Mug #02

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Mauro Mongarli

Trees and enjoyment on in, and more. Visions of care, and needs, and care for needs all left at the bottom of your mug.

And also a choice, free from all you're not going to be, expressing sightseeing, and life.

Imagine a useless shock, miserable and dear.

C’è vita nella plastica? Hic et nunc Free your feet All around Sugar Give me the night Tokyo eyes Il tessuto della salute Sfantascienza? L’album bianco What’s up News Leggere Ascoltare

12 13 18 22 25 30 32 33 34 36 38 39

Grazie per il benvenuto riservato al numero Uno. Mug prosegue la sua ricerca di poesia nello spazio moda, tra rivelazione e sorpresa.

Is there any life in plastics? Hic et nunc Free your feet All around sugar Give me the night Tokyo eyes Health fabrics Has science-fiction become reality? The white album What’s up News To read To listen

Fabric is the message

8

Fabric is the message

Thank you for giving Mug’s first issue a warm welcome. Mug will continue its search for revealing and surprising events in the world of fashion creation.

2

Immagina uno shock tutto inutile, uno shock gratuitoImmagina per pochezza matutto cheinutile, paghi. gratuito per pochezza ma che paghi.

Fronde accovogliate e franti gòdici

Immagina unauna scelta Immagina scelta liberata liberata da quello tutto quello nonsarai sarai mai da tutto cheche non maitutu istante di espressione a spasso, - istante di espressione a spasso, vita. vita.

in chatline, puro suono e gòdici dentro Fronde accovogliate e franti tremi: in chatline, puro suono e dentro visioni di accingere e bisògnati nel fondo lando di un’accoratatremi: mug. visioni di accingere e bisògnati nel fondo lando di un’accorata mug.

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Mauro Mongarli

Trees and enjoyment on in, and more. Visions of care, and needs, and care for needs all left at the bottom of your mug.

And also a choice, free from all you're not going to be, expressing sightseeing, and life.

Imagine a useless shock, miserable and dear.

C’è vita nella plastica? Hic et nunc Free your feet All around Sugar Give me the night Tokyo eyes Il tessuto della salute Sfantascienza? L’album bianco What’s up News Leggere Ascoltare

12 13 18 22 25 30 32 33 34 36 38 39

Grazie per il benvenuto riservato al numero Uno. Mug prosegue la sua ricerca di poesia nello spazio moda, tra rivelazione e sorpresa.

Is there any life in plastics? Hic et nunc Free your feet All around sugar Give me the night Tokyo eyes Health fabrics Has science-fiction become reality? The white album What’s up News To read To listen

Fabric is the message

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Fabric is the message

Thank you for giving Mug’s first issue a warm welcome. Mug will continue its search for revealing and surprising events in the world of fashion creation.

2

Immagina uno shock tutto inutile, uno shock gratuitoImmagina per pochezza matutto cheinutile, paghi. gratuito per pochezza ma che paghi.

Fronde accovogliate e franti gòdici

Immagina unauna scelta Immagina scelta liberata liberata da quello tutto quello nonsarai sarai mai da tutto cheche non maitutu istante di espressione a spasso, - istante di espressione a spasso, vita. vita.

in chatline, puro suono e gòdici dentro Fronde accovogliate e franti tremi: in chatline, puro suono e dentro visioni di accingere e bisògnati nel fondo lando di un’accoratatremi: mug. visioni di accingere e bisògnati nel fondo lando di un’accorata mug.

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FABRIC IS THE MESSAGE

CAROL CHRISTIAN POELL Carol Christian Poell è nato a Linz, Austria, nel 1966 Poiché non sono così giovane spesso non capisco cosa succede. Ha frequentato la scuola di moda e design a Graz, la scuola di sartoria Michelbeurn a Vienna, la Domus Academy a Milano. Ho studiato a Milano poiché ero interessato ad un tipo di apprendimento diverso dopo i miei studi sartoriali in Austria. Dalla prima collezione uomo autunnoinverno 1996 Poell propone immagini più ardite rispetto ai contenuti della collezione donna, iniziata nell’autunnoinverno 1999.

ph. Graça Fisher

2

ph. Stefan Zeisler

Carol Christian Poell was born in Linz, Austria in 1966. As I am no longer so young I often do not understand what happens. He attended the fashion and design school in Graz, the Wien Michelbeurn fashion school, and the Domus Academy in Milan. I decided to study in Milan because, after my fashion studies in Austria, I was interested in trying different learning methods. Poell showed his daring inventiveness in the 1966 first men’s collection, and a more poised aspect of his creativeness in the 1999 first women’s collection.

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FABRIC IS THE MESSAGE

CAROL CHRISTIAN POELL Carol Christian Poell è nato a Linz, Austria, nel 1966 Poiché non sono così giovane spesso non capisco cosa succede. Ha frequentato la scuola di moda e design a Graz, la scuola di sartoria Michelbeurn a Vienna, la Domus Academy a Milano. Ho studiato a Milano poiché ero interessato ad un tipo di apprendimento diverso dopo i miei studi sartoriali in Austria. Dalla prima collezione uomo autunnoinverno 1996 Poell propone immagini più ardite rispetto ai contenuti della collezione donna, iniziata nell’autunnoinverno 1999.

ph. Graça Fisher

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ph. Stefan Zeisler

Carol Christian Poell was born in Linz, Austria in 1966. As I am no longer so young I often do not understand what happens. He attended the fashion and design school in Graz, the Wien Michelbeurn fashion school, and the Domus Academy in Milan. I decided to study in Milan because, after my fashion studies in Austria, I was interested in trying different learning methods. Poell showed his daring inventiveness in the 1966 first men’s collection, and a more poised aspect of his creativeness in the 1999 first women’s collection.

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Poell’s approach to fashion is the mark of an industrial designer rather than that of a fashion creator; his attention is mainly devoted to fabrics, as if they were the containers for forms and ideas, and the utterance of his inner self. Although he shuns fashion glamorization -a fashion show is a performance and may offer a blurred vision of creations- Poell’s works never fail to attain originality and a high degree of expressiveness. Suffice it to remember the shows he set up in three freeze rooms of a slaughterhouse, where he displayed his items, a mirror and the carcasses of animals covered with gauze; in another show models stood inside the cages of a kennel, whereas in the spring-summer 2002 exhibition models escaped through the maison’s windows. Casual… faulty… ironical… bizarre… How many fashion creators would choose such adjectives to define their collections? That is precisely what Carol Christian Poell does, a token of his awareness and self-irony. Although Poell is a keen lover of tradition and sartorial details, he focuses his creativeness on fabrics.

ph. Graça Fisher

ph. Graça Fisher

4

Artista incline all’espressione della sua interiorità, Poell ha un approccio più simile a quello del designer industriale che a quello del creatore di moda. L’attenzione è rivolta principalmente al tessuto, al suo quasi “contenere” forme, superfici e idee. Pur rifuggendo quella che lui chiama la ”glamourizzazione” della moda e dei suoi creatori, una sfilata è teatro ed allontana l’attenzione, le sue presentazioni lasciano sempre il segno per originalità e capacità espressiva. Ricordiamo qui la presentazione avvenuta in tre celle frigorifere di un macello, una con i capi, una con uno specchio e la terza con corpi di animali morti ricoperti di garza, quella con i modelli in piedi nelle gabbie di un canile e quella della primavera/estate 2002, che ha messo in scena una fuga dei modelli dalle finestre della sede della maison. Casuale… Difettosa… Ironica… Strana… Quanti creatori di moda sceglierebbero questi aggettivi per definire la loro collezione? Carol Christian Poell lo fa, e ciò sgombera la mente da approcci sbagliati al suo lavoro. Poell ama la tradizione, i dettagli sartoriali ma tutto il suo lavoro gravita intorno al tessuto, punto di partenza di tutto.

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Poell’s approach to fashion is the mark of an industrial designer rather than that of a fashion creator; his attention is mainly devoted to fabrics, as if they were the containers for forms and ideas, and the utterance of his inner self. Although he shuns fashion glamorization -a fashion show is a performance and may offer a blurred vision of creations- Poell’s works never fail to attain originality and a high degree of expressiveness. Suffice it to remember the shows he set up in three freeze rooms of a slaughterhouse, where he displayed his items, a mirror and the carcasses of animals covered with gauze; in another show models stood inside the cages of a kennel, whereas in the spring-summer 2002 exhibition models escaped through the maison’s windows. Casual… faulty… ironical… bizarre… How many fashion creators would choose such adjectives to define their collections? That is precisely what Carol Christian Poell does, a token of his awareness and self-irony. Although Poell is a keen lover of tradition and sartorial details, he focuses his creativeness on fabrics.

ph. Graça Fisher

ph. Graça Fisher

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Artista incline all’espressione della sua interiorità, Poell ha un approccio più simile a quello del designer industriale che a quello del creatore di moda. L’attenzione è rivolta principalmente al tessuto, al suo quasi “contenere” forme, superfici e idee. Pur rifuggendo quella che lui chiama la ”glamourizzazione” della moda e dei suoi creatori, una sfilata è teatro ed allontana l’attenzione, le sue presentazioni lasciano sempre il segno per originalità e capacità espressiva. Ricordiamo qui la presentazione avvenuta in tre celle frigorifere di un macello, una con i capi, una con uno specchio e la terza con corpi di animali morti ricoperti di garza, quella con i modelli in piedi nelle gabbie di un canile e quella della primavera/estate 2002, che ha messo in scena una fuga dei modelli dalle finestre della sede della maison. Casuale… Difettosa… Ironica… Strana… Quanti creatori di moda sceglierebbero questi aggettivi per definire la loro collezione? Carol Christian Poell lo fa, e ciò sgombera la mente da approcci sbagliati al suo lavoro. Poell ama la tradizione, i dettagli sartoriali ma tutto il suo lavoro gravita intorno al tessuto, punto di partenza di tutto.

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ph. Steve Seleska ph. Stefan Zeisler

6

Giornata %… 100% mettere in ordine. Strada preferita Sempre la più difficile. Instant dreaming… Non avere limiti di tempo. Design: forma funzione e poi? Cucire. Vita, rumore di fondo, natura: cosa usi per creare? L’istinto.

showroom t. +39 02 781504

The fabric is to be fully perceived first, and then each technical feature of it must lead to top sartorial effects. It’s a pity -he says- that fabrics of long ago are believed to be too hard and expensive to reproduce today. Poell’s creations may appear bewildering and puzzling… soleless orthopaedic footwear, tears, maternity volumes, pullovers made of pig’s guts, no-head hats, false open zips applied to trousers. What the creator actually brings about is a decontextualization of old false conventions, so much so that his gauze-clad carcasses are but an attempt to emphasize the agony of death. Poell’s clothing and accessories have a precise aesthetic function and often point to daily changes that we pretend not to see although they affect our lives.

ph. Th mas Krappitz

Il tessuto, nelle sue creazioni, va vissuto con tutti e cinque i sensi, viene sviscerato in ogni sua caratteristica tecnica per ottenere da esso tutto l’ottenibile in termini di vestibilità ed originalità espressiva è un peccato che certi tessuti del passato siano ritenuti troppo difficili e costosi per essere riprodotti oggi. Con il suo lavoro Poell, di primo acchito, può sembrare intenzionato a sorprendere, a spiazzare: scarpe ortopediche senza suola, strappi, volumi prenatali, pullover in intestino di maiale, cappelli senza testa, finte patte aperte applicate ai pantaloni. Poell realizza una sistematica decontestualizzazione della realtà, e mentre anticipa tendenze e gusti, sottolinea la vetustà e la falsità di certe convenzioni. I suoi animali ricoperti/rivestiti di garza non sono forse, a loro modo, un estremo tentativo di fissare il dolore della morte, ricreando in modo sterile una parvenza di toccabilità, di sensorialità? Abiti ed accessori mantengono funzionalità ed estetica codificabili, ma portano con forza a riflettere su come spesso non si vogliano vedere cambiamenti evidenti che ci toccano nel profondo, e fluidamente presenti nel nostro quotidiano.

Your day... 100% planning things. Which way do you like going? The hardest way. Instant dreaming is... Not to have time limits. Design, form and function, what else? Sewing. Life, background noise, nature: what do you use to create? My instinct.

CLONE S

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ph. Steve Seleska ph. Stefan Zeisler

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Giornata %… 100% mettere in ordine. Strada preferita Sempre la più difficile. Instant dreaming… Non avere limiti di tempo. Design: forma funzione e poi? Cucire. Vita, rumore di fondo, natura: cosa usi per creare? L’istinto.

showroom t. +39 02 781504

The fabric is to be fully perceived first, and then each technical feature of it must lead to top sartorial effects. It’s a pity -he says- that fabrics of long ago are believed to be too hard and expensive to reproduce today. Poell’s creations may appear bewildering and puzzling… soleless orthopaedic footwear, tears, maternity volumes, pullovers made of pig’s guts, no-head hats, false open zips applied to trousers. What the creator actually brings about is a decontextualization of old false conventions, so much so that his gauze-clad carcasses are but an attempt to emphasize the agony of death. Poell’s clothing and accessories have a precise aesthetic function and often point to daily changes that we pretend not to see although they affect our lives.

ph. Th mas Krappitz

Il tessuto, nelle sue creazioni, va vissuto con tutti e cinque i sensi, viene sviscerato in ogni sua caratteristica tecnica per ottenere da esso tutto l’ottenibile in termini di vestibilità ed originalità espressiva è un peccato che certi tessuti del passato siano ritenuti troppo difficili e costosi per essere riprodotti oggi. Con il suo lavoro Poell, di primo acchito, può sembrare intenzionato a sorprendere, a spiazzare: scarpe ortopediche senza suola, strappi, volumi prenatali, pullover in intestino di maiale, cappelli senza testa, finte patte aperte applicate ai pantaloni. Poell realizza una sistematica decontestualizzazione della realtà, e mentre anticipa tendenze e gusti, sottolinea la vetustà e la falsità di certe convenzioni. I suoi animali ricoperti/rivestiti di garza non sono forse, a loro modo, un estremo tentativo di fissare il dolore della morte, ricreando in modo sterile una parvenza di toccabilità, di sensorialità? Abiti ed accessori mantengono funzionalità ed estetica codificabili, ma portano con forza a riflettere su come spesso non si vogliano vedere cambiamenti evidenti che ci toccano nel profondo, e fluidamente presenti nel nostro quotidiano.

Your day... 100% planning things. Which way do you like going? The hardest way. Instant dreaming is... Not to have time limits. Design, form and function, what else? Sewing. Life, background noise, nature: what do you use to create? My instinct.

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C’È VITA NELLA PLASTICA?

CRACKING ART

Omar Ronda -nato a Biella nel 1947 e fondatore di Cracking Art- dissolve questo e altri dubbi. Abbiamo bevuto insieme una mug calda di…

Lì è nata una formula nuova di dialogo tra noi, artisti che vogliamo essere popolari (l’arte chiusa nelle gallerie raggiunge pochissime persone), e la gente. Così ora organizziamo di questi eventi un po’ dappertutto, come quello allo Spazio Lazzari, i cui proventi sono destinati al Reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile. Fra l’altro, Treviso per Cracking Art è una città ormai fondamentale, in quanto abbiamo contatti con aziende di qui per realizzare molti dei nostri progetti futuri.

