Mondo Agricolo n. 1 - gennaio 2012

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L’ E D I T O R I A L E

“Mondo Agricolo” una finestra sul futuro

S Mario Guidi Presidente di Confagricoltura

aper cambiare è la capacità che rende vincente un uomo o un’azienda. Confagricoltura è fatta di uomini e di aziende e vuole dimostrare la sua capacità di essere vincente nella sua “mission” di grande organizzazione di rappresentanza. Confagricoltura ha una coscienza antica, che nasce da oltre un secolo di esistenza e, come un albero centenario , pur avendo solide radici nella profondità della terra, genera rami nuovi e cambia le sue foglie. Da 63 anni Confagricoltura ha la voce di “Mondo Agricolo”, una testata gloriosa, ma che non riposa sugli allori e, ancora una volta, ama misurarsi con la sfida del cambiamento. Così con questo numero parte una nuova fase della rivista, rinnovata sia nei contenuti, sia nella veste grafica immediata ed efficace. Usando uno slogan possiamo dire che l’agricoltura è tutt’intorno a noi ed è in questa presenza costante che vuole calarsi la nuova linea editoriale di “Mondo Agricolo”, una continua interazione tra quello che il nostro lavoro di imprenditori è chiamato a fare per il Paese e ciò che tutti gli italiani vivono quotidianamente. Non dobbiamo e non vogliamo guardare solo dalla finestra aperta sul nostro cortile, ma soprattutto da quella che dà sul mondo. Oggi lo scambio di informazioni è continuo ed istantaneo, un circuito che aiuta a crescere, programmare, correggere i nostri errori e segnalare quelli che altri possono commettere. Per questo motivo “Mondo Agricolo” vuol puntare ad essere un giornale di opinione per il settore, uno strumento per fare il punto su dove stiamo andando e, nel caso, aggiustare la rotta. Uno strumento che si integra e fa rete con gli altri che Confagricoltura sta migliorando o mettendo in cantiere, come newsletter e web-tv. Tra qualche mese sarà operativo anche il nuovo sito web di Confagricoltura, che si avvale di una piattaforma all’avanguardia e punterà molto su informazione d’attualità. Il sito diverrà così un punto di riferimento continuo su quanto accade e su come si muove la Confederazione, informazioni che “Mondo agricolo” svilupperà per una riflessione a più ampio raggio. Le circostanze ci portano ad aprire questa nuova serie della rivista parlando della crisi, ma lo facciamo, da imprenditori: cercando soluzioni, non piangendoci addosso. Il futuro si costruisce così. Mario Guidi

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SO MMA R I O L’EDITORIALE “Mondo Agricolo” una finestra sul futuro Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità STUDIO RABOBANK Chi fa affari con il cibo investa in agricoltura Vanni Cornero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Speciale NOTIZIARIO ENERGIA E AMBIENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità FIERAGRICOLA 2012 Agrimeccanica, grande protagonista a Verona Barbara Mengozzi . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità ZOOTECNIA Animal Welfar Paolo Biasucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Le imprese reagiscono con nuove soluzioni per spingere la ripresa

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Comunicazione Istituzione di Confagricoltura Direttore VANNI CORNERO

Attualità DENTRO LA CRISI Sui campi vento di guai Giusy Pascucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Blocco tir e forconi La protesta fa autogol Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La febbre della finanza raccontata nell’ e-book Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852358 Fax +39.06.6871726

Organizzazione ENERGIA La filiera del biometano non può attendere Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54

mondo.agricolo@confagricoltura.it

Abbonamento annuo Italia, Euro 27,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe – Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950 Pubblicità

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L’ intervista MARIO GUIDI Dimenticati congelati e supertassati Vanni Cornero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Speciale «NOI LA CRISI L’AFFRONTIAMO COSÌ» Mamertino: Veni, Vini, Vici Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Buono a sapersi RICETTE Porta il rock in cucina per sapori immaginifici Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Rubriche

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La foto Monterosso ...............19 Mappamondo Farm Bill ...........39

Nell’Agro Pontino l’impresa che Coniuga etica e business Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

CLAUDIO PIETRAFORTE

Un matrimonio salverà i conti della “coratina” Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Stampa Tipolitografia EuroInterstampa Via della Magliana 295, Roma

L’ oro delle capre brilla nel caseificio ecocompatibile Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Responsabile Pubblicità e Marketing

Buono a sapersi FESTIVAL Quando Sanremo cantava l’ agricoltura Alessandra Comazzi . . . . . . . . . . . . . . . .

Organizzazione Notizie dal Territorio

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Internazionalizzazione Vinitaly ....57 Sindacato Pensionati Cupla ........61

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Vino Torre Testa ..................65 Campi sonori Claudio Rocchi .......71

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Anga Nicola Motolese .............77 5 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


A T T U A L I TĂ€ D E N T R O L A C R I S I

Sui campi vento di guai


Manovra , c a r o - c a r bu r a n t i , a u m e n t o de g l i o n e r i c o n t r i bu t i v i e f i s c a l i , v o l a t i l i t à de i pr e z z i , i n c e r t e z z e de i m e r c a t i , bu r o c r a z i a . P e s a n o a n c h e l’ a s s e n z a di po l i t i c h e di s v i l u ppo e d i l c a m bi o di t r e m i n i s t r i n e l g i r o di po c h i m e s i a v i a X X S e t t e m br e . La voglia d i fare impresa ha una battuta d’arresto

tuazione a cui si aggiunge che la voglia di fare impresa nel settore agricolo non cresce più. Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2011 c’è stato un calo dell’1,6% nelle iscrizioni alle Camere di Commercio, vale a dire 13.600 nuove imprese in meno. Insomma, in agricoltura non nascono nuove imprese. Per non parlare dei giovani, sempre più scoraggiati dalle enormi difficoltà, burocratiche ed economiche, che incontrano nell’avviare un’attività agricola. NIENTE POLITICHE DI SVILUPPO

Al di là della crisi, pesano sul comparto l’assenza di politiche di sviluppo e di Giusy Pascucci di interventi a sostegno dell’imprenditoria. A quello che di fatto è il settore ui campi non tira una primario continua a non essere data la buona aria. Il vento della giusta considerazione a livello politico crisi che ormai da tempo ed economico. Vero è che gli ultimi soffia sull’economia glo- decreti approvati sulle liberalizzazioni bale non sembra accen- e le semplificazioni contengono nunare a diminuire. E anche merose norme per l’agricoltura. Ma i il 2012 si è aperto con una serie di av- problemi, quelli veri, restano. venimenti economici che sembrano In tempi di difficoltà finanziarie serviconfermare che l’estrema volatilità rebbero interventi a sostegno dei reddei mercati internazionali e, conse- diti e della produttività e, invece, è guentemente, dei prezzi non si fer- proprio all’agricoltura che vengono chiesti i sacrifici maggiori. Al mondo merà in tempi brevi. La negativa congiuntura economica fa agricolo, che pur non si sottrae alla resentire il suo peso in ogni settore. Il sponsabilità di risanare i conti e rilancomparto agricolo paga un prezzo ciare l’economia del Paese, vengono per alcuni versi molto più alto di altri, da un lato aumentati oneri fiscali, trima in silenzio. O meglio senza che le butari e contributivi e dall’altro si difficoltà che ogni giorno affrontano escludono gli imprenditori da alcune gli imprenditori agricoli salgano alla ri- misure di cui beneficiano altri settori balta. Ogni comparto, con le sue spe- economici. cificità, affronta problematiche diver- Basti pensare al recente provvedise, ma il calo dei redditi, il caro gaso- mento adottato dal governo Monti in lio, i costi di produzione alle stelle e materia di Imu. La nuova imposta col’incertezza dei mercati sono proble- munale sugli immobili comporterà un mi comuni a tutti i produttori. E no- aggravio economico per gli imprendinostante, nel 2011 il reddito pro-capi- tori agricoli di non poco conto, colte sia aumentato dell’11,4% rispetto al pendo due volte i beni produttivi agri2010, lo scarto sul 2005 resta ancora coli. Con la tassazione dei terreni e alto. La mancanza di redditività e l’im- con l’assoggettamento dei fabbricati possibilità di stare al passo con un rurali. Confagricoltura ha stimato che mercato sempre più competitivo e le dimensioni economiche del preliecon costi di produzione crescenti so- vo saranno rilevanti: tra 1,3 e 1,5 mino i motivi per cui, solo nell’ultimo liardi di euro, con un peso sul settore biennio, sono state migliaia le aziende (gettito Imu su valore aggiunto agriagricole costrette alla chiusura. Una si- colo) superiore di tre-quattro volte

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A T T U A L ITÀ D E N T R O L A C R I S I

l’incidenza dell’imposta negli altri settori. Secondo un’elaborazione del centro studi dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, un`azienda a seminativo di 50 ettari con quattro fabbricati rurali, che attualmente versa un`Ici sui soli terreni di circa 2.200 euro, passerebbe a oltre 8.600 euro. Un aumento che supera i 6.400 euro, su un reddito aziendale presunto di 20mila euro. Numeri importanti che aggraveranno ulteriormente l’andamento economico delle aziende. LA PROTESTA DEI TIR

E come se non bastasse, è arrivata anche la protesta dei Tir, legittima negli intenti ma disastrosa per le ricadute sul settore. Nonostante fosse inizialmente limitato alla sola Sicilia, il blocco ha provocato conseguenze economiche per l’agricoltura di tutto il Paese. In Sicilia il fermo degli autotrasportatori ha letteralmente paralizzato tutte le attività agricole e quelle ad esse connesse (coltivazione, allevamento, raccolta, lavorazione, approvvigionamento, coordinamento e trasporto nei mercati ed alla distribuzione). Con danni impressionanti. Si stima una perdita secca dell’ordine di 500 milioni di euro. Sono andati persi

Il blocco dei camion ha causato disastrose ricadute sul sistema produttivo, in particolare su quello agricolo, con danni davvero enormi

3 milioni di litri di latte nell’area vocata del ragusano, 35 mila tonnellate di ortaggi, altrettanti di agrumi, 200 tonnellate di pollame con l’impossibilità del ritiro degli animali maturi e delle uova, nel comparto floricolo 10 milioni di steli non inoltrati alla distribuzione. Al conto vanno poi aggiunte le giornate di lavoro perse dagli operai agricoli e dell’industria agroalimentare che si sono dovute fermare per mancanza di materia prima. Ma anGENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 8

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L’IMU E’ UN SALASSO. STUDIO CONFAGRICOLTURA SULL’IMPATTO

Guerra all'Imu: l'imposta è un salasso iniquo per il mondo agricolo. Dai calcoli di Confagricoltura emerge un gettito potenziale tra gli 1,2 e gli 1,5 miliardi di euro, a fronte dei 100 milioni stimati dalla manovra di dicembre. Confagricoltura ha analizzato l’impatto su reali imprese di diversa dimensione e attività, dimostrando le elevate percentuali di incremento della tassazione (con casi che sfiorano il 300%). Confagricoltura ha anche stimato l’impatto dell'imposta sul sistema agricolo in relazione al Pil prodotto: l'incidenza generale dell'Imu sul Pil è dell' 1,3% (21,8 mld di imposta su 1.600 mld di Pil); l'incidenza dell'Imu agricola sul valore aggiunto agricolo è del 5% (1,4 mld di imposta su 28 mld di valore aggiunto agricolo). che nel resto d’Italia intere tonnellate di frutta e verdura, latticini sono marcite per la mancata consegna a mercati, supermarket e negozi. Molti agricoltori hanno distrutto i loro prodotti andati a male per la mancata raccolta e non sono stati rispettati i contratti con la GDO. E poi è arrivata la speculazione. I blocchi stradali hanno fatto lievitare i prezzi degli ortaggi, con il risultato che i cittadini hanno ridotto gli acquisti e gli agricoltori non hanno beneficiato in nessun modo dei rincari. Insomma, in un momento di crisi coBanchi e scaffalivuoti Per lo stop dei Tir gravi problemi di approvvigionamento per mercati e grande distribuzione organizzata

me questo dovrebbero arrivare risposte efficaci e determinanti per il rilancio dell’economia in generale. Ma così non è. E le categorie si ribellano. Prima i tassisti e gli autotrasportatori, poi toccherà agli avvocati, ai farmacisti, ai notai. E gli imprenditori agricoli? Fanno quello che hanno fatto sempre, si rimboccano le maniche e vanno avanti. Credono fermamente che il dialogo e la concertazione portino buoni frutti, ma credono ancor di più nel loro lavoro, nel contributo che l’agricoltura può dare all’economia in questo momento di fragilità del Paese. E stanno pensando sempre più che se per ottenere dei risultati si deve alzare la voce, bisogna essere pronti a farlo.


La febbre della finanza raccontata nell’ e-book

Alle radici del fallimento della finanza. Un viaggio per scoprire e capire gli eventi chiave del nostro tempo

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iaggio nellagrande crisi: così si intitola l' e-book de "La Stampa". Sottotitolo: "Da Lehman Brothers al governo Monti". Il volume è aperto dal direttore del quotidiano torinese, Mario Calabresi, e offre i racconti e le analisi di una serie di firme del giornale: Deaglio, Guerrera, Stefano Lepri, Riotta, Alfieri, Mastrobuoni , Paolucci. Gianluca Paolucci, responsabile della Redazione Finanza interviene alla riunione a Torino dei direttori di Confagricoltura del 16-17 febbraio che approfondisce il ruolo dell'Organizzazione di rappresentanza in "tempi di crisi" (finanziaria, ma anche del sistema politi-

co). Quello proposto è un libro elettronico, scaricabile via internet. Clicca, scarica, leggi: con gli ebook è nata una nuova esperienza di lettura, favorita dalla diffusione di tablet, lettori digitali e smartphone di ultima generazione. Il volume - acquistabile presso le principali librerie online - mette in fila gli avvenimenti che hanno portato il mondo occidentale, come lo conosciamo, sull’orlo del fallimento: dai mutui sub-prime allo spread, da Lehman Brothers agli indignados, dalle prime avvisaglie in USA alle ripercussioni su scala planetaria, attraverso le tappe più significative della crisi dei sistemi fiLu igi Mastrobu on o. direttore gen erale Coordina la Riunione dei Direttori Confagricoltura a Torino

Il libro digitale on lin e Clicca, scarica e leggi. L’ ebook costa 2,99 euro e si acquista su Internet. Info su www.lastampa.it/ebook

nanziari. Un'analisi a tutto tondo per capire le cause, le modalità e le possibili soluzioni alla crisi finanziaria globale. come è nata questa emergenza? Che caratteristiche ha adesso? Dove ci porta e quali sono le possibili vie d'uscita? Nel contesto generale Paolucci approfondisce la situazione degli istituti di credito. Da settembre l'ordine delle priorità è radicalmente cambiato. Il problema della Grecia è diventato il problema del sistema bancario e da lì il contagio si è propa-

gato a tutta l'Eurozona. Si è passati progressivamente da un problema di conti pubblici di alcuni paesi – Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, i cosiddetti Pigs, diventati poi Piigs, con l'inclusione nel gruppo dell'Italia – a un problema del sistema bancario, a partire dall'inizio dell'estate. Tra le cause scatenanti, l'estensione del contagio all'Italia. Il problema parte dalla Grecia, con gli istituti bancari che iniziano a farsi i conti in tasca. E mentre la situazione complessiva dell’eurozona si deteriora, inizia la gara dei numeri per capire quanto servirebbe davvero per mettere in sicurezza il sistema. Proprio sui nuovi scenari, su un mondo che rapidamente sta cambiando, che richiede nuove risposte anche dalle associazioni di rappresentanza, si interrogano i direttori di Confagricoltura. G. M. GENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 9




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Blocco tir e forconi La protesta fa autogol

S I dirigenti Confagricoltura raccontano l'emergenza. Produzioni non raccolte costrette a marcire nei campi, camion non giunti a destinazione e beni alimentari deperiti,negozi senza merci e alcune aree del Nord invase da prodotti importati a prezzi maggiorati, contratti con buyer e GDO persi di Anna Gagliardi

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icilia: diciassette autocisterne cariche di latte fresco dirette a Ragusa vengono fermate a Lentini, su una strada nei pressi dell’ospedale. Non ci sono le condizioni per proseguire: la protesta dei Forconi è tale che le autobotti rimangono lì alcuni giorni. Il prodotto diventa invendibile; il danno è di duecentomila euro. Calabria: frutta e verdura giacciono nei magazzini in attesa di essere consegnate. Per i prodotti più facilmente deperibili non c’è possibilità di arrivare freschi sugli scaffali dei negozi. Il danno è calcolato, prudenzialmente, intorno al milione di euro al giorno. Va meglio nel Lazio: a Roma solo dopo l’intervento del prefetto, su sollecitazione di Confagricoltura, le autobotti cariche di latte dirette verso le centrali riescono a raggiungere la destinazione, ma per altri prodotti non succede altrettanto. Dal 15 gennaio, nel giro di pochi giorni, la mappa del disastro causato dal movimento dei Forconi e dallo sciopero dei tir si è delineata molto velocemente, a partire dal Sud Italia: produzioni costrette a marcire sulle strade o nei magazzini, aziende messe in ginocchio da una protesta scoppiata all’improvviso, cresciuta in modo esponenziale nel mondo virtuale e diventata letale per quello reale, a iniziare dal settore primario. Se nel merito le ragioni della protesta sono state in parte comprensibili, nel metodo si sono rivelate un disastro per l’agricoltura italiana: i supermercati si sono approvvigionati altrove. Per recuperare le commesse ci vorrà tempo, troppo. “In due settimane si sono buttati via vent’anni di lavoro - constata Gerardo Diana, presidente di Confagricoltura

Sicilia. Se questa protesta è stata pensata per aiutare i nostri prodotti, in realtà è stata un autogol. Ci hanno rimesso anche gli operai agricoli e gli addetti del comparto agroalimentare: soltanto in Sicilia si sono perse cinquantamila giornate lavorative e salari per circa tre milioni di euro”. Analoga la situazione in Campania, dove la protesta si è concentrata soprattutto nella Piana del Sele e del Vallo di Diano, nel Salernitano.“In cinque giorni di blocco si sono mandate in fumo tonnellate di prodotti - afferma il presidente regionale di Confagricoltura Michele Pannullo - e a nulla sono servite le richieste degli agricoltori di porre latte e ortofrutta nelle celle frigorifere, per salvare parte della merce. Un atteggiamento inaccettabile che è costato non solo in termini di produzione, ma anche di occupazione, con circa ottantamila giornate di lavoro perdute”. “E’ la fine di un sistema – dice Alberto


Roma - il fatto è che questo non è il momento di protestare, anche se le motivazioni alla base dello sciopero riguardano tutti: penso al caro gasolio, che colpisce tutta la popolazione e anche tutti i settori dell’agricoltura”. Ma quali sono le prospettive? Giansanti si dice fiducioso per natura e sposta l’attenzione all’andamento generale del settore primario:“Il problema di fondo che esaspera questa crisi è che non c’è mai stata una convinta posizione del governo (e dei governi) verso l’agricoltura. Non c’è stata sensibilità verso il nostro settore, e questo provoca anche una profonda debolezza sociale: se l’agricoltura è forte, anche il sistema sociale è forte. Così non è”. L’ultima forma di protesta ha il sapore di una guerra tra poveri che ha ulteriormente immiserito il settore. Ne è convinto il presidente di Confagricol-

Ci hanno rimesso anche gli operai agricoli e dell'agroalimentare Arance non raccolte Produzioni costrette a marcire nei campi nell’azienda di Massimo Franco a Siracusa

Guerra tra poveri Il caro gasolio non colpisce solo i trasportatori ma anche le aziende agricole

Statti, presidente di Confagricoltura Calabria. Se si continua così le nostre aziende saranno costrette a chiudere: situazioni come queste sono il colpo di grazia per le nostre imprese, già vessate da costi di produzione insostenibili e prezzi di vendita fermi da vent’anni. Com’è possibile andare avanti cosi? Come possono le nostre aziende chiudere i bilanci?” Paolo Leccisi, pugliese, componente della giunta nazionale di Confagricoltura: “Stiamo vivendo un’epoca di profonde trasformazioni, e contemporaneamente stiamo combattendo una guerra non con le bombe, ma con le borse. Per far quadrare i conti dello Stato sono stati chiesti sacrifici enormi all’agricoltura, probabilmente insopportabili, ma il vero problema è che non sappiamo neanche se questi saranno gli ultimi!” Allora hanno ragione i Forconi? “No – risponde Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

tura Emilia Romagna. Guglielmo Garagnani, che ha raccolto l’esasperazione delle aziende: “Sebbene lo sciopero dei tir qui in Emilia Romagna si sia risolto tutto sommato in fretta, la crisi è sempre più pesante e le imprese minacciano azioni di protesta clamorose. Finora abbiamo scelto la via del dialogo civile, del confronto, anche acceso, ma sembra non bastare”. La questione dell’IMU, al momento non ancora metabolizzata, accenderà un’altra miccia potenzialmente assai pericolosa: oltre al prezzo del gasolio e dei concimi, oltre al peso della burocrazia in generale, il nuovo regime di tassazione si preannuncia come quello in grado di far chiudere definitivamente molte aziende agricole. “Se non verranno apportati correttivi alla normativa si avrà un maggiore onere per le imprese agricole - afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte Gian Paolo Coscia. Ciò brucerà, di fato, circa il 5% del valore aggiunto proGENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 13


A T T U A L I TÀ D E N T R O L A C R I S I

dotto in agricoltura. Per il Piemonte, calcolando che il Pil agricolo è indicativamente di 2,7 miliardi di euro, la manovra in termini di aggravio di imposte costerà all’agricoltura circa 135 milioni. La sopravvivenza economica di molte aziende è praticamente impossibile”. In attesa di azioni eclatanti, le Unioni provinciali subalpine hanno chiesto di incontrare i vari prefetti per illustrare il malessere e le preoccupazioni della categoria. A questi incontri ne seguirà uno con i parlamentari locali. “Purtroppo in Emilia Romagna, – aggiunge Garagnani – dai primi riscontri

