AGRONETWORK E INNOVAZIONE • FINANZA VERDE • OIV SU VIGNETO MONDIALE • DONNE DEL VINO • GARBELLINI A ANPA DIFESA SOSTENIBILE • OLIVI ITALIANI • CONFAGRI DONNA TOUR • SYNGENTA SU FAKE NEWS • DURUM DAYS • EUROFLORA
Ricomporre l’Europa Una nuova politica agricola per il dopo Brexit A Bruxelles si è avviato il negoziato sul quadro finanziario 2021-2027 Cibus: agroalimentare punta su export e nuovi consumi “Agritech” in Israele: innovazione fa crescere l’agricoltura smart Anno LXIX - n. 5 - Maggio 2018 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
L’ E D I T O R I A L E nnn
La rotta della competitività
È
fondamentale saper tenere la rotta soprattutto se si solcano mari agitati come quelli in cui ci troviamo. I vari fronti critici aperti non ci fanno desistere dall’impegno di perseguire crescita e sviluppo per l’agricoltura italiana e per le nostre imprese. A livello internazionale assistiamo in questo periodo a prese di posizione non condivisibili, come quella USA a proposito dei dazi sull’acciaio, misure protezionistiche preoccupanti che potrebbero estendersi in futuro anche ad altri settori e Paesi, rischiando di scatenare una pericolosa guerra commerciale. Come Confagricoltura da sempre siamo a favore piuttosto dell’abbattimento di barriere tariffarie, naturalmente sempre in ossequio alla sicurezza alimentare ed al principio di reciprocità. Continuiamo a tessere sempre più rapporti con altri Paesi, perché profondamente convinti che la visione dell’economia oggi non possa che essere globale. In questi anni, ad esempio, abbiamo consolidato la cooperazione con Israele, che ha un modello di agricoltura fortemente orientato alla ricerca ed all’innovazione, dal cui confronto possiamo trarre molti vantaggi. Per questo di recente siamo stati a Tel Aviv, ad “Agritech”, la più grande mostra internazionale sulle tecnologie agricole e sull’innovazione in campo agroalimentare. Oltre alle relazioni tra singoli Paesi, per essere competitivi sui diversi mercati è fondamentale anche un’Europa forte e coesa. E’ sempre più evidente la necessità di una visione comune europea, centrata su sviluppo e crescita, un binomio da cui il parlamento europeo che sarà eletto tra un anno non potrà prescindere. Per quanti cambiamenti o defezioni potrà subire, l’Unione europea resta il nostro futuro. Centralità dell’Europa, centralità dell’agricoltura, centralità delle imprese. Servono politiche che tengano conto di questi tre perni, necessari e in fortissima correlazione tra loro. Mentre il taglio ai fondi all’agricoltura proprio come proposto dalla Commissione europea recentemente sembra negare la centralità del nostro settore. Occorre invece salvaguardare il budget destinato all’agricoltura europea per la crescita di tutte le imprese, senza alcuna discriminazione. Su questo ci stiamo battendo e ci batteremo. Di questo e della PAC post 2020 abbiamo parlato con il commissario europeo all’Agricoltura Hogan, incontrato a Parma in occasione del Cibus, al quale abbiamo avanzato anche la proposta di un’Agenzia europea per la presentazione delle domande Pac. E’ urgente infine, al nostro interno, quella stabilità politica che ci consenta di giocare la partita del futuro con il ruolo che le nostre imprese meritano: ovvero un ruolo da protagonisti. Massimiliano Giansanti MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 3
SOMMARIO L’EDITORIALE La rotta della competitività Massimiliano Giansanti ..................
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FOCUS CIBUS Partenza sprint Anna Gagliardi........................... 26
APERTURA INTERNAZIONALIZZAZIONE Puzzle Europa Gaetano Menna ........................... 6
Gli olivi raccontano l’Italia Gabriella Bechi ........................... 29
Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI
Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n.33755000 Intestato a: Sepe - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950
Cooperazione con Israele G.M. ....................................... 10 ATTUALITÀ BUSINESS Finanza verde Gaetano Menna .......................... 12 FOCUS VINITALY-SOL L’ ombelico del mondo enoico Gabriella Bechi ........................... 14
Pubblicità
ATTUALITÀ SOSTENIBILITÀ Lotta integrata e intelligente Cl. Cos..................................... 39 ATTUALITÀ INFORMAZIONE Le bugie che fanno male all’agricoltura Claudio Costantino ...................... 42 ATTUALITÀ RAPPRESENTANZA Il presidente degli over 65 Elisabetta Tufarelli ...................... 48 UNCAI NOTIZIE Le news dei contoterzisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Confagricoltura
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Rubriche Mappamondo Nuova Aquitania. . . . . . 37
Dopo la Brexit Anna Gagliardi........................... 20
EPS Chi paga per i cinghiali?.. . . . . . . . 52 Campi rosa Due domande a… .. . . . . . 53
Gocce di vino Anna Gagliardi........................... 22
Organizzazione Food & Science. . . . . 54
Le donne del vino Gabriella Bechi........................... 24
Anga Convegno Quadri. . . . . . . . . . . . . . 57
Enapra Ricerca Wine Monitor. . . . . . . . 56
Over 65 Robot. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
coltiviamo competenze
ENAPRA Ente di Formazione di Confagricoltura www.enapra.it
APERTUR A INTERNA ZIONALIZZ A ZIONE
Puzzle Europa A Bruxelles la discussione sul budget e sul futuro della Pac. A Parma Giansanti ha incontrato il commissario Hogan di Gaetano Menna
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l Consiglio Affari Generali della UE, il 14 maggio, ha dato il via ufficiale al negoziato sulle proposte della Commissione europea relative al quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027. Ciò in preparazione del vertice tra i capi di Stato e di Governo in programma a fine giugno. Due giorni dopo la commissione per l’Agricoltura del Parlamento europeo ha adottato il rapporto preparato dal deputato Herbert Dorfmann sul futuro della politica agricola comune. La relazione ha espresso un chiaro invito a definire un solido quadro politico comune a livello UE, volto a «garantire il reddito degli agricoltori e soddisfare più efficacemente le aspettative della società nel suo complesso». «Per quanto riguarda il budget agricolo, la proposta della Commissione
«I due pilastri della Pac siano coerenti e complementari» è inaccettabile», ha subito dichiarato il presidente confederale, Massimiliano Giansanti. Ed ha ricordato come, a valori costanti, il Centro Studi di Confagricoltura abbia prospettato una riduzione degli aiuti diretti del 12% e, per i programmi di sviluppo rurale, il taglio sarebbe di quasi il 25%. Giansanti ha sollecitato i rappresentanti dell’Italia ad assumere, da subito, una posizione determinata per l’invarianza in termini reali del bilancio destinato all’agricoltura e per la tutela di tutte le imprese agricole, senza distinzioni e discriminazioni. Le Organizzazioni agricole di tutta Europa si sono unite nel rilasciare dichiarazioni; in particolare i rappresentanti degli agricoltori francesi hanno
«Un’Agenzia europea per la presentazione delle domande Pac» invitato il presidente Macron «ad assumersi le proprie responsabilità nell’assicurare un bilancio sufficiente per zone rurali dinamiche». Alla vigilia degli appuntamenti di Bruxelles, a Parma, il presidente Giansanti ed i vicepresidenti Falchi, Cilento e Lasagna avevano incontrato - a margine di Origo, il Forum globale sulle indicazioni geografiche - il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan. In tale occasione, ribadendo le posizioni confederali, Giansanti aveva riconosciuto al commissario il merito di avere contenuto al 4% il taglio agli aiuti diretti laddove, all’interno della Commissione, si proponevano riduzioni draconiane e trasferimenti al secondo pilastro. «È un grande risultato - ha commentato - il fatto che la Pac sostenga, in primo luogo, il reddito degli agricoltori». Il commissario europeo, dal canto suo, ha giudicato estremamente interessan-
te la proposta del presidente confederale di creare un’Agenzia europea per la presentazione delle domande Pac. Ritornando sulle proposte della Commissione, Giansanti ha ridadito che «Bruxelles dimentica che l’agricoltura assicura ai cittadini produzioni abbondanti, stabili e con requisiti di qualità e sicurezza che sono all’avanguardia a livello mondiale. Inoltre, l’attività degli imprenditori agricoli contribuisce alla gestione dello spazio rurale e alla protezione delle risorse naturali. Per questo, il settore primario rientra a pieno titolo tra i cosiddetti “beni pubblici” che l’Unione europea ha l’obbligo di tutelare e di valorizzare nell’interesse della collettività». Ferma contrarietà al taglio proposto per i contributi diretti della Pac. I trasferimenti in questione non hanno una finalità di natura sociale, ma costituiscono una rete di protezione minima a fronte dei rischi naturali ed economici ai quali sono esposte le aziende agricole. È quindi immotivata e contraddittoria la proposta della Commissione, che intende obbligare gli Stati membri a limitare gli
da sin: Lasagna, Giansanti, Hogan, Falchi e Cilento
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APERTUR A INTERNA ZIONALIZZ A ZIONE
aiuti diretti destinati alle imprese di maggiore dimensione, fissando un massimale aziendale o introducendo un sistema di degressività (riduzione progressiva) del sostegno in funzione degli ettari. In pratica si finisce per discriminare le imprese che assicurano la parte preponderante dell’occupazione e della produzione lorda vendibile del comparto; che sono meglio integrate con il settore
della trasformazione e più idonee a realizzare un processo di innovazione tecnologica, indispensabile anche per far fronte alle nuove sfide poste dal cambiamento climatico. Giansanti ha anche espresso soddisfazione per l’invito della Commissione Agricoltura del PE che vi sia “coerenza e complementarità” tra i due pilastri della PAC (pagamento diretto e sviluppo rurale), con mi-
LA GUERRA DEI DAZI COMMERCIALI
In più occasioni il presidente è tornato sulla “guerra dei dazi” che rischia di accrescere gli squilibri di mercato. Si parte, dall’acciaio, ma si può arrivare facilmente all’agricoltura ed all’agroalimentare, con effetti molto negativi per un Paese come il nostro. Nel rispetto del ruolo del lavoro ed in ossequio alla sicurezza alimentare che sempre deve essere al centro dell’ azione, quello che si deve perseguire è l’abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffari. Nell’epoca degli accordi bilaterali basta che una delle parti non sia d’accordo per trovarsi di fronte all’imposizione di dazi. Nel solco della nostra tradizione Confagricoltura ha sollecitato il ritorno ad accordi multilaterali capaci di valorizzare le nostre produzioni di qualità. «Ho più volte detto – ha concluso il presidente Giansanti - che l’Europa deve essere compatta e dura nei confronti di questo approccio alla politica commerciale di Trump, arrivando a chiedere l’apertura di un panel del WTO». 8 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
sure ambientali nel primo pilastro e strumenti per promuovere ulteriori iniziative ecologiche nel secondo pilastro. Inoltre, per far fronte all’incertezza del mercato, gli strumenti di gestione del rischio dovrebbero diventare un elemento centrale nella prossima PAC. Tuttavia, ciò non dovrebbe ridurre la responsabilità delle Istituzioni europee in materia di gestione delle crisi. nnn
In Israele la 20° edizione di Agritech, importante mostra internazionale sulle tecnologie. In primo piano la coltivazione smart e di precisione
Fiera dell’innovazione
L’
agricoltura israeliana ha sempre puntato fortemente sull’innovazione per superare i gap strutturali. Quello dell’agricoltura israeliana e della stretta interrelazione tra mondo produttivo e ricerca scientifica, è un modello da perseguire. La razionalizzazione dell’acqua e l’uso di impianti di irrigazione a goccia, le coltivazioni idroponiche fuori suolo, la solarizzazione del terreno, il riutilizzo delle acque reflue anche urbane, la fecondazione artificiale delle vacche da latte, sono alcune delle principali iniziative nate o comunque progredite in Israele, grazie alla ricerca, permettendo al settore primario di fare un salto di qualità. Per comprendere i progressi che continua a compiere l’agricoltura israeliana si è rivelata fondamentale la visita ad Agritech, giunta alla 20° edizione. La mostra internazionale di Tel Aviv sulle tecnologie agricole e sull’innovazione - svoltasi dall’8 al 10 maggio - è una delle manifestazioni fieristiche più importanti nel panorama internazionale e una vetrina fondamentale sull’agricoltura del Mediterraneo. Al suo interno c’è
stato “Innovation Pavilion”, l’area speciale dedicata alla visualizzazione degli ultimi sviluppi e della tecnologia più innovativa. Molte le ricerche realizzate sulla coltivazione intelligente che si avvale di big data, notizie da satelliti dati rilevati sul campo attraverso sensori per la gestione ottimale delle risorse. Teshuva Agricultural Projects ha proposto il “tapkit” per costruire la serra modulare per colture idroponiche; il kit prevede tavoli, tubi ma anche semi e fertilizzanti fino al packaging. Netafim - che con l’invenzione dell’irrigazione a goccia nel 1965, rivoluzionò la gestione idrica delle colture - ora punta sull’irrigazione di precisione e smart, con la consapevolezza che l’acqua, in aree desertiche come quelle israeliane è un bene preziosissimo che va gestito al meglio. L’agricoltura, nelle regioni aride e semi-aride, è stato il focus della conferenza scientifica di Agritech. Nell’incontro è emerso come il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, i fenomeni meteorologici estremi, la carenza idrica e la desertificazione, richiedano nuovi approcci e soluzioni per rendere più efficiente l’agricoltura ai margi-
ni del deserto. Nella conferenza si è ragionato anche su come si possa e si debba favorire la crescita nelle aree più difficili di un Paese. Israele nella regione di Arava, nel deserto del Negev, ha investito risorse e ricerche, ha favorito gli insediamenti umani; oggi, in Arava si produce il 60% dell’export israeliano di vegetali. È un esempio concreto anche per alcune aree del nostro Mezzogiorno. (G. M.)
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APERTUR A INTERNA ZIONALIZZ A ZIONE
Cooperazione con Isra Il presidente Giansanti ed una delegazione hanno incontrato a Tel Aviv il ministro dell’Agricoltura Uri Ariel di Gaetano Menna
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l presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nel viaggio in Israele, è stato ricevuto dal ministro dell’Agricoltura Uri Ariel. Nell’incontro, molto cordiale e proficuo, il ministro Ariel e Giansanti hanno concordato di svolgere un’iniziativa comune, a Roma in autunno, per festeggiare il doppio, concomitante appuntamento dei 70 anni della fondazione dello Stato di Israele e dei 70 anni della rifondazione di Confagricoltura nel dopoguerra. «In questi anni - ha osservato il presidente confederale - abbiamo consolidato un’importante cooperazione con Israele. Dallo scambio di conoscenze e dalla collaborazione tra le nostre agricolture possono nascere importanti benefici». L’incontro con Ariel è stato uno dei momenti clou del viaggio della delegazione di Confagricoltura, che si è svolto su invito di Israel Ex-
port Institute e dell’Ambasciata d’Israele a Roma, in occasione della manifestazione fieristica “Agritech 2018”. La delegazione, guidata dal presidente Giansanti, comprendeva anche i componenti di Giunta Giovanna Parmigiani, Luca Brondelli di Brondello, Donato Rossi ed il direttore generale Franco Postorino. Nei colloqui, prima con il ministro israeliano e poi con il senior vicepresidente per Agricoltura e Innovazione del dicastero agricolo Michal Levi, si è avuto un proficuo scambio di opinioni sulla politica europea di vicinato, sul partenariato euro mediterraneo (Euromed). «Euromed, di cui Israele è uno dei partner - ha osservato Giansanti è una componente essenziale per una maggiore integrazione sociale ed economica nella regione mediterranea, tra i vari Paesi; un’integrazione basata sull’impegno recipro-
In autunno un’iniziativa per i 70 anni di Confagri e dello Stato d’Israele
aele
Il ministro Ariel e Giansanti
co su valori comuni: democrazia e diritti umani, stato di diritto, buon governo, principi dell’economia di mercato, sviluppo sostenibile». Si è evidenziato pure come Israele sia un importante partner commerciale per l’Unione europea nell’area del Mediterraneo e come l’UE sia il primo partner commerciale per Israele con un commercio totale che ammonta a quasi 35 miliardi di euro nel 2016. La delegazione confederale, tra l’altro, ha visitato l’importante centro di ricerca Volcani Institute. Ha pure incontrato Daniel Neves e Stefano Ballerina, manager di Netafim (la multinazionale che si occupa di irrigazione di precisione); quindi si è recata presso Afimilk che si occupa di soluzioni avanzate di gestione del latte; l’azienda introdusse il primo misuratore di latte elettronico al mondo 25 anni fa. Da allora ha continuamente diffuso nuove tecnologie per aiutare gli allevatori a incrementare la propria redditività. C’è stata quindi la partecipazione alla 20° edizione di Agritech (v. pag. 9). L’obiettivo è stato quello di approfondire il ruolo della ricerca per concretizzare l’agricoltura 4.0 e di precisione, la robotica e per favorire i progressi della genomica applicata e della shelf life delle produzioni. «Gli imprenditori agricoli - ha detto il presidente confederale - guardano con grande attenzione alle tecnologie dell’agricoltura innovativa come quella d’Israele. Siamo molto interessati alla sperimentazione di nuove tecniche e ai risultati ottenuti dalla ricerca israeliana e riteniamo importante organizzare attività in collaborazione per le imprese associate. Il modello d’integrazione tra ricerca e agricoltura, qui sperimentato con successo, è quello a cui dobbiamo tendere, come sistema Italia». nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 11
AT T U ALI TÀ BU SINE S S
Seminario di AgroNetwork a Milano, al Corriere della Sera, sulle imprese dell’agrifood che uniscono profitto ed etica
Finanza verde
di Gaetano Menna
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l settore finanziario deve riconnettersi con l’economia reale, per sostenere la transizione verso un’economia circolare e per dare maggiore efficienza sotto il profilo delle risorse naturali. La sfida è quella di coniugare, sinergicamente, exploit imprenditoriale (export, mercati) e exploit sostenibile. A Bruxelles la realizzazione di una strategia dell’Ue in materia di finanza responsabile è giudicata uno dei passi fondamentali verso l’attuazione dell’Accordo di Parigi e dell’agenda Ue per lo sviluppo sostenibile. Dopo le molteplici iniziative in atto del sistema Confagricoltura su welfare, agricoltura sociale, sostenibilità, economia circolare, era giusto approfondire il tema della finanza sostenibile. Lo ha fatto ora AgroNetwork che ha riunito gli imprenditori dell’agroalimentare in un evento - che si è tenuto presso la sede del Corriere della Sera, a Milano - diretto ad individuare i nuovi strumenti finanziari per far crescere il nostro made in Italy agroalimentare in chiave Luciano Fontana sostenibile.