Cracking Art Dal manifesto del movimento: 2. L’ecumene concettuale di Cracking Art, con la sua rete di simboli e prerogative chimiche/fisiche, è racchiuso nella materia Petrolio/Plastica. 3. Nell’arte di questo fine millennio, precipitata in un nichilismo senza ritorno, noi poniamo tutta la potenza dirompente di una sostanza organica antica come le primordiali forme di vita in rapporto simbiotico con l’uomo contemporaneo, nell’orizzonte di un futuro prossimo venturo. 6. Il Petrolio/Plastica è vita in quanto calore e movimento. La sostanza organica si genera a una temperatura che è doppia di quella umana-corporea: il petrolio dunque è vita. 7. Il Cracking catalitico è il processo tecnologico che trasforma la sostanza organica in sintetica. Cracking Art trasforma la sintesi plastica nel racconto poetico della transizione bidirezionale dall’organico al sintetico e ritorno. Cracking Art/2 · Ho iniziato da ragazzo, poi mi sono messo a fare il gallerista, ma non potevo fare entrambe le cose. Ora, con Cracking Art il tutto è più simile ad un viaggio insieme al gruppo di artisti che lavora con me: imparo tanto anche se ho delle responsabilità nei loro confronti… Ma tutto funziona bene, ci si dà coraggio. Sono grandi e li ringrazio tantissimo. Installazioni · L’installazione dei gabbiani fatta a Treviso fa parte di una serie di installazioni che hanno avuto origine una decina d’anni fa con i primi happening organizzati a Firenze in occasione di Ecologica, una grande manifestazione dedicata all’ecologia. Il nostro pensiero è stato quello di mettersi dalla parte della natura: a Ecologica abbiamo presentato Salvino il Delfino come primo “rappresentante” di quelli che sono gli animali che maggiormente soffrono dell’impatto dell’uomo sul territorio (delfini, tartarughe, gabbiani, cetacei). Il delfino fu scelto per una mia storia personale: poco tempo prima avevo contribuito a salvare un delfino in Sardegna. Salvino venne portato in giro per la città, sul Ponte Vecchio… Poi abbiamo conosciuto la Replastic di Milano, il locale consorzio per il riciclaggio delle materie plastiche ed abbiamo pensato alla prima installazione di gabbiani, sempre a Firenze, nel chiostro del Brunelleschi, a simboleggiare il problema dei gabbiani che, non trovando più cibo in un mare soffocato dalla plastica, si spostano nell’interno, nelle città, nelle discariche, diventando dei “pendolari” dal mare, vittime della nostra civiltà. Poi è venuta Milano, in piazza del Duomo abbiamo installato mille delfini di plastica dorata. Con l’amministrazione abbiamo pensato di finalizzarli a scopo etico, sociale: il Comune li ha messi in vendita e i milanesi che li hanno acquistati hanno contribuito a sostenere l’AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

S.O.S. World 49a Biennale di Venezia 2001, particolare dell’installazione 49th Venice Biennial 2001, detail of the installation

La piramide luminescente, 1991 Grotte di Is Zuddas a -140 metri, Sardegna Grottoes of Is Zuddas at 140 meters bsl, Sardinia

Biennale - S.O.S. World · Abbiamo invaso la Biennale di Venezia, l’anno scorso, con le tartarughe, gli ultimi animali preistorici. Qui abbiamo capito che la critica, a livello mondiale, alla fine non la pensa in modo tanto diverso dalla gente - forse parlano in modo più complicato, ma la testa è sempre quella… È stato chiaro a tutti come questi animali siano d’oro perché sono preziosi, oltre che ad essere nelle nostre mani… A Venezia abbiamo acquisito una buona notorietà: l’ultima edizione è da tutti chiamata “la biennale delle tartarughe”. Ora abbiamo molte più possibilità di fare, cerchiamo di essere all’altezza. Futuro · Saremo presenti in Germania con un progetto di grande impatto, abbiamo proposte dalle Ferrovie Europee, una mostra a Parigi, ma in particolare saremo presto a Genova, dove abbiamo già portato una famiglia di tartarughe di plastica e quelle vere dell’acquario si sono messe ad interagire con loro, incredibilmente… L’acquario è assolutamente Cracking: naturale/artificiale, la vita, l’inorganico, l’incontro di forme di vita distanti tra loro… Molto vicino a noi. Piramide · Per l’area delle Navi a Cattolica abbiamo proposto una piramide in acciaio e bronzo di 20 metri per lato per 25 di altezza, e 4000 tartarughe d’oro… Le tartarughe continuano a girare dopo la Biennale, a chiedere aiuto per salvare il mare e il mondo. Speriamo non ci siano intoppi di qualche tipo da parte di chi gestisce l’area. L’interno della piramide, in un secondo tempo, dovrebbe diventare il contenitore di un museo tecnologico, il Cracking Museum, con installazioni sulla formazione del mondo, la deriva dei continenti, gli idrocarburi e alcune nostre opere. Piramidi · Comunque le piramidi sono una mia debole za… Mi chiamo Omar, sono nato l’11 settembre… Ho conosciuto l’archeologo sovrintendente l’area di Giza, ho abitato in piramidi sul Monte Bianco… Una volta in Sardegna sono stato in una piramide fatta di fosforo, un chilometro sottoterra… Non è una tomba, è una casa, un ponte/punto d’incontro, gli Aztechi la vedevano come scala verso il cielo, letteratura esoterica infinita. È un triangolo tra la natura, artificio ed arte… Voglio farne sempre di più grandi!

Omar Ronda, Marco Veronese, Renzo Nucara, Alex Angi, Kicco, Carlo Rizzetti

Vortice stellare, 1993 Studio Soligo, Roma/Soligo Studio, Rome S.O.S., 1992 Galleria Gian Enzo Sperone, Roma/Gian Enzo Sperone Gallery, Rome

Elefanti · Faremo presto anche un elefante, con la collaborazione di una società di Berlino… Anche lui è un animale che soffre parecchio. Il nostro problema per partire con l’elefante è solo quello di stamparlo in un unico pezzo di polietilene di 4 metri per 4 e 80… Abbiamo un contatto con un importante sponsor svizzero, e l’idea è quella di portare appunto in Svizzera delle famiglie di elefanti (sono previsti anche degli elefantini). Influenze · Questi sono gli anni di Joseph Beuys, il guru dell’arte legata all’ambiente. La sua arte è sempre stata legata alla natura: se Cracking Art deve dire grazie a qualcuno oltre a S. Francesco d’Assisi, questo qualcuno è Joseph Beuys. Ci interessano comunque artisti come Christo, la sua abilità di creare grandi eventi e di attirare i media, Warhol, che ha documentato la contemporaneità, Marinetti, che con il Futurismo ha interpretato la sua epoca. Percentuali giornata · 99% Cracking Art, 1% dormo e mangio. Mia moglie è coinvolta in Cracking Art… e poi mica è un lavoro: uno ha la bronchite, io ho l’arte. Cibo come arte · Food art, l’ho fatta… L’arte è già un cibo! Piero Manzoni ha usato il pane. Ho fatto dei quadri con delle torte - in plastica, ovviamente… C’è qualcuno lì in mezzo? · Qui da me? Ah, uno stimolo… L’arte per me è più importante della stessa vita, è proprio in mezzo. E così è anche per i ragazzi che lavorano con me. Troppo coinvolgente, una droga. Sono un avventuroso, amo fare cose strane o particolari, ma è l’arte che mi prende sempre, non smette mai.

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C’È VITA NELLA PLASTICA?

CRACKING ART

Omar Ronda -nato a Biella nel 1947 e fondatore di Cracking Art- dissolve questo e altri dubbi. Abbiamo bevuto insieme una mug calda di…

Lì è nata una formula nuova di dialogo tra noi, artisti che vogliamo essere popolari (l’arte chiusa nelle gallerie raggiunge pochissime persone), e la gente. Così ora organizziamo di questi eventi un po’ dappertutto, come quello allo Spazio Lazzari, i cui proventi sono destinati al Reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile. Fra l’altro, Treviso per Cracking Art è una città ormai fondamentale, in quanto abbiamo contatti con aziende di qui per realizzare molti dei nostri progetti futuri.

Cracking Art Dal manifesto del movimento: 2. L’ecumene concettuale di Cracking Art, con la sua rete di simboli e prerogative chimiche/fisiche, è racchiuso nella materia Petrolio/Plastica. 3. Nell’arte di questo fine millennio, precipitata in un nichilismo senza ritorno, noi poniamo tutta la potenza dirompente di una sostanza organica antica come le primordiali forme di vita in rapporto simbiotico con l’uomo contemporaneo, nell’orizzonte di un futuro prossimo venturo. 6. Il Petrolio/Plastica è vita in quanto calore e movimento. La sostanza organica si genera a una temperatura che è doppia di quella umana-corporea: il petrolio dunque è vita. 7. Il Cracking catalitico è il processo tecnologico che trasforma la sostanza organica in sintetica. Cracking Art trasforma la sintesi plastica nel racconto poetico della transizione bidirezionale dall’organico al sintetico e ritorno. Cracking Art/2 · Ho iniziato da ragazzo, poi mi sono messo a fare il gallerista, ma non potevo fare entrambe le cose. Ora, con Cracking Art il tutto è più simile ad un viaggio insieme al gruppo di artisti che lavora con me: imparo tanto anche se ho delle responsabilità nei loro confronti… Ma tutto funziona bene, ci si dà coraggio. Sono grandi e li ringrazio tantissimo. Installazioni · L’installazione dei gabbiani fatta a Treviso fa parte di una serie di installazioni che hanno avuto origine una decina d’anni fa con i primi happening organizzati a Firenze in occasione di Ecologica, una grande manifestazione dedicata all’ecologia. Il nostro pensiero è stato quello di mettersi dalla parte della natura: a Ecologica abbiamo presentato Salvino il Delfino come primo “rappresentante” di quelli che sono gli animali che maggiormente soffrono dell’impatto dell’uomo sul territorio (delfini, tartarughe, gabbiani, cetacei). Il delfino fu scelto per una mia storia personale: poco tempo prima avevo contribuito a salvare un delfino in Sardegna. Salvino venne portato in giro per la città, sul Ponte Vecchio… Poi abbiamo conosciuto la Replastic di Milano, il locale consorzio per il riciclaggio delle materie plastiche ed abbiamo pensato alla prima installazione di gabbiani, sempre a Firenze, nel chiostro del Brunelleschi, a simboleggiare il problema dei gabbiani che, non trovando più cibo in un mare soffocato dalla plastica, si spostano nell’interno, nelle città, nelle discariche, diventando dei “pendolari” dal mare, vittime della nostra civiltà. Poi è venuta Milano, in piazza del Duomo abbiamo installato mille delfini di plastica dorata. Con l’amministrazione abbiamo pensato di finalizzarli a scopo etico, sociale: il Comune li ha messi in vendita e i milanesi che li hanno acquistati hanno contribuito a sostenere l’AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

S.O.S. World 49a Biennale di Venezia 2001, particolare dell’installazione 49th Venice Biennial 2001, detail of the installation

La piramide luminescente, 1991 Grotte di Is Zuddas a -140 metri, Sardegna Grottoes of Is Zuddas at 140 meters bsl, Sardinia

Biennale - S.O.S. World · Abbiamo invaso la Biennale di Venezia, l’anno scorso, con le tartarughe, gli ultimi animali preistorici. Qui abbiamo capito che la critica, a livello mondiale, alla fine non la pensa in modo tanto diverso dalla gente - forse parlano in modo più complicato, ma la testa è sempre quella… È stato chiaro a tutti come questi animali siano d’oro perché sono preziosi, oltre che ad essere nelle nostre mani… A Venezia abbiamo acquisito una buona notorietà: l’ultima edizione è da tutti chiamata “la biennale delle tartarughe”. Ora abbiamo molte più possibilità di fare, cerchiamo di essere all’altezza. Futuro · Saremo presenti in Germania con un progetto di grande impatto, abbiamo proposte dalle Ferrovie Europee, una mostra a Parigi, ma in particolare saremo presto a Genova, dove abbiamo già portato una famiglia di tartarughe di plastica e quelle vere dell’acquario si sono messe ad interagire con loro, incredibilmente… L’acquario è assolutamente Cracking: naturale/artificiale, la vita, l’inorganico, l’incontro di forme di vita distanti tra loro… Molto vicino a noi. Piramide · Per l’area delle Navi a Cattolica abbiamo proposto una piramide in acciaio e bronzo di 20 metri per lato per 25 di altezza, e 4000 tartarughe d’oro… Le tartarughe continuano a girare dopo la Biennale, a chiedere aiuto per salvare il mare e il mondo. Speriamo non ci siano intoppi di qualche tipo da parte di chi gestisce l’area. L’interno della piramide, in un secondo tempo, dovrebbe diventare il contenitore di un museo tecnologico, il Cracking Museum, con installazioni sulla formazione del mondo, la deriva dei continenti, gli idrocarburi e alcune nostre opere. Piramidi · Comunque le piramidi sono una mia debole za… Mi chiamo Omar, sono nato l’11 settembre… Ho conosciuto l’archeologo sovrintendente l’area di Giza, ho abitato in piramidi sul Monte Bianco… Una volta in Sardegna sono stato in una piramide fatta di fosforo, un chilometro sottoterra… Non è una tomba, è una casa, un ponte/punto d’incontro, gli Aztechi la vedevano come scala verso il cielo, letteratura esoterica infinita. È un triangolo tra la natura, artificio ed arte… Voglio farne sempre di più grandi!

Omar Ronda, Marco Veronese, Renzo Nucara, Alex Angi, Kicco, Carlo Rizzetti

Vortice stellare, 1993 Studio Soligo, Roma/Soligo Studio, Rome S.O.S., 1992 Galleria Gian Enzo Sperone, Roma/Gian Enzo Sperone Gallery, Rome

Elefanti · Faremo presto anche un elefante, con la collaborazione di una società di Berlino… Anche lui è un animale che soffre parecchio. Il nostro problema per partire con l’elefante è solo quello di stamparlo in un unico pezzo di polietilene di 4 metri per 4 e 80… Abbiamo un contatto con un importante sponsor svizzero, e l’idea è quella di portare appunto in Svizzera delle famiglie di elefanti (sono previsti anche degli elefantini). Influenze · Questi sono gli anni di Joseph Beuys, il guru dell’arte legata all’ambiente. La sua arte è sempre stata legata alla natura: se Cracking Art deve dire grazie a qualcuno oltre a S. Francesco d’Assisi, questo qualcuno è Joseph Beuys. Ci interessano comunque artisti come Christo, la sua abilità di creare grandi eventi e di attirare i media, Warhol, che ha documentato la contemporaneità, Marinetti, che con il Futurismo ha interpretato la sua epoca. Percentuali giornata · 99% Cracking Art, 1% dormo e mangio. Mia moglie è coinvolta in Cracking Art… e poi mica è un lavoro: uno ha la bronchite, io ho l’arte. Cibo come arte · Food art, l’ho fatta… L’arte è già un cibo! Piero Manzoni ha usato il pane. Ho fatto dei quadri con delle torte - in plastica, ovviamente… C’è qualcuno lì in mezzo? · Qui da me? Ah, uno stimolo… L’arte per me è più importante della stessa vita, è proprio in mezzo. E così è anche per i ragazzi che lavorano con me. Troppo coinvolgente, una droga. Sono un avventuroso, amo fare cose strane o particolari, ma è l’arte che mi prende sempre, non smette mai.

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Omar Ronda -born in Biella in 1947 and the founder of Cracking Art- can banish this doubt and many more. We have had a mug of hot… together. Cracking Art From the Manifesto of Cracking Art 2. The conceptual foundation of Cracking Art, with the whole of the symbolic, chemical and physical references it involves, lies in oil-plastics. 3. Late XX century art is unquestionably on its one-way progress to nihilism. We are determined to inject into it the disturbing power of age-old organic matter. which stands in symbiotic relationship to contemporary man, to look ahead to the future. 6. Oil-plastics is life in that it is dynamism and warmth. Organic matter generates at a temperature which is twice as high as the human body’s: hence oil is life. 7. Cracking is the technical process through which the organic is made into synthetic matter. Cracking Art turns synthetic plastics into the poetic tale of a two-way transition from the organic to the synthetic and viceversa. Cracking Art 2 · After an early start in art, I set up a gallery, but I realized that I could not do both things. With Cracking Art it all looks like a journey with the group of artists that share my work: I learn a lot, although I feel that my role involves having responsibilities towards my partners We get on well together, we hold one another’s hand. They are just great, and I am so grateful to them.