Un durissimo colpo alle imprese già provate da costi insostenibili che abbiamo avuto, sembra che i Comuni non esiteranno ad applicare la massima aliquota su terreni e fabbricati rurali. In tutta Italia è probabile che si solleveranno simultaneamente moti di rivolta contro questo regime che strozza le imprese aumentando a 14 | MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2012

re all’agricoltura italiana come a un pilastro dell’economia”. Dalla Calabria Statti evidenzia che da troppo tempo i problemi non vengono affrontati. Ne è un esempio l’olividismisura le tasse. Noi stiamo lavoran- coltura: “Il prezzo del nostro olio è ai do per prevenire quel momento, stia- minimi storici; siamo fermi a trent’anmo studiando modalità azione che ni fa, con una concorrenza spietata sappiano davvero attirare l’attenzione dall’estero. Non ci sono provvedimensu che cosa sta passando l’agricoltura, ti adeguati per difendere il Made in anche perché ho l’impressione che Italy, le nostre produzioni, cioè la nomolti cittadini non si siano neanche stra economia. Molti produttori non accorti della protesta dei tir e delle hanno neanche raccolto: questo signisue conseguenze: i supermercati si fica la sconfitta totale per un agricolsono rivolti altrove per i prodotti fre- tore, che fa questo lavoro soprattutto schi mancanti”. Oltre al danno, pure per passione. Di questo passo ci sarà la beffa. l’abbandono totale delle aziende”. Leccisi con amarezza constata che tut- A tutto questo si aggiungono anche i ti sono pronti a esaltare i prodotti agri- ritardi di Agea, che non paga ancora i coli italiani e la nostra cucina, ma che premi agli agricoltori. Diana dalla Sicipoi, nella sostanza, questi elogi si per- lia e Leccisi dalla Puglia confermano dono nel nulla e i provvedimenti per che una situazione del genere è inactutelare il Made in Italy non vengono cettabile e che gli imprenditori sono messi in atto: “Non si guarda all’agri- esasperati. Confagricoltura ha fatto la coltura come a un settore in grado di sua parte, a livello nazionale e nelle dare lavoro, anzi, siamo visti addirittu- province, ma ora tocca alla politica: a ra come un comparto che si lagna poco servono le condivisioni di pensempre e che, al contempo, vive di siero, se poi a queste non seguono i sussidi. Finché non si abbandonano provvedimenti che solo la politica certi stereotipi non si riuscirà a pensa- può adottare. Sc ioper odei tr aspor tator i La protesta dei tir ha diviso in due l’Italia, bloccando la consegna dei prodotti agricoli ai mercati e alla GDO (foto di Marco Carnesecca)



L’ I N T E R V I S TA M A R I O G U I D I

Dimenticati congelati e supertassati

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La p o l i t i c a comunitaria prevede più fondi per tutti tranne per il capitolo a g r i c o l t u r a . Quella nazionale si mostra quasi sempre indifferente ai molti gravi p r o b l e m i del settore, ma si ricorda delle imprese agricole quando c’è da imporre t a s s a z i o n i stratosferiche. Intanto si fanno i conti col g e l o e lo stop dei Tir 16 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012

«Certamente sì. E’ la metafora della fredda disattenzione che da lungo tempo il Paese ha nei confronti della sua agricoltura, soprattutto quella che è parte integrante del tessuto economico nazionale. Una certa politica usa l’agricoltura come chiave mediatica, poi, ottenuto lo scopo, ci dimentica. Noi , invece, vorremmo essere meno sul proscenio e più nella quotidianità della gente, perché l’agricoltura è tutta intorno a noi. E il freddo, quello vero, di questa stagione invernale dovrebbe aiutare a far capire che frutta e verdura non nascono nei supermercati. In troppi sono stati abituati a pensare che il cibo sia sempre a portata di mano e non possa mai essere un problema trovarne».

Questo grande freddo può essere una metafora della forte disattenzione che il Paese ha per noi nonostante l’enorme contributo economico ambientale e sociale che sappiamo dare. Bisogna cambiare le cose.

di Vanni Cornero

residente Guidi, il “grande freddo” di quest’inverno può essere visto come una sorta di metafora della situazione in cui vive l’agricoltura italiana?

Blocco dei Tir, nevicate eccezionali, gelo polare: un incubo di metà inverno per chi lavora in agricoltura. Ma fa più danni il maltempo o l’Imu?

«Senz’altro l’Imu.All’inverno non ci si può sottrarre, perché fa parte della natura. L’imu, invece, nasce da una decisione umana che si traduce in un livello di prelievo fiscale che il settore non può in alcun modo sopportare. Con questo doppio livello di tasse su terre


e fabbricati gli agricoltori entrano in una strana categoria, quella dei poveriricchi, perché colpiti da una patrimoniale su beni come i terreni, che sono strumentali all’attività e hanno bassissima redditività. Così finiamo di essere tassati come i titolari di grandi patrimoni . Il paradosso è che, mentre da una parte si mettono in atto politiche per aumentare la dimensione media aziendale (8,5 ettari in Italia, contro i 55 della Francia n.d.a.), dall’altra si punisce chi lo fa con 1,5 miliardi di euro di prelievo fiscale in più. Siamo convinti che tutto questo non possa che essere dovuto ad una scarsa conoscenza di ruolo, importanza e strumenti dell’agricoltura italiana».

gionamento energetico di questi mesi invernali dimostrano la fragilità e la dipendenza dell’Italia in una strategia di sistema-Paese. L’Italia può contare su fonti rinnovabili da matrice agricola e, per dirla con Obama, si può fare. Naturalmente occorre farlo con equilibrio per non penalizzare le coltivazioni food, ma è ormai evidente quanto l’energia sia altrettanto strategica del cibo. Credo che non sia più rinviabile la realizzazione di una filiera del biometano in agricoltura: si possono ottenere 7-8 miliardi di metri cubi di metano, una potenzialità che copre almeno il 10% del fabbisogno nazionale».

Tra i vari problemi del Paese c’è quello del costo e della dipendenza dall’estero per l’energia. Che contributo può dare – o potrebbe dare – l’agricoltura in fatto di bolletta energetica?

«Come dicevo, la politica è consapevole dell’appeal che l’agricoltura ha nei confronti del cittadino, poiché evoca immagini che vanno dal latte, al pane quotidiano, all’ambiente che ci circonda. Ma è meno consapevole di

«Proprio le dinamiche per l’approvvi-

E di tutto questo la politica se ne accorge?

Mario Guidi presidente di Confagricoltura da marzo 2011, è laureato in Scienze Agrarie all'Università di Bologna.

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L’ I N T E R V I S TA M A R I O G U I D I prendere l’iniquità di imposte che gravano sull’agricoltura cinque volte più che su altri settori. Vogliamo ancora credere che il governo dei tecnici abbia la sensibilità di ascoltare noi, tecnici del nostro settore. Ancora per un po’siamo disposti a credere che la politica, quella vera, sia in grado di distinguere tra giusto ed ingiusto. Se non sarà così Confagricoltura dovrà scegliere modi più incisivi per farsi ascoltare. Stiamo anche

C’è una nuova funzione che oggi spetta alla rappresentanza ed è quella di trovare la via per uscire dalla crisi. Dobbiamo indicare questa strada alle nostre imprese e dobbiamo farlo dicendo a tutti i costi sempre e solo la verità.

Fieragricola 2012. Guidi e il ministro delle Politiche agricole Mario Catania presso lo stand di Confagricoltura.

ai mercati ed allo sviluppo rurale. Un taglio tra il 2013 e il 2020 che noi stimiamo pari ad oltre il 12 per cento in termini reali, per entrambi i pilastri della Pac. E’chiaro che questo non lo quanto l’agricoltura contribuisca allo vogliamo, ma credo sia il caso di andasviluppo del Paese, all’occupazione, re oltre: sulla Pac bisogna avere il coall’esistenza stessa del made in Italy raggio di fare delle scelte. La partita agroalimentare. Insomma una visione sulla Politica agricola comunitaria non ristretta, molto spesso legata al mo- si risolverà con una manciata di miliomento, che non riesce ad esprimere ni in più o in meno, ma a seconda di una strategia di politica agricola na- come queste risorse potranno essere zionale. Perché questo accade? Pro- impiegate. Noi dalla nuova Pac vogliababilmente perché agli occhi di certi mo facilità di applicazione, rapidità di politici l’agricoltura esprime un basso incasso e spinta per crescere». Tornando alle proteste. Nonostante l’apvalore aggiunto di potere». Si sta riformando La Pac, una riforma che Confagricoltura ha sposato, ma che per adesso delude. Che cosa manca nella proposta della Commissione?

«In una situazione come l’attuale ci sarebbe bisogno di un maggiore impulso politico a favore dell’agricoltura e invece l’Europa sembra voler imboccare la strada del disimpegno, anche finanziario. Il futuro bilancio dell’Ue prevede aumenti in termini reali praticamente per tutti i capitoli, tranne che per la spesa agricola destinata 18 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012

parente impassibilità di Monti sembra che chi è sceso in piazza, anche in maniera decisamente impropria, abbia portato a casa dei risultati. Gli agricoltori, per ora, stanno fermi. Ma sino a quando?

«Il senso di responsabilità e la volontà di dialogo in un momento così difficile per l’Italia non deve e non può essere scambiato per un atteggiamento rinunciatario o peggio di acquiescenza. Ad oggi procede un confronto netto con il governo e il ministro dell’Economia per far com-

valutando di ricorrere per vie legali contro l’Imu con una vera e propria class action. Di certo Confagricoltura non rinuncerà mai a rappresentare gli interessi dei suoi associati». Qui si inserisce il tema della rappresentanza e della rappresentatività, un capitolo molto dibattuto in questi mesi da organizzazioni e sindacati.

«Un discorso delicato e attuale. Spesso si dimentica che le organizzazioni sono nate per il bisogno delle imprese di unirsi ed essere rappresentate. La sfida dei prossimi anni, per noi e per gli atri è quella di essere all’altezza delle imprese che rappresentiamo: anche nella rappresentanza c’è bisogno di qualità. Senza dimenticare il nostro passato dobbiamo sviluppare la capacità di cambiare, così come cambiano le esigenze delle nostre imprese. C’è una nuova funzione che oggi spetta alla rappresentanza ed è quella di trovare la via per uscire dalla crisi. Dobbiamo indicare questa strada alle nostre imprese e dobbiamo farlo dicendo loro sempre e solo la verità».


AT T U A L I T À

L A FO T O D E L M E S E

Monterosso metafora. Siamo tornati a Monterosso, il borgo delle Cinque Terre devastato dall'alluvione; la foto, scattata da Marco Carnesecca, è significativa e simbolica. Il paese è tutto un cantiere. Sulla ricostruzione le luci accese dei lampioni, a ricordarci la “normalità” agognata. Simbolicamente Monterosso rappresenta l'Italia. La crisi ha lasciato ferite aperte, conseguenze devastanti e tanti interrogativi.



SPECIALE «NOI LA CRISI LA AFFRONTIAMO COSÌ»

Storiediimprenditoricheinventano soluzioninuove in tempi difficili

Quattro mosse per la ripresa C’è chi investe e diversifica, chi punta sul sociale, chi scommette sul cambiamento e la qualità, chi si dedica ad allevamenti innovativi


S PE CI A LE « N O I L A C R I S I L A A F F R O N T I A M O C O S Ì »

Mamertino: Veni, Vini, Vici... di Gabriella Bechi

Nella strategia della famiglia Planeta contro la flessione del mercato interno c’è anche il rilancio del vino preferito da Giulio Cesare

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iversificare, investire, migliorare il servizio al cliente. E’ questa la ricetta anticrisi della famiglia Planeta. Siamo in Sicilia tra Menfi e Sambuco, in provincia di Agrigento, dove nel 1995, dalle due aziende di proprietà ha preso il via il Progetto Planeta, nato come un viaggio nel vino siciliano e presto diventato un’immersione totale nel territorio e nella cultura dell’isola. Con una produzione di 2 milioni e 200 mila bottiglie, un fatturato di 12,5

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milioni euro l’anno, di cui il 53% destinato all’export, una presenza in 75 Paesi del Mondo, 95 dipendenti, 120 agenti in Italia, l’azienda Planeta è una realtà complessa e articolata, che affronta la crisi con decisione e scelte coraggiose. In prima fila c’è oggi la nuova generazione, Francesca, Alessio, Santi, quarantenni, da sempre impegnati in azienda, che portano nelle scelte “anticrisi” le novità e l’ entusiasmo dei giovani. “La crisi non è una cosa che arriva all’improvviso, noi l’avvertiamo già da qualche anno e il momento peggiore è stato il 2009 – dice Alessio -.Abbiamo chiuso con fatturati in calo e allora ci siamo dovuti mettere a tavolino e decidere cosa fare. Partendo da alcuni punti fermi: il mercato del vino italiano è in calo, i gusti dei consumatori cambiano, lavoriamo su un prodotto sostanzialmente rigido. Così abbiamo individuato le strategie: potenziare


successo di un marchio; bisogna vendere anche in Italia, e bisogna farlo anche in un momento di consumi in calo, vuoi per le nuove abitudini dei consumatori, vuoi per la crisi. E anche l’export, anche con la ricerca di nuovi questa volta la scelta dei Planeta e’ stamercati; diversificare la produzione in- ta di investire, ma non nelle aziende vestendo in nuove aziende in Sicilia, in storiche. Hanno acquistato nuovi terzone che danno vini totalmente diver- reni, in altre zone della Sicilia, impiansi da quello che facciamo qui a Menfi, tato nuovi vigneti, per offrire al consu altri prodotti come l’olio e in servi- sumatore una gamma differenziata di zi, sempre legati al mondo del vino, vini, più vicini ai gusti moderni del bere. Vittoria, Noto, l’Etna, fino a Capo come l’ospitalità”. Da qui la decisione di non ritoccare i Milazzo, dove dallo scorso anno è in listini, nonostante l’aumento dei costi corso un ambizioso progetto di recuper il trasporto, delle bottiglie, dei tap- pero del Mameritino, fiore all’occhielpi e così via. Poi quella di potenziare la lo della vitivinicoltura siciliana nel perete di vendita all’estero, nei mercati riodo romano: il preferito di Giulio Cetradizionali, ma anche in quelli emer- sare, citato da Plinio. Per vendere sono genti, come Brasile, Russia e soprattutto Cina, dove i vini francesi hanno avuto un boom pazzesco nella fascia alta di prezzo, ma che, a parere di Alessio, offre grandi opportunità anche per nostri prodotti. Un successo quello dei vini italiani all’estero che i Planeta attribuiscono alla forza trainante del food, alla nostra tradizione gastronomica, che nessun altro Paese ha e che ci consente di arrivare sui mercati lontani anche attraverso la grande rete della ristorazione Progetto Planeta: italiana. “I nostri vini e il nostro olio Un viaggio nella Sicilia del vino Dop sono a Shangai da “Otto e Mezzo” l’unico ristorante italiano all’estero con tre stelle Michelin.” Ma l’estero da solo un basta a fare il Francesca e Alessio Planeta Dalla nuova generazione idee vincenti per battere la crisi

sati fatti importanti investimenti nel marketing e soprattutto nel “trade marketing”, anche in capitale umano. “Abbiamo creato un ufficio apposito, assumendo personale specializzato, per dare assistenza ai nostri venditori – spiega Francesca, che in azienda si occupa di questo settore -. Stiamo sviluppando strategie di merchandising e di promozione diverse per linee di prodotti e mercati, per essere sempre più vicini al cliente. Ma i clienti non sono tutti uguali. Quello che chiede l’Italia, è diverso da quello che chiedono la Cina o gli USA. Da qui la necessità di una comunicazione differenziata.” Business, ma rispetto per l’ambiente e il territorio. In una parola sostenibilità, che è diventata un marchio e un logo, “Planeta Terra”, che sembra un gioco di parole, ma che in realtà è un progetto a 360°. Materiali riciclati per cartoni, e imballaggi e stampati. Bioarchitettura, come nella “cantina invisibile” di Noto e in quella in costruzione sull’Etna. Efficienza e risparmio energetici. Trecento metri quadrati di pannelli fotovoltaici producono energia elettrica per le cantine e un impianto solare riscalda l’acqua del Resort. Tutela del paesaggio.A Sambuca di Sicilia è stato realizzato il sentiero naturale La Segreta, tre percorsi aperti al pubblico in un luogo incontaminato intorno al lago Arancio. L’oliveto, a Caparrina, è in un’ oasi naturale, con le colline che de-

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SPECIALE «NOI LA CRISI LA AFFRONTIAMO COSÌ» gradano fino al mare. E infine, il progetto SOStain, il primo in Italia di certificazione ambientale viticola,realizzato con un’altra importante cantina siciliana, quella di Tasca d’Almerita, in collaborazione con le Università di Piacenza e di Milano e con il ministero dell’Ambiente, per monitorare per un anno il consumo di acqua e le emissioni di CO2, con il successivo impegno per la loro riduzione. Poi c’e’ il web, sui cui lavorano personale interno e consulenti: sito, ma soprattutto facebook e twitter (la pagina Planeta Winery ha 35.000 fan), perché ”quello del vino - dice Francesca – e un mondo interattivo, la gente s’informa, chiede, vuole risposte in tempo reale”. Nell’ottica di avvicinarsi al cliente e diversificare l’offerta la famiglia Planeta ha deciso qualche anno fa di investire in ospitalità, più precisamente in quello che si chiama “wine tour”. Quattro cantine visitabili, Menfi, Sambuca di Sicilia, Noto e Vittoria, e presto anche l’Etna, in cui oltre a degustare i vini si può anche mangiare su prenotazione, e un Wine Resort,“La Foresteria”, inaugurato nel 2010. Quattordici camere, piscina, sala fitness, tavolo sociale per i pasti, oltre a degustazioni e corsi di cucina.

La Baronia, Capo Milazzo Qui è in corso il progetto di recupero del Mamertino

“Lo scorso anno abbiamo avuto 8.000 visitatori, italiani e stranieri – aggiunge Francesca – e puntiamo a raddoppia“Quella del ricevimento è la naturale re. Oltre che attraverso il sito, proevoluzione del produttore di vino – di- muoviamo questa attività con tour ce Alessio –. L’appassionato, ma anche operator, guide turistiche, partecipanil semplice curioso, quando viaggiano, do a fiere specializzate, prendendo acsi fermano volentieri in cantina, assag- cordi con alberghi e aziende che orgiano e acquistano direttamente in ganizzano meeting”. azienda. In più ci sono le visite dei no- Il messaggio che arriva oggi da Franstri importatori. Il tutto ha portato un cesca e Alessio è chiaro:“La crisi ci ha significativo incremento del nostro insegnato che la migliore cura è il serfatturato”. vizio al cliente.”

Vigneti dell’ Ulmo, Sambuca Insieme a “La Dispensa” di Menfi,l’azienda storica della famiglia Planeta»

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SPECIALE «NOI LA CRISI LA AFFRONTIAMO COSÌ»

Nell’Agro Pontino l’impresa che coniuga etica e business di Gabriella Bechi

Alla “Fattoria Biosolidale del Circeo” lavorano diciannove giovani disabili. Si producono frutta, ortaggi, formaggi, venduti alla grande distribuzione con il marchio aziendale di agricoltura sociale

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a crisi si affronta anche dedicandosi agli altri, alle persone più deboli e bisognose. Puntando sul sociale. E’ quello che ha fatto Marco Berardo Di Stefano, titolare della Fattoria Biosolidale del Circeo, da poco eletto presidente della Rete delle Fattorie Sociali. Si può coniugare il business con il sociale? Si può puntare al profitto, al meritato guadagno derivante dalla propria attività lavorativa ma, nello stesso tempo, dare un’opportunità a chi è disabile, ma ha comunque entusiasmo, voglia di vivere, bisogno di emanciparsi? Si può fare bilancio ma, contemporaneamente, venire incontro ai bisogni delle persone più fragili, come gli anziani, gli ammalati, o avvicinando i più giovani all’agricoltura, diventando un centro aggregativo, attrattivo, salutistico?

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Le categorie svantaggiate possono trarre grandi benefici sul piano fisico e intellettivo dal contatto con la natura e dal coinvolgimento attivo nei lavori tipici di un’azienda agricola e queste esperienze possono concorrere concretamente anche all’integrazione sociale di un individuo. Di Stefano, 37 anni, appartiene ad una famiglia di imprenditori agricoli che da generazioni fa parte della Confagricoltura. Si è avvicinato a questo mondo nel 2004, convertendo l’azienda in Fattoria sociale e iniziando una fase sperimentale che ha portato alla realizzazione di un’importante realtà. Dal 2004 ad oggi la Fattoria, che dal 2005 è diventata una cooperativa di formazione e lavoro di cui fa parte personale agricolo e piscopedagogico, ha effettuato assunzioni per trenta persone disabili, quattro rifugiati poli-


tici (ragazzi afghani della casa famiglia di Priverno) oltre a numerosi extracomunitari regolarizzati. Oggi la Fattoria fa lavorare, con diverse modalità, 19 persone disabili che hanno acquisito le competenze professionali attraverso i corsi della “Latina Formazione e Lavoro”. Quattro di queste hanno un rapporto di lavoro continuato e sono diventate socie della cooperativa. “La nostra è una vera e propria impresa– dice Di Stefano – che ha voluto svincolarsi da un’ottica assistenzialistica per proporre una reale emancipazione attraverso un corso di formazione di due anni, che reintroduce le persone svantaggiate nel ciclo produttivo, creando posti di lavoro protetti, con una retribuzione corrispondente al lavoro effettuato. La formazione agricola è accompagnata dal lavoro di un’equipe educativa che aiuta i ragazzi ad acquisire le caratteristiche proprie di un lavoratore, autonomia, responsabilità, rispetto degli orari, e ad individuare il tipo di lavoro più adatto ad ognuno di essi. Tutti coloro che lavorano in azienda hanno un contratto agricolo, perché è molto flessibile e consente di lavorare a ore e a giornate. Quin-

Parlamentari in azienda Nella foto Marco Berardo Di Stefano (a destra) con l’ on. Paolo Russo della Commissione Agricoltura (a sinistra) e Paolo Perinelli presidente della Confagricoltura Lazio (al centro)

di garantisce l’opportuna duttilità per rispondere alle necessità dei percorsi d’ inserimento lavorativo personalizzati.” L’azienda, 175 ettari in provincia di Latina, produce ortaggi e frutta, alleva vacche da latte bufale, offre ospitalità agrituristica. I ragazzi disabili lavorano nell’attività agricola, ma anche in quella di commercializzazione. Tutti i prodotti dell’azienda vengono confezionati e venduti alla grande distribuzione (Pam e Coop) e a gruppi di acquisto solidale (GAS). Non solo frutta e ortaggi, ma anche latticini, che vengono trasformati da un vicino caseificio, riconoscibili sul mercato grazie al marchio aziendale, che è l’unico di agricoltura sociale registrato in Italia. La Fattoria è stata oggetto di studio e ricerca da parte dell’Università Pontificia Salesiana e del ministero degli Affari sociali della Repubblica Popolare Cinese, che sta sostenendo un progetto di formazione in Cina dell’Università Pontificia Salesiana, del ministero per le Politiche agricole, dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria e dell’Istituto Superiore di Sanità. L’azienda ha avuto anche numerosi riconoscimenti.


