Mug #7

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Anno 4 numero 7 - Giugno 2004 (Semestrale) Spedizione in A.P. - 70% - DCI - TV - Registrazione del Tribunale di Treviso n. 1141 del 26/09/2001

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telex location people

Il corpo, questo conosciuto. Violato, truccato (fiore appassito). Sacrificato, esaltato. Dimenticato, esibito (fiore reciso). Umiliato, accessoriato. Il corpo, questo sconosciuto.

cover ph. Christian Piccolo

The body, far from unknown. Violated, made up (a withered flower). Sacrificed, highly praised. Forgotten, exhibited (a cut-off flower). Humiliated, accessorized. The body, totally unknown.

choice art

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communication

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Righe senza confine Paul Smith

X E L

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Digital Jewels La libertà d’espressione (digitale) secondo Nokia

Quando Nicholas Negroponte, guru tecnologico del MIT, anticipò una dozzina d’anni fa l’avvento dei computer indossabili, più di qualche sopracciglio si alzò dubbioso. Ora che tutto ciò è realtà, rileggere quelle pagine (il libro dal titolo: Essere Digitali) fa quasi tenerezza: le domande sono altre, però, e il sopracciglio è sempre allenato. Ad esempio: l’attuale elettronica di consumo è realmente in grado di essere veicolo per le emozioni? È un mezzo usabile a più livelli per esprimersi? Forse alla Nokia si sono posti questo problema, comunque Nokia Medallion entra nell’arena dandoci qualche possibilità di approfondire la cosa. Nokia Medallion I e II sono piccoli schermi studiati per essere indossati e per visualizzare immagini che riflettono lo stile o le emozioni personali. Le immagini vengono trasferite nella modalità wireless via infrarossi da un telefono cellulare compatibile, oppure da un computer. Si può scattare una foto e caricarla in un attimo via infrarossi sul display di Medallion. I modelli si possono portare appesi al collo oppure al polso (Nokia Medallion II) con il cinturino fornito. L’immagine che i Nokia Medallion riproducono nasconde un orologio retroilluminato che compare premendo un tasto. Quando l’orologio è nascosto, i monili sono retroilluminati da una luce soffusa, che si alza e si abbassa lentamente. Ora: tutto ciò può essere davvero veicolo di emozioni? Le prime cose che ci vengono in mente: un clic con la macchina fotografica del telefonino e in un attimo abbiamo il medaglione intonato con la borsetta. Potendo caricare fino a otto immagini diverse, con il Medallion potremmo organizzare uno slide show per dichiararci al nostro oggetto del desiderio. Può fungere da segnaletica: immagine rossa - sono arrabbiata, immagine verde - lasciamo che il destino ci unisca, baby… Che lo si voglia considerare un gadget o un mezzo d’espressione (a voi la scelta), non si può negare che Nokia Medallion sia davvero un gioiello. MM

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Digital Jewels Nokia’s idea of freedom of (digital) expression

When Nicholas Negroponte, a guru in the field of technology at MIT, predicted the advent of wearable computers a dozen years ago, many raised supercilious objections. Now that the prediction has come true, re-reading ‘Being Digital’ is all the more exciting, although many more questions are posed and doubtful people always lurk around. For example: can present-day consumer electronics really convey emotions? Can it be a means for people to express their feelings at various levels? Maybe at Nokia they have considered the issue; in any case Nokia Medallion gives us a chance to take the matter further. Nokia Medallion I and II are small screens devised to be worn and to visualize images that express our personal emotions and style. Through infrared rays images are transferred to the wireless modality from a compatible mobile phone or from a computer, and it takes just a second to shoot a picture and load it on the display of Medallion. The models can be worn around the neck or strapped at the wrist (Nokia Medallion II). The image that Nokia Medallions reproduce hides a backlighted watch which appears as you press a button. When the watch is obscured, the screens are softly backlighted with slow brightening or dimming effects. Now, can all that really convey emotions? A click of the phone camera and in a second we have the Medallion matched with our handbag. As something like eight different images can be loaded, Medallion can perform a slide show to propose to our object of desire. It can be used as a sign: a red image, I’m angry; a green one, we are bound to get on well with each other, baby…. Whether we consider it as a gadget or as a means of expression (it’s up to you to choose) we can’t deny that Nokia Medallion is really a jewel. MM

Dopo il lancio di una propria linea di arredamento, che subito si è imposta per il suo stile, e le sue peculiarità che impreziosiscono anche gli abiti del famoso stilista inglese, Paul Smith ha partecipato ad un evento unico ed innovativo nel suo genere. Durante il Salone Internazionale del Mobile, svoltosi a Milano dal 14 al 19 Aprile scorso, Paul Smith ha unito cucina, moda ed arredamento, ricreando un ristorante, curato per l’occasione dallo chef di fama internazionale Claudio Sadler, rendendolo simile ad un atelier in cui nasce la creatività. Insieme ad un gruppo di artisti berlinesi, gli Eboy, è stato inscenato, al Dining Design, uno spettacolo: un’orchestrazione di tappeti rosa, tovaglie in lino bordato di raso, contrastanti il pavimento fuxia brillante, il tutto impreziosito da gigantografie essenzialmente ispirantisi al cibo, ma incorniciate in modo inusuale, a decorare le pareti. In questo contesto Paul Smith ha saputo personalizzare il rito dell’ospitalità e della ristorazione, traendo ispirazione da tutto ciò che è visibile e traducendolo in una esperienza in cui si fondono humour e design, ma anche esuberanza e sobrietà, ed in cui il formale e l’eccentrico trovano una dimensione unica, ricca di quell’atmosfera eclettica ed un poco stravagante che da sempre lo accompagna. VB

Theâtre de la mode A spasso in 500

La nuova donna di Theâtre de la Mode nasce sotto il segno dell’ironia e del colore; una donna che sa essere scherzosa, ma dinamica e che, all’occorrenza, sa anche essere grintosa: è una donna che vuole capi di design con materiali ricercati, che spaziano dalle sete fino ai tessuti jacard. Una donna dinamica che non è disposta a sottomettersi alle regole della moda, ed ama stupire gli altri giocando e mescolando i propri capi di abbigliamento ed i propri accessori, per inventare ogni giorno un nuovo stile creando quotidianamente nuove emozioni da indossare. Per questa collezione 2004 la famosa stilista e designer Patrizia Shelabarger ha rivisitato il mito della 500, che considera il suo miglior portafortuna, ridisegnandola grazie a colori sgargianti, quasi a renderla un vero e proprio simbolo di questa sua nuova linea… in viaggio per tutte le migliori boutique del mondo. VB

In un mercato caratterizzato dal crossdressing e dal mixing&sampling, Marsèll occupa ormai da 5 stagioni una nicchia distinta nell’ambito della creazione di calzature e di accessori. Contraddistinto da un’attenzione quasi maniacale ai particolari e da una vocazione naturale all’artigianalità, qualità rara nel settore delle calzature “quotidiane”, che spesso omologa i prodotti alla lavorazione in serie, ogni paio Marsèll si presenta come pezzo unico e originale. E se proprio alle sue origini italiane deve il gusto della lavorazione a mano, è al Nord Europa che deve l’ispirazione culturale, di cui fa propri design essenziale e forme rigorose. Tagli vivi, inserti multi-materiali (“pergamena”, vitello stropicciato, pesce persico, rospo, cuoio e para), particolari che assolvono a funzioni strutturali, e particolari tradizionalmente strutturali usati invece a decorazione (finte allacciature, suole trattate e disegnate) sono gli elementi che descrivono la collezione.

Marsèll

In a market characterised by cross-dressing and by mixing & sampling, for 5 seasons now Marsèll has occupied a distinct niche in the field of footwear and accessories creation. Marked by an almost exaggerated attention to detail and a natural vocation for craftsmanship, a rare quality in the field of everyday footwear, which often comparable to industrially made ones, each pair of Marsèll shoes is truly original and unique. If its taste for craftwork it’s due to its Italian origins, it is northern Europe which has provided the cultural inspiration, from which it borrows in the essential design and the rigorous models. Open slashes, multi-material inserts (“vellum”, creased calfskin, perch, toad, leather and Parà rubber), details which have a structural role, and details which are traditionally structural used instead as decorative features (fake lacing, treated and designed soles) are the distinguishing traits of the collection.

Boundless lines Paul Smith

After launching a new furniture line whose great success was due both to its style and peculiar details, world-famous stylist Paul Smith has taken part in a unique and innovative event. At the International Furniture Show held in Milan from 14 to 19 April last, Paul Smith welded cooking, fashion and furniture into a restaurant tended by internationally renowned chef Claudio Sadler, a sort of atelier to foster creativity. Eboy, a group of artists from Berlin, have helped turn Dining Design into a stage for a performance: a range of pink carpets, satin lined flax table-cloths standing out against the bright fuchsia floor, the walls decorated by originally framed huge posters illustrating food. The background that Paul Smith has designed to personalize the rite of hospitality and refreshment draws its inspiration from all that is visible, a creation in which humour and design, exuberance and simplicity are welded to express a unique eclectic atmosphere, the formal and eccentric mark of Paul Smith’s art. VB

Marsèll

Slow sport Sergio Tacchini

L’evento Sergio Tacchini Leisure Slow Sport rappresenta un assaggio della nuova immagine by Sergio Tacchini. Slow Sport racchiude un mondo dove lo sport è vissuto come benessere mentale, dove il tempo è libero per muovere il proprio corpo senza la violenza del protagonismo, ma con l’eccitazione di scoprire nuove fisicità. Lo slow sport definisce un atteggiamento, di vivere l’attività come meditazione dei sensi, di contemplare sia la parte attiva del corpo che quella della mente! L’immagine è concentrata sulla pallina da tennis che tra una racchetta e l’altra pone l’osservatore che la sta fissando in uno stato di completo transfert meditativo. La mente si libera di ciascun peso per farsi ipnotizzare dal lento/veloce scorrere delle battute dei giocatori. La vela, il golf, il tennis divengono così un modo per staccarsi da un’immagine di sport troppo violentata e competitiva! Si tratta di attività sportive che si possono praticare con un diverso scopo; quello di farsi del bene, con ironia! Oggi è chic essere slow. Slow Sport rappresenta il nuovo concept Sergio Tacchini Leisure che è stato presentato in giugno, durante una serata evento presso le Officine del Volo a Milano. VB

Slow sport Sergio Tacchini Theâtre de la mode Driving around in a ‘500’

Irony and colour are the two distinctive features of Theatre de la Mode’s new woman; a humorous,dynamic woman who can be full of grit, if need be. A woman who likes simply designed items in sophisticated materials, made precious with beads, braids, prints and embroideries. A dynamic woman unwilling to submit to fashion standards who loves to stun people by mixing and playing with her clothing and accessories, to create a new style each day for ever new emotions to wear. For her 2004 collection, famous stylist and designer Patrizia Shelabarger has revisited the myth of the ‘500’, which she considers her talisman, by redesigning it in bright colours to make it the symbol of her new line… on its way to the best world boutiques. VB

Sergio Tacchini Leisure Slow Sport is a foretaste of the new image by Sergio Tacchini. Slow Sport implies a world where sport means your mind’s wellbeing, where you can move your body freely, without the spur of competitiveness, when you get excited at discovering new physical sensations. Slow Sport means a new way of approaching sport by combining sense perception and meditation involving both the active part of your body and of your mind. As the observer concentrates on a tennis ball bouncing from racket to racket and falls into a hypnotic trance, his mind shuffles off all strain and frees itself. Sailing, golf, tennis become a way for people to reject the idea of violent, competitive sport and to ironically achieve their well-being. To be slow is trendy today. Slow Sport is Sergio Tacchini Leisure’s new concept which was presented in june during a soirée at Officine del Volo, Milan. VB

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EX

L E T

A Capri il primo flagship store Orlando

La Guêpe Bleue

Giocosa, sinuosa, capace, questa borsa fa parte della collezione del marchio di Montecarlo (ma di fatto tutto italiano). Presenta disegni ad acquarello esclusivi (la stilista è Laura Ocello) stampati su tela antipioggia, chiusure particolari con materiali diversi, particolari in gomma fluo e tessuti a rilievo. I colori spezzano l’inverno e rendono solare anche la più grigia giornata di pioggia.

La Guêpe Bleue

Playful, sinuous, capacious, this bag is included in the collection of the Montercarlo brand (in fact a totally Italian one) which offers exclusive watercolour drawings (the stylist is Laura Ocello), printed on antirain cloth, special fasteners in different materials, details in fluo rubber and in relief fabrics. Its colours break winter and make sunny even the greyest of rainy days.

Gattacicova e i suoi FashionEST Objects

Beauty Experience Spazio Lazzari

Dietro le idee e la ricerca sviluppate per i FashionEST Objects ci sono Arianna Bonato, Caterina Bonan e Marco Daolio, che al progetto Gattacicova hanno dedicato tempo e risorse fin dalla comune frequentazione dell’Università del Progetto di Reggio Emilia. Trasparenze, colori, texture particolari che valorizzano materiali freschi e luminosi sono il marchio di fabbrica degli oggetti Gattacicova: più che monili-accessori sono piccole architetture da indossare, forme ricercate e spiritose che creano nuovi giochi, movimenti, possibilità di espressione. I FashionEST Objects sono disponibili in quasi tutto il territorio nazionale dove la qualità della lavorazione artigianale ma innovativa è un segno distintivo apprezzato.

Da metà Aprile 2004 è stato inaugurata, presso lo Spazio Lazzari, una nuova stanza interamente dedicata ai prodotti per la cura del corpo, al denim ed agli oggetti di tendenza. La nuova stanza, aperta su uno scorcio del Duomo di Treviso risalente al XIII Secolo, con dominanze cromate di nero, bianco e argento e tonalità neutre, risalta le tinte sgargianti dei prodotti esposti. Il soffitto in calce rasata bianca, contrastando le pareti opache ed il cotto antico del pavimento, dona una luminosità particolare all’ambiente che ha un’illuminazione con fonte a led bianco, capace di garantire una fedele e perfetta resa cromatica. Piani d’appoggio a giorno lungo le pareti ricolmi di denim, come una nota satura di blu cobalto, sono la vera dominante del piano espositivo per la cosmesi, con candele aromatizzate che, accese, che inebriano l’ambiente con delicate profumazioni. Un nuovo spazio dedicato al benessere ed alla bellezza in cui il denim di prestigio rappresenta la scelta vincente per “cambiare” nelle diverse ore del giorno ed essere sempre perfetti in ogni occasione. L’interior designer Marco Altan ha creato un ambiente basato su un nuovo concetto di flessibilità dell’allestimento, incentrato sul contrasto con il contesto architettonico preesistente ed arricchito da una selezione ricercata di musica soffusa. VB

Orlando inaugura il suo primo flagship nella splendida cornice e vetrina ideale, di Capri, in via Vittorio Emanuele, 44. Lo spazio riconoscibile all’estreno come un grande cubo, suscita curiosità proponendosi come elemento di novità e scoperta. La diversità del negozio si concretizza anche attraverso la neutralità cromatica che enfatizza le caratteristiche dell’ambiente: il grigio scuro, il bianco, il nero e un gioco di venature di legni diversi, trattati in modo artigianale, formano piacevoli contrasti con i vetri trasparenti. Pietra scura, legni, vetri e acciai regalano linee pulite ed essenziali.

Beauty Experience Lazzari Space

Since mid-April Lazzari Space has had a new area entirely devoted to body care products, denim and other trendy items. The new room looks onto a section of Treviso Duomo dating from the XIII century, and is characterized by black, white, silver and neutral nuances which bring out the bright colours of the items on display. The smooth white lime ceiling contrasts the opaque walls and the ancient terracotta floor and enhances the brightness of the room lit by white LED to allow a perfect rendering of colours. Open display shelves along the wall offer a rich array of denim, a shade of cobalt blue which stands out against a show of cosmetics, with the delicate scent from lit aromatic candles wafting about the place. A new area devoted to beauty and body care in which prestigious, alluring denims suggest clients the right change to look perfect at any time of the day. Interior designer Marco Altan has created a place based on a new concept of fitting flexibility, focused on the contrast with the architectural background and enhanced by a selection of refined music pieces. VB

The first Orlando flagship store opens at Capri

Orlando inaugurates its first flagship store in the splendid setting and ideal window that Capri is, at 44, Via Vittorio Emanuele. Seen from the outside, the space looks like a huge cube and stirs people’s interest for its originality. The store is different to any other in that its features are emphasized through neutral colours: dark grey, white, black and through the interplay of hand crafted wood grains contrasting with the transparent glass plates. Dark stone, wood, glass and steel give the space its simple, essential lines.

Mug edizione limitata

Un’edizione limitata di Mug Magazine – su gentile concessione della Krv Kurva, esce in questo numero corredata da una borsa molto speciale. “Just for the cover” è tratta dalla collezione “To love is not an option”. “Just for the cover” è una serie esclusiva dedicata ad una ristrettissima cerchia di opinion leader. Un piacevole presente che Mug offre ad alcuni dei suoi lettori, per impreziosire il rapporto confidenziale di lealtà e fedeltà, arricchendolo di un oggetto cult da “vivere”. Un segno concreto e tangibile di un legame che unisce la rivista, lo Spazio e l’Associazione Culturale Lazzari – ad un pubblico privilegiato di lettori, visitatori e clienti. CD

Mug Limited Edition

Gattacicova and its FashionEST objects

Behind the ideas and the research carried out for FashionEST Objects there are Arianna Bonato, Caterina Bonan and Marco Daolio who have been devoting their time and resources to Gattacicova Project since they attended Università del Progetto, Reggio Emilia. Transparency, colours, particular textures enhancing fresh and bright materials characterize Gattacicova Objects. Rather than accessories or jewels they are small architectural works to wear, sophisticated humorous forms which create plays, movements, expressive occasions. FashionEST Objects are available almost in the whole of Italy where the quality and distinction of their handmade innovative production are appreciated.

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A Limited Edition of Mug Magazine includes, by courtesy of krv Kurva, a very special bag, “Just for the cover”, from the collection “To love is not an option”. “Just for the cover” is an exclusive series devoted to very few opinion leaders. A nice present which Mug offers some of its readers to enrich their confidential, loyal and faithful relationship with a cult object to enjoy. A token of the liaison between Mug, Lazzari Space, Associazione Culturale Lazzari and their public of readers, guests and clients. CD

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MODA A 360° Biffi - Bergamo

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a appena riaperto a Bergamo il “nuovo” negozio Biffi, una vera e propria vetrina sulla moda e sulle nuove tendenze, un must per chi cerca lo stile e la distinzione, per chi è sempre attento a tutte le novità. In questa splendida cornice importanti stilisti e giovani emergenti possono trovare uno spazio molto raffinato e rinomato per proporsi al grande pubblico. Uno stile caratterizzato da una nitidezza rigorosa, che ritrae un ambiente solare impreziosito da nuance cromatiche sapientemente dosate, che donano al negozio un tono fresco ed attuale, insieme giovane e molto frizzante. In questo rinnovato spazio l’Architetto Oliviero Baldini ha saputo interpretare e rappresentare in modo eccellente le esigenze e le finalità di Biffi. Un tocco particolare è dato dall’uso del plexiglas colorato, sia nel corrimano di una scala sospesa nel vuoto che nei cubi espositori di stile Mondrian, ideali per esporre accessori di ricerca. Elemento caratterizzante dello spazio è il pavimento in resina madreperlata con l’inserimento di bellissimi fiori stilizzati dai colori molto calibrati, un ritorno al “paese delle meraviglie” che in realtà donano massimo valore e luminosità ai capi esposti. Un ambiente armonioso ed equilibrato che rappresenta uno spazio voluto per creare un “modo diverso di proporre la moda” e coinvolgere la vista a 360 gradi.

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“uno spazio voluto per creare un modo diverso di proporre la moda”

txt Valeria Battel ph Christian Piccolo

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ew Biffi’s store has just reopened in Bergamo, a fitting window for fashion and trends, a must for those who seek style and prestige and are sensitive to new proposals. A splendid setting for important stylists’ and emergent talents’ works; a refined, renowned space whose stylistic neatness and rigour are characterized by colour nuances which make it precious and contribute to its fresh, up-to-date tone, at once young and lively. Through its renewal architect Oliviero Baldini was able to interpret and embody at their best Biffi’s requirements and aims. Coloured plexiglas gives a special touch both to the handrailing of a suspended staircase and to the Mondrian-style cubes for the display of research accessories. Characterized by a pearly resin floor with inclusions of splendid stylized flowers in soberly modulated colours, the space is a return to “wonderland”, a way to brighten and enhance the items on show. A harmonious, balanced place for a space which is meant to create a total involvement of sight and “a different way to propose fashion”.

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LA GUERRILLA DELLE MERCI RIBELLI Guerrilla Store

txt Mauro Mongarli Un nuovo concetto di negozio da Comme Des Garçons

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ibellarsi al mercato e alle sue logiche: espressione vetusta se in bocca a certi ribelli “storici”, ma che potrebbe avere significati nuovi se a pronunciarla fossero, ad esempio, le merci dell’abbigliamento di ricerca svincolate dai lacci della stagionalità, della boutique di un certo tipo, del trend o di qualche guru del fashion design. A far parlare così le merci ci ha pensato Comme des Garçons (CDG), ideando i Guerrilla Store. Sono negozi lontani dai grandi centri della moda, che non esisteranno per più di un anno nello stesso posto (richiamando la mobilità tipica delle azioni di guerriglia), i cui spazi verranno scelti per come/dove sono e non modificati con interventi di interior design. I capi e gli accessori in vendita (alcuni a prezzi più bassi rispetto alla norma) verranno da collezioni vecchie e nuove di CDG ma anche da altri marchi. L’approccio “leggero” rispetto alle boutique tradizionali del settore non finisce qui: la partnership CDGnegoziante prevede che quest’ultimo paghi le spese dei locali e che l’eventuale invenduto possa essere restituito. Nelle foto vedete particolari dei Guerrilla Store di Berlino e Barcellona, aperti all’inizio del 2004. Sono di prossima apertura Guerrilla Store a Lubiana, Stoccolma, Varsavia, Vilnius e New York, ma… a Brooklyn - la coerenza è rispettata! È un modo sicuramente nuovo ed efficace, per il settore del fashion design, di entrare in nuovi mercati e di farsi conoscere ad un pubblico più vasto, ma è anche un segnale forte farlo in quelle zone (lo sviluppo previsto è principalmente quello nelle grandi città dell’Est Europeo) dove il lusso all’occidentale è ancora visto come di forte tendenza. Si può leggere forse come un richiamo al valore di una scelta, quella di un capo CDG, che vuole/deve essere condivisa ai livelli più intimi dell’animo - una scelta che non può non essere ribelle, se sincera, a qualunque costrizione della moda e del suo sistema.

