INTERVISTA A DIANA • FASE 3 • ACCORDO OPEN FIBER • DURUM DAYS • PATTO PER EXPORT • SICUREZZA ALIMENTARE NUOVO SITO CONFAGRI • WEBINAR ISMAA • RICICLO IDRICO • SOLLEVATORI 4.0 • SENTENZA SELVATICI • FORMAZIONE
Ristoriamoci Analisi e proposte per il canale Ho.Re.Ca.
#lagricolturanonsiferma Anno LXXI - n. 6 -GIUGNO 2020 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
In un momento in cui ci è stato chiesto di fermarci, c’è chi è dovuto andare ancora più veloce A tutti i protagonisti della filiera agroalimentare: dagli agricoltori, ai fornitori di mezzi tecnici, dai distributori agli impiegati nel settore alimentare, dai trasportatori ai lavoratori della grande distribuzione. A tutte quelle persone che con il loro lavoro e il loro impegno continuano ad alimentare un Paese che non si arrende. Perché hanno radici solide e uno sguardo fiero rivolto al futuro.
A questa Filiera che non si ferma mai tutti noi di Syngenta vogliamo dire
grazie!
L’ E D I T O R I A L E nnn
Un patto per l’Italia
I
nvestiamo sulla “socialità”, ovvero sui consumi di cibo e bevande fuori casa. È elemento trainante del turismo, ma anche dell’export, perché il made in Italy, a tavola e nel bicchiere, è amato in tutto il mondo (ed anche copiato). Alimenti-ristorazione-turismo-export sono concatenati. Il settore del food rappresenta il 20% del PIL e non è solo strategico, è la ricchezza del Paese. Sono assolutamente convinto che effettuare un intervento determinante sull’agroindustria sia un investimento sull’Italia. L’agroalimentare può dare un significativo contributo alla ripresa economica, duratura e sostenibile e va colta l’opportunità delle risorse del Recovery Fund per incidere in profondità, con interventi mirati. In tale ottica ho proposto al governo di stabilire, per un congruo periodo di tempo, l’aliquota IVA unica del 4%, per dare la possibilità ai consumatori di acquistare al minor costo possibile; quindi il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, che consentirebbe ai lavoratori di avere retribuzioni più alte. Tutto ciò per far ripartire velocemente i consumi e quindi la filiera produttiva e l’industria di trasformazione. Resta l’onere eccessivo della burocrazia; mi auguro che il decreto sulla semplificazione, annunciato dal governo, consenta di fare reali e sostanziali passi avanti verso l’efficienza amministrativa. E poi - l’ho sempre detto - bisogna intervenire sui fattori chiave per lo sviluppo e per la competitività: infrastrutture,
digitalizzazione,
innovazioni
tecnologiche, valorizzazione della ricerca e della formazione; quindi sugli accordi internazionali, in grado di tutelare e di valorizzare il Made in Italy. È il momento di un Patto per il Sistema Italia e va definito con coesione d’intenti tra politica e rappresentanza. Massimiliano Giansanti
GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 3
SOMMARIO ATTUALITÀ MONDO Coltivare in sicurezza Erik Fyrwald............................
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Scacchiere Mondiale G. M. ....................................
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PRIMO PIANO RAPPRESENTANZA Innovare per ripartire Gabriella Bechi ........................... 9
Patto per l’export...................................
38
Una finestra sul mondo Paola Castello...........................
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SPECIALE TRATTORI Sollevatori 4.0 G. M. ....................................
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Cum grano salis Silvia Piconcelli.........................
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FOCUS FASE 3 La filiera della vita Gabriella Bechi .........................
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ATTUALITÀ PRODOTTI La bellezza delle api Elisabetta Tufarelli ....................
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L’EDITORIALE Un patto per l’Italia Massimiliano Giansanti................. 3 APERTURA L’INTERVISTA Una vita per l’agricoltura Gabriella Bechi ........................... 6
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Rubriche
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I colori della ripresa Elisabetta Tufarelli.....................
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Altri standard produttivi Elisabetta Tufarelli.....................
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Centro Studi Export. . . . . . . . . . . . . . . . 32
23
Mappamondo Recovery Canada. . . . 40 EPS Sentenza.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Organizzazione Selvatici Cuneo. . . . 50
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Enapra Formazione. . . . . . . . . . . . . . . . 52 Campi Rosa Ripartenza. . . . . . . . . . . . 54
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Anga Food&Science. . . . . . . . . . . . . . . 55
A P E R T U R A L’ I N T E R V I S T A
A colloquio con Alfredo Diana per i suoi 90 anni. L’impegno profuso in Italia ed Europa per il rinnovamento di Confagricoltura e del settore primario
di Gabriella Bechi
H
o avuto il piacere e l’onore di conoscere Alfredo Diana e anche di lavorare per lui e non nascondo che sentire la sua voce al telefono mi ha provocato una certa emozione. Una voce ferma, pacata e decisa, nonostante abbia da poco festeggiato il suo novantesimo compleanno, che mi ha riportato indietro di molti anni, quando vedevo arrivare a Palazzo della Valle questo signore, alto, elegante, austero. Ricordo che incuteva in me una certa soggezione, che svaniva subito però, allontanata dalle sue buone maniere, dalla sua cortesia, dal suo sorriso. E ora che lo sento al telefono la soggezione è la stessa, nonostante le sue prime parole siano proprio rivolte a me, al ricordo di quei tempi. Parole semplici e affettuose. Una vita per l’agricoltura, possiamo dire così dottore? Sì, io sono un agricoltore. Nonostante nella mia vita abbia fatto tante altre cose, sono rimasto sempre prima di tutto un agricoltore. Dopo gli anni trascorsi a Berlino, dove mio padre era ambasciatore, e gli studi in collegio in Italia, mi sono iscritto
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Una vita per
«Nonostante abbia fatto tante cose, sono prima di tutto un agricoltore» alla facoltà di agraria a Portici dove ho avuto ottimi professori, come Pietro Medici e Manlio Rossi Doria. Ho cominciato a seguire le mie tre aziende agricole, a Caserta, in Calabria e in provincia di Catania e mi sono avvicinato al sindacato. Da qui è iniziata la mia avventura in Confagricoltura.
Lei è stato il fondatore dell’Anga, l’associazione giovanile di Confagricoltura. Proprio così, insieme a Rinaldo Chidichimo. Era il 1959 ed eravamo un gruppo di giovani entusiasti e anche un po’ ribelli. Creammo il logo dell’associazione, l’atomo, a significare la nostra voglia di guardare al futuro e di essere di stimolo per la casa madre. Ci portammo dietro tutti gli amici: Petrilli, Bianchi, Emo Capodilista, Sollima. Furono anni molto intensi e anche divertenti.
Il Presidente Mattarella consegna a Diana il collare di Decano dell’Ordine al Merito del Lavoro (2016)
l’agricoltura
Diana e Giansanti
Poi l’ingresso tra i senior, come presidente. Sono stato eletto nel 1969 e sono rimasto in carica otto anni. Sono stato io a cambiare lo statuto e ad imporre il limite di due mandati da quattro anni. Il mio predecessore Alfonso Gaetani aveva ricoperto quell’incarico per 19 anni. Un tempo davvero troppo lungo,
incompatibile con la necessità di cambiamento che i tempi imponevano. Sono stati anni impegnativi, di grandi lotte, come quella dei
contratti agrari e di problemi importanti come quello delle eccedenze produttive. L’agricoltura a quei tempi assumeva ancora molte braccia e il ruolo dei sindacati agricoli era molto diverso da oggi. Dall’agricoltura alla politica. Nel 1979 venne eletto parlamentare europeo. Confagricoltura ritenne che io fossi il rappresentante adatto per il settore agricolo in Europa e venni candidato nel collegio nord ovest, la zona colpita di più dall’epidemia Covid, come indipendente nelle liste DC. Ottenni 256.000 preferenze, secondo solo al segretario della Democrazia Cristiana Zaccagnini. Fummo eletti in 81. Tra questi Craxi, Susanna Agnelli, Capanna, Iotti, Almirante. Fu un successo per la Confagricoltura e per tutta l’agricoltura italiana. Andai volentieri a Bruxelles, dove avevo vissuto da bambino e dove ormai ero di casa, dopo gli anni passati all’Anga e in Confagricoltura comprendendo subito che la politica agricola si decideva in Europa. L’Italia entrò con cinque Paesi del Nord. Noi parlavamo di vino, di olio, di grano; loro di latte. Ci guardavano come fossimo alieni. Per abbattere questa barriera mi fu di grande aiuto Sicco Leendert Mansholtun, politico olandese, che era stato Commissario europeo all’Agricoltura dal 1958 al marzo 1972 e quindi, per un anno, presidente della Commissione europea, diventato poi il mio grande maestro, oltre che un caro amico. Lo invitai a venire a visitare il Sud d’Italia. Lui accettò e venne in Sicilia, capì e s’innamorò del nostro Paese, tanto che poi ha comprato una casa in Sardegna. È stato tra i fondatori del mercato comune agricolo, compito non facile, proprio per le differenze che esistono tra le GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 7
A P E R T U R A L’ I N T E R V I S T A
Diana all’evento per i 60 anni di Anga (2018)
agricolture dei diversi Paesi europei. Pretesi di entrare in commissione Agricoltura e c’era molto da lavorare. Bisognava stare lì dal lunedì al venerdì. Qual è il suo ricordo più bello di quel periodo? Le serate al ristorante con Altiero Spinelli, eletto con il Pci, uomo libero e di grande statura culturale con il quale fondammo il Club del Coccodrillo (così si chiamava il ristorante) scrivendo un documento che rivendicava più peso per il Parlamento europeo e che ha posto le basi per i nuovi poteri che oggi ha assunto, anche se ancora non è nel pieno delle sue funzioni. Poi ancora in politica, come senatore della Repubblica. Si, dal 1983 al 1992. Era un momento difficile: la Dc aveva perso voti, PC e Socialisti crescevano. E ancora una volta fu la Confagricoltura a chiamarmi e a candidarmi nel collegio di Lodi-Casalpusterlengo, un collegio agricolo forte, sempre come indipendente nelle liste DC. Fui eletto due volte di seguito. E infine ministro. Se lo aspettava? 8 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
«L’agricoltura è indispensabile. L’emergenza Coronavirus lo ha dimostrato» Sinceramente no. Pensavo di avere chiuso con la politica. Ero tornato a fare l’agricoltore. Ma il presidente del Consiglio Giuliano Amato nel 1993 mi chiamò a sostituire il ministro Fontana. Erano gli anni del dopo tangentopoli e dei referendum abrogativi, voluti dai Radicali e dalle Regioni, per la maggior parte in mano al PC. Tra questi c’era anche l’abolizione del ministero dell’Agricoltura e di quello del Turismo. Gli italiani avrebbero abolito tutto in quel periodo: votarono e il ministero fu abolito. Ma in quell’anno che sono stato ministro sono riuscito a salvarlo, attraverso cinque decreti legge. Sono sicuro che lei si ricorderà, perché quella battaglia l’abbiamo vinta insieme a Confagricoltura e lei si occupava della comunicazione, che è stata molto importante in quel frangente. È stato anche per 20 anni presidente della Federazione
Cavalieri del Lavoro. Dal 1981 al 2001. Un impegno che mi ha dato l’opportunità di conoscere personaggi che hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Ora sono presidente emerito. Una onorificenza di cui sono fiero. Come trascorre le sue giornate adesso? Vivo a Posillipo, nella mia bella casa alla Gaiola, davanti al mare, di cui non ho mai potuto fare a meno. Sono tornato a fare l’agricoltore e seguo le mie aziende, soprattutto quella di Caserta, dove allevo bufale. Quella in Sicilia è condotta con grande successo da mio figlio Gerardo. Quella a Gioia Tauro è stata espropriata per fare posto ad un centro siderurgico che non è mai stato fatto. Una ferita ancora aperta per me e uno dei più tragici errori commessi nei confronti di un territorio e di una popolazione che vivevano di agricoltura. Come vede il futuro dell’agricoltura? Anche in un mondo in cui dominano industria e servizi l’agricoltura avrà sempre un ruolo di primo piano. L’emergenza Coronavirus lo ha dimostrato. Il settore agricolo è stato tra i meno colpiti, è riuscito a servire il Paese non facendo mai mancare cibo ai cittadini. Ho visto cambiare l’agricoltura nell’arco della mia vita, e ci saranno ancora altri cambiamenti legati al progresso della ricerca, delle innovazioni tecnologiche e digitali, ma gli agricoltori sono persone che sanno adattarsi e sono fiducioso. Qual è il suo rapporto con la Confagricoltura? Di riconoscenza e affetto. Ci vado poco e non ho mai voluto interferire da fuori. Dopo di me ci sono stati ottimi presidenti ed ognuno ha portato del suo per la crescita dell’Organizzazione. Ora sono un associato. nnn
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Innovare per ripartire Dibattito di Core e Sole 24 ore sull’impatto delle tecnologie nelle imprese in epoca di emergenza. Gli interventi di Giansanti e Lasagna di Gabriella Bechi
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i è svolto il Business Tech Forum 2020, grande evento online organizzato da Core, società specializzata nell’attività di relazioni pubbliche e istituzionali, e da Il Sole 24 Ore. Due giorni di dibattito, alla luce dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid 2019, sui risultati dell’Osservatorio - presentato lo scorso 14 gennaio a Roma - che ha visto il patrocinio di Confagricoltura, la collaborazione di Oracle e il contribuito del Politecnico di Milano. Attraverso tavole rotonde, dibattiti e confronti, nel
corso del Business Tech Forum sono stati affrontati molti temi: dal ruolo dei dati, all’importanza della connessione e la sua velocità; dalla mobilità nelle città, all’innovazione nel sistema di reti sanitarie, fino ai progetti di agricoltura 4.0. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha partecipato al webinar di apertura, moderato dal direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini, dedicato al ruolo giocato dal business dell’innovazione sulle imprese italiane per la ripartenza, a cui sono intervenuti anche il vicemiGIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 9
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Agenda digitale per l’agroindustria che punta su tecnologie nistro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, l’ad e direttore generale di Open Fiber Elisabetta Ripa, il country manager di Oracle Italia Fabio Spoletini e il direttore di Enel Italia Carlo Tamburi. “Per molti la crisi dell’economia che stiamo vivendo è paragonabile a quella del ‘29. Se pensiamo ad un secolo fa, l’Italia era fondata sull’economia agricola e l’industrializzazione era agli arbori. Oggi, dopo cento anni, ci accorgiamo, con la crisi del Coronavirus, che il comparto dell’agroalimentare è il primo dell’economia nazionale in termini di costruzione del prodotto interno lordo. Questo deve farci riflettere sul perché, seppure il settore sia mutato nel corso di cento anni, abbia saputo mantenere una sua prevalenza economica nell’attività dello Stato - ha sottolineato Giansanti -. A questo si aggiunge che l’emergenza Coronavirus ha totalmente stravolto le abitudini dei cittadini. Si va al supermercato molto di meno rispetto a qualche mese fa. Si consuma in maniera diversa, privilegiando alcuni prodotti rispetto ad altri. Oggi grazie al digitale riusciamo anche a ritardare gli effetti del cambiamento climatico. Si riescono a programmare meglio le produzioni e siamo in grado anche di dare un volto a tutto ciò che viene prodotto. La blockchain permette alle imprese di tracciare tutto quello che si fa. Le prossime sfide a livello europeo sono legate alla green new deal e c’è un progetto che parte dal campo fino alla tavola, in cui verranno messe risorse economiche rilevanti. Noi italiani dobbiamo arrivare a quelle scadenze con una visione e con una strategia su quello che deve essere il valore dell’agroalimentare nel futuro. Sarà necessario avere una agenda digitale 10 | MONDO AGRICOLO | MAGGIO 2020
per l’agroindustria, che sempre più necessita di tecnologie”. “Senza il settore privato e le imprese è impossibile sostenere l’intera struttura pubblica, il welfare state e tutta la sanità. Nel contempo il lockdown ha portato alla luce una serie di limiti infrastrutturali che abbiamo già portato al centro dei dibattiti politici senza però mai addentrarci. L’Europa ha un gap di 500 miliardi di investimenti in meno rispetto ad America e Cina, non solo per la banda ultra larga, ma anche per il cloud e il 5g - ha dichiarato il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni -. È molto complicato attuare una
modernizzazione delle infrastrutture digitali, perché ci si scontra con problemi culturali e burocratici. Credo che la pandemia abbia imposto al Paese la necessità di capire che o si riparte ciascuno facendo la sua parte oppure continueremo soltanto a lamentarci.” Nel corso della prima giornata del Business Tech forum è stato affrontato anche il tema dell’Agritech, con un dibattito a cui ha partecipato Matteo Lasagna, vicepresidente di Confagricoltura; Giuseppe L’Abbate, sottosegretario alle Politiche Agricole; Paolo Menesatti, direttore del Centro di ricerca di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, Marcel-
In campo digitale il deficit strutturale frena competitività
Matteo Lasagna
lo Donatelli, direttore del Centro ricerca Agricoltura e Ambiente, e Filippo Renga, direttore Osservatorio Smart AgriFood, Politecnico di Milano e Università di Brescia. Parlando delle richieste e delle esigenze degli agricoltori Lasagna ha dichiarato: “L’agricoltura italiana sconta, al di là del Covid 19, una non capacità infrastrutturale di essere competitiva. Le nostre produzioni fanno fatica a valicare i confini italiani per raggiungere i mercati europei per un deficit strutturale soprattutto digitale, come ad esempio nella creazione di piattaforme di commercializ-
zazione dei nostri prodotti, nella incapacità di intercettare certificazioni ad hoc per la filiera, come ad esempio la blockchain, ovvero la capacità di poter dare tracciabilità ai nostri prodotti. Il Made in Italy non è una chimera, ma una realtà, soprattutto per la sicurezza alimentare che i nostri prodotti hanno e che si deve continuare a garantire aumentando il grado tecnologico delle nostre aziende. Da questo punto di vista gli agricoltori e gli allevatori che adottano queste tecnologie si aspettano di avere una maggiore sostenibilità economica da
parte del governo. Auspico che la ricerca e la scienza agricola siano sempre più legate fra di loro al servizio del consumatore e dell’aumento della capacità produttiva. Gli agricoltori hanno già perso sfide importantissime in passato, come quella sugli organismi geneticamente modificati, che ancora oggi vengono per la maggior parte importati perché non possiamo produrne”. Parlando delle azioni messe in campo dal ministero, il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate ha detto: “Il governo sta lavorando nell’ambito della sostenibilità: è il tema su cui si basa anche la politica Ue, dove abbiamo ribadito che la sostenibilità deve essere non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Quindi abbiamo chiesto all’Europa di non apportare tagli in questo settore. Il governo ha stanziato in legge di Bilancio due forme di sostegno alle aziende agricole, come l’introduzione del credito di imposta per gli investimenti nell’ambito dell’innovazione tecnologica e la concessione di contributi a fondo perduto per iniziative atte a migliorare precisione e tracciabilità e, infine, è stato stanziato un fondo di 5 milioni di euro per favorire gli impianti strumentali nuovi. Per quanto riguarda la banda larga, la cui competenza è del ministero dello Sviluppo economico, sono stati stanziati 1,5 miliardi di voucher per facilitare l’accesso alla band ultra larga. Di questi potranno usufruirne più di 2 milioni e 200 mila cittadini italiani e più di 430 mila imprese, che beneficeranno di un contributo di 500 euro per la connettività ad almeno 300 mb e di 2000 euro per la connettività fibra fino a 1Gb”. nnn GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 11
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Una finestra sul mo Online il nuovo portale Web di Confagricoltura. Un segnale di novità nell’Italia che riparte di Paola Castello
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n questo periodo di emergenza l’agricoltura non si è mai fermata, le imprese hanno continuato a lavorare con grande senso di responsabilità e orgoglio. E Confagricoltura con loro, anche - tra le altre cose - con una fervente attività di comunicazione e un’informazione costante, anche in relazione ai numerosi provvedimenti deliberati dal governo in questi mesi. Adesso che il Paese si accinge a ripartire, Confagricoltura lancia un segnale di novità e ripresa anche dal punto di vista della comunicazione, inaugurando il suo nuovo sito. La Confederazione si presenta sul web con una nuova veste grafica
e un portale innovativo, rivisitato nelle sue funzioni e sezioni, per comunicare in maniera ancora più efficace con imprese e utenti. Quello scelto da Confagricoltura è un concept completamente rinnovato, in linea con i più moderni trend di navigazione e fruizione dei contenuti, capace di adattarsi al device (mobile, tablet o desktop) dal quale lo si consulta. Con una grafica lineare e accattivante, una distribuzione funzionale delle diverse sezioni e un motore di ricerca potenziato, il nuovo portale di Confagricoltura è punto di riferimento per l’informazione di settore e per conoscere in tempo reale tutte le