SPECIALE «NOI LA CRISI LA AFFRONTIAMO COSÌ» n

IL SOCIALE È IN RETE

La “Rete”, di cui Confagricoltura fa parte, si è costituita sei anni fa per iniziativa del presidente uscente, Alfonso Pascale, con l’obiettivo, appunto, di mettere “in rete” agricoltori, operatori sociali, associazioni, famiglie e anche cittadini singoli, per favorire l’inserimento dei disabili all’interno delle aziende agricole. Offre assistenza, attraverso l’iscrizione al sito ww.fattoriesociali.com, alle imprese che vogliono dedicarsi a questo tipo di attività e fornisce tutte le indicazioni utili per accreditarsi presso gli enti locali preposti, a seconda dei servizi sociali che si intendono fornire. Oggi la Rete è una realtà concreta, che riunisce oltre duemila aziende agricole che affiancano alla propria attività principale, quella produttiva, progetti a sfondo sociale, che creano occupazione per categorie svantaggiate (persone diversamente abili, ex detenuti, ragazzi delle sezioni carcerarie minorili, ex tossicodipendenti) ed offrono servizi (ippoterapia, riabilitazione) alle categorie più deboli, come gli anziani. In Italia oltre tremila disabili sono inseriti lavorativamente nelle fattorie sociali e quattromila persone usufruiscono dei servizi di assistenza. Lontana da ogni forma di assistenzialismo, l’agricoltura sociale conserva la propria natura imprenditoriale, riproducendo in questo settore quel modello di economia solidale che mira a coniugare il profitto dell’azienda con il bene della collettività, in particolare delle fasce più deboli.

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Quest’anno, su indicazione di Confagricoltura, è stata inserita nel progetto “Archivio della Generatività” dell’Istituto Sturzo. Un censimento delle fattorie sociali in Italia non è stato mai fatto. Ci sono aziende private, ma anche pubbliche si occupano di “agricoltura sociale”, e ancora cooperative agricole, associazioni Onlus, fondazioni. Complessivamente si possono stimare in circa 2500 realtà produttive. «L’esperienza fatta con questi ragazzi è entusiasmante – conclude Di Stefano – noi nel nostro statuto abbiamo i tre punti base che si possono sintetizzare in missione, finalità e visione. La missione è migliorare la qualità della vita delle persone più svantaggiate creando posti di lavoro protetti e dando la possibilità di conoscere e vivere la campagna. Il progetto di agricoltura sociale che stiamo realizzando giorno per giorno contribuisce a costruire una società aperta a tutti, rendendo ciascuno protagonista e responsabile del proprio agire e del proprio vivere». Reparto confezionamento I disabili sono assunti con contratto e pienamente integrati



SPE C I A L E « N O I L A C R I S I L A A F F R O N T I A M O C O S Ì »

Un matrimonio salverà i conti della “coratina” di Gabriella Bechi

Alla “Terre Doro” un nuovo olio va ad affiancare l’antico prodotto di alta tradizione che non sempre il mercato valuta con giusti prezzi

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C’

è anche chi la crisi l’affronta puntando sul cambiamento, senza abbandonare la tradizione, mantenendo come punto fermo la qualità, la rintracciabilità, l’onestà. Come Donato Rossi, 47 anni, imprenditore da venticinque, alla quinta generazione di olivicoltori, titolare dell’azienda agricola “Terre Doro”, a Corato, in provincia di Bari, a cavallo tra i comuni di Andria , Canosa, al centro del triangolo produttivo della “coratina”. “Per noi olivicoltori di questa zona dice – la crisi è un fatto storico, quasi strutturale, con cui conviviamo da decenni: una cultivar difficile, sia dal punto di vista produttivo, sia commerciale; una frammentazione aziendale

estrema; una concorrenza sleale che inquina al mercato”. L’amarezza nelle parole di Donato Rossi è tangibile. Centocinquanta ettari, 16.000 piante di olivo cultivar “coratina” che conferisce all’olio quel gusto forte e deciso dei sapori della Puglia. L’oliveto d’Europa, come la definisce l’imprenditore, dove da generazioni la sua famiglia si batte per conservare culture e tradizioni, preservare il territorio e tutelarne la specificità, mantenere stabile l’occupazione. “Cose meravigliose – dice - ma che non consentono più alle aziende di stare in piedi economicamente.” “La “coratina” è una cultivar costosa spiega - che produce un anno in maniera abbondante e un anno no. Se


scambiato per acidità. Pensi invece, che più l’olio “pizzica”, meno è acido. Con la “coratina” si fa la Dop Terra di Puglia, che impone la

nell’annata di carica, come questa, il prezzo non tiene per la volatilità dei mercati, è un disastro. In più il nostro olio non sempre incontra il gusto dei consumatori, per il suo odore fruttato e quel retrogusto leggermente amaro, che “pizzica” in bocca, che varia a seconda delle annate e che spesso viene

frangitura delle olive entro 24 ore dalla raccolta, con rese ovviamente più basse. Insomma, facciamo un olio costoso, di grande qualità, che non sempre viene r iconosciuta dal mercato.” Nella zona molto olio Dop rimane invenduto e gli imprenditori spesso so-

no costretti a ricorrere alla logica della cisterna, ovvero a vendere il loro prodotto per rendere più appetibili altri meno pregiati, per recuperare almeno le spese. Mentre continuano tranquillamente le importazioni illecite di olio, più o meno adulterato, che stravolgono il mercato, dalla Spagna al Sud Africa”. “La mia è una battaglia storica – racconta Rossi – per fare chiarezza e pulizia in un settore in cui regna il caos. Qualche giorno fa ho trovato sullo scaffale di un supermercato bottiglie di olio extravergine a 2 euro al litro. Un prezzo che permette solo di pagare i costi della bottiglia e dell’etichetta, neppure del tappo, figuriamoci del contenuto!” Di fronte a questa situazione Rossi non si da per vinto. Da una parte continua la sua battaglia sindacale ( è nel consiglio di presidenza di Confagricoltura Bari e presidente della Federazione di prodotto olio della Puglia) contro le importazioni illecite, le adulterazioni, le frodi commerciali; dall’altra come imprenditore si rimbocca le maniche e fa una scelta che lui stesso definisce “dolorosa, ma inevitabile.” Sostenuto anche dal figlio Giovanni

Cultivar Coratina, da cui nasce la Dop Terra di Puglia, con la frangitura delle olive entro 24 ore

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SPECIALE «NOI LA CRISI LA AFFRONTIAMO COSÌ»

Nuovi impianti nell’ azienda di Donato Rossi, olivicoltore di quinta generazione. “ Non si vive - dice di sola tradizione”.

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Battista, 21 anni, giovane studente di agraria a Perugia, con la passione per la terra, decide di passare a nuovi sistemi di coltivazione, di potatura e di raccolta, che gli consentono di ridurre notevolmente i costi di produzione. Inoltre, lo scorso anno pianta un oliveto superintensivo, su 20 ettari di terreno, con cultivar spagnole “arbosana” e “arbequina”. Qualità amabili, che fruttificano precocemente e che permettono un rapido ammortizzo dei costi di impianto. “Con la sola “coratina” – spiega - le mie prospettive di crescita da qui a dieci anni sarebbero state limitatissime, allora ho deciso di affiancare al mio olio tradizionale, un blend più facilmente commercializzabile e capace di incontrare i gusti dei consumatori. Rinunciando in parte alla tipicità, ma non alla qualità e al Made in Italy”. Il prossimo anno il nuovo oliveto entrerà in produzione e Rossi pensa a un nuovo olio da affiancare alla Dop Terre di Bari.“Il mio non è un tradimento; la “coratina” è sempre nel mio cuore, ma non si vive di sola tradizione e le assicuro che il nascituro sarà un prodotto di grande qualità”. Le difficoltà, spesso, costringono a

scelte difficili e dolorose, ma Rossi è ottimista. Pensa al nome. Sta progettando la nuova bottiglia, che affiancherà quella della Dop, anche questa in fase di realizzazione, perché attualmente l’olio è venduto in lattine da 5 e 1 litro. Sta guardando a nuovi canali di distribuzione, a nuovi mercati, anche all’estero. Ha in costruzione il nuovo sito. E sta lavorando per trasformare una delle due masserie presenti in azienda, in masseria didattica per le tecniche olivicole. Un progetto in cui vuole coinvolgere le Università, che parte proprio dalle recenti scelte aziendali, che vuole far diventare oggetto di studio, con analisi dei costi e dei benefici e verifica dei risultati. Un esempio anche per altri imprenditori olivicoli. “I segnali che mi arrivano sono confortanti – conclude -. C’è un numero sempre maggiore di consumatori che ha imparato a distinguere e a scegliere, che privilegia la qualità e la salubrità, rispetto al prezzo. Mi auguro ora che maggiori controlli consentano di fare pulizia sul mercato, permettendo agli imprenditori onesti e che hanno voglia di fare, di lavorare con più tranquillità.”


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SPE CI A L E « N O I L A C R I S I L A A F F R O N T I A M O C O S Ì »

L’oro delle capre brilla nel caseificio ecocompatibile di Elisabetta Tufarelli

Sono l’orgoglio d ell’aziend a “al Mulino” razza camosciata d elle Alp i, latte b iologico, b ioarchitettura con il tetto verd e che è un p rato

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a crisi aguzza l’ingegno. Questo può essere il motto di Valeria Ciglia, 36 anni, che ha impiantato un’azienda in cui alleva capre camosciate da latte ad Azzio, in provincia di Varese. L’impresa ha ricevuto il premio Lombardia Agricoltura, istituito dall’Assessorato agricoltura della Regione per riconoscere l’impegno di chi opera in agricoltura con grande sforzo e passione. Creare un’azienda agricola è un desiderio che Valeria e suo marito Marco hanno accarezzato a lungo, realizzato in parte e che intendono sviluppare ancora. La storia inizia nel 1996, quando i due giovani iniziano a bonificare un'area semiboschiva in Valcuvia,nel nord della provincia, per impiantare

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una stalla dove allevare una cinquantina di bovini da ingrasso piemontesi. Un avviamento certamente non facile e con tanti sacrifici, perché, mentre Marco era occupato a tempo pieno nel progetto imprenditoriale, Valeria, per “arrotondare”, lavorava anche in una azienda tessile. Poi piano, piano il debutto e i primi risultati. «L ’esplosione della ‘mucca pazza,, ci ha letteralmente steso, facendo precipitare nella crisi la nostra attività – racconta Valeria -. Avevamo anche valutato la possibilità di abbandonare tutto. Certo è che non avevamo tempo da perdere, dovevamo prendere una decisione drastica e immediata, e così è stato: abbiamo deciso di metterci ad allevare capre». Detto fatto. Hanno venduto le


vacche, raggranellato il possibile e investito tutto in questo esperimento facendo arrivare, dalla Francia, 100 capre camosciate delle Alpi. «L’idea ci piaceva, la ritenevamo innovativa, ma per noi è stato un vero e proprio salto nel buio, non avevamo esperienza né di latte né di capre – spiega Valeria -, ma la nostra è una zona particolarmente vocata per l’allevamento di questi animali, tant’è che è proprio qui che si produce la Formaggella del Luinese, l’unico formaggio italiano Dop ottenuto esclusivamente con latte crudo di capra». La capra è un animale rustico, che ha un’alta capacità di adattamento alla montagna e rappresenta una risorsa per la permanenza delle popolazioni, quindi il presidio del territorio e il suo sviluppo sostenibile. In queste zone, l’allevamento caprino è una tradizione consolidata e il latte viene spesso Famiglia al completo utilizzato crudo nelle lavorazioni sia «Confagricoltura – dice Valeria per l’alto livello qualitativo (dal punto Ciglia – ci ha sostenuto in tutte le di vista microbiologico e delle rese), fasi della nostra crescita, aiutandoci sia per le condizioni igienico – sanita- molto anche dal lato burocratico» rie degli allevamenti. Ora,“al Mulino”, questo il nome dell’a- «Ogni capra produce tre litri di latte e zienda, a distanza di quattro anni le ca- viene munta due volte al giorno – aggiunge Ciglia – . In totale produciamo più di cinque quintali al giorno, i due Latte destagionalizzato terzi vengono distribuiti dalla centrale “al Mulino” si produce la Formaggella del Luinese Dop. ‘Latte Varese’. Ci tengo a sottolineare La produzione si ha in inverno che qui da noi, in gergo, la zona la chiaquando c’è più richiesta di latte e miamo “L’ oro delle capre”, perché gli formaggi. animali vengono su bene e completamente indenni dalla Caev e dalle malattie degenerative e, grazie a questo, abbiamo tante richieste da tutta Italia e dall’estero». Verrebbe da chiedersi se l’impresa è indenne anche dalla crisi, ma Valeria Ciglia ci previene: «La crisi la sentiamo, ma non riguarda il nostro prodotto che, per fortuna, è di alta qualità ed ha un suo mercato, peraltro in crescita costante, di chi sceglie il biologico e condivide le pre sono diventate 300, 200 in latta- nostre scelte in materia di attenzione zione e 100 “novelle” da rimonta, mol- minuziosa all’ambiente e al benessere te delle quali sono le nipotine del nu- animale». Imprenditori, che s’impecleo originario. Grazie a tecniche di al- gnano pienamente e direttamente in levamento all’avanguardia, è aumenta- azienda, ma appassionati ed entusiasti ta anche la produzione di latte fresco. della loro attività. “Stiamo fuori a zero

gradi, lavoriamo sotto la neve anche 12 ore al giorno, non vogliamo farci regalare niente da nessuno, ma non capisco perché continuiamo a trovare sulla nostra strada ostacoli allo sviluppo a cominciare dalla pressione fiscale, per noi diventata insostenibile, poi l’aumento vertiginoso dei costi delle materie prime e dei trasporti; ancora i mille lacci e i numerosi meandri e lati oscuri della burocrazia – precisa l’imprenditrice -. Però siamo stati bravi: quando abbiamo iniziato la nostra attività abbiamo scelto di associarci a Confagricoltura, che ci ha sostenuto in tutte le fasi della nostra crescita, aiutandoci moltissimo,supportandoci anche dal lato burocratico … altrimenti la nostra sarebbe stata una mission impossible, una sorta di sogno mancato, che sarebbe potuto diventare anche un incubo. Per fortuna non è stato così». E il sogno di Marco e Valeria continua, passo dopo passo, a diventare realtà, anche attraverso la partecipazione a tre PSR: il primo, nel ’96 per la costruzione della stalla, il secondo nel 2000 per la costruzione del fienile e del ricovero per gli attrezzi, ora diventato anche capretteria, ed il terzo per l’edificazione del caseificio, il primo esempio, in Italia, di stabilimento produttiGENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 35


SPECIALE «NOI LA CRISI LA AFFRONTIAMO COSÌ» vo totalmente ecocompatibile. Oggi l’azienda vanta una moderna sala mungitura a 12 poste, per le capre ci sono paddok esterni che permettono agli animali di poter stare all'aria aperta quando vogliono, così come le camosciate dell’azienda “Al Mulino” possono scegliere autonomamente in quale momento e come alimentarsi con i prodotti aziendali. Per gli imprenditori, il benessere dei loro animali è al primo posto. «Abbiamo voluto destagionalizzare il gregge, cioè lavoriamo in contro periodo perché le nostre capre sono coperte in primavera, partoriscono in ottobre così ci danno il latte durante tutti i mesi invernali, quando, soprattutto a Natale, aumenta la richiesta di formaggi e c’è un naturale calo nella produzione del latte», spiega Valeria che aggiunge: «Il nostro fiore all’occhiello però è il caseificio ecocompatibile al 100%, nel quale realizziamo la Formaggella del Luinese Dop, ma anche croste fiorite e

altre lavorazioni innovative, sempre a base di latte crudo delle nostre capre. Ne siamo molto orgogliosi. Sono di centocinquanta metri quadri mq rispettosi dell’ambiente e del paesaggio. Lo abbiamo realizzato secondo la tecnica di bioarchitettura Nebraska, che utilizza prevalentemente legno per le strutture e paglia per le pareti. I “balloni” di paglia pressata, spessi 80 centimetri, vengono utilizzati proprio come grossi mattoni, all’interno di una intelaiatura in legno e legati da calce viva. Questi materiali garantiscono la possibilità di poter lavorare il latte a temperatura costante tutto l’anno. Perfino il tetto sarà verde perchè verrà seminato a prato stabile». “Al Mulino” la scelta ambientale è stata totale: attenzione meticolosa al benessere animale, anche dal punto di vista psicologico, e strutture ad impatto zero nel caseificio che, grazie proprio al potere isolante dei materiali naturali, riuscirà a garantire una temperatura fresca e

costante tutto l’anno, condizione ideale per la trasformazione del latte. La futura sfida di Valeria è costruire un piccolo macello, da realizzare attraverso un ulteriore PSR, così da riuscire a chiudere completamente il cerchio anche dal punto di vista della lavorazione: si venderanno oltre la carne, i salami di capra e i violini di capra (prosciutto crudo), prodotti direttamente in azienda. In un periodo di crisi, la ricetta di Marco e Valeria è andare avanti a piccoli passi, e osare un po’, diversificando il più possibile, utilizzando tutti gli strumenti come i PSR, infine scegliendo qualcosa che non fanno tutti: «Venire in azienda da noi e comprare i nostri formaggi è una “scelta di campo” precisa, uno stile di vita. Abbiamo voglia di crescere ancora, magari impiantando un orto e un agrumeto invernale e ampliare così, oltre al nostro miele, i piccoli frutti e le marmellate, i prodotti che vendiamo nel nostro spaccio aziendale”.

Marco all’opera «Lavoriamo anche dodici ore al giorno. Stiamo fuori a zero gradi, ma non ci lamentiamo. Non comprendiamo però gli ostacoli allo sviluppo sulla nostra strada»»

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A T T U A L I TÀ S T U D I O R A B O B A N K

Chi fa affari con il cibo investa in agricoltura a mancanza di investimenti in agricoltura negli ultimi decenni ha creato un mercato alimentare vulnerabile. E’ ora che le società e i gruppi che fondano il loro business sul cibo e sulla terra prendano l’iniziativa di collaborare con gli agricoltori. Questo è l’avvertimento che viene da uno studio presentato da Rabobank alla “Economist Conference” di Ginevra. Significativo il tema dell’incontro: "Nutrire il Mondo - La domanda di 9 miliardi di persone". La situazione, nell’analisi del colosso bancario olandese, è chiara ed allarmante: nel 1970, il finanziamento glo-

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bale per la ricerca agricola, pubblica e privata, era stimato in circa 40 miliardi di dollari all'anno. Oggi è sempre a 40 miliardi di dollari, mentre la popolazione mondiale è raddoppiata. Inoltre negli ultimi 20 anni, la domanda di cibo è aumentata 15 volte più velocemente della superficie disponibile di terre coltivabili. Insomma, nonostante la necessità di sfamare una popolazione mondiale in rapidissima crescita, gli agricoltori non stanno producendo di più per soddisfare quel bisogno. Questo a causa del mercato in crescita, che raddoppia sì, ma, con le pressioni sui prezzi ad entrambe le estremità della catena del valore, lascia agli agricoltori in trappola. Da un lato, i produttori agricoli affrontano la concorrenza di agricoltori di altri paesi, basata su prezzi inferiori. Dall'altro, le multinazionali alimentari vogliono pagare meno i prodotti agricoli e quelle che forniscono i mezzi tecnici all’agricoltura aumentano i listini. Quindi i trader delle materie prime agricole, i trasformatori e la grande distribuzione devono agire ora e sostenere chi produce. Aumentare la produzione richiede tempo e denaro, quindi servono investimenti urgenti in un'agricoltura più sostenibile. "Sono gli agricoltori ad alimentare il mondo - dice Marttin Berry, membro del Comitato esecutivo di Rabobank – ed essi stanno cambiando in imprenditori rurali, professionali, qualificati, consapevoli, informati ed impegnati. Per colmare la maggior richiesta di cibo, sono fondamentali l'innovazione e gli investimenti, l'agricoltura sarà sem-

pre più high tech, più specializzata e la dimensione delle aziende aumenterà. Ma, per favorire tutto ciò è fondamentale che settore privato e pubblico collaborino con gli agricoltori". E Gilles Boumeester, ai vertici dell’area Food & Agri Coverage di Rabobank, aggiunge: "Il prossimo decennio sarà dominato da una battaglia per le materie prime. I grandi operatori cercano di ritagliarsi il loro pezzo di torta e così il mercato delle commodity si disgrega in catene alimentari controllate. Questo mette le imprese private al centro quando si tratta di creare stabilità nell’approvvigionamento". Rabobank indica quattro pietre miliari sulla via della collaborazione tra multinazionali e agricoltori. Innanzitutto un supporto d’ingresso: avviare investimenti a lungo termine per i mezzi tecnici di produzione e promuovere la conoscenza delle migliori pratiche agronomiche. Poi l’istruzione: fornire un sostegno per l'innovazione o la formazione. Quindi l’accesso: rendere la produzione più accessibile attraverso il miglioramento della logistica e della finanza, esortare i governi a rimuovere le barriere commerciali e stimolare il libero scambio al fine di produrre cibo in modo più efficiente. Infine, ma non certo ultima, la domanda, che va stabilizzata, investendo direttamente nell’ agricoltura sostenibile le cui catene di approvvigionamento sono trasparenti e i cui prodotti sono rintracciabili. V. Cor. 37 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012



RUBRICA MAPPAMONDO

di Elisabetta Tufarelli

Anche in USA la politica agricola pensa al bilancio e non alle sfide Il Centro Analisi Politiche agricole (Apac) della Università del Tennessee approfondisce l’impatto del Fam Bill 2012

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l Farm Bill 2012 avanza in un deficit di bilancio che delineerà il corso dell'agricoltura americana per i prossimi anni. E' innegabile l’ impatto sugli agricoltori, sui consumatori, sulle comunità rurali e sui 40 milioni di individui che ricevono assistenza alimentare. Da non sottovalutare l’agribusiness mondiale, beneficiario primario dei programmi federali agricoli

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USA. Il dibattito non si sofferma sulle sfide future, ma è più orientato alle esigenze di bilancio. Con queste premesse si risponderà alle esigenze agricole? Se lo chiede, in un articolo, Daryll E. Ray, del Centro di Analisi delle Politiche Agricole (APAC) della Università del Tennessee. L’auspicio è che il prossimo Farm Bill tenga in debito conto lo sviluppo dell’agricoltura americana. Sembra quasi che su entrambe le sponde dell'Atlantico le riforme in corso della politica agricola abbiano lo stesso problema: maggiore attenzione al bilancio, che alle sfide che dovrà affrontare il settore.

