigenze della raccolta delle drupe negli impianti olivicoli intensivi e superintensivi. A partire dalla prima raccoglitrice pensata ad hoc per questo tipo di coltura, la potente G167, oggetto di continui perfezionamenti, fino alla avanzata G10, che si è aggiudicata la medaglia d’oro al “Palmares dell’innovazione” in occasione dell’edizione 2011 del Sitevi, il prestigioso salone mondiale dedicato ai macchinari per
il comparto vitivinicolo e quello ortofrutticolo. Basata su un sistema a trampolo su filare che garantisce una raccolta continua e precisa, l’innovativa Grégoire G10 vanta un esclusivo
sistema di raccolta composto da otto testate autoallineanti che cercano le olive su tutto l’albero: ogni singola testata rotante è dotata di dita vibranti che, anziché scuotere tutta la pianta, agiscono solo alle estremità dei rami, trattando l’olivo con il massimo “fair play”. La nuova macchina messa a punto dalla casa costruttrice d’Oltralpe, infine, è in grado di raccogliere le drupe anche negli impianti superintensivi formati da piante di diametro maggiore, che rappresentano il 25% degli oliveti di tutto il mondo. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |61
ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO
di Elisabetta Tufarelli
LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE “ALLEVAMENTI BUFALINI”
«Tracciabilità del latte obiettivo prioritario» I problemi per il comparto bufalino non mancano mai ed il percorso per superarli presenta sempre nuovi ed infidi ostacoli. La Confagricoltura ha da anni chiaro quello che deve essere uno scenario di sviluppo della filiera e già nel lontano 2009 invocava, in audizione presso la Camera dei Deputati, la necessità di una corretta tracciabilità del latte di bufala al fine di evitare le speculazioni nella trasformazione del prodotto. Va riconosciuto che il costante lavoro di informazione finora da noi svolto abbia permesso che le diverse amministrazioni focalizzassero perfettamente non solo le problematiche, ma individuassero anche le possibili soluzioni, mettendo in atto una precisa svolta, proprio come da noi da tempo sollecitato. Infatti la Commissione Agricoltura prima e il Comitato di Garanzia poi individuavano e predisponevano tutti gli strumenti normativi per poter fornire una nuova impostazione alla filiera ( arrivando di fatto a commissariare il Consorzio di tutela: un evento gravissimo). In primo luogo era necessario consentire un corretto funzionamento del Consorzio, con la partecipazione attiva di tutti i veri attori della filiera, allevatori e trasformatori. Inoltre, impostare e realizzare un vero e serio piano dei controlli basato su una tracciabilità di tutto il latte di bufala e di tutte le altre fasi, sia del ciclo di trasporto, sia della trasformazione. Il tempo ci ha dimostrato che avevamo ragione a lamentare la presenza di vere e proprie frodi nella trasformazione della Mozzarella di bufala, ma anche di quella Dop, con l’uso fraudolento di derivati del latte anche di dubbia provenienza. Ora è indispensabile che tutto questo importante e determinante lavoro fatto non
anche la fase di trasformazione.Forte della leadership del comparto per la presenza sul territorio campano del maggior numero di capi allevati e di trasformatori, la Regione Campania si è candidata a gestire con un proprio portale Internet sia la tracciabilità prevista dalla legge, sia una volontaria che possa essere di maggiore garanzia, al fine di rendere noti le potenzialità, ma anche i problemi da affrontare. Ora tocca a noi. È necessario Ernesto Maria aderire con convinzione all’iBuondonno niziativa regionale e invitare a farlo ai nostri caseifici acquivada perso! Oltre l’impegno quotidiano e renti per far emergere chi non vuole trasenza compromessi delle Organizzazioni sparenza nel settore. di categoria, è necessario ora e più che A tutti è noto che inizialmente da sola, mai un’adesione quanto più ampia e con- Confagricoltura, si è battuta contro le vinta di tutti gli operatori, al fine di racco- modifiche del disciplinare Dop, modifigliere i preziosi frutti che deriveranno da che che avrebbero di fatto azzerato le mouna nuova impostazione della filiera. tivazioni per cui è stato riconosciuto il È importante impegnarsi su due obiettivi marchio stesso. Pensare di ricavare mozprincipali: un efficace funzionamento del zarella Dop dalla cagliata congelata è Consorzio, in modo da renderlo all’altez- quanto di peggio si possa pensare per za del compito che riveste, rappresentan- danneggiare gli allevatori, il prodotto e i do e tutelando un prodotto ed un com- consumatori, ma anche ritenere che debparto così strategici; la realizzazione della ba essere utilizzato latte congelato per la tracciabilità del latte dalla stalla al consu- produzione del Dop è altrettanto inconmatore per garantire i nostri interessi e la cepibile. qualità del prodotto finale. Noi continueremo a difendere il prodotto Come è noto la legge prevede una trac- tipico e tradizionale perché è il vero mociabilità che il Mipaaf ha ritenuto di dover tore di tutto il comparto. La crescita di un regolamentare con dei decreti ministeria- Dop di qualità assicura visibilità e spazio li, ma tale tracciabilità è carente in quanto anche alle produzioni di area non tradisi ferma sul cancello dell’azienda produt- zionale, che effettuino la stessa scelta batrice di latte, senza svolgere il tanto atteso sata su due concetti: qualità e trasparenza. controllo sulla destinazione del latte e sul Alla luce di tutto ciò nei prossimi giorni suo corretto uso anche per la produzione saremo chiamati a fornire i dati per la della mozzarella di bufala Campana Dop. tracciabilità alla Regione Campania e sarà La Regione Campania, l’Assessorato e so- nostro interesse farlo con convinzione e, prattutto l’assessore on. Daniela Nugnes come detto, sollecitando l’adesione degli hanno compreso la necessità di rilevare altri allevatori e dei trasformatori di tutta tutti i passaggi che il latte subisce prima di l’Italia. essere trasformato e di dover monitorare Ernesto Maria Buondonno SETTEMBRE 2013 | MONDO AGRICOLO | 63
ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO
LOMBARDIA BOSELLI SUL LATTE
