RAPPORTO DIGITALE • MANAGER RETE • B2B NORD AMERICA • ROME TABLE • PRECISION FARMING • AGRIFOOD SOSTENIBILE INCONTRI OLIVICOLI • FILIERA NOCI • PIATTAFORMA BIOMETANO • INVESTIRE IN MACEDONIA • CONTOTERZISTA DI DOMANI
Agricoltura digitale
Per AgroNetwork l’agrifood riparte dall’export
Precision farming accordi confederali con Netafim e Topcon
APP Confagricoltura: sempre connessi con l’informazione
Anno LXIX - n. 11 - Novembre 2018 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
L’ E D I T O R I A L E nnn
C
La cassetta degli attrezzi oltivare e produrre sempre di più ottimizzando le risorse, secondo criteri di sostenibilità economica, ambientale e sociale, gestire l’impresa attraverso nuovi modelli di business, per un miglioramento della qualità e un contenimento dei costi. Sono queste solo alcune delle possibilità che Confagricoltura sta mettendo a disposizione delle proprie aziende. A testimoniarlo sono i recenti accordi che abbiamo siglato a Bologna, presso l’Eima, dapprima con Netafim, leader israeliano nel mondo dei sistemi di irrigazione, e con Topcon Agriculture, società giapponese che sviluppa tecnologie e sistemi di agricoltura di precisione. Oggi l’utilizzo di strumenti capaci di acquisire e gestire i dati in modo rapido ed efficiente e tutte le applicazioni di digital e precision farming possono fare davvero la differenza per un’impresa. Questi due accordi strategici sono solo i primi di una serie che Confagricoltura si accinge a stipulare con altre società leader sia nel mondo dell’innovazione digitale e tecnologica, sia di altri settori, e rientrano all’interno di un progetto economico vero e proprio che verrà presentato nei prossimi mesi. Obiettivo è garantire alle imprese associate una dotazione di strumenti (di gestione e produzione) a condizioni agevolate per accrescere la propria competitività. Confagricoltura era presente anche a Ecomondo e agli Stati Generali della Green Economy a Rimini con una serie di iniziative e convegni per dare il proprio contributo sui temi dell’economia circolare, della sostenibilità e tutela dell’ambiente, della politica agricola comune, solo per citarne alcuni, e per confrontarsi con gli altri attori del settore. Produrre di più e meglio, tutelando l’ambiente, oggi non è solo un dovere di carattere etico o morale, ma è l’unico modo pensabile di fare business e di essere competitivi nel mercato globale. Occorre quindi riprogettare i processi di produzione in chiave green, attivando pratiche a minore impatto ambientale, investire in ricerca, sviluppo e digitalizzazione, secondo nuovi parametri. E tutto questo passa dall’innovazione, a cui è strettamente legato il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese. In questo momento storico, in cui le misure protezionistiche su cui sembrano ripiegare alcuni Paesi e i contorni ancora purtroppo indefiniti della Brexit che comunque è imminente - non esistono le condizioni più favorevoli. Confagricoltura vuole dotare le proprie imprese di una serie di strumenti, una vera e propria cassetta degli attrezzi, che consentirà loro di avere un vantaggio competitivo nei mercati esteri e di vincere le sfide che si prospettano all’orizzonte. Massimiliano Giansanti
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SOMMARIO L’EDITORIALE La cassetta degli attrezzi Massimiliano Giansanti................. 3 PRIMO PIANO AGRIFOOD In tutte le direzioni Gabriella Bechi........................... 6
ATTUALITÀ INCONTRI Verità carne Elisabetta Tufarelli.....................
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Insieme per creare valore G. B.......................................
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Crescita green Gaetano Menna.........................
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Non buttare gli scarti G. M......................................
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Piattaforma biometano G. M......................................
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ATTUALITÀ PRODOTTI Femminile plurale Elisabetta Tufarelli.....................
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Filiera noci Barbara Bertuzzi.......................
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Tessere la tela Paola Castello............................. 9
Direttore responsabile Gabriella Bechi
Italia enoica in Nord America Anna Gagliardi.........................
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Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI
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Fresh world Elisabetta Tufarelli.....................
FOCUS AGRICOLTURA DIGITALE Connessi con il mondo Gabriella Bechi......................... Agroalimentare online Gabriella Bechi.........................
Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it Ufficio Traffico Tel. +39 051.6575.842 impianti.edagricole@newbusinessmedia.it Stampa e diffusione a cura di New Business Media srl Via Eritrea 21, 20157 Milano Stampa: Faenza Group - Faenza (RA)
L’APP con la spiga Paola Castello...........................
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UNCAI NOTIZIE Le news dei contoterzisti.................................. 33
18 Rubriche
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Mappamondo Spagna olive.. . . . . . . . 30 EPS Blocco caccia.. . . . . . . . . . . . . . . . . 49 Organizzazione Belluno. . . . . . . . . . . . 50 Enapra Formazione olivicola. . . . . . . 56 Over 65 Assemblea pensionati.. . . . . 58 Agriturismo Conti della Torre.. . . . . . 60 Buono a sapersi Barbanera.. . . . . . . . 65
Confagricoltura
@Confagricoltura
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PRIMO PIANO AGRIFOOD
In tutte le direzioni 6 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
Incontro di AgroNetwork sulla vocazione all’export del made in Italy. Report di Nomisma, interventi di Todini, Emo Capodilista e Giansanti di Gabriella Bechi
L’
export dell’agrifood italiano ha ancora un grande margine di crescita. E se il forte appeal della dieta mediterranea e del made in Italy nel mondo è il vero punto di forza - a fronte di consumi nazionali per generi alimentari (243 miliardi nel 2017) in ripresa, ma ancora lontani dai livelli pre-crisi - la domanda estera è il cardine del settore. Nel 2017 il 24% del fatturato agroalimentare si deve all’export (era il 20% nel 2012), ma soprattutto lo scenario al 2022 lo vede consolidarsi non solo negli Stati Uniti con un tasso medio annuo di crescita stimato del +6,5% e in Germania del +4% (periodo 2017-2022), ma anche in alcuni mercati emergenti come la Cina (+12%) e la Corea del Sud (+8,5%). È quanto risulta da uno studio di Nomisma sulle potenzialità dell’agrifood made in Italy, presentato in occasione di “The italian food style: nuove terre, nuovi modelli”, terzo incontro di Agronetwork (associazione per l’agroindustria costituita da Confagricoltura, Università Luiss Guido Carli e Nomisma), con il contributo di Bnp Paribas. Così il futuro, secondo il nuovo indicatore “Italian Agrifood Mkt
Potential Index” di Nomisma (su variabili come redditi pro-capite, consumi alimentari, import agroalimentare, ruolo dei prodotti italiani e presenza di dazi e altre barriere agli scambi commerciali), «per il prossimo quinquennio, su 10 mercati target, 5 bandiera (consolidati) e 5 frontiera (emergenti) - spiega Denis Pantini, responsabile area Agroalimentare di Nomisma - vede un export ancora in crescita con in testa gli Stati Uniti a quota 100. Emerge poi che gli altri mercati con le maggiori potenzialità per l’agroalimentare nazionale sono la Germania (97) e la Cina (94). Seguono Canada (73), Giappone (72) e poi, distanziati, Polonia (52), Regno Unito (42), Corea del Sud (38), Australia (29) e Messico (15)». «Il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità dei mercati esteri», ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti aprendo i lavori del convegno. «I mercati esteri richiedono l’agrifood italiano (+3% nel primo semestre 2018) - ha spiegato Giansanti - ma al contempo si aspettano innovazione e capacità nella trasformazione da parte del-
Politiche di sostegno all’esportazione e strumenti (in)formativi le nostre imprese. Inoltre il futuro, grazie anche alle tecnologie digitali, vedrà per l’intero comparto aumentare la competitività e la trasparenza tramite una sempre maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse delle filiere». Giansanti ha ricordato come l’agricoltura e l’agroalimentare siano settori fondamentali per l’economia italiana (17% del Pil) e abbiano tenuto, nonostante la crisi, raggiungendo degli ottimi risultati proprio nell’export. «Ma i buoni risultati di questi anni - ha precisato - li dobbiamo alla capacità e all’autonomia delle imprese, non essendoci stata una strategia vera e propria di sistema da parte delle Istituzioni». «L’agroalimentare all’estero - ha osservato la presidente di AgroNetwork Luisa Todini - ha un mercato di oltre 40 miliardi di euro, con una crescita continua che
Todini, Giansanti e Rossi
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va dal 6% dello scorso anno al 3% di quello in corso. Due terzi dell’export (67%) rimane in Europa, il 7% va nei Paesi europei non UE, il 10% negli USA ed in Canada, il 7% in Asia, il 3% in Medio Oriente e solo il 6% in Africa e America Latina. Occorre lavorare in questa direzione e chiamare il governo a fare maggiore sistema». Nonostante la crescita, infatti, secondo AgroNetwork rimane ancora molto da fare per sfruttare appieno le potenzialità dell’agrifood made in Italy: oggi esportano solo 4,5 aziende su 10, ed alcuni Paesi di frontiera non vedono una sufficiente presenza italiana. Rimane poi la concorrenza sul piano distributivo, dove l’Italia sconta un grande ritardo non avendo i mezzi Emo Capodilista, Rebecchini, Rossi, Magnoni, Maccioni
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di Francia, Germania, UK e USA. «Il settore agroalimentare ha una posizione rilevante nell’attività di Simest a sostegno della competitività delle aziende italiane nel mondo - ha affermato il presidente Salvatore Rebecchini -. Abbiamo negli anni acquisito 62 partecipazioni in aziende del settore, con progetti di sviluppo in quattro continenti, per un investimento complessivo pari a circa 170 milioni di euro». Dopo l’intervento del responsabile dell’Ufficio Agroalimentare ICE Guido Magnoni - che ha ricordato tutte le iniziative del programma promozionale - al convegno hanno portato la loro testimonianza gli imprenditori Alfredo Pratolongo (Heineken), Annibale Pancrazio (Pancrazio Spa) e Guido Folonari (Philarmonica). Sara Farnetti, specialista in Medicina interna e Fisiopatologa della nutrizione e del metabolismo ha illustrato i nuovi modelli nutrizionali, al fine di meglio comprendere cosa potrà chiedere il mercato internazionale al nostro Paese, anche in termini di salute. «Dobbiamo cominciare a pensare alla salute in termini circolari - ha spiegato - con l’obiettivo di vivere a lungo e sani. Non esistono cibi della longevità, né cibi amuleto, ma solo cibi “funzionali”. E i prodotti del made in Italy hanno tutte le caratteristiche per esserlo. Tra
Nonostante la crisi l’export ha tenuto. Lavorare per crescere produttori agricoli, trasformatori, consumatori e medici il dialogo deve trarre il massimo vantaggio in termini di salute». Il segretario generale di AgroNetwork Daniele Rossi ha sostenuto: «La limitatezza delle risorse; la ridotta dimensione economica delle imprese; la crescente complessità delle conoscenze necessarie per l’esercizio imprenditoriale e per penetrare all’estero; la prevalenza di una cultura conservativa, a volte resistente alle innovazioni richieste dai mercati degli altri Paesi, inducono a raccomandare politiche di sostegno ancora più incisive e comprensive di una pluralità di strumenti, da quelli informativi e di scouting a quelli finanziari, fino a quelli regolativi e societari». «La strategia di Confagricoltura in termini d’innovazione per l’estero - ha concluso Giordano Emo Capodilista, componente di giunta - parte dal presupposto che il vantaggio competitivo sia lo stimolo più forte per facilitare l’adozione di strumenti d’esportazione ed internazionalizzazione da parte delle nostre aziende, anche attraverso la cooperazione tra i diversi attori della filiera, i processi di formazione e trasferimento di conoscenza, l’azione sinergica degli operatori istituzionali». nnn
Tessere la tela Incontro a Roma dei manager di rete. In crescita il numero dei network in agricoltura di Paola Castello
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l 6 novembre scorso si è svolto a Palazzo della Valle l’incontro dei manager di Rete di Confagricoltura, organizzato dall’Area Legale e Reti di Impresa di Confagricoltura. La Confederazione lavora alle “Reti” da diversi anni ormai, fortemente convinta della bontà dello strumento e delle opportunità che il contratto di rete offre per superare la frammentazione del nostro sistema produttivo. L’appuntamento romano, che ha riunito la task force confederale per le reti di impresa è stato innanzitutto l’occasione per un aggiornamento normativo a cura di Maria Cristina D’Arienzo, responsabile delle Reti d’impresa di Confagricoltura nazionale. Oltre che degli approfondimenti normativi ed operativi, si è parlato anche di alcune reti già esistenti e supportate da Confagricoltura, per rilevare le diverse esigenze tecnico-normative provenienti dal tessuto imprenditoriale. Gli oltre trenta manager di rete di Confagricoltura presenti hanno confrontato le diverse esperienze territoriali, presentando specifici contratti di rete, per condividere soprattutto le best practice e i modelli eventualmente replicabili in altri territori. Una giornata quindi di aggiornamento, approfondimento e condivisione delle esperienze, perché Confa-
gricoltura intende proseguire il suo impegno su questo fronte. “Siamo convinti che, per crescere e aumentare la propria competitività, l’agroalimentare debba fare network, superando i confini tra i vari comparti. E il contratto di rete è lo strumento ideale per questo” - ha ricordato il direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino - “perché consente di fare massa critica, avere più potere contrattuale, razionalizzare i costi, accorciare la filiera, garantire lavoro trasparente, condividere idee e know-how: raggiungere insomma obiettivi che difficilmente potrebbero essere conseguiti da soli”. E i dati sembrano confermare questo. Secondo fonti di Confindustria (e dati elaborati da Franco Postorino
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Postorino: «L’Agrifood deve superare i confini tra i vari comparti» Unioncamere), infatti, il trend delle reti d’impresa è in costante crescita: a luglio 2018 le reti di impresa in Italia risultavano essere 4.776, con un coinvolgimento di 29.803 imprese in totale. Solo nella prima metà del 2018 si sono registrati 458 contratti di rete in più rispetto all’anno precedente, con altre nuove 6450 imprese coinvolte. Il 6 novembre ci si è confrontati anche su questa fotografia dello stato dell’arte delle reti di impresa in Italia, da cui risulta peraltro che le prime regioni per numero di contratti di rete sono Lazio, Lombardia e Veneto, seguite da Campania, Toscana, Emilia Romagna e Puglia.
to della quota di reti di impresa relativa al settore dell’agri“Made in Rete” coltura: crescono infatti le reti promuove e coordina in agricoltura rispetto alle rilecollaborazioni tra imprese vazioni degli anni precedenti e in confronto agli altri settori Un altro aspetto interessante produttivi, segno che questa tiche emerge dai dati è l’aumen- pologia di aggregazione è pati-
colarmente adatta alle imprese agroalimentari che ne intuiscono il valore e la funzionalità. Ed è stato proprio intuendo le potenzialità di tutto questo che Confagricoltura ha dato vita, nel 2016, a “Made in rete”, un’associazione per favorire, promuovere e coordinare la collaborazione tra le imprese, per diffondere la cultura dell’aggregazione e creare nuove reti d’impresa. “Made in rete” riunisce imprese agricole, alimentari, agroalimentari e agroindustriali che hanno già formato una “Rete” o che intendono formarla, fornendo consulenza contrattuale e supportando le aziende nello sviluppo dei loro progetti. Anche se sul fronte normativo, su quello del numero di Reti e del coinvolgimento delle imprese, nonché sull’efficacia dei contratti di rete, sono stati già conseguiti risultati molto positivi, l’evoluzione non si ferma e, grazie alla task force di Confagricoltura, prosegue il processo legislativo in cui Confederazione ancora una volta è impegnata in prima linea, per affinare lo strumento e renderlo sempre più efficiente. Un orizzonte imprenditoriale, quello delle reti, in continua crescita e che nell’odierno contesto globale, risulta essere una formula vincente per essere più competitivi. nnn
MACEDONIA CERCA INVESTITORI STRANIERI
La Repubblica di Macedonia cerca imprenditori agricoli che investano risorse nel Paese aprendo aziende agricole o avviando partnership nel settore primario. Un’opportunità offerta nell’incontro che si è svolto a Mestre tra il presidente di Confagricoltura Veneto Lodovico Giustiniani,il ministro dell’Agricoltura della Macedonia Ljupcho Nikolovski ed il consigliere per gli investimenti esteri Ljube Boskoski. All’incontro, presso la sede della Confagricoltura regionale, erano presenti numerosi imprenditori agricoli veneti. Nikolovski ha spiegato che, attraverso bandi specifici, verranno offerti terreni statali (il governo dispone dell’80% dei terreni agricoli del Paese) in affitto agevolato con contratti dai 15 ai 70 anni, in base alla tipologia delle colture, a fronte di investimenti nel settore agricolo che possano anche favorire un incentivo all’occupazione, con assunzione di giovani in ambito locale. Il clima si presta molto a coltivazione di ortofrutta, seminativi, ma anche alla viticoltura. Anche gli allevamenti godono di un buon livello di sviluppo, da quello bovino a quello avicolo. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 11
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Italia enoica in Nord America 12 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
Doppia missione di ConfagriPromotion in Canada e Stati Uniti, con incontri d’affari e supporto formativo per le aziende vinitivinicole di Anna Gagliardi
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saltare la ricchezza del nostro patrimonio enologico e farlo conoscere al mondo favorendo gli scambi commerciali è uno degli obiettivi delle attività di Confagricoltura mirate alle aziende vitivinicole. La recente appro-
Aziende avviano intese con buyer, per futuri scambi commerciali vazione dei progetti per il 2019, che consolida il successo del lavoro di questi anni, consente di continuare il percorso in questa direzione, con nuovi eventi di promozione internazionale, attività di incoming, missioni e B2B nell’ambito dell’OCM vino su mercati emergenti e non solo. Nell’ottobre scorso l’attenzione di ConfagriPromotion si è focalizzata su Canada e Stati Uniti, due dei più interessanti Paesi inseriti nel programma OCM 2018 (gli USA sono anche il primo mercato al mondo per il vino italiano), con una doppia missione a Toronto e a Boston. In Ontario erano presenti sette aziende, in Massachusetts dieci, di varie regioni: dal Friuli alla Calabria, dal Piemonte alla Puglia. Un quadro poliedrico di vini: Falanghina, Barbera del Monferrato, Pinot Grigio del Collio, Bolgheri, Cirò, Refosco dal Peduncolo Rosso, Morellino
di Scansano, Albarossa, Primitivo di Manduria, Lugana, Valpolicella, Petit Verdot, Montepulciano d’Abruzzo, Aglianico, Bardolino e altri ancora. Un vero tesoro di biodiversità Made in Italy, ciascuno con una storia da raccontare. Affrontare il mercato canadese, in cui vige il regime di monopolio, richiede una preparazione ad hoc per le aziende che si affacciano per la prima volta o vogliono rafforzare la propria presenza su quella piazza, giudicata tra le migliori nel panorama internazionale. Per questo ConfagriPromotion organizza, e l’ha fatto anche questa volta, un’attività di supporto formativo alle imprese partecipanti, con uno specifico seminario di introduzione e preparazione al mercato candese. Alla formazione è seguita poi la visita a un negozio del monopolio LCBO (Liquor Control Board of Ontario), dove sono ospitati i vini destinati ai consumatori canadesi. Quello più particolare, a Toronto, B2B a Toronto
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L’incontro a Boston
è una vecchia stazione ferroviaria di cui è stata conservata la struttura architettonica, adattata e rinnovata alla nuova destinazione d’uso. I rappresentanti delle aziende italiane partecipanti alla missione di ConfagriPromotion - titolari o export manager - hanno anche potuto visitare alcune realtà vitivinicole nella zona delle Cascate del Niagara, dove le vigne sono coltivate prettamente in modo biologico. Realtà che per dimensione e caratteristiche pedologiche sono distanti dalle nostre, ma che nel tempo hanno saputo conquistare la fiducia dei consumatori locali puntando sulla qualità e la salubrità del prodotto. E anche lì, come altrove, le attrezzature e la tecnologia in cantina sono italiane. Un’intera giornata è stata dedicata agli incontri B2B con i rappresentanti del commercio e della stampa (trade & press), permettendo alle cantine di fornire ampie informazioni sui vini e sui territori di origine, declinando anche l’aspetto turistico. In Canada, infatti, sono presenti numerosi gruppi di enoturisti alla ricerca di luoghi e vini di grande fascino:
Specifico seminario di preparazione al mercato canadese l’Italia, ovviamente, è tra le destinazioni internazionali di maggiore prestigio, grazie proprio alla ricchezza delle circa cinquecento produzioni tutelate, tra Doc, Docg e Igt e ai relativi paesaggi. La missione di Confagricoltura in Canada è stata ospitata dal Ge-
AZIENDE PRESENTI IN USA E CANADA
Colle Manora (Piemonte) Cormòns (Friuli Venezia Giulia) Casale della Ioria (Lazio) Enotria (Calabria), Tenuta La Fortezza (Campania) Poggio Le Volpi (Lazio) Tenuta Santi Giacomo e Filippo (Marche) La Corsa (Toscana) Tenuta Pescarina (Abruzzo).
