L’agricoltura c’è Si continua a produrre al servizio del Paese
#lagricolturanonsiferma Anno LXXI - n. 4 -APRILE 2020 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
In un momento in cui ci è stato chiesto di fermarci, c’è chi è dovuto andare ancora più veloce A tutti i protagonisti della filiera agroalimentare: dagli agricoltori, ai fornitori di mezzi tecnici, dai distributori agli impiegati nel settore alimentare, dai trasportatori ai lavoratori della grande distribuzione. A tutte quelle persone che con il loro lavoro e il loro impegno continuano ad alimentare un Paese che non si arrende. Perché hanno radici solide e uno sguardo fiero rivolto al futuro.
A questa Filiera che non si ferma mai tutti noi di Syngenta vogliamo dire
grazie!
L’ E D I T O R I A L E nnn
Armi spuntate
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opo la Brexit e la pandemia potremo ancora parlare di “unione” europea? Nonostante ci sia una situazione di portata storica e non certo di breve durata; nonostante una crisi acuta per molto comparti agricoli (ed in questo numero c’è una panoramica su quanto sta accadendo, ndr), si è registrata la miopia di Bruxelles che si è trincerata dietro i limiti di bilancio. In sostanza, per gestire l’emergenza, l’Europa ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con il mero ricorso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei fondi non ancora spesi a livello nazionale per lo sviluppo rurale. Però, per la stagnazione dei consumi interni che si acuirà, non potremo più fare affidamento sull’aumento delle esportazioni (secondo recenti stime WTO si prevede una contrazione in volume del commercio internazionale di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi). Per questo ho chiesto di mettere subito a punto un piano straordinario per l’agricoltura europea, che l’accompagni almeno sino alla fine dell’anno. Altrimenti il rischio è di impoverire il sistema agricolo, facendolo diventare non produttivo e quindi dipendente dalle importazioni; non sicuro; non innovativo (vanificando il riammodernamento dell’agricoltura 4.0); non sostenibile; non competitivo sul mercato globale (ma la UE al momento è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari). A questo punto c’è davvero da chiedersi: a chi conviene la battuta d’arresto dell’agricoltura? L’emergenza per il Covid-19 ha evidenziato come il settore primario sia indispensabile e debba essere posto al centro delle politiche di sviluppo; come stia garantendo gli approvvigionamenti e la sicurezza alimentare anche nella situazione di lockdown. Al lavoro svolto dagli agricoltori sono giunti autorevoli riconoscimenti, però alle parole ora devono seguire i fatti. Intanto, dall’altra parte dell’Oceano, già sono state varate misure incisive per la continuità produttiva delle imprese. Ho fatto il calcolo che tra aiuti supplementari, sostegni al reddito, acquisti di prodotti per gli aiuti alimentari, gli Usa già stanno mobilitando per il sistema agricolo circa 50 miliardi di dollari. In Europa, invece, si vuole superare l’emergenza a costo zero per il bilancio dell’Unione o con misure davvero superficiali. Tutti dicono che siamo in guerra. Ma le battaglie sono perdenti se si affrontano senza strategie, con armi spuntate e senza potenza di fuoco. Massimiliano Giansanti
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SOMMARIO L’EDITORIALE Armi spuntate Massimiliano Giansanti................. 3
Al centro della rinascita Riccardo Vanelli........................
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INNOVAZIONE NUOVE FRONTIERE La terza via dell’agricoltura Paola Castello...........................
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SPECIALE PRECISION FARMING Matera capitale del 5G agricolo G. M. ....................................
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ATTUALITÀ PRODOTTI Tutto per il mais Silvia Piconcelli.........................
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PRIMO PIANO CORONAVIRUS Lavoro nei campi Gabriella Bechi........................... 6
Partecipanti alla campagna social di Confagricoltura, con Giansanti
Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Confagri Consult
Campagna social Elisabetta Tufarelli..................... Arrivano i nostri Elisabetta Tufarelli.....................
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Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI
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Difendere il latte Gabriella Bechi.........................
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Amarezza al pascolo G. M. ..... ...............................
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Il pieno di vitamine F. B. ...................................... In corto circuito Gabriella Bechi......................... Legno nel cuore Francesca Baccino......................
Rubriche Mappamondo Occupazione.. . . . . . . . 30
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EPS Selvatici intraprendenti. . . . . . . . 47 Organizzazione Acquacoltura. . . . . . 48 Enapra E-learning. . . . . . . . . . . . . . . . . 50
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Campi rosa Riunione. . . . . . . . . . . . . . . 52 Anga Campagna social. . . . . . . . . . . . . 53 Centro Studi Italia digitale.. . . . . . . . . 56
DA NORD A SUD, SENZA INTERRUZIONE, NOI AGRICOLTORI ITALIANI LAVORIAMO PER GARANTIRE CIBO. IL PIU’ BUONO. #noisiamoconfagricoltura #lagricolturanonsiferma
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Lavoro nei
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campi
Serve con urgenza manodopera per le attività stagionali. La questione dei lavoratori stranieri di Gabriella Bechi
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ra le fragole, presto gli asparagi, subito dopo carote, pomodori, patate e poi la frutta estiva. Ma non finisce qui. La carenza di manodopera riguarderà tutti i comparti agricoli, dalle lavorazioni per i raccolti estivi alla vendemmia, dalla mungitura degli animali alla tosatura delle pecore. “Il tempo sta per scadere - ammonisce il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. E sarebbe un fatto gravissimo, in una situazione di emergenza, che vede salire ogni giorno il numero delle persone che chiede aiuti alimentari. Servono almeno 250 mila lavoratori. Abbiamo avanzato le nostre proposte e siamo pronti a discutere con tutti, senza preclusioni. Lo strumento migliore è quello più rapido. In pochi giorni dobbiamo trovare una soluzione e dare una risposta alle pressanti richieste degli agricoltori, che non vogliono perdere il risultato del loro lavoro”. Innanzitutto c’è la questione dei lavoratori stranieri. Molti operatori stagionali hanno fatto riAPRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 7
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Creare “corridoi” per mobilità lavoro all’interno della Ue entro nei loro Paesi d’origine a causa del virus ed altri che sarebbero disponibili a venire - anche perché in possesso di contratti già firmati con le aziende - non riescono ad arrivare perché trovano difficoltà ad attraversare determinati Paesi. Da qui la richiesta di Confagricoltura all’Unione europea di creare una sorta di “corridoi” per permettere la mobilità all’interno della Ue di questi lavoratori. Anche perché il problema non riguarda solo l’Italia, ma tutti i Paesi agricoli europei. Si stima che in tutto servano almeno 700 mila persone. Infine, bisogna avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi che consenta al settore agricolo di impiegare lavoratori non comunitari. Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la circolare del ministero dell’Interno che ha prorogato fino al 15 giugno tutti i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio ed il 15 aprile e confida in un ulteriore slittamento dei termini. Ma la questione non si risolve solo con gli stranieri. Per questo Confagricoltura ha proposto ai ministri delle Politiche agricole e del Lavoro, Teresa Bellanova e Nunzia Catalfo di facilitare il ricorso alla manodopera italiana, dando da un lato la possibilità, solo per questa fase emergenziale, di impiegare persone che hanno perso il lavoro - cassintegrati o fruitori del reddito di cittadinanza - senza far perdere loro tali diritti acquisiti, garantendo condizioni sanitarie ottimali e l’inquadramento nell’ambito del contratto collettivo nazionale; dall’altro di poter utilizzare in campagna le persone che si trovano momentaneamente inoccupate a causa del blocco di molte attività 8 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
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RAPPORTO SULL’OCCUPAZIONE
Il “Rapporto sul lavoro agricolo 2018” - redatto da Eban (Enti bilaterale agricolo nazionale) a febbraio del 2020 - evidenzia che sono 1.114.982 i dipendenti impiegati in agricoltura nel nostro Paese. La quota più numerosa (97%) è costituita dagli operai, a cui si affiancano impiegati, quadri e dirigenti (3%). Le aziende agricole che assumono dipendenti sono 187.629 ed incidono per il 26% sul totale di quelle iscritte alle Camere di commercio. In Italia sono presenti 1.076.930 operai agricoli, dei quali il 10% a tempo indeterminato e il 90% a tempo determinato. La manodopera agricola è prevalentemente impiegata nel Sud del paese (55% del totale), che detiene anche la quota più rilevante di quella a tempo determinato (57%). Viceversa nel Nord si concentra la maggiore incidenza degli operai a tempo indeterminato (55%). Il bracciante agricolo è la prima tipologia di contratto attivato, sia per quanto riguarda i lavoratori a tempo determinato (87,4%), sia quelli a tempo indeterminato (43,1%), a cui seguono in ordine di numero gli operai specializzati in colture miste e legnose. Per quanto riguarda i comparti in cui gli operai vengono impiegati, al primo posto troviamo le produzioni vegetali (82%), seguite dalle attività accessorie (10%) e dalla zootecnia (8%), in cui la manodopera è impiegata più stabilmente. Nelle produzioni vegetali i comparti più importanti sono l’ortoflorovivaismo (25%), il vitivinicolo (20%) e la frutta (18%). Il rapporto Eban evidenzia che i lavoratori dipendenti stranieri regolari (iscritti all’INPS) in agricoltura è pari a 391.500 e la loro incidenza sul totale operai attivi in Italia ha raggiunto il 36%. L’agricoltura detiene, infatti, una quota rilevante di manodopera straniera rispetto agli altri settori economici privati (il 9% del totale lavoratori extracomunitari presenti in Italia e il 17% di quelli comunitari). Negli ultimi dieci anni la crescita dei lavoratori stranieri è stata rilevante. Questo incremento è andato prevalentemente a vantaggio della componente non comunitaria (+83%) rispetto a quella comunitaria (+2). Conseguentemente i lavoratori non comunitari sono oggi in prevalenza (61% sul totale stranieri) rispetto ai comunitari. Fra questi ultimi la stragrande maggioranza è costituita da rumeni, mentre è meno significativo il contributo di polacchi, bulgari e slovacchi. Nella componente non comunitaria, che si sta rafforzando, prevale la provenienza africana, in particolare dai paesi del Nord (Marocco e Tunisia) e dell’Ovest del continente (Senegal, Nigeria e Mali), cui si affiancano quote rilevanti di lavoratori dell’Est Europa non comunitari (Albanesi, Macedoni e Ucraini) e asiatici (India e Pakistan).
Per lavorare nei campi occorre semplificare i passaggi burocratici produttive, individuando velocemente un percorso comune, all’interno dello stesso CCNL, volto a dare garanzie a tutti. “Da quando abbiamo avanzato tali proposte - afferma il presidente Giansanti - abbiamo ricevuto numerose richieste da parte di persone pronte a lavorare in campagna in questo periodo di necessità. Mai come ora è evidente che occorre semplificare i passaggi burocratici; prevedendo soluzioni immediate per dare seguito a questa disponibilità di domanda e offerta e garantire i raccolti. In Italia, primo Paese europeo colpito dall’epidemia Coronavirus, non abbiamo ancora trovato una soluzione a un’emergenza annunciata, come invece è stato fatto da altri governi. Il nostro appello alla politica è di non perdere altro tempo prezioso e di attivare gli strumenti più adeguati a dare risposte concrete”. nnn
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LA PIATTAFORMA “AGRIJOB”
In attesa che si trovi velocemente una soluzione all’emergenza manodopera nelle campagne, Confagricoltura, prima tra le associazioni imprenditoriali agricole, si è attivata per fare incontrare domanda e offerta di lavoro attraverso AgriJob, la piattaforma online che facilita il contatto tra aziende agricole e lavoratori. E in pochi giorni sono oltre 4mila le candidature arrivate, da ogni parte d’Italia, da persone di ogni genere ed età, con diversi titoli di studio e competenze professionali, con un unico denominatore comune: essere rimaste senza lavoro. Persone che si dichiarano disponibili per ogni genere di mansione: dalla raccolta degli ortaggi e della frutta alla potatura, dalla cura degli animali alla guida di macchine agricole, all’immagazzinaggio, fino alla consegna a domicilio dei prodotti agricoli. Si tratta di un servizio di intermediazione, riconosciuto dal ministero del Lavoro, che consente a chi cerca occupazione di essere messo in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati. Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda che cerca manodopera. Anche le imprese possono usare la piattaforma, pubblicando le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai candidati del proprio territorio. Con AgriJob Confagricoltura intende fornire una prima risposta utile in un momento cruciale per le attività agricole. “Rimane l’urgenza di trovare una soluzione - afferma il presidente Massimiliano Giansanti - la più semplice e veloce possibile. Le campagne non possono più aspettare”. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 9
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La crisi ed il ruolo dell’agricoltura raccontati sui profili dei nuovi media di Elisabetta Tufarelli
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Campagna
l Covid-19, con la quarantena forzata, ha completamente rivoluzionato le abitudini alimentari e non degli italiani, facendo emergere con forza l’importanza del cibo, del settore primario e degli agricoltori. Per accompagnare e sostenere questa rinnovata presa di coscienza della società, Confagricoltura ha lanciato una campagna sui social media con un preciso obiettivo: mentre voi siete a casa, noi restiamo in azienda perché, nonostante le difficoltà, sentiamo forte la responsabilità
di lavorare ogni giorno per produrre il vostro cibo sano e sicuro. E così, all’insegna di hashtag #noisiamoconfagricoltura #lagricolturanonsiferma, si sono moltiplicate le testimonianze fotografiche degli imprenditori al lavoro nelle loro aziende agricole, a partire dal presidente Giansanti e dai componenti di giunta, rilanciate sui social individuali, immortalate nella copertina del nostro giornale. Lungo tutto lo Stivale numerosi dirigenti e agricoltori hanno pubblicato la propria immagine al lavoro
#lagricolturanonsiferma Testimonianze fotografiche degli imprenditori al lavoro
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replicando lo slogan “orgoglioso di garantire cibo, il più buono. Quello italiano”. Confagricoltura Donna, dal canto suo, ha postato le imprenditrici al lavoro nei campi anche sulla pagina nazionale. Molte le iniziative territoriali dell’Organizzazione, un vero tam tam per ribadire: “Io non posso fermarmi tu sì. Ci pensiamo noi a produrre il cibo ogni giorno. Lo facciamo da sempre e per sempre”. Tra gli agricoltori è nata spontaneamente una gara per postare la propria immagine al lavoro o un breve filmato sulla propria azienda. Attivissimi i Giovani di Confagricoltura (v. pag. 53, ndr). Anche la FIIAf, che riunisce oltre 150 mila imprese agricole familiari di Confagricoltura, ha aderito alla campagna social sottolineando: “L’Italia è la nostra famiglia. Orgogliosi di garantire il cibo. Il più buono, quello italiano”. Mentre la federazione nazionale vitivinicola ha pensato che il gesto, piacevole e augurante di stappare una bottiglia, riesca, in qualche modo, ad addolcire la permanenza forzata al proprio domicilio. È nato così #aprounbuonvino, che sottolinea le difficoltà dei nostri viti-
coltori che, con la chiusura del canale Ho.re.ca e la complessa logistica che rallenta le esportazioni, registrano una contrazione dei consumi. Questa attività incessante sui social - che rappresenta imprenditori, giovani, donne sul trattore, nei campi, nelle stalle, nei frutteti, in appoggio all’ #iorestoacasa governativo - ha avuto una serie di effetti positivi. Il primo, indiscusso, è quello di aver restituito al settore primario la sua centralità, troppo spesso dimenticata. Ma è servito anche a diffondere forte e chiaro il messaggio che il Coronavirus non si trasmette con gli alimenti: il cibo prodotto dagli agricoltori italiani è sano e sicuro; si è collaborato così anche a combattere la disinformazione, le fake news e le speculazioni. Se è sotto gli occhi di tutti che l’agricoltura non si è fermata, non tutti hanno presente che questa attività economica, subisce e subirà pesanti ripercussioni per i problemi legati alle esportazioni, agli approvvigionamenti, alla logistica, alla manodopera, all’organizzazione della filiera e, non ultimo, alla liquidità degli imprenditori. L’auspicio, testimoniato anche dalla crescente attenzione dei media sul settore primario, è che finalmente si prenda seriamente in considerazione di “ripartire dalle campagne italiane”. nnn
SPOT EMOZIONALI
Barilla realizza un video per ringraziare chi, giorno dopo giorno con i suoi gesti quotidiani, sostiene il Paese in un momento storico di grande difficoltà: è l’Italia che resiste. Esselunga, dal canto suo, sottolinea come “in questi giorni abbiamo imparato molto cose, a stringere i denti sotto la mascherina”. L’Arma dei Carabinieri fa presente che “un giorno si racconterà una storia strana, qualcosa che chi non ha vissuto riuscirà a stento a immaginare. Ma è successa”. Quindi l’incoraggiamento a superare il momento ed a guardare il presente con coraggio: “Tutti insieme - prosegue il video - ognuno facendo la propria parte”. Vi ricordate gli abitanti del pianeta Papalla? Quelli dei pupazzetti tutti rotondi e con dei grandi occhioni sporgenti, creati dallo Studio Armando Testa (gli stessi di Carmencita e il Caballero per Paulista della Lavazza)? Sono tornati in epoca di Coronavirus per insegnare, a ritmo rap, ai bambini a restare a casa. E’ il momento degli spot emozionali che rimarcano l’eccezionalità della situazione, l’orgoglio dell’italianità, l’unità nazionale e ringraziano i nostri “eroi”, in primo luogo medici e infermieri in prima linea, ma anche coloro che, come gli agricoltori e la filiera agroalimentare, continuano a fare la loro parte. In quest’ottica da segnalare il nuovo video di Syngenta (v. pag.29, ndr) . APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 11
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Le aziende agricole puntano sulle consegne a domicilio. Iniziative in tutta Italia per l’emergenza potrebbero diventare consuetudine duratura di Elisabetta Tufarelli
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on lo scoppio del Coronavirus e la chiusura dei mercati rionali (poi in parte rientrata), il fermo delle vendite dirette in azienda, così come quello del comparto Horeca (hotel, ristorazione e catering) si sono riflesse inesorabilmente sull’aumento delle spese domestiche e sui modi di approvvigionarsi. Sono cresciute le vendite on line e la richiesta di prodotti agricoli a domicilio. Molte imprese agricole di Confagricoltura si sono organizzate per la consegna, di frutta e verdura, vino, birra, olio, latte, formaggi, latticini, yogurt, carne, salumi, uova, ma anche piantine in vaso, semi e cibo per animali. In Lombardia, la regione più colpita dal Coronavirus, più di 250 sono le aziende agricole che hanno aderito all’iniziativa “Negozi a casa tua” per la consegna a domicilio anche di piatti pronti della cucina degli agriturismi. Le aziende agricole piemontesi sono attive per la vendita “porta a porta” su tutto il territorio regionale. Ad Alessandria c’è “L’agricoltura a domicilio”. “Arrivano i nostri”, ovvero i prodotti freschi dal campo fin sulle tavole, per iniziativa di Torino. La Confagricoltura ligure promuove attraverso sito, social e newsletter “Sapori di Liguria a casa tua”. In
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Veneto, Verona ha lanciato “Fai la spesa con un WhatsApp” per ricevere, porta a porta, formaggi e prodotti biologici, mentre Belluno, Padova e Treviso sostengono, attraverso i propri siti, le imprese e gli agriturismi che consegnano direttamente a casa. In Trentino, Confagricoltura propone, oltre alle consegne alimentari a domicilio, l’iniziativa #rimaniamoingiardinoconifiorideltrentino. A Ravenna funziona #restiamoacasaemangiamobene, grazie a numerose aziende associate che fanno consegne a casa. Azioni
analoghe anche in Toscana e in Umbria, dove gli agricoltori sono al lavoro anche per sanificare le strade dell’Alto Tevere. Confagricoltura Frosinone valorizza le aziende agricole che fanno consegne dal campo alla tavola. Napoli ha riorganizzato l’offerta dei produttori associati che prima effettuavano vendita diretta, Salerno ha lanciato “La spesa a casa tua”, a base di ortaggi di stagione, mozzarella di bufala, miele, formaggi di pecora e capra, miele, limoni e marmellate. Sono migliaia gli imprenditori as-
Arrivano i nostri
Un nuovo trend. E spiccano i consumi di famiglie e professionisti sociati che, in tutt’Italia, si sono organizzati, singolarmente o in gruppo, per consegnare a casa i prodotti agricoli. In Abruzzo gli allevatori si erano attivati, in particolare nel periodo pasquale, per consegnare l’agnello e garantire alle famiglie il rispetto delle tradizioni. Ad Auronzo e Comelico (BL), per Pasqua e Pasquetta, l’a-
griturismo Corte’s Ranch, aveva portato il pranzo di Pasqua completo: casunziei, gnocchi di ricotta e saraceno con ragù bianco, brasato di manzo con verdure cotte e polenta, salumi e per dolce panna cotta, bavarese e torta secca. A Roma “MelogranoKing”, sul proprio sito, oltre alle melagrane offre tante varietà di frutta e verdura, così come l’azienda Casale di Martignano, insieme alla cooperativa dei migranti Barikama. I giovani di Confagricoltura Grosseto si sono uniti e hanno dato il via al portale “Maremma a domi-
cilio”, proponendo una quarantina di prodotti (consegne possibili su tutto il territorio) che vanno dai formaggi di bufala all’olio extravergine, dal vino alla birra, dai cereali alla pasta. Ma non solo; il 10% di ogni ordine verrà devoluto alla Croce Rossa di Grosseto. Ma chi sono i clienti di questo nuovo modo di approvvigionarsi? Non solo anziani, spiccano i consumi di famiglie e di professionisti. Un nuovo trend da tenere sott’occhio perché, finita l’emergenza, potrebbe avere un effetto duraturo anche in futuro. nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 13
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Danni enormi per gli agriturismi che comunque devono continuare l’attività aziendale di Elisabetta Tufarelli
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L’attesa
a sempre l’inizio della primavera, con i ponti di Pasqua, del 25 aprile e del 1° maggio segnano l’avvio della stagione turistica per i 24mila agriturismi italiani. Una vacanza l’ideale quella in un’azienda agricola, dove godere in pieno del risveglio della natura, degli spazi aperti e della possibilità di sentirsi come a casa propria, con il vantaggio di essere coccolati, gustando i sapori tradizionali della cucina e assorbendo i saperi della cultura agricola italiana millenaria. In primavera le campagne italiane sono uno spettacolo da non perdere. Lo sanno bene i turisti nord europei che numerosi scelgono di fare le vacanze di maggio nelle strutture agrituristiche. Però è arrivato il Coronavirus e si è tutto azzerato, proprio nel momento più significativo per gli operatori. “È una situazione irreale vedere tutto vuoto. Eppure proprio quest’anno - ha sottolineato Augusto Congionti presidente di Agriturist - le premesse erano molto positive: tempo buono e temperature miti avevano spinto verso prenotazioni più lunghe e, in molti casi, già per le vacanze estive”. Ora è tutto fermo: niente più vacanze e fine settimana in campaCasale di Martignano (Campagnano di Roma)
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gna, stop alle fattorie didattiche ed ai banchetti per matrimoni e comunioni. “Gli agriturismi associati - spiega il presidente di Agriturist - finora, tra disdette e mancati arrivi, hanno rilevato perdite di fatturato per oltre 800 milioni di euro, senza contare quelle derivanti dalle fattorie didattiche e dalle vendite dirette, che assommano ad oltre 40 milioni di euro. Normalmente la nostra attività dura cinque/sei mesi a pieno ritmo e in molte regioni si raggiunge il pienone proprio già tra maggio e giugno con gli ospiti stranieri, che purtroppo non torneranno presto in Italia”. Gli agriturismi sono vere e proprie imprese agricole e non possono fermarsi con i lavori stagionali in campagna. Numerosi agriturismi, su tutto il territorio nazionale, si sono “riconvertiti” e, per favorire #iorestoacasa, si sono organizzati per consegnare, direttamente a domicilio, piatti tipici delle diverse cucine regionali, insieme ai prodotti agricoli. E c’è anche chi fa di più, ospitando, spesso gratuitamente, medici e infermieri in servizio nelle aree più colpite dal Coronavirus.
