Race 124

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SPECIALE CAMPIONATI DEL MONDO SCHLADMING 2013

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Dominik Paris in azione nella discesa libera di Schladming © Zoom Agence

ISSN 1594-8471

Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1. LO/MI

Il racconto 'live' dei nostri inviati

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Numero 124 marzo 2013 mensile

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IL PESO DEL TALENTO La medaglia più inattesa e più emozionante di tutto il Mondiale è di Nadia Fanchini

17 ANNI DOPO TOMBA L’ITALIA RITORNA SUL PODIO DEL GIGANTE IN UN MONDIALE GRAZIE A MANFRED MOELGG



Edito

di Claudio Primavesi

La grande folla che ha assistito a tutte le gare di Schladming ©Zoom Agence

Cosa resterà di Schladming 2013? Nel libro dei ricordi mi aspetto soprattutto l’incredibile spettacolo della finish area, con migliaia di spettatori e tifo da stadio Prima di scrivere questo editoriale su Schladming 2013 mi sono immaginato in poltrona, con qualche capello bianco in più, a rileggere i vecchi numeri di Race. Come per la storia, anche per questi Mondiali il tempo dirà cosa resterà di Schladming 2013. Troppe emozioni sono ancora vive in tutti noi a pochi giorni dalla chiusura dell’evento. Nell’ultima conferenza stampa, quella dello slalom, un giornalista ha chiesto a Marcel Hirscher di fare un titolo per il suo Mondiale, ma lui ha lasciato a noi questo compito, dicendo di far parlare le immagini. Saggia risposta, ma anche le immagini sono tantissime. Però nella testa di ognuno ne esiste una che viene prima delle altre. Nel mio caso c’è uno scatto triste prima di tutto: quello dell’incidente a Lindsey Vonn. Poteva essere una tomba per Schladming, invece le 50.000 persone che hanno portato in trionfo Hirscher hanno fatto dimenticare quell’inizio così buio, in tutti i sensi. Il Mondiale è finito molto meglio di come è iniziato. La folla, il tifo, la passione: ecco cosa resterà prima di tutto di Schladming. «Bisogna essere onesti, solo in Austria possono esserci Mondiali così, una cosa del genere può verificarsi solo dove si vive per lo sci» ha detto Ivica Kostelic, uno che se ne intende. Vero, ma Schladming è stato ancora di più delle altre edizioni austriache, almeno di quelle recenti. Penso a St. Anton, per esempio. Poi ci sono le prestazioni sportive, quella incredibile di Ted Ligety, che ha demolito un record che resisteva da 45 anni, ma anche quella di Marcel Hirscher. Ci sono le medaglie azzurre, l’argento vivo di Dominik Paris, quello di Nadia Fanchini, forse il più bello perché inaspettato. E il bronzo di Manfred Moelgg, a 17 anni di distanza dall’ultima medaglia nel gigante di Alberto Tomba. Se dovessimo dare un ordine di importanza in base al colore della medaglia, quella di Manfred varrebbe meno, ma invece è pesantissima ed essendo l’ultima è l’immagine che più ci è rimasta nella mente della spedizione azzurra. Quando si fa un bilancio però bisogna dire anche quello che non ha funzionato. A partire dalla farsa della prova della discesa maschile ‘mutilata’ perché il traguardo era occupato dalla supercombi femminile, la mancata sciata in pista prima del gigante maschile, l’atmosfera notturna un po’ sotto tono rispetto, per esempio, a Garmisch. Quella della discesa è una vicenda incredibile: come è possibile provare una sola volta la parte finale, la più difficile, di una pista dove non si corre da anni e che solo i finalisti della passata stagione conoscono? Che senso ha fare una ‘provetta’ della parte bassa il giorno stesso della gara? Forse, osservando uno dei captains meeting della FIS, si può trovare una risposta a questi perché. Ne basta uno, perché sono tutti tremendamente uguali, con lo stesso cerimoniale. Sembrano dei conclavi. Il problema è proprio questo, una federazione ‘vecchia’ nell’era di Twitter. Una federazione che, nella patria della ‘Nacht Race’, ha paura a modificare il programma per mettere lo slalom in notturna. @primavess

claudio.primavesi@mulatero.it


Speciale Mondiali* Race ski magazine 124 - Marzo 2013

SERVIZI TRIONFO E TRAGEDIA 16 SuperG femminile. Grande vittoria di Tina Maze e dramma per l’avversaria Lindsey Vonn THUNDER TED (E LACRIME AZZURRE…) 22 SuperG maschile. L’americano vince un oro stratosferico nella gara che gli azzurri attendevano di più LA RIVINCITA DI MARIA 30 Supercombinata femminile. Aspetti il bis di Tina Maze, arriva l’oro d’autorità di Maria Hoefl-Riesch

* tutti i servizi sono a cura dei nostri inviati Claudio Primavesi e Gabriele Pezzaglia che hanno seguito dal vivo i Mondiali dal primo all’ultimo giorno. Le foto sono dell’Agenzia Zoom

RACE SKI MAGAZINE

17 febbraio Anche noi come Hirscher non credevamo che un Mondiale richiedesse tante ENERGIE CIAO #schladming2013

@raceskimagazine

HEAVY MEDAL 36 Discesa maschile. L’Italia ‘rompe il ghiaccio’ con l’argento di Dominik Paris alle spalle di Svindal NADIA, LACRIME D’ARGENTO 46 Discesa femminile. La più insperata delle medaglie azzurre, con Nadia Fanchini autrice di un capolavoro LIGETY È ANCHE SUPERK 54 Supercombinata maschile. Con Ligety e Kostelic a darsi battaglia anche questa disciplina diventa spettacolare TESSA, ET VOILÀ 62 Con una gara capolavoro Tessa Worley è riuscita a mettere alle spalle anche la favoritissima Tina Maze LIGETY E MOELGG, DOPPIO TRIPLETE 68 Gigante maschile. Terzo oro nella stessa edizione per lo yankee, terza medaglia in altrettante edizioni del Mondiale per l’azzurro PREMIATA DITTA MIKI E MICHI 76 Slalom femminile. Mikaela Shiffrin vince consacrando il suo grande talento, Michaela Kirchgasser infiamma i tifosi di casa QUALCOSA DI GRANDE 82 Slalom maschile. Il degno epilogo di un Mondiale incredibile. Il trionfo di Marcel Hirscher davanti ai 40.000 della Planai

I PROTAGONISTI Tina Maze Ted Ligety Sofia Goggia Dominik Paris Nadia Fanchini Manfred Moelgg Mikaela Shiffrin Marcel Hirscher

4 \\ MARZO 2013

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La liberazione di Marcel Hirscher dopo la medaglia in gigante


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Web & Social IL SITO DI RIFERIMENTO DEI MONDIALI MADE IN ITALY Direttore responsabile: DAVIDE MARTA davide.marta@mulatero.it essions q pr

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In copertina: Le medaglie azzurre sono tre, però quella di Paris ha un ‘peso specifico’ superiore, anche perché viene dopo la vittoria di Kitzbuehel (Zoom Agence)

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Numeri davvero incredibili nelle due settimane dei Mondiali: quasi 250 articoli, 50 video, una media di oltre 22.000 visualizzazioni al giorno, con picchi tidiane d incredibili nelle giornate delle medaglie uo azzurre. Il sito raceskimagazine.it è stato il vero punto di riferimento per gli appassionati durante le due mila settimane di Schladming!

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RACE experts PAROLA DEL VITA

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A cura di Pietro Vitalini ex-atleta Ital-Jet

Le prove della discesa sono un diritto, non un optional Riflessioni sul pasticcio degli allenamenti cronometrati di Schladming e proposte per permettere ai giovani velocisti di fare esperienza più in fretta

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ecnici e atleti austriaci hanno recriminato per i mancati allenamenti sul tracciato della discesa maschile di Schladming. A dire la verità avevano protestato anche prima della discesa ma probabilmente, visto il fallimento del Wunder Team nelle discipline veloci, hanno cercato di trovare qualche alibi. Ciò non toglie che la vicenda delle prove della discesa sia significativa. Ricapitoliamo velocemente i fatti prima di passare ai commenti: gli uomini hanno potuto provare una sola volta il tracciato intero perché il giorno della seconda prova cronometrata l'arrivo era occupato dalla supercombinata femminile e non era previsto il terzo allenamento. Alla fine si è optato per una miniprova della parte bassa il giorno stesso della discesa, prima della gara. Il regolamento FIS prevede tre prove cronometrate per la discesa libera, una per giorno di allenamento, e sciate in pista per il superG e per il gigante, ma queste possono anche diventare due o una, oppure le sciate in pista, in caso di brutto tempo o cattive condizioni del manto nevoso, possono addirittura essere cancellate. Capisco che gli allenamenti vengano cancellati a causa del meteo sempre più variabile o dell'innevamento a volte precario, ma non è ammissibile che la FIS accetti che gli organizzatori, per ottimizzare i tempi o la gestione delle piste, cancellino dei momenti importanti, nei quali gli atleti possono trovare le loro linee ideali in tutta sicurezza. Tralasciamo le polemiche austriache anche perché loro hanno avuto la possibilità di allenarsi su tutta la pista di Schladming diverse volte, rimane comunque aperta la questione che per un atleta giovane

8 \\ MARZO 2013

Klaus Kroell e gli austriaci conoscevano bene la pista della discesa, ma l’esperienza non è servita per vincere una medaglia ©Zoom Agence

e inesperto la difficoltà maggiore è quella di ricordarsi i vari passaggi. Non sono così lontani i tempi in cui mi avvicinavo alla Coppa del Mondo, nel 1986. La neve programmata era agli esordi, si passava da nevicate abbondanti a piste innevate con paglia e acqua che poi diventava ghiaccio e, anche con queste condizioni, il programma era sempre di due prove al giorno per i primi due giorni e una il terzo, dove si rifiniva tutto. Si poteva addirittura provare a pezzi, magari facendo un po' 'gli spericolati' in ricognizione. Mi ricordo ancora quando la ricognizione era di un'ora e mezza e non c'erano i canonici 15 minuti per entrare in pista. Il primo giro era di ricognizione veloce, e vi dico che era come una prova in piedi, poi si raggiungeva di nuovo la partenza per la vera 'reco'. Insomma, tutto serviva per 'immortalare' al meglio le piste. Sicuramente alcune regole andavano fissate, però non si può tralasciare la sicurezza. Facciamo in modo che i giovani si

avvicinino alle discipline veloci con la giusta calma, lasciandoli provare, magari anche con alcune discese in più. In Coppa del Mondo si dovrebbe creare un database dove si conteggiano le varie discese degli atleti su ogni pista. Finché non si raggiungono almeno 15 allenamenti, si potrebbe ottenere una 'wild card' con diritto di disputare due prove al giorno. Così daremmo ai giovani la possibilità di fare esperienza e dopo due stagioni tutti avrebbero più o meno le stesse chance di competere al massimo livello. Oggi non è così perché per avere un minimo di esperienza ci vogliono almeno quattro anni. Lo stesso discorso vale per il superG e per il gigante: se non ci sono sciate in pista l’atleta non potrà mai con una ricognizione valutare le accelerazioni che la pendenza della pista o la stessa neve permette e adattarsi ai cambi di pendenza con salti o dossi. La tecnica è importante, ma se l’atleta non conosce la pista è difficilissimo che riesca a esibirsi al massimo. Parola del Vita .



PORtFOLIO

* Zoom

CERTE NOTTI... foto di Alexis Boichard Zoom Agence

10 \\ MARZO 2013

Prima il bagno di folla della premiazione dell’Hahnenkamm a Kitzbuehel, poi l’emozione di ricevere una medaglia d’argento a Medal Plaza di Schladming. Non sappiamo leggere nel futuro di


PORtFOLIO

Dominik Paris più di quanto il suo talento, le sue potenzialità e il suo fisico possano far intravedere. Ma un mese così ‘Parigi’ se lo ricorderà tutta la vita!

MARZO 2013 // 11


Un MONDIALE di Twitter

8 febbraio BARBARA MERLIN @BabiMerlin Buongiorno!! Oggi soleeeee

11 febbraio AKSEL SVINDAL @akselsvindal hmmm. Brucia! Ma se vuoi vincere, devi rischiare. A volte funziona, a volte no… Complimenti @tedligety

15 febbraio LINDSEY VONN @lindeseyvonn Il mio ginocchio..,um…non è bello da vedere…. #longskirtthissummer #ugh

11 febbraio ALPINE PRESS @alpinepressski Il sempre intelligente Cochran-Siegle ha scritto su Facebook: “Questo significa che ora torno a casa con il jet di Tiger?”

SEGUITECI SU TWITTER @raceskimagazine 5 febbraio TESSA WORLEY @TessaWorley @lindseyvonn guarisci presto. Tutto il meglio #badcrash

10 febbraio MAX BLARDONE @maxblardone Max e Ale sono pronti a partire x il Mondiale n. 7. :-)

5 febbraio TINA MAZE @TinaMaze Facce felici! Sono fiera, è stato un superG difficile! Grande compagnia con Lara e Jules! Giornata lunga, domani è un altro giorno! Contenta di andare a nanna! Notte! 10 febbraio MITCH GUNN PHOTOS @MitchGunnphotos Dopo una settimana a Schladming sono riuscito finalmente a riprendere un tramonto dal balcone del mio hotel

5 febbraio ALICE MCKENNIS @AliceMcKennis Sono così triste per Lindsey, veramente un brutto incidente. È una dura e so che rientrerà 6 febbraio DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti Mi piace cosiiiiii tanto la nuova tuta italiana @ Schladming I like soooooo much the new italian suit @ Schladming

10 febbraio JULIA MANCUSO @JuliaMancuso Un altro grande giorno di sci! Bella sciata di Marion Rolland e Nadia Fanchini. 10 febbraio GIULIA CANDIAGO @GiuliaCandiago Eroina Nadia Fanchini!!!!!!!! #schladming2013 11 febbraio DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti 1 settimana intensa...emozioni, felicità, contrarietà....

12 febbraio AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal Il Team event è così intelligente che né i produttori tv, né gli esperti della ORF né io capiamo che team sta vincendo… La Norvegia? 12 febbraio TINA WEIRATHER @TinaWeirather @akselsvindal sì sono 0,17 davanti (sicura al 99%) ;)

15 febbraio ANNA FENNINGER @annafenninger woow sono pazza… 100.000 likes? Grazie mille a tutti!!

12 febbraio AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal @TinaWeirather Penso che la Slovenia abbia vinto. Così anche metà studio ORF.. Hehe

15 febbraio ALPINE PRESS @alpinepressski Uno sguardo al centro stampa, dove centinaia di giornalisti, alcuni con viaggi di migliaia di miglia sulle spalle, guardano la gara di sci in TV.

12 febbraio AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal Ti ho detto che può essere una gara difficile da capire ;) @TinaWeirather @TV2Davy @bengtruud Next time #attackingvikings 12 febbraio KJETIL JANSRUD @kjansrud #chaos #teamevent 14 febbraio JULIA MANCUSO @JuliaMancuso #Schladming2013 per me è finita. Non come avrei voluto, ma sono state due settimane dure e sono contenta di essere salita una volta sul podio! 14 febbraio ALPINE PRESS @alpinepressski Giornalisti sequestrati sotto queste tribune. Non è la nostra finish area preferita per lavorare

6 febbraio TINA MAZE @TinaMaze Ah, questa è la vita! @lindseyvonn: grande lottatrice, stavi cercando ancora i limiti! ti auguro di guarire presto! i migliori auguri da noi! 7 febbraio AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal Emozioni mixate. Felice per aver vinto una medaglia oggi. Triste per l’incidente del mio compagno. Sembra che @Kjansrud perderà le prossime gare. 8 febbraio BODE MILLER @MillerBode I primi Mondiali dal 1999 nei quali non scio… fare lo spettatore è meglio

17 febbraio FEDERICA BRIGNONE @FedeBrigone Avrei voluto essere a Schladming, sia per gareggiare, sia per guardarmi questo spettacolo pazzesco! 17 febbraio NATHANIEL VINTON @DownhillWriter L’attrezzatura da slalom di Bill Marolt a #Chamonix1962 17 febbraio AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal In qualche posto lontano dalla neve e dallo sci @ Ironman start line

17 febbraio TINA MAZE @TinaMaze That’s all folks! :))) WM di Schladming finiti!

11 febbraio ERIK GUAY @eguay Mondiali difficili per me, torno in Canada per un paio di giorni a ricaricare le pile e finire la stagione alla grande!

15 febbraio ALPINE PRESS @alpinepressski RT @DownhillWriter: media di lingua tedesca: perché chiamate @tedligety ‘ragazzo americano’? Ha 28 anni, i baffi ed è campione del mondo. È un uomo americano.


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Lo scarpone che rende più emozionante Lo sci.

MARCEL HIRSCHER SCI: L’ESCLUSIVO MH ICON SERIES


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

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SCHLADMING 2013 | NUMERI

Azzurri, i fasti di Garmisch sono lontani

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chladming 2013 per la spedizione azzurra si chiude con tre medaglie, due argenti e un bronzo. Le edizioni più ricche per l’Italia sono state quella del 1997, a Sestriere, quando gli azzurri conquistarono sei medaglie, tra cui tre ori (Deborah Compagnoni in gigante e slalom e Isolde Kostner in superG), e quella del 2011 a Garmisch-Partenkirchen, sempre con l’Italia per sei volte a podio anche se con il solo oro di Christof Innerhofer nel superG. Nel 1996, a Sierra Nevada, l’Italia vinse cinque medaglie totali, ma ben quattro furono d’oro grazie alle due di Alberto Tomba in slalom e gigante, a Deborah Compagnoni nel gigante e Isolde Kostner nel superG. Le edizioni peggiori degli ultimi vent’anni sono state Morioka ‘93 e Vail ‘99, quando l’Italia è rimasta all’asciutto, come a Vail ‘89 e Lake Placid ‘80. Curiosamente, mettendo insieme i due Mondiali del quadriennio olimpico da Vail a Sochi (Garmisch e Schladming), l’Italia è seconda solo all’Austria per numero di medaglie (9 - 1 oro - 4 argenti - 4 bronzi) contro 14 (5 ori - 4 argenti - 5 bronzi). Se si guarda al medagliere maschile, in questa speciale classifica per numero di medaglie (e non per colore delle medaglie…), l’Italia sarebbe addirittura davanti all’Austria per 7 a 6.

IL MEDAGLIERE 1. USA 2. Austria 3. Francia 4. Slovenia 5. Germania 6. Norvegia 7. Italia 8. Svezia 9. Croazia 10. SvizzerA

4 ori 2 ori 2 ori 1 oro 1 oro 1 oro - - - -

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1 argento 2 argenti 1 argento 2 argenti 2 argenti 1 argento 1 argento - -

1 bronzo 4 bronzi 1 bronzo 2 bronzi 1 bronzo 1 bronzo 1 bronzo -

costruttori 1. Head 2. Atomic 3. Rossignol 4. Stoeckli 5. Nordica 6. Fischer 7. Dynastar 8. Blizzard 9. Salomon

4 bronzi 1 bronzo 2 bronzi 2 bronZi 1 bronzo

Curiosità

Il record degli Stati Uniti

La maledizione dell’oro Vincere è difficile, ripetersi quasi impossibile. Infatti solo Ted Ligety (oro in gigante a Garmisch 2011) si è ripetuto. Nessun altro campione in carica ha mantenuto il titolo...

Dovevano essere i Mondiali della supremazia austriaca, sono stati i primi vinti da una nazione extraeuropea. Gli Stati Uniti hanno infranto ogni record. Se si conta semplicemente il numero delle medaglie, invece, l’Austria è la più rappresentata, con un totale di 8. Gli Stati Uniti hanno vinto 6 medaglie a Bormio 2005 e St. Moritz 2003, ma il colore era diverso.

Numeri e coincidenze

Gli Stati Uniti hanno vinto 5 medaglie, come a Schladming 1982

14 \\ MARZO 2013

Ted Ligety è il quinto uomo a vincere tre medaglie allo stesso Mondiale, record che resisteva dal 1968 con JC Killy

Mikaela Shiffrin è la settima diciassettenne vincitrice di una medaglia mondiale e la seconda più giovane in slalom

Julia Mancuso con il bronzo del superG ha vinto medaglie in sei eventi top: quattro Mondiale e due Olimpiadi

Dopo 17 anni l’Italia ha vinto una medaglia nel gigante uomini. L’ultima è stata quella di Alberto Tomba a Sierra Nevada.