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Enotria (Calabria) Tenuta La Fortezza (Campania) Masca del Tacco (Puglia) Tenuta Santi Giacomo e Filippo (Marche) Le Morette (Veneto) La Corsa (Toscana) Tenuta Pescarina (Abruzzo).
orge Brown College di Toronto, una scuola di alta specializzazione in cui la cultura enogastronomica, teorica e pratica, è parte integrante del processo formativo e del business. Dal Canada agli Stati Uniti: a Boston, nella capitale del Massachusetts, le aziende hanno partecipato alla giornata organizzata in esclusiva per ConfagriPromotion con la formula walk-around tasting. Si tratta di un cliché ampiamente diffuso nella zona, in base al quale le degustazioni non avvengono su appuntamenti prefissati, bensì con una formula libera. Ogni produttore ha avuto pertanto a disposizione una postazione per proporre le etichette in assaggio agli operatori trade & press modulando la presentazione in funzione dell’interesse specifico dell’interlocutore. Al rientro in Italia il bilancio è ampiamente positivo: alcune aziende hanno già avviato accordi di buon auspicio per futuri scambi commerciali. Questi sono gli elementi di stimolo a Confagricoltura, che da sempre si impegna nell’attività di internazionalizzazione e nell’export, accompagnando la crescita delle imprese agricole e dell’economia italiana. nnn
A “The Rome Table” 40 buyer stranieri hanno incontrato 120 aziende italiane dell’ortofrutta di Elisabetta Tufarelli
Su Confagricoltura.tv il video su “The Rome Table”
Fresh world
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a capitale d’Italia ha tutte le carte in regola per rilanciare incontri d’affari ed export di un prodotto di punta nazionale: l’ortofrutta. Lo ha dimostrato il successo “The Rome table”, la due giorni dedicata alla crescita delle esportazioni italiane di ortofrutta nel mondo. «La nostra ortofrutta ha rimarcato il vicepresidente di Confagricoltura, Nicola Cilento, intervenendo alla manifestazione insieme al direttore generale Franco Postorino - è uno dei più importanti simboli del made in Italy agroalimentare e merita di rafforzarsi sui mercati internazionali. E Roma, per le sue caratteristiche e la sua posizione, tra Eurasia, Africa e Medio Oriente, può diventare un importante polo di riferimento del commercio ortofrutticolo mondiale attraverso eventi specializzati sul business come questo». Organizzata dall’agenzia specializzata Omnibus con la partnership di Confagricoltura, Fruitimprese, Italia Ortofrutta Unione Nazionale, Italmercati e sostenuto da Euler Hermes, dal CAR (Cen-
tro Agro-alimentare Roma) e da Fedagromercati-Confcommercio, l’evento ha coinvolto, oltre ad una rappresentanza di imprese di settore, category manager di catene della GDO estera ed una trentina di importatori e rappresentanti di catene di supermercati provenienti da Austria, Croazia, Francia, Germania, Polonia, Spagna, Svezia, Regno Unito, Svizzera, per quanto riguarda l’Europa, e da Arabia Saudita/Emirati, Argentina, Brasile, Canada, Egitto e India. «Gli incontri b2b - ha sottolineato il vicepresidente di Confagricoltura - permettono, come abbiamo già sperimentato con successo a Palazzo della Valle per il vino, di avere appuntamenti privati e confidenziali, veri e propri incontri di business con operatori professionali di importanti aziende, con l’obiettivo di consolidare o avviare la propria presenza su tali mercati». Tra le produzioni più interessanti per i buyer presenti l’uva da tavola e i kiwi (verde, giallo e anche
rosso), insieme ad alcune varietà di ortaggi tipici del nostro Sud e del Lazio, come zucchine, melanzane e cavolfiori. Il format e la durata degli incontri, 20 minuti, insieme all’analisi della solidità finanziaria,certificate da Euler Hermes, che ha controllato anche l’ottimo profilo delle aziende italiane presenti hanno permesso contatti proficui ed opportunità di business. Particolarmente vocate all’export le imprese di Confagricoltura presenti: Ecofarm (Caltanissetta), Vittoria Tomatoes (Ragusa), OPAgrinsieme (Roma), Eurocirce (Latina), Civ e Mazzoni spa (Ferrara), Jingold spa (Cesena), Geofur (Verona), Sanifrutta soc agricola (Cuneo), Frigenti group (Salerno), Op Ventrone (Caserta), Spreafico (LC) e Peviani (PV). nnn
Nicola Cilento NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 15
F O C U S A G R I C O LT U R A D I G I TA L E
Connessi con il mondo “Rapporto su digitale” del CED. Accessi, prospettive, gap. Index, piattaforme, social media, e-commerce di Gabriella Bechi
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U
n essere umano su due è connesso con il mondo. Su una popolazione mondiale di 7,655 miliardi di abitanti, gli utenti Internet sono 4,176 mld, con un tasso di penetrazione del 55%. E’ il primo dato che emerge dal “Rapporto sul digitale”, realizzato dal Centro di Economia digitale e presentato a Roma il 13 di novembre. Un documento esaustivo, frutto della selezione e dell’integrazione di dati e analisi svolte dalle più autorevoli istituzioni e organizzazioni mondiali. “Il principale fattore economico nell’economia digitale è la conoscenza - ha detto il presidente del Centro Rosario Cerra - e il valore della conoscenza è legato tanto alla produzione di qualità
di dati e analisi, quanto e sempre più, in un mondo sovraccarico di informazioni, alla loro attenta selezione, alla loro esaustiva integrazione e personalizzazione e alla loro sensata comunicazione. Con questa logica abbiamo realizzato il Rapporto”. Tanti i dati interessanti, come quelli sui social media, usati nel mondo giornalmente da 3 persone su 4 e utilizzati attivamente da più dell’80% dei millennials. Facebook domina il settore. Snapchat è fortemente dipendente dal Nord America, fonte di più del 75% dei suoi ricavi, ed è il social network preferito dai teenagers. Instagram raddoppia i suoi utilizzatori attivi giornalieri in soli cinque mesi e guadagna posizioni nel settore pubblicitario. Le piattaforme digitali compaio-
In Italia sono online due italiani su tre. Leadership di Facebook no in molti settori e sfidano gli ex operatori storici. La chiave del successo è il collegamento immediato tra consumatori e creatori di contenuti. Insieme alla centralizzazione del punto di contatto utente; alla decentralizzazione della creazione di valore; alla semplicità di connessione. Spotify è il leader di mercato, con oltre il 40% dei ricavi di musica digitale. Netflix ha aumentato la propria base di utenti globali a 118 milioni di unità. Airbnb dovrebbe passare da 20.000 a circa 100 milioni di ospiti all’anno in meno di dieci anni. Uber è su strada in più di 450 città in 76 Paesi. E poi la situazione nel nostro Paese. Due italiani su tre sono online. Facebook conferma la propria leadership e il trend crescente con un +11% su base annua, con al secondo posto Instagram, che pure registra una crescita del 22%. L’Unione Europea ha sviluppato il DESI (Digital Economy and Society Index), un indice costruito su cinque aree tematiche e più di 30 indicatori per valutare lo stato dell’Agenda Digitale dei Paesi dell’Unione. L’Italia è
Distribuzione globale delle start up nel settore dell’IA. La partita sull’Intelligenza Artificiale si gioca tra USA, Cina, Europa e Israele. L’Europa paga la frammentazione nelle varie politiche nazionali
Penetrazione dell’e-commerce. L’Italia è 25 punti % sotto UK e 21 sotto la Germania
al 25° posto su 28 Paesi europei nel punteggio DESI complessivo del 2018. Per la connettività è al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l’uso di Internet al 27°, per l’integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°. Infine, la situazione delle aziene
Internet: tra le prime 20 aziende per capitalizzazione al mondo sono presenti solo compagnie americane e cinesi. L’Europa è la grande assente, con al primo posto, in quarta posizione, il Regno Unito (che con la Brexit non farà più parte della Ue). La partita sull’intelligenza artificiale si giocherà comunque tra USA, Cina, Israele ed Europa. nnn
GIANSANTI NEL BOARD DEL CED
Il Centro Economia Digitale (CED) nasce ad inizio 2017 da un’idea del suo presidente Rosario Cerra e dall’impegno diretto del preside della Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma prof. Giuseppe Ciccarone, del preside della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata prof. Giovanni Tria e del direttore del Dipartimento di Economia dell’Università Roma Tre prof.ssa Silvia Terzi. Fanno parte del board del Centro alcuni dei più importanti leader di pensiero italiani; tra questi il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Il Centro ha l’obiettivo di promuovere il tema dell’economia digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico assumendone un ruolo di primo piano. Il perimetro di azione del Centro è il dibattito internazionale e nazionale, sui temi dell’economia digitale, valutandone preventivamente opportunità e criticità. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 17
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Agroalimentare online Presidente Giansanti al convegno CED. Vanno colti benefici e opportunità della rivoluzione digitale di Gabriella Bechi
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l futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al convegno “Digitale: la sfida mondiale - Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell’Italia”, organizzato, a Roma, dal Centro Economia Digitale. “Il digitale, infatti, per la sua natura, per il tasso di innovazione e capacità trasformativa - ha spiegato Giansanti, che fa parte del board del CED - è il cuore dell’innovazione per le impre-
se. In futuro, grazie alle tecnologie digitali, l’intero comparto aumenterà la propria competitività e trasparenza tramite una maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse che vi operano (asset fisici, persone, informazioni, etc.)”. L’agricoltura 4.0, che oggi in Italia è una realtà, ha un mercato di 100 milioni di euro, il 2,5% di quello globale che vale 3,5 miliardi di euro; si avvale di 300 nuove soluzioni tecnologiche, dai sensori ai droni in campo, al packaging intelligente o attivo, utilizzate lungo tutta la filiera. Eppure c’è ancora molto da fare in questo campo, basti pensare che meno dell’1% della
Velocità connessioni: nella classifica mondiale Italia al 61° posto
superficie coltivata è gestita con queste soluzioni. “Alcuni dei punti critici del sistema - ha continuato il presidente di Confagricoltura - sono noti da tempo, ma di difficile superamento: la limitatezza delle risorse; la ridotta dimensione economica delle imprese; la crescente complessità delle conoscenze necessarie per l’esercizio agricolo; la prevalenza di innovazioni importate da altri settori e da altri Paesi.” La quota della spesa in ricerca e sviluppo nel 2013 risulta essere inferiore alla media europea sia in rapporto al PIL che procapite. A livello nazionale la spesa pubblica in ricerca e sviluppo è complessivamente diminuita negli anni 2008-2016, fatta eccezione per alcuni settori. Per agricoltura e ambiente è diminuita rispettivamente del 37,6% e del 46,2%. Nell’ambito di politiche agricole, inoltre, l’innovazione in agricoltura non emerge come una vera priorità strategica per i decisori politici del nostro Paese che, nel quadro dell’obiettivo “Europa 2020” stabilito dall’UE al 3%, ne ha fissato uno molto più modesto dell’1,53%.
Un altro grande ostacolo da superare è la scarsa di connessione a Internet nelle nostre campagne, dovuta alla mancanza di infrastrutture fisiche. In Italia solo il 4,4% della popolazione ha una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% in Ue) e solo il 41,7% a 30 Mbps (76% in Ue). Il grande volano dovrebbe essere il Piano strategico Banda ultra larga, lanciato dal Governo nel 2015, che prevede oltre 4 miliardi di euro per sostenere la copertura nelle aree bianche e interventi in aree grigie e a supporto della doman-
da. L’obiettivo è arrivare, entro il 2020, ad una copertura del 100% della popolazione con la rete almeno a 30 Mbps e l’85% con rete almeno 100 Mbps. Ancora peggiore il dato sulla velocità delle connessioni, dove il Paese si trova in coda alla classifica mondiale al 61° posto, con una velocità media delle connessioni a Internet (Mbps) pari a 9,2 mentre la Norvegia, al 2° posto nella classifica, ha una velocità media del 23,5 (fonte Akamai). La mancanza di copertura con la banda ultra larga delle aree rurali è un problema che limita la diffusione dell’agricoltura di precisione; ma che ha un’importanza fondamentale anche per la coesione sociale e territoriale. “La strategia di Confagricoltura in termini d’innovazione - ha concluso Giansanti - parte dal presupposto che il vantaggio competitivo sia lo stimolo più forte per facilitare l’adozione delle innovazioni da parte delle nostre aziende attraverso la cooperazione tra i diversi attori della filiera, i processi di formazione e il trasferimento di conoscenza.” nnn
Uno spaccato dei principali indicatori statistici italiani. Due italiani su tre sono online e più della metà utilizza regolarmente i social media
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L’APP con la spiga
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Sempre connessi con l’informazione di Confagricoltura
Il lancio di insetti utili per la gestione integrata delle specie nocive
di Paola Castello
E
ssere avvisati ogni volta che viene pubblicata una nuova notizia o un comunicato stampa che riguarda Confagricoltura? Essere informati in tempo reale di iniziative, eventi ed attività sindacali della Confederazione, nonché delle principali novità normative del settore agricolo? Oggi è possibile, sempre e con qualsiasi device, grazie alla nuova APP di Confagricoltura. Questa infatti è stata pensata per dare l’informazione on time e a tutti. Dopo una serie di test, a fine ottobre verrà stata licenziata la versione definitiva di Confagricoltura APP. Con una grafica che richiama in modo inconfondibile i colori di Confagricoltura e una fruizione intuitiva e pratica tale da consentire la navigazione da una sezione all’altra con grande facilità, l’APP di Confagricoltura si presenta come strumento prezioso e user friendly. Attraverso delle piccole icone si può navigare passando dai comunicati stampa, alle news pubbliche e alle news dal territorio. Inoltre, per chi è accreditato all’area riservata di Confagricoltura, c’è la possibilità di loggarsi ed accedere così da mobile a tutti i contenuti della intranet. Un aggiornamento quindi a 360° in ogni momento, con la possibilità di consultare anche documenti e circolari tecniche.
Disponibile su Apple store e su Google play store, è scaricabile da chiunque Con visualizzazioni differenziate a seconda se si è un utente comune o un dipendente di Confagricoltura accreditato all’area riservata, si ricevono le principali novità, news e iniziative. La Confederazione - che, è stata la prima tra le Organizzazioni agricole a realizzare un sito Internet - ha sempre posto grande attenzione all’innovazione tecnologica, nonché alla comunicazione. Coniugare quindi le nuove possibilità offerte dalla tecnologia con l’esigenza di informare è stato un passo naturale, per venire incontro ai nostri associati, ma anche a chi lavora per Confagricoltura e ha necessità di aggiornamenti tempestivi per svolgere al meglio la propria attività.
