Mondo Agricolo n. 6/2019

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MASTRANDREA ALL’ANGA • DONNE E CLIMA • ENOTURISMO • POLITICA COESIONE • BTOB IN USA • FANTA CON ARANCE IGP SPECIALE TRATTORI • R.I.V.E. E FEDERUNACOMA • DEMOAGRO IN SPAGNA • VERDEMETANO • TELESCOPICO PER IL BIOGAS

A PAG. 6 L’EDITORIALE DI ANDRIUKAITIS

Non tagliare il Mezzogiorno Il Sud tra potenzialità e gap strutturali Anno LXX - n. 6 - GIUGNO 2019 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101



L’ E D I T O R I A L E nnn

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Capitale dell’innovazione atera, giustamente e doverosamente, è sotto i riflettori per essere la capitale europea della cultura 2019. Come Agrinsieme abbiamo voluto parlare, proprio a Matera, di Mezzogiorno, di cultura ma anche del suo imprescindibile rovescio della medaglia che è l’innovazione. Matera è il luogo simbolo di un Sud “tagliato fuori” dal pieno sviluppo, per endemici gap infrastrutturali e per il digital divide, che è molto più accentuato che al Nord, come emerge dalla ricerca di Nomisma per “Grow!”. Però il nostro Sud, bello e tenace, nonostante i gap infrastrutturali, vuole crescere. E, proprio per questo, ha ancor più fame d’innovazione. Innovazione vuole dire tante cose. È l’arma vincente per garantire quella sicurezza alimentare che i cittadini di tutto il mondo richiedono, come sostiene il commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, nell’articolo di questo numero. È fondamentale per raccogliere la nuova sfida ai cambiamenti climatici che, in maniera sempre più dirompente, incidono sulla nostra agricoltura e sulla competitività delle imprese, come è emerso chiaramente dal convegno organizzato da Confagricoltura Donna. È la ricerca applicata che ci dovrebbe aiutare a sconfiggere la Xylella degli olivi e la Tristeza degli agrumi. E solo attraverso l’innovazione, l’agroalimentare del nostro Paese riuscirà ad essere veramente competitivo. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood, il mercato globale dell’agricoltura 4.0 vale 7 miliardi di dollari - il doppio rispetto allo scorso anno - ed è generato per circa l’80% da offerte innovative di attori già affermati nel settore e, per circa il 20%, da soluzioni di attori emergenti, soprattutto startup, che propongono sistemi digitali innovativi e servizi di consulenza tecnologica. In tale contesto l’agricoltura di precisione rappresenta uno strumento strategico per il futuro. E l’innovazione digitale avrà un grande impatto sull’efficienza e sull’efficacia dei processi di tracciabilità alimentare attraverso l’applicazione delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger nella filiera. Tutto questo lo diciamo da Matera, che vorremmo diventasse la capitale della cultura dell’innovazione. Massimiliano Giansanti

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SOMMARIO L’EDITORIALE Capitale dell’innovazione Massimiliano Giansanti................. 3 APERTURA EUROPA Nuove idee nell’agroalimentare Vytenis Povilas Andriukaitis............ 6

ATTUALITÀ EVENTI Competitività energetica Gabriella Bechi.........................

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L’ombelico del mondo Paola Castello...........................

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Biometano tricolore M.M. ....................................

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SPECIALE TRATTORI Costruire il successo G.M. .....................................

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Arare il futuro Elisabetta Tufarelli.....................

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Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI

APERTURA ITALIA Vacanza in cantina Paola Castello...........................

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PRIMO PIANO RAPPRESENTANZA Passaggio del testimone Paola Castello...........................

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Donne e clima Gaetano Menna.........................

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Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950 Pubblicità

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FOCUS MEZZOGIORNO Il riscatto del sud Gabriella Bechi......................... Frenata export G.B........ ............................... Politica di coesione in ritardo Roberta Pierguidi......................

Rubriche Mappamondo Accordo Tunisia.. . . . . . . 40

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EPS Caccia Gran Bretagna.. . . . . . . . . 51 Centro studi Mezzogiorno. . . . . . . . . . 52 Organizzazione Aranciata IGP. . . . . . 54

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Enapra Progetto Sagri. . . . . . . . . . . . . 56 Over65 Viaggiare silver.. . . . . . . . . . . . 58

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Agriturismo Matera. . . . . . . . . . . . . . . . 60



APERTUR A EUROPA

“Bisogna trovare un modo diverso di comunicare i benefici dell’innovazione nel food”

Vytenis Povilas Andriukaitis

di Vytenis Povilas Andriukaitis Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare

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uesto mese, in occasione del primo appuntamento della “Giornata mondiale della sicurezza alimentare” (celebrata il 7 giugno 2019) è stata pubblicata un’indagine: a migliaia di cittadini europei è stata domandata la loro opinione sulla sicurezza alimentare. Uno dei risultati che ritengo più interessanti è che gli “scienziati” siano considerati le persone da ascoltare, quando si tratta di sicurezza alimentare. In un’epoca dove le opinioni degli esperti sono messe in dubbio o addirittura ignorate, dove lo scetticismo e la diffidenza non sono un fenomeno raro, dove le fake news invadono quotidianamente le nostre vite, trovo molto rassicurante che, quando si parli di sicurezza alimentare, l’82% di coloro che hanno risposto credano nella scienza, mettendo le associazioni dei consumatori ad un livello più basso. L’innovazione nella produzione degli alimenti unisce tecnologia e modelli sociali e culturali, comprendendo tutto il processo produttivo: produzione, raccolto, trasformazione, distribuzione. Unisce le richieste dei consumatori, il packaging, i processi, la formulazione e molto

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N nell’agro altro. Inoltre, il cambiamento nelle abitudini alimentari dei consumatori porta a cambiamenti nell’intera catena alimentare, fino a nuovi gusti, prodotti migliori o a servizi diversi, solo per citare alcuni degli effetti. Il contributo dell’innovazione nel food, però, non riceve sempre l’adeguato riconoscimento. Da dove nasce questo problema? Come possiamo trovare un linguaggio più attraente, un modo di comunicare e strumenti mediatici che possano spiegare i benefici dell’innovazione nel food? Come possiamo fare in modo che i cittadini riconoscano che la protezione della salute pubblica e dell’ambiente sono per noi il primo obiettivo quando approviamo una nuova tecnica di produzione?

“In epoca di fake news, i cittadini europei si fidano della scienza” Trovare risposte adeguate a questi quesiti ci aiuterebbe ad evitare l’effetto “Torre di Babele” ed a riuscire a capirci. Possiamo sicuramente imparare qualcosa dalle nostre esperienze. Prima di tutto, dobbiamo riuscire a far capire come l’innovazione ci aiuti ad affrontare le numerose sfide legate al cambiamento climatico, all’aumento della popolazione, alle trasformazioni nelle abitudini alimentari e molto altro ancora. In particolare, il tema del cambiamento climatico sta mettendo una forte pressione


NEW IDEAS IN AGRI FOOD

Nuove idee o alimentare sul sistema produttivo. Le attività industriali legate alla produzione alimentare rappresentano circa il 25% del consumo energetico della UE. Contemporaneamente, le preoccupazioni della popolazione si stanno spostando verso una produzione alimentare più etica, rispettosa dell’ambiente e responsabile. Inoltre, dobbiamo anche rispondere ai dubbi ed agli scetticismi dei cittadini su questo settore. Ciò è ancora più difficile poiché le persone cercano risposte di tipo “bianco o nero” quando si tratta di sicurezza alimentare, di nuove tecniche o nuovi prodotti, laddove le nostre valutazioni scientifiche calcolano il rapporto rischi/benefici e pochissimi sono senza rischi al 100%. Prendiamo estremamente sul serio

le preoccupazioni dei cittadini. Nella nostra proposta di modernizzazione della PAC, attualmente in discussione con gli Stati membri, è evidente la ricerca di una maggiore ambizione ambientale e climatica. La proposta risponde alle preoccupazioni dei cittadini per una produzione agricola sostenibile, inclusa salute, nutrizione, uso sostenibile dei pesticidi, sprechi alimentari e benessere animale. È un inizio, ma abbiamo bisogno di nuove idee per la produzione alimentare, e di più investimenti in ricerca e sviluppo in questo settore. Oltre a ciò, non esiste una univoca visione nella UE di quanto lontano possiamo spingerci nell’utilizzo dell’innovazione in agricoltura. Tra le innovazioni più importanti e

This month, on the occasion of the first World Food Safety Day, a European survey was published for which thousands of EU citizens were questioned on their views about food safety. One of the most interesting results for me was the fact that “scientists” are the most-trusted people when it comes to food safety. In times where “experts’ views and opinions” are either questioned or even ignored, where public scepticism and distrust is not a rare phenomenon, and fake news invades our daily lives, I find it reassuring that, when it comes to the safety of what we eat, 82% of the respondents trusted “science” the most, putting consumers’ associations right after. Innovation in food combines technology as well as social and cultural patterns. It covers the entire food system: production, harvesting, processing, distribution, it englobes consumer needs, packaging, process engineering, formulation and much more. On top of it, every time consumers’ eating habits change, it has a ripple effect over the whole food chain binging us, among other things, a new taste, an improved product, or a different service to mention just a few. The contribution of innovation in food is not always recognised. Where does this stem from? How can we find compelling language, informative narrative and adequate media tools to communicate the benefits of the innovation in food? How can we make sure that our citizens know that we the protection of public health and of the environment come first before we endorse any innovative technique? Finding adequate answers to these questions will help us to avoid the ‘Tower of Babel’ effect and understand one another better. We can learn some things from the experience we have already gained. First of all, we need to be able to demonstrate how innovation helps us face numerous challenges related to climate change, growing population, changing dietary habits and much more. Climate change in particular puts enormous pressure on production systems. Industrial activities related to production of food represent approximately 25% of the EU’s energy consumption. At the same time, citizens’ concerns have shifted towards more conscious, ethical, environmentally friendly and responsible food production. We also need to address public scepticism and doubt in this area. This is challenging because people tend to look for “black and white” answers on the safety of new products and techniques whereas our scientific assessments calculate risk versus benefit and very few are 100% risk-free. We take public concerns very seriously. In our proposal to modernise the Common Agricultural Policy, that is currently being discussed with the Member States, a higher level of environmental and climate ambition is fully reflected. continua a pag. 9

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APERTUR A EUROPA

Tecniche di mutagenesi hanno un enorme potenziale per agrifood in rapida evoluzione ci sono le tecniche di mutagenesi sito-specifica. Queste hanno un enorme potenziale per una vastissima gamma di applicazioni nel settore dell’agri-food, per esempio per la resistenza alla siccità, per una composizione in acidi grassi migliorata nella soia, per la resistenza alle malattie e per il ridotto imbrunimento nelle patate, per il miglioramento della crescita e della conversione alimentare dei mangimi nei pesci. Il dibattito su queste tecniche si è intensificato quando la sentenza della Corte di giustizia del luglio 2018 ha indicato che l’attuale legislazione sugli OGM si applica anche agli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di mutagenesi. Da allora, la Commissione sta discutendo con gli esperti degli Stati membri su come applicare la sentenza della Corte. Vogliamo ascoltare l’opinione degli Stati membri: abbiamo chiesto loro di inviarci informazioni sulle sfide e sulle soluzioni per l’applicazione delle norme sugli OGM secondo quanto stabilito dalla sentenza. Ad ora, solo uno Stato, i Paesi Bassi, ha preso una posizione formale in merito. Ha fatta sua la mia richiesta di un dibattito sul futuro della politica UE sulle biotecnologie per adattarla ai progressi tecnici e scientifici. Nell’Ottobre 2018 il Gruppo dei consulenti scientifici, che fornisce pareri indipendenti alla Commissione, si è espresso sulla sentenza della Corte. Ha infatti indicato che l’attuale legislazione sugli OGM, a seguito delle recenti scoperte scientifiche e sviluppi nelle tecniche, non è più adeguata e deve essere rivista. Serve una discussione più ampia su come vogliamo che il cibo sia prodotto nella UE. Sono consapevole che il dibattito è molto acceso nella comunità scientifica e trovo che sia un buon segno. Dobbiamo discuterne il più possibile. 8 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

Mantenere l’attuale quadro legislativo o proporne uno nuovo è una delle sfide della UE degli anni a venire. Dato che i rapidi sviluppi della scienza e della tecnologia richiedono grande attenzione affinché la governance tenga il passo con essi, sarà compito della prossima Commissione fare le opportune valutazioni e decidere le possibili iniziative politiche. Nel mio intervento dell’anno scorso a Modena sono stato molto chiaro: per me è evidente che dobbiamo investire soldi, tempo e risorse nelle nuove tecnologie in agricoltura. Ho chiaramente indicato ai rappresentanti del settore agricolo ed alimentare presenti che non possiamo permetterci di rinunciare alle nuove tecnologie. Non solo perché i nostri competitor andranno avanti e la UE rischia di perderne i benefici sociali, ma anche perché il cambiamento climatico e le preoccupazioni per l’ambiente non ci lasceranno altra scelta. Durante il mio mandato ho fatto molta attenzione al fatto che la ricerca e l’innovazione nell’area alimentare fossero viste come benefiche per la società e per il rispetto dell’ambiente. Il cibo è molto di più di un prodotto che ci mantiene in vita. Deve essere supportato dall’innovazione e da un quadro legislativo appropriato.

Le regole devono essere applicate correttamente - come le norme del Novel Food - e devono evolvere e migliorare, come accade per le attuali riflessioni sulla legislazione sulla parte anteriore degli imballaggi. L’innovazione non è limitata solo all’agricoltura, ma durante il mio mandato da Commissario per la salute e la sicurezza alimentare, abbiamo discusso molto intensamente del tema. Le discussioni più accese hanno riguardato i pesticidi e gli erbicidi. La legislazione europea li indica come prodotti per la protezione delle piante perché “proteggono” le piante. Il loro utilizzo negli ultimi decenni, nella EU e nel mondo, ha cambiato profondamente le nostre pratiche agricole. La “Grande Carestia” del secolo scorso in Irlanda. Non possiamo comunque ignorare che questi prodotti possono essere pericolosi se non sono usati correttamente e che gli aspetti ambientali devono essere tenuti in considerazione nel loro utilizzo. Quindi, perché è fondamentale che la UE rimanga all’avanguardia a livello mondiale quando si parla di innovazione? Prima di tutto perché non abbiamo un Pianeta B e la nostra salute e l’ambiente devono essere una priorità. Inoltre, perché il settore alimentare assicura reddito e stabilità per un nu-


NEW IDEAS IN AGRI FOOD

mero importante di persone: dal panettiere sotto casa alla start-up che sviluppa imballaggi innovativi eco sostenibili. Il cibo è al centro di molti settori, ma una cosa è sicura: abbiamo bisogno di innovazione! Non solo perché voglio continuare a godermi il mio cappuccino decaffeinato e senza lattosio tutte le mattine, ma anche perché svolge un ruolo fondamentale ad ogni passaggio della catena di produzione e trasformazione, promuovendo una produzione ed un consumo sostenibili e responsabili ed un elevato livello di sicurezza alimentare. Con questi obiettivi da raggiungere è fondamentale che tutti noi lavoriamo partendo da basi di conoscenza comuni e condivise. Per concludere, il cibo e l’ambiente del domani dipendono dagli sforzi di oggi, che devono essere supportati da evidenze scientifiche e da una serie di norme che garantiranno gli standard più elevati di sicurezza alimentare. Dobbiamo incoraggiare l’innovazione come uno strumento positivo che può tranquillizzare i consumatori e sviluppare una crescita sostenibile. Dobbiamo riconoscere il ruolo che ognuno deve avere in questo processo: produttori, trasformatori, scienziati, legislatori e pubblico. nnn

continua da pag. 7

It addresses citizens’ concerns on sustainable agricultural production - including health, nutrition, sustainable use of pesticides, food losses and animal welfare. This is a start but we need other new ideas for food and more research and development investment in this area too. In addition, there is not one single vision in the EU as to how far we could and should go to use innovation in agriculture. One of the most prominent and rapidly evolving are targeted mutagenesis techniques. They have great potential for a broad range of applications in the agri-food sector, for instance drought tolerance and improved fatty acid composition in soybean, disease resistance and reduced browning in potatoes, improved growth and feed conversion in fish. The debate on these techniques has increased since a ruling from the Court of Justice in July 2018 stated that the current legislation on the deliberate release of GMOs applies to organisms obtained by new mutagenesis techniques. Since then the Commission services have been discussing the implementation of the Court ruling with Member States’ experts. At this stage, we want to hear Member States’ views. We asked them to submit information on challenges and solutions to implement and enforce the GMO legislation as the Court has interpreted it. So far, only one Member State, the Netherlands, has adopted a formal government position. It has reciprocated my call for a debate on the future of EU biotechnology policy and adapting it to technical and scientific progress. In October 2018, the Group of Chief Scientific Advisors - which provides independent advice to the European Commission - issued a statement following the Court ruling. It said that new scientific knowledge and technical developments make the existing GMO legislation no longer fit for purpose and requires revision. It urges a more inclusive discussion on how we want our food produced in the EU. I am also aware that the debate is heated among the scientific community and it is a very positive sing. We should debate as much as possible. Maintaining the current legislation or proposing a new one will be one of the challenges for the EU in the coming years. Since the rapid developments in science and technology need careful consideration to ensure governance keeps up, it will be for the next Commission to consider and decide on possible policy initiatives. Speaking at a Citizens’ Dialogue last autumn in Modena, I was very clear: for me, it is evident that we need to invest money, time and resources in new agricultural technologies. I explained to representatives from the agricultural and food areas that we cannot afford to give up on new technologies. Not only because our main competitors will advance and the EU risks to miss out on societal benefits but because climate change and environmental concerns will leave us no other choice. Throughout my mandate, I paid particular attention to the fact that research and innovation in the food area must be translated into recognised benefits to EU society and respect the environment. Food is much more than just a commodity that keeps us alive. It needs to be supported by innovation and an appropriate legal framework. The rules must be properly implemented - like the Novel Food legislation - and they must evolve and improve - like the on-going reflection on frontof-pack legislation. Innovation is not limited to agricultural practice alone. However, the latter were debated intensively during my years as Commissioner for Health and Food Safety. The most heated discussion happened in the area of pesticides and herbicides. The EU legislation refers to them as Plant Protection Products because they “protect” plants. Their use in recent decades - in the EU and globally - has profoundly changed our agricultural habits. The “Great Famine” of the 19th century in Ireland. However, we cannot ignore the fact that these products have a risk profile if they are not used correctly and that environmental aspects should be fully taken into account. So why is it crucial for the EU to remain at the forefront on the global stage when it comes to food innovation? First of all, because we do not have a planet B and our health and environment must come first! Secondly, because EU’s food and drink sector ensures income and stability for an important number of people around the continent: from that friendly baker on the corner of your street, to a start-up working on innovative food packaging that is also more sustainable. Food is at the crossroads of multiple areas but one thing is sure: we need innovation! Not only because, I want to continue enjoying my decaffeinated cappuccino with lactose-free milk in the morning, but because it plays a key part at every step of the food production and processing chain, supporting sustainable and responsible production and consumption, a high level of food safety. With these many goals in mind, it essential that everyone works from the same page. To conclude, tomorrow’s food on our plates and our environment depend on today’s efforts. They must be supported by sound science and a strong regulatory framework to guarantee the highest levels of food safety. They must encourage innovation as a positive tool that can address consumer concerns and support sustainable growth. We must all recognise the role that each party must play in the process: producers, processors, scientists, policy makers and the general public. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 9