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CHI SALE

MAGAZINE MONDIALI

Ted Ligety Le sue azioni non possono che essere in rialzo, con tre medaglie d’oro… Un Mondiale incredibile per l’americano, che voglia fare un pensierino alla Coppa del Mondo?

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RESI STIEGLER Complimenti a questo ragazzo. Non potrei essere più emozionata. Le cose che ha fatto sono fantastiche e ha appena iniziato.

ILKA STUHEC winter vs summer :)

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Marcel Hirscher Non era facile centrare tutti gli obiettivi o quasi in casa, ma lui non sbaglia un colpo. Un cecchino perfetto.

Aksel Svindal Torna a casa con un oro e un bronzo. Peccato per l’uscita nello slalom della combinata e il quarto posto in gigante a pochissimi centesimi da podio. Aksel, dove vuoi arrivare?

Dominik Paris Dopo una stagione fantastica, non era facile ripetersi anche al Mondiale. Ventitre anni e una costanza da veterano.

Manfred Moelgg Il bronzo del gigante, contro due ‘giganti’, dopo 17 anni… cancella l’uscita in slalom.

Gauthier De Tessières Arrivare al Mondiale per caso e alla prima gara centrare l’argento non è da tutti. Come Grosso al Mondiale di Germania, l’uomo giusto al momento giusto.

Tessa Worley Zitta zitta, ha sciato alla Ted Ligety e sbaragliato una concorrenza agguerrita. Impressionante.

IL MONDIALE IN 6 FOTO 10 febbraio Le lacrime di Nadia Dopo la prestazione opaca del superG era a terra, fiducia zero. Nessuno avrebbe scommesso su un podio in discesa, su altre lacrime, neppure lei.

5 febbraio - L’infortunio di Lindsey Vonn Inizio choc, con una gara partita quando iniziava a venire buio e un infortunio che ha subito eliminato una delle principali protagoniste.

Anna Fenninger Doveva essere la nuova Moser-Proell e alla fine ha rischiato di tornare a casa a mani vuote. La medaglietta del gigante vale molto ma è sotto le aspettative.

16 \\ MARZO 2013

ElisabetH Goergl La brutta copia della sciatrice che aveva sbancato Garmisch. Irriconoscibile.

9 febbraio - L’argento di Dominik Paris Dopo Kitz, il Mondiale, Dominik non delude mai.

Daniela Merighetti È stata anche sfortunata, però torna a casa senza nulla e aveva le sue chances.

Elena Curtoni A Garmisch era stata sesta nel superG ed era la speranza azzurra. Dopo due anni si ritrova con un tredicesimo posto.

Max Blardone Al settimo Mondiale, continua a tornare a casa senza medaglie. Probabilmente soffre gli eventi importanti.

Christof Innerhofer Dopo le tre medaglie di Garmisch non vincerne neanche una non è da lui. Aveva tante scusanti, ma lui stesso si aspettava di più.

Werner Heel Poteva essere l’occasione giusta per ribadire di essere tornato tra i big. Un’apparaizione incolore a Schladming. Peccato.


3

Tina Maze Nonostante l’obiettivo, più o meno dichiarato, fossero 5 medaglie, Tina ha dimostrato di essere la vera fuoriclasse dello sci femminile. Aspettando Lindsey Vonn.

Marion Rolland Dopo la goffa caduta di Vancouver, un oro pesantissimo. Dalle stalle alle stelle.

Mikaela Shiffrin Arrivare con i favori del pronostico a 17 anni e vincere è roba da veri fuoriclasse. Senza parole.

5

4

julia mancuso Ready for tomorrow!!

lindsey vonn Quando cadi, rialzati!

DOMINIQUE GISIN Esercizi di equilibrio che mi hanno sicuramente aiutato ieri ;D

Nadia Fanchini Un argento che vale oro, dopo tante sofferenze. La classe non è acqua.

Maria Hoefl-Riesch Ha sprecato, è vero, nello slalom la medaglia era a portata di mano, ma un oro e un bronzo non si buttano.

Nicole Hosp Gallina vecchia fa buon brodo. E lei, zitta zitta, è stata la prima medagliata austriaca quando le altre facevano flop.

Mario Matt Il lupo non perde il vizio. Dopo due ori, il primo dodici anni fa, ha ribadito che anche un vecchietto può fare concorrenza alla ‘nouvelle vague’.

Sofia Goggia Al Mondiale da turista e alla fine, se si esclude Nadia, la migliore azzurra. A venti anni e con gli attributi giusti. Avanti così!

Felix Neureuther Dopo tanti colpi sbagliati, uno a segno. Ha anche provato a vincere lo slalom, ma contro Marcel oggi è dura.

17 febbraio - L’invasione dei 50.000 Uno slalom come in uno stadio di calcio. Impressionate vedere così tanta gente urlare per la vittoria di Hirscher.

TOp

&FLOP

Le riprese tv

15 febbraio IL TRIPLETE DI LIGETY Che era forte lo si sapeva, ma neanche lui credeva di poter vincere tre medaglie. Chapeau.

Le piste Il pasticcio delle prove della discesa maschile

15 febbraio Una medaglia che mancava di 17 anni Bronzo gigante per Manfred Moelgg. Colmata una lacuna troppo grande.

La Svizzera Vedere gli elvetici all’ultimo posto del medagliere, con la striminzita medaglia di Lara Gut nel superG mette tristezza. (Nella foto Dominique Gisin)

I velocisti del Wunder Team La Planai (e la pressione mediatica) hanno fatto tremare le gambe. Quando ricapiterà un Mondiale in casa? (Nella foto Hannes Reichelt)

Le velociste americane In un Mondiale unico per gli Stati Uniti, è andata a segno la solita Mancuso. Passi per l’infortunio della Vonn, ma McKennis e Cook? Stefano Gross Una stagione da dimenticare, come il Mondiale.

Kathrin Zettel Dopo un buon avvio di stagione due settimane da dimenticare.

Andre Myhrer Qui l’anno scorso aveva vinto la coppetta di slalom. Torna a casa a secco.

Lo ski stadium e il pubblico

CHI SCENDE

Ivica Kostelic Solo l’argento della supercombinata, che era abituato a dominare. Per Ivica non è proprio stagione. E poi da lui ci si aspetta sempre tanto.

Le 6 ore di diretta TV del superG

La mancata sciata in pista del gigante maschile

La linea Internet della sala stampa Il clima umido della Stiria

MARZO 2013 \\ 17


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 1

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 SUPERG DONNE martedì 5 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA - C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

gold Tina Maze (Slo)

SILVER Lara Gut (Sui)

bronze Julia Mancuso (USa)

Trionfo e tragedia Decisamente un brutto avvio per il Mondiale con una gara partita alle 14.30, 23 concorrenti non scese per il buio e il terribile incidente di Lindsey Vonn. Notizie che mettono in secondo piano la grande vittoria di Tina Maze. E in casa Italia? Udite udite, Sofia Goggia è fantastica quarta

«I INSTAGRAM TINA MAZE Una canzone triste ma realistica

«Inizio amaro del nostro Mondiale», «La terribile caduta di Lindsey Vonn sciocca la vincitrice Maze», «La vincitrice scioccata», «Perché?». I titoli dei quotidiani austriaci del 6 febbraio, Kronen Zeitung e Kurier in testa, sono stati il termometro più affidabile di una falsa partenza per quello che si annunciava come il Mondiale dei record. Dopo la scoppiettante cerimonia di apertura, il vero inizio di Schladming è stato un misto di farsa e dramma. UNA GARA DA ANNULLARE Nebbia, neve marcia, caos.

18 \\ MARZO 2013

Il superG femminile, previsto alle 11, è stato più volte rinviato, fino all’ultima partenza possibile, alle 14,30. Show must go on: il credo che la FIS ha più volte dimostrato di voler rispettare è andato in scena anche il 5 febbraio a Schladming. Scontentando tutti, o quasi. Perché la gara è terminata (senza neanche che tutte le atlete riuscissero a scendere, per la precisione le ultime 23) nel tardo pomeriggio quando ormai la visibilità, che non era mai stata buona, era pessima. Questo anche a causa di due lunghe interruzioni, la prima per l’infortunio di

Nelle foto Qui sopra, Tina Maze in azione durante la la prova dello slalom gigante, nella pagina accanto, il ‘tappo’ di nebbia sulla parte bassa del percorso. In piccolo, l’elicottero che trasporta Lindsey Vonn


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Julia Mancuso: «Penso che sia stata una delle gare più difficili, è stata veramente lunga con un sacco di allarmi e attese. Non pensavo di essere così stanca alla fine. Ogni volta so che avrei potuto fare una gara migliore, ma finire sul podio è quello che vorresti» Tina Maze: «Pensavo che si gareggiasse oggi, non so perché ma avevo questa sensazione. Ritardavano la partenza ogni 15 minuti quindi

sono rimasta concentrata, non è stato facile correre perché l’attesa è stata molto lunga» Lara Gut: «Non sono una super sciatrice su questa neve soffice e non ho sciato molto bene su tutto il percorso, però avevo la sensazione di riuscire a lasciare andare gli sci e di dare il meglio che potevo» Elena Curtoni: «La neve? Marcia

dalla partenza al traguardo. E poi che stress in partenza. Mi ha pesato molto aspettare al cancelletto quando mi hanno fermato ancora per l’incidente del lisciatore» Sofia Goggia: «Questo quarto posto è un sogno da condividere con la mia famiglia e con Alberto Ghezze, Giovanni Feltrin e Mattia Lavelli, i tecnici del gruppo Coppa Europa»

Nelle foto. A sinistra Lara Gut, argento in superG sei anni dopo Val d’Isère. A destra, la sorpresa di Sofia Goggia al traguardo ©FISI/ Pentaphoto

Special Guest

Georg Fraisl Kronen Zeitung

un lisciatore che ha richiesto l’intervento dell’elicottero e poi per il terribile infortunio di Lindsey Vonn: per lei Mondiale finito e qualche punto di domanda per una carriera che si prospettava ancora lunga e ricca di successi fino a poche ore prima della gara. ORRORE IN DIRETTA La statunitense dopo circa 50 secondi di gara stava lottando per la medaglia d’oro con una gara ‘maschia’, anche se non priva di qualche incertezza. Poi, dopo un salto, il ginocchio che cede

sull’atterraggio e si apre a compasso, un avvitamento, l’urlo disperato di un’atleta che ci ha abituato a vincere (tanto) e soffrire (poco) in silenzio. Tina Maze, sul podio del vincitore provvisorio, è stata colta dagli obiettivi dei fotografi in un’espressione di incredulità per l’accaduto, prontamente ripresa da tutti i media. Subito trasportata in elicottero all’ospedale, Lindsey ha finito in anticipo Mondiale e stagione con la rottura del legamento crociato anteriore e del legamento collaterale mediale oltre alla frattura del piatto tibiale. Con il senno di

BELEN SIMARI BIRKNER

5 febbraio Era buio quando hanno deciso di cancellare la gara: per me dovevano cancellarla prima... si’ che hanno venduto i biglietti, ma le condizioni erano veramente pessime!

@belensimari

Il quotidiano austriaco è media partner della potente federazione austriaca e depositario del ‘verbo’ sciistico del Wunder Team. Il giorno dopo il superG femminile il titolo dell’inserto dedicato ai Mondiali era molto chiaro: «Warum?». Perchè? (con i colori della bandiera statunitense…). «È stato un grande caos, ritardi ogni 15 minuti e un infortunio che ha tolto di mezzo una grandissima protagonista come Lindsey Vonn, perché fare correre a tutti i costi la gara con rinvii ogni 15 minuti?». E come è stato commentato in Austria l’errore stupido di Anna Fenninger? «Stupido, bisogna capire che Anna stava già arrivando in albergo perché pensava che non si corresse, che non si vedeva bene e che era spaventata per l’incidente di Lindsey Vonn…». Warum?

MARZO 2013 \\ 19


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

punto tecnico di mauro pini

Non si può sbagliare così a un Mondiale Credo che, se errore c’è stato, sia stato quello di fissare l’ultimo orario di partenza alle 14.30. La gara è stata un vero thriller, la lunga attesa ha messo a dura prova le atlete e quando ormai tutti avevano perso ogni speranza, hanno dato il via libera. Il fatto di alzarsi alle 6.30 del mattino e partire alle 15 del pomeriggio comporta un enorme dispendio di energie psicofisiche e alcune atlete hanno certamente gestito meglio di altre il lungo ‘tempo morto’. Idratazione, nutrimento, freddo, concentrazione… sono alcuni aspetti che dal 5 febbraio fanno parte del bagaglio d’esperienza di ogni atleta presente alla gara. Maze e Gut hanno sciato molto bene su tutta la lunghezza del tracciato: Tina solida e molto progressiva, Lara aggressiva e decisa come una ‘one shot’ lady che la rende unica. Al terzo posto una fenomenale Mancuso che, più che per la discesa mostrata, ha marcato ancora una volta presenza quando i giochi ‘contano’. Tipica mentalità americana! Forse non tutti sanno che da St. Anton in poi la Head ha messo a disposizione di Julia uno dei migliori skiman del mondo, quel Kris Krause che ha seguito Didier Cuche negli anni di gloria e che avrebbe dovuto essere a disposizione di Bode Miller. Bravissima Sofia Goggia che, come tradizione vuole, è la sorpresa che non manca mai in una manifestazione importante come un Mondiale. Un fatto mi ha lasciato alquanto allibito: come è mai possibile sbagliare a quel modo la porta posta a metà della traversa nel tratto prima del muro finale? Care Fenninger, Hronek, Weirather… è inaccettabile che atlete del vostro calibro buttino al vento un Mondiale per un errore così madornale! La tedesca era in corsa per un probabile posto sul podio, un risultato che avrebbe davvero potuto cambiare una carriera! In tempi non sospetti ho fatto presente (anche su questa rivista) del problema della Vonn con il ginocchio destro. Ricordate gli incidenti di percorso a Lake Louise, a Val d’Isère e a Courchevel, sempre causati da un’instabilità del ginocchio destro? Ebbene, ciò che abbiamo visto al momento della ricezione del salto di Lindsey è stato un cedimento strutturale netto dell’articolazione del ginocchio. Non c’è stata nessuna spigolata o errore tecnico particolare, che il ginocchio presentasse già qualche problema? Comunque, a mio modo di vedere, anche se si fosse partiti all’orario previsto, la neve non sarebbe stata molto diversa. Il salto, è vero, era molto lungo ma soprattutto alto e con un atterraggio con poca pendenza. Un peccato perdere un fenomeno come Lindsey, è sempre triste quando un atleta si infortuna! E da ultimo una riflessione, chissà cosa pensano le piccole nazioni dell’interruzione delle partenze al numero 36?

20 \\ MARZO 2013

poi è facile dire che era meglio non correre e probabilmente l’incidente di Lindsey è una fatalità. Però la scarsa visibilità del pomeriggio, la neve molle, l’estenuante attesa sono state difficili da digerire per tutte le atlete.

La gara in numeri

TANTI FLOP Questa gara infinita ha fatto tante vittime. Prime fra tutte alcune favorite. Se è vero che ha vinto Tina Maze e che dietro di lei ci sono, nell’ordine, Lara Gut e Julia Mancuso, tutte possibili medagliate del giorno prima, è anche vero che lo strano superG ha punito altre sicure protagoniste, prime fra tutte le due stelle austriache Anna Fenninger (uscita) e Liz Goergl (prova incolore la sua), poi, tra le altre, Tina Weirather (fuori), davanti agli occhi increduli di papà Harti e una Maria

49 Le porte

Hoefl-Riesch (anche lei fuori) nera di rabbia al traguardo.

1.331 m La quota

PORTA TRANELLO Una porta posizionata su un traverso, subito dopo un dosso, ha creato non pochi problemi. Due big come Fenninger e Weirather sono uscite in modo comico, tagliando troppo alto sulla porta precedente, mentre la stessa Mancuso si è giocata una posizione migliore sul podio, recuperando solo all’ultimo. Un passaggio che apparentemente non sembrava difficile, errori incredibili

12.000 Gli spettatori

INSTAGRAM Ilka Stuhec happy happy happy .)

paganti del superG femminile

di partenza

771 m

La quota di arrivo

2.218 m La lunghezza


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Nelle foto. A sinistra una classica espressione di Julia Mancuso sul podio di Medal Plaza, a destra Sofia Goggia, grande sorpresa della gara di superG

Le prime tre del superG femminile

SCHLADMING - AUSTRIA 5 febbraio 2013 \\ schladming superg \\ femminile Tracciatore \\ d.petrini (sui) 1. Tina Maze (Slo, Stoeckli) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.35.39 2. Lara Gut (Sui, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.35.77

a un Mondiale. Ne ha fatto le spese anche la tedesca Hronek, lanciata verso il podio. Per lei in un attimo dalla gloria alle lacrime. MIRACOLO GOGGIA Aspetti Elena Curtoni, arriva Sofia Goggia. Parte con il 33 la giovane bergamasca. Una prova da incorniciare: sicura, all’attacco. Come sempre… solo che qui non siamo in Coppa Europa. È l’unica azzurra a non affondare nella neve marcia della Stiria. Intertempi da urlo, alla fine taglierà il traguardo in quarta posizione a soli cinque centesimi dal bronzo. Non ci crede

nemmeno lei: «Incredibile. A dire la verità non sentivo la gara, ma perché non immaginavo certo di lottare con le migliori. Sono arrivata al traguardo e non ho nemmeno visto il tabellone, anche se sapevo di avere fatto una buona prova. Mi sembra un sogno, non ci credevo davvero. Ho fatto quattro gare in Coppa del Mondo, quattro giganti senza ottenere una qualificazione. Ma vi rendete conto? Prima gara veloce in Coppa del Mondo, o meglio, a un Mondiale, e sono a pochi centesimi dal bronzo». Decisa, sicura, schietta. Sulla neve e nell’affrontare la stampa per la prima volta in un grande evento. «Sono fatta così». Hanno ragione i suoi tecnici quando sostengono che ha una innata vocazione ad attaccare sempre, ad andare a tutta. Sofia non conosce la parola ‘calcolo’.