“Questo - ribadisce Congionti - non è un periodo facile per nessuno. L’agriturismo, benché attività connessa a quella agricola, rappresenta una componente fondamentale per il reddito e non ci sono guadagni, mentre restano i problemi da affrontare, come quello della mancanza di liquidità e del notevole carico di tributi. Insieme a Confagricoltura stiamo portando avanti azioni sindacali per venire incontro alle necessità dei nostri imprenditori: per le aziende servono sostegni semplici e concreti”. Nonostante le molte disdette e le prenotazioni per giugno in bilico, gli imprenditori agricoli guardano alla fine dell’emergenza e
Casa del Bosco a Borzonasca (GE)
sono convinti che la vacanza preferita dagli italiani sarà proprio quella in agriturismo: dal mare alla montagna, passando per le colline, dopo il lungo periodo di quarantena, si cercheranno spazi aperti e vasti orizzonti. “Le nostre aziende - conclude il presidente di Agriturist - presentano una vasta gamma di offerte, mai banali o monotone, da scegliere, secondo i propri gusti e il proprio budget, all’insegna del benessere tra sport, cultura, buona cucina, rilassandosi in piena campagna e ‘respirando’ la natura”. nnn
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Rete di solidarietà Confagricoltura e Onlus Senior sul territorio raccolgono fondi per ospedali e non abbienti di Paola Castello
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l mondo agricolo - in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus e che non ha mai cessato il suo impegno per garantire beni di prima necessità a tutti - si sta distinguendo anche per l’eccezionale solidarietà. Per Confagricoltura e la sua Onlus “Senior - L’età della saggezza”, solidarietà significa anche contribuire a proteggere coloro che, in questo momento, stanno svolgendo un lavoro straordinario negli ospedali. “La Onlus è ancora una volta in prima linea con le strutture territoriali, per dare supporto dove c’è più bisogno. Ci stiamo attivando in tutta Italia, d’intesa con le sedi provinciali della Confederazione, per sostenere gli ospedali con donazioni e apparecchiature”, sottolinea il segretario nazionale, Angelo Santori. “Per questo su tutto il territorio - aggiunge Santori - sono state avviate raccolte fondi, tramite la nostra Onlus, per
acquistare dispositivi di sicurezza per medici e operatori sanitari e respiratori per i malati”. È il caso di Confagricoltura Abruzzo (con l’iniziativa #aiutiamoliperaiutarci), che ha donato mascherine e ventilatori all’ospedale di Avezzano. Tra le tante iniziative, ricordiamo quelle di Confagricoltura Modena, che ha donato all’ospedale di Mirandola 25 apparecchi di misurazione dell’ossigeno e di Confagricoltura Frosinone che ha donato due respiratori agli ospedali della sua città. Stesse iniziative stanno partendo anche ad Alessandria ed a Roma. Tra l’altro le sedi Confagricoltura di Foggia, Milano–Lodi, Parma, Viterbo, Cosenza, quella regionale delle Marche e l’ANPA (Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori) di Ferrara, con un’attenzione particolare per i territori in cui operano e sono radicati, si sono attivate per raccolte fondi per diversi ospedali. Una solidarietà, quella a cui si
Presidente di Confagri Modena Corradi dona 25 saturimetri all’ospedale di Mirandola
Una generosità, quella a cui si assiste, che non conosce confini
assiste, che non conosce confini, come quella dell’azienda di Novara, “Riso preciso”, che ha donato 6mila porzioni di riso agli ospedali di Bergamo; con “Ma-
remma a domicilio”, progetto di vendita a domicilio, i Giovani di Confagricoltura - Anga Grosseto devolvono il 10% del fatturato alla Croce Rossa. La solidarietà ha assunto anche altri volti e declinazioni, come quello delle donazioni ai più bisognosi; è il caso di Confagricoltura Ragusa che, con #Rialziamociinsieme, mette a disposizione - per i centri di raccolta solidali - derrate alimentari, che poi la Protezione Civile e la Croce Rossa distribuiscono alle famiglie in difficoltà. Ed è destinato ai più bisognosi anche il latte delle aziende di Confagricoltura Cremona che, insieme con Latte Soresina, Granarolo, Padania Alimenti, Bonizzi ed Èpiù, distribuisce pacchi alimentari alla popolazione in difficoltà. Anche in Sardegna, tramite il coordinamento di Agrinsieme, le imprese hanno creato un’ap-
posita piattaforma per la distribuzione dei prodotti agricoli ai bisognosi, attraverso la Croce Rossa Italiana. Tra le tante sedi di Confagricoltura impegnate per non far mancare cibo e prodotti ai meno abbienti, c’è anche Padova che ha donato alle cucine della Caritas locale ragù d’oca, salsicce, riso, farina e vino. Sempre in provincia di Padova non è mancato un gesto dal forte valore simbolico in questo tempo di pandemia: due imprese agricole di Carceri (PD) - l’azienda florovivaistica Menin e quella avicola di Michele Barbetta (presidente di Confagri Padova) - hanno donato a tutti gli abitanti del loro Comune un’orchidea ed una confezione di uova, come segno di speranza e rinascita. La rete di solidarietà si va ampliando ogni giorno di più. In un momento critico, come quello che stiamo attraversando, il mondo agricolo mostra in maniera ancora più evidente il suo vero volto, quello di chi non si arrende, di chi svolge il proprio lavoro con abnegazione, ma anche con grande senso civico e generosità. nnn Presidente di Confagri Ragusa Pirrè consegna all’Asp 7 due ventilatori polmonari
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Il comparto lattiero-caseario penalizzato da chiusura canale Ho.re.ca. e cambiamento dei consumi per l’emergenza di Gabriella Bechi
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Difendere il latte
l settore lattiero caseario sta scontando, più di altri, la chiusura dei ristoranti, dei bar e di altre attività, come le mense scolastiche, ma anche il cambio di abitudini dei consumatori, a seguito dell’emergenza COVID-19. Sono diminuiti, ad esempio, gli acquisti di latte fresco, a favore di quello a lunga conservazione, e anche quelli di formaggi freschi, come la mozzarella di bufala. Intanto, nonostante le limitazioni ai trasporti, continuano a giungere nel nostro Paese latte e semilavorati dall’estero. Ciò ha provocato una brusca caduta dei prezzi all’origine del latte, sia per le turbative del mercato, sia per la tendenza a puntare al ribasso delle quotazioni anche quando non occorre. Per questo Confagricoltura ha chiesto interventi tempestivi ed efficaci per un comparto che, per il solo latte vaccino, è pari a 12 milioni di tonnellate di prodotto annuo e a quasi 30 mila allevamenti. Tra
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questi, il sostegno alla produzione e conservazione di latte bovino, bufalino ed ovicaprino da destinare, invece che alla filiera del fresco e freschissimo, a prodotti a più lunga stagionatura, da collocare successivamente, con accordo e partecipazione di tutta la filiera; un indennizzo straordinario per le perdite di ricavi conseguenti alla minore consegna di latte; incentivi alla produzione di latte in polvere; l’ ampliamento del ventaglio dei prodotti da ritirare e destinare agli indigenti. Ma, soprattutto, per Confagricoltura, anche per evitare l’insorgere di pratiche sleali, è necessario cercare soluzioni condivise all’interno della filiera, superando le situazioni critiche della congiuntura del mercato e lavorando più intensamente assieme per valorizzare la materia prima italiana. Scelte che devono coinvolgere allevamenti, trasformazione e GDO, in un percorso comune di sviluppo che non può che far bene al settore ed alla nostra economia.
Analoga situazione si registra nel comparto bufalino, in seguito alla severa flessione della domanda di mozzarella attraverso il canale Ho.re.ca, le mense e gli agriturismi (-40/50 % nel solo mese di marzo). Per rispondere a questa emergenza, il Mipaaf, accogliendo la richiesta del Consorzio, ha approvato il 19 marzo la modifica temporanea del disciplinare di produzione della “Mozzarella di Bufala Campana”, che comporta fortissimi rischi commerciali, economici e di immagine, che potrebbero avere conseguenze anche quando questa emergenza sanitaria sarà archiviata. Per questo Confagricoltura ha chiesto al governo misure alternative, come l’acquisto ad un prezzo predeterminato di Mozzarella Dop o non Dop fresca, o di formaggi stagionati da destinare a forniture statali, ospedaliere o militari, indigenti; il sostegno, con mutui a tasso zero garantiti dallo Stato, alla liquidità delle imprese di trasformazione, evitando di mandare in sofferenza a cascata tutta la filiera. Con queste soluzioni si consentirebbe ai trasformatori di continuare a lavorare e a rispettare gli impegni presi nei confronti degli allevatori. nnn
Proposto patto di filiera per superare le difficoltà del comparto suinicolo
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ra i settori agricoli oggi in affanno a causa degli squilibri di mercato conseguenti alla diffusione del Covid-19 c’è sicuramente quello suinicolo. Confagricoltura segnala che le quotazioni sono in forte diminuzione (-20% ormai rispetto a dicembre scorso) e che questo porta inevitabilmente al rischio di possibili comportamenti opportunistici lungo la filiera. I ricavi ormai non coprono più neppure i costi di produzione. Per questo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha chiesto un “patto di filiera” che consenta di superare le attuali difficoltà. Allevatori, industria, GDO devono collaborare per alimentare il Paese e rispettare quell’impegno che hanno assunto. Molte, per Confagricoltura, le criticità da affrontare, a partire dal costo dell’alimentazione in deciso aumento, nell’ordine del 5%, a causa l’innalzamento dei prezzi delle materie prime (soia e cruscami su tutto) per i mangimi, provocato dai ritardi nell’attracco delle navi in arrivo e dalle difficoltà nei trasporti soprattutto dall’Est Europa. L’epidemia ha determinato una riduzione di maestranze nei macelli e negli stabilimenti di trasformazione, aggravata dai nuovi
protocolli sanitari per il contenimento del virus, che porta a una riduzione del volume della attività, che Confagricoltura stima intorno al 20%. Le macellazioni sono in netto calo (Confagricoltura stima un -20%, pari a circa 25mila suini a settimana), mentre gli allevamenti sono in piena produzione, viste anche le buone prospettive di fine anno a seguito dei problemi di PSA in Cina e della conseguente richiesta di carne da parte del Paese del Sol Levante. “Ciò - spiega Claudio Canali, presidente della Federazione suinicola di Confagricoltura - ha importanti e negative conseguenze. Prima di tutto l’aumento del peso degli animali in stalla, che comporta problemi di spazio e quindi di benessere e di salute. Inoltre, molte partite destinate al circuito DOP andranno ‘fuori peso’, con un ulteriore deprezzamento. Nonostante le buone performance del prodotto fresco, dunque, il calo del prezzo del suino vivo diviene inevitabile, con conseguente adeguamento al ribasso del prezzo dei tagli, che hanno invece un positivo riscontro di
vendita. Paradossalmente il calo delle macellazioni potrebbe portare a una carenza di tagli per il fresco e quindi aprire le porte a ulteriori importazioni”. Confagricoltura ha accolto positivamente lo stanziamento di 13 milioni di euro da parte del governo nel bando indigenti per il ritiro di prodotti Dop e Igp stagionati. Un primo passo per l’Organizzazione, che chiede, soprattutto un “patto di filiera” dove ogni anello della catena faccia la propria parte. Occorre mettere in campo misure che riportino le macellazioni a ritmi pressoché ordinari. Invitando la trasformazione a prediligere il prodotto nazionale rispetto a quello estero e la GDO a mettere a banco anche nuove referenze come la polpa di prosciutto. “In conclusione - dice Canali - serve una ‘scossa’ al settore, affinché in questo periodo di emergenza tutti possano lavorare in tranquillità, stabilendo lungo tutta la filiera il giusto riparto dei costi e dei ricavi, per continuare a fornire al consumatore italiano un prodotto di qualità a un giusto prezzo e soprattutto tutti i giorni”. (G.B.) nnn
Serve una scossa
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Amarezza al pascolo
Un disastro per l’appuntamento clou del settore ovicaprino, mentre i costi aumentano
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a pastorizia è comparto di lunga tradizione e altrettanto valore per l’economia agricola nazionale. Per le festività pasquali - l’appuntamento clou del settore - sarebbero dovuti fioccare gli ordinativi per le carni di agnello e capretto con il 90% di nascite e crescite programmate proprio per quel periodo. Nel Paese si contano
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2,8 milioni di ovini e 150 mila di caprini allevati. Quella di quest’anno invece è stata una Pasqua disastrosa per gli allevatori di ovicaprini. Ristorazione, turismo, agriturismo, enoteche, mercati: tutti i canali di vendita connessi e trainati dalle festività pasquali sono stati completamente fermi, così come l’export. Confagricoltura aveva subito chiesto attenzione per il comparto, ricordando ai consumatori che il momento difficile in cui ci troviamo si deve superare anche mantenendo vive le tradizioni e preferendo il made in Italy. Le vendite sono ferme, ma la produzione continua, così come i costi. Gli animali non si possono fermare, vanno nutriti e continuano a fare latte, e questo porta ad un esubero di prodotti. Gli allevatori che hanno potuto si sono arrangiati con vendite dirette e a domicilio, che però non hanno compensato i guadagni attesi. Confagricoltura ha sollecitato interventi straordinari a livello eu-
ropeo e nazionale, per misure di sostegno urgenti, come l’ammasso privato e pubblico per l’eccesso di offerta; ed anche bandi per l’acquisto del prodotto da distribuire a favore degli indigenti. A metà aprile il ministero per le Politiche agricole, come richiesto, ha inviato alla Commissione europea un documento, concordato e predisposto con le Regioni, per attivare l’ammasso ed ora si attende un riscontro. E in un decreto concordato Stato-Regioni che si sta definendo si prevede un premio straordinario a capo (6 o 9 euro se si tratta o meno di agnello certificato.) “E proprio per alleggerire il peso finanziario che incide sulle imprese produttrici - ha anticipato il ministro delle Politiche agricole Bellanova - nel prossimo decreto legge proporremo un fondo finalizzato a compensare parzialmente le spese di stoccaggio e di stagionatura dei formaggi destinati ad essere immessi in commercio dopo la loro fabbricazione”. (G. M.) nnn
Salto ad ostacoli Il fermo di agriturismo, ippoturismo, sport equestri penalizza gli allevamenti equini di Gabriella Bechi
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i sente particolamente dimenticato in queste settimane il comparto zootenico degli equidi, che stava, peraltro, ripartendo dopo una profonda crisi iniziata nel 2008 e che ora sta subendo in modo drammmatico l’emergenza Coronavirus. Fermo degli agriturismi e dunque delle lezioni di equitazione e delle uscite di ippoturismo, con la cancellazione di tutte le prenota-
zioni dall’estero per le settimane in natura con i cavalli e dei week end da parte degli italiani; trattative per le vendite dei cavalli sospese, così come le monte degli stalloni; eventi equestri sportivi e ludici annullati. Tutto questo in un momento dell’anno che per le imprese allevatoriali rappresenta mediamente il 70% delle entrate. “Senza dimenticare - spiega Ferruccio Badi, vicepresidente della Federazione nazionale di prodotto equini di Confagricoltura che, per il nostro settore, i costi di gestione rimangono invariati, sia per quanto riguarda la cura e l’alimentazione degli animali, sia per l’impiego della manodopera, per la manutenzione dei prati, per il fieno e i paddock”. Per questi motivi Confagricoltura ha chiesto al governo alcune misure puntuali finalizzate a sostenere il comparto ed in particolare: lo stralcio per l’anno 2020 degli obblighi di pagamenti contributivi, dei versamenti Iva, delle imposte per lo Stato, le Regioni, i Comuni; il riconoscimento di un indennizzo di mille euro per capo come contributo per il mantenimento; l’istituzione di una linea di credito agevolata per le aziende del settore che, peraltro, deve essere considerato agricolo a tut-
ti gli effetti, anche da un punto di vista fiscale, amministrativo e previdenziale. “Inoltre - aggiunge Badi - è importante che sia istituito un tavolo di settore a livello nazionale per individuare le corrette strategie per la ripresa, soprattutto da un punto di vista turistico: è indispensabile un intervento del governo in favore di questa attività agricola, orgoglio italiano nel mondo”. Per questo Confagricoltura ha chiesto che l’equitazione e l’agriturismo legato all’equitazione siano inserite in quelle attività che possono riaprire nelle prossime fasi di un graduale “ritorno alla normalità”, in quanto presentano minori rischi rispetto ad altri settori. “I grandi spazi che le nostre aziende hanno a disposizione e la salubrità delle pratiche all’aria aperta - conclude Badi - consentono, infatti, di rispettare tutte le norme di sicurezza, prevedendo, tra l’altro, oltre all’obbligo di guanti e mascherine, ingressi limitati; orari predefiniti e distanziati delle lezioni attraverso prenotazioni; divieto di scambio di attrezzature tra clienti; controllo della temperatura all’ingresso in azienda”. nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 21
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Primavera addio Fragole ed asparagi in grande difficoltà. Preoccupazioni per la frutta estiva
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primi segnali di difficoltà, per il comparto ortofrutticolo, si sono registrati in piena in primavera. Le aziende, dall’inizio della pandemia, hanno sempre garantito senza interruzione i rifornimenti ai punti vendita, cosicché sulle tavole non sono mai venuti a mancare ortaggi e frutta. Però c’è da segnalare che le esportazioni ortofrutticole hanno subito un rallentamento dell’80%, o addirittura si sono azzerate. I primi problemi nazionali di vendita, invece, si sono iniziati ad avere per fragole e asparagi, che sono i classici prodotti primaverili, la cui stagione è breve ed a giugno si conclude del tutto. Come è noto, per l’emergenza le Istituzioni hanno invitato la popolazione
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a recarsi a supermercati e negozi di alimentari il meno possibile, per ridurre le probabilità di infezione. Diminuendo a circa una volta ogni 7-10 giorni la frequenza degli acquisti, ed a causa della rapida deperibilità e dal non essere considerate un “bene di prima necessità”, le fragole sono state, di conseguenza, molto penalizzate. A ciò si aggiungano il calo drastico della richiesta da parte di tutto il settore Horeca e pasticceria, le gelate primaverili e la concorrenza del prodotto estero, soprattutto spagnolo. Non dimentichiamo che l’Italia è il quarto produttore al mondo di fragole, con 3.700 ettari coltivati e un export, seppure in flessione, che vale 29,8 milioni di euro. Il frutto ha perso, in un mese, il 15,5% del valore del prezzo all’origine nei due principali distretti produttivi: Basilicata e Campania. Problemi analoghi per gli asparagi che vanno raccolti ancora teneri, appena spuntano dal terreno, altrimenti diventano legnosi; anche per questo la loro stagione è breve ed a maggio-giugno è già finita. Pure per questo prodotto si avverte forte la limitazione degli spostamenti dei consumatori e la mancanza di sbocco nel canale
