Anno Anno55numero numero10, 10,Dicembre Dicembre2005 2005 SEMESTRALE SEMESTRALE
The The Birthday Birthday Issue: Issue: Casey Casey Vidalenc Vidalenc _ _ Chiodo Chiodo in in Melbourne Melbourne _ _ Lift Lift Etage Etage _ _ The The Polo Polo Shirt Shirt Olimpias _ Diesel Bags _ The Lives of the Saints Olimpias _ Diesel Bags _ The Lives of the Saints
spedizione spedizioneininA.P. A.P.- -70% 70%- -DCI DCI- -TV TV Registrazione Registrazionedel delTribunale TribunaledidiTreviso Treviso n.n.1141 1141del del26/09/2001 26/09/2001
FREE FREE
anno anno 55 n° n° 10 10
Mug non più solo in abbonamento postale ma anche in distribuzione gratuita all’interno di questi 9 negozi e concept store italiani.
Besides being sent over to you by mail,
Lignano Sabbiadoro
Mug can also be found free of charge in the following nine Italian shops and concept stores.
Lungo il percorso segnato dalle pagine di Mug, lucide od opache esse siano, si incontrano persone e si scoprono luoghi, si vivono degli istanti che possono restare attimi o trasformarsi in ore; poi viene il momento di fermarsi, guardare indietro per continuare, andare avanti per crescere ancora. Abbiamo deciso di farlo attraverso quei luoghi e quelle persone che abbiamo amato raccontare ed a loro ci siamo rivolti per poter sussurrare forte il nostro messaggio. Battendo sentieri già conosciuti ed aprendone di nuovi.
Spazio Lazzari Via Paris Bordone 14/16
Treviso
Bergamo
Milano
Sugar C.so Italia, 21-23
Arezzo
Penelope
Brescia
Via Gramsci, 16
Brescia
Papete V.le Ceccarini, 77-79
Riccione
Jana Via Maria Vittoria, 45/a
Arezzo
Torino
Biffi Boutique C.so Genova, 6
Milano Via Tiraboschi, 32/36
Bergamo
Treviso
10, Corso Como Corso Como, 10
Milano
Sbaiz Spazio Moda V.le Venezia, 24
Lignano Sabbiadoro
Riccione
Top Ten Via Soleri, 2
Torino
Torino
Along the pathway marked out in Mug’s pages, might they be bright or dull, we come across people and discover places, we live moments that can be seconds or be transformed into hours; then the time comes when we feel we have to stop, to look behind to continue, to go ahead and grow up. We are determined to continue to do so and to revisit the places and people we have loved to tell about, to whom we want to clearly whisper our message. We want to walk along trodden paths and discover new ones.
La creatività della pasticceria entra nel mondo dei gioielli. La famiglia Escribà, con una storia alle spalle cominciata cent’anni fa per le strade di Barcellona, ha trasformato negli anni il suo lavoro di confezione creativa di dolci in una della realtà pasticciere più prestigiose al mondo. Per Cristian Escribà cambiare i paradigmi del design di dolci significa oggi poter realizzare grazie alla propria arte anche i sogni più inaccessibili, come queste gioie di caramello, piccole delizie per le nostre mani.
Riccardo Dallai Sr., della boutique Riccardi, da quasi trent'anni propone alta moda europea alla città di Boston. Ubicata nello spazio sottostante a Riccardi in Newbury Street, Relic nasce da un'idea di Dallai e suo figlio, Riccardo Dallai Jr. Rivolta a una clientela giovane, la boutique propone nuovi marchi di denim di qualità. L'interno del negozio, allestito da un graffitista e da un artista della saldatura, contiene strutture e materiali che ricreano l'atmosfera di decadimento di un ambiente urbano. Specializzata in capi streetwear, Relic propone i più recenti look a prezzi accessibili.
Può un prodotto tessile essere un gioiello? Sì, se si usano in modo inconvenzionale tecnologie e materiali già noti. I gioielli di Anke Hennig sono il frutto di sperimentazioni che hanno portato alla creazione di qualcosa di nuovo... eppure antichissimo. La riscoperta di una tecnica per la tessitura del primo novecento grazie alla quale la designer tedesca intreccia fili di seta e materiali sintetici, secondo un complesso disegno in tre dimensioni, affascinante come la struttura della vita. Il gioiello sconfina nel mondo dell’accessorio dell'ognigiorno: bracciali, spille, collane e catene, non freddo metallo ma caldo tessuto... e colore, densità e intensità. Tutto nasce ad Annaberg-Buchholz dove un’antica macchina tessile tanto tempo fa...
dreasbartsch.com/produkte a_henn@web.de
Escriba Dream
Creativity in confectionery can really work wonders! The Escribà family, who can pride themselves on a century-old tradition in the streets of Barcelona, have over the years transformed their creative confectionery into one of the most prestigious pastry shops in the world. Cristian Escribà's ever changing inspiration and art in the design of confectionery enables him to make the most impossible dreams come true, like his caramel jewels, small delicacies for our hands.
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Can a textile product be a jewel?
Relic
Riccardo Dallai Sr. of the boutique Riccardi, has exposed Boston to high end European fashion for nearly 30 years. Relic, found in the space downstairs from Riccardi on Newbury Street, is the brainchild of Dallai and his son, Riccardo Dallai, Jr. With a younger customer in mind, the boutique sells many new brands centered around premium denim. The interior of the shop, designed by a graffiti artist and a welder, hosts fixtures and displays that express a decaying urban atmosphere. Dedicated to street wear, Relic offers the latest looks with an affordable price tag.
Of course it can, provided well-known materials and technology are used in an unconventional way. Anke Hennig’s jewels are the outcome of research which has led to the creation of something new... yet very ancient. The rediscovery of an early XX century weaving technique allows the German designer to intertwine silk and synthetic yarns according to a complex tridimensional pattern, as fascinating as the spiral of DNA. The jewels she creates have the aspects of everyday accessories: bracelets, brooches, necklaces and chains, but don’t have the coldness of metal but the warmth of woven material, rich in colour, softness and brightness. It all started a long time ago at Annaberg-Buchholz, where an ancient weaving machine...
Accessories... l'ultima gemma di MODEM, il giornopergiorno degli addetti ai lavori. Un manabile 11x15 di poco più di 100 pagine, stampato in 25000 copie. Copertine curate da un art director diverso da edizione ad edizione. Due uscite annue: febbraio e settembre. Un numero impressionante di input, dati e riferimenti sul mondo degli accessori. Sono questi i numeri con cui si presenta l'ultima idea di Ezio Barbaro e Federica Meneghetti, uno strumento di comunicazione e informazione, un mezzo di promozione del goloso mondo degli accessori moda. Calendario dei saloni, marchi, uffici stampa & pr, shopping, showrooms e produttori del settore: Modem Accessories vuole raggiungere coloro che apprezzano la ricerca e la qualità, coloro che cercano un punto di riferimento in questo settore.
DNA 79 è il progetto di un oggetto, di una forma, di una struttura: un corpo mutante che nasce da una superficie solitamente sottesa allo sguardo, come le bende elastiche, votate alla protezione e all'avvolgimento dell'epidermide, quindi direttamente interessate al corpo inteso nella sua oggettiva nudità. Una superficie che viene scalfita e segnata dall'azione del calore
di ferri roventi, tagli calibrati da un gesto misurato; così nascono i corpi di DNA 79, connotati dal recupero di quella tribalità intesa come necessità di esistere nell'hic et nunc, attraverso la quale questi oggetti così creati divengono monili, vesti simboliche e, prima ancora, piccole sculture portatrici di valori ancestrali, memorie collettive e sottese materialità quotidiane.
DNA 79
A surface is carved and etched by the heat of red-hot utensils, precise cuts carried out through measured gestures. That is how DNA 79 objects take shape; objects which recapture a tribal quality accounting for the need to exist here and now, a quality through which they become jewels, symbolic garments. Besides being small sculptures bearing the mark of some ancestral heritage and collective memory, they are reminiscent of the nature of daily materials.
Modem Accessories
www.modemonline.com
Accessories... Modem's latest gem, an instrument for experts' daily use. An easy-to-handle booklet, 11x15 in size, made up of some 100 pages, printed in 25,000 copies. The covers are designed by a different art director each issue. It is issued twice a year, in February and September. Its impressive input provides data and information on the world of accessories. The embodiment of Ezio Barbaro and Federica Meneghetti's latest idea, the booklets are information and communication instruments, essential for the promotion of the alluring world of fashion accessories. Offering information on shows schedules, Brands, Press Offices and PR, Shopping, Showrooms and Firms, Modem Accessories is meant for all those who appreciate research and quality, and need a benchmark in this field.
DNA 79 is the design of an object, of a form and of a structure: a changing body arising from a surface which is usually hardly perceived, like the elastic bandages devised to protect and cover the skin, therefore directly concerned with the body and its objective nakedness.
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"Gli Esserini non sono giocattoli" recita il claim che accompagna questi strani oggetti nati dal cuore di Simona Costanzo e dalla sua fluida creatività. Gli Esserini sono compagni di vita, non pupazzi, sono portatori muti di messaggi universali, a metà strada tra la materializzazione dei nostri sentimenti e la coperta di Linus. Li puoi amare all'istante e affezionartici scegliendo istintivamente quello che più ti somiglia oppure arrivarci seguendo un piccolo test. Puoi anche lasciarti guidare dal fato pescando come da un mazzo
di carte... il nostro numero è il 42! Il vostro? Interamente fatti a mano in Italia, sono acquistabili anche via internet. "Gli Esserini sono una grande opera creativa che tocca gli aspetti totemici dell’umanità" Vera Slepoj - psicologa e psicoterapeuta
Non solo "capricci" ma anche "riciclati". Non solo "unici" ma anche "economici". Non "indispensabili" ma assolutamente "tuoi": Retal nasce come una provocazione nel cuore di Valencia, dove il vecchio ed il nuovo hanno la necessità di reinventarsi, dove tutto può rinascere, dove la storia originaria di un oggetto viene stravolta e pezzi di tappezzerie, lenzuola, sacchetti di riso o lembi di coperte impossibili per il corpo diventano abiti.
www.retalreciclajecreativo.com www.esserini.it
ESSERINI "Our little creatures are not playthings" claims the caption that goes with the strange objects conceived by the heart of Simona Costanzo and realized by her great creative ingenuity. Her Little Creatures are life-mates, not puppets, silent bearers of universal messages, half way between the materialisation of our sentiments and Linus’s blanket. You can love them at first sight by instinctively choosing the one that looks most like you, or you can get to love them by doing a short test. You can also let fate be your guide and
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choose one as if from a pack of cards... Our number is 42! What about yours? Entirely handmade in Italy, the Little Creatures can be purchased also through the internet. "Simona Costanzo's Esserini are great creations that touch the totemic aspects of humankind" Vera Slepoj - Psychologist and psychotherapist
Retal Reciclaje Creativo
Not only are they 'whims', but also 'recycled' ones. Not only are they 'unique', but also 'inexpensive'. Not 'indispensable' but absolutely 'yours': born as a challenge in the heart of Valencia, Retal reinvents garments regardless of their age, regenerates them, completely changes their original identity, and transforms bits of tapestry, sheets, rice bags or strips of blankets into clothing that would be otherwise absurd wear for the body.
Nanotex è un tessuto innovativo, waterproof, capace di trasformare una delicata seta in un tessuto così resistente da essere utilizzato tutti i giorni. Composto da particelle che sono un milione di volte più piccole di un granello di sabbia, permette una perfetta traspirabilità della pelle ed il risultato ottenuto è: una miglior vestibilità, comfort e un generale arricchimento del capo. Senza alterazioni delle sue caratteristiche essenziali. È già iniziato il suo utilizzo nelle collezioni moda, Suzanne Lee, direttore creativo di Hamish Morrow, lo ha già impiegato nella collezione primavera/estate 2006.
Quant'è difficile trovare dei calzini decenti? SOX-POPULI.COM è un progetto commerciale, nato dall'idea di Helen Cooke e Elaine Golding, dai risvolti assolutamente creativi. Un negozio online dedicato interamente a calze e calzini, fra i tanti: Richard James, Pantherella, Corgi, Calzificio De Pio, MiniSock, etc. etc.
Quattro generazioni di lavoratori, mastri calzolai italiani. Il classico con un tocco moderno che sa incontrare il mercato ed il gusto per l'innovazione. Endless, marchio di calzature lanciato da Premiata, ci riporta agli albori di questa azienda che sa rivalutare il proprio passato proiettandolo in questo frenetico oggi. Da godere nel tempo libero come nella quotidianità, queste scarpe si distinguono per il forte impatto qualitativo e stilistico. Le linee slanciate e assottigliate danno la giusta riconoscibilità all'oggetto, le sofisticate lucidature delle tomaie ed i colori scelti per la stagione - dal marrone fino al sabbia neutro - contribuiscono a far presto risaltare il marchio. Scarpe di qualità dal tipico tocco italiano.
www.premiata.it www.sox-populi.com
Nanotex Nanotex is a innovative waterproof fabric with the power of transforming delicate silk into a resistant material for everyday wear. Made up of particles a million times smaller than a grain of sand, Nanotex lets the skin breathe, enriches garments and provides better wearability and comfort without altering their main features. The fabric is being employed in fashion collections, and Suzanne Lee, Hamish Morrow's creative director, has already used it for the maison's 2006 spring-summer collection.
Sox Populi How hard is it to find decent socks? SOX-POPULI.COM is a definitely creative commercial project from an idea by Helen Cooke and Elaine Golding. An online shop entirely devoted to socks and stockings. Among others: Richard James, Pantherella, Corgi, Calzificio De Pio, MiniSock, etc.
Endless
Four generations of craftsmen, skilled Italian shoemakers. Classic footwear with a modern touch that can meet both clients' demands and their taste for innovation. ENDLESS, the footwear brand launched by Premiata, brings us back to the origins of a firm that can revalue their past by projecting it into the frantic world of today. Suitable both for leisure and daily wear, Premiata shoes excel in quality and style; the unmistakable features of the slender, tapering design, the sophisticated polishing of vamps in colours chosen to match all seasons - from brown to neutral sand - make the brand outstanding. Quality footwear with a typically Italian touch.
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Editorial
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News
Me Too: to meet Treviso 32-33
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Casey Vidalenc
Polo Shirt 13-18
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Mattori Report 20-21
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Chiodo 25-27
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Romano Abate
Melissa
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Nineteen48
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Flash Back: the face '85
Stefano Bi
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Ascoltare
Nero3 57
from Tokyo: 100% design
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Sfogliare
Designers and Agents 59
from London: V&A Museum
Seal Kay Independent 45
from Tokyo: Lift Etage
from Spain
Communication: Meltin'Pot 54-55
Olimpias 42-43
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50-51
from Lisbon: Lisboa Fashion Week 52
Diesel Bags: Rubens 38-39
Tumi
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L'oggeto Magico ed Emozionale
Roberto del Carlo 36
Valeria Cremonese
19
Wrangler
30-31
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Leggere
Pitti Immagine 2006 61
Trippen
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Le Book
#10
five years and ten iusses of formation, information &
Intro Art 29
Il Bisonte 48-49
Fairs 63
communication!
It’s business but it’s cool! Premium Exhibitions present a range of men’s and women’s wear, progressive street fashion, luxury sports wear, designer denim, accessories and international designers, with a focus on quality and exclusivity. Attracting thousands of visitors from all over the world, Premium’s Berlin location acts a strategic meeting point for the European market and as a gateway to the northern and eastern European, and Asian markets. From the selection of its exhibitors to the architecture of its venues, Premium inspires and sets new standards in the trade show industry.
Autodefinitisi raccoglitori di cose da poco, creatori autodidatti, "bricoleurs" fai-da-te, l’inglese Gareth Casey e il francese Philippe Vidalenc creano e confezionano a mano le loro collezioni nel laboratorio che hanno a Parigi. Da lontano, un capo Casey Vidalenc può sembrare "basico" tuttavia uno sguardo più ravvicinato rivela l’incredibile contrasto di toni scuri con inserti di intensi motivi floreali antichi, o righe classiche rattoppate da strisce ricamate di brillanti tessuti stampati. Una fodera patchwork di seta, un’altra viola per far risaltare tonalità khaki, cuciture di colore contrastante, un’etichetta appena fuori posto: dettagli che danno carattere e valore ad ogni creazione Casey Vidalenc. A chi non spreca, nulla manca. La Casey Vidalenc raccoglie tutti i suoi tessuti: usati, riciclati, vecchi o nuovi, in grosse partite o in quantità limitate. Tutte le stoffe vengono stoccate per essere usate per la collezione del momento o per quelle future. Quando viene il momento di creare degli abiti si comincia a "giocare". I colori, a ciascuno dei quali è stato assegnato un numero, vengono mescolati e abbinati, e gli stilisti creano nuovi indumenti componendo man mano che procedono. Nulla va sciupato o gettato via. Anche i ritagli vengono mescolati
e cuciti insieme per offrire nuove suggestioni creative. Il patchwork, per il quale sono famosi, è semplicemente il risultato dell'uso dei ritagli. Creazione pratica. Casey e Vidalenc descrivono il loro lavoro come "design di abiti spontaneo e pratico". Una volta che gli abiti sono stati confezionati, inizia un processo rigoroso e tutto fisico di tintura, sovratintura e ritintura; i capi subiscono la nobilitazione dei lavaggi, il patchwork ed il ricamo. Le loro lavatrici, affettuosamente chiamate Greta e Olga, sono a quanto pare sempre al lavoro. Gli stilisti paragonano il loro processo creativo al cucinare: "buoni ingredienti, qualunque cosa purché di stagione, una ricetta di base, poi il dosaggio e l'amalgama degli ingredienti, infine la cottura. A una buona zuppa non si può dare esattamente lo stesso sapore ogni volta". Consumare e aggiustare. Un abito Casey Vidalenc viene confezionato, logorato, infine aggiustato. Viene usato e maltrattato, consumato e strappato, sottoposto a processi di lavaggio e di tintura. Poi, proprio quando le cuciture iniziano ad aprirsi, si comincia a riparare il danno con rattoppi e nuove cuciture, conferendo ai capi un aspetto ed un gusto che stimolano la fantasia e il ricordo. Ma c'è dell'altro! Mentre la loro popolarità cresce Casey e Vidalenc restano abbastanza distaccati dal fashion, poiché essi creano e fanno ciò che loro piace. Ampliando i propri orizzonti e industrializzando la produzione la Casey Vidalenc è certamente riuscita a conservare un’estetica artigianale. Spontaneità, desiderio di creare e felicità sono visibili in ogni fase del processo creativo. La particolarità di Casey Vidalenc si rivela in questi semplici piaceri e nel grande senso dell'umorismo. "Facciamo quello che ci piace, ci piace quello che facciamo, e speriamo piaccia anche a voi!"
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Consumare e aggiustare. Un abito Casey Vidalenc viene confezionato, poi logorato, infine aggiustato.
Wear and repair. A Casey Vidalenc garment is made, they destroy it, then repair it.
Self proclaimed magpie collectors, self taught "crĂŠateurs", and hands on do-it-yourself "bricoleurs", Englishman Gareth Casey and Frenchman Philippe Vidalenc create and handcraft their collections in their Paris workshop.
A Casey Vidalenc garment from afar may seem basic, yet a closer look reveals an unlikely contrast of dark tones of with insets of vivid antique floral patterns or classic pinstripes patched together with embroidered strips of vibrant prints. A silk patchwork lining, a bright purple lining to set off shades of khaki, stitching in a contrasting color, the off-set placement of a label: such details give character and depth to every creation of Casey Vidalenc.