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«L’obiettivo principale di AgroNetwork - ha rilevato la sua presidente, Luisa Todini - è il consolidamento del principale settore manifatturiero del Paese e la costituzione di una piattaforma per accelerare i processi innovativi e
promuovere le nostre eccellenze all’estero. Ciò potrà avvenire attraverso l’approfondimento della progettualità di filiera, la creazione di reti, la realizzazione di iniziative, fiere ed eventi per il made in Italy e per l’innovazione». Il seminario - svoltosi presso la sala Buzzati del Corriere della Sera - ha delineato lo scenario e le nuove dinamiche del settore finanziario destinate al settore dell’agrifood, valutando potenzialità e rischi nella valorizzazione delle strategie di crescita sia aziendali, sia di filiera. Dopo la presentazione del seminario - da parte della pre-
Todini: «Una piattaforma per accelerare i processi innovativi e l’eccellenza»
sidente Todini e del direttore responsabile del Corriere della Sera Luciano Fontana - il direttore di Nomisma, Denis Pantini, ha presentato i dati finanziari principali dell’agrifood: «È l’unico settore manifatturiero in cui, nonostante le persistenti difficoltà di mercato, i margini operativi crescono, negli ultimi 5 anni del 20 %, dal 7,6 % a quasi il 9 % sul fatturato, il cash flow del 31%, il patrimonio netto dal 39 al 45%; si tratta di risultati importanti che danno significato a delle logiche di investimento di «lungo periodo», con incrementi stabili nel tempo”.
Quindi la prima tavola rotonda - moderata dall’imprenditore vitivinicolo Guido Folonari in cui Giancarlo Addario di Five Seasons Venture, Eugenio De Blasio del Fondo per le Energie Rinnovabili Green Arrow, Alfredo Pratolongo di Heineken, Andrea Tuccio di Manda-
rin Capital Partners e Gianpaolo Di Dio del Fondo Italiano hanno discusso su cosa investire nell’agrifood. Nella seconda tavola rotonda - moderata dal vicedirettore del Corriere della Sera Daniele Manca e dal segretario generale di AgroNetwork Daniele Rossi - Luigi Duranti di ICCREA, Salvatore Rebecchini presidente di Simest - Sace, Antonio Boselli presidente di Confagricoltura Lombardia, Andrea Lecce di Intesa Sanpaolo e Emanuele Fontana di Cariparma/Credit Agricole hanno approfondito la questione vitale: quale finanza sostenibile e paziente per l’agrifood? Fondamentale è apparsa l’innovazione per far crescere la produttività, ma anche per assecondare le scelte salutiste ed ecosostenibili di consumatori che sono sempre più esigenti (No olio di palma, No Ogm, meno sale e meno zuccheri, ecc.); chiedono poi qualità, etica produttiva, welfare. I dati finanziari, a consuntivo 2017, sono confortanti. Oltre 58 mld di euro la produzione lorda vendibile dell’agricoltura (+3,2 %), 137 mld di euro il fatturato dell’industria alimentare (+3,8 %) dei quali ben 33 mld destinati all’export (ben +7,0%), 236 mld di euro i consumi alimentari interni in Italia (156 mld in casa e 80 mld nella ristorazione); tutto con segno più, nonostante le difficoltà che incontrano quotidianamente gli imprenditori, che ora si accingono alla nuova Luisa Todini svolta. nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 13
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L’ombelico del mondo enoico
lo spazio espositivo di Confagri a Verona centro nevralgico dei comparti vitivinicolo e olivicolo. Degustazioni, verticali incontri e confronti di Gabriella Bechi
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Enrico Viglierchio (Castell
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rande successo di Confagricoltura a Vinitaly 2018. Nel grande spazio espositivo ampliato rispetto allo scorso anno e arricchito da piante e composizioni floreali giocate sui colori del vino, appositamente realizzate dalle aziende di Confagricoltura Liguria, la Grande Italia dei vini e degli oli delle aziende associate, ha fatto bella mostra di sé alternandosi in una serie di interessanti e prestigiose degustazioni. Il sipario si è alzato domenica 15 aprile con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ad inaugurare lo stand, suddiviso in più aree: la Galleria delle regioni, con tutti i territori racchiusi in alcune etichette simbolo delle Doc e Docg più rappresentative: un vero e proprio percorso guidato da un sommelier a disposizione dei visitatori; l’area di accoglienza, con un bancone bar e i vini in mescita per gli ospiti; la sala attrezzata per gli incontri e le
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La gran parte dei cento vini di Wine Spectator sono di aziende socie degustazioni guidate. Numerosi gli appuntamenti e gli incontri presso lo stand. Molti i politici intervenuti, tra cui la presidente della Camera Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente del Veneto Luca Zaia, il segretario della Lega Nord Mattei Salvini, Renato Brunetta (Forza Italia) La presenza di Confagricoltura alla più importante fiera vinicola organizzata in Italia ha avuto molteplici scopi: da un lato dare la possibilità alle aziende associate di avere un riferimento costante e puntuale, utile per gli incontri professionali con importatori e buyer, giornalisti e operatori del settore; dall’altro lo spazio è stato anche una vetrina per gli stessi produttori che hanno potuto usufruire delle sale per raccontare al pubblico i territori di origine dei vini e delle altre ec-
cellenze agroalimentari. Molte le regioni che hanno organizzato eventi con degustazioni guidate dei vini e dei prodotti tipici: la Campania, la Puglia, il Piemonte (con lo spumante metodo classico Alta Langa, il neonato Asti Secco e il Roero Arneis, abbinati al prosciutto Crudo di Cuneo Dop); la Liguria, il Veneto (con i vini di montagna), la Lombardia (con i vini delle province di Brescia, Bergamo, Pavia e Mantova), l’Emilia Romagna, (con i vini delle province di Modena e Bologna accompagnati da salame San Felice, Parmigiano Reggiano 30 mesi, aceto balsamico tradizionale e ciccioli). Il ricco programma di Confagricoltura al Vinitaly ha incluso anche alcune degustazioni, realizzate insieme a Confagri Promotion, con Daniele Cernilli, “DoctorWine”, una delle personalità più influenti in ambito enologico internazionale, ideatore e direttore responsabile dell’omonima rivista online, nonché curatore della “Guida Essenziale ai Vini d’Italia by DoctorWine”.
lo Banfi) e Daniele Cernilli
La prima, “Il giro dell’Italia in 6 cantine”, che ha visto protagoniste Kalema Negroamaro Salento IGT 2016 - Fabiana (Puglia); Vignalta Toscana Sangiovese IGT 2015 - Badia di Morrona (Toscana); Castello Fonterutoli Chianti Classico Gran Selezione DOCG, annata 2015 in anteprima; Marchesi Mazzei (Toscana); Falanghina del Sannio 2017 - Mustilli (Campania); S16 Syrah Bio Annata 2016 - Tenuta San Giaime (Sicilia); Merlot “Evante” Friuli doc Grave 2013 - San Simone di Brisotto (Friuli Venezia Giulia). Quindi, tre verticali: si è cominciato con “Oreno”, uno dei vini più premiati al mondo, un elegante taglio bordolese con tocco toscano: il Super Tuscan, blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e una piccola aggiunta di Petit Verdot, creazione della Tenuta Sette Ponti di Valdarno, nel cuore della Toscana, proposto nelle annate 2016, 2013, 2010, 2008 e 2006. Si è proseguito con “Poggio alle Mura”, il Brunello di Montalcino Docg dell’azienda Banfi. Un altro
gioiello dell’enologia italiana che nasce nei vigneti specializzati localizzati attorno al Castello di Poggio alle Mura. La verticale ha meso in degustazione le annate 2013, 2010, 2007, 2001 e 1997. Infine, un viaggio nel Chianti con l’azienda Barone Ricasoli e il suo “Castello di Brolio” Chianti Classico Gran Selezione. Il vino è la massima espressione delle migliori uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot dei vigneti aziendali, raffinata esaltazione del terroir di Brolio. La verticale con Cernilli ha esplorato le annate 2015, 2013, 2011, 2008, 2005. La partecipazione di Confagricoltura alla più importante manifestazione enologica nazionale dimostra l’interesse dell’Organizzazione per un settore nel quale è fortemente rappresentata. Quasi la metà degli
Verticali di DoctorWine con i gioielli preziosi dell’enologia italiana
espositori italiani presenti al Vinitaly sono associati a Confagricoltura, dalle aziende storiche alla cantine emergenti. E non si tratta di un primato da poco, considerati valenza e meriti del settore enoico, che oltre a creare ricchezza ed immagine, costituisce uno dei primari vettori di promozione e trasmissione del modello “made in Italy” in tutto il mondo. Un’ulteriore conferma del primato di Confagricoltura in questo comparto è arrivata da Wine Spectator: l’ autorevole rivista americana ha infatti stilato la sua ultra selezionata classifica dei cento migliori vini dello Stivale, che è stata presentata nel corso di Opera Wine, il grande evento che si svolge a Palazzo della Gran Guardia alla vigilia dell’inaugurazione del Vinitaly, scegliendo per la maggior parte vignaioli associati all’Organizzazione, designati in virtù della loro capacità di esprimere al meglio il terroir, la storia e la tradizione aziendale, i traguardi raggiunti. nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 17
S C AT T I F O T O G R A F I C I A L V I N I TA LY
di Giampaolo Atzeni
Vinoreportage «Bisogna crescere insieme: Confagricoltura e le sue imprese». Lo ha detto il presidente, Massimiliano Giansanti, incontrando al Vinitaly alcuni dei grandi imprenditori agricoli associati
Lamberto Frescobaldi titolare della storica azienda toscana con l’ambasciatrice britannica in Italia Jill Morris
Piero Antinori presidente onorario di Marchesi Antinori, da più di seicento anni impegnata nella produzione di vino
Gian Annibale Rossi di Medalana con i grandi vini del Castello del Terriccio, a poca distanza dalle prime colline di Bolgheri
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Innovazione, internazionalizzazione, formazione sono state le parole chiave degli incontri che il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha avuto a Vinitaly con alcuni grandi imprenditori vitivinicoli associati. “Sono venuto a trovarvi - ha detto il presidente - per ascoltarvi, per conoscere il vostro pensiero e comprendere le vostre necessità, perché questo è il mio modo di intendere la rappresentanza. L’impresa, con i suoi interessi, è da sempre al centro della politica di Confagricoltura e dovrà esserlo sempre di più, anche in vista delle grande sfide che attendono il nostro settore a livello comunitario e internazionale” . Incontrarsi, parlarsi, scambiarsi opinioni è l’unico modo, per il presidente Giansanti, per crescere insieme: Confagricoltura e le sue imprese. (G.B.)
Onofrio Spagnoletti Zeuli titolare dell’azienda Conte Spagnoletti Zeuli 600 anni storia legati a Castel del Monte, ad Andria
Piernicola Leone de Castris il suo Five Roses è stato il primo vino italiano rosato ad essere commercializzato in Italia nel 1943
Stefano Perini amministratore delegato dell’azienda Il Poggiarello, eccellenza dei Colli Piacentini
Filippo Gaslini Alberti titolare dell’azienda Badia della Morrona in provincia di Pisa
Giancarlo Fancel e Alessandro Marchionne presidente e amministratore delegato di Genagricola
Francesca Planeta titolare della storica azienda siciliana Planeta Vini
Vittorio Moretti presidente del gruppo Terra Moretti, con aziende in Franciacorta, Toscana e Sardegna
Enrico Viglierchio direttore generale di Castello Banfi a Montalcino
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Convegno di Confagri con l’ambasciatore britannico Morris e il presidente Giansanti di Anna Gagliardi
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l processo di internazionalizzazione del settore vitivinicolo è cresciuto a ritmo costante, incentivato da programmi specifici e spinto da una diffusa consapevolezza, da parte dei produttori, che l’export sia una necessità. Per questo il programma di Confagricoltura a Verona ha dato ampio risalto a questo aspetto: dagli appuntamenti con i buyer per le aziende che hanno preso parte agli eventi Ocm vino di Confagri Promotion, agli approfondimenti sul business enologico mondiale, fino agli incontri istituzionali, che hanno rafforzato ulteriormente la proficua attività di relazioni internazionali portate avanti dall’Organizzazione. In quest’ottica, il presidente confederale Massimiliano Giansanti ha incontrato al Vinitaly l’ambasciatore britannico in Italia Jill Morris nel convegno dedicato
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Dopo la Brexit da sinistra Emo Capodilista, Giustiniani, Morris, Giansanti e Lasagna
agli effetti della Brexit sul mercato del vino. Il 60% dei prodotti agricoli e agroalimentari consumati nel Regno Unito sono importati e circa il 75% di questi proviene dalla UE (con un trend in costante crescita, sia in valore, sia in volume). La Gran Bretagna è, inoltre, una delle prime tre piazze straniere del vino italiano, con 815 milioni di euro di valore e un incremento di oltre il 51% negli ultimi cinque anni. Gli effetti della Brexit, quindi,
potrebbero essere pericolosi per il nostro tessuto imprenditoriale, non soltanto quello vinicolo, ma anche di altri comparti. È quanto emerge dalla relazione preliminare sulla Brexit pubblicata dal Copa-Cogeca, in attesa dell’avvio del negoziato commerciale. Non esistono, al momento, previsioni reali, ma ci sono evidenti timori che l’interruzione dei rapporti con la Gran Bretagna possa incidere negativamente sui bilanci di moltissime aziende agro-
Giansanti: «Con G.B. va creata area di libero scambio regolamentata» alimentari italiane e non solo. Nell’incontro con l’ambasciatore Morris, Giansanti ha rimarcato l’importanza di tenere aperto il dialogo, cercando di creare un’area di libero scambio regolamentata con criteri simili agli accordi stipulati tra l’Unione Europea e altri Paesi europei. «Le guerre commerciali non giovano a nessuno - ha precisato il presidente di Confagricoltura al termine dell’incontro con l’ambasciatore -. Abbiamo semmai bisogno di regole di mercato multilaterali, rigorose in termini di sicurezza alimentare, protezione dell’ambiente e tutela sociale». Jill Morris ha rassicurato sul fatto che «la scelta del popolo britannico di lasciare l’UE non si tradurrà in un voltare le spalle ai partner europei. Il legame tra Italia e Gran Bretagna vede nel settore agroalimentare un aspetto molto profondo della partnership tra i due Paesi che la Brexit non potrà certo recidere». L’argomento è stato approfondito anche nel confronto tra Federico Castellucci, presidente della Federazione nazionale vitivinicola di Confagricoltura, e l’importatore britannico di vini italiani Sergio De Luca, direttore del settore acquisti e Enotria&Co. nnn INCONTRO CON AMBASCIATORE DI UNGHERIA KOVÀCS
Incontro al Vinitaly, all’insegna della cordialità, tra l’ambasciatore dell’Ungheria Adam Zoltàn Kovàcs, il presidente della FNP Vino Federico Castellucci e il componente di giunta confederale Giordano Emo Capodilista. L’Ungheria annovera circa 3mila aziende e un’unica grande cooperativa statale che producono circa 3 milioni div ettolitri di vino, per il 70% destinato al consumo interno e il rimanente venduto principalmente in Germania, Gran Bretagna e Repubblica Ceca. Il vino ungherese più famoso è il Tokaji. L’Italia è invece il primo fornitore in Ungheria in ambito enologico. Confagricoltura vanta ottimi rapporti con l’Ambasciata ungherese, che attualmente detiene la presidenza del gruppo O.S.C.A.R., l’Ordine Speciale dei Consiglieri Agricoli a Roma. MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 21
F O C U S V I N I TA LY- S O L
Allo stand confederale, a Verona, OIV ha presentato, in anteprima, la situazione mondiale del settore. Analisi di Ismea sul vigneto Italia di Anna Gagliardi
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a fotografia aggiornata del vigneto mondiale è stata presentata dall’Organizzazione internazionale della vite e del vino (OIV) per la prima volta al Vinitaly, nello stand di Confagricoltura: un’anteprima dell’annuale appuntamento di Parigi. Bilancio arricchito a Verona dall’analisi di Ismea focalizzata sull’Italia. La produzione di vino - è emerso - ha raggiunto il minimo storico dall’inizio del terzo millennio: 250 milioni di ettolitri nel 2017, in calo del 14,6% rispetto all’anno precedente. Quella italiana è di 42,5 milioni di ettolitri, che posiziona ancora lo Stivale al primo posto al mondo per volumi, seguito da Francia e Spagna. Secondo Giorgio Del Grosso dell’OIV, la principale causa della forte diminuzione dei volumi nel 2017 è il clima sfavorevole che ha colpito alcune regioni, in particolare l’Europa occidentale. Negli altri Paesi extra UE la tendenza produttiva è infatti diversa, con
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Gocce di vino Usa, Argentina, Brasile e Nuova Zelanda stabili, Cile in calo e Australia in crescita. La superficie mondiale coltivata a vite è di 7,6 milioni di ettari, appena 22mila ettari in meno rispetto al 2016. In Europa, dove il vigneto è esteso per 3,3 milioni di ettari, l’Italia è
l’unico Paese con segno positivo, guadagnando 5mila ettari in un anno e attestandosi su 695mila ettari. La Spagna detiene la massima superficie vitata nella UE, con 967mila ettari, seguita dalla Francia con 787mila e, appunto, l’Italia. A livello internazionale la
Spagna è ancora al primo posto per superficie a vite, seguita però dalla Cina (870mila ettari) e dalla Francia. «L’Italia - ha detto Tiziana Sarnari di Iismea - per il secondo anno consecutivo registra un au-
zie al nuovo sistema autorizzativo, ma non bisogna dimenticare che in dieci anni si sono persi quasi 50mila ettari». Nel 2017 il commercio mondiale di vino è diminuito in volume, sfiorando 108 milioni
Superficie vitata: Spagna al primo posto, seguita dalla Cina e dalla Francia
in valore (+4,8%), raggiungenTRIVENETO CRESCE SUL MERCATO di ettolitri (-3,4%,) e aumentato do quota 30,4 miliardi di euro. mento delle superfici, anche gra-MONDIALE La Spagn a si conferma primo I vini a denominazione di Veneto, esportatore in volume, con 22,1 Trentino Alto Adige e Friuli Vene- milioni di ettolitri e una quota zia Giulia rappresentano il 41% del del mercato mondiale che supetotale nazionale delle DOP (23,5% ra il 20%. Insieme agli spagnoli, solo il peso del Prosecco) e le loro i francesi e gli italiani dominano esportazioni quasi la metà di tutto nel commercio di vino: nel coml’export italiano di vino. Lo con- plesso rappresentano il 54,6% ferma il focus di Nomisma Wine del volume del mercato monMonitor sul Triveneto presentato diale 2017 e il 58,2% del valore Paolo De Castro nell’ambito del convegno “Crescere delle esportazioni. Analizzando sul mercato mondiale del vino” or- il valore, aumentano almeno del ganizzato a Vinitaly da Crédit Agricole, FriulAdria e Confagricoltura a 4% rispetto al 2016 Italia, Francui ha partecipato Paolo De Castro, primo vicepresidente della commis- cia, Spagna, Portogallo, Australia sione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo. In parti- e Nuova Zelanda. Le flessioni più colare, il 35,5% è il contributo del Veneto, 8,9% quello del Trentino Alto significative riguardano invece Adige e 1,9% l’apporto del Friuli Venezia Giulia. Il mercato principale Usa, Argentina e Sud Africa. Il di sbocco dei bianchi DOP del Veneto nel 2017 si conferma la Germa- primato rimane alla Francia, con nia (34,4%), seguita dal Regno Unito (15,1%) e dagli Stati Uniti (8,5%); quasi 9 miliardi di euro di exi rossi DOP del Veneto, invece, sono per lo più diretti in Svizzera (15%), port, seguita dall’Italia con circa Canada (13,7%), Germania (12,5%) e Stati Uniti (9,6%). 6 miliardi. nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 23
F O C U S V I N I TA LY- S O L
Incontro “Repubblica DiWine”
Le donne del vino Imprenditrici enoiche al centro del dibattito sulla guida “Repubblica DiWine” e degli incontri al Vinitaly di Gabriella Bechi