Horeca. Siamo in un momento cruciale per la raccolta degli ortaggi e della frutta estiva in cui si avverte forte la carenza di manodopera (v. pag. 6, ndr). Confagricoltura è intervenuta predisponendo alcuni emendamenti al decreto “Cura Italia”, nell’ambito delle misure di sostegno al settore agricolo, quali la previsione di risorse straordinarie di almeno 20 milioni di euro da utilizzare a supporto di quei comparti ortofrutticoli, come la fragola, particolarmente colpiti dall’effetto dell’emergenza Covid-19, prevedendo l’estensione della copertura anche ai produttori non soci delle OP. Ha inoltre sostenuto la richiesta di poter anticipare la campagna di promozione per stimolare i consumi di fragole attivata dall’organismo interprofessionale con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole, sull’intero territorio nazionale, in collaborazione con la GDO, i negozi al dettaglio specializzati e gli operatori grossisti dei mercati agroalimentari. Ribadito, poi, l’invito alla grande distribuzione a fare la propria parte, sostenendo il prodotto italiano in questo periodo di generale difficoltà economica. nnn
Boom di vendite per arance e limoni per il potere di rinforzare le difese immunitarie
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ene per la richiesta del mercato, meno bene il fatto che oggi sta diventando difficile far fronte alla domanda crescente degli agrumi. Tutto merito della vitamina C, contenuta in abbondanza in arance e limoni, a cui è attribuito il potere di rinforzare le difese immunitarie e quindi di aiutare a proteggere, in un certo senso, dal contagio del virus. Ecco perché le vendite di agrumi sono cresciute, assieme alla corsa a mangiare italiano e prodotti di qualità. Lo spiega Gerardo Diana, presidente della Federazione nazionale di prodotto agrumi di Confagricoltura: “L’offerta oggi non riesce, purtroppo, a stare dietro all’esplosione dei consumi. Le carenze di personale legate al
Il pieno di vitamine Covid-19, infatti, non solo non consentono di accelerare la raccolta, ma ne rallentano i ritmi consueti di questo periodo della stagione”. Tra Catania, Ragusa e Siracusa, i territori più vocati dell’agrumicoltura siciliana, le squadre degli addetti alla raccolta vengono infatti accompagnati nelle coltivazioni con mezzi che attual-
mente, a causa delle restrizioni sanitarie, possono portare solo 2 o 4 persone, a seconda delle province, anziché le 9 per automezzo”. L’80% dell’offerta nazionale di agrumi è legata a due regioni del Sud-Italia, Sicilia e Calabria e il comparto agrumicolo vale il 40% degli acquisti nazionali di frutta. La campagna di commercializzazione 2019-2020 sta quindi proseguendo a ritmo serrato: “In un g IN AMERICA ARRIVA LA BIBITA VIRULENTA solo giorno, tanto per dare un’iL’azienda di beverage statunitense, “Avery’s soda”, dea dell’incremento - fa notare spesso si ispira all’attualità per le sue bevande. In Diana - sono richiesti i volumi di passato ha proposto bibite dedicate pure ad Osavendite realizzati mediamente in ma Bin Laden o alle bombe intelligenti. L’ultima una settimana. L’aumento stimanovità - indubbiamente di cattivo gusto - è quella to delle vendite, concentrato tra della bottiglietta dedicata al COVID-19 che però, a fine febbraio e fine marzo è del dire il vero, è stata immessa in commercio quando 15%, ma è sempre più difficile l’emergenza non aveva coinvolto in pieno anche gli far fronte agli ordini”. Usa. Si chiama “Coronavirus cocktail” ed è descritto La produzione agrumicola nacome “intruglio verde virulento” (in realtà miscela di zionale ammonta a 2,5-3 milioni arancia e lime). In etichetta la rappresentazione, in di tonnellate e vale circa 1 michiave fumettistica, del virus. Si fornisce pure la ricetta del “pandemic punch”: liardo di euro come valore del5 once dell’“infettivo” coronavirus cocktail con 2 once di bevanda alcolica. Dul- la produzione ai prezzi di base. cis in fundo, nell’etichetta della bottiglietta, l’invito a “lavarsi le mani”. (F.B.) nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 23
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Il comparto florovivaistico penalizzato dalla situazione d’incertezza sulle vendite di Gabriella Bechi
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rima i problemi alle frontiere, con piante e fiori destinati all’esportazione rifiutati o messi in quarantena con interpretazioni restrittive di alcune dogane; poi la chiusura di tutte le attività, ritenute non essenziali; infine, la parziale riapertura, ma con interpretazioni e deroghe regionali differenziate. È questa la situazione di uno dei comparti che maggiormente hanno subito le conseguenza dell’emergenza Coronavirus, a causa del mercato fermo, del completo azzeramento degli eventi, della chiusura dei mercati ambulanti rionali, ma anche e soprattutto per le numerose disdette provenienti dal mercato estero. Un comparto che in Italia, con una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale. “Si è creato un vero proprio corto circuito - spiega Francesco Mati, presidente della Federazione nazionale florovivaistica di Confagricoltura-. Nonostante il recente chiarimento arrivato da Palazzo Chigi che consente la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fer-
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In corto circuito di Gabriella Bechi
tilizzanti e di altri prodotti simili, il settore continua a soffrire ancora per la difficile collocazione del prodotto. I negozi e i mercati rionali non hanno riaperto. I vivai e i garden center sì, ma chi vuole andare a comprare piante e fiori, magari approfittando della situazione per sistemare il balcone o il giardino, viene spesso fermato dalle forze dell’ordine, in quanto l’uscita per l’acquisto di piante non è considerata necessità straordinaria. La grande distribuzione, infine, non ha avuto le giuste informazioni per poter vendere le piante, che non sono genere alimentare”. A questo si aggiunge la lunga sospensione dell’attività della cura e manutenzione del verde, riaperta solo con il Dpcm del 10 aprile con l’esclusione di ciò che riguarda la realizzazione. Un comparto che fattura circa 1,8 miliardi annui a livello nazionale e dà lavoro a circa 40mila addetti
e che, in questo periodo, è importante anche per evitare il degrado degli “investimenti verdi”. Per questo Confagricoltura ha avanzato alle Istituzioni nazionali una serie di richieste: moratorie mutui, finanziamenti per le aziende; cassa integrazione per i lavoratori derogando alle attuali regole; rinvio del pagamento dei contributi previdenziali ed imposte; sostegno al reddito per gli agricoltori, anche in forma associata, attraverso strumenti che valorizzino il prodotto ancorché non venduto sul mercato; sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti. Alle Istituzioni comunitarie, invece, ha sollecitato idonee misure eccezionali, tipo quelle previste dal Reg. n. 1308/2013 “Ocm unica” per alleviare le perturbazioni di mercato determinatesi a seguito della diffusione del Covid-19. nnn
Legno nel cuore Pulizia foreste e piano tagli fondamentali per la cura del territorio, la prevenzione degli incendi e del rischio idrogeologico di Francesca Baccino
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e imprese che si occupano della pulizia e della gestione dei boschi sono state ferme a causa dell’emergenza Coronavirus nel nostro Paese, cosa che non è accaduta in Francia, Olanda, Belgio, Romania, Belgio, Galles, Spagna, Austria, Germania. Poi su sollecitazione di Confagricoltura e di Agrinsieme, il governo ha riconsiderato la situazione con il DPCM del 10 aprile. La
situazione però è resa più complicata dalla legge forestale che prevede un periodo di fermo o di “quiescenza” delle operazioni boschive, a causa della ripresa vegetativa delle piante e del ripopolamento che, normalmente, scatta a partire dal 15 aprile per i boschi sotto gli 800 metri ed a partire dal 30 aprile per i boschi sopra i 1000 metri. Quindi ci si è attivati perché le varie Regioni posticipassero la data di chiusura delle epoche di taglio consentite. “La filiera forestale - ha sottolineato Giulio Rocca, presidente della Federazione nazionale delle risorse boschive di Confagricoltura - ha un’importanza strategica, in quanto è un anello importante per garantire un’attività che contribuisce a rendere resiliente la società di fronte alla crisi, mantenendo in salute il sistema boschivo e garantendone il futuro”. Quello boschivo è un settore che coinvolge agricoltori, forestali, artigiani, industriali della carta e del legno - mobilitati per fornire il materiale necessario per fabbricare pallet, pacchi, cartone, imballaggi e tutti i beni derivanti dal legno - produttori di energia e gli stessi consumatori, che devo-
no poter disporre di idoneo combustibile per il riscaldamento nel prossimo autunno/inverno. Ha spiegato Enrico Allasia, vicepresidente della Federazione delle risorse boschive con delega per la pioppicoltura, che è anche presidente di Confagricoltura Cuneo: “Ci siamo attivati per evitare un doppio fermo: un prolungato periodo di inattività che avrebbe rischiato di provocare gravi danni alle attività boschive”. Va considerato che in montagna, area svantaggiata, i boschi rappresentano una fonte di reddito molto importante. “Una delle poche, insieme all’allevamento e al turismo - ha osservato Allasia -. Per questo, nel rispetto delle misure di emergenza era necessario permettere una ripresa dei lavori per la pulizia dei boschi e per la conservazione del territorio”. “Non dimentichiamo poi che le sospensioni delle attività di taglio - ha concluso Rocca - mettono a repentaglio gli interventi di prevenzione degli incendi boschivi, del rischio idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio, tutte operazioni strategiche per la sopravvivenza e per la gestione dei territori e della montagna”. nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 25
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Blocco export e Ho.re.ca. mettono in difficoltà il comparto enoico. Grido d’allarme: attenzione alla vendemmia
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idurre l’impatto del calo dei consumi nel canale Horeca e salvaguardare, al tempo stesso, il più possibile, la tenuta dei prezzi in un mercato a rischio caduta. Sono questi i primi problemi che si trova a dover affrontare il settore vitivinicolo in piena emergenza Coronavirus. “Il blocco totale dei consumi nel canali della ristorazione, dei bar, delle enoteche e degli hotel spiega il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - non riguarda solo il mercato italiano, ma anche l’estero, e dunque le nostre esportazioni, che interessano oltre la metà della produzione nazionale
di vino. A complicare il quadro del prodotto made in Italy ci sono le difficoltà di logistica e consegna delle merci alla grande distribuzione estera, con alcuni casi di infondate barriere tecniche al commercio intracomunitario ed internazionale. Ed anche la chiusura degli agriturismi, che da sempre rappresentano un formidabile volano di promozione per il vino italiano, non ha certamente giovato”. Oltre alle questioni più specificamente commerciali, il comparto vitivinicolo deve affrontare e risolvere un’ulteriore emergenza nell’immediato futuro, visto anche l’avvicinarsi del periodo della vendemmia. La raccolta delle uve per le basi spumante, ad esempio, comincerà già a metà luglio. “Il perdurare dell’emergenza Covid-19 - aggiunge il presidente della Federazione nazionale vitivinicola di Confagricoltura Federico Castellucci - rischia di rendere realistico, anche se drammatico, lo scenario di cantine piene ben al di là delle normali e logiche previsioni a ridosso della prossima campagna vendemmiale. Per questo è essenziale sostenere le imprese con immediate iniezioni di liquidità e con prestiti a lunghissima
scadenza ed a tassi fortemente agevolati, con di modalità di erogazione e utilizzo agili e semplici da gestire, altrimenti saranno proprio gli ostacoli burocratici che rallenteranno la ripresa rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei e, soprattutto extra europei che, nell’Emisfero Sud, stanno già completando la loro vendemmia”. Tra le prime richieste di Confagricoltura, in accordo con tutta la filiera, la possibilità per i produttori di destinare vino da tavola alla distillazione per ricavare alcol ad uso medicale per la Protezione Civile; l’attivazione di una misura di distillazione per far fronte alle giacenze; la possibilità per alcune produzioni vitivinicole eccedenti di ricorrere all’ ammasso privato; il ricorso alla vendemmia verde; oltre ad una maggiore flessibilità nella gestione dei fondi dell’OCM vino per la promozione e per la ristrutturazione dei vigneti, anche con proroghe sostanziali delle scadenze e dei tempi di realizzazione. Misure che andrebbero inserite in un quadro complessivo che tenga conto dei vari attori della filiera ed essere articolate e bilanciate tenendo conto della necessità di sostenere le imprese e diminuire gli effetti delle eccedenze che si vanno prospettando. (G. B.) nnn
Spazio al vino 26 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
Non fermate il trattore
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n relazione all’emergenza Covid-19, ha suscitato molte perplessità che il DPCM del 10 aprile non abbia consentito la ripresa dell’attività di fabbricazione delle macchine per l’agricoltura. Pertanto è rimasta in vigore la sospensione del DM del MISE del 25 marzo che ha escluso la meccanica agricola dall’elenco delle produzioni essenziali. Invece in tutti gli altri Paesi i provvedimenti per l’emergenza hanno autorizzato la produzione di macchinari agricoli proprio in quanto parte integrante della filiera agroalimentare. Non si è tenuto presente che le imprese agricole richiedono macchinari in funzione delle rotazioni colturali e delle necessità stagionali, acquistando attrezzature per la lavorazione del terreno, mezzi per i trattamenti alle colture, l’irrigazione, la fienagione, l’ortofrutta, la preparazione dei mangimi zootecnici e la mungitura. Senza questi mezzi non sempre è possibile effettuare le semine, proteggere le coltivazioni dalle malattie, dai parassiti e dalla siccità, allevare gli animali. Analogamente, la componentistica deve fornire pezzi di ricambio per riparare ai guasti
meccanici e consentire alle imprese agricole di non fermare la propria attività. Sul problema è intervenuto a più riprese il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che già il 28 marzo aveva scritto ai ministri dello Sviluppo economico Patuanelli e delle Politiche agricole Bellanova esprimendo la propria preoccupazione. “Sono molte le segnalazioni che ci sono pervenute di macchine agricole ordinate da tempo dalle imprese agricole che non potranno essere prodotte dalle fabbriche e consegnate ai distributori - ha sottolineato il presidente Giansanti -. E ciò vale anche per le forniture dei ricambi necessari per la riparazione delle attrezzature”. “Su questo aspetto - ha proseguito - è bene ricordare che già si erano riscontrati ritardi a causa del rallentamento a livello internazionale della fornitura di componenti delle macchine e delle attrezzature; ora, dopo che iniziavano ad esserci timidi segnali di sblocco, con la chiusura delle fabbriche italiane, si crea una situazione insostenibile”. Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma (l’associazione dei costruttori di macchine agricole) aveva chiesto al Governo
L’invito al governo per la ripresa dell’agromeccanica Ripercussioni per l’agricoltura nazionale ed europea
di riprendere la produzione. “Le aziende agricole hanno espresso con chiarezza la necessità di avere forniture meccaniche - ha evidenziato Malavolti - e sarebbe paradossale, oltre cha dannoso per l’economia del Paese, che dovessero acquistarle da costruttori esteri, espressamente autorizzati a produrle dai propri governi”. Anche in presenza di una riapertura dei siti industriali i volumi prodotti saranno notevolmente ridotti, per la necessità di rispettare le norme di sicurezza e prevenzione all’interno degli impianti. Di conseguenza anche il mercato potrà disporre di minori quantitativi di macchinari. Il nostro Paese è insieme alla Germania, il maggior produttore in Europa di macchinari agricoli e copre il fabbisogno di meccanizzazione di una cospicua parte del continente. Pertanto il blocco della produzione in Italia è divenuto un problema europeo, come ha sottolineato a Bruxelles il comitato dei costruttori europei CEMA. “L’Italia è cruciale per la produzione europea - ha commentato il Segretario Generale del CEMA Jerome Baudry - e impedire ancora questa attività ha un effetto domino”. (G.M.) nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 27
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Un grazie alla filiera agroalimentare che continua a lavorare in un Paese che si è fermato, garantendo cibo sano e sicuro di Riccardo Vanelli Amministratore Delegato di Syngenta Italia
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li ultimi mesi ci hanno messo di fronte a una situazione drammaticamente straordinaria, una crisi sanitaria senza precedenti nella storia recente che sta mettendo a dura prova la popolazione di diverse parti del mondo. Ovviamente, il mio primo pensiero va a tutti coloro che sono stati colpiti dall’epidemia, a chi non è riuscito a sconfiggerla e a chi ancora lotta. Ma un grazie speciale è importante anche rivolgerlo a quanti lavorano in prima linea, per far sì che questa epidemia non lasci ferite troppo profonde e sia possibile riprendere progressivamente il cammino interrotto. Riccardo Vanelli
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Al centro de Questa pandemia globale infatti, oltre a mettere a rischio la vita di milioni di persone in tutto il mondo, ha portato con sé sconvolgimenti di equilibri finanziari in grado di compromettere il tessuto imprenditoriale e produttivo e la tenuta economica dell’Italia. Ma se molti settori produttivi oggi si sono dovuti fermare, la filiera agroalimentare non ha potuto farlo, perché è dal lavoro quotidiano degli agricoltori che dipende tutto il comparto alimentare e di conseguenza il costante nutrimento delle famiglie italiane e, più in generale, di tutto il mondo. E abbiamo così avuto l’ennesima di-
“L’agricoltura ha dimostrato con impegno instancabile la sua centralità” mostrazione di come un settore strategico come l’agroalimentare sia dotato di una resilienza fuori dal comune. Non ci stupisce, è vero. Chi conosce il mondo dell’agricoltura sa che questa forza silenziosa è parte del Dna di chi lavora ogni giorno con il più nobile degli scopi: dare da mangiare agli altri. Ma spesso, forse troppo spesso, ci si è dimenticati di cosa ci sia dietro al piatto di pasta o al cesto di frutta che quasi distrattamente mettiamo in tavola. L’agricoltura, oggi, ha dimostrato ancora una volta, e sempre in maniera silenziosa, ma instancabile, la sua centralità e la sua capacità di essere un pilastro