Attraverso un sistema di notifiche push che avvisa l’utente di ogni nuova pubblicazione, l’APP consente di raggiungere anche un pubblico molto più ampio ed eterogeneo, anche esterno al sistema confederale. Come tutte le APP, infatti, anche quella di Confagricoltura, è disponibile sull’Apple store e sul Google play store ed è scaricabile da chiunque, che sia un rappresentante di un dicastero, o un giornalista di settore, un socio o un cittadino comune; qualunque sia il pubblico, questo è uno strumento di informazione utile per chi vuole essere sempre aggiornato sul settore agroalimentare. Si tratta di un’importante semplificazione nell’ottica di una maggiore efficienza. Con una rivoluzione copernicana: è l’informazione a raggiungere l’utente e non più l’utente a doverla cercare. nnn
A MANTOVA CONFAGRI SIMULATOR
Al “Confagricoltura Mantova Village 2018” presso la Fiera Millenaria di Gonzaga ha attirato l’attenzione dei visitatori, sia grandi che piccoli, il “Confagricoltura Simulator”. Si tratta di una vera e propria postazione di gioco nella quale provare l’ebbrezza della guida di trattori, mietitrebbie e molti altri mezzi agricoli… Un modo innovativo e smart di avvicinarsi all’agricoltura. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 21
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Terza rivoluzione
Progetto confederale per le sfide dell’agricoltura che si evolve in chiave di precisione innovazione e digitalizzazione di Gabriella Bechi
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“S
emina precisione, raccogli dati, coltiva reddito”. Pochi ma incisivi motivi per puntare sull’agricoltura di precisione. Ma non solo: sulla ricerca, sull’innovazione, sulla digitalizzazione. Una scelta che Confagricoltura ha fatto in maniera convinta già da tempo, ma che ora si concretizza in un progetto economico che l’Organizzazione agricola metterà a disposizione dei propri associati, basato su accordi con partner leader a livello mondiale in questi
campi. “Per aumentare il sistema delle conoscenze che deve diventare una ricchezza comune”, come ha detto il presidente Massimiliano Giansanti. Un progetto nato per rispondere a una sfida. Oggi le terre coltivate nel mondo sono 1 miliardo e 826 milioni di ettari, nel 2030 scenderanno a 1 miliardo e 706 milioni di ettari Nel pianeta vivono 7,5 miliardi di persone che diventeranno 8,2 nel 2030. E la richiesta di prodotti agricoli praticamente raddoppierà. Dovremo dunque produrre di più, con meno terra e in manie-
ra più rispettosa dell’ambiente ed anche della collettività. Per rispondere a questa sfida c’è un unico modo: avvalersi dell’evoluzione tecnologica che in pochissimi anni ci ha fatto passare dal semplice telefonino, allo smarphone e che ormai è a supporto dell’agricoltura. Nell’adozione dell’agricoltura di precisione l’Italia non è indietro solo a competitor mondiali come gli Usa, ma anche a molti partner europei come Olanda, Germania, Francia e Spagna. E ciò è dovuto a molti fattori, come la superficie media aziendale - che è di 12 ettari, contro quella dell’Europa a 28, di 16 ettari (dati Eurostat) e degli Usa di circa 180 ettari e in aumento negli ultimi sette anni (dati “National Agricultural Statistics Service”) - o all’età dei conduttori (che, per il 50%, hanno più di 60 anni e, per il 22%, tra i 50 e i 59). Ma queste differenze non ci devono spaventare, perché l’agricoltura di precisione si basa proprio sulla conoscenza e sulla gestione delle differenze. Ci aspettiamo, inoltre, un’evoluzione dell’azienda agricola: imprenditori più giovani e preparati, maggior superficie aziendale, più accessibilità alle informazioni, una gestione più mirata di mezzi tec-
Gestione mirata risorse: l’agricoltura di precisione si muove in modo circolare nici e un’evoluzione della figura del contoterzista e dell’agronomo. L’agricoltura di precisione è un sistema di supporto alle decisioni aziendali che si muove in maniera circolare: dalla definizione delle strategie di coltivazione, alla distribuzione di mezzi tecnici a dosaggio differenziato, alla raccolta ed elaborazione dei dati, alle verifiche, fino all’individuazione dei fattori produttivi limitanti. Tutto ciò è in grado di portare benefici economici in termini di miglioramento della produzione, riduzione del tempo di utilizzo e dei costi delle macchine, diminuzione dei mezzi tecnici. Dopo la prima rivoluzione verde basata sulla meccanizzazione, che ha portato ad un aumento della superficie coltivata e dunque all’estensivizzazione, la seconda, centrata sullo sviluppo dei mezzi tecnici, ha condotto ad un aumento della produttività. Oggi siamo di fronte alla terza rivoluzione verde, che ha il suo fulcro nell’agricoltura di precisione, ovvero su una gestione mirata delle risorse, con l’obiettivo di una sempre maggiore sostenibilità, economica, ambientale e sociale. nnn
INCONTRO ALL’EIMA: SOFTWARE ARGENTINO PER L’AGROBUSINESS
Nuove tecnologie e digitalizzazione al centro dell’incontro, che si è svolto in Eima, del presidente Massimiliano Giansanti - insieme alla vicepresidente Elisabetta Falchi e alle componenti di giunta Diana Pallini e Giovanna Parmigiani - con una delegazione argentina della Agenzia per gli Investimenti e il Commercio Estero del Paese. Presenti il console argentino in Italia Cristian Delle Piane Rawson, il console aggiunto Daniela B. Jaite e i rappresentanti di Agrobit, società pioniera nell’offerta di soluzioni tecnologiche complete e specializzate per le agroindustrie, punto di riferimento nei software di gestione per aziende di ogni dimensione che vogliono crescere, accedere a più opportunità e essere più competitivi. Presentato ai rappresentanti di Confagricoltura un software di gestione integrale della catena dell’agrobusiness, dalla produzione al consumatore, accessibile e facile da usare, che integra tutte le aree aziendali, tra le quali: produzione, gestione dell’inventario, origine, tracciabilità, logistica, agro-alimentare, esportazione, CRM, gestione finanziaria, vendite, intelligence, acquisti e business. Un software internazionale, già disponibile in più di 150 Paesi. (G.B.) NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 23
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Irrigazione intelligente Confagri e Netafim firmano all’Eima l’accordo di partnership per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua
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l primo accordo del “Progetto economico” di Confagricoltura è quello siglato a Bologna, nell’ambito di Eima International, con Netafim, azienda nata più di cinquant’anni fa in Israele, leader nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie irrigue applicate all’agricoltura. Obiettivo della partnership favorire l’adozione e la diffusione dell’agricoltura sostenibile tra le aziende associate a Confagricoltura per ottimizzare
l’utilizzo dell’acqua. A firmare il protocollo d’intesa Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura, Ran Maidan ceo Netafim Ltd, Daniel Neves presidente di EMEA Division, Stefano Ballerini country manager Netafim Italia e Franco Postorino, direttore generale di Confagricoltura. Presente anche Ofer Sachs, Ambasciatore d’Israele in Italia. L’acqua è una delle risorse naturali che necessitano di maggiore attenzione al fine
Maidan: «Questo accordo esprime piena condivisione dei valori per lo sviluppo» precisione e del digital farming con lo sviluppo di DSS (Decision Support System) certificati. Grazie a questo sistema produttivo l’agricoltore è in grado di razionalizzare, monitorare, analizzare, controllare e ricevere consigli sulla coltura, per definire la miglior gestione irrigua. Questo accordo è strategico, in quanto esprime la piena condivisione di valori per lo sviluppo e la diffusione di tecniche innovative per l’utilizzo dell’acqua, anche tramite precision farming e, più in generale, di tecnologie digitali”. “Stiamo lavorando attivamente allo sviluppo di filiere moderne e sostenibili - ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - ed in quest’ottica promoviamo rapporti di collaborazione con player importanti, per favorire la crescita tecnologica delle imprese agricole italiane, migliorando la sostenibilità, ottimizzando
la produttività e riducendo i costi. Obiettivo finale è aumentare la competitività, che fa la differenza tra chi sta o non sta sul mercato. Sono felice di aver firmato il primo accordo con Netafim perché ad Israele riconosciamo grandi capacità e competenze”. “L’accordo di oggi è frutto dell’elevata capacità del sistema israeliano di produrre nuove tecnologie che ben si sposano con il mercato italiano e degli ottimi rapporti che vantiamo con Confagricoltura”, ha commentato l’Ambasciatore Sachs. Confagricoltura e Netafim si impegneranno assieme, tra l’altro, nella realizzazione di iniziative di tipo seminariale e convegnistico, in attività di formazione, divulgazione e assistenza tecnica degli imprenditori agricoli; daranno vita ad una rete di aziende agricole dimostrative; svilupperanno progetti di ricerca comuni con particolare riferimento a processi e colture innovative; organizzeranno centri di competenza nazionali e territoriali in grado di fornire informazione e assistenza tecnica alle imprese. (G. B.) nnn
di assicurarne la qualità e la quantità necessarie per i vari utilizzi. Per l’agricoltura l’acqua è indispensabile e l’85% del made in Italy agroalimentare è strettamente connesso al suo impiego. E l’irrigazione di precisione è l’approccio che offre agli agricoltori i mezzi per ottenere raccolti migliori per qualità e quantità con meno risorse. “Nata nel Kibbutz Hatzerim nel deserto del Negev, Netafim ha inventato l’irrigazione a goccia - ha ricordato l’amministratore delegato della multinazionale israeliana Ran Maidan -. Oggi puntiamo sullo sviluppo dell’irrigazione di NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 25
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Alta precisione All’Eima accordo di Confagricoltura con Topcon Agriculture per tecnologie e servizi personalizzati agli agricoltori
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ll’Eima di Bologna è stato sottoscritto anche un altro importante accordo che rientra nel progetto economico di Confagricoltura: quello con Topcon Agriculture, multinazionale che opera nella produzione e vendita di strumentazioni di rilievo e misura ad alta precisione per il settore agricolo, integrando high-precision hardware, software e data-management in un’unica ottica di servizi, offrendo soluzioni personalizzate alle aziende. A firmare il protocollo d’intesa Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura e Fabio Isaia, amministratore delegato Topcon Agricolture. Presente anche Marco Miserocchi, direttore agricoltura Topcon Italia. Un accordo strategico che ha l’obiettivo di mettere a disposizione degli agricoltori le più recenti tecnologie innovative digitali e di precision farming, nonché di sviluppare congiuntamente soluzioni avanzate per supportare l’intero processo decisionale dell’agricoltore.
Basti pensare che meno dell’1% della superficie coltivata è gestita in questo modo. L’agricoltura e la zootecnica di precisione e l’agricoltura digitale sono nuovi concetti di gestione, che si basano soprattutto sull’acquisizione di dati di produzione o vegetazione; informazioni fondamentali per il futuro dell’azienda agricola, che hanno effetti positivi sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale dell’impresa agricola e delle diverse produzioni: da una maggiore produttività al miglioramento della qualità, al contenimento dei costi; dalla riduzione dell’impatto ambientale a condizioni di lavoro più confortevoli. “Topcon Agriculture che è impegnata nel continuo sviluppo di tecnologie e metodologie mirate all’agricoltura di precisione e all’agricoltura 4.0, nel 2017 ha trasferito la sua sede mondiale in Italia, a Torino - ha sottolineato Fabio Isaia -. Questa scelta strategica, unica nel mondo del
Isaia: «Strategica nostra sede mondiale a Torino. Vicini ad aziende italiane»
Isaia e Giansanti
precision farming, è stata determinata dalla volontà di concentrare l’attenzione sulle specifiche esigenze dell’agricoltura italiana ed europea. Dal primo incontro ci siamo resi conto che i nostri obiettivi di sviluppo combaciavano con la visione di
Confagricoltura di un’agricoltura più evoluta e sostenibile, grazie a tecnologie che possono essere applicate, con gli opportuni adattamenti, alle imprese agricole del Vecchio continente”. “In futuro sempre più persone nel mondo andranno sfamate. Dovremo dunque produrre di più, rispettando l’ambiente: questa è la sfida che ci attende - ha commentato Massimiliano Gian-
santi -. In questo percorso l’innovazione rivestirà un ruolo determinante. Per tale motivo occorre favorire gli investimenti in ricerca e digitalizzazione in agricoltura. Sono le condizioni necessarie per garantire un futuro competitivo e sostenibile al settore. Ed in tale contesto, c’è la necessità, per le principali colture ed aree geografiche, di sviluppare soluzioni tecnologiche basate sulle reali esigenze tecniche e gestionali degli imprenditori agricoli”. Confagricoltura e Topcon si impegneranno assieme per promuovere i benefici derivanti dall’adozione di tecnologie di agricoltura e zootecnia di precisione, anche attraverso una rete di aziende agricole dimostrative; con l’informazione e la formazione dei tecnici che operano nel settore agricolo, l’assistenza alle imprese agricole, con particolare riferimento alle tecnologie e alla possibilità di finanziamento, lo sviluppo di progetti di ricerca comuni nell’ambito del digital farming. (G. B.) nnn
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Big data
La massa di informazioni resa disponibile dalle tecnologie intelligenti è uno strumento di lavoro importante in agricoltura. Convegno all’Eima
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e tecnologie digitali sono state tra le protagoniste di Eima International 2018 a Bologna, non soltanto per il varo del nuovo spazio fieristico tematico di “Eima Digital” - dedicato ai sistemi elettronici e informatici di precisione, ai software per la meccanica agricola, alle centraline di controllo e ai droni agricoli - ma anche per le tante iniziative culturali svolte, attraverso convegni, conferenze e lezioni. In particolare rilievo l’approfondimento sui big data e su come vengono utilizzati nel settore primario con il convegno “Dati & Agricoltura - più reddito, più efficienza, più tracciabilità”, promosso da Image Line.
I dati raccolti grazie alle nuove tecnologie digitali - ha sottolineato il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti aprendo i lavori dell’incontro - rendono disponibile una grande quantità di informazioni, fondamentali per ottimizzare le operazioni nei campi, gestire in maniera mirata le spese, tagliare gli sprechi di produzione. «I big data - ha spiegato Cristiano Spadoni, responsabile marketing Image Line - non sono solo tabelle di numeri, ma sono anche foto, immagini, video, email, scambi di messaggi sui social network, o condivisioni di informazioni tra macchine, per esempio fra trattori e attrezzature». Nel settore agricolo la massa
di informazioni resa disponibile dalle tecnologie intelligenti rappresenta uno strumento di lavoro sempre più importante sia nei Paesi più “meccanizzati” sia nelle regioni emergenti. Infatti, è proprio grazie a dati accurati e di immediata lettura che le imprese agricole riescono a ottimizzare le prestazioni produttive, raggiungendo i target prefissati. Il tema, sempre più saliente per il settore primario, trova grande attenzione presso gli operatori. «Già oggi il 40% delle aziende agricole impiega tecniche produttive ricadenti nell’ambito dell’agricoltura 4.0, mentre il 70% del campione - ha detto Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood presentando i risultati preliminari di uno studio condotto con il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Brescia - è comunque interessato ad utilizzare piattaforme integrate per la gestione dei dati e sistemi di supporto decisionale su smartphone ». Oltre alla raccolta delle informazioni, l’altra grande questione è quella rela-
«La vera sfida è quella di ridurre i costi della produzione agricola»
tiva all’interpretazione dei big data; cioè alla disponibilità di supporti tecnologici in grado di tradurre in strategie operative il linguaggio dei numeri. «Esistono tantissimi strumenti e piattaforme per la raccolta dei dati in agricoltura. In particolare ha spiegato Ivano Valmori, ceo di Image Line - penso alla piattaforme software online “Quaderno di Campagna” che, grazie
alla possibilità di organizzare le informazioni relative a tempi di lavorazione, macchine utilizzate, prodotti impiegati e agenti coinvolti, fornisce un valido supporto nella gestione delle aziende agricole». Oggi, e ancora di più negli anni a venire, la vera sfida è quella di ridurre i costi della produzione agricola; costi che - avverte Marco Zibordi, ceo di Horticultural Knowledge - sono in aumento. La risposta a questa sfida viene non solo dai big data e dall’intelligenza artificiale, ma anche dalla gestione remota dei servizi di assistenza alle macchine. Presto - ha chiarito Erik Hogerviorst, presidente di Climmar, associazione che riunisce i concessionari europei di macchine agricole - i dealer saranno in grado di gestire a distanza una vasta gamma di servizi sui mezzi meccanici. Insomma, secondo il presidente di Climmar, in un futuro non troppo lontano qualsiasi tipo di problema sarà gestito e risolto attraverso i processi digitali; l’intervento diretto dell’uomo non sarà più necessario. (G. M.) nnn
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M APPAMONDO
di Jordan Nash
Dazi e contromosse sulle olive spagnole
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er il settore olivicolo spagnolo l’imposizione, lo scorso luglio, di una tariffa doganale del 34,75% sull’importazione delle olive nere da tavola da parte delle autorità degli Stati Uniti è stato un duro colpo. In un settore che non aveva mai smesso di calcio, sodio, potassio e Ricercatori dell’Università della Tecnologia di Lappe- zinco. L’alimento che han- crescere, le vendite sono crollate. A parere enranta (LUT) e del Centro no prodotto è dal 50% al del Copa Cogeca, le di Ricerca Tecnica VVT del- 60% composto da proteiesportazioni spagnole ne; il resto sono carboila Finlandia hanno creato “cibo” senza carni né vege- drati e grassi. Questo ‘cibo’ negli USA sono scese tali. Unici ingredienti sono potrebbe essere utilizzato del 42,4% nel primo i batteri idrogeno-ossidanti, nei prodotti alimentari trimestre del 2018. La elettricità da pannelli sola- trasformati, ma in futuro contromossa di Dcoop, potrebbe contribuire a ri, una piccola quantità di leader mondiale nella acqua, l’anidride carbonica risolvere definitivamente produzione di olive da il problema della fame nel tavola e nella produzioestratta dall’aria, l’azoto e mondo. tracce di minerali come ne e commercializzazione di olio d’oliva confezionato e sfuso, è stata ACCORDO MAROCCO-GERMANIA PER LA SOSTENIBILITÀ rapidissima: si è unita Si rinsaldano i rapporti al ‘nemico’ acquisendo tra Marocco e Germania, il 20% di Bell-Carter, il che hanno firmato a più grande produttore Marrakech una convendi olive da tavola negli zione per azioni conStati Uniti e il secondo giunte per rafforzare la sostenibilità attraverso il più grande al mondo. In questo modo la spagnoCentro consultivo per l’agricoltura marocchino-tedesca (Cecama). L’accordo è stato siglato dal ministro dell’Agri- la Dcoop - 180 cooperative, principalmente in coltura Aziz Akhannouch, e dal ministro federale tedesco dell’Alimentazione e dell’Agricoltura Julia Klockner, Andalusia, Estremadura a margine dell’apertura della seconda Conferenza mon- e Castiglia-La Mancha, diale sulla salute animale (Oie) sulla “Resistenza antimi- con una produzione di 100 mila tonnellate crobica e sull’uso prudente degli agenti antimicrobici negli animali”, patrocinata dal re Mohammed VI. di olive e una media IN FINLANDIA RICERCHE SU PROTEINE SINTETICHE
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di 23mila tonnellate di olio - potrà inviare dalla Spagna olive verdi, oggi libere da tariffe, per trasformarle in olive nere in quel Paese, evitando in questo modo i dazi doganali. L’anno scorso la cooperativa aveva firmato un accordo con Pompeian Group, un importatore e produttore di olio d’oliva con sede a Baltimora: “Gli Stati Uniti sono un mercato importante. Siamo agricoltori - ha detto un portavoce - e vogliamo che i nostri prodotti vengano commercializzati in tutto il mondo”.
In Svizzera l’Emmental stagiona con il rock borazione con il produttore di formaggi Beat Wampfler. Il produttore ritiene che la musica abbia un ruolo importante nel processo di stagionatura del formaggio: “I batteri sostiene - sono responn’idea sabili della formazione originale arriva del gusto del formaggio, direttamente dalla con gli enzimi che inSvizzera. Per otto mesi fluenzano la maturazioalcune forme di Emmen- ne. Sono convinto che tal Muttenglück ‘ascolte- l’umidità, la temperatura ranno’ ininterrottamente o i nutrienti non siadiversi generi musicali, no le uniche cose che da “Il flauto magico” di influenzano il gusto, ma Mozart a diversi brani che suoni, ultrasuoni hip hop, oppure il suopossano anche avere no rock dei Led Zeppe- degli effetti fisici”. Come lin: insomma ad ogni piante e bestiame reagiforma la sua musica! scono positivamente alla D’altronde proprio la diffusione di certi suoni, musica è già stata utianche i batteri contenuti lizzata negli allevamenti nell’Emmental potrebbeper tranquillizzare gli ro trarre beneficio dalla animali e in certi tipi di presenza costante di un coltivazioni per aiutare sottofondo sonoro. In la crescita delle piante realtà non si sa cosa suced ora dal paesino di cederà. Per conoscere Burgdorf arriva l’espel’esito dell’esperimento rimento portato avanti, occorrerà aspettare la dallo scorso settembre, prossima primavera, da studenti e ricercatori quando i risultati sarandell’Alta scuola d’Arte di no presentati nel corso Berna (HKB), in colladi una degustazione.