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l Vinitaly 2018 ha decretato il riconoscimento indiscusso del ruolo delle donne nel mondo del vino. Un ruolo fino a qualche anno fa poco noto, ma che da sempre ha rappresentato il perno intorno al quale ha ruotato l’attività di moltissime aziende agricole. “Le donne oggi - ha detto il presidente della Confagricoltura Massimiliano Giansanti in occasione della presentazione della guida di Repubblica DiWine - sono un esempio straordinario di imprenditorialità, che proprio nell’agricoltura si manifesta con tutta la sua forza propulsiva. Ma da sempre, in questo settore, le donne
Giovanna Parmigiani (giunta) ha sentito le imprenditrici su opportunità e problemi hanno avuto il grande compito di trasmettere attraverso il loro ruolo di madri i valori e le tradizioni del nostro mondo.” “Ma ciò che mi appassiona di più - ha aggiunto Giansanti - è la visione delle donne, che va oltre quella degli uomini, perché capace di leggere e guardare là dove spesso noi non sappiamo arrivare”. Capacità imprenditoriali e di relazioni, flessibilità, attaccamento ai valori della tradizione e pre-
Maria Ida Avallone di “Villa Matilde”
disposizione all’innovazione, impegno per il territorio ed il sociale hanno portato valore aggiunto al settore. I numeri lo confermano: il 50% della popolazione attiva in agricoltura è costituita da donne e nel mondo del vino il 28% delle aziende agricole è condotto da imprenditrici. Sulla base di un sondaggio condotto dall’associazione Donne del Vino, le imprese al femminile sono quelle che investono di più nell’export, nella diversificazione produttiva, nella valorizzazione delle Denominazioni d’origine, nel biologico. E sono anche quelle che hanno retto meglio alla crisi. Donne brave, determinate, che portano avanti con passione la storia delle loro aziende. Come quelle, solo per fare qualche esempio, associate a Confagricoltura, che la componente della giunta nazionale Giovanna Parmigiani ha visitato presso i loro stand a Vinitaly. Come Emilia Nardi, produttrice di Brunello di Montalcino; Maria Ida Avallone, titolare dell’azienda Villa Matilde, in
provincia di Caserta; Luisa Todini, Cantina Todini (Perugia), e presidente di Agronetwork; Elvira Bortolomiol, titolare insieme alla madre e alle due sorelle di un’azienda che pro-
duce Prosecco a Valdobiaddene, in Veneto; Tilli Rizzo, che insieme alla madre conduce l’azienda Fratelli Berlucchi, in Franciacorta; Donatella Cinelli Colombini, Casato Prime Donne, a Montalcino, e presidente dell’associazione Donne del Vino. Ma la crescita delle donne nel mondo del vino non si limita al comparto produttivo: sempre di più sono le enologhe, le wine maker, le venditrici, le importatrici, le sommelier, le proprietarie di enoteche, le giornaliste di settore, le blogger e le influencer. E, soprattutto, le consumatrici. Si rileva ancora, invece, ancora un discreto gap rispetto agli uomini riguardo alla presenza nelle associazioni di rappresentanza, nei consorzi e nelle organizzazioni di settore. Per questo in Confagricoltura è sempre più attiva “Confagricoltura Donna”, allo scopo di promuovere e valorizzare all’interno dell’Associazione e nell’attività di impresa la presenza femminile. nnn
Emilia Nardi di “Tenute Silvio Nardi”
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FOCUS CIBUS
Partenza sprint A Parma, allo stand Confagri, presentati i prodotti di eccellenza delle aziende socie di tutta Italia, a tanti politici, autorità ed operatori di Anna Gagliardi
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a prima volta di Confagricoltura a Cibus registra un bilancio positivo. Lo stand all’ingresso Est della Fiera di Parma è stato animato dalla presenza di aziende di tutta Italia con i prodotti in degustazione e dalle visite delle personalità del mondo politico ed economico nazionale ed internazionale. Il via ufficiale è stato dato dal viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero che ha inaugurato lo stand tagliando il nastro tricolore insieme alla vicepresidente di Confagricoltura Elisabetta Falchi, l’assessore all’A-
Il viceministro Olivero, con l’assessore Caselli e la vicepresidente Falchi, inaugura lo stand
Bergamaschi, Falchi e Marini con gli imprenditori modenesi
gricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli, il presidente di Fiere di Parma Gian Domenico Auricchio e una vasta rappresentanza di presidenti e direttori delle sedi territoriali di Confagricoltura. Il commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, dopo l’incontro formale nella città di Parma con i presidenti delle organizzazioni agricole, è stato a Cibus soffermandosi proprio allo stand di Confagricoltura per un brindisi. Il CEO di Fiere di Parma Antonio Cellie si è complimentato con Confagricoltura per l’allestimento dello spazio, animato, tra gli altri,
da un inedito Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma in doppia versione: istituzionale e chef (è anche titolare di un agriturismo). L’Emilia Romagna ha avviato il percorso goloso con i prodotti tipici della provincia di Modena: salumi, aceto Balsamico Tradizionale e IGP, confetture, Parmigiano Reggiano, ma anche farine di grano antico o di ceci, biscotti e pasta artigianale cucinata sul momento e accompagnata dal Lambrusco di Sorbara. La Sicilia è stata protagonista tutti i giorni con i salumi dei Nebrodi e con il territorio del Parco dei Nebrodi; la Calabria ha portato in scena i sottaceti e i sottoli e messo in luce anche il lavoro delle OP dedicate agli ortaggi, operanti in particolare nella zona del Crotonese. Dal Sud al Nord, con i prodotti della provincia di Pavia e in particolare i vini dell’Oltrepò Pavese, i delicati oli del Garda e i formaggi della provincia di Brescia che si sono fatti apprezzare per la loro variegata bontà. Non poteva mancare la Campania, con la Mozzarella di Bufala e freschissime ricottine, sempre di bufala, della provincia di Salerno. L’Abruzzo ha portato a Cibus l’Aglio Rosso di Sulmona e gli sfiziosi paté a base della tipicità della provincia di L’Aquila. È toccato a Parma, con i suoi salumi, in primis il prezioso Culatello di Zibello e ancora il Parmigiano, coronare l’accoglienza allo stand con i prodotti maggiormente identificativi della zona, abbinati alle focacce, alle pizze con il pomodoro e alla pasta all’uovo cucinate sul momento, ma anche gli spumanti ottenuti dalla Malvasia di Candia, che stanno riscuotendo ampi consensi da parte dei consumatori. Poi di nuovo un salto al Nord, fino al Trentino Alto Adige, per degustare le Trote del Trentino IGP e Salmerini di qualità provenienti dalle acque fresche di montagna. Riflettori puntati sull’innovazione, il tema che ha caratterizzato la diciannovesima edizione MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 27
FOCUS CIBUS
da sinistra: Zedda, Parmigiani, Marini e Giansanti
di Cibus: tra i prodotti di Agro- chiude il sipario con 82mila vi-
Marini, presidente di Confagri Network segnaliamo le originali sitatori, una presenza numerosa patatine da aperitivo, gustose e di operatori stranieri, oltre mille Parma, in doppia versione leggere perché non fritte, presen- giornalisti accreditati che hanno istituzionale e chef
OP allevatori dei Nebrodi
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tate in anteprima al pubblico di Parma e pronte a sbarcare nella grande distribuzione. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il direttore generale Franco Postorino hanno partecipato alla giornata conclusiva della fiera, che nei quattro giorni di apertura ha visto l’alternarsi di numerosi componenti della giunta confederale allo stand e ai convegni. Cibus 2018
potuto conoscere gli attori delle diverse filiere, dal campo alla tavola: oltre tremila aziende agroalimentari impegnate ogni giorno a far crescere l’Italia sui mercati internazionali attraverso la ricerca continua di qualità, salubrità dei prodotti e rispetto dell’ambiente. Lo dimostrano non solo i risultati positivi dell’export del food & wine, che vale oltre 40 miliardi di euro ed è uno dei settori trainanti dell’economia tricolore, ma anche il fatto che in fiera siano stati presentati più di 1.300 prodotti nuovi, con caratteristiche di innovazione capaci di coniugare al meglio le caratteristiche organolettiche con quelle di sostenibilità. L’appuntamento a Parma il prossimo anno è con Cibus Connect ad aprile, mentre la ventesima edizione di Cibus si terrà a maggio 2020. nnn
Gli olivi raccontano l’Italia Convegno di Op Confoliva su come valorizzare il settore produttivo
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ilanciare l’olivicoltura italiana. È questo l’obiettivo di Op Confoliva, l’organizzazione di produttori costituitasi all’interno di Confagricoltura e attiva su tutto il territorio nazionale. «L’intento delle nostre azioni - ha detto il presidente della Op Luigi Silvestri, nel corso del convegno organizzato a Cibus “L’olivicoltura italiana, tra presente e futuro. Un alimento
per nutrirsi, per condire, per raccontare il meglio dell’Italia” - è quello di dare maggiore potere contrattuale al mondo produttivo, attraverso interventi capaci di migliorare la qualità dei prodotti, tutelare l’ambiente e la salute dei consumatori». Nel corso del convegno, moderato dal giornalista Marco Magheri, sono stati presentati alcuni dei progetti avviati per promuovere l’olio extra vergine di oliva di qualità italiano e, in particolare, il programma triennale di sostegno al settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola (REG. UE 1308/2013). Il rappresentante del dipartimento delle Politiche europee ed internazionali del ministero delle Politiche agricole, Mauro Quadri, ha approfondito le opportunità per le forme di aggregazione come le OP rappresentate dai fondi europei destinati all’olivicoltura. La professoressa Chiara Fanali, docente della facoltà di Scienze dell’Alimentazione
e Nutrizione presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha approfondito tutti gli aspetti nutraceutici dell’olio di oliva, illustrando i vantaggi per la salute che derivano dal suo consumo. Per Confagricoltura è intervenuto Vincenzo Lenucci, direttore dell’area economica, che ha analizzato la situazione commerciale dei produttori e dei trasformatori del settore olivicolo italiano. Angelo Moreschini, presidente della neonata Ass.o.m, Associazione olive da mensa, ha raccontato, invece, il grande sviluppo commerciale che le olive da mensa stanno avendo sul mercato internazionale. Ha concluso l’incontro il presidente della Filiera Olivicola Olearia Italiana (FOOI), Paolo Mariani, che ha sottolineato quanto siano fondamentali la collaborazione dei diversi segmenti della filiera olivicola e il superamento della storica frammentazione del settore, al fine di un miglioramento qualitativo e commerciale. (G. B.) MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 29
FOCUS CIBUS
Presentate le esperienze di due OP: “Mediterraneo”, “Produttori suini dei Nebrodi”
Filiere coese I rapporti interprofessionali danno valore al food di Gabriella Bechi
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rapporti interprofessionali sono l’elemento chiave dello sviluppo delle filiere. Dobbiamo integrare di più le rappresentanze delle varie fasi per accrescere il valore delle produzioni agroalimentari e garantire maggiore reddito». È questo il messaggio emerso nell’incontro, promosso da Confagricoltura a Cibus 2018, sul tema delle relazioni di filiera, con approfondimenti che hanno riguardato due esempi di organizzazioni interprofessionali (OI) di produzioni di riferimento del territorio emiliano: il Pomodoro da industria del Nord Italia e il Gran Suino italiano. L’incontro è stato introdotto da Gabriele Canali, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che ha messo in luce l’evoluzione delle OI in Italia, ed è proseguito con gli interventi del
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presidente della Federazione nazionale del Pomodoro da industria di Confagricoltura Fabrizio Marzano e del presidente della Sezione economica regionale dei Suini Andrea Cavazzuti. I presidenti dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia Tiberio Rabboni e dell’OI Gran Suino italiano Guido Zama hanno quindi illustrato l’impegno dei loro organismi per un dialogo proficuo all’interno delle rispettive filiere. L’OI Gran Suino italiano rappresenta 91 allevamenti con circa 500mila capi, 5 macelli e 30 industrie, prosciuttifici e salumifici con 76mila tonnellate all’anno di prodotto trasformato. L’OI Pomodoro da Industria del Nord Italia raggruppa oltre 2.000 produttori agricoli che coltivano 37.000 ettari e 28 stabilimenti di trasformazione che lavorano 2,7 milioni di tonnel-
late all’anno di pomodoro. Sono poi state presentate alcune case history di collaborazione tra produzione agricola e parte industriale: è il caso della trasformazione del pomodoro nel Sud Italia, dove l’OI non è ancora stata costituita e riconosciuta, sebbene auspicata, come la OP Mediterraneo; oppure dell’organizzazione dei produttori suini dei Nebrodi, che costituisce una filiera ormai integrata tra allevatori e trasformatori. Ha concluso l’incontro il vicepresidente di Confagricoltura Nicola Cilento: «In Italia - ha detto - abbiamo già esperienze positive, ma dobbiamo puntare ancora di più su interprofessione e sulle OI, poiché hanno una funzione essenziale per la definizione delle regole dei mercati, lo sviluppo di ricerca e innovazione, la promozione e la programmazione della produzione». «Crediamo inoltre - ha concluso Cilento - che le organizzazioni agricole debbano sempre fare parte delle OI, dando il proprio essenziale contributo in qualità di rappresentanze delle imprese del settore impegnate nel business. Apriamo un confronto ad ampio raggio: abbiamo l’opportunità di consolidare e allargare le OI esistenti e di istituirne di nuove per migliorare la competitività delle aziende e l’equilibrio tra domanda e offerta». nnn
Agronetwork testimonial dell’innovazione alimentare di Daniele Rossi
Novità a tavola
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alle nuove insalate alle carote blu, dai meloni in pasta verde alle patatine non fritte, fino all’aglio rosso di Sulmona più digeribile e senza sentori pesanti. A Cibus Confagricoltura ha messo in mostra i prodotti innovativi, con gli imprenditori agricoli testimonial della rivoluzione che parte dai campi e arriva sulle tavole degli italiani. Con il comparto del fresco e freschissimo che traina l’offerta più smart. Su 122 prodotti proposti ne abbiamo selezionati in questa prima fase 20, ha sottolineato in qualità di delegato Ricerca e Innovazione di Confagricoltura durante l’incontro di Agronetwork - l’associazione per i progetti dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss Guido Carli per porre nuove basi nei progetti e nei rapporti di filiera -. «L’obiettivo principale dell’associazione - ha rilevato Rosario Rago, componente della giunta di Confagricoltura e fondatore di Agronetwork - è il consolidamento del principale settore del Paese e la costituzione di una piattaforma per accelerare i processi innovativi
ta: continuano a scendere (30,6% nei primi sei mesi del 2017) gli acquisti in promozione, pur rimanendo significativi nel carrello della spesa e lontani dai livelli pre-crisi (22%). Sul fronte degli operatori, secondo l’analisi Nomisma, la distribuzione moderna (Gdo) investe sempre più in referenze ad alto valore aggiunto, con prodotti ad elevato contenuto salutistico o di servizio, saliti al 25% rispetto al 15% di 30 anni fa. In particolare é boom per i prodotti biologici. «‘Vogliamo offrire nuove opportunità di ricerca e sviluppo ai nostri associati e nuovi business da far crescere nel breve medio periodo - ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - incrociando la spinta innovativa dei nostri imprenditori con l’interesse degli operatori nel presentare al consumatore finale interessanti novità produttive». nnn
e promuovere le nostre eccellenze all’estero, anche lontano. Ciò potrà avvenire attraverso l’approfondimento della progettualità di filiera, la creazione di reti e banche dati clienti, la realizzazione di iniziative, fiere ed eventi per il made in Italy e per l’innovazione». Il bisogno di innovazione emerge anche da uno studio Nomisma, illustrato dall’analista Emanuele di Faustino nel corso dell’incontro. I consumi degli italiani nel food & beverage nel 2017 sono cresciuti in valore del 3,2% rispetto all’anno precedente, per un totale di 244 miliardi di euro, di cui 160 miliardi tra le mura domestiche e 84 miliardi fuori casa. L’ottimismo arriva dopo un periodo di crisi durante il quale, per Nomisma, tre italiani su quattro hanno cambiato abitudini per risparmiare sulle spese. Oggi il consumatore italiano sembra meno attratto da sinistra: Rago, di Faustino e Rossi dai prezzi civet-
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FOCUS CIBUS
Grano biologico Massimiliano Giansanti
Tavola rotonda di Confagri e Italmopa a Parma. Valorizzare i grani antichi
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onostante il trend del biologico sia in continua crescita, la produzione nazionale di cereali biologici non è stata fino ad oggi sufficiente a soddisfare tutte le richieste del mercato da parte degli operatori, sia food che feed. Nella produzione di grano, in particolare, si registra ancora un deficit quantitativo. Con un distinguo: per il grano biologico nazionale ad uso alimentazione umana si è vicini alla quasi totale copertura del fabbisogno dell’industria di prima trasformazione (all’incirca il 95%), mentre per il grano
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biologico nazionale ad uso alimentazione animale si riscontra ancora una carenza in quantità. Queste difficoltà sono dovute ad alcune criticità che sono state affrontate nella tavola rotonda “Grano duro bio: prospettive e opportunità della filiera”, organizzato da Confagricoltura ed Italmopa a Cibus 2018. «È tempo di organizzarsi - ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - e di considerare che l’agricoltura biologica non è più un settore di nicchia, dato che rappresenta il 14,5% della SAU nazionale, impegnandosi a svilupparne i principi etici e produttivi, come il rispetto della biodiversità. In questo senso, ad esempio, si potrebbero valorizzare su scala più ampia le produzioni di grani antichi, tipici del metodo biologico, garantendo anche la libertà di commercializzazione del grano ‘Senatore Cappelli’, oggi monopolizzato da un’unica azienda sementiera». «Non solo la filiera italiana grano duro/semola/pasta, ma anche la filiera grano tenero/farine/prodotti da forno - ha ricordato il vicepresidente di Italmopa Silvio
Grassi - dovranno avere l’obiettivo di sviluppare livelli qualitativi simili a quelli dei prodotti convenzionali di alta qualità, assicurando a tutti gli attori il giusto riconoscimento economico». Tutto questo non può che passare per un accordo con tutta la filiera. La strada è stata aperta lo scorso dicembre con la firma del protocollo d’intesa sulla filiera del grano duro sottoscritto da Confagricoltura, Cia, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Copagri, Italmopa e Aidepi e che potrebbe proseguire con un’intesa specifica per quello biologico. Una strada che deve portare all’incremento della disponibilità di cereali origine italiana, allo sviluppo di strutture di stoccaggio dedicate al bio, alla formazione di agronomi specializzati, allo studio di disciplinari agrotecnici per migliorare produttività e qualità; con l’obiettivo di raggiungere standard simili al convenzionale, in particolare sui livelli proteici. Ma occorre anche promuovere la ricerca su mezzi tecnici e varietà adatte al biologico e lavorare sulla produzione di seme biologico non in deroga. (G. B.)