lla rinascita della nostra economia, che ha saputo innovarsi e che continua a farlo quotidianamente. In Syngenta siamo consapevoli, oggi come ieri, della grande sfida che il mondo agricolo è chiamato a superare e siamo pronti ad affrontarla a fianco degli agricol-
tori, come abbiamo sempre fatto. Per questo motivo, da subito, ci siamo attivati, mettendo in campo tutto ciò che era nelle nostre possibilità. Internamente, abbiamo garantito a tutto il nostro personale di poter lavorare nella massima sicurezza -
che fosse in ufficio, da casa o sul campo - assicurando, al contempo, la presenza e l’aiuto necessari a tutti i nostri partner e clienti sul territorio, pur predisponendo tutte le misure idonee a salvaguardare la loro salute. Abbiamo implementato l’uso dei nostri strumenti digitali e trovato nuove occasioni di utilizzo per garantire l’alto livello di supporto, formazione e informazione agli agricoltori che da sempre contraddistingue il nostro lavoro. Abbiamo poi ripensato l’organizzazione dei nostri processi e delle linee produttive per adattarle al momento e assicurare al massimo la continuità del business. Abbiamo accelerato il passo per stare ancora di più al fianco di una filiera che non si è mai fermata. Per questo motivo, a titolo personale e a nome di ogni singolo collega di Syngenta, vorrei ringraziare questi instancabili lavoratori per tutti gli sforzi che stanno facendo, e assicurare loro che da parte nostra troveranno sempre il consueto supporto per individuare insieme le soluzioni ai problemi e alle sfide che arriveranno. Al centro della rinascita del Paese va messa l’agricoltura, un lavoro di squadra, dove solo uniti è possibile farcela. nnn
g «A quell’Italia che non si ferma e guarda al futuro diciamo Grazie!» In un momento così difficile per l’intero Paese il contributo di ognuno può e deve fare la differenza. Per questo motivo Syngenta sta portando avanti varie iniziative per sostenere il Paese ed il sistema agroalimentare. In particolare, è entrata a far parte dell’Associazione #UnitiperlaProvinciadiCremona, che ha lanciato un’importante raccolta fondi per sostenere gli ospedali di Cremona, Crema e Oglio Po. Syngenta, oltre a partecipare come sostenitore dell’iniziativa e con una donazione, ha invitato i propri dipendenti sul territorio nazionale ad aderire alla campagna con Vedi il video su offerte spontanee per aiutare una delle aree maggiormente colpite dalla crisi, in Mondo Agricolo cui l’azienda stessa è presente con il centro di Ricerca & Sviluppo di Casalmorano. Multimedia Inoltre l’azienda ha voluto rendere omaggio ai protagonisti di questa emergenza con una campagna social e stampa e un video, realizzato ad hoc dal regista Luca Marconato, con cui ricordare a tutti che, nonostante il Paese si sia fermato per affrontare una situazione sanitaria senza precedenti, la filiera agroalimentare ha continuato a lavorare senza sosta. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 29
M APPAMONDO
di Jordan Nash
In Francia volontari al lavoro nei campi
D
idier Guillaume, ministro francese dell’Agricoltura, ha chiesto maggiore “solidarietà” ed ha invitato i consumatori a scegliere prodotti francesi per sostenere l’economia locale; quindi ha sollecitato gli uomini e le donne che non lavorano, chiusi in casa per la quarantena, ad unirsi “al grande esercito dell’agricoltura”, andan-
do a lavorare nei campi. Guillaume si è rivolto in particolare a chi è confinato, licenziato o in cassa integrazione, “all’esercito dell’ombra, alle donne e agli uomini che hanno voglia di lavorare e sono disposti a farlo nei campi coltivati in Normandia, nella Loira o nell’Ardeche, ovunque nelle fertili campagne di Francia”. Secondo il governo, il settore agrico-
lo ha bisogno di 200mila persone nei prossimi tre mesi per controbilanciare l’assenza di lavoratori stranieri. L’appello è stato lanciato con lo slogan “Braccia per riempire il tuo piatto” e non pochi hanno ironizzato. Ma ha sortito il suo effetto e c’è stato un boom di adesioni, con 207 mila lavoratori che hanno risposto all’appello, più di quelli che servono per le
esigenze delle raccolte stagionali. Il ministro ha detto che lavoreranno, con gli agricoltori, vicino alle loro zone di origine, ma anche in aziende agroalimentari, nei trasporti e nella logistica e che ci saranno 5 mila reclutatori adibiti alla selezione. L’obiettivo è di scongiurare carenze di cibo per l’interruzione della “catena alimentare” francese.
IN SPAGNA LA BANCA DEL LAVORO
PROBLEMI NELLE CAMPAGNE STATUNITENSI
L’Organizzazione degli agricoltori spagnoli Asaja ha sottolineato la carenza di manodopera. Ha evidenziato che ad Aragón e Lérida c’è la necessità di 50mila stagionali per la campagna frutticola e si è promossa una “banca del lavoro” per rispondere alle richieste nei campi. L’Organizzazione ha sottolineato che questo è il momento di prendere coscienza del valore del settore primario e che l’emergenza Coronavirus - e le sue conseguenze sociali e sul lavoro stanno mettendo a dura prova il settore agricolo. Il governo spagnolo ha disposto, attraverso le agenzie dell’impiego, l’assunzione di disoccupati, di coloro che percepiscono redditi sociali e dei lavoratori stranieri in attesa di permesso di soggiorno.
Come è la situazione dell’agricoltura americana in tempo di Covid-19? Il settore degli Stati Uniti è abbastanza forte da riuscire a gestire questa crisi, con gli agricoltori che continuano a coltivare. Non ci sono grandi carenze in vista, affermano gli esperti. Ma poiché i consumatori hanno recentemente cambiato il modo in cui acquistano e consumano il cibo, si registrano ostacoli nella catena di approvvigionamento alimentare che hanno portato a interruzioni, con carichi di lamponi che vengono respinti dal mercato e allevamenti che non possono consegnare il latte. L’American Farm Bureau Federation è preoccupata per l’interruzione della catena alimentare, in particolare per la lavorazione dei prodotti e per i trasporti.
30 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
Birra messicana penalizzata dal virus
S
ospesa la produzione e l’export dalla birra Corona verso 180 Paesi per la decisione del governo messicano di dichiarare le attività del gruppo “non fondamentali”, nell’ottica del contenimento della diffusione del Covid-19. “Per i primi due mesi del 2020 stimiamo che la diffusione del virus abbia causato perdite
dei ricavi per circa 285 milioni di dollari”, ha comunicato la multinazionale, come si legge sui media americani. Il calo delle vendite ha riguardato in particolare la Cina, sin dal periodo del capodanno che è coinciso con l’inizio dell’epidemia. Le richieste della birra Corona poi sono diminuite del 40% negli Stati Uniti. Effetti
negativi soprattutto per l’assonanza del nome con quello del virus. Un sondaggio condotto tra i consumatori americani rivela come l’intenzione di acquisto della birra Corona sia al livello più basso degli ultimi due anni. Il sondaggio che ha coinvolto 737 bevitori di birra - effettuato quando le norme negli Usa per l’emergenza Co-
vid-19 erano meno restrittive - ha rilevato che il 38% degli americani non acquisterebbe birra Corona “in nessun caso” a causa dell’epidemia, mentre un altro 14% si vergogna di ordinarla in pubblico. Secondo la Cnn, in febbraio ci sarebbe stato un aumento delle ricerche su Google di “Corona beer virus”, poi diminuite.
SOS MANODOPERA NEL REGNO UNITO
IN GERMANIA ACCESSI AGLI STAGIONALI DELL’EST
Nel Regno Unito i controlli alle frontiere, causati dalle restrizioni per la Brexit e per il Coronavirus, hanno impedito il solito afflusso di lavoratori stranieri. I tre principali fornitori di manodopera del Regno Unito - Concordia, HOPs e Fruitful - hanno lanciato la campagna “Feed the Nation” per incoraggiare le persone in cerca di lavoro, licenziate a causa del fermo per l’emergenza Covid-19, a richiedere posizioni agricole retribuite in tutto il Paese. Ma ci sono ancora circa 90mila posti di lavoro vacanti per la raccolta di frutta e verdura. Gli agricoltori sono preoccupati e chiedono voli charter per portare nel Regno Unito braccianti dall’Europa dell’Est. Chi è impiegato in agricoltura è considerato lavoratore chiave e può recarsi al lavoro.
Il ministro dell’Agricoltura tedesco, Julia Kloeckner, ha sottolineato che i cittadini sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’agricoltura per garantire un elevato grado di approvvigionamento. Per il lavoro stagionale, in Germania, è stato varato un pacchetto di misure ad hoc che permette di rivolgersi a coloro che ricevono un’indennità per prestazioni lavorative. In accordo con il ministro dell’Interno, ci sarà un allentamento dei controlli alle frontiere per i lavoratori agricoli, prevalentemente provenienti dall’Europa dell’Est. L’intesa consente fino a 40mila ingressi ad aprile e altrettanti a maggio, ma i lavoratori dovranno viaggiare in aereo per proteggersi dalla minaccia del Coronavirus ed essere sottoposti a controllo medico. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 31
AT T U ALI TÀ R AP P R SEN TANZ A
Riso e carne a Pechino Accordi con la Cina per rilanciare l’export di due importanti settori made in Italy di Jordan Nash
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irmati a Pechino due protocolli d’intesa che aprono il mercato cinese all’esportazione di carne bovina e riso italiani, che costituiscono un passo rilevante verso il superamento delle barriere alle esportazioni di prodotti agro-alimentari tricolore in Cina. Con l’intesa, firmata dall’ambasciatore italiano in Cina Luca Ferrari, e dall’Amministrazione generale delle Dogane della Repubblica popolare, per le carni bovine arriva finalmente al traguardo il lavoro tecnico e diplomatico avviato da anni. Un obiettivo fortemente voluto da Confagricoltura e da tutta la filiera delle carni italiane che hanno operato in maniera perfettamente coordinata con l’ambasciata d’Italia a Pechino e con i nostri ministeri delle Politiche
agricole, degli Esteri e della Salute. “L’intesa apre, in uno scenario di commercio globale non facile - ha osservato il presidente di Confagricoltura Giansanti - nuove opportunità importanti per gli allevamenti e per tutta la filiera delle carni bovine”. Molto importante per l’Italia pure l’accordo per il riso. Per il nostro Paese - leader del settore nell’Unione Europea, assicurando oltre il 50% della produzione - si apre così un mercato importante, che conta i maggiori consumatori al mondo di questo alimento, a cui far apprezzare ancor più le nostre varietà per il risotto. “Si tratta di una buona notizia per i nostri risicoltori - ha commentato il presidente Giansanti - che continuano a subire le importazioni agevolate, in
Lanciato un messaggio di incoraggiamento alle imprese italiane particolare dal Myanmar per la qualità Japonica. Una volta superata l’emergenza Coronavirus potremo mettere a frutto il lavoro svolto con le autorità cinesi per aprire poi un altro mercato importante, qual è l’India”. L’Ente Nazionale Risi - ha ricordato il suo presidente Carrà - ha contribuito, attraverso il proprio centro ricerche al superamento delle problematiche fitopatologiche evidenziate dalla delegazione cinese durante le visite in Italia. “Si tratta di un successo che vede le Istituzioni e la filie-
g
ra risicola nazionale unite, non solo in azioni di difesa del riso italiano, ma anche di conquista di nuove quote di mercato”. “Avevo previsto di recarmi a Pechino per sottoscrivere personalmente l’intesa - ha ricordato il ministro per le Politiche agricole Bellanova -. Di fronte alle restrizioni alle visite all’estero indotte dal Coronavirus, di concerto con la Farnesina, ho deciso di autorizzare l’ambasciatore Ferrari a firmarlo in mia rappresentanza, rafforzando in tal modo le relazioni bilaterali tra Italia e Cina in ambito agricolo. L’intesa lancia un messaggio di fiducia e di incoraggiamento alle imprese italiane impegnate a garantire le forniture di prodotti sani e di alta qualità”. nnn
LA CINA RACCOMANDA IL CONSUMO DI LATTE E YOGURT
Nella “pagoda alimentare” cinese, che corrisponde alla nostra piramide alimentare, la Chinese Nutrition Society raccomanda un consumo giornaliero di almeno 300 grammi di latte e latticini, ritenendoli di beneficio per la salute. Per Pechino è un mutamento radicale nella tradizione alimentare. Nella “Guida al consumo di latte e derivati” pubblicata dal settore lattiero caseario cinese con il supporto del governo, vengono indicati i comportamenti di consumo per le fasce più critiche della popolazione: almeno mezzo litro di latte e latticini al giorno per le donne in gravidanza ed allattanti; da 350 a 500 grammi di latte o latticini per i bimbi in età prescolare; latte scremato per gli anziani; un bicchiere di latte al giorno;, yogurt e formaggi per gli adulti. Durante il periodo di emergenza sono aumentati in modo particolare i consumi di yogurt e si prevede che questa tendenza continuerà anche quando sarà superata l’epidemia. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 33
INNO VA Z IONE NUOV E FR ON T IER E
Vigo, a Milano, ha rivoluzionato l’intera agrotecnica del mais secondo i criteri della precision farming di Paola Castello
P La terza via dell’agricoltura 34 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
rodurre in modo sostenibile e farlo grazie all’innovazione: questa è stata l’ispirazione di Mario Vigo, imprenditore agricolo, con all’attivo anche una lunga esperienza sindacale in Confagricoltura in ruoli apicali. La società agricola Folli, che Vigo conduce insieme al figlio Andrea e al fratello Alberto, è alle porte di Milano, a Mediglia per la precisione, (a soli 14 km dal Duomo, come tiene a sottolineare!) ed ha una superficie di 100 ettari dove vengono coltivati a rotazione cereali. Di questi, 30 sono dedicati ad un progetto speciale, innovativo e pionieristico: “Combi Mais”. Produrre mais di “qualità in quantità”. È stata questa la scommessa su cui ha puntato Vigo. Il progetto originario prende il via prima dell’Expo 2015, proprio in vista dell’esposizione universale di Milano. Vigo intuisce la necessità di coniugare tecnologia e sostenibilità, per conseguire fondamentalmente tre obiettivi nella sua azienda, ma non solo: aumentare la produttività di mais; accrescere la qualità del prodotto; produrre in modo sostenibile, abbattendo i costi. Altra forte motivazione: la consapevolezza che la filiera del mais stava affacciandosi ad un periodo di forte difficoltà, come testimoniato dal calo della produzione del 50%
Mario e Alberto Vigo
Secondo classificato per “Nuove frontiere” del Premio Innovazione dal 2000 al 2015. Per cui “Combi mais” è nato anche con l’obiettivo di valorizzare e rilanciare la coltivazione di questo prodotto. L’Azienda Folli inizia a collaborare con aziende top di gamma dell’intera filiera, il cui contributo è stato fondamentale per realizzare il progetto: tra i vari partner, per la parte agronomica, anche Syngenta per le sementi, Unimer per i fertilizzanti, Deutz Fahr per le trattrici, Gaspardo per le seminatrici, Cifo per la fertirrigazione, Topcon Agriculture per la tecnologia di precision farming e Netafim per i sistemi di fertirrigazione e microirrigazione. Per la parte accademico-scientifica, la Facoltà di Agraria di Torino, con il prof. Ranieri e come agronomo il dott. Bertoloni. Quindi il progetto pilota prende il via. Vigo ci racconta quanto è stato realizzato e in che modo le innovazioni introdotte hanno portato a risultati sorprendenti. “Partendo da un seme di ottima qualità (riuscendo, con i prodotti giusti, a contrastare le micotossine che rovinano il mais), nutrendo le piante e irrigando con sistemi di alta precisione (altra novità introdotta grazie ai partner), che forniscono al terreno solo le quantità necessarie e solo in quei punti in cui esso ne ha bisogno, abbiamo conseguito da subito - continua Vigo - importanti risultati: la riduzione del 35% dei costi d’irrigazione; una flessione del 25% dei concimi e del 10% dei fitofarmaci, nonché la diminuzione anche dei residui di azoto che, una coltura come il mais, normalmente lascia sul terreno (minor impatto ambientale). D’altro lato abbiamo registrato un aumento della produzione e della qualità”. Questi sono stati i primi traguardi immediati e tangibili.
Vigo ci spiega anche di un’altra novità introdotta in azienda: nei 30 ettari dedicati al progetto, sono stati previsti dei “corridoi” dove vengono seminati erbai ed essenze specifiche ricche di polline, che attirano la fauna. La chiamano “Operation Pollinator” ed è un sistema che arricchisce i campi di biodiversità faunistica che giova anche alle colture. È possibile vedere nel periodo estivo, tra i campi di mais, le lepri. Non mancano neppure le api, per le quali sono state collocate nei campi 7 arnie, ma anche varie specie di uccelli. Biodiversità e agricoltura intensiva perfettamente conciliabili. L’azienda Folli non si è fermata solo a questo: ha iniziato a diversificare producendo mais alimentare; è entrata così, nel 2018, nel circuito “Il Viaggiator Goloso”, una linea dei prodotti “top” dei supermercati IPER, UNES, U2, presso i quali viene commercializzata la farina per polenta ottenuta dalla granella. Tanti ottimi risultati nel giro di pochi anni. Quindi nessun punto di debo-
lezza in un progetto del genere? “I costi iniziali sono sicuramente rilevanti - ammette Vigo -. Ma è anche vero che l’agricoltura di precisione rende di più e dà un prodotto qualitativamente migliore, che può essere commercializzato, quindi, con un prezzo più alto”. Operazioni come quella compiuta dall’azienda di Vigo non sono quindi impossibili, servono però - a detta del titolare forti politiche che le incentivino e che premino l’innovazione stessa. L’attività nell’azienda Folli è proseguita senza interruzioni di sorta, nonostante l’emergenza Coronavirus, ma i punti vendita che commercializzavano le loro farine, sono chiusi da quando c’è stato il lockdown: le vendite per la parte alimentare, quindi, sono cessate da quel momento. Ma Vigo va avanti e pensa già a nuovi tipi di mais da produrre, secondo quella che lui stesso ama definire la “terza via dell’agricoltura”: quella dell’“agricoltura virtuosa” (la prima è quella tradizionale e la seconda quella dell’agricoltura biologica). nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 35
INNO VA Z IONE T R AT T OR I
Sbarca in Italia l’elettrico Farmtrac F25G prodotto a Faridabad. All’avanguardia e con un ottimo rapporto qualità/prezzo
Smart India
di Gaetano Menna
A
Paola Oberto
metà marzo il trattore elettrico indiano Fa r m t r a c F25G è stato consegnato alla prima cliente norvegese. Già premiato alla Fieragricola, poi sul trampolino di lancio nel Regno Unito al Lamma Show 2020, questo trattore elettrico è alla conquista del mercato europeo. Fiore all’occhiello del Gruppo Escorts, che è tra i maggiori conglomerati ingegneristici indiani che operano nei settori delle macchine agricole, movimento terra, attrezzature per la m ov i m e n t a z i o n e di materiali, attrezzature ferroviarie e componenti auto.
