LABEL UNDER CONSTRUCTION_ SBAIZ LIGNANO_ MELTIN'POT_ ALAIN MIKLI_ EYEWARE_ KONSTANTIN GRCIC_ COSTI*BONAVENTURA*GRIPARI*RICHERT_ COLETTEmeetsCOMMEdesGARCONS_ FLaSHBaCK:THE FACE_
Anno 4 numero 8 - Dicembre 2004 /semestrale/ Spedizione in A.P. - 70% - DCI - TV -Registrazione del Tribunale di Treviso n. 1141 del 26/09/2001
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La voglia è quella di ri-vedere, fermarsi il giusto tempo per ascoltare, attendere il dovuto per lasciarsi guardare. Tutti i giorni. Minuto dopo minuto, rimanendo in silenzio e lasciando parlare. Porsi a guardare per scoprire, vedere come sintassi del capire, alfabetica propensione alla curiosità .
A desire to see again, to linger for or enough time to listen, to wait long g enough to be looked at. Everyday. Minute after minute, in silence, letting other people speak. To set to watch, to discover; to see as the syntax of understanding, a literate inclination to curiosity. To see as a mode of being.
To see: to p perceive through the eyes, s combining the material function with a process of mental coordination.
Vedere come modo di essere.
TOCA ME è un termine spagnolo che significa “toccami”. Attraverso il progetto TOCA ME i fondatori Nina Schmid, Thorsten Iberl e Ronald Iberl ambiscono a creare un’interazione più forte tra i campi dell’arte, del design e dei media. Anonimati e barriere comunicative nel web globale devono essere smantellati. www.toca-me.com Usando la piattaforma su rete si sviluppa una comunità internazionale, che si rapporta con l’operato degli artisti dei media anche oltre i limiti di Internet. L’obiettivo è l’integrazione di tutti i visitatori della piattaforma facendoli co-disegnare attivamente il progetto Toca Me. Tutto il progetto Toca Me consiste di quattro sezioni: “Toca Me website”, “Toca Me event”, “Toca Me shop” e il “Toca Me magazine”. Insieme questi quattro domini rappresentano l’idea del progetto sia online che offline: collegati tra loro ne costruiscono l’identità complessiva, in costante mutamento. Nel marzo 2005 Toca Me istruirà dei workshop che si terranno con la collaborazione di importanti web & graphic designer: già nel marzo 2004 a Monaco di Baviera, alla sua prima uscita in pubblico, Toca Me ha raccolto l’interesse di un elevato numero di partecipanti, attirati da nomi come 123 klan, Joshua Davis, Insert Silence, Tomato Interactive.
How to See, How to Share How to See, How to Share. If George Nelson should find himself writing today his 1977 text ‘How to See. A Guide to Reading Our Man Made Environment’, he would widen its chapters by directly mentioning man’s great ability to produce images and to enter into relationship with them. In collaboration with Fowa, a leading Italian company in the import and distribution of several camera brands and a benchmark for all professional and amateur photographers all over Italy, Nokia lays the foundations of a market where photo services are available to a public of photographers who use the advanced mobiles of the Finnish company. The imaging models involved in the collaboration project are 7610 and 6670, already outstanding in the market for their high-quality digital pictures and for their acknowledged connecting and data-transmitting features. The market of mobiles is inevitably merged with that of photography by re-interpreting the common mobile as the new landmark for professional photographers: capable of producing images with a megapixel definition, quick to share them with the whole world, perfect at reproducing them on paper through quality printing. The agreement will start an offer of products and services, traditionally reserved for the strictly photographic market, devoted to users of mobile digital photography and will give new opportunities for photo retailers thanks to an innovative product and the possibility to provide a benchmark for digital customers’ quality printing services. www.nokia.com
TOCA ME - Design to be touched TOCA ME is Spanish and means ‘touch me’. Through Toca Me project, founders Nina Schmid, Thorsten Iberl and Ronald Iberl aim to create a stronger interaction between the fields of art, design and the media. Anonymity and communication barriers in the global web are to be dismantled. www.toca-me.com Using the online platform means to develop an international community which refers to the work of media artists even beyond the internet. Our aim is to integrate all the visitors to the platform by enabling them to actively co-design TOCA ME project. The overall TOCA ME project consists of four sections: ’TOCA ME website’, ‘TOCA ME event’, ‘TOCA ME shop’, and ‘TOCA ME magazine’. The four sections represent the idea of the project both online and offline: linked with one another they make up the project’s overall, ever-changing identity. In March 2005 TOCA ME will set up workshops held in collaboration with important web and graphic designers. In March 2004, on its first public appearance in Munich, TOCA ME stirred the interest of countless visitors attracted by names like 123 Klan, Joshua Davis, Insert Silence, Tomato Interactive.
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Se George Nelson si ritrovasse a redigere oggi il testo "How to See – A Guide to Reading Our Man-Made Environment", originariamente del 1977, amplierebbe i capitoli aggiungendoci un diretto riferimento all’elevata capacità da parte dell’uomo di produrre immagini e di entrare in relazione con esse. In collaborazione con Fowa, (azienda leader in Italia nell’importazione e distribuzione di diversi marchi fotografici e punto di riferimento per tutti i fotografi professionisti e non in tutta Italia) Nokia mette le basi per la costruzione di un mercato destinato ai servizi per la fotografia di qualità diretto ad un pubblico di fotografi utilizzatori degli avanzati “mobile” della casa finlandese. I modelli imaging interessati dalla collaborazione sono il 7610 ed il 6670, che già si sono distinti sul mercato per l’elevata capacità qualitativa nella produzione di immagini fotografiche digitali oltre che per le riconosciute caratteristiche di connettività e trasmissione dati. Il mercato della telefonia mobile si fonde inesorabilmente con quello della fotografia reintepretando il comune mobile come nuovo riferimento per il fotografo professionista: capace di produrre immagini con una definizione megapixel, veloce nel condividerle con il mondo intero, perfetto nel riprodurle su supporti cartacei tramite la stampa di qualità. L’accordo darà vita ad un’offerta di prodotti e servizi, tradizionalmente riservati al mercato puramente fotografico, dedicati agli utenti di fotografia digitale mobile e fornira’ nuove opportunità per i photo retailers grazie sia alla vendita di un prodotto fotografico innovativo che alla possibilità di mantenersi come punto di riferimento per i servizi di stampa di qualità dei propri clienti digitali.
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AREA B STORE Lunedì 20 settembre 2004. 23:00. b store sta celebrando il suo terzo compleanno, in concomitanza con la LFW, con un party alla nuovissima GE Gallery, presso il Great Eastern Hotel. I designer Peter Jensen e Mark Eley (del duo Eley Kishimoto) si occupano della musica e tutti stanno sorseggiando drink a base di vodka. Happy Birthday! “Ti ci devi abituare; libertà totale di creare vetrine-installazioni che spesso finiscono a far parte del negozio stesso – trova l`ultima collezione Boudicca – dirigiti subito verso la love seat blu diritto in fondo e rifletti per qualche momento; non é nemmeno insolito che i clienti siano assaliti da un sovraccarico visivo osservando i capi esposti su un lungo stand curato in modo impeccabile; gli appena laureati Peter Jensen e Roksanda Ilincic, dei quali non avrai mai sentito parlare, ma ora sono parte integrante della London Fashion Week; i non ancora laureati, solamente perchè se lo meritano, - e ricordati i nomi ti prego – Carola Euler e Deepti, calzature Buddhahood; cosí Judy Blame ha deciso di realizzare delle t-shirt? Come mai avete venduto la collezione di Karen Walker ancora prima che arrivasse in negozio? La cosa piú strana è che qui tutti vengono chiamati per nome; come conoscete tutte queste persone? Quanto fedele puó essere un cliente di fiducia?” ct _ B store 6 Conduit Street Mayfair W1 London
B STORE Monday September 20th 2004. 11PM. b store is celebrating its third birthday during LFW. The party its held at the Great Eastern Hotel`s radical new GE Gallery, with music courtesy of designers Peter Jensen and Mark Eley (from designer duo Eley Kishimoto) and revolutionary b terrible vodka cocktails. Happy Birthday! “You just have to get over it; total freedom to create window installations, often spilling into main store – catch the latest by BOUDICCA – head straight to the love seat at the back, and take a few moments to reflect; it’s not unusual for customers to suffer from the visual rush emanating from the racks either; an implausibly confident edit; the newly-graduated such as PETER JENSEN and ROKSANDA ILINCIC, who you’d never heard of, but now form a backdrop to London Fashion Week; the not-yet-graduated – solely on merit, and remember the names CAROLA EULER and DEEPTI please, radical footwear by BUDDHAHOOD; so JUDY BLAME decided to design some T-shirts? How come you sold all the KAREN WALKER when it hasn’t arrived yet? The weirdest thing has to be that it’s all first names; how do you know these people? Just how regular, can a regular customer be?”
Lunedì 20 Ottobre o 23:00 bstore sta celebrand ilcomplean suo terzo in concomita za con la LFW, cona un party nuovissim GE Gallery presso il Great Eastern Hotel.
“The Paris exhibition where outside the official calendar, the most alternative independent designers are showing” – Glamour Italy
Independent alternative designers from around the world will continue a new type of presentation together in Paris in January and March during the men’s and women’s fashion weeks for top international store buyers. The shows are being organized by the Association Internationale des Créateurs Indépendants (AICI), and will feature a new format which allows designers to present their collections to buyers in a more creative, personal and individual atmosphere than has been possible under traditional formats. Designers will offer exclusive alternative advanced research-oriented handmade artisanal clothing and accessory collections and pieces for limited worldwide distribution. The event named “Area” is scheduled to take place from 28-30 January and during the first week of March in the center of Paris on the 4th floor of the Espace Saint-Martin, 199bis rue Saint-Martin 75003 Paris, and is by invitation from the individual designers. www.geoffreybsmall.net/areapress.htm
AREA
“Parigi… dove espongono, fuori dal calendario ufficiale, gli stilisti indipendenti piu alternativi” – Glamour Italia
A gennaio e marzo 2005 stilisti indipendenti alternativi, da tutto il mondo, allestiranno un nuovo tipo di presentazione, a Parigi durante il fashion week della moda, per i maggiori buyers internazionali. Le mostre, a cura dell’AICI, offriranno un nuovo format che consente agli stilisti di presentare le loro collezioni ai buyers in una atmosfera più creativa, personale ed individuale di quanto non sia stato possibile in altri formats tradizionali. I designers offriranno collezioni esclusive di abbigliamento e di accessori alternativi ed artigianali distribuiti in tutto il mondo in edizione limitata e con caratteristiche avanzate e research-oriented. L’evento Area è in programma per il 20-30 gennaio e per la prima settimana di marzo, nel centro di Parigi al quarto piano del Espace Saint Martin, 199bis rue Saint-Martin 75003 Paris, e sono “by invitation” dagli stilisti individuali.
FASHION
COLLECTIONS
REFERENCE
-BELGIUM & THE NETHERLANDS_ENGLAND_FRANCE_GERMANY-ITALY_DENMARK_FINLAND_NORWAY_SWEDEN_SPAIN-
Ezio Barbaro un nome che ci svela ogni anno, attraverso le sue guide, una visione globale del Mondo Moda ricca di appuntamenti e novità. -Che cos'è Favoris e di cosa si occupa? FAVORIS>EUROPE é una guida professionale organizzata per sezioni di lavoro. - La prima sezione rappresenta il calendario internazionale dell’anno dei saloni principali del settore dell’abbigliamento e degli accessori di Moda con date, indirizzi, contatti ecc. - La seconda rappresenta una selezione di espositori dei Saloni che sono partner dell’edizione, - Seguono le sezioni dei paesi che rappresentano il circuito europeo delle presentazioni/vendita delle collezioni. All’interno di ogni sezione, sono organizzate le informazioni dei saloni territtoriali, degli showroms multimarca e monomarca, degli uffici stampa, dei servizi professionali e la rubrica shopping che seleziona i principali negozi di moda del paese. L’edizione FAVORIS>EUROPE crea una sinergia tra le strutture europee selezionate, che rappresentano il mercato del settore della Moda, per favorirne l’evoluzione commerciale. -Da dove nasce l'esigenza di creare una guida per il mercato europeo?
Dalla necessita’ primaria di conoscere in modo piu’ preciso e razionale il contesto europeo in cui si svolgono le presentazioni e le campagne vendita del settore della Moda. FAVORIS>EUROPE é stato il precursore nello svelare e nel creare un coordinamento europeo tra le strutture professionali piu’ prestigiose e rappresentative. L’appuntamento biannuale per Gennaio 2005, sarà la quinta edizione che andremo a realizzare. -A chi si rivolge e dove viene distribuita? FAVORIS >EUROPE é stata concepita principalmente come un utile di lavoro per i buyers internazionali che animano il circuito europeo delle campagne vendita: per averne una visione globale, per organizzare gli appuntamenti, per scoprire nuovi prodotti. E’ una guida, distribuita in 30.000 copie, che interessa per le stesse ragioni evidentemente anche il settore della stampa. –Molto curato è l’aspetto grafico-artistic, come mai tanta attenzione? Prestiamo molta attenzione all’aspetto estetico di ogni edizione, in modo che diventi un oggetto da collezione. Per questo le copertine e sezioni intercalari di ogni edizione sono realizzati da artisti/fotografi di fama internazionale. Grazie al loro intervento si evidenzia il rapporto tra la Moda e la Creazione artistica in generale, perché la Moda é anche uno strumento che permette una divulgazione di massa di nuovi criteri estetici. vb _ www.modemonline.com
Gli anelli dinamici di Augusto Gentile “Anelli dinamici nascono dal sogno di unire l’Uomo alla Macchina. Un elemento biomeccanico che costituisce parte del corpo e lo potenzia. Il contrasto fra metallo e carne, gabbia e scheletro, rigido e morbido, sono le caratteristiche di ciò che voglio esprimere senza forzare il meccanismo rendendolo il più lineare possibile. L’ interazione fra le dita e le falangi è alla base della mia ricerca sugli oggetti per il corpo: impronte e dita sono uniche, si distinguono da ogni essere umano e questi anelli ne seguono le caratteristiche assumendone la forma e diventando insostituibili. I metalli che prediligo sono l’Acciaio inox ed il Titanio: il primo per la sua eterna quotidianità, il secondo invece è l’ altra parte della medaglia, il metallo della nostra Era, raro e prezioso quanto tenace e resistente, più leggero e forte, utilizzato in ogni settore tecnico più avanzato dal medicale a quello aerospaziale. Sempre di più mi spingo alla ricerca di nuove leghe e di nuovi metalli, per poter riuscire a superare i vincoli del costruire nella maniera più semplice e con la sola energia che il mio corpo produce.” lordaugust@hotmail.com Augusto gentile’s dynamic rings ‘Dynamic rings stem from the dream of making Man one with the Machine’. A biomechanic element becomes a part of the body and strengthens it. The contrast between metal and flesh, frame and skeleton, stiff and soft: that’s what I want to express without forcing the mechanism, which I want to be as simple as possible. The interaction between the fingers and the fingertips is the basis of my research on my objects for the body: fingerprints and fingers are unique, they are different in each human being and my rings follow their features, take on their shapes and become irreplaceable. The metals I prefer are stainless steel and titanium: the former due to its eternal daily use, the latter, instead, is the other side of the medal, it is the metal of our age, rare and precious as well as hard and resistant, light and strong, and is used in all advanced technical fields, from medicine to aerospace industry. I just follow the dynamism of the fingers and imagine that I take on their functions, a device that can vary according to the metal and the idea. I use what I am afforded by industry without being forced to consume energies, but transforming, with my resources, primary elements such as tubes, bars, sheets, metal wires, mass products that become unique. More than ever I venture into the search for new alloys and new metals, to be able to surpass building difficulties in the easiest way and only with the energy that my body produces.
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Through his guides Ezio Barbaro discloses to us year by year a global vision of the world of fashion rich in events and news. What is Favoris and what does it deal with? FAVORIS-EUROPE is a professional guide organised into work sections. - The first section contains the layout of the international agenda of the year in the main showrooms of fashion, clothing and accessories with dates, addresses, contacts and so on. - The second section illustrates a selection of show-room exhibitors who are partners in the edition. - The sections that follow are devoted to the countries that represent the European circuit of collections’ presentations and sales, that is France, Italy, Germany, Belgium, Holland, Great Britain, Spain, Denmark and the Scandinavian countries. Each section provides information about territorial, multi-label and mono-label showrooms, press offices, professional services and the shopping column that selects the main fashion stores in the country. FAVORIS-EUROPE creates a synergy between select European structures that represent the fashion market to help their commercial evolution. Where does the necessity for creating a guide for the European market come from? FAVORIS-EUROPE stemmed from the personal, heartfelt necessity for more precise and rational knowledge of the European context in which fashion presentations and selling campaigns take place. FAVORIS-EUROPE was a precursor in that it first helped create a synergy of the most prestigious and representative professional structures in Europe. The biannual appointment of January 2005 will be the fifth edition we are going to realise. To whom is it addressed and where is it distributed? FAVORIS-EUROPE was mainly conceived as a work instrument for international buyers who make up the European sales circuit: to have a global vision of it, to organise events and discover new products. A guide in 30,000 copies in which the press sector is also interested for the same reasons. Why do you devote so much care to the graphic-artistic aspect of such a specialised guide? We concentrate on the aesthetic aspect of each issue, so that it can become a collection item. That’s why we have the cover and the insertions in each issue designed by artists and photographers of international renown. Their work proves that fashion and artistic creation in general are interrelated, that fashion also allows mass circulation of new aesthetic canons. Do you feel it necessary to organise events to promote and improve the interest for this guide? We do not feel it necessary at all as FAVORIS-EUROPE, for the information it provides, is addressed to a special public of professional people. The professional structures we represent would find it annoying if a public of outsiders interfered when selling campaigns are in progress. The success that rewards our work is also due to the discretion with which we select the structures that grant our activity and publications financial support. Is there an interaction with MODEM, or is it an ‘autonomous’ guide? MODEM and FAVORIS-EUROPE are complementary in the field of fashion. MODEM Men’s Collections, MODEM Milan Woman, MODEM Paris Woman and MODEM New York-Los Angeles illustrate the sales season of the stores in these cities, which take place only in the period coinciding with the fashion shows and the press presentations of P.A.P. creators. FAVORIS-EUROPE instead illustrates the so-called first sales session at a European level for different labels presenting their pre-collections.
Lazzari “vis à vis”
“Guardaroba di trucchi e profumi”, il nuovo concetto di Beauty Experience Lazzari, che permette di dare completezza al look di chi vuole trasmettere oltre allo stile, ..seduzione, sensibilità e Allure! La ricerca di una liaison sensoriale, un coinvolgimento trasversale per l’animo, nell’estasi del profumo e del benessere, è stato lo spunto per aver creato presso lo Spazio Lazzari un’unica stanza dedicata esclusivamente al “Beauty Care”. Maquillage ed essenze, culture che associano nuances ad emozioni, nati per essere scelti ed indossati, con discrezione e tenacia, come veri e propri capi di sartoria. Vaste gamme di colori provenienti dalle ultime palette “look of the Show” creano nuovi aspetti ed effetti sulla pelle, che unitamente ai profumi e candele, rendono metafisico questo luogo dove alchimia ed arcano si confondono e permettono a messaggi pre-razionali di liberarsi con “intelletto d’amore”. vb _ www.lazzariweb.it
‘A cupboard of cosmetics and perfumes’, the new concept of Beauty Experience gives a touch of perfection to the look of those who want to express seduction, sensibility, allure and …style! The search for a sense liaison, an overall involvement of the soul in the ecstasy of perfumes and well being was the clue to the creation of one room at Lazzari Space, exclusively devoted to ‘Beauty Care’. Cosmetics and essences, cultures that merge nuances and emotions created to be chosen for wear with discretion and perseverance like proper tailored items. A wide range of colours from the latest “look of the Show” palettes create new suggestions and effects on the skin; along with the perfumes and candles they give a touch of spirituality to the place where alchemy and mystery blend and allow pre-rational messages to break loose through ‘love intelligence’.
aris reviso ilano okyo unchen ew york os angeles
Lazzari “vis à vis”
….settimana della moda, destinazione Parigi! Si respira aria di Couture: in scena i défilé delle grandi griffe, tutto è etichettato, ordinato e classificato. …noi ci muoviamo nella città con lo scopo di scovare altro: la freschezza della creatività. Chi ha bisogno di esprimersi con nuovi linguaggi si ritrova a TraNoi Sur Seine a Quai d’Auzterliz , La Borse de Commerci 2, Rue de Viarmes, Montaigne Rond-Point des Champs Elysées. Spazi che radunano dal 1991, più di 150 designers provenienti da tutto il mondo, alla ricerca di un giudizio, un’approvazione, un’intuizione sia da parte dei più prestigiosi buyers che della stampa internazionale. “Noi siamo sia buyers che retailers, sempre attivi nella ricerca del “new look” da proporre”, ci ha detto Armand e Martine Hadida, nuovi creative director della manifestazione e proprietari di L’Eclaireur a Parigi. TRANOÏ NEXT RENDEZ-VOUS Dal 3 al 6 Marzo 2005 vb _ www.tranoi.com
… fashion week. Destination: Paris! The atmosphere is pregnant with Couture: the catwalks of great labels are coming on, everything is labelled, arranged and classified. … we move about the city with a view to discovering something else: the freshness of creativity. Those who need new languages to express themselves gather at Quai d’Austerliz TraNoi Sur Seine, at 2, Rue de Viarmes La Bourse de Commerce, or Montaigne RondPoint des Champs Elysées. Since 1991 the spaces have gathered over 150 designers from all over the world, expecting an evaluation, the approval or even hints both from leading buyers and the international press. “We are both buyers and retailers always engaged in the search for new looks to propose”, said Armand and Martine Hadida, the new creative directors of the event and the owners of ‘L’Eclaireur’, Paris. TRANOÏ Next rendez-vous: from 3rd to 6th March 2005.
