LA CINA PUNTA SULL’AGRITURISMO • EXPO E BIOTECNOLOGIE • LA SCOMPARSA DI GIOVANNI MARTIRANO • CONDIAMO IL FUTURO • AGRILEVANTE, PARTONO GLI INVESTIMENTI • ETICHETTATURA DELLE CARNI FRESCHE • FORMAGGIO VERDIANO
E se anche la forza potesse avere uno stile?
Nuovo Lamborghini Nitro. Coniugare potenza e stile. Arricchire uno strumento di lavoro di un nuovo valore: il design. Ecco come Lamborghini intende reinterpretare il mondo del trattore. Ecco da quali presupposti nasce Nitro. Proposto in 4 motorizzazioni T4i TDC 3.6 4 cilindri da 100, 110, 120 e 130 CV. Con trasmissioni Powershift o a variazione continua VRT è pensato per offrire il massimo della versatilità e dell’efficienza in tutti gli impieghi e un design unico, da tutti i punti di vista.
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L’ E D I T O R I A L E
Il gioco dell’oca dell’Imu
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urocrazia. Questa la parola al centro della nostra Academy del 12 novembre scorso, una sessione di lavori interamente dedicata al tema, dunque occasione per condividere sia gli iter che pesano maggiormente sulle attività di un imprenditore agricolo, sia le soluzioni possibili per una semplificazione. La complessità del quadro politico-legislativo trova riflesso nel labirinto degli adempimenti con cui gli imprenditori sono costretti a fare i conti ormai per ogni aspetto della loro attività, con un dispendio eccessivo di risorse umane ed economiche. Alla presenza del ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Giampiero D'Alia e di altri interlocutori istituzionali di primo piano, abbiamo discusso le possibili soluzioni per una riduzione degli oneri amministrativi per le imprese, riduzione che – insieme ad altri temi è oggetto del dibattito politico di questi giorni. Se la burocrazia pesa moltissimo, anche l’instabilità politica e l'incertezza legislativa, che caratterizzano il momento attuale diventano un fardello insostenibile per le attività imprenditoriali. Al momento in cui scriviamo non sappiamo ancora se la seconda rata dell’ Imu andrà pagata, con una specie di gioco dell’oca che ci fa tornare inopinatamente alla casella di partenza. Abbiamo protestato. Già, la “borghesissima” Confagricoltura – come ha detto Gasparri in tono affettuoso e non offensivo per intendere che siamo un’Organizzazione di persone perbene, dedite a fare impresa – ha contestato vivacemente una fiscalità ingiusta, iniqua, eccessiva che la Legge di Stabilità rischia di acuire ancor più con le nuove tasse del 2014, la Tasi e la Tari, che non tengono conto, ancora una volta, della specificità del nostro settore. Qui non si tratta di volersi sottrarre ai doveri verso la collettività, di non voler fare i sacrifici imposti per il bene comune. Spremere le imprese agricole, per far quadrare i conti dell’Amministrazione centrale o dei Comuni, significa bloccare la ripresa, frenare la produttività e l’export, perdere posti di lavoro. E torniamo al discorso della burocrazia: lo Stato faccia la sua parte per pesare di meno sui costi delle imprese e delle famiglie. Attendiamo la convocazione del tavolo promesso dal ministro D’Alia per sforbiciare nel settore agricolo. Semplificazione, rigore nei conti e tassazione equa ci sembra un buon punto di partenza per far crescere la fiducia e vedere il traguardo di questo impossibile gioco dell’oca. Mario Guidi
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The Good Growth Plan
Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura. Come unico Gruppo mondiale interamente dedicato all’agricoltura siamo consapevoli che in futuro una delle maggiori sfide per il nostro pianeta sarà soddisfare in modo sostenibile il fabbisogno alimentare di una popolazione in rapida crescita a fronte di risorse naturali sempre più scarse. Nei prossimi cinquant’anni il mondo dovrà produrre una quantità di cibo superiore a quella prodotta negli ultimi diecimila anni, mentre l’erosione dei suoli causata dai cambiamenti climatici e dall’urbanizzazione ridurrà progressivamente i terreni coltivabili. In Syngenta crediamo sia assolutamente necessario promuovere un cambiamento radicale nella produzione agricola, indirizzandola sui binari di una intensificazione colturale sostenibile, mettendo al centro della nostra azione l’imperativo categorico del “produrre di più con meno risorse”. Da qui nasce The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura - un programma lanciato globalmente da Syngenta il 19 settembre 2013 che rappresenta il nostro impegno per la sicurezza alimentare e la sostenibilità del pianeta. The Good Growth Plan consiste in un piano di azioni concrete e misurabili con cui Syngenta vuole dimostrare che agricoltura e salvaguardia dell’ambiente possono coesistere e che l’aumento della produzione agricola può avvenire in modo sostenibile, senza spreco di risorse.
The Good Growth Plan contribuisce a cambiare il modo di fare agricoltura e fissa 6 impegni da raggiungere entro il 2020:
1
Aumentare la produttività media delle colture del 20% senza utilizzare più risorse naturali e mezzi tecnici per l’agricoltura
2
Migliorare la fertilità di 10 milioni di ettari di terreno agricolo a rischio degrado
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Arricchire la biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo
4
Aumentare la produttività agricola del 50% di 20 milioni di piccoli produttori, in particolare nei paesi in via di sviluppo
5
Formare 20 milioni di agricoltori sulla sicurezza sul lavoro, in particolare nei paesi in via di sviluppo
6
Garantire condizioni di lavoro eque in tutta la nostra rete di fornitori.
Un pianeta. Sei impegni. Scopri di più su www.goodgrowthplan.com
Anche noi, come Syngenta in Italia, siamo chiamati a dare il nostro contributo al sistema agricolo nazionale valorizzando la tipicità delle nostre produzioni e ponendoci al fianco di tutti gli operatori che ogni giorno lavorano per esportare nel mondo la qualità dei prodotti agroalimentari “Made in Italy”. Per far ciò, includeremo questi impegni concreti nelle nostre attività che, a partire dal 1° gennaio 2014, saranno ancor più connesse ed integrate grazie alla fusione societaria dei due rami d’Azienda Syngenta Crop Protection S.p.A. e Syngenta Seeds S.p.A. in un unico soggetto che assumerà la denominazione di Syngenta Italia S.p.A. La nascita di Syngenta Italia S.p.A. è molto di più di un semplice cambiamento legale e societario. Questo nuovo assetto racchiude in sé lo spirito d’innovazione che da sempre caratterizza la nostra Azienda come leader nel settore dell’Agribusiness e, grazie all’unicità nell’agire scaturito da questa nuova struttura, faciliterà il lavoro che siamo chiamati a svolgere per tradurre The Good Growth Plan in realtà.
t Sementi t Agrofarmaci t Insetti ausiliari t Servizi ad alto valore aggiunto t Programmi di Agricoltura Responsabile
TM
SOMMARIO L’EDITORIALE Il gioco dell’oca dell’ Imu Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Detroit, dallo sfascio alla rinascita verde Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
Spunta simbolicamente un albero ne “Il Labirinto”, l’installazione di Michelangelo Pistoletto (presentata per la prima volta nel 1969 al Museum Boymans Van Beuningen di Rotterdam).
Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it
ACADEMY BUROCRAZIA Un filo d’Arianna per le imprese Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
ATTUALITÀ OLIO D’OLIVA Condiamo il futuro Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
Un tavolo per le semplificazioni agricole Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
SPECIALE KEY ENERGY Ridare energie alle imprese Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Strano ma vero! Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Il biogas come il rayon Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
Abbonamento annuo
ATTUALITÀ MECCANIZZAZIONE Agrilevante, partono gli investimenti Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
Testata associata all’USPI
Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe – Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950
ATTUALITÀ MASS MEDIA Giovanni Martirano testimone e artefice dell’evoluzione agricola Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
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FOCUS FRONTIERE Il dragone rosso punta sull’agriturismo M.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Al centro del Mediterraneo Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Expo e biotecnologie Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Nuove etichette per tutte le carni fresche Luigi Tozzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Rubriche Mappamondo Riso Cina . . . . . . . . . . 42 Energia Droni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 Organizzazione Interregionale . . . . . 63 Anga Insediamento . . . . . . . . . . . . . . 67 Over60 Cupla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 Campi rosa Clementine . . . . . . . . . . 72 Fisco Assistenza . . . . . . . . . . . . . . . . 74
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ACADEMY BUROCRAZIA
Un filo d’Arianna per le imprese Ingolfati da lungaggini, procedure, adempimenti. Ritardati da inefficienza, incompetenza, controlli disarticolati. E poi l’ottusità degli apparati della PA che vedono le aziende come nemici
di Gabriella Bechi
“L
a burocrazia mina la competitività delle imprese agricole italiane e pesa sulle aziende nel senso letterale del termine”. Il presidente Guidi dal palco dell’Academy, che si è tenuta il 12 novembre al Tempio di Adriano a Roma, fa un esempio per tutti: ”Ogni anno circa 2 miliardi e mezzo di euro di risorse che arrivano dall’Europa vengono veicolati attraverso i Piani di Sviluppo Rurale (PSR). Ogni Regione ha il suo, composto in media tra le
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800 e le 1600 pagine, che bisogna necessariamente conoscere se si vuole beneficiare delle misure. Un peso complessivo tra 4 e 8,5 Kg di carta, senza quantificare tutti i documenti attuativi, i bandi per la presentazione delle domande, i documenti modificativi e integrativi”. Ma non basta. C’è grande differenza tra i PSR delle varie Regioni: quello più pesante arriva a 2000 pagine, praticamente 10 kg. Ma soprattutto c’è un divario esorbitante tra i Piani dei vari Paesi della Ue. Quello della Polonia, che è nazionale, è di 380 pagine (il 30% più leggero della nostra media); quello della Svezia ancora più contenuto, 348 pagine; quello del Laender tedesco Brandemburgo Berlino si aggira intorno alle 260 pagine, poco più di 1 kg. L’agricoltura ha una storia di burocrazia e di rapporto con la Pubblica Amministrazione che viene da lontano, quasi una tradizione: “Siamo pas-
sati - ha spiegato Guidi - norma dopo norma, procedura dopo procedura, da una regolazione del mercato per colmare gli squilibri, ad una regolazione di ogni singolo comportamento dell’imprenditore, con un’invasione del ruolo pubblico nell’economia.Tutto ciò in continua progressione. Fino a quando ci siamo trovati nel labirinto”. L'imprenditore agricolo si perde ogni giorno nel labirinto della burocrazia e la mancata semplificazione è la prima causa della non competitività delle imprese italiane, più grave ancora della carenza di infrastrutture. Secondo i dati presentati da Confagricoltura all’Academy, due giornate alla settimana, ovvero cento all’anno, sono dedicate dagli imprenditori agricoli alla gigantesca macchina burocratica. “Mancata semplificazione normativa, lungaggini, bassa qualità dei servizi
Mario Guidi
pubblici e onerosità degli adempimenti, controlli asfissianti e non coordinati costringono l’imprenditore a dedicare cento giorni all’anno a far fronte ad una mole di carte, timbri, procedure, sottraendo così tempo e denaro ai compiti prioritari di un’impresa - ha osservato ancora il presidente di Confagricoltura -. I nostri imprenditori dovrebbero impegnare tutte le loro energie, ancor più nei
periodi di crisi, a fare business e ad esportare a prezzi concorrenziali, a mantenere occupazione e non a combattere con i burocrati”. Guidi ha ricordato i ‘pilastri’ dell'azione per rilanciare il settore agricolo: il potenziamento dell'export; l’accesso al credito, l'incremento della ricerca e dell'innovazione; il coordinamento delle politiche europee, nazionali e regionali mettendo al centro l'attività
imprenditoriale. “Ma prima di tutto serve – ha aggiunto il presidente Guidi - uno Stato che sia il primo collaboratore e non l’affossatore dell’attività imprenditoriale. È dannoso e controproducente uno Stato che mostra solo il lato duro e vessatorio (incremento degli oneri fiscali e previdenziali, controlli oppressivi, procedure complicate, dispendiose) e non quello collaborativo, che faciliti e NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |7
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non pregiudichi. Che semplifichi e si fidi delle imprese, non dimenticando che sono esse che danno occupazione, crescita e ripresa”. Bisogna assolutamente cercare la via d’uscita dal labirinto, trovare il bandolo della matassa: il famoso filo di Arianna. Il presidente Guidi ha quindi evidenziato le proposte dell’ Organizzazione: taglio delle funzioni per ridurre le spese della burocrazia (da sempre, ad esempio, Confagricoltura si è espressa per l’abolizione delle Provincie); sportelli unici Inps, Inail, Asl, Agea, Ispettorati Agrari, Uma, Guardia Forestale (che vuol dire anche controlli accorpati); semplificazione procedurale e superamento delle lungaggini che si traducono in un danno (si pensi ai contributi della Pac ai pro-
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vicini alle imprese, come chiede il ministro De Girolamo. Ma in questo Paese occorre un cambio di mentalità. Occorre credere nell’impresa, sostenerla nella sua competitività, investire risorse non per duttori, che vanno erogati celermen- frenare la sua crescita, ma per il suo te, e poi alle pratiche per i progetti sviluppo. I rappresentanti delle Istitudei Piani di sviluppo rurale). “Serve zioni con la loro presenza al nostro una sorta di ‘Ufficio buche’, un ente incontro hanno in qualche modo teche fa lo scavo e che tutti gli altri, stimoniato la volontà di procedere in coordinandosi, utilizzano, con minor questa direzione. dispendio di energie e risorse dello E abbiamo apprezzato molto le parole del ministro D’Alia sull’apertura Stato e dei privati”. “Anche sul nostro palco – ha conclu- di un tavolo speciale sull’agricoltuso il presidente - sono arrivati oggi ra, con il coinvolgimento delle Regli echi delle resistenze che incontra- gioni e delle organizzazioni profesno coloro che vogliono cambiare da sionali, per consentire di inserire parte di chi vuole mantenere un pez- norme specifiche per il settore nel zo della propria sovranità. Noi siamo Ddl sulle semplificazioni all’esame disposti a ‘dimagrire’ per essere più del Senato”.
«Si crei l’ “ufficio buche” Un ente fa lo scavo e gli altri si coordinano per utilizzarlo»
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Un tavolo per le semplificazioni agricole Il ministro per la PA, D’Alia ha annunciato all’Academy di voler avviare un confronto per sburocratizzare l’attività delle imprese agricole. Gli interventi di Castiglione, Nardoni e Ballarè di Gaetano Menna 10| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
estion time è il tradizionale botta e riposta tra Parlamento e Governo: in aula, rappresentanti dell’Esecutivo rispondono alle interrogazioni dei parlamentari. Mutuando da quanto avviene a Montecitorio ed a Palazzo Madama, all’Academy di Confagricoltura si sono tenuti due incontri a botta e risposta con i rappresentanti del governo (il ministro della Funzione pubblica Giampiero D'alia ed il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione), delle Regioni (il coordinatore degli assessori all'A-
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gricoltura Fabrizio Nardoni), dei Comuni (il sindaco di Novara e membro dell’Ufficio di presidenza Anci Andrea Ballarè); ad incalzare e interrogare, il moderatore (il vicedirettore di Radio 24 Sebastiano Barisoni). Il ministro D'alia ha assicurato la disponibilità del governo a lavorare per la semplificazione nel settore primario ed ha lungamente dissertato sui danni derivanti all'agricoltura dalla riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione che ha regolato il coordinamento tra centro e periferia. «Il decentramento amministrativo che doveva semplificare, localizzando in-
Nardoni, D’Alia e Barisoni
tere competenze dell’amministrazione centrale, in realtà – ha commentato - ha aumentato la spesa pubblica e la burocrazia; ha aggravato lo svantaggio competitivo delle imprese agricole». «Bisogna riscrivere il rapporto tra Stato e Regioni ed il sistema delle autonomie, modificando gli articoli della Costituzione. Lo Stato deve garantire livelli di efficienza; le Regioni se possano fare meglio, facciano meglio». D’Alia ha quindi ricordato come siano stati attivati una serie di tavoli sulla semplificazione. «Va avviato anche il tavolo per la semplificazione in agricoltura». Ad esempio
Ma se parliamo di autocertificazioni, non vuol dire che non si debbano fare più controlli, solo che vengono spostati da ex ante a ex post; i casi di autocertificazione falsa sono contenuti e dimostrano che è questa la in tema di controlli bisogna dare strada da seguire». sempre più spazio alle autocertifica- In tema di normative di certificaziozioni. Il ministro è conscio che non è ne si cominciano a vedere i benefici; facile incidere su questa situazione, da Unioncamere si rileva che da 1,5 per certi versi la Pubblica Ammini- milioni di documenti richiesti alle strazione tende a complicare le cose imprese, si è scesi a 700 mila; non va per giustificare il proprio ruolo, i pro- dimenticato però che molta parte depri apparati. Dice a tal proposito D’A- gli adempimenti dipendono anche lia all’Academy: «Certo a nessun tac- da leggi regionali ed anche a tale lichino piace anticipare il Natale. vello bisogna incidere.
Castiglione: «La riforma del titolo V della Costituzione ha portato forti danni all’agricoltura»
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da sinistra: il sindaco di Novara Andrea Ballarè ed il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione
All’assessore Fabrizio Nardoni il conduttore ha chiesto sulla semplificazione dei PSR: è possibile evitare che si debba scrivere una sorta di “Guerra e Pace”? È possibile ricondurre i piani di sviluppo rurale a due, tre schemi nazionali di riferimento? «In questo campo – ha risposto Nardoni – c’è l’impegno a mettere a punto una proposta unica, ma interessi diversi e non immediatamente conciliabili rendono difficile trovare un punto di equilibrio». Giuseppe Castiglione, dal canto suo, ha fatto notare che nei Piani di sviluppo rurale c’è poca politica. «Quello che deve essere di fatto un documento programmatico dove si scrivono le regole e si indirizzano le risorse è diventato un atto burocratico». Un mare di consulenti, analisi di contesto che servono a poco. Il sottosegretario ha quindi 12| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
Ballarè:«La macchina pubblica che si autodifende, ostacola losviluppo dei territori» affrontato nel dettaglio le questioni relative alla riforma della Pac, suggerendo una misura unica sia per la gestione del rischio sia per la difesa idrogeologica e non ha escluso l'ipotesi di eliminare i premi al di sotto dei 400 euro. Il sindaco Andrea Ballarè si è soffermato sul ruolo dei comuni nella par-
tita della semplificazione. «È assolutamente rilevante perché noi sindaci siamo il front office dei cittadini e, al contempo, delle imprese. Risulta chiaro, quindi, che la dimensione dello snellimento della burocrazia e della risoluzione dei problemi è fondamentale per l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa». «Bisogna superare il problema a monte - ha aggiunto il primo cittadino di Novara - scardinando quella mastodontica macchina pubblica che si autoalimenta e autodifende e che in un certo qual modo ostacola lo sviluppo dei territori non solo in tema di agricoltura». Un tema, quello della semplificazione, che si lega inevitabilmente alla riforma del Titolo V della Costituzione - ha sottolineato ancora Ballarè «perché uno dei problemi della burocrazia è proprio che i vari livelli amministrativi del nostro Paese non hanno compiti sufficientemente definiti e spesso c’è una sovrapposizione di competenze. L’auspicio e l’obiettivo è che oggi la politica affronti con decisione e responsabilità questo tema per velocizzare e rendere smart ogni passaggio».
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Nel dedalo delle norme
I “
La ricerca della Fondazione Astrid: le nuove procedure amministrative pongono al settore agricolo più problemi di quanti ne risolvono
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l labirinto delle norme in agricoltura: problemi, metodo, proposte”: questo il titolo della ricerca che Confagricoltura ha affidato alla Fondazione Astrid di cui ha parlato all’Academy Alessandro Natalini. Il settore agricolo, nonostante la rilevanza economica e i numerosi oneri burocratici che lo caratterizzano, è rimasto fino ad ora ai margini delle politiche di semplificazione. Le ragioni sono molteplici (di carattere politico, di scelte istituzionali, di governance, ecc.), ma in particolare la criticità deriva: dal mancato equilibrio fra ridotte competenze statali, dalla scarsa incisività della disciplina europea in materia di semplificazioni in agricoltura ed azione delle Regioni che, salvo alcune eccezioni, non appare efficace; dal fatto che, nel settore agricolo, la gestione amministrativa è dispersa in un numero molto elevato di procedimenti e controlli, svolti da amministrazioni, enti e società per cui il suo contenuto risulta particolarmente complesso da circoscrivere e razionalizzare. Il settore agricolo risulta allora solo uno fra i molti settori produttivi su cui ricadono interventi di semplificazione di carattere generale introdotti nel tempo e che ancora attendono di essere perfezionati. Un esempio di ciò è rappresentato dalla composizione e dal funzionamento della Conferenza dei servizi. Basti pen-
sare all’obbligo di presenza per le amministrazioni pubbliche tenute a dare il nulla osta preventivo senza condizioni e alla introduzione della piena operatività della modalità telematica al fine di assicurare, tra l’altro, la certezza dei tempi d’altronde prevista.Altro esempio è quello dei controlli sulle imprese in cui la produzione delle linee guida approvate dalla Conferenza unificata e l’introduzione degli obblighi di pubblicazione possono rappresentare solo un primo passo in direzione di un coordinamento e di una radicale riduzione degli atti ispettivi che a livello statale devono essere estesi e devono riguardare anche le competenze degli altri livelli di governo. Nel settore agricolo, quindi, si riproducono effetti di semplificazioni pensate anche per altri ambiti di intervento pubblico. Esempio recente è
rappresentato dalle modifiche alla normativa sulla documentazione antimafia. Dovrebbe, infatti, essere effettuata un’attenta valutazione per misurare la proporzionalità degli adempimenti richiesti alle imprese (con l’estensione delle dichiarazioni ai familiari, il ridotto ambito di operatività del silenzio assenso e i lunghi termini di risposta previsti) a fronte dei rischi reali che tali adempimenti dovrebbero prevenire. L’autorizzazione unica ambientale e il Durc rappresentano altri due esempi rilevanti. Per quanto riguarda la prima, occorre affinare il provvedimento in relazione alla sua estensione allo spandimento dei fanghi. Per quanto attiene al Durc, invece, a fronte della estensione del periodo di validità del documento a 4 mesi, resta la necessità per l’impresa di attendere 30 giorni per riceverlo.