FOTOSTORIA: Da sinistra a destra: i soccorsi a Lindsey Vonn, Lindsey in volo verso l’ospedale, l’espressione di Tina Maze quando vede la caduta sul monitor

MORGAN BECK

5 febbraio @lindseyvonn sono contenta di averti visto oggi. Buon rientro, io e @ MillerBode ti auguriamo di rimetterti presto

@MorganEBeck

3. Julia Mancuso (USA, Head) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������1.35.91 4. Sofia Goggia (Ita, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.35.96 5. Fabienne Suter (Sui, Stoeckli) �������������������������������������������������������������������������������������������������1.36.25 6. Ilka Stuhec (Slo, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.36.28 7. Daniela Merighetti (Ita, Dynastar) �����������������������������������������������������������������������������������1.36.32 8. Viktoria Rebensburg (Ger, Nordica) ���������������������������������������������������������������������������� 1.36.33 9. Andrea Fischbacher (Aut, Voelkl) ����������������������������������������������������������������������������������1.36.40 10. Dominique Gisin (Sui, Dynastar) �����������������������������������������������������������������������������������������1.36.57 18. Elena Curtoni (Ita, Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.37.12 21. Nadia Fanchini (Ita, Dynastar) ���������������������������������������������������������������������������������������������� 1.37.63

TESTA A TESTA La regolarità è stata l’arma vincente di Tina Maze e Lara Gut. Hanno sciato bene lungo tutto il percorso, come scrive anche Mauro Pini nel commento tecnico in queste pagine. I rilevamenti agli intermedi lo confermano: quasi sempre prima Tina Maze, prima-seconda-prima e seconda Lara Gut. Meno regolare la gara di Julia Mancuso: ottavaquattordicesima-sesta-quarta. Grande rush finale il suo per raggiungere la terza posizione. Gara in forte recupero quella di Sofia Goggia. Al primo rilevamento era solo ventiduesima, seppur con un ritardo limitato a 19 centesimi, poi quarta-terza-quinta e infine quarta al traguardo. Al terzo rilevamento aveva solo quattro centesimi di ritardo. Gara simile per Daniela Merighetti che ha recuperato dalla ventesima posizione del secondo intermedio alla settima posizione dell’arrivo. LA CURIOSITA’ Solo in Austria, o meglio solo a Schladming, e forse mettiamo Kitzbuehel: nonostante tre ore e mezza di neve, freddo umido e pioggia, i tifosi sono rimasti ai loro posti aspettando festosi e colorati l’avvio della competizione. Davvero l’ennesima prova di amore di questo popolo per il nostro sport. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Non potrebbe essere diversamente: Sofia Goggia… dalla Coppa Europa al Mondiale sfiorando il podio nella prima gara veloce tra le big. Non ce ne voglia, Lara Gut è una fuoriclasse ed era già tornata alla vittoria in stagione, ma vederla su quel podio mentre Fenninger e Hoefl-Riesch giravano imbronciate nel parterre è stata una piacevole (per lei) sorpresa. LA DELUSIONE Anna Fenninger. In Austria è considerata la nuova Moser-Proell, giocava in casa, ha fallito. Bocciata senza appello. Non si può non segnalare anche Liz Goergl, dalla medaglia di Gap a un undicesimo posto incolore. PAGELLE AZZURRE Voto 9 a Sofia Goggia. L’orobica conquista un quarto posto davvero sorprendente, oltre ogni più rosea previsione. Era la prima gara di velocità in un circuito maggiore, è arrivato subito un risultato immenso. Meglio di così....Voto 7 a Daniela Merighetti. La bresciana ha fatto sicuramente una buona prova, visto che ha rimesso gli sci dopo tre giorni bloccata per il mal di schiena. Vota 5 a Elena Curtoni. La polivalente della Valgerola non è mai entrata in gara ed è subito affondata nella neve bagnata e umida. Voto 5 a Nadia Fanchini. La camuna di Montecampione fa davvero fatica a tornare competitiva, ma come dicono tutti i tecnici tornerà a stupire. Al parterre ha pianto: lacrime più che di rabbia di sfiducia. Coraggio campionessa!

MARZO 2013 \\ 21


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

22 \\ MARZO 2013


I PROTAGONISTI

tina maze

di Claudio Primavesi foto Zoom

@raceskimagazinE

Nelle foto Alcuni momenti di questi Campionati del Mondo in cui la Maze è stata protagonista. Nella prima foto la vediamo con l’oro vinto nel superG, poi in azione in discesa, e infine durante il concerto alla festa Milka con il compagno Andrea Massi

TINA MAZE

‘My way is my decision’ Arrabbiature per un secondo posto, medaglie, esibizioni canore, la formidabile slovena è sempre stata al centro dell’attenzione

S

ono venuta qui con l’obiettivo di due medaglie, poi i giornalisti hanno iniziato a parlare di cinque medaglie e mi è venuto l’appetito». Tina Maze non si smentisce mai. Anche ai Mondiali per lei arrivare seconda è stata un po’ una sconfitta. La slovena è stata la vera star di Schladming. Uscita subito di scena Lindsey Vonn, tutto l’interesse è stato per lei. In pista e fuori. Il suo Mondiale, più di quello di Hirscher, è stato di alti e bassi. Intendiamoci, un oro e due argenti sono un bottino fantastico e, come spesso avviene nello sci, sono bastati pochi centesimi, qualche coincidenza, il caso, a trasformare tre possibili ori in un oro e due argenti. Gli alti e bassi, come nel caso di Hirscher, non si riferiscono al risultato sportivo, ma al ‘mood’. Stati d’animo differenti: volto terreo dopo il secondo posto nella supercombi e nel gigante, soprattutto dopo la prima manche del gigante. Poi in conferenza complimenti alle avversarie e felicità, espressa anche a suon di tweet e post, per quello che aveva fatto. «È stato il gigante più duro della mia vita e, se non ho un buon allenamento, in gigante per

me è sempre dura e su una pista così è ancora più difficile, non sono stata fluida, non ho fatto una curva buona». Il volto umano di Tina, la superwoman che non fa rimpiangere Lindsey Vonn. «Lavoro tanto per sciare bene e se non riesco non sono contenta e di conseguenza i risultati non arrivano, in slalom ha sciato meglio Maria, giusto che abbia vinto la supercombinata». Arrabbiata, ma alla fine felice: «Alla fine sono contenta, ma è stata una giornata molto faticosa, la seconda manche è stata una battaglia, per questo è una medaglia che pesa di più dell’argento». Ma alla fine. E poi dopo la fatica c’è la serata, quella dell’esibizione alla festa della Milka, nella quale, con tutto il suo staff, ha cantato la canzone ‘My way is my decision’ vestita in costume tirolese. A sottolineare la sua forza bruta non ha messo la gonna ma i pantaloni corti di pelle… È stato il momento più ‘glamour’ dei Mondiali, altro che Kevin Costner e Dj Antoine… Brava, se non fosse una campionessa dello sci, verrebbe da dire che ha sbagliato mestiere. Ecco, Tina Maze è stata tutto questo e anche altro, la vera diva del Mondiale.

Facts and figures

6 Le medaglie totali

vinte ai Mondiali: 2 ori e 4 argenti

3 come Ted Ligety,

da tre edizioni è sul podio del gigante: seconda-primaseconda

32 Il piazzamento nella prima gara iridata: il superG di St. Anton 2001


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

@raceskimagazinE

DAY 2 SCHLADMING 2013 SUPERG uomini mercoledì 6 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

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THUNDER TED (e lacrime azzurre…) Marsaglia, Innerhofer & co. erano la squadra da battere nella prima gara veloce, invece il Mondiale azzurro è iniziato con l’amaro in bocca e la sorpresa di Ligety campione del mondo in superG… senza aver mai vinto prima una gara della specialità

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LA FACCIA DELLA DELUSIONE L’espressione di cinque azzurri al traguardo, delusi da una gara in cui avrebbero voluto essere protagionisti. Da sinistra a destra Innerhofer, Fill, Marsaglia, Klotz ed Heel

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24 \\ MARZO 2013


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

P

rima gara maschile sulla Planai. Primo appuntamento per riscattare le brutte sensazioni del superG femminile, le notizie di infortuni terribili, rinvii, neve saponosa. Soprattutto prima, forse più importante, occasione per l’Ital-jet dei miracoli. Con un campione in carica, una vittoria e tre podi stagionali gli uomini di Ghidoni erano, più di tutti, la squadra da battere nel superG con almeno tre uomini su cinque da medaglia. Più ancora del Wunder Team, che giocava in casa e aveva molta pressione sulle spalle. Invece… LIGETY SORPRENDE ANCHE SE STESSO Invece scriviamo del secondo superG in due anni sulla Planai dove i gigantisti fanno bella figura. Alle finali del 2012 terzo Hirscher e secondo Pinturault, oggi primo il re del gigante, Ted Ligety, secondo un gigantista (anche se ultimamente più a suo agio in superG) come Gauthier De Tessières. Terzo il favorito numero uno, la ‘slitta’ Aksel Lund Svindal, per la verità un po’ in difficoltà nella tracciatura del proprio allenatore Moger. Ligety è stato perfetto nei curvoni sul muro finale, mentre Svindal ha sbagliato la linea proprio in vista del traguardo, errore che gli è costato sicuramente il secondo posto, probabilmente anche il primo. Proprio sulla tracciatura si è giocato il dopo-gara. Lo stesso Svindal ha aperto la questione, in modo simpatico e mai polemico verso il proprio allenatore: «Di solito in superG ci sono sezioni da fare in posizione di velocità, qui era tutto una curva dopo l’altra, con impostazione da gigantisti». Hanno confermato la sua tesi De Tessières («in ricognizione ho capito che era un superG con ottime chance per i gigantisti») e in parte lo stesso Ligety («sono abbastanza sorpreso anche io per la medaglia d’oro»). La dietrologia sembra propendere per una tracciatura del norvegese Moger volutamente più simile a un gigante con l’obiettivo di mettere fuori gioco italiani e austriaci e favorire i due ‘vichinghi’ Svindal e

MARZO 2013 \\ 25


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

Special Guest

US SKI TEAM

Jansrud, più a loro agio nelle curve da gigante dei loro colleghi.

Fino a oggi @TedLigety non ha mai vinto un superG! Oro per gli Stati Uniti ai Mondiali di Schladming

PRIMA VITTORIA IN SUPERG Il risultato, voluto o no, della tracciatura di Moger è stata la prima vittoria di Ted Ligety in superG. Una vittoria figlia dei risultati di inizio stagione, dove lo statunitense ha fatto due quarti e un sesto posto. Già a Soelden Didier Cuche ci aveva confidato di fare attenzione a Ted nelle gare veloci, perché sarebbe

6 febbraio

@usskiteam

Kjetil Andre Aamodt Otto medaglie olimpiche, 12 Mondiali, una Coppa del Mondo… Kjetil Andre Aamodt, classe 1971, è uno dei grandi dello sci di tutti i tempi. Oggi fa il commentatore per la televisione norvegese. Al tre volte campione olimpico di superG abbiamo chiesto che cosa ne pensasse della tracciatura del superG di Schladming. La riposta è stata lapidaria: «Era un perfetto superG». Difficile non credere a uno che se ne intende…

26 \\ MARZO 2013

migliorato molto. Alla domanda sul perché di questo miglioramento Ted ha spiegato di trovarsi più a suo agio con i nuovi sci da superG perché più stretti e soprattutto più simili a quelli da gigante. DEBACLE SENZA SE E MA Facce deluse nell’entourage azzurro e non poteva essere altrimenti. Alla fine il miglior risultato è arrivato dal settimo posto di Christof Innerhofer, probabilmente il più deluso perché


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Nelle foto. A sinistra il nostro Innerhofer, in pista con il pettorale di campione in carica per il titolo conquistato a Garmisch nel 2011. Qui sotto un magnifico passaggio di Ted Ligety

INSTAGRAM

TED LIGETY Sveglia alle 6 in maniera più soft quando ti ricordi che sei il campione del mondo. Non posso ancora crederci. Grazie a tutti! Filtro: Normal

campione in carica, ma il più costante, considerando anche che era convalescente dall’influenza. Werner Heel (ventesimo) non è mai entrato in gara, è sembrato insicuro sulla neve umida e le gobbette della Planai, l’ombra dell’atleta ritrovato di inizio stagione. Matteo Marsaglia, che aveva dimostrato di apprezzare la pista alle finali del 2012, dove solo un errore gli aveva tolto il podio, è stato in gara nella prima parte, poi una serie di indecisioni e un errore, la stanchezza

La gara in numeri

24.000 Gli spettatori

paganti del superG maschile

42 Le porte 1.348 m

La quota di partenza

777 m

La quota di arrivo

1.885 m La lunghezza Nelle foto A sinistra Aksel Lund Svindal in azione. A destra la caduta apparentemente ‘stupida’ che ha provocato la rottura del crociato per Kjetil Jansrud

che ha preso il sopravvento. Peter Fill, per sua stessa ammissione, non ha mai rischiato al massimo perché non si sentiva sicuro su questa neve collosa che non rispondeva e con la luce che appiattiva tutto. Siegmar Klotz ha fatto la sua onesta gara. Dovevamo spaccare il mondo e invece la Planai ci ha consegnato una squadra a terra. Il direttore tecnico Claudio Ravetto, la sera del superG, si leccava le ferite: «Non c’è nulla da dire, la sconfitta è cocente. È stata la peggior gara di questa stagione. Mi viene quasi da ridere, nel senso che questo sport è crudele. Dal dominio alla sconfitta. Oggi non è andato bene nulla, dalla neve non proprio ottimale per noi, al materiale, agli errori tecnici, alla forma che per qualcuno sembra in calo. Nulla da fare, manca solo l’Italia davanti». TESTA O FISICO? Quella azzurra è sembrata una squadra in fase calante rispetto ai risultati ottenuti fino a pochi giorni prima. Questione di mentalità, come il DT Claudio Ravetto aveva sottolineato più volte in passato (prima di Garmisch 2011) in occasione dei grandi eventi, oppure calo fisico? Ad ascoltare

punto tecnico di marco pastore

Cambia gara, ma l’interpretazione di Ted è sempre giusta Lo statunitense ha sfruttato al meglio una tracciatura che favoriva i gigantisti I campionati del mondo di Schladming non sono iniziati nel migliore dei modi per quanto riguarda il meteo. Non fa freddo, è nuvoloso e c’è molta umidità nell’aria. Tutto ciò rende la Planai più difficile del previsto nell’interpretazione. Il manto nevoso non è particolarmente duro e una patina saponosa crea problemi di tenuta, risposta e conduzione dello sci. A questo vanno aggiunte la scarsa visibilità e le numerose ondulazioni del terreno che richiedono grande sensibilità, centralità e precisione nell’azione. Il tracciato è piuttosto chiuso, angolato e idoneo per i gigantisti. Ted Ligety non si è fatto pregare e ha approfittato della situazione. Una gara tutta all’attacco, prendendosi pure alcuni rischi, ma un’azione sempre efficace e precisa nei numerosi curvoni che sembravano disegnati apposta per lui, nonostante a tracciare sia stato l’allenatore di Svindal. Il campione statunitense ha accusato un certo ritardo nella prima parte di gara, quella meno tecnica forse. Dal primo intermedio ha sciato con estrema morbidezza, assecondando ogni ondulazione e conducendo al meglio lo sci. Il muro finale era il suo pane e ha trovato traiettorie perfette che lo hanno portato alla medaglia d’oro. Cambia neve, cambia tracciato e disciplina, ma l’interpretazione di Ligety è sempre quella giusta. Come in ogni Mondiale che si rispetti, non sono mancate le sorprese, coloro che ingenerosamente vengono definiti outsider. Grazie anche all’ottimo pettorale di partenza, il francese Gauthier De Tessières ha conquista la medaglia d’argento. A lungo in testa alla gara, ha dovuto arrendersi alla sola discesa di Ligety. Anche in questo caso, le doti di gigantista sono state premiate. Traiettorie pulite e fluidità d’azione, sempre stabile e compatto con la parte alta del corpo. Aksel Lund Svindal porta a casa la decima medaglia in carriera, un bronzo che poteva essere oro se non fosse arrivato in grave ritardo all’ultima curva prima del traguardo. Un errore che è costato più dei due decimi pagati su Ligety. Ciò non toglie valore all’ennesima prestazione di vertice del fuoriclasse norvegese. Potenza e sensibilità, un mix perfetto per le condizioni di pista e neve trovate in questa gara. Non sono mancati i soliti piccoli errori di traiettoria, alcuni cedimenti e perdita di conduzione, prontamente recuperati e, come sempre, senza perdere troppa velocità. Giornata da dimenticare per gli azzurri. Purtroppo non sono arrivate le conferme di una stagione di Coppa del Mondo indimenticabile.

MARZO 2013 \\ 27


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

Aksel Lund Svindal: «Sono contento, nonostante sia stato il peggior risultato della stagione in superG» Christof Innerhofer: «L’obiettivo è sempre e solo uno ai Mondiali, la medaglia. Però il settimo posto non lo voglio buttare via, vista tutta una serie di circostanze ostili» Max Carca: «Deluso? Più che altro arrabbiato. Dopo l’intermedio Innerhofer e

Marsaglia non hanno continuato ad attaccare, non ci hanno più creduto. Peccato» Werner Heel: «Non ho mai trovato gli appoggi giusti, ho sbagliato completamente l’approccio alla gara, la tattica. Una giornata no» Ted Ligety: «Ho visto i primi scendere alla tv che c’è in partenza e ho capito che avrei dovuto sciare il più ‘pulito’ possibile. Ho sempre voluto essere uno sciatore polivalente, per questo

sono contento di aver vinto in superG» Gauthier De Tessières: «Ero l’invitato dell’ultimo momento, ho sfruttato la chance, ho anche pensato che il destino avesse voluto premiarmi e avrei potuto fare bene». T. J. Lanning (allenatore team velocità USA): «Mi aspettavo di vedere un podio diverso nel superG di Schladming»

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Nelle foto Le immancabili bandiere austriache a bordo pista. A destra due immagini di Gauthier De Tessières, outsider della gara, in azione e durante i festeggiamenti a base di champagne a Casa Francia.

28 \\ MARZO 2013

Marsaglia al traguardo si potrebbe propendere per la seconda ipotesi, almeno nel suo caso: «Ero stanco, la tracciatura ha reso la pista ancora più faticosa, per tutti, ma per me è stata peggio, al traguardo ho fatto fatica a fermarmi». Sarà vero, ma nello sci la testa conta e molto.

Johan Clarey si è infortunato alla schiena: «Non ero allenato, ho cercato di drenare tutte le energie per fare il meglio e in effetti alla partenza mi sentivo addosso un’energia positiva incredibile». Quando si ha la testa scarica, quando non si ha nulla da perdere, c’è un nemico in meno.

SORPRESA GAUTHIER Lo ha dimostrato, che la testa conta, proprio il francese Gauthier De Tessières, classe 1981, ai Mondiali per sbaglio, perché il sabato precedente

NEVE FLOP Al traguardo tutti gli atleti hanno sottolineato le difficoltà nel mantenere la linea su una neve così strana, carica di umidità, saponosa,

AKSEL LUND SVINDAL Ted e io con uno snack dopo il premio. La leggenda Didier Cuche cerca di mangiare i nostri piatti. @tedligety… Filtro: Normal

poco reattiva. In ricognizione sembrava che il manto tenesse, invece lo spettacolo, almeno per gli amanti di questo sport, è stato diverso. Dopo le polemiche per i rinvii infiniti del superG femminile, dopo una gara con visibilità quantomeno discutibile, una gara sicuramente più regolare, ma non una delle pagine più belle dello sci. Tuttavia il podio è d’autore, con Ligety e Svindal. Neve non a genio per i nostri è vero, ma anche dove era necessario fare le curve e tirare lo spigolo abbiamo fatto fatica.


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Il podio del superG maschile con Ligety tra De Tessières e Svindal

SCHLADMING - AUSTRIA 6 febbraio 2013 \\ schladming Superg \\ MASCHILE Tracciatore \\ t.moger (nor) 1. Ted Ligety (USA, Head) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.23.96

Ti piacciono le invenzioni che ti semplificano la vita?

2. Gauthier De Tessières (Fra, Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.24.16 3. Aksel Lund Svindal (Nor, Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.24.18 4. Hannes Reichelt (Aut, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.24.51 5. Matthias Mayer (Aut, Head) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.24.91 6. Alexis Pinturault (Fra, Salomon) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������1.24.99 7. Christof Innerhofer (Ita, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������� 1.25.05 8. Romed Baumann (Aut, Blizzard) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.25.17 9. Adrien Theaux (Fra, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.25.21 10. Georg Streitberger (Aut, Head) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������1.25.30 11. Matteo Marsaglia (Ita, Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������������������������1.25.35 14. Peter Fill (Ita, Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.25.60 20. Werner Heel (Ita, Atomic) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.26.00 22. Siegmar Klotz (Ita, Nordica) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.26.27

TESTA A TESTA Al secondo intermedio Aksel Lund Svindal aveva 9 centesimi di vantaggio su Ted Ligety. Probabile che sul muro finale Ligety abbia guadagnato ma, senza l’errore di linea del norvegese sull’ultima porta, la vittoria si sarebbe giocata sul filo dei centesimi tra i due. La gara di Ligety è stata una progressione: settimo al primo rilevamento, terzo al secondo e primo al traguardo, mentre il norvegese è stato quarto, primo e terzo. Più significativi i parziali dividendo in due sezioni la gara: secondo in alto e primo in basso Ligety, primo in alto e quinto in basso Svindal. De Tessières ha fatto gara più regolare: primo-secondo-secondo, sesto nella prima metà e terzo nella seconda. I rilevamenti degli azzurri dicono che non sono mai stati in gara. Il migliore, il più regolare, some spesso accade, Christof Innerhofer: terzo al primo rilevamento, ottavo al secondo, settimo al traguardo. Come avviene in Formula Uno, i più forti sono i più regolari, non il pilota che fa un giro velocissimo e gli altri lontani dalla migliore prestazione. Marsaglia, agli stessi rilevamenti, è passato quinto, nono e undicesimo. LA CURIOSITÀ Il tracciatore norvegese non ha portato bene ai suoi atleti, visto che il favorito Svindal è arrivato terzo e Jansrud ha fatto un vero e proprio testa-coda e, quello che è peggio, si è fatto male, terminando in anticipo la stagione a causa della rottura del legamento crociato. LA SORPRESA DELLA GIORNATA La sorpresa, nonostante Svindal abbia dichiarato che Ligety era tra i favoriti, è stata proprio la vittoria di Ted, mai sul gradino più alto del podio in superG. E poi… De Tessières: due sorprese sul podio. LA DELUSIONE Tutta la squadra azzurra. Vorremmo lasciare da parte Innerhofer, ma da un campione del mondo ci si aspetta sempre un podio, viste anche le due vittorie a Beaver Creek e Wengen e il podio di Kitzbuehel. Prima occasione mancata. PAGELLE AZZURRE Voto 5,5 a Christof Innerhofer. Aveva l’attenuante di essere convalescente dall’influenza, però non ha mai aggredito la pista come ci si aspetta da un vero fuoriclasse quale è. Voto 5 a Matteo Marsaglia. Era la sua occasione, su una pista che ha già dimostrato di apprezzare, in un anno ‘di grazia’, finalmente senza problemi fisici. Se si esclude il tratto iniziale, il ‘romano di Cesana’ non solo non ha trovato il feeling con questa neve, ma ha commesso anche due errori grossolani che lo hanno fatto retrocedere fuori dalla ‘top ten’. Voto 5 a Peter Fill. Per sua stessa ammissione non ha mai avuto il coraggio di attaccare. Vero che non si vedeva e la neve era difficile, ma valeva per tutti e a un Mondiale la fame è tanta. Voto 4,5 a Werner Heel. Che fine ha fatto l’atleta che ha stupito tutti in entrambe le discipline veloci a inizio stagione? Voto 5 ad un titubante Siegmar Klotz.