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The guerrilla of rebel goods A new concept of store by Comme des Garçons

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o rebel against the market and its logic: coined by certain “historical” rebels, this outdated catchphrase might take on new meanings if uttered by some guru of fasion design, or if applied to research clothing products freed from seasonal bonds, to some kinds of boutiques, or to trendy items. By inventing Guerrilla Stores Comme des Garçons (CDG) have precisely achieved this. Located far from great fashion centres, Guerrilla Stores are shops which will stay open where they are for just one year (recalling the mobility of guerrilla actions) and whose spaces are chosen because they are where and as they are without undergoing any interior design changes. The items and accessories for sale (some at cheaper prices than usual) come from old and new collections by CDG and from other brands. A “light” approach - if compared to the one of traditional boutiques – which provides for an agreement between CDG and the store keeper that stipulates that the latter has to pay for premises costs but can return unsold items.

“non esisteranno per più di un anno nello stesso posto”

The photos show details of Berlin and Barcelona Guerrilla Stores set up early in 2004. More Guerrilla Stores will shortly be opened in Ljubljana, Stockholm, Warsaw, Vilnius and New York, Brooklyn… of course! A new and successful way for fashion design to spread in new markets and approach a wider public especially in such areas – mostly big cities in eastern Europe – where luxury items from the West are still very trendy.Choosing a CDG item can’t but be a rebellion against the constraints of the fashion system.

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CHINGIREYA Kyoto

txt Reiko Hanafusa ph Christian Piccolo

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a gente di Kyoto è orgogliosa della cultura e della tradizione della sua città, proprio come coloro che vivono in una città antica. È naturale che si sentano riconoscenti nei confronti di una società che conserva le belle cose antiche per trasmetterle alle generazioni future. Da quando è stato aperto, nel 1902, Chingireya, un negozio di tessuti antichi, ha avuto quattro proprietari; Mr Nakamura, il quarto proprietario, ha rilevato l’attività di famiglia e da allora la gestisce qui a Kyoto. Il negozio è specializzato in tessuti antichi principalmente risalenti all’epoca EDO (1597-1868), sebbene offra anche tessuti degli inizi dell’epoca Meiji (1868-1912) e oltre. Molte stoffe sono ancora in pezze, mentre altri sono kimono confezionati o accessori. I pezzi appartenevano tutti a ricche famiglie (Samurai e aristocratici) successivamente venduti dai discendenti.

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eople in Kyoto are very proud of its culture and tradition, just like the people who live in an ancient city, and of course they feel obliged to a society that keeps the good old things to pass them on to the coming generations. Since it was opened in 1902, Chingireya, a shop dealing in antique fabrics, has had four owners; Mr Nakamura, the fourth owner, took over his family business and has since then been running it here in Kyoto. The shop is specialised in antique fabrics mainly from the Edo age (1597-1868), although it offers also materials dating from the beginning of the Meiji Age (1868-1912) and from later years. Many of the fabrics are still in bolts, whereas others are tailored kimonos or accessories. All of these used to belong to rich families (Samurai and aristocrats) and were later sold by their descendants.

Benché il mercato dei tessuti antichi si sia gradualmente ridotto di dimensioni, Chingireya ha sempre goduto di grande considerazione presso i collezionisti. I tessuti antichi non vanno indossati o usati per confezionare abiti, ma tenuti in mostra e goduti, giacché molti di essi migliorano la loro bellezza e i loro colori addirittura un secolo dopo esser stati prodotti. Come afferma Mr Nakamura, i clienti abituali sono per lo più collezionisti che hanno buoni rapporti con Chingireya da una generazione, e hanno talora avuto la collezione in eredità dagli antenati. L’abilità e il gusto di Mr Nakamura nello scegliere pezzi favolosi non delude mai i clienti; egli è orgoglioso del suo lavoro e ama i tessuti antichi proprio come i collezionisti. Senza dubbio Chingireya continuerà la sua attività con stile per deliziare i suoi clienti anche di qui a cent’anni!

“non vanno indossati o usati per confezionare abiti”

Although antique fabrics trade has gradually been downsized, Chingireya has always had a high reputation with collectors. Antique fabrics are not for wearing or retailoring, but for display and enjoyment, as some of them improve their beauty and colours even a hundred years after weaving. In Mr Nakamura’s words, regular customers are mostly collectors who have been on very good terms with Chingireya for a generation and have often taken their collection over from their ancestors. Mr Nakamura’s skill and taste in selecting fabulous pieces never disappoints his clients. He is proud of his work and loves antique fabrics just as collectors do. Chingireya will no doubt keep its style and activity and delight customers even a hundred years from now.

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YOHJI YAMAMOTO Come il suono di una mano sola

txt Mauro Mongarli ph Monica Feudi La dimensione di Yohji Yamamoto

The sound of a single hand Yohji Yamamoto’s dimension

ohji Yamamoto, nel mondo della moda, è fra i pochissimi che mette d’accordo veramente tutti: è facile sentire il suo lavoro vicino a quell’innovazione che non prescinde mai dall’Invenzione, a quello spirito che sa andare anche oltre la Creatività. Cercare di capire l’essenza di Yamamoto è come cercare di capire qual è il suono della mano sola ricercato da un noto indovinello zen, un enigma insolubile razionalmente che spiega come la mano stessa sia il suono, in quanto esiste prima di quest’ultimo e ci sarà anche dopo, oltre che durante. Yohji Yamamoto è un apripista del pensiero senza pari, e non si cura granché dei percorsi commerciali per sviluppare quello che vede molto, molto prima degli altri. I suoi tempi di “incubazione”, diciamo così, a volte sono lunghi, e possono essere inizialmente oscuri anche per chi lo conosce bene. Nelle sue creazioni, Yamamoto rivoluziona il rapporto tra capo e persona, rendendo incorporeo il corpo di quest’ultima. L’uomo e la donna diventano una semplice struttura al servizio del loro animo più profondo: la loro specificità di esseri umani, il loro stile di vita, più che i loro corpi, vengono proiettati sull’abito. Le geometrie, i tagli delle linee di vestibilità per i quali Yamamoto è famoso sarebbero puro esercizio accademico, se dietro non ci fosse questa intenzione/invenzione continua a farne creature altre.

n the world of fashion Yohji Yamamoto is one of the very few stylists who really meets with everybody’s approval; in his works innovation never lacks invention and their spirit surpasses even creativity. Trying to understand Yamamoto’s essence is like trying to understand what the sound of a single hand is in a well-known Zen riddle, an insoluble enigma which implies that the hand itself is the sound in that it pre-exists the latter and will outlive it. Yohji Yamamoto is unparallelled as a precursor of thinking in fashion and does not bother about commercial issues to develop what he can see much earlier than others. What Yamamoto achieves in his creations is a revolution in the relationship between clothing and the person by making the body of the latter immaterial. Man and woman become a simple structure serving their deeper soul; it is their peculiar humanity, their lifestyle rather than their body which are projected on clothing. The geometries, cuts and wearability of the lines for which Yamamoto is famous would be mere academic exercise if they lacked the author’s endless intentioninvention aiming at making them ever different creations.

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ph. Kazumi Kurigami

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“rivoluziona il rapporto tra persona e capo ridisegnando l’insieme”

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Quella dello stilista giapponese è una dimensione a tutto tondo, non una interpretazione del reale o una semplice de/ricostruzione degli elementi per dare di questi nuove letture. Pensate al suo utilizzo del nero, alle sue sovrapposizioni di strati e raddoppi di capi, alla ripresa di altri contesti (vedi i giubbotti da motociclista dell’ultima collezione presentata) nella loro interezza, non tanto per fare una citazione o una provocazione. Anche certi particolari minimi (ci hanno colpito certe losanghe in un cardigan, che sembravano messe lì sottovoce) al tatto come alla vista sembrano punti di passaggio verso una dimensione altra, ma una volta indossati sono la dimensione stessa. “I’m a cutter, not a couturier”, ha detto una volta Yamamoto, e questa frase è forse il modo più semplice per definire il suo modo di trattare tessuti e forme acuto, vivo, ricco d’ironia. Un tagliatore, sì, ma nel modo in cui uno scrittore vuole essere diretto e non lasciare dubbi: pochissimi aggettivi, vocaboli scelti con cura estrema. Yohji Yamamoto ci mostra in modo chiaro che la creatività è una: basta essere in grado di sentire il suono di una mano sola e meravigliarsene ogni volta, sempre.

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The Japanese stylist’s is an all- round dimension, not an interpretation of reality or a simple de/reconstruction of its components to work out new interpretations. Think of his use of black, of overlapping layers and doublings of items, his complete borrowings from other contexts (for example the rider jackets in his latest collection) which are not simply provocative quotations. Even trivial details (we were struck by the lozenges nonchalantly decorating a cardigan) feel and look like the turning points to another dimension, yet once you have them on they are that dimension. “I’m a cutter, not a couturier”, Yamamoto once said, and this sentence of his is possibly the simplest key to a definition of his approach to work, of his lively and acutely ironic way of handling forms and fabrics. Yamamoto’s art of cutting can perhaps be likened to a writer’s directness in style: very few adjectives, carefully selected words. Yohji Yamamoto clearly shows us that creativity means to be able to perceive the one-hand sound and to be touched by its wonder.

Yohji Yamamoto, grande esperto di arti marziali e noto per non parlare quasi mai, nasce a Tokyo nel 1943. Nonostante le ristrettezze e le difficoltà del dopoguerra, riesce a frequentare con profitto l’Università di Keio e il prestigioso Bunka College. Nel 1972 presenta la sua prima collezione a Tokyo, ma ben presto inizierà a girare il mondo, ritenendo limitato e limitante l’ambiente giapponese. La prima collezione presentata a Parigi, nel 1981, passa alla storia: il mondo del fashion design non sarà più lo stesso di prima. Oggi Yohji Yamamoto produce le collezioni Yohji Yamamoto, Y’s, Y’s for men, Yohji Yamamoto + Noir, ed è partner di Adidas nella linea Y-3, una serie di collezioni sportswear che sta rivoluzionando il settore sotto l’aspetto creativo e commerciale.

“volontà di operare un ripensamento radicale del vestire”

Yohji Yamamoto, who hardly ever speaks and is an expert in martial arts, was born in Tokyo in 1943. Despite post-war hardships he managed to successfully attend Keio University and prestigious Bunka College. After presenting his first 1972 Tokyo collection he started to go around the world to shun the limitations of the Japanese milieu. His first 1981 Paris collection was epoch-making and revolutionised the world of fashion design. Today Yohji Yamamoto is the author of Yohji Yamamoto Collections, Y’s, Y’s for men, Yohji Yamamoto + Noir, and is the partner of Adidas for Line Y-3, a range of sportswear collections which are bringing about radical changes both in trade and creativity.

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CARLA SOZZANI Interventi di stile

txt Valeria Battel ph Paolo Fallacara

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arla Sozzani è sicuramente una delle figure di spicco del mondo del fashion world italiano; musa ispiratrice di mode, tendenze e spesso anticipatrice di gusti e di stile. Nel suo microcosmo, al 10 di Corso Como a Milano, ama circondarsi di tutto ciò che le piace e che la rappresenta; linguaggi resi mediante le più svariate forme d’arte - moda, fotografia, design, musica – oltre ad un Cafè e anche un hotel, per creare un ambiente da vivere e da sfogliare. Nel 1990, dopo un trascorso come direttrice di numerose riviste - Elle, Vogue Gioiello, Vogue Pelle - ha aperto 10, Corso Como, che per circa dieci anni è stato l’unico concept store a Milano; da dove è nata questa idea? Prima ho aperto la galleria, perché era l’evoluzione più logica di tutto quello che avevo fatto: la fotografia e l’arte. Ho aperto una piccola casa editrice, però mi mancava ancora la mia passione, la moda. Non volevo più fare i giornali; mi sono detta che volevo fare un giornale vivo. E quale ne è stata la filosofia vincente? L’idea di un posto dove la gente venisse e stesse bene, come in una casa. Avevo in mente di creare un propulsore di proposte, dei modi di pensare… Sapevo quello che volevo fare, ma mai avrei pensato di fare un ristorante. Il presupposto è che a me piace comunicare solo quello che preferisco, quasi girassi le pagine di un giornale; propongo tutto quello che mi piace. Come si spiega che solo ora il mondo dei creativi sta facendo altrettanto? Io ho fatto una cosa che era autentica, naturale, sia per il percorso che ho fatto prima, sia perché a me piace comunicare. I nuovi concept stores sono fatti invece in maniera diversa, più razionale, allo scopo di fare business; sono fatti per stimolare la curiosità della gente. Nel suo concept store sono presenti numerose proposte di stilisti e designers diversi, a quale è più legata e perché? Sicuramente Comme de Garçons: quando ho visto la sua prima sfilata ho capito quello che cercavo, ma non sapevo potesse esistere. Gli anni ’70 per me sono stati un disastro: soffrivo, non sapevo come vestirmi perché finito Yves Saint Laurent c’era una moda aggressiva in cui non mi riconoscevo, mentre Comme de Garçons mi ha fatto capire che le donne possono essere femminili senza per questo dover essere aggressive. 10, Corso Como vende, più che altro, un pensiero di vita: quanta voglia ha ancora di raccontare agli altri la sua storia? Mi dà soddisfazione vedere che, quando una persona viene qui, sta meglio. Queste sono le cose che più mi danno energia e mi incoraggiano; non mi sento di chiamarlo lavoro e lo farò finché mi piacerà. 310, Corso Como Shop

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10, Corso Como Shop 4

Stylistic operations

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“mi sono detta che volevo fare un

arla Sozzani is no doubt one of the major stylists in the giornale vivo” world of Italian fashion, the inspirer and anticipator of styles, tastes, and trends. In her microcosm at 10, Corso Como, Milan, she surrounds herself with all that she likes and expresses herself through the language of various art forms: fashion, photography, design, music. The adjoining café and now even a hotel are also places she likes to live in and browse through. After being the editor of a number of magazines such as Elle, Vogue Gioiello, Vogue Pelle, in 1990 you set up a concept store at 10, Corso Como, the only one in Milan for 10 years. How did you have this idea? I first set up the gallery because it was the logical evolution of what I had done: photography and art. I opened a small publishing house, however I still missed fashion, something I had a passion for. I didn’t want to make papers anylonger, I told myself I wanted to create a living paper. What was the winning philosophy underlying it all? My idea was that of a place where people could come and feel at ease, like in a home. I thought of creating something that could put forward proposals and ways of thinking… I knew what I wanted to do, but never would I have thought I would set up a restaurant! The assumption is that I like to communicate only what I adore, as if I were leafing through a magazine; I propose all that I like. How come that fashion designers are doing the same only now? What I did was natural and heartfelt, both because of my background and because I like to communicate. New concept stores are made in a different, more rational way, with a view to doing business, to stimulating people’s curiosity. Your concept store displays the proposals of different stylists and designers: which of them are you most bound to and why? I feel close to Comme des Garçons. When I saw their first catwalk I understood what I was looking for but didn’t know it could exist. The ‘70s were a disaster for me: I suffered, I didn’t know what to wear because, after Yves Saint Laurent, there was an aggressive fashion I didn’t agree with, whereas CDG made me understand that women can be feminine without having to be aggressive. 10, Corso Como sells above all your life views: do you still feel like telling other people your story? I’m quite pleased to see that a person feels better after coming here. This is what encourages me and gives me energy; I don’t feel I can call it “work” and will keep doing it as long as I like it. 53 Rooms - Outside 6One of the 3 Rooms

10, Corso Como Shop 4

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Cosa vuol dire oggi lavorare nella moda, dove non vi sono più confini netti tra imprenditore, buyer, stilista e cool-hunter? Il problema più che altro è che oggi ci sono troppi marchi e troppo pochi creativi. Dall’inizio del secolo scorso se ne possono contare solo una decina tra quelli che veramente hanno interpretato realmente i pensieri e i cambiamenti sociali. Per cui è normale che debba essere l’imprenditore a prendere in mano la situazione ed essere un po’ anche direttore creativo, stilista, anche servendosi del vintage e guardando al passato. Nell’ottica del business, però, i grandi marchi non hanno capito che oggi la gente è interessata di nuovo ad avere una cosa piccola ma creativa.

What does working in the world of fashion mean today, at a time when there is hardly any clear-cut distinction between entrepreneur, buyer, stylist and coolhunter? Basically the problem is that today there are too many labels and too few creators. Since the beginning of the 20th century only some ten of them can be said to have really interpreted people’s feelings and social change. Therefore it is the entrepreneur who has to handle the situation and to be a stylist and creative manager also by availing himself of vintage and looking back to the past. From the perspective of business, though, the great labels have not grasped that, today, people are again interested in having small-size but creative fashion-stores. stata

10, Corso Como è diventato un punto d’incontro per “la moda è sempre chi ama arte e moda, sia per gli incontri cadenzati fondamentale per la fotografia” dalle inaugurazioni della galleria, sia semplicemente 10, Corso Como has become a meeting point for per un caffè. Cosa porta gli opinion leaders ad essere those who love art and fashion both on the gallery’s così attratti, e qual è il target di riferimento a cui si rivolge? inaugurations and /or simply to have a coffee. Why are opinion leaders so attracted Penso sia dovuto al fatto che il mio è un posto pieno di spontaneità e forse questo and what is the reference target you aim at? viene percepito. Si possono costruire tante cose ma se non hanno un’anima non I think it is because my space is the reign of spontaneity, which is perceived, maybe. hanno senso. So many initiatives can be set up, but if they are soulless they are meaningless. Nella sua Galleria d’arte sono spesso presenti prestigiose esposizioni fotografiche; che valore attribuisce alla fotografia d’autore, anche in relazione alla moda? Il mio rapporto con la fotografia è iniziato nel ‘68 con mostre di fotografi di moda, dedicate alle donne, perché la moda è sempre stata fondamentale per la fotografia. Poi più tardi sono iniziati i reportage… a me piace praticamente tutto meno le cose violente, che cerco di non esporre.

Your Art Gallery often displays prestigious photographic exhibitions; what importance do you attach to artistic photography also with reference to fashion? My relationship with photography began in 1968 with exhibitions of fashion photographers devoted to women, in fact fashion has always been of great importance for photography. Later I started with photo reports… I like practically everything apart from violent things which I try not to display.

Ora anche la realtà di un soggiorno in corso Como, le 3 Rooms. Per chi sono pensate queste esclusivissime camere, e cosa offrono di particolare? Innanzitutto l’ho registrato 3 Rooms, perché non voglio farmi prendere dalla voglia di ingrandire, perché è cominciato veramente per scherzo. Volevo dare qualcosa di più alla gente che viene qui alla mattina e sta qui fino a sera… e perché no!!! E poi perché mi sono divertita ad arredarle come una casa, con opere d’arte e di modernariato.

Now also the chance to stay in Corso Como, the 3 Rooms. Who are these very exclusive rooms devised for, what do they offer in particular? First of all I registered it as 3 Rooms, because I don’t want to enlarge it, as it all started as a joke. I wanted to give something more to the people who arrive in the morning and stay here till night… why not?!! Then it was fun to furnish it like a home, with works of art and modern antiques.

Ho sentito parlare di un nuovo progetto con Azzedine Alaia per esportare l’idea delle 3 Rooms anche a Parigi, a quando? Vorrà dire l’inizio un nuovo 10, Corso Como in Francia? È quasi pronta ed aprirà a luglio, ci stiamo divertendo molto ad arredarlo, ma non sarà collegato ad un mio negozio. Cosa differenzia 10, Corso Como di Milano da quello di Tokyo? A Milano è preponderante il rigore e lo stile giapponese, a Tokyo c’è una piccola parte d’Occidente? L’idea della Kawakubo era quella di mettere insieme due pensieri diversi perché lei è teoricamente per l’arredo minimalista, mentre io sono per il massimalista; per cui vi era l’idea di mixare. In realtà però è molto più indirizzato verso la moda.

510, Corso Como Café 6Fountain - Kris Ruhs

I heard about a new project with Azzedine Alaia to export the idea of the 3 Rooms to Paris, when will that happen? Will that mean another 10, Corso Como in France? It is nearly ready and will open in July; we are having great fun furnishing it, but it won’t be connected with my store. What is the difference between the ‘10 Corso Como’ in Milan and the one in Tokyo? Japanese rigour and style are predominant in Milan, does something Western waft about the Tokyo store? Kawakubo’s idea was to blend two different approaches because, in theory, she believes in a minimalist approach to furniture, whereas I am for the maximalist one; the idea was to achieve a mix. Actually it is much more oriented to fashion.

In merito alle sue collaborazioni stilistiche con Kawakubo, Alaia e Yamamoto, quali sono le peculiarità della moda internazionale rispetto a quella italiana? Credo che la maggioranza degli stilisti italiani siano diventati tutti noti e famosi in un periodo in cui non c’era nessun concorrente, e per cui sono rimasti solo loro. Poi si sono fermati e la moda italiana è diventata quasi classica. Naturalmente ho un rispetto enorme per tutti loro, ma poi sono diventati dei marchi. Qui il sistema, negli anni ‘80, tarpava le ali e i grandi stilisti non lasciavano emergere nessuno mentre nel frattempo, altrove, c’era stata più libertà. Oltre alla creatività, in cosa è carente il mondo della moda in Italia? Si dovrebbe creare una scuola per i venditori; solo negli ultimi 2/3 anni anche i grandi gruppi si sono resi conto che il denaro proviene dai negozi. Non c’è una cultura della vendita ed il mercato mondiale è in mano a gente che a volte è totalmente incompetente. Inoltre anche la figura del commesso non è mai stata nobilitata mentre andrebbe creata una scuola subito, quasi prima di quella creativa. Il servire è un lavoro nobile, alla fine era il lavoro di Dio. E per questo il commesso è alla base dell’economia. La sua e quella della sua famiglia è una vita dedita alla comunicazione. Quale pensa sia oggi il mezzo più efficace per coinvolgere i giovani, e che valore dà alla parola nel nostro tempo, in cui siamo sommersi da così tante immagini? L’immagine è sicuramente fondamentale per tutti e i giovani vi si relazionano più velocemente perché è più immediata ed universale. La parola è più complessa, ed anche un silenzio può dire molto.