Il settore agricolo è rimasto troppo tempo ai margini delle politiche di semplificazione La progettazione delle nuove procedure amministrative, in sostanza, sembra porre al settore agricolo più problemi di quanti non ne risolve, anche per la marginalità che continua ad avere la valutazione ex ante degli effetti delle norme. Un esempio su tutti è la recente disciplina sulla autorizzazione delle fonti rinnovabili che, nonostante i molteplici tentativi di semplificazione, non ha ancora raggiunto un assetto soddisfacente. La semplificazione amministrativa del settore agricolo non può continuare a vivere questa condizione di marginalità. Deve essere messa al centro di un pro-
Nella foto Jack Nicholson, protagonista di “Shining” di Stanley Kubrick, di fronte al modello del labirinto usato nel film
gramma di interventi mirati basato su una diretta interlocuzione delle istituzioni con le imprese. Occorre che questo programma si sviluppi nella fase ex ante ed ex post della progettazione delle procedure amministrative in una prospettiva multilivello. Occorre rendere più efficace anche nel settore agricolo il Tavolo istituzionale per il programma di misurazione e di riduzione degli oneri e più pregnante il ruolo della rappresentanza italiana a Bruxelles per dare impulso e rendere più effettivi gli interventi di better regulation realizzati a livello europeo. (R. M. A.) NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |15
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Gian Antonio Stella
Strano ma vero! Gian Antonio Stella, inviato editorialista del Corriere della Sera e scrittore: «La burocrazia di per sé non nasce negativa, ma è stata la sua traduzione in cattivo italiano, che ha creato l’aberrazione tutta nazionale» di Elisabetta Tufarelli 16| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
ian Antonio Stella, inviato, editorialista del Corriere della Sera e scrittore, ha accompagnato gli imprenditori presenti all’Academy in viaggio per l’Italia stretta nella morsa della burocrazia. «La burocrazia di per sé non nasce negativa, ma è stata la sua traduzione in cattivo italiano, che ha creato l’aberrazione e la perversione tutta nazionale che complica, in un crescendo di leggi, leggine, commi e inutili lungaggini, la vita di tutti i cittadini». Stella ha scattato molto più di
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una fotografia, suscitando un riso amaro, come succede sempre quando ci si sofferma sulle ‘miserie’ nazionali. Tante diapositive e vignette, per tratteggiare il disegno impietoso del nostro Paese in preda al burocratese. Stella ha esordito, per rendere subito l’idea, storpiando Vittorio Alfieri: “Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli”. Così, non legato ad una sedia, ma in moto perpetuo tra i vari uffici e sommerso dalle carte, l’homus italicus è soffocato e schiacciato dalla burocrazia. Nel labirinto non si è soli come Teseo, ma in numerosa compa-
gnia e non c’è nemmeno denza 300… Ma le disposizioni della il filo d’Arianna. Ma non «La burocrazia costa 70 miliardi. Comunità Europea sulla importazioconsola. Ogni giorno un impiegato ci mette ne di caramelle è scritta esattamente Così, le immagini, correun’ora per una comunicazione» in 25.911. date da didascalie hanno Gli imprenditori agricoli presenti almostrato sprechi ed ecl’Academy si rilassano un po’ solo cessi della pubblica am- la – mettere un mattone senza viola- quando Stella fa notare che tutto il ministrazione. Numerosi re una legge!” . mondo è paese! Negli USA esiste adsono gli esempi che han- Per il giornalista la burocrazia è fuori dirittura un sito sulle leggi per sciocno fatto vedere l’aspetto dal mondo, perché strabocca di ri- chi (www.dumblaws.com). La Carisibile della burocrazia. chieste ridicole e di definizioni che lifornia precisa che “il sole è garantiUno ‘spaccato’ di follie. lo sono altrettanto e soprattutto di to alle masse”. In Alabama, “è vietato L’interrogazione parla- parole infinite. Certo chi legifera ha l’uso del paraocchi mentre si è alla mentare, presentata da la capacità di definire tutto (cosa è guida di un autoveicolo” e, perla delun onorevole della Lega una nave da crociera o un suino da le perle, in Utah “è vietato fare sesso Nord, che chiedeva di macello); di nascondersi dietro un’i- in autoambulanza in caso di una chiaaumentare i pupazzi del- pocrisia ridicola (giri di parole per mata d’emergenza”… la Mucca Clarabella per non pronunciarne alcune come, ad Il problema è serissimo, anzi dramriuscire a completare la esempio, epilessia che viene tramuta- matico. collezione di pupazzetti ta ‘crisi comiziale’). E’ necessario re- “Sapete quanto ci costa – conclude Disney, distribuiti come cuperare un linguaggio comprensibi- Stella - tutta questa lenta e farraginogadget da un’acqua mi- le e chiaro: “Pensate al Padre Nostro, sa burocrazia? Ben 70 miliardi di eunerale. E perché l’Italia è 56 parole in cui c’è tutto. O alla para- ro. Ogni giorno un impiegato ci metuna da nord a sud, l’auto- bola del Buon Samaritano, una specie te quasi un’ora per una comunicaziorizzazione dell’assessora- di romanzo che contiene 158 parole. ne burocratica e usa una quantità di to, per decreto della re- Il Cantico delle Creature ha 266 pa- carta per 22 euro: basterebbe una gione Sicilia, ad un priva- role, i dieci comandamenti 279, la Di- mail (anche certificata) da meno di 2 to per allevare «a scopo chiarazione Americana d'Indipen- euro!”. amatoriale ed ornamentale una coppia di fauna selvatica aun FUORI DAL CORO toctona delle specie cardellino (Carduelis carduelis)», Di tutt’altro tono è stato l’intervento ha avuto bisogno di relaziodell’attore comico livornese Ubaldo ni e sopralluoghi della RiPantani. Il ‘Lapo’ televisivo, noto al partizione faunistico-venagrande pubblico degli ‘aficionados’ toria ed ambientale di Mesdel pallone con "Quelli che il calcio sina. Citando Tacito e Mone..." di Simona Ventura soprattutto tesquieu, lo scrittore ha per le sue imitazioni di Lapo Elkann, raccontato le riflessioni sul poi con la partecipazione a "Quelli tema della burocrazia nella che", edizione targata Victoria Cabelstoria fino ad arrivare ai colo, in cui impersona l'allenatore della sti veri della burocrazia per Juventus Antonio Conte e quello delil terremoto dell’Aquila. l'Inter Andrea Stramaccioni. Pantani Cinque leggi speciali, 21 diè convinto assertore che le persone inrettive del Commissario Vitelligenti parlano in modo semplice. cario, 25 atti struttura GeCon estremo garbo – dopo aver preso, stione Emergenza, 51 atti con precisione e meticolosità appunti Ubaldo Pantani struttura Tecnica di Missiodurante i lavori dell’Academy - ha fatne, 62 dispositivi Protezioto una apprezzata parodia della mattine civile, 73 ordinanze Presidenza nata, imitando relatori e moderatore. Al presidente Mario Guidi ha chiesto se Consiglio dei Ministri, 152 Decreti fosse anche lui tifoso della Spal. La burocrazia è un argomento ‘ghiotto’ per chi, del Commissario delegato, oltre 720 come un attore comico, si nutre di paradossi e assurdità per tradurle in battuordinanze del Comune … “In mezzo te che facciano sorridere. Ubaldo Pantani attraverso un efficace monologo ha a questi circa 1200 provvedimenti concluso raccontando le infinite peripezie di un suo amico che aveva deciso di non è possibile – ha sottolineato Stel- allevare maiali di cinta senese. NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |17
ACADEMY BUROCRAZIA
Cinque storie di ordinaria “burofollia” Quanto è difficile fare impresa tra cavilli e storture! Le testimonianze sulle odissee vissute
di Modena, Silvia Bergonzini, nel 2009 ha fatto regolare domanda di primo insediamento unita a quella per l’imprenditoria femminile, presentando la richiesta per la costruzione di un ricovero per gli attrezzi. Ci ha messo quasi quattro anni, un vera e propria odissea, tra mille difficoltà. L’iter è stato di ben 32 passaggi con gli uffici pubblici di Elisabetta Tufarelli e la sua pratica è stata bloccata 10 volte. Come se non bastasse l’imprenditrice ha dovuto subire due controlli: il primo obbligatorio, il secondo per sorteggio. Peccato che si è perso ulteriore tempo perché, per carenza di agricoltura, inspiega- personale, questo secondo controllo è bilmente, finora è re- avvenuto con molto ritardo. Prosestata al margine degli guendo nel suo percorso ad ostacoli interventi di semplifi- sono anche cambiati per 3 volte diricazione. Sotto la lente genti e tecnici, che hanno dovuto rid’ingrandimento del- studiarsi la pratica. Finalmente il fil’Academy di Confagricoltura cinque nanziamento di 250 mila euro è arristorie di ordinaria burocrazia. Sono vato. Dalla notifica alla reale disponi“casi concreti” di appesantimenti, bilità sono passati altri sei mesi e il complicazioni e tortuosità, spesso inu- 35% di questa somma è servito a patili, contro cui si trovano a dover com- gare i costi indiretti per ottenerlo, ma battere gli imprenditori nella loro atti- Silvia Bergonzini alla fine ce l’ha fatta, vità. Al Tempio di Adriano queste vi- anche se – pur disponendo della somcende, raccontate a viva voce dai no- ma restante - ha dovuto comunque, stri associati che le hanno subite, sono sottoscrivere un mutuo che le sta coservite a fare il punto sugli innumere- stando 15 mila euro d’interessi. voli adempimenti e sulle infinite per- In dieci anni ancora non è stata fatta dite che contrassegnano la malaburo- chiarezza sui canoni demaniali maritcrazia in agricoltura. L’imprenditrice timi e l’acquacoltura italiana rischia di
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sparire. La storia infinita, raccontata dall’imprenditore Salvatore Puglisi Cosentino, è iniziata nel 2004, non si è ancora conclusa e rischia di far sparire l’acquacoltura italiana. L’acquacoltura è un settore in crescita in tutto il mondo, tanto che il consumo di pesce di
allevamento ha superato quello del pescato. Ma in Italia il settore decresce a causa della burocrazia. La normativa nazionale ha costretto le diverse Regioni ad intervenire in maniera difforme l’una dall’altra, per mettere un momentaneo tampone ad una situazione anco-
ra non stabilita sui canoni demaniali marittimi e sui differenti trattamenti tra aziende dello stesso settore. Così un singolo imprenditore si può trovare a pagare anche 1700 volte di più rispetto ad un impresa concorrente (885.000 euro contro 2240, per la concessione di uno specchio d’acqua
di 500.000 mq). Come se non bastasse, l’acquacoltura italiana ha perso oltre 30 milioni di euro di fondi comunitari. Come è difficile spostare un albero d’olivo. Sergio Ricotta, presidente di Confagricoltura Lazio, presenta un caso reale di folle burocrazia. In prima istanza, per spostare un olivo da NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |19
ACADEMY BUROCRAZIA
una parte all’altra della sua azienda ha dovuto effettuare una richiesta al Comune di Velletri, in provincia di Roma. L’ente, che non era provvisto dell’ufficio incaricato di effettuare la valutazione del caso, ha “girato”, per competenza, la richiesta alla Regione Lazio, che a sua volta ha delegato l’ufficio preposto dell’Area decentrata della provincia di Roma. Finalmente dopo ben 240 giorni, il nulla osta è arrivato! Se l’azienda, però, ha la sfortuna di essere a cavallo di due province o di ricadere in un parco, i tempi si allungano ulteriormente. Ma anche così, per spostare 6 alberi in tempi diversi, servono 4 anni di pratiche! Il presidente della Federazione nazionale Florovivaismo di Confagricoltura, Francesco Mati, presenta un caso di equivoci a catena generati da un giusto controllo fiscale. Peccato che i ‘controllori’ non conoscano il modello delle aziende florovivaistiche, in cui l’inventario è previsto, ma non ai fini fiscali. E ignorino anche il normale ciclo di crescita delle piante. Il confronto tra due inventari ha generato una serie di fraintendimenti. Hanno ritenuto ‘anormale’ che, da un anno all’altro, in vivaio si proceda al
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Da sinistra: Puglisi Cosentino, Maiorano,Bergonzini,Stella
L’Anga quotidianamente riceve SOS da parte di giovani che vorrebbero iniziare l’attività travaso delle piantine (che pur diventano più grandi) in vasi più ampi. Il non averlo riportato in inventario è stato considerato evasione e sanzionato con 100.000 euro di multa. Poiché dimostrare l’innocenza è a carico dell’imprenditore, oltre a pagare un commercialista e mettere in allerta l’avvo-
MESTIERE IMPRESA, IL PORTALE DI ASCOLTO DI BNL
“Mestiere Impresa by BNL” (www.mestiereimpresa.it) è un preciso punto di riferimento per le PMI, con l’obiettivo di ricordare che ogni azienda è unica. Il progetto ed il portale vogliono sostenere e facilitare il progetto delle imprese italiane, anche di quelle agricole ed accompagnarle in ogni fase della loro vita. Lo sottolinea all’Academy di Massimo Marenghi Confagricoltura Massimo Marenghi di Reteimpresa della Banca Nazionale del Lavoro. L’istituto di credito ha avviato il progetto “L’innovazione in 100 anni” (che usa il linguaggio contemporaneo dei twitter). Sul web parla di innovazione, di crescita, ricorda le invenzioni di un secolo che ci hanno cambiato la vita: dalla catena di montaggio del 1913, introdotta da Henry Ford, all’orecchio bionico del 2013 che viene creato e stampato in 3D; dalla radio dei primi del Novecento allo smartphone di oggi. Mestiere Impresa è un “portale di ascolto”, un social network a cui gli imprenditori possono rivolgersi per raccontare le loro storie. Gli esperti le raccolgono e suggeriscono le soluzioni finanziarie più adeguate. 20| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
cato, il florovivaista ha perso tre giorni di lavoro. Come è faticoso diventare imprenditori agricoli. L’Anga quotidianamente riceve richieste di informazioni da parte di giovani che vorrebbero iniziare l’attività. Il presidente Raffaele Maria Maiorano, a malincuore, ammette che sebbene l’agricoltura sia uno dei pochi comparti che cresce in termini di appeal e di valore aggiunto, diventare agricoltori, se si proviene da un background non agricolo, è praticamente impossibile. Oggi ci sono pochissimi strumenti da proporre. Se parliamo di credito, per esempio, tutti conoscono i problemi dovuti anche a lungaggini attuative causate dalla burocrazia. Per quanto riguarda i Piani di Sviluppo Rurale è tutto bloccato, siamo in attesa di nuovi bandi. Un giovane può decidere di utilizzare gli strumenti dell’Ismea per subentrare ad una partita Iva o per comprare un terreno. Questo meccanismo è decisamente migliorabile: occorre aspettare anche fino a 18 mesi per avere la conferma del finanziamento e fino ad allora, non è prevista alcuna copertura degli investimenti. Se il giovane subentra in un’azienda strutturata può comunque utilizzare i mezzi del padre/zio e continuare l’attività, anche se non può fare nuovi investimenti né migliorie; se invece si subentra in un’azienda “povera di mezzi” si è bloccati in standby per anni.
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Il dragone rosso punta sull’agriturismo
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Summit mondiale in Cina sul turismo in campagna. Il presidente di Agriturist Cosimo Melacca: «Spero che gli incontri promossi a Changsha possano essere anche occasione per concretizzare visite in Italia di tour operator cinesi»
nche Agriturist al forum mondiale dell’agriturismo - World Agritourism Development Forum – WADF, summit of the world agritourism cities (districts) union - promosso dal governo cinese a Changsha (capoluogo della provincia dell’Hunan, con oltre 6 milioni di abitanti). La delegazione di Agriturist era guidata dal presidente, Cosimo Melacca. All’incontro erano presenti, fra gli altri, le rappresentanze diplomatiche di 50 Paesi del mondo e altrettanti esponenti di governi nazionali, regionali e provinciali. Per l’Italia, oltre ad Agriturist, hanno partecipato: il sottosegretario alle Politiche agricole, Maurizio Martina; l’ambasciatore italiano a Pechino, Alberto Bradanini, accompagnato dal primo segretario Filippo Nicosia e dal consigliere Giuseppe Rao; le delegazioni delle province di Padova e Lecce guidate dai rispettivi sindaci Flavio Zanonato e Paolo Perrone. Il summit, che si propone di diventare un appuntamento annuale, ha avuto come obiettivo quello di promuovere una rete mondiale di città caratterizzate dal turismo agricolo, attività alla quale la città di Changsha ha da-
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FOCUS FRONTIERE
to grande impulso negli ultimi anni. L’intento è stato anche quello di stabilire una sorta di alleanza di rete agrituristica internazionale e costruire una piattaforma telematica per un’offerta globale di turismo nelle campagne. “Ci siamo recati a Changsha - ha dichiarato il presidente di Agriturist - per far conoscere l’originalità della proposta agrituristica italiana, dal punto di vista sia legislativo ed organizzativo, sia delle attrattive che offre la nostra agricoltura e il nostro mondo rurale”. L'ambasciatore Bradanini ha sottolineato come l'interesse dei rappresentanti della città cinese nei confronti dei centri italiani sia molto alto. “Ci auguriamo – ha evidenziato a tal proposito Melacca - che gli incontri promossi dal Forum possano essere anche occasione per concretizzare visite in Italia di tour operator cinesi, e attirare conseguenti flussi di visitatori verso le campagne del nostro Pae-
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Cosimo Melacca
se”. La domanda di turismo dei cine-
L'ambasciatore Alberto Bradanini si verso l’Italia è in costante crescita. ha sottolineato l'interesse Secondo i rilevamenti di Banca d’Italia, nel 2012, i cinesi che hanno visituristico di Pechino per l’Italia
tato il nostro Paese sono stati 253 mila con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente. Il numero di pernottamenti è stato di oltre 4 milioni, più del doppio rispetto all’anno precedente. La spesa dei viaggiatori cinesi in Italia è stata complessivamente di 316 milioni di euro, con un incremento del 29% rispetto al 2011. Nel periodo gennaioluglio 2013, gli ospiti cinesi in Italia sono stati 162 mila, in aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2012; i pernottamenti sono stati 3,63 milioni, in crescita del 56%; la spesa è stata di 267 milioni di euro, in crescita del 54%. (M. M.)
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Al centro del Mediterraneo
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Progetto Confagri d’internazionalizzazione rivolto al Nord Africa ed al Medio Oriente. Giandomenico Consalvo: «Vogliamo promuovere scambi e investimenti» di Elisabetta Tufarelli
l progetto d’internazionalizzazione rivolto ai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, frutto di una convenzione tra Confagricoltura e il ministero dello Sviluppo economico è focalizzato sui molti aspetti produttivi ed economici della diversificazione nel nostro settore. “Questa nostra iniziativa con Stati che, pur appartenendo a due continenti diversi, hanno importanti elementi comuni – precisa Giandomenico Consalvo, componente della giunta confederale con delega all’internazionalizzazione - ha un obiettivo indubbiamente importante. Vogliamo promuovere questo tipo di scambi e investimenti, ma pensiamo anche a creare collaborazioni, partenariati e trasferimento di know how”. Questo è il motivo del coinvolgimento dell’intero sistema Confagricoltura per “Appuntamento in centro: l’agricoltura italiana incontra i Paesi del Mediterraneo”. “In questo contesto – sottolinea Consalvo - ha un’importanza decisiva proprio la nostra azione di organizzazione agricola per far sì che nascano e si sviluppino forme di cooperazio-
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FOCUS FRONTIERE
ne con questi Paesi, mettendo l’agricoltura al centro delle strategie e delle politiche economiche e sociali. Coinvolgere e dare forza alle organizzazioni agricole sicuramente contribuisce allo sviluppo agricolo di ogni Paese, con un’importante ricaduta sulla crescita economica e sociale”. Per questo motivo il progetto si sviluppa a vari livelli, da quello delle attività di produzione (con la ricerca di nuovi mercati finalizzata ad ampliare l’export delle nostre imprese), al settore del biologico ed ai relativi processi di certificazione, alle fonti di energia rinnovabile (con particolare riferimento al biogas), all’agriturismo, alla formazione ed all’imprenditoria femminile e giovanile, coinvolgendo oltre l’Area Economica quella dell’Ambiente e Energia, le Federazioni Nazionali di Prodotto, Agriturist, ENAPRA, Anga e Confagricoltura Donna. L’impostazione di tutto il progetto mette in evidenza la positività del lavoro sinergico tra le imprese, Confagricoltura e le Istituzioni pubbliche. Per ogni Paese – l’iniziativa riguarda Israele, Marocco,Tunisia, Libia, Libano, Giordania e Territori Palestinesi – sono stati coinvolti gli Uffici dell’ICE
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ASSISTENZA ALLE IMPRESE IN ROMANIA
Confagricoltura e Confindustria Romania mettono assieme le loro professionalità e strutture al fine di fornire un servizio completo di qualità alle imprese agricole a capitale italiano ubicate in Romania. Con la lettera di intenti siglata dai presidenti delle due Organizzazioni - Mario Guidi e Mauro Maria Angelini - viene stabilita innanzi tutto l'apertura di un "desk agricoltura" presso l'ufficio di Bucarest della Confindustria gestito in collaborazione, dotato di una figura professionale che arricchirà la propria formazione presso Confagricoltura. Confindustria Romania, con il riconoscimento avuto dal governo romeno, nel 2005 ha acquisito le caratteristiche e le competenze di organizzazione professionale nel Paese, dove opera con quattro uffici dislocati sul territorio. Confagricoltura è presente in Romania fin dall'inizio degli anni 2000, dove ha anche realizzato missioni imprenditoriali mirate a sviluppare investimenti diretti e workshop con incontri B to B tra aziende italiane ed operatori del commercio del Paese.