“Snow white, Snow bright” Stéphane Marais ci preannuncia la Joie de Noël con una nuova edizione di Palette Couleurs: l’accessorio di tendenza, per irradiare il look, in cinque diverse versioni di ombretti e rossetti. Make up d’autore che elogia la donna con nuances sofisticate per lo sguardo, che variano dall’oro al rame, dal mattone al lavanda, proposte sotto forma di vellutate creme che esaltano le tonalità dell’iride e donano un effetto scintillante al viso. Colori invitanti che trasformano le labbra in frutti appetitosi dalle sfumature pesca, lampone, ribes nero, caffè e litchi. Sfumature che catturano la luce, ampliando la tavolozza che varia come la mutevolezza del cielo, immaginando una “beauté visionnaire” dove tutto può essere ancora interpretato. vb _ www.stephanemarais.com
“Snow white, Snow bright” With a new edition of Palette Couleurs Stéphane Marais announces the Joie de Noel, a trendy, look-enhancing accessory offering five different versions of eye shadows and lipsticks. A renowned make-up that heightens woman’s beauty with sophisticated nuances for the eyes ranging from gold to copper, from brick-red to lavender, obtained through velvety creams that add to the eye colours and give the face sparkling reflections. Alluring colours that turn the lips into tempting fruits with peach, raspberry, blackcurrant, coffee, and lychee overtones. Light-reflecting shades that enrich the palette and give it the varying light of the sky as they allow to imagine and variously interpret ‘visionary beauty’.
www.premiata.it photographed by Fran Melhop
MAN MUG Anno 4 numero 8 Dicembre 2004 Registrazione Tribunale di Treviso n. 1141 del 26/09/2001
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Ricercare nuove forme, nuove concezioni e percezioni della materia per plasmare la maglia proprio come fosse creta, sono i punti cardine del percorso creativo di Luca Laurini, “deux ex machina” di Label Under Construction. Un progetto volto a prescindere dalle tendenze dell’usuale circuito moda, per un prodotto che vuole cercare le proprie origini e trovare la propria forza in tutto quello che rimanda all’antica concezione di manufatto. Una creazione che prende spunto dalla passione e dal rigore dell’architettura, in cui il progetto del dettaglio rappresenta il carattere distintivo, con il desiderio di approfondire e mostrare ogni singolo particolare affinché diventi il primario segno di riconoscimento di tutto il lavoro. Capi che con disinvoltura si inseriscono ed adattano alla società, studiati per persone che concepiscono il modo di vestire come primitivo concetto di decorare il corpo e ricercare l’armonia mediante una visione introspettiva di sé. Una collezione fortemente ispirata alla purezza delle forme, alla geometria e alle relazioni matematiche che ne conseguono, che ha trovato nella maglieria il proprio segno distintivo, ma soprattutto un percorso di stile in cui la cadenza non viene mai dettata dai frenetici tempi della moda, ma dall’esigenza di portare a termine un pensiero carico di piccoli particolari rubati al semplice mondo del quotidiano. Come ogni luogo costruito di dimensioni e rapporti, di forme e spazi, anche la maglia viene guardata in termini compositivi bidimensionali, (2D), o tridimensionali (3D): non un semplice segno sulla carta, dunque, ma un territorio ricco di sperimentazione e di ricerca che permette la nascita di nuove identità da indossare. La scelta cromatica dei capi si orienta, come in una pellicola in bianco e nero, tra tonalità che si lasciano interpretare permettendo di vivere il colore stesso come puro concetto, relativizzandone il significato. Label Under Construction è in continua evoluzione come viene ben espresso dall’accurato visual ispirato al mondo cantieristico: tubi idraulici, bancali, pozzetti, tombini, tiranti, diventano la perfetta cornice in cui contestualizzare i capi.
To study new forms, new conceptions and perceptions of matter to shape knitwear as if it were clay, that’s what characterises the creative career of Luca Laurini, the ‘deus ex machina’ of Label Under Construction. A project aimed at setting aside the trends of conventional fashion to create products whose origins and success are to be grounded on ancient manufacturing traditions. Their creations take their cue from a passion for and the rigour of architecture whose distinctive feature is detail planning with a desire to study in depth and show every single particular so that it becomes the primary distinctive mark of the whole item. Articles that easily enter and suit society, devised for people who conceive dressing according to the primitive idea of decorating the body and strive after harmony through introspection. A collection definitely aimed at formal simplicity, at geometry and its correlated mathematical ratios, which has found its distinctive mark in knitwear. A stylistic development whose pace is never imposed by the frantic rhythm of fashion but by the urge to actualise ideas loaded with small details drawn from the simple world of everyday life. Just as any other thing consisting of size, ratios, forms and spaces, also knitwear is considered in terms of its bidimensional (2D) or tridimensional (3D) components: therefore, not a simple line on paper, but a territory rich in experiment and research that allows the creation of new ‘identities’ to wear. Like in a black and white film the chromatic features of the items are oriented to shades that allow to interpret and live colour as pure concept and, by doing so, circumscribe its meaning. Label Under Construction is an ever-changing reality as is well expressed by its accurate look reminiscent of the building yard world: water pipes, pallets, sumps and tie-rods make up the perfect background for the items on display.
Chrome Hearts
Strano elemento il cromo, tanto sensibile alle variazioni di temperatura quanto insostituibile strato di finitura su superfici che devono resistere alla corrosione. E’ proprio il caso delle situazioni fuori dell’ordinario e impegnative che caratterizza la produzione trasgressiva di Chrome Hearts, composta da accessori nati da un’abilità artigianale molto elevata unita ad un’ispirazione gotica/hard metal che li rende poco indicati per chi al cuore lega ancora la rima fiore/amore o per chi ama passare inosservato. Non è quindi un caso che lo scorso Ottobre, l’ultimo negozio Chrome Hearts sia stato inaugurato nella Sodoma e Gomorra d’Occidente: Las Vegas, capitale americana della perdizione e della stravaganza, dove è più facile convolare a nozze che trovarsi in coda alla cassa del supermercato. Gli altri punti vendita Chrome Hearts si possono trovare a New York, Tokyo, Los Angeles, Osaka, e Hong Kong: tutte metropoli che ben accolgono i caratteri più intransigenti e provocatori del Pianeta.
Chrome is a strange element, sensitive to temperature variations and useful as a finishing layer on surfaces that are meant to be corrosionresistant. A metal that perfectly suits the extraordinary and demanding features of Chrome Hearts’ transgressive line which consists of accessories stemming from their high skill and gothic/hard-metal inspiration, unsuitable items for those who love simple, romantic rhymes or to go unnoticed. It was not by chance that Chrome Hearts’ latest store was opened in Las Vegas, the capital of transgression in the Western World, the city of perdition and eccentricity, where it is easier to get married than to queue up at a supermarket checkout. Other Chrome Hearts outlets can be found in New York, Tokyo, Los Angeles, Osaka and Hong Kong, cities where the most uncompromising and provocative trends are given a hearty welcome.
Chrome Hearts iniziò a produrre capi e accessori in pelle nel 1988 per vestire gli amici motociclisti e le loro famiglie, ed in breve tempo è cresciuta fino a diventare un brand di riferimento. La linea degli accessori si completa di gioielli in argento, oro a 22K, platino e pietre preziose, raffinati capi di abbigliamento, valigeria e accessori in pelle, una miriade di oggetti per la casa dalle porte alle cornici in legni fuori dall’ordinario. Chrome Hearts started their production of leather items and accessories in 1988 for their biker friends and their families, and have in no time grown into the renowned company and label of today. The rich line of accessories they manufacture includes: silver, 22-carat gold, platinum and precious stone jewels, refined items of clothing, leather goods and accessories, and countless items for the house from doors to frames in special woods.
La mascherina usata dagli esquimesi dotata di una fessura orizzontale, lungo tutta la linea visiva, piatta e di corno, legno ed osso, legata intorno al capo o più semplicemente una mano sulla fronte a riparare lo sguardo dall’intensità del sole: questi i primi “modelli” di occhiali da sole. Nel Trecento gli occhiali a snodo (per la mano) mutano per l’avvento delle prime soluzioni “ad arco”: gli occhiali per il naso, oggetti da indossare. Diventano per gli occhi con l’apposizione dell’astina, in forma “tempiale”, sino ad arrivare al 1700 che vedono le astine appoggiare alle orecchie. Gli occhiali da ostentare, strumenti di seduzione, esibiti a teatro o lungo le passeggiate al parco. Alla fine dell’800 nel catalogo Harrod’s Store vi si trovano i primi modelli da protezione per il lavoro o per guidare la bicicletta. L’cchiale si avvicina alle masse! Nuove le tipologie, i materiali e le forme: protegge nei laboratori di chimica e fisica, “offende” nell’accezione militare dei sistemi di puntamento o “difende” nella versione individuale delle maschere a gas. Gli ambienti estremi dell’escursionismo, delle esplorazioni e delle spedizioni come le esigenze di mobilità individuale date dalle biciclette, motociclette ed automobili ampliano gli orizzonti dello sviluppo ottico. Con il Novecento l’occhiale abbraccia il cinema, la moda, l’arte sino al multiforme mondo del disegno industriale: gli occhiali come strumento di innovazione. Come espressione di una passione!
Giuraddio, non ci avrei creduto mai, senza la prova fisica, palpabile, dei miei occhi... Orazio (Amleto - William Shakespeare)
The mask used by the Eskimos with a horizontal split along the whole of the visual line, whether flat and made of horn or wood or bone, tied around the head; or more simply a hand across the forehead to protect the eyes from sunlight. That’s what the first models of sunglasses were like! In the fourteenth century hand-held glasses with a joint change with the arrival of the first bow-shaped models: glasses for the nose, items to wear. They become ‘for’ the eyes with the addition of a shaped sidepiece, up to the XVIII century when the side-pieces rest on the ears. Glasses to show off, instruments of seduction, displayed at the theatre or along park
pathways. At the end of the XIX century the first models for work protection or to ride a bicycle can be found in Harrod’s catalogue. Glasses become accessible to everyone! Types, materials and shapes are ever new: they protect in chemistry and physics labs, ‘offend’ according to the meaning attached to them in laying systems, or ‘defend’ in the individual version of gas masks. The extreme environments of hiking, explorations and expeditions, as well as the need for individual mobility satisfied by bicycles, motorcycles and cars widen the perspectives of optics. In the twentieth century glasses involve the cinema, fashion, art and the rich world of industrial design: glasses as instrument of innovation. As the expression of a passion!
E’ nel curiosare per scoprire, nell’osservare per capire, che il modo “nuovo di far vedere” di Alain Mikli prende forma. Una passione che ha permesso al designer armeno di elevare il concetto di occhiale ad “abito per vestire lo sguardo”, per svelare, esaltare e non più nascondere quello che da molti è considerato un difetto. Accessorio di bellezza che diviene strumento di fascino e glamour, che nasce in funzione del viso e codifica la filosofia di una griffe che da 25 anni aiuta a “vedere” oltre. Proprio grazie a questa sua indole di ricercatore di perfezione, artistica e concettuale, Mikli riesce ad affinare la materia, plasmando l’acetato; a modellare la forma dandole luce, per cogliere nuove “espressioni” sui volti di chi indossa e valorizza le sue creazioni di design. Visioni che prendono forma attraverso scavature e sagomature dei frontali, attenti giochi di limature, di accurate lucidature, ancor oggi realizzate nei buratti con cubetti di pino profumato; “Andremo poi a meniscare l’occhiale”, fase essenziale che decreta il successo di queste montature, “cioè a dargli quella curvatura che esalta lo sguardo”. Questi i passaggi che costituiscono, giorno dopo giorno, una tradizione frutto di studio, artigianalità e tecnologia; una passione fatta di personalità, individualità e determinazione, simbolizzata dal Rosso, quel colore che nello stile del creativo rappresenta un linguaggio, un’icona ed un vero e proprio modus vivendi, il Rosso “Mikli”. Sensibilità che conferiscono a queste creazioni l’atemporalità di un’Idea, di chi condivide il piacere di “vedere ed essere visto, di dialogare con gli sguardi che si incrociano, rivelando il lato nascosto della propria personalità”: caleidoscopi di moderne Eidos. www.mikli.fr
Alain Mikli’s new approach to seeing involves browsing to discover or watching to understand. The Armenian designer’s commitment has enabled him to turn the simple idea of eyeglasses into an item to dress your glance, to unveil and enhance, not to hide what is by many considered as a defect. A beauty accessory turned into a charming element of glamour; specially created for the face, it embodies the philosophy of a griffe that for 25 years has helped to see ‘farther’. With his search for conceptual and artistic perfection, Mikli manages to refine matter by moulding acetate, to shape form by enriching it with light, to spot new ‘expressions’ on the faces of those who wear and enhance his design creations. Visions that take shape through the carving and modelling of front pieces, the careful interplay of filing and polishing which the action of aromatic pine wood cubes realises in sieves. The next decisive, successful step consists in giving the frames its glance-enhancing, curved outline; stages that have day after day led to a tradition based on research, technology and craftsmanship. In the designer’s style the combined urge of personality, individuality and resolution is symbolised by RED, which is a language, an icon and a lifestyle itself, ‘Mikli’ red. The designer’s sensitivity gives his creations the timelessness of an idea, as they mean for many the ‘pleasure to see and to be seen, to communicate by exchanging glances and by revealing the hidden side of their personality’: kaleidoscopes of modern Eidos.
DES LUNETTES POUR VOIR AUTANT QUE POUR ETRE VUES
VIU-IN: forte personalità
SILHOUETTE: Ocean Blue 2005
L’azienda austriaca fondata da Arnold e Annelise Schmied nel 1964, ha percorso questi 40 anni di storia esprimendosi sempre ad alto livello qualitativo, rappresentando un riferimento per chi intende l’occhiale non solo come strumento funzionale alla correzione dei difetti ottici, ma anche e sopratutto come parte integrante dell’immagine di una persona. Ancora una volta si distingue per la ricercatezza formale e le soluzioni tecniche adottate: qui presentiamo un esemplare della nuova collezione SPX Modern Art costruito con montatura a cerchio pieno, realizzata in SPX e titanio ß rich, che consente confort e leggerezza inaspettati. Le astine, in titanio, sono direttamente inserite nella montatura senza nessun tipo di cerniera. Le nuances risultano dalla sovrapposizione di 3 differenti strati di colore, e una sottile linea a contrasto che corre lungo i bordi della montatura e su i lati delle astine in titanio.
www.silhouette.com The Austrian Company established in 1964 by Arnold and Annelise Schmied has always produced top quality items and is a benchmark for those who consider eyeglasses not only as an instrument to correct sight imperfections, but as a basic component of a person’s look. The Company is once again outstanding for the new SPX Modern Art collection which combines formal elegance and innovative technical solutions. The model in the picture is from the new collection: its full rimmed frame realised in SPX and ß-rich titanium affords unexpected comfort and lightness. The titanium side-pieces are directly connected to the frame without any end pieces. Nuances are obtained through three successive layers of colour and through a contrast line along the frame margins and the titanium side-pieces.
La giovane azienda emiliana è una delle house brand che coniugano con criterio ricerca formale ad attente soluzioni tecnico-realizzative. Un binomio che esprime una forte personalità espressiva, che si legge si dalla scelta dei colori dell’acetato contraddistinto dalle sfumature che solo un’aerografo riesce a raggiungere. Tecnica, design, ricerca e personalità qui rappresentati con due tipi di prodotti: _ il modello Mike, dalle forme geometriche e spigolose, costruito ricercando nel percorso di taglio della cellulosa la giusta linea che esalta le stratificazioni materiche, proposte in bianco e nero; _ gli esemplari della linea “Optiwork” contraddistinti della presenza del tessuto “annegato” nell’acetato della montatura: si va dal pizzo ai colori forti sino alle stampe ed ai disegni concentrici. Una sorta di personalizzazione di ogni pezzo a fronte di una ricercata volontà a distinguersi: costruire un’immagine forte come forte è la personalità di chi li indossa.
www.viu-in.it The recently established, Emilia-based company wisely blends formal research with careful technical and processing solutions, a combination that leads to a high capacity for expression, especially through the colours of acetate which takes on shades that only an air brush can achieve. Technique, design, research and personality are here illustrated by two items: - Model Mike, characterised by geometric, sharp lines, is made by carefully studying the cutting line of cellulose so as to emphasise layers of matter, here proposed in black and white. - Line “Optiwork” models are characterised by the presence of acetate-soaked fabric in the frame, ranging from lace to bright colours, prints and concentric designs. Each item is somehow personalised to bring about a touch of distinction: an effective image for the strong personality of those who wear the glasses.
COSTUME NATIONAL: Tribal Army Dall’Ufficio Stile Marcolin la nuova proposta per Costume National Eyewear. Trattasi di un occhiale studiato nel dettaglio formale sino a rivistare il “segno” di un’icona dell’occhialeria da sole. I laterali bombati e levigati con aste tulip shape dal segno presente, sono lavorati a smalto per un effetto porcellana. Il doppio ponte centrale rimanda agli esemplari militari modello Full Metal Jacket. Ci ha incuriosito l’avvolgenza delle forme che compongono questo modello CN50S: ben equilibrate a donare tridimensionalità all’intero pezzo. Indubbiamente ben disegnati!
www.marcolin.it A new design proposal by Marcolin for Costume National Eyewear, sunglasses whose formal details give the item the features of an icon. Their curved and smooth and pieces hinged to finely outlined, tulip-shaped side-pieces, achieve porcelain overtones through enamel-like processing. Their central double bridge recalls the military models in Full Metal Jacket, yet what attracted us is the wrap-around features of model CN50S, harmonious forms that give the item a three-dimensional look. A very fine piece of design indeed!
ROBERTO CAVALLI: less is more? Scavare. eliminare, togliere per poi aggiungere, osare, trasgredire, eccedere. Il modello di occhiale Roberto Cavalli che abbiamo scelto, uscito dall’Ufficio Stile Marcolin, bene rappresenta questo corto circuito metaprogettuale: aggiungere laddove ci si esprime togliendo! L’occhiale risulta carico di segni e simboli, come nell’iconografia dello stilista fiorentino, ma a noi continua a piacere proprio per quel vuoto, quel disegno della montatura nei laterali evidenziato dal serpente circolare. Less is more?
www.marcolin.it To carve, eliminate, remove, then add, dare, exceed, transgress. The model by Roberto Cavalli we have chosen to illustrate is designed by Marcolin and expresses a project contradiction: to add where expressiveness is achieved by removing! The sunglasses are rich in signs and symbols which are typical of the Florentine artist’s production. What we really like is the hollow created by a ring-like snake in the side-pieces. Is less more?
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lin La collezione di occhiali che maggiormente ci ha coinvolti: i Ber modelli della casa tedesca, nata nel 1997, sono stati i primi ad ic! essere scelti e dei quali mai abbiamo dubitato esclusione. Un vero e proprio progetto discosto dai toni della banalità e del deja-vù per esprimere attraverso pochi segni un sapere tecnico non comune. Il disegno deriva dalla fotoincisione della lastra 0,5 mm piana d’acciaio armonico (dotato di memoria) che costruisce l’intera struttura (donando leggerezza quasi impalpabile tra gli 11 e 28 gr. a seconda del modello), i terminali sono in silicone anallergico. La cerniera tra aste e frontale è il particolare che maggiormente attira l’attenzione: costruita dal efficace incastro delle parti senza uso di viti, disegnato in maniera tale da consentire il distacco delle astine con un semplice ma deciso movimento. Allo stesso modo le lenti possono essere sostituite con estrema facilità. Ce ne siamo innamorati: sin dal packaging… www.ic-berlin.de The collection of models by the German maison, established in 1997,that we found really intriguing and chose at a glance! Far from insignificant, their design expresses a very high technical competence through essential lines obtained by photo-engraving a 0.5 mm, flat, memory-endowed harmonic steel plate; the overall structure is very light (between 11 and 28 grams, depending on the model) and its end pieces are in anergic silicone. A noteworthy detail is the joint without screws of the front and side pieces, which can easily be detached by gently pulling them apart. Lenses can likewise be easily changed. When we saw the packaging…it was love at first sight!
ROMEO GIGLI: classe, misura, identità. BE R YLL :
HARRY LARY’S: piccoli accenti quotidiani All’interno della vasta produzione della casa francese, abbiamo scelto di presentare un modello capace di staccarsi dall’intera proposta per la semplicità delle linee e per il rigore compositivo. Un’occhiale dall’aria austera lontano dalla stravaganza che il nome induce: Piraty; distante dalle forme fiabesche che contraddistinguono l’intera collezione Harry Lary’s. Nella sua semplicità spicca il piccolo “accento” a lato delle lenti, in posizione non simmetrica, a evidenziare un frontale a lenti rettangolari, addolcite dalla curvatura del ponte. La montatura è in acciaio galvanizzato e terminali in acetato.
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www.harrylarys.com
Beryll nasce dalla commistione tra la parola Berillo (minerale già usato nel medioevo per correggere difetti visivi) e Brille (il termine tedesco per occhiali). Oggi il design Beryll è una sintesi di ispirazione arcaica e visionaria science fiction, nato dalla mano del designer austriaco Sigmar Bergauer. Ogni modello Beryll viene editato solamente in 1500 copie, a sottolineare la volontà a costruire un prodotto unico, espressione di “quell’essere differenti” dalla massa, che contraddistingue la produzione della casa austriaca fin dalla sua nascita nel 1998. Le montature sono in acciaio chirurgico nickel-free sottoposto a succesivo processo galvanico, oppure in acetato (“High Grade plastic that derives from the cotton-production”) impreziosito dalla scritta hand-made ad evidenziare la limited edition di ogni modello.