L’A P E R T UR A
Bilancio Ue: 10 miliardi per l’agricoltura digitale La Commissione Europea vuole compensare il taglio del 5% ai fondi della PAC, previsto per il prossimo ciclo di bilancio, con un aumento degli investimenti nella ricerca sui temi dell’innovazione digitale a supporto della filiera agroalimentare
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a Pac deve certamente essere riformata ma i tagli alla politica agricola comune post 2020 proposti dalla Commissione europea non vanno nella giusta direzione”. Commentando le previsioni di bilancio europeo, il presidente dei Contoterzisti Aproniano Tassinari pensa a quanta strada occorra ancora fare prima di rinnovare un settore che, soprattutto nella meccanizzazione, fatica a dotarsi di attrezzature moderne, più efficienti, ma anche più sicure per l’operatore e per l’ambiente. I fondi per l’agricoltura italiana rischiano di scendere da 4,2 miliardi l’anno a 3,6, perché le priorità della nuova Europa, più povera dopo l’uscita della Gran Bretagna, si chiamano immigrazione e frontiere, ricerca e innovazione, sicurezza e difesa. In nome di “un bilancio moderno al servizio di un’Unione che protegge, dà forza e difende” la politica agricola comune (che oggi assorbe il 37% del bilancio annuale) potrebbe risvegliarsi più povera.
UNCAI L’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali rappresenta e tutela su tutto il territorio nazionale imprenditori che lavorano per conto terzi nel settore agricolo e industriale. Presidente: Aproniano Tassinari www.contoterzisti.it infatti, servizi agromeccanici nuovi che permetteranno ai contoterzisti 4.0 di raggiungere Nel futuro bilancio europeo tro- più clienti. Oltre ad aumentare vano però posto risorse fresche: la produzione, la qualità del 10 miliardi di euro per diffonde- prodotto e la comprensione dei re l’uso dei big data in agricolsuoli, e a ridurre gli input, la tura, assicurare la tracciabilità digitalizzazione semplificherà il dei prodotti alimentari e fornire lavoro permettendo un maggiomigliori consigli scientifici sui re controllo dei costi di produprodotti alimentari. La ricerca zione e offrendo ai professionidedicata al settore aumenterà sti un supporto alle decisioni, da 6 miliardi di euro del proimportante per ridurre i rischi gramma Horizon 2020, a 10 mi- di imprese a cielo aperto. Ci liardi di euro nel prossimo ciclo auguriamo che il dibattito apdi bilancio. “L’unione di digitale pena iniziato sul futuro della e fisico in agricoltura richiede Pac possa portare a una politica uno sforzo collaborativo che efficace e davvero comune, che trova i Contoterzisti in prima tenga conto della centralità dei linea - sottolinea Tassinari -. contoterzisti per garantire sosteTra le principali ricadute della nibilità economica e sicurezza al nnn rivoluzione digitale ci saranno, comparto”. MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | I
Le Accademie fanno forte l’agricoltura La proposta del presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti a UNCAI: “Scriviamo insieme il Decalogo del contoterzista”
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olto più di un appoggio per i piedi, ma vita che genera vita. Il suolo deve ancora vedere riconosciuti e tutelati i propri diritti, per ora si dovrà accontentare di un nome con un significato corretto. Piano piano” (Fonte: Istituto dell’enciclopedia Treccani). Lo scorso 11 aprile, nella sua relazione per il 211° Anno Accademico, il presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti ha insistito sulla centralità dell’agricoltura per l’educazione e la gestione del suolo. Ne è uscito un quadro critico dell’assetto dell’agricoltura italiana. Ce ne parla in questa intervista.
valore politico, nel senso nobile della parola, per essere sfruttata da quei settori che vi gravitano attorno come la grande distribuzione, la trasformazione e le colture alternative. Se i supermercati dettano le regole e la regola principale è che i prodotti devono avere “prezzi cinesi”, tanto vale acquistare i pomodori dalla Cina.
demia Nazionale di Agricoltura ha parlato soprattutto del suolo. Ed ecco la terza verità che preferiamo non vedere. Il suolo è sfuggito all’agricoltore per entrare negli uffici dei geometri comunali. In passato l’agricoltore progettava il suolo, lo strappava alla natura selvaggia ma i suoi artefatti erano comunque ricchi di biodiversità, erano in equilibrio con l’ecosistema, produttivi e belli. Durante l’inaugurazione dell’anno accademico ho proiettato alcune diapositive provocatorie, da una parte quanto l’agricoltura di buono è in grado di costruire, dall’altra il brutto urbanesimo dei capannoni abbandonati e non solo.
Manca dunque una difesa politica del settore primario? Sì, e la paghiamo anche in salute. E qui si inserisce una seconda verità scomoda, la debolezza dell’agricoltura italiana è anche il risultato della difficoltà degli organismi sindacali a fare fronte comune quando è in gioco lo sviPresidente, mi dica qualcosa di luppo e il sostegno dell’agricoltu- Cosa è successo scomodo per chi ha in mano le ra. Almeno con Agrinsieme e Con- al suolo italiano? Si è scelto di trattare il suolo come fagricoltura c’è questa volontà. sorti dell’agricoltura italiana. una entità a metà strada tra città e È sufficiente ricordargli alcune verità. La prima è che in Italia Durante l’inaugurazione del campagna. Nel dopoguerra i conl’agricoltura ha purtroppo perso 211° anno accademico dell’Acca- cetti squisitamente agrari, come II | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
le bonifiche, sono stati rifiutati perché ritenuti legati al regime fascista. Si sono dimenticate le bonifiche dell’antichità e quelle del sei-settecento. La progettazione del suolo è così diventata materia comunale, con piani regolatori e parcelle di terreno a uso abitativo, artigianale e industriale. Ma i servizi di urbanizzazione come possono rispettare un suolo e la sua fertilità? Che agricoltura si può fare in una campagna urbanizzata? Ogni giravolta che il trattore è costretto a fare per evitare un palo della luce o un tubo del gas, una villetta o un capannone in aperta campagna è una perdita di resa e di qualità di prodotto agricolo. La frammentazione crea costi inutili, dispersioni enormi di lavoro e tante piccole aziende agricole che non crescono mai. Guardiamo la Francia e la Germania, la gente vive in paese e poi si sposta in campagna per andare a lavorare. E così gli agricoltori si sono fatti scippare la progettazione del terreno. Abbiamo le nostre responsabilità. Spesso anche noi agricoltori abbiamo puntato sulla speculazione edilizia pur di guadagnare qualcosa di extra agricolo. Si può quindi affermare che la perdita di centralità della politica agraria in Italia, ed anche il suolo lasciato alla mercé dei geometri comunali si ripercuotano sui costi delle aziende e del Paese? Si, occorre recuperare la strada maestra, sentire i valori del proprio lavoro e della propria missione e soprattutto porsi degli obiettivi strategici, etici, nell’interesse dell’Italia. In caso contrario tanto vale, ripeto, prendere il pomodoro cinese. Tra i tanti possibili obiettivi (difesa del suolo, alimentazione sana, maggiore produzione…) da quale si dovrebbe partire? In questi anni l’Accademia ha insistito molto sul binomio alimentazione e salute. Questo deve esse-
re il filone dominate. Si tratta del viaggio ideale che ci deve tenere uniti. Produrre con qualità e sicurezza si traduce in salute e risparmio. Un grande tema come l’alimentazione e la salute ha, inoltre, il potere di ampliare gli attori coinvolti, permette di fare massa critica, di ridare valore politico al mondo agricolo e di riconvertire i suoli dopo gli scempi fatti.
necessario a svolgere tutti i lavori in proprio. Vedo il Contoterzista come un bene servizio per l’agricoltura che dovrebbe essere integrato in una etica e in una visione di insieme dell’agricoltura. L’ideale è favorire la nascita di società tra contoterzisti e aziende agricole che si ripartiscano profitti, rischi di impresa e decisioni. Per molti può essere una soluzione.
Cosa manca all’agricoltura italiana? Occorre che l’agricoltura creda di più nella comunicazione, nella necessità di farsi conoscere per quella che realmente è. L’agricoltura deve interagire direttamente con la gente, senza concedere spazio a oscuri siti internet ricettacolo di mode, speculazioni ideologiche e sciocchezze.
E l’Accademia come fondazione che conoscenze potrebbe trasferire ai contoterzisti? Propongo una giornata sul contoterzismo e sui servizi agromeccanici. Durante l’evento lanceremmo il Decalogo del contoterzista, per ogni singola operazione di campo e per ogni coltura. Qualcosa di pratico che permetta ai contoterzisti che lo rispettano di fregiarsi del “bollino” dell’Accademia Nazionale di Agricoltura. Ancora meglio di tutte le Accademie. Una certificazione senza ideologie, ma con l’autorevolezza e l’indipendenza di un organizzazione basata sulle discipline scientifiche che intende far ragionare il consumatore sui concetti di made in Italy, qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente. nnn
Come fare? Faccio uno spot. Bisogna passare dalle Accademie di Agricoltura. Ciò che gli accademici hanno appreso nel corso della loro vita deve essere messo a disposizione in un contesto più ampio e divulgativo. Le Accademie sono la piattaforma trasversale e pluridisciplinare da dove partire. Per questo l’Accademia Nazionale di Agricoltura è diventata una fondazione, un soggetto di interesse pubblico indipendente che accoglie le sfide della società contemporanea e mette in atto un processo di trasferimento di conoscenze basate sui fatti e non su posizioni assolute o ideologiche. Se le Accademie si uniranno, potranno creare loro quella massa critica che non è certo sindacale, ma almeno di opinione. A questo punto mi dica anche qualcosa di scomodo per i contoterzisti. Non ho nulla di scomodo da dire sul contoterzismo. Poche aziende agricole raggiungono l’equilibrio
Giorgio Cantelli (Foto MKey)
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Più fiducia nel digitale Nasce il “Codice di condotta” sulla condivisione dei dati agricoli: un importante acceleratore del cambiamento in agricoltura
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agricoltore è proprietario e utilizzatore esclusivo dei diritti sui dati prodotti nella sua azienda agricola. È solo una delle indicazioni inserite nel “Codice di condotta sulla condivisione dei dati agricoli”, firmato a Bruxelles da una coalizione di associazioni della filiera agroalimentare europea comprendente agricoltori, contoterzisti, produttori di semi, fertilizzanti, macchine e mangimi. Il codice non è vincolante, ma mira a mettere in risalto i benefici di una condivisione equa e trasparente dei dati tra i diversi partner nella catena agroalimentare. L’obiettivo è rimuovere gli ostacoli che stanno
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rallentando l’ingresso nella nuova era dell’agricoltura digitale. “La fiducia tra i partner è un importante acceleratore dell’innovazione. In questi anni, purtroppo, un po’ è mancata, parlando di agricoltura digitale. L’accordo prova finalmente a fare luce sulle relazioni contrattuali tra chi progetta le tecnologie in grado di raccogliere ed elaborare dati sui terreni, sulle lavorazioni, sulle attrezzature e sui mezzi tecnici, i prestatori di servizi e gli agricoltori”, commenta il presidente di Uncai Aproniano Tassinari. Il Codice riconosce la necessità di garantire agli agricoltori un ruolo di primo piano nel controllo dell’accesso e dell’utilizzo dei dati da parte dei propri partner commerciali e di trarre vantaggio dalla loro
Per scaricare il Codice: blog.contoterzisti.it/codice-digitale
condivisione con qualsiasi partner che desideri utilizzarli. I contoterzisti agricoli, rurali e forestali sono i primi utilizzatori in Italia e in Europa delle tecnologie digitali. Investendo nell’agricoltura 4.0 i contoterzisti offrono semine e operazioni di campo mirate ai propri clienti, aiutando gli agricoltori a raggiungere l’equilibrio aziendale, a risparmiare su sementi, fertilizzanti, acqua, carburante e prodotti fitosanitari. Per ottenere il massimo profitto dall’agricoltura digitale e di precisione, occorre che la condivisione dei dati tra i diversi partner della catena agroalimentare si basi su modelli di business compatibili e collaborativi, non sulla diffidenza. “Per questo i Contoterzisti apprezzerebbero anche che i costruttori di marchi diversi concordassero standard minimi sulla compatibilità dei software per facilitare l’uso dei dati e garantire un servizio più efficiente agli agricoltori. Ulteriori decisioni a livello europeo potrebbero essere di grande aiuto per raggiungere anche questo obiettivo e il Codice di condotta sulla condivisione dei dati agricoli concordato oggi è un passo importante nella giusta direzione”, conclude Tassinari. nnn
M APPAMONDO
di Jordan Nash
In Nuova Aquitania il vigneto dà lavoro È la prima regione vitivinicola francese per il lavoro, che è assicurato da 10 mila aziende
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a Nuova Aquitania, è la prima regione vitivinicola francese per il lavoro: 54.100 persone sono impiegate con attività concentrate nei bacini di BordeauxAquitania e di Charentes-Cognac. Una regione conosciuta all’estero soprattutto per il suo Bordeaux e il suo Cognac: prodotti di lusso che garantiscono, per i più prestigiosi, forti margini. Questa regione conta 228mila ettari vitati e, come superficie è seconda solo all’Occitania. Lo riporta un recente rapporto dell’Insee
(Istituto nazionale della statistica e degli studi economici), che sottolinea come nella regione siano rappresentati un terzo dei posti di lavoro dell’intera filiera vitivinicola francese. Nonostante ciò il rapporto rileva anche come il tasso medio dei margini per le imprese non agricole in questo settore sia del 57%, quasi il doppio del margine medio dell’economia regionale, principalmente a causa delle esportazioni. L’occupazione e il valore della produzione fanno della Nuova Aquitania la principale regione vinicola in Francia. Più della metà dei dipendenti viene impiegata nelle attività agricole e, in proporzione, il settore conta 10.300 imprenditori, il numero più alto dell’intera economia regionale. Nonostante queste premesse, secondo la relazione dell’Insee, il settore è anziano e poco femminilizzato perché rappresenta il minor numero di donne (la metà delle quali operaie) impiegate nella regione.
IN RUSSIA PRODOTTI AGRICOLI TURCHI
La Russia ha revocato i limiti sulle importazioni di pomodori provenienti da tutti i produttori turchi, non solo da quelli che erano stati inclusi nella lista degli esportatori precedentemente autorizzati. L’export è consentito a tutte le imprese turche che rispettano le norme fitosanitarie e la quota di 50 mila tonnellate stabilite dal ministero dell’Agricoltura russo. La decisione è stata presa in seguito all’incontro del ministro dell’Agricoltura russo, Aleksander Tkachev, con il ministro dell’Economia turco, Nihat Zeybekci ed è operativa dal primo maggio scorso. L’embargo sulle importazioni di prodotti agricoli dalla Turchia era stato posto in essere dopo l’abbattimento di un caccia russo Su-24 da parte dell’aeronautica turca, avvenuto in Siria nel novembre del 2015. PREOCCUPA LA GUERRA DEI DAZI USA-CINA
Will Rodger della American Farm Bureau Federation sulla situazione commerciale attuale con la Cina e le conseguenze per l’agricoltura americana. “Non è chiaro - ha detto - quali opzioni esistano per proteggere il settore, anche se le aspettative sull’omnibus Farm Bill, il principale strumento alimentare e agricolo del governo Usa, potrebbe includere assicurazioni per i raccolti e potenziali altri sostegni”. Rodger, direttore delle comunicazioni strategiche dell’AFBF, ha spiegato che mentre le opzioni di
assistenza devono ancora essere presentate formalmente, la protezione del mercato delle esportazioni dell’agricoltura americana è prioritaria. “Il nostro auspicio - ha osservato - è una soluzione negoziata in modo che né la Cina né gli Stati Uniti impongano effettivamente dazi”.
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In Francia impasse bieticolo sul mercato azionario è poco brillante. A genSi incrementa naio si è registrata una la produzione delle peggiori performance del mercato delle ma i prezzi materie prime. Lo scorso dello zucchero 20 aprile, si commercializzava a 11,87 centesimi si sono “sciolti” per libbra. Le cooperative francesi Tereos e Cristal Union, ma anche le tedesche Südzucker e Nordzucker, hanno incoraggiato gli agricoltori a piantare. In Francia, i campi di barbabietola sono cresciuti e se si aggiunge un rendimento quasi storico, si ottiene una produzione da record: 21 milioni di tonnellate di zucchero in Europa, di cui 6,3 milioni nella sola Francia. C’è da esportare, secondo e bietole francesi i desideri degli zucchesotto la lente d’inrifici. Ma, come osserva grandimento. La Masson, “l’export non produzione è in ritardo è un fine in sé, tutto - come ha sottolineato dipende dal prezzo”. Timothé Masson, della Confederazione generale Il prezzo e la condivisione nella catena del dei coltivatori di barbavalore animano i dibattiti bietole d’Oltralpe - che all’interno del settore. ha aggiunto che, per le Anche perché i deputati probabilità di un buon stanno esaminando atrendimento, bisognerà tentamente il disegno di aspettare il verdetto in legge sul bilanciamento autunno. Ma il ritardo non è l’unica preoccupa- dell’agrobusiness. I bieticoltori sono preoccupati: zione degli agricoltori. “Non vogliamo essere la I prezzi dello zucchero si sono ‘sciolti’ e il clima variabile di regolazione,
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quando il nostro prezzo di costo è di 25 euro a tonnellata. Dobbiamo beneficiare degli aumenti di produttività delle compagnie di zucchero”, ha affermato Dominique Fievez, presidente della Sugar Beet Union Association. Per convincere gli agricoltori a piantare di più, Tereos si è impegnato a pagare un prez-
zo minimo di 25 euro a tonnellata per due anni. E ha appena annunciato che pagherà 28,40 euro per il raccolto. Cristal Union ha fissato il prezzo minimo di 27 euro per la campagna 2017-2018 e di 25 euro per le due seguenti. Se il prezzo dello zucchero rimane depresso sarà un problema.