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

I PROTAGONISTI

TED LIGETY

@raceskimagazinE

di Claudio Primavesi - foto Zoom

TED LIGETY sorriso yankee

Da solo avrebbe vinto il medagliere delle nazioni, eppure è stato sempre disponibile con tutti e sorridente, più anti-divo che star

A

lla vigilia del gigante, il venerdì che portava all’ultimo fine settimana iridato, avrebbe dovuto iniziare il Mondiale di Ted Ligety, il ‘ragazzotto’ ventottenne dello Utah che ha ridicolizzato le gare tra le porte larghe, rifilando distacchi abissali a tutti. Invece aveva già al collo due medaglie del colore più prezioso. Non c’è dubbio che Ligety sia l’uomo copertina di Schladming. Da solo avrebbe vinto il medagliere delle nazioni. Ha raggiunto cinque grandi che sono riusciti a vincere tre medaglie d’oro nella stessa edizione. Basti pensare che l’ultimo è stato Killy nel 1968… Quel Ligety che ti incontra nella start area, prima dello slalom, quando tutti sono concentratissimi e, appena incrocia il tuo sguardo, ti dice, lui per primo, ‘hi’, ‘ciao’. La sera della medaglia ho chiesto a Nicole Hosp, ‘medaglietta’ di bronzo della supercombinata, di fare una foto con lei. Risposta: «no, please». Dopo che aveva vinto due delle tre medaglie ho fatto la stessa domanda a Ted: «sure». In questo episodio c’è l’essenza di Ligety, un gigante in tutto. Sempre disponibile, sempre rilassato, educato. Ma allo stesso tempo tremendamente professionale. Vincere superG e supercombinata è stata una sorpresa anche per lui: «la settimana più bella della mia vita, sciisticamente parlando». Ma non tutto è così facile come sembra. Dietro a questi successi c’è programmazione, tantissimo allenamento, palestra. Ogni vittoria, ‘any given sunday’, viene conquistata. Riguardando le foto dei Mondiali, non c’è uno scatto dove non sorrida. Ligety è stato sicuramente l’uomo copertina dei Mondiali ma non la star. La star è stata piuttosto Tina Maze, protagonista in pista e fuori. Lui ha festeggiato la vittoria del superG con due birrette e poi a nanna, perché il 30 \\ MARZO 2013

giorno dopo c’erano gli allenamenti. Si è presentato a Schladming dopo il ‘ritiro’ di Hinterreit: uno chalet e due skilift con piste barrate alla perfezione per gli allenamenti. Lontano dai riflettori, per costruire i successi. Vita dura, da duro. Con il sorriso sempre sulle labbra. Super Ted è l’esempio più lampante di quella filosofia tutta yankee che ha permesso agli Stati Uniti di fare saltare il banco del medagliere: scia bene, vai veloce, divertiti e le vittorie arriveranno. Una filosofia molto imitata. Non a caso quando la Kirchgasser (medaglia di legno nella supercombinata) ha detto di avere pensato solo a sciare bene, ha vinto l’argento. Quando la Fenninger si è concentrata sulla tecnica più che sul risultato, è arrivato il bronzo. Lo stesso Hirscher preferiva uscire quando era il più veloce piuttosto che arrivare quarto. Poi certo, forse l’inserimento di qualche elemento austriaco nello staff non ha fatto male ma alla base del successo di Ted c’è una filosofia tutta yankee: «Siamo sempre fuori casa, negli States se vuoi sciare devi fare tanti sacrifici, spostarti sempre, mettere in conto di cambiare la tua vita, per questo siamo abituati a tutto e non ci spaventiamo davanti alle difficoltà». Ted l’irriverente, il bastian contrario. Quello che, dopo avere annunciato alle finali di Coppa del Mondo, con un tweet, che nella seconda manche del gigante avrebbe usato i nuovi sci da gigante, lo ha confermato di nuovo in conferenza stampa al Mondiale, in barba alle regole: «nessuno mi ha controllato». Ted rischiatutto («Nello slalom voglio arrivare tra i cinque oppure uscire») che a Schladming ha rischiato meno e raccolto di più. Poi c’è la supremazia tecnica, imbarazzante. Sovrapponendo le immagini del gigante è arrivato con più di una porta di vantaggio su Hirscher.

Facts and figures

5

Le medaglie totali vinte ai Mondiali: 4 ori e un bronzo

3 su 3 Da 3 edizioni vince

una medaglia nella stessa specialità, il gigante: bronzo nel 2009, oro nel 2011 e 2013

5-5 Il confronto tra le

medaglie vinte da Ligety e Miller ai Mondiali. Per Bode 4 ori e un argento

Nelle foto Ligety in azione, sotto Ted con il nostro Claudio Primavesi. Infine l’atleta statunitense sul gradino più alto del podio



campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 4

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 SUPERCOMBINATA FEMMINILE venerdì 8 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

gold Maria H.-Riesch (Ger)

SILVER Tina Maze (Slo)

bronze Nicole Hosp (Aut)

La rivincita di Maria Per una volta la Hoefl-Riesch ha guardato dall’alto la Maze, permettendosi anche di batterla in slalom. L’Austria ha conquistato la prima medaglia con la meno ‘cool’ delle sue atlete, la vecchia leonessa Nicole Hosp. E l’Italia? Grande gara della Goggia, settima e oramai tra le donne da battere

La gara in numeri

14.500 Gli spettatori

paganti della supercombinata

45 Le porte della discesa

60 Le porte dello slalom

1.479 m La quota di partenza della discesa

771 m

La quota di arrivo della discesa

940 m La quota di partenza dello slalom

745 m

La quota di arrivo dello slalom

195 m Il dislivello dello

S Nelle foto Maria Riesch nella manche di slalom

32 \\ MARZO 2013

slalom

enza Lindsey Vonn, già rientrata a casa dopo il terribile incidente del superG, venerdì 8 febbraio è andata in scena una supercombinata che avrebbe potuto riproporre l’eterno duello Maze-Vonn e invece ha dovuto ripiegare su quello, altrettanto affascinante, Maze-Riesch. Gara tiratissima, soprattutto nella discesa, che ha visto due atlete prime a pari merito e due terze a pari merito.

DISCESA PER DUE Anna Fenninger partiva con il non facile ruolo della campionessa in carica, in casa… e dopo il flop del superG. L’austriaca, nonostante la pressione, ha chiuso al primo posto la discesa, con lo stesso tempo di Tina Maze. A 5 centesimi l’altra austriaca Elisabeth Goergl. Poco oltre, per la precisione a 20 centesimi, la ‘solita’ Lara Gut e, con lo stesso tempo, Maria Hoefl-Riesch. Cinque atlete

MIKE JANYK

8 febbraio Per favore qualcuno dica alle atlete ancora in partenza dello slalom della combi femminile che la via più veloce alla fine è di non toccare l’ultima porta

@mikejanyk


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Elena Fanchini: «Sono soddisfatta, lo slalom non è la mia specialità mentre ho fatto un buon allenamento per la discesa» Sofia Goggia: «Ho preso una randellata in slalom da chi ha vinto, però sono contenta per la bella prova di discesa in vista della gara di domenica. Non ho aspettative in termini di risultati, so quello che devo fare, cercherò di dare tutto per un’ottima performance sciistica»

Daniela Merighetti: «Non è stato facile prendere questa decisione e rinunciare a una gara mondiale! La voglia c’era, eccome! Ma il fisico no. E domenica c’è una gara superimportante...»

quindi avrei dovuto combattere se volevo una medaglia. Sono molto dispiaciuta per Michaela, ma qualcuno deve arrivare quarto»

Nicole Hosp: «Oggi la pressione era grande perché l’Austria non aveva ancora vinto medaglie, sapevo di avere nelle mie compagne di squadra Michi Kirchgasser e Kathrin Zettel due avversarie dure perché grandissime slalomiste,

Maria Hoefl-Riesch: «Era uno slalom difficile, la visibilità non era buona, è stata dura, perché la mia fiducia in slalom non era al top e se anche oggi fossi uscita ne avrei risentito per il resto del Mondiale. Non posso descrivere l’emozione…».

Special Guest

Miran Alisic TV slovena

nel fazzoletto di 20 centesimi. Cinque nomi per la vittoria, con Maze e Riesch decisamente favorite per la loro tecnica tra i pali stretti. Subito dopo questo quintetto delle meraviglie, Sofia Goggia e a seguire le altre due azzurre Merighetti ed Elena Fanchini. Ma attenzione a Nicole Hosp, nona e mai sazia. IL PASSO FALSO DI TINA «Sono più forte in slalom che in discesa, naturale che sia delusa se sono prima dopo la discesa e non dopo lo slalom». Sta tutta in queste parole la spiegazione della gara. Tina Maze prima nella discesa e seconda dopo lo slalom, perlopiù disegnato dall’allenatore Livio Magoni. Seconda medaglia, ma di un altro colore. A guadagnare dal passo falso della Maze, Maria Hoefl-Riesch che in realtà non

Nelle foto l’esultanza di Tina Maze, in alto Maria in ‘picchiata’ sullo stadio della Planai

aveva un buon feeling proprio con lo slalom, dopo le ultime prestazioni di Coppa. E poi, colpo di scena, Anna Fenninger, che doveva essere la protagonista di questi Mondiali, è uscita per la seconda volta in due gare,

Tina Maze: «È normale che se sei prima in discesa e sai che sei più forte in slalom, sei delusa se non arrivi prima dopo lo slalom. In realtà non sapevo di essere seconda, ma non ho visto la luce verde… Poi sono stata contenta del mio secondo posto perché Maria ha sciato meglio, io cerco di focalizzarmi sullo sciare bene, non ho come obiettivo i risultati, ma se scii bene arrivano».

lasciando la porta aperta per la prima medaglia austriaca a una compagna forse meno ‘cool’ in questo momento ma sicuramente sempre di garanzia: Nicole Hosp. Alla fine la più contenta era proprio lei, la trentenne che bissa

Tina Maze, obiettivo cinque medaglie d’oro. La slovena ci credeva veramente. In conferenza stampa ha detto che il suo obiettivo erano due ori ma che, dopo che i giornalisti hanno parlato di cinque medaglie d’oro, ci ha fatto un pensierino. Abbiamo chiesto un parere a Miran Alisic della televisione slovena. «Tina è un po’ come Michael Schumacher, considera una sconfitta il secondo posto, perché lavora tutto l’anno per la vittoria, si allena duramente, è una calcolatrice. In Slovenia, dove è il personaggio sportivo più famoso, non sfrutta del tutto la sua popolarità, perché potrebbe essere di più in televisione, sotto i riflettori, ma non è la Vonn, è una persona semplice, che punta tutto sul duro lavoro e ha una vita tranquilla. Sì, sono convinto che Tina credesse di poter vincere cinque ori e che fosse nelle sue possibilità».

MARZO 2013 \\ 33


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

il podio (argento) di St. Moritz dieci anni dopo. Anche a costo di fare uno sgambetto alla compagna Michaela Kirchgasser, vista uscire in lacrime dallo ski stadium. E poi… come non ricordare l’inforcata di Lara Gut: la svizzera con lo slalom ha proprio un brutto rapporto.

Le tre del podio durante le foto di rito a Medal Plaza

SCHLADMING - AUSTRIA 8 febbraio 2013 \\ schladming supercombinata \\ femminile Tracciatori \\ J. Tischhauser (FIS) - L. Magoni (Slo) 1. Maria Hoefl-Riesch (Ger, head) ������������������������������������������������������������������������������������������2.39.92 2. Tina Maze (Slo, Stoeckli) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.40.38 3. Nicole Hosp (Aut, Fischer) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������2.40.92

IERI, GOGGIA… E DOMANI? Sesta in discesa, settima dopo lo slalom. Uno slalom all’attacco per una che in slalom non si sta neanche allenando. Naturalmente si è visto che non è una slalomista, ma ha limitato alla grande i danni, mantenendo quasi la posizione. La gara di Sofia Goggia è stata un altro bel regalo, un’altra ‘batosta’ per le compagne, messe tutte dietro.

4. Michaela Kirchgasser (Aut, Atomic) ������������������������������������������������������������������������������ 2.41.56 5. Kathrin Zettel (Aut, Atomic) ���������������������������������������������������������������������������������������������������� 2:41.71 6. Elisabeth Goergl (Aut, Head) ��������������������������������������������������������������������������������������������������2.42.24 7. Sofia Goggia (Ita, Atomic) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.42.69 8. Julia Mancuso (Usa, Head) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������2.43.25 9. Sara Hector (Swe, Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������2.43.59 10. Dominique Gisin (Sui, Dynastar) �����������������������������������������������������������������������������������������2.43.60

PECCATO ‘DADA’ Settima dopo la discesa, davanti alla tv a guardare lo slalom. Daniela Merighetti, dopo la buona prova

MARIA HOEFL-RIESCH

8 febbraio Aspettando la cerimonia delle medaglie! Che giorno! #schladming2013 #gold #supercombined

@Maria

della prima parte di gara, ha preferito rimanere in poltrona per non sollecitare la schiena in vista della discesa. Sarà stata la scelta giusta? La bresciana, discreta ai Campionati Italiani di Pozza di Fassa, ha detto che già dopo quello slalom ha dovuto rimanere ferma alcuni giorni. Però ogni lasciata è persa…

13. Elena Curtoni (Ita, Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������������������2.44.20 15. Elena Fanchini (Ita, Dynastar) ��������������������������������������������������������������������������������������������2.45.06 DNS 2 Daniela Merighetti (Ita, Salomon)

TESTA A TESTA Venti centesimi di ritardo nella discesa, 66 di vantaggio nello slalom. In questi numeri il duello Hoefl-Riesch/Maze. La slovena dunque ha accusato un ritardo importante, considerate le caratteristiche e i risultati di stagione proprio nello slalom. Le distanze ravvicinate al termine della discesa vedevano un gruppo di ben cinque atlete lottare (in teoria) per la vittoria ma in realtà, come scrive anche Mauro Pini in queste pagine, la lotta per i due gradini più alti del podio era appannaggio solo di Riesch e Maze e l’incognita riguardava l’austriaca sul terzo gradino… Dunque un vero e proprio testa a testa. Hosp, Kirchgasser e Zettel partivano nello slalom con rispettivamente 1.32 - 1.69 - 1.61 di ritardo. Miglior tempo tra le porte strette per la prima, terzo per la seconda e quarto per la terza ed ecco fatta la classifica. LA CURIOSITA’ L’8 febbraio porta bene a Maria Hoefl-Riesch: terza in superG nel 2011 a Garmisch, prima nel 2013 a Schladming. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Come sorpresa è un po’ azzardata, non si può dire che Niki Hosp non avesse chance di medaglia, però l’attenzione dei media austriaci era tutta per Fenninger e Goergl e invece la vecchia leonessa... LA DELUSIONE Lara Gut. È vero che quest’anno non fa gli slalom, ma è pur vero che non arrivare nell’ennesimo slalom, per un talento come lei... PAGELLE AZZURRE Voto 8 a Sofia Goggia. Arrivare a un Mondiale all’ultimo minuto e sfiorare il podio alla prima gara non è da tutti. Confermarsi la migliore azzurra alla seconda, facendosi battere in discesa solo da Maze, Fenninger, Riesch, Gut e Goergl e limitando al massimo i danni in slalom è da fuoriclasse. Voto 5 a Daniela Merighetti. La bresciana meriterebbe 7 per la discesa, ma la scelta di non fare lo slalom proprio non ci va giù. Comprendiamo, ma non si può gettare una chance di medaglia per un’altra gara nella quale c’è molta, molta concorrenza. E poi i Mondiali non sono tanti. Vota 6 a Elena Curtoni. Sarebbe un cinque, ma è un 6 sulla fiducia, un talento come lei prima o poi deve riemergere. Voto 6 a Elena Fanchini. La supercombi ci ha fatto allargare le maniche: non è la sua specialità, più di così non si poteva chiedere.

34 \\ MARZO 2013

punto tecnico di mauro pini

Premiata la scelta della Hosp di concentrarsi sulla supercombi Ma sono emersi i limiti di una disciplina tenuta in piedi solo per una medaglia in più Un amico mi ha chiesto la differenza tra la combinata normale e la supercombinata. La prima è la somma di due gare distinte, la seconda è una gara svolta con due prove nello stesso giorno, una di slalom e l’altra una discesa o un superG. Detto questo, la supercombinata dei Mondiali ha messo in risalto tutti i limiti di questa prova. Limiti che nel settore femminile si accentuano quando la prova di slalom si svolge su di un pendio impegnativo come nel caso di Schladming. Il divario tecnico è enorme e il lotto delle papabili si riduce a un pugno di atlete. Dopo la prova della discesa i soli punti d’interesse rimasti erano quelli di sapere: chi tra Maze e Riesch avrebbe vinto, chi delle austriache sarebbe andata sul podio e chi tra le atlete sarebbe uscita… Sento dire che la scelta della FIS di eliminare le combinate dal calendario di CdM (finalmente) è azzeccata. Non discuto sul fatto che una medaglia a un evento come Mondiale o Olimpiadi sia pur sempre una medaglia, ma ‘vendere’ un prodotto con un tasso tecnico così

mediocre diventa davvero molto difficile. L’attuale regolamento permette di poter partecipare a questa gara anche solo nella prima prova (come allenamento per la discesa), ma a parti invertite sarebbe la stessa cosa? Se si svolgesse prima lo slalom, sarebbero ancora così tante le atlete a prendere il via? Io reputo questo ‘evento’ ormai superato, quasi un intralcio al calendario di un Campionato Mondiale. Mi piacerebbe chiedere ai discesisti uomini cosa ne pensano del fatto che il loro secondo allenamento di discesa sia stato interrotto a poco più di tre quarti della pista essendo l’area d’arrivo occupata appunto dalla combinata femminile. In ogni caso brava Riesch! Questo risultato le ha ridato fiducia nei propri mezzi, rimettendola di diritto tra le papabili a ulteriori medaglie. Brava anche la Hosp che viene ripagata da una medaglia per tutti gli infortuni subiti. Davvero ottima la sua scelta strategica presa a fine anno che l’ha portata a concentrarsi esclusivamente su questa prova di supercombinata. Abbiamo visto una Tina rabbuiata al traguardo: è un ‘cavallo di razza’ che ormai non si accontenta più di un secondo posto.



campionati del MONDO SCHLADMING 2013

@raceskimagazinE


I PROTAGONISTI

SOFIA GOGGIA

di GABRIELE PEZZAGLIA - foto Zoom

SOFIA GOGGIA l’avevamo detto, non una qualunque!

