L’ITALIA CHE PRODUCE • CONFAGRIPROMOTION 2019 • COESIONE E TERRITORIO • RESPONSABILITÀ AMBIENTALE CREDITO E ASSICURAZIONI • APINCITTÀ • INTELLIGENZA GEOGRAFICA • FINANZIAMENTO UE • GIOVANI AGRICOLTORI
Infrastrutture: priorità per l’agricoltura italiana
Eletta la nuova presidente di Confagricoltura Donna
Collaboriamo con Israele per ricerca e innovazione
Anno LXIX - n. 12 - DICEMBRE 2018 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
L’ E D I T O R I A L E nnn
È
Per una nuova stagione di crescita proprio di questi ultimi giorni dell’anno la positiva convergenza che il Governo è riuscito a trovare con Bruxelles sulla manovra di bilancio, evitando così una procedura d’infrazione e il blocco dei fondi destinati al nostro agroalimentare per circa 20 miliardi di euro. Ora è il momento di pensare ad un piano di rilancio dell’agricoltura, come settore strategico dell’economia, per tornare a crescere e a creare posti di lavoro. Lo abbiamo detto a Torino, insieme alle più importanti associazioni imprenditoriali, per esprimere il sostegno alla realizzazione della Tav. E lo abbiamo ribadito nel corso dei recenti incontri con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, prima, e con quello dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, dopo. Occorre inaugurare una nuova stagione di politiche di investimento e di crescita. Partendo dall’ammodernamento del sistema infrastrutturale del nostro Paese, essenziale per lo sviluppo economico, e in particolare per l’agricoltura. Non si fa crescere il made in Italy nel mondo senza infrastrutture adeguate, che garantiscano la piena mobilità di persone e merci e l’accessibilità all’Europa da tutte le aree del territorio nazionale. E che garantiscano anche lo sviluppo del digitale, processo indispensabile in agricoltura, a cominciare dalla copertura della banda ultra larga. Non si può essere competitivi senza innovazione tecnologica. Occorrono investimenti importanti anche in questo ambito. Così come sono importanti la condivisione ed il trasferimento delle conoscenze. Rientrano in quest’ottica gli accordi stipulati con Topcon, multinazionale produttrice di soluzioni avanzate per la gestione del campo e dei mezzi di lavoro; con Netafim, leader mondiale nell’irrigazione di precisione; nonché il Protocollo firmato con l’Ambasciata d’Israele in Italia, incentrato su ricerca e sviluppo tecnologico. E con la Stato d’Israele abbiamo festeggiato insieme nostri 70 anni “di storia e innovazione”. Tutto questo rientra in un più ampio progetto economico che Confagricoltura presenterà nei prossimi mesi, al centro del quale saranno le imprese, la loro crescita e la loro competitività. Ci stiamo muovendo in vista degli obiettivi che ci siamo dati come rappresentati delle nostre imprese, per il 2019 e per il futuro. E abbiamo chiesto che nell’agenda di Governo vengano inseriti punti precisi, necessari allo sviluppo del settore, tra i quali appunto infrastrutture più efficienti, investimenti in ricerca e innovazione, digitalizzazione, semplificazione, politiche per il lavoro. Sostegno in Europa per una riforma della Pac con fondi invariati, una soluzione negoziata per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea il prossimo 29 marzo e accordi commerciali che consentano di aumentare la nostra presenza sui mercati esteri. Ci attendiamo già dai primi mesi del 2019 risposte concrete, in assenza delle quali proseguiremo le nostre iniziative, perché le prospettive per le nostre imprese siano di crescita e sviluppo. Questo l’augurio con cui vogliamo salutare il 2018 e l’impegno con cui iniziare il nuovo anno! Massimiliano Giansanti DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 3
SOMMARIO L’EDITORIALE Per una nuova stagione di crescita Massimiliano Giansanti................. 3 PRIMO PIANO RAPPRESENTANZA Settanta anni di storia e innovazione Gabriella Bechi........................... 6
FOCUS SOSTENIBILITÀ Un hub per l’ortoflorovivaismo Paola Castello...........................
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Dalla nicchia alla specializzazione Paolo Parisini...........................
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“Benemerita” ApinCittà Fabrizio Piacentini.....................
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Intelligenza geografica Paola Castello...........................
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SPECIALE NATALE Bollicine d’Italia Anna Gagliardi.........................
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Piante e fiori delle feste Alessandra Porro.......................
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Nocciole “gentili” Elisabetta Tufarelli.....................
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L’Italia che produce Anna Gagliardi........................... 9
Direttore responsabile Gabriella Bechi
Forze rosa Elisabetta Tufarelli.....................
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Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI
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ATTUALITÀ EVENTI Infrastrutture e territorio Gabriella Bechi......................... Confagripromotion 2019 Anna Gagliardi.........................
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UNCAI NOTIZIE Una minaccia per l’Italia Elisabetta Tufarelli.....................
Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it
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ATTUALITÀ ACCORDI Responsabilità ambientale Gabriella Bechi.........................
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Le news dei contoterzisti.................................. 33
Rubriche
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Mappamondo Obesità infantile. . . . . 40 Organizzazione “Food Valley”. . . . . . 50 EPS Peste suina. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Enapra Corsi di efficientamento. . . . 56 Over 65 La positività aiuta. . . . . . . . . . 58 Agriturismo Vultaggio. . . . . . . . . . . . . 60 Buono a sapersi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
Confagricoltura
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Settanta anni di storia e innovazione 6 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
Protocollo d’intesa tra ambasciata di Israele a Roma e Confagricoltura in occasione del duplice anniversario della fondazione di Gabriella Bechi
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Su Confagricoltura.tv il video su “Israel Export Institute”
icerca scientifica e innovazione tecnologica alla base del protocollo d’intesa tra l’Ambasciata d’Israele in Italia e Confagricoltura firmato il 4 dicembre, a Roma, a Palazzo della Valle, dall’Ambasciatore d’Israele Ofer Sachs e dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
La firma in occasione di un duplice “compleanno”, quello della fondazione dello Stato d’Israele e quello dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, che quest’anno festeggiano i loro 70 anni di vita. “Settant’anni di storia e innovazione, come dice il titolo del nostro incontro - ha sottolineato Giansanti - che si arricchiscono oggi di una nuova pagina, a cui ne seguiranno altre che in futuro scriveremo insieme.” Un’amicizia, quella tra l’Ambasciata e Confagricoltura, che dura da oltre dieci anni: tre missioni imprenditoriali in Israele, la collaborazione nell’ambito di Expo 2015, la partecipazione della Confederazione alle manifestazioni fieristiche dedicate al settore agricolo organizzate in Israele, la divulgazione tramite i
Collaborazione per diffondere conoscenze scientifiche e tecnologiche
Sachs, Centianio e Giansanti
propri canali di informazione delle attività di reciproco interesse. “Oggi Israele è considerata a livello mondiale come uno dei principali hub per ricerca e innovazione tecnologica - ha detto l’Ambasciatore Sachs -. Parte di questo successo è merito delle pioneristiche tecniche introdotte nell’agricoltura, settore essenziale per un Paese giovane che si è sviluppato molto rapidamente. I sistemi produttivi di Italia e Israele sono altamente complementari e continuano a prospettare nuove sinergie per gli operatori del settore. La firma del protocollo d’intesa rappresenta un importante strumento di collaborazione per incrementare la già ottime relazioni tra i nostri Paesi, che tra l’altro operano in un area difficile come il Mediterraneo.” Israele ha saputo applicare un’attenta ed avanzata ricerca scientifica DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 7
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alle attività produttive agricole tanto da risultare all’avanguardia nello sfruttamento e nel razionale utilizzo delle acque per l’irrigazione, nell’allevamento, nello sviluppo e produzione di sementi, nell’agrotecnologia, nell’ingegneria meccanica. Il suo centro di ricerca applicata nel settore agricolo e nelle scienze ambientali, il “Volcani Center” - Agricultural Research Organization (A.R.O.) è uno più rinomati al mondo. “Confagricoltura, nei suoi 70 anni di vita è sempre stata protagonista del cambiamento - ha proseguito Giansanti -. Oggi cambiamento significa innovazione, precision farming, digitalizzazione. Ma anche internazionalizzazione, per apprendere nuove tecniche di coltivazione e per promuovere il made in Italy nel mondo, incentivando partenariati e collaborazioni con operatori di altri Paesi, come Israele.” Il protocollo prevede di promuovere l’informazione e la formazione degli imprenditori agricoli associati a Confagricoltura sui moderni risultati della ricerca realizzata in Israele per il settore agricolo (gestione dell’acqua, agricoltura di precisione), anche attraverso la realizzazione di eventi e progetti
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Centinaio: “Agricoltura punto di forza del Paese” mirati; di sostenere lo sviluppo di collaborazioni tra compagnie israeliane che operano nel settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica in agricoltura e Confagricoltura, con le imprese associate. Ciò al fine di contribuire allo sviluppo dei rapporti tra Italia ed Israele nel settore agricolo a favore della crescita delle imprese agricole dei due Paesi. Alla firma del protocollo d’intesa ha partecipato anche il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo. “Tecnologia e innovazione legate alla tradizione devono essere i nostri punti di riferimento - ha detto -. Un percorso possibile solo confrontandosi con il mondo, perché oggi l’agricoltura è completamente diversa dal passato ed ha esigenze diverse, sempre più legate alla ricerca scientifica e alla tecnologia. Oggi l’agricoltore è un imprenditore a tutti gli effetti e questo ministero vuole sostenerlo”.
“L’agricoltura - ha continuato Centinaio - resta uno dei punti di forza del nostro Paese e i nostri prodotti sono quelli che stanno crescendo di più nelle esportazioni. Se continueremo in questa direzione, l’agricoltura avrà ancora tanto da dire nel nostro Paese. Dare risposte a livello mondiale credo sia l’essenza del vostro lavoro, poiché ci sarà sempre più bisogno di cibo per i consumatori”. E proprio nel campo della ricerca, Centinaio ha affermato come il Crea sia fondamentale e come debba essere messo a disposizione del mondo agricolo, facendo sistema con quello universitario e con i privati. “Sfide e successo - ha concluso il presidente di Confagricoltura sono le due parole che sintetizzano l’incontro di oggi. Due parole correlate. Oggi il mondo è pieno di sfide: carenza di terre, produzione insufficiente, cambiamenti climatici, tutela dell’ambiente, digitalizzazione, globalizzazione. Obiettivo della nostra collaborazione con lo Stato d’Israele è il successo. Attraverso la diffusione di sistemi di conoscenza tra gli agricoltori, accompagnandoli nella crescita”. nnn
L’Italia che produce Dall’evento di Torino all’incontro con il vicepremier Salvini le Organizzazioni imprenditoriali fanno sentire la loro voce di Anna Gagliardi
L’
appuntamento mattutino di domenica 9 dicembre al Viminale ha aperto una porta importante al dialogo tra le imprese e il Governo, complice il vicepremier Matteo Salvini che ha invitato le associazioni datoriali a discutere di infrastrutture e manovra economica all’indomani dell’evento torinese pro TAV e del successivo incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i rappresentanti piemontesi delle stesse organizzazioni. Al tavolo di confronto al Ministero dell’Interno, a cui ha preso parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il presidente Massimiliano Giansanti ha ribadito le richieste di Confagricoltura: investire nella modernizzazione delle infrastrutture e nella diffusione delle più avanzate tecnologie per rendere le imprese agricole competitive. “Auspichiamo che nella prossima manovra venga posta una maggiore attenzione al tema degli in-
vestimenti - ha aggiunto Giansanti - Abbiamo bisogno di politiche di strategia di lungo termine per il settore primario, che dovrebbe essere posto tra le priorità delle scelte economiche del nostro Paese”. Un appello che trae forza dalla necessità di intervenire su alcune questioni urgenti decisive per il rilancio del Paese, che non si limitano al settore primario, ma che sono trasversali rispetto agli ambiti produttivi. È questo anche lo spirito che ha caratterizzato l’evento alle OGR di Torino il 3 dicembre, incentrato in particolare sulla TAV e le grandi opere. Le OGR sono le Officine Grandi Riparazioni dove un tempo venivano aggiustati i treni: oggi, dopo un imponente recupero, sono diventate il simbolo delle vocazioni multiple della città: in-
Dodici Associazioni unite per lo sviluppo DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 9
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CRONOLOGIA DEGLI EVENTI
che illustrano il manifesto nazionale Sì TAV firmato 29 ottobre - Torino a Torino. Il consiglio comunale vota una mozione lanciata dal Movimento Cinquestelle che chiede il blocco dei lavori della Torino-Lione fino a quando l’analisi costi 8 dicembre - Torino Quarantamila (gli organizzatori dicono oltre 50.000) - benefici dell’opera non sarà completata. La moziopersone in piazza contro l’Alta Velocità. Numerose ne passa con 23 voti favorevoli e 2 contrari. Assente le bandiere con il logo “No Tav”, quelle dei sindacati la sindaca Chiara Appendino (M5S) per un viaggio di base, di Rifondazione comunista, Potere al Popoistituzionale a Dubai per attrarre investitori su Tolo, Sinistra anticapitalista. Presente anche un gruppo rino. francese di Gilet gialli. 10 novembre - Torino Manifestazione Sì TAV. Circa quarantamila impren- 9 dicembre - Roma, Viminale ditori, lavoratori, industriali, sindacati, giovani e anIl vicepremier Matteo Salvini convoca i presidenti ziani in piazza per dire sì allo sviluppo. Dalla piazza e i direttori generali delle associazioni imprenditoriali, i quali ribadiscono l’urgenza di infrastrutture uno slogan annuncia la svolta: “Nulla sarà come priadeguate e di una manovra economica a favore dello ma. Da oggi cambia il vento” sviluppo. 3 dicembre - Torino, OGR Tremila imprenditori di più regioni d’Italia sono 10 dicembre, Torino presenti all’evento organizzato da Confagricoltu169 sindaci (su 193) della Città Metropolitana votano ra, Confindustria, Confcommercio, Confesercenla mozione di centrodestra e centrosinistra a favore ti, Confartigianato, CNA, Casartigiani, Legacoop, del collegamento alta velocità Torino-Lione, ribalConfcooperative, Agci, Confapi e Ance. I presidenti tando quanto successo esattamente un mese prima in nazionali firmano il manifesto “Infrastrutture per lo consiglio comunale. La sindaca metropolitana Chiara sviluppo. Tav, l’Italia in Europa” Appendino non partecipa al voto. Il documento impegna la sindaca “a riconoscere i benefici dell’opera 5 dicembre - Roma, Palazzo Chigi per l’intero territorio metropolitano e a svolgere ogni Il premier Conte e il vice Di Maio ricevono la deleazione finalizzata a sostenerne la realizzazione nei gazione piemontese dei presidenti delle associazioni tempi previsti”. 10 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
novazione, ricerca, cultura. Giova evidenziarlo, perché la scelta del luogo di incontro per tremila imprenditori (il doppio rispetto alle attese) provenienti da tutta Italia per dare una scossa al Governo non è stata casuale, né dettata solamente dall’esigenza di spazio, ma va oltre. È da qui che i vertici nazionali di Confagricoltura, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA, Casartigiani, Legacoop, Confcooperative, Agci, Confapi e Ance hanno lanciato il loro appello alla politica, contro la decrescita felice e a favore dello sviluppo. Si è partiti da Torino, alla luce di quanto successo il 10 novembre in piazza Castello dopo il voto del Consiglio Comunale contro la TAV: la manifestazione aveva portato in piazza 40.000 persone senza bandiere, ma con la chiara volontà di cambiare il corso dei fatti. Una protesta civile che ha dato un segnale chiaro alle istituzioni: basta alla politica del non fare, quella delle scelte rimandate; sì alla crescita e all’innovazione. Una questione di orgoglio, oltre che di politica. L’orgoglio di un territorio, la prima capitale d’Italia, che ha dato i natali a grandi leader nazionali e che non può piegarsi a una strategia di tagli e rinunce. Le grandi opere diventate oggetto di battaglia delle associazioni imprenditoriali sono
Giansanti: superare il gap infrastrutturale per la crescita del Paese l’elemento più palese e tangibile della protesta composta dell’Italia che lavora e produce, che ha degli obiettivi e cerca di raggiungerli con strategie condivise. Questo è emerso in modo palese alle OGR, dove i leader nazionali delle associazioni all’unisono hanno chiamato la politica ad assumersi le proprie responsabilità, a prendere decisioni dettate non dalla convenienza elettorale, ma da una visione reale di sviluppo e a definirne insieme il percorso. “In Italia gli investimenti pubblici sono diminuiti in media del 4% all’anno a partire dal 2008 - ricorda Giansanti -. In termini di incidenza sul Pil si è scesi dal 3 al 2%. A livello Ue la media è del 2,8%. Senza investimenti la produttività inevitabilmente ristagna”. Secondo uno studio del World Economic Forum sull’adeguatezza delle infrastrutture, su 137 Paesi esaminati l’Italia si è classificata al 58° posto, ben al di sotto dei principali Stati membri della Ue. Il nostro Pil procapite è ancora inferiore di quasi nove punti percentuali rispetto al 2007 e le previsioni per il 2019 indicano che la nostra crescita sarà
in ogni caso inferiore a quella media attesa per l’area dell’Euro. Una situazione che non accetta ulteriori tentennamenti. Tuttavia, all’incontro del 5 dicembre a Palazzo Chigi tra i leader piemontesi delle organizzazioni (tra cui il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia) il premier Conte e il vice Di Maio, il Governo ha fatto melina, dimostrando l’intenzione di dilazionare il proseguimento dei lavori della Torino Lione e magari attendere le elezioni europee. “Si tratta di un atteggiamento che va contro gli interessi del mondo della del lavoro” - hanno commentato i delegati delle associazioni dopo la riunione. Al malcontento degli imprenditori ha risposto Salvini con l’invito al Viminale e l’apertura al dialogo: il leader della Lega si è sempre proclamato a favore della TAV, ma la dicotomia con il collega Di Maio sulla questione non prelude a rapide soluzioni. “Al di là dei Si e dei No - conclude il presidente di Confagricoltura - noi siamo per l’Italia. Un’Italia che ha un impellente bisogno di interventi infrastrutturali sulle sue reti, sul trasporto, sulla banda larga, sulle città, sugli investimenti immateriali, sulla ricerca scientifica. Superare il gap infrastrutturale significa permettere di avere imprese più competitive e quindi un maggiore sviluppo dell’intero Paese”. nnn
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Forze rosa Rendere più visibile la partecipazione femminile nelle imprese e nella società di Elisabetta Tufarelli
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A
lessandra Oddi Baglioni, di Perugia, è la nuova presidente di Confagricoltura donna. L’ha eletta l’assemblea delle imprenditrici riunita a Palazzo della Valle. Nata nel 2012 “per dar voce alle donne in agricoltura, che hanno sempre lavorato in silenzio e per far sentire le loro esigenze laddove si parla di politiche di genere”, come ha sottolineato la prima presidente, Marina Di Muzio che era presente all’Assemblea, Alessandra Oddi Baglioni sostituisce Gabriella Poli, di Cremona, giunta al termine suo mandato. L’ampia e circostanziata relazione della presidente uscente, accompagnata da una suggestivo filmato, ha ricordato le principali tappe del suo triennio. Subito dopo si è aperta la tornata elettorale. La terza presidente di Confagricoltura Donna (triennio 2018-2021) è stata elet-