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NELLE CAMPAGNE FRANCESI SI È SFIDUCIATI
Volatilità dei prezzi, rischi climatici e sanitari e perdita dei mercati di esportazione hanno portato a una grave mancanza di fiducia nella professione di agricoltore. La Francia ha perso più della metà delle sue aziende agricole in 25 anni. Fino al 1995 il Paese è stato il secondo esportatore mondiale, oggi è solo il sesto. A parere del presidente Emmanuel Macron, “l’agricoltura è un enorme atout economico, ma richiede un miglioramento urgente delle condizioni di vita degli attori”. Il cambio di metodo comporterà una remunerazione del lavoro degli agricoltori e una liberazione dalla dipendenza dagli aiuti pubblici. AGRICOLTORI INGLESI SUL DOPO BREXIT
Il presidente della National Farmers Union, Minette Batters ha sottolineato la necessità di una strategia alimentare globale che indichi una visione collaborativa del futuro del cibo in Gran Bretagna. “Serve una politica - ha detto che dia alla produzione alimentare e all’agricoltura nel Regno Unito un futuro solido. Occorre definire una chiara visione di dove vogliamo posizionarci post Brexit. Per fare questo abbiamo bisogno di un
piano proattivo che unisca agricoltori e industria alimentare, e costruisca un marchio basato sull’integrità e sugli standard del cibo britannico. I nostri futuri sono inestricabilmente legati e dovremo affrontare molte sfide comuni e urgenti nei mesi a venire“. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 31
L’A P E R T UR A
Eima 2018, un’edizione per sognare il contoterzista di domani In equilibrio tra ambiente e tecnologia, l’agricoltura ha bisogno di agromeccanici in grado di accelerare e favorire cambiamenti digitali e sostenibili
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entenne, perito elettronico, per caso è salito una volta su un trattore perché non cedeva a chi gli aveva detto che lì a bordo avrebbe trovato pane per i suoi denti. È questo il profilo del contoterzista di domani emerso da Eima 2018, un’edizione da sogno, con oltre 300 mila visitatori. Allo stand Uncai si sono presentati giovani con queste caratteristiche e desiderosi di costruirsi un futuro lavorativo su un trattore. Più esperti di informatica e meccanica che di agraria. “Un
segnale che interpretiamo positivamente: anche i non addetti ai lavori incominciano a capire che l’agricoltura è un equilibrio tra ambiente e tecnologia, raggiungibile solo con i giusti strumenti cognitivi”, è il commento del presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Aproniano Tassinari. Un’osservazione condivisa con parole diverse anche dal presidente di FederUnacoma, la federazione dei costruttori, Alessandro Malavolti, sottolineando come il settore della meccanica agricola stia “entrando nell’immaginario collettivo come un
UNCAI L’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali rappresenta e tutela su tutto il territorio nazionale imprenditori che lavorano per conto terzi nel settore agricolo e industriale. Presidente: Aproniano Tassinari www.contoterzisti.it
simbolo di progresso e di civiltà”. Il contoterzista vuole crescere in conoscenze e competenze ed Eima 2018 ha confermato la centralità del contoterzismo. “Sensoristica, Big Data, Internet delle cose (Internet of Things), satelliti, droni, una rinnovata consapevolezza ambientale e sociale. Siamo di fronte a una complessità utile, perché grazie agli strumenti digitali tutta la filiera può finalmente prendere decisioni più consapevoli rispetto al passato e integrare tra loro diverse figure professionali. Tra agronomi, ingegneri, chimici, informatici, agricoltori, meccanici, commerciali e banche, i contoterzisti sono i catalizzatori che favoriscono e accelerano il cambiamento necessario all’agricoltura italiana, un po’ vaso di coccio tra vasi di ferro, per garantirsi un futuro”. nnn NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | I
Intervista al nuovo contoterzismo
Screening dei terreni, servizi agromeccanici volanti, tracciabilità in campo, analisi dei costi e biologico. Da Eima 2018 tante idee per i nuovi contoterzisti 4.0
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n fiume di persone, tutte interessate. Lo si capiva già nei corridoi tra un padiglione e l’altro. Eima 2018 ha dedicato cinque splendide giornate alla meccanizzazione, ma anche all’evoluzione dell’agricoltura e di conseguenza del contoterzista. Durante la kermesse bolognese Uncai ha, così, chiesto al giornalista Sauro Angelini di mettersi sulle tracce di questi nuovi contoterzisti. Vediamo insieme chi sono e cosa pensano.
IL RISO, QUESTO SCONOSCIUTO Il primo contoterzista intervistato è stato Beppe Delsignore, risicoltore della provincia di Vercelli. Le telecamere di Agrilinea tv lo hanno raggiunto mentre ispezionava una mietitrebbia con cingoli di gomma. “Il cingolo distingue una mietitrebbia per risaia da quella II | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
tradizionale. Poiché si va su un terreno molto umido e argilloso ha bisogno di galleggiare”. Ci sono tanti tipi di riso: c’è quello da risotto, destinato al mercato interno, quello da insalata, quello da minestra e persino quello per il sushi e per i ristoranti giapponesi, oggi tanto di moda. “Occorre conoscere e informarsi sulle macchine e sui prodotti. Oggi alle macchine per la raccolta si chiede di essere sempre più potenti, ma anche di trattare bene il riso, perché non deve fessurarsi. Inoltre raccolgono numerose informazioni in campo, dando la possibilità all’operatore di intervenire in tempo se, per esempio, ci sono delle perdite. È importante fornire sempre un buon servizio all’agricoltore e creare insieme una filiera efficiente, dalla semina allo stoccaggio, alla commercializzazione”.
ZUCCHERO E TRACCIABILITÀ Dal riso alla barbabietola da zucchero, altro prodotto al centro dei riflettori nel 2018. Qui siamo di fronte a un dilemma logico. Prendiamo due dolci della tradizione. Entrambi squisiti. Il primo è stato realizzato con zucchero italiano, il secondo no. È giusto indicare l’origine dello zucchero in etichetta? Oppure non serve, trattandosi solo di zucchero? “Dalla risposta dipende la sopravvivenza della filiera saccarifera italiana”, ha detto il contoterzista padovano Renzo Giorio. Ad Eima non c’era una macchina per la raccolta delle barbabietole, forse perché i costruttori non credono nella filiera italiana dello zucchero. “Quest’anno ho scavato bietole su 500 ettari di terreni e non è mia intenzione abbandonare. La cooperativa di bieticoltori Coprob
ha investito molto negli zuccherifici di Pontelongo e Minerbio, nella bieticoltura 4.0 e nella tracciabilità in campo dello zucchero italiano. Le Istituzioni stanno sostenendo il comparto; con il lavoro e la tecnologia riusciremo a riprenderci dalla concorrenza di Francia e Germania”. VENDEMMIA PER CONTOTERZISTI SPRINT Il buon vino pugliese si sta facendo apprezzare a livello internazionale, anche grazie ai contoterzisti e allo loro macchine di precisione, parola di Nicola Salatino, presidente dei Contoterzisti della Puglia: “Trapiantatrice e palificazione a guida gps, potatura e vendemmia meccanica, ogni operazione è costantemente monitorata dai nuovi contoterzisti. Non solo. Oggi occorrono interventi sempre più rapidi e puntuali, perché si tende ad accorciare il periodo di vendemmia per ridurre i rischi del meteo. A queste condizioni il ruolo dei contoterzisti è diventato ancora più centrale”. VIVA IL POMODORO PURCHÉ BIO Al pomodoro, invece, non bastano le grandi macchine. Il contoterzista Roberto Tamburini, presidente Apimai Ravenna, lancia a Eima 2018 un allarme da prendere in seria considerazione. “Il prezzo del pomodoro non copre i costi di produzione. Solo con la coltivazione biologica può esserci un futuro”, avverte. “Fare un ettaro di pomodoro richiede almeno 7000 euro. Oggi il pomodoro convenzionale è liquidato a 79,5 euro/ton, mente il biologico a 130 euro. Se si fa biologico si può arrivare a guadagnare 2000 euro, con l’altro si rischia di rimetterci anche 1000 euro ogni ettaro”. Il nuovo contoterzista deve sempre ingegnarsi in una puntigliosa analisi dei costi per consigliare l’agricoltore: “Occorre smettere di fare il convenzionale e concentrarsi sul biologico, anche perché oggi ci sono varietà tolleranti alla peronospera e alla batteriosi e
attrezzi per il diserbo meccanico e di precisione efficaci, come sarchiatori ed erpici per operazioni leggere e veloci sui terreni”. IL TRATTORE DELL’ARIA Nel Casalasco, in provincia di Cremona, Rossano Remagni Buoli ha dato l’addio al trampolo. Oggi combatte la piralide del mais con il drone. “È economico, veloce e rispetta l’ambiente. Sorvola i campi degli agricoltori e distribuisce capsule con dentro un insetto che si ciba delle uova della piralide. Ne servono 250 per ettaro, ognuna copre un’area di 9,5 x 9,5 metri”. SERVIZI AGROMECCANICI VOLANTI Le lavorazioni con i droni potrebbero essere inseriti nei tariffari delle lavorazioni agromeccaniche. “Un drone richiede un investimento dieci volete inferiore rispetto alle trattrici scavallanti, alla portata anche di un piccolo agricoltore, ma la professionalità richiesta è quella di un contoterzista specializzato. Ogni missione di volo va studiata in anticipo. Occorre tracciare i confini del campo, programmare con un software i punti di distribuzione delle capsule. Prima di alzare il drone e dare il via alla missione, occorre innalzare la propria struttura professionale”. SCREENING AGROMECCANICI Giuliano Oldani rappresenta un centinaio di contoterzisti delle provincie di Milano, Lodi, Como e Varese. Come pochi vede stagliarsi all’orizzonte un nuovo contoterzista “digitale”, ma c’è ancora molto da fare: “Con i satellitari, i computer e sensori di vario tipo, facciamo uno screening agromeccanico dei terreni, delle coltivazioni e dei macchinari. La mole di dati che raccogliamo è tale che il nuovo contoterzista non può più pensare di fare tutto da solo. Deve interagire con chi sa interpretare i dati digitali raccolti, affinché gli agricoltori vi riconoscano un’opportunità concreta per rendere l’azienda più efficiente”. nnn
Salatino
Tamburini
Giorio
Remagni Buoli
Delsignore
Oldani NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | III
Intesa tra Uncai e Timac Agro Italia Obiettivo della collaborazione è la diffusione di pratiche agronomiche sempre più rispettose della “risorsa suolo”
U
ncai ha sottoscritto a Roma un protocollo d’intesa con Timac Agro Italia per promuovere tra i contoterzisti l’adozione di pratiche per un’agricoltura sostenibile. Timac Agro è leader nel settore dei fertilizzanti per l’agricoltura, sia convenzionale, sia biologica; a questo in anteprima mondiale a Fico il nuovo marchio del Gruppo proposito il 18 ottobre scorso di Bologna è stato presentato Roullier dedicato esclusivamente al biologico denominato Innovabio. Il Gruppo Roullier, grazie alla proprietà del più grande Centro di ricerche europeo sulla nutrizione vegetale e animale, porta avanti la ricerca e lo sviluppo costante di mezzi tecnici per un’agricoltura professionale e rispettosa dell’ambiente. Uncai ha trovato in Timac Agro il partner ideale per portare avanti una serie di attività che mirano alla diffusione della conoscenza dell’agricoltura sostenibile e alla sua applicazione attraverso una rete di tecnici specializzati in grado di risolvere ogni problema nutrizionale nelle coltivazioni. Dall’Eima di Bologna ha preso il via la campagna FederUnacoma per Condividendo, così, la medesima prevenire gli incidenti nell’uso dei mezzi meccanici. Sono quattro le attenzione per la risorsa suolo, azioni chiave per garantire maggiore sicurezza nel lavoro agricolo: Uncai e Timac Agro Italia han1) migliore utilizzo dei fondi pubblici per l’acquisto di macchine di no siglato un collaborazione che nuova generazione; 2) attuazione della legge sulla revisione obbli- ha, tra gli obiettivi, la riduzione dell’impatto della chimica sui gatoria dei mezzi meccanici più vecchi; 3) sorveglianza di mercato terreni, la realizzazione di proper impedire la commercializzazione di mezzi prodotti in Paesi che grammi di formazione incentrati non rispettano le norme di sicurezza europee; 4) formazione tecnica sulla corretta applicazione dei per gli operatori e diffusione di una cultura della sicurezza. La “Cam- fertilizzanti e delle tecniche di pagna Sicurezza” prevede l’utilizzo di vari strumenti, dalla pubblicità agricoltura di precisione e biosu carta stampata ai presidi web, dalla diffusione di documentari fil- logica, la creazione di una rete di aziende dimostrative, nonché mati all’attività di sportello per il pubblico degli operatori. di centri di competenza per dare assistenza alle imprese. nnn
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AT T U ALI TÀ INC ON T R I
Costituita associazione “O.I. Carni Bovine” Nell’interesse di filiera e consumatori. Impegno per informazione corretta e lotta a fake news di Elisabetta Tufarelli
Verità carne
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onfagricoltura insieme ad Assograssi, Fiesa-Confesercenti, CIA-Agricoltori Italiani, Copagri e Uniceb ha dato vita all’associazione “O.I. Carni BovineOICB”. Costituita nell’interesse dell’intera filiera, l’organismo ha tra i suoi scopi la tutela e la difesa dell’immagine del settore dalle notizie false o tendenziose, che spesso vengono diffuse e, nello stesso tempo, intende promuovere una assunzione consapevole delle proteine animali e la valorizzazione della zootecnia per la tutela dei territori rurali dalla desertificazione. Orientare correttamente sulle scelte alimentari da effettuare, in particolare sul consumo di carne bovina, è diventato fondamentale, da un lato per conservare le abitudini e le tradizioni alimentari degli italiani, dall’altro per proteggere un settore fondamentale dell’economia come la zootecnia D’altronde la carne, a parere del grande gastronomo Vincenzo Buonassisi,
è il cibo che detiene il primato assoluto per il numero di preparazioni, che superano le 150. E alcuni studi più recenti sottolineano come questo alimento, consumato all’interno di una sana e corretta dieta alimentare, permetta di mantenere la salute, sviluppare le attività cerebrali, contribuiendo alla crescita scheletrica e dei muscoli e incrementando la fertilità. La neo costituita O.I. Carni Bovine-OICB, è solo il primo importante passo, che tutti i nostri operatori della filiera attendevano da tempo, per realizzare una struttura centrale indispensabile per le scelte che dovranno essere prese per lo sviluppo, l’innovazione e il commercio di questo settore strategico per l’agroalimentare italiano. Il cuore operativo e propulsivo dell’associazione sarà rappresentato dagli operatori, dal momento che lo statuto di “O.I. Carni Bovine-OICB” prevede la costituzione di appositi comitati di prodotto, il cui compito
sarà quello di indicare le linee di indirizzo per la crescita del comparto. Questi comitati, costituiti da operatori del settore in rappresentanza degli associati, dovranno occuparsi delle questioni attinenti alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti di riferimento, con particolare attenzione ai processi di internazionalizzazione per l’accesso ai nuovi mercati. In questo senso esamineranno anche gli accordi, le procedure e le regole comuni, con l’obiettivo di abbattere i costi e migliorare le caratteristiche merceologiche, la logistica e le procedure di transazione. Con l’obiettivo che “O.I. Carni Bovine-OICB” diventi la massima espressione del settore, fulcro del dialogo tra tutti i rappresentanti della filiera, per rafforzare la volontà inclusiva dell’associazione, gli organismi che aderiranno saranno anche considerati, fino alla prima assemblea generale che si terrà entro febbraio, tra i soci promotori. nnn NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 37
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Insieme per creare valore Entrato nella fase operativa l’accordo tra Deoleo e Confagri. Incontri in Sicilia, Calabria e Puglia
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l protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso giugno tra Confagricoltura e Deoleo Spa è entrato nella fase operativa. Tre gli incontri, che si sono svolti in Sicilia, Calabria e Puglia, tra i dirigenti dell’azienda olearia, frantoi e produttori associati all’Organizzazione agricola, con l’obiettivo di illustrare finalità e modalità di applicazione dell’accordo. A Palermo era presente il componente di giunta Sandro Gambuzza con il presidente regionale Ettore Pottino; a Lametia Terme il vicepresidente Nicola Cilento e il presidente regionale Alberto Statti; a Bari il componente di giunta e presidente della Federazione regionale Donato Rossi ed il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Olivicoltura Pantaleo Greco. Gli incontri territoriali sono stati l’occasione per verificare i requisiti dei frantoi partecipanti alle attività per la prima annualità e per coinvolgere ulteriori operatori per
le annualità successive. Il protocollo prevede di avviare interventi diretti all’incremento dei mercati di sbocco per le produzioni olearie, con un contestuale miglioramento sia della produzione, sia della produttività a livello agricolo italiano; ma anche di implementare alcune caratteristiche qualitative dell’olio di oliva extravergine e la sostenibilità della sua produzione a condizioni mutualmente vantaggiose per tutti gli operatori della filiera. L’impegno sarà, quindi, quello di lavorare insieme per creare valore aggiunto nella filiera, attraverso azioni che puntino ad un aumento della produzione, della produttività, della qualità e della sostenibilità. Un protocollo che permette di introdurre un modello remunerativo per tutta la catena di produzione dell’olio; attenuando, da un lato la volatilità del mercato, e dall’altro migliorando l’efficienza e la competitività. E da una profit-
Obiettivo accordo: aumentare produttività, qualità e sostenibilità tabilità soddisfacente per ogni attore della filiera scaturisce la possibilità di lavorare insieme, come partner e non come controparti. “Stiamo lavorando per nuovi rapporti di filiera, puntando sulla condivisione degli obiettivi, in un’ottica interprofessionale - ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura -. Bisogna agire assieme con politiche di aggregazione ed integrazione a livello di comparto agricolo ed industriale, rafforzando l’export, rilanciando i consumi. Bisogna passare dalla competizione sui prodotti, alla competizione sulla soddisfazione dei bisogni del cliente”. “La produzione dell’olio di oliva destinato ad extravergine in Italia è notoriamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno dell’industria di trasformazione e del consumo - ha fatto notare Pierluigi Tosato, presidente e AD Carapelli Firenze SpA, gruppo Deoleo -. Inoltre, è ancora troppo bassa la percentuale di conferimento di materia prima in strutture aggregate che possano vantaggiosamente favorire una ordinata commercializzazione del prodotto; anche su promettenti mercati esteri, come gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina”. In Italia il comparto dell’olio di oliva confezionato crea, ogni anno, un surplus di bilancia commerciale di circa 114 miliardi di euro. Tra aziende ed indotto (packaging, macchinari, logistica), in Italia sono oltre 10mila i dipendenti del settore oleicolo. Deoleo, con i suoi brand, tra cui Bertolli, Carapelli e Sasso, è al primo posto nel settore olio di oliva in Italia, Spagna e Stati Uniti (fonte dati: Nielsen, dicembre 2017), con un valore netto delle vendite di 692 milioni di euro ed un volume di oltre 170 milioni di litri di olio. (G. B.) nnn NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 39
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Crescita green Presenza attiva quella di Confagri ad Ecomondo con uno stand vitale, i convegni ed i contributi al dibattito di Gaetano Menna
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a nostra missione è custodire e salvare l’ape italiana». Il cartello esposto sottolinea l’impegno della FAI (Federazione degli Apicoltori Italiani) che ha realizzato uno “spazio apistico” all’interno dello stand di Confagricoltura a Ecomondo, la manifestazione della Fiera di Rimini. Tantissimi visitatori hanno affollato lo stand confederale, affascinati anche dall’arnia “senza segreti” portata in Fiera e dalla possibilità di annusare - attraverso un apposito aspiratore posto su un particolare alveare - i “respiri dell’ape”. Un modo nuovo per scoprire l’apicoltura. Tra gli ospiti accolti, presso lo stand, anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a cui è stato