Numerose sezioni e tanti contenuti facilmente accessibili per eccellenza, ma resta sempre valido il famoso concetto “Content is the king” per citare la celeberrima frase di Bill Gates. E in effetti il sito non solo è ricco di nuovi contenuti, ma dà anche maggiore visibilità a temi cruciali per il settore. Oltre alle principali news, ci sono infatti sezioni tematiche con aggiornamenti dedicati ad ambiti specifici e strategici, quali Bruxelles, le notizie di settore dal mondo, le ricerche del Centro Studi e le novità sui diversi comparti produttivi. Una parte del sito è poi dedicata al mensile di Confagricoltura, Mondo Agricolo, iniziative e i progetti della Confe- e alle storie d’impresa. Non manca poi una sezione “Diderazione. Grande spazio viene dato alle im- cono di noi” dedicata agli appromagini, nell’epoca dell’immagine fondimenti di Confagricoltura e
ndo
alle interviste ai dirigenti sulle principali testate e reti televisive. Numerose sezioni, tanti contenuti, ma facilmente accessibili grazie a menù principali e menù secondari che guidano agevolmente nella navigazione all’interno del portale. Oltre ad un’anteprima dei tweet in home page, tutte le sezioni del portale presente sono collegate ai profili istituzionali della Confederazione su Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin, che peraltro hanno registrato considerevoli incrementi di follower. Insomma il nuovo sito di Confagricoltura restituisce una fotografia dettagliata dell’Organizzazione in tutte le sue articolazioni e sfaccettature, nelle sue numerose attività e ambiti di intervento, oltre che nei suoi progetti. Il tutto secondo una visione assolutamente contemporanea e innovativa, come contemporanea e innovativa è la Confederazione. nnn
ANTESIGNANI NELLA CONQUISTA DEL WEB
Nel 1986 l’Italia si collegava a Internet (come rete) per la prima volta. Nel 1991 nasceva il Web (come parte grafica e multimediale che viaggia sulla rete). Nel 1996 era online il sito di Confagricoltura. La Confederazione è stata la prima tra le Organizzazioni agricole a comprendere appieno l’importanza del Web. Lo fece, inizialmente, con un sito-vetrina che illustrava le finalità dell’Organizzazione, poi negli anni il suo spazio Web lo ha rinnovato e aggiornato più volte facendolo divenire un grande contenitore informativo e multimediale interconnesso pure con i social media, con le newsletter e con “Mondo Agricolo”. Un portale innovativo che gioca sull’attualità, che informa sulle prese di posizione dell’Organizzazione ma che è anche una finestra sul mondo e sui territori. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 13
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Sprint
Accordo tra Confagricoltura e Open Fiber per accelerare le connessioni in campagna di Gabriella Bechi
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avorire la connessione alla banda ultra larga di tutte le aziende agricole per superare il digital divide e poter accedere a tutta una serie di servizi che al momento sono preclusi. È questo l’obiettivo dell’accordo che Confagricoltura e Open Fiber hanno siglato recentemente. Un accordo che assume grande rilevanza soprattutto in questo delicato momento di ripresa dall’emergenza sanitaria del Covid-19, in cui è emersa in modo chiaro l’importanza strategica della digitalizzazione e la necessità di accelerarne i processi di sviluppo, in particolare in un
settore come quello agro-alimentare che non si è mai fermato nel corso degli ultimi quattro mesi. Cominciamo con dire che si parla di banda ultra larga quando la velocità di connessione effettiva in download è di almeno 30 Mb/s. Quando questa velocità raggiunge o supera il Gigabit per secondo, come nel caso della rete che Open Fiber sta realizzando in tutto il Paese, si parla di reti ultraveloci. Per consentire tali velocità Open Fiber realizza l’infrastruttura utilizzando fibre ottiche che porta fino a casa dell’utente (FTTH) al posto dei tradizionali cavi in rame che non garanti-
digital
scono simmetria tra download e upload, tempi di latenza bassi ed elevata affidabilità. Open Fiber è un operatore “wholesale only”, ovvero che opera esclusivamente nel mercato all’ingrosso, offrendo l’accesso a condizioni eque e non discriminatorie a tutti gli operatori di mercato interessati. Quindi il cliente finale che ha bisogno di una connessione completamente in fibra ottica si rivolgerà agli operatori partner di Open Fiber: Wind Tre, Vodafone, Tiscali, Fastweb solo per citarne alcuni. L’azienda completerà il suo piano entro il 2023. Oggi avere una connessione ad
Postorino: puntiamo su precision farming e agricoltura digitale internet che permetta di navigare agilmente e sfruttare tutti i servizi offerti dalle nuove tecnologie è dato per scontato solo per alcuni, prevalentemente per chi vive nelle grandi metropoli; non è lo stesso per molti altri che, a causa degli scarsi investimenti fatti in questo settore nell’ultimo ventennio, hanno difficoltà anche solo ad aprire una pagina internet in tempi celeri.
Si parla, dunque, di Digital Divide, ovvero del divario tra coloro che possono utilizzare le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e coloro che, per motivi tecnici, (ma anche economici o sociali) non sono abilitati ad utilizzarle. La missione di Open Fiber è di colmare questo divario tecnologico che affligge un’importante parte del Paese, soprattutto nelle zone più difficilmente raggiungibili, come quelle rurali. Per Confagricoltura è quanto mai necessario lavorare affinché le aziende del settore primario, che producono, trasformano e GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 15
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commercializzano i loro prodotti, siano in grado di garantire la propria competitività, potendo contare su una rete interamente in fibra ottica che possa offrire stabilità, velocità e capienza nella trasmissione dei dati. Grazie a questo accordo sarà possibile accelerare ulteriormente il rollout nelle zone agricole, condividendo modalità semplificate di gestione degli iter autorizzativi e di realizzazione degli interventi e tutte le informazioni rilevanti. Coinvolgendo gli associati interessati dagli interventi e collaborando alla raccolta di informazioni, Open Fiber sarà in grado di individuare infrastrutture esistenti che possano essere riutilizzate per semplificare ed accelerare la copertura delle aree in banda ultralarga. La collaborazione punta quindi ad abilitare i territori ai servizi di telecomunicazione innovativi per lo sviluppo di tecnologie fondamentali per la crescita del tessuto economico di tutta la filiera dell’agroindustria. Si pensi alle applicazioni dell’agricoltura di precisione che, attraverso l’utilizzo di immagini satellitari, sensori ambientali, droni, macchine a rateo variabile, con-
Bonannini: rete di ultima generazione per la filiera agricola sentono di ottimizzare l’utilizzo dei vari input (acqua, agrofarmaci e fertilizzanti) e di usare solo ciò che serve, dove serve e quando serve, con risparmi economici che arrivano al 15% ed evidenti miglioramenti dal punto di vista ambientale. Altro aspetto molto interessante è l’E-Commerce: per l’agroalimentare è lo strumento ideale per conquistare nuovi mercati, soprattutto all’estero. Ma oggi, con l’emergenza in corso, abbiamo imparato come l’altra grande sfida riguardi anche la consegna del cibo a casa. “Tenere traccia” di quanto avviene lungo la filiera di un prodotto alimentare, raccogliendo e mettendo a valore i dati di filiera dal campo alla tavola, costituisce sempre più un’opportunità per le aziende operanti nel settore. Il digitale può giocare un ruolo chiave nel consentire il raggiungimento di questo obiettivo e l’offerta tecnologica oggi a di-
sposizione delle imprese è molteplice e variegata. Sul mercato convivono infatti soluzioni considerate “tradizionali” - basate per lo più sulla raccolta manuale e la conservazione del dato (come i software dedicati) - e soluzioni più innovative, facenti uso di tecnologie - tra cui Blockchain, Data Analytics, Internet of Things e Cloud - che consentono di automatizzare la raccolta dei dati, ne abilitano una condivisione più efficace e, infine, ne consentono una migliore elaborazione. Tutte cose che senza una connessione ad internet sarebbe impossibile realizzare. “Confagricoltura - sottolinea il direttore generale Francesco Postorino - continua così il suo percorso virtuoso che punta al fondamentale contributo della ricerca e dell’innovazione tecnologica per lo sviluppo di filiere agricole ed agroalimentari moderne che sempre di più ricorrono a sistemi di precision farming e di agricoltura digitale, per assicurare produzioni di qualità e sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.” Per Simone Bonannini, direttore Marketing e Commerciale di Open Fiber: “L’accordo siglato con Confagricoltura ci permetterà di raggiungere più velocemente con la nostra rete di ultima generazione le aziende della filiera agricola. Siamo certi che un’Italia più digitale sia indispensabile a maggior ragione nella fase della ripartenza e del rilancio dopo il lockdown. Per questo vogliamo agevolare lo scatto necessario verso soluzioni tecnologiche d’avanguardia, necessarie per continuare a competere nei mercati globali. In quest’ottica, la rete ultra-broadband di Open Fiber è uno dei fattori chiave per non restare indietro”. nnn
Da sinistra,Francesco Postorino e Simone Bonannini 16 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
Cum grano salis Webinar per Durum Days 2020. Grazie alla coesione ed al buon senso della filiera del grano duro/pasta contenuti gli effetti del lockdown di Silvia Piconcelli
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all’analisi dell’andamento di mercato del comparto e dalle stime per la nuova campagna 2020/2021 realizzate da Aretè, nell’ambito del consueto appuntamento del Durum Day - che quest’anno si è tenuto via webinar - è emerso un quadro positivo trainato dall’aumento di vendite di pasta verificatosi durante il lockdown. Tutti gli anelli della filiera hanno continuato a lavorare per soddisfare le crescenti richieste dei consumatori finali, nonostante difficoltà di ordine logistico ed organizzativo con conseguente aumento dei costi di produzione, a cui si è aggiunto il crollo delle consegne al canale Ho.Re.Ca., solo in parte compensate dalle vendite retail. I dati dei consumi di pasta nella GDO, infatti, hanno segna-
to valori positivi a doppia cifra (+24%) toccando aumenti di oltre 100.000 tonnellate rispetto a marzo - aprile dello scorso anno, nell’ambito di un trend di vendite che è risultato molto variegato in base alle diverse tipologie di prodotti di prima necessità, in cui non tutte le filiere alimentari hanno performato allo stesso livello. Nonostante l’impennata dei consumi, l’evidenza di picchi produttivi arrivati oltre il 100% della capacità produttiva in volume dell’industria pastaria e l’aumento delle produzione di semola con punte fino a più del 15%, i prezzi del frumento duro - nello stesso periodo - hanno subito dei rialzi, ma non in linea con quanto si sperava: ancora una volta la parte più debole, in termini di redditività, resta quella agricola. La pandemia ha innescato un cambio di percezione nei conGIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 17
PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A
Aretè ha registrato impennata di consumo di pasta nel lockdown sumatori e di conseguenza sulle filiere ed i mercati di riferimento; la maggiore attenzione all’origine delle materie prime ha consacrato come primo driver di mercato la qualità delle semole e una maggiore richiesta di frumento di qualità e di provenienza nazionale. Sempre secondo stime Aretè, a livello mondiale le scorte di grano duro sono ai minimi storici dagli ultimi dieci anni (2019/2020 - 27%) e il trend dei prezzi segna andamenti tensivi pari a +25% nell’ultimo anno e +8% da inizio 2020. Tutte queste caratteristiche annunciano non poche preoccupazioni per la nuova campagna, ormai prossima alla raccolta. 18 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
La nuova campagna, contrassegnata da un leggero aumento delle aree seminate a duro (con superficie stimata pari a 1.293.000 ha ed un delta di +6%), da rese presunte in linea con la campagna precedente, sembra possa far sperare in aumento complessivo della produzione; sempre che il prolungato periodo di siccità non abbia compromesso la caratteristiche qualitative. Il presunto leggero aumento produttivo del comparto, però, non sarà sufficiente nel medio lungo periodo a compensare l’ingente diminuzione delle scorte ed il mercato nazionale, che seguirà sempre più logiche di sovranità alimentare, sarà caratterizzato comunque da un basso tasso di auto approvvigionamento. Nicola Gatta presidente della Federazione cereali alimentari di Confagricoltura, intervenendo al webinar ha sottolineato come i produttori cerealicoli abbia-
no accolto a testa alta le sfide della variabilità climatica e le fluttuazioni di mercato e come essi siano sempre più orientati a scelte coraggiose ed innovative che li inducono a seminare varietà sempre più produttive e resilienti, nonché ad utilizzare tecnologie digitali e sempre più sostenibili. D’altro canto, a maggior ragione a seguito di eventi straordinari come una pandemia del genere, è necessario avere sempre più certezza e sicurezza di un substrato politico che garantisca continuità nei pagamenti dei contributi stanziati per sostenere il settore, al fine di garantire la liquidità necessaria per far fronte agli investimenti. Quindi se la filiera è
Costruzioni su misura per il benessere dell’animale Costruzioni in legno e acciaio per l’agricoltura e la zootecnia Vasche circolari in cemento armato per liquami e impianti biogas
Maggiore richiesta di frumento di qualità made in Italy riuscita ad essere coesa e affiatata ed ha dimostrato di saper tenere la rotta anche in un momento così delicato del panorama economico nazionale, ma non solo, anche da parte delle Istituzioni si auspica una maggiore presa di coscienza e di accelerazione. Come nel caso della mancata pubblicazione, ancora ad oggi, del decreto ministeriale sui contratti di filiera del grano duro, con il conseguente stanziamento dei 40 milioni a beneficio di tutto il comparto, auspicando di agire,come direbbe Plinio, cum grano salis. nnn
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GIUGNO 202006/03/2020 | MONDO10:50:20 AGRICOLO | 19
FOCUS FA SE 3
Web conference di Agronetwork. Giansanti chiede strategia per agroalimentare e canale Ho.Re.Ca., motore della ripresa
di Gabriella Bechi
L’
epidemia Covid-19, con il lockdown e il blocco delle attività, ha colpito in modo particolare il circuito Ho.Re.Ca. Ristoranti, bar, pub, pizzerie, catering e banqueting, ricettività turistica, discoteche, stabilimenti balneari, agriturismi, sale gioco legale, hanno visto azzerare i ricavi per quasi 90 giorni, con perdite di fatturato che vengono stimate dalla Fipe in 34 miliardi di euro, per non parlare della probabile chiusura di circa il 15% dei pubblici esercizi (45/50 mila unità) e la contrazione occupazionale del 25/30 % (ben 300/350 mila posti di lavoro). Ora è il momento della ripartenza e servono risposte immediate per superare la crisi del settore e proposte concrete ed efficaci per il suo rilancio. Se ne è discusso nel corso di una web conference organizzata da Agronetwork, l’associazione fondata da Confagricoltura,
20 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
Nomisma e Luiss con l’obiettivo di promuovere e agevolare lo sviluppo dell’innovazione e della competitività delle imprese e lo studio delle strategie e delle politiche di filiera. Ha aperto i lavori la presidente di Agronetwork Luisa Todini che ha sottolineato come “la pandemia abbia profondamente cambiato a livello mondiale le scelte alimentari, la composizione della domanda, i modelli di produzione e distribuzione, la
La filiera
Bellanova: «Filiera ha profuso enorme impegno per garantire cibo»
della vita
logistica e l’organizzazione del lavoro. Resta da comprendere quanto queste modifiche delle abitudini e dei comportamenti abbiano assunto una dimensione strutturale, ma certamente lasceranno il segno”. Quindi l’intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che si è rivolta alla filiera agroalimentare chiamandola ‘filiera della vita’: “Credo che questa filiera vada ripagata dell’enorme impegno profuso per garantire
cibo durante il lockdown agli italiani, salvaguardando le proprie consuetudini alimentari. È necessario ora non disperdere l’esperienza di questi mesi, che ha dimostrato l’intraprendenza e la coesione di tutti i soggetti che ne fanno parte. Siamo in una fase delicatissima ed è necessario fare massa critica. Per questo vi invito a fare sistema e a lavorare insieme per un grande progetto per l’agroalimentare italiano”. Ha avviato il dibattito la relazione di Denis Pantini, direttore dell’Agroalimentare di Nomisma: “Pur a fronte di vendite nella GDO, che nel lockdown hanno visto crescere quelle di prodotti alimentari del 13% e nell’online (e-commerce) superare il +150% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la chiusura della ristorazione in Italia ed in Europa ha avuto effetti significativi sull’agroalimentare italiano, portando la relativa produzione industriale a -8% in aprile e facendo scivolare anche l’export - sempre per aprile rispetto allo stesso mese 2019 - in territorio negativo. La tenuta del sistema agroalimentare italiano passa anche da questo settore, Ho.Re.Ca., sul quale pesa anche la forte riduzione dei turisti stranieri, nonché la diffusione dello smart working che limita la domanda di pasti fuori casa.” Un settore quello dell’Ho.Re.Ca che rappresenta più di un terzo del valore aggiunto dell’intera filiera agroalimentare nazionale, con 46 miliardi su un totale di 125, e con oltre 20 miliardi di euro di materie prime agricole acquistate ogni anno, e che incarna l’essenza dello stile di vita italiano, dando un contributo rilevante nella percezione del nostro Paese nel mondo, renGIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 21
FOCUS FA SE 3
Manzella: «Ora inizia fase di ridefinizione degli obiettivi»
Luisa Todini
dendoci turisticamente attraenti a livello internazionale. “Il canale Ho.Re.Ca. è fondamentale per tutti noi - ha ribadito il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio - per l’industria alimentare e per l’agricoltura, non solo in termini economici, ma anche per valore aggiunto. Deve essere sostenuto almeno fino al 2021 con contributi a fondo perduto. Né va in volume di affari, forza lavoro e turismo: un patrimonio dell’intero Paese.” “Il comparto ha davanti a sé una sfida senza rete, di impoverimento economico e culturale - ha aggiunto il sottosegretario allo Sviluppo economico Gian Paolo Manzella -. La risposta della politica è stata immediata, anche se ci sono stati comprensibili problemi. Ora però inizia una fase nuova di ridefinizione 22 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
degli obiettivi, che deve basarsi sull’innovazione, sul digitale, sull’export e sulla ricostruzione della fiducia. Si apre la partita del Recovery Fund ed è necessario attuare una vera politica di programmazione.” Per il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo Antonio Tajani “è necessario inserire l’agroalimentare in una visione complessiva di rilancio del Paese e per fare questo servono più risorse di quelle che il governo ha finora destinato. Bisogna poi intervenire sulla fiscalità, investire in ricerca e innovazione. Il messaggio arrivato oggi da Bruxelles è positivo, ma bisogna lavorare ancora per rivedere i tagli alla Pac che sono stati proposti e per attuare una politica ambientale più lungimirante.” Quindi le testimonianze degli imprenditori: Guido Folonari (Philarmonica Distribuzione),
Annibale Pancrazio (Pancrazio), Giampiero Calzolari (Granarolo), Raffaele Boscaini (Masi Agricola), Alfredo Pratolongo (Heineken Italia), Dino Di Marino (Italgrob, Federazione dei Grossisti e dei distributori di Bevande), moderati dal vice direttore del TG La7 Andrea Pancani. Dagli interventi dei rappresentanti della Fipe - il presidente Lino Stoppani e il direttore generale Roberto Calugi - è emerso chiaramente che finora il settore ha potuto beneficiare soltanto di provvedimenti finalizzati a “curare l’emergenza”. Servono, invece, misure immediate, come il supporto concreto alla liquidità, l’azzeramento delle commissioni sui pagamenti elettronici; agevolazioni sulla locazione degli immobili. Ma servono anche misure strutturali come la riduzione delle accise sulle bevande alcoliche; l’abbassamento e l’armonizzazione dell’IVA”. Ha chiuso i lavori il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. “Oggi è stata una giornata importante: la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, ha presentato alle Istituzioni una serie di proposte per il rilancio del ‘cibo italiano’. Il settore Ho.Re.Ca. ha un ruolo fondamentale per la valorizzazione dei prodotti agricoli, che ci ha consentito di crescere sul mercato domestico e all’estero. Come Confagricoltura abbiamo proposto al governo il taglio delle aliquote Iva per tutti i prodotti agricoli e trasformati e quello del cuneo fiscale per i lavoratori, per far ripartire i consumi. La filiera deve essere unita e presentare al governo proposte concrete per il rilancio dell’agroalimentare, che vale il 20% del Pil. Investire nell’agroalimentare significa investire nel Paese”. nnn
Il settore zootecnico non si è fermato Nel mantovano si punta su innovazione e sostenibilità di Nicola Artoni
Davide Magni
G