Il presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, è intervenuto sui dati sulla produzione di latte del primo semestre del 2013 diffusi da Agea ha così commentato: “Se si confronta la produzione nazionale di latte del primo semestre dell’anno con quella del 2012 si registra un calo dell’ordine del 2,9 % (5 milioni e 624 mila tonnellate, contro i 5 milioni e 797 mila tonnellate dello scorso anno). Il 2012 è stato un anno di produzione particolarmente elevata, nel corso del quale l’Italia ha rischiato ancora di superare il quantitativo nazionale di riferimento con il pericolo di veder comminate agli allevatori le famigerate multe per decine di milioni di euro. Mentre confrontando la produzione del 2013 con la media delle quattro annate precedenti l’anno in corso è perfettamente allineato”. La chiusura delle stalle, per Boselli, è una questione che ha origine ben più profonde. “Dimensioni medie aziendali sotto alla media europea -osserva- costi di produzione troppo elevati, burocrazia e inefficienza amministrativa, perdita di competitività delle produzioni agroalimentari italiane sono le cause di quella ‘ristrutturazione silenziosa’ delle aziende agricole italiane che non accenna ad arrestarsi”. 64| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
STRATEGIA A TUTTO TONDO PER RILANCIARE IL PRIMARIO
Agrinsieme Veneto all’assessore Manzato
Confagricoltura regionale Veneto sottolinea le richieste che Agrinsieme Veneto, il coordinamento tra la nostra Organizzazione, Cia e Alleanza delle cooperative italiane (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agritral), ha presentato all’assessore Franco Manzato. Per gli imprenditori veneti sono fondamentali il sostegno del valore economico delle produzioni, l’accesso al credito, la semplificazione normativa, la sburocratizzazione e la riforma degli enti strumentali. Il Psr regionale è solo il punto di partenza: “La tutela dell’agroalimentare e il sostegno alla competitività delle sue imprese – mette in evidenza il coordinatore Giangiacomo Bonaldi - richiedono, infatti, una strategia a tutto tondo, che rilanci il settore. Per Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative italiane va anche salvaguardata la filiera cerealicolo-zootecnica, individuando una ‘macroregione della Pianura Padana’, un unico bacino con regole comuni, per evitare che il regime dei pagamenti previsti dal primo pilastro della riforma Pac ne riduca il valore complessivo. “Agrinsieme Veneto – sottolinea il presidente Bonaldi – a proposito del PSR 2014-2020, auspica che il piano sia redatto in una forma più snella e più chia-
ra rispetto al passato e che condivida una medesima cornice normativa con i Psr delle altre regioni”. E’ importante sostenere in primis il valore economico delle produzioni dell’agroalimentare veneto, privilegiando le imprese agricole che aggiungono plusvalore al settore primario. “ Occorre – spiega il presidente di Confagricoltura Veneto - supportare le aggregazioni (ad esempio le reti di impresa) e le esportazioni”. Ma tutto questo va anticipato da un decisivo processo di semplificazione della burocrazia regionale, a partire dal rilascio di un “certificato unico aziendale per accedere a tutti i procedimenti, bandi, richieste di autorizzazione. “Ci vuole anche una riforma integrale degli enti strumentali – osserva Giangiacomo Bonaldi - a partire da Veneto Agricoltura e Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura). Per Expo2015 la promozione delle produzioni agricole venete deve avere un unico riferimento. Servono meno mostre e fiere, ma più buyers e accordi commerciali con la GDO». Infine, bisogna mettere a disposizione degli agricoltori i terreni di proprietà e di utilizzo regionale e va rimessa mano alla neonata legge regionale per l’agriturismo, «la meno liberista d’Italia».
VIVARELLI COLONNA SU DELIBERA PROVINCIA GROSSETO
«Non discriminare sulle rinnovabili»
“Prendiamo atto di come la nostra Amministrazione provinciale abbia finalmente tenuto conto della grande novità intervenuta nel mondo delle energie rinnovabili, ma sono altrettanto convinto che questo atto non risolva i problemi degli impianti e dell’agricoltura della Maremma”. Questo è il commento di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente di Confagricoltura Grosseto, a proposito del regolamento approvato dal consiglio provinciale, a seguito del decreto ministeriale del 6 luglio 2012, che regola gli impianti energetici alimentati da biogas e biomasse. Per l’organizzazione che riunisce gli imprenditori agricoli grossetani, c’è il forte rischio di andare incontro a ulteriori modifiche in materia a livello regionale e comunitario. “Dobbiamo tenere in debito conto che il nuovo concetto di fare energia – spiega Vivarelli Colonna – punta, attualmente, soprattutto sui sottoprodotti della filiera agricola e agroindustriale. Poiché il biogas che vogliamo produrre qui in Maremma deve essere compatibile con l’uso del suolo e delle acque, è giusto prevedere l’impiego di percentuali importanti di biomasse. Ma nella delibera di interpretazione del Piano territoriale di
coordinamento, è presente una limitazione che rende inutile lo sforzo fatto per seguire la novità nazionale. Una raccolta di sottoprodotti in un raggio di filiera corta di meno di 70 chilometri, a nostro avviso, significa dimenticarsi dove sono le filiere dei cereali, dell’olio, dello zucchero, del tabacco, della frutta e della zootecnia”. Il presidente di Confagricoltura Grosseto aggiunge, in questo modo, nuovi elementi di discussione, in attesa di un incontro chiarificatore, perché “Il pericolo concreto – mette in evidenza - è di arrivare a falsare le regole della concorrenza e del libero mercato, penalizzando le aziende agricole maremmane, già condizionate da una congiuntura economica molto difficile”. Antonfrancesco Vivarelli Colonna teme che molti imprenditori potrebbero addirittura rinunciare a realizzare anche quegli impianti che sono stati già autorizzati, proprio per il problema dell’approvvigionamento. “Ecco perché – conclude il presidente di Confagricoltura Grosseto è necessario un confronto serrato per non incorrere in quello che qualcuno già definisce il tramonto delle biomasse e del biogas a causa dell’applicazione di una norma discriminatoria per gli imprenditori agricoli maremmani.”