As to your co-operation in fashion with Kawakubo, Alaia and Yamamoto what do you think the features of international fashion are in comparison with the Italian ones? I believe that the majority of Italian fashion designers became famous at a time when there were virtually no competitors, so they were the only ones on the scene. Then their activity came to a standstill and Italian fashion became nearly classical. Obviously I hold them all in great esteem, but they have become brands. In the ‘80s the Italian fashion system clipped everybody else’s wings and no one was allowed to stand out; elsewhere young stylists have enjoyed more freedom. Besides creativity what does the world of fashion lack in Italy? We ought to set up a school for sellers; in the last two or three years even big companies have realized that money comes from shops. We lack sales engineering and the world market is dominated by people who are at times totally incompetent. Furthermore assistants have never been dignified; sales schools should be set up before fashion schools. To serve is a noble job, after all it was God’s job, that’s why sales assistants are of great importance in the system. You and your family have devoted your life to communication. How can young people be successfully involved, and what do you think is the value of words at a time when we are overflooded by images? Images are no doubt of great importance for everybody and their immediacy and universality enable young people to tune in more easily and quickly, speech is more complex and even silence can be telling. 510, Corso Como Shop 6Bookhop

Bookshop 5 Shop - detail 6

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RENZO DI RENZO Fabrica di idee

txt Valeria Battel

ph. Fabrica / Pieter Hugo

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apostipite della comunicazione, una vita dedicata alla ricerca di sempre nuove forme espressive, Renzo di Renzo, direttore creativo di Fabrica, ci svela il suo mondo, una realtà che ha la propria sede dal 1994 a Catena di Villorba (TV). Di Renzo è un personaggio che, partendo con una formazione letteraria, da sempre crede con forza nel valore della parola, e per questa ragione ha da poco inaugurato un nuovo dipartimento di scrittura, che va ad affiancarsi a quelli di film & video, visual communication, musica, fotografia, design ed interactive media. Perché, come egli ama sottolineare, “citando la Bibbia <in principio fu il Verbo> …e lo sarà anche alla fine”, e come “le nuvole non hanno bisogno di traduzione” così la parola, in quanto idea rappresenta un concetto universale ed immediato. Oggi la parola stessa diventa un oggetto di immagine, nell’arte grafica di molti artisti del ‘900 o nella musica in cantanti come Eminem. Quasi come un ritorno all’essenza Di Renzo desidera che Fabrica sia etimologicamente parlando, un ambiente creativo, dove la creatività è considerata un valore innato, che è in ognuno di noi, ma che viene cancellato da tutti gli elementi educativi che ci opprimono con le nozioni, regole “oggi la parola stessa e strutture mentali: così a Fabrica non esistono vere e proprie oggetto di immagine” lezioni, ma si impara per mezzo della dedizione ad un progetto, per mezzo del coinvolgimento risultante. All’interno di Fabrica, parola ed immagine sono intese come forme di comunicazione che vanno confluendo in molteplici attività, dalle sperimentazioni alle realizzazioni, da Colors, la rivista del gruppo, fino ad una serie di concept stores, Fabrica Features, nati per “superare tutti i confini tra arte e mercato in uno spazio dove poter organizzare mostre e dove si può acquistare cultura ed arte”, un “punto d’incontro come un moderno caffè letterario del 1700”. La filosofia alla base della nuova linea di oggetti Fabrica Features nasce dal principio per cui sono i prodotti ad essere al servizio di un’idea fino a diventare essi stessi comunicazione, e vengono usati “per parlare di determinati concetti e veicolare le nostre emozioni”. All’interno di questi stores, presenti a Bologna, Lisbona, Hong Kong, oltre agli ultimi nati ad Istanbul ed a Grado, si trova la perfetta sintesi di tutte le idee, concetti e sensibilità che hanno fatto di Fabrica una realtà affermata a livello mondiale, capace sempre di distinguersi per stile, originalità e soprattutto contenuto. In quest’ottica nasce Mail Me, uno degli ultimi progetti di Fabrica che mira a ridisegnare l’ormai obsoleta cassetta delle lettere, aggiornandola, al passo coi tempi, ed adeguata allo scenario odierno dominato da nuove tecnologie quali l’SMS, l’e-mail… Nel mondo dell’immagine, quindi, il “mezzo preferito per esprimere le nostre emozioni” a volte semplicemente è scriverle, “dar movimento al pensiero”.

Fabrica: a melting pot of ideas

F diventa un

5 Immagine dalla mostra “Kire” (Fabrica / Erik Ravelo) 6 Immagine della mostra “From chaos to order and back” (Fabrica / Erik Ravelo)

abrica creative manager, Renzo di Renzo, a father of communication who has devoted his life to the pursuit of ever new forms of expression, discloses his world, located since 1994 at Catena di Villorba, Treviso. Due to his literary background, Di Renzo has always firmly believed in the value of the word; this is the reason why he has recently started a new department of writing in addition to the cinema, music, photography, design and interactive media existing ones. For, as he likes to emphasize quoting from St John’s Gospel, ‘In the beginning was the Word’, and ‘so will it be also in the end’, and just as ‘clouds do not need translating’, a word, in that it is an idea, represents a universal, immediate concept. Today the word becomes more and more an image object, like in the graphic work of many XX century artists, or in music with singers like Eminem. As if to retrace its etymological essence, Di Renzo wants Fabrica (= a factory) to be a creative milieu, where creativity is considered as an inborn inclination we all have but which is dulled by schooling which oppresses us with notions, rules and mental constraints. Therefore at Fabrica no real lectures are delivered and people learn through their commitment to and involvement in a project. At Fabrica the word and the image are meant as forms of communication that lead up to countless activities, from experiments to realizations, from ‘Colors’, their magazine, to a series of concept stores, Fabrica Creatures, set up ‘ to do away with the barriers between art and the market in a space where exhibitions can be held and culture and art can be purchased’, ‘a meeting point like a modern 18th century café’. The philosophy underlying the new line of Fabrica Features items stems from the principle that products must serve ideas to the extent that they become communication, and are used ‘to illustrate concepts and convey emotions’. Within these stores, to be found at Bologna, Lisbon, Hong Kong, Istanbul and Grado, we find a perfect synthesis of the ideas, concepts and sensibility that have made Fabrica renowned the world over for its style, originality and contents. Mail Me, one of Fabrica’s latest projects, is the outcome of its philosophy; it is aimed at redesigning the obsolete letter box, by updating it and tuning it in with today’s world characterized by such technological achievements as the SMS and the E-Mail… In the world of the image, therefore ‘the best way to express our emotions’ at times simply consists in writing them, ‘in giving thought movement’.

5 Prodotti Fabrica Features (Design K. Hattori) = Libro 1000 Signs, Colors (Taschen) 6 Prodotti Fabrica Features (Design B. Jahara)

5 Fabrica Features Bologna 6 Progetto Mail Me! Cassetta postale per BD

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YUKIO NAKAGAWA Flower Artist

txt Reiko Hanafusa ph Yukio Nakagawa

N

“F

53 Flowery Priestess 1973 ph. Naomi Maki 900 Carnations, Blown grassware 54 The 27th of Feb. 2004 ph. Akira Takahashi 3 Destiny 1988 Citrus medica Pottery object by Ryosaku Miwa

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lower” di Nakagawa è qualcosa di nobile, erotico, pauroso! Ci si deve sgombrare la mente da qualsiasi altra idea per percepirne il messaggio. “Flower” sembra vedere anche ciò che è nascosto nella nostra anima, e non è tanto qualcosa da godere quanto qualcosa con cui dialogare. Yukio Nakagawa è nato nel 1918 ed è un insuperato artista rimasto quasi sconosciuto fino a mezza età inoltrata. Nato da famiglia facoltosa, ebbe grossi problemi di salute da bambino. All’età di 23 anni fu affidato come allievo alla zia che, alla Ikenobo School, era maestra di composizione floreale, un’arte che risale al Giappone del VI secolo. All’età di 33 anni, quando uscì dalla Ikenobo School, Nakagawa era già un grande maestro e cominciò la sua carriera indipendente vivendo degli ononari dei suoi corsi privati di composizione floreale in un appartamentino di soli 20 metri quadri.

Nakagawa successivamente si dedicò alla calligrafia giapponese e alla produzione di oggetti di vetro, dando vita a progetti in collaborazione con ballerini e stilisti. Nakagawa, che ora ha quasi 90 anni, non ha mai avuto interesse a fondare una sua scuola, e continua semplicemente ad amare i fiori, al punto che pare esser capace di spiegare ciò che essi dicono. Nakagawa è convinto che i fiori ci facciano pensare alle stagioni man mano che sbocciano, fioriscono, maturano e appassiscono. Un fiore esotico è qualcosa di attraente e stimolante, e fare composizioni floreali significa sentire il movimento di una danza e ‘l’alito’ unico di ciascun fiore. Se si avverte tale ‘alito’ allora si può cominciare a imparare l’arte dell’Ikebana, come accade con un fiore di loto che dura solo tre giorni ma può esser percepito nel suo ‘alito’ e potenzialità vitale attraverso l’arte dell’Ikebana.

akagawa’s ‘Flower’ is something noble, erotic, fearful! You must free your mind from any other idea to get its message. ‘Flower’ seems to see even what is concealed within your mind and is not so much something to enjoy as something to talk to. Yukio Nakagawa was born in 1918, an unsurpassed flower artist who remained virtually unknown beyond middle age. Born into a wealthy family he suffered from severe health problems as a child. At 23 he was apprenticed to his aunt who, at Ikenobo School, was a master of flower arrangement, an art which dates back to 6th century Japan. At the age of 33, when he left Ikenobo School, Nakagawa was already a great artist and started his independent career living in a 20-square-metre flat on the fees from his private flower arrangement classes. Nakagawa later devoted himself to Japanese calligraphy and glassware manufacture, starting projects in collaboration with dancers and fashion designers. Nakagawa, who is now nearly 90 years old, has never been interested in setting up a school of his own; he just keeps loving flowers, to the extent that he seems to be able to explain what they say. Nakagawa believes that flowers make you think of the seasons as they blossom, bloom, ripen and wither. An exotic flower is something attractive and challenging, and arranging flowers means to feel the movement of a dance and the unique ‘breath’ of each of them. If you feel such ‘breath’ you can start to learn the art of Ikebana, as happens with a lotus flower which lasts only three days, but can be grasped in its ‘breath’ and life potency through the art of Ikebana.

4 Brain That Weights Like 1999 Cockscomb, Pumkin, Cotton 6 Flower Is Mystic Mountain 1989 Red Tulip

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JAVIER MARISCAL PER MAGIS

A

ll’ultimo Salone del Mobile di Milano (aprile 2004), Magis ha presentato una nuova collezione di prodotti dedicata ai bambini dai 2 ai 5/6 anni denominata Me Too. Al momento raccoglie una ventina di prodotti sviluppati da noti designer. “L’idea mi venne - spiega Eugenio Perazza, l’anima di Magis - tre anni fa, imbattendomi in grandi difficoltà nel trovare un tavolo di lavoro per la mia nipotina Anna, che allora aveva due anni e mostrava forti inclinazioni per il disegno. Così decisi di mettere in pista il progetto della collezione, che volevo tagliata su misura del mondo dei bimbi con le sue diversità rispetto a quello dei grandi. Volevo però fare qualcosa di speciale, quasi un’operazione autocondotta e autogestita dai bimbi stessi. Come? Mi misi così alla ricerca di progettisti che sapessero pensare con la testa dei bimbi e mi venne subito in mente Javier Mariscal di Barcellona. Non un industrial designer, ma un graphic designer, l’uomo che, per citare solo un suo lavoro, progettò Cobi, la mascotte dei giochi olimpici del 1992 svoltisi a Barcellona”. Javier Mariscal: “Me too, anch’io. Tutto può essere un’altra cosa. La sedia Juliàn, el Baul, il Nido e la libreria Ladrillos sono i primi quattro progetti disegnati dallo studio Mariscal per Me Too. Si tratta di pezzi che rompono quella frontiera che esiste tra il mobile e il gioco. Concepiti per aiutare il bambino a crescere, per farlo vivere meglio, per farlo sentire in un mondo tutto suo, per tener viva la sua immaginazione. Julian è certo una sedia, però può anche essere un treno, una barca, un’auto o una montagna. El Baul può essere il luogo segreto dove il bambino nasconde i suoi tesori, ma può essere anche una barca. Il Nido, invece, può essere una grotta dove il bambino si nasconde e gioca da solo o con altri compagni, oppure può essere una speciale capsula extra-spaziale o un sommergibile con gli occhi periscopici. Ecco… i bambini hanno il potere straordinario di trasformare qualsiasi oggetto in un altro oggetto e per me è bello e divertente disegnare oggetti e mobili per loro. Sai quello che fai, ma non sai mai quello che dai”.

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A

t the latest Milan Furniture Show (April 2004) Magis presented its new line ‘Me Too’ devoted to 2-5/6-year-old children, including a score of items realized by famous designers. ‘The idea came to my mind’, explains Eugenio Perazza, the soul of Magis, ‘three years ago, when I had troubles in finding a worktable for my two-year-old granddaughter Anna who showed a strong inclination for drawing. So I decided to start the collection project and I wanted it to suit the peculiar world of children. I started looking for designers who could think as children do, and a name came to my mind: Javier Mariscal from Barcelona, who is not an industrial designer, but a graphic designer, the man who invented ‘Cobi’ –to mention just one of his works– the mascot of Barcelona 1992 Olympic Games. Javier Mariscal ‘Me Too’. Everything can be something different. The chair‘Julian’, ‘el Baul’, the ‘Nest’, and the bookcase‘Ladrillos’ are the first four items designed for Me Too by Mariscal Studio. Pieces of furniture which do away with the barrier between furniture and playing. Designed to help a child grow, to enable him to live better, to make him feel he is in a world of his own and to keep his imagination alive. ‘Julian’ is no doubt a chair, but can also be a train, a boat, a car or a mountain. ‘El Baul’ can be a secret place for a child to hide his treasures in, but it can also be a boat. ‘The Nest’, instead, can be a cave where a child hides and plays by himself or with his mates, or can be a space capsule or a submarine with periscopic eyes. The fact is that…children have the extraordinary power to turn any object into something different, and I find it amusing to design things and furniture for them. You know what you are doing, but you don’t know what you are giving.


L’APPARIRE CHE CONTIENE L’ESSERE txt Mauro Mongarli ph Christian Piccolo

Shopping Bag

La borsa è un accessorio che proietta o che contiene?

F

The bag: an accessory which contains or expresses your world?

A

lthough it may seem that in the history of bags form and function have often been contrasting elements, in point of fact their roles have always been clear because they are either for containing or for showing something. As far as ladies’ bags are concerned the distinction of roles is no doubt a clearer although not a trivial one. Indeed a bag is one of the accessories that most reveals the character or even the mood of its possessor. Bags can be expandable and snug, designer or luxury ones, practical and graceful, in countless combinations. The following selection will not let you pass unnoticed, but are for using, not simply for exhibiting. In other words they are projections of yourself and contain your world, as is the case with Angelo Vintage bag in the picture beside.

ph. Agnese Negrini

FASHIONPROOF é un gesto dʼattenzione assoluta verso i nostri sensi. Ispirandosi ai principi dellʼaromaterapia, della cromoterapia e della cristalloterapia, le otto T-shirt suggeriscono otto diversi percorsi per conquistare lʼarmonia: rosso per lʼenergia, arancio per la sensualità, giallo per lʼallegria, verde per lʼequilibrio, blu per la comunicazione, indaco per la consapevolezza, viola per la conoscenza, bianco come sintesi dei 7 centri energetici. In ogni scatola, accanto alla t-shirt, una miscela dʼessenze e un cristallo naturale corrispondenti al centro energetico che si vuole stimolare. FASHIONPROOF: una scatola che in sé racchiude il segreto dellʼarmonia.

orma e funzione, nella storia della borsa, si sono spesso accapigliate, in apparenza. In realtà, i ruoli sono sempre stati chiari: se una borsa serve a contenere qualcosa è di un tipo, se serve a mostrare qualcosa è di un altro. Se restringiamo il campo alle borse femminili, la distinzione dei ruoli è sicuramente più chiara, ma non per questo banale, anzi: la borsa è uno degli accessori più rivelatori del carattere, in certi casi anche dell’umore. Dilatabili e accoglienti, firmate e di lusso, pratiche ma vezzose: le combinazioni sono infinite. Qui presentiamo una selezione di borse utili al non passare inosservate, ma che offrono anche utilità e pregio tali da essere apprezzate ben oltre la semplice esibizione (in altre parole: proiettano voi e contengono il vostro mondo, magari con il ti vedo-non ti vedo della borsa Angelo Vintage qui a lato).

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Henry Cuir

Malìparmi

Loorica

Il Bisonte

Dettagli in vetro e grande praticità per questa borsa prodotta da Henry Beguelin per il brand artigianale Henry Cuir. L’aspetto quasi sbarazzino, da “bellezza in bicicletta”, non mette in secondo piano il grande impegno di design e di lavorazione: ogni prodotto Henry Cuir ha dietro di sè i modi antichi della lavorazione del cuoio (si utilizza ancora il filo cerato per cucire i modelli) e una scelta dei pellami accuratissima.

Una borsa che segue esigenze ed umori, questa di Malìparmi. Le sue dimensioni, il suo calore, i divertenti dischetti di feltro la rendono adattabile a circostanze diverse e infatti, con la facilità di un semplice cambio di manici l’accessorio si trasforma: di giorno comoda borsa sportiva, di sera borsetta preziosa. Un’eleganza lineare ma vissuta, semplice e ricercata insieme per chi è sempre in contatto con se stessa.

In ambienti dove far coincidere l’apparire con l’essere e una forma naturale di comunicazione, una borsa portadocumenti come questa sicuramente esprime molto. Pelle al 100%, design ultrapiatto (non è mica esclusiva di certi orologi) di uno dei più prestigiosi e giovani produttori parigini, solidità garantita, notevole impressione assicurata. Ovviamente, solo per occasioni dove il lavoro è così creativo da essere portato agevolmente tutto in testa.

La fantasia e l’abilità artigiana di Wanny di Filippo, titolare dal 1970 del marchio Il Bisonte, attingono senza fine alla grande tradizione della lavorazione della pelle di vacchetta a concia vegetale - materiale che sa mantenere il passo con i materiali sintetici più innovativi per duttilità e pregio. Questo modello ne è una chiara dimostrazione: la pratica, capace borsa con i manici diventa, con poche pieghe, una borsetta che attira ogni sguardo.

Glass details and great practicality characterize this bag made by Henry Beguelin for Henry Cuir artisanal brand. This pert-looking item is the outcome of original design and accurate manufacture. Henry Cuir items still combine ancient leather processing methods (models are still sewn with waxed thread) and the accurate choice of materials.

Malìparmi bag can suit your requirements and moods. Its size, warmth and the delightful felt discs make it fit for different occasions; in fact, by simply substituting its handle the accessory changes: an easy, sporty bag by day, and a precious handbag by night. Simple but sophisticated elegance at once natural and refined for self-caring ladies.

A briefcase like this can express a lot in places where to make your look coincide with what you are is a natural form of communication. This 100% leather, extra-flat item by one of the youngest and best-renowned Parisian producers guarantees robustness and effectiveness. Obviously for occasions when your job is a matter of brainwork rather than of carrying papers around.

The owner of ‘Il Bisonte’ since 1970, Wanny Di Filippo is a producer whose imagination and craft keep drawing on the great tradition of vegetabletanned,natural leather, a material which can stand comparison with the most innovative synthetic fabrics for its versatility and quality, as this model clearly shows. The practical and capacious bag with handles becomes, with just few folds, a captivating handbag.

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Chrome Hearts

FrankDaniel

Muñoz Vrandecic

Yohji Yamamoto

Eleganza in bianco e nero che suggerisce le trasgressioni del rock e i colori nascosti nei cuori della rock and ride generation: Chrome Hearts unisce in questo modello il rigore della pelle più candida a dettagli della sua gioielleria, pluripremiata ed esposta con alcuni esemplari anche al MoMA di New York City. È proprio l’anima gotica di questa città che Chrome Hearts rappresenta, con un fascino dai tratti crepuscolari ma insieme pieni di vita.

Il mix di materiali, la vivacità e l’indubbia praticità rendono questa borsa di FrankDaniel degna di nota. Il cotone indistruttibile, i rinforzi in pelle e i dettagli in plastica ricercati e tutt’altro che banali ne fanno un accessorio allegro ma distintivo: le occasioni di utilizzo e “sfoggio” per una vita dinamica e che sa cogliere il meglio dall’ambiente urbano come da quello en plein air sono pressoché infinite.

Modello mutante, questo dell’iberico Muñoz Vrandecic: non starebbe male sotto braccio a una delle affascinati membri degli X-Men di fumettistica memoria. La mano vi scorre sopra e manda al cervello molti punti interrogativi: pelle? cuoio? polimeri avveniristici? Il design, poi, è pratico ma “veste” chi porta la borsa come se quest’ultima si esibisse a mo’ di pettorale sportivo, senza disturbare o cambiare le linee del corpo. Un must per chi ama anche i dettagli che entrano “al vivo” nella pelle.

Questa borsa, secondo lo stile Yamamoto, sembra quasi sovraporre più borse nello stesso spazio. La cinghia e i molti dettagli in pelle richiamano lusso ed esclusività, la robustezza e la grande praticità una borsa da viaggio indistruttubile. Tolta la cinghia, però, è una borsa chic… Al solito, Yohji Yamamoto sorprende per la sua capacità di portarci nella sua realtà completamente reinventata in un presente solo nostro.

Elegance in black and white suggesting the transgressiveness and colours in the hearts of the rock-and-ride generation: Chrome Hearts combines in this model the simplicity of pure white skin with details of its prize-winning jewellery, a few specimens of which are on display at New York City MoMA. What Chrome Hearts represents is the gothic soul of this city, with its shadowy but lively appeal.

The mix of materials, liveliness and practicality makes this bag by FrankDaniel noteworthy. The indestructible cotton, leather stiffeners and sophisticated, significant plastic details make it a bright accessory of great distinction. The occasions to use and show off this item both in urban and open air dynamic situations are virtually infinite.

A mutant model by Hispanic Muñoz Vrandecic which would look smart under the arm of some charming girl in X-Men strips. As you smooth it with your hand you ask yourself: leather? skin? futuristic polymers? An easy design which suits the carrier as if it were a sort of sporty breast ornament leaving the body silhouette unaltered.