uidare e gestire un’azienda agricola è un compito decisamente importante, che comporta responsabilità e impegno. Farlo a 23 anni, quando la maggior parte dei tuoi coetanei sta ancora ragionando su quale strada prendere per il futuro, è ancora più gratificante: “È sin dalla prima media che ho deciso di intraprendere questo percorso professionale, con grande passione. Si può quasi dire che io sia nato a bordo di un trattore, e me ne sia subito innamorato. La mia famiglia lavora nel settore primario da generazioni, non potevo pensare di interrompere questa tradizione. Portare avanti ciò che è stato costruito prima di me mi dà grande forza”. Parola di Davide Magni, 23 anni, che a Gabbiana di Marcaria conduce un allevamento di bovini da latte (conferito alla Latteria San
Valentino di Pilastro, per la produzione di Grana Padano) e 60 ha coltivati a mais, frumento da sfalcio, foraggio ed erba medica. Davide, in questo 2020, si è trovato di fronte una situazione delicata, del tutto inedita, quella relativa all’emergenza Covid-19 e al relativo lockdown imposto dalle autorità. Qualche momento di smarrimento, una rapida riorganizzazione aziendale e poi, come tutto il settore agricolo, al lavoro normalmente, senza alcun tipo di paure o pressioni, ma semplicemente con la consapevolezza di dover convivere con qualcosa di mai visto: “Dal nostro punto di vista il lavoro non è cambiato più di tanto durante l’emergenza Coronavirus spiega Davide - il nostro latte è stato sempre ritirato in orario e la nostra latteria non ha fortunatamente avuto casi di contagio. I fornitori sono stati puntuali nel-
La svolta è green GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 23
FOCUS FA SE 3
«Allarghiamo la stalla. Lo sviluppo è il segreto per andare avanti» le consegne, abbiamo lavorato bene con i rappresentanti al telefono. Questo ci ha consentito di continuare a gestire al meglio la nostra azienda. Richieste di abbassamento della produzione? La nostra latteria non ne ha avanzate. Ad ogni modo credo sia un qualcosa di assurdo, le vacche non sono rubinetti da chiudere”. Qualche timore in più c’è per quanto riguarda l’andamento dei mercati nel settore lattiero-caseario: “Il prezzo del latte sta calando, così come quello dei formaggi. Siamo in contatto diretto con il Consorzio di tutela del Grana Padano, e dalle loro analisi risulta che probabilmente ci porteremo questa situazione fino alla fine dell’anno. Si spera che negli ultimi 2-3 mesi di questo 2020 ci sia una ripresa, per poi vivere 24 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
un 2021 abbastanza altalenante e un 2022 nel quale finalmente poter tornare a una situazione di normalità nelle quotazioni”. Se il Covid-19 ha impiegato pochissimo per fermare il Paese, così non sarà per la rimessa in moto a pieno regime di molti settori produttivi purtroppo. Servirà una buona dose di pazienza: “A livello di consumi interni non c’è stato più di tanto calo - analizza Magni - il vero problema al momento sono le esportazioni, che ora sono a livelli bassi. Il Grana Padano esporta il 41% della sua produzione, dovremo recuperare quanto prima questo posizionamento sul mercato. Mi auguro ci si possa riuscire prima del 2022”. In azienda con Davide ci sono il padre Stefano e il fratello Simone: sono loro tre, dividendosi compiti e lavorazioni come la più organizzata delle squadre, ad occuparsi di lattazioni, fecondazioni, rimonta e vitelli, oltre naturalmente dei lavori in campagna. E
l’ingresso in azienda di Davide è coinciso con l’avvio di un piano di sviluppo che ha portato alla costruzione e all’inaugurazione di una nuovissima stalla, dalla capienza massima di 240 capi e con due robot di mungitura, finanziata tramite un Psr seguito e presentato con successo da Confagricoltura Mantova, con importo di poco inferiore ai 2 milioni di euro. Un investimento massiccio, ma che arriva da lontano: “L’idea nasce nel 2014 - spiega Davide - appena dopo l’emissione del bando Psr 2014-2020 e in contemporanea con l’uscita di mio nonno Ernesto dalla gestione dell’azienda e il mio ingresso, ad appena 16 anni. Abbiamo iniziato subito a muoverci per capire come poter allargare la stalla, lo sviluppo a mio parere è l’unico segreto per poter andare avanti”. Prima di questa operazione di allargamento, la stalla dell’azienda Magni poteva contare su 70 capi (150 inclusa la rimonta) ed aveva già beneficiato di un contributo
«Separatore del liquame operando nell’ottica dell’economia circolare» regionale per crescere dai 50 capi originari: “È stato allora - continua Davide - che abbiamo iniziato a ragionare sul nuovo investimento, chiuso grazie al grande lavoro degli uffici di Confagricoltura, in particolare di Azzini e Rossi, che ringraziamo, così come i tecnici dell’Utr Valpadana e il responsabile fidi di Banca Bcc Mantovana, Andrea Giovannini. I lavori sono iniziati all’inizio del mese di luglio 2019 e a gennaio di quest’anno potevamo già inserire i primi animali. Le aziende che ci hanno seguito sono state davvero fantastiche”. La nuova stalla dell’azienda Magni, come detto, ha una struttura da 240 capi, anche se al momento ne contiene 120, di cui 85 in lattazione: “La nostra intenzione è quella di arrivare alla massima capienza, ma con un processo graduale, senza fretta, sfruttando la rimonta interna e l’acquisto di
BOVINI E SUINI: LE RICHIESTE DI CONFAGRICOLTURA
Per il settore lattiero-caseario servono misure che favoriscano liquidità alle imprese. Richiesti acquisti per gli indigenti - così da alleggerire le scorte di formaggi Dop – ammasso privato e pegno rotativo per i formaggi Dop. Sollecitato il patto di filiera. Per il settore delle carni bovine servono misure per dare sostegno economico e liquidità alle aziende; acquisti per gli indigenti prevedendo anche carne di vitello (settore particolarmente in crisi). Chiesto il patto di filiera. Confagricoltura invita la GDO a privilegiare le vendite di prodotto nazionale. Per la suinicoltura vanno raccordati prezzi e costi all’origine ed al consumo. Chiesti acquisti per gli indigenti per togliere dal mercato quantità importanti di prosciutti e distogliere cosce dal circuito tutelato per indirizzarle al fresco ed ai prosciutti cotti. Serve un patto di filiera e tutte le sue componenti sono chiamate a ragionare di programmazione produttiva, Dop e capacità di export.
bestiame”. All’interno della struttura in ferro, meno ingombrante e ben più aperta rispetto a quella tradizionale in cemento, sono stati installati due robot di mungitura, un’altra scelta nell’ottica della sostenibilità aziendale. L’attuale media produttiva è di circa 35 kg per vacca, ma l’obiettivo è di arrivare, tra un anno circa, a 40-42 kg per vacca. Un’altra grande innovazione introdotta è il separatore per il liquame, tramite il quale vengono trattati
gli effluenti da allevamento, dividendo la sostanza secca, non digerita dall’animale, da quella liquida: “Con la parte solida - spiega Davide - realizziamo la lettiera delle vacche, operazione che in precedenza ci costava l’utilizzo di almeno 500 balloni di paglia, da acquistare, e un mese di tempo. Abbiamo operato nell’ottica dell’economia circolare, una scelta che sta pagando e della quale siamo estremamente soddisfatti”. nnn
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FOCUS FA SE 3
I colori della ripresa
Il florovivaismo è stato tra i settori più danneggiati dal lockdown. Come si riparte nella Piana d’Albenga di Elisabetta Tufarelli 26 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
N
ella Piana d’Albenga (SV), la più grande della Liguria, incontriamo Roberto Poggi che, con l’aiuto di suo figlio Giorgio, conduce l’azienda agricola Sangiorgio, specializzata in piante da fiore. “La nostra - racconta l’imprenditore - è una realtà nata come produttrice di frutta e ortaggi, con mio nonno, poi si è modificata nel tempo. Negli anni ’80 vi si producevano piante verdi come Ficus e dracene. Poi, negli anni ’90, la trasformazione definitiva a così com’è oggi, con la mia decisione
di dedicarmi completamente alle piante fiorite”. La pianura gode di un microclima adatto alla coltivazione di piante mediterranee e oggi l’azienda lavora su tre ettari e mezzo, di cui 9.000 metri di serre, parte ombreggiata ed il resto a pieno campo. “Ci fermiamo solo il giorno di Natale e quello di Ferragosto, per il resto si lavora sempre, abbiamo piani di avvicendamento colturale ben precisi - spiega - che coprono tutto l’anno: da gennaio a marzo è il tempo di Iberis, Saxifraga, Phlox, Ortensie e Dimorfoteche, poi Portulaca, Lavanda tardiva, Bidens,
«Siamo preoccupati per programmazione autunnale da fare ora» “Questa stagione era partita bene tant’è che, a febbraio, avevamo un fatturato superiore a quello dello scorso anno. Eravamo ottimisti per l’annata, finché tutto è improvvisamente cambiato già dal 9/10 marzo. Il 90% della nostra produzione viene commercializzato attraverso la GDO che, a marzo e ad aprile, fa due grosse promozioni, che abbiamo perso come tanto altro. Tutto finito, perché il codice Ateco (che classifica le attività economiche ndr) non ci permetteva la vendita dei nostri prodotti. Così il nostro fatturato è stato pari allo zero e abbiamo perso il 90% della nostra produzione. Poi siamo finalmente ripartiti, per così dire, con il freno a mano tirato e le nostre vendite ai supermercati sono state limitatissime”. Il cuore della produzione agricola ingauna è proprio la floricoltura, che ha scontato più di altri settori gli effetti dell’emergenza causata dal Covid-19. Come avete cercato di far fronte a questo disastro non
Verbena, anche della specie tardiva e tappezzante, ed Elicriso; da metà luglio a novembre è la volta dei Ciclamini, con Settembrini, Crisantemi e Stelle di Natale”. Quale è la sua specie preferita? “Senza dubbio l’Elicriso. Dà soddisfazione, è resistente, ha una bella fioritura che tiene bene e la fanno in pochi perché non ha un grosso mercato”. Il forovivaismo ‘made in Italy’ è uno dei comparti che ha pagato il conto più salato per la pandemia del Coronavirus. Roberto Poggi GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 27
FOCUS FA SE 3
annunciato? “Non è stato facile dice Roberto Poggi - e gli effetti dei nostri sforzi sono stati molto parziali. Da un lato abbiamo cercato di ritardare il più possibile le fioriture, dall’altro, proprio per la nostra organizzazione produttiva che rispetta scadenze colturali precise, abbiamo dovuto smaltire l’invenduto con ditte specializzate, che garantissero un’operazio-
ne veloce, anche se costosa”. Ora il mercato si è ripreso? “Non del tutto - precisa - c’è però un po’ di richiesta maggiore di piante per i giardini. Quello che mi preoccupa è la programmazione autunnale. Per noi imprenditori non c’è stato esclusivamente il problema della pandemia, ma quello dell’incertezza, che ci angoscia ancor di più. Si sente tut-
FLOROVIVAISMO: LE RICHIESTE DI CONFAGRICOLTURA
Sospendere i pagamenti di oneri fiscali e contributivi, prevedendo uno sgravio previdenziale. Facilitare l’accesso delle imprese alle garanzie dello Stato e migliorare tempistica e impatto del contributo a fondo perduto. Prevedere un indennizzo maggiore e la copertura per il lockdown, riservando una quota specifica sul fondo di emergenza per le filiere in crisi, per almeno il 50% del danno. Intervenire a livello comunitario, per inserire anche il florovivaismo, che non ha mai usufruito di misure di sostegno. Superare i limiti previsti per la gestione degli aiuti di Stato. Aumentare la percentuale di credito di imposta del ‘bonus verde’, raddoppiando il massimale ammissibile e dimezzando gli anni di beneficio della misura. Pianificare meglio il verde urbano ed extraurbano. Allargare al comparto le linee di intervento per la promozione dell’export. 28 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
to e il contrario di quello appena detto ed è difficile programmare, spero solo che questo virus non riparta in autunno”. L’imprenditore esporta in Svizzera il 10% della sua produzione primaverile, principalmente Portulacche, Dimorfoteche, Elicrisi e Margherite che coltiva esclusivamente per questo Paese. Ma tutto si è fermato anche lì. Il maggiore fornitore della GDO è l’Olanda, dove i trasporti sono molto semplificati e per la distribuzione sono molto più veloci. Per l’autunno e l’inverno come vi siete organizzati?” Semplicemente e dolorosamente - conclude Roberto Poggi - riducendo il nostro volume produttivo del 20%. Mi auguro che il mercato riparta almeno la prossima primavera, la situazione è difficile e spero di riuscire a superarla: il problema è la mancanza di liquidità che unita all’incertezza di come sarà il mercato in futuro mi preoccupa e mi spinge a non rischiare investimenti per non avere debiti”. nnn
Alti standard produttivi L’acquacoltura alla riconquista di un mercato consolidato. Testimonianza nell’area vocata trevigiana di Elisabetta Tufarelli
L’
acquacoltura italiana è un settore importante, anche se ancora poco conosciuto. Lungo lo Stivale operano 800 impianti che producono 150 mila tonnellate di prodotti ittici, danno lavoro a 15 mila addetti, compreso l’indotto, con una PLV di quasi 600 milioni di euro. Un comparto di tutto rispetto dal quale proviene il 40% del prodotto consumato a livello nazionale. Abbiamo incontrato Marco Fuselli della PIT (Produttori Ittici Trevigiani), un consorzio che raccoglie 7 impianti e 2 aziende con 6 allevamenti in Veneto (nelle provincie di Treviso, Belluno, Pordenone e Venezia) e uno in Friuli. “Il consorzio - racconta - riunisce la stessa famiglia che, da tre generazioni, si è dedicata all’allevamento ittico. Siamo specializzati nella produzione in acqua
dolce e il nostro fiore all’occhiello è la trota iridea; completiamo la filiera con piccoli quantitativi di storione, salmerino e anguilla”. PIT trasforma 3 mila tonnellate l’anno di pesce, il 90% è la trota iridea, il vero “core business” dell’azienda. Il pesce è allevato in impianti che utilizzano risorse naturali, molto integrate a livello ambientale, con un impatto estremamente basso. Pionieri nell’allevamento della trota, eccellente dal punto di vista nutrizionale, la cui sicurezza e salubrità viene tutelata in ogni fase del processo produttivo, si sono specializzati anche nella produzione della trota iridea biologica, unico impianto in tutta Italia per le sue caratteristiche di integrazione con l’ambiente, purezza e qualità delle acque che permettono di ottenere un prodotto e un pesce eccezionale per qualità, nel rispetto rigoroso dell’ambiente e dell’eco-sostenibilità dell’allevamento. “Siamo una filiera integrata - spiega - facciamo riproduzione interna e commercializziamo i GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 29
FOCUS FA SE 3
«Eravamo già preparati. Mascherine e igienizzanti erano la quotidianità» nostri prodotti principalmente attraverso la GDO nazionale e quelle svizzere e tedesche, forniamo anche le industrie agroalimentari per la preparazione di piatti pronti, gli affumicatori e i mercati all’ingrosso”. Come avete vissuto l’emergenza causata dalla pandemia? “Siamo stati fortunati. Siamo riusciti a gestirne l’impatto perché lavoriamo solo marginalmente con l’Ho.Re.Ca., che è stata completamente azzerata dal Coronavirus. L’avvento del Covid-19 ci ha insegnato che, per quanto cerchi di programmare, tutto può essere messo in discussione all’improvviso da un evento esterno alla tua attività”. Ma non solo. L’agroalimentare ha reagito molto bene all’emergenza, non fermandosi mai. “I nostri standard sono molto elevati per sicurezza, qualità e controllo della filiera. In un certo senso eravamo già preparati, perché mascherine, protezioni per gli occhi, igienizzanti ed altri presidi
per noi erano già la quotidianità. Abbiamo dovuto provvedere, con spese contenute, ad andare incontro alle nuove procedure di sicurezza (distanziamenti, controllo delle temperature, modalità di accessi e uscite dall’azienda). Dopo soli due giorni dall’emanazione del primo DCPM abbiamo avuto un 30 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
«Pesce italiano apprezzato all’estero. Serve una campagna promozionale» sicurezza alimentare sono un riferimento a livello mondiale. Ma il Covid- 19 ha creato comunque problemi. “In generale c’è stato un grosso calo di lavoro tra marzo e aprile. È andata persa in toto l’attività di Pasqua, che da sola vale il 50%, con la chiusura quasi totale dei mercati all’ingrosso. È calato anche del 30/35% il lavoro con l’industria alimentare, poi il panico ha fatto il resto con l’estero. Non ci sono mancate le ordinazioni, ma i problemi alle frontiere hanno generato perdite per il 60/70%. Infine ci sono state difficoltà organizzative perché più del 70% del pesce è rimasto in vasca”. Tuttavia, l’imprenditore sottolinea che, nonostante tutto, sono stati fortunati rispetto ad altri, perché il consorzio non lavora per la pesca sportiva, né fa ripopolamento. Come vi siete organizzati per ripartire? “Ci siamo rimboccati le maniche e l’abbiamo fatto anche vendendo sottocosto. Il pesce italiano è molto apprezzato all’estero, ma sarebbe indispensabile far partire campagne nazionali mirate a promuovere, valorizzare e sostenere il prodotto nazionale”. nnn controllo e non è stata riscontrata alcuna anomalia. Tutto ha funzionato bene. Per noi e per tutto il settore agroalimentare continuare a lavorare non solo era permesso, ma un dovere per garantire cibo sano e sicuro”. D’altronde i prodotti italiani in termini di qualità, eccellenza e
PESCI: LE RICHIESTE DI API-CONFAGRICOLTURA
Per l’Associazione Piscicoltori di Confagricoltura vanno attivate velocemente forme di compensazione per le imprese d’acquacoltura più colpite, utilizzando i fondi stanziati dal governo e l’aumentata flessibilità attribuita dalla Commissione UE al fondo FEAMP (reg. 560/2020). Occorre semplificare la burocrazia attivando lo “sportello unico” per l’acquacoltura e risolvere l’annoso problema dei canoni demaniali. Vanno promossi i prodotti ittici “made in Italy”, facendo leva su sicurezza, freschezza, qualità e trasparenza intrinseci. Vanno rese obbligatorie tracciabilità ed etichettatura pure per i prodotti distribuiti attraverso i canali Ho.Re.Ca. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 31
CENTRO STUDI
di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo
PRIMA VALUTAZIONE SUI MESI DELLA PANDEMIA
Export al tempo del Covid-19
N
el 2019 il valore delle esportazioni italiane dei settori agricolo e dell’industria alimentare è stato complessivamente di 44,6 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi di euro per i prodotti agricoli (15%) e 37,8 miliardi di euro per i prodotti dell’industria alimentare (85%). Le esportazioni verso i Paesi UE hanno rappresentato complessivamente il 63% del totale di settore (28,3 miliardi di euro), di cui il 19% di prodotti agricoli e l’81% di prodotti dell’industria alimentare. Le esportazioni verso i Paesi Extra-UE valgono 16,3 miliardi di euro pari al 37% del totale; il 91% del valore (14,9 miliardi di euro) si riferisce ai prodot-
32 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
ti dell’industria alimentare, il restante 9% (1,4 miliardi di euro) ai prodotti agricoli. Il Centro Studi Confagricoltura, esaminando gli ultimi dati disponibili, ha compiuto una prima valutazione sull’andamento dell’export agricolo e alimentare dell’Italia nei primi mesi della pandemia da Coronavirus. Nel periodo gennaio-marzo 2020, rispetto a gennaio-marzo 2019, l’export agroalimentare è cresciuto in valore di circa il 10%, con l’agricolo a +1,6% e l’industria alimentare (comprese bevande e tabacco) a +12,3%. Ma nel mese di marzo 2020, in cui maggiore è stata la diffusione della pandemia, l’export agricolo ha segnato un -6,7%, mentre l’alimentare si è
confermato in notevole crescita (+13,5%). Oltre le tendenze generali, emergono tuttavia, confrontando il valore dell’export dei primi tre mesi del 2019 e del 2020 dei principali prodotti agricoli e alimentari, sensibili differenze fra categorie di prodotti e fra Paesi UE ed Extra-UE. Gli incrementi medi trimestrali più elevati si registrano per salumi (+17%), ortaggi (+15%) e cereali (+12%); i decrementi riguardano fiori e piante (-12%), frutta (-4%) e carni e frattaglie (-1%). Un’idea, sia pure solo orientativa, dell’evoluzione dell’export agroalimentare negli ultimi mesi la dà la media delle variazioni del valore delle esportazioni dei
Valore EXPORT prodotti dell’agricoltura e dell’industria alimentare DA Italia verso Paesi UE ed Extra Ue Variazioni percentuali 2019-2020 per mese (periodo gennaio-marzo)
GENNAIO
FEBBRAIO
MEDIA GEN-MAR
MARZO
UE
E-UE
UE
E-UE
UE
E-UE
Cereali
+10%
-15%
+24%
+24%
+13%
+15%
+12%
- di cui Riso
+8%
-12%
+13%
+20%
+12%
+7%
+8%
Ortaggi
+14%
+19%
+14%
+30%
-10%
+26%
+15%
Frutta
+3%
-8%
+9%
-7%
-10%
-9%
-4%
Vino e Spumanti
+1%
+24%
+6%
-2%
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-4%
+3%
Olio di oliva
-6%
-6%
-16%
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+2%
+22%
-1%
Carni e frattaglie
+10%
+33%
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+13%
Fiori e piante
+18%
-19%
+19%
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-47%
-32%
-12%
Formaggi e Latticini
+7%
+60%
+13%
-13%
-16%
-11%
+7%
Salumi
+12%
+25%
+15%
+27%
+9%
+16%
+17%
Paste alimentari
+4%
+10%
+16%
+18%
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+25%
+12%
Prodotti di panetteria e pasticceria
+4%
+26%
+13%
+18%
-14%
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+9%
Preparati di ortaggi e frutta
-8%
+18%
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Preparazioni e conserve di carni
+13%
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+2%
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+7%
Media
+6%
+13%
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+9%
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+6%
+6%
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat e Agenzia delle Dogane.