SARDEGNA CHIESTO TAVOLO SU LINGUA BLU
L’emergenza Lingua Blu si è diffusa in tutta l’isola. Per Confagricoltura Sardegna è mancata l’efficace e tempestiva prevenzione e profilassi, ma anche la campagna di vaccinazione è stata troppo tardiva. Confagricoltura chiede alla Regione di render note le dimensioni dell’epidemia, di quantificare le ripercussioni economiche, di chiarire quali sierotipi sono attualmente presenti in Sardegna. Serve sapere quali vaccini sono stati messi in produzione e se quelli destinati ai focolai sardi sono in grado di coprire tutti i sierotipi. L’Organizzazione propone l’istituzione di un tavolo tecnico scientifico permanente che includa enti di ricerca, ASL, Istituto zooprofilattico, ARA e OO.PP.AA. Non è più rinviabile, infine, un sistema di monitoraggio e controllo costante sugli effetti della malattia e del vaccino. Occorrono regole certe sullo smaltimento delle carcasse e la modifica delle disposizioni sugli indennizzi. Il decreto 21, all’art. 6, li prevede per i danni da vaccino in caso di mortalità o aborto, ma non per i cali di produzione o di sterilità, determinati dalla vaccinazione. Né sono previsti indennizzi per gli abbattimenti, i danni provocati agli animali superstiti, per le perdite di reddito e per chi non ha vaccinato i capi. SETTEMBRE 2013 | MONDO AGRICOLO | 65
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A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E G I O V A N I A G R I C O LT O R I
Coltivare impresa per raccogliere futuro IL PRIMARIO È IL SETTORE CHE ATTRAE DI PIÙ I POTENZIALI IMPRENDITORI
L
a crisi è come un ‘substrato’ colturale e culturale – co- re è nelle imprese delle regioni meridionali – proprio dove la me è stato ribadito anche in occasione dell’ultimo “in- disoccupazione giovanile supera abbondantemente i livelli di ternord” - su cui imparare a crescere.Non si tratta nem- guardia - che la percentuale di giovani imprenditori agricoli meno più di una fase che si deve assorbire, ma di uno status sul totale delle imprese supera considerevolmente quella delendemico con cui convivere. L’agricoltura è un settore per la le altre regioni. Ma aprire un’impresa in agricoltura, in Italia, sua natura pratico e reale e può dare il suo importante con- continua a non essere facile. Certamente c’è il disegno di legtributo allo sviluppo dell’Italia. Certamente l’emergenza oc- ge “Misure per la competitività dell’imprenditoria giovanile e cupazionale ha ormai oltrepassato i livelli di guardia, ma il set- il ricambio generazionale in agricoltura” e la nuova Pac pretore primario continua ad vede interventi per i giovani I L C O M M E N T O aver bisogno di immettere agricoltori nel I pilastro ( la nuove forze e dovrà produrpriorità nell’accesso alla ri“Non esiste la fortuna, esiste re di più per garantire il fabserva nazionale e un ‘top up’ piuttosto il momento in cui il bisogno alimentare di una del pagamento diretto fino al talento incontra l’occasione”. Lo popolazione che continua 2% del massimale finanziadiceva Seneca ed è la base del ad aumentare.L’obiettivo delrio, fino a cinque anni dalnostro programma e dell’interle istituzioni è quello di conl’insediamento ) e nel II (prenord che si è appena tenuto ad vertire parte dei giovani dimio d’insediamento fino a Arma di Taggia, dove abbiamo soccupati in neo imprendito70.000 euro, il 20% che si testato il nostro ‘gioco di ruolo’ ri. E in agricoltura lo spazio somma al 40% di cofinanziasull’autovalutazione. E’ una via di c’è:le imprese nelle mani delmento sugli investimenti mezzo tra la necessità di ascoltare, senza fare i ‘battitori liberi’ e l’analisi swot di pianificazione strategica, per individuare i punti le nuove generazioni sono strutturali contestuali all’indi forza e di debolezza. Così, con l’impegno di tutti, potremo meno di 59.000 e i giovani sediamento, fondi finalizzati raggiungere l’obiettivo di sviluppo organizzativo e sindacale al apportano innovazione e all’istruzione e formazione nostro interno e sul territorio. Perché non siamo da soli, ma competitività. L’ultimo rapdei giovani agricoltori). I giolavoriamo sempre più ‘in rete’ e per obiettivi. Occorre cogliere porto dell’Unioncamere è vani di Confagricoltura si la sfida dell’emulazione positiva e propositiva, dove la difficoltà chiarissimo. Dopo le costrustanno impegnando su più di un singolo deve essere condivisa, esaminata e superata con il zioni ed il terziario, il settore fronti istituzionali per rendecontributo di tutti. Non possiamo limitarci a ragionare in agricolo è quello che attrae re più facile non solo far naun’ottica e in una dimensione esclusivamente familiarpiù potenziali imprenditori. scere un’impresa agricola provinciale, ma collaborare insieme per crescere e affermarci Anche il suo bilancio è posiproduttiva, ma anche percome organizzazione e come settore. tivo, in termini di tasso di metterle di consolidarsi e di Raffaele Maiorano evoluzione delle imprese, in crescere. Presidente Nazionale Anga Elisabetta Tufarelli tutti i comparti. In particolaSETTEMBRE 2013 | MONDO AGRICOLO |67
PAVIA
Riforma della pac
Si è svolta sabato 7 settembre a Sant’Alessio con Vialone (PV) la XXV Festa del Riso in Cascina, organizzata dai Giovani di Confagricoltura Pavia e regionali, durante la quale si sono svolti due importanti momenti di confronto tra il mondo politico e gli imprenditori. Al centro dell’attenzione la Pac, l’Expo 2015 e le sfide che gli agricoltori dovranno affrontare nei prossimi anni. A fare gli onori di casa il presidente dei giovani lombardi Stefano Lamberti, alla presenza del presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli e di numerosi parlamentari lombardi. Presente anche Alice Cerutti, rappresentante Anga al Ceja che ha raccontato quanto è in corso di contrattazione a Bruxelles per i giovani sulla futura politica agricola comunitaria. “Gli agricoltori dovranno dimenticarsi la Pac: quella che approveremo a breve sarà l’ultima. Dal 2020 gli agricoltori dovranno farcela con le proprie forze. I più colpiti saranno i risicoltori, il cui contributo per ettaro scenderà da 1.000 a 450 euro”, così ha concluso i lavori l’eurodeputata Lara Comi, anche se poi ha sottolineato che i contributi per gli agricoltori con meno di 41 anni aumenteranno del 25%. (Simona Giorcelli) 68 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
AD ARMA DI TAGGIA CONFRONTO TRA I DIRIGENTI UNDER 40
Riunione dell’ Internord
La riunione delle sezioni dell’Anga del Nord Italia ad Arma di Taggia, aperta dalla vicepresidente provinciale Cristina Armato, è stato un proficuo scambio tra una cinquantina di imprenditori ‘under 40’ associati, che ha sancito il nuovo modo di pensare ed operare dei giovani imprenditori agricoli associati a Confagricoltura. "Abbiamo avuto un’importante occasione di promozione e crescita - osserva Roberto Fiumara, presidente regionale dell'Anga ligure -che permetterà di continuare a stimolare i giovani imprenditori agricoli anche sul territorio". L’intensa due giorni è partita da una simpatica ed interessante presentazione dell’oliva Taggiasca dal punto di vista storico, delle caratteristiche e del rapporto con il territorio ligure, per arrivare ad una sorta di ‘gioco di ruolo autovalutativo’ che ha permesso di individuare i punti di forza e superare quelli di debolezza. "Si parla sempre di futuro e giovani, ma troppo spesso – ha detto
la vice presidente Francesca Picasso –ognuno di noi resta confinato nel proprio comparto, senza curiosità e interesse per gli altri settori. Nell’epoca delle reti ciò non è più pensabile e possibile. In agricoltura non esistono più ‘nicchie privilegiate', ma differenti settori, con le loro criticità che vanno superate, lavorando insieme in rete e confrontandoci per dare prospettive future alla nostra agricoltura”. Le fa eco Piergiovanni Ferrarese: “Comparto per comparto, serve un nuovo slancio alla nostra economia, utilizzando reti anche fra chi è in contrapposizione e nuove tecnologie per raggiungere gli obiettivi". E i giovani di Confagricoltura partono dalla Rete e dalla formazione per essere competitivi. Che la crisi ci sia è innegabile, ma – a parere dei giovani – è necessario imparare a conviverci, rivedendo i vecchi schemi. “La crisi – conclude Fiumara diventerà un sorta di substrato su cui noi giovani dobbiamo imparare a lavorare”. (E. T.)