A PARIGI AGRICOLTURA URBANA MOBILE E SOTTERRANEA
L’agricoltura urbana non è una novità a Parigi: si sviluppa con vigneti, orti, frutteti, alveari, pollai. C’è una fattoria nel Bois de Vincennes e un’altra, mobile, una volta al mese in una zona verde della capitale. Su questo filone “Reinventer Paris”, l’iniziativa del sindaco Anne Hidalgo per riqualificare le aree dismesse di Parigi all’insegna della sostenibilità. È nata così la prima fattoria urbana
sotterranea. Il progetto, di una start up giovanile, si chiama La Caverne e si sviluppa in un parcheggio del 18° arrondissement, in un sotterraneo di 3.500 metri quadrati. L’obiettivo è la produzione annuale di 150 tonnellate di indivia e 40 tonnellate di funghi, certificati “agricoltura biologica”. Entro il 2020 si vorrebbe arrivare ad una produzione agricola cittadina su 100 ettari tra tetti, facciate, parcheggi.
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Lotta integrata e intelligente Unire i trattamenti con strumenti evoluti di agricoltura smart
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egli ultimi anni il quadro normativo relativo ai prodotti fitosanitari si è ulteriormente evoluto con l’obiettivo di garantire una maggiore tutela della salute umana e dell’ambiente, conservando la competitività delle produzioni agricole. Tali progressi hanno portato anche ad una crescente armonizzazione delle regole in tutti gli Stati Membri che riguardano l’intera vita di un agrofarmaco, dall’autorizzazione a ll’impiego, fino alla definizione dei limiti massimi di residuo negli alimenti. Un quadro che ha portato ad una forte riduzione nel numero delle sostanze attive utilizzabili (negli ultimi 20 anni sono state escluse dal mercato 700 sostanze sulle circa 1000 prima impiegate come agrofarmaci).
In questo scenario, Linee guida Nazionali e disciplinari regionali se fondati su limitazioni, sia nella scelta dei prodotti fitosanitari sia nel numero dei trattamenti, mettono sicuramente in ulteriore difficoltà il comparto agricolo che, senza un’adeguata disponibilità di mezzi di difesa, vede minata alla base la propria capacità produttiva e la propria competitività. Ad avviso delle ditte produttrici tali restrizioni impediscono la necessaria attività di programmazione dei cicli di ricerca, sviluppo, produzione, approvvigionamento e commercio dei prodotti da parte delle imprese produttrici. Per di più, le risorse necessarie per gli ingenti investimenti per la ricerca e per la produzione dei dati necessari per la registrazione dei prodotti hanno fatto sì che il numero di tali imprese dotate di ricerca di base sia fortemente diminuito nel tempo, con una conseguente riduzione anche nel numero di nuove soluzioni introdotte sul mercato. A nostro avviso, la selezione dei prodotti, che utilizza la pericolosità come criterio di base per la predisposizione dei disciplinari di difesa integrata volontaria, è fortemente anacronistica ed ha un impatto ne-
gativo sia sull’attuazione delle forme più moderne di agricoltura, sia sulla sostenibilità economica dell’agricoltura italiana rispetto a quella degli altri Paesi europei. Come dimostrano le numerose deroghe che ogni anno si rendono necessarie per portare a buon fine le produzioni agricole. Tutti i principi generali di difesa integrata andrebbero implementati - attraverso l’applicazione di un livello superiore/avanzato, rispetto a quello di base obbligatorio, con gli strumenti oggi disponibili (ad esempio monitoraggi, individuazione di valori soglia, modelli previsionali e SSD, agricoltura di precisione, tecnologie applicative, ecc.). Ciò garantirebbe una reale professionalizzazione del settore, incentivando l’adozione di misure che siano tracciabili e ripetibili nel tempo e che valorizzino le indicazioni europee relative al tema della difesa integrata. Tale richiesta non andrebbe ad inficiare gli obiettivi della difesa integrata, che si condividono, e l’attuazione delle relative misure, in quanto si ritiene che simili sistemi soddisfino in pieno i criteri di sviluppo agricolo sostenibile. (Cl. Cos.) MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 39
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Concimazione precisa
Cnr e Barilla lanciano Agrosat. Mappatura del campo e informazioni personalizzate per il giusto dosaggio di Claudio Costantino
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Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze e Foggia, in collaborazione con Barilla, ha realizzato “Agrosat”, un servizio completamente gratuito e accessibile da qualsiasi utenza e dispositivo, in grado di supportare l’agricoltore nella gestione della concimazione attraverso tecniche di agricoltura di precisione. Il primo grande risultato della piattaforma Agrosat si è concretizzato nel sostegno ai produttori cerealicoli della provincia di Foggia e di tutta l’Emilia-Romagna, fornendo un quadro dettagliato della variabilità temporale di biomassa in campo e l’elaborazione di mappe di prescrizione per la fertilizzazione
mediante spandiconcime a rateo variabile. Agrosat permette di navigare le mappe di prescrizione e quindi di abilitare in tempo reale una prima razionalizzazione delle concimazioni anche per chi lavora con trattrici tradizionali: sarà sufficiente un comune smartphone o tablet per monitorare la propria posizione sulla mappa e dosare il rilascio in base a quanto prescritto. Esiste inoltre la possibilità di scaricare direttamente la mappa di resa potenziale del proprio campo, relativa allo stato di sviluppo attuale della coltura e valutare così l’eventuale presenza di aree critiche a bassa produttività, così da intervenire con precisione facendo la cosa giusta al momento giusto
La piattaforma supporta gli agricoltori nelle tecniche di precision farming ed al posto giusto. L’applicazione web ha una struttura di navigazione estremamente semplice ed intuitiva. Per prima cosa l’agricoltore deve trovare il proprio campo (tramite indirizzo oppure, se si trova in campo, abilitando la propria posizione GPS) e disegnarne i limiti tracciando un poligono. Pochi secondi e comparirà l’ultima immagine acquisita da satellite relativa al proprio campo (immagine in colore naturale), necessaria per ottenere le indicazioni relative alla concimazione da eseguire. Inoltre è possibile valutare lo storico dello stato vegetativo del proprio campo selezionando il calendario e scegliendo tra quelle disponibili la mappa di vigore del periodo di interesse. Procedendo, Agrosat fornisce la scelta tra tre differenti prodotti: lo stato della coltura basato su indice di vegetazione; la resa potenziale; il modulo per le concimazioni azotate. Con quest’ultimo Agrosat consentirà di ottimizzare la distribuzione dei fertilizzanti in campo, basandosi ovviamente sull’indicazione da parte dell’utente del quantitativo complessi-
vo che si intende somministrare in termini di unità di azoto per ettaro. Successivamente Agrosat genererà una mappa di prescrizione nella quale per le zone con un indice di vegetazione più basso saranno suggeriti quantitativi di fertilizzante maggiori e viceversa. La mappa è scaricabile direttamente dal sito e può essere caricata su un trattore dotato di GPS e di spandiconcime a rateo variabile oppure utilizzata direttamente su dispositivi mobili per individuare la propria posizione GPS e razionalizzare la concimazione seguendo i consigli di Agrosat. Utilizzando queste mappe sarà possibile risparmiare tempo, carburante e denaro dando fertilizzanti solo nelle zone di campo che effettivamente ne necessitano. Il tutto nel massimo rispetto della sostenibilità ambientale, riducendo il rischio di inquinamento della falda e dei corsi d’acqua. Tutto questo è possibile grazie alla disponibilità di dati satellitari, acquisiti dalle piattaforme ESA Sentinel-2A e Sentinel-2B del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, e grazie al lavoro dei ricercatori CNR-IBIMET, che stanno già lavorando con l’obiettivo di coprire, in breve tempo, tutti gli areali dediti alla produzione cerealicola del territorio nazionale.
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Le bugie che fanno male all’agricoltura
Al Festival del giornalismo di Perugia dibattiti di Syngenta su comunicazione consapevole e fake news di Claudio Costantino
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l Festival internazionale del giornalismo di Perugia è, indubbiamente, la sede più appropriata per ragionare su come sta cambiando e dove sta andando l’informazione. Syngenta ha scelto di essere partner della XII edizione del Festival con la consapevolezza che c’è bisogno di informazione obiettiva, corretta, professionale, con puntuale identificazione delle fonti e estrema chiarezza nei confronti dell’utente e del consumatore finale. In particolare ha promosso due eventi per focalizzare l’attenzione sul problema delle notizie false, distorte e manipolate
ad arte che investono il mondo della scienza, dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Nel primo incontro l’azienda si è avvalsa del racconto ironico, ma scientificamente puntuale, del giornalista Antonio Pascale che, in modo irriverente, ha realizzato la conferenza spettacolo “Da Pinocchio a Masterchef. Dalla fame all’abbondanza. Il quadro dell’agricoltura in tre foto di famiglia”, approfondendo i cambiamenti che hanno coinvolto gli stili di consumo, la salubrità, la quantità e la qualità dei prodotti alimentari nel corso dell’evoluzione dell’agricoltura. Il secondo appuntamento è sta-
to dedicato al dibattito “Scienza Aperta: dalle fake news a una comunicazione consapevole”, moderato dal giornalista di Sky Tg 24, Alessio Viola. Nel panel dedicato alla qualità e alla sicurezza, partendo dal caso della pasta made in Italy e del discusso e controverso glifosate, il professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Ettore Capri e Roberta Russo di Aidepi si sono confrontati con i giornalisti Luciano Capone e Donatello Sandroni. Proprio dello
Radaelli: «Assieme agricoltori docenti e media per una cultura della conoscenza condivisa» storytelling fatto sui media ha parlato Capone, giornalista de “Il Foglio”, commentando in particolare l’importanza di difendere l’informazione dalle manipolazioni e distorsioni non basate sulla veridicità dei fatti: «Le fake news fanno disinformazione attraverso la distorsione di un pe-
Luigi Radaelli
DA PINOCCHIO A MASTERCHEF
Siamo passati da Pinocchio che - come ha detto Antonio Pascale nella sua conferenza spettacolo - è il più bel libro sulla fame, a Masterchef, che è il più significativo spettacolo tv sull’abbondanza. La carenza di cibo è stata una costante per millenni, così lontana e distante dall’eccedenza alimentare a cui siamo abituati oggi. Il giornalista ha coinvolto attivamente i presenti esaminando, insieme a loro, come si sia evoluta l’agricoltura e, di conseguenza, come siano cambiati gli stili di consumo, la salubrità, la quantità e la qualità dei prodotti alimentari.
ricolo, fatto o evento isolandolo dal contesto - ha osservato -. Il rischio è quello di influenzare in modo profondo la coscienza collettiva creando allarmismi. È sempre più importante e difficile per questo motivo il compito oggi per chi deve provare a convincere dell’importanza di basare le proprie decisioni su dati solidi e scientifici e mettere da parte le paure irrazionali»”. Nel secondo panel l’Amministratore Delegato di Syngenta Italia, Luigi Radaelli, ha dibattuto sul tema del ruolo che l’innovazione riveste nell’agricoltura del futuro con il giornalista Antonio Pascale, il presidente del Crea Salvatore Parlato e la rappresentante di Confagricoltura Deborah Piovan. Pinocchio aveva il naso che si allungava, quando diceva le bugie. Ma noi, oggi, che strumenti abbiamo per comprendere quando, chi posta una notizia su un canale social, non sia un novello Pinocchio, che nasconde il naso lungo dietro la tastiera? Bufale e pinocchiate circolano in modo incontrollato, denigrano, danneggiano, influenzano in modo profondo la coscienza collettiva e creano allarmismi. Elemento importante - emerso chiaramente dal confronto - è come i media spesso non parlino dei risultati delle nuove tecnologie, ma si concentrino su aspetti superati dal punto di vista scientifico attraverso un’indiscriminata lotta a ogni tipo di innovazione. «In questo momento l’opinione pubblica si sta concentrando sul tema della corretta comunicazione scientifica e noi dobbiamo essere in grado di interpretare questo rinnovato interesse, proponendoci come garanti di una divulgazione rigorosa - ha sottolineato Luigi Radaelli -. Sono convinto che sia necessario dar vita a un processo che permetta di creare una cultura della conoscenza condivisa, grazie alla collaborazione di tutte le parti coinvolte, agricoltori, professori e giornalisti». nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 43
AT T U ALI TÀ P RODO T T I Radaelli e Giansanti
Protocollo per il mais A Mantova Confagri e Syngenta firmano intesa per rilanciare la coltura maidicola nazionale
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onfagricoltura e Syngenta hanno siglato un protocollo d’Intesa volto a promuovere la diffusione e l’implementazione del programma “Mais in Italy”, sviluppato da Syngenta e basato su anni di esperienza in campo, studi e ricerche per la valorizzazione della produzione maidicola in Italia. La firma è avvenuta a margine dell’evento “Mais in Italy: un percorso di rilancio della filiera del mais basata su produttività, sostenibilità e innovazione”, che Syngenta ha organizzato all’interno della seconda edizione del Food&Science Festival di Mantova (v. pag. 54, ndr). “Mais in Italy” - il protocollo di coltivazione sviluppato da Syngenta per le colture maidicole italiane è uno strumento efficace per raggiungere gli obiettivi del migliora-
mento della produttività agricola, la diffusione delle buone pratiche agricole a supporto della biodiversità, la promozione e diffusione di programmi di formazione dedicati all’uso sostenibile dei mezzi tecnici in agricoltura e tutte le attività che contribuiscono al raggiungimento degli “Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite” (SDG) sottoscritti con l’Agenda 2030. Le parti si sono impegnate quindi nella congiunta diffusione del programma presso tutti gli stakeholder, nella ricerca di fonti di finanziamento derivanti da programmi europei, nazionali e regionali e in attività di comunicazione a supporto del programma stesso. «La produzione maidicola nazionale si è contratta del 40% negli ultimi dieci anni e abbiamo quintuplicato le importazioni - ha ricordato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Dobbiamo recuperare terreno ed il protocollo punta proprio a valorizzare le produzione di mais italiano, migliorandone la qualità e la produttività al fine di promuovere la produzione interna rispetto alle importazioni». «Siamo molto soddisfatti della firma di questo protocollo di intesa e dell’apprezzamento che Mais in Italy ha ricevuto da parte di Confagricoltura - ha affermato Riccardo Vanelli, Commercial Unit Head di Syngenta Italia -. Sono fermamente convinto che iniziative di questo tipo ci indichino la giusta direzione per favorire uno sviluppo dell’agricoltura italiana, e non solo della filiera del mais, in un’ottica di competitività, profittabilità e sostenibilità». (C. C.)
UN NUOVO MODO DI COLTIVARE
Grazie ad una rete di agricoltori e partner di filiera che aderiscono all’iniziativa, “Mais in Italy” diffonde e promuove un nuovo modo di coltivare per unire produttività, efficienza e sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Il progetto è basato su quattro importanti sfide che la maiscoltura italiana deve affrontare e per le quali vengono elaborate e proposte soluzioni sempre più efficaci ed incisive: scelte innovative per gestire al meglio le risorse; soluzioni per aumentare le produzioni di latte e biogas; percorsi agronomici per ottenere granella di qualità; strumenti per la protezione dell’ambiente e dell’operatore. 44 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
Riccardo Vanelli
Spighe di qualità Al “Durum Days” annunciato il disciplinare per il miglioramento produttivo del grano duro. Importante ora riequilibrare i rapporti di filiera
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l Protocollo di filiera del grano duro, siglato a Roma lo scorso dicembre, ha dato inizio a un percorso che entra ora nella fase operativa, con la stesura di un disciplinare ad hoc per il miglioramento qualitativo delle produzioni. È stato annunciato al “Durum Days”, l’evento internazionale che ha visto riunita a Foggia la filiera del grano duro e della pasta. Un passo avanti importante che - ci si augura - possa portare a nuovi rapporti di filiera Il presidente della Federazione di prodotto Cereali di Confagricoltura, Nicola Gatta, nel suo intervento, ha sollecitato «più collaborazione all’interno della filiera».
PRODUZIONE MONDIALE DI FRUMENTO DURO
In base alle prime stime presentate dalla società di ricerca Areté la produzione mondiale di grano duro è in aumento (38,5 milioni di tonnellate, +3,2%), trainata dal forte recupero produttivo di Canada (+15%) e Stati Uniti (+38%). In Europa invece è previsto un calo produttivo del 5,5%; nel complesso in tutta l’area del Mediterraneo si prefigura un buon andamento colturale, grazie all’apporto produttivo del Nord Africa, in leggera crescita (+1,9%). Per l’Italia CREA stima un leggero calo delle superfici seminate (1,28 milioni di ettari) e una produzione di 4,24 milioni di tonnellate, in linea con il 2017.