This bag, in the typical style of Yohji Yamamoto, looks as if more bags were made to overlap in the same item. The strap and many other leather details recall the luxury of an exclusive article whose strength and practicality make you think of an indestructible travel bag. And yet, remove the strap and yo ll have a chic handba… As usual Yohji Yamamoto surprises us with his ability to project us into the reality he reinvents for our present.

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BIBLIOTECA CAPITOLARE L’accesso dallo Spazio Lazzari

L’

apertura del nuovo accesso pubblico alla Biblioteca Capitolare da Via Paris Bordone consentirà alla cittadinanza un tipo di approccio rinnovato al patrimonio storico-culturale trevigiano. Infatti la Biblioteca del Capitolo di Treviso (contenente pergamene, codici musicali, incisioni, incunaboli e manoscritti risalenti fino all’XI secolo) rappresenta uno dei tesori storici più importanti e conosciuti della nostra città. Attraverso la scala (illuminata dai sofisticati lampadari gentilmente concessi da Beby Group) dal piano terreno delle Canoniche Nuove si potrà ora pervenire al Piano secondo dello Spazio Lazzari; qui l’Associazione Culturale Lazzari, in collaborazione con l’Istituto d’Arte di Vittorio Veneto ha attivato un programma di accoglienza rivolta al pubblico italiano e straniero, che prevede: un angolo lettura (con testi di interesse storico inerenti alla città di Treviso, al patrimonio bibliografico capitolare, nonché alle mostre d’arte in corso presso lo Spazio Lazzari); un punto informazione; uno spazio espositivo. Rappresenterà, questo, un gradevole momento di riflessione ed approfondimento, oltre che un godibilissimo preludio alla Biblioteca Capitolare sovrastante.

The Entrance to the Chapter Library through Lazzari Space

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he new entrance to the Chapter Library through Via Paris Bordone will enable townspeople to have a new approach to Treviso’s cultural and historical heritage. In fact the Chapter Library (containing parchments, music codices, engravings, incunabula and manuscripts dating as far back as the XI century ) is one of the most important and best-known treasures our City can pride itself on. From the ground floor of ‘Canoniche Nuove’, through a staircase lit by the sophisticated chandeliers generously supplied by Beby Group, it will now be possible to reach the first floor of Lazzari Space. Here Associazione Culturale Lazzari, in collaboration with Istituto d’Arte, Vittorio Veneto, has started a reception programme for Italian and foreign visitors including: reading facilities (with works of historical interest concerning Treviso, the Chapter holding and the art exhibitions at Lazzari Space), an information point and an exhibition space. The programme will be an occasion for study and reflection, a prelude to the Chapter Library above.

THE MORI ART MUSEUM txt Carlo Damiani ph Christian Piccolo

Tokyo – Il Museo Mori

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opra l’orizzonte di Tokyo svetta ora il nuovo Museo Mori. Sovrasta la città come un esperimento audace: le gallerie del museo sono difatti ‘appollaiate’ in cima (52° e 53° piano) al grattacielo dell’eponimo fenomeno imprenditoriale Mr. Mori (magnate del mercato immobiliare giapponese – ndt), e situate entro il nuovissimo lussuoso quartiere commerciale di Roppongi Hills. Felicità: Una Guida alla Sopravvivenza per l’Arte e la Vita è la mostra che ha inaugurato l’apertura del Mori Art Museum l’ottobre scorso. Curata da David Elliot (Direttore del Museo) e dal co-curatore italiano Pier Luigi Tazzi, la mostra comprende oltre 180 artisti, e dipana il proprio percorso attraverso quattro sottotemi: Arcadia, Nirvana, Armonia e Desiderio. Un’ambiziosa esplorazione cross-culturale, a 360 gradi, di un soggetto - la Felicità – che porta i visitatori in contatto con opere d’arte che vanno dal classico al moderno e postmoderno, attentamente selezionate e provenienti da tutto il mondo. L’intenzione del museo di concentrarsi sull’arte contemporanea e farla conoscere alla gente aumenterà la consapevolezza popolare dell’arte, la sua contestualizzazione e ricezione sociale, il suo significato all’interno del vivere quotidiano in Giappone. …Per dirla con J. Keats - “Una cosa bella è una gioia per sempre”.

3 Japan, Kamakura Period, 14th century Descent of the Amida Trinity ink, colors and gold on silk Private Collection, Tokyo

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Tokyo

txt Carlo Damiani Direttore Artistico Associazione Culturale Lazzari

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igh above the Tokyo landscape now rests the new Mori Museum. It peers over the city like a bold experiment: the museum’s galleries are in fact perched atop (52nd and 53rd floor) entreprenurial wonder Mori’s eponymous skycraper, and couched within a newly-built luxury shopping district – Roppongi Hills. Happiness: A Survival Guide for Art and Life was the inaugural exhibition at Mori Art Museum last October. Curated by David Elliot (the Museum’s Director) and the Italian guest curator Pier Luigi Tazzi, the exhibition features over 180 artists, and winds its way through four subdivisions of its main theme: Arcadia, Nirvana, Harmony and Desire. An ambitious cross-cultural, 360 degree exploration of a subject – Happiness – that brings the visitors into contact with works of art ranging from the classical to the modern and the postmodern, carefully selected from all around the world. The museum’s determination to focus on contemporary art and bring it to the people will raise the awareness of art, its context in society, its meaning for everyday life in Japan. …As J. Keats put it: “A thing of beauty is a joy forever”. 53 Museum Cone, Mori Art Museum 54 Kim Chul-Eok (1960-) - Abundant Potatoes 1999 - plaster - Mansu Corp. Seoul 63 Tom Wesselmann (1931-) - Great American Nude #50 - 1963 - mixed media, collage and assemblage, (including working radio) on board Kimiko & John Powers Collection Photo: See Spot Run Inc. - Photo courtesy Gagosian Gallery, New York 64 Jeff Koons (1955-) - Bear and Policeman - 1988 polychromed wood - Jeffrey Deitch, New York Photo courtesy: Deitch Projects, New York

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GIOVANNI CASELLATO

ANTONIO FIENGO

Designer

txt Carlo Damiani ph Luca Facchini

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Esposizione dal 14 marzo al 31 maggio 2004 presso Spazio Lazzari, Treviso - Exhibition at Lazzari Space, Treviso, from March 14th to May 31th 2004

iovanni Casellato nasce nel 1968 e risiede a Coste di Maser, in provincia di Treviso. Laureatosi in Architettura a Venezia, da diversi anni lavora come designer, occupandosi di progettazione e realizzazione d’interni per residenze, uffici, negozi, show rooms e scenografie teatrali. Collabora con ditte produttrici d’arredamento contemporaneo per la progettazione e la realizzazione di prototipi. Nello specifico Casellato realizza arredi e complementi prevalentemente costituiti da ferro, inteso questo come elemento da valorizzare nel suo aspetto naturale, per mezzo di interventi di smerigliatura o ossidatura e verniciatura trasparente che ne esaltano le caratteristiche peculiari, rendendo percettibili le linee pure. Le forme degli oggetti d’arredo presentati sono da lui ideate e prodotte artigianalmente, senza per questo precluderne il naturale inserimento in dinamiche produttive seriali. Nella fattispecie gli accessori presentati da Cesellato all’interno dello Spazio Lazzari vengono realizzati in ferro e poi lavorati con diverse finiture (ossidata, smerigliata e naturale): accessori d’arredo, specchi, sedute, “arazzi”, lampade e vasi sempre da lui realizzati. Nello spazio esterno trova invece collocazione l’aspetto più ludico e spensierato della sua produzione: una serie di progetti, gli “Aquiloni di Filippo”, le Barchette … “aspettando Laila” e il “Nastro”, dove il gioco e la leggerezza diventano quasi uno scherno al ferro, materiale di cui sono fatti; da qui nasce il titolo del giardino che egli propone: “…siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”. (W. Shakespeare). Esposizioni

Aprile 1999 Salone Internazionale del mobile di Milano (Salone Satellite); Maggio 1999 mostra in occasione di Pitti Immagine a Firenze; Settembre 1999 Interior Munchen Week-end Design a Monaco di Baviera; Marzo 2000 “A proposito dell’uovo” mostra a tema ad Asolo (TV); Aprile 2000 Salone Internazionale del mobile di Milano (Salone Satellite); Marzo-Giugno 2000 Triennale di Milano (partecipazione con l’autoproduzione “Lampione”); Aprile 2001 Salone Internazionale del Mobile di Milano (Salone Satellite); Aprile 2001 “Forme a Nudo” personale (eventi fuori Salone) presso lo spazio espositivo Martino Midali in via Marghera Milano; AprileGiugno 2001 EGGS collettiva (eventi fuori Salone) presso lo spazio CHIE LA LU piazza S.Babila Milano; Settembre 2001 Pitti Casa (Complementa) Firenze; Ottobre 2001 Casa su misura (premio sul riciclo) Padova; Ottobre 2001 Abitare il tempo (partecipazione con Lago arredamenti) Verona; Aprile 2002 Salone del Mobile (partecipazione con Lago arredamenti) Milano; Settembre 2002 inaugurazione show-room permanente Coste di Maser Treviso; Settembre 2002 Abitare il tempo (come espositore) Verona; Aprile 2003 “a proposito del ferro” (fuori salone) Milano; Settembre 2003 “abitare il tempo” (come espositore e su invito per installazione esterna) Verona; Ottobre 2003 “forme creative” Palazzo dei trecento e p.zza Signori, Treviso; Dicembre 2003 “arte e design” (esposizione di complementi d’arredo e installazione esterna; Dicembre 2003 esposizione presso “tecnogotica” (galleria d’arte), Asolo Treviso.

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iovanni Casellato was born in 1968 and lives at Coste di Maser, Treviso. After graduating in architecture from Venice University he has been working as interior designer of homes, offices, shops, show rooms, stage scenery and cooperates with furniture manufacturers for whom he designs and realises prototypes. In particular Casellato creates iron furniture and accessories; iron is for him a material whose natural look he enhances through grinding or oxidizing and transparent painting which exalt and make perceptible its peculiar features and forms. Although his approach to furniture design is artisanal, serial production is not hampered. The accessories Casellato exhibits within Lazzari Space, Treviso, are made of iron and given different finishings (natural, oxidized and ground): furniture accessories, mirrors, seats, ‘wall hangings’, lamps and vases. In the yard outside Lazzari Space some of his most playful and light-hearted pieces are on display: a set of projects, Filippo’s kites, Small Boats, ‘ waiting for Laila’ and ‘the Ribbon’, in which lightness and playfulness mock iron, the material with which they are made. Hence the caption he proposes for the garden: ’…we are the same stuff as dreams are made of’ (W. Shakespeare) Exhibitions

April 1999 International Furniture Show, Milan May 1999 exhibition on the occasion of ‘Pitti Immagine’, Florence. Sept. 1999 Munchen Interior Design Weekend, Munich March 2000 ‘A proposito dell’uovo’ (‘Concerning the egg’) thematic exhibition, Asolo, Treviso. April 2000 International Furniture Show, Milan. March-June 2000 Triennial Exhibition, Milan ( With the work ‘Street Lamp’) April 2001 ‘Bare Forms, a personal exhibition ( events outside the Show ) at Martino Midali’s exhibition space, via Marghera, Milan. April-June 2001 EGGS, a collective exhibition (events outside the Show) at CHIE LA LU space, Piazza S. Babila, Milan. Sept. 2001 Pitti Casa ( Complementa) Florence. Oct: 2001 Home to measure ( a prize on recycling), Padua Oct. 2001 Abitare il tempo ( Living in time), with Lago Arredamenti, Verona. April 2002 Furniture Show, Milan ( With Lago Arredamenti) Sept. 2002 Permanent Showroom inauguration, Coste di Maser, Treviso Sept. 2002 Living in Time, Verona. April 2003 ‘Concerning Iron’ ( outside the Furniture Show), Milan. Sept. 2003 ‘Living in Time’ ( an outdoor installation), Verona. Oct. 2003 ‘Creative Forms’ Palazzo del Trecento and Piazza dei Signori, Treviso. Dec 2003 ‘Art and design’, an exhibition of furniture accessories and an outdoor installation. Dec 2003 exhibition at ‘Tecnogotica’ Art Gallery, Asolo, Treviso.

Scultore

txt Carlo Damiani ph Luca Facchini Esposizione dal 14 marzo al 31 maggio 2004 presso Spazio Lazzari, Treviso - Exhibition at Lazzari Space, Treviso, from March 14th to May 31th 2004

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ell’opera di Fiengo istanze culturali che provengono da un background classico e accademico, si sposano con influenze di un’arte surreale, intrisa di memoria, e di un “recupero” che è ricco di allusioni, citazioni del presente (la società dei consumi, la guerra) e del passato (Bisanzio, la Serenissima, il Rinascimento, la classicità). Artista estremamente colto, egli sa rivisitare con originalità le modalità espressive del collage e dell’assemblage, di un ready made quotidiano e poetico, investendolo di maliziosa ironia. Poetiche ed evocative (quasi “metonimiche”) le sue “citazioni” lagunari (ispirate, queste ultime, al suo soggiorno veneziano): i vari “Rivus Altus”, “Fondamenta degli Incurabili”, unitamente alle “Edicole Veneziane” sprigionano il sapore e l’aroma di ricordi che sono effettivamente “sedimentati” nel sostrato materico che li compone: legno “navale” di recupero, concrezioni di conchiglie, murrine e vetro veneziano, truciolato grezzo; quasi a voler ripercorrere (e riscoprire), filologicamente, la storia organica di una città – Venezia – sorta sull’acqua, fondata su sedimentazioni, detriti, nonché sul duro lavoro dell’uomo. Nota biografica

Nasce a Napoli nel 1960, La sua permanenza napoletana sarà di breve durata perché la famiglia, per motivi di lavoro, nello stesso anno si trasferisce a Grosseto, nel cuore della Maremma toscana. Nel 1973 è a Cecina, considerata la porta nord della Maremma. Dal 1974 al 1978 vive a Lucca dove è studente al Liceo Artistico. Dal 1978 al 1983 è all’Accademia di Belle Arti di Carrara, allievo dello Scultore Floriano Bodini. Dal 1985 al 1988 è Docente di Educazione Artistica nelle Scuole Medie della provincia di Pisa. Nel 1988 torna a Grosseto dove, al Liceo Artistico, è Docente di Scultura. Nel 1989 è di nuovo all’Accademia di Belle Arti di Carrara, questa volta come Assistente alla Cattedra di Anatomia Artistica. Nel 1991, con lo stesso incarico, si trasferisce all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove resterà fino al 1998. Dal 1999 è Docente di Anatomia Artistica all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 1980 in poi, espone in numerose mostre e rassegne in Italia e all’estero. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Vive e lavora tra Venezia e Cecina.

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n the works of Fiengo cultural trends from his academic and classical background are combined with influences from surreal reminiscences and with allusions and quotations meant to recapture both the present ( war, consumer society) and the past ( Byzantium, the Venetian Republic, the Renaissance, the classical tradition). A cultured artist, Fiengo proves original in revisiting collage and assemblage techniques and by evoking a poetic, day-to-day ‘ready-made’ which he pervades with playfully mischievous irony. His ‘quotations’ of the lagoon, inspired by his stay in Venice, are poetically evocative and quasi-metonymical: ‘Rivus Altus’, ‘Fondamenta of the Incurables’, ‘Venetian Aedicules’ express the taste and scent of recollections actually sedimented in the materic base that composes them: recycled ship timber, shell concretions, murrhines and Venetian glass, rough chipboard. It is as if Fiengo aimed to rediscover and philologically retrace the organic history of a city – Venice – built on water, whose foundations, laid by men’s hard work, rest on sediments and debris.

Biographical Profile

Born in Naples in 1960, in the same year his family moves to Grosseto, in the heart of the Tuscan ‘Maremma’, for work reasons. In 1973 he lives at Cecina, the north gate to the ‘Maremma’. From 1974 to 1978 he lives in Lucca and attends the local Art School. From 1978 to 1983 he attends the Academy of the Fine Arts, Carrara, under the guidance of sculptor Floriano Bodini. From 1985 to 1988 he teaches Art at ‘Scuola Media’ in the Pisa province. In 1988 he returns to Grosseto and teaches sculpture at the local Art School. In 1989 he becomes Artistic Anatomy assistant at the Academy of the Fine Arts, Carrara. In 1991 he moves to the Academy of the Fine Arts, Florence in the same capacity, and will stay here till 1998. Since 1999 he has been teaching Artistic Anatomy at the Academy of the Fine Arts, Venice. Since 1980 he has held countless exhibitions both in Italy and abroad. His works are on display in public galleries and private collections. Fiengo now commutes between Venice and Cecina.


JAIME HAYON

SULLE TRACCE DI MARCO POLO

Mediterranean Digital Baroque

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txt Carlo Damiani Esposizione dal 17 giugno al 3 settembre 2004 presso Spazio Lazzari, Treviso - Exhibition at Lazzari Space, Treviso, from June 17th to September 3rd 2004

editerranean Digital Baroque è non solo il titolo dell’installazione dell’artista-designer spagnolo Jaime Hayon ma anche la definizione di un nuovo stile. Jaime descrive il lavoro con i seguenti termini: Gesto, Surrealismo, Barocco, Densità, Dinamismo, Intuizione, Demenza, Rischio, Tenerezza, radici Arabe, Guerriero Matematico della Natura, Forza Energetica, Delirio, Esagerazione Istrionica, Emulazione e Creatività. L’installazione è stata prodotta dalla firma italiana Ceramiche Bosa ed è stata concepita fra Italia, Spagna e Giappone. È un manifesto vitale e ironico della visione personale di Hayon, composta da una matura abilità di designer, una cultura da skateboard, l’arte tradizionale delle ceramiche italiane e l’iconografia dei giocattoli giapponesi da collezionare. Tutte queste dimensioni si riuniscono in Mediterranean Digital Baroque, un mondo dove l’unico prerequisito è l’immaginazione. Jaime Hayon Nato a Madrid Jaime Hayon venne in Italia per prendere parte a Fabrica di Benetton: La Fondazione di Comunicazione ed Arti Applicate. Dopo il proprio periodo di lavoro come studente/ricercatore, rapidamente divenne capo del loro dipartimento di design, lavorando su mostre e ricerca di concetti. I progetti personali di Jaime spaziano dalla grafica, ai prodotti, al design di installazioni. Al momento presente egli sta producendo pupazzi ed edizioni limitate di giocattoli per il mercato Asiatico. Il lavoro di Jaime è apparso su pubblicazioni di tendenza come Wallpaper, Interni, Surface, Oxygen, Domus, Abitare, I.D e Studio Voice. Nel 2003 ha vinto il premio INJUVE (Ministero della Cultura) come il più promettente designer spagnolo. Bosa Ceramiche Fondata dal mastro artigiano Italo Bosa 25 anni fa, Bosa Ceramiche produce oggetti artistici in ceramica nella propria fabbrica-laboratorio a Borso del Grappa nel Nord Italia. Il loro lavoro è particolarmente conosciuto per l’intensità del colore e le sue forme innovative. L’esperienza di Italo Bosa nei metodi di produzione della ceramica lo mette in grado di esplorare continuamente i limiti di questo antico mezzo, senza che il suo carattere tradizionale vada per questo perso. Oggetti singolari come giganteschi posacenere, vasi da frutta voluttuosi, vasi a forma di stelo svettante e una collezione di lampade caratterizzata da forme geometriche che diffondono una luce soft e filtrata sono solo alcuni dei pezzi che hanno reso questa piccola impresa a conduzione familiare conosciuta in tutto il mondo. Nel 1999 Bosa Ceramiche ha presentato dieci oggetti originali di dieci giovani designers internazionali. La collezione era stata concepita come mezzo per infondere nuova espressività artistica in un’antica forma artigianale. Suscitò grande interesse e riscosse notevole successo, fu pubblicata da molte riviste importanti di design sia in Italia che all’estero.

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editerranean Digital Baroque is not only the title of Spanish artist-designer Jaime Hayon’s installation but also the definition of a new style. Warm Mediterranean succulents fuse with Hayon’s vision of Asian digital culture. He describes it as: “a sort of hybrid paella/sushi.” Jaime describes the work with the following words: Gestures, Surrealism, Baroque, Density, Dynamism, Intuition, Dementia, Risk, Tenderness, Arabic roots, Mathematical Warrior of Nature, Energetic Strength, Delirium, Histrionic Exaggeration, Emulation and Creativity. The installation has been produced by the Italian firm Bosa Ceramics and been conceived between Italy, Spain and Japan. It is a vital and ironic manifesto of Hayon’s personal vision, one made up of a mature design skill, skateboard culture, the traditional art of Italian ceramics and the iconography of Japanese collectable toys. They all come together in Mediterranean Digital Baroque, a world where the only requirement is imagination. About Jaime Hayon Madrid-born Jaime Hayon headed for Northern Italy to join Fabrica, Benetton’s Communication and Applied Arts Foundation. After his stint as a student/researcher, he quickly rose to head of their design department, working on research concept and exhibitions. Jaime’ s personal projects range from graphics products to installation design. Presently he is producing puppets, and limited edition toys for the Asian market. Jaime’s work has been featured in cutting-edge publications such as Wallpaper, Interni, Surface, Oxygen, Domus, Abitare, I.D and Studio Voice. In 2003 he won the INJUVE (Ministery of culture) award for Spain most promising designer. About Bosa Ceramiche Founded by master craftsman Italo Bosa 25 years ago, Bosa Ceramiche produces fine artistic ceramic objects from their workshop-factory in Borso del Grappa in Northern Italy. Their work is particularly renowned for its depth of colour and innovative forms. Italo Bosa’s experience in ceramic-making methods enables him to constantly explore the limits of this ancient medium, without losing its traditional character. Singular objects such as giant ashtrays, voluptuous fruit bowls, towering stem vases and a lamp collection marked by geometric forms and diffusing a soft, filtered light are just some of the pieces that have made this small, family-run firm renowned all over the world. In 1999, Bosa Ceramiche presented ten original objects by ten young, international designers. The collection was conceived as a way of infusing an old craft with new artistic expression. It aroused great interest and success and was chosen for publication by many major design magazines both in Italy and abroad.