Daryll E. Ray (Apac)

SPAGNA, DOVE SOLO L’AGRICOLTURA CREA OCCUPAZIONE

Nel 2011 è l’agricoltura l'unico settore economico che ha creato occupazione, mentre l'edilizia e' stato il comparto che ha subito la perdita più sostenuta di posti di lavoro. L’agricoltura, non è considerata tanto per il numero di posti di lavoro creati (appena 4.000 nel quarto trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) quanto per la maggiore capacità di resistenza in quello che è stato, in Spagna, l’anno nero per l'occupazione. All'opposto estremo, il settore delle costruzioni, il più colpito, con oltre 295mila occupati in meno rispetto all'anno scorso, seguita dai servizi (212mila in meno) e dall'industria (96.500 posti in meno).

ATTUALITÀ: VENEZUELA E FRANCIA

Venezuela, Hugo Chavez ha dato ordine al nuovo ministro competente, Elias Jaua, di convocare i rappresentanti di tre istituti - Banesco, Mercantil e Provincial del BBVA - per informarli della costituzione di un fondo governativo cui confluiranno i finanziamenti per l'agricoltura. L'accusa è di non aver rispettato la legge per aver concesso prestiti solo ai grandi coltivatori e trascurando piccoli e medi.

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Francia, in attesa delle elezioni presidenziali i

giovani agricoltori presentano la ricetta per il futuro dell’agricoltura ai candidati all’Eliseo. Cinque le richieste: rafforzare il "pacchetto giovani" nel primo pilastro della futura Pac, raddoppiare la tassa sui cambiamenti di destinazione delle terre, sviluppare l’utilizzo di prodotti locali nella ristorazione collettiva, armonizzare le norme di concorrenza per sviluppare filiere competitive e avere una visione a lungo termine sia nazionale, sia europea.

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dotti, potrebbero essere disponibili come materia prima per il biofuel avanzato, che così sostituirebbero oltre il 50 % della domanda di Il rapporto di Bloomberg benzina prevista nel 2030. New Energy Finance "Verso Le previsioni socio-econouna nuova generazione miche della distribuzione di dell’ economia per l’etano- biocarburanti vanno ben ollo", commissionato da No- tre la sicurezza energetica. Il vozymes e presentato al rapporto mostra, nelle otto World Economic Forum, regioni esaminate, il potenstima le prospettive socio- ziale di diversificazione del economiche di distribuzio- reddito degli agricoltori che ne biocarburanti avanzati in potrebbe generare ricavi otto regioni produttrici del da 1 miliardo a 4.400 mimondo (Argentina, Austra- liardi di dollari tra oggi e il lia, Brasile, Cina, UE-27, In- 2050, creando milioni di podia, Messico e Stati Uniti). sti di lavoro. Inoltre, nei Lo studio valuta che il 17,5 prossimi decenni, una serie % degli scarti agricoli pro- di altri bioprodotti avanzati come materie plastiche potrebbero avere origine agricola spianando la strada verso una bio-economia, indipendente dai combustibili fossili. RAPPORTO BLOOMERG: ETANOLO DAGLI SCARTI AGRICOLI

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N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A R U B R I C A

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C U R A

D E L L ’ A R E A

A M B I E N T E

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Q U A L I T À

Donato Rotundo, Paolo Marino, Roberta Papiti, Alessandro Pantano, Luigi Tozzi

BIOCARBURANTI E BIOLIQUIDI Al via il sistema di certificazione nazionale Il ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, il ministro dello Sviluppo economico ed il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, in data 23 gennaio 2012, hanno firmato il decreto interministeriale che istituisce il sistema di certificazione nazionale della sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi. La certificazione è prevista dal Decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 55 “Attuazione della direttiva 2009/30/CE, che modifica la direttiva 98/70/CE, per quanto riguarda le specifiche relative a benzina, combustibile diesel e gasolio, nonché l'introduzione di un meccanismo inteso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra, modifica la direttiva 1999/32/CE per quanto concerne le specifiche relative al combustibile utilizzato dalle navi adibite alla navigazione interna e abroga la direttiva 93/12/CEE”. LEGISLAZIONE EUROPEA, NAZIONALE, REGIONALE D.L. Liberalizzazioni Il decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, noto come D.L. Liberalizzazioni, con l’articolo 65 ha introdotto due disposizioni di forte impatto per il settore agricolo relativamente all’incentivazione della produzione di energia da impianti fotovoltaici realizzati in aree agricole e nello specifico, per installazioni a terra e su serra. Il comma 1 dell’art. 65 “Impianti fotovoltaici in ambito agricolo” stabilisce che a partire dalla data di entrata in vigore del D.L. (24 gennaio 2012), gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non possono accedere agli incentivi del IV conto energia (DM 5 maggio 2011). Il comma 2 del medesimo articolo, specifica che tale divieto non si applica agli impianti già autorizzati alla da ta del 24 gennaio 2012 o per i quali, entro tale data, sia stata presentata la richiesta di autorizzazione alle amministrazioni competenti, a condizione però che tali im-

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TARIFFE – PREZZI

pianti entrino in esercizio entro un anno dall’entrata in vigore del D.L. (24 gennaio 2013) e rispettino i limiti fissati dal d.lgs. 28/11 (potenza inferiore a 1 MW, occupazione di una porzione di superficie agricola non superiore al 10% di quella nella disponibilità del proponente e, nel caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario, gli impianti siano collocati ad una distanza non inferiore a 2 km), fermo restando la deroga prevista per gli impianti a terra su terreni abbandonati da almeno cinque anni (per i quali non si applica nessun limite). Anche in questo secondo caso, gli impianti dovranno comunque entrare in esercizio entro il 24 gennaio 2013 per poter accedere alle tariffe. Inoltre, il comma 3 dell’art. 65, estende agli impianti installati su serra, le tariffe incentivanti relative agli impianti realizzati su edifici, andando così a modificare l’articolo 20, comma 5 del decreto ministeriale 6 agosto

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N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

2010 che, non classificando le serre tra gli edifici, riconosceva agli impianti realizzati su tali strutture, un incentivo di valore intermedio tra quello previsto per gli impianti su edifici e quello per la categoria altri impianti (tutti quelli non rientranti nella categoria su edifici); impostazione confermata dal quarto conto energia. Le maggiori tariffe dovrebbero però essere riconosciute limitatamente agli impianti entrati in esercizio a partire dal 24 gennaio 2012.

ristiche costruttive delle serre che sono assimilabili a tutti gli effetti agli edifici. Diverse Regioni, poi, prevedono procedimenti autorizzativi complessi alla stessa stregua degli edifici. Si pensa ad una serra fotovoltaica come una struttura produttiva in cui si coniugano perfettamente le esigenze agronomiche delle colture con le potenzialità del fotovoltaico. AEEG-GSE-GME I V C o n t o e n e r g i a : n i e n t e r e g i s t r o g r a n d i i m p i a n ti p e r il s e c o n d o s e m e s t r e 2 0 1 2 In attuazione delle norme che disciplinano il IV conto energia (DM 5 maggio 2011), Il GSE non procederà all’apertura del Registro Grandi Impianti per il secondo semestre 2012 (previsto per il primo febbraio 2012) propedeutico all’accesso alle tariffe incentivanti in quanto il costo annuo corrispondente agli incentivi per i grandi impianti entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011 ed il costo di incentivazione relativo agli impianti ammessi al Registro per l’anno 2011 è risultato pari a 1 miliardo di euro, a fronte di un limite di costo fissato in 300 milioni di euro per il periodo 1 giugno 2011 - 31 dicembre 2011 e che ha comportato l’azzeramento della disponibilità per il secondo semestre 2012, il cui livello di costo è fissato nel Decreto in 130 milioni di euro. La mancata apertura del registro per il secondo semestre 2012 comporta che gli impianti non ancora iscritti al registro e quelli che non sono rientrati nell’ultima graduatoria del registro relativa all’accesso alle tariffe del I semestre 2012 (pubblicata a metà dicembre 2011), potranno accedere alle tariffe solo a partire dal 1 gennaio 2013, pur avviando la produzione nel 2012. Ai fini della determinazione della tariffa spettante, sarà individuata dal GSE una data convenzionale di entrata in esercizio, coincidente con il primo giorno del semestre in cui è presentata la richiesta di incentivazione.

AGROENERGIE S e r r e c o n g e n e r a t o r e f o t o v o lt a i c o Serre corredate di generatore fotovoltaico, ed in taluni casi anche termico, adattabili ad ogni coltura, in grado di realizzare produzioni significative e perfettamente in linea con gli standard e al tempo stesso di produrre energia. E’ una delle ultime frontiere delle rinnovabili in agricoltura, a cui Confagricoltura guarda con sempre maggiore interesse. Se ne è parlato nel corso del seminario organizzato da Confagricoltura con il Gruppo FOR, a Fieragricola. Attualmente sono disponibili serre fotovoltaiche come BioDefender, dove l’abbinamento agroenergia è in grado di migliorare sia la produzione energetica, sia quella agricola, con accurate tecniche di distribuzione di luce e ombra e gestione del microclima. Ad oggi la potenza installata sulle serre non supera il 58% del totale, ma ci sono grosse potenzialità. Secondo il Solar Energy Report redatto dal Politecnico di Milano, questa applicazione potrebbe crescere nel medio termine, con una stima al 2020 di 5,8 Gw di potenza installata, contro i 459 Mw censiti a fine 2 0 0 8 . Una quota che significa arrivare per quella data a coprire con pannelli fotovoltaici circa un quinto della superficie delle serre oggi esistenti. Per questo è stata accolta con favore la decisione contenuta del decreto legge sulle liberalizzazioni di estendere la tariffa destinata agli impianti fotovoltaici su edifici a quelli realizzati su serra. E’ una richiesta che Confagricoltura aveva sollecitato a più ri- SICUREZZA ALIMENTARE E QUALITÀ prese a partire dal terzo conto energia, viste le caratte- A u m e n t a n o i c o n t r o l l i n e l s e t t o r e d e l b i o l o g i c o Dopo l’operazione Gatto con gli stivali, che ha portato alla luce una rilevante frode fiscale e commerciale sui prodotti biologici, il mondo del biologico italiano ha fatto quadrato, chiedendo agli enti preposti una maggiore sorveglianza del mercato. La risposta non si è fatta attendere ed il Mipaaf ha predisposto una serie di interventi legislativi, da tempo chiesti, che prevedono un inasprimento delle sanzioni ed un maggior coordinamento tra le istituzioni. Anche ACCREDIA, l’ente nazionale di accreditamento, responsabile a livello internazionale della conformità degli enti di certificazione e controllo, ha predisposto una serie di visite straordinarie sugli operatori ed organismi di controllo che svolgono in particolar modo attività di import. 42 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


FATTORI DI PRODUZIONE ED INFRASTRUTTURE Agrofarmaci e comunitaria 2010 La legge 15 dicembre 2011, n. 217 "Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2010" è stata definitivamente approvata dal Senato il 3 0 novembre 2011 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 1, del 2 gennaio 2012. L’art. 20 attribuisce delega al Governo per l’attuazione della direttiva 2009/128/CE, relativa all’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari. In particolare, entro il termine di quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge (quindi entro la metà di maggio), su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del ministro per le Politiche europee e del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i ministri degli Affari esteri, della Giustizia e dell’Economia e delle Finanze, devono essere emanati uno o più decreti legislativi per l’attuazione della direttiva 2009/128/CE. Dunque, dal recepimento della direttiva è stata confermata l’esclusione del ministero delle Politiche agricole,

alimentari e forestali, destando forti perplessità nel settore. Le reazioni delle parti interessate non si sono fatte attendere e nel disegno di Legge comunitaria 2011, che da pochi mesi ha iniziato il suo iter alla Camera, è stato già previsto un articolo per inserire il Mipaaf come capofila dei ministeri competenti nel recepimento di una direttiva che avrà importanti ripercussioni sull’agricoltura.

DISSESTO IDROGEOLOGICO Ripartono gli interventi finanziari Ripartono gli interventi per fronteggiare il dissesto idrogeologico. Il Cipe ha infatti deliberato stanziamenti che consentiranno al ministero dell’Ambiente e alle Regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) di attuare interventi di difesa del suolo per oltre 7 4 9 milioni di euro, previsti negli accordi di programma che definiscono le priorità di intervento. Inoltre, sono stati deliberati per le Regioni del Centro Nord altri 130 milioni di euro, che consentono l’attuazione degli accordi di programma stipulati con le amministrazioni regionali.


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

RIFIUTI Rifiuti: recupero pannelli fotovoltaici Sono oltre 52 milioni, i pannelli solari attualmente in esercizio, nonostante, fino ad oggi l'unico impianto di riciclaggio si trova in Germania. Solamente nell'ultimo anno sono più di 50mila i pannelli solari che sono stati buttati via perché rotti, esausti o semplicemente non più funzionanti. Un volume che, nei prossimi anni, è destinato a crescere. A proporre una soluzione tutta italiana per i pannelli in disuso è Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) che ha presentato il primo sistema integrato per la raccolta e lo smaltimento dei pannelli solari. Ecolight ha lanciato il suo sistema integrato con la collaborazione di Se.Val Divisione Ecologia e di CSR Centro Servizi Raee, società specializzate nello smaltimento e nella logistica dei rifiuti elettronici, esperienza maturata negli ultimi anni nella gestione dei Raee. In particolare, verrà garantito il ritiro dei pannelli solari rotti e vecchi in tutto il territorio nazionale e il loro corretto trattamento, con il recupero e il riciclaggio delle materie prime seconde, contenute nei pannelli solari, e lo smaltimento delle sostanze non riutilizzabili. SICUREZZA SUL LAVORO Aggiornamento RSPP Il 14 febbraio 2012 è scaduto il termine entro il quale i responsabili e gli addetti dei servizi di prevenzione e protezione interni ed esterni che hanno usufruito nel 2006, sulla base del riconoscimento dei crediti professionali pregressi, dell’esonero di parte del percorso formativo obbligatorio, devono aver concluso il percorso formativo quinquennale di aggiornamento, requisito essenziale per mantenere l’incarico. In caso di mancato aggiornamento, Verranno meno i requisiti professionali richiesti dall’articolo 32 del Decreto legislativo 81/2008 necessari per svolgere l’incarico. Verifiche periodiche attrezzature E’ stato pubblicato il DM 20.1.12 con cui il ministero del lavoro, di concerto con i ministeri della salute e dello sviluppo economico, differisce di ulteriori 120 giorni l’entrata in vigore del DM 11.4.11 recante la disciplina delle verifiche periodiche sulle attrezzature di lavoro elencate nell’allegato VII del d.lgs. 81/08 tra cui rientrano gli apparecchi mobili di sollevamento (carrelli elevatori-muletti) di portata superiore a 200 kg operanti anche nel settore agricolo. Ricordiamo che l’art. 71 del TUS prescrive, per talune attrezzature specificate nel predetto allegato, la sottoposizione periodica a verifiche supplementari da parte di soggetti terzi, pubblici o privati, appositamente abilitati e che, in particolare, la cadenza del controllo sui carrelli elevatori sia annuale o biennale, a seconda dell’anno di costru-

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zione. Sia le modalità di effettuazione della verifica sia i criteri di abilitazione dei verificatori, sono stati dettati dal DM 11.4.11 con termini di applicazione già differiti in precedenza dal DM 22.7.11 ed ora ulteriormente slittati.

DIFESA DELLE COLTURE Internet per proteggere le piante Internet per la protezione delle piante. Lo ha approfondito a Fieragricola a Verona l’ “Associazione italiana per la protezione delle piante.” Grazie al web è possibile proteggere le colture in tre direzioni: vale a dire attraverso la realizzazione di modelli previsionali, grazie ai quali l’impresa agricola o gli operatori addetti alla difesa riescono a prevedere condizioni avverse o situazioni di patologia; inoltre, Internet risulta efficace per l’informazione che garantisce agli agricoltori che ricercano prodotti per la protezione delle colture; infine, grazie ai software e all’informatica per le imprese agricole è possibile gestire i dati e le attività per la difesa. Tramite il Web è possibile compilare il Registro dei trattamenti e il Quaderno di campagna, riuscendo così sia a registrare tutte le attività operative e accedere ai finanziamenti stabiliti dalle misure agro-ambientali dell’Unione europea e dalla normativa ambientale Globalgap. La Direttiva comunitaria 2009/128, sull’«Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari», prevede che entro il 2014 l’intera agricoltura europea adotti la protezione integrata delle piante (Integrated plant protection) come requisito minimo per la gestione delle avversità delle colture. SALUTE Soluzione per l’amianto Dal 1992, in Italia, l’impiego dell’amianto è fuori legge. Nonostante questo sono ancora molti i tetti e le coperture anche in campagna. Una soluzione interessante arriva dal fotovoltaico. La sostituzione delle coperture in Eternit o contenenti amianto, con pannelli fotovoltaici permette di ammortizzare i costi molto elevati (dai 15 ai 40 euro al metro quadro) tramite gli incentivi di cui beneficiano questi impianti. Va aggiunto che il GSE (Gestore Servizi Energetici) riconosce un incremento di 5 centesimi al kWh sulla tariffa incentivante del IV Conto Energia ai titolari d’impianti che sostituiscono l’amianto con moduli fotovoltaici. Uno stimolo in più per l’azienda che potrà così ammortizzare in un tempo minore i costi per la realizzazione dell’impianto e lo smaltimento del vecchio e nocivo amianto.



A T T U A L I TÀ F I E R A G R I C O L A 2 0 1 2

A Verona, Confagricoltura si accende con le rinnovabili

A Particolarmente significativa la presenza di Confagricoltura alla rassegna scaligera. Proposto un focus sulle agroenergie

nche quest’ anno Confagricoltura ha deciso di essere presente a Fieragricola, la storica rassegna di Veronafiere dedicata all’ agricoltura. Lo ha fatto con uno stand istituzionale all’interno del Padiglione Bioenergy Expo, a conferma del l’interesse e del lavoro che in questi anni ha sviluppato nel campo delle energie rinnovabili di origine agricola. Nel giorno dell’inaugurazione, il presidente Guidi ha partecipato al convegno organizzato dalla Fiera sulla riforma della Pac, alla presenza del ministro per le Politiche agricole Mario Catania. “In una situazione come quella attuale - ha detto il presidente - in cui c’è bisogno di maggiore impulso politico a favore del settore agricolo, l’Europa sembra invece imboccare la strada del disimpegno, anche finanziario. Il futuro del bilancio dell’UE secondo la Commissione prevede aumenti in termini reali praticamente per tutte le rubriche tranne che per la spesa agricola destinata ai mercati ed allo sviluppo rurale. Un taglio tra il 2013 ed il 2020 che noi stimiamo in

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oltre il 12 per cento in termini reali, per entrambi i “pilastri” della PAC”. Confagricoltura è pronta a dire la sua in un negoziato che parte tutto in salita e riguarda oltre il 70% del territorio europeo, con 14 milioni di imprese agricole nei 27 Paesi dell’Unione. Per non parlare dell’indotto: la sola catena agroindustriale europea (quindi trascurando tutte le moderne filiere non food tra cui le bioenergie) attiva 750 miliardi di valore aggiunto, praticamente il 6% del Pil comunitario ed impiega a vario titolo 48 milioni di addetti: più di un quinto della manodopera complessiva dell’Unione. Un valore quindi socioeconomico enorme. Per tutta la durata della manifestazione, sono stati tanti i visitatori che si sono fermati al nostro stand per avere informazioni sulle più recenti novità in tema di bioenergie e per partecipare ai seminari.