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Works · The flight of sea-gulls we set up in Treviso, is one of several we have been planning over the past ten years. It all started with the first happenings we organized in Florence for “Ecologica”, a great event focused on the environment. We were determined to take sides with nature. At “Ecologica” we presented Salvino the Dolphin as just one of the animals that most suffer from the impact of man on the environment. We chose a dolphin because some time before I had helped to rescue one in Sardinia. Salvino was carried around Florence, then to Ponte Vecchio. Later on we got in touch with Aeroplastica, the Milan-based syndicate for plastics recycling and we chose to set up a flight of seagulls in the Brunelleschi cloister, Florence, to represent the problem of sea-gulls which, unable to survive in the old way, commute between the plastic-choked sea and city-dumps for food, victims of our civilisation. Then we installed one thousand gold-coloured plastic dolphins in the square of the Duomo, Milan, where it was agreed with the Municipality that they should be sold to support AISM, “Associazione Italiana Sclerosi Multipla”. On that occasion we discovered a new formula for our relationship with the public very few people will get in touch with art as long as it remains shut within galleries. We now organize similar events a bit everywhere, like the one at the New Lazzari Space, Treviso, the takings from which were donated to the paediatric ward of the local hospital. We have lately been contacted by a number of Trevisan firms for future projects to be carried out in the area.

Venice, ‘Biennale’ - S.O S World · Last year we invaded Venice ‘Biennale’ with our plastic sea turtles, one of the few extant prehistoric animals. In Venice we realized that world critics share the same ideas with the people - although their language is a bit more complicated… It was crystal clear to everybody that these animals are ‘gold’ because they are precious, besides being in our hands… In Venice we won some renown, in fact the latest Biennale was called by everybody “the turtles Biennale”. We now seem to be having better future chances, and we are trying to live up to the public’s expectations. Future · We shall take part in Germany with a compact project; we have had proposals from some European Railways, we are to take part in an exhibition in Paris; we shall soon be going to Genoa where we have already moved a family of plastic turtles, and incredibly the real ones in the aquarium showed curiosity about them and started interacting with them. The aquarium is absolutely Cracking: naturalartificial, life itself, the inorganic, the meeting point of very different forms of life… It’s very close to Cracking Art. Pyramid · For the area of ‘le Navi’ (the boats) in Cattolica we have planned a 25metre high steel and bronze pyramid with a 20-metre long base, and 4,000 golden turtles. The turtles are still in circulation after the Biennale, asking for aid to save the sea and the world. We hope there will be no setbacks from the authorities. The pyramid should later become the container for the Cracking Museum, with models and relief maps on the world formation, the continental drift, hydrocarbons and some of our works. Pyramids · I have always been partial to pyramids… My name is Omar and I was born on September 11th… I once met the superintendent of Giza archeological sites, I have lived in pyramids on Mount Blanc… In Sardinia I once was in a pyramid made of phosphorus, one kilometre underground… It is not a tomb, it is a house, a meeting point and a bridge; for the Aztecs it was a stair leading to the sky; there are countless exoteric works on pyramids. It is a triangle made up of nature, artifice and art… I want to make bigger and bigger ones.

How I spend my day · I spend 99 per cent of my time for Cracking Art, and devote the rest to sleep and food. My wife has a role in Cracking Art too, it is not a job, after all! Some have got bronchitis, I have got art! Food art · I have had the chance to practise 'food art’. Art is itself a food. Piero Manzoni has used bread. I have made pictures with cakes, plastic ones of course. Is there anyone in my way? · For me? Oh, a stimulus… Art for me is more important than life itself, it is just in my way. And my partners attach to art the same importance as me. It is too involving, like a drug. I am inclined to adventure, I like doing strange, peculiar things, but what never fails to catch me is art.

Elephants · We shall soon be making an elephant, with the collaboration of a Berlin company… The elephant is also an endangered species. The problem we are solving is to mould it into a single block of polyethylene of four meters by four meters and eighty. We are in touch with an important Swiss sponsor, and the idea is to take some families of elephants over to Switzerland, including the baby elephants of course. Indebtedness · These are the days of Joseph Beuys, the guru of environment committed art. His art has always had connections with nature; after St. Francis, Joseph Beuys is the artist Cracking Art are indebted to. Moreover we are interested in such artists as Christo and his ability to create great events and to attract the media; we are also attracted to Warhol who documented his own time, and to Marinetti who interpreted his age through Futurism.

ph. Luca Facchini

Is there any life in plastics?

Gabbiani, 2001 Via Paris Bordone e cortile delle Canoniche Nuove, Treviso/Via Paris Bordone e cortile delle Canoniche Nuove, Treviso Omar Ronda durante l’allestimento Omar Ronda during the installation ph. Carlo Zuccarello

Mille delfini a Milano, 1996 Arengario di Palazzo Reale, piazza Duomo, Milano/Arengario of Palazzo Reale, Piazza Duomo, Milan

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Omar Ronda -born in Biella in 1947 and the founder of Cracking Art- can banish this doubt and many more. We have had a mug of hot… together. Cracking Art From the Manifesto of Cracking Art 2. The conceptual foundation of Cracking Art, with the whole of the symbolic, chemical and physical references it involves, lies in oil-plastics. 3. Late XX century art is unquestionably on its one-way progress to nihilism. We are determined to inject into it the disturbing power of age-old organic matter. which stands in symbiotic relationship to contemporary man, to look ahead to the future. 6. Oil-plastics is life in that it is dynamism and warmth. Organic matter generates at a temperature which is twice as high as the human body’s: hence oil is life. 7. Cracking is the technical process through which the organic is made into synthetic matter. Cracking Art turns synthetic plastics into the poetic tale of a two-way transition from the organic to the synthetic and viceversa. Cracking Art 2 · After an early start in art, I set up a gallery, but I realized that I could not do both things. With Cracking Art it all looks like a journey with the group of artists that share my work: I learn a lot, although I feel that my role involves having responsibilities towards my partners We get on well together, we hold one another’s hand. They are just great, and I am so grateful to them.

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Works · The flight of sea-gulls we set up in Treviso, is one of several we have been planning over the past ten years. It all started with the first happenings we organized in Florence for “Ecologica”, a great event focused on the environment. We were determined to take sides with nature. At “Ecologica” we presented Salvino the Dolphin as just one of the animals that most suffer from the impact of man on the environment. We chose a dolphin because some time before I had helped to rescue one in Sardinia. Salvino was carried around Florence, then to Ponte Vecchio. Later on we got in touch with Aeroplastica, the Milan-based syndicate for plastics recycling and we chose to set up a flight of seagulls in the Brunelleschi cloister, Florence, to represent the problem of sea-gulls which, unable to survive in the old way, commute between the plastic-choked sea and city-dumps for food, victims of our civilisation. Then we installed one thousand gold-coloured plastic dolphins in the square of the Duomo, Milan, where it was agreed with the Municipality that they should be sold to support AISM, “Associazione Italiana Sclerosi Multipla”. On that occasion we discovered a new formula for our relationship with the public very few people will get in touch with art as long as it remains shut within galleries. We now organize similar events a bit everywhere, like the one at the New Lazzari Space, Treviso, the takings from which were donated to the paediatric ward of the local hospital. We have lately been contacted by a number of Trevisan firms for future projects to be carried out in the area.

Venice, ‘Biennale’ - S.O S World · Last year we invaded Venice ‘Biennale’ with our plastic sea turtles, one of the few extant prehistoric animals. In Venice we realized that world critics share the same ideas with the people - although their language is a bit more complicated… It was crystal clear to everybody that these animals are ‘gold’ because they are precious, besides being in our hands… In Venice we won some renown, in fact the latest Biennale was called by everybody “the turtles Biennale”. We now seem to be having better future chances, and we are trying to live up to the public’s expectations. Future · We shall take part in Germany with a compact project; we have had proposals from some European Railways, we are to take part in an exhibition in Paris; we shall soon be going to Genoa where we have already moved a family of plastic turtles, and incredibly the real ones in the aquarium showed curiosity about them and started interacting with them. The aquarium is absolutely Cracking: naturalartificial, life itself, the inorganic, the meeting point of very different forms of life… It’s very close to Cracking Art. Pyramid · For the area of ‘le Navi’ (the boats) in Cattolica we have planned a 25metre high steel and bronze pyramid with a 20-metre long base, and 4,000 golden turtles. The turtles are still in circulation after the Biennale, asking for aid to save the sea and the world. We hope there will be no setbacks from the authorities. The pyramid should later become the container for the Cracking Museum, with models and relief maps on the world formation, the continental drift, hydrocarbons and some of our works. Pyramids · I have always been partial to pyramids… My name is Omar and I was born on September 11th… I once met the superintendent of Giza archeological sites, I have lived in pyramids on Mount Blanc… In Sardinia I once was in a pyramid made of phosphorus, one kilometre underground… It is not a tomb, it is a house, a meeting point and a bridge; for the Aztecs it was a stair leading to the sky; there are countless exoteric works on pyramids. It is a triangle made up of nature, artifice and art… I want to make bigger and bigger ones.

How I spend my day · I spend 99 per cent of my time for Cracking Art, and devote the rest to sleep and food. My wife has a role in Cracking Art too, it is not a job, after all! Some have got bronchitis, I have got art! Food art · I have had the chance to practise 'food art’. Art is itself a food. Piero Manzoni has used bread. I have made pictures with cakes, plastic ones of course. Is there anyone in my way? · For me? Oh, a stimulus… Art for me is more important than life itself, it is just in my way. And my partners attach to art the same importance as me. It is too involving, like a drug. I am inclined to adventure, I like doing strange, peculiar things, but what never fails to catch me is art.

Elephants · We shall soon be making an elephant, with the collaboration of a Berlin company… The elephant is also an endangered species. The problem we are solving is to mould it into a single block of polyethylene of four meters by four meters and eighty. We are in touch with an important Swiss sponsor, and the idea is to take some families of elephants over to Switzerland, including the baby elephants of course. Indebtedness · These are the days of Joseph Beuys, the guru of environment committed art. His art has always had connections with nature; after St. Francis, Joseph Beuys is the artist Cracking Art are indebted to. Moreover we are interested in such artists as Christo and his ability to create great events and to attract the media; we are also attracted to Warhol who documented his own time, and to Marinetti who interpreted his age through Futurism.

ph. Luca Facchini

Is there any life in plastics?

Gabbiani, 2001 Via Paris Bordone e cortile delle Canoniche Nuove, Treviso/Via Paris Bordone e cortile delle Canoniche Nuove, Treviso Omar Ronda durante l’allestimento Omar Ronda during the installation ph. Carlo Zuccarello

Mille delfini a Milano, 1996 Arengario di Palazzo Reale, piazza Duomo, Milano/Arengario of Palazzo Reale, Piazza Duomo, Milan

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HICETNUNC Da 9 marzo al 31 maggio, presso lo spazio Lazzari a Treviso, sarà esposta una selezione di opere degli artisti trevigiani Roberto Dal Mas e Alessandro Casagrande, che qui presentiamo brevemente. Here is a short introduction to two Trevisan artists, a selection from whose works will be exhibited at the New Lazzari Space, Treviso, from March 9th to May 31st.

FREE YOUR FEET Roberto Dal Mas Nato a Conegliano Veneto (Treviso) nel 1978, si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Vittorio Veneto in arte dei metalli ed oreficeria. Attualmente è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove frequenta il corso di Scultura. Born at Conegliano Veneto - Treviso in 1978, he graduated from Istituto d’Arte, Vittorio Veneto (Treviso), with a dissertation on the art of metals and jewel making. He now attends the sculpture classes at Accademia delle Belle arti - Venice.

Forse perché considerata utility da tutti (al massimo le si cercano di un certo colore, o si acquista sempre un modello-feticcio), la scarpa sportiva non esasperata, votata all'utilizzo nel tempo libero o informale, non vede molte variazioni specifiche sul tema, se escludiamo il mercato più giovane. Suona strano tutto ciò se pensiamo alla grande libertà che queste scarpe permettono in fase di ideazione e realizzazione, ma la musica sta cambiando. Da un lato designer di assoluto rilievo si dedicano al tema, dall'altra i più grandi produttori cercano mercati diversi da quello dei ragazzi. Il punto d’incontro è la vecchia “scarpa da tennis”, buona per ogni attività all’aperto, e le sneakers di tela, dalla grande capacità evocativa. Fino a qualche tempo fa il grande livello tecnico delle calzature sportive non significava necessariamente comodità e vestibilità. L’odierno design ha risolto il dissidio, combinando perfezione tecnica e comfort, innestando gusto e inventività nella tradizione.

Here is an item of footwear that everyone considers commonplace, a sort of fetish that one has got to have, to be used in one’s spare time or on informal occasions. Yet sneakers come in a limited range of colours and models for informed customers to choose from, with the exception of the younger market, where the supply is richer. The scene is changing, though; in fact, both renowned designers and top manufacturers devote their attention to wider sections, of the market. Their meeting point: the old tennis shoes or the dateless sneakers, in countless models for outdoor games and sports, footwear that conjure up old recollections. Until quite recently, however high the technical standard of sports shoes, their comfort and wearability was another matter, at least until they wore out. Which was a paradox that today’s designers have solved by coupling technical perfection and comfort, grafting their inventiveness on refinement and tradition.

Alessandro Casagrande Nato a Conegliano Veneto nel 1971, vive e lavora a Godega di S. Urbano, Treviso. La sua pittura è centrata nel focalizzare attraverso immagini dedicate alla memoria e al vissuto personale un punto di riferimento e di riflessione sul proprio essere. Born at Conegliano Veneto - Treviso in 1971, he lives and works at Godega di S. Urbano, Treviso. His painting focuses on experience and memory and leads to a reflection on existence.

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HICETNUNC Da 9 marzo al 31 maggio, presso lo spazio Lazzari a Treviso, sarà esposta una selezione di opere degli artisti trevigiani Roberto Dal Mas e Alessandro Casagrande, che qui presentiamo brevemente. Here is a short introduction to two Trevisan artists, a selection from whose works will be exhibited at the New Lazzari Space, Treviso, from March 9th to May 31st.

FREE YOUR FEET Roberto Dal Mas Nato a Conegliano Veneto (Treviso) nel 1978, si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Vittorio Veneto in arte dei metalli ed oreficeria. Attualmente è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove frequenta il corso di Scultura. Born at Conegliano Veneto - Treviso in 1978, he graduated from Istituto d’Arte, Vittorio Veneto (Treviso), with a dissertation on the art of metals and jewel making. He now attends the sculpture classes at Accademia delle Belle arti - Venice.

Forse perché considerata utility da tutti (al massimo le si cercano di un certo colore, o si acquista sempre un modello-feticcio), la scarpa sportiva non esasperata, votata all'utilizzo nel tempo libero o informale, non vede molte variazioni specifiche sul tema, se escludiamo il mercato più giovane. Suona strano tutto ciò se pensiamo alla grande libertà che queste scarpe permettono in fase di ideazione e realizzazione, ma la musica sta cambiando. Da un lato designer di assoluto rilievo si dedicano al tema, dall'altra i più grandi produttori cercano mercati diversi da quello dei ragazzi. Il punto d’incontro è la vecchia “scarpa da tennis”, buona per ogni attività all’aperto, e le sneakers di tela, dalla grande capacità evocativa. Fino a qualche tempo fa il grande livello tecnico delle calzature sportive non significava necessariamente comodità e vestibilità. L’odierno design ha risolto il dissidio, combinando perfezione tecnica e comfort, innestando gusto e inventività nella tradizione.

Here is an item of footwear that everyone considers commonplace, a sort of fetish that one has got to have, to be used in one’s spare time or on informal occasions. Yet sneakers come in a limited range of colours and models for informed customers to choose from, with the exception of the younger market, where the supply is richer. The scene is changing, though; in fact, both renowned designers and top manufacturers devote their attention to wider sections, of the market. Their meeting point: the old tennis shoes or the dateless sneakers, in countless models for outdoor games and sports, footwear that conjure up old recollections. Until quite recently, however high the technical standard of sports shoes, their comfort and wearability was another matter, at least until they wore out. Which was a paradox that today’s designers have solved by coupling technical perfection and comfort, grafting their inventiveness on refinement and tradition.

Alessandro Casagrande Nato a Conegliano Veneto nel 1971, vive e lavora a Godega di S. Urbano, Treviso. La sua pittura è centrata nel focalizzare attraverso immagini dedicate alla memoria e al vissuto personale un punto di riferimento e di riflessione sul proprio essere. Born at Conegliano Veneto - Treviso in 1971, he lives and works at Godega di S. Urbano, Treviso. His painting focuses on experience and memory and leads to a reflection on existence.

