ETICHETTE RICAMBIO
D’AUTORE • VINI GENERAZIONALE •
E DIMORE STORICHE • VITIGNI IBRIDI • CARTA DELLA SOSTENIBILITÀ • BIOGAS
CRIMINALITÀ E AGRICOLTURA ITALY • FRENA L’EXPORT
Le infiltrazioni criminali in agricoltura
Firmata la carta della sostenibilità Rinnovabili: la nuova sfida del biometano
Il Vinitaly di Confagricoltura
Anno LXIX - n. 3 - MARZO 2019 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
L’ E D I T O R I A L E nnn
Impresa al centro
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i stiamo avvicinando a due appuntamenti cruciali a livello europeo per la nostra agricoltura: le elezioni del Parlamento a fine maggio e l’insediamento della nuova Commissione il prossimo mese di novembre. Cruciali perché l’agricoltura dipende sempre di più dalle politiche europee, oltre che da quelle regionali. Sembra ormai scontata una proroga della normativa vigente sulla Pac. Il negoziato sul “post 2020” sarà dunque chiuso con i triloghi, a cui parteciperanno, con i ministri agricoli, il nuovo Parlamento e la nuova Commissione, su cui fin d’ora confidiamo. Ma dovremo, comunque, continuare a batterci, rafforzando le alleanze strette con le principali Organizzazioni professionali degli altri Paesi membri produttori di derrate agricole, come la francese Fnsea, la tedesca Dbv e la spagnola Asaja, e cercandone di nuove, perché la nostra posizione in merito alle proposte presentate dalla Commissione nel giugno dello scorso anno venga tenuta nella debita considerazione. Mantenimento del budget destinato all’agricoltura e centralità dell’impresa devono rimanere i punti cardine della prossima riforma. E tutto questo nell’ambito dell’approvazione del quadro pluriennale 2021-2027, che animerà il dibattito durante l’anno in corso. L’impresa dovrà essere posta anche al centro delle politiche nazionali, per un’agricoltura forte, innovativa, sostenibile e competitiva, proiettata sui mercati internazionali. Per questo abbiamo chiesto al ministro Gian Marco Centinaio e a tutto il governo un piano strategico per l’agroalimentare che ci permetta di uscire dalle emergenze e di guardare in maniera programmatica e con fiducia al futuro. E, devo dire, che aperture positive in questa direzione sono arrivate. Centralità dell’impresa che Confagricoltura ha nel suo Dna e intorno alla quale si muove tutta la sua attività, a livello nazionale e territoriale, e che è stata recentemente ribadita e rafforzata con alcune modifiche del nostro statuto che vanno nella direzione di più efficiente organizzazione, con il fine ultimo di tutelare l’imprenditore e la sua libertà di fare impresa. Per crescere insieme. Vinitaly, al quale è dedicata la copertina e lo speciale di questo numero di Mondo Agricolo, è un esempio concreto della capacità di fare impresa dei nostri agricoltori: la “Grande Italia del vino di Confagricoltura” che, con ingegno e passione, lavora ogni giorno per affermare e migliorare la qualità dei propri prodotti, investe in ricerca e innovazione, tutela paesaggi, storia e cultura, conquista nuovi mercati, contribuendo a rafforzare l’immagine del Made in Italy nel mondo. Massimiliano Giansanti MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 3
SOMMARIO L’EDITORIALE Impresa al centro Massimiliano Giansanti................. 3
PRIMO PIANO VINITALY-SOL Aperti al mondo Anna Gagliardi........................... 6
Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it
Italia nel calice Anna Gagliardi........................... 8 Artisti diVini Elisabetta Tufarelli ....................
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Vitigni resistenti A.G. .....................................
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Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950
Vino e turismo d’eccellenza Gabriella Bechi. ........................
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Emozioni in cantina Paola Castello ..........................
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Pubblicità
Goccia a goccia nostro servizio .........................
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Abbonamento annuo Testata associata all’USPI
Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it Ufficio Traffico Tel. +39 051.6575.842 impianti.edagricole@newbusinessmedia.it Stampa e diffusione a cura di New Business Media srl Via Eritrea 21, 20157 Milano Stampa: Faenza Group - Faenza (RA)
ATTUALITÀ EVENTI Olio e cultura Elisabetta Tufarelli ....................
Criminalità e agroalimentare Paola Castello ..........................
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Generazioni a confronto Elisabetta Tufarelli ....................
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Riso, la riscossa parte da Vercelli Anna Gagliardi .........................
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ATTUALITÀ FINANZA Favorire la competitività Maria Cristina D’Arienzo..............
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FOCUS SOSTENIBILITÀ Impegno condiviso Elisabetta Tufarelli.....................
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Primi nelle rinnovabili Gabriella Bechi.........................
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Rubriche
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Mappamondo Accordo UK-Cile. . . . . . . 46 EPS Esempio Germania. . . . . . . . . . . . 48 Organizzazione Academy Lombardia.. 52 Enapra Coltiviamo competenze.. . . . 56 Over 65 Paesi sani. . . . . . . . . . . . . . . . . 58 Buono a sapersi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 Campi sonori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
Confagricoltura
@Confagricoltura
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Verona Fiere
7-10 aprile 2019
è c’
Confagricoltura Coltiviamo Capolavori
TENSOSTRUTTURA D E2/E3 F2/F3
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Aperti al mondo
Internazionalizzazione, sostenibilità, cultura le parole chiave dell’edizione 2019 di Anna Gagliardi
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a domenica 7 a mercoledì 10 aprile è in scena a Verona la 53esima edizione del Vinitaly, che quest’anno ammicca ancora di più alla sostenibilità, introducendo un’ampia area dedicata esclusivamente ai vini biologici prodotti secondo la normativa europea e promossa con Federbio. Lo spazio per Vinitalybio si chiama Organic Hall e costituisce la novità principale del salone 2019, che punta anche su altri elementi innovativi di richiamo per un pubblico più vasto. È il caso del “Vinitaly Design”, novità riservata ai prodotti e agli accessori che completano l’offerta legata alla promozione del vino e all’esperienza sensoriale, sia per professionisti, sia per amatori: dal packaging agli arredi per cantine,
ma anche oggettistica per la degustazione e il servizio. Questa novità è legata a Enolitech, che mantiene così al suo interno unicamente le tecnologie e le attrezzature per la produzione, in vista del cambio di cadenza della rassegna che - spiega VeronaFiere, organizzatore del salone internazionale dei vini - dal 2020 si svolgerà negli anni pari, in concomitanza con Fieragricola. Si rinnova anche il concorso per il packaging, che diventa Vinitaly Design International Packaging Competition e si allarga agli aromatici, ai vermouth e alla birra. Secondo VeronaFiere, Vinitaly è riuscito nel tempo ad acquisire un’impronta ancora più professionale del target dei visitatori, andando così incontro alle richieste delle aziende che partecipano
alla fiera con l’obiettivo principale di fare business e dirottando curiosi e appassionati altrove. La città di Romeo e Giulietta, parallelamente alla manifestazione, ha infatti sviluppato un programma alternativo per i consumatori nel “Vinitaly and the City”, animando pomeriggi e serate con eventi per tutti i gusti: quattro giorni di degustazioni, quest’anno dal 5 all’8 aprile, dei migliori vini italiani e stranieri in abbinamento a specialità street food gourmet. Vino, cultura, incontri e spettacolo per un’esperienza unica nelle piazze e nei luoghi più suggestivi di Verona, una delle poche città al mondo ad avere il proprio centro storico interamente dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Tornando al business, i numeri della fiera dello scorso anno inducono gli organizzatori all’ottimismo per l’imminente edizione: nel 2018 ci sono state 128mila presenze, di cui 32mila buyer stranieri provenienti da 143 Paesi del mondo; 4.461 espositori di 35 Paesi e una superficie netta utilizzata di 95.500 metri quadrati.
International Wine Hall raddoppia Quest’anno è stata ulteriormente allargata l’area espositiva, grazie al nuovo layout della manifestazione e il Vinitalybio concentrato nel Padiglione 8. E per chi crede che Vinitaly parli quasi esclusivamente italiano, VeronaFiere risponde con International Wine Hall: il raddoppio delle sale dedicate alle degustazioni dei vini e dei distillati esteri, con l’ingresso di nuovi espositori dalla Francia, il raddoppio degli spagnoli, la conferma dell’Australia, l’ampliamento delle aree dell’Ungheria e della Croazia e il ritorno del Kosovo. Il catalogo del salone per gli operatori quest’anno è addirittura in nove lingue: non solo italiano e inglese, ma pure cinese, francese, tedesco, spagnolo, russo, giapponese e portoghese. Il confronto tra vini, territori e annate consente agli attori della filiera, dai produttori ai buyer che devono guidare le tendenze di
consumo mondiali, di migliorare le proprie competenze degustative, innalzando la percezione della qualità. Attesissima, come ogni anno, l’anteprima del sabato sera “Opera Wine”, in cui vengono degustati i cento migliori vini italiani secondo la rivista Wine Spectator, la “bibbia” enologica americana che dedica sempre all’Italia la copertina del mensile in uscita in concomitanza con Vinitaly. Il numero di aprile 2019 ha per protagonisti Barbera, Pinot Bianco, Vernaccia di San Gimignano, Vermentino, Aglianico e Nero d’Avola. O meglio, “uve antiche, vini moderni e tesori culturali” (“Ancient grapes, modern wines, cultural treasures” è il titolo di apertura), per un’edizione dedicata alla scoperta di un’Italia meno scontata attraverso sei vitigni dalla storia secolare, espressione caratteristica di diversi territori da Nord a Sud. E per Confagricoltura è un orgoglio constatare di anno in anno che la maggior parte dei migliori cento vini di Opera Wine sono prodotti nelle aziende associate alla Confederazione. nnn
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Italia nel calice Ricchissimo programma di eventi allo stand confederale. Spazio a prodotti e territori di Anna Gagliardi 8 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
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e lo scorso anno lo spazio di Confagricoltura al Vinitaly si era già contraddistinto per eleganza e vivacità, il 2019 si presenta ulteriormente accattivante. Le coordinate all’interno della fiera di Verona sono: stand E2 - E3/ F2 - F3, Tensostruttura Hall Area D, in prossimità dell’ingresso San Zeno. L’area è vasta e consente di ospitare più eventi in contemporanea,
senza tralasciare l’accoglienza del pubblico, proponendo un viaggio nella Galleria delle regioni o ricevere ospiti nell’ampia zona con servizio bar dedicato ai vini delle aziende associate. Cuore pulsante dello stand è la sala centrale da 40 posti: uno spazio poliedrico che ospita degustazioni professionali, seminari di approfondimento o incontri ufficiali. Il calendario di animazione a riguardo è particolarmente ricco.
A questo baricentro di eventi si aggiunge la saletta Vip riservata a un massimo di 20 persone per incontri più ristretti. Completa l’area una saletta stampa e la cucina in cui vengono preparate le proposte gastronomiche abbinate ai vini del territorio, oltre al grande open space intorno al bancone del winebar. Tutto lo stand è arricchito dall’allestimento a cura di Confagricoltura Liguria, che propone una
selezione florovivaistica che valorizza gli spazi e mette in mostra uno spaccato del comparto e delle sue eccellenze floreali celebri in tutto il mondo. La Galleria delle regioni si presenta come una sorta di Hall of Fame: ogni territorio racconta le sue caratteristiche pedoclimatiche, i vitigni autoctoni e i vini che sono anche in degustazione al winebar gestito dai sommelier. Nella Galleria quest’anno viene proposta an-
che una mostra concorso dedicata alle etichette realizzate da artisti affermati o emergenti. L’iniziativa, intitolata “Artisti diVini” è realizzata in collaborazione con Reale Mutua. Il programma di Confagricoltura alla quattro giorni veronese contempla, oltre agli incontri ufficiali con personalità del mondo politico, appuntamenti con personaggi del mondo dello sport e dell’alta cucina, fornendo uno straordinario panorama culturale, enologico e gastronomico delle zone più vocate della Penisola. Domenica 7 aprile È la Campania ad aprire la kermesse nella sala principale con “Vesuvio da mangiare e da bere” insieme allo chef Paolo Barrale, alle 11: un’immersione in una delle zone più affascinanti d’Italia che fa anche da traino all’inaugurazione ufficiale dello stand, al termine dell’incontro, con l’arrivo del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Alle 13,30 tocca alla Lombardia e in particolare alla provincia di Brescia a presentare le proprie eccellenze enologiche. Alle 15,30 l’attenzione si sposta sui vitigni resistenti e la sostenibilità, con un confronto aperto tra le posizioni della Commissione Europea e Confagricoltura e una degustazione di vini da vitigni ibridi dallo spirito internazionale. Nella sala Vip alle 12,30 l’Umbria propone una degustazione di oli: un percorso che esalta uno dei prodotti simbolo della regione del Centro Italia e che è protagonista del Vinitaly insieme all’universo vino. Lunedì 8 aprile Si inizia alle 10,45 con Crédit Agricole e il suo impegno a fianco delle imprese vitivinicole. Alle 12 grande attesa per l’evento con ADSI, l’Associazione delle Dimore Storiche d’Italia, che avvia con Confagricoltura una partnership finalizzata alla promozione del vino e del turismo di eccellenza. La quasi totalità delle dimore storiche, castelli, ville e tenute che sono patrimonio artistico riconoMARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 9
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sciuto, oltre che luoghi di ospitalità, appartengono infatti ad aziende associate a Confagricoltura e vantano storie pluricentenarie. A siglare questa collaborazione è la degustazione di vini autoctoni prodotti da alcune delle case vitivinicole aderenti all’ADSI e presenti al Vinitaly. Alle 13,15 torna in scena la Lombardia, questa volta con Pavia, i vini dell’Oltrepò e il riso, simbolo della Lomellina, interpretato da uno chef del territorio. 10 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
Alle 15 è la Toscana, con Confagricoltura Siena, a proporre una degustazione di Sangiovese a cura di Ian D’Agata. Alle 16,45 è previsto uno show cooking con Filippo La Mantia e l’istituto alberghiero di Verona, che quest’anno è attivo con i propri ragazzi in servizio allo stand confederale. Nella sala Vip, alle 10,30, Confagricoltura dà il benvenuto agli esponenti delle Commissioni Agricoltura della Camera e del
Senato in visita allo stand e in riunione ristretta con il presidente Giansanti. Alle 13,30 Enapra presenta il catalogo della formazione specifica per gli addetti al settore vitivinicolo: un’opportunità di crescita e di grande interesse per le aziende e per i loro dipendenti. Alle 14,45 si degustano i vini dell’Istituto superiore veronese Stefano Bentegodi e si chiude, alle 16, con l’Umbria e l’evento Smart Meteo, dedicato all’innova-
zione. Segue aperitivo. Martedì 9 aprile Si apre alle 11 con la Campania, in scena con il Sannio e la Falanghina in una degustazione a cura di Daniele Cernilli, Doctor Wine. Alle 13 ci si sposta in Piemonte, con Confagricoltura Torino e Cuneo che propongono una degustazione di vini del Canavese, del Pinerolese e delle Langhe abbinati a carne cruda di Fassona e formaggi a latte crudo. Il titolo dell’evento è provocatorio: “Nudi & crudi”.
Alle 14,30 ultimo appuntamento con la Lombardia in fiera, questa volta con la provincia di Mantova e le sue specialità enogastronomiche. Alle 15,45 da non perdere il percorso guidato da Marco Oreggia, invitato da Confagricoltura Siena a far scoprire i migliori oli del territorio e carpirne i segreti. Ad arricchire l’evento la presenza di rappresentati della Federazione Italiana Rubgy. Nella sala Vip la giornata è interamente dedicata al Veneto: si inizia in mattinata, quindi alle 12 sono di scena i vini eroici della provincia di Belluno e alle 13 l’incontro con la Commissione Agricoltura della Regione. Per l’occasione vengono ospitate alcune personalità venete che hanno dato lustro internazionale allo sport italiano: lo sciatore Kristian Ghedina, ora allenatore, e il campione del mondo di calcio Paolo Rossi, che ora è anche produttore di vino. Mercoledì 10 aprile Alle 10, nella sala principale, Confagricoltura Modena propone le sue eccellenze enologiche e gastronomiche. A Mezzogiorno è la Liguria a dedicare la degustazione all’olio di oliva extravergine Dop e ai prodotti sottolio: un trionfo della Taggiasca declinato in un percorso gustativo che si preannuncia assai gustoso. Nella sala Vip alle 11 tocca ancora all’Umbria dedicare un approfondimento all’olio EVO, mentre alle 15 si chiude con l’incontro finale insieme ai ragazzi dell’alberghiero. nnn MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 11
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Mostra-concorso dedicata alle etichette d’autore di Elisabetta Tufarelli
Artisti diVini
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are il vino è senza dubbio un’arte. Richiede, né più né meno di un quadro o una scultura, maestria, pazienza e intuizione. Partendo da questo presupposto, Confagricoltura, insieme a Reale Mutua, presenta a Vinitaly, “Artisti diVini”, una mostraconcorso dedicata, questa volta, non al capolavoro che c’è dentro
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la bottiglia, ma a quello che c’è fuori, cioè alle etichette. La “Galleria delle regioni”, all’interno dello stand di Confagricoltura, il percorso tra i vini più rappresentativi dei territori viticoli italiani, si arricchisce così di uno spazio dedicato alle trenta etichette firmate dagli artisti incaricati dai viticoltori di “vestire” il vino o i vini più pregiati delle loro maison.