Waste not, want not. Casey Vidalenc collects all of their own fabrics: used, recycled, old or new, in bulk or limited quantities. All of the fabrics are then stocked, whether they are to be used in the present collection or to be brought out another day. When the time comes to make some clothes, they begin to "play". With a mix and match color by number game, they create new garments, composing as they go along. Nothing goes to waste or is thrown away. Even the off-cuts get mixed and patched together offering new creative suggestions. Patchwork, for which they are widely known, is simply the outcome of using up scraps. Hands-on. Casey Vidalenc describes their work as "Spontaneous, hands on, clothing design". Once the garments have been constructed, so commences a rigorous and very physical process of dyeing, over-dyeing and dyeing again, lots of washing, patchwork, and embroidery. Their so lovingly named washing machines Greta and Olga are apparently at work non stop. They compare their creative method to cooking: "good ingredients, whatever's in season, a basic recipe, then the measuring out and mixing of the ingredients and the cooking. Like a good
soup you can never make it taste exactly the same every time". Wear and repair. A Casey Vidalenc garment is made, they destroy it, then repair it. It's used and abused, worn and torn, and goes through their washing and dyeing process. Then, just as the seams are about to split open, they begin to repair the damage by using patchwork and overstitching, giving the garments a look and feel that evokes the imagination and memory. More, please! With their popularity on the rise, Casey Vidalenc is quite disconnected from "fashion", simply creating and doing what they enjoy. As they have broadened their horizons and industrialized their production Casey Vidalenc have certainly managed to maintain their hand crafted aesthetic.
Spontaneity, the desire to create, and happiness are visible at each step of their creative process. The particularity of Casey Vidalenc is revealed in these simple pleasures and their great sense of humour: "We do what we like, we like what we do, and we hope you like it too".
www.caseyvidalenc.com
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HISTORY OF THE POLO SHIRT L'origine di questo particolare capo si deve tanto ad un gioco antico ed esclusivo come il Polo quanto ad uno sport elegante come il Tennis; dovremo rivolgerci ad entrambi infatti per poter comprendere i diversi momenti dell'evoluzione della polo e giungere alla sua attuale definizione. Dall'antica Persia fino al "Pulu" tibetano (tipica palla di legno) la pratica continua di questo gioco ha appassionato le più diverse popolazioni e ben presto ha trovato svariati estimatori tra le fila delle colonie britanniche in India. Largamente praticato proprio durante il periodo vittoriano il Polo venne ufficialmente inserito tra gli sport nazionali inglesi e la sua rapida diffusione portò allo sviluppo di un abbigliamento dedicato ai suoi giocatori; in principio dunque sopra ai classici calzoni di flanella bianca, sotto ai maglioni, venne adottata una maglia di colore bianco dal collo diritto; poi per i giocatori a cavallo, si poneva la necessità di abbottonare il colletto alle maglie, per evitare che fastidiosamente questo finisse sul loro volto. E per decine di anni questa maglia dalle maniche lunghe, con il colletto ripiegato verso il basso, caratteristicamente abbottonata per una spanna, in senso verticale dal collo in giù, fu l'uniforme delle sfide sui campi del Richmond Park e di Hurlingham. Quando durante il primo trentennio del secolo scorso ai giocatori di Tennis veniva ancora richiesto di indossare maglie a maniche lunga e cravatte, il pluricampione René Lacoste introduceva l'utilizzo di queste maglie bianche da polo, nella versione a manica corta. La maglietta infatti, nel disegno originale dello stesso Lacoste (vedi foto), si presentava in piqué bianco, con un piccolo colletto a coste, ripiegato e con le maniche corte anch'esse bordate a coste; mostrava, già al primo sguardo, l'introduzione di un accorgimento assolutamente innovativo, aveva questa maglia infatti il lato posteriore appena più lungo di quello anteriore per permetterle di rimanere ben rimboccata nei pantaloni, anche nei movimenti più ampi e bruschi. "Le Crocodile", tale era soprannominato René Lacoste dai giornalisti, per la sua tenacia sui campi da tennis nel non mollare mai la preda, fu la scelta del ricamo da inserire come logo su queste confortevoli maglie, al momento della loro produzione industriale nel 1933. Pochi anni più tardi, il primo inglese a vincere il torneo di singolo a Wimbledon, Fred Perry in società con l'ex-calciatore austriaco Tibby Wegner cominciava la produzione delle tipiche magliette con la coroncina d'alloro ricamata sul petto.
Showcas
e
FOTO: Carlo Zuccarello TXT: Mug Project
Le Fred Perry in breve verranno indossate tanto dai campioni di tennis sui campi da gioco quanto dai personaggi del cinema, dello spettacolo e del mondo politico inglese ed americano. In pochi anni questo capo uscito dai campi da gioco, non solo del tennis e del Polo, si evolve in uniforme sportiva anche di altri discipline, quali il rugby ad esempio ed arriva negli anni sessanta a vestire gli stessi "Mods" per le strade londinesi. E mentre Sergio Tacchini introduce i colori nella produzione mondiale dell'abbigliamento tennistico, lo stilista americano Ralph Lauren individua come sinonimo di classe e aristocraticità intrinseca il simbolo del Polo, il giocatore a cavallo, ed oltre a dare il nome di questo sport al suo prodotto, lo sceglie come logo da apporre sulle sue polo-shirt e su tutti i capi della sua linea. Il successo di un capo come la Polo, cominciato molti anni fa, non ha conosciuto finora sensibili inversioni di tendenza e non accenna minimamente ad esaurirsi quanto piuttosto esso fa assurgere ogni giorno di più questa, che ha dimostrato di essere molto di più di una maglietta, ad icona di stile, eleganza e sportività a qualsiasi livello.
The origins of this special shirt can be traced to an ancient and exclusive sport like polo and to an elegant one like tennis, both of which must be taken into consideration to understand the various stages in the evolution of the polo shirt and its present-day definition. From the ancient Persians to the Tibetans with their 'pulu' (a typical wooden ball), different peoples have endlessly practised polo and found it exciting, including British colonists in India, many of whom soon developed a partiality for it. Widely practised during the Victorian Age, polo was officially included among national British sports; its rapid spread led to the tailoring of clothes exclusively devoted to polo players. A white shirt, with a stand-up collar to be worn under sweaters, was first adopted to match the classic white flannel trousers; later on, mounted players found it necessary to button down their high stand-up collars to the shirts to prevent them from covering their faces. For quite a few decades the long-sleeved white shirt, with a down turned collar typically buttoned for a hand's span below the neck, was the uniform in matches on Richmond Park and Hurlingham playing fields. In the first 3 decades of the XX century, when tennis players were still required to wear long-sleeved shirts and ties, champion René Lacoste introduced the use of short-sleeved shirts. In fact, in the original design by Lacoste, the shirt came in white piqué, with a small down turned ribbed collar and short sleeves with a ribbed edge. At a first glance the shirt showed an absolutely innovative detail; its back was in fact a bit longer than the front, to allow permanent tucking into trousers, no matter how sharply the player moved. So determined was René Lacoste never to give in on the tennis court, journalists nicknamed him ‘Le crocodile'; an episode which accounts for the choice of the embroidery on his comfortable shirts, their logo since they were industrially made in 1933. A few years later, Fred Perry, the first English winner of prestigious men's singles at Wimbledon, entered into a partnership with Austrian ex footballer Tibby Wegner and started the production of shirts with a small laurel wreath embroidered on the front. Fred Perry shirts were soon to be worn by tennis champions, by film and show-business stars as well as by English and American personalities in the world of politics. Born on tennis courts and polo fields, the shirt was soon adopted as a uniform in rugby and other sports, to the extent that in the '60s the ‘Mods' themselves wore it in London streets. If Sergio Tacchini introduced the coloured shirt in tennis wear, American stylist Ralph Lauren, besides calling the shirt 'polo', chose a mounted player, the typical image of polo and an upper-class status symbol, as the logo to be embroidered on its front and on all the items of his line. The polo shirt has never ceased to enjoy the success it started to have many years ago, the success that has made it an icon of style, elegance and sportsmanship.
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Dopo la reinterpretazione dei Levi’s jeans e dei parka Monclèr il marchio Junya Watanabe Comme des Garçons Man intraprende l’iconica collaborazione con Lacoste; lo stilista giapponese questa volta ha letteralmente de-costruito e rielaborato le classiche polo francesi, ridotto delle extra-lacoste in taglie medie lavorando con inserti in poliestere, pince e rimodellandone lo stesso tessuto fino a variarne la posizione del logo.
Ancora oggi Lacoste produce queste polo rigorosamente in cotone piqué, un tessuto che deve la sua popolarità all’enorme successo di queste maglie; esse mantengono, anche nella versione a manica lunga, la tipica caratteristica del colletto a coste, e vengono proposte in un’ampissima gamma di colori. Immancabile ovviamente, sul pettorale sinistro, il “coccodrillo” ricamato.
www.lacoste.com
Lacoste still makes polos of cotton piqué, a fabric which owes its vast popularity to the great success of the shirt. The version with long sleeves also has the typical ribbed collar and is proposed in a wide range of colours. The embroidered crocodile never fails to appear on the left front.
After reinterpreting Levi’s jeans and Monclèr parkas, Junya Watanabe Comme des Garçons Man started their iconic collaboration with Lacoste. The Japanese designer has on this occasion de-constructed and reelaborated the classic items by downsizing 'Extra Large' Lacoste shirts to ‘Medium’ through darts and polyester insertions and by remodelling the very fabric including a different positioning of the logo.
LACOSTE 14
Mentre la già nota partnership tra Fred Perry e Comme des Garçons vede addirittura un’espansione della linea che spazierà dagli accessori alle borse, fino alle scarpe, viene introdotta l’operazione “Blank Canvas”: l’azienda inglese ha infatti eccezionalmente invitato alcuni talentosi designer a combinare il loro stile creativo con il “classico” modello polo. Per questa prima collaborazione Paul e Vinti Andrews, hanno applicato (è proprio il caso di dirlo) la loro particolare tecnica di stampa sulle polo Slim Fit in cotone piqué di Fred Perry.
As the already existing partnership between Fred Perry and Comme des Garçons expands the line ranging from accessories to bags and footwear, the British firm is developing ‘Blank Canvas’, a new project in which talented designers are requested to devote their creative skills to the classic polo model. Paul and Vinti Andrews have started their collaboration by applying their special printing technique to Fred Perry’s cotton piqué ‘Slim Fit’ polo shirts.
Made of cotton piqué in an open honey comb stitch knit, the classic Fred Perry polo has two stripes on the ribbed collar and sleeves, and the embroidered laurel wreath logo (which is a symbol of the British tennis champion) on the left breast. A favourite of the Mods, the shirt has also become an icon of British popular culture, defining the unique relationship between sports wear and street wear.
www.fredperry.com Fatta di maglia di cotone piqué lavorato a nido d’ape, la classica polo Fred Perry ha due righe sul colletto e sulle maniche a coste e, sulla parte sinistra del petto, il logo con il serto di alloro ricamato (simbolo del campione di tennis britannico). Una delle preferite dei Mods, la maglietta è anche diventata un’icona della cultura popolare britannica, dando vita a un rapporto unico tra l’abbigliamento sportivo e di strada.
FRED PERRY 15
Senza contare le trentacinque operazioni richieste per la finitura di questi capi di maglieria, un indumento John Smedley consta di circa 1.206.000 punti. Prodotta in Nuova Zelanda da allevatori specializzati sui pascoli montani della parte meridionale del paese, la lana merino è naturalmente morbida, ricca e calda; e ha l’ulteriore vantaggio di poter esser lavata a macchina.
John Smedley, le cui origini risalgono alla fine del XVIII secolo, è l’esempio classico di maglieria inglese di lusso. La polo Smedley, con 30 di finezza, è una ottima maglia ultraleggera che raramente altri producono. Una volta fatti, il corpo e le maniche della maglia vengono accuratamente assemblati a mano con cuciture impeccabili.
Apart from the 35 operations that take place in the finishing of this knit wear, a John Smedley garment contains approximately 1,206,000 stitches. Bred in New Zealand by selected growers on the Alpine pastures of the South Island, the merino wool is naturally soft, sumptuous, and warm; and has the added advantage of being machine washable. With origins dating back to the end of the 18th century, John Smedley is the classic example of luxury English knit wear. The Smedley polo is an ultra lightweight fine knit, usually 30 gauge, and rarely produced by others. Once the body panels and the sleeves are knitted they are carefully hand stitched together to create impeccable seams.
www.johnsmedley.com
JOHN SMEDLEY 16
All’alba dei suoi 40 anni il marchio propone con Authentics la fedele riproduzione delle felpe e delle polo indossate da campioni di tennis come Mc Enroe, Connors, etc. durante le indimenticabili sfide degli anni 70 e 80 nei tornei più prestigiosi: campiture nitide di colore, precise, delimitate dalle tipiche due righe di Sergio Tacchini. Un percorso cominciato sulla terra rossa, compiuto al fianco dei più grandi interpreti della storia dello sport, che ha interessato negli anni moltissime discipline: dallo sci al golf, dal tennis alla vela.
The classic polo of the Italian sportswear label Sergio Tacchini is made of 100% cotton, has a ribbed collar with 2 stripes, 2 personalized buttons on the front opening, embroidered logo on the left breast, and elasticized cuffs on the long sleeves.
www.sergiotacchini.com The 40-year-old brand now proposes Authentics, a faithful reproduction of sweat shirts and polos worn by champions like McEnroe, Connors etc. in their unforgettable matches of the ‘70s and ‘80s: a neat, precise colour background bordered by Sergio Tacchini’s two typical stripes. The brand first appeared on tennis courts, side by side with the greatest protagonists in the history of sport, and has influenced a good many disciplines: from skiing to golf, tennis and sailing. La polo classica del marchio di abbigliamento sportivo Sergio Tacchini è di puro cotone, ha il colletto a coste con due strisce, due bottoni personalizzati sull’apertura davanti, il logo ricamato sulla parte sinistra del petto e i polsi elasticizzati sulle maniche lunghe.
SERGIO TACCHINI 17
E proprio nell’ambito della produzione di abbigliamento sportivo, alla classica polo di uso “rugbistico” Robe di Kappa affianca la “Kombat Rugby” adottata dalla stessa nazionale italiana. Una maglia derivata direttamente dalla popolarissima Kombat da calcio, che abbandona definitivamente le caratteristiche della polo, adottando dettagli di elevatissimo livello tecnico; realizzata in una particolare combinazione di fibre e progettata sulla struttura della massa muscolare, la Kombat presenta addirittura delle strisce siliconiche sulla zona pettorale e addominale per aumentare la presa del pallone. www.basicitalia.com A symbol of unisex, informal, casual wear in Toscani’s advertising campaigns of the ‘70s, the Robe di Kappa polo shirt has only been made in piqué: classic fit shirts, the women’s line in stretch knit, and the models that have almost become historical, inspired from rugby, in heavy jersey with stripes, rubber buttons, collar, gabardine flap closing, and small side vents.
Simbolo del casualwear, dell’unisex e del vestire in libertà durante gli anni 70, nelle campagne di Toscani, la polo Robe di Kappa non ha mai smesso di essere in piqué: maglie dalla vestibilità classica, linee stretch per la donna e modelli ormai divenuti storici, di ispirazione rugbistica, in heavy jersey con tanto di righe, bottoni in gomma, collo e finta in gabardine e spacchetti laterali.
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To twin its classic rugby polo Robe di Kappa has enriched its sportswear production with ‘Kombat Rugby’, adopted by the Italian national team. Directly drawn from popular football Kombat, the shirt leaves aside the typical features of a polo and is characterised by innovative technical details. Designed to fit a muscular body, Kombat is made of a special combination of fibres and has silicone rubber insertions on the upper and lower front to allow a tighter hold on the ball.
ROBE DI KAPPA
Scoprendo/Discovering
Valeria Cremonese
MUG: Qual è la sua definizione di "bellezza" e "stile" e quale tipo di materiali e lavorazioni utilizza per esprimere il "suo" stile? VALERIA CREMONESE: "Bellezza" e "stile" uguale libertà di scegliere il proprio abito senza avere "paletti" o "costrizioni" dettate dalla moda del momento; questo lo si avverte tra gli adolescenti davanti ad una qualunque scuola, ma siamo i primi, noi adulti, a non dare il giusto esempio del modo diverso di esprimersi. Peccato che con la nostra paura e, a volte, con la nostra scarsa personalità, non riusciamo ad essere comunque noi stessi con prodotti non griffati. Per questo motivo scelgo materiali derivanti il più possibile dalla natura, in quanto da essa si possono avere ispirazioni sempre nuove e diverse, pur rimanendo sempre attuali. Ad esempio: cotone ecologico, trattamenti "con il vino", tecno-cachemire (morbido e confortevole), trattamenti su maglia o tex con aloe (aloe terapia, iono terapia ecc...) MUG: Su che approccio e su quale concetto si basa il suo stile? VAL. C.: Lo stile si basa sulla donna che vuole sentirsi realmente bene con se stessa, non dimenticando il comfort del proprio abbigliamento e senza tralasciare varie caratteristiche quali: eleganza, romanticismo, un pizzico di sensualità ecc. Tutte cose che noi donne cerchiamo nell'abbigliamento per piacerci e, al tempo stesso, piacere; uno stile che si può leggere subito e allo stesso tempo dura.
N_ Valeria Cremonese
W_ www.valeriacremonese.com
PH_ Valeria Cremonese TXT_ Megan Huntz
MUG: What is your definition of 'beauty' and 'style', and what kind of materials and processes do you use to express your own style? VAL. C.: 'Beauty' and 'style' mean being free to choose your clothing without the restraints of current fashion. This can be seen in teenagers standing in front of a school; it is us adults, first of all, who don’t set a good example when we give up looking for different ways of self expression. Unfortunately, our fear and lack of personality prevent us from being ourselves when wearing non-designer clothing. This is the reason why I mostly choose materials of natural origin; in fact, nature provides us with ever new and different suggestions while enabling us to be up-to-date. For example: organic cotton, 'wine' treatments, (soft and comfortable) techno-cashmere, aloe treatments for knitwear or fabrics = aloe therapy, iontophoresis etc…
"I would like to define my collection as research on expressiveness"
MUG: On what approach and concept is your style based? VAL. C.: My style is centred on the idea of a woman who is happy with her own image, who cares for comfortable clothing as well as for elegance, romance, a touch of sensuality etc., all that women look for in clothing, to like themselves, and at the same time to be admired. An easily readable, durable style.
MUG: Vorrei definire la sua collezione "fresca", "espressiva" e "senza età", con uno stile definito ma senza essere "trendy" e senza la rigidità del classic dressing… VAL. C.: Definisco la mia collezione una "collezione di ricerca espressiva"; mi piacerebbe che chi indossa i miei capi potesse, grazie ai materiali utilizzati, comunicare in modo naturale la sua personalità. É pretendere troppo?
MUG: I would like to describe your collection as 'fresh', 'expressive' and 'ageless', with a clear-cut but never trendy style, lacking the strict rules of classic dressing... VAL. C.: I would like to define my collection as research on expressiveness; thanks to the materials I use, I would like women who wear my items to be able to naturally express their personality. Am I too demanding?
MUG: Ritiene che la maniera di vestirsi delle persone stia cambiando? VAL. C.: No, non sta cambiando la maniera di vestirsi. Quelli che cercano di farlo sono ancora pochi, e lo fanno traendo ispirazione dal loro modo di vivere (famiglia, viaggi, vita di tutti i giorni…).
MUG: Do you think that people's way of dressing is changing? VAL. C.: No, people are not changing their way of dressing. Those who try to do so are still few, and draw their inspiration from their way of living (family, trips, everyday life…)
MUG: Come intende portare avanti la linea "Valeria Cremonese" in futuro? VAL. C.: Intendo portare avanti la linea non ritornando sui miei passi per adulare persone che non hanno mai creduto in me, che pensano che rincorrendo stili diversi si possa trovare il giusto riconoscimento per la moda attuale. Tengo in seria considerazione le critiche (positive o negative) di chi indossa i miei abiti; porto avanti la linea con lo stile che più mi si addice, che più ho cercato di fare mio e che più sento. Così facendo la mia moda sarà sempre varia e non legata ai soliti dettami.
