ACCELERA CON AMAZON • SCENARI RETAIL • DIRITTO AL FOOD • BIRRA TRACCIATA • OPPORTUNITÀ MOLDAVIA • HORIZON ANGA ROADSHOW • CULTUM CHANGE • CORRIDOI VERDI • ISMEA PER CREDITO • LIBRO VERDE • DIFESA DELLA ZOOTECNIA
Il mondo nuovo
Food System Summit. Società 5.0: sostenibile, Il Piano nazionale Agricoltura decisiva efficiente, innovativa di ripresa e resilienza per transizione green con al centro l’uomo opportunità da cogliere Anno LXXII - n. 5 - MAGGIO 2021 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
La
collaborazione, il motore
per accelerare
l’innovazione
In Syngenta crediamo che la collaborazione sia lo strumento più potente per portare l’innovazione nelle mani di tutti. Siamo da sempre impegnati a costruire una fitta rete di accordi con tutti i partner della filiera agroalimentare per generare un impatto migliore sulla vita di milioni di agricoltori e per rendere l’agricoltura più resiliente, più sicura e più sostenibile. Perché noi sappiamo che solo uniti si va più lontano.
Syngenta è una delle principali realtà dell’agroindustria nel mondo. Presente in oltre 90 Paesi e con più di 28.000 dipendenti, lavora al fianco degli agricoltori per contribuire a nutrire il mondo in modo sicuro prendendosi cura del pianeta. La sua mission è essere il partner più collaborativo e affidabile in agricoltura.
www.syngenta.it
L’ E D I T O R I A L E nnn
Società 5.0
V
iviamo nell’era della tecnologia in cui l’intelligenza artificiale, i big data, l’IoT e la robotica stanno modificando l’economia e la società. Queste innovazioni aprono scenari inediti per il miglioramento delle nostre vite e per un futuro sostenibile. Se la tecnologia è il mezzo, gli uomini però devono rimanere protagonisti: è questa l’idea su cui si fonda il paradigma della società ideale dei nostri tempi, la cosiddetta “Società 5.0”. Una società sostenibile, efficiente, innovativa al cui centro c’è l’uomo, perché proprio le persone devono trarre beneficio dallo sviluppo delle nuove tecnologie digitali, sempre più human-friendly e pensate per migliorare la vita di tutti. Introdotto dal governo giapponese durante il 5º Science and Technology Basic Plan nel 2016, il concetto di “Società 5.0” delinea una visione ideale per la società del domani: un vero e proprio salto avanti dell’evoluzione umana orientato al benessere delle persone e guidato dalle trasformazioni scientifiche e tecnologiche. Una società fondata sui principi della cooperazione e dell’economia circolare in cui tutto è interconnesso: il pubblico con il privato, gli oggetti con le persone, le persone con l’ambiente circostante, l’ambiente con le tecnologie, in un dialogo continuo per migliorare i servizi ed affrontare le sfide sociali di oggi, portando il proprio contributo al raggiungimento delle priorità definite su scala globale dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e mirate a fornire un modello condiviso di pace e prosperità alle persone e al Pianeta. Nella società 5.0 l’agricoltura avrà un ruolo fondamentale, perché avrà il compito di produrre cibo per una popolazione in continuo aumento, ma anche perché l’alimentazione da bisogno primario si trasformerà sempre più in ricerca di benessere e salute. Un nuovo concetto di “food”, che emerge chiaramente dagli articoli di approfondimento a cui dedichiamo la prima parte di questo di numero di Mondo Agricolo. E un nuovo consumatore proteso anche ad un ripensamento degli stili di vita, con un approccio sempre più orientato alla qualità, al recupero del tempo, a maggiori spazi a disposizione, che la grande città, così come oggi è concepita, non è in grado di offrire. Ma che la campagna, con il suo ambiente naturale, i suoi borghi e le sue tradizioni può garantire. In quest’ottica, le nuove tecnologie, come agricoltura di precisione, robotica, IoT, Intelligenza artificiale, big data, blockchain diventano uno strumento chiave per il miglioramento della qualità della vita. Ma perché tale evoluzione tecnologica e sociale sia sviluppata ed implementata è necessario un approccio collaborativo che coinvolga tutti i potenziali attori del cambiamento, Istituzioni, centri di ricerca, attori privati e la società civile tutta. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che destina a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura 40,7 miliardi di euro, a cui si aggiungono 800 milioni a valere sul programma europeo React e 8,5 miliardi del Fondo complementare nazionale è un’opportunità che non possiamo non cogliere. Massimiliano Giansanti MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 3
SOMMARIO
L’EDITORIALE Società 5.0 Massimiliano Giansanti................. 3
Libro verde Elisabetta Tufarelli.....................
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Digital Road Show Elisabetta Tufarelli.....................
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ATTUALITÀ ZOOTECNIA Paradossi europei Gaetano Menna ........................
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Fieno tracciato Nicola Artoni...........................
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Carne esclusiva Ercole Zuccaro..........................
48
SPECIALE DIFESA DELLE PIANTE Ozono terapia F.B. ......................................
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FOCUS AGRIFOOD Transizione ecologica Gabriella Bechi ........................... 5 In customer veritas Gabriella Bechi........................... 8
Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Confagri Consult
Più Mercato G.B.......................................
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Presidente Diana Theodoli Pallini
Accelera con Amazon Gabriella Bechi.........................
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Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Confagri Consult - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950 ROC 34051 del 24/03/2020 Pubblicità
Birra tracciata Gabriella Bechi.........................
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NOVITÀ LAVORO Cultum change Valerio De Paolis.......................
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Campi Rosa PNRR e impresa. . . . . . . . 53
Corridoi verdi Gaetano Menna.........................
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Appalto di servizi Red. ......................................
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Ufficio Traffico Tel. +39 051.6575.842 impianti.edagricole@newbusinessmedia.it
Fair labour program Claudio Costantino....................
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Stampa e diffusione a cura di New Business Media srl Via Eritrea 21, 20157 Milano Stampa: Faenza Group - Faenza (RA)
PRIMO PIANO INIZIATIVE Occhio alla ricerca Giulia Avolio............................
Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it
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Rubriche
EPS No limits. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 Organizzazione FederFondiaria. . . . . 56 Enapra Formazione accreditata.. . . . 58 Over65 Memoria da tartaruga. . . . . . 60 Agriturismo Wine estate. . . . . . . . . . . . 62
28
Vino La bottiglia del Papa. . . . . . . . . . . 64
FOCUS AGRIFOOD
Transizione ecologica
“G
li agricoltori saranno decisivi nella transizione ecologica del sistema agroalimentare mondiale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al primo Agrifood Forum italiano organizzato da Rinnovabili.it, il quotidiano della sostenibilità ambientale, con la collaborazione di Santa Chiara Lab dell’Università di Siena. Una conferenza digitale dedicata ai temi dell’agricoltura e dell’alimentazione sostenibili che ha portato allo stesso tavolo virtuale Istituzioni, associazioni e imprese del settore. Obiettivo definire un percorso trasformativo per il nostro sistema alimentare accompagnando l’Italia verso il prossimo Food System Summit delle Nazioni Unite, convocato nel mese di settembre 2021 dal Segretario generale dell’ONU, António Guterres. “La pandemia - ha detto Giansanti - ci ha insegnato che è fondamentale avere un sistema agricolo in grado di far fronte ai bisogni di cibo, che è poi il grande tema dell’autosufficienza alimentare, che diventa ancora più impellente risolvere in considerazione dell’incremento demografico della popolazione mondiale (che sarà di 10 miliardi nel 2050) e della crescita del Pil in diverse aree del mondo (che vorrà dire benessere
e maggiore consumo di cibo)”. Da queste premesse si delinea la strategia da porre in essere per I temi del Food System l’agricoltura del futuro: puntare sull’incremento produttivo in Summit dell’Onu quantità e qualità, preservando dibattuti al Forum le risorse naturali, e sempre di più su servizi ecosistemici per il di Rinnovabili.it progresso. In quest’ottica, per il da Giansanti, Patuanelli, presidente di Confagricoltura saranno fondamentali l’innovazio- Gallinella e Martina ne e la ricerca applicata all’agricoltura. “Per unire competitività e sostenibilità sarà indispensabile di Gabriella Bechi la quarta rivoluzione nel settore primario: quella della tecnologia e del digitale, dopo le rivoluzioni della genetica, della meccanizzazione e della chimica - ha ribadito Giansanti -. Unendo queste quattro rivoluzioni si potranno dare all’umanità prodotti in quantità, qualità, sicurezza e tracciabilità. Ma non solo. L’innova-
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FOCUS AGRIFOOD
zione e la ricerca devono essere finalizzate anche allo sviluppo di agroenergie, fotovoltaico, biogas, biometano, e all’abbattimento delle emissioni, con una progettualità finalizzata ad un migliore utilizzo delle aree boschive, al rilancio della coltivazione della soia nel nord Italia e delle colture proteiche nel Mezzogiorno. Tutto ciò darà una nuova dimensione all’agricoltura, che dovrà essere polifunzionale.” Infine il presidente di Confagricoltura si è soffermato sulla battaglia già in atto tra cibo naturale e cibo sintetico. “L’Italia deve proteggere la sua storia enogastronomica, la propria dieta mediterranea. Il grande Made in Italy, apprezzato nel mondo e rilanciato dal nuovo modo di produrre in chiave sostenibile, potrà dare al nostro Paese una grande spinta anche nell’export sui grandi mercati internazionali dei nostri prodotti”. “Produrre meglio consumando meno è l’obiettivo del sistema 6 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Patuanelli: nuova alleanza tra le filiere per creare valore aggiunto da ridistribuire agroalimentare mondiale, che si deve confrontare con grandi sfide: alimentare, sanitaria, socio economica e ambientale - ha sottolineato il vicedirettore generale della Fao Maurizio Martina -. Questo è un anno importante, soprattutto per l’Italia, che ha la presidenza del G20, e la Fao è impegnata su cinque grandi linee di intervento per garantire accesso al cibo sicuro per tutti, favorire modelli di consumo sostenibili, promuovere metodi di produzione più integrati con l’ambiente, raggiungere una maggiore equità all’interno dei sistemi agroalimentari, sostenerne la resilienza contro emergenze che sono ormai strutturali”. “In Italia abbiamo prodotti tipici ed eccellenze, un agroalimentare di grande qualità, ma
dobbiamo costruire una nuova alleanza tra produttori e consumatori, come indica la stessa strategia Farm to Fork. Occorre implementare gli strumenti di dibattito con la società civile per valorizzare la cultura del cibo, legandolo anche alla sanità e alla consapevolezza che si può fare prevenzione sanitaria con una buona ed equilibrata dieta alimentare”. Così il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che ha aggiunto la necessità di una nuova alleanza anche tra le filiere, così da creare valore aggiunto e distribuirlo al loro interno. Altro tema affrontato dal ministro è stato quello della produzione di energie rinnovabili, che deve essere un elemento di accompagnamento e di sostegno alle imprese agricole, il cui obiettivo principale rimane fare agricoltura”. “Quello di oggi è un tema particolarmente importante proprio perché questo è l’anno del vertice dei sistemi alimentari, sul
quale ci siamo preparati con la creazione di un tavolo presso il ministero degli Affari esteri con tutti gli attori coinvolti nel sistema agricolo e agroindustriale, ma anche nei settori delle energie e del lavoro - ha spiegato Giorgio Marrapodi, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI -. Portare l’attenzione mondiale sullo sviluppo sostenibile non significa necessariamente dire che i sistemi alimentari attuali non siano adeguati. Devono essere migliorati per garantire una alimentazione sicura per tutti, la cura della salute, un reddito dignitoso per chi lavora nelle filiere agroalimentari. Rivendico però che il nostro Paese ha sempre avuto un impegno storico nella sicurezza alimentare e che ha le capacità per portare al centro del dibattito un sistema alimentare che è radicato nella sostenibilità dell’agricoltura, impreziosito da una cultura del cibo di qualità che ci contraddistingue”. “Deve essere chiaro, quando parliamo di sostenibilità, che un trattore fermo non inquina, ma
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chiaro che legare Made in Italy e Giansanti: agricoltori decisivi sostenibilità è la chiave vincente per cibo sostenibile e tracciabile per il nostro agroalimentare”. L’appuntamento ora è dal 19 e per servizi ecosistemici al 21 luglio 2021 quando proprio l’Italia ospiterà il pre-sumnemmeno produce reddito o mit del vertice internazionale prodotto. Bisogna quindi tenere dell’Onu. nnn insieme la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale - ha detto Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera -. C’è un grosso lavoro da fare e coinvolgere il consumatore è fondamentale, anche per fare chiarezza sul ruolo della zootecnia, oggetto di continui e immotivati attacchi. Devono essere stabiliti criteri di sostenibilità per ogni prodotto. È comunque
FOOD SYSTEM SUMMIT DELL’ONU
A settembre 2021, a New York, si svolgerà il prossimo Food System Summit delle Nazioni Unite, convocato dal Segretario generale dell’ONU, António Guterres. Il vertice internazionale lancerà nuove e coraggiose azioni per progredire su tutti i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), ciascuno dei quali è in qualche modo collegato all’esigenza di realizzare sistemi alimentari più sani, sostenibili ed equi. In questo contesto l’Italia avrà un ruolo strategico, ospitando dal 19 al 21 luglio 2021 il pre-Summit, momento chiave per mobilitare gli impegni di cui il settore agroalimentare ha bisogno. E per valorizzare le buone pratiche nazionali già attuate in questa direzione. L’ultima edizione dello State of Food Security and Nutrition in the World della FAO parlava chiaro. Nel 2019 quasi 690 milioni di persone hanno sofferto la fame, dato in aumento di ben 10 milioni rispetto al 2018 e di quasi 60 milioni rispetto al 2015. La pandemia di COVID-19 ha aggiunto un nuovo livello di pressione su una situazione globale già complessa. Malnutrizione e scarsa accessibilità al cibo colpiscono soprattutto Asia ed Africa, ma ora come ora nessun Paese può realmente definirsi estraneo alla vicenda. Lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres non teme di definire l’attuale crisi alimentare come la peggiore degli ultimi 50 anni nella storia mondiale. Quali sono le cause? Gli effetti del climate change, il rincaro dei prezzi delle materie prime, la diversa capacità nella raccolta e compravendita dei generi alimentari dei singoli Paesi, a cui si sommano oggi la nuova vulnerabilità dei mercati ai lockdown e l’aumento della disoccupazione. L’unica strada percorribile per contrastare il problema richiede una profonda trasformazione dell’Agrifood, affinché abbracci la completa sostenibilità, ambientale, economica e sociale. I sistemi alimentari devono riuscire a fornire cibo nutriente e di qualità per tutti senza compromettere la salute del Pianeta, né la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni nutrizionali. L’Agrifood Forum intende partecipare a questo percorso di preparazione aprendo una finestra sulla situazione nazionale e offrendo un confronto diretto tra i principali interpreti di questa trasformazione, Istituzioni, associazioni, scienziati, innovatori e aziende, sondando impegni e best practices di settore. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 7
FOCUS AGRIFOOD
Al Grocery Forum Europa i nuovi scenari del retail
In customer
di Gabriella Bechi
I
l settore retail ha un peso economico e sociale per l’Italia largamente più alto di quanto viene percepito. Se la distribuzione alimentare e non alimentare fosse un unico settore, sarebbe il primo per fatturato, valore aggiunto, numero di imprese, occupati e investimenti su 99 censiti. È quanto è emerso dallo studio dell’European House - Ambrosetti, illustrato dal Benedetta Brioschi, Head of Food & Retail & Sustainability, nel corso della V edizione del “Grocery Forum Europa”, organizzato da Retail Institute Italy. A livello aggregato (includendo sia la componente alimentare sia quella non alimentare), il settore genera 542 miliardi di euro di fatturato e 86,3 miliardi di euro di valore aggiunto (6% del totale italiano), con 9,8 miliardi di euro di investimenti (10% del totale italiano) e 2,3 milioni di occupati (10% degli occupati in Italia) e ha rappresentato un motore di crescita e modernizzazione importante negli ultimi anni. Oggi il settore della distribuzione si trova in un momento estremamente critico, essendo uno di quelli più colpiti dall’emergenza Covid-19 e dalle misure di distanziamento sociale. The European House - Ambrosetti stima un impatto sui ricavi totali nel 2020 rispetto al 2019 da un minimo di
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-20,5% ad un massimo di -28,2%. Sono particolarmente negativi i ricavi delle imprese della distribuzione non alimentare (con un massimo di oltre -40%), mentre le imprese alimentari hanno tenuto. “È chiaro - ha detto Benedetta Brioschi - che la ripresa del Paese passa attraverso la ripartenza dei consumi, ma questo ci impone una riflessione su come sia cambiato il metodo di consumo in relazione della pandemia. Le vendite online, che sulla base dei dati 2019/2020 rappresen-
Il punto vendita diventa luogo d’incontro e di condivisione di esperienze tano ancora una piccola parte degli acquisti complessivi (7,3% del totale), generano comunque il 65% della crescita retail complessiva e sono destinate ad aumentare fino a raggiungere nel 2025 il 13,6%. La compenetrazione tra negozio fisico e digitale ci impone un ripensamento
veritas
totale sul modo di consumare. A parere di Brioschi il punto di vendita fisico non sparirà, ma certamente sarà diverso: diventerà luogo d’incontro e di condivisione di esperienze, ovvero fornirà servizi, non solo prodotti, che sempre di più saranno acquistati sul web. Insomma, il retail di domani ruoterà intorno alla ‘customer centrality’. Ne sono convinti anche grandi marchi della distribuzione, come Vegè, Barilla, Conad. Perché il consuma-
tore oggi non chiede più solo prodotti, ma soluzioni utili. Dunque nuove formule ad hoc per ipermercati, con spazi dedicati all’assistenza medica, al benessere, al tempo libero, al pet; per supermercati e market di prossimità, in cui il food&beverage e il delivery acquisteranno sempre più importanza. Utilizzo intelligente e trasparente dei dati, per conoscere gusti, abitudini e possibilità dei consumatori e creare ‘fedeltà’. Il tutto tenendo
Videogame “Fortnite: Battle Royale”
sempre presente che i comportamenti delle persone saranno sempre di più influenzati dai valori della salute, della sostenibilità ambientale e sociale, dell’etica d’impresa, della lotta allo spreco alimentare. Intorno a questi valori la filiera, dalla produzione, alla trasformazione, fino alla distribuzione, deve fare squadra, perché il nuovo motto è “In customer veritas”. nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 9
FOCUS AGRIFOOD
Raccontare il prodotto Il presidente di Confagricoltura Giansanti al Grocery Forum Europe
“L’
agricoltura deve raccontarsi sempre di più. E mettere al centro delle sue strategie il consumatore”. Lo ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo alla tavola rotonda Evoluzione dei rapporti di filiera
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nell’epoca della ‘customer centricity’, nell’ambito della V edizione del Grocery Forum Europe, organizzato da Retail System Italia. “Bisogna abbattere i pregiudizi che, soprattutto tra i giovani, che sono i consumatori di domani, addossano all’agricoltura le maggiori responsabilità del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici - ha detto Giansanti - spiegando esattamente cosa significa fare agricoltura e qual è il suo valore per la società. I consumatori oggi vogliono sapere cosa mangiano, ma non solo. Sono più attenti alla qualità, alla sicurezza alimentare, alla salute, al benessere. Noi, con i nostri prodotti, siamo in grado di rispondere a queste aspettative, ma dobbiamo imparare a comunicare”. A questo riguardo per il presidente di Confagricoltura è fondamentale lo sviluppo delle tecnologie digitali, che garantiscono una tracciabilità certificata e permettono di ‘raccontare’ il prodotto.