D’altronde il “dentro” e il “fuori” della bottiglia sono un tutt’uno, la completa sintesi della relazione tra due forme d’arte, che si sposano perfettamente: quella vitivinicola e quella figurativa. Il vino “griffato” da artisti è un fenomeno rilevante e affascinante, che ne sottolinea l’aspetto culturale e ne esalta l’identità territoriale e l’unicità. Sono sempre di più, infatti, le aziende vinicole che utilizzano opere di artisti famosi in etichetta per identificare e immortalare le proprie bottiglie. Questo fenomeno è nato in Francia negli anni ’20, grazie alla volontà del Barone Philippe de Rothschild, con l’etichetta progettata Jean Carlu, inaugurando una tradizione che ha arricchito i gran cru di Bordeaux della prestigiosa Maison. Dopo Carlu, infatti, lo Chateau si è avvalso della collaborazione di numerosi artisti tra cui ricordiamo Philippe Jullian (che disegnò, nel 1945 l’etichetta di Château Mouton Rothschild che celebrava la fine del nazismo e la pace), Jean Coteau, Georges Braque, Salvador Dalì, Marc Chagall, Joan Mirò, Wassily Kandisnsky, Pablo Picasso, Andi Wharhol e perfino Carlo d’Inghilterra. E il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio a livello mondiale, tanto che molte bottiglie artistiche sono diventate dei veri e propri oggetti da collezione, battuti nelle aste, a sottolineare ed esaltare ancora di più lo stretto rapporto tra vino e arte. Confagricoltura, da sempre, ha esaltato questo forte legame, al-
largandolo anche all’agri-cultura in senso generale, per mettere in evidenza il vincolo solido e antichissimo che unisce i prodotti della terra e le diverse forme di espressione artistica. A questo proposito è stata creata un’apposita sezione all’interno del “Premio nazionale per l’innovazione”, indetto quest’anno per valorizzare la connessione profonda tra agricoltura, cultura ed arte. In occasione del Vinitaly l’Organizzazione degli imprenditori agricoli con “Artisti diVini” intende sottolineare anche quanto questo rapporto rappresenti una leva di sviluppo sempre più importante per il settore, tant’è che moltissime imprese associate puntano su questo connubio ‘naturale’ rivolgendosi ad artisti per le proprie etichette o, addirittura, realizzando vere e proprie ‘performance’ nei vigneti, supportando e istituendo premi, portando avanti forme di neomecenatismo o creando cantine che sono vere e proprie opere d’arte. “Artisti diVini”, il contest organizzato in occasione della kermesse veronese, da Confagricoltura insieme a Reale Mutua, è riservato alle aziende associate che hanno deciso di affidare la realizzazione di una propria etichetta ad un artista affermato o emergente. “Reale Mutua, da sempre parte integrante del sistema culturale nazionale, conferma ancora una
volta in modo concreto e tangibile la propria vicinanza al territorio, e in questo caso al mondo vitivinicolo - ha detto Michele
Quaglia, direttore commerciale e brand di Gruppo Reale Mutua -. Crediamo, infatti, che sostenere attivamente progetti come questo sia importante per supportare la cultura e l’arte in tutte le sue molteplici forme, anche quelle più peculiari come quella figurativa sulle etichette del vino”. L’etichetta vincitrice sarà scelta dal pubblico in visita allo stand di Confagricoltura, che oltre a votare la preferita su un cartoncino appositamente realizzato in collaborazione con Reale Mutua, potrà anche degustare il prodotto contenuto in queste bottiglie “griffate”. L’opera vincitrice del concorso sarà premiata con una speciale riproduzione artistica. nnn MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 13
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Vitigni resistenti Dibattito nazionale ed europeo sulle ultime novità tecnico – normative e degustazione
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emplificando al massimo, i vitigni ibridi sono quelli derivanti da incroci della tradizionale Vitis vinifera con altre specie del genere Vitis che hanno sviluppato caratteristiche di resistenza alle malattie, dando origine a varietà capaci di opporsi ai principali stress biotici e abiotici. Si chiamano anche vitigni resistenti, termine che forse a livello di percezione evoca un approccio più favorevole rispetto a quello di “ibrido”. Impatto linguistico a parte, queste nuove varietà permettono di ridurre drasticamente l’utilizzo di prodotti fitosanitari in vigna, favorendo una viticoltura decisamente più sostenibile in termini ambientali e, con il tempo, anche economici. Attualmente con questi vitigni si possono pro-
durre vini da tavola e Igp, ma non Doc né Docg. La ricerca, nel corso degli anni, ha sviluppato alcuni risultati interessanti in particolare sui vini bianchi, ma il dialogo tra puristi e innovatori è tuttora tonico, suscitando considerazioni di carattere tecnico, normativo e percettivo da parte dei consumatori. Il dibattito è aperto a livello europeo, in particolare nei Paesi a grande vocazione enologica, quindi anche in Italia, dove la ricchezza del patrimonio viticolo inevitabilmente apre un ulteriore scenario di questioni legate alle peculiarità territoriali. Cosa che in Francia, ad esempio, è limitata ad alcune varietà caratterizzanti la produzione d’Oltralpe. Confagricoltura, da sempre aperta all’innovazione e alla ricerca, si è occupata del tema in parallelo
Solo vini da tavola e Igp o anche Doc?
Pinot Regina
all’avanzamento degli studi e dei progetti che hanno coinvolto in particolare alcune regioni, quali il Veneto e il Friuli, dove la dinamica degli impianti di nuovi ibridi è stata ed è particolarmente vivace. Al Vinitaly 2019, nel pomeriggio di domenica 7 aprile, la Confederazione torna sul tema con un doppio appuntamento: un aggiornamento sulle posizioni della Commissione europea e quelle di Confagricoltura in merito alle ultime novità tecnico-normative, e un percorso degustativo internazionale dedicato ad alcuni vini da vitigni resistenti. Attori di questo match di approfondimento sono Raimondo Serra, vicecapo Unità Vino della Dg Agri della Commissione Europea; Federico Castellucci, presidente della Federazione nazionale di Prodotto Vino di
Confagricoltura, che vanta esperienze internazionali ad altissimo livello in campo enologico; Diego Tomasi, direttore del Centro di ricerca per la Viticoltura del Crea, e l’enologo Luciano Vettori. L’appuntamento è alle 15,30 nella Sala centrale dello stand confederale. “Non possiamo ignorare questa realtà che è in forte evoluzione - afferma Castellucci - e neanche le tempistiche di tale fenomeno. Dobbiamo essere informati e agire conseguentemente, con la dovuta prudenza”. I cambiamenti climatici e l’esigenza di diminuire l’impatto sull’ambiente hanno sollecitato la ricerca insieme alle necessità di quei viticoltori che operano principalmente in aree con piovosità e umidità elevate, dove la vite è più a rischio di contrarre malattie causate da funghi, virus o fitoplasmi e richiede conseguentemente un uso importante di anticrittogamici. Anche se oggi la lotta fitosanitaria è condotta con principi attivi ambientalmente molto più sostenibili, la viticoltura segue con grande attenzione gli sviluppi della ricerca finalizzata a diminuire l’utilizzo di fitofarmaci, mantenendo il più possibile elevato lo standard qualitativo del prodotto finale. “Mentre l’Europa è favorevole all’allargamento dei vitigni ibridi anche alle denominazioni di origine controllata - spiega Castellucci - l’Italia, e Confagricoltura, sostengono che al momento le nuove varietà possano riguardare i vini da tavola e a indicazione geografica tipica, continuando gli studi e seguendone comunque gli sviluppi per un eventuale futuro allargamento alle Doc. Serve tuttavia una visione d’insieme che oggi non c’è: non possiamo demandare la questione alle singole Regioni, con il Nord Est già oltre
la sperimentazione e altri territori fermamente ostili ai vitigni ibridi. Dobbiamo tenere conto - aggiunge Castellucci - anche del fatto che ci sono vitigni coltivati in regioni confinanti: come sarebbe possibile avere norme differenti sullo stesso vitigno, solo per una questione di confini geografici? Come Confagricoltura quindi siamo aperti e favorevoli alla prosecuzione della ricerca, e a livello normativo auspichiamo una supervisione nazionale in grado di dare chiarezza al produttore e anche al consumatore”. (A.G.) nnn
Souvignier gris
Solaris
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Confagricoltura e Associazione Dimore Storiche alla scoperta dei vitigni autoctoni di Gabriella Bechi
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antine e Dimore Storiche insieme per dimostrare come sia possibile coniugare la tutela del paesaggio con la produzione di vini di alta qualità e con l’offerta di un turismo esperienziale che consenta di vivere la straordinaria bellezza della campagna italiana. Lunedì 8 aprile, dalle 12 alle 13, nello stand di Confagricoltura - in concomitanza con la visita dei membri della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati - si svolgerà l’incontro “Vino e turismo di eccellenza”, voluto dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli e dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, a cui seguirà una degustazione dei vini provenienti dai
vitigni autoctoni dei soci. Agricoltura, paesaggio e turismo elementi strettamente connessi al concetto di bellezza, tanto ad essere elevati al rango di opere d’arte, come lo stesso critico Vittorio Sgarbi ha recentemente sostenuto: “Quando un ente come l’Unesco è chiamato a decidere se è meglio tutelare Giotto o il territorio del Prosecco - e lo stesso è già stato fatto nelle Langhe - sdogana definitivamente l’intuizione del valore artistico dell’agricoltura nel rapporto con la popolazione locale e con il paesaggio.” Quella tra Confagricoltura e l’Associazione delle Dimore Storiche è una collaborazione che va avanti da molti anni, proprio perché molti soci dell’Organizzazione agricola sono proprietari di dimore storiche e soci a loro volta dell’Associazione che li riunisce a livello nazionale. Dalle eleganti ville venete, ai castelli toscani, ai palazzi romani, fino alle antiche masserie pugliesi, le dimore storiche tutelano il patrimonio artistico del nostro Paese (alcune sono musei regolarmente aperti al pubblico, altre possono essere visitate su prenotazione), proteggono e valorizzano il paesaggio, offrono la possibilità a turisti italiani e stranieri di conoscere la storia del nostro Paese, aprendo le loro por-
te per eventi, convegni, mostre o per soggiorni ed esperienze enogastronomiche di eccellenza. Molte dimore storiche sono in
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Tenuta La Marchesa
campagna e spesso sono inserite all’interno di aziende vitivinicole, tanto che ben 60 sono presenti a Vinitaly con un proprio stand.
Inoltre, l’Associazione parteciperà direttamente alla Fiera con uno stand collettivo ubicato nel Padiglione 10 (Stand P5), nella galleria fra il Piemonte e la Toscana, con l’obiettivo di sottolineare ancora una volta il ruolo che le dimore storiche hanno non solo nella ricerca del patrimonio storicoarchitettonico italiano, ma anche nella salvaguardia del paesaggio rurale e nella produzione di qualità. Complessivamente saranno 70 (erano 64 nel 2018 e 55 nel 2017) le cantine storiche presenti alla manifestazione, a cui corrisponde una produzione annua pari a 40 milioni di bottiglie e 35mila ettari di paesaggio intatto. E per quasi la totalità sono socie di Confagricoltura. “L’Italia è un paese fantastico - dichiara Vittorio Giulini, presidente di Adsi Lombardia e membro della giunta nazionale - in cui si scoprono tesori inaspettati. Così è stato quando abbiamo capito che tanti soci dell’associazione dimore storiche partecipavano a Vinitaly: nomi famosi nel mondo e piccole aziende agricole tutti uniti nell’impegno a difendere il patrimonio culturale del nostro Paese”. “Sono molto soddisfatto di questa collaborazione - commenta Giordano Emo Capodilista, componente di giunta di Confagricoltura
e socio dell’Associazione Dimore Storiche - che mette in contatto agricoltura e bellezza in un connubio unico al mondo, fatto di qualità e di diversità che solo il nostro Paese può offrire”. “Con questa iniziativa - dichiara il presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane Gaddo della Gherardesca - confermiamo ancora una volta, grazie all’impegno concreto dei proprietari, il nostro ruolo primario ed insostituibile, non solo nella conservazione e nella fruizione del patrimonio culturale del Paese, ma anche nel contributo costante e crescente al benessere economico della comunità rurale. I vitigni autoctoni, da cui provengono le produzioni delle nostre aziende, riflettono l’identità di un territorio e le sue peculiarità, e sono quindi garanzia di qualità, eccellenza e tradizione.” Le cantine storiche presenti a Vinitaly sono tutte aperte alle visite, su prenotazione, e in molti casi sono collegate o in vicinanza di dimore d’epoca (listate in www. dimorestoricheitaliane.it) che offrono diverse tipologie di ospitalità, consentendo così agli operatori e appassionati della cultura del vino di visitare luoghi di grande fascino, in cui numerose generazioni hanno lasciato la propria impronta. nnn Villa Emo Capodilista
o d’eccellenza MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 17
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Firmato dal ministro Centinaio il decreto sull’enoturismo. Nuove opportunità per aziende e visitatori di Paola Castello
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ivere un’esperienza a contatto con la natura, conoscere da vicino i processi di produzione del vino, visitando un’azienda o un agriturismo in una località suggestiva, entrare all’interno di un vigneto o di una cantina e poi degustarne i prodotti; essere non solo visitatori o spettatori di qualcosa, bensì attori coinvolti in prima persona. È questa, oggi, una delle tipologie di turismo più ricercate e richieste: l’enoturismo, esempio perfetto di un sistema che lega un’azienda al territorio in cui opera, dove gusto, storia e bellezza si incontrano. Un settore fortemente strategico e dalle grandissime potenzialità, soprattutto in un Paese come il nostro, unico per varietà e ricchezza di territori e prodotti, in cui il vino, con la sola produzione, fattura miliardi di euro. Con il recente Decreto attuativo sulle Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica, firmato a metà marzo dal ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, vengono finalmente completate le disposizioni in materia, che erano state introdotte già con la Legge di Bilancio del 2018, ma rimaste inapplicate in assenza dello specifico Decreto. 18 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
Emozioni in cantina
Adesso, oltre ad essere stata data una puntuale definizione di “enoturismo”, vengono dettagliate alcune semplificazioni fiscali per le aziende agricole e definiti anche gli standard minimi di qualità dei servizi offerti. Il settore del turismo del vino viene così dotato di un quadro normativo completo e armonizzato a livello nazionale. Elemento, quest’ultimo, che potrebbe incoraggiare le imprese ad individuare una strategia comune delle attività enoturistiche, con la possibilità di promuovere in futuro anche un logo unico, a livello nazionale. Il provvedimento emanato dal ministero è frutto di un lavoro di squadra a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti gli operatori della filiera - Confagricoltura in primis - che ha portato ad un’intesa anche con le Regioni. In particolare il provvedimento ha recepito alcune modifiche proposte durante l’ultima riunione tecnica, tra cui quella presentata dalla Confederazione (l’art. 1 co. 2 del DM), ovvero il riconoscimento dell’attività enoturistica come vera e propria attività agricola, laddove svolta da imprenditori agricoli, singoli o associati, con tutto ciò che comporta anche a livello di fiscalità. Attraverso questo Decreto le aziende vitivinicole regolamenteranno le loro attività di acco-
glienza, divulgazione e degustazione, proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici, incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo. “Si apre una nuova stagione, con nuove numerose opportunità per il comparto, anche in termini di valorizzazione del territorio e occasioni di crescita per tutta la filiera, nonché di conoscenza per chi sarà fruitore dell’enoturismo”, ha sottolineato il ministro Centinaio in occasione dell’emanazione del Decreto. Si tratta di una tipologia di turismo, peraltro, non legata necessariamente alla stagionalità, che consente quindi maggiori opportunità per le aziende durante tutti i mesi dell’anno. Molti i vantaggi per i turisti previsti dalle linee guida, che stabiliscono, tra i requisiti minimi, l’apertura della struttura almeno tre giorni alla settimana, la presenza di ambienti dedicati e di personale addetto all’accoglienza, l’utilizzo di strumenti di prenotazione delle visite, preferibilmente informatici; perché i servizi offerti siano veramente al di sopra di un certo standard. Ci sono, quindi, tutte le condizioni perché l’enoturismo, già tanto ricercato, possa diventare uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese. nnn
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Sostenibilità e qualità
Syngenta supporta le aziende vitivinicole con il programma Grape quality agreement
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er continuare a ottenere elevate performance sul mercato globale il settore vitivinicolo italiano deve investire in innovazioni nel segno di una viticoltura sempre più sostenibile e in costante affinamento qualitativo delle produzioni. Da questo punto di vista il comparto ha mostrato una certa sensibilità, testimoniata dall’adesione volontaria ai diversi programmi sviluppati negli ultimi anni da imprese, consorzi, Organizzazioni professionali, pubblica amministrazione e istituzioni accademiche. In questo contesto Syngenta ha sviluppato il Grape Quality Agreement (GQA), un programma volto a offrire la possibilità ai viticoltori italiani di operare con successo sul mercato internazionale del vino. Questo pacchetto di protocolli di difesa e strumenti integrati è, infatti, finalizzato ad aiutare il produttore nel coniugare rese ottimali per ettaro ed elevata qualità, con la garanzia di rispondere ai sempre più severi vincoli in materia di sostenibilità ambientale, tutela della salute e responsabilità sociale vigenti nei mercati di destinazione del vino, favorendo così la conformità del prodotto alle normative sull’export. Il Grape Quality Agreement facilita pertanto le aziende aderenti a ottemperare ai requisiti previsti da vari sistemi di certificazione, tra i quali figura anche il disciplinare V.I.V.A.
(Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente) volto a misurare le prestazioni di sostenibilità della filiera vite-vino, lanciato dal ministero dell’Ambiente nel 2011. Sin dal suo debutto in Italia, Grape Quality Agreement ha suscitato l’interesse di numerose aziende vitivinicole, che in questo programma hanno riconosciuto le potenzialità per un concreto miglioramento della loro efficienza gestionale e del posizionamento sul mercato internazionale. In appena 5 anni, infatti, il GQA è cresciuto da 200 a più di 22.000 ettari in Italia, coinvolgendo quasi 150 agricoltori e, in alcuni casi, grandi cooperative con centinaia di viticoltori associati. “Il GQA - spiega Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia - è costituito da un programma di protezione completo e personalizzato di soluzioni sostenibili e strumenti dedicati che aiutano le aziende vitivinicole a operare con successo nel mercato internazionale attraverso la garanzia dei requisiti di conformità in materia di residui. Sulla scorta del protocollo di difesa concordato, Syngenta mette a disposizione dei vitivinicoltori le mappe digitali relative ai mercati internazionali che saranno accessibili in base alla conformità con i Limiti Massimi di Residui (LMR) consentiti nel vino”. Tali mappe sono generate dal-
la piattaforma software dedicata eMAT, un programma di protezione completo e personalizzato che consente ai viticoltori di incrociare i profili residuali degli agrofarmaci adottati in vigneto durante la stagione con le legislazioni sui Limiti Massimi di Residui (LMR) fissati nel vino in vigore nei diversi Paesi del mondo. Questo permette all’azienda di conoscere, già all’inizio dell’anno, la lista dei Paesi e dei punti vendita nei quali potrà esportare o vendere. Il software, infatti, riesce in pochi secondi a incrociare oltre 50.000 dati, aiutando così le aziende vitivinicole a compiere scelte che migliorano l’esportabilità del proprio vino, lavorando sulla qualità e la visibilità e aumentando così la redditività della propria azienda. “Un altro servizio importantissimo che il GQA offre agli agricoltori conclude Marco Coatti - è legato alla formazione: un aspetto fondamentale per garantire un uso sicuro, responsabile e sostenibile degli agrofarmaci. Grazie a una rete di esperti dislocati su tutto il territorio nazionale, ogni anno formiamo oltre 2000 agricoltori e tecnici, con contenuti e linee guida già allineati con la direttiva Uso Sostenibile e sviluppati in collaborazione con servizi fitosanitari, Università ed enti di ricerca, per un’agricoltura sempre più attenta alla salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente nel rispetto delle normative”. (RED.) nnn
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Le soluzioni di precisione Netafim per l’irrigazione del vigneto
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acqua, con la luce del sole, è sostanza indispensabile senza cui la vite non può vivere, crescere e produrre. Ecco perché l’irrigazione sta diventando sempre di più lo strumento cardine per la produzione; è infatti una delle variabili agronomiche più importanti e necessita di programmazione e di informazioni che ne guidino l’applicazione, per ottenere il massimo rispettando gli obiettivi produttivi delle aziende vitivinicole. Così come l’organizzazione del programma dei trattamenti e delle concimazioni, allo stesso modo l’irrigazione e la gestione del suolo dovrebbero essere esaminati ogni anno per garantire un’efficienza ottimale di ogni goccia che entra nella terra per essere assorbita dalle radici. La conoscenza dell’Evapotraspirato (Et0) giornaliero e del coefficiente colturale della vite (Kc) in una data fase fenologica (tabelle FAO), ci permette di mettere in relazione il dato agro meteo con le quantità idriche in mm/ha da somministrare alla coltura attraverso l’irrigazione a goccia in subirrigazione. In accordo con
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Goccia a la formula del calcolo del quantitativo idrico da restituire si moltiplicano i mm accumulati per il coefficiente colturale per ottenere i mm di fabbisogno effettivo (Ete). Se si pratica irrigazione in deficit idrico controllato (RDI) applicheremo un ulteriore coefficiente di deficit che riduce l’applicazione per mantenere uno stato idrico minimo nella vite. Conoscendo il rapporto d’irrigazione, cioè quanti mm/h per ettaro il nostro impianto distribuisce, ecco che possiamo definire la corretta lunghezza del turno irriguo tenendo conto del fatto che la vite usa l’acqua con altissima efficienza e che alla caren-
za idrica risponde chiudendo parzialmente gli stomi e continuando a fare fotosintesi. Quindi restituire poca acqua, ma spesso, per non perdere continuità idrica nel suolo e mantenere la pianta in uno stato idrico minimo funzionale a supportare l’attività fotosintetica. La ripetizione biennale delle analisi del suolo completa il quadro con la verifica dei contenuti dei nutrienti e il loro consumo. La campionatura del suolo, effettuata prima della ripresa vegetativa, ci permette di capire quali e quanti elementi saranno disponibili e in che forma. Il controllo della sostanza organica nel terreno è
Gocciolatori autocompensanti per distribuzione uniforme
a goccia anche una componente fondamentale per gestire l’efficienza delle irrigazioni. Questo perché la sostanza organica trattiene fino a cinque volte di più la quantità di acqua, ed ha tre volte la capacità di trattenere i nutrienti, rispetto all’argilla, con eccezionale effetto tampone sul pH. L’elemento più importante quando si opera con irrigazioni di alto profilo tecnico è l’uniformità di distribuzione. Questo permette di restituire la medesima quantità di acqua a tutte le piante e di avere effetti positivi diffusi nel vigneto. I gocciolatori autocompensanti Netafim, UniramTM AS
XR e DripnetTM AS XR, installati in subirrigazione soddisfano questo prerequisito. L’obiettivo di una buona irrigazione è la creazione di una striscia bagnata uniforme che raggiunga il cuore dell’apparato radicale capillare. Questo permette alle radici di trovare sempre una zona nel bulbo bagnato ricca di acqua e di ossigeno. Il passo successivo è conoscere e controllare lo stato idrico del suolo, il contenuto percentuale in umidità e le dinamiche di assorbimento. Netafim, azienda leader mondiale di soluzioni per l’irrigazione di precisione, propone, alle
aziende dotate di impianti irrigui a goccia, NetBeatTM: il primo sistema di irrigazione con il cervello. Si tratta di una piattaforma digitale innovativa che riunisce i benefici dei sistemi di supporto alle decisioni (DSS) con il monitoraggio in tempo reale, l’analisi intelligente e il controllo dell’irrigazione. Fa uso di dati raccolti da sensori di campo elaborati da un potente “cervello” dotato di modelli colturali dinamici per definire irrigazione e fertirrigazione. La tecnologia cloud consente l’integrazione di dati di terze parti e l’accesso remoto, il supporto e gli aggiornamenti in tempo reale. Netafim crede nell’agricoltura digitale di precisione con l’obiettivo di promuove una sostenibilità economica, con rese costanti di alta qualità per produrre reddito; una sostenibilità sociale, agevolando l’applicazione dell’irrigazione nel rispetto del benessere umano; una sostenibilità ambientale sostenendo tecniche ad alto risparmio idrico, energetico e a basso impatto. (RED) nnn MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 23
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Nuovo catalogo formativo per le imprese vitivinicole Enapra e Intesa Sanpaolo
Skills4.0 wine
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rosegue l’attività di Enapra a favore delle aziende del settore vitivinicole. A Vinitaly 2019 sarà presentato “SKILLS4WINE”, il nuovo Catalogo formativo per gli operatori del settore. Una raccolta di 15 proposte per centrare la necessità di competitività, innovazione e sostenibilità. Nel 2018 una ricerca sui fabbisogni delle aziende aveva messo in luce proprio l’importanza della formazione come leva per il consolidamento delle capacità tecniche e del know how multidisciplinare per l’introduzione di innovazioni. Il nuovo Catologo, quindi, offre risposte concrete ai fabbisogni delle imprese vitivinicole italiane e costituisce il follow up dell’indagine condotta nel 2018 da Enapra, Intesa Sanpaolo Formazione, con la collaborazione scientifica di Wine Monitor - Nomisma. (http://www.enapra.it/wp-con-
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tent/uploads/2018/04/pubblicazione-vino.pdf). “Abbiamo studiato a fondo - sottolinea Luca Brondelli di Brondello, presidente di Enapra e viticoltore piemontese - con i nostri partner e con gli uffici di Confagricoltura, le necessità attuali delle aziende e, sulla scorta dell’esperienze di questi ultimi anni, vogliamo fornire spunti concreti per la costruzione di percorsi formativi a supporto delle strategie di ciascuna azienda. L’accesso ai mercati esteri, gli investimenti in innovazione e la corretta gestione del passaggio generazionale: sono solo alcune tra le leve strategiche necessarie per affrontare i cambiamenti di mercato in atto”. “Nel Catalogo - spiega Michele Distefano, direttore di Enapra - sono stati selezionati 15 corsi suddivisi in 2 sezioni: la prima “Dalla vigna alla cantina”, la seconda “Commercializzazione, Marketing e Comunicazione”. In ciascuna sezio-
ne abbiamo inteso cogliere i più attuali aspetti che necessitano di aggiornamento delle competenze, partendo anche dalla quotidiana esperienza che Enapra ha acquisito attraverso i piani formativi di aziende vitivinicole tra le più prestigiose di Italia”. Due gli argomenti che rendono ancora più evidente il filo conduttore delle attività proposte: sostenibilità e innovazione digitale, due leve che sono e saranno determinanti per lo sviluppo competitivo. Per ciascuna attività Enapra ha selezionato i migliori docenti disponibili e di volta in volta si potranno verificare le migliori combinazioni possibili da concordare con i committenti. Il Catalogo, comunque, rappresenta un punto di partenza, perché Enapra è in grado di progettare per ogni azienda, dopo un’accurata analisi dei fabbisogni, programmi formativi personalizzati. I corsi possono essere realizzati a pagamento o con voucher formativi gratuiti del For.Agri, il Fondo interprofessionale per la formazione continua in agricoltura. Quest’ultima opportunità è per tutti i dipendenti delle aziende aderenti al Fondo. Per informazioni www.foragri.com. (A.T). nnn
“Terzo tempo” con olio senese Degustazione di cinque Dop e Igp con la Federazione Italiana Rugby di Cristian Lamorte
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eccellenza olearia senese sbarca a Vinitaly - Sol di Verona per una degustazione guidata da non perdere e, a seguire, un “Terzo tempo” in grado di esaltare i valori nutrizionali e di salubrità dell’olio extravergine di oliva e che vedrà la partecipazione di una delegazione della Federazione Italiana Rugby. E’ l’iniziativa organizzata dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena che si svolgerà Martedì 9 aprile
dalle 15,45 alle 17, nello spazio di Confagricoltura: Tensostruttura D, stand E2-E3, F2-F3. A guidare la degustazione il giornalista e critico enogastronomico Marco Oreggia, che ha selezionato cinque oli extravergine di oliva (un Igp Toscana, due Dop Chianti Classico e due Dop Terre di Siena) in grado di raccontare le peculiarità e il gusto dell’eccellenza olearia made in Siena. All’interno della più im-
portante manifestazione italiana dedicata all’olio extravergine di oliva un’occasione unica per i produttori selezionati e, al contempo, un’opportunità da non perdere per i consumatori per conoscere da vicino la qualità dell’olio extravergine verde senese. Il tutto nel segno anche di una convivialità caratteristica del “Terzo tempo” rugbistico, dove a vincere saranno la qualità e la socializzazione. nnn
MARCO OREGGIA ASSAGGIATORE DI OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
Giornalista e critico enogastronomico, Oreggia è consulente di importanti testate del settore agroalimentare. Perito agrario, ha maturato la sua esperienza tecnica nel mondo della degustazione prima attraverso anni di ristorazione di qualità, come proprietario del ristorante Girone VI a Roma, in seguito con una serie di qualifiche professionali. È assaggiatore di olio vergine ed extravergine di oliva, operatore specializzato in enologia, assaggiatore di vino, sommelier e assaggiatore di grappa. È iscritto all’Elenco Nazionale dei Tecnici Degustatori di vino presso le C.C.I.A.A. di Frosinone e Roma e all’Elenco Nazionale dei Tecnici ed Esperti di Oli Vergine ed Extravergine di Oliva presso la C.C.I.A.A. di Roma. È curatore, nonché editore, della Guida FLOS OLEI - i migliori extravergine del mondo. È stato autore di vari libri e guide nel settore elaiotecnico e ha organizzato convegni, laboratori, banchi di assaggio e manifestazioni sul mondo enogastronomico in Italia e all’estero. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 25
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Riflettori su olio EVO Dop Umbria Degustazioni, seminari e workshop a cura di Confagri e Assoprol di Roberta Strappaghetti
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olio EVO Dop dell’Umbria protagonista a Vinitaly grazie alle iniziative di promozione e valorizzazione portate avanti da Confagricoltura Umbria e Assoprol Umbria. Dopo la partecipazione alla kermesse di Bastia, infatti, le due associazioni saranno presenti da domenica 7 a mercoledì 10 aprile a Verona con un proprio spazio istituzio-
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nale all’interno dello stand confederale. E sarà proprio l’oro giallo della regione, per l’intera durata della manifestazione, il filo conduttore dei seminari, corsi d’assaggio e workshop in programma per l’intera durata della manifestazione, durante i quali sarà possibile conoscere ed apprezzare le sue qualità. Si comincia Domenica 7 aprile dalle 12,30 alle 14 nella la sala Vip dello stand, dove è previsto un momento d’incontro che affronterà il tema relativo allo stato di salute di un elemento imprescindibile della nostra cultura ed al suo utilizzo consapevole. L’olio, infatti, è portavoce di un patrimonio non solo gastronomico, ma anche identitario, sinonimo di tradizione e civiltà. Alla fine del seminario una degustazione guidata di prodotti tipici del territorio umbro, tutti accompagnati da olio extravergine di oliva Dop.
Lunedì 8 aprile dalle 16 alle 18 sempre nella sala Vip, sarà organizzato un incontro per presentare il progetto Smart Meteo, il cui obiettivo è ridurre il rischio d’impresa causato dai principali agenti infettivi delle colture viticole, attraverso sistemi di allerta su larga scala. Anche in questa occasione l’olio Dop Umbria rappresentando la qualità, la trasparenza ed il territorio sarà protagonista a fine evento con assaggi di prodotti tipici locali accompagnati dai vini delle cantine associate. Nello spazio di Confagricoltura Umbria e Assoprol Umbria, durante tutta la manifestazione, saranno presenti gli oli vincitori della ventesima edizione del premio “Oro verde dell’Umbria 2019”, 8 Dop e 3 extravergine, che, per l’alto punteggio ottenuto, prenderanno parte alle selezioni finali del Concorso nazionale “Ercole Olivario”, dedicato alle eccellenze olivicole italiane. nnn
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Olio e cultura In Confagricoltura si è tenuta la III edizione del premio dedicato a Ranieri Filo della Torre di Elisabetta Tufarelli
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Palazzo della Valle, nella sede di Confagricoltura, la cerimonia conclusiva che ha assegnato i premi del concorso internazionale intitolato a Ranieri Filo della Torre, profondo conoscitore del settore olivicolo, che, - come ha sottolineato Elia Fiorillo presidente del Ceq, in rappresentanza del Sindacato Libero Scrittori Italiani - è stato un “un personaggio che per tutta la vita è stato a disposizione degli altri, soprattutto di quelli che non hanno voce. Sempre sorridente e pronto a confrontarsi con gli altri, in atteggiamento d’ascolto”. Il premio, giunto alla
sua terza edizione, nelle differenti sezioni è nato per esaltare sul piano artistico e scientifico il mondo dell’olivicoltura. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Pandolea, che unisce in sé donne imprenditrici di piccole e medie imprese, produttrici di olio extravergine di qualità. La sua presidente, Loriana Abbruzzetti, nel suo intervento ha posto l’accento sulla necessità di lavorare sempre più e meglio sulla formazione e sulla cultura dell’olio. In un mondo sempre più allargato ha detto - è importante mettere in evidenza il valore universale dell’olivo e dell’olio, che va al di là dei confini dei singoli Paesi».