MUG: How are you going to develop the 'Valeria Cremonese' line in the future? VAL. C.: I'm going to further develop my line; I'm certainly not going to turn back to older ideas to please people who have never believed in me and who think that present-day fashion can be appreciated simply because it pursues different trends. I always take into great consideration the criticism (whether positive or negative) of those who wear my items of clothing; I go ahead with my line following the style that I have tried to develop, as I find it most befitting and feel it my own. I am confident that my line will always be wide-ranging and free from the restraints of set ideas.
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L'arte e l'architettura influenzano sensibilmente la ricerca nell'ambito dell'aspetto materico delle superfici. Un attento osservatore può cogliere gli elementi che da puri concetti estetici si trasformano in finiture di materiali da utilizzare per superfici sia per l'abbigliamento che per l'arredamento.
Research on the material aspect of surfaces is greatly influenced by art and architecture. A careful observer can catch the elements which, from pure aesthetic concepts, are turned into finishing materials for surfaces both in fashion and in interior design.
DECOMPOSITION Il fascino del tempo che modifica le cose con estrema lentezza creando nuovi aspetti alle materie.
The fascination of time very slowly changing things and giving materials new looks.
Scena 1 Un video realizzato da Micheal Snow e Sam Taylor-Wood presentato al MOMA di New York a ottobre 2005. Un cesto di frutta viene ripreso dalla telecamera per tutta la durata della sua DECOMPOSIZIONE. Con estrema lentezza la superficie dei frutti, i colori e le forme mutano l'aspetto originale per assumere una nuova consistenza. La LENTEZZA del decomporsi permette alla materia di trovare nuove dimensioni.
Scene 1 A video realised by Michael Snow and Sam Taylor-Wood displayed at the New York MOMA in October 2005. A basket of fruit is filmed with a telecamera throughout its DECOMPOSITION. The surface of fruits, their colours and forms very slowly change their original aspect and take on a new one. the decomposition is SO SLOW that it allows matter to find new dimensions.
Scena 2 Giacche appese sulle strade di Helsinky. Settembre 2005. Un'installazione d'arte dell'artista Kaarina Kaikkonen. Giacche che sotto il sole, la pioggia e il vento mutano il proprio colore. Le tinte si DECOMPONGONO. Il peso si ALLEGGERISCE. Le forme si ALLUNGANO. È una decomposizione apparentemente perfetta. Dall’estetica sofisticata.
Scene 2 Jackets hanging in the streets of Helsinki. September 2005. An art installation by Kaarina Kaikkonen. In the sun, rain and wind the jackets change their colour. The colours DECOMPOSE. Their weight LIGHTENS. Their form LENGTHENS. A decomposition that appears perfect, and an aesthetically sophisticated one.
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Mattori
R epor t
Concept by Orietta Pelizzari e Matteo Bardi www.mattori.it
DEMATERIALISATION L’architettura contemporanea si DEMATERIALIZZA.
Contemporary architecture is DEMATERIALISING.
Gli edifici cercano di non ingombrare l'ambiente in cui sono costruiti. La sensazione estetica è di estrema LEGGEREZZA. Le linee geometriche dell’edificio si assottigliano per fondersi con l’ambiente. I materiali utilizzati quali il VETRO, l'ALLUMINIO, il PLEXIGLASS assumono finiture traslucide ed opaline. Il risultato è quello di una superficie architettonica SOFFICE e LEGGERA, Quasi INCONSISTENTE. Edifici dall'apparente assenza di peso inseriti in città piene e pesanti. Una nuova immagine per il FUTURO. Edifici LEGGERI da Scaldare con l'arredo e con la presenza di coloro che ci vivono.
Buildings are made so as not to clutter up the environment in which they are built. The resulting aesthetic effect is one of extreme LIGHTNESS. The geometric lines of a building become thinner and merge with the environment. The materials employed, such as GLASS, ALUMINIUM, PLEXIGLAS provide an opaline, translucid finish. As a result the architectural surface is LIGHT and SUPPLE, almost on the verge of FLIMSINESS. Seemingly weightless buildings in heavily cluttered cities. A new image for the FUTURE. IMMATERIAL buildings to be warmed by furniture and the presence of dwellers.
Uno scorcio della New York di oggi. A view of contemporary New York.
Carlos Garaicoa, Untitle 2004, gelatin silver print, threads and pins.
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N__ Tumi
W_ www.tumi.com
PH__ Tumi TXT__ Paolo Vitale
Comprendere i bisogni dell’uomo in movimento e rispondere alle sue esigenze con soluzioni sempre innovative per il semplice piacere di viaggiare: da trent’anni Tumi mantiene una linea di eccellenza nella costruzione di un prodotto noto per la sua robustezza e funzionalità, dando continuamente prova di sobrietà ed eleganza. L’ultima iniziativa in casa TUMI ha il sapore di una sfida ad alta velocità. Il marchio di valigeria leader nel mondo del business travel firma un accordo di licenza triennale con DUCATI, storica casa motociclistica italiana e propone una prima collezione di otto articoli da viaggio dove il classico nero di Tumi si fonde al mitico rosso Ducati per creare borse di altissima qualità ed accessori dall’appeal tecnico. Trolley, zaini e borse portadocumenti di grandi qualità dedicati ai businessman ed agli amanti delle due ruote, dotati di stile e personalità, debutteranno a febbraio 2006 in 500 negozi già della rete Tumi e Ducati affiancati da una selezione dei principali department store nel mondo. A rafforzare maggiormente questo riuscito incontro, l’accordo con la casa bolognese prevede anche una sponsorizzazione del Team Ducati Corse impegnato nel Moto-GP 2006. Questa nuova linea va ad affiancare le dieci già prodotte dal marchio americano e continua a puntare su innovazioni tecniche, funzionalità del design e materiali sofisticati. Dall’utilizzo dell’alluminio e di particolari nylon brevettati fino alla creazione di specifiche maniglie in grado di sopportare carichi e pesi superbi, dalle ruote testate e ritestate per garantire perfetta scorrevolezza agli accorgimenti per la “tracciabilità” del proprietario dei bagagli. Un’attenzione costantemente rivolta a chi gira il mondo 365 giorni l’anno. Perché la cultura del viaggio gira attorno a Tumi e trova in essa un punto fermo.
Un’attenzione costantemente rivolta a chi gira il mondo 365 giorni l’anno.
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To understand the needs of those whose professions or convictions demand that they organize their lives out of a suitcase, and to meet the requirements of the simple pleasure of travelling through ever innovative solutions, Tumi has for thirty years kept a very high standard in the development and production of their smart, robust and functional articles. TUMI’s latest initiative has the taste of a high speed challenge. This renowned brand in the world of business travel has signed a three-year agreement with historical motorbike manufacturers DUCATI, and will launch a new collection of eight travel products in which Tumi’s classical black merges with Ducati’s mythical red, creating high quality bags and accessories of great technical appeal. Highly sophisticated Wheel-A-Ways (trolley)s, backpacks and dabags devoted to businessmen and bikers as well will make their debut in February 2006 at 500 Tumi and Ducati shops, supported by a selection of world-renowned department stores.
Deeply rooted in travel culture, Tumi always devote their creativeness to people who tour the world all year round.
To strengthen their successful collaboration, the agreement with the Bologna-based firm includes a sponsorship of the Ducati Racing Team engaged in the Moto-GP 2006.. The new line follows the other ten of the ‘American’ brand, and keeps focusing on technical innovations, design functionality and sophisticated materials. From the use of aluminium and new patented nylon fabrics to the creation of robust handles to carry heavy loads, from the repeatedly tested wheels to secure smooth rolling to devices to make luggage owners traceable. Deeply rooted in travel culture, Tumi always devote their creativeness to people who tour the world all year round.
N__ Wrangler
W_ _ www.wrangler.com
PH_ _ Wrangler TXT_ _ Megan Huntz
La collaborazione tra il marchio americano Wrangler e il designer giapponese Minoru Watanabe è nata dalla comune passione e l’interesse per il denim autentico. Il loro sodalizio ha portato alla creazione della linea Blue Bell by Wrangler, un'edizione limitata impegnata a reintrodurre prodotti autentici che riflettano la tradizione del marchio. Il modello 11MW, che risale al 1952, rappresenta uno stile di jeans che ha costituito una pietra miliare nella storia del denim. Con il tempo il modello si è evoluto grazie ai nuovi metodi di produzione sempre più efficienti ed affidabili. Tuttavia le versioni presentano tutte le tipiche caratteristiche di Wrangler, fra le quali i sette passanti per la cintura, il taschino per l’orologio Rodeo Ben e la cucitura a W sulle tasche posteriori, tutti sinonimi dell'evoluzione del denim. Il packaging di questa linea prevede il classico retrotasca giallo con l'immagine di un campione di rodeo degli anni 50, una tradizione tutt’oggi mantenuta da Wrangler. Le versioni originali di questi jeans hanno anche segnato la nascita del famoso logo costituito da un lazo e dal claim <<The Authentic Western Jeans>> (gli autentici jeans western) che appaiono sulla storica etichetta in cuoio posizionata sulla tasca posteriore destra e che rappresentano una delle espressioni più significative nella storia del denim. Dagli anni 20 e fino alla fine degli anni 50, i tessuti sanforizzati robusti e durevoli e le taglie diversificate hanno dato alla linea Blue Bell by Wrangler una posizione concorrenziale nel mercato degli indumenti da lavoro in denim. I Jeans Western “Screw Driver” fanno onore a questo aspetto della storia di Wrangler poiché combinano le qualità dell'abbigliamento western con quelle dei capi specifici da lavoro. Tra i dettagli più interessanti: oltre alle cinque tasche classiche, troviamo quella per il cacciavite e le posteriori foderate a prova di utensile. Particolari ai quali gli intenditori e gli appassionati di jeans sono particolarmente interessati e tuttavia hanno creato un precedente divenuto componente innegabile della cultura popolare.
The collaboration between American brand Wrangler and Japanese designer Minoru Watanabe was sparked by their communal obsession and passion for authentic denim. Together they have created a new collection of limited edition denim for Blue Bell by Wrangler, which is dedicated to re-introducing classic products that reflect the brand's heritage. The 11MW model, from 1952, is a style of jeans that set a milestone in the history of denim. Over time this model has evolved thanks to more effective and reliable production methods. However, all versions retain such Wrangler icons as: 7 belt loops, Rodeo Ben Watch pocket, and the Claw Foot W, which are all synonymous with the evolution of denim. The original versions of these jeans also marked the beginning of Wrangler's famous rolled rope logo which appears on the leather patch on the right back pocket. Also printed on the patch is the phrase <<The Authentic Western Jeans>>, one of the most important phrases in the history of denim. The packaging of this line has an illustration which is also shown on the classic yellow plaster, a photo of a 1950's rodeo champion. The rodeo tradition is carried on by Wrangler to the present day. From the 1920's through the 1950's, sanforized fabrics, proportioned fits, rugged, lasting fabrics and assembly gave Blue Bell by Wrangler a competitive position in the denim work wear market. “Screw Driver Western Jeans" honors this aspect of Wrangler's history by combining western wear and work wear, the two most characteristic traits of Wrangler jeans. Details include classic 5 pocket detailing, a screwdriver leg pocket, and lined tool proof back pockets. These are details only a jeans connoisseur would be concerned with, yet the original Wrangler's set a precendent that is undeniable to popular culture.
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N_ Melissa
W_ www.melissa.com.br
PH_ Melissa TXT_ Megan Huntz
Born in the 70’s from the company Grendene, the world’s leading company in the creation and production of plastic shoes, the brand Melissa has become synonymous with fashion. Attentive to details and trends, Melissa has always related to a young audience. Bold and dynamic with rich colorful creations and unique stylistic interpretations are Melissa's trademark characteristics. Plastic, in the hands of her designers, has acquired a certain status and value, and become their own medium of communication. In the late 90’s, Melissa re-invented herself and rediscovered her talents, by collaborating with internationally recognized fashion designers. Nowadays Melissa continues to invest in this kind of collaboration, working with such designers as the Campana Brothers, Karim Rashid, Gloria Coehlo, Alexandre Herchcovitch, and Judy Blame.
Nato negli anni ’70 da Grendene, la prima azienda al mondo nella creazione e produzione di scarpe in plastica, il marchio Melissa, da sempre rivolto ad un pubblico giovane, nonché attento a dettagli e tendenze, è diventato sinonimo di moda.
This plastic shoe of simple origins is today a cult object, an object of design, and one of the most fascinating icons of contemporary fashion
Audace e dinamico, il marchio offre modelli dai tocchi stilistici unici, in una ricca gamma di colori e, per mano di designers di cui è diventata peculiare mezzo di comunicazione, la plastica ha acquisito valore e importanza. Alla fine degli anni ’90 Melissa si è re-inventato ed ha riscoperto i suoi talenti collaborando con stilisti di fama internazionale, un investimento che tuttora continua nelle collaborazioni con i fratelli Campana, Karim Rashid, Gloria Coehlo,
Herchcovitch, in particular, is a designer who manages to transform the classic into contemporary, simplicity into glamour; and in the last two years has developed several Melissa models with great success. Likewise, Blame, known for creating jewellery of found objects in the days gone by of the Kensington Market, makes him an ideal creative match for Melissa. The London designer inspired by the whimsical and bizarre is now creating Melissa special editions. Sold in over 40 countries worldwide, Melissa is available in boutiques and concept stores on the international circuit of high fashion and design.
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Alexandre Herchcovitch e Judy Blame. Herchcovitch, in modo particolare, è uno stilista che riesce a trasformare il classico in contemporaneo, la semplicità in fascino e negli ultimi due anni ha ideato con grande successo svariati modelli Melissa. Allo stesso modo, Judy Blame, famoso per la creazione di gioielli con oggetti usati ai tempi del mercato di Kensington, costituisce con lui un’ideale combinazione creativa di cui il marchio si avvale. Lo stilista londinese, che si ispira allo stravagante e al bizzarro, si dedica attualmente alla creazione delle edizioni speciali Melissa. Venduto in oltre 40 paesi di tutto il mondo, il marchio si trova nelle boutique e nei concept store del circuito internazionale del design e dell’alta moda.
Strolling through the blooming neighbourhood of Little Collins Street in
Melbourne, Australia, you come across a window labelled
Chiodo
Passeggiando per le strade del fiorente quartiere di Little Collins Street a Melbourne, Australia, in una strada laterale ci imbattiamo in una vetrina che porta la scritta CHIODO. La città fornisce stimoli agli acquirenti che vogliono scoprire qualcosa di nuovo e spinge stilisti indipendenti di varia provenienza a competere con le firme importanti. Andrew CHIODO è tra i primi di questa tendenza della moda ed è considerato uno degli stilisti e proprietari di negozio di moda per uomo più all’avanguardia di Melbourne. La sua tattica sembra essere quella di inserirsi nel mercato non solo con le sue capacità tecniche ma anche con una intelligente scelta dei luoghi.
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CHIODO occupa lo spazio seminterrato del vecchio ufficio postale di Russell Street e si avvicina più a un negozio al dettaglio guerrilla che a una boutique tradizionale. Dalla vetrina sul davanti ci si rende poco conto di quello che il negozio tiene in serbo. In fondo alle scale, tuttavia, c’è un’ampia veduta del seminterrato e dei rinforzi strutturali in acciaio dell’edificio. Aver mantenuto integro lo spazio esistente è stato un fattore importante nella ristrutturazione. Più che quello di un negozio, lo spazio ha assunto l’aspetto di una galleria o di un museo, in cui i capi sono esposti fra oggetti raccolti ed opere d’arte.
Sia come designer che come negoziante, CHIODO si distingue per il tocco anticonformistico caratterizzato da eccentricità ma anche da senso dell’umorismo. L’estetica di CHIODO si evince dall’intero progetto: dagli aspetti architettonici, alla grafica, ai capi. Infrangendo le regole della moda tradizionale e della vendita, CHIODO supera termini quali marchio e identità. Fondendo continuamente ogni aspetto del design ed esprimendo il suo messaggio creativo, CHIODO riesce a dar vita a un’esperienza di vendita "antivendita".
Strolling through the blooming neighbourhood of Little Collins Street in Melbourne, Australia, you come across a window labelled CHIODO in a tucked away side street. The city inspires shoppers who want to discover something new and encourages independent designers from near and far to challenge big name shopping. Andrew CHIODO, is at the forefront of this fashion movement; and he is regarded as one of Melbourne's most cutting edge designers and shop owners of homme couture. His tactics seem to tap into a market not just with "know-how", but also "know-where".
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CHIODO occupies the basement space of the old Postal Hall on Russell Street, which is closer to guerrilla retail than a traditional boutique. From the front window there is little indication of what lies below the surface. At the bottom of the stairs, however, there is a sweeping view of the basement floor and the structural steel bracing of the building. Maintaining the integrity of the existing space was an important factor in the renovation. More so than a shop, the space takes on the feeling of a gallery or a museum with displays of garments surrounded by art and found objects.
As both designer and retailer, CHIODO is distinguished by unconventional touches that are often quirky and have a sense of humour. The CHIODO aesthetic is visible throughout the entirety of the project from the architecture to the graphics to the clothes. As he breaks the rules of traditional fashion design and retail, CHIODO surpasses words like "branding" and "identity". Seamlessly merging all facets of design and expressing his creative message, CHIODO manages to provide an "anti-retail" retail experience.
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kyo From To
LIFT ETAGE LIFT ETAGE ha aperto a Tokyo il 28 febbraio 2004. Questo negozio unico trasmette un messaggio forte ai suoi clienti, ed è motivo di diletto per gli appassionati di moda grazie ai circa 20 marchi accuratamente selezionati e all'interessante atmosfera. L'idea di LIFT è di trasmettere i concetti degli stilisti introducendo nel negozio, in modi variamente creativi, messaggi e idee che stanno alla base dei loro modelli. Ai tempi della sua apertura, nel 1993, il negozio dedicava la sua attenzione principalmente alla moda streetwear americana e hip-hop, ma attualmente la sua scelta di prodotti si è spostata su marchi di alta moda per lo più europei. Fin dalla sua apertura LIFT ETAGE presenta una o due mostre per ogni stagione. "Project 7" consta di una serie di iniziative incentrate su un particolare stilista, al quale si dà modo di creare qualcosa che scaturisca dalla sua pura inventività, senza alcun condizionamento di carattere commerciale. Gustavo Lins e Fatto A Mano hanno già aderito al progetto e presentato le loro creazioni nelle mostre passate. All’ingresso è collocato un pannello di legno al cui centro è stata ritagliata una figura umana. Attraverso questa grande apertura si può vedere l'altra estremità dello spazio, un effetto di un certo interesse che esprime un altro carattere del negozio. Oltre al "Project 7", Lift Etage ha dato vita anche ad altri progetti di collaborazione. A novembre Munoz Vrandecic ha esposto nel negozio la sua prima collezione di mobili. Lo scopo dei progetti è di tener desta la curiosità e l'attenzione del pubblico mediante l'esposizione dei contenuti più segreti della creatività dello stilista. LIFT ETAGE è il risultato ben orchestrato di un'esperienza ultradecennale che induce la clientela a tornare più e più volte. www.lift-net.co.jp 7-8 #301 Daikanyama-Cho Shibuya-Ku 1500034 Japan Photo by Reiko Hanafusa and Lift Ltd.