Among the great number of items that the French maison produces we have chosen a model that surpasses all others for its simple outline and rigorous design. Piraty is an austere-looking model far removed both from the eccentricity that the name evokes and from the fable-like forms that characterise Harry Lary’s collection. On the side of both lenses a small simple accent is asymmetrically silhouetted to emphasise the front piece, with rectangular lenses softened by the curving bridge. The frame is in electroplated steel with acetate end pieces.
Beryll is a compound word from ‘beryl’, a mineral used in the Middle Ages to correct sight imperfections, and ‘brille’, the German for sunglasses. A creation by Austrian designer Sigmar Bergauer, Beryll blends arcaic inspiration with visionary science fiction. All of Beryll models are edited in only 1,500 copies, outstanding items meant for an élite according to the policy that the Austrian maison has adopted since it was established in 1998. The frames come either in nickel-free electroplated surgical steel, or in acetate and are enriched with the caption ‘hand-made’ to emphasise that each model is in limited edition.
www.beryll.com
Uscito dall’Ufficio Stile Allison, il modello RG 61702, tra i tanti tra cui scegliere, su cui abbiamo voluto incentrare la nostra attenzione ci è piaciuto per la linea avvolgente che dona volume al viso e per le nuances che della montatura fanno un tutt’uno con le lenti. E’ un esemplare capace di trasmettere con immediatezza estro compositivo e sapere tecnico/artigianale: dalle sfumature colore alle linee rigorose che le interpretano. Formalmente caratterizzato dalla pronunciata curvatura del frontale, ha nei laterali un segno forte, ben calibrato a evidenziare un’asta che perde il diminutivo per esprimersi con forza e decisione.
www.allison.it Created by Allison design studio, model RGGI702 attracted our attention due to its wrap-around outline that enhances the volume of the face and to the nuances that enrich the frame and the lenses. A model that expresses talented design and technical skill affecting both its colour overtones and the rigorous lines that interpret them. Formally characterised by a markedly curved front piece, the strong but balanced line of the side-pieces conveys a sense of strength and firmness.
PARASITE-MOI: oltre i confini uomo-macchina EXALT CYCLE: frames and glamour
I modelli di occhiale targati Exalt-Cycle escono dall’ufficio stile di VidiVici, azienda italiana nata nel 1997. I modelli selezionati Kaka e Pinha Colada, ci piacciono per la raggiunta distinguibilità estetica a fronte di una riconoscibilità formale che possiamo chiamare stile. Nel mod. Pinha Colada l’essenzialità del segno, costruito attorno alla lente avvolgente, che diviene struttura a cui agganciare le aste, descrive un’eleganza che indaga forme nuove mai scontate. Il mod. Kaka si presenta con un segno avvolgente, non eccessivo, impreziosito dai laterali a proteggere l’occhio anche in situazioni di abbaglio estremo. I materiali ricercati sottolineano un linguaggio High Tech che la forma esprime con originalità.
www.vidivici.com Sunglasses labelled Exalt-Cycle are designed by VidiVici, an Italian Company established in 1997. Select models Kaka and Pinha Colada are particularly beautiful and aroused our interest due to their high aesthetic qualities as well as to a style that makes them formally outstanding. In model Pinha Colada, the essential outline of the curved lenses coincides with the structure to which the ear-pieces are hinged and brings about an elegant new form. Model Kaka has a balanced wraparound outline enriched with side lenses to protect the eyes even in blinding sunlight. The refined materials create a High Tech language which expresses their originality.
House brand francese, si compone di un team di giovani provenienti da diversi settori creativi, riuniti attorno alla figura del creative designer Hugo Martin. I modelli presentati esprimono esattamente il concetto che sta alla base di tutte le creazioni Parasite-moi: ”i confini tra uomo e macchina sono scomparsi, gli oggetti vivono di vita propria”. Le doppie aste laterali abbracciano la testa ancorandosi nella zona temporale (sopra e sotto la tempia) insistendo proprio nell’area indolore ai lati della faccia: questo particolare disegno unito ad una selezione attenta dei materiali (titanio, acciaio armonico, plastiche anallaergiche) consente un occhiale “non indossato con fatica”, che si adegua alla specifica morfologia di chi li indossa. Un occhiale che ha la forza di ridisegnare il volto re-interpretandone i lineamenti, forte di una propria cifra estetica, che parla un linguaggio oltre le mode.
www.parasite-moi.com This French brand consists of a team of young designers with different creative backgrounds who work under the guidance of creative designer Hugo Martin. The models on show convey the precise idea underlying the whole of Parasite-moi’s creations:’the boundaries between man and the machine have vanished, objects have a life of their own’. The double sidepieces embrace the head and cling above or below the temples, just to the area that doesn’t ache, on both sides of the face. The design and a careful selection of materials (titanium, harmonic steel, anergic plastics) lead to comfortable glasses that fit the physical features of those who wear them. Glasses with the power of redesigning the face by reinterpreting its traits. Glasses whose aesthetic qualities are much more meaningful than any trend.
Augusto Romano, the Company Director said “it was a natural progression for the brand to collaborate with such influential figures in the design world in order to gain a new perspective and strengthen the brand's image�. "Meltin'Pot is constantly evolving and I wanted to enrich the brand's values by allowing other creatives to interpret the brand Meltin'Pot through their eyes. I chose to work with both Rankin and Fabio for their respective talents and expertise and for their understanding of what Meltin'Pot stands for."
Fabio Novembre Industrial Design Director
E’ il valore recondito che sta dietro alla marca la vera filosofia di Meltin’Pot: nessuna limitazione o pregiudizio nel “confrontarsi” con i cambiamenti che una società “multi” in tutto sa esprimere. Essere capaci di anticipare, leggendo tra la filigrana delle mescolanze, esprimendo una capacità di interpretare un comune sentire, non ancora reso palese ed evidente. Meltin’Pot è azienda di denim, ma anche indicatore di un mood che attraversa trasversalmente gli strati della società “giovane”; è azienda legata al sapere del “territorio moda” , ma anche generatore di qualità: nella filosofia produttiva, nel valore del prodotto; è azienda capace di spostare i propri limiti espressivi sempre un passo avanti rispetto le mode. www.meltinpot.com Meltin’ Pot’s true philosophy lies in the hidden value underlying the brand: no restraint or prejudice whatsoever in confronting the changes that an entirely ‘multi-’ society brings about. To be able to look ahead by interpreting a variety of hints, by being able to decipher still unexpressed feelings. Meltin’ Pot is a denim producer but also an indicator of the mood that pervades all the young layers of society; rich in the know- how that fashion implies, it is a generator of quality both in production philosophy and product value. A firm whose expressive potential is always ahead of trends. Rankin Creative Director
I'am a chameleon. Renew myself. 2005
11:34 Wednesday, March 9th.
18:06 Saturday, March 19th.
13:44 Tuesday, , March22th.
Sono un camaleonte. Ci sono, mi mostro, interpreto. I'am a chameleon. I'm here, I show myself, I represent.
ORLANDO 08:51 Wednesday, April13th.
19: 24 Saturday, April9 th.
23:3 5 M onday, April25th.
Sono un inseguitore. Controllo, ripenso, rivedo. I'm a follower. I examine, think again, look again.
13: 28 Friday, April29th.
11:34 Wednesday, May 4th.
16:55 Saturday, April23th.
Make m e ne w. Orlando. 2005
10:24 Friday, April1th.
Ancora una volta la Blue Bell mette mano al suo infinito archivio prodotti e riedita, dopo 58 anni dalla prima apparizione (1947), uno dei modelli su cui è costruita la tradizione del jeans: il 13 MWZ Blue Bell Edition. E’ il jeans disegnato e pensato per il duro lavoro, capace di alto confort in prestazioni estreme e di logorio ripetuto, funzionalità e durabilità: costruito con un ordito a tessitura diagonale che garantisce resistenza e rigidezza, viene interpretato da un design classico a 5 tasche. Il jeans, prima del modello Wrangler 13MWZ, utilizzato dai cowboys era un prodotto dozzinale: tagliato squadrato “cut square”, senza particolare attenzione alle proporzioni, le gambe erano ampie da vita a piede, tagliate più lunghe del normale, e tramite una fibbia posteriore assicuravano un “riding up” al cowboy una volta montato a cavallo. Solo studiando i costumi ed i bisogni degli aiutanti dei Rangers e dei CowBoys (o Wrangler come li chiamavano nel midwest) Rodeo Ben, a partire dal 1947, rivoluzionò il jeans proponendo il modello 13MWZ. Ancor oggi i particolari inalterati, rispetto alla versione originale, garantiscono il pieno rispetto della tradizione manifatturiera Blue Bell: si punta con decisione su un jeans capace di un fascino fatto di equilibrio, misura e ottima vestibilità. eu.wrangler.com/BlueBell/eu/index.html
Blue Bell once more draws on its rich archive and re-edits, 58 years after it first appeared in 1947, one of the models that helped create the jeans tradition: the 13MWZ Blue Bell Edition. They are jeans designed and conceived for the hard work of a cowboy; jeans that can afford great comfort under extreme conditions, resist repeated wear and offer functionality and durability. Their diagonally woven warp guarantees resistance and stiffness and is interpreted by a classic five-pocket model.
Before Wrangler 13MWZ, the jeans that cowboys used were an ordinary item; their square cut, hardly careful of proportions, their longer-than-normal legs the same width from top to bottom, once on horseback afforded the cowboy a riding up through a back buckle. By studying the habits and needs of Cowboys’ and Rangers’ assistants (called Wranglers in the Midwest) Rodeo Ben have revolutionised jeans since 1947 by proposing 13MWZ model. Sticking to the original model, today’s unaltered details are fully in line with Blue Bell’s manufacturing tradition, definitely aimed at jeans whose charm means balance, proportion and excellent wearability.
Arte in vetrina
Sbaiz
Sbaiz Spazio Moda rappresenta la perfetta fusione tra boutique e galleria, tra moda ed arte: tra tendenza e concetto. 700 mq. di esposizione a Lignano Sabbiadoro, su due livelli, 16 vetrine in cui si alternano le grandi firme del panorama internazionale della moda, accanto alle nuove proposte dei migliori stilisti emergenti, ed al piano superiore un’importante galleria che ospita prestigiose mostre di arte contemporanea.
Con l’aiuto di uno degli architetti più affermati del momento, Claudio Nardi, Sbaiz ha ridisegnato la propria immagine improntandola a un concetto minimalista fatto di grandi spazi, luci ed ombre, materiali ricercati e preziosa naturalità. Il luogo esatto dove sperimentare e comprendere al meglio l’evoluzione di un modo nuovo di vivere, e di capire i tempi, i luoghi e le culture, utilizzando come prima chiave interpretativa la moda: moda come atteggiamento, come comportamento, moderna chiave di lettura di tendenze e way of life. Uno spazio dove la moda trova completamento, espressione “naturale”, e diventa mezzo di comunicazione con cui veicolare conoscenze, saperi ed emozioni: dal food al cinema, dalla musica all’arte fino a creare un vero e proprio lifestyle.
Sbaiz Fashion Space is the perfect combination of a boutique and an art gallery, of art and fashion half way between concept and trend. A 700-square-metre display at Lignano Sabbiadoro with sixteen windows showing the great labels of the international fashion scene and the best emergent stylists’ new proposals. Furthermore, an important gallery holds prestigious exhibitions of contemporary art on the upper floor. Helped by the creativity and technical skill of renowned architect Claudio Nardi, Sbaiz has redesigned its image according to a minimalist approach envisaging vast spaces, light and shadow effects, sophisticated materials and precious natural elements.
The very place where to understand at best and experiment on the evolution of a new way of living, to fully grasp the spirit of times, places and cultures through fashion meant as an attitude and behaviour leading to a reading of trends. A space where fashion can find its natural expression and accomplishment, a means to convey know-how, learning and emotions: from food to the cinema, from music to art and the creation of a new lifestyle. ‘We dream about emotions to offer emotions’ is the message we get on seeing this space constantly updated by the endless work of four brothers who, with their passion, competence, creativity and managerial spirit enable clients to discover the coolest items.
“Sogniamo emozioni per presentare emozioni” è l’input che si percepisce vedendo questo spazio, in costante aggiornamento grazie al continuo lavoro dei quattro fratelli che con la loro forte passione, competenza, creatività e spirito manageriale, permettono al cliente di trovare l’oggetto più “cool”. L’obiettivo è di “trasferire alle persone la medesima emozione che si prova ogniqualvolta si scoprono delle nuove collezioni”; oggi questo spazio moda è diventato un vero e proprio punto di riferimento per un vasto pubblico internazionale, che ricerca innovazioni e qualità, oltre che per i nuovi designer che trovano in esso un perfetto partner. Lontano dalla consueta “visione” del mondo, basata su di un ottica globale che tende a trascurare le nuove espressioni della creatività, Sbaiz Spazio Moda rappresenta, grazie alla molteplicità della sua proposta, “un laboratorio di idee e pensieri”, un nuovo modo di “vedere” oltre la semplice vetrina. www.sbaiz.it
Their objective is ‘to hand over to people the same emotion we feel anytime we discover new collections’. Today the fashion space has become a real benchmark for a vast international public striving for innovation and quality and a perfect partner for emergent designers. Far from sharing the widespread worldview that neglects new expressions of creativity for the sake of global economy, thanks to its manysided proposals, Sbaiz Fashion Space is ‘a workshop of ideas and projects’, a new way of seeing beyond a simple window.
May-Day, Lamp. Flos. Italy
L’attenzione che Konstantin Grcic pone nel suo lavoro, fatta di curiosità ed acume, rigore ed essenzialità, concorre a comporre oggetti che, pur spaziando dall’anonimo cestino per Authentics sino alla lampada May-Day per Flos, sono espressione di un design colto, che ricerca nell’esssenzialità del segno il giusto alfabeto con cui comunicare il proprio valore. Nato a Monaco nel 1965, dopo gli studi al Royal College of Art di Londra, ha aperto il proprio studio nella città natale: attorniato di giovani designer si occupa di progettare per Authentics, Cappellini, ClassiCon, Driade, Flos, Iittala, Porzellan-Manufaktur Nymphenburg, Magis, Moroso, Krups. Per Mug abbiamo scelto di puntare l’attenzione su due oggetti, che bene rappresentano l’ampiezza tipologica con cui si confronta il designer tedesco: il cestino con pedale TIP per Authentics del 2003 e la seduta CHAOS per ClassiCon, lasciando alle pagine della storia due prodotti fortemente rappresentativi del lavoro di Grcic: la lampada May-Day per Flos e la seduta Chair_One, con base in cemento, per Magis. Il cestino con pedale, che permette l’apertura del coperchio, appartiene a quella serie di oggetti anonimi che disegnano il nostro paesaggio domestico, su cui Grcic
ha rivolto il proprio sguardo riappropriandosi della forma, per intepretarla con cura nel disegno del particolare. Senza creare un “oggetto-star”, Grcic ne rispetta l’espressione formale come risultante della forma iconica a cui tutti siamo abituati, ed unisce alla funzionalità un’attenzione nel disegno dell’oggetto, dalle proporzionate dimensioni sino nel dettaglio del foro di inserimento del pedale nel corpo plastico, così da donarne una propria forte autonomia espressiva. L’oggetto progettato per Authentics assume un’identità estetica che ne consente il dialogo con tutti gli oggetti del nostro quotidiano domestico, anche quelli affrettatamente definiti star del design. Il contenitore è realizzato in polipropilene stampato ad iniezione, il meccanismo d’apertura ed il pedale sono realizzati in tondino d’acciaio cromato. L’oggetto è adatto anche per esterni.
Chair-One, Chair. Magis. Italy
www.konstantin-grcic.com
Per interni, specificatamente per gli spazi pubblici, è il secondo progetto posto sotto la nostra lente: CHAOS per ClassiCon poltrona realizzata in schiumato, con struttura in acciaio e rivestimento in tessuto. Questo prodotto si compone dei tratti espressivi propri del progettare di Grcic costruito com’è da volumi regolari, nette sfaccettature e tagli decisi: il tema della seduta è da sempre un tema difficile da affrontare, e bene ha già dato espressione del proprio saper fare con il progetto Chair_One per Magis, tale per cui pensare ad una poltrona per spazi pubblici risulta una sfida interessante sin dalla realizzazione in studio dei primi campioni in cartone. Ed il tema dell’aggregabilità guida la mano nel disegnare l’ingombro formale del prodotto, pensandolo capace di abbinarsi ad altri pezzi dello stesso, ma è nel definire la superficie di seduta che Konstantin indaga su differenti “modi di sedere” pensando per la poltrona due differenti direzioni di comodità. Nel 2004 ha ricevuto il NOMBRE D´OR, Salon du Meuble di Parigi. Nel 2002 è stato nominato Ospite d’Onore alla Biennale di Kortrij in Belgio, dove ha presentato un’attenta selezione dei suoi progetti. La lampada My-Day, progettata per Flos, è inserita nella collezione permanente del Moma di New York, e gli ha fruttato il premio Compasso d’Oro nel 2001.
“I dont’like the idea of design being defined “art”, as a source of ispiration, art is very important for me…so music and the cinema.”
Tip, Basket Case. Authentics. Germany Chaos, Armchair. ClassiCon. Italy
From the impersonal bin for Authentics to the lamp May-Day designed for Flos, all of Konstantin Grcic’s works involve rigorous, inquisitive care and essential subtlety; the outcome of his refined design, their pure lines are the language that conveys the value of his creations. Born in Munich in 1965, after graduating from London Royal College of Art, he sets up a studio in his home city where, with a circle of young designers, he works for Authentics, Cappellini, ClassiCon, Driade, Flos, Iittala, Porzellan-Manifaktur Nymphenburg, Magis, Moroso, and Krups. In this contribution to Mug we choose to concentrate on two items which represent at best the German designer’s range of creations: the pedal-equipped bin TIP for Authentics dating from 2003 and the seat CHAOS for ClassiCon, leaving another two representative works of Grcic’s to historical records: the lamp May-Day for Flos and the seat Chair_One with its concrete base for Magis. Among the impersonal articles that crowd our domestic interiors, Grcic reconsiders and redesigns the bin with a lid-lifting pedal devoting great care to form and detail. Far from creating a star item, Grcic respects the formal features of the icon we are accustomed to, but couples functionality and design to obtain a highly expressive, harmoniously shaped object, in which care for details includes even the hole to connect the pedal to the plastic body. TIP takes on an aesthetic identity that enables it to fit all the other domestic items, even the ones that have hastily been defined as ‘design stars’. The container, suitable also for outside use, is realised in injection-moulded polypropylene and the opening device and pedal are in chrome-plated round steel bar. The second design we choose to illustrate is Chaos for ClassiCon, a foam seat with a steel frame and fabric covering, specifically devised for public interiors, a creation that shows Grcic’s typical design features, with regular volumes, neat facets and precise cuts. Although the seat-theme has always been difficult to deal with, Grcic was able to display his skill at best in the design of Chair_One for Magis, a seat for public spaces
which had proved an interesting challenge since the first cardboard models were realized. The creator’s hand is guided to design the volume of the item conceived with a view to assembling it with other units. Furthermore, on defining the seating surface, Konstantin investigates different ‘sitting postures' and designs two different comfort lines. In 2004 Konstantin Grcic was awarded the ‘Nombre d’Or’ at Paris Furniture Show. In 2002 he was invited as a ‘Guest of Honour’ at Kortrij Biennial, Belgium, where he presented a selection of his designs. May-Day, the lamp he designed for Flos, enriches the permanent collection of MOMA, New York, and earns him the "Compasso d'Oro" in 2001.
Feconde contaminazioni o crisi dei sistemi? È divenuto ormai evidente - anzi palese anche agli occhi di quanti non osservano criticamente le tendenze culturali ed i costumi del momento ma accettano (distrattamente o supinamente) la situazione attuale come un “segno ineludibile dei tempi”. Sto parlando del sodalizio fra mondo della Moda e mondo dell’Arte: un avvicinamento silenzioso eppur sistematico che, in atto ormai da oltre un decennio, si viene manifestando oggi apertamente ed in maniera eclatante. Un avvicinamento fatto di complicità, ammiccamenti, sconfinamenti, talvolta persino di appropriazioni – più o meno legittime, a seconda del caso – di linguaggi, stilemi, modalità comunicative dell’uno e dell’altro sistema: la Fashion Industry “flirta” oramai sfacciatamente con l’Art System e con il Mercato dell’Arte Contemporanea. Dalla mostra retrospettiva dedicata nel 2000/1 dal Guggenheim Museum di New York ai 25 anni
di carriera di Giorgio Armani, alla recente provocazione del marchio Diesel che a Milano ha dedicato – a concorso – una parete di 360 mq. ad artisti provenienti dai background più disparati invitandoli con il motto “Questo muro è Tuo” a fruire liberamente di questa “tela” pubblica; gli esempi non si contano: la moda è veramente penetrata a pieno titolo nel Tempio dell’Arte. Nel concreto e fuor di metafora si può dire che la Fashion Industry negli ultimi 20 anni è andata aprendosi in Occidente canali di comunicazione inusitati, trasversali, di una “penetrazione” sociale senza precedenti (capaci cioè di attraversare virtualmente ogni classe, età o “estrazione”). D’altra parte questi stessi canali non potevano non risultare, in ultima, estremamente appetibili anche a quel altro grosso Sistema (entrato in crisi, però, dopo il boom degli anni ’80) che è il Mercato dell’Arte Contemporanea, da sempre desideroso di acquisire un pubblico quanto mai vasto, fresco, curioso e assetato di novità.