presentato il progetto dello sviluppo della bioeconomia circolare delle imprese di Confagricoltura e il progetto di biomonitoraggio “ApinCittà” che la FAI sta sviluppando in collaborazione con il Comando Generale dei Carabinieri Forestali. Gli apicoltori hanno voluto donare al ministro una riproduzione del quadro “Regina Mundi”, realizzato appositamente dall’artista cagliaritano Giampaolo Atzeni, che simboleggia l’ape regina, madre premurosa e ambasciatrice di sostenibilità. «Abbiamo voluto ricordare a Ecomondo - ha detto il presidente della FAI, Raffaele Cirone - l’azione che stiamo svolgendo di difesa e salvaguardia dell’Ape Ligustica. Anche l’opera d’arte presentata ci ricorda la bellezza, la laboriosità, l’u-
Progetto di sviluppo della bioeconomia delle imprese associate
nicità dell’ape autoctona italiana». Lo stand è stato senz’altro un punto nodale della presenza confederale in fiera. E, durante la manifestazione, la Confederazione è stata impegnata in varie iniziative al suo interno (avvalendosi, in varie occasioni, anche della preziosa collaborazione di Confagricoltura di Forlì-Cesena e Rimini) ed in molteplici appun-
tamenti convegnistici e dibattiti per approfondire tematiche di viva attualità per lo sviluppo ecosostenibile del settore primario e della società. Tre i convegni promossi dall’Organizzazione confederale: “Soluzioni smart ed innovative per ridurre lo spreco di packaging e aumentare la competitività nel settore agroalimentare” (in cui si è presentato il progetto europeo “Reinwaste”, di cui Confagricoltura è lead partner); “Economia Circolare ed Agrifood: nuovi modelli di business, opportunità per gli attori della filiera, riduzione e valorizzazione degli scarti agroalimentari”, organizzato da Confagricoltura, Federalimentare, il cluster Agrifood e il Comitato tecnico scientifico di Ecomondo (v. pag. 42, ndr); “Dal legno alla tavola: il ruolo del legno e derivati nella sostenibilità delle filiere agroalimentari (produzione forestale, filiere orticole, packaging, food contact, certificazione sostenibile, tracciabilità)”. Rappresentanti di Confagricoltura hanno partecipato quindi a molteplici seminari e incontri in cui hanno approfonditi i temi della green economy, la politica agricola comune, direttive europee rifiuti, piano energia e clima, biocombustibili per il trasporto, piattaforma biometano (v. pag. 43, ndr), economia circolare del fosforo e altri nutrienti. nnn
Ricordo di Concezio Gasbarro al convegno sul legno
Ezio Veggia agli “Stati Generali Green Economy”
SVILUPPO SOSTENIBILE E NUOVA PAC
Nel corso degli “Stati generali della Green economy” si è discusso pure dei maggiori impegni ambientali e per il clima a carico delle imprese previsti nella proposta di riforma della Pac. Però - ad avviso di Confagricoltura - è inaccettabile l’ipotesi di alzare l’asticella dei vincoli ambientali, riducendo al tempo stesso il sostegno alle imprese. «I comportamenti virtuosi richiesti agli agricoltori hanno un costo economico che si traduce in un handicap competitivo notevole rispetto alle imprese agricole extra-UE, dove tali vincoli sussistono in misura minima. Un aumento degli oneri dovrà essere accompagnato da un aumento degli incentivi per le imprese» NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 41
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Non buttare gli scarti
Convegno di Confagri ad Ecomondo su riuso alimentare, riduzione sprechi, merci deperibili, shelf life
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conomia circolare ed agrifood: se ne è discusso ad Ecomondo a Rimini, approfondendo i nuovi modelli di business, le opportunità per gli attori della filiera, la riduzione e la valorizzazione degli scarti agroalimentari. Il convegno è stato organizzato da Confagricoltura, Federalimentare, cluster Agrifood e comitato tecnico scientifico di Ecomondo. Si stima che entro il 2050 l’umanità consumerà ogni anno il doppio delle risorse che il Pianeta è in grado di produrre. Servono allora strategie che permettano di ottimizzare l’uso delle risorse naturali, producendo di più con meno. Va posto in essere un forte impegno per la ricerca e l’innovazione, pensando anche alle lunghe distanze che dovranno percorrere le merci. Bisogna allungare la shelf life del prodotto, far sì che non subisca attacchi biotici o si degradi durante il trasporto, mantenendo la sua qualità anche all’arrivo nei mercati di
destinazione più lontani. «In quest’ottica - ha detto la componente della giunta di Confagricoltura Giovanna Parmigiani - “sono fondamentali ricerca e innovazione tecnologica e digitale. Impegno anche sul web prevedendo nuovi canali e-commerce. Vanno riprogettati in chiave green i processi di produzione, utilizzando le migliori e più innovative tecniche agronomiche, le varietà più resilienti, le pratiche a minore impatto ambientale. Nel mix sostenibilità, competitività, innovazione, precision farming”. Una delle nuove sfide dell’economia circolare è quella del recupero, dalle acque reflue, del fosforo e dei nitrati, che possono essere trasformati in fertilizzanti. Si stima che il 22% della domanda globale di fosforo, una risorsa minerale limitata, potrebbe essere soddisfatta utilizzando acque reflue trattate. È pure emerso come sia fondamentale la valorizzazione di sottoprodotti oggi considerati rifiuti e scarti. Potranno essere trasformati e utilizzati per produrre mangimi e bioenergia, oppure incorporati nel suolo per aumentare il contenuto di materia organica dello stesso, migliorandone in questo modo la qualità. Sul fronte dei consumi, un forte impegno dovrà essere posto per la riduzione degli sprechi alimentari, tenendo conto che, in Italia, si sperperano quasi 13 miliardi di euro ogni anno in derrate alimentari che non vengono utilizzate. Bisogna promuovere stili di vita e consumi alimentari più consapevoli e sobri, procedendo sulla base di molteplici ‘R’: ripensare, ridefinire, ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare le risorse. “Dobbiamo fare in modo - ha concluso il presidente della Federazione Bioeconomia di Confagricoltura Ezio Veggia - che la sostenibilità economica e ambientale sia diffusa in modo capillare. Paradigma imprescindibile degli stili di vita, della società, dell’economia. Una rivoluzione in primo luogo culturale”. (G. M.) nnn
Convegno a Ecomondo forti aspettative sullo sviluppo del carburante da matrici agricole
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l tema del gas rinnovabile è perno centrale della strategia clima-energia europea e nazionale. Lo si è ribadito nel convegno organizzato a Ecomondo dalla Piattaforma Tecnologica Nazionale Biometano, coordinata da CIB (Consorzio Italiano Biogas) e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) e partecipata da Confagricoltura, Anigas, Assogasmetano, Fise-Assoambiente, Legambiente, NGV Italy, Utilitalia, Snam e Italian Exhibition Group. Nel convegno si è evidenziato come la strategia europea climaenergia ponga per il 2030 obiettivi ambiziosi, in vista di un traguardo al 2050 caratterizzato da uno scenario energetico a basso contenuto di carbonio. L’Italia, come gli altri stati membri, sarà chiamata a breve dall’UE a rendere nota la propria strategia di avvicinamento agli obiettivi comunitari. «La produzione di gas rinnovabile ha osservato Ezio Veggia per Confagricoltura - non è una bioenergia
come le altre, perché consente al settore primario di diventare da parte del proble-
Piattaforma biometano
ma del cambiamento climatico a parte imprescindibile della sua soluzione». La filiera del gas rinnovabile può generare ricadute positive sull’economia e sulla società: la produzione di biometano derivata da un’agricoltura sostenibile permetterebbe, ad esempio, di rilanciare l’occupazione nelle nostre campagne e di adottare pratiche diffuse di sequestro del carbonio nel terreno, con la conseguenza di abbattere le emissioni nette delle aziende agricole e di arricchire e proteggere il suolo coltivato grazie all’uso della fertilizzazione con il digestato e all’utilizzo dei doppi raccolti. «Se vogliamo conseguire il traguardo di un’economia a zero emissioni nette entro il 2050, dobbiamo considerare il biometano come un elemento chiave anche in termini di sostenibilità economica -
ha detto Piero Gattoni, presidente CIB -. A livello europeo, infatti, potremmo arrivare a produrre oltre 122 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile entro trent’anni; tale produzione ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione risparmiando fino a 138 miliardi di euro». «Le forti aspettative sullo sviluppo del biometano da matrici agricole rischiano però di essere drasticamente ridimensionate a causa di rigide interpretazioni del decreto biometano (DM 2 marzo 2018) emerse in questi mesi circa alcuni limiti sulla riconversione degli impianti esistenti - ha osservato Veggia -. È quanto mai concreto il rischio che proprio il settore agricolo, che in questi anni ha fortemente creduto nel biometano e lavorato per la definizione dell’attuale regime di incentivo, non sia messo in grado di sfruttare le potenzialità di crescita e l’esperienza acquisita sul biogas». (G. M.) nnn NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 43
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Femminile plurale Una storia di impresa familiare di successo, quella dell’azienda vitivinicola, olivicola e agrituristica “Buccia nera” ad Arezzo, tutta condotta al femminile
di Elisabetta Tufarelli
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emminile plurale coniugato da quattro donne: mamma Patrizia e tre figlie: Anastasia, Alessia e Roberta, che mandano avanti “Buccia Nera” un’impresa familiare situata nelle colline aretine, nata quasi un secolo fa. “Tutto è iniziato con il nonno di mio padre - racconta Anastasia Mancini - Amadio, che veniva soprannominato “il buccia nera” proprio per il colore scuro della sua pelle abbronzata dovuto alle giornate trascorse all’aperto nel vigneto. E’ nato così il nome della nostra azienda”. L’impresa familiare oggi conta 50 ettari di vigneti collocati in più appezzamenti aziendali, a 500 metri sul livello del mare. I terreni di medio impasto, ricchi di scheletro, arieggiati, ciottolosi, con abbondanza di ghiaia o argillosi conferiscono ai vini caratteristiche differenti. L’80% delle uve è Sangiovese e il restante 20% si divide
Le tre sorelle Mancini
tra Merlot, Ciliegiolo, Canaiolo, Cabernet Sauvignon, Trebbiano Toscano, Malvasia Nera, Grenache, Malvasia del Chianti, Grechetto, Sauvignon Blanc e Chardonnay. Nella cantina, che è stata realizzata nel 2002, si producono le etichette: PA’RO Toscana Rosso, Tenuta di Campriano Chianti, Guarniente, Sassocupo, Tenuta di Campriano Chianti Riserva, Tenuta di Campriano Toscana Rosso, Buccia Nera Merlot, Buccia Nera Syrah, Amadio, Camprianese, per i rossi e Tenuta di Campriano Toscana Bianco, PA’RO Toscana Bianco, Buccia Nera Chardonnay, Podere della Filandra Bianco, Donna Patrizia per i bianchi e il Vin Santo. Negli 11 ettari di oliveti vengono coltivate quattro varietà autoctone: il Moraiolo, il Frantoio, il Leccino e il Pendoli-
Coltivazione bio e sostenibile di uva, olive e dell’orto per l’attività agrituristica
Il futuro? “Senza dubbio - conclude Anastasia - continueremo a puntare sul biologico e sulla sostenibilità. Stiamo anche sviluppando progetti di enoturismo
attraverso i nostri contatti con l’estero e con gli ospiti stranieri che, tornando nei loro Paesi, diventano veri e propri ambasciatori dei nostri prodotti”. nnn
no da cui si ricava un particolare olio extravergine di oliva biologico, lavorato a bassa temperatura per conservarne le qualità. Lo slogan aziendale, non a caso, è “il cuore toscano”, che sottolinea il forte legame tra la famiglia ed il proprio territorio, la chiave del successo di questa impresa al femminile. “Esportiamo - sottolinea con orgoglio Anastasia Mancini - in tutta Europa, Usa, Asia e Australia”. In Toscana non poteva mancare l’agriturismo, ricavato nel grande casale in pietra che, nel passato, veniva utilizzato come abitazione dei mezzadri, stalle e fienili, che è stato puntualmente ristrutturato, utilizzando legni e pietre locali. “Quando si pensa alle aziende familiari, che sono l’ossatura dell’agricoltura e dell’economia italiane racconta l’imprenditrice - si parla della grande crisi del passaggio generazionale. Nel momento che è venuto a mancare improvvisamente nostro padre Roberto non è stato così. Ci aveva già introdotto nell’azienda e da sempre ci aveva reso partecipi della gestione lasciandoci molto libere di scegliere, fare ed innovare. Già nella fase d’inserimento abbiamo avuto modo di apprendere da lui conoscenze ed esperienze, ma non solo: ci ha dato continuamente la possibilità di mettere in pratica le nostre idee, lasciandoci anche sbagliare”. Le tre sorelle si sono divise i compiti seguendo le loro inclinazioni: Anastasia si interessa della parte commerciale in particolare del vino, Alessia si occupa dell’agriturismo e dell’olio extravergine e Roberta si dedica all’immagine e comunicazione. L’azienda, certificata bio nel 2002, è interamente dedita alla coltivazione biologica e sostenibile di uva, olive e dell’orto funzionale all’attività agrituristica. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 45
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Filiera noci Inaugurato nel forlivese stabilimento 4.0 di New Factor, preciso riferimento per i produttori di frutta secca. Tecnologie all’avanguardia e innovazione di Barbara Bertuzzi
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soddisfatto Alessandro Annibali, imprenditore vulcanico e lungimirante, che ha iniziato questa avventura venti anni fa, avviando per primo in Italia, nell’azienda agricola di famiglia a San Martino in Strada, nel Forlivese, la coltivazione intensiva, irrigua e meccanizzata delle migliori noci in guscio sul mercato, le Chandler (gheriglio bianchissimo, gusto delicato al miele, calibro grosso). Con il neo stabilimento 4.0 di New Factor, azienda romagnola che si occupa di lavorazione e commercializzazione di snack a base di frutta secca e disidratata, mette a segno un altro importante risultato, realizzando così un impianto all’avanguardia in cui confluiscono, ad oggi, tutte le noci prodotte nell’ambito del progetto di filie-
ra In-Noce, ideato da New Factor che ne è capofila insieme al colosso cooperativo Agrintesa e a nove aziende agricole. «New Factor e San Martino da anni credono e investono nella filiera della noce - spiega Alessandro Annibali, Ad New Factor e azienda agricola San Martino oltre che dirigente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini -. Il mercato è sempre più interessato al consumo della frutta secca e questo nuovo traguardo ci permetterà di essere ancora più competitivi. Con il nuovo stabilimento, daremo la possibilità alle imprese agricole emiliano romagnole, aderenti a New Factor e Agrintesa, di ricevere assistenza tecnica specializzata e le migliori risposte per la valorizzazione delle proprie noci. Dalla produzione alla lavorazione fino alla com-
mercializzazione, con un’idea di sistema, New Factor mette a disposizione la propria esperienza in tutte le fasi della filiera con un’ottica 4.0. Grazie all’impianto appena inaugurato il progetto In-Noce - che al momento conta 260 ettari coltivati delle varietà Chandler, Howard e Lara, con l’obiettivo di raggiungere 300 ettari impiantati entro il 2021 - diventa un vero punto di riferimento per il settore della nocicoltura». All’inaugurazione hanno partecipato anche i dirigenti di Con-
Progetto “In-Noce”: obiettivo 300 ettari impiantati entro 2021 fagricoltura. «C’è un frutteto che sta crescendo bene in regione: è quello delle noci di Romagna, di qualità ed elevato valore nutrizionale - ha dichiarato la presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Eugenia Bergamaschi -. La filiera delle Noci di Romagna è un bell’esempio di frutti-
coltura moderna e innovativa, che risponde ad una crescente domanda interna e riduce le importazioni; un modello di investimento pubblico-privato, che si staglia nel tessuto imprenditoriale locale creando sinergie con agricoltori e imprese cooperative. Questa produzione dagli alti standard qualitativi è in grado di garantire reddito ai produttori e si sviluppa in stretta connessione con le potenzialità del territorio, stimolando investimenti strutturali anche importanti». nnn
UNIVERSITARI AUSTRIACI AL FRANTOIO DI CANINO
Il frantoio Archibusacci di Canino (VT) ha aperto le porte ad una visita di studio riservata ad un gruppo di universitari della Facoltà di Comunicazione dell’Università di Vienna. Gli studenti, guidati dal titolare dell’omonimo frantoio, hanno potuto assistere a tutte le fasi di produzione dell’olio extravergine d’oliva, nonché assaggiarlo. Quest’ultimo momento conviviale è stato vissuto dai giovani visitatori in religioso silenzio, cercando di mettere in pratica i consigli offerti da Giovanni Archibusacci per procedere all’esame visivo e gustativo dell’olio extravergine d’oliva. Le numerose domande poste dagli studenti hanno testimoniato il grande interesse suscitato in loro dalla visita; esse hanno riguardato gli aspetti produttivi e - in maniera più analitica vista l’estrazione dei partecipanti - le modalità di promozione e commercializzazione dell’extravergine d’oliva adottate dal frantoio. Al termine della giornata, Giovanni Archibusacci ha voluto ringraziare la vicepresidente dell’associazione “Omnia Tuscia”, Vittoria Mezzetti, per aver favorito la visita. (Costantino Moretti)
Archibusacci con studenti
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CENTRO STUDI
di Riccardo Calabrese
NEL 2017 PERSI 5200 ETTARI “DENATURALIZZATI”
Consumo del suolo
N
el 2017 la superficie di suolo denaturalizzato (urbanizzato, cementificato, impermeabilizzato) è stata di 5.211 ettari, in netta riduzione rispetto ai periodi precedenti quando le medie annue sono state sempre superiori ai 20 mila ettari, con una punta media annua di 26,6 mila fra il 2006 e il 2016. Complessivamente, dalla metà degli anni ’50, la superficie di territorio urbanizzato è cresciuta di circa 1,44 milioni di ettari, raggiungendo, nel 2017, il 7,65% del territorio nazionale. È quanto emerge dal report del Centro Studi di Confagricoltura. La maggior quota di suolo cementificato si registra nelle zone di pianura (altitudine 0-300 m s.l.m), più produttive dal punto di vista agricolo, con l’11,9%; seguono le zone collinari (altitudine 300-600 m s.l.m) con il 5,8% e le zone montane (altitudine
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oltre 600 m s.l.m) con il 2,7%. Dagli anni ’50, la percentuale di territorio nazionale urbanizzato è quasi triplicata (+183%) in pianura (0-300 metri s.l.m.), cresciuta di 1,5 volte in collina (300-600 metri s.l.m.) e di 1,7 volte in montagna (oltre 600 metri s.l.m.), Più marcata è la concentrazione del consumo di suolo sui terreni a bassa pendenza (10%). Più ancora, in questo caso, si vede quanto l’urbanizzazione sia maggiormente aggressiva sui suoli più favorevoli all’attività agricola: nel 2017, ogni 4 ettari nuovamente urbanizzati, 3 ettari sono pianeggianti. Ben oltre la superficie di terreno effettivamente occupata dalle costruzioni. Gli effetti dell’urbanizzazione sulle funzionalità ambientali del suolo naturale risentono della distribuzione dell’urbanizzazione stessa sul
territorio: quanto più le aree denaturalizzate sono “sparse”, tanto più la funzionalità ambientale complessiva del suolo è compromessa per superfici maggiormente estese. Considerando tre “raggi di influenza” (60, 100 e 200 metri), a livello nazionale l’impatto del consumo di suolo è, rispettivamente, del 42%, 56% e 75%. Questa osservazione è particolarmente significativa per l’esercizio dell’attività agricola che richiede, per un’adeguata razionalizzazione, disponibilità di appezzamenti continui, estesi, di forma il più possibile regolare. Per quanto i dati disponibili non siano esattamente confrontabili, è evidente che la contrazione della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) registrata negli ultimi 57 anni (1961-2017 = -7 milioni di ettari) è stata molto superiore (di circa cinque volte) all’incremento della superficie urbanizzata che, nello stesso periodo (anni ’50-2017 = 1,4 milioni di ettari), ha sottratto all’agricoltura suolo coltivabile. Negli ultimi anni (2010-2017) la riduzione media annua della SAU (129 mila ettari) è tornata vicina ai livelli del periodo 19601990 (132 mila ettari) mentre il nuovo suolo urbanizzato tende a decrescere. Sulla riduzione della SAU influisce, oltre all’urbanizzazione, la perdurante cessazione della coltivazione di molti terreni poco produttivi alto-collinari e montani.
