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Editorial 1
SERIE 8 COMMUENERGY C NICATION DESIGN www.doverstreetmarket.com
Energy C è il nome delle tre nuove fragranze di Comme des Garçons: fresche, facili e stimolanti come un’ondata di vitalità che ti travolge, risvegliando i tuoi sensi “assopiti”. 30 ml di Vitamine Rush da portare sempre con te: Limone, Lime e Pompelmo. Svegliati, sii positivo, sentiti vivo!
Energy C is the name of three new fragrances by Comme des Garçons: fresh, soft and stimulating like a wave of vitality that knocks you over and awakens your ‘dormant’ senses. 30ml of Vitamine Rush always to bring with you: Lemon, Lime and Grapefruit. Wake up, be positive, feel alive!
www.nokia.com
Nokia è stata una delle prime aziende ad introdurre il colore nella produzione di telefonia mobile e a proporre modelli dotati di inserti in tessuto, metalli preziosi, pelle e perfino oro. Oltre 300 designer, provenienti da ben 34 diversi paesi, lavorano per l'azienda da 12 differenti sedi sparse in tutto il mondo. E quello che è più sorprendente è che il loro lavoro comincia proprio dal punto di arrivo: il consumatore, l'utente finale ovvero la gente comune.
La loro sfida ogni giorno è quella di creare telefoni non solamente in grado di anticipare le tendenze e gli stili di vita delle persone ma "pensati" per i prossimi tre o quattro anni. Ciascuno dei tre modelli 6600 Fold, Slide e 3600 Slide interpreta in maniera leggermente diversa un design che proviene dal linguaggio comune. Perchè ogni persona comunica in maniera diversa dagli altri. Besides being foremost in using colour in the production of portable phones, Nokia has also proposed models with a special finish in fabric, precious metals, leather and even gold. More than 300 designers from some 34 different countries are at work for the firm from twelve different locations all over the world. Surprising though it may seem, their work starts precisely from its final target, the consumer, the client, the common people. Their daily challenge is not only to create phones that can anticipate trends and people’s lifestyles, but designed in view of the developments of the next
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three or four years. Each of the three models 6600 Fold, Slide and 3600 Slide provides a slightly different interpretation of a design founded on everyday language. In fact, each of us differs from everybody else for our highly individualised language in communication.
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A PICNIC BASKET TO SOLVE A MYSTERY www.palazzostrozzi.org www.impressionismofirenze.it
Un cestino da pic-nic per risolvere un enigma. Dall’11 Luglio al 28 Settembre 2008, presso Palazzo
Con il Patrocinio di
Promossa e organizzata da
Con il sostegno di
Ministe o per i Beni e le Attiv tà Cultura i Ministe o degli Affari Esteri
Wallraf Richartz Museum & Fonda ion Corboud Fondazione Palazzo Strozzi
Regione Toscana Provincia di Firenze Comune di Fi enze
Con il contributo di Camera di Commercio di Fi enze Associazione Partne s di Palazzo St ozzi
Banca CR Firenze
IMPRESSIONISMO
le tecniche nascoste di MONET RENOIR E VAN GOGH FIRENZE PALAZZO STROZZI 11 LUGLIO 28 SETTEMBRE 2008 www mpressionismofirenze it
Orar o mostra Tutti i giorni 9 00 20 00 G ovedì ore 9 00 23 00
Info tel +39 055 2645155 Prenotazioni tel +39 055 2469600 prenotaz oni@cscsigms it
Strozzi a Firenze, andrà in scena la mostra “Impressionismo: dipingere la luce”. In occasione della visita al museo alle famiglie di visitatori verrà proposto un particolare percorso didattico dal titolo: Il Mistero dell’impressionista morto. Adulti e bambini saranno infatti chiamati ad osservare le opere con una attenzione diversa da quella della normale lettura della mostra, alla scoperta dei segreti della tecnica pittorica impressionista, con il pretesto di risolvere il giallo della misteriosa morte di un ipotetico impressionista. La singolare operazione sarà inoltre supportata da numerosi apparati esplicativi, un libro ed un cestino in vimini da pic-nic, realizzato per l’occasione dal marchio fiorentino Il Bisonte. Tipico delle colazioni en plein air, questo supporto verrà offerto ai visitatori che ne faranno richiesta, allo scopo di raccogliere tutti gli elementi necessari all’indagine: un fittizio giornale francese dell’epoca, i pupazzi di Van Gogh e Monet, lenti, spatole e pennelli, tele, tavolozze, cavalletto, matite, un moleskine e addirittura una fiala di profumo creata dal celebre Lorenzo Villoresi, in esclusiva per la mostra.
From July 11th to September 28th, Palazzo StrozziFlorence will host the exhibition “Impressionismo: dipingere la luce”. On visiting the museum, families will be given the chance to follow a special didactic route entitled: ‘The Mystery of the Dead Impressionist’. Adults and children will be asked to observe the works on show with a different attitude to the one normally required for a reading of the exhibition, with a view to discovering the secrets of impressionist pictorial technique, and under the pretext of solving the mystery of the death of an imaginary impressionist. The interesting event will enjoy the support of explanatory materials, a book and a wicker picnic basket, specially made for the occasion by the Florentine brand Il Bisonte. Typically used at picnics ‘en plein air’, the basket will deliberately be offered to all visitors who demand it to gather all the clues necessary to carry out the investigation: a fictitious French journal of the age, Van Gogh’s and Monet’s puppets, lenses, spatulas and brushes, palettes, an easel, pencils, a Moleskine and even a vial of perfume specially created for the exhibition by famous Lorenzo Villoresi.
CRYSTAL GARDEN 26 Settembre – 2 Ottobre 2008 Ex-Carrozzeria Via Tortona, 32 Milano www.robertodelcarlo.it
Dal 26 Settembre al 2 Ottobre 2008 a Milano, presso l’Ex Carrozzeria di Via Tortona, 32, sarà presentata l’installazione site specific “Crystal Garden” di Flavio Favelli. L’opera costituita da una vecchia serra in ferro e vetro restaurata con l’applicazione di decori in vetro, lampadari e pendenti di cristallo, è ispirata al meraviglioso Crystal Palace di Jospeh Paxton; gli interventi artistici di Favelli invitano il pubblico alla riflessione sulla conservazione della memoria del vissuto personale e collettivo. L’esposizione, che sarà curata da Daniele Perra, è promossa dal marchio di calzature e accessori Roberto Del Carlo.
From September 26th to October 2nd the sitespecific installation “Crystal Garden” by Flavio Favelli will be presented in the Ex Carrozzeria at 32, Via Tortona, Milan. The work consists of an old greenhouse made of iron and glass fitted with glass ornaments, chandeliers and crystal pendants, and draws its inspiration from the wonderful Crystal Palace by Joseph Paxton. Favelli’s artistic work invites the public to meditate on the preservation of the memory of personal and collective past experience. The exhibition, curated by Daniele Perra, is sponsored by Roberto Del Carlo, the renowned brand of footwear and accessories.
Per la collezione Fall-Winter 2008 2009 MADSON DISCOUNT si trasferisce in Lapponia. Si vende il berretto da Shamano, la pelliccia dell’orso per coprirsi, tutto in offerta! Il tricheco chiede aiuto per aprire la lattina. Il nostro pesce è il più “fresco” che si può recapitare... Tutto con la solita ironia che contraddistingue le grafiche di MADSON DISCOUNT. Nella collezione sono presenti stampe fotografiche sulle felpe che riproducono la pelliccia e i cubetti di ghiaccio per un forte contrasto caldo/freddo. Quest’anno MADSON DISCOUNT è presente a Pitti Immagine Uomo 74 (18 -21 G iugno 2008) presso Welcome, padiglione Liceo, stand 7. For the collection fall-winter 2008-2009 MADSON DISCOUNT have chosen Lapland. They sell from a shaman headgear to a bear’s skin to keep warm, all of them on offer! A walrus asks for help to open a tin. Our fish is the ‘freshest’ that can be delivered…Everything is offered with the typical irony of MADSON DISCOUNT’s graphic designs. The collection includes sweatshirts bearing photographic prints reproducing fur and ice cubes for a strong hot/cold contrast. www.madsondiscount.com
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PREMIATA SHOOTS www.premiata.it www.lazzariweb.it
September 8th – November 30th 2008 Opening: September 12th 2008 Spazio Lazzari Via Paris Bordone, 14 Treviso Graziano Mazza raccoglie le immagini dei fotografi che hanno interpretato il suo immaginario, il mondo PREMIATA, in un’esposizione che andrà in scena presso lo Spazio Lazzari di Treviso dall’8 Settembre al 30 Novembre 2008. 10 anni di immagini: il leit motif un’idea di eleganza contemporanea pensata nel futuro
e prodotta come nel passato che Graziano Mazza continua a perseguire alla ricerca dello stile perfetto. Un percorso fatto di studio, ricerca, tradizione e sogno che ha voluto far interpretare da giovani fotografi internazionali selezionati personalmente. Dopo lo Spazio Lazzari, la mostra sarà ospite nello showroom Premiata di Milano in data ancora da definirsi. Graziano Mazza collects the shots of the photographers that have interpreted his imagination, the Premiata world, in an exhibition which will be displayed at Lazzari Space, Treviso, from September 8th to November 30th 2008. Ten years of images: their leit motif is the idea of present-day elegance, conceived for the future and realised as in the past. That’s what Graziano Mazza keeps striving for, in his quest for the perfect style. An achievement based on study, research, tradition and dream, which he wanted to be interpreted by young international photographers he personally selected. After the display at Lazzari Space, the exhibition will move to Premiata showroom, Milan, where it will be held at some future date.
"/54)15% 6)! 30 '!
BOUTIQUE VIA SPIGA 1 MILANO www prem ata t www prem ata it
-),!./
SOVRAPPENSIERO www.sovrappensiero.com
I nostri passi, come su un tappeto di foglie secche, risuonano insolitamente sul parquet di casa. Ci accorgiamo dello scorrere del tempo al mutare del profumo che lentamente ci avvolge. Mentre ogni candela, prima di morire, dona la sua fiamma alla successiva. Ascoltiamo il suono della luce, ogni giorno diverso. Progettare degli oggetti destinati al mondo dei non vedenti ma in connessione anche con chi può prediligere il contatto della vista, proprio mentre l’emozionalità dei nostri sensi viene sempre più trascurata. Ernesto Iadevaia e Lorenzo De Rosa dal 2006 sono Sovrappensiero. As if treading on a carpet of dry leaves, our feet have
an unusual sound on our home parquet floor. We realise that time goes by at the changing of the perfume that gently envelops us, as each candle, before dying out, gives its flame to the next one. We listen to the sound of light, changing each day. To design objects for the sightless that can be enjoyed also by those who have the gift of sight, at a time when the emotions springing from our senses are more and more neglected. Ernesto Iadevaia and Loenzo De Rosa have been ‘sovrappensiero’ (lost in thought) since 2006.
NATURAL LIVING www.naturalliving.it www.riva1920.it
Negli ultimi 30 anni sono state distrutte la maggior parte delle foreste che in passato ricoprivano la
superficie del nostro pianeta e ciò nonostante il legno sia il materiale più biologico di cui disponiamo in natura. Esso è biodegradabile, durevole e allo stesso tempo può essere rimesso nel suo ciclo naturale dopo il suo utilizzo ma soprattutto il legno può ricrescere. Da anni Riva 1920 utilizza solamente legno di riforestazione ovvero proveniente da fornitori che aderiscono a “SmartWood Certified Forestry”, programma di tutela e gestione responsabile delle risorse forestali. Ora l’azienda ci invita ad aderire al programma Natural Living: ad ogni acquirente dei prodotti Riva 1920 verrà infatti regalato un piccolo albero che contribuirà, nel tempo, a risarcire la natura del legno utilizzato nella produzione del mobile. Il cerchio, per una volta, si chiude.
MARVIELAB
Despite wood is the most organic material that nature affords, a number of forests that used to cover the surface of our planet have been destroyed over the past 30 years. Both long-lasting and biodegradable, wood can undergo natural recycling after use, and, above all, it can be obtained by planting new trees. Riva 1920 has for years used only reforestation
Volume : personalità = forma : materiale Riprendere consapevolezza del proprio corpo e dei propri volumi attraverso la forma degli abiti ed i loro materiali si può. Mariavittoria Sargentini ha intrapreso la strada del vestire consapevole, una riflessione sulla relazione e interazione tra l'individuo ed il vestito che indossa. Un percorso che ci conduce
wood, that is wood from suppliers who have acceded to “SmartWood Certified Forestry”, a programme of protection and dependable management of forest resources. The Company now invites us to adhere to the programme Natural Living. Buyers of Riva 1920 products will be given a small tree which will contribute over the years to compensate nature for the wood used in the production of a given item of furniture. The accomplishment of a virtuous cycle, for once.
www.marvielab.com
a riappropriarci consapevolmente della nostra silhouette e del nostro apparire attraverso la scomposizione e la ricostruzione dei capi classici sia per uomo che per donna. Nel progetto T-shirt la protagonista è la camicia in popeline, rivisitata a partire dalla sua forma elementare aperta a T e mescolata al jersey impiegato nelle t-shirt. Giacche e pantaloni sono invece gli attori della rivisitazione del tailleur S+M+L (Small-Medium- Large), dove i 3 volumi sono generati da costruzioni sartoriali differenti. In J² invece il gioco si instaura tra il jersey, materiale duttile e confortevole, ed il quadrato, figura geometrica contenitrice del corpo umano. Materiali naturali, dettagli sartoriali, texture diverse, costruzioni rigorose e confort caratterizzano i singoli progetti e ci portano a risultati differenti e originali. Il vestito è dunque elemento variabile come la persona e il suo corpo sono supporti modificabili. La persona come forma tridimensionale, il vestito come forma piatta. Volume is to personality as shape is to material. To become aware of our body and volumes through the shape of clothes and the materials they are made
of is today possible. Mariavittoria Sargentini’s new trend involves awareness in dressing, and amounts to a reflection on the relationship and interaction between people and the clothing they wear. A path that enables us to consciously recover our silhouette and look through the undoing and re-tailoring of both men’s and women’s classics. The protagonist of T-shirt project is the poplin shirt, revisited in its simplest T-shaped form and mixed with the jersey usually employed in T-shirts. Jackets and trousers are the focus of a new edition of Small, Medium, and Large suits, each of which is the result of a different sartorial creation. J², instead, is based on the interplay of jersey, a pliable and comfortable material, with the square, a geometric figure that can contain the human body. Natural materials, sartorial details, different textures, the rigour of construction and comfort characterise each project and lead to different, original results. Just as an item of clothing is subject to variation, a human body is susceptible of change. The human body as a three-dimensional form, a garment as a flat form.
Colophon
MUG_Year 8_Number 15_June 2007
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Mug People
Lazzari Sas via Paris Bordone, 14/16 31100 Treviso Italia p: +39 0422-598733 f: +39 0422-545456 www.lazzariweb.it
Registrazione Tribunale di Treviso n. 1141 del 26/09/2001
Mug Magazine via Paris Bordone, 14 31100 Treviso Italia p: +39 0422-598564 f:+39 0422-545456 www.mugmagazine.com info@mugmagazine.com
Registered Director: Mara Bisinella
Editorial Coordinator: Alessandro D’Annibale
Graphic Coordinator: Marco Altan
Graphic Layout: Marco Altan + Matteo Lorenzi
Show Case Photographer: linovecchiato.it
Text:
Paolo Vitale + Laura Scarpa + Alessandro D'Annibale
Correspondent from Europe: Orietta Pelizzari
Correspondent from Tokyo: Reiko Hanafusa
Correspondent from London: Cesare Tonon
Correspondent from New York: Stephen Szczepanek
Translations:
Mario Crosato + Sheila Moynihan
Printing:
europrint.it
How to subscribe to Mug: Se vuoi abbonarti a Mug invia una mail a subscribe@mugmagazine.com con i tuoi dati (nome, cognome, indirizzo postale ed e-mail) o visita la sezione “subscribe” del nostro sito web www.mugmagazine.com. Riceverai una nostra mail che confermerà il tuo abbonamento postale o ti indicherà il punto distributivo più vicino dove ritirare una copia gratuita del magazine. If you want to subscribe to Mug, send an e-mail to subscribe@mugmagazine.com with your personal data (full name, address and e-mail) or visit the section ‘subscribe’ on our web site www.mugmagazine.com. You will be sent an e-mail confirming your subscription or providing information about the nearest distribution point where you can get a free copy of our magazine.
I modelli a secchiello ritratti nelle immagini di pag. 27 e 28 sono stati gentilmente concessi dall'archivio di capi di abbigliamento e di accessori vintage di Vic Caserta www.vicaserta.com By courtesy of Vic Caserta’s Archive of vintage clothing and accessories, the images on page 27 and 28 portray some bucket bag models in the Archive.