National Geographic

txt Carlo Damiani Esposizione dal 17 giugno al 3 settembre 2004 presso Spazio Lazzari, Treviso - Exhibition at Lazzari Space, Treviso, from June 17th to September 3rd 2004

Michael Yamashita

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ichael Yamashita cominciò a scattare fotografie nel 1971 durante un viaggio - autonomamente ideato e intrapreso come “ritorno alle radici” - in Giappone. Quello che era iniziato come un passatempo portò ad una carriera che combinava le sue due più grandi passioni: fotografia e viaggio. Dal 1979 egli è un regolare collaboratore di National Geographic e ha lavorato in diversi luoghi come Somalia e Sudan, Inghilterra e Irlanda, Nuova Guinea e New Jersey. Sebbene egli abbia viaggiato per sei continenti, l’Asia resta la sua area di concentrazione specialistica. Ha vissuto a Singapore, Tailandia, Hong Kong e in Giappone, e scatta foto per svariate pubblicazioni asiatiche. Dotato di un Giapponese fluente, ha attraversato il Giappone da Hokkaido a Kyushu. Michael Yamashita ha ricevuto numerosi premi professionali, tra cui: National Press Photographers Association (NPPA) Pictures of the Year Competition, New York Art Director’s Club; Asian-American Journalists Association (AAJA); Pacific Area Travel Association (PATA). Il suo lavoro è stato esposto alla National Gallery of Art, al Los Angeles County Museum of Art, e al Kodak’s Professional Photographer’s Showcase nell’Epcot Center di Orlando.

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ichael Yamashita began taking pictures in 1971 while on a self-styled “roots” trip to Japan. What began as a pastime led to a career combining his two passions: photography and travel. He has been a regular contributor to National Geographic since 1979 and has worked in such diverse locations as Somalia and Sudan, England and Ireland, New Guinea and New Jersey. Although he has traveled to six continents, Asia is the area on which he concentrates in particular. He has lived in Singapore, Thailand, Hong Kong and Japan, and shoots for a variety of Asian publications. Fluent in Japanese, he has covered Japan from Hokkaido to Kyushu. He has received a number of professional awards, including the National Press Photographers Association (NPPA) Pictures of the Year Competition, New York Art Director’s Club; Asian-American Journalists Association (AAJA); and the Pacific Area Travel Association (PATA); His work has been displayed at the National Gallery of Art, the Los Angeles County Museum of Art, and Kodak’s Professional Photographer’s Showcase at Epcot Center in Orlando.

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edicata a Marco Polo, la mostra propone l’itinerario compiuto dal grande viaggiatore veneziano verso il lontano Oriente, dalla sua città natale alla Cina e ritorno, attraverso lo straordinario reportage fotografico che Michael Yamashita ha realizzato nel corso di tre anni ripercorrendone le strade e i luoghi. Sulle tracce di Marco Polo e attraverso migliaia di scatti fotografici (in mostra una selezione di cento immagini), Yamashita non solo ha voluto raccontare le meraviglie de Il Milione, ma anche verificare sul campo la fondatezza storica di quanto vi è osservato e annotato. I popoli, le architetture, i paesaggi, le usanze e i costumi che nel XIII secolo tanto hanno affascinato Marco Polo rivivono oggi nelle immagini fotografiche di Yamashita, che gettano un ponte tra il passato e il tempo presente, spesso ancora legato alle secolari tradizioni così minutamente descritte nell’epico resoconto del veneziano. Dal Medio Oriente lungo la via della seta fino all’interno della sconfinata Cina (al tempo Cathay, il regno di Kubilai Khan), dagli altipiani del Tibet al Laos e poi a ritroso via mare verso Venezia dall’Indonesia attraverso le coste dell’India, la mostra offre al pubblico la conoscenza di un mondo tanto vasto quanto ricco nella varietà di culture, religioni, testimonianze storiche, scenari naturali.

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edicated entirely to Marco Polo, the exhibition takes us on the great Venetian traveler’s journey from his hometown to the Far East and then tracks his epic return journey. Visitors follow Marco Polo’s route through the extraordinary photographic sequences completed by Michael Yamashita during his three-year journey following the same routes and visiting the same places as Marco Polo had done centuries earlier. Following the route of Marco Polo and taking thousands of photographs (one hundred of which are on display in the exhibition), not only did Yamashita narrate the wonders of Il Milione, but also investigate the historical accuracy of what is observed and described in Marco Polo’s book. Yamashita’s photographs bring to renewed life the people, architecture, landscapes, traditions and customs that fascinated so much Marco Polo in the 13th century. The images bridge the gap between the past and a present which is often still linked to the

ancient traditions that the Venetian explorer described in such detail in his epic account. From the Middle East along the Silk Road and into the great expanses of China (then known as Cathay, the kingdom of Kublai Khan), from the plateau of Tibet to Laos and then back by sea via Indonesia and the coasts of India and then overland to Venice, the exhibition presents such a vast and rich world in its variety of cultures, religions, history and natural scenery.

5David Gill Galleries, London

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HIT ME WASH ME TREND ME mARTelli lavorazioni tessili

txt Mauro Mongarli ph Nicola Facchini

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el cuore del Nordest italiano nascono il denim vintage e le tinture che fanno tendenza nel mondo. Mi sono spesso chiesto quale sia il punto di incontro tra l’artigianalità ed il processo industriale nella produzione di certi capi. Lasciando tranquillamente stare le lavorazioni di sartoria, spesso mi sono trovato davanti a jeans, ad esempio, per i quali non riuscivo a figurarmi una lavorazione “a catena di montaggio”, ma che vedevo comunque diversi uno dall’altro, e la loro “tiratura” non era certo limitata. Sono stato con mezza redazione di Mug a visitare la Martelli Lavorazione Tessili a Vedelago, non distante da Treviso, e ho avuto molte risposte. “In effetti, la nostra si può quasi definire una lavorazione industriale fatta a mano” dice sorridendo con orgoglio Andrea Petrin, il nostro cicerone all’interno della Martelli. E bisogna dargli atto che una definizione diversa è ben difficile da trovare.

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intage Denim and dyeing from the heart of the Italian Northeast set the trend the world over. I have often wondered what the border line is between craft and industry in the production of certain items, especially of jeans which I couldn’t imagine to be the result of assembly line production considering that each of them was different. My visit to Martelli Lavorazione Tessili, Vedelago, Treviso has answered many of my questions. “Actually our processing is almost entirely handmade”, smiles Andrea Petrin, our guide to Martelli plants. And it is hardly possible to define their production in a different way, as the firm’s showroom, where stylists are in touch with the outcome of research, conveys the impression of skills and experience that surpass craft although production preserves the quality of it.

La Martelli, fondata nel ‘39 a Bologna da Luigi Martelli e che ora ha diversi stabilimenti tra i quali uno nuovissimo in Romania, nasce tingendo tessuti, e si specializza via via nelle lavorazioni di questi.

“una lavorazione industriale fatta a mano” Oggi è all’avanguardia mondiale per quanto riguarda il trattamento del denim e della tintura dei capi in cotone. “Siamo avanti rispetto alla concorrenza perché diamo il massimo valore alla ricerca. Giriamo il mondo per cogliere tendenze e novità, e ci poniamo come partner creativamente attivi nei confronti dei nostri clienti” Qualche nome: Diesel, Gas, Energy, Melting Pot, Armani, Yves Saint Laurent, Paul Smith, Donna Karan, No.l.ita e Tsubi. La visita degli impianti (che vedono impiegare fino a seicento persone, a pieno regime) mostra lavatrici enormi piene di sassi per lo stone washed a fianco di operai che maltrattano jeans con grande precisione graffiandoli, passandoli sotto una mola a disco, bucandoli, passandoli con la carta vetrata uno a uno. I carrelli per smistare i capi tra lavatrici (degne di menzione le sei controllate da un’unica centralina elettronica), lavorazioni e magazzini spesso corrono da soli, e vedere i risultati nello showroom fa capire chiaramente quanta ricerca ci sia dietro ogni passaggio di lavorazione. Una ricerca che oggi è vantaggio competitivo, e che alla Martelli è segno di distinzione e successo.

Martelli, established by Luigi Martelli, Bologna in 1939, was a fabric dyery at its outset; it has now a number of factories, one of which in Roumania, has specialized in fabric processing, and is a world leader in denim processing and the dyeing of cotton items. “We are ahead of our competitors because we invest a lot in research. We go around the world for trends and innovations and try to be creatively helpful to our clients”. Among others: Diesel, Gas, Energy, Melting Pot, Armani, Yves Saint Laurent, Paul Smith, Donna Karan, No.l.ita and Tsubi. The factory employs up to 600 workers and uses huge washing machines loaded with stones for stone washed items; workers maltreat jeans by submitting them to piercing, scratching and rubbing with grindstone and sandpaper. There are three different production lines. One for prototypes (very few items for study and research), another line for the production of samples (a bit wider, up to some hundred items) and production proper with some 20 thousand wash-processed items and 5-6 thousand kilos of dye-processed items. Processing involves machines for washing and dyeing, resin finish, dyeing and chlorination rooms, driers and centrifugal machines. The trolleys carrying the items to the various machines (the six electronically controlled washing machines are worth mentioning), to processing units and to storerooms are often automated. When we see the results in the showroom we understand how much research is involved here and also how rewarding it is in terms of competitiveness and success.

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DENIM COME SCELTA PRECISA

VINTAGE OR MEMORY?

KOhZO

ph Christian Piccolo

Può un denim definirsi semplicemente “globale”?

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hiamare un Denim di altissimo pregio globale può sembrare un controsenso: tutti i migliori brand vantano radici ben precise e una storia legata a luoghi particolari. KOhZO Denim rompe le regole. Il fondatore è Shauket Imam, cittadino svizzero di origini orientali. Il background della sua famiglia, tessutai da generazioni, fa sì che i suoi studi si indirizzino fin da subito verso il Jeans.Una volta entrato nel mercato del lavoro Shauket offre la sua consulenza e si dedica alla ricerca per i migliori Marchi del Denim, questo gli permetterà di viaggiare molto: USA, Sud America, Italia, Francia, Belgio, Israele, Giappone, Indonesia, Taiwan… Nel frattempo egli medita e coltiva l’idea di un suo Brand prendendosi il tempo necessario e cercando i partners giusti. La sua ricerca non sarà finalizzata al business ma a qualcosa che lo porti a realizzare un sogno valido per la realtà contemporanea. L’idea di globalità qui applicata quasi tocca il metafisico, se non fosse che tanto girare e tanta esperienza lo portano a fermarsi in Giappone dove Shauket ha finalmente dato vita a KOhZO. KOhZO (nome giapponese dell’albero del gelso) è un Denim che combina tradizione, naturalità,coscienza dell’ambiente. Il suo cotone viene raccolto a mano ad una altitudine di 3.000 mt. nello Zimbawe. Oggi un capo di abbigliamento viene scelto per l’emozione che regala, KOhZO Denim è 100% naturale. I normali ingredienti chimici solitamente usati sono sostituiti con raffinati trattamenti a base di sostanze totalmente naturali, rendendo questo jeans un capo di culto. In questo modo si avverte l’anima di KOhZO e si percepisce il suo rispetto. La linea di punta, il Kakishibu, esprime tutto il fascino di questo prodotto. Il suo tessuto viene trattato con una particolare mistura di terra impastata con il frutto del Kako e lasciata a macerare.Viene poi intinto trenta volte ed essicato al sole. Il rituale veniva usato anticamente dai monaci Buddisti per purificare le tovaglie utilizzate nella cerimonia del Te. Questa lavorazione fu importata in Giappone nel 1736 da re Edo che affascinato da questa simbologia fece trattare tutte le sue vesti e poi usò questo impasto per rivestire la sua reggia, così da purificarla ed allontanare quindi le energie negative. Altre sostanze naturali vengono pure utilizzate per i trattamenti: ibisco bambù, canapa, carta, lino; gli assemblaggi sono in buona parte fatti a mano. I Jeans KOhZo sono diversi da tutti: hanno radici in tutto il mondo e negozi a New York, Parigi, Roma, Zurigo, Londra, Berlino, Tokyo. Indicano una scelta di vita ben precisa e proiettata in un presente che sa di futuro migliore. Presto arriverà sul mercato una linea KOhZo che avrà un colore diverso per ogni Paese europeo.

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KOhZO: Denim as a deliberate choice Can a pair of jeans be simply defined ‘global’?

Ovvero: cosa vuol dire vintage quando hai 100 anni di storia tondi tondi?

o term very valuable Denim ‘global’ may sound absurd: all the best brands are firmly rooted in history and places. KOhZO Denim is an outstanding exception. Its creator, Shauket Imam, is a Swiss citizen, born in the Middle East, and the fact that his family had been manufacturers of fabrics for generations led him to the study of jeans from the start. After graduating he began to work as a consultant and researcher for the best denim brands and travelled to the USA, South America, Italy, France, Belgium, Israel, Japan, Taiwan, Indonesia… Meanwhile Shauket was thinking of a brand of his own, and in due time he sought the right partners to involve in a research which was not aimed to business but to do something valid for our world. Shauket’s idea of globality might verge on the metaphysical if it wasn’t that his experience and skill have actually ended up in Japan where he finally created KOhZO. KOhZO, the Japanese for a mulberry tree, is a denim which combines tradition, nature, care for the environment (the cotton it is made of is collected by hand at 3,000 metres in Zimbawe). Today we choose an item for the emotion it gives us, precisely what we feel when we perceive KOhZO’s soul and its respect for the environment. In fact KOhZO Denim is 100% natural, and sophisticated processing with biological components, instead of chemicals, makes it a cult item. Leading line Kakishibu is treated thirty times with a special mixture of earth and persimmons and left to macerate. It is then dipped 30 times in the mixture and left to dry in the sun according to the rigid ritual followed by Buddhist monks to purify the tablecloth they used for the tea ceremony. King Edo brought the processing method over to Japan in 1736 and, charmed by the ritual, had his clothing treated and the mixture used to line his royal palace so as to purify it and remove all negative energy. More natural ingredients are used for the treatments: hibiscus, bamboo, hemp, paper and flax, a mixture mostly hand-made. KOhZO are different to any other jeans and have spread all over the world in stores to be found in New York, Paris, Rome, Zurich, London, Berlin and Tokyo. Their inimitable look points to a lifestyle that makes you anticipate a better future. A new KOhZO line will shortly be available in a different colour for each European country.

a ancora senso usare il termine vintage, per quanto riguarda i jeans? Ci sono modelli, oggi, che hanno superato questo concetto, abbattendo barriere fino a poco tempo fa insormontabili nella concezione, nella ricerca del tessuto, nel design. Certi richiami, c’è da dire, sono ormai colti solo da intenditori e grandi appassionati, facendo entrare VERAMENTE il jeans nei meccanismi del fashion che in altri tempi ha combattuto. La memoria, però, è ancora alla base di tutto, anche in questa nicchia di mondo. Solo che non tutti possono vantarla, e allora un’operazione come quella di Wrangler per festeggiare i suoi 100 anni produce interesse reale, attuale, altro che. Quella che vedete è la linea Blue Bell del centenario, che ripropone tutto il sapore del denim anni ‘40 e ‘50. Jeans, giacche e T-shirt Blue Bell riaffermano il “look & feel” dei capi creati nel 1947 dal celeberrimo Rodeo Ben, lo stilista di star del rodeo e del cinema western quando i cowboy veri c’erano ancora, con pistole e tutto. Le linee vanno viste con occhi particolari, pensando che qui ci sono le vere origini del jeans, e non solo nel taglio e nei dettagli, ma anche nelle soluzioni tecniche: il denim sanforizzato (antirestringimento) utilizzato per questi capi e patrimonio del jeans mondiale è stato proposto da Wrangler (allora Blue Bell) nel 1931 - una tappa dei cento anni festeggiati con questa linea destinata a selezionatissimi negozi. Tornando alla domanda iniziale, poca parte del mondo dell’abbigliamento può raccontare una storia come quella del jeans, recente ma profonda. Molti altri pezzi di stoffa che ci portiamo addosso rappresentano storie magari più lunghe, ma non così vicine, così dentro di noi. Per questo il termine vintage, se legato a brand come Wrangler e alla memoria di storie, vicende e persone di cui è viva la sensazione in molti, non è superato: ha semplicemente superato se stesso.

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Wrangler Blue Bell

ph Nicola Facchini

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What does ‘vintage’ mean when you have a century-old background?

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oes the term ‘vintage’ make any sense as far as jeans are concerned? There are models today that have surpassed this concept and demolished barriers in conception, fabric and design unsurmountable until quite recently. It must be said that by now only conoisseurs and fans grasp certain hints and consign jeans to the dynamics of fashion it previously opposed. Memory is something few people can boast of, an important gift especially in this fashion niche, that’s why Wrangler’s initiative to celebrate its centenary is really arousing great interest. The one you see is the centenary line ‘Blue Bell’ which revives the charm of denim in the ‘40s and ‘50s. Blue Bell jeans, jackets and T-shirts recapture the ‘look & feel’ of the items created in 1947 by world-famous Rodeo Ben, the stylist of rodeo and film stars, at a time when real cowboys were still on the scene, revolvers and all. The lines are to be admired bearing in mind that they go back to the origins of jeans both for their cut, details and technical features: sanforized denim to this date used for these items and the basic material for jeans all over the world, was proposed by Wrangler (Blue Bell in those days) in 1931, an important date in the centenary, celebrated by lines for sale in very select stores. The world of clothing can hardly pride itself on a history as recent and profound as that of jeans; other items we wear have maybe older traditions but are not so deeply heartfelt. That is why the term ‘vintage’, if applied to Wrangler and to stories, events and people many of us remember is not outdated: it has simply excelled itself.

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ohn Smedley, la nota firma di maglieria inglese nata nel 1784 nel Derbyshire, celebra quest’anno i suoi 220 anni di storia nel mondo della moda con la nuova collezione all’insegna della riscoperta del lusso, delle mode e, soprattutto, di ciò che meglio rappresenta la sua vera ricchezza: la tradizione. Questa azienda, infatti, nata da una vincente intuizione di Peter Nightingale e dello stesso John Smedley, in un contesto rurale inglese, rappresentò un vero e proprio punto di svolta per la produzione dell’epoca, oltre che per la lavorazione e la ricerca dei migliori filati. A fianco della tessitura, eseguita esclusivamente con telai manuali, e dell’intero processo produttivo controllato direttamente dall’azienda, la famiglia Smedley focalizzò la propria attenzione sulla produzione di materiali pregiati, mediante filati provenienti dalla Nuova Zelanda, o da proprie piantagioni di cotone, fino al cashmere ed alla seta lavorati con metodi particolari ed esclusivi. Oggi la maglieria Smedley viene venduta in più di 35 Paesi, dove è sinonimo di stile e qualità tanto che, ancora oggi, le maniche vengono cucite interamente a mano al resto del capo, punto per punto, per ottenere quell’impeccabile maglia che caratterizza questo prodotto come maglieria di lusso e pregiata. Oltre due secoli di prestigio che per questa stagione si ripropongono con nuovi accostamenti di colore, e si articolano all’interno di tre tendenze - “Soho sportswear”, “Escape to the country” e “Film noire” che magistralmente riescono a comprendere un universo di particolari e di stili, ricchi sempre di quel tocco vintage che ci ricorda una storia carica di esperienza, personalità e sapiente tradizione.

A 220-year-old prestigious brand

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orld-renowned English knitwear brand John Smedley, established in 1784 in Derbyshire, is this year at its 220th anniversary in the world of fashion. The new collection is a guide to rediscover fashion, luxury and tradition. The outcome of Peter Nightingale and John Smedley’s brilliant intuition, the firm was a turning point in the manufactures of those days both for processing methods and choice of yarns. Besides specialising in handloom weaving the Smedleys focused on the production of high quality materials obtained from New Zealand yarns, from their own cotton plantations or from cashmere and silk processed with exclusive methods. Today Smedley’s knitwear is sold in over 35 countries due to the style and finish of products to which handsewn sleeves add a touch of distinction and perfection. Over two centuries’ renown is for the current season proposed in new colours and in three main lines: ‘Soho sportswear’, ‘Escape to the country’ and ‘Film noir’, offering a world of details and styles whose vintage touch is reminiscent of Smedley’s history, personality and tradition.

220 ANNI DI PRESTIGIO John Smedley

txt Valeria Battel ph Alistair Berg

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iesel Kid ha tutte le caratteristiche di Diesel: l’attenzione è infatti focalizzata su ricerca e innovazione continue nel design, nei tessuti, nelle soluzioni stilistiche. Per il 2004 il tema è “Sky’s the limit”: il cielo è visto come punto di partenza per sempre nuove avventure, perché chiunque pensi che volare sia un privilegio riservato agli uccelli e agli aeroplani non sta sfruttando al meglio la sua immaginazione. Con la fantasia, invece, si può volare nel cielo verso ogni destinazione! La collezione Junior Girls (6-16 anni) si ispira invece all’astrologia e ai segni astronomici, dove uccelli e aeroplani in volo aiuteranno le nostre ragazze a volare sempre più in alto. Anche le collezioni Baby Girls (3-24 mesi) e Kid Girls (2-10 anni) sono legate al mondo celeste, e permetteranno alle nostre piccole stelle di brillare fin dalle loro primissime apparizioni: colori sgargianti, stampe di costellazioni, cuori alati e stelle cadenti le faranno sembrare angeli mascherati. Per gli avventurosi Junior Boys (6-16 anni), Diesel Kid ha preparato una collezione che li farà volare a cavallo di un avveniristico mix tra un’aquila ed un missile, dritti sparati verso il luogo dove libertà e futuro si incontrano. Se invece avete voglia di un viaggio indietro verso il futuro, le collezioni Kid Boys (2-10 anni) e Baby Boys (3-24 mesi) ritornano ai giorni in cui la realtà virtuale era una semplice frase futuristica con un unico obiettivo: VOLARE! Queste collezioni sottolineano l’approccio dinamico ed aggressivo delle nuovissime generazioni Diesel: per una ulteriore dimostrazione di ciò, visitate i siti dieselkids.com e ProtoKid.com, e giocate on line!

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iesel Kid shares all of Diesel’s features; in fact it endlessly focuses on design, fabric and style research and innovation. The 2004 theme is “Sky’s the Limit”: the sky is seen as the starting point for new adventures, because anyone who thinks that flying is a privilege for birds and planes is not using his imagination properly. The imagination can indeed enable you to fly everywhere! The Junior Girls collection (6-16) draws its inspiration from astrology and the signs of the zodiac among which flying birds and planes will help our girls soar higher and higher. Baby Girls (3-24 months) and Kid Girls (2 to 10) collections also have to do with the sky, and will enable our little stars to shine from the start: bright colours, printed constellations, winged hearts and falling stars will make them look like angels. For adventurous Junior Boys (from 6 to 16) Diesel Kid has prepared a collection that will allow them to fly riding a futuristic gadget half way between eagle and rocket straight where freedom and future meet. If you feel like travelling back to the future, Kid Boys (from 2 to 10) and Baby Boys (3-24 months) will lead you back to the days when virtual reality was simply a futuristic catchphrase with the only aim of FLYING! The collections emphasize the dynamic and aggressive approach of Diesel’s latest collection, as sites dieselkids.com and Protokid.com will show you when you play on line!