APER T UR A I TALI A

Vacanza in cantina

Dal decreto ministeriale nuove opportunità e prospettive per l’enoturismo, vera e propria attività agricola. Convegno di Confagri Siena di Paola Castello 10 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

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romosso da Confagricoltura Siena, presso il dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università degli Studi di Siena, si è svolto il convegno “Enoturismo - Opportunità e nuove prospettive”. Presenti all’incontro alcune grandi aziende vitivinicole toscane, docenti dell’ateneo che ha ospitato l’evento, rappresentanti delle Istituzioni locali, la responsabile della fiscalità societaria di Confagricoltura nazionale, il direttore e il presidente di Confagricoltura

Siena. L’appuntamento ci dà lo spunto per approfondire alcuni aspetti legati alle recenti novità normative, importanti per le ricadute sulle imprese agricole. A marzo il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, ha firmato il tanto atteso decreto attuativo sulle Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica (decreto del MIPAAFT attuativo della L.2 7.12.2017, n.205). Una misura, dalla portata anco-


La formazione si rivela leva determinante per le imprese enoiche lazioni fiscali che ciò comporta. Il decreto rappresenta un passo importante, nonché un completamento del quadro normativo per il settore del turismo, tuttavia ci sono delle criticità da superare. Alcune di carattere operativo, legate ad esempio alle lungaggini che intercorrono tra la sua emanazione e l’operatività effettiva (mancano dettagli concreti, quali uno specifico “codice attività” ai fini Iva). Altro aspetto che desta perplessità è il fatto che nel perimetro dei soggetti che possono svolgere attività enoturistica, non ci siano limiti particolari: ovvero possono dedicarsi all’enoturismo non solo gli agricoltori, ma anche tutti quei soggetti (come strade del vino, consorzi, associazioni, etc.) che rispondano ai requisiti minimi stabiliti ed individuati nel decreto. Questo amplia di molto il bacino di operatori che possono fare concorrenza alle imprese agricole. Per questo - altro punto rilevante

evidenziato a Siena - la formazione è una leva quanto mai determinante per le imprese che si dedicano al settore. Per attività come accoglienza, degustazione di vini, divulgazione sui prodotti delle cantine serve personale altamente qualificato, formato ad hoc, soprattutto in quelle realtà imprenditoriali che fino ad oggi non offrivano questi servizi, ma che vogliono inaugurare al loro interno questo filone, approfittando proprio delle agevolazioni introdotte dal decreto. Formazione sì, ma anche informazione, attraverso incontri conoscitivi con le aziende e le Istituzioni locali. Per questo appuntamenti come quello svoltosi a Siena andrebbero replicati, anche per sensibilizzare le Istituzioni locali e le Regioni - che peraltro hanno funzioni di vigilanza e controllo sull’osservanza delle disposizioni - nel dare seguito in tempi rapidi alle fasi operative previste dal decreto. Confagricoltura è in prima linea, accanto alle aziende, in questa partita che può davvero rappresentare una grande opportunità per le imprese vitivinicole e per il turismo legato a questo prodotto di eccellenza Made in Italy. nnn

ra tutta da capitalizzare, con cui vengono finalmente completate le disposizioni in materia, che erano state introdotte già con la Legge di Bilancio del 2018, ma che - in assenza dello specifico decreto - erano rimaste ancora inapplicate. Una delle novità più importanti recepite nel testo - peraltro presentata da Confagricoltura -, è il riconoscimento dell’attività enoturistica come vera e propria attività agricola, laddove svolta da imprenditore agricolo, singolo o associato, con tutte le agevoGIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 11


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Inizia una nuova stagione per l’ANGA. Francesco Mastrandrea eletto presidente. Longhi, Bertuzzi, Arditi vicepresidenti di Paola Castello

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l 28 maggio a Palazzo della Valle a Roma si sono riuniti i giovani di Confagricoltura, in occasione del rinnovo cariche ai vertici dell’ANGA. Un’assemblea molto partecipata e sentita, quella in cui è avvenuto il passaggio di consegne tra il comitato di presidenza uscente e i neo eletti. Ha aperto i lavori il presidente uscente Raffaele Maiorano che ha ringraziato, non senza emozione, tutti i presenti (presidenti ANGA regionali e provinciali di tutta Italia) per il lavoro svolto insieme, rivolgendo un ringraziamento particolare al comitato di presidenza che gli è stato a fianco, articolando i progetti e le iniziative sul territorio. Bilancio dell’operato di questi sei anni, quindi, com’è giusto che sia a fine mandato, ma anche progettualità, che prendono il via con la nuova dirigenza. Tra queste l’accordo siglato, durante l’assemblea, con Topcon, multinazionale - peraltro già partner di Confagricoltura - spe-

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Passaggio cializzata nella produzione di strumentazioni di rilievo e misura ad alta precisione e di soluzioni avanzate per la gestione del campo. In occasione dell’assemblea del 28 riconfermata anche la collaborazione tra ANGA

e Syngenta, multinazionale di riferimento nel business crop protection e seeds, già a fianco di Confagricoltura in numerose iniziative. Ed è proprio all’insegna dell’innovazione che si apre questo


Foto Marino Presta

del testimone Mastrandrea: “Imprese young puntano in alto, serve ricerca e digitale”

nuovo capitolo dell’ANGA, a cominciare dall’attenzione verso questo tema da parte del nuovo presidente, Francesco Mastrandrea, messinese, 33 anni, imprenditore agricolo per vocazione. Dopo aver completato gli

studi economici ed aver lavorato alcuni anni come consulente aziendale, il neo presidente ha scelto di scommettere sull’agricoltura. Primo nella sua famiglia a dedicarsi a questo ambito, ha iniziato l’attività con spirito GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 13


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Completano la squadra Calvi, Manca e De Falco nel comitato presidenza d’avventura e senso della sfida. Mastrandrea - che rivendica con grande orgoglio il suo essere agricoltore - ha costruito la sua azienda partendo da zero: 40 ettari a vocazione olivicola in provincia di Messina, sulle colline di fronte all’arcipelago delle Isole Eolie, specializzata nella produzione di olio extravergine di oliva da cultivar autoctone della Sicilia tirrenica. Punta molto sull’agricoltura innovativa e internazionale il nuovo presidente ANGA, con un’attenzione particolare a sostenibilità e nuove tecnologie. “Il giovane imprenditore - dice - deve puntare in alto potendo contare su ricerca, rintracciabilità del prodotto e innovazione tecnologica, con una visione europea e globale del settore primario”. Affiancheranno Mastrandrea alla guida dei Giovani di Confagricoltura per il prossimo triennio, tre vicepresidenti: Francesco Longhi per il Nord, 31 anni, con un’azienda ad indirizzo seminativo estensivo in provincia di Rovigo; Giovanni Bertuzzi per il Centro, 28 anni, che si occupa dell’impresa di famiglia a Minerbio in provincia di Bologna, a prevalente indirizzo cerealicolo e bieticolo. Vicepresidente per il Sud è il leccese Giangiacomo Arditi, 36 anni, titolare dell’azienda Terresante ad indirizzo olivicolo e vitivinicolo. A completare la squadra i tre componenti del comitato di presidenza: Alessandro Calvi di Bergolo di Alessandria, il ferrarese Francesco Manca e Osvaldo De Falco di Cosenza. Tutti titolari di aziende innovative e dinamiche e tutti fortemente motivati dallo spirito proposiFrancesco Mastrandrea 14 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019


Sottosegretario Pesce: “Lavoriamo assieme al piano innovazione” tivo che si respira nell’Associazione dei Giovani. Durante l’assemblea ANGA si è parlato anche di New Farmers, il progetto europeo che ha raccontato in un programma televisivo i temi e gli aspetti salienti dell’agricoltura, attraverso le storie di imprenditori di Confagricoltura. E’ di pochi giorni fa la conferma del finanziamento europeo di una nuova edizione del progetto, che vedrà nuovamente coinvolti i Giovani di Confagricoltura sul tema della sostenibilità ambientale. Dopo un saluto del sen. Maurizio Gasparri, da sempre vicino alla Confederazione, è intervenuto all’assemblea il sottosegretario al Mipaaft, Alessandra Pesce, che ha voluto manifestare la sua vicinanza ai Giovani di Confagricoltura e ribadire l’im-

pegno del ministero su fronti importanti e condivisi con l’ANGA e con Confagricoltura, primo fra tutti l’innovazione, e l’intenzione di lavorare congiuntamente ad un piano strategico per l’innovazione. Anche il “padrone di casa”, il presidente Giansanti ha salutato i giovani ringraziando Maiorano e il suo team e augurando buon lavoro ai nuovi «che - ha voluto sottolineare - si sono assunti una grandissima responsabilità con questo impegno in ANGA: tenere alto il nome dei Giovani di Confagricoltura e portare avanti, insieme ai senior, una visione di futuro condivisa, un’idea comune di agricoltura, nonché farsi primi interpreti e promotori della rivoluzione digitale nel settore agroalimentare».

Giansanti, Pesce e Maiorano

colo, puntando ad una crescita per gradi, potenziando una modesta azienda familiare olivicola e portandola ad un livello intermedio, puntando sulla sua modernizzazione”. “Credo fortemente nell’associazionismo - aggiunge - per raccogliere la sfida dei mercati globali; per questo mi sono unito ad una rete di imprese di agricoltura e turismo. Grazie alle attività e alle condivisioni di intenti, il mio prodotto è arrivato a toccare mercati che, dalla mia prospettiva, sarebbero stati impossibili da raggiungere (ultimo tra tutti il Quebec)”. Da ultimo la collaborazione con la Fondazione Piccolo di Calanovella in un’ottica multisettoriale. “Il mix di storia, innovazione, sosteVISIONE STRATEGICA, RETE, MULTISETTORIALITÀ nibilità, arte - conclude - sono Francesco Mastrandrea ci rac- tutti ingredienti per continuare conta l’impegno in agricoltura: a crescere e differenziarsi sul nnn “Sono entrato nel settore agri- mercato”. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 15


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

A Roma convegno delle imprenditrici di Confagri sui cambiamenti climatici. Testimonianze, relazioni tecniche e impegni politici

Donne e

di Gaetano Menna

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iuseppina Alfano è un’imprenditrice siciliana determinata, ma è stata in precedenza anche una ricercatrice universitaria e ha lavorato sui patogeni delle piante, in particolare sui marciumi radicali e sul mal secco degli agrumi; è convinta che c’è sempre una soluzione, basta non arrendersi. Ha trasferito la sua azienda agrumicola (limoni biologici) da Palermo in provincia di Trapani. Certo la situazione ambientale è differente, tra l’altro c’è un forte vento. E allora si inventò barriere frangivento di cipressi tra le file di piante di limoni, belle anche a vedersi. E poi dovette risolvere i problemi dovuti ad alcuni fitofagi e funghi patogeni come Phyllocnistis citrella, il lepidottero che attacca i citrus. Una soluzione efficace? Anticipare la potatura in modo che, quando appare l’insetto, il germoglio a frutto è in fase adulta e meno attaccabile. Confagricoltura Donna ha promosso uno stimolante convegno su “Cambiamenti climatici: le

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Esempi di agricoltura estrema in Israele, Emirati, ma anche Sicilia donne guardano al futuro”. In questa sede anche interessanti testimonianze contro le difficoltà ambientali. Cristina Re di Netafim parla della multinazionale israeliana che nacque con l’obiettivo di trovare adeguate soluzioni per gli agricoltori dei kibbutz che coltivano nel deserto, dove l’acqua è un bene straordinariamente raro e prezioso. Nacque così la rivoluzione dell’irrigazione e della fertilizza-

zione di precisione; ora l’azienda punta sull’irrigazione intelligente (Netbeat) con modelli colturali dinamici che seguono il ciclo di vita delle piante. Patrizia Marin, presidente di Marco Polo Experience, racconta le esperienze agricole negli Emirati Arabi, dove il motto è “nulla è impossibile”. Ci troviamo in condizioni estreme: un territorio desertico, roccioso, sabbioso, scarso d’acqua, aggredito dalle locuste. Ma nulla è impossibile e non bisogna accontentarsi e così, grazie a determinazione e innovazione, negli Emirati, nonostante tutto, si riescono a produrre prodotti agricoli di eccellenza e bio.


Elena Joli all’Antartide

clima

Le docenti dell’Università della Tuscia Maria Nicolina Ripa e Stefania Masci espongono l’impegno della ricerca per il miglioramento genetico delle piante per i cambiamenti climatici; gli obiettivi sono: resistenza alle malattie ed agli stress abiotici, capacità di far radicare le piante più in profondità, precocità dei raccolti. Si punta pure sull’ingegneria cromosomica, che non è una tecnica transgenica; in campo cerealicolo, si utilizzano i progenitori del frumento o specie ad esso correlate, per introdurre nelle piante i caratteri desiderati, come ad esempio resistere alla siccità o a specifici patogeni, crescere in ambienti salini.

Oddi Baglioni: “Siamo qui per impadronirci di nuovi strumenti” Elena Joli è una scienziata che ha fatto parte della Spedizione Antartide. Parla dell’emergenza climatica (con l’aumento della temperatura mondiale di un grado), che ha effetti indiscutibili sul Pianeta e sulle nostre vite; ghiacciai che si sciolgono, eventi meteorologici estremi sono fenomeni destinati ad aumentare. L’Antartico è sotto osservazione - spiega - perché è un ecosistema fragile strettamente legato alle attività antropiche.

Proprio per questo è portatore di informazioni preziose sul clima, sentinella su cambiamenti climatici su larga scala. A ben riflettere c’è un fil rouge che unisce tutte queste donne che marciano, come direbbe Fabrizio de André, in direzione ostinata e contraria. “Siamo convinte di giocare, come donne e come imprenditrici agricole, un ruolo determinante nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella tutela dell’umanità esordisce la presidente di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni -. Non è un caso che le Nazioni Unite abbiano avviato una specifica riflessione all’interno della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, ovvero sul ruolo che le donne possono avere tanto nell’adattamento al riscaldamento globale in atto, quanto nella mitigazione di questi fenomeni nel medio-lungo periodo”. Prosegue Oddi Baglioni: “Siamo qui insieme per impadronirci di nuovi strumenti - tecnici, politici, buone pratiche - per raggiungere l’obiettivo di non essere messe in difficoltà dai cambiamenti climatici, ma di governarli con saggezza e innovazione. Vogliamo proporre una rete positiva (tra imprese, società civile e istituzioni) che lavori su questi temi, dando sempre maggiore spazio alle donne e al loro pragmatismo virtuoso. Pensiamo a strategie di lungo periodo, giacché chi è abituato a coltivare, a piantare gli alberi, a seminare ed a rispettare i ritmi della terra, rifugge dalle metodologie mordi e fuggi, dalle azioni ‘tutto e subito’”. “Al centro delle strategie di tutela dovrà esserci - dichiara la vicepresidente di Confagricoltura Elisabetta Falchi - un’impresa agricola smart, collegata ad un sistema altrettanto smart. Questo significa poter disporre di adeguate infrastrutture (energetiche, stradali, digitali, banda ultra larga, GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 17


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Falchi: “Al centro di strategie di tutela impresa agricola smart” ferroviarie) e tecnologie (come blockchain, ovvero un sistema dati condiviso), determinanti per la competitività delle produzioni agricole e del made in Italy sui mercati internazionali”.

Come ribadisce la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati nel messaggio di saluto che ha fatto pervenire, occorrono strategie “ispirate a un nuovo approccio culturale che ponga in primo piano la riqualificazione dei territori, il rispetto per la terra e per le sue risorse; la ricerca e lo sviluppo di tecniche di produzione sempre più sostenibili ed integrate”.