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Lift Etage in Tokyo opened on February 28, 2004. This unique shop transmits a strong message to their customers, always delights fashion people and delivers a pleasurable moment with their well selected items (around 20 brands) and interesting atmosphere. The concept of Lift is to convey the designer's concept, by introducing the messages and ideas behind their design in various inventive ways within the shop. At their start in 1993, the shop's focus was mainly American street and Hip-Hop fashion, but nowadays their line-up has evolved to mostly European high fashion brands. Since its opening, Lift Etage has presented one or two exhibitions every season. 'Project 7' is a series of projects which features a particular designer and allows that designer to create something that comes from his pure desire without the pressure of any business matter. Gustavo Lins and Fatto A Mano have already joined the project and presented their works in the past series. Actually, Fatto A Mano's work is still installed in the shop. A wooden wall that has a big human silhouette cut out of its center stands at the entrance. Through this big hole you can see the other side of the space; the effect is quite interesting and it really expresses another facet of the shop. Apart from 'Project 7', Lift Etage has featured other collaboration projects as well. In November, Munoz Vrandic exhibited his first furniture collection at Lift Etage. The aim of these projects is to create curiosity and to appeal to customers through exposing the contents of the designer's hidden mind. Lift Etage is an orchestration of over 10 years of experience which inspires you to go back time and again.
"Forma. La città moderna e il suo Passato" _ Roma _ Colosseo _ 10 Dicembre 2004
L’Associazione Culturale Lazzari chiude una stagione caratterizzata dal dialogo diretto con il mondo del design e delle vicine realtà universitarie, cominciata con iniziative quali il suo primo concorso “L’oggetto magico ed emozionale”, proseguita con l'installazione progettata dal gruppo di architetti A12 “Sottorete” anche scenario degli incontri estivi e culminata con la mostra “Me Too: To Meet Treviso” in collaborazione con Magis; un’annata vissuta sotto il segno di personalità artistiche di rilievo internazionale quali Giovanni Gastel ed Alain Arias-Misson. L’Associazione continuerà una selezione trasversale di incontri autentici con lo scenario artistico contemporaneo e con il proponimento di un nuovo concorso di Design; si apre questo 2006 con l’esposizione “Apelle figlio di Apollo…” di Romano Abate, dal 15 Dicembre 2005 al 8 Marzo 2006 presso lo Spazio Lazzari di Treviso.
Lazzari Cultural Association have this year concluded their cultural activities. Aimed at encouraging debate with the world of design and with local Universities, the activities started with events such as the first competition “The Magic and Emotional Object” and with an installation designed by the team of architects A12 “Sottorete”, the scene for the Association’s summer meetings. The initiatives reached their peak with the exhibition “Me Too: to Meet Treviso”, held in collaboration with Magis. Renowned international artists such as Giovanni Gastel and Alain Arias-Misson have this year collaborated on the projects. In 2006 the Association will organise more cross-cultural events attended by contemporary artists, and will announce a new Design Competition. From December l5th 2005 to March 8th 2006 Romano Abate will display his works at “Apelle figlio di Apollo..”, an exhibition on schedule at Lazzari Space, Treviso.
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Il Primo Premio è stato assegnato a Serena Cominelli e Nicola Seta che hanno realizzato “Pirilampo”, progetto dall’alto valore poetico con la capacità di indurre un approccio molto particolare da parte del suo utilizzatore, contraddistinto dall’implicazione di una gestualità intima e delicata, senza però trascurare la dimensione pratica grazie ad un oggetto comunque capace di sostituire le più comuni candele. Il Secondo Premio, assegnato a Bocconcello Giulia e Bordignon Chiara, è stato attribuito al progetto “Lucemorbida”, caratterizzato da un comportamento che rovescia il normale approccio agli oggetti luminosi abitualmente caratterizzati da una sorta di “sacro” timore per la loro stessa fragilità, e che suggerisce un atteggiamento franco, ludico e provocatorio. Il Terzo Premio, Premio Speciale Certré è andato al progetto “Il filo di Arianna” di Serena Cortese mentre la 1a Menzione Speciale, al progetto “Giottelamp, luce in tenda” di Linda Stagni: entrambi gli elaborati sono stati segnalati per la comune caratteristica di essere pensati integratamente alla
Con l’inizio del mese di Giugno si è conclusa la prima edizione del concorso indetto dall’Associazione Culturale Lazzari “L’oggetto magico ed emozionale”, dedicato all’ideazione e alla progettazione di un oggetto luminoso capace di inserirsi nell’ambiente domestico, stimolando tutti i diversi livelli della nostra sfera emozionale; la manifestazione, partita infatti il 1° Febbraio 2005, promossa dalla Regione Veneto, dalla Provincia e il Comune di Treviso, dall’Università IUAV di Venezia e sponsorizzata dalla Camera di Commercio di Treviso, dall’Ascom e da Certré ha visto la partecipazione di più di 130 giovani designer e progettisti provenienti da tutta Italia. Un’iniziativa che si è avvalsa della prestigiosa collaborazione dello Iuav di Venezia e del Corso di Laurea in Disegno Industriale, con sede nella stessa Treviso, che ha dimostrato la volontà dell’Associazione Culturale Lazzari di muovere verso una continua collaborazione con il mondo universitario.
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Desiderio questo, che nasce proprio in un periodo di particolare mutevolezza del paesaggio imprenditoriale, in cui non è più sufficiente affidarsi esclusivamente alla produzione, ma è necessario rivolgere la propria attenzione all’ideazione, alla progettazione, al pensiero ed al valore artistico che talvolta si celano dietro ad ogni intrapresa. La giuria del concorso, riunitasi in data 1 Giugno 2005, presieduta dal prof. Giovanni Anceschi, direttore del Corso di Laurea Specialistica in Comunicazioni Visive e Multimediali dello Iuav, ha esaminato gli elaborati ricevuti, selezionando nel pieno rispetto del bando di concorso e delle sue finalità dapprima 32 progetti di maggiore interesse e giungendo poi all’assegnazione di 3 premi, 5 menzioni speciali e 5 segnalazioni.
dimensione della casa e progettati nella direzione di una re-interpretazione dell’abituale utilizzo di alcuni oggetti comuni. Altre Menzioni Speciali: “Dosdre” di Ernesto Mistretta, “Tabù” di Francesca Del Piccolo ed Elisa Marin, “Uppeso” di Elvira Maiozzi, “Fiat Lux”di Alessia Carucci, Simona Ambrosio e Giulia Taglialatela. Ci permettiamo di segnalare per l’originalità del concetto di base del progetto e per la loro capacità di suscitare un coinvolgimento emotivo: Stockholm Terapy Adulti, Doors of Perception, Lampadarea, Le Belle di Notte e Verbalux; le nostre congratulazioni vanno anche agli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di 1°grado “Don L. Milani” dell’Istituto Comprensivo Statale di Giavera del Montello (Treviso) per la loro originale partecipazione fuori-concorso. L’Associazione Culturale entusiasta per il successo riscosso da quest’iniziativa dà appuntamento alla prossima edizione del concorso della quale nei prossimi mesi sarà data comunicazione sul nostro sito: www.lazzariweb.it
As a result, three prizes, 5 honorable mentions and 5 appreciations were eventually awarded. Serena Cominelli and Nicola Seta were awarded 1st Prize for realising “Pirilampo”, the highly poetic design of an object, a good substitute for the more common candles, involving users in intimate, delicate gestures, without neglecting practicality. Giulia Bocconcello and Chiara Bordignon were awarded 2nd Prize for their “Lucemorbida”, a lighting object which, far from worrying users, as normal ones do on account of their fragility, reverses their approach into an open-hearted, playful and provocative one. Early last June Lazzari Cultural Association held their first competition "The Magic and Emotional Object" devoted to the creation and design of a lighting object of great emotional impact for domestic use. Over 130 Italian designers took part in the competition which started on February 1st 2005, under the aegis of Regione Veneto, Provincia and Comune di Treviso, IUAV University and with the sponsorship of the Chamber of Commerce of Treviso, Ascom Treviso and Certré. More and more open to the university world, Lazzari Cultural Association involved prestigious IUAV, Venice and the School of Industrial Design, Treviso in the project, and availed themselves of their collaboration.
At a time when the world of industry is undergoing profound changes, the Association is aware that exclusive reliance on production is no longer enough and that attention must also be given to the ideas, creativeness, artistry and design underlying any enterprise.
The 3rd prize, Certré Special Prize, was granted to Serena Cortese’s “Il filo di Arianna”, and the 1st honorable Mention to Linda Stagni’s design “Giottelamp, luce in tenda”. Both designs were appreciated in that they were specially conceived for the house and aimed at reinterpreting some objects of daily use.
Chaired by Prof. Giovanni Anceschi, the Director of IUAV Postgraduate School in Visual and Multi-media Communication, the Jury gathered on June 1st 2005, examined the designs handed in by candidates, and, in compliance with the competition criteria, selected 32 projects of outstanding interest.
Other honorable Mentions were granted to: “Dosdre” by Ernesto Mistretta, “Tabù” by Francesca Del Piccolo and Elisa Marin, “Up-peso” by Elvira Maiozzi, “Fiat Lux” by Alessia Carucci, Simona Ambrosio and Giulia Tagliatela.
Mention must be made of the originality and emotional quality underlying the following projects: Stockholm Therapy Adulti, Doors of Perception, Lampadarea, Le Belle di Notte and Verbalux. We congratulate the 3rd form pupils of Scuola Media ‘Don L. Milani’, Giavera del Montello, Treviso, on their original non-competing partecipation. Delighted with the success of their initiative, Lazzari Cultural Association are planning their forthcoming competition which will be advertised on their site a few months from now: www.lazzariweb.it
N° elaborati ricevuti: 133 - 122 Italiani We were sent: 133 papers - 11 Stranieri - 122 Italian - 11 foreign ones. Provenienza: 5 paesi nel mondo From 5 different countries Tracce Musicali: 18 18 music tracks Filmati: 47 47 videos Disegni A Mano Libera: 9 9 handmade drawings Prototipi: 5 5 prototypes Immagini: 1147 1147 images Creatività: 48,5 MQ creativity: 48,5 MQ 31
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Sull’onda dell’entusiasmo per il successo raggiunto con questo primo concorso l’Associazione Culturale Lazzari ha continuato a rivolgere la sua attenzione al design e nel 2005 ha proposto un’altra iniziativa dall’alto valore artistico e culturale nel cuore della città di Treviso: “Me Too: To Meet Treviso”. Cogliendo il valore intrinseco della collezione Me Too di Magis, già presentata durante la settimana del Salone del Mobile di Milano nel 2004, l’Associazione Lazzari ha proposto in collaborazione con l’azienda di Motta di Livenza (Tv) un’inedita interpretazione del tessuto urbano di Treviso; dal 10 Ottobre all’8 Dicembre infatti gli angoli più suggestivi e gli scorci più caratteristici della città, sono stati reinterpretati da questi fantastici oggetti dedicati al mondo dell’infanzia. Un progetto espositivo quello di “Me Too: To Meet Treviso” che ha dialogato con il tessuto urbano della città e con un pubblico assolutamente incuriosito da queste presenze coloratissime, capaci di reinventare il paesaggio abituale di Treviso e di ricreare un percorso fantastico tra i molti canali, le vie e le piazze del centro, articolato in sei diverse locations: dal cortile esterno dello Spazio Lazzari al Canale dei Buranelli, dal Ponte di
San Francesco all’Isola della Pescheria, dal canale di Via San Leonardo alla splendida Loggia dei Cavalieri. Sei angoli del centro storico di Treviso da guardare con lo stesso entusiasmo di quei bimbi che hanno potuto ammirare questi straordinari pezzi e giocare con questi tredici oggetti che grazie proprio al medesimo straordinario potere dei bambini, capaci di trasformare qualsiasi cosa in un”altra cosa”, hanno trasformato la città. Il progetto Me Too è nato dalla volontà di Magis e del suo titolare Eugenio Perazza di rispondere alle particolari esigenze di un mondo particolare come quello dell’infanzia e rompe la frontiera “artificiale” tra mobile e gioco, con pezzi concepiti per stimolare l’immaginazione del bambino e permettergli di sviluppare un mondo tutto suo; il lavoro che quest’azienda veneta attua con entusiasmo e convinzione, da anni muove dalla consapevolezza che “anche la quotidianità sia fatta di molte cose e che occorra la fantasia per rendersene conto” ed oltre a proporre oggetti inediti per la sua produzione abituale, l’ha condotta a ridisegnare a misura di bambino lo scenario di oggetti di uso comune quali sedie, librerie, tappeti arricchendoli con lo stile che la contraddistingue e avvalendosi dell’esperienza dei più autorevoli nomi del design mondiale: Enzo Mari, Eero Aarnio, Javier Mariscal, Björn Dahlström, Marcel Wanders, Martí Guixé, Satyendra Pakhalé, El Ultimo Grito.
After the great success of their first competition, Lazzari Cultural Association keep devoting their interest to the world of design and has this year undertaken another artistic and cultural initiative in the heart of Treviso: “Me Too: To Meet Treviso”. Aware of the value of the Me Too collection by Magis, on display at the 2004 Milan Furniture Show, Lazzari Association collaborated with the Motta di Livenza-based firm on an original interpretation of Treviso’s urban fabric. In fact, from October 10th to December 8th, the city’s most picturesque spots and typical views were reinterpreted by Magis’ fantastic objects devoted to the world of children. “Me Too: To Meet Treviso” was an exhibition project that made a relevant contribution to communication inside the city’s fabric; the people were definitely intrigued by the presence of colourful objects with the power of reinventing the city’s customary landscape, and of creating a fantastic route following the city streams, streets and squares, in six main different locations: the outer yard of Lazzari Space, the Buranelli stream, St Francis Bridge, the Pescheria Island, the stream under St Leonard Street, and the splendid Loggia dei Cavalieri.
Six spots in the city of Treviso to be enjoyed with the same enthusiasm as children showed while admiring and playing with the thirteen objects on display, objects with the power of transforming the city, just as children have the gift of turning everything into something different. Created by Magis and its owner Eugenio Perazza with a view to meeting the particular requirements of the world of children, Me Too does away with the ‘artificial’ distinction between furniture and games, and consists of pieces aimed at stimulating children’s imagination and at helping them create a world of their own. The work of this Veneto-based firm carries out with enthusiasm and determination, has for years been based on the conviction that “even everyday life is made of things we become aware of only through our imagination”; a conviction that has allowed them to make new objects, to redesign in their typical style and on a childs scale, items for daily use like chairs, bookcases, carpets, with the contribution of worldrenowned designers like: Enzo Mari, Eero Aarnio, Javier Mariscal, Bjorn Dahlstrom, Marcel Wanders, Martì Guixé, Satyendra Pakhalé, El Ultimo Grito.
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Romano Abate _ 2005
Te la sei cercata! Sei fuori da quel tempo, da quello spazio, da quel contesto di scrittura, di genere, di linguaggi… Né puoi, fingendo di adattarti a tutto ciò da cui sei fuori, tentare di abbassare il giro-vita dei tuoi jeans e scoprire un piercing all’ombelico né esibire cinque o sei anellini al lobo dell’orecchio, tanto meno dileggiare i riferimenti al lessico shakespeariano che – nel redazionale di qualche numero fa di MUG si poneva l’amletico dubbio. “TO BE OR TO HAVE?” Dubbio scansato d’un balzo senza bisogno di ulteriori riferimenti a Levi–Strauss o a Saussure tanto meno al primigenio Julius E. Lips… Nemmeno ricorrendo allo sfoglio della nuova edizione dello Zingarelli ti libererai facilmente dall’intrico di quelle piante carnivore che si infiltrano subdole tra “prodotti di nicchia”, “frenetiche esigenze di target” che non siano d’antàn e l’uso del nuovo “Life Style” (ma non si
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diceva Still Life fino all’altro ieri?) e il recente “updating” o il paradigmatico “remerchandising”. Né ti puoi far soccorrere da qualche buon riferimento alle categorie di “leggerezza” o “velocità” di Italo Calvino: LEZIONI AMERICANE è sepolto sotto una traballante pila di libri col bel risultato di aver soddisfatto il tuo pauperismo in materia di scaffalature alternative inibendoti però ogni pratico tentativo di consultazione libraria. Ricorrere a Bruno Munari non serve: è nei tuoi ricordi di agenda pre-sessantottina quando ancora potevi cogliere al volo la proposta di “Multipli ‘67” e darti alla realizzazione seriale di opere d’Arte in epoca di riproducibilità e godere oggi di una sufficiente rendita anche economica. A che serve allora affidarti al canterello infantile, al balbettio di una filastrocca puerile…”Apelle figlio di Apollo…” se non a
rimuovere l’ustione di terzo grado del giudizio che ti hanno appioppato di…”scultore neo-barocco” e stemperarlo nel dadaismo di quel canterello mediante il quale vuoi annotare il carattere del bric-à–brac della tua prossima performance allo SPAZIO LAZZARI? Sto annaspando e come ogni buon nuotatore devo recuperare forze facendo il “morto” per guadagnare la riva lontana. Muoia dunque l’Artista (con la A maiuscola)! Abbandona il gioco ambiguo e anche un po’ tirannico della parola e affidati alla chiarezza e immediatezza di alcune immagini che meglio potranno evidenziare il carattere di “questa cosa” qui allo SPAZIO LAZZARI come usa dire con una certa civetteria. Affiora subito la “contaminazione” che coinvolgerà la estemporanea ricerca dell’amico il fotografo LINO VECCHIATO… Un graffiante prestito grafico di OLIMPIA BIASI per il mitico Apelle; trasmutazione visiva del logo verbale che dà il titolo alla mostra… Ancora: la presenza di forme inusuali di arredo (se mi è consentito questo termine orrendo) per non chiamare “LIMULO” un tavolo basso o “ALEXANDRIA” un armadio-scaffale per libri preziosi o “LUDOVISI PRIMO” un abito di polietilene che è metafora del velo che copre i seni della Venere nel Trono Ludovisi. Riaffiora una contraddizione nell’impatto visivo e tattile con “SEGNO DI FUOCO” unica macro scultura che dal castello di Pergine si trasferirà nella corte esterna. I riferimenti alla vecchia e per me mai sopita “nostalgia del pesante”, alle categorie del mito e della memoria così presto sbattute fuori dalla porta rientrano puntualmente dalla finestra. Certamente mi interessa qui più l’aspetto ludico e seduttivo delle cose che non quello persuasivo e un po’ ingombrante della scultura soprattutto nella versione di scultura monumentale. Il luogo stesso che ospita queste forme risulta essere di per sé – in quanto luogo in un certo senso SACRO (...non siamo a ridosso della Chiesa Madre di Treviso e nello spazio delle ex Canoniche?), ma anche PROFANO e seduttivo. Per un tipico effetto di slittamento nella logica degli opposti che prevede appunto la contraddittorietà del rapporto sacro-profano, ci troviamo di nuovo in piena ambiguità: niente di più profano e seduttivo e suadente che muoversi in questo luogo antico e nel contempo “trendy”; sfiorare con le dita seriche stoffe, preziosi tessuti e sensuali ninnoli da vestire. Annusare cuoi e indugiare su capi d’abbigliamento che la luce del sole investirà dei suoi bagliori o il chiarore della luna pennellerà con pallidi aloni in altri luoghi e in altri spazi più intimi. I contrari e gli estremi si toccano: HIC ET NUNC! Ma anche CLICK ET NUNC!
Occhio in continuo movimento Occhio/Satellite che ruota attorno al pianeta-oggetti Occhio/obbiettivo che coglie immagini in situazioni estreme Occhio/Persona che ama intrecciare sguardi con altre persone …che fa emergere emozioni …che sottolinea energia …che comunica …perfeziona …sfida. Lino Vecchiato, fotografo dall’attività trentennale, incontra il mondo dell’arte durante la sua collaborazione con lo studio Parentesi di Treviso e documenta da anni il percorso espressivo di Romano Abate; lavora a Quinto di Treviso, ponendosi in costante relazione con la ricerca sperimentale, assunta in pieno la sfida con le nuove tecnologie nel campo fotografico.