Arrivata a Schladming quasi per caso, ha lasciato tutti esterrefatti sfiorando la medaglia di bronzo in superG e chiudendo settima la supercombinata: è lei la sorpresa più bella del Mondiale azzurro

I

l Mondiale di Sofia Goggia si riassume tutto in quello sguardo sbalordito all’arrivo del superG, in quel piegarsi verso la neve incredula, in quell’urlo liberatorio, in quelle braccia alzate al cielo. Schladming, pista Steichert: prima gara ‘veloce’ che conta per Sofia, dopo quattro giganti disputati in Coppa del Mondo senza ottenere una qualificazione, e subito un risultato fuori da ogni previsione. La bergamasca cresciuta con Nicola Avogadro, Daniele Simoncelli e Devid Salvadori termina a soli 5 centesimi dal bronzo. Non ci crede Sofia, non può crederci. Il suo urlo al traguardo, quando si rende conto dell’impresa, è un lampo di luce ed energia in un tardo pomeriggio buio e umido della Stiria per una gara eterna a causa dei continui rinvii. «Ci ho messo un attimo a girarmi verso il tabellone, quando l’ho fatto non ho capito subito il valore dell’impresa». Sofia sta vivendo un momento di forma fantastico. In estate ha rimesso gli sci dopo l’operazione al ginocchio, poi la preparazione sui ghiacciai alpini con il fedele Mattia Lavelli e la Coppa Europa con i podi e le vittorie, quindi la cronaca delle giornate trionfali ai Mondiali. Convocata all’ultimo momento è stata una sorpresa tanto discussa. Ha stupito tutti, ha dimostrato

tenacia e determinazione e soprattutto una sicurezza da grande, una maturità e un’intelligenza che vanno a supportare una sciata già progredita. Nadia Fanchini a parte, Sofia Goggia ha portato sulle spalle ‘la croce’ dello sci rosa, davvero in un periodo di crisi. Lei, che non doveva nemmeno esserci, lei che in Coppa del Mondo non ha fatto nemmeno un punticino. «Sto attraversando un momento di forma incredibile. Sono venuta a Schladming senza pressione e soprattutto senza obiettivi, senza la smania dei risultati insomma. È un sogno, sono qui a confrontarmi con le più forti al mondo, ma sia ben chiaro, rimango quella di prima. Ho ancora da imparare tanto, devo crescere, anche se questa è una bella iniezione di fiducia per il futuro». Quarta in superG, poi settima in supercombinata, più attardata in discesa a causa di un errore di linea. È Sofia, questa tenace ventenne di Bergamo alta, la sorpresa del Mondiale. Rimanere quella di prima significa ricordare chi in questi mesi l’ha aiutata a riemergere: «Il centro di fisioterapia di Mantova, poi i miei allenatori del gruppo Coppa Europa, Alberto Ghezze, Giovanni Feltrin, Mattia Lavelli e anche Nicolò Concari, che mi ha fatto gli sci durante il Mondiale». Incredibile Sofia!

Facts and figures

0 Le gare veloci di Coppa del Mondo prima di partecipare al Mondiale di Schladming

0 I punti in Coppa

del Mondi prima di Schladming 2013

11 I rinvii della

partenza del superG nel quale Sofia ha sfiorato il podio

Nelle foto Sofia al traguardo, con lo skiman Nicolò Concari, alle prese con le prime interviste televisive e la festa con tutto il team azzurro

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 5

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 DISCESA LIBERA MASCHILE sabato 9 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

gold A. Lund Svindal (NOR)

SILVER DOMINIK PARIS (ITA)

bronze DAVID POISSON (FRA)

HEAVY MEDAL Il forestale della Val d’Ultimo secondo solo al norvegese Svindal. Poisson sorpresa di bronzo. Innerhofer ha patito la poca visibilità, fuori dai dieci anche Fill ed Heel

«W INSTAGRAM

Werner Heel All stars Filtro: Normal

ir wollen GOLD». Noi vogliamo l’oro. Così titolava il Kronen Zeitung sabato mattina prima della discesa maschile. Alla quarta gara il medagliere piange: solo il bronzo della Hosp in combinata. La pressione sugli uomini del Wunder Team è alle stelle e dall’alba decine di migliaia di pendolari hanno iniziato a colorare di bianco e rosso Schladming. E decine di vip, dal presidente austriaco a Kevin Costner, in concerto nel pomeriggio, ad Anne Marie Moser Proell, Karl Schranz, Harti Weirather. Palmarès degli ori austriaci in discesa: da Leonhard Stock a Lake Placid ‘80, passando per Harti Weirather a Schladming ‘82, Patrick Ortlieb, Hannes Trinkl, Hermann Maier, Michael Walchhofer, nel 2003 ultimo iridato del Wunder Team. Dieci anni pesantissimi. Se l’Austria era la nazione sotto i riflettori, non possiamo nasconderci che la squadra da battere si chiamava Italjet. Dopo il flop del superG Paris & co. erano attesi alla prova del nove, che ha visto primo Svindal davanti a Paris e al francese Poisson. ‘PARIGI’ NON DELUDE, IL METEO SÌ Ventitré anni e già due ‘medaglie’ pesantissime al collo: Kitz e Bormio. Dominik Paris era il favorito numero uno insieme

La gara in numeri

30.000 Gli spettatori

paganti del superG maschile

39 Le porte 1.753 m La quota di partenza

776 m

La quota di arrivo

3.334 m La lunghezza

ad Aksel Lund Svindal. Inutile girarci intorno. Certo, Erik Guay, campione in carica, è sempre un osso duro, Reichelt e Kroell giocavano in casa… e poi c’era un certo Innerhofer. Dopo una giornata di (quasi) bel tempo, Schladming si è svegliata ancora sotto il nevischio, con il cielo grigio, qualche banco di nebbia a metà montagna. Tutte le previsioni della vigilia… da rivedere. Chiaro che le azioni di ‘Inner’,


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Dominik Paris: «Non ho ancora potuto guardare il telefonino per vedere i messaggi che ho ricevuto, perché ho sempre avuto voi giornalisti intorno a me!» Peter Fill: «Oggi bisogna fare davvero i complimenti a Dominik, ha fatto qualcosa di straordinario» Gianluca Rulfi: «Godiamocela tutta

questa medaglia, stiamo vivendo un momento incredibilmente magico»

ciliegina sulla torta»

Claudio Ravetto: «Paris vince perché ha dentro una voglia matta di attaccare. Per lui lo sci è un gioco»

David Poisson: «Patrice Morisod ha cambiato lo spirito in squadra, ci ha dato fiducia nei nostri mezzi, siamo in tanti che possiamo salire sul podio, oggi è toccato a me, nel superG a Gauthier. Ho vinto la medaglia insieme ai due atleti più forti e più grandi del momento e io sono al terzo posto».

Max Carca: «Beaver Creek discesa e superG, Bormio, Wengen, Kitz. Oltre al grande slam dello sci ecco questa medaglia, la

Special Guest

Jean Denis Coquard L’Équipe

che non ama queste condizioni, sarebbero state in ribasso, senza pensare alla possibilità della nebbia che, nella parte alta, avrebbe potuto favorire o penalizzare i concorrenti. Pista durissima la Planai, nel vero senso della parola, perché il fondo era finalmente ghiacciato, ma anche metaforicamente: pendio sempre mosso, sei perennemente in curva, arrivi stremato, soprattutto su quel muro finale con l’ultima porta

RACE SKI MAGAZINE

9 febbraio @raceskimagazine #schladming2013 chi ha intervistato ieri Pez? L’allenatore di Svindal… le interviste del giorno prima continuano a portare bene...

@raceskimagazine

tranello che ti taglia definitivamente delle gambe già a pezzi… TATTICA AZZECCATA «Ho visto scendere i primi, ho visto che arrivavano stremati e che sotto bisognava avere ancora forze per attaccare, per questo ho cercato di scendere leggero, di non spingere troppo in alto per evitare errori e recuperi che mi avrebbero fatto arrivare in basso senza le forze

Abbiamo chiesto qual è l’atmosfera nell’Esagono dopo le due medaglie maschili a Jean Denis Coquard, inviato del quotidiano sportivo francese L’Équipe. «L’interesse in Francia non era molto alto, soprattutto per le prime gare perché le aspettative erano tutte per Pinturault e per le prove tecniche, invece giorno dopo giorno si è parlato sempre più di sci. In Francia l’esposizione massima dello sport bianco è ai Mondiali e alle Olimpiadi, JB Grange ha sempre detto che la sua Coppa del Mondo di slalom gli ha dato molta meno visibilità della medaglia di Garmisch. Il gruppo della velocità funziona molto bene dopo l’arrivo di Patrice Morisod, ha ridato fiducia agli atleti, si è creata una famiglia che funziona bene, un po’ come per la squadra della velocità italiana». Francesi come gli americani, che danno tutto per una medaglia facendone l’appuntamento clou stagionale?

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

Nelle foto. Qui accanto, a sinistra Christof Innerhofer in azione, a destra David Poisson e sotto il nuovo Campione del Mondo di discesa libera, Aksel Lund Svindal

AKSEL LUND SVINDAL 9 febbraio Miglior momento della giornata: passare il traguardo e #vincere ai Mondiali. Il secondo miglior momento è stato trovare del tempo per apprezzare la vittoria

@akselsvindal

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necessarie; ho cercato di fare il meglio ma non sono sceso a tutta come le altre volte proprio per arrivare ancora reattivo in fondo. Con il senno di poi avrei potuto mollare di più nella parte centrale». La tattica di gara di ‘Parigi’ si è rivelata azzeccata. Sulla Planai, pista da sciatori ‘con la testa’, esperti (non a caso ha vinto Svindal), contro Aksel-Lund non c’era molto da fare. Qui vince chi sbaglia meno e il norvegese è stato quasi impeccabile. AKSEL NELLA LEGGENDA Cinque ori, otto medaglie mondiali, la seconda, pesante, in discesa. Unico sciatore ad aver vinto quattro medaglie d’oro in quattro Mondiali consecutivi. Aksel-Lund Svindal, dopo il bronzo nel superG, è diventato l’uomo copertina di

Aksel Lund Svindal «È importante non perdere mai la testa, sciare in maniera intelligente, bisogna essere veloci dall’inizio alla fine. Niente da aggiungere, mi sono preso i miei rischi dall’inizio alla fine e ho cercato di stare nella linea».

Schladming. «Non ci accontentiamo del terzo posto del superG, non potremmo, è il peggior risultato della stagione nella specialità» aveva detto alla vigilia l’allenatore (altoatesino, della Val d’Ultimo, come Paris…) Franz Gamper. «Vediamo, aspettiamo, per il party c’è tempo» aveva detto sornione Svindal dopo il bronzo. DIETRO LE QUINTE Gli sci hanno contato, eccome sulla neve di Schladming. Prima la pappa umida, poi il ghiaccio ma sempre con un’umidità elevata. Una parte del merito delle vittorie va, come sempre, anche agli skiman. Dominik Paris, che scia Nordica, ha usato gli attrezzi di Bormio, mentre a Kitz ne aveva un altro paio. «Ha scelto lo skiman (Sepp Zanon,


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Nelle foto. A sinistra l’ingresso di Paris sullo Stadio della Planai, a momenti finisce a ‘pelle di leone’, che abbia perso qui la medaglia d’oro. Sotto, la beffa più dolorosa del Mondiale è stato il quarto posto di Klaus Kroell, atleta nato e cresciuto a Schladming che da sempre gareggia con il nome della Planai sul casco.

FACEBOOK CHRISTOF Innerhofer 9 febbraio che gara...ho fatto proprio fatica..... bravoooo domme:-)

Dominik Paris «Vi siete spaventati quando nel finale ho fatto quell’errore e quasi incrociavo gli sci? Era tutto sotto controllo, era per fare un po’ di spettacolo»

ndr), io mi fido» ha detto ‘Parigi’ dopo la gara. Oltre alla tattica di gara, che si è rivelata azzeccata, Paris ha dimostrato di avere anche un notevole ‘self-control’: «ero tranquillo, sapevo cosa fare, ma il risultato più bello della stagione l’ho già raggiunto con la vittoria a Kitzbühel». Paris in tre mesi ha visto la propria vita cambiare. Ha 23 anni e l’investitura ufficiale di erede di Didier Cuche. Non male. Parleremo ancora di te Dominik. ‘INNER’, HEEL E FILL E gli altri azzurri? Dodicesimo Peter Fill, quattordicesimo Christof Innerhofer, ancora più attardato Werner Heel. Non ci siamo. Non ce n’è: quando non si vede ‘Inner’ fa davvero fatica. Non è riuscito ad assecondare le onde e i dossi della

Planai e non è riuscito a trovare quella giusta sensibilità. Dopo aver terminato al terzo posto la prima prova, era fra i favoriti, se non per l’oro almeno per una medaglia. Anche alla vigilia era fiducioso ma, proprio per sua ammissione, durante la ricognizione ha visto la situazione meteo con la poca luce ed è come se avesse tirato i ‘remi in barca’. Werner Heel non è mai stato in gara: sembra ‘bollito’ il jet della Val Passiria, dopo un avvio di stagione davvero ottimo. Un po’ meglio Peter Fill, fino al tratto conclusivo è stato abbastanza pimpante: era sui tempi di Poisson, poi due sbavature lo hanno condannato a una piazza non onorevole. Unica scusante: la mano ancora dolorante. TRAGEDIA NAZIONALE Klaus Kroell quarto e… Matthias Mayer tredicesimo, Max Franz ventitreesimo, Hannes Reichelt fuori. Kroell ha sbagliato la linea sull’ultima porta, dove invece Poisson è passato più all’interno e si è giocato così la medaglia. Il Wunder Team che doveva spaccare il mondo si è ritrovato con le pile a terra. La selezione è stata durissima e fino all’ultimo minuto un posto, quello poi occupato da Matthias Mayer, era rimasto in bilico, con Joachim Puchner in lacrime per l’esclusione. Emblema dello stato d’animo l’atterraggio stentato, sulle code degli sci, di Hannes Reichelt, uscito subito dopo. E pensare che qualche mese fa Klaus Kroell aveva festeggiato proprio qui

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punto tecnico di MARCO PASTORE

Svindal, quasi imbattibile Solo Dominik Paris insidia la supremazia del norvegese… e non ha neppure 24 anni Rispetto al superG sono cambiate completamente le condizioni della neve. È più freddo, il fondo è ghiacciato e molto mosso, ondulato. La visibilità è scarsa e per molti concorrenti questo è stato il problema principale. Aksel Lund Svindal ha conquistato la medaglia d’oro, quella che gli era sfuggita per poco in superG. Una gara perfetta, condotta in modo regolare da cima a fondo. Se pochi giorni prima era stato bravo a gestire una neve umida e scivolosa, in discesa è stato altrettanto abile a sfruttare il fondo compatto, rimanendo sempre centrale, assecondando le numerose ondulazioni e creando velocità in tutti i punti chiave del tracciato. Quest’anno il norvegese è l’uomo da battere, si sa dall’inizio della stagione. Fisicamente è al top, sano, potente e reattivo. I problemi di materiali che in parte accusava le due passate stagioni sono alle spalle. A livello mentale è consapevole più che mai della sua forza. Insomma, una macchina da guerra, quasi imbattibile. Diciamo quasi imbattibile, perché c’è chi gli sta dando filo da torcere in questa stagione e si tratta di un azzurro. Dominik Paris, 24 anni non ancora compiuti, conquista una medaglia d’argento fantastica. Sembra assurdo da affermare, ma sarebbe stata quasi una beffa se non fosse arrivato un podio azzurro dopo un inverno dominato a livello di squadra. Ci ha pensato l’atleta del momento, il vincitore della Streif. Il distacco finale da Svindal è inferiore al mezzo secondo e, al contrario di quanto registrato in prova, il ritardo matura soprattutto nella parte iniziale. Come accaduto a Bormio e Kitzbuehel, sono i tratti più tecnici a fare la differenza. Parliamo di un campione che è già di gran lunga affermato, dotato di forza straripante e tecnica sopraffina. Bisognerà attendere diversi anni per rivedere i Mondiali in Austria, così come gli austriaci dovranno attendere a lungo prima di andare nuovamente a caccia di una medaglia in discesa nella loro terra. Klaus Kroell ci è andato vicino, quarto e delusissimo. Per il resto possiamo parlare di una gara disastrosa per il Wunder Team. Il più atteso era Reichelt, miglior tempo nella prima prova. In gara è uscito senza essere mai stato in gioco per una medaglia. Difficile dare una spiegazione alla debacle austriaca (anche in superG non sono arrivate medaglie pur registrando quattro atleti nei primi dieci). Tecnicamente, è mancata la fluidità, la capacità di assecondare al meglio i numerosi dossi lungo il tracciato. La conseguenza è un’azione troppo passiva, senza sfruttare lo sci in spinta. Si è detto che la scarsa visibilità ha giocato un ruolo fondamentale ed è un dato di fatto che alcuni atleti accusino tale handicap più di altri. Tra questi, anche Christof Innerhofer, quattordicesimo e sicuramente al di sotto delle sue potenzialità.

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la Coppa di specialità... IL PASTICCIO DELLE PROVE Arrivi alla discesa, la gara più importante del Mondiale, l’appuntamento dell’anno. E scopri che gli uomini fanno una prova e mezza. Sì, perché venerdì, giorno della seconda prova, c’era anche la supercombinata femminile con slalom alle 14 e l’area di arrivo era la stessa. Per questo gli uomini hanno fatto circa un minuto e quaranta di discesa contro gli oltre due minuti del tracciato completo, senza poter provare una seconda volta il muro finale, uno dei passaggi chiave della gara. Su una pista che chi non ha partecipato alle finali di Coppa

del Mondo dello scorso anno non ha mai visto. Dopo le proteste di allenatori e atleti il ‘patron’ della Coppa, Guenther Hujara, ha gentilmente concesso una miniprova della parte bassa la mattina stessa della discesa. Incredibile, inammissibile a un Mondiale, con il programma stabilito da anni. Dilettantismo allo stato puro. A pensar male si potrebbe ipotizzare che ci sia lo zampino della potente federazione austriaca (gli atleti del Wunder Team conoscono bene la pista) ma a giudicare dalle proteste del DT Mathias Berthold e degli atleti biancorossi c’è da credere di no. E noi vogliamo credere di no. Ma forse, tra essere cattivi e stupidi, è

Nelle foto. Dall’alto in senso orario, festa a Chalet Italia, la stretta di mano tra Paris e il vincitore Svindal, Aksel Lund Svindal sale sul gradino più alto del podio a modo suo, Paris festeggiato dal fan club, e le medaglie durante la cerimonia


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Il nostro Paris insieme a Svindal e Poisson alla consegna delle medaglie

SCHLADMING - AUSTRIA 9 febbraio 2013 \\ schladming DISCESA \\ MASCHILE Tracciatore \\ H. Schmalzl (FIS) 1. Aksel Lund Svindal (Nor, Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.01.32 2. Dominik Paris (Ita, Nordica) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.01.78 3. David Poisson (Fra, Salomon) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.02.29 4. Klaus Kroell (Aut, Salomon) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.02.67 5. Andreas Romar (Fin, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.02.68 6. Silvan Zurbriggen (Sui, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.02.69 7. Patrick Kueng (Sui, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.02.86 8. Didier Defago (Sui, Rossignol) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.02.91 9. Jan Hudec (Can, Rossignol) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.02.99 10. Adrien Theaux (Fra, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.03.03 12. Peter Fill (Ita, Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.03.18 14. Christof Innerhofer (Ita, Rossignol) ���������������������������������������������������������������������������������������� 2.03.40 16. Werner Heel (Ita, Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.03.50

TESTA A TESTA Gara in recupero quella di Svindal, ma di poco. La sua è stata una discesa da manuale, basta analizzare i rilevamenti intermedi: quarto, secondo, primo, primo e primo. Rispecchiano la tattica scelta da Paris i rilevamenti intermedi dell’azzurro: sesto, terzo, terzo, quarto e secondo, mentre è meno decifrabile la discesa di Poisson: nono, undicesimo, quinto, sesto, quarto e terzo. Il più bel testa a testa è proprio quello tra Poisson e Kroell: all’ultimo intermedio erano perfettamente in parità: quarti a 1.39.10. Poi sull’ultima porta il francese ha ‘sorpassato’ all’interno l’austriaco arrivando con 10 metri di vantaggio. Da segnalare che fino all’ultimo intermedio lo sloveno Sporn era terzo, poi un erroraccio alla fine… lo ha relegato all’undicesimo posto. L’unico altro azzurro in gara fino al terzo-quarto intermedio è stato Fill che non si discostava troppo dai tempi di Poisson. LA CURIOSITÀ 9 febbraio 2013, Schladming, discesa. 9 febbraio 2014, Sochi, discesa. Fra un anno esatto la gara olimpica.

meglio essere cattivi... LA SECONDA ZAMPATA FRANCESE Ti aspetti Clarey e si infortuna alla vigilia del Mondiale, poi c’è Theaux. Invece due medaglie pesanti per i ‘galletti’ con Gauthier nel superG e nella discesa con David Poisson. Mai a podio in Coppa del Mondo, David Poisson è stato la seconda sorpresa delle discipline veloci a Schladming. Non un giovanotto (classe 1981), era arrivato quarto a Kitzbühel, segno che la forma c’era. Si è trovato al posto giusto nel momento giusto. Una curiosità: Stephan Eberharter l’aveva indicato tra i possibili outsider.