Da sinistra: Pesce, Falchi e Oddi Baglioni (foto di Marino Presta)

“Le risposte ai cambiamenti climatici - evidenzia la sottosegretario alle Politiche Agricole Alessandra Pesce -. devono partire dalla presa di coscienza da parte della popolazione che quotidianamente si confronta con le emergenze climatiche. La capa-

FOTOGRAFIA DEL SETTORE ASSICURATIVO

Nel corso del convegno si parla anche della necessità di dare risposte assicurative agli eventuali danni dovuti ai cambiamenti climatici. Gianni Monti, amministratore delegato di GAA (Gestioni Assicurazioni Agricole) effettua una fotografia del settore assicurativo con luci ed ombre. “Far crescere la domanda - dice - può favorire un rinnovamento del sistema con polizze più efficaci e meno onerose”. Daniela Usai di Candriam/Deutsche Bank illustra strategie di investimento socialmente responsabili. Alessandra Oddi Baglioni, nella sua relazione, propone di studiare una variante di strumenti già ideati dal mercato, come i “cat bonds”, ovvero i bond catastrofici, con un’operazione di trasferimento del rischio dall’assicuratore agli investitori (una cartolarizzazione del rischio). 18 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019


Barriera frangivento di cipressi dell’azienda Alfano

cità di trovare soluzioni, attraverso l’innovazione, il rispetto ambientale e l’innalzamento della qualità delle produzioni trovano nell’imprenditoria femminile un nuovo protagonismo”. Quindi gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni, dai presidente e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella e Susanna Cenni, alla componente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Maria Spena. Tutti assicurano risposte e attenzione. Dal sottosegretario l’impegno a ripristinare il premio rosa “De@Terra”, mentre l’on. Spena sollecita il ripristino della “Consulta femminile” per l’opportuno coinvolgimento nelle politiche di genere. Osserva il presidente di Confa-

gricoltura Massimiliano Giansanti: “Le donne vogliono affrontare il discorso dei cambiamenti del clima e di tutto ciò che ne consegue con atteggiamento positivo e propositivo, ma invitando ad agire subito anche con strumenti nuovi, perché l’accelerazione dei mutamenti che stiamo vivendo e subendo impedisce di intervenire con un approccio soft”. nnn

Alessandra Oddi Baglioni

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FOCUS MEZZOGIORNO

A Matera la terza edizione di “Grow!”, l’Action Tank di Agrinsieme. Necessario superare gap strutturali di Gabriella Bechi

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l gap infrastrutturale al Sud, sempre più carente di un’adeguata e capillare rete di viabilità a supporto delle tante PMI attive, ha raggiunto livelli che ostacolano la crescita dell’agroalimentare, rallentando anche l’export. A fare il punto da Matera, con il supporto di uno studio elaborato ad hoc da Nomisma, è la terza edizione di “Grow!”, l’Action Tank di Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, dal titolo “Infrastrutture: le vie dell’agricoltura nel Mezzogiorno”. Lo studio Nomisma mette in luce, qualora ve ne fosse ancora bisogno, le difficoltà con le quali

quotidianamente sono costrette a scontrarsi le imprese del Sud Italia. Non possiamo più trascurare quanto le condizioni della rete infrastrutturale materiale e immateriale, dai trasporti al sistema idrico, condizionino, a partire dalle potenzialità dei territori, il ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano anche nel contesto comunitario. Ancor più nel Mezzogiorno e quindi sul Mediterraneo, dove l’agroalimentare vale quasi 30 miliardi con un export di oltre 7 miliardi, e dove va fa fatto un lavoro importante per salvaguardare gli sbocchi di mercato delle produzioni agroalimentari iconiche del territorio, a partire dagli agrumi e dall’olio extravergine di oliva. L’edizione di “Grow!” a Ma-


Il riscatto del Sud

Giansanti: “Digitale cuore dell’innovazione delle agroimprese” tera rinnova l’impegno, già preso da Agrinsieme ad inizio anno a Roma, per promuovere occasioni valide di dibattito sul campo e in merito alle infrastrutture quali leve strategiche della competitività del settore, chiamando in causa gli interlocutori più direttamente coinvolti, dalle Istituzioni al mondo imprenditoriale e agricolo, oltre che cooperativo italiano”. Al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti il compito di approfondire il tema delle infrastrutture immateriali: “Il digita-

le è il cuore dell’innovazione delle imprese e l’elemento in grado di garantire competitività al settore agroalimentare, riducendo i costi di produzione e aumentando i ricavi grazie al miglioramento dei processi di tracciabilità, grazie all’applicazione delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger nella filiera”. “Per avviare un nuovo corso di promozione dell’innovazione - ha proseguito - bisogna superare diverse criticità, che non risiedono esclusivamente nell’esiguità delle risorse, ma anche e soprattutto nella qualità dell’organizzazione del sistema, con particolare riferimento al miglioramento strutturale. Tra queste la mancanza, spesso totale, di connessione a

Internet nelle nostre campagne, dovuta alla carenza di infrastrutture fisiche. In Italia solo il 5,3% della popolazione ha una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% in Ue) e solo il 52,4% a 30 Mbps (80% in Ue). Ancora peggiore il dato sulla velocità delle connessioni, dove il Paese si trova in coda alla classifica mondiale al 61° posto, con una velocità media delle connessioni a Internet (Mbps) pari a 9,2 mentre la Norvegia, al 2° posto nella classifica, ha una velocità media del 23,5. Quindi c’è ancora molto da fare, considerando anche che il livello del digital divide in Italia è molto più accentuato nelle regioni del Sud d’Italia. La mancanza di copertura con la banda ultra larGIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 21


FOCUS MEZZOGIORNO

Battifarano: “Metapontino senza infrastrutture non può sopravvivere” ga delle aree rurali limita anche la diffusione dell’agricoltura di precisione. Inoltre Internet consente di creare reti non solo fra strumenti, ma anche fra persone. Quindi la connettività a banda larga ha un’importanza strategica anche per la coesione sociale e territoriale”. “Il Metapontino, senza infrastrutture, non può sopravvivere - ha detto il presidente di Confagricoltura Basilicata Francesco Battifarano, importante produttore vitivinicolo -. Non è solo un problema di strade, ma anche di ferrovie, di porti e aeroporti. E che non riguarda solo l’export dei nostri prodotti (penso all’ortofrutta e in particolare alle albicocche di cui produciamo il 20% del totale nazionale), ma anche l’approvvigionamento, per esempio degli imballaggi”. All’iniziativa sono intervenuti, tra i molti, il coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle Regioni Leonardo Di Gioia, l’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata FranceGiansanti, Centinaio e Verrascina

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sco Fanelli, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi, il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio. A chiudere i lavori il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio: “Il nostro export agroalimentare cresce, ma devo riconoscere che il merito è sostanzialmente dei nostri imprenditori, che pure devono confrontarsi quotidianamente con le difficoltà strutturali del nostro Paese, che limitano fortemente la loro competitività. A me non interessa tanto il discorso della Tav, quanto che in Italia si muovano più merci e il più velocemente possibile. Non posso pensare che

i nostri imprenditori del Sud ci mettano quasi il triplo del tempo rispetto agli spagnoli per movimentare i loro prodotti. E questo vale anche per le persone. Sono contento di avere anche la responsabilità del ministero del Turismo, perché il mio obiettivo è quello di spostare i flussi turistici verso l’agricoltura, grazie al fascino che l’agrifood esercita sui cittadini di tutto il mondo. Ma anche per sviluppare il turismo rurale ci vogliono le infrastrutture”. A questo terzo appuntamento di “Grow!” farà seguito nei prossimi mesi un incontro analogo durante il quale l’attenzione sarà dedicata alla situazione infrastrutturale del Settentrione del Paese. nnn


Frenata export Studio Nomisma per l’incontro Agrinsieme: regioni meridionali pur rappresentando grandi bacini di produzione agroalimentare, non sono al vertice per l’export

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FOCUS MEZZOGIORNO

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mercati esteri sono un importante bacino di sbocco per le produzioni agroalimentari italiane, contraddistinte da un trend in continua crescita dei valori. In questo contesto, le regioni del Mezzogiorno, pur rappresentando grandi bacini di produzione, non spiccano tra le regioni “top exporter”. La conferma arriva dalla ricerca di Nomisma, presentata a Matera all’incontro organizzato da Agrinsieme, che rileva come l’export agroalimentare delle regioni del Mezzogiorno sia cresciuto nell’ultimo decennio ad un tasso inferiore rispetto a quelle del Nord (+46% conto il +62%), arrivando a superare di poco i 7 miliardi di euro nel 2018. La minore apertura commerciale è confermata anche dall’incidenza dell’export agrifood sul Pil che rimane sotto il 2%, mentre al Nord è pari al 3,1%. La movimentazione delle merci Il trasporto su strada risulta complessivamente il prevalente su tutto il territorio nazionale: ma se le incidenze sono molto nette nelle regioni del Nord, al Sud la ripartizione modale risulta più diversificata. Nei trasporti marittimi prosegue la fase negativa per gli

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Infrastrutture: Sud penalizzato rispetto a Nord Italia ed Europa scali italiani che si occupano di transhipment di container: dopo l’uscita di scena del porto Taranto, crollano pesantemente i traffici di Cagliari (-53% di merci movimen-

tate in un anno) e prosegue la contrazione di Gioia Tauro (-6%). A livello di traffici via aerea, Napoli rappresenta l’aeroporto del Mezzogiorno con maggiore rilevanza in termini di traffici cargo movimentati, con una tendenza positiva (+2% delle merci rispetto al 2017). Le reti viarie La dotazione di infrastrutture fisiche mette in luce una diversa intensità a livello territoriale: in particolare, se a livello nazionale la densità delle autostrade è pari a 23km/1000km2 di superficie territoriale, nel Sud scende a 20km/1000km2 (con la Basilicata che ha solo 3km di autostrade ogni 1000km2 di superficie). Anche la dotazione di linee ferroviarie risulta mediamente inferiore nelle regioni meridionali (53km/1000km2 al Sud 36km/1000km2 nelle Isole, contro un 55km/1000km2 medio nazionale). L’indice territoriale elaborato da Nomisma conferma come la dotazione infrastrutturale sia fortemente diversificata: la media italiana è 153, ma scende a 151 per il Sud e a 130 per le Isole. Se tale indicatore, poi, viene associato alla presenza di reti infrastrutturali rispetto al numero di imprese agroalimentari operan-


Porto di Gioia Tauro

ti nel territorio, emerge che nelle regioni del Sud ogni impresa ha mediamente meno di 20km di infrastrutture (con la Puglia fanalino di coda con solo 7,9km/impresa), mentre al Nord Ovest ci si attesta in media sui 40km/impresa (con la Liguria che arriva quasi ai 59km/impresa). Le infrastrutturale digitali La presenza di infrastrutture digitali si delinea come elemento fondamentale per sfruttare tutte le opportunità connesse al web e alle nuove tecnologie in senso lato. A livello di singola regione l’accesso a internet da parte delle famiglie appare complessivamente buono e in crescita: nel Mezzogiorno, nonostante un progressivo recupero, si attesta sul 78% (79% nelle Isole), rispetto all’ 84% nazionale. Il confronto internazionale Se in termini di infrastrutture fisiche rispetto alle regioni meridionali della Spagna il nostro Sud regge il confronto, rispetto alla Polonia la nostra dotazione media risulta carente: 974km/1000km2 contro 1.571km/1000km2 della macroregione polacca della Masovia. Per quanto riguarda l’accesso a internet, le regioni meridionali (ad esclusione della Sardegna)

Scarse tecnologie digitali si traducono in minore innovazione rimangono in coda al Sud della Spagna e alla macroregione polacca della Masovia, ma mediamente si posizioniamo meglio del Portogallo (regione centrale) e

della Grecia (regione continentale centrale). Le ricadute sul tessuto economico Una minore diffusione delle tecnologie digitali si ripercuote in una minore innovazione: le imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche sono infatti il 26% nel Mezzogiorno, contro il 40% nel Nord. Secondo l’Indice di Competitività regionale elaborato dalla Commissione Europea, le performance delle regioni meridionali evidenziano un gap rispetto alle altre aree anche a livello internazionale. La conferma arriva dai dati sul commercio internazionale di due prodotti iconici del Sud rispetto al top competitor produttivo di vicinanza: la Spagna. Sull’olio di oliva vergine, la penisola iberica consolida il suo posizionamento di leader del mercato (2,3miliardi di euro di export nel 2018, rispetto a 1,2miliardi per l’Italia), mentre per quanto riguarda gli agrumi, nonostante un tasso di crescita leggermente superiore per l’export Italiano (+30% 2018/08), il divario è ancora molto ampio (3miliardi di export per la penisola iberica contro i 239 milioni dell’Italia). (G.B.) nnn

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FOCUS MEZZOGIORNO

Programma 2014/20: si è erogato solo il 29% dei finanziamenti per l’agricoltura. Eppure i fondi sono fondamentali per la crescita del Paese e del Mezzogiorno di Roberta Pierguidi

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a politica di coesione è indispensabile per lo sviluppo e la competitività del Paese, eppure, per il periodo di programmazione 2014/2020 (al 31 dicembre 2018), mediamente si è erogato solo il 16% dei finanziamenti previsti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ed il 29% delle somme previste dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Per inciso va detto che molto spesso è il settore agricolo a essere criticato per i ritardi nella spesa dei fondi comunitari; invece emerge come il rischio perdite sia maggiore per i fondi FESR, piuttosto che per quelli destinati all’agricoltura, ma è una magra consolazione. Gli attuali fondi a disposizione sono stati usati parzialmente a causa di un avvio lento e delle complessità del quadro regola-

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Politica di in ritardo torio stesso. È importante che i fondi a disposizione siano utilizzati nella loro interezza, più velocemente e meglio di ora. Tali risorse sono davvero in grado di cambiare il volto del Paese e in particolare del Sud, incidendo in profondità su quei fattori di ridotta competitività che frenano la ripartenza e sulle condizioni di disagio sociale. Ricordiamo che il FESR interviene su tutti gli obiettivi della strategia Europa 2020 e si concentra

sui settori d’investimento collegati al contesto nel quale operano le imprese (infrastrutture, servizi alle imprese, innovazione, ICT e ricerca) ed alla fornitura di servizi ai cittadini. Il FEASR si basa su sei priorità specifiche: promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale; potenziare la redditività e la competitività delle aziende agricole; promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione


Puglia fanalino di coda per erogazioni FEASR

Rischio perdite maggiore per i fondi FESR piuttosto che per quelli agricoli

coesione dei rischi nel settore agricolo; preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi agricoli e forestali; incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima; promuovere l’integrazione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. La politica di coesione ha anche l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, combattendo le povertà, per l’esigenza, economica prima

che sociale, di rilanciare la domanda interna, riorganizzando una macchina pubblica che garantisca l’effettiva tutela dei diritti cittadini su tutto il territorio nazionale. Investire in logistica, infrastrutture, energie, territorio, capitale umano, nuova industria manifatturiera, agroalimentare e culturale, rovesciando la perifericità del Sud, attivando strumenti nuovi come le Zone Economiche Speciali (puntando su alcune aree portuali e logistiche del Mezzo-

giorno che devono diventare priorità nazionali) che rendano “attraente” il territorio, e rilanciando la competitività del Sud, per una crescita più robusta e durevole nel tempo, per la ripresa di un vero cammino di sviluppo. In tale ambito è essenziale creare una politica integrata che possa arrivare sul territorio e direttamente alle imprese. Per questo è indispensabile dare vita a uno stretto rapporto con il territorio, integrando tra loro le politiche europee, nazionali e regionali. Andranno, quindi, rafforzati gli strumenti destinati alle aree interne e alle zone svantaggiate, anche al fine di garantire la presenza e il mantenimento dell’attività agricola e la gestione forestale sostenibile in tali aree. Il permanere dell’agricoltura in queste zone, infatti, consente la continuità nell’erogazione dei servizi ecosistemici e paesaggistici forniti dal settore, contribuendo così a garantirne anche la sostenibilità economica. nnn

FEASR, SPESA SOSTENUTA NEL MERIDIONE REGIONE % Abruzzo 19 Basilicata 22 Calabria 35 Campania 25 Molise 35 Puglia 19 Sardegna 36 Sicilia 27 Italia Totale 29 (agg.to 31/12/18) GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 27


FOCUS MEZZOGIORNO

Dalla Calabria con amore OP Monte di Polistena (RC) esporta il 70% dei kiwi prodotti. Nuova sfida portare nel mondo la Cipolla Rossa di Tropea di Gabriella Bechi

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sportare kiwi made in Italy dalla Calabria in tutto il mondo si può. E’ la scommessa vinta con passione, orgoglio e determinazione da Francesco Sorace, presidente della OP Monte, nella Piana Di Gioia Tauro, a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, realtà leader nel settore ortofrutticolo. Nata sotto forma di cooperativa già nel 1991, grazie all’esperienza acquisita negli anni, nel 2001 si è trasformata in Organizzazione di Produttori, con l’intento di aggregare e distribuire le produzioni del territorio. La superficie associata, di circa 600 ettari, è distinta tra agrumi (arance, clementine e mandarini) e kiwi, destinati al mercato del fresco e alla GDO. Alla base del successo investimenti in ricerca e nuove tecnologie, che hanno consentito una crescita costante, e politiche espansive di marketing che hanno saputo sfruttare il brand del made in Italy, puntando sulla qualità e sulla unicità del prodotto. La OP

Monte ha implementato un Sistema di Gestione per la Qualità conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO 9001:2008 ed ha ottenuto la GLOBAL G.A.P., la Certificazione di conformità allo standard, requisito essenziale per dimostrare il rispetto di buone pratiche nella coltivazione, in modo particolare per i prodotti freschi e non trasformati. Il 70% del kiwi è destinato all’export: Europa, ma soprattutto America del Nord e del Sud, Asia (la OP Monte è stata la prima ad arrivare in Cina) e Australia. La vendita è affidata ad un ufficio commerciale opportunamente predisposto che opera sui mercati di tutto il mondo. Oltre al Verde di Calabria, nelle varietà Hayward e Green Light, importato nella regione agli inizi degli anni Ottanta e che ha subito avuto un notevole successo, grazie al particolare clima caldo-umido ed ai terreni di medio impasto che consentono un rapporto ottimale della pianta con l’ambiente, la OP Monte vanta il Soreli Gold,


Cipolla: allungare periodo di commercializzazione con il prodotto secco

kiwi giallo, di notevole pregio, di cui possiede la licenza per la ricezione, la lavorazione e la distribuzione e che sta riscuotendo l’interesse di tanti produttori associati.