With grateful acknowledgment to all those have contributed to this issue, #15, and in particular to Centro Internazionale Documentazione Moda Deanna (www.modateca.it) for the documentation they supplied us with. Mug's Editorial Office
Visit our new On-Line Shop at: www.lazzariweb.it/shop
Editorial Page News Colophon Index Designer_ Nicolas Ghesquière Science Fiction Bubbles Double M Brand Ego Shop_ Tessabit
Steven Alan Badou-R The Bucketbag Louis Vuitton Henry Cuir Il Bisonte Mandarina Duck Boboutic ‘S Max Mara Fiorentini + Baker Lyria Jam Home Made U-NI-TY John Smedley Art_ G. Caserta Art_ R. Fontana Art_ Fondazione Claudio Buziol
Art_ Sean Mc Ginnis New Museum Bloc Kyoto Red Wings Shoes Hox Woolrich Woolen Mills Eugenio Perazza Browsing Ann Wood The Zucchi Collection Reading Flash Back_ Yves Saint Laurent
Index 9
www.robertodelcarlo.it
W_ balenciaga.com
Designer_ Nicolas Ghesquière
T_ A. D’Annibale
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In poco più di 10 anni Nicolas Ghesquière ha saputo imprimere un nuovo corso alla storia di Balenciaga, tracciando sentieri stilistici inediti ed esplorando territori sempre più lontani.
NICOLAS GHESQUIÈRE
Ghesquière racconta di aver lasciato a soli 18 anni il suo paese natale per trasferirsi a Parigi e dedicarsi completamente alla sua più grande passione, la moda. Già dopo pochi mesi infatti comincia la sua fruttuosa collaborazione con il braccio destro di Jean Paul Gaultier, Myriam Schaefer che proseguirà fino al 1992. Successivamente lavora come freelance per alcune aziende francesi, fino a quando non gli si prospetta l’occasione di disegnare le collezioni sotto licenza di Balenciaga per il mercato Giapponese. A meno di 26 anni, nel 1997 viene chiamato a disegnare la main line del marchio e promosso Direttore Creativo. In breve la sua spiccata originalità e l’equilibrato legame con la tradizione di Balenciaga gli fanno meritare l’attenzione della stampa internazionale. Nel 2000 riceve il titolo di “avant-garde” designer dell’anno dalla VHI-Vogue Fashion Awards e viene insignito, nel 2001, del premio di “Womenswear Designer of the Year” della CFDA. È la consacrazione. Con l’acquisizione di Balenciaga da parte del Gruppo PPR la maison comincia, sotto la guida di Ghesquière, la sua espansione. Il superamento degli stereotipi, la mescolanza di generi e i continui riferimenti diretti a territori e culture lontane sono solo alcuni degli ingredienti che hanno permesso a Ghesquière di andare oltre al concetto di couture e all’idea comune di lusso. L’attenzione per le rinnovate esigenze della clientela di questo settore è testimonianza del grande rispetto per il pubblico di questo fashion designer. L’assoluta libertà creativa con cui, sin dall’inizio, Nicolas Ghesquière ha potuto approcciare le sue collezioni è inoltre la garanzia di una totale possibilità espressiva, al di là di qualsiasi compromesso. Uno stile innovativo, architetturale, in grado di far dialogare gli estremi e giocare con i contrasti di passato e presente, con gli eccessi e l’austerità, come nella migliore tradizione della maison. Fantasie delicate e colori profondi, stampati e dipinti sul tessuto, si alternano alle applicazioni della scala di grigio sugli abiti dagli spacchi decisi. Per l’Autunno 2008 Ghesquière si spinge fino a mescolare il rigore delle linee e la drammaticità delle atmosfere noir alla luminescenza di plastiche superfici high-tech. La continuità tra le collezioni e la perfetta padronanza del patrimonio stilistico del marchio ci rendono partecipi, stagione dopo stagione, di un percorso creativo ben delineato che non smette mai di stupirci.
Designer_ Nicolas Ghesquière 12
Over the last ten years Nicolas Ghesquière has been able to start a new course in the history of Balenciaga by working out new style trends and by exploring farther and farther domains. Ghesquière tells us that when he was only 18 he left his native village to move to Paris where he devoted himself completely to fashion, his greatest passion. In fact, after few months he started a fruitful collaboration – which came to an end in 1992 - with Myriam Schaefer, Jean Paul Gaultier’s right-hand collaborator. He later worked as a freelance designer for some French firms, until he was offered the opportunity to design under licence Balenciaga’s collections for the Japanese market, and, in 1997, at about 26 years of age, he was appointed Creative Director of the brand and entrusted with the design of its main line. In a short time, his great originality and balanced relationship with the Balenciaga tradition gained him the attention of the international press. In 2000 he was awarded the title of ‘avant-garde designer’ of the year by the VHI-Vogue Fashion Awards, and in 2001 he won the CFDA’s “Womenswear Designer of the Year” prize, an event that made his name outstanding among stylists. After Balenciaga was taken over by PPR Group, the ‘maison’ started to expand under Ghesquière’s guidance. While doing away with stereotypes, Ghesquière merged styles and direct references to far off countries and cultures which enabled him to surpass the concept of ‘couture’ and the common idea of luxury. Furthermore, the care for and attention to clients’ new demands in this field of fashion bear witness to the fashion designer’s great respect for the public. The absolute creative freedom which Nicolas Ghesquière has been devoting to his collections since he started his activity has enabled the stylist to fully show his rich expressive potential and to shun all compromise. His innovative, architectural style has the power to bring about the reconciliation of extremes while playing with the contrasts between past and present, with austerity and excess, in line with the maison’s best tradition. Delicate patterns and deep colours, printed and painted on the fabrics, alternate with the use of a wide range of greys in dresses and skirts with clean-cut side slits. For the autumn season 2008 Ghesquière goes as far as to merge the rigorous lines and the dramatic character of ‘noir’ atmospheres with the luminescence of high-tech plastic surfaces. The continuity between the collection and the stylist’s perfect command of the brand’s style heritage enable us to enjoy a creative path so clearly outlined season after season that we can’t but find it absolutely amazing.
Designer_ Nicolas Ghesquière 13
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Mattori report_ Bolle di fantascienza 16
W_ mattori.it
Concept_ Orietta Pelizzari e Matteo Bardi
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Storie di scenari possibili: immaginari.
Stories of imaginary, possible scenarios.
Sembrano biglie, bolle o meduse impalpabili, trasparenti, leggere senza peso. Le bolle rappresentano la metafora dell’immaginario contemporaneo, che s’ispira alle visioni dei progettisti creativi:
They look like balls, bubbles or impalpable, transparent, light, weightless jelly fish. The bubbles are a metaphor of present-day imagination, that draws on the visions of creative designers:
Auto bolle, progettate da Ross Lovegrove. www.rosslovegrove.com Capsule mobili (di Broissin Architects): si aggrappano a strutture apposite, attaccate con speciali “radici” aeree. Sono case capsula, essenziali unità minime autosufficienti, che si agganciano a una megastruttura di sostegno come i polpi sui rami calcarei del corallo. Tra science fiction e grotesque: Sinkha, città aerostatica, fatta di strutture leggere come bolle d’aria. www.sinkha.com Strutture come bolle d’aria, proteggono i corpi con membrane finissime. S’ispirano agli immaginari di visionari che pronosticano un mondo fantastico, a “Impatto Zero”.
Mattori report_ Bolle di fantascienza 17
Bubble-like cars, designed by Ross Lovegrove. www.rosslovegrove.com Mobile capsules (by Broissin Architects), that clutch at suitable structures with their special aerial roots. They are capsule-like houses, essential, self-sufficient minimum units that hang on a supporting megastructure, like octopuses on the calcareous branches of corals. Between science fiction and the grotesque: Sinkha, an aerostatic city, made of structures as light as air bubbles. www.sinkha.com Structures that look like air bubbles protect the bodies by film-like membranes. They draw on the imagination of visionaries who foresee the coming of a ‘zero impact’ fancy world.
Per rispettare l’ambiente ed il corpo, vestito e arredato. Alleggerire i pesi di materiali da drappeggiare e modellare sulle figure, sottili e allungate. Figure femminili avanzano dentro bolle trasparenti. I corpi vestiti racchiusi e protetti e incontaminati, dentro bolle sospese, come quelli di Melvin Sokolsky, fotografo californiano, sono sospesi in un ambiente passato/futuro.
To respect the furnished environment and the dressed body. To lighten the weight of materials to be draped and shaped on thin, lengthened bodies. Feminine figures make their way forward within transparent bubbles. Dressed bodies are contained, protected and saved from pollution by hovering bubbles just as the bodies of the Californian photographer Melvin Sokolsky hover in a past/future environment.
Didascalie:
Captions:
1_ Josè Castro. Giovane designer di Barcellona. Disegna per Disegual e Mirò Jeans. Ha una sua linea che presenta da due anni a Parigi. www.castroestudio.com
1_ José Castro. A young designer from Barcellona, who works for Disegual and Mirò Jeans and has a line of his own which he has presented in Paris for the last two years. www.castroestudio.com
2_ Melvin Sokolsky, fotografo californiano di Los Angeles.
2_ Melvin Sokolsky, a Californian photographer from Los Angeles.
3_ Mario Bellini, imbottiture di materia senza peso.
3_ Mario Bellini, weightless matter lining.
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Pbl_ Double M
W_ double-m-brand.com
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M2 OUTSTANDING FEATURES ORIGINATED ON DOUBLE-M MALE DENIM. LE CARATTERISTICHE STRAORDINARIE DEL DENIM UOMO DOUBLE-M. Double M jeans are the product of a tri-part operation helmed by the denim legend, Mille Monferin. London-ZurichTokyo maxim blends the best ingredients from these cities, and serves up special jean consumption by the most select tasters. Also, engaged in ushering Japanese Brands into the European market, it is the new platform between Japan and Europe. Please see more male and female jeans info at www.double-m-brand.com I jeans Double M sono il risultato di una operazione in tre fasi guidata dalla leggenda del denim Mille Monferin. Londra, Zurigo e Tokyo. I migliori ingredienti di queste città vengono mescolati per offrire un prodotto particolare agli amanti del denim. L’operazione si propone di introdurre i marchi giapponesi nel mercato europeo e di costituire una nuova piattaforma tra Giappone e Europa. Per ottenere ulteriori informazioni sui jeans uomo e donna collegatevi a www.double-m-brand.com
Union Label – Union Label M-stitched with Double-M’s founded date to warrant its authenticity. Union Label – L’Union Label cucita con la data di fondazione della Double-M a garantirne la sua autenticità.
Coin Pocket – Special feature on coin pocket made of selvage. Taschino – Particolare caratteristico sul taschino fatto con la cimosa.
Size Tag – Has all the size measurement, inspired by an airport flight tag connecting LON-ZRH-TOK creative hubs. Cartellino – Porta l’indicazione di tutte le taglie, ed è ispirata al tagliando aeroportuale di un volo che collega i centri creativi LON-ZRH-TOK.
Jacron Patch™ – Cut away, aged white Jacron Patch giving a perfect mixture of vintage and contemporary look. Salpa™ – Inserita sullo spazio dal quale è stata tolta, l’etichetta in Jacron bianco invecchiato è la perfetta sintesi di un look vintage e contemporaneo.
Fly Construction – Based on 1947’s workwear solution with no seams for a clean look and strong stitching. Patta – La sua costruzione è basata sulle soluzioni adottate negli indumenti da lavoro del 1947, senza impunture, per un look pulito ed una cucitura resistente.
Triangle Bar Tacks™ – Strong 27 stitches per tack, triangle bar tacks on back pockets and fly area. Cuciture™ – 27 punti robusti per cucitura, cuciture a triangolo sulle tasche posteriori e sulla patta.
Hidden Rivets – Wide and flat ufo-type rivets on back pockets, making a strong reinforcement at strain points. Rivetto nascosto – Rivetti ampi e piatti, di tipo ufo, sono applicati alle tasche posteriori, con notevole rafforzamento dei punti sottoposti a tensione.
Side Seam Stitching™ – Twin needle side seams running down towards the hem providing a maximum comfortability and flat clean look. Cucitura laterale™ – Le cuciture laterali a doppio ago scendono fino al bordo dei pantaloni conferendo massima comodità, linearità e uniformità. Fabric – Personalised 12 oz purple green selvage denim from southern Japan, slightly purple casted denim with strong warp slubs.
Tessuto – Cimosa personalizzata di colore viola/verde, denim 12 once proveniente dal Giappone meridionale con tonalità dominante leggermente purpurea e forti ringrossi nell’ordito.
Crotch Tape – Inside the crotch point reinforced with indigo tape to maximize comfortability and strength the area.
Nastro interno-cavallo – L’interno-cavallo è rafforzato con una fettuccia tinta indaco per ottenere massimo comfort e robustezza.
Sign-Off Embroidery™ – Unique, matching colour CIRCLE-M embroidery on the back of the calf to approve its authenticity. Sign-Off Embroidery™ – Una M cerchiata, tono su tono, ricamata sul retro del polpaccio a garanzia dell’autenticità del capo.
W_ mugmagazine.com T_ A. D’Annibale
What underlies Ego project is the highly personal character that can take on the modern device for the display of clothing designed by Mug’s Design division. From the very choice of the material, a technical polymer that allows serial moulding in virtually infinite colour combinations, the clothes hanger focuses on the idea of a design at once sober and elegant. The hanger, aesthetically appealing in itself even in the absence of clothes, is realised through the Air Moulding technique, with the scientific contribution of Dynamic, a leading Italian firm in pressure and injection moulding of thermoplastic and thermosetting materials. Ego is available also in a transparent version (see picture), in two different sizes for men and women, and, with a view to making it versatile and personal, the item has been provided with a small flat surface at the junction of the two arms, on which the owner can have his/her logo printed.
Una grande personalizzabilità è quello che sta alla base del progetto Ego, moderno supporto per l'esposizion e di capi da abbigliamento progettato dalla divisione Design di Mug. A partire proprio dalla scelta del materiale, un tecnopolimero tale da permettere lo stampaggio in grandi tirature ed infinite combinazioni cromatiche, esso si sviluppa attorno all'idea di un design sobrio ed elegante al tempo stesso. L'appendino, capace di un forte appeal estetico anche in situazione di non utilizzo e assenza dei
capi, è realizzato attraverso la tecnologia dell'Air Moulding, in partnership con Dynamic, azienda italiana leader nello stampaggio a compressione ed iniezione di termoplastici e termoindurenti. Ego è disponibile anche nella versione traspare n t e ( i n f i g u r a ) e i n d u e di ve rse mi su re , pe r l'uomo e per la donna. Nell'ottica della versatilità e personalizzabilità dell'oggetto è stata inoltre inserita una superificie stampabile, dove poter inserire il proprio logo, nel punto di congiunzione dei due bracci.
Pbl_ Ego 19
Primavera — Estate 2009
Settembre 2008 Venerdì 05 — Lunedì 08 www.pretparis.com Paris Expo Porte de Versailles Pad. 7
Movimenti di moda e moda in movimento, la moda è vibrazioni, palpiti e fonte di ispirazione a PRÊT À PORTER PARIS®. Hub dei marchi, delle tendenze, dei desideri emergenti, il primo appuntamento internazionale è al centro della moda.
I MUST della stagione sono presentati al salone in anteprima in un percorso moda-arte-cultura, accompagnati da eventi, mostre, spazio Tendenze e sfilate per un’esplosione di moda, una moda che invita al desiderio.
Un incontro di 1.550 marchi e di oltre 42.000 visitatori per il meglio delle tendenze Fashion & Business.