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Adidas Yohji

Ludwig Reiter

Spring Court

Uaaargh! Una scarpa Nike derivata dal modello wrestling è praticamente Pop Art se ci camminiamo dentro fino ad un'esecuzione di Bartòk, ma anche in altre occasioni.

Legggera Un peso piuma della comodità, derivato dalle calzature tecniche per il pugilato. Colori diversi, materiali di pregio, il tocco di un maestro.

Noblessse Fatte a mano per essere scarpe outdoor senza strafare, sono l'incarnazione tecnicamente più nobile del concetto "la scarpa da tennis che non toglierei mai".

Comodità: al chiuso, ideale. Trend: attraggono, insospettiscono, rivelano. Amarcord: le più grandi gare della storia dell'atletica mondiale - comodamente davanti alla tv. Impronta: quella di chi sa coerentemente sorprendere.

Comodità: assoluta e in ogni frangente. Trend: in grado di elevarti da qualunque sporty look. Amarcord: Ludwig Reiter fondò l'azienda nel 1881... Impronta: quella di chi è, e non vorrebbe essere granché altro.

Classsica La madre aristocratica di tutte le scarpe in tela, già ai piedi di miti come John Lennon e Serge Gainsbourg. Immutata dal 1936, con un sistema di aerazione allora innovativo, oggi insuperato per semplicità ed efficacia.

Nike wrestling

Adidas Yohji

Ludwig Reiter

Spring Court

Uaaargh! Nike shoes drawn from the wrestling model are virtually Pop Art if we wear them all the way to a Bartok performance in the evening; they are so even on other occasions.

How liiight! The featherweight of comfort, an outcome of boxing footwear. A wide range of colours, high quality materials, a masterly touch!

Noblessse Handmade shoes for outdoor activities; they are the noblest embodiment of the idea: “the tennis shoes I would never take off”.

Comfort: ideal for indoor life. Trend: attracting, intriguing, revealing. Remember: the most memorable competitions of world athletics, comfortably sitting in front of TV. Mark: the mark of those who can indeed surprise.

Comfort: absolute and under any circumstances. Trend: make you soar high over all other sporty looks. Remember: Ludwig Reiter established the firm in 1881… Mark: of those who are quite pleased with what they are.

Classssic! The aristocratic mothers of all sneakers, worn by such myths as John Lennon and Serge Gainsbourg. Unchanged since 1936, they still have a simple yet unsurpassed ventilation device.

Comodità: garantita per ogni peso, ma evitate le strade bianche. Trend: la particolare calzata sostiene anche le più noiose cene in piedi. Amarcord: Antonio Inoki, sempiterno mito del wrestling. Impronta: la lascerete comunque, quindi non sollevate nessuno gridando come ossessi, ok?

Comfort: they fit all body weights; avoid bumpy roads, though. Trend: their wearability helps you cope with the most boring buffets. Remember: Antonio Inoki, an eternal myth of wrestling. Mark: your footmark will be there anyway; can’t lift up people with inhuman yells, right?

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ph. Andrea Pancino

Nike per Wrestling

Comodità: perenne nel relax. Trend: radical flower. Amarcord: Imagine there's no Heaven… Impronta: sognante ma di classe.

Comfort: provide neverending relaxation. Trend: radical flower. Remember: Imagine there’s no Heaven… Mark: dreamy top class footwear.

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Adidas Yohji

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Spring Court

Uaaargh! Una scarpa Nike derivata dal modello wrestling è praticamente Pop Art se ci camminiamo dentro fino ad un'esecuzione di Bartòk, ma anche in altre occasioni.

Legggera Un peso piuma della comodità, derivato dalle calzature tecniche per il pugilato. Colori diversi, materiali di pregio, il tocco di un maestro.

Noblessse Fatte a mano per essere scarpe outdoor senza strafare, sono l'incarnazione tecnicamente più nobile del concetto "la scarpa da tennis che non toglierei mai".

Comodità: al chiuso, ideale. Trend: attraggono, insospettiscono, rivelano. Amarcord: le più grandi gare della storia dell'atletica mondiale - comodamente davanti alla tv. Impronta: quella di chi sa coerentemente sorprendere.

Comodità: assoluta e in ogni frangente. Trend: in grado di elevarti da qualunque sporty look. Amarcord: Ludwig Reiter fondò l'azienda nel 1881... Impronta: quella di chi è, e non vorrebbe essere granché altro.

Classsica La madre aristocratica di tutte le scarpe in tela, già ai piedi di miti come John Lennon e Serge Gainsbourg. Immutata dal 1936, con un sistema di aerazione allora innovativo, oggi insuperato per semplicità ed efficacia.

Nike wrestling

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Uaaargh! Nike shoes drawn from the wrestling model are virtually Pop Art if we wear them all the way to a Bartok performance in the evening; they are so even on other occasions.

How liiight! The featherweight of comfort, an outcome of boxing footwear. A wide range of colours, high quality materials, a masterly touch!

Noblessse Handmade shoes for outdoor activities; they are the noblest embodiment of the idea: “the tennis shoes I would never take off”.

Comfort: ideal for indoor life. Trend: attracting, intriguing, revealing. Remember: the most memorable competitions of world athletics, comfortably sitting in front of TV. Mark: the mark of those who can indeed surprise.

Comfort: absolute and under any circumstances. Trend: make you soar high over all other sporty looks. Remember: Ludwig Reiter established the firm in 1881… Mark: of those who are quite pleased with what they are.

Classssic! The aristocratic mothers of all sneakers, worn by such myths as John Lennon and Serge Gainsbourg. Unchanged since 1936, they still have a simple yet unsurpassed ventilation device.

Comodità: garantita per ogni peso, ma evitate le strade bianche. Trend: la particolare calzata sostiene anche le più noiose cene in piedi. Amarcord: Antonio Inoki, sempiterno mito del wrestling. Impronta: la lascerete comunque, quindi non sollevate nessuno gridando come ossessi, ok?

Comfort: they fit all body weights; avoid bumpy roads, though. Trend: their wearability helps you cope with the most boring buffets. Remember: Antonio Inoki, an eternal myth of wrestling. Mark: your footmark will be there anyway; can’t lift up people with inhuman yells, right?

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ph. Andrea Pancino

Nike per Wrestling

Comodità: perenne nel relax. Trend: radical flower. Amarcord: Imagine there's no Heaven… Impronta: sognante ma di classe.

Comfort: provide neverending relaxation. Trend: radical flower. Remember: Imagine there’s no Heaven… Mark: dreamy top class footwear.

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ph. M. Sanders

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ph. M. Sanders

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staff international +39 02 5817771

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ph. M. Sanders

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staff international +39 02 5817771

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ph. Andrea Pancino

ALL AROUND SUGAR

A partire da questo numero, Mug si propone di guidare i suoi lettori alla conoscenza di alcuni significativi spazi vendita in Italia e all’estero, evidenziando la ricchezza delle esperienze, gli apporti in termini di idee e di creatività, la novità delle soluzioni e l’intuizione di tendenze. Siamo andati ad Arezzo a visitare Sugar di Beppe Angiolini.

18

Gli spazi di Sugar, progettati nel 1988 da Enzo Decotiis, sono tutt’ora di grande attualità. In essi si è di molto anticipato l’odierno sentire che indirizza a realizzare contenitori belli e di design, ma più personali che “fatti per durare”. Le linee sono sobrie, pulite. C’è agio e comodità nel muoversi. Il bianco comanda, ma la regia di luci ad incasso permette sfumature cromatiche che valorizzano la personalità dei capi e degli abbinamenti suggeriti, rendendoli subito chiari, “fruibili” a chi li osserva. La scelta è selettiva; ai capi di ricerca ne vengono accostati alcuni dei marchi più conosciuti, secondo schemi interpretativi ricchi di gusto, che vanno oltre l’accessorio o l’abbinamento, più in profondità…

Sugar è uno spazio moda integrato in un’ottica ampia e intelligente, che trova il suo complemento in un centro di arredamento e design, nonché in un ulteriore spazio di prossima apertura -1800 metri quadri in un palazzo del ‘400-, dove abbigliamento e oggetti di design saranno proposti insieme. Sugar è un punto d’incontro tra gusto e genialità, proposte stilistiche, esigenze del pubblico. Qui la moda funge da catalizzatore di elementi molteplici, l’arredo, il design, il comfort, e realizza sintesi significative per il quotidiano.

Starting from this issue Mug will acquaint its readers with a number of significant fashion stores in Italy and abroad, to emphasize the wealth of experience, ideas and creativity, the topicality of solutions and proposals, the new spaces and trends. Here is our report on Beppe Angiolini’s Sugar, Arezzo.

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ph. Andrea Pancino

ALL AROUND SUGAR

A partire da questo numero, Mug si propone di guidare i suoi lettori alla conoscenza di alcuni significativi spazi vendita in Italia e all’estero, evidenziando la ricchezza delle esperienze, gli apporti in termini di idee e di creatività, la novità delle soluzioni e l’intuizione di tendenze. Siamo andati ad Arezzo a visitare Sugar di Beppe Angiolini.

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Gli spazi di Sugar, progettati nel 1988 da Enzo Decotiis, sono tutt’ora di grande attualità. In essi si è di molto anticipato l’odierno sentire che indirizza a realizzare contenitori belli e di design, ma più personali che “fatti per durare”. Le linee sono sobrie, pulite. C’è agio e comodità nel muoversi. Il bianco comanda, ma la regia di luci ad incasso permette sfumature cromatiche che valorizzano la personalità dei capi e degli abbinamenti suggeriti, rendendoli subito chiari, “fruibili” a chi li osserva. La scelta è selettiva; ai capi di ricerca ne vengono accostati alcuni dei marchi più conosciuti, secondo schemi interpretativi ricchi di gusto, che vanno oltre l’accessorio o l’abbinamento, più in profondità…

Sugar è uno spazio moda integrato in un’ottica ampia e intelligente, che trova il suo complemento in un centro di arredamento e design, nonché in un ulteriore spazio di prossima apertura -1800 metri quadri in un palazzo del ‘400-, dove abbigliamento e oggetti di design saranno proposti insieme. Sugar è un punto d’incontro tra gusto e genialità, proposte stilistiche, esigenze del pubblico. Qui la moda funge da catalizzatore di elementi molteplici, l’arredo, il design, il comfort, e realizza sintesi significative per il quotidiano.

Starting from this issue Mug will acquaint its readers with a number of significant fashion stores in Italy and abroad, to emphasize the wealth of experience, ideas and creativity, the topicality of solutions and proposals, the new spaces and trends. Here is our report on Beppe Angiolini’s Sugar, Arezzo.

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Sugar proposes an extremely selective choice of articles coupled with the best commercial labels, interpreted and varied with great taste. Emphasis on style is achieved by playing down accessories or unusual matchings, by trying to go deeper. Here fashion is the major catalyst leading various aspects of daily life to interdependence, an ever more coherent way of regarding furniture, design and comfort.

ph. Andrea Pancino

Sugar is part of an integrated design including a men’s and women’s fashion store and an interior design and furniture centre. The boutique design was made by Enzo Decotiis in 1988, but its spaces are absolutely topical, and have forerun today’s trend to fit out beautiful design containers that are made to be personal rather than to last. The lines are neat and sober; you move about with ease and comfort. White dominates, but the built-in lighting system creates chromatic overtones that enhance the items on show and the matchings suggested, for they enable the observer to immediately perceive and appreciate them.

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Sugar proposes an extremely selective choice of articles coupled with the best commercial labels, interpreted and varied with great taste. Emphasis on style is achieved by playing down accessories or unusual matchings, by trying to go deeper. Here fashion is the major catalyst leading various aspects of daily life to interdependence, an ever more coherent way of regarding furniture, design and comfort.

ph. Andrea Pancino

Sugar is part of an integrated design including a men’s and women’s fashion store and an interior design and furniture centre. The boutique design was made by Enzo Decotiis in 1988, but its spaces are absolutely topical, and have forerun today’s trend to fit out beautiful design containers that are made to be personal rather than to last. The lines are neat and sober; you move about with ease and comfort. White dominates, but the built-in lighting system creates chromatic overtones that enhance the items on show and the matchings suggested, for they enable the observer to immediately perceive and appreciate them.

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GIVE ME THE NIGHT Spesso i progetti più evocativi e sognanti nascono da esigenze estremamente concrete. È il caso di Notte, lampada progettata da Claudio Silvestrin per Viabizzuno. Mario Nanni, titolare dell’azienda, ricorda che Notte nacque per il progetto illuminotecnico della boutique Armani di Place Vendome a Parigi: fui subito colpito dalle linee chiare ed essenziali del progetto, poiché credo che le forme geometriche più semplici, libere da impurità siano le più vicine all’idea di perfezione. Notte è un corpo illuminante versatile, in lamiera di ottone ossidata oppure verniciata bianca e acciaio, con la capacità di fondersi totalmente con lo spazio intorno a sè. Se consideriamo Casualità e Natura i migliori scenografi notturni, Notte regge il confronto in virtù della sua abilità di miscelare luce ed ombra con spazi ed emozioni, per creare spessori, stati d’animo, vibrazioni e mosse dell’animo magari inattese: è ciò che ogni progetto di luce Viabizzuno persegue. Questa lampada soddisfa esigenze diverse attraverso le sue tre differenti sorgenti luminose. Nel caso della boutique Armani, una lampada alogena lineare fornisce luce indiretta, altre alogene forniscono luci d’accento attraverso specchi direzionabili nascosti nel corpo della lampada per valorizzare arredi ed oggetti esposti, e per finire una sorgente fluorescente garantisce un’illuminazione diffusa e ben calibrabile. Se poi ci sono da valorizzare affetti, sguardi e magari un profondo sentire, la notte, si sa, porta anche consiglio… Claudio Silvestrin è nato nel 1954. È stato educato a Milano da A. G. Fronzoni e ha proseguito gli studi all'Architectural Association di Londra, città dove vive e lavora. La sua architettura è austera ma non estrema, contemporanea e tuttavia senza tempo, calma ma non ascetica. Tra i suoi lavori più importanti: la villa Neuendorf a Maiorca, la villa B in Provenza, l’appartamento Baker-Mill a Londra, gli allestimenti Hayward Gallery a Londra, i negozi per Giorgio Armani, le gallerie d’arte per Victoria Miro, ristoranti a Graz e a Berna.

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The most intriguing projects often draw their origin from. real needs, as was the case with ‘Night’, a lamp designed by Claudio Silvestrin for Viabizzuno. Mario Nanni, the store owner, recalls that ‘Night’ was created for the Place de Vendome Armani store: I was immediately struck by the neat and essential lines of the design, for I feel that the simpler and less sophisticated geometrical forms are, the better they approach my idea of perfection. ‘Night’ is a versatile lighting body made of burnished, steel, or white painted brass plate, that can totally integrate into the surrounding space. If chance and nature are the best creators of nocturnal scenes, ‘Night’ can no doubt, be said to stand comparison with them, as it combines light and shade effects that stir deep emotional vibrations and unexpected thrills. Which is precisely what all of Viabizzuno’s lighting designs aim at. The lamp’s three different light sources fulfil three different tasks. In Armani’s fashion store a linear halogen lamp supplies indirect lighting, whereas others provide more marked lighting through orientable mirrors, concealed in the lamps’ body, to enhance both the furniture and the items on display; lastly, a fluorescent light source supplies diffuse and adjustable lighting. When it comes to affections, glances and feelings ‘Night’, just as night, is what we really need. Born in 1954, Claudio Silvestrin was educated in Milan by A.G. Fronzoni and later completed his studies at the Architectural Association, London, where he still lives and works. His architectural style is austere but not extreme, topical yet dateless, poised albeit not ascetical. Among his most important works: Neuendorf’s villa in Maiorca, the B villa in Provence, Baker-Mill’s home in London, the fittings for the Hayward Gallery, London, the fashion stores for Giorgio Armani, the art galleries for Victoria Miro, besides restaurants in Graz and Bern.