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Farmtrac F25G
La divisione Agri Machinery della Escorts Ltd. produce trattori dal 1964 e da allora è stata il pioniere della meccanizzazione agricola in India. I suoi prodotti vengono apprezzati molto anche in Europa per le loro caratteristiche ed un ottimo rapporto qualità/prezzo. Il Gruppo indiano ha lavorato in joint venture con le società Ford (trattori), Yamaha (motocicli), Claas (mietitrebbiatrici) e JCB (macchine edili). Attraverso un innovativo reparto ricerca e sviluppo e tecniche di produzione avanzate, ha prodotto oltre un milione di trattori e migliaia di attrezzature per la costruzione e la movimentazione. Punta molto sulla ricerca e oltre a quello, propone pure un innovativo trattore senza con-
ducente. Ne parliamo con Paola Oberto titolare di Oberto srl, con sede in provincia di Cuneo, che è la concessionaria esclusiva del Gruppo Escorts in Italia. A che punto è l’omologazione del trattore elettrico del Gruppo Escorts in Italia? La trasposizione dell’omologazione europea in quella italiana è in fase di completamento, fatti salvi i ritardi dovuti alla situazione contingente. Il trattore viene già prodotto in serie nello stabilimento di Faridabad, in India. Il Farmtrac F25G è stato pre-
miato a Fieragricola come una delle migliori innovazioni dell’anno, che risponde alla richiesta di sostenibilità delle aziende agricole e della società. Che riscontri vi sono sul mercato italiano per un trattore elettrico di questo tipo? Durante Fieragricola e nelle settimane immediatamente successive, prima che si entrasse nel caos della situazione attuale, abbiamo ricevuto riscontri positivi dalle aziende orientate al biologico, da agricoltori part time o per hobby, che già fanno uso di altri dispositivi a batteria, da manutentori del verde che operano in contesti urbani o zone dove non è più possibile operare con macchine alimentate da motori termici. C’è una joint venture tutta indiana tra il Gruppo Escorts e BKT. Il trattore elettrico è equipaggiato con pneumatici BKT? Il trattore elettrico, come tutta la gamma Farmtrac, è equipaggiato con pneumatici BKT, di tipo agricolo, turf o industriale. Il Gruppo Escorts sta puntando molto sull’innovazione ed ha realizzato anche un trattore completamente automatizzato, molto utile nell’agricoltura di precisione: ce ne può parlare? Vi sono altre novità in programma? Il prototipo di trattore senza conducente, che l’azienda chia-
Farmtrac F25G punta su bio, part time, hobbistica, manutentori del verde ma anche trattore intelligente, è in grado di automatizzare circa l’80% operazioni come l’aratura e la semina e potrebbe vedere il lancio commerciale in meno di due anni. Il trattore utilizza la geo-recinzione per mappare un campo agricolo e tramite lo sterzo automatico può guidare in linea retta eseguendo operazioni di aratura e semina. Ciò può aumentare la produttività delle colture del 10-15%. Per sviluppare il prototipo di trattore automatizzato, Escorts ha collaborato con diversi giganti della tecnologia quali Microsoft, Wabco, Bosch, AVL, Reliance Jio e Trimble. Le tecnologie comprendono la trasmissione elettrica, la gestione remota dei veicoli, quella del suolo e delle colture basata su dati e le applicazioni guidate basate su sensori.
leve laterali, un distributore posteriore, controllo posizione e sforzo (questo solo sul 26 e 30) sono alcune delle caratteristiche standard. L’ottimo rapporto qualità/prezzo le rende appetibili anche per l’utente non professionista o che utilizza il trattore per poche ore all’anno, per i diversi compiti che queste macchine possono affrontare (sfalcio erba, rimozione neve, trasporto, movimentazione ecc.) al pari di macchine più grandi e più costose. nnn
Al di là dei trattori innovativi, quali caratteristiche hanno le macchine del gruppo indiano ed a quale platea si rivolgono? I modelli attualmente commercializzati in Italia (gamma Compact da 20 a 30 cv) sono macchine semplici, ma dotate del comfort necessario per l’utilizzatore professionale. Idroguida, cambio 9av+3r con ingranaggi sempre in presa, piattaforma piana con abbondante spazio per le gambe dell’operatore, APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 37
SPECI ALE PRECISION FARMING
Matera capitale del 5G agricolo Assieme Tim, Università Basilicata, Digimat e Topcon progettano l’agricoltura smart nel Meridione
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B
ari e Matera si avviano ad essere le prime “città 5G” del Sud. Da alcuni anni, è partita la sperimentazione di servizi innovativi in vari settori, tra cui l’agricoltura. Con il progetto “Bari Matera 5G - Smart Agriculture” si sta approfondendo l’interazione tra i servizi 5G e precision farming, sulla base del progetto messo a punto da Tim, Università della Basilicata, Digimat e Topcon Italia e promosso dal ministero dello Sviluppo economico. In quest’ottica a febbraio scorso si è svolta a Matera un’importante prova dimostrativa. L’agricoltura di precisione assume il ruolo di regia che unisce i mondi di agricoltura, tecnologia, ambiente, salute e lavoro. La sfida
degli ultimi anni è quella di ottenere il massimo livello di efficienza gestionale dove gli input sono minimi - e di conseguenza anche le spese e gli impatti per l’ambiente - e gli output sono massimi. In particolare si sono sperimentati in campo i sistemi di guida automatica basati su mappe di prescrizione e correzione RTK (Real Time Kinematic). Ciò per valutare l’impiego di correzioni differenziali distribuite attraverso Internet dalla rete di stazioni permanenti GNSS (multicostellazione, network RTK) attraverso l’infrastruttura di trasmissione 5G. Le difficoltà di questa metodologia sono generalmente legate all’estensione ed alla qualità della copertura Internet in campagna, in quanto tale tecni-
Rete 5G si rivelerà tecnologia democratica a disposizione di tutti ca presuppone una connessione stabile per l’invio delle correzioni differenziali dalla rete di stazioni permanenti al trattore che opera in campo. “La sperimentazione - ha detto il responsabile scientifico, prof. Paola D’Antonio - sta evidenziando come il 5G con bassi tempi di latenza e grande quantità di dati trasferibili può essere un upgrade per guide automatiche e rateo variabili, a supporto di sostenibilità ambientale, tracciabilità e garanzia del Made in Italy”. “Una tecnologia abilitante a sce-
nari molto innovativi - così ha definito la rete 5G Clelia Lorenza Ghibaudo, Project Manager TIM che sta esprimendo la sua fattibilità sul campo grazie ad un insieme di partner in grado di rendere accessibile al mondo agricolo questo nuovo modo di fare agricoltura. Una nuova sfida che impatta enormemente su molti ambiti applicativi, creando scenari che aprono a nuove frontiere, a nuove prospettive e opportunità per i giovani, che guardano con crescente interesse il mondo agricolo”. Secondo Marco Miserocchi direttore per l’Italia di Topcon, “possiamo rendere le macchine completamente autonome nella guida e creare un contatto continuo tra la
macchina e l’operatore aziendale grazie ad un flusso di informazioni funzionali”. E della defiscalizzazione fino al 40% prevista dal governo italiano per l’introduzione delle tecnologie 4.0 Maserocchi si è detto soddisfatto, e certo che questo aiuterà a rendere più sostenibile l’agricoltura italiana. Angelo Donvito, presidente del partner tecnologico Digimat di Matera, ha concluso ricordando come “l’impatto di questa nuova rete rappresenterà una tecnologia democratica in quanto a disposizione di tutti a basso costo, grazie a mappe di prescrizione che racconteranno agli agricoltori i bisogni nutritivi ed idrici delle loro colture”. (G. M.) nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 39
SPECI ALE PRECISION FARMING
Robot enoico Frutto della ricerca europea, il prototipo misura autonomamente i parametri chiave del vigneto
U
n robot autonomo da utilizzare per il monitoraggio costante del vigneto, in grado di misurarne gli elementi chiave, come l’approvvigionamento idrico durante lo sviluppo e il momento di maturazione dell’uva per la sua raccolta nel momento più favorevole. È l’obiettivo di VineScout, il progetto finanziato dalla UE nell’ambito del programma Horizon 2020 e portato avanti da un Consorzio di ricerca europeo che vede come capofila l’Università Politecnica di Valencia, in
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Spagna. Il robot - come ha spiegato Francisco Rovira, direttore dell’Agricultural Robotics Laboratory dell’Università di Valencia e coordinatore del progetto europeo - intende fornire al viticoltore e all’enologo informazioni complete e affidabili durante i cicli di crescita e di maturazione della vite, su base regolare e in tempo reale, per ottimizzare la gestione dei vigneti e quindi anche la qualità del vino. Oltre all’Università di Valencia partecipano al progetto il gruppo spagnolo di ricerca Televitis dell’Università di La Rioja, la società francese Wall-Ye Sarl, l’inglese Sundance Multiprocessor Technology Ltd e la portoghese Symington Family Estates. A Parigi, a fine febbraio, presso la sede delll’Ocse, è stato presentato il secondo prototipo, che migliora significativamente le prestazioni del predecessore. “Il nostro robot - ha sottolineato Rovira - è passato da 20 misurazioni all’ora dei parametri del vigneto effettuate
con il metodo tradizionale, a oltre tremila dati all’ora. Alla fine, il produttore vitivinicolo otterrà una mappa con i dati che gli indicherà quando attivare l’irrigazione, la data della raccolta delle uve, nonché la distribuzione delle piante più produttive nel vigneto”. Il nuovo prototipo ha ottimizzato la navigazione autonoma per una guida più precisa. Il veicolo può muoversi più velocemente e con maggiore sicurezza, mantenendo la stessa capacità di raccolta dei dati nella vigna anche in modalità di navigazione notturna automatica. Quest’ultima consente al robot di generare anche mappe di notte, ampliando così la sua capacità di lavoro. Il nuovo robot è dotato di pannelli solari per aiutare a caricare le batterie elettriche in movimento, garantendo energia per almeno una giornata lavorativa. Prossimo passo quello di confrontare le mappe dei dati con quelle ottenute con metodi manuali. nnn
In Toscana IBE-CNR e Villa Berio collaborano per nuove metodologie colturali
L’
olivicoltura del futuro adotta metodologie produttive di precisione e si impegna per la sostenibilità e la biodiversità. A lavorare per il rinnovamento delle tecniche produttive e delle cultivar è l’Istituto per la Bioeconomia (IBE - CNR), che ha avviato recentemente un progetto di collaborazione con la Società Agricola Villa Filippo Berio
(Gruppo Salov). Tre gli obiettivi: sviluppare nuove tecniche di agricoltura di precisione applicate all’olivicoltura; migliorare lo sfruttamento della biodiversità olivicola italiana; valorizzare tecniche produttive sostenibili. Salov ha messo a disposizione del CNR l’oliveto di Villa Filippo Berio, 70 ettari nel cuore della Toscana, fra le province di Lucca e Pisa, per trasformarlo in un centro di ricerca e produzione in cui analizzare e applicare soluzioni per il miglioramento di tutta l’olivicoltura italiana. Il CNR, nella sua sperimentazione, intende individuare le varietà più interessanti da introdurre nei
Olivicoltura di precisione
nuovi oliveti in corso di piantagione. La ricerca, inoltre, è funzionale al recupero di antiche cultivar toscane che sono andate in disuso negli anni e che, invece, possono tornare in auge per le loro caratteristiche. Un altro aspetto dell’accordo riguarda lo sviluppo di metodologie agronomiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. Il progetto, infatti, vuole potenziare al massimo la produttività e, al contempo, essere rispettosa e attenta alle problematiche ambientali. La ricerca avverrà con una rete di monitoraggio in tempo reale dell’intero ambiente di produzione: dalla pianta al suolo e all’aria. Per questo scopo saranno inseriti sensori sulle piante e nel suolo; saranno fatte osservazioni con droni e via satellite; sarà resa operativa una innovativa serie di sensori wireless connessi in rete. Tutto questo per sfruttare al massimo le potenzialità delle piante che popoleranno l’uliveto del futuro. Grazie a queste sperimentazione si vuole ottenere una produzione efficiente di oli dalle caratteristiche chimiche e organolettiche nettamente superiori. “Villa Filippo Berio - ha detto Claudio Cantini dell’Istituto per la Bioeconomia - si trasformerà in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, utile per mettere a punto tecniche agronomiche rivoluzionarie”. La nuova collaborazione rappresenta il proseguimento di un precedente lavoro tra Salov e CNR, che già si sono impegnati nel progetto europeo “Life Resilience” per contrastare la diffusione della Xylella Fastidiosa. nnn APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 41
AT T U ALI TÀ P RODO T T I
Sottoscritto l’accordo tra gli operatori della filiera maidicola. Insieme per la ripresa del settore di Silvia Piconcelli
A
i primi di aprile è stata raggiunta l’intesa sull’accordo di filiera mais che mira a valorizzare le produzioni italiane certificate destinate all’alimentazione animale, voluto e sottoscritto da tutti gli attori delle varie fasi della filiera. Sono firmatari: come parte venditrice le organizzazioni di produttori (Confagricoltura, Cia, Copagri e Ami) e la cooperazione agricola (Aci-Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), nonché gli stoccatori (Compag) e gli essiccatori (Aires); come parte compratrice l’industria mangimistica (Assalzoo); a chiusura della filiera a monte e valle, i sementieri (Assosementi) ed i referenti dei marchi di qualità (Origin Italia). L’accordo quadro, già pienamente operativo per la campagna di semina in corso, ha validità triennale e rappresenta un primo punto di partenza, nell’ambito degli obiettivi del Memorandum of Understanding siglato nel 2018, per ridare stimoli e fiducia alla produzione primaria di mais, per frenarne la caduta produttiva e per sostenere la produzione di un cereale fondamen42 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
tale per le produzioni zootecniche del nostro Paese, da cui derivano anche gran parte delle eccellenze del Made in Italy agroalimentare. È stato costruito in modo da riconoscere delle premialità che possano garantire un riconoscimento economico concreto per il produttore ed indurlo a seminare cre-
scenti superfici a mais, nell’ottica di colmare il divario che si è creato sempre più negli ultimi anni tra domanda ed offerta, determinando un disequilibrio nell’approvvigionamento della materia prima e obbligando gli operatori a ricorrere alle importazioni estere. Solo nel 2019, infatti, il livello delle im-
Tutti per il mais
più di un miliardo di Euro sulla bilancia commerciale. L’obiettivo Valorizzate produzioni delle organizzazioni firmatarie è certificate destinate stato proprio quello di differenall’alimentazione animale ziare la materia prima italiana, trasformandola da mera commoportazioni maidicole ha raggiunto dity a specialty, valorizzando le un picco storico di 6,4 milioni di caratteristiche intrinseche della tonnellate, valore che incide per granella di mais ed assegnando-
le destinazioni d’uso mirate e differenziate in base alle necessità dell’industria di trasformazione prevedendo una marginalità aggiuntiva che incentivi i produttori italiani. Fine ultimo dell’accordo è quello di promuovere, poi, contratti di coltivazione e contratti volontari di secondo livello e/o APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 43
AT T UALI TÀ PRODO T T I
di filiera tra i singoli operatori. Il meccanismo stabilito all’interno dell’accordo prevede premialità differenziate in base alla provenienza territoriale e quindi sull’origine della granella, alle caratteristiche di salubrità e qualità sanitaria, nonché sulla base dei metodi di coltivazione sostenibile disciplinata delle produzioni. La condizione di base per accedere all’adozione dell’accordo è la certificazione dell’origine della granella, da perfezionarsi attraverso una certificazione di filiera ISO 22005 che garantisca la tracciabilità della materia prima. Grazie a questo accordo, i maiscoltori potranno decidere di seminare non solo sulla base dei costi di produzione, ma anche di un
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prezzo di riferimento alla raccolta, avendo così la possibilità di programmare la produzione e diversificare il rischio di mercato.