Le nuove opportunità del biogas e del biometano, la scommessa delle serre fotovoltaiche, l’importanza del fotovoltaico per lo smaltimento delle coperture in amianto dei fabbricati agricoli. Questi i temi che hanno suscitato maggiore interesse tra il pubblico. Il vicepresidente Ezio Veggia ha partecipato alla “Prima giornata nazionale del biometano”, evidenziando le grandi opportunità per l’agricoltura rappresentate da questa filiera, che deve essere incentivata a crescere in modo virtuoso. Infine, una giornata organizzata in collaborazione Ismea, in cui sono stati illustrati agli imprenditori agricoli i servizi che l’Istituto offre: dagli strumenti a supporto alle giovani imprese, ai prodotti finanziari per l’accesso al credito, ai servizi di informazione e analisi di mercato. G. B.


A T T U A L I TÀ F I E R A G R I C O L A

Agrimeccanica, grande protagonista a Verona di Barbara Mengozzi

Ai visitatori la possibilità di vedere da vicino le ultime novità proposte dalle case costruttrici

on la metà dell’intera superficie espositiva della rassegna (5 padiglioni su 10, oltre all’area esterna dedicata alle prove dinamiche) ed un’offerta variegata di modelli per ciascuna delle tipologie presenti, l’agrimeccanica è stata la grande protagonista della 110ª edizione di Fieragricola che si è svolta a Verona dal 2 al 5 febbraio 2012. Al pubblico intervenuto è stata offerta la grande opportunità non solo di vedere da vicino, a distanza di qualche mese, le macchine presentate in anteprima all’Agritechnica di Hannover, ma anche di assistere a qualche debutto, a cominciare dal comparto trattoristico.

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È il caso della nuova serie Ronin di Goldoni, che ha esordito proprio alla manifestazione scaligera. Si tratta di due modelli, il 40 e il 50, che montano motori Lombardini da 38 e 48 CV rispettivamente, trasmissione 12+12 con inversore sincronizzato “Fast Reverse” per facilitare le manovre, piattaforma integrale sospesa su ammortizzatori siliconici a viscosità variabile. Su richiesta cabina “tutto vetro”, Pto anteriore e Pdv ventrale ed altri accessori. Il tutto all’insegna di compattezza e multifunzionalità. Presenza in grande stile a Verona per Same Deutz-Fahr ritornata a Fieragricola dopo 47 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


A T T U A L I TÀ F I E R A G R I C O L A

Deutz - Fahr Agroton TTV 7 2 5 0 con motore Deutz Scr da 2 6 3 CV e cambio a variazione continua

aver disertato l’edizione 2010. Com’era prevedibile, hanno riscosso un forte interesse i due Agrotron TTV a variazione continua: 7230 da 240 CV e 7250 da 263 CV (in esposizione). Entrambi sono equipaggiati con propulsori Deutz turbodiesel a sei cilindri, da 6,1 litri di cubatura, omologati Stage IIIB (Tier 4 interim) grazie alla tecnologia Scr. Nel modello più grande la pressione dell’impianto di iniezione è stata elevata da 1.600 a 2.000 bar. Il cambio a variazione continua, unito ad un rinnovato sistema di gestione dei comandi, permette di raggiungere una velocità massima potenziale di 60 km/h nei Paesi in cui è consentito. Tre velocità per la presa di forza (540 Eco/1.000/1.000 Eco) azionate per via elettroidraulica e dotate di riconoscimento del carico ed avvio proporzionale a salvaguardia degli attrezzi montati. L’impianto idraulico Load-Sensing capace di erogare fino a 160 litri di olio al minuto permette di gestire fino a sette distributori ad azionamento elettrico. Rinnovato look, infine, per la cabina progettata da Giugiaro dove il nuovo bracciolo multifunzione raggruppa più comandi per la gestione della trattrice, liberando in parte le consolle laterali che sono state ridisegnate in modo più ergonomico. Riflettori puntati anche sulla nuova gamma Same Explorer “3”, 90-105 Model Year 2012, presentata per la prima volta a Verona e contrassegnata da significative migliorie tecniche ed estetiche. I GENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 48

Goldoni Ronin 4 0 all’insegna di compattezza e multifunzionalità. Disponibile nelle versioni roll-bar e cabinata

nuovi modelli montano motori SDF serie 1000 a quattro cilindri, con turbocompressore, intercooler e gestione elettronica omologati Stage III A. Oltre alle trasmissioni meccaniche con inversore sincronizzato (a 15+15 e 20+20 rapporti) e a quelle con inversore idraulico sotto carico (20+20 e 40+40 rapporti con “HiLo”), è disponibile anche una versione che riunisce in un’unica soluzione le due alternative: inversore sincronizzato+“Hi-Lo”, con 5 marce x 4 gamme e superriduttore. Incrementati per tutti i modelli ergonomia e comfort della cabina ed innalzata a 6.200 kg (a richiesta) la capacità di sollevamento del sollevatore posteriore dei modelli 105 (LS e GS). Una new entry anche per il marchio L amborghini che ha proposto a Fieragricola l’inedita serie Green Pro (sei modelli da 23 a 50 CV) caratterizzata da un look innovativo con il cofano a forma di cuneo e dedicata soprattutto agli impieghi municipali, alla manutenzione del verde e al gardening. I nuovi trattori si distinguono per la trasmissione idrostatica, l’estrema versatilità e la predisposizione ad essere integrati da una linea completa di attrezzature specifiche per differenti lavorazioni. Sullo stand del gruppo di Treviglio erano presenti inoltre un esemplare della nuova gamma di isodiametrici Same Walker, costruita da Antonio Carraro e lanciata per la prima volta ad Agritechnica 2011, ed una vendemmiatrice semovente G8 top di gamma del marchio Gregoire di recente entrato a far parte di Same Deutz-Fahr. In casa Argo Tractors l’evento più significativo è stato il debutto della nuova serie 7 di Landini: 5 modelli da 175 a 232 CV motorizzati Stage IIIB, con tecnologia Scr e sistema “Dual Power” (la versione Landini del Power Boost) che



A T T U A L I TÀ F I E R A G R I C O L A Landini s e rie 7 adotta motori Stage IIIB scelti da 175 a 232 CV. Due tipologie di trasmissione a scelta

ad offrire alle aziende agricole e zootecniche tradizionali un trattore affidabile ad un prezzo estremamente competitivo, è formata da sei modelli, nel range di potenza tra 65 e 113 CV. Agli elementi consolidati come il cambio meccanico e la facilità di manutenzione sono stati abbinati la nuova cabina VisionView ad alta visibilità (comune alle altre due nuove serie) e l’inversore idraulico montato sul piantone dello sterzo per cambi di direzione in movimento senza usare il pedale della frizione: una soluzione unica in questo segmento, ideale per le applicazioni con il caricatore frontale. Struttura di protezione Rops a richiesta. Tre modelli per la nuova serie T5 con motori Fpt da 3,4 litri turbo Common Rail, potenza fino a 114 CV e piena

New Holland T6 monta motori Nef Ecoblue con potenza finoa1 7 5 cv

rende disponibile un surplus di potenza, fino a 30 CV. I contenuti tecnici innovativi includono la possibilità di scelta tra due tipologie di trasmissione: l’entry level “Techno”, con selezione delle gamme di tipo meccanico, a 32 rapporti in avanti e 24 in retro, e la “Full Tronic”, full powershift e gestibile tramite un bracciolo ed un joystick su cui sono collocati i pulsanti per la selezione delle 32 velocità del cambio. Entrambe le trasmissioni possono essere integrate da un superriduttore. Gamma completamente rinnovata nel segmento di potenza medio-basso per New Holland che ha riproposto a Fieragricola le tre serie TD5, T5 e T6, presentate in anteprima all’Agritechnica. La serie TD5, mirata

Lamborghini Green Pro G.35 H da 35 CV per la manutenzione del verde e gli impieghi municipali

conformità alla normativa Stage IIIB grazie al sistema Egr. Tra le novità introdotte, oltre alla nuova cabina Vision View, la regolazione della sensibilità dell’inversore idraulico, impianto idraulico con una portata combinata fino a 127 litri/min, caricatore frontale completamente integrato installato in produzione con capacità di sollevamento fino a 1.850 kg, nuovo sollevatore e PdF anteriori modulari, con capacità di sollevamento fino a 1.840 kg. La gamma T6, a sua volta, formata da 7 modelli, monta motori Nef EcoBlue, sviluppati da Fiat Powertrain, a 4 o 6 cilindri, omologati Stage IIIB grazie alla tecnologia Scr e in grado di erogare potenze massime fino a 175 CV con Epm. Molto ampia la possibilità di personalizzazioni delle singole macchine.

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A T T U A L I TÀ Z O O T E C N I A

Animal Welfare

La Commissione europea sta definendo una nuova strategia per la protezione e il benessere degli animali per il triennio 2012- 2015 di Paolo Biasucci

iuttosto fiacca appare la strategia per la protezione e il benessere degli animali che la Commissione Ue ha varato per il periodo 2012-2015. Si baserà, infatti, su una “nuova” serie di azioni che, sebbene non sembrano stravolgere le vecchie impostazioni, già stanno creando alcune perplessità tra gli addetti ai lavori. La strategia si baserà sui seguenti aspetti. La UE ha deciso di procedere con un diverso approccio ai criteri fondanti la normativa sul benessere. La Commissione, infatti, oltre a rilevare la necessità di andare a sviluppare un quadro legislativo comunitario più semplifice per il benessere degli animali, ritiene necessario affrontare i problemi in modo più olistico (ossia non più prendendo in considerazione solo singole specie e/o settori ), ma andando a legiferare su tutte le specie allevate, anche su quelle che non sono ancora coperte da specifiche legislazioni UE, come vacche da latte, conigli, pesci d'allevamento, ha voluto riprendere quella che era la vecchia idea del “Welfare quality”, attraverso l’implementazione di criteri scientifici che possano permettere di definire indicatori attraverso i quali si possa riscontrare, sia in allevamento sia al macello, il livello di benessere dei capi. Dopo un periodo di lunga gestazione viene, quindi, definitivamente ufficializzato l’impiego di tali indicatori che

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A T T U A L I TÀ Z O O T E C N I A

dovrebbero, a parere della Commissione, migliorare non solo la conformità degli allevamenti, ma anche i criteri applicativi adottati dagli Stati membri. Secondo la Commissione questo approccio riuscirà, inoltre, a dare in termini di benefici maggiore semplificazione, flessibilità, trasparenza, oltre che a ridurre gli oneri amministrativi.

Bruxelles è consapevole che per il benessere animale occorre cooperazione internazionale Un altro punto fondante della strategia comunitaria è quello che vede l’ istituzione di una rete europea di centri di riferimento nazionali (punto sul quale il Parlamento europeo ha già definito un stanziamento di 1 milione di euro per il 2012). Questa rete (sul nostro territorio è già da tempo ufficialmente operativo l’IZS di Brescia ) permetterà di garantire la corretta e puntuale diffusione di informazioni sulla legislazione comunitaria, ma anche la messa a punto di quelli che saranno i criteri per i nuovi indicatori di “Animal Welfare” e su come debbano essere definiti e gestiti. Un’altro aspetto strategico riguarderà una più attenta gestione, formazione ed aggiornamento del personale, sia veterinario sia aziendale, addetto alla gestione e al controllo degli animali. La Commissione, partendo dalla convinzione della più o meno diffusa mancanza di conoscenze delle basilari regole del benessere degli animali GENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 52

da parte delle numerose componenti delle filiere interessate, attuerà un programma volto a migliorare la formazione del personale in modo da poter garantire capacità di identificare, prevenire o limitare la sofferenza e il dolore degli animali. A tal riguardo bisogna sottolineare come il comparto allevatoriale debba entrare a pieno diritto nell’organizzazione dei corsi, al fine di evitare il rischio di vanificate risorse in un proliferare di strutture a tal scopo abilitate. Allo stesso tempo la UE è consapevole che una corretta gestione del rispetto della produzione e del consumo di prodotti secondo la normativa sull’ Animal Welfare nella UE debba necessariamente prevedere e sostenere una implementazione della cooperazione internazionale. Quindi, sebbene i risultati finora ottenuti in tal senso, siano stati assai limitati, la UE intende continuare a includere l’ Animal Welfare negli accordi commerciali bilaterali di cooperazione. Inoltre, rilancia le attività dell'OIE Zootec nia d’autor e Una bella inquadratura ripresa dall’ obiettivo di Andrea Sampietro. Un pascolo che si ammanta di misticismo

e della FAO, ma prevede nel programma anche una possibile integrazione della normativa nella “politica di vicinato” dell'Unione europea. In particolare dobbiamo ritenere tale passaggio ancora troppo debole, soprattutto per quanto riguarda le attività previste sul versante internazionale, nonché le preoccupanti ricadute sulla competitività degli agricoltori dell'UE. Un altro punto importante, che viene ripreso ed integrato, è la necessità di fornire ai consumatori e al pubblico informazioni adeguate. Sebbene ci siano già diversi programmi a livello comunitario e di singoli Stati membri, la UE intende lanciare uno studio per delineare quale è la situazione attuale e come è possibile migliorarla. La Commissione europea prevede, inoltre, un maggiore impegno per ottimizzare le sinergie tra Animal Welfare e la PAC attuale. L’ UE riconosce che il 71% dei quasi 70 milioni di euro spesi sul benessere degli animali ogni anno passi agli agricoltori attraverso pagamenti del secondo pilastro.Tuttavia, è chiara l’intenzione di ottimizzare le risorse, coordinando meglio in futuro lo sviluppo rurale, le misure promozionali, la politica di qualità e l’agricoltura biologica.



ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

La filiera del Biometano non può attendere

IN FIERA A VERONA

Ezio Veggia Vicepresidente Confagricoltura

«Bisogna incentivare una crescita virtuosa delle agroenergie e in particolare della filiera del biogas e del biometano, che ha grandi potenzialità». Lo ha detto il vicepresidente nazionale di Confagricoltura Ezio Veggia alla “Prima giornata nazionale del biometano” indetta alla Fieragricola di Verona. Il biometano è un'opportunità di sviluppo per l’agricoltura italiana. Per tale motivo occorre dare attuazione rapidamente a quanto previsto dal decreto legislativo 28/11 sulle energie rinnovabili. Solo la definizione di specifiche regole per il settore permetterà l’avvio della filiera e quindi di raggiungere e sfrutta-

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re la potenzialità del settore, stimata in 7-8 miliardi di metri cubi di metano, dal solo settore agricolo, garantendo migliaia di nuovi di lavoro stabili nell'agro-industria italiana. Veggia, che nell’ambito della Giunta Esecutiva confederale ha la responsabilità del settore energie, ha respinto le critiche da parte di coloro che ritengono che il biogas e il biometano siano una minaccia per le tradizionali produzioni agro-zootecniche. Non c’è conflitto - ha ribadito - tra food e no food. «Le criticità per il mercato fondiario che si sono registrate in alcune aree a vocazione zootecnica, soprattutto in quella del cremonese, sono da collegarsi al fatto che la fase dello start up non è stata del tutto governata», ha aggiunto il vicepresidente, che ha parlato del progetto 'Il biogas fatto bene' che Confagricoltura e altre associazioni hanno messo a punto come base per un futuro che veda il biogas come integrazione del reddito aziendale. Le previsioni per i 2020, secondo il piano d'azione nazionale per le energie rinnovabili, indicano una richiesta di 200 mila ettari di terreno dedicato alla coltivazione di mais per biogas.

FABIO ROSSI: L’AGRICOLTURA AL CENTRO

R i p o r t a r e l’agricoltura al centro del sistema economico umbro, quale parte integrante dell’economia reale, motore di sviluppo e fattore di equilibrio anche nelle congiunture più sfavorevoli, come quella attuale. E’ uno degli obiettivi di Fabio Rossi, neopresidente di Confagricoltura Umbria. Rossi, eugubino, 50 anni, coniugato con due figli, già presidente dal 2006 della FATFattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello, è titolare di due aziende agricole, una tabacchicola-cerealicola, e l’altra ad indirizzo cerealicolo, zootecnico e turistico. Rossi sarà affiancato dai vicepresidenti Rufo Ruffo e Flavio Zambelli. Eletto anche il Consiglio, in buona parte rinnovato: Marco Caprai, Roberto Poggioni, Giancarlo Pretotto, Maria Grazia Maccherani, Antonio Cesarini, Giuseppe Morghetti, Carlo Sensi, Giovanni Eroli, Stefano Grilli. 54| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012

TORNA L’AGRICOLTORE MODENESE

Prosegue, nel nuovo “Mondo Agricolo”, la collaborazione con “L’Agricoltore Modenese”, la testata di Confagricoltura Modena che giunge agli associati con il nostro mensile. In questo numero prevede uno “speciale” dedicato al rinnovo delle cariche sociali ed all’elezione al vertice di Eugenia Bergamaschi. Nell’intervista pubblicata Bergamaschi si sofferma anche sulla “crisi”. Uscire dalla crisi del comparto si può? Quale messaggio vuole dare per questo suo inizio di mandato?, chiede il giornalista. «Un messaggio di ottimismo – risponde - perché le difficoltà determinate dalla crisi economica nazionale e internazionale non ci devono spaventare e si possono superare facendo si che l’agricoltura ritorni al centro dell’economia, riacquistando così quell’importanza strategica che forse in questi anni in parte si è persa. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che le imprese agricole guardino al futuro con maggiore spirito imprenditoriale, puntando a produzioni di qualità che derivino dell’unione di tradizione, attenzione al territorio e innovazione tecnologica».


PREMIO DI LAUREA

La famiglia Schiavone Panni, la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Basilicata, il Comune di Acerenza, il Banco di Napoli e la Confagricoltura Basilicata annunciano la seconda edizione del premio istituito, in ricordo della figura professionale del dottore agronomo Vincenzo Schiavone Panni. Il concorso ha l’obiettivo di raccordare gli studi universitari sul settore agricolo lucano con il sistema economico ed imprenditoriale locale. Sono quattordici le tesi di laurea che concorrono ai premi, rispettivamente di 2.500 euro per il primo classificato e di 1.000 per il secondo classificato. La premiazione è stata fissata per il prossimo 14 aprile ad Acerenza (PZ), in occasione del convegno: “Il piano cerealicolo nazionale e la filiera cerealicola lucana”.

Attenti al lupo SIENA

Confagricoltura di Siena lancia l’allarme:“Dopo gli abbondanti branchi di daini e caprioli ora arrivano anche i lupi. Gli animali sono stati avvistati dagli agricoltori nella piana di Rosia e della Val di Merse e vicino al centro abitato di San Rocco a Pilli - sottolinea Alessandro Cinughi de' Pazzi, presidente egli imprenditori agricoli senesi -. Oltre alla pericolosità dei predatori, il loro arrivo dimostra come, ormai, nella nostra provincia a far da padroni sono gli animali selvatici, che vivono indisturbati, con danni incalcolabili all'agricoltura ”. Il nuovo Praf (Piano Regionale Agricolo Forestale) che

punta al raggiungimento delle densità ottimali delle specie selvatiche, per la conservazione e la coesistenza con le altre specie, compreso l'uomo con le sue attività, dà agli agricoltori la facoltà di fare in proprio gli abbattimenti. ''E’ un provvedimento che va nella direzione giusta, ma deve superare troppi ostacoli – dice Cinughi de’ Pazzi -. Per fare gli abbattimenti bisogna prima rivolgersi alle Atc (Ambiti territoriali di caccia) presenti sul territorio e si può provvedere da soli esclusivamente dopo un iter lungo e complicato che prevede corsi di formazione appropriati”. L'incremento dei danni

provocati dai caprioli, daini e cinghiali alle colture e' notevole. Ad oggi, in alcune zone, soprattutto quelle vitivinicole, i danni da capriolo e daino hanno superato il 50% del totale di quelli provocati da fauna selvatica alle colture agricole. Situazione non più sopportabile, sia per gli agricoltori che per le Atc, impegnate a pagare i danni alle colture e non solo, visto anche l'incremento esponenziale degli incidenti sulle strade del senese causati da questi animali ultimamente'', concludono gli agricoltori.


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

SARDEGNA

Accordi bilaterali: No a ulteriori concessioni ai Paesi del Mediterraneo RAGUSA E SIRACUSA

«La fretta è cattiva consigliera e sulla Pac bisogna prendere tutto il tempo necessario per non commettere errori, in gioco c’è il futuro della nostra agricoltura». E’ questo l’appello del presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, a Giovanni La Via, relatore al Parlamento europeo per la nuova Politica agricola, in un incontro con i produttori di Ragusa e Siracusa, sugli aspetti che segneranno le regole del mercato da qui al 2020. L’evento, è stato organizzato al Mercato di Ispica dalle due Unioni provinciali di Confagricoltura e sostenuto dalle Camere di Commercio. La Via ha fissato i “paletti” europei al mercato: «Sul tema degli accordi bilaterali il mercato sarà aperto solo se ci saranno reciprocità e parità di condizioni fra i produttori. C’è chi ci ha chiesto, per agevolare la “Primavera” dei Paesi arabi, di rivedere le nostre posizioni ma su queste basi, fondamentali per difendere i nostri agricoltori, non possono esserci passi indietro». Il presidente regionale di Confagricoltura, Gerardo Diana, ha ricordato come un imprenditore italiano «perda 104 giorni all’anno in burocrazia ed in Sicilia i

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Mercato di Ispica Il parlamentare europeo La Via all’incontro con i dirigenti di Confagricoltura Ragusa e Siracusa

tempi sono ancora più lunghi». Per questo chi fa impresa qui ha una marcia in più e va avanti nonostante ostacoli che altri non hanno». Per il presidente di Ragusa, Sandro Gambuzza, è necessario voltare pagina perché la «vecchia politica comunitaria non basta». A parere del presidente di Confagricoltura Siracusa, Massimo Franco «il mondo spinge, la popolazione mondiale cresce, e il resto del mondo incrementa la produzione : attualmente in Marocco ci sono oltre 400 aziende certificate Global Gap e producono i nostri stessi prodotti con costi ridicoli rispetto ai nostri – ha sottolineato -. Un addetto costa al giorno quanto un cornetto ed un caffè da noi».