C’è poi il Dorì Gold, una varietà a polpa gialla made in Italy, sviluppata dalle Università di Bologna e Udine, precoce rispetto a quelle omologhe già presenti, che matura con un mese di anticipo e può essere raccolta già da settembre. Da gennaio 2018 Francesco Sorace si è lanciato in una nuova avventura ed ha acquisito la Società agricola Veltri, specializzata nella produzione di Cipolla Rossa di Tropea Igp, che è entrata a far parte ufficialmente della OP Monte. La Rossa di Tropea è una cipolla completamente diversa dalle altre. Le condizioni pedoclimatiche del comprensorio della costa medioalta del Tirreno calabrese - terreno, temperatura, umidità, ore di luce - il peculiare corredo genetico e l’ingegno umano ne hanno fatto un prodotto unico, dalle caratteristiche qualitative, fisico-chimiche e organolettiche straordinarie. La produzione e la raccolta

nei campi avvengono secondo le antiche tradizioni: quasi esclusivamente a mano, poiché questa cipolla è molto tenera e delicata. “Per questo in piena stagione di raccolta - spiega Sorace - arriviamo ad impiegare fino a 300-400 persone.” La nuova sfida è portare la Cipolla Rossa di Tropea nel mondo, come è successo per il kiwi, sfruttando una rete commerciale già avviata e puntando ancora una volta sulla qualità e sulla italianità di questo prodotto, già molto conosciuto e apprezzato dai consumatori stranieri, ed investendo in nuovi macchinari e tecnologie avanzate per aumentare la sua shelf-life. “Con il prodotto fresco siamo già presenti in tutte le più importanti catene di distribuzione italiane e in molte nazioni europee, come Francia, Svezia, Germania e Inghilterra - dice Francesco Sorace -. La cipolla però non sopporta lunghe tratte e il nostro obiettivo è quello di allungare il più possibile i periodi di commercializzazione, puntando anche sul prodotto secco, con il quale possiamo arrivare fino negli Stati Uniti e in altre parti del mondo”. nnn

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FOCUS MEZZOGIORNO

Non arrendersi

Greco e Diana su Xylella e Tristeza che impongono riconversioni e diversificazioni in settori fondamentali per il Mezzogiorno come olivi e agrumi di Gaetano Menna

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in corso un profondo rinnovamento varietale nel Sud, in parte dovuto alle nuove esigenze produttive, ma purtroppo anche e soprattutto alle minacce di patogeni ed organismi nocivi. Ne parliamo con Pantaleo Greco e Gerardo Diana, rispettivamente presidenti delle Federazioni nazionali Olivicola e Agrumicola di Confagricoltura. Problema enorme per l’olivicoltura è quello del batterio della Xylella fastidiosa che continua ad avanzare a una velocità di più di due chilometri al mese provocando un danno epocale. Greco, personalmente, sta procedendo alla riconversioe con nuovi sesti di impianto di varietà tolleranti al batterio. Massimizza-

zione delle risorse, nuovi sistemi colturali, moderne tecnologie di piantumazione e di raccolta con sistemi di guida automatica, nuove cultivar selezionate da un mondo della ricerca attivo e propositivo, sono i capisaldi della nuova filiera olivicola e olearia salentina e meridionale. Greco sta procedendo poi ad una diversificazione di parte dell’area produttiva puntando sulla viticoltura. Investimenti importanti i suoi per i quali il PSR Puglia dà più incertezze che certezze, registrando misure non evase dal 2016. “I produttori sono assolutamente vittime di una epidemia che hanno subito. Rischiano in prima persona, puntando al rinnovamento varietale con pochis-


“Serve più rigore per impedire accesso a nuovi patogeni” produttori afferente a Confagricoltura). Bisogna proseguire su questa strada per l’individuazione di cultivar olivicole immuni al batterio”. Situazione drammatica anche negli agrumeti. In Sicilia oltre settantamila mila ettari coltivati ad agrumi sono infestati dal Virus Tristeza e tra un paio di anni l’intera produzione è destinata a scomparire. La ricerca ha individuato nuovi portainnesti tolleranti al virus. Ci ha detto Diana: “Stiamo ripiantando con varietà più appetibili per il mercato, allungando la stagione di raccolta - nel mio caso dell’arancio rosso prolungandola fino ad aprile - attenti alla shelf life, ovvero il periodo di durata dei frutti, dalla produzione alla vendita. Insomma varietà più apprezzate dal mercato, più produttive, di una pezzatura più grande”. “Tutto ciò è sicuramente un ‘più’ che viene dal nuovo portainnesto che però resiste meno al marciume radicale per la troppa acqua; un proble-

ma notevole visti i cambiamenti climatici di questi ultimi anni, in cui si passa dalla siccità all’alluvione. Abbiamo dovuto fare ballature per permettere alla pianta di sgrondare l’acqua in eccesso. Stiamo studiando nuovi trinciaerba che riescano a intervenire con i montarozzi”. Intanto la notizia della presenza della ‘macchia nera’ o CBS (citrus black spot) in Tunisia ha vivamente allarmato i nostri agrumicoltori. Dopo Sud Africa, Argentina, Uruguay e Brasile, ora il pericolo può dirsi alle porte di casa. “In un momento in cui - ha osservato Diana - stiamo cercando di superare il problema della Tristeza con ingenti investimenti, non possiamo assolutamente permetterci l’arrivo di una nuova fitopatia”. “Servono adeguati fondi europei e nazionali per favorire le riconversioni varietali e gli investimenti, ma ci attendiamo pure - hanno dichiarato all’unisono i due rappresentanti di Confagricoltura - un maggior rigore di Bruxelles per impedire l’accesso nella UE di nuovi patogeni ed organismi nocivi con il materiale vegetativo importato da Paesi terzi”. nnn

sime sicurezze e tante attese”. La Xylella fastidiosa è una minaccia per tutta l’olivicoltura mediterranea ed europea e i trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio con cui, in qualche modo, bisogna convivere. “Non dobbiamo abbassare la guardia ed è indispensabile la ricerca scientifica - ha proseguito Greco -. In quest’ottica sono state importanti le indagini condotte dal CNR, che ha scientificamente provato la relazione tra il ceppo di Xylella del Salento ed il disseccamento degli ulivi e testato le due cultivar tolleranti sino ad ora rintracciate; da segnalare pure gli studi condotti in Salento da Aprol (Organizzazione dei GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 31


AT T U ALI TÀ E V EN T I

Accordo Confagri ed Enel per migliorare la qualità del servizio alle imprese agricole di Gabriella Bechi

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avorire l’innovazione, l’efficienza energetica, la sostenibilità e i processi di digitalizzazione per aumentare la competitività del settore agricolo. E’ questo l’obiettivo dell’accordo che Confagricoltura e Enel hanno firmato per identificare le possibili sinergie tra il settore energetico e quello agricolo e produrre benefici economici, sociali e ambientali. Confagricoltura promuove in maniera generalizzata il rafforzamento della competitività delle imprese e di tutte le filiere agroalimentari che producono, commercializzano e vendono i loro prodotti, anche con un rinnovato impegno per l’ambiente, la sicu-

Compe ene rezza alimentare, la salute ed il benessere. L’accordo firmato con l’azienda leader nel settore energetico è diretto proprio ad identificare le possibili sinergie e gli ambiti di collaborazione che possono essere di reciproco interesse e vantaggio, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di aziende agricole sempre più competitive sui mercati. Il comparto energia, infatti, rappresenta un tema di rilevanza strategica, dove le istanze economiche e di sviluppo agricolo si intrecciano fortemente con quelle della sostenibilità. Inoltre, la qualità della fornitura dell’energia elettrica riveste un’importanza crescente per tutti i clien-


Prevista consulenza commerciale ed energetica per le imprese associate ad assicurare alle aziende associate un adeguato livello di qualità del servizio, anche attraverso il presidio delle situazioni di emergenza. E allo stesso tempo, grazie al monitoraggio continuo delle esigenze delle imprese, rafforzare la loro competitività e quella di tutte le filiere agroalimentari, congiuntamente alla sostenibilità delle produzioni agricole”. “L’intesa - ha sottolineato Carlo Tamburi, direttore Enel Italia dimostra l’approccio sostenibile di Enel e l’attenzione al cliente attraverso l’individuazione di soluzioni innovative in grado di soddisfarne ed anticiparne le esigenze. Il settore agricolo rappresenta per il nostro Paese un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e la collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di migliorare ulteriormente la qualità dei servizi che offriamo alle aziende del comparto”. L’intesa prevede l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla qualità del servizio elettrico per l’analisi delle esigenze delle imti finali ed in particolare per le prese e un programma di incontri aziende del settore agricolo che adottano strumenti e criteri produttivi sempre più sofisticati e sensibili. Grazie a questo protocollo le imprese associate a Confagricoltura potranno beneficiare di un servizio di consulenza commerciale ed energetica che accompagnerà ogni fase dei rapporti contrattuali con le società del Gruppo Enel. “L’accordo - ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - vuole contribuire

titività rgetica

di formazione per migliorare le condizioni di sicurezza durante lo svolgimento di attività agricole in prossimità di impianti di rete. Sempre all’interno del tavolo tecnico saranno valutati ulteriori ambiti di azione diretti all’efficienza energetica, a proseguire nel percorso di sviluppo di impianti di produzione di energia rinnovabili nel settore agricolo, anche in relazione agli obiettivi del Piano clima energia del governo, ed alla mobilità sostenibile. Altro aspetto importante dell’accordo è la gestione delle emergenze. Il ripetersi, con sempre maggiore frequenza, di fenomeni meteorologici e/o ambientali straordinari può comportare ripercussioni sulle infrastrutture, anche quelle energetiche, che impattano sullo svolgimento delle attività degli imprenditori agricoli. L’obiettivo è quello di fornire soluzioni tempestive alle situazioni emergenziali per agevolare il ripristino delle attività. Fermo restando, il coordinamento operativo, in caso di emergenza, che Enel assicura, a livello nazionale e regionale, con prefetture, protezione civile, enti locali, per assicurare a cittadini ed imprese un servizio elettrico compatibile con la condizione emergenziale ed idoneo alle esigenze dei clienti. nnn

Primoz Roglic al Giro d’Italia. Enel è sponsor ufficiale della Maglia Rosa GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 33


L’ombelico del mondo


Incontri BtoB di Confagri Promotion a New York e Chicago tra 25 aziende enoiche italiane e un centinaio di buyer, sommelier, ristoratori, operatori trade e press Usa di Paola Castello

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i è conclusa con esito positivo la missione USA delle aziende vitivinicole di Confagricoltura. Il Nord America Tour, organizzato da Confagri Promotion, ha portato 25 aziende italiane ad incontrare oltre un centinaio tra buyer, sommelier, ristoratori e operatori trade e press del mercato statunitense. Un mercato, per i nostri produttori di vino, molto interessante sia per volume di affari, sia perché gli americani stanno sempre più affinando il loro interesse per questo prodotto, con conseguente crescita del consumo. Si è partiti dal The Pierre Hotel, sulla 5th Avenue a New York, a pochi passi da Central Park. La modalità è stata quella ormai collaudata del walk around tasting, ovvero delle degustazioni libere, non secondo appuntamenti prefissati. Questo nulla ha tolto alla metodicità degli operatori statunitensi, che - prima di incontrare le aziende di Confagricoltura - hanno studiato le schede tecni-

che delle varie cantine e hanno seguito dei seminari educativi, organizzati dall’ICE, sui prodotti vitivinicoli italiani. Insomma una formula flessibile, dietro la quale però si cela grande professionalità affinché gli incontri possano portare al massimo risultato. Cantina Enotria, Terre di Melazzano, Cobue, Borgo La Caccia, Amastuola, Fattorie Giannozzi, Poggio alle Querce, Mola, Mariani, Gramineta, Castagnini, Cima, Podere Sette, Fattoria di Montechiari, Podere Gusto, Casa Vinicola Fazio, Società Agricola A.R.L., Tenuta Tre Gemme, Cantine Tora, Azienda agricola Pilandro, Azienda agricola Zuliani Emilio, Vignaioli Piemontesi, Cinciano, De Stefani e Biologica Stellino, queste le 24 cantine presenti a New York, a cui si è aggiunta la Tenuta Santi Giacomo e Filippo, per la tappa di Chicago. Un insieme di realtà imprenditoriali variegato e ricco, sia per prodotti, sia per provenienza. In questo gruppo di aziende - alcune presenti con i propri sales mana-

GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 35


AT T U ALI TÀ E V EN T I

Usa importante per agroalimentare italiano che vale 4,2 miliardi euro ger, altre direttamente con i titolari - erano rappresentate quasi tutte le regioni d’Italia, con le loro specificità e caratteristiche enologiche, dal Piemonte alla Sicilia (che ha partecipato per la prima volta alle iniziative di Confagri Promotion), dal Veneto alla Puglia. Nero d’Avola, Chianti, Vermentino, Cabernet, Sangiovese, Aglianico, Primitivo, questi sono solo alcuni dei vini portati in degustazione. Non sono mancati neppure i rosati né le bollicine. Una tale varietà ha incuriosito e piacevolmente colpito i buyer statunitensi che dell’Italia - si sa - subiscono fortemente il fascino. A riprova di questo, le cifre del nostro export negli Stati Uniti testimoniano che gli USA sono la piazza più importante per l’agroalimentare italiano fuori dall’UE, con un valore di 4,2 miliardi di euro. Andando più nel dettaglio, in ambito strettamente enologico, dalle ultime analisi ICE (dati 2019) risulta, in particolare,

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che sono soprattutto i vini rossi quelli che l’Italia esporta negli Stati Uniti (34%), quindi i bianchi fermi per il 31% e gli spumanti per il 21%. Altro aspetto che rivela la passione che gli USA nutrono per i prodotti italiani è il fatto che il nostro Paese detiene il primato per quantità di vino esportato negli Stati Uniti (il fatto poi che l’Italia, in termini di valore, sia superata dalla Francia ci deve spingere a lavorare in maniera mirata e congiunta, con una strategia condivisa e a lungo termine). Lo stato di New York è il secondo importatore di vino italiano (dopo la California) e l’Illinois è tra i primi dieci. Da qui la scelta delle tappe di questo tour: dopo la Grande Mela è stata la volta di Chicago, dove hanno fatto visita al nostro evento il Console della città, Giuseppe Finocchiaro, e il direttore dell’ICE, Marco Saladini. In questa città dinamica e moderna, a far da cornice agli incontri delle aziende, è stata The Dalcy Event Hall, nel Fulton - Randolph Market District, quartiere molto rinomato per la ristorazione.

Prossimo appuntamento in autunno alla conquista del Paese del Sol Levante Anche qui buyer e operatori preparati hanno incontrato le nostre cantine e degustato in walk around tasting i prodotti. E’ sempre più importante investire in export e allargarsi a nuovi mercati e farlo con costanza e continuità. Oggi, inoltre, è richiesta una capacità di penetrazione dei mercati sempre più affinata, una rete di rapporti commerciali ed istituzionali difficile da tessere. Per questo Confagri Promotion continua a rafforzare il suo impegno a supporto delle imprese che vogliono accedere ai mercati esteri e di quelle che, già presenti all’estero (come qualcuna di questo Nord America Tour), vogliono consolidare la propria posizione. Il prossimo appuntamento per le aziende del vino è in autunno, per conoscere un altro dei mercati più interessanti per l’agroalimentare italiano: quello giapponese. nnn


Presentato il marchio “Verdemetano” per il carburante di origine agricola made in Italy

Biometano tricolore

T

racciabilità e qualità, con marchio di garanzia made in Italy. Non stiamo parlando di un pregiato formaggio o di un salume, quanto piuttosto del biometano di origine agricola, che da oggi avrà una punzonatura speciale: ‘Verdemetano’. Il nuovo marchio, primo in Italia, è stato presentato a Fico, a Bologna, in occasione della seconda edizione di “A tutto biometano”, dall’ente organizzatore CGBI-Confederazione generale bieticoltori italiani, che rappresenta le due storiche associazioni bieticole nazionali, Anb e Cnb, con una base associativa di oltre 5.200 aziende agricole. L’evento “A tutto biometano” patrocinato da Confagricoltura, Cib-Consorzio italiano biogas e Ager Borsa merci di Bologna - ha sancito anche l’accordo tra CGBI

e IES Biogas, società italiana con proiezione globale controllata da Snam e attiva nella progettazione, costruzione e gestione di impianti a biogas e biometano. L’intesa è volta a realizzare i primi impianti del gruppo bieticolo per la produzione di biometano, localizzati nel Piacentino, nel Ravennate e in Lombardia. “Quello a marchio ‘Verdemetano’ è un biometano speciale, un biocarburante avanzato che proviene esclusivamente dalla lavorazione di sottoprodotti agricoli tracciati quali polpe di barbabietola, vinacce, sansa, pollina, reflui zootecnici e produzioni agricole di secondo raccolto - e come tale deve avere un marchio che lo distingue e una giusta valorizzazione sul mercato. Si tratta ora di aggregare i produttori e negoziare al meglio la vendita del prodotto”, spiegano Gian-

giacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente CGBI e ANB, e Gabriele Lanfredi, presidente CNB. Di fatto, con la registrazione del marchio, CGBI avvia la campagna di comunicazione per diffondere il valore della produzione e rafforzare la piattaforma di scambio “Agri.bio.mobility”, nata un anno fa, che riunisce i produttori agricoli di biometano, il trasporto su gomma e le imprese che puntano alla sostenibilità come fattore distintivo della loro presenza sul mercato. L’adesione alla piattaforma è aperta a tutti i produttori di biometano agricolo, che potranno così utilizzare il marchio registrato Verdemetano. “Siamo partner orgogliosi di questo progetto di filiera agro-energetica legata al trasporto sostenibile che per la prima volta pone l’agricoltore al centro della catena del valore - dichiara Marco Mazzero, Ceo di IES Biogas -. Crediamo molto nella forza di fare sistema tra agricoltori, territorio e Istituzioni per generare sviluppo a lungo termine. Insieme a CGBI abbiamo promosso un nuovo modo di fare agricoltura, che di fatto è un esempio virtuoso di economia circolare, che riduce le emissioni e crea occupazione. L’iniziativa ‘Verdemetano’ darà un impulso alla nostra agricoltura”. (M. M.) nnn GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 37


AT T U ALI TÀ E V EN T I

Presentato al Food & Science Festival di Mantova il nuovo approccio all’innovazione di Syngenta di Claudio Costantino