EPS Ente Protezione Selvaggina di Landolfo di Napoli
NELLE MARCHE, CONSIGLIO DI STATO BLOCCA LA CACCIA
La pressione sul territorio Ribaltando la precedente decisione del Tribunale amministrativo delle Marche che aveva respinto il ricorso contro il calendario venatorio 2018/2019 varato dalla Regione, dando torto al WWF Italia ed alla Lega per l’Abolizione della Caccia, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale - con sentenza pubblicata il 22 ottobre scorso - ha accolto l’istanza cautelare proposta dai ricorrenti; di conseguenza ha vietato, con effetto immediato, l’attività venatoria nelle aree Natura 2000 della regione; altresì ha deciso per l’inoltro dell’ordinanza assunta al Tar, chiedendo una sollecita fissazione dell’udienza di merito da tenersi entro gennaio 2019. La decisione del Consiglio di Stato sembrerebbe essere motivata - almeno stando alla lettura del dispositivo - dall’«assenza di un’approfondita, attualizzata, consapevole e generalizzata pianificazione faunistico venatoria a livello regionale». Al di là di quanto stabilirà nel giudizio di merito il Tar, è un fatto incontestabile che la decisione assunta abbia ricadute pesanti, sia sul mondo venatorio, sia sul tessuto produttivo agricolo, per la presenza non gestita, controllata e calmierata della fauna selvatica. Per comprendere la gravità della situazione basti pensare ai danni alle produzioni agricole prodotti dagli ungulati, ed in particolare dai cinghiali, nonché a quelli agli allevamenti arrecati dai lupi, che sono una specie protetta e non cacciabile, che però dall’abbondanza di selvaggina può trarre ulteriore spinta all’aumento della densità. Non può essere sufficien-
te a giustificare una tale decisione la considerazione della natura di patrimonio indisponibile attribuito alla fauna selvatica da una legge da rimodernare perché superata dagli eventi; né la presunta rilevanza che la stessa rivestirebbe nell’interesse generale della collettività; rilevanza che non tiene in considerazione, non solo l’interesse dei praticanti l’attività venatoria, ma soprattutto quello dell’attività agricola. Si tratta sicuramente di un modo bizzarro di perseguire la tutela della fauna e di un sistema totalmente diverso da quello impiegato, con più che apprezzabili risultati, dai nostri partner comunitari destinatari delle stesse misure di protezione stabilite dalle norme europee di “Natura 2000”. La presenza di fauna selvatica non può e non deve rappresentare un problema per chi sul territorio vive ed opera; al contrario, opportunamente regolata e gestita, può rappresentare una risorsa per i territori. Su tale scia può essere inquadrata la recente decisione con cui il Tar del Lazio - accogliendo il ricorso presentato da ENPA, LAC, LAV e WWF ha deciso la sospensione di qualsiasi forma di prelievo venatorio nelle aree di protezione esterna al parco nazionale d’Abruzzo. Da tempo Confa-
gricoltura, confrontandosi con le associazioni agricole e quelle appresentative del mondo venatorio, ha maturato la convinzione - trovando concordanza di finalità ed obiettivi nell’Ente Produttori di Selvaggina (EPS) - che la valorizzazione ambientale e turistica del territorio non possa prescindere dall’esercizio di un’effettiva ed accorta attività venatoria. Confagricoltura è consapevole della necessità che, per assicurare lo sviluppo dei territori, siano presenti e diffuse realtà agricole multifunzionali in cui la salvaguardia e la valorizzazione agricola, ambientale e turistica dei territori non risulti più in antitesi con la gestione di una corretta attività venatoria. La strada da percorrere in tale direzione è ancora molto lunga, ma non eludibile. Solo con la crescita culturale di tutti gli attori interessati - mondo ambientalista, venatorio e agricolo - e inquadrando la selvaggina come risorsa, sarà possibile perseguire un reale e duraturo sviluppo dei territori.
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ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO ITALIA CONFAGRI AL PMI DAY
Confagricoltura ha partecipato alla nona edizione del PMI DAY, la Giornata nazionale delle Piccole e Medie Imprese organizzata da Piccola Industria Confindustria, in collaborazione con le strutture territoriali di Confagricoltura. È stato importante coinvolgere il mondo della scuola, far toccare con mano agli studenti la realtà del settore primario ed il suo ruolo centrale nella società. Molte le iniziative in campo nelle province di Alessandria, Bergamo, Brescia, Gorizia, Lecce, Novara, Nuoro, Siracusa, Torino e Vercelli-Biella, con visite nelle aziende agricole, che hanno dato l’opportunità ai giovani di conoscere il valore della filiera produttiva. Quest’anno sono state complessivamente 1.100 le aziende coinvolte e oltre 42mila i protagonisti degli incontri dedicati a studenti ed insegnanti delle scuole medie e superiori, ma aperti anche ad amministratori locali e giornalisti. L’obiettivo è “raccontare le imprese”: il loro ruolo produttivo e sociale, mostrare come nasce un prodotto o un servizio, come un’idea si trasformi in progetto. E la passione in un risultato. 50 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
di Alessandra Porro
RACCOLTA FONDI PER AZIENDE DANNEGGIATE DA MALTEMPO
Solidarietà per il bellunese
Confagricoltura Veneto ha attivato una raccolta fondi per aiutare le aziende agricole della provincia di Belluno e dell’altopiano di Asiago che sono in gravi difficoltà per i danni subiti a causa della recente ondata di maltempo. I fondi raccolti con questa iniziativa di solidarietà, a cui tutti possono contribuire, verranno destinati a una o più azioni mirate a sostenere le aziende agricole danneggiate. Il conto: IT87Y 05034 61110 000000006595 presso il Banco Bpm - filiale di Feltre, è intestato a Confagricoltura Belluno, con la causale “Solidarietà aziende agricole”. Il territorio bellunese, flagellato a più riprese da pioggia e vento fortissimi con esondazioni dei torrenti e dei fiumi, smottamenti e violente raffiche di vento, ha subito danni ingenti alle infrastrutture ed alle attività agricole. Particolari i disagi alle strutture zootecniche, dove la mancanza di elettricità e acqua hanno reso difficili o impraticabili le operazioni primarie quali la mungitura e la conseguente conservazione dei prodotti. Inoltre, molti ricoveri per gli animali, fienili e depositi di attrezzi hanno subito danni strutturali e alle coperture, causando la morte del bestiame o la perdita di approvvigionamenti. Danni rilevanti hanno interessato anche
le aziende ortofrutticole e florovivaistiche, specialmente nelle serre. Notevoli perdite si sono registrate anche nelle foreste dell’alta provincia, dove migliaia di ettari di bosco ad alto fusto, in particolar modo di abete rosso, sono stati distrutti. Il considerevole numero di schianti, oltre ad aver compromesso in modo irreversibile la rigenerazione naturale, rende difficoltose le operazioni di recupero del materiale che, in giacenza per un lungo periodo, potrebbe divenire focolaio di patogeni e organismi potenzialmente dannosi. Situazione simile sull’Altopiano di Asiago, dove sono pesantissimi i danni inferti al patrimonio boschivo e all’agricoltura di montagna. Il presidente di Confagricoltura Belluno, Diego Donazzolo, ha inviato al prefetto Francesco Esposito una lettera, sottolineando che “in tutta la provincia sono evidenti danni ambientali e strutturali, disagi per la mancanza di elettricità e di acqua, oltre alla viabilità compromessa. Ripercussioni notevoli si avranno sulla economia di questo territorio e non solo. Per questo auspichiamo che gli enti preposti prendano provvedimenti per supportare i territori e le aziende agricole che, in conseguenza a questi episodi, si trovano in oggettiva difficoltà”.
EVENTO APRISTRADA DI CONFAGRI FERRARA
Scienza e gusto
Ferrara è stata palcoscenico di un evento dal titolo “Ferrara: l’Agricoltura tra Scienza e Gusto”. L’evento si colloca nell’ambito del Food&Science Festival, un nuovo format di divulgazione scientifica ideato ed organizzato annualmente da Confagricoltura Mantova per rappresentare il rapporto tra agricoltura, scienza e cibo in maniera creativa ed accessibile. Quella di Ferrara è stata una tappa di avvicinamento all’evento di Mantova dove, tra il 17 ed il 19 maggio 2019, si terrà la III edizione del Festival: un percorso che nei prossimi mesi verrà intrapreso anche da altre unioni provinciali, come Brescia, Cremona, Rovigo, Verona. L’evento di Ferrara ha riscosso uno straordinario successo, a testimonianza dell’interesse del pubblico che ha affollato tutti gli incontri per conoscere il profondo legame tra scienza e cibo. La due giorni è stata fortemente voluta dal presidente di Confagricoltura Ferrara, Pier Carlo Scaramagli, e da tutti i componenti della giunta esecutiva, allo scopo di affrontare ed approfondire, in maniera creativa e accessibile a tutti, addetti ai lavori, ma anche cittadini, le tematiche legate alla scienza della produzione e del consumo degli alimenti. In altre parole una riflessione
a tutto tondo sul rapporto tra cibo, cultura ed identità, esplorandone i vari aspetti da un punto di vista scientifico, per svelare falsi miti e deleteri pregiudizi. “Solo attraverso la ricerca innovativa e le tecniche più avanzate di miglioramento genetico (genome editing), capaci di dare un considerevole impulso alla produttività delle coltivazioni e di fare chiarezza sul reale valore nutritivo degli alimenti, potremo soddisfare la domanda crescente di cibo, garantendo al contempo la salubrità dei prodotti e la tutela dell’ambiente”, ha spiegato Pier Carlo Scaramagli a tutta la cittadinanza, che è costituita in primis dai consumatori. Per far conoscere a tutti che, in un mondo chiamato a fare fronte all’esplosione demografica, ai mutamenti degli scenari sociali ed economici, ai cambiamenti climatici, proprio dalla convergenza tra progresso tecnologico e scientifico, rispetto dell’ambiente, valorizzazione del territorio, potranno arrivare nuove soluzioni a quella che è la più antica necessità di tutti gli esseri umani: quella di nutrirsi. Durante la due giorni, oltre ai temi legati al cibo e la scienza, è stato affrontato quello dell’agricoltura di precisione, le nuove tecniche di gestione del frutteto, la tracciabilità dei prodotti.
UMBRIA TAVOLO NOCCIOLE
Costituito il tavolo tecnico di Confagricoltura Umbria per favorire la crescita della corilicoltura regionale. È composto attualmente da Alessandro Monacelli, agronomo e dirigente di Confagricoltura Umbria; Mauro Brunetti, Fondazione per l’Istruzione Agraria, Alessandro Ortenzi in rappresentanza di Proagri, Daniela Farinelli, Università degli Studi di Perugia; dai tecnici di Confagricoltura Umbria Laura Zacchi, Gianfrancesco Petroni, Roberto Macchioni e dal direttore dell’associazione regionale Cristiano Casagrande.
FOGGIA NICOLA GATTA ALLA PROVINCIA
Nicola Gatta, presidente della Federazione nazionale di prodotto Cereali alimentari è stato eletto presidente della Provincia di Foggia. “La mia candidatura è nata dal territorio - ha dichiarato Gatta -. Voglio una provincia protagonista, lavorerò per capire quali sono le direttrici di sviluppo. Ma la prima cosa da fare è migliorare il sistema infrastrutturale e viario”. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 51
CAMPI ROSA
di Elisabetta Tufarelli
ASSEMBLEA RINNOVO CARICHE DI CONFAGRI DONNA
Passaggio del testimone
Il prossimo 12 dicembre terminerà il mio mandato come presidente di Confagricoltura Donna e un’altra imprenditrice prenderà le redini dell’associazione per portare avanti i nostri progetti e le nostre istanze. Lascio un’associazione vitale e il mio augurio a chi mi succederà è quello di continuare a farla crescere in tutt’Italia. L’impegno associativo è importante, perché contribuisce a dare nuova linfa alla collettività ed è fondamentale per potenziare le risorse individuali, superare le differenze, favorire il senso di appartenenza e sostenere i cambiamenti della società, dando il doveroso risalto al ruolo delle donne protagoniste del primario. Il mio non è solo un saluto, che comunque desidero inviare in modo speciale ad ognuna di voi, 52 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
ma è anche un’occasione per celebrare la nostra conoscenza, donne unite dagli stessi obiettivi, dalla stessa volontà, dalla stessa passione: l’agricoltura. Abbiamo lavorato e siamo cresciute come associazione e come persone: siamo state sempre “sul pezzo”, con mail, sms e whatsapp che sono circolati in questi anni, mantenendo sempre unito il gruppo dirigente con le associate sul territorio. Non cito una per una le iniziative realizzate, che sono tante: dalla formazione allo scambio di esperienze e best practice, alle campagne di solidarietà e di sensibilizzazione, per dare spazio alla componente femminile, valorizzarla e darle voce. Le conoscete e del resto le abbiamo portate avanti insieme. In Confagricoltura Donna, e sono fiera di sottolinearlo, siamo sempre state tutte protagoniste dei progetti, nel confronto amichevole e nella rigorosa condivisione delle scelte e delle decisioni. Desidero trasmettere a tutte voi il mio grandissimo grazie per il lavoro che ognuna di voi, secondo il proprio ruolo, ha svolto nell’associazione. Grazie anche e soprattutto per essere riuscite ad evidenziare in ogni occasione quanto sia fondamentale il contributo femminile all’agricoltura per lo sviluppo sostenibile dell’agroalimentare e dell’intera società. Gabriella Poli
CLEMENTINE ANTIVIOLENZA
In occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere Confagricoltura Donna, come ogni anno, tingerà di arancione le piazze italiane invitando i cittadini a scegliere le clementine, simbolo dell’antiviolenza, in cambio di un’offerta libera per sostenere i centri antiviolenza. Appuntamento il 23 novembre a Bari (in via Argiro), il 24 a Bologna (all’angolo tra via Rizzoli e Piazza Re Enzo), a Cosenza (in piazza XI settembre e a Viterbo (in piazza dei Caduti); il 25 a Cremona (in Largo Boccaccino). Confagricoltura Donna ha scelto la clementina come simbolo dell’antiviolenza di genere per ricordare Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro, massacrata in un agrumeto della cittadina ionica. Con questa iniziativa le imprenditrici mettono in evidenza la necessità di impegni concreti e forti per contrastare la violenza di genere, che purtroppo presenta ancora cifre allarmanti. La manifestazione organizzata da Confagricoltura Donna si fregia anche del patrocinio del ministero delle Politiche agricole e del turismo.