Si stima un aumento di reddito per il produttore di circa 13/15 euro/t (6-8 euro/t con l’opzione meno favorevole). nnn
FORMAZIONE DEL PREZZO E PREMIALITÀ Opzioni di formazione del prezzo A) per il 50/70% il prezzo è legato alla quotazione rilevata nel periodo di esecuzione del contratto sui listini della borse merci, prese a riferimento; per il restante 50/30% è legato ad un prezzo di riferimento pari a 195 euro/t B) per il 100% il prezzo è legato all’andamento delle quotazioni delle Borse Merci di Bologna, Milano, Torino e Verona prese a riferimento Premialità per l’origine 3 euro/t per la granella italiana; 4 euro/t per quella proveniente da areale Dop Premialità per la sostenibilità disciplinata 2 euro/t Premialità aggiuntiva per la qualità 2 euro/t per il mais con Afla B1 inferiore ai 20 ppb e DON inferiore a 1.200 ppb
SOSTEGNO AI CONTRATTI DI FILIERA
Sancita in sede Conferenza Stato-Regioni l’intesa sul decreto per la competitività delle filiere agroalimentari, che mira a sostenere i contratti di filiera in ambito maidicolo, oltreché delle proteine vegetali, del comparto carne ovina e del latte bufalino. Con questo provvedimento, alla filiera del mais sono destinati 5 milioni di euro per il 2020 e 6 milioni di euro per il 2021, che si traducono in un contributo di 100 euro ad ettaro di mais coltivato, per un massimo di 50 ettari a beneficiario; il tutto all’interno del regime de minimis. Per accedere al contributo i beneficiari devono aver già sottoscritto, entro la scadenza della domanda PAC a contratti di filiera di durata almeno triennale. Le somme previste dalle sovvenzioni pubbliche vanno quindi a sommarsi a quelle derivanti dall’accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata. 44 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
Note di rimpianto
L’impresa familiare di Carolina Russo produce rose. È promotrice del “Roma Flowers Park” dedicato ai tulipani come l’olandese Keukenhof Park di Elisabetta Tufarelli APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 45
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ue giovani, Carolina Russo di 33 anni e suo fratello Cristiano, di 38 conducono, con l’aiuto del padre Giuseppe: un’impresa specializzata nella coltivazione di rose recise a Fiumicino. “La nostra - spiega Carolina - è un un’azienda di famiglia. Fin dai tempi dei nonni si coltivavano orticole poi, negli anni ’80, papà ha voluto dare una svolta alla nostra attività. Abbiamo scelto di concentrarci sulle rose, di cui coltiviamo diverse varietà, che commercializziamo a fioristi e grossisti. Generalmente puntiamo su colori chiari, quelli che ci richiedono di più, mentre quelli vivaci li riserviamo ai fiorai che ce li ordinano per confezionare mazzi: in definitiva produciamo seguendo il trend e la domanda”. La proprietà è in 5mila metri di serre su un ettaro. Con il Coronavirus cosa è cambiato nella vostra azienda? “C’è più timore certamente, ma la stagione delle rose non è ancora iniziata e ci auguriamo che la situazione migliori”. Non è così per l’altra impresa. Carolina, Cristiano e il loro amico Guido Fantozzi, anche lui floricoltore a Santa Marinella, l’anno scorso hanno creato, a Roma, in via Castel di Leva, su diciassette ettari presi in
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La chiusura del parco per il Covid-19 ha provocato un disastro affitto, un parco esclusivamente di tulipani, ispirato a quello di Keukenhof, vicino Amsterdam. “L’idea è nata quasi per scherzo racconta Carolina. Il nostro ‘Roma Flowers Parc’ è iniziato così”. L’inaugurazione è stata un successo e i visitatori hanno potuto ammirare e cogliere, anche con i bulbi, oltre 1milione di tulipani tra gialli, rosa, lilla, bianchi, viola e rossi. Un trionfo di allegria e opportunità, per i cittadini. È piaciuta la possibilità di trascorrere una giornata diversa, apprezzando un luogo magico, fatto di fiori, profumi e colori. Nelle apposite zone ristoro si poteva passare qualche ora degustando il buon cibo della tradizione italiana, rilassandosi all’ombra di uliveti e vigneti. “Come floricoltrice - sottolinea l’imprenditrice familiare associata - non riuscivamo mai a vedere e godere la bellezza dei fiori. In tre mesi siamo passati alla realizzazione. Abbiamo scelto i tulipani perché sono fiori bellissimi e sono fra i primi a fiorire, a marzo. L’inaugurazione, quest’anno, era prevista per il 13 marzo”. Poi è arrivata l’epidemia e tutto si è
fermato. “È stato un disastro totale. Tanto impegno, tanto amore e tanti investimenti per nulla. Avevamo anche ampliato le attività - rimarca - pensando non solo al benessere di grandi e piccini, ma anche ad attività didattiche rivolte a bambini ‘speciali’. In poche settimane abbiamo assistito, impotenti, all’annullamento di questo nostro progetto e le fioriture andare al macero”. I fiori, sostiene Carolina, accorciano le distanze e arrivano dritti al cuore, Così i tre giovani imprenditori, attraverso Interflora, sono riusciti a donare quel che rimaneva dei loro splendidi colorati tulipani ai volontari della Croce Rossa Italiana - Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale, per ringraziarli, trovando il modo di far sentire la loro vicinanza durante il loro instancabile lavoro. Che progetti nel futuro? “Siamo molto preoccupati, abbiamo investito moltissimo, perché ci abbiamo creduto fin dal primo momento. Abbiamo immesso nel progetto tutte le nostre risorse, di tempo e denaro. Ora i nostri conti sono in rosso. Certamente speriamo di poter rifare “Flowers Parc” anche il prossimo anno, ma è necessario che venga studiato un modo per darci un po’ di ristoro, permettendoci di ripartire”. nnn
EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli
PER EMERGENZA COVID-19 AZZERATI CONTROLLI E ATTIVITÀ SELETTIVE
Selvatici intraprendenti Non più disturbati dalla presenza dell’uomo - costretto in casa per l’emergenza Coronavirus - gli animali selvatici si sono fatti più intraprendenti, sino a spingersi anche entro il perimetro urbano. Ciò preoccupa, sia sotto il profilo sanitario (malattie) sia sotto l’aspetto economico (danni), per non parlare poi degli incidenti stradali di cui, in questa situazione, i selvatici sono una causa frequente. Le misure per fermare il contagio da Covid-19 hanno in pratica imposto l’arresto di tutte le attività di controllo. Sono fermi gli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), la polizia provinciale è impegnata in altre attività di controllo connesse all’emergenza, sono bloccati censimenti e controllori e, da tempo, i servizi veterinari operano a singhiozzo. A seguito delle limitazioni alla movimentazione, non c’è argine alla presenza endemica e sempre più pressante - anche in areali non vocati - degli ungulati, anche per la
scarsa attività di selecontrollo, la cui gestione andrebbe diversamente regolamentata in quanto continua ad essere soggetta a troppi vincoli. A questa situazione fa eco la sempre più consistente presenza di lupi e ibridi che continuano, sempre più indisturbati, a devastare - uccidendo e ferendo - greggi di pecore, mandrie di mucche, vitelli, asini e cavalli. Si pensi poi agli argini dei corsi d’acqua indeboliti perché martoriati dalle nutrie. Per quanto riguarda le specie volatili non si parla solo dell’invasiva presenza di piccioni, ma anche di marangoni, cormorani, corvi, taccole, cornacchie e gabbiani la cui pressione desta preoccupazione, sia in relazione alle semine primaverili di oleaginose, ed in particolare di girasole, sia nei confronti delle altre attività colturali e degli allevamenti ittici. Anche se l’attenzione ge-
nerale, necessariamente rivolta verso altre problematiche, la situazione della fauna selvatica andrebbe non solo monitorata, ma anche affrontata in modo da attivare, se necessario, interventi tempestivi per contenerla. La sovrappopolazione dei selvatici sta devastando, e sempre più devasterà, se non si interverrà, le produzioni agricole e gli allevamenti, con conseguente alterazione dell’equilibrio naturale che, ogni giorno che passa, appare sempre più precario. Quindi andrà autorizzato - prima che sia troppo tardi - l’utilizzo di ogni strumento utile messo a disposizione da selecontrollori, AFV (aziende faunistiche e venatorie), ATV e altre strutture ed istituti, sia pubblici sia privati, deputati alla gestione della fauna. Occorre intervenire efficacemente per mantenere l’equilibrio naturale. Limitare e contenere i danni all’intera attività della filiera agricola, in questo periodo è ancor più necessario.
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ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO VENETO VENDITE DI SCOTTONA
In questo periodo di crescita dei consumi casalinghi legati all’emergenza Coronavirus, molti consumatori stanno privilegiando gli hamburger di scottona. Anzi, si può dire che, in un certo senso, siano essi a trainare il consumo di carne bovina. Gli hamburger di scottona piacciono molto alle fasce di consumatori più giovani, che apprezzano piatti veloci, ma di qualità e gusto. “Il Veneto è un grande produttore di scottona e di vitellone, due produzioni tipiche regionali”, spiega Enrico Pizzolo, presidente della sezione regionale bovini da carne di Confagricoltura Veneto. La scottona non è una razza, ma una femmina di bovino tra i 15 e i 22 mesi che non ha ancora partorito. La giovane femmina di bovino viene anche chiamata “manza” o “giovenca”. Una carne ritenuta pregiata per la morbidezza ed il sapore. “In Veneto - conclude Pizzolo - abbiamo una grande tradizione nella produzione di scottona, grazie a una lunga esperienza ed alla conoscenza di tecniche particolari nell’ingrasso della carne e nella lavorazione che utilizziamo solo noi”. 48 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
di Alessandra Porro
API CHIEDE VALORIZZAZIONE PRODOTTO
Pesce made in Italy
“Il 70% delle vendite di pesca e acquacoltura è andata perduta in un mese e mezzo. A cominciare da quelle legate alla pesca sportiva nei laghi, che rappresentano il 20%. È andata giù l’esportazione che ora sembra ripartire e vale un altro 20%, mentre il canale Ho.re. ca, che rappresenta una quota del 40%, è stato totalmente azzerato”. Lo sottolinea Pier Antonio Salvador, presidente dell’Associazione piscicoltori italiani (API). Proseguono solamente gli acquisti in GDO, tuttavia in misura ridotta, perché l’emergenza Coronavirus ha influito negativamente anche nel reparto pescheria dei supermercati, che è molto specifico. Verso il pesce fresco il consumatore ha assunto un atteggiamento piuttosto guardingo, privilegiando l’acquisto di carne, magari anche bianca, ma confezionata. “Occorre promuovere il prodotto made in Italy in tutti i settori, quindi anche nel comparto dell’acquacoltura”, sottolinea Salvador, che chiede più liquidità per le aziende. Senza contare che il comparto d deve salvaguardare, anche in questo momento di crollo delle vendite, le specie in allevamento: “Si tratta di stock vivi che devono essere ali-
mentati per mantenere il benessere del pesce. Se non esce prodotto abbiamo, difficoltà di gestione negli allevamenti. Abbiamo costi fissi senza entrate ed a questi si aggiungono ora anche le spese straordinarie, legate magari a un’aggiunta di ossigeno e a un incremento dei mangimi. Ci sono aziende che oggi hanno ferme 150-200 tonnellate di prodotto pronto per la vendita”. Entrando nel dettaglio del blocco sull’export di prodotti ittici, l’Austria ha messo le barriere all’ingresso di prodotto italiano e neppure la Polonia compra made in Italy in un contesto europeo che è costretto a importare il 70-75% del suo fabbisogno. L’Italia copre appena il 14-15% di spigole e orate rispetto al suo fabbisogno. Appena lo 0,8% è rappresentato da orate pescate nel nostro Paese. “Al ristorante, però, il cliente non viene minimamente informato su quello che viene servito in tavola - conclude Salvador -. Sarebbe invece utile far uscire dall’anonimato l’origine dei prodotti del canale Ho.re.ca in modo da rendere consapevole l’acquisto del consumatore che mangia fuori casa. Serve una maggiore chiarezza di informazione in questo canale”.
“FIOR D’ALBENGA” COINVOLGE ANCHE CONFAGRICOLTURA
Infiorata on line
Sfumata la possibilità di vedere le piazze di Albenga (Savona) colorate dalle aiuole che caratterizzano “Fior d’Albenga”, l’edizione 2020 della tradizionale manifestazione floricola si è spostata sui balconi. “Fior d’Albenga” è una infiorata che è sempre stata apprezzata e sostenuta da Confagricoltura, perché valorizza un’attività produttiva importante in un territorio, come quello della provincia di Savona, particolarmente vocato alla floricoltura ed alla coltivazione di piante aromatiche. La novità è che questa edizione sarà online, basata sulle creazioni floreali che saranno realizzate dagli utenti/cittadini. L’idea è quindi quella di realizzare tanti piccoli “arcobaleni” - il tema floreale prescelto - sui terrazzi o nei giardini delle case ingaune, realizzati con i fiori della piana di Albenga, ma anche con gli oggetti che si hanno a disposizione in casa e/o disegni dei più piccoli. “Mettete dei fiori nei vostri balconi” è quindi il messaggio di questa “social edition”. Il fil rouge di tutta l’attività sarà governato dal
concetto di speranza, di pace, di solidarietà del famoso messaggio degli anni ‘70 “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Il valore dell’iniziativa è quindi quello di ritrovare un senso di comunità - pur restando distanti - e insieme di lottare per superare questo periodo difficile, con l’augurio di ripartire al più presto. Ll’arcobaleno e l’hashtag #andràtuttobene sono i simboli di questo periodo di quarantena; pertanto sono diventati gli elementi portanti anche della edizione 2020 di “Fior d’Albenga”. Realizzata l’opera creativa, basta fotografarla e pubblicarla sui propri canali social (facebook e instagram), inserendo gli hashtag ufficiali di questa edizione 2020: #mettetedeifiorineivostribalconi e #fiordalbenga. Il primo premio va all’installazione che ha ottenuto più like sulla pagina facebook di “Fior d’Albenga”. C’è anche un premio speciale deciso della giuria, in cui è presente anche Confagricoltura, che va all’installazione che meglio ha rappresentato il messaggio #andràtuttobene simboleggiato dall’arcobaleno.
VERONA LA SCOMPARSA DI PASTI
Vivo cordoglio ha suscitato la scomparsa di Francesco Pasti che si è spento a 95 anni. È stato la memoria storica del mondo agrario veronese dal dopoguerra in poi, un imprenditore e banchiere, dotato di grande lungimiranza e capacità di guardare al futuro. In Confagricoltura è stato membro della giunta nazionale per due mandati e presidente di Confagri Verona.
CUNEO ALLASIA SU UNGULATI
Il presidente di Confagricoltura Cuneo Enrico Allasia ha inviato una lettera alla Provincia e all’ATC cuneesi per segnalare i danni alle colture - in particolare al mais appena seminato - provocati da ungulati. L’associazione, facendosi portavoce delle istanze di numerose aziende, ha richiesto l’intervento del personale addetto per il controllo e l’abbattimento di urgenza. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 49
FORMAZIONE
di Antonella Torzillo
FORMAZIONE E-LEARNING GRATUITA PER AZIENDE ASSOCIATE
Pillole didattiche
Come uno tsunami il Covid-19 è entrato nelle nostre vite, stravolgendole. Le consolidate e radicate abitudini della vita privata e professionale di tutti noi nell’arco di poche settimane hanno subito dapprima una profonda limitazione e poi una repentina mutazione. E, all’improvviso, ci siamo trovati a dover ripensare totalmente al nostro modo di lavorare: non più riuniti nelle stanze dei nostri uffici, ma da remoto in smartworking e non più attraverso un’of-
ferta formativa e una didattica tradizionale in aula o in campo. Come ripensare e con quali soluzioni all’attività didattica? Questa è stata la questione più impegnativa che come Enapra, abbiamo dovuto affrontare nei primi giorni di emergenza sanitaria. Le imprese del settore agricolo e agroalimentare non si sono mai fermate, neanche un giorno, stanno continuando a produrre per soddisfare il fabbisogno alimentare nazionale ed internazio-
Parola chiave del mese: Smart working Smart working, o lavoro agile, è una nuova filosofia manageriale fondata sul dare alle persone flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un’azienda che si basa su quattro pilastri fondamentali: revisione della cultura organizzativa, flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro, dotazione tecnologica e spazi fisici.
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nale e allora occorre continuare a sostenerle anche sotto il profilo info-formativo. “La crisi sanitaria che stiamo vivendo - ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello, presidente di Enapra - determinerà importanti cambiamenti degli attuali paradigmi dell’economia. Gli imprenditori, agricoli e non, dovranno giocoforza rivedere la propria organizzazione aziendale, per poter competere nel nuovo contesto socio-economico. Per questo motivo oggi è ancora più necessario stare vicini alle nostre imprese, condividendo tutto quanto possibile in termini di contenuti info-formativi, proprio per dare un servizio fondamentale di sostegno alla ripresa e allo sviluppo del nostro Paese. In questi anni - ha proseguito Brondelli - come da tradizione e in simbiosi con il lavoro di Confagricoltura, abbiamo dato, attraverso la formazione, il
FORMAZIONE
nostro contributo alle imprese che operano nel settore agricolo ed agroalimentare che vogliono vincere le sfide del mercato. Abbiamo sempre considerato l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze come uno dei principali driver di crescita e sviluppo delle aziende agricole e ora - nell’attuale contesto di cambiamento strutturale dell’organizzazione aziendale basato sull’innovazione e la digitalizzazione - questa convinzione è diventata impegno quotidiano”. Un impegno che in questi giorni si è tradotto nel lancio di un nuovo e concreto programma di attività formativa denominato #CondividiamoCompetenze rivolto tanto alle imprese associate con i loro dipendenti, quanto alle sedi territoriali di Confagricoltura. Con-
dividere i contenuti di informazione e formazione, sia con le imprese associate, sia con le nostre sedi regionali e provinciali, oggi diventa una priorità, un servizio fondamentale di sostegno per la tenuta e lo sviluppo di tutta la nostra compagine associativa, oltre che un segnale di vicinanza. Realizzato in collaborazione con un gran numero di docenti ed esperti che hanno messo gratuitamente a disposizione di Enapra e di Confagricoltura le loro conoscenze ed esperienze, il programma #CondividiamoCompetenze ha portato all’implementazione progressiva di una raccolta di contenuti formativi (pillole didattiche, news e corsi brevi) su temi tecnico specialistici e di interesse strategico per il settore primario. “L’intera offerta
formativa è erogata in modalità e-learning - precisa Michele Distefano, direttore di Enapra - ossia a distanza ed è interamente gratuita grazie ai docenti e alla società che gestisce la piattaforma digitale già in uso di Enapra. I corsi (pillole didattiche ciascuna al massimo di 10 minuti) sono rivolti ai titolari delle aziende e ai loro collaboratori, nonché a tutti i dipendenti delle sedi territoriali di Confagricoltura. La scelta degli interventi si pone in continuità e coordinamento con i cataloghi di Enapra”. L’unica condizione per fruire dell’offerta formativa è la compilazione di un modulo di adesione che le aziende associate potranno richiedere alla Confagricoltura provinciale di appartenenza. Per info: info@enapra.it, www.enapra.it.
NASCE #CONDIVIDIAMOCOMPETENZE
UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE A DISTANZA PER SOSTENERE L’AGRICOLTURA ITALIANA www.enapra.it
#noisiamoconfagricoltura APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 51
CAMPI ROSA
di Elisabetta Tufarelli
RIUNIONE DA REMOTO SU CORONAVIRUS
MASCHERINE FRIEND
Imprenditrici nell’emergenza
L’ultima riunione di Confagricoltura Donna si è tenuta da remoto, per l’emergenza Coronavirus, argomento che è stato al centro del dibattito. Molti gli interventi delle imprenditrici per riprogrammare l’attività dell’associazione e mettere in evidenza i problemi. “Abbiamo un doppio ruolo, come donne ed imprenditrici e con la quarantena
- ha sottolineato Alessandra Oddi Baglioni - essendo l’agricoltura considerata attività essenziale, siamo sempre impegnate a lavorare nelle nostre aziende e ad occuparci della sicurezza dei nostri dipendenti, ma anche dei nostri familiari, in una fase difficile dal punto di vista economico e con le difficoltà che derivano dalla mancanza di liquidità, dalla difficile programmazione e dal problema di reperire manodopera”. Discutendo delle attività future è stata affrontata la pianificata attività formativa che, in collaborazione con Enapra, verrà svolta in remoto. Il problema della burocrazia che “almeno in questa fase di emergenza - ha messo in evidenza la presidente di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni - andrebbe risolto perché non si possono sommare ulteriori difficoltà all’emergenza”.
UNA LETTERA AL PREMIER GIUSEPPE CONTE e al capo della task force per la ripartenza Vittorio Colao, per chiedere che nella “fase 2” dell’emergenza si valorizzi il talento femminile e sia inserito un adeguato numero di donne capaci, commisurato alla rappresentanza femminile di questo Paese. La missiva è stata inviata da un gruppo di donne della società civile, tra cui la presidente di Confagricoltura Donna Oddi Baglioni e molte imprenditrici come, tra le altre, le presidenti di AIDDA, Fidapa, Soroptimist e Terziario Donne Confcommercio. A pochi giorni di distanza dalla lettera di Noi Rete Donne indirizzata a Cristine Lagarde e Ursula Von der Leyen per una Europa dei popoli solidale e delle donne, segue la lettera al premier per dare voce e rappresentanza a quella metà del Paese che, insieme agli uomini e forse più degli uomini in alcune dimensioni, ha “lottato, sopportato, subito, sperato e disperato”. E che può dare molto. 52 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
L’imprenditrice Tania Amico, associata a Confagricoltura Donna Sicilia, conduce un’impresa agricola cerealicola a Valledolmo, ai piedi delle Madonie sud-occidentali ed è proprietaria dell’azienda tessile “Amico Friend”, che da sessant’anni, a Palermo, è specializzata nella produzione di abiti da lavoro per ospedali. “Potevo, come tanti, mettere i miei dipendenti in cassa integrazione - ha rimarcato - oppure riconvertire la produzione e ricominciare a fare mascherine, come facevamo prima dell’avvento di quelle monouso. Detto fatto: abbiamo ricominciato a produrle”. Nella sua veste di agricoltrice, Tania sa che, in questo momento, l’agricoltura vive, tra le difficoltà, un momento clou per le attività aziendali e che il lavoro in campagna non si può fermare. Ha iniziato così a rifornire anche le aziende femminili associate di questi dispositivi di protezione, fondamentali e spesso difficili da reperire.