Pertanto – ed è inutile nasconderselo – questo matrimonio era predestinato, andava consumato: da un lato la Moda, decisa a legittimare un presunto o reale “valore aggiunto” dei prodotti che veniva vendendo ad un pubblico sempre più attento, esigente, sofisticato ed esteticamente colto; dall’altro l’Arte, desiderosa di uscire dall’atmosfera un po’ stantia e polverosa delle gallerie d’arte tradizionali, dei musei vecchio stampo, per entrare a pieno titolo in un mondo nuovo fatto di glamour, luccicante edonismo, fatto - soprattutto - di comunicazione efficace, patinata e vincente, un mondo insomma dotato di quell’allure che è il marchio inconfondibile del successo. Perché le armi della Fashion Industry sono esattamente queste: bellezza, lusso, fascino, seduzione. Una seduzione a 360°. E di fronte ad un tal spiegamento di forze, l’Arte non ha saputo che capitolare. Ora quella che si va profilando per il XXI secolo è una Moda che non solo riesce ad influenzare l’Arte, ma che cerca persino di ridefinirne i parametri.
Però - da ultimo - chi se la sentirebbe di biasimare l’Arte per questa sua resa pressoché incondizionata? In fondo si sa: la vera, autentica Bellezza è, da sempre, così totalmente disarmante…!
backgrounds for the free use of a 360square-metre wall, with the motto ‘This wall is yours’. The fashion industry has in the past 20 years actually opened unprecedented communication cross-channels, endowed with an exceptional power of social penetration (that is capable of affecting virtually every class or age bracket). Such cross-channels couldn’t but be attractive to the contemporary art market ( now undergoing a deep crisis after the boom of the 80’s), a market always in need of a vast, fresh, curious public of customers who thirst for novelties. The match was bound to be celebrated: on the one hand fashion, eager to legitimate the added value of the items sold to a more and more careful, demanding, sophisticated, cultured public; on the other hand art, wishing to escape from the dusty, stale atmosphere of traditional art galleries and old-fashioned museums, to be allowed into a world of glamour, sparkling hedonism, shiny,
efficient, successful communication, a world where allure is the unmistakable mark of success. Since the weapons of the fashion industry are precisely: beauty, luxury, charm and wide-ranging seductiveness. Faced with such deployment of forces, art could not but give in. Now, the fashion that is making its way into the XXI century can not only influence art, but also tries to redefine its canons. However, who would feel up to blaming art for its unconditional surrender? After all we know that true beauty has been absolutely disarming from time immemorial…!
courtesy of Mori Art Museum
NON#SOLO#MODA
Il Direttore Artistico Carlo Damiani
NON#SOLO#MODA Fruitful contamination or a crisis of systems? The sodality between the worlds of fashion and art is by now evident, indeed manifest, even to those who, lacking a critical attitude to present-day customs and cultural trends, carelessly or servilely accept the situation as ‘an inevitable sign of the times’. A silent yet systematic sodality involving a mutual approach in progress for over a decade, is now openly and strikingly manifesting itself. An approach made of ambiguity, hints, and intrusions, with linguistic, stylistic and communicative borrowings. The fashion industry is openly flirting with the arts system and in particular with the market of contemporary art. Countless examples show that fashion has widely pervaded the temple of art: from the retrospective exhibition the New York Guggenheim Museum devoted to Giorgio Armani’s 25-year career in 2000-2001, to Diesel’s recent provocation, a competition attended by artists from the most different
Il Direttore Artistico Carlo Damiani
mail: m.costi@gmx.de MICHELE COSTI - pittore La pittura visionaria di Michele Costi è una pittura che appare sofferta fin dal primo sguardo ma che subito dopo spicca il volo con la giocosità della fiaba, che però non comporta un’operazione nostalgica rivolta ad un’infanzia irrimediabilmente lontana e irripetibile, bensì diventa affermazione della forza propulsiva della fantasia ormai matura, che non prova imbarazzo ad accostare a questa specie di “Milione” dell’anima i miti classici e cristiani. Un repertorio di "scenette" avvolte in un ritmo formale che accosta un primitivismo rouoltiano alle accensioni espressioniste di un biblico Nolde. Piccoli amori, profondi dolori che risuonano attraverso gli anfratti bui della metropoli, bevute colossali e maledette,
TERESA BONAVENTURA - scultrice del legno Teresa Bonaventura nasce nel 1956 in provincia di Venezia. Figlia di falegname da sempre trova nel legno naturale risposta ad una propensione per la forma che ricerca ed elabora fino all'essenza. Da sola impara ed affina la tecnica della scultura per giungere preparata a confrontarsi con altri Scultori del legno nell'ambiente di Simposi in Italia ed all'Estero. Molteplici riconoscimenti ottenuti la motivano a proseguire la faticosa, appassionante strada della scultura come ricerca formale ed emotiva. Teresa Bonaventura vive e lavora a Noale (VE) Mostre: 2004 Personale presso Gipsoteca Canoviana - Possagno -TV2004 Personale "Eventi 2004" Aeroporto Internazionale Marco Polo -VE2003 Finalista "Premio Arte 2003" Editoriale Giorgio Mondadori - Milano 2003 Simposio di Scultura 40° della tragedia del Vajont - Longarone -BL2003 Personale presso Villa Nazionale Pisani - Stra -VE2001 "11 Scultori al Centro dell'Arte Contemporanea" Torre Strozzi -PG2000 "International Sculpture Symposium 2000" - Hojer - DANIMARCA 1998 "The Performing Sculptors of Italy " - Philadelphia - U.S.A. -
marachelle pinocchiesche e improvvisazioni picaresche: tutto ciò confluisce come in un torrente in piena. Tutto l’universo figurativo dell’artista emblematicamente pulsa, come il sangue nelle vene, ma anche come l’alternarsi degli stati d’animo. Così si alternano luce e buio, così si alterna la materia dei colori, ora pastosa e drammaticamente confusa, ora ariosa e trasparente come un cielo di Canaletto. Si tratta di una pittura di confine, dove la disillusione verso l'essere umano finisce lì dove inizia la ribellione contro una volontà dal carattere divino. Si innesta così nelle opere un senso del peccato avvertito ma violentemente rifiutato. Frutto di diversi viaggi all’interno dell’Europa, la sua visione approda infine a Berlino, dove ancora oggi il Costi abita. E' infatti la rinata capitale tedesca la metropoli che (assieme a Venezia, abbandonata poco dopo gli studi all'Accademia), lo influenza maggiormente nella luce e nei colori. Per lui oggi ogni mostra o esposizione dei suoi lavori, rassomiglia un po’ all’approdare della nave alla banchina. Nulla di più e nulla di meno che il tempo necessario a tracciare la prossima rotta. Marco Casiglieri Venezia, Settembre 2004
30.11.1970 Nasce a Castelfranco Veneto. 1988 Consegue la maturità artistica presso il Liceo Artistico di Treviso. 1989 Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nella sezione Scenografia, che in seguito interromperà per lavorare in un laboratorio di scenografia teatrale. 1989-’93 Frequenta l’Accademia di Belle Arti, nella sezione Pittura, dove ottiene il diploma di Laurea con una tesi sul pittore Osvaldo Licini. 1991 Organizza un’esposizione di Pittura di alcuni pazienti dell’ex Ospedale psichiatrico di Treviso. 1992 Segue un gruppo di detenuti di un carcere minorile per la realizzazione di un murale a Treviso. 1993-’96 Si trasferisce a Venezia, dove realizza, assieme ad alcuni colleghi Happenings ed installazioni sul binomio “Cibo-Poesia”. Negli stessi anni propone alcune serate di lettura di testi poetici proprio in locali tra Venezia, Treviso e Bologna. 1998 Lavora nel restauro della pietra e di dipinti nella Regione Veneto. Realizza l’intervento poetico- musicale “Condotta immor(t)ale” al teatro dell’Avogaria a Venezia. 1999 Scrive e illustra alcune favole per bambini che recita, come cantastorie, con l’amico Silvano Ober, al Carnevale di Venezia. 1997-2002 Si specializza nella copia ad olio di dipinti del Settecento, che dipinge, su commissione, tra l’Italia e la Germania. 2000 Partecipa, come attore e scenografo, ad un Music-Hall ( “Cinderella”), in Portogallo 2001-2004 Si trasferisce a Berlino, dove riprende la propria pittura, allestendo alcune personali e partecipando a collettive (in particolare quella tenuta presso la galleria EVA POLL di Berlino).
"Icastiche e solenni, altamente espressive, le sculture lignee di Teresa Bonaventura sono proiezioni dell'anima. L'essenzialità proto-classica le guida in una dimensione di recupero dell'alba della Civiltà." P. Rizzi "La cultura dell'antico, il fascino dell'ambiente naturale, la sensibilità plastica sono i dati emergenti dalle opere di Teresa Bonaventura. Le sue "PRESENZE" sono moderne KORE che assistono allo scorrere del tempo chiuse in una struggente compostezza interiore. Libera da stereotipi e manierismi la scultrice rivela una maturità espressiva consolidata che emerge altresì dai dettagli scultorei carichi di potere allusivo e simbolico." G. Niero
"Combattuta tra spirito e materia, tra figura e concetto, l'artista si lascia attraversare dalle emozioni per tradurle in forma. C'è qualcosa di estatico, magico, assoluto nelle sue figure delineate con un unico segno fluente e morbido. Prevale invece la razionalità laddove esperisce nuovi sentieri di ricerca in cui il concetto si afferma sulla forma orientando lo sguardo e l'emozione." L. Majer
MICHELE COSTI - painter At a glance Michele Costi’s visionary painting appears a tormented one, but it soon takes flight with the playfulness of fables. This however does not imply a feeling of nostalgia for bygone childhood irretrievably lost, indeed, it is the manifestation of a mature imaginative urge that fully matches this sort of ‘progress’ of the soul to classical and Christian myths. A repertoire of sketches whose formal rhythm blends Rouault’s primitivism to flashes from biblical Nolde’s expressionism. Trivial love-stories, deep sorrows echo through the dark depths of the metropolis; great damned booze-ups, Pinocchio-style rogueries and picaresque improvisations all merge as in a raging torrent. The artist’s figurative world symbolically pulsates like blood in the veins, but also like alternating states of mind. Light alternates with darkness, just as the matter of colours is soft or dramatically confused or airy and
transparent like a Canaletto sky. It is a border painting in which disappointment about man ends where the rebellion against a divinely characterised will begins. His works are therefore pervaded by a sense of sin, which is violently rejected the very moment it is felt. The result of several journeys into the heart of Europe, his vision ends up in Berlin, where Costi still lives. In fact, the reborn German capital is the city that most influences his use of light and colours (along with Venice, which he left soon after graduating from the Academy of the Fine Arts). To him any exhibition of his works is somehow like a ship moored along the quay. No more no less than the time required to plot the next course. Marco Casiglieri Venezia, Settembre 2004
TERESA BONAVENTURA - wood sculptor Teresa Bonaventura is born in the Venice province in 1956. The daughter of a joiner, she has always found in natural wood the answer to a striving for form and its essence, the object of her research and work. The technique of carving is something she learns on her own and which she improves to compete with other wood sculptors at ‘Symposia’ in Italy and abroad. The credit she has been given encourages her to continue her hard formal and emotional research through sculpture. Teresa Bonaventura lives and works at Noale (Venice).
"Torn between spirit and matter, between figure and concept, the artist allows emotions to pervade her mind to translate them into form. There is something ecstatic, magic and absolute in her figures softly and fluently outlined. Rationality prevails when she tries new experiments, when the concept prevails over form orienting glances and emotions." L. Majer
"Highly expressive, representational and solemn Teresa Bonaventura’s wood sculptures are projections of her soul. Their proto-classical essentiality projects them into a dimension where the dawn of civilisation is recovered." P. Rizzi
Exhibitions: 2004 personal exhibition at Gipsoteca Canoviana, Possagno (Treviso). 2004 personal exhibition ‘Eventi 2004’ Marco Polo International Airport, Venice. 2003 finalist for ‘Premio Arte 2003’ Editoriale Giorgio Mondadori, Milan. 2003 ‘Simposio di scultura’ on the 40th anniversary of the Vajont tragedy, Longarone, Belluno. 2003 personal exhibition at Villa Nazionale Pisani, Stra (Venice). 2001 ’11 Sculptors at Centro dell’Arte Contmporanea’ Torre Strozzi, Perugia. 2000 ‘International Sculpture Symposium 2000’, Hojer, Denmark. 1998 ‘The Performing Sculptors of Italy’, Philadelphia, USA.
30.11.1970 born at Castelfranco Veneto. 1988 graduates from Liceo Artistico, Treviso 1989 enrols at the Academy of the Fine Arts, Venice, Scene Design dept.; he will later interrupt his studies to work at a scene design workshop. 1989-93 attends the Painting dept. of Venice Academy and graduates with a thesis on painter Osvaldo Licini. 1991 organises a painting exhibition with works by patients of former Treviso asylum. 1992 helps a group of convicts from a borstal realise a wall painting at Treviso. 1993-96 moves to Venice where he realises happenings and installations on ‘food and poetry’ with some colleagues. Holds poetic reading-soirées in public places in Venice, Treviso, and Bologna. 1998 works in the field of stone and painting restoration in the Veneto Region. Realises a poeticmusical event, ’Condotta Immor(t)ale’ at the Avogaria Theatre, Venice. 1999 writes and illustrates some fables for children, which he recites as a storyteller, with his friend Silvano Ober at Venice Carnival. 1997-2002 specialises in the reproduction of XVIII century oil paintings, which he makes on commission both in Italy and in Germany. 2000 as an actor and scene designer he takes part in the music-hall ‘Cinderella’, Portugal. 2001-04 moves to Berlin where he resumes painting, holds personal exhibitions and takes part in collective events (in particular the one held at Eva Poll Gallery, Berlin).
"The cult of antiquity, the charm of nature and her great plastic sensibility are the main features of Teresa Bonaventura’s works. Her ‘Presenze’ are modern Kores who witness the passing of time withdrawn in their moving inner composure. Free from stereotypes and mannerisms Teresa Bonaventura’s achievement is an expressive maturity emphasised by her highly allusive and symbolic carving details." G. Niero
"Là sulla spiaggia raccoglie pezzi di legno variopinti buttati dal mare e provenienti dalle case sull’acqua in cui abitano una gran parte degli abitanti della capitale del Brunei Bandar Seri Begawan o anche dalle barche, nulla per lei va perduto. In questo trionfo del recupero, cerca un’armonia estetica delle forme e dei colori, a dimostrazione del fatto che da una lontananza da Venezia poteva nascere una nuova dimensione dalle inaspettate vene artistiche." Borneo 1991
Bruno Gripari - Calligrafo 1956 Nasce in Veneto, a Bassano del Grappa. 1976 Esposizione alla Biennale di Venezia nella sezione architettura con “Venezia Microcosmo”, sulla base dell’ Yi-Jing, testo divinatorio cinese. 1992-'94 Realizza la prima serie di stendardi in tessuto, esponendo in Italia e Francia al Centre de Recontres Internationales di Renage. Inizia la collaborazione con il film-maker Paolo Villatore. Espone allo studio d’Arte “MARAVEJA”. 1996 Realizza gli stendardi per la scenografia della Missa Populi del maestro Giusto Pio. 11 stendardi di preghiera sono esposti a Muktinath, alto Nepal, ed in altri luoghi sacri del buddismo tibetano. 1997 Espone 18 stendardi sulle torri di Monteriggioni, Siena. (Organizzazione di Vittorio Mason). Prepara un’installazione di stendardi, rotoli libro e un meeting internazionale di calligrafia sul tema della pace, lungo la grande via della seta a Samarcanda in Uzbekistan. Incontra l’antropologo David Bellatalla e l’orientalista tibetologo Eugenio Ghersi, che traduce alcuni testi scritti su libri e stendardi. Mongolia : i popoli nomadi Aghin Buryati portano alcuni stendardi nelle loro transumanze. 1998 Milano: realizza uno spiegamento di stendardi per l’anno della tigre presso l’Associazione Italia- Cina. Pathan, Nepal: 6 stendardi vengono riconosciuti come oggetti sacri ed ora fanno parte integrante dell’arredo della sala centrale di preghiera del Tempio d’oro. Mongolia, regione del Hovsgol: il capo clan dei nomadi Tzaatan, uomini-renna, riconosce i segni dei suoi antenati in uno stendardo donatogli. Inizia la partecipazione di studio e ricerca col calligrafo mongolo M. Batubayar. 1999 Arzo, Svizzera: invitato d’onore e insegnante al Simposio Internazionale di Scultura. Vicenza: esposizione di 150 opere, con performance, presso la Villa Cita da Schio. 2000 Caerano San Marco ( TV): esposizione di 250 opere sul tema “Le vie dell’oro” presso la Fondazione Villa Benzi Zecchini. Il maestro Giusto Pio compone ed esegue le musiche per l’evento ed il catalogo. Grignan (F): esposizione e spiegamento di stendardi al Festival Internazionale della Corrispondenza. Esposizione di “Passaggio ad Istanbul”, foto di Gianni Pasinato. 2001 Milano: esposizione di 120 opere presso il Replay Store di Corso Vittorio Emanuele. Voiton (F): espone “La memoria tibetana di Eugenio Ghersi”. Lyon (F): espone 100 opere presso l’Atelier Des Ombres. Viene ufficialmente invitato dal ministero della cultura della Mongolia ad esporre presso il Museo di Zanabazar della capitale Ulaan Baator. 2002 Grenoble (F), alla Maison de l’Architecture, esposizione ed installazione di “Calligrafia e architettura”. 2003 Ottobre: espone all’evento “Mille e una notte” presso la Fondazione Villa Benzi Zecchini in provincia di Treviso. 2004 Espone a: Mulhouse (F) presso la Galérie Courant d’Art. Crémieu (F) presso la Galérie Maison du Collombier ; LyonEcully (F) all’evento internazionale “Artissime”. Meylan; Grenoble (F) all’evento internazionale “Calligramme et Calligraphies”; Verona, per “Verona Poesia 2004”, alla Società Letteraria; Géneve, Neuchatel, Nyon (CH) presso la Galleria “Antica Auction” Mr.Béhèm Norbert; “Concordia’s Cyrcus”, Alto Pakistan, ghiacciaio Baltoro (stendardi permanenti ad alta quota). Missione scientifico-artistica “Mongolia 2004”
Irrazionalismo surrealista? Pittura ludica? Marie Laure Richert, veneziana di adozione, nata in Alsazia, è più vicina al gusto e alla fantasia di Miró che allo spirito di Klee o alla stessa fantasia cromatica di Gorky, se pure del grande armeno morto a New York ricorda la libertà segnica, la linea arabescata che tenta sempre di uscire da ogni forzatura realistica. Sulle grandi tavole bianche essa scatena le sue forze liriche per mezzo di una tecnica volutamente avara di effetti, rinunciando ad ogni comoda suggestione scenografica. Il racconto favolistico nasconde una carica umana sensibilissima e ogni tema vibra dentro un tessuto di raffinato umorismo. Fiaba o dolce, accattivante ironia ? Il linguaggio (aereo, sfumato, rarefatto di un acquarello dal sapore orientale, la trama grafica è invece di pura invenzione occidentale e si sentono, sotto, persino evocazioni di saghe nordiche) è interprete felice di una fantasia che scatta a contatto con avvenimenti quasi banali: uno spettacolo alla “Fenice”, animali, scorci veneziani, fiori. Eppure quanta ricchezza coloristica, quanto desiderio di cavalcare nuvole e inseguire sogni di stupefacenti paradisi perduti! Roberto Joos
www.marielaurerichert.com
www.brunogripari.com
Ho incontrato 2 calligrafi di calibro eccezionale, i due massimi rappresentanti della calligrafia di Mongolia. Due età, due caratteri, molti “stili”, molti punti di contatto. Batbayar, 50 anni, ha tradotto lo “stile” ed alcuni “testi” del mio lavoro. Mi dedica la frase: “Bruno figlio del cielo” (per loro il cielo è l’informazione, l’ordine cosmico, il riferimento alla purezza delle intenzioni, la presenza che interviene,…) Battumur, 35 anni, è sorpreso dal mio modo di scrivere veloce in stato di trance; è curioso, non conosce quegli effetti di colore e magia delle calligrafie; mi chiede se posso essere suo maestro! Gli rispondo che semmai (o piuttosto) sono io felice di essere suo allievo. Con entrambi ci salutiamo toccandoci le fronti, con una preghiera e benedizione al “cielo”. Hanno dei programmi per il futuro: mostre ed eventi in Giappone, USA, Europa… E’ il 14° anno di indipendenza della Mongolia: l’apertura è presente ovunque, così come la dipendenza e la contaminazione; l’occidente, e i paesi sviluppati vicini (Corea, Cina, URSS, Giappone) colonizzano sentimenti e mercati, impongono bisogni consumistici … Quello che noi chiamiamo tradizione, esiste, ed è forte e presente. Tocca molti aspetti: l’arte, gli usi e costumi, i rituali, l’interesse per la storia, il passato. Ma è l’armonia che sovrasta tutto: questo senso di calma, di appartenenza, di pace, che si respira soprattutto fuori dalla confusionaria capitale Ulaan Baatar. Bruno Gripari Mongolia 2004
Mostre: 1971 Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia. 1972 Centro Internazionale delle Arti e del Costume, “Diane Surrealiste” Palazzo Grassi, Venezia (Exposition organisée par l’écrivain P.de Mandiargues pour Chaumet-Baccarat -Christofle). 1973 Mostra alla Galleria d’Arte ‘’La Saletta’’ di Garbagnate (Milano) 1974-'75 Riceve il Trofeo Italia Artistica -Europa Artistica a Brescia (Magalini Editrice) 1974 Mostra personale alla Galerie Foresto (ex Frédéric Chedel) a Genève, aquarelli e collages 1974 Mostra personale al Club du Parlement Européen, Luxembourg ; Galleria d’arte Segno Grafico di Udine Centro Internazionale della Grafica 1976 Galleria “la Cupola”, Exposition “i Piombi”, Venezia (Centro Internazionale della Grafica) 1977 Galleria Quadragono Arte di Conegliano 1981 Navigazione da Palermo a Santa Cruz delle Tenerife dall' 8 al 25 Novembre sulla S/Y STORMVOGEL 1982 Patchworks per Cooperativa teatro Lavoro: “Il reduce”, Teatro Comunale Goldoni, Venezia. 1983 Durante il Carnevale di Venezia espone: Créations Patchworks-étendards per le calli di Venezia. Galleria Quadragonoarte, Conegliano 1988 Illustrazioni dei testi della rivista « Il Caffè delle Lettere e delle Arti » Anno II n.6 - Piovan Editore. 1990 In Borneo, Addetta all’ambasciata di Francia in Brunei a Bandar Seri Begawan. 1991 Borneo ad una mostra organizzata dalla prima moglie del Sultano Bolkiah.