An endlessly moving eye. An eye-satellite turning around its planet-objects. An eye-objective fixing images in extreme situations. An eye-person fond of exchanging glances with other people. …..to stir emotions. …..to emphasise energy. …..to communicate. …..to bring about perfection. …..to challenge. Lino Vecchiato has been a photographer for thirty years now. His collaboration with Parentesi studio, Treviso, enabled him to get into the world of art. Committed for years to documenting Romano Abate’s creative work, he has fully accepted the challenge of new photographic techniques and works in his Quinto-based studio, where he is in constant touch with experimental research.
Romano Abate _ 2005
APELLE FIGLIO DI APOLLO… and environs
It serves you right! You are out of that time, of that space, of that writing, genre and language context… Nor can you, pretending to fit in with all that you are out of, try to lower the waistline of your jeans and uncover the piercing on your navel, or show off five or six rings on your ear lobe, or even less scoff at the references to Shakespearean jargon by posing the Hamlet-like doubtful question: ‘To be or to have’ in one of Mug’s past editorials. A dilemma promptly skipped without further reference to Levi-Strauss or Saussure, or even less to primigenial Julius E. Lips…. Not even by flicking through the latest edition of the Zingarelli Italian dictionary will you be able to easily do away with the tangle of carnivorous plants deviously making their way among ‘niche products’, ‘feverish target objectives’, provided they are not outdated, the use of a new ‘Life Style’ (but didn’t people say Style Life until quite recently?), and recent ‘updating’ or paradigmatic ‘remerchandising’. Nor can you find help and support in some good reference to Italo Calvino’s categories of ‘lightness’ and ‘speed’: Lezioni Americane (American Lessons) is buried under a tottering pile of books, the outcome of your pauperistic conception of alternative bookshelves, preventing you from consulting any book. To turn to Bruno Munari is pointless: he is buried in the recollections of your pre-1968 activity, when you could still have accepted a proposal from ‘Multipli ‘67’, have devoted yourself to realising serial works
of art in the days when they were reproduceable, and have enjoyed today the fruit of your work, also from a financial point of view. What is the point, then, of starting the childish singsong, of stammering the rhyme for children…’Apelle figlio di Apollo…’; it can only help you heal a burning sore, the definition of ‘neo-baroque sculptor’ that was coined for you, which you would like to dissolve in your dada-like singsong, to account for the bric-à-brac in your next performance at LAZZARI SPACE. I am floundering around and, like any good swimmer, I’m trying to recover my strength and doing the backstroke to get to the far off shore. Let the Artist (with a capital A) die, then! Give up your ambiguous and tyrannical play on words and rely on the clarity and transparency of a few images which can better highlight the nature of ‘this thing’ here at LAZZARI SPACE, as they are used to saying with a touch of coquettishness. The ‘contamination’ that will involve the extemporary research of my friend, photographer Lino Vecchiato, is immediately evident… A biting graphic loan by Olimpia Biasi for mythic Apelles; a visual rendering of the verbal logo that makes up the title of the exhibition… Furthermore: the display of unusual kinds of furnishings – if I may use this horrible term – not to call ‘Limulo’ a low table, or ‘Alexandria’ a bookcase for precious books or ‘Ludovisi Primo’ (‘Ludovisi the First’) a polyethylene dress, a metaphor of the veil that covers Venus’s breasts in the Ludovisi Throne. A contradiction arises in the visual and tactile impact with ‘Segno di Fuoco’ (Sign of Fire), the only macro sculpture that will be moved from Pergine castle to the outer yard of Lazzari Space. As soon as I do away with references to the old and never appeased ‘nostalgia for what is heavy’, to the categories of myth and memory, they come up again. Obviously I am here more interested in the ludic and seductive aspect of things than in the persuasive, bulky size of sculptures, above all when they are monumental ones. The very place where the forms are displayed is somehow ‘sacred’ (isn’t it close to Treviso Mother Church and in the space of former ‘Canoniche’, after all?) but also profane and seductive. Due to the typical drift effect in the logic of opposites that considers the sacred-profane relationship contradictory, we are again fully immersed in ambiguity: nothing is more profane, seductive and alluring than moving about this ancient and ‘trendy’ place, with our fingers brushing silks, precious fabrics and sensual ornaments for wear. To smell leather goods, to linger looking at items of clothing that the sun will flood with glowing light or moonshine will adorn with faint halos in other places, in different more private spaces. Opposites and extremes meet: HIC ET NUNC! But also CLICK ET NUNC!
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N_ Roberto Del Carlo
W_ www.robertodelcarlo.it
PH_ Carlo Zuccarello TXT_ Alessandro D'Annibale
Del Carlo’s creations are a great gift to contemporary femininity.
Le creazioni di ROBERTO DEL CARLO trasmettono un’idea di donna lucida e fine, spogliata di qualsiasi volgarità quanto quella delle meravigliose interpreti dei film di Truffaut. Giorno dopo giorno una grande passione si riversa nella scelta di materiali finissimi e nel disegno di queste calzature dalle silhouette precise, capaci di dialogare con il passato interpretando un nuovo gusto femminile, sofisticato e trasversale. Il mondo che Roberto Del Carlo ci racconta attraverso il suo amore per la qualità e per la tradizione trova una continua risposta nei mercati non solo europei e si sporge al di fuori delle barriere che troppo spesso imbrigliano realtà creative di questo livello.
<<Le gambe delle donne sono compassi che misurano il globo terrestre in ogni senso, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia>> estratto da “L’homme qui amait les femmes” di François Truffaut
Proprio attraverso la promozione di eventi come Project Room dello scorso marzo, l’azienda dà prova del suo respiro mecenatistico, lasciando prevalere il desiderio di dar spazio all’espressione artistica; permettere che i meccanismi creativi vengano messi in scena anche in contesti per loro natura commerciali, nella volontà di offrire continue occasioni di confronto con un pubblico diversificato. Proposte fresche e contemporanee quelle di Del Carlo che suggeriscono percorsi differenti e suggestivi. Interpreti di uno stile libero dalle tendenze esse sono l’espressione di una bellezza femminile accentuata ma non per questo ostentata.
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Roberto Del Carlo’s creations convey the idea of a refined, rational woman as free from vulgarity as the wonderful women in Truffaut’s films. Day after day the inspired stylist devotes great care to the choice of select materials and to the design of precise silhouettes for footwear which looks back to past trends while interpreting a new, sophisticated, cross-cultural feminine style. Roberto Del Carlo’s love for quality and tradition evokes values which are welcomed on European and international markets and exceed the limits that too often hamper high creativeness. The firm’s bent for patronage is finely illustrated by the promotion of events like ‘Project Room’, held in March 2005, an opportunity for art and artists to express themselves, to meet a varied audience, and to display creative mechanisms also in different, more commercial contexts. Del Carlo fresh, up-to-date proposals point to different and exciting perspectives, as they are the embodiment of a style that neglects trends and, avoiding ostentation, lays emphasis on feminine beauty.
Le sue creazioni come grande dono alla femminilità contemporanea.
“Women’s legs are compasses that measure the earth in all directions and give it balance and harmony” from “L’homme qui amait les femmes” by François Truffaut
MARTelli Lavorazioni Tessili lavora alla nobilitazione dei capi, aggiungendo colore, artigianalità e creatività all’industria della moda. La realtà di Martelli ed i suoi trattamenti rappresentano la fase estrema della riproducibilità industriale di un capo; il gruppo offre moltissime tecniche di colorazione per ogni tessuto ed usando tecniche artigianali, dona ad ogni pezzo esclusività e unicità. Nineteen48 è disponibile in tre lavaggi, tutti sviluppati e realizzati da Martelli.
MARTelli Lavorazioni Tessili gives nobility to fabrics by adding color, creativity and craft to the fashion industry. The Martelli Group works on coloured dyeing techniques on every kind of fabric. Martelli uses artful techniques to make each piece of clothing exclusive and unique, yet its great capacity is the ability to industrially produce garments that seem to be one of a kind. Nineteen48 is available in three washings, all developed and made by Martelli. www.martelli.it
N_ Nineteen48
W_ www.worldwideagency.it
PH_ Carlo Zuccarello
W_ www.blackdog8.com
TXT_ Megan Huntz
They be b basic b but they h may b h are ffar ffrom average. With only 800 pairs made at a time, Nineteen48 is the result of the team work of a group of people and companies, the behind-the-scenes masters of the Italian denim industry, who give value to the phrase “Made in Italy”. This exclusive project is sustained by frendship and a series of collaborations that go back many years.
"Con professionalità e dedizione all’eccellenza, questa collaborazione apporta la sua autenticità a Nineteen48, realizzando un’IDEA COMUNE, un MESSAGGIO e una FILOSOFIA."
ORTA Anadolu è uno dei migliori prodotti denim al mondo ed è costituito da una mistura unica di cotone Turco e Americano, ogni suo filato viene tinto individualmente, usando indaco naturale, prima della tessitura. Poiché l’indaco è una sostanza naturale la sua tintura dona una qualità ed una profondità di colore non ottenibili chimicamente. La tecnica di tintura del filato usata da Orta è considerata la miglior indaco al mondo. Ad ogni trattamento il denim viene controllato visivamente e fisicamente con la più recente tecnologia disponibile, nonostante questa filosofia continui a basarsi sui tradizionali metodi di tintura manuale indaco.
MARIO MARI is a company that has been working for 20 years in the clothing design industry. Their goal is and has always been to research new methods and techniques with a focus on details; with his skill and experience Mario Mari has designed the models for Nineteen48. Creating an original pair of jeans means to tailor an item we are familiar with and know the history of, and this is a great challenge. Mario Mari decided to collaborate on the project because they love challenges, and saw it as a unique opportunity to create an authentically handmade product.
Possono sembrare basici ma sono molto di più che dei comuni jeans. Prodotti 800 paia alla volta, Nineteen48 sono il risultato del lavoro di un gruppo di persone e aziende che da tempo operano “dietro le quinte” dell’industria italiana del denim, persone capaci di dare un valore preciso ad una frase come “Made in Italy”. Un progetto esclusivo sostenuto da collaborazioni ed amicizie nate molti anni fa.
"With professionalism and dedication to excellence, each one of these collaborators has contributed his own originality to Nineteen48, realizing a shared IDEA, a MESSAGE, and a PHILOSOPHY."
prodotto@mariomari.it www.ortaanadolu.com ORTA Anadolu is one of the top denim products in the world, consisting of a unique blend of Turkish and American cotton yarns individually dyed with indigo. Because indigo is a natural substance, the dye gives a quality and depth of color that is impossible to attain chemically. The rope dyeing technique utilized by Orta is regarded as the best indigo dyeing technique in the world. At each step of the process, the denim is visually and physically tested by the most innovative technology, yet the philosophy remains based on the old tradition of indigo hand dyeing.
MARIO MARI, un’azienda artigiana che lavora da vent’anni nel settore della confezione, il suo obiettivo è sempre stato individuare nuovi processi e tecniche produttive, focalizzandosi sui dettagli. Mario Mari ha curato le vestibilità di Nineteen48. Confezionare in maniera originale un paio di jeans, un capo che ci è familiare e di cui conosciamo la storia, rappresenta una grande sfida; Mario Mari ha deciso di partecipare a questa collaborazione perché ama le sfide e per cogliere un’opportunità unica, quella di creare un prodotto autenticamente artigianale.
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N_ Diesel Props
W_ www.diesel.com
PH_ Diesel/Mug Project TXT_ Alessandro D'Annibale
DIESEL RUBENS BAG Peter Paul Rubens fu un pittore dalla personalità complessa almeno quanto la sua formazione e per comprendere appieno la sua opera, quando avviciniamo uno dei suoi capolavori, non dovremmo mai dimenticare questa sua caratteristica; così come uno dei suoi dipinti, questa borsa Diesel che ne riprende il nome, già ad un primo sguardo lascia intendere la sua forte "personalità". Nell'equilibrato gioco tra contrasti e materiali diversi tra loro, la "Rubens" richiama direttamente le dinamiche percettive dello stile
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La femminilità del disegno si coniuga perfettamente con il suo particolare aspetto, traducendo Rubens in un accessorio di moda "inteso come un'opera d'arte" barocco; l'ottimo pellame naturale dal colore scuro e i suoi dettagli metallici si alternano in un disegno preciso, dando luogo a una borsa dall'aspetto robusto e resistente ma dalla forma assolutamente delicata e femminile. Realizzata con materiali di altissimo livello e prodotta interamente in Italia, si avvale della lunga esperienza di Diesel nel campo dei trattamenti sperimentali. La pelle oltre ad essere totalmente trattata a mano, per conferire alla borsa l’aspetto vissuto che la caratterizza, grazie ad una particolare verniciatura esterna mostra
una piacevole screpolatura, in contrasto con le superfici interne volutamente non trattate. Le parti in pelle che la compongono sono unite da borchie metalliche e rivetti di misura differente; elemento assolutamente identificativo di questa borsa, è la sua chiusura, un’unica grande fibbia circolare che come tutti gli altri dettagli metallici è stata leggermente scurita a conferirle un look inequivocabilmente vintage. Il logo Diesel che compare esclusivamente su una piccola placca in metallo, posta nella parte superiore della borsa, completa la sua particolare struttura.
When we look at one of Peter Paul Rubens' works we must never forget how complex his personality and formation were, if we want to fully understand his message; the Diesel bag we here present has been given the great master's name, and just like one of his paintings conveys at a glance its strong 'personality'. The measured interplay of contrasts and different materials in the 'Rubens' bag recalls the perceptual features of the baroque style; the first-quality, dark-coloured, natural leather combines with the metal details in the precise design of a robust, highly resistant, yet delicately shaped and feminine bag. Made in Italy with first-rate materials, the accessory is the outcome
of Diesel's long-standing know-how in the field of experimental treatments. The leather is hand processed, and the bag is given its special vintage look by the pleasant outer craquelĂŠ varnish, contrasting with the deliberately untreated inner surfaces. The leather parts it is made of are joined by metal studs and rivets of different sizes, but the really distinctive feature of the bag is its fastener: a big, circular buckle, slightly darkened like the other metal details to obtain a definitely vintage look. The Diesel logo on a small metal plate on the upper part of the bag gives it the finishing touch.
With its typically feminine design and special look, 'Rubens' is a fashion accessory conceived 'as a work of art'.
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From Tokyo
100% TOKYO DESIGN 100% DESIGN, l'evento di Interior Design contemporaneo di maggior impatto nel Regno Unito, ha fatto il suo debutto a Tokyo dal 2 al 6 novembre 2005. Partecipando alla Designer's Week di Tokyo, 100% Design ha fatto conoscere ai cittadini un’inedita ed interessante serie di stilisti emergenti e di aziende affermate nella produzione di arredi di interni. Essa ha anche fornito un’occasione senza precedenti a stilisti giapponesi, britannici e di varie altre nazionalità di conoscere un pubblico di addetti ai lavori, architetti, acquirenti e clienti potenziali, con i quali concludere affari. Nei locali della mostra il pubblico era immediatamente attratto da un bel caffè, DEAN & DELUCA, progettato da Yasumichi, con i muri coperti da un materiale somigliante agli involucri delle caramelle e con lampadari di grande effetto appesi al soffitto, fatti di coppe di plastica chiara. Accanto ai padiglioni di famosi designer europei, come Michael Young, Philippe Starck, Fritz Hansen ed altri, vi erano anche alcuni designer giapponesi con opere di rilievo.
100% Design - the world's most influential contemporary interior design event in the UK - made its Tokyo debut on the 2nd through 6th of November, 2005. As part of Tokyo Designer's Week, 100% Design Tokyo introduced the residents of the city to the most exciting collection of up-and-coming designers and established manufacturers of contemporary interior products ever seen in Japan. It also provided an unparalleled opportunity for hundreds of designers from Japan, the UK and many other countries to meet - and do business with - a professional audience of architects, buyers and potential clients. Within the venue, the visitors were immediately attracted to a lovely café, DEAN & DELUCA, which was designed by Yasumichi. The walls were fully covered by a material similar to candy wrappers and the chandeliers hung from the ceiling, which were quite outstanding, were made of clear plastic cups. Among the well known European designer's booths, such as Michael Young Philippe Starck, Fritz Hansen and others, there were also Japanese designers whose works were notable.
Chihiro Tanaka della TA-Tile, già stilista presso Issey Miyake, è recentemente passato al settore della produzione presentando un lampadario sospeso di grande stile e originalità. La lampadina al centro del lampadario, totalmente schermata da tessuto resistente al calore con cui costituisce una forma unica, emana una luce soffusa e misteriosa. Sebbene non corrisponda in pieno al tipico stile giapponese di illuminazione, la lampada presenta un certo gusto giapponese ed è nuova e moderna. L'opera di Tanaka è stata recentemente presentata anche alla mostra "Light and Image" (Luce e Immagine), fatta in collaborazione con Man Ray e Lucy Wade, nel Sussex, UK.
Chihiro Tanaka from TA-Tile, who was formerly a fashion designer at Issey Miyake, and has recently changed his design direction to the product sector, presented a very original style of pendant light. The electric bulb in the centre of the light, which is totally covered by a heatproof fabric, makes a unique shape and emits soft and mysterious light. Even though it is not a typical Japanese style of light, it still holds a Japanese taste and is modern and new. Tanaka's work was also presented recently at the collaborated exhibition with Man Ray and Lucy Wade, 'Light and Image', at Sussex, UK.
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The first annual 100% Tokyo Design ended successfully, and for sure it will be even better next year. Il primo 100% TOKYO DESIGN annuale ha avuto grande successo, e ne avrà ancor più l’anno prossimo.
www.100percentdesign.jp Photos by Nacasa & Partners Inc.
MEMENTO non è solo il titolo di un film ma il nome di un lampadario presentato a questo evento e creato da Tonerico (costituita da tre stilisti giapponesi). Dopo averlo visto, si comprende subito perché si chiama "Memento"; infatti centinaia di numeri metallici, agganciati gli uni agli altri, sono attaccati alla sommità di due grandi cerchi. I pezzi sono modulari, e consentono di stabilire le dimensioni del lampadario agganciando altri numeri. Le ombre che il lampadario proietta sulle pareti sono sorprendentemente affascinanti; un oggetto divertente da un'idea alquanto semplice, un buon esempio per dimostrare come la semplicità sia a volte la migliore soluzione progettuale.
MEMENTO is not only the title of a film, it is the name of a chandelier designed by TONERICO (a Japanese group consisting of three designers) and was presented at this event. Once you see it, you can understand why it was named MEMENTO. Hundreds of metal numbers, which hook on to each other, are attached to the tops of two big circles. The pieces are modular, so you can decide the size of the chandelier by hooking on more. Moreover, the shadow it creates on the wall is unexpectedly charming. It is a very fun chandelier and the idea is fairly simple. This is a good example of how simplicity is sometimes the best design solution.
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N_ Olimpias
W_ www.olimpias.com
PH_ Carlo Zuccarello TXT_ Alessandro D'Annibale
Olimpias lavora da anni alla valorizzazione del prodotto tramite il trattamento, investendo quotidianamente sulla ricerca e la sperimentazione interna e fondendo all’altissimo livello tecnologico la sua vasta esperienza; scelte come queste le hanno permesso di raggiungere nel tempo una forte industrializzazione dei più complessi processi di trattamento e di potersi avvalere di un altissimo livello di riproducibilità del proprio prodotto.
OLIMPIAS L’azienda manifatturiera di trasformazione dei filati e dei tessuti, con sede a Ponzano Veneto (Treviso), raccoglie ed unisce ben sette marchi italiani, totalmente specializzati, in una sola grande realtà industriale: Goriziana, Galli Filati, Filma, Piobesi, Tessuti Pordenone, Lanificio Follina e Texcontrol. E proprio da quest’ultima, Texcontrol, da vent’anni all’avanguardia nella ricerca coloristica, viene una delle ultime proposte nella “nobilitazione in capo”: Color Fusion; una nuova maniera di approcciare l’interpretazione del colore e la sua espressione stilistica.