L’obiettivo è quello di creare collaborazioni, partenariati e trasferimento di know how Agenzia per la promozione e le Camere di Commercio Italiane all’Estero. Anche dopo la rivoluzione l’Italia si conferma il principale partner eco-
nomico della Libia, il cui comparto agricolo dipende per l’80% dall’export. In particolare il progetto riguarda l’export di bovini vivi, carni, ortofrutta, olio di oliva, latte ed agroalimentare in generale. La presenza commerciale italiana è ben radicata anche in Libano. In particolare la qualità dei prodotti italiani è nota ed il mercato locale, pur non rilevante per volume, ha un elevato grado di apertura ed è anche piattaforma di lancio verso l’area mediorientale. Nel complesso l’Italia gode di un’ottima immagine come partner commerciale. Infatti, la qualità dei prodotti italiani qui commercializzati sembra che pongano il nostro Paese ai più alti livelli di simpatia e preferenza da parte dei consumatori libanesi. Giordania e Territori Palestinesi sono interessati al tema della formazione. L’obiettivo è quello di far partire interventi formativi e di accompagnamento per imprese ed operatori del settore agricolo con l'obiet-
Con il progetto emerge il lavoro sinergico tra imprese Confagricoltura e Istituzioni tivo di favorire la produzione di qualità e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari, anche al fine di fornire opportunità agli imprenditori italiani che vogliano valutare la possibilità di investimenti diretti ed in joint ventures. Focus sull’energia per il Marocco, che non è autosufficiente da questo punto di vista per l'energia. Si promuoverà la collaborazione e il partenariato per il biogas, che permetterebbe ai piccoli produttori di produrre energia per l’autoconsumo a costo contenuto. Negli ultimi anni, la Tunisia ha continuato a sviluppare le proprie competenze in campo di prodotti biologici. Dal 1999 si è dotata di un quadro legislativo in materia ed è particolarmente interessata ad acquisire maggiore know how anche per quanto riguarda le certificazioni e ad avere assistenza. L’Italia ha inventato l’agriturismo e siamo l’unico Paese ad avere una specifica normativa in merito. L’iniziativa con Israele è focalizzata su questo tema. In particolare i tour operator visiteranno alcune aziende per proporre ai loro turisti ‘pacchetti agrituristici’. L’impegno di Anga e Confagricoltura Donna, infine, è quello di promuovere, rispettivamente, le eccellenze prodotte dalle giovani imprese e da quelle ‘in rosa’. NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |29
FOCUS FRONTIERE
Expo e biotecnologie Il bioetico Corbellini ed il presidente Guidi sollecitano: nel 2015 una grande vetrina internazionale che dia pari dignità di discussione sull’innovazione. Ogm compresi di Gaetano Menna 30| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
ull’ inserto domenicale dedicato alla Cultura del Sole 24 Ore è apparso un articolo del bioetico Gilberto Corbellini relativo all’impostazione dei contenuti relativi all’Expo 2015. Da una parte c’è chi punta a far essere la grande vetrina internazionale un evento “bio”, dall’altra il docente (e non solo lui) che chiede di aprire l’Expo agli Ogm, come nuova frontiera per affrontare il problema della fame del mondo. La domanda sotto-
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stante di Corbellini è però un’altra: quale grande azienda agroalimentare potrebbe essere interessata a investire in Expo «Se inneggiando solo al biologico e a pratiche agricole minimaliste, alle soglie di sfide planetarie proibitive per l’alimentazione e la salute» si tagliasse «fuori tutto il biotech, all’insegna di un no ideologico (senza se e senza ma) agli Ogm?». Domanda importante, che ne sottintende un’altra: ma gli Stati Uniti, grandi produttori di Ogm, che interesse avrebbero di partecipare a Expo? E in
Italia, quali grandi aziende sarebbero pronte a investire sull’evento? Sul tema è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Mario Guidi che ha scritto al commissario generale di Sezione per il Padiglione Italia Diana Bracco sollecitando rassicurazioni sulla reale possibilità di esprimere, nell’ambito di Expo 2015, «tutti i temi proprio delle associazioni agricole; chiedendo quindi la pari dignità di presenza e discussione sulle tematiche relative all’innovazione in agricoltura non esclusi gli OGM». Il sistema agricolo italiano – ha commentato Guidi non può essere che rappresentato nella sua interezza, ed è noto come vi siano visioni nel Paese anche diverse sul suo futuro ed anche sul suo presente: «Il tema degli OGM, quello dell’innovazione, della tecnologia, della dimensione internazionale, delle scelte produttive, della struttura so-
L’AD di Expo 2015, Sala: «La nostra sarà una piattaforma inclusiva» cietaria dell’impresa, sono ad esempio tutti argomenti che ci vedono schierati a favore dello sviluppo e del progresso, distanti dalla visione conservatrice che invece riporta il fenomeno agricolo ad una dimensione di localismo, di prevalente socialità, di rigida selezione delle innovazioni ed infine di contrasto alla moderna ricomposizione delle scelte produttive e tecnologiche». «Chiediamo un chiarimento su quale visione si vuole dare all’agricoltura attraverso il Padi-
glione ad Expo – ha concluso il presidente – È inaccettabile una scelta di campo, e per giunta verso l’ agricoltura ‘minimalista ed assistita’, impedendo la libera discussione sui temi centrali del settore primario». Alcuni giorni dopo il commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 e amministratore delegato di Expo 2015 SpA, Giuseppe Sala, interpellato durante un programma di Radio Rai, ha risposto anche ad una domanda specifica che si richiamava al dibattito sull’esclusione degli OGM dall’Expo; a tal proposito ha ribadito: «La nostra sarà una piattaforma inclusiva». Una risposta, quella di Sala importante, nell’ottica di favorire la libera discussione anche sui temi centrali del settore primario e di dare una rappresentazione il più possibile corretta e realistica dell’agricoltura italiana.
FOCUS FRONTIERE
Semaforo a tavola late (che hanno un alto contenuto di zuccheri, grassi e sale), secondo le nuove disposizioni del governo inglese, rientrerebbero nel gruppo identificato con il colore rosso».«Di conseguenza il consumatore, riconoscendo questa etichettatura come sinonimo di “pericolo” per la sua salute, eviterebbe l’acquisto di tali alimenti. Ma non è il prodotto in sé che è dannoso ma il suo uso non corretto; formaggi, rrivano le nuove etisalumi, marmellate, possono essere chette a “semaforo” consumati in assoluta tranquillità, se Guidi a “The Guardian”: nel Regno Unito (trafnon si eccede». «Non è con i semafo«Servono info trasparenti fic light). Un sistema ri che si fa una corretta informazione senza percezioni sbagliate» di etichettatura per alimentare - ha concluso Guidi. - Seralimenti da supermervirebbero piuttosto adeguate iniziaticato che utilizza i colori verde, giallo zuccheri e sali presenti nei prodotti e ve di educazione». e rosso, seguendo una scala in cui il facilitare i consumatori sulla scelta Nei mesi scorsi Confagricoltura con primo colore viene attribuito agli in- delle opzioni più sane. Sulle etichette Federalimentare, Clitravi (industria gredienti “sani” e l’ultimo a quelli “pe- però non sono suggerite le quantità delle carni) e ISB (CNA e Confartigiagiornaliere. Inoltre, le porzioni consi- nato) ha sottoscritto un documento ricolosi” per la gliate sono carenti di indicazioni sul congiunto, inviato alle autorità brivalore delle calorie e dei nutrienti ri- tanniche, in cui si è espressa netta feriti al fabbisogno giornaliero. contrarietà all’utilizzo di un codice a «Sono assolutamente contrario al colori. sistema dei “semafori” in etichetta L’introduzione di tale tipologia di etiperché fa travisare le informazioni chettatura – si legge nel documento che si vogliono trasmettere - ha congiunto - comporterebbe per le detto il presidente di Confagricol- imprese, in particolar modo per le tura Mario Guidi al quotidiano in- PMI, una barriera alla libera circolaglese “The Guardian” -. Servono eti- zione delle merci. Inoltre, avrebbe chette con informazioni trasparenti, forti ripercussioni negative per la salute. chiare e dettagliate, ma che non dia- commercializzazione di alcune cateL’obiettivo è quello di no percezioni sbagliate ai consuma- gorie di prodotti agro-alimentari. La semplificare la comu- tori. Alcune categorie di prodotti filiera teme anche che l’etichetta trafnicazione nutrizionale agroalimentari, tra i quali i formaggi, i fic light, venga adottata anche in altri sulle quantità di grassi, salumi, i prodotti dolciari, le marmel- Paesi europei. (M. M.)
Il sistema traffic light per alimenti adottato nel Regno Unito è fuorviante. Non è così che si fa corretta informazione
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Nuove etichette per tutte le carni fresche
La richiesta dei consumatori negli ultimi anni è andata nella direzione di conoscere tutte le fasi della produzione, dalla nascita fino al banco del supermercato di Luigi Tozzi
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del 2014. Tre le proposte di etichettatura analizzate: opzione 1: origine da EU/non EU riferito ad un periodo minimo di allevamento prima della macellazione. Opzione 2: origine dello Stato membro o paese terzo in cui l’animale, in un periodo minimo, è stato allevato e origine dello Stato Membro o paese terzo in cui l’animale è stato macellato. Opzione 3: origine dell’animale per nascita, allevamento e macellazione (già applicato per le carni bovine). La Commissione ha anche analizzato quanto il consumatore fosse disposto a spendere in più per avere indicata l’origine del prodotto, rilevando una soglia di pochi euro in più. Ha quindi optato per la seconda opzione. Rispetto alle prime bozze che sono circolate alla fine di ottobre qualche cosa approvazione del Rego- è migliorato, anche se rimane non oblamento UE 1169/11 bligatoria l’indicazione di nascita delsull’etichettatura dei l’animale, contrariamente a quanto prodotti alimentari nel avevano chiesto il Copa-Cogeca e moldicembre del 2011 ave- ti altri paesi europei tra i quali l’Italia. va fatto ben sperare gli I consumatori troveranno quindi sulle agricoltori europei di veder ricono- confezioni di carne il luogo d’allevasciuta la loro attività di allevamento. mento e di macellazione. L’articolo 26 del Regolamento intro- Analizziamo più in dettaglio le propoduceva l’obbligo dei indicare l’origi- ste della Commissione paragonandole ne sulle confezioni di carne fresca a quelle iniziali. ovina, avicola e suinicola, così come Suini - Si può indicare il paese d’allevamento, sia europeo che extraeuropeo, avviene già per quella bovina. D’altronde la richiesta dei consumato- se l’animale è stato allevato per almeri negli ultimi anni è andata proprio no sei mesi nello stesso stato membro nella direzione di conoscere tutte le o paese extra UE. Se questo termine fasi della produzione, dalla nascita fino minimo non è rispettato si deve indicare in etichetta la dicitura “allevato in al banco del supermercato. Il Regolamento, dopo un’analisi d’im- più stati membri o paesi terzi”. Il paese patto dei provvedimenti, prevedeva di dove avviene la macellazione, sia eurospecificare le modalità applicative in peo che extraeuropeo, non è più rifeun atto delegato entro il 14 dicembre rito al periodo e luogo di allevamento,
L’
ma solo al luogo ove avviene la macellazione. Ovini e Caprini - Si può indicare il paese d’allevamento, sia europeo che extraeuropeo, se l’animale è stato allevato per almeno tre quarti della sua vita nello stesso stato membro o paese extra UE. Se questo termine minimo non è rispettato si deve indicare in etichetta la dicitura “allevato in più stati membri o paesi terzi”. Il paese ove avviene la macellazione, sia europeo che extraeuropeo, è non è più riferito al periodo e luogo di allevamento, ma solo al luogo ove avviene la macellazione. Avicoli - Si può indicare il paese d’allevamento, sia europeo che extraeuropeo, se l’animale è stato allevato per almeno un mese nello stesso stato membro o paese extra UE. Se questo termine minimo non è rispettato si deve indicare in etichetta la dicitura “allevato in più stati membri o paesi terzi”.Anche per queste specie il paese ove avviene la macellazione, sia eu-
LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE ALLEVAMENTO ALLEVAMENTO MACELLAZIONE MACELLAZIONE 1° PROPOSTA 2° PROPOSTA 1° PROPOSTA 2° PROPOSTA
(tempo minimo di allevamento per poter acquisire la nazionalità d’origine)
(tempo minimo di allevamento per poter acquisire la nazionalità d’origine)
6 MESI
TIPO DI CARNE
NASCITA
SUINI
NO
2 MESI
OVINI CAPRINI
NO
2 MESI
AVICOLI
NO
1 MESE
ropeo che extraeuropeo, è non è più riferito al periodo e luogo di allevamento, ma solo al luogo ove avviene la macellazione. Per tutti i tipi di carne si potrà volontariamente inserire il luogo di nascita se l’animale ha compiuto tutto il suo processo biologico (nascita, allevamento, macellazione) nello stesso stato membro o paese extra UE. Que-
(tempo minimo di allevamento nello Stato Membro prima della macellazione)
(tempo minimo di allevamento nello Stato Membro prima della macellazione)
15 GIORNI NESSUNA
3/4 DELLA 15 GIORNI NESSUNA VITA 1 MESE
15 GIORNI NESSUNA
st’ultima novità vale per tutti e tre i tipi di animali allevati. E’ particolarmente importante per il settore avicolo poiché estende anche agli altri paesi europei l’obbligo degli allevatori italiani a dichiarare il luogo di nascita, allevamento e macellazione, imposto dall’ordinanza ministeriale Storace emessa nel periodo dell’influenza aviaria.
FOCUS FRONTIERE
Formaggio lirico e vegetale
Il “Verdiano”, prodotto nelle terre dell’amato compositore è una vera novità, utilizzando un caglio a base di erbe di Elisabetta Tufarelli
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e imprese familiari in agricoltura, che sono la maggioranza, si tramandano da padre in figlio, rinnovando ad ogni passaggio uno dei più antichi mestieri del mondo e rappresentano un patrimonio del nostro Paese che deve essere valorizzato”. Lo ha detto Antonio Sidoli, vicepresidente di Federimpresa, l’associazione che riunisce le
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imprese familiari di Confagricoltura. Sidoli conduce un’azienda lattiero casearia a Busseto in provincia di Parma dove alleva vacche frisone. “Sono un’ottantina – precisa l’imprenditore che producono circa 20 litri a capo, proprio per ottenere il massimo della qualità. La mia è un’azienda che va avanti da otto generazioni e, certamente, non potevo continuare a fare agricoltura come facevano i miei nonni, dovevo rinnovarmi e seguire, magari anticipandoli, i tempi”. Detto fatto. L’imprenditore conferisce al caseificio sociale cooperativo Pongennaro di Soragna e dal suo latte – insieme a quello di una quindicina di altri imprenditori con aziende tutte dislocate nella stessa area – si ricava il Verdiano, una vera novità, un formaggio a pasta dura che utilizza un caglio a base di erbe (top secret gli ingredienti) che, ovviamente non può essere definito parmigiano, anche se mantiene immutato tutto il resto del processo tradizionale. Chiamato così in onore di Giuseppe Verdi, non solo grandissimo mu-
sicista, ma anche agricoltore proprio nelle aree del Parmigiano-Reggiano, attraverso questo formaggio si incontrano le esigenze alimentari che cambiano e si modificano, come quelle dei vegetariani o quelle di chi segue i dettami Halal e Kosher, aprendo grandi prospettive di mercato all’estero. “Dobbiamo ringraziare – continua Antonio Sidoli - l’intuizione del presidente del nostro caseificio Renato Mondi, un altro imprenditore di Confagricoltura che si è reso conto dell’importanza dei mercati emergenti e dell’impossibilità, per i tradizionali formaggi, di arrivare sui nuovi mercati,come l’India e gli altri di religione musulmana, che non possono accettare formaggi che vengano prodotti con caglio ottenuto dallo stomaco del vitello. E l’Università di Parma,insieme Pongennaro ha brevettato il Verdiano”. Il formaggio è ottenuto solo con latte, caglio vegetale e sale.Viene marchiato e impacchettato in modo originale, ma mantiene inalterato il legame con il territorio e la
Sidoli di Federimpresa: «Puntiamo ai mercati Halal e Kosher» tradizione perché è interamente realizzato nella zona tra Soragna e Busseto, proprio nelle terre verdiane. “Le nostre vacche sono alimentate con erbe spontanee che danno un sapore eccezionale al latte – conclude il vicepresidente della Federazione dell’Impresa familiare - e il Verdiano oltre a garantire la tracciabilità di filiera ha un altissimo contenuto di proteine, pochissimo grasso, molto calcio che lo rende indicato per l’alimentazione dei bambini, della terza età e per chi soffre di problemi di osteoporosi”. L’azienda Sidoli ha i ‘cancelli aperti’ per scolaresche e turisti fiera di essere un esempio di sostenibilità per la sua storia, il rispetto dell’ambiente e del be nessere degli animali.
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MUSICISTA E AGRICOLTORE
“Verdi è prima musicista o prima agricoltore? Dal punto di vista cronologico, non ci sono dubbi: nasce prima il musicista. Dal punto di vista caratteriale ed emotivo, però, indubbiamente nasce prima l’agricoltore”. Questo l’incipit di uno scritto di Eugenio Bandini citato in occasione del convegno provinciale dei Pensionati di Confagricoltura Parma. “L’iniziativa, come di consueto – sottolinea il presidente provinciale degli ‘over 60’ di Confagricoltura Vittorio Brianti – è un occasione d’incontro per trattare le problematiche del nostro settore, ma quest’anno in occasione del bicentenario della nascita abbiamo voluto celebrarlo, proprio qui a Busseto, nella sua terra con l’iniziativa, “Giuseppe Verdi, musicista e agricoltore”. Brianti sottolinea che in Emilia Romagna il 43% delle aziende è condotto da over 65, nel 95% dei casi senza successore e che le pensioni in agricoltura non sono nemmeno dignitose, ma: “Non bisogna lasciarsi andare, ogni giorno è un’altra partenza con le possibilità e le incognite di un nuovo inizio”.
FOCUS FRONTIERE
Detroit, dallo sfascio alla rinascita verde
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La holding del finanziere John Hantz è impegnata ad opporsi al declino industriale di “motor town” e lo fa scommettendo sull’agricoltura urbana
carotta nella storia degli Stati Uniti. Case vendute a 350 dollari, disoccupazione triplicata, un abitante su tre sotto la soglia di povertà, tasso di criminalità tra i più alti degli Stati Uniti. Come si può cercare di invertire questa tendenza? L’agricoltura potrebbe essere la chiave di volta. Detto fatto. Il progetto è partito. Gli americani hanno compreso il ruolo centrale del set-
con i leader della città – continua Score – abbiamo lavorato duramente per arrivare a questo punto, ora possiamo iniziare a realizzare il nostro progetto: pianteremo querce, aceri, latifoglie miste ad altre colture arboree. Nel lancio commerciale dell’iniziativa siamo stati attenti ad ogni passaggio e a fare promesse che possiamo mantenere”. Score sottolinea a ‘Mondo Agricolo’ che anche i vicini sono molto favorevoli all’iniziativa L’obiettivo è dare vita di Elisabetta Tufarelli perché vedono che si lavora per read un nuovo modello stituire vivibilità e vitalità a quello di sviluppo post-industriale che era in pieno degrado:“Ripuliamo nei quartieri ‘la ruggine’ e i detriti che si sono sviluppati nel corso degli er la fine di tore nella vita e nell’economia. Così ultimi cinquant’anni, utilizzando l’aquest’anno arri- ad Hantz Farms sognano di trasfor- gricoltura come strumento per la geveremo a com- mare Detroit nella capitale america- stione e il miglioramento di questo prare 150 acri a na dell’Agricoltura. Questo obiettivo, territorio. Come manodopera attualDetroit facen- però, si può raggiungere solo attra- mente occupiamo da 3 a 6 lavoratori, dola diventare verso un mega progetto capace di ma se aggiungeremo un frutteto crela più grande ‘Azienda Agricola Urba- trasformare le aree degradate, i terre- scerà anche l’occupazione”. In pratina’ del mondo”. Lo ha detto a ‘Mondo ni abbandonati, le strade deserte, le ca parte di un nuovo futuro per l’aAgricolo’ Mike Score, presidente di fabbriche chiuse nella più grande gricoltura del terzo millennio potrà Hantz Farms, l’holding agricola volu- ‘Azienda Agricola Urbana’ del mon- essere scritto proprio a Detroit, con ta dal finanziere di Detroit John do. E non è certamente semplice. l’avanzare del grandioso progetto di Hantz, convinto che proprio l’agri- Ogni volta che viene introdotta un’i- agricoltura urbana. coltura urbana possa contribuire alla dea fortemente innovativa ci vuole il Il programma/sogno ha una portata rinascita della capitale del Michigan. tempo necessario per far sì che ven- sorprendente. La “fattoria Detroit” Il finanziere, residente da anni nella ga pienamente apprezzata. Il proget- non sarà una classica azienda agricocittà, è il fondatore e CEO di Hantz to iniziale era creare siti agricoli in- la con i trattori: il business plan preGroup, una società finanziaria con novativi in tutta la città. Una superfi- vede l’uso delle più recenti tecnolopiù di 500 dipendenti e 23 uffici al cie di 40 chilometri quadrati (4.000 gie di allevamento, serre riscaldate servizio delle comunità del Michigan ettari) in una metropoli più grande di per idroponica, coltivazioni in aeroe dell’Ohio, ed è il fautore di un gran- San Francisco, Boston, Manhattan ponica e sistemi di coltivazione prodioso programma di riqualificazione messe insieme. Mentre il sogno resta, gettati, comunque, per massimizzare urbana, che attraverso l’agricoltura per realizzarlo si deve procedere per la produttività in ambienti angusti. Ci possa opporsi e contrastare il decli- gradi. “Per raggiungere l'accordo ci saranno meleti a spalliera compatta, no post-industriale. L’obiettivo è re- sono voluti cinque anni di trattative ad alta efficienza. Detroit “città agristituire una nuova vita ‘agricola” potrebbe costituire cola’ a Detroit. l’esempio di un nuovo moD’altronde la sfida è immadello di sviluppo post-indune. Cosa fare di una città striale, riposizionando l’acostruita per oltre due migricoltura nel contesto solioni di abitanti che si trova ciale. Agricoltura come buoggi ad averne 700.000? La siness, ma anche come rincapitale del Michigan, un novamento economico, ritempo conosciuta come qualificazione urbana, recuMotown (acronimo di mopero del verde. Agricoltura tor e town) quest’estate ha come modello, come beraggiunto il triste primato nessere, come cultura e della prima città americana “aspirazione” ad una vita ad avere la più grande banmigliore.