Visitatori : SALONI INTERNAZIONALI FRANCESI S.R.L. — T : 02 43 43 531 — M : info@salonifrancesi.it Espositori : T.D.F. — Raffaella Spada — T : 02 48 01 50 26 — M : info-f iere-francia@tdf.191.it
W_ tessabit.com T_ A. D’Annibale
Shop_ Tessabit 21
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L'avventura di Tessabit comincia nel 1953, a Como, con l'apertura da parte della Signora Giulia Agrati dello storico negozio di via Milano. L'attività, fin dai suoi esordi contraddistinta da proposte di capi e accessori di moda in grado di rispondere alle differenti esigenze dei clienti è da sempre gestita dai fratelli Giampiero e Giorgio Molteni, figli di Giulia Agrati. Il desiderio di soddisfare le crescenti esigenze della clientela, ha indotto la famiglia, nel tempo, ad accrescere e diversificare la vendita in dodici negozi, tutti collocati nel centro della città con prodotti e target differenti. A partire proprio da via Milano, arteria principale di Como, la rete dei negozi si estende lungo tutto l'asse centrale della città per giungere fino alle rive del lago, dove si affaccia l’Emporio Armani, anch’esso gestito dalla famiglia Molteni. Primo fra tutti è Tessabit: il più grande e rappresentativo dei negozi del gruppo, vero e proprio flagship store dove trovano spazio le proposte dei più affermati brand e dei migliori
fashion designer, per uomo e donna, prodotti sartoriali, sportivi, accessori, dotato anche di un’area dedicata alla sposa. A pochi passi si trovano Agrati Food & Parfumes, piccolo store dedicato ai prodotti per la casa e la cura del corpo, Agratidue, per le proposte più sportive, ed Agrati Junior, dedicato naturalmente ai più piccoli. È nel centro storico però che negli ultimi anni il gruppo Tessabit ha concentrato l’apertura di nuovi punti vendita. Per l'Uomo la proposta spazia da Tessabit 78, ultima apertura (Dicembre ’07), dotato di un'immagine di grande impatto e di una proposta altamente selezionata, a Tessabit Uomo, dedicato ad un target più giovane e alle nuove tendenze e Sneaker, piccolo contenitore dove l’abbigliamento per ragazzi viene abbinato agli accessori più in voga del momento. Tess Junior è invece il secondo spazio riservato ai bambini. Per la Donna, invece, troviamo Tess, negozio giovane dove le seconde linee si alternano alle proposte più casual, attualmente in ristrutturazione, la cui riapertura è prevista per il
prossimo luglio. Set è invece il bellissimo store dedicato agli accessori: grazie ad un’esposizione su due piani, con una splendida decorazione ad affresco del soffitto, è uno dei negozi di riferimento per chi vuole scegliere tra le più importanti proposte del momento. La proposta femminile si completa con Tessabit Plinio, punto vendita dotato di un interior design minimale di grande effetto, ed un mix di stili, tra avanguardia e prime linee, veramente originale . La gestione di Tessabit, condotta da sempre dai fratelli Molteni, prosegue oggi anche grazie all'importante apporto della terza generazione: Andrea e Francesca, figli di Giampiero, e Paolo, Marco e Barbara, figli di Giorgio. Un lavoro che continua forte dell'intuito di coloro che hanno reso questi negozi tra i maggiori punti di riferimento del settore, in grado di proporre sempre nuove tendenze e di rispondere, con tempestività, alle richieste di una clientela ogni giorno più esigente.
rich display of the latest proposals for men and women by renowned brands and the best fashion designers besides sartorial clothing, sportswear, accessories and a section devoted to bridal fashion. Agrati Food & Perfumes is located a few steps away, a small store which displays products for the home and body care, near Agratidue, rich in sportswear proposals, and Agrati Junior, obviously devoted to children. However, it is in the city centre that Tessabit Group has concentrated the opening of new stores over the last few years. Men’s proposals range from Tessabit 78, opened in December 2007, whose select items have a great-impact image, to Tessabit Uomo addressed to younger clients and devoted to new trends, and Sneaker, a small shop where children’s wear is combined with the trendiest accessories of the day. Further ahead, Tess Junior is a space devoted to small children; born for play, the store is achieving great success and is expected to grow considerably. Women’s proposals can be found at Tess, a young shop which is now being refurbished, where second lines are combined with more casual proposals, a young shop which is now being refurbished and is due to re-open next
The adventure of Tessabit began at Como in 1953 when Mrs. Giulia Agrati opened the historic shop in via Milano. Ever since it began, the store has proposed fashion clothing and accessories to meet the most varied demands of customers and has been run all along by the brothers Giorgio and Giampiero Molteni, Giulia Agrati’s children. Over the years, the wish to meet the growing demands of customers has led the family to
increase and diversify sales in something like twelve stores, each of which is located in the city centre and has different targets and products. Starting from Via Milano, Como’s main thoroughfare, the network of shops stretches along the city’s central axis all the way to the banks of the Lake, where the Armani Store is located. First of all Tessabit, the largest and most representative shop of the group, a real flagship store, with a
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July. Set is a beautiful store with a rich assortment of accessories; thanks to its two-storey display and the splendid fresco decoration on the ceiling it is a benchmark for those who want to choose among the most important proposals of the day. Women’s proposals reach their peak at Tessabit Plinio, a store whose minimal interior design is of great impact and where a really original mix of styles can be found, ranging between avant-garde and first lines. Tessabit’s management, which has been the care of the Molteni brothers all along, continues today even thanks to the relevant contribution of the third generation: Andrea and Francesca, Giampiero’s children, and Paolo, Marco and Barbara, Giorgio’s Children. Tessabit’s activity continues to soar high thanks to the intuition of the people who have made its shops outstanding fashion benchmarks, with proposals that always include the trendiest brands of the day and can promptly meet at best the needs of their ever more demanding clients.
Pbl_ Steven Alan 24
W_ stevenalan.com
W_ fattorek.eu
T_ L. Scarpa
The ‘perfect’ shirt: this is Steven Alan’s idea, at once a curious and ingenious one. Over the years the idea has become a real philosophy that has led him to realise models, first for men and later for women, characterised by a ‘perfect’ fit. Steven Alan’s inspiration took shape as he met different people and cultures during his frequent visits to foreign countries, first of all to Europe and Japan. Alan is a keen observer, and the ideas for his collections are somehow the reinterpretation of what surrounds him: from the urban style, to artists’ and street people’s clothing. His refined shirts, with small finishing details that make them unique, are highly appreciated for their excellent flexibility. Each item is washed and treated so as to achieve a fashionable vintage effect; the fabrics of products undergo frequent renewal, to the extent that each garment becomes a real collection item. Classical lines are re-interpreted according to a modern outlook by young designers whose innovative ideas have set the trend in the market. Care for details and a profound aesthetic conception are the strong points of a brand that keeps growing in the world of fashion. Steven Alan’s first store was inaugurated in Manhattan in 1994; his first Showroom dates from 1996, whereas in 1999 he signed his first men’s collection followed by a women’s line. Today Steve Alan is a real cult brand, his output ranges from trousers to knitwear, from jackets to accessories which are sold in over four hundred stores all over the world.
Perfect Style
La camicia “perfetta”: è questa l’idea – curiosa e allo stesso tempo geniale - di Steven Alan. Un’idea che diventa con gli anni una vera e propria filosofia di vita e lo porta alla ricerca della realizzazione di modelli (per uomo prima e donna poi) “perfetti” nella loro vestibilità. L’ispirazione di Steven Alan nasce dall’incontro di diverse culture e persone durante i suoi numerosi viaggi nei vari paesi stranieri, in primis in Europa e in Giappone. Alan è un attento osservatore, le idee per le sue collezioni sono la re-interpretazione di ciò che lo circonda: dall’ all’abbigliamento di artisti e gente di strada. Le camicie, di gusto fine e con dei piccoli particolari che le rendono uniche, sono apprezzate per la loro ottima adattabilità. Ogni capo viene lavato e trattato per creare quell’effetto vintage sempre di moda; il tessuto dei prodotti viene rinnovato molto spesso tanto da rendere ogni indumento un vero e proprio oggetto da collezionare. Le linee classiche vengono ridisegnate in chiave moderna da giovani designers dalle idee innovative che hanno conquistato il mercato. Un’attenzione per i dettagli e un profondo senso estetico sono i punti di forza di un marchio che è in continua ascesa nel mondo del fashion. Il primo negozio di Steven Alan a Manhattan è stato inaugurato nel 1994, nel 1996 apre il primo Showroom, nel 1999 firma la prima collezione Uomo, seguita dalla linea Donna: oggi il brand è un vero cult, la sua produzione si estende dal pantalone alla maglia, dalla giacca agli accessori ed è venduto in più di 400 punti vendita in tutto il mondo.
Badou–R is located at Aoyama, Tokyo, a few yards from 45rpm’s headquarters. As we spot the discreet building from Roppongi Street, we immediately understand that it was planned precisely to stand for the brand’s spirit. After a small fountain welcomes us, a bamboo hedge sees us along the path to the store’s entrance. We immediately feel a sense of detachment from the frenzy outside. The clients’ shoes left before the entrance door warn us to remain barefoot before entering the store. We go in. The rich warmth of wood enfolds us as we visit the store’s premises one after the other. A neat, spontaneous display; far from being aggressively arrayed, the products attract us and seem to make room for us.
Badou-R sorge ad Aoyama, Tokyo, a due passi dal quartiere generale di 45rpm. È sufficiente scorgere la sua discreta presenza dalla Roppongi Street per comprendere quanto esso sia stato concepito per essere rappresentazione dello spirito del marchio. Una piccola fontana ci accoglie ed una siepe di bamboo ci accompagna lungo il sentiero che conduce all'ingresso del negozio. Subito respiriamo una certa distanza dalla frenesia fuori. Le scarpe dei clienti abbandonate davanti all'uscio ci invitano a restare scalzi prima di accedere al negozio. Entriamo. Tutto il calore del legno ci abbraccia mentre visitiamo le stanze, una dopo l'altra. L'esposizione è spontanea, composta, i prodotti non ci assalgono, anzi, sembrano farci spazio. La naturalità di quei capi e degli arredi semplici emerge dai più piccoli dettagli intorno
Trivial details around enhance the natural character of items and fittings. This is only one of 45rpm’s 51 Japanese stores, but is definitely the most exciting and of basic importance to understand the brand’s philosophy. Over 30 years have passed since the project was born, and since 45rpm started their handmade production of denim with entirely natural procedures, materials and dyes. Only in the last decade, though, has the public begun to deeply realise how up-to-date this approach is to life and things. Badou–R borders somehow on the quintessence of Japanese aesthetics, on imperfect unaccomplished beauty, a beauty that won’t persist.
Questo è solo uno dei 51 negozi giapponesi di 45rpm ma è di sicuro il più emozionante ed è fondamentale per comprendere la filosofia del marchio. Sono passati più di trent'anni dalla nascita di questo progetto e da quando 45rpm ha cominciato la sua produzione artigianale di denim con procedimenti, materiali e coloranti completamente naturali. Solamente nell'ultimo decennio però il pubblico ha cominciato ad apprezzare veramente la grande attualità di questo approccio alla vita e alle cose. Badou-R ci avvicina almeno un po' alla quintessenza dell'estetica giapponese, alla bellezza imperfetta, incompleta, quella che non permane.
W_ 45rpm.jp Txt_ A. D’Annibale
Shop_ Badou-R 25
WELCOME TO THE WORLD OF CONNECTIONS TOUR 08 LONDON - OCTOBER 16TH & 17TH - THE ROYAL HORTICULTURAL HALL PARIS - SPRING 2009 NEW YORK - JUNE 2009 A CUSTOM MADE TRADESHOW FOR THE CREATIVE INDUSTRY BY INVITATION ONLY WWW.LEBOOK.COM/CONNECTIONS
Showcase_ The Bucket bag T_ Mug project
La borsa, nella sua accezione femminile, fa il suo ingresso tra gli accessori alla fine del XIX° secolo, periodo in cui le donne cominciano a viaggiare frequentemente e ad avere la necessità di portare con loro numerose suppellettili. Ricche di scomparti e spesso marchiate con le iniziali della proprietaria, le borse conoscono una prima diffusione agli inizi del ‘900, subito interrotta dal Primo Conflitto Mondiale. In quegli anni la frivolezza della Belle Epoque e la spensieratezza della mondanità vengono messi da parte e trovano spazio modelli funzionali e robusti. Alla conclusione del conflitto, abbiamo di fronte una nuova donna, dinamica, sportiva, talvolta androgina (à la garçonne) e nuovi modelli di borse che finiscono per assecondare il gusto di quegli “Anni Folli”. Compaiono le prime pochette ma anche delle borse comode, da appendere al braccio, nello stile delle Suffraggette.
Women’s bags made their appearance among g accessories at the end of th he XIX century, when women started to travel and had to brin ng along a number of objects. Rich in n compartments, the bags, which ofte en bore the owner’s initials, first became widespread early in the XX Century, although their spread came to a standstill with World War I, when the frivolities and worldly light-heartedness of the Belle Epoque e were set aside and made way for functional, robust models. The end of the War saw the rise of a new dynamic, sporty, masculine-like type of woman, and new models of bags were created to suit the taste of those ‘crazy years’. The first pochette bags were followed by larger bags to be carried on the arm, in the style of the suffragette es.
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Showcase_ The Bucket bag 28
Mentre Coco Chanel diventa l’interprete di una femminilità rigorosa, elegante e confortevole, Elsa Schiapparelli abbina alle sue fantasiose borse cappelli dalle ispirazioni più disparate. E proprio negli anni in cui Hermès è atttivo a Parigi e Gucci e Gherardini lo sono in Italia, vede la luce una delle prime borse a secchiello: in assoluto uno dei modelli più articolari nella storia dell’accessorio. È infatti del 1935 il primo seccchiello cilindrico di Elsa Schiapparelli e del 1937 quello in cinghiale presentato da Gucci; Hermèss successivamente lo farà conoscere al grande pub bblico, proponendolo come accessorio estivo. Gli anni ’40, segnati dal clima a di cupezza della guerra e dalle restrizioni auta archiche, diffonderanno in Italia nuovi materiali, tendenzialmente più poveri. Faranno la loro comparsa il cosiddetto cuoie etto “autarchico” (similpelle) e il dentice, che verranno impiegati anche sulle borse come il seccchiello in genere realizzate con pellami pregiatti. Al termine della Seconda Guerra Mondiale Parigi assumerà un ruolo primario per la moda e riscoprirà, per prima, il gusto o della vita mondana, della raffinatezza e della cura a di sé.
Gli accessori diventeranno sempre più spesso abbinabili alle scarpe, per tessuti e colori, e dopo aver superato il formalismo stilistico degli anni ’50 50, conosceranno un nuovo periodo di sperimentazione. Le forme strutturate saranno molto diffuse (bauletti, cartelle, ecc.) e il cambiamento dello stile di vita delle donne, sempre più dinamiche, decreterà il definitivo successo dei modelli funzionali. Saranno quelli gli anni in cui la borsa a secchiello guadagnerà un posto fisso tra le proposte delle più importanti maison di moda e nei cataloghi dei più celebri marchi di valigeria. Pochi accessori hanno conosciuto un successo così duraturo e una tale versatilità, così come pochi modelli di borsa sono stati interpretati dalle più diverse realtà del mondo della moda e del lusso. As Coco Chanel became the interpreter of an elegant and comfortable feminine look, Elsa Schiapparelli matched her fanciful bags with hats drawing on the most varying sources of inspiration. In the very years when Hermès was prominent on the Parisian scene, and Gucci and Gherardini were renowned in Italy, one of the first bucket bags made its appearance, one of the most peculiar models in the history of accessories.
In fact, Elsa Schiapparelli’s first cylindrical bucket bag dates from 1935, and Gucci’s pigskin leather one from 1937, 1937 whereas it was Hermès who proposed it to the general public as a summer accessory. Marked by the gloomy atmosphere of the war and by the restrictions brought about by autarky, the Forties saw the advent in Italy of new materials of poorer quality, like autarkic leatherette and ‘mermaid skin’ (dentex) which came to be used to make articles like the bucket bag generally manufactured with valuable materials. At the end of World War II Paris took on a primary role in fashion and took the lead in rediscovering the taste for refinement, self-care and fashionable life. Fabrics and colours in accessories were increasingly matched to footwear, and, after their formal style of the Fifties, the items went through a new season of experiment. Structured forms became widespread (travelling cases, briefcases etc.), and the changes in the lifestyle of women, now more and more dynamic, led to the permanent success of functional models. In those years the bucket bag featured permanently among the proposals of the leading fashion firms, and in the catalogues of the most renowned brands of leather goods. Few accessories have enjoyed the long-lasting success and versatility of the bucket bag, and few bag models have by comparison had as many varying interpretations in the world of luxury and fashion.
Bucket bag_ Louis Vuitton 30
W_ louisvuitton.com
Louis Vuitton’s leather bags and suit-cases have made an important contribution to the history of luxury leather-goods, the embodiment of a cosmopolitan, avant-garde fashion mindful both of traditions and handicraft. The Firm’s history started as far back as 1835, nearly two centuries ago, when young Louis Vuitton left his village to seek his fortune in Paris. At the age of 14 he started his adventure by serving as an apprentice in the workshop of a trunk manufacturer. His fame soon spread throughout Europe, to the extent that in 1857 he decided to set up a ‘maison’ of his own where he created the renowned Vuitton trunk, to this day an icon of elegance and style.
The Monogram Canvas texture with the initials L. V. would soon become a must and the distinctive mark of timeless models of bags and trunks; the opening in 1914 of the Maison’s first Champs Elysées store amounted to the conquest of the heart of Paris, and after World War II the Firm started to open countless shops all over the world.
La Noè Bag – dal nome del leggendario personaggio biblico amante del vino - nasce nel 1932 per soddisfare una curiosa richiesta di un produttore di Champagne che desiderava una borsa che riuscisse a contenere cinque bottiglie del famoso spumante francese. La Louis Vuitton Bucket, archetipo della borsa a secchiello, viene invece creata nel 1968 ed è tutt’oggi uno dei modelli più amati della collezione.