“L’autocertificazione in uso oggi nelle aziende agricole non è più sufficiente e può provocare danni reputazionali enormi - ha spiegato -. Serve un’etichetta di sostenibilità e di reputazione basata sulla conoscenza, che solo i dati, gestiti con efficacia e trasparenza, possono garantire. Per questo Confagricoltura sta costruendo un grande data base, per mettere a disposizione delle aziende agricole associate servizi mirati, permettendo loro anche di offrire al mondo della distribuzione e al consumatore finale le maggiori informazioni possibili su provenienza, metodi di coltivazione, qualità, ma anche territorio e tradizioni dei loro prodotti. È un percorso obbligato, che dobbiamo fare insieme con l’industria di trasformazione, con la cooperazione e con la distribuzione, ma anche con il mondo della logistica, per ridurre le emissioni attraverso un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili, anche di origine agricola. Solo così potremo vincere le sfide del futuro”. (G. B.) nnn
RETAIL INSTITUTE ITALY
Retail Institute Italy è l’associazione punto di riferimento del retail in Italia. La sua missione è promuovere la cultura e la crescita del settore nella sua globalità, attraverso l’offerta di contenuti indispensabili e attività strategiche per essere aggiornati e competitivi in uno scenario di mercato sempre più complesso. Attraverso la realizzazione di grandi eventi e corsi di formazione a diversi livelli, la creazione di momenti di incontro e networking, l’organizzazione di tour internazionali, lo sviluppo e la divulgazione di dati, ricerche e informazioni relative al mercato del retail a 360 gradi, l’associazione è fortemente impegnata nella divulgazione della conoscenza dei moderni scenari nazionali e internazionali per abilitare tutti i professionisti del settore ad operare con successo in un contesto in trasformazione. In 25 anni di storia ha realizzato più di 700 eventi, incontri formativi e di networking, oltre 300 progetti candidati agli Award, ha incontrato più di 10mila manager e ne ha raggiunti oltre 50mila con le sue comunicazioni, grazie ad ogni singolo membro della community, primo straordinario patrimonio dell’associazione. Retail Institute Italy è membro del board internazionale del NRF - National Retail Federation, la più grande associazione del retail a livello mondiale; è partner di EHI - Retail Institute Germany, con cui lavora in sinergia per rafforzare la presenza a livello europeo e offrire ai propri soci benefici in termini di visione, condivisione di know-how, contatti strategici, scenari e trend di mercato. 10 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Geopolitica del cibo
N
ell’ambito del nuovo ciclo dei ‘Dialoghi per ripartire’, promossi da AVSI (che realizza progetti di cooperazione allo sviluppo) e Fondazione De Gasperi, si è tenuto un webinar su ‘Il diritto alla nutrizione, tra modelli sostenibili e libertà’, introdotto dal presidente della Fondazione Angelino Alfano, a cui è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Si è parlato degli obiettivi di sviluppo sostenibile (fame zero e consumo) di Agenda 2030, di accesso democratico al cibo, evidenziando quindi la necessità di bilanciare il diritto al nutrimento con quello all’informazione sulla sostenibilità delle produzioni e sul loro impatto. Giansanti ha ricordato la progressiva crescita della popolazione mondiale e della richiesta di cibo, che è collegata al benessere; il fatto che la Cina abbia iniziato a consumare ha avuto riflessi immediati sui mercati delle commodity agricole facendo innalzare il prezzo della soia. Quindi ha ricordato come l’Unione europea, con la nuova programmazione Farm to Fork inserita all’interno del più ampio piano del Green Deal europeo, si sia posta una serie di obiettivi ambientali molto importanti an-
che per l’agricoltura. La sfida à produrre di più ma con minore impatto sulle risorse naturali e senza aumentare la SAU. Quello della gestione del cibo e delle terre arabili sta diventando un tema di geopolitica estremamente importante e rilevante. Pensiamo al percorso economico messo in atto dal governo Bolsonaro in Brasile, dove si aumentano le terre arabili a danno dell’ambiente e si incrementano le produzioni con le tecnologie, puntando ad essere leader nella produzione mondiale di proteine vegetali e animali. Pensiamo al land grabbing in Africa della Cina di Xi Jinping. Oppure alle grandi campagne pro farmers Usa di Trump. Quindi Giansanti ha accennato ai cibi sintetici che vorrebbero imporre le grandi mulinazionali. La produzione di cibo sintetico gioca proprio sull’equivoco del food più o meno sostenibile. È molto facile essere sostenibili andando a fare produzione di cibo all’interno di un laboratorio sostenendo che gli animali allevati abbiano un impatto sull’ecosistema generale negativo; ma è anche vero che, a fianco ad ogni animale che viene allevato, in qualsiasi parte del mondo esistono delle coltivazioni che poi vanno
Massimiliano Giansanti a webinar di Avsi e Fondazione De Gasperi su scenario mondiale. Il diritto alla nutrizione, ma anche il rispetto dell’habitat
a sequestrare anidride carbonica dall’atmosfera. Ogni animale ha bisogno, per poter vivere, di proteine vegetali; nel caso specifico di erba medica e soia, che sono notoriamente piante che fanno bene all’ambiente. Non si può solamene guardare ad una faccia della medaglia; l’agricoltura oggi, come altri settori economici, può avere in alcuni casi un impatto negativo sull’ambiente; però ne ha tanti altri positivi. Una bistecca sintetica, fatta in laboratorio, sicuramente non avrà quel bisogno di quantità di acqua rilevante per poter crescere un bovino; ma certamente, in termini di consumo di energia elettrica ed emissioni, un’industria alimentare ha degli impatti sugli ecosistemi ben superiori rispetto a quelli degli allevamenti tradizionali. (G. M.) nnn
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FOCUS AGRIFOOD
Intesa a Milano tra Sogemi e Confagricoltura per valorizzare il made in Italy. Si punta su promotion, vendita online e delivery
Più Mercato
F
oody, il Mercato Agroalimentare di Milano, vuole diventare un fondamentale polo di attrazione per aziende e professionisti italiani e internazionali della filiera e un punto di riferimento della tradizione e dell’eccellenza del made in Italy nel mondo. Per questo lo scorso 16 aprile Sogemi, società di gestione di Foody, e Confagricoltura hanno sottoscritto un importante protocollo d’intesa finalizzato a valorizzare le produzioni agricole ed agroalimentari italiane all’interno del comprensorio. Una collaborazione stabile e duratura per promuovere prodotti nei mercati all’ingrosso milanesi gestiti da Sogemi attraverso la realizzazione di attività di carattere commerciale. Nello specifico, l’accordo punta a sviluppare iniziative promozionali a beneficio delle eccellenze agroalimentari regionali, anche con modalità innovative (compresa la formula del paniere di proFerrero e Giansanti
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dotti) e attraverso format riconoscibili; a realizzare interventi di commercializzazione diretta dei prodotti; ad organizzare visite periodiche al Mercato di delegazioni regionali. Si valuteranno, inoltre, proposte di vendita su piattaforme market-place gestite congiuntamente da Sogemi e dalle imprese associate presenti nel Mercato, nonché accordi con ditte specializzate nella consegna a domicilio dei prodotti. “L’accordo apre una grande opportunità per il settore agricolo, avvicina le produzioni al mercato e rappresenta un ulteriore passo avanti nelle relazioni tra imprenditori agri-
Il logo Foody, da mascotte di Expo a marchio di luogo
coli e il comparto della vendita - ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Il mercato è una realtà importante e Foody con Sogemi prefigura scenari molto ambiziosi nel contesto nazionale ed europeo”. “La stipula dell’accordo con Confagricoltura - ha affermato il presidente Sogemi Cesare Ferrero - rappresenta un prezioso rafforzamento nel percorso di sviluppo di Foody. Il legame del Mercato con il mondo della produzione agricola lombarda e italiana deve essere sempre più solido e continuativo. Foody deve rappresentare un naturale sbocco per gli imprenditori agricoli che vogliono promuovere una produzione di eccellenza e di qualità”. (G. B.) nnn
Accelera con Amazon Accordo di Confagri con il colosso delle vendite online nasce percorso formativo delle aziende. Quattro Accademie virtuali “Agri-Digital” di Gabriella Bechi
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ccelera la crescita degli acquisti online, che nel 2020 hanno raggiunto i 22,7 miliardi (+26%), 4,7 miliardi di euro in più rispetto al 2019, secondo i dati dell’Osservatorio B2c del Politecnico di Milano, portando la penetrazione dell’eCommerce nel totale retail dal 6 all’8%. Si tratta dell’incremento in valore assoluto più alto di sempre. I settori più maturi storicamente, nell’ambito del commercio elettronico, salgono con un tasso sostenuto; quelli che stanno dando, invece, la maggiore spinta sono i comparti emergenti, come il food&grocery, che genera 2,5 miliardi di euro (+56%), l’arredamento e l’home living, con un giro d’affari di 2,3 miliardi di euro e un indice di crescita che si attesta sul +30%. Complice anche il lungo lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19 reggono e crescono sia l’informatica, sia l’elettronica di consumo (6 miliardi di euro di fatturato e un +18% rispetto al 2019), l’abbigliamen-
to (3,9 miliardi e un +21%) e anche l’editoria (1,2 miliardi di euro e un +16%). È su questi dati che prende il via l’accordo siglato tra Confagricoltura e Amazon, che prevede l’ingresso della principale organizzazione datoriale degli agricoltori in Italia all’interno del programma “Accelera con Amazon”, il percorso di formazione gratuito realizzato in collaborazione con ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, Confapi - Confederazione italiana della piccola e media industria privata, e Netcomm, il Consorzio del Commercio digitale italiano, per accelerare la crescita e la digitalizzazione di oltre 10mila piccole e medie imprese italiane, attraverso un percorso di formazione gratuita con corsi, webinar e video. “Il supporto alle imprese è al centro di tutto ciò che facciamo - ha spiegato Xavier Flamand, direttore Seller Services Amazon MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 13
FOCUS AGRIFOOD
tando cambiamenti positivi nella gestione delle attività a imprese Gli eventi live aperti e professionisti del settore. ad aziende e sarà possibile “Siamo stati i primi a chiedere e interagire con i relatori sostenere l’Agricoltura 4.0 - ha commentato il direttore genein Europa -. Nel 2019, Amazon rale di Confagricoltura Franceha investito oltre 2,2 miliardi di sco Postorino - proprio perché, euro in logistica, strumenti, ser- grazie all’innovazione, le azienvizi, programmi e persone, per aiutarle a raggiungere il loro pieno potenziale, e nel 2020 quasi il 60% delle vendite del nostro negozio sono state realizzate dai nostri partner”. L’intesa tra Confagricoltura e Amazon ha l’obiettivo di supportare le aziende agricole e agroalimentari in uno scenario in cui l’economia digitale sta appor-
diffusione e valorizzazione del Made in Italy. E questo accordo è una grande opportunità per le imprese agricole che si vogliono avvicinare al mercato digitale, perché permetterà a loro di accedere, attraverso il nostro ente di formazione Enapra, a corsi di formazione specifici per le Pmi
de agricole possono diventare protagoniste della svolta sostenibile e competitiva richiesta dal mercato. Amazon è il player mondiale di riferimento, fornendo canali di vendita internazionali e contribuendo alla
del mondo agricolo e agroalimentare”. Per tutta la durata dell’accordo nella parte alta del sito di Confagricoltura sarà presente un banner che presenterà l’iniziativa con collegamento alla pagina web “Accelera con Amazon”. A partire dalla fine di maggio Confagricoltura organizzerà quattro Accademie virtuali dal
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titolo “Agri-Digital, l’innovazione del digitale a supporto del business”, per aiutare le imprese a orientarsi all’innovazione, attraverso processi di trasformazione e implementazione delle strategie manageriali e commerciali. Tra i temi che verranno discussi, i nuovi approc-
ci al consumo e/o acquisto di prodotti alimentari, lo sviluppo dell’e-commerce di prodotti alimentari in Italia e all’estero, la digitalizzazione dei processi produttivi e distributivi per l’agricoltura e l’agroalimentare. Gli eventi live, completamente gratuiti e guidati dai docenti individuati da Confagricoltura, saranno aperti a tutti e sarà possibile
interagire con i relatori e approfondire i temi di maggior interesAd ottobre bootcamp se. A completamento del percorintensivo per competenze so di formazione proposto alle digitali e di vendita online imprese agroalimentari, nel mese di ottobre sarà possibile partecipare a un bootcamp - ovvero un startup, includerà un percorso su corso intensivo digitale gratuito misura per sviluppare le compe- progettato da MIP Politecnico tenze digitali per vendere online. I partecipanti apprenderanno i vantaggi della costruzione di un marchio online e dello sviluppo di strategie di vendita che li aiutino a distinguersi nel mondo digitale. Il corso includerà due ore di lezione in videoconferenza al giorno con docenti esperti e un forum a disposizione delle aziende per interagire tra loro e con i relatori. “Siamo entusiasti di annunciare l’ingresso di Confagricoltura all’interno del programma ‘Accelera con Amazon’, avviato a novembre dello scorso anno, che ha l’obiettivo di sostenere la digitalizzazione di oltre 10.000 startup e piccole e medie imprese italiane - ha concluso Ilaria Zanelotti, Marketplace director Amazon Italia -. L’integrazione dei processi tecnologici e digitali nel settore dell’agricoltura del nostro Paese, che ha un peso del 15% sul Pil italiano, è ancora in una prima fase di sviluppo. I webinar e il bootcamp in programma consentiranno alle Pmi di approfondire l’impatto delle tecnologie sul mondo dell’agribusiness, comprendere i passi necessari per digitalizzare processi e cultura aziendale, verificare concretamente lo stato di salute digitale della propria impresa e conoscere gli step operativi per avviare un progetto di di Milano e tenuto da Amazon, e-commerce per la commerciain collaborazione con Confagri- lizzazione verso altre aziende e nnn coltura, della durata di una set- i clienti finali”. timana. Il bootcamp, dedicato a 100 piccole e medie imprese e
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ACCELERA CON AMAZON
Il QR-Code permette di accedere alla sezione di Amazon/Confagricoltura per ottenere maggiori informazioni circa il programma completo e per le iscrizioni. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 15
FOCUS AGRIFOOD
Birra tracciata Evento Peroni in streaming sottolinea il percorso produttivo e la sintonia nel comparto di Gabriella Bechi
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timolare un confronto aperto tra tutti gli attori del sistema agroalimentare e guardare al futuro, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile della filiera e alla tutela del made in Italy. È tornato con quest’ambizione, in una nuova versione digitale trasmessa in streaming su Ansa.it, il convegno di Campus Peroni. Due i panel di discussione, preceduti dal saluto introduttivo di Federico Sannella, direttore relazioni esterne e affari istituzionali Birra Peroni, che ha riassunto lo spirito con cui è nato Campus Peroni e i progetti futuri: “Campus Peroni nasce con l’ambizione di mettere insieme il mondo della formazione, della ricerca, dell’impresa e delle start-up
innovative per l’evoluzione in chiave sostenibile di un comparto fondamentale del made in Italy e per contribuire con azioni concrete e progettualità allo sviluppo e alla transizione ambientale della filiera agroalimentare.” I lavori sono entrati nel vivo con il primo panel “Tecnologia e innovazione per lo sviluppo sostenibile”, dedicato ai progetti più innovativi e alle leve tecnologiche in grado di promuovere la sostenibilità della filiera e generare benefici in termini di competitività economica e trasparenza per l’intero comparto, dalla tracciatura in blockchain ai sistemi di etichettatura. Il secondo panel, “Eccellenza della filiera e tutela del made in Italy”, a cui ha partecipato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ha messo invece a confronto i
Utilizzata la blockchain per tracciare con QR Code tutte le fasi produttive rappresentanti della filiera produttiva e della politica con alcuni dei partner di Campus Peroni con l’obiettivo di individuare le priorità di intervento per difendere e valorizzare la qualità delle produzioni made in Italy e favorire l’innovazione. “Il progetto Peroni - ha detto Giansanti - è un esempio concreto di come la filiera unita oggi possa raggiungere risultati concreti in termini di qualità, sostenibilità ambientale e tracciabilità, grazie alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione. La quarta rivoluzione che investe l’agricoltura, quella tecnologica e digitale, ci aiuterà a raccogliere la prossima sfida, che è quella della sostenibilità. Perché le nuove tecnologie permettono di essere più rispettosi dell’ambiente, di utilizzare meno prodotti chimici, di produrre energie rinnovabili, di riciclare e risparmiare in un’ottica di economia circolare. E il digitale dà la possibilità di rispondere alle nuove richieste dei consumatori in termini di salute e tracciabilità”. “Due anni fa - ha ricordato l’amministratore delegato di Birra Peroni - abbiamo introdotto con successo nella Nastro Azzurro il
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sistema blockchain, che consente di tracciare e certificare tutte le fasi di produzione, dall’origine della materia prima, l’orzo, fino al confezionamento, attraverso un QR code. La piattaforma andrà a crescere e coinvolgerà anche gli altri prodotti Peroni”. All’incontro ha partecipato anche il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, che ha sottolineato il ruolo sempre più importante dei consumatori, che chiedono, oltre a prodotti di qualità e sani, etichette esplicite e comprensibili. “La fiducia nel marchio non è
più sufficiente - ha stigmatizzato l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese -. Oggi la fiducia deve essere dimostrata e certificata”. “Su tutto resta fondamentale il ruolo della ricerca e la coesione della filiera - ha concluso il presidente di Confagricoltura Giansanti -. Solo così il made in Italy agroalimentare, che durante la pandemia ha mostrato la sua forza e anche la sua capacità di penetrazione sui mercati, con un aumento del 2% dell’export, potrà crescere e diventare più competitivo”. nnn
PROGETTO CAMPUS PERONI
Campus Peroni nasce nel 2018 dalla collaborazione tra Birra Peroni e CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria: un centro d’eccellenza per la promozione e la diffusione della cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo. Due i pilastri fondanti: la coltivazione sostenibile dell’orzo distico e il malto 100% italiano, ingrediente principale della birra Peroni, nata nel 1846. Grazie al protocollo d’intesa sono state messe a sistema e implementate iniziative di formazione e training a sostegno della filiera agricola, con l’obiettivo di migliorare la qualità e le performance ambientali della produzione cerealicola, e degli studenti che, grazie agli accordi con i dipartimenti di Scienze Agrarie delle Università di Firenze, Perugia, Teramo e della Tuscia, hanno avuto la possibilità di seguire un percorso didattico con momenti di lezione frontale, workshop e visite sul campo. Gli agricoltori della filiera sono diventati veri e propri tutor, guidando gli studenti nell’apprendimento di tecniche e modelli della coltivazione dell’orzo distico della birra, del processo di maltazione e della gestione di una moderna azienda agricola. Un’iniziativa che ha l’obiettivo di valorizzare l’intera filiera nazionale, sostenendo il miglioramento qualitativo dell’orzo e del luppolo italiano, evitando la loro importazione e garantendo il massimo della trasparenza per i consumatori, sempre più attenti alla provenienza delle materie prime e alla qualità del prodotto. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 17