principali settori produttivi nel trimestre gennaio-marzo 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Per i Paesi UE, tale media segna +3%, per i Paesi Extra UE +9%. Ma, guardando al solo mese di marzo, la situazione peggiora sensibilmente: i Paesi UE “precipitano” a -7% mentre gli Extra-UE si ridimensionano a +6%. Per i Paesi Extra-UE sono disponibili (Agenzia delle Dogane) anche i dati sull’andamento dell’export agroalimentare di aprile 2020: rispetto allo stesso mese del 2019, la media delle variazioni è di -3%. Questi dati non permettono di evidenziare tendenze ben definite, tanto sono stati eterogenei nel Mondo, sia nella diffusione della pandemia, sia nei relativi provvedimenti per il conte-
nimento del contagio, alcuni dei quali hanno sensibilmente influito anche sulla qualità/quantità della domanda di prodotti agricoli e alimentari. Osservando gli andamenti molto positivi di gennaio e febbraio, sembra che il 2020 sarebbe stato, senza la pandemia, un anno di importante crescita per l’export agroalimentare italiano. La pandemia, pur non avendo limitato la produzione di settore, ha causato dal mese di marzo una brusca frenata dell’export verso i paesi UE; mentre (pur più graduale) la frenata dell’export verso gli Extra-UE è cominciata già da febbraio, per effetto della diffusione del virus in Cina e Corea del Sud (rispettivamente 7° e 9° Paese importatore di prodotti alimentari italiani e la
Cina 7° importatore dei nostri prodotti agricoli). Probabilmente questa tendenza negativa sarà confermata nei mesi di aprile e maggio (per i quali mancano ancora dati completi), mentre nei mesi successivi dovrebbe esserci una ripresa dell’export, se il virus darà, come sembra, segni di “decrescita” in molti Paesi. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 33
AT T U ALI TÀ MONDO
Approvvigionamento alimentare sicuro e sostenibile inizia con buone pratiche agricole di Erik Fyrwald CEO Syngenta
I
l 7 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale della Sicurezza alimentare. Questa ricorrenza è importante per una ragione molto semplice: ogni anno circa 600 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di malattie di origine alimentare, mentre altri 3 milioni muoiono a causa di cibo o acqua non sicuri. Questo orribile bilancio non risparmia nessuna parte del mondo, anche se l’impatto peggiore si avverte in regioni come l’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale, dove c’è un accesso limitato alla refrigerazione e ad altre moderne tecnologie di conservazione degli alimenti. Sebbene importanti progressi siano stati fatti in alcune regioni dagli anni ‘80, il problema è ancora ampio e urgente. Pericoli all’interno della filiera
alimentare possono verificarsi in qualsiasi fase del processo, dal campo alla tavola. Molti di questi riguardano la preparazione del cibo; ogni persona che cucina dovrebbe prendere tutte le precauzioni possibili per mantenere un ambiente pulito e sicuro. Meno noto è ciò che viene fatto per garantire la sicurezza alimentare già all’inizio del processo, a partire dalle aziende agricole dove il cibo viene prodotto. Un approvvigionamento alimentare sicuro comincia con buone pratiche agricole, che includono la protezione delle colture dalla contaminazione di microrganismi patogeni e potenziali tossine. IL RUOLO FONDAMENTALE DEGLI AGRONOMI Negli ultimi decenni, grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo in campo agronomico, un’ampia
Coltivare in sicurezza 34 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
varietà di prodotti per la protezione delle colture è stata resa disponibile agli agricoltori per poter produrre colture sicure e sane. Un esempio è rappresentato dai fungicidi che controllano il Fusarium, un fungo comune che può produrre nel grano, nel mais e nell’orzo micotossine tossiche o letali. Fungicidi ad ampio spettro sono stati recentemente sviluppati e sono ora utilizzati per prevenire proprio la diffusione dei funghi in queste colture. Questi mezzi tecnici svolgono un ruolo attivo nella protezione della salute dei consumatori e nello scongiurare lo spreco di cibo dovuto alla distruzione dei cereali infetti. In passato, gli agrofarmaci, come erbicidi e fungicidi, erano considerati minacce per la sicurezza di cibo e acqua. Ma l’innovazio-
ne dei prodotti per la protezione delle colture ha fatto molta strada da quando Rachel Carson aveva sottolineato il rischio che poteva derivarne nel suo libro Silent Spring del 1962. Le soluzioni moderne per la protezione delle colture sono sviluppate tenendo conto della salute umana e nel massimo rispetto dell’ambiente. Nel corso degli ultimi 60 anni, queste soluzioni sono diventate più mirate ed efficaci e la loro applicazione molto più parsimoniosa. Dagli anni ‘50, infatti, il settore agronomico ha ottenuto una riduzione del 95% del tasso medio di applicazione di principi attivi per ettaro. Allo stesso tempo molteplici innovazioni hanno portato a ottenere rese più che triplicate dai raccolti. Queste misure per rendere il cibo di tutti più sicuro sono state rafforzate
Erik Fyrwald
Protezione delle colture sviluppate nel massimo rispetto dell’ambiente con il Codex Alimentarius, il sistema aperto e trasparente di standard internazionali istituito nel 1963 per proteggere la salute dei consumatori e promuovere pratiche eque nel commercio alimentare. UN PROFONDO RISPETTO PER LA SALUTE E L’AMBIENTE Ad oggi, molti prodotti per la protezione delle colture sono ottenuti da fonti naturali o sono testati da così tanto tempo da essere considerate pratiche tradizionali. Ciò significa che vengono comunemente utilizzate nelle aziende agricole specializzate nella coltivazione di prodotti biologici. Biologici o no, gli agricoltori di tutto il mondo oggi dipendono da una serie di principi attivi per rendere le loro aziende più produttive e le loro colture più sicure per il consumo. Quelli di noi che lavorano nel campo delle scienze agrarie sono ben consapevoli che questi progressi non sono sempre apprezzati da tutti: ci sono infatti persone che desiderano che insetticidi e fungicidi non siano parte del sistema alimentare globale. Da un certo punto di vista sono d’accordo con loro. Ma ho visto in prima persona la distruzione provocata dai parassiti e l’impatto di un raccolto danneggiato sugli agricoltori e sulle loro famiglie. La devastazione inflitta da sciami di locuste quest’anno in Africa e in Asia ne è solo un esempio. AFFRONTARE LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO La necessità di prodotti efficaci per la protezione delle colture è cresciuta costantemente, così come l’aumento delle temperature globali ha ampliato la gamma di molti parassiti e malattie. Proprio la scorsa estate, nei Paesi Bassi, un agricoltore mi ha riferito che nei suoi campi ha indiviGIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 35
AT T U ALI TÀ EUROPA
Progressi agronomici risposta importante ai cambiamenti climatici duato un insetto che non aveva mai visto prima. Il nostro team lo ha studiato e ha scoperto che il parassita era ben noto in Brasile e sta diventando un problema anche nei Paesi settentrionali a causa degli inverni più caldi. Uno dei nostri obiettivi come settore è fornire agli agricoltori i mezzi più sicuri e migliori per tenere a bada minacce come queste. Se visti a livello globale, i progressi in campo agronomico rappresentano chiaramente una parte importante della soluzione ai cambiamenti climatici, consentendo agli agricoltori di produrre più cibo per unità di suolo come mai nella storia dell’agricoltura. Ciò è di fondamentale importanza se speriamo di fermare l’espansione dell’attività umana in regioni come la foresta pluviale amazzonica: una preziosa risorsa naturale che ha uno scopo comune più elevato di un campo
di mais, essendo il polmone del mondo e sito per la conservazione della biodiversità. Garantire la sicurezza del cibo che mangiamo è uno dei tanti obiettivi sociali e ambientali che noi di Syngenta - e le nostre future consociate ADAMA e Sinochem Agriculture - perseguiamo con le nostre azioni. Sono molto orgoglioso dei nostri collaboratori che stanno lavorando per individuare soluzioni per pro-
teggere le colture, aiutando così a nutrire l’umanità in sicurezza e a proteggere l’ambiente. Molti progressi sono stati compiuti, ma dovremmo tutti dedicare un momento di riflessione per rafforzare ulteriormente la nostra determinazione. Anche di fronte a una pandemia globale e una miriade di altre sfide dobbiamo continuare ad andare avanti nei nostri sforzi per salvaguardare le Persone e il Pianeta. nnn
SICUREZZA FA RIMA CON INNOVAZIONE
L’Italia si conferma leader a livello internazionale, sia in materia di sicurezza alimentare - come confermato dall’ultimo report di Efsa - Autorità europea per la sicurezza alimentare - che certifica i risultati raggiunti in termini di residui - sia per la qualità dei propri prodotti. Tale risultato è dovuto alla grande responsabilità condivisa tra produttori, consumatori e governi per garantire la sicurezza del cibo che mangiamo. Ma tutto questo è anche frutto dell’innovazione e della ricerca, a cui oggi la sicurezza alimentare è strettamente legata assieme alla sostenibilità dei sistemi produttivi. “Come azienda leader nel settore agricolo impegnata a migliorare la sicurezza alimentare globale, riteniamo che l’innovazione tecnologica sia la chiave per realizzare un sistema di produzione alimentare più sostenibile e sicuro”, ha dichiarato Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta Italia. “Le nostre tecnologie sono importanti per garantire la produzione e la sicurezza degli alimenti e, per questo motivo, investiamo 1,3 miliardi di dollari all’anno in R&D, introducendo regolarmente nuovi prodotti sul mercato, processo che può richiedere fino a 13 anni. Questo però non è abbastanza. Gli agricoltori, infatti, si trovano oggi non solo ad affrontare sfide sempre più difficili ma, allo stesso tempo, ad andare incontro alle nuove aspettative e idee dei consumatori in materia di tecnologie dedicate all’agricoltura. Da ogni parte arriva, infatti, un’innegabile richiesta di innovazione e di maggiore impegno in una maniera il più possibile positiva per agricoltori, consumatori e ambiente. Per rispondere a questa necessità, abbiamo deciso di accelerare ulteriormente i nostri programmi di innovazione attraverso un nuovo approccio che punta a migliorare i metodi di coltivazione e protezione dei raccolti e a trovare soluzioni volte a rispondere alle sfide ambientali, sociali ed economiche, sempre più interconnesse”. 36 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
Webinar Ismaa con Giansanti. Occorre accrescere sovranità europea in campo alimentare
“L’
emergenza Coronavirus è ancora in corso, ma è già possibile trarre alcune indicazioni di fondo. La prima è che è stato toccato con mano che l’’Unione europea può fare affidamento su un settore agroalimentare solido, in grado di produrre cibo in quantità adeguata e con uno standard di sicurezza alimentare all’avanguardia su scala internazionale. Nel caso specifico delle produzioni italiane, si aggiunge una qualità invidiata ed apprezzata dai consumatori in tutto il mondo”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che è intervenuto al webinar su “l’Italia ed il Mediterraneo nella crisi Covid-19”, promosso dall’ Istituto Mediterraneo per l’Asia e l’Africa (ISMAA). ISMAA è un’attiva associazione fondata nel 2017 a Roma da un comitato misto di imprenditori, diplomatici, accademici, professionisti, giornalisti. La sua finalità è quella di sostenere e accompagnare la crescita delle sinergie economiche, politiche e culturali dell’Italia con i Paesi di Mediterraneo, Asia e Africa. Il presidente Giansanti, nell’incontro, ha sottolineato come la produzione di cibo sia un bene a valenza pubblica, che non può essere regolato solo con le leg-
Scacchiere mondiale
gi del mercato e puntando sulle economie di scala, al fine di ridurre al massimo i prezzi. Non è possibile dipendere in misura eccessiva e sproporzionata dalle importazioni da Paesi terzi dove, magari, si applicano regole produttive meno rigorose di quelle in vigore nell’Unione europea. “Occorre porsi il problema di come far crescere la produzione agricola nell’Unione europea e in Italia - ha detto -. La produzione può aumentare solo puntando su un sistema di imprese competitive, aperte alle innovazioni e in grado di integrarsi con le altre parti della filiera”. Un’altra esigenza di assoluto rilievo, posta in evidenza da Massimiliano Giansanti, è quella di ridare slancio al progetto europeo. Aumentano i fondi assegnati al settore agricolo, ma resta la riduzione sull’attuale bilancio; e trova conferma l’orientamento negativo nei confronti delle imprese di maggiore dimensione, alle quali si vorrebbero ridurre i trasferi-
menti della PAC. Il risultato sarebbe una perdita di efficienza e competitività. Il rilancio del multilateralismo e il rafforzamento della “casa comune europea” sono di grande importanza anche per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. A questo riguardo, serve una politica più ambiziosa della Ue, a partire da quel continente in pieno fermento che è l’Africa, dove la Cina - non a caso - è largamente presente con la “Belt and Road Iniziative”. Oltre agli interventi di natura economica, è stato proposto di rafforzare la sovranità europea in campo sanitario, a partire da un aumento della capacità produttiva interna. Ad avviso di Giansanti è giunto anche il momento di darci l’obiettivo di una accresciuta sovranità europea in campo alimentare, valorizzando e migliorando i risultati già raggiunti in termini di produzione, protezione dei consumatori e tutela dell’ambiente. (G. M.) nnn GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 37
AT T U ALI TÀ MONDO
Strategia condivisa tra il governo e le associazioni di categoria per rilanciare il made in Italy nel mondo
I
l “Patto per l’export” - presentato alla Farnesina dal ministro Luigi Di Maio - è giunto dopo tre mesi di confronto del ministero degli Affari Esteri con tutti gli attori principali (tra cui Confagricoltura) del processo di internazionalizzazione del Sistema Paese. Getta le fondamenta della ripresa dell’export - come risposta alla crisi economica causata dal Covid-19 - con una strategia basata su sei pilastri: comunicazione; promozione integrata; formazione/informazione; sistema fieristico; commercio digitale; finanza agevolata.
E-book “Export, una guida per ripartire” 38 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
Patto per l’export La visione strategica per il futuro, condivisa, è che dalla sfida Covid debba giungere un’imperdibile opportunità: guidare la spinta all’innovazione, alla digitalizzazione e alla formazione delle nostre imprese, in particolare delle PMI, che devono trovare la strada per poter reggere le nuove sfide della globalizzazione. “Il patto per l’export - ha osservato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - è un’iniziativa tempestiva e utile, anche per il rilancio delle esportazioni agroalimentari italiane dopo l’emergenza sanitaria”. In particolare, Confagricoltura valuta positivamente l’inserimento di sei esperti agricoli nella rete diplomatico-consolare, che potranno ottimizzare il lavoro delle ambasciate nella rimozione di barriere non tariffarie e nella promozione delle eccellenze della filiera agroalimentare. Una richiesta che Confagricoltura aveva da tempo caldeggiato, per colmare una lacuna dell’Italia rispetto ad altri Stati membri.