Le borse e le valigie in pelle Louis Vuitton hanno scritto le pagine più importanti della storia della valigeria di lusso e sono state portatrici di una moda cosmopolita, all’avanguardia e non dimentica delle tradizioni e dell’artigianalità. La loro storia comincia quasi due secoli fa, quando nel lontano 1835, il giovane Louis Vuitton abbandona il suo paese natale per cercare fortuna a Parigi; a soli 14 anni trova lavoro come apprendista presso uno dei tanti fabbricanti di bauli dell’epoca e comincia la sua avventura. Ben presto la sua fama si diffonde in tutta Europa, tanto da spingerlo, nel 1857, alla creazione di una sua maison e alla firma del celebre baule Vuitton, ancor’oggi icona di eleganza e di stile. La texture Monogram Canvas con le iniziali L.V. diventeranno presto un must e il segno di riconoscimento di modelli di borse e bauli senza tempo; l’inaugurazione nel 1914 del primo negozio sugli Champs Elysées è la conquista del cuore di Parigi e già nel secondo dopoguerra, in tutto il mondo, comincia l’apertura di numerosi punti vendita.
The Noè Bag – from the name of the wine-loving biblical figure – was created in 1932 to meet the curious demand of a Champagne maker who wished for a bag that could contain five bottles of the renowned French sparkling wine. The Louis Vuitton Bucket, an archetype of the bucket bag, was instead created in 1968, and is to this day one of Vuitton’s clients’ favourite model.
Bucket bag_ Henry Cuir W_ henrycuir.it
Modelli senza tempo realizzati in morbida pelle, lavorata e cucita a mano, decorati con materiali naturali; Henry Cuir è un punto di riferimento internazionale per la lavorazione della pelle e la creazione di borse, scarpe e accessori per donna. Forte di un’esperienza trentennale e di diversi punti vendita in Italia, Francia, Giappone e Stati Uniti, il marchio ha saputo imporsi nel tempo grazie alla forza del prodotto e alla sua grande coerenza. Timeless handmade models sewn by hand out of soft leather and decorated with natural materials; Henry Cuir is an international benchmark for the manufacture of leather products and for the creation of bags, footwear and women’s accessories. A thirty-year experience, the various stores in Italy, France, Japan and the USA, the strength and consistency of its models have led the brand to unquestionable success over the years.
I prodotti Henry Cuir segnano la distanza dalle mode ed esprimono una forte ispirazione artigiana, tipica di chi sa trattare nobili pellami con fantasia e gusto del colore. Elemento caratterizzante di ciascuna collezione è la cucitura “sellaio” basata sull’impiego di filo di lino cerato, a garantire resistenza e impermeabilità, tinto con nuance calde e colori tipici della terra, secondo un’estetica personale impreziosita dall’impiego di murrine, perle di vetro, ambra, osso, bronzo, turchese e corallo.
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Far from following trends slavishly, Henry Cuir items express the strong artisanal inspiration that controls their imaginative handling of valuable leather and their taste for colour. The element that characterises each collection is the typical saddle-stitching based on the use of highly resistant, waterproof waxen flax thread; in warm shades reminiscent of earth colours, the models are aesthetically enriched by the employment of murrhine glass, glass pearls, amber, bone, bronze, turquoise and coral.
Anche i secchielli Henry Cuir mantengono l’applicazione di questi elementi, in grado di conferire un appeal a tratti ironico a questi modelli: tra cuciture-decoro, sapienti intrecci di pelli e un uso gioioso del colore, queste borse confermano l’anticonformismo delle scelte della maison e del loro pubblico. Even because they are enhanced by the above mentioned materials, Henry Cuir bucket bags can acquire a somewhat ironic appeal. Decorative seams, the skilfully combined employment of different skins and a joyful use of colours are the elements that stand for the unconventionality of the firm and of its public.
Bucket bag_ Il Bisonte 32
W_ ilbisonte.net
Un lusso inteso come pellami di pregio e modelli in grado di andare al di là delle mode: Il Bisonte si presenta così, con la sostanza di una storia lunga quasi 40 anni e il desiderio di non smettere mai di sperimentare nuovi materiali e idee.
Per l’Autunno-Inverno 2008/09 le novità sono il nabuk stampa cocco e la vacchetta trattata oro, ad effetto vintage, oltre che i nuovi colori bruciati cognac e nero; i modelli accentuano la loro funzionalità senza perdere in estetica e rifiniture ad effetto: chiusure personalizzate, fibbie e anelli in ottone brunito, canvas di cotone color caramello, kaki, marrone e nero usati a contrasto con la pelle stampata. Presentati questo inverno a Première Classe (Parigi) i nuovi prodotti hanno confermato la forza dell’understatement del marchio fiorentino, celebre in tutto il mondo per la forte personalità di queste borse, accessori e ventiquattrore in pelle a concia vegetale.
Tra i pezzi storici delle collezioni Il Bisonte immancabile il secchiello in morbida vacchetta, dalle linee pulite e la sua più recente reinterpretazione curata nei dettagli di stile, come la chiusura a coulisse e i manici morbidi a doppia cinghia. Aggiornato nelle dimensioni, oggi più importanti, il modello continua ad essere caratterizzato dal tipico fondo largo e dalla morbida forma rettangolare ad angoli stondati.
Bucket bag_ Mandarina Duck W_ mandarinaduck.com
Mandarina Duck nasce nel 1977 a Bologna, da un’idea di Paolo Trento, tutt’oggi a capo dell'azienda insieme a Pietro Mannato. Il design innovativo, i colori accesi e i materiali leggeri ma resistenti si rivelano presto una scelta vincente. Borse e accessori, simboleggiati dalla famosa Anatra Mandarina (animale che rappresenta la felicità e la fedeltà), vengono subito apprezzati dagli amanti di uno stile di vita informale, attivo e sempre alla moda. Il Gruppo Mandarina Duck è inoltre, già nel 1983, uno dei primi a promuovere la vendita nei negozi monomarca, tanto da vantare oggi una distribuzione mondiale di 1000 punti vendita, ottanta dei quali sono flagship del marchio. Da alcuni anni inoltre l’azienda ha iniziato una nuova avventura: nel 2002 ha presentato una collezione di orologi e occhiali e nel 2004 una linea di cosmesi. L’affermazione nel mercato internazionale continua a trovare delle conferme: nuovi accordi siglati con BMW per la creazione di borse e accessori firmati MINI, una patnership con Tommy Hilfinger ed un’importante collaborazione con LA PERLA.
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Informali, comode, casual: sono le borse a secchiello della nuova collezione Primavera/Estate Mandarina Duck. Le borse a secchiello linea Verve sono realizzate completamente in pelle e curate nei minimi dettagli, presentano quattro tasche esterne e un tessuto tecnico in corrispondenza dell’apertura della borsa. Nelle versioni bianca o nero, sono disponibili in due misure: una piccola e pratica, l’altra molto capiente con una tasca inferiore per le donne che amano un accessorio spazioso.
Pbl_ Boboutic 34
Coffee? Yes, please. How much sugar? Just a spoonful, thanks.
W_ boboutic.com T_ L. Scarpa
Michel Bergamo and Cristina Zamagni’s studioworkshop is located a few yards from Santa Maria Novella Station, in the heart of Florence. A large space where ideas are worked out, forms designed, colours chosen and yarns handled… where worlds are created. A lively milieu with a special atmosphere, in which colours are brightened by light. Clothing, photographs, colour charts, models and designs, lamps, yarns, magazines, catalogues and books, a leather sofa and a large table… then the kitchen, the perfect place where to relax and talk.
Un caffé? Volentieri. Quanto zucchero? Un cucchiaino grazie. Lo studio–laboratorio di Michel Bergamo e Cristina Zamagni si trova a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella, nel cuore di Firenze. Un grande spazio dove si macinano idee, si disegnano forme, si scelgono colori e si toccano fili… s’inventano mondi. Un ambiente vivo, dove la luce illumina i colori e si respira un’atmosfera speciale. Vestiti, foto, cartelle colori, modelli e disegni, lampade, fili, riviste, cataloghi e libri, un divano in pelle e un grande tavolo… poi la cucina, un luogo perfetto per distrarsi e parlare.
Coffee? Yes, please. How much sugar? Just a spoonful, thanks.
Un caffé? Volentieri. Quanto zucchero? Un cucchiaino grazie. Boboutic nasce nel 2001 dall’incontro di Michel e Cristina, designer lui, architetto e fotografa lei, che decidono di unire le loro diverse esperienze nella realizzazione di un guardaroba in maglia. Michel è cresciuto in una famiglia di sarti, ha nel sangue il senso di meticolosità della confezione degli abiti su misura. Cristina proviene dal teatro, ha lavorato con diverse gallerie e con l’Università prima di cominciare quest’esperienza. Quando si sono conosciuti hanno trovato subito un perfetto equilibrio creativo, punto di partenza del loro lavoro. Il primo progetto: venti costumi da bagno in maglia con grosse formiche e mosche disegnate a tratto leggero, tono su tono, con la Singer. Una sfida al buon gusto che si è trasformata in successo, in perfetto equilibrio tra esperienza e follia e nel finanziamento per la prima fiera a Parigi. Il progetto autoprodotto si sviluppa grazie a una ricerca assidua e profonda sul punto maglia, sulle tecniche di lavorazione tradizionali, sulle nuove forme e sui materiali, una ricerca sempre protesa in avanti nel rispetto della tradizione. Presente a Parigi al salone Tranoi Femme da due anni, Boboutic conta oggi una sessantina di punti vendita fra le più belle boutique. Completamente realizzato in Italia, è un esempio della perfetta sintesi di creatività e competenza, che grazie all’alta qualità perseguita e alla particolarità delle forme promette di ritagliarsi uno spazio sempre più consistente sul mercato internazionale. Un caffé? Volentieri. Quanto zucchero? Un cucchiaino grazie.
BO BOU TIC
Boboutic was born in 2001 when Michel , a designer, and Cristina, an architect and photographer, first met and decided to merge their different experience and realise a line of knitwear. With a family of tailors as a background, Michel has the inborn meticulous care required to make clothing to measure, whereas Cristina’s theatre and university background enabled her to work for various galleries before starting this experience. After they met they soon found a perfect creative consonance, the starting point of their work. Their first design: twenty knitted bathing costumes for Singer, decorated with big ants and flies, in light strokes and matching colour tones. In perfect balance between experience and madness, it was a challenge to good taste which turned into a success and earned the two stylists the financing of their first Paris exhibition. The project development relies on their painstaking research on stitches, traditional knitting techniques, new forms and materials, a research that looks ahead but is at the same time respectful of tradition. Boboutic was exhibited in the last two editions of Tranoi Femme showroom, and has today something like sixty shops among the most beautiful in the world. Boboutic is entirely manufactured in Italy, an example of how the perfect merging of creativity and competence, combined with high quality and the peculiarity of forms, will doubtless gain more and more ground in the international market. Coffee? Yes, please. How much sugar? Just a spoonful, thanks.
www.24-7suits.com
Pbl_ ‘S Max Mara
ph: Max Farego
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T_ L. Scarpa
Max Mara, una rivoluzione nel mondo della donna e della moda. 1951. Achille Maramotti fonda Max Mara e anticipa l'idea del prêt-à-porter con modelli in grado di conquistare il mercato e collezioni innovative che diventano la rappresentazione di una nuova immagine della donna. Da allora il Gruppo Max Mara si è arricchito di ventitre differenti collezioni. 1999. Nasce ‘S Max Mara dalla volontà di creare una linea sofisticata ma informale, un prodotto raffinato e confortevole, al tempo stesso una sfida alle nuove tecnologie. Per una donna che sia sempre in movimento, dinamica e attiva, senza mai rinunciare all’eleganza. 2008. Una nuova icona si affaccia all’orizzonte: dopo il cappotto, un nuovo capo in grado di identificare la filosofia di Max Mara e raccogliere in sé tutti i tratti distintivi della linea ‘S.
Design, intelligenza, ironia, praticità e bellezza. Un’idea che esce da una scatola nera, misteriosa (adottata come packaging) e si concretizza in un piumino nato dal desiderio di creare un capo senza tempo, capace di valorizzare le caratteristiche di chi lo indossa. La profonda ricerca a livello tecnologico e stilistico, combinata alla grande professionalità produttiva di Max Mara, ha permesso lo
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Max Mara, a revolution in the world of women and fashion. 1951. Achille Maramotti founded Max Mara and foreran the idea of ready-to-wear clothing with models that achieved great success on the market, and innovative collections that profoundly renewed the woman image. Max Mara Group has since then enriched its production with 23 different collections. 1999. ‘S Max Mara was born with a view to creating a sophisticated but informal line, featuring refined, comfortable products, a challenge to new technologies. A line for dynamic women who are always on the go but never renounce elegance. 2008. A new icon appears: after the brand’s coat, a new item that embodies Max Mara’s philosophy and combines all the distinctive features of the line ‘S.
sviluppo di questi modelli simbolo della modernità del lusso: piumini interamente trasformabili ed adattabili alle diverse esigenze, destinati a donne in movimento ed in continua evoluzione. Le giacche, ultraleggere ed estremamente confortevoli, sono realizzate con quello che viene considerato il cashmere della piuma d’oca, il piumino d’oca Siberiana; i tessuti sono utilizzati in esclusiva mondiale, realizzati appositamente per questo progetto e mai utilizzati in precedenza. Tre sono i diversi modelli disponibili, più due gilet da abbinare. Per accompagnare questi preziosi capi sono stati inoltre disegnati nove accessori in pelliccia. Il conto alla rovescia è cominciato, la rivoluzione continua. Da luglio nei punti vendita Max Mara.
Design, intelligence, irony, practicality and beauty. An idea that springs from a mysterious black box (adopted as packaging), and takes the shape of a quilted jacket, conceived as a timeless item that has the power to enhance the silhouette of those who wear it. Technological and design research carried out in depth and welded with Max Mara’s great productive skills have led to models that stand for the modernity of luxury: entirely convertible duvets that can be adapted to various needs, for women always on the go and in constant evolution. The extralight, extremely comfortable jackets are realised in what is considered the cashmere of goose down, Siberian goose down; the fabrics they are made of are world exclusive, and have never been used before as they have specially been realised for this project. Three different models are available in combination with two waistcoats. Furthermore, nine precious fur accessories have been designed to match these valuable items. A new countdown has started for endless revolution to continue. For sale at Max Mara stores, starting from July.
Pbl_ Progetto 38
W_ progetto.mi.it T_ P. Vitale
PROGETTO, FURTHER PROPOSALS Progetto is once again ready to expand its activity by doubling the space of the Milan-based showroom, and turning the whole of a floor into an exclusive space devoted to fashion clothing. Partners Giancarlo Coltri, Paolo Smagliato and Diego Zorzi, experienced managers in the field of luxury accessories, have started a strategic collaboration with Giovanni Biagini, an outstanding figure in the world of fashion, who, besides having a multiyear experience in the fields of co-operation and sale of important clothing brands, has a profound knowledge of markets, products, prestigious clients and international buyers. Progetto has secured the distribution of important brands and new research lines like Fiorentini + Baker, A. Coba, Daniela Del Cima, Ines Marechal, GiuseppePatané, Meg Sasak and Trimapee. The new activity will enable Progetto to realise its expansion strategy without renouncing the pleasure of research and the discovery of new talents.
PROGETTO, FURTHER PROPOSALS Ancora una volta Progetto è pronto a espandere il proprio business: raddoppia lo spazio dello showroom milanese e un intero piano viene trasformato in salotto esclusivo dedicato all’abbigliamento fashion. I soci Giancarlo Coltri, Paolo Smagliato e Diego Zorzi, esperti manager nel campo degli accessori di lusso, hanno avviato una collaborazione strategica con Giovanni Biagini, nome noto nell’ambiente fashion con una pluriennale esperienza di cooperazione e vendita di importanti brands di abbigliamento e una profonda conoscenza dei mercati, dei prodotti e di prestigiosi clienti e buyers internazionali.
La partnership si è aggiudicata la distribuzione di importanti griffe e giovani linee di ricerca tra cui Fiorentini + Baker, A.Coba, Daniela Del Cima, Ines Marechal, GiuseppePatanè, Meg Sasak e Trimapee. Un nuovo business che attua la strategia di espansione di Progetto senza rinunciare al piacere della ricerca e della scoperta di nuovi talenti.
As the world of fashion evolves faster and faster, brands like Fiorentini + Baker realise extremely original projects and create footwear for those who seek distinction in a timeless, universal style. Drawing on the Italian footwear tradition, talented English designer Deborah Baker creates stylish and warm collections of shoes that are at once bold and sophisticated. The merging of the creative team’s different backgrounds leads to the production of film-echoing men’s and women’s footwear conceived for people who love fashion than can last in time.