ta per acclamazione. Coniugata, due figli, laureata in giurisprudenza e con un vasto curriculum di esperienze alle spalle, conduce direttamente un’impresa biologica, in Umbria, nell’Alta Valle del Tevere, che da tabacchicola ha trasformato in sperimentale biologica. “Per l’agricoltura e la società - ha detto - è fondamentale il contributo delle donne. Come imprenditrici di Confagricoltura intendiamo declinare la parola produttività con salute, sicurezza e salvaguardia del suolo. Puntiamo al sociale e alla biodiversità, senza perdere di vista il mercato, studiando percorsi alternativi. Tocca anche a noi rendere la partecipazione femminile più visibile e, attraverso quel “quid” in più che abbiamo, dobbiamo essere utili all’intero sistema agricolo”. Questo triennio, come ha sottolineato Alessandra Oddi Baglioni, sarà caratterizzato da un
Occorre ricordare che il cibo viene dall’agricoltura
lavoro ancora più sinergico con Confagricoltura e con il territorio. “Noi nasciamo come una costola dell’Organizzazione - ha ricordato - e come tale ci poniamo con un principio di sussidiarietà alla casa madre”. Per quanto riguarda il naturale rapporto delle donne con l’alimentazione, “In un momento come questo - ha rimarcato - in cui pur essendo ossessionati dalle tematiche del cibo, sembra che tutti abbiano dimenticato da dove quel cibo provenga, lavoreremo perché, anche nelle trasmissioni dedicate alla tavola, l’agricoltura non resti un fantasma sullo sfondo, ma si riappropri del ruolo primario che merita”. La neo presidente di Confagricoltura sarà affiancata, nel suo mandato, da due vicepresidenti: la piemontese Paola Sacco e la pugliese Cinzia Ceci. Paola Sacco è laureata in Scienze Agrarie e conduce, con il marito,
un’azienda di 250 ettari tra Tortona, Pontecurone e Rivanazzano, in provincia di Alessandria, ad indirizzo cerealicolo da seme, dove produce anche la fragolina profumata di Tortona. È anche
Paola Sacco
vicepresidente di Apsov, società che produce e commercializza sementi di alta qualità. Vanta una lunga militanza nelle fila di Confagricoltura, dapprima come vicepresidente di Anga Alessandria, quindi come vicepresidente di Confagricoltura Donna Alessandria e poi come presidente di Confagricoltura Tortona. Cinzia Ceci è coniugata, ha due figli e due nipoti e conduce direttamente da una decina di anni, nelle campagne fra Andria e Barletta, un’azienda agricola dove ha puntato, in particolare, sulla produzione e commercializzazione di olio extravergine d’oliva Dop biologico. Con suo marito, vive a Castellaneta, in provincia di Taranto, in una tipica masseria ad indirizzo agrumicolo, olivicolo e seminativo irriguo. In azienda funziona anche una centrale a biogas alimentata dagli scarti della produzione, mentre nella storica masseria vengono organizzate degustazioni di prodotti e percorsi attraverso il vecchio frantoio, le strutture e le tipiche case dei tabaccai sulla storia e la vita nella masseria pugliese. nnn
Cinzia Ceci
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Le politiche di coesione strumento fondamentale per la crescita e la competitività dell’agricoltura italiana di Gabriella Bechi
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reare maggiori sinergie tra il settore agricolo e le politiche di coesione, che, con i fondi strutturali, rappresentano una delle principali voci di finanziamento pubblico per le infrastrutture. È questo l’obiettivo del seminario che si è svolto il 12 Dicembre in Confagricoltura “Le politiche di coesione per la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura: reti, infrastrutture e territorio”. Ed è per questo motivo che l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha sottoscritto alla fine dello scorso giugno un protocollo di intesa con l’Agenzia per la coesione territoriale, al fine di favorire una maggiore e strutturata diffusione sul territorio per il settore agricolo, agroalimentare e agroindustriale delle conoscenze e delle opportunità derivanti dall’attuazione delle politiche di coesione, anche sviluppando iniziative di supporto nell’attuazione dei programmi. “La politica di coesione - ha detto il componente di giunta Donato Rossi - è fondamentale per lo sviluppo e la competitività del Paese. Gli attuali fondi del periodo di programmazione 2014-2020 sono stati usati ancora parzialmente ed è importante utilizzarli nella loro interezza, perché tali risorse sono
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Infrastrutture e territorio davvero in grado di cambiare il volto del Paese e, per quanto riguarda il settore agricolo e agroalimentare, di realizzare le infrastrutture necessarie per raggiungere l’obiettivo di una sempre maggiore produttività e sostenibilità”. Confagricoltura ricorda che, nel quadro della prossima programmazione post 2020, i fondi delle politiche di coesione saranno ancora più indispensabili, dal momento che per l’Italia si prevede un taglio del 7% delle risorse per la Politica Agricola Comune, che corrisponde a poco meno di 400 milioni di euro per anno e a circa 2,7 miliardi di euro in meno nell’intero settennio. “Sicuramente allo stato attuale si rivela un ritardo di spesa nei fondi delle politiche di coesione, aspetto che deve essere migliorato in futuro - ha sottolineato Antonio Capo-
netto, direttore generale dell’Agenzia per la Coesione territoriale -. In particolare, per provare a risolvere tale ritardo, si potrebbe partire, già dalla prossima programmazione post 2020, con l’individuazione da parte del partenariato dei grandi obiettivi strategici verso cui indirizzarli, tenendo conto dei reali fabbisogni delle imprese ed evitando che i bandi vadano deserti. In questo contesto un ruolo chiave può essere svolto dalle Organizzazioni professionali”. Giuseppe Blasi, Capo dipartimento Politiche europee, internazionali e Sviluppo rurale del Mipaaft ha fatto il punto della situazione sulle risorse a disposizione per le infrastrutture irrigue a partire dalla Misura 4.3 del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale, per la quale è stata pubblicata la graduatoria delle domande di soste-
Superare il gap infrastrutturale per lo sviluppo del Paese
gno. “La dotazione (291 milioni di euro) è insufficiente - ha detto - per rispondere alle esigenze dei potenziali beneficiari collocati come idonei in graduatoria. Relativamente al Fondo Sviluppo e Coesione FSC 2014 - 2020, la dotazione finanziaria è pari a 228 milioni di euro. È stato, inoltre, pubblicato recentemente il decreto e la relativa graduatoria di interventi del Piano Straordinario Invasi, che riguarda 30 progetti a cui sono destinati circa 250 milioni di euro”. “Dobbiamo riflettere sulle politiche di coesione - ha evidenziato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - perché l’agricoltura ha bisogno di essere sempre più unita, in tutte le zone d’Italia. Abbiamo la montagna e la pianura, ma abbiamo anche zone connesse e altre non con-
nesse, zone collegate dalla rete viaria e altre senza nessun tipo di collegamento. Superare il gap infrastrutturale significa avere imprese più competitive e quindi un maggiore sviluppo dell’intero
Paese. Negli ultimi dieci anni gli investimenti infrastrutturali in Italia sono calati in maniera costante, ponendoci ben al di sotto della media UE. Siamo al 21° posto per quanto riguarda le strutture portuali e aeroportuali, al 19° posto per quelle ferroviarie, al 18° per la rete stradale. E la copertura internet interessa solo il 77% del territorio contro una media europea dell’82%”. Al seminario sono intervenuti Michele Dau, presidente Sviluppo locale Ocse; Giorgio Martini, dirigente Sviluppo sostenibile e Crescita intelligente dell’Agenzia per la Coesione territoriale; Marco Pazzaglia, Founder & Principal Gruppo professionale energia; Francesco Tufarelli, dirigente Politiche urbane e della Montagna della Presidenza del Consiglio. “Per avere un’agricoltura italiana più competitiva - ha concluso il presidente di Confagricoltura - occorrono più politiche per la coesione, che significa più sviluppo, più imprese, più reddito e più occupazione. La Confederazione si impegnerà in questo percorso e lo farà insieme ad importanti partner attraverso un progetto che sarà presentato nel 2019.” nnn
Donato Rossi, Massimiliano Giansanti, Daniele Rossi e Massimo Sabatini (Confindustria)
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Confagripromotion 2019 Nuove opportunità per le imprese vitivinicole in Messico, Brasile, Giappone, Vietnam e Svizzera di Anna Gagliardi
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L’
ampia partecipazione ai programmi di internazionalizzazione organizzati da ConfagriPromotion ha spinto Confagricoltura a dedicare nuove risorse a queste attività rivolte alle imprese vitivinicole italiane. Il 2019 si annuncia come un anno ricco di iniziative, in Italia e all’estero, con i principali Paesi inseriti nel programma OCM vino: Stati Uniti, Canada, Russia, Brasile, Messico, Giappone, Svizzera e Vietnam e Sud Est Asiatico. Si tratta di mercati differenti per storia e cultura enologica, ma comunque in espansione. Così, a fianco degli Stati Uniti che sono una piazza consolidata da tempo, con un
pubblico di consumatori generalmente ben preparato sulle nostre produzioni, emergono in America il Messico e il Brasile, che si stanno affermando come Paesi molto interessanti per le nostre aziende. Il Messico, ad esempio, registra dall’8 al 10% di incremento annuo di consumo di vino, dovuto a diversi fattori: la forte promozione dei principali Paesi importatori (l’Italia è seconda dopo la Spagna), la differenziazione dell’offerta capace di intercettare un pubblico più ampio, nonché un graduale cambiamento nelle abitudini di consumo abbinato a una maggiore propensione all’acquisto di prodotti gourmet da parte della nuova classe emergente.
Dall’altro lato del Pianeta, il Giappone è una delle piazze più ambite per le cantine italiane: il consumatore nipponico adora il Made in Italy, è generalmente molto attento alle caratteristiche organolettiche dei vini e anche alle prerogative del territorio di produzione. E a fronte di un vino di qualità, è disposto a spendere adeguatamente. In Vietnam stanno crescendo gli standard di vita e con essi la domanda di vino, che è diventata una bevanda comune e può essere trovata ovunque con facilità. Anche se si è in presenza di elevate tasse doganali, ammontanti a circa l’85% di maggiorazione sul prezzo CIF (Cost, Insurance and Freight, cioè costo, assicurazione e nolo), il volume e il valore del vino che arriva in Vietnam aumentano di anno in anno, tanto che il Paese è considerato il mercato dalle maggiori potenzialità nell’ambito dell’OCM, grazie alla crescita costante stimata intorno al 7%. Nel nostro continente, la Svizzera per il Nord Italia è un immediato sbocco geografico, se non altro per la vicinanza chilometrica e il numero elevato di svizzeri
Incoming in Veneto e Oltrepò Pavese lo scorso novembre che amano il nostro Paese quale meta di frequenti soggiorni e percorsi enogastronomici. Sta anche aumentando la comunità elvetica che si trasferisce in Italia per dedicarsi alla vitivinicoltura, affascinata dalla nostra ricchezza paesaggistica e dalla lunga storia enologica. Questo favorisce nuovi contatti e scambi commerciali con tutti i cantoni della Svizzera, in particolare quello di lingua tedesca. Le iniziative di ConfagriPromotion per il 2019 sono in corso di calendarizzazione e comprendono anche la possibilità di effettuare incoming sul territorio, così come è stato a novembre in Veneto e nell’Oltrepò Pavese. Dal 19 al 24 novembre hanno infatti avuto luogo i B2B con tredici buyer, tutti importatori provenienti da Canada, Stati Uniti, Taiwan, Vietnam e Singapore, e trentasette aziende: diciassette in Lombardia, venti in Veneto. Con la formula messa in atto da
ConfagriPromotion è stato possibile fare sistema come territorio di produzione, valorizzandolo e permettendo a tutte le aziende, generalmente di medio-piccole dimensioni, di offrire un’immagine molto più ampia del contesto in cui operano e di illustrare meglio le proprie etichette. Ci sono potenzialità inespresse che, grazie a programmi come questi, possono essere messe in luce in maniera strutturata e vincente. Analogamente, per i programmi B2B all’estero, che si sono svolti quest’anno in Canada e negli Stati Uniti, le aziende hanno apprezzato i seminari di approfondimento dedicati ad un approccio corretto su quei mercati. È pertanto intenzione di Confagricoltura realizzare ulteriori momenti di formazione per le imprese, focalizzati sui mercati target dei progetti OCM. Un’attenzione particolare all’internazionalizzazione sarà data anche durante il prossimo Vinitaly, dal 7 al 10 aprile, in cui Confagricoltura avrà nuovamente uno spazio importante animato da attività destinate alla promozione e alla valorizzazione della grande Italia del vino. nnn
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AT T U ALI TÀ E V EN T I
Una minaccia per l’Italia Tutto quello che c’è da sapere sulla peste suina, per evitare la sua diffusione di Elisabetta Tufarelli
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onfagricoltura ha organizzato un incontro tecnico di approfondimento, a Palazzo della Valle, sulla “Peste Suina Africana: una minaccia per il settore suinicolo. Una sfida da gestire”, con gli stakeholder istituzionali, nazionali e comunitari. “È una occasione unica - ha detto la componente della giunta di Confagricoltura Giovanna Parmigiani - per affrontare insieme un tema tanto delicato quanto strategico. È in gioco un comparto che da solo rappresenta 11 miliardi di valore tra produzione agricola e trasformata, ottenuta con quasi 9 milioni
di suini, che attivano oltre 30mila posti di lavoro ed 1,6 miliardi di export. Il rischio di introdurre la peste suina in Italia è elevatissimo e le sue conseguenze determinerebbero un danno enorme in termini di crescita e di occupazione che non possiamo certo sopportare. Occorre assumere misure preventive efficaci, per certi versi anche drastiche, per una questione che non interessa solo il comparto suinicolo, ma tutto il Paese”. In Italia il settore conta 30mila allevamenti, esclusi quelli familiari. La produzione è fortemente concentrata nelle regioni del Nord, che rappresentano il 31
La malattia virale che colpisce suini e cinghiali non è trasmissibile all’uomo
per cento di aziende ed il 90% dei capi, di cui il 50% nella sola Lombardia. Al Centro Sud abbiamo una forte parcellizzazione, con il 70 per cento di aziende, ma solo l’11% dei capi (fonte Ismea). Dal 2008 ad oggi sono diminuiti del 27 per cento circa gli allevamenti specializzati (“non familiari”), mentre i capi censiti hanno registrato, nel complesso, una contenuta flessione (-2,8%), che ha interessato, soprattutto, i capi da riproduzione (scrofe, scrofette e verri). Approfondire il tema della peste suina africana, malattia virale non trasmissibile all’uomo, che colpisce sia il suino sia il cinghia-
le, è fondamentale perché una sua diffusione causerebbe ingenti danni economici, soprattutto per le ripercussioni sull’export e che va arginata, poiché è trasmissibile anche attraverso i trasformati di carne suina e di cinghiale. Non esiste un vaccino contro questa malattia, che, quindi, può essere affrontata solo tramite misure di biosicurezza in allevamento, gestione della fauna selvatica e controllo alle frontiere sull’importazione di alimenti trasformati di carne suina tramite gli automezzi, ma anche dei singoli viaggiatori (aeroporti, strade, vie ferroviarie e marittime). «La diffusione della Peste Suina Africana è un rischio che la suinicoltura italiana ed europea non possono correre - ha continuato Parmigiani -. Per questo sono importanti le iniziative preventive di informazione e formazione, così come le misure di diffusione di buone pratiche, che vanno comunicate anche a soggetti che non sono strettamente nella filiera e che vanno coinvolti, come i “gestori” del territorio e i trasportatori. Pratiche facili da attuare e che hanno un’indubbia validità per il contenimento del rischio di diffusione». Le ultime evidenze mostrano che la Peste Suina è veicolata principalmente dalla fauna selvatica, in particolare dai cinghiali. Per questo si stanno mettendo in atto azioni di contenimento di questa popolazione, soprattutto nelle zone di confine con le aree infette, ma anche preventive, come ai confini tra Danimarca e Germania e tra Finlandia e Russia. «È evidente ha spiegato Claudio Canali, presidente della Federazione nazionale di prodotto allevamenti suini di
Confagricoltura - che dobbiamo agire sulla popolazione della fauna selvatica. Gli allevatori stanno facendo già la loro parte, ma quello della peste suina è un problema multifattoriale, dove si incide con vari strumenti e con varie misure. È la priorità delle priorità: occorre abbattere il rischio di diffusione di un virus che potrebbe essere dirompente per la nostra suinicoltura. Vorremmo che con il convegno di oggi tutti acquisissero questa consapevolezza. Sarebbe un risultato prezioso da capitalizzare per arrivare, speriamo presto, alla stesura da parte dell’Amministrazione di un piano nazionale adeguato per fronteggiare la PSA, al quale siamo disponibili a fornire il nostro contributo». Al presidente Canali ha risposto il direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute, Silvio Borrello, che ha annunciato l’avvio del Piano nazionale. All’incontro erano presenti il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella e i componenti della Commissione Guglielmo Golinelli e Maria Cristina Caretta. nnn
Giovanna Parmigiani
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AT T U ALI TÀ A C C OR DI
Responsabilità ambientale Protocollo d’intesa Confagricoltura Confindustria per guidare le imprese verso la sostenibilità e l’economia circolare di Gabriella Bechi
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onfagricoltura ha recentemente sottoscritto un Protocollo di collaborazione con Confindustria per la promozione delle buone pratiche industriali e agricole e per lo sviluppo della sostenibilità come fattore di crescita. L’iniziativa nasce dalla convinzione che lo sviluppo e il benessere del Paese non possano prescindere da un uso sempre più efficiente delle risorse ambientali, compre-
sa quella del suolo, e che occorra agire in sinergia con le Istituzioni per mettere in atto misure in grado di stimolare investimenti pubblici e privati diretti a rafforzare la tutela ambientale e il rilancio economico dei territori. Con l’obiettivo di fornire il proprio contributo, e contemporaneamente dare concretezza, alla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, con cui sono definite le linee direttrici delle politiche economiche, sociali e ambientali, finalizzate a rag-
Raggiungere Obiettivi 2030 Strategia Clima Energia giungere gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “Negli ultimi anni - ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - sia la società, sia l’imprenditoria italiana hanno acquisito sempre più la consapevolezza che per raggiungere uno sviluppo economico sostenibile sia necessario aumentare la produttività e utilizzare in modo sempre più efficiente le risorse ambientali. Tutto ciò con l’indispensabile supporto dell’innovazione tecnologica”. “La sostenibilità economica - ha affermato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia - non può prescindere da quella ambientale. Oggi la cultura della responsabilità si allarga a tutti i campi d’azione di un’impresa, che deve imparare a essere eccellente in ogni sua funzione e attore di crescita a beneficio dell’intera società”. Le imprese italiane nei prossimi anni saranno chiamate ad affrontare sfide sempre più impegnative, a partire dal raggiungimento dei nuovi obiettivi al 2030 della strategia Clima Energia, in relazione alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), all’aumento della produzione di energia rinnovabile, al miglioramento dell’efficienza energetica. Non solo. Dovranno dare concretezza alla recente strategia nazionale sulla bioeconomia, in cui si riconosce il ruolo attivo delle biomasse, comprese quelle di origine agricola, ed il loro grande potenziale, anche in riferimento alla gestione forestale, alle bioenergie, alle bioraffinerie. Ma soprattutto dovranno essere sempre più protagoniste della transizione verso un’economia più circolare, in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a
lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo. Con l’Accordo si vuole realizzare un’azione incisiva e continuativa di collaborazione su questi temi al fine di una maggiore efficacia alle azioni intraprese dalle due Associazioni. Nell’ambito della collaborazione prevista dal protocollo Confagricoltura e Confindustria si impegnano a realizzare strumenti e attività di comunicazione, formazione, educazione e sensibilizzazione, coinvolgendo le associazioni territoriali e le categorie produttive interessate. A promuovere l’innovazione dei modelli di business e lo sviluppo di innovative strategie aziendali, anche attraverso la raccolta e diffusione delle best practices, con particolare riferimento alla corretta ed efficiente utilizzazione delle risorse naturali, alla prevenzione dello spreco alimentare, all’econo-
mia circolare, alla bioeconomia ed alla nutraceutica. L’accordo si pone come obiettivo anche quello di orientare le iniziative di sostegno alla ricerca e all’innovazione - pubblica e privata - verso soluzioni che consentano un uso sempre più efficiente delle risorse, nonché lo sviluppo di una cultura della sostenibilità come modello di comportamento per le imprese, e di rafforzare le azioni di trasferimento delle innovazioni, con particolare riferimento alle tecnologie digitali. Infine, lo scopo è anche favorire congiuntamente attività di formazione imprenditoriale e di alleanza per la conoscenza, nelle diverse filiere del settore agroalimentare al fine di elevare i livelli di competenza e consapevolezza imprenditoriale nel nostro Paese riguardo ai temi della sostenibilità e circolarità. nnn
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AT T U ALI TÀ A C C OR DI
Accordo per il credito 2019 Dal 1° Gennaio in vigore nuove misure per agevolare le PMI di Maria Cristina D’Arienzo
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onfagricoltura, ABI, e le altre associazioni di rappresentanza delle imprese hanno sottoscritto il 15 Dicembre 2018 un nuovo Avviso comune, “Accordo per il credito 2019”, per la sospensione e l’allungamento dei finanziamenti alle PMI, alla luce del nuovo contesto di mercato. L’obiettivo è di assicurare li-
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quidità alle imprese che hanno prospettive economiche positive pur trovandosi in una situazione contingente di difficoltà. Tali operazioni si rivolgono, infatti, alle PMI operanti in Italia in tutti i settori, compreso quello agricolo, che al momento della presentazione della domanda non presentino posizioni debitorie classificate dalla Banca come esposizioni “non-performing” (sofferenze, esposizioni scadute da più di 90 giorni, etc.). Il nuovo Accordo, che è applicabile ai finanziamenti in essere alla data del 15 Dicembre 2018, entrerà in vigore dal 1° Gennaio 2019 e sarà valido fino al 31 Dicembre 2020. Potrà, inoltre, essere chiesta l’applicazione delle misure previste dal nuovo Accordo anche ai finanziamenti sui quali siano già state concessi la sospensione o l’allungamento, a condizione che siano trascorsi almeno 24 mesi dalla data di presentazione della domanda. Nell’attesa dell’avvio della operatività del nuovo Accordo, proseguirà l’applicazione delle misure di sospensione e di allungamento previste nell’
“Accordo per il credito 2015”. Dai dati raccolti dall’ABI risulta che, a partire dal 2009, sono stati più di 18.800 i finanziamenti che hanno beneficiato della sospensione del pagamento della quota capitale, permettendo alle PMI di ottenere una liquidità di oltre 700 milioni di euro. Su base territoriale il 64,1% delle domande di sospensione finora accolte è riferito ad imprese residenti nel nord Italia, il 19,9% nel centro ed il 16% ad imprese residenti nel Sud. Con riferimento al focus sui dati settoriali, il 9,3% delle domande di sospensione accolte riguarda imprese dell’agricoltura, con il commercio al 21,3%, l’industria al 13,3%, l’edilizia al 16,3% e l’artigianato al 12,6%. Con il nuovo Accordo, dunque, si rafforza la collaborazione tra banche e imprese al fine di agevolare l’accesso al credito delle PMI, anche nella prospettiva di sviluppare un’azione comune per l’analisi e la definizione di posizioni condivise su iniziative normative, di matrice europea e internazionale. nnn
Partnership tra Reale Mutua e Confagricoltura per una politica di prevenzione e riduzione dei rischi
Assicurazione su misura
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eale Mutua e Confagricoltura hanno rinnovato un importante accordo di partnership per ulteriori tre anni (scadenza 2021), finalizzato ad offrire un contributo allo sviluppo delle politiche agricole in Italia e, in particolare, a favorire concretamente la solidità e la continuità del reddito delle imprese associate alla Confederazione. La collaborazione consentirà di progettare e realizzare una serie di strumenti e prodotti in grado di supportare, in modo specifico, le esigenze delle aziende agricole in materia di garanzie e servizi assicurativi. Con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di una sistematica politica di prevenzione e riduzione delle possibili fonti di rischio. «Il mondo agricolo continua a svolgere un ruolo di rilievo nell'economia italiana e Reale Mutua, fin dalla sua nascita, è focalizzata sul comparto - ha dichiarato Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua -. Con questo accordo vogliamo, insieme a Confagricoltura, for-
nire a tutte le aziende associate una consulenza assicurativa curata e personalizzata, oltre a progettare e diffondere specifiche convenzioni, in grado di rendere più agevole e competitivo l’accesso alla nostra gamma prodotti”. “Sono aumentati, in una società evoluta sotto l'aspetto tecnologico e mercantile come quella agricola - ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - i problemi di vul-
Giansanti e Filippone
nerabilità e le imprese hanno bisogno di acquisire livelli di sicurezza sempre più elevati e diffusi. Gli imprenditori agricoli hanno un nuovo concetto di rischio e pensano in modo diverso alla tutela assicurativa, che non consiste più solamente nello stipulare polizze, pagare i relativi premi e riscuotere gli indennizzi, quanto piuttosto nell’ assicurare una gestione razionale e integrata di tutti i rischi dell’azienda”.(G.B.) nnn
SOLUZIONI E SERVIZI INNOVATIVI PER PERSONE E AZIENDE
Fondata a Torino nel 1828, la Società Reale Mutua di Assicurazioni è la più importante Compagnia di assicurazioni italiana in forma di mutua. È capofila di Reale Group, un Gruppo internazionale nel quale operano circa 3.700 dipendenti per tutelare quasi 4,5 milioni di assicurati. Reale Mutua offre una gamma molto ampia di prodotti, sia nei rami danni, sia nei rami vita. I suoi soci/assicurati sono oltre 1,4 milioni, facenti capo a 353 agenzie presenti su tutto il territorio italiano. La Società evidenzia un’elevata solidità, testimoniata da un indice di solvibilità (Solvency II), calcolato con il Modello interno parziale, che si attesta, al 31 dicembre 2017, al 373,5%. DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 23
FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
Un hub per l’ortof lorovivaismo Intervista a Stefano Peverelli presidente della Fondazione Minoprio, realtà all’avanguarda nella formazione; e non solo di Paola Castello
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bbiamo incontrato il presidente di Confagricoltura Como e Lecco, Stefano Peverelli, che recentemente è stato nominato anche presidente della Fondazione Minoprio, realtà di riferimento del settore ortoflorovivaistico lombardo e nazionale. La Fondazione ha sede a Vertemate con Minoprio, in provincia di Como, nella splendida cornice di Villa Raimondi, con un parco botanico di sette ettari. “Di solito - ci racconta il presidente Peverelli - quando si pensa alla Fondazione la si immagina quasi esclusivamente come centro di formazione. In realtà, oltre a questo, al suo interno trovano spazio diverse attività, tra cui quelle legate al parco (dalla manutenzione alle visite didattiche), quelle
di laboratorio di ricerca e innovazione e di consulenza per diversi progetti. La sede è location per eventi, congressi, meeting; mentre l’azienda agricola è dotata anche un grande punto vendita”. Il fatto che la Fondazione abbia sede in un posto così suggestivo lo si deve all’intuizione di Giordano Dell’Amore, grande banchiere ed economista (che negli anni ‘50 è stato anche ministro per il Commercio con l’Estero), storico presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, la Cariplo. Proprio lui volle dare, tra le altre cose, un incentivo alla floro - orto - frutticoltura del territorio lombardo, comprando appunto Villa Raimondi. “Qui - ci ha raccontato Peverelli - Dell’Amore fondò nei primi anni ‘60 il Centro per l’Incremento della floro-orto-frutticoltura di
Ampia l’offerta formativa con attenzione all’innovazione
Vertemate con Minoprio e fece costruire il convitto, concependo un’idea di scuola dove gli studenti potessero trascorrere anche il tempo libero. Negli anni ’80 la villa è stata acquistata dalla Regione Lombardia e successivamente è subentrata, come proprietaria, la Fondazione Minoprio, che ha mantenuto l’originaria impostazione voluta da Dell’Amore (con la differenza che oggi la permanenza al convitto per gli studenti non è più obbligatoria)”. Chi si imbatte nella Fondazione resta positivamente impressionato dalla ricchissima offerta formativa, che prevede numerosi corsi professionali e di formazione tecnica con diversi indirizzi, nonStefano Peverelli
ché master e percorsi di specializzazione tecnica professionale. Una grande attenzione viene data, inoltre, all’innovazione, alle nuove branche del settore, nonché all’interdisciplinarietà. A testimonianza di questo, ad esempio, il corso attivato di recente “Industria 4.0 - Tecnico Superiore per le biotecnologie applicate alla produzione di piante officinali ed essenziere e alla nutraceutica”, fi-
nanziato dal Fondo sociale europeo che prevede peraltro anche 40 ore di stage in azienda. Peverelli racconta inoltre con orgoglio: “Le specializzazioni della nostra Fondazione prevedono all’interno dei corsi anche il conseguimento del patentino per l’uso dei droni, nonché le certificazioni di Responsabile RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione), contribuendo così alla formazione di specialisti qualificati che, per 97%, trova lavoro poco dopo il diploma.” Una delle caratteristiche distintive di questo centro è la passione che anima chi ci lavora, dai docenti, ai ricercatori. Passione e innovazione, unite indissolubilmente alla tradizione. “Elementi fondamentali spiega - del bagaglio di conoscenza che consegnamo ai nostri allievi”. La Fondazione Minoprio non trascura neppure il più recente filone dell’agricoltura sociale, collaborando con i Servizi del Lavoro della Regione Lombardia e con una rete di 300 aziende per l’inserimento e il reinserimento nel mondo del lavoro di persone con difficoltà. Una realtà che il presidente vorrebbe diventasse autonoma dal punto di vista economico, anche in considerazione del fatto che in ogni settore i finanziamenti pubblici in prospettiva tenderanno sempre più ad assottigliarsi. Sicuramente il doppio incarico di Stefano Peverelli, in Confagricoltura Como e Lecco e nella Fondazione, sarà l’occasione per intensificare le sinergie tra le due realtà. Il presidente, infatti, è da anni impegnato in prima linea come Confagricoltura, ma è anche stato a suo tempo studente della Fondazione e ci ha confidato di avere un legame affettivo molto forte con questa istituzione e con le persone che vi lavorano. nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 25
FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
Dalla nicchia alla specializzazione L’evoluzione del biologico, grazie alla ricerca, migliora la qualita’ delle produzioni e soddisfa le nuove esigenze dei consumatori di Paolo Parisini Presidente Federazione nazionale di prodotto agricoltura biologica e biodinamica di Confagricoltura
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el corso dei millenni i fabbisogni di derrate agricole sono sempre stati in grande aumento, sia in quantità, legati al costante incremento della popolazione, sia in qualità, dovuti al crescente benessere. Gli agricoltori, supportati dalla loro esperienza e dalla ricerca scientifica, hanno sempre operato in modo tale che la produzione riuscisse a soddisfare la domanda, anche se in alcuni casi eventi come guerre e avversità climatiche hanno causato carestie. Per il prossimo futuro le previsioni indicano una forte crescita della popolazione mondiale, con conseguente aumento dei fabbisogni generali e in particolare alimentari. L’agricoltura dovrà, come già sta facendo, adeguarsi alle nuove esigenze, che saranno sia quantitative sia qualitative ed
è difficile prevedere quale delle due sarà predominante. Le abitudini di vita sono cambiate radicalmente e tumultuosamente e non più con quelle caratteristiche di lento adeguarsi alle realtà del momento che invece aveva caratterizzato lo scorso millennio. Un tempo attraverso l’alimentazione era necessario coprire gli ingenti fabbisogni energetici dovuti al lavoro, che richiedeva fatica fisica, o al freddo di inverni rigidi e di abitazioni che solo in alcuni ambienti avevano una fonte di riscaldamento. Non solo questi sono stati cambiamenti della nostra vita, ma anche la modalità di conduzione della giornata: il pasto di mezzogiorno era quello principale, in cui i consumi di carboidrati, intesi soprattutto come pasta e pane, erano elevati; oggi la maggioranza delle persone effettua una breve pausa
pranzo fuori casa, dove vengono somministrati cibi preparati industrialmente, per lo più anonimi, per poter soddisfare le esigenze di tutti, con scarsa cura per la qualità ed il sapore. Solo il pasto della sera rappresenta un momento di comunione con familiari e/o amici nel quale è piacevole e ricercato il consumo di alimenti più rappresentativi delle tradizioni locali e comunque appaganti il gusto del mangiare. L’agricoltura dovrà intervenire per esaudire le esigenze di questo nuovo consumatore attraverso due vie, da una parte incrementando le produzioni intensive, onde sopperire ai fabbisogni dovuti all’aumento della popolazione mondiale; dall’altra curando principalmente gli aspetti qualitativi. Aumentare le produzioni cosiddette intensive non è certo facile, in quanto vi sono ostacoli pressoché insormontabili da superare, quali la sempre minor superficie di terreni a disposizione dell’agricoltura e la scarsa disponibilità di
Incrementare l’agricoltura intensiva e maggiore attenzione alla qualità acqua, e altri più facilmente superabili attraverso la ricerca nei settori della genetica, dell’agronomia e della difesa delle piante. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un tumultuoso sviluppo dell’agricoltura biologica, che si è andata radicando principalmente nelle zone di collina e di montagna, anche marginali, dove gli alti costi di produzione non rendevano possibile produrre derrate alimentari. Questo tipo di agricoltura, nato come nicchia per appassionati, ora rappresenta un settore altamente specializzato che può contribuire al soddisfacimento dei fabbisogni di derrate alimentari attraverso la coltivazione di prodotti tipici dei diversi territori e che mantengono gusti legati alla tradizione. Probabilmente una ricerca volta principalmente, se non esclusiva-
mente, ad aumentare le produzioni per ettaro può aver trascurato caratteristiche che influenzano alcuni aspetti nutraceutici e sensoriali dei prodotti, ma fino a ieri l’esigenza maggiore era quella di disporre di quantità di derrate sufficienti. Oggi sia nel nostro Paese, sia in quelli emergenti, viene dato più rilievo alla qualità che alla quantità. In ultima analisi sarebbe opportuno che la ricerca si indirizzasse anche a recuperare quei fattori positivi che si sono persi, senza ritornare obbligatoriamente all’uso di varietà “antiche” che, se sono state abbandonate, è perché avevano dei problemi non solo dal punto di vista quantitativo. L’agricoltura secondo il metodo biologico, sia indirizzata al mondo vegetale sia a quello animale, se ben supportata da una ricerca mirata, può essere il sistema per migliorare qualitativamente le derrate e mantenere tutte quelle peculiarità territoriali che si esprimono nei prodotti a denominazione di origine. nnn
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FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
“Benemerita” ApinCit Nato agli negli anni ‘80 il biomonitoraggio urbano con le api viene oggi valorizzato anche dall’Arma dei Carabinieri di Fabrizio Piacentini FAI - Federazione Apicoltori Italiani
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FAI - Federazione Apicoltori Italiani ha siglato a Dicembre 2017 una Convenzione con l’Arma dei Carabinieri - Comando Unità per la Tutela Forestale, ambientale e Agroalimentare Carabinieri (CUFA), in virtù di una sinergia di intenti, diretti alla conservazione dell’ambiente in quanto patrimonio di interesse nazionale. Le linee guida fondanti di questa azione sinergica sono quel-
le che vedono le due Istituzioni coinvolte nello sviluppo di iniziative condivise per la diffusione della cultura della difesa del patrimonio paesaggistico, ambientale, forestale e apistico; la tutela delle risorse naturali con particolare riferimento alla sottospecie italiana, Apis mellifera ligustica (Spinola,1806), capolavoro di biodiversità; la promozione di iniziative di sensibilizzazione, comunicazione e formazione su tematiche quali
ttà i valori costituzionali, il rispetto della legalità, la conoscenza del patrimonio naturale e della biodiversità, con particolare riferimento all’utilità sociale e ambientale delle api mellifere. Non sono cose che accadono ogni giorno ed è da queste direttrici che ha preso vita una prima e concreta azione: il Progetto ApinCittà, che è frutto di una collaborazione tra FAIFederazione Apicoltori Italiani, Carabinieri Forestali e Comune
di Roma. Il progetto pilota costituisce, per portata innovativa, un modello sperimentale nazionale ed internazionale che si articola in una rete per il biomonitoraggio ambientale urbano mediante alveari di ape italiana. L’azione progettuale, tuttavia, non si limita a controllare parametri di interesse ambientale, ma ha ben altri obiettivi: creare una rete di apicoltori, istituzioni pubbliche, enti della ricerca, cittadini, associazioni, agricoltori; mappatura del verde urbano di Roma Capitale e di altre città storiche; biomonitoraggio della qualità dell’aria e dell’acqua, recupero e ricollocazione degli sciami; educazione ambientale, apicoltura sociale, altruismo e legalità; partecipazione attiva e inclusione di tutta la società civile. Partito nel 1980 dalla storica Postazione n° 1 di Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, Apiario Sperimentale Urbano della FAI-Federazione Apicoltori Italiani, si è propagato in modo istituzionale è in direzione della Postazione n° 2, il Laboratorio delle Api dell’Arma dei Carabinieri. Il resto è accaduto quasi per conseguenza naturale: oggi la rete di ApinCittà si articola in 15 Postazioni di Biomonitoraggio, che supereranno le 20 già a primavera 2019. Il costante aumento delle realtà interessate ad aderire al progetto, infatti, sta favorendo un naturale processo di crescita e sviluppo, caratterizzato, in particolare, dall’analisi del profilo botanico di ogni quadrante cittadino: una sorta di Dna ambientale della Città e quindi delle risorse naturali e della biodiversità che le api sono in grado di descrivere, preservare e valorizzare. A questa rete di “Api Sentinelle” si aggiunge il supporto scientifico di enti della ricerca e di altri enti (pubblici e privati),
Ape italiana al servizio della scienza e delle Istituzioni quali ad esempio la stessa Confagricoltura, che da sempre ha creduto nell’iniziativa, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Roma La Sapienza, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria e altri che via via si stanno aggregando. Ciascuno in grado di assicurare, nel campo di specifica competenza, un apporto qualificato e uno stimolo ulteriore allo sviluppo di questa iniziativa. Ciò che emerge, in conclusione, da questo primo anno di ricerche ed analisi del Progetto ApinCittà, è un dato entusiasmante: la biodiversità nelle città, che dovrebbe essere molto più bassa di un’area rurale o di un ecosistema naturale, è invece ricchissima e solo in parte conosciuta. Sono oltre 150 le specie botaniche finora censite, alcune di que-
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FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
ste non ancora presenti nei repertori della flora di Roma: come a dire che non sapevamo di avere questa tipologia di verde “orizzontale o verticale” utile alle api e comunque non sappiamo ancora abbastanza sull’ecosistema della Capitale e delle altre città storiche in genere. Il che depone a favore di un inusuale, assortito e ricco pascolo di fioriture utili a tutti gli insetti impollinatori e alle api mellifere in particolare.