Loriana Abbruzzetti
I valori del mondo olivicolo opportunità di riflessione, poesia e creatività Con l’occasione ha presentato la Rete delle donne dell’olio del Mediterraneo, il nuovo progetto dell’associazione nato in collaborazione con il COI - Consiglio Olivicolo Internazionale. Abdellatif Ghedira, direttore esecutivo del Coi, ha partecipato ai lavori attraverso un video, mentre la responsabile olio del ministero dell’Agricoltura della Giordania, Eng. Nehaya Muhaisin, ha spiegato, con un video, la realtà olivicola del suo Paese, presen-
tando la delegazione giordana. Sono intervenuti alla cerimonia il presidente della Federazione Nazionale Olivicoltura di Confagricoltura, Pantaleo Greco e Pina Terenzi, presidente Donne in campo Cia; Riccardo Gucci, presidente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio. L’evento non si è fermato alla celebrazione, ma ha dato l’opportunità, come ha sottolineato Loriana Abbruzzetti, che ha voluto fortemente questa iniziativa: “di unirsi come settore per fare cultura. Un obiettivo certamente ambizioso per rilanciare i valori del mondo olivicolo, creando un’opportunità di riflessione, di poesia, di cre-
atività, al di là delle giornaliere faticose pratiche produttive, della collocazione del prodotto sui mercati, della sua valorizzazione”. Tra i numerosi contributi, il saluto di Marida Iacona della Motta, moglie di Ranieri e di Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna. L’incontro è stato moderato da Alessandra Moneti, giornalista Ansa. Per la sezione scientifica, sono stati premiati le tesi di Alessio Scalisi (dottorato), Ana Srbinovska (magistrale) e Valetina Bertoz (triennale). Per la sezione storica, ex equo: “Amori, Ulivi e Kanun” di Elisa Maria Fiocca, “La spia dello Ionio” di Maria Grazia Caffè, mentre per la poesia, prima classificata è stata Dominga Carruba con “Del canto”, seconda Franca Chiappetta con “L’ulivo” e terza Milena de Magistris von Rex con “La terra l’Uomo e quel frutto”. Per la narrativa ha vinto “Una madre e una sinolea” di Amina Valentini, secondo “Il baratto” di Antonietta Tiberia e al terzo posto Beniamino Cardines con ”Il patto dell’olio”. Margherita Maggio e Maria Caterina Catroppa, del Nuovo Teatro Stabile di Roma, hanno letto alcuni brani delle opere premiate. Riconoscimenti speciali sono stati assegnati a: Rosanna Vano, storica dell’arte, ideatrice e organizzatrice di ‘Letture d’estate’, che ha ricevuto un’opera del maestro acquarellista Vladimir Khasiev; Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso che ha ricevuto un’opera del pittore austriaco Hanno Karlhuber; Andrea Sisti, presidente di Waa (Associazione mondiale degli agronomi) a cui è andata un’opera dell’artista-fotografo Carlo D’Orta e Marco Sarandrea, erborista e fitopreparatore che ha avuto un’opera dell’acquarellista Luisa Grifoni della Valle. nnn MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 29
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Criminalità e agro Gli effetti sulla competitività delle imprese e sulla salute dei cittadini. Convegno di Confagricoltura e Luiss di Paola Castello
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stata una sala gremita quella che ha seguito i lavori del convegno “Le infiltrazioni criminali nell’economia agricola: effetti sulla competitività delle imprese e sulla salute dei cittadini” che si è svolto a Roma, nella sede dell’Università Luiss Guido Carli, il 25 febbraio scorso. Un evento organizzato e fortemente voluto da Confagricoltura, in collaborazione con la Luiss appunto, per dare luogo ad un confronto importante tra imprenditori agricoli, mondo accademi-
co, Forze dell’ordine, magistrati e rappresentanti delle Istituzioni su un tema delicato e di estrema attualità. A fare gli onori di casa il direttore generale dell’Ateneo, Giovanni Lo Storto, che ha sottolineato quanto il tema del convegno stesse a cuore alla Luiss, particolarmente attenta a formare i giovani alla cultura della legalità. Quindi il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è entrato subito nel vivo del tema, spiegando che “la crimi-
oalimentare nalità organizzata esercita il proprio controllo lungo tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e al trasporto, fino alla commercializzazione e alla vendita al pubblico (spesso i fenomeni diventano eclatanti soltanto in questa parte finale della filiera), provocando alle imprese agricole danni diretti e indiretti, intaccando un sistema di per sé sano e compromettendo qualità e sicurezza dei prodotti”. Della pervasività delle organizzazioni malavitose e della loro capillari-
tà sul territorio, elementi citati da Giansanti, hanno parlato anche gli altri relatori. Il Generale di Corpo d’Armata e Comandante Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, Angelo Agovino, citando casi concreti di ispezioni fatte negli ultimi mesi, ha illustrato anche gli ambiti più frequenti di interferenza della criminalità in agricoltura, soffermandosi in particolare sul meccanismo degli incentivi pubblici. L’agroalimentare - lo hanno ricordato anche gli altri - rappresenta
un indotto economico considerevole nel nostro Paese, tale da attirare sempre più gli interessi della criminalità. Per questo - come ha sottolineato l’Avv. Antonio Vincenzi di Confagricoltura - il fenomeno delle infiltrazioni criminali nel settore ha assunto proporzioni inquietanti. Nel corso del 2017 e nei primi mesi del 2018, sono stati sequestrati beni pari a circa due miliardi di euro, registrati ben 33.045 illeciti amministrativi e più di 7.000 infrazioni penali ai danni del settore agroalimentare. Ben 350.000 agricoltori sarebbero stati vittime di reati di ogni genere, per citare solo alcuni dei dati riportati durante i lavori. Come hanno evidenziato il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci e poi il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, oggi le organizzazioni criminali hanno raggiunto un grado di complessità in passato impensabile ed agiscono in modo sempre più tecnologicamente sofisticato, per cui ancora più difficilmente tracciabile. Sia Minisci, sia Cafiero De Raho hanno sottolineato inoltre l’inadeguatezza della normativa vigente per i reati nel settore agroalimentare - punto lungamente illustrato anche dall’Avv. Vincenzi - e, in conclusione, dal vicepremier Matteo Salvini. Troppe le carenze nel sistema e le norme, ormai datate, non contemplano fenomeni e reati (contraffazione, pratiche sleali, frodi, ecc.) che invece oggi esistono e sono diffusi, ha ulteriormente ribadito la prof. Paola Severino, vicepresidente della Luiss. Serve una revisione della materia giuridica e un forte impegno sulla prevenzione, così come occorre una maggiore cooperazione internazionale, come hanno spiegato bene Vincenzi e Giansanti, cui ha fatto eco Minisci. Oggi, infatti, le organizzazioni criminali sono globalizzate, mentre gli organi di controllo deputati a contrastarMARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 31
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le sono nazionali. Questa difformità rende ancora più urgente la necessità di collaborazione e di una conciliazione anche tra norme comunitarie e norme nazionali. Si è parlato anche di concetti importanti quali il riconoscimento del cibo e dell’intera filiera agroalimentare come “bene giuridico” e “patrimonio culturale del Paese” e che come tale merita adeguata tutela. Quanto emerso dai lavori è stato recepito dal ministero delle Politiche agricole, nella persona del sottosegretario Alessandra Pesce, nonché dal ministero della Giustizia, nella persona del sottosegretario Jacopo Morrone, che hanno raccolto il testimone per portare avanti il discorso nei rispettivi dicasteri. Assicurato anche dal vicepremier Salvini l’impegno a lavorare per costruire relazioni di filiera virtuose e un patto di lealtà tra tutti gli attori e operatori della filiera. L’appuntamento del 25 febbraio - quindi rappresentato non solo come concluso da Giansanti - ha un’importante occasione di confronto con i massimi esperti della materia, ma anche un impegno Da sinistra: Paola Severino, Matteo Salvini, formale da parte di tutti gli opeGiovanni Lo Storto, Massimiliano Giansanti
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ratori, nonché delle Istituzioni, a lavorare per fornire alle imprese le armi necessarie per difendersi dalla criminalità ed essere realmente competitive. nnn
Generazioni a confronto
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ervono misure pratiche per la sostenibilità economica e la vitalità delle imprese agricole ed è importante rilanciare l’Osservatorio dei giovani imprenditori agricoli, estendendolo all’innovazione e alla ricerca”. Lo ha detto Raffaele Maiorano, presidente dei Giovani di Confagricoltura, aprendo, a Palazzo della Valle, i lavori di “Generazioni a confronto: strumenti e tutele”, il workshop organizzato dai Giovani di Confagricoltura e dall’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori (ANPA). Le misure messe a fuoco (dai mutui a tasso zero alle agevolazioni per l’acquisto e la vendita dei terreni) riguardano soprattutto il processo di
trasferimento delle responsabilità e la conservazione delle imprese agricole. Ma, soprattutto, vanno Workshop ANGA - ANPA ripensate le misure per il ricam- sugli strumenti per bio generazionale in un’ottica di sviluppo e crescita delle impre- favorire il trasferimento se. “Abbiamo organizzato questo dell’azienda evento - ha proseguito Maiorano - proprio perché sia evidente che il premio all’insediamento non è di Elisabetta Tufarelli servito al suo scopo”. “Occuparsi di passaggio generazionale, diritto successorio, legge di affiancamento, politiche giovanili e pensionistiche e della questione previdenziale - ha sottolineato Rodolfo Garbellini, presidente ANPA - vuol dire pensare al presente e al futuro delle persone e delle imprese agricole. Ci confrontiamo oggi su un moMARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 33
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mento molto delicato della vita aziendale, che deve essere affrontato con tutte le conoscenze, con l’obiettivo di conservare, nel tempo, aziende create con tanto lavoro e sacrificio”. Continua ad essere molto contenuto, secondo il centro studi di Confagricoltura, il ruolo nel sistema produttivo agricolo dei giovani di età inferiore ai 30 anni: sono il 4% i titolari di imprese individuali, il 6% i soci e gli amministratori delle gestioni societarie, l’1,6% quelli che rivestono altre cariche. Filippo Gallinella, presidente della commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, nel suo intervento, ha messo in evidenza che il ricambio generazionale è uno degli obiettivi comunitari, di cui si parla anche nella Pac. “L’affiancamento è necessario - ha ricordato - ma ancor più importante è cambiare sistema e fare un salto culturale. Dobbiamo produrre qualità e creare occupazione, ed è proprio qui che noi dobbiamo investire e mettere i soldi». I giovani agricoltori italiani hanno dimensioni di azienda maggiori, piani di investimenti e una struttura economica più solida. Questa, in sintesi, la fotografia scattata da Ismea, e presentata dal direttore Raffaele Borriello. Ma nonostante ciò, le difficoltà di passaggio generazionale esistono. ”Oggi all’agricoltore non si chiede più solo
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Ripensare le politiche di insediamento per i giovani di produrre, ma di farlo bene e in maniera sostenibile. L’agricoltura ai giovani può offrire interessi imprenditoriali e professionali. Serve allora puntare sugli investimenti ed Ismea offre opportunità per piani d’investimento. Ma l’agricoltura si può fare se c’è la terra. In Italia i costi fondiari sono sei volte superiori a quelli della Spagna e tre volte a quelli della Francia. Dobbiamo spingere a finanziare politiche fondiarie in Italia, perché la terra è il primo strumento su cui costruire l’impresa”. Per Emilio Gatto, direttore generale Sviluppo rurale del Mipaaft:”Ci troviamo in un periodo di congiuntura, che dura ormai da più di trenta anni, dove non solo in agricoltura gli investimenti sono stagnanti e non c’è una previsione di ritorno adeguato per chi investe capitali” e, dopo aver esaminato le varie soluzioni che la pubblica amministrazione ha messo in atto, ha considerato: «Dobbiamo capire perché tali strumenti non stanno funzionando. Occorre valutare l’utilizzo di altre misure che non riguardano direttamente l’agricoltura, coinvolgendo settori diversi». “Specialmente in fase di avvio, l’a-
zienda agricola ha molti costi e la possibilità di sgravarne qualcuno costituisce un valido aiuto - ha spiegato Roberto Caponi, direttore dell’area sindacale di Confagricoltura -. Per questo riteniamo un vero peccato non aver confermato, anche per quest’anno, il provvedimento che prevedeva nel 2017 e nel 2018, per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali con meno di quaranta anni, un cospicuo sgravio dal versamento dei contributi. E’ stata una misura che ha dato i sui frutti: in un solo anno si sono iscritte più di 3.000 nuove imprese. Confagricoltura si sta impegnando anche per permettere ai coadiuvanti familiari degli imprenditori agricoli professionali di ottenere le stesse tutele previdenziali di cui godono i coltivatori diretti”. Apprezzatissimo l’intervento del notaio Michele Testa, che ha portato esempi pratici ed è stato subissato di domande dalla platea. “Questo convegno è importante perché offre l’opportunità di ragionare su cosa significhi oggi ricambio generazionale in agricoltura. Occorre riflettere su di un nuovo paradigma per l’impresa agricola, che deve trasformarsi, come impongono i nostri tempi ed il mercato. Più che un ricambio serve l’integrazione tra generazioni, che renda i giovani protagonisti, tenendo conto del ruolo dei pensionati, i quali continuano ad amministrare con nipoti e figli le aziende” Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che ha aggiunto, concludendo i lavori del workshop: “I dati ci dicono che importiamo sempre più materie prime e ciò significa che stiamo perdendo in produttività, perché nessuno investe. Servono allora una strategia e una gestione unica. Per avviare un’attività agricola servono capitalia importanti, che difficilmente un giovane possiede. Più che pensare alla nascita di nuove imprese, per rafforzare il nostro sistema produttivo dovremmo incentivare il lavoro dipendente”. nnn
Taglio del nastro con il ministro Centinaio
Riso, la riscossa parte da Vercelli
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a 42esima Fiera in campo a Vercelli è di quelle destinate a rimanere negli annali: il parterre degli ospiti, la folta partecipazione di pubblico, le ottime condizioni meteorologiche han- no dato all’edizione 2019 un’al- lure particolare. Il fine settimana dal 22 al 24 febbraio nell’area fieristica di Caresanablot è stato aperto dall’incontro con il mini- stro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, il presidente di Confagricoltura Massimiliano
Giansanti, il presidente nazionale ANGA Raffaele Maiorano, insieme ai colleghi del Piemonte: il neo Grande successo per la presidente regionale dei Giovani 42° Fiera in Campo - Anga, Agricoltori Luigi Saviolo e il vercellese Giorgio Greppi, respon- con il presidente Giansanti sabile dell’organizzazione della ed il ministro Centinaio fiera, da sempre in capo all’Anga locale. Il convegno inaugurale è stato indi Anna Gagliardi centrato sulla PAC, con il direttore dell’Area economica di Confagricoltura Vincenzo Lenucci, che ha fornito un quadro esaustivo su presente e futuro della politiMARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 35
AT T U ALI TÀ E V EN T I
Tavolo di confronto europeo sul mercato del riso
ca agricola economica europea, in particolare rispetto al settore risicolo e ai giovani. Le prospettive della Pac, secondo Confagricoltura, non possono che fare riferimento anche alle intese commerciali. Un tema, questo, che fa molto discutere. In particolare, fanno discutere gli accordi sottoscritti dall’Unione europea con i Paesi terzi in via di sviluppo, dove i metodi di produzione sono diversi dai nostri, così come è meno rigorosa la tutela sociale e la protezione delle risorse naturali. “I nostri risicoltori - ha evidenziato Lenucci - hanno sperimentato direttamente gli effetti negativi di accordi basati su concessioni eccessive, senza limiti e gradualità. E le clausole di salvaguardia hanno procedure troppo lente. Alla fine, però, siamo fortunatamente riusciti a tagliare il traguardo del ripristino per tre anni dei dazi sulle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar”. 36 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
Ora si tratta di ridare un rinnovato slancio al settore: gli agricoltori programmando le semine in funzione delle richieste del mercato e garantendo sempre alta qualità; la filiera organizzandosi in una prospettiva solida che vada oltre il 2021, con adeguate politiche di promozione del prodotto italiano capaci anche di incentivarne il consumo interno. “Auspichiamo poi l’attivazione di un tavolo di confronto sull’organizzazione del mercato risicolo a livello europeo - ha sottolineato il presidente Giansanti - fermo restando che l’impegno delle aziende italiane deve essere riconosciuto. In questo senso la Pac, che è soprattutto una politica economica - ha ribadito - deve favorire la competitivi- tà delle imprese e l’efficienza dei processi di produzione”. Posizioni sulle quali ha concordato il mi-nistro Centinaio, che si è espresso contro i tagli alla Pac e che sul fronte interno si appresta
ad aprire il Tavolo aprire il tavolo di filiera riso, annunciato a fine gennaio, ma finora non ancora attivato, ponendo al centro la qualità, l’innovazione e la trasparenza “che devono essere retribuite dall’Europa e che possono essere vincenti anche su nuovi mercati” - ha affermato. Raffaele Maiorano ha posto l’at- tenzione sui giovani e ha chiesto al ministro l’apertura dell’Osservatorio sull’innovazione e la riapertura di quello sui giovani agricoltori, per sviluppare strategie di sviluppo di tutte le filiere, non soltanto quella del riso. Il dialogo tra produttori, istituzioni e industria sembra favorito dal clima di cauto ottimismo che pervade il comparto dopo anni di buio, con prezzi più tonici e la tregua della clausola di salvaguardia che dà il tempo alla filiera di strutturarsi nel giro di tre anni. “Se al termine del periodo non saremo stati bravi a trovare soluzioni che evitino brusche oscillazioni del mercato, i dazi non saranno ser- viti a nulla” - ha avvertito Greppi. Anche l’Ente Risi, con il presidente Paolo Carrà, ha evidenziato l’urgenza di fare squadra e approfittare del clima di relativa serenità “che dovrebbe favorire strategie condivise per il rilancio del settore”. Al termine della tre giorni vercellese i visitatori sono stati sedicimila, con una generale soddisfazione degli espositori, quest’anno provenienti anche dall’estero, e degli organizzatori. L’entusiasmo è stato poi tangibile alle prove in campo, che danno la possibilità agli agricoltori di testare le ultime novità tecnologiche per la risicoltura e anche ai visitatori più piccoli di salire su moderni trattori simulando il lavoro nei campi: l’innovazione, leitmotiv della Fiera in campo 2019, anche a portata di bambino. nnn
AT T U ALI TÀ FIN ANZ A
Favorire la competitività
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AT T U ALI TÀ FIN ANZ A
Nuovo bando Ismea per interventi agevolati alle imprese del settore agroalimentare di Maria Cristina D’Arienzo
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ell’ambito delle politiche di sviluppo del settore agricolo e agroalimentare l’Ismea effettua interventi finanziari a condizioni agevolate a sostegno delle imprese del settore agricolo e agroalimentare. La dotazione è di 100.000.000,00 di euro e possono essere ammessi al finanziamento progetti con un ammontare di spese ammissibili compreso tra 2 milioni e 20 milioni di euro. Si tratta di un intervento pubblico particolarmente importante per rafforzare la competitività delle imprese, favorendo la modernizzazione attraverso l’innovazione tecnologica, lo sviluppo di nuove strutture produttive, l’internazionalizzazione e la crescita delle esportazioni con lo sviluppo di piattaforme logistiche e distributive. A chi si rivolge A società di capitali, anche in forma di cooperative, finanziariamente sane, che operano nella produzione agricola primaria, nella trasformazione e nella commercializzazione di prodotti agricoli (allegato I del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea); nella produzione di beni prodotti nell’ambito delle relative attività agricole, partecipate almeno al 51% da imprenditori agricoli, cooperative agricole a mutualità prevalente e loro consorzi o da organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi della normativa vigente; ovvero le cooperative i cui soci siano in maggioranza im-
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prenditori agricoli, che operano nella distribuzione e nella logistica, anche su piattaforma informatica, dei prodotti agricoli (allegato I del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Requisiti I soggetti beneficiari, alla data di presentazione della domanda, devono avere una stabile organizzazione in Italia; essere regolarmente costituiti e iscritti nel registro delle imprese; essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposti a procedure concorsuali; non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea; trovarsi in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola con gli obblighi contributivi; non essere stati sottoposti a sanzioni interdittive; essere aziende economicamente e finanziariamente sane e non trovarsi in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà. Cosa si finanzia Gli interventi ammissibili alle agevolazioni possono riguardare una o più unità produttive relative a uno stesso soggetto beneficiario e comprendono le seguenti ti-
pologie: investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria; investimenti per la trasformazione e per la commercializzazione di prodotti agricoli; investimenti concernenti beni prodotti nell’ambito delle relative attività agricole; investimenti per la distribuzione e la logistica, anche su piattaforma informatica, di prodotti agricoli. Caratteristiche dell’intervento Gli interventi finanziari sono effettuati dall’Ismea a tasso di interesse agevolato (pari al 30% del tasso di mercato e comunque non inferiore allo 0,50%); hanno la durata massima di quindici anni, di cui fino a un massimo di 5 anni di preammortamento e fino a un massimo di 10 anni di ammortamento, con rate semestrali posticipate a capitale costante; l’importo è pari al 100% per cento delle spese ammissibili, assistito, per l’intero importo concesso, maggiorato del 20 per cento, da idonee garanzie ipotecarie. Per accedere ai finanziamenti è necessario presentare sul portale dedicato Ismea la domanda di ammissione, corredata dallo studio di fattibilità, dal programma degli investimenti e dalle relative previsioni economiche-finanziarie. La domanda di partecipazione, a sportello, potrà essere presentata fino alle ore 12.00 del giorno 20/05/2019. nnn
FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
Diana Pallini alla presentazione della Carta per la sostenibilità
Impegno condiviso
“P
er Confagricoltura indirizzare i processi produttivi verso un modello di economia circolare è un’occasione per rimettere la natura e l’agricoltura al centro del dibattito nazionale. La nostra adesione alla Carta, insieme alle principali Organizzazioni del mondo economico italiano è un segnale forte per dimostrare che coniugare produttività e sostenibilità è la sfida che spetta al settore agricolo, per garantire un regolare approvvigionamento di prodotti alimentari, mangimi e biomateriali, rendendo i sistemi produttivi sempre più efficienti, in grado di mini-
mizzare le perdite in campo e massimizzare le produzioni utilizzando meno risorse”. Lo ha detto Diana Il sistema economico Pallini, componente della giunta di italiano unito nel nome Confagricoltura, intervenendo alla Camera dei Deputati in occasione dell’economia circolare della firma della Carta per la sostenibilità e la competitività delle imprese nell’economia circolare. di Elisabetta Tufarelli Confagricoltura insieme a Confindustria, Confartigianato Imprese, CNA, Casartigiani, CLAAI, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Legacoop e Confapi hanno sottoscritto un impegno per affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione dei processi produttivi e di consumo. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 39
FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
Dieci linee di intervento per confronto istituzionale Il documento, sottoscritto dai più importanti attori economici italiani individua dieci linee di intervento e alcuni punti programmatici che, attraverso un percorso di impegni concreti, sarà la base per l’avvio di un confronto con gli interlocutori istituzionali. I dieci passaggi affrontano aspetti di carattere regolamentare, normativo, economico e tecnologico, che vanno dall’abbattimento delle barriere burocratiche, alla necessità di favorire investimenti in ricerca e innovazione, fino ad arrivare ad una capacità impiantistica virtuosa. La Carta per l’economia circolare è un impegno condiviso per lo sviluppo e la competitività delle imprese ita40 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
liane, che colloca le Associazioni datoriali firmatarie come capofila di un progetto Paese che, oltre al coinvolgimento del sistema economico nel suo complesso, dovrà essere accompagnato da un cambio di approccio da parte di tutti gli stakeholders. L’adesione di Confagricoltura alla Carta dell’economia circolare, insieme alle principali ortganizzazioni del mondo economico italiano, è un segnale forte che dimostra come la rete, le sinergie tra settori apparentemente diversi, possano essere la chiave di volta per fare in modo che l’economia circolare diventi realtà. Secondo la Fao, ogni anno, viene sprecato circa un terzo del cibo prodotto nel mondo, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, e l’Unione europea ha posto un obiettivo di riduzione dei rifiuti alimentari, anche a livello della produzione primaria, del 50% entro il 2030.