Bruno Gripari Mongolia 2004
I met two calligraphers of great value, the two main representatives of calligraphy in Mongolia. Two different ages and characters, a lot of styles and a lot of similarities. Fifty-year-old Batbayr translated the ‘style’ and portions of my work. He dedicates the following sentence to me: “Bruno, son of the heavens”(which are for them information, cosmic order, purity of intentions, a controlling influence….) Thirty-five-year-old Battumur is surprised at my manner of writing fast in a trancelike condition; he’s curious, he doesn’t know the effects of colour and the magic of calligraphy; he asks me if I can be his teacher! I answer him that I would be happy to be his pupil, just in case. We say goodbye by touching our foreheads, with a prayer and a blessing to the heavens.
"There, on the beach, she gathers multicoloured pieces of wood that the sea has brought ashore from the boats or the water houses occupied by most of the inhabitants of Brunei’s capital, Bandar Seri Begawan; multicoloured pieces of wood and of net gathered on the beach. Nothing has got to be wasted. In this triumph of recovery, she strives for an aesthetic harmony of forms and colours to prove that her absence from Venice could be the source of a new dimension with unexpected artistic veins." Borneo 1991 Main personal and collective exhibitions: 1971 Bevilacqua La Masa Foundation, Venice. 1972 Centro Internazionale delle Arti e del Costume, ‘Diane Surrealiste’, Palazzo Grassi, Venice. (An exhibition organised by writer P. de Mandiargues for Chaumet-Baccarat-Christofle). 1973 Exhibition at ‘La Saletta’ Art Gallery, Garbagnate, Milan. 1974-75 She is awarded Trofeo Italia Artistica-Europa Artistica, Brescia (Magalini Editrice). 1974 Personal exhibition of watercolours and collages at Galerie Foresto, Geneva. 1974 Personal exhibition at Club du Parlement Européen, Luxembourg; ‘Segno Grafico’ Art Gallery, Udine, Centro Internazionale della Grafica. 1976 ‘La Cupola’ Art Gallery, ‘I Piombi’, Venice (Centro Internazionale della Grafica). 1977 ‘Quadragono Arte’, Conegliano. 1981 A voyage from Palermo to Santa Cruz of Tenerife from 8th to 25 November on S/Y STORMVOGEL. 1982 Patchworks for Cooperativa teatro lavoro:’Il reduce’, Teatro Comunale Goldoni, Venice. 1983 During the Carnival of Venice she exhibits: Créations patchwork-étendards in the Venetian ‘calli’. Quadragonoarte, Conegliano. 1988 Illustration of texts of the review ‘Il Caffè delle Lettere e delle Arti’, Anno II, n.6, Piovan Editore. 1990 Attaché of the French Embassy in Brunei at Bandar Seri Begawan. 1991 She takes part in an exhibition set up by Sultan Bolkiah’s first wife with watercolours inspired by Brunei’s primitive forest.
BRUNO GRIPARI, calligrapher. 1956: born at Bassano del Grappa, Veneto Region, Italy. 1976: exhibition at Venice Biennial, architecture section, ‘Venezia Microcosmo’ based on Yi-Jing, a Chinese prophetic book. 1992-94: realises his first series of fabric banners, which he exhibits in Italy and at Centre de Rencontres Internationales, Renage, France. Starts his collaboration with film-maker Paolo Villatore. Holds an exhibition at Art Studio ‘Maraveja’. 1996: realises the banners for the set of Missa Populi by Maestro Giusto Pio. 11 of his prayer banners are exhibited at Muktinath, Nepal, and in other holy places of Tibetan Buddhism. 1997: exhibits 18 banners on Monteriggioni’s towers, Siena (Vittorio Mason, organiser). Sets up an installation of banners, scroll books and an international meeting of calligraphy on the theme of peace along the Silk Road, Samarkand, Uzbekisthan. Meets anthropologist David Bellatalla and orientalist and Tibet expert Eugenio Ghersi who translates a few texts written on books and banners. Mongolia: nomadic tribes Aghin Buryati take some of his banners with them in their wanderings. 1998: Milan: realises a display of banners for the ‘year of the tiger’ at the Italo-Chinese Association. Lerici (SP): directs an atelier for the production of banners. Udine: exhibits banners and carries out performances on the theme of nomadic cultures in Asia. PATHAN, Nepal: six of his banners are declared sacred objects and are now part of the equipment of the central prayer hall in the Gold Temple. Mongolia, the Horsgol Region: the head of nomadic rein-men Tzaatan, recognises the signs of his ancestors in a gift banner. Shares his studies and research with Mongolian calligrapher M. Batubayar. 1999: Arzo, Switzerland: he is guest of honour and teacher at the International Symposium of Sculpture. Vicenza: exhibits 150 works and gives a performance at Villa Cita, Schio. 2000: Caerano S. Marco, Treviso: exhibition of 250 works on the theme ‘Le vie dell’oro’ at Villa Benzi Zecchini. Maestro Giusto Pio draws up the catalogue, composes and performs musical compositions for the event. Grignan, France: exhibition and display of banners at the International Festival of Correspondence. Exhibition of ‘Passaggio ad Istanbul’, photos by Gianni Pasinato. 2001: Milan: exhibition of 120 works at Replay Store, Corso Vittorio Emanuele. Voiton, France: exhibition:’Eugenio Ghersi’s Tibetan Recollections’. Lyon, France: exhibition of 100 works at Atelier Des Ombres. He is officially invited to exhibit his works at Zanabazar Museum, Ulaan Baator by the Mongolian Ministry of Culture. 2002: Grenoble, France: exhibition and installation on the theme ‘Calligraphy and Architecture’ at the Maison de l’Architecture’. 2003: October: exhibits works at the event ‘The Thousand and One Nights’ at Villa Benzi Zecchini Foundation, Treviso. 2004: Mulhouse, France: exhibition at Galérie Courant d’Art. Crémier, France: exhibition at Galérie Maison du Colombier. Lyon-Ecully, France: exhibition at the international event ‘Artissime’. Meylan-Grenoble: exhibition at the international event ‘Calligramme et Calligraphies’. Scientific-artistic mission ‘Mongolia 2004’. Verona: exhibition for ‘Verona Poesia 2004’ at the Literary Society. Exhibitions at Geneve, Neuchatel, Nyon, Switzerland and at ‘Antica Auction’ Gallery, Mr. Béhèm Norbert. High Pakistan: exhibition at ‘Concordia’s Circus’; baltoro glacier, permanent banners at high altitudes.
Surrealist irrationalism? Ludic painting? Marie Laure Richert, born in Alsatia and a Venetian of adoption, is closer to Miro’s imagination than to Klee’s spirit or Gorky’s fantastic chromatism, although of the great Armenian who died in New York she recalls the freedom of signs and the arabesque lines that strive to escape any forced realism. Her lyrical inspiration is expressed in large, white pictures through a deliberately essential technique that avoids spectacular effects. Her fables contain a very sensitive human drive and each theme vibrates in a texture of refined humour. Is it fable or sweet captivating irony? Her airy, softened, rarefied language shares in the features of an orientaltasting watercolour, whereas its graphic layout is pure western invention with hints from northern sagas. A language that beautifully expresses her imaginative power triggered by almost trivial events: a performance at La Fenice, animals, Venetian views, flowers. And yet, what a wealth of colours, what a wish for roaming freely in the sky to pursue dreams of lost paradises! Roberto Joos
Ph Paolo Villatore
They have plans for the future: exhibitions and events in Japan, the USA, and Europe. It’s 14 years since Mongolia became independent: openness is everywhere as well as dependence and contamination; the West and the developed countries nearby (Korea, China, Russia, Japan) colonise the emotions and the markets, impose consumerist needs. What we call tradition exists and is strong and present. It affects a lot of fields: art, customs, rituals, the interest for history, the past. Yet it is harmony that dominates everything: the sense of stillness, of belonging and peace that is present especially outside the chaotic capital, Ulaan Baatar.
L’anima svestita di un poeta ed il suono errante del Gotan Project txt Diego Lorenzi
La storia musicale del Gotan Project è il racconto di un’erranza, un viaggio attraverso i territori del tango, che si snoda attraverso i sobborghi di Buenos Aires per approdare alfine in terra francese, dove incontra e subisce il contagio della manipolazione elettronica più sperimentale, più colta e suggestiva: un intrigo di ricercata ethnohouse aperto dai varchi sonori di un dj militante come Philippe Cohen Solal. La pubblicazione del loro primo lavoro, “La Revancha del Tango”, è stata un’ispirata e fortunata rilettura del “pensiero triste che danza”, una definizione di Astor Piazzolla che invita l’ascoltatore ad una cospirazione totale tra mente e corpo, tra struttura del suono e movimento. Il suono incestuosamente soffocato di “Oblivion” è come un fendente che cala sull’anima, piegandola al silenzio. Perché il nuovo disco dei ragazzi argentini è intriso di pungenti contaminazioni di rivestimenti sonori, di dolci ustioni prodotte da una tecnologia spesso lacerante, che prende in consegna brandelli di una partitura e li sevizia dolcemente.
Il progetto del Gotan Project richiama l’anima svestita del poeta: un rivolo di suoni fangosi, densi, torbidi e sensuali che si incontrano, scorrendo sotto la città, in una torrida poesia surreale. Per comprendere appieno l’estetica che avvolge le dodici tracce notturne dovete sgusciare alla numero tre, dove la tromba di Chet Baker riveste “Round About Midnight” di morbide piume sonore. Poi tornate indietro, ad incontrare le pulsazioni accorate, intemperanti e maestose del “signore” del tango, dove sosterete a lungo in attesa di essere proiettati nell’erranza, in un vagabondaggio transumante dello spirito che vi trasporterà in territori sconosciuti: la sperimentazione quasi funambolesca della Peace Orchestra di Peter Kruder, il morbido texmex dei Calexico, l’hip-hop degli Antipop Consortium, il battito percussivo di Domingo Cura: un viaggio nel tempo che vi aiuterà a fuggire, anche solo per una notte, dal rumore scomposto della vita.
PREFAZIONE MACCHERONICA Che tristezza, quando penso agli ispettori Michelin che per lo stipendiuccio sono costretti a mangiare tutti i giorni due volte al giorno al ristorante. Che malinconia, sapendo che questo supplizio devono affrontarlo il più delle volte da soli. Nella mia vita ho cenato in solitaria una volta soltanto, causa doloroso bidone tiratomi da una principessa siculo-napoletana. Mi dispiacque per me e anche un po’ per il ristorante: in una serata più allegra anche il cibo mi sarebbe sembrato più buono e ne avrei scritto con maggiore entusiasmo. Credo che uscire a cena debba essere un piacere e che i piaceri solitari non siano comparabili con quelli che si godono insieme agli altri. Per questo ho un vero trasporto per i tavoli rotondi, che da re Artù in avanti facilitano la conversazione, l’amicizia, l’intimità. Non mi importa che lo chef in cucina sia un dio se poi in sala spadroneggiano i diavoli sotto forma di camerieri scortesi, sommelier presuntuosi, luci abbaglianti, sedie scomodissime, folate di aria condizionata che ti segano il coppino. Cerco la corrispondenza tra il nome e la cosa, il prezzo e il valore, l’intenzione e il risultato: preferisco un’onesta trattoria che fa bene i due soliti piatti al ristorante furbo che ne fa male venti, pseudo-innovativi (nei rari casi in cui c’è vera innovazione, tanto di cappello, invece). Non ho interesse né pazienza per carte dei vini pesanti come messali, tanto non mi basterebbero due vite per provare tutte le etichette di certe cantine-museo. Odio le barrique, che sono le bare del vino, e i cabernet e gli chardonnay che ne escono fuori, tutti uguali al sapor di segatura. Se dev’essere lusso, preferisco quello che si tocca e che si vede (tovaglie, bicchieri, specchi, tappeti…) rispetto a quello che giace imbottigliato e ingodibile nei sotterranei. Insomma dico che il mangiare e bere bene è condizione necessaria ma non sufficiente dello stare bene, il vero motivo per cui vale la pena di spendere tempo e denaro al ristorante.
"Maccheronica è una guida reazionaria, nasce cioè come reazione a una critica enogastronomica troppo seriosa e troppo tecnica, che valuta i vini in base al ph ed elogia i cuochi se mandano in tavola piatti glaciali, perfettamente eseguiti ma senza passato né futuro, senza luogo e senza anima (mentre il genius, per definizione, è loci). Indubbiamente è una guida autarchica: l’unica cucina etnica che mi interessa è la cucina regionale italiana, primo perché è la mia, secondo perché corre molto più pericolo di estinzione di quella cinese, e guardacaso gli unici vini che mi procurano qualche sussulto derivano da uve chiamate biancolella, forastera, oseleta, passerina…"
Camillo Langone è nato a Potenza e vive a Parma. Scrive di libri sul "Giornale", di ristoranti su "Panorama", di tutto sul "Foglio", dove firma la rubrica "Maccheronica" che rappresenta la più influente novità del giornalismo gastronomico italiano.
The bare soul of a poet and the errant sound of the Gotan Project. The musical history of the Gotan Project is the tale of a wandering, a trip through the territories of tango that winds its way along the counter with the most experimental, cultured and suggestive electronic techniques brings about contamination; an intriguing mixture of sophisticated ethno-house created by the sound openings of a militant dj like Philippe Cohen Solal. The issue of their first work, “La Revancha del Tango”, was an inspired and lucky re-reading of the “sad thought that Dances”, a definition by Astor Piazzolla which spurs the listener to a complete merging of body and mind, sound structure and movement. The incestuously suffocated sound of “Oblivion” is like a blow that strikes the soul and bends it to silence. Because the new CD of the Argentine guys is full of the biting contamination of the sound coverings, full of the sweet burns of an often-tearing technology that takes over bits of a score and sweetly abuses it.
The Gotan Project recalls the poet’s bare soul: a trickle of muddy, thick, turbid and sensual sounds that meet, flowing under the city, in torrid, surreal poetry. To understand fully the aesthetics that pervades the 12 night traces one should go forward to the third one, where Chet Baker’s trumpet dresses “Round about Midnight” in soft sound feathers. Then one should go back and meet the sad, immoderate and majestic pulses of the “lord” of tango, where you will stay for long, waiting to be projected into wandering, into a transhumant roaming of the spirit that will lead you to unknown lands: the almost acrobatic experiments of Peter Kruder’s Peace Orchestra, Calexico_s soft texmex, Antipop Consortium’s hip-hop, Domingo Cura_s beat of percussions: a trip in time that will allow you to get away, even only for one night, from the coarse noise of life.
MACARONIC PREFACE "Maccheronica è anche un viaggio in Italia. Un viaggio di piacere durante il quale non mi sono mai fatto mancare un’avventura della conoscenza. Ho guardato dentro il piatto e fuori dal piatto, dentro e fuori il ristorante. Col pretesto di una cena ho conosciuto città e paesi, poetesse e pittori, contesse e commesse (e contesse che fanno le commesse), e tradizioni, e dispersioni, e pettegolezzi ed erudizioni, e ne ho fatto cronaca e forse racconto."
"Macaronic is a ‘reactionary’ guide, that is to say it is born as a reaction to too serious and technical wine and food criticism evaluating wines from their pH and praising chefs for serving glacial, perfectly dressed dishes but without past or future, without any place or soul (whereas genius is, by definition, of the place). It is undoubtedly an autarkic guide. The only ethnic cuisine I am interested in is the Italian regional one, first of all because it is ‘my’ cuisine and secondly because it is more endangered than Chinese food, and, strangely enough, the only wines that give me shivers of excitement are those from grapes called ‘biancolella’, ‘forastera’, ‘oseleta’, ‘passerina’.."
Camillo Langone was born in Potenza and now lives in Parma. He reviews books for ‘Il Giornale’, writes about books in ‘Panorama’, about everything in ‘Il Foglio’ where he signs the column ‘Macaronic’, the most important novelty in Italian gastronomic journalism.
"Macaronic is also a trip around Italy, a pleasure trip on which I never missed at least an adventure in knowledge. I looked into the dish and out of it, inside and outside the restaurant. Under the pretext of dinner I visited cities and villages, I met poetesses and painters, countesses and shop-girls (and countesses who worked as shop-girls) as well as traditions, fragmentation, gossip and learning and wrote about them maybe turning them into tales."
How sad I feel whenever I think about Michelin inspectors having to eat both lunch and supper at the restaurant to get their salary. How sad to know that they have to face this torture all alone most times. In my life I had dinner by myself only once, due to a Sicilian-Neapolitan princess who stood me up. I was sorry for myself and for the restaurant too; on a more cheerful evening even the food would have had a better taste, and I would have written about it with more enthusiasm. I believe that going out for dinner must be a pleasure, that solitary pleasures cannot be compared to the ones shared with other people. That is why I have a real passion for round tables, which, since the days of King Arthur, have helped conversation, friendship and intimacy. I don’t care about how good the chef is at cooking, when in the dining-room devils are at work in the disguise of rude waiters or conceited sommeliers, among dazzling lights, uncomfortable chairs and gusts of conditioned air blowing on your nape. I look for correspondences between the name and the thing, the price and the value, the intention and the result; I prefer an honest ‘trattoria’ always serving the same two tasty dishes to a posh restaurant cooking badly twenty pseudo innovative ones (on the rare occasions when there is real innovation, I take my hat off, of course). I don’t care or have enough patience for wine lists as thick as missals, since two lives wouldn’t be enough to try all the labels in certain museum wine cellars. I hate barriques, which are the graves of wine, as well as the cabernets and chardonnays from them as they all taste of sawdust. When it comes to luxury, I prefer the one you touch and see (tablecloths, glasses, mirrors, carpets..) to the one that lies bottled and unenjoyable in cellars. In short, I mean that good eating and drinking are a necessary but not sufficient condition for our well-being which is the true reason why it is worthwhile spending time and money at the restaurant.
Giugno 2005: Installazione sito-specifica presso lo Spazio delle Canoniche Nuove di Treviso a cura del gruppo di architetti A12 in collaborazione con Eclettica June 2005: A site-related installation at ‘Canoniche Nuove’ Space, Treviso, by the team of architects A12 in collaboration with Eclettica.
Romano o Abate nasce a Cividale de del Friuli nel 1941. Vive a lavora a Quinto di Treviso. Conseguito nseguito il Diploma di Liceo Classico, frequenta il Biennio dii Architettura Arc a Venezia e si diploma Maestro d’Arte di Ceramica all’’Istittuto di Nove di Bassano del Grappa. Ricopre la cattedra peer l’insegnamento nsegnamento di educazione artistica dal 1967 al 1987. A partire dagli anni ‘60 60 e fino o ai primi an anni ni ‘70, avvia a Treviso, nel artini””, una serie di iniziativ iniziative culturali tra cui: suo “Studio Arturo Martini mostre fotografiche, dibattiti e attività didattichee nonché altre iniziative - di respiro nazionale ale ed internazionale – che caratterizzano lo “Studio Arturo uro Martini M ”. Gli ulti ultimi decenni hanno visto il M° Abate altresì protagonista agonista e promotor promotore di tutta una serie di interventi artistici ed iniziative ative culturali volte alla a sensibilizzazione zzazione ed al coinvo coinvolgimento olgimento del grande olgimen grand pubblico in uno stretto, attento d dialogo fra l’opera d d’arte arte – l’artista artis - ed il suo territorio o.
ph. Lino Vecchiato
March 2005: Lazzari Cultural Association is honoured to welcome to Lazzari Space the exhibition ‘Apelle figlio di Apollo’ held by Maestro Romano Abate. The event will be centred on synaesthesia, on cross sensory experiences of traditionally distinct domains such as fashion, sculpture, interior design, photography, cooking, with a view to rediscovering (or regaining possession of) and revaluing the body, the hub of aesthetic sensibility not necessarily bordering on hedonism or aestheticism. Abate’s approach is unusual and fresh, a somehow subversive breach of academic and museum tradition, a vaguely avant-garde approach with a taste of Dada. With his intentionally ironic, desecrating attitude, Maestro Abate will for three months see us along unusual paths into the domains of taste, touch, sight, smell, in a kermis of stimulating matches. Fashion, art, interior design, gastronomy will be explored through new routes to provide new ways of viewing, living and presenting art in public.
Maggio 2005: Premiazione dei vincitori Concorso di Design “L’oggetto magico ed emozionale”, concorso a premi aperto a tutti gli studenti delle Università italiane e promosso dalla Associazione Culturale Lazzari con il patrocinio dell’Università IUAV di Venezia. May 2005: design competition prizegiving ceremony. ‘The magic and emotional object’: an industrial design competition promoted by Lazzari Cultural Association, with the support of IUAV University, Venice, open to all Italian university students.
partner ufficiale 2005 main sponsor 2005
ews 2005
Marzo 2005: L’Associazione Culturale Lazzari ha l’onore di ospitare presso i propri spazi la mostra-evento “Apelle figlio di Apollo”, ad opera del M° Romano Abate l’evento sarà centrato sulle tematiche della sinestesia, dell’attraversamento sensoriale di domini e percorsi tradizionalmente separati – quali Moda, Scultura, Arredamento, Fotografia, Cucina - all’insegna di una riscoperta (o riappropriazione) e di una ri-sacralizzazione del corpo inteso come crocevia di un “sentire” che può essere estetico senza per questo essere necessariamente edonista o estetizzante. Approccio inusuale, quello del M° Abate, e perciò fresco ed anche, in qualche modo, dirompente (verso la più stantia tradizione accademica e museale) e sovversivo: dal sapore insomma vagamente avanguardista. Con piglio intenzionalmente ironico e dissacrante il M° Abate ci accompagnerà per tre mesi fra sentieri inusitati, attraverso i regni del gusto, del tatto, della vista, e dell’olfatto in una kermesse di feconde contaminazioni; fra moda-arte-arredamento-gastronomia verranno esplorati e scoperti nuovi percorsi e nuove modalità di vedere-vivere-presentare l’Arte in pubblico.