NO V I TÀ L AVOR O
Cultum Reale Foundation con UNHCR, Confagri, Onlus Senior, Fai, Rete Fattorie Sociali, Enapra, favorisce l’inclusione dei rifugiati
di Valerio De Paolis
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eale Foundation, durante il periodo di crisi sanitaria legato alla diffusione del Covid SARS-19, per fronteggiare l’aggravarsi delle disuguaglianze sociali - con particolare attenzione ai rifugiati presenti sul nostro territorio - a fronte dell’accordo di partnership già in essere con Senior-L’Età della saggezza Onlus, Confagricoltura ed Enapra, FAI-Federazione Apicoltori Italiani, Rete Fattorie Sociali, Università di Roma Tor Vergata - ha ideato, in collaborazione con UNHCR (l’Agenzia ONU per i rifugiati), il programma Cultum Change, volto all’inclusione occupazionale nel settore agricolo del nostro Paese, attraverso un percorso formativo specifico e di qualità. Cultum Change non è solo una piattaforma di intermediazione
domanda-offerta di lavoro nel settore agricolo, ma un vero e proprio programma che permette di costruire per i rifugiati percorsi di inserimento lavorativo di qualità, grazie a moduli di formazione e-learning e a processi di job coaching e accompagnamento personalizzati, anche dopo il termine del contratto stagionale. Il programma nasce sulla scia delle proposte fatte da Confagricoltura al governo per risolvere la crisi di manodopera nel settore agroalimentare italiano, dai corridoi verdi, ai voucher agricoli, fino al lavoro a chi percepisce un sussidio. In particolare, Cultum Change si rivolge a due tipologie di soggetti beneficiari: le aziende agricole e i piccoli produttori italiani che hanno bisogno di manodopera qualificata in brevissimo tempo; i rifugiati
Per i rifugiati si realizzano percorsi di inserimento lavorativo di qualità
change e i titolari di protezione internazionale, in quanto soggetti particolarmente svantaggiati e fragili rispetto all’accesso al mondo del lavoro. Le aziende saranno selezionate da Confagricoltura secondo criteri non solo produttivi, ma anche di responsabilità sociale e di particolare attenzione alle condizioni di lavoro. In ogni territorio, il team di coordinamento del programma stabilirà un rapporto di collaborazione sia con le organizzazioni che localmente si occupano di accoglienza e supporto ai rifugiati, sia con le imprese agricole che aderiranno al programma, valutando caso per caso i bisogni dei rifugiati e delle imprese partecipanti. Caratteristiche chiave saranno la flessibilità e la capacità di intervenire puntualmente per rispondere ai bisogni dei vari stakeholders, in
termini di formazione, sia per le imprese, sia per i rifugiati (ad es. competenze tecniche legate alla particolare coltivazione, competenze trasversali); possibilità tramite piattaforma di associare i corsi di formazione ai candidati; tutoring durante il percorso formativo e fase di avvio lavorativo; mediazione culturale; accompagnamento al reperimento di soluzioni abitative; orientamento e accompagnamento successivo alla prima esperienza di lavoro. Le soluzioni sono individuate dal team di coordinamento del programma di concerto con gli attori locali (organizzazioni impegnate nell’accoglienza, associazioni),
le imprese coinvolte e gli stessi rifugiati, rafforzando e valorizzando in questi ultimi la resilienza e l’autonomia. Il programma Cultum Change permetterà di raggiungere obiettivi di breve e lungo periodo. Nel breve la disponibilità di manodopera formata al settore agricolo e l’aumento di occupazione e di formazione specifica per categorie vulnerabili. Nel lungo periodo la rigenerazione dei territori tramite creazione di valore sociale (agricoltura sociale); l’agevolazione e l’accompagnamento all’ingresso nel mercato del lavoro per i titolari di protezione internazionale; l’aumento dell’efficacia del sistema dell’accoglienza nelle attività di Supporto all’Inserimento Lavorativo (SIL), proponendo un percorso di facile accesso al mondo del lavoro, legale e trasparente; la valorizzazione del settore agroalimentare italiano; l’integrazione sociale di rifugiati e titolari di protezione internazionale; la promozione della convivenza pacifica tra culture, la multiculturalità e l’integrazione. nnn
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NO V I TÀ L AVOR O
Organizzati da Confagri L’Aquila voli privati per riportare i lavoratori agricoli del Marocco nelle campagne del Fucino Stefano Fabrizi all’aeroporto
di Gaetano Menna
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fine aprile, nonostante il Ramadam (che è stato in corso fino al 12 maggio), sono arrivati da Casablanca, con un nuovo volo privato, altri 137 lavoratori agricoli del Marocco. Atterrati a Pescara, con quattro pullman sono stati condotti nella Marsica, dove stanno effettuando la quarantena di 10 giorni prima di poter raggiungere le aziende agricole del Fucino in cui sono attesi. Due di loro sono invece andati in un’azienda agricola in provincia di Firenze. Tutti i lavoratori arrivati in Italia avevano effettuato, prima della partenza, test con tamponi molecolari o antigenici che avevano dato risultato negativo. “In realtà - ha spiegato il direttore di Confagricoltura L’Aquila Stefano Fabrizi -
i lavoratori attesi erano 141, ma quatto di loro sono stati bloccati a terra perché non avevano effettuato il tempone; a dimostrazione che la sorveglianza sanitaria funziona egregiamente”. Proseguono dunque i corridoi verdi per i lavoratori, avviati da Confagricoltura. Questo è il secondo charter dal Marocco organizzato da Confagricoltura L’Aquila, che ha portato in Italia, complessivamente, 325 lavoratori con l’assistenza dell’Ambasciata italiana a Rabat e le autorità marocchine. Quelli arrivati sono operai extracomunitari che da anni hanno un contratto di lavoro con le aziende del Fucino, per far fronte alle esigenze di raccolta nei campi. Si tratta di lavoratori che erano rientrati nei mesi invernali nei rispettivi Paesi di origine, per riprendere ora la nuova stagione agricola. Confagricoltura L’Aquila ha informato di aver chiesto ed ottenuto dal ministero degli Esteri l’autorizzazione alla nostra Ambasciata italiana
Corridoi verdi 20 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
in Marocco per dare assistenza agli organizzatori dei voli privati, consentiti dagli accordi internazionali per la movimentazione dei lavoratori e di aver allertato le Prefetture, le Questure e le ASL di L’Aquila e Pescara per i controlli di rito e, soprattutto, per l’assistenza sanitaria legata alla pandemia. “Quest’anno la situazione è molto diversa rispetto allo scorso anno, quando dovemmo organizzare molteplici charter per riportare i lavoratori extracomunitari - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura L’Aquila Fabrizio Lobene -. Infatti, dei circa 3.500 lavoratori stagionali stranieri che operano nelle oltre 500 aziende del Fucino, più del 60% non è tornato in Marocco dopo la campagna lavorativa a fine di novembre, oppure ha anticipato il rientro in Italia già a marzo, transitando per Spagna e Francia. Successivamente il Marocco ha chiuso tutte le frontiere con l’Europa e un migliaio di lavoratori, che avevano già prenotato i viaggi, sono rimasti bloccati nel loro Paese”. Confagricoltura ha più volte chiesto che i lavoratori stranieri, tra l’altro già tamponati alla partenza e con tutte le dovute precauzioni sanitarie, possano svolgere una quarantena attiva, come avviene in Germania. Molti hanno accettato offerte di lavoro nei lander tedeschi, invece che nelle regioni italiane, proprio per lo stop sanitario. nnn
Fissati paletti nel contratto collettivo nazionale, ma il legislatore deve dare certezze normative
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ccanto al tradizionale “contoterzismo” - che consiste nell’affidamento di una serie di lavorazioni meccaniche (movimentazione terra, aratura, mieti-trebbiatura, etc.) ad un’impresa di servizi agro meccanici, che li esegue con mezzi propri - si assiste allo sviluppo di altre forme di esternalizzazione (appalto) che riguardano fasi del processo produttivo meno meccanizzate, ove l’elemento umano e manuale prevale, come ad esempio la raccolta. Tra le sole imprese associate, nell’arco di un triennio (2018-2020) il numero delle aziende che si sono rivolte ad agenzie di somministrazione per la fornitura di manodopera è più che raddoppiato, mentre il
numero delle giornate di lavoro somministrate è cresciuto di quasi il 50%. Proprio la maggiore diffusione delle esternalizzazioni ha portato le parti sociali agricole a fissare paletti precisi nel contratto collettivo nazionale rinnovato il 19 giugno 2018, attraverso una norma sull’appalto di servizi. Da una indagine portata avanti, su un campione di imprese associate, è emerso che la spinta verso l’esternalizzazione viene da difficoltà di reperire manodopera, segnatamente professionalizzata (i centri per l’impiego non funzionano adeguatamente e solo il 2% delle imprese recluta manodopera attraverso essi); necessità di migliorare la produttività del lavoro; regole e adempimenti sempre più rigidi ed onerosi (divieto pagamento contanti; limitazioni voucher, etc.); costo del lavoro elevato (soprattutto nelle zone ordinarie); timore di incorrere in un apparato sanzionatorio troppo pesante (legge n. 199/2016). Tutte queste ragioni sono rimaste - e anzi, si sono accentuate durante il periodo di emergenza sanitaria. Confagricoltura crede da sempre nel lavoro dipendente come forma normale e prevalente di impiego delle risorse umane all’interno delle aziende agrico-
le. Tuttavia è innegabile che le aziende incontrino crescenti difficoltà nel reperire manodopera disponibile, professionalizzata e con adeguati livelli di produttività; come è altrettanto innegabile che il sistema agricolo si stia evolvendo e modernizzando verso forme produttive sempre più tecnologiche e specialistiche. Queste ragioni portano necessariamente, almeno in alcune circostanze, a dover valutare l’utilizzo delle forme contrattuali messe a disposizione dal legislatore, che consentono di esternalizzare le fasi del processo produttivo (somministrazione ed appalto di servizi). Mentre per la somministrazione esiste un quadro normativo ed una disciplina amministrativa (albo delle imprese autorizzate), che consente alle imprese di utilizzare tale forma contrattuale con un certo grado di sicurezza, altrettanto non si può dire per l’appalto di servizi, specie quello labour intensive, dove esistono larghi margini di incertezza e non mancano zone grigie, quando invece sarebbe essenziale che le imprese potessero esternalizzare le attività nell’ambito di un quadro normativo chiaro e stabile, che sia in grado di garantire loro certezza. (red) nnn
Appalto di servizi MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 21
NO V I TÀ L AVOR O
L’impegno di Syngenta per garantire condizioni eque e sicure di lavoro per tutti gli addetti di Claudio Costantino
I
l programma sul lavoro equo e sicuro di Syngenta (Fair Labor Program) è nato dalla partnership a livello globale con Fair Labor Association (FLA), organizzazione no-profit per i diritti del lavoro, con cui l’azienda opera in sinergia da anni. L’iniziativa nata per assicurare condizioni di lavoro sicure ed eque a tutti i lavoratori è inserita come uno dei progetti all’interno di “The Good Growth Plan” - il piano di impegni per una crescita sostenibile, lanciato da Syngenta nel 2013 a livello mondiale - ed è parte integrante del modo di operare dell’azienda. In Italia, il Fair Labor Program è stato avviato ufficialmente nel 2016 con un focus specifico sulla filiera sementiera di mais e cereali ed ha l’obiettivo di tutelare e monitorare le condizioni dei lavoratori agricoli. Attualmente fanno parte del programma circa 150 agricoltori che lavorano su oltre 3.700 ettari coltivati. In partico-
Riccardo Vanelli, AD Syngenta Italia 22 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Fair Labor lare, i gruppi del Production & Supply del sito di Casalmorano per quanto riguarda il mais e di quello di Argelato per i cereali, seguono l’implementazione del programma nelle rispettive filiere di riferimento. A rendere ancora più efficace il programma sono la completa trasparenza e indipendenza delle valutazioni effettuate, garantite dal Fair Labor Program, sempre nel rispetto della privacy dei singoli lavoratori. Tramite l’applicazione del pro-
Vanelli: «Il valore del Made in Italy passa dalla qualità del lavoro»
Program gramma, Syngenta vuole garantire la consapevolezza dei diritti dei lavoratori e la corretta e sistematica applicazione delle norme sul lavoro, quali per esempio la regolamentazione del lavoro minorile, della salute e della sicurezza, dei salari e dei benefit, delle ore di lavoro, dell’evitare le molestie, gli abusi e le discriminazioni. Il programma vincola
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tutte le parti coinvolte a rispettare gli standard definiti all’interno del suo codice di condotta che, ad oggi, è stato implementato in ben 31 Paesi, conseguendo una tappa importante verso il raggiungimento dell’obiettivo prefissato inizialmente, ossia far rientrare la totalità della filiera mondiale sementiera di Syngenta all’in-
terno del Fair Labor Program. “Per un’azienda impegnata a livello mondiale come Syngenta è fondamentale assicurarsi che tutte le persone che collaborano con essa, e ancora di più coloro che lavorano tutti i giorni nei campi, lo facciano nelle migliori condizioni di salute e sicurezza possibili”, ha detto Riccardo Vanelli, Amministratore Delegato di Syngenta Italia. “Siamo orgogliosi di essere partner di un’associazione internazionale e rinomata come Fair Labor Association e ancora di più per aver dato vita al Fair Labor Program - ha proseguito l’AD di Syngenta Italia -. Questo programma ci aiuta ad andare oltre le grandi aspirazioni e i generici proclami: abbiamo fissato obiettivi specifici per dimostrare come stiamo operando e l’impegno quotidiano che mettiamo per garantire condizioni di lavoro eque a tutti i nostri lavoratori. Il valore del Made in Italy deve passare anche e soprattutto dalla qualità del lavoro di chi ogni giorno contribuisce in maniera concreta a far crescere quei prodotti che vengono apprezzati sulle tavole di milioni di consumatori in Italia e nel mondo”. nnn
SICUREZZA FA RIMA CON FORMAZIONE
In occasione della “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro 2021” - celebrata il 28 aprile - Syngenta ha ribadito il proprio contributo a far sì che tutti gli aspetti del lavoro siano svolti in assoluta sicurezza. In quest’ottica, l’impegno attivo per la formazione sulla sicurezza del lavoro rimane un pilastro, sia all’interno dell’azienda stessa sia verso l’esterno. Con la prima edizione del The Good Growth Plan, Syngenta si era data l’obiettivo, entro il 2020, di formare 20 milioni di agricoltori in merito alla sicurezza sul lavoro e all’uso sicuro degli agrofarmaci, assicurando condizioni eque di lavoro al 100% dei propri fornitori. L’azienda però, già nel 2019, era riuscita a formare il doppio dei lavoratori previsti (42.4 milioni) ed a raggiungere il 99% dei propri fornitori nella produzione di sementi, grazie anche all’attiva collaborazione con Fair Labor Association (FLA). MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 23
M APPAMONDO
di Jordan Nash
Eccezionali gelate nei campi francesi
“U
na situazione eccezionale richiede misure eccezionali”. Lo ha detto il primo ministro francese, Jean Castex, annunciando lo stanziamento di oltre un miliardo di euro in aiuti per gli agricoltori e i viticoltori colpiti dall’ultima gelata, arrivata dopo un periodo di temperature
insolitamente elevate. A parere del ministro dell’agricoltura Julien Denormandie si tratta “probabilmente della più grande catastrofe agronomica del 21° secolo”. Sono stati danneggiati centinaia di migliaia di ettari in ben 10 delle 13 regioni francesi. I sostegni, si assicura, dovrebbero arrivare rapidamente ai
FERTILI RAMLI IN TUNISIA
viticoltori, ai produttori di kiwi, albicocche, mele, così come a chi coltiva barbabietole e colza. In particolare le gelate dimezzeranno la produzione di frutta e la Fnsea afferma che, a causa di questa situazione primaverile, andrà perso almeno un terzo di uva nei vigneti, creando un danno per la filiera
di circa due miliardi di euro. In un tweet il presidente della CGB (Confédération Générale des Planteurs de Betteraves) ha espresso la sua forte preoccupazione per le forti gelate che hanno interessato le regioni bieticole, in particolare a sud di Parigi: sarebbero stati distrutti più di 30 mila ettari.
GERMANIA: NUTRISCORE PENALIZZA IL BIO
Il Nutriscore, introdotto in Germania su base volontaria, per aiutare e indirizzare le scelte dei consumatori verso cibi più sani, non considerando il grado di lavorazione e la presenza di additivi e sostituti, penalizza gli alimenti biologici. Lo ha rimarcato l’Associazione per In Tunisia patate, lattuga e cipolle crescono su gli alimenti e i prodotti naturali (Bnn): “Nelappezzamenti sabbiosi in riva al mare, coltivati la valutazione non viene sufficientemente, o con una tecnica di irrigazione ancestrale: l’acqua affatto, presa in considerazione la presenza di piovana scorre dalle colline alle terre sabbiose che ingredienti di alta qualità, come gli acidi grassi circondano le lagune, dove rimane intrappolata so- polinsaturi o l’epra uno strato di acqua salata. Si tratta dei “ramli”, levato contenuto creati nel XVII secolo per compensare la mancanza di fibre o sostandi terra coltivata e di acqua dolce, ora iscritti nel ze vegetali seconpatrimonio agricolo mondiale della FAO. Questo darie, sebbene sistema, che permette di coltivare tutto l’anno, siano una composenza irrigazione artificiale, producendo fino a 20 nente essenziale tonnellate per ettaro, è minacciato dalla mancanza di una dieta sana di ricambio generazionale. ed equilibrata”. 24 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Farm USA puntano su efficienza virtuosa
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a maggior parte delle persone dei Paesi più industrializzati critica il sistema agroalimentare, spesso senza aver mai messo piede in un’azienda agricola. Negli Stati Uniti, ad esempio, le piccole aziende agricole, pur rappresentando la metà delle realtà, non arrivano al 10% della produzione totale. Sono le grandi aziende
quelle che nutrono una popolazione di 330 milioni di persone. Come si legge in un’analisi effettuata da FP (il magazine Foreign Policy), la grande agricoltura è meglio. Negli USA si è passati dal 70% della popolazione impegnata in agricoltura nel 1800, al 2% di oggi. Quella stessa agricoltura - prosegue l’indagine - che la mag-
gior parte degli americani negli ultimi due secoli ha felicemente abbandonato e che oggi in troppi romanticizzano. La migrazione su larga scala della manodopera dalle fattorie alle città, in cerca di migliori guadagni, ha spinto gli agricoltori a investire ancora di più in pratiche e tecnologie per il risparmio di manodope-
ra e per il miglioramento della produttività. E un’economia moderna e ricca, come quella americana, deve poter contare su un sistema agroalimentare, che FP chiama circolo virtuoso, fatto di urbanizzazione, intensificazione agricola e crescita economica. D’altronde questo è il segno distintivo di tutte le società benestanti.
MADE IN MOROCCO
PANDEMIA E CONSUMI DEL VINO
Il “made in Morocco” per frutta e verdura significa qualità eccezionale a prezzi competitivi. Grazie al clima favorevole offre un’ampia gamma di varietà rispettose dell’ambiente. Il Regno ha investito in una migliore gestione dell’acqua, sostenendo gli agricoltori con sementi o attrezzature. Queste strategie e la condivisione di conoscenze hanno permesso di aumentare produzioni e rese. Il Marocco è ora 3° esportatore mondiale di mandarini, 5° esportatore mondiale di fragole, tra i primi 5 esportatori di pomodori, tra i primi 5 produttori di olive, 13° esportatore mondiale di arance, 13° produttore di meloni nel mondo e addirittura il primo esportatore mondiale di capperi.