I DATI DELLA SOCIETÀ LEADER NELLA FORMAZIONE
Istituti agrari: boom mondiale Per gli istituti agrari ed enologici è un vero e proprio boom di iscrizioni. Il trend non è solo italiano, ma mondiale. Lo ha confermato Wset (Wine & Spirits Education Trust), l'organizzazione leader mondiale nella formazione di figure professionali ed operatori ad altissimo livello nel settore dei vini e dei distillati, presentando i risultati delle ultime indagini che hanno mostrato che, nel 2013, le iscrizioni agli istituti agrari ed enologici hanno superato 48.000, registrando un aumento del 12%, rispetto all’anno scolastico precedente. Al primo posto della classifica sono gli USA, seguiti da Gran Bretagna e Cina. Ma anche gli studenti italiani seguono questa tendenza: sono aumentati gli iscritti, ad esempio, anche all'Istituto San Michele all'Adige di Trento, alla
Scuola Enologica di Alba Umberto I(+ 10%), e alla Scuola di Conegliano G.B. Cerletti, che il prossimo anno accetterà 150 studenti in più. E’ la dimostrazione che lavorare e impegnarsi in azienda non è più un obbligo dettato da un ‘vincolo ereditario’, ma una vera e propria evoluzione di mentalità che potrebbe rappresentare, per tanti giovani, la chiave di vol-
ta anche dal punto di vista occupazionale. E’ una valutazione consapevole, che dimostra – a partire e a prescindere dalla crescita dei numeri- quanto le nuove generazioni abbiano finalmente incominciato a rendersi conto dell’importanza dell’agricoltura, declinata in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. E' così che l'iscrizione agli istituti di agraria ed enologia, conferma la scelta vincente di tanti giovani che, già dallo scorso anno, avevano preferito iscriversi alle facoltà del gruppo agrario, piuttosto che ad altri indirizzi universitari. Praticamente ci si è resi conto che sempre più si potrà rinunciare a tante cose, ma non all’agricoltura. Una ulteriore conferma dell’indispensabilità del nostro settore che produce cibo, ambiente, energia e qualità della vita. (E. T.)
OVER 60
di Elisabetta Tufarelli
Pensionati: interviene il Cupla «No al drenaggio fiscale»
L’invecchiamento della popolazione è un processo inevitabile e che non può essere ignorato. Lo sa bene chi si occupa di politiche economiche. Negli ultimi 20 anni, la popolazione superiore ai settanta anni è pressoché raddoppiata e continuerà a crescere. “In questi ultimi anni di profonda crisi economica – sottolinea il presidente del Cupla Bruno Allegretti, al vertice anche degli over 60 di Confagricoltura - noi pensionati siamo stati un fattore di stabilità sociale e di sostegno economico per le famiglie, i giovani e l'intero Paese”. Nonostante ciò, il mondo politico ci ha ripagati con l'indifferenza e i governi che si sono succeduti, con misure di rigore eccessive e non eque. È tempo di cambiare. Ecco perché il Coordinamento unitario dei pensionati del lavoro autonomo al quale aderiscono i sindacati di Confagricoltura, Cia, Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti, Confesercenti, Cna e Casartigiani, che rappresenta più di cinque milioni di pensionati, ha fatto una denuncia-appello a Jole Santelli, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali del Governo Letta. Il Cupla sottolinea le statistiche impietose. “Il 52% dei pensionati italiani- ricorda 70| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
Allegretti - percepisce un assegno mensile inferiore a mille euro e addirittura il 17% sotto ai 500 euro al mese. Gran parte di queste mini-pensioni sono concentrate nell'agricoltura, nel commercio, nell’artigianato. Ad aggravare la situazione, si aggiunge la continua erosione del potere d’acquisto delle pensioni, dovuta a un paniere Istat che non rispecchia le peculiarità di consumo delle persone anziane e non consente l'adeguata rivalutazione annuale degli assegni. Il drenaggio fiscale, che riduce gli importi netti delle pensioni, completa l'opera”. Inoltre, per il Cupla, manca l’equità tra le categorie e c’è un'ingiustificata discriminazione nei confronti dei pensionati agricoltori, artigiani e commercianti, soprattutto in materia di assegni familiari e di accesso al pensionamento. Drammatica la situazione a livello territoriale, con Regioni e Comuni impegnati a ridurre l'erogazione delle misure economiche e i servizi a sostegno delle famiglie, degli anziani, delle persone non autosufficienti. Quando invece occorrerebbe rifinanziare i fondi pubblici a carattere sociale -in particolare la L. 328/2000- e definire i livelli essenziali di assistenza sociale.
VINO ANTIDEPRESSIONE Il consumo moderato di alcol (l'equivalente di un bicchiere al giorno) riduce il rischio di depressione. Lo dice lo studio Predimed, (prevenzione con la dieta mediterranea) della Università di Navarra, che ha analizzato l'effetto della dieta mediterranea sulla salute. Per sette anni sono stati monitorati 5.500 bevitori con consumo moderato di alcol, tra i 55 e gli 80 anni. E i risultati hanno mostrato un'associazione inversa tra questi livelli basso-moderati di consumo di alcol e l'insorgenza di nuovi casi di depressione. FORESTE TOSATE? Che fine faranno gli impianti arborei fatti in base al reg. Ce 2080/92? Se lo chiede e ce lo domanda Sante Girotto, presidente dell’associazione pensionati di Padova. Con la nuova Pac (Politica agricola comune 2014-2020), ci sarà sicuramente grande attenzione alla forestazione. E’ certo che saranno previste misure di sostegno per gli impianti arboricoli e forestali, ma per essere più precisi sarà necessario attendere i nuovi Psr.
Olio d’oliva contrasta Alzheimer e invecchiamento
L’olio extravergine di oliva, secondo una ricerca dell’Università di Firenze, avrebbe proprietà terapeutiche nella prevenzione dell’invecchiamento e del morbo di Alzheimer. Lo studio, basato sui dati dei test effettuati su topi transgenici portatori delle alterazioni collegate con l'Alzheimer e alimentati per due mesi con oleuropeina aglicone (il principale fenolo presente nell'olio extravergine di oliva), è stato pubblicato su PLoS One. “Al termine del trattamento - ha spiegato Massimo Stefani del Dipartimento di Scienze Biomediche sperimentali e cliniche - i topi hanno mostrato assenza del deficit cognitivo e comportamentale manifestato dai topi non trattati e, a livello istopatologico, riduzione dei depositi amiloidi nel parenchima cerebrale e della reazione neuroinfiammatoria, insieme a un marcato aumento della risposta autofagica, considerata protettiva nei confronti del danno cellulare da aggregati amiloidi, che caratterizzata il morbo di Alzheimer". L’effetto sarebbe dovuto all’oleuropeina aglicone il principale fenolo presente nell’olio di oliva.
Essendo un antiossidante, secondo gli esperti, potrebbe avere effetti sul prevenire i danni neuronali tipici della malattia. Il morbo di Alzheimer e’ fra le patologie che più incidono sul sistema
sanitario nazionale. Infatti, non essendoci ad oggi cure e non essendo note le cause della malattia, che pure è estremamente diffusa e colpisce la popolazione anziana, la cura del malato e’ estremamente dispendiosa e coinvolge intere famiglie, oltre che le strutture sanitarie. Il famoso ‘oro verde’ prodotto tipico italiano, potrebbe essere utile nel trattamento preventivo dei danni neurologici legati all'età e al morbo di Alzheimer senile. Ora l’obiettivo degli scienziati e’ quello di creare un nutraceutico con gli estratti benefici dell’olio, da usare nel trattamento preventivo a lungo termine dei danni neurologici legati all'invecchiamento e in particolare al morbo di Alzheimer senile, una patologia di crescente diffusione nel mondo industrializzato.