L’Associazione Culturale Lazzari, operando nei settori della cultura, della storia, dell’arte, ma trovandosi altresì strettamente a contatto con la realtà dell’abbigliamento, dell’alta moda, e, più recentemente, del design di interni ed arredo, essendo particolarmente attenta alle problematiche del mercato (nazionale ed internazionale) ed impegnandosi a promuovere nuovi talenti nell’ambito della moda e del design, ha deciso di indire un concorso (aperto a tutti gli studenti delle Università italiane), che ha come tema/oggetto "l'oggetto magico e l'oggetto-luce"; prefigurando uno scenario di vita domestica basato fondamentalmente sui sensi e sulle emozioni, con materiali, colori che si focalizzino sul benessere psicofisico e sull'armonia del nostro vivere quotidiano, concependo l'uomo in maniera olistica. Le istanze insite in un progetto che vede coinvolte da un lato l’inventiva e la creatività delle nuove generazioni di disegnatori, dall’altro il mercato della moda e del design ed i meccanismi di produzione-distribuzione, hanno portato – tramite l’appoggio della Camera di Commercio di Treviso e il sostegno dell’Ascom Treviso - alla messa a punto di un concorso patrocinato dall’Università IUAV di Venezia, dal titolo “L’oggetto magico ed emozionale”. progetto a cura di gruppo A12 + Eclettica gruppo A12 è un collettivo di architetti nato a Genova nel 1993. Lavora intorno ai temi dell’architettura, dell’urbanistica e dell’arte contemporanea: partecipa a concorsi di architettura, opera nel campo dell’arte e promuove attività culturali di vario genere tentando di incrociare diversi saperi ed attitudini. Fra i lavori più rilevanti si cita per tutti il padiglione italiano alla 50° Biennale d’arte di Venezia, La Zona. E’ composto da: Nicoletta Artuso, Andrea Balestrero, Gianandrea Barreca, Antonella Bruzzese, Maddalena De Ferrari, Massimiliano Marchica. Eclettica è uno studio associato di architettura costituito dagli architetti Alessandra Guida e Monica Maschio, attivo nei settori dell’interior design, nuove edificazioni e ristrutturazioni. Dal 2002 si avvicina all’arte curando allestimenti e mostre di artisti contemporanei.
Born at Cividale del Friuli iuli in 1941, Romano Abate lives and works in Quinto (Treviso). After graduating from Liceo Lic Classico, he attends a two-year course at the Faculty of Architect Architecture, Venice, and graduates as Master off Ceramic Arts from the Nove-based Institute, Bassano del Grappa.A teacher of Art Educ Education from 1967 to 1987, throughout the 60 0’ss and nd up to the early e 7 70’s he organises cultural dio ‘A.Martini A.Ma ’, Trevvviso: iso: photo p exhibitions, public events at his Stud debates as well as other initiatives both b in Italy and abroad. Over the past few w years Maestro Abate Aba has promoted and organised artistic events and d cultural initiatives iatives tives to involve the th general public in the relationship p between tthe e work of art, the artist ar and his environment.
Involved in the fields of culture, historyy and art, closely related to clothing, high fashion as well as furniture fu ure and d interior inte design, interested inte in national and international ational market trends, ends, Lazza Lazzari ari Cultural Associ Association is committed to the support port of new fashion and design des talents through a competition whose theme eme is “The The e magic object obje and an the light object”. The scene that the competition foreshadows hadows is one of do domestic life, basically centred round the senses and the e emotions, through colours targeted at the psychological, physical well-being being and harmony of our daily life in accordance with a holistic conception ption of man. The project, which involves the inventiveness nventiveness and creativity cr of new generations of designers signers as well w as the fashion ashio and design market and the production-distribution stribution system system, m, has led to o the competition co "The Magic and Emotional Object", bject", su supported by Treviso o Chamber of Commerce, Ascom and the IUAV AV University, Venice. Ven (Further information for application ion ccan be found on site www…)
A12 Group is a collective of architects born in Genoa in 1993. Mainly interested in architecture, cture town wn planning and contemporary co art, they take part in architectural al competitions, co etitions, work in art art-related fields and promote various cultural activities trying rying to combine their varied skills and learning. Among their most important porta works is the Italian pavilion ‘La ition, Venice. Zona’ at the 50th Biennial Art Exhibition, The Group is composed by Nicoletta a Artuso, Andrea Ba Balestrero, Gianandrea Barreca, Antonella Bruzzese, Bruzzzese, zese, Maddalena Madda De Ferrari, Massimiliano Marchiica. Eclettica is an associate ciate architectural studio sha shared by Architects Alessandra Guida and nd Monica Maschio, speciali specialised in the fields of interior design, building and d refurbishing. S Since 2002 they have widened their activity to art and have ave set up contemporary ar art exhibitions and events.
Ci sono molti colori a Tokyo; vivaci, scuri, chiari, e cambiano continuamente. Dopo tutto è la velocità della sua vitalità che ha alimentato il fascino di Tokyo nel tempo.
Un recente prodotto giapponese particolare è MANGA, un fumetto, molte delle cui storie sono scritte per lettori adulti. Esso sta attraendo l’attenzione del mondo intero ed avendo un grande business di esportazione. E’ strano vedere un uomo d’affari leggere MANGA in treno, ma è un’ovvia riprova del fatto che i suoi lettori sono moltissimi. Analogamente si può incontrare in città una ragazza vestita alla ‘Lolita’. Potrebbe essere l’infusso di un personaggio di MANGA.
Città caotica, Tokyo va avanti come sempre, anche dopo essere stata colpita da una dozzina di tifoni quest’estate. E’ ancora potente ed energica e cambia il suo stile ogni giorno. Ai Giapponesi son sempre piaciute le novità. Dal giorno alla notte un oggetto diventa improvvisamente il top trend perché influenzato da un programma TV o da qualche personaggio popolare, e sparisce un mese dopo. Così i prodotti: escono l’uno dopo l’altro anche se probabilmente non più del 5% di essi sopravviverà. Le auto vecchie più di dieci anni sono una minoranza qui, dato che i pezzi di ricambio non sono più disponibili casomai servisse ripararle. I produttori di auto cambiano completamente un modello ogni 3 o 4 anni, e per questo la gente è restia a cambiar auto. Il cellulare dotato di camera digitale è diventato di grande tendenza 2 anni fa ed ora è già comune; la gente non compra più un cellulare per la qualità della macchina fotografica. La tendenza di oggi è un portatile con una TV dotata di piccolo schermo. Si può parlare con qualcuno mandando la propria immagine e si può anche guardare un programma TV ogni volta che si vuole. E’ interessante d’altronde che ogni produttore di cellulari sforni anche prodotti più semplici e con meno funzioni. Dato che ci sono persone che non seguono le tendenze, ci sarà un grande cambiamento; dieci anni fa tutti i prodotti andavano in un’unica direzione, ma ora cominciano a dividersi in due gruppi come le persone. Un gruppo di minoranza non diventerà mai di maggioranza, secondo le tendenze dei Giapponesi. In ogni caso è sempre meglio avere più scelte in una società.
>> And colours are constantly changing
>> TOKYO
A chaotic city, Tokyo is still going on as ever, even after being struck by a dozen typhoons this summer! Powerful and energetic, it changes its style everyday: Japanese people have always liked novelties; an item becomes the top of trends overnight due to the influence of TV programmes or to someone’s popularity, and falls into oblivion a month later. New products come out each minute, but probably no more than five per cent of them will survive. 10-year-old cars are very few here since spare parts are no longer available in case they needed fixing. Carmakers put out a full model change every three or four years, so people are reluctant to change their car. Mobile phones equipped with a digital camera became trendy two years ago, but now they are already widely used, and people do not buy a mobile because of its camera’s qualities anymore. Today’s trend is instead a mobile equipped with a TV on a small screen. You can talk to someone while screening yourself, or even watch a TV program anytime you like. However, it is interesting to notice that all mobile makers also produce simpler products with fewer functions, because there are people who do not follow this trend. Great changes are likely to occur. >> >> >> >> >> >> >> >> >> >> Ten years ago al l products follo they begin to wed the sam be split into e direction, bu two groups ju t today ding to Japane st like people se people’s fra , and, accorme of mind, ver become a a minority grou majority. Howe p will never it is helpfu to choose in so l to have the ciety. possibility A peculiar rece nt Japanese pr oduct is MAN stories are wr GA, a cartoon itten for adul . Many of its t readers, an world’s attent d it is now at ion and becom tracting the ing a big piec a bit strange e of export bu to see a busin siness. It is essman flickin train, but it is g through MAN obvious eviden GA ce that the nu is high. Likew mber of MANGA on a ise you can of ten come acro readers le clothing. Po ss girls wearin ssibly the influ g Lo ence of a char acter in MANGA lita-sty. There are man y colours in Tokyo, bright though they ar , deep, pale e constantly ch colours, alanging. After vitality that ha all it is the sp s supported To eed of its kyo’s power ov er the years.
Colette + Comme des Garçons
o c d pee
n o i x nne
Paris their tion n i ity ora ollab reativ o eir c various c s in Toky h t ct on on how e ç l s r g e a s n s G i est rçon en work me des b a G e ng i h des of t d do Com y be mme e recentl o Como with one suggeste sed to o C is ors ns did hav eu only hey also ened 10 C n project des Garço here ther er they Not t ft o p i w , e t o ora ey tion mm ace ant a collec s since th ent collab Paris. Co -storey sp een vac s b rr o ct e, e de proje 1.Their cu ld, Colett Tokyo tw hich had Comm n the r 0 w a s o t 0 e w n 2 p i i e ho in te the ucts te m Colet ns’ first s s in Colet the prod mme des o store ing with o y ç k r l o l a G en s Co th in T 2004. A Meet ns betwe , some me des hop e s t h t t e n 9 m l io 2 ns o t o o i o a t C C r r a “ e m r o be abo emb ated for m collab f Si Tan, l l c a o e . R c D d move r second st to cially cre items fro ans and pia Le e ly 31 V ei r Some Ol y m In th s from Ju e lines sp crossove uch as and d so on. omb s n v e i s r o s , b a ç s u r o l an nd xc Ga e B em Jac are e me of th Finet ots, Peac e des r bra r, Marc o t p a o l l s h o t e s S P lie rob omm artis ns”. hape th C ively for ucien ada r L o P B Garço ird-party Herve C d . an ke tc n clus th aws oducts li cks e ducts ex iod as a and K o s two , r é e r r r d v o p e d r n o p n p a e c r t A n l r n h Unde shi and editio r scarves d origina five-mont uri, Maa ed d i e r t R e u i t a o e a l sent lim th re er, co Mah are lso c oughout e Gauckl been pre on’s a s d r r e e o v r h G th ha ot lso iev Jo g enev lette open ave a les, eatin cand s and Co floor is artists: G ibitions h in cr orld. t n d h s r x e o 1 t ç u e w era Gar The r fo ng. The coop e fashion drew hop. e fo ists h d t t r n the s ion spac Tovias Wo a a o t ts ss it . elong roduc untle exhib a and D aris. e co did not b ssover p s m P u e a , says s c e t o be We r cr stor ette on hey l t e o o e u t h e C t q i v g , e r l n u si weve trate at Co hop is u even tho exclu !" Ho o concen n of s. s s h o t t i c t s 9 i c u 2 h t e d l T r o e on us al pr order embe das hibiti origin propose or the ex re on Dec jects’ in show xt t h g o f e i r e o t Colet program se this st utside p ns’ m the n is ‘o Garço although e lo e. d t c r h l i t r s u t o e o m t i p u l d w f u , a pity fer to in the ts Comme ill be like the whole "It is ould pre rè shop e w n e a l s M p o n w n o e a they nt Ho m ‘Colett des Garç sclosed, i F. Sai o their essage fr f Comme et been d o y m The uture s not the f space ha ing. t a h w e ow for th ard to kn plan w r o f ng looki
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Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons non ha dimostrato la sua creatività Comme des Garçons ha dimostrato la sua creatività non solo nella collezione di Parigi, ma anche lavorando recentemente a una varietà di progetti collaborativi, da quando ha dato avvio al legame con 10 Corso Como in Tokyo nel 2001. L’attuale progetto di collaborazione è con uno dei migliori e più selettivi negozi del mondo: Colette di Parigi. Comme des Garçons ha proposto a Colette di sviluppare un progetto insieme nello spazio a due piani di Tokyo, dove c’era il primo negozio Comme des Garçons, lasciato nel tempo libero. Il secondo negozio in collaborazione, ‘Colette incontra Comme des Garçons’, ha aperto a Tokyo il 31 luglio 2004 per un periodo di cinque mesi sino a dicembre 2004. Tutti i prodotti del negozio sono linee esclusive, create appositamente per ‘Colette Incontra CDG’. Alcuni sono capi provenienti da cross-over tra aziende o brand, come Vans e Raf Simons, Undercover e Herve Chapelier, Marc Jacobs e Olympia Le Tan, Maharish e André, Kaws e Lucien Pellat-Finet e altri. Vi sono poi capi ad edizione limitata, come i robots Prada, le candele Peace Bomb, i calzini e i foulards colorati di Jo Gordon, ecc. Sia Comme des Garçons sia Colette hanno creato anche prodotti originali esclusivamente per il negozio. Durante il periodo il primo piano funziona come spazio-mostra ospitando artisti come: Genevieve Gauckler, Ruri, Maarten Wetsema e D. Tovias Wong. Le mostre sono state presentate anche da Colette a Parigi. Ulteriore unicità di questo negozio consiste nel fatto che molti artisti hanno collaborato a creare prodotti originali, pur non appartenendo al mondo della moda. Colette ha inoltre proposto una selezione di prodotti esclusivi e cross-over, curando anche il programma delle mostre d'arte. "E’ un peccato chiudere questo tipo di negozio il 29 dicembre dopo soli cinque mesi!" dice "Colette", che preferirebbe limitare i progetti ‘esterni’ per concentrare gli sforzi futuri sul negozio a F. Saint-Honorè. Il messaggio che ci giunge da ‘Colette Incontra Comme des Garçons’ ci mostra le prospettive future di Comme des Garçons, sebbene il prossimo progetto per lo spazio sia ancora segreto: un progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo. progetto che suscita le aspettative di tutto il mondo.
Allora Paul Smith...
edendo delle righe colorate pensiamo a Paul Smith, se ci si palesa una sequenza di colori mentre corrriamo in auto il rimando è al poliedrico "designer" inglese, se vogliamo cambiare umore sorridendo allora un accessorio, un feticcio...Paul Smith! Soffriamo forse di qualche generoso disturbo?
v
Paul Smith www.paulsmith.co.uk
merry christma spinkman candy buon natale paul smith strawber ry fields lady lady lady accesso ries gift fashion photogra phy how to see environ ment
Paul Smith x Roberts Radio = Revival
if a sequence of colours flash by as we are driving we are reminded of the versatile English designer; if we need to change our mood and smile then an accessory, a fetish‌ Paul Smith! Do we suffer from some generous affliction? Paul Smith‌
When we see some coloured lines we think about Paul Smith;
www.magazzinidelsale.com
Magazzini del Sale: ragazzi che provengono da diversi campi dell’arte, danno forma ed anima al sogno di una vita. Li unisce la capacità di non prendersi troppo sul serio e la forte voglia di vivere la vita con positività come fosse un gioco. Con questo spirito, Graziano Moro e Renato Pigatti fondano nel 2002 il laboratorio creativo Magazzini del Sale per dare vita ad una personale “forma di comunicazione”. La forza di Magazzini del Sale nasce dalla cooperazione, dal lavoro di squadra. Non esistono barriere tra un progetto e l’altro: l’obiettivo principale è quello di trasmettere un ”modo di vedere” attraverso le proprie creazioni. La ricerca è lo slancio che sospinge l’entusiasmo di ogni collezione. Un’aggiornata consultazione delle riviste e dei siti web del settore, i viaggi di ricerca e la continua selezione di materiali e tessuti di tendenza precedono ogni progetto. La nascita di una collezione avvia un viaggio conoscitivo che coinvolge totalmente il gruppo nel progetto, chiamato allo scambio di idee ed al confronto costruttivo. Sulla spinta del successo di numerosi progetti realizzati, prende finalmente forma il loro sogno: la prima collezione Magazzini del Sale, ricca di simboli che ricordano gli scorci espressivi degli anni ’50 e che rappresenta l’espressione più concreta del gusto e delle passioni personali di Graziano e Renato. Figure che rimandano ad icone della cultura visiva popolare come Grace, Sofia, Brigitte e Audrey, che come per magia siglano questa collezione di T-shirt con il loro bacio ed il nome scritto a mano. La trasposizione nel mondo country dà vita alla linea “Rodeo”, che ripropone la passione per le “donnine-fumetto”, ricamate sulle t-shirt, al pari della linea “Venice”, vero e proprio tributo alla città culla di Magazzini del Sale, caleidoscopio di emozioni, riportato sulle t-shirt e finemente siglato dal ricamo “Italian Souvenir”. Una collezione design oriented, sia per uomo che per donna, da cui emerge l’attento studio del materiale, della vestibilità, delle cuciture, di quel “particolare” che nel lavoro di Magazzini del Sale si esprime con due parole chiave: Amore e Sogno. Vivere un’esperienza onirica, fatta di passione per il mondo fashion, di voglia di cercare un contatto; capire un linguaggio ed esprimere dei desideri è quello che si prova condividendo questo obiettivo che, come il sale, stuzzica, assapora ed abbaglia.
magazzini del sale Magazzini del Sale: boys from different artistic backgrounds give shape and a soul to the dream of their life. Bound by selfirony and by the positive drive of life conceived as a game, Graziano Moro and Renato Pigatti establish their creative workshop ‘Magazzini del Sale’ in 2002 to create a peculiar, personal ‘mode of communication’ of their own. The strength of Magazzini del Sale stems from collaboration, from teamwork. There are no barriers between different projects: the main target is to convey an ‘outlook on things’ through their own creations. Research is the driving force underlying the enthusiasm in each collection. Each project is preceded by updated reference to magazines and web sites, research journeys and endless selection of trendy materials and fabrics. The birth of a new collection starts a journey in knowledge that involves the whole team in a project, and leads them to exchanges of ideas and positive debates. After countless successful projects, their dream is today going to be fulfilled: the first collection Magazzini del Sale, rich in symbols that remind us of the expressive
features of the 1950s, a collection that represents the most tangible expression of Graziano’s and Renato’s tastes and inclinations. Figures that recall such icons of popular visual culture as Grace, Sophia, Brigitte and Audrey, women who, as if by magic, sign this T-shirt collection with their kiss and hand-written name. ‘Rodeo’ line stems from the ‘country’ world and re-edits the taste for ‘comic-strip’ women embroidered on the T-shirts, just as the line ‘Italian Souvenir’ is a real tribute to the home city of Magazzini del Sale, a kaleidoscope of emotions finely reproduced and expressed by the embroidery ‘Italian Souvenir’. A design-oriented collection for men and women which shows a careful study of materials, wearability, sewing and of details that Magazzini del Sale’s works have condensed in the two words: Love and Dream. To live a dream experience, the craving for the world of fashion, the wish to create contacts; to understand a language and to express our desires: that is what we feel when we share this project which, like salt, is stimulating, taste-giving and dazzling.
Nata insieme al denaro, con il quale ha sempre misteriosamente mantenuto un’innata affinità, la borsa ha saputo riflettere, attraverso i secoli, il costume ed i cambiamenti della vita quotidiana. Etimologicamente derivante dalla “byrsa” greca, cuoio, in seta e velluto ai tempi delle Crociate; indispensabilmente trendy sotto l’auge di Napoleone e magicamente ricompare a più riprese durante il 1800. Solo dagli anni ’20 del secolo scorso riceve la propria consacrazione ed il proprio altare all’interno del mondo della moda. Dagli anni ’60 in poi diviene un vezzo anche per gli uomini, che enfatizzano l’idea del nomade moderno sempre in viaggio tra luoghi ed emozioni. Emozioni trasmesse dallo stile, dalla personalità e dall’artigianalità di chi ama e crede, da più di vent’anni in questo accessorio: FrankDaniel. Si stravolgono le idee: si parte dal concetto che la borsa diviene un tutt’uno con la persona, indossata e non più solo portata; un accessorio che raccoglie i segreti di ognuno di noi, che interpreta il nostro vissuto, un oggetto inseparabile da ciò che si è.
www.frank-daniel.com
Frank Daniel
L’uomo come “nomade” capace dell’indispensabile, alla ricerca del “lusso” essenziale nascosto nella libertà espressiva di queste borse, siglate da meticolosa competenza mista a sfrontata iconoclastia. Nella vita, nel lavoro, nel tempo libero distingue i viaggiatori metropolitani, che considerano lo stile un’esigenza e la funzionalità una priorità: un binomio tra artigianalità e design, tra pregiate pelli e materiali tecnologici, come portatori di un’idea alla ricerca di nuove storie di contemporanea originalità. Una collezione votata a legare design e ricercatezza, artigianalità e progetto: dettata tra le righe di una proposta che sempre più tende alla limited edition, riservando i segni del proprio progettare ad una clientela che sappia cogliere le emozioni di un prodotto realizzato pensando all’uomo. Ed alle sue emozioni.