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FOCUS FRONTIERE
Gran parte della produzione mondiale di pelli viene da specie allevate è nato nel XIX secolo negli Stati Uniti e si è rapidamente diffuso a livello mondiale. L’Europa ne è leader, seguita dalla Cina, secondo produttore mondiale e suo primo competitor. La maggior parte degli allevamenti da pelliccia si concentra in Danimarca, Polonia e Finlandia, mentre, per quel che riguarda la manifattura di capi di pellicceria, importanti sono l’Italia, la Spagna e la Grecia. In quest’ultimo paese le aree di Kastoria e di Statista hanno addirittura un’economia che si regge esclusivamente sulla confezione di capi di pellicceria. Negli anni i sistemi di allevamento si sono evoluti per soddisfare le esigenze degli animali in termini di benessere, alloggiamento, controllo delle malattie. Oggi l'allevamento di animali da pelliccia in Italia, così come in tutta Europa, è regolato da rigide normative. Gode di grande crescita, con ottime prospettive dal punto di vista economico ed occupazionale. In Danimarca si organizza con successo e da anni, in collaborazione con l’EFBA (European Fur Breeders’ Association), un ‘open day show’ per dare un'immagine reale e trasparente del settore dell'allevamento di animali da pelliccia.Anche L’AIAV (Associal mercato del lusso non sente la zione Italiana Allevatori Visone di cui crisi, anzi. Nonostante un conte- è presidente Giovanni Boccù) ha orsto economico globale difficile, ganizzato in Italia, per il secondo anla domanda di pellicce, a livello no consecutivo, un ‘open day’ d’informondiale, non è stata mai così al- mazione, per offrire l’opportunità di ta ed è destinata a decuplicare vedere con i propri occhi come funnei prossimi anni.Alla richiesta di capi ziona l’attività. di abbigliamento in pelliccia in parti- Il visone, così come altre specie zoocolare dall’Italia, dalla Spagna, dalla tecniche allevate, è un'animale da Germania, dalla Francia e dall’Austria, reddito e come tale segue l’andasi è aggiunta quella sempre crescente mento dei mercati internazionali dodai mercati emergenti, che apprezza- ve la moda Made in Italy riscuote no soprattutto il prodotto Made in grande interesse. In questo caso, sotItaly, garanzia questa per la tenuta del tolineano gli allevatori, la globalizzasettore. La maggior parte della produ- zione non è un problema, ma costizione mondiale di pelli viene da spe- tuisce un’opportunità da cogliere as cie allevate. L’allevamento da pelliccia solutamente.
Puntare al fashion Non sente la crisi il mercato del lusso. La pellicceria made in Italy riscuote grande interesse nei mercati consolidati ed emergenti di Elisabetta Tufarelli
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LA RICERCA ISMEA PER CREMONAFIERE
Gli allevatori italiani nello scenario post-quote uale sarà l'orientaQ mento degli allevamenti nazionali nel postquote latte e quali le attese degli operatori in previsione di un mercato privo di strumenti di controllo dell'offerta e dei prezzi? Sono gli interrogativi di fondo che hanno ispirato l'indagine presentata in occasione della decima edizione degli Stati Generali del latte, l'appuntamento clou della Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona. La ricerca, realizzata da Ismea e commissionata da CremonaFiere, è stata condotta presso un campione ragionato di 239 allevatori del comparto latte vaccino ed integrata da una serie di interviste face to face a interlocutori privilegiati ed esperti del settore. L'opinione prevalente è che, a seguito dello smantellamento del sistema delle quote latte, previsto dal primo aprile 2015, il livello della produzione nazionale non subirà sostanziali cambiamenti. "Se da un lato, infatti - come ha spiegato il Presidente dell'Ismea Arturo Semerari, presentando i risultati dell'indagine - per alcune aziende si profilano scenari di crescita produttiva rispetto ai livelli attuali, dall'altro l'esistenza di numerose limitazioni, tra cui i vincoli ambientali, come la Direttiva nitrati, la ridotta disponibilità di terreni, il peso finanziario degli investimenti e una struttura dei costi troppo
esposta alla volatilità, contrasta con lo scenario di un aumento della produzione. Alcune aziende, inoltre, sono destinate alla chiusura, principalmente per la mancanza di un ricambio generazionale e per questioni di inefficienza economica legata alle ridotte dimensioni e alla sfavorevole localizzazione geografica." Dall'indagine emerge che circa la metà delle imprese interpellate ha dichiarato che, anche dopo l'abolizione delle quote, manterrà inalterato il proprio livello produttivo. Un altro 23% pensa invece di aumentarlo, mentre una quota minoritaria di aziende paventa addirittura la chiusura o un ridimensionamento della produzione (si tratta negli ultimi due casi di realtà per lo più di piccole dimensioni e condotte da over 40). I timori legati alla liberalizzazione del mercato riguardano in prevalenza le chiusure aziendali e la riduzione dei prezzi del latte, per ef-
fetto soprattutto della pressione competitiva dei partner comunitari. A tal proposito si rileva che le previsioni a medio termine della Commissione europea indicano, nello scenario post 2015, una moderata tendenza all'aumento della produzione comunitaria di latte e derivati e una maggiore apertura verso i Paesi terzi, sotto la spinta della domanda soprattutto degli emergenti. Un altro elemento di preoccupazione che si desume dalle risposte degli intervistati è l'aggravarsi degli squilibri tra allevatori e controparte industriale e distributiva, con il rischio di fenomeni speculativi all'interno della filiera. Quanto al giudizio degli esperti, emergono due principali considerazioni: la fine delle quote non determinerà grandi stravolgimenti negli assetti produttivi attuali, né a livello nazionale né comunitario, e l'eventuale maggiore disponibilità di latte nella Ue potrebbe, in situazioni di prezzi esteri più vantaggiosi, penalizzare la remunerazione delle stalle italiane. Tuttavia, l'eventuale aumento dell'output da parte dei tradizionali produttori di latte non sarà, dopo il 2015, la diretta conseguenza della liberalizzazione del mercato, ma piuttosto l'effetto delle nuove opportunità di sbocco dettate dalla rapida crescita della domanda mondiale.
MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli
Pechino consuma sempre più riso e lo compra all’estero EMIRATI ARABI , CRESCE IL BIO
Il governo cinese vuole ridurre ulteriormente il divieto sull’ import di riso per aumentare l’offerta alimentare del Paese l governo cinese dovrebbe ridurre ulteriormente il divieto sulle importazioni di riso. La Cina è il maggior consumatore mondiale e ne importa annualmente notevoli quantitativi da altri Paesi, come Tailandia, Indonesia e Vietnam. Nonostante gli sforzi per
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aumentarne la produzione nazionale, il governo si è reso conto che i terreni destinati alla coltivazione di questo cereale, dopo anni di massiccio utilizzo di fertilizzanti, fitofarmaci ed erbicidi, hanno bisogno di un periodo di riposo. D’altro canto, come altri
OLIO D'OLIVA, BUONO IL RACCOLTO IN CALIFORNIA
I produttori di olio di oliva della California affermano che i loro raccolti saranno superiori del 20% rispetto allo scorso anno. Si stima una produzione di 12 milioni di litri, un netto aumento rispetto ai circa 9 milioni e mezzo del 2012. E’ stata la primavera secca e un'estate calda che, anticipando la raccolta di due settimane, fino al giorno del Ringraziamento, anziché fino alla prima settimana di dicembre, ha aiutato a rinforzare il contenuto di grassi nelle olive.
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Cresce la domanda di prodotti freschi coltivati localmente e bio. Il ministero degli Emirati Arabi ha aperto due centri commerciali a Dubai, specializzati nella vendita di prodotti agricoli biologici e ha distribuito fertilizzanti biologici a più di 10.000 agricoltori, inco-
raggiandoli a passare al settore bio. Sono 40 le aziende agricole biologiche nel Paese, che coprono complessivamente un'area di circa 4.000 ettari. I principali prodotti coltivati sono: palme da dattero, pomodori, fagiolini, frutta e verdura.
paesi asiatici, la Cina ha avviato politiche per incoraggiare la coltivazione di riso, garantendo un prezzo d'acquisto minimo. Ma dopo quasi un decennio di aumenti, attualmente, il prezzo del riso è decisamente più alto rispetto a quelli dei mercati internazionali.A questo si è aggiunto il ritmo sostenuto dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione del Paese, che hanno trasformato numerose aree destinate alla produzione di riso, in strutture manifatturiere e in progetti di edilizia residenziale, spostando gradualmente le aree produttive dal sud al nord della Cina e facendo lievitare i costi di trasporto, che hanno
raggiunto - secondo uno studio della Northeast Agricultural University fino al 30% del prezzo al dettaglio del riso. Per il preside della Renmin University of China di Pechino, sono stati anche gli obsoleti servizi logistici della filiera cerealicola a limitare l'efficienza della produzione di riso. Infine, il China National Grain and Oils Information Center ha sottolineato che il livello della produzione ha registrato una contrazione, con il rendimento del cereale sceso dell’1,7%.Va da sé che, nel tentativo di aumentare l’offerta alimentare del Paese, il governo cinese dovrebbe togliere limitazioni, permettendo di importare maggiori quantità di riso.
Canada-Ue: patto sull’agroalimentare LA COLTIVAZIONE DEL POMODORO CRESCE IN TURCHIA
Il più grande accordo commerciale mai siglato finora dall'Unione europea accordo Ceta (Comprehensive economic and trade agreement) tra il Canada e l’Ue è il più grande accordo commerciale mai siglato finora dall'Unione europea. L’accordo dovrebbe entrare in vigore nel 2015.Per la prima
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volta viene riconosciuta, oltre-oceano,l’indicazione d'origine dei prodotti agroalimentari,cruciale per l'Italia.L’intesa avrà un effetto stimolante sul pil europeo di 12 miliardi di euro l'anno e di 8 su quello canadese, con un aumento di quasi il 25% dei flussi com-
IN MESSICO ALLEVAMENTO DI MAIALI “SENZA ODORE”
Nello stato di Morelos, in Messico, un allevamento di maiali è l’esempio di impatto ambientale positivo. È una delle tante iniziative “verdi” che hanno reso il Messico leader in materia di tutela ambientale. L’allevamento ha regole precise. Per raggiungere le tettoie esterne coperte, dove sono gli animali, lavoratori e visitatori devono fare la doccia, indossare una divisa e stivali. Gli animali sono puliti e non stanno a contatto diretto con i propri escrementi. L’azienda ha installato un biodigestore, che ha reso soddisfatti gli abitanti: “L’allevamento ora odora solo di maiale e non ci sono più animali, mosche e roditori”.
I volumi di produzione dei pomodori in Turchia stanno raggiungendo livelli ben superiori a quelli della Spagna, addirittura triplicandoli. Secondo i dati Fao per le colture in serra e in pieno campo, l'aumento è dovuto a un numero maggiore di ettari. Confrontando i volumi di produzione, la nazione euro-asiatica ha prodotto 11.003.433 tonnellate, rispetto ai 3.864.120 di ton-
nellate della Spagna. Per quanto riguarda il numero di ettari dedicati alla coltivazione, la differenza è più evidente. Nel 2011, la Turchia ha coltivato pomodori su 328.000 ettari, contro gli appena 51.204 della Spagna. I dati sulle rese, però, sono a favore della Spagna, che ha ottenuto 7,55 kg di pomodori per metro quadrato, rispetto ai 3,35 della Turchia.
merciali,calcolato in 26 miliardi.Il percorso, però,è ancora lungo e irto. Saranno eliminate il 99% delle barriere tariffari e,armonizzati gli standard tecnici,ci sarà l'apertura del mercato degli appalti pubblici e dei servizi finanziari,nonché delle telecomunicazioni, dell'energia,dei trasporti, della chimica e del settore farmaceutico.Ma la vera novità riguarderà proprio l’agroalimentare: l'Ue potrà raddoppiare la sua quota di esportazioni di formaggi di qualità,in cambio di un aumento dell'import da oltre oceano di 80mila tonnellate di carne di maiale e di 50mila di manzo.Non tutti sono
soddisfatti.Per la Federation des producteurs de lait du Quebec,l'accordo è un durissimo colpo per i produttori locali di formaggio di alta qualità.Anche gli allevatori francesi sono sul piede di guerra perché temono che,con questo accordo, venga messo a rischio l’allevamento europeo. L’Italia dovrebbe uscirne vincitrice: il riconoscimento ''storico''delle indicazioni d'origine è importantissimo per i nostri vini e per 36 prodotti agroalimentari, tra cui il prosciutto crudo di Parma,il Parmigiano Reggiano,il Grana Padano, il Gorgonzola e l'Asiago. NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |43
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Condiamo il futuro
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Donato Rossi, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura, ci parla del domani del settore. Riconversione degli impianti, export e nuovi rapporti di filiera delineano il futuro volto del comparto
di Gaetano Menna
l nome del comune di Corato, in provincia di Bari, è strettamente legato alla cultivar olivicola coratina. È difficile pensare al futuro di questa terra senza i suoi olivi secolari, senza il suo olio robusto, dal sapore deciso, inimitabile. Ci vuole coraggio a costruire un domani olivicolo che vada controcorrente. Anche per questo l’imprenditore Donato Rossi è ammirevole; nell’homepage del sito internet dedicato alla sua azienda “Terre d’Oro” appare emblematicamente la foto non degli olivi antichi ma delle piantine giovani che sono il futuro, anzi il presente. Perché le prime piante innestate, a rapido accrescimento, sono già in produzione. Il presidente degli olivicoltori di Confagricoltura ci parla di Paesi che si sono profondamente rinnovati; come la Spagna che quest’anno ha triplicato la produzione, con oliveti superintensivi. «La Spagna, ma anche Paesi del bacino mediterraneo come Tunisia e Ma-
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«Il domani dell’extravergine non è il km 0 e la tipicità ma un olio standard, da export» rocco, hanno puntato su cultivar intensive e raccolta meccanizzata – ci dice l’imprenditore -. Producendo tanto, sempre di più. Bisogna attrezzarsi per essere competitivi rispetto ad essi, per fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita. Non è più possibile rimandare il rinnovamento degli impianti. L’Italia, pur essendo un Paese vocato all’olivicoltura, rischia di farsi surclassare totalmente». Rossi quello che teorizza lo sta concretizzando nella sua azienda, con coerenza. «La coratina è stata importante per la Puglia, è la rappresentazione della nostra terra, del nostro olio, del nostro paesaggio – prosegue Rossi -. Non si può rimanere legati ad una tipicità legata al territorio; non è pos-
Donato Rossi nella sua azienda olivicola a Montegrosso - Andria (BA)
sibile restare immobili e guardare costantemente indietro, se vogliamo salvare l’olivicoltura abbiamo il dovere di andare avanti, di individuare strategie che facciano quadrare i conti aziendali». Nella sua azienda di 150 ettari sta piantando le cultivar di origine spagnola, Arbequina ed Arbosana (di Olint - Agromillora, società leader nella produzione di piante superintensive di olivo) a ritmo incessante. Punta ad una decisa riconversione varietale, superintensiva e meccanizzata, con 25 ettari già riconvertiti di cui i primi 6 in produzione. Ci sono ancora le piante della cultivar storica: 90 ettari con 18 mila piante, molte di 70/80 anni, da cui si ricavano 68007000 quintali di olio; ma 18 mila piante – nell’impianto superintensivo – NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |45
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saranno coltivate su poco più di 10 ettari. «Dalle nuove piante, dopo tre anni a dimora, già si ricavano mediamente 100 quintali ad ettaro tutti gli anni (non ci sono annate di carica e scarica); non vi sono attacchi fitosanitari ed i trattamenti sono contenuti. Si abbattono i costi di raccolta, che è meccanizzata, che passano da 2000 euro/ha a 800-900/ha». «Il rendimento al frantoio è su livelli medi e la qualità dell’olio delle nuove cultivar è decisamente buona, perfetta per i bland industriali – aggiunge Rossi –. L’olio ricavato ha un sapore meno forte e che viene maggiormente incontro ai gusti del consumatore straniero, ma anche di quello italiano; è quindi un ottimo olio da esportazione». «Il futuro dell’olivicoltura non
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I PSR regionali dovranno favorire gli interventi di riconversione aziendale è il km 0, ma una produzione che ha tutte le carte in regola per arrivare In Cina, negli Stati Uniti (dove richiedono la certificazione di assenza di residui) ma anche nei Paesi emergenti come la Russia. I nuovi impianti consentono una standardizzazione qualitativa e di risultati che consente di programmare le consegne e far fronte ad esse tutti gli anni». Un altro discorso controcorrente che ci fa Donato Rossi è quello sull’olio extravergine industriale che, dice, è buono; può dare garanzia di qualità organolettica e salubrità che
non sempre quello artigianale può avere. «Dobbiamo impostare rapporti differenti tra mondo produttivo ed industria, costruendo filiere, rafforzando il made in Italy» Ma è possibile programmare investimenti così importanti in tempo di crisi? Dove trovare i finanziamenti? «Proprio la crisi economica – conclude il rappresentante degli olivicoltori di Confagricoltura - deve essere la molla decisiva per pensare a innovare. I fondi dovrebbero arrivare dai Piani di sviluppo rurale delle Regioni, che dovranno contemplare questa esigenza nella loro programmazioni. Una delle richieste pressanti che facciamo alle Regioni è di facilitare gli investimenti, specialmente quelli di impatto innovativo ed evo lutivo».