Il mondo della moda corre sempre più velocemente e marchi come Fiorentini + Baker sviluppano storie dalla forte personalità, creando calzature per chi ama distinguersi nella ricerca di un gusto che non ha tempo né confini. È dalla interpretazione della designer inglese Deborah Baker: che, valorizzando la tradizione calzaturiera italiana, nascono collezioni di scarpe ricche di stile e calore, contemporaneamente ricercate e audaci.
Shoes and boots in high-quality materials, that bear the distinctive marks of handmade production; items that can kindle a romantic desire for a theatrical and markedly vintage taste, unique footwear that free creativeness obtains out of soft, aged leather. Magazines and the windows of worldrenowned shops have for some time given their attention and favour to the brand Hollywood stars are so partial to.
Fiorentini + Baker’s flagship store is located in the heart of Bologna, in central Piazza Aldrovandi, a warm and informal space where, among the men’s and women’s collections on display, accessories created by designers will also be found. The atmosphere of collaboration and warmth that pervades this eclectic space enhances its appeal and glamour, and is synonymous with style and integrity.
Dal connubio dei diversi background del team creativo, prendono vita calzature per uomo e donna, ricche di citazioni cinematografiche e pensate per coloro che ricercano un’estetica capace di durare nel tempo. Scarpe e stivali eccezionali nei materiali e assemblate secondo artigianali processi di produzione; prodotti capaci di accendere il desiderio romantico di qualcosa dal sapore teatrale e marcatamente vintage, calzature uniche che utilizzano solo morbida pelle invecchiata e libera creatività. Da tempo le riviste patinate e le vetrine dei negozi noti in tutto il mondo, dedicano attenzione e plausi al brand tanto amato dalle star di Hollywood .
E’ nel cuore di Bologna, nella centrale Piazza Aldrovandi che si trova il negozio fiore all’occhiello, di Fiorentini + Baker, uno spazio caldo e informale dove, tra le collezioni uomo e donna presentate, si possono trovare anche accessori creati da amici designers. In un clima di aperta collaborazione si avverte il calore che caratterizza questo spazio eclettico e lo rende maggiormente appetibile per il glamour a caccia di stile e di integrità.
W_ progetto.mi.it
W_ fiorentini-baker.com
Pbl_ Fiorentini + Baker
T_ P. Vitale
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Pbl_ Lyria 40
W_ lyria.it T_ A. D’Annibale
Lyria was born in 2002 from the merging of the great tradition of Lanificio F.lli Cerruti and Riccardo Bruni’s creativity. The Prato-based firm relies on an unconventional creative approach and avails itself of the method of production typically used in Biella. Bruni’s aesthetic research was from the very start rooted in Italian weaving tradition and characterised by the desire to propose timeless fabrics independent of all seasonal trends. Totally indifferent to the frenzy of great industrial companies, their production has succeeded in proving its originality; collection after collection, their fabrics have revived patterns belonging to tradition by employing up-to-date technical solutions and by offering a peculiar interpretation of modernity. Furthermore, Lyria’s proposals prove that their creative autonomy can be appreciated by the most innovative stylists in international fashion. Although the Firm’s production is to this day mainly addressed to the fields of fashion and clothing, fabrics for domestic use, interior design and fashion accessories have recently enriched it. Their rapid growth means that, besides being the natural development of Lyria’s objectives, they can meet the most varied demands of the market and at the same time interpret style in weaving in a more and more original way.
Pbl_ Lyria 41
Lyria nasce nel 2002 dall’incontro tra la grande tradizione del Lanificio F.lli Cerruti e la creatività di Riccardo Bruni. L'azienda pratese, forte di un approccio creativo non convenzionale, si avvale dell’impostazione tipica della produzione biellese. La ricerca estetica di Bruni, fin dagli inizi, è stata contraddistinta da un forte radicamento nella tradizione tessile italiana e dalla precisa volontà di proporre dei tessuti senza tempo, slegati da qualsiasi tipo di stagionalità. Un percorso produttivo distante dalle frenesie delle grandi realtà industriali in grado, collezione dopo collezione, di dimostrare una fortissima indipendenza dalle tendenze. Tessuti in grado di riprendere motivi appartenenti al passato, grazie all’impiego delle più aggiornate soluzioni tecniche e di offrire una peculiare interpretazione della modernità. Le proposte di Lyria sono inoltre diretta testimonianza di quanto una tale autonomia nel processo creativo possa essere apprezzata dagli interpreti più innovativi della moda internazionale. I tessuti destinati alla dimensione domestica, all’interior design e agli accessori di moda rappresentano invece una recente introduzione nella produzione aziendale, tuttora prevalentemente destinata al settore del fashion e dell’abbigliamento. In forte crescita essi costituiscono il naturale proseguimento dell’ambizioso percorso di Lyria, atto a soddisfare le più diverse esigenze del mercato ma al tempo stesso interprete di una cifra stilistica ogni giorno più autentica.
Pbl_ Jam Home Made
T_ R. Hanafusa
© Disney
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W_ jamhomemadeandreadymade.com
‘formal black’. In meno di un decennio, Jam Home Made & Ready Made è giunto a rappresentare il marchio numero uno di gioielli assai amati dai patiti della moda. Uno dei prodotti di rilievo è l’Cinderella Engagement & Marriage Ring. Un diamante da 0.2 carati montato su un anello di oro bianco placcato in rame con uno strato di vernice marrone; la vernice viene poi parzialmente grattata via in modo che l’anello sembri danneggiato. La placcatura e la verniciatura scompariranno per gradi in 30-40 anni. Il concetto del prodotto consiste nel suo rapporto con la durata della
vita matrimoniale di una coppia, verso la cui fine l’anello tornerà all’originale splendore dell’oro bianco, proprio come Cenerentola. Oltre ai gioielli e agli accessori, dall’anno scorso si è anche dato avvio alla produzione di borse e oggetti di pelletteria di piccole dimensioni denominati “Jam Home Made & Ready Made Non-Metal”. Jam Home Made & Ready Made è sempre rimasto fedele alla sua filosofia sin dagli esordi, sia per quanto riguarda i singoli prodotti che per gli effetti sonori negli interni del negozio. La rapida crescita del marchio dimostra che la ditta è stata in grado di trasmettere la sua filosofia al pubblico e di generare un profondo senso di gioia nei clienti.
© Disney
La storia di JAM HOME MADE è cominciata nel 1999. I loro gioielli e accessori originali e personalizzati hanno in breve tempo suscitato grande interesse e hanno consentito l’apertura del primo negozio l’anno seguente. Il nome del marchio JAM deriva da “jam session”, cioè una rappresentazione musicale improvvisata fatta da musicisti che si riuniscono a suonare; recentemente il termine è venuto ad indicare non solo musica jazz, ma anche musica e arte di vario genere incentrati su rappresentazioni fatte al momento, con arrangiamenti che mutano ogni volta a second dei tempi degli spazi a disposizione. Il concept del marchio è la proposta della intrinseca necessità di progettare gioielli e accessori come prodotti che sono intimamente collegati alla pelle umana. Jam suggerice che “l’autentico valore del design” ha talvolta origine da effetti psicologici che ci giungono per via subconscia più che dalle funzioni o dall’attrazione visiva esercitata dagli oggetti. Il loro Concept Design Work è pensato secondo un’ottica di progresso e di artigianalità, poiché esso si preoccupa anche di generare un profondo senso di gioia nel cliente. Stando alle loro parole, il primo negozio è effettivamente riuscito a creare un sentimento del genere nei clienti. Il concept del negozio era “bianco=da sposa”. Nel suo spazio privo di eco l’artista tedesco contemporaneo, Carsten Nicolai, ha creato onde sonore che costituiscono uno stimolo uditivo per gli ascoltatori. I prodotti disposti negli arredi del negozio sono invisibili, a meno che i clienti non si accuccino, o si
distendano o facciano improvvisi movimenti. I particolari meccanismi creati per l'allestimento del negozio sono immediatamente diventati un boccone ghiotto per le riviste di architettura. Inaspettatamente, Jam Home Made, in origine una linea da sposa, ha continuamente ampliato la sua attività negli anni successivi. Nel settembre 2003 è uscita la nuova linea “Jam Home Made”, gioielli di lusso per adulti, con prodotti dentro i quali è celato un diamante. Nel 2004 è uscita la linea per signore “Jam Ready Made”, il cui concetto consiste nel generare un senso di allegria e comfort. Alle fine di quello stesso anno il brand è stato ribattezzato “Jam Home Made & Ready Made” ed è uscita una linea di gioielli e accessori unisex. Il negozio principale si è spostato in una zona di grande importanza per la moda, Harajuku, per esser rinnovato nel 2005, e uno speciale negozio denominato “Jam Home Made & Ready Made Inlet” è stato aperto ad Ayoama nell’ottobre del 2006, dopo aver introdotto “Black Bridal”, una linea matrimoniale con un diamante nero che riflette l’immagine del
The history of Jam Home Made started in 1999. Their original and personal jewellery and accessories soon awakened great interest, and enabled them to open their first store the following year. The brand’s name, JAM, derives from ‘jam session’, an improvised musical performance in which musicians gather and play. The name has recently come to stand not only for jazz but also for music and art of various kinds, focusing on impromptu performances differently arranged each time according to the space and time opportunities offered. The brand’s concept is ‘the proposition of the intrinsic necessity primarily of designing jewellery and accessories as products that are intimately associated with the human skin’. What they suggest is that ‘the authentic value of design’ sometimes originates from psychological effects that we receive subconsciously rather than from its functions or visual attractiveness. Their Concept Design Work is conceived in progressive terms of craftsmanship, and it is also concerned with generating a deep sense of joy in customers. They believe that their first store has actually succeeded in giving customers this feeling. The concept of the store was ‘white=bridal’. In its anechoic space sound waves were developed by
German contemporary artist Carsten Nicolai, who stimulated the listeners’ hearing. The products arranged in the store’s fixtures cannot be seen unless customers crouch, stretch themselves or suddenly move. The remarkable gismos created by the store design have easily become the toast of architecture magazines. Unexpectedly, JAM Home Made, which was a bridal line at the start, have been expanding their activity ever since. The new line ‘JAM HOME MADE’ was released in September 2003, with luxury jewellery consisting in products for adults in which diamonds are hidden. The ladies’ line ‘JAM Ready Made’ was released in 2004, and its concept consists in generating a sense of cheerfulness and comfort. The brand was renamed ‘JAM HOME MADE & READY MADE’ later that year with the release of a line of unisex jewellery and accessories. The flagship store later moved to a major fashion area, Harajuku and was renewed in 2005, and a special store called ‘JAM HOME MADE & READY MADE INLET’ was opened in Aoyama in October 2006, after they introduced ‘BLACK BR DAL’, which is a bridal line with a black diamond reflecting the image of ‘formal black’. In less than a decade, JAM HOME MADE & READY MADE has come to stand for the one renowned jewellery brand for fashion lovers. One of their notable products is CINDERELLA ENGAGEMENT & MARRIAGE RING. 0.2 ct diamond on a white gold ring plated with copper and coated with brown paint. The paint is then partially peeled off so that the ring looks partially damaged. The plating and coating will gradually go off, perhaps in 30 or 40 years’ time. The concept of this product consists in linking the ring to the time of people’s marriage life, so that by the end of a couple’s life the ring will be back to its original look, just like Cinderella.Besides jewellery and accessories, they have also started producing bags and small sized leather goods called ‘JAM HOME MADE & READY MADE NON-METAL’ since last year. JAM HOME MADE & READY MADE have always stuck to their philosophy since the very beginning, from every single product, to the interior or sound effects realised at stores. The rapid growth of the brand proves that they were able to convey their philosophy and to generate a deep sense of joy in the heart of customers.
w w w. s t ep hen. it
Pbl_ U-Ni-Ty 44
U-NI-TY è la nuova eleganza d’avanguardia e l’espressione d’un lusso perfetto con la distinzione dei capi unici fatti in sartoria. La collezione F/W 2008 di U-NI-TY trae la sua ispirazione dalla documentazione fotografica della polizia di Sydney degli anni ’30. È la storia di una città in costruzione, all’inizio del secolo, pervasa dal crimine e dal proibizionismo. Le annotazioni e le indagini degli investigatori ci presentano un quadro fatto di arresti e scene criminali cupe e violente che rivelano dettagli storici e sociali di quell’epoca.
w_ johnsmedley.com
Settantacinque anni di esperienza nell’utilizzo del pregiato cotone Sea Island confermano John Smedley ai vertici della maglieria d’alta qualità. Pochissime aziende al mondo sanno lavorare questa fibra esaltandone le qualità, la sua lunghezza e la sottigliezza in particolare. Originariamente coltivato sulle coste della Georgia, il Sea Island Cotton viene filato delicatamente, attraverso diversi passaggi, e poi tinto, per affrontare ben 35 processi di lavorazione che portano al prodotto finito. Per l’AW 08/09 l’azienda ripropone la linea di maglieria JOHN SMEDLEY ONE, nuovo classico della casa inglese completamente priva di cuciture. Dal suo lancio nel 2006, è l’unica al mondo prodotta secondo questo speciale procedimento in grado di garantire una vestibilità “assoluta”, una silhouette perfetta ed una linea creata come se fosse scolpita sul corpo da un unico leggerissimo filo di cotone. Una tecnologia e una leggerezza della quale, al di fuori dei confini giapponesi, John Smedley è l’unico produttore a conoscere il segreto.
John Smedley’s seventy-five-year experience in the use of valuable Sea Island cotton has earned the firm a reputation as leading manufacturers of high-quality knitwear. Very few firms in the world can process the fibre and enhance its qualities, its length and thinness in particular. Originally farmed on the coasts of Georgia, Sea Island cotton is delicately spun into yarn following complex techniques; it is then dyed before going through 35 different processing operations that lead to the finished product. For the AW season 2008-2009 John Smedley proposes a renewed, completely seamless edition of its classic line of knitwear, ‘JOHN SMEDLEY ONE’. Since it was launched in 2006, the line has been manufactured by a special technique which, while leading to an impeccable fit of the items, creates a perfect silhouette, as if each garment were ‘sculpted’ on the body by just one very light cotton thread. Outside Japan, John Smedley are the only manufacturers who know the secret of such a technique with such a lightweight quality.
T_ P. Vitale
E sempre in vista della prossima stagione invernale arrivano sul mercato nuovi accessori quali sciarpe, guanti e cappelli realizzati a maglia, con colori accesi e pattern che si abbinano alle collezioni di maglieria. Per l’uomo è previsto un sapore classico e da abbinare all’abito elegante, per la donna guanti lunghi dal gusto retrò riportano al glamour degli anni ‘40 mentre fantasie a rombi e principe di Galles ricordano il caldo stile college dell’Ivy League. Per un classico che continua a rinnovarsi.
As next Winter season approaches, John Smedley propose new accessories, such as knitted scarves, gloves and hats in brilliant colours and patterns that match the knitwear collections. While men’s classic and preppy overtones are matched to smart suits, women’s retro-taste long gloves recall the glamour of the ‘40s, whereas diamond, and Prince of Wales check patterns are reminiscent of the warm college style of the Ivy League. John Smedley, a classic that keeps renewing itself.
Pbl_ John Smedley 45
Art_ Intro 47
Le immagini che ritraggono l'interno di Palazzo Mangilli Valmarana appartengono al progetto fotografico realizzato e concepito da Lorenzo Vitturi per la Fondazione Claudio Buziol; un segno contemporaneo è stato inserito all'interno di un contesto caratterizzato da un'architettura classica ad enfatizzare il concetto di "Fondazione" e della sua sede come cornice/contenitore di eventi artistici.