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Vedi il video su Mondo Agricolo Multimedia

ella dichiarazione finale dei ministri dell’Agricoltura, al G20 di Niigata, in Giappone, si è sottolineato come “innovazione e conoscenza saranno sempre più fondamentali per la sostenibilità della crescita nel campo della resa alimentare; i ministri hanno quindi ribadito come vi sia “un enorme potenziale dell’agricoltura a livello globale, grazie all’uso delle più raffinate tecniche di produzione del cibo”. Quanto detto a Niigata deve far riflettere e spingere ad agire. Lo ha subito fatto Syngenta Italia che, al ‘Food & Science Festival’ di Mantova, ha tenuto il convegno “Accelerating innovation in a changing world: innovazione a servizio della filiera e della ricerca”. In tale occasione la multinazionale ha ufficialmente annunciato, nel nostro Paese, il nuovo approccio all’innovazione. Gli agricoltori - ha spiegato Syngenta a Mantova, - dovranno es-

Riccardo Vanelli, AD Syngenta Italia, e Franco Manzato sottosegretario al Mipaaft 38 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

Accelerare


Vanelli: “Modello condiviso di agricoltura più produttiva e più sostenibile”

la crescita CONFRONTO CON STAKEHOLDER PER IL MADE IN ITALY

All’interno del complesso scenario globale, anche l’Italia sarà chiamata a difendere, consolidare e valorizzare sempre di più il suo patrimonio di eccellenze in campo agroalimentare. Sarà necessario continuare ad investire in progetti di ricerca e innovazione utili a preservare le caratteristiche qualitative distintive dei prodotti agricoli “made in Italy”, migliorandone la sostenibilità ambientale, ma anche economica. Il confronto intrapreso con gli stakeholder proseguirà nei prossimi mesi. “Collaboreremo con agricoltori, università e gruppi ambientalisti alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni sostenibili e riferiremo in modo trasparente sui progressi e i risultati di questi investimenti - ha dichiarato Vanelli -. Lavoreremo sempre più per un modello condiviso di agricoltura più produttiva e più sostenibile, concretizzabile solo grazie all’impegno di tutti e obiettivi comuni”.

sere posti nelle condizioni di fare passi avanti sostanziali nell’innovazione, per produrre di più, soddisfacendo così una domanda in crescita di cibo per una popolazione mondiale in aumento e per l’obiettivo delle Nazioni Unite “Fame Zero” al 2030; lo dovranno fare però raccogliendo, al contempo, le sfide crescenti della sostenibilità, del cambiamento climatico, dell’erosione del suolo, della perdita di biodiversità. “Fare innovazione in agricoltura è da sempre nel DNA della nostra azienda - ha dichiarato l’amministratore delegato di Syngenta Italia, Riccardo Vanelli -. La nostra missione infatti è quella di aiutare gli agricoltori a produrre di più con minori risorse, salvaguardando l’ambiente grazie all’innovazione scientifica”. La rinnovata spinta all’innovazione, che Syngenta intende intraprendere, è il risultato di un confronto concreto con oltre 350 stakeholder a livello mondiale, che il Gruppo ha avviato a partire dallo scorso anno. Il punto di vista della società e le esigenze ambientali, così come la risposta ai bisogni degli agricoltori, diventeranno sempre più motore per l’innovazione. Continueremo inoltre nel perseguire la sicurezza dei nostri prodotti, già altamente regolamentati, e il ruolo che svolgono nel garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti. Questo si affiancherà alla collaborazione con diversi partner coinvolti per ridurre ulteriormente i residui nelle colture, mantenendo inalterata la produttività, continuando a migliorare la salute del suolo, prevenendone l’erosione. Infine, i nostri investimenti saranno sempre più mirati a tutela di agricoltori e ambiente, attivando collaborazioni per ricercare e sviluppare nuove soluzioni e mercati sostenibili. nnn GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 39


M APPAMONDO

di Jordan Nash

Libero scambio con la Tunisia AIUTI AGLI AGRICOLTORI AMERICANI

all’agricoltura americana. I fondi saranno così ripartiti: 14,5 miliardi di dollari quale sostegno diretto al reddito degli agricoltori; 1,4 miliardi per l’acquisto di prodotti sul mercato per gli aiuti alimentari interni e 100 Il segretario all’Agricoltumilioni per iniziative finara degli Stati Uniti, Sonny lizzate all’apertura di nuovi Purdue, ha annunciato che mercati di sbocco. Il titolare il governo ha stanziato 16 all’Agricoltura, pur riconomiliardi di dollari di aiuti scendo l’importanza del agli agricoltori danneggiati mercato cinese per cui audalla guerra dei dazi fra spica un ritorno al tavolo, ha USA e Cina, che ha colpiprecisato che, se non verrà to duramente l’export di raggiunto un accordo USA/ prodotti agricoli. Il nuovo Cina, gli Stati Uniti potranpacchetto si va a sommare a quello stanziato lo scorso no esportare i loro prodotti anno, portando a 28 miliardi altrove: ad esempio in India, Thailandia e Filippine. di dollari gli aiuti concessi

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l primo ministro Youssef Chahed ha assicurato che la Tunisia non firmerà un accordo di libero scambio con l’Ue contrario agli interessi del Paese e dei suoi agricoltori. La Tunisia e l’Unione europea sono nella fase finale dei negoziati per un accordo di libero scambio globale (Aleca), la cui firma è stata annunciata per la fine del 2019. L’accordo punta a una migliore integrazione dell’economia tunisina nello spazio economico europeo, in particolare liberalizzando gli scambi di servizi, alleggerendo le barriere doganali, avvicinando i

quadri normativi e proteggendo gli investimenti. Uno studio sviluppato nel quadro del progetto a sostegno dell’iniziativa mediterranea ENPARD, attuata dall’Istituto agronomico mediterraneo CIHEAM-Mediterraneo di Montpellier, sottolinea che la Tunisia esporta solo il 5% della produzione nazionale di agrumi, limitata ad un solo prodotto, l’arancia maltese, che viene inviato esclusivamente in Francia. Con il futuro accordo, un potenziale di 39.000 tonnellate di arance potrebbe arrivare in Europa, esente da dazi doganali.

EGITTO, ACCELERATORE SU OLIVICOLTURA

Il ministro dell’Agricoltura dell’Egitto, Ezz El Din Abu Steit, ha rivelato l’ambizioso progetto di mettere a coltura 100 milioni di piante d’olivo nel Paese. L’Egitto è il secondo maggior produttore mondiale di olive da tavola, e, nella stagione 2018/19, ne ha prodotte circa 450.000 tonnellate, 100.000 delle quali sono state esportate. Sebbene il Paese sia stato in grado di soddisfare una crescita del consumo interno di olive da tavola, la produzione di olio d’oliva si è attestata ad appena 20.000 tonnellate. Molti, nel settore agricolo, sperano che la crescita della produzione di olio d’oliva possa portare un valore aggiunto, assolutamente necessario al comparto. 40 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

Youssef Chahed


Australia importa grano TOUR DI FRANCIA DEI GIOVANI TALENTI

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er la prima volta in 12 anni, a causa della siccità, l’Australia importa grano. L’ingresso è stato accordato al prodotto canadese per essere trasformato nel mercato interno. I cerealicoltori australiani sono contrari a questa concessione per motivi di biosicurezza: temono che ci sia il forte rischio d’importare anche malattie o nuove infestanti. Anche nella campagna 2018/2019, a causa condizioni di aridità che interessano lo Stato di Victoria, il Nuovo Galles del Sud e alcune zone

dell’Australia Meridionale e del Queensland, la produzione agricola invernale australiana si prevede calerà a 29,3 milioni di tonnellate, che rappresenta il 20% in meno della media degli ultimi venti anni. L’Australia Occidentale, invece, ha registrato uno dei migliori inverni e ha inviato prodotto all’area Orientale, ma si tratterebbe di grano notevolmente meno proteico di quello canadese. La situazione ha forte impatto anche sugli allevatori, da sempre grandi consumatori di cereali sfusi.

Per la Pac, in Francia, si riparte dagli agricoltori. Lo sostengono Sylvie et Christophe Dequidt che, nel loro libro “Il tour di Francia dei giovani talenti dell’agricoltura”, sostengono che piuttosto che riformare la Pac basandosi unicamente su norme e regole fiscali, sarebbe importante e necessario prendere in considerazione le esperienze degli agricoltori. In questo modo la politica agricola soddisferebbe le esigenze degli imprenditori. Il successo di questi agricoltori, secondo gli autori, riduce al minimo il ruolo del supporto pubblico, spesso non capace di accompagnare i progetti originali d’impresa. I cinquanta ritratti mostrano che l’agricoltura ha cambiato modello, senza rinunciare alla sua diversità. Inoltre si è arricchita con nuove attività (produzione di energia, vendita diretta, filiera corta ecc.) e con nuovi soggetti sempre più costituiti da giovani manager che intendono avviare un’impresa di successo nel primario. POMODORI MAROCCHINI IN SPAGNA

È cresciuto del 23,59%, tra gennaio e febbraio, l’export di pomodori marocchini verso la Spagna. Lo rivelano i dati del servizio statistico Estacom (Icex-Tax Agency). Mentre l’export spagnolo di pomodori nei primi due mesi dell’anno è diminuito del 16,67%, nello stesso periodo gli acquisti spagnoli di pomodori dal Marocco sono aumentati di ben il 179,78%. La

Francia è il principale consumatore di pomodori marocchini; al secondo posto la Russia. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 41


SPECI ALE T R AT T ORI

Cresce il fatturato di SDF grazie all’exploit sul mercato europeo

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DF, con sede centrale in Italia a Treviglio (BG), è uno dei principali produttori mondiali di trattori, macchine da raccolta e motori diesel. Distribuisce i propri prodotti con i marchi SAME, DEUTZ-FAHR, Lamborghini Trattori, Hürlimann, Grégoire. La gamma di trattori copre una fascia di potenza da 25 a 336 CV e la gamma delle macchine da raccolta arriva fino a 395 CV. Conta 8 siti produttivi, 12 filiali commerciali, 2 joint venture, 155 importatori e oltre 3.100 concessionari, occupando più di 4.200 dipendenti nel mondo. I risultati economici di SDF nel 2018 hanno evidenziato una crescita sia del fatturato che della redditività. L’esercizio 2018 si è chiuso con un fatturato di 1.373 milioni di euro, del 3,6% superiore rispetto al 2017. L’EBITDA - l’indicatore di profittabilità del gruppo - è stato del 9% pari a 123 milioni di euro, rispetto a 105 milioni di euro pari al 8% del 2017. L’utile netto consolidato ha raggiunto nel 2018 i 42 milioni di euro rispetto ai 26 milioni dell’anno precedente. Tale risultato, che riporta il Gruppo ai livelli storici massimi di redditività, è stato possibile grazie all’ottima perfor42 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

mance sul mercato europeo, che ha più che compensato il calo dei mercati extra-europei, in particolare di quello turco. “Il 2018 è stato per noi - commenta Lodovico Bussolati, Ceo di SDF - un anno significativo sotto molti aspetti. Siamo stati in grado di conseguire un incremento del fatturato nonostante le difficoltà che si sono verificate in alcuni mercati extra-europei. Ciò è stato possibile in virtù della crescita avvenuta in Europa dove i nuovi prodotti, realizzati grazie

agli investimenti straordinari degli ultimi anni, hanno ottenuto il gradimento del mercato sia per quanto riguarda i trattori sia per le macchine da raccolta.” Nel mercato europeo SDF ha conseguito una crescita del 12% del fatturato rispetto all’anno precedente, grazie anche al lancio di nuovi prodotti, in particolare nella fascia dell’alta potenza e nella nuova gamma degli specialistici. La Turchia ha registrato un forte ridimensionamento del fatturato, dai 105 milioni di euro del 2017 ai


Costruire il successo Nel 2018 61 milioni in ricerca, sviluppo e investimenti 48 milioni di euro del 2018, dovuto alla grave crisi economica che ha comportato una riduzione del mercato dei trattori del 34%. Ciò nonostante la quota di mercato del Gruppo sia cresciuta di un punto percentuale rispetto al 2017. A fronte di un calo del mercato del 10%, la Cina ha confermato

nel 2018 i livelli di fatturato 2017 ed è stata inoltre completata la seconda fase degli investimenti previsti nell’ampliamento della gamma prodotto e nella nuova linea dedicata alle macchine da raccolta. Il comparto mietitrebbie ha leggermente incrementato il risultato 2017 sia in termini di fatturato che di redditività mentre per le vendemmiatrici Grégoire prodotte in Francia il 2018 è stato un altro anno record, sia a livello di fatturato sia di risultato, grazie all’otti-

mo recepimento della nuova gamma prodotto da parte del mercato. Le spese in ricerca e sviluppo e gli investimenti sul prodotto sono stati nel 2018 pari a 61 milioni di euro. Tra gli altri investimenti più significativi dell’anno vale la pena citare 10 milioni di euro per le nuove linee produttive dello stabilimento di Bandirma in Turchia e 10 milioni di euro per il rinnovamento dello stabilimento e per il nuovo centro clienti SAME inaugurati lo scorso novembre a Treviglio. (G. M.) nnn GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 43


SPECI ALE T R AT T ORI

In Spagna “Demoagro 2019” con spazio fieristico tondo per prove in campo dedicate ad agricoltura estensiva e di precisione di Gaetano Menna

Meccanizzazione circolare

L’

innovazione meccanica, in Spagna, è proposta in circolarità. Si chiama “Demoagro” ed è la kermesse proposta dall’ Associazione nazionale dei costruttori (Ansemat). L’evento ha avuto luogo a fine maggio nella tenuta di Castillo de Orus, nella provincia di Huesca (Aragona), all’interno di 50 ettari di area espositiva tonda. L’appuntamento è stato dedicato all’agricoltura estensiva e di precisione; gli espositori hanno avuto la possibilità di mettere in mostra le caratteristiche moderne ed evolute dei loro macchinari e di svolgere prove in campo, spesso in contemporanea, ognuno nel proprio settore. La kermesse si è sviluppata attorno a due tematiche princi-

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pali: “Demosuelo” con 33 espositori che si sono occupati di mostrare macchine per la preparazione primaria del suolo, della semina, della distribuzione dei fertilizzanti; “Demorecolección” con 18 espositori che si sono dedicati alla presentazione di macchine per la fase di falciatura e di raccolta. Uno dei punti focali è stata la dimostrazione su campo delle prestazioni dei macchinari. Gli agricoltori intervenuti hanno potuto rendersi conto fin da subito dell’efficacia e della modernità delle attrezzature per l’agricoltura di precisione presenti a Huesca. Negli ultimi anni, Demoagro ha catturato un interesse sempre maggiore e ciò lo si desume non solo dal numero elevato di visi-

tatori che prende parte alla manifestazione edizione dopo edizione, ma anche dal numero di espositori. Tra le novità presentate ci sono quelle di Forigo Roter, azienda italiana che esporta l’85% della propria produzione e guarda con interesse anche alla Spagna; i suoi macchinari coprono ogni esigenza di preparazione attiva del terreno (ed operazioni ad esse strettamente connesse), tanto nel settore agricolo quanto in quello orticolo e delle colture speciali. Anche Arbos è ritornato a Demoagro per mostrare le migliorie, i progressi e le conferme che il Gruppo ha ottenuto nel corso degli ultimi anni, attraverso una gamma di trattori e di attrezzature particolarmente adatta per l’area mediterranea. Tra le novità, la première assoluta della serie 7000 al lavoro. Per ribadire ancor più l’importanza delle prove su campo, da quest’anno Demoagro si espanderà ulteriormente, creando un evento correlato dal titolo “Demoagro Specialty” che si terrà dall’1 al 3 ottobre a Turis, a pochi chilometri da Valencia; in tale occasione si potrà assistere ad una serie di dimostrazioni, non solo di macchine, ma anche di attrezzature e processi agricoli specifici. nnn


Nuovo Turbofarmer di Merlo strizza l’occhio in particolare al comparto delle agroenergie

Telescopico per il biogas

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erlo, storico costruttore di sollevatori telescopici, ha presentato il nuovo Turbofarmer TF65.9 CS ‘Alta Capacità’, caratterizzato da un inedito layout costruttivo che ne esalta le doti di produttività e sicurezza. Apre indubbiamente la strada ad una nuova generazione di telescopici rivolti in particolare al comparto del biogas (e, più in generale, degli impianti a biomassa) che richiede macchine idonee agli impieghi più onerosi, in grado di garantire portata elevata e struttura adatta a movimentare, con massima stabilità operativa e in piena sicurezza, carichi pesanti. “Nel comparto delle agroenergie - ad avviso del Gruppo Merlo c’è una forte domanda di macchine versatili, in grado cioè di operare a 360 gradi, utilizzando per ogni lavorazione una specifica attrezzatura. Ma la flessibilità non deve andare a discapito né della capacità di carico, né dell’altezza di sollevamento”. Il nuovo TF65.9 è davvero una macchina imponente, potente e versatile; ha una portata massima di sollevamento che raggiunge i

6.500 kg e un’elevazione di 8,8 metri d’altezza. Monta il motore FPT Industrial serie Nef a quattro cilindri da 4,5 litri di cubatura e da 170 cavalli di potenza. Tra le caratteristiche innovative ci sono il sistema di sicurezza evoluto e adattativo MCDC (che controlla in continuo la stabilità della macchina) e una potenziata idraulica con l’esclusivo blocco distributore idraulico (sviluppato su design aziendale) deputato a operare a 360 gradi ed a consentire l’integrazione di più funzioni in termini di operatività e di sicurezza. Monta una nuova, ampia ed ergonomica cabina CS (acronimo di ‘cab suspended’) rinforzata e dotata di esclusiva sospensione idropneumatica, in grado di assicurare la massima visibilità sull’area di lavoro, con allestimento Premium che prevede il livello di finitura superiore. La cabina consente un comfort unico anche negli spostamenti su strade dissestate.