In materia di analisi dei metalli pesanti occorre dire che il miele rientra tra le previsioni del Regolamento UE 2015/1005, che fissa un tenore massimo di piombo nel miele pari a 0,10 mg/kg. I dati finora rilevati dal Progetto ApinCittà ci dicono che siamo ben al di sotto dei valori suggeriti, con una media di 0,022 mg/kg. È confermato, per concludere, che le sentinelle di Ape italia-
na vigilano e tutelano la diversità botanica e, al tempo stesso, consentono di monitorare i comparti ambientali della Città Eterna. La partecipazione attiva della cittadinanza, l’incontro tra apicoltori e società, Istituzioni ed enti di ricerca servirà a veicolare un esempio - quello che le api ci offrono ogni giorno - di coesione, di operosità, di condivisione verso un obiettivo comune. nnn
L’APE CHE ISPIRA L’ARTE
È chiaramente ispirata alle api l’ultima opera dell’artista Giampaolo Atzeni, protagonista del pop metafisico, impegnato nel promuovere azioni creative destinate ad incidere anche nel sociale. Nasce così “Regina Mundi”, ape regina e madre premurosa che sottrae il nostro pianeta ai deliri dell’uomo moderno. L’opera (in alto nella pagina), una tela di 100x150 cm, intrisa di sgargianti colori e ispirata al tema della salvaguardia dell’ape italiana, è stata donata alla FAIFederazione Apicoltori Italiani e per volontà dell’artista questo dono dovrà servire a realizzare progetti 30 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
ispirati al mondo delle api e destinati ai bambini più bisognosi. Da sempre in prima linea per difendere e diffondere l’ape italiana, la FAI-Federazione Apicoltori Italiani è certa che questa donazione rafforzerà l’impegno sociale a favore di progetti destinati ai soggetti più deboli. “Un gesto lungimirante - l’ha definito il presidente della FAI Raffaele Cirone - e siamo certi che “Regina Mundi” sia un’opera capace di aiutarci nella difficile azione cui siamo chiamati ogni giorno, orientata a preservare le sorti dell’ape che è sentinella dell’uomo moderno e del meraviglioso Pianeta in cui noi tutti viviamo”.
Ridurre i rifiuti organici
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l progetto europeo REINWASTE (REmanufacture the food supply chain by testing INnovative solutions for zero inorganic WASTE), di cui Confagricoltura-Sepe è partner, ha preso il via. L’obiettivo è quello di contribuire alla riduzione dei rifiuti inorganici del settore agrifood (film plastici, nylon, coperture per le serre, contenitori di prodotti fitosanitari e disinfettanti, food packaging), attraverso l’adozione di soluzioni innovative sostenibili dal punto di vista ambientale e, al tempo stesso, economicamente vantaggiose per l’imprenditore. Per questo coinvolge direttamente attori della filiera agricola e industriale. Mentre in Spagna sarà interessato il settore orticolo e in Francia quello delle carni, in Italia la regione scelta è l’Emilia Romagna, con un focus sulle aziende della filiera lattiero
casearia. Saranno 15 le aziende interessate per le quali non è previsto alcun impegno economico a fronte di una serie di vantaggi. Le aziende selezionate, infatti, beneficeranno di un servizio gratuito di supporto all’innovazione per analizzare, insieme ad un team di esperti, le possibili strategie per limitare la produzione di rifiuti non organici e intercettare soluzioni innovative da integrare ai protocolli di produzione. La partecipazione ed il coinvolgimento degli imprenditori non richiede un grosso impegno di tempo, ma si tradurrà in una serie di benefici in termini di sostenibilità e marketing di prodotto. Delle 15 imprese selezionate, infatti, 10 parteciperanno ad uno o al massimo due incontri B2B con gli esperti tecnici (CRPA) di raccolta delle informazioni di base, per ricevere una valutazione personalizzata sugli
Il progetto Reinwaste mette a disposizione degli imprenditori servizi di consulenza e supporto
step principali da seguire per riuscire a riorganizzare i propri processi produttivi con l’obiettivo di ridurre i rifiuti inorganici. Le altre 5, invece, oltre a essere coinvolte nell’attività della prima fase, proseguiranno il progetto nella seconda e riceveranno un servizio completo di analisi di mercato (audit tecnologici), per sviluppare soluzioni innovative, basate sulla R&S, al fine di ricostruire la filiera nella logica di ridurre a zero i rifiuti inorganici. Quale sarà l’impegno per le 5 aziende che parteciperanno all’intero progetto? In base alle esigenze dell’imprenditore, si concorderà un coinvolgimento di una cinquantina di ore, nell’arco dei 12 mesi di durata del progetto. In questo caso le aziende riceveranno gratuitamente uno studio personalizzato e completo di analisi di mercato (audit tecnologici), per sviluppare soluzioni innovative e specifiche, capaci di orientare i propri protocolli produttivi verso una minore produzione di rifiuti inorganici. Il piano aziendale e di fattibilità è una vera e propria simulazione dell’applicazione di nuove soluzioni manageriali e tecnologiche all’interno dell’azienda, compresa l’analisi dei costi / benefici. Per ulteriori informazioni e per candidarsi basta cliccare http://www. confagricoltura.it/ita/confagricoltura/progetto-reinwaste_80.php e arrivare al modulo di partecipazione per le imprese. (E.T.) nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 31
L’A P E R T UR A
Giorni decisivi per la revisione dei mezzi
Tassinari: “Indiscutibile la logica della sicurezza, ma non si apra una crisi a tavolino”
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urante Eima 2018 il ministro dell’Agricoltura ha confermato che entro fine anno saranno approvati i decreti attuativi relativi alla revisione dei mezzi agricoli. E dunque dal 2019 potrebbe iniziare quel percorso di revisione che ha come obiettivo di ridurre le morti e gli infortuni nei campi. Come già accaduto, alle parole potrebbero non seguire i fatti. In media ogni anno in Italia cento persone muoiono su un trattore e altre ancora rimangono gravemente ferite. Tre quarti degli incidenti sono dovuti al ribaltamento del mezzo.
Raramente i contoterzisti sono vittime di incidenti, perché rinnovano spesso il parco macchine e si affidano a trattoristi esperti. Ma un altro fatto è che in Italia circolano circa 1,75 milioni di trattori, e di questi 680mila hanno più di 30 anni. Macchine messe sul mercato quando i requisiti di sicurezza non erano quelli di oggi. Inoltre, dal decreto ministeriale del 20 maggio 2015 che impone la revisione obbligatoria sono passati tre anni e mezzo, durante i quali agricoltori e contoterzisti hanno vissuto il paradosso di trovarsi fuorilegge, ma nell’impossibilità di mettersi in regola. Gli auguri del terzista Cavalli di Vicomoscano (Cremona) (c) foto di Armando Raschi
UNCAI L’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali rappresenta e tutela su tutto il territorio nazionale imprenditori che lavorano per conto terzi nel settore agricolo e industriale. Presidente: Aproniano Tassinari www.contoterzisti.it
Il ministero dell’Agricoltura, insieme a quello dei Trasporti, della Salute e all’Inail, dovranno trovare la quadra per identificare sul territorio le officine in grado di verificare i requisiti minimi per la circolazione dei mezzi e per la sicurezza dell’operatore. Un parco macchine enorme e vecchio, sommato ad un basso turnover (solo 19mila trattori immatricolati nel 2017) rendono la revisione necessaria. Ma la messa a norma sarà alla portata di tutti? Dobbiamo certo inchinarci alla logica della sicurezza (in Germania i morti sono passati da 180 a una decina all’anno), ma cosa accadrà a chi si ritrova con dei trattori che non converrà mettere a norma? Occorre tenerne conto. Le norme si scrivono molto spesso a tavolino. Ma è molto facile aprire anche un ciclo di crisi a tavolino. Pensiamoci. nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | I
Un successo il primo FORUM Contoterzisti
Il 26 novembre contoterzisti a raccolta a Bologna per parlare di innovazione, Pac e sostenibilità. E soprattutto di come rendere gli investimenti in nuove macchine remunerativi
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no dei motivi per cui il primo Forum dei contoterzisti è piaciuto è semplicemente perché sul palco c’era gente interessante, viva. Dopotutto era al Fico di Bologna con la dinamica regia del direttore di Agri Linea Tv Sauro Angelini e il jazz del Popular Music Trio. Il Forum è stato prima di tutto un regalo ai contoterzisti. Uncai ha voluto omaggiarli di una giornata da Fico, il più grande parco enogastronomico al mondo, autentico tempio del made in Italy. E qui è stata abbozzata qualche idea per favorire lo sviluppo di un’agricoltura innovativa e sostenibile, nonostante la crisi dei prezzi in cui versa il settore. Sono intervenuti Duccio Caccioni (comitato scientifico di Fondazione Fico), il direttore generale di
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Confagricoltura Franco Postorino, il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti, Carlo Lambro (New Holland), il presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti e Pierluigi Sassi (Groupe Roullier - Timac Agro). Si è quindi discusso di sicurezza e di revisione dei mezzi agricoli con Vincenzo Laurendi (Inail), Alessandro Gandini (Regione Emilia) e il vice presidente di Unacma l’Unione Commercianti Macchine agricole Carlo Zamponi. Presente l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli e, in collegamento telefonico, Paolo De Castro. Come sempre accade in queste occasioni si è parlato delle risorse necessarie per rendere più accessibili le nuove tecnologie alle aziende e quindi dei bandi
del Psr. “A Bruxelles si ritiene che i destinatari degli aiuti Pac debbano essere solo le aziende agricole, mentre i contoterzisti ne beneficiano solo in via indiretta essendo pagati dagli agricoltori stessi”, ha spiegato Simona Caselli, che ha invitato le associazioni di categoria a far sentire la propria voce a Roma affinché le imprese agromeccaniche siano mantenute tra i destinatari dell’iper-ammortamento. L’agricoltura 4.0, intesa come l’utilizzo di strumenti digitali e di attrezzature a rateo variabile, è la chiave per risolvere il rompicapo di produrre di più, meglio e abbattendo i costi. E gli agromeccanici sono gli alfieri dell’agricoltura 4.0. “Per questo occorre lavorare a una sana aggregazione con loro”, ha aggiunto Franco Postorino. “All’agro-
meccanico dovrebbe però essere riconosciuta una sua dimensione all’interno dei Psr, senza togliere niente a nessuno”, ha puntualizzato Aproniano Tassinari, mentre Giuliano Oldani, consigliere Uncai e presidente di Apima Milano, Lodi, Como, Varese, lancia l’idea di prevedere che i fondi dei Psr possano essere utilizzati dagli agricoltori per pagare i contoterzisti che applicano soluzioni innovative. Infine, Angelo Frascarelli (Università di Perugia e Consiglio scientifico del Crea) in video ha suggerito di inserire il sostegno all’innovazione e alla sostenibilità aziendale e ambientale nella tipologia di intervento ‘Investimenti’ (articolo 68) della proposta del nuovo Regolamento sulla Pac: “Il sostegno nell'ambito della suddetta misura deve essere destinato, tra l’altro, a investimenti materiali e/o immateriali che migliorino le prestazioni e la sostenibilità globali dell'azienda agricola, anche tramite servizi forniti da imprese agromeccaniche che utilizzano tecnologia innovativa”. Proposte circostanziate, quin-
Francesco Postorino
Firma Protocollo Unacma ROC
di, come quella del presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti che ha auspicato che “le Accademie di agricoltura italiane collaborino
certificando le eccellenze del Paese e tra queste anche il contoterzismo. Offrendo servizi conto terzi, un’impresa agromeccanica ha una responsabilità sociale, deve instaurare un rapporto corretto con l’ambiente e con le persone e, più in generale, essere un soggetto positivo per il contesto economico e sociale dove si trova a operare”. L’idea è dunque di lavorare a un codice etico che promuova la responsabilità delle imprese agromeccaniche nella creazione di valore per tutti gli stakeholder. A conclusione della giornata contoterzisti e commercianti di macchine agricole (Unacma) hanno siglato un protocollo d'intesa per il riconoscimento delle officine certificate della rete Unacma Roc (Rete officine certificate). “L’obiettivo è farsi trovare pronti al momento dell’emanazione dei decreti attuativi che dovrebbero dare il via alla revisione delle macchine agricole e offrire in questo modo ai contoterzisti indirizzi sicuri ai quali rivolgersi”, ha detto il presidente Tassinari al momento della firma del protocollo. nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | III
Bambagiotti confermato alla guida di Contoterzisti Umbria Si è svolta il 1° dicembre alla Nardi spa l’assemblea elettiva dell’associazione. Al centro la parola “lavoro”
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ieletto presidente con un plebiscito Sergio Bambagiotti, il lavoro è diventata la parola chiave dell’assemblea 2018 dei Contoterzisti dell’Umbria. Un lavoro sempre più ostacolato dal cosiddetto management, ovvero la burocrazia e la lentezza delle Istituzioni (tutte, da Bruxelles ad Agea); un lavoro a volte mal riconosciuto, come avviene con i contoterzisti (artigiani o agricoltori? Psr sì o no? A parole “portatori sani di innovazione e tecnologia”, ma al lato pratico?). Eppure proprio sul lavoro, anche quello degli agromeccanici, è fondata la nostra Repubblica, e vorrà pur dire qualcosa. Ecco così la scelta di celebrare l’assemblea in un luogo di lavoro, simbolo di sicurezza economica e indipendenza, mai di noia: lo stabilimento a San Giustino, in provincia di Perugia, dell’azienda Nardi. Aratri trainati e portati, erpici, zappatrici, seminatrici da 125 anni e un capitale umano e di conoscenze che ha rischiato di azzerarsi. Un’azienda storica non solo per l’Umbria che, dopo una drammatica crisi, è ripartita con flussi produttivi improntati alla qualità. Qui si guarda con ottimismo al futuro, grazie a importanti commesse dall’Africa e alle banche tornate amiche. Era palpabile la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di un work in progress continuo. La porzione di capannone dove si
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svolgeva l’assemblea diventerà l’area di produzione delle nuove macchine utensili Nardi, tra laminati, profilati e trattamenti termici di acciai speciali, resistenti e leggeri. Poco oltre sorgerà la nuova linea di montaggio delle seminatrici. Quindi quella degli aratri, e poi un’altra zona dedicata ai frangizolle. Un’azienda che sta diventando smart, intelligente, con macchinari, fasi produttive e personale interconnessi e tanta formazione 4.0 per gestire al meglio i flussi di lavorazione. Un’azienda, quella diretta da Virgilio Mazzardo Nardi, che non vuole lasciare indietro nessuno, volendo reintegrare tutti i lavoratori. L’ambiente si prestava a parlare anche di futuro, soprattutto di tecnologia, grazie alla presenza di Fausto Brocchi della Cobo, azienda bresciana che lavora sodo proprio sul concetto dell’interconnessione dei mezzi agricoli. La sfida è sviluppare un sistema di tracciatura delle lavorazioni agromeccaniche (Digital Farming inTouch) che, grazie a degli alert, migliora il lavoro delle macchine (rese isobus con un particolare kit) e degli operatori. Come? Permettendo di conoscere esattamente quanto è costata un’operazione in campo e di scoprire dove si insinuano le inefficienze, dal campo al motore, dalla cisterna al magazzino. Così la rendicontazione e la fatturazione possono diventare automatiche.
La tecnologia al servizio del lavoro e dell’applicazione continui: dovrebbe essere sempre così. All’assemblea c’era anche Sgalla srl, concessionaria John Deere con tre filiali tra Marche e Umbria. “Con il contoterzista si può parlare da subito di agricoltura 4.0”, ha detto Riccardo Terrosi. “Non solo di guida satellitare, anche di precision farming e azienda connessa. Sistemi facili da imparare e da usare, che permettono di risparmiare fino al 14% di carburante. E se è meno del 14% rimborsiamo il contoterzista della differenza”. nnn
Il consiglio 2019-2021 di Contoterzisti Umbria Sergio Bambagiotti (presidente), Daniele Giovagnoli e Sabatino Tordenti (vice presidenti), Fabio Granturchelli, Francesco Di Camillo, Mario Varazzi e Giuseppe Titi. Presidente dei revisori è Susanna Baiocchi, con Giuliano Bacci e Stefano Serrani quali membri effettivi e Luca Panfili membro supplente. Dopo le votazioni sono intervenuti all’assemblea Aproniano Tassinari (Uncai), Fabio Rossi (Confagricoltura Umbria), Matteo Bartolini (Cia Agricoltori Italiani Umbria), l’on. Laura Agea (5Stelle), l’on. Walter Verini (Pd), Paolo Fratini (sindaco di San Giustino), Paolo Guerriero Carloni (AD Nardi spa), Fausto Brocchi (Cobo) e Riccardo Terrosi (concessionaria John Deere Sgalla srl).
FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
Nuovi sistemi di fertilizzazione per evitare lo spreco, rispettare l’ambiente e ridurre i costi di Paola Castello
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traguardi raggiunti dalla tecnologia applicata all’agricoltura hanno portato all’attuazione di tecniche e processi produttivi sempre più attenti all’ambiente ed all’equilibrio tra costi e produttività ed hanno introdotto nuovi modelli di gestione d’impresa. Questa rivoluzione tecnologica ha coinvolto nello specifico anche le singole tecniche agronomiche: tra queste la fertilizzazione, una pratica fondamentale per qualsiasi coltivazione, che oggi può essere fatta in modo sostenibile. Una gestione sostenibile della fertilizzazione tutela sia l’ambiente, sia l’agricoltore ed al tempo stesso assicura rese elevate e risparmi energetici ed economici. “E’ diventato sempre più chiaro che l’agricoltura di precisione è lo strumento per attuare la sostenibilità - dice Paola Battioli, imprenditrice agricola e presidente di Confagricoltura Novara -. Nella nostra azienda arrivare a produrre in un certo modo ha richiesto un percorso di crescita per il quale ci siamo avvalsi della collaborazione
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Intelligenza g agronomica del servizio tecnico di Confagricoltura. Per nuovi strumenti e macchine, come quelli per la fertilizzazione sostenibile, l’azienda ha utilizzato poi i tecnici degli stessi costruttori.” Oggi c’è una gamma vastissima di macchine per la concimazione che raggiungono livelli di precisione elevatissimi, come ci ha spiegato il giovane imprenditore dell’Anga, Giovanni Bertuzzi. “Le cosiddette macchine per la concimazione a dosaggio variabile (Vra), ad esempio, permettono una somministrazione del concime secondo le reali esigenze colturali - e,
collegate tramite sistema “isobus” [uno dei più utilizzati in Europa ndr] al GPS, riescono a calibrare il prodotto da somministrare con una precisione al chilogrammo, anche su terreni di parecchi ettari. Ci sono poi le spandiconcime a rateo variabile, più sofisticate e costose, dotate di sistemi di “intelligenza geografica” che si basano su una mappa georeferenziata e variano le dosi di prodotto a seconda della fertilità dei punti del terreno, della pendenza e di altri fattori che vengono rilevati”. Per la fertilizzazione sostenibile, la gestione dei dati è importante
Macchinari di precisione e gestione dei dati
geografica
quanto l’utilizzo di buoni macchinari, come ci ricorda Paola Battioli: “Sono fondamentali sia la raccolta di dati produttivi georeferenziati, che deve avvenire contemporaneamente alle operazioni di raccolta dei prodotti, sia la mappatura della fertilità del terreno. Per questo sono necessarie le cosiddette “mappe di prescrizione”, che indicano la quantità di input da distribuire nelle diverse zone del campo e che sono il risultato dell’incrocio di molti dati derivanti da “mappe di vigore” (che indicano lo stato di salute della coltura) e mappe di produzione (ottenute rilevando punto per punto la produzione durante la stagione precedente) e da analisi del suolo”. La fertilizzazione sostenibile, quindi, si avvale di strumenti molto sofisticati, grazie ai quali si conseguono rilevanti benefici per l’ambiente, ma anche significativi vantaggi economici. “Quando si tutela l’ambiente - ribadisce Battioli - si produce economia. Concimare o utilizzare agrofarmaci all’interno dei confini prodotti dalle mappe evita lo spreco, rispetta l’ambiente e contiene i costi.” nnn
SMARTMETEO: UN PROGETTO PER LA LOTTA GUIDATA ALLE MALATTIE NEI VIGNETI
Confagricoltura Umbria ha realizzato il progetto “SM@RT METEO vite”, nell’ambito del PSR 2014-2020 (sottomisura 16.1), con lo scopo di creare un modello innovativo di lotta guidata per i settori vitivinicolo, olivicolo e cerealicolo. I risultati del progetto sono stati presentati il 13 dicembre scorso durante un convegno a Bevagna. L’obiettivo del progetto è supportare un sistema di gestione aziendale innovativo, atto a contenere le avversità fitosanitarie e climatiche, e quindi a ridurre le perdite produttive connesse all’andamento dell’annata, razionalizzando e riducendo il consumo di fitofarmaci. A realizzarlo è stato un par-
tenariato di imprese dei settori agricolo e agroindustriale, Enti di Ricerca come l’Università degli Studi di Perugia e la Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa e partner tecnologici. I primi dati che emergono dal progetto Smartmeteo per il settore vitivinicolo in Umbria parlano di una riduzione notevole delle malattie nei vigneti, con una diminuzione del 60% dei danni da peronospora e del 90% di quelli da oidio, altra patologia fungina che colpisce la vite. Le aziende monitorate nel 2018 sono state 28 su tutto il territorio regionale, indicative dei maggiori distretti vitivinicoli. DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 39
M APPAMONDO
di Jordan Nash
Hamburger e cioccolato banditi a Londra GERMANIA: PIÙ BUDGET ALL’AGRICOLTURA
gia per la zootecnia; 31,4 milioni di euro verranno destinati al miglioramento dell’efficienza energetica nell’ambito dei settori agricolo e orticolo; 30 milioni di euro per la promozione dell’agricoltura biologica; 6 milioni per la coltivazione delle piante Quest’anno cresce del proteaginose e 56,8 per la 5% il budget del ministepromozione delle innovaro dell’Alimentazione e zioni nel settore agroadell’Agricoltura tedesco. limentare. Venticinque La voce più consistente milioni in favore del paè quella per il sostegno trimonio forestale tedesco finanziario destinato e 150 per promuovere alla previdenza sociale lo sviluppo rurale. Per la agricola (4 miliardi di diffusione delle tecnologie euro), 10 milioni per la digitali nei terreni agricoli ricerca e per promuovere e negli allevamenti sono il trattamento dei liquami, stati stanziati 15 milioni 15 milioni per la stratedi euro. CINA LEADER PER L’AGLIO
L’aglio cinese continua ad essere al primo posto sui mercati mondiali grazie ai prezzi sostanzialmente bassi. Negli ultimi anni, la quotazione sul mercato globale dell’aglio ha mostrato una costante tendenza al rialzo. Proprio in conseguenza dei margini di profitto piuttosto elevati, molti agricoltori, in particolare in Spagna, Turchia, Egitto, Argentina e India, hanno ampliato la superficie dedicata alla piantagione di questa bulbosa; ma nonostante la competizione crescente, la Cina continua a conservare la leadership sul mercato mondiale. 40 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
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ondra registra uno dei tassi più alti di obesità infantile in Europa. Il 40 per cento dei bambini tra i dieci e gli undici anni è obeso o in sovrappeso, molti hanno il diabete di tipo 2 ed il tasso di rischio è doppio per quelli che vivono nelle zone povere della città. Così il sindaco Sadiq Khan ha annunciato che tutte le pubblicità sugli alimenti e sulle bevande analcoliche ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero, considerati “meno salutari” in base alle linee guida del Public Health England, saranno vietate sulle reti di metro, treni e autobus gestite dalla Transport for London (TfL) a partire dal prossimo 25 febbraio. Le restrizioni verranno applicate a tutti gli spazi pubblicitari dell’organizzazione: sulle rotatorie e alle fermate dei bus, nei servizi fluviali, nei tram, alla Victoria Couch Station, l’Emirates Air Line (la cabinovia che attraversa il Tamigi), nei taxi, nei veicoli privati a noleggio e nei bus a chiamata. In base a
queste nuove e rigide limitazioni la promozione di prodotti come cheeseburger e cioccolato sarà vietata. Si potranno pubblicizzare esclusivamente i cibi più sani, come noci non salate, uvetta e bevande senza zucchero; ma il divieto si estende anche a quelle pubblicità che riportano solo il nome del produttore. Non sarà più possibile promuovere i marchi delle aziende considerate ‘meno salutari’ e occorrerà utilizzare un logo generico.
Israele e Cina puntano alla crescita agricola CARENZA D'OLIO IN GRECIA
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ina e Israele: entrambi in Asia e di antica civiltà cooperano per l’innovazione in agricoltura, la chiave per la prossima fase dello sviluppo del settore. La collaborazione è iniziata alcuni decenni fa ed è servita da ponte per costruire relazioni bilaterali sempre più strette. Già con l’accordo commerciale del 2017 è aumentata l’esportazione di tecnologie agricole ed energetiche rispettose dell’ambiente in Cina. Nel 2018, in occasione di Agritech, un nuovo accordo ha permesso agli agricoltori cinesi di aumentare il proprio know-how. Il ChinaIsrael International Center for Training in Agriculture (CIICTA) è un hub per l’istruzione superiore e la tecnolo-
gia ed è un esempio di come la Cina e Israele collaborino al knowhow agricolo. Nato nel 1993 è un esempio di come le innovazioni, attraverso la partnership, abbiano guidato la crescita dei due Paesi. Il centro finora ha formato 4.000 specialisti e almeno 10.000 tecnici agricoli ed oggi prodotti e tecnologie agricole israeliane si possono trovare dovunque in Cina. Ciò ha permesso agli agricoltori cinesi di compiere grandi passi avanti in settori come l’irrigazione e il risparmio idrico, l’agricoltura in serra, la selezione di sementi, l’allevamento, ma anche di migliorare i margini di profitto e ottimizzare la struttura del settore per essere all’altezza del mercato internazionale.
Diminuisce la produzione greca di olio d’oliva rispetto alla stagione precedente. Il calo, secondo le stime, dovrebbe essere intorno al 30%. La causa? Più di una. L’invasione della mosca olearia e altri patogeni, e l’annata di ‘scarica’ per molte aree. A Creta, solo le zone di Kolymvavi e di Apokoronas, vicino a Chania, dovrebbero avere una buona produzione, mentre altre aree, come Heraklion e Lasithi dovrebbero subire forti perdite. Contrazione anche in Laconia, in Elide, nella zona occidentale del Peloponneso, a Lesbo, nella penisola Calcidica e nell’isola di Taso. Le perdite, solo per i produttori, senza calcolare gli altri soggetti della filiera, sono stimate tra i 300 e i 500 milioni di euro. SPAGNA: IL VALORE FONDIARIO
Nel 2017 il prezzo dei terreni agricoli in Spagna, secondo il ministero dell’Agricoltura, è salito del 2% arrivando a 10.082 euro per ettaro. Spicca l’aumento del 10% registrato dalle colture in serra; crescita sostenuta anche per i vigneti per le uve da tavola in coltura non irrigue e per gli oliveti per le olive da tavola. Si riduce, invece, il prezzo dei frutteti in
zone asciutte e irrigue, nei vigneti da vino in coltura non irrigua e nelle piantagioni di banane. I terreni più cari sono quelli delle Canarie con una media di 86mila euro per ettaro. DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 41
SPECI ALE N ATALE
Successo crescente per i nostri spumanti. valori molto positivi nell’export di Anna Gagliardi
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n miliardo: a tanto ammonta il numero di bottiglie di spumante italiano, tra Metodo Martinotti e Metodo Classico. Un volume che di anno in anno è cresciuto, trainato dal fenomeno Prosecco, ma che vede tutte le bollicine tricolori vivere un periodo particolarmente florido. Lo dimostrano le cifre e in generale l’interesse che questo comparto è in grado di suscitare, con nuovi eventi e manifestazioni dedicate. Ad Alassio, in Liguria, a novembre ha debuttato “Alassio in bolla”: 69 produttori di Metodo Classico di tutta Italia hanno presentato al pubblico e alla stampa 170 etichette in una giornata che ha ricalcato in piccolo il successo che da sei anni registra la stessa iniziativa ligure dedicata esclusivamente allo Champagne. A Canelli, in Piemonte, dove nel 1865 nacque l’Asti Spumante con Carlo Gancia, da tre anni si svolge un forum nazionale dedicato al Metodo Classico, comparto che, con 40 milioni di bottiglie e circa 300 milioni di euro di fatturato, rappresenta il segmento più esclusivo dei nostri spumanti. I maggiori player nazionali si confrontano, coordinati dal giornalista ideatore dell’evento Vanni Cornero, su presente e futuro del
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Bollicine d’Italia settore: dal Franciacorta al Trentodoc, dall’Oltrepò all’Alta Langa. E sulla scena, a gennaio 2019, si sta per affacciare una nuova manifestazione dedicata alle bollicine tradizionali: “SpumantItalia”, ideata da Bubble’s Italia, il Magazine di Andrea Zanfi, che si svolgerà a Pescara. Gli sparkling wines collezionano risultati positivi su molti mercati. A farla da padrone è appunto il Prosecco, che supera il tetto di 660 milioni di bottiglie prodotte e si conferma vera locomotiva dell’export della produzione enologica italiana. Se infatti i vini fermi sono
stabili - in certi caso anche in lieve diminuzione - gli spumanti registrano valori molto positivi: +15% negli Stati Uniti, +12,6 nel Regno Unito, +10,9 in Svizzera, +10,2% in Russia, +13,6 in Brasile, +8,7% in Canada e +46,3 in Svezia (fonte: Nomisma). Scende solo la Germania del 4,5%. Certo, non tutti i mercati si equivalgono in termini di valore, ma l’indicazione è chiara: le bollicine italiane sono il fattore determinante. Il bilancio definitivo 2018 attende il tradizionale exploit di fine anno, che va sempre ad incrementare in modo consistente l’andamento
Per il brindisi di fine anno non c’è che l’imbarazzo della scelta
generale, sebbene lo spumante si stia affermando come proposta non legata esclusivamente a Natale o a Capodanno. Una tendenza emersa chiaramente al confronto canellese. Per il Franciacorta, Pia Berlucchi conferma: “Sul trend dei consumi destagionalizzati e a tutto pasto ci sono segnali positivi che fanno ben sperare. Nel raffronto di periodo tra il luglio 2017 e lo stesso mese di quest’anno le vendite sono aumentate del 6,3% in volume (963.582 bottiglie) e dell’8,3% in valore (12.674.155). La quota di export è passata dal 13,8 al 14,8%».