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Un progetto ispirato a tecniche tintoriali antiche che deriva dall’altissimo livello della ricerca di Texcontrol e dalla contaminazione di metodi e tecnologie provenienti da altri settori di ricerca; Color Fusion esalta la tridimensionalità del colore grazie alla tintura ed al trattamento assolutamente non convenzionale di materiali diversi tra loro, quali cotone, pelle, cachemire, seta, etc.
Tintura e lavorazioni al laser di fibre come la lana che mai prima si era osato “brutalizzare” con trattamenti di questo tipo e che grazie a queste tecnologie vengono reinventate e ridisegnate nel loro tradizionale mood; “nobilitazioni in capo” che non si risolvono esclusivamente nel lavaggio, nel disegno o nella colorazione ma che cominciano con la scelta e l’accostamento di tessuti eterogenei anche nei comportamenti, come il lino e la seta ad esempio.
Olimpias attenta alla mutevolezza del mercato attuale, offre al cliente delle proposte inedite, sempre originali e delle soluzioni tecniche altamente innovative che esprimono appieno l’elevata specializzazione che la contraddistinguono e la pongono come una delle maggiori realtà manifatturiere in Italia.
Olimpias have for years been enhancing their products through the treatment, outcome of their daily commitment to research and trial, in which they combine their skill and technical know-how. As a result, they have been able to widely industrialise their complex treatment methods over the years and to achieve a very high standard in the reproduction of items.
Located at Ponzano Veneto (Treviso), the firm specialises in the processing of yarns and fabrics and has merged into one great industry with seven highly specialised Italian brands: Goriziana, Galli Filati, Filma, Piobesi, Tessuti Pordenone, Lanificio Follina and Texcontrol. Texcontrol, an avant-garde firm in dyeing research for 20 years, has recently put forward a new method in ‘garment ennobling’, ‘Color Fusion’, a new approach to colour interpretation and expressive potential.
Based on ancient dyeing techniques, the project is the outcome of Texcontrol’s achievements in research through the combined use of methods and techniques from different fields. Color Fusion enhances the tridimensional quality of colours through the dyeing and totally unconventional treatment of different materials such as cotton, leather, cashmere, silk, etc.
Fibres like wool, for example, never before submitted to suchlike abuses, undergo dyeing and laser processing, are reinvented, redesigned and given a distinctive character of their own; as for ‘item ennobling’, it isn’t simply restricted to washing, designing or dyeing, but begins with the choice and match of dissimilar, differently behaving fabrics such as flax and silk.
Aware of the changing market trends, Olimpias offer their clients ever new and original products; their highly innovative technical solutions are the outcome of their skill, the mark of one of the leading Italian industries in the field.
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F rom Lon
"Discover 3000 years' worth of amazing artefacts including ceramics, furniture, fashion, glass, jewellery, metalwork, photographs, sculpture, textiles and paintings".
don
www.vam.ac.uk
VICTORIA &ALBERT "Scoprite 3000 anni di artefatti quali: oggetti in ceramica, mobili, capi d'abbigliamento, oggetti in vetro e metallici, gioielli, fotografie, sculture, tessuti e dipinti". Il Victoria and Albert Museum a South Kensington, Londra, è il più grande museo al mondo di arti applicate e design. Fino a marzo 2006, la mostra Hearwear farà vedere come ricerche rivoluzionarie sugli strumenti di ascolto hanno potuto riflettersi in nuovi e sorprendenti oggetti, e illustrerà l'enorme potenziale che le aziende hanno per la loro produzione. Se la disponibilità di questi interessanti oggetti fosse generalizzata, non c'è dubbio che milioni di persone vorrebbero comprarli e usarli. Dal prossimo aprile 2006 una mostra importante
esplorerà per la prima volta il Modernismo nel mondo del design da una prospettiva veramente internazionale. Vi saranno esposte opere di: Picabia, Mondrian, Léger, Balla, Le Corbusier, Mies Van Der Rohe e Man Ray. La mostra offrirà una nuova valutazione del concetto di Modernismo, e porterà alla definizione di un termine abusato e tuttavia mai veramente circoscritto. Il V & A Museum gestirà inoltre un'ampia gamma di eventi: laboratori, conferenze, sfilate e programmi speciali per giovani e studenti, che contribuiscono a mantenere vitale l'istituzione. Sulla passerella del Fashion in Motion hanno sfilato in passato nomi come: Gianfranco Ferré, Anne Valérie Hash, i diplomati del 2004 della Central Saint Martins, Vivienne Westwood e Missoni. Il 28 aprile 2006, quattro sfilate celebreranno il sessantesimo anniversario dell'ultima casa britannica di haute couture, Hardy Amies. Enjoy exploring it!
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London's Victoria & Albert Museum, in South Kensington, is the world's greatest museum of art and design. Until March 2006 the Hearwear display shows how revolutionary thinking about hearing could be reflected in exciting new products. It highlights the massive potential for industry to create innovative, stylish and desirable hearing products which, if they were available on the high street, millions of people would want to purchase and use. From April a major exhibition will be the first to explore Modernism in the design world from a truly international perspective. Exhibits will include: Picabia, Mondrian, Léger, Balla, Le Corbusier, Mies van der Rohe and Man Ray. This exhibition will offer a fundamental reassessment of the idea of Modernism and, in doing so, offer a definition of this widely used but rarely defined term. The V&A also runs a wide range of events from workshops and gallery talks to catwalk fashion shows and special programmes for students and young people. And that’s what keeps it alive! Some of the past names on the catwalk of the Fashion in Motion series have included the likes
of Gianfranco Ferré, Anne Valérie Hash, Central Saint Martins 2004 graduates, Vivienne Westwood and Missoni. On April 28th 2006 four shows will celebrate the 60th anniversary of the last great British Haute Couture house: Hardy Amies. Enjoy exploring it!
N_ Seal Kay
W_ www.sealkay.it
PH_ Mug Project TXT_ Mug Project
SEAL KAY
INTERVIEWING MAURIZIO ZAUPA, SEAL KAY CREATIVE DIRECTOR
MUG: Since Seal Kay was created as a handmade denim brand, to what extent has the project remained 'independent'? How do you think Seal Kay can preserve this quality? MAURIZIO ZAUPA: Seal Kay was established early in 2000 as a small, up-to-date firm with definitely original, 'independent' features. The firm's characteristics are to this date the same, indeed they have been emphasised, because we are convinced that the evolution of sartorial production and the updating of items brought about by customising can still enable it to be 'independent'.
MUG: Dalla nascita di Seal Kay, come marchio artigianale di denim, ad oggi cos’è rimasto "Independent" in questo progetto? Come ritieni che Seal Kay possa rimanere tale? MAURIZIO ZAUPA: Seal Kay nasce alle soglie del 2000 come azienda artigiana contemporanea, con forti attitudini di originalità "Independent". Ad oggi questo pensiero è rimasto inalterato, anzi si è rafforzato con la convinzione che l'evoluzione del sartoriale e la customizzazione dei capi per renderli contemporanei, faccia in modo che il concetto di "Independent" possa continuare. MUG: Cosa rende secondo te un capo "autentico" e in che modo ritieni che i prodotti Seal Kay possano essere considerati tali? MAURIZIO ZAUPA: Autentico non è apparenza ma soprattutto cultura nei contenuti. Amo definire "Vintage Royal", l'autentico che Seal Kay vuole proporre. Il nuovo e il vecchio proposti in codici moderni. Lane e cotoni, cachemire e denim di pregevoli fatture, stemmi araldici e pietre dure applicati a mano che il tempo ha reso nobili.
MUG: Quali persone pensano "Seal Kay"? MAURIZIO ZAUPA: Seal Kay è un lifestyle internazionale, rivolto alle persone che pensano in maniera molto individuale. MUG: Cosa chiedono le persone che pensano in questa maniera e qual'è la tua risposta? MAURIZIO ZAUPA: Sicuramente, per rafforzare il pensiero Seal Kay, l'introduzione di una linea accessori: borse, calzature, cinture è divenuto uno step necessario. Items curatissimi e coordinati, creati in collaborazione con aziende specializzate nei singoli settori e pronte a sperimentare con Seal Kay.
INTERVISTA A MAURIZIO ZAUPA, SEAL KAY CREATIVE DIRECTOR
MUG: What makes an item 'authentic', in your opinion, and to what extent do you think Seal Kay products can be so defined? MAURIZIO ZAUPA: 'Authentic' stands for an item's cultural contents rather than for its look. I am inclined to call Vintage Royal an 'authentic' line that Seal Kay wants to propose, a blend of old and new trends
interpreted according to a modern code. Handmade wool, cotton, cashmere and denim items, with coats of arms and hard stones applied by hand and ennobled by time. It might be the discovery of a wardrobe formerly belonging to a nobleman... MUG: What people are attracted to 'Seal Kay'? MAURIZIO ZAUPA: Seal Kay is international lifestyle, addressed to people who have a very individual way of thinking. MUG: What are the demands of suchlike people, and what is your answer? MAURIZIO ZAUPA: The introduction of a line of accessories such as bags, footwear and belts was the next step forward, and will no doubt help strengthen Seal Kay's proposals. Skillfully handmade, coordinated items, created in collaboration with specialised firms willing to carry out new experiments with Seal Kay.
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"Sustainable products can defend Europe’ss Europe manufacturing base." The Example of Trippen Another Italian shoe factory closes almost every week at the moment. Many of the remaining German shoe manufacturers are shedding staff or going directly into receivership. Production is shifting to Romania, Bulgaria, Croatia or China. Poland, Slovenia, Hungary and Poland are already too expensive. Along with the machines and their manufacturers, traditional shoemaking knowledge and skills are also disappearing abroad. Soon we will have lost a whole industry for ever. The reason for this development is said to be the high level of wages. The consequence is that shoes ‘Made in Germany’ or ‘Made in Italy’ are almost indistinguishable in design and quality from those ‘Made in China’. China has caught up. Nobody knows where this downward spiral will end. Redundancies in Europe weaken consumer confidence and thus make an already bad economic situation even worse. Our approach is to centre on production and design a special product on that basis. Shoes that optimally fulfil their function but whose design is not always so easy to comprehend. Shoes that are no good for the mass market and are therefore not worth copying. Shoes that are fashionable but outlast transient trends. A long-life product.
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Another Trippen strategy is to create such a variety of models and variations that we are able to satisfy all the customer’s individual wishes. Here fast and flexible delivery schedules are important. It sounds unprofitable in this day and age, but it gives work to many small family businesses in Italy. That is only possible here in Europe with the corresponding infrastructure, which needs looking after. Only in small production units can we guarantee the prescribed environmental standards and ecological manufacturing techniques and create well-paid jobs with good working conditions. It would be impossible to produce the great diversity of Trippen shoes in big remote factories. And only a highly customisable
product made in high quality with a high proportion of craftsmanship stands a chance of remaining competitive despite higher prices. A recently pubilshed book in German and English language documents the success of Trippen’s concept and design. The big shifts in global production are also paralleled by turning points in the decade of the Trippen story. Together with two craftsmen who are just as dedicated to their trades as we are to our shoes – Jürgen Holzenleuchter with his photographs and Matthias Wittig for graphic design – this book represents an attempt to draw a provisional balance and sharpen minds for coming developments.
"Prodotti sostenibili possono difendere la base produttiva europea" L’esempio di Trippen. Di questi tempi non passa settimana senza che chiuda una industria calzaturiera italiana. Molti dei produttori tedeschi di calzature stanno licenziando personale o vengono sottoposti ad amministrazione controllata. La produzione viene delocalizzata in Romania, Bulgaria, Croazia o Cina. Polonia, Slovenia, e Ungheria già comportano costi troppo alti. Con le macchine e gli industriali se ne vanno all’estero anche la cultura e le tecniche calzaturiere. Tra breve avremo perso per sempre un intero settore industriale. Si dice che le ragioni di questi rivolgimenti siano attribuibili agli alti livelli salariali. Il risultato è che le calzature “made in Germany” o “made in Italy” sono, per design e qualità, quasi indistinguibili da quelle “made in China”. La Cina ha raggiunto il nostro livello, e nessuno sa quando finirà la nostra spirale
discendente. In Europa i licenziamenti indeboliscono la fiducia dei consumatori, e la già critica situazione economica viene ulteriormente peggiorata. Il nostro approccio consiste nel concentrarci su design e produzioni particolari, con calzature che adempiono ottimamente alla loro funzione, ma il cui design non sia sempre facile da comprendere. Scarpe che non si addicano al mercato di massa e che perciò non si prestino ad essere copiate. Un prodotto di lunga durata. Un’altra strategia Trippen è di creare una gamma di modelli e variazioni tali da consentirci di soddisfare tutti i desideri individuali dei clienti. In questo caso sono importanti dei programmi di consegna rapidi e flessibili. Di questi tempi, la strategia sembra poco conveniente, tuttavia dà lavoro a molte piccole aziende italiane a conduzione familiare. Ciò è possibile soltanto qui in Europa, date le infrastrutture esistenti, che tuttavia hanno bisogno di essere curate. Solo in piccole unità produttive possiamo garantire i prescritti standard ambientali, tecniche di produzione ecologiche, e creare posti di lavoro ben remunerati con buone condizioni lavorative. Sarebbe impossibile produrre la grande varietà di scarpe Trippen in grandi fabbriche lontane. Inoltre solo un prodotto altamente personalizzato, di grande qualità e fattura, può aver la possibilità di mantenersi concorrenziale nonostante i prezzi più elevati. Un volume recentemente pubblicato in lingua tedesca e inglese documenta il successo delle idee e del design Trippen. I grandi mutamenti nella produzione globale sono stati accompagnati da svolte nel decennio di attività Trippen. Con l’aiuto di due professionisti dediti al loro lavoro quanto noi alle nostre scarpe – Jurgen Holzenleuchter per la fotografia e Matthias Wittig per il design grafico – il libro rappresenta un tentativo di bilancio provvisorio per aguzzare la mente in vista degli sviluppi futuri.
"TRIPPEN" Published by Angela Spieth and Michael Oehler Berlin 2005 ISBN 3-00-017543-1 To order at: info@trippen.com Web site: www.trippen.com
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N_ Il Bisonte
W_ www.ilbisonte.net
PH_ il Bisonte TXT_ Paolo Vitale
In pochi sanno che il bisonte nasce in Europa e poi, forte e indomito, attraverso l’Asia e lo stretto di Bering si spinge sin nel nord America. Ancor meno sono coloro che sanno distinguerne il tipo europeo, più sedentario e dalla schiena dritta, dal cugino d’oltreoceano, più mobile, con la tipica schiena curva e proprio a questo ultimo fa onore il marchio fiorentino.
Wanny Di Filippo, appassionato di questo nobile animale cui ha dedicato la propria attività artigiana di produzione di accessori in pelle, da 35 anni raccoglie e conserva gelosamente qualsiasi tipo di materiale che lo rappresenti, fino a potersi permettere l’allestimento di un’intera mostra permanente di questi oggetti, negli spazi del suo showroom in via del Parione a Firenze. La collezione, dopo lungo cercare, vanta più di trecento pezzi tra francobolli, monete, etichette di bottiglie, peluche, bronzi, cristalli, riviste, dipinti e stampe che raffigurano bisonti ed oggi, su richiesta od invito dello stesso curatore, è possibile visitare questo speciale percorso espositivo. Animale forte e possente, evocativo di spazi ed orizzonti lontani, il bisonte è anche un profondo simbolo della vita nella società nordamericana, gli indiani nativi lo sacrificavano per la sopravvivenza della loro popolazione e da questo stesso ricavavano tutto il necessario al sostentamento: dal simbolico al pratico, dalla carne alle pelli per coprirsi.
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L’inedita esposizione, che sarà completata entro il mese di marzo, è sita nello storico Palazzo Corsini a Firenze e le sue visite sono spesso guidate personalmente dallo stesso Wanny Di Filippo. Come prevedibile, il soggetto ha attirato già molti turisti americani in visita a Firenze ma ha saputo accendere anche i flash della stampa giapponese. Quando si dice la forza del richiamo…
WANNY DI FILIPPO E I SUOI BISONTI
WANNY DI FILIPPO AND HIS BISONS Partial to the noble animal from which he has drawn inspiration for his handmade production of leather accessories, Wanny Di Filippo has for thirty-five years collected and jealously preserved all kinds of objects that have to do with bison, and he was able to lay them out in a permanent display on the premises of his showroom in via del Parione in Florence. The collection boasts over three hundred pieces including stamps, coins, bottle labels, furry, bronze and crystal models, as well as magazines, paintings and etchings representing bison; it is today possible to visit this special exhibition on request, or at the collectorâ&#x20AC;&#x2122;s invitation. A sturdy, powerful animal, the bison recalls far-off lands and is also a life symbol in North American society; in fact, it was a source of food for Native Americans who hunted it and used its hide in various ways. Few people know that, originally native to Europe, this wild, strong animal spread across Northern Asia and reached North America through the Bering Strait. Even fewer people can distinguish the more sedentary, straight-backed, European species from its American counterpart, characterised by a pronounced shoulder hump, now celebrated by the Florentine brand. The original collection, hosted at Palazzo Corsini, Florence, will be completed within March 2006, and visiting tours will occasionally be guided by Wanny Di Filippo himself. As was predictable, the exhibition is already drawing in many American tourists on a visit to Florence, and has also attracted the attention of the Japanese press. Much more than the call of the wildâ&#x20AC;Śdefinitely!
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“Persuade me to Kling to you in the Lobby” The latest of the best shopping in Spain. Persuade, Kling, and Lobby are three shops in Spain that go beyond the limits of the ordinary retail experience. Though they are not related by ownership, they have much in common and are sending a powerful message to retailers all over the world. Each of these spaces has a multidimensional aspect and proposes not only an alternative to the established Spanish fashion landscape, but also proposes a lifestyle.
Persuade, on Villarias Street, in Bilbao inhabits a grand space that was previously an office, and before that was an earthenware warehouse. For decades the building sat dormant, waiting until new life was breathed into it. The space that is now Persuade makes a powerful impact that crosses the boundaries of fashion and interior design. International design labels are shown in a gallery like way; an all white ambiance and Chinese imagery and antiques. There is harmony and a fluidity between the garments, furniture, and structure of the building. The rustic, partially undone look in contrast to a sharp contemporary edge conveys a sophisticated yet fresh fusion of style and daily life.
Ribera 5, 08003 Barcelona www.lobby-bcn.com
Villarías 8, 48001 Bilbao www.persuade.com.es
Persuade, in Via Villarias a Bilbao, occupa una vasta area precedentemente adibita a uffici, e prima ancora a magazzino di terraglie. L’edificio è rimasto inutilizzato per decenni in attesa che un soffio vitale lo rinnovasse. Lo spazio che attualmente coincide con Persuade è di grande effetto, poiché rompe gli schemi stilistici della moda e del design di interni. Nomi del design internazionale sono esposti come in una galleria d’arte, in un ambiente completamente bianco con immagini cinesi e pezzi d’antiquariato. Gli abiti, il mobilio e la struttura dell’edificio costituiscono un tutto caratterizzato da fluidità e armonia. Il contrasto tra l’aspetto semplice dell’edificio, in parte da ristrutturare, e il suo carattere spiccatamente moderno esprime con sofisticata freschezza una combinazione di stile e quotidianità. 50
A Barcellona, la scena luccicante e ricca di emozioni della moda è anche caratterizzata da Lobby, un negozio a due piani ubicato nella zona Born della città. Un’atmosfera tranquilla e rilassata ispira i clienti non solo negli acquisti ma anche a sognare, sentire, toccare, gustare. Proponendo sempre marchi di livello internazionale e talenti nuovi, Lobby si pone a livello internazionale come punto di riferimento per quanti s’interessano di moda. Il negozio offre una gamma di prodotti tra i quali vanno annoverati gli abiti, l’oggettistica, i cosmetici, la musica, le calzature e gli accessori, ed è attento alla innovazione stilistica, alla qualità e all’esclusività. Lo spazio Quelata all’interno del negozio è dedicato alla degustazione di prodotti tipici. Lo stile eclettico di questo ambiente caldo e invitante desta grande curiosità tra i clienti, che si sentono così stimolati a tornare.