Art_ Fondazione Claudio Buziol 48
T_ A. D’Annibale
La forza di un sogno è stato ciò che ha permesso a Claudio Buziol di intraprendere da giovanissimo l'avventura imprenditoriale di Fashion Box e di trasformare "Replay" da semplice idea in una delle più importanti realtà della moda e del casualwear. Sulle tracce di un percorso professionale contraddistinto da una grande attenzione verso la creatività giovanile, la Fondazione Claudio Buziol intende sostenere iniziative e progetti che supportino i giovani nel loro itinerario artistico e formativo, offrendo loro occasioni di visibilità, espressione artistica e concrete possibilità di realizzazione professionale dei loro sogni. Lo scorso 12 Maggio, a Venezia, è stata inaugurata la nuova sede della Fondazione, Palazzo MangilliValmarana; edificio costruito nel 1751 da Antonio Visentini, fu dimora di Joseph Smith, collezionista d'arte, mecenate e protettore del Canaletto. L'attività della Fondazione Claudio Buziol è volta alla valorizzazione dell'espressione della creatività nelle diverse discipline artistiche e di comunicazione: video, fotografia, grafica, design, fashion, interactive, musica, scrittura, ecc. Essa è presieduta da un Consiglio di Amministrazione, espressione della famiglia Buziol e della società Fashion Box. La sua direzione artistica è affidata a Renzo Di Renzo che si avvale della collaborazione di un comitato scientifico coordinato da Giorgio Camuffo e composto da Angelo Flaccavento, Martino Gamper e Andrea Lissoni. Lo scorso anno è stata istituita la Cattedra "Claudio Buziol", attivata per il triennio 2007-2010 presso il Corso di Laurea in Design della Moda della Facoltà Iuav di Venezia e assegnata a Maria Luisa Frisa, Direttrice del corso. Essa rappresenta un'azione congiunta della Fondazione e dell'Università Iuav a sostegno della formazione di nuovi creativi nel settore del fashion design nonchè un omaggio del mondo accademico al grande imprenditore italiano. Dopo la prima edizione dedicata al mondo della moda, prosegue inoltre il concorso "A Box of Dreams": l'edizione di quest'anno, suddivisa in tre grandi categorie (fashion, art, design) invita i partecipanti a presentare dei progetti innovativi, a prescinde-
re dalla loro applicazione, nell’intento di privilegiare la capacità visionaria degli artisti e le loro idee piuttosto che la loro preparazione tecnica. La Fondazione ha anche lanciato un nuovo sito internet www.fondazioneclaudiobuziol.org, una vera e propria piattaforma interattiva, che rappresenta un’autentica finestra sulla creatività giovanile, suddivisa in tre grandi sezioni (Gallery, Blog, Attività). Nella Gallery, in particolare, è possibile pubblicare i propri lavori, beneficiando dei contributi critici di prestigiosi visiting curator che periodicamente visiteranno il sito. La Fondazione, oltre a proseguire il suo impegno sociale con i suoi continui contributi nell'ambito ospedaliero e il sostegno di progetti formativi in due scuole nel sud dell'India, intende creare rapporti di collaborazione con alcune delle più importanti realtà universitarie, a livello internazionale, di Arte, Grafica, Design sostenendone l’attività attraverso l'assegnazione di borse di studio per gli studenti. All'interno delle sue sedi sono inoltre messi a disposizione alcuni spazi-studio da destinare agli artisti richiedenti e selezionati dal comitato scientifico (per un periodo di tre mesi) per lo sviluppo di un progetto specifico. Ad inaugurare l'attività di sono stati chiamati Nico Vascellari e Luca Trevisani, due degli artisti più interessanti della nuova generazione, cui seguiranno poi, a gennaio 2009, due presenze “eccentriche” una compositrice cinese, e una pittrice americana dissociata.
The images that illustrate the interior of Palazzo Mangilli Valmarana are drawn from the photographic project conceived and realised by Lorenzo Vitturi for the Claudio Buziol Foundation. The classic architectural style of the general context was added with a present-day element to emphasise the concept of ‘Foundation’ and of its seat as a frame and container for artistic events.
It was the ‘power of a dream’ that enabled Claudio Buziol, when still a very young man, to undertake the adventure of Fashion Box and to turn what was a mere idea like Replay into one of the most important activities in fashion and casual wear. With a view to enhancing the creativity of young talents, Claudio Buziol Foundation aims to support such initiatives and projects as may see young creators through their formative and artistic evolution, to offer them opportunities to make themselves known and express their artistic talent as well as concrete chances to professionally fulfil their dreams. On May 12th last the new seat of the Foundation was inaugurated in Venice in the premises of Palazzo Mangilli-Valmarana. Built in 1751 by Antonio Visentini, the building was the mansion of Joseph Smith, an art collector, a patron of the arts and of Canaletto in particular. Claudio Buziol Foundation’s target consists in favouring the expression of creativity in different fields of art and communication: video, photography, graphics, design, fashion, interactive, music, writing, etc. The Foundation is managed by a Board of Directors representing the Buziol Family and Fashion Box Company, while Renzo Di Renzo, the Foundation’s artistic director, avails himself of the collaboration of a Scientific Board co-ordinated by Giorgio Camuffo and composed of Angelo Flaccavento, Martino Glamper and Andrea Lissoni. Last year the Chair ‘Claudio Buziol’ was established within the framework of the Course for the Degree in Fashion Design of Iuav University – Venice, and assigned for the triennium 2007-2010 to Maria Luisa Frisa, the Director of the Course. The Chair is a joint initiative of the Foundation and of Iuav University to support the formation of new creators in the field of fashion design and a homage of the academic world to the great Italian fashion entrepreneur. After a first edition devoted to the world of fashion, this year’s edition of the competition “A Box of Dreams”, divided into three great sections: fashion, art and design, demands that contestants present innovative projects, regardless of their feasibility, with a view to favouring the artists’ ideas and visionary power rather than their technical skills. The Foundation has also launched a new internet site (www.fondazioneclaudiobuziol.org), a real platform for interaction and a window on young people’s creativity, subdivided into three great sections (Gallery, Blog, Activities). Young creators can, in particular, publish their works in the Gallery and take advantage of the critical contributions of prestigious visiting curators who will now and then visit the site. Besides its continuing social commitment in the funding of hospitals and the support of the educational projects of two schools in the south of India, the Foundation now wants to create collaboration links with some outstanding international universities by supporting their activities in the fields of Art, Graphics and Design through awards for students. After being selected by the Scientific Board, artists can on request be afforded spaces which can be used by
way of workshop for a three-month period to develop specific projects. Nico Vascellari and Luca Trevisani, two of the most interesting artists of the new generation, have been chosen to inaugurate the artist-in-residence activity. These will be followed in January 2009 by two ‘eccentric’ participants, a Chinese composer and a dissociated American artiste.
Dalla fine di Giugno fino ai primi di agosto 2008 vanno in scena, presso Palazzo Mangilli-Valmarana, i workshop di "Pause" con alcuni dei più importanti protagonisti della creatività contemporanea; in una vera e propria "officina creativa" i partecipanti ai workshop (aperti a tutti ma a numero chiuso) potranno lavorare al fianco di artisti e professionisti affermati, secondo la metodologia del "learning by doing". From the end of June to the beginning of August 2008, the workshops of ‘Pause’ will be opened at Palazzo Mangilli-Valmarana, with some of the most important creative protagonists from the contemporary scene. Entrants for workshops ( for which everybody can apply, but to which only a limited number of creators are admitted) can work in a true creative workshop side by side with successful artists and professional men, following the method of ‘learning by doing’. Experimental Jetset 23-27 Giugno www.experimentaljetset.nl www.myspace.com/jetsetexperimental Guido Scarabottolo 25-27 Giugno www.scarabottolo.com Matali Crasset 7-10 Luglio www.matalicrasset.com www.myspace.com/matalicrasset Casey Reas 7-11 Luglio www.reas.com Andrea Molino 7-11 Luglio www.andreamolino.net Adam Broomberg e Oliver Chanarin 21-25 Luglio www. choppedliver.info Anthony Burrill 21-25 Luglio www.friendchip.com Per maggiori informazioni e aggiornamenti sulle date dei workshop e per scoprire come aderire, vi invitiamo a visitare il sito: www.fondazioneclaudiobuziol.org A Settembre, in collaborazione con l'Università IUAV di Venezia, Fast Forward Festival, Teach Me. For further information concerning workshops and their possible updating or to discover how to apply, please visit the site:www.fondazioneclaudiobuziol.org In September the Fast Forward Festival, Teach Me, will be held in collaboration with IUAV University, Venice.
P_ Lorenzo Vitturi
Art_ Fondazione Claudio Buziol
W_ fondazioneclaudiobuziol.org
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Art_ Giuseppe Vaserta 50
W_ vicaserta.com
GIUSEPPE CASERTA Dal 15 Gennaio al 3 Marzo 2008, l'Associazione Culturale Lazzari ha ospitato presso le sue sedi la mostra "Mediterraneo" di Giuseppe Caserta. Giuseppe Caserta nasce a Belpasso (Catania), il 10 Luglio del 1916. Si trasferisce a Torino nel 1946 e successivamente a Mendrisio (Svizzera), nel 1963. Inizia la sua carriera lavorativa come sarto e presto diventa un apprezzato stilista nel settore dell'abbigliamento. Sin dall'infanzia manifesta interesse per il disegno e studia le tecniche pittoriche da autodidatta, dimostrando una buona padronanza nell'uso di olio su tela, cere e tecniche miste. L'amore per la pittura sarà una costante di tutta la sua vita e lo porterà ad una produzione che complessivamente supera le 140 opere. Gli ultimi disegni a pastelli colorati precedono di pochi giorni la sua morte, avvenuta a Lugano, nel Dicembre 2003. La sua riservatezza fu tale da mantenere le sue opere sempre relegate alla sfera personale, tanto che non è stata allestita alcuna
mostra in vita e le sue opere sono state qui esposte in pubblico per la prima volta. From January 15th to March 3rd 2008 Lazzari Cultural Association opened its premises to the exhibition “Mediterraneo” by Giuseppe Caserta. Born at Belpasso (Catania) on July 10th 1916, Giuseppe Caserta moved to Turin in 1946 and to Mendrisio (Switzerland) in 1963. After starting his work career as a tailor, he soon became a renowned stylist in the field of clothing. As a child he showed great interest in drawing and painting techniques which he studied on his own, and soon achieved a good command of oil painting on canvas, waxwork and mixed techniques. His lifelong love for painting has led to the creation of over 140 works. His last colour pastel drawings were made few days before he died in Lugano, in December 2003. Giuseppe Caserta’s works were displayed at Spazio Lazzari for the first time; in fact, his modesty led him to consider his own creations as belonging to a strictly personal domain, so much so that no exhibition was held during his lifetime.
Art_ Roberto Fontana T_ Renato D’Antiga
ROBERTO FONTANA Il corpo nella contemporaneità si è ormai trasformato in un fonema ricco di suoni ma privo di senso, ossia di quella verità, seppur contingente, che lo determina in quanto esistente. D'altronde, come insegnava il mistico persiano Sharani, sono scomparse le verità delle cose e sono rimasti i loro nomi. Nella neosecentesca pittura di Roberto Fontana il corpo è effigiato in un lento movimento dissolvente che lo conduce verso quella putrescenza che infine lo nullifica. Infatti, la dispersione del tutto nell'infida molteplicità quotidiana spalanca le porte al tragico confronto con la morte in quanto non essere. La superficie del corpo è il luogo di un conflitto dialettico che lo
supera, lo oltrepassa, creando il passato attraverso l’attualizzazione di ciò che diviene, senza poter cogliere l'essenza di ciò che è... Il corpo putrescente è il movimento della vita che procede inesorabilmente verso quel mutamento ontologico che avrà senso unicamente nella staticità della morte. Anche la morte partecipa del movimento della vita, prima di raggiungere lo stato di quiete. Essa ha sempre accompagnato il corpo fin dalla sua nascita ed è sempre stata brutalmente emarginata dalla cosmesi dell'illusione vitalistica. Per cogliere l'infinito senso del tutto bisognerebbe fuggire dal flusso del divenire che la brutale caduta nel tempo ha provocato all'intera umanità, altrimenti il linguaggio del corpo si rivela privo di quel referente archetipico che diviene il significante del suo significato. La tecnica oggi ha dato una miriade di significati al corpo, assegnandogli un destino ben preciso, interamente estraneo alla riflessione dell'estetica, perchè ormai dissolto nell'esteriorizzazione dispersiva. La tecnica ostacola il ritorno al senso originario del corpo. Essa, essendo fondata sul principio di non contraddizione, impedi-
sce di raccogliere la frammentazione dell'essere attraverso un pensiero unificante, col quale interiorizzerebbe l'archetipo come elemento ontologico necessario per la vita. In present-day life the body has been turned into a phoneme echoing with sound but devoid of meaning, that is lacking the truth that, however contingent, makes it an existing entity. On the other hand, as the Persian mystic Sharani held, the truths of things have disappeared and only their names are left. In Roberto Fontana’s neo-XVII century painting, the body is represented in a slow dissolving motion that leads it to nullifying putrescence. In fact, the dispersal of the whole into day-to-day deceptive multiplicity clears the way for a tragic conflict with death conceived as non-being. The surface of the body is the scene of a dialectic conflict which transcends and surpasses it while giving life to the past through the actualisation of what it becomes, but is unable to grasp its essence… The putrefying body is the motion of life on its
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inexorable way to an ontological change whose meaning will be accomplished only in the stillness of death. Also death partakes in life’s motion before it achieves quietness. Death has accompanied the body since its birth, although it has always been brutally set aside by the cosmetics of vitalistic illusion. To grasp the infinite meaning of the whole we should shun the flux of becoming that men experienced due to their brutal fall into time, otherwise the language of the body would prove to lack the archetypal referent that becomes the bearer of its meaning. Through technology the body has today taken on countless meanings, and has been urged on towards a destiny which has nothing in common with aesthetic reflection, for it has dissolved in dissipating exteriorisation. Technology is a hindrance to the recovery of the body’s original meaning. Based on the principle of non contradiction, technology prevents unifying thinking from recomposing the fragmentation of being, through which the archetype, as an ontological element necessary for life, would be internalised.
Art_ Sean Mcginnis 52
T_ A. D’Annibale W_ mcginnis.fr
Spazi pubblici e privati, dismessi o abitati quali case, negozi riprendono vita sotto le “tessiture” di colore operate dalle pazienti mani di Sean McGinnis.
Le sue “String Installation” sviluppano il concetto della tridimensionalità attraverso il gioco di ripetizione delle linee nel disegno delle diverse forme.
Inhabited or disused public and private spaces such as houses and shops are brought back to new life through the colour textures realised by Sean McGinnis’s patient hands.
His long collaboration with the fashion firm Casey-Vidalenc has enabled McGinnis to rediscover materials like thread and string, and to choose the latter as his favourite one.
L’artista americano, cresciuto nel Kansas e formatosi ad Hays in Arizona, dove ha cominciato il suo percorso professionale, è attivo a Parigi dal 1997. Entrato in contatto con nuovi materiali e realtà creative, Sean ha deciso di incentrare la sua ricerca sulla fusione dell’arte contemporanea con l’utilizzo, in senso artistico, di oggetti comuni da lui ritrovati. Grazie ad una lunga collaborazione con l’atelier di moda Casey-Vidalenc, McGinnis ha riscoperto l’utilizzo del filo e della corda, individuando in quest’ultima il suo materiale di riferimento.
Migliaia di metri corda corrono, si incrociano, ripetendo le stesse traiettorie e generando volte, archi e spirali, senza mai dare luogo allo stesso motivo.
Bred in Kansas and apprenticed in Hays, Arizona, where he started his professional career, the American artist has been working in Paris since 1997. After becoming familiar with new materials and creative domains, Sean decided to focus his research on the merging of contemporary art with the artistic exploitation of common use objects he himself finds.
His preference for ordinary spaces and his faith in the importance of the artistic gesture, which may be to the disadvantage of the artist’s fame, have enabled him to become an outstanding figure on the contemporary artistic scene, so much so that, over the past few years he has presented countless temporary and permanent installations both in France and in Europe. His String Installations develop the concept of three-dimensionality by playing on the repetition of lines in the design of different forms.
La sua preferenza per gli spazi ordinari e la convinzione dell’importanza del gesto artistico, a discapito della notorietà stessa dell’artista, gli hanno permesso di mettersi molto presto in luce nel panorama artistico contemporaneo. Numerose installazioni di tipo temporaneo e definitivo sono state infatti presentate negli ultimi anni sia in territorio francese che Europeo.
Thousands of metres of string run and intersect, repeat the same trajectories and generate vaults, arches and spirals, without ever repeating the same motif.
Report from NY_ New Museum 54
T_ C. Tonon
"Tomma Abts" in mostra fino al 29 di Giugno "After Nature" in mostra dal 15 di Luglio al 21 di Settembre 2008 “Tomma Abts” on view through June 29 “After Nature” on view from July 15 through September 21, 2008
Fondato nel 1977, il New Museum è il primo ed unico museo di arte contemporanea a New York. Dopo la recente inaugurazione della nuova sede sulla Bowery, che di sicuro non passa inosservata, viene ora considerata la destinazione per nuove idee e nuova arte. Posizionato in mezzo ad una serie di edifici di piccola-media dimensione, il New Museum svetta con i suoi oltre 50 metri. Camminando lungo la Bowery, o risalendo lungo Prince Street, da ovest di Manhattan, i visitatori non possono fare a meno di notare l'impressionante palazzo, composto da una pila irregolare di sei "scatole" rettangolari.
che ha dominato la scena della pittura contemporanea nell'ultimo decennio"
Report from NY_ New Museum W_ newmuseum.org
After Nature Così sarà intitolata la prossima mostra curata da Massimilano Gioni, DIrettore di Mostre Speciali, Italiano ma trapiantato a New York. After Nature ci offrirà una visuale sul futuro del nostro pianeta come landa allo stato selvaggio e di rovine. La mostra riunirà, oltre ad artisti contemporanei del calibro del nostro Maurizio Cattelan e Pawel Althamer, figure esterne al mondo dell'arte quali registi e scrittori.