Ha evidenziato come due anni fa fosse stato promosso dal governo il piano cerealicolo nazionale con contributi di 100 euro/ettaro, ma gli agricoltori, allo stato, non hanno visto ancora un centesimo. I contratti di filiera andrebbero applicati così come vengono stipulati; «invece le intese sottoscritte un anno fa sono state modificate unilateralmente dalle industrie di trasformazione. Se se si pensa che la filiera possa crescere e svilupparsi, a fronte di questi impedimenti, si corre il rischio solo di alimentare illusioni. C’è bisogno che ognuno faccia la sua parte». Gatta ha poi chiesto l’intervento della Regione: «Serve un garante istituzionale per regolamentare meglio le dinamiche di un mercato che molto spesso non mantiene fede alle intenzioni e nemmeno agli accordi sottoscritti». Un garante istituzionale anche per quanto riguarda la spinosa questione della Cun: «La vogliamo a Foggia e noi di Confagricoltura lo abbiamo detto prima di tutti, pronunciandoci ai massimi livelli istituzionali». (M. M.) MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 45
AT T U ALI TÀ P RODO T T I
Euroflora 2018 a Genova ha unito le suggestioni di piante e fiori dei florovivaisti con il verde esistente e con le opere d’arte di Andrea Sampietro
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o era così scontato che Euroflora - la storica “floralie” genovese, “saltata” nella sua abituale edizione e cornice nel 2016, e riproposta solo nel 2018 nella nuova location degli splendidi “Parchi di Nervi” - avesse un successo di pubblico e critica quale è stato. È stata una straordinaria occasione di visibilità e promozione che sicuramente può far crescere la conoscenza presso il grande pubblico di piante e fiori e, conseguentemente, incrementare i consumi. I dati definitivi sull’affluenza del pubblico ad Euroflora, con il ‘sold out’ di quattro date, ed un totale di oltre 250 mila presenze, non possono che essere colti come assai positivi. Pensiamo - riprendendo le parole del presidente regionale di Confagricoltura Liguria Luca De Michelis, in occasione dell’inaugurazione che i fiori diano fondamentalmente emozione e sentimenti, e la kermesse di Nervi ha colpito i visitatori in questo senso già per lo scenario unico in cui si è collocata e per la bellezza delle “onde” colorate, che movimentando il paesaggio hanno reso unico lo spettacolo. L’impostazione progettuale è stata di
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Onde colorate pieno rispetto dei luoghi e finalizzata ad armonizzare gli esemplari del patrimonio arboreo esistente con quelli dei florovivaisti partecipanti; si sono unite le grandi scenografie vegetali, le coloratissime fioriture e le opere esposte nella Galleria d’Arte Moderna, nelle Raccolte Frugone e alla Wolfsoniana con le composizioni floreali e i fiori recisi. Quello del florovivaismo è un settore complesso, articolato e variegato che vale, però, complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e con 100 mila addetti in 27mila aziende. Gli addetti ammontano a circa 120mila unità, di cui circa 37mila appartenenti alla cura e manutenzione del paesaggio. Il valore delle produzioni florovivaistiche italiane rappresenta oltre il 5% (in contrazione in seguito alla crisi economica) della produzione agricola totale e deriva per il 50% dai comparti fiori e pian-
Il settore florovivaistico vale 2,5 miliardi di euro e conta 27mila aziende te in vaso mentre, il restante 50% da piante, alberi e arbusti destinati al vivaismo. Più si promuovono le bellezze di fiori e piante, l’arte delle composizioni come del giardinaggio, maggiore è il conseguente aumento dei consumi e quindi i ritorni per il comparto. E ulteriore spinta al settore può arrivare dal “bonus verde” che permetterà, al pari di quello per le abitazioni, di ‘scaricare’ parte delle spese sostenute per rifare giardini e spazi verdi privati. Euroflora, a nostro avviso, ha davvero centrato un target fondamentale, nel quale confidavamo. Grazie al rilievo mediatico, al successo di
pubblico e di critica è servita ad aiutare il settore a crescere ulteriormente, partendo dal fatto che in Italia, secondo le ultime stime Ismea, si sono prodotte nel 2016 ben 3.154 milioni di steli di fiori e 575.295.000 piante in vaso, arbusti, alberi che valgono, in termini di produzione 1.202 milioni di euro per fiori e piante e 1.386 milioni di euro per il vivaismo, generando un export di 133 milioni di euro per i fiori ed il fogliame e 412 milioni di euro per piante, arbusti ed alberi. E ciò risulterà confermato se la spesa annua delle famiglie italiane, che ad oggi è di 2.035 milioni pari a 42,9 euro pro capite, aumenterà nei prossimi mesi. Il tutto distribuito da 16.665 negozi di fiori e piante, per 27.575 addetti, un vero comparto economico, fiore all’occhiello del nostro Paese. Ed Euroflora ne è stata degna cornice. nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 47
AT T U ALI TÀ R AP R E SEN TANZ A
Garbellini e Santori
Il presidente degli over 65 L’assemblea dell’Anpa elegge Rodolfo Garbellini. Gli interventi di Santori, Allegretti, Brondelli e Postorino
di Elisabetta Tufarelli
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R
odolfo Garbellini è stato eletto dall’assemblea che riunisce i pensionati di Confagricoltura nuovo presidente dell’Anpa. Nato a Canaro, in provincia di Rovigo dove è presidente dell’associazione degli ‘over 65’. Ha 75 anni ed ha condotto in affitto, insieme al fratello, un’azienda di circa 140 ettari a indirizzo cerealicolo. È stato a lungo presidente della cantina sociale Consorzio viticoltori polesani. Ha anche avuto esperienze politiche e amministrative, come consigliere comunale e poi come vicesindaco e assessore del Comune di Canaro ed è stato anche presidente della locale società di calcio. L’assemblea è stata
aperta da presidente uscente, Bruno Allegretti, che ha salutato con emozione i presenti. Angelo Santori, segretario nazionale ha sottolineato, in apertura, l’appuntamento molto importante, “perché - ha spiegato - è il primo rinnovo del consiglio direttivo nazionale dell’Associazione Pensionati con la nuova denominazione modificata nel 2016. Questo incontro, inoltre, è anche l’occasione per avere uno scambio di valutazioni e di esperienze franco, aperto e approfondito con i presidenti delle Anpa provinciali e regionali sui problemi che interessano i pensionati nel nostro Paese, forse mai come in questi anni tanto gravi e di non facile soluzione”. All’evento è in-
Garbellini: «Sistema stabile di perequazione pensioni e potere di acquisto» tervenuto anche Luca Brondelli di Brondello, presidente dell’Enapra l’ente di formazione confederale e componente della giunta nazionale. “In un momento come quello che stiamo attraversando - ha detto - è necessario aggiornarsi ed evolvere, ma non si può prescindere dalla memoria storica della nostra Organizzazione: voi costituite l’importante e indispensabile legame tra tradizione ed innovazione. Abbiamo anche in progetto, come Enapra, in collaborazione con la Santori e Allegretti onlus di far partire dei progetti di digitalizzazione a voi dedicati”. Il direttore di Confagricoltura, Franco Postorino, portando il saluto agli ‘over 65’, ha sottolineato il loro ruolo importante all’interno dell’Organizzazione e ha messo in evidenza la decisione di rilanciare l’insieme dei servizi alla persona “di cui l’Anpa è il motore”. Ha anche messo in evidenza come i pensionati siano “esempio di grande passione contagiosa”. “Tra i molti problemi che riguardano i pensionati del settore agricolo - ha rilevato Garbellini - c’è quello di definire un sistema stabile di perequazione delle pensioni e in grado di garantire un potere di acquisto adeguato Franco Postorino nel tempo, capace di assicurare un reddito dignitoso”. E ha rimarcato la necessità di assumere un ruo- all’interno delle Unioni provinciali verso le quali interloquire con le lo sempre più attivo sul territorio e delle Federazioni regionali attra- Istituzioni e gli assessori regionali per le politiche socio-sanitarie “per esporre le nostre esigenze”. COMITATO ESECUTIVO DELL’ANPA Il segretario nazionale, Angelo Santori, dopo aver ricordato ruolo Il momento elettorale ha visto Rodolfo Garbellini trionfare all’unani- e importanza dell’Anpa all’interno mità, mentre Angelo Santori è stato riconfermato vicepresidente vica- di Confagricoltura, ha rimarcato rio. E’ stato eletto anche il nuovo Comitato Esecutivo Anpa; insieme l’impegno dell’Associazione per al presidente e vicepresidente vicario ne faranno parte per il Nord An- garantire un’adeguata assistenza tonio Zampedri (presidente Anpa Lombardia), per il Centro Americo sanitaria. “Non è giusto - ha osCretaro (presidente ANPA Frosinone) e per il Sud Cristofaro Impera- servato - che gli anziani tra liste to (presidente ANPA Napoli). Altri componenti del nuovo Consiglio d’attesa, limitazione di esenzioni sono: Michele D’Apolito (Foggia), Maria Daville (Alessandria), Fran- ed altre criticità fatichino a curarcesco Natoli (Messina), Cesare Pasquali (Cremona), Riccardo Ragazzi si: serve una maggiore attenzione (Modena), Carlo Sivieri (Ferrara), Remo Tortone (Cuneo) e Carlo La- per l’efficacia del sistema sanitario sagna (Presidente FIIAF). nazionale”. nnn MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 49
AT T U ALI TÀ R AP P R E SEN TANZ A
L’oasi della felicità L’impresa familiare con annesso agriturismo di Alberto Faccioli, affiliata alla Fiiaf, è uno spazio di esperienza naturale nella pianura polesana di Elisabetta Tufarelli
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S
iamo in piena pianura del Polesine. Qui incontriamo Alberto Faccioli che, insieme alla moglie Monica, conduce l’agriturismo Valgrande. “Il nostro - ci dice con orgoglio l’associato della Federazione che riunisce le imprese familiari di Confagricoltura (Fiiaf) - è il luogo ideale per proporre agli ospiti una sosta rilassante e tranquilla. La nostra ambizione è quella di offrire una piccola isola di tranquillità per ritrovare il silenzio e la musicalità della natura”. L’azienda agricola di 25 ettari è coltivata a seminativo biologico. “Produciamo - spiega Alberto sorgo alimentare, la soia per il
latte e un po’ di mais da utilizzare nella nostra cucina per la polenta. Alleviamo anche polli, anatre e faraone, che serviamo nel ristorante dell’agriturismo. Questi animali di bassa corte, insieme ai cavalli, sono anche gli ospiti della fattoria didattica, un luogo dove apprendere il più possibile sui ritmi della natura e conoscere gli animali che, nel corso dei secoli, hanno aiutato l’uomo a coltivare la terra”. L’azienda “Valgrande” è una delle ‘Fattorie didattiche del Veneto’, nate per colmare la distanza tra cultura urbana e cultura rurale: i percorsi proposti aiutano a comprendere l’attività agricola, la vita degli animali e l’ecosiste-
ma di cui fanno parte. Una sorta di scuola a cielo aperto per far conoscere il ciclo produttivo di ciascuna coltivazione, scoprire gli animali, il fantastico mondo delle api, i giochi dell’infanzia, di cui Alberto e Monica curano direttamente tutti gli aspetti organizzativi: gli incontri, le lezioni e i laboratori didattici. L’agriturismo dedica all’ospitalità cinque stanze, ognuna diversa dall’altra, ma tutte con il bagno privato e climatizzate per le notti d’estate più afose. “Dedichiamo molta attenzione ai nostri ospiti in ogni particolare - sottolinea l’imprenditore - dall’arredamento rustico tipico delle zone rurali, alla possibilità di effettuare percorsi in mezzo al verde scoprendo i profumi veri della campagna. Con Agriturist Veneto partecipo ad Agricycle, fornendo su richiesta anche delle biciclette per permettere di visitare i nostri piccoli e affascinanti centri
Bio, sapori dei ricordi, agricycle, didattica ed impegno sociale rurali che raccontano, in ogni angolo, la storia del Polesine”. “Non un ritorno al passato ma il ricordo dei sapori”: più che uno slogan è la filosofia culinaria di Monica che, insieme ad una cuoca, si occupa della cucina, che offre cibi buoni e genuini, preparati con cura da ricette antiche; estro e passione che hanno spinto Fiiaf a proporre Valgrande come testimonial delle imprese familiari associate a Confagricoltura per l’anno internazionale del cibo nel mondo. I menu partono dalle carni che l’azienda lavora al proprio interno. I salumi, la specialità della casa, vengono realizzati seguendo antiche tradizioni che si tramando nella famiglia e c’è grande attenzione ai prodotti ti-
pici del territorio. Da poco è nata “La dispensa di Valgrande”, una linea di prodotti tradizionali realizzati con materie prime raccolte nell’azienda agricola. “Nel ristorante dell’agriturismo - mette in evidenza Alberto - si può degustare la famosa “pinza” e le verdure in agrodolce, che prima di essere servite nel piatto sono state coltivate all’interno del nostro orto biologico, lavorate dalle sapienti mani di mia moglie Monica e del suo staff”.Valgrande è da sempre legata alla ricerca di piatti tipici e di prodotti della tradizione da riproporre ai propri ospiti, ma non solo: è anche fattoria sociale. “Da tre anni - conclude l’imprenditore - abbiamo anche iniziato, in collaborazione con l’Asl ad ospitare ragazzi con problemi sociali e offriamo giornate divulgative agli anziani ospiti delle case di riposo. Collaborazioni che vorremmo stabilizzare”. nnn
Monica e Alberto Faccioli
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EPS Ente Protezione Selvaggina
di Landolfo Di Napoli
ORIENTAMENTI NORMATIVI SUI DANNI DEI SELVATICI
Chi paga per i cinghiali? Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad un esponenziale incremento della popolazione di ungulati selvatici e, in particolare, delle popolazioni di cinghiali che hanno progressivamente “colonizzato” non solo aree collinari e montane, idonee alla specie, ma anche territori non vocati e fortemente antropizzati e caratterizzati da un agricoltura specializzata. L’aumentata presenza di ungulati è ben testimoniata da ripetuti e frequenti allarmi degli agricoltori che - solo in tempi recenti - sono stati fatti propri dalle amministrazioni locali, preoccupate per la sicurezza della popolazione e per il rischio veterinario originato da un’eccessiva e non più sostenibile concentrazione di soggetti. In tale quadro allarmante si sono andati ad inserire i recenti “orientamenti europei” in materia di danni che, calati nella specifica normativa nazionale, stanno ponendo inaccettabili vincoli e limiti al risarcimento dei danni arrecati da tali specie ed in particolare dal cinghiale, alle coltivazioni agricole ed agli allevamenti. Secondo la normativa europea - in tema di gestione della fauna selvatica e dell’attività venatoria - le amministrazioni possono erogare, per i danni causati da fauna selvatica, non protetta e non vivente in aree protette, aiuti (non già risarcimenti), solo se espressamente autorizzati dalla Commissione Ue, fatta eccezione per gli aiuti, di piccola entità, concessi in regime di “de minimis”. Si badi bene che in Europa si parla di “aiuti”, perché i 52 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
danni li deve risarcire il proprietario dei soggetti che lo hanno arrecato e che - a differenza dell’Italia dove la fauna è definita bene indisponibile dello Stato - sono di pertinenza del fondo su cui vivono più o meno stabilmente. La predisposizione di un decreto interministeriale - non ancora notificato alle Istituzioni europee per la mancanza di indicazioni sull’ammontare stimato dei danni da parte delle amministrazioni regionali - rappresenta solo una parziale risposta alle esigenze del mondo produttivo. Rimarrà esclusa dalla copertura della norma, e quindi dalla possibilità di ottenere il ristoro del danno, un’ampia casistica di eventi. Il decreto dovrà quindi considerarsi solo un punto di partenza, che se consentirà di sbloccare la situazione di stallo in cui ci si trova, necessiterà di ulteriori e più incisivi interventi. Nell’attesa della revisione dell’attuale ed ormai vetusta normativa appare comunque necessario e non ulteriormente rinviabile
l’adozione - sulla base del piano nazionale - di iniziative atte a favorire il concreto contenimento dei selvatici. I danni alle coltivazioni, sempre più importanti, ed il grave rischio, per la sicurezza veterinaria e per l’incolumità della popolazione, collegato alla presenza di selvatici sulle strade, non permettono di assistere silenti al quotidiano balletto di dichiarazioni ma alla contestuale mancanza di provvedimenti. Gli attuali abbattimenti che vengono autorizzati dalle amministrazioni regionali e provinciali, sono insoddisfacenti per il controllo della popolazione di cinghiali se non inseriti in un quadro più composito e che riconosca anche il momento agricolo come motore gestionale attivo delle iniziative da intraprendere. LE SEGNALAZIONI DELLE AZIENDE Prosegue la raccolta di notizie sui danni aziendali, da parte dei selvatici, avviata da Confagricoltura. A tal proposito le imprese possono utilizzare una specifica scheda di segnalazione, scaricabile dal portale web dell’Organizzazione. Si tratta di un’iniziativa mirata ad avanzare - alla luce di una corretta rappresentazione del fenomeno, che troppo spesso è sottovalutato - concrete proposte operative sulla protezione dalla fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio.
OA C VM E RP I6 R 5 OSA
di Elisabetta Tufarelli
DUE DOMANDE A… LUCREZIA CANTORO
«Spicco il volo, anche se temo la Xylella» Lucrezia Cantoro
Incontriamo l’imprenditrice Lucrezia Cantoro, che conduce un’azienda olivicola e vitivinicola a Salice Salentino, tra le provincie di Lecce e Brindisi.
CONFAGRI DONNA TOUR
insediata nella “Campana”, la mia azienda.
Prossime sfide? Prima di tutto desidero implementare il vigneto. Commercializzo l’uva Come ha iniziato? da vino che produco e attualmente Sono figlia di agricoltori e ad occu- il mio vigneto è a Negramaro e a parsi dell’impresa agricola era mio Malvasia. Il mio obiettivo è quello di padre. Quando è venuto a mancare piantare anche Primitivo. Ma la sfida è stata mia sorella Giuditta, agropiù grande, per tutti noi salentini, noma, che ha preso in mano le è quella di salvare i nostri oliveti redini dell’azienda. Intanto mi ero dalla Xylella. Sembra che nella mia laureata e facevo l’avvocato. Ad un azienda non sia ancora arrivata e per certo punto ho deciso di camevitare contagi seguo con attenzione biare radicalmente vita, mi sono i nostri alberi, curandoli nel miglior avvicinata all’agricoltura ed ora modo possibile e investendo tanto eccomi qua, in Salento, pienamente tempo e risorse economiche. DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI: per celebrare il 70° anniversario della sua firma (10 dicembre 1948), è stata lanciata una campagna mondiale per promuovere, impegnarsi e riflettere sui diritti umani. Primo fra tutti la disuguaglianza di genere che è la sfida del XXI secolo. Molto è stato fatto per l’ingresso delle donne nei settori dell’economia, del commercio e delle attività intellettuali, ma è importante garantire alle compositrici, autrici e creatrici di musica pari opportunità di accesso, avanzamento di carriera e riconoscimento del proprio lavoro nel settore della musica. La fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica ha organizzato una “Global Call for New Music”, che si concluderà il 30 giugno info e bando su www.donneinmusica.org.