Poche aziende giovani ma tecno-innovative e strutturate INDAGINE DI NOMISMA SULLA SITUAZIONE ATTUALE DELL’AGRICOLTURA YOUNG
C
he i giovani agricoltori siano pochi, ma con per- Ue, mentre forte è il divario con Francia (169,7 mila formance migliori rispetto alla media, l’Anga lo euro) e Germania (198 mila euro), per la questione sottolinea da tempo. Le aziende ‘under 35’ sono, dimensionale: l’azienda media è 20 ettari contro i 62 a parere di Nomisma, circa 55 mila, un aggregato an- dei tedeschi e i 78 ettari dei giovani agricoltori francora marginale sul totale delle aziende del settore, ma cesi. Nonostante ciò ricorda come, sebbene rapprein crescita del 14% rispetto a tre anni fa. “Ci fa piace- sentino meno del 10% delle imprese agricole italiane, re - ha detto il presidente quelle condotte da giovaRaffaele Maiorano - che ni fino a 35 anni mostrino IL C O M M E N T O questa importante società performance economiche Certamente per i giovani di ricerca rimarchi come doppie della media, con si può fare di più. Molto le performance economivalori della produzione è stato fatto per far creche delle aziende condotvicini a 100 mila euro per scere le imprese agricole te dai giovani siano tra le azienda contro i 45 mila condotte da under 35, top in Europa, perché ci della media del settore. I ma è necessario facilitare conferma che avevamo giovani gestiscono impreulteriormente il percorvisto giusto quando, già se mediamente più strutso d’inserimento delle al nostro Convegno dei turate (20 ettari contro gli giovani generazioni nel quadri dirigenti del 2015, 11 della media nazionale) nostro settore. Per questo avevamo spinto sulle avevano sancito e teorize diversificate, grazie ad società di affiancamento e continuiamo a sotzato il passaggio da agriun approccio al mercato tolinearne l’importanza. Affiancare imprendicoltore ad imprenditore più innovativo e tecnolotori agricoli over 65 o pensionati consente alle agricolo, ribadito anche lo gico che permette loro (in nuove leve di trarre beneficio dall’esperienza scorso giugno in occasioparticolare a chi non prodi chi è più anziano. Accanto a questo siamo ne dei 60 anni dell’Anga, convinti che sia importante, anche per chi vieviene da una famiglia di ne da una famiglia agricola, poter accedere a quando avevamo scelto agricoltori) di superare le informazioni puntali e formazione di qualità. di soffermarci sull’agrialte barriere all’ingresso Con questo obiettivo partiranno nei prossimi coltura giovane, di qualità nel settore, prima fra tutte mesi di gennaio e febbraio corsi di formazione e sostenibile. L’indagine l’elevato costo del terremirati, che prevedono un duplice percorso: da sottolinea come, in termino. “Questi dati non solo un lato la formazione sindacale e dall’altro più ni di valore medio della ci danno ragione - ha ostecnica dedicata alle imprese. Il nostro obiettiproduzione, le aziende servato Maiorano - ma ci vo è dare agli associati gli strumenti giusti per agricole italiane evidenziconfermano che abbiamo accrescere competenze e competitività. no un risultato economiscelto la strada giusta: ora Raffaele Maiorano co di 98,7 mila euro, conserve fare un passo avanPresidente Nazionale Anga tro i 65 mila della Spagna ti per riuscire consolidare e i 55,6 mila della media questi risultati”. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 53
PARMA
GEMELLAGGIO ANGA CALABRIA-ROVIGO
Premiata L’azienda Vitali
Interscambio culturale
L’azienda Vitali si è aggiudicata il premio “Pomodorino d’oro”, con il quale l’azienda di trasformazione Mutti riconosce la produzione di qualità dei propri conferenti, tenendo conto di 13 valori di riferimento della materia prima. A ritirare il premio è stata Giulia Alessandri, presidente dei Giovani Anga di Confagricoltura Parma e da 9 anni impegnata in prima fila nell’azienda di famiglia, avviata dai nonni Rosetta e Fausto Vitali e che oggi coltiva 50 ettari a pomodoro da industria nella zona di Panocchia e conferisce, oltre che alla Mutti, all’azienda Rodolfi di Parma. “Aver raggiunto il terzo posto nella classifica - ha detto la ventottenne Giulia - è motivo di grande soddisfazione ed un incentivo a cercare di fare sempre meglio in futuro”. Eugenio Zedda, direttore di Confagricoltura Parma sottolinea come “questo riconoscimento sia l’emblema dell’impegno che le nostre aziende mettono nella loro attività”, rimarcando come l’azienda Vitali sia un esempio del dialogo intergenerazionale tra i nonni Fausto e Rosetta e la nipote Giulia.
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Benvenuti al Sud. Questo lo slogan scelto, parafrasando un film di successo, per il gemellaggio dell’Anga Calabria con quella di Rovigo, guidata dal presidente Francesco Longhi. “Abbiamo organizzato - ha spiegato il presidente dei giovani calabresi, Adriano Tancredi - un vero e proprio tour per far conoscere le nostre eccellenze agricole e culturali: 870 km e 4 province in 4 giorni”. Un viaggio alla scoperta del profondo Sud, tra le bellezze del paesaggio e le produzioni tipiche, al quale hanno partecipato anche la vicepresidente nazionale Alda Dalledonne e il presidente Raffaele Maiorano. Pienamente inserito nell’ambito del programma di interscambio culturale anche “Canaparland”, l’evento dedicato a coloro che sono già impegnati nel settore della canapa o che vogliano avvicinarsi a questa coltivazione, alla luce dell’interesse che la filiera sta suscitando. Durante l’incontro sono state esaminate anche le prospettive offerte dallo sviluppo della canapa per fini terapeutici e sono state fornite indicazioni omogenee sulla rego-
lamentazione del mercato delle infiorescenze, facendo chiarezza sulla normativa vigente. Lo scambio culturale è partito da Pizzo Calabro con la visita del castello Aragonese e l’assaggio del tartufo di Pizzo Igp. Il giorno dopo partenza alla volta della Sila per visitare l’azienda della patata della Sila Igp e poi alla volta di Crotone per vedere la produzione di finocchi e pecorino crotonese Dop dell’azienda Maiorano. Non poteva mancare una sosta per ammirare il Duomo e il Castello. Poi la piana di Corigliano, con le visite all’azienda Tancredi (agrumi albicocche e coltivazioni idroponiche in serra), all’azienda Perciaccante (spinaci IV gamma), alla cooperativa Coab, per la lavorazione delle clementine Igp. Tappa a Vibo nell’azienda Rachele Antonio, produttrice della ‘nduja di Spilinga Igp e poi a Reggio Calabria per ammirare i Bronzi di Riace e il chilometro di lungomare più bello d’Italia. Per finire la visita, nella Piana di Gioia Tauro, all’azienda Taccone, produttrice di kiwi e olio extravergine d’oliva.
ANGA TOSCANA PARTECIPA AL PROGETTO
Etichetta senza segreti Qr4Oil, la nuova frontiera dell’etichetta trasparente con l’analisi immediata del prodotto, è nata da una collaborazione tra fisici di Sesto Fiorentino, Anga - Giovani Confagricoltura Toscana e Verifood LTD, ed è partita da bottiglie d’olio. Una cooperazione italo israeliana tra l’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” di Sesto Fiorentino, con la dottoressa Anna Grazia Mignani e il dottor Leonardo Ciaccheri, un’azienda oleicola affiliata ad Anga, e Verifood LTD, partner tecnologico israeliano all’avanguardia nella progettazione, realizzazione e commercializzazione di scanner basati su tecnologie spettroscopiche. Sembra un normalissimo QR code, di quelli che ormai
si trovano su tantissime etichette: in realtà si tratta di un’innovazione che svela tutti i “segreti” dell’olio contenuto in bottiglia. Il QR4OIL, infatti, racchiude informazioni nutrizionali specifiche dell’olio imbottigliato, con un’analisi immediata del prodotto, senza bisogno di processi chimici o interventi che possono alterarlo o distruggerlo. Le informazioni - ad esempio le percentuali dei principali acidi grassi, di perossidi e di polifenoli - sono ottenute attraverso un innovativo processo di elaborazione di dati ottici ricavati dal moderno strumento di Verifood Ltd. Questi valori, caricati nella banca dati del produttore al momen-
to dell’imbottigliamento, vengono resi disponibili per il consumatore con la scansione del QR code. “È un concetto di etichettatura rivoluzionario- ha spiegato Clemente Pellegrini, presidente Anga Giovani Confagricoltura Toscana - perché si lega in maniera unica al prodotto, a garanzia dei consumatori e a vantaggio dei produttori che hanno a cuore la qualità del loro olio. Questo codice è utilizzabile anche per i controlli, perché dà informazioni sul contenuto della bottiglia senza dover effettuare analisi chimiche”.
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FORMAZIONE
a cura di Antonella Torzillo
ENAPRA E OP CONFOLIVA: 48 CORSI NEL TRIENNIO
Formazione olivicola
La valorizzazione del settore olivicolo nazionale passa anche attraverso la formazione dei suoi operatori. Questa necessità ha segnato la nascita di una nuova collaborazione tra Enapra e Op Confoliva - l’organizzazione di produttori olivicoli costituita all’interno di Confagricoltura che, avvalendosi del finanziame nto ottenuto sul Piano Olivicolo Nazionale, ha messo a punto una serie di iniziative tecnico - agronomiche che spaziano sui vari temi di interesse del settore. Particolarmente importante - tra le varie attività previste - il piano di formazione triennale 2018-2020, che prevede due corsi all’anno, in otto regioni italiane per tre anni. Complessivamente 48 corsi itineranti nelle regioni di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Umbria, Toscana e Veneto. «Con questa iniziativa Enapra mette a servizio dell’Op Confoliva la qualificata esperienza maturata negli anni, facendo formazione continua ai dipendenti delle aziende agricole associate 56 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
- ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra -. In questo caso specifico, l’obiettivo è quello di fornire alle imprese partecipanti una capacità di lettura e di analisi che consenta loro di migliorare la propria capacità imprenditoriale nel mercato olivicolo nazionale, e non solo». Il percorso formativo è già iniziato. I primi appuntamenti si sono tenuti in Toscana con due giornate a Bibbona, (Livorno), in Campania, con due giornate a Salerno, in Sicilia con una giornata a Messina e in Calabria con due giornate a Vibo Valentia. Entro fine anno sono previsti nuovi incontri della prima annualità. I contenuti didattici delle sessioni formative riguardano principalmente due tematiche: i sistemi di qualità e la gestione sosteni-
bile dell’olivicoltura. Durante le lezioni in aula i docenti - muovendosi in questi due ambiti di attività - hanno l’obiettivo di trasferire ai destinatari informazioni e conoscenze utili in materia di qualificazioni Dop, Igp e Snqpi, di certificazioni ambientali e volontarie, e di etichettatura obbligatoria e volontaria. Vengono, inoltre, trattati i temi della sostenibilità ambientale, delle correlazioni tra ambiente e pratiche agricole, e quello della corretta gestione dei disciplinari di produzione e delle registrazioni aziendali. Senza trascurare, infine, le problematiche legate alla valutazione degli impatti climatici sulla produzione olivicola e le opportunità derivanti dalla sostenibilità ambientale, economica, etica e sociale di tutta la filiera. I corsi di Op Confoliva sono gratuiti e aperti a tutti: produttori, imprenditori agricoli, dipendenti delle aziende agricole (operai o impiegati/dirigenti) o semplici appassionati. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere una email a info@enapra.it.
Parola chiave del mese La parola chiave del mese è atlante del lavoro e delle qualificazioni. È l’esito di un lavoro di ricerca-intervento condotto dall’INAPP (già Isfol) a partire dal 2013. Si potrebbe definire come una mappa dettagliata del lavoro e delle qualificazioni, descritti secondo un linguaggio
comune e condiviso fra le Istituzioni. È organizzato in tre sezioni: Atlante Lavoro; Atlante e professioni; Atlante e qualificazioni. L’Atlante collega il mondo del lavoro con i sistemi dell’apprendimento attraverso l’uso del linguaggio universale rappresentato dalle attività lavorative.
FORMAZIONE
ALLA SCOPERTA DELLE FATTORIE SOCIALI
Viaggio studio in Irlanda Enapra e Rete Fattorie Sociali hanno organizzato recentemente, nell’ambito del piano formativo del Foragri “Agricoltura sociale II livello”, un viaggio studio in Irlanda. Lo scopo della visita è stato quello di approfondire i caratteri dell’agricoltura sociale irlandese. Ma la permanenza nei contesti di quei territori e il confronto diretto con gli agricoltori e gli animatori delle strutture di supporto hanno fatto emergere ulteriori problematiche. Ci si è, pertanto, ripromessi di approfondirle, acquisendo dalle agenzie di
sviluppo con cui si è interloquito ulteriori informazioni e materiali di studio e ricerca. Si è potuto conoscere uno schema organizzativo molto diverso da quello italiano, in cui il processo di sviluppo dell’agricoltura sociale è partito dalle realtà operative ed è stato successivamente “accompagnato” dalle Istituzioni con una serie notevole di problematicità ancora non risolte. La peculiarità del sistema che si sta sviluppando in Irlanda e Irlanda del Nord è proprio la forma del supporto pubblico - fornito attraverso sog-
getti incaricati e finanziati dalle Pubbliche Amministrazioni - alle Social Farms esistenti e a quelle in via di costituzione, nella consapevolezza da parte delle Istituzioni del ruolo che l’agricoltura sociale può avere per il benessere sociale delle comunità rurali.
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OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Assemblea pensionati ANZIANI DIABETICI
“Non dobbiamo mai arrenderci all’immagine di un’agricoltura confezionata dalle agenzie pubblicitarie. Siamo noi la vera agricoltura, moderna e competitiva e continuiamo a portare il nostro valore aggiunto attraverso l’azione sindacale di Anpa e di Confagricoltura”. Lo ha detto Giovanni Merli, presidente dei pensionati di Piacenza, all’assemblea generale di Niviano. “Serve un percorso comune per recuperare i valori di cui voi agricoltori siete portatori. Vengo da una famiglia contadina e andrò sempre fiero di portare avanti il testimone dei vostri valori, che sono i miei”. Così, all’apertura dell’assemblea, il sindaco di Rivergaro Andrea Albasi. L’“Anpa è una forza per Confagricoltura - ha sottolineato Giovanna Parmigiani, componente di giunta nazionale di Confagricoltura - e la sua presenza è fondamentale a livello provinciale e nazionale. Anpa ha dimostrato di essere parte attiva di Confagricoltura, di condividerne le necessità e spero che Confagricoltura possa essere altrettanto di aiuto e appoggio ad Anpa. Siete il nostro esempio: gente forte e fiera come dice il vostro bellissimo inno”. Il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, ha messo in evidenza come quella degli agricoltori senior 58 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2018
sia “la generazione che ha difeso i valori dell’impresa e della capacità produttiva. Abbiamo bisogno di voi perché il vostro approccio non deve rappresentare il passato, ma il presente: per riportare insieme il Paese all’efficienza, la vostra forza è indispensabile”. Tra gli interventi quelli del presidente provinciale della Federazione italiana impresa agricola familiare, Stefano Repetti, del presidente regionale di Anpa, Carlo Sivieri, del presidente nazionale, Rofolfo Garbellini. C’è stato spazio anche per un approfondimento tecnico-divulgativo sul rapporto anziani/Inps di Michele Mazzone, funzionario Inps della direzione provinciale di Piacenza. “La nostra associazione - ha detto Angelo Santori, segretario nazionale di Anpa - offre molti servizi. Oltre a possibilità di socializzazione e di svago, è un supporto per gli anziani, non solo del settore agricoltura, a cui prioritariamente si rivolge, ma anche per gli altri. Attraverso la nostra Onlus, Senior - L’età della Saggezza operiamo anche a favore di categorie svantaggiate e, dandoci obiettivi concreti, abbiamo fornito strumenti e mezzi a importanti associazioni di volontariato. Invito tutti gli interessati a chiedere informazioni ai nostri uffici”. (Elena Gherardi)
I diabetici italiani sono sempre più anziani e sei su dieci tra gli over 65 soffrono soprattutto di diabete di tipo 2. I dati emergono dal IX Convegno nazionale della Fondazione Amd, Associazione dei medici diabetologi. Rispetto all’ultima rilevazione è costante il miglioramento su diversi fronti. A partire dal monitoraggio della malattia e dei fattori di rischio cardiovascolare, al numero di pazienti con valori adeguati di emoglobina glicata, colesterolo e pressione, all’impiego più appropriato dei farmaci. Il mondo si sta organizzando per usufruire di database articolati e, per curare malattie complesse come il diabete, sarà imprescindibile poter contare su banche dati quanto più complete e affidabili, perché dalla raccolta del dato dipenderà sempre di più la qualità e l’efficacia dell’assistenza.
Ambulanza alla Croce Rossa PESI E CERVELLO
Il sollevamento pesi può aiutare a fermare l’invecchiamento del cervello. Lo suggerisce uno studio effettuato su individui dai 55 agli 86 anni con qualche deficit cognitivo in atto. La ricerca è stata condotta presso l’Università di Sidney e conferma che un po’ di sollevamento pesi, di leggera intensità, ma praticato almeno due volte a settimana, può fermare l’invecchiamento del cervello. Dopo sei mesi gli esperti hanno constatato che al crescere della massa muscolare miglioravano anche le funzioni cognitive, come se le due condizioni fossero legate. La risonanza magnetica, inoltre, ha offerto una ‘visione’ degli effetti del body building sul cervello, con sensibili aumenti di volume in certe aree neurali.
È arrivata la nuova ambulanza al comitato Croce Rossa di Rovigo grazie alla generosità di Anpa, l’associazione nazionale pensionati di Confagricoltura. Consegna e inaugurazione nella sede CRI di via Portello alla presenza dei vertici e dei volontari del comitato, del presidente dei pensionati Confagricoltura Rodolfo Garbellini, dell’assessore Eventi e Manifestazioni, Luigi Paulon, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Rovigo e di Giustiniano Bellini, vicesindaco di Pincara. “Abbiamo raggiunto un grosso obiettivo - ha detto il presidente della Croce Rossa di Rovigo Pietro Tinazzo -. Abbiamo completato il progetto che ha preso il via qualche mese fa. L’arrivo di questo nuovo veicolo, completo di tutti i dispositivi necessari, sarà utilizzato per il trasporto degli infermi, e incrementa il nostro parco mezzi. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e il sostegno della Onlus l’età della Saggezza di Confagricoltura”.
“Siamo felici di aver raggiunto questo scopo - ha detto Rodolfo Garbellini -. Ci impegniamo per favorire, con le somme raccolte dalla Onlus, opere di solidarietà e beneficenza. La cifra necessaria è stata raccolta attraverso il 5 per 1000 che i contribuenti del Polesine hanno sottoscritto al momento della dichiarazione dei redditi. Come Confagricoltura Rovigo siamo soddisfatti di aver raggiunto questo risultato. Il mio grazie va ai nostri soci che, con il loro contributo, hanno reso possibile questo intervento. Il nostro orgoglio per queste iniziative è veramente grande”.