“La pandemia ha fermato la corsa delle nostre esportazioni - ha spiegato il componente di Giunta Giordano Emo Capodilista, con delega all’internazionalizzazione, che ha preso parte alla presentazione del patto -. Quest’anno potremmo registrare una contrazione superiore al 10%. Con la ripresa, la concorrenza sui mercati sarà ancora più agguerrita. Per questo è importante farci trovare pronti, con un piano teso a valorizzare l’eccellenza delle nostre produzioni. La crescita delle esportazioni di settore avvantaggia anche l’agricoltura, considerando che oltre il 70% dei nostri prodotti è destinato alla trasformazione”. Nel trascorso decennio l’export agroalimentare è praticamente raddoppiato. Attualmente, si attesta attorno ai 43 miliardi di euro. “Possiamo in tempi brevi e con l’impegno di tutti arrivare a 50 miliardi - ha concluso Emo Capodilista - assicurando così un significativo contributo alla ripresa dell’economia italiana in termini di reddito ed occupazione”. nnn
Riciclo idrico A Bruxelles nuove norme per riutilizzo dell’acqua in agricoltura di Alessandro Pantano
L’
acqua è una risorsa limitata nell’Unione europea: un terzo del suo territorio è soggetto a condizioni di stress idrico. Il crescente fabbisogno delle popolazioni e i cambiamenti climatici renderanno in futuro ancora più problematico disporre in Europa di acqua in quantità e di qualità sufficienti.
Per effetto dei cambiamenti climatici la frequenza e l’intensità dei fenomeni di siccità e i derivanti danni ambientali ed economici sono aumentati drasticamente nel corso degli ultimi trent’anni. Fra il 1976 e il 2006 il numero di zone e persone colpite da siccità è aumentato di quasi il 20%, mentre il costo totale delle siccità ha raggiunto 100 miliardi di euro. La siccità dell’estate 2017 illustra, una volta di più, le dimensioni delle perdite economiche; quelle previste nel solo settore dell’agricoltura italiana sono state pari a 2 miliardi di euro. Per prevenire la carenza di acqua nell’UE recentemente il Parlamento ha approvato in via definitiva il nuovo regolamento sul riutilizzo dell’acqua che sarà applicabile a partire dal 2023. La nuova legge definisce per la prima volta a livello europeo i requisiti minimi per l’utilizzo delle acque di recupero (cioè le acque reflue urbane che sono state trat-
tate) per scopi agricoli in modo sicuro, proteggendo le persone e l’ambiente. È stata adottata in via definitiva senza votazione, in apertura di sessione. Le nuove norme mirano a garantire che le acque reflue trattate siano riutilizzate in modo più ampio per limitare l’uso dei corpi idrici e delle acque sotterranee. Oltre alla gestione della domanda e alle misure di efficienza, il riutilizzo dell’acqua è uno strumento importante per la gestione integrata delle risorse idriche e dovrebbe essere incoraggiato ogni qualvolta sia pertinente ed efficace sotto il profilo dei costi, salvaguardando al contempo la salute pubblica e garantendo la protezione dell’ambiente. Si stima che lo strumento proposto potrebbe consentire un riutilizzo di acque per uso irriguo dell’ordine di circa 6,6 miliardi di metri cubi all’anno, rispetto a 1,7 miliardi di metri cubi all’anno in assenza di un quadro giuridico a livello di Unione Europea. nnn GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 39
M APPAMONDO
di Jordan Nash
AgriRecovery per produttori canadesi
I
l governo canadese, per far fronte all’impatto del Covid-19 sul settore agricolo ed agroalimentare, ha varato Il programma AgriRecovery, finanziato complessivamente con 252 milioni di dollari. In particolare si stanno aiutando i produttori di carne suina e bovina - che possono contare su 125 milioni
di dollari - a coprire i costi aggiuntivi subiti durante la pandemia, compresi quelli derivanti dal mantenimento del bestiame a causa della chiusura temporanea degli impianti di trasformazione alimentare. Per aiutare i trasformatori e aumentare la capacità produttiva sono stati stanziati 77,5 milioni di dollari.
Ulteriori 50 milioni di dollari sono destinati all’acquisto di prodotti agricoli in eccedenza. L’intento è di aiutare a ridistribuire gli inventari esistenti e invenduti, che includono anche prodotti come patate e pollame, alle organizzazioni alimentari locali, che li distribuiscono a cittadini canadesi in difficoltà economiche. Il
primo ministro Trudeau ha anche annunciato ulteriori 200 milioni di dollari per lo stoccaggio di formaggio e burro in eccedenza. Gli agricoltori che assumono lavoratori stranieri temporanei ricevono 1.500 dollari per dipendente per contribuire a compensare il costo dei protocolli di isolamento obbligatori.
SPAGNA FACILITA LE ASSUNZIONI
L’INDIA VUOLE ATTRARRE LE MULTINAZIONALI
In Spagna sono state prorogate, fino al 30 settembre, le misure per facilitare l’assunzione di lavoratori temporanei, rendendo così compatibile l’attività agricola con altri benefici o sussidi. I giovani stranieri, in situazione regolare e con autorizzazione di residenza, possono così, dopo la scadenza del permesso di lavoro, accedere a un’autorizzazione di residenza e lavoro per due anni, rinnovabile per un altro biennio. Il settore agricolo in Spagna richiede molta manodopera stagionale nel periodo da marzo a settembre, che è quello delle campagne di raccolta più impegnative; questa misura è nata proprio per far fronte alle esigenze degli agricoltori e degli allevatori, date le limitazioni sanitarie alla mobilità dei lavoratori stagionali per l’emergenza sanitaria.
L’India ha bisogno di aprire i suoi mercati ulteriormente e un’opportunità che sembra derivare dalla crisi economica provocata dalla pandemia - ha affermato Arvind Panagariya, professore di Economia a Columbia University di New York - è che ci sarà un’accelerazione del movimento delle multinazionali dalla Cina verso altre parti del mondo e l’India non dovrà perdere questa opportunità. Se il Paese giocherà bene le sue carte potrà attrarre investimenti e insediamenti. Per questo dovrà impegnarsi a creare un mercato in cui le multinazionali abbiano libero accesso alle risorse per gestire aziende indiane e per raggiungere i mercati globali. La pandemia - ha osservato l’economista indiano - è un momento per pensare a lungo termine, sarebbe un peccato lasciare che la crisi vada sprecata.
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In Francia Bacco piange
I
vini francesi, dallo champagne ai Bordeaux, piangono lacrime amare. La crisi economica determinata dalla pandemia del Coronavirus non ha risparmiato il settore vitivinicolo e ha avuto un forte impatto sul comparto. A soffrire, per il blocco dell’export e per il cambio di stile di vita durante il lockdown,
sono tutti i vini ed i luoghi di vendita francesi, ma non con la stessa intensità. A livello nazionale sono diminuiti gli acquisti negli ipermercati, ma aumentati nei negozi ed è esploso l’e-commerce; però, nonostante ciò, il costo medio delle bottiglie è sceso in modo significativo. Le vendite dei vini sono crollate tra il 40%
al 50% e tra le “vittime” ci sono anche i Grands Crus, perché la tendenza a bere di meno e meglio, quindi più costoso, sembra essere finita. Di fronte a questa crisi storica, sono stati stimati tre milioni di ettolitri per la distillazione. Sono potenzialmente ammissibili ad essa tutti i vini, ad eccezione di quelli senza indicazione
geografica di Borgogna, Beaujolais, Alsazia, Savoia, Giura, Charente e Cognac, che rappresentano tuttavia volumi bassi. In Francia ci sono 750 mila ettari vitati, che danno lavoro a 500 mila persone e che rappresentano il secondo maggiore contributo, dopo l’aeronautica, alla bilancia commerciale nazionale.
TUNISIA PER RISPARMIO IDRICO
REGNO UNITO SPINGE SU AUTOSUFFICIENZA
Il “diffusore interrato” è una tecnica rivoluzionaria per il risparmio idrico, che consuma fino al 70% in meno rispetto all’irrigazione a goccia e che è stata progettata dal ricercatore tunisino, Belachheb Chahbani. Si prevede iniezione d’aria (principalmente ossigeno, azoto e anidride carbonica) nell’acqua di irrigazione al fine di ventilare il terreno nell’area in cui si trovano le radici delle piante. I gas, quando raggiungono la zona delle radici, aiutano notevolmente a sviluppare la vita di microbi e piccoli insetti in questi terreni. La microfauna benefica consuma gas per la sua crescita e moltiplicazione e trasforma i fertilizzanti solidi o liquidi in molecole che vengono assorbite dalle radici. Questa è la base per ottenere una crescita e una produzione importanti delle piante.
Mentre il Regno Unito negozia, nelle trattative commerciali con l’Unione europea e con gli Stati Uniti, i produttori - cogliendo le preoccupazioni del Paese per la sicurezza alimentare, a seguito della pandemia - hanno invitato la politica a favorire l’autosufficienza. Nella trattativa in corso con l’Unione europea le parti sono ancora distanti su questioni come pesca e regole di concorrenza; nel frattempo continuano i colloqui con gli Stati Uniti. Il mese scorso il governo britannico ha definito un impianto di dazi su prodotti come carne bovina, burro e pollame da imporre sulle loro importazioni nel caso non si riuscisse a raggiungere un accordo commerciale con l’UE. Attualmente poco più della metà del food consumato nel Regno Unito è di provenienza nazionale. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 41
SPECI ALE T R AT T ORI
Macchine Merlo: versatili, ma anche intelligenti
Sollevatori 4.0
I
telescopici del Gruppo Merlo - già di per sé versatili e utilizzabili in molteplici modalità e occasioni - nell’agricoltura 4.0. Da sempre pioniere nell’innovazione, Merlo è stato il primo a produrre e certificare i propri sollevatori secondo i requisiti della tecnologia “Industria 4.0”. Il sistema “MerloMobility”, posto in essere, informatizza, gestisce e localizza i propri telescopici, rendendoli ancor più intelligenti e connessi. Utilizza come mezzo di trasmissione delle informazioni la rete wireless Gsm/Gprs/ Umts e la rete Internet. In tal modo è possibile conoscere l’ubicazione delle macchine, chi le sta utilizzando e in quali condizioni stanno operando. Inoltre, in caso di furto o manomissione del sistema, MerloMobility opera anche come antifurto. Il sistema utilizza un sistema cartografico vettoriale di facile navigazione e centraline elettroniche innovative per garantire la massima flessibilità e facilitarne l’installazione su qualunque mezzo o sistema. Il protocollo di comunicazione è esclusivo Merlo ed è ottimizzato per ridurre al minimo il traffico ed i costi di navigazione sulla rete wireless. L’accesso al sistema e il suo uti-
42 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
lizzo si effettuano via Web; non è quindi necessario installare complessi software poiché attraverso un comune browser è possibile gestire tutte le funzionalità da un normale computer o da un palmare. In entrambi i casi sono garantiti i requisiti di sicurezza e di controllo degli accessi, fondamentali nelle trasmissioni su Internet. Abilitando l’accesso a MerloMobility da un qualsiasi computer connesso a Internet,
mediante la propria password personale, si possono ricevere in tempo reale tutte le informazioni desiderate. La centrale operativa fornisce un servizio automatico H24 per tutte le funzioni gestionali legate al sistema di infomobilità MerloMobility. Permette così di localizzare i veicoli dell’azienda in relazione a un servizio prestabilito, trasmettere e ricevere informazioni da altre centrali o unità
MerloMobility tecnologia sviluppata da Movimatica
operative, consentire l’eventuale colloquio tra esse, fornire statistiche sul funzionamento del sistema e sulla qualità del servizio
svolto, inviare dati diagnostici in tempo reale per alimentare i sistemi di informazione all’utenza. I dati raccolti sono archiviati in
appositi database e sono anche integrabili con altri programmi di cartografia, di gestione operativa, amministrativa o contabile del cliente. È così possibile conoscere pure il dettaglio degli spostamenti dei mezzi allo scopo di individuare in modo preciso i percorsi effettuati e le relative distanze chilometriche. Attraverso la creazione di categorie di punti di interesse (POI) associati alle attività dei mezzi, si possono gestire eventi, allarmi e statistiche dettagliate, precise e personalizzate. I percorsi di ciascun mezzo sono selezionabili e visualizzabili sul web e sulla cartografia. Il trasferimento dei dati alla centrale operativa può avvenire in tempo reale tramite connessione Gprs o Sms oppure in modalità differita. In questo secondo caso i dati vengono salvati nel computer di bordo il quale provvede, in un secondo tempo, al loro trasferimento alla centrale operativa. Il modulo di connessione dati Gsm/ Gprs/Umts è un sistema di comunicazione bi-direzionale; può quindi anche ricevere comandi e funzioni da eseguire sulla macchina e trasmettere informazioni. L’interfaccia di bordo permette di interagire con l’utente, ad esempio per l’attivazione di pulsanti per comunicare alla centrale operativa una richiesta di emergenza, antirapina o per altre funzioni che il cliente riterrà opportuno implementare. Altre funzionalità possono essere fornite a richiesta: lettore dei sensori RFID (Radio Frequency Identification); interfaccia CAN BUS (Controller Area Network) per la lettura e per l’invio dei dati dai veicoli alla centrale operativa; per la programmazione della manutenzione preventiva; per interfaccia di interazione con l’utilizzatore. (G. M.) nnn GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 43
SPECI ALE T R AT T ORI
Testimonianza in Svezia su pneumatici Agrimax Force di BKT, montati su trattori di alta potenza
L’impronta
B
kt, azienda leader degli pneumatici, sta ‘intervistando’ imprenditori agricoli di tutta Europa per raccogliere dalla loro voce pareri e suggerimenti. È interessante ascoltare le testimonianze di produttori che operano in contesti differenti dal nostro, conoscere come lavorano. Come quella di Stefan Ranch - il nome è un programma - che vive nel sud della Svezia. Lì gestisce un’azienda agricola moderna che si estende su 700 ettari e in cui coltiva principalmente cereali e che è l’unica in tutto il Paese a produrre semi e olio di camelina. La Camelina Sativa è un’oleaginosa dal cui seme si ricava un olio pregiato ricco di acidi grassi polinsaturi omega 3/6/9 e vitamina E. È una pianta interessante perché la sua coltivazione è a basso impatto ambientale: richiede poca energia, non necessita di irrigazione, è forte, resiste a malattie, parassiti e insetti, non ha bisogno di agrofarmaci. Se piantata ad alta densità impedisce la crescita di infestanti senza necessità di utilizzare erbicidi.
44 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
“Produrre olio di camelina è stata un’idea di mia moglie Therese racconta l’agricoltore svedese -. È lei che vende e commercializza il nostro olio di camelina spremuto a freddo e i semi di camelina tostati a secco, con il marchio Camelina di Svezia. Ho subito accolto l’idea perché sono a favore dell’agricoltura biologica, inoltre questo prodotto è salutare e ci consente di ridurre il nostro impatto ambientale. Ci siamo anche differenziati nel mercato”. Ma per produrre camelina Stefan doveva ridurre la compattazione
del proprio terreno. “Sono sempre stato appassionato di pneumatici, cerchi e pressione. Dobbiamo essere più delicati, proteggere il nostro suolo. Collaboro da 20 anni con l’Università di Uppsala, in Svezia, testando pressioni e impatto sul suolo. Mi autodefinisco ‘nerd degli pneumatici’ perché ci ho sempre tenuto particolarmente”. E lo sa anche Gripen Wheels, distributore svedese dei prodotti BKT, che ha ascoltato con attenzione le necessità di Stefan e gli ha fornito la soluzione ideale.
sul suolo
Coltivazione sostenibile dell’oleaginosa che impedisce la crescita di infestanti a terra più ampia, per un’alta capacità di galleggiamento e una distribuzione uniforme dei carichi a basse pressioni. Nell’azienda di famiglia lavora anche il figlio di Stefan, Didrik. “Con papà discuto di continuo, ma è normale, abbiamo visioni diverse - ha detto il giovane agricoltore -. Ciò non toglie che non farei altro che questo lavoro nella mia vita e qui c’è sicuramente il mio futuro. Da lui ho ereditato anche la passione per gli pneumatici”. Ha infine rimarcato il ruolo della tecnologia: “Sono curioso di vedere dove ci porterà lo sviluppo di soluzioni sempre più avanzate; basti pensare che solo fino a pochi anni fa trattori da 750 Hp erano impensabili e le macchine driverless, pura fantascienza. Sono sicuro che la tecnologia aiuterà l’agricoltura nella sfida della produzione ecologica e sostenibile”. (G. M.) nnn
L’agricoltore svedese Stefan Ranch
Stefan possiede un trattore John Deere 9570 R isodiametrico equipaggiato con otto pneumatici Agrimax Force, il prodotto più famoso di BKT destinato ai trattori ad alta potenza da oltre 250 cavalli. Grazie alla tecnologia IF, questo pneumatico funziona con una pressione di gonfiaggio inferiore rispetto a uno pneumatico standard - a parità di carico - e permette inoltre alle macchine da lavoro di godere di un’impronta GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 45
AT T U ALI TÀ P RODO T T I
Sul Monte Soratte l’impresa familiare dei Raggi, con l’arrivo in azienda delle figlie vuole espandersi alla cosmetica di Elisabetta Tufarelli
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iamo nell’area del monte Soratte, a meno di 50 chilometri da Roma, dove i Raggi: Gianni, Elisabetta e le figlie Flaminia e Flavia, gestiscono l’apicoltura Monte Soratte, sciami che, attualmente, occupano 300 arnie. “Tutto è iniziato da una sola - racconta Flaminia - quella messa su da papà, quando aveva 16 anni ed era già un appassionato di api. Con l’ingresso di mia mamma, negli anni ’80, l’impegno è cresciuto, gradualmente. Mio padre fa il tecnico delle luci e non avrebbe potuto impegnarsi a tempo pieno nel suo hobby, così ha coinvolto mamma che si è subito innamorata di questo mondo affascinante e così quest’attività, inizialmente solo marginale, è diventata l’impegno lavorativo dell’intera famiglia”. L’azienda vera e propria è nata qualche anno dopo, nel 2009, ed oggi con l’ingresso anche di Flaminia
e Flavia si sta ampliando e caratterizzando sempre più, trovando nuovi modi per utilizzare i prodotti dell’alveare. “Negli anni, prima mamma e papà, poi anche io e ora mia sorella - spiega - abbiamo lavorato per migliorare le nostre conoscenze e competenze sul mondo delle api, ed ora siamo tutti impegnati a tempo pieno”. Così sono iniziati i corsi di formazione sempre più approfonditi e la partecipazione ai convegni. “Adoperiamo metodi rigorosamente biologici e le nostre tecniche di allevamento non utilizzano prodotti chimici o di sintesi per combattere malattie delle api (antibiotici, acaricidi o altri fitofarmaci). I nostri apiari sono attentamente collocati solo in zone distanti da fonti di inquinamento, lontane dai centri abitati e da colture intensive, immersi nel verde e circondati da una varia e intensa vegetazione composta da acacie, castagni, rovi, querce e tutta la vegetazio-
La bellezza delle api
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ne spontanea di questo nostro splendido territorio”. L’intero processo produttivo, dalla fase di raccolta dei melari all’etichettatura dei prodotti, è realizzato all’interno del laboratorio aziendale autorizzato dalla Asl e dall’Istituto di certificazione etica e ambientale (Icea). Ma non solo. L’avvento di Flaminia in azienda ha portato una ventata di novità. “Oltre al miele millefiori, ottenuto da varie smielature, produciamo pappa reale e polline. Il miele fa bene, si sa. Mi è venuta così l’idea di creare anche due linee cosmetiche naturali, una al miele e l’altra a base di pappa reale e oro colloidale. Poi è arrivata la pandemia e si è fermato tutto”. Ma la famiglia Raggi non ha mai smesso di impegnarsi - anche se ha dovuto rimandare, durante la quarantena causata dalla pandemia, il lancio del sito, della cosmetica e la distribuzione ai punti vendita - ha molti altri programmi in cantiere, che vanno ben oltre l’uso delle notissime proprietà benefiche del miele applicate alla cosmetica e al benessere. “Già collaboriamo con progetti di apiterapia e di didattica per l’infanzia. Vogliamo diffondere la conoscenza delle api e l’importanza di tu-
Impegno per la conoscenza delle api, l’importanza e la necessità di tutelarle telarne il ruolo fondamentale. Conto di impegnarmi ancora di più con i bambini, attraverso percorsi sensoriali mirati su questo piccolo universo, esplorandone le diverse profumazioni. Ritengo anche che ognuno, nella vita, si meriti almeno una seconda occasione. Per questo
sto progettando iniziative per il reinserimento occupazionale dei detenuti, con un preciso metodo di riabilitazione da seguire attraverso un modello di lavoro qualificato a contatto questo nostro meraviglioso mondo”. Ovviamente, l’impresa familiare condotta dai Raggi continua a programmare il futuro e intende ampliare anche il numero delle arnie. “Il nostro obiettivo aziendale - conclude Flaminia è arrivare almeno ad averne un migliaio”. nnn
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EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli
TRIBUNALE DI TARANTO CONDANNA ENTI PUBBLICI PER DANNI DEI SELVATICI
Sentenza storica I giudici del Tribunale di Taranto hanno dato ragione ad una azienda agricola che aveva subito ingenti danni da parte di cinghiali, condannando la Regione Puglia e la Provincia di Taranto a risarcirla per intero. Nella sentenza, peraltro, si è ricordato come la legge 157/1992 assegni alle Regioni il potere di emanare norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica. Viene quindi sottolineato come sia precipuo compito ed onere di tali amministrazioni vigilare e controllare la fauna selvatica che è patrimonio indisponibile dello Stato e, di conseguenza, risarcire i danni da questa procurati.