Lo stabilimento produttivo di Cuneo è stato completamente rinnovato per poter accogliere le nuove metodologie. Ogni organo principale della macchina viene prodotto e assemblato in sottogruppi e collaudato interamente al fine di garantire la massima qualità prima di essere trasferito alla linea principale per l’assemblaggio finale. Una volta completato, viene ulteriormente testato. Merlo si conferma tra i marchi leader in termini di qualità di prodotto, innovazione e soluzioni produttive d’eccellenza. (G. M.) nnn GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 45


SPECI ALE T R AT T ORI

A Palermo l’impresa familiare Kibbò di Piricò Gioia punta su trattrici, attrezzature all’avanguardia e trincia stocchi per ridurre l’impatto ambientale

Arare il futuro

di Elisabetta Tufarelli

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ncontriamo l’imprenditrice Maria Pia Piricò Gioia che, con coraggio e determinazione, all’improvvisa morte del marito, ha preso in mano l’azienda familiare, 200 ettari in contrada Chibbò, a Petralia Sottana, in provincia di Palermo. “Avevo quattro bambini e - racconta - pur avendo una formazione giuridica, ho compiuto una scelta obbligata e, nel vero senso della parola, ho fatto esperienza sul campo”. Oggi l’impresa familiare è condotta da Maria Pia insieme ai figli Anna, Giovanni, Antonio e Cosimo. ‘Kibbò’, questo il nome dell’azienda ad indirizzo cerealicolo - zootecnico. “Abbiamo 120 arnie - spiega l’imprenditrice - e produciamo miele di sulla, millefiori e di agrumi allevando ape nera siciliana. Con il marchio aziendale commercializziamo anche olio extravergine d’oliva. Attualmente ne abbiamo poco, ma fra i nostri progetti c’è l’ampliamento dell’oliveto”. La Sicilia è sicuramente terra vocata, dove l’olivo è stato introdotto dai Fenici e può contare su una straordinaria varietà di cultivar autoctone, come Nocellara del Belice, Cerasuolo e Bian-

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colilla coltivate nell’azienda. “Da quattro anni - precisa Maria Pia - stiamo seguendo anche la filiera da seme della canapa, che trasformiamo in olio e farina. Il nostro indirizzo prevalente è cerealicolo e la canapa in rotazione annuale, insieme alla sulla, alla veccia ed altre foraggere, ci dà molta soddisfazione”. L’imprenditrice e i suoi figli sono molto attenti alla sostenibilità, anche economica, dell’azienda: “Abbiamo in conversione biologica 40 ettari e stiamo completando il secondo anno. Questo appezzamento è isolato dagli altri campi, attiguo ad un laghetto aziendale. Riconvertire totalmente La famiglia Gioia


Rinnovato parco macchine avvalendosi della misura 121 del vecchio PSR

l’azienda, poiché non percepiamo contributi, al momento è economicamente impraticabile, ma non è una scelta esclusa a priori; in quest’ottica, stiamo pensando di inserire animali, magari bovini, per rendere più efficiente il ciclo aziendale. Sarebbe decisamente una scelta controcorrente, perché la zootecnia in Sicilia è in grande difficoltà”. L’azienda coltiva prevalentemente grano duro da seme. “Riproduciamo quattro varietà per i Fratelli Menzo di Enna, ditta all’avanguardia che si avvale di propri ricercatori, unica costitutrice in Sicilia di varietà di grano duro registrate. Abbiamo anche piccoli appezzamenti per la riproduzione e selezione in proprio di grano Saraceno e grani antichi come

Timilia, Bidì e Gioia. A quest’ultimo teniamo molto perché porta il nome della nostra famiglia, essendo stato selezionato dai nostri avi nel territorio valledolmese. Stiamo completando la pratica per diventarne custodi. Avevamo provato anche a sperimentare la quinoa, ma da noi fa fatica”. L’azienda ha recentemente rinnovato il parco macchine usufruendo della misura 121 del vecchio Psr. “Trattrici, attrezzature all’avanguardia e trincia stocchi sono per noi essenziali, perché ci aiutano a ridurre l’impatto ambientale. Utilizziamo l’agricoltura di precisione, che permette di ridurre anche gli sprechi. Abbiamo abbandonato del tutto l’aratura e impieghiamo lavorazioni più calibrate per la tipologia dei nostri terreni. Avvalendoci di un combinato tra buona rotazione, false semine e agricoltura di precisione siamo persino riusciti quest’anno ad evitare totalmente fitofarmaci in un campo convenzionale che si presenta in ottime condizioni”. Il futuro della Sicilia, la prima regione italiana per numero di aziende agricole biologiche, passerà per lo sviluppo di questo comparto? “Non necessariamente. La percorribilità del biologico è strettamente legata al tipo di coltura e va assolutamente rimodulata la dipendenza dal contributo. Per certe colture e per stare sul mercato può anche essere una scelta kamikaze. Sostenibilità economica e sostenibilità ambientale devono dialogare se vogliamo mantenere un’agricoltura produttiva che porti reddito e sviluppo nel territorio.” È in discussione un disegno di legge regionale per rendere l’Isola entro sei anni completamente bio. “Non sono d’accordo per un percorso obbligato. Credo - conclude Maria Pia - che le scelte imprenditoriali debbano rimanere libere”. nnn GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 47


SPECI ALE T R AT T ORI

Il texano Fontenot spopola sui social con futuristici fuoristrada che montano pneumatici BKT che non temono la competizione sui percorsi più impervi

S

tephen Fontenot - texano con una grande passione per l’off-road ATV sport - dimostra come gli pneumatici OffHighway non sono solo destinati al duro lavoro, ma possono diventare una fonte di divertimento e di nuove avventure. La sua passione per il fuoristrada parte dall’infanzia: “Tutto è iniziato - dice - quando ero bambino. Mio zio da piccolo mi portava alle corse fuoristrada e ne sono stato conquistato da subito”. La sua passione per gli sport fuoristrada e le sfide che compie vengono raccontate sui social ai suoi follower, il popolo dei “fuoristradisti estremi” che segue con entusiasmo le sue sfide, che sono prove estreme, in condizioni difficili, su mezzi bloccati nel fango. “L’obiettivo che mi prefiggo è quello di continuare a svelare i 48 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

segreti del fuoristrada, promuovere la vita off-road ed i prodotti che consentono le migliori performance, dare consigli e condividere foto”. Il suo account Instagram ha iniziato a diventare più popolare circa un anno fa, quando ha creato il nuovo veicolo ATV, Can Am Maverick X3 XDS, dall’aspetto futuristico equipaggiato con pneumatici BKT. Gli ATV sono veicoli particolarmente agili, compatti e resistenti, costruiti per procedere su terreni impervi. Balkrishna Industries Ltd. (BKT) è un produttore di pneumatici con sede in India. Il gruppo offre una vasta e aggiornata gamma di pneumatici Off-Highway, appositamente progettati per i veicoli

Pneumatici Off-Highway non solo per lavoro, ma pure per l’avventura operanti nei settori agricolo, industriale, movimento terra, minerario, portuale, ATV e giardinaggio. Le innovative soluzioni di BKT sono progettate per le esigenze di qualsiasi tipologia di utilizzatore e comprendono più di 2.700 differenti prodotti venduti in oltre 160 Paesi in tutto il mondo. “Il principale vantaggio dei pneumatici BKT - rivela Fontenot - è la versatilità: sono morbidi sulle superfici più dure, ma la loro composizione è abbastanza soft per una guida confortevole


e sufficientemente dura da avere grip su terreni accidentati. Hanno una grande trazione su ogni tipo di superficie, sono molto resistenti all’usura, hanno un bel design e le scanalature profonde dell’impronta permettono di essere puliti facilmente, anche dal fango più duro. Li raccomande-

rei per tutti questi motivi. Se si è alla ricerca di uno pneumatico versatile, allora BKT è l’unica strada da percorrere”. Nello specifico Stephen Fontenot utilizza lo pneumatico AT 171, dotato di un’eccellente trazione, sia sui terreni bagnati che su quelli fangosi e sabbiosi, particolarmente

resistente e robusto; il che lo rende un prodotto ideale per le sfide degli ATV. Il profilo Instagram di Stephen Fontenot è visualizzabile su www.instagram.com/canamwhisperer/. Non si può che fare il tifo per avventurieri come lui, sempre pronti alla sfida. (G. Me.) nnn

MONSTER TRUCK ANCHE IN SUD AFRICA

Le emozionanti gare dei monster truck a colpi di adrenalina e freestyle - che “rapiscono” attualmente oltre 4 milioni di spettatori - hanno conquistato anche il Sud Africa, dove si sono tenute per la prima volta. Sempre presente agli show (Monster Jam) di tutto il mondo è BKT, dal 2013 sponsor tecnico ufficiale ed esclusivo degli pneumatici che equipaggiano tutti i monster truck in gara. Appositamente per questi ha progettato uno pneumatico ad hoc estremamente resistente: il BKT Monster Jam Tire, che consente ai veicoli di compiere salti, capovolte, acrobazie ed evoluzioni mozzafiato in tutta sicurezza, con performance davvero eccezionali. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 49


SPECI ALE T R AT T ORI

Partnership tra Pordenone Fiere e FederUnacoma per rafforzare la rassegna R.I.V.E.

Firma di Malavolti, Zannier e Pujatti

È

stata presentato a Roma l’accordo tra Pordenone Fiere e FederUnacoma. Un’alleanza dalla valenza tecnologica che vuole rendere Pordenone, attraverso R.I.V.E., (Rassegna internazionale di viticoltura ed enologia) punto di riferimento internazionale per il settore vitivinicolo. Infatti, per la sua location strategica, attrae operatori del Nord Est, ma anche di Slovenia e Croazia. A valorizzare la partnership sia l’esperienza in campo fieristico da parte di Pordenone, a cui fa capo un sistema fieristico che porta in città ogni anno oltre 300 mila vi-

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sitatori e oltre 2.700 espositori, con oltre 30 manifestazioni e 7 eventi internazionali, sia le alte competenze di Federunacoma nel settore della meccanizzazione agricola, ambito cruciale nell’evoluzione del settore vitivinicolo. Non da ultimo c’è da dire che Federunacoma surl “parla la stessa lingua” di Pordenone Fiere, essendo l’organizzatore ufficiale di EIMA. Ha spiegato Renato Pujatti, presidente di Pordenone Fiere: “La nostra volontà, da sempre, è quella di realizzare un appuntamento non solo di natura commerciale, ma che accenda i riflettori sulla viticoltura 4.0 e l’enologia del futuro, con un focus sulle potenzialità della ricerca genetica applicata, argomenti al centro di importanti incontri tecnici”. “Nella filiera vitivinicola - ha sostenuto il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti - un ruolo fondamentale spetta anche alla meccanizzazione, all’ampia gamma di mezzi, attrezzature e tecnologie 4.0 che consentono una gestione ottimale dei fattori produttivi e un impiego sosteni-

bile delle risorse naturali. La viticoltura di qualità richiede una meccanizzazione di qualità”. “Il carattere specialistico di R.I.V.E. - ha ribadito Massimo Goldoni, AD di FederUnacoma Surl - è evidente e costituisce la leva per attirare un pubblico di operatori professionali e di operatori esteri. Sono questi che determinano il peso di una rassegna e che le danno reali prospettive di sviluppo”. “L’apporto dall’alto valore tecnologico, scientifico ed economico che R.I.V.E. eccellentemente espone, è esempio di quanto la viticoltura sia un settore in continua evoluzione, dove l’innovazione ricopre un ruolo determinante - ha commentato Stefano Zannier, assessore regionale alle Risorse agroalimentari -. Non a caso questa fiera viene presentata nella culla della viticoltura internazionale dove il valore aggiunto del bene finale deriva sia da una attenta ricerca e sperimentazione sul prodotto vivaistico, sia da una adeguata innovazione sulla quale i nostri produttori investono”. (G. M.) nnn


EPS Ente Produttori Selvaggina

di Landolfo Di Napoli

NORMATIVA VENATORIA NELLE VARIE REALTÀ EUROPEE

Caccia in Gran Bretagna Dopo aver esaminato, in questa rubrica, la normativa che regola l’attività venatoria nei Paesi di lingua tedesca e le recenti novità introdotte nella legislazione francese, al fine d’avere un quadro più completo della situazione europea, vediamo ora cosa succede in Gran Bretagna. La pluralità delle fonti normative del Paese (legislazione primaria del Parlamento, diritto dell’Unione europea; legislazione secondaria; diritto giurisprudenziale) rende complessa la ricostruzione di un quadro unitario. Il dato certo che emerge è che il diritto di caccia è strettamente collegato con quello di proprietà e che il proprietario del terreno, sia che si tratti di persona fisica che giuridica, anche pubblica, può vendere, affittare o cedere ad un terzo tale diritto. Inoltre, il quadro normativo prevede che l’affittuario di un terreno - fatta salva la possibilità per il proprietario/ concedente di riservarlo a proprio favore o a terzi - acquista automaticamente il diritto di caccia e con esso quello di gestire l’attività venatoria sulle terre affittate. Sul diritto di proprietà intervengono tuttavia dei limiti, rappresentati sia dalla dimensione del terreno disponibile, che deve essere sufficientemente vasto (e ciò rende spesso necessari accordi tra proprietari terrieri limitrofi), sia dalle norme sulla protezione della fauna. Il Wildlife and Countryside Act del 1981 - aggiornato per conformarsi alla direttiva 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici - del Parlamento del Regno Unito ha fatte proprie le norme per proteggere e controllare

le specie autoctone (specialmente quelle a rischio) e per migliorare la protezione dei siti di particolare interesse scientifico. Ciò ha portato alla creazione di due categorie di riserve naturali: le prime, oggetto di convenzione con il proprietario dei terreni, prevedono un compenso per il mancato o limitato esercizio dei diritti; le seconde, create su richiesta del Consiglio di conservazione della natura, su aree di particolare interesse scientifico. Come per le norme che regolano il diritto di caccia, anche quelle che delimitano i periodi in cui è possibile il prelievo delle diverse specie non fanno parte di un testo unico, ma sono contenute in più testi quali il Game Act, il Deer Act e il Wildlife and Country Act. Le date di apertura e di chiusura sono differenziate a seconda delle diverse specie e, se necessario, possono essere modificate per assicurare una protezione speciale a particolari specie. Esistono tut-

tavia significative eccezioni per quel che riguarda i nocivi, il cui prelievo è consentito ai proprietari nell’intero arco dell’anno, come i cervi che abbiano causato danni a raccolti o beni; le lepri, i conigli, i colombacci, che possono essere cacciati in tutte le stagioni ed in particolare qualora presentino una minaccia per i raccolti. Come si vede, la normativa anglosassone, apparentemente liberistica, rappresenta, invece, un elemento di concreta attività di gestione del territorio nell’interesse della fauna e delle attività produttive. A differenza di quanto accade in Italia, dove un approccio miope e integralista produce effetti deleteri: dall’incontrollata proliferazione di alcune specie, alla preoccupante diffusione di malattie e zoonosi da tempo scomparse, al progressivo ed irreversibile depauperamento del patrimonio genetico di quella fauna selvatica che si proclama di voler salvaguardare.

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C E N T R O S T U D I di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo

FOTOGRAFIA SULL’AGRICOLTURA DEL MEZZOGIORNO

Risultati economici da rafforzare

L

a superficie agricola utilizzata nel Mezzogiorno è pari a 6 milioni di ettari, con una media di 8,8 ettari. Una cifra che rappresenta il 48% della SAU nazionale, pari a circa 12,6 milioni di ettari. Il numero di aziende agricole che operano nel Mezzogiorno (686.480) rappresenta il 60% di quelle attive in Italia (1.145.705). Tra il 2013 e il 2016 le aziende agricole sono diminuite sia a livello nazionale (-22%), sia nel Mezzogiorno (-23%); dal 2016 al 2018 le aziende agricole del Sud hanno mostrato una leggera inversione di tendenza (+0,6%), in una situazione in cui, nello stesso periodo, il numero delle aziende in Italia è invece diminuito dello 0,9%. Il valore della produzione dell’agricoltura del Mezzogiorno è di 15 miliardi di euro, pari al 34% di quella nazionale, che sfiora i 44

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miliardi. Al primo posto con 3,8 miliardi di euro spicca la produzione di frutta e ortaggi, seguita dagli agrumi (945 milioni), dall’olio (527 milioni di euro) e dall’uva da tavola (414). Le principali produzioni agricole nel Mezzogiorno sono gli agrumi

(la cui produzione è al 100% nel Mezzogiorno), l’uva da tavola (97%), le olive (79%) e la frutta e gli ortaggi (63%). Gli occupati in agricoltura nel Mezzogiorno sono 437.000 (dato 2018, con un +1,5% rispetto al 2016). Rappresentano il 50% del

IMPRESE AGRICOLE: MEZZOGIORNO / ITALIA 46%


totale nazionale, pari a 872.000 (dato 2018, in leggero calo, -1,3% rispetto al 2016). Il valore aggiunto agricolo del Mezzogiorno è di 10,6 miliardi di euro, pari al 37% del dato nazionale. Tra il 2016 e il 2018 il valore aggiunto dell’agricoltura in Italia

è sceso del 3,1%, un po’ meglio è andato il Sud Italia con un -2,5%. Se si passa a considerare il dato delle esportazioni di prodotti agricoli e agroalimentari del Mezzogiorno, spicca il divario rispetto al Nord del Paese. L’export del Mezzogiorno rappresenta, infatti,

LE PRINCIPALI PRODUZIONI AGRICOLE NEL MEZZOGIORNO

solo il 17% del totale dell’Italia, che è pari a 41,7 miliardi di euro (2018). Tra le regioni, nell’esportazione, prevale largamente la Campania (3,2 miliardi di euro), seguita a distanza dalla Puglia (1,6) e dalla Sicilia (1,2). Nel complesso l’export del Sud ammonta a 7,1 miliardi di euro, con un incremento del 3,2% rispetto al 2016. Nello stesso periodo, il dato nazionale ha fatto registrare un +8,8%. I diversi indicatori evidenziano come l’economia agricola del Mezzogiorno sia esposta, più di quella nazionale, a diverse criticità, riconducibili soprattutto all’elevato numero di aziende agricole di piccole dimensioni, a crescenti fenomeni di desertificazione dei suoli, alla diffusa deficienza di infrastrutture di trasporto e comunicazione (strade, ferrovie, connessioni internet a banda larga).