Ai nastri di partenza l’edizione 2018 di Confagricoltura Donna Tour, il percorso nazionale per le imprenditrici che puntano sull’innovazione dell’impresa agricola, sulla valorizzazione del territorio e sulla conservazione del paesaggio, con attenzione all’architettura rurale e alla visita ai luoghi d’arte. Prima tappa in Piemonte, il 24 maggio, in provincia di Alessandria, al confine con la Lombardia. L’itinerario proseguirà in Emilia Romagna in settembre, per concludersi in Puglia in ottobre. Il progetto coinvolge tutto il territorio nazionale e offre l’opportunità, attraverso dei workshop ‘al femminile’ dedicati al mondo della produzione, di percorrere un itinerario di visite ad aziende agricole condotte da imprenditrici che innovano. “Il nostro obiettivo - ha spiegato Gabriella Poli - è quello di coltivare conoscenze, buone prassi, valorizzando l’impegno imprenditoriale femminile come motore di sviluppo e cambiamento, grazie all’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, ma anche al marketing e all’accoglienza”. MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 53
ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO RAVENNA FIIAF INCONTRA GLI STUDENTI
La Fiiaf Ravenna (la Federazione delle Imprese agricole familiari di Confagricoltura) ha organizzato una serie di incontri con le quinte classi dell’Istituto Agrario Perdisa di Ravenna per sensibilizzare gli studenti sulle problematiche agricole. L’impresa agricola familiare difende, tutela e rappresenta le piccole e medie imprese agricole ed è l’espressione di una forza economica e sociale strategica per gli interessi primari di tutti i cittadini per quanto riguarda il benessere alimentare, la tutela e la buona gestione del territorio e dell’ambiente. Gli studenti, hanno potuto approfondire diverse importanti tematiche. Dopo una breve illustrazione sulla storia e sulla struttura di Confagricoltura, si sono focalizzate le tematiche europee (politica agricola comunitaria, piani di sviluppo rurale, organizzazione comune di mercato del vino), per poi arrivare alle problematiche dell’acqua in agricoltura, dei mercati e delle prospettive per i cereali e colture orticole nel territorio ravennate. 54 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
di Elisabetta Tufarelli
“FOOD&SCIENCE FESTIVAL” DI CONFAGRI MANTOVA
Scienza ed equilibrio È tornato a Mantova “Food& Science Festival” all’insegna dell’”equilibrio”, che è stato il tema portante della seconda edizione. Dal 18 al 20 maggio si sono contati oltre 200 appuntamenti in un mix di partecipati incontri, spettacoli, proiezioni, mostre, laboratori, attività ed esplorazioni del territorio. Tra una degustazione e una visita al Parco del Mincio, si sono scoperti segreti e misteri della birra con Patrick McGovern, si è viaggiato nella storia della cucina italiana insieme a Neri Marcorè e Alessandro Marzo Magno e ci si è meravigliati ascoltando il concerto della “Vegetable Orchestra”. Dalla scoperta delle componenti chimiche di alcuni alimenti, fino ai workshop a tema inquinamento e rifiuti, si è cercato di trasmettere ai più giovani e alle loro famiglie l’importanza di limitare o correggere i comportamenti che possono avere un’influenza negativa sul nostro Pianeta. Non solo sulla tavola, il cibo è arrivato anche al cinema ed è stato il grande protagonista della rassegna cinematografica. Nelle proiezioni sono state approfondite tematiche attuali: ogm e biotecnologie, food evolution, sprechi alimentari, just eat it, a food waste story, meccanismi del mercato agricolo, cavoli, patate e altri demoni e insetti commestibili, bugs. «Per tre giorni – ha detto il sindaco di Mantova Mattia Palazzi - siamo stati, ancora una volta, una vetrina nazionale e internazionale prestigiosa, uno scenario unico, caratterizzato dalle bellezze delle
nostre piazze e dei nostri monumenti». «Sembrerà banale, ma è opportuno ricordarlo sempre: il consumo di cibo di qualità è interesse sia del singolo sia della società - ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi -. Per questo ringrazio Confagricoltura Mantova e tutti i partner di questa iniziativa volta a diffondere una nuova e più consapevole cultura dell’alimentazione. Offrire una piazza di confronto, divertimento, formazione e interazione dove, attraverso il cibo, scoprire e percepire il futuro che ci aspetta, è una proposta che merita il successo che sta riscontrando». «La scienza che mettiamo in mostra al Food&Science Festival - ha osservato il presidente di Confagricoltura Mantova e vicepresidente nazionale Matteo Lasagna - è una scienza libera, slegata da volgari vincoli di profitto come qualcuno vorrebbe far credere. Una scienza che mira soltanto a far capire al pubblico cosa c’è dietro ai prodotti che ogni giorno tutti noi consumiamo sulle nostre tavole, vale a dire innovazione, tecnologia, ricerca e sicurezza».
PRESENTATE LE AZIENDE DI AGRICOLTURA SOCIALE
Visita delegazione coreana
Una delegazione della Corea del Sud ha visitato alcune aziende laziali di Confagricoltura per sviluppare l’agricoltura sociale (AS) anche nel Paese asiatico, dove prevalgono aziende agricole di piccole dimensioni (1,5 ha), in alcune delle quali viene già svolta un’attività sociale pionieristica. La delegazione, composta da esperti in agricoltura urbana ed in economia dello sviluppo rurale, al rientro darà indicazioni operative sulle misure da adottare per creare opportunità di sviluppo nel settore. Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete delle Fattorie sociali, ed il referente scientifico, Roberto Finuola, hanno accompagnato la delegazione ad un incontro con i professori Andrea De Dominicis e Andrea Zampetti, docenti al Master di I livello in AS dell’Università di Roma Tor Vergata, patrocinato da Confagricoltura. Di Stefano e Finuola hanno poi portato la delegazione coreana all’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi di Roma, dove sono stati accolti dal consigliere di Confagricoltura Roma Andrea Virgili. Qui opera
la Cooperativa Agricola G. Garibaldi, nata per impulso di alcuni genitori di ragazzi autistici con la collaborazione del preside dell’Istituto, che ha concesso loro l’uso di una parte del terreno della scuola per trovare nelle attività agricole un ambiente dove migliorare la qualità di vita, ottenendo un graduale reinserimento sociale. La delegazione ha poi visitato l’azienda agricola di Campagnano di Roma, “Il Casale di Martignano”. Il proprietario, Aurelio Ferrazza, ha illustrato le attività produttive, agrituristiche di ristorazione e sociali. In particolare la collaborazione con la cooperativa sociale “Barikamà”, costituita da migranti africani e da un ragazzo italiano con la sindrome di Asperger, che cura la parte amministrativa. L’accordo si basa sulla concessione, da parte dell’azienda, dell’uso del caseificio per la produzione di yogurt e di una porzione di terreno per la coltivazione di ortaggi. Da parte sua Barikamà veicola la sua produzione attraverso il Casale nell’ambito dei GAS (Gruppi di acquisto solidale), gestiti dall’impresa agricola. Infine, la visita alla coop sociale ‘Spazi Immensi’ che - in accordo con una vicina residenza protetta che ospita soggetti psichiatrici e minori inviati dall’amministrazione penitenziaria - organizza attività co-terapeutiche di orticoltura in aree specificatamente attrezzate ad orti urbani alla “FattOrietta”, con vista sul Cupolone. (Alessandra Porro)
GROSSETO VIAGGIO DI STUDIO IN VENETO
Confagricoltura Grosseto prosegue nell’opera di formazione e divulgazione. “Il tutto – ha commentato il presidente dell’Organizzazione provinciale Attilio Tocchi - si inquadra nell’ambito del PIF (progetto integrato di filiera) di valorizzazione della carne bovina della Maremma, ovvero il progetto Pro Smart Beef, dopo il corso di foraggiatura, organizzato nel settembre scorso. I nostri soci aderenti al PIF sono stati coinvolti in un viaggio studio in Veneto, con visite a tre aziende, tra cui l’agricola Vallevecchia, azienda sperimentale di Veneto Agricoltura.” Le esperienze dal vivo si sono focalizzate sui temi dell’agroforestazione, ossia la coltivazione promiscua di specie arboree ed erbacee in un medesimo appezzamento al fine di efficientarne le risorse, in particolare quella idrica. “Questa modalità - Ha concluso Tocchi - è molto utile nella pratica del pascolamento degli animali, con indubbi vantaggi in termini di benessere animale e di qualità di prodotto finale”. MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 55
FORMAZIONE
AL VINITALY RICERCA DI WINE MONITOR NOMISMA
Formazione e competitività
Enapra ha realizzato, insieme ai più autorevoli esperti, una ricerca su formazione e competitività delle imprese vitivinicole, i cui risultati sono stati presentati nello stand di Confagricoltura a Vinitaly 2018. È stata realizzata da “Wine Monitor Nomisma”, in collaborazione con Enapra e Intesa San Paolo Formazione e con il patrocinio del For.Agri. Le nuove frontiere produttive e commerciali spingono gli imprenditori del comparto verso l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Questa tendenza genera una forte esposizione al rischio imprenditoriale se non accompagnata da adeguati percorsi di informazione e formazione finalizzati ad affiancare l’azienda nello sviluppo delle competenze e delle professionalità necessarie per far fronte alla nuove sfide del mercato. All’evento di presentazione della ricerca è intervenuto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha posto in evidenza il ruolo guida che l’Organizzazione desidera avere nel processo di informazione, promozione e valorizzazione per lo sviluppo dell’innovazione e della digitalizzazione in agricoltura. “Da produttore di vino nel Monferrato 56 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
so molto bene che lo scenario in cui si trovano ad operare le imprese vinicole italiane è mutevole e soprattutto molto più competitivo rispetto al passato - ha detto Luca Brondelli di Brondello, presidente di Enapra -. Per competere, occorre rivedere continuamente le strategie e il posizionamento e cogliere i cambiamenti imposti dalla consumer base utilizzando tutti gli strumenti possibili, compresi quelli offerti dalla innovazione e dalla intelligenza artificiale. Il successo di questo processo di ricerca della competitività sta nella formazione e nell’adeguamento dei saperi e delle competenze”. A seguire gli interventi di Matteo Lasagna, vicepresidente di Confagricoltura, delegato alle problematiche del credito, e di Renato Simonato, direttore regionale di Intesa San Paolo, che hanno sottolineato l’impe-
gno ad accompagnare il percorso di innovazione e digitalizzazione delle imprese con strumenti concreti. Denis Pantini, direttore di Wine Monitor Nomisma, ha illustrato i risultati del lavoro dell’indagine svolta sulla base di tre azioni: per prima cosa l’analisi dei fabbisogni, poi la survey (su un panel di oltre cento aziende) ed infine l’elaborazione del pacchetto delle proposte formative. Queste ultime - specificamente derivate dai fabbisogni emersi nella survey - sono state illustrate da Michele Di Stefano, direttore di Enapra. Determinante la collaborazione e il patrocinio del For.Agri, presente attraverso il suo presidente, Stefano Bianchi, che ha sostenuto la ricerca. Ha concluso i lavori Federico Castellucci, presidente della Federazione nazionale Vitinicola di Confagricoltura, che ha ribadito la necessità di qualificare ulteriormente la proposta di servizi utili alle imprese per la competitività, attraverso l’innovazione supportata dalla formazione. Antonella Torzillo
Parola chiave del mese: fabbisogno formativo Sistema integrato di conoscenze e abilità che i soggetti devono e possono acquisire attraverso processi di apprendimento, al fine di operare in maniera competente all’interno di un’azienda e/o di una filiera agroalimentare, coerentemente con l’ambito di attività connesse ai ruoli assegnati e in conformità agli obiettivi strategici e al sistema di valori dell’organizzazione di riferimento. Il fabbisogno formativo equivale alla differenza tra il livello ottimale di competenze necessarie ed attese e le conoscenze/abilità effettive di un individuo o di un gruppo, in un dato momento.
Sessant’anni di agricoltura giovane di qualità e sostenibile A ROMA IL 7 E 8 GIUGNO 2018 IL CONVEGNO QUADRI DIRIGENTI CON TRE GRUPPI DI LAVORO
“60
anni di agricoltura giovane, di qualità e so- sociale; tutte si amalgamano nell’impresa agricola. C’è stenibile”. Questo è il titolo del prossimo un vero ritorno alla terra? I numeri ricavati dal registro Convegno Quadri dirigenti dei Giovani di delle imprese a livello nazionale mostrano un saldo neConfagricoltura, che si terrà a Roma i prossimi 7 e 8 gativo. E’ vero che le opportunità sono aumentate, ma il giugno. “Nell’occasione - spiega il presidente Raffaele contesto agricolo non è facile e le imprese giovani sono Maiorano - si concretizpiù vulnerabili. Il ritorno zeranno i percorsi svolti all’agricoltura si potrebbe IL C O M M E N T O dall’ultimo convegno di definire, in questo senso, Ci siamo quasi. Siamo alla Palermo, primo fra tutti il una parziale verità aiutata vigilia dell’appuntamenpassaggio da agricoltore dai premi all’insediamento con il nostro prossimo ad imprenditore agricolo, to. Chi intraprende questa Convegno Quadri a Roma. declinando con precisione strada ha bisogno di una Abbiamo lavorato proprio gli strumenti per miglioraformazione imprenditoriaper offrire strumenti di re la filiera, definendo dei le concreta che lo affianchi sviluppo pratici ai giovani modelli di business”. L’erealmente e puntualmente imprenditori agricoli. Non vento si svolgerà attraverso nel suo percorso di sviè certamente un momento il format sperimentato dei luppo. I gruppi saranno facile per l’agricoltura, giovani compresi. Potevatre gruppi di lavoro: giovacoadiuvati da una serie di mo stilare un ‘cahier de dolence’ oppure reagire. ni, qualità e sostenibilità, ospiti relatori e culmineAbbiamo scelto di provare ad opporci ad una ognuno strutturato con la ranno con la stesura di un strada di crisi provando a studiare prima, per poi partecipazione dei vicepre‘business model canvas’ offrire soluzioni innovative ed utili sia per chi in sidenti (Alda Dalledonne preparato ad hoc per le azienda è già insediato - i primi anni sono diffinel gruppo ‘giovani’, Diana differenti esigenze o necili - sia per chi intende farlo. Occorre guardare Lenzi in quello ‘qualità’ e cessità imprenditoriali. Si avanti e noi, lo sottolineo con orgoglio, abbiamo Emanuele Savona ‘sostescandiranno così percorsi intrapreso un percorso di cambiamento profondo. nibilità’) e dei componenti formativi sindacali diretti Siamo partiti da #Filiereintelligenti che ci hanno del comitato di presidenza agli associati, si renderà la condotto ad Expo e al nostro Convegno Quadri e dei dirigenti delegati. La qualità un parametro ecodi Palermo. A Roma concretizzeremo nel festegqualità è importante, ma nomico e si realizzerà un giare i nostri sessanta anni, il reale passaggio da di difficile definizione ed è modello di stima e verifica agricoltore ad un imprenditore formato, capace di un termine abusato, anche della sostenibilità econocrescere e andare lontano. se è una importante leva mica sugli investimenti efRaffaele Maiorano di marketing. La sostenibifettuati in quella sociale ed Presidente Nazionale Anga lità ha diverse sfumature: ambientale. economica, ambientale e Elisabetta Tufarelli MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 57
CALABRIA
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Adriano Tancredi eletto presidente
Sicilia a tutto bio
Rinnovati i vertici regionali dei Giovani di Confagricoltura Calabria. Nuovo presidente è Adriano Tancredi, affiancato dai vicepresidenti Umberto Ruggero e Giuseppe Colosimo. Tancredi - che gestisce l’azienda agricola di famiglia, specializzata in coltivazioni tradizionali e idroponiche - subentra a Giuseppe Barbaro, che ha guidato l’associazione dei giovani agricoltori calabresi nell’ultimo triennio. «È per me un onore e un privilegio - ha detto il neopresidente - perché oggi i settori agricolo ed agroalimentare rivestono un ruolo determinante per la nostra regione. Una partita decisiva, per il consolidamento e lo sviluppo dell’agricoltura calabrese, la giocano proprio i giovani. M’impegnerò a sostenerli nella piena consapevolezza della necessità di perseguire con determinazione l’obiettivo di un’ agricoltura capace di coniugare, con lungimiranza, tradizione e innovazione. Uno dei primi obiettivi sarà quello di rendere più concreta e reale l’opportunità di dare ai giovani i terreni comunali incolti ed inutilizzati, così come previsto dalla specifica legge regionale».
L’agricoltura siciliana conferma la sua forte vo cazione bi ol og ic a. Lo dimostra la ricerca sulle imprese che operano in regime di agricoltura biologica realizzata da Accredia (l’Ente Unico nazionale di accreditamento designato dal governo), Unioncamere e InfoCamere. Secondo lo studio le aziende bio, in Italia, sono 59.461, il 55,8%, hanno sede nel Mezzogiorno e ben 9.444 in Sicilia. “Numeri importanti che mostrano un trend di crescita costante e un’opportunità di sviluppo per la nostra regione - ha affermato Salvatore Massimino, rappresentante catanese dei Giovani di Confagricoltura e produttore biologico di grano duro e legumi -. Molti giovani imprenditori hanno convertito i propri metodi di produzione dal convenzionale al biologico. Le produzioni ecosostenibili sono, infatti, un’importante opportunità per differenziare le produzioni siciliane riuscendo ad aggredire mercati nazionali e internazionali affamati di tali produzioni”. A parere dei giovani di Confagricoltura, un ruolo strategico in questa vicenda è quello delle politiche di indirizzo del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020. “Uno degli scopi della misura è però vanificato - ha spiegato Massimino - dai continui ritardi nel pagamento dei premi spettanti agli agricoltori. I premi dovrebbero sostenere, in particolare, le aziende che si sono introdotte per la prima volta nel sistema di certificazione e si trovano a dover fronteggiare i costi richiesti per ottenerla, senza poter godere del vantaggio competitivo della vendita del prodot-
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to certificato. Per i primi anni (due o tre secondo il tipo di coltura), invece, queste aziende si trovano in regime di conversione all’agricoltura biologica e quindi costrette a vendere in convenzionale”. Secondo Francesco Mastrandrea, presidente regionale Anga Sicilia “il sostegno all’imprenditoria agricola giovanile meriterebbe di essere al centro delle politiche di indirizzo dell’amministrazione regionale, ma con chi ha governato la Regione negli ultimi cinque anni non è stato così. Dalla nuova amministrazione regionale abbiamo avuto i primi importanti riscontri in termini di regolarizzazione dei rapporti con Agea per lo sblocco dei pagamenti relativi alle misure agroambientali”. Restano, però, ancora importanti traguardi da raggiungere. Su tutti la richiesta avanzata dai giovani di Confagricoltura di potenziare la misura 6.1 che prevede aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per i giovani agricoltori. “Per dare spazio a chi rappresenta il futuro - ha concluso Mastrandrea sarebbe opportuno ripubblicare al più presto la misura 11, ‘agricoltura biologica’, magari con una corsia dedicata ai giovani, al fine di far loro ricevere uno start-up necessario per alimentare sogni e speranze di un intero territorio”.