LA SORPRESA DELLA GIORNATA E chi se non Poisson? Ok, era arrivato quarto a Kitzbuehel, ma scommettere il giorno prima su una sua medaglia sarebbe stato azzardato. Beati quelli che lo hanno fatto veramente, chissà quanto hanno guadagnato… LA DELUSIONE Il Wunder Team al completo. Passi per Franz e Mayer, ma da Reichelt e Kroell ci saremmo aspettati una gara diversa.

TED LIGETY

9 febbraio Svindal è un tipo tosto, un signore e ancora campione del mondo. Complimenti ragazzo #schladming2013

@tedligety

PAGELLE AZZURRE Dominik Paris voto 9. Il ‘corazziere’ della Val d’Ultimo ha dimostrato un grande carattere e nervi saldi dopo il trionfo a Kitz. Sulla Planai la solita leggerezza, all’attacco costantemente e come sempre un finale spettacolare. Ha vinto sulla Stelvio e sulla Streif nei tratti conclusivi, nelle curve finali a Schladming ha salvato la pellaccia dopo aver incrociato gli sci e ha confermato un secondo posto dietro a un imbattibile Svindal. Voto 5,5 a Peter Fill. Dodicesimo al traguardo ‘Pietro’ soffre per la mano dolorante, ma stringe i denti e cerca il risultato. Era sui tempi di Poisson fino a tre quarti gara, poi due sbavature lo hanno relegato fuori dai primi dieci. Voto 5 a Christof Innerhofer. Peccato, ma era nell’aria viste le condizioni meteo del mattino. Patisce la scarsa visibilità, la luce piatta. Però ci aspettavamo di più dal pusterese che aveva chiuso la prima prova al terzo posto. Voto 5 a Werner Heel. Vedi il superG: mai in gara, sembra ‘bollito’ in questo finale di stagione.

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I PROTAGONISTI

DOMINIK PARIS

@raceskimagazinE

di Gabriele Pezzaglia foto Zoom

DOMINIK PARIS uno di noi…

L’argento di Schladming, dopo Kitz e Bormio, è la ciliegina sulla torta. Paris è fortissimo ma vuole rimanere se stesso e ha solo ventitré anni

Q

uello che fa davvero impressione di Dominik Paris è quella semplicità così disarmante. Per nulla appagato dalle vittorie di Bormio e Kitzbuehel, il forestale della Val d’Ultimo si è laureato vice-campione del mondo di discesa a Schladming. Una cavalcata trionfale sulla Planai: prima sulla parte piana iniziale, poi sulle onde nella parte centrale e infine sulle curve secche, quasi da gigante, del tratto conclusivo. Semplicità dicevamo, ma che non vuol dire assolutamente che il ‘corazziere’ di Santa Valburga non sia tatticamente maturo. Anzi. Solo un campione riesce a fare tattica in una gara di sci. Lui l’ha fatta. «Nella parte centrale ho cercato di essere leggero su quelle gobbe, sui quei dossi. A volte anche quando non facevo la linea migliore ho lasciato correre lo sci per non perdere velocità. Ho anche risparmiato un po’ di energia, il finale era massacrante». Semplicità nelle dichiarazioni, nel modo di gestire le vittorie, senza toni smodati e senza scomporsi più di tanto, semplicità nell’affrontare per la prima volta i giornalisti di mezzo

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mondo al parterre e in sala stampa nella conferenza istituzionale. Certo, dopo avere vinto Bormio e soprattutto Kitz qualche esperienza con la stampa l’aveva… Quando la Planai girava nella parte finale, quando c’era un cambio di direzione che immetteva nella breve ma vertiginosa picchiata finale, ‘Domme’ è stato protagonista di una manovra al cardiopalma: «Ci voleva un po’ di spettacolo, sbaglio? Stavo per incrociare gli sci, ma alla fine tutto sotto controllo!». Un gesto da felino, una manovra che è espressione di elasticità, di velocità. Un gatto di cento chili. Alla faccia delle malelingue che lo etichettavano come un atleta pesante, anzi un non atleta. Il Paris di questo inverno, il Paris di Schladming è tutt’altro. Non a caso Cuche lo ha eletto proprio erede. La sua caratteristica principale è la forza, ma in slalom, a Wengen ad esempio ma anche in supercombinata a Schladming, ha mostrato doti di dinamicità non proprio tipiche del discesista. «Ho lavorato tanto fisicamente, sono arrivato a questi Mondiali in ottima forma anche per questo motivo. Devo

Facts and figures

1La medaglia vinta ai

Mondiali, l’argento di Schladming

20 Il piazzamento nella

discesa di Garmisch 2011

3 Le medaglie vinte

nella stessa edizione dei Mondiali Juniores: 2 argenti e 1 bronzo nel 2009

Nelle foto Alcuni istanti della discesa d’argento di Dominik Paris

ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato a crescere come atleta, che mi hanno insegnato il valore della preparazione a secco». Semplicità, che non significa che non sia determinato in quello che fa. «Prima lo sci era una cosa importante per me, ma non era tutto. Oggi ho capito che lo sci è un punto fermo della mia vita, anzi, la cosa più significativa, il mestiere che so fare meglio». Certo, però Paris ci tiene anche alla sua vita, alla privacy. «Dal punto di vista sportivo voglio continuare a questi livelli, voglio migliorarmi, ma quando arrivo a casa sono io, sempre lo stesso». Sempre lo stesso, a festeggiare con i tifosi della sua valle e l’amico-compagno di squadra Siegmar Klotz. Un cambio di mentalità importante, che lo ha consacrato fra i grandi della discesa mondiale a soli ventitre anni. Determinazione e ‘cattiveria’ agonistica le doti che lo hanno fatto crescere. La classe l’aveva già. Come quando ancora in Comitato vinceva in Coppa Europa quattro anni fa, senza sapere nemmeno lui il perché… Già, la semplicità...



campionati del MONDO SCHLADMING 2013

@raceskimagazinE

s n a i l Ita r e t t e b do it

Mondiale ù frequentati del pi vi ro rit i de o o un Casa Italia è stat

nte oglie c c a ù sa’ pi la ‘Ca iale , a i l a t tI nd Chale ata del Mo l l o e aff

E

ra un vero e proprio ‘chalet’ come dice il nome stesso. Più piccolo rispetto a Garmisch ma più accogliente. Chalet Italia, abbastanza defilato rispetto alla medal plaza e al centro della vita ‘mondiale’ di Schladming, ma comunque ‘downtown’, è stato uno dei ritrovi più ‘in’ dei Mondiali. In sala stampa un annuncio in inglese continuava a girare sul maxischermo, invitando i giornalisti

stranieri a prenotare un tavolo per pranzare o cenare. Infatti, oltre agli inviati dei quotidiani italiani, sono venuti in tanti a provare il risotto con i porcini o il pesce dell’Adriatico. Si è festeggiato meno che a Garmisch, ma si è festeggiato, con Maurizio Gandolfi e il presidente FISI Flavio Roda come ‘grandi cerimonieri’. Tra gli ‘habituè’ il canadese Jan Hudec, ma sono passati anche Steven Nyman,

eggia is fest to della r a P en nik Domi aglia d’arg d e m la sa disce

il potente presidente della federsci austriaca Schroecksnadel, il responsabile marketing della FIS Marcel Looze, Deborah Compagnoni con famiglia (e Kristian Ghedina ottimo babysitter). Senza dimenticare Alberto Tomba. Memorabile la festa con Manfred Moelgg: da Sierra Nevada 1996 a Schladming 2013, dopo 17 anni un’altra medaglia nel gigante. Notti magiche…

Stefania D emetz (a sinistra) e Andy Va rallo dei C omitati di Coppa del Mond o di Garden a e Badia

lgg bronzo di Moe Brindisi per il e or st arco Pa per il nostro M 46 \\ MARZO 2013


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

no festeggia Le azzurre chini Nadia Fan

La fam ig al com lia Fanchin i pleto

Werner G eier di Uv ex con il ‘suo ’ atleta Dominik P aris

o zzurr etto a t r a u Il q sa disce della

sso ite fi , osp s i d a ar ne-P sbor a foto O e s l ade Nel Il can let Italia. rrieri e a u h di C efania G t S n co

rimavesi I nostri P lia e Pezzag Marsaglia eo tt a M con

del ttiglia La bo elgg... o per M

isi brind

Il pres id con N ente Roda adia F anchin i

o is circondan I tifosi di Par Chalet Italia

Paris, nea nche il tempo d i tagliare la torta...

eel firma Werner H tato da aiu pettorali i di Trabucch ia in Flam alia Chalet It

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

@raceskimagazinE

DAY Nadia, lacrime d’argento 6 SCHLADMING 2013 DISCESA LIBERA FEMMINILE domenica 10 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

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48 \\ MARZO 2013

Dal pianto al parterre dopo il disastroso superG alla straordinaria discesa con cui Nadia Fanchini ha conquistato l’argento. La medaglia d’oro è stata vinta dalla francese Marion Rolland. Debacle austriaca, bronzo per Maria Hoefl-Riesch


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

punto tecnico Di MAURO PINI

Le big hanno provato troppo la pista Ecco perché le atlete di seconda fascia hanno preso le misure

L’

avevamo lasciata al traguardo del superG, in lacrime per dei risultati che non arrivavano più. L’abbiamo ritrovata al traguardo della discesa, la gara delle gare, in Austria, nel tempio dello sci. Con le lacrime di gioia per una medaglia d’argento che vale come un oro. Nadia Fanchini è stata la più bella sorpresa del Mondiale azzurro. Merighetti, Goggia per le azzurre, Fenninger, Maze, Hoefl-Riesch, Gut, Sterz, Weirather, Mancuso, Fischbacher, Cook tra le straniere. Le favorite sono tutte fuori dal podio tranne la Hoefl-Riesch. Quella di Schladming è stata la vera gara ‘one shot’. Un colpo per la storia. PENNELLATE D’AUTORE «Sapevo di essere penalizzata in alto, un tratto da scivolatori, dove ho perso, mentre ho sciato bene nella parte tecnica centrale, è una giornata stupenda, ero convinta che l’Italia avrebbe portato a casa una medaglia ma non con me». La gara di Nadia Fanchini è il miglior regalo per una ragazza che nella vita ha dovuto lottare sempre. Contro tanti infortuni, terribili, al ginocchio. Uno proprio prima di Vancouver 2010, a St. Moritz, uno da apripista a Cortina, nel 2011. Contro uno

stop per problemi cardiaci. Il suo è l’argento della perseveranza. Al primo rilevamento della velocità è passata velocissima: uno, due, anche cinquesei chilometri più forte dei ‘mostri sacri’ della specialità. Dalla parte più tecnica ha portato fuori quella velocità che le ha permesso di salire sul podio. Solo una imperfezione, un’inezia che probabilmente le è costata l’oro. Ma la pista era difficile, durissima, mossa. Una veterana come Maria Hoefl-Riesch ha dichiarato: «ho patito molto il ghiaccio e tutte quelle gobbette, le ginocchia erano sollecitatissime». Le uscite eccellenti, i ‘voli’ di Dominique Gisin e Daniela Merighetti sono ennesime prove di questa teoria. Voli, Nadia ne sa qualcosa. Il suo pensiero è proprio per la Gisin. Quando ha visto le immagini dal parterre si è coperta il volto, poi ha dichiarato di soffrire ogni volta che vede cadere una ragazza e di avere gioito quando ha visto la svizzera arrivare con le

La gara in numeri

16.500 Gli spettatori

paganti della discesa femminile

45 Le porte 1.479 m La quota di partenza

771 m

La quota di arrivo

3.050 m La lunghezza

FACEBOOK Nadia Fanchini 10 febbraio (rivolta al fan club) Siete meravigliosi!! Vi adoro!! Grazie mille.

Nelle foto. Nella pagina accanto, Nadia al parterre della Planai ©FISI Pentaphoto. In alto la Fanchini in azione durante la discesa femminile

Le due squadre vincitrici in assoluto di questa discesa sono quelle che hanno avuto più problemi durante la stagione: pochi risultati, molti mugugni e incomprensioni. Lo staff di Francia e Italia, invece di sfaldarsi con l’avvicinarsi dei Mondiali, si è unito ancora di più e soprattutto tutto l’ambiente attorno alle atlete (allenatori, skiman, fisio, dirigenti) ha mantenuto la calma e la concentrazione sugli obiettivi, creando i presupposti per queste medaglie. Tutti hanno tirato il carro nella stessa direzione! Durante una discussione mi è stato chiesto che cosa può portare al gruppo il fatto di vincere una medaglia nelle prime gare di un evento come il Mondiale. Un effetto positivo, scarica da una parte la tensione e la pressione e dall’altra crea la giusta dinamica all’interno del gruppo. Nell’albergo di queste due squadre sono sicuro che, grazie a Paris da una parte, De Tessières e Poisson dall’altra, ci fosse la consapevolezza del ‘si può fare’ per tutti i componenti delle squadre. In un’intervista del dopo gara, ‘Caillou’ Poisson sottolineava proprio questo fatto: la medaglia è possibile per tutti! Ma perché in casa Svizzera questo non accade (sesto quarto posto tra Vancouver e oggi)? Perché la medaglia di Lara non accende questo processo positivo? Era già successo a Val d’Isère con la Gut sotto i riflettori e le altre a subire gli eventi e incapaci di reagire, ma anche oggi come allora è difficile che l’effetto medaglia instauri un ‘declick’ che faccia crescere a mo’ di valanga tutto il gruppo. Semplicemente perché il gruppo non c’è e Lara, con la sua cellula privata all’interno della squadra nazionale, è e rimane un’entità separata dal gruppo. La discesa femminile è terminata con un podio a sorpresa, ma la grande domanda nel parterre è: dove sono finite le leader della disciplina, le favorite? Credo che molte abbiano provato troppo la pista e il fatto che tra la prima prova e il giorno di gara siano passati cinque giorni ha permesso alle outsider di ‘organizzarsi’. È noto come, e l’esempio viene dagli uomini che hanno provato la pista completa solamente una volta, il mantenere alta la tensione e quel pizzico di incognita permetta di conservare la concentrazione; le migliori riescono sempre a esaltarsi in condizioni difficili. Tre prove più la possibilità di una quarta durante la supercombinata hanno permesso appunto a quelle ragazze ritenute di seconda fascia di limare i difetti e di trovare i segreti di questa pista che non presentava passaggi particolarmente difficili. Normalmente la migliore prestazione la trovi alla seconda o alla terza volta che scendi, e infatti tutte le favorite hanno sciato alla grande durante la discesa della supercombinata e non sono più riuscite a ripetersi il giorno della gara regina dei Mondiali. Complimenti alla Riesch, l’unica a mettere in dubbio la mia tesi…

MARZO 2013 \\ 49


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

Maria Hoefl-Riesch: «Era una pista difficile, ghiacciata, mossa, ho lavorato molto nelle ultime settimane, sono soddisfatta. La discesa è pericolosa e spettacolare, su questa pista ancora di più, era proprio da Mondiale. Nadia ha fatto un gran lavoro nella parte tecnica, sono contenta per il suo secondo posto e per il primo di Marion, sono forti, hanno avuto tanti infortuni, se lo meritano» Marion Rolland: «Ero contenta di essere venuta, il risultato è inaspettato. Come i miei colleghi uomini che hanno fatto medaglia nelle discipline veloci, non sono giovane, ma credo che

proprio per questo abbiamo la giusta esperienza che serve a un Mondiale. Mi sono detta: o adesso o mai più» Nadia Fanchini: «Ho detto a mia sorella, se arrivo dietro alla slovena (Vania Brodnik, pettorale numero uno, ndr) mi sotterro perché lei non è brava in discesa. Quando ha visto che nella parte alta ero dietro ha temuto che mi sotterrassi davvero» Giusy Fanchini (mamma di Nadia): «Ho deciso solo all’ultimo di venire, avevo avvertito di prevedere un podio oggi, solo che pensavo che lo facesse Elena»

Sandro Fanchini (papà di Nadia): «Non vedere Nadia sugli sci ma a casa infortunata, era drammatico, come mettere in prigione un innocente» Devid Fill: «Nadia non ha perso l’oro, ma ha vinto l’argento» Sofia Goggia: «Sono contenta davvero per Nadia. Ha sofferto tanto, questa medaglia la ripaga di tanti dolori e sacrifici» Mauro Sbardellotto: «Ha una classe innata, era solo questione di tempo. Ho sempre creduto in un grande ritorno»

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Maria Hoefl-Riesch Medaglia d’oro e di bronzo per me! Che grande settimana a @schladming2013 Filtro: Normal

proprie gambe al traguardo. Pista dura, per dure. E per Nadia, che ha ancora paura quando affronta le porte dopo i dossi, è ancora più dura. UN’ALTRA ‘ACCIACCATA’ La mattinata di Nadia è stata lunghissima. Partita con il pettorale numero due, segno della croce in partenza, ha dovuto aspettare un’eternità per gioire. Dovevano scendere tutte le più forti, ci sono state diverse interruzioni per le cadute. Man mano che le big uscivano dal rilevamento di velocità però si capiva che Nadia aveva fatto una discesa sensazionale. I distacchi lo dimostrano: 54 centesimi alla HoeflRiesch, 1.05 alla Maze… L’unica che le è stata davanti è Marion Rolland. La vera gara si è giocata tra loro due, separate da poco più di 4 metri se si mettessero in parallelo le discese, mentre la Hoefl-Riesch è a quasi venti metri. Scesa con il 22 la francese ha urlato la sua gioia al traguardo, per la felicità delle telecamere. Due modi di esprimere la stessa soddisfazione per essere tornate al top dopo tante sofferenze. Ottava a St. Anton e quarta a Cortina d’Ampezzo, la francese si era

50 \\ MARZO 2013

fatta male al ginocchio (crociato) poco dopo la partenza della discesa olimpica di Vancouver e ancora al ginocchio nel 2007. Era una predestinata la Rolland su questa pista perché gli unici due podi in Coppa del Mondo erano venuti proprio l’anno scorso, alle finali di Coppa del Mondo: seconda in discesa e terza in superG. Terza medaglia su quattro gare per la Francia, tutte dalle discipline veloci. Un retroscena: dopo il superG mondiale,

nel quale la Rolland era arrivata ventiduesima e la squadra francese era andata decisamente male, c’è stato un confronto duro tra tecnici e atleti, un confronto che ha portato i suoi frutti, con una medaglia inaspettata, anche se la Rolland è tra le sette atlete top della specialità.

Nelle foto. Qui sopra, Daniela Merighetti per cui non è stato un Mondiale fortunato. Sotto, l’esultanza di Marion Rolland, nella pagina accanto in alto l’abbraccio di Gigi Parravicini con le sorelle Fanchini al traguardo

PECCATO ‘DADA’ Ha disertato lo slalom della supercombinata per preservare la schiena in vista della discesa.