I SOCIAL MEDIA riducono il rischio di depressione negli anziani con dolori cronici. Lo rileva una ricerca dell’University of Michigan compiuta su oltre 3400 persone sopra i 67 anni, che dimostra come chi sia costretto a casa abbia meno possibilità di soffrire se si tiene in contatto con parenti e amici su Internet. Il dolore cronico spesso impedisce il contatto fisico con gli altri membri della famiglia e con gli amici e l’uso delle piattaforme digitali, che permettono di comunicare con altre persone al di fuori della propria stanza, fungerebbe da integratore sociale, aiutando a preservare le funzioni cognitive e ad evitare la depressione. NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 59
AGRITURISMO
di Anna Gagliardi
BORGO DEI CONTI DELLA TORRE A MORSANO (PORDENONE)
Magia natalizia
I
l Natale al Borgo dei Conti della Torre inizia a novembre. È una tradizione che si rinnova da tredici anni e che è diventata una vera e propria attrazione per gli abitanti e per i turisti che transitano dal Friuli Venezia Giulia in questo periodo. Merito dell’atmosfera da fiaba che si crea in questo luogo che trasuda storia e bellezza: l’agriturismo Borgo dei Conti della Torre a Morsano al Tagliamento, da poco entrato a far parte delle Dimore Storiche d’Italia riconosciute dalla Sovrintendenza. Si tratta di un borgo in provincia di Pordenone dalle antiche e nobili origini, composto da una
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villa centrale del diciassettesimo secolo con ampi saloni, una dépandence, la Gastaldia, una cappella consacrata, un parco, una barchessa con piscina e un giardino all’italiana con una grande fontana, il tutto nella campagna friulana vicino al fiume che completa il nome del Comune di Morsano. Da tredici anni a questa parte, appunto, il Borgo dei Conti della Torre è teatro anticipato della magia natalizia per quattro week end, l’ultimo dei quali è in programma, per il 2018, sabato 1 e domenica 2 dicembre. La scena si anima con gli espo- za del luogo, lo illuminano e sitori che, rispettando la bellez- lo “scaldano” con le loro bancarelle ricche di colori, luci e profumi del Natale: è possibile trovare specialità dolciarie, ma anche addobbi per l’albero e la casa, complementi di arredo, giochi per bambini che, insieme alle renne, i Babbo Natale e le musiche della festa, creano un’atmosfera unica. Elena Tombacco, insieme alla figlia Camilla, è la regina di quest’oasi di Grande Bellezza in terra friulana. A lei il merito di animare la struttura agrituristica che si compone di quattordici stanze, tre delle quali all’interno della villa padronale. Le altre undici si trovano nella dépandance la Gastaldia, ognuna con una propria personalità, tutte
La barchessa è una struttura coperta che consente di stare all’aperto nella stagione estiva, durante la quale ci si può anche immergere nella piscina. Arricchisce il tutto il giardino all’italiana con una grande fontana con giochi d’acqua e un singolare vigneto circolare che accoglie gli ospiti facendo loro pregustare il piacere di un calice di Prosecco. L’azienda agricola collegata alla struttura ricettiva è specializzata infatti nella coltivazione della vite per la produzione dello spumante italiano più venduto al mondo, il Prosecco appunto, ma destina anche una parte della superficie ad un vivaio di piante madri e un’altra per le barbatelle. (La famiglia Tombacco ha inoltre un’azienda vitivinicola a Domanins, “I Magredi”, dove vengono prodotti vini di grande pregio con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale). Su richiesta vengono organizzate degustazioni guidate dei vini originaria. La cappella risale con i comfort necessari per locali. al Quattrocento ed è dedicata accogliere al meglio i turisti. Ai vigneti si aggiunge la coltiTroviamo quindi la ‘Stanza della ai Santi Pietro e Paolo: al suo interno si può ammirare un af- vazione di seminativi: in tutto nonna’, ‘Naturalia’, ‘Nero su bianco’, la ‘Stanza dell’artista’ o fresco del 1511 rappresentante l’estensione dell’azienda è di quella del ‘Caminetto’, ciascuna la Trinità tra i Santi Rocco e Se- un centinaio di ettari in una con uno stile unico e mobili bastiano, protettori dalla peste. delle zone italiane di maggiore appeal in questo momento. pregiati. Il servizio è di bed and Al primo piano c’è un grande Il Friuli Venezia Giulia, infatti, breakfast, con una ricca prima salone, al piano terra due. grazie alla produzione di vini di colazione che si compone prinBORGO DEI CONTI DELLA TORRE altissimo livello da parte delle cipalmente delle delizie cucinaaziende locali, alla produziote dalla titolare. ne di alcuni prodotti simbolo Il contesto elegante rende l’adel Made in Italy (si pensi ad griturismo location ideale per esempio al celebre Prosciutto ricevimenti, banchetti e meeting di San Daniele) e alla storia che di lavoro per gruppi fino a 150 queste terre hanno scritto nei persone. secoli, è una delle regioni più Cuore del Borgo è la villa, che Località Bolzano via Ponte Madrisio, 13 interessanti per un turismo garal suo interno conserva affreMorsano al Tagliamento (Pordenone) bato e preparato, alla ricerca di schi del tardo Settecento, la cell: 347.9252553 - 348.5169135 email: info@borgodeicontidellatorre.it contenuti e di emozioni lontano pavimentazione dell’Ottocento www.borgodeicontidellatorre.it dalle masse. a tavole in legno e la travatura NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 61
VINO
di Gabriella Bechi
CHIANTI CLASSICO RISERVA 2015 CASTELLO DI VOLPAIA
Il borgo delle meraviglie
N
on una semplice azienda agricola, ma un borgo fortificato nel comune di Radda in Chianti, sullo spartiacque di due piccole valli, terra di frontiera tra Firenze e Siena risalente all’XI secolo. Siamo al Castello di Volpaia costruito dalla famiglia fiorentina dei “della Volpaia” che nei secoli XV e XVI, in pieno Rinascimento, espresse costruttori di orologi, sfere armillari, compassi e notturlabi ed eruditi artisti. Le vicende storiche di Volpaia e delle famiglie che l’hanno posseduta sono sempre state legate allo sviluppo viticolo del Chianti. E oggi, come nell’XI secolo, l’intero borgo, inserito dal Wall Street Journal tra le 10 meraviglie d’Italia, è intimamente coinvolto nella produzione vitiolivicola. Di proprietà della famiglia Mascheroni Stianti è guidato dalla signora Giovannella e dalla figlia Federica, che ha deciso di dedicarsi all’azienda, dopo gli studi in Lettere e Restauro e anni
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di lavoro nel mondo dell’arte. Da dodici anni tutta l’azienda è certificata biologica. Le tinaie e le cantine, la vinsantaia, l’orciaia e il frantoio - pur modernissimi - sono ancora ospitati nei sotterranei, nei palazzetti, nelle chiese sconsacrate e nei fabbricati del borgo, fra loro uniti da un sorprendente “vinodotto” sotterraneo. Un centro di una complessa attività rurale a cui sono direttamente o indirettamente legati tutti i 30 abitanti del borgo. La vinificazione si svolge in due cantine poste al centro di Volpaia e ricavate l’una in un antico palazzetto e l’altra in uno storico edificio che è stato adibito a questa funzione da secoli. L’invecchiamento, invece, avviene nei sotterranei degli antichi edifici del borgo, come la Chiesa di San Lorenzo, la Commenda e la cantina di Via Castellana. Tra le 230.000 e le 250.000 le bottiglie prodotte ogni anno per il
70% destinate all’export: Chianti Classico Volpaia, Chianti Classico Riserva Castello di Volpaia, Coltassala (Chianti Classico Gran Selezione), Balifico (Supertuscan),Citto (Igt Toscana), Prelius (Cabernet Sauvignon), Prelius bianco (Vermentino), Vinsanto del Chianti Classico e Volpaia Spumante brut metodo classico. Tra questi spicca il Chianti Classico Docg Riserva 2015, che ha appena ottenuto il terzo posto nella classifica dei Top 100 vini del mondo di Wine Spectator. Cento per cento Sangiovese, le uve, provenienti dai migliori vigneti, vengono raccolte interamente a mano in cassette da 15/20 kg, pressate in modo molto morbido e fermentate a temperatura controllata tra i 27 °C e 30 °C. Il vino matura per 24 mesi in botti di rovere con una capacità compresa tra 15 e 35 ettolitri e barriques di rovere francese. Rosso rubino di media intensità, con riflessi granati. Elegante ed intenso con sentori di spezie e fruttati. Buona struttura con tannini evidenti ed elevata lunghezza. Oltre al vino si produce olio extra vergine d’oliva proveniente da olive di Correggilo, Frantoio, Leccino e Moraiolo, le varietà toscane più classiche e aceti di vino bianco, rosso o con infusione di aromi con blend diversi. Castello di Volpaia è anche un agriturismo, con 6 appartamenti, 3 case coloniche con piscina privata e, in costruzione, 3 camere.
OSTERIA VOLPAIA A RADDA IN CHIANTI
Cucina senza confini
L'
ospitalità che Castello di Volpaia offre ai suoi clienti, che arrivano da tutto il mondo, non poteva fare a meno della cucina. Così dodici anni fa è stata aperta l’Osteria Volpaia. Ricavata nel corpo principale del borgo, si presenta come rustico elegante con un bellissimo pavimento in mattoni. L’aria che si respira è di completo relax e chi viene da queste parti è quello che richiede. Gli ospiti possono accomodarsi nelle due salette all’interno o, nella bella stagione, sedere nella piacevole terrazza che corre lungo le antiche mura del Castello. Piccoli gruppi possono prenotare anche l’esclusiva cantina che raccoglie le vecchie riserve e pranzare nelle antiche segrete del Castello di Volpaia. La cucina è ricercata e ben presentata, con piatti che interpretano la tradizione in modo fresco e moderno. “Viviamo tra le colline, in mezzo a un territorio ricco di prodotti tipici che selezioniamo accuratamente per comporre i nostri piatti - spiga Giovannella Stianti -. Prendiamo ispirazione dalla tradizione chiantigiana per interpretare e riproporre la cucina locale in chiave contemporanea, attenta alla qualità, al gusto e all’utilizzo responsabile delle migliori materie prime, molte delle quali provenienti direttamente dalla nostra azienda, come l’olio extra vergine d’oliva, l’aceto, gli ortaggi, le erbe aromatiche, tutto rigorosamente biologico”. In cucina troviamo il giovanissimo e talentuoso chef colombiano Juan Camilo Quintero, chef emergente 2018 nel concorso organiz-
zato ogni anno dal noto critico gastronomico Luigi Cremona. Classe 1989, originario di Bogotà, dopo la scuola alberghiera frequentata in Sud America, si presenta all’Università di Scienze gastronomiche Pollenzo dove si laurea brillantemente e dove incontra la famiglia Stianti. Fra i suoi passaggi in cucine famose si possono annoverare il Relais Villa d’Amelia, a Benevello (CN), Arzak a San Sebastian in Spagna, il Blanca di Brooklyng a New York, l’Hertog Jan Restaurant di Zidelgem in Belgio e l’Osteria Francesca di Massimo Bottura di Modena. Ecco quindi che il menu non è affatto scontato e presenta diversi piatti curiosi e interessanti. Una cucina che non si ferma ai confini geografici, ma che viaggia in continuazione, cogliendo gusti e profumi di tutto il mondo per offrire un’esperienza unica a chi arriva in Toscana. In carta c’è il Sedano rapa abbrustolito con patata dolce, pistacchio con salsa latte di cocco e curry; la Melanzana marinata in foglia di fico con purea di mandorle e ricotta di pecora al forno; il Ceviche di sgombro, platano fritto e pickled vegetables. Tra i primi, spiccano gli agnolotti di anatra confit, ceneri di radicchio e bergamotto e le pappardelle al ragù di cinghiale, spugnole e tartufo; mentre tra i secondi accanto alla tradizionale Bistecca alla fiorentina troviamo il Piccione servito con mole e riduzione al Chianti Classico. Osate
con il Panforte ai fegatini di pollo, arance, fichi e mandorle, frutta secca e arancia candita e terminate in dolcezza con il Pink cells, croccante di barbabietola guava, parfait di lamponi e mousse di cioccolato bianco. La sala è affidata al bravo Riccardo Maccioni, che vanta esperienze internazionali: oltre a servire i vini di Volpaia, ha creato una carta davvero ad hoc. Ma volendo si possono abbinare ai piatti i suoi famosi cocktail, come il Gin Tonic al mandarino verde e foglie d’ olivo o il fresco Violet sunset, con infusione di violetta, rosa damascena, Bitter tonic e base Metodo Classico di Volpaia. Osteria Volpaia: Loc. Volpaia, Radda in Chianti (SI) R AV IOLI DI AN ATR A CON POLV ERE DI CIPRE S SO
Con il Chianti Classico Riserva 2015 Castello di Volpaia, lo chef Juan Camilo Quintero consiglia Ravioli di anatra con polvere di cipresso.
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BUONO A SAPERSI
TORNA L’ALMANACCO POPOLARE PIÙ LONGEVO
Il mondo visto da Barbanera
«P
ercorro da molti, molti anni, il cuore e la mente dei nostri simili. Osservo le loro scelte, i cambiamenti, i desideri e i timori. Ebbene, anche io, proprio come te, mi trovo a volte a meravigliarmi di come neppure la più avanzata delle società - così crediamo! - riesca a schivare abbagli ed errori. Quasi come accadeva cento e più anni fa. L’ambiente, il clima, il lavoro, le migrazioni. Anche se a quel tempo a lasciare la nostra terra eravamo noi. Abbiamo imparato qualcosa? Forse poco». Il frate indovino e astrologo Barbanera nel consueto colloquio annuale con il fido discepolo Silvano, affronta questa volta il tema dei migranti, ricordandoci che ieri eravamo noi italiani a cercare nuove terre e una possibilità di futuro. Senza dimenticare i problemi dell’ambiente a lui sempre cari. Il nuovo dialogo tra Barbanera e Silvano apre “L’Almanacco Barbanera 2019” (Editoriale Campi). Arrivano dunque i nuovi giorni dell’almanacco più antico d’Italia giunto alla 257ª edizione; ambientalista ante litteram, parla di ecologia già nel Settecento. Nel primo numero del 1762 la pubblicazione si presentava come un foglio unico da appendere alla parete, con i 12 mesi e le previsioni per il nuovo anno. Da subito era aperto dal “discorso generale” di Barbanera che dispensa consigli per l’agricoltura, massime
di saggezza, previsioni meteorologiche e astrologiche. Nel nuovo numero, per scoprire il 2019, dopo il discorso di Barbanera, notizie su orto e giardino, astronomia, astrologia, lunario, alimentazione, salute e bellezza, consigli pratici, sogni e lotto. Tra nuove rubriche ed antichi saperi, l’almanacco è l’amico fidato di sempre. Nelle sue pagine si trovano cose da fare e da sapere per un vivere sostenibile e consapevole, sulla scia di una tradizione che dialoga con i mutamenti. C’è stato il restyling della copertina con la sintesi dei valori e delle pratiche di sempre, del Sole e della Luna, del cielo e della terra, proiettati nel flusso del mondo contemporaneo. Una grafica rinnovata corre anche all’interno, con sempre nuovi spunti per una vita consapevole, sostenibile e in armonia, attenta al tempo delle stagioni, alimentata da una nuova, antica etica dell’uomo e del Pianeta che giunge, oggi come ieri, ad affascinare gente comune e illustri personaggi. Come Gabriele d’Annunzio che, nella lettera al parroco di Gardone, del 27 febbraio 1934 scriveva: «La gente comune pensa che al mio capezzale io abbia l’Odissea o l’Iliade, o la Bibbia, o Flacco, o Dante, o l’Alcyone. Il libro del mio capezzale è quello ove s’adu-
na il ‘fiore dei Tempi e la saggezza delle Nazioni’: il Barbanera...». Come Eugenio Montale che, nella poesia “Le stagioni” del 1962, lo citava nei versi: «Il mio sogno non è nell’autunno, fumigoso, avvinato, rinvenibile solo nei calendari o nelle fiere dei Barbanera». Insomma, il Barbanera è sempre stato presente nella cultura nazional-popolare, a marcare il trascorrere del tempo, con una visione intimamente connessa alla natura, alla campagna, a recepire e valorizzare le radici rurali del Paese. Anche per questo l’Unesco ha dichiarato la tradizione Barbanera patrimonio documentario dell’umanità, “Memoria del Mondo”, simbolo universale di un genere letterario che ha contribuito al progresso di popoli e nazioni. Gaetano Menna NOVEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 65
BUONO A SAPERSI
GENAGRICOLA PER SOGGETTI SVANTAGGIATI
Le grandi giardiniere
I
l legame particolare tra donne, fiori, giardini è sempre stato molto forte a segnare la complicità tra l’universo femminile e la natura. La scrittrice Nicoletta Campanella e appassionata di arte del ‘900, riversa tutta la sua esperienza e il suo entusiasmo nella sua casa editrice, la Nicla Edizioni che si occupa di arte, cultura e moda del Novecento. Con “Grandi Giardiniere d’Italia” esalta il legame antichissimo tra donna e giardino.”I profumati e verdi spiriti delle grandi giardiniere del passato ci guidano nel racconto di donne che, ognuna a proprio modo, è oggi interprete di un giardinaggio appassionato in un mondo sempre meno attento alla bellezza, alla natura ed al paesaggio”, si legge nella prefazione a cura dell’autrice. D’altronde il legame tra donne e natura è stato sempre fortissimo: furono loro a scoprire
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il rapporto tra seme e pianta, approfondendo così i meccanismi della crescita vegetale. Nicoletta Campanella, in questo libro, mette in risalto i volti, i luoghi, le essenze e la storia di donne che amano profondamente la natura e che, con passione e competenza professionale, hanno dato vita e si prendono cura di giardini “con l’anima, perché questi giardini possono essere stati creati solo da giardiniere che possiedono grande anima e cuore”. L’idea di questo libro, racconta l’autrice, è nata durante una “Primavera alla Landriana”, la manifestazione che si tiene ogni anno nei magnifici giardini creati dalla marchesa Lavinia Taverna e dall’architetto paesaggista Russel Page. “Grandi giardiniere d’Italia” è un viaggio alla scoperta di alcune tra le grandi protagoniste del giardinaggio italiano e dei loro giardini, piccoli-grandi universi che le rappresentano. Nelle pagine del libro, ricco di illustrazioni, si incontrano così anche Ursula Salghetti Drioli di Piacenza e tutta la storia di Boccanegra e di Ellen Ann Willmott che lo volle con tutte le sue forze; Maresa Del Bufalo e la sua creatu-
ra verde di Valleranello; Antonella Fineschi e il più importante giardino botanico di rose del mondo. E poi troviamo gli universi fioriti di Lily d’Aragona, Maria Augusta Eroli, Mirella Presot Collavini, Marcella Montano Musetti, Rossella Puglionisi Sasso, Cristiana Cecconi Croff. Storie di donne e, in qualche caso, di sogni coltivati da bambine, di incontri dettati dal destino, dal caso o dall’amore. Ce ne sono di storici e di famosi, altri che racchiudono particolarità vegetali, altri ancora che diventano contenitori di opere d’arte trasformandosi così in insoliti musei en plen air. Ma tutti hanno un denominatore comune: le donne che amano profondamente la natura. Il racconto delle loro vite e dei loro giardini s’intreccia con la storia dei primi “abiti della giardiniera” e con i focus botanici curati da Rita Oliva e Stefano Marzullo. Un libro tutto da leggere e dedicato alle donne che, ognuna a proprio modo, è interprete di un giardinaggio appassionato. Elisabetta Tufarelli