SEMPRE PIÙ sedentari, ma tutto sommato in buona salute e soddisfatti della propria vita. Questo il ritratto degli over 65 che emerge da uno studio realizzato dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria in collaborazione con la Fondazione Sanofi-Aventis "Salute e Benessere nell'Anziano" (SeBA). Sono stati intervistati 1500 pazienti over 65 di tre diverse ASL del Nord, Centro e Sud, a cui è stato aggiunto un test della marcia per valutare l'eventuale impaccio motorio. L’indagine ha sfatato, oltre al mito dell’anziano pieno di acciacchi, anche i clichè sugli hobby degli over 65. Rispetto al passato,infatti, tv e lettura battono bocce e carte. Solo una persona su tre cura il proprio giardino o il proprio orto, ma appena il 15% soffre di solitudine e 1 su 4 è abbastanza soddisfatta della propria salute e della propria vita. La maggioranza (75%) vive con il coniuge o con i figli. Il 95% degli uomini e l'80% delle donne esce di casa più volte alla settimana per una passeggiatina nei dintorni. La vista e l’udito risultano più che buoni, anche se il 30% lamenta un calo di memoria o un peggioramento annuale dello stato di salute generale. Scarse anche le disabilità fisiche: nove anziani su dieci non hanno difficoltà nella vita quotidiana, anche se meno della metà si dedica regolarmente ad attività sociali, culturali o ricreative, come l'incontro con gli altri, il teatro e il cinema e appena il 15% fa esercizio fisico più volte a settimana. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |71
CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli
Women in business: il credito se è “rosa”,conviene di più alle banche
“Superare i confini” questo il titolo della prima conferenza italiana di ‘Women in Business and Society’, organizzata da Deutsche Bank in partnership con Eni, parte di un ciclo d’incontri internazionali che hanno l’obiettivo di promuovere il dialogo e l’attenzione su temi di attualità, anche attraverso il punto di vista di donne al potere. Per l’International Finance Corporation, infatti, più di un terzo delle imprese globali è di proprietà al femminile, ma forse la tendenza più interessante è il risultato dell'analisi di 350 istituzioni di microfinanza in 70 paesi: il credito alle donne è meno rischioso dei prestiti agli uomini. La prima conferenza del ciclo si è tenuta nel 1995 a New York; da allora Women in Business si è diffuso anche
a Francoforte, Londra, Singapore e Sydney: ora l’ atteso appuntamento annuale, che attrae oltre 5.000 ospiti, si è spostato in Italia dove, con una prospettiva tutta al femminile, sono affrontate a tematiche culturali, economiche e sociali con l’obiettivo di “superare i confini, insieme”. Marina Di Muzio, presidente di Confagricoltura Donna è intervenuta “Perché l’agricoltura – ha detto deve entrare di diritto in uno scenario globale più ampio. Il nostro, infatti, è il settore economico che sarà sempre più indispensabile”. E l’agricoltura conta molte imprese femminili: quasi una su tre, infatti, è condotta da una donna. Imprenditrici in gamba che dalla Liguria a Piemonte, dalla Lombardia alla Calabria e all’Umbria puntano a crescere su tutto il territorio nazionale. “Per questo occorre sempre più unirsi, fare lobby e all’interno della nostra Associazione – osserva Marina Di Muzio –. Continueremo ad impegnarci per permettere alle donne, soprattutto a quelle che vivono in ambiente rurale, di poter scegliere di far impresa in agricoltura e riuscire a svilupparla”.
LE IMPRENDITRICI che iniziano o portano avanti una nuova attività sono 126 milioni in 67 Paesi e 224 milioni quelle che occupano posizioni di leadership in tutto il mondo. Questa la stima del Global Entrepreneurship Monitor 2012. Per capire meglio questo fenomeno e perché le donne saranno parte integrante del futuro della piccola impresa, GEM stima che possiedono il 37% delle imprese mondiali. Sarebbero circa 48 milioni le donne imprenditrici e 64 milioni le imprese fondate e gestite da donne con uno o più dipendenti. Circa 7 milioni di imprenditrici e 5 milioni di imprese prevedono di ampliare di almeno sei unità il numero dei dipendenti nei prossimi cinque anni. GEM ritiene che, entro il 2018, ci saranno 9,72 milioni di nuovi posti di lavoro nelle piccole e medie imprese negli Stati Uniti e più della metà di questi in imprese femminili. La relazione afferma che il 36% delle donne imprenditrici, negli USA, crea prodotti o servizi dinamici, contro il 33% degli imprenditori. In Asia è quasi lo stesso: il 23% delle imprenditrici fa prodotti innovativi, contro il 22% dei colleghi maschi. 72| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
BOCCONI SU DONNE E DENARO Il senso delle donne per il denaro è stato esaminato dalla Bocconi. Posto che il reddito mondiale femminile dai 3 milioni di miliardi di dollari del 2002 passerà a 15 nel 2014, le donne – rileva l’università milanese - stanno diventando protagoniste anche nel mercato finanziario. Migliora, infatti, la loro propensione al rischio: se nel 2008 solo il 43% delle donne sentiva di potersi mettere in affari da sola, nel 2012 la quota è salita al 60,4% e si prevede continui a crescere. Ma ciò che, forse, caratterizza un genere nei confronti dell’altro è che le donne avvertono meno degli uomini la tentazione di farsi dominare dal denaro, di farne la misura del valore della cose. “Le donne – commenta Paola Profeta, docente di Scienza delle Finanze all’Università Bocconi - hanno una maggior propensione al risparmio. Tendono, più degli uomini, a utilizzare il denaro per investimenti duraturi, per esempio puntando sul capitale umano dei loro figli. Risparmiano per la pensione, per acquistare la casa”. Il tutto, tradotto in scelte finanziarie, si declina in soluzioni meno aggressive. Anche l’Ocse, sta preparando interventi mirati per rendere le donne più capaci da un punto di vista finanziario a contribuire allo sviluppo economico.