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Ridare energie alle imprese Guidi al convegno confederale a Rimini: «La Green Economy è un leva formidabile di crescita e di occupazione. L’Italia, tecnologicamente, è molto avanti» di Gabriella Bechi
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ambiente è un’occasione concreta di crescita per l’Italia. A rappresentarla è stata Rimini Fiera, con le rassegne dedicate al sistema: Ecomondo, Key Energy, Cooperambiente, H2R, Sal.ve e Key Wind. Ne è emersa una reale proposta per un futuro anticrisi, rispettoso dell’ambiente e, quindi, orientato alla cultura dell’efficienza nell’utilizzo e nel riutilizzo di materie prime ed energie. Un’affluenza record di visitatori professionali, oltre 93.000 nelle quattro giornate, con un incremento del 10,4% rispetto al 2012; 100.000 metri quadrati di esposizione allestiti nei 16 padiglioni, oltre 1.000 imprese presenti. Sono numeri che dimostrano l’interesse crescente per la “Green Economy”, in cui Confagricoltura crede e investe da anni. Confagricoltura anche quest’anno era presente a Rimini con un proprio visitatissimo stand e con l’organizzazione di un’ in-
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teressante convegno “Agricoltura 2020: intelligente, sostenibile, inclusiva. Per ridare energia alle imprese ed al Paese”. “Le nostre strategie per la crescita devono coincidere con le quelle europee per i prossimi sette anni – ha detto il presidente Guidi intervenendo al convegno - . E quindi le politiche per la nostra economia devono essere allineate agli indirizzi di “Europa 2020” per una crescita intelligente, cioè basata sull’innovazione e la conoscenza; sostenibile, ovvero attenta alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, e inclusiva, che favorisca l’occupazione ed una crescita del reddito diffusa su tutto il territorio.” La Green Economy è un leva formida-
bile di crescita e di occupazione. E l’Italia è molto avanti da un punto di vista tecnologico. Lo hanno dimostrato i numerosissimi visitatori stranieri arrivati a Rimini. Ora dobbiamo stare attenti a non perdere questo vantaggio, perché gli altri Paesi ci stanno correndo dietro molto velocemente. “Il problema - ha stigmatizzato il presidente Guidi - è che siamo rimasti un Paese di metalmeccanici e ci siamo dimenticati di essere il Paese dell’ingegno, quell’ingegno che ci accompagnato nella crescita fin dall’antichità”. Tra gli obiettivi di “Europa 2020” c’è anche quello di una maggiore produzione e produttività. Secondo i dati della Fao, la crescita media annua della produzione agricola mondiale dal
Un potenziale produttivo che attende solo di essere rimesso a sistema”. Alla fine del mese di novembre sarà definitivamente approvato il pacchetto di regolamenti che costituisce la riforma della Pac “verso il 2020”. Un 1961 ad oggi è stata del 2,3%; da qui al ulteriore (il quinto negli ultimi venti 2030 questa media scenderà molto anni) cambiamento radicale delle reprobabilmente all’1,5% e tra il 2030 e gole con cui Bruxelles intende indirizzare i poco più di 50 miliardi di euro il 2050 passerà allo 0,9%. “Questo ci deve far riflettere – ha di risorse europee destinate alla nocommentato Guidi -. Pur se in manie- stra agricoltura nei prossimi sette anra sostenibile, dobbiamo puntare in- ni. “Una riforma che avrebbe potuto nanzitutto sulla produzione. Oggi in essere migliore per la competitività Italia abbiamo oltre mezzo milione di delle nostre imprese – ha detto il preettari a riposo, aumentati del 50% ne- sidente della Commissione Agricoltugli ultimi trent’anni ed ormai pari ad ra del Parlamento europeo Paolo De oltre il 4% della superficie agricola uti- Castro, ma che è pur sempre del tutto lizzabile, che pure è in calo costante. coerente con gli obiettivi di Europa
«Siamo rimasti un Paese di metalmeccanici dimenticando di essere il cuore dell’ingegno»
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SPECIALE KEY ENERGY
2020”. La riforma della Pac è sicuramente improntata alla sostenibilità; principalmente però in chiave ambientale. Lo dimostra il fatto che il 30% della spesa agricola che essa prevede per i pagamenti diretti (poco più di un miliardo di euro l’anno per l’Italia dedicato al greening) e per lo Sviluppo rurale (quasi 500 milioni di euro l’anno di fondi comunitari cui si somma la quota parte di cofinanziamento nazionale) dovrà essere dedicata a misure a favore dell’ambiente, della biodiversità, a combattere e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. In totale quindi circa due miliardi di euro l’anno. “Dobbiamo fare in modo - ha continuato De Castro - che tutte le risorse e
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«Le strategie per la crescita devono essere allineate con quelle di “Europa 2020”» tutti gli interventi non si risolvano solo in un’azione protettiva dell’ecosistema, ma anche in una forte azione proattiva a favore delle imprese e della loro attività, della sostenibilità economica e sociale con la loro presenza diffusa che può contribuire – come recita il titolo dell’incontro che Confagricoltura ha organizzato a Rimini – a ridare energia all’economia ed al Paese”. Ma l’Agricoltura 2020 è anche quella che ha saputo diversificare le proprie produzioni rivolgendosi al non food
ed in particolare alla fornitura alla collettività di energie da fonti rinnovabili che non determinano emissioni di gas serra. Oggi gli impianti installati in Italia per la produzione di bioenergia (le rinnovabili più legate all’agricoltura) assommano ad una capacità di 1.600 Mwatt di potenza, il 4% circa del totale di impianti a FER istallati. Per una produzione che supera di poco i 7mila Gigawattora, quasi il 9% della energia da fonte rinnovabile prodotta in Italia. A questi si aggiungono i 2.500 MW di fotovoltaico installati nel settore agricolo. La sfida più importante per il mondo agricolo è quella di legare il più possibile questa capacità di impianto alla nostra produzione agricola. Materie prime, ma anche deiezioni, scarti, residui, biomassa di varia natura che proviene dalle coltivazioni agricole e forestali, come prodotto principale o secondario, sono un patrimonio che dobbiamo valorizzare come potenziale di sviluppo della nostra agricoltura. Preferendo trasformare in energia quello che deriva dalle nostre imprese piuttosto che dall’importazione da Paesi esteri. Solo in questo modo il raggiungimento degli obiettivi europei di produzione di energia da fonte rinnovabile si sposerà con una chance in più di sviluppo per la nostra agricoltura; che sarà ancora di più Agricoltura 2020. Nelle politiche di coesione c'è molta attenzione alle rinnovabili in agricoltura ed al risparmio energetico. Occorre ora che tali obiettivi siano tradotti correttamente all'interno delle misure di sviluppo rurale, che devono essere accompagnate adeguatamente da un sistema incentivante selettivo. In tale direzione è estremamente importante il lavoro che sta portando avanti il Mipaaf, confermato dalle parole del sottosegretario Giuseppe Castiglione intervenuto al convegno, diretto a definire un piano di settore per le bioenergie che dovrà essere in grado di rispondere agli obiettivi fissati dalla Strategia energetica nazionale, ma soprattutto alle nuove sfide indicate dall'Unione europea al 2030.
SPECIALE KEY ENERGY
Il biogas come il rayon Sottoscritto a Rimini il “Manifesto di Torviscosa”, per una leadership italiana nelle tecnologie di Biogas Refinery
di Gabriella Bechi
l biogas come il rayon: dallo sforzo congiunto di agricoltura e industria può arrivare un nuovo impulso per lo sviluppo della bioeconomia, come quella che imprenditori, ricercatori e apparati dello Stato seppero promuovere a Torviscosa tra le due guerre, quando un industriale tessile di Vittorio Veneto, Franco Marinotti, di fronte alla difficoltà cronica del nostro Paese di disporre di cellulosa e fibre vegetali pregiate a buon mercato, in un Paese praticamente privo di idrocarburi e sempre più isolato nelle relazioni commerciali internazionali, si pose il problema di come produrre fibre artificiali partendo dalla cellulosa della canna comune, l’Arundo donax, una biomassa a rapido attecchimento ed ad alta produttività anche in assenza di fertilizzazione e irrigazione. Fu dunque messa a punto una tecnologia per la coltivazione e utilizzo della canna comune come materia prima per la produzione del rayon, una fibra artificiale. La tecnolo-
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na nelle tecnologie della Biogas Refinery. Il presidente del CIB Gattoni: “In Italia - spiega il presidente del CIB Piero Gattoni - negli ultimi anni sono «Sono sorti in agricoltura sorti in agricoltura quasi mille impianquasi mille impianti a biogas» ti a biogas. Siamo divenuti i terzi produttori di biogas al mondo, dopo Cina gia fu esportata in tutto il mondo. e Germania. Entro la fine del 2013, Ispirandosi proprio alla Società agri- queste aziende produrranno circa 5-6 cola industriale cellulosa, il Consorzio TWh elettrici, circa il 2% del fabbisoitaliano Biogas (CIB), Confagricoltura, gno italiano. Gli investimenti nel setCia, Fedagri-Confcooperative, Legam- tore del biogas sono stati di 3 miliardi biente, Kyoto Club, Chimica Verde, negli ultimi quattro anni. Secondo il Coordinamento Free, NGV System rapporto Irex redatto da Althesys, che Italia, Assogasmetano, AIGACOS han- calcola l’impatto economico delle no sottoscritto a Rimini, nel corso di fonti rinnovabili, nell’ipotesi più pruKey Energy, il “Manifesto di Torvico- denziale in un arco temporale da qui sa”, Biogas: non solo energia elettrica al 2030, a fronte di 1,3 miliardi di inrinnovabile. Per una leadership italia- centivi alla produzione di energia eletNOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |51
SPECIALE KEY ENERGY
trica rinnovabile corrisponde un ritorno economico sul sistema paese stimabile di 3,2 miliardi”. Ma il biogas non è solo energia elettrica. Il digestore in un azienda agricola ne cambia completamente completamente il volto. “Questo è il “biogas fatto bene” – dice il vicepresidente di Confagricoltura Ezio Veggia -. Produrre food feed e energy non è solo una opportunità, ma diviene una necessità, per ripensare la competitività della propria azienda anche nei mercati alimentari e foraggieri. Il biogas fatto bene è quello che sottrae poco terreno agricolo alle produzioni foraggiere facendo largo uso di biomasse di integrazione (secondi raccolti, colture su terreni marginali, sottoprodotti agricoli, effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali). Producendo con queste biomasse un imprenditore è in grado di ridurre sensibilmente il costo di produzione del biogas, utilizzando risorse 52| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
liana nei veicoli a metano. L’Italia dispone di tecnologie affermate in questo settore; oggi è il settimo mercato al mondo nelle auto a gas metano, oltre 800.000 auto a metano (quasi l’80% delle auto immatricolate in Euche prima rappresentavano un costo ropa) e una rete di distributori che si e che ora divengono un ricavo”. accinge a raggiungere il migliaio di Un impianto a biogas può essere con- punti vendita. Ci sono quindi tutti gli siderato una piattaforma tecnologica ingredienti per poter fare del biomecon cui sviluppare un approccio di tano il biocarburante “made in Italy” e bioraffineria su piccola scala, confor- delle motorizzazioni a gas naturale in me alle dimensioni delle aziende generale una delle alternative attuaagricole italiane. Un centro per la pri- bili da subito ai derivati del petrolio ma trasformazione delle biomasse in nei trasporti. prodotti alimentari, foraggeri, semila- Infine, proprio perché disponibile in vorati o prodotti finiti per la chimica modo decentrato sul territorio, la verde ed in energia. Una piattaforma CO2 del biogas non richiede il tratecnologica diffusa su tutto il territo- sporto su lunghe distanze ed è adatta rio rurale capace di potenziare la red- a essere riutilizzata in loco come ditività degli investimenti agricoli nel materia prima per la produzione di loro insieme. biomateriali, ovvero di semilavorati L’utilizzo del biogas in autotrazione, per l’industria della plastica, ovvero inoltre, è una opportunità per raffor- per la metanazione dell’idrogeno zare la leadership delle industrie ita- prodotto dal vento e dal sole.
Veggia: «Produrre food feed e energy non è opportunità ma diviene vera necessità»
Oggi il biogas non è competitivo sul solo con aiuti alla produzione, ma domercato senza incentivi; ma con le vranno prevedere anche specifici tecnologie della biogas refinery e aiuti alla ricerca ed una legislazione con un crescente utilizzo di affidabile e chiara che agevoli l’introbiomasse di integrazione in futuro potrà competere con le fonti fossili. In questo lasso di tempo serviranno sostegni mirati per favorire gli investimenti in nuovi impianti e progredire in questa direzione “learning by doing”. E’ auspicabile che questi soldi siano spesi bene e che vengano ripagati non solo in termini di minor inquinamento, riduzione del rischio dei cambiamenti climatici, stabilizzazione del costo dell’energia, ma anche con un incremento dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani italiani. Gli interventi non Piero Gattoni dovranno dunque esaurirsi
duzione di queste innovazioni. “L’Italia ha una grande opportunità nelle tecnologie della “biogas refinery” – conclude Ezio Veggia -. C’è alle spalle un industria con un background competitivo già presente sui mercati internazionali. Nel settore delle bioplastiche siamo tra i migliori. Nella componentistica per le filiera delle auto a gas metano e nella meccanica agraria pure. Come ai tempi di Torviscosa, è necessario quindi che il Paese, ad ogni livello decisionale, sia consapevole del quadro competitivo internazionale e sappia valorizzare le opportunità di sviluppo che le tecnologie del “biogas fatto bene” e più in generale della bioeconomia offrono, e decida di investire in questa di rezione”. NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |53
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TERRITORIO Droni e satelliti per monitorare la Terra dei fuochi Mistrals (Monitoraggio da Immagini Satellitari del Territorio per la Rilevazione di Abusi su Larga Scala) nasce dalla collaborazione tra l’ Assessorato all’Urbanistica della Regione Campania con il Marsec (Mediterranean Agency for Remote Sensing and Environmental Control), il centro di telerilevamento satellitare della Provincia di Benevento. L’obiettivo del progetto è di potenziare con tecnologie e strumenti innovativi, quali l’utilizzo di dati telerilevati da satellite e la loro elaborazione, le attuali procedure di monitoraggio e controllo del fenomeno dell’Abusivismo Edilizio nella Regione Campania. Ma non solo. L’obiettivo è anche quello di identificare le anomalie e le criticità ambientali in Campania e combattere i reati, come i roghi dei rifiuti nella tristemente nota Terra dei Fuochi; si prevede l'impiego di un aereo ATR 42 MP e anche dei droni (veicoli senza pilota) per il telerilevamento, dei satelliti (della rete Marsec). Il Telerilevamento satellitare offre una valida soluzione a questi problemi poiché la periodicità di acquisizione di immagini al suolo è molto frequente. (G. M.) RISPARMIO ENERGETICO L'efficienza energetica fa crescere il Pil del 4% L'efficienza energetica può far crescere il Pil del Paese fino al 4% l'anno, offrendo lavoro a oltre 450mila persone. Ad affermarlo è lo studio “Stato e prospettive dell'efficienza energetica in Italia" realizzato dalla Fondazione Centro Studi Enel e dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano presentato a fine ottobre. Il report evidenzia come l'Italia sia particolarmente ben posizionata per massimizzarne i benefici dell'efficien-
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za, per l’elevato costo dell’energia e della forte dipendenza energetica dall’import e per l’esistenza di filiere e competenze nelle tecnologie a più alto potenziale. Esprimendo tutto il potenziale raggiungibile – si stima – si può ottenere una crescita di PIL compresa tra il 2 e il 4% all’anno. L’impatto occupazionale è stimato poter arrivare a 460.000 ULA (unità di misura convenzionale basata sulla conversione delle ore lavorate in addetti a tempo pieno) all'anno da qui al 2020, con una spinta alla ripresa dell’attività industriale e un effetto volano su tutta la filiera. Sempre al 2020, si prevede la possibilità di una riduzione annua dei consumi finali di energia a regime fino a 288 TWh (pari a 25 Mtep/anno). I benefici ambientali appaiono significativi, sia in termini di contenimento delle emissioni climalteranti, che in termini di miglioramento della qualità dell’aria, con una forte riduzione delle emissioni inquinanti locali (NOx, polveri sottili, ecc.).Secondo lo studio la parte più rilevante di risparmio associato all’efficienza energetica risiede nel patrimonio edilizio, ma la possibilità di sviluppare NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |55
N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A
questo potenziale passa per la messa in campo di politiche mirate ed efficaci. Occorre rimuovere le barriere, “in particolare quelle non economiche, come la complessità, l’incertezza e l’inadeguatezza amministrativa, normativa e regolatoria, le barriere culturali e l’assenza di un approccio di sistema”. Essenziale, dunque, "semplificare e sburocratizzare sia l’accesso agli strumenti incentivanti, sia gli iter autorizzativi per i piccoli interventi di installazione di tecnologie efficienti sugli edifici residenziali (quali caldaie a condensazione e pompe di calore), iniziative fondamentali per stimolare la crescita e contrastare i fenomeni dell’abusivismo e del sommerso”. (R. P.)
CLIMA Per il vino arriva un registro su tagli di CO2 L“SQA Certificazioni” ha istituito “CO2 RESA – Registro Emissioni Settore Agroalimentare”: è il primo registro per la valorizzazione dei crediti di carbonio sul mercato volontario del settore agroalimentare all’interno del quale verranno iscritte tutte le aziende che hanno messo, nei due anni scorsi, o metteranno in pratica azioni volte a ridurre le quantità di gas climalteranti emesse per la propria produzione nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale. Si partirà dal settore vitivinicolo che ha mostrato negli anni un crescente interesse per la sostenibilità come fattore di sviluppo. Anzitutto è necessario calcolare le emissioni generate dalle organizzazioni, dai processi e dai prodotti, prestando attenzione al ciclo produttivo e, nel caso della carbon footprint di prodotto, al ciclo di vita. Una volta fotografato questo quantitativo di emissioni in conformità a standard codificati a livello internazionale (es: ISO 14064, ISO 14067, GHG Protocol) si dovrà provvedere all’elaborazione di un Piano di Riduzione delle emissioni. Il Piano conterrà le strategie necessarie al raggiungimento degli obiettivi complessivi di mitigazione climatica. In questa fase iniziale le tre tipologie di intervento, che possono essere valorizzate tramite il Registro, sono: 1) ‘Energia ed efficientamento ener56 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
getico’. La metodologia prevede l’istallazione di sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili, quali biomasse e solare, e interventi di efficientamento energetico delle aziende che riducono costi e impatto ambientale. 2) ‘Corridoi ecologici’, ovvero la creazione e il miglioramento gestionale di siepi e boschetti sulle superfici agricole. 3) ‘Biochar’, carbone vegetale che assorbe CO2 ottenuto dalla combustione di biomassa di scarto in assenza di ossigeno e utilizzato come ammendante del suolo. Una volta messe in pratica le azioni e raggiunti gli obiettivi, si procede alla contabilizzazione delle emissioni ‘risparmiate’ all’ambiente e si accede al mercato volontario delle emissioni di carbonio. Ci sono due tipi di mercato del carbonio: quelli regolamentati e quelli volontari. I primi puntano a evitare che determinati soggetti emettitori sforino un tetto massimo di emissioni a loro assegnate. Il mercato volontario è invece sostenuto dalla volontà di soggetti pubblici e/o privati di ridurre la propria impronta ecologica attraverso il meccanismo di “baseline and credits”: i progetti che portano alla riduzione delle emissioni rispetto a uno scenario di riferimento (baseline) generano crediti, che possono essere scambiati sul mercato e acquistati da altre aziende che vogliono compensare le proprie emissioni di gas serra. Il mercato volontario è quindi alimentato da crediti generati da interventi (progetti) di riduzione di gas serra (GHG) e le variazione delle emissioni dei vari gas serra possono essere misurate con un’unica unità di misura, la tonnellata di CO2equivalente. (G. M.) Adattamento ai Cambiamenti Climatici Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato un documento di indirizzo relativo alla Strategia nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Obiettivo principale è quello di elaborare una visione nazionale su come affrontare in futuro gli impatti dei cambiamenti climatici, individuando un set di azioni ed indirizzi per far fronte a tali impatti, compresi gli eventi meteorologici estremi, ciò affinché attraverso l’attuazione di tali azioni/indirizzi (o parte di essi) sia possibile ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, proteggere la salute e il benessere e i beni della popolazione, preservare il patrimonio naturale, mantenere o migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici, nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare dall’attuazione delle azioni di adattamento. L’agricoltura italiana, come quella di tutti i Paesi dell’area mediterranea, è una delle più esposte e vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici in termini sia di quantità, sia di qualità. L’agrosistema italiano sarà, nel futuro, soggetto sempre più a diminuzioni
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della produttività delle principali colture, allo spostamento di determinati areali di coltivazione verso nord ed a quote più elevate, ed alla diminuzione delle risorse idriche e della qualità del suolo. Il settore agricolo, e conseguentemente quello agro-alimentare, andranno incontro ad un generale calo delle capacità produttive, al quale sarà strettamente legato anche una possibile diminuzione delle caratteristiche qualitative del prodotto, con ricadute negative nelle produzioni tipiche di qualità.La produzione agricola, per sua natura, è portata da sempre ad adattarsi alle mutevoli condizioni meteorologiche; tuttavia la portata e l’incertezza dei cambiamenti climatici in atto e attesi, nonché la velocità del cambiamento rispetto all’attuale condizione operativa, rendono necessario un aumento della capacità di adattamento. Gli agricoltori devono, infatti, imparare a conoscere gli elementi di cambiamento dello scenario climatico nel quale hanno storicamente costruito la loro esperienza professionale di pianificazione nell’uso delle risorse. Senza una crescita della consapevolezza della direzione nella quale sta andando l’instabilità meteorologica che prelude al cambiamento climatico, si potrebbe incorrere nel rischio che gli agricoltori adottino soluzioni gestionali di respiro temporale sempre più corto, e di maggiore impatto sulle risorse naturali meno tutelate o, per converso, abbandonino le aree più esposte all’instabilità dei fenomeni, favorendo la desertificazione. Tale capacità consiste in una maggiore flessibilità del sistema produttivo al fine di rendere meno vulnerabili le imprese davanti a situazioni nuove o la cui frequenza è alterata rispetto alla norma. Le azioni di adattamento in agricoltura possono essere suddivise in quelle di breve (variazione della data di semina e delle cultivar, pratiche per conservare l’umidità) e di lungo periodo (cambiamenti strutturali come la variazione dell’uso del suolo, l’aumento dell’efficienza dell’irrigazione, la modifica dei sistemi agricoli). Per le prime, le barriere all’applicazione sono spesso di tipo formativo/informativo, pertanto rivestono un ruolo fondamentale i servizi di consulenza aziendale; mentre, per le seconde (oltre all’importanza della consulenza), gli ostacoli maggiori all’attuazione sono di tipo economico e organizzativo, per cui sono utili politiche di incentivazione e pianificazione, tipicamente territoriali. Per quanto riguarda l’attuazione, è evidente che andranno predisposti strumenti nuovi per affrontare tale problematica, ma che, d’altra parte, esistono già degli strumenti, individuati in primo luogo dalla Politica Agricola Comune (PAC), che hanno contribuito e possono contribuire in futuro a ridurre l’esposizione e la vulnerabilità del sistema agli effetti del cambiamento climatico e ad aumentarne la resilienza. (A. P.)
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SOSTENIBILITÀ
Syngenta lancia The Good Growth Plan yngenta ha lanciato il S 19 settembre, contemporaneamente in tutto
il mondo,“The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura”, un piano completo e ambizioso nato con il proposito di guidare il radicale cambiamento della produttività agricola mondiale in modo sostenibile. Si tratta di sei impegni che Syngenta intende assumere per contribuire a potenziare l’efficienza delle risorse naturali, rinvigorire gli ecosistemi e rafforzare le comunità rurali. “The Good Growth Plan Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura” fissa obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2020 che, in quanto specifici e quantificabili, saranno costantemente monitorati in relazione ai risultati ottenuti: •Rendere le colture più efficienti: aumentare la produttività media delle colture più importanti del mondo del 20%, senza utilizzare più suolo, acqua e prodotti per l’agricoltura, •Preservare più terreni agricoli: migliorare la fertilità di 10 milioni di ettari di terreno agricolo a rischio di degrado, •Favorire lo sviluppo della biodiversità: arricchire la biodiversità di 5 milioni di ettari di terreni agricoli, •Rendere più forti i picco-
li produttori: raggiungere 20 milioni di piccoli produttori consentendo loro di aumentare la produttività agricola del 50%, •Contribuire alla sicurezza delle persone: formare 20 milioni di agricoltori sulla sicurezza sul lavoro, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, •Prendersi cura di ogni singolo lavoratore: impegnarsi per ottenere eque condizioni di lavoro in tutta la nostra rete di fornitori. Mike Mack, CEO di Syngenta, ha dichiarato: "Siamo sempre stati perfettamente consapevoli di poter crescere solo garantendo un'agricoltura sostenibile e cerchiamo continuamente di trasferire questa consapevolezza nell’attenzione che rivolgiamo alla terra, alla tecnologia e alle persone. È arrivato il momento di aumentare il livello del nostro contributo e "The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura” rappresenta il nostro impegno come azienda che vuole fare la differenza e dare un contributo a migliorare lo stato delle cose".