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GIVE ME THE NIGHT Spesso i progetti più evocativi e sognanti nascono da esigenze estremamente concrete. È il caso di Notte, lampada progettata da Claudio Silvestrin per Viabizzuno. Mario Nanni, titolare dell’azienda, ricorda che Notte nacque per il progetto illuminotecnico della boutique Armani di Place Vendome a Parigi: fui subito colpito dalle linee chiare ed essenziali del progetto, poiché credo che le forme geometriche più semplici, libere da impurità siano le più vicine all’idea di perfezione. Notte è un corpo illuminante versatile, in lamiera di ottone ossidata oppure verniciata bianca e acciaio, con la capacità di fondersi totalmente con lo spazio intorno a sè. Se consideriamo Casualità e Natura i migliori scenografi notturni, Notte regge il confronto in virtù della sua abilità di miscelare luce ed ombra con spazi ed emozioni, per creare spessori, stati d’animo, vibrazioni e mosse dell’animo magari inattese: è ciò che ogni progetto di luce Viabizzuno persegue. Questa lampada soddisfa esigenze diverse attraverso le sue tre differenti sorgenti luminose. Nel caso della boutique Armani, una lampada alogena lineare fornisce luce indiretta, altre alogene forniscono luci d’accento attraverso specchi direzionabili nascosti nel corpo della lampada per valorizzare arredi ed oggetti esposti, e per finire una sorgente fluorescente garantisce un’illuminazione diffusa e ben calibrabile. Se poi ci sono da valorizzare affetti, sguardi e magari un profondo sentire, la notte, si sa, porta anche consiglio… Claudio Silvestrin è nato nel 1954. È stato educato a Milano da A. G. Fronzoni e ha proseguito gli studi all'Architectural Association di Londra, città dove vive e lavora. La sua architettura è austera ma non estrema, contemporanea e tuttavia senza tempo, calma ma non ascetica. Tra i suoi lavori più importanti: la villa Neuendorf a Maiorca, la villa B in Provenza, l’appartamento Baker-Mill a Londra, gli allestimenti Hayward Gallery a Londra, i negozi per Giorgio Armani, le gallerie d’arte per Victoria Miro, ristoranti a Graz e a Berna.

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The most intriguing projects often draw their origin from. real needs, as was the case with ‘Night’, a lamp designed by Claudio Silvestrin for Viabizzuno. Mario Nanni, the store owner, recalls that ‘Night’ was created for the Place de Vendome Armani store: I was immediately struck by the neat and essential lines of the design, for I feel that the simpler and less sophisticated geometrical forms are, the better they approach my idea of perfection. ‘Night’ is a versatile lighting body made of burnished, steel, or white painted brass plate, that can totally integrate into the surrounding space. If chance and nature are the best creators of nocturnal scenes, ‘Night’ can no doubt, be said to stand comparison with them, as it combines light and shade effects that stir deep emotional vibrations and unexpected thrills. Which is precisely what all of Viabizzuno’s lighting designs aim at. The lamp’s three different light sources fulfil three different tasks. In Armani’s fashion store a linear halogen lamp supplies indirect lighting, whereas others provide more marked lighting through orientable mirrors, concealed in the lamps’ body, to enhance both the furniture and the items on display; lastly, a fluorescent light source supplies diffuse and adjustable lighting. When it comes to affections, glances and feelings ‘Night’, just as night, is what we really need. Born in 1954, Claudio Silvestrin was educated in Milan by A.G. Fronzoni and later completed his studies at the Architectural Association, London, where he still lives and works. His architectural style is austere but not extreme, topical yet dateless, poised albeit not ascetical. Among his most important works: Neuendorf’s villa in Maiorca, the B villa in Provence, Baker-Mill’s home in London, the fittings for the Hayward Gallery, London, the fashion stores for Giorgio Armani, the art galleries for Victoria Miro, besides restaurants in Graz and Bern.

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TOKYO EYES Tokyo è malata di stress. Ed è contagiosa. Ti tiene lunghe ore occupata con qualcosa, poi ti fa sentire distante da tutto. Per questo negli ultimi tempi, sono sorti e hanno conosciuto grande successo dei particolari hotel, attrezzati come “rifugio” dallo stress. In campo musicale, la cosiddetta “healing music” ormai è una realtà delle vendite. Il giardinaggio è di tendenza, anche tra i giovanissimi: ormai è più di una moda far crescere una piantina e parlarle con affetto.

ph. Reiko Hanafusa

1 2 3 4

Tokyo is a stressful city, and there’s no way for one to escape contagion. It keeps you feverishly busy for hours, then allows you total detachment and relaxation in specially equipped hotels, the latest remedy for the frantic rhythm of life. The City provides further antidotes, such as ‘healing music’, and gardening a trend that leads even young people to grow plants and to fondly take care of them.

The Globe A street sign A Drag Queen Café Au Gogo

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TOKYO EYES Tokyo è malata di stress. Ed è contagiosa. Ti tiene lunghe ore occupata con qualcosa, poi ti fa sentire distante da tutto. Per questo negli ultimi tempi, sono sorti e hanno conosciuto grande successo dei particolari hotel, attrezzati come “rifugio” dallo stress. In campo musicale, la cosiddetta “healing music” ormai è una realtà delle vendite. Il giardinaggio è di tendenza, anche tra i giovanissimi: ormai è più di una moda far crescere una piantina e parlarle con affetto.

ph. Reiko Hanafusa

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Tokyo is a stressful city, and there’s no way for one to escape contagion. It keeps you feverishly busy for hours, then allows you total detachment and relaxation in specially equipped hotels, the latest remedy for the frantic rhythm of life. The City provides further antidotes, such as ‘healing music’, and gardening a trend that leads even young people to grow plants and to fondly take care of them.

The Globe A street sign A Drag Queen Café Au Gogo

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Lo stress spesso è più mentale che fisico. In questo caso a Tokyo (contagiosa ma con anticorpi vivaci) si va al café, e c’è ampia possibilità di scelta. Al Qwalunca Café l’ospitalità regna. Nulla ti potrà mai agitare, lì dentro, e ti puoi rilassare godendo del buon gusto degli arredi, della tranquillità dell’atmosfera, del buon cibo e delle ottime bevande. La filosofia del proprietario è semplice: l’ospite deve potersi sentire se stesso. Il Café Au Gogo, poi, è unico! Ti riporta indietro ad un’infanzia ideale, con i suoi due alberi che lo attraversano dal pavi-

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mento al soffitto: ti pare di stare nella casa sull’albero che se non hai avuto certamente hai sognato. Mobilio in legno, una vecchia stufa, libri, un libro illustrato come menu… Una pausa pranzo perfetta in un giorno schizzato!

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1-4 5 6 7 8 9 10

When the stress affects your mind, you can resort to one of Tokyo’s countless cafés like the Qwalunca Café where you are welcomed by the good taste of the furniture, the sober atmosphere, the excellent food and drinks. You can’t but feel at your best here, or at the Café au Gogo, where you are led back to an ideal childhood by the two trees that rise up from floor to ceiling, the sort of tree cabin you have dreamt about, with the wooden furniture, an old stove, books, an illustrated menu… The perfect dinner break in your frantic routine.

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Café Au Gogo Qwalunca Cafe Traditional Food Shop Staff The Globe Shops in a Flat Street Shot

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Lo stress spesso è più mentale che fisico. In questo caso a Tokyo (contagiosa ma con anticorpi vivaci) si va al café, e c’è ampia possibilità di scelta. Al Qwalunca Café l’ospitalità regna. Nulla ti potrà mai agitare, lì dentro, e ti puoi rilassare godendo del buon gusto degli arredi, della tranquillità dell’atmosfera, del buon cibo e delle ottime bevande. La filosofia del proprietario è semplice: l’ospite deve potersi sentire se stesso. Il Café Au Gogo, poi, è unico! Ti riporta indietro ad un’infanzia ideale, con i suoi due alberi che lo attraversano dal pavi-

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mento al soffitto: ti pare di stare nella casa sull’albero che se non hai avuto certamente hai sognato. Mobilio in legno, una vecchia stufa, libri, un libro illustrato come menu… Una pausa pranzo perfetta in un giorno schizzato!

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When the stress affects your mind, you can resort to one of Tokyo’s countless cafés like the Qwalunca Café where you are welcomed by the good taste of the furniture, the sober atmosphere, the excellent food and drinks. You can’t but feel at your best here, or at the Café au Gogo, where you are led back to an ideal childhood by the two trees that rise up from floor to ceiling, the sort of tree cabin you have dreamt about, with the wooden furniture, an old stove, books, an illustrated menu… The perfect dinner break in your frantic routine.

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Café Au Gogo Qwalunca Cafe Traditional Food Shop Staff The Globe Shops in a Flat Street Shot

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Se si vuole “guarire” più in profondità, il salone di massaggi è una scelta che va per la maggiore. Da dieci minuti a tre ore la scelta è grande. Superior Part II va assolutamente provato. Qui si pratica il massaggio tradizionale taiwanese, praticato con bastoncini chiamati Tai I Soh Kin Boh, fatti di corno di bufalo d’acqua nero equipaggiati con un particolare magnete, che reagisce alle zone del corpo dove lo stress e la stanchezza si sono maggiormente accumulati favorendo relax e migliore circolazione energetica e sanguigna.

Café: Qwalunca Café Awards Bldg 5F, 32-7, Udagawacho, Shibuyaku, Tokyo phone: 03-5728-7827 Café au Gogo No. 202, 3-20-1, Jinngumae, Shibuyaku, Tokyo phone: 03-5410-1525 The Globe 2-7-8, Ikejiri, Setagayaku, Tokyo phone: 03-5430-3550

Massage salon: Superior Part II Fonte Aoyama 101, 2-22-14, Minamiaoyama, Minatoku, Tokyo phone: 03-5770-7382 Kouichi Katuyama Japan 3-13-12, Akasaka, Minatoku, Tokyo phone: 03-5549-2755 0120-466-301 (for reservation)

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Che dire poi della cosmetica anti–stress? Il must è il salone di Kouichi Katuyama, dove non è un azzardo parlare di chirurgia estetica senza bisturi: qui ogni trattamento viene eseguito solo con le mani. Con la loro speciale tecnica possono correggere la posizione di ossa, muscoli ed organi interni per migliorare salute, circolazione e postura. L’effetto liposuzione è magnifico, per non parlare delle rughe che spariscono! Funziona davvero – non si dovrebbero aspettare 15 giorni per avere un appuntamento… Presto arriverà anche in Europa!

If you need deeper healing, then the massage parlour is the right place for you to spend from ten minutes to three hours. Superior Part II is worth trying, as they give you, the traditional Taiwan massage with Tai I Soh Kin Boh, magnetized sticks from the horns of black buffalo. As if by magic your stress vanishes, and you are restored to a feeling of well-being. What about anti-stress cosmetics? Kouichi Katuyama’s parlour is the tops! Cosmetic surgery is a matter of hands here, not of lancets. Their corrective therapies involve the bones, muscles and inside organs and can do much to improve your health, blood circulation and joints. At Kouichi Katuyama’s wrinkles disappear and even your superfluous fat dissolves! It really works and it doesn’t take long to get an appointment. It will soon be available also in Europe!


Se si vuole “guarire” più in profondità, il salone di massaggi è una scelta che va per la maggiore. Da dieci minuti a tre ore la scelta è grande. Superior Part II va assolutamente provato. Qui si pratica il massaggio tradizionale taiwanese, praticato con bastoncini chiamati Tai I Soh Kin Boh, fatti di corno di bufalo d’acqua nero equipaggiati con un particolare magnete, che reagisce alle zone del corpo dove lo stress e la stanchezza si sono maggiormente accumulati favorendo relax e migliore circolazione energetica e sanguigna.

Café: Qwalunca Café Awards Bldg 5F, 32-7, Udagawacho, Shibuyaku, Tokyo phone: 03-5728-7827 Café au Gogo No. 202, 3-20-1, Jinngumae, Shibuyaku, Tokyo phone: 03-5410-1525 The Globe 2-7-8, Ikejiri, Setagayaku, Tokyo phone: 03-5430-3550

Massage salon: Superior Part II Fonte Aoyama 101, 2-22-14, Minamiaoyama, Minatoku, Tokyo phone: 03-5770-7382 Kouichi Katuyama Japan 3-13-12, Akasaka, Minatoku, Tokyo phone: 03-5549-2755 0120-466-301 (for reservation)

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Che dire poi della cosmetica anti–stress? Il must è il salone di Kouichi Katuyama, dove non è un azzardo parlare di chirurgia estetica senza bisturi: qui ogni trattamento viene eseguito solo con le mani. Con la loro speciale tecnica possono correggere la posizione di ossa, muscoli ed organi interni per migliorare salute, circolazione e postura. L’effetto liposuzione è magnifico, per non parlare delle rughe che spariscono! Funziona davvero – non si dovrebbero aspettare 15 giorni per avere un appuntamento… Presto arriverà anche in Europa!

If you need deeper healing, then the massage parlour is the right place for you to spend from ten minutes to three hours. Superior Part II is worth trying, as they give you, the traditional Taiwan massage with Tai I Soh Kin Boh, magnetized sticks from the horns of black buffalo. As if by magic your stress vanishes, and you are restored to a feeling of well-being. What about anti-stress cosmetics? Kouichi Katuyama’s parlour is the tops! Cosmetic surgery is a matter of hands here, not of lancets. Their corrective therapies involve the bones, muscles and inside organs and can do much to improve your health, blood circulation and joints. At Kouichi Katuyama’s wrinkles disappear and even your superfluous fat dissolves! It really works and it doesn’t take long to get an appointment. It will soon be available also in Europe!


IL TESSUTO DELLA SALUTE Quello del capo "tecnico" è un trend passato, ma la ricerca tecnologica spinta è entrata nel mondo dei tessuti per restare e dare molto. La fibra di carbonio ha dato il la alla "fiber invasion": alcune sue caratteristiche la rendono preziosa per la salute umana. Il carbonio infatti riesce a schermare (effetto antistatico) l'uomo dall'inquinamento elettromagnetico, quello provocato dalle onde prodotte da apparecchiature elettriche e televisive, telefoni cellulari, stampanti, computer, fotocopiatrici, asciugacapelli e quant'altro. Tutto ciò è abbastanza noto: molti hanno provato le stuoie in carbonio sotto il materasso per proteggere il sonno. Meno note sono le proprietà antibatteriche della fibra di carbonio, la sua capacità di respingere polveri e contenere cattivi odori, il suo favorire la circolazione sanguigna e l'ossigenazione cellulare, caratteristiche che lo rendono utilizzabile non solo per capi tecnici-sportivi ma anche per l'abbigliamento casual e classico, intimo e per la biancheria della casa. In questa direzione la ricerca è già andata oltre: esistono già dei filati "tecnonaturali" che presentano al loro interno acciaio (antibatterico, antimuffe e antiallergico), alluminio, argento e ceramica, ideali per aiutare la termoregolazione corporea e ottenere tessuti più resistenti al tempo e all'usura. Scegliere capi realizzati con questi tessuti i cui contenuti ridefiniscono il concetto di tecnico (ormai non più solo sinonimo di "sportivo") è oggi lontano dall'essere un vezzo. E' un'espressione rinnovata della cura di sè, un segno di consapevolezza, un concreto comunicare oltre i limiti della tendenza il proprio modo di essere. È l'eleganza, oltre che la validità, dell'innovazione tecnologica che trova piena espressione nell'abbigliamento.

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Health fabrics Although ‘technical’ items of clothing are now outdated, advanced technological research seems to have become a permanent trend in the production of fabrics. Carbon fibres are now the rage as scientists disclose their rich potential for human health. In fact, carbon can do much to protect us from electromagnetic radiations produced by our extensive use of domestic appliances and electronic devices. Scientific tests have shown that carbon mats placed underneath the mattress help lull people to sounder sleep, and that carbon fibres, besides being dust-repellent, keep foul smells in check, improve blood circulation and cell oxygen absorption. As a result, not only are they being used to make sportswear, but also casual and classic clothing, underwear and household linen. Furthermore… researchers have already experimented on antibacterial, antimould and antiallergic ‘techno-natural’ yarns containing steel, aluminium, silver and ceramic, which are, helpful to body temperature regulation and make hard-wearing fabrics. Far from being a whim, choosing carbon fibre clothing today is a new way to take care of our look and health, a token of our awareness that elegance can go hand in hand with technological innovation.