A mark of distinction in the life, work and leisure time of city travellers who attach importance to style and functionality: a combination of craftsmanship and design, of valuable leathers and technological materials and a contribution to ever new, original ideas and projects. A collection whose aim is to weld design and refinement in a proposal more and more oriented to limited editions devoted to clients who can appreciate the feelings from a product especially created for man and his emotions.
Emotions conveyed by the style, personality and skill of one who has loved and believed in this accessory for over 20 years: Frank Daniel. Ideas are totally subverted: the basic idea is that the bag is one with the person; it is no longer ‘carried’, it has to be ‘worn’; an accessory that contains the secrets of each of us, interprets our life and is inseparable from what we are. Man as a ‘nomad’, content with what is indispensable, striving for the essential ‘luxury’ concealed in the expressive freedom of these bags, characterised by meticulous competence and irreverent unconventionality.
img fabio gambina
As old as money, with which it has always shared a substantial affinity, the bag has been able to mirror life’s customs and changes over the centuries. Despite its etymological origin from the Greek ‘byrsa’, leather, it used to be made of silk and velvet in the days of the Crusades; rigorously trendy under Napoleon, it magically reappears again and again throughout the XIX century. Only since the 1920’s has it been given its standing in the world of fashion. Since the ‘60s it has also become fashionable for men who can emphasise their image of modern nomads, always on the go for new places and emotions.
Sfruttando una metafora autostradale possiamo dire che le gare rallystiche si trovano qualche casello più vicino a noi rispetto a quelle della F1, perchè lì è possibile vedere auto dall'aspetto quotidiano (o quasi) ma con notevoli differenze sotto il cofano. E' il 1977 e in anni di crisi petrolifera il mondo guarda con occhi appassionati quanto invidiosi questi pochi fortunati che possono sgommare e premere la tavoletta, perdere benzina sbandando in curva, saltare sui dossi come fanno le moto da cross e talvolta anche esser premiati. Ci sono però due piloti che capiscono i rischi ai quali sono esposti, all'epoca non si badava tanto a criteri e regolamenti di sicurezza mancando ancora qualche anno ai terribili incidenti che di lì a poco avrebbero segnato il destino di molti talenti e vergato intere pagine, se non addirittura libri, di leggende automobilistiche. Consapevoli quindi della pericolosità delle conseguenze di un incidente, Enrico Glorioso e Antonio Parisi fondano Sparco e realizzano una tuta ignifuga per piloti. In breve tempo alle tute si affiancano scarpe, guanti, caschi, sedili e Sparco inizia a guadagnare fiducia e rispetto in tutti gli ambienti delle gare automobilistiche.
Sparco
4 x 4 x 30 anni di passione Oggi l'azienda torinese presenta Laboratoire 77, una nuova linea di abbigliamento pensata per chi anche se le gare automobilistiche le guarda su Sky, poi vuole indossare qualcosa che gli ricordi il rombo della Lancia che spunta all'ingresso del tornante. All'abbigliamento di ogni giorno, Sparco non ha portato soltanto l'estetica del mondo racing ma fortunatamente, anche i materiali come la cordura e le finiture come le spalline rinforzate, in ogni capo i dettagli funzionali più caratteristici sono replicati dalle rispettive versioni da competizione. Una curiosità, quante aziende del mondo racing possono vantare come recapito un'autostrada? Sparco ad esempio, ha pensato bene di realizzare il proprio quartiere generale al Km 0,500 della Torino Milano. www.sparco.it
4X4X30 YEARS OF ENTHUSIASM
If F1 racing cars are completely out of our reach, we are not within easy reach of rally cars either, and despite they have a more familiar look, we can spot a world of differences if we look under the hood! 1977 is the year of a severe oil crisis. Spectators are set alight as they watch with a touch of envy the happy few who can drive off with a screech of tyres, at top speed, losing petrol as they skid taking a bend and fly over bumps on the uneven race-track as scrambler bikes do. It is a time when safety regulations are not so strict, many talented pilots will presently be doomed by terrible accidents and become a legend in countless articles and books. Yet, two pilots, Enrico Glorioso and Antonio Parisi, aware of the risks they are running, establish SPARCO and realise a fireproof racing suit for pilots. Suits are soon followed by shoes, gloves, crash helmets and seats while Sparco secures the confidence and respect of the motor racing milieu.
Today the Turin-based company presents ‘Laboratoire 77’, a new line of clothing items designed for people who may watch car races on Sky TV but want to wear something reminiscent of a roaring Lancia looming out of a bend. Car racing style is not the only contribution Sparco have made to everyday clothing; they have also introduced materials like cordura and finishings like strengthened shoulder-straps; furthermore, typically functional details in each item are repeated in the corresponding racing versions. For the sake of curiosity: how many companies in the world of racing can claim they have a motorway as an address? Sparco thought it was convenient for them to set up their headquarters 0.5 km down the Turin-Milan motorway.
“Io amo il deserto, amo la pianura infinita che trema nel riflesso della fata morgana...Il deserto è terribile e spietato, ma chi lo ha conosciuto è costretto a ritornarci” László E. Almásy I love the desert, I love the infinite plain quivering in the reflection of a mirage… The desert is awe-inspiring and ruthless, but those who have experienced it have got to go back to it.’
Born to Explore! National Geographic Siamo geografi, esploratori, archeologi, cartografi, fotografi, antropologi. Siamo uomini! ‘We are geographers, explorers, archaeologists, cartographers, photographers, anthropologists. We are men!
Nell’ampio concetto di “life style”, National Geographic traduce know how ed esperienza in una collezione pensata per nuovi e diversi “stili di viaggiare”, dedicata a tutti i tipi di viaggiatori. Testimonial assoluto, per la primavera/estate 2005, il pantalone MANHATTAN 301: lo “strumento” ideale per viaggiare, realizzato in una serie di tessuti doppio ritorti come gabardine, popeline in cotone, ottoman in cotone e lino, combinati a una costruzione solida e a una vestibilità ultraconfortevole. Dettagli indispensabili coniugano in un unico capo la funzionalità del jeans e quella di un pantalone informale: secret pocket per la sicurezza del viaggiatore; tasche verticali che impediscono la fuoriuscita di monete e oggetti; rivetti di ottone per rinforzare le tasche anteriori, tasche posteriori a filetto. Il lavaggio agli enzimi conferisce quell’unicità di aspetto e quel vissuto che ricorda il vintage autentico. L’intera collezione svaria tra t-shirts, polo, camicie, pantaloni, short, pullover, jacket high performance, accessori, underwear e costumi da bagno: una proposta completa disegnata ponendo al centro l’uomo esploratore. Colui che ricerca nel mondo la parte di sè che non conosce, insegue segni e dialoga con i simboli. www.nationalgeographic.com
With the broad concept of ‘lifestyle’, National Geographic translates know how and experience into a collection designed for new and different ‘travel styles’, devoted to all kinds of travellers. The MANHATTAN 301 trousers are the leading testimonial for the 2005 spring/summer season, the ideal item for travel, realised in such double twisted fabrics as gabardine, cotton poplin and cotton and flax ottoman, combined with solid tailoring and extra comfortable wearability. Indispensable details combine in a single item the functionality of jeans and of informal trousers: secret pockets for the traveller’s security, vertical pockets that prevent coins and objects from dropping; brass rivets to strengthen the front pockets, strip back pockets. Washing with enzymes gives the trousers a unique, slightly worn away look reminiscent of authentic vintage. The whole collection ranges from T-shirts to polo-necks, shirts, trousers, shorts, sweaters, high performance jackets, accessories, underwear and bathing suits: an overall design proposal centred around man as an explorer. Those who strive after their unknown self in the world pursue signs and communicate with symbols.
Indipendenti vibrazioni.
Seal Kay Independent vibrations.
L’oceano, carico di storia, vissuto, diviene partenza per questa collezione di jeans che prende spunto dal mondo sommerso dei subacquei e pescatori. Il denim viene volutamente strappato, lacerato, in piena filosofia second hand, viene ricucito per mezzo di lavorazioni artigianali, per poi lasciare un segno del tutto personale, elemento distintivo dei
www.sealkay.it
The ocean, with its wealth of history and life, is the starting point of this collection of jeans which also take their cue from the underwater world of divers and fishermen. Denim is deliberately torn and ripped to fully suit the second-hand trend, is hand sewn into jeans which are supplied with an absolutely personal mark, the
rattoppi delle mute da sub: the jaws. La totalità dei trattamenti è frutto di complesse lavorazioni manuali; ogni singolo capo viene sottoposto ad innumerevoli passaggi, che conferiscono alla collezione autenticità e qualità inimitabili. Le caratteristiche dei 3 materiali utilizzati per "The Jaw Edition": _ Japanese denim Kurabo 12 oz. deep loose construction ring ring, dalla mano iper soft;
distinctive element of patches put on divers’ wet suits: jaws. Treatments are carried out through complex hand-made processing; each item undergoes repeated handling, which brings about inimitable authenticity and quality. Features of the three materials used for "The Jaw Edition": _Extra soft-feeling Japanese denim Kurabo 12 oz. Deep loose construction ring ring.
_ Japanese fading to grey denim 10 oz. dalla trama evidente, prodotto in Giappone con cotone coltivato in Zimbawe; _ Japanese denim broken Kurabo 11 oz., una delle migliori tele per resistenza a sperimentazioni ed usure. I colori degli abissi, le grafiche delle tavole da surf, le imprecisioni nei tagli e nei rammendi, trasmettono la passione per il mare, l’avventura e l’imprevisto. Trasmettono le vibrazioni dell'abisso.
_Coarse-textures Japanese fading to grey denim made in Japan out of cotton produced in Zimbawe. _Japanese denim broken Kurabo 11 oz., one of the best denims for its resistance to use and wear. The colours of sea-depths, the graphics from surfboards, imprecision in cutting and mending convey a passion for the sea, adventure and the unexpected. They convey abysmal vibrations.
snorkeling mood
distributed by
www.worldwideagency.it concept marco altan ph. christian piccolo
Beby Group
Illuminare è un’arte, il vetro una tradizione che ha permesso a Beby Group da oltre quarant’anni di essere una realtà in continua crescita nella creazione e realizzazione di lampadari di lusso. Dopo aver soddisfatto ogni esigenza di illuminazione realizzando pezzi unici per ville, castelli, catene alberghiere, su tutti l’illuminazione dei palchi della Scala di Milano ed il restauro dei corpi illuminanti del teatro della Fenice, oggi la famiglia Soffiato punta a creare un contesto magico e suggestivo, un’atmosfera di pura emozione e benessere. Ora si riparte dalla fonte di luce più pura: l’esile fiammella generata della candela, per far nascere un concetto di unità e “calore d’ambiente” La sfida è creare un nuovo connubio fatto di lampade, candele, cuscini, sete ed elementi decorativi tutti coordinati, così da ridisegnare un’atmosfera che sappia di ricercatezza e passione. Associare candele dalle delicate profumazioni “ai punti luce”, far vivere l’essenza in simbiosi con la lampada, il colore dei cristalli con lo spazio, è il nuovo spunto su cui si basa la scelta stilistica della linea “Baby Italy”. Giochi di luce artificiale e naturale si mescolano dando vita ad un ambiente elegante dal moderno effetto scenico: la brillantezza dei cristalli si irradia nello spazio e conferisce ricercatezza, lusso e personalità alla stanza dove aleggia il “profumo della luce”.
www.bebygroup.com
‘The eternal charm of a lamp can make any space alluring’ Lighting is an art and glass is a tradition that has allowed Beby Group to increasingly specialise in the creation and realisation of luxury chandeliers. After meeting every lighting demand by creating unique pieces for villas, castles, hotel chains, all the lights in the boxes of ‘La Scala’, Milan and the restoration of the lighting systems of ‘La Fenice’, today the Soffiatos are focusing on the creation of a magic and suggestive context, an atmosphere of pure emotion and comfort. The present starting point is the purest of light sources, the faint candle flame, to bring about a feeling of harmony and warmth in a place. The challenge is to create a new unified combination of lamps, candles, cushions, silks and decorative elements so as to redesign an atmosphere tasting of refinement and passion. To combine delicately scented candles with varied light positioning, to enable fragrances to harmoniously coexist with lamps, the colour of crystals with space is the new stylistic idea on which the line ‘Beby Italy’ is based. Artificial and natural lighting solutions are blended to design elegant interiors endowed with modern scenic effects; the brightness of crystals radiates in space and gives a touch of refinement, luxury and personality to the room pervaded by the ‘perfume of light’.
è la scarpa.
ò da cui
che fa rivivere la tradizione della sua terra: broccato, oro, e
Esemplari artigianalmente Made in Italy, impreziositi da raffinate decorazioni ed applicazioni cucite e ricamate a mano, che arricchiscono questi oggetti in ogni loro singola parte: sul tacco, sulla punta, intorno alla caviglia.
Nato artisticamente con ll’’Haute Couture di Valentino, Chanel e di 5000 pezzi tra cui ’ ad un museo da lui creato.
poi
“
’
un sinuoso portamento.
www.renecaovilla.it
René Caovilla
Oggetti gg d'arte chiamati scarpe The unique magic of shoes: something every woman is allured by. ‘
by: a landscape, a painting, an emotion. A craving for beautiful, be handmade items and luxury, alll that revives the tradition of his homeland: brocade, gold and nd eighteenth-century V Venetian magnificence.
to the museum he created. The stylist
and applications sewn and embroidered by hand that enrich each single part of the items: the heel, the tip, around the ankle. Precious details that allow Ren Renéé
”
"Creare per il piacere di esprimere se stessi e la propria generazione"
oso Direttamente nel cuore pulsante di Londra nasce il nuovo progetto di Oso, sotto l’attenta supervisione dell’art director Simon Fraser: una nuova sfida per oltrepassare i confini delle culture e delle tradizioni, coinvolgendo la fantasia e la creatività dei giovani allievi della Central Saint Martin's. Una collezione fortemente incentrata sulla ricerca di una “perfetta imperfezione”: il desiderio di unire la perfezione della materia lavorata mediante tutte le tecniche più avanzate, alla perizia artigianale che trasforma i sogni di carta in preziosi oggetti di design carichi di emozioni.
New OSO jewels are born in the beating heart of London under the supervision of Art Director Simon Fraser: a new challenge to cross the boundaries of cultures and traditions, invol“Imperfezioni” uniche e per questo di immenving the creativity of Central St. Martin so valore che traggono ispirazione dalla fiaba School’s students. di una moderna principessa europea, i cui veri A collection definitely focused on the search tesori sono gli oggetti consumati dal tempo, for a ‘perfect imperfection’: a desire for combiche conservano, intatta, tutta la loro giovane ning the perfection of the materials processed essenza. in the Italian company’s labs with the superb E come la polvere che su di essi disegna il valocraftsmanship that transforms paper dreams re del tempo, si gioca a mescolare argento a sointo precious objects rich in emotions. fisticate perle di vetro, evitando i materiali più Unique ‘imperfections’ of great value, that preziosi, per riformulare l’idea del gioiello stesso draw their inspiration from the fairy tale of a in un concetto di pura armonia e semplicità. modern European princess whose real treasuAlla ricerca di una preziosa forma di design res, worn out by the passing of time, still prequesto il fulcro del nuovo progetto - per poSilvia Broggian, art young directoressence e designer dell’azienda Beby Group serve their unaltered. ter dar forma, e valore, alla giovane secondo creatività Just as dust draws the value of time on them, di chi i gioielli li sa disegnare, realizzare e silver is playfully mixed with refined glass reinventare; e per far brillare gli occhi di chi li pearls, away from more precious materials, to sa amare… work out a new conception of harmonious simplicity in jewels. To give form and value to the fresh creativity of those who know how to draw, realise and www.osojewels.com interpret jewels: to stir a thrill of delight in the eyes of those who can love them.
‘To create for the pleasure of expressing ourselves and our own generation’.
nineteen48: la rivoluzione corre sul filo… del denim! Scuciti, strappati, consumati: maltrattati per essere amati. Nineteen48 ridisegna la cultura estetica del jeans, raccontandoci un’altra storia fatta di lavaggi, passaggi e trattamenti mirati a “svecchiare” l’immagine, seppur inossidabile, di un mito. Il classico cinque tasche si veste oggi di una nuova pelle, una tavolozza per libere espressioni artistiche volte a rendere inequivocabilmente unico ogni capo, mediante diverse combinazioni di trattamenti: un vero e proprio make-up ad hoc per distinguersi dal convenzionale. Semplicemente unici e, proprio come il primo amore, rigorosamente in “limited edition”, ad indicare il prestigio, l’individualità e l’eccellenza che ogni singolo uomo esprime. Crocevia delle esperienze di due designers, che alla moda hanno dedicato tutta la propria vita, Nineteen48 propone una linea innovativa di capi, affiancando moderne tecniche ed artigianalità, per creare un jeans su misura, diverso ed attento alle esigenze del mercato: ma soprattutto combinazioni di particolari, di "sfumature", di "imperfezioni ricercate" in grado di donare al denim, proprio come a chi lo indossa, una propria irriproducibile personalità. Dettagli codificati dal logo ricamato, metafora di un jeans che non vuole solo vestire, ma, con le sue trame, disegnare l’essenza del proprio Io: unico ed irripetibile.
Unsewn, torn, worn out: mishandled to be loved. Nineteen48 redesigns the aesthetics of jeans and tells us another story of washings, handling and treatments aimed at updating the unfading image of a myth. The five-pocket classic now takes on new looks in a range of free artistic manufactures that make each item unmistakably unique through different combinations of treatments: a real, specially devised makeup to stand out against conventionality. Simply unique, they are, like any first love, rigorously in limited edition, to emphasise the prestige, individuality and excellence in every man. The joint experience of two designers who have devoted all their lives to fashion, Nineteen48 proposes an innovative line of items combining modern techniques and craftsmanship to create different jeans to measure that can meet market demands. The combinations of details, nuances and refined imperfections manage to give denim and those who wear it a unique personality. The embroidered logo codifies the details and is the metaphor of jeans not simply meant for wear but to outline with their details the essence and specificity of their individuality.
Revolution through the thread of... Denim!
scoprire quanto cielo abbiamo dentro i nostri occhi siamo i laboratori industriali della Martelli spa di Vedelago. Un vero e boratorio rinascimentale” contemporaneo: rimangono le persone aperi, le esperienze e l’artigianalità del gesto, la passione e la postare il limite del “possibile” sempre più lontano, ma mutano ie che precorrono i tempi e si costruiscono di giorno in giorno in “intrapresa”. “intrapresa” ed “impresa”: quanto stretto sia il passo che ci visitare questa industria locata alle porte di Treviso, da anni diale nel settore del lavaggio del denim. apace di reinventarsi partners dei più importanti label mondiali, to in cui raccoglie la sfida di interpretare il jeans che un mercato di novità aveva palesato. e il “laboratorio rinascimentale” diventa esploratore e cerca nel i quei segni che lo porteranno ad “inventare”, per aziende come ldsmith, Diesel, Gas, Melting Pot, Tsubi, Paul Smith, No.I.ita, la tage". mutano: si affianca alla produzione, che vede occupate fino a e, la linea realizzazione prototipi in cui entrano i segni raccolti are per il mondo ed escono i modelli che saranno la tendenza o del denim.
quante ne possa sognare la tua filosofia”
(Amleto – W. Shakespeare) “There are more things in heaven and earth than are dreamt of in your philosophy” (Hamlet)
www.martelli.it
a sottoporre agli stilisti delle aziende ed al contempo si sulla tecnologia di realizzazione modificandone in casa le potenzialità per rispondere al meglio alle esigenze produttive. Da Martelli il lavoro è espressione di una passione, fatto di ricerca e sperimentazione, di qualità e di numeri, di persone e non di personale. Il jeans è la filosofia che contempla nel lavoro il proprio cielo amletico entro cui ricercare quante più cose si possano sognare.
As we wanted to discover how much sky we have in our eyes, we went back to the industrial plants of Martelli Co., Vedelago, just on the outskirts of Treviso. A true ‘Renaissance laboratory’ of today where people still have their know-how, experience and skilled gestures, a passion and a will to move the limits of the ’possible’ farther and farther ahead and merge day by day dramatic technological changes with the true essence of the word ‘undertaking’. A visit to Martelli’s, a world leader for years in the field of denim washing, enables us to understand how small the difference is between ‘undertaking’ and ‘enterprise’. A Company that can find partners among the most important world labels the very moment it takes the challenge of re-inventing jeans, an item that a market in need of novelties has brought to the forefront. The ‘Renaissance laboratory’ travels around the world in search of all the secrets that
s, ith, Diesel, Ga riano Goldsm Ad as ch su nies e for compa side ‘invent’ vintag No.I.ita. goes side by ld , will lead it to ith 600 people, or Sm w to e ul th up Pa s i, nd oy ub ou Ts derings ar which empl Melting Pot, ues from wan arket. : production, cl m ge d m an an ni ch s de nt es e hi Its spac , where ists, e trend on th for prototypes mpanies’ styl at will set th with the line ashings’ to co of models th ‘w ut of tp n ou tio an ta to esen are turned in tential. e preview pr s open for th productive po As showroom justed to suit at best its ity riment, qual ad arch and expe technology is se re r fo g in . a crav as workforce expression of ch for as ons, not just work is the where to sear ered as pers id en ns av co At Martelli’s he e ar tic le rs m ke Ha or w e d th k and figures an sophy that finds in wor ilo . of t Jeans are a ph m ea dr as can be many things
Esprimere il proprio messaggio con forza e determinazione, senza lasciarsi irretire da i facili concetti “moda”, cercando di scavare un proprio percorso progettuale. Intraprendere un viaggio individuale liberi di scegliere e di incontrare, di farsi accompagnare da un design rigoroso, costruito su forme essenziali, ortodosse e rispettose di un concetto di stile che Marsèll di collezione in collezione si premura di alimentare. Ed allora l’attenzione passa indistintamente dalla forma al particolare, dal dettaglio al tutto, scoprendosi capace di relazioni costruite dall’unione di materiali tra loro profondamente distinti, piegati al sapere di forme deliberatamente classiche. E’ Marsèll che con ironia ha voglia di sperimentare il nuovo: forme interpretabili, accostamenti materici mai scontati, lavorazioni artigianali lontane dalla serialità. Una filosofia per un atteggiamento: rimanere diversi, esprimendosi attraverso una calzatura interpretabile a seconda del momento, o scarpa chiusa o sabot. Rimanere diversi segnando il prodotto quasi a segnare se stessi: il tacco “sfregiato”, curate suole a nobilitare una diversità, i lacci sostituiti da un polsino… Decostruire un progetto per costruire un nuovo prodotto: l’unicità ricercata come espressione del proprio essere, come interpretazione dell’io Marsèll.