INCONTRO PROMOSSO DA ANGA GROSSETO
L’agricoltura dei giovani Nessun aumento per il numero delle imprese agricole ‘under 40’. Dai numeri ricavati dal registro delle imprese a livello nazionale nonostante l’aumento di iscrizioni del 5,6% registrato nel 2016, rimane un saldo fortemente negativo rispetto al 2011 (-15%) delle aziende condotte da giovani. L’analisi impietosa, che contraddice quanto spesso viene detto, è emersa nell’incontro “L’agricoltura dei giovani Le imprese under 40 a confronto per lo sviluppo dell’agricoltura”, moderato dal direttore di Confagricoltura Grosseto, Paolo Rossi e organizzato dai Giovani di Confagricoltura di Anga Grosseto, alla Fiera del Madonnino. All’evento hanno partecipato il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi, il vice presidente di Anga provinciale, Francesco Neri, il consigliere David Brigden e la
vice presidente nazionale, Diana Lenzi, la quale ha parlato delle attività svolte da Anga nazionale e del ciclo di formazione #filiere intelligenti. “Il dato che più preoccupa - ha spiegato il presidente, Guido Pallini - è che negli ultimi cinque anni sono scomparse più imprese giovani, almeno il 5% rispetto al totale”. Ciò dimostra che le imprese condotte da giovani sono più vulnerabili per tutta una serie di fattori, tali da produrre un tasso di mortalità più elevato rispetto a quelle condotte da senior. “Uno dei problemi maggiori che possono incidere nell’insediamento - conclude Pallini - è senza dubbio l’accesso al credito, a cui è direttamente correlata l’attivazione dei
finanziamenti pubblici. Ecco perché, per cogliere le opportunità esistenti, soprattutto per i giovani, serve una maggiore preparazione di fondo. Ragione per cui abbiamo inteso organizzare un vero e proprio programma formativo, in cui includeremo anche la tematica dell’accesso al credito. Questi incontri rientreranno all’interno del progetto XFarm di cui Anga sarà depositaria”.
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OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Il robot da compagnia Sempre più spesso i robot fanno la loro comparsa nelle corsie d’ospedale o nelle strutture per l’accoglienza degli anziani soli. Capita e capiterà così di incontrarne uno per dare supporto agli infermieri e ai terapisti, nell’assistere persone con scarsa mobilità o con problemi di solitudine e depressione. Boo Boo il giocherellone, creato dai giapponesi di Softbank Robotics
e personalizzato dalla software house belga ZoraBots, è stato tra i primi ad essere impiegato anche nei reparti di pediatria: fa calmare i più piccoli prima di esami e analisi mediche di vario genere. Può essere utile anche come robot da compagnia per anziani; già la sola presenza è sufficiente per migliorare l’umore e lo stato di salute degli ospiti di strutture assistenziali.
IL VENTO NEI CAPELLI È UN DIRITTO, anche per gli anziani. L’iniziativa “in bici senza età”, partita e con sede in Danimarca, funziona oggi in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Sudamerica, in Asia e in Australia. Girano tutti con la stessa bici cargo, che ha uno o due posti da seduti davanti e un pedalatore dietro (con pedalata assistita), che porta in giro le persone anziane. Per gli ‘over 75’ con scarsa mobilità la bici cargo dei volontari è una rivoluzione. Non si sentono pacchi trasportati e si godono il vento in faccia come non facevano quando erano giovani e scattanti in sella. Per tutti un giro in bici è un toccasana. 60 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2018
GENERAZIONE DIGITALE
Digitali, viaggiatori e più attenti alla salute, i senior del 2018 non sono più vecchi: hanno progetti per il futuro e sono interessati a tutelare il loro benessere. Sono quindi un’opportunità per il marketing da non sottovalutare. La fotografia emerge dalla ricerca “Over 65: una vita a colori”, commissionata da Bnp Paribas Cardif e realizzata da AstraRicerca su un campione di 700 senior tra i 65 e gli 85 anni. I risultati sono sorprendenti: i senior amano la tecnologia e la utilizzano, al punto che la ricerca è stata realizzata completamente online tramite smartphone, tablet e pc. Sono attivi e, oltre alle faccende domestiche e alla cura della casa, non rinunciano alle attività che li rendono felici, come viaggiare (54,2%), prendersi cura di sé (49,1%), praticare attività ludico-sportive (45,7%) o culturali (43,4%). Ma non solo. Il 47,8% è curioso, ottimista (44,1%) e capace di invecchiare serenamente (60,8%). Sono anche desiderosi di fare nuove esperienze (29,6%).
Vivere a ritmo di danza ASSISTENZA SANITARIA
La nonna ballerina Paddy Jones
Ballare può contribuire a migliorare la salute e a promuovere una sensazione generale di benessere negli anziani. Lo conferma un nuovo studio condotto della Queensland University of Technology, che ha esaminato i benefici della danza per le persone anziane. Il progetto ha incluso 10 lezioni di ballo e ha fatto emergere che i partecipanti mostravano livelli di energia più elevati, maggiore flessibilità, una migliore postura e un maggiore senso di realizzazione. I partecipanti si sentivano anche più felici e godevano di un maggior senso
di appartenenza alla comunità. Il ballo, in pratica, come altre forme di esercizio, rappresenta un alleato fondamentale per chi desidera invecchiare in modo sano. Uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience e condotto su di un campione di anziani (età media 68 anni), ha dimostrato che ballare ringiovanisce anche il cervello. Dopo 18 mesi di danza jazz, square, latin-american è stato registrato un aumento della regione dell’ippocampo del cervello, che svolge un ruolo chiave nella memoria e nell’apprendimento.
BERE È IMPORTANTE, anche per gli anziani. Lo ha dimostrato uno studio del New England che ha esplorato l’associazione tra l’idratazione prima dell’attività fisica e le funzioni cognitive potenziate dall’esercizio negli adulti. I ricercatori hanno esaminato dei ciclisti amatoriali, con una media di 55 anni. E hanno dimostrato che l’esercizio migliora la salute mentale, concludendo che occorre bere acqua in maniera più adeguata per ridurre l’affaticamento cognitivo e migliorare potenzialmente i benefici per la salute mentale dell’attività fisica regolare.
I dati diffusi dal Rapporto Osserva salute 2017 fanno riflettere. Nonostante l’Italia sia il secondo Paese più vecchio al mondo e il terzo per aspettativa di vita, ogni giorno 6 milioni di persone con più di 65 anni consumano più di cinque medicinali e 1,3 milioni arriva a prenderne fino a dieci. Sebbene i nuovi farmaci, le nuove tecnologie, la diagnostica rapida ed efficace, abbiano permesso di contrastare in modo significativo le malattie acute, il 70,7% degli over 65 assume dai 5 ai 10 farmaci al giorno che interagiscono tra loro e costringono 1,5 milioni di persone a nuovi ricoveri in ospedale. Per Andrea Fontanella, presidente della Federazione Nazionale Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi): «Per una buona assistenza è necessaria la visione globale del paziente», in pratica una nuova figura, l’Hospitalist, un medico internista con competenze cliniche, gestionali e relazionali necessarie per seguire pazienti affetti da più patologie croniche e capace di garantire la migliore assistenza. MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 61
AGRITURISMO
di Elisabetta Tufarelli
NEL CUORE DELLA SICILIA
A cavallo tra i mandorli
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n luogo incantevole, totalmente immerso nella natura di una verde vallata nel cuore della Sicilia. È quello dell’agriturismo “Il Mandorleto”, su un antico borgo circondato da ulivi e mandorli, che offre la disponibilità, oltre alle camere, di graziosi bungalow in legno, piazzole per camper e due posti per tende. Siamo ad una ventina di chilometri da Enna, nella contrada Gerace, a poca distanza da luoghi di grande interesse artistico e culturale. «La nostra avventura - racconta il proprietario Maurizio Stellino - è iniziata 17 anni fa, quando con mia
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moglie Saida e i nostri figli Alessandro e Marco abbiamo deciso di cambiare vita, vivere un sogno e ci siamo trasferiti, da Roma dove lavoravo, nell’azienda biologica certificata con 14 ettari di mandorleto biologico, creata dai miei suoceri nel 1995. Una vera rivoluzione che continua ad entusiasmarci». L’agriturismo è in una posizione geografica molto favorevole, che permette di visitare moltissimi luoghi: i siti archeologici di Morgantina, la Villa Romana del Casale e Caltagirone, famosa per i suoi laboratori di ceramiche. Inerpicandosi sulla tortuosa strada a nord,
si può visitare il Castello di Sperlinga con il suo museo. Il Parco Minerario Grottacalda-Floristella è a pochi chilometri e rappresenta un pezzo di storia della Sicilia nonché meta di tappe di turismo equestre di una giornata. Nei dintorni dell’agriturismo, comodamente raggiungibili in macchina, c’è molto da vedere anche dal punto di vista naturalistico, come il parco della forestale di Monte Gerace (m. 720 s.l.m.), o Pergusa, il lago con il parco della Riserva Pergusina alla scoperta di giochi e animali. “Il Mandorleto” è il luogo ideale per rilassarsi e vivere pienamente la natura. Oltre alle lunghe passeggiate, in bici o con uno degli otto cavalli, ci sono molti spazi esterni dove fermarsi leggere un buon libro (ogni camera è dotata di libreria) o sempli-
cemente riposare sull’amaca, deliziati dal profumo delle erbe aromatiche e dalla bellezza del curatissimo giardino, oppure rinfrescarsi nella splendida piscina. «E’ stato un percorso lungo quello che ci ha portato sin qui - continua Maurizio -. Dall’arrivo abbiamo completato la radicale ristrutturazione del borgo nel 2009, con l’istallazione di impianti solare e fotovoltaico, e siamo diventati agriturismo. Ora abbiamo cambiato ancora e i titolari dell’agriturismo sono diventati i figli:il trentenne Alessandro, che è responsabile del maneggio, e il ventiquattrenne Marco, il nostro chef. Nel futuro vorremmo aumentare l’estensione dei mandorleti: per il prodotto, oltre che dai gruppi d’acquisto italiani, abbiamo richieste anche dall’estero». Su prenotazione è
possibile anche cenare con prodotti genuini locali: formaggi freschi, verdure di stagione, tenere carni, dessert, tutti preparati con cura e rispetto per i celiaci e i vegani. «La nostra gestione familiare - conclude l’associato Agriturist - tende a far sentire gli ospiti come a casa propria, IL MANDORLETO
Strada Vicinale Gerace 166 Enna EN tel: 093 5541389 email: info@ilmandorleto.it www.ilmandorleto.it
con il valore aggiunto dei servizi di ospitalità, ristorazione ed equitazione offerti in un vero e proprio paradiso naturale. L’esperienza a cavallo e la degustazione delle mandorle sono i nostri fiori all’occhiello». La struttura principale è costituita dal casale dove, al pianterreno, sono dislocale le 5 camere degli ospiti arredate in stile liberty. Dalla sala ristorante si gode la vista del vasto e curato giardino nel quale sono situati i tre chalet, l’area pic-nic, la piscina, il parco giochi e l’area camper da cui si accede da un passo carrabile direttamente dalla strada. L’azienda è Centro di Turismo Equestre Fitetrec-Ante, abilitata ad organizzare passeggiate a cavallo con guida o effettuare lezioni d’equitazione nel rettangolo del campo scuola in sabbia. MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 63
BUONO A SAPERSI
A VOLTERRA CHEF E DETENUTI AI FORNELLI
Cene galeotte
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rande successo anche quest’anno per l’attesa iniziativa delle “Cene Galeotte”, progetto ideato dalla direzione della Casa di Reclusione di Volterra che dal 2006 fa della struttura toscana non solo un luogo unico di integrazione e solidarietà, ma anche un punto di riferimento per tanti altri istituti penitenziari italiani che propongono oggi analoghi percorsi rieducativi (www.cenegaleotte.it). Un successo crescente raccontato dai numeri, con oltre 1.000 partecipanti la scorsa edizione e più di 15.000 visitatori dall’esordio dell’i-
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niziativa, che propone ai detenuti un’esperienza formativa attraverso un ciclo di cene mensili aperte al pubblico realizzate con il supporto - a titolo gratuito - di chef professionisti. Dal 23 marzo si sono esibiti Edoardo Tilli (Podere Belvedere - Pontassieve, FI), Andrea Perini (Al 588 - Bagno a Ripoli, FI), Fabio Bianconi (La Sosta del Gusto - Castello del Trebbio, Pontassieve, FI), Ranieri Ugolini (L’Ortone - Firenze) e Laura Pistolesi (personal Chef). Prossimi appuntamenti con Marco Romei (Ristorante Aroma - Firenze), il 29 giugno, e con Vincenzo
Martella (Ristorante Villa Pignano - Volterra, PI), il 10 agosto. Importante novità di questa edizione il coinvolgimento degli istituti alberghieri di Toscana che, in occasione di ogni serata, hanno mandato una piccola delegazione di studenti a supporto della cucina. Un’esperienza umana e formativa per i ragazzi, che consolida e arricchisce l’altro bellissimo progetto pilota nato nel 2012 sempre nel carcere volterrano: l’indirizzo alberghiero dell’istituto cittadino Ferruccio Niccolini, divenuto subito un punto di riferimento anche per
tanti giovani del territorio (più di venti quelli che varcano quotidianamente le porte del penitenziario per seguire le lezioni in classi miste al fianco dei detenuti). Le Cene Galeotte confermano, inoltre, il loro scopo solidale, con il ricavato di ogni serata (35 euro il costo a persona) interamente devoluto alla Fondazione “Il cuore si scioglie
onlus” (www.ilcuoresiscioglie.it) e ai progetti che, dal 2000, sono realizzati in collaborazione con il mondo del volontariato laico e cattolico. Si rinnova dunque la possibilità di un’esperienza irripetibile per i visitatori, ma anche un momento vissuto con grande coinvolgimento da parte dei detenuti che, grazie al percorso formativo in sala e cucina, acqui-
siscono un vero e proprio bagaglio professionale. In oltre venti casi questa esperienza si è tradotta in un impiego presso ristoranti, a pena terminata o secondo l’art. 21 che regolamenta il lavoro al di fuori del carcere. Le Cene Galeotte sono possibili grazie all’intervento di Unicoop Firenze, che fornisce le materie prime necessarie alla realizzazione dei piatti e assume i detenuti per i giorni in cui sono impegnati nella realizzazione dell’evento. Il progetto è realizzato dalla Casa di Reclusione di Volterra con la supervisione artistica del giornalista Leonardo Romanelli. Ogni serata vede, inoltre, la partecipazione di importanti cantine toscane e non, i cui vini - offerti gratuitamente - sono abbinati e serviti ai tavoli con il supporto dei detenuti dai sommelier della Fisar-delegazione di Volterra, dal 2007 partner storico del progetto e impegnato anche nella realizzazione di corsi di avvicinamento al vino tesi a favorire il reinserimento dei carcerati. Gabriella Bechi MAGGIO 2018 | MONDO AGRICOLO | 65
CAMPI SONORI
di Gaetano Menna
L’INTENSA OPERA ROCK DI O.A.K.
La quercia del prog l nome della band romana, O.A.K., Isignifica ha un doppio significato: in inglese quercia, ma per i musicisti
è una sigla e traccia il sound (Oscillazioni Alchemico Kreative). Il nuovo album - “Giordano Bruno” (Immaginifica by Aereostella) - è il più ambizioso della venticinquennale carriera del gruppo guidato dal polistrumentista Jerry Cutillo. Si tratta di un doppio vinile (con CD allegato) molto curato, che ha copertina apribile. È un’opera rock su un personaggio tormentato come il monaco-filosofo Giordano Bruno che, non accettando compromessi, venne condannato dalla santa inquisizione al rogo. Sonorità analogicamente intense, di matrice folk progressive, sinfoniche,
Campo dei Fiori Il “racconto” parte dove ci fu il rogo
MINI VINILE DI DOCTOR DJANGO
Cowboy danesi
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li appassionati di rock progressivo ricorderanno l’album del 1972 della band fiorentina “Campo di Marte”, del chitarrista Enrico Rosa. Cessata quell’esperienza, il musicista si trasferì a Boston e poi in Danimarca dove ancora adesso vive. In tutti questi anni si è impegnato a mantenere vivo il ricordo di “Campo di Marte” ed ha realizzato molteplici progetti musicali, spaziando tra i vari generi musicali. Ora arriva quello più originale e curioso - realizzato con il violinista Jens Byskov Jensen - della band “Doctor Django and his Nurses”, particolare formazione di country-bluesjazz all’ombra della sirenetta di Copenaghen, con tanto di costumi a frange. I cowboy danesi e il chitarrista del prog hanno realizzato un ottimo vinile a 45 giri, pregevole anche nel packaging (una sorta di confezione a mini-LP apribile). Un disco da collezione (acquistabile su www.gatewaymusicshop.dk) con due brani (“Eatin’ Crow” sul lato A e “Just a Lonesome Cowboy” sul lato B): resta inconfondibile - nel mix tra swing e groove - la guitar elettrica che duetta con il violino.
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canterburiane; si alternano momenti passionali, lirici, onirici, dark e crepuscolari. E non mancano echi e riferimenti agli amati Jethro Tull. Il sound è eccezionale, immaginifico ed arricchito da straordinari ospiti internazion a l i : David Jackson (Van Der Graaf Generator), Richard Sinclair (Caravan, Camel), Sonja Kristina (Curved Air), Jenny Sorrenti, Maartin Allcock (Fairport Convention, Jethro Tull), il drummer scozzese Derek Wilson. Un disco pensato come quelli di una volta, quando mettere un 33 giri sul piatto del giradischi era un rito e chiedeva attenzione e pieno coinvolgimento.
Onde psichedeliche La label “Onde italiane” è specializzata nella riedizione di vinili degli anni ‘80. Ha riproposto ora il primo vinile degli Effervescent Elephants, “Something to Say”, uscito inizialmente nel 1987 e ricco di suggestioni acid rock. Originaria di Alice Castello (Vercelli), la band è guidata dall’eclettico musicista-scrittore-storico Lodovico Ellena. In realtà gli Elefanti nacquero almeno 15 anni prima del 1987, sia pur con mille altri nomi, poi esplose il fenomeno della cosiddetta “neo psichedelia” che li vide assoluti protagonisti. Il nome del gruppo rappresenta appieno il contesto musicale, tra psichedelia, allucinazioni ed India e con sonorità che si ispiravano molto ai Pink Floyd di Syd Barrett. La nuova versione del 33 giri è arricchita da Radio Muezzin (il brano di esordio in EP) e da una seconda versione di “All Tomorrow’s Parties”. Nel disco alcune tracce con testi di Allen Ginsberg, il padre della beat generation, ed una versione pazzesca di “Maize” dell’amato Barrett.