Una nuova collezione nel segno dei graffiti

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ornarina crede nei giovani, per questo ha dato il via ad un nuovo progetto: Fornarina Vibe. Una collezione nel segno della sperimentazione, con nuovi artisti emergenti, che si traduce in una linea di abbigliamento ed in un fenomeno di moda e cultura. Questa la nuova tendenza del marchio Fornarina che punta ad estendere la propria area di interesse alla moda, agli accessori, ma anche ad un’arte vicina al mondo giovanile, personalizzando i propri stores e le proprie collezioni, oltre che allestendo mostre ed eventi di artisti scelti annualmente quali testimonials del proprio marchio. La prima personalità selezionata per questo progetto è stata Miss Van, eclettica artista francese conosciuta dal grande pubblico per i suoi graffiti, a Parigi, Londra e Barcellona, raffiguranti maliziose bambole: sorta di specchi ed autorappresentazioni molto particolari dell’artista stessa. La sua creatività, insieme all’esperienza di Lorenza Chiavarini, già designer per Fornarina, ha dato vita alla prima collezione nel 2004, in 30 capi che bene richiamano questo binomio tra arte e moda. Una ragazza che si veste in denim, felpe, jersey, materiali sportivi resi grintosi o seducenti da coloratissime stampe o minuziosi ricami e completati da accessori di gusto un po’ retrò, impreziositi dal gadget della collezione raffigurante una colombina in lattice rosa. La collezione verrà venduta in Italia nell’unico monomarca romano, di via Condotti, mentre all’estero in selezionatissimi negozi di prestigio. A new collection in the sign of graffiti

F DIESEL KIDS ARE ALRIGHT

ornarina believes in young people, that’s why it has started a new project: Fornarina Vibe, a new experimental collection of clothing items with up-and-coming artists, both a fashion and cultural event. Fornarina’s new trend extends its interest to fashion and accessories; to meet teenagers’ demands it personalises its stores and collections besides setting up exhibitions and events with artists chosen each year as the label’s testimonials. The first personage selected for the project was Miss Van, a versatile French artist, well-known to the public for her Paris, London and Barcelona graffiti portraying catty, malicious dolls which are, to some extent, the artist’s self-portraits. Fornarina Vibe’s 2004 first collection is the outcome of Miss Van’s creativity and of the skill of former Fornarina designer Lorenza Chiavarini; it includes an overall thirty items in which art and fashion design have been welded to make up the image of a girl wearing denim, sweatshirts, jersey and sports materials which colourful printing or minute embroidery make tough and captivating; the somehow retro’-looking accessories are made precious by the collection’s gadget, a small, pink latex dove. The collection will be for sale in Italy at the only single-label store in Via Condotti, Rome, and at very selected top stores abroad.

FORNARINA VIBE txt Valeria Battel

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Malìparmi è nata a Padova nel 1976, e da allora fonde la ricerca di modelli originali all’artigianalità preziosa del “fatto a mano”. L’anima imprenditoriale e cuore dell’azienda è Annalisa Paresi, le collezioni sono disegnate dalla stilista Silvia Bisconti.

EXCENTRICA DONNA

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alìparmi collections have the gift of warmth and charm in that they share the subtleties of feminine appeal. It’s a question of how self-aware and self-assured you look, and Malìparmi items and accessories have always emphasized this sort of caressing femininity, at once suggested and explicit, eccentric but sporty. Excentrica collection focuses on the leitmotif of Venice and the luminous intimacy of its palaces. Skirts start an ever changing world of easy-to-match items, small reassuring pile sweaters, cashmere wrap-round tops and more technological but soft and feminine sweatshirts. Wearing Malìparmi means to sum up so many aspects of your life and feelings; the items you wear are not simply bound to hide but are wraparound layers through which you communicate. Each layer is a varying touch expressing your personality; a straight skirt with a pailletted trim becomes a special item, a black cloth coat is reinvented through shining cuffs, a handbag doubles into a sporty one and a precious evening one. Flashing with the glitter of satin onyx black is the basic element; topaz, rosolio, lagoon-green –materials rather than colours – suggest seductiveness ready to enter into play, spiced with the irony of glittering pailletted accessories. Malìparmi was established in Padua in 1976 and has ever since tried to blend the creation of original models with precious handmade manufacture. Annalisa Paresi is the firm’s entrepreneurial heart and soul; collection designs are by stylist Silvia Bisconti.

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ondato nel 2003 a Lisbona da Daniela Pais e Jorge Moita, Krv Kurva Design è uno studio che si occupa di ricerca in ambito artistico e di design in primis; una sorta di laboratorio a cielo aperto, come amano definirlo, che nasce al centro tra il mondo dell’industria e quello dell’arte, e si pone come fine quello di sintetizzare, nel senso filosofico del termine, le peculiarità di entrambi. All’insegna di questa fusione è nata La.Ga, la loro prima creazione; un oggetto che a prima vista potrebbe sembrare soltanto una semplice shopping bag, ma che invece racchiude molte sorprese. Si tratta, infatti, di una borsa fatta per essere indossata; creata per donare al corpo una nuova prospettiva e rivoluzionarne completamente la silhouette, attraverso una linea ergonomica ed avvolgente che ne riflette la leggerezza. La.Ga è interamente realizzata utilizzando un materiale innovativo, estremamente resistente e soprattutto versatile, il Tyvek, prodotto da DuPont per ambiti aereospaziali, che dona a questa borsa delle caratteristiche tecniche eccezionali: i suoi soli 40 gr di peso permettono infatti di trasportare 55 kg, oltre a renderla resistente all’acqua ed alle radiazioni, e comodamente lavabile in lavatrice. Questa borsa, in origine bianca, è stata inoltre inserita in un progetto, “to love is not an option”, che punta a renderla un veicolo innovativo, ed un supporto alternativo, d’arte mediante prestigiosi interventi grafici. Grazie ad importanti collaborazioni a livello internazionale - Fabrica, Oscar Mariné, Flùor Design, tra gli altri - è nata una collezione, prodotta in edizione limitata - 300 esemplari e 4 pezzi unici dipinti a mano - che rende La.Ga veicolo di un nuovo pensiero: un oggetto d’arte che vive e si fa conoscere nel mondo sia in mostre itineranti, sia sulle spalle di coloro che amano l’arte e la moda.

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stablished in Lisbon in 2003 by Daniela Pais and Jorge Moita, Krv Kurva Design carries out art and design research in particular; a sort of open -air lab, as they love to define it, half way between the world of industry and that of art, whose declared aim is to weld the peculiarities of both. The outcome was their first creation, La.Ga an item which might seem a simple shopping bag at first sight, but which has many a surprise in store. In fact the bag is made to be worn, to give the body a different look, to renew its silhouette through an ergonomic, wraparound line that enhances its lightness. The innovative, highly resistant and versatile material La.Ga is made of, Tyvek, produced by DuPont for aerospace projects, gives this bag exceptional technical characteristics; in fact, although it weighs only 40 grams, it can carry 55 kilos, is machine-washable and is water and radiation resistant. Originally white, the bag has been included in a project, ‘to love is not an option’, aimed at turning it into an innovative and alternative art item through qualified graphic design. The synergic cooperation of Fabrica, Oscar Mariné, Flùor Design and other international agencies has led to a limited edition collection – 300 items and four hand-painted uniques – which enables La.Ga to propose its new conception, an art object whose world renown is due to touring exhibitions and to the lovers of art and fashion who carry it.

ph. Ricardo Cruz at Lemon Space - Styling: Jorge Moita/Daniela Pais - Make Up & Hair: Aleksandar (Facto) Model: Kate (L‚Agence) - Digital pos-production: Ideias com Peso Studio

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e collezioni Malìparmi hanno il dono del fascino caldo. Con questo termine intendiamo quella malìa sottile propria di ogni donna nel pieno esercizio della sua femminilità. È una faccenda di consapevolezza e di sicurezza nell’esprimersi: c’è o non c’è, e i capi e gli accessori Malìparmi sottolineano da sempre questa femminilità morbida, suggerita ed esplicita insieme, eccentrica ma sportiva. La collezione Excentrica, prende Venezia e l’intimità luminosa dei suoi palazzi come filo conduttore. Dalla gonna parte un mondo in continua trasformazione, fatto di capi facili da abbinare, di piccole e rassicuranti maglie in pile, di scaldacuore in cachemire e felpe più tecnologiche ma sempre morbide e femminili. Vestire Malìparmi è sommare tanti aspetti del proprio modo di essere e sentire: si va oltre il semplice accumulo (destinato a nascondere, per definizione) per arrivare a comunicare attraverso gli strati di cui ci si avvolge. Tutto si trasforma, ogni strato è un tocco di personalità che varia: la gonna lineare con un bordo di paillettes si trasforma in un capo speciale, il cappotto di panno nero si reinventa con polsi luccicanti, la borsa si sdoppia in una sportiva e in una da sera, preziosa. Il nero onice è il cardine centrale dell’insieme, illuminato da bagliori di raso: topazio, rosolio e verde laguna - materiali, più che colori, seduzione suggerita ma chiara e pronta al gioco condita dall’ironia delle paillettes a specchio negli accessori.

Malìparmi interprets Venice warmth and light at their best

ph. Luís de Barros ph. assistant Paulo Segadães - Styling Jorge Moita/Daniela Pais

Malìparmi interpreta la Venezia più calda e luminosa

SHOPPING ART

Malìparmi

La.Ga txt Valeria Battel

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rlando è un marchio all’avanguardia con un progetto efficace e un messaggio preciso. Concretizzazione della filosofia del brand è il nuovo spazio di Capri, dove tutto è all’insegna dell’essenzialità, in un’atmosfera nuova e moderna. Il progetto è firmato da Mustafa Sabbagh artista, fotografo di moda con studi di architettura. Le sue opere sono state esposte alla Triennale di Milano, all’Arcmuseo di Ferrara e a Filofutura e collabora con magazine internazionali quali The Face, Arena, Max. Mustafa insieme allo studio di architettura Antonio Ravalli ha concepito questo spazio come “una cartella di infanzia”: un contenitore puro che si dilata attraverso un sapiente gioco di prospettive e di altezze. Una vetrina ideale per presentare le collezioni Orlando, disegnate su interpretazione dei trend internazionali, ma con classe e stile indipendente.

O

rlando is a leading brand with an effective project and a precise message to convey. The new Capri space where everything is essential, new and modern, is the fulfilment of the brand’s philosophy. The design is by Mustafa Sabbagh, an architect, artist and fashion photographer who contributes to international magazines ( The Face, Arena, Max), and whose works have been exhibited at Milan Triennial, at Ferrara Arcmuseo and at Filofutura. Mustafa collaborated with Studio Antonio Ravalli to design the space as a pure container which expands through the interplay of different perspectives and heights. An ideal window to display Orlando collections whose design interprets international trends but bears the mark of a talented, independent style.

Un’impronta che sottolinea la differenza

A touch that highlights the difference

n queste parole risiede la filosofia, la storia e la maestria di quattro ragazzi provenienti da diversi campi del mondo del sapere: filosofia, design, ingegneria gestionale e artigianato. “L’esigenza di comfort, di vestire-calzare, con pura carezza, lo strumento essenziale del correre, del sostenere, del condurre in ogni dove quell’essere in continua ricerca che l’uomo è”. Da tutto ciò, attraverso la miscela sapiente di tutti questi elementi, nasce un nuovo progetto di design, +O.J.O.: la scarpa maschile rivoluziona così gli schemi tradizionali, conformandosi ad un nuovo concetto di lusso, caratterizzato dalla raffinatezza ed unicità dei pezzi. Per mezzo di linee rigorose ma morbide al tempo stesso, grazie all’attualità del design, viene così a concretarsi un’immagine sportiva ma altamente confortevole. Design e qualità si uniscono in un modello unico nel suo genere, realizzato interamente a mano e che fa della personalizzazione il proprio punto di forza, in cui la ricerca continua nel campo dei materiali è il segno distintivo di una forte identità. +O.J.O. ha ridisegnato la scarpa partendo da una solida tradizione artigianale, unendovi l’attento studio anatomico e dinamico del corpo umano, e sposando il proprio prodotto alle esigenze dell’epoca presente ed alle istanze di una continua innovazione nel campo del design: dal puntale e contrafforte in cuoio, che si affiancano alla lavorazione del fondo Goodyear, fino alla soletta interna in carboni attivi, per ridurre il surriscaldamento del piede, per un modello prodotto in soli 599 esemplari. I nomi di questi modelli prendono spunto dal mondo del jazz, infatti il primo della collezione si chiama Duke E+, in onore al famoso musicista Duke Ellington. Un mix che, “in un tempo in cui la banale ripetitività del gesto si fa uguale per tutti, dominando le logiche del mercato”, porta +O.J.O. a fare la differenza.

he need for comfort, for caressing footwear, the basic instrument for running that supports and drives man in his endless pursuit.” re lies the philosophy, the story and artistry of four young men with different backgrounds: philosophy, design, managing and handicraft. +O.J.O. is a new design project, the outcome of a skillful mix of all these ingredients, that revolutionizes the traditional standards in men’s footwear and establishes a new concept of luxury items characterized by elegance and uniqueness. Rigorous, soft lines and up-todate design combine in creating a comfortable sports model. This unique model is totally handmade, bases its strength on personalization and its peculiar identity consists in endless research on materials. Starting from a solid artisanal background +O.J.O. redesigns shoes that combine careful anatomical and dynamic study of the human body with today’s requirements and design innovations: the leather tip and quarter stiffener, the treatments of the Goodyear sole and the activated carbon insole to reduce foot overheating lead to a model in only 599 pairs. The names of these models are derived from the world of jazz; in fact the first in the collection is called Duke E+, in honour of Duke Ellington. “At a time when the market is characterized by all-pervading repetitiveness” the innovative mix in +O.J.O. makes all the difference.

I

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ALESSANDROALBERTODIEGOALESSANDRO

ALESSANDROALBERTODIEGOALESSANDRO

ORLANDO

PLUS DE OUTRE DI JAZZ OUVRE +O.J.O.®

txt Valeria Battel

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Da Venezia un brand alla conquista del fashion internazionale

A winning Venetian brand in the world of international fashion

A Milano la piazza della progettualità di Alberto del Biondi

The opening of the theatre of design: Alberto del Biondi’s piazza of design is at its outset in Milan

attuale collezione è un chiaro esempio dell’appeal internazionale di FrankDaniel, marchio di punta della veneziana Happy Lines. Le borse e le cinture presentate vedono protagonisti il cotone e la pelle, robusto e di allegri colori base il primo, trattata con raffinatezza e in alcuni casi invecchiata la seconda. Forme e design sono estremamente attuali e non mancano particolari creativamente molto interessanti, come alcune funzionali borchie prese da altri contesti o un utilizzo pratico ma raffinato di plastiche traslucide per dare un aspetto più urbano ed intrigante ad alcune borse in cotone. Happy Lines, l’azienda veneziana che produce borse e cinture dal 1984, va giustamente fiera di FrankDaniel, che sta conquistando prestigiose quote di mercato in Giappone e vede rafforzare la sua posizione anche nei mercati europeo e americano. Questi risultati, ottenuti in tempi tutt’altro che facili, sono figli di una missione aziendale votata al “fare sistema” per ottenere il massimo da creatività, produzione e distribuzione.

he current collection clearly highlights the international appeal of FrankDaniel, the leading brand of Venice-based Happy Lines. The bags and belts in the collection come in robust and brightly coloured cotton and in finely processed or aged leather. The forms and designs are extremely up-to-date and display interesting creative details: functional studs borrowed from other contexts, or the practical and refined additions of translucid plastics that give some cotton bags a smarter, more intriguing look. Happy Lines, manufacturers of bags and belts since 1984, pride themselves on FrankDaniel, a brand which is in greater demand in Europe and America, and whose market share is now considerably increasing in Japan. The brand’s successful performance, despite the current negative trend, is the outcome of a policy based on the synergic interaction of creativity, production and distribution.

idea di creare un luogo per il design che fosse vivo tutto l’anno, divenisse “piazza” d’incontro per progettualità con matrici diverse tra loro, luogo di scambio e contaminazione, ha preso finalmente forma a Milano con il Teatro del Design, in via Tortona 27. Il Teatro del Design è stato inaugurato in occasione del Salone del Mobile di Milano edizione 2004. Location milanese permanente della Alberto del Biondi spa, polo di design multifunzionale con sede a Padova, il Teatro del Design ha uno scopo preciso: raccontare al pubblico cos’è l’Industria del Design di Padova e stimolare gli addetti ai lavori e non con risposte intense e chiarificatrici alle domande che oggi un mercato un po’ confuso si pone, siano esse relative al design, siano esse legate al dibattito sul made in Italy. Lo spazio milanese, 700 mq di loft industriale nel “quadrilatero del design” che va da Porta Genova a via Savona, ha ospitato per l’occasione un’installazione di visual art per raccontare una delle molteplici possibilità di affrontare e comunicare un’idea o un progetto con sensazioni ed emozioni. L’utilizzo dell’ambient design attraverso il linguaggio di immagini, musica ed essenze esotiche diffuse in teatro, ha contribuito a creare un’atmosfera quasi mistica: una camera di decompressione nel contesto frenetico del fuori salone. L’esperienza multisensoriale che si è voluta creare e regalare agli ospiti si identifica con il messaggio forte che l’azienda Alberto Del Biondi vuole trasmettere: senza emozione non c’è progetto, senza progetto non c’è futuro. Emozionare il cliente, l’utente finale con un progetto-percorso che va dall’oggetto allo spazio in cui esso dovrà essere comunicato in maniera da stimolarne l’acquisto: questo è l’imperativo alla base della nostra filosofia progettuale.

he idea to create a space for design to thrive in throughout the year, a “piazza” where designers with different backgrounds can meet, a place for exchanges and contamination, has finally taken shape in Milan with the Theatre of Design, at 27, Via Tortona. The Theatre of Design was inaugurated on the occasion of the 2004 Milan Furniture Show. The permanent location in Milan of Alberto del Biondi Spa, a Padua based multifunctional design centre, the Theatre of Design is aimed at telling the public what Industria del Design is and at providing experts with stimuli, although it has no pretence to solve precise market problems. The Milan space, a 700 square metre loft in the “quadrilateral of design” stretching from Porta Genova to Via Savona, has on this occasion fitted a visual art installation to convey one of many possible ways of dealing with an idea or project through sensations and emotions. The use of ambient design has helped create a quasi mystical atmosphere through the language of images, music and exotic perfumes diffused all about the Theatre, a relaxing experience to be enjoyed after the frantic rhythm of the show outside. The multisensorial experience that the guests enjoy coincides with the message that the firm wants to convey: there is no project without emotion, no future without a project. “To give customers the thrill of emotion through a project involving both the object and the space where it is perceived, so as to stimulate a wish to buy it: this is the idea that lies at the root of our philosophy”.

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INTERNATIONAL BAG CLUB FrankDaniel

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Alberto del Biondi spa è una realtà di ottanta persone che opera non lontano da Padova, nel contesto distrettuale della Riviera del Brenta. Specializzata nel design della calzatura e dell’accessorio, diversifica i suoi interessi anche verso progetti di industrial design, che vanno dal mobile per ufficio alla macchina per il fitness. Solo l’anno scorso l’output dei progetti concepiti dai designer dell’Industria del Design è stato di 40.000.000 di paia di oggetti per 21 brand tra i più prestigiosi.

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Alberto del Biondi Spa works with a team of 80 people in the Brenta Riviera District, not far from Padua. Although they have specialized in footwear and accessories, they are also interested in industrial design projects ranging from office furniture to fitness equipment. Only last year the output from projects by Industria del Design was 40 million pairs of objects for 21 among the most prestigious brands.

SI APRE IL SIPARIO

Teatro del design Alberto del Biondi

ph Christian Piccolo

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Un evento internazionale dove creatività e mercato si incontrano

An international event and a meeting point for creators and the market

Da aprile gli artisti vincitori del premio Diesel Wall espongono a Milano

esigner & Agents rappresenta il perfetto connubio tra arte e mercato, tra creazione e distribuzione: un evento unico nel suo genere che attrae ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo ed oltre 500 espositori. Creata nel 1997 da Ed Mandelbaum e Barbara Kramer, due delle personalità più influenti del mondo della moda d’oltreoceano, D&A è oggi uno degli eventi più importanti ed innovativi di ogni stagione e presenta ogni anno undici esposizioni divise tra Los Angeles, New York e Tokyo. Questo perché D&A è molto più di una semplice fiera, o di ogni mostra mercato: è soprattutto un’esperienza all’interno del mondo della moda e della creatività. Un evento che si svolge all’interno di spazi molto particolari in cui ogni singolo elemento è curato e pensato per accrescere il valore artistico degli articoli esposti: splendidi loft in cui trovano spazio lounge-bar, book-shops, internet points, press-rooms, che diventano il perfetto punto d’incontro tra i nuovi talenti emergenti, i più affermati buyers e le più prestigiose boutiques di tutto il mondo. Un’atmosfera unica nel suo genere che riflette perfettamente la filosofia dei suoi creatori: la perfetta sinergia tra la creazione artistica, il suo valore commerciale intrinseco e la distribuzione, in cui trovano posto anche quelle realtà produttive che hanno fatto dell’esclusività il proprio valore. Potendo contare su importanti sponsor e partners internazionali, D&A rappresenta oggi un evento di primaria importanza a livello mondiale, un vero e proprio “must” per tutti coloro i quali desiderano anticipare le mode e le tendenze ed al tempo stesso proporre articoli di alto valore, all’avanguardia dal punto di vista delle forme e dei materiali, volti a rivoluzionare lo style-system internazionale. D&A si presenta quindi come la vera alternativa alla globalizzazione della moda, promuovendo i migliori artisti e le migliori creazioni destinate a plasmare un lifestyle indipendente ed altamente innovativo, che vuole essere nuova linfa e nuova ispirazione per il rinnovamento della moda e dell’arte in tutte le sue forme.

esigner & Agents represents the perfect alliance between art and the market, creation and distribution, a unique event which attracts every year thousands of visitors and over 500 exhibitors from all over the world. Established in 1997 by Ed Mandelbaum and Barbara Kramer, two of the most influential personalities in the world of overseas fashion, D&A is one of the most important and innovative events each season and presents eleven exhibitions a year located in Los Angeles, New York and Tokyo. D&A is much more than any other show or fair; it is above all an experience in the world of fashion and creativity, an event that takes place within special spaces where each single element is orchestrated to increase the artistic value of the items on show. Splendid lofts fitted with lounge-bars, bookshops, internet points, press rooms, the ideal meeting point for emerging talents, best-known buyers and boutiques from all over the world. A unique atmosphere that perfectly reflects the philosophy of its creators: to achieve the synergic welding of creations, their commercial value and distribution, a synergy open to contributions from manufacturers of exclusive items. As it can avail itself of first-rate international sponsors and partners D&A is a world event of primary importance, a real must for those who want to anticipate trends or to propose high-profile items experimenting on forms and materials likely to revolutionize the international style system. D&A is therefore the true alternative to fashion globalization, as it promotes the best artists and designs to create an independent, highly innovative lifestyle. D&A’s inspired vitality will significantly help renew fashion and art in all their forms.