Kling, located in Palma of Mallorca, is a historical name associated with the international avant-garde. Originally from Berlin, Kling is the family name of the owner’s father as well as the name of his first shop opened in 1951. It was the first shop of its kind to import labels from all over Europe, and became a symbol of cutting edge fashion. Maintaining this tie to its past, owners Peter and Felisa decided to keep the name Kling. In 1983 they opened a shop in Palma of Mallorca and began producing a collection of garments inspired by the avant-garde. As pioneers of a new movement, in 1984 they began working with Japanese designers. Their philosophy is to form bonds with their clients, those who have a know-how and creativity, and to always demonstrate an awareness of high design.
In the bright and exciting Barcelona fashion scene, Lobby is a two level shop located in the Born area of the city. A relaxing and laid back atmosphere inspires their clients to dream, feel, touch, and taste, not simply just to shop. Always proposing international design labels, as well as new talent, Lobby has established itself on the international level as a point of reference for those interested in design. Lobby offers a variety of merchandise from fashion to objects, cosmetics, books, music, shoes, and accessories, concentrating on design innovation, quality, and exclusivity. Within the shop, the Quelata space is dedicated to tasting typical products. An environment that is inviting and warm, its eclectic style peaks the client’s curiosity and keeps them coming back.
Costitución 3, 07001 Palma de Mallorca Isaac Peral 30, 07157 Puerto Andrax (Palma de Mallorca)
Kling, a Palma di Majorca, è un nome storico associato all’avanguardia internazionale. Di origine Berlinese, Kling è il cognome del padre del proprietario, nonché del primo negozio che egli ha aperto nel 1951. Primo fra i negozi della sua tipologia ad importare marchi da tutta Europa, esso è diventato il simbolo della moda di avanguardia. Per creare una continuità con il passato del negozio, i proprietari Peter e Felisa hanno deciso di conservare il nome Kling. Nel 1983 hanno aperto un negozio a Palma di Majorca e hanno cominciato a produrre una collezione di abiti d’avanguardia. Come pionieri di un movimento nuovo, nel 1984 hanno cominciato a lavorare in collaborazione con stilisti giapponesi. La loro filosofia consiste nel creare dei legami con quanti fra i loro clienti siano dotati di creatività e di competenza, e di dimostrare sempre grande conoscenza in fatto di design di eccellenza.
“Persuade me to Kling to you in the Lobby” The latest of the best shopping in Spain. Persuade, Kling e Lobby sono tre negozi spagnoli che superano i limiti dei comuni spazi vendita al dettaglio. Pur essendo di proprietari diversi, hanno molto in comune e costituiscono un modello per i dettaglianti di tutto il mondo. Ciascuno di questi spazi ha un carattere polivalente e, oltre a fornire un’alternativa nel contesto della moda spagnola tradizionale, propone anche uno stile di vita.
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From Lisboa
MODALISBOA FASHION WEEK 2005 www.modalisboa.pt Photos by Rodrigo Vila
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Incentrate sul tema del Desiderio, 23 sfilate, tenute in Cais da Matinha insieme ad eventi paralleli, hanno conferito una nuova dimensione ad una Lisbona sconosciuta e rinnovata. "Quando il desiderio si trasforma, nasce un evento e tutto ne diventa parte..." affermano gli organizzatori della venticinquesima edizione di ModaLisboa; poi aggiungono: "É il desiderio che ci abbraccia, avvolge e confonde". Dagli stilisti di fama quali Miguel Vieira ai nuovi talenti come Ricardo Dourado, la passerella è sempre stata improntata al desiderio, e le modelle di Miguel Vieira, uno show fra i più inattesi, hanno sfilato su petali di rose rosse rivelando dei corpi affascinanti. ModaLisboa è l'evento in cui i marchi e i loro contenuti trovano una scena straordinaria per intrattenere un dialogo; assieme a noi essi sono ritornati al desiderio di "produrre cose vere" in questa edizione di ModaLisboa; lo scenario, creato da esperti interventi artistici da parte di case come Nokia e Nike, era costituito da aree in cui hanno proposto esperienze che ci proiettano in un mondo di sogno. ModaLisboa esercita un ruolo attivo a Lisbona promovendo eventi collegati alla moda e interventi in tutta la città. Uno degli interventi più interessanti è stato quello delle vetrine del ristorante Bica do Sapato, dove Manuel Reis e Francisco Capello hanno presentato tre capi di John Galliano, parte dell’attivo di Francisco Capello, dalla prima collezione per la maison Givenchy. Dal 13 al 16 ottobre 2006, come per magia, Lisbona è stata pervasa dalla fantasia. Come molti personaggi e protagonisti che hanno vissuto ModaLisboa ho anch'io desiderato tanto che durasse di più. Restiamo in attesa della prossima edizione.
Centred on the theme of 'Desire', 23 fashion shows held with parallel events in Cais da Matinha gave a new dimension to an unknown and renewed Lisbon. "When desire transforms itself, a 'happening' is born and everything becomes part of it", this is how the statement by organisers of the 25th edition of ModaLisboa began. They added: "It is the desire that embraces, entagles and confuses us". From renowned stylists such as Miguel Vieira, to new talents like Ricardo Dourado, the catwalk was always characterised by desire; one of the most unexpected shows was Miguel Vieira's models walking on red rose petals and revealing their charming bodies. ModaLisboa is a 'happening' where labels and their contents find a platform par excellence for dialogue. Together with the labels we revisited the wish to ‘produce the real' in this edition of ModaLisboa, the set shaped by experienced artistic interventions performed by brands such as Nokia and Nike, with areas proposing experiences which led you straight into a dreamlike world. By promoting fashion related events and interventions throughout the city, ModaLisboa has had an active role in Lisbon. One of the most interesting interventions was the shop windows in Bica do Sapato Restaurant, where Manuel Reis and Francisco Capelo presented three of John Galliano's dresses from the 1st collection for Givenchy, part of Francisco Capelo’s assets. From 13th to 16th October 2005, as if by magic, Lisbon was pervaded by fantasy. Like most of the actors and characters who attended ModaLisboa I wished the spell lasted more. Let's wait for the coming edition!
Long committed to a young and demanding audience, Stefano Bi are still on the fashion scene with the unmistakable quality and style of their products; new proposals that can boast natural dressing, extra soft leather, handmade finishing and carefully designed and dyed soles. Those who are looking for a more modern and versatile product can find lace-up shoes in worked calf skin and hand-polished raw cotton fabric of the same colour. The Ferrara-based brand also proposes slender, tapering moccasins, following the Maison's typical design and made precious by a skillfully dressed leather buckle reminiscent of the special effects obtained through wood treatment. The fact that since the '70s Stefano Bi have focused on quality and not on quantity, accounts for the colours and softness of the leather they use, the endless care they devote to their handmade products and the selection of materials; it also accounts for their recently designed sneakers, now on the market with leather and natural rubber soles. Research and innovation have led to an aeration device fitted in the brand's logo (inside the shoes) and to their special anatomical shape. Their love for details can be seen also in the hand-polished laces.
Footwear as a mirror of a man's smartness and refinement, a man who doesn't simply want to cover himself, but carefully chooses what to wear, shoes in particular.
N_ Stefano Bi
E_ info@manifatturaferrarese.it
PH_ Carlo Zuccarello TXT_ Paolo Vitale
STEFANO BI La scarpa come specchio della signorilità e della ricercatezza di un uomo che non vuole solo coprirsi ma vestirsi, fin dai piedi. Stefano Bi, marchio da anni rivolto ad un pubblico giovane ed esigente, torna con il suo inconfondibile stile e la qualità indiscussa dei suoi prodotti. Le nuove proposte parlano di concia naturale, di pelli morbidissime, di rifiniture realizzate a mano e suole curate nel disegno e perfino nella tintura. Per chi fosse alla ricerca di un prodotto più moderno e versatile, arriva un'allacciata in vitello lavorato e tela di cotone grezzo patinata a mano nello stesso colore delle parti in pelle. Il marchio ferrarese presenta poi un mocassino con la classica linea slanciata ed affusolata della Casa impreziosito da un morsetto in cuoio sapientemente conciato, il cui disegno ricorda tanto
certe lavorazioni del legno. Dagli anni 70 Stefano Bi punta infatti sulla qualità, non ai grandi numeri di produzione, ed è per questo che ci si può perdere nei colori dei pellami impiegati e nella loro morbidezza. Un'attenzione continua nel tempo a certe lavorazioni e nella selezioni dei materiali che ancora oggi l’azienda presenta sul mercato anche con la nuovissima sneaker dalla suola in gomma naturale e cuoio. Ricerca e innovazione hanno portato all’inserimento di un sistema di areazione integrato nel logo del marchio (sull'interno scarpa) e ad una particolare conformazione anatomica. Un amore per la cura dei dettagli che si rivela nei lacci addirittura lucidati a mano.
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Commun
ication
"The Lives of the Saints" è stato presentato alla stampa a Milano, Londra, Monaco e New York tra novembre e dicembre 2005, sarà distribuito nel 2006 e parteciperà ad importanti festival cinematografici internazionali.
MELTIN’POT: SAINT OR SINNER?
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MELTIN'POT: SANTO O PECCATORE? É possibile, nel mondo del denim, fare qualcosa di diverso da tutti gli altri? Nonostante tutto quello che è stato proposto in materia di abbigliamento jeans, Meltin'Pot ha portato a termine un'ardua impresa: fare qualcosa di nuovo. I jeans sono davvero una componente fondamentale nella cultura popolare contemporanea, poiché chiunque li può indossare, praticamente in qualsiasi contesto. Con un pubblico così vasto e una concorrenza così vivace si ha la possibilità di comunicare tutto e niente. Il marketing del denim è qualcosa di più della vendita di jeans o della creazione di una bella immagine; significa creare un mondo a parte ed esprimere la filosofia di uno stile di vita. Per mezzo di cataloghi, campagne pubblicitarie e spot televisivi Meltin'Pot è riuscita a sondare messaggi profondi e a rivelare la sua intima essenza. Tuttavia, ora che il settore del denim è
all'epicentro della moda, strumenti classici del marketing come la stampa, i tabelloni pubblicitari e la televisione non sono più sufficienti. Meltin'Pot apre all’industria cinematografica con una scelta che ha del sorprendente; il marchio denim, infatti è il produttore esecutivo del film britannico "The Lives of the Saints" (Le vite dei santi), scritto da Toni Grisoni, per la regia congiunta della Rankin/Dazed Film & TV e di Chris Cottam. Secondo Augusto Romano, il cinema è lo strumento di comunicazione perfetto per Meltin'Pot perché è in grado di trasmettere al pubblico messaggi complessi di un certo fascino. Superando i canonici approcci di product placement l'immagine del marchio favorisce il successo del film, ed il film quello del marchio. Meltin'Pot ha esteso i propri mezzi, si è trasformata, si è inventata un nuovo orientamento e ha costruito un progetto che l'ha posta all'apice del mercato, un po’ più vicina al cielo.
MELTIN'POT: SAINT OR SINNER? In the world of denim, how is it possible to do something different from everyone else? Despite everything that has been proposed in jeans wear marketing, Meltin'Pot has accomplished a very difficult task: to do something new. Jeans are such an integral part of today's popular culture; they are wearable by anyone, in nearly any context. With a widespread audience and lots of competition, there is a chance to communicate anything, and yet nothing. Denim marketing is more than just selling jeans, more than making a beautiful image; it's creating a world and expressing a lifestyle philosophy. Through catalogues, ad campaigns, and TV spots, Meltin'Pot has managed to explore some profound messages and reveal what is at the heart of the company. However, now that the denim sector is at the epicenter of fashion, the classic marketing mainstays of print, billboards, and TV simply aren't enough. Meltin'Pot breaks through the film industry. A surprising choice, the denim brand is the executive producer of the British film 'The Lives of the Saints' directed by Rankin/Dazed Film & TV and co-directed by Chris Cottam, written by Toni Grisoni. According to Augusto Romano, cinema is the perfect instrument of communication for Meltin'Pot because it is capable of transmitting complex messages to a public with a certain appeal. Surpassing the typical approach of product placement the image of the brand promotes the success of the film, and in turn, the film promotes the brand. However, the strongest message of all could be the original intention of the project: to give emerging artists a chance. An entirely new angle on the brand's communication, it demonstrates the desire to have contact with and support young, new talents. Meltin'Pot has branched out, crossed over, and forged a new direction for itself, and made project that has positioned it at the top of its market, and a little closer to heaven.
The film was presented to the press in Milan, London, Munich, and New York in November and December of 2005 and will be distributed in 2006, and will also take part in several important international film festivals.
www.meltinpot.com www.thelivesofthesaintsthemovie.com
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Tongcast 2 - 24:54 Pete Tong _ free from itunes podcast section What else is there (Trentemoller remix) - 7:44 Royksopp Do you want to You could have it so much better _ Franz Ferdinand
ascoltare
What if x&y _ Coldplay Crystalline Green Black cherry _ Goldfrapp Something Rotten Sleeping whit ghosts _ Placebo Multiply Multiply _ Jamie Lidell _ Warp Records
Burning Love - 2:59 Burning Love _ Elvis
Through time - 5:58 Ruby Blue _ Roisin Murphy
Grossa - 3:27 Robe Grosse _ Fish feat. Esa
Night of the dancing flame - 3:26 Ruby Blue _ Roisin Murphy
Street Platoons - 6:03 A War Story _ The Psycho realm
Daft punk is playing at my house - 5:16 Lcd Soundsystem _ Lcd Soundsystem Me and Giuliani down by the school yard Louden up now _ !!!
Hobo Humpin Slobo Babe - 4:01 Hobo Humpin Slobo Babe _ Whale (a true story)
- 9:02
OreMinutiSecondi - 4:28 4/4 _ Almamegretta Raised in The Hood - 3:28 Blade 2 ost _ Volume 10 and Rony Size
L'incontro di queste due personalitĂ e la loro idea sono l'essenza che ti prende e ti conquista ascoltando e riandando dal golfo al salotto, dal Salotto al Golfo. Paolo Trevisi
Belle Isle Raceway _ Mesu Kasumai
Losing myself - 4:38 Heat _ Colder
Shadowsea The Wind in the Wires _ Patrick Wolf
Club Tropicana - 4:25 Fantastic _ Wham
Rock nâ&#x20AC;&#x2122; Roll Suicide The Life Acquatic with Steve Zissou _ Seu Jorge Disco Inferno The Massacre _ 50 CENT Diamonds from Sierra Leone Late registration _ Kanye West
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Zdarlight - 6:23 Kitsune Maison Compilation _ Digitalism
Magma - 5:55 Thrills _ Ellen Allien
Shoalin Satellite - 4:21 DJ-Kicks 046 _ Kruder And Dorfmeister Bohemian Sunset - 6:25 The Singles Collection 1997-2000 _ Jazzanova Schneewittchen (Snowwhite) - 6:19 Ton Driessens & Marcel Wanders _ Ton Driessens' & Marcel Wanders' Orange Hope There's some one - 4:23 I'm a Bird now _ Antony and the Johnsons
"Dal Salotto al Golfo" The meeting of these two personalities and their idea is the essence that impresses and conquers and conquers tou while listening and traveling back from "the Salon to the Gulf".
Paolo Trevisi
N_ Nero3
W_ www.nero3.com
PH_ Gianni Sabadin TXT_ Paolo Vitale
NERO3
Un catalogo ispirato al leggendario taccuino degli artisti presenta la collezione 2005 di NERO3. La prima pagina riporta la citazione di Pablo Picasso "EVERYTHING YOU CAN IMAGINE IS REAL" un'apertura verso le infinite applicazioni della creatività. Michele Trevisan, direttore artistico, assieme agli altri due ideatori di questo giovane marchio italiano, ha immaginato un prodotto di arredamento orgogliosamente Made in Italy, basato su: Innovazione, Creatività ed Esclusività. Questo progetto cominciato nel 2003 si presenta ora sul mercato con una linea di alta gamma che predilige un design elegante e maturo oltre che materiali nobili e puri. NERO3 non è frutto della matita di un solo designer ma gode della creatività di un team di giovani menti pensanti dell’industrial e interior design italiano.
All'insegna della qualità totale, la ricerca e selezione dei creativi coinvolti nella progettazione è stata accurata e definita: ogni progetto è stato valutato e selezionato dalla direzione artistica di NERO3 e approvato in base ai valori aziendali. Ogni elemento prodotto riflette quindi lo spirito del designer che lo ha voluto secondo uno stile non omologato e sempre personale. In questa ricerca non potevano mancare le edizioni limitate - con tanto di certificato di autenticità - e un sistema di controllo di qualità che certifica tutte le fasi di lavorazione, dal prototipo alla realizzazione finale. E ancora: NERO3 è fiera di proporre una produzione artigianale, ogni elemento come se fosse un pezzo unico. In un mercato globale parlare di Made in Italy vuol dire parlare di STILE DI VITA inteso come qualità e atmosfera, raffinatezza e pregio.
Taking inspiration from artists' mythic notebook, a catalogue presents NERO3's 2005 collection. The front page quotes Pablo Picasso's sentence: "Everything you can imagine is real", which opens to the infinite outcomes of creativity. In collaboration with two partners, artistic director Michele Trevisan has established a new Italian brand of furniture, proudly labelled 'Made in Italy', based on innovation, creativity and exclusiveness. After its 2003 debut, the brand now appears on the market with a high-quality line characterised by mature, elegant design in pure, noble materials. NERO3 is not the product of a single designer, but of a team of young talented professionals from the world of Italian industrial and interior design.
In a global market, 'Made in Italy' stands for a lifestyle that conjures up quality, atmosphere, refinement and excellence.
Aimed at top quality results, the research and selection of creative designers was demanding and accurate: each design was valued, selected and approved by NERO3's artistic direction according to the firm's standards. As a result, each item, far from being standardised, reflects the spirit, style and personality of the designer who created it. NERO3's research couldn't but lead to limited editions, each of which is accompanied by a certificate of authenticity; production undergoes quality control procedures documenting the various stages of production, from prototypes to finished items. Furthermore, NERO3 are proud of the handcrafted products they propose, each of which is unique.
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Straight out of the New York hip-hop scene, Frank is an internationally distributed free magazine jam packed with interesting information from the chemical make-up of your urine to contemporary design reviews; though ALL of the contents of the mag in some way reveal their b-boy origins. And just when we thought hip hop was dead…
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You can print it yourself, too! This Spanish magazine comes in both online and printed versions; an impressive 242 page amalgamation of artwork and graphics that will blow you away. A mix of high fashion, denim, and street style, this magazine is international youth culture with street cred at its best. Too bad it’s only in Spanish! OLE!
"Fact" _ free magazine
www.hmagazine.com
"H_magazine" _ free magazine
www.factmagazine.co.uk
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Published quarterly by Vinyl Factory, a gallery deeply rooted in the British music scene, FACT is a music and street culture magazine; and as you might assume contains some interesting facts. Fed up with boring and various “lifestyle” magazines, FACT was created in 2003 with hopes of providing a platform for young talent. (Sound familiar?) UK based but internationally known, you can find the free magazine in over 350 independent record and clothing stores, and other venues.