“Il settore agricolo - ha sottolineato Theodoli Pallini - ha dimostrato, in questi ultimi anni, che si può produrre di più con meno e che dalla terra può partire un processo virtuoso di uso consapevole delle risorse, in particolare del suolo e dell’acqua, di riduzione delle emissioni in atmosfera, di riutilizzo degli scarti e di produzione di energia e di biocarburanti rinnovabili, che tanto possono dare alla nostra economia, anche in termini di occupazione e di nuovi investimenti. Senza tralasciare lo sviluppo di nuove filiere nell’ambito della bioeconomia (bioraffinerie, bioedilizia, biocosmesi, biofertilizzanti, ecc.), che stanno sempre più emergendo e che andrebbero consolidate attraverso esperienze di simbiosi industriale, valorizzate e conosciute nell’ambito della promozione della cultura della sostenibilità”. Coniugare produttività e sostenibilità è la sfida che vede anche il settore agricolo tra gli attori principali. “Siamo parte di un disegno più ampio a cui intendiamo contribuire con un’agricoltura innovativa nel rispetto delle tradizioni e dei territori - ha concluso la componente della giunta -. Per quanto riguarda le risorse biologiche, il mondo agricolo ha puntato da tempo sullo sviluppo delle agroenergie che ora ha necessità, per il biometano, di “abbattere quelle barriere non tecnologiche” indicate al punto 1 della carta. Si sbloccherebbero così le potenzialità del nostro settore, che tanto può dare al nostro sistema energetico e alla nostra economia anche in termini di occupazione e nuovi investimenti”. nnn
PROTOCOLLO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Confindustria e Confagricoltura hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione per la promozione delle buone pratiche industriali e agricole e per lo sviluppo della sostenibilità come fattore di crescita. “Negli ultimi anni - ha ricordato il presidente Massimiliano Giansanti - sia la società, sia l’imprenditoria italiana, hanno acquisito sempre più la consapevolezza che per raggiungere uno sviluppo economico sostenibile sia necessario aumentare la produttività e utilizzare in modo sempre più efficiente le risorse ambientali. Tutto ciò con l’indispensabile supporto dell’innovazione tecnologica”. Questa collaborazione nasce dalla convinzione che lo sviluppo e il benessere del Paese non possano prescindere da un uso sempre più efficiente delle risorse ambientali, compresa quella del suolo, e che occorra agire in sinergia con le Istituzioni per stimolare investimenti pubblici e privati diretti a rafforzare la tutela ambientale e il rilancio economico dei territori, in vista degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “La sostenibilità economica – ha affermato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia – non può prescindere da quella ambientale. Oggi la cultura della responsabilità si allarga a tutti i campi d’azione di un’impresa, che deve imparare a essere eccellente in ogni sua funzione e attore di cresciuta a beneficio dell’intera società”. Nell’ambito della collaborazione prevista dal protocollo Confagricoltura e Confindustria si impegnano a realizzare strumenti e attività di comunicazione e formazione congiunte, coinvolgendo le associazioni territoriali e le categorie produttive interessate per promuovere i temi della sostenibilità e dell’economia circolare, l’innovazione dei modelli di business, lo sviluppo di innovative strategie aziendali per l’uso corretto delle risorse naturali, la prevenzione dello spreco alimentare, puntando sull’economia circolare e orientando le iniziative di sostegno alla ricerca ed all’innovazione e rafforzando le azioni verso lo sviluppo delle tecnologie digitali. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 41
FOCUS S O S T ENIBILI TĂ€
Primi nelle rinnovabili Il presidente Giansanti, a Biogas Italy, ha rivendicato il ruolo di primo piano svolto da Confagricoltura nello sviluppo delle agroenergie di Gabriella Bechi
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FOCUS S O S T ENIBILI TÀ
“S
iamo stati l’Organizzazione agricola che nel 2005 ha avuto la visione di investire nelle rinnovabili nel settore agricolo. Abbiamo sostenuto gli imprenditori agricoli per individuare un percorso normativo e tecnico per lo sviluppo del biogas e delle biomasse, e anche del fotovoltaico. E ci siamo riusciti nonostante allora ci credessero in pochi”. Così il presidente Massimiliano Giansanti rivendica il ruolo di primo piano svolto da Confagricoltura nello sviluppo delle energie rinnovabili, dal palco della tavola rotonda organizzata nel corso della manifestazione Biogas Italy, a Milano. “Abbiamo declinato le questioni clima, energia e decarbonizzazione - ha detto Giansanti - in competitività, produttività, diversificazione aziendale, innovazione. Il risultato è che oggi molte nostre aziende hanno intrapreso questo percorso e che gli impianti a biogas nati
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e cresciuti nelle imprese agricole hanno prodotto le prime vere “smart farm” proiettate nel futuro”. Il presidente di Confagricoltura ha ricordato che nel 2050 la popolazione aumenterà del 30 % rispetto a oggi e che i cambiamenti climatici si ripercuoteranno sugli ecosistemi e sull’uso del suolo in tutto il Pianeta. “L’agricoltura e la silvicoltura dell’UE dovranno non solo fornire cibo, mangimi e fibre sufficienti ha precisato - ma anche sostenere i settori dell’energia, dell’industria e delle costruzioni. E la bioeconomia circolare offrirà nuove opportunità produttive e commerciali”. Alla tavola rotonda ha partecipato anche il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, che ha detto: “Il comparto del biogas e del biometano rappresenta una realtà fondamentale per il futuro dell’agricoltura italiana. Di fronte ai cambiamenti climatici in corso occorre investire in modo
Centinaio: “Guidare la discussione sull’economia circolare” mirato, puntando su tecnologia e ricerca. L’innovazione ci consente infatti di migliorare la qualità di ciò che produciamo, adattarlo ai territori, alle culture e soprattutto ridurre drasticamente l’inquinamento. Siamo la patria della biodiversità, unici al mondo per modelli produttivi capaci di unire storia, paesaggi e tradizioni. Ecco perché abbiamo una responsabilità in più e possiamo, anzi dobbiamo, guidare la discussione, anche internazionale, in tema di ambiente ed economia circolare”. Intervistato dal giornalista di Radio 24 Maurizio Melis, il presidente Giansanti ha ricordato, però, che c’è ancora molto da fare in questo settore. Gli obiettivi al 2020 sulle energie rinnovabili sono stati raggiunti con un certo anticipo, anche
Giansanti: “Sempre più importante il ruolo del biometano” se manca ancora un po’ di strada sulla mobilità sostenibile, ed in particolare sul biometano. E soprattutto vanno colti i nuovi obiettivi su clima energia al 2030 ed al 2050. Il settore delle bioenergie sta attraversando una fase critica in relazione all’impostazione della Strategia energetica nazionale (SEN) del 2017, poco attenta al settore ed alla mancata definizione del nuovo quadro di incentivazione del biogas e delle biomasse per il periodo 2018-2020. “Ma qualche segnale positivo - ha detto - si inizia ad intravedere, a partire dagli incentivi previsti dalla legge di bilancio per i piccoli impianti a biogas, sempre che vengano previste regole attuative semplici, chiare e che favoriscano all’accesso alla misura, fino alla
redazione del decreto sulle fonti rinnovabili su biomasse e biogas, che dovrebbe contenere già alcuni elementi innovativi”. Confagricoltura ritiene necessario definire una proposta che consenta il proseguimento del sistema incentivante degli impianti a biogas che si avviano alla conclusione del periodo di incentivazione della produzione elettrica (le prime scadenze si avranno già nel 2020), con nuove regole che siano in grado di valorizzare la programmabilità dell’immissione in rete dell’energia prodotta da biogas, contribuendo all’equilibrato sviluppo delle rinnovabili. Inoltre, sta lavorando sulla definizione di procedure applicative per l’accesso agli incentivi alla produzione di biometano per gli impianti a biogas esistenti che effettuino una riconversione parziale. Non si deve perdere per la seconda volta, il primo decreto è del 2013, l’opportunità di riconvertire una parte degli impianti a biogas nella produzione di biometano.
“Anche alla luce dei nuovi obiettivi europei al 2030 ed al 2050 - ha sottolineato Giansanti - è indispensabile ridare valore alle biomasse nella strategia energetica e climatica. Non solo attraverso l’utilizzo di residui e sottoprodotti, ma anche tramite la valorizzazione delle colture da destinare alla produzione di bioenergie che abbia un approccio scientifico e non ideologico, secondo un modello di intensificazione sostenibile dell’uso del suolo, che significa una gestione del terreno volta ad incrementarne la produttività. In relazione poi agli obiettivi al 2030 ed al 2050, Confagricoltura sottolinea che con l’attuazione del “Pacchetto Clima Energia” dell’Unione Europea approvato lo scorso anno, le sfide non sono solo legate alle energie rinnovabili, ma anche alla riduzione delle emissioni e soprattutto al ruolo delle foreste, dei suoli e dei pascoli nell’assorbimento di CO2, e in tema più generale alla fornitura di servizi eco sistemici. Infine il presidente Giansanti si è soffermato sul biometano. “Gli obiettivi sfidanti sui trasporti (si passerà dal 10% del 2020, al 21% del 2030) gli assegneranno un ruolo sempre più importante ha rimarcato Giansanti - e questo rappresenta non solo una grande opportunità per il nostro Paese per produrre gas rinnovabile da utilizzare nei trasporti e per altri usi, ma anche una importante occasione per l’agricoltura per proseguire il percorso iniziato da alcuni anni di efficientamento dei processi produttivi e di riduzione dei costi di produzione, al fine di rendere l’attività sempre più multifunzionale e sostenibile dal punto di vista ambientale”. “Serve, dunque, una nuova strategia sulle biomasse per la produzione di energia elettrica, termica e biocarburanti avanzati - ha concluso il presidente di Confagricoltura - ponendole al centro di un importante sviluppo economico dei territori vocati, sia agricoli, sia forestali”. nnn MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 45
M APPAMONDO
di Jordan Nash
Accordo di continuità commerciale tra UK e Cile
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governi britannico e cileno hanno conLa Spagna invia quancluso un accordo di titativi extra di vino in continuità commerciale, Gran Bretagna, prima particolarmente positivo della Brexit, nel tenper l’industria del vino. tativo di aumentare le Firmato dall’ambasciasue esportazioni e in tore di Sua Maestà in modo che non manchi Cile, Jamie Bowden, e prodotto in vista di dal ministro degli Esteri una potenziale uscita cileno, Roberto Ampuedura del Regno Unito. ro garantisce che, dopo “Abbiamo già complegrande delle regioni euro- la Brexit, i due Paesi tato le nostre vendite continueranno a godeper la prima metà del 2019 pee esportatrici di vino in con il 90% dei nostri clien- termini di volume spedito re di patti commerciali nel Regno Unito. Nei primi ininterrotti e vantaggiosi. ti”, ha affermato Santiago Frias, direttore generale di nove mesi del 2018 le sue Il rapporto commerciale Bodegas Riojanas, nella re- cantine hanno venduto sul tra il Regno Unito e il mercato britannico 32 mi- Cile vale quasi 2 miliardi gione vinicola della Rioja. lioni di litri, un terzo delle di sterline ed è cresciuto Gli spagnoli lavorano per loro esportazioni globali, prevenire il duro impatdell’11% nel 2017. Frutti secondo i dati dell’Osto dell’uscita del Regno cileni, noci e soprattutto Unito dalla Ue senza alcun servatorio spagnolo del vini sono la parte più mercato del vino, OEMV. accordo. La Rioja è la più importante dell’intesa. I clienti del Regno Unito FRANCIA: SI BEVE POCO VINO hanno acquistato l’eCon il calo dei consumi interni quivalente di oltre 100 e il successo dei vini delle due milioni di bottiglie di Americhe, la Francia dipende vino cileno del valore sempre più dalle esportazioni. Tanto più che i francesi bevono sempre meno. Negli ultimi anni, infatti, il consumo del vino è diminuito di oltre il 20%, secondo le statistiche dell’Organizzazione Internazionale del Vino (OIV). La Francia soffre i Paesi vicini, come Spagna e Italia, ma ancor più quelli lontani, come Australia o Cile, molto offensivi commercialmente. Il tema è delicato, poiché vini e alcolici rappresentano la seconda voce surplus commerciale della Francia, dopo l’aeronautica. Il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC), infine, ha rilevato che le vendite di champagne sono diminuite dell’1,8% nel 2018, proprio a causa del calo nel consumo nazionale. GB: INVASIONE DI RIOJA
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di più di 700 milioni di sterline, negli ultimi 12 mesi. Ciò equivale a circa il 9% del totale delle vendite di vini fermi nel Regno Unito in volume e all’8% in valore. L’ambasciatore Bowden ha commentato: “Il Regno Unito e il Cile godono di un rapporto commerciale duraturo. Stiamo ancora lavorando per raggiungere un accordo con l’Unione europea sui termini del nostro distacco. Il successo di tali colloqui determinerà se l’attuale accordo UECile cesserà di applicarsi al Regno Unito alla fine di marzo di quest’anno o alla fine di un periodo di attuazione. “In entrambi gli scenari - ha concluso - non ci saranno interruzioni nel commercio tra Regno Unito e Cile”.
Portogallo, puntare sull’autenticità
I
ricercatori della Università portoghese di Evora hanno lanciato un progetto sull’olio extravergine d’oliva, con l’obiettivo di riuscire a garantire autenticità e tracciabilità del prodotto. Lo sviluppo di strumenti di certificazione di qualità analitica affidabili, per valutare l’autenticità degli alimenti, è sempre stato un compito impegnativo e gli studiosi stanno sperimentando diverse strategie innovative. In particolare lo studio si concentra su alcune cultivar portoghesi come Galega Vulgar, Carrasquenha, Cordovil
de Serpa, Cobrançosa, Blanqueta de Elvas, Madural e Alentejana, che sono anche base della produzione di olio extravergine di oliva DOP. Ma con l’enorme aumento delle aree ad oliveto, in particolare nella regione Alentejo, le cultivar non tradizionali stanno acquisendo sempre più importanza. “Solo la profonda conoscenza delle nostre varietà e qualità dei nostri oli d’oliva sottolineano i ricercatori - potrà contribuire ad aumentare la rappresentatività delle cultivar portoghesi nei nuovi oliveti”. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 47
EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli
MODIFICA DELLA NORMATIVA SULLA CACCIA
L’esempio della Germania Alla luce delle diverse iniziative parlamentari sul tema della caccia di questo ultimo periodo, può essere interessante osservare cosa prevede la normativa in Germania. La realtà italiana si differenzia in modo sostanziale dal resto dell’Europa per l’art. 842, sancisce che la selvaggina non è di proprietà del proprietario del fondo, ma patrimonio indisponibile dello Stato e dà la possibilità del cacciatore di accedere ai fondi altrui. In Germania le cose stanno in modo diverso e si basano su pochi, semplici ed efficaci capisaldi. Primo fra tutti, il legame del cacciatore con il territorio. I vari “lander” (fondi) - ma in Francia è lo stesso con gli “arrondissmant” hanno diviso il loro territorio in “revier” (zone di caccia) pubbliche o private. Se il fondo è troppo piccolo, i proprietari si consorziano, perché la caccia rappresenta sia un’entrata per le aziende (con l’iscrizione annuale al “revier”), sia una forma di tutela dell’agricoltura e delle culture in atto. In ogni “revier” viene previsto un numero massimo di
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cacciatori iscrivibili. L’iscrizione è per un solo “revier” ed è vitalizia, con una quota annuale; anche se esistono meccanismi di compensazione per gestire gli scambi - temporanei - di “revier” tra cacciatori. Le zone di caccia vengono gestite dal “forster” (ruolo cui si accede solo dopo durissima formazione universitaria e di praticantato) che è a tutti gli effetti un cacciatore professionista, a cui spetta il compito di definire annualmente quantità e tipologia di prelievo, per ogni specie. La selvaggina, che appartiene al proprietario del fondo, è una forma di reddito importante per l’agricoltore, che quindi sta bene attento che la caccino nel modo e nelle quantità corrette solo quelli che hanno diritto a farlo. C’è poi il divieto assoluto di ripopolamento, che porta i cacciatori a controllare attentamente le consistenze della selvaggina dei propri “revier”, in modo da evitare che una mala gestione porti ad impoverire il territorio. Ottenere la licenza di caccia è difficilissimo, non per motivi bu-
rocratici, ma perché si tratta in pratica di una laurea breve. I corsi durano un anno e mezzo e si approfondiscono tutte le discipline: dalla fauna, alla flora, alla gestione e all’addestramento dei cani, fino alla balistica. La caccia, infine, è aperta tutto l’anno, ma si chiude quella alla specie. Ciò comporta che il cacciatore tedesco non sia uno specialista e che non abbia problemi a cacciare specie diverse, con l’unica vera discriminante che nel suo “revier” vi sia un numero adeguato di animali della specie che intende cercare. Anche se sono comprensibili la perplessità di chi è contrario all’abrogazione dell’art. 842, non si può sottovalutare che adottare qualcosa di simile al modello tedesco sia una rivoluzione non solo di carattere normativo, ma soprattutto di natura culturale, che cambierebbe in meglio la percezione della caccia ed il rapporto con l’attività agricola e con la natura, e soprattutto la cultura del cacciatore italiano.