CAMPAGNA SOCIAL DELL’ANGA
IL PUNTO
I Giovani di Confagricoltura-Anga hanno dato vita ad una campagna social di sensibilizzazione per valorizzare la reputazione delle produzioni agroalimentari italiane. “Agricoltura Sana e Sicura”, questo lo slogan che vuole rilanciare il Made in Italy e invitare i consumatori a comprare prodotti italiani. Questi gli obiettivi principali di questa mobilitazione: invitare a comprare italiano; difendere le produzioni nostrane da attacchi pretestuosi e scientificamente infondati (non c’è alcuna evidenza che supporta il rischio di contagio associato al cibo); contrastare le fake news. “La campagna diffamatoria nei confronti dei prodotti italiani, da parte di altri Paesi, a cui si aggiungono le recenti accuse mosse dai media al settore primario, a proposito di un ipotetico collegamento tra gli allevamenti e l’inquinamento, rischiano di danneggiare l’immagine di tutto il settore - ha dichiarato il presidente dei Giovani, Francesco Mastrandrea - che, lo ricordiamo, sta lavorando senza sosta e tra mille difficoltà”. “La sicurezza e la qualità dei nostri prodotti, così come anche il contributo dell’agricoltura alla riduzione dell’inquinamento e allo sviluppo sostenibile non possono essere messi in alcun modo in discussione”, ha ribadito ancora Mastrandrea. Le restrizioni sanitarie legate all’emergenza in corso hanno fatto calare del 30% l’inquinamento dell’aria: «Eppure il settore agricolo non si è mai fermato, non cambiando di una virgola la propria attività. La stessa Ispra ha poi certificato come la zootecnia sia responsabile delle emissioni di Pm10 e Pm2.5 in percentuali decisamente inferiori rispetto ad altri settori». E infatti, dal 1990, a livello nazionale le emissioni del settore agricolo sono calate del 16%, con le sostanze acidificanti diminuite addirittura del 70%. Secondo i dati 2019 forniti da Ispra, il settore primario è responsabile solo del 9% delle emissioni di gas serra in atmosfera in Italia, con 38,2 milioni di tonnellate all’anno sui 427,9 milioni di tonnellate totali. Quindi l’Anga ha sottolineato il grande impegno che stanno sostenendo le aziende del settore primario in questo momento, anche quelle dei giovani, per garantire cibo e continuità delle produzioni.
Giovani di Confagricoltura
Puoi contare su di noi
Francesco Mastrandrea Presidente Nazionale Anga
a cura di Paola Castello
Nei giorni in cui l’emergenza Covid 19 ha dimostrato in modo ancora più evidente il ruolo centrale dell’agricoltura nel Paese, abbiamo assistito ad attacchi mediatici, diretti senza alcun contraddittorio, a tutto il sistema agricolo Italiano. La nostra Associazione, così come la casa madre, ha prontamente stigmatizzato con forza tutti i messaggi che lasciavano intendere che l’agricoltura e l’allevamento siano fonti primarie di inquinamento, con un qualche collegamento con l’epidemia di Coronavirus. Abbiamo ribadito con forza che biosicurezza, salute e benessere degli animali allevati, sono elementi imprescindibili per chi oggi produce, Le ragioni sono apparentemente sconosciute ma, senza alcuna ombra di dubbio, si tratta di accuse all’agricoltura italiana intollerabili e senza alcun fondamento scientifico. Oltre tutto inopportune ed ingrate, giungendo in un momento storico particolare, dove il settore primario - di nome e di fatto - sta ponendo il massimo sforzo per garantire beni di prima necessità alla popolazione.
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Giovani di Confagricoltura
PRECISION FARMING
ALESSANDRO MARINONI SU PANDEMIA
Testimonianza dalla Lombardia
L’agricoltura di precisione è un fattore chiave per lo sviluppo del settor. Ne abbiamo parlato con Osvaldo De Falco, delegato per l’Innovazione dei Giovani di Confagricoltura - Anga. L’agricoltura di precisione racchiude in sé - ci dice - diverse forme di innovazione e tecnologie come la raccolta, l’utilizzo e la gestione dei big data o l’utilizzo di droni, sensori e dei software di farm management. “Nel dettaglio quando si parla di precision farming si fa riferimento ad una gestione agricola accurata che, utilizzando nuove tecnologie, si pone l’obiettivo di aumentare la produzione usando meno risorse e riducendo i costi di produzione. Molteplici i vantaggi: dalla possibilità di monitorare il terreno in modo accurato seguendo parametri fisico-chimici, alla raccolta in tempo reale di dati per adattare al meglio le attività nei campi o nei magazzini; dal risparmio economico a quello di concimi e prodotti fitosanitari; per non parlare poi dell’aumento della produttività”. Quali i principali ostacoli o resistenze nell’adozione di simili tecnologie? “Prima di tutto - spiega De Falco - la mancanza di conoscenza dello strumento più adatto al tipo di attività agricola specifico, quindi l’aspetto economico, perché gli investimenti iniziali sono considerevoli. Inoltre non possiamo pretendere di avere una diffusione su larga scala di una nuova forma di agricoltura innovativa, se prima non si creano le condizioni sociali, economiche e strutturali necessarie. È necessario che le Istituzioni mettano in atto tutte le azioni necessarie per agevolare l’implementazione su larga scala delle nuove tecnologie. Quindi sull’importanza dell’accesso al credito. “Dobbiamo poter investire in nuove tecnologie e tutti sappiamo che ciò sarà possibile solo rendendo accessibile il denaro. È altresì indispensabile creare la giusta infrastruttura, qui mi riferisco principalmente all’accesso alla rete. Troppi agricoltori non hanno Internet nei campi e mi auguro che il 5G possa venirci in supporto. In fine, ma non per importanza, sono fondamentali gli strumenti economici di incentivo all’implementazione e al testing di nuove tecnologie”.
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“Tutti siamo stati colpiti negli affetti, non c’è una famiglia che non abbia perso un parente, un amico”. Esordisce così Alessandro Marinoni, presidente dei Giovani di Confagricoltura Lombardia, che ci racconta come sia stato difficile, anche psicologicamente, continuare a lavorare così intensamente in mezzo a tutto questo. Il settore dell’ortofrutta ha risentito molto delle varie restrizioni. Ma aziende come la sua, che produce ortaggi di IV gamma, hanno continuato a lavorare e a distribuire prodotti, anzi con ritmi più serrati di prima. Ci dice anche come sia stata e sia tuttora difficile la gestione delle risorse umane, con dipendenti o che si sono ammalati o che hanno avuto lutti o che hanno comunque paura del contagio. Si continua a lavorare, in osservanza di tutte le norme di sicurezza, ma un po’ di timore c’è sempre. In questo contesto così difficile poi molti i comparti che, anche in Lombardia, come in tutta Italia, stanno risentendo pesantemente della crisi, soprattutto quelli che operano nel circuito Ho.Re.Ca., come ad esempio il lattiero-caseario e quello vitivinicolo, per citarne alcuni. “Il nostro impegno non viene meno, né come imprenditori agricoli, né come Giovani di Confagricoltura, nella cui veste continuiamo a stare vicini alle aziende e a dare supporto”.
AZIENDA DORDONI A PAVIA
L’azienda agricola Dordoni è un esempio virtuoso, ma anche paradigmatico delle realtà degli allevamenti. In provincia di Pavia, Alessandro, giovane anghino, affianca il padre Marcello nell’azienda che supera i 360 ettari; in essa si allevano suini (quasi 700 scrofe, con una produzione annua di 15.000 suini) e si coltivano cereali, più precisamente riso, mais e orzo. Un’impresa moderna e innovativa e molto attenta alla sostenibilità, come ci racconta Alessandro. Nel 2002 si è dotata di un impianto fotovoltaico e nel 2015 è stato installato un impianto a biogas che riesce a fornire energia per tutte le attività dell’impresa, riducendo costi e impatto ambientale. Quello Dordoni è un allevamento a ciclo chiuso, che comprende, quindi, sia la fase di riproduzione e vendita dei suinetti, sia la parte da ingrasso, che si conclude con la vendita dei suini adulti, una volta raggiunto il peso giusto. “Siamo al passo con i tempi - sottolinea Alessandro - molto attenti al benessere animale ed a produrre secondo criteri di sostenibilità”. “Quello che chi non lavora in questo settore non sa, spesso - aggiunge Dordoni - è che è interesse dell’imprenditore stesso allevare in sicurezza, osservando tutte le norme, perché gli animali stiano bene, siano sani e possano arrivare alla vendita nelle migliori condizioni possibili. La disinformazione che spesso circola nei confronti del nostro lavoro va a danneggiare tutto il comparto suinicolo, che già vivendo forti difficoltà, acuite dalla crisi che sta attraversando il Paese”.
Giovani di Confagricoltura
Allevare in sicurezza
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CENTRO STUDI
di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo
NEL 2019 FLESSIONE PER PRODUZIONE E PREZZI
Italia digitale
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nternet è ormai un mezzo fondamentale, oltre che per informarsi, per mettere in comunicazione pubblica amministrazione e cittadini, per eseguire operazioni bancarie (Internet-Banking), per commercializzare beni e servizi (E-commerce). L’importanza di Internet si è compresa appieno proprio in questo periodo di emergenza Coronavirus, con la necessità di isolare fisicamente gli abitanti, ma di unirli attraverso le connessioni. Tra l’altro, una gran parte dei lavoratori sono stati
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chiamati a svolgere la loro attività in smart working e sono cresciuti i servizi e gli approvvigionamenti online. Proprio la pandemia ha fatto comprendere come sia indispensabile investire e superare il digital divide che è ancora presente nel Paese. Anche il settore agricolo attende la piena digitalizzazione dei territori e delle campagne per potersi avviare pienamente sulla strada
Percentuale di famiglie che dispone di “banda ultralarga” (almeno a 100 Mbits/secondo) per la connessione a internet
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dell’agricoltura di precisione. L’Italia, che pure rappresenta la terza economia dell’Unione Europea, per diffusione, velocità e uso delle connessioni a Internet, secondo i dati Eurostat 2019, resta molto indietro sugli obiettivi dell’Agenda UE 2020, nonostante i notevoli investimenti previsti dal progetto “Strategia Digitale Italiana” a partire dal 2015, peraltro in notevole ritardo di attuazione. L’Agenda Europea, approvata nel 2010, stabiliva che, entro il 2020, tutti i cittadini dell’UE fossero connessi a Internet con velocità di scaricamento dei dati di almeno 30 Mbits/secondo, e che, per almeno il 50% dei cittadini UE, la velocità fosse non inferiore ai 100 Mbit/s. Per la prima condizione, nel 2019, l’Italia è arrivata all’84%, e si posiziona al 18° posto tra i 28 Stati Membri dell’UE (media UE 89%). Per la seconda, nel 2017 (ultimo dato disponibile) eravamo al 25° posto col 7% (media UE 16%). Gli italiani sono nelle retrovie anche per la fruizione di alcuni importanti servizi che Internet
g
Percentuale di popolazione UE (16-74 anni) che pratica, tramite internet, il Banking, la comunicazione con la Pubblica Amministrazione, l’E-commerce (2019) Internet Banking UE 58
Pubblica Amm.ne UE 55
Danimarca
91
Danimarca
92
Finlandia
91
Finlandia
87
E-commerce UE 20 Paesi Bassi 36 Finlandia
32
Paesi Bassi 91
Svezia 86
Regno Unito 31
Svezia 84
Paesi Bassi 81
Germania 30
Estonia 81
Estonia 80
Malta 30
Regno Unito 78
Francia 75
Lettonia 72
Austria 70
Danimarca
28
Svezia 25
Belgio 71
Lettonia 70
Belgio 24
Lussemburgo 71
Regno Unito 63
Croazia 22
Rep. Ceca 68
Irlanda 61
Francia 22
Irlanda 67
Lussemburgo 60
Slovacchia 22
Francia 66
Belgio 59
Irlanda 19
Lituania 65
Germania 59
Estonia 18
Austria 63 Slovacchia 59 Slovenia 18 permette “da casa”. Solo il 36% si Germania 61 Spagna 58 Lussemburgo 16 serve dell’Internet-Banking, rispetSlovacchia 55 Lituania 55 Polonia 14 to a una media UE superiore di 22 punti percentuali (58%): nell’UE Spagna 55 Rep. Ceca 54 Spagna 14 siamo al 25° posto davanti solo a Malta 54 Slovenia 53 Ungheria 13 Grecia, Bulgaria e Romania. Polonia 47 Ungheria 53 Austria 12 Andiamo peggio (27° posto, 23% Slovenia 47 Grecia 52 Rep. Ceca 12 della popolazione, media UE Ungheria 47 Cipro 50 Lettonia 9 55%) per la comunicazione con Croazia 46 Malta 50 Lituania 9 la Pubblica Amministrazione al Portogallo 42 Portogallo 41 Portogallo 9 fine di acquisire informazioni Cipro 41 Polonia 40 Italia 8 sugli adempimenti, scaricare e compilare modulistica; precediaItalia 36 Croazia 33 Bulgaria 6 mo solo la Romania. Grecia 31 Bulgaria 25 Cipro 3 Da noi è scarso anche l’uso Bulgaria 9 Italia 23 Romania 3 dell’e-commerce: lo adotta con Romania 8 Romania 12 Grecia 2 relativa frequenza solo l’8% della Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Eurostat popolazione (24° posto, media UE 20%) e le imprese traggono g ACCESSO A INTERNET DELLE IMPRESE da questo sistema di vendita il 12% del fatturato (22° posto, mePer quanto riguarda la dotazione infrastrutturale digitale dell’Italia, uno studio di dia UE 18%). Nomisma per Agrinsieme (v. n.1-2/2020 p.18, ndr) pone in evidenza che, nel Nord Ovest, un’impresa su due usa attivamente Internet nelle attività operative e commerciali, mentre nel Nord Est l’incidenza è un po’ più contenuta (46% delle imprese, contro un 48% in media nazionale), benché in crescita (+31% tra il 2013 ed il 2018); nelle aree del Mezzogiorno si conferma la presenza di gap (la diffusione scende al 35% al Sud ed al 33% nelle isole), ma unito ad un maggiore sforzo per colmare tale divario (+44% nel grado di utilizzo di Internet nelle imprese del Sud, contro un +27% in media nazionale). Per colmare rapidamente il divario è necessario dotarsi di tecnologie di nuova generazione e di reti innovative, come la banda larga, e mettere in atto processi di sistema innovativi (blockchain). APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 57
OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Dipingere la vecchiaia
Non è così semplice diventare vecchi. Non lo è dal punto di vista psicologico e nemmeno da quello sociale, occorre perciò un sistema in grado di offrire a tutti cure adeguate e assistenza. La salute degli anziani oltre ad un’esigenza primaria della società moderna alle prese con l’invecchiamento della popolazione, è importante anche dal punto di vista sociale. Secondo l’Istat, nel 2050, in Italia ci saranno 160 mila centenari, contro i circa 17 mila di oggi. Gli anziani e la loro salute hanno anche
un peso economico perché, al tempo stesso, sono consumatori che contribuiscono al bilancio familiare e si occupano di nipoti. Se da una parte l’età della pensione è sempre più avanti con gli anni, per la società si pone anche il problema di fornire alla terza età i migliori strumenti per avere una vita attiva e felice. Lo è ancora di più oggi perché, anche in questi tempi di Covid-19, la sfida continua ad essere quella di mantenersi il più a lungo in forma fisica e mentale.
I VANTAGGI
Esistono anche vantaggi nella vecchiaia e gli studiosi ne hanno elencati vari. Vediamo quali. Il primo riguarda le opportunità dal momento che il cervello non smette mai di imparare; per la scienza diventando vecchi si ha una maggiore capacità di concentrarsi e di riflettere che contrasta la riduzione della velocità nel recuperare nuove informazioni. Con l’età poi c’è più tempo per coltivare le proprie passioni, tempo da donare agli altri, capacità di prendere la vita dal lato migliore e sviluppare l’autoironia.
RITIRO DELLA PENSIONE DEGLI OVER 75 nel periodo di emergenza per il Covid-19. Poste Italiane e Arma dei Carabinieri hanno sottoscritto una convenzione grazie alla quale tutti i cittadini di età pari o superiore a 75 anni, che riscuotono normalmente la pensione in contanti presso gli uffici postali, possono chiedere di ricevere gratuitamente le somme in denaro presso il loro domicilio, delegando al ritiro i Carabinieri. L’obiettivo è di evitare gli spostamenti fisici delle persone a maggior rischio e tutelarle da reati a loro danno, quali, truffe, rapine e scippi. Per richiedere il servizio i pensionati potranno contattare il numero verde 800556670 o chiamare la più vicina Stazione dei Carabinieri. 58 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2020
SERVE OTTIMISMO
Per invecchiare in salute e contrastare lo scorrere del tempo è necessario essere ottimisti. Lo ha rilevato una ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the Natural Academy of Sciences, che ha esaminato 70 mila donne e 1500 uomini, seguendoli rispettivamente per 10 e 30 anni. Secondo i risultati dello studio, le donne con un’attitudine positiva verso la vita vivono circa il 15% in più rispetto a quelle con un approccio negativo. La vita premia gli ottimisti anche nel caso degli uomini, con un 11% di durata in più rispetto ai pessimisti. Il segreto della longevità potrebbe quindi essere nella capacità di riuscire a vedere il mondo attraverso occhiali rosa.
Ginnastica in quarantena
Chiuse palestre, piscine e centri sportivi, vietate le passeggiat,e è necessario, comunque e ad ogni età, durante la quarantena, fare movimento, anche organizzandosi fra le mura domestiche. Stabilire una routine che includa anche l’attività fisica è necessario per salvaguardare la propria salute. Sono sufficienti da dieci minuti a una mezz’ora al giorno da dedicare a semplici esercizi di ginnastica, stretching e rinforzo muscolare. È utile anche salire le scale evitan-
do l’ascensore. Per i 13 milioni di over 65 italiani occorre dedicarsi a qualche attività fisica per migliorare la propria elasticità, per sollecitare lo scheletro e la muscolatura, aiutando così a prevenire osteoporosi e la perdita di massa muscolare. Ma non solo, il movimento, soprattutto in questi tempi d’incertezza, ha anche il vantaggio di un impatto psicologico positivo, che permette di vivere la terza età più serenamente e consapevolmente.
INVECCHIARE IN SALUTE, si può fare molto a livello di prevenzione. Un’alimentazione corretta, senza abusare di alcool, è importante, così come è fondamentale continuare a muoversi per contribuire a stimolare la produzione di ormoni, che diminuiscono con l’invecchiamento. Alimentarsi in modo sano significa mangiare frutta e verdura, prodotti integrali freschi e vitali. Formaggi, uova e pesce ricco di Omega 3 sono da preferire insieme ai derivati della soia. Una camminata giornaliera a passo sostenuto aiuta a mantenere in forma fisico e cervello e ci auguriamo che i nostri anziani possano tornarlo a farlo il prima possibile, una volta cessata la quarantena. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 59
AGRITURISMO
di Elisabetta Tufarelli
RECHSTEINER A S. NICOLÒ DI PONTE DI PIAVE (TV)
Pronti a ripartire
S
iamo in piena Marca Trevigiana, nell’agriturismo Rechsteiner, una tipica casa colonica annessa ad una villa veneta seicentesca ricca di fascino e di storia, dove incontriamo Floriano von Stepski Doliwa, diretto discendente di un’importante famiglia nobile mitteleuropea, che conduce l’impresa. “La nostra - racconta - è un’azienda complessa. La principale attività, in una zona particolarmente vocata, è la produzione di vini, provenienti esclusivamente dai nostri vigneti, poi nel ‘96 abbiamo aperto l’agriturismo”. L’azienda è bellissima e ha uno charme particolare; è completamente immersa nella campagna circostante dando un colpo d’occhio meraviglioso.