La pandemia ha avuto ripercussioni anche sui consumi di vino, che sono diminuiti, nel mondo, del 3%. I dati pubblicati dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), sottolineano che un tale calo non era stato osservato nemmeno nella crisi finanziaria del 2008. Nel 2020 in Cina il consumo è crollato del 17%, in Spagna del 6,8%. Mentre è rimasto stabile negli Stati Uniti, in Francia e Giappone. In Sud Africa il calo è stato del -19,4%, in Australia del -3,7%. In crescita il Regno Unito +2,2%, l’Argentina +6,5%. Vero boom in Brasile con + 18,4%. Crescita del 7,4% in Italia. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 25
PRIMO PI ANO INIZI AT I V E
Benvenuti in
Presentate agli imprenditori di Confagricoltura le opportunità commerciali e di investimento di Gabriella Bechi
26 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
L
a Moldavia apre le porte all’Italia, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti di collaborazione già esistenti ed attrarre nuovi investimenti nel settore agricolo. In quest’ottica l’Ambasciata della Repubblica di Moldova nella Repubblica italiana ha voluto presentare agli imprenditori di Confagricoltura le opportunità commerciali e di investimento che il Paese offre. “Ringrazio l’ambasciatore Anatolie Urecheanu per questo incontro - ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al webinar che ha visto l’intervento di numerosi rappresentanti istituzionali e del mondo imprenditoriale - che va nella direzione da noi sempre auspicata di rapporti di collaborazione concreta tra realtà agricole di Paesi amici, in Europa e fuori dalla Ue.
La Moldavia è un piccolo Paese che poggia la sua economia sull’agricoltura La Moldavia, che dal 2014 ha sottoscritto un accordo di libero scambio con la Ue, è uno di questi. L’agricoltura oggi ha davanti a sé grandi sfide: garantire la produzione di base, offrire sempre maggiore qualità, preservare l’ambiente ed il territorio, fornire servizi ecosistemici attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili. Sono sfide globali, che si vincono insieme. Per questo le partnership tra i Paesi sono sempre più importanti”. La Moldavia è un piccolo Paese di poco più di 3 milioni e mezzo di abitanti, stretto tra la Romania e l’Ucraina, che poggia la sua economia sull’agricoltura, che rappresenta il primo comparto
Moldavia
Foto di USAID, agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale Ambasciatore Anatolie Urecheanu
per superficie utilizzata, il 40% del Pil ed una voce importante dell’export. Vino, ortaggi, frutta fresca e secca, in particolare noci, e miele le principali produzioni, esportate per il 70% in Europa. Tra questi spicca il vino, con 120mila ettari di vigneti, 10 milioni di ettolitri commercializzati, oltre a 70mila tonnellate di uva. Vini provenienti da vitigni autoctoni, esistenti solo in Moldavia, esportati in 70 Paesi del mondo, che hanno ricevu-
to moltissimi riconoscimenti a livello internazionale. Un comparto ancora di piccole dimensioni, ma in costante crescita, è quello del biologico, grazie anche al sostegno e agli incentivi del governo. Molte dunque le potenzialità dell’agricoltura moldava e altrettante le opportunità offerte a chi voglia investire nel Paese: dal vantaggioso regime fiscale alla scarsa burocrazia, dalle garanzie offerte dal governo ai numerosi meccanismi di sostegno alle PMI, volti a favorire l’insediamento di giovani e donne, la digitalizzazione, la transizione ecologica del settore, l’export.
Tutto questo si traduce in un “Catalogo degli investimenti”, dove al momento sono presenti 45 aziende con i rispettivi profili, messo a disposizione dall’Agenzia per gli investimenti, per chiunque sia interessato. Favorisce questo percorso anche la Camera di Commercio Italo - Moldava, punto di riferimento per le aziende, che periodicamente organizza incontri B2B e la partecipazione ad eventi e fiere, fornendo il necessario supporto per le operazioni doganali. L’interesse degli imprenditori agricoli italiani nei confronti della Moldavia è dimostrato dalle quattro storie di successo presentate nel corso del webinar ed è certo che, quando le condizioni dettate dalla pandemia lo consentiranno, Confagricoltura accoglierà con piacere l’invito dell’ambasciatore Urechenau a visitare il Paese. nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 27
PRIMO PI ANO INIZI AT I V E
Adottato “Horizon Europe” 2021-2027. Si avvia una nuova fase nella programmazione dell’innovazione UE di Giulia Avolio
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seguito della votazione all’unanimità di “Horizon Europe” da parte del Consiglio dei Ministri UE e dell’approvazione del 9° Programma quadro per la ricerca e l’innovazione da parte del Parlamento europeo, finalmente “Horizon Europe” è stato ufficialmente adottato. Il programma sarà attuato in sette anni attraverso tre pilastri - “Open Science & Innovation”, “European Challenges” - grazie ad un bud- quali circa il 10 % verrà dedicato Research Area - ERA” e “Global get di 95,5 miliardi di euro, dei ai sistemi agroalimentari ed alla bioeconomia. In termini economici significa un investimento europeo in ricerca ed innovazione per l’agroalimentare e la bioeconomia di 9,7 miliardi di euro (intorno a 1,4 miliardi all’anno), che consentirà all’Italia un tiraggio non inferiore a 160 milioni di euro all’anno da parte dei sistemi di impresa e delle agenzie di ricerca, con un incremento sulle disponibilità del precedente programma quadro “Horizon 2020” (2014 - 2020) superiore al 6%. Di tale stanziamento all’agricoltura (food, feed e no food) andranno 7,3 mld di euro (più di 1 miliardo l’anno). Horizon Europe si pone l’obiettivo generale di promuovere un futuro sostenibile, equo e prospero, di affrontare il cambiamento climatico cercando di 28 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Occhio alla
Budget di circa 10 miliardi di euro per innovazione e ricerca agroalimentare
ricerca traguardare gli obiettivi delle Nazioni Unite SDGs e, allo stesso tempo, di stimolare la competitività e la crescita dell’UE. “Gli agricoltori europei ed italiani - ha dichiarato il presidente di
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Confagricoltura e vicepresidente del Copa Massimiliano Giansanti - accolgono con favore l’adozione del programma quadro “Horizon Europe” per il periodo 2021-2027 e sottolineano l’importanza della
ricerca per l’agricoltura e la silvicoltura dell’UE e dell’Italia nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalle tre comunicazioni europee Green Deal, ‘Biodiversity’ e ‘Farm to Fork’ e nel potenziamento delle pratiche innovative nel settore. È fondamentale che ricerca e innovazione aiutino il settore agricolo e forestale a migliorare la sua sostenibilità, pur rimanendo competitivo”. “L’adozione di “Horizon Europe” segna una nuova fase nella programmazione della ricerca e dell’innovazione dell’UE - ha ribadito Daniele Rossi, rieletto presidente della Ricerca e Innovazione di Copa-Cogeca, nonché delegato alla Ricerca e Innovazione di Confagricoltura -. Sappiamo tutti che dovremo affrontare molte nuove sfide nei prossimi anni e il settore agricolo e forestale si trova in una posizione unica per aiutare l’Unione Europea a raggiungere molti dei suoi ambiziosi obiettivi. Va garantito che il programma sia all’altezza delle sue ambizioni e vicino alle realtà produttive dell’Europa”. nnn
NOVITÀ DEL PROGRAMMA QUADRO “HORIZON EUROPE”
Due le novità principali contenute nel Programma Quadro Horizon Europe: il finanziamento di vere e proprie “missioni” tecno-scientifiche sulle frontiere della conoscenza e delle sue applicazioni (per l’agroalimentare la missione “Soil Health”, cioè la salute del suolo, del suo microbioma e, più in generale, la salute delle risorse naturali della Terra); il co-finanziamento delle “partnership” pubblico - privato per il raggiungimento di obiettivi condivisi entro il 2030 (per l’agroalimentare le partnership sulla gestione dei big data in agricoltura, sullo sviluppo dell’agroecologia, sulla transizione ecologica e salutistica dei sistemi alimentari SFS - Sustainable Food Systems). Rimangono ancora inevase alcune questioni di fondo sollevate da Confagricoltura e Copa - Cogeca: l’accesso semplificato a queste dotazioni finanziarie ingenti da parte delle piccole e medie imprese agricole ed alimentari; il ruolo fondamentale delle organizzazioni di rappresentanza nel consentire la trasmissione delle nuove conoscenze ed il trasferimento tecnologico alla base associativa, facilitando la disseminazione e promuovendone la formazione imprenditoriale; l’attenzione privilegiata a soluzioni applicative, innovazioni incrementali e buone pratiche agricole nella definizione dei bandi e nella valutazione delle proposte progettuali da parte della Commissione UE; piuttosto che la ricerca di base o quelle innovazioni radicali sulle quali insistono spesso agenzie e Università trovando però scarsa applicazione e concretezza nella gestione quotidiana delle problematiche aziendali. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 29
PRIMO PI ANO INIZI AT I V E
Accesso al credito Matteo Lasagna
Secondo appuntamento digitale. Il ruolo di Ismea per l’assistenza alle imprese. Gli interventi di Lasagna e Postorino di Elisabetta Tufarelli
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“V
orrei ringraziare Ismea per l’attenta assistenza che rivolge alle imprese sul fronte dell’accesso al credito, della finanza agevolata e delle misure per lo sviluppo della imprenditoria giovanile. L’istituto sta lavorando anche con grande intensità e ottimi risultati sugli strumenti finanziari introdotti dai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’. Da tempo la nostra Organizzazione ha iniziato un percorso per la corretta, completa e puntuale informazione agli imprenditori: la cultura finanziaria è patrimonio fondamentale per fare impresa e iniziative come questa permettono di valutare attentamente le offerte di credito messe in campo anche in questo periodo di
crisi dovuta alla persistente pandemia. Per questo è necessario ripensare a modelli che aiutino a superare questi tempi difficili, prestando soprattutto attenzione alla graduale uscita dalle moratorie e alla riorganizzazione del debito”. Così il direttore generale di Confagricoltura, Franco Postorino ha introdotto i lavori del secondo appuntamento digitale “Accesso al credito, strumenti di garanzia e finanza agevolata per le PMI agricole”. Il patrimonio imprenditoriale italiano è contraddistinto da piccole imprese, spesso ancora poco strutturate per quanto riguarda la gestione finanziaria e il rapporto, nel suo complesso, con il mondo della finanza. Per questo è indispensabile il supporto dell’Istituto specializzato nel settore agroalimentare e del sistema bancario.
Focus su strumenti garanzia, imprenditoria giovanile e finanza agevolata
Il webinar, condotto da Maria Cristina D’Arienzo, ha coinvolto i vertici dell’Istituto, a partire dalla direttrice generale Maria Chiara Zaganelli, accompagnata da Giorgio Venceslai, responsabile della direzione servizi per le imprese e dal responsabile della direzione sviluppo imprenditoria giovanile, Giovanni Razeto, che hanno illustrato anche le misure finanziarie di sostegno alle imprese agricole attivate in questo momento di crisi dovuta al Covid-19. N e l l o specifico l’incontro
è servito ad analizzare gli strumenti di garanzia per migliorare l’accesso al credito, quelli dedicati all’imprenditoria giovanile, la finanza agevolata e la cosiddetta BTA, Banca delle Terre Agricole. Le imprese agricole, in questo ultimo anno e mezzo, non si sono mai fermate, nonostante le oggettive difficoltà; diventa quindi prioritario accordare e prorogare nuove moratorie, senza l’obbligo di classificazione del debitore in default secondo la regolamentazione europea. Ma è anche necessario favorire le operazioni di rinegoziazione del debito bancario, attraverso idonei strumenti di garanzia offerti dallo Stato. Per Confagricoltura occorre anche estendere il limite temporale fissato a sei anni per gli aiuti sotto forma di garanzia sui prestiti a non meno di 15 anni, per consentire alle imprese di avere risorse in più all’anno da destinare agli investimenti; e ciò dovrà riguardare i nuovi finanziamenti, così come le operazioni in essere. Infine, per consentire alle Pmi di risollevarsi continuando a svolgere la propria attività economica, occorre concentrare le risorse disponibili su un numero di strumenti agevolati: prestiti cambiari, contributi in
conto capitale e/o interesse su finanziamenti rivolti alla innovazione, digitalizzazione e più in generale allo sviluppo della impresa. Il webinar è stato anche l’occasione per gli istituti bancari - BNL, BPM, BPER, IFIS, Banca Sella e Popolare di Sondrio - per presentare agli imprenditori i prodotti disponibili nel circuito creditizio nazionale. “Occorre rafforzare la struttura finanziaria e irrobustire l’assetto patrimoniale delle imprese - ha sottolineato il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna - per consentire loro la ripartenza nella fase post–Covid ed il necessario passaggio verso investimenti per l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità”. Le imprese non possono aspettare oltre. “È essenziale - ha concluso Lasagna - che le misure di supporto adottate finora dal Governo vengano mantenute, ampliando le opportunità di investimento. Servono interventi mirati allo sviluppo ed all’innovazione, nonché l’ampliamento della gamma di strumenti incentivanti, anche per i giovani agricoltori”. nnn
PRIMO PI ANO INIZI AT I V E
Webinar Anga e Confagricoltura su una nuova frontiera produttiva ad alto potenziale di Gaetano Menna
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d avviso dei rappresentanti di settore, degli entomologi, di una studiosa di diritto e degli imprenditori ci possono essere grandi opportunità per l’allevamento e l’impiego degli insetti, soprattutto per la produzione di pet food e mangimistica ed anche per energia alternativa (biogas), bioplastiche e fertilizzanti agricoli. Bisogna aggiornare la normativa nazionale (indietro rispetto a quella europea) e superare le difficoltà burocratiche che frenano la crescita di un settore che ha grandi potenzialità. Lo hanno ribadito nell’interessante webinar sugli allevamenti degli insetti promosso da Anga e Confagricoltura e moderato da Luigi Tozzi (dell’area Sviluppo sostenibile e Innovazione della Confederazione). Come ha ricordato Giovanna Parmigiani, componente della giunta confederale, l’Organizzazione, già da diversi anni, presta grande attenzione al settore ed alle sue potenzialità. La stessa Parmigiani, nel 2018, aveva partecipato ad Helsinki ad un gruppo di lavoro della Comunità europea. “Confagricoltura - ha confermato - è a disposizione degli agricoltori e degli allevatori per assisterli e accom32 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Amico insetto pagnarli in questa nuova avventura e importante sfida ad alto potenziale”. Secondo le previsioni presentate da Ipiff (International Platform of Insects for Food and Feed) in Europa si producono più di 6 mila tonnellate/anno di proteine di insetti, ma le previsioni sono di arrivare a produrne tra 2 e 5 milioni di tonnellate entro il 2030, a seconda del quadro legislativo che si avrà nei prossimi anni. A livello mondiale il mercato degli insetti ha superato i 55 milioni di dollari nel 2017; secondo alcune stime di Global Market Insights ci saranno aumenti esponenziali e si prevede che il mercato supererà i 700 milioni
di dollari nel prossimo triennio. Gli allevamenti di insetti contribuiscono a diversificare le attività agricole in modo sostenibile e possono partecipare a ridurre lo spreco alimentare, trasformando i rifiuti in sottoprodotti. Circa 30 milioni di tonnellate di alimenti non più destinati al consumo umano contengono carne o pesce e altri co-prodotti agricoli che possono essere riciclati e convertiti attraverso gli insetti. Nell’incontro di Anga e Confagricoltura è stato pure ricordato che, nell’ambito della normativa su Novel food, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha espresso una prima valutazione completa su
un prodotto derivato da insetto (la larva Tenebrio Molitor) proposto come alimento umano (è poi giunto voto favorevole degli Stati Membri, ndr); la Commissione UE ha all’esame anche un’altra decina di domande che riguardano altri tipi di insetti. Quindi, nel webinar, sono state presentate alcune interessanti esperienze aziendali pronte ad essere pienamente operative. Tra i progetti presentati c’è quello della start up Bugslife della presidente dei Giovani di Confagricoltura Umbria Caterina Luppa che, in provincia di Perugia, si sta attivando per produrre crocchette per cani (a base di larve di mosche soldato) con alto indice proteico e che contengono un discreto valore di acidi grassi buoni costituiti per lo più da acido laurico; quest’ultimo è un potente prebiotico ottimo per stabilizza-
Il mercato degli insetti supererà i 700 milioni di dollari nel triennio re la flora batterica intestinale dell’animale, prevenendo così infezioni e malattie. In provincia di Alessandria è attiva la prima fattoria degli insetti ‘BEF Biosystem’: un sistema integrato di allevamento di larve di mosche per la bioconversione di scarti alimentari in farina proteica da impiegare nella mangimistica; con il digestato delle larve poi si produce biogas, in un progetto che ha una sua valenza per la sostenibilità e l’economia circolare. In provincia di Torino ‘Italian Cricket Farm’ pensa di impiegare larve di Tenebrio Molitor (autorizzate dall’EFSA anche per il consumo umano) in un progetto sperimentale di mangime altamente proteico per le galline ovaiole. L’azienda agricola Alia Insect Farm è situata a Truccazzano, all’interno del Food Agri Park di Blu Martesana; fa parte anche dell’Innovation Hub di Como Next e si propone di diventare un’agrifarm innovativa per l’allevamento e la trasformazione di grilli commestibili 100% made in Italy. Il presidente di Anga-Giovani di Confagricoltura Francesco Mastrandrea, nelle conclusioni, ha rimarcato l’importanza di individuare nuove prospettive per il settore agricolo. “Ricerca, innovazione (agricoltura 4.0), ma anche la legislazione devono favorire lo sviluppo”. Ha quindi sollecitato una nuova attenzione per le start up in agricoltura. “I momenti sperimentali vanno sostenuti e favoriti e non certo limitati o bloccati - ha detto -. Danno valore aggiunto al settore primario e aprono nuove strade. Crediamo nell’innovazione senza preconcetti”. nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 33
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Libro verde Confagricoltura e Assoverde realizzano assieme corposo documento progettuale su Green di Elisabetta Tufarelli
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n parterre di prestigiosi relatori è intervenuto all’evento digitale che ha dato il via al percorso, fortemente voluto da Confagricoltura e da Assoverde (Associazione Italiana Costruttori del Verde), per rilanciare il settore del verde in Italia, con l’obiettivo di renderlo protagonista di scelte politiche che portino ad un concreto “neorinascimento della cura e della gestione del verde”. Il webinar, che nelle due sessioni ha coinvolto oltre novecento partecipanti, ha richiesto - con questa prima edizione del “Libro Bianco del Verde” - un cambiamento dei metodi di cura del verde, spesso obsoleti o di scarsa quali-
tà, rispetto agli standard imposti dalle conoscenze e dalle nuove sensibilità. Gli argomenti da affrontare andranno dall’adattamento delle aree urbane nella fase dell’emergenza Covid, alle opportunità future per le alberature e la natura in città. Sarà presente anche un focus tecnico-scientifico sul tema dell’emergenza Pini in Italia; verranno trattate la dimensione del problema, gli studi in corso, i provvedimenti e le proposte per contrastare la diffusione della Cocciniglia tartaruga. Infine, si esamineranno i rischi per il paesaggio e per le piccole eccellenze produttive locali. La pandemia ha messo in luce il grande beneficio che il verde
Scelte politiche per neorinascimento, cura e gestione del verde