C E N T R O S T U D I di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo
DATI ISTAT 2018 SULLA BILANCIA COMMERCIALE DELL’AGROALIMENTARE
Brusca frenata dell’export
A
rrivano notizie non buone dai recenti dati Istat sugli scambi con l’estero di prodotti agricoli e dell’industria alimentare dell’Italia nel 2018: rispetto al 2017, il valore dell’esportazione di prodotti agricoli è diminuito del 5%; non è andato bene (sia pure segnando crescita) anche l’export dei prodotti dell’industria alimentare, con un modesto +2,5%. In entrambi i casi, si tratta del risultato peggiore dal 2010. Così l’export agricolo torna inferiore ai 7 miliardi (6,76) di euro, sotto di circa 100 milioni rispetto al 2016; e l’export alimentare varca appena la soglia dei 35 miliardi di euro, crescendo di 862 milioni contro i 2.585 milioni del 2017. E l’export complessivo dell’agroalimentare (+1,2% rispetto al 2017 pari a 41,8 miliardi di euro) si allontana ormai dall’obiettivo dei 50 miliardi nel 2020, visto che richiederebbe nei prossimi due anni un incremento medio annuo di oltre il 9,8%, mai verificatosi negli ultimi otto anni. Unica buona notizia viene dall’andamento negativo delle importazioni, sia dei prodotti agricoli (-0,2% per 14,4 miliardi di euro), sia dei prodotti dell’industria alimentare (-1,5% per 30,2 miliardi di euro) per cui il saldo fra export e import, pur restando negativo, si riduce ulteriormente (come accaduto costantemente dal 2015) segnando -2.872 milioni di euro. Ombre più che luci vengono anche dai confronti con gli altri principali paesi UE, secondo i dati Eurostat: quanto a scambi con l’estero di alimenti, bevande e tabacco, l’Italia
si colloca al quinto posto per esportazioni, importazioni e saldi. In particolare, l’export del nostro Paese vale 37,5 miliardi, preceduto da Olanda (73,3), Germania (68,1), Francia (56,4) e Spagna (42,2). L’Olanda, quindi, esporta quasi il doppio di noi pur essendo un piccolo Paese e avendo una tradizione agroalimentare decisamente inferiore alla nostra. Quanto al saldo export-import,
l’Italia, pur avendo, fra il 2010 e il 2017, migliorato più di tutti i concorrenti (+5,6 miliardi) raggiungendo nel 2017 l’attivo di 0,2 miliardi, resta al quinto posto dopo Olanda (24,3), Spagna (11,2), Francia (6,1) e Belgio (5,5). Il cammino per una valorizzazione delle nostre produzioni agricole e alimentari degna dei tanti primati, per tradizione e qualità, è dunque ancora lungo...
Tabella 1 - Evoluzione del valore dell’export dei prodotti agricoli e dei prodotti dell’industria alimentare (milioni di euro) e incrementi rispetto all’anno precedente (milioni di euro). Prodotti agricoli Valore
Prodotti industria alimentare
Var. % su anno precedente
Valore
Totale
Var. % su anno precedente
Valore
Var. % su anno precedente
2009
4.614
-
20.031
-
24.645
-
2010
5.614
+21,7%
22.179
+10,7%
27.793
+12,8%
2011
5.800
+3,3%
24.419
+10,1%
30.219
+8,7%
2012
5.822
+0,4%
26.086
+6,8%
31.908
+5,6%
2013
5.982
+2,7%
27.512
+5,5%
33.494
+5,0%
2014
5.936
-0,8%
28.395
+3,2%
34.331
+2,5%
2015
6.620
+11,5%
30.274
+6,6%
36.894
+7,4%
2016
6.852
+3,5%
31.577
+4,3%
38.429
+4,2%
2017
7.115
+3,8%
34.162
+8,2%
41.277
+7,4%
2018
6.759
-5,0%
35.024
+2,5%
41.783
+1,2%
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat. Tabella 3 - Esportazioni di alimenti, bevande e tabacco dei principali paesi esportatori dell’Unione Europea (milioni di euro). 2016
2017
Var. % 2010-2017
63.693
69.529
73.257
+37,2%
61.211
65.751
68.138
+37,7%
2010
2013
Olanda
53.400
Germania
49.494
Francia
44.758
55.297
54.203
56.403
+26,0%
Spagna
26.625
33.526
40.042
42.292
+58,8%
Italia
24.980
29.917
34.771
37.516
+50,2%
Belgio
26.022
30.977
34.919
36.906
+41,8%
Regno Unito
18.679
22.181
24.716
25.130
+34,5%
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Eurostat. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 49
ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO PALERMO FATTA ELETTO PRESIDENTE
È Giancorrado Fatta della Fratta il nuovo presidente di Confagricoltura Palermo. Pioniere dell’agriturismo, produce energia da fonti rinnovabili, cereali, olio, vino ed alleva bovini. Vicepresidenti: Di Lorenzo, Saeli e Mocciaro. “Il momento attuale è difficile - ha detto Fatta - come dimostrano le recenti proteste per il prezzo del latte ovino. Ma in affanno sono anche altri comparti”. Il nuovo direttivo vuole mantenere alta l’attività sindacale e allargare la carta dei servizi a favore degli associati.
FEDERPUGLIA LAZZÀRO NUOVO PRESIDENTE
Luca Lazzàro è il nuovo presidente di Confagricoltura Puglia. Conduce un’azienda ad indirizzo olivicolo in provincia di Taranto. Vicepresidenti Frattarolo e Cezzi; Spagnoletti Zeuli confermato presidente onorario. “La Puglia deve tornare ad essere considerata una delle più importanti realtà agricole d’Italia - ha detto Lazzàro -. Fronteggeremo con forza la profonda crisi che sta colpendo la nostra economia: sia per calamità, come le gelate, sia a causa della Xylella”. 50 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
di Alessandra Porro
ACADEMY CONFAGRICOLTURA LOMBARDIA
Rappresentanza “circolare”
Il Castello di San Gaudenzio di Cervesina (PV) ha ospitato il 5 e il 6 marzo l’Academy di Confagricoltura Lombardia, un appuntamento formativo per i direttori e i presidenti delle Unioni provinciali e della Federazione regionale, dedicato quest’anno al tema della rappresentanza. Nella prima giornata sono stati presentati i numeri dell’Organizzazione in Lombardia e si è svolto un dibattito dedicato al ruolo delle Organizzazioni di categoria, alla presenza del presidente nazionale Massimiliano Giansanti. Il giorno dopo, il confronto è stato arricchito dagli interventi del sociologo Aldo Bonomi, direttore di Aaster, di Pierattilio Superti, vicesegretario di Regione Lombardia, e dello psicologo del lavoro Andrea Pucci. “In un contesto economico e produttivo radicalmente mutato - ha spiegato Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia - anche le Organizzazioni di rappresentanza delle imprese devono interrogarsi sul proprio presente e su cosa devono diventare nel futuro per continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale. Nell’epoca della disintermediazione, infatti, la rappresentanza sta paradossalmente ritrovando apprezzamento e funzionalità, adattandosi anche ai cambiamenti istituzionali, come quel-
lo che ha interessato le amministrazioni provinciali”. “Per raggiungere questo obiettivo - ha aggiunto Umberto Bertolasi, direttore di Confagricoltura Lombardia - è fondamentale che le associazioni di categoria si ripensino anche da un punto di vista organizzativo, a partire da una virtuosa e sinergica collaborazione tra struttura nazionale, realtà regionali e provinciali”. “Non solo l’economia - ha concluso Boselli - ma anche la rappresentanza deve essere circolare: dall’impresa, passando per i vari livelli territoriali, per tornare poi a restituire servizi alle aziende”. Partendo dai numeri e dalla situazione attuale, l’Academy di Confagricoltura Lombardia ha avuto come obiettivo di questa edizione quello di disegnare il futuro della rappresentanza, per un’organizzazione che sia sempre più vicina alle imprese, in un dialogo virtuoso, efficiente e produttivo con le Istituzioni. Particolare attenzione è stata dedicata alla riforma dello Statuto che interesserà prossimamente Confagricoltura, finalizzata ad assegnare alle Federazioni regionali un ruolo di coordinamento delle attività, in dialogo con l’amministrazione regionale, soprattutto dopo la riforma amministrativa che ha svuotato le Province di competenze in ambito agricolo e non solo.
ROVIGO: DONAZIONE DI VINCENZO CAPPELLINI
Palazzo Manfredini più bello
“Una donazione molto importante con la quale si avvera un sogno per i nostri soci”: così Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura Rovigo, nel corso dell’assemblea che si è svolta nel Salone del Grano della Camera di commercio, ha annunciato il compimento della ristrutturazione della sede dell’associazione, Palazzo Manfredini, in piazza Duomo. Il costo dei lavori (che da un preventivo di 212mila euro è giunto a sfiorare i 240mila euro, ndr) è stato interamente sostenuto dall’avvocato Vincenzo Cappellini, da sempre, assieme al fratello Antonio, socio di Confagricoltura a Rovigo, Padova e Venezia. Risistemare un edificio del 1400, con molti vincoli, è stata un’operazione delicata, alla quale Vincenzo Cappellini si è dedicato con grande determinazione, consentendo di installare un ascensore interno, rifare i bagni, creare una scala antincendio, dotare l’atrio di un bellissimo lampadario di Murano e applicare luci sulle facciate per illuminare il palazzo di notte. “Ringrazio l’avvocato Cappellini e tutta la sua famiglia - ha continuato Casalini - per questo gesto di grande generosità, non solo per i soci, ma per tutta la città, in memoria del padre Mario, che fu tra i fautori e artefici dell’Associazione agricoltori polesana agli albori della sua storia e che nel 1953 contribuì a rendere di-
sponibile agli agricoltori il Palazzo. Festeggiamo proprio quest’anno il 150° anniversario dalla nostra costituzione, avvenuta nel 1869.” Spiegando la motivazione del suo gesto Cappellini ha detto: “Quando si è giovani si è abituati a guardare sempre avanti. Quando si è avanti negli anni ecco che si guarda indietro. Si volge il pensiero a quello che è stato e alle persone che ci hanno ci dato un’educazione, incidendo sulla nostra vita. In questo modo ho rivalutato la figura di mio padre, valente imprenditore agricolo, e ho capito l’importanza di ciò che mi aveva insegnato: la costanza, la correttezza e l’onestà, che mi hanno guidato sia nell’attività di agricoltore, sia in quella di industriale. Da qui è maturata la mia volontà di ricambiare quanto ricevuto con un pensiero concreto, attraverso un’azione significativa e duratura nel tempo”. All’assemblea ha partecipato anche il presidente nazionale Massimiliano Giansanti: “Voglio ringraziare personalmente il nostro associato Cappellini per il suo gesto - ha detto -: un atto di generosità a beneficio di tutti i soci, che evidenzia un forte spirito di appartenenza, e anche per il suo richiamo a quei princìpi che sono nel Dna di quanti, in Confagricoltura, sono imprenditori liberi, non a parole, ma nei fatti”. (Luisa Rosa)
ROMA RITORNO NELLA SEDE STORICA DI VIA GIULIA
Confagricoltura Roma torna nella sua sede storica a Via Giulia 4, un antico palazzo nel cuore della Capitale che nel 1966 lungimiranti agricoltori scelsero come propria “casa”. “Ringraziamo questi agricoltori e tutti i presidenti che negli anni si sono susseguiti, molti dei quali sono qui oggi - ha detto il presidente Vincenzo Rota durante l’inaugurazione - che insieme ai direttori e a tutti i dipendenti hanno contribuito a creare un’Organizzazione con forte spirito di appartenenza, impegnata nella tutela degli agricoltori romani, che ha l’orgoglio di avere tra i suoi soci il presidente nazionale Massimiliano Giansanti”. Giansanti ha ricordato di aver frequentato quelle stanze fin da piccolo, con il nonno, dove poi è tornato come socio e come presidente provinciale. “Confagricoltura - ha detto - ha espresso gli imprenditori che hanno fatto la storia dell’agricoltura romana. Un’agricoltura che è sempre stata all’avanguardia e che, sono certo, saprà affrontare le nuove sfide che ci attendono.” Un ricordo particolare per Annalisa Paci, per moltissimi anni direttore di Confagricoltura Roma. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 51
CAMPI ROSA
di Elisabetta Tufarelli
CONFAGRI DONNA
Le imprenditrici per l’ambiente aver ricordato il successo dell’evento milanese “L’impegno delle agricoltrici, comprendere il valore dell’agricoltura nei parchi”, che si è tenuto a Palazzo Isimbardi, è intervenuta la presidente di Confagricoltura Donna Lombardia, Caterina Brazzola: “È stata l’occasione - ha sottolineato - per valorizzare l’impegno, l’attività e la professionalità femminile nel mondo agricolo e rurale”. Confagricoltura Donna Sicilia ha rinnovato il consiglio direttivo per il triennio 2019/2021. Presidente è stata con“La numerose attività che ci vefermata Maria Pia Piricò, mentre dono protagoniste sul territorio hanno tutte l’obiettivo di promuo- Licia Guccione e Silvia Sillitti sono le vicepresidenti. “Tra le attività che vere la nostra “mission”. Il centro studi di Confagricoltura, in un suo ci vedranno impegnate quest’anno - ha concluso Oddi Baglioni rapporto ha rilevato che il 31% dei titolari delle imprese agricole è l’attenzione all’ambiente. D’altronde donna. E la compagine femminile coniugare produttività e sostenibilità è la sfida naturale del mondo rappresenta il 35% nelle gestioni societarie, il 23% degli amministra- agricolo. I problemi dei cambiatori e il 18% nella copertura di altre menti climatici investono in pieno cariche dirigenziali. È evidente che l’agricoltura e noi, che siamo donne dobbiamo crescere di più”. Così la e madri, daremo grande attenzione presidente Alessandra Oddi Baglio- all’ambiente e all’uso razionale delle risorse, nell’ottica di preservare un ni ha aperto i lavori del consiglio di Confagricoltura Donna che si è mondo dove le generazioni future tenuto a Palazzo della Valle. Dopo possano vivere e svilupparsi “. LA CONSULTA PROVINCIALE FEMMINILE di Confagricoltura Donna Ferrara, con l’intento di essere di supporto allo sviluppo dell’imprenditoria femminile, ha organizzato un incontro rivolto alle aziende agricole a conduzione femminile associate a Confagricoltura Donna dell’Emilia Romagna, per approfondire la conoscenza di un consorzio di garanzia al servizio del credito per le imprese agricole, Agrifidi. “Siamo consapevoli che la leva finanziaria sia il primo strumento per far crescere le nostre imprese ha detto Rosanna Scipioni, presidente regionale di Confagricoltura Donna, che ha coordinato l’incontro -. Questo è il motivo che ci ha spinto ad approfondire come funzionano i consorzi di garanzia, quali sono i prodotti offerti e come possano essere di aiuto nei rapporti con gli Istituti bancari “. 52 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
PUGLIA: CRESCE IMPRENDITORIA ‘ROSA’
Le imprese agricole condotte dalle donne in Puglia sono aumentate di 2.307 unità in tre anni, dal 2014 al 2017. E le aziende “rosa”, sempre più giovani, superano il 24% (dati Unioncamere). Complessivamente sono più di 24mila le aziende agricole guidate da mano femminile. L’incontro “Donne in agricoltura: criticità e opportunità” organizzato da Confagricoltura Bari-Bat e il Comune di Sammichele, è stato:” Un momento di riflessione ma anche un’occasione per meglio informare sulle possibilità e opportunità per le imprenditrici agricole del nostro territorio”, ha sottolineato Cinzia Ceci, presidente delle imprenditrici agricole pugliesi di Confagricoltura. L’attività regionale continua con il convegno “Suolo e salute”, organizzato in collaborazione con l’Aidda.