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“Siamo su queste terre - spiega Floriano - fin dai tempi del mio bis bis nonno, che era console a Venezia e, nel 1881, ha rilevato l’azienda e la villa. Abbiamo mantenuto il nome Rechsteiner per conservare la tradizione di famiglia ed oggi siamo alla quinta generazione”. L’agriturismo offre dieci camere doppie e quattro appartamenti, tutti arredati con mobili di famiglia, che trasmettono il calore rustico ed accogliente della casa di campagna. Rechsteiner è il luogo perfetto capace di coniugare l’efficienza moderna con la storia e la tradizione. Nell’agriturismo funziona anche un ottimo ristorante aperto a tutti, su prenotazione, nel al sugo di gallo o le rondelle di faraweekend che offre piatti della cuci- ona. Si possono degustare e acquina tipica locale, come le pappardelle stare gli ottimi vini DOC e DOCG tipici della zona: Carmenère, Merlot e Malanotte tra i rossi e Manzoni Bianco e Tai - oltre naturalmente al Prosecco - tra i bianchi. A soli 20 chilometri da Treviso e 40 da Venezia è una località ideale per esplorare i dintorni, ma anche per una vacanza all’insegna della tranquillità e del benessere psico-fisico. Molte sono le attività artistiche organizzate. “Offriamo - specifica l’imprenditore - principalmente corsi di musica, flauto traverso e pianoforte ospitando musicisti di fama internazionale. Una settimana o dieci giorni, che culminano con un concerto. Ma siamo orgogliosi di sostenere ogni tipo di arte”. In sede si organizzano stage formativi di
alimentazione e varie attività formative. L’agriturismo è anche fattoria didattica riconosciuta dalla Regione Veneto e propone percorsi mirati di apprendimento sull’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente. A disposizione: l’orto, le piante officinali, il vigneto didattico, il parco secolare, la cantina, le arnie e gli strumenti dell’apicoltore. L’azienda è certificata VIVA - la sostenibilità nella vitivinicoltura italiana promossa dal ministero dell’Ambiente - e aderisce alle PPL (piccole produzioni locali) per la commercializzazione in ambito locale dei propri prodotti. Anche opportunità provenienti dal cicloturismo e dall’organizzazione di matrimoni “rurali” vengono seguiti con attenzione grazie anche all’apporto associativo di Agriturist che ha promosso due club di
prodotto specifici “agricycle” ed “agriwedding”. L’agriturismo è aperto anche per feste, matrimoni, comunioni ed eventi ma, da marzo, con il Coronavirus si è interrotto tutto. Abbiamo avuto disdette fino a luglio. Sono rimasti in piedi, non ancora cancellati, un corso di chitarra classica e alcuni AGRITURISMO RECHSTEINER
Via Monte Grappa 3, S. Nicolò di Ponte di Piave (TV) Tel. 0422807128 - Fax 0422808084 Email: agriturismo@rechsteiner.it www.rechsteiner.it/agriturismo
di pianoforte, ma la cosa tragica è che siamo completamente fermi e non arrivano nuove prenotazioni”. Cosa servirebbe e quali i vostri progetti? “Usiamo questo arresto forzato come un periodo di riflessione e formazione, sperando che tutto finisca presto. Dopo siamo convinti - conclude l’imprenditore - che avremo un vantaggio competitivo rispetto ad altri tipi di offerte turistiche. Certamente, dopo la lunga quarantena, ci sarà forte richiesta di un turismo lento, con spazi aperti e la riscoperta dei valori della natura, della salute, dei prodotti genuini e della sostenibilità. Intanto, però, ci servirebbe un’iniezione di liquidità, che sia veloce e non sia un prestito. Occorre anche maggiore flessibilità nei contratti di lavoro”. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 61
VINO
di Gabriella Bechi
ENOTECA IL GOCCETTO A ROMA
Tirata su la saracinesca
L
a vecchia lavagna con il ricco elenco dei vini in mescita è ancora lì, ma vuota. Così come sono ancora lì, dietro al grande bancone, Anna e Sergio, con i figli Federico e Flavio. Ma a Roma, nella storica enoteca Il Goccetto (Goccio per gli amici), in via dei Banchi Vecchi, a due passi da piazza Campo dei Fiori e Piazza Navona, tutto è cambiato. Fino a poco tempo fa, all’ora dell’aperitivo, all’interno e davanti a questo piccolo locale, nato nel 1983 grazie all’intraprendenza di Anna e Sergio, si affollavano centinaia di persone: giovani e meno giovani, esperti o semplici curiosi, giornalisti, sommelier, amici affezionati, stranieri di passaggio o richiamati dalla fama che questo luogo ha anche all’estero. Una sorta di tempio del vino, ma non un luogo di culto, quasi asettico,
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dove ci sono persone che assaggiano in silenzio, ma una tipica bottega romana (come recita l’antica insegna “Vino e Olio” rimasta lì a segnare il passare del tempo) vivace e verace, dove la cultura conviviale dell’osteria si fonde con quella vinicola, solida come la pietra. Il 10 aprile, con l’ordinanza che ha chiuso tutti i locali della Capitale, per il Goccetto tutto è cambiato, non solo per i suoi clienti, ma soprattutto per i proprietari, che tra
l’altro avevano recentemente fatto importanti investimenti in ristrutturazioni. Tutto si è fermato. Ma da una decina di giorni Il Goccetto ha tirato su la saracinesca e Anna, Sergio, Federico e Flavio sono di nuovo lì. L’intraprendenza li ha premiati ancora una volta. Rispolverata una vecchia licenza di alimentari in loro possesso, hanno potuto riaprire e vendere scatolame, sottoli, pasta, acqua, olio, dolciumi e anche vino. E, contemporaneamente, hanno iniziato una nuova avventura: la vendita a domicilio. Una bella notizia per i clienti della zona, ma anche per amici affezionati che, ben felici di dare una mano ad Anna e Sergio e ai loro figli, possono ora scegliere tra le oltre 800 etichette selezionatissime, che coprono l’intero territorio nazionale, tanta Francia, e gli altri principali Paesi esteri. E una bella soddisfazione per Anna e Sergio che in qualche modo hanno ripreso a lavorare. Ancora per un bel po’ lontani dal chiacchericcio, le risate, le discussioni colte di un tempo, ma con nel cuore la voglia e la speranza di ricominciare presto.
ANTICO FORNO ROSCIOLI A ROMA
A casa con gusto
I
l Coronavirus si è abbattuto in maniera inesorabile anche in quello che è il distretto gourmet per eccellenza della Capitale, quello creato dalla famiglia Roscioli. Si è iniziato con l’Antico Forno, avviato da Marco Roscioli nel 1972 rilevando un’attività risalente all’800. Da allora, qui non si è mai smesso di sfornare pane, pizze e prodotti da forno. Negli ultimi 15 anni, grazie all’intraprendenza dei figli Pierluigi e Alessandro, le attività di famiglia si sono allargate fino ad abbracciare praticamente tutto il mondo della gastronomia, o quasi. Adiacente al forno è nata una piccola rosticceria, con una ricca e prelibata proposta di piatti espressi. A poche decine di metri la pizzicheria di famiglia è stata trasformata in una “bottega gourmet con cucina”, anticipando quello che poi sarebbe diventato un concept replicato da molte altre insegne in tutta Italia. Infine, l’ultimo nato di casa Roscioli, nel 2016: il bar, a due passi dal ristorante-salumeria,
uno dei primi locali a portare in città gli specialty coffee, pregiati caffè da bere possibilmente in versione filtro, accompagnati da deliziosi lieviti e dolci o da golosi panini e tramezzini gourmet. Nella saletta retrostante, ci si può sedere attorno all’unico tavolo rettangolare per godersi un aperitivo. Una storia fatta di persone, di antichi saperi e sapori, e di coraggiosa imprenditoria, che ora si trova costretta a fare i conti con un nemico inaspettato. Dal 10 di aprile sono stati chiusi il ristorante e il bar, mentre hanno continuato a restare aperti il forno, la gastronomia e la salumeria. Ma il modo di lavorare è cambiato. Una grossa parte del fatturato del forno arrivava dalla fornitura a ristoranti e hotel di fascia alta, ora completamene fermi, che in parte sono stati sostituiti dalla GDO. I clienti privati sono ancora tanti, come dimostra, la lunga fila davanti al negozio, ma niente in confronto ai numeri abituali. Così Pierluigi ed Alessandro
Coda distanziata davanti all’ingresso dell’Antico Forno Roscioli
Alessandro e Pierluigi Roscioli
hanno deciso immediatamente di passare all’azione con la consegna a domicilio. Telefonando all’Antico Forno Roscioli, dalle 7,30 alle 15,30, oppure registrandosi sulla pagina dedicata ad Antico Forno Roscioli o al link “cosaporto.it/partner/anticoforno-roscioli”, utilizzando il codice “acasacongusto”, in circa due ore, in modalità di consegna contactless, cioè senza contatto, si possono ricevere a casa, in tutta Roma, pane, pizze, torte salate, ciambelloni, dolci, biscotti ed anche l’impasto per fare la pizza. In più, ogni giorno si possono prenotare piatti pronti della gastronomia, le cui foto appaiono giornalmente sulla pagina facebook del Forno: lasagne, cannelloni, gnocchi, parmigiana, pollo arrosto con patate, polpette al sugo, carciofi alla romana e verdure di stagione. Alla fine di marzo, poi, ha riaperto, sempre in modalità delivery, anche il bar, da cui è possibile ordinare una golosa prima colazione, - caffè, maritozzi, cornetti, bombe, e anche un kit aperitivo, formato da cocktail, maritozzi salati, mandorle tostate, olive e patatine. APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 63
BUONO A SAPERSI
INIZIATIVE CULTURALI ONLINE PER IL PERIODO DELLA QUARANTENA
Virtual tour
N
el periodo di quarantena si può effettuare, comodamente dal divano di casa, un tour virtuale dei maggiori musei di tutto il mondo. Ci sono pure il Louvre di Parigi, il National Gallery of art di Washington, il Museo archeologico di Atene, che hanno messo a disposizione su Internet le proprie collezioni, così come le passeggiate virtuali nelle sale. Fruibile anche Museo del Prado di Madrid, con una delle più vaste collezioni che raccoglie opere di pittura e scultura dal X al XIX secolo. L’Hermitage di San Pietroburgo mostra online i capolavori di Caravaggio, Leonardo, Filippo Lippi, Raffaello, Velazquez e Canova, gli impressionisti e Picasso. Il British Museum, invece, ha da esibire i suoi Van Gogh, Michelangelo e Raffaello. E poi il Metropolitan di New York offre una galleria multimediale in cui perdersi. Il ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, insieme a Google Arts & Culture ha realizzato l’iniziativa “Art you ready?” per tenere viva l’attenzione sul patrimonio culturale italiano (con visita virtuale delle sale grazie alla tecnologia Street View). “La cultura non si ferma” è invece la nuova pagina del sito del ministero che raccoglie le iniziative virtuali organizzate dai luoghi della cultura statale, dal mondo dello spettacolo, della musica e dell’audiovisivo, a seguito dell’emergenza Covid 19.
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Distinta in sei sezioni - musei, libri, cinema, musica, educazione e teatro - la piattaforma mette a disposizioni una ricca offerta di video, contenuti web e iniziative social fruibile da casa, senza rinunciare a entrare così in contatto con l’arte e la cultura anche in questa difficile circostanza. In particolare sono molti i musei che continuano a raccontare le proprie collezioni sulla rete con tour virtuali e aneddoti su opere e artisti. Per essere aggiornati sulle diverse iniziative c’è il sito www.beniculturali.it/virtualtour. Da segnalare il Museo egizio di Torino che sul suo sito propone un tour delle sale restaurate mentre su Facebook passa in
rassegna la collezione. Anche la Pinacoteca di Brera ha in atto una strategia online per mostrare i suoi tesori al pubblico da casa. Dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze la mostra virtuale “Non per foco ma per divin’arte”, su Dante e l’arte. Grande interesse poi per il Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, che fa visitare virtualmente le gallerie del museo e le mostre attualmente in corso. L’Archivio di Stato di Viterbo sta pubblicando quotidianamente, per tutta la durata della chiusura al pubblico, documenti archiviati di importanza storica. (G. M.)
CARTOLINE DALLE WEBCAM
Il Paese sospeso
L’
Italia visto dalle webcam, ai tempi del Coivd-19, è un Paese sospeso, dilatato, popolato di reliquie e svuotato di umanità; improvvisamente abbandonato dai suoi abitanti, ora confinati in casa. Graziano Panfili ha estrapolato e, successivamente, rielaborato alcuni fotogrammi ripresi da 18 webcam istituzionali, installate su spazi aperti e luoghi pubblici: piazze, strade, monumenti, chiese. Panfili è un artista poliedrico che approda alla fotografia dopo essersi dedicato per diversi anni al disegno, alla pittura e al fumetto. Ama realizzare progetti personali
g
e opere fine art che, negli anni, gli hanno permesso di esporre in musei e gallerie di diversi Paesi del mondo e di affermarsi in prestigiosi concorsi con più di una cinquantina di premi. Quelle presentate sono istantanee di luoghi solitamente affollati e pullulanti di vita, che la diffusione del Coronavirus e i provvedimenti restrittivi per evitarne la diffusione, hanno trasformato in monumenti alla solitudine, in scenografia senza attori. Scatti, rigorosamente in bianco e nero, oggettivi, memorizzati da un freddo occhio tecnologico e adattati a posteriori da uno sguardo umano che ha
restituito ad essi corpo e anima, armonia e bellezza. “C’è qualcosa di disperato e sereno che si prova nel guardare queste foto annota Panfili -. Sembrano cartoline da un tempo che non ci appartiene, che ci vede non più protagonisti. Invece, è il nostro tempo: e quelle sono le nostre città. È una sospensione, per fortuna, un dilatamento della realtà”. Le ‘sue’ immagini pulsano pur nel loro vuoto, nel silenzio che le avvolge, in un rinnovato senso della distanza con cui tutti noi abbiamo familiarizzato e che vale la nostra vita. E il nostro domani.
L’AMORE IN GABBIA
Ognuno chiuso nella sua gabbia, nella sua monade, verrebbe da dire pensando a Leibniz. E poi le maschere che separano e isolano pure i sentimenti. La globalizzazione vista come un mondo che separa invece di unire. Gli scatti d’autore di Marilù S. Manzini - fotografa ma anche scrittrice, pittrice e regista del film, in uscita, “Il Quaderno nero dell’amore” - raccontano il distanziamento, l’allontanamento, l’impossibilità di un bacio, l’incontro negato. Le circostanze imprigionano i sentimenti e bloccano le emozioni, deflettendo così le azioni. Le foto di Manzini sembrano scattate oggi, a rappresentare l’uomo davanti al virus. In realtà l’autrice le ha realizzate un anno fa, quando l’emergenza Covid-19 ancora non esisteva. È proprio vero che gli artisti sono persone sensibili, che spesso captano prima degli altri ciò che accade o potrebbe succedere realmente. (G. M.) APRILE 2020 | MONDO AGRICOLO | 65
CAMPI SONORI
di Gaetano Menna
IL NUOVO DISCO DI JET SET ROGER
La notte del confronto
I
l nuovo, suggestivo disco di Jet Set Roger (alias Roger Rossini) “Un rifugio per la notte” (Snowdonia) è, allo stesso tempo, un saggio letterario, un fumetto d’autore del bravo illustratore serbo Aleksandar Zograf e una raccolta di ballate. E tutti questi elementi ruotano intorno ad un racconto di Robert Louis Stevenson che ha per protagonista il controverso poeta medievale francese François Villon, dalla vita travagliata ed eretica. Un CD con un libello di 40 pagine, realizIl poeta maledetto zato con cura, sull’incontro nottur- Il bene ed il male. L’uno è no tra Enguerrand de la Feuil-lée lo specchio deformato dell’altro
FRIULI SPERIMENTALE
Paleo word
F
riuli sperimentale, inatteso, nuova frontiera musicale. Il progetto con il chitarrista Fabrizio Citossi e che vede presente anche il noto trombonista Giancarlo Schiaffini, ha un nome affascinante, “Autostoppisti del magico sentiero”; il gruppo realizza il disco “Sovrapposizione di Antropologia e Zootecnia” (New Model Label, uscito il 24 aprile). Una visione antropologica racchiusa in un contesto musicale, che unisce jazz sperimentale, musica d’avanguardia, contemporanea, post prog, rumoristica. Ma ciò che conta nei cinque brani proposti è soprattutto la parola - i testi tratti da “Le vie dei canti” di Bruce Chatwin recitata dallo scrittore/attore Angelo Floramo. In evidenza il brano “Paleoword”, che è uno sguardo sulle lingue primitive, che consistevano di parole molto lunghe, piene di suoni difficili e cantate più che parlate. “Stanzialità intesa come bene di consumo” (su scritto di Chatwin del 1953) in epoca di quarantena, è ancor più significativo.
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e Villon, l’uno specchio deformato dell’altro, come saranno poi Dr. Jekyll e Mister Hyde. Per Roger, dunque, ancora uno sfaccettato concept album/fumetto (come il precedente “Lovercraft nel Polesine”, v. Mondo Agricolo n.11/2016, ndr) ma, in questo caso, con una particolare ambientazione letteraria; un racconto d’avventura tetro che poi diventa un dibattito di filosofia morale tra i due personaggi. Tutto il disco è intriso di filosofia, teatralità e grandi suoni e l’autore sta ipotizzando ora di farlo diventare un’opera rock. Tra gli 11 brani, in evidenza, “Ballata degli impiccati, “Dom Nicolas”, “Ballata delle dame di un tempo”. “Carnevale” è un po’ il manifesto del disco e ne racchiude la chiave poetica.
Racconto di note Il nuovo album di piano solo di Daniela Mastrandrea, “Mondi paralleli”, è un racconto di note. La pianista pugliese propone 14 brani di impostazione classica ma che sanno essere narrativi. Pensiamo alla title track, sulla dualità, sui vari livelli di conoscenza, andando sempre più in profondità. “Danza lenta”, ispirato all’omonima poesia di David L. Weatherford, è un invito ad aprire il proprio cuore ed a vivere le gioie del presente (“La vita non è una corsa, prendila con più calma, ascolta la musica prima che finisca la tua canzone”, recita la lirica). “L’ignoto” - composizione di grande temperamento - riesce a evidenziare l’uomo davanti all’imprevedibile, con l’accavallarsi impetuoso di stati d’animo. Si entra pure ne “La stanza dei ricordi” che ha le sembianze di un carillion, con ballerini che volteggiano in un valzer. In chiusura “Jèlena”, che nasce pensando ad una bambina di 11 mesi che, in braccio a suo padre, ascolta una dolce ninna nanna.
Grazie
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ALLA FILIERA AGROALIMENTARE ITALIANA CHE
non si ferma!
TOGETHER.
Anche in queste circostanze eccezionali, BKT è sempre al fianco degli agricoltori che, con passione e responsabilità, continuano senza sosta il proprio lavoro nei campi. Grazie a loro, le aziende della filiera agroalimentare sono in grado di proseguire la propria attività, consentendo a tutte le famiglie di avere in tavola i frutti della terra. Insieme, non ci fermiamo mai.
IMPORTATORE PER L’ITALIA
Via di Castelpulci, 12/C 50018 Scandicci (FI) Tel: 055/73751 Fax: 055/7375232 agricoltura@univergomma.it www.univergomma.it