Radicata nella cultura hip-hop newyorchese, FRANK è una rivista distribuita gratuitamente a livello internazionale, piena fino all’inverosimile di informazioni interessanti, che vanno dalla composizione chimica della vostra urina a recensioni sul design contemporaneo, benché TUTTO il contenuto della rivista riveli in certa misura le origini b-boy dei suoi autori. E proprio quando pensavamo che la cultura hip-hop fosse morta…
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Pubblicata trimestralmente da Vinyl Factory, una galleria che ha radici profonde negli ambienti musicali britannici, FACT è una rivista di musica e di cultura di strada che, come si può ben supporre, ha contenuti di grande interesse. FACT deriva dalla stanchezza per le varie, noiose riviste ‘lifestyle’, ed è stata creata nel 2003 con la speranza di poter costituire una piattaforma per il lancio di giovani talenti (vi suona familiare?). Potete trovare gratuitamente questa rivista con sede nel Regno Unito, ma di fama internazionale, in oltre 350 negozi indipendenti di musica e abbigliamento, e in altri luoghi ancora.
Potete anche stamparvela da voi! Questa rivista spagnola si trova sia in edizione stampata che in versione on line: un’impressionante amalgama di attività artistiche e grafiche, 242 pagine che vi stenderanno. La rivista mescola alta moda, denim e street style, ed è vera cultura internazionale di grande credibilità “street” per i giovani. Peccato che sia solo in spagnolo! Olé!
N_ Designers & Agents
W_ www.designersandagents.com
PH_ D&A TXT_ Megan Huntz
Designers & Agents Los Angeles Fall 2006 – March 24-27, 2006 Siete stati in piedi tutto il giorno sotto luci violente e avete visto tante merci mondane al punto che gli occhi potrebbero schizzarvi dalle orbite. Un’altra tipica fiera commerciale? Giusto il contrario. Designers & Agents è organizzatrice innovativa di fiere per la promozione della moda nel settore del pret-à-porter emergente e degli accessori. Presente a New York, Los Angeles e Tokyo D&A progetta ogni sua mostra seguendo gli stessi criteri ispiratori e coerenza di progettazione, pur adeguandoli alle necessità di una città e di un mercato particolari. Le mostre di New York, dove si trova la base logistica della D&A, sono incentrate sulla moda femminile, sulla vita urbana e su una sofisticata cultura artistica e di design. Le mostre di L.A., dove prevale l’influsso di linee unisex più giovani, hanno un tono più casual e semplice. A Tokyo, il laboratorio della D&A presenta modelli sia da donna che da uomo e funge come fucina di idee e tendenze ispirate a stilisti giapponesi e internazionali in un ambiente casual. A prescindere dal contesto, la D&A è impegnata a elevare il livello dell’esperienza e la qualità delle attrattive che offre ai suoi clienti. Nelle tre sedi gli eventi vengono allestiti in ampi spazi loft (sottotetti di ex fabbriche o magazzini) inondati di luce naturale, con salotti personalizzati pieni di fiori freschi, installazioni d’arte e DJ dal vivo. Le mostre sono progettate con grande fluidità e naturalezza e costituiscono la migliore esperienza d’acquisto possibile. Quando gli acquirenti sono stanchi morti, hanno a disposizione delle occasioni di comfort e di evasione fatti apposta per sollevare lo spirito. Tuttavia l’aspetto più importante delle mostre rimane il loro contenuto. L’obbiettivo delle tre sedi delle mostre è di rimanere attente alle indicazioni del design reale e di evitare marchi che siano troppo di tendenza. Incentrata sulla qualità e non sulla quantità, ogni mostra stagionale è allestita affinché sia nuova e adeguata rispetto al mercato che le compete. A New York come a Los Angeles o Tokyo, l’approccio unico della D&A continua ad ispirare uno scambio creativo tra stilisti e acquirenti, e a costituire un’esperienza diversa nel mondo delle mostre.
located at
The New Mart Building 127 East 9th Street – 3rd Floor, LA, CA 90015
You've been on your feet all day under harsh lights and you've seen so much mundane merchandise, that your eyes might just pop out of your head. Another typical tradeshow? Quite the contrary, Designers & Agents is a groundbreaking organizer of fashion forward trade shows for emerging ready-to-wear and accessories. With a presence in New York, Los Angeles, and Tokyo, each D&A show has the same ideology and integrity of design, yet is tailored to the needs of that particular city and market. The New York fairs, the home base of D&A, have a strong emphasis on feminine styling, urban life, and a sophisticated art and design culture. The LA fairs, with a strong influence of younger unisex lines, have a more casual and easy lifestyle feeling. In Tokyo, the D&A Lab features both men's and women's fashion design and acts as a laboratory of ideas and trends based on both Japanese and international designers in a casual environment. No matter which context, D&A is dedicated to raising the level of the experience and the quality of amenities for its clients. In all three locations, the events are staged in loft spaces with lots of natural light, personalized lounges full of fresh flowers, art installations, and live DJs. The shows are designed to naturally flow and provide the best buying experience possible. When the buyers get tired out, there are comfortable escapes that are meant to lift the spirits. The most important aspect of the shows, however, remains the contents. The goal for all three show locations is to stay focused on real design directions and avoid brands that are too trendy. With a focus on quality not quantity, each season the show is edited to keep it fresh and relevant to its respective market. Whether it be in New York, Los Angeles, or Tokyo, the unique approach of D&A continues to inspire a creative exchange between buyers and designers and reveal a different experience in the trade show business.
The Cooper Design Space 860 S. Los Angeles Street – 8th & 11th Floor, LA, CA 90014
D&A Annex New York Summer 2006 – January 7-9, 2006 Fall II/ Holiday 2006 TBC located at
Starrett-Lehigh Center 601 West 26th Street, NYC 10001
D&A Annex Los Angeles Summer 2006 – January 13-19, 2006 Fall II/Holiday 2006 – June 9-12, 2006 located at
The New Mart Building 127 East 9th Street – 3rd Floor, LA, CA 90015
The Cooper Design Space 860 S. Los Angeles Street – 8th & 11th Floor, LA, CA 90014
Designers & Agents New York Fall 2006 – February 12-14, 2006 located at
Starrett-Lehigh Center 601 West 26th Street, NYC 10001
Designers & Agents D&A LAB Tokyo Fall 2006 – March 15-17, 2006
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Impavido attacco al Design, alle sue posizioni acquisite e calcificate, pugno dritto allo stomaco di tutto questo mondo che per anni si è preso troppo sul serio. Quattro giovani realtà italiane raccontate attraverso i loro progetti stuzzicanti e sarcastici, quotidiani ed ispirati dai luoghi comuni, dai vizi e dalla semplice funzionalità. Amore per il disegno ma anche per la grafica, che pagina dopo pagina, non passa inosservata: prodotto tipografico ottimo! Il sale del pensiero del nuovo design italiano è “fino”.
Questo volume, uscito un anno dopo il suicidio dell’artista, in concomitanza con la prima importante retrospettiva del MoMA di New York dedicata a questa grande fotografa, costituisce uno dei più importanti libri monografici nel panorama della fotografia contemporanea. 80 scatti di Diane Arbus, prima fotografa americana ad essere rappresentata alla Biennale di Venezia; immagini capaci di spaziare implacabilmente dalle rappresentazione di chi vive ai margini dell’accettazione sociale fino al ritratto di coloro che vengono reputati “normali”, spazzando via qualsiasi tipo di maschera pubblica. Edito nel 1972 e nel 1997: leggere non solo per riscoprire.
"SaleFino"
"Diane Arbus" – An Aperture Monograph
Pensando al flusso di visioni e rimandi patriottici, etnici ma anche nostalgici che una bandiera porta con sé può davvero cominciare a girarci la testa…ancor più poi se pensiamo al rapporto che negli anni le bandiere hanno saputo instaurare con il mondo della moda ed i suoi creativi. Wig Wag di Alessandra Vaccari si infila tra le pieghe dell’ironia e delle identità che, grazie a questi processi creativi, hanno saputo stravolgere e modificare giorno dopo giorno il retaggio del nostro immaginario, tracciando qua e là traiettorie di contaminazione con altri mondi quali musica, cinema, arte e politica. La collana Mode si pone come uno strumento tascabile, dal prezzo contenuto, in edizione italiana e inglese, per tutti coloro che hanno il desiderio di affrontare temi e monografie critiche sui nuovi protagonisti del mondo della moda.
ed. Aperture Foundation 1972-Iaed. _ 1997-IIaed.
"Wig Wag" di Alessandra Vaccari
www.aperture.org
Coll. Mode _ ed. Marsilio 2005
- nuovi sapori dal design italiano
ed. Abitare Segesta (2005) www.abitare.it
leggere
www.marsilioeditori.it
A brave attack on design and on the fossilised tenets it takes for granted; an attack levelled at a world which has for years taken itself too seriously. The careers of four young Italians seen through their stimulating and sarcastic designs, daily drawing their inspiration from commonplace views, vices or simply from functionality. Page after page their love for design and for graphics doesn’t go unnoticed. An excellent typographic product! These new Italian designers’ views are definitely stimulating!
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Published a year after Diane Arbus’s suicide, just when the New York MOMA held the first important retrospective exhibition devoted to the great photographer, the book is one of the most important monographs in the domain of contemporary photography. 80 shots by Diane Arbus, the first American photographer to exhibit her works at Venice Biennial; images that do away with social hypocrisies and range inexorably from the portrayal of social rejects to the representation of people considered ‘normal’. Published in 1972 and 1997. Reading it will involve much more than a rediscovery.
To think of the flow of patriotic echoes and images, at once ethnic and nostalgic, that a flag recalls can really make our head spin…in particular when we think of the relations that flags have created with the world of fashion and its stylists. Alessandra Vaccari’s WIG WAG ironically makes an enquiry into personalities who, thanks to their creations, have been able to completely change and modify our imaginative heritage by outlining cross-cultural interchanges with the world of cinema, music, art, and politics. The pocket series ‘Mode’ has an affordable price tag and is published both in English and in Italian for all those who wish to devote themselves to the reading of critical monographs centred on the new protagonists of the world of fashion.
N_ Pitti Immagine 2006
W_ www.pittimmagine.it
TXT_ Megan Huntz
PH_ Arrigo Coppitz e Francesco Guazzelli
Last June, among images and places long treasured in our memory, in the timeless dimension of the visionary and allegorical layout created by Sergio Colantuoni, we visited the second edition of “Rooms”, held at the Garden Lemon-Houses of Corsini Palace, Florence, the Pitti Immagine project offering one of the most sophisticated and up-todate interpretations of contemporary luxury fashion. Between the 16th and 18th of September 2005, the same charming scene was the background for the third edition of Fragrances, an event devoted to the most select international products of artistic perfumery, with the presence of some 113 brands. 2006 will start with the 69th edition of Pitti Immagine Uomo, an ever expanding show rich in countless events. From Welcome, an exhibition project devoted to street culture to be held at Leopolda Station, to the events organised by Calvin Klein; from video-oneiric Pitti Immagine Rooms n. 3, that will be moved to the Harold Acton Library for the occasion, to the unfailing New Beat(s); from Human Game of the Pitti Discovery Foundation, a research project centred on sport and its relevance in contemporary society, to the presentation of Ricky Owens’ work, again at Leopolda Station. Maison Martin Margiela, the special guest at the event, has decided to interpret this edition with a perspective style. More events will be Pitti Immagine Bimbo n. 62, Pitti Immagine Filati n. 58, and, in April, the seventh Vintage Selection along with the second edition of Pitti Living, devoted to the world of household accessories.
Immersi in una dimensione senza tempo, tra immagini e luoghi della nostra memoria, in un incantevole percorso visionario-allegorico ideato da Sergio Colantuoni, lo scorso Giugno alle Limonaie del Giardino di Palazzo Corsini sul Prato di Firenze abbiamo assistito alla seconda edizione di “Rooms”: progetto di Pitti Immagine che offre una delle interpretazioni più sofisticate e aggiornate del lusso contemporaneo. Nella stessa incantevole cornice, tra il 16 e il 18 Settembre 2005, si è tenuta la Terza Edizione di Fragranze, appuntamento dedicato alle più qualificate realtà internazionali della profumeria artistica e selettiva, con ben 113 marchi presenti. Il 2006 si apre con la sessantanovesima edizione di Pitti Immagine Uomo, manifestazione ancora una volta in crescita che si prospetta densa di appuntamenti. Da Welcome, progetto espositivo dedicato alla street culture che andrà in scena alla Stazione Leopolda, agli eventi promossi da Calvin Klein; dal video-onirico Pitti Immagine Rooms n.3, che per quest’occasione si trasferirà all’Herold Acton Library, agli immancabili New Beat(s). Da Human Game della Fondazione Pitti Discovery, progetto di ricerca dedicato allo sport ed alla riflessione sulla sua centralità nella società contemporanea, fino alla presentazione del lavoro di Ricky Owens, sempre presso la Stazione Leopolda. Ospite speciale sarà la Maison Martin Margiela, che ha scelto di interpretare con un taglio prospettico quest’edizione; seguiranno Pitti Immagine Bimbo n. 62, Pitti Immagine Filati n. 58 e la settima Vintage Selection, ad Aprile confermata con la seconda edizione di Pitti Living, manifestazione dedicata al mondo degli accessori per la casa.
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N_ Le Book
W_ www.lebook.com
PH_ Le Book TXT_ Paolo Vitale
25 YEARS OF LE BOOK THE BIBLE OF EXPERTS. THE HOLY GRAIL OF ENTHUSIASTS. A magic box affording countless clues to get in touch with photographers, visual and graphic designers. A CELEBRATION OF VISUAL COMMUNICATION. Early in the '80s, when Veronique Kolasa created Le Book, she was thinking of a catalogue of creators which could answer the question: "Do you know anyone who can do this... or that?". And here are all the answers in just one reference collector's book. Bearing witness to the importance of photography and its evolution in the age of the image, the book has been able to mirror a succession of creative trends. After the first issues were exclusively devoted to the Paris scene, in 1995 Le Book launched an issue devoted to New York, and a different one devoted to London, distributed also in Germany
and Northern Europe. Since 2000 Le Book has decided to enrich its contents with names of great renown in the world of fashion including Karl Lagerfield, Yves Saint Laurent, Christian Lacroix, Pucci and Hermès. The 2005 edition drew its inspiration from Hermes' epoch-making scarves, whose rich printed patterns match perfectly the square shape of the publication and the creativity it has expressed over the years. Last November, LeBook presented in Paris the first edition of LeBook Connections, an event devoted to professionals in the fields of fashion, photography, publishing and advertising. 2006, therefore, marks the beginning of a new era, and LeBook catchwords will be essentiality and purity. Whisper it softly, ladies and gentlemen, Yohji Yamamoto will be the editor of this year's issue! After Pucci's color dreams and Hermes' kaleidoscopic layout, a delicate Oriental touch will gently bring us back to a spiritual dimension.
PER GLI ADDETTI AI LAVORI, LA BIBBIA. PER GLI APPASSIONATI, IL SANTO GRAAL. Una scatola magica che contiene tutti i contatti possibili per trovare fotografi, visuals, grafici e designers. CELEBRAZIONE DELLA COMUNICAZIONE VISIVA. Quando Veronique Kolasa ha creato Le Book, all’alba degli anni 80, pensava ad una vetrina di creativi in grado di rispondere all'eterna domanda: "conosci qualcuno che sa fare questo... o quello?" et voilà tutte le risposte riunite in un solo prodotto da consultazione e collezione. Testimone dell'importanza della fotografia e della sua evoluzione nel tempo dell'immagine, esso ha saputo in questi venticinque anni rispecchiare il susseguirsi dei vari trend creativi. Dalle sue prima edizioni dedicate esclusivamente al circuito parigino Le Book, già nel '95, lancia la versione dedicata a New York e nel '99 una versione londinese, con una distribuzione anche in Germania e Nord Europa.
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Dal 2000 Le Book decide di impreziosirsi, presentandosi "vestito" dai nomi più insigni del mondo della moda: da Karl Lagerfield a Yves Saint Laurent, Christian Lacroix, fino a Pucci ed Hermès. E proprio alla Maison francese ed ai suoi storici carrè si ispira l’edizione 2005: perfetto il richiamo tra il formato delle aristocratiche sete e la dimensione quadrata della pubblicazione, ancor più ispirata l'associazione tra la ricchezza dei disegni stampati Hermès e la creatività espressa dell'universo Le Book nel tempo. Lo scorso novembre, a Parigi, LeBook ha presentato la prima edizione di LeBook Connections, evento dedicato ai professionisti nel campo della moda, della fotografia, dell'editoria e della pubblicità. Il 2006 segna dunque l'inizio di una nuova era. Le parole d'ordine quest'anno saranno essenzialità e purezza: signore e signori, sussurratelo piano, Yohji Yamamoto. Sarà lui a curare l'edizione 2006 di LeBook. Dopo i sogni a colori di Pucci e il caleidoscopico percorso di Hermes, l'oriente con delicatezza e leggerezza ci riporta allo spirito.
Enk Shows www.enkshows.com
Brighte companies
Pitti
! d e s s i m e b o t t o n ...DATES
www.pittimmagine.it
date: 13-14-15-16 january 2006 at: california market center, L.A.
The collective date: 22-23-24 february 2006 at: the shows piers, N.Y.
Blue date: 21-22-23 february 2006 at: the tunnel, N.Y.
Clear date: 5-6-7 february 2006 at: the gotam, N.Y.
Coterie date: 14-15-16 february 2006 at: the shows, N.Y.
The mezzanine date: 14-15-16 february 2006 at: the shows, N.Y.
Sole commerce date: 14-15-16 february 2006 at: the shows, N.Y.
Children's club date: 12-13-14 march 2006 at: the javitis center, N.Y.
Brighte companies
date: 24-25-26-27 march 2006 at: california market center, L.A. ENK International Trade Events East 54th St.New York City 10022 w.mail: enkshows@enkshows.com
Pitti Uomo Date: 11-14 January 2006 21-24 June 2006 Located at: Fortezza da Basso
Premium
www.premiumexhibition.com
Pitti Bimbo Date: 20-22 January 2006 30 June - 2 Iuly 2006 Located at: Fortezza da Basso
Pitti Filati Date: 1-3 February 2006 5-7 July 2006 Located at: Fortezza da Basso
Vintage selection n°7
Date: 1-5 February 2006 Located at: Stazione Leopolda_Fi
Pitti Living n°2 Date: 5-10 April 2006 Located at: Area ex-Ansaldo Via Tortona _ Milano
Pitti Fragranze Date: 15-17 September 2006 Sede espositiva: Fortezza da Basso Viale strozzi 1, 50123 Firenze _ Italy
D&A lab
Premium Premium+ Salon Berlin PremiumFire date: 29-31 September 2006 at: The Station Luckennalderstrasse 4/6 10963 Berlin Germany
Premium Showroom Catwalks date: 26 January-1 February 2006 at: The Tunnel Leipziger Platz 1 10117 Berlin Germany
Designers and Agents (Tokyo) www.designersandagents.com
A.F.W.
Australian Fashion Week Visit the web site: www.afw.com.au www.mafw.com.au
D&A LAB Tokyo Fall 2006 date: 15-17 March 2006 open: 10:00 a.m - 07:00 p.m. at: Modapolitica 6-6-21 Minami-Aoyama, Minato-ku, Tokyo 107-0062 Japan
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Flash Back: _The Face 1985 "This is china's top model she earns ÂŁ50 a month. TenYears ago she would have been thrown in jail..."
...e fra vent'anni? ...and in 20 years?
anno 5 n° 10
FREE
MILANO PREMIATA SHOWROOM VIA FRIULI 64 Tel. +39 0259901164 fax +39 0259901352 marketing@premiata.it
www.mugmagazine.com
1885 SHOES