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ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO VITERBO RIETI ELETTO REMO PARENTI

Remo Parenti è il nuovo presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti. Cinquantanove anni, sposato con due figli, laureato in scienze economiche e bancarie, si è occupato di intermediazione finanziaria, prima di dedicarsi completamente alle sue aziende agricole: la prima a Viterbo ad un indirizzo cerealicolo-foraggero, la seconda a Caprarola dove produce castagne.

FERRARA GIANLUCA VERTUANI PRESIDENTE

Confagricoltura Ferrara ha eletto Gianluca Vertuani presidente. Gestisce aziende agricole in provincia di Ferrara e di Rovigo. “Lavoreremo - ha detto al momento della nomina - per un presidio puntuale e capillare del territorio e delle sue peculiarità. La nuova giunta si avvarrà della presenza sia di rappresentanti dei giovani Anga, sia del Sindacato Pensionati. Un giusto mix di esperienza ed entusiasmo”. 54 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

di Alessandra Porro

CONFAGRI CATANIA APPREZZA LA NUOVA FANTA

Aranciata IGP Arriva una nuova variante di Fanta: è Fanta Aranciata Rossa zero zuccheri aggiunti con “Succo di Arancia Rossa di Sicilia IGP”. Un prodotto con succo di arance rosse al 100%, controllate dal Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP. La bevanda è stata presentata in occasione di Tuttofood, la fiera internazionale dedicata al food & beverage a Milano. Coca Cola, che produce in Italia dal 1927, con Fanta Aranciata Rossa riconferma lo speciale legame che la unisce al nostro Paese, celebrando una delle eccellenze italiane: l’Arancia Rossa di Sicilia IGP. “Siamo molto orgogliosi che le arance del nostro splendido territorio siano protagoniste di questo lancio”, ha detto Giovanni Selvaggi, presidente Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP e di Confagricoltura Catania. “È la prima volta che il prodotto di una grande multinazionale riporta in etichetta il marchio di origine IGP che la nostra Arancia Rossa merita davvero. Si tratta di un’opportunità importante di cui ringraziamo Coca Cola Italia. La commercializzazione di Fanta Arancia Rossa IGP aiuterà sicuramente i nostri produttori ad aumentare la quota di arance destinate alla trasformazione e premetterà di far conoscere ancor di più il nostro prodotto anche nei periodi in cui non è possibile consumarlo fresco o spremuto. Una bevanda senza zucchero e con il 20% di prodotto fresco è un ottimo modo di avvici-

nare ancor di più consumatori ad un frutto dalle riconosciute qualità organolettiche e salutistiche. Compito del consorzio sarà vigilare a che tutte le percentuali di prodotto presenti nella Fanta Aranciata Rossa Zero siano rispettato e che le arance utilizzate per produrla siano solo ed esclusivamente quelle Rosse di Sicilia”. L’Arancia Rossa di Sicilia IGP è coltivata nella parte orientale dell’Isola, tra le province di Catania, Enna e Siracusa, nei territori intorno al vulcano Etna. La natura dei terreni, il clima, le forti escursioni termiche ed il sole fanno di questo prodotto un esempio unico di elevata qualità e tipicità. L’attenzione particolare che Coca Cola riserva agli agrumi nazionali si riflette nella scelta del succo di arance 100% italiane, con l’acquisto annuale di oltre un terzo della produzione di arance siciliane destinate alla trasformazione. Il concentrato di succo di arancia è acquistato esclusivamente da cinque fornitori siciliani che collaborano con Coca Cola da decenni.


A PIACENZA “A CENA CON LA SCIENZA”

La storia della viticoltura

È partita dall’agriturismo La Tosa la decima edizione di “A Cena con la scienza”, il ciclo di incontri organizzato da Confagricoltura Piacenza e Agriturist, che abbina una cena in un agriturismo con una conversazione scientifica. Quest’anno la rassegna celebra i 500 anni della morte di Leonardo: tra gli interessi del grande artista vi fu senz’altro la vitivinicoltura, motivo per il quale, il primo appuntamento è stato dedicato proprio alla storia della vite e del vino. La Tosa produce ottimi vini e i presenti hanno potuto visitare il museo del vino aziendale. Con Osvaldo Failla, professore ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Milano, hanno dialogato numerosi accademici dell’ateneo milanese e dell’Università Cattolica di Piacenza, imprenditori del settore del vino e tanti appassionati. Lo studioso ha presentato le acquisizioni più recenti della ricerca, che hanno permesso di datare la vinificazione a 6000 anni prima di Cristo. Dal punto di vista storico e archeologico, le prime tracce di domesticazione della vite e di vinificazione sono documentate nell’area caucasica della Georgia. Con il passare dei millenni si sono diffusi consumo e tecniche di vinifi-

cazione in tutta l’Europa occidentale, soprattutto a seguito dell’espansione dell’Impero romano. La serata ha offerto anche un’altra interessante considerazione: una mutazione di un gene ha permesso agli umani di metabolizzare l’etanolo. La realtà vitivinicola della Georgia è stata l’argomento su cui il relatore si è soffermato nella seconda parte dell’intervento: una regione in cui si trova una grande varietà di vitigni e vini che solo in tempi recenti inizia ad essere conosciuta ed apprezzata all’estero. Altro aspetto interessante è la particolare tecnica di vinificazione realizzata con vasi interrati in cui viene fatta macerare l’uva con buccia e viticci. Proprio questi vasi - o meglio i loro resti - sono stati oggetto delle ricerche recenti che, con analisi chimiche specifiche, hanno ricercato tracce di acido tartarico che si sviluppa nel processo di vinificazione. Molta soddisfazione per il successo di questa prima serata in Confagricoltura Piacenza, che rileva come le considerazioni esposte avvalorino l’approccio razionale dell’Organizzazione, che guarda al futuro con fiducia nella scienza alla quale chiedere la traduzione dell’innovazione in tecnologie applicabili in azienda per poter aumentare la produttività riducendo la pressione sui fattori produttivi.

LAZIO ALESSIO TRANI PRESIDENTE

È romano per nascita e viterbese per scelta, Alessio Trani, 53 anni, nuovo presidente di Confagricoltura Lazio. Conduce l’azienda di famiglia ad indirizzo cerealicolo, olivicolo e corilicolo. «Lavoreremo insieme - ha detto - per affrontare le difficoltà obiettive che vive l’agricoltura del Lazio, a partire dai ritardi della politica regionale e dei Psr, con l’obiettivo di semplificare la vita dei nostri imprenditori, che già scontano le calamità e la crisi. Confagricoltura Lazio ha un ruolo importante di supporto ai territori da svolgere, per rendere più efficiente l’intero sistema agricolo regionale. Saremo aperti al confronto con le forze politiche, ma soprattutto attenti alle esigenze delle imprese». Trani sarà affiancato da due vicepresidenti: Orsola Balducci (RM) e Antonello Lancia (FR) e dal nuovo consiglio così composto: Antonio Parenti, Pierluigi Silvestri, Stefano Maria Boschetto, Aurelio Ferrazza, Andrea Virgili, Fabio Corsi, Michele del Gallo, Marco Berardo Di Stefano. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 55


FORMAZIONE

a cura di Antonella Torzillo

PROGETTO SAGRI/CONFAGRI DEL PROGRAMMA UE “ERASMUS PLUS”

Formazione all’avanguardia

Essere all’avanguardia nel campo della formazione agricola, oggi, significa accompagnare le imprese verso un cambiamento culturale che contempla la produzione sostenibile anche attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche e di processi produttivi improntati alla digitalizzazione che sta penetrando tutti i settori, compreso quello agricolo ed agroalimentare. Per qualificarsi come soggetto di rifermento Enapra negli ultimi anni ha ampliato le sue attività aprendosi a collaborazioni e progetti nuovi che hanno proprio lo scopo di favorire, tra gli agricoltori, la divulgazione di una conoscenza approfondita di quanto e come le innovazioni digitali stiano trasformando la filiera. In questo filone di attività rientra anche l’iniziativa SAGRI “Skills Alliance for Sustainable Agriculture” progetto afferente al programma europeo “Erasmus Plus” della durata complessiva di tre anni che vede la presenza, come partner, di Confagricoltura. Enapra, su incarico della Confederazione, sta collaborando allo scopo di fornire agli agricoltori e agli stakeholder agricoli conoscenze, abilità e competenze nel campo 56 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

delle tecnologie agroambientali per l’agricoltura sostenibile. Si mira, nello specifico, a fare sì che i destinatari delle azioni progettuali possano acquisire tutti gli elementi per ottenere una produzione sostenibile attraverso sistemi migliorati di gestione. “Con la partecipazione a questo progetto europeo che stiamo realizzando in partenariato con la Grecia e il Portogallo intendiamo favorire - ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello, presidente Enapra – la divulgazione dei sistemi produttivi sostenibili tra i giovani dell’area mediterranea con vocazioni agricole affini. Al tempo stesso vogliamo sostenere, attraverso la formazione, l’occupazione dei giovani in agricoltura grazie anche alle opportunità di mobilità

territoriale offerte dai programmi europei”. Dopo la fase di definizione dei contenuti e delle metodologie di apprendimento, si è avviata una fase di formazione didattica in aula. A partire da settembre questa attività sarà ripresa, organizzata e coordinata da Enapra in collaborazione con le sedi territoriali di Confagricoltura ed avrà circa duecento destinatari. Insieme ai docenti formati nell’ambito del programma in cattedra si alterneranno qualificati esperti di enti e istituzioni che porteranno all’attenzione dei partecipanti la presentazione di case history e di esperienze applicate in campo. Per qualsiasi informazione: info@enapra.it; 06.6852218, www. enapra.it; www.sagriproject.eu.

Parola chiave del mese: Erasmus plus “Erasmus Plus” è il programma della UE per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport per il 2014-2020. Approvato con il reg. CE 1288/2013, combina e integra i meccanismi di finanziamento attuati dall’Unione Europea fino al 2013: il programma di apprendimento permanente (Comenius, Erasmus, Leonardo da Vinci, Grundtvig); Gioventù in azione; i cinque programmi di cooperazione internazionale (Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink e il programma di cooperazione bilaterale con i paesi industrializzati). Comprende inoltre le “Attività Jean Monnet” e include per la prima volta un sostegno allo sport.


FORMAZIONE

NETAFIM A MATERA PER I TRENT’ANNI DI ATTIVITÀ

Irrigazione di precisione Enapra ha partecipato all’evento organizzato da Netafim-Italia - azienda leader nel settore dell’irrigazione in occasione dei festeggiamenti per i 30 anni di attività, che si è svolto in provincia di Matera. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di approfondire le loro conoscenze sulle più moderne tecniche di impianti di irrigazione a goccia e di protezione antibrina attraverso mini workshop dedicati all’argomento e visite guidate in campo aperto accompagnati dagli esperti della multinazionale. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività previste dal “protocollo di intesa” siglato da Confagricoltura e Netafim. Tale protocollo si pone l’obiettivo di favorire l’adozione e la diffusione dell’agricoltura sostenibile per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua, attraverso la promozione di programmi di formazione per gli imprenditori e i loro collaboratori.

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OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

Quando il viaggio è silver Senza eccessiva attenzione alla spesa. L’anziano diventa così protagonista attivo dell’economia turistica, alla ricerca di esperienze interessanti. Intercettare questo fenomeno, migliorando la qualità dei servizi rivolti a questa fascia d’età, aiuta ad Non più giovani, ma non per allungare la stagionalità dei terquesto meno curiosi. Il turiritori turistici, visto che gli over smo silver dispiega le ali verso 65 possono viaggiare sempre. l’Italia. Sono ben 77 milioni gli Aumentano, in particolare, le ‘over 65’ che hanno visitato il donne che decidono di vivere la bel Paese nel 2018. Viaggiatori dimensione del viaggio in una orientati verso un turismo più declinazione tutta femminile, lento, ma anche verso vacanze partendo con una valigia, tanta più lunghe, alla scoperta del pa- curiosità e voglia di dedicare trimonio culturale, di borghi, di del tempo a se stesse insieme città d’arte e dei prodotti tipici; alle amiche, oppure in solitaria esperienze anche centrate sul (le ‘solo traveller’ italiane, serelax e sul benessere fisico. condo l’Istat, sono 1,4 milioni).

APP PER ANZIANI

Una app per chi non è più giovane: dal caregiver alla spesa, da poste a domicilio ai taxi. Questa la soluzione innovativa che si è aggiudicata il primo premio dell’ottava maratona di innovazione di Poste italiane. “Poste Hack - ha affermato Carolina Gianardi, responsabile Customer e innovation hub di Poste Italiane - si inserisce nelle attività di Open Innovation che portiamo avanti da alcuni anni. Abbiamo 10 milioni di clienti ‘over 65’ e la tecnologia può indirizzare meglio le esigenze di indipendenza e sicurezza. Stiamo anche costruendo una piattaforma di servizi per coniugare gli asset tradizionali con servizi innovativi mirati”.

ARRABBIARSI fa male. Uno studio, pubblicato sulla rivista Psychology and Aging dagli scienziati della Concordia University di Montréal (Canada), rivela che l’ira potrebbe aumentare, in chi ha più di 80 anni, le probabilità di infiammazioni croniche e delle malattie associate, come patologie cardiache, artrite ecc. I ricercatori hanno indagato gli effetti di tristezza e ira sull’infiammazione. La risposta immunitaria del corpo quando percepisce delle minacce può essere un’infezione o un danno ai tessuti. Lo studio ha riguardato 226 individui di età compresa tra i 59 e i 93 anni, divisi in due gruppi, quelli dai 59 ai 79 anni e gli altri dagli 80 anni in su. Dai risultati è emerso che la tristezza può aiutare le persone anziane ad adattarsi alle sfide correlate all’invecchiamento, come il declino fisico e cognitivo, perché contribuisce a lasciar andare obiettivi che non sono più raggiungibili. La rabbia, invece, - positiva per i giovani anziani, perché stimola a perseguire degli obiettivi - con il passare degli anni diventa dannosa per la salute, perché associata all’infiammazione cronica e, di conseguenza, allo sviluppo di patologie.

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Invecchiamento di qualità CELLULARE OVER 65

Lo smartphone è per forza sinonimo di gioventù. Anche gli anziani hanno il diritto di poter accedere alle nuove tecnologie e di sfruttare le più importanti e gettonate app del momento. Esistono telefoni cellulari espressamente progettati per poter funzionare in maniera semplice. Si può scegliere tra modelli full touch ed altri con tastiera di dimensioni generose, per consentire di interagire con facilità. Addirittura ce ne sono alcuni compatibili con gli apparecchi acustici per chiamare in maniera semplice. In tutti i casi le interfacce sono facilitate, senza effetti grafici, ma tantissima sostanza. Molti, infine, sono dotati di pulsante d’emergenza sul retro, per fornire la posizione quando serve assistenza.

Tre over 65 italiani su quattro si sentono utili e più coinvolti nella vita familiare rispetto ai coetanei europei. Lo riporta il sondaggio “I Senior di oggi in Europa. Sentirsi utili per invecchiare bene” condotto dalla società di ricerca Ipsos per la Fondazione Korian per l’invecchiamento di qualità. L’indagine, che ha messo a confronto i dati raccolti in Francia, Italia, Germania e Belgio attraverso le risposte di più di 8 mila intervistati, ha coinvolto un ampio campione di sesso maschile e femminile, di età compresa fra i 15 ed i 64 anni e di età superiore ai 64 anni. Gli anziani italiani sono gli europei che mettono da parte più soldi: il 54% riesce a risparmiare, seguito da tedeschi (47%), francesi (44%) e belgi (41%). Non a caso, il sondaggio rivela che gli over 65 del Belpaese sono molto più coinvolti nella vita della famiglia di appartenenza rispetto alla media europea: il 40%, infatti, aiuta economicamente i figli o altri componenti, contro la media europea del 24%.