urbano può apportare alla vita quotidiana: parchi, giardini e, più in generale, piante e alberi negli spazi delle città contribuiscono significativamente alla sensazione di benessere derivante dalla loro fruizione o dalla loro semplice presenza. Per Confagricoltura e Assoverde il dibattito tra le diverse competenze pubbliche e private, i risultati della ricerca, le esperienze delle imprese permetteranno, attraverso questo Libro Bianco, di mettere a disposizione del settore proposte e soluzioni. “Il tema del verde - ha ricordato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - è nel nostro Dna. Il Green New Deal e la strategia sulla Biodiversità
rilanciano i temi della rigenerazione urbana e delle foreste, in cui il ruolo degli agricoltori e degli operatori del settore del verde pubblico e privato diventa centrale. Occorre ora partire dal confronto, per indicare una strategia chiara e ben definita per gli anni a venire sulla tutela, sulla cura e sulla gestione di questo importante patrimonio italiano”. Il percorso iniziato con il webinar, ma anche la stesura di questo Libro Bianco, coinvolgono esperti del settore provenienti da Istituzioni, Università, ordini professionali, enti ed organismi di ricerca, rappresentanze di categoria ed associazioni, oltre che autorevoli aziende del comparto. “Le parole chiave del Libro Bian-
co - ha spiegato il presidente di Assoverde Antonio Maisto - sono salute, ambiente, lavoro, cultura. L’azione che le tiene insieme è la cura. Il verde come valore e la qualità dei progetti, degli interventi, e i modelli più efficaci per la loro gestione, costituiscono i principi base della nascita di questa nostra iniziativa. I risultati presentati dimostrano come sia sempre più necessario condividere idee e progetti”. Tra i vari esperti intervenuti all’evento digitale, anche Enrico Allasia, presidente della Federazione nazionale di prodotto delle Risorse boschive di Confagricoltura e Luca De Michelis, presidente della Federazione nazionale di prodotto Florovivaismo. Investire nel verde porta indubbi vantaggi all’economia nazionale, innescando un percorso virtuoso nelle aree urbane, periurbane e rurali. Nelle città le aree verdi rappresentano appena l’8% della superficie: si può fare di più e soprattutto meglio. I prossimi appuntamenti cadenzano questo percorso, che diventerà permanente. Ogni anno, all’interno del Libro Bianco, ci saranno soluzioni e proposte concrete per indirizzare l’azione istituzionale verso ulteriori energie, norme e regolamenti più adeguati e con idonee coperture economiche e finanziarie. In allegato alla pubblicazione, il “Quaderno Tecnico” riporta le soluzioni innovative provenienti dal mondo imprenditoriale. La difesa della biodiversità e un nuovo equilibrio tra l’uomo e la natura sono gli obiettivi di base di questo Libro, da cui parte l’invito al cambiamento di Confagricoltura e Assoverde, con MyPlant&Garden, Paysage e ACER-Il Verde Editoriale, media partner dell’iniziativa. nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 35
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Torna il “tour sindacale” di Anga, quest’anno con tappe virtuali. Fidelizzare i soci e allargare la platea
l’aspirante agricoltore, per aiutarlo a crescere personalmente e professionalmente. È con questo obiettivo che gli ‘under 40’ di Confagri-
Ginestrini, e dei responsabili delle varie direzioni interessate, per uno scambio di opinioni e vedute sulla situazione e sulle prospettive delle imprese giovanili in agricoltura sul territorio, con par-
coltura sono impegnati fianco a fianco con la direzione organizzativa della Confederazione. Ad ogni incontro, infatti, è prevista la presenza del suo direttore, Luca
ticolare attenzione alla definizione delle nuove politiche agricole regionali in materia di sviluppo rurale e dell’allocamento delle risorse del PNRR e di Next Generation EU, che prevedono investimenti e riforme per accelerare
di Elisabetta Tufarelli
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ormazione professionale, informazione e aggiornamento sulla normativa di settore, promozione dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione delle imprese, fare rete con start up innovative, enti di ricerca e atenei sono solo alcuni dei temi su cui si concentra il Road Show dei Giovani di Confagricoltura, quest’anno in digital edition a causa della pandemia. “Abbiamo deciso di utilizzare questa nuova tecnica di marketing - spiega il presidente dell’Anga Francesco Mastrandrea - per dare voce ai giovani imprenditori e alle nostre strutture territoriali, certamente per capire le loro esigenze e confrontarci, ma anche per illustrare le opportunità di sviluppo e di innovazione che le giovani imprese agricole possono cogliere, contribuendo così alla ripresa economica dei loro territori”. Quella del ‘tour sindacale’ è, senza dubbio, anche l’occasione per far conoscere l’associazione, fidelizzando i soci e allargare la base. D’altronde l’Anga, dal 1958, ha sempre precorso i tempi cogliendo le necessità e contribuendo, attraverso la sua azione di lobby, ai processi decisionali sulle politiche giovanili in agricoltura, affiancando il giovane già insediato e
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Digital
Mastrandrea: “L’Anga vuole farsi interprete di bisogni e progetti” la transizione ecologica e digitale. “Il contesto economico che stiamo vivendo - mette in evidenza Mastrandrea - non è certamente facile. Molti sono i dubbi e le perplessità di chi s’impegna o è già impegnato in agricoltura. Come imprenditori e come giovani, però, abbiamo il dovere di essere ottimisti e di unirci nell’esposizione dei nostri bisogni e dei nostri progetti attraverso un’associazione che faccia i nostri interessi. Dalla crisi si esce con consapevolezza, coraggio e determinazione e il nostro settore ha dimostrato e continua a farlo, in quest’anno difficile, di avere un forte poten-
ziale di crescita. La pandemia ha confermato la centralità e l’importanza dell’agricoltura che ha saputo reggere l’urto della crisi rivelandosi un asset socio economico strategico. Eppure è ancora rilevante la distanza che separa il nostro Paese da standard sufficienti sul piano tecnologico e digitale, dalla solidità finanziaria delle aziende e dalla transizione energetica verso le fonti rinnovabili. Risorse ed energie giovani e preparate potranno senza dubbio dare una spinta decisiva al rilancio del nostro settore e dell’economia italiana”. Un’esperienza unica e coinvolgente da vivere in pieno, questa del Road Show che sta toccando tutta Italia. Dopo le tappe già realizzate in Umbria, a Milano, Venezia, Cuneo, Torino,
Friuli, Caltanissetta e Alessandria, i prossimi appuntamenti già in calendario sono Caserta Taranto. “Confrontarsi - conclude il presidente dell’Anga - sui cambiamenti in atto, sulla sostenibilità, sull’internazionalizzazione, sull’evoluzione tecnologica aiuta a crescere come imprenditori e a sviluppare le proprie imprese”. Per partecipare al digital Road Show è possibile iscriversi presso la propria Confagricoltura di riferimento. nnn
Francesco Mastrandrea
Road Show
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Indagine Confagri con Nomisma su 90 aziende olivicole. Emergono i gap strutturali, ma anche la voglia di riscatto
di Gaetano Menna
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uello olivicolo è un settore complesso e frammentato, che attraversa difficoltà strutturali e commerciali, nonostante il livello qualitativo dei suoi prodotti. I dati dell’ultima campagna, con il calo del 25% di produzione, confermano una situazione non facile, che porta pure ad una bassa redditività. “Serve una spinta forte che rafforzi la competitività e valorizzi, al contempo, le caratteristiche identitarie di qualità dell’olio. La sfida è grande, ma le potenzialità del settore lo sono ancora di più”. Lo ha detto il direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino, aprendo i lavori del webinar ‘Innovazione, digitalizzazione, competenze nel settore olivicolo’. Confagricoltura ha svolto - con Assofrantoi, Op Confoliva, l’ente di formazione Enapra e avvalendosi della collaborazione tecnica di Nomisma - una survey che ha coinvolto 90 aziende olivicole individuate secondo criteri geografici, economici, produttivi. Uno spaccato utile per comprendere gli scenari di mercato, competitività e innovazione e le attese dei produttori. Nell’incontro, moderato dal direttore di Enapra Mi-
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Survey chele Di Stefano, sono stati presentati i risultati dello studio. “Dalla survey - ha posto in evidenza Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma da parte dei conduttori, è emersa la chiara consapevolezza dei gap di competitività da colmare: la dimensione aziendale, la ridotta capacità finanziaria e lo scarso ricambio generazionale; ma sono state anche evidenziate: grandi potenzialità, alta propensione all’innovazione, particolare sensibilità sui temi attuali come quelli della biodiversità e della sostenibilità. Ci sono ritardi e lacune che possono trovare nell’innovazione e nella formazione leve strategiche di recupero”. “Vanno rinnovati gli impianti produttivi perché siano idonei
a tecniche colturali e di raccolta meccanica aggiornate; ed emerge un forte fabbisogno di innovazione - ha osservato Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura -. Bisogna favorire l’agricoltura di precisione per il contrasto alle fitopatie e la riduzione dell’uso dei fitofarmaci, le certificazioni di prodotto sempre più orientate alla sostenibilità, macchinari e attrezzature per ridurre i costi di produzione ed efficientare i processi, la formazione dei produttori per un migliore know how in campo e sui mercati nazionali ed internazionali. Tutte sfide che necessitano di adeguati strumenti, sia finanziari, sia tecnici, che abbiamo ripetutamente chiesto alle istituzioni europee e nazionali”.
Innovazione e formazione vitali per salto di qualità dell’olivicoltura
tra le olive
“I conduttori - ha aggiunto Pierluigi Silvestri, presidente Op Confoliva - avvertono la necessità di interventi e strumenti diretti a favorire le aggregazioni di produttori e di prodotto ed a promuovere una cultura oleicola presso i consumatori, che possa favorire una scelta consapevole, orientata al made in Italy ed alla qualità”. Paolo Mariani (Assofrantoi) ha chiesto che venga dato un giusto ruolo anche ai frantoiani, che sono l’anello centrale del momento produttivo. Il presidente di Unapol Tommaso Loiodice, è ritornato sul tema della frammentazione, evidenziando il nuovo ruolo a cui sono chiamate le associazioni di produttori, non solo di aggregazione dell’offerta, ma anche delle modalità produttive; quindi ha ricordato il progetto che si sta portando avanti in Puglia dove le aziende si sono unite per gestire la forza lavoro; razionalizzando e abbattendo i costi produttivi, acquisendo efficienza; tutto ciò con indubbi benefici anche sotto il profilo occupazionale. Ora si sta lavorando per creare punti di stoccaggio del prodotto e una rete per l’assistenza tecnica e per la gestione dei dati meteorologici. Il presidente di Confagricoltura Benevento, Antonio Casazza, partendo dall’esperienza aziendale, ha ribadito la necessità di abbattere i costi produttivi come quelli del lavoro. La sua azienda è stata tra le prime ad automatizzare la raccolta delle olive con uno scuotitore con ombrello. Palma Esposito, responsabile del settore Olivicoltura dell’Organizzazione, ha quindi ricordato come si stia lavorando su MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 39
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strumenti e misure, della UE e nazionali, per superare gli ostacoli all’innovazione. Ha ricordato: il grande dibattito sulla PAC che potrebbe portare ad una nuova OCM Olio con strumenti come la ristrutturazione degli impianti, la riconversione va40 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
rietale ed investimenti; il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un progetto per l’innovazione nella meccanizzazione e l’ammodernamento dei frantoi; gli strumenti di gestione del rischio, come i fondi di mutualizzazione, per stabilizzare i
redditi nel caso di condizioni di crisi. Le nuove strategie dell’Unione europea legate al Green Deal - quali la Biodiversità e “From Farm to Fork” - sono occasioni imperdibili per rilanciare il settore, puntando sulla sostenibilità, non come opportunità singola, ma come approccio di filiera. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei consumatori, qualcosa si sta già muovendo, anche con la spinta propositiva di Confagricoltura. Si sta agendo per favorire il collegamento tra turismo e olivicoltura, valorizzando i territori e la straordinaria cultura insita. Il modello vino insegna e fa da guida ad iniziative come strade dell’olio, oliveti e frantoi aperti, eventi di raccolta delle olive (come si fa per la vendemmia), carte degli oli nei ristoranti. “La richiesta di innovazione è strettamente connessa a quella di formazione - ha osservato Roberto Bianchi (Foragri) -. Le aziende avvertono il bisogno di formare i propri addetti, ma non sempre hanno le risorse per farlo. Foragri finanzia la formazione aziendale, favorendo così lo sviluppo”. “Come ente di formazione - ha quindi sottolineato Luca Brondelli, componente della giunta esecutiva di Confagricoltura e presidente di Enapra - stiamo effettuando mappatura delle competenze per gestire i cambiamenti. Enapra tutti i giorni costruisce piani di formazione su misura per le aziende. Invito a scaricare il nuovo catalogo dei corsi per la formazione in tutti i settori dell’agricoltura”. Per l’olivicoltura bisogna agire su tre assi: ristrutturazione e incentivi (per consolidare e aumentare la produzione); sostenibilità ambientale, sociale ed economica (con il determinante sviluppo della digitalizzazione); gestione del rischio (per sostenere il reddito e difendersi dai cambiamenti climatici). nnn
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Paradossi europei Video divulgativi su contraddizioni di Farm to Fork nel limitare la zootecnia
di Gaetano Menna
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VEDI VIDEO
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l Copa-Cogeca sollecita la revisione della strategia ‘From Farm To Fork’ (che fa parte del più complesso ‘Green Deal’) laddove tende a delimitare e penalizzare il settore zootecnico, invece di rafforzarlo e rilanciarlo. Lo stesso commissario europeo all’Agricoltura Wojciechowski ha espresso ricorrenti critiche nei confronti degli allevamenti intensivi che - ha evidenziato il presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa, Massimiliano Giansanti - “risultano immotivate e inappropriate”. Intanto European Livestock Voice e il progetto italiano “Carni Sostenibili” hanno realizzato una serie di video che illustrano i ‘nove paradossi’ di ‘From Farm To Fork’ riguardo alla zootecnia. 1) Nutrizione - La Commissione sollecita una dieta che comprenda meno carne, ma le proteine animali dal punto di vista nu-
trizionale sono le più efficienti: in poche calorie, troviamo tutti e 9 gli amminoacidi essenziali, 16 tra vitamine e minerali e 10 composti bioattivi. La carne contribuisce al benessere dell’individuo. 2) Uso del suolo - La Commissione afferma che il 68% della SAU è destinato alla produzione animale. In realtà in Europa il terreno destinato all’allevamento e al pascolo è rimasto pressoché costante negli ultimi 60 anni, mentre la popolazione è cresciuta di oltre 125 milioni di individui. Il settore zootecnico è stato caratterizzato da un aumento dell’efficienza produttiva. 3) Ambiente - La Commissione indica di ridurre i consumi di carne per diminuire anche l’impatto ambientale. Ma in Europa l’intero settore zootecnico è responsabile solo del 7,2% delle emissioni di gas serra, già oggi più efficiente rispetto alla media mondiale del 14,5%. Da dove MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 41
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deriva il restante 85-90%? Gran parte del riscaldamento globale proviene dall’uso di combustibili fossili per produrre energia nell’industria, nel settore residenziale e nei trasporti. 4) Economia - La strategia Farm to Fork suggerisce un progressivo ridimensionamento del settore zootecnico europeo, senza tener conto che questo potrebbe avere effetti estremamente dannosi sugli scambi commerciali e sull’ecosistema economico. 42 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Dove c’è allevamento ci sono persone che custodiscono il territorio Da evidenziare, tra le altre cose, come la Commissione stia intensificando le iniziative per la ratifica dell’accordo politico con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Tale accordo - come già sostenuto in passato da Confagricol-
tura - non tutela i consumatori e gli agricoltori dell’Unione europea. In particolare prevede l’aumento delle importazioni di carni bovine dal Brasile per un totale di 99 mila tonnellate. Insomma, penalizzare la zootecnia europea costringerebbe a importare carne da altri Paesi dove produrre ha un impatto maggiore sul clima. Ritornando al tema delle emissioni c’è da porre in risalto che esse non conoscono confini, quindi l’inquinamento
SAU per allevamento e pascolo non è aumentata in 60 anni
a livello globale aumenterebbe. 5) Benessere animale - La strategia Farm to Fork prevede di ridurre del 50% le vendite complessive nell’UE di antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura entro il 2030. Il settore zootecnico europeo ha già dimostrato di aver fatto progressi nell’uso responsabile degli antibiotici, con un calo, a livello europeo, del 34,6% nelle vendite negli ultimi 10 anni. La filiera della carne si impegna a
continuare in questo percorso virtuoso. 6) Fertilizzanti - La Commissione europea prevede di ridurre i fertilizzanti del 20% e di aumentare le produzioni biologiche del 25% entro il 2030. Aumentare l’agricoltura biologica richiede i fertilizzanti organici; è necessario il bestiame, il cui letame permette di fertilizzare il suono senza l’uso di concimi chimici. 7) Occupazione - Ridurre indiscriminatamente gli allevamenti causerebbe in pri-
mo luogo lo spopolamento delle aree agricole e provocherebbe danni occupazionali irreparabili. In media, ogni allevamento garantisce almeno 7 posti di lavoro. 8) Patrimonio gastronomico - L’obiettivo della strategia Farm to Fork è di creare filiere più corte e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari regionali come le indicazioni geografiche protette. Ma se si penalizza l’allevamento e si colpiscono i prodotti che derivano da tale attività si spianerebbe la strada alla globalizzazione dei cibi surrogati e ultra-trasformati, senza identità territoriale, culturale e di origine. L’aspetto culturale è centrale nel settore agroalimentare ed i prodotti della filiera zootecnica e lattiero-casearia sono un patrimonio comune da salvaguardare. 9) Sicurezza Con la crisi del Covid-19 è tornato attuale, anche in Europa, il tema della sicurezza alimentare, perché ci si è scoperti più vulnerabili. Soprattutto, dopo la pandemia, è stata rivalutata la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare; la crisi ci ha fatto riscoprire i bisogni primari, ricreando una gerarchia antica di valori. Garantita pure, come detto, la sicurezza ambientale e della sostenibilità. “Dove c’è allevamento - ha concluso Massimiliano Giansanti - ci sono persone che contribuiscono a custodire il territorio, evitandone l’abbandono, la cementificazione, i dissesti idrogeologici e la perdita di biodiversità. Il settore zootecnico vuole mettere a disposizione il suo know how, frutto di decenni di lavoro, ricerca e sviluppo, affinché venga realizzata una produzione realmente sostenibile, che garantisca cibo per tutti”. nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 43
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Società agricola Giliole a Revere (MN) ha come obiettivo mappare percorso di ogni rotoballa di Nicola Artoni
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a lungimiranza è una caratteristica preziosa in ogni settore, ancor più in quello agricolo. E saper guardare avanti è una qualità che fin da subito hanno dimostrato di possedere Carlo e Andrea Formigoni, titolari della Società Agricola Giliole-Allevamento Oscar di Revere, una delle realtà più importanti e interessanti per la produzione di latte per Parmigiano Reggiano della bassa mantovana. Cinquecentotrenta capi totali (dei quali circa 220 in lattazione), 14.000 metri quadrati di superficie aziendale, 170 ettari di terreno coltivato e la volontà di continuare a crescere, nel nome