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Agrilevante, partono gli investimenti Il progressivo risveglio del mercato evidenziato a Bari è lo stesso che si registra in molti Paesi del Mediterraneo
di Claudio Pietraforte
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n un mercato nazionale delle macchine agricole in generale profonda crisi e restio a lanciare segnali di ripresa non mancano fortunatamente le eccezioni. Tra queste la Puglia che, dopo il momento buio vissuto nelle ultime stagioni al pari delle altre regioni italiane, sta manifestando quest’anno una rinnovata propensione agli investimenti nella meccanizzazione, tanto da poter vantare (nel periodo gennaio-settembre 2013) immatricolazioni di trattrici in
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crescita del 22%. Una tendenza, quella pugliese, sintonizzata peraltro con il progressivo risveglio del mercato registrato in molti Paesi del Mediterraneo. Ecco perché le previsioni della vigilia parlavano di una edizione 2013 di Agrilevante particolarmente vivace e di notevole successo. E così è stato. Forte di oltre 280 espositori su una superficie complessiva di 50mila metri quadrati e di una quota record di circa 50mila visitatori, dei quali 2.272 di provenienza estera (questi ultimi raddoppiati rispet-
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to ad Agrilevante 2011), la grande rassegna barese di macchine e tecnologie per l’agricoltura – di scena presso il quartiere fieristico di Bari dal 17 al 20 ottobre scorso – ha chiuso i battenti con un bilancio ampiamente positivo. Un risultato che premia energie ed impegno profusi dagli organizzatori della kermesse, Fiera del Levante e FederUnacoma surl, che hanno siglato un nuovo accordo di collaborazione per le tre prossime edizioni biennali, sino al 2019, ribadendo la caratura di Agrilevante quale evento fieristico di primo piano, in grado di rappresentare nell’ambito della meccanizzazione agricola un punto di riferimento non solo per il Sud Italia, ma per l’intera area mediterranea, dall’Europa meridionale al Nordafrica, dai Balcani al Medio Oriente. Non a caso l’ultima edizione di Agrilevante ha sfoggiato un volto marcatamente internazionale, all’insegna della estrema attenzione riservata alle numerose delegazioni di operatori economici esteri (in arrivo da Paesi balca60| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2013
Massimo Goldoni: «Sono convinto che un’alleanza per la meccanizzazione è possibile» nici, Russia,Algeria, Egitto, Marocco,Tunisia, Turchia, Ucraina), impegnati in un fitto programma di incontri d’affari – l’area business ne ha ospitati più di 1.300 – e di eventi di ampio respiro come la giornata dedicata agli ambasciatori di 12 Paesi dell’Africa Sub-Sahariana per lo sviluppo di partenariati produttivi e commerciali. L’innovazione è stato l’altro punto forte della biennale barese, efficace vetrina delle macchine e delle proposte ad elevato contenuto di tecnologia, al servizio di tutte le filiere agroindustriali tipiche del Mezzogiorno, presentate dai big mondiali della meccanizzazione. E, in merito all’offerta di nuove tecnologie, sempre molto stimolante il concorso Novità Tecniche, promosso da FederUnacoma, che anche quest’anno ha premiato le soluzioni tecniche più avanzate
introdotte dai costruttori nei vari comparti della meccanica agricola. Ottimi riscontri di pubblico anche per i tre saloni specializzati Agriforenergy Med, M.i.A. e Vita in Campagna, come per tutte le iniziative concernenti agro-energie e hobbistica agro-verde. Crescente, poi, l’interesse verso l’agricoltura e le attività agro-meccaniche registrato da parte dei giovani, ai quali il mondo della meccanizzazione verde potrebbe offrire interessanti opportunità di occupazione, come rilevato da Enama e Unacma che in seno ad Agrilevante hanno organizzato Mech@agriJobs, spazio che, oltre a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ha voluto fornire ai ragazzi una panoramica sulle professionalità emergenti del settore. Il tutto incorniciato da un ricco calendario di convegni, conferenze e work-shop su temi di particolare attualità, cosicché per quattro giorni la fiera di Bari è stata davvero il cuore del dibattito su realtà e prospettive del settore primario nell’area del Mediterraneo.
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Ottimi riscontri di pubblico anche per i saloni specializzati su agroenergie e hobbistica Ambito, quest’ultimo, in cui risulta doveroso provare a far luce sulle ragioni specifiche che rendono sempre più difficile per le imprese agricole italiane l’acquisto di nuovi mezzi meccanici determinando così la cattiva sorte di un mercato interno che – stando ai dati sulle immatricolazioni relativi ai primi nove mesi del 2013 resi noti in occasione di Agrilevante – pare destinato a toccare a fine anno un nuovo minimo storico. Proprio questo era lo scopo dello studio realizzato da Nomisma, su incarico di FederUnacoma, tastando il polso e gli umori di un campione di 750 aziende dislocate sull’intero territorio nazionale. Mancanza di risorse finanziarie per gli investimenti, incertezza circa il proprio futuro e tendenza a prolungare il ciclo di vita delle macchine già in dotazione, maggiore ricorso al contoterzismo: questi, come evidenziato dal report di Nomisma presentato a Bari, i fattori strutturali responsabili del crollo degli acquisti di macchine agricole nel nostro Paese (solo il 28% degli interpellati ha dichiarato di aver acquistato macchine, nuove o usate, nell’ultimo quinquennio). «Davanti ad una situazione così spinosa riteniamo assolutamente necessaria la creazione di un Tavolo di lavoro presso il ministero delle Politiche agricole, che coinvolga le organizzazioni professionali agricole e quelle che a vario titolo rappresentano il comparto della meccanizzazione, al fine di elaborare una strategia rivolta anche ad interpretare i nuovi segmenti della domanda – ha sottolineato il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni –. E la proficua collaborazione tra istituzioni, organizzazioni professionali e costruttori di macchine riscontrata ad Agrilevante non fa che confermare il fatto che un’alleanza per la meccanizzazione è possibile, lavorando a livello nazionale con la stessa unità di intenti che anima questo grande evento pugliese».
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Giovanni Martirano testimone e artefice dell’evoluzione agricola
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Vivo cordoglio ha suscitato la scomparsa del decano del giornalismo agricolo. «Con lui – ha detto Guidi - se n’è andato un grande protagonista del mondo agricolo» di Gaetano Menna
Giovanni Martirano
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ivo cordoglio ha suscitato la scomparsa di Giovanni Martirano, decano del giornalismo agricolo italiano. «Con Martirano, se n’è andato un grande protagonista del mondo agricolo», ha detto il presidente Guidi; ha quindi ricordato come avesse contribuito al rinnovamento della Confederazione avviato nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, con il quale l’organizzazione assunse decisamente l’attuale profilo di moderna rappresentanza degli imprenditori agricoli. Martirano, infatti, curò per diversi anni l’ufficio stampa di Confagricoltura, creando il notiziario “Agra Press” che, in seguito con la sua guida, avrebbe proseguito le pubblicazioni autonomamente, divenendo un moderno ed efficace strumento di informazione per tutto il mondo agricolo. Con lo stesso spirito innovativo fu tra i promotori dell’Anga, che in breve sarebbe diventata una “scuola di formazione” per i dirigenti che guidarono la Confederazione nel ventennio 1969-1989, con le presidenze di Alfredo Diana, Giandomenico Serra e Stefano Wallner. E Martirano fu anche fra i costituenti dell’Agriturist (1965) contribuendo, con la sua approfondita conoscenza dello scenario agricolo nazionale ed europeo, alla elaborazione e alla divulgazione dei principi dell’agriturismo, che venti anni dopo sarebbero stati accolti dalla normativa con la emanazione della prima legge-quadro in
Mons. Zuppi: « È rimasto libero, come accade solo se si ha passione per il proprio lavoro» materia (L.730/1985). Fu consigliere dell’Associazione fino al 1998.Tra gli incarichi assolti anche quello di responsabile agricolo del Partito Liberale Italiano, fornendo il suo prezioso contributo e la sua esperienza per indirizzare le scelte politiche attinenti al settore primario. È stato un osservatore, un testimone ed un protagonista assoluto dell’evoluzione dell’agricoltura italiana, che ha raccontato con acutezza ed intelligenza nei suoi scritti e volumi,ma anche con il suo puntuale lavoro quotidiano con Agra Press, distinguendosi sempre per imparzialità, equilibrio e accuratezza.Tra i saggi pubblicati ricordiamo: “Democrazia, impegno costante”,“Agricoltura risposta europea”, “Politica e agricoltura: 19771986” ,“Il Parlamento oggi e domani”. I funerali si sono svolti nella parrocchia romana di San Giuseppe gremita di familiari, amici, collaboratori, colleghi. Monsignor Matteo Zuppi - vescovo ausiliario di Roma Centro, che ha officiato la cerimonia - ha sottolineato il carattere libero di Martirano, ma sempre attento agli altri. «Essere “outsider” - ha detto il Monsignore, riferendosi al nome della cooperativa editrice di Agra Press - e soprattutto restarlo,richiede coraggio.Giovanni è rimasto libero, come accade solo se si ha passione per il proprio lavoro e soprattutto per gli altri».
ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO
di Elisabetta Tufarelli
INCONTRO CONFAGRI MANTOVA A GONZAGA
Interregionale sui PSR
Confagricoltura Mantova, in occasione della Fiera Millenaria di Gonzaga, ha organizzato un confronto tra i presidenti delle Federazioni regionali di Confagricoltura di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, a cui ha partecipato il presidente Mario Guidi, con il giornalista enogastronomo Davide Paolini, noto al grande pubblico come il Gastronauta. Il “Rinascimento agricolo, analisi e proposte sul nuovo piano di sviluppo rurale”, questo il titolo dell’incontro, ha esaminato l’agricoltura a partire dall’applicazione della nuova Pac. Negli ultimi mesi si è parlato degli aspetti legati alla erogazione dei così detti “aiuti diretti” (primo pilastro), molto meno delle scelte che saranno alla base della prossima programmazione dello “sviluppo rurale” (secondo pilastro); ma è proprio su questo fronte che le Amministrazioni regionali avranno il compito più impegnativo. Lo ha sottolineato Matteo Lasagna, presidente di Confagricoltura Mantova, aprendo i lavori della cena dibattito. Porre le basi per delineare il futuro programma di sviluppo rurale e difendere un’agricoltura intensiva e produttiva, premiare le imprese più competitive, questi gli obiettivi dell’incontro, che ha visto riunititi gli assessori all’agricoltura Gianni Fava della Lombardia, Franco Manzato del Veneto, Claudio Sacchetto del Piemonte e il consigliere regionale e presidente del consiglio regionale con delega all’agricoltura Franco Iacop. La politica agricola legata
ai finanziamenti europei viene portata avanti dalle venti Regioni, ciascuna con le proprie priorità: i piani di sviluppo rurale (Psr) vengono predisposti nei capoluoghi regionali e possono quindi portare a disparità di trattamenti nei confronti di aziende dello stesso settore ma di regioni diverse. Durante il dibattito Paolini ha illustrato le eccellenze gastronomiche servite durante la cena preparate da vere e proprie star dei fornelli, selezionate dai Jeunes restaurateurs d’Europe – un cuoco per ogni regione italiana coinvolta nel convegno – che hanno proposto un piatto per valorizzare il prodotto agricolo di partenza. Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. «Con l'arrivo del nuovo Psr occorrerà cambiare decisamente l'approccio — ha detto— l'ultimo periodo di programmazione era frutto di un'idea di agricoltura che si è rivelata poco competitiva”. Non servono più piani completamente indipendenti, ma misure comuni a tutto il territorio nazionale, completate con quelle da inserire nei piani regionali, per cogliere e valorizzare le specificità territoriali. Per Guidi il prossimo periodo di programmazione dovrà migliorare l'agricoltura proprio sotto l’aspetto della competitività. “I nostri primi competitor – ha concluso - sono Francia e Germania. Ecco che l'agricoltura intensiva può essere un elemento trainante e in grado di produrre con piena sostenibilità economica e ambientale, due aspetti che non sono assolutamente in contrapposizione, ma che possiamo armonizzare gestendo adeguatamente le risorse europee». Infine, le nuove misure a carattere agroambientale dovranno in primo luogo tutelare gli agroecosistemi che la stessa attività agricola ha costituito e saputo mantenere.
LIGURIA, ANDREA MANSUINO SU SVILUPPO RURALE
"I prossimi sette anni della politica agricola europea - secondo il presidente di Confagricoltura Liguria Andrea Mansuino - saranno fondamentali per rilanciare l'intero settore e per accogliere le nuove sfide, dalla 'custodia' del territorio allo sviluppo tecnologico, dalla ricerca all'uso delle energie rinnovabili a servizio dell'agricoltura". Per presentare il futuro programma regionale di sviluppo rurale , Confagricoltura Liguria ha promosso "Moving Tour - verso il PSR 2014 2020", che si è concluso con successo. "Un progetto innovativo - precisa il direttore di Confagricoltura Liguria, Andrea Sampietro – che ci ha permesso di incontrare le imprese agricole liguri, da Sarzana a Ventimiglia, sul loro territorio e raccogliere le esigenze del settore, tramutandole in proposte operative per il nuovo PSR". Seminari, dibattiti e convegni utili a far conoscere la politica agricola comunitaria e regionale e permettere alle aziende di operare le scelte migliori per il futuro. “Nei prossimi giorni - commenta Silvia Parodi, presidente di Confagricoltura Donna Liguria, incontreremo le imprenditrici liguri, per approfondire le novità del programma di sviluppo rurale in materia di 'politiche di genere'”. NOVEMBRE 2013 | MONDO AGRICOLO | 63
ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO
TREVISO INTER IMPRESE
Confagricoltura Treviso presenta il Progetto “Inter Imprese” e promuove un calendario ricco di iniziative e innovativi strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese agricole. L’iniziativa ha lo scopo di assistere le aziende agricole che vogliono esportare i loro prodotti fornendo le conoscenze specifiche per lo sviluppo di rapporti commerciali nei mercati esteri, formando una figura che abbia le competenze necessarie per l’espansione dell’impresa al di fuori del mercato nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di “interimprese.it”,un portale multilingue;un’app che replica in versione mobile i contenuti del portale web. Tra le iniziative, corsi di inglese per approfondire la terminologia tecnica commerciale. In programma anche un Convegno e un seminario, il primo approfondisce le “Norme sulle cessioni di vino all’estero per piccoli produttori”, mentre il secondo “Come si evolve il mercato: il potenziale del Web” indica il percorso da seguire per offrire i propri prodotti in maniera efficace tramite il web marketing. Confagricoltura Treviso trasmette i due incontri in modalità streaming, dal sito interimprese.it. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Camera di Commercio di Treviso. 64| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
CONVEGNO A LODI DI CONFAGRICOLTURA LOMBARDIA
L’agricoltura ha bisogno di ricerca applicata
“Nutrire il pianeta, biotecnologie in agricoltura. Non solo OGM“ è il convegno di Confagricoltura Lombardia che si è tenuto al Parco Tecnologico Padano di Lodi. La ricerca scientifica ed il trasferimento dei suoi risultati nell’attività agricola sono una risorsa fondamentale per il futuro del comparto. «Non dimentichiamo – ha detto Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura regionale che ciò che noi oggi chiamiamo tradizione, per i nostri padri è stata innovazione. La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono strumenti fondamentali per lo sviluppo del comparto agricolo e l’utilizzo corretto e consapevole può portare benefici non solo agli operatori del nostro settore, ma all’intera collettività in termini di sicurezza alimentare e di sostenibilità ambientale». Per biotecnologie, hanno spiegato gli esperti, si intende un complesso di conoscenze, strumenti di indagine e tecnologie che hanno in comune l’approccio a livello biochimico molecolare ai meccanismi della vita. Non solo organismi geneticamente modificati, ma tecnologie che determinano un legame sempre più stretto tra agricoltura e scienza, ormai imprescindibili per affrontare la sfida della crescita di produttività del settore agricolo, ai primi posti dell’agenda politica dei governi dei paesi sviluppati e di quelli in via di svi-
luppo. Attraverso la genomica è possibile confermare l’origine e la tipicità di un prodotto, così come certificarne la salubrità, dando un forte contributo alla sicurezza alimentare e una garanzia in più per la certificazione del made in Italy nel mondo. Tutto ciò conferma anche in Italia il grande contributo in termini di innovazione, sostenibilità e competitività che le biotecnologie possono dare alla filiera agroalimentare. La dimostrazione evidente è nel paradosso italiano della coltivazione di mais, strategica per l’agricoltura lombarda. Mentre la produzione nazionale è sostanzialmente bloccata allo stesso livello da circa un decennio, negli Stati Uniti, le rese hanno fatto registrare un forte incremento, tanto da superare quelle italiane. Oltre al danno economico, la beffa di essere costretti ad aumentare le quote di commodities di produzione estera, spesso ottenute da coltivazioni OGM, che entrano così nella nostra filiera produttiva. Stesso discorso vale per la soia. “Grazie allo studio del Dna – ha messo in evidenza John Williams del Parco Tecnologico Padano - siamo in grado di mappare e identificare i caratteri che distinguono specie e razza. Dati di estrema importanza nella tutela del consumatore, perché forniscono informazioni certe sulla qualità degli alimenti e ne certificano la provenienza”.
CONFAGRICOLTURA CAMPANIA
Mozzarella tracciabile “Grazie alla forte ed incisiva azione sindacale della nostra Organizzazione, siamo finalmente giunti ad un serio sistema di tracciabilità del latte di bufala, come da noi da lungo tempo auspicato”. Così inizia la lettera che Confagricoltura Campania ha inviato agli allevatori associati per sottolineare il successo ottenuto con l’allargamento a tutti gli operatori della filiera della possibilità di aderire al sistema di tracciabilità. La Regione Campania, con il DGR 110/2013, ha istituito un sistema volontario di tracciabilità di filiera per garantire la leale concorrenza di mercato e la sicurezza dei consumatori. In pratica, sarà finalmente possibile, come richiesto da Confagricoltura fin dal 2009, seguire ogni passo che porta alla mozzarella di
bufala Dop. Questa eccellenza tutta campana comprende oltre 279mila capi, pari al 74% del patrimonio bufalino nazionale, allevati in quasi 1.500 aziende. Tutti ricorderanno con che forza Confagricoltura Campania si è battuta contro le modifiche del disciplinare Dop, che avrebbero di fatto azzerato le motivazioni per cui è stato riconosciuto il marchio stesso. Con la stessa energia ora affronta il vero problema del settore: il monitoraggio della produzione e la tracciabilità lungo tutta la filiera, dai flussi di materia prima fino al prodotto finito. Infatti, prose-
gue la lettera: “Il nuovo sistema, previsto dalla delibera della Giunta della Regione Campania e fortemente voluto da Confagricoltura, invece, coinvolge nel processo non solo la parte allevatoriale, ma anche quella che si occupa della trasformazione e del trasporto. La salvaguardia del settore, per Confagricoltura Campania, passa attraverso poche fondamentali regole da rispettare, che hanno lo scopo di garantire il valore della produzione. Info: www.tracciabilitabufala.it o gli uffici provinciali di Confagricoltura Caserta, Napoli e di Salerno.
A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E
AGRICULTURAL INDUSTRY ELECTRONICS FOUNDATION SAME DEUTZ-FAHR, ottavo core member dell’AEF AME DEUTZ-FAHR diventa ottavo core member dell’AEF (Agricultural Industry Electronics Foundation) ed entra in questo modo nel Comitato Direttivo dell’Associazione, costituito ora dai 5 principali produttori “full-line” nel settore agricolo. Lodovico Bussolati, AD di SAME DEUTZ-FAHR, ha commentato: «Siamo molto soddisfatti di essere diventati core member del Comitato Direttivo AEF. Questa scelta è in linea con l’importanza che poniamo all’elettronica nello sviluppo prodotto». La piattaforma internazionale interprofessionale dell’Agricultural Industry Electronics Foundation (AEF), www.aef-online.org, viene fondata nel 2008 da alcuni fra i princi-
S
pali produttori nel settore agricolo come Agco, Claas, CNH, Grimme, John Deere, il gruppo Kverneland e Pöttinger, insieme alle associazioni AEM (Equipment Manufacturers USA) e
VDMA (German Engineering Federation). Oggi l’organizzazione conta più di 140 membri che sono coinvolti nello sviluppo e nell’applicazione degli standard elettronici – ISOBUS – ed elettrici. L’associazione ha recentemente allargato il proprio raggio d’azione al di là dell’ISOBUS. Nuovi campi d’interesse sono i sistemi elettrici ad alta tensione, i sistemi di visione e i sistemi informativi per la gestione dell’agricoltura (FMIS). L’AEF pone la sua attenzione sia sulla compatibilità, indipendentemente dal produttore, sia sulla diffusione di informazioni agli agricoltori riguardanti le applicazioni e i benefici dell’ISOBUS e di altre nuove tecnologie.