LA MEDICINA ESTETICA estende il suo ‘mercato’ agli over 65 , sempre più disposti ad operazioni di ‘ritocco’ perché vogliono vedersi meglio. “Ma anche in questo caso bisogna essere attenti - spiega Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di Medicina estetica – perché il risultato deve essere naturale. Abbiamo pazienti di 80, 85 anni. Sono il futuro e su di loro bisogna investire, ma dobbiamo capire che vanno trattati diversamente. Non possiamo combattere le rughe, dobbiamo gestirle, ma non cancellarle. Concentrandosi in particolare sulla qualità della pelle, che può ispessirsi, opacizzarsi, avere macchie, o alterazioni”. Chi decide di ricorrere alla medicina estetica per ristabilire il proprio equilibrio psico-fisico, deve scegliere un medico in possesso dei titoli e dei requisiti necessari a praticare le terapie proprie della medicina estetica e anche appropriata deve essere anche la sede dell’esercizio. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 59


AGRITURISMO

di Elisabetta Tufarelli

TEMPA BIANCA A MATERA

Porta aperta al relax

P

ace, relax, gentilezza, ottima cucina ad una manciata di chilometri da Matera. Siamo nell’azienda agrituristica “Tempa Bianca” un vero e proprio concentrato di ospitalità rurale evoluta, specificamente pensata per i clienti più esigenti, quelli alla ricerca di silenzio e dell’atmosfera di campagna in una tipica Masseria del XVIII secolo, gestita con attenzione ai particolari e alla qualità da Clara Riccardi. “Desideriamo offrire ai nostri ospiti - spiega l’imprenditrice - una vacanza densa di stimoli percettivi per aiutarli a rallentare ritmi e tempi, per godere un pieno relax nella speciale atmosfera della nostra azienda, dove il silenzio dell’habitat agreste si confonde con i profumi delle piante spon-

tanee ed i suoni di una natura incontaminata”. Una struttura prestigiosa ed accogliente alle porte di Matera, patrimonio Unesco dal 1993 e quest’anno capitale europea della Cultura, dove si può scegliere, in piena flessibilità, la formula più adatta alle proprie esigenze. Il ristorante offre prodotti tipici della cucina locale, dalle marmellate e dai dolci della prima colazione ai cavatelli con vellutata di cicierchie e la salsiccia pezzente Lucana con peperone crusco, sapientemente rivisitati dalla mamma di Clara. La domenica i clienti sono accolti - è consigliabile la prenotazione - con la degustazione di un menu tipico regionale a prezzo fisso. L’impresa agricola è nata nel 1967, mentre l’agriturismo nel 2001. In azienda, totalmente biologica, si produce grano tenero, duro, foraggi, ceci e lenticchie e si allevano cavalli da sella italiani e vacche podoliche. “Offriamo un’atmosfera calda - sottolinea Clara - che unita ai nostri saporiti piatti locali e alle attività come le mini transumanze con le vacche podoliche, le passeggiate a piedi e in bicicletta o, semplicemente, la piscina all’aperto con la sua comoda vasca idromassaggio, favoriscono una grande familiarità che spinge gli ospiti a ritornare

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da noi “. La tempa, che dà il nome visitare, ad esempio, la vicina Oasi all’azienda, è una cima montuoWWF “Diga di San Giuliano” per sa tondeggiante o a cupola, con fare trekking, turismo equestre, pareti a picco. All’interno della proprietà c’è una grande parete TEMPA BIANCA argillosa che accentua il dislivello tra le varie quote del terreno, un vero e proprio monumento della natura, che con la costante azione del sole si è schiarito tanto da diventare quasi bianco: così è nata “Tempa bianca”. Una location che permette non Contrada Rifeccia solo di godere dei bellissimi scorci Strada Provinciale 8, Matera tel. 0835302964 di paesaggio che questa zona email: tempabianca@gmail.com del materano offre, ma anche di

mountain bike, ma anche per osservare il nibbio bruno, il falco grillaio, l’airone cinerino, il gruccione e, con un po’ di fortuna, il rarissimo avvoltoio capovaccaio. Ma Clara, da brava imprenditrice, non si ferma mai. “Due i progetti in cantiere - conclude - uno di agricoltura sociale e solidale: L’orto donna”, per affrontare insieme a chi è in cura chemioterapica il disagio dovuto agli effetti collaterali delle cure; l’altro di filiera, di cui Tempa bianca è capofila: la produzione di biscotti “Dolce Lucania di Confagricoltura”. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 61


VINO

di Gabriella Bechi

CUFFARANI DOC 2016 DELL’AZIENDA BATTIFARANO

Storia, vissuto e impresa

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a Masseria Battifarano, a Nova Siri, in provincia di Matera, appartiene alla famiglia da più di cinque secoli durante i quali si è sempre coltivata la terra. Prima per l’autosussistenza, poi come azienda e oggi anche per raccontare attraverso il vino millenni di storia dell’Enotria. Le masserie del Sud Italia sono state fino al diciannovesimo secolo piccoli universi autarchici, prevalentemente di autosussistenza per i proprietari e per i loro collaboratori. Negli anni ‘30, con la modernizzazione dell’agricoltura, non fu più possibile vivere di “terra” e fu necessario organizzarsi in “impresa”. Una trasformazione voluta da nonno Vincenzo. E così, nell’antica tenuta iniziò la convivenza affascinante e surreale tra la casa padronale, le case coloniche e la rimessa, tra tecnologia e antichi manoscritti del Cinquecento. Un mix di storia, di vissuto e di impresa che rende l’azienda Battifarano unica nel suo genere. L’azienda, oggi condotta

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da Francesco Paolo, grazie a due generazioni di agronomi ha studiato la propria terra scientificamente e così, sfruttandone le caratteristiche, ha selezionato le colture più idonee, riducendo al minimo gli input esterni attraverso il sistema della lotta integrata e l’utilizzo delle più moderne tecnologie. I vini e il resto della produzione (olio, pere, nettarine, albicocche, susine, limoni e peperoni) non hanno altri sapori se non quelli che arrivano dalle radici alla pianta. Cento gli ettari, ripartiti in tre contrade: Cerrolongo, Torre Bollita, Santa lania. I terreni sono di natura prevalentemente argillosa, limosa e sabbiosa, che danno vini che possiedono le caratteristiche organolettiche tipiche del Meridione: grande corpo, elevata gradazione alcolica e spiccate note fruttate, che li rendono ottimi

compagni della gastronomia del territorio. Otto le etichette, per un totale di 70.000 bottiglie: Torre Bollita (Matera Moro Doc), Le Paglie (Matera Greco Doc), Akratos rosso (Matera Primitivo Doc), Akratos rosato (Matera Rosato Doc), Toccacielo bianco (Basilicata Bianco Igt), Toccacielo rosso (Basilicata Rosso Igp), Toccaculo (Basilicata Rosso Igt). E uno degli ultimi arrivati: il pluripremiato Cuffarani (Matera Moro Riserva Doc). Frutto della selezione delle migliori uve aziendali, è un tipico vino da meditazione. Da uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Primitivo, dopo un accurata fermentazione, viene affinato per tre mesi in acciaio, per ventiquattro mesi in piccole botti di rovere francese e per dodici in bottiglia. Colore rosso cupo con riflessi violacei, al naso è intenso, pieno e persistente, con sensazioni di frutti rossi, neri e spezie. Al gusto è ampio, caldo, strutturato, armonico e tannico. Perfetto con le carni rosse. Completano l’offerta il passito rosso Sacro Dono e le grappe Lunaria, bianca e barricata, da uve Greco, distillate artigianalmente in caldaiette di rame con il sistema tradizionale discontinuo a vapore. La Masseria è anche agriturismo: quattro mini appartamenti dotati di ogni confort, dove la vita di mare e quella di campagna si incrociano continuamente. Recentemente è stato aperto al pubblico il piano cinquecentesco che ospita una sala per l’organizzazione di eventi dedicati al vino e al cibo lucano.


DIMORA ULMO A MATERA

Gustosa galleria d’arte

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perto da neppure due anni si è già affermato come uno dei progetti di ristorazione più promettenti e dinamici d’Italia. È Dimora Ulmo, nel cuore di Matera, fondato da tre amici: Nico Andrisani, creativo, interior designer e appassionato di arte; Michele Castelli e Francesco Russo, rispettivamente chef e sommelier - entrambi lucani - che giungono a Matera forti dell’esperienza maturata a Modena presso l’Osteria Francescana del pluripremiato chef Massimo Bottura. Un ristorantegalleria d’arte che al suo interno ha ospitato opere di artisti italiani del Novecento appartenenti alla collezione privata dello stesso Andrisani (Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Franco Costalonga, Piero Gilardi, Marco Lodola, Franco Grignani e Mauro Reggiani) ed eventi e mostre di artisti contemporanei che hanno avuto come protagoniste l’arte e la cucina. Una galleria in un ristorante, all’interno di un palazzo settecentesco all’ingresso dei Sassi di Matera: Palazzo Torraca, immobile che era di proprietà della casata Ulmo, una delle RIGATONI AL RAGÙ

Con il Cuffarani Doc 2016 dell’azienda Battifarano, Michele Castelli consiglia Rigatoni al ragù di guancia di vitello, clorofilla di cavolo nero e salsa al vino rosso.

famiglie aristocratiche più celebri e ricche di Matera. Sviluppato su quattro ambienti - il salone principale, la saletta privata (anticamente la camera padronale), la cantina e il terrazzo - il progetto architettonico, così come il design del ristorante, è stato seguito personalmente da Andrisani, che ha puntato su arredi moderni dalla linea minimal, per rendere l’ambiente più ‘leggero’. Così Dimora Ulmo coniuga il fascino, l’eleganza e lo stupore che coglie il viaggiatore che attraversa questi luoghi con la ricerca di raffinatezza e di ingredienti autentici di appassionati gourmet. La cucina è affidata al giovane e promettente chef Michele Castelli, accompagnato dalla sous chef Virginia Caravita, che dopo aver fatto tanta gavetta con Massimo Bottura decidono che è arrivato il tempo di volare da soli. La cantina - generosa e unica nel suo genere con più di 600 etichette che ti accompagnano in tutto il mondo - e la sala sono governati da Francesco Russo con la passione e la competenza che negli anni ha

dimostrato di possedere costruendo con successo le sorti della trattoria di famiglia, La Locandiera a Bernalda. Il menù parla al territorio con raffinatezza, rendendo onore alla tradizione locale, coniugando e sperimentando, laddove necessario, quella contaminazione di sapori e saperi raccolta nelle cucine in cui Castelli ha lavorato. Un rinnovato ritorno alla tradizione. Si comincia con gli antipasti: dalla selezione di prodotti lucani, al Baccalà in crapiata, all’Ovo e ciambotta (piatto tipico lucano a base di uova, cipolla e peperoni). Tra i primi, il Risotto alla rapa rossa, i Tagliolini al ragù, le Scorze di mandorla con sugo della domenica e spuma di caciocavallo. Tra i secondi, Polpo scottato con hummus di ceci e yogurt, Agnello con cavolo e cicorielle, Lingua con gel di peperoni, Filetto di Podolica. E per finire Cappuccino corretto, Torta al cioccolato, Vin cotto e fichi, Cannolo delle Murge (farcito con ricotta locale di pecora). Dimora Ulmo, via Pennino 28, Matera GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 63


BUONO A SAPERSI

LA VENDEMMIA D’ARTISTA” DI ORNELLAIA

Donne, vino e arte

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na recente ricerca del Censis sui meccanismi evolutivi in atto nella nostra società e sul valore aggiunto delle donne in economia, commissionata dal prestigioso marchio Frescobaldi mostra come negli ultimi anni siano aumentate le donne che ricoprono ruoli apicali o comunque decisivi all’interno di aziende vitivinicole. Un connubio, quello tra donne e produzione agricola e, in particolare tra donne e vino, sempre più forte e vincente, come testimoniato anche dall’XIa edizione del progetto “Vendemmia d’Artista”, di cui è promotrice Ornellaia, casa vinicola toscana che fa capo a al gruppo Frescobaldi. Ogni

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nuova annata del prestigioso vino viene valorizzata dall’opera di un artista internazionale contemporaneo riprodotta sulle etichette di un numero limitato di bottiglie. Per questa undicesima edizione l’opera è stata realizzata da una donna, Shirin Neshat fotografa e regista iraniana, che vive a New York - che allude alla forza e alla dinamicità di questa annata, all’insegna della “tensione”. E vogliono raffigurare proprio la tensione i dettagli di mani e volti femminili ricoperti di versi in lingua Farsi, di un poeta persiano del IX secolo. I proventi della vendita di queste bottiglie saranno devoluti al Museo Guggenheim, a sostegno del programma Mind’s Eye, un

progetto per aiutare le persone non vedenti o ipovedenti a sperimentare l’arte attraverso l’utilizzo di tutti i sensi. Ma l’attenzione per le donne di Ornellaia non finisce qui. L’azienda vede, infatti, al suo interno una maggioranza di occupati al femminile, che seguono tutte le fasi strategiche, dalla produzione alla distribuzione. A cominciare dall’enologa Oga Fusari, 35 anni, in azienda da quasi tredici, che quest’anno è subentrata a Axel Heinz. Arrivata con uno stage quando ancora non era laureata, nel 2008 diventa assistente enologo ed oggi è alla guida della prestigiosa cantina toscana. Paola Castello


IL “PENSIERO RUMOROSO” DI LODOVICO ELLENA

Liriche per palmipedi

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i intitola “Liriche per palmipedi”, l’ultimo libello di Lodovico Ellena, (Menhir Libri, 22 pagine, 3 euro). Ellena è preside di liceo, ma anche scrittore e musicista dall’anima rock e psichedelica. Autore prolifico che ha pubblicato molti libri e dischi. Ora propone un pocket che riunisce le sue passioni. È un book di poesie, testi di canzoni delle sue band, aforismi, ma soprattutto è un libello di visioni beat, metafisiche, surreali per raccontare la vita, il mondo, l’uomo. I palmipedi sono uccelli che non volano, caratterizzati dall’avere le dita palmate, che li rendono ottimi nuotatori. Uccello che nuota invece di volare è l’autore. Quelle che scrive - spiega lui stesso - sono “parole che troveranno molti nemici, in quanto irriverenti contro ogni forma di cieca fede in tutti i campi: politico, religioso, geografico”. Pirandelliana la prima liricainterrogativo, ‘Domande sempre

chedelia. Cita una frase proprio di Gaber nell’introduzione (“Il tutto è falso, il falso è tutto”). Il “tutto”, nel book, è l’“aria” musicale e formativa che Ellena ha respirato a pieni polmoni, di più, che ha contribuito a costituirsi e svilupparsi, con le sue chitarre ed i suoi testi. Si alternano nella pagina momenti romantici che non ti aspetti (‘Ci siamo scelti’), ad altri psichedelici (‘Topacci’) che proprio ti aspetti: “Vedi topacci nel cielo / che volano come mosche”. Ci sono anche liriche che trasudano blues per la sua band “Desperados”, come ‘Amo il diavolo’, ‘Bestie lacrimanti’ (“Siam bestie lacrimanti è vero / posso dirlo, / ma ciò non mangia la tristezza”). domande’: “Ti sei mai chiesto / Il libello di Ellena è un inno, un quante facce ha la tua faccia?”. urlo, una risata per seppellire Significativo il titolo di una le visioni ottuse, per marciare poesia ‘Da Giorgio Gaber ai - come affermerebbe De André No-Strange’; ovvero dal cantauin direzione ostinata e contraria. tore più irriverente al gruppo Come dice un suo aforisma, musicale torinese, anch’esso irri- occorre “pensare sempre rumoverente, precursore della neopsi- rosamente”. (G. M.)

I GIRASOLI DEI RICORDI

Si intitola “Girasoli al vento” (Guida Editore, 88 pp., 10 euro) il libro di Annella Prisco. Il testo, nasce come omaggio alla memoria del padre, il grande scrittore Michele Prisco, a quindici anni dalla sua scomparsa. Nel volume l’autrice ripercorre pagine di vita vissuta accompagnate da note e riflessioni di costume, in particolare sul rapido cambiamento del modo di vivere, sentire e comunicare di questi ultimi anni. L’ispirazione viene dall’osservazione di un campo di girasoli. In fondo, pensa l’autrice, noi tutti siamo “girasoli al vento, mossi dalle incognite, dal mutare repentino degli scenari, ma con la capacità di rivolgere, nonostante tutto, sempre lo sguardo verso il sole”. GIUGNO 2019 | MONDO AGRICOLO | 65


CAMPI SONORI

di Gaetano Menna

IL SUD LIGURE DI PENNAVARIA

Catturati all’amo ual è il confine tra il racQ conto e la canzone d’autore? Sergio Pennavaria (il cognome è un programma) trasforma i racconti in canzoni (o viceversa) immergendoci nel fondale, negli abissi delle emozioni più intime. Il cantautore siculo-ligure pubblica il concept “Ho più di un amo nello stomaco”. Canzoniamo, che ci hanno conquistato; amori-amo che abbiamo inghiottito e adesso giacciono in profondità nei nostri stomaci. Il CD comprende dodici brani che diventano altrettanti ami da pesca e una volta che

Il canto dei pesci Tra epica, anima ed abissi marini

GLI INEDITI DI EVANGELISTA

Testamento d’autore

“Y

orgo” (Soundfly) è il disco di inediti di Gino Evangelista. Un lavoro speciale - composto da sedici brani del polistrumentista napoletano, scomparso nel 2016 - curato con amore dalla moglie Attilia e dai figli Daniele e Pietro. Evangelista era noto per l’attività con Nuova Compagnia di Canto Popolare, Nino D’Angelo e tantissimi altri, interpretando il suo ruolo sempre con grande creatività, passione e trasporto. Gino aveva una comicità tutta sua ed amava Jango Edwards, John Belushi; in alcune occasioni si divertiva a presentarsi, di volta in volta, come un pirata, un conquistatore greco o un clown extraterreste, personaggi diversi che avevano però sempre lo stesso nome, “Yorgo”. Questo disco è un testamento, un diario, un racconto di emozioni, che Yorgo scorre sulle corde della chitarra o del bouzouki, tra musica mediterranea, world music, incanti acustici e new age; un tuffo nella memoria, nella vicenda personale dell’autore, nel suo entusiasmo e nella sua grande curiosità per l’arte delle note. Sempre senza confini. 66 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2019

vengono tagliati dalla lenza ed ingoiati determinano un ironico senso di libertà, capace di esorcizzare dolore ed abbandono. Surrealista, l’artista è legato al sogno ed all’immagini- fico e lancia esche che non catturano ma scarcerano. Ci accorgiamo che, nei suoi brani, scompare l’irruenza balcanica del disco precedente (che affiora però nei fiati de “L’amore in un armadio”), mentre restano le influenze folk mediterranee (“Bufera” con il testo in dialetto siciliano) e la voglia di sconfinare oltreoceano come nella cubana “Un cuore sul viso” o in “Due parti precise di me” con cui si tuffa in un musical americano. Alla fine ci troviamo senza parole, muti come pesci, perché i sentimenti vivono e pulsano nel non detto (“Rebus”).

Lennon e Totò Con il disco d’esordio “Majorana” (Soundfly), il quintetto partenopeo Romito punta a far incontrare diverse aree musicali, dall’indie-folk all’elettronica, passando per il rock contemporaneo, con la peculiarità della lingua napoletana. In questo EP di debutto, anticipato dal singolo “Cosa ‘e niente” i Romito presentano cinque canzoni, con la produzione artistica di Massimo De Vita (Blindur), la partecipazione di un autorevole sound engineer come Paolo Alberta (Negrita, Ligabue, Jovanotti). ”Siamo - dicono i musicisti - nipoti di Eduardo e di Totò, ma anche di John Lennon e Bob Dylan, figli di Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo, e poi di Chris Martin, Kanye West e Justin Vernon. Mescolare questi personaggi può suonare strano, ma fanno tutti parte di noi”. Con il CD si rende omaggio a Ettore Majorana, lo scienziato scomparso nel 1938. “Ci piaceva tanto l’idea di riuscire a trovare un personaggio, magari del Sud, che appartenesse al passato, ma che avesse idee proiettate ben oltre il nostro futuro, così abbiamo scelto Majorana”.




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