Fieno di innovazione e sostenibilità. «La prima stalla è stata costruita all’inizio degli anni ‘70 - spiega Carlo Formigoni - ma già con logiche moderne legate al benessere animale, come la stabulazione libera. Da lì è stata poi un’evoluzione continua, fino all’ultima stalla, per proseguire con i nuovi fienili e l’essiccatoio, finanziati dal Psr presentato da Confagricoltura Mantova». L’azienda coltiva con metodo biologico medica, frumento e panico per l’alimentazione dei capi presenti in allevamento. Un aspetto di enorme rilevanza è rappresentato proprio dalla gestione della stalla, che consente di raggiungere una qualità del latte prodotto davvero elevatissima: «Qualità dei foraggi e benessere animale
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Carlo e Andrea Formigoni in azienda
tracciato Qualità dei foraggi, benessere animale e pulizia maniacale sono per noi prioritari, ad essi poi aggiungiamo una cura maniacale, anche a livello di pulizia, per l’ambiente nel quale vivono le nostre vacche. In ultimo, ma non certo per importanza, vi è il fattore genetico. Abbiamo lavorato molto negli ultimi anni per raggiungere il massimo livello possibile». Il segreto è non accontentarsi mai: «Non siamo arrivati alla perfezione, ma non possiamo negare di aver raggiunto un buon livello. La nostra qualità al momento è ricompensata molto bene: confe-
riamo a Nuova Castelli a 73 centesimi al chilo (Iva compresa), ma con il premio qualità superiamo anche gli 80 centesimi al chilo. Produciamo circa 29.000 quintali di latte all’anno, ma l’obiettivo sono i 30.000, per una media di circa 37,5 kg per vacca al giorno». Un aspetto sul quale Giliole ha fortemente investito è il foraggio, che per stessa ammissione di Andrea Formigoni «è un’opportunità, non una necessità». L’azienda infatti ha messo a punto un sistema di tracciamento del fieno prodotto, in modo che, ancora prima dello sfalcio, se ne conosca il destino: «Il tutto - prosegue Andrea Formigoni - per ottimizzare al meglio i consumi, facilitare la preparazione delle razioni quotidiane per le bovine e
favorire la sostenibilità ambientale. Il fieno è la base fondamentale dell’alimentazione per il nostro allevamento, ma per sua natura è variabile, derivando da terreni che vengono sfalciati più volte durante l’anno. Questo è un problema, perché i fieni sono tutti diversi tra loro. Ecco allora che, sempre sfruttando un Psr, abbiamo disegnato un sistema di stoccaggio del fieno in base alla sua storia: già al momento della raccolta conosciamo il destino di utilizzo di questi foraggi». Il sistema per ora è gestito in maniera analogica, con il buon senso e una tracciabilità cartacea, ma l’idea è quella di trasformarlo in breve tempo in digitale, sfruttando le potenzialità della moderna tecnologia: «L’obiettivo è semplificare ancora questo processo e renderlo ancora più preciso. Abbiamo già realizzato la mappatura digitale completa dei terreni, con la prospettiva di avere analisi di resa precise per ogni lotto. Vorremmo raggiungere la tracciabilità completa di ogni singola rotoballa prodotta in azienda, per capire quanto formaggio per ettaro riusciamo a produrre, ed intervenire dove necessario per ottimizzare ulteriormente le linee produttive aziendali». nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 45
AT T UALI TÀ ZOO T ECNI A
Preghiera laica Angela Saba
Nel grossetano Angela Saba ci conduce alla scoperta della sacralità della pastorizia e della produzione casearia di Elisabetta Tufarelli
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“S
i può dire che ho iniziato a lavorare in azienda già da piccolissima. Nel Dna familiare, con mio padre sardo e mamma abruzzese - c’era la pastorizia. Papà era molto rigido e ha cresciuto i sei figli mettendo sempre il lavoro al primo posto. Vengo da una famiglia patriarcale e i figli degli agricoltori, allora, avevano la funzione primaria di coadiuvare la famiglia in azienda”. Ci accoglie così, Angela Saba che conduce, in provincia di Grosseto, a Massa Marittima, un’azienda di 43 ettari dedicati al pascolo delle 300 pecore e di una ventina di capre. “La severità ha certamente formato il mio carattere. Sono andata via da casa e - racconta - mi sono iscritta alla Facoltà di Agraria. Devo tutto allo studio, perché mi ha permesso di ritornare nel mio mondo, che altrimenti probabilmente avrei abbandonato”. Così, nel 2002, in società con suo fratello Antonio,
ha iniziato ad impegnarsi per dare un’impronta più moderna ai processi aziendali. “Siamo riusciti - spiega Angela - ad unire la sua esperienza con il mio desiderio d’innovazione e, nel 2006, iniziando la trasformazione diretta in azienda, siamo diventati finalmente ‘padroni’ del nostro latte”. Qui il benessere animale viene ritenuto un requisito fondamentale per ottenere un prodotto di qualità. Il gregge, in questa valle tra le colline e il mare, si alimenta principalmente al pascolo, con un’integrazione di semi di lino. “È stato sufficiente questo mix tra semi di lino ricchi di Omega 3 e pascoli naturali, insieme alle sperimentazioni con l’Università di Pisa, a permetterci di creare un formaggio che, oltre a non far sviluppare il colesterolo cattivo, lo combatte, come hanno confermato anche all’Ospedale Brotzu di Cagliari”. Il latte, in azienda, viene lavorato completamente a crudo, senza alcun trattamento termico, per ricavare un formag-
Saba: «L,allevamento torni ad essere settore di riferimento»
gio a pasta più morbida e chiara e qualità organolettiche e nutrizionali superiori”. La commercializzazione avviene attraverso lo spaccio aziendale e gli ordini online da tutt’Italia. L’azienda, dal 2016, è anche presidio Slow Food. “Produciamo pecorino e caprino - rimarca - senza usare alcun tipo di fermenti esterni. La freschezza, la cremosità, il sapore genuino, il profumo del latte appena munto sono le caratte-
ristiche dei nostri formaggi. Ci siamo impegnati duramente per riappropriarci del nostro prodotto ed oggi posso dire che lo conosciamo bene. Sono convinta che questi due passaggi siano essenziali per ogni agricoltore”. Angela Saba è stata recentemente eletta presidente della Federazione nazionale Ovicaprina di Confagricoltura. Quali sono i principali problemi del settore? “Il primo - mette in evidenza - è
la mancanza di ricambio generazionale. Mi piacerebbe che la pastorizia tornasse ad essere un settore di riferimento per l’agricoltura. Serve attenzione. Certo c’è poca formazione e grande disaffezione, per la pastorizia, che andando avanti con metodi ancestrali, è diventata poco remunerativa ed è rimasta troppo legata alla tradizione, senza aprire la porte alla ricerca. Eppure è proprio grazie alla tecnologia, unita ad un pizzico di umiltà, necessaria per imparare a valorizzare i propri prodotti, che si riescono anche a mantenere vive le tradizioni”. Progetti futuri? “Ho tanti sogni: mi piacerebbe rendere l’azienda più accogliente, organizzando percorsi mirati alla formazione e alla conoscenza facendo degustazioni. In azienda lavoriamo come per completare un puzzle e aggiungiamo un tassello ogni anno”. nnn
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AT T U ALI TÀ ZOO T ECNI A
I capi Piemontese dell’impresa familiare dei fratelli Rossetti sono allevati a nocciole. La fettina Vicciola® ha elevate proprietà nutritive e basso livello di colesterolo di Ercole Zuccaro
A
Cavour, nella pianura piemontese all’estremo sud della provincia di Torino ai confini con Cuneo, c’è un microclima particolare. La vicinanza alle Alpi, con il Monviso, il Re di Pietra che si staglia sullo sfondo, fanno sì che l’acqua d’irrigazione sia abbondante e che si registrino importanti escursioni termiche: caldo di giorno, soprattutto in piena estate, e fresco di notte, condizioni ideali per l’ottenimento di coltivazioni rigogliose, ricche di profumi e di sapori. Le eccellenze gastronomiche di questa terra sono la frutta, mele in particolare, e la carne bovina di razza Piemontese. Qui i fratelli Rossetti, Enrico, classe 1986 e Flavio, nato nel ‘91, con i genitori conducono un’impresa familiare che ha fatto dell’allevamento di bovini di Piemontese un punto di forza a livello di imprenditorialità e innovazione. La Cascina Priorà, questo il nome della società agricola dei Fratelli Rossetti, alleva circa 260 bovini con la linea vacca vitello. L’azienda ha cent’anni di storia: l’acquistò dal priore di Luserna San Giovanni il bisnonno Giovanni nel 1992, che in precedenza faceva il pastore. Il nonno Edoardo sviluppò l’impresa e altrettanto hanno fatto Giovanni insieme alla moglie Claudia, genitori degli attuali titolari. 48 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
Carne esclusi
Enrico, Flavio e Giovanni Rossetti con Pino Puglisi
Macelleria Puglisi partner commerciale per circuito esclusivo di vendita
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Oggi l’azienda può contare su una superficie di circa 110 giornate piemontesi, poco meno di 42 ettari di superficie, coltivati prevalentemente a cereali, leguminose e prato stabile. La particolarità dell’azienda è la produzione di carne bovina Vicciola®. Il marchio Vicciola è registrato, tutelato dal disciplinare tecnico di etichettatura volontaria approvato dal ministero delle Politiche agricole l’8 agosto 2012. I bovini, alimentati soltanto con foraggi, cereali, crusca e fave provenienti dalle coltivazioni aziendali, a partire dall’età di sei - sette mesi integrano la loro dieta con sei - sette etti al giorno di nocciole sgusciate e macinate. Si tratta di un prodotto che viene utilizzato per la pasticceria di alta qualità, da 13 a 15 di calibro, senza rotture e senza scarto di lavorazione: il prezzo medio all’ingrosso, solo per dare un’idea, attualmente supera i 700 euro al quintale. “Abbiamo lavorato molto per conseguire questo traguardo - spiegano i fratelli Rossetti - e continuiamo a impegnarci quotidianamente per migliorare la qualità del nostro allevamento: abbiamo avuto la for-
tuna di trovare un partner a livello commerciale che ha creduto in noi e che ha potuto coronare il sogno di offrire ai suoi clienti una carne unica”. Ad accompagnare la famiglia Rossetti in questa avventura è un macellaio torinese, siciliano di origine, arrivato a Torino giovanissimo. Pino Puglisi da quarant’anni conduce una raffinata macelleria in via Cibrario nel capoluogo piemontese, dove vende la carne proveniente dall’allevamento della famiglia Rossetti, certificata dall’INOQ. Serve anche un gruppo ristretto di ristoratori di alta qualità, che propongono la Vicciola prevalentemente cruda. “È una carne che presenta una resa qualitativa nettamente superiore, seppur decisamente contenuta dal punto di vista produttivo. A questo particolare canale di vendita - aggiungono i fratelli Rossetti - destiniamo circa 50 capi all’anno, femmine e castrati, che raggiungono un peso attorno ai 380 chili”. La carne Vicciola evidenzia un tasso dei grassi monoinsaturi che spesso supera addirittura i grassi saturi e un livello di colesterolo tra i 28 e i 41 milligrammi per 100 grammi: un tenore molto basso, se si pensa che il branzino selvatico raggiunge un livello di circa 48 milligrammi. Al tatto la carne è asciutta e quasi oleosa; al palato è tenerissima e ha un aroma inconfondibile, una vera prelibatezza piemontese. nnn MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 49
SPECIALE DIFESA DELLE PIANTE
Ozono terapia
Tecnologia innovativa per disinfestazione vegetale in serra e in pieno campo
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È
ormai diffuso l’utilizzo dell’ozono per la sua azione antinfiammatoria, antidolorifica ed anche antivirale, azione ancor più apprezzata in quest’epoca pandemica. Ora si sta sperimentando l’ozono terapia anche in agricoltura per eliminare virus, funghi e batteri dalle coltivazioni. Rappresenta uno strumento di difesa sostenibile che non lascia residui ed è totalmente biocompatibile. L’ozono è un ossidante, agisce come un raggio laser che ustiona il patogeno target, colpendo solo questo, senza danneggiare
la pianta, protetta dalle sue cere naturali. Si ha quindi un effetto di sanificazione, senza alcuna ripercussione per la coltura, anzi aiutandola a contrastare i parassiti, riducendo il carico fungino, così come il carico microbico, oltre a limitare la carica batterica. Batteri, funghi e altre tipologie di patogeni spesso proliferano per via delle abbondanti e frequenti concimazioni e irrigazioni, che ne favoriscono proprio la presenza e la concentrazione. L’azione dell’ozono disciolto in acqua, trattandosi di un gas, si esplica tramite un’immediata penetrazione attraverso la membrana
Irroratrice Oxir in vigneto
Progetto Oxir finanziato da UE nell’ambito del programma Horizon 2020
del patogeno e una completa alterazione dell’equilibrio dell’ambiente citoplasmatico. Gli alterati meccanismi di comunicazione interne al patogeno si traducono in una conseguente sua inattivazione. Il tutto senza lasciare alcun
g
tipo di residuo, a differenza dei prodotti chimici. Oggi sono in commercio atomizzatori in grado di irrorare le colture con acqua ozonizzata, ossia composta da una miscela di acqua e ozono da utilizzare in preraccolta sulla frutta e sulle orticole. Con questo obiettivo GR Gamberini - azienda di Bologna specializzata nella progettazione e realizzazione di impolveratori, atomizzatori e gruppi di diserbo - ha lanciato sul mercato Oxir, una macchina per trattamenti con acqua ozonizzata a residuo zero da impiegare contro le malattie fungine come peronospora, botrite e oidio. Il progetto Oxir, messo a punto in collaborazione con Met - altra azienda bolognese specializzata nella progettazione di generatori e impianti a ozono - si è basato sull’impiego di ozono (O3) disciolto in acqua per il controllo delle malattie e della salute delle colture, sia in serra, sia in campo aperto. Il progetto è stato finanziato dalla UE nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020. L’ozono è stato testato contro la botrite su lattughino, contro la peronospora su basilico e contro la Scelorotinia sp. su lattuga, con riscontri largamente positivi. L’ozono terapia realizzata
con l’atomizzatore si è rivelata efficace anche su cucurbitacee e pomodoro nella lotta allo oidio, che attacca il frutto e l’apparato fogliare. La macchina è munita di ugelli e di un sistema di ventilazione che muove le foglie aprendo la chioma quando è fitta, in modo che l’ozono raggiunga i parassiti nelle parti più nascoste. Stesso discorso per la difesa delle coltivazioni di pomodoro dalla peronospora: l’ozono viene portato in tutte le parti della pianta dove si annidano i patogeni e i parassiti. Le sperimentazioni - per quanto riguarda la difesa dell’uva da botrite e peronospora - hanno puntato ad un unico passaggio su entrambi i lati dei filari, per ridurre la presenza di acqua nel terreno, così da non alterare l’umidità che influisce sulle proprietà organolettiche del prodotto finale. Anche nei piccoli frutti l’applicazione dell’ozono terapia sembra aver dimostrato efficacia nella protezione delle piante dalla botrite. Gli effetti positivi dell’ozono erano stati dimostrati, alcuni anni fa, anche sulla conservazione dei meloni durante lo stoccaggio refrigerato dai ricercatori del dipartimento per l’Innovazione nei Sistemi Biologici Agroalimentari e Forestali (Dibaf) dell’Università della Tuscia di Viterbo. L’ozono ha aiutato a controllarne anche la maturazione, prolungandone la conservabilità e mantenendo la qualità del prodotto. (F. B.) nnn
OZONO NELLE VASCHE DI LAVAGGIO IV GAMMA
L’azienda MET ha posto in evidenza come l’inserimento del processo con ozono nelle vasche di lavaggio delle verdure di IV gamma abbia portato indubbi vantaggi sotto molteplici aspetti. Si sono sostituite le attuali sostanze chimiche utilizzate nel processo di preparazione e lavaggio con un agente disinfettante ad impatto ambientale “zero”. A parità di durata di trattamento quello con ozono è in grado di garantire un profilo di disinfezione superiore a quello del cloro o dell’acido peracetico. Con il ricircolo dell’acqua di lavaggio poi si sono potuti abbattere i costi dei consumi idrici e della depurazione per la parte destinata allo scarico. In evidenza inoltre che si è allungata la shelf-life media dei prodotti. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 51
SPECIALE DIFESA DELLE PIANTE
Reti protettive indemagliabili per mettere al riparo le drupacee da avversità atmosferiche ed insetti Biorete Air Plus per pescheto
L
a seconda parte della primavera e la stagione estiva sono decisive per stimare la resa di quasi tutta l’annata frutticola. Ciliegie, albicocche, pesche, susine e mandorle sono alcuni esempi delle drupacee più comuni che tra poche settimane saranno avviate alla raccolta. Indubbiamente la stagione primaverile è stata imperversata dalle avversità atmosferiche; i cosiddetti “eventi estremi” - ovvero gelate, nubifragi, grandinate - purtroppo sono stati frequenti e spesso hanno creato danni rilevanti. E più avanti si teme pure per la siccità e le ondate di calore. Oltre agli eventi atmosferici estremi, spesso imprevedibili, preoccupano poi i parassiti, in primis la cimice asiatica; altre minacce per le drupacee sono gli insetti Drosophila Suzukii e Ceratitis. Insomma alla vigilia di momenti fondamentali per l’annata agricola, come la raccolta frutticola, sono molteplici le variabili che entrano in gioco per ottenere una produzione eccellente. Nell’ottica della difesa sostenibile delle drupacee, ma anche dell’actinidia, può essere interessante avvalersi delle novità che vengono dal settore tessile tecnico per l’agricoltura. Tra esse gli schermi
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Schermi tessili antibrina e antigrandine - come quelli realizzati da Arrigoni nella gamma “Iride” - che sono indemagliabili, perché realizzati con monofilo a maglia annodata. Si tratta di reti ideali per la copertura di tunnel, serre e frutteti, installabili con carrucole e adatti a vari sistemi di apertura. Relativamente alla grandine, gli impianti per la protezione dei frutteti si distinguono in due tipologie, a seconda del sesto d’impianto da coprire e della morfologia del terreno. Si parla infatti di “sistema piano” e di “sistema a capannina”. Nel primo le reti sono installate quasi orizzontalmente in modo da consentire il passaggio dei macchinari senza difficoltà; è la tipologia più economica di impianto, anche per la relativa facilità di installazione. L’impianto a capannina, invece, è stato il
primo sistema antigrandine usato per proteggere le piante; le reti vengono installate in pendenza in modo da facilitare lo scarico della grandine ed evitare di conseguenza accumuli pericolosi che potrebbero compromettere la stabilità della struttura. Una gamma di reti protettive (“Iride Multi Pro”) è stata progettata per essere impenetrabile da cimice asiatica e da altri insetti dannosi per la magliatura fitta e la sua robustezza. Il gruppo comasco ha messo appunto anche “Biorete” che, nelle sue diverse declinazioni, è una rete in Hdpe appositamente studiata in funzione delle dimensioni degli insetti che si vogliono respingere, compresi Drosophila e Ceratitis; la versione Air Plus, inoltre, permette di incrementare il passaggio dell’aria fino al 20% in più. (G. M.) nnn
CAMPI ROSA
di Elisabetta Tufarelli
PNRR E IMPRESA
PREMIO “DONNE E SOSTENIBILITÀ” DI ISTAT
Storie da coltivare
Alessandra Oddi Baglioni
La ripresa economica passa indiscutibilmente dalla mobilitazione delle energie femminili e, quindi, dalla diminuzione delle disuguaglianze di genere. Da questo presupposto parte la strategia del “Piano nazionale ripresa e resilienza” e per Confagricoltura Donna è fondamentale promuovere oltre al lavoro, anche l’imprenditoria femminile con le risorse necessarie a innescare un reale cambiamento. Dalle ultime cifre diffuse sul Global Gender Gap report del World Economic Forum si evince che, anche se l’Italia ha guadagnato 13 posizioni salendo dal 76° al 63° posto, resta tra i Paesi peggiori in Europa.