55
Attualmente in esposizione Vale la pena menzionare la prima personale negli Stati Uniti dei dipinti dell'artista tedesca Tomma Abts, ora residente a Londra, alla quale nel 2006 è stato conferito il Turner Prize, uno dei premi più prestigiosi nel mondo dell'arte contemporanea. Le sue opere sono state descritte come "un antidoto all'ormai saturo mondo del figurativo Founded in 1977, the New Museum is the first and only contemporary art museum in New York City. With the inauguration of their brand new eye-catching building on the Bowery, a few months ago, the New Museum is now the destination for new art and new ideas. Amidst a cluster of relatively small and mid-sized buildings, the New Museum rises 174 feet above street level. As visitors approach the Bowery or from the west along Prince Street, they encounter the building as a dramatic stack of six rectangular boxes. Currently on show Worthy of mention is the first major U.S. presentation of paintings by German born but London based Tomma Abts, recipient of the 2006 Turner Prize, one of the most prestigious honors in the contemporary art world. Her work has been called ‘an antidote to the florid figuration that has dominated the contemporary painting scene for the last decade’. After Nature Is the title of the upcoming exhibition curated by Massimiliano Gioni,
Director of Special Exhibitions, Italian transplanted in New York. After Nature will compose a picture of our future as a landscape of wilderness and ruins. Combining outsider figures, filmmakers, writers, and contemporary artists, the exhibition will include work by Pawel Althamer and our own Maurizio Cattelan, among others.
Report from Kyoto_ Bloc 56
T_ R. Hanafusa
Nel bel mezzo di una bella e antica città come Kyoto sorge un edificio completamente nero: si tratta di BLOC, il mondo della moda ai massimi livelli. A chi guardi dall’esterno non è dato di vedere l’interno del negozio, forse perché tale vista è il premio che spetta soltanto a coloro che scelgono di entrarci.
Right in the middle of a beautiful ancient city like Kyoto there is a building totally painted in black: it is BLOC, the world of high quality men’s fashion. Viewers are denied the sight of the shop’s interior from the outside, maybe because seeing the inside is a reward only for those who choose to go in.
Proprio isolandosi dal mondo esterno BLOC è riuscito a creare un’atmosfera tutta sua per gli amanti della moda. Nel suo spazio oscuro e misterioso ogni piano intelligentemente organizzato sviluppa un concetto diverso. Al Primo Piano, denominato EM, si trova una collezione di marchi di alta qualità per la casa, come ad esempio Rip Van Winkle, Lounge Lizard, Master Mind e altri, oltre ad accessori in argento e alle scarpe. Il Secondo Piano, denominato EM Import, ospita una esposizione di mobili antichi e i migliori marchi internazionali del momento, come Rick Owens, Kris Van Assche, Ann Demeulemeester, Veronique Branquinho ecc.
Just by isolating itself from the outside world BLOC has succeeded in creating an atmosphere of its own for fashion lovers. In its dark and mysterious space each ingeniously organised floor develops a different concept. On the 1st floor, called EM, there is a collection of high quality brands for the home, such as Rip Van Winkle, Lounge Lizard, Master Mind and others, in addition to silver accessories and shoes. The 2nd floor, called EM Import, displays antique furniture and the latest cool international brands, like Rick Owens, Kris Van Assche, Ann Demeulemeester, Veronique Branquinho and so on.
Il Terzo Piano, riccamente illuminato, contiene la combinazione dei due concetti WJK e Black. Black è uno spazio che presenta marchi altamente tecnici e sofisticati come Augusta, Guidi, +By Maurizio Amadei e Giorgio Brato, mentre l’altra metà del piano è dedicata al marchio WJK. Il tema del marchio è “Un oggetto veramente bello non cambia mai”; esso propone uno criterio nuovo che consiste nell’accoppiare materiali di buona qualità con la semplicità nel design. Proprio come ogni marchio alla moda continua a mandare messaggi al mondo, anche BLOC ha adottato lo stesso atteggiamento nei confronti dei suoi clienti. Dalla stagione Autunno-Inverno 2008-2009 BLOC ha avviato la produzione di un suo marchio, “N4”, incentrato sul tema “Evoluzione di un basic”. Il marchio ha implicato una ricerca a tutto campo sulla tradizionale tecnica minimalista giapponese, che è stata in definitiva compendiata in un tessuto. BLOC fa in modo che i visitatori lo osservino attentamente, e mentre lo fanno non possono non prevedere come nel prossimo futuro rilevanti sviluppi per la moda potranno partire da Kyoto.
The 3rd floor is a brightly lit area which combines two concepts of WJK and Black. Black is a space to introduce sophisticated highly technical brands like Augusta, Guidi, +By Maurizio Amadei and Giorgio Brato, whereas the other half of the floor is devoted to WJK Brand. The theme of the brand is ‘A really good thing never changes’; it proposes a ‘new standard’ which consists in using good quality materials and simplicity in design. Just as every fashion brand keeps sending messages to the world, BLOC have precisely the same attitude to their customers. From the 2008-2009 AutumnWinter season they have started producing a brand of their own, ‘N4’, which is focused on the theme ‘Evolution of a basic’. The brand has involved a thorough research on the traditional Japanese technique of minimalism that has been condensed into a cloth. BLOC makes you feel like keeping your eyes on it, and as you do so you can’t but anticipate that new developments in fashion can start from Kyoto in the near future.
Report from Kyoto_ Bloc 57
Pbl_ Red Wing Shoes 58
W_ redwingshoe.com T_ P. Vitale
W_ fattorek.eu
Comfort, qualità e resistenza, nonostante la forte espansione commerciale su scala mondiale, rimangono delle costanti delle calzature Red Wing: i modelli classici coniugano robustezza e stile con l’understatement della tradizione USA e arrivano inalterati fino ai giorni nostri grazie ad un’attenta gestione manageriale e alla cura di tutti i processi di lavorazione. Sette diverse fasi, dall’ispezione dei materiali al controllo finale, garantiscono ciascun paio prodotto dall’azienda, lo standard Oro sottolinea la qualità dei pellami e del lavoro artigianale, le nuove tecnologie impiegate ne esaltano il risultato.
RED WING, SOLIDITÀ AMERICANA Una storia di oltre 150 anni: Red Wing Shoe Company nasce e prende il nome dall’omonima cittadina della Mississippi Valley, in Minnesota e da piccolo negozio cresce fino a diventare una delle più grandi e rispettate manifatture al mondo di scarpe e stivali da lavoro. Fornitore ufficiale delle forze armate americane, fin dai primi del ‘900, il marchio attraversa due conflitti mondiali, supera la crisi del ’29, tanto da essere addirittura immortalato, negli anni ’50, nei disegni di Norman Rockwell e Les Kouba: è ormai mito, icona nazionale e un simbolo della prosperità americana.
Capaci di imporsi anche sul più raffinato mercato europeo pur conservando la solida estetica tipica americana, Red Wing Shoes rappresenta il “tributo allo spirito indipendente e alla ruvida natura dei lavoratori americani”. Oggi nuovi modelli, nuovi colori, pellami esclusivi, differenti suole impiegate, trattamenti antiacido e antigraffio permettono a Red Wing di continuare a servire i lavoratori di Corporate America secondo la migliore tradizione di affidabilità USA.
RED WING, AMERICAN STRENGTH A story that dates from over 150 years. Red Wing Shoe Company was born and took its name from the homonymous small town in the Mississippi Valley, in Minnesota, and grew in size from a small shop to one of the biggest and most renowned world industries of work shoes and boots. An official supplier of the US armed forces since the early XX century, the brand went through two World Wars and the 1929 crisis, and in the 1950’s was made immortal in Norman Rockwell’s and Les Kouba’s designs, by then a myth, a national icon and a symbol of American affluence. Despite its world-wide commercial expansion, comfort, quality and strength have been permanent features of Red Wing footwear, whose classic models combine strength and style with the understatement of USA tradition and are to this day unaltered thanks to the brand’s painstaking management and the care devoted to all the stages of production. Seven different phases, from the inspection of materials to final checking operations, guarantee each pair manufactured by the Firm, while the quality of leather and handmade work are underscored by the Gold standard and the results achieved are enhanced by the new technologies employed. Although they preserve their typically American robust style, Red Wing Shoes have been able to achieve success even in the most refined sections of the European market, and represent a ‘tribute to the spirit of independence and the tough nature of American workers’. Today new models, new colours, exclusive skins, the different soles they employ and the treatments that make their footwear unscratchable and acid resistant enable Red Wing to supply the workers of Corporate America with products in line with the best tradition of USA reliability.
W_ hoxitalia.it
The “old” washing technique gives the trousers a worn look, just as the hand-made tears emphasise their rugged character. If the women’s models come in a soft ribbed fabric, the short versions of Cargos are in gabardine micro canvas. The ‘coulisses’ at the waist and knee further increase the practicality for summer use of these Bermuda shorts which are proposed in plain colour, camouflage and different striped designs, check and floral, for the younger public.
Hox
T_ A. D’Annibale
Pbl_ Hox 59
The name ‘cargo’ is due to the great loading capacity of the side pockets of these trousers.
Cargo trousers made their appearance in the world of informal wear in England between the late Seventies and the early Eighties, and thanks to their practical side pockets and the softness of materials they soon entered the world of casual clothing and sportswear. The trousers drew on the models used in the ‘40s by the army’s paratroopers who needed to bring along countless accessories while keeping their freedom of movement. For a few years Cargo trousers have been among the summer proposals of the brand Hox, with models which preserve, both in the men’s and women’s versions, all of the typical features of these military-inspired trousers: from the triple seams borrowed from work wear, which guarantee high resistance, to the strong gabardine fabric they are made of.
I pantaloni Cargo fanno il loro ingresso nel mondo dell’abbigliamento informale in Inghilterra, tra la fine degli Anni '70 e i primissimi '80. Grazie alla grande praticità derivante dalle loro tasche laterali e dai tessuti altamente confortevoli, essi divengono presto parte integrante del casual e dello sportswear. L'ispirazione per questi pantaloni viene dai modelli impiegati negli anni '40 dalle truppe di paracadutisti dell’esercito e dalla particolare esigenza di questi soldati di avere sempre con sé numerosi accessori, senza però essere, in alcun modo, impediti nei movimenti. Da alcuni anni i Cargo fanno parte delle proposte estive del marchio Hox, con dei modelli che mantengono, sia nella versione maschile che femminile, tutti gli elementi tipici di questi pantaloni di derivazione militare:
dalle triple cuciture, in grado di garantirne un'elevata resistenza, ereditate dall'abbigliamento da lavoro, all'impiego di un corposo tessuto di gabardine. Il lavaggio “old” conferisce a questi capi un aspetto vissuto, così come le particolari rovinature del tessuto, tutte ottenute manualmente, confermano l'inequivocabile carattere di questi pantaloni. E se nella donna si sceglie di utilizzare un morbido tessuto a bastoncino, per le versioni corte dei cargo è stato invece preferito un microcanvas di gabardine. , poste all'altezza della vita e del ginocchio, sono motivo di ulteriore praticità nell’utlizzo estivo di questi bermuda, proposti in tinta unita, camouflage e in differenti motivi a righe, “check” e floreali, per un pubblico più giovane.
Il nome “cargo” si deve alla grande capacità di “carico” delle tasche laterali di questi pantaloni.
Pbl_ Woolrich 60
W_ woolrichwoolenmillsproduction.com T_ P. Vitale
Woolrich Woolen Mills, linea di abbigliamento maschile, nasce dalla reinterpretazione dell’outdoor americano adattato alle esigenze e funzionalità attuali. La passione per la tradizione manifatturiera americana, sviluppatasi storicamente attorno all’attività dei Mills, ha portato WP Lavori in Corso ad ideare una linea in cui i capi conservano il carattere autentico di ispirazione outdoor. Woolen Mills, black label del marchio Woolrich è disegnata da Daiki Suzuki, esperto dell’abbigliamento outdoor tradizionale americano e vincitore del “American GQ Awards” in qualità di Best New Menswear Designer del 2007.
Suzuki ha ideato capi che uniscono in un perfetto connubio standard industriali e dettagli manifatturieri Americani ad oggi quasi del tutto scomparsi, fin dalla prima collezione realizzata per l’A/I ‘06. Tessuti naturali e non trattati provenienti dai telai Woolrich, in Pennsylvania, dettagli funzionali legati alla ragione d’uso originale dei capi, lane secche e compatte, impermeabili e resistenti, tagliate per offrire un fit unico ed attuale senza rinunciare all’imperfezione intrinseca della sartorialità made in USA. Per la collezione Autunno-Inverno 2009 l’ispirazione è lo stile “caccia e pesca” degli Anni ‘20 e ’30, dove il sartoriale inglese attraversa l’oceano, si adatta ed entra nel “costume sportivo” U.S.A. Upland Jacket, must to have della collezione, è declinata in nuovi tessuti, velluti e lane, risultato di ricerche stilistiche in storici lanifici americani, che rendono i capi delle vere e proprie limited edition, dove i dettagli richiamano il rinforzo dei punti di usura dei capi caccia e pesca di inizio secolo; inoltre è proposta anche una selezione di total look dove camicie con collo da smoking in cotone
chambray, Ranger pant più formali e mountain pants in velluto con grandi tasconi sono i protagonisti quando abbinati agli accessori come cravatte e berretti rigorosamente in lana, con pattern della prima metà del XX° secolo come il Black & Red Herringbone, il Broken Herringbone e gli Shadow Plaids; immagini di tradizione, immortalate negli scatti dei celebri fotografi Larry Fink e Bill Owens. Le più autentiche scene di vita americane rivivono oggi nei capi Woolrich Woolen Mills apprezzati dai migliori retailers del mondo, come Bergdorf Goodman e Colette sino ai più importanti negozi multibrand d’Italia come Penelope ed Eral 55.
Woolrich Woolen Milss is a menswear brand, inspired by the American outdoor style but adapted to the current needs and functionalities. A passion for the American manufacturing tradition, which has historically developed around the Mills’ activity, has led WP Work in Progress to create a range of garments linked to the open air life. Woolen Mills, the black label of Woolrich, is designed by Daiki Suzuki, the winner of the americanGQAwards “BestNewMenswear Designer’ of 2007. Since his first collection in Fall-Winter 2006, Suzuki has created clothes which perfectly combine industrial standards with american manufacturing details, which have today almost completely disappeared. Natural organic fabrics from Woolrich looms, based in Pennsylvania, functional details connected to the original use of the items, wool fabrics dry and close-knit, long lasting and waterproof, cut to offer a unique and updated fit without lacking the inner imperfection of American sartorial items.
The Fall-Winter Collection 2009 is inspired by the hunt and fishing equipment of the 20’s and 30’s, when English sartorial style conquered the USA and became part of the leisure time. Upland Jacket, a must in the collection, is produced with new fabrics, velvet and wool varieties which are the result of a research carried out in American wool mills tradition, efforts that made the collection a real limited-edition, with details that recall the reinforcement of points subject to wear in early XX century hunt and fishing equipment. A total-look selection is also proposed, with shirts in chambray cotton featuring dinner-jacket collars, more formal Ranger pants and corduroy mountain pants with big pockets, which become outstanding as soon as they are matched to accessories like ties and woollen caps, in patterns with the first half of the XX century, like Black & Red Herringbone, Broken Herringbone and Shadow Plaids. Images that recall tradition, made immortal by the shots of t h e f a m o u s p h o t o g r a p h e rs L a r r y F i n k a n d B i l l Owens. Genuine American-style life scenes are today brought back to life by Woolrich Woolen Mills creations appreciate d by the best world retailers like Bergdorf Goodman and Colette, and by the most important Italian multibrand stores like Penelope and Eral 55.
VIA DEL BABUINO, 57, ROMA TEL: 063235346 MILANO OPENING SOON
© 2008 Tumi Inc.