FORMAZIONE di Roberto Bianchi
ATTIVITÀ FORMATIVA ENAPRA IN AUTUNNO
Corsi per manager di rete Il 20 giugno Enapra ha avviato la prima attività formativa legata ai progetti strategici di Confagricoltura. Si sono iscritti al corso 90 dipendenti del sistema territoriale tra direttori, vice direttori e responsabili di area/servizio. Obiettivo del percorso formativo è quello di diffondere le conoscenze operative, organizzative e giuridiche necessarie per consentire alle imprese associate di valutare l’opportunità di costituire reti di imprese. Il corso sarà attivo fino al 31 ottobre. La peculiarità di questo corso, al di là del tema, certamente innovativo, è la scelta che la Confederazione ha fatto di realizzare un corso altamente selettivo, con prove e verifiche al termine di ogni modulo. La procedura di valutazione dell’apprendimento si basa sulla somministrazione di almeno due prove strutturate di verifica (test), all’inizio e alla fine dei moduli formativi, allo scopo di comparare il livello di apprendimento raggiunto dai partecipanti rispetto alle conoscenze possedute prima dell’attività didattica (bilancio delle competenze). La valutazione della qualità percepita, integrata attraverso la somministrazione di questionari di gradimento, è volta ad esprimere la percezione dei partecipanti riguardo: completezza e coordinamento dei contenuti, chiarezza della comunicazione didattica, efficacia delle metodologie didattiche, corretto calcolo della durata dei moduli, efficacia 74| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
dello stile di comunicazione dei docenti, loro preparazione e disponibilità, qualità, chiarezza, coerenza e utilità dei materiali didattici e delle esercitazioni, effettiva utilità dei contenuti appresi in relazione ai fabbiso-
gni professionali. Al termine del percorso formativo i risultati saranno elaborati, sotto forma di indicatori sintetici e grafici, sia in forma aggregata (per classe), sia individuali. Attraverso questa analisi sarà possibile procedere ad una revisione scientifica dei risultati per progettare efficacemente i futuri percorsi formativi personalizzati, ma soprattutto ci consentirà di individuare i destinatari del secondo step formativo, quello relativo alla formazione dei manager di rete, previsto per questo autunno.
Manuale di Retimpresa Si intitola “Il Management delle Reti d’Impresa” il manuale realizzato da Retimpresa insieme a LUISS Guido Carli, università di Roma La Sapienza, PDFOR, Associazione Premio Qualità Italia, che vuole offrire agli operatori economici interessati uno strumento per gestire al meglio una rete d’imprese. «Il tema del management delle organizzazioni e delle aggregazioni – sottolinea nella prefazione Aldo Bonomi, presidente di Retimpresa e vicepresidente di Confindustria per le Reti di Impresa - è un elemento centrale che garantisce condizioni di successo e sostenibilità del business e richiede un impegno crescente sia sul fronte delle imprese, sia sul fronte del sistema delle Associazioni imprenditoriali per sostenere i propri associati sul processo di sviluppo di competenze mirate». Il volume nasce dalla voglia di mettere a disposizione degli operatori uno strumento agile che supporti le reti nel raggiungimento dei propri obiettivi.
VINO di Barbara Mengozzi
VIGNA FLAMINIO RISERVA
La Dop “Brindisi” sfida le vette dell’eccellenza La rinascita enoica del Salento è ormai un dato di fatto, così come il successo a livello internazionale conquistato dai suoi vini così intensi e ricchi di frutto, godibili ma con quella prerogativa di fortissima personalità e identità territoriale conferita da uno straordinario patrimonio di uve autoctone. E appunTenuta Castelserranova to nel Salento hanno visto la luce autentici Tenuta Iore in agro di San Pancrazio grandi vini del Sud, di charme non Salentino e, in agro di Carovigno inferiore a quello dei più blasonati davanti al mar Adriatico, la bellissicolleghi. Fuoriclasse come il Graticma Tenuta Castelserranova, con la ciaia, nato dalla felice intuizione di torre saracena e il parco di olivi secorimettere in gioco un’antica tecnica lari. Con l’aggiunta di due attrezzatislocale di appassimento delle uve su sime strutture, una nella Tenuta di graticci disposti sui tetti e nei cortili: Brindisi per la fase di vinificazione di un rosso per così dire “alla maniera tutti i vini e l’altra a Copertino, in dell’Amarone” ma assolutamente provincia di Lecce, dove si svolge la meridionale, apoteosi dalle tante sfaccettature di quello splendido viti- delicata fase dell’affinamento, in acciaio ed in legno. Materia prima gno che è il Negroamaro. di altissimo livello e perizia enoloGioiellino di cantina e vino gica qui puntano sempre a dar vita simbolo, il Graticciaia, dell’ a vini solari e pienamente aderenti azienda Agricole Vallone, storial terroir che li genera, di piacevole ca realtà vitivinicola a conducomplessità, consistenti ma morbizione familiare fondata nel di e suadenti, che in perfetto stile 1934 e oggi guidata con paspugliese sanno dare ottima prosione ed energia dalle va di sé persino nel rapporto sorelle Vittoria e Maria qualità/prezzo. Questo vale Teresa Vallone, supportate anche per un altro fiore all’ocdal prezioso lavoro dell’achiello di Agricole Vallone gronomo Donato Lazzari sempre più in auge per livello alla direzione tecnica e espressivo raggiunto e consensi dell’enologa toscana Graguadagnati: il Vigna Flaminio ziana Grassini. Complessinella versione Riserva, cru di vamente sono 630 ettari, Brindisi rosso che riflette fedeldi cui oltre 160 a vigneto, mente i caratteri delle varietà dislocati su tre corpi presenti nell’uvaggio, vale a aziendali nel cuore del dire il corpo e la potenza del Salento: la Tenuta FlamiNegroamaro (80%) e la rotonnio in agro di Brindisi, la 76| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
dità e dolcezza di frutto del Montepulciano (20%). Carnoso da giovane ma capace di lunga e armonica evoluzione nel tempo, il Vigna Flaminio Riserva, dopo la fermentazione alcolica termoregolata con breve macerazione delle bucce e la fermentazione malolattica spontanea, matura in acciaio e vasche di cemento (12 mesi), con un passaggio di 6-8 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia, per poi restare altri 5-6 mesi ad affinarsi in bottiglia. Al suo colore rosso rubino luminoso con riflessi violacei in gioventù e venature granato con l’invecchiamento si accompagnano marcati sentori di marasca e frutta rossa matura con note speziate di sandalo e cannella. In bocca risulta elegante e vellutato, piacevolmente tannico e sapido, di fiero carattere e di buon nerbo. Adatto a piatti ricchi di gusto, si sposa benissimo a carni rosse stufate, arrosti misti e cacciagione.
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AGNELLO DELLA VALLE D’ITRIA
In abbinamento al corposo e morbido Vigna Flaminio Riserva, al ristorante Cielo consigliano il succulento agnello della Valle d’Itria all’Antica, sezionato nelle sue parti migliori, cucinato ad arte e poi ricomposto nel piatto guarnito da crema di peperoni al limone e patata soffice.