Sorride anche il Trentodoc, che nell’ultimo quinquennio ha registrato un incremento continuo con oscillazioni positive tra il 5 e l’8%, grazie anche a una struttura produttiva e commerciale molto solida e ben connessa, che comprende aziende storiche e realtà emergenti in sensibile crescita. E ci sono le aziende simbolo della denominazione che hanno il prodotto sold out anche per le prossime uscite. L’Oltrepò Pavese celebra i riconoscimenti ottenuti dalle aziende locali, a sostegno del fatto che l’investimento sulle bollicine
di eccellenza si dimostra sempre più appagante per un territorio che ha saputo creare per tempo le basi per questo prodotto. Il recente B2B organizzato da Confagricoltura nel territorio ha messo in luce queste caratteristiche fortemente legate alla zona di produzione. In Piemonte lo scenario dello spumante Metodo Classico si è sensibilmente ampliato negli ultimi tempi, complice la presenza sempre più importante dell’Alta Langa, in fortissima crescita. Il presidente del Consorzio Giulio Bava evidenzia: “Dall’attuale milione di bottiglie si conta di passare in tre anni a tre milioni e mezzo, parallelamente all’aumento della superficie vitata dedicata” - e aggiunge: “La tendenza al consumo è diffusa sui dodici mesi e in particolare a tavola. Questo perché l’Alta Langa, oltre a essere un prodotto di assoluta qualità, si può definire uno spumante dall’anima gastronomica”. Il presente parla di 100 soci nel Consorzio: 75 viticoltori, 18 produttori che già vendono Alta Langa e 7 che stanno per uscire con le loro cuvée entro un anno. E un denominatore comune: l’alta qualità percepita dai consumatori. Parlando di bollicine non si possono infine tralasciare quelle da uve aromatiche, in particolare in Piemonte, dove nasce l’Asti Spumante a base Moscato, che insieme al tappo raso e alla nuova versione Asti Secco, viaggia intorno agli 85 milioni di bottiglie, e dove nella primavera scorsa ha debuttato l’Acqui Rosé, versione non dolce dello spumante a base di uva Brachetto. Per il brindisi di fine anno, insomma, non resta che scegliere quale viaggio in Italia si vuole compiere e assaporarlo nel calice. nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 43
SPECI ALE N ATALE
L’opzione più green è quella di scegliere tra le tante sfumature e varietà prodotte dai nostri vivai di Alessandra Porro
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urante le Feste, ma non solo, contornarsi di piante e fiori veri e non artificiali è la scelta più green e salutare. Per Francesco Mati, presidente della Federazione nazionale florovivaistica di Confagricoltura: “Le vendite quest’anno vanno bene. Si comincia a capire che un albero di Natale vero, sia un abete in vaso sia una punta, non solo non rilascia sostanze nocive, ma le abbatte, e in più emana un buon profumo di resina che contribuisce a creare un clima di festa. Comprarlo non sottrae piante al territorio, perché proviene da coltivazioni specifiche, monitorate dal Corpo forestale dello Stato e dotate di un apposito cartellino che ne garantisce la provenienza. Gli abeti ornamentali, invece, sono coltivati in vivaio”. E per chi vuole fare una scelta naturale senza comprare l’albero di Natale? “Alcuni vivai - precisa
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Piante e fiori delle feste il presidente della FNP - noleggiano piante di abeti ornamentali, più eleganti rispetto al classico abete natalizio (Abies alba o Picea eccelsa) tipo l’Abies nordmanniana, l’Abies cephalonica, l’Abies pinsapo glauca dal fogliame argentato, Costeriana glauca”. Soprattutto va messo in evidenza che gli alberi veri sequestrano CO2 e producono
Foto di Giampaolo Atzeni
ossigeno, possono essere recuperati, riciclati o compostati, ma non solo: “È senza dubbio una scelta sostenibile e rispettosa dell’ambiente - conclude Mati -. Gli alberi artificiali vengono utilizzati in media per 6-9 anni, spesso sono di dubbia provenienza e possono rilasciare particelle nocive negli ambienti chiusi, come cloruro di polivinile o PVC,
sostanze particolarmente pericolose. Quando acquistiamo piante ‘vive’, inoltre, sosteniamo la filiera produttiva delle aziende agricole del nostro territorio”. Tra la ricca offerta di fiori e piante ornamentali disponibili nei garden dei vivai, ma ormai anche nella grande distribuzione, la regina assoluta delle feste è certamente la Stella di Natale. Conosciuta anche con il nome di Poinsettia. Appartiene alla famiglia delle euphorbiacee ed è l’omaggio floreale tipico delle festività natalizie e, forse, anche tra i più apprezzati in un momento dell’anno in cui le case si vestono di addobbi preziosi, luci e festoni. La Stella di Natale, con il rosso ed il bianco delle sue foglie, che ricordano la forma della Cometa, e l’innegabile eleganza, ha da decenni un successo planetario. “Il mercato delle Stelle, anche quest’anno è positivo - spiega Luca de Michelis, presidente di Confagricoltura Liguria e vice presidente della Federazione florovivaistica di Confagricoltura -. Ne esistono di tanti colori e sfumature: dal giallo limone al color cannella; dalle tante tonalità di rosso, ai diversi toni di arancione e rosa; dall’albicocca al bordeaux, dal bianco crema fino al salmone. Le varietà sono più di 200, ma la più apprezzata per le feste è sempre la rossa, anche se crescono le vendite di quelle rosa, bianche e screziate. Generalmente le più richieste sono quelle in vasi da 14 e 16 centimetri, seguite dalle ‘midi piccole’, dalle ‘mini’ e per ultime le grandi e le giganti”. Durante le Feste, oltre alle Stelle, anche i Ciclamini vengono venduti per abbellire terrazzi e giardini. “Questa stagione - conclude de Michelis - è iniziata molto al rallentatore, poi, con l’arrivo delle Feste si è ripresa. Contrariamente alle Poinsettie, per i Ciclamini non è il rosso il colore trainante. Piacciono tutte le sfumature, anche se la tendenza di quest’anno è il bianco”. nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 45
SPECI ALE N ATALE
Nocciole “gentili” L’esperienza di Marco e Cristina Castagnotti, corilicoltori nelle Langhe di Elisabetta Tufarelli
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n tema di nocciole l’Italia è l’indiscusso primo produttore d’Europa e le nostre varietà sono le più rinomate in assoluto. Incontriamo a Lequio Berria, un piccolo comune dell’Alta Langa Montana, in provincia di Cuneo, il corilicoltore Marco Castagnotti, che conduce un’impresa familiare di 15 ettari completamente dedicati alla coltivazione della Tonda Gentile delle Langhe. “Fino al 1996 - racconta - la mia azienda era zootecnica e seminativa, poi insieme a mio padre abbiamo deciso di impiantare i primi noccioleti”. La Tonda Gentile Igp è tipica del Basso Piemonte collinare e, in tutta la regione, se ne coltivano oltre 21mila ettari. “Il raccolto 2018 - spiega l’imprenditore - ha risentito dei fenomeni
atmosferici intensi e improvvisi, in particolare forti temporali e ruscellamento, che ci hanno portato via più del 10% della produzione e hanno complicato, e non di poco, le operazioni di raccolta dei frutti rimasti”. E in effetti, come ha segnalato Confagricoltura Cuneo, è stato proprio il particolare andamento climatico ad incidere sulla gestione e sulla difesa del noccioleto, rallentando di molto anche le operazioni agronomiche: dalla gestione dei polloni, allo sfalcio e controllo del cotico erboso, oltre alla difesa mirata al contenimento dell’acaro galligeno Eriofide del nocciolo. “Nonostante l’annata non sia particolarmente positiva dal punto di vista della resa produttiva - rimarca Castagnotti
Marco Castagnotti con la moglie
- devo dire che la qualità è perfetta: i frutti sono ottimi e hanno un calibro uguale alla scorsa campagna; buona anche la resa alla sgusciatura”. L’imprenditore, che aveva 23 anni quando è diventato coricoltore, è molto soddisfatto della sua scelta colturale e commercializza il suo prodotto direttamente alle cooperative di zona che, a loro volta, lo vendono alle varie industrie di trasformazione. “Premetto - spiega - che le nocciole non hanno mai un prezzo fisso. I nostri frutti sono molto belli, grandi e sani, ma, al momento, le quotazioni sono ancora basse in confronto alle annate passate e li conservo in stoccaggio perché, alla luce di una produzione leggermente inferiore rispetto alle previsioni, nutrivo migliori speranze. Spero, così, dopo le Feste, con l’aumento della richiesta, di riuscire a spuntare margini migliori”. L’imprenditore dallo scorso agosto è coadiuvato dalla moglie Cristina, che prima lavorava in una fabbrica della zona.” La nostra Tonda Gentile fino al 2016 ha avuto delle ottime annate, anche da record; pensi che siamo arrivati a raccogliere una media di 25 quintali ad ettaro - sottolinea con orgoglio e soddisfazione Marco Castagnotti -. È una risorsa importante e, pur non producendo grandi quantità, perchè la nostra è soltanto una piccola azienda, ci impegniamo a fornire sempre del prodotto buono e di qualità, capace di soddisfare pienamente la richiesta delle industrie di trasformazione”. Progetti futuri? “Intendo continuare su questa strada conclude l’imprenditore associato a Confagricoltura - perché sono pienamente convinto delle mie scelte aziendali. La nocciola Tonda Gentile è una coltivazione che mi dà molta soddisfazione, ma sono convinto che nel prossimo futuro, con il costante aumento della domanda, potrà darmene ancora di più”. nnn DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 47
SPECI ALE N ATALE
Fantasie di panettone Dal nord al sud d’Italia si affermano le proposte artigianali, con manifestazioni che conquistano il pubblico di Anna Gagliardi
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radizionale,farcito, creativo, salato: a conquistare sempre più spazio nel comparto dei lievitati è il panettone artigianale, quello senza conservanti, additivi o aromi, quello che ha la scadenza al massimo di un mese, non di più. A questo prodotto vengono dedicati eventi esclusivi con pasticceri da tutta Italia e pubblico sempre più numeroso. “Re
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Panettone” a Milano e Napoli, o “Una Mole di Panettoni” a Torino sono le manifestazioni più celebri in questo settore, grazie alla partecipazione di pastry chef famosi o di giovani che si affacciano sul palcoscenico dell’arte bianca con solide basi e tanta passione. Si narra che il panettone sia nato a Milano oltre cinque secoli fa; da allora la sua fama è cresciuta costantemente e oggi è il dolce natalizio per antonomasia, gradito tanto da essere proposto in innumerevoli interpretazioni anche fuori stagione. La creatività degli artigiani pasticceri italiani e la qualità degli ingredienti rendono questo prodotto unico e irresistibile. Il consumatore, d’altro canto, è sempre più preparato: apprezza e cerca la riconoscibilità degli ingredienti, i gusti veri che compongono il panettone, sia tradizionale sia creativo. Le materie prime devono essere di altissima qualità, fortemente rappresentative del territorio o in connubio con altri ingredienti altrettanto genuini: al Sud è
un trionfo di sapori quali limoni, mandarini, albicocche, fichi, ma anche cioccolato (di Modica) o manna (un pasticcere siciliano realizza un panettone con la manna di Castelbuono). Nelle versioni salate arricchiscono solitamente l’impasto del panettone capperi, pomodori secchi, formaggi e salumi declinati in varia misura. Poi ci sono i matrimoni tra gusti del Nord e del Sud: a Taranto, ad esempio, un pasticcere ha proposto per il prossimo Natale un panettone con fichi secchi locali lasciati macerare nel passito di Erbaluce di Caluso e arricchito con pasta di mandorle. Negli ultimi anni i pasticceri del Meridione sono riusciti a sbaragliare i colleghi del Nord anche nella realizzazione del panettone tradizionale, sia nella versione milanese, ovvero alta, sia in quella torinese, cioè bassa. Un primato che spetta in particolare alla Campania, la regione maggiormente rappresentata ai concorsi sul panettone. Dalle Alpi al Mediterraneo, i prodotti agricoli sono sempre elementi fondamentali per l’eccellenza del prodotto finale, tant’è che sono i maestri pasticceri in persona ad andare alla ricerca delle singole materie prime, verificandone origine, metodi di coltivazione o allevamento. Il panettone è sempre più apprezzato all’estero: Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti sono i principali mercati di destinazione, ma un interesse sempre maggiore si sta registrando da parte dei Paesi del Medio Oriente e dell’Oriente, Giappone in particolare. L’Osservatorio Sigep - il salone internazionale del dolciario artigianale che si svolge ogni anno a Rimini - stima vicina ai 6 miliardi di euro la spesa per i dolci natalizi artigianali e incorona il panettone leader sulle tavole di tutto il mondo. Non resta che abbinarlo ai vini giusti, rigorosamente italiani nnn
C E N T R O S T U D I di Riccardo Calabrese
NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI ITALIA CONTRIBUENTE PASSIVO PER 14,2 MILIONI DI EURO
Finanziamento dell’Unione Europea
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l Centro Studi di Confagricoltura ha analizzato gli ultimi cinque anni di bilanci preventivi dell’Unione Europea, attraverso i quali ha inquadrato il sistema di finanziamento dell’Unione e la consistenza dei trasferimenti agli Stati membri per l’attuazione delle politiche comunitarie. Fra il 2013 e il 2017, l’Unione Europea ha previsto di disporre di risorse finanziarie per circa 722,6 miliardi di euro, provenienti soprattutto dalla contribuzione degli Stati membri (566,6 miliardi di euro), oltre che dalle cosiddet-
te “risorse proprie” degli Stati (91 miliardi di euro) e da altre entrate (64,9 miliardi). Di queste risorse finanziarie, circa l’86% (622,8 miliardi di euro) è stato destinato al sostegno delle politiche comunitarie negli Stati membri; i restanti 99,7 miliardi di euro risultano investiti in progetti di aiuto a Paesi extra-UE e nell’amministrazione dell’Unione. Le politiche comunitarie sono indirizzate principalmente (91%, media 2013-2017) verso la crescita intelligente e inclusiva (47%) e la crescita sostenibile (44%), in cui sono
compresi gli interventi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. L’Italia, nello stesso periodo, è stata il quarto contribuente passivo al bilancio dell’Unione Europea, avendo versato complessivamente circa 71 miliardi di euro, ricevendone poco meno di 57; il saldo negativo è stato, nel quinquennio 20132017, di 14 miliardi di euro. In compenso, il nostro Paese ha ricevuto dall’UE, per il sostegno all’agricoltura 20,6 miliardi di euro e per lo sviluppo rurale 5,5 miliardi di euro, per complessivi 26,1 miliardi di euro. L’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito priva il bilancio della stessa UE della seconda più consistente contribuzione attiva: circa 5,3 miliardi di euro nel 2017. La salvaguardia degli attuali livelli di sostegno alle politiche per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, senza appesantire ulteriormente la peraltro già elevata contribuzione dell’Italia al bilancio dell’UE, può realizzarsi riducendo i contributi comunitari per la crescita intelligente e inclusiva (la maggior parte dei quali indirizzati alla coesione territoriale), che pure sono molto importanti e consistenti per il nostro Paese, a vantaggio dei finanziamenti per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 49
ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO BRESCIA GARBELLI NUOVO PRESIDENTE
Giovanni Garbelli è stato eletto presidente di Confagricoltura Brescia. Conduce insieme al padre un’azienda cerealicola, con produzione di agroenergie, a Pudiano di Orzinuovi. Perito agrario ed ingegnere, ha alle spalle un significativo cammino in ambito associativo: attualmente riveste anche la carica di vicepresidente di Confagricoltura Lombardia. Succede a Francesco Martinoni, nominato presidente onorario al termine dei due mandati al vertice dell’Organizzazione.
NAPOLI MARZANO ELETTO PRESIDENTE
Fabrizio Marzano è il nuovo presidente di Confagricoltura Napoli. Lo affiancheranno tre vicepresidenti: Giuseppe Sorrentino, Enrico Micillo ed Enzo Fiengo. “Accompagneremo le nostre imprese - ha detto Marzano - verso una maggiore proiezione sui mercati nazionali ed esteri, intervenendo sulla loro capacità d’innovazione, necessaria per affrontare le sfide che ci attendono in una fase congiunturale non facile per il settore”. 50 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
di Alessandra Porro
CONVEGNO DI CONFAGRICOLTURA EMILIA ROMAGNA
“Food valley” guarda all’export
Con 57.919 aziende agricole e 4.835 alimentari, l’Emilia-Romagna esprime l’8% dell’imprenditoria “agrifood” italiana (117.400 posti di lavoro) e manda all’estero 974 milioni di euro di prodotti agricoli, oltre a 5.295 milioni di food&beverage, cioè una quota pari ad oltre il 15% dell’intero export agroalimentare del Paese nel 2017. È la terza regione esportatrice dopo Veneto e Lombardia; si conferma prima su tutte nelle vendite all’estero di carni e salumi (il 37% dell’export italiano di settore), e di pasta (il 21,3%); solo seconda al fotofinish nell’ortofrutta (dopo il Veneto) e nel lattierocaseario (dopo la Lombardia), settore che ha messo a segno in regione la crescita più significativa nell’ultimo quinquennio: +40%. E l’agribusiness regionale, nei primi 6 mesi del 2018, ha registrato all’estero un balzo del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono i numeri estrapolati dal Focus Nomisma presentato all’evento bolognese “Food Valley”, promosso da Confagricoltura Emilia Romagna a Fico Eataly World, in una sala stracolma di agricoltori, agroindustriali e rappresentanti istituzionali, alla presenza del sottosegretario al MIPAAFT, Franco Manzato, e del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. “Aggrega-
zione e sburocratizzazione - ha detto la presidente di Confagricoltura regionale Eugenia Bergamaschi - sono i punti cruciali di un’agricoltura di successo, ma abbiamo anche bisogno di uno Stato che comprenda la valenza economica, sociale e turistica delle aziende agricole e di una più puntuale politica di promozione all’estero, per attrarre quei consumatori che sappiano apprezzare la qualità e il valore aggiunto dei nostri prodotti”. “Al governo e alla classe politica chiediamo di dar vita ad un Piano strategico per l’agroalimentare made in Italy - ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - che punti ad aumentare la competitività delle imprese attraverso infrastrutture più efficienti, investimenti in ricerca e innovazione, digitalizzazione, rilancio dei rapporti interprofessionali e accordi commerciali che consentano di crescere sui mercati esteri”. Si è svolta poi una tavola rotonda sotto la guida del giornalista RAI Antonio Farnè, che ha visto gli interventi, oltre che del sottosegretario Manzato, del presidente Giansanti e della presidente Bergamaschi, di Francesco Mutti (Mutti Spa), Stefano Bonaccini (presidente Emilia Romagna) e Ivano Vacondio (presidente Federalimentare).
CONFAGRICOLTURA CALABRIA A MONTECARLO
Eccellenze alla corte del principe
Promuovere i prodotti calabresi fuori dai confini nazionali ed in contesti e mercati ad alta redditività è la premessa che ha spinto Confagricoltura Calabria ad organizzare, nell’ambito della settimana della Cucina italiana nel mondo, un’iniziativa identitaria di forte visibilità. A Montecarlo, nell’incantevole location del Cafe de Paris, alla presenza del Principe Alberto II di Monaco, la Calabria agroalimentare è stata conosciuta ed apprezzata per i suoi sapori e per un territorio le cui bellezze sono efficacemente veicolate proprio dalle sue eccellenze. Dedicata innanzitutto al "principe" degli agrumi, il Bergamotto, l’iniziativa ha consentito di mostrare il volto più autentico della regione e il suo patrimonio agroalimentare. Per il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, "si è trattato di un importante sforzo organizzativo, ma a Montecarlo è emersa fino in fondo la Calabria a cui teniamo, quella produttiva, fiera della propria storia, capace con le proprie produzioni di essere finalmente apprezzata. Ringrazio il Principe Alberto II, non solo per la sua disponibilità e la piena condivisione degli obiettivi dell’evento, ma anche per il formale impegno ad essere in Calabria nel 2019”. “Siamo tornati da Montecarlo con la certezza di essere
al centro dell’interesse - ha proseguito Statti -. Sta a noi ora trasformare questa attenzione in occasioni di crescita produttiva, commerciale ed economica. Del resto l’entusiasmo delle aziende che hanno partecipato, la determinazione del direttore regionale Angelo Politi e l'impegno di tutti i presidenti provinciali, il lavoro svolto dall'Organizzazione, ci confermano come lo spirito con il quale Confagricoltura intende la propria attività di rappresentanza sia, indiscutibilmente, quello giusto”. Un ringraziamento particolare a Cristiano Gallo, Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco; al reggino Gaetano Luci, che ricopre un ruolo importante nell’organizzazione del Principato; al direttore del Dipartimento di Agraria dell'Università di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti; al prof. Giuseppe Bombino, ex Presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte; allo chef Filippo Cogliandro e al gruppo musicale Parafonè. “Siamo certi - ha concluso Statti - che solo accettando sfide impegnative sia possibile ritrovare il senso ed il significato di una regione che, oltre ad un magnificente passato, ha tutte le carte in regola per immaginare e costruire un futuro certo”.
RAGUSA FORMAZIONE AZIENDALE
Trasferire know-how sui temi attuali del lavoro. È stato questo l’obiettivo del seminario di formazione che si è svolto nella sede di Confagricoltura Ragusa, in cui il direttore provinciale del centro dell’impiego, Giovanni Vindigni, ha risposto alle domande degli imprenditori associati presenti. Focus dell’incontro i tirocini formativi, l’apprendistato (comprese le misure che permettono alle aziende di formare giovani studenti, consentendo loro di ottenere il diploma e, nel contempo, di avviare un percorso lavorativo all’interno delle imprese) e i dispositivi a sostegno dell’auto-imprenditorialità giovanile, come ‘Resto al Sud’. Il seminario si aggiunge ad altre iniziative avviate da Confagricoltura sul versante della formazione aziendale, nella consapevolezza che, senza il supporto di professionisti validi e competenti, non si possa essere all’altezza della sfida dell’innovazione. Le attività proseguiranno anche nei prossimi mesi, per favorire sempre più connessioni tra le imprese agricole e il tessuto produttivo locale. DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 51
EPS Ente Protezione Selvaggina di Landolfo di Napoli
PESTE SUINA E FAUNA SELVATICA
Piani di contenimento e più controlli sanitari La peste suina africana - al cui contrasto la Confederazione ha dedicato a metà dicembre un incontro con gli stakeholder (vedi pag. 18) - si sta purtroppo diffondendo. La malattia, partita dai Paesi dell’Europa orientale, si è diffusa prima Lettonia ed Estonia, quindi in Lituania e Polonia e da ultimo, con una progressione calcolata intorno ai 2 km, è arrivata ai confini del Belgio con la Francia, dove recentemente sono stati segnalati più di 100 cinghiali infetti. La sua progressiva espansione potrebbe cominciare ad interessare i soggetti ricettivi della popolazione selvatica nazionale. Un pericolo gravissimo per le nostre le produzioni, vanto della salumeria nazionale. Anche se ad oggi il numero di animali infetti rinvenuti tra i cin-
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ghiali selvatici cacciati è molto basso (non più del 3%), la progressiva diffusione dei focolai di alcuni Paesi europei impone non solo l’adozione di precise misure di biosicurezza negli allevamenti, ma anche l’avvio di una rinnovata e responsabile politica per la gestione della fauna selvatica. In altri Paesi europei l’adozione di misure che prevedono precisi piani di contenimento ed abbattimento programmati dei capi in eccesso ha dato risultati positivi e sarebbe auspicabile che ciò accadesse anche in Italia. Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che per il raggiungimento di tale obbiettivo - tra l’altro di tutela anche e soprattutto dell’integrità sanitarie della fauna selvatica - è necessario avere un diverso e ben più consapevole approccio alle problematiche ambientali.
Gli esperti da tempo raccomandano di associare varie misure per ridurre la diffusione della malattia tra i cinghiali selvatici e tra queste trovano spazio alcune di elementare buon senso, come il monitoraggio sanitario dei territori attraverso l’analisi dei capi abbattuti, il divieto d’introduzione di nuovi soggetti, l'abbattimento mirato dei capi in eccesso, la rimozione delle carcasse, il rigoroso divieto di alimentare gli animali. Il fatto che la malattia non sia trasmissibile all’uomo e quindi non sia in alcun modo pericolosa per la salute umana - tanto da essere diventata endemica in diverse aree del globo - non deve essere una giustificazione e non deve fare abbassare la guardia, anche nella repressione dei comportamenti scorretti e vietati. I ritorni negativi a livello economico per tutta le categorie interessate alla filiera suina (allevamenti, mangimifici, produttori di mezzi tecnici, macelli, stagionatori, commercianti) di un improvvisa comparsa sul territorio nazionale della malattia sarebbero gravissimi. La chiusura dei mercati esteri conseguente al blocco delle esportazioni causerebbe la scomparsa di molte attività imprenditoriali. C’è quindi da augurarsi che al più presto vengano messe in campo, a livello nazionale e comunitario, efficaci misure di contenimento delle popolazioni selvatiche e di controllo sanitario dei traffici intracomunitari.