Marsèll Interpreted individualities.
Interpretate individualità www.marsell.it
To be firmly determined to convey our message without being ensnared into simplistic concepts on fashion, as we try to carry out a project of our own. To begin our personal progress free to choose and have our experiences, to be assisted by the rigour of good design based on essential orthodox forms in compliance with a concept of style that Marséll takes care to nurture, collection after collection. Then our attention shifts from form to detail, from detail to the whole and discovers it can spot relationships created by the combination of profoundly different materials controlled by the knowledge of deliberately classic forms. It is Marséll who ironically feels like experimenting on the new: interpretable forms, never insignificant matches of materials, hand processing far removed from serial production. A philosophy for an attitude: to remain different, by expressing ourselves through footwear that can be interpreted, according to circumstances, either as real shoes or sabots. To remain different by marking the product as if we marked ourselves: gashed heels, carefully made soles to ennoble diversity, cuff links instead of shoelaces… To deconstruct a project to make a new product: uniqueness sought after as an expression of our essence, as an interpretation of Marséll’s self.
ascoltare
Rai, Radio 2, Mon. to Fri. 8.35 p.m. Matteo Bordone, conductor.
This electronic piece is an extraordinary attempt to carry out a comparative analysis of English punk’s ideological tenets and of those of American hard core by codifying their orientations and expectations through a contrasting language different from the original one. In other words it is a cover record realised by talented Drew Daniel who drops his guitars and switches on his electronic keyboards, groove machine and sequencer. Formerly on the payroll of the most famous Icelander in the world, Drew Daniel now shares ‘Matmos’ with Martin Schmidt.
"Dispenser" di Giorgio Bozzo
“Do You Want New Wave Or Do You Want Pink Truth?”
Radio 2 Rai lun-ven 20,35 Conduce Matteo Bordone
Soundslike Records / Wide (2004)
If the radio had had a greater number of stimulating daily programmes like this, the TV would have found it hard to replace it. The thirty-minute programme affords features on customs, news and forthcoming books and a few songs disregarded by commercial programmes. You can happen to follow an interview to the President of Accademia della Crusca, Francesco Sabatini or a feature on adhesive plaster ‘Reveal’ devised as a bra substitute. ‘Dispenser’ can make itself followed by reeling off curiosities and interesting news which would otherwise have to be looked up in Google, and what’s more it succeeds in doing so by timely alternating light topics with more serious ones.
Se la radio avesse avuto maggiori “distributori di stimoli quotidiani” come questo, la televisione avrebbe faticato non poco a soppiantarla: nella mezzora scarsa di questa trasmissione si possono ascoltare servizi su curiosità di costume, sulla nuova letteratura e un paio di canzoni che sfuggono ai palinsesti commerciali. Con la stessa probabilità si può seguire un’intervista a Francesco Sabatini (presidente dell'Accademia della Crusca) come un servizio sul cerotto adesivo Reveal pensato per sostituire il reggiseno. Dispenser sa farsi ascoltare snocciolando curiosità e novità interessanti che altrimenti saremmo costretti a cercare per ore su Google, e ci riesce perché sa alternare con i tempi adeguati, argomenti più frivoli a servizi più seri. www.dispenseronline.it gmg
Questo disco di elettronica è uno straordinario tentativo di analisi comparativa tra le posizioni ideologiche del punk inglese e dell’hard core americano, realizzato codificando le rispettive intenzioni e aspettative con un altro linguaggio, alieno all’originale e contrastante. In altre parole è un disco di cover, realizzato dopo aver appoggiato le chitarre al muro e acceso tastiere, groove machine e sequencer per mano di un genio, Drew Daniel, già sul libro paga dell’Islandese più famosa al mondo e che condivide assieme a Martin Schmidt la ragione sociale Matmos. www.magicandaccident.com gmg
When modern electro has the scent of the 80’s, a good nose can immediately detect the use of an Atari, Giorgio Moroder’s long shadow and the approximation of analogic synthesizers. Despite trivial features like the vocoder or a rather simple and obsessive melodic vein, it is the first impression that matters and will grant mysterious Mark and Jaz the score of a good debut album, further enriching Disko B’s excellent catalogue.
Mysterymen "Everything But An Answer" Disko B / Wide (2004) Quando l’electro moderna profuma di anni 80 allora un buon naso sa fiutare subito l’uso di un Atari, la lunga ombra di Giorgio Moroder e l’approssimazione dei sintetizzatori analogici. Quello che segue sono solo piccole caratteristiche come il vocoder o una melodia piuttosto lineare e ossessiva, ormai la prima impressione è lasciata ed è quella che assicurerà ai misteriosi Mark e Jaz di aver messo a segno un buon album di debutto, arricchendo un catalogo già ottimo come quello della Disko B. www.wearethemysterymen.com gmg
leggere Photographer Didier Lefèvre leaves his city in July 1986 to join a team of ‘Doctors without Frontiers’ in Afghanistan which was in those days at war with Russia. The first of three volumes, the book is a visual report on Didier’s personal experience alternating his photos and Emmanuel Guilbert’s illustrations, although the two techniques never successfully weld or try to do so either. The authors’ two styles convey two different views of men’s behaviour (no matter whether they are civilians or soldiers) in a country stricken by war and deprivation. Emmanuel’s pencil finely sketches situations but leaves the task of representing their dramatic quality to Didier’s camera, which cannot of course round off stones (on which the team run for the whole of one night to cross the border), or soften the tenseness of a pair of wild eyes (of a missing person found by the team).
Marjane Satrapi continues to illustrate stories and to tell the West about her Iran through an unusual xylographic technique where black significantly dominates. And on the other hand what colour would you think of to represent an intolerant society? It is samovar time and a party of women, relieved of their husbands’ presence, start their gossip and more or less candidly tell about their experiences, fears and small rogueries. Marjane Satrapi’s talent is again surprising after Persepolis, her comic-strip autobiography. Her stories require only some sort of cultural transposition, in fact she is very good at blending the values and evils of her country to recapture an easily understandable folklore centred on irony, culture, spontaneity and optimism.
Transgression, excess, scandal, to the limit of pornography, meant as provocation, to shatter taboos, to do away with censorship, to tell about meetings, instincts and pleasures through images. An exclusive edition in only 2,000 copies, Kibosh emphasises ‘the most intimate side’ of Terry Richardson, the new enfant terrible in the world of photography. You glance through a life in the shape of a ‘black box’ where sex is seen and interpreted as a sort of game, of language, of natural divertissement, in which irony becomes the ingredient that colours every shot. A visionary representation of reality told in a poor, direct and simple style, it enriches everything explicit with subliminal overtones to convey everyday life in a bold, uninhibited and liberating way.
"Il Fotografo" Emmanuel Guilbert+Didier Lefèvre Ed. Lizard 2004
"Taglia e cuci" Marjane Satrapi - Ed. Lizard 2004
Kibosh - Terry Richardson - Damiani Editore
Didier Lefèvre è un fotografo parigino che nel luglio del 1986 lascia la sua città per accompagnare un’équipe di Medici Senza Frontiere in Afghanistan, dove all’epoca si combatte la guerra con la Russia. Questo primo volume, di tre complessivi, ci racconta visivamente l’esperienza personale di Didier attraverso l’alternanza delle sue fotografie e delle illustrazioni di Emmanuel Guilbert, dove le due tecniche non si fondono mai con successo né tentano di farlo, le due grafie sono due punti di vista sui comportamenti dell’uomo (sia in abiti civili che militari) in un paese dilaniato dalla guerra e in miseria. La matita di Emmanuel si sposta con pochi movimenti gradevoli e non si preoccupa poi tanto di rappresentare la drammaticità della situazione, lasciando questo compito all’obiettivo di Didier, che non potrà certo smussare gli spigoli delle pietre (sulle quali l’équipe corre tutta la notte per passare il confine) o ammorbidire la tensione di un paio di occhi spiritati (di un disperso ritrovato dall’équipe). http://didier.lefevre.free.fr vb
Marjane Satrapi continua ad illustrare racconti in prima persona, raccontando all’Occidente il suo Iran attraverso un inconsueto tratto xilografico con una dominante di nero piuttosto significativa… del resto quale altra tinta verrebbe in mente per rappresentare una società intollerante? E’ l’ora del samovar (the persiano) e un gruppo di donne liberate dalla presenza dei loro mariti inizia la pratica del pettegolezzo, raccontando più o meno ingenuamente esperienze, paure e piccole marachelle. Il talento di Marjane Satrapi sorprende nuovamente dopo il successo dell’autobiografia a fumetti Perspolis, le sue vicende richiedono solo una minima traslitterazione culturale, forse perché la sua bravura è stata quella di coniugare i mali ed i valori del suo Paese in una sorta di folklore, comprensibile da chiunque, con gli assi dell’ironia, della cultura, della naturalezza e dell’ottimismo. www.lizardedizioni.it gmg
Trasgressione, eccesso, scandalo, fino al limite estremo della pornografia: tutto in funzione di una provocazione, infrangere i tabù, abolire la censura per raccontare con immagini, incontri, istinti e piaceri. Un’edizione esclusiva in solo 2000 copie: Kibosh raccoglie “la parte più intima” del nuovo enfant terribile del mondo della fotografia, Terry Richardson. Si sfoglia una vita sotto forma di “scatola nera”, dove il sesso viene visto ed interpretato come una sorta di gioco, di linguaggio, di natural divertissement, nel quale l’ironia diventa l’ingrediente che colora ogni scatto. Visionario della realtà, raccontata con stile povero, diretto e semplice, arricchisce tutto ciò che è esplicito di un messaggio subliminale per comunicare il quotidiano in modo spavaldo, disinvolto e liberatorio. www.kiboshbook.com vb
sfogliare
A name meant to subtly strike like the homonymous weapon, and to be immediately newsworthy; a name that wants to set trends in fashion by using the stiletto-heeled icon of femininity. Dizzy inspirations and irresistible vanities are the medium to convey a universal message, the search for a renewed idea of elegance, for an identity made of beauty, form and value. A new French magazine whose aim is to create a new ambience, to deal with fashion, to be an instrument for the interpretation of novelties and style. While it does away with clichés, the magazine entertains the wishes of ladies: journeys, portraits, reports… and much more. For those who can afford to wait and dream,and for those who can never wait: women of style, who choose little but confidently, at all times.
"Defrag" captures the spirit that animates the elements of urban reality, It individualizes and extrapolates its characteristics, fragmenting the complex web of relationships of wich it consists. Th estudy of these many facets gives the magazine the opportunity to lend visibility and voice to the opaque differences of society. Street art, experimental music, innovative graphics, engaging messages and elements in web design give background and soundtrack to the urban life styles which Defrag desires to broaden.
Stiletto - Magazine
DEFRAG - Magazine - Move Editore
STAND OFF - Magazine - Stand Off Pubblications
Un nome dall’etimologia promettente che vuole colpire come l’omonima arma in modo sottile, affondandosi nella notizia; e, al tempo stesso, segnare il passo della moda e delle tendenze, servendosi della femminilità iconizzata dal tacco a spillo. Vertiginose ispirazioni ed irresistibili vanità sono il mezzo con cui divulgare un messaggio cosmopolita, alla ricerca dell’eleganza ritrovata, e di un’identità fatta di bellezza, forma e sostanza. Un magazine francese, al primo anno di vita, nato per creare un “nouvelle ambiente”; per parlare di moda, per essere chiave con cui interpretare l’attualità e lo stile. Si scartano i clichés, si accarezzano i desideri femminili: viaggi, ritratti, reportage…scovare oltre. Per chi può permettersi di aspettare e sognare, e per chi proprio non sa aspettare mai: donne di stile, poche scelte, ma sicure, sempre! vb
Defrag coglie lo spirito che anima gli elementi della realtà urbana, ne individua ed estrapola le caratteristiche, frammentando la complessa rete di elazioni che la compongono. Lo studio di queste sfaccettature, offre alla rivista l'occasione per dare visibilità e voce alle differenze opacizzate della società. L'arte di strada, gli esperimenti musicali, la grafica innovativa, i messaggi ed i dettagli forti del web-design, fanno da sfondo e percorso sonoro agli stili di vita urbana che Defrag intende approfondire. www.defragmag.com
Stand Off nascerà nel gennaio 2005 e come Mug sarà gratuito e semestrale, preferirà così soprassedere a tutti quei micro cambiamenti che ci possono essere settimanalmente o mensilmente per seguire il tradizionale ritmo delle stagioni delle moda. La rivista vuole rappresenta la community delle persone che lavorano nella moda, da ogni angolazione soprattutto quelle meno comuni. L’idea iniziale è stata quella di dar voce a designer, manager, PR, venditori e buyer che non sono rappresentati e che finiscono con l’essere ignorati dalle riviste di moda patinate, raccogliere i loro consigli e le loro opinioni e presentarle non solo ai loro colleghi ma a tutti gli interessati al mondo della moda. gmg
Stand Off will be first issued in January 2005, a free biannual magazine like Mug, and will leave out weekly and monthly micro events to concentrate on the traditional rhythm of fashion seasons. The magazine is meant to represent the community working in fashion from every viewpoint, the least usual ones in particular. The leading idea is to provide an instrument for neglected designers, managers, PR’s, dealers and buyers ignored by official fashion magazines, to welcome their advice and opinions, to introduce them to their colleagues and to the world of fashion enthusiasts.
cliccare Yann Arthus-Bertrand is the official photographer of our planet… The site is a very precious bank of images which attract and charm all nature and adventure lovers and dreamers in search of exciting views: suggestions from on high through aerial photography. By clicking on the different sections devoted to his shots we can meditate on the beauty of creation, but also on the shadow of destruction that could obscure it. Scenic bird’s eye views to make people think about the environment and the uniqueness of their fellow men. ‘The Earth Seen from the Sky’, one of his last works, shows his wish to inform people and make them sensitive to the problem of the Planet’s health and fragility through images and scientific texts. An initiative involving the project to break up the limitations of simple human perception, to give the magic of marvel through new visual perspectives which enable us to ‘see’ and understand: the point of view of the Sky.
Just after discussing the topic of the present issue ‘to see’, among the countless images that came to my mind Amit and James’s immediately stood out among the others. I thought about the project ‘insertsilence’ which the two boys have shared since 2001, about their graphic acrobatics and the optical rapture they can build. I remembered the hypnotic dependency that pervades you when visiting their site, the loop evolution of the anthropomorphic subjects that people their world. Graphic trapeze artists capable of daring feats in the meanders of conceptual visual art. A site that manages to express itself through the signs taken from the sheets all of us have drawn when we were kids whenever we were handed a pencil. A language that proves understandable only to those who turn it into drawings, but has the charm of keeping us glued to the screen, watching, gazing, following, imagining…
A meeting point on the same route: the idea of informing to form a group. Gathering suggestions, making appointments is the international agenda of machecazzostasuccedendo. A virtual space where the passion for street-wear comes to the surface, evolves and spreads, a passion meant as a creative hub and an interest for the cosmopolitan, metropolitan, ‘hidden’ vision of young people. A culture that becomes avant-garde couture and expresses itself through music, fashion, performances. At their headquarters novelties and trends are welcomed and put together to communicate them in a slang made of story-board, shorts and wall paintings, but where style is not simply a synonym for impulsive transgression. Their diary open… always travelling through places, sounds… rising visions!
www.yannarthusbertrand.org
www.insertsilence.com
www.machecazzostasuccedendo.com
Yann Arthus-Bertrand è il fotografo ufficiale del nostro Pianeta. Il sito rappresenta una preziosissima banca d’immagini che appassionano ed affascinano tutti gli amanti della natura ed avventura, sognatori alla ricerca di inaspettate visioni: suggestioni dall’alto per mezzo della fotografia aerea. Cliccando le varie sezioni dedicate ai suoi “scatti” possiamo riflettere sulla bellezza del creato, ma anche sull’ombra di distruzione che potrebbe celarla. Carellate scenografiche di reportage per far riflettere sull’ambiente e sull’unicità delle persone. In “La Terra Vista dal Cielo”, uno degli ultimi lavori, emerge la voglia di sensibilizzare ed informare, attraverso immagini e testi scientifici, sullo stato di salute e di fragilità della Terra. Un percorso, un progetto per scardinare i limiti della semplice percezione umana, per regalare la magia dello stupore attraverso nuove angolazioni con cui poter “vedere” e capire: il punto di vista del Cielo. gmg
Appena discusso il tema del presente numero "vedere", tra le innumerevoli immagini che mi si sono accatastate in mente quella di di Amit e James si è subito sovra-esposta alle altre: ho pensato al progetto "insertsilence" che i due ragazzi condividono dal 2001, ai loro equilibrismi grafici, al rapimento optical che sanno costruire. Mi è venuta in mente la dipendenza ipnotica che ti pervade nel visitare il loro sito, le evoluzioni in loop dei soggetti antropomorfi che abitano il loro orizzonte. Trapezisti grafici capaci di spericolate traiettorie tra i meandri dell’arte concettuale visiva. Un sito che ha la capacità di esprimersi attraverso i segni estratti dai fogli che da piccolissimi tutti noi abbiamo segnato appena ci veniva data un matita in mano: un linguaggio che pare comprensibile solo a chi lo disegna, ma che ha il fascino di trattenerci incollati a guardare, scrutare, inseguire, immaginare…
Un ritrovo per la stessa strada: l’idea di informare per formare gruppo. Nel raccogliere suggerimenti, dare appuntamenti, vive l’agenda internazionale di machecazzostasuccedendo. Uno spazio virtuale dove emerge, si sviluppa e divulga la passione per lo streetwear, intesa come fulcro creativo e attenzione per una cosmopolita, metropolitana, “nascosta” visione giovanile. Una cultura che diventa “couture” d’avanguardia che si esprime con musica, moda, performance. Head-quarter che riunisce ed accoglie novità e tendenze da comunicare con uno slang fatto di story-board, cortometraggi e murales, ma dove lo style non è solo sinonimo di irruente trasgressione. Con l’agenda aperta… sempre in viaggio per luoghi , suoni, visioni…nascenti!!! vb
Enk International rappresenta, negli Stati Uniti, un punto di riferimento per l’organizzazione e la realizzazione di eventi legati al sistema della moda. Un successo legato alla figura di Elyse N. Kroll, capace di mettere in contatto diverse figure professionali - buyers, stilisti e stampa internazionale - a costruire un network di eventi specializzati, 22 esposizioni annuali, che sappiano mischiare nuovi concept e strategie di marketing.
Trade shows che scandiscono il ritmo degli stili, della ricerca, del moderno, locati presso il “Pier 94”, uno spazio polivalente che da semplice cargo terminal è divenuto centro multifunzionale, ironicamente battezzato Unconvention Center, proprio ad indicare quella trama di linguaggi e di stili diversi che in esso trovano espressione. Una location d’eccezione, nel cuore di New York, che non rappresenta soltanto una cornice inusuale, ma un modo, in sintonia con i
tempi, di presentare contemporaneamente marchi già affermati e nomi nuovi, ottenendo così un mix esclusivo tra collezioni di riconosciuta qualità e l’iconoclastia delle giovani avanguardie. Un poliedrico contenitore di comunicazione, attento alla sensibilità del mercato, per dettare tendenze e raccoglierne i segni innovativi: accompagnare l’industria, a comprendere il Fashion come “Total life”.
In the USA ENK International is a benchmark for organizing and realising events linked to the fashion system. A success to the credit of Elyse N. Kroll who can bring into contact different professional figures such as buyers, stylists and the international press, to build a network of specialised events, 22 yearly shows, such as may lead a to a merging of new concepts and marketing strategies.
Trade shows that stress the rhythm of styles, of research and modernity, located at “Pier 94”, a multi-purpose space which, from a simple cargo terminal, has become a multifunctional centre, ironically named Unconvention Centre, just to mean the network of languages and different styles that find expression in it. A special location in the heart of New York, not only does it represent an unusual frame, but
an updated way of presenting formerly established labels and new ones alike, to obtain an exclusive mix of proven quality collections and of the iconoclastic attitudes of recent avant-gardes. A multi-faceted container for communication open to market tendencies, to inspire trends and grasp their innovative potential, to help industry understand fashion as “total life”.
E C A F THEh issue 50t e 1984 jun The World's Best Dressed Magazine
Let’s go back in time to 20 years ago, to look inside ourselves and find what the world was like when we played in the streets. Concerning this first issue we decided to ask for help English magazine THE FACE n. 50 containing an interesting article on those who didn't exactly play in the streets: Mods! The class of ’84 hit the Trail of ’64. Gang wars! Sudden death in Olympic City. Twenty years have gone by and in the streets today…
Teenage Kicks: "...20 YEARS ON THE MODS RIDE AGAIN AND GANG WARS RAGE IN L.A...."
FLaSHBaCK Facciamo un salto indietro, un salto lungo 20 anni, per guardarci dentro andando a scoprire come era il mondo quando noi giocavamo per strada. Per questo primo numero abbiamo scelto di farci aiutare dalla rivista inglese THE FACE nr. 50, che riportava un interessante articolo su chi per strada faceva altro che giocare: Mods! The Class of '84 hit the Trail of '64 Gang Wars! Sudden death in Olympic City. Sono passati 20 anni ed oggi per strada...
anno 4 NO 8
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