A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E G I O V A N I A G R I C O LT O R I
Insediamento: il paradosso del background I PROBLEMI DI ACCESSO ALLA TERRA RENDONO IRREALIZZABILE L’ACCESSO ALLE “NEW ENTRY”
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aradosso del background. Sembra una parola dal signifi- lì che bisogna incidere con forza perché:“Non possiamo farci cato oscuro,ma sta a definire il grosso e reale handicap di scappare l’occasione – mette in evidenza il presidente Anga - di partenza che hanno i giovani che vorrebbero insediarsi redigere piani più mirati ed efficienti per favorire, nel miglior in agricoltura.“Sebbene il nostro sia uno dei pochi comparti che modo possibile, l’insediamento nel tessuto economico dei giocresce in termini di appeal e di valore aggiunto – spiega Raffae- vani”. Per i giovani di Confagricoltura tre sono i problemi e una le Maria Maiorano, presidente dell’Anga – purtroppo è pratica- l’occasione. Non è accettabile, parafrasando la realtà, la situaziomente impossibile diventare agricoltori, se non si proviene da ne ‘regione che vai diverso insediamento che trovi’.Vastità, non un ambiente agricolo”. Il presidente dei giovani di Confagricol- omogeneità delle norme e dei tempi sono le incognite.Serve un tura sottolinea quella che è attualmente la cruda realtà. L’asso- piano unico, che non discrimini per ‘background’ o per proveciazione, infatti, riceve quotinienza l’opportunità. Poi, cerI L C O M M E N T O dianamente richieste d’aiuto e tamente c’è l’Ismea,ma anche d’informazioni da parte di gioqui – se pur gli strumenti ci Come Giovani di Confagricoltura vani. “Oggi – osserva Maiorasiano – è presente l’handicap vogliamo e dobbiamo prendere no - abbiamo pochissimi strubackground. Certamente super mano chi vuole diventare menti da proporre alle ‘new bentrare ad una partita Iva o agricoltore e accompagnarlo nella entry’:non può continuare cocomprare un terreno sono realizzazione del suo progetto. sì, dobbiamo invertire questa operazioni possibili, ma poiE poi scortarlo nella sua crescita tendenza anche perché lo spaché bisogna aspettare anche imprenditoriale, spianandogli il zio in agricoltura c’è e anche fino a 18 mesi per avere la cammino. E’ possibile e dobgli strumenti ci sarebbero”. conferma del finanziamento e biamo impegnarci, ciascuno per quanto gli compete, al centro Il condizionale è d’obbligo, fino ad allora, non è prevista come sul territorio. C’è bisogno di un’azione compatta del tipo la goccia che incide la roccia, magari in tempi ragionevoli, perché i problemi di accesso alcuna copertura degli investiinterloquendo con tutti gli attori: ministro, funzionari, alla terra sono tali, che rendomenti, tutto resta immobilizassessori, tecnici… A cominciare dal ‘nuovo’ PSR che no irrealizzabile per un giovazato. Se il giovane subentra in dobbiamo tagliare su misura dei giovani rendendolo snello, ne che non abbia né terra né un’azienda strutturata, può omogeneo, praticabile e, soprattutto, ad una sola velocità in soldi il ‘sogno agricolo’. Come comunque utilizzare i mezzi tutta l’Italia. Poi va fatta un’azione coesa e compatta sull’Ismea, dire che, anche e soprattutto preesistenti e continuare l’atper migliorare gli strumenti a disposizione di chi vuole dato il periodo, serve una ventività, seppur senza fare invesubentrare o acquistare un terreno, rendendoli effettivamente tata di ottimismo e senso prastimenti e migliorie, ma supraticabili e, infine, cercare meccanismi per accorciare le tico. Ma così come è, oggi, la bentrare in un’azienda “povedistanze tra gli over 65 senza eredi e i giovani potenziali professione è aperta solo a chi ra di mezzi” è una vera iattura imprenditori senza né credito né terra. può fare un subentro o un priperché si rischia di rimanere Raffaele Maiorano mo insediamento. Restano i bloccati per anni. Presidente Nazionale Anga Elisabetta Tufarelli Piani di Sviluppo Rurale. Ed è NOVEMRE 2013 | MONDO AGRICOLO |67
FONDAZIONE RAVÀ
CORSO AL BIO CAMPUS PER I NUOVI TECNICI
Premio per la tesi di laurea
A scuola di made in Italy
Un’importante opportunità riservata ai giovani laureati e laureandi che affrontano temi rilevanti per il settore agricolo è offerta dalla Fondazione Mario Ravà. Questa fondazione, che prende il nome dall’illustre agronomo e appassionato sostenitore dell’importanza del credito agrario, assegna un premio di laurea ad una tesi di laurea specialistica o di laurea magistrale, discussa tra il 1° gennaio 2011 e il 30 novembre 2013, in una Università italiana o estera, purché operante in un Paese dell'Unione Europea, su argomenti riguardanti l’agricoltura e il mondo del credito. Il premio, di 5.000 euro, al netto degli oneri fiscali, sarà conferito, entro il 31 marzo, da una Commissione valutatrice composta da tre esperti. Per candidarsi occorre far pervenire alla segreteria del premio, presso l'Associazione Bancaria Italiana, Via delle Botteghe Oscure, 46, 00186 Roma, e-mail sg@abi.it, entro il 15 dicembre 2013, una domanda accompagnata da: due copie della tesi di laurea; una sintesi della tesi di laurea in lingua italiana o inglese, non superiore alle quattro cartelle; un curriculum vitae, in lingua italiana o inglese, corredato dal certificato di laurea nel quale siano indicate le votazioni riportate nei singoli esami e nell'esame di laurea. Per info e bando: http://www.fondazionemariorava.eu/premio.php.
La Fondazione ITS Bio Campus, di cui Confagricoltura è parte, apre le porte ai giovani imprenditori agricoli e lo fa con un bando di selezione per il diploma di “Tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie, agroalimentari ed agroindustriali”, con particolare riferimento ai prodotti del “Made in Italy” ed al loro legame con il territorio. E’ una nuova iniziativa, riservata a soli 30 giovani, che potranno, dopo un biennio, acquisire un titolo di studio riconosciuto e spendibile a livello europeo. Il bando prevede la declinazione del corso in tre aree di specializzazione, per interpretare nel modo migliore le esigenze espresse dal contesto produttivo ed imprenditoriale di riferimento, e tutte riconducibili alla stessa figura nazionale: tecnico superiore per il controllo qualità; tecnico superiore per la preparazione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari; tecnico superiore per il marketing e la gestione dell’impresa agroalimentare. I requisiti per l’ammissione alle selezioni sono l’aver compiuto diciotto anni, essere in possesso del diploma di maturità quinquennale, avere delle competenze di base tecniche, informatiche e di lingua inglese. E’ un’opportunità molto interessante per i futuri allievi che, duran-
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te questo percorso innovativo di studio, potranno svolgere, per circa la metà del monte ore didattico complessivo, tirocini e stage in aziende del settore in Italia e all’estero. Per partecipare alle selezioni, occorre presentare una domanda scritta alla Fondazione ITS Bio Campus entro l’11 dicembre 2013 (info: anga@confagricoltura.it). “Offriamo un’occasione importante – sottolinea Raffaele Maria Maiorano, presidente dell’Anga – in un periodo come questo in cui la crisi dilaga. Oggi che calano sensibilmente le iscrizioni alle Università, aumentano invece, e non a sorpresa, gli iscritti agli istituti tecnici e alle facoltà di Scienze agrarie. Questo a dimostrazione che l’agricoltura costituisce un’opportunità concreta per tanti”. I conti sono presto fatti: meno di 59.000 sono le imprese agricole condotte da under 40, quindi c’è lo spazio, e pure ampio, per nuova forza giovane. Va tenuto anche presente che l’agricoltura è un settore anticiclico rispetto agli altri comparti economici. «È l’unico, infatti, che in questo periodo di forte crisi economica comunque ‘tiene’. Anche la nuova Politica Agricola Comune 2014-2020, per la prima volta, punta concretamente sui giovani e prevede diverse misure in loro favore. Giulia Callini
PROGETTO A PADOVA
Seminari sull’aggregazione delle giovani imprese Confagricoltura Padova, nel progetto per l’Imprenditoria giovanile, in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova, ha organizzato quattro seminari di approfondimento rivolti alle nuove leve agricole sul tema “Le reti d’impresa e l’aggregazione delle imprese agricole”. Il corso si propone di promuovere e sostenere l’aggregazione delle giovani imprese contro la crisi del mercato globale ed evidenziare i vantaggi che tale strumento presenta per il settore agricolo. La rete è un meccanismo per unirsi senza rinunciare alla propria autonomia imprenditoriale. Nel 2012 c’è stato boom delle “reti”, ciò a dimostrazione che tale mezzo funziona. “Se l’unione fa la forza, le reti d’impresa costituiscono lo strumento migliore per
l’aggregazione – ha detto il direttore di Confagricoltura Padova Renzo Cavestro -. Con l’andamento altalenante dei mercati, l’aumento dei costi della produzione e la tensione dei prezzi
delle materie prime, ‘fare squadra’ rappresenta per le aziende agricole padovane, un modo efficiente ed efficace per aumentare la propria redditività”. Sono intervenuti ai seminari anche esponenti del settore industriale per testimoniare che unire le proprie forze agevola le imprese ad acquisire fette più consistenti di mercato, battere la concorrenza e guardare a nuovi mercati, soprattutto esteri, a cui da soli ci si può difficilmente avvicinare. I giovani partecipanti a queste giornate seminariali sono stati molto interessati all'argomento, soddisfatti di aver acquisito maggior consapevolezza sullo strumento delle reti d’impresa per la crescita e lo sviluppo imprenditoriale.
OVER 60
di Elisabetta Tufarelli
Allegretti al vertice del Sindacato Pensionati illustra il documento del CUPLA “E’ necessario che al centro del dibattito politico, insieme all’economia, ai lavoratori, alle imprese, ci siano anche i pensionati. Non va dimenticato che in questi anni di crisi proprio noi pensionati siamo stati un fattore di stabilità sociale e di sostegno economico alle famiglie, ai giovani e all'intero Paese”. Lo ha detto il presidente del Cupla Bruno Allegretti, al vertice anche degli over 60 di Confagricoltura a proposito dell’articolato documento predisposto dal CUPLA ed inoltrato all’Onorevole Santelli - sottosegretario al Lavoro ed alle Politiche sociali del governo Letta - per fare il punto sulle condizioni economiche e sociali dei pensionati e chiedere adeguate politiche d’intervento nei loro confronti. “E’ tempo di cambiare – sottolinea Allegretti – .Siamo stati finora ripagati con l’indifferenza dai governi che si sono succeduti con misure di rigore eccessive e non eque”. Le crescenti difficoltà che questa categoria di cittadini si trova ad affrontare - secondo il CUPLA, il Comitato Unitario Nazionale dei Pensionati dei Lavoratori Autonomi, al quale aderiscono, oltre al sindacato di Confagricoltura, le Associazioni e i sindacati dei pensionati di Confartigianato, CNA, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Confcommercio e Confesercenti - sono
Bruno Allegretti
aggravate da pesanti iniquità alle quali è indispensabile trovare una soluzione immediata. “E necessario adeguare le pensioni al “reale” costo della vita, cancellando l’immotivata discriminazione che esiste tra i pensionati ex lavoratori autonomi e gli altri pensionati sugli assegni familiari, il cumulo della pensione ai superstiti con altri redditi. Il CUPLA, che associa complessivamente 2,5 milioni di iscritti in rappresentanza di 5 milioni di pensionati autonomi, è preoccupato per la situazione di estrema fragilità sotto il profilo economico e per l’allarmante segnale dato dalle ingiustificate disparità di trattamento di questa fascia della popolazione. Se poi si aggiungono
E’ INDUBBIO che il Sindacato Provinciale dei Pensionati di Confagricoltura abbia tra i suoi scopi anche quello di promuovere l’aggregazione e la socializzazione. “Con gli anni - spiega il presidente provinciale di Piacenza, Giovanni Merli - siamo diventati bravi a creare occasioni di svago, ad organizzare iniziative che possano essere interessanti ed arricchenti. In comitiva riusciamo a contenere, dato il momento, anche i costi. Siamo tornati da Praga, una città meravigliosa. Giusto un anno fa eravamo a Parigi ed ora iniziamo a pensare al soggiorno invernale”. 70| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
LA BONTÀ ELISIR DI LUNGA VITA Essere più buoni, regalare agli altri un po’ del proprio tempo riduce del 20% il rischio di mortalità. A svelarlo è una ricerca americana della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, pubblicata sulla rivista americana‘Psychology and Aging’ che sottolinea che fare solidarietà impedisce di cadere in depressione e chi è più felice – secondo lo studio - si mantiene anche più in forma. Si riduce anche, nei volontari ultra 50enni, del 40% il rischio di ipertensione. Fare volontariato migliora la vita anche secondo uno studio italiano realizzato dalla Fondazione Emanuela Zancan.
i diversi trattamenti introdotti dalla riforma Fornero per le lavoratrici autonome, rispetto a quelle dipendenti del settore privato, sui requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia, e più in generale la mancata previsione del regime agevolato per il riconoscimento della pensione anticipata per gli autonomi, si ha il quadro esaustivo di una situazione che abbiamo già denunciato da troppo tempo. “E’ importante che i governanti, i ministri e i politici capiscano – conclude il presidente del Cupla –che i pensionati, tutti insieme, con i propri valori, con le proprie identità e con le proprie certezze, sono già oggi e lo saranno sempre più in futuro, una categoria forte e coesa e non soltanto una condizione sociale da non considerare”.
Ricerca: il divorzio fa male ma solo agli uomini re le gambe costringe, infatti, il corpo a mantenere un certo equilibrio, rafforzando bacino, schiena e stomaco. Importante anche fare e mantenere amicizie, sviluppare relazioni fornisce sostegno emotivo che aiuta a gestire stress e fa sentire più amati. Consigliato anche il canto: riduce lo stress e scaccia via la depressione. Utile anche mangiare tre noci al giorno, per combattere l’invecchiamento e le malattie. Infine, non bisogna essere pessimisti, passare meno tempo davanti alla TV, fare controlli annuali sullo stato di salute, avere un animale da compagnia e … misurare il giro vita, che per gli uomini deve essere sotto i 94 cm, per le donne sotto gli 80.
Il divorzio fa male, ma solo agli uomini. E’ infatti il matrimonio l’elisir di lunga vita per i maschi; le donne invece, sposate o non, comunque sono destinate a vivere più a lungo. Ad allungare la vita sarebbe lo stress,perché essere impegnati e sotto pressione è più utile dell’essere troppo spensierati o pigri. Anche eventi particolarmente traumatici sono salutari e in grado di “regalare” qualche anno di vita in più, questo perché permettono di ritrovare un sano e naturale equilibrio. A sovvertire molti dei luoghi comuni è il Longevity Project, una ricerca USA, che documenta vite e vicende di un campione di 1500 persone dagli anni ‘20 ad ora. Lo studio è molto dettagliato e considera tutti gli avvenimenti dei soggetti esaminati, le storie familiari, le relazioni, i risultati scolastici, l’eventuale possesso di animali domestici, i successi o gli insuccessi lavorativi. La ricerca sostiene che lavorare troppo e
stressarsi non fa male alla salute, anzi. Essere preoccupati o ansiosi fa bene. Aspettarsi sempre il meglio, infatti, ci lascia impreparati di fronte agli aspetti negativi che, inevitabilmente, ci colpiranno. Essere in ansia aiuta a vivere meglio i momenti più belli. Chi si applica e fa carriera avrebbe la possibilità di vivere più a lungo, mentre andare a scuola prima accorcerebbe la vita. Ridurre il tempo passato all’asilo, diminuirebbe la fondamentale fase del gioco. Fare sport e attività fisica aiuta certo, ma se poi si smette, ogni beneficio andrà perso. Il punto fondamentale è fare dello sport dai 40 anni in su. Amare ed essere amati aiuta a vivere di più: non conta chi si ama, ma il sentimento, che deve essere un giusto connubio tra dare e ricevere. Ci sono anche rituali che aiuterebbero ad allungare la vita’. Come bere tè, perché ricco di antiossidanti. Oppure scendere dal letto su una gamba sola: alterna-
SANTORI A VERCELLI Al Living Garden di Cossato si è tenuta l’assemblea annuale deI sindacato pensionati di Confagricoltura Piemonte, organizzata dalla provincia di Vercelli e Biella, presieduta da Giovanni Giraudi. Angelo Santori, vicepresidente vicario del sindacato nazionale degli agricoltori confederali, ha parlato dei vecchi e nuovi problemi nelle pensioni e nella sanità. Un tema molto sentito dagli associati. PASQUALI A CREMONA Assemblea provinciale dei Pensionati di Confagricoltura Cremona, una realtà importante con 3.400 iscritti. Il presidente provinciale, Cesare Pasquali, ha fatto il punto sui molti fronti aperti. Presenti i vertici nazionali dell'organizzazione: il presidente Bruno Allegretti, il vice vicario e segretario generale Angelo Santori, il vice presidente per il Nord e leader provinciale Cesare Pasquali; il presidente della Libera, Antonio Piva, il vice vicario Maria Ausilia Bianchessi e il vice Giuseppe Lanzoni.
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CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli
Le clementine della non violenza
E' stata accoltellata e poi bruciata dall'exfidanzato quando era ancora viva, Fabiana Luzzi. Il massacro è avvenuto lo scorso maggio in un agrumeto a Corigliano Calabro. “Le clementine – ha detto l’ideatrice dell’iniziativa, Paola Granata, presidente di Confagricoltura Donna Calabria - vorrei diventassero un simbolo antiviolenza, in particolare quella di genere”.Le imprenditrici agricole di Confagricoltura Donna urlano a gran voce “no” alla violenza contro le donne e alla violenza di genere. E lo fanno in quattro città d'Italia offrendo mille chili di clementine. “In futuro contiamo di allargare questo progetto – continua Paola Granata - ad altre città con l’obiettivo di creare sul territorio una rete di solidarietà nazionale e una coscienza di collaborazione tra tutte le donne del Paese. Ad Asti le clementine antiviolenza sono state vendute alla Fiera regionale del Tartufo organizzata da Confagricoltura Donna Piemonte, insieme
all’associazione Donna Futuro Domani. “L’iniziativa – spiega la presidente di Confagricoltura Donna Piemonte, Maria Teresa Melchior – non è solo tesa a raccogliere fondi, ma soprattutto a sensibilizzare e tenere alta l’attenzione sul problema della violenza sulle donne. Solo con il coinvolgimento della società civile, si contribuirà al cambiamento culturale necessario per affermare il valore della dignità, dei diritti e della vita delle donne”. A Borghetto Santo Spirito (SV) Confagricoltura Donna Liguria, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne ha organizzato un banco di vendita delle clementine, che contribuirà al finanziamento dei centri antiviolenza. A Cosenza, le imprenditrici di Confagricoltura Donna Calabria, insieme alle volontarie del Centro Contro la Violenza alle Donne, saranno in piazza XI settembre. A Bologna Confagricoltura Donna Emilia Romagna in collaborazione con la Casa delle Donne, sarà il 30 novembre al Mercato della Terra. “ Il nostro obiettivo – ha detto Marina Di Muzio, presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna - è anche quello di affrontare anche temi a carattere sociale in un processo di rivalutazione del ruolo femminile e contro il femminicidio e le violenze di genere. C’è bisogno del coinvolgimento della società e dell’impegno e l’adesione di tutti, affinché la violenza maschile contro le donne diventi una violazione dei diritti umani”.
LA QUALITÀ è servita. È l’evento organizzato da Confagricoltura Donna Lombardia all’interno "BonTà", il salone delle eccellenze enogastronomiche regionali di Cremona. Dedicato alle produzioni agroalimentari lombarde e regionali italiane, l’evento è stato una competizione di prodotti di eccellenza legati al territorio d'origine: "Lombardia vs Piemonte". Esperti, ospiti e produttrici hanno condotto il seminario di degustazione, mettendo in risalto il rapporto con il territorio, le caratteristiche dei vari disciplinari e ciò che contraddistingue le produzioni a denominazione. Gabriella Poli, presidente dell'associazione femminile regionale lombarda ha presentato i prodotti 'made in Lombardia', mentre Maria Teresa Melchior, presidente di Confagricoltura Donna Piemonte, quelli della sua regione. 72| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
PIÛ DONNE NEL DIGITALE La mancanza di donne ai vertici delle aziende informatiche fa perdere 9 miliardi l'anno. Stereotipi, ambiente a forte predominanza maschile, fiducia in se stesse e capacità negoziale scarsa, difficoltà di conciliare vita privata e vita lavorativa; ma anche atteggiamento negativo verso la competizione e mancanza di modelli di riferimento nel settore. Sono questi i principali fattori che impediscono alle donne di essere le vere protagoniste del digitale. Eppure una presenza femminile nel settore pari a quella maschile, farebbe registrare al Pil europeo un incremento di circa 9 miliardi di euro l'anno. E' quanto emerge da uno studio della Commissione europea pubblicato il 3 ottobre, che mostra come le aziende informatiche con più donne ai posti di comando siano più redditizie del 35% e assicurino ai propri azionisti il 34% in più di utili rispetto a imprese omologhe “al maschile”. Dall'indagine risulta che il settore digitale impiega attualmente pochissime donne, che tendono ad abbandonare il settore a metà carriera e sono sottorappresentate nelle posizioni manageriali e di responsabilità più che in altri settori.