Giovani agricoltori crescono Formazione e tanta creatività sul territorio
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ella sala Serpieri di Palazzo della Valle il con- Lombardo, componente della Fnp bovini, ha riporsiglio e l’assemblea di fine anno sono stati tato gli aggiornamenti sul comparto. Passando agli particolarmente gremiti. “Per il comitato di argomenti più organizzativi, Giovanni Bertuzzi ha presidenza e per me - ha sottolineato il presiden- presentato il viaggio studio a Parigi in occasione te Raffaele Maiorano - è una grande soddisfazione del Sima, la fiera che si tiene, a cadenza biennavedere partecipare tanti associati alle nostre inizia- le, nella capitale francese e che abbraccia tutto il tive. La crescita della vosettore agricolo. Adriano glia di associazionismo è Tancredi ha illustrato il IL C O M M E N T O la conferma che abbiagemellaggio appena efCon il comitato di presimo imboccato la strada fettuato con gli associati denza ci stiamo preparangiusta e che lasceremo di Rovigo e anche Ferrado a passare il testimone un’Organizzazione forte ra ha anticipato che sta e lo stiamo facendo con e determinata. Lo testiorganizzando un inconlargo anticipo, in modo monia anche l’incontro tro con i soci siciliani. Il da creare un trasferiche abbiamo avuto con presidente di Lecce, Giamento fluido e naturale, i giovani imprenditocomo Arditi, si è sofferassolutamente non trauri agricoli romani, per mato sul problema della matico, tra chi va via, per rinnovare l’associazione Xylella e della raccolta ‘raggiunti limiti d’età’ e chi arriverà ai vertici provinciale”. Moltissime firme che si sta predidell’Anga. Sta crescendo - e ne abbiamo prova le attività illustrate nella sponendo per portare costante - sia lo spirito associativo, sia la nostra riunione nazionale, dalin Parlamento una legge presenza sul territorio. Significa certamente che la start up “X Farm”, ai speciale, chiedendo il il nostro impegno è andato nella direzione giui risultati finali del prosupporto del nazionale. sta, ma anche che questa forza e questo entusiagetto “Hortus dell’innosmo non vanno dispersi, indirizzandoli verso la Tra i prossimi appuncrescita individuale e associativa. Per questo abvazione: dal campo alla tamenti, due i più imbiamo pensato ad una sorta di ‘scuola superiore rete”. Salvo Massimino, portanti: la tradizionale di formazione sindacale’, in modo che i giovani rappresentante Anga Fiera in campo a Vercelimprenditori che ci sostituiranno arrivino anconella Federazione nazioli, dal 22 al 24 febbraio ra più formati e preparati alla prossima tornata nale di prodotto cereali, prossimi e il convegno elettorale. Il nostro obiettivo è la crescita: persoha fatto il punto sulla sinazionale sull’affiancanale, professionale e organizzativa dei giovani di tuazione dei lavori svolti mento, previsto per il 12 Confagricoltura all’interno dell’Organizzazione negli ultimi mesi. In parmarzo, in collaborazione madre. ticolare, si è soffermato con l’associazione dei Raffaele Maiorano sulle novità concernenti pensionati di ConfagriPresidente Nazionale Anga il DM 6793, approvato lo coltura (Anpa). scorso 18/07/2018. Salvo Elisabetta Tufarelli DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 53
REGGIO CALABRIA
CEJA
Viaggio studio all’Eima
60 anni di agricoltura giovane
Dalle aule del Dipartimento di Agraria dell’Università di Reggio Calabria, fino all’Eima, l’Esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura di Bologna, per confrontarsi con gli strumenti dell’innovazione. Al viaggio di studio, promosso dall’associazione studentesca ARES, hanno partecipato gli studenti dei corsi di laurea in Scienze e Tecnologie alimentari, Scienze e Tecnologie agrarie, Scienze forestali e ambientali. Dopo l’evento fieristico Eima la visita a due importanti realtà di trasformazione lattiero casearia, vanto dell’agroalimentare italiano: la Nuova Coop Casearia Spilambertese del Consorzio Parmigiano Reggiano di Spilamberto (Modena) e lo stabilimento “Granarolo S.p.A.”. Preziosa la collaborazione dei Giovani di Confagricoltura Calabria che, attraverso il presidente Tancredi ed il delegato Barbaro, grazie al protocollo d’intesa con il Dipartimento, hanno collaborato all’individuazione delle aziende, per consentire agli studenti di apprezzare modelli virtuosi di cooperazione.
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Il CEJA (Consiglio europeo dei giovani agricoltori) ha celebrato il suo 60° anniversario nella storica città di Ypres in Belgio, dove cento anni fa i giovani venivano a morire nelle trincee della Grande guerra. E lo ha fatto attraverso quattro storie di giovani imprese, tra cui quella di Alice Cerutti, che a Vercelli, oltre al riso, fa crescere biodiversità e paesaggio. «Giovane, donna e con l’idea di non inseguire le rese a tutti i costi, ma di piantare alberi: all’inizio gli agricoltori della mia zona non mi capivano, ma poi le cose sono cambiate», ha raccontato Alice presentando la sua Cascina Oschiena, dove il riso si produce dal XVI secolo, ma dove ha creato habitat-rifugio per la pittima reale e altri uccelli migratori, agli oltre 180 partecipanti. Dal filo conduttore delle migliori esperienze agricole giovanili, al cocktail con prodotti provenienti dalle aziende dei giovani agricoltori, alla mostra fotografica con il tema “Agricoltura per il futuro”. Gli ospiti, hanno poi partecipato alla cerimonia “Last Post” alla Porta di Ypres a Menin, per commemorare i 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Successivamente sono stati invitati
a una cena di gala nell’emblematica Sala dei Tessuti della città. Insieme ad ad un’ampia delegazione dell’Anga (oltre al presidente Raffaele Maiorano, Ariane Lotti delegata al Ceja, Giovanni e Francesca Gioia) c’erano il commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan, il presidente della commissione Agricoltura dell’Europarlamento Ceslaw Siekierski e numerosi past president del Ceja, tra cui Giuseppe Falco. Negli ultimi 60 anni, come ha sottolineato l’attuale presidente dei giovani agricoltori europei, Jannes Maes, si è evoluta l’Organizzazione, ma anche il dibattito agricolo europeo è cambiato nel corso degli anni. “È nostra responsabilità - ha detto - continuare a svolgere un ruolo attivo in queste discussioni”. Phil Hogan, commissario UE per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, ha dichiarato: “Sono onorato di essere qui con voi per celebrare il vostro 60 ° anniversario. Voglio fare tutto quanto è in mio potere per accelerare il ricambio generazionale, perché voi siete la nostra migliore scommessa per mantenere l’agricoltura europea competitiva, sostenibile e al centro delle nostre comunità rurali”.
FERRARA
Programmare il futuro Anpa e Anga Ferrara insieme fra tradizione e innovazione. In occasione dell’assemblea di fine anno dell’Associazione dei pensionati di Confagricoltura Ferrara, moltissimi associati si sono riuniti presso il ristorante “Giuseppe” di Copparo. Diversi gli interventi in programma per la ricca mattinata che ha visto al tavolo dei relatori Stefano Spisani, presidente Anpa Ferrara, Rodolfo Garbellini, presidente Anpa nazionale, l’onorevole Agostino Mantovani, Carlo Sivieri, presidente Anpa Emilia Romagna e neo eletto consigliere nazionale dell’associazione; Pier Carlo Scaramagli, presidente Confagricoltura Ferrara; Claudia Guidi, vice
presidente Anga Ferrara e Angelo Santori, segretario nazionale Anpa. I lavori sono stati coordinati dal direttore provinciale, Paolo Cavalcoli. Claudia Guidi ha sottolineato la fattiva collaborazione iniziata lo scorso anno e che, fra l’altro, il 13 dicembre ha visto coinvolte le due associazioni in “Programmare il futuro”, un convegno tecnico dedicato al passaggio generazionale all’interno delle aziende agricole. Ha ricordato l’impegno della sezione, sottolineando quanto i giovani imprenditori di oggi e di domani abbiano bisogno di condividere con i senior esperienze e saperi a
tutela delle aziende e dell’agricoltura in generale, nel segno della tradizione unita inscindibilmente all’innovazione. II tema del passaggio generazionale, infatti, è di stretta attualità per il mondo agricolo ferrarese e con tale incontro si è voluto offrire la possibilità di un confronto su un momento molto delicato della vita aziendale, che deve essere affrontato con tutte le dovute conoscenze.
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FORMAZIONE
a cura di Antonella Torzillo
CORSI DI EFFICIENTAMENTO ASSOCIATIVO PER I DIPENDENTI DELLE FEDERAZIONI E DELLE UNIONI
Investire sul capitale umano
“Confagricoltura: Coltiviamo Competenze” è l’ampio programma di azioni formative che Enapra ha ideato e progettato con Confagricoltura per raggiungere l’obiettivo della qualificazione delle capacità professionali di tutte le risorse umane che operano all’interno del sistema confederale. Il programma - già ricco di percorsi formativi appositamente studiati per soddisfare il fabbisogno dei singoli partecipanti - da oggi si arricchisce di un nuovo percorso, quello dell’efficientamento associativo, rivolto ai colleghi di Federazioni e Unioni, che punta al miglioramento organizzativo come completamento dello sviluppo professionale degli individui. Due facce della stessa medaglia: da una parte i corsi per i neo assunti, per i vari livelli di impiegati della sede nazionale o delle sedi territoriali, per gli operatori dei settori tecnico economici, per i dirigenti dipendenti e anche per i dirigenti eletti che operano all’interno della confederazione in virtù di un mandato di rappresentanza e che richiede un mix di cosiddette soft e hard skills; dall’altra la necessità di innestare lo 56 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
sviluppo professionale dei singoli all’interno di un contesto associativo all’avanguardia in termini di azione di rappresentanza e di gestione dei servizi per gli associati. Per fare questo il 27 novembre scorso, in Friuli Venezia Giulia, è stato realizzato il primo incontro: un percorso ancora tutto in divenire basato sulla condivisione di elementi conoscitivi e di strumenti manageriali utili ad elevare la performance della struttura rispetto alle attese delle imprese agricole associate. “Oggi la competitività delle associazioni - ha detto Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra - in particolare di quelle agricole, che sono chiamate a tutelare una categoria di imprenditori, si regge sulla diffusa capacità delle persone e della struttura di dare risposte concrete ed esaustive alle attese delle imprese agricole associate. E noi, come Organizzazione presente su tutto il territorio, con una storia alle spalle di 120
anni di attività, intendiamo stare a fianco delle nostre imprese con una qualificata azione sindacale e con servizi adeguati alle nuove esigenze imprenditoriali. Nell’interesse delle nostre aziende desideriamo riaffermare la legittimità, l’autorevolezza e la reputazione di Confagricoltura, sia all’interno sia all’esterno”. Obiettivi che richiedono l’impegno e la passione dei collaboratori dell’intero perimetro confederale, che costituiscono “l’anima e le gambe” su cui si muove l’Associazione. “Confagricoltura pone al centro della sua azione quotidiana la rappresentanza e la tutela dell’impresa agricola: rinnovare e riaffermare la capacità di compiere la nostra mission è un impegno da coltivare giorno per giorno con il contributo del capitale umano che opera in tutti i livelli della struttura - ha dichiarato Francesco Postorino, direttore generale di Confagricoltura, intervistato sul tema dell’efficientamento. Il nostro è un lavoro complesso svolto in uno scenario di cambiamenti e di sfide, in cui la nostra associazione è chiamata a far leva sui saperi e sulle competenze, per scegliere e governare il proprio adattamento rispetto al contesto, senza subirlo, ma orientandolo”.
Parola chiave del mese: marketing associativo Si può definire come l’insieme di scelte strategiche e operative che consentono ad un’associazione di categoria di conseguire il massimo dell’efficacia e un’obiettiva eccellenza nella realizzazione della propria specifica missione (Del Mare, Canino, 1993). I parametri per la valutazione del Mktg associativo sono: l’attrattività; la partecipazione; l’adeguatezza; la rappresentatività.
FORMAZIONE
Avviso For.Agri 2/2018 Nel testo del nuovo Avviso 2/2018 - pubblicato da For. Agri lo scorso 22 novembre - si trovano importanti novità che modificano profondamente l’approccio alla progettazione. Si richiede sia fatta per conoscenze e competenze, identificando gli obiettivi di apprendimento - riferiti per il settore di competenza, preferibilmente e ove possibile ai descrittivi dell’Atlante del Lavoro di INAPP per le aree di attività - ed i risultati attesi, al fine di garantirne la tracciabilità e la spendibilità nell'ambito del sistema nazionale di certificazione delle competenze come definito dal D. Lgs. n. 13/2013, dal D. I. del 30/06/2015 e dal Decreto interministeriale del 17/01/2018. La scadenza per la presentazione dei piani è suddivisa in due momenti: 15 e 22 febbraio 2019. Per maggiori dettagli www.foragri.com
Alta formazione dipendenti Lo scorso mese di novembre ha avuto inizio la seconda edizione del corso AFD. Dopo il Development Center, che ha spronato i partecipanti ad una autovalutazione delle proprie potenzialità, il percorso formativo proseguirà nel corso del 2019 con quattro incontri frontali in aula durante i quali saranno trattati temi utili a favorire le competenze manageriali dei partecipanti.
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OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Inventori over 60 miato EcoMar presentato da Francesco Piccioni, 68 anni, per convertire in energia le onde del mare, realizzato insieme a un giovane ingegnere ex compagno di scuola di suo figlio, Fabio Piattoni, e ad un esperto in infrastrutture portuali, il settantenne Riccardo Sirito. L’idea, in estrema sintesi, consiste in un sistema di galleggianti che si muovono in sinergia con le onde, generando energia. HiMarc è invece la start-up che riunisce un gruppo di vecchie glorie della Marconi, storico gruppo tecnologico che negli Buone notizie per chi ha i capelli bianchi! Alla quarta edizio- anni d’oro aveva a Genova il suo cuore e 2.000 dipendenti. ne di Smart Week Genova, tra Ne fanno parte i settantenni le start up premiate un vero e Aldo Olivari e Lorenzo Costaproprio boom di imprese ‘over gli, entrambi ex amministratori 60’. Come Futuredata, creata delegati di Marconi, e i più giodal sessantaduenne Rosario vani Giorgio Sivori e Riccardo Capponi che, con la sua piatDerba, di 66 e 67 anni. «È una taforma software per il riciclo telecamera intelligente che, delle schede elettroniche, ha grazie a un algoritmo, è in vinto il premio nella categoria “cleantech and energy”. Degno grado di riconoscere comportamenti anomali e dare l’allarme». di nota anche il progetto preGLI ANZIANI fanno più fatica a dire le bugie e convincono meno. A differenza dei Millennials, gli over 70 hanno un minore controllo cognitivo, che però è necessario quando si deve raccontare una menzogna convincente. I ricercatori dell’Università di Brandeis, in Massachusetts, hanno condotto uno studio per dimostrare come l’età influenzi la capacità di raccontare le bugie. Analizzando le scansioni cerebrali mediante elettroencefalogramma, hanno infatti constatato che, invecchiando, la funzione cerebrale diminuisce al punto da rendere più difficile tenere traccia delle frottole raccontate, che richiede un notevole controllo cerebrale e cognitivo. 58 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2018
CERVELLO E MEMORIA
Tra le capacità del cervello quella della memoria è una delle più complesse. Uno studio del Baycrest's Rotman Research Institute, ha rivelato come, negli anziani, il legame tra la vista e la memoria si ‘frantumi’. La ricerca ha dimostrato come, nel corso degli anni, la creazione dei ricordi tenda a compromettersi. “I movimenti oculari sono importanti per raccogliere informazioni dal mondo e il centro della memoria del cervello, l’ippocampo, è fondamentale, a sua volta, per legare insieme questi dati e formare un ricordo di ciò che i nostri occhi vedono“, ha detto Jennifer Ryan, una delle autrici dello studio. “Tuttavia abbiamo scoperto che gli anziani non costruiscono la memoria allo stesso modo dei giovani”.
Anziani dopo i 75 LA POSITIVITÀ AIUTA
L’Università dell’Oregon ha studiato come le persone affrontino i problemi quotidiani in modo diverso. Sono le risposte emotive che mettiamo in campo, di volta in volta, per far fronte ai piccoli imprevisti giornalieri, che fanno la differenza e mettono in crisi la salute del nostro encefalo. I problemi improvvisi aiuterebbero a preservare la salute del cervello negli anziani, ma sono i sentimenti con cui vengono affrontati che rischiano di peggiorarla. Lo studio, pubblicato su Psychosomatic Medicine, ha analizzato 111 volontari con un’età compresa tra i 65 e i 95 anni. La ricerca è durata circa 2 anni e mezzo e ha dimostrato che chi affronta i problemi con negatività, rischia un peggiore funzionamento a livello encefalico, rispetto alle persone più solari e positive.
È ufficiale: dallo scorso novembre solo dopo i 75 anni si diventa anziani. Lo ha stabilito la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), che ha sottolineato, nell’ultimo congresso nazionale, come un 65enne di oggi abbia la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di trenta anni fa e un 75enne quella di un individuo che ne aveva 55 nel 1980. Ciò dipende anche dall’età biologica dovuta alle abitudini alimentari, fisiche, ai diversi stili di vita, al miglioramento delle condizioni di salute. È una vera e propria rivoluzione in favore dei sessantenni, perché non si parla semplicemente di uno stato d’animo e mentale, ma test cognitivi confermano che gli anziani di oggi hanno un’intelligenza più sviluppata rispetto a quelli di ieri, sono più colti, attivi e si curano di più. La statistica indica nella media di 85 anni la longevità per le donne, mentre per gli uomini si ferma a 82-83. I geriatri insomma lanciano l’adozione di una definizione dinami-
ca del concetto di «anzianità» che si adatti «alle mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche». Anche se gli stereotipi sono duri a morire, fa piacere sapere che l’età della vecchiaia si è spostata molto più in là nel tempo. Per Niccolò Marchionni, professore ordinario dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell'Ospedale Careggi «Vent’anni fa un’ottantenne era quasi sempre pieno di acciacchi, ora si deve arrivare ai 90-100 anni per vedere situazioni analoghe».