ALESSANDRIA: CONOSCERE FRUTTA E VERDURA

Confagricoltura Donna Alessandria organizza il consueto ciclo di incontri per la conoscenza di prodotti della terra. E’ ora la volta di frutta e verdura, che sono alla base della nostra vita e sottolineano le caratteristiche del territorio. Frutta ed ortaggi sono elementi indispensabili alla nostra alimentazione ed alla salute; l’iniziativa è nata per il fondamentale rapporto che esiste tra un’alimentazione corretta e il nostro benessere. I corsi s u :” F rutta e verdura: conoscerle, apprezzarle, trarne beneficio” sono dei veri e propri seminari di studio, articolati con un programma denso di incontri affidati a relatori di indubbia esperienza e prevedono quattro appuntamenti:”Genetica, controllo di qualità e sicurezza alimentare”; “Produzione convenzionale, produzione biologica”;“Distribuzione e trasformazione”;“Alimentazione e prevenzione”. (Info: Confagricoltura Alessandria - telefono 0131 43151). 56| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012

Costi idrici alle stelle

Per irrigare un terreno i costi del servizio idrico sono diventati insostenibili. Un aumento di circa 40 euro ad ettaro. Lo sostiene Confagricoltura Sardegna. Il subentro dell'Enas, l'Ente Acque della Sardegna come fornitore in tutti i contratti di utenza d'acqua all'ingrosso, determina rincari aggiuntivi nella filiera, che si allarga con l'ingresso di un organo intermedio. A farne le spese circa 14.000 utenze agricole servite dai due consorzi di bonifica.

LOMBARDIA Corsi per operatori di agriturismo

Per iniziare una attività agrituristica bisogna iscriversi nell'elenco provinciale degli operatori e frequentare un corso di formazione. Confagricoltura Lombardia, attraverso il proprio ente EAPRAL, insieme con Agriturist, ha raccolto questa esigenza e, organizza un percorso gratuito di 40 ore, presso la propria sede per il rilascio del certificato di abilitazione all'esercizio dell'attività. I temi affrontati sono: metodi e procedure per preparazione e somministrazione di alimenti e bevande; norme regolamentari dell’azienda agrituristica; inquadramento fiscale e contabile impresa; attività agricola e multifunzionalità; territorio, ambiente, turismo, marketing territoriale e turistico.


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

RUBRICHE INTERNAZIONALIZZAZIONE

DIANA

A VERONA SPAZIO MULTIFUNZIONALE IN FIERA

Pomodoro tunisino “naturalizzato”

“Le quasi 30 tonnellate di pomodoro tunisino naturalizzato siciliano scoperte dalla Guardia di Finanza al mercato ortofrutticolo di Vittoria rafforza le nostre rivendicazioni”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sicilia, Gerardo Diana sui pericoli per la nostra agricoltura causati dagli accordi in deroga che vanno avanti senza regole né controlli.

''Il problema - precisa Diana - è che per il principio della concorrenza gli agricoltori europei devono essere trattati allo stesso modo. Invece, gli accordi in deroga con i Paesi extracomunitari che comprendono solo le cosiddette produzioni mediterranee creano concorrenza sicuramente sleale, non solo per i diversi costi di produzione, ma soprattutto per tutto quel che riguarda il rispetto dei disciplinari comunitari in materia di sanità degli alimenti, di sicurezza del lavoro, di salvaguardia dell'ambiente e di oneri fiscali''.

di G.Bucarelli

Confagricoltura torna al Vinitaly-Sol

Confagricoltura prosegue le azioni di internazionalizzazione delle imprese con l’obiettivo di creare nuove opportunità di vendita – o ampliare quelle già esistenti – per le aziende italiane nei mercati esteri. Sullo schema di successo realizzato nell’ultimo decennio, ripropone alle aziende vitivinicole ed oleicole espositrici un ciclo di incontri di affari bilaterali programmati con operatori del commercio internazionali. Nella prossima edizione di Vinitaly/Sol l’attività di internazionalizzazione sarà volta al mercato dell’Austria, della

Incontri B to B In fiera Confagricoltura promuove incontri d’affari bilaterali tra buyer ed imprenditori

Germania e della Svizzera . Il complesso progetto prevede la programmazione di un calendario di incontri bilaterali diretti tra aziende italiane ed acquirenti esteri, che si svolgeranno presso gli stand delle aziende espositrici nel corso dell’intera manifestazione. Il relativo calendario sarà redatto con una preventiva azione di matchmaking facendo riferimento alle caratteristiche dei prodotti indicati e delle aziende iscritte.

LO STAND ISTITUZIONALE

Anche quest’anno lo spazio multifunzionale di Confagricoltura sarà di riferimento ed ospitalità per gli imprenditori, le Istituzioni, gli operatori esteri e della stampa e d i visitatori. L’ esposizione di vini e di oli delle aziende associate, le degustazioni guidate a tema e libere ed altri eventi faranno da corredo.

LE DEGUSTAZIONI GUIDATE

La Confederazione ripropone, dando continuità alla positiva esperienza degli anni passati, un ciclo di degustazioni finalizzate a presentare i vini e gli oli delle aziende associate a buyer internazionali, giornalisti ed operatori del settore.

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RUBRICHE AGRITURISMO di Giorgio Lo Surdo

Il turismo verde sotto la lente Istat

CENSIMENTO SU VACANZE IN CAMPAGNA

L'Istat ha pubblicato i risultati del censimento annuale dedicato all'agriturismo, che fotografa le caratteristiche dell'offerta del settore al 3 1 dicembre 2 0 1 0 . Le aziende sfiorano le 2 0 mila unità (1 9 .9 7 3 ), con un incremento del 5 % rispetto allo scorso anno, segno che, nonostante la crisi, o forse proprio per far fronte alla crisi, la fiducia degli imprenditori agricoli nell'investimento sull'ospitalità, resta elevata. Il ritmo di crescita annuale, nel 2 0 1 0 , ha addirittura superato quello dei due anni precendenti, visto che nel 2 0 0 8 era stato del 4 ,3 % e nel 2 0 0 9 del 2 ,9 %. La regione più “agrituristica” d'Italia è la Toscana (4 .0 7 4 aziende), seguita da Trentino Alto Adige (3 .3 3 9 ), Lombardia (1 .3 2 7 ) e Veneto (1 .3 0 5 ). La Toscana, d'altra parte, registra un tasso di crescita molto basso (+ 0 ,7 %) che denota, da parte delle imprese, la percezione di una sorta di saturazione del mercato; mentre le tre “inseguitrici” evidenziano una dinamica dell'offerta decisamente più marcata, rispettivamente del

+4 ,6 %, +6 ,5 % e +3 ,5 %. Il Mezzogiorno, in base ai dati dell’ Istituto di statistica, rappresenta soltanto il 2 0 ,6 % delle aziende ma, nello scenario nazionale, Puglia (+2 6 ,6 %) e Calabria (+2 1 ,6 %) sono le regioni in cui l'offerta è maggiormente cresciuta. Abruzzo, Valle d'Aosta e Marche, al contrario, fanno i conti con un decremento delle aziende del 4 ,1 %, 3 ,8 % e 2 ,9 %; per la Valle d'Aosta, è il quarto anno consecutivo di andamento negativo. Il servizio di alloggio è di gran lunga il più diffuso (1 6 .5 0 4 aziende con 2 0 6 .1 4 5 posti letto) e registra una crescita sostanzialmente nella media (+5 ,2 %); segue la ristorazione (9 .9 1 4 aziende con 3 8 5 .4 7 0 posti tavola), la cui crescita è tuttavia più consistente (+6 ,2 %). Aumentano ancora di più le attività a carattere ricreativo, didattico e culturale (+7 ,9 %) e la degustazione dei prodotti (+1 2 ,8 %). L'alloggio prevalente (5 2 ,5 %) è in camere con prima colazione. Il 7 2 ,6 % delle aziende fornisce anche il servizio di ristorazione.

CAMPAGNA SOCI 2012

Vittoria Brancaccio: «Essere tanti per contare di più» Essere tanti per contare di più. E' questo l'appello che il presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio, lancia agli operatori dell'agriturismo per dare maggior forza all'iniziativa sindacale dell'Associazione in un momento molto difficile per l'economia agricola e turistica del nostro Paese. Destinatari principali sono i tanti soci della Confagricoltura che svolgono attività agrituristiche senza essere ancora associati ad Agriturist: «Dobbiamo meglio spiegare – puntualizza la presidente di Agriturist – che la nostra associazione non ha soltanto la funzione di pubblicizzare l'agriturismo. Siamo soprattutto una organizzazione sindacale chiamata a vigilare sulle tante scelte politiche, statali e regionali, che non

valorizzano adeguatamente il ruolo e il lavoro delle imprese agrituristiche in un momento in cui l'Italia deve compiere ogni sforzo per recuperare quote di mercato nello scenario turistico internazionale».Vittoria Brancaccio tiene a sottolineare il compito di tutela che svolge Agriturist. Non dimenticando anche il Nonostante la crisi e il forte aumento della concorrenza sul web, nel 2011 il sito suo ruolo di ente internet www.agriturist.it, attraverso il quale Agriturist promuove le aziende ambientalista, attento al associate, ha sostanzialmente confermato il numero di visite registrato nel 2010: territorio. Agriturist circa un milione, per 6,5 milioni di pagine consultate, di cui 1,6 milioni riguardanti le propone, anche per il schede di presentazione delle aziende associate, proseguite in 450 mila 2012, una campagna collegamenti ai siti internet delle aziende. L'azienda più cliccata ha raggiunto gli associativa straordinaria, 8.000 visitatori. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie ad un costante con quote di prima lavoro di indicizzazione delle pagine del sito sui motori di ricerca, che vede adesione particolarmente Agriturist competere alla pari con i più importanti portali specializzati del web, e in favorevoli, rivolta alle sedi posizione di netta preminenza rispetto a quelli delle altre organizzazioni di territoriali di Confagricolcategoria. Ottimi risultati del programma “Club delle Offerte”, con 250 mila contatti tura che vorranno complessivi e fino a 2000 per ciascuna delle aziende che hanno utilizzato questo collaborare al rafforzamenservizio con maggior continuità e originalità di proposte. to della base associativa.

L’anno scorso un milione di visite sul sito

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RUBRICA SINDACATO PENSIONATI

Allegretti al Cupla È Bruno Allegretti, presidente del Sindacato nazionale Pensionati della Confagricoltura, il nuovo presidente del Comitato Unitario Nazionale dei Pensionati dei Lavoratori Autonomi (CUPLA), al quale aderiscono le associazioni e i sindacati dei pensionati di Confartigianato, CNA, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcommercio e Confesercenti, che associano nel complesso 2,5 milioni di iscritti, in rappresentanza di più di 5 milioni di pensionati autonomi. Allegretti, 76 anni, di Mantova, ha ricevuto l’incarico per il biennio 2012-13, al termine del direttivo nazionale del Comitato unitario. Bruno Allegretti, nel ringraziare le organizzazioni del CUPLA per il prestigioso incarico conferitogli, ha assicurato il massimo impegno per la tutela degli interessi di tutti i pensionati del lavoro autonomo. «I pensionati rappresentati dal CUPLA, che sono un terzo del totale, chiedono al parlamento ed al governo – ha detto all’atto del suo insediamento - di impegnarsi ad emanare provvedimenti urgenti per sostenere il loro reddito ed a rendere più efficiente l’accesso ai servizi sanitari con una maggiore attenzione alla non autosufficienza». Molte le iniziative già avviate dal Coordinamento, molte quelle che dovranno essere ulteriormente sostenute. «Non siamo assolutamente soddisfatti – ha poi dichiarato – della riforma delle pensioni. Noi vorremmo confrontarci col governo su questi e altri temi». (Sulla discussione in seno al Cupla sulla riforma delle pensioni vedi box a lato, ndr).

COMITATO UNITARIO RIFORMA PENSIONI

A decorrere dal 1° gennaio 2012, le pensioni saranno denominate soltanto pensioni di vecchiaia ordinaria e pensione anticipata. Previsti nuovi requisiti anagrafici e contributivi per i lavoratori autonomi ed i dipendenti. Durante i lavori dell’ Assemblea del Cupla è stata esaminata l’ultima riforma pensionistica che, si ritiene, rischia di aggravare ulteriormente la situazione economica e sociale di milioni di pensionati dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato. Infatti, le norme, entrate in vigore lo scorso 1 ° gennaio, introducono, ad avviso del Coordinamento dei pensionati del lavoro autonomo, nuove disuguaglianze e rendono più oneroso il mancato

33°SOGGIORNO ANZIANI A TORRE CANNE

Il 3 3 ° Soggiorno dei pensionati di Confagricoltura quest’anno si terrà a Torre Canne di Fasano (BR), presso il Grand Hotel Serena, il prossimo mese di marzo. Il soggiorno annuale è molto apprezzato dagli associati del Sindacato. Si svolge, in diverse località turistiche, dal 1 9 7 8 . Per quest’anno sono stati organizzati due turni: il primo è previsto dal 6 al 1 4 marzo 2 0 1 2 ; il secondo si tiene dal 1 4 al 2 2 di marzo. Sono previsti momenti di coinvolgimento e numerose escursioni tra le località più caratteristiche e particolarmente suggestive della Puglia. Per informazioni scrivere a sinpens@confagricoltura.it

adeguamento degli assegni pensionistici all’aumento del costo della vita reale. Rimangono irrisolti i problemi dell’assistenza sociale e sanitaria che, negli ultimi anni, sono stati oggetto di pesanti e ripetuti tagli agli stanziamenti da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali.

L’INDAGINE DI EUROBAROMETRO

L’indagine di Eurobarometro (il servizio di ricerca usato dalla Commissione europea per conoscere le tendenze dell’opinione pubblica) ha mostrato risultati sorprendenti. Fino a che età si è giovani e quando si comincia a diventare vecchi? Si è "giovane" o "vecchio" a seconda di dove si vive. A Malta, in Portogal-

lo e in Svezia, ad esempio, chi ha meno di 37 anni è considerato giovane, mentre a Cipro e in Grecia si è giovani fino ai 50 anni. Il 71% degli europei sa che la popolazione sta invecchiando rapidamente, ma molti non se ne preoccupano: solo il 42% lo considera allarmante e per la maggioranza, gli over 55 svolgono un ruolo importante in ambiti fondamentali della società. Inoltre, un terzo degli intervistati vuole lavorare più a lungo. Fa riflettere che queste risposte siano state fornite per lo più da anziani, mentre i più giovani dichiarano l’opposto. In Europa, in media, la vecchiaia inizia intorno ai 64 anni e non si può più essere considerati giovani dopo i 42 anni. Un’altra variante è il sesso: infatti, le donne credono che la vecchiaia inizi qualche anno dopo rispetto al pensiero degli uomini (questi ultimi pensano inizi intorno ai 63 anni, le donne sui 65). Il 42% dei cittadini europei ritiene di essere in grado di svolgere il lavoro che fa anche a 65 anni, mentre il 17% pensa che non sarà in grado di farlo fino ai 60 anni. Un terzo dei cittadini afferma che vorrebbe continuare a lavorare dopo l'età del pensionamento e per quasi due terzi l'idea di combinare un lavoro part61| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


RUBRICA SINDACATO PENSIONATI time e una pensione parziale è più attraente di un pensionamento pieno. L'invecchiamento attivo non riguarda soltanto gli aspetti occupazionali. Circa un quarto dei cittadini europei (compresi gli over 55) afferma di essere impegnato in attività di volontariato. Nei Paesi in cui la tradizione del volontariato è meno forte, molti affermano di aver aiutato o sostenuto altre persone al di fuori del proprio nucleo familiare. Lo dice il 36% dei cittadini europei con più di 55 anni e il 15% degli over 55 si occupa di un familiare anziano, mentre il 42% lo ha fatto in passato. Soltanto un europeo su tre è d'accordo con l'idea che l'età di pensionamento dovrà essere aumentata entro il 2030, ma ben il 61% ritiene che si dovrebbe consentire alle persone di continuare a lavorare una volta raggiunta l'età ufficiale per ritirarsi. Veronica Mazzanti

Santori in Parlamen to

Angelo Santori, segretario nazionale del Sindacato Pensionati di Confagricoltura, ritorna alla Camera. É stato il primo dei non eletti nelle elezioni politiche del 2008. Santori, è nato a Gorga,

paese montano della provincia di Roma, dove, dopo essere stato Sindaco per quattordici anni, continua a partecipare attivamente alla vita politica locale come Consigliere Comunale. Alla Camera, come nella passata legislatura si occupa di problematiche connesse al mondo del lavoro e del sociale, con attenzione particolareggiata alle esigenze dei più anziani. La costante attenzione per i problemi della gente, la ricerca di soluzioni concrete ai temi del sociale e il forte legame con le proprie radici hanno sempre caratterizzato il suo agire.

TERZA ETÀ SERVONO PASSI CONCRETI

L’invecchiamento attivo può dare agli anziani la possibilità di restare occupati e continuare a svolgere un ruolo attivo nella società. Questo serve anche a mantenere la solidarietà tra le generazioni in una società che registra un rapido aumento del numero degli anziani. Si devono sensibilizzare i responsabili politici e le istituzioni nel campo dell’assistenza sanitaria, dei servizi sociali, dell’istruzione per gli adulti, del volontariato, degli alloggi, dei servizi informativi, dei trasporti.


Anno europeo invecchiamento attivo

Dal primo gennaio 2012 siamo entrati nell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. La riduzione del tasso di natalità nel nostro continente ha spinto l’Unione europea soffermarsi sulla generazione degli ultra cinquantenni, con un duplice obiettivo: creare sinergie e comprensioni con i più giovani e ottenere il massimo dalle potenzialità che derivano dall’esperienza. E’ una questione di cambio di mentalità. L’intenzione dell’UE è far capire che

l’invecchiamento non è un fattore solamente negativo, ma che anzi si può invecchiare mantenendo comunque una vita attiva ed indipendente. Anche i servizi che possono sembrare adatti solamente ad una generazione moderna (trasporti, volontariato) necessitano del parere di chi, negli anni, ha acquisito un’esperienza maggiore. L’obiettivo, attraverso gli eventi che saranno messi in campo quest’anno, dovranno contribuire realmente ed efficacemente ad abbattere i luoghi comuni che vedono la terza età come un peso, un ostacolo o

addirittura una categoria dannosa. Inoltre, poiché quella degli ultracinquantenni è una fascia d’età in continuo aumento, va sottolineato che si può e si deve rimanere attivi per dare un contributo significativo nel lavoro, nella lotta alla povertà. Bisogna però intervenire nell’assistenza sanitaria, nei servizi sociali, nell’istruzione per gli adulti, nel volontariato, negli alloggi, nei servizi informativi e dei trasporti. L’Anno europeo mira a sensibilizzare tutti su questi temi e, in particolare, ad incoraggiare i responsabili politici a fissare degli obiettivi e a realizzarli. Il 2012, infatti, andrà oltre i dibattiti e produrrà risultati concreti. Per promuovere l’iniziativa l’UE ha istituito un sito internet (http://ec.europa.eu/soci al/ey2012.jsp ) Elisabetta Tufarelli

COPENAGHEN conferenza inaugurale Si è tenuta il 18 gennaio a Copenaghen, sotto la presidenza danese dell'UE, la Conferenza inaugurale dell'Anno europeo per l'invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni, che segna l'avvio ufficiale delle attività dell'Anno europeo 2012. E’ stata presentata anche la campagna di comunicazione che verrà, adottata da tutti gli stati membri. Ai messaggi di impegno politico e istituzionale dei Commissari europei Andor (L'Occupazione, degli Affari sociali e dell'Inclusione) e Dalli ( per la Salute e la Politica dei consumatori), sono seguiti molteplici interventi sulle prospettive connesse all'invecchiamento attivo nelle società contemporanee.