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Per anni si sono susseguiti sterili dibattiti su un argomento tanto delicato quanto poco compreso; quindi è giunto un recente indirizzo della Commissione europea sugli aiuti di stato, che è ben più sensibile alle legislazioni nord europee che interessata ad armonizzare la variegata realtà comunitaria. Sicuramente questa sentenza farà giurisprudenza; non solo ha ribadito l’obbligo per Regioni e Province di ristorare integralmente l’agricoltore che ha subito danni da fauna selvatica, ma ha decretato anche il passaggio da “indennizzo” a “risarcimento”. Da tempo il mondo agricolo sta denunciando che i danni della
fauna selvatica appaiono ormai fuori dal controllo e che c’è la necessità dell’intervento risarcitorio da parte dell’amministrazione pubblica, che non può più essere negato. Il recente periodo di lockdown ha fatto poi aumentare tale necessità in modo esponenziale, dal momento che la fauna selvatica - che ha agito in maniera indisturbata per oltre due mesi ha accentuato i disagi nelle campagne. Se i selvatici stanno mettendo in ginocchio numerose coltivazioni agricole, anche la sicurezza dei cittadini viene sempre più messa in pericolo dalla più che massiccia ed incontrollata presenza della fauna selvatica. Di fatto, nel corso degli anni non sono stati forniti precisi indirizzi operativi e serie decisioni, malgrado le richieste pressanti che pervenivano dal mondo agricolo. La politica non ha voluto fare scelte adeguate; ora è giunta la decisione della magistratura che a pagare i danni debbano essere i responsabili o meglio gli enti che non hanno preso gli opportuni provvedimenti. Le amministrazioni pubbliche, peraltro, dalla stessa legge sono tenute alla predisposizione di piani faunistici venatori, nonché ad adottare le più opportune ed efficaci strategie di contenimento anche adeguando alle esigenze delle diverse zone la definizione e la determinazione quali/ quantitativa dei piani d’abbattimento; ciò con l’obiettivo di determinare e stabilizzare la densità ottimale per i singoli
territori della fauna selvatica. Prima della recente sentenza i danni provocati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole venivano assimilati al concetto di rischio di impresa e come tali non venivano risarciti, ma
indennizzati. L’indennizzo è finalizzato ad alleviarne parzialmente le conseguenze, oltre tutto entro i limiti delle disponibilità finanziarie di coloro che tale indennizzo devono erogare. Invece il risarcimento - principio riconosciuto ora dal Tribunale tarantino - non è un aiuto, ma prevede il ristoro integrale del danno subito. Ne consegue che, per la sentenza, l’intervento risarcitorio - trattandosi di un importo la cui entità ha come unici riferimenti l’ammontare del danno patito dall’azienda e la necessità di rifonderlo integralmente non può essere assimilato alla terminologia europea di aiuto di stato (secondo il quale alla corresponsione degli indennizzi alle produzioni agricole e/o agli allevamenti, rientrando nell’ambito dei Regolamenti dell’U.E. sugli aiuti di Stato, si debba applicare il regime “de minimis” disciplinato dal regolamento UE n. 1408/2013, modificato e integrato dal reg. UE n. 316/2019, per un importo massimo di 20mila euro nell’arco di tre esercizi fiscali). Con la sen-
tenza tarantina si stabilisce, difatti, il principio secondo cui il danno patito dalle aziende non rientra - in quanto causato dalle carenze amministrativa ed operativa degli enti pubblici - nel concetto di rischio di impresa e quindi non può in alcun caso essere assimilato ad un aiuto. Riconoscendo la responsabilità solidale di Regione e Provincia nell’obbligo di risarcire per intero l’ammontare del danno causato dalla fauna selvatica (dagli ungulati alle nutrie, dalle numerose specie di volatili quali cornacchie, taccole, piccioni, cormorani, a una parte di animali particolarmente protetti quali i lupi), la sentenza apre nuove strade ed orizzonti. Si rende possibile ora un esito positivo a nuovi analoghi ricorsi, che potranno essere presentati anche in altre Regioni, da parte delle aziende agricole che hanno subito danni e che sino ad oggi non manifestavano le proprie perdite economiche per la farraginosità di una legislazione che sembrava fatta apposta per rendere quanto meno problematico, se non impossibile, ottenere interventi di ristoro dei danni subiti.
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ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO PAVIA È ONLINE IL NUOVO SITO
È online da qualche settimana il nuovo sito al servizio di Confagricoltura Pavia (www. confagricolturapavia. it). Intende testimoniare le preziose attività del mondo agricolo ed agroalimentare, un settore che, con l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, non si è mai fermato per garantire cibo agli italiani. Oltre a proporre tutte le sezioni e le pagine tipiche di ogni realtà associativa imprenditoriale, il sito presenta importanti novità per favorire la conoscenza delle aziende agricole operanti nella provincia di Pavia: la pagina “Le nostre aziende” avvia un percorso di promozione e di valorizzazione aperto a tutti gli associati e a disposizione di tutti gli internauti, così da trasformare un’esperienza virtuale in un percorso reale nelle aziende agricole associate. Con la pluralità dei servizi offerti, è uno strumento pratico di supporto alle imprese e un canale per comunicare e far conoscere sempre più l’agricoltura del territorio. 50 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
di Alessandra Porro
CONFAGRI CUNEO SOLLECITA PROVINCIA
Allarme per selvatici
Dopo numerose segnalazioni da parte delle aziende agricole associate di danni alle colture provocati per lo più da cinghiali e caprioli, la Confagricoltura di Cuneo ha scritto una lettera alla Provincia, con cui chiede la revoca della Zona ripopolamento e cattura (ZRC) situata a Cuneo, in località San Rocco Castagnaretta, e si dichiara disponibile a un confronto per risolvere il problema. “La proliferazione incontrollata di cinghiali e caprioli che ha raggiunto livelli intollerabili per lo svolgimento dell’attività agricola - spiegano da Confagricoltura Cuneo il presidente Enrico Allasia e il responsabile di zona Adriano Rosso -. L’incremento della popolazione di fauna selvatica sul territorio era già stato fortemente favorito dall’esiguo controllo venatorio, limitato a sua volta dalle stringenti norme in materia, in quanto la ZRC si trova all’interno dell’area protetta Parco fluviale Gesso e Stura”. Le imprese associate si trovano costrette a riseminare la coltura del mais devastato ciclicamente dai cinghiali e a dover far fronte
a colture orticole in pieno campo danneggiate dai caprioli. A ciò si aggiunge la questione dei mancati rimborsi da parte della Regione relativi ai danni pregressi. La Provincia di Cuneo, da parte sua, ha prontamente risposto all’appello dell’organizzazione agricola attraverso il consigliere delegato Pietro Danna, che si è dichiarato disponibile a valutare insieme le possibili azioni da intraprendere per arginare il problema. Intanto, i danni provocati dai selvatici sono in costante aumento in tutta la provincia di Cuneo, favoriti anche dagli scorsi mesi di lockdown. Una situazione di difficoltà crescente alla quale la Regione ha tentato di ovviare revocando, a metà maggio, la sospensione della caccia di selezione, consentendola fino al 30 giugno nel rispetto della vigente normativa in tema di contenimento Covid-19. “Ben venga la revoca della sospensione decisa dalla Regione, ma il fermo di questi mesi avrà pesanti ripercussioni sul comparto agricolo di tutta la Granda - conclude Adriano Rosso”.
LUNEDÌ DELL’AGRICOLTORE BRESCIANO
Il latte ai tempi del Covid-19
“I lunedì dell’Agricoltore Bresciano” è l’iniziativa di Confagricoltura Brescia - proseguita per tutto il mese di giugno (ultimo appuntamento il 6 luglio) - con una serie di approfondimenti settoriali settimanali. Nell’incontro di lunedì 15 giugno - dal titolo “Quale futuro per il comparto lattiero caseario ai tempi del Covid 19?” - sono intervenuti Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura, Cesare Baldrighi presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, Marco Ottolini direttore dell’AOP Latte Italia, Giuseppe Ambrosi presidente di Assolatte, che hanno evidenziato come il crollo degli ordini di latte e prodotti lattierocaseari del canale Ho.Re.Ca. sia stato solo in parte compensato dall’aumento degli acquisiti nella grande distribuzione. Sulle dinamiche delle quotazioni, ha detto Ottolini, pesa l’incessante aumento di produzione di latte che, in Lombardia, ha fatto segnare nei primi quattro mesi del 2020 +4,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ad avviso di Ambrosi le prospettive
di recupero dei mercati non sono certo a breve termine, con la richiesta, quindi, di un contenimento della spinta produttiva nelle stalle da latte. “Gli spazi di crescita delle nostre produzioni casearie di qualità sono ancora molto ampi - ha puntualizzato il presidente Giansanti - tutti insieme dobbiamo quindi sviluppare strategie di ampio respiro per consentire che Grana Padano e Parmigiano Reggiano tornino a essere il traino per l’intero settore. Nell’immediato è necessario attivare tutti gli interventi, a partire dall’ammasso e dai programmi alimentari per gli indigenti, per ridare fiato alle quotazioni”. “Sul fronte delle imprese agricole - ha concluso Giovanni Garbelli presidente di Confagricoltura Brescia - vanno messi in campo tutti gli strumenti necessari per reggere l’urto della crisi. Vogliamo continuare a crescere, non solo dal punto di vista produttivo, ma anche in termini di sostenibilità, come abbiamo dimostrato in questi anni in tema di benessere animale e di salvaguardia delle risorse naturali”.
FERRARA CONCORSO FOTOGRAFICO
Sono aperte le iscrizioni al “Concorso Fotografico” di Confagricoltura Ferrara su “I frutti della campagna ferrarese”. Ogni autore potrà partecipare con massimo cinque opere, da inviare in formato “.jpg” alla mail ferrara@confagricoltura.it (nel caso le dimensioni degli allegati superino i 10MB complessivi, utilizzare la piattaforma WeTransfer). Termine ultimo d’invio delle foto il 10 ottobre 2020. Le foto dovranno essere nominate con il titolo dell’opera e nel testo della mail andranno specificati i dati dell’autore: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Previsti premi in denaro, coppe e targhe. Tutte le opere verranno pubblicate sulla pagina Facebook dell’associazione e saranno oggetto di votazione; all’autore della foto che riceverà più “Mi Piace” verrà assegnata una cesta con prodotti delle aziende associate. Le premiazioni saranno effettuate nell’assemblea di fine anno dei delegati di Confagri Ferrara. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 51
FORMAZIONE
di Antonella Torzillo
VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO NEL SETTORE AGRICOLO
La formazione è servita Lo scoppio della pandemia da Covid 19 e il graduale ritorno ad una “nuova normalità” fatta di distanziamento sociale, di comportamenti responsabili, di misure di prevenzione e contrasto stanno facendo emergere nuove esigenze formative per le imprese che operano nel settore agro-alimentare. È vero che le aziende agricole non si sono mai fermate, hanno continuato a produrre e ad assicurare l’approvvigionamento alimentare del popolo italiano e non solo. Tuttavia, va messo in evidenza che queste stesse imprese - sebbene con differenziazioni importanti tra i vari settori produttivi - hanno continuato a produrre in condizioni molto disagiate e con un’inevitabile flessione della redditività. La difficoltà più sentita nelle campagne, da Nord a Sud, è stata sicuramente quella di reperire manodopera agricola stagionale - che è per lo più migrante comunitaria ed
extracomunitaria - e che con il necessario blocco degli spostamenti nazionali e internazionali ha provocato disagi per molte aziende. È nota ai più la vigorosa azione sindacale svolta dalla Confagricoltura per contrastare questo fenomeno, sia attraverso il servizio di Agrijob, sia anche attraverso il lavoro di negoziazione con le istituzioni competenti per l’apertura dei cosiddetti “corridoi verdi”. Questo è solo un esempio delle tantissime difficoltà che hanno dovuto affrontare le aziende in tempo di Covid e che continueranno ad avere il loro impatto sull’or-
Parola chiave del mese: Progettazione per competenze La progettazione per competenze - ad avviso di Isfol - è una metodologia di lavoro riguardante la progettazione di un intervento didattico o formativo focalizzato allo sviluppo di determinate competenze specifiche. La competenza è il patrimonio complessivo delle risorse di un individuo nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa. È ciò che sta dietro la prestazione e ne consente l’esercizio. Le competenze sono dunque un mix di elementi come le conoscenze e le tecniche operative (abilità) che riguardano il lavoro che si deve svolgere sotto forma di compiti e attività. Includono anche la motivazione, la capacità di comunicazione e di problem solving. Queste ultime sono caratteristiche personali che includono il comportamento lavorativo dell’individuo.
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ganizzazione della produzione e del lavoro. “In questo contesto di cambiamento e di profonda crisi congiunturale la formazione degli operai, impiegati, quadri e dirigenti agricoli e degli stessi imprenditori che operano nel settore - ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello, presidente Enapra - diventa una delle leve fondamentali e non trascurabile per sostenere la ripresa produttiva delle nostre imprese. Occorre subito analizzare il nuovo contesto di riferimento che la pandemia sta facendo emergere e tracciare il quadro dei fabbisogni formativi emergenti e delle innovazioni necessarie, ponendo in essere, di conseguenza, adeguate strategie e politiche di sostegno alla formazione delle imprese agricole opportunamente finanziate dalle varie fonti di riferimento, pubbliche e private”. “Come Enapra - ha proseguito Brondelli - stiamo facendo la nostra parte. Abbiamo realizzato il programma #condividiamocompetenze, una piattaforma digitale che raccoglie brevi pillole didattiche sui principali temi agricoli a disposizione dei nostri associati e dei
FORMAZIONE
dipendenti del sistema confederale. La fruizione delle pillole è gratuita. L’iniziativa sta riscuotendo successo e apprezzamento e ci sta dando l’opportunità di raccogliere una serie di dati utili, che costituiranno la base per la discussione e la formulazione di orientamenti per la formazione del capitale umano agricolo che porteremo in tutte le sedi opportune”. Nell’agricoltura di oggi la qualità delle conoscenze, delle abilità, delle competenze è fattore critico di successo. Le attese sul settore agricolo sono alte: ad esso si richiedono prodotti con elevati standard di qualità, di sicurezza, di sostenibilità, tutto a prezzi assai contenuti per il consumatore finale. È ormai chiaro quindi, sebbene troppo spesso sotta-
ciuto, che produrre in un certo modo richiede investimenti, dedizione, tempo, ma anche formazione e aggiornamento professionale continuo di imprenditori, lavoratori e in generale dei vari attori della filiera. In questi anni le aziende, con il supporto di tutto l’ecosistema formativo pubblico e privato (Regioni, fondi interprofessionali, enti formativi, ecc) hanno investito risorse importanti e tempo nella formazione; chi non lo ha fatto non ha raggiunto i risultati sperati. È arrivato il momento di rendersene conto, di dirlo con maggiore forza e di proseguire nell’impegno della formazione degli addetti del settore. Un impegno che dovrà però rinnovarsi, tenendo conto delle novità del momento, sia in
termini di metodologie didattiche applicabili favorendo ove possibile la fad/e-learning in luogo della tradizionale formazione in presenza, sia in termini di nuove esigenze formative utili alla ripresa produttiva sostenibile tanto per i produttori quanto per i consumatori. In Enapra la prima occasione utile per mettere in pratica questi principi è rappresentata dalla progettazione, che presenterà a valere sull’Avviso Foragri 2020 di recente pubblicazione. Ci sta già lavorando e sono diverse le imprese che, per il tramite delle sedi territoriali di Confagricoltura, si sono rivolte all’ ente per avviare un’analisi puntuale dei fabbisogni formativi, da tradurre in appositi piani da presentare al Fondo per il finanziamento.
NASCE #CONDIVIDIAMOCOMPETENZE
UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE A DISTANZA PER SOSTENERE L’AGRICOLTURA ITALIANA www.enapra.it
#noisiamoconfagricoltura GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 53
CAMPI ROSA
di Elisabetta Tufarelli
RIPARTENZA AL FEMMINILE IN AGRITURISMO
VACANZE SICURE
Spazio e libertà Spazio e libertà sono due parole chiave per la ripartenza e calzano a pennello con le vacanze in agriturismo. Certo un’estate diversa dal solito, ma che permetterà di esplorare la nostra bell’Italia attraversando il territorio per godere di un approccio nuovo a contatto con natura e cultura, riscoprendo borghi e paesaggi. Vediamo come due imprenditrici associate, in luoghi così diversi, Cristina Galletti (podere Riosto a Pianoro, Bologna) e Mariangela Costantino (agriturismo Costantino a Maida, Catanzaro) sono riuscite a tarare la loro offerta proprio in considerazione delle nuove richieste ed esigenze del post Covid-19. Abbiamo riaperto da poco - sottolinea Cristina Galletti - e ci siamo chiesti come affrontare il problema delle distanze, senza snaturare le nostre caratteristiche. Abbiamo così organizzato picnic, apertivi e pranzi in vigna che sono piaciuti molto e contiamo di arricchirli presto anche con cinema e spettacoli teatrali. La
campagna è grande e i nostri ospiti possono vivere sano e a contatto con la natura. Li ospitiamo in alloggi silenziosi, offrendo i nostri vini di eccellenza e ottimo cibo sano e locale”. Mariangela Costantino per l’estate punta anche sulla fattoria didattica. “I campi estivi - spiega - sono partiti il 15 giugno, rivolti ai bambini del luogo, ma anche ai nostri ospiti più piccoli, dai 18 mesi ai 12 anni. Rispettando tutte le misure di sicurezza, proponiamo attività come la cura dell’orto e degli animali della fattoria, insieme a laboratori creativi, come tinture naturali e cucina. Offriamo attività sportive e di gioco in piscina e minigolf. Grazie ad operatori madrelingua i giovanissimi potranno anche approcciare, divertendosi, con la conoscenza di un’altra lingua. Pranzo e merende sono realizzati dal ristorante dell’agriturismo, che utilizza i prodotti aziendali biologici”.