IL TESSUTO DELLA SALUTE Quello del capo "tecnico" è un trend passato, ma la ricerca tecnologica spinta è entrata nel mondo dei tessuti per restare e dare molto. La fibra di carbonio ha dato il la alla "fiber invasion": alcune sue caratteristiche la rendono preziosa per la salute umana. Il carbonio infatti riesce a schermare (effetto antistatico) l'uomo dall'inquinamento elettromagnetico, quello provocato dalle onde prodotte da apparecchiature elettriche e televisive, telefoni cellulari, stampanti, computer, fotocopiatrici, asciugacapelli e quant'altro. Tutto ciò è abbastanza noto: molti hanno provato le stuoie in carbonio sotto il materasso per proteggere il sonno. Meno note sono le proprietà antibatteriche della fibra di carbonio, la sua capacità di respingere polveri e contenere cattivi odori, il suo favorire la circolazione sanguigna e l'ossigenazione cellulare, caratteristiche che lo rendono utilizzabile non solo per capi tecnici-sportivi ma anche per l'abbigliamento casual e classico, intimo e per la biancheria della casa. In questa direzione la ricerca è già andata oltre: esistono già dei filati "tecnonaturali" che presentano al loro interno acciaio (antibatterico, antimuffe e antiallergico), alluminio, argento e ceramica, ideali per aiutare la termoregolazione corporea e ottenere tessuti più resistenti al tempo e all'usura. Scegliere capi realizzati con questi tessuti i cui contenuti ridefiniscono il concetto di tecnico (ormai non più solo sinonimo di "sportivo") è oggi lontano dall'essere un vezzo. E' un'espressione rinnovata della cura di sè, un segno di consapevolezza, un concreto comunicare oltre i limiti della tendenza il proprio modo di essere. È l'eleganza, oltre che la validità, dell'innovazione tecnologica che trova piena espressione nell'abbigliamento.

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Health fabrics Although ‘technical’ items of clothing are now outdated, advanced technological research seems to have become a permanent trend in the production of fabrics. Carbon fibres are now the rage as scientists disclose their rich potential for human health. In fact, carbon can do much to protect us from electromagnetic radiations produced by our extensive use of domestic appliances and electronic devices. Scientific tests have shown that carbon mats placed underneath the mattress help lull people to sounder sleep, and that carbon fibres, besides being dust-repellent, keep foul smells in check, improve blood circulation and cell oxygen absorption. As a result, not only are they being used to make sportswear, but also casual and classic clothing, underwear and household linen. Furthermore… researchers have already experimented on antibacterial, antimould and antiallergic ‘techno-natural’ yarns containing steel, aluminium, silver and ceramic, which are, helpful to body temperature regulation and make hard-wearing fabrics. Far from being a whim, choosing carbon fibre clothing today is a new way to take care of our look and health, a token of our awareness that elegance can go hand in hand with technological innovation.


SFANTASCIENZA?

L’ALBUM BIANCO Struer’s factories have welded the product’s objective features with the public’s subjective wishes, needs and their craving for surprise. BeoVision 5 with its 16:9 42 inch screen, two builtin loudspeakers, a shiny anodised aluminium casing in five different colours, is no longer science-fiction. The quality of the images is totally new: images are “read” by the screen according to their movements. Black never turns to grey even in the smallest images, and the audio system can generate 96 dB in Dolby Digital Surround. The whole of its features have been so devised as to supply the best of vision, no matter how and where the TV is placed and used. The screen, for example, is provided with an anti reflection device which allows a more flexible positioning of the TV set. BeoVision 5 can also be made to work as BeoLink master, and convey sounds and images all over the house. Science-fiction? See it with your own eyes in Bang & Olufsen’s shops starting from the middle of April 2002.

Has science-fiction become reality? Not many innovations that science-fiction has anticipated over the past decades have become actuality. Among the few that have, the TV to be hung on the wall like a picture has been and still is at the top of our wishes. It is now available, has stirred people’s curiosity, and has now found its state of the art in BeoVision 5 by Bang & Olufsen.

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ph. Courtesy of B&O

La fusione tra la qualità oggettiva e la soggettività di desideri, esigenze e voglia di sorprendersi è riuscita ancora una volta, nei laboratori di Struer: BeoVision 5 sfoggia uno schermo al plasma 16:9 da 42", una coppia di diffusori audio incorporati, un'elegante livrea in alluminio anodizzato in cinque diverse sfumature di colore. La qualità dell'immagine è in pratica pensata ex novo: le immagini sono "lette" dallo schermo considerando il loro movimento. Il nero non diventa mai grigio anche nelle immagini più piccole. Il sistema audio è in grado di generare 96 dB in Dolby Digital® Surround. Le altre caratteristiche sono di assoluto livello, e sono tutte volte a favorire la miglior visione possibile ovunque, e comunque, BeoVision 5 sia posizionato e utilizzato. Lo schermo, ad esempio, è dotato di un filtro antiriflesso in grado di ridurre fino all'80% l'influsso di altre sorgenti luminose: ciò permette una flessibilità di posizionamento notevole, che diventa totale se si considera che BeoVision 5 può essere installato non solo appeso ad un muro ma, con i suoi supporti, in ogni posizione desiderata. BeoVision 5 può funzionare anche come BeoLink® master, e distribuire suoni ed immagini in tutta la casa. Fantascienza? Toccatela con mano nei negozi Bang & Olufsen a partire da metà aprile 2002.

Per molti fan, i Beatles racchiusero uno sguardo proiettato nel futuro della musica dentro il loro "album bianco". Apple ha provato a fare lo stesso con la nuova generazione dell'iMac, collezione di tecnologia e soluzioni che guardano all'utilizzo futuro del computer con confidenza

The White Album Many fans believe that the Beatles put within their ‘white album’ their view of what the future of music was going to be like. Apple have tried to do the same with the new iMac generation, a collection of technical solutions that look ahead to a more confident use of computers. Apple do indeed appear to believe in the “digital lifestyle” they have been fostering, otherwise they would not have conceived the new iMac for real use rather than for just toying. If the previous generation of iMac introduced colour and an unprecedented powerful all-in-one approach, the new one brings along a new conception of ergonomics and an unparalleled power-use ratio for a computer addressed to the non professional market.

Apple mostra di credere davvero al "digital lifestyle" di cui si fa paladina da qualche tempo. Diversamente, non avrebbe concepito il nuovo iMac come una macchina innovativa in senso… antico, cioè fatta per servire e non per essere ben sfruttata solo da schiere di smanettoni. Infatti, se la precedente generazione di iMac ha portato nell'informatica l'uso del colore e un approccio all-in-one potente come mai prima, questa porta sui nostri tavoli dedicati ai bit un'ergonomia nuova e un rapporto potenza/utilità mai raggiunto prima da un computer pensato per il mercato non professionale.

ph. Courtesy of Apple

Non sono poi così tante le innovazioni auspicate dalla fantascienza nei decenni passati che arrivano ad essere realtà tangibile. Fra queste, la tv da appendere al muro come un quadro è stata una delle più "desiderate": è arrivata, ha incuriosito e ora, con BeoVision 5 di Bang & Olufsen, ha trovato un riferimento, uno stato dell'arte.

Schermo a cristalli liquidi orientabile secondo gusti ed esigenze, base solida ma contenuta nelle dimensioni (qui alcune soluzioni sono davvero d'avanguardia: la sfida vinta è stata quella di far stare in così poco posto una componentistica standard, in modo da contenere i costi e facilitare aggiornamenti e manutenzione), possibilità di effettuare operazioni avanzate come la masterizzazione di DVD senza dover acquistare altri accessori costosi. Comunque, è il design a impressionare durante la prima, la seconda e forse anche la terza occhiata che si lancia al nuovo iMac. Sembra ricordare molte cose: certe lampade da tavolo, i visori bionici di certi film di fantascienza, qualcuno addirittura ha detto che è rilassante perché ricorda l'ombrellone da spiaggia… Il sospetto, alla quarta occhiata, è quello che dietro tanta apparenza ci sia poco, ma poi lo si accende, e… Dopo l'album bianco dei Beatles, qualcos'altro di candido raccoglie tecnologia e creatività per guardare con confidenza al futuro.

A liquid crystals display orientable to taste, a solid small sized base, the advanced solution of fitting all the standard components in a very limited space, so as to curb costs and make updating and servicing easier; the possibility to carry out advanced operations like DVD masterizing without having to buy any other expensive accessories. The design is indeed admirable; it recalls to mind things like certain table-lamps, bionic visors from sciencefiction films etc. Some find it relaxing, as it reminds them of a beach sunshade. You may suspect that there is little below the surface, but when you switch it on and operate it, you feel that, just like the Beatles’ ‘white album’, this candid container of technology and creativity enables you to confidently look ahead to the future.

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SFANTASCIENZA?

L’ALBUM BIANCO Struer’s factories have welded the product’s objective features with the public’s subjective wishes, needs and their craving for surprise. BeoVision 5 with its 16:9 42 inch screen, two builtin loudspeakers, a shiny anodised aluminium casing in five different colours, is no longer science-fiction. The quality of the images is totally new: images are “read” by the screen according to their movements. Black never turns to grey even in the smallest images, and the audio system can generate 96 dB in Dolby Digital Surround. The whole of its features have been so devised as to supply the best of vision, no matter how and where the TV is placed and used. The screen, for example, is provided with an anti reflection device which allows a more flexible positioning of the TV set. BeoVision 5 can also be made to work as BeoLink master, and convey sounds and images all over the house. Science-fiction? See it with your own eyes in Bang & Olufsen’s shops starting from the middle of April 2002.

Has science-fiction become reality? Not many innovations that science-fiction has anticipated over the past decades have become actuality. Among the few that have, the TV to be hung on the wall like a picture has been and still is at the top of our wishes. It is now available, has stirred people’s curiosity, and has now found its state of the art in BeoVision 5 by Bang & Olufsen.

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ph. Courtesy of B&O

La fusione tra la qualità oggettiva e la soggettività di desideri, esigenze e voglia di sorprendersi è riuscita ancora una volta, nei laboratori di Struer: BeoVision 5 sfoggia uno schermo al plasma 16:9 da 42", una coppia di diffusori audio incorporati, un'elegante livrea in alluminio anodizzato in cinque diverse sfumature di colore. La qualità dell'immagine è in pratica pensata ex novo: le immagini sono "lette" dallo schermo considerando il loro movimento. Il nero non diventa mai grigio anche nelle immagini più piccole. Il sistema audio è in grado di generare 96 dB in Dolby Digital® Surround. Le altre caratteristiche sono di assoluto livello, e sono tutte volte a favorire la miglior visione possibile ovunque, e comunque, BeoVision 5 sia posizionato e utilizzato. Lo schermo, ad esempio, è dotato di un filtro antiriflesso in grado di ridurre fino all'80% l'influsso di altre sorgenti luminose: ciò permette una flessibilità di posizionamento notevole, che diventa totale se si considera che BeoVision 5 può essere installato non solo appeso ad un muro ma, con i suoi supporti, in ogni posizione desiderata. BeoVision 5 può funzionare anche come BeoLink® master, e distribuire suoni ed immagini in tutta la casa. Fantascienza? Toccatela con mano nei negozi Bang & Olufsen a partire da metà aprile 2002.

Per molti fan, i Beatles racchiusero uno sguardo proiettato nel futuro della musica dentro il loro "album bianco". Apple ha provato a fare lo stesso con la nuova generazione dell'iMac, collezione di tecnologia e soluzioni che guardano all'utilizzo futuro del computer con confidenza

The White Album Many fans believe that the Beatles put within their ‘white album’ their view of what the future of music was going to be like. Apple have tried to do the same with the new iMac generation, a collection of technical solutions that look ahead to a more confident use of computers. Apple do indeed appear to believe in the “digital lifestyle” they have been fostering, otherwise they would not have conceived the new iMac for real use rather than for just toying. If the previous generation of iMac introduced colour and an unprecedented powerful all-in-one approach, the new one brings along a new conception of ergonomics and an unparalleled power-use ratio for a computer addressed to the non professional market.

Apple mostra di credere davvero al "digital lifestyle" di cui si fa paladina da qualche tempo. Diversamente, non avrebbe concepito il nuovo iMac come una macchina innovativa in senso… antico, cioè fatta per servire e non per essere ben sfruttata solo da schiere di smanettoni. Infatti, se la precedente generazione di iMac ha portato nell'informatica l'uso del colore e un approccio all-in-one potente come mai prima, questa porta sui nostri tavoli dedicati ai bit un'ergonomia nuova e un rapporto potenza/utilità mai raggiunto prima da un computer pensato per il mercato non professionale.

ph. Courtesy of Apple

Non sono poi così tante le innovazioni auspicate dalla fantascienza nei decenni passati che arrivano ad essere realtà tangibile. Fra queste, la tv da appendere al muro come un quadro è stata una delle più "desiderate": è arrivata, ha incuriosito e ora, con BeoVision 5 di Bang & Olufsen, ha trovato un riferimento, uno stato dell'arte.

Schermo a cristalli liquidi orientabile secondo gusti ed esigenze, base solida ma contenuta nelle dimensioni (qui alcune soluzioni sono davvero d'avanguardia: la sfida vinta è stata quella di far stare in così poco posto una componentistica standard, in modo da contenere i costi e facilitare aggiornamenti e manutenzione), possibilità di effettuare operazioni avanzate come la masterizzazione di DVD senza dover acquistare altri accessori costosi. Comunque, è il design a impressionare durante la prima, la seconda e forse anche la terza occhiata che si lancia al nuovo iMac. Sembra ricordare molte cose: certe lampade da tavolo, i visori bionici di certi film di fantascienza, qualcuno addirittura ha detto che è rilassante perché ricorda l'ombrellone da spiaggia… Il sospetto, alla quarta occhiata, è quello che dietro tanta apparenza ci sia poco, ma poi lo si accende, e… Dopo l'album bianco dei Beatles, qualcos'altro di candido raccoglie tecnologia e creatività per guardare con confidenza al futuro.

A liquid crystals display orientable to taste, a solid small sized base, the advanced solution of fitting all the standard components in a very limited space, so as to curb costs and make updating and servicing easier; the possibility to carry out advanced operations like DVD masterizing without having to buy any other expensive accessories. The design is indeed admirable; it recalls to mind things like certain table-lamps, bionic visors from sciencefiction films etc. Some find it relaxing, as it reminds them of a beach sunshade. You may suspect that there is little below the surface, but when you switch it on and operate it, you feel that, just like the Beatles’ ‘white album’, this candid container of technology and creativity enables you to confidently look ahead to the future.