PROGETTO NAVIGARE INSIEME

Confagricoltura Pensionati, in collaborazione con Telecom Italia, Informatici Senza Frontiere e Auser dà vita al progetto “Navigare Insieme”, l’iniziativa destinata a promuovere l’uso delle nuove tecnologie della comuni-

cazione tra gli over 60. Presto sarà disponibile una piattaforma web, www.navigareinsieme.org, che, con un linguaggio semplice e una serie d’interazioni multimediali, consentirà un primo approccio ai mezzi informatici alle persone di tutte le età. E, nell’anno dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni, partirà una serie di corsi di “alfabetizzazione informatica” nelle scuole medie superiori di 12 città italiane (Torino, Milano, Trento, Venezia, Parma, Pisa, Ancona, Roma Napoli, Bari, Palermo, Cagliari) tenuti dagli studenti che guideranno i nonni alla scoperta dei segreti del web. Si potrà apprendere, ad esempio, come aprire una casella di posta elettronica, come chattare con gli amici, come prenotare una vacanza o dialogare con la pubblica amministrazione grazie a internet. A introdurre questi argomenti i quattro personaggi della sit com “Siamo Nonni Smart” realizzata in esclusiva per Navigare Insieme: dieci puntate disponibili su “navigare insieme.org”, dove il rapporto tra le diverse generazioni realizza da una parte l’apprezzamento dei nonni verso i nuovi strumenti digitali e dall’altra la tenera complicità con i nipoti su tutte le questioni della vita quotidiana di due giovani adolescenti di oggi. 63 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

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V E R D A A L C E N T R O D E L L E S T R A T E GIE DI A G C O

Entro il 2016 raddoppiato il numero delle mietitrebbie prodotte a Breganze

mpliamento delle linee di produzione, realizzazione di un nuovo impianto di verniciatura, inaugurazione, entro la fine dell’anno, di un visitor center all’ingresso della fabbrica. Sono solo alcune delle iniziative previste dal nuovo ambizioso piano industriale messo a punto da Agco per lo stabilimento Laverda ma bastano a testimoniare la ferma volontà del gruppo americano di investire nel sito produttivo vicentino con l’obiettivo di farne il centro di eccellenza europeo nel comparto mietitrebbie. «Da qui al 2016 intendiamo raddoppiare la produzione passando dalle attuali 1.000 macchine all’anno a 2.000», ha dichiarato Francesco Quaranta, vice president & general manager harvesting Agco nonché amministratore delegaLaverda Al quattro Evolution. In alto lo stabilimento di Breganze

tore nel quale il marchio di Breganze detiene una market share del 50,6%, contro il 31% realizzato con le convenzionali.

to di Laverda, durante la conferenza stampa organizzata lo scorso dicembre a Breganze. Grande fiducia, dunque, nel futuro del brand, in Italia e in Europa, dove le mietitrebbie prodotte nella fabbrica italiana verranno distribuite, oltre che col marchio Laverda, con gli altri marchi del gruppo (Massey Ferguson, Fendt e Challenger) adottando logiche diverse in funzione dei singoli Paesi. In Italia, dove continuerà ad essere commercializzato solo il marchio Laverda, le rosse di Breganze detengono, secondo i dati forniti dall’azienda, una quota di mercato del 27% (si tratta, per l’esattezza, di 97 mac-

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chine su un totale di 359 mietitrebbie vendute nel 2011), analoga a quella del 2010 (26,6%) e del 2009 (26,5%). Notevole disparità per quel che riguarda la presenza nelle singole aree geografiche, con risultati buoni al Centro e al Sud, dove la market share si attesta al 45%, e decisamente meno apprezzabili al Nord, con una quota ferma al 17%. Per colmare questo divario si intende intervenire sulla rete dei concessionari con strategie mirate ma anche attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti. In particolare, nel giro di tre anni dovrebbe arrivare sul mercato italiano una nuova mietitrebbia ibrida sulla quale sono già al lavoro progettisti e ingegneri. Sarà una macchina con caratteristiche tali da poter operare con performance ottimizzate sui terreni italiani, una prerogativa di cui sembrano non godere le macchine ibride di cui Agco attualmente dispone (la serie Delta di Massey Ferguson e la serie X di Fendt). La leadership di Laverda al Centro-Sud è da attribuire in larga parte alla vendita di macchine autolivellanti, set-

L A N U O V A A U T O LI V E L L A N T E Appartiene alla categoria delle autolivellanti anche l’ultima novità di Laverda, la Al quattro Evolution, presentata all’Agritechnica di Hannover. Si tratta di una macchina in grado di affrontare pendenze trasversali del 40% e longitudinali del 30% in salita e del 10% in discesa. I contenuti tecnici si rifanno all’esclusivo e rinomato sistema Laverda: piattaforma di taglio Free Flow, sistema Gsax per l’adeguamento automatico della piattaforma di taglio al terreno, sistema Pfr per garantire un flusso omogeneo e continuo del prodotto, Multi Crop Separator Plus, che, oltre ad integrare il modulo Rev nel sistema Mcs, con conseguente aumento del 20% della superficie di separazione e dell’angolo di avvolgimento a 120°, permette di differenziare la capacità di separazione in base al tipo e alle condizioni del prodotto. Il nuovo modello monta un motore Agco Sisu Power Stage IIIB da circa 280 CV, a tecnologie Scr e Doc (Diesel Oxidation Catalyst). Ampia visibilità ed elevato comfort sono garantiti dalla cabina Comfort Cab Pro. C. P.


RUBRICA

PARLARE DI... VINO

Torre Testa, l’armonia in rosso

di Barbara Mengozzi

TENUTA DI JADDICO NEL SALENTO

Il nome del vitigno non è facile da ricordare, ma il vino è di quelli che non si dimenticano, “emblematico e inimitabile”, esattamente come lo definisce colui che lo produce. Stiamo parlando del Torre Testa delle Tenute Rubino, un rosso di grande classe e personalità ottenuto da uve Susumaniello in purezza. Sui terreni sabbiosi della Tenuta di Jaddico, a ridosso del mare Adriatico e una decina di chilometri a nord di Brindisi, quello che era un tempo uno dei vitigni autoctoni più diffusi in Puglia, presenza fissa in un uvaggio che comprendeva tradizionalmente anche Negroamaro e Malvasia Nera e poi progressivamente messo da parte per il progressivo ridursi delle rese, al punto di arrivare a rischiare l’estinzione negli anni Novanta, dà origine ad un vino dalle caratteristiche uniche. Gli impianti di Susumaniello, allevati ad alberello e a cordone speronato, sono frutto di una selezione massale operata su un vigneto di 75 anni e sono caratterizzati da piante il cui sviluppo vegeto-produttivo è costantemente monitorato, per arrivare a rese che non superano i 50 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata nei primi giorni di ottobre, la fermentazione è svolta in acciaio ed

il vino, che si fregia dell’Igt Salento, si avvale di 11-13 mesi di maturazione in barrique, seguiti da almeno un anno di affinamento in bottiglia. «Con l’annata 2009, ormai prossima all’immissione in commercio – fa presente Luigi Rubino, giovane patron dell’azienda che può contare oggi su 200 ettari vitati di proprietà ed una produzione di oltre 800mila bottiglie – abbiamo introdotto un’innovazione nella tecnica produttiva facendo surmaturare una parte delle uve sulla pianta e riusciamo ad ottenere così un prodotto contraddistinto da una più accentuata morbidezza».

TORRE MAIZZA

Cucina pugliese creativa Nell’alto Salento, lungo uno dei più importanti percorsi storico-culturali ed enogastromici della Puglia, raffinato resort cinque stelle lusso. La struttura, elegantemente arredata con grande attenzione ai dettagli e senza perdere di vista la tradizione pugliese, è circondata da una vasta tenuta immersa in una piana di olivi secolari, ad appena un chilometro e mezzo dalla costa. Oltre alla bellissima spiaggia privata di sabbia con dune, impreziosiscono il soggiorno un esclusivo centro benessere e un campo da golf. Di altissimo livello anche la ristorazione. « C rediamo nella ricerca delle specialità del

Secondo da premio Lo chef Vito Giannuzzi, propone in menù un superbo filetto di rana pescatrice

Ma già ora il Torre Testa, vino plurimedagliato e giustamente ritenuto uno dei risultati di riferimento della Puglia enologica, riesce a mettere insieme grande complessità, eleganza e longevità. Affascinante all’esame visivo per quel suo colore rosso rubino impenetrabile, sprigiona al naso profumi intensi di piccoli frutti di bosco mescolati a note erbacee e sfumature speziate. In bocca emergono una spinta acida poderosa e tannini ben delineati che trovano comunque un amalgama nell’armonia complessiva. Rimarchevoli la potenza e la lunga persistenza.

territorio – spiega Vittorio Muolo, manager di Masseria T o rre Maizza e della gemella Torre Coccaro –. La nostra è una cucina pugliese creativa basata sui prodotti della nostra masseria e di quelle vicine e sul pesce del mare di Savelletri». Filetto di rana pescatrice su letto di broccoli di masseria, carciofi brindisini e uova di quaglia, da abbinare al Torre Testa delle Tenute Rubino. Il suggerimento arriva da Vito Giannuzzi, giovane talentuoso chef del ristorante Le Palme della Masseria Torre Maizza, vincitore nel 2011 del Premio Miglior Chef emergente della regione Puglia.

Resort a cinque stelle Un’ antica masseria al centro di una vasta tenuta che domina il mare mediterraneo.

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RUBRICA

BUONO A SAPERSI

FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA

Quando Sanremo cantava l’agricoltura di Alessandra Comazzi

«C’è mercato a Pizzighettone/ ci son più di tremila persone/ convenute dal monte e dal piano/ che schiamazzo, che gran confusion!/ Ma la folla ondeggia e si sfolla/ poi corre e s’affolla curiosa a guardar/ (…). E’ arrivato sul mercato/ Dulcamara, state a sentir/ un liquore egli ha portato che i dolori fa scomparir». Correva l’anno 1951, prima edizione del Festival di Sanremo. «Al mercato di Pizzighettone», cantata dal Duo Fasano e da Achille Togliani, arrivò quarta. Era un’Italia, quella, che bene ricordava, e lo avrebbe fatto ancora a lungo, la campagna da cui veniva. Tutti, grandi e piccini, erano ben consapevoli che il cibo, le bevande, i rimedi di tutti i giorni non nascevano direttamente nei supermercati o nei discount dove si va a fare la spesa. Le «molte Italie», come ben racconta il libro di Gianni Morandi al secondo Sanremo da conduttore Anche il cantante di Monghidoro tra i suoi successi ne ha uno “agricolo”: “Fatti mandare dalla mamma” a prendere... il latte

Serena Facci e Paolo Soddu dedicato a parole e suoni del Festival di Sanremo, stavano diventando visibili proprio in quegli anni. Mentre il Comune di Sanremo era alla ricerca di un suo rilancio turistico, e floreale, attraverso la manifestazione (un brano su tutti, «Grazie dei fiori») la dicotomia cittàcampagna andava proponendosi in modo palese. E sarebbe esplosa nel 1966 con «Il ragazzo della via Gluck», di cui Ghirotti scrisse ch e «non s’erano mai sentiti, al Festival, versi così squallidamente efficaci nel loro verismo populista». In realtà Celentano stava cantando, «in lingua profondamente nazionale e popolare, gli interrogativi e le inquietudini, le gioie e i dolori derivanti dalle innovazioni del decennio». Le origini agricole e rurali di buona parte dell’Italia si individuano per molti anni, trasversali a Sanremo e ai suoi brani. Non necessariamente lo sviluppo è a tema: a volte basta il titolo, una suggestione, per riportare chi esegue e chi ascolta con i piedi per terra. «Papaveri e papere», certamente. Ma anche «Patatina», scritta da Gianni Meccia e interpretata maliziosamente, nel 1961, da Wilma De Angelis. Prima ancora, in «Vecchio scarpone», Gino Latilla e Giorgio Consolini ricordavano «bian-

Alessandra Comazzi (qui con Bruno Gambarotta) è critico televisivo de La Stampa ha condotto vari programmi in radiotelevisione. Autrice di numerose pubblicazioni sul mondo dello spettacoolo

che cime di nevi eterne immacolate al sol» e tutte le conseguenti illusioni da far rivivere. E sentite qui come attraverso il cibo si narrava una diversa figura femminile, con il maschio che cominciava a inquietarsi. «Musetto», interpretata nel 1954 da Gianni Marzocchi e portata al successo da Domenico Modugno, ma pure dalla parodia del Quartetto Cetra, diceva: «Vivi così/ tra boutiques e caffè/ mangi roast beef/ bevi solo caffè». Passano gli anni e gli afflati «agricoli» continuano a pervadere quelle che, ormai proprio tutti lo hanno capito e se ne sono fatti una ragione, non sono solo canzonette. La canzone vincente del 1972, «I giorni dell’arcobaleno», cantata da Nicola Di Bari, aveva una chiara ambientazione agreste. L’immagine dalla primavera che sboccia si sovrappone a quella di una fanciulla che sboccia, pure lei, «ogni donna è matura, all’epoca giusta e con giusta misura», e ci fu 67| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


RUBRICA

BUONO A SAPERSI LE RICETTE DELLE BAND DEGLI ANNI ‘70

Porta il rock in cucina per sapori immaginifici

anche qualche censuretta. Ecco «Un diadema di ciliegie, interpretata dai Ricchi e Poveri con un trio country in scena (chitarra, flauto, violino). Altre canzoni trattavano in vario modo il tema della campagna. «Montagne verdi», a esempio, di Bigazzi e Gianni Bella per la debuttante Marcella. Brano che ebbe una parodia divertente, decisamente gastronomica, nel «Mi ricordo lasagne verdi/ e la muffa di margarina» di Stefano Nosei. Fra i brani d’amore, tema floreale per Peppino Gagliardi in «Come le viole». Non erano tempi facili, né in generale (d’altronde, la storia, e anche la cronaca insegnano che non sono mai tempi facili), né in particolare per il Festival. Il pezzo di Rosa Balestrieri «Terra che non senti», dedicato alla Sicilia e all’emigrazione, fu escluso, si disse che non era perfettamente inedito. Meglio rassenerarsi con una buona, o magari non troppo, tazza di caffè: «Che cosa hai messo nel caffè/ che ho bevuto su da te», come intonavano Antoine e Riccardo Del Turco. Poi vennero gli Anni ‘80, altro caffè per Toto Cutugno: «Buongiorno Italia col caffè ristretto/ le calze nuove nel primo cassetto». Che dire? stava nascendo «l’italiano vero». 68| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012

Metti il rock in cucina, porta sui fornelli la creatività musicale, la fantasia che l’ha sempre contraddistinto. E’ questa la “ricetta” (è proprio il caso di dire) di un originale libro scritto dal critico musicale Donato Zoppo e dal critico-gastronomo Michela Bernardi: “Cotto e suonato” (Aereostella 2011, pagg. 168, € 15,00). Il titolo si richiama alla fortunata serie di libri e trasmissioni tv di Benedetta Parodi (“Cotto e mangiato”) e introduce alla tematica: la “cucina musicale”, fatta di sapori e note, sensoriale e immaginifica. Il rock progressive è stato uno dei momenti più stimolanti della scena artistica internazionale – e italiana – degli ultimi decenni, una vera e propria rivoluzione. Oggi, compiuti simbolicamente i suoi primi quarant’anni, porta la propria

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creatività anche in cucina, in un’originale unione sui generis tra musica e arte culinaria. I protagonisti di quest'esperienza indimenticabile passano allora – almeno idealmente – dal palcoscenico ai fornelli, accompagnandoci in un viaggio che mischia note, ispirazione, vino e golosità. Ognuno (gruppi dei Seventy e quelli di “new prog”) – Abash, Banco del Mutuo Soccorso, La Maschera di Cera, le ex Orme (Tagliapietra, Pagliuca, Marton), Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, Osanna, Periferia del Mondo, PFM, Sinestesia, The Trip – viene fotografato in un’istantanea dove trovano posto la storia musicale, un breve ritratto gastronomico della regione di appartenenza e, soprattutto, una lunga chiacchierata "fra tavola e fornelli" e un intero menù ad hoc, un po’ ispirato dalle canzoni, un po’ colorato di prog. Arricchito di ricette è un book che unisce le passioni. G. Me.

ARTE: OMAGGIO A GIACINTO CERONE

Aveva riscosso grande successo la retrospettiva dedicata l'anno scorso (da giugno ad ottobre 2011) a Giacinto Cerone, uno dei pittori e scultori più significativi del Novecento italiano, morto prematuramente, nel 2004. In tale occasione sono state documentate tutte le principali fasi della ricerca di questo artista, fino ai fascinosi conglomerati in gesso e plastiche come la "Rosa mistica". Due gallerie della Capitale (Edieuropa e Bonomo) hanno reso omaggio ulteriormente Cerone Rosa mistica all’artista lucano. «I suoi lavori migliori – aveva Fascinosa scultura carica di risonanza e suggestione annotato il critico Francesco Poli (La Stampa, 19 settembre11) - sono nati attraverso un processo di elaborazione allo stesso tempo istintivo e meditato, sperimentale fino al limite della distruzione formale ma anche carico di suggestioni antiche».




RUBRICHE CAMPI SONORI di Gaetano Menna

Claudio Rocchi stendardi e rock

IL NUOVO DISCO “IN ALTO” CONTRO L’ASSENZA

STELLE CHE ISPIRANO

La band che unisce Pane e costellazioni poesia e psichedelia

“ O rs a M a ggiore”, è il terzo album ufficiale di Pane (Dischi dell’Orsa) form azione romana composta dal pianista Maurizio Polsinelli, il chitarrista Vito An d rea Arcomano, il batterista Ivan Macera, il flautista Claudio Madaudo e Claudio Orlandi alla voce. La band ha iniziato il suo percorso nei primi anni Novanta, alla ricerca di uno stile personale, in forte equilibrio tra parola e musica. La centralità del testo è sostenuta da un tessuto sonoro che trae le sue origini da diverse fonti, in particolare dall'epica rock , dalla ricerca pianistica del primo Novecento, dal teatro-canzone, dal jazz e dal mondo della poesia sonora, con appelli al progressive italiano, alla psichedelia pinkfloydiana. Come è noto, l'Orsa Maggiore è la costellazione del Grande Carro, con le sette stelle visibili per tutto l'anno nell'emisfero nord. Il riferimento all'asterismo come un orso (le quattro stelle orientali) inseguito da tre cacciatori (le tre di coda) è probabilmente il più antico mito a cui l'umanità faccia ancora riferimento. Ed all’orsa, alle stelle, è dedicata la copertina di questo originale album, variegato e intenso, che rende omaggio a Majakovskij (la title track, che è un inno alla gioia, con i versi «Nostre armi son le nostre canzoni/ Nostro oro le voci squillanti») ma anche a Gesualdo B u f alino ( le cui poesie “Lamento del viaggiatore” diventano la bella canzone “Samaria”, «Non vi sono che vivi e cadute/ Non procedo che a testa bassa/ per questa strada che non conosco/ Per questo Una copertina immaginifica (il pesce che si specchia) tempo che non è il mio»). introduce ad un vibrante disco proposto dalla band Un disco davvero toscana di new-prog "Gran Turismo Veloce" . inaspettato, che ti Il cd si intitola "Di carne, di anima" (Lizard Records, riconcilia con la musica discografico di Loris Furlan, www.lizardrecords.it) ed è contemporanea, che un mix di carnalità e spiritualità. La band ha ben potremmo definire di folk assimilato la lezione degli anni '70 e si ispira p rogressive, che raccoglie intensamente alle Orme, al Banco del Mutuo Soccorso, il pulsare della vita, ed ha il alle migliori esperienze progressive di una vivace respiro universale (“Tutto stagione musicale, ma anche alle nuove energie di l’amore del mondo” che gruppi come i Dream Theater. Il cd-lattina (ha infatti sul dischetto il disegno del recita «Io sento il battito coperchio della scatoletta di tonno) va aperto e degustato al naturale. Vintage al delle tue ali / Il rumore punto giusto, con intensi intrecci musicali. lento dei tuoi pensieri»).

Si intitola “In Alto” il nuovo atteso album di brani originali del cantautore Claudio Rocchi. Un disco a cui stava lavorando da tempo. Il cantautore - che ha realizzato album come “Viaggio”, “Volo Magico” 1 e 2 che sono rimasti nella memoria storica degli appassionati della musica dei Seventy - è tornato ad incidere per Cramps, storica etichetta di qualità di quegli anni, proponendo un cd di grandissima caratura, veramente poetico. Propone testi ispirati ma anche vivaci sonorità elettroacustiche e rock. La novità è che, pur guardando dall’alto, non manca di compiere un’analisi dell’oggi;in “Per gli stendardi” esprime la necessità di una bandiera, di un ideale, di un “credo” per cui lottare nella vita, ancor più in epoche di sbandamento, di instabilità, di vuoto come l’attuale. E in “Facci un miracolo”, “Lasciamoli andare”, completa l’analisi con l’invito al cambiamento.

E’ un Claudio Rocchi meno etereo (è stato componente degli Hare Krishna) che, guarda dall’alto ma anche dal basso il mondo in cui viviamo. Che esprime insofferenza per la politica e per la mancanza di spiritualità, che chiede rispetto per l’ambiente, ricerca della “bellezza”, dell’ amore. Il suo è sicuramente un disco più “terreno” di quelli del passato – anche nelle sonorità - che guardo all’uomo nella crisi del presente, invitandolo a «usare meglio il tempo» (“Gesù si gira”), dando un senso alla vita. E’ preoccupato per l’ “assenza”, invita alla “presenza". Il messaggio alla fine è proprio questo: occorre un stendardo (che sia un partito, una religione, un amore) «da affidare al vento». Non ha rabbia, ma disincanto sì, che lo spinge verso un nuovo umanesimo, che spinge (in “Come se…”) al riscatto:«Spunteremo come funghi, sgorgheremo come fonti, di fatto riuniti, ma certo sbrigliati».