FISCO di Elisabetta Tufarelli
200 MILA UTENTI PER CAAF CONFAGRICOLTURA PENSIONATI
Un’assistenza fiscale di qualità “Lasciati guidare, la strada giusta per un’assistenza fiscale di qualità”. Questo è lo slogan del Caaf “Confagricoltura Pensionati srl”, il centro di assistenza fiscale del sistema confederale, che opera su tutto il territorio nazionale con più di 600 sedi territoriali e oltre 200.000 utenti. “Efficienza, affidabilità, completezza e risparmio – precisa il presidente Giandomenico Consalvo – sono le caratteristiche delle consulenze e dei servizi che offriamo alle imprese e ai cittadini. Supportiamo ed aiutiamo i contribuenti nei vari adempimenti fiscali”. Così, al centro fiscale di Confagricoltura, tutti possono rivolgersi per semplificare la propria vita e guadagnare tempo prezioso, invece di spenderlo in fila tra i vari uffici. Dal modello 730, alle dichiarazioni fiscali di ogni tipo; dalla dichiarazione che permette all’INPS la verifica dei presupposti per le pensioni agevolate vincolate al reddito (modello Red), a quella ISEE (indicatore della situazione economica equivalente fondamentale, ad esempio, per ottenere la riduzione delle tasse universitarie o l’iscrizione all’asilo nido e alle scuole. Fino al modello Unico, che contiene le dichiarazioni Irpef, Iva e al modello 770, riservato agli imprenditori. “Il nostro servizio, anzi direi il nostro ruolo – continua il presidente del Caaf – è prezioso non solo perché assistiamo gli utenti nel risolvere pratiche 74| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
sempre più complesse, ma anche perché con responsabilità e competenza avviciniamo ogni anno diverse centinaia di migliaia di persone, intercettando le loro necessità e le loro difficoltà. Le risolviamo, ma non ci limitiamo a questo. La nostra capacità di entrare in contatto con sempre più persone ci permette anche di diffondere i principi sindacali di Confagricoltura”. Ogni anno i centri di assistenza fiscale confederale, dal primo marzo al 31 maggio, sono prevalentemente occupati per le dichiarazioni dei redditi e ritirano diverse migliaia di 730 Giandomenico da altrettante Consalvo persone. Questa,
non solo è una dichiarazione dei redditi semplice da compilare, ma consente di ottenere rapidamente i rimborsi, che vengono riaccreditati direttamente sulla retribuzione o sulla pensione. Il cittadino decide se portare al Caaf il 730 precompilato – in questo caso il ritiro è gratuito – o portare la documentazione necessaria alla compilazione decidendo di avvalersi della consulenza del centro fiscale. Il Caaf compie le necessarie verifiche e, a meno di proroghe, invia la comunicazione dell’eventuale credito o debito del contribuente. Entro il 30 giugno, poi, il Centro di assistenza Fiscale trasmette le dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate e il contribuente dipendente riscuote, entro il mese di luglio, il rimborso o subisce la trattenuta. Nel caso dei pensionati, il tutto si posticipa di un mese. “Il nostro obiettivo – conclude Giandomenico Consalvo – è, nonostante i continui tagli alle prestazioni, la sempre maggior efficienza del nostro sistema, che garantisca la qualità dei servizi offerti e, proprio in virtù di questo, ci permetta di crescere ancora di più sul territorio”.
FORMAZIONE
CORSI ENAPRA ON LINE ED IN AULA
Si formano i manager delle reti d’impresa quindi il punto di riferimento, per la propria provincia e per quelle limitrofe e si accrediteranno nel sistema Confagricoltura come manager di rete. Il presente corso prevede una formazione in aula che si svolgerà a fine novembre a Bologna. Successivamente verrà realizzata
L’attenzione crescente di Confagricoltura per le reti d’impresa ha portato ad avviare, con il supporto dell’ente di formazione Enapra, un primo corsoonline per gli addetti delle strutture territoriali dell’Organizzazione in modo che possano fornire un’assistenza sempre più puntuale su questo fronte. Il corso ha interessato 53 dipendenti del sistema Confagricoltura, distribuiti su tutto il territorio nazionale. La formazione è stata articolata su due differenti livelli: uno base, rivolto a ciascuna sede territoriale; uno avanzato, rivolto a coloro che sul territorio vogliono assumere un ruolo nuovo, stimolante e certamente cruciale per molte delle iniziative che si stanno sviluppando e che vedono sempre più imprese avvicinarsi allo strumento della rete. A questo secondo percorso formativo si sono iscritti 26 addetti. Coloro che lo termineranno diventeranno
una seconda edizione del corso a Roma . «Per la prima volta Confagricoltura – ha commentato il suo direttore generale Luigi Mastrobuono - attraverso questo progetto, ha individuato e formato una figura nuova nell’ambito del suo sistema, attingendo dalle proprie risorse interne; crediamo in coloro che trovano nel cambiamento la motivazione per crescere loro stessi e l’Organizzazione».
Assistenza per i lavoratori stranieri Si stanno tenendo in questi giorni corsi di formazione su base interregionale finalizzati a fornire agli operatori del patronato Enapa una conoscenza più approfondita delle fonti normative e degli aspetti procedurali che regolano il complesso fenomeno immigratorio. Lo scopo che si vuole perseguire è quello di incrementare quantitativamente e qualitativamente il servizio di assistenza ai lavoratori immigrati, in particolare a quelli impiegati nelle aziende agricole. I lavoratori stranieri e le loro famiglie rappresentano una importante componente del lavoro agricolo subordinato e la fornitura di assistenza e servizi a questa tipologia di soggetti, rappresenta un importante volano non solo per il Patronato, ma per tutto il sistema servizi confederale, compresi quelli di nuova istituzione come Agrijob, l’agenzia di intermediazione di Confagricoltura. Del resto il ministero del Lavoro ha più volte rappresentato alle parti sociali che vuole governare il fenomeno immigratorio attraverso altri e più efficaci sistemi rispetto alle tradizionali quote di ingresso, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali di riferimento, al fine di garantire occupazione vera agli stranieri che entrano nel nostro Paese.
AGRITURISMO di Elisabetta Tufarelli
STAND DI AGRITURIST AD “AGRI@TOUR”
Il salone delle vacanze in campagna
AGRI@TOUR, il Salone professionale per tutte le aziende agrituristiche, ha appena chiuso i battenti della XII edizione, ad Arezzo. Un appuntamento abituale per gli operatori ed imperdibile per chi vuole progettare la sua nuova attività, migliorare le performance della propria azienda, ristrutturarla o impostare una nuova strategia di mercato. AGRI@TOUR è una manifestazione che è stata pensata ‘a tutto tondo’ per l’Agriturismo. Offre occasioni d’incontro per il mercato specialistico del settore, valorizza la cultura dell'ospitalità rurale, promuove l'aggiornamento tecnico e formativo, le tecnologie e le forniture. Il salone aretino dà anche l’opportunità di proporre l'offerta agrituristica italiana a qualificati operatori internazionali. Come in ogni edizione, con il suo stand, Agriturist è stata tra i protagonisti dell’evento. L’associazione ha avuto una presenza particolarmente incisiva nel calendario di appuntamenti convegnistici. Il presidente di Agriturist, Cosimo Melacca, è stato fra i relatori del convegno di apertura sul tema della Pac 2014-2020 e della sostenibilità economica ed ambientale dell’agricoltura multifunzionale. Oltre al conve78| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
gno “Combattere l’abusivismo per un turismo trasparente e le(g)ale” (di cui parliamo in un altro articolo n.d.r), numerosi incontri e il consueto programma di master. Amanti della campagna che apprezzano la qualità dell’accoglienza nelle strutture associate, e ‘aficionados’ al country life hanno potuto sfogliare la guida, conoscere di persona imprenditori agrituristici presenti nello stand di Agriturist ed iniziare a pianificare nuove mete per le vacanze. Secondo l'Istat il primo motivo di scelta dell’agriturismo per l’84% dei turisti italiani è il mangiar sano, mentre per
gli stranieri, nella stessa percentuale, è la tranquillità. L’offerta di settore, nel nostro Paese, è particolarmente vasta e le imprese agrituristiche sono in crescita. Delle 20mila aziende italiane, il 45,1% opera nel Nord Italia, il 34,4% nel Centro e il restante 20,5% nel Mezzogiorno. La Toscana resta la regione leader con 4.074 aziende agrituristiche, seguita dal Trentino Alto Adige con i suoi 3229 agriturismi, dal Veneto con 1222, quarto posto per la Lombardia con 1132 aziende. Buone anche le cifre del Sud: la Calabria conta 466 strutture e la Sicilia 457.
A Trapani Agriturismo 2.0 Il convegno “Agriturismo e ruralità – modello di sviluppo del territorio” di Trapani è stata l’occasione di un confronto e di un approfondimento sull’economia rurale e turistica siciliana. Il dibattito è spaziato dal futuro per l’agricoltura del territorio, al legame tre le aree urbanizzare e quelle rurali; dal legame economico e culturale tra città e campagna alle attrattive turistiche da proporre ai viaggiatori, sempre con grande attenzione allo sviluppo del territorio. “Agriturismo 2.0 e “un tavolo tecnico per l’integrazione normativa sul settore” sono le due proposte emerse dal convegno che per due giorni ha visto confrontarsi operatori siciliani del settore, con l’assessore alle Risorse agricole e alimentari della Regione Siciliana Dario Cartabellotta, il presidente Agriturist Cosimo Melacca. La prima questione che preoccupa gli operatori è il digital divide. “Occorre immaginare, insieme alle “smart cities” anche aree “rural smart” – osserva Fabio Bertolazzi, presidente di Confagricoltura e Agriturist Trapani – dove riuscire a coniugare l’intelligenza dei moderni sistemi informatici alla tradizione della terra, legata oltre alla produzione agricola e alla tutela ambientale, anche alla fruizione turistica”. Insomma in campagna il progresso informatico non può più attendere. E necessario portare la banda larga nelle campagne e nei borghi rurali. Necessaria anche la costituzione di una tavolo tecnico, informale per il momento, per sostenere la necessaria e costante trasformazione della normativa sull’ agriturismo.
CONVEGNO IN FIERA AD AREZZO
Turismo e abusivismo Incontro sul “Abusivismo nel turismo”, organizzato dalle due associazioni agrituristiche di Confagricoltura e Cia, Agriturist e Turismo Verde, nel quale sono intervenuti i presidenti Cosimo Melacca e Giuseppe Gandin, Barbara Casillo, direttore generale di Confindustria Alberghi, e Filippo Donati, presidente di Assohotel Confesercenti. Tutti d’accordo sulla necessità di iniziative concrete e controlli più severi per prevenire e tutelare gli operatori, stretti dalla concorrenza sleale di chi opera senza le necessarie autorizzazioni, non rispetta gli obblighi fiscali e previdenziali, offre servizi diversi
da quelli consentiti. Con la crisi il fenomeno dell’abusivismo turistico, particolarmente diffuso nelle zone rurali, è cresciuto ancora. Si offre ospitalità a prezzi stracciati, praticabili soltanto non rispettando le regole. C’è chi si autodefinisce agriturismo senza essere autorizzato all'esercizio di questa attività, chi ospita senza alcuna autorizzazione e chi offre servizi non previsti dall'autorizzazione di cui è in possesso. I controlli devono garantire la
legalità puntando soprattutto all’individuazione di chi elude qualsiasi adempimento. Pieno accordo anche nel sostenere che non si tratta di puntare il dito su una determinata tipologia ricettiva: “Tutte le organizzazioni di categoria - è stato detto devono collaborare con le autorità competenti per riuscire a restituire al mercato un’offerta trasparente e qualificata”.
A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E
CONSULENTI TECNICI PER DEFINIRE LA MIGLIORE SOLUZIONE AZIENDALE NETAFIM: la scelta oculata per la fertirrigazione a scelta del sistema di fertirrigazione – ricorda NETAFIM - dipende da molti fattori: il tipo di coltura, la tecnica agronomica, le disponibilità energetiche e le capacità d’investimento. Il primo criterio per una sua definizione può essere determinato daltipo di tecnica agronomica utilizzata, ossia se stiamo lavorando in pieno campo su suolo o su colture protette in fuori suolo in quanto diversa è la risposta dei substrati e diversa la capacità degli stessi di gestire eventuali eccessi di acqua e fertilizzante. Nel terreno è molto importante mantenere delle iniezioni proporzionali corrette, ossia distribuzioni del fertilizzante evitando eccessive concentrazioni o lun-
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ghi periodi di dilavamento. Il MIXRITE è lo strumento più semplice che può essere utilizzato a questo scopo; in grado di garantire un dosaggio costante indipendentemente da eventuali cambi di pressione o di portata del sistema. Re-
stando nel pieno campo, quando si ha l’esigenza di iniettare un maggior numero di soluzioni e una gestione automatica anche dei tempi o dei volumi dell’irrigazione lo strumento principe diventa il FERTIKIT. Se nel pieno campo siano però richieste prestazioni elevate di controllo dei valori d’iniezione la migliore soluzione è il NETAJET. Nato per soddisfare le esigenze del mercato del fuori suolo ben si adatta anche all’applicazione in pieno campo. I sistemi devono esser adeguati alla realtà aziendale e all’investimento, da qui la necessità di richiedere sempre la consulenza dei tecnici NETAFIM per definire insie me la migliore soluzione.
BUONO A SAPERSI...
SUCCESSO A MONTECATINI DEL FESTIVAL “FOOD & BOOK”
Libro e cibo binomio sensoriale l libro ed il cibo sono un binomio sensoriale perfetto. Non è solo un discorso di ricettari, di arte culinaria. L’intesa è più profonda, è cultura a 360 gradi; la rassegna “Food & Book” (il Festival del libro e della cultura gastronomica) alla sua prima edizione a Montecatini Terme (svoltasi dall’ 8 al 10 novembre) l’ha voluta scandagliare con cura, coinvolgendo scrittori e chef stellati. La kermesse nasce per iniziativa di una casa editrice specializzata sulle tematiche dell’agricoltura e dell’agroalimentare, che pubblica anche una rivista dedicata al mondo del libro. La rassegna si è svolta alle Terme del Testuccio, uno scenario suggestivo e che si presta magnificamente come habitat di libri, cibi e fornelli; ma anche all’ hotel Setten-
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trionale Esplanade per show cooking e dibattiti e poi in vari ristoranti della città, coinvolgendo anche la Scuola Alberghiera di Montecatini. Tutti gli operatori di Montecatini hanno compreso lo spirito dell’iniziativa, tanto che molti negozi hanno esposto prodotti agroalimentari e book nelle vetrine, tra la propria merce in esposizione. Anticipando così quell’incontro sensoriale e culturale atteso dai cittadini e dai turisti alle Terme e nelle altre prestigiose location deputate. Bruno Laluna, assessore alla Cultura del Comune di Montecatini, ha ricordato come la manifestazione sia intimamente connessa alla cultura. «Qualche anno fa - ha annotato - un ministro
sparò una frase infelice: “Con la cultura non si mangia”. Al contrario, l’Italia è invece unica perché fondata su questo valore». «L’obiettivo che ci siamo prefissi con “Food & Book” è quello – ha detto il direttore del Festival Sergio Auricchio – di far crescere la consapevolezza che oggi la cultura, sia che si esprima attraverso le pagine di un romanzo, o attraverso il racconto dell’origine dei prodotti utilizzati dagli chef per le loro ricette, è oggi l’asset più importante per il nostro Paese». 80| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
Banchi di assaggio, una mega biblioteca, laboratori artistici, visite guidate, performance teatral-musicali (in evidenza quello dell’attore Gino Manfredi tra poesia, musica e cibo). Ricca di appuntamenti, la kermesse è stata anche l’occasione per approfondire “il food talent” italiano, a cui ha dedicato un pregnante convegno Methos, che si occupa di modelli e format per lo sviluppo delle imprese; si è partiti dalla constatazione che l’Italia, pur essendo tra i primi paesi per export alimentare non centra appieno l’o-
Banchi di assaggio, biblioteca, show cooking, dibattiti ed a cena con scrittori e chef biettivo della leadership nelle classifiche mondiali. «L’export è una speranza fondamentale per molte aziende dell’eccellenza italiana – ha dichiarato la giornalista di Ansa Alessandra Moneti – Il made in Italy infatti attira e attira molto i consumatori del mondo. Prodotti come il vino italiano, ma anche più
ricercati come il tartufo bianco, sono forti attrattori di turismo enogastronomico. Per promuoverli e quindi per aprire nuovi e importanti mercati alle Pmi è fondamentale la ristorazione italiana all’estero». Da questa considerazione nasce il libro “Ci salveranno gli chef ” scritto da Moneti insieme a Denis Pantini (in corso di stampa a cura di Agra Editrice). «Abbiamo osservato che i mercati dove si esporta di più – spiega Moneti – sono quelli dei Paesi nei quali c’è maggiore presenza di ristorazione italiana». Appuntamenti con scrittori cult come Gaetano Cappelli che ha presentato il suo libro , finalista allo Strega, “Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi” (Marsilio). Non mancano nei libri dell’autore lucano, ed anche in quest’ultimo, riferimenti enogastronomici; come non ricordare “Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo” e “La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo”, a dimostrazione di come narrativa e food vadano a braccetto… Tra gli scrittori, Andrea Vitali, Marco Malvaldi, Franco Matteucci, Roberto Perrone, Mattia Torre, Valerio Varesi, Licia Granello; tra gli chef Alessandro Cecere (strepitose le sue alici fritte cucinate live), Chicco Cerea, Pino Cuttaia, Igles Corelli, Velia De Angelis (testimonial del cus cus all’italiana), Andy Luotto, Pierantonio Pirozzi e la giovane chef spagnola del ristorante Marzapane di Roma, Alba Esteve Ruiz. A proposito di Spagna, uno degli appuntamenti serali “A cena con lo Chef ” è stato dedicato a Quim Marquez Duran, cuoco del famoso mercato Boqueria a Barcellona che ha gemellato la cucina iberica a quella spagnola. Il tutto presso la Scuola Alberghiera che si rivela davvero centro didattico di eccellenza che forma le nuove leve. Gaetano Menna NOVEMBRE 2013| MONDO AGRICOLO |81
CAMPI SONORI di Gaetano Menna
IL COFANETTO DI MONI OVADIA E DEI REDIVIVI “STORMY SIX”
Benvenuti nel ghetto di Varsavia La rivolta del Ghetto di Varsavia - con gli abitanti che tennero testa ai nazisti per un mese, ribellandosi ai soprusi, alle massicce deportazioni verso il campo di sterminio di Treblinch – avvenne esattamente 70 anni fa; finì tragicamente, con l’annientamento degli ebrei e con la distruzione del ghetto più grande d’Europa. Moni Ovadia e Stormy Six hanno voluta dare memoria a quella sommossa con un recital che è poi diventato un cofanetto CD+DVD, “Benvenuti nel ghetto” (BTF), con packaging particolare ed accurata veste grafica. Una grande operazione di impegno storico e civile. La prima novità è il ritorno della storica formazione del folk-rock, attiva da
metà degli anni ’60, a 30 anni esatti di distanza dallo scioglimento. Non è casuale l’incontro con Ovadia. Negli anni ’70 gli Stormy Six e l’allora complesso di Ovadia “Gruppo Folk Internazionale” - assieme a molti altri nomi della scena musicale alternativa - si riunirono in una cooperativaetichetta discografica “L’orchestra” (che ha poi pubblicato tutti i dischi degli Stormy Six). Insomma un’amicizia ed una collaborazione antica che si è voluta rinsaldare con questo grande progetto; le 11 canzoni del disco, inedite e scritte per l’occasione, rievocano quella rivolta da diverse angolature. Il pezzo di apertura è una suggestiva riflessione preliminare sulla memoria, sulla sua capacità
di salvare eventi e persone dai morsi del tempo che genera i suoi figli e li divora. Colpiscono ed emozionano i testi ispirati ma anche il sound composito a cavallo tra folk/ rock/ canzone d’autore, arricchito dall’alchimia dei violini, delle chitarre, del mandolino. Con la presenza scenica, la recitazione, la voce di Ovadia, che interpreta pure i versi di Yiannis Ritsos: «È forse là, dove qualcuno resiste senza speranza, il luogo dove inizia la storia e la bellezza dell’uomo».
Roccaforte sonora tra le colline del Monferrato La band alessandrina dei Roccaforte muove i suoi primi passi nel ‘93. Il nome è ispirato dal luogo in cui era situata la prima sala prove: “Fortezza Rocca Civalieri”, un casolare circondato dalle colline del Monferrato. Tratto caratteristico, sin da subito, la ricerca accurata delle sonorità con un sound che non rientra in un genere definito, ma spazia. Esce ora il loro album “Sintesi” (www.roccaforte.it) che vuole essere una sorta di punto fermo (non di arrivo semmai di partenza)
vent’anni dopo. Il CD non è contraddittorio definirlo un’ “antologia di inediti”, perché in esso i Roccaforte rivisitano i brani più rappresentativi (tratti dai tre album precedenti) dandogli nuova vita, rendendoli davvero originali, nuovi. Si susseguono brani degli anni Novanta
LA BAND DEL FRATELLO MAURIZIO
Ricordando Massimo Urbani nel ventennale della scomparsa Nel ventennale della scomparsa di Massimo Urbani, eccezionale sassofonista jazz, il fratello Maurizio (anch’egli un virtuoso del sax) ne onora la memoria con un disco che pone in evidenza l’attualità e la vivacità della sua musica. Lo fa con la band che ha costituito con il pianista Federico Laterza - Animali Urbani - nel CD “No hunting” (Videoradio, la vivace etichetta del discografico Beppe Aleo); la sezione ritmica del quartetto è composta da Daniele Basirico e Alessandro Marzi. Molti gli ospiti tra cui il decano del sax Toni Formichella, i chitarristi Eddy Palermo e Luttle Berg. Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare Massimo Urbani dal vivo, a fine anni ’70, ai tempi del disco 82| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2013
come “Vetrine” e “Giubbotto in pelle nera”; e poi pezzi importanti per i premi ricevuti come “20 mq di libertà”, ma anche inediti come “Avatar” che apre il disco. È difficile fare sintesi per un gruppo eclettico che non ha confini e passa disinvoltamente da atmosfere metal a quelle pop-rock, dal progressive al funk, dall'alternative alla canzone d'autore, eppure ci riesce perfettamente smontando e rimontando il loro vissuto musicale. No hunting: non sparare sul sassofonista
“Invitation”, ed erano performance inimitabili. Maurizio, cresciuto artisticamente sulle orme del fratello, ripropone nell’album alcuni suoi brani inimitabili (“I got rock”, “A trane from the east”). La band è affiatata e si muove in ambito jazz, ma contaminandolo con il rock, il funky. Esegue grandi classici di Clifford Brown, Mal Waldron e John Coltrane (con una splendida esecuzione di “Resolution”). Incisive la title track scritta da Laterza (che firma anche le altre composizioni originali) e certe atmosfere latineggianti come “As vitrines” di Chico Buarque de Hollanda.
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