SEBASTIANO LOMBARDI
Il Cielo alla Sommità di Ostuni È la magia di Ostuni, la suggestiva “città bianca”, a fare da cornice al ristorante Cielo, ospitato dall’esclusivo Relais La Sommità, hotel 5 stelle realizzato sulle volte e i terrazzi di un convento cinquecentesco proprio alle spalle della cattedrale, sul punto più alto della cittadina. Un complesso praticamente sospeso tra cielo e mare, con vista mozzafiato che spazia dai vicoletti del centro antico e la calce abbagliante delle mura fino alla vallata e alle belle dune costiere. In questo angolo a nord del Salento, che sta conoscendo un favorevole momento turistico e rappresenta uno dei luoghi clou della gastronomia pugliese, l’elegante ristorante Cielo, recentemente gratificato dalla prima stella Michelin, sta scrivendo un
capitolo culinario decisamente interessante. Nella raffinata sala ricavata da un antico frantoio l’ambientazione è quella della tipica masseria di Puglia, giocata sui colori chiari della pietra e illuminata dalle grandi vetrate, ma d’estate si può cenare nel giardino spagnolo circondati da aranci e olivi, coccolati come sempre da un servizio professionale e molto attento. Da poco più di due anni al Cielo il ruolo di chef spetta al talentuoso Sebastiano Lombardi, pugliese di Andria, che dopo esperienze che lo hanno visto in prima linea in alcuni dei templi della ristorazione italiana, è tornato nella propria terra per proporre una filosofia gourmet che combina lontani ricordi e viaggio in spazi del gusto ancora inesplorati. La
Relais La Sommità
sua è una cucina fatta di portate che raccontano la Puglia con colori e sapori rivisitati, ma mai eccessivi e sfacciati. Accade così che l’acquasale, ricetta di lunga tradizione povera e vegetale, diventi “di mare” e si esalti grazie al pescato del giorno in tante diverse cotture o che nel risotto ai ricci di mare facciano ingresso le territoriali burrata affumicata e crema di cime di rapa. Per non parlare dell’intensità dei folcloristici “gnumarieddi”, gli involtini della tradizione gastronomica salentina.
AGRITURISMO di Giorgio Lo Surdo
GLI OPERATORI STUDIANO FORME DI NETWORK CHE RAFFORZANO L’OFFERTA GLOBALE
Dalla promozione dell’azienda a quella del territorio
©Alessandro Pantano
I luoghi dell’agriturismo sono spesso bellissimi e accoglienti: paesaggi ameni, siti di grande interesse naturalistico, prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato, specialità gastronomiche, preziose testimonianze archeologiche e storicoculturali, eventi tradizionali ancora autentici e sentiti. Ma i luoghi dell’agriturismo sono generalmente sconosciuti ai più e prendono posto nella memoria dei vacanzieri, quando devono decidere dove dirigere il viaggio, soprattutto grazie ad un, pur convincente, ma lento, passaparola. E anche quando conquistano una buona notorietà, questi luoghi sono considerati raramente degni di un soggiorno lungo, di una tranquilla “immersione” che permetta di goderne appieno l’atmosfera, i colori, i sapori, i profumi. In realtà se l’Italia vuole davvero rilanciare il turismo, dovrà soprattutto puntare sulla valorizzazione di questi “giacimenti” rurali; e dovrà farlo presto, prima che, logiche di sviluppo disordinate li privino delle proprie risorse. Alcuni esempi virtuosi di successo turistico “territoriale”, trainati il più delle volte proprio dall’agriturismo, dimostrano che l’obiettivo è tutt’altro che velleitario. Il rapido moltiplicarsi delle mete turistiche nel mondo ha sopravanzato il pur notevole aumento dei viaggiatori; la crisi del turismo domestico ci obbliga sempre più a confrontarci con una domanda globale di vacanze, e per il momento ne
usciamo con risultati modesti. Altri invece avanzano con ben altro passo intercettando la crescita del movimento turistico mondiale che viaggia ormai al ritmo di incrementi annuali nell’ordine del 5%. Si calcola che l’Italia abbia perduto negli ultimi vent’anni circa il 20% della sua quota di mercato. L’agriturismo, in questo scenario poco confortante, dimostra una vitalità straordinaria: nella stagione estiva accoglie circa il 40% di turisti stranieri (il livello degli alberghi di lusso), quantunque ignorato dalla promozione turistica ufficiale, che insiste su mare e città d’arte senza tenere conto del fatto che gli stili di vacanza sono profondamente cambiati. Ma si può e si deve fare di più: andando oltre la sola promozione della propria azienda per contribuire - tutti insieme gli operatori coinvolti - alla promozione turistica del proprio territorio. E’ dunque indispensabile lavorare in rete per integrare, in una offerta più larga e diversificata, tutti i servizi di cui il turista ha bisogno: per alloggiare, mangiare, divertirsi, incuriosirsi, stupirsi, riposarsi,
emozionarsi, imparare, oziare. Mettersi in rete, collaborare, puntare a creare tutti insieme una domanda più forte e motivata, richiede però anche una crescita collettiva: di trasparenza del mercato e della concorrenza, di professionalità, di cultura; e una visione di lungo periodo, senza la quale non è possibile alcuna conquista sufficientemente stabile. Quanti siti internet di aziende turisticoricettive descrivono nei minimi dettagli le proprie camere e i propri servizi dimenticando di raccontare che cosa di bello può fare l’ospite “intorno”, informando sui servizi che altri organizzano per rendere più gradevole l’accoglienza? In un territorio vincente, chi offre solo alloggio promuove i ristoranti vicini; chi non ha più posti letto disponibili, promuove altre sistemazioni vicine; chi ha un ristorante prepara specialità locali con prodotti degli agricoltori delle zone vicine e ne promuove l’acquisto; chi organizza escursioni, promuove i vicini che offrono alloggio o ristorazione. Insomma, tutti promuovono tutti, in una logica di reciprocità, che punti a valorizzare ogni risorsa del territorio; e ad incrementare complessivamente gli ospiti invece che contendersi i “soliti”. Reciprocità che è possibile solo quando il livello complessivo dell’offerta locale è eccellente, e l’accuratezza di ognuno nel fare il proprio lavoro, è pure eccellente. La rete, insomma, deve essere ampia ma soprattutto avere maglie resistenti. SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |79
BUONO A SAPERSI...