UNA REGOLARE ATTIVITÀ FISICA MANTIENE il corpo più giovane di 30 anni. A sostenerlo una ricerca sul processo di invecchiamento effettuata dalla Ball State University di Muncie, Indiana (Usa). In particolare, i ricercatori hanno provato che i muscoli di un gruppo di anziani sono risultati simili, sotto diversi aspetti, a quelli di giovani che fanno sport. Ovviamente tutti invecchiano, ma ognuno in modo diverso. Tra i numerosi fattori che influenzano tale processo, lo stile di vita, in particolare, sembra avere un grande peso. L’attività fisica potrebbe alterare il modo in cui invecchiamo e i settantenni che la svolgono regolarmente risultano di circa 30 anni biologicamente più giovani. DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 59
AGRITURISMO
di Anna Gagliardi
VULTAGGIO A GUARRATO (TRAPANI)
Camping glamour
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a Sicilia non tradisce mai. Che l’obiettivo del viaggio sia la cultura, l’enogastronomia, il clima o il paesaggio non ha importanza: le soddisfazioni saranno sempre elevate. A Trapani da ventun anni è operativo l’Agriturismo Vultaggio, una struttura che si dimostra all’avanguardia su più fronti: la ristorazione (compresa la pizza) è segnalata dalle principali guide nazionali; l’ospitalità è garantita in camere e anche in glamping; inoltre è un Italy Bike Hotel facente parte di una rete di imprese. Il merito è principalmente del titolare Giuseppe Vultaggio, che, insieme alla moglie Giovanna, si avvale della collaborazione di un
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rinomato chef, Nino D’Ambrogio, e di una ventina di persone che si occupano dell’azienda agricola e di quella agrituristica. Giuseppe, oggi 46 anni, quando decise di aprire la struttura pensò a una soluzione che già allora avesse caratteristiche di avanguardia, pur mantenendo intatto il gusto antico e semplice della Sicilia agricola. Dalla ristrutturazione del baglio sono stati ricavati il corpo centrale, i moderni locali dove un tempo sorgevano le stalle e gli spazi che anticamente erano adibiti a magazzini. Dal restauro dell’antico granaio sono state ottenute alcune camere dotate di verandina. Oggi ci sono glamping, la formula che coniutredici stanze più altre tre in ga il glamour con il camping per chi vuole essere a contatto diretto con la natura senza rinunciare ai comfort: tende già allestite, arredate con mobili in ecodesign e con il bagno privato. Le sistemazioni glamping, in questo caso, sono strutture in legno d’abete di circa cinquanta metri quadrati, con un’ampia veranda coperta. Tutti gli ospiti possono inoltre usufruire della piscina e del bar funzionanti nella bella stagione. C’è poi una Spa con una vasca idromassaggio e vista mozzafiato sulle isole Egadi, nonché servizi personalizzabili con i prodotti naturali a base di olio di oliva. L’agriturismo Vultaggio è anche un punto di riferimento per i cicloturisti: fa infatti parte di una rete di imprese che comprende altre strutture (hotel,
selvatiche e degli aironi. Per chi ama la cucina, non c’è che l’imbarazzo della scelta: le materie prime dell’agriturismo sono di altissima qualità e connotano tutti i piatti proposti. L’azienda agricola familiare, che si estende su trenta ettari, è coltivata a grano, comprese le varietà antiche, ortaggi, olivo, frutta, oltre ai vigneti di Sirah, Nero d’Avola e Grillo. “La cucina - spiega Giuseppe Vultaggio - è il nostro vero core business. Grazie alla sintonia e alla lunga esperienza insieme allo chef Nino, abbiamo dato vita a una proposta gastronomica che esalta i sapori della Sicilia. Proponiamo ad esempio una pizza dall’impasto realizzato da rimacinati di grano duro siciliano, tra cui la Tumminia, la Perciasacchi e il Senatore Cappello, oppure la Zagara Bianca con coppa di maialino nero dei Nebrodi e Vastella del Belice. Non solo la pizza, ma anche il pane, i biscotti e le torte sono prodotti giornalmente con le farine biologiche di Grani Antichi Siciliani”. Nei menu stagioil mare con le sue vaste pianure, nali spiccano numerosi presidi agriturismi e campeggi) apposivalli argillose qua e là tra i vigne- Slow Food, tra cui il pane nero tamente attrezzate per gli apdi Castelvetrano, le lenticchie di ti, o aree umide immerse negli passionati della bicicletta. Tra i Ustica, il caciocavallo Ragusano servizi si segnalano un deposito uliveti. Molto praticato è l’itineDOP, le mandorle di Noto, il rario che porta verso la grande sicuro, un’officina per le riparaPiacentinu Ennese, il pistacchio laguna tra Trapani e Marsala, zioni, un’area attrezzata per la caratterizzata dall’isola di Mozia, di Bronte e altri ancora. L’olio pulizia delle bike, convenzioni extravergine di oliva prodotto con negozi specializzati, assisten- con il suo museo archeologico, dalla famiglia Vultaggio merita za medica e fisioterapica e anche e dalle antiche Saline, habitat poi di essere menzionato, poiché dei fenicotteri rosa, delle anatre una ristorazione specifica per deriva dalle piante dell’oliveto gli sportivi. Su richiesta è inoltre AGRITURISMO VULTAGGIO riconosciuto da Slow Food tra disponibile un massaggiatore quelli storici d’Italia. sportivo. Per le prossime feste di Natale e Gli itinerari sono molteplici e San Silvestro l’agriturismo propercorribili praticamente tutto pone alcuni menu con diverse l’anno grazie al clima favorevole leccornie abbinate ai vini locali anche in inverno: l’intera costa di produzione propria, oppure è caratterizzata da un paesaggio scelti dalla lista delle oltre 130 intriso di storia e cultura fenicioetichette che compongono la cartaginese. Al Nord la catena c/da Misiliscemi, 4 - Fraz. Guarrato, cantina. “Estate e inverno siamo montuosa di natura calcarea che Trapani sempre operativi - conclude il si affaccia sul mare costellato da Tel. 0923.864261 info@agriturismovultaggio.it titolare - a dimostrazione che la baie e spiagge sabbiose; al Sud www.agriturismovultaggio.it Sicilia è da vivere tutto l’anno”. la montagna che si protrae verso DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 61
VINO
di Gabriella Bechi
ASTI DOCG EXTRA DRY “BRIC PRIMA BELLA” DELL’AZIENDA MATTEO SORIA
A qualcuno piace secco
A
gli estremi confini della provincia di Cuneo, dove le ultime colline di Langa si affacciano sul Monferrato, sorge Castiglione Tinella che, con il 92% di superficie agricola destinata alla coltivazione del Moscato, si può fregiare del vanto di essere uno dei comuni più vitati d’Italia. È qui - nella frazione San Martino, zona pregiata e capostipite della coltivazione del Moscato già dagli inizi del 1600 - che sorge l’azienda agricola Soria, fondata alla fine del 1800 da Eugenio Soria, trisnonno dell’attuale conduttore Matteo, pioniere nel mettere in atto tutte le tecniche per produrre un’ottima uva Moscato, condizione fondamentale per ottenere un vino superiore. Da allora, passando da padre in figlio, la crescita è stata costante: acquisto di nuovi terreni, ampliamento della superficie vitata e della cantina, macchinari sempre più sofisticati. L’azienda sorge su una collina con pendi dolci, ricca di “terra bianca” (sinonimo locale per identificare un suolo tendenzialmente sabbioso),
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che conferisce all’uva, e quindi al vino, eccellenti profumi caratteristici del Moscato di Castiglione Tinella. Sentori unici, riconoscibili ad occhi chiusi. Quaranta ettari che si diramano in tutte le direzioni attorno alla cantina e che vantano impianti con una attenta selezione di cloni, scelti tra i migliori e i più adatti per trasformare tutte le caratteristiche del terreno in una splendida uva ricca di acidità e aromi. Oggi l’attività aziendale si divide tra la produzione di mosto e quella di fermentazione ed imbottigliamento: 35.000 gli ettolitri di mosto di Moscato sfuso venduto e 600.000 le bottiglie di Moscato d’Asti prodotte. Prodotto caratteristico delle vitivinicoltura piemontese, il Moscato d’Asti Docg, si contraddistingue per l’intensità della componente aromatica e l’armoniosa dolcezza di quella zuccherina, accompagnate da un basso tenore alcolico. Inoltre, il Moscato d’Asti, pur non essendo uno spumante (non viene
sottoposto a presa di spuma durante le fasi finali della fermentazione alcolica), mantiene una vivacità che lo rende tipico ed unico. Dolce, ma non stucchevole, con un inimitabile aroma muschiato dell’uva da cui è vinificato, ha un sapore delicato ed intenso, che ricorda il glicine ed il tiglio, la pesca e l’albicocca con sentori di salvia, limone e fiori d’arancio. Nel tempo ha raggiunto livelli qualitativi straordinari grazie alla diffusione della moderna tecnologia enologica. In particolare, quella legata alla catena del freddo, che consente di mantenere nel vino gli aromi ed i sapori dei grappoli e, nello stesso tempo, di stabilizzare il prodotto permettendone la conservazione e il trasporto. Da uve Moscato anche l’Asti Spumante, tradizionalmente dolce, di cui da poco è ammessa anche la versione Dry ed Extra Dry. Ed è proprio la versione Extra Dry quella scelta da Matteo Soria per il suo “Bric Prima Bella”, in commercio dalla vendemmia 2017. Fermentato in vasche d’acciaio per 10 giorni a temperatura controllata di 20°C, viene affinato sui lieviti per sei mesi. Colore giallo paglierino; profumo fragrante, floreale con sentori di tiglio e acacia; sapore secco, aromatico ed equilibrato. La spuma è fine e persistente. Fresco al palato, può essere abbinato a pesce, crostacei e primi piatti, come il risotto, ma anche a salumi, formaggi freschi, carni bianche. Perfetto come aperitivo.
MILLE RESTAURANT A TORINO
Eleganza e tradizione
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enuinità, alta qualità delle materie prime, atmosfera elegante ma rilassata. Sono le caratteristiche del Mille Restaurant, nel cuore di Torino, a pochi passi dai palazzi in cui è stata scritta la storia d’Italia, in quelle vie del capoluogo animate di giorno e ben frequentate la sera, tra locali e piccoli negozi. Il Mille Restaurant prende il nome dalla via in cui è stato aperto un anno e mezzo fa da Luca Mogliotti, albergatore e ristoratore astigiano che ha puntato su Torino portando una ventata di tradizione abbinata alla cura dei particolari. Lo chef è donna, Roberta Nascimben; in sala c’è Luca che coordina e c’è Carlo, oltre ai ragazzi che si alternano al servizio. La cucina è tipica piemontese, con alcune vere e proprie chicche per intenditori, ma non mancano proposte light. A fianco dei classicissimi carne cruda battuta al coltello, girello di vitello (che qui è rosa e servito sembra un fiore), agnolotti al plin (il plin è il pizzicotto che viene dato alla pasta ripiena), tajarin che in questo periodo vengono arricchiti da veli di tartufo bianco, ci sono quindi la finanziera o il carrello dei bolliti, quasi introvabili altrove per la lunga preparazione che richiedono. L’arrivo in sala del carrello dei bolliti e l’impiattamento sul momento sono un preludio di gioia per gli occhi e per il palato. Particolare attenzione viene dedicata all’accoglienza: una
volta seduti al tavolo c’è sempre un calice di spumante Metodo Martinotti, rigorosamente piemontese e un amuse bouche che ben dispone i commensali ai successivi piatti. Gli antipasti possono essere scelti al carrello e contemplano anche la torretta di verdure con la colatura di Roccaverano (formaggio Dop piemontese), lo sformato di baccalà o la lingua di vitello in salsa. Nel periodo estivo merita una menzione il ricco carpione. Tutta la pasta fresca, ripiena e non, è fatta in casa; tra i secondi, quelli di carne esprimono meglio la creatività dello chef: oltre a quelli già citati, in questo periodo ci sono la coscia d’anatra disossata, la guancia di vitello e la trippa alla piemontese. Anche i dolci sono fortemente legati alla tradizione, realizzati con materie prime del territorio e accompagnati da una coppa di Moscato d’Asti o Asti Spumante: la torta di nocciole di Langa, la zuppetta chantilly con frolla e frutti rossi, il semifreddo al torrone con il cioccolato caldo fondente, il bonet (il tipico budino realizzato con cacao, uova e amaretti pestati), la sfera al fondente, oppure le
proposte più light: yogurt con meringa e gelato artigianale. Mille Restaurant Via dei Mille 18 Torino
B ACC ALÀ E PISELLI
Abbinato all’Asti Extra Dry di Matteo Soria, il Mille Restaurant propone il Baccalà mantecato e fritto servito su un letto di crema di piselli
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BUONO A SAPERSI
1° BIENNALE DI ARTE E CIBO A “CULINARIA”
Omaggio alla creatività
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rtisti e chef uniti in un’unica dimensione creativa, uno scambio di idee sul fronte artistico e su quello gastronomico: per la sua undicesima edizione “Culinaria Il gusto dell’Identità” - organizzata nello spazio Wegil di Roma dallo chef Francesco Pesce e da Fabrizio Darini, e curata da GMGProgettoCultura - ha presentato la prima “Biennale di arte e cibo”. Un percorso con omaggi di grandi chef italiani e internazionali ad artisti di fama mondiale, e viceversa, con esibizioni, performance dal vivo, installazioni, video, foto, percorsi percettivi. Si è celebrato così lo slancio creativo dell’arte, della cucina e della trasformazione della materia, attraverso processi basati su regole e conoscenze precise, guidate anche dall’intuizione. Opere e piatti per creare una continua suggestione e dar vita a realizzazioni inedite e originali. Oltre alle aree dedicate alle esposizioni delle opere, nell’auditorium “Spazio d’azione” si sono svolti gli incontri live tra chef e artisti, nella sala “Gestualità” sono state ospitate videoinstallazioni sulle eccellenze gastronomiche del Lazio, e nello spazio all’aperto “Teatro delle braci” sono state proposte cotture arcaiche e dimenticate. Il fotografo parigino Thomas Duval ha presentato per la prima volta in Italia le foto del pro-
getto “Bondage Vegetale”. “La nostra ambizione era quella di rendere i visitatori partecipi dell’esperienza narrativa che si cela dietro la realizzazione di ogni opera di alta cucina e di produzione artistica - spiegano Francesco Pesce e Fabrizio Darini -. Con l’obiettivo di lanciare uno sguardo sul futuro della gastronomia, per anticiparne le possibili interazioni che, nei prossimi anni, si svilupperanno con le diverse espressioni artistiche. Roma, città che può contare su secoli di storia e cultura, è oggi un contenitore aperto a collettivi artistici, dove la proposta di nuove sinergie può trovare terreno fertile. E lo spazio Wegil, con lo stile razionalista dell’ex palazzo Gil, pienamente esaltato dal restauro con il quale è stato reso di nuovo accessibile al pubblico, è una location dal forte impatto visivo. Perfetta per accogliere lo spirito di una mostra di arte e cucina”. Davvero di grande livello l’elenco degli chef e degli artisti che si sono alternati sul palco. Solo per citare qualcuno: Gianfranco Pascucci (1 stella Michelin) si è esibito con Ria Lussi; Anthony Genovese (2 stelle
Finestra-minestra di Roy Caceres e Franco Losvizzero
Michelin), chef de Il Pagliaccio di Roma con Barbara Salvucci, nota per le sue sculture in resina e trame di metallo. E ancora Andrea Tortora, alla guida della pasticceria del St. Hubertus (3 stelle Michelin) del Rosa Alpina Hotel & Spa di San Cassiano (Val Badia), si è confrontato sul tema del principio di sottrazione e dell’acqua con Pere Gifre, artista e ingegnere spagnolo con base a San Francisco. Roy Caceres, lo chef colombiano di Metamorfosi, che da alcuni anni è a Roma, in coppia con Franco Losvizzero; quindi Francesco Apreda, alla guida del ristorante Imago a Roma, con Matteo Giuntini; Giuseppe Iannotti con Giuseppe Guanci e Cristina Bowerman con Davide Dormino. Gabriella Bechi DICEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 65
BUONO A SAPERSI
UNA STRUTTURA PER L’INCLUSIONE
Albergo etico
H
a aperto i battenti, e lo ha fatto sotto Natale, proprio a due passi da Piazza del Popolo, il primo albergo etico della Capitale. Un esempio importante di inclusione sociale, che permette di coniugare ospitalità e responsabilità sociale. Albergo Etico è stato recentemente presentato in Campidoglio nella Sala della Protomoteca. “Voglio dare una possibilità - ha spiegato Antonio Pelosi, l’imprenditore romano ideatore del progetto - ai ragazzi che hanno avuto o hanno delle difficoltà, perché ognuno possa dare ciò che può con l’obiettivo di potenziare al massimo le sue capacità”. Così, in una palazzina dei primi del ‘900 di via Pisanelli è aperta alla clientela nazionale e internazionale una delle pochissime
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strutture al mondo (c’è ne è una ad Asti e un’altra in Argentina) capaci di dimostrare che, come dice Pelosi “anche nelle situazioni più complicate c’è una luce in fondo e ognuno può trovare il suo posto». L’Albergo Etico, ex scuola privata fino al 2000, offre 18 stanze doppie, un bar, un ristorante, la terrazza e una sala per il co-working. E 10 sono i ragazzi, con diverse disabilità, che da marzo stanno imparando i fondamentali per gestirlo. All’inizio ci saranno giovani con le Sindromi di Down e X Fragile e post-comatosi, che saranno formati e lavoreranno affiancati da professionisti dell’hotellerie, ma l’idea è di coinvolgere ragazzi con tutte le patologie, perché riescano a sfruttare al massimo le proprie capacità. L’operazio-
ne Albergo Etico poggia sulla convinzione che per abbattere i pregiudizi servano normalità e reali possibilità di indipendenza, che solo il lavoro è capace di dare. I cardini strutturali di Albergo Etico poggiano sui principi di inclusione sociale, diritti ed accoglienza. A partire dagli obiettivi condivisi e indispensabili: sostenibilità economica e sviluppo di talenti naturali e competenze reali, per professionisti che, una volta formati, saranno inseriti nelle imprese della ricettività romana e nazionale anche grazie al supporto di Federalberghi Roma e Lazio. “È un’iniziativa in cui crediamo molto - osserva l’assessore al Commercio del Comune di Roma Carlo Cafarotti come in tutte quelle che vedono nella formazione la premessa per il lavoro, e nel lavoro la chiave d’accesso all’autonomia e all’inclusione sociale. Un grande in bocca al lupo quindi ai ragazzi dell’Albergo Etico, con l’augurio che facciano da apripista ad altre strutture simili nella Capitale. Roma diventa ‘un viaggio etico’ aperto a tutti”. Antonio Pelosi fa parte di una storica famiglia di albergatori di Roma. Anni fa, dopo un incidente, rimase 3 settimane in coma all’istituto Santa Lucia sull’Ardeatina. «Da lì mi è venuta l’idea - ricorda - di mettere su una struttura che potesse ospitare e aiutare chi era riuscito a farcela uscendo dal coma». Elisabetta Tufarelli