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WHAT’S UP 1. Occhiale/Sunglasses Cutler and Gross 2. Orologio/Watch Cabane de Zucca 3. Borsa/Handbag Frank Daniel 4. Gonna/Skirt Martin Margiela 5. Giacca/Jacket A.P.C. 6. Collana/Necklace Dissette 7. Maglia/Shirt Lutz 8. Bracciale/Bracelet Dissette 9. Profumo/Perfume Yohji Yamamoto 10. Zoccoli/Clogs Trippen

3

4 2 1

1. Set Viaggio/Travel set Aesop 2. Portamonete/Purse Comme des Garçons 3. Giacca/Jacket Comme des Garçons 4. Borsa/Handbag Tumi 5. Maglia/Sweater Giuliano Fujiwara 6. Pantalone/Trousers Martin Margiela 7. Camicia/Shirt New York Industries 8. Occhiale/Sunglasses Cutler and Gross 9. Profumo/Perfume White-Comme des Garçons 10. Cintura/Belt Yohji Yamamoto 11. Scarpe/Shoes Premiata

2 5

1

3

4 6

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ph. Andrea Pancino

8 10 8 9

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WHAT’S UP 1. Occhiale/Sunglasses Cutler and Gross 2. Orologio/Watch Cabane de Zucca 3. Borsa/Handbag Frank Daniel 4. Gonna/Skirt Martin Margiela 5. Giacca/Jacket A.P.C. 6. Collana/Necklace Dissette 7. Maglia/Shirt Lutz 8. Bracciale/Bracelet Dissette 9. Profumo/Perfume Yohji Yamamoto 10. Zoccoli/Clogs Trippen

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1. Set Viaggio/Travel set Aesop 2. Portamonete/Purse Comme des Garçons 3. Giacca/Jacket Comme des Garçons 4. Borsa/Handbag Tumi 5. Maglia/Sweater Giuliano Fujiwara 6. Pantalone/Trousers Martin Margiela 7. Camicia/Shirt New York Industries 8. Occhiale/Sunglasses Cutler and Gross 9. Profumo/Perfume White-Comme des Garçons 10. Cintura/Belt Yohji Yamamoto 11. Scarpe/Shoes Premiata

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ph. Andrea Pancino

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From “Visions of Change” by Fabrica

NEWS

Fabrica Fabrica nasce da un'iniziativa di Luciano Benetton, ed è un laboratorio di creatività. Produrre quest'ultima significa, in Fabrica, intervenire con ogni mezzo di comunicazione sulla rappresentazione e sulla comprensione del mondo. Fabrica richiama con borse di studio giovani creativi da tutto il mondo, ha un fitto calendario di attività in varie città del mondo e produce la rivista bimestrale Colors, edita in sette edizioni e otto lingue. Alcuni dei prossimi eventi: Fabrica features Bologna 5 Aprile 2002 Presentazione di Colors 49 / Viaggi: dopo il sesso e la droga, il turismo è la principale attività commerciale nel mondo. 12 Aprile - 10 Maggio 2002 Mostra dell'illustratrice americana Maira Kalman, che dirige lo studio interdisciplinare M&Co, I cui prodotti sono distribuiti dal MoMA di New York. 30 Maggio - 28 Giugno 2002 Mostra di design: Varetto/Opos. Espongono Opos, il laboratorio sperimentale di ricerca sul design creato nel 1990 a Milano da Alberto Zanone, e Massimo Varetto, architetto-designer della stessa area culturale.

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A+B È il nome della boutique con selezioni esclusive di sneakers, dai progetti speciali ai “classici” alle edizioni limitate. Dietro A+B ci sono Andrea Pilastro e Bruno Bordese, e l’ambiente è davvero particolare: attrezzi sportivi anni ’50 in un bookshop o viceversa?

Nuovo esfoliante da Aesop

Aesop new exfoliating mixture

I piccoli nomadi di Diesel Kids

Per completare la ciclica esfoliazione naturale della pelle, Aesop ha creato una miscela esfoliante ed antiossidante costituita principalmente da foglie della pianta del tè. Mezzo cucchiaino (ovviamente da tè) del prodotto mescolato con Aesop Facial Cleanser produrrà un'azione esfoliante profonda ma delicata, ripetibile ogni due settimane senza aggredire la pelle come possono fare i peeling acidi e i trattamenti AHA.

To help cyclic regeneration of the skin, Aesop have created an exfoliating and antioxidant mixture, mainly made up of tea leaves. Half a tea-spoonful of the product mixed with Aesop Facial Cleanser will bring about deep but delicate exfoliating action. Unlike acid peelings and AHA treatments, which may damage your skin, fortnightly treatment with Aesop’s mixture will result in delicate protection.

Un "action van" fatto di fantasia e curiosità, un mondo fatto di orizzonti da scoprire. Immagini, design, colori e tessuti della collezione Primavera/Estate 2002 Diesel Kids parlano di viaggio, di esplorazione, di vita vissuta a mento alto sotto il sole cocente come nel mezzo di una tempesta di sabbia.

A.F. Vandevorst

Alessi - bollitore elettrico

Estate 02 Proposta-Protezione Una maschera rivista in materiali raffinati e sagomata per vestire, come un cappello.

Ecco il noto bollitore Alessi 9093 disegnato da Michael Graves in versione “plugged”, ovverosia completo di un supporto elettrificato sul quale va posizionato il bollitore. Un classico.

Fabrica is the outcome of Luciano Benetton’s initiative and is a lab of creativity. Being creative at Fabrica means to resort to any means of communication to represent and understand the world. Fabrica awards scholarships to young talented creative designers from all over the world, has a rich schedule of activities in Italian and foreign cities, and edits Colors, a bimonthly review published in eight different languages. Forthcoming activities: Fabrica Features Bologna April 5th 2002 Introduction of Colors 49. Travels: after sex and drugs, tourism is the main commercial activity in the world. April 12th - May 10th 2002 Exhibition of American Illustrator Maira Kalman, director of M&Co Studio, whose products are distributed by MoMA, New York. May 30th - June 28th 2002 Varetto-Opos design exhibition. Opos is a Milan based lab for design research and experiment, established in 1990 by Alberto Zanone and Massimo Varetto.

Funzionalità e duplicità

A+B

A+B

A.F. Vandevorst

Alessi · Design Michael Graves Bollitore elettrico / electric kettle

A+B

A.F. Vandevorst

Alessi - electric kettle

A fashion store with exclusive selections of sneakers: from special models, to classic and limited editions. Behind A+B there is Andrea Pilastro and Bruno Bordese, to whom the store owes its peculiarity: 1950’s sports equipment in a bookshop or viceversa?

Summer 02 Suggestion-Protection A face guard reworked in refined materials and cut to wear as a cap

The famous Alessi 9093 kettle, designed by Michael Graves, here shown in the "plugged" version, placed on it's electrical support platform.

I due principali concetti della filosofia FrankDaniel, funzionalità e duplicità sono stati perfettamente sintetizzati nelle shopping e borselli realizzati in diverse varianti, canvas-pelle e ponynylon. Le borse risultano infatti eleganti e al tempo stesso sportive, dinamiche ed attente ai dettagli, e proprio queste caratteristiche, hanno reso questi accessori adatti sia ad un pubblico maschile che ad un pubblico femminile.

User friendly and twofold Frank Daniel's philosophy main concepts, user friendly and twofold, have been perfectly condensed in the canvas-leathered and pony-nylon shopping bags and purses. So that the pieces of the collection result at the same time stylish and sporting, dynamic and studied, being suitable to a public of non-ordinary ladies and gentlemen.

Diesel Kids’ Nomads An ‘action van’ full of curiosity and imagination, a world with ever new perspectives. The images, design, colours and fabrics of Diesel Kids’ 2002 spring-summer collection evoke travel and exploration, make you experience life in the hot sun or in a sandstorm.


From “Visions of Change” by Fabrica

NEWS

Fabrica Fabrica nasce da un'iniziativa di Luciano Benetton, ed è un laboratorio di creatività. Produrre quest'ultima significa, in Fabrica, intervenire con ogni mezzo di comunicazione sulla rappresentazione e sulla comprensione del mondo. Fabrica richiama con borse di studio giovani creativi da tutto il mondo, ha un fitto calendario di attività in varie città del mondo e produce la rivista bimestrale Colors, edita in sette edizioni e otto lingue. Alcuni dei prossimi eventi: Fabrica features Bologna 5 Aprile 2002 Presentazione di Colors 49 / Viaggi: dopo il sesso e la droga, il turismo è la principale attività commerciale nel mondo. 12 Aprile - 10 Maggio 2002 Mostra dell'illustratrice americana Maira Kalman, che dirige lo studio interdisciplinare M&Co, I cui prodotti sono distribuiti dal MoMA di New York. 30 Maggio - 28 Giugno 2002 Mostra di design: Varetto/Opos. Espongono Opos, il laboratorio sperimentale di ricerca sul design creato nel 1990 a Milano da Alberto Zanone, e Massimo Varetto, architetto-designer della stessa area culturale.

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A+B È il nome della boutique con selezioni esclusive di sneakers, dai progetti speciali ai “classici” alle edizioni limitate. Dietro A+B ci sono Andrea Pilastro e Bruno Bordese, e l’ambiente è davvero particolare: attrezzi sportivi anni ’50 in un bookshop o viceversa?

Nuovo esfoliante da Aesop

Aesop new exfoliating mixture

I piccoli nomadi di Diesel Kids

Per completare la ciclica esfoliazione naturale della pelle, Aesop ha creato una miscela esfoliante ed antiossidante costituita principalmente da foglie della pianta del tè. Mezzo cucchiaino (ovviamente da tè) del prodotto mescolato con Aesop Facial Cleanser produrrà un'azione esfoliante profonda ma delicata, ripetibile ogni due settimane senza aggredire la pelle come possono fare i peeling acidi e i trattamenti AHA.

To help cyclic regeneration of the skin, Aesop have created an exfoliating and antioxidant mixture, mainly made up of tea leaves. Half a tea-spoonful of the product mixed with Aesop Facial Cleanser will bring about deep but delicate exfoliating action. Unlike acid peelings and AHA treatments, which may damage your skin, fortnightly treatment with Aesop’s mixture will result in delicate protection.

Un "action van" fatto di fantasia e curiosità, un mondo fatto di orizzonti da scoprire. Immagini, design, colori e tessuti della collezione Primavera/Estate 2002 Diesel Kids parlano di viaggio, di esplorazione, di vita vissuta a mento alto sotto il sole cocente come nel mezzo di una tempesta di sabbia.

A.F. Vandevorst

Alessi - bollitore elettrico

Estate 02 Proposta-Protezione Una maschera rivista in materiali raffinati e sagomata per vestire, come un cappello.

Ecco il noto bollitore Alessi 9093 disegnato da Michael Graves in versione “plugged”, ovverosia completo di un supporto elettrificato sul quale va posizionato il bollitore. Un classico.

Fabrica is the outcome of Luciano Benetton’s initiative and is a lab of creativity. Being creative at Fabrica means to resort to any means of communication to represent and understand the world. Fabrica awards scholarships to young talented creative designers from all over the world, has a rich schedule of activities in Italian and foreign cities, and edits Colors, a bimonthly review published in eight different languages. Forthcoming activities: Fabrica Features Bologna April 5th 2002 Introduction of Colors 49. Travels: after sex and drugs, tourism is the main commercial activity in the world. April 12th - May 10th 2002 Exhibition of American Illustrator Maira Kalman, director of M&Co Studio, whose products are distributed by MoMA, New York. May 30th - June 28th 2002 Varetto-Opos design exhibition. Opos is a Milan based lab for design research and experiment, established in 1990 by Alberto Zanone and Massimo Varetto.

Funzionalità e duplicità

A+B

A+B

A.F. Vandevorst

Alessi · Design Michael Graves Bollitore elettrico / electric kettle

A+B

A.F. Vandevorst

Alessi - electric kettle

A fashion store with exclusive selections of sneakers: from special models, to classic and limited editions. Behind A+B there is Andrea Pilastro and Bruno Bordese, to whom the store owes its peculiarity: 1950’s sports equipment in a bookshop or viceversa?

Summer 02 Suggestion-Protection A face guard reworked in refined materials and cut to wear as a cap

The famous Alessi 9093 kettle, designed by Michael Graves, here shown in the "plugged" version, placed on it's electrical support platform.

I due principali concetti della filosofia FrankDaniel, funzionalità e duplicità sono stati perfettamente sintetizzati nelle shopping e borselli realizzati in diverse varianti, canvas-pelle e ponynylon. Le borse risultano infatti eleganti e al tempo stesso sportive, dinamiche ed attente ai dettagli, e proprio queste caratteristiche, hanno reso questi accessori adatti sia ad un pubblico maschile che ad un pubblico femminile.

User friendly and twofold Frank Daniel's philosophy main concepts, user friendly and twofold, have been perfectly condensed in the canvas-leathered and pony-nylon shopping bags and purses. So that the pieces of the collection result at the same time stylish and sporting, dynamic and studied, being suitable to a public of non-ordinary ladies and gentlemen.

Diesel Kids’ Nomads An ‘action van’ full of curiosity and imagination, a world with ever new perspectives. The images, design, colours and fabrics of Diesel Kids’ 2002 spring-summer collection evoke travel and exploration, make you experience life in the hot sun or in a sandstorm.


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ASCOLTARE a cura di/courtesy of: Idea Architecture Books - www.ideabooks.it

Eye Claudio Booth Clibborn L'architetto italiano Claudio Silvestrin è uno dei maggiori esponenti del minimalismo: i suoi progetti hanno fortemente caratterizzato l'architettura dell'ultimo decennio. In Eye Claudio, Silvestrin fornisce una valutazione personale delle sue opere, permettendo al lettore di sperimentare e capire direttamente i suoi metodi e la sua filosofia di progettazione. Esplorando il processo creativo di tutti i lavori compresi dal 1988 al 2001, dalla concezione al completamento, ha delineato un affascinante work in progress, superando i limiti di un convenzionale racconto. La sezione di apertura, con fotografie dei suoi progetti (esibizione di disegni per gli spettacoli di Lucio Fontana e Anish Kapoor, spazi artistici per le gallerie londinesi White Cube e Victoria Miro, il Museo d'Arte Contemporanea a Torino ancora in costruzione, i punti vendita per Calvin Klein, Armani, Prada situati da Mosca a San Paolo, alla abitazione privata per Ian Schrager) è presentata da Silvestrin in prima persona: una chiave di lettura preziosa per entrare in mondo tanto minimale quanto ricco di idee. In uscita a maggio 2002.

Charles Webster Born on the 24th of July Peacefrog Italian architect Claudio Silvestrin, a leading protagonist of minimalism, has strongly influenced the architecture of the last decade. In “Eye Claudio” Silvestrin provides a personal evaluation of his works, and enables the reader to understand and experience his planning methods and philosophy. By thoroughly exploring the creative process underlying his works from 1988 to 2001, he outlines the progress of his fascinating creations, which is much more than a conventional story. The opening section contains photos of projects like the exhibition of designs for Lucio Fontana’s and Anish Kapoor’s shows, the artistic spaces for the London Galleries White. Cube and Victoria Miro, the Turin Museum of Contemporary Art, still under construction, the stores for Calvin Klein, Armani and Prada in Moscow and Sao Paulo, Ian Schrager’s home. The section is in the first person of narration, and introduces the reader into Silvestrin’s world of minimalism. Forthcoming: May 2002.

The T-Shirt Book Charlotte Brunel Assouline Disegnata originariamente come un pezzo di underwear per l'uomo, negli anni '60 la t-shirt ha assunto un significato completamente nuovo: quello di luogo per l'espressione individuale politica e creativa. Questo libro di 400 pagine presenta centinaia di immagini della storia della T-shirt, dalle sue origini come capo intimo al suo stato attuale di classico dell'abbigliamento indossato in tutto il mondo: è forse il mezzo più trasversale ed efficace per trasmettere "personalmente" un messaggio, qualunque questo sia. Dalla immagine meditativa di Marlon Brando in "Un tram chiamato desiderio" all'appello rivoluzionario di Che Guevara, questo libro racconta le miriadi di utilizzi e di immagini della T-shirt. The T-Shirt Book osserva con precisione i riflessi sociali e di costume attraverso l'evoluzione della maglia dall'eliminazione della cravatta degli anni '60 alla Madonna Mania e oltre. In uscita a maggio 2002.

Nato musicalmente sulla scena techno/house, Charles Webster ha attraversato da protagonista la scena dance degli ultimi 10 anni realizzando lavori per svariate label. Da ricordare il progetto Presence, insieme alla cantante Shara Nelson, che ha piazzato due singoli ai primi posti delle classifiche inglesi. Tempi maturi per un grande progetto a suo nome, ed ecco "Born On 24th July". Il sound è variegato e personale, segno di una maturazione che si traduce in atmosfere deep e soulful, dove acustico ed elettronico convivono creando momenti di grande suggestione. Prendiamo ad esempio l'iniziale, "Sweet Butterfly", dove la languida chitarra acustica di Mark Sheridan introduce l'efficacissimo "cantato" di Del St Joseph, subito incalzata dalla successiva "Ready", ipotetico flirt tra Kruder & Dorfneister ed il soul di Philadelphia. E così via, con i contributi vocali di Mark Sheridan, Lisa Lindley-Jones, Sara Jay, Sarah Simmonds e Steve Edwards.