Sostenibilità: opportunità per le imprese FIRMATO L’ACCORDO CON MILAN CENTER FOR FOOD LAW AND POLICY
P
er l’Ue la sostenibilità vale 10mila miliardi. Il alto livello di sicurezza alimentare) e come fornitore di Parlamento europeo ha presentato il Rappor- beni pubblici e servizi ecosistemici (tutela il patrimonio to strategico annuale sull’implementazione e ambientale, produce energia rinnovabile, recupera gli il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sosteni- scarti di produzione secondo un modello di economia bile (Sustainable Development Goals, SDGs) entro il circolare ecc.). “Il tema della sostenibilità - ha sottoli2030 promossi dalle Nazioni Unite. “Nonostante l’im- neato Maiorano - non va assolutamente sottovalutato menso potenziale - ha sottolineato Raffaele Maiorano, né può essere affrontato solamente a livello di governance e di policies, ma presidente Anga - questa occorre che quest’ultime opportunità non ha riceIL C O M M E N T O vuto finora l’attenzione siano capaci di incentivare Non è certamente un moche merita, soprattutto le imprese a investire nelmento facile per il settola sostenibilità ambientale, nel nostro Paese”. Maiore agricolo. È diventato rano ha anche ricordato economica e sociale”. In difficile capire cosa colticome, attraverso gli SDGs altre parole, a parere dei vare, seminare e quando (Sustainable Development giovani di Confagricoltura, farlo. Senza parlare delle Goals), oggetto dell’ultimo leggi e norme sono sicurapatologie. Sono diventate mente uno strumento imconvegno Quadri dirigenti troppe le incertezze legaportante per il raggiungidei giovani di Confagricolte agli sbalzi termici e ai tura, si possa rendere la mento di questi obiettivi, repentini cambi delle condizioni meteorologiterra un posto più giusto ma le regole non possono che. Ma non solo. Questa situazione che vivono e vivibile. Nell’ultimo conesclusivamente essere cale nostre imprese avrà sicuramente impatto sulsiglio dell’Associazione late dall’alto, perché così la produzione, sui prezzi e sull’ambiente. Se l’eanche la sigla dell’accordo non si aiuta a capirle. “Per mergenza idrica e il riscaldamento globale sono quadro tra Anga e Milan fare ciò - ha concluso Maun rischio enorme per gli agricoltori, la sostenibilità è un’opportunità e un indubbio fattore iorano - è necessario che Center for Food Law and di crescita. Confagricoltura ha siglato con Conle politiche decise a livelPolicy-MCF. findustria un Protocollo di collaborazione per lo internazionale e comuLa politica agricola comula promozione delle buone pratiche industriali nitaria (PAC), pur mantenitario trovino effettiva e agricole e con le più importanti associazioni nendo al centro l’assicuattuazione all’interno deeconomiche ha sottoscritto la “Carta per l’Ecorazione del reddito per gli Stati membri, per poi nomia circolare”. Ciò significa che la sostenibigli agricoltori, riconosce scendere ulteriormente lità è effettivamente un’occasione che va colta. infatti la nuova natura lungo una sorta di “piraTocca alla politica valorizzare gli sforzi degli immide della sostenibilità” dell’imprenditore agricolo prenditori in tal senso che arrivi fino agli enti come attore (che garantiRaffaele Maiorano sce una produzione agrolocali, ai singoli cittadini e Presidente Nazionale Anga alimentare sostenibile ad alle imprese”. Elisabetta Tufarelli esempio mantenendo un MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 53
EMILIA ROMAGNA
NORD CENTRO E SUD
Focus Ceja su Pac e Brexit
Programmare il futuro
Una rappresentanza di Giovani di Confagricoltura si sono trovati in Emilia Romagna in occasione del “Young entrepreneurs in agriculture the seeds for the future of Europe”. Tre giorni in cui i nostri delegati al Ceja (Consiglio europeo dei giovani agricoltori) Arianne Lotti, Giovanni Gioia, Francesca P. Gioia hanno analizzato e discusso attentamente il documento di posizionamento politico sindacale del Ceja in vista delle elezioni europee, insieme ai tanti giovani agricoltori provenienti dalle Organizzazioni di tutta Europa. Ad accoglierli l’assessore dell’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli e il presidente nazionale di Agia Stefano Francia. Hanno partecipato ai lavori Francesco Manca (Anga Ferrara), Gianluca Giberti e Michele Ghetti (Anga Forlì-Cesena-Rimini). Tra gli argomenti del confronto le problematiche della Brexit, l’approccio dei giovani agricoltori sui pilastri della PAC e al primo insediamento, la sostenibilità e le sfide che pongono i cambiamenti climatici. 54 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
Tra fine febbraio e i primi di marzo e in vista del ricambio ai vertici dell’Anga si sono tenuti, sul territorio, tre interregionali: Nord, Centro e Sud. L’internord si è svolto a Vercelli, durante la “Fiera in Campo” ed è stato l’occasione, oltre che per visitare la manifestazione, per partecipare al convegno sulla Pac con il ministro Centinaio, il presidente Giansanti e il presidente dei giovani Maiorano. La domenica anche l’europarlamentare Ciocca è stato in fiera. Il giorno dopo, l’approfondimento sulle nuove tecnologie in collaborazione con Topcon, multinazionale giapponese, leader nel settore dell’innovazione. Durante la riunione si è iniziato a ragionare sulla futura dirigenza nazionale auspicando un percorso di continuità. L’intercentro si è svolto a Ferrara, dall’ 1 al 3 marzo, con i ragazzi che sono arrivati dall’ Abruzzo, Lazio, Toscana e Emilia Romagna. La riunione si è aperta con la visita ad alcune delle realtà più innovative e interessanti per quello che riguarda la ricerca in agricoltura: il CIV centro italiano vivaisti, leader nel mondo della ricerca genetica e varietale per fragola, pero e melo è un ottimo esempio di aggregazione di imprenditori, che insieme sono
riusciti a conquistare il mercato internazionale. La visita alla Fondazione Navarra ha permesso di conoscere una realtà volta alla ricerca e alla sperimentazione per gli agricoltori. Soluzioni concrete e applicabili non sono pensate, ma anche applicate, nei 200 ettari gestiti dalla Fondazione. Durante i lavori i giovani si sono confrontati sul triennio trascorso, facendo un bilancio di quanto fatto e di quanto si può ancora fare, analizzando le loro prospettive per il triennio futuro ed approfondendo il tema delle politiche agricole europee. La riunione Sud si è tenuta a Palermo. Vi hanno partecipato iscritti di Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, con l’obiettivo di condividere le linee programmatiche sindacali. “Stringere legami con i propri colleghi non significa soltanto sentirsi parte attiva dell’associazione - ha detto Francesca Paola Gioia, presidente Anga Palermo - ma soprattutto mettere in campo iniziative di vicendevole supporto, laddove le problematiche locali assumano una portata transregionale o possano essere esempio pratico per iniziative future, come nel caso della Xylella fastidiosa”. Durante la riunione sono stati esaminati alcuni comparti produttivi innovativi sperimentati dagli associati e l’agricoltura 4.0, indispensabile nell’ottica di accrescere la produttività e l’efficienza aziendale. “Tutto ciò - ha concluso Gioia - con particolare attenzione alla qualità e alla sostenibilità dei processi, materie care a noi Giovani di Confagricoltura”.
FLORANGA E CARRO FIORITO
Impegno Anga a Sanremo I giovani floricoltori di Confagricoltura in primo piano a Sanremo. Esposizioni, concorsi internazionali, non solo a “Sanremoinfiore” che, con questa edizione, insieme al Corso Fiorito di Sanremo e complice il bel tempo, è riuscita a portare nella cittadina rivierasca oltre quarantamila persone. Tra gli eventi collaterali, Villa Omond in fiore si è confermata un successo. Posto d’onore per Floranga, la manifestazione inserita all’interno della villa. Floranga è nata negli anni ‘80, quando i giovani floricoltori ogni anno trasformavano il loro entusiasmo in un momento espositivo di rilevanza internazionale. Da alcuni anni i giovani imprenditori floricoli
hanno trovato uno spazio adeguato per dare nuova vita al Concorso internazionale di decorazione floreale. Esperti del settore, flower designer e chef sono riusciti movimentare gli eventi, esplorando, in forme innovative, il fiore in tutta la sua essenza e nelle sue molteplici possibili forme di trasformazione edibili e ornamentali. Partner dei Giovani di Confagricoltura, oltre alla Fondazione Villa Ormond, il Mercato dei fiori, l’Ancef (Associazione nazionale dei commercianti ed esportatori di fiori) e il Garden Club Sanremo. Hanno collaborato per la fornitura del materiale vegetale anche le cooperative Florcoop, Tre Ponti e Otto Luoghi. Sanremo
non è solo “Floranga”. Grande successo, anche in questa edizione, per il carro capofila di Sanremo (fuori gara), che è stato realizzato da Anga Confagricoltura e dedicato alle spiagge del Ponente ligure: cabine, ombrelloni, brezza marina e mare spumeggiante realizzati con oltre 20 mila garofani, 15 mila ranuncoli variopinti e altri fiori. Lolla di riso per la sabbia.
MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 55
FORMAZIONE
a cura di Antonella Torzillo
“COLTIVIAMO COMPETENZE” PER DIRIGENTI (ANGA E FIIAF) E DIPENDENTI
Investire in professionalità
“Coltiviamo Competenze” è l’articolato programma di formazione per le risorse umane che, a qualunque titolo, operano all’interno del sistema confederale. Ogni Organizzazione che voglia esistere e competere deve necessariamente porre al centro il capitale umano: valorizzarlo e qualificarlo rappresenta un must per la gestione dei cambiamenti di contesto esterno, di settore, e per raggiungere obiettivi di sviluppo. E questo è vero tanto se si parla di dipendenti della struttura, quanto che si parli di dirigenti che, ai vari livelli territoriali, agiscono in rappresentanza e tutela degli interessi degli associati e dell’Associazione stessa. “In questa premessa - ha detto Luca Brondelli di Brondello, presidente Enapra- risiedono la ratio e l’essenza del programma di formazione che abbiamo progettato e che ora stiamo realizzando su delega di Confagricoltura per l’Organizzazione stessa, gli enti e le società del perimetro. Le nostre azioni formative - ha proseguito il presidente - mirano a supportare la Confederazione nel suo progetto di investimento in competenza e professionalità. Siamo convinti che 56 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2019
questo possa contribuire a migliorare e a potenziare la credibilità, la legittimazione e la fiducia di cui la Confederazione gode presso le aziende associate e i numerosi stakeholder esterni”. In coerenza con questi obiettivi dall’inizio dell’anno ad oggi già si sono svolte tre iniziative molto interessanti. La prima ha coinvolto i giovani dirigenti dell’Anga, l’associazione giovanile di Confagricoltura, l’altra ha interessato i dirigenti della FIIAF, l’associazione dell’impresa familiare coltivatrice di Confagricoltura e la terza invece - tuttora in svolgimento - sta riguardando un gruppo di dipendenti delle sedi territoriali. Il percorso formativo scelto dall’Anga ha previsto due appuntamenti
nella sede nazionale di Roma, a cui hanno partecipato oltre cinquanta giovani dirigenti provenienti dalle varie sedi territoriali. I focus delle giornate formative sono stati: il contesto associativo di riferimento, la comunicazione e il marketing associativo, l’innovazione in azienda e in Associazione. Diverso il programma per i dirigenti della Fiiaf che quest’anno hanno svolto la loro formazione tra Brescia e Matera. In questo caso si è scelto di trattare il tema dei mercati dei prodotti agricoli. Attraverso le relazioni di qualificati esperti della materia e alcune testimonianze imprenditoriali, i dirigenti dell’Impresa Familiare hanno consolidato la loro preparazione in termini di nozioni, strumenti di analisi e opportunità per la migliore pianificazione degli investimenti aziendali. A chiudere questa rosa di iniziative, l’avvio a fine febbraio del percorso di Alta Formazione Dipendenti. Un progetto - giunto alla sua seconda edizione - che ha l’obiettivo di formare un middle management confederale capace di contribuire alla qualificazione e alla competitività dell’Associazione e preparato ad affrontare il naturale ricambio generazionale, in ruoli apicali, garantendo continuità di lavoro e di performance professionale.
Parola chiave del mese: Skylls4wine È il nuovo Catalogo formativo per gli operatori del settore vitivinicolo che Enapra ha realizzato in collaborazione con Nomisma e Intesa San Paolo Formazione e presenterà a Vinitaly 2019 (Verona, 7-10 aprile). Una selezione di 15 corsi suddivisi in 2 sezioni: la prima dal titolo “Dalla vigna alla cantina” e la seconda denominata “Commercializzazione, Marketing e Comunicazione”, che tengono conto di due temi centrali e trasversali: la sostenibilità e l’innovazione digitale.
FORMAZIONE
Formazione continua per le imprese Attraverso lo strumento del voucher formativo del For.Agri - Fondo Interprofessionale per la formazione continua in agricoltura - Enapra realizza attività gratuite per i dipendenti delle imprese associate. Una delle ultime iniziative di questo tipo si è svolta presso la Confagricoltura di Ravenna, dove le aziende si sono cimentate sul bilancio di esercizio: come fare e come utilizzare il bilancio per la gestione delle aziende agricole. In tale occasione il presidente di Ravenna Andrea Betti, unitamente alla vicepresidente, Danila Massaroli, e al direttore Danilo Verlicchi, hanno presentato un programma di formazione predisposto ad hoc in collaborazione con Enapra per le aziende agricole che necessitano di interventi specifici per i propri collaboratori.
MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 57
OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Spagna e Italia Paesi sani ne nella prima infanzia e nella sanità pubblica e quella riservata a pazienti cronici o anziani. Si registra un calo, rispetto al decennio scorso, dei disturbi cardiovascolari e dei morti per cancro. Nei primi 10 posti la sanità europea fa la parte del leone. L’Islanda è terza, la Svizzera quinta, la Svezia sesta e la Norvegia nona. Il Giappone è il Paese asiatico più sano e si piazza al quarto posto, Singapore è ottavo e Israele decimo. La Francia è solo al quattordicesimo posto e il Regno Unito al ventitreesimo. Il Canada sorpassa gli Stati Uniti (sedicesimo in Bloomberg ha redatto una clas- graduatoria), che scivolano al sifica dei Paesi più “sani” del 35esimo posto. mondo, che prende in esame, Il Messico è 53esimo. Diminutra l’altro, l’aspettativa di vita, il isce l’aspettativa di vita, colconsumo di tabacco, l’obesità, pa anche di un aumento nel la dieta alimentare e la preven- consumo di droga e perfino zione sanitaria. Tra 169 Paesi dei suicidi. La Cina, dal canto l’Italia si piazza al secondo suo, si ferma al 52esimo posto. posto, superata dalla Spagna. Decisamente negativa invece la Tra i parametri presi in consisituazione nei Paesi Sub-Sahaderazione c’è l’accesso all’acqua riani, come del resto quella in potabile, le cure e la prevenzio- Haiti, Afghanistan e Yemen. IL NUMERO DI FLESSIONI è la spia della salute del cuore. Negli uomini di mezza età capaci di farne 40 consecutive cala del 96% il rischio di sviluppare malattie cardiache. Queste le conclusioni di uno studio dell’Harvard TH Chan School of Public Health che ha coinvolto 1.104 vigili del fuoco con un’età media di 39.6 anni e con un indice medio di massa corporea di 28.7, reclutati per uno studio retrospettivo tra il 2000 e il 2010. I ricercatori hanno concluso che la capacità di eseguire flessioni era inversamente proporzionale al rischio a 10 anni di eventi cardiovascolari per gli uomini tra i 21 e i 66 anni. Forza con le flessioni: sono semplici e senza costi.
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DIETA MEDITERRANEA PER IL CERVELLO
L’alimentazione è alleata del nostro cervello, che ha bisogno di ricaricarsi a tavola con un’alimentazione ricca di nutrimenti in grado di stimolare la concentrazione e potenziare la memoria. Alcuni alimenti più degli altri consentono di mantenere attiva la funzione cerebrale. Un recente studio dell’Università di Edimburgo sostiene il ruolo della dieta mediterranea nel potenziamento della memoria e nel ringiovanimento del cervello. Si è dimostrato, attraverso risonanza magnetica, come il cervello degli anziani che avevano adottato la dieta mediterranea si restringeva di meno, al contrario di quelli che si alimentavano diversamente. Tra gli ortaggi più efficaci per potenziare la memoria ci sono i cavoli e i broccoli. I cereali integrali, ricchi di Vitamina B1, essenziale per produrre acetilcolina, aiutano ad immagazzinare nuove informazioni. I mirtilli potenziano la memoria a breve termine, mentre i pomodori ottimizzano le funzioni cerebrali.
Dieta più sale e grassi OVER 65: PIÙ PROTEINE MENO CALORIE
Per perdere peso gli over 65 devono affidarsi ad una dieta ipocalorica ad elevato apporto di proteine. In questo modo, oltre a ridurre i chili in eccesso, si preserva una buona funzionalità muscolare e si contrasta la perdita di massa ossea. A comunicarlo è un team di ricerca della Wake Forest University di WinstonSalem (Stati Uniti). Smaltire i chili di troppo è un obiettivo importante a qualsiasi età, dal momento che sia il sovrappeso, sia soprattutto l’obesità, sono condizioni che mettono a rischio la salute. I risultati dello studio, pubblicato su Annals of Nutrition and Metabolism, costituiscono, secondo i suoi autori, utili indicazioni per i geriatri nella definizione di programmi di dimagrimento.
Marcia indietro degli specialisti sulla dieta povera di sale e grassi che tanto intristisce i nonni a tavola. La buona notizia per gli over 65 arriva dal Congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg). Le nuove indicazioni consentono di raddoppiare le dosi giudicate ottimali finora: così la quantità di lipidi passa da 20-30 a 4050 grammi al giorno, mentre il sale arriva fino a 5-6 grammi al giorno, contro i 3-4 grammi di prima. I consigli dei geriatri tengono conto degli ultimi studi, che sostengono di non demonizzare il cloruro di sodio e i grassi, perché il rischio cardiovascolare e metabolico complessivo non si modifica in maniera sostanziale. Non solo: una carenza di questi nutrienti e minerali potrebbe rivelarsi controproducente proprio per gli anziani. E’ meglio, però, se si assumono i grassi mangiando pesce e frutta in guscio e se il condimento arriva da fonti vegetali come l’olio extravergine d’oliva. Per le proteine resta
invariata, invece, la raccomandazione di introdurre ogni giorno 1 grammo per ogni chilo di peso corporeo. Numerose ricerche hanno dimostrato che avere un buon apporto di acidi grassi polinsaturi è essenziale nella terza età: la mortalità si abbassa fino al 42% se l’introito dalla dieta è adeguato.
IL 50% DEGLI ANZIANI, soffre di almeno una malattia cronica. Quasi sette milioni di ‘over 65’ sono affetti da cardiopatie, diabete, asma, depressione, osteoporosi, artrosi, artrite reumatoide e glaucoma. Queste patologie con cui devono convivere a lungo, fortunatamente hanno terapie che garantiscono una buona qualità della vita. In troppi, però, non seguono i trattamenti. Si stima che solo la metà dei pazienti assuma i farmaci in modo corretto e che, fra gli anziani, i ‘non seguaci’ superino il 70%. Per sensibilizzare sull’importanza dell’aderenza terapeutica, prende il via il progetto nazionale ‘Io aderisco, tu che fai?’, che coinvolge i nipoti, promosso dal Comitato italiano per l’aderenza alla terapia (Ciat).