L’Istat ha promosso il premio “Donne e Sostenibilità” in occasione della campagna di comunicazione del 7° Censimento generale dell’Agricoltura, per rimarcare le storie e i progetti di quelle agricoltrici che si distinguono per ridurre l’impatto della propria attività sull’ambiente, preservando così l’ecosistema generale. “La presenza femminile in agricoltura - sottolinea la presidente di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni - per decenni è stata silenziosa. Aderiamo con entusiasmo a questa iniziativa che intende sottolineare l’importanza del contributo delle donne per l’agricoltura e la società. Nella nostra attività la produttività si coniuga con salute, sicurezza e salva-
guardia del suolo, biodiversità e sociale”. Per partecipare occorre, entro il 31 maggio, candidarsi inviando un breve video o uno scritto, accompagnato da foto, che racconti il proprio impegno nella tutela del suolo e della biodiversità, nel benessere animale, nelle filiere sostenibili per lavoratori e territorio, nell’utilizzo di nuove tecnologie, fonti rinnovabili e economia circolare. Dal 1° giugno al 10 settembre 2021, le video-storie inviate verranno pubblicate sul sito del censimento e qui potranno essere votate via web dagli utenti. La vincitrice sarà premiata dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Info sul sito 7censimentoagricoltura.it
NUOVE VISIONI: prosegue l’impegno di Confagricoltura Donna per la formazione delle proprie associate. Prossimo corso in calendario, il 19 maggio (quando questo giornale è in distribuzione, ndr) e riguarda l’agricoltura 4.0. Nell’occasione - il corso è aperto anche agli associati delle imprese familiari (FIIAF) e ai giovani agricoltori (ANGA) - si farà il punto sulla situazione attuale, esaminando l’aspetto fiscale, i sostegni, le opportunità di finanziamento previste nei piani di sviluppo rurale, presentando anche alcuni esempi pratici di aziende che hanno abbracciato l’innovazione 4.0. Per ulteriori informazioni e per l’iscrizione, scrivere a Confagricolturadonna@confagricoltura.it MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 53
EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli
ANNUNCIATO NUOVO REFERENDUM SU CACCIA
No limits Si è avviata la stagione della caccia al…referendum. In questa rubrica, nel numero di marzo della rivista, avevamo dato notizia dell’avvio della raccolta delle firme per un referendum sull’abrogazione della legge sulla caccia (n. 157/92). Ora, invece, evidenziamo che il 2 aprile scorso è stata pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (n. 80/2021) l’annuncio della Corte Suprema di Cassazione della dichiarazione resa da undici cittadini italiani di voler promuovere la raccolta di almeno 500 mila firme di elettori prescritte per la richiesta di un referendum che mira all’abrogazione di una parte dell’art. 842 del codice civile. La proposta tende ad abrogare sia il primo comma dell’art. 842, in cui si stabilisce che il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno, sia il secondo, che oggi consente al proprietario del fondo di vietare comunque l’ingresso su di esso da parte di chiunque non cacciatore (“egli può sempre opporsi a chi non è munito della licenza rilasciata dall’autorità”). Qualora il quesito referendario fosse approvato, sarebbe, quindi, precluso ai cacciatori l’accesso ai fondi se non con il consenso del proprietario, mentre chiunque, purché non cacciatore, sarebbe libero di entrarvi a suo completo piacimento. Già diverse volte negli anni ‘80 ci fu chi tentò l’abrogazione dell’842 CC, incontrando però 54 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
sempre il diniego della Corte di Cassazione, le cui remore furono superate a giugno del 1990 con un pronunciamento della Corte europea dei Diritti dell’uomo che accolse il ricorso dei piccoli proprietari francesi che si opponevano al libero accesso sui propri fondi da parte dei cacciatori. Il mancato raggiungimento del quorum (nel 1990 andò a votare solo il 42,92% degli aventi diritto e nel 1996 il 30,20%) fece però decadere i quesiti lasciando le cose immutate, malgrado la stragrande maggioranza di coloro che in ambedue le occasioni si recarono alle urne (il 92,28% nel 1990 ed l’80,90% nel 1996), avesse espresso parere favorevole alla soppressione dell’articolato, oggetto oggi della rinnovata attenzione referendaria. La nuova proposta viene erroneamente rubricata come una proposta per l’abrogazione della caccia, mentre è bene precisare che le cose stanno diversamente. Qualora il referendum si tenesse ed ottenesse l’esito sperato dai proponenti, l’esercizio dell’attività venatoria non verrebbe affatto abrogato, ma si assisterebbe ad una grave lesione del diritto costituzionale di proprietà, già oggi - a dire il vero - leso per legge da chi esercita l’attività venatoria.
Da sempre gli imprenditori agricoli auspicano l’abolizione dell’accesso sui propri fondi da parte dei cacciatori, ma la situazione d’anarchia totale che si verrebbe a creare con l’abolizione del secondo comma non li può certamente vedere favorevoli al quesito referendario nel suo insieme che, se approvato, renderebbe necessario un immediato intervento riparatore del legislatore. È opportuno inoltre evidenziare - cosa peraltro non considerata sia dai favorevoli, sia dai contrari - che si renderebbe parimenti e immediatamente necessario
mutare l’orizzonte normativo per varare in tempi ristrettissimi provvedimenti a tutela delle attività produttive non solo agricole, della salute e dell’incolumità della popolazione e della stessa fauna selvatica autoctona, con rinnovate, reali e stringenti modalità di gestione della stessa. È bene inoltre ricordare che il mondo agricolo - che sulla terra vive e dalla terra trae reddito è il principale interessato ad un corretto svolgimento dell’attività venatoria. Se da un lato però tale mondo non può che essere favorevole ad una diversa gestione degli accessi da parte dei
cacciatori e quindi ad una nuova redazione del comma 1 dell’articolo 842, non può al contempo non vedere che con grande preoccupazione come il quesito referendario sia portatore di nuovi problemi. L’approccio alla problematica caccia dovrebbe essere diverso e non occorrerebbe nemmeno inventarsi nulla. Basterebbe prendere ispirazione da ciò che avviene nel resto dell’Europa. L’attività venatoria, oltre a poter rappresentare una fonte integrativa di reddito, soprattutto per gli operatori delle aree disagiate, potrebbe rendere anche possibi-
le il contenimento e la gestione della fauna autoctona. Il problema vero che pochi si pongono - del resto cassare è più facile che costruire - non è quello di abrogare un articolo del Codice Civile (o nel caso dell’altra proposta referendaria la legge 157/92), ma di definire un’effettiva gestione della fauna selvatica autoctona. Da tempo il mondo agricolo cerca il coinvolgimento di tutti (associazioni venatorie e realtà ambientalistiche) per costruire un nuovo equilibrio tra interessi che, a ben vedere, non sono poi così contrapposti. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 55
ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO LOMBARDIA CROTTI PRESIEDE FEDERAZIONE
Il presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Riccardo Crotti, assume la presidenza di Confagricoltura Lombardia, succedendo ad Antonio Boselli. Vicepresidente è Giuseppe Cavagna di Gualdana (Confagricoltura Pavia). Crotti, veterinario cremasco e già presidente dell’Associazione provinciale allevatori (APA) di Cremona per quindici anni, è stato scelto dai presidenti delle Unioni lombarde per rappresentare la Federazione regionale nelle sedi istituzionali e per fare sintesi tra le realtà provinciali: “È un onore ricoprire questo ruolo associativo - ha dichiarato - e accolgo l’eredità di Antonio Boselli per proseguire quanto è stato costruito in sinergia con le Unioni agricoltori. Ci aspettano nuove sfide in un contesto aggravato dalla situazione economico-sanitaria, ma la nuova squadra è pronta per agire su tutti i fronti con compattezza e sulla base di un confronto continuo”. Cooptati il vicepresidente nazionale Matteo Lasagna e il presidente di Anga Lombardia Alessandro Marinoni. 56 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
di Alessandra Porro
RELAZIONE DI BISCARETTI, TARGA AD OLIVA
Assemblea Federfondiaria
“La Proprietà fondiaria al tempo della pandemia analizza il presente con lo sguardo rivolto al futuro”. È stato questo il filo conduttore della relazione del presidente Claudio Biscaretti di Ruffia all’assemblea della Federazione nazionale della Proprietà fondiaria che si è tenuta il 22 aprile scorso in videoconferenza. Nella sede storica di Milano, oltre al presidente, erano presenti il direttore della Federazione Antonio Oliva, i vicepresidenti Michele Orlando e Alessio Agliardi e il presidente lombardo della Proprietà fondiaria, Giacomo Feltrinelli. Tra gli argomenti affrontati ampio spazio è stato dedicato all’andamento del mercato fondiario, al settimo censimento generale dell’agricoltura italiana, al PNRR, con relativo focus sulla seconda missione relativa alla “rivoluzione verde e transizione ecologica”. Per quanto riguarda i temi europei, gli argomenti in primo piano sono stati la riforma della PAC post 2022, il Green Deal europeo e le due strategie “Biodiversità” e “Dal produttore al consumatore”. Il presidente
ha ricordato che la Federazione, che opera dal 1946, nel 2021 è entrata nel 75° anno di attività; un anniversario che, pandemia permettendo, vedrà la realizzazione di alcune iniziative nel corso dell’anno. “Il mondo - ha concluso il presidente Biscaretti - è cambiato ed alcuni eccessi derivanti dalla globalizzazione non sono più accettabili e dovranno essere rivisti e riportati a nuovi stili di vita. Questa sarà la nuova sfida del futuro”. Nel corso dell’assemblea è stata consegnata al direttore Antonio Oliva una targa quale riconoscimento dell’opera da lui svolta, in quasi 25 anni di attività, per lo sviluppo della Proprietà fondiaria. La consegna è stata preceduta da un bellissimo intervento del presidente d’onore della Federazione, Giuseppe Visconti, che ha ripercorso le tappe più significative di questo periodo con ricordi emozionanti. “Al direttore Oliva - ha detto Visconti - va tutta la nostra gratitudine per l’impegno e la passione che ha dedicato per lo sviluppo della Proprietà fondiaria a livello nazionale ed europeo”.
WEBINAR DI CONFAGRICOLTURA SIENA
Api sentinelle dell’ambiente Apicoltori, docenti universitari, esperti e associazioni apistiche insieme per discutere sull’importanza delle api nel preservare la natura e la biodiversità, in un webinar organizzato da Confagricoltura Siena dal titolo “Api, sentinelle dell’ambiente”, in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Sono intervenuti Massimo Nepi, docente di Botanica generale del Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Siena, e Tiziano Gardi, docente del Dipartimento di Scienze agrarie Università degli Studi di Perugia, per discutere su quanto le api siano influenzate dai cambiamenti climatici e sull’importanza della loro salvaguardia. Gennaro Giliberti, responsabile del settore Produzioni agricole, vegetali e zootecniche Regione Toscana, ha illustrato la legge n. 49/2018; Monica Chiara Scordino, veterinario dirigente di Sanità animale dell’Usl Toscana Sud Est, su procedure di registrazione in ambito sanitario. Marco Pietropaoli dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana, su linee guida per il monitoraggio ambientale attraverso le api. Alberto Contessi, presidente Osservatorio Nazionale Miele, ha illustrato l’andamento della produzione nazionale di miele, con una media di 15mila tonn all’anno. “L’Italia, grazie alla legge 313/2004 per la Disciplina dell’Apicoltura, dispone di un’anagra-
Raffaele Cirone, presidente FAI
fe nazionale; attraverso questo strumento l’UE eroga ogni anno finanziamenti al settore - ha detto Raffaele Cirone, presidente della Federazione Apicoltori ItalianiFAI - e in proporzione agli alveari denunciati che, nel 2020, hanno raggiunto 1.948.722 unità. Un numero in costante incremento”. Anche gli agricoltori mostrano più attenzione all’utilità delle api e la nuova PAC offrirà incentivi a chi ospiterà alveari: temi dibattuti grazie al Tavolo ministeriale dell’intesa Apicoltori-Agricoltori, di cui Confagri e FAI fanno parte. “Azioni concrete che mirano a portare benefici a tutta la collettività: un modello agricolo è più sostenibile se salvaguarda il patrimonio apistico nazionale e questo è un passaggio fondamentale per la tutela dell’ambiente in cui tutti viviamo”, ha concluso Cirone.
PADOVA VIVO CORDOGLIO PER FRACANZANI
Vivo cordoglio ha suscitato la scomparsa di Pietro Fracanzani, storico dirigente di Confagri Padova. Agricoltore, docente di materie letterarie e giornalista enogastronomico anche in radio e tv, era stato tra i fondatori di Agriturist Veneto e vicepresidente di Agriturist nazionale. Titolare di un’azienda agricola ad Albignasego, aveva condotto uno dei primi agriturismi del territorio padovano, Le Pesare di Baone. “Ci mancherà tantissimo, era un uomo brillante ed eclettico, dai mille interessi”, lo ricorda così l’amico Giordano Emo Capodilista, a lungo presidente di Confagricoltura Padova e oggi vicepresidente nazionale. Era stato nel consiglio di Confagricoltura provinciale, dove aveva rivestito anche il ruolo di vicepresidente, e pure in quello dell’associazione veronese. Aveva avuto anche incarichi nel Consorzio di bonifica ed era stato presidente dell’Accademia della Cucina di Padova. Recentemente aveva lanciato la proposta di candidare il Parco regionale dei Colli Euganei a patrimonio dell’umanità dell’Unesco. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 57
FORMAZIONE
di Antonella Torzillo
I CORSI “CERTIFICATI” DALLA REGIONE LAZIO
Formazione accreditata L’accreditamento è l’atto con cui una Regione riconosce ad un soggetto - pubblico o privato - l’idoneità a svolgere, nell’ambito del proprio territorio, attività formative e/o di orientamento finanziate da risorse pubbliche oppure attività autorizzate e non finanziate. A tal fine ogni Regione adotta un proprio dispositivo operativo in materia di accreditamento dei soggetti che erogano attività di formazione, a cui gli enti interessati devono conformarsi per poter ottenere il riconoscimento di enti di formazione accreditati. Il conseguimento della qualifica di ente accreditato è sottoposto ad una periodica verifica da parte dell’amministrazione regionale, così da garantire che i requisiti di idoneità e qualità richiesti siano sempre aggiornati e attuali. Dal 2016 Enapra è ente accreditato presso la Regione Lazio per attività finanziata e autorizzata negli ambiti della formazione continua e superiore e dal 2019 nell’ambito orientamento. La sede operativa è in provincia di Latina, ma in circostanziati casi si possono utilizzare sedi secondarie e, ovviamente, in modo preponderante in questo periodo, piattaforme per la formazione a distanza. QUALI VANTAGGI DALL’ACCREDITAMENTO In generale, i dispositivi regionali di accreditamento dei soggetti che erogano formazione sono molto articolati e puntuali, pertanto richiedono un investimento e un impegno non da poco per 58 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
l’ente che decide di intraprendere questa procedura di riconoscimento. I vantaggi sono però tanti, soprattutto per i cittadini e gli utenti, che possono contare su adeguatezza, affidabilità e standard qualitativo dei servizi offerti dall’ente accreditato. LE OPPORTUNITÀ FORMATIVE DI ENAPRA CERTIFICATE DALLA REGIONE LAZIO “L’accreditamento presso la Regione Lazio ha significato per Enapra il completamento di un’offerta formativa già ampia, che si è arricchita di ulteriori proposte ed iniziative di crescita e sviluppo professionale per coloro che operano nel settore agroalimentare del territorio laziale ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello, presidente dell’ente di formazione di Confagricoltura e componente di giunta nazionale -. La prima procedura di accreditamento e poi quelle successive per il periodico mantenimento negli elenchi degli enti accreditati della Regione sono attività che richiedono un considerevole investimento di risorse umane ed economiche. Eppure per il nostro ente accreditarsi è stata una scelta organizzativa assai utile, che sta portando i suoi frutti rispondendo a numerosi fabbisogni formativi, sia delle tante imprese agricole associate alle sedi provinciali laziali di Confagricoltura, ma anche di cittadini e utenti che a vario titolo chiedono di partecipare ai nostri corsi finanziati oppure autorizza-
ti”. Quello della formazione autorizzata è un ambito di attività in cui stiamo registrando risultati soddisfacenti. La nostra offerta formativa comprende corsi di 150 ore per l’acquisizione delle conoscenze e competenze professionali, requisito necessario per conseguire la qualifica di Iap (Imprenditore agricolo professionale); alcuni corsi abilitanti come quello di primo rilascio e di rinnovo del certificato di abilitazione per l’acquisto e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari; corsi realizzati per aspiranti selecontrollori della fauna selvatica (cinghiali,
mufloni, ecc..) realizzati in collaborazione con gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) di Roma1 e Rieti1; a cui si aggiunge tutto il filone della formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) che Enapra può erogare in virtù del suo accreditamento regionale. E la novità più interessante da segnalare è che in questo anno di crisi pandemica, grazie ad una maggiore apertura delle Regioni verso la formazione a distanza, la maggior parte di questi corsi è stata erogata interamente o in parte, a seconda delle
previsioni normative al riguardo, in modalità videoconferenza sincrona sulla piattaforma digitale in uso di Enapra. Ovviamente tutto questo lavoro si sostiene sulla interazione costante con le sedi territoriali di Confagricoltura Lazio. “Avere un ente accreditato espressione della Confagricoltura costituisce per il sistema associativo una grande opportunità - sostiene Alessio Trani, presidente di Confagricoltura Lazio - sia in termini organizzativi, per la capacità di assicurare i servizi formativi necessari ai soci, sia in termini qualitativi, per la garanzia di un’offerta formativa
in linea con i principi di efficacia e di innovazione imposti e riconosciuti dall’amministrazione pubblica. Per questo motivo tutte le sedi provinciali sono impegnate a valorizzare i percorsi formativi che avviamo, consapevoli dei benefici che ne derivano”. Completamente online il percorso formativo di 150 ore avviato lo scorso 3 maggio per 20 aspiranti Imprenditori Agricoli Professionali e che si concluderà a fine Luglio di quest’anno con l’esame finale, questo sì in presenza. Per restare aggiornati sulle iniziative formative: www.enapra.it oppure facebook.com/enapra MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 59
OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Memoria da elefante? No da tartaruga
L’età che avanza è indubbiamente accompagnata da una serie di cambiamenti che investono, oltre all’aspetto fisico, quello cognitivo, emotivo e sociale. Non tutti gli anziani, però, sono uguali. Le differenze dipendono dai fattori genetici, ma anche dalle esperienze di vita, dalle opportunità educative, dal contesto familiare e dalle attività svolte. Il passare degli anni porta con sé effetti differenti. Parrebbero avere una relazione diretta sulla memoria le esperienze lavorative, con maggiori difficoltà ad eliminare informazioni passate, creando così una sorta di “saturazione mnemonica” verso il nuovo. Con gli anni cambia
anche l’intelligenza: quella legata all’esperienza, alle conoscenze e alle capacità acquisite rimane stabile, mentre tende a declinare la parte più connessa all’adattamento a nuove situazioni. Sorprendente è l’effetto degli anni sulla sfera collegata alle emozioni, che è un vero e proprio “paradosso dell’invecchiamento”. Perché la capacità di controllare la sfera emotiva funziona perfettamente e può addirittura migliorare. In pratica, con l’aumento degli anni, viene innescata una sorta di “selezione positiva”, che permette di selezionare e privilegiare i ricordi più belli, rielaborando perfino le esperienze e le rimembranze negative.