WWW.TUMI.COM
Design_ Eugenio Perazza 62
T_ A. D’Annibale
Magis è nata 32 anni fa dall'ingegno e dalla determinazione di Eugenio Perazza. Quest’uomo, che oggi parla animatamente di fronte a noi senza smettere di trasmettere tutto il suo entusiasmo, è stato annoverato da Wallpaper al primo posto tra le 10 persone che nei prossimi anni cambieranno e influenzeranno di più la nostra maniera di vivere. A differenza di molti nomi illustri del design, Perazza non proviene da questo mondo e non vi è cresciuto. Diciamo piuttosto che vi si è avvicinato in punta di piedi e relativamente tardi. Ama dire di averlo fatto per “contrasto culturale”. Originario di Ceggia (Venezia) e non brianzolo ha infatti deciso di cominciare a “fare” design
giusto in contrapposizione al modo di lavorare delle industrie che lo circondavano, abituate più a copiare che a progettare. La svolta iniziale di Magis è avvenuta con la sedia X-Line di Niels Jorgen Haugesen, ma per il successo Eugenio Perazza ha dovuto attendere fino agli anni del suo incontro con Stefano Giovannoni e Jasper Morrison (1992-3). La sua è una rivoluzione fatta a colpi di nuove tecnologie (di Magis le prime sedie realizzate con la tecnica del gas-moulding di prima e seconda generazione), fatta di coraggio, di pazienza, di coerenza, ma soprattutto di grande fiducia nella progettualità. La produzione di Magis è stata pionieristica nell'utilizzo della plastica, se si pensa a quanto poche fossero, anche solo dieci anni fa, le aziende che impiegavano questo materiale. Del 1996 è lo sgabello Bombo di Giovannoni,
del 2000 l'Air Chair di Jasper Morrison. Del 2003 è la Chair_One di Konstantin Grcic, un modello che ha segnato una svolta epocale nell'azienda, grazie all'introduzione della pressofusione di alluminio: un progetto straordinariamente unico, una sedia “scheletrica”, fatta di tante faccette triangolari, dove i vuoti prendono il sopravvento sui pieni, caratterizzandone la qualità estetica.. Nel 2004 comincia l'avventura di Me Too, collezione interamente pensata per l'infanzia e del 2005 è la presentazione della Striped Collection dei fratelli Bouroullec. Sono davvero pochi a poter vantare delle collaborazioni così frequenti e continuative con i più grandi nomi del design mondiale.
Ma gli anni che viviamo ora sono diversi. Lo sono rispetto a quelli in cui Magis ha mosso i primi passi e lo sono soprattutto per la perdita di significato della parola “progetto”. Questi sono gli anni del Fast Designing, gli anni dei numeri e dei fatturati, delle qualità di progetto sempre più rare. Quello che però è chiaro è che c'è ancora spazio per aziende come questa. C'è ancora spazio per chi, come Eugenio Perazza, ha sempre creduto che i progetti di design debbano essere presentati solo se hanno una qualità, un senso e una giustificazione, ed è in aziende come questa che noi riponiamo piena fiducia per il futuro del design.
ph: Tom Sandberg
Magis was born 32 years ago, the outcome of Eugenio Perazza’s determined creativeness. This gentleman, whose lively talk still conveys boundless enthusiasm, is reckoned first in Wallpaper’s list of the ten people that will most change our lifestyle in the next few years. Unlike many famous designers, Perazza’s background was in no way connected with design, a world that he approached on tiptoe and relatively late in life. As he likes to say, his approach had the taste of a ‘cultural contrast’. Born in Ceggia (Venice) and not in Brianza, he decided to devote himself to design just to oppose the work style of the neighbouring industries, more accustomed to copying than to designing. The chair X-Line by Niels Jorgen Haugesen was the first turning-point for Magis, but Eugenio Perazza reached the peak of success only around 1992-93 when he met Stefano Giovannoni and Jasper Morrison. Perazza literally revolutionised production through the frequent use of new technology ( the first chairs realised by the technique of first and second generation gas-moulding were Magis’ creation), a revolution based on courage, patience, coherence and a deep faith in planning.
If just ten years ago very few firms used plastics in furniture, it will appear evident that Magis really led the way in this field. Then, in 1996, Giovannoni designed the stool Bombo, and Jasper Morrison created his Air Chair in 2000. When in 2003 Konstantin Grcic created Chair_One, the model marked a further turning point for the Firm thanks to the introduction of aluminium pressure die-casting: an extraordinary and unique project, a ‘skeletal’ chair, made up of countless triangular facets, where voids prevail over solids and give it a peculiar aesthetic quality… In 2004 Magis started the Me Too adventure, with a collection entirely created for children, while in 2005 it presented the Striped Collection by the Bouroullec brothers. Few firms can pride themselves on as frequent and continuing collaborations as Magis with the greatest world designers.
Unfortunately, we are now living in an age which is different to the one in which Magis started its activity, even because the word ‘project’ has failed to preserve its original meaning. This is the age of ‘Fast Designing’, of figures and sales, of increasingly lesser project qualities.
Design_ Eugenio Perazza W_ magisdesign.com
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However, there is still plenty of room in the market for firms like Magis, and for entrepreneurs who, like Eugenio Perazza, have always believed that design project feasibility is conditional to its quality, meaning and plausibility. It is firms like Magis that the future of design must rely upon.
Sfogliare 64
Pbl_ Ann Wood 66
Pbl_ annwoodhandmade.com Txt_ S. Szczepanek
L’opera creativa di Ann Wood, che vive e lavora a Brooklyn, New York, trova la sua origine e ispirazione nei tessuti antichi e vintage.
The creative genesis of the work of Brooklyn, New York based artist Ann Wood finds its inspiration in antique and vintage textiles.
L’artista è famosa per la sua raccolta di uccellini di squisita concezione e fattura, ciascuno dei quali “canta” - per così dire - con una sua vibrante personalità dovuta in gran parte alla cura scrupolosa con cui Ann Wood ha costruito ciascun pezzo dagli scarti di tessuto che ha trovato. La maggior parte dei tessuti vintage usati dalla Wood porta con sé il sapore del passato e il ricordo della persona a cui il tessuto è appartenuto un tempo, e questa sensazione di storia personale è di importanza basilare per l’artista, la quale afferma: “Provo una sorta di affetto e tenerezza nel rimettere in uso e ridare scopo a cose che sono state in passato oggetti personali gelosamente conservati”. L’esperienza professionale della Wood nel design, nella attrezzistica di scena per gli spot televisivi e per i film, l’ha preparata alla scelta della sua carriera che consiste nel fare opere d’arte uniche, quantunque i suoi lavori siano passati da dimensioni superiori al naturale alla miniatura. Ann Wood considera i suoi uccellini cuciti a mano come attori in un mondo teatrale miniaturizzato, un mondo in cui figurano anche le favolose barche di cartapesta con vele rigonfie in tessuto di cotone a quadretti, che costituiscono un altro elemento del suo repertorio artistico. L’artista deve gran parte della sua ispirazione alla sua eterna infatuazione per “…le cose piccole e complesse, per la miniaturizzazione… per le cose perdute o abbandonate… l’allestimento di un minuscolo palcoscenico.” È in questo personalissimo mondo che Ann Wood attrae il suo pubblico, affascinandolo con creazioni uniche dotate al tempo stesso di ispirazione e compiutezza.
Wood is most well-known for her collection of small, exquisitely designed birds, each of which sings with its own vibrant personality due in large part to the exacting care taken by Wood, who hand crafts each piece from discarded and found cloth. Most of the vintage materials used by Wood carries with it a sense of the past, a memory of the person to whom the cloth once belonged-this essence of personal history is of key importance to Wood, who says, "For me there is a kind of affection and tenderness in the re-use and re-purposing of things that were once personal and perhaps treasured possessions." Wood's professional background in set and prop design for television commercials and films has readied her for her chosen career in making one-of-a-kind artworks, however the scale of her work has gone from larger-than-life-sized to miniature. Wood views her hand-stitched birds as players in a miniaturized theatrical world, a world also occupied by the fabulous papier-mâché boats with billowing, gingham sails which form another part of her artistic repetoire. Wood owes much of her inspiration to a life-long infatuation with "…smallness, intricacies, miniaturization… lost or abandoned things… the setting of a tiny stage." It is in this highly personalized world that Ann Wood draws her audience and dazzles them with her one-of-a-kind creations that are as inspired as they are accomplished.
Report_ The Zucchi Collection 68
T_ A. D’Annibale
L’idea di questa collezione risale a circa vent’anni fa e al giorno in cui Giordano Zucchi, a capo del celebre Gruppo tessile, viene in possesso di uno dei blocchetti di legno e peltro (un tempo utilizzati per la stampa a mano dei tessuti) appartenuti alla prestigiosa David Evans & Co. Sulle tracce della raccolta iniziata dall’azienda inglese, che per più di centocinquant’anni aveva raccolto queste matrici dalle più importanti stamperie d’Europa, Zucchi decide di trasformare questo patrimonio, nel 1988, nella “Zucchi Collection”. Considerata oggi una delle più grandi raccolte al mondo di blocchi per la stampa a mano di tessuto, essa ha trovato nel 1997 un grande riconoscimento del suo valore culturale grazie all’assegnazione del Premio Guggenheim.
La collezione raccoglie 12.000 disegni, 56.000 blocchi da stampa che appartengono al periodo storico compreso tra il 1785 e il 1935, uno dei momenti probabilmente più fecondi per la produzione tessile; un patrimonio acquisito dalla David Evans Company presso le diverse aziende che di volta in volta chiudevano, al quale appartengono i blocchi provenienti dalla maggior parte dei laboratori di stampa esistenti nel XIX° secolo in Inghilterra, Francia e Austria. Per ragioni di accessibilità essa è stata suddivisa in sei grandi categorie individuate sulla base dei moduli iconografici impiegati nella stampa: astratto, cashmere, floreale, geometrico, ornamentale e pittorico. Ulteriore suddivisione è stata possibile inoltre tenendo conto dell’uso specifico dei blocchi per i bordi, i foulard o fazzoletti e per la cravatteria. Il significato della Zucchi Collection non è da considerarsi limitato alla raccolta, alla conservazione e all’esposizione museale di questi blocchi; esso risiede soprattutto nella concreta volontà di Zucchi di mettere quest’enorme patrimonio culturale a disposizione delle diverse tipologie di pubblico, attribuendole così un valore sempre attuale e dinamico. La collezione è visitabile gratuitamente presso la sede di Milano di via Ugo Foscolo 4.
The idea that led to this collection dates back to twenty years ago, to the day when Giordano Zucchi, the owner and manager of the renowned textile industry, came into possession of one of the wood and pewter stamps, once used for fabric hand printing, from the prestigious David Evans & Co. Following the example set by the English firm, which for over a century and a half had collected stamps from the most important European printing workshops, Zucchi decided in 1988 to take over this inheritance and to turn it into the ‘Zucchi Collection’. Considered one of the greatest world collections of stamps for fabric hand printing, its great cultural value was in 1997 acknowledged by the award of the Guggenheim Prize. The collection includes 12,000 designs, 56,000 printing stamps dating back in history to the period between 1785 and 1935, probably one of the most fruitful periods in textile production, a legacy that David Evans Company acquired from different firms as they closed down, and including stamps from most of the printing workshops existing in XIX-century England, France and Austria. To make it more easily accessible, the collection has been subdivided into six great sections, each of which contains a class of iconographic patterns: abstract, cashmere, floral, geometric, ornamental and pictorial. One further classification has regarded stamps specifically used for edges, scarves or handkerchiefs, and neckties.
Far from being confined to the collection, preservation and display of printing stamps, the meaning of the Zucchi Collection lies in Zucchi’s willingness to make this great cultural heritage available for various types of public, adding to its up-to-date dynamic value. Visits to the Collections are free at 4, Via Ugo Foscolo, its Milan location.
Report_ The Zucchi Collection W_ zucchicollection.org
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Leggere 70
Comincia con un’introduzione sulla storia del jeans e si divide in 5 capitoli, dedicati ciascuno ad un’epoca diversa di questo straordinario capo, dal 1870 ai giorni nostri. Sì, proprio il 1870, perché di quell’anno è il mitico modello Levi’s le cui foto sono contenute all’interno di questo libro. Oltre 400 pagine, edite da We Ar Magazine con il sostegno di Cobrax e Cone Denim, di etichette, bottoni, ricami, tasche e dettagli unici e distintivi. Denim Legends, in edizione limitata di sole 2.500 copie, si preannuncia non solamente come un “must have” per i collezionisti ma anche una moderna fonte di ispirazione per il design del jeans.
Oltre 150 scatti di uno dei più noti protagonisti della Swinging London, John “Hoppy” Hopkins. Il libro, incentrato sul ventennio ’60-’70, mescola i ritratti dei più importanti musicisti jazz, rock del periodo e dei tanti personaggi che hanno animato quella controcultura a svariate sequenze di reportage su tematiche quali la guerra fredda, il razzismo, la liberazione sessuale, la droga: da Louis Armstrong e Ray Charles, passando per gli scatti dei giovanissimi Beatles e dei Rolling Stones, fino alla vita nelle periferie, i tossicodipendenti, le manifestazioni antinucleari e i concerti. “Hoppy” diventato fotografo in modo casuale, ha fondato, con l’aiuto di Paul McCartney, il primo quotidiano britannico underground, The International Time. A lui va inoltre il merito di aver aperto il primo club psichedelico londinese, il leggendario UFO, ed essere stato uno dei primi e più attivi sostenitori dei Pink Floyd.
Sviluppare veicoli per il trasporto urbano a basso impatto ambientale è uno dei principali obiettivi di Smart. L’azienda produttrice di automobili è stata infatti tra le prime a introdurre sul mercato delle vetture a bassissima emissione di CO2 e ha deciso di accompagnare questa sua scelta con l’uscita della sua prima antologia creativa Sideways. Un progetto editoriale curato da Trend Magazines e edito da Gestalten Verlag in grado di raccogliere il lavoro di oltre 100 artisti internazionali tra i quali troviamo: fotografi, illustratori, grafici, pittori, scultori, architetti, stylist, hairstylist, ecc. La dimostrazione che si può fare un passo in avanti verso l’ecologia e l’ecocompatibilità, senza smettere di guardare all’estetica del design.
“From the hip”
Collected Photography Works by John ‘Hoppy’ Hopkins - ed. Damiani
“Denim Legends”
wear-magazine.com
The book starts with an introduction to the history of jeans and is divided into 5 chapters, each of which is devoted to a different era of this extraordinary item of wear, ranging from 1870 to today. 1870 is precisely the year when the mythic Levi’s model was created, whose photos are presented in the book. The over 400-page work is published by We Ar Magazine, with the support of Cobrax and Cone Denim, and features distinctive and unique labels, buttons, embroideries, pockets and details. In a limited edition of only 2,500 copies, Denim Legends is not only bound to be a ‘must’ for collectors to have, but also a modern source of inspiration for jeans design.
Over 150 photographs by John “Hoppy” Hopkins, one of the best known protagonists of Swinging London. Focusing on two decades, the’60s and ‘70s, the book alternates the portraits of the most important jazz and rock musicians of the age, and of countless celebrities that characterised that counterculture, with various reports on themes like the cold war, racism, sexual freedom, drugs, ranging from Louis Armstrong and Ray Charles, to shots of the Beatles and the Rolling Stones in their teens, suburban life, drug-addicts, concerts and antinuclear marches. “Hoppy”, who became a photographer by sheer chance, with the help of Paul McCartney founded The International Time, the first British underground daily. Furthermore, ‘Hoppy’ must also be given credit for opening the first London psychedelic club, the legendary UFO, and for being one of the first and most active supporters of the Pink Floyd.
“Sideways”
www.smart.com
One of Smart’s main objectives is to create low-impact vehicles for city transport. This car industry was in fact among the very first to introduce in the market vehicles discharging very low emissions of carbon dioxide, a choice now followed by the decision to publish Sideways, its first creative anthology. Edited by Trend Magazines and published by Gestalten Verlag, the anthology is a collection of works by over 100 international artists including photographers, illustrators, graphic designers, painters, sculptors, architects, stylists, hairstylists etc., an initiative which proves that aesthetics in design can be coupled with significant environment-friendly, ecological steps forward.
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Flash Back 72
Yves Saint Laurent (Oran, 1936 – Paris, 2008) Yves Saint Laurent intuì per primo che l’alta moda poteva anche non essere una realtà autoreferenziale e un mondo chiuso, capì che essa poteva prendere ispirazione anche dalla strada. La sua provocatorietà, la sua grinta e talvolta la sua irriverenza gli permisero di fare tutto o quasi tutto prima degli altri. Inventò il nude-look e per primo introdusse nel guardaroba femminile capi tipici dell’abbigliamento maschile come il blazer, lo smoking, la sahariana e il trench. Ha creato uno stile unico che lo ha reso a lungo il simbolo dell’eleganza femminile più moderna e innovativa. Yves Saint Laurent amava definirsi un «artigiano, un produttore di felicità».
Yves Saint Laurent was the first to feel that high fashion could be anything but a closed, self-reliant world, and understood that it could draw its inspiration from the street. His provocative, irreverent temperament and drive enabled him to do everything or nearly everything ahead of other people. The inventor of the nude-look, he was the first to enrich women’s wardrobes with typically masculine items like the blazer, the dinner jacket, the safari jacket and the trench. He created a unique style that made him a long-lasting symbol of the most modern and innovative feminine elegance. Yves Saint Laurent loved to define himself «a craftsman, a creator of happiness».