è un angolo di Milano che è praticamente un passaggio spazio-temporale tra epoche diverse. In pochi metri quadrati, a Porta Ticinese, troviamo le colonne romane di San Lorenzo, la basilica paleocristiana che porta lo stesso nome (350 d.C.) e la porta medievale stessa, eretta nel 1171. Qui, lungo via Pioppette, si erige il muro di circa 360 metri quadrati che Diesel ha designato come sede per Diesel Wall, un premio da aggiudicare ad un’opera d’arte contemporanea in forma temporanea. Il muro è stato oggetto di studio da parte di oltre 700 artisti che hanno accolto l’invito e proposto opere sotto forma di dipinti, installazioni e altro. La giuria (composta da Wilbert Das Direttore creativo Diesel, Caroline Corbetta - Curatore Momentum.no 2004 Biennale Paesi Scandinavi, Hans Ulrich Obrist - Curatore Musee d’art Moderne de la Ville de Paris, Giusi Ferré - Giornalista e Piero Golia - Artista) ha premiato tre artisti che vedranno installata la loro opera a rotazione per tre mesi, a partire dal 13 aprile 2004. I vincitori hanno interpretato la particolarità dell’area ed il contrasto che il concetto contemporaneo/temporaneo con essa provocava, realizzando opere di grande valore ed impatto. Brevemente (per apprezzarle meglio dovrete andare ovviamente a Milano, davanti al civico di via Pioppette 3, nel sito www.dieselwall.com o nei negozi Diesel Store di Milano, Roma e Firenze dove potrete vedere tutte le opere pervenute) vi diremo che Gianni Caravaggio ha realizzato una grande scritta, I’M A WALL, che vista più da vicino rivela essere costituita dallo spazio stellare più distante dalla Terra mai visto da occhio umano. Il muro quindi viene visto come presa di coscienza e visione, capovolgendo il suo significato di ostacolo. Davide Bertocchi, con “Base”, rilegge l’estetica scientifica ponendo dubbi, rendendola ambigua e quindi destabilizzandola. Federico Pepe, infine, ha praticamente affisso al muro, seguendone la forma, un campo da calcetto, “The Holy Site”. La notte il campo è illuminato dai tipici lampioni che illuminano i campi. Ogni giorno verrà buttato nella piazza un pallone di cuoio “Official Holy Site”: lo straniamento e la critica legati a quest’opera coinvolgeranno così direttamente chi passerà sotto il muro.

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CREATIVITY ON SALE Designers & Agents

txt Valeria Battel

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Appuntamenti Spring-Summer 2005: New York - 27/29 Settembre 2004 Tokyo - 20/22 Ottobre 2004 Los Angeles – 29 Ottobre/01 Novembre 2004

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Spring-summer 2005 schedule: New York, 27-29 Sept 2004 Tokyo, 20-22 Oct 2004 Los Angeles, 29 Oct- lst Nov 2004

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Diesel up against a wall (this and much more for art’s sake) Winners of Diesel Wall Prize have been exhibiting in Milan since April

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spot in Milan is virtually a space and time link between different ages. In few square metres, at Porta Ticinese, we find the Roman columns of San Lorenzo, the paleochristian basilica bearing the same name (350 A.D.) and the medieval gateway built in 1171. Via Pioppette is bordered by a wall of about 36 square metres that Diesel has turned into the frame for “Diesel Wall”, a prize to be awarded to a temporary work of art of our days. Over 700 artists have accepted Diesel’s invitation and have proposed paintings and other works of art. The jury – composed of Wilbert Das, Diesel Creation Director, Caroline Corbetta, Curator of Momentum.no.2004, The Biennial of Scandinavian Countries, Hans Ulrich Obrist – Curator of Musee d’Art Moderne de la Ville de Paris, journalist Giusi Ferré, and artist Piero Golia – have awarded a prize to three artists who will have their work exhibited in turns for three months starting from April 13, 2004. The winners have interpreted the peculiar character of the area and the contrast temporary-contemporary it implies through works of great value and impact. The works can be seen at 3, Via Pioppette, Milan, by clicking site www.dieselwall.com or at Milan, Rome and Florence Diesel stores. Gianni Caravaggio created a big caption “I’M A WALL” which, if closely observed, appears to be the farthest-off star space ever seen, with the result that the wall is no longer an obstacle, indeed it becomes both realization and vision. With his “BASE” Davide Bertocchi re-reads scientific aesthetics, raises doubts about it, makes it ambiguous and destabilizes it. Finally Federico Pepe has fitted to the wall the silhouette of a fivea-side football field, “The Holy Site”. At night the field is lit by lamps, each day an “Official Holy Site” football will be thrown into the piazza: those who walk along the wall will be involved in the denunciation and estrangement that the work implies.

5 Riproduzione di un campetto da calcio in erba sintetica adattato alla forma del muro ed installato sul medesimo. Il campo è dotato di porte regolamentari da calcetto e di lampioni per l’illuminazione notturna

DIESEL AL MURO Per l’arte questo ed altro txt Mauro Mongarli

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Fashion + Design = Modem Modem Design nasce nel 2001 come naturale complemento di Modem Collezioni Moda, l’affermata edizione di riferimento per il mondo degli stilisti e delle maison più prestigiose. Modem Design è stato pensato anche come mezzo per favorire ed intensificare i logici rapporti tra due mondi (Fashion e Design, appunto) sempre più strettamente connessi per creatività, luoghi e persone. Forte dell’esperienza di Ezio Barbaro, l’ideatore di Modem nel 1998, e del suo affiatato team, si è poi aggiunta dall’anno scorso una edizione dedicata alla manifestazione del Salone del Mobile di Milano in aprile: «Modem Design Milano mette in evidenza una selezione di avvenimenti e di strutture che esaltano quelle aziende che ci permettono di apprezzare le proposte più creative e i lavori di ricerca maggiormente innovativi dei designers» ci ha detto Ezio Barbaro. Modem Design continua la tradizione di affidare le sue copertine ad artisti emergenti; l’ultima, di Ora Ito evidenzia l’incontro tra grafica e design; è possibile vederla con le altre copertine di Modem nel sempre più aggiornato sito dedicato alla Moda e al Design internazionale (indirizzo web a pagina 66)

“Premium” world Berlin fashion event Premium è uno degli eventi che maggiormente hanno saputo scuotere l’universo della moda internazionale, in questi ultimi anni, in cui si è imposto come un’ottima vetrina per un segmento di mercato in forte crescita: quello della Sportswear Couture e del Designer Jeans. Grazie ad una filosofia giovane, dinamica ed innovativa, Premium oggi rappresenta una vera e propria avanguardia nel mondo della moda, che ai migliori designers affianca musica, arte e spettacolo, intrecciandoli all’interno di un evento rivolto in particolare alla sfera giovanile. Proprio per questa commistione di stili e di tendenze che nascono dall’unione di queste diverse forme d’arte, Premium rappresenta un linguaggio capace di sintetizzare i pensieri e di veicolare i gusti e le emozioni del proprio pubblico, che, all’interno di questo salone berlinese, sa di poter sempre trovare il miglior punto d’incontro tra moda e comunicazione. Prossima edizione di Premium: 16-18 Luglio 2004

London Fashion Style Intervista con Anna Orsini - London Fashion Week Anna Orsini che dirige l’ufficio Internazionale del London Fashion Week, il più prestigioso evento di moda inglese, ci parla degli ideali di moda e bellezza d’oltremanica. “La moda inglese si basa sulla creatività, sul principio di portare le proprie idee al limite e questo spesso coincide, anche se solo con ironia, con lo sfidare i canoni stabiliti. Per questo la moda inglese non è il risultato di un equazione moda = bellezza. I due concetti si rincorrono, si sfuggono, ma è interessante notare che spesso da questo incontro / scontro è l’idea stessa della bellezza a risultarne sempre rinnovata ed a portare la moda a fare un altro passo in avanti”. “Ultimamente i designers che mi hanno colpito di più sono quelli per cui il lusso non è ostentazione o volgarità ma il risultato di una ricerca, di un lavoro personale basato sui materiali, sui dettagli. Tra questi mi vengono in mente Jonathan Saunders, Bora Aksu, Jens Laugesen, Boudicca e Sophia Kokosalaki ma anche altre collezioni più di nicchia come per esempio la Petite Saloppe, Simeon Farrar, Linda Farrow, Georgina Goodman”. “La moda a Londra spesso parte dalla strada, ma vi ritorna sempre, dopo essere stata reinterpretata dagli stilisti, influenzando il mondo dei giovani, il loro modo di vivere ed il loro rapporto con la visualità”. Prossima edizione London Fashion Week: 19-23 settembre 2004

Internazionale d’Arte Contemporanea a Torino 5-7 Novembre 2004, Lingotto Fiere Quest’undicesima edizione di Artissima intende confermare la proposta esclusiva che, per operatori professionali, collezionisti e grande pubblico, l’ha resa l’evento di riferimento delle tendenze più attuali e delle nuove e nuovissime generazioni artistiche: 150 gallerie, di 20 nazioni diverse, riunite in un parterre di alta qualità, con alcune tra le gallerie più significative del panorama mondiale insieme a gallerie ed artisti emergenti. La Fiera comprenderà quest’anno: Present Future: Cinque curatori internazionali - Patrick Charpenel, Emma Dexter, Heike Munder, Rochelle Steiner, Eric Troncy - selezionano tra i progetti di giovani artisti proposti dalle gallerie e realizzati esclusivamente per Artissima 15 nomi sui quali puntare l’attenzione;una giuria di collezionisti sceglierà tra questi l’artista più significativo che riceverà il “premio illy”. New Entries: 15 giovani gallerie (fondate dopo il 1999 - per la prima volta ad Artissima) selezionate dal Consiglio Direttivo della fiera in base ad una riconosciuta attività di sperimentazione e ricerca creativa. Extralarge: nuova sezione dedicata a grandi opere a carattere museale selezionate dal Comitato Scientifico della fiera composto da Rosa Martinez, Ida Gianelli e Pier Giovanni Castagnoli. Artissima 11 presenterà inoltre, come di consueto, accanto alle gallerie, importanti musei, fondazioni, istituzioni culturali, riviste ed editori specializzati italiani e stranieri. Artissima 11 è promossa dalla Fondazione Torino Musei, con il sostegno di Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino, unitamente a Camera di commercio di Torino, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo. Organizzazione: Associazione Artissima. Sede: Lingotto Fiere in Via Nizza 280 a Torino.

Fashion + Design = Modem Modem Design was first published in 2001, as the natural complement of Modem Fashion Collection, a reference publishing for the world of stylists and outstanding maisons. Modem Design has been conceived as an instrument to make relationships between fashion and design easier and more intense. Availing itself of the experience of Ezio Barbaro and his close team who created Modem in 1998, a further issue of Modem was born last year and it is devoted to the April Milan Furniture Show: “Modem Design focuses each issue on a selection of single events and structures, giving us the opportunity to discover cutting edge artists”, says Ezio Barbaro. Modem Design still sticks to the tradition of entrusting fashionable artists with its covers; the latest one by Ora Ito clearly shows how graphics and design combine in producing the magazine’s peculiar character. For further information on such covers and Modem world, visit the official website (address at page 66)

“Premium” world Berlin Fashion Event Premium is one of the events that have been able to shock tha world of international fashion in the past few years when it has stood out as an excellent window for a rapidly growing market segment, that of sportswear couture and of designer jeans. Thanks to its young, dynamic and innovative philosophy, Premium is today in the lead in the world of fashion, as it welds top design, music, art and entertainment into a single event addressed to the young. Because it is a mixture of styles and trends Premium stands for a language which can condense the thoughts and convey the tastes and emotions of buyers who know that, in this Berlin fashion event, they can find the best convergence of fashion and communication. Premium next issue: 16-18 July 2004

London Fashion Style Interviewing Anna Orsini – London Fashion Week Anna Orsini, the International Office Director of London Fashion Week, the most prestigious magazine on event in British fashion, talks to us about the Island’s British designer’s ideals of fashion and beauty. ‘British fashion is based on creativity, on the principle that ideas must be carried as far ahead as possible although and this often means to ironically challenge established canons. That is why British fashion is not the result of the equation fashion = beauty. Two elusive, non-converging concepts, whose dynamics, interestingly, always brings about a renewal of the idea of beauty and urges fashion on to further progress. The designers that have lately struck me most are the ones who believe that luxury doesn’t mean ostentation or vulgarity, but is the outcome of research and personal work on materials and details. Among those who come to my mind are: Jonathan Saunders, Bora Aksu, Jen Laugesen, Boudicca and Sophia Kokosalaki, but also such more typically niche collections as la Petite Saloppe, Simeon Farrar, Linda Farrow, Georgina Goodman”. “London fashion often starts in the street where it always returns after having been reinterpreted by stylists, by influencing the world of the young, their way of living and their relationship with visuality.” London Fashion Week next issue: 19-23 Sept. 04

The International Exhibition of Contemporary Art – Turin 5-7 Nov. 2004, Lingotto Fiere The 11th edition of Artissima confirms the exclusive format that, for professionals, collectors and the public, has made Artissima the key event for observing the latest art trends and the most innovative art generations. 150 art galleries, representing 20 countries, will exhibit their finest works at the fair. Only Artissima puts together internationally renowned galleries as well as emergent exhibitors and artists. This year the Exhibition will include: Present Future: Five international curators - Patrick Charpenel, Emma Dexter, Heike Munder, Rochelle Steiner, Eric Troncy - select 15 special projects created by young artists and proposed by the galleries expressly for Artissima. A jury of collectors will award the most outstanding artist the ‘illy prize’. New Entries: 15 Galleries, established after 1999 on their debut at Artissima, will be selected by the Exhibition Board of Directors for their acknowledged programmes of creative research and experimentation. Extralarge: a new sections is reserved to large artworks with museum ambition, selected by the fair Scientific Committee whose members are: Rosa Martinez, Ida Gianelli and PIer Giovanni Castagnoli. Artissima 11 will furthermore present important museums, foundations, cultural institutions, Italian and foreign art magazines and publishers. Artissima 11 is promoted by Fondazione Torino Musei, with the support of Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino, Torino Chamber of Commerce, Foundation CRT and Compagnia di San Paolo. The fair is organized by Associazione Artissima: Venue: Lingotto Fiere - 280, Via Nizza - Turin.

MODEM

PREMIUM txt Mauro Mongarli

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LFW txt Valeria Battel

txt Valeria Battel

ARTISSIMA 11 txt Carlo Damiani

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Le boutique italiane danno valore alla loro filiera

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a Camera dei Buyer della Moda vede riuniti molti titolari di negozi multibrand di abbigliamento d’alta gamma. Fra questi figurano i buyer più eclettici e raffinati, quelli realmente in grado di influenzare e creare tendenze. L’associazione è nata nel maggio del 2000 e, lungi dal pensarsi come luogo accademico o di semplice rappresentanza, ha iniziato subito a tessere attività relazioni cercando di dar valore ai legami tra industria, retail e creatività: i risultati si stanno facendo apprezzare in tutto il mondo del fashion. Dal punto di vista strettamente imprenditoriale, la Camera dei Buyer offre agli associati news aggiornate, facilitazioni e convenzioni. Forte interesse stanno inoltre conoscendo le iniziative per la formazione di negozianti e personale, istituite coerentemente con la volontà di fare sistema tra chi, usando principalmente gusto e sensibilità, lavora con quel “superfluo” a volte strettamente necessario, come diceva Oscar Wilde.

Italian boutiques improve the synergy of production factors

L ANTI-FORM Nuova campagna pubblicitaria di Levi’s®

evi’s® rivoluziona con la sua ultima campagna pubblicitaria i canoni tradizionali del loro modo di comunicare ai giovani: anche attraverso una massiccia espansione dei canali multimediali legati al web, per rilanciare i Levi’s® 501®, si affida, per la prima volta, alla sola forza del dialogo tra gruppi di ragazzi. Il 501®, dopo circa 130 anni, ha ancora voglia di essere rimaneggiato e riproporsi sempre con grande forza sul mercato: i trends attuali vogliono che per questa stagione la sua forza nasca dal nuovo modo “anti-form” di essere indossato. ”Infrangere le regole, uscire dagli schemi, essere originali ed all’avanguardia nei propri format” è la nuova filosofia vincente di Levi’s® che viene sapientemente ed abilmente diretta dalla regia di Will Speck e Josh Gordon in tre spots dal titolo decisamente anticonformista: Doorman, Hot dog e Hispanic, tra i più rappresentativi. Il cast è stato volutamente selezionato fra la gente comune, molto lontano quindi dal finto mondo artefatto degli attori hollywoodiani, sebbene lo staff si sia avvalso di prestigiose collaborazioni da parte di elementi di spicco dell’industria cinematografica californiana; i registi erano alla ricerca di situazioni anticonvenzionali che permettessero al pubblico, almeno per una volta, di potersi ancora stupire di fronte ad un linguaggio nuovo e brillante. Come quello con cui ci si può esprimere indossando un 501® Anti-form…

Levi’s new advertising campaign

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ith their last advertising campaign Levi’s® have revolutionized their way of communicating with the young, in particular through web related multi-media channels. To bring Levi’s® 501® in again they for the first time rely on the power of dialogue between groups of young people. After about 130 years,501® is rehandled and proposed on the market with a new strength that, according to present trends, is achieved through the new ‘anti-form’ way of wearing it. “To violate rules, to break conventions, to be original and in the lead with our formats”: this is Levi’s® winning philosophy worked out by Will Speck and Josh Gordon in three ads whose titles are definitely unconventional: Doorman, Hot Dog and Hispanic. Although top people from the California film industry have been called in to collaborate, the cast has been deliberately selected from common people and has nothing in common with the artificial world of Hollywood film stars. Directors have been looking for unconventional situations to stun the public with a new and brilliant language. The very language we use when wearing a 501® Anti-form.

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he Chamber of Fashion Buyers is composed of a number of multibrand top- level fashion store owners, most eclectic and refined buyers, such as can indeed set or influence trends. Born in May 2000, the Association – far from being conceived as a mere representative or academic organ – immediately started activities aimed at improving the relationships between industry, retail and creativity, an action which the whole world of fashion appreciates. From the organizational point of view the Chamber of Buyers offers subscribers up-to-date news, facilities and conventions. Determined to achieve the synergic collaboration of all those who use their taste and sensitivity to work on ‘superfluous’ goods - at times strictly necessary – as Oscar Wilde put it, the Association has started initiatives of great interest for the formation of staff and store keepers.

LA CAMERA ITALIANA DEI BUYER DELLA MODA Associa i titolari delle boutique italiane dell’abbigliamento e degli accessori di lusso Ricerca strategie di ottimizzazione delle risorse e di sviluppo imprenditoriale delle aziende associate Offre servizi di supporto all’attività di “buying” e alla gestione d’impresa Persegue la collaborazione sinergica con i maggiori protagonisti del sistema moda

THE ITALIAN CHAMBER OF FASHION BUYERS Associates italian clothing and luxury accessory boutiques Seeks out strategies for optimising resources and developing the enterprising skills of associated boutiques Offers back-up services for buying and corporate management activities Pursues a synergic collaboration with the main protagonists within the fashion system

CAMERA ITALIANA DEI BUYER DELLA MODA

txt Valeria Battel

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NO CHEMICAL YES ORGANIC

MAKE UP, NOT WAR

Simply Organic®

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imply Organic (semplicemente organica) è il nome di una linea di prodotti cosmetici di derivazione naturale-organica, che va oltre la chiarezza del suo nome. Oltre ai prodotti, infatti, Simply Organic presenta una filosofia precisa, una presa di posizione netta contro gli ingredienti sintetici di produzione industriale che troviamo comunemente nei prodotti che usiamo per la cura della cute e dei capelli (Propilene Glycol, Sodium Lauryl Sulfate - SLS, Sodium Laureth Sulfate - SLES, Diethanolamine - DEA, Methyl, Propyl, Butyl e Ethyl Paraben). Il fondatore di Simply Organic, partendo da drammatiche esperienze di salute familiari e personali, si è speso e si spende in mille modi per diffondere la possibilità di aver cura di sè attraverso trattamenti estetici realmente naturali, dando a questi la stessa importanza che ormai comunemente si dà ad un cibo naturale e genuino. L’invito è quello di prendere posizione attiva nei confronti dell’industria chimica e dei suoi prodotti dannosi, di diventare maggiormente consapevoli di cosa si utilizza per la cura dei capelli, del proprio corpo e di utilizzare prodotti… semplicemente naturali-organici. La gamma Simply Organic prevede: Refresh Wash and Rise, Volume Wash and Rise all’estratto della foglia dell’albero d’oliva (antibatterico ed antivirale), Rejuvenating Sealer per ristrutturare il capello, Retreat Color Therapy Treatment per i capelli colorati, Retreat Split Ends Treatment specifico per le doppie punte, Bangs and End Creme per disegnare frangia e punte, Moisturizing Soft Gel per rendere creativo ogni styling. Salute e bellezza non sono mai state così semplicemente unite.