Podere Riosto (BO)
Agriturismo Costantino (CZ)
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Alessandra Oddi Baglioni
Questa pandemia - mette in evidenza Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna - ha fornito al nostro settore l’occasione di riguadagnare, nei fatti, il ruolo di settore primario. Ci si è resi finalmente conto del valore e dell’importanza dell’agricoltura e del cibo; tocca ora non perdere questa opportunità per valorizzare questi nostri punti di forza. L’agricoltura non si è mai fermata e ha garantito l’approvvigionamento alimentare. Sarà importante ora valorizzare il consumo di prodotti nazionali, così come il lavoro degli imprenditori agricoli, che garantiscono, sui vari territori, prodotti sani e di qualità. Un ruolo importante nella ripresa lo avranno anche gli agriturismi, nei quali opera una forte componente femminile, che garantiscono contatto con la natura, ampi spazi e cibo sano e, con la loro offerta, possono rispondere alla richiesta di vacanze sane, grandi spazi e sicurezza”.
ANGA A FOOD&SCIENCE
IL PUNTO
Giunto alla sua quarta edizione, il Food&Science Festival, inizialmente previsto a fine maggio 2020, si svolgerà a Mantova dal 2 al 4 ottobre 2020 e offrirà al pubblico uno spazio di confronto proprio sui grandi mutamenti che attraversano il nostro tempo. Un appuntamento a cui l’Anga sarà attivamente presente. Anche quest’anno la kermesse promossa da Confagricoltura Mantova - ospiterà scienziati, divulgatori, esperti in ambito agroalimentare pronti a rispondere alle curiosità del pubblico e a condividere gli ultimi aggiornamenti in campo scientifico. “Come Anga - ha sottolineato il suo presidente Francesco Mastrandrea - vogliamo approfondire il ruolo dell’informazione scientifica e contrastare il fenomeno delle fake news e della disinformazione in ambito agroalimentare”. “Nella comunicazione odierna la distanza fra la ‘complessità’ delle questioni dibattute e il ‘semplicismo’ (che molto spesso diventa vera e propria bufala) è abissale - ha proseguito Francesco Manca del Comitato di presidenza Anga -. Come imprenditori e come Giovani di Confagricoltura riteniamo strategico contribuire al miglioramento della qualità del dibattito sull’agroalimentare e impostare una campagna di comunicazione del settore agricolo che sia positiva e insieme scientificamente fondata”. In tal senso, il Food&Science Festival è un perfetto esempio di buona divulgazione; il suo motto ‘coltiviamo conoscenza’ indica chiaramente la via da seguire. Si è contraddistinto per la volontà di approfondire in maniera creativa e accessibile le tematiche legate alla scienza della produzione e del consumo del cibo unite alla solidità scientifica dei divulgatori coinvolti. “Come Giovani di Confagricoltura - ha aggiunto Manca - vogliamo sintonizzarci sullo spirito del Festival, collaborando con le sue iniziative, per raccontare il volto sano e innovativo dell’imprenditoria agricola e per contribuire al dibattito sull’agroalimentare. Il connubio fra scienza, comunicazione e imprenditoria giovane può essere la ricetta giusta per rivolgersi ad un pubblico sempre più esigente e attento, ma anche bisognoso di nuovi riferimenti affidabili e credibili, spesso assenti nel panorama comunicativo odierno”. “È nostra intenzione collaborare con il Festival per raccogliere queste sfide ed essere presenti fra il 2 e il 4 ottobre, quando il centro storico di Mantova si riempirà di eventi trasformandosi in luogo di incontro, dibattito, divertimento e apprendimento - ha concluso Mastrandrea -. Anche questa volta ‘#Angac’è’, per coltivare conoscenza”.
Giovani di Confagricoltura
Coltiviamo conoscenza
Francesco Mastrandrea Presidente Nazionale Anga
a cura di Paola Castello
Quest’anno Food&Science Festival si interrogherà sui diversi significati della parola “metamorfosi”, termine e argomento più che mai attuali. L’emergenza del Covid-19 ci ha insegnato che l’ignoto si contrasta con la conoscenza e che senza scienza non c’è progresso. C’era un tempo in cui metamorfosi aveva una connotazione negativa, non accettandosi un atteggiamento che sembrava “camaleontico”, di adeguamento al contesto. Ma la lezione principale di questo periodo è che non si può restare immobili, bisogna mutare i comportamenti. La “trasformazione”, supportata dalla conoscenza scientifica, è una necessità ma anche un’opportunità. Vale per l’emergenza sanitaria, ma anche per l’evoluzione del nostro settore e della nostra società. E bisogna guardare all’ambiente con occhi nuovi; il tema della sostenibilità va coniugato con quello della produttività e della crescita. È nel dna dell’Anga (non a caso il primo logo dell’associazione rappresentava l’atomo) puntare sull’evoluzione armonica, supportata dall’informazione scientifica.
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Giovani di Confagricoltura
FLOROVIVAISMO
“Per il lockdown abbiamo perso la primavera che è la stagione clou per le vendite. Il periodo fondamentale per il mercato di piante e fiori va da fine marzo alla Festa della Mamma e rappresenta, per la mia azienda, quasi il 70% delle vendite”. Ce lo sottolinea Claudio Previatello, presidente di Anga Rovigo e rappresentante dei Giovani Agricoltori Claudio Previatello nella Federazione nazionale di prodotto florovivaistica di Confagricoltura. “Il lockdown, di fatto, ci ha colti con la serra piena e il poco interesse dei consumatori e comunque l’impossibilità di rifornirsi di piante e fiori. Abbiamo perso l’avvio della primavera, la Pasqua, la Festa della Mamma; quando i consumatori sono tornati ad uscire le produzioni in serra non erano più adeguate”. L’impresa di famiglia di Previatello ha serra, vivaio, orto e frutteto; c’è poi il punto di vendita aziendale che, essendo ubicato a soli due km da Rovigo, è facilmente raggiungibile. “Il frutteto ci consente di fidelizzare la clientela che, quando non trova fiori, comunque viene da noi ad acquistare ortaggi e frutta fresca, anche meloni”. “Nel periodo di lockdown in serra avevamo begonie, gerbere e le altre specie fiorite. Abbiamo effettuato il delivery di ortofrutta che ci ha dato un po’ di ossigeno, ma certo non ha risolto i problemi, anche perché la nostra attività principale è quella serricola e di vendita di prodotti florovivaistici”. Dopo l’8 maggio, cessata la disastrosa campagna primaverile, abbiamo dovuto decidere se investire o meno nelle produzioni autunnali, provvedendo al ricambio delle produzioni in serra, per prepararci per il 1° Novembre, la ricorrenza di Ognissanti, con crisantemi, ciclamini e le altre produzioni del periodo”. Il clima di incertezza sull’evoluzione della pandemia e dei provvedimenti del governo, non ha certo agevolato le scelte aziendali. “Abbiamo però deciso di confermare gli ordini effettuati e di investire in base alla consueta programmazione. Non possiamo permetterci di scontentare clienti fidelizzati”.
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LIBERA E ANGA DI CREMONA
Workshop sul latte In occasione della ‘Giornata mondiale del latte’, il workshop «Ripartiamo con la giusta carica: il latte tra salute e benessere» è stato promosso da Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Anga provinciale, quotidiano La Provincia e Latte News. Il latte filo conduttore di analisi avviate dal presidente della Libera Riccardo Crotti e concluse dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Appuntamenti del genere - ha detto il presidente Anga Cremona Paolo Faverzani - ci danno la forza di continuare a lavorare nella direzione che abbiamo tracciato e condiviso con tutta l’Organizzazione e che è supportata dal mondo scientifico, come hanno dimostrato i numerosi interventi delle personalità scientifiche che sono intervenute sulla nostra piattaforma”. Il riferimento di Faverzani è a Latte News, il programma digital nato in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza per sfatare le fake news sul mondo lattiero-caseario. Il presidente Anga ha evidenziato la centralità del benessere animale nel sistema produttivo agricolo lombardo: “Avere vacche felici, dipendenti remunerati e protagonisti di un ciclo di lavoro equilibrato, comporta conseguenze positive per tutto il mercato e non solo. Un ambiente sano ha infatti numerosi vantaggi che si collegano direttamente al prodotto che arriva sulle tavole dei consumatori. La qualità dei nostri formaggi e del latte è sempre maggiore anche grazie agli investimenti che ogni anno vengono effettuati nelle aziende e nelle latterie”.
GRUPPI DI LAVORO CEJA
L’attività del Ceja negli ultimi mesi è stata più intensa che mai, come testimoniano i rappresentanti Anga al Ceja, Diana Lenzi e Salvatore Massimino, che hanno partecipato ai numerosi online working groups che si sono svolti in questi mesi di lockdown e pandemia. Ben sette incontri online, con più di quaranta partecipanti per volta, dove sono stati affrontati e dibattuti sia temi legati più strettamente alle conseguenze per i giovani agricoltori europei dell’emergenza Covid-19, sia quelli più tradizionalmente cari al Ceja, come il trade e le misure di mercato, il cambiamento climatico e la Farm to Fork Strategy. L’espressione “Farm to Fork” (dalla fattoria alla tavola o dal produttore al consumatore) non è una novità nella terminologia dell’UE per il settore agroalimentare, indicando in generale che l’alimento giunto sulla tavola del consumatore è sicuro, di elevata qualità, rispettoso della salute degli animali e delle piante. Un confronto sul Covid-19 quello tra i vari rappresentanti delle associazioni europee di giovani agricoltori che ha permesso di analizzare gli effetti e le conseguenze per i diversi territori e per i diversi settori, di individuare quelli maggiormente colpiti e di condividere le richieste e necessità che la pandemia ha prodotto a livello europeo. Una metodologia di lavoro basata su questionari mirati che ha permesso così di fotografare la situazione, di mettere in comune richieste e soluzioni e di presentare il 12 maggio una lettera al Commissario Wojciechowski sulle “lezioni imparate dal Covid-19 in fase di ricostruzione e alla luce della Farm to Fork strategy”. Quest’ultima e l’approccio al Green Deal sono l’altro tema centrale al momento, che sta portando alla luce molte criticità verso l’approccio idealistico dietro la Farm to Fork strategy, che sembra dimenticare l’aspetto imprenditoriale necessario oggi per un’agricoltura più sostenibile e moderna. Tutti i rappresentanti delle varie associazioni sono concordi nel voler contribuire al miglioramento della sostenibilità in agricoltura, ma si dicono critici a vario titolo sulle strategie che sono state proposte nella Farm to Fork. Inoltre, resta imprescindibile per tutti i rappresentanti un dibattito approfondito sulle metodologie di implementazione e di finanziamento di questo enorme balzo in avanti che viene richiesto all’agricoltura, che già si trova in condizioni economiche difficili e dove, soprattutto per i giovani agricoltori, è problematico accedere a fondi e finanziamenti che possano supportare economicamente questa transizione. Il dibattito prosegue durante il working group organizzato in concomitanza del Presidium del 26 giugno, proprio per approfondire il tema del budget alla luce del nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea.
Giovani di Confagricoltura
Impegno europeo
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OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
È il momento di uscire
Durante la ripartenza dall’emergenza Coronavirus non sono state fissate regole basate sull’età anagrafica ed è diventato così possibile, anche per gli ‘over 65’, uscire finalmente di casa usando tutte le cautele necessarie, soprattutto per riprendere quel benessere psicofisico fondamentale per la propria salute. Il farmaco salvavita degli anziani, come sottolinea la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), è proprio l’esercizio fisico. La mancanza di movimento crea conseguenze negative anche gravi per la salute. Certamente occor-
rerà valutare la situazione caso per caso, ma durante il lungo periodo di chiusura forzata a casa degli ultimi due mesi sono aumentate le morti per infarto del 40%. Nei malati con demenza il lockdown stava creando effetti drammatici, invertendo frequentemente ritmo sonno-veglia e creando un maggiore consumo di medicinali anti-psicotici per frenare l’agitazione psicomotoria Quindi occorrerà che gli anziani riguadagnino anche i loro spazi all’esterno, trovando un giusto compromesso fra rischio ambientale e vulnerabilità individuale.
SOLIDA COESIONE
La crisi causata dalla pandemia ha messo in evidenza una solida coesione intergenerazionale e una grande solidarietà nei confronti delle persone più a rischio. Lo ha rilevato un’indagine condotta in Svizzera da Pro Senectute. Secondo lo studio le misure varate per il contenimento del Coronavirus hanno messo a dura prova l’economia, la politica e la coesione sociale. In questi mesi il 76% degli over 75 ha ricevuto sostegno nella vita di tutti i giorni, mentre la quota fra le persone tra 65 e 74 anni si attesta al 56%. Il sondaggio è stato condotto su 1200 ultracinquantenni dall’istituto demoscopico gfs-zürich.
GLI ANZIANI VIVONO SPESSO SOLI, ma non vuol dire che si trovino in una situazione di isolamento sociale, perché il nostro è un Paese con forti legami intergenerazionali. In Italia il 60% degli anziani abita nello stesso comune del figlio. In particolare il 20,9% vive con i figli, il 15,1% nello stesso caseggiato e il 25,8% entro 1 km. Solo lo 0,9% ha figli lontani all’estero, il 5% a più di 50 km. Gli anziani che vivono soli e non hanno figli sono l’8,9%. Tra quelli che vivono da soli e hanno figli, il 56,4% è abituato a vedere i figli giornalmente. Fra le persone di 75 e più che vivono da sole, due su tre hanno almeno un nipote, che nel 74,0% vive a distanza contenuta e con cui ha contatti settimanali nel 40% dei casi. 58 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
MARATONA PER IL CUORE
Il sistema cardiovascolare ringiovanisce correndo una maratona. Lo sostiene un recente studio condotto presso University College of London, che ha provato che l’allenamento necessario per correre una maratona in aggiunta al completamento della gara sono associati a un miglioramento della pressione sanguigna e dell’irrigidimento aortico, equivalenti a una riduzione di quattro anni nell’età vascolare. A beneficiarne maggiormente sono gli uomini anziani, generalmente con una pressione sanguigna più alta delle donne. L’allenamento per la maratona ha ridotto la pressione sistolica (massima) e diastolica (minima) di 4 e 3 millimetri di mercurio e, complessivamente, anche la rigidità aortica.
Aerobica per la memoria
L’aerobica è un toccasana per la memoria e l’attività cerebrale negli anziani. Lo rivela uno studio pubblicato sulle pagine della rivista Neurology, che dimostra come, dopo solo sei mesi di pratica, gli adulti più anziani abbiano migliorato i risultati nei test di pensiero e di memoria. Iniziare un programma di esercizi, anche più avanti nella vita, porta benefici al cervello non di poco conto perché l’allenamento aerobico, facendo muovere il sangue attraverso il corpo, lo fa anche nel cervello, nelle aree responsabili della fluidità verbale e delle funzio-
ni esecutive. Lo studio ha incluso 206 adulti, di età media 66 anni, senza storia di memoria o problemi cardiaci. Il campione ha seguito un programma di esercizi con supervisione per tre volte a settimana. Al termine della ricerca i partecipanti hanno avuto un miglioramento del 5,7% sui test delle funzioni esecutive (per focalizzare, pianificare, richiamare istruzioni e attività) e un aumento del 2,4% nella fluidità verbale (velocità nel recuperare le informazioni), risultati che ci si aspetta di vedere in una persona di cinque anni più giovane.