ANA KOBAL

10 febbraio @marionrolland ed è proprio vero… devi crederci! @ schladming2013 @gold #DH

@anakobal_kobe


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

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FIS Alpine Questa ragazza ci ha sorpreso tutti!! Nadia Fanchini sta vincendo la discesa femminile di #schladming2013 Filtro: Normal Il sorriso di Nadia in attesa di ricevere la medaglia d’argento a Medal Plaza

Era in gara, poteva ambire al podio ma su un curvone a sinistra è volata via, liscia, verso le reti. Gara finita, sogni infranti per Daniela Merighetti, la più in forma delle azzurre, la favorita. Partiva da outsider ma era quotata anche Sofia Goggia, dopo la medaglia di legno del superG e il settimo posto in combinata. Un errore, uno scarpone che ha toccato la neve su una curva, l’ha relegata al ventiduesimo posto. La giornata di grazia della famiglia Fanchini vede invece la sorella Elena nella top ten, davanti alla Goergl, campionessa in carica. SE CI FOSSE STATA LA VONN… Indubbiamente l’assenza di Lindsey Vonn ha influenzato la gara, ma a guardare la classifica, con la Hoefl-Riesch unica big sul podio, qualche dubbio viene. Tina Maze ha dovuto dire addio al sogno dei cinque ori: settima a 1.21. L’abbiamo vista uscire in lacrime e silenziosa dallo ski stadium. Goergl e Fenninger ‘polverizzate’ a 1.48 e 1.55, Gisin e Merighetti fuori. Quella di Schladming era una discesa veramente diversa, difficile. «Lindsey è la più forte discesista, normale che la sua assenza pesi, però è anche vero che non ama molto questo ghiaccio e queste gobbette, non sono le sue condizioni ideali» ha detto Maria Hoefl-Riesch al traguardo. Intanto anche nella discesa c’è una medaglia d legno molto dolorosa: la svizzera Nadja Kamer, quattro centesimi e poco più di un metro al fotofinish che la relegano come prima delle perdenti. È la dura legge della gara secca.

SCHLADMING - AUSTRIA

RACE SKI MAGAZINE 10 febbraio #schladming2013 continua la carriera di ‘Re Mida’ del Pez: articoletto titolato ‘Credere in Nadia’ su raceskimagazine.it… e… argento!

10 febbraio 2013 \\ schladming discesa \\ femminile Tracciatore \\ J. Tischhauser (FIS) 1. Marion Rolland (Fra, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.00 2. Nadia Fanchini (Ita, Dynastar) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.50.16 3. Maria Hoefl-Riesch (Ger, Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.70 4. Nadja Kamer (Sui, Stoeckli) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.74 5. Julia Mancuso (Usa, Head) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.85 6. Stacey Cook (Usa, Rossignol) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.91 7. Tina Maze (Slo, Stoeckli) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.21

@raceskimagazine

8. Andrea Fischbacher (Aut, Voelkl) �������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.23 9. Elena Fanchini (Ita, Dynastar) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.51.45 10. Elisabeth Goergl (Aut, + Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.51.48 22. Sofia Goggia (Ita, Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.52.85 DNF Daniela Merighetti (Ita, Salomon)

Special Guest Gigi Parravicini e Mauro Sbardellotto Gigi Parravvicini è allenatore di Nadia Fanchini fin dai tempi del Comitato Alpi Centrali, Mauro Sbardellotto skiman Dynastar che affila lamine e prepara solette per Nadia da sette anni. «Lo sapevamo, era solo questione di tempo - ha detto Parravicini a Schladming -. Faceva fatica di testa a non essere nelle prime, oggi ha dato tutto e ha sciato come sa. È una grande da sempre, ha talento da vendere. Era normale aspettarla dopo tanti infortuni. Se non si fosse fatta male chissà dove avrebbe potuto arrivare... anzi, non è detta l’ultima parola». «Bisognava avere pazienza, la classe di Nadia è indiscutibile - il pensiero di Sbardellotto -. È una grande risorsa dello sci, sapevo che prima o poi sarebbe tornata sul podio. Ci sono poche al mondo così brave dal punto di vista tecnico. Ci ha creduto dopo giorni difficili, ai Mondiali oggi è davvero fantastico... occhio, non è finita qui».

TESTA A TESTA C’è stata gara per la vittoria solo tra Nadia Fanchini e Marion Rolland. Discesa regolare quella della francese, passata quarta al primo rilevamento, quinta al secondo e poi sempre prima. In recupero nella parte tecnica Nadia: trentunesima, ventisettesima, nona, quarta e poi sempre seconda. Ai due rilevamenti della velocità però la Fanchini è stata più veloce: 111 km/h nel primo e 76 nel secondo, contro 108,80 e 70.40. La Fanchini è stata la più veloce in assoluto. Maria Hoefl-Riesch ha patito la primissima parte e poi ha rapidamente recuperato. Però all’ultimo intermedio accusava ancora 19 centesimi dalla Kamer, poi quarta. Il miglior rilevamento per Elena Fanchini è stato al terzo intertempo, quinta e in recupero, poi ha perso un po’ di smalto. Per Sofia Goggia invece migliore piazzamento subito dopo la partenza (quattordicesima) poi in recupero dopo l’errore, dalla trentunesima alla ventiduesima posizione. Daniela Merighetti era sesta poco prima di uscire, con un ritardo di 47 centesimi. LA CURIOSITA’ Ventunesima e ventiduesima nel superG ma a ranghi invertiti. Marion Rolland e Nadia Fanchini, due deluse della prima gara festeggiano alla seconda occasione. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Non possono che essere due le sorprese, Rolland e Fanchini, però la vera sorpresa è trovare tutte le big, o quasi, dietro. LA DELUSIONE Normale avere dei cali, ma visto che Tina Maze si arrabbia quando arriva seconda, vederla arrivare settima è una delusione. Ha lasciato il parterre senza aprire bocca e con il musone. PAGELLE AZZURRE Voto 10 a Nadia Fanchini. Nessuno ci aveva scommesso alla vigilia, ma Nadia ha dimostrato ancora una volta di essere una fuoriclasse. In uno dei momenti più bui della sua carriera, ha avuto la forza e il carattere di non mollare, ma di osare, attaccare, lasciare il mondo a bocca aperta. Voto 7 a Elena Fanchini. Sta attraversando un buon momento di forma e infatti chiude nelle ‘top ten’. È in crescita, ma per fare il podio oggi era necessario pennellare nella parte tecnica, non proprio il suo ‘pane’. Voto 6 a Daniela Merighetti. Fino alla caduta era in gara: scorrevole nella parte alta, pulita nei passaggi più tecnici. Poteva fare il podio, invece è deragliata clamorosamente. Peccato. Stava sciando bene, era in gara. Sfortuna? Nello sci spesso quando si cade è perché si sbaglia. Voto 6 a Sofia Goggia. Giovane, debuttante al Mondiale, ci sta un errore dopo che ha sfiorato il podio in superG e fatto una supercombinata con il piglio della veterana. Avrà altre occasioni per rifarsi questa giovane guerriera. Di solito non diamo voti ai tecnici ma merita un 8 Raimund Plancker. Una stagione difficile per lui, ricca di polemiche. Ha saputo tenere la barra, dopo tre gare ha in valigia un argento e un legno che vale quasi come un bronzo perché portare la Goggia a Schladming è stata una scommessa rischiosa.

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

I PROTAGONISTI

NADIA FANCHINI

di Gabriele Pezzaglia foto Zoom

@raceskimagazinE

NADIA FANCHINI Facts and figures

2 Le medaglie totali

vinte ai Mondiali: 1 argento e 1 bronzo

1Medaglia ‘di legno’

ai Mondiali: quarta nel superG di Santa Caterina-Bormio 2005

4 Le medaglie totali vinte ai Mondiali Juniores: 3 ori e 1 argento

Nelle foto La famiglia Fanchini al gran completo ©Pierre Teyssot. Sotto, Nadia a Chalet Italia e con il presidente FISI Roda

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miracolo di umiltà Dopo la vittoria ci ha sussurrato all’orecchio «che fortuna!». Storia di una ragazza dall’enorme talento alla quale non è sempre andato tutto per il verso giusto

D

alle lacrime al sorriso, dalla polvere all’altare. In cinque giorni è cambiato tutto. Ci ha scosso quell’immagine di Nadia al parterre dopo il superG che non riusciva a trattenere il pianto e sconsolata affermava: «Più di così non so cosa fare. Ci metto tutto l’impegno, ma i risultati non arrivano». O quando all’uscita dello stadio della Planai si è accasciata sul marciapiede incrociando però lo sguardo rassicurante di un vecchio allenatore ancora amico, Livio Magoni. Dopo quel risultato, dopo quei momenti, nessuno si aspettava una medaglia d’argento. Impossibile. Nadia però, se guardiamo la sua storia agonistica, ci ha abituato sempre a risultati sorprendenti. Quattro operazioni alle ginocchia, uno stop per un problema cardiaco: una carriera infarcita di infortuni e problemi di salute, ma sempre recuperi clamorosi terminati con podi e vittorie. Nadia ha stupito tutti ancora una volta a Schladming, ma questa volta ha stupito anche se stessa. «Dopo il superG ero davvero sconsolata. Nei giorni successivi sono riuscita a trovare la forza per guardare avanti, raccogliere le energie positive e cancellare ansie e paure. Non è stato facile, ma mi sono presentata al cancelletto di partenza della discesa diversa, motivata, sicura, forte anche delle prove cronometrate in cui mi sono sentita subito a mio agio. Tutti mi dicono che ho perso l’oro

nella parte alta, dove bisognava avere doti da scivolatrice, ma io ho vinto un grande argento, non ho perso proprio nulla». La Nadia di Schladming per certi versi è la Nadia di sempre, anche se ha un trofeo ‘pesante’ in più in bacheca. Una campionessa talentuosa, un piede come pochi, ma soprattutto tanta umilità, sensibilità, educazione. Viene da ridere quando ti dicono che il vincente è egoista, duro, insensibile a ciò che succede intorno. Nadia non è così, al punto che quasi incredula per l’argento, dopo la conferenza stampa ci ha sussurrato all’orecchio: «Che c… (fortuna, ndr)». Fortuna? Assolutamente no, la sua discesa, soprattutto nella seconda metà, è stato un capolavoro di tecnica sopraffina. Ma Nadia è così, non si loda mai, non si gasa mai. Per la camuna è normale essere davanti. «Il problema di queste settimane infatti era non riuscire più a essere competitiva. Non sono mai stata abituata a far fatica a entrare nelle prime dieci». L’argento di Nadia suona come l’ennesimo ritorno. Hanno ragione Gigi Parravicini e Mauro Sbardellotto, storico allenatore e skiman della camuna: «Se non si faceva male poteva contrastare il potere di una Vonn, di una Riesch, di una Maze». È vero. Fra le tante immagini di Schladming che ricorderemo a lungo, sicuramente c’è quello sguardo quasi immacolato in sala stampa. E le lacrime di liberazione di mamma Giusy nel parterre.


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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 7

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 supercombinata MASCHILE lunedì 11 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA - C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

gold Ted Ligety (Usa)

SILVER ivika kostelic (cro)

bronze Romed Baumann (AUT)

Ligety è anche superK Dopo l’impressionante vittoria nel superG, ecco un altro successo per il fuoriclasse dello Utah. L’Italia crolla in slalom: esce Innerhofer, Marsaglia KO, Paris chiude nono. Argento a Kostelic, bronzo a Baumann, che è stato il più veloce in discesa

I

l Mondiale di Ted Ligety avrebbe dovuto iniziare venerdì 15 febbraio con il gigante. Invece la sera di lunedì 11 si ritrovava già al collo due medaglie e il titolo virtuale di ‘Mister Schladming’, indipendentemente dal risultato del gigante e dello slalom. Lo statunitense, dopo l’inattesa vittoria nel superG, ha scippato a Svindal (campione in carica) e Kostelic (massimo interprete della specialità) l’oro della più discussa e al tempo

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stesso più completa specialità. Una prestazione paurosa quella di questo ragazzo dello Utah che macina successi contro successi con la tranquillità e la serenità di un teen-ager spensierato. DISCESISTA MANCATO? Settantadue centesimi. In questa cifra c’è la prima spiegazione del successo di Ligety. Nella discesa, disputata alle 12 sulla Planai, l’americano è arrivato sesto con questo accettabilissimo distacco da Romed Baumann. Una discesa super per uno che ha sempre dichiarato di

voler essere un polivalente ma che ha legato il proprio nome alle porte larghe del gigante. A questo punto forse avrebbe potuto fare un pensiero anche alla discesa… Un’altra prestazione ha lasciato il segno nella gara veloce, quella di Ivica Kostelic, decimo a 1.37. Una chiave di lettura di queste due prestazioni ce l’ha fornita Kristian Ghedina: «Sono sceso per ultimo, la pista era ancora perfetta, hanno avuto qualche problema solo i primi per via dell’ombra e della visibilità». L’altra potrebbe essere nelle caratteristiche stesse della pista,

Nelle foto. Ted Ligety in azione nella run di slalom, a sinistra Christof Innerhofer in versione Didier Cuche


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Ted Ligety: «Il Mondiale doveva iniziare ora e invece ho già due medaglie d’oro al collo? Certo, il mio obiettivo è il gigante, ma nelle ultime settimane ho fatto solo due giorni di allenamento tra le porte larghe»

Romed Baumann: «Ho sentito lo speaker che dava i miei tempi e la mia posizione e ho dato tutto per arrivare sul podio».

Ivica Kostelic: «Per la prima volta sono sul podio grazie alla discesa e non allo slalom, speriamo che ci siano più austriaci forti in supercombinata così forse diventerà più importante»

Dominik Paris: «Una gara discreta, ci ho provato. Volevo mollare nel finale ma la gamba ha ceduto. Però voglio migliorarmi in slalom e l’anno prossimo allenarmi maggiormente in vista della supercombinata olimpica»

Matteo Marsaglia: «In questa situazione oggi era proprio difficile, prima di partire mi sentivo rigido, bloccato, avevo male. Peccato» Christof Innerhofer: «A pensare al terzo posto e soprattutto a come ho sciato nel finale in discesa mi mangio le mani per la libera vera. Potevo essere competitivo per davvero»

La gara in numeri

Special Guest

18.000 Gli spettatori paganti alla supercombinata

39 Le porte della discesa

Kristian Ghedina

64 Le porte dello slalom

1.753 m La quota

di partenza della discesa

777 m

La quota di arrivo della discesa

963 m La quota di partenza dello slalom

745 m La quota di arrivo dello slalom

218 m Dislivello dello slalom

una discesa bella, sempre sulle lamine, quasi mai in posizione di velocità. Una pista, insomma, dove i gigantisti sono meno sfavoriti rispetto a tracciati per scivolatori puri. Però c’è qualcosa di straordinario nella prestazione di Ted e nella sua familiarità di quest’anno con le discipline veloci. La spiegazione di Ligety è sempre la stessa fornita per il superG: «I nuovi sci sono più stretti e più simili a quelli da gigante». Poi mettiamoci anche una buona dose di allenamenti. Per sua stessa ammissione lo statunitense ha fatto solo un paio di

RYAN COCHRAN SIEGLE 13 febbraio

Un giorno ricco di emozioni, mi sono rotto legamenti crociati e menisco, ma sono orgoglioso di vedere @ tedligety rappresentare l’America sul tetto del podio

@rcsiegle

allenamenti di gigante nelle settimane prima di Schladming. Le altre sentenze della discesa della supercombi sono state la conferma dello stato di forma di Svindal, secondo dietro all’austriaco Baumann, e l’Italjet, con il terzo posto di Innerhofer (con qualche rimpianto per la discesa mondiale…), perfetto nella seconda metà della pista, il quinto di Paris e il nono di Marsaglia. Tra i ‘papabili’ per la medaglia c’era anche Raich, dodicesimo a 1.52, più lontano Pinturault, a 3.35 da Baumann. Ma nello slalom…

Supercombinata sempre meno presente nei calendari di Coppa del Mondo e tenuta in vita per una medaglia. Sono oramai pochi gli sciatori in grado di salire sul podio. Abbiamo chiesto un parere sullo spettacolo offerto dalla gara di Schladming e sul significato della supercombi a Kristian Ghedina, oggi ‘mentore’ per le discipline veloci di Ivica Kostelic, il combinatista per eccellenza. «Ha ragione Ivica, è la disciplina più completa perché unisce due specialità agli estremi, lo slalom che richiede reattività ed esplosività e la discesa che richiede sensibilità e scorrevolezza. Per questo il combinatista è veramente lo sciatore completo, ma ne abbiamo sempre di meno perché si tende sempre più a specializzarsi… Chiaro che è più difficile vincere per un discesista che per uno slalomista, però è un peccato che questa disciplina sia sempre meno presente nei calendari».

MARZO 2013 \\ 55


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

punto tecnico di MARCO PASTORE

Ted non ha rischiato al 100% Lo splendido scenario di Schladming, migliaia di spettatori ad occupare un vero e proprio stadio dello sci, due prove disputate su pista ghiacciata, perfetta e la manche di slalom in notturna non possono che assegnare valore assoluto alle medaglie di questa disciplina, spesso criticata e posta in secondo piano. È giusto però segnalare che i veri contendenti per il titolo mondiale di supercombinata sono pochi. Troviamo nei primi trenta alcuni nomi sconosciuti, ancor più che nelle combinate di Coppa del Mondo. Per questi atleti è un’ottima vetrina, un’occasione per farsi conoscere e per assaporare il gusto del grande pubblico, ma l’alto livello è altra cosa. Lo spettacolo è comunque garantito e la classifica dei primi dieci registra nomi importanti, campioni veri. Ted Ligety si è aggiudicato il secondo oro e, per la seconda volta, senza partire da favorito. Costruisce il successo in discesa, accusando solo settantadue centesimi da Romed Baumann, leader della frazione veloce. Bravo a contenere il distacco nei tratti di scorrimento, fantastico nei curvoni veloci condotti come in gigante, pulito e veloce. La prova di slalom rimane un’incognita fino all’ultimo metro. Il fuoriclasse americano ci ha abituato a diverse uscite tra i rapid gates e la Planai non è certo una pista facile. Per tutti i dubbiosi arriva la smentita, grazie a una manche condotta con grande precisione, tempismo, centralità e tattica, senza rischiare al cento per cento. Insomma, un titolo meritato, anche perché il favorito della vigilia ha condotto una gara al contrario delle attese. Parliamo di Ivica Kostelic, medaglia d’argento. In discesa ha superato se stesso e chiuso al decimo posto, contenendo il distacco a 1’.37, primo degli slalomisti dopo Ligety. Gli insegnamenti di Kristian Ghedina iniziano a dare i loro frutti e l’azione nella prova veloce appare più fluida e meno ‘spigolosa’ del solito. È questo l’aspetto tecnico sul quale il campione croato sta lavorando, la ricerca di maggior scorrevolezza nelle discipline veloci. Sulle restanti doti tecniche non ci sono dubbi, scia da manuale. In slalom ci si attendeva la grande manche. Invece si è assistito a una prova quasi al risparmio, in gergo, con il freno a mano tirato. Nonostante questo è arrivato l’argento, ma per pochissimo, solo due centesimi su Romed Baumann. I problemi al ginocchio accusati durante tutta l’estate e inizio stagione sembrano superati e si è rivista la sciata essenziale, compatta e precisa degli scorsi anni. In slalom è stata una vera lotta, mancava l’allenamento e l’obiettivo era limitare i danni. Sul muro ghiacciato della Planai, Baumann è sceso senza errori ma con tempismi da discesista. Il pubblico ha assunto un ruolo fondamentale e il boato assordante che lo ha accompagnato al traguardo è stato un aiuto prezioso. Gli azzurri? Dopo una bella prova in discesa, con Innerhofer terzo, Paris quinto e Marsaglia nono, era difficile aspettarsi il grande risultato. Purtroppo manca l’allenamento tra i pali stretti e non ci si inventa nulla su una delle piste più difficili del mondo. Ci hanno provato. Alla fine ha visto il traguardo solo Dominik Paris. I successi di questa stagione nelle discipline veloci non lasciano alcun dubbio, va bene così. La supercombinata, per ora, resta affare per gli stranieri.