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Stephane Marais e la bellezza di ogni viso

ph Christian Piccolo

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imply Organic is a line of natural and organic beauty products which imply much more than their name suggests. Simply Organic has adopted a tough stance on industrially made synthetic ingredients commonly found in skin and hair care products ( Propilene Glycol, Sodium Lawryl Sulfate – SLS, Sodium Laureth Sulfate – SLES, Diethandamine – DEA, Methyl, Propyl, Butyl and Ethyl Paraben). Starting from dramatic personal and family health problems, the founder of Simply Organic has tried hard to inform customers on natural self-care treatments to which he attaches the same importance as to natural, genuine food. An invitation to take sides against dangerous chemical products by becoming more conscious of what we use for the care of our hair and body, and to use simple, natural, organic products. The line of Simply Organic includes: “una presa di posizione Refresh Wash and Rise, Volume Wash gli ingredienti sintetici” and Rise containing antibacterial and antiviral olive leaf extract, Rejuvenating Sealer for hair health, Retreat Colour Therapy Treatment for hair dyeing, Retreat Split Ends Treatment, Bangs and End Creme to outline hair fringe and ends, Moisturizing Soft Gel to make hair styling creative. Health and beauty have never been matched in such a simple way.

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netta contro

ui a Mug pensiamo che la bellezza, nel suo senso più ampio, sia l’antitesi della guerra, vista come sintesi dell’abbruttimento completo. Di questi tempi, quindi, uno come Stephane Marais, uno dei più richiesti artisti del trucco a livello internazionale, è sicuramente da noi ben visto… Ma in questa sede è meglio concentrarsi sui conflitti meno sanguinosi che molte persone ingaggiano giornalmente con il loro make up. Al trucco giornaliero, infatti, molti chiedono di essere maschera, o valorizzazione filtrata da trend vari e quindi troppo spesso penalizzante un viso altrimenti bello. Stephane Marais, make up artist di fama nel mondo del cinema, del teatro, e collaboratore stretto di fashion designer come Karl Lagerfeld, Hermes, Christian Lacroix, John Galliano, Prada e Issey Miyake, solo per fare qualche nome, parte dall’esatto opposto. “Ogni volto ha la sua bellezza, e il trucco deve aiutarla a venire fuori. È il mio principio base: da qui parto per sorprendere gli altri e me stesso, ogni volta”. Marais sviluppa questo concetto fino a farne un’interpretazione della cultura contemporanea, e la sua espressione attraverso la bellezza reale delle persone. “Per me il packaging è spazio per comunicare, come una pellicola con la quale proietti un film e racconti una storia” dichiara poi Sergio Calatroni, direttore creativo di Stephane Marais e suo stretto collaboratore. Vedere una esposizione di prodotti Stephane Marais significa perdersi in un mare di stimoli: lo studio dei colori e delle texture, la capacità di raccontare storie attraverso le immagini fotografiche riportate sulle confezioni (spesso piccolissime, sempre emozionanti) non mettono in secondo piano (anzi) la tecnologia e la ricerca utilizzate nel mettere a punto i prodotti. Ingredienti come l’acido bio ialuronico usato per il contorno occhi, o l’olio di macadamia, un’essenza naturale molto simile al sebo prodotto dalla pelle, o la tiotaurina, sostanza in grado di eliminare i radicali liberi, sono garanzie tanto di bellezza ed efficacia quanto di naturalità. Il viso parla comunque per noi: se non siamo in guerra con lui, parla bene di noi.

Make up, don’t make war Stephane Marais and the beauty of all faces

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ere at Mug we think that beauty, in its broadest meaning, is the opposite of war, seen as the climax of brutishness. That is why we cannot but think highly of Stephane Marais, a world-renowned artist of makeup… Here we’d better concentrate on the less bloody battle that people daily start with their makeup. Daily makeup is by some often dealt with as a mask, a trendy way to enhance their face whose beauty is paradoxically penalized. Stephane Marais, a famous makeup artist in the world of the cinema and theatre and a collaborator of fashion designers like Karl Lagerfeld, Hermes, Christian Lacroix, John Galliano, Prada and Issey Miyake, starts from the opposite view. ‘Each face has its own beauty, and makeup must help enhance it. This is my basic principle, from which I start to surprise other people and myself every time’. Marais carries this concept so far as to interpret contemporary culture and its expression through people’s real beauty. ‘For me packaging is an occasion for communication, like a film you use to tell a story’, says Sergio Calatroni, Stephane Marais’ creative director and collaborator. To see a display of Stephane Marais’ products means to get lost in countless stimuli: the study of colour and texture, the capacity of telling stories through the photos reproduced on the packaging (exciting albeit small) which exalt the technology and research underlying the products. Ingredients like bio-hyaluronic acid used for eye makeup, or macadamia oil, a natural substance similar to skin sebum, or thiotaurine, a substance that eliminates free radicals, guarantee effectiveness and beauty. Our face speaks for us; if we are not at war with it, it can’t but speak highly of us.

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Nutella - Un mito italiano Di Gigi Padovani (251 pagine, Rizzoli) Ci sono già esempi del design che verrà, quello che definirà forma e funzionalità di gesti, modi di sentire e soprattutto la condivisione di tutto questo? Sì, e uno di questi è la Nutella. Gigi Padovani, giornalista de La Stampa, ha scritto un saggio sulla Nutella in occasione dei suoi quarant’anni di esistenza - ma visto il libro non si esagererà a scrivere “quarant’anni di vita”. Viene infatti raccontata, con dovizia di particolari ed approfondimenti, un’Italia che di primo acchito vien da dire “non c’è più”, ma che invece ritroviamo proprio nel successo che la Nutella continua ad avere. Nel libro troviamo la storia dettagliata del prodotto, le vicende della famiglia Ferrero che lo inventato e fatto crescere secondo un modello di business che, di questi tempi, è da mandare a memoria, molte immagini e tutti gli aspetti del costume e della società dove Nutella è di fatto un riferimento solido, riconosciuto e apprezzato. Da leggere, ovviamente, all’ora della merenda. MM

The Killers - Hot Fuss (Lizard King, 2004) Nutella – An Italian Myth Are there examples of future design already? The design that will define the form and functionality of gestures, ways of feeling and, above all, that will tell us how to share all this? There are, and one such example is Nutella. Gigi Padovani, a journalist at La Stampa, has published an essay on Nutella, an Italian product which has now celebrated its fortieth year, ‘forty years of life’ one might say without exaggerating, after seeing the book. The Italy the author tells about, in depth and with a wealth of details, no longer exists but is revived by the success that Nutella continues to have. The book provides a detailed story of the product, the main events concerning the Ferrero family who invented it and led it to success, the business model they created and which is to this day worth imitating, along with pictures and aspects of the society and tradition that have helped appreciate Nutella all along. The book is to be read at tea time, of course. MM

Pecler Paris (124 pagine, Peclers) Pecler Paris è una delle più importanti agenzie stilistiche, un Bureau de Style, a livello mondiale che fonda il proprio valore sulla costante ricerca ed anticipazione di tendenze. Dalla lingerie all’arredamento, passando attraverso la cosmesi nonché molti altri prodotti di consumo, Peclers offre oggi una serie completa di servizi per tutte le aziende che desiderano concentrarsi sul mercato di domani, che spazia dalla pubblicazione di numerosi libri di tendenza, alla consulenza per il mondo della pubblicità e del marketing. Fondata nel 1970, questa agenzia ha saputo creare una fitta rete di agenti presenti in 4 continenti ed in 28 Paesi, e questo gli assicura la presenza in tutte le fiere ed esposizioni internazionali di alto livello. Peclers Paris, oggi, rappresenta un valore aggiunto per ogni designer che desidera attraverso le loro analisi e sintesi, e soprattutto attraverso i rinomati Trend Books, trovare la chiave giusta per interpretare le nuove direzioni della moda. VB

The best side of revivalism is when we are brought better bands than those whose music is the influence! This time it is The Killers: they have learnt their lessons from Duran Duran, The Runaways and Blondie but still remember they share the same time as the Rapture, Zoot Woman and guitar disco. They will tour Europe in the summer, after playing extensively in the States, (including a couple of support gigs for their idol Morrissey) …and actually, when listening to “Jenny Was A Friend of Mine” we definitely assume they have been taken by the “Barbarism Begins At Home” bassline. But how old were they in 1985?!

Il bello dei revival è che a volte ci regalano delle band migliori delle loro antesignane, questa volta tocca agli americani The Killers, che raccolgono le migliori lezioni dei Duran Duran, The Runaways e Blondie ma non dimenticano che dividono la stessa epoca con i Rapture, Zoot Woman e la disco chitarristica. In estate faranno un tour europeo dopo un’estesa serie di date Oltreoceano, che comprese un paio di aperture al loro idolo Morrissey… e in effetti, ascoltando “Jenny Was A Friend of Mine” crediamo proprio che siano stati catturati dal giro di basso di “Barbarism Begins At Home”. Ma quanti anni avevano nel 1985?

Black Dice – Creature Comforts (Fat Cat, 2004) Pecler Paris are among the best world image promoters whose skill is based on research and trend anticipation. Underwear, cosmetics and furniture are among the products for which Pecler offers firms services such as the publication of trend books, advertising and marketing consultancy to help them understand future market developments. Established in 1970, the Agency has managed to create a network of agents in four continents and 28 countries, and takes part in all top level international shows and fairs. Pecler Paris is today what designers consider an important support that helps them interpret new fashion trends through its analyses and renowned Trend Books. VB

That New Yorkers Black Dice were an uncompromising experimental electronic quartet was either known or taken for granted, what really surprised us was their step ahead of their own electronic assaults, and that in just two years. The eardrums of those who heard them live will confirm this! The new record then doesn’t help with relaxation when lying and listening on the sofa, neither would it start us dancing! However, if you belong to those writers of realistic short stories or poems, this will come as a great help: it is the ideal soundtrack for a reading, as it comprises of elegant loops and analogue samples, like disturbing sounds coming from a real everyday environment, even though not from a specific place.

Che i New Yorkesi Black Dice fossero un intransigente quartetto di elettronica sperimentale già lo sapevamo e apprezzavamo; a stupirci è il passo segnato da questo disco rispetto ai loro assalti elettronici, di solo un paio di anni fa. I timpani di chi li ha visti dal vivo potranno confermare. Il nuovo lavoro non si fa nè ascoltare comodi in poltrona nè farà ballare, se però appartenete alla schiera di scrittori di racconti o poesie dal gusto minimalista e realista, allora un disco come Creature Comforts sarà la colonna sonora perfetta per un vostro reading, tanto ricca di raffinati loop e campioni analogici quanto di disturbanti suoni provenienti da un ambiente quotidiano, seppur di imprecisate coordinate geografiche.

I titoli recensiti in questa pagina sono distribuiti in Italia da Wide Records

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Samplers like this are real bargains you cannot afford to miss: this record for the price of cd single, introduces all of the Leaf family’s sons, and through a whopping eighteen tracks they deliver their laptop and indietronica gems! Swots are the English Icarus; Rob Ellis - though the producer of second last PJ Harvey record- the canadian Manitoba: (T-Mobile agrees as they are playing “Crayon” in the recent TV campaign); the French Colleen (how we miss Portishead…) and last but not least, the Mexican Murcof, whose new album is due in the autumn.

I sampler come questo sono occasioni da non perdere: in questo disco dal prezzo di un singolo appaiono tutti i figlioli della famiglia Leaf, che in diciotto tracce presentano i loro lavori più rappresentativi di indietronica e laptop music. I primi delle classe sono gli inglesi Icarus e Rob Ellis (tra l’altro produsse il penultimo di PJ Harvey), il canadese Manitoba (e se n’è accorta anche la TMobile che ha adottato il suo “Crayon” nella recente campagna televisiva), la francese Colleen (quanto ci mancano i Portishead…) e infine non seguendo alcun ordine particolare, il messicano Murcof, dal quale è atteso un nuovo album in Autunno.

LT AR E

A peculiar collection providing a wealth of information on the fate of 50 famous logos disused by their holders, some of which are long-lived like Riley, Arsenal FC, BP, Pan Am, and other newly born ones, like two-month-old ‘Monday’, the rebrand of Pricewaterhouse Coopers after the Enron scandal. The 5° obituaries tell about the endless struggle of creativity against the temptations of shifty trends. Now they rest in peace in a cemetery where there’s no room for the unknown soldier. GMG

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Curiosa raccolta quanto ricca di informazioni, della sorte di 50 loghi famosi dismessi dai propri titolari, alcuni molto longevi come Riley, Arsenal FC, BP, Pan AM e altri appena poppanti, appena due mesi per “Monday:” il rebrand di PricewaterhouseCoopers dopo lo scandalo Enron. Questi 50 necrologi raccontano della continua lotta della creatività per guadagnare posizioni usando la sola arma della semplicità contro sfuggenti mode tentatrici. Ora riposano in pace, in un cimitero dove non pare esserci alcun posto per il milite ignoto. GMG

Various - Delivery Room (The Leaf Label, 2004)

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Logo R.I.P Di The Stone Twins (192 pagine, BIS Publishers)

by Gian Maria Girardi

Titles reviewed above are available in Italy through Wide Records

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PLAY – M Rivista francese di moda dal formato alquanto atipico e coraggioso, viene infatti distribuita unicamente su supporto dvd in cinque lingue. Internamente è strutturata in cinque sezioni navigabili attraverso un semplice menu: sfilate, accessori, gioielli, beauty e interviste. Presenta stagione per stagione, le nuove tendenze della moda in un patchwork di immagini tratte dalle maggiori sfilate di tutto il mondo e da filmati fatti ad hoc. L’assenza di testo a corredo e la distribuzione volutamente caotica delle immagini, per una mole complessiva di più di due ore di filmato, denota il chiaro intento di dipingere quali saranno le novità per la stagione che ci aspetta. MA

This French fashion magazine has a rather uncommon and daring format and is distributed only in a five-language dvd version. Its five-section layout is easily accessible through a somple menu: catwalks, accessories, jewels, beauty and interviews. Season after season the magazine presnts fashion trends in a patchwork of images drawn from major catwals all over the world and from specially made films. The lack of a spoken comment, and the deliberately chaotic presentation of images in a two-hour film denote its clear intention to highlight new trends in the coming season. MA

Trace – Bimestrale/Bimonthly Quelli di Trace hanno messo il trademark sulla parola “Transculturale” e a leggere la rivista è chiaro che fanno di tutto per meritarselo e sostenerlo. Al suo interno appaiono evidenti e riuscite mescolanze nel mondo della moda, musica, arte, cinema e lifestyle. Sono tutte espressioni di una gioventù multietnica, che finisce per popolare un atlante dello stile e delle idee fondato sul rispetto, la tolleranza, l’interazione e l’autenticità dove il passaporto non ha alcuna importanza. Peccato solo dover aspettare due mesi, per ottenere questo interessante aggiornamento pressochè istanteneo dai quattro angoli di un Mondo, che probabilmente è meno vasto di quanto voglia dimostrare d’essere. GMG

Trace folks have focused on the word ‘transcultural’ and their magazine proves they are doing their best to deserve the adjective and to be faithful to it. The magazine proposes mixes from the world of fashion, music, art, cinema and lifestyle, expressions of multiethnic youth culture; a universe of styles and ideas based on respect, tolerance, communication and authenticity where a passport is of no importance at all. It’s a shame it takes two months to get this virtually instantaneous and interesting updating from the four corners of the world, maybe not as wide as it shows to be. GMG

At a time when the body is denied, looked down on, forgotten, a commodity (just think of certain diets and the problems they involve), or a death instrument, to visit Lois Greenfield’s site can do a lot to bring better thoughts to mind. The site helps put the works of this world-famous photographer under a different perspective. Dancers, athletes, bodies are ‘graphic’ elements meant to make the body show what we often hide or do not want to see of it. Many of the notes are written by the artist herself, and as we chanced to meet her for work, we find in them the sweet, determined inner world that she pours into her art and triggers each single shot (thanks to Roger!)

RE

In tempi dove il corpo è negato, usato come mezzo di morte, disprezzato, mercificato e spesso dimenticato (pensate alla più stupida delle diete e ai buchi esistenziali che ci possono stare dietro), visitare il sito di Lois Greenfield può portare pensieri puri. Lei è notissima, così molte delle sue foto. Ma il sito propone percorsi che mettono anche i suoi lavori più noti sotto una prospettiva diversa. Ballerini, atleti, corpi che diventano grafismi che partono dal Corpo per arrivare a mostrare ciò che nel corpo spesso nascondiamo, o non vogliamo vedere. Lei stessa scrive molte delle note e, avendo avuto l’opportunità di incontrarla tempo fa, per lavoro, ritroviamo in esse lo stesso mondo interiore dolce, determinato e dedito alla sua arte che funge da prisma nella creazione di ogni scatto (grazie a Ruggero!).

CA

Every creative person searches for inspiration and wants to be up to date with international trends in visual arts: it’s as simple as it is hard to fulfill. Graphic helps very well with these tasks, thanks to its lavish 176 pages, showing twenty artists from different fields in visual arts such as: illustration, animation, photography, writing, filmmaking and graphic design. Graphic may become so essential it could easily end up sharing the ‘desk rent’ with your mousepad. GMG

CL IC

Ogni creativo cerca ispirazione e vuole essere sempre aggiornato sui trend internazionali delle arti grafiche: è un bisogno tanto ovvio quanto difficile da soddisfare. Graphic viene in aiuto con successo, grazie alle sue 176 pagine di ottima fattura, nelle quali sono presentati una ventina di artisti in diversi campi della creatività visuale: illustrazione, animazione, fotografia, scrittura, videomaker e grafici. Graphic finirà ben presto a dividere l’affitto della scrivania col vostro mousepad. GMG

Lois Greenfield www.loisgreenfield.com

SF

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Graphic – Trimestrale/Quarterly The Netherlands (BIS Publishers)

Giulio Mozzi www.giuliomozzi.com Quello di Giulio Mozzi è un corpo particolare: vive nella sfera letteraria italiana da tempo e, fra mille trasformazioni, resta sempre bello tonico, un riferimento reale. Mozzi è scrittore di valore, è impegnatissimo nel suo ruolo storico ed insostituibile di insegnante di scrittura creativa, da qualche tempo cura una delle collane editoriali più interessanti del panorama letterario italiano: Indicativo Presente, dell’editore Sironi. Il suo sito in apparenza è un weblog, in realtà è il corpo letterario di Giulio: unisce il suo privato ed il suo pubblico in un solare punto di vista che diventa opera in sè. È un blog che riflette il suo autore, ma che funge anche da prisma personalissimo ed espressivo per ciò che egli vede, sente, percepisce e, come tutti gli esseri umani (anche quando eccellenti scrittori), non può/non vuole esprimere a parole. Jodorowski direbbe: un sito panico.

Giulio Mozzi’s is a very special body; it has been living in the domain of letters for quite a while, and, despite countless changes, it continues to be a tonic reference to reality. A talented writer, Mozzi is totally committed to his historic role as teacher of creative writing and has for some time been the editor of an interesting literary series,’Indicativo Presente’, published by Sironi. Mozzi’s site is apparently a weblog, but in reality it is Giulio’s literary body that welds his private and public self into a clear point of view that becomes a work itself. A blog that mirrors its author, but also the personal, expressive lens through which he sees, feels, perceives reality which he can’t or doesn’t want to express in words. Jodorowsky would say: a panic site.

Daniele Tabellini www.fupete.com Finiamo di parlare di corpi con quello di Daniele Tabellini (Fupete), corpo creativo di grande spessore pur se magro e scattante nella sua accezione materica. Tabellini pensa siti web, idee in Flash che vincono festival internazionali, giocattoli, graffiti, grafica. Prima di pensarli li vede, e si vede: nella diversità delle applicazioni il suo approccio è riconoscibile, chiarissimo. Il suo sito si sviluppa in orizzontale, ed è una apparente accozzaglia di immagini, ma è facile leggervi una coerenza ed un’unità per niente sotto traccia, anzi: l’analisi è lucidissima sempre, nel proporre giocattoli che vanno sotto il marchio di Guerra® così come nei progetti di comunicazione realizzati per E-Tree e la street art fatta con i gessetti lungo le strade. Tabellini è una delle punte di un mondo creativo per molti difficile da identificare come tale: sarà che questi molti tendono ad inquadrare quel che vedono e sentono ma allora, come si suol dire, se te lo devo spiegare non lo capirai mai!

Last but not least Daniele Tabellini’s body (Fupete), although thin and brisk, is a remarkably creative one. Tabellini invents web sites, flashing ideas, toys, graffiti, graphic designs which are awarded international prizes. He sees his creations even before he conceives them and this approach is evident in his different works. His site develops horizontally and is apparently a medley of images which, however, bear the mark of consistency. His analyses are clear in proposing toys under the brand of Guerra R, in the communication projects for E-Tree, and in the street art he creates with coloured chalks. Tabellini is a leading element in a creative world that many fail to recognize as such. Too many people don’t understand what they see and feel because they want to have it reduced to a rational pattern.

by Mauro Mongarli

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Editore Incaricato / Publisher in Charge: Edizioni Antilia S.a.s. Direttore Responsabile / Registered Director: Mara Bisinella Direttore Esecutivo / Executive: Gian Maria Girardi

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o Voglio diventare distributore di Mug. Chiedo di essere contattato per conoAbbigliamento

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Consulente Editoriale / Editorial Consultant: Mauro Mongarli Corrispondente da Tokyo / Correspondent from Tokyo: Reiko Hanafusa Impaginazione / Pagination: Ubis design e comunicazione Traduzioni / Translations: Mario Crosato, Carlo Damiani, Gian Maria Girardi, Sheila Moynihan Fotolito / Photolitograph: Alteluci - Treviso Stampa / Printing: Grafiche Antiga S.r.l. - Via Canapificio, 15 - 31041 Cornuda (TV) Website: Gian Maria Girardi Ringraziamenti / Thanks: Adrian Joffe, Carla Sozzani, Renzo di Renzo, Rosy Biffi, Angelo Caroli, Jorge Moita, Patrizia Shelabarger, Paul Smith, Orietta Pellizzari, Laura Sassatelli, Anita Anic, Anna Orsini, Barbara Kramer, Ed Mandelbaum, Lino Fornari, Daniele Franceschin, De Crane Benoid, Carlo Parenti, Alessandro Tesini, Eugenio Perazza, Enrico Perin, Flaminio Soncini, Alberto Salesi, Lynne Sable, A.F. Vandevorst, Annika Mc Veigh, Frederic Etrillard, Char Blan, Munoz Vrandecic, Caterina Bonan, Andrea Rossi, Wanny di Filippo, Enrico Agostini, Massimo Soffiato, Fabio Gatto, Mauro Trimigliozzi, Giovanni Petrin, Cristina Falcinella, Bionda Dias, Marica Clemente, Tanya Doubleday Rudkin, Germano Ferraro, Laurent Duthoit e lo staff Lazzari.

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