NUOVE FRONTIERE per la cura della perdita dell’udito che colpisce il 70% delle persone di età superiore ai 70 anni. Sono stati trovati geni regolatori, responsabili del mantenimento di un udito sano. La scoperta, fatta in moscerini della frutta, potrebbe portare a trattamenti per la perdita dell’udito legata all’età. Nello studio, pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori dell’UCL Ear Institute hanno valutato la capacità uditiva della mosca della frutta comune (Drosophila melanogaster) per tutta la sua durata di vita. Gli scienziati hanno scoperto serie di geni regolatori, che sono responsabili del mantenimento di un udito sano. La scoperta potrebbe portare a trattamenti per la perdita dell’udito legata all’età (ARHL) nell’uomo. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 59
AGRITURISMO
di Elisabetta Tufarelli
AGRITURISMO MONTESTIGLIANO A SOVICILLE (SI)
Vacanza da sogno
U
n meraviglioso paesaggio collinare, non lontano da Sovicille in provincia di Siena, fa da cornice allo splendido agriturismo Montestigliano. Entrando nel borgo si è immediatamente catturati dall’ambiente suggestivo e, come trasportati in una macchina del tempo, si balza all’improvviso in un’ambientazione di fine settecento. Un sogno che dura pochi minuti, giusto il tempo di accorgersi che la mano dell’uomo ha volutamente conservato le antiche vestigia per offrire agli ospiti un’esperienza unica ed indimenticabile. Perché qui tutto è stato restaurato con grande rispetto e attenzione meticolosa ai particolari, in modo da conservare i tratti anti-
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chi nei confortevoli appartamenti: un mix che crea un’atmosfera serena e meditativa. Ci accoglie Damiano Donati, che si occupa proprio dell’agriturismo. “L’idea - spiega - fu di mia madre che, nell’85, grazie ai consigli di alcune amiche inglesi decise di aprire questa struttura, restaurando l’intero borgo e iniziando questa nuova avventura insieme a mia sorella Luisa. Mio padre, invece, è stato sempre un agricoltore. Oggi siamo in tre ad occuparci direttamente di Montestigliano. Mio fratello Massimo gestisce tutta la parte agricola, mentre mia sorella Luisa segue, in particolare, il settore wedding e marketing”. L’azienda agricola, circondata da un grande bosco, produce mais, grano tenero
e duro, poi c’è il vigneto, l’orto e l’uliveto, che dà un olio Dop di qualità molto elevata e apprezzatissimo dalla clientela, in gran parte internazionale. “Siamo sempre stati quasi un’oasi anglosassone - sottolinea Damiano - perché in massima parte i nostri clienti arrivano dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, sono ultra fidelizzati e qualcuno di loro da trent’anni continua a venire da noi. Il Coronavirus ci ha creato non pochi problemi. Giugno è andato, abbiamo qualche prenotazione che ci è rimasta per luglio e agosto, purtroppo ancora a rischio di disdetta. Ci è arrivata qualche richiesta dall’Olanda... Pensare che già a gennaio avevamo il tutto esaurito,
da maggio fino ad ottobre! Fortunatamente molte prenotazioni siamo riusciti a spostarle al 2021”. L’agriturismo, o meglio dire il borgo, offre posti letto divisi in due ville da 14 posti, 4 da sei e la più piccola da tre. Questa affascinante location viene anche affittata interamente per matrimoni o eventi. “Normalmente - continua Damiano - i nostri ospiti rimangono almeno una settimana e possono scegliere se mangiare al ristorante, che è aperto al pubblico giovedì, venerdì, sabato e domenica, ricorrere all’asporto o cucinare direttamente negli appartamenti perfettamente attrezzati”. L’agriturismo, situato proprio in cima a una collina che domina la piana del
fiume Merse, a soli 12 chilometri da Siena e 80 da Firenze, è un ottimo punto di partenza per esplorare San Gimignano, Pienza e gli affascinanti borghi rurali nei dintorni. Per chi desidera riposarsi a disposizione AGRITURISMO MONTESTIGLIANO
Loc. Montestigliano, Fraz. Brenna Sovicille (SI) Italy cell. 3408279065 email: info@montestigliano.it http://www.montestigliano.com
anche splendidi giardini, piscine, ora aperte anche per gli ospiti del ristorante e splendide passeggiate tra i cipressi e gli ulivi o nei boschi. “Siamo una gestione rigorosamente familiare - conclude l’imprenditore agrituristico - mio figlio è chef e organizza anche corsi di cucina, come quello per la pasta fatta in casa o i sughi. Ai nostri ospiti stranieri piace, in particolare, imparare a fare i pici all’aglione, il pesto e l’amatriciana. Con la pandemia tutto e cambiato. Pensiamo che anche molti connazionali siano in cerca di spazi aperti e relax, così, per la prima volta, ci siamo rivolti a motori di ricerca come Booking ed Expedia”. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 61
VINO
di Gabriella Bechi
MONTAPERTO DELLA FATTORIA CARPINETA FONTALPINO
Il profumo della storia
I
l nome della fattoria “Carpineta Fontalpino”, che non è mai stato cambiato, deriva da due luoghi storici di Montaperti, in provincia di Siena, teatro della mitica battaglia tra Siena e Firenze, avvenuta nel lontano 4 Settembre 1260: Carpineta (viale con alberature caratteristiche “carpino”, con foglie con il dorso di color argento) e Fontalpino (la fonte con il pino). Siamo nel cuore della Toscana, nel comune di Castelnuovo Berardenga, un territorio ricco di storia, di leggende e d’amore, che trasmette a chi ha la fortuna di visitarlo emozioni forti ed atmosfere indimenticabili. I fratelli Cresti, Gioia e Filippo conducono l’azienda, che appartiene alla famiglia dagli anni ‘60, coadiuvati da fedeli e storici collaboratori e sono orgogliosi di viverci e si impegnano in ogni modo per mantenerne inalterato il paesaggio e le tradizioni. Cresciuti in azienda, ne hanno preso le redini dopo la morte
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del padre Italo, facendo della produzione di vino la ragione della propria vita. Gioia è l’enologo della fattoria. Si occupa di tutti i processi produttivi, della vinificazione all’invecchiamento, determina le scelte più importanti, conferendo a tutta la produzione il suo stile personale. Filippo segue principalmente la parte commerciale e di sviluppo marketing legato alla cantina. E la figlia Sara, che si sta laureando in enologia, seguirà le orme della zia. I terreni di proprietà si estendono per circa 80 ettari, di cui 28 vitati, suddivisi in uvaggi di Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. Il resto è coltivato a cereali. Le zone di produzione aziendale sono quelle del Chianti Classico e dei Colli Senesi. I terreni sono
composti da sabbie argillose miste, da un buono scheletro sassoso e giacciono ad una altitudine compresa tra i 230 ed i 380 mt. s.l.m. I vigneti hanno una densità variabile per ettaro e vanno dalle 2600 piante/Ha ad un massimo di 6600 piante/Ha. Gli allevamenti sono a cordone speronato ed a Guyot semplice. Ogni anno si producono circa 120.000 bottiglie, destinate per il 25% al mercato interno (Ho.Re.Ca ed e-commerce) e per il 75% all’estero (Europa, con Svizzera e Danimarca ai primi posti, USA, Canada, Sud America, Australia, Giappone). Cinque le etichette, che interpretano con fedeltà il terroir: Chianti dei Colli Senesi Docg, Fontalpino Chianti Classico Docg, DO ut des Igt e i due Cru Montaperto Chianti Classico Docg e Dofana Chianti Classico Docg che provengono da vigneti specializzati ricchi di storia e cultura, seguendo i metodi francesi. Due eccellenze che rappresentano le migliori produzioni di Sangiovese e l’interpretazione stilistica aziendale di questo vitigno. Il Montaperto, in particolare, 100% Sangiovese, matura per 15 mesi in barriques. Spicca per la sua eleganza avvolgente, con note di fiori e spezie; morbido alla beva, con tannini vellutati. Oltre al vino l’azienda produce grano “Senatore Cappelli” biologico da cui ricava pasta: pici, mezzi paccheri, fusilli e penne, con un altissima digeribilità ed una naturale ricchezza di proteine nobili, aminoacidi, vitamine e minerali.
BOTTEGA DEL 30 A CASTELNUOVO BERARDENGA (SI)
Una porta sul sapore
C’
è una storia d’amore dietro questo ristorante stellato sulle colline chiantigiane, che ha contribuito a farlo diventare un luogo mitico, cristallizzato nel tempo. Quello tra Helen, studentessa francese che nei primi anni ’80 si stabilisce a Siena, e Franco, orafo dal temperamento istrionico e affabulatore. I due giovani, sognatori anticonformisti, abbandonano la città per costruire un progetto fuori dagli schemi che li porta a fissare la loro nuova vita a Villa a Sesta, un paesino nel comune di Castelnuovo Berardenga, e a ristrutturare una vecchia stalla per farne un ristorante. La deci-
RAVIOLI DI PICCIONE Con il Montaperto della cantina Carpineto Fontalpino, Helene e Nadia consigliano Ravioli di Piccione con pesto di pinoli e maggiorana.
sione suscita subito l’entusiasmo degli abitanti tanto che tutte le donne anziane si uniscono a Helen per insegnarle i segreti della loro cucina. Un bagaglio culinario che la giovane affina tecnicamente in scuole e ristoranti di Parigi, dove trascorre le ferie. Nel 1987 nasce la Bottega del 30 e il successo è immediato. Negli anni ‘90 il turismo nel Chianti inizia a farsi cosa seria, la rivalutazione del territorio porta il rifiorire di antichi borghi, ma la Bottega del 30 resta fedele a se stessa. È anche per questo che nel 1997 arriva la prima stella Michelin, a 10 anni dall’apertura; un riconoscimento per una cucina che si fa testimone di un luogo, salvaguardandone i sapori e i gesti antichi. L’arrivo nel 2011 di Nadia Mongiat, friulana, che ha lavorato per sei anni come sous chef di Antonio Guida al bistellato Pellicano, attuale executive, non costituisce una cesura col passato, ma un continuum armoniosamente matriarcale. Venticinque posti distribuiti in due salette interne, dove l’arredamento rispecchia il romanticismo dell’ambiente circostante: ninnoli per ogni dove, pentoline, bambole, una collezione di cavatappi, e un delizioso dehors estivo, ricavato in un cortile. Una cucina che parte dalla tradizione toscana, ma adattata al mondo moderno. Grande atten-
zione alla materia prima, esclusivamente locale, fornita in larga parte da produttori agricoli. Pane e pasta fatti in casa, così come i dolci nei quali si sente di più l’influenza francese. Tra gli antipasti il Baccalà croccante con cavolo nero e viola e lo Sformato di carciofi con spuma di Pecorino romano e carciofi fritti. Tra i primi gli Spaghetti di rapa rossa, erborinato di capra e cavolo nero; gli Spaghetti di tartufo e petto d’oca. Tra i secondi il Fegatello con zuppa di toscanelli e farro; la Faraona disossata con cime di rapa su crema di pane; il Capriolo, cavolo viola e polentina di podere Pereto. E per finire Torta di cioccolato fondente (della Nonna di Hélène) senza farina e sorbetto alla pera; semifreddo al pistacchio, anacardi sabbiati e caramello salato; Lecca Lecca al cioccolato biondo con copertura croccante di cioccolato fondente e Smarties. La cantina, curata dal sommelier Danilo, vanta più di 350 etichette di vini, non solo del territorio del Chianti Classico. Ampia scelta di Champagne. Via S. Caterina 2, Villa a Sesta, Castelnuovo Berardenga (SI). GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 63
BUONO A SAPERSI
LE RICETTE CHE PIACCIONO AI BAMBINI
Allegria e fantasia in cucina
F
ar mangiare correttamente i più piccoli non è facile, eppure sappiamo bene che hanno bisogno di pasti equilibrati, vari e salutari. “Gli alimenti che abbiamo a disposizione sono tantissimi e ognuno ha caratteristiche diverse e, quindi, apporti nutrizionali specifici”. Lo ricorda il prof. Pietro Migliaccio, medico nutrizionista nella presentazione del libro di Adriana Volpe e Renato Bernardi, ‘Così mi piace’ (Agra Editrice). Lei popolare conduttrice di programmi televisivi; lui valente chef, spesso davanti alle telecamere. Entrambi gli autori con figli piccoli e l’esigenza, da attenti genitori, di far loro variare l’alimentazione. Il titolo del libro è un’affermazione della figlia di Adriana Volpe,
Gisele, apprezzando uno dei piatti della mamma in chiave rinnovata. Il libro presenta menù saporiti per grandi e piccoli in due versioni: ‘over’ e ‘little friends’. Ricette per due differenti palati, ma gli ingredienti sono gli stessi. Uguali ingredienti significa un’unica spesa, che tiene conto dei prodotti di stagione. E quindi se, per i grandi, c’è la ricetta del risotto al cavolfiore e zafferano con polpettine di tacchino ai peperoni dolci, per i piccini ci sono caramelle di tacchino e riso ai peperoni. Se per gli adulti c’è il riso saltato
alle carote e asparagi, con tonno scottato all’amaranto e mirtilli, per i piccoli commensali c’è l’allegro riso con stecco di tonno, a forma di pupazzi. E ancora nei piatti dei bimbi, volti felici di quinoa ai peperoni e calamari, quel mazzolin di fiori con cioccolato fuso, pentolaccia di zucca con sorpresa, corona del re con burrata e mele dolci al forno con aranciata fresca. Tutte le ricette (anche quelle dei grandi) sono originali, raffinate e gustose. Così si insegna ai nostri figli a variare, a nutrirsi pure con legumi, verdure e frutta, importanti ingredienti della dieta mediterranea. I piatti proposti coinvolgono e sorprendono i bambini; non sono imposizioni, ma scoperte continue. (G. M.)
LA FESTA DIFFUSA DEL PROSECCO
Il 21 giugno c’è stata “Festa Granda”, l’evento diffuso tra le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene; in evidenza le iniziative e le dirette facebook di Confagricoltura Treviso. Si è iniziato al mattino con “Il Brindisi più in quota”, presso Malga Mariech sul Monte Cesen, ospiti del vicepresidente Fabio Curto a cui è seguito il concerto della banda di Valdobbiadene. Quindi il vicepresidente Franco Adami ed il consigliere Vlady Bortolin hanno accolto gli associati, per “Un brindisi nel cuore del Cartizze”, al belvedere di Colesel. Contemporaneamente c’è stato “Un Brindisi nel cuore della storia”, sulla terrazza del Castello di San Salvatore a Susegana, all’interno della tenuta Collalto della principessa Isabella Collalto de Croÿ, con i presidenti di Confagricoltura Treviso Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e della sezione Anga Martina Dal Grande. “Ci è sembrato doveroso - ha detto Gallarati Scotti Bonaldi celebrare l’inizio della ripartenza, rivedendo di persona gli associati dopo molti mesi, per confrontarci e godere appieno delle bellezze del nostro territorio”. 64 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2020
IL ROMANZO TRAE ISPIRAZIONE DALL’ALVEARE
Il volo dell’ape
I
l mondo delle api affascina e coinvolge completamente lo scrittore perugino Lorenzo Lanari. Trae ispirazione proprio dalla vita dell’alveare per il suo romanzo di formazione “Il volo dell’ape” (Graphe.it Edizioni, 2020). Il protagonista, Michele, cresce fra le api, creature affascinanti la cui organizzazione si basa su ruoli e comportamenti definiti. Questo però non è un romanzo sulle api, anche se questi straordinari insetti, in qualche modo, sono sempre presenti nella narrazione. È un libro sulle persone che nascono senza sapere se diverranno operaie o nutrici, ceraiole o fuchi destinati a un veloce sacrificio; che devono, quindi, cercare il proprio ruolo nella vita. L’idea del volume parte dall’epoca universitaria, però la decisione di scriverlo arriva quando l’autore passa dall’altra parte della cattedra e diventa
docente. C’è nella vita di Lanari anche un nonno apicoltore, che però non ha mai conosciuto, morendo proprio nell’anno della sua nascita. Insomma l’ape lo ha sempre colpito. “Delle api - dice - mi sono fatto raccontare molto da mio padre, che accompagnava da bambino le gesta apiarie di mio nonno; il mio rapporto con loro è magnetico, unico. Le osservo quando le vedo posarsi sui fiori, ne colgo le sfumature e provo a immedesimarmi in loro. Mi sembrano proprio insetti speciali”. Al centro del racconto la crescita personale del protagonista e la ricerca dell’amore vero. “A me l’ape, il miele, i fiori, trasmettono vita, bellezza, gioia, verità - osserva ancora l’autore -. E il fatto che permettano l’impollinazione, ci fa capire cosa sarebbe il mondo senza api. Un mondo senza primavera, senza
colori, probabilmente. Quindi credo che si possa davvero imparare ad amare, osservandole. E spero che questo si possa assaporare nel mio romanzo”. Michele, proprio come le api, impara ad amare con l’esperienza, con l’umiltà e con il sacrificio. Tra mille peripezie incontrerà la sua regina e con lei costruirà un alveare della sua esatta misura.
COSA CI INSEGNA LA PANDEMIA
Si intitola “Il dopo” (Mondadori, 2020) il nuovo saggio di Ilaria Capua una delle voci più autorevoli della virologia internazionale, che dirige il Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida. Il suo è un instant book sul dramma attuale della pandemia, che ha l’obiettivo di mettere a fuoco sia le cause, sia le opportunità che si profilano. Secondo l’autrice si può considerare la comparsa del SARS-CoV-2 uno stress test, in grado di misurare le fragilità del nostro sistema. Uno dei motti di Capua è: «Every cloud has a silver lining», ogni nuvola ha una cornice d’argento. Ed anche una pandemia, mentre ci scuote dalle radici, ha qualcosa da insegnarci. Per esempio, che dobbiamo modificare il nostro atteggiamento nei confronti della natura e della biodiversità, ponendoci come guardiani anziché invasori. Che la tecnologia può essere lo strumento straordinario che ci permette di difendere la socialità anche in tempi di distanziamento fisico. Che, se vogliamo una società informata, matura, la scienza non può essere messa all’angolo, ma deve tornare ad avere un ruolo centrale nella conoscenza. GIUGNO 2020 | MONDO AGRICOLO | 65
CAMPI SONORI
di Gaetano Menna
OMAGGIO A CIAMPI E PAVONE
Canzoni legali
“L
e canzoni di Piero Ciampi e Pino Pavone” (Squilibri) di Peppe Fonte è l’intenso racconto in note di un sodalizio artistico e dell’intreccio di collaborazioni, non solo musicali. Emergono l’intesa tra Piero e Pino, ma anche quella di Fonte e Pavone, entrambi cantautori e avvocati. Ma c’è anche la collaborazione professionale tra Pavone ed un altro Ciampi, Roberto, anch’egli avvocato (ed ecco spiegata la foto della copertina del CD con la targa dello studio Maledetti amici legale). Personaggi che si divido- “Se la casa è una galera no tra canzoni ed arringhe, che a incontriamoci ancora”
NUOVO DISCO DI GAMBETTA
Vento di rinnovamento
B
eppe Gambetta è senz’altro una delle figure più prestigiose e autorevoli della chitarra internazionale; pubblica il suo 14° disco in un momento particolare, ancora di incertezze e preoccupazioni a causa della pandemia. Il titolo dell’album in inglese e genovese “Where The Wind Blows/ Dove Tia O Vento” (etichetta canadese Borealis Records) è un chiaro riferimento al Dylan di Blowin’ in the Wind e un invito al rinnovamento, oggi più che mai attuale. Molti dei brani del disco li ha scritti tempo addietro (chissà, forse per un presentimento) eppure si sono rivelati perfetti per leggere i tempi attuali: la tristezza di “Lament”; la determinazione ad uscirne di “Fighting While We Can”; l’amore e l’arte che vincono sull’incertezza in “La musica nostra”; l’importanza e la saggezza degli anziani di “Wise Old Man”; la speranza propiziatoria dell’alba in “Sunrise Melody”; la voglia di danzare in “Forget About Me Not”. I brani - cantati in italiano, inglese e genovese - abbracciano magistralmente canzone d’autore, folk-rock, blues, flatpicking e mediterraneo.
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volte uniscono mondi apparentemente lontani, come ci ricordano alcuni brani scelti ora dall’avv. Fonte: “In un palazzo di giustizia”, “Raptus” (“avvocato ti aspettavo, mi affido a te, tirami fuori”). Nel disco ci sono anche alcune chicche: “Questi poeti”, deriva da un manoscritto di poesie inedite di Ciampi, ritrovate dopo la sua morte; “Figlia di mare” è un inedito legato ad alcuni scritti ritrovati nella valigia che Piero lasciò a casa di Pino poco prima di morire. Una sottolineatura su Fonte cantante, ‘inciampato’ nel poeta maledetto. Tra l’altro propone la canzone, scritta da Pavone, “Maledetti amici”, che è il sunto perfetto (“maledetti amici se la vita vi sembra dura e la casa una galera, incontriamoci ancora”).
Blues e transumanza Setak (nome d’arte dell’abruzzese Nicola Pomponi), con l’album d’esordio “Blusanza” (autoproduzione) si aggiudica la targa del prestigioso “Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale” per la sezione Giovani. Il CD è un originale incontro tra sonorità blues e dialetto abruzzese. Un lavoro che esprime ottimamente l’esigenza del giovane musicista di sintetizzare le esperienze musicali e umane, il rapporto con la propria terra e con il dialetto. Nel segno di un’idea aperta e progressiva di che cosa debba essere, nel 2020, la ‘tradizione’. La sua musica - come recita il titolo - è “Blusanza”, ovvero blues e transumanza, sentimento e appartenenza. Anche il nome Setak è un omaggio alle radici: gli antenati erano ‘setacciari’, ovvero costruivano strumenti per filtrare la farina. Emerge un album corale, intimo e sincero, in cui gli incontri, le esperienze, le visioni e i personaggi descritti, vengono cantati con arte e sapienza. Una sorta di ‘Spoon River’ nostrana.
TOGETHER.
Anche in queste circostanze eccezionali, BKT è sempre al fianco degli agricoltori che, con passione e responsabilità, continuano senza sosta il proprio lavoro nei campi. Grazie a loro, le aziende della filiera agroalimentare sono in grado di proseguire la propria attività, consentendo a tutte le famiglie di avere in tavola i frutti della terra. Insieme, non ci fermiamo mai.
IMPORTATORE PER L’ITALIA
Via di Castelpulci, 12/C 50018 Scandicci (FI) Tel: 055/73751 Fax: 055/7375232 agricoltura@univergomma.it www.univergomma.it