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AGRITURISMO
di Anna Gagliardi
AGRITURISMO TENUTA LA MARCHESA (AL)
Debutto a Vinitaly
S
i chiama “Pelvàro” ed è l’ultimo vino della Tenuta La Marchesa, azienda vitivinicola monferrina, agriturismo, dimora storica aderente all’Adsi (l’associazione che le raduna in Italia) e monumento nazionale. “Pelvàro” fa il suo debutto in società proprio al Vinitaly, all’appuntamento organizzato da Confagricoltura e dall’Associazione dimore storiche d’Italia, domenica 7 aprile, grazie alla sensibilità di Vittorio Giulini, titolare della Tenuta e anima dell’Adsi, che coglie l’occasione per presentare la novità enologica: un Monferrato Rosso con il 70% di Pelaverga e il rimanente di Albarossa. Un blend tutto piemontese dedicato a due
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vitigni autoctoni, che si affaccia al mercato con una limitata produzione di 5.000 bottiglie. Il core business dell’azienda è rappresentato invece dal Gavi: 250mila bottiglie del bianco secco Docg in questo periodo in gran voga, complice l’ascesa dei vini bianchi piemontesi, anche in versione spumante, finora oscurati dalla fama dei grandi rossi conterranei. Il tutto è prodotto nei 58 ettari di vigna (sui 76 totali della tenuta) che circondano la villa insieme al giardino di frutta, quello all’italiana e il lago con i fiori di loto. Un corollario di emozioni intorno alla dimora intitolata alla Marchesa, la figlia dei marchesi Sauli, una potente famiglia nel 1750. Per il suo fastoso matridi banchieri genovesi, che si sposò monio venne fatta appositamente costruire la villa, oltre alla limonaia e alla cappella dedicata agli Angeli Custodi. Oggi la casa è meta turistica visitabile a piccoli gruppi, ma è saltuariamente vissuta dal titolare, che non ha voluto creare un museo statico, bensì esaltare il patrimonio artistico e architettonico della dimora rendendolo fruibile al pubblico. L’agriturismo sorge in una struttura del diciassettesimo secolo all’interno della tenuta, a pochi metri della villa. Anche in questo caso Giulini ha compiuto un prezioso lavoro di restauro conservativo e di valorizzazione, consegnando agli ospiti una casa dal fascino antico inalterato. Vi trovano spazio dodici stanze arredate con stile country chic e vista spettacolare sulle colline vitate di
proprietà dell’azienda, un ristorante tipico piemontese e una piscina per il relax. La camera della torretta, chiamata anche “stanza degli sposi”, è l’antica piccionaia e consente una vista a 360 gradi sull’intera proprietà e il paesaggio, che nelle giornate limpide regala la cornice mozzafiato dell’arco alpino. La zona è ventilata e prediletta da chi vuole un’atmosfera elegante ma décontracté, a pochi passi da mete di interesse storico, dallo shopping all’outlet di Serravalle Scrivia e dai percorsi di trekking o mountain bike. A un chilometro circa dall’agriturismo, in mezzo a un bosco, si trova il lago della Marchesa, esteso per circa due ettari. Nel mese di maggio il lago regala una spettacolare fioritura di iris gialli; da giugno a settembre, di fiori di loto. La pesca al lago è
permessa esclusivamente agli ospiti dell’agriturismo. Per loro la prima colazione viene servita nella Sala Monferrato della Marchesa, celebrando così il rito mattutino nel migliore dei modi per gli occhi e per il palato. La limonaia, adiacente alla villa, può essere utilizzata per eventi fino a 130 persone. TENUTA LA MARCHESA
Via Gavi 87 - Novi Ligure (Alessandria) www.tenutalamarchesa.it Telefono: 0143.314028
“L’attività di ristorazione dell’agriturismo ha preso il via una decina di anni fa - racconta Giulini - e con il tempo si è affinata con una cura particolare per l’esaltazione della materia prima proveniente per la quasi totalità da produzione propria o da aziende agricole del territorio”. L’attività ricettiva è curata da Rossana e da Valentina; quest’ultima in cucina propone piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna, che gli ospiti possono degustare il venerdì e il sabato a cena e la domenica a pranzo, oppure su prenotazione, in gruppi. Tiziano Pelanda è invece il riferimento, insieme al titolare, per l’organizzazione di eventi, banchetti o meeting. Per la posizione geografica strategica, tra Genova, Milano, Torino e Piacenza, la struttura è anche sede di soggiorni di lavoro che necessitano di un’atmosfera capace di coniugare charme, pace, ottima cucina e vini eleganti. Talvolta diventa set cinematografico. La tenuta si trova a poco più di un’ora di auto dalle località più celebri della Liguria, da Portofino alle Cinque Terre, mentre chi non vuole percorrere troppi chilometri, può visitare alcune mete vicine degne di nota: il Forte di Gavi, la Pinacoteca di Voltaggio, il Complesso monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo o l’Oratorio della Maddalena di Novi Ligure. Per gli amanti del ciclismo, imperdibile il Museo dei Campionissimi, elogio alle due ruote e ai grandi Coppi e a Girardengo. Vittorio Giulini, oltre alla Marchesa, possiede un’altra dimora storica aderente all’Adsi: la Tenuta di Pietra Porzia a Frascati, con una residenza d’epoca circondata da 48 ettari di vigneti e uliveti. Anche in questo caso la proprietà comprende un agriturismo con ristorante, camere e piscina per assaporare in tranquillità il fascino dei Castelli Romani. MARZO 2019 | MONDO AGRICOLO | 61
VINO
di Gabriella Bechi
AMARONE 2013 DELL’AZIENDA COSTA ARÈNTE DI GENAGRICOLA
L’eccellenza per antonomasia
U
n nome mutuato dal dialetto veneto arcaico e ormai in disuso: “Costa Arènte”. È l’ultima acquisizione di Genagricola in campo vitivinicolo, entrata formalmente nel Gruppo nel 2015, e ubicata nel comune di Grezzana in provincia di Verona. La “Costa” è il fianco, il crinale della collina, e viene utilizzata per indicare appezzamenti di particolare livello qualitativo, come quelli della Valpantena; “arente” significa vicino, a ridosso, a stretto contatto: un invito ad accostarsi a questa straordinaria produzione, a contemplarla da vicino, ad ascoltare la voce del vino, che meglio di qualsiasi racconto, saprà parlare di questo territorio unico. L’azienda (35 ettari, di cui 17 vitati) è posta sulla sommità di una collina, ad un’altitudine compresa tra i 250 e i 350 m. s. l. m. e gode di una esposizione particolarmente favorevole e di una leggera brezza, proveniente dai monti Lessini, che fornisce il suo prezioso contributo alla sanità delle uve, indispensabile per ottenere grappoli capaci di affrontare l’appassimento
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necessario e dare vita all’Amarone, simbolo di questo territorio. L’importante investimento di Genagricola nella creazione di una nuova tenuta d’eccellenza ha come obiettivo la produzione di un Amarone della Valpolicella di qualità superiore, attraverso processi avviati con il massimo scrupolo, che dosano sapientemente tradizione e tecniche produttive di ultima generazione. La cantina, scavata nella collina, sta subendo una profonda trasformazione, così come il fruttaio, dove avviene l’appassimento delle uve: verranno riprogettati e ricostruiti in modo avveniristico, per creare non solo un vino straordinario ma un’emozione e un’esperienza sensoriale uniche. Al centro di questo innovativo progetto rimane l’uomo: un agronomo ed enologo dedicato, Giovanni Casati, e il consulente enologico di Genagricola Riccardo Cotarella.
La produzione, in questa prima fase limitata per selezionare al meglio le uve, si concentra sui tre rossi del territorio: Valpolicella, Ripasso e Amarone. Le annate sul mercato sono la 2016 per il Valpolicella, la 2015 per il Ripasso e la 2013 per l’Amarone, premiato, nella sua prima uscita internazionale, con il Gold Medal al Berliner Wein Trophy 2018, la più importante e più completa degustazione internazionale di vini in Germania. Dopo l’appassimento delle uve (Corvina 50%, Corvinone 20%, Rondinella 15% e altri Vitigni 15%), la vinificazione in acciaio a temperatura controllata è seguita dall’affinamento in botti di rovere da 25 e 5 hl, per 36 mesi, in masse separate, poi assemblate prima dell’imbottigliamento. Colore rosso intenso, con bordi che tendono al granato. Al naso il bouquet complesso e ampio coniuga sentori fruttati di marasca a toni di tabacco, spezie, liquirizia; all’assaggio mostra immediatamente una grande struttura. Secco, con una buona acidità e tannini eleganti, è sostenuto da una buona alcolicità. Ottimo su carni saporite, come selvaggina, formaggi stagionati, primi piatti a base di carni. Da quest’anno l’azienda ha deciso di valorizzare un’altra produzione di eccellenza, quella dei 600 ulivi che si stendono su 2 ettari di collina nel versante sud dell’Azienda. Nasce così l’olio extra vergine di oliva Costa Arènte, da varietà tipiche: la Favarol, della collina Lessinica, la Grignano delle colline veronesi verso il Garda e il Leccino. Il clima della Valpantena permette alle olive di mantenere una acidità molto bassa e di preservare tutti gli aromi più delicati.
LUCIANO - CUCINA ITALIANA A ROMA
Trattoria vera e moderna
A
due passi dalla turistica zona di Campo dei Fiori, a Roma, ha da poco aperto i battenti “Luciano - Cucina Italiana”, una trattoria vera, ma moderna, che si distingue per la qualità della materia prima e la cordialità del servizio. Insomma per quello che è sempre stata la trattoria italiana. Patron Luciano Monosilio, classe 1984, di Albano Laziale. Dopo aver frequentato la squola alberghiera e aver lavorato qualche anno nei Castelli Romani, sbarca a Roma, prima al ristorante Rucola e Pachino e poi da Roscioli, polo gastronomico della Capitale. Da qui prende il volo, passando per le cucine di Fulvio Pierangelini, Enrico Crippa, Mauro Uliassi, Adriano Baldassarre, fino ad atterrare a Città del Capo, in Sud Africa, dove ha affinato le sue doti di manager della cucina. Ma è grazie all’incontro con Alessandro Pipero che Monosilio diventa uno chef riconosciuto a tutti gli effetti in Italia e nel mondo, conquistando la stella Michelin. Un sodalizio, il loro, durato quasi otto anni, interrotto con un addio inaspettato, ma frutto di una scelta consapevole e calibrata sulla voglia di crescere autonomamente. Stanco della cucina stellata? “No risponde - ma è giunto il tempo di ricominciare a cucinare quel che mi piace cucinare”. Un locale, il suo, che è difficile definire o inserire in una categoria precisa, ma precisa è la dichiarazione d’intenti: “Luciano Cucina Italiana - dice - vuole rappresentare un punto di rottura con tutte le forme ristorative attuali,
dalla trattoria al fine dining. In pratica è un progetto imprenditoriale focalizzato sulla diffusione della cultura italiana del cibo nel mondo”. E la scommessa per il futuro è quella di replicare questo modello, in Italia, ma anche all’estero. La filosofia del locale strizza l’occhio ai materiali: alle pareti piastrelle maiolicate verdi, come i pannelli con la scritta Luciano. All’entrata, a destra, c’è il gioiello di Luciano, ovvero la macchina per fare e trafilare la pasta, un bellissimo strumento professionale della Pama Parsi, azienda di San Cesareo (Castelli romani), che produce macchinari da oltre 60 anni. La mise en place è essenziale: tavoli di legno, niente tovaglie, le posate sono custodite in una scatola di biscotti, l’acqua di rubinetto è servita in bottiglia. La carta dei vini è ridotta, ma frutto di un’attenta selezione, ma c’è anche il vino sfuso (un quartino, mezzo litro e un litro) di buona qualità. Il menù è fondamentalmente ispirato alla tradizione della cucina romana, reinterpretata e alleggerita dalle sapienti mani di Luciano, con qualche incursione in altre regioni. Si comincia con gli antipasti: polpette di bollito, supplì, crocchette, la parmigiana o il vitello tonnato, per arrivare ai primi piatti, regno indiscusso dello chef (che non nasconde il suo amore per il carboidrato), divenuto famoso in Italia e all’estero
per la sua Carbonara, che anche qui viene proposta, in versione firmata, ovvero servita con una cartolina attaccata con una pinzetta di legno. Da una parte il logo Luciano, dall’altra gli ingredienti e la lavorazione, per chi volesse provare a rifarla. E poi Cacio e pepe, Amatriciana, Tagliatelle al ragù, Lasagna, la Fettuccella ajo, olio e bottarga di muggine, con pomodorini secchi e succo d’arancia. Tra i secondi le Costolette di Agnello, l’Ossobuco, la Cotoletta alla milanese. Infine i dolci: Tiramisù XL, Babà e Millefoglie alle due Creme. PAPPARDELLE ALL A VACCIN AR A
Con l’amarone 2013 dell’azienda Costa Arènte Luciano Monosilio consiglia Pappardelle alla vaccinara, con coda di bovino, pomodoro bio e Pecorino romano Dop
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BUONO A SAPERSI
IL TEATRO DEL DUBBIO DEL DRAMMATURGO JOSEP MARIA MIRÒ
Incubi urbani tra gli oleandri
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erium Oleander è il nome latino dell’oleandro, arbusto della famiglia delle Apocináceas, con foglie sempreverdi lisce e larghe; produce fiori rosa o bianchi molto abbondanti; è un arbusto bello da vedersi, ma anche tossico per il suo contenuto di glicosidi cardiotossici. “Nerium Park” è l’opera teatrale del catalano Joseph Maria Miró, il titolo richiama l’ambientazione della storia, che si svolge in un complesso abitativo ubicato fuori città, circondato da alti oleandri. Qui, una giovane coppia, Bruno e Marta, decide di acquistare, con mutuo trentennale, un prestigioso appartamento di nuova costruzione, che appare come un’oasi di felicità immersa tra gli oleandri. Quella pianta che, all’inizio, sembra un invito accogliente, una promessa di felicità che conduce verso la nuova abitazione, diventa velenosa, toglie aria e luce, serenità e amore. La rappresentazione - con la regia di Mario Gelardi e interpretata da Chiara Baffi e Alessandro Palladino - ora è stata proposta per la prima volta in Italia; a Roma in scena al Teatro Spazio Diamante dal 21 al 24 marzo 2019. Josep Maria Mirò è uno dei principali drammaturghi iberici, tradotto in una ventina di lingue e rappresentato in più di trenta paesi. Pluripremiato, è coordinatore della sezione di drammaturgia del Grau d’Arts Escèniques
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di testi teatrali (185 pp., 23 euro). Il volume contiene i testi di quattro fondamentali lavori teatrali di Mirò; ci sono quelli di “Nerium Park” e “Il principio di Archimede”, e poi “Dimentichiamoci di essere turisti” e “Tempi selvaggi”. A far conoscere e tradurre i lavori dell’autore è stato Angelo Savelli (regista che ha anche diretto la versione italiana de “Il principio di Archimede”). Nel teatro di Mirò la denuncia sociale a temi universali, passa attraverso vicende di vita privata Mirò e Savelli dei protagonisti dei suoi testi che dell’Università di Girona; tiene sono sempre ansiosi, spaventati regolarmente dei corsi presso la da qualcosa, come se la propria Sala Beckett di Barcellona, labo- “comfort zone” fosse sempre ratori e seminari internazionali. minacciata dall’esterno. La paura È anche membro del Comitato serpeggia, trasformandosi via via di lettura del Teatro Nazionale di dal timore per il diverso al timore Catalogna. dell’invasione dei propri spazi, Oltre a “Nerium Park”, e la vita dalla perdita degli affetti a quelli tossica tra gli oleandri, è stato di sentirsi accusati di qualcosa proposto in palcoscenico pure che non si è commesso. il dramma di Mirò “Il principio Josep Maria Mirò, con affianco di Archimede” (con Giulio Maria Angelo Savelli, ha incontrato i Corso, Monica Bauco, Riccargiornalisti a Roma (allo Spazio do Naldini, Samuele Picchi); in Diamante). È rappresentante del questo testo Mirò si interroga e fa “Teatro del dubbio”. «Nei miei riflettere la platea sul ruolo che testi - ha detto - pongo domande hanno acquisito i social media, senza risposte che deve dare il su come noi tutti ci informiamo, pubblico. Ogni personaggio ha ci facciamo un giudizio sui fatti la sua verità, con una frammentadella vita. zione del vero». Nelle sue opere In occasione di queste prime il dubbio rimane: i personaggi rappresentazioni in Italia è stata sono davvero colpevoli? Sono pubblicata l’antologia, intitolata carnefici o sono vittime di una semplicemente “Teatro”, edita da società tossica come gli oleandri? Cue Press, casa editrice di Imola, Allo spettatore il compito di asspecializzata nella divulgazione solvere o condannare. (G. M.)
CAMPI SONORI
di Gaetano Menna
FOLK, ROCK E BACCO
Canti di vino e, Pek e Barba è un’attiva band M della Bassa Parmense che ha celebrato i 15 anni di attività con il suo sesto CD “Vincanti” (www.mepekebarba.it). Un disco che nasce per la passione per il folk, per il rock e per il nettare di Bacco, che hanno tanti punti di contatto. L’immagine sul dischetto è quello di una botte di legno; nel folder e nel booklet le foto dei musicisti che esibiscono bottiglie di vino. Si tratta di un vero e proprio concept con brani cantati in italiano e dialetto della Bassa; intense canzoni, con tematiche e titoli significativi: “Vitalia”, “Riempi la tua testa di vino”, “Vinificazione”, “Etichetta”, “Peronospora”, “Enoteca”, “Rame e Zolfo”
Emozioni enoiche Poetica che ricorda i cantastorie
ORGANETTO E CUCCHIAI
La banda della ricetta
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a cucina è musa ispiratrice del sound. È sorprendente e coinvolgente il progetto del quartetto tutto al femminile La Banda della Ricetta, guidato da Clara Graziano (voce ed organetto); al suo fianco Valentina Ferraiuolo (voce, percussioni e cucchiai), Teresa Spagnuolo (clarinetto) e Carla Tutino (contrabbasso). In scena le artiste si presentano con grembiuli, strumenti musicali e culinari. Il loro CD “A fuoco lento” (Finisterre) è un particolare viaggio tra pietanze sonore e storie “gustose”. Si apre con una canzone dedicata a “Eva e la mela” (che parte dal peccato originale per celebrare un frutto incommensurabile). Quindi un ricco menù: il canto della tradizione “Fagioli ‘olle ‘otenne”, “Pasta nera - Maccheroni” di Matteo Salvatore, “la zuppa di Garibaldi”, scritto da Graziano. Introdotto dall’immagine della moka in copertina, l’omaggio al caffè, mixando “O cafè” di Modugno e “Don Raffaè” di De Andrè. In chiusura la canzone-ricetta di Luisanna Messeri - volto noto della tv culinaria - “La mia pappa al pomodoro” (lista ingredienti sul contenitore del disco). 66 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO-FEBBRAIO 2019
(«un cucchiaio di zolfo, un cucchiaio di rame quel poco che basta, per non bruciare, al resto pensano il vento ed il sole»). La produzione artistica è stata curata da Elisa Minari, ex bassista di Nomadi e Freak Antoni. Vincanti ci ricorda - annota nella prefazione Andrea Grignaffini, condirettore del magazine Spirito di Vino e curatore della Guida Vini dell’Espresso - «che attorno al vino gravitano non solo emozioni individuali ma anche storie e leggende collettive; una poetica che prende forma nella relazione tra individualità e collettività che si richiama alla tradizione dei cantastorie».
Forchetta blues Il titolo del quarto album del valente musicista campano Riccardo Ceres “Spaghetti southern” (Soundfly) è un chiaro riferimento alle pellicole degli spaghetti western. Nel disco – come annota il critico Donato Zoppo - «dieci canzoni intorno alla misteriosa linea-guida del blues. Il blues è una scelta, ma anche un percorso inevitabile per Ceres, che sente, pensa, scrive e vive questa musica come una confessione, un rituale». Il suo è blues sanguigno e verace per omaggiare il “southern”, il Meridione della quotidianità e della generosità, anche degli stereotipi – perché no? - che ha il calore del sole ed il profumo dei pomodori. Blues ma anche jazz, roots, psichedelia, rock e canzone d’autore. Davvero eclettico e imprevedibile questo “cantautore pulp” - come è stato definito dai media - attivo dal 1999 - che ha un personale stile musicale e letterario e che si è scoperto anche prolifico compositore per il cinema. «Quando scrivo canzoni – dice Ceres - immagino una storia, e lo faccio ascoltando musica. Per dirla in maniera semplice “mi faccio i film”».