Quando il tonno si guarda allo specchio

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A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

PNEUMATICI PERFETTAMENTE ALL’ ALTEZZA DEI PREMIUM BRAND DEL MERCATO

Bkt prosegue la crescita

Arvind Poddar, vicepresidente e direttore generale di Bkt - Balkrishna Industries Ltd

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meno di sei anni dalla costituzione della filiale europea, con sede in Italia, e dal debutto del brand all’Eima International, l’indiana Bkt-Balkrishna Industries Ltd si è brillantemente affermata come uno dei principali player sul mercato degli pneumatici per applicazioni non stradali. In questo arco di tempo il fatturato dell’azienda, che ha sede a Mumbai e fa capo al gruppo indiano SiyaramPoddar, attivo in aree diversificate di business che vanno dal tessile al chimico, dall’imballaggio agli pneumatici, ha fatto registrare incrementi annui costanti superiori al 30%, fino a raggiungere i 450 milioni di dollari nell’anno finanziario 2010-2011. Una cre-

scita che prosegue puntualmente, in vista dell’obiettivo del miliardo di dollari, corrispondente ad una quota del 10% del mercato mondiale degli pneumatici off highway da raggiungere nel 2015, come ha più volte dichiarato Arvind Poddar, vicepresidente e direttore generale di Bkt. Alla base di questa escalation ci sono i forti investimenti dell’azienda indiana in ricerca e sviluppo e nei nuovi complessi manifatturieri indiani che si traducono in una vasta e sempre rinnovata gamma di soluzioni e prodotti all’avanguardia dal punto di vista qualitativo e in un progressivo incremento della produzione. Già nel corso di quest’anno dovrebbe affiancare i tre stabilimenti attualmente in produzione (Bhiwadi e Chopanki nell’India del Nord e Auranga-

bad in quella occidentale), tutti certificati non solo in termini di progettazione e produzione ma anche a livello ambientale, una quarta fabbrica a Bhuj nello stato di Gujarat, che ha richiesto investimenti globali per 275 milioni di dollari. Da segnalare anche l’esistenza di un quinto impianto dedicato alla produzione degli stampi per gli pneumatici. Attualmente la capacità produttiva di Bkt viaggia intorno alle 150 mila tonnellate annue di prodotti (dato tratto dall’Investor Presentation dell’ottobre 2011) ma con l’entrata a regime della nuova fabbrica, prevista per il secondo quadrimestre del 2013, dovrebbe salire a 234 mila tonnellate annue. La quota di mercato è stimata attorno al 4,5%; circa il 95% della produzione prende la via dell’export e

l’Europa continua a rappresentare la principale area geografica di sbocco con una quota del 47%, a fronte però di un consistente aumento dell’incidenza del mercato americano (23%). In particolare nel Nord America Bkt sta crescendo a ritmi superiori a quelli registrati nel Vecchio Continente. Ogni anno l’azienda indiana propone circa 150 nuove dimensioni, con un lasso di tempo produttivo che va dalle 8 alle 10 settimane dall’inizio della fase di sviluppo alla produzione del primo pneumatico. «Bkt oggi è sinonimo di qualità e affidabilità in ogni parte del mondo, al pari degli altri marchi», sottolinea Arvind Poddar, sfatando quel luogo comune che fa coincidere la provenienza asiatica, senza alcun distinguo fra le diverse nazioni, con produzioni di basso prezzo e bassa qualità. Un’affermazione che trova conferma nella valutazione comparativa che Bkt Europe ha affidato ai laboratori CraIng di Treviglio (Bg). I risultati delle analisi hanno evidenziato la competitività del prodotto Bkt (nello specifico si trattava degli pneumatici Agrimax Fortis), che si è dimostrato efficiente, tecnologico e con un contenuto di valore che non teme confronti con quello dei suoi competitor. Barbara Mengozzi

GENNAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 73



A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

IL DEBUTTO DELLE NUOVE SERIE MAGNUM EP E MAXXUM EP

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Case aumenta le potenze e riduce i consumi

ncor prima del lancio ufficiale sul mercato, previsto per la fine di quest’anno, il Magnum 370 CVX di Case IH, al top della nuova serie Magnum EP (Efficient Power), si è aggiudicato un primato: si tratta, infatti, del trattore più potente tra quelli convenzionali, con un motore di ben 419 CV (308 kW). Il nuovo modello – una delle principali attrazioni dell’ultima edizione di Agritechnica, assente però purtroppo dal palcoscenico di Fieragricola – è azionato da un motore Fpt da 8.700 cm3 che utilizza il sistema Scr e la tecnologia Eff icient Power (la massima potenza viene erogata solo in caso di effettiva necessità) per la riduzione delle emissioni di scarico e il contenimento dei costi di esercizio. La trasmissione a variazione continua permette di accelerare da 0 a 40 km/h senza dover cambiare marcia. Le gamme sono 4 Motore potente, cabina confortevole, opzioni flessibili e grande attenzione ai costi di esercizio per il Maxxum 140 EP

per un’efficienza di lavoro ottimizzata a seconda delle diverse applicazioni. Da segnalare la funzione “parking”, a inserimento automatico, che impedisce il movimento del trattore fermo su un terreno in pendenza senza dover premere i pedali dei freni. Con un po’ di ritardo rispetto ai principali marchi concorrenti, Case IH si propone dunque sul mercato con una macchina della fascia più alta di potenza provvista di trasmissione a variazione continua in sostituzione del powershift, avvalendosi della decennale esperienza acquisita con l’uso del cambio cvt in altre serie di trattori. Sul Magnum CVX è presente il sistema APM per la gestione automatica della produttività, che seleziona il rapporto giusto del cambio e il regime ideale per il motore ai fini dell’esecuzione di un determinato lavoro, permettendo all’operatore di concentrasi sulla guida del mezzo. La trasmissione a variazione continua può essere controllata mediante il braccio-

Il Magnum 370 CVX, con motore da 419 CV di potenza massima e trasmissione a variazione continua

lo Multicontroller ancor più agevolmente di quelle con Powershift integrale. L’assale posteriore più robusto, infine, offre il vantaggio di poter usare pneumatici anteriori e posteriori più larghi, aumentando sia l’aderenza in campo sia la velocità su strada. Ha fatto il suo debutto all’Agritechnica anche la nuova serie Maxxum EP, composta da 6 modelli con potenze da 110 a 140 CV erogate da motori a 4 o 6 cilindri a iniezione elettronica common rail Stage IIIB con tecnologia Scr per la riduzione delle emissioni e Efficient Power System. Per la prima volta la serie Maxxum offre un regime costante del motore, grazie al sistema che regola l’iniezione del carburante in modo da mantenere invariato il numero di giri preimpostato. Questa soluzione permette di rego-

lare in modo preciso la velocità di marcia e il regime della Pto, mentre un nuovo software per la gestione del minimo consente di ridurre ulteriormente il consumo di carburante e i costi di esercizio. Il cambio è un Powershift a 2 o a 4 velocità, con inversore elettroidraulico Powershuttle. Un altro punto di forza della serie Maxxum EP è la nuova cabina Surround, con una superficie vetrata totale di 5,78 metri quadri. In evidenza anche il nuovo sistema di gestione del sollevatore anteriore che semplifica enormemente l’utilizzo degli attrezzi. I nuovi modelli Maxxum sono disponibili in due allestimenti che si differenziano sostanzialmente per la tipologia di comando. Quello di fascia alta prevede di serie l’innovativo sistema Multicontroller. Barbara Mengozzi

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AL FIANCO DELLE ISTITUZIONI E DELLE IMPRESE DA OLTRE 60 ANNI. L’expertise di Ismea al servizio del sistema agroalimentare.

ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è un ente pubblico economico. L’Istituto: Svolge attività di informazione sui mercati agroalimentari e realizza studi e ricerche Favorisce l’imprenditoria e il ricambio generazionale in agricoltura

Costituisce forme di garanzia finanziaria e creditizia al servizio delle imprese agricole Svolge attività di valutazione del merito creditizio delle aziende agricole Supporta con attività di assistenza tecnica le amministrazioni centrali e territoriali

Fornisce strumenti per la gestione del rischio in agricoltura

Ismea via Nomentana, 183 00161 - Roma Centralino Tel. (+39) 06.855681 www.ismea.it


Gli agricoltori non sono eroi ma sanno rialzarsi sempre

correnza a ribasso da parte degli altri Paesi .

E’ compito di noi giovani attivarci per un mondo migliore. Non siamo eroi, o meglio siamo eroi della quotidianità; cadiamo, ed anche più volte, ma ci rialziamo. Il valore dell’agricoltura Non è ancora compreso

79Assemblea In primo piano provvedimenti anti-crisi e impatto Imu

Il 2012 si preannuncia come un anno difficile per l’agricoltura: la manovra Salva Italia richiede un grosso sacrificio alle nostre imprese a partire proprio dall’IMU. Poi l’aumento dei carburanti, di concimi, fertilizzanti e delle attrezzature per svolgere il nostro lavoro è sotto gli occhi di tutti. E, in questo inizio d’anno, non ci ha aiutato nemmeno il tempo, tra ondate di gelo e tempeste di neve dai Balcani... Non si può dimenticare nemmeno lo sciopero degli autotrasportatori che ha messo in ginocchio l’agricoltura in un’assurda guerra tra poveri. L’elenco è ancora lungo e, sicuramente, altri problemi si delineeranno all’orizzonte, a partire dalla nuova politica agricola comune. Preoccuparsi e lamentarsi non solo non basta, ma certamente non paga. Il valore dell’agricoltura non è ancora stato compreso, non solo pienamente, ma nemmeno sufficientemente e ci sentiamo presi in trappola, pressati da banche, clienti, fornitori e dalla con-

E’ compito di noi giovani attivarci per un futuro migliore, che appoggi e sostenga l’iniziativa e l’idea d’impresa, forti di una logica naturale: come agricoltori abbiamo un compito che è indispensabile, quello di nutrire una popolazione mondiale in crescita costante, prossima a raggiungere i nove miliardi. Certo non siamo eroi invincibili. Cadiamo, e anche più volte, ma troviamo la forza e il coraggio per rialzarci. Nicola Motolese

80 Paolo De Castro A Foggia presenta il suo nuovo libro “Corsa alla terra”.

Nicola Motolese Presidente Nazionale dei Giovani agricoltori di Confagricoltura

8 2 Fiera in campo Vercelli capitale della moderna risicoltura

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CREMONA

Miglior sezione

L’Anga di Cremona è la “Miglior sezione 2011” per l’impegno, la costante attività sul territorio e l’organizzazione dell’importante convegno. La Riforma della PAC e il ‘Pacchetto Latte’, in occasione dell’ultima edizione della Fiera internazionale del bovino da latte. “Un modello organizzativo sindacale da seguire ”, ha detto Nicola Motolese consegnando la targa ricordo, che è stata ritirata dalla delegazione di Cremona guidata da Giorgio Guarneri.

FIRENZE

Miglior sezione emergente

Assemblea annuale Anga su crisi e manovra

MOTOLESE E MASTROBUONO AI DELEGATI

Assemblea di fine anno dei giovani di Confagricoltura tutt’altro che di routine. Mentre, infatti, i delegati dell’Anga discutevano i temi imposti dalla crisi economico – finanziaria, nelle aule del Parlamento era in votazione la prima manovra del Governo Monti. Manovra complessa e tutt’altro che indolore per i cittadini e le imprese. Il presidente Nicola Motolese ha colto l’occasione per un primo esame dei provvedimenti che, in particolare, toccano il sistema agricolo nazionale, dalla rivalutazione degli estimi catastali, alla nuova Imposta municipale sui fabbricati anche rurali. Misure dure per il settore: “Che rischiano di spiazzare le imprese, incidendo sui loro costi in misura tale da annullarne la redditività – ha detto -. Una manovra necessaria perché l’Italia possa continuare a parlare di tenuta e crescita, e perché non sia causa di una crisi dagli effetti imprevedibili nell’ area dell’ euro; ma anche un provvedimento che, nel salvaguardare la finanza pubblica, sposta sul settore privato, in modo eccessivo, i costi del risanamento” . Il direttore generale di Confagricoltura, Luigi Mastrobuono, intervenuto ai lavori dell’assemblea, ha ripreso questo allarme, indicando una specifica valenza del

problema per le imprese condotte dai giovani. “In una situazione così delicata e rischiosa per il Paese, ai giovani imprenditori è chiesto un doppio sacrificio: quello dovuto alle misure che vengono assunte e che riducono gli spazi di manovra attuali nella gestione delle aziende, in termini di redditività, ma anche di investimenti e di programmi. E quello di una visione del futuro che faccia sempre più conto sulle proprie forze: le difficoltà dello Stato, delle banche, dei sistemi territoriali inducono a trovare nuove strade e soluzioni per riprendere la via dello sviluppo, contando prima di tutto su se stessi – ha aggiunto –. Ma questa è anche una opportunità associativa importante: soltanto mettendosi in rete fra associazioni, fra territori, fra aziende si potrà infatti superare la soglia di risorse e intelligenze necessarie a fare ricerca, innovazione, internazionalizzazione, a strutturare meglio le imprese sia finanziariamente che managerialmente”. Le misure per la crescita - ha concluso Motolese - dovranno riguardare anche il nostro settore e ci batteremo per questo – ha concluso Motolese –. Intanto, siamo pronti a cogliere ogni opportunità per superare questa difficile fase congiunturale”.

Il riconoscimento per la “miglior sezione emergente”, istituito per premiare il lavoro di un’Anga neo costituita, è andato a Firenze. Da sottolineare i numerosi incontri formativi e l’intenso sforzo organizzativo per il seminario sul recupero della competitività nelle aziende vitivinicole toscane all’Accademia dei Georgofili .

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Il Presidente della Comagri incontra i giovani A FOGGIA DIBATTITO SULLA PAC

Michi De Finis: Il giornalista ha moderato il dibattito

In un evento organizzato dalla Sezione dell’Anga e dalla Confagricoltura di Foggia, il presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, Paolo De Castro ha presentato il saggio “Corsa alla terra”. L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla nuova Politica agricola comune. «Noi giovani ci sentiamo protagonisti del domani europeo e rivendichiamo con orgoglio il nostro essere italiani ha affermato Filippo Schiavone, presidente provinciale dell’Anga Foggia - .

Relatori sul palco: Da sinistra Schiavone, De Castro e Giuliano

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Ci aspettiamo molto dal Parlamento europeo e dalla Commissione Agricoltura. Bruxelles ci parla di greening e di agricoltura più verde, ma qui al verde rischiano di rimanere solamente le aziende agricole, quando è proprio l’agricoltura che, in questa era in cui si prospetta la scarsità dovrebbe essere adeguatamente sostenuta». «La nuova politica agricola nasce sbagliata, la correggeremo». In Consiglio europeo c’è una larga maggioranza contraria al greening e alla norma del 7% del terreno da dedicare a fini ecologici, ha rassicurato De Castro, che ha aggiunto: «L’auspicio è che l’Italia riesca a fare in modo che i cambiamenti che saranno apportati al documento Ciolos rispondano a specificità e esigenze della nostra produzione. Bisogna dare ai nostri agricoltori le armi per fronteggiare questa fase d’incertezza». Alla presentazione sono intervenuti, il presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano, la senatrice Colomba Mongiello, il presidente della Provincia Antonio Pepe, il sindaco Gianni Mongelli e il presidente di Confagricoltura Puglia Umberto Bucci.

PAOLO DE CASTRO

Corsa alla terra Si intitola “Corsa alla terra” il nuovo saggio di Paolo De Castro (Donzelli, pagg. 160, euro 16). In uno scenario caratterizzato dal ritorno dello spettro della crisi alimentare, Paesi dotati di grande disponibilità finanziaria, ma di scarse estensioni di terra coltivabile, hanno iniziato ad acquisire o affittare milioni di ettari nelle aree del globo più povere, come l’Africa. L’obiettivo è produrre cibo o biocarburanti per i Paesi acquirenti. Cina, Paesi del Medio Oriente, Corea, grandi entità finanziarie anche europee e americane comprano pezzi interi di altri continenti: Africa, America Latina, Asia. Le Organizzazioni non governative definiscono il fenomeno con l’accezione negativa di “land grabbing” o “nuovo colonialismo agricolo”. La Fao e la Banca mondiale valutano con favore l’aumento degli investimenti esteri diretti nei Paesi poveri e sospendono il giudizio: preferiscono parlare di “acquisizioni su larga scala di aree coltivabili”. Comunque la si pensi, l’aumento della domanda di terra è inconfutabile: negli ultimi due anni sono state annunciate o portate a termine transazioni per oltre 45 milioni di ettari. De Castro sottolinea come l’agricoltura sarà sempre di più un settore strategico e il controllo della terra sarà sempre più cruciale per lo sviluppo delle nazioni.


OIGA / 1

Master universiIl bando assegna un contributo del valore massimo di 15.000 euro per la iscrizione e la frequenza a master universitari. La borsa di studio OIGA è concessa ad imprenditori agricoli o coadiuvanti familiari “under 40” che hanno intenzione di frequentare un master universitario organizzato dalle facoltà di agraria, veterinaria ed economia di un Istituto universitario italiano. La borsa copre solo i costi di iscrizione e frequenza al master e viene erogata, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di stato, direttamente all’istituto universitario che organizza il master. Info: www.oigamipaaf.it

OIGA / 2

Servizi di sostituIl bando attribuisce un contributo di 70 euro al giorno ( 5.000 annui) per la copertura dei costi sostenuti per servizi di sostituzione in caso di malattia,infortunio, maternità e frequenza a corsi di formazione. Possono accedere al bando gli imprenditori agricoli (IAP) under 40. Il sostituto deve essere in possesso delle capacità professionali adeguate alle funzioni da svolgere e non deve far parte dello stesso nucleo familiare dell’imprenditore richiedente, nè essere cointestatario dell’ azienda. Info: www.oigamipaaf.it

Assemblea Anga di Imperia: “I floricoltori preoccupati ” INCONTRO A SANREMO: BILANCIO E PROSPETTIVE

Foto di gruppo: Al termine della riunione assembleare a Sanremo

L’Assemblea annuale di Anga Imperia si è svolta a Sanremo all’insegna del lavoro di squadra, interrogandosi su come uscire dalla crisi. Sono intervenuti l'assessore regionale all' Agricoltura Giovanni Barbagallo, il vicepresidente nazionale Matteo Brunelli e una delegazione dei giovani di Confagricoltura Cuneo, guidata dal presidente provinciale Andrea Ingaramo. Emanuele Sismondini, presidente dei

giovani d’Imperia e Marco Damele sono preoccupati per il futuro del comparto floricolo sia a livello nazionale, sia provinciale. “Già negli anni ’80 - ha detto Sismondini - si parlava di rilancio del settore, siamo cresciuti con un ideale di rinascita e ottimismo, ma definire il 2012 incerto è poco”. I giovani agricoltori della Sezione di Imperia si sono impegnati, per quest’anno, ad agire per la salvaguardia del loro futuro professionale”.

A Verona nasce la scuola per l’imprenditoria INIZIATIVA DELLE JUNIORES DATORIALI

Al via, a Verona, la quinta edizione della "Scuola per l'imprenditoria", il progetto formativo promosso dai Gruppi dei Giovani delle principali associazioni datoriali, tra cui l’Anga. I rappresentanti juniores delle categorie economiche veronesi sono convinti che una delle risposte per uscire dalla crisi è far crescere professionalità e cultura d'impresa. “Il nostro obiettivo è costruire un cam-

mino di sviluppo del sistema provinciale, attraverso il coinvolgimento dei principali protagonisti dell'economia veronese – dice Riccardo Artegiani, presidente Anga Verona – . Così abbiamo dato il via ad un nuovo metodo nel fare cultura d'impresa che darà certamente buoni frutti”. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa visitare il sito web www.scuolaimprenditoria.it 81 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2012


Vercelli capitale della moderna risicoltura

FIERA IN CAMPO AL 35° APPUNTAMENTO

Ventiquattro, 25 e 26 febbraio appuntamento a Vercelli, al centro fiere di Caresanablot, per la trentacinquesima edizione di Fiera in Campo, il consueto salone interamente organizzato dall’Anga Giovani di Confagricoltura di Vercelli che è diventato l’eccezionale vetrina europea del mondo risicolo. Protagonista del 2012 è l’imprenditore agricolo del nuovo corso della Politica agricola. L’Anga provinciale si è attivata, a livello nazionale ed europeo, anche in ambito Eurorice, perchè la nuo-

va PAC per il settore, trattando di risorse territoriali ed ecosistemi, generi favorevoli prospettive di sviluppo per le imprese. Lo slogan dell’edizione di quest’anno è, la multifunzionalità. Infatti la risicoltura moderna è diventata il fulcro dell’ ambiente, del territorio e dell’economia locale. Tra gli stand dell’edizione 2012 di Fiera in Campo si potrà apprezzare il meglio della produzione meccanica, industriale e artigianale, dell'hardware, della ricerca genetica e della chimica mondiali dedicati alla risicoltura. Inoltre, come di consueto, una superficie di 40 ettari sarà aperta ai visitatori per testare, direttamente sul campo, i mezzi agricoli messi in vetrina dagli espositori. Grande attenzione al top del made in Italy, prodotto dalle imprese agricole. In fiera ci sarà anche uno spazio dedicato ai più piccoli.

Conoscere l’olio d’oliva CALABRIA

Conoscere di più l’olio d’oliva, questo l’obiettivo degli incontri organizzati dall’Anga della Calabria per approfondire una produzione regionale importantissima. “Le cifre parlano chiaro: mediamente ogni anno in Italia vengono prodotti circa 6 - 7 milioni di quintali di olio di oliva e la regione calabrese ne produce circa il 33%”, dice Raffaele Maiorano presentando l’iniziativa insieme a Alessandra Mazza (presidente Catanzaro), Gabriella Martilotti (presidente di Cosenza) e Anna Cortose (presidente Vibo Valentia). L’incontro promosso dall’Anga calabrese ha entusiasmato i giovani e il primo seminario, che ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori, è

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stato una lezione/degustazione sull'olio. L’azienda agricola ospitante, Robero Ceraudo, che ha vinto molti premi per la qualità del proprio olio e del vino, ha aperto le porte per una visita di studio. A Catanzaro l’appuntamento è stato all’ oleificio Torchia. L’evento si è incentrato principalmente sulla meccanizzazione e si è analizzata l'influenza delle tecniche estrattive sulla qualità dell'olio e/o l'abbinamento cibo /olio ed ancora gli aspetti nutraceutici dell'olio d'oliva. Infine, a Cosenza, il prossimo 4 marzo, l’attenzione sarà puntata sulla potatura, dal punto di vista teorico e da quello pratico: è prevista una prova in campo, ma non mancheranno gli assaggi.

ISMEA

Vendita fondi agricoli Per agevolare l’insediamento dei giovani in agricoltura l’Ismea ha pubblicato un bando per la vendita di 34 fondi agricoli in 12 diverse regioni. Questi terreni, nell'ambito delle attività di riordino fondiario, sono rientrati nella disponibilità dell'Istituto per inadempienza contrattuale da parte degli assegnatari. L’opportunità è riservata ai giovani (under 40) che intendono insediarsi per la prima volta in un'azienda agricola. Si potranno applicare le “Agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura”, regime di aiuto XA259/09, per un massimo di 40mila euro.

FIRENZE

Incontri di formazione La sezione di Firenze continua a promuovere gli incontri formativi rivolti ai giovani agricoltori. Dopo il primo appuntamento sulle tematiche fiscali, quello sull’ agriturismo; è stato condotto dal presidente Agriturist di Firenze e di Prato, Valeria Bruni Giordani, da Antonella Lazzereschi, segretaria Agriturist di Firenze e di Prato e dal capo servizio Ufficio Tributario del Sindacato Provinciale Proprietari Conduttori in Economia di Firenze, Marco Anchinico.




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