IL LIBRO MULTISENSORIALE DI GELASIO GAETANI D’ARAGONA
Il vino che va in giro per il mondo Il titolo del nuovo libro di Gelasio Gaetani D’Aragona, “A spasso con il vino” (Gribaudo Editore, con 2 CD musicali allegati, settembre 2013, 24 euro, 208 pagg.) sottolinea efficacemente l’obiettivo di questa originale opera che racconta Bacco in un’ottica multispettro, «fra terre, suoni e vignaioli», come recita il sottotitolo. Anche l’immagine di copertina del cagnolino-cavatappi ci fa pensare a Bacco in movimento. Gaetani «è un filosofo attivista che assomiglia a Mosè»: così scrive l’inglese Hugh Johnson, wine writer tra i più famosi al mondo. È un libro gradevole ed accattivante che traccia i profili di selezionate cantine di storica tradizione, inquadrando le storie d’impresa, le vigne, le bottiglie ed abbinando il vino a piatti, quadri e musiche d’autore. Insomma, un viaggio a 360 gradi per scoprire le capacità sensoriali del nettare di Bacco che conquista le papille gustative, ma anche – con abbinamenti mirati - la vista e l’udito. Ma dietro a tutto questo – che è già tanto – c’è un progetto ancor più ambizioso, la realizzazione di una rete di imprese (Ex Vinis) che nasce con l’obiettivo di fare squadra per rafforzare l’export (v. pag. 24, ndr). Come sottolinea Lamberto Vallerino Gancia (presidente dell’Unione Italiana Vini) nella nota introduttiva del libro, «Ex Vinis esprime già in sé il concetto di qualità: “ex” per excellence, extraordinary, expression, ex… quello che non c’era ed oggi è una realtà… un gruppo di vignaioli di grande legame con il territorio, scelti da Gelasio e raggruppati per un progetto di
eccellenza. L’innovazione consiste proprio nel presentare i vari vini di cantine illuminate che hanno deciso di unirsi e fare sistema e squadra, guidati da un grande regista e comunicatore mediatico, proprio in un momento storico in cui per vincere bisogna unire le forze». Straordinariamente questo libro, curato e denso di contenuti, dedicato agli appassionati e non ai tecnici, è stato tradotto anche in inglese e cinese. Sarà così ambasciatore ed apripista di vini eccellenti che hanno la voglia di andare a spasso per il mondo. Una sottolineatura meritano i contributi creativi. Quelli dell’arte culinaria di Riccardo Di Giacinto - giovane chef stellato del ristorante “All’Oro”, prima nel cuore dei Parioli a Roma, oggi all’interno di The First Luxury Art Hotel, a due passi da Piazza del Popolo – che propone abbinamenti enogastronomici ed anche segreti ai fornelli. I ritratti di un pittore di fama come Piero Pizzi Cannella che coglie l’anima delle aziende e delle vigne. Quindi le musiche abbinate ai singoli vini accortamente studiati, raccontati ed eseguiti sotto la guida del compositore e direttore d’orchestra Enrico Melozzi (che si
ritrovano nei due CD musicali), con valenti artisti, tra cui la nota cantante Jenny B, il percussionista di Jovanotti Ernesticco, il trio Trem Azul con le sue atmosfere brasiliane. «Vorrei che questo libro – annota Gaetani – potesse spingere il lettore a vivere il vino di qualità, sapendo che ha una sua anima, pensando di sentirci una buona musica, di mangiarci un piatto adatto, di voler scoprire la storia del pazzo che spesso c’è dietro e che si intestardisce a farlo nonostante tutto». Gaetano Menna SETTEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |81
CAMPI SONORI di Gaetano Menna
“PLAYING THE HISTORY”, NUOVO CD DI LO MUSCIO
Un organo per la storia del Prog Marco L o Muscio, talentuoso organista, nel nuovo CD a carattere internazionale, “Playing the History” interpreta alcuni materpiece del rock progressive. Con lui suonano artisti del calibro di Steve Hackett (chitarrista dei Genesis degli anni ’70, che qui esegue quattro pezzi), John Hackett (fratello minore di Steve, flautista, presente in 13 dei 17 brani del disco ed anche produttore esecutivo), David Jackson (sassofonista storico dei Van Der Graaf Generator ), Giorgio Gabriel (chitarrista di The Watch), Carlo Matteucci (bassista/chitarrista presente in molti progetti). Oltre 75 minuti di incursioni nell’universo sonoro di Genesis (oltre che di Hackett e Anthony Phillips), Emerson, Lake & Palmer, Rick Wakeman degli Yes, VDGG, Pink Floyd, King Crimson. L’organo a canne, con tutta
la sua imponenza, dà nuova veste a composizioni conosciute ed amate dagli appassionati (come “Theme One” dei VDGG). Un’operazione condotta da Lo Muscio con grande maestria, estro e passione. Il prog si nutre di tastiere, sintetizzatori ed hammond; l’organo a canne però riesce a cogliere più profondamente l’intima essenza del sound, la sua sacralità. La partitura di “Catherine of Aragon” del tastierista degli Yes Wakeman viene trascritta per solo organo. Invece “Hammer in the sand” di Hackett viene proposto suggestivamente per piano solo (con Marco che si rivela anche un valente pianista). L’organo, maestoso, dialoga con molta duttilità con il flauto melodico di John Hackett, gli arpeggi della chitarra di Steve, il sax vibrante di Jackson in esecuzioni intensamente policrome.
La fabbrica delle nuvole underground Per il cofanetto di Deadburger Factory, “La fabbrica delle nuvole” (Good Fellas, Snowdonia, www.snowdonia.it) - pur essendo una produzione “underground” - sono state fatte le cose in grande. È composto di tre dischi completamente differenti l’uno dall’altro che hanno titoliossimori come il citato “La fabbrica delle nuvole” e poi “Puro nylon” (cosa c’è di puro nella fibra artificiale per eccellenza?). Assieme ai dischi un vero e proprio libro tascabile, con i testi dei brani ma anche capitoli di approfondimento, articoli, riflessioni, foto, disegni artistici. Il nome “Deadburger” è stato suggerito da “Soylent Green”, un visionario b-movie di fantascienza degli anni 70. I brani della band di Vittorio Nistri e Alessandro Casini hanno materia. Addirittura, in uno dei tre dischi - quello più sperimentale ed originale - nascono da un forno a microonde; tutti i suoi rumori (prodotti nell’accenderlo, spegnerlo, accarezzarlo, percuoterlo) sono rielaborati con manipolazioni elettroniche. L’obiettivo è di plasmare il rumore, addomesticandolo, incuneandolo nel flusso emotivo. Ma la “materia” non è inerte, non è rumore, ma sentimento, pulsione, energia.
82| MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2013
L’ALBUM DI “PENSIERO NOMADE”
Solitudini imperfette per suoni che si fondono ma non confondono Pensiero Nomade è un originale progetto musicale di Salvo Lazzara alla chitarra con il pluristrumentista Enzo Pietropaoli (tromba, piano, contrabbasso) e Davide Guidoni (batteria e percussioni ma anche curatore del progetto grafico della copertina). L’ultimo disco “Imperfetta solitudine” (Zone di Musica) è meravigliosamente crepuscolare. Tre musicisti, con strumenti musicali che, a volte si incontrano, altre si allontanano, divagano, narrano la loro individualità. Viene in mente, come suggerisce il retro di copertina, una strada notturna con le macchine che scorrono veloci e lasciano una lunga scia luminosa; motori-monadi che realizzano straordinariamente un unico disegno. Il fascino di atmosfere jazz create con sonorità che amano fondersi ma non confondersi. Suoni notturni ed acustici, fatti per i momenti in cui si ha bisogno di atmosfere intime, in bianco e nero, anzi – come suggerisce il titolo di un brano – in “calce e carbone”. È il momento di una “danza notturna” (altro titolo-suggestione di un pezzo) con tromba e chitarra che ballano su un tappeto di tabla. Nella title track la chitarra è sola, quasi ad esprimere la perfetta solitudine. Tutti gli altri brano seguono lo stesso percorso; esce dal sentiero “Sensitive”, dove una voce recitata si staglia sul suono di pianoforte; si cercano gli echi delle note, che scorrono lente, individuali, a singhiozzo, con la voce frammentata. Ci piace il brano finale, “Verso casa” una lunga intro della sola chitarra, quindi la tromba che entra e soffia tutte le speranze del traguardo che si avvicina.
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