Charles Webster owes his early musical initiation to technohouse music, and has been a protagonist of dance music over the last ten years, when he has contributed to the creation of various labels. The “Presence” project, which he carried through with singer Shara Nelson, is worth remembering as it produced two singles that were hits in British parades. The personal and varied sound of another great project he signed, “Born on 24th July”, is the mark of the author’s maturity. The deep and soulful atmospheres he creates owe their suggestiveness to the combined effects of acoustic and electronic instruments. “Sweet Butterfly” is but an example. Here Mark Sheridan’s acoustic guitar introduces Del St. Joseph’s expressive singing, and is followed by “Ready”, in which Kruder & Dorfneister flirt with Philadelphia’s soul. Singers like Mark Sheridan, Lisa Lindley-Jones, Sara Jay, Sarah Simmonds and Steve Edwards have contributed to the project.

Ruisort Acapulco Now Certificate 18 Originally designed as an item of men’s underwear, the T-shirt took on a totally different meaning in the 1960’s, when it became the utterance of the individual’s creative and political drives. Through hundreds of pictures this 400-page book unfolds the story of the T-shirt, from its origins to the present day, when it has become a classic of clothing the world over, and a way to express one’s own personality. From the image of brooding Marlon Brando in “A Streetcar Named Desire”, to Che Guevara’s revolutionary appeal, the book tells about the countless uses and images of the T-shirt, and sets it against the historical background of the last few decades, from the days when people gave up wearing ties, through the Madonna mania of later years and on. Forthcoming: May 2002.

L’ultima produzione della Certificate 18 arriva da Ruisort, dal Messico. Dalle stupefacenti spiagge di Acapulco ai tropicali Cha-Cha-Cha di Città del Messico, la musica post-lounge elettronica messicana di Ruisort esce in Europa a fine marzo con il suo album di debutto “Acapulco now”. Tre le influenze riconosciamo Kraftwerk, The Orb, Howie B, Kruder and Dorfmeister, Uwe Schmidt, anche se Ruisort ha sempre avuto in mente delle proprie sonorità, descrivendo se stesso come “uno dei più strani prodotti del linguaggio musicale che cinge i tropici messicani”. Chiamala Lounge, chiamala Electro, chiamala Chillout, chiamala come ti pare… non sarai capace di legarla ad un’unica definizione. Acapulco Now è un album trasversale a molti generi musicali… sarai tentato dal mondo di Ruisort, avvolto da un’affascinante atmosfera.

Certificate 18’s latest release comes from Ruisort, from Mexico. From the high-balls beaches of Acapulco to the tropical cha-cha-cha waltzes of Mexico City, Ruisort’s post-lounge electronica Mexicana hits Europe on March 2002 with the release of his debut album “Acapulco Now”. Influences have included Kraftwerk, The Orb and, Howie B, Kruder & Dorfmeister and Uwe Schmidt, but Ruisort has always had his own sound in mind, describing it himself as “ one of the strangest products of the musical imagery surrounding the Mexican tropics”. Call it lounge; call it electro; call it chillout; call it what you like: you won’t ever be able to call it just one thing. Acapulco Now is a genre-breaking album and will tempt you into Ruisort’s world, where a cloud of glamour surrounds him.

Fila Brazillia Jump Leads Twentythree

Inferno James Nachtwey Phaidon Il fotografo James Nachtwey, l'unico ad aver vinto per quattro volte la Robert Capa Medal per la fotografia, è soprattutto un testimone dalla parte delle vittime. Lavora nelle zone di conflitto per comunicare gli orrori che spesso scegliamo di ignorare, volgendo lo sguardo alle vittime sofferenti con un'ottica chiara e talvolta cruda. Nachtwey negli ultimi trent'anni si è confrontato con la guerra, la carestia e i più gravi eventi geopolitici dei nostri tempi. Con una posizione brutalmente compassionevole, testimonia le tragedie che altrimenti potrebbero essere nascoste o dimenticate. Le sue immagini sono ispirate da un credo sommerso nella possibilità umana del cambiamento, nonostante una quotidiana evidenza contraria. Riportando immagini dell'ultimo decennio, ci guida attraverso la carestia in Somalia, il genocidio in Ruanda, registra il dramma degli orfani abbandonati in Romania e quello degli "intoccabili" in India, la guerra in Bosnia e conflitti in Cecenia, togliendo il velo ad esempi terribili di inumanità da parte dell'uomo.

a cura di/courtesy of: Family Affair - Milano, Certificate 18 - London

James Nachtwey is the only photographer whose work has been awarded the Robert Capa Medal four times. Nachtwey works in war stricken areas, to be a witness on the victims’ side, to show us the horrors we often choose to ignore. Over the past thirty years he has had close encounters with wars, famines and the most tragic events of our times; his brutal and at once compassionate outlook has documented tragedies that might otherwise have been hidden or forgotten. His photos draw their inspiration from a deep belief in the possibility for man to bring about change, despite daily evidence. A selection from Nachtwey’s shots of the last decade leads us through such events as the famine in Somalia, the Ruanda genocide, the tragedy of orphans in Roumania and of the untouchables in India, the wars in Bosnia and Chechnya, and discloses appalling episodes of human ruthlessness.

Dopo sette dischi su Pork, Fila Brazillia fondano la loro label, la Twentythree, e ci presentano il nuovo disco Jump Leads. Diventati tra i più acclamati remixer in circolazione, noti al pubblico per il loro lavoro con artisti come Busta Rhymes, Black Huru, Orb, Baaba Maal, Radiohead, United Future Organization, Mellow, adesso ci regalano delle istantanee di grande musica accostabile per certi versi agli Stairsailor e per altri agli Zero 7, con accenni afro (come in "Mother Natures Spies") marcati dalla calda voce di Oumou Sangare.

After seven records about Pork, Fila Brazillia have established their label Twentythree, and now present their new record ‘Jump Leads’. Ranked amongst today’s most successful mixers, Fila Brazillia are well-known for their work with such artists as Busta Rhymes, Black Huru, Orb, Baaba Maal, Radiohead, United Future Organization, and Mellow. Their forthcoming music pieces can for some aspects be likened to Stairsailor and for others to Zero 7, with hints of afro-music (like in ‘Mother Nature’s Spies’) characterized by Oumou Sangare’s warm voice.

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Eye Claudio Booth Clibborn L'architetto italiano Claudio Silvestrin è uno dei maggiori esponenti del minimalismo: i suoi progetti hanno fortemente caratterizzato l'architettura dell'ultimo decennio. In Eye Claudio, Silvestrin fornisce una valutazione personale delle sue opere, permettendo al lettore di sperimentare e capire direttamente i suoi metodi e la sua filosofia di progettazione. Esplorando il processo creativo di tutti i lavori compresi dal 1988 al 2001, dalla concezione al completamento, ha delineato un affascinante work in progress, superando i limiti di un convenzionale racconto. La sezione di apertura, con fotografie dei suoi progetti (esibizione di disegni per gli spettacoli di Lucio Fontana e Anish Kapoor, spazi artistici per le gallerie londinesi White Cube e Victoria Miro, il Museo d'Arte Contemporanea a Torino ancora in costruzione, i punti vendita per Calvin Klein, Armani, Prada situati da Mosca a San Paolo, alla abitazione privata per Ian Schrager) è presentata da Silvestrin in prima persona: una chiave di lettura preziosa per entrare in mondo tanto minimale quanto ricco di idee. In uscita a maggio 2002.

Charles Webster Born on the 24th of July Peacefrog Italian architect Claudio Silvestrin, a leading protagonist of minimalism, has strongly influenced the architecture of the last decade. In “Eye Claudio” Silvestrin provides a personal evaluation of his works, and enables the reader to understand and experience his planning methods and philosophy. By thoroughly exploring the creative process underlying his works from 1988 to 2001, he outlines the progress of his fascinating creations, which is much more than a conventional story. The opening section contains photos of projects like the exhibition of designs for Lucio Fontana’s and Anish Kapoor’s shows, the artistic spaces for the London Galleries White. Cube and Victoria Miro, the Turin Museum of Contemporary Art, still under construction, the stores for Calvin Klein, Armani and Prada in Moscow and Sao Paulo, Ian Schrager’s home. The section is in the first person of narration, and introduces the reader into Silvestrin’s world of minimalism. Forthcoming: May 2002.

The T-Shirt Book Charlotte Brunel Assouline Disegnata originariamente come un pezzo di underwear per l'uomo, negli anni '60 la t-shirt ha assunto un significato completamente nuovo: quello di luogo per l'espressione individuale politica e creativa. Questo libro di 400 pagine presenta centinaia di immagini della storia della T-shirt, dalle sue origini come capo intimo al suo stato attuale di classico dell'abbigliamento indossato in tutto il mondo: è forse il mezzo più trasversale ed efficace per trasmettere "personalmente" un messaggio, qualunque questo sia. Dalla immagine meditativa di Marlon Brando in "Un tram chiamato desiderio" all'appello rivoluzionario di Che Guevara, questo libro racconta le miriadi di utilizzi e di immagini della T-shirt. The T-Shirt Book osserva con precisione i riflessi sociali e di costume attraverso l'evoluzione della maglia dall'eliminazione della cravatta degli anni '60 alla Madonna Mania e oltre. In uscita a maggio 2002.

Nato musicalmente sulla scena techno/house, Charles Webster ha attraversato da protagonista la scena dance degli ultimi 10 anni realizzando lavori per svariate label. Da ricordare il progetto Presence, insieme alla cantante Shara Nelson, che ha piazzato due singoli ai primi posti delle classifiche inglesi. Tempi maturi per un grande progetto a suo nome, ed ecco "Born On 24th July". Il sound è variegato e personale, segno di una maturazione che si traduce in atmosfere deep e soulful, dove acustico ed elettronico convivono creando momenti di grande suggestione. Prendiamo ad esempio l'iniziale, "Sweet Butterfly", dove la languida chitarra acustica di Mark Sheridan introduce l'efficacissimo "cantato" di Del St Joseph, subito incalzata dalla successiva "Ready", ipotetico flirt tra Kruder & Dorfneister ed il soul di Philadelphia. E così via, con i contributi vocali di Mark Sheridan, Lisa Lindley-Jones, Sara Jay, Sarah Simmonds e Steve Edwards.

Charles Webster owes his early musical initiation to technohouse music, and has been a protagonist of dance music over the last ten years, when he has contributed to the creation of various labels. The “Presence” project, which he carried through with singer Shara Nelson, is worth remembering as it produced two singles that were hits in British parades. The personal and varied sound of another great project he signed, “Born on 24th July”, is the mark of the author’s maturity. The deep and soulful atmospheres he creates owe their suggestiveness to the combined effects of acoustic and electronic instruments. “Sweet Butterfly” is but an example. Here Mark Sheridan’s acoustic guitar introduces Del St. Joseph’s expressive singing, and is followed by “Ready”, in which Kruder & Dorfneister flirt with Philadelphia’s soul. Singers like Mark Sheridan, Lisa Lindley-Jones, Sara Jay, Sarah Simmonds and Steve Edwards have contributed to the project.

Ruisort Acapulco Now Certificate 18 Originally designed as an item of men’s underwear, the T-shirt took on a totally different meaning in the 1960’s, when it became the utterance of the individual’s creative and political drives. Through hundreds of pictures this 400-page book unfolds the story of the T-shirt, from its origins to the present day, when it has become a classic of clothing the world over, and a way to express one’s own personality. From the image of brooding Marlon Brando in “A Streetcar Named Desire”, to Che Guevara’s revolutionary appeal, the book tells about the countless uses and images of the T-shirt, and sets it against the historical background of the last few decades, from the days when people gave up wearing ties, through the Madonna mania of later years and on. Forthcoming: May 2002.

L’ultima produzione della Certificate 18 arriva da Ruisort, dal Messico. Dalle stupefacenti spiagge di Acapulco ai tropicali Cha-Cha-Cha di Città del Messico, la musica post-lounge elettronica messicana di Ruisort esce in Europa a fine marzo con il suo album di debutto “Acapulco now”. Tre le influenze riconosciamo Kraftwerk, The Orb, Howie B, Kruder and Dorfmeister, Uwe Schmidt, anche se Ruisort ha sempre avuto in mente delle proprie sonorità, descrivendo se stesso come “uno dei più strani prodotti del linguaggio musicale che cinge i tropici messicani”. Chiamala Lounge, chiamala Electro, chiamala Chillout, chiamala come ti pare… non sarai capace di legarla ad un’unica definizione. Acapulco Now è un album trasversale a molti generi musicali… sarai tentato dal mondo di Ruisort, avvolto da un’affascinante atmosfera.

Certificate 18’s latest release comes from Ruisort, from Mexico. From the high-balls beaches of Acapulco to the tropical cha-cha-cha waltzes of Mexico City, Ruisort’s post-lounge electronica Mexicana hits Europe on March 2002 with the release of his debut album “Acapulco Now”. Influences have included Kraftwerk, The Orb and, Howie B, Kruder & Dorfmeister and Uwe Schmidt, but Ruisort has always had his own sound in mind, describing it himself as “ one of the strangest products of the musical imagery surrounding the Mexican tropics”. Call it lounge; call it electro; call it chillout; call it what you like: you won’t ever be able to call it just one thing. Acapulco Now is a genre-breaking album and will tempt you into Ruisort’s world, where a cloud of glamour surrounds him.

Fila Brazillia Jump Leads Twentythree

Inferno James Nachtwey Phaidon Il fotografo James Nachtwey, l'unico ad aver vinto per quattro volte la Robert Capa Medal per la fotografia, è soprattutto un testimone dalla parte delle vittime. Lavora nelle zone di conflitto per comunicare gli orrori che spesso scegliamo di ignorare, volgendo lo sguardo alle vittime sofferenti con un'ottica chiara e talvolta cruda. Nachtwey negli ultimi trent'anni si è confrontato con la guerra, la carestia e i più gravi eventi geopolitici dei nostri tempi. Con una posizione brutalmente compassionevole, testimonia le tragedie che altrimenti potrebbero essere nascoste o dimenticate. Le sue immagini sono ispirate da un credo sommerso nella possibilità umana del cambiamento, nonostante una quotidiana evidenza contraria. Riportando immagini dell'ultimo decennio, ci guida attraverso la carestia in Somalia, il genocidio in Ruanda, registra il dramma degli orfani abbandonati in Romania e quello degli "intoccabili" in India, la guerra in Bosnia e conflitti in Cecenia, togliendo il velo ad esempi terribili di inumanità da parte dell'uomo.

a cura di/courtesy of: Family Affair - Milano, Certificate 18 - London

James Nachtwey is the only photographer whose work has been awarded the Robert Capa Medal four times. Nachtwey works in war stricken areas, to be a witness on the victims’ side, to show us the horrors we often choose to ignore. Over the past thirty years he has had close encounters with wars, famines and the most tragic events of our times; his brutal and at once compassionate outlook has documented tragedies that might otherwise have been hidden or forgotten. His photos draw their inspiration from a deep belief in the possibility for man to bring about change, despite daily evidence. A selection from Nachtwey’s shots of the last decade leads us through such events as the famine in Somalia, the Ruanda genocide, the tragedy of orphans in Roumania and of the untouchables in India, the wars in Bosnia and Chechnya, and discloses appalling episodes of human ruthlessness.

Dopo sette dischi su Pork, Fila Brazillia fondano la loro label, la Twentythree, e ci presentano il nuovo disco Jump Leads. Diventati tra i più acclamati remixer in circolazione, noti al pubblico per il loro lavoro con artisti come Busta Rhymes, Black Huru, Orb, Baaba Maal, Radiohead, United Future Organization, Mellow, adesso ci regalano delle istantanee di grande musica accostabile per certi versi agli Stairsailor e per altri agli Zero 7, con accenni afro (come in "Mother Natures Spies") marcati dalla calda voce di Oumou Sangare.

After seven records about Pork, Fila Brazillia have established their label Twentythree, and now present their new record ‘Jump Leads’. Ranked amongst today’s most successful mixers, Fila Brazillia are well-known for their work with such artists as Busta Rhymes, Black Huru, Orb, Baaba Maal, Radiohead, United Future Organization, and Mellow. Their forthcoming music pieces can for some aspects be likened to Stairsailor and for others to Zero 7, with hints of afro-music (like in ‘Mother Nature’s Spies’) characterized by Oumou Sangare’s warm voice.

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13-03-2002

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Pagina 42

PHOTOGRAPHED BY: FRAN MELHOP

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