CAPACITÀ MNEMONICHE
Alcuni esercizi per migliorare e potenziare le capacità mnemoniche e di concentrazione delle persone anziane funzionano. Ne hanno dimostrato l’efficacia i ricercatori del Centro interdipartimentale mente/cervello (Cimec) dell’Università di Trento nello studio “Invertire l’età e la resilienza negli anziani”, effettuato in collaborazione con l’Università di Birmingham, che si è concentrato sulla memoria di lavoro visuospaziale, che aiuta a ricordarsi dove sono gli oggetti, una delle cose a maggior rischio di deterioramento con l’aumentare dell’età.
RIFLESSI SUL SETTORE IMMOBILIARE per l’aumento della popolazione senior. Troverà spazio in Italia il senior housing già affermato in Nord Europa e negli Stati Uniti? Si tratta di abitazioni pensate per le esigenze dei non più giovani, che vogliono mantenere la loro indipendenza. Gli appartamenti garantiscono sicurezza, comfort, assistenza medica, servizi di pulizia, lavanderia, senza dimenticare le attività ricreative. Rivolti ad un segmento di popolazione con standard di vita più elevati, potrebbero costituire un’opportunità di business importante: se solo l’1% degli italiani over 65 anni scegliesse questo modello servirebbero ben 140 mila alloggi. 60 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2021
SI INVECCHIA MEGLIO
Negli ultimi trenta anni la fascia di età 75/80 anni è nettamente migliorata dal punto di vista fisico e mentale. Lo rileva uno studio dell’Università di Jyväskylä in Finlandia. La ricerca, effettuata su 500 uomini e donne, ha mostrato come, replicando dopo tre decenni gli stessi test proposti, si sia verificata una sorta di “ringiovanimento senile”. A migliorare decisamente sono state la forza muscolare, la sveltezza nel camminare, la rapidità delle reazioni, la facilità nel discorrere, il modo di ragionare, mentre non sono state verificate differenze nei test funzionali dei polmoni.
Parchi ginnici per anziani attivi
Area attrezzata per senior di Lappset Group
Anche se con gli anni si invecchia meglio, sono numerosi gli studi che sottolineano la sedentarietà della popolazione anziana. Lo ha stabilito uno studio di Bournemouth University, a cui è seguito quello dall’Università di Alcalà, a Madrid, che ha rivelato che su 7.900 cittadini europei di età compresa fra i 65 ed i 74 anni, meno del 50% si muove a sufficienza, avviandosi verso la disabilità. A particolare rischio sono gli anziani che risiedono nel sud dell’Europa. Così da più di 10 anni a Londra, all’interno di Hyde Park, c’è il Senior Playground, un’area ad ingresso gratuito vietata ai minori, con attrezzi studiati per migliorare forza, tono, flessibilità
ed equilibrio per gli Over. Nato su richiesta della Knightsbridge Association, il progetto offre agli anziani la possibilità di fare movimento e mantenersi in forma senza intaccare pensioni, né pesare sulla sanità pubblica. E così anche in Spagna, al pari della Gran Bretagna, sono nati all’interno di parchi e giardini, spazi attrezzati su misura per anziani: oltre 400 nella sola provincia di Malaga, seguita da Bilbao. Mentre in Oriente esistono ormai da anni i parchi con percorsi ginnici dedicati alla terza età, si stanno facendo strada anche in Germania, Canada, Finlandia e Portogallo, la nuova meta residenziale per tanti pensionati europei.
LIFTING: il desiderio di piacersi non ha età; anche in Italia, che si è piazzata al quarto posto, nel mondo, per richieste di ritocchi estetici. Lanciare una sfida agli anni che passano, senza interventi troppo invasivi, è una moda che sta dilagando tra i non più giovani. La bella stagione aumenta il desiderio di bellezza, soprattutto dopo tante restrizioni, così un paziente su due dei medici estetici supera i 65 anni e molti sono anche gli ottantenni. Cancellare macchie e segni del tempo, peeling chimici, filler, botulino, rimozione dei capillari, ridare tono ed elasticità alla pelle sono le prestazioni più richieste. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 61
AGRITURISMO
di Elisabetta Tufarelli
VILLA MEDICEA DI LILLIANO A GRASSINA (FI)
Wine estate
I
n pieno Chianti Colli Fiorentini, ad una manciata di chilometri da Firenze, si erge Villa Medicea di Lilliano, antico possedimento della famiglia de’ Medici, acquistata quasi duecento anni fa dalla famiglia Malenchini. Oggi la villa, contornata da un’azienda agricola di una settantina di ettari, produce, in regime biologico, ottimi vini e olio extra vergine d’oliva, oltre a svolgere l’attività di agriturismo e di organizzazione eventi. “Abbiamo scelto il bio - spiega Diletta Malenchini - con convinzione: chi lavora in agricoltura deve rispettare l’ambiente che lo circonda”. Questo territorio è unico, con un paesaggio al tempo stesso armonico e maestoso, ca-
ratteristica esclusiva delle campagne del Chianti e la famiglia, con passione, lo promuove e preserva. In un secondo tempo è stata acquistata anche l’azienda agricola. Oggi vi si producono ottimi vini della tradizione toscana. Oltre al Sangiovese, vengono coltivati vitigni come Canaiolo, Merlot e Cabernet Sauvignon, che vengono vinificati e invecchiati nelle cantine storiche della villa. “Ho iniziato solo cinque anni fa con l’agriturismo. Aprire quel che è stata, per tanti anni, solo casa nostra, condividendola con i nostri ospiti - racconta - è stata un’esperienza molto bella, che ci ha entusiasmato molto”. Dopo aver ristrutturato, con un’attenta azione di restauro, un’ala della villa e la limonaia, adibita per gli eventi, oggi diverse strutture indipendenti sono a disposizione degli ospiti. Come “Casa la Corte”, che offre cinque suite da prenotare anche in gruppo e dispone di un suo cortile privato con piscina, o “Case la Torre”, in origine torre di avvistamento, recentemente restaurata che dispone di cinque unità indipendenti. Caratteristica comune degli alloggi sono la grande privacy e gli ampi spazi a disposizione: un rifugio esclusivo per una vacanza perfetta, che profuma anche di storia. Non è un caso che sia frequentata ed amata, oltre che dai turisti italiani, dagli anglosassoni.
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Prima con la pandemia e ora con le riaperture, come ha vissuto questo periodo? “Del passato, sperando che rimanga tale - precisa Diletta - non occorre parlare: i problemi sono stati tanti. Da imprenditrice guardo avanti e lo faccio con entusiasmo, anche se ancora non è chiaro cosa si possa o non si possa fare, ma è certamente meglio aver potuto aprire, anziché rimanere chiusi”. La splendida location organizza anche eventi e matrimoni. “Il wedding - sottolinea - ora è completamente fermo. Clienti inglesi hanno riposizionato le date per luglio, agosto e settembre. Ma riceviamo moltissime telefonate
a chi cerca una vacanza come la nostra. In giro c’è grande ottimismo e voglia di muoversi: abbiamo già prenotazioni anche da inglesi, americani, francesi e belgi”. VILLA MEDICEA DI LILLIANO
Via Lilliano e Meoli, 82 Grassina (FI) Telefono: 055642602 Email: info@medicivilla.com Instagram: @villamediceadililliano www.medicivilla.com
Lo scorso anno l’agriturismo ha ospitato prevalentemente italiani e organizzato, rivolgendosi al bacino turistico locale, il cinema in campagna. “È stata un’esperienza veramente positiva, che ripeteremo anche quest’anno collaborando con il cinema Stensen per la scelta delle pellicole. Abbiamo legato sei serate con un fil rouge enogastronomico. Prima del film si degusta un tagliere di specialità toscane accompagnate da un calice del nostro vino”. L’agriturismo offre anche l’opportunità di fare esperienze pratiche in vigneto e cantina, come degustazioni, vendemmia in campo o diventare “enologo per un giorno”. MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 63
VINO
di Gabriella Bechi
CLEMENTE VII DI CASTELLI DEL GREVEPESA
La bottiglia del Papa
E
ra il 1966, quando una mente visionaria, quella del Cavalier Armando Nunzi, riuscì nell’impresa di convincere un gruppo di viticoltori ad aderire ad un’idea innovativa: fondare una cantina sociale moderna capace di raccogliere e vinificare le uve dei futuri soci. Fu così che un primo gruppo di 16 viticoltori si riunì sotto il nome di Castelli del Grevepesa e dette avvio alla costruzione della nuova cantina, inaugurata nel 1967. La storia ce la racconta Francesco Colpizzi, figlio di uno dei soci fondatori, Egidio Colpizzi, amministratore della cooperativa, che oggi riunisce oltre 120 aziende provenienti da varie zone del Chianti Classico. Una terra antica, dove il tempo scorre lento tra le mura dei borghi e il dolce saliscendi delle colline, solcate per gran parte dai filari di Sangiovese, il vitigno principe di questa zona, da cui si ricava uno dei vini più famosi al mondo, il Chianti. Un vino che però negli anni Sessanta ha attraversato una profonda crisi economica e tecnica
legata all’utilizzo di vecchi modelli produttivi, che è stata poi la causa e la spinta determinante per la nascita della cantina. L’obiettivo era ambizioso: produrre vini di alta qualità nel rispetto delle severe norme della legge e dell’allora Consorzio Gallo Nero (oggi Consorzio del Chianti Classico), operando un’attenta selezione delle uve e un rigoroso e controllato processo di vinificazione, unendo la genuinità, la passione e il saper fare di antica tradizione con l’innovazione, in maniera responsabile e sostenibile. L’intento comune era quello di mettere insieme più persone provenienti dalle varie zone del Chianti Classico fiorentino per tutelare il territorio, dove ogni lembo di terra e ogni singolo vigneto hanno una storia, un microclima e un terreno specifico, e mantenere intatte le tradizioni secolari della viticoltura toscana: tanti terroir,
Francesco Colpizzi
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una sola cantina. Per questo la vinificazione è una fase molto articolata e complessa. I vini provenienti dalle varie zone/vigneti vengono mantenuti separatamente fino all’assemblaggio finale, consentendo loro di esprimere appieno le caratteristiche organolettiche di ogni singola area produttiva. Ogni processo di vinificazione viene quindi differenziato a seconda delle diverse varietà di uve e delle loro caratteristiche fino all’imbottigliamento. Tre le selezioni: Castelgreve, Clemente VII, Castello di Bibbione, per un totale di 4,5/5 milioni di bottiglie all’anno, per il 40% destinate all’export (Usa, Canada, Giappone, Russia, Germania e Gran Bretagna in primis); il resto commercializzato in tutta Italia, per il 50% attraverso la Gdo e per l’altro 50% attraverso il canale Ho.Re.Ca. Tra questi spicca il Clemente VII Riserva, Chianti Classico Docg, 100% Sangiovese, vendemmiato a mano. La fermentazione avviene a temperatura controllata di 28 °C con 15 giorni di macerazione sulle bucce e l’invecchiamento per 24 mesi in botti di rovere di Slavonia, secondo la tradizione chiantigiana, e per 12 mesi in barrique. Affinamento di 3 mesi in bottiglia. Colore rosso rubino molto intenso, profumo marcato con sentori di frutti di bosco ben integrati a note di spezie ed un elegante nota di vaniglia. Il sapore è pieno ed armonico, dal retrogusto persistente.
TRATTORIA ANTICA CALCINAIA A SAN CASCIANO VAL DI PESA (FI)
Una terrazza sul Chianti
È
un posto unico, quello che tutti vorrebbero trovare in Toscana: cucina tradizionale, ma non solo i soliti taglieri, che sono buoni ovunque, e i piatti ormai scontati; ma neppure il ristorante gourmet, con la raffinata cucina internazionale. È la Trattoria Antica Calcinaia, un ambiente curato, ben arredato, circondato dal verde, con una strepitosa, grande terrazza che volge lo sguardo sugli ulivi del Chianti. Marco Romoli, il proprietario, un passato da agente nel settore delle forniture elettriche e un’esperienza nel commercio ortofrutticolo, con una grande passione per il buon cibo, ci ha messo l’anima per ridare lustro a questo vecchio ristorante, cominciando dalla cucina, passando per l’arredamento fino alla scelta degli ingredienti, al menù. Un investimento importante, effettuato nel 2014, quando Marco, deciso a cambiare vita, individuò nell’Antica Calcinaia, un posto che conosceva da quando era ragazzo, il luogo da dove ‘ricominciare’, insieme alla compagna Gioia, che tanta gioia porta in sala cercando di soddisfare le esigenze dei clienti. Tanti i sacrifici, ma poi dopo alcuni anni, arriva il successo. Antica Calcinaia è il luogo prediletto da fiorentini e famiglie del territorio: una clientela affezionata che costituisce l’85% del totale e che gli ha permesso, pur in mezzo a tante difficoltà, di affrontare anche i tempi bui della pandemia, puntando sull’asporto. La filosofia del ristorante è quella di rimanere fedeli al territorio, con materie prime
d’eccellenza, che vengono tutte sapientemente curate dallo chef Calogero Paino: le verdure provengono da produttori locali; la pasta fresca è fatta a mano quotidianamente, utilizzando la farina di grani antichi Senatore Cappelli; le carni arrivano dalla macelleria Soderi del Mercato Centrale di Firenze, una delle eccellenze del territorio. I piatti seguono la stagionalità, proponendo la grande cucina toscana della tradizione rivisitata con amore e un tocco creativo. Tra gli antipasti l’Uovo croccante, il Carpaccio di carciofi con lardo di Colonnata, gli Sformatini di verdura, il Flan di pecorino al Chianti, gli Involtini di melanzane su crema di ricotta e parmigiano. Tra i primi, Gnocchetti fatti a mano con pomodoro fresco, ragù di carne o vegetariano, Pici con ragù d’anatra con crema di patate all’arancia, Pappardelle sul cinghiale, Risotto al ChianTORTELLO DI PICCIONE
Con il Clemente VII Riserva di Castelli del Grevepesa lo chef Calogero Paino consiglia Tortello di piccione ai porcini.
ti con formaggio Blu di capra, pere e cipolle caramellate, la Zuppa del giorno. Per secondo la Bistecca alla fiorentina, la Tagliata di Scottona, la Guancia cotta a bassa temperatura nel Fogliatonda (antico vitigno del Chianti), il Fritto croccante di verdure e carne, il Cervello fritto, il Peposo, le Sovracosce di pollo giallo allevato a terra alla griglia, laccate con senape e miele, il Baccalà in pasta kataifi. Più, ovviamente, le proposte di stagione fuori menù, come quelle a base di funghi o tartufi. Per finire la Sfoglina di pere e lo Strudel croccante ai frutti di bosco. Poi, la sera, Marco si mette al forno e tira fuori la sua anima di pizzaiolo: ecco la splendida e fragrante pizza, nelle varianti classiche o gourmet (ad esempio con il pecorino fresco e i tocchetti di finocchiona…). L’impasto è leggero, facilmente digeribile, profumato, preparato con farina napoletana “00” (c’è anche quella più scura con la farina macinata a pietra), con 24 ore di lievitazione. La cantina offre una ricca gamma di vini scelti tra migliori aziende del Chianti Classico e una selezione accurata di grandi vini italiani. Antica Calcinaia, Via Grevigiana, 21 Località Calcinaia, San Casciano Val di Pesa (FI). MAGGIO 2021 | MONDO AGRICOLO | 65
CAMPI SONORI
di Gaetano Menna
NUOVO CD DI CANIO LOGUERCIO
Qui, nel frattempo
C
anio Loguercio, l’architetto cantautore, con “Ci stiamo preparando al meglio” (CD-book di Squilibri) propone un disco intimo e nostalgico. La coinvolgente title track (e il video che la racconta) ci porta nel tempo sospeso del lockdown, con la voglia di riscatto. Le canzoni sono recitate, sussurrate, indossate, mangiate e digerite. Ci vuol far credere che ha un cuore di plastica (“Core ‘e plastica” è uno dei brani) ma invece ‘o core è vivo e pulsante. Non ci credete? Ascoltate allora “Mia Un mondo nuovo cara madre” (rielaborazione del Nel tempo sospeso, canto della tradizione, “Lacreme con la voglia di riscatto
L’ALBUM DI LUIGI PORTO
Sound tellurico
L'
album elettrico di Luigi Porto, “Tell Uric” (Respirano Records) ha i respiri della New York afroamericana e ispanica in cui si è trasferito. È senz’altro sismico, dirompente, con l’immagine della freccia, in copertina, orientata verso il basso; ad indicare la direzione, che è quella di andare alla terra e non al cielo. Art rock, canzone d’autore, progressive, classica… il sound è sorprendentemente variegato ma non dispersivo. Un CD, direbbe De André, che va in direzione ostinata e contraria. “Non mi va di brandizzare la musica - spiega l’artista -. Mi è interessato semmai, da autore e compositore, dare una direzione univoca, utilizzando diversi strumenti stilistici». Il suo è - come rileva il critico Donato Zoppo - “un disco significativo per la combinazione tra un'idea di rock di frontiera intenso e sofisticato e un concept stringente, legato alle contraddizioni e ai drammi della contemporaneità”. La coralità del progetto si evince anche dalla partecipazione di numerosi musicisti italiani e stranieri, provenienti da diversi mondi musicali.
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napuletane”). È la canzone dei migranti di ieri che diventa canto dei migranti di oggi; nell’intreccio di lingue, si propongono le lettere alle madri che hanno visto i figli partire sui barconi della vita e restano lì a versare ‘lacreme universali’ (world music nel senso vero del termine). E il suo brano “Tienimi forte le mani” è la Lacreme napuletane di oggi, tra lacrime amare di sale e vomito. C’è pure il Guccini di “Incontro”, che è scontro ai nostri pregiudizi; Canio, infatti, ci fa comprendere che il Maestro non va messo sul piedistallo ma metabolizzato, vivisezionato, fatto proprio. Il CD è intimo ma realizzato con una girandola di contributi che lo rendono ancor più vitale e speciale.
Bolzano d’autore I video promo sono stati girati a bordo del trenino del Renon, sei chilometri e mezzo di rotaie tra boschi e prati innevati. La magia dell’Alto Adige traspare in pieno nell’ottimo disco solista del cantautore bolzanino Gabriele Muscolino (VisAge Music). Lo ha registrato nell’antico e pittoresco maso Plattnerhof nei pressi di Sopra- bolzano, trasformato nel Museo delle Api. E così sgorgano i suoni di bouzouki, fisarmonica, viola e violoncello, tra antiche arnie, smielatori e presse per il miele. Il sound parte dal folk, dalla cultura popolare e contadina per approdare alla grande canzone d’autore e da camera. Già il suo è proprio un disco “da camera”, per le sonorità ma anche per la sua voce che si mantiene sempre su tonalità basse. Voce particolare che ricorda il timbro di Tom Waits, Johnny Cash, Nick Drake, ma anche di Fabrizio De André. Le dieci canzoni raccontano storie di vita, umili, sbagliate e maledette; scritte con vena letteraria, sono mini romanzi che puntano a “dar voce ai sentimenti piuttosto che alle emozioni”.
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