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FACEBOOK ANDREA SCHENAL 12 febbraio … run for fun

COME LA ‘NACHTRACE’ «Mi è piaciuto molto lo slalom in notturna, peccato che il vero slalom non sia di sera». Dietro a questa affermazione spontanea di Ligety c’è una sacrosanta verità. 18.000 spettatori festosi per lo slalom di una combinata… E lo slalom vero di giorno. Decisioni incomprensibili. Lo spettacolo dello slalom in notturna nella località della Stiria è un classico: atmosfera unica, seconda o forse anche uguale solo a Kitzbuehel, una gara che fa venire la pella d’oca anche agli atleti in partenza e ai coach in pista. Ma purtroppo la FIS si ostina a mettere lo slalom ‘normale’ l’ultimo giorno, in questo caso davvero contro ogni logica. Sul ‘toboga di ghiaccio’ della Planai, decisamente impegnativo per i discesisti-combinatisti, è andato in scena il capolavoro di Ted. Se il sesto posto nella discesa è stato grande, il secondo dietro a Pinturault è la ciliegina sulla torta. «Il vantaggio su Kostelic non era tanto, ho dovuto attaccare a tutta, però quando ho visto che Romar aveva fatto quasi lo stesso tempo di Ivica, ho capito che potevo farcela» ha detto Ligety al traguardo. «È la prima volta che salgo sul podio di una combinata grazie alla discesa, in slalom non avevo proprio feeling» ha detto Kostelic, secondo al termine della gara. Al terzo posto un felicissimo Romed Baumann che, con un colpo di reni finale, riesce a portare la prima, sudatissima, medaglia maschile all’Austria. La sua prestazione è il segno che anche un velocista, complice pure l’uscita di scena di Raich e Svindal, che hanno inforcato, aveva qualche chance. Peccato per Innerhofer (fuori), Marsaglia (un errore con risalita e distacchi abissali, ma aveva il mal di schiena) e Paris, alla fine nono.

Ivica Kostelic: «La supercombinata è la specialità più completa perché mette insieme due discipline molto diverse: per me la vera combinata è quella tradizionale, con le due manche di slalom, ma capisco che per lo spettacolo se ne faccia solo una, è un compromesso accettabile».

Nelle foto. La ‘carvata’ di Ligety nel parterre della Planai

DIETRO AL FENOMENO TED Quali sono i segreti delle prestazioni incredibili di Ligety? Tanti, sicuramente un mix di fattori. È indubbio però che i nuovi sci, tanto criticati proprio dall’americano, gli abbiano dato un vantaggio. Abbiamo cercato una spiegazione del ‘fenomeno Ted’ con Ligety e i suoi allenatori. Nei giorni della manifestazione la stampa austriaca ha enfatizzato la presenza nello staff dello US Ski Team di alcuni allenatori austriaci. Ma è stato lo stesso Ligety a smontare questa tesi: «Non è la presenza degli austriaci che ha gonfiato il nostro medagliere, non solo, ma è soprattutto un lavoro d’équipe del nostro staff». Un’altra tesi è quella della minore pressione rispetto al mega-squadrone austriaco. Prima dei Mondiali si facevano previsioni


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Ligety e Baumann sul podio durante la Flower Ceremony

SCHLADMING - AUSTRIA 11 febbraio 2013 \\ schladming supercombinata \\ MASCHILE Tracciatore \\ H. Schmalzl (FIS) - F. Perrin (Fra) 1. Ted Ligety (Usa, Head) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.56.96 2. Ivica Kostelic (Cro, Fischer) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.58.11 3. Romed Baumann (Aut, Blizzard) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.58.13 4. Andreas Romar (Fin, Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.58.30 5. Sandro Viletta (Sui, Salomon) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.58.38 6. Alexis Pinturault (Fra, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.58.41 7. Silvan Zurbriggen (Sui, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.58.42 8. Carlo Janka (Sui, Atomic) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.58.65 9. Dominik Paris (Ita, Nordica) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 2.58.88 10. Matthias Mayer (Aut, Head) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.59.37 28. Matteo Marsaglia (Ita, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������3.19.09 DNF Christof Innerhofer (Ita, Rossignol) DNF Siegmar Klotz (Ita, Nordica)

sulle medaglie del Wunder Team e di Tina Maze, ma molto meno sugli americani. La pressione sullo squadrone statunitense è certamente minore, ma anche in questo caso la chiave di lettura fornita da Ligety è diversa: «Sopportiamo meglio questa vita perché per un americano fare sci agonistico vuol dire essere quasi sempre in giro e adattarsi, non come gli austriaci che in un’ora e mezza trovano delle montagne e delle gare, per questo siamo più forti di testa» ha detto Ligety il giorno dopo la medaglia. Mike Day, head coach delle discipline tecniche, ha la sua teoria: «Il segreto del nostro successo è nell’insieme, nell’organizzazione: il giorno della combinata, con sei ore tra una gara e l’altra, abbiamo voluto rendere la pausa più piacevole possibile per gli

atleti, cerchiamo strutture confortevoli per persone che sono fuori di casa quasi tutto l’anno. La presenza degli allenatori austriaci ha portato qualche elemento di novità a livello tecnico, ma soprattutto per i giovani. Credo che il nostro plus sia proprio il fattore relax, i nostri sono atleti professionisti, ma non hanno la pressione che c’è in altri Paesi». A proposito di Ligety e dei nuovi sci Day ha detto che «Ted è un grande professionista e per primo si è accorto che richiedevano un dispendio di energie di almeno il 20% superiore, per questo ha lavorato molto in palestra in estate». La verità tecnica però è che «era molto più facile fare girare i vecchi sci da gigante, con attrezzi più difficili vengono fuori maggiormente le differenze e Ligety è maestro nel tagliare le curve».

TESTA A TESTA Alla fine della discesa si prospettava un duello tra Ligety, Svindal e Kostelic per l’oro, con qualche possibile inserimento dei discesisti e l’incognita Pinturault, attardato di oltre tre secondi, ma sempre capace di qualche colpo alla ‘Pinturicchio’ tra i rapid gates. La sua manche notturna, tra le prime (ventiduesimo nella discesa), è stata effettivamente la migliore, ma verso la fine si è ritrovato catapultato indietro e ha dovuto recuperare con un numero da funambolo, perdendo velocità. Già dal segno della testa del direttore sportivo dei francesi Fabien Saguez si capiva che ‘Pintu’ non aveva fatto uno slalom da medaglia. Alla fine sarà sesto. Non ha fatto uno slalom da medaglia, stranamente, Kostelic, solo quarto a 1.68 da Pinturault e davanti di un solo centesimo a un velocista come Romar. Ecco dunque che Ligety ha fatto registrare il secondo tempo e ipotecato la vittoria. Anche grazie all’uscita di scena di Svindal, subito fuori nello slalom. Ma in una serata così sarebbe stata dura essere davanti a Ted, lo ha ammesso lo stesso Kostelic: «Anche con una buona manche di slalom non credo che ce l’avrei fatta». Una nota sulla discesa di Innerhofer: nel tratto tra l’ultimo intermedio e il traguardo è stato il migliore. LA CURIOSITÀ Più che curiosità diciamo che è stata una mancata tragedia. Lo svizzero Viletta si è ritrovato un lisciatore in pista, che ha schivato con maestria. Scuse di Hujara subito recapitate allo sfortunato svizzero ma, a parte il rischio, non bisognerebbe fare ripetere la discesa? LA SORPRESA DELLA GIORNATA Potrebbe essere Baumann al terzo posto (anche se già capace di fare risultato nella disciplina), visto che le supercombi sono spesso più appannaggio degli slalomisti, ma anche il finlandese Andreas Romar con la medaglia di legno non è da poco. LA DELUSIONE Benni Raich. Un’occasione così, davanti al pubblico di casa non capita più... PAGELLE AZZURRE Voto 6,5 a Dominik Paris. Il vice campione del mondo della discesa termina nono. In discesa quinto, ma poteva fare ancora meglio visto un paio di sbavature, quindi in slalom retrocede di quattro posizioni, nemmeno male. Deve allenarsi di più fra i pali stretti, poi sarà competitivo anche in questa disciplina. Voto 5,5 a Siegmar Klotz. Non doveva fare quell’errore di linea in discesa, in combinata un discesista, se deve uscire, lo fa in slalom. Senza voto Matteo Marsaglia e Christof Innerhofer: il primo si è fermato prima del riscaldamento per una fitta lancinante alla schiena, il secondo ha fatto sette giri di slalom negli ultimi mesi a causa dei problemi alla zona lombare.

MARZO 2013 \\ 57


Un tweet profetico…

MAGAZINE MONDIALI

Michaela-Mikaela. Data 27 settembre. Questo tweet della Shiffrin, con foto fatta presso la fabbrica Atomic di Altenmarkt, ha portato bene. Tutte due sul podio dello slalom. Però questa volta l’ordine è stato Mikaela-Michaela…

Julia e Aksel, terza e terzo Terza Julia Mancuso nel superG, terzo il fidanzato Aksel Lund Svindal. Errore di linea quasi alla fine per la statunitense, stessa sorte per Aksel sul muro finale. Destini incrociati quelli della coppia più in vista del Circo Bianco. In conferenza stampa un giornalista ha chiesto ad Aksel se avrebbe festeggiato con Julia e la risposta è stata altrettanto simpatica. «Vediamo, aspettiamo gli altri risultati… e poi il party vero è quello con i service man e gli allenatori, quando arrivi in albergo dopo la gara». Ha fatto bene ad aspettare…

Herminator e Terminator Fuochi d’artificio, coreografie, discorsi ‘politici’ come d’abitudine. Ma anche vecchie glorie e spettacolo puro. Il presidentissimo della federsci austriaca Schroecksnadel ha voluto fare le cose in grande alla cerimonia di apertura perché quella di Schladming avrebbe dovuto essere un’edizione memorabile. Memorabile, sicuramente, lo scambio di battute tra ‘Herminator’ e ‘Terminator’, Arnold Schwarzenegger. Foto ©GEPA/Schladming

Polemica virtuale sul superG

House of quattro Per due settimane SchladminG ha cambiato nome, lo dicevano anche i cartelli stradali all’ingresso del paese…

Slalom canoro Dopo Kevin Costner e i suoi Modern West, DJ Antoine. Il rito delle premiazioni alla Medal Plaza è sempre stato accompagnato da un concerto. I più belli proprio quelli dell’attore statunitense e del famoso DJ.

INFORTUNATI Lo sci è uno sport pericoloso. Lo ha detto Ted Ligety ed è risaputo. Però Schladming si segnala per gli infortuni, soprattutto al legamento crociato. Ecco il dettaglio…

58 \\ MARZO 2013

Cuche vince ancora La Svizzera è stata una delle nazioni più in difficoltà nel medagliere però… c’è una particolare gara dove Cuche è tornato sul podio, sul gradino più alto del podio. Durante il Mondiale, subito dopo la discesa femminile, si è svolta una ‘Charity race’ a supporto delle organizzazioni Österreichische Sporthilfe e Right to Play. Venti team, ognuno con una leggenda, tra le quali Franz Klammer, Harti Weirather, Bernhard Russi, Janica Kostelic, Luc Alphand, Didier Cuche e Pernilla Wiberg. La vittoria finale è andata al Team Eurosport con Didier Cuche, Jean Pierre Vidal, Kari Anne Saude, Claudia Morandini e Vincent Wieser, un ragazzo dello sci club locale.

È proprio vero che lo sci in Austria è come il calcio in Italia. È bastato un innocuo post su Facebook e Twitter della ‘ski-star’ Marcel Hirscher dopo il superG per scatenare una tempesta mediatica sui quotidiani austriaci. Cosa ha scritto Hirscher? Semplicemente: «Complimenti @tedligety - Vorrei avere fatto una gara così! Ragazzo sensazionale!!!». Un complimento trasformato in una ‘voglia’ di superG del ragazzo di Annaberg. La polemica è montata fino all’intervento del DT Mathias Berthold che ha detto che sarebbe stata una follia fare correre Hirscher senza allenamento specifico in superG e che con Marcel si era deciso da tempo di concentrarsi su slalom e gigante. A placare gli animi è dovuto intervenire il potente presidente della federsci austriaca Schroecksnadel. Un polverone per nulla…

lindsey vonn

Johan Clarey

Di lei si è detto e scritto di tutto e di più. Infortunio nel superG inaugurale, rottura del legamento crociato anteriore e del legamento collaterale mediale del ginocchio destro, frattura del piatto tibiale laterale. Operata a Vail dal professor Stedman neanche una settimana dopo la caduta, conta di rientrare per le gare di Lake Louise dell’autunno 2013. Ma sarà dura...

Non si è fatto male a Schladming ma in allenamento il sabato prima dei Mondiali a Tignes. Un problema alla schiena già maltrattata e subito operato. Ne avrà per tre mesi. Al suo posto è arrivato De Tessières e ha vinto una medaglia…


Lindsey in Colorado con il jet di Tiger

Bagarini come a San Siro

La partenza di Lindsey Vonn, come riportato da diversi organi di stampa, ha offerto qualche spunto per il gossip. La Vonn è volata in Colorado con un Gulfstream 5 decollato alle 11.34 dell’8 febbraio dall’aeroporto di Salisburgo. «Il lato ‘piccante’ di questo volo: è l’aereo privato di Tiger Woods» ha scritto il Kronen Zeitung. La Vonn e Woods sono stati già visti insieme in Colorado e in gennaio il jet di Tiger ha fatto scalo a Salisburgo quando anche la Vonn era in città.

Caccia agli ultimissimi biglietti, soprattutto per la discesa e il gigante maschile. Le tribune di Schladming erano in tutto simili a uno stadio e infatti anche i riti del pre-gara sono stati simili. A cominciare dal bagarinaggio… È capitato anche a noi di trovare persone che ci offrissero biglietti a prezzi maggiorato ma, quello che è peggio, sono stati proposti biglietti a prezzi inferiori a quelli ufficiali (falsi?).

INSTAGRAM highlights

TED LIGETY

#valentines giorno d’amore fraterno

SOFIA GOGGIA No #doubt about it! #love #beer

STEVEN NYMAN

Programma #recovery TV #schladming2013 grazie per la pasta

CARLO JANKA

@marcgisin con il primo e unico Hansi Hinterseer #legendary

MANUELA MOELGG

Il palmarès degli skimen

Camera car La FIS a Schladming ha presentato la nuova telecamera inserita nel cinturino della maschera per immagini tipo ‘camera car’. Pesa solo 65 grammi ed è stata utilizzata da alcuni atleti negli eventi tecnici, a partire dallo slalom della supercombinata maschile, dove l’ha usata, tra gli altri, Benni Raich. Il race director femminile Atle Skaardal alla presentazione ha detto che sarebbe stato difficile che la nuova telecamera venisse utilizzata per riprese dall’inizio alla fine ma piuttosto per qualche passaggio. Visto il risultato, inferiore alle attese, non possiamo che essere d’accordo.

Il Mondiale degli altri A Schladming c’era Marcel Hirscher ma c’erano anche il giamaicano Michael Williams (nella foto con l’allenatore Hans Knauss) e l’haitiano Jean Pierre Roy, oppure il lituano Kristaps Zvejnieks. Il Mondiale degli altri… quelli che hanno fatto due manche di gigante (il giorno del gigante femminile) per qualificarsi, quei 25 che sono riusciti ad aggiungersi ai top racer per andare a chiudere a 100 tondi tondi il numero dei partenti nella gara vera e propria. Al via del gigante di qualificazione a Reiteralm erano in 132. I più veloci? Il giapponese Tomoya Ishii, il lituano Kristaps Zvejnieks e il bulgaro Nikola Chongarov. I sei migliori atleti sono stati premiati nella medal plaza proprio prima di Worley & co. Nello slalom di qualificazione invece si sono messi in mostra il finlandese Victor Malmstrom, lo spagnolo Pol Carreras e l’argentino Christian Simari Birkner.

Vitus LuEoend Lo svizzero si è infortunato nell’ultimo allenamento della discesa: parziale rottura del legamento crociato anteriore e danni alla cartilagine e al menisco. Stagione finita e lunga prognosi.

Kjetil Jansrud Un testa coda in superG, un’acrobazia che sembrava innocente. Poi il dolore, la visita in ospedale e il rientro a casa: rottura del legamento crociato e stagione finita, con circa nove mesi di stop. «Almeno potrò far riposare un po’ la mia schiena malandata» ha commentato il norvegese.

Non ci solo solo gli atleti in prima linea ai Mondiali. Fra i protagonisti anche i tecnici e gli skiman. A proposito di questi ultimi ecco una curiosità. Con la medaglia di Tina Maze nel superG, lo skiman Andrea Vianello aveva ‘pareggiato’ i conti con Mauro Sbardellotto. «Già, Vianello ha pareggiato, siamo 10-10, ma ho paura che domani mi vada via» ha detto Sbardellotto. Infatti Andrea Vianello, skiman della fuoriclasse slovena, ha vinto altre due medaglie con Tina (in precedenza ha lavorato con Blanca Fernandez Ochoa, Giorgio Rocca e Julia Mancuso). Sbardellotto si è dovuto accontentare dell’argento di Nadia Fanchini (in precedenza ha lavorato con Deborah Compagnoni, Isolde Kostner, Daniela Ceccarelli). Alla fine dunque il risultato è stato 12-11. Un bel palmarès davvero per due dei migliori skiman in circolazione al mondo.

Ryan CochraN Siegle Lesione del legamento crociato anteriore e collaterale mediale per lo statunitense nella discesa della supercombinata. Senza neppure cadere. Rientro nella prossima stagione.

MARZO 2013 \\ 59


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

@raceskimagazinE

FACCE NUOVE UN MONDIALE È L’OCCASIONE GIUSTA PER METTERSI IN MOSTRA, PER LORO ANCHE UN PIAZZAMENTO VALE. ECCO CHI RICORDERÀ A LUNGO SCHLADMING di Claudio Primavesi foto Zoom

THOMAS BIESEMEYER (USA)

Non è giovanissimo (classe 1989) e ha sfruttato in pieno la chance di correre al Mondiale: tredicesimo nel superG, ottimo risultato alla prima apparizione a una manifestazione iridata. Di lui ricordiamo quattro incursioni a punti in Coppa del Mondo, sempre in superG, miglior piazzamento diciottesimo. In Coppa Europa un nono posto nel superG di Santa Caterina del 2012.

KLEMEN KOSI (SLO)

Classe 1991, ha strappato un più che onorevole dodicesimo posto nella supercombinata. Prima di Schladming un sesto e settimo posto in supercombinata ai Mondiali Juniores e un quarto in slalom. Miglior risultato in Coppa del Mondo il quattordicesimo posto in supercombinata a Wengen. È un fan di Hannes Reichelt e Casey Stoner, tra i film preferiti Terminator…. L’avrà incontrato a Schladming?

ZAN KRANJEC (SLO)

Ventiduesimo nel gigante. Per un ‘92 mica male. Lo sloveno si è messo in mostra l’anno scorso a Roccaraso: terzo nel gigante dei Mondiali Juniores, terzo in combinata e quinto in slalom. In Coppa del Mondo invece cinque pettorali fino al Mondiale senza mai portare a termine una gara o qualificarsi. Undicesimo in gigante a Les Menuires, in Coppa Europa, lo scorso gennaio. 60 \\ MARZO 2013

EDIT MIKLOS (HUN)

Classe 1988, nata in Romania ma di etnia ungherese, era al secondo Mondiale (a Garmisch 2011 ventitreesima in supercombi e trentunesima in superG). Decisamente meglio che nell’occasione precedente: diciannovesima in supercombinata e ventitreesima in discesa (correva per la Romania). In Coppa del Mondo un ventinovesimo posto in discesa a Val d’Isère nel 2012… e un sito da fare invidia a tante colleghe più famose.

KEVIN ESTEVE (AND)

GRETA SMALL (AUS)

Australia d’Austria. Sembra un gioco di parole ma Greta Small, venticinquesima nella supercombinata, vive nove mesi all’anno in Pitztal. Poi si trasferisce a Perth, dove però non rimane molto perché si sposta spesso sulle montagne dell’est per le gare del circuito continentale. Il papà è un pilota della Korean Air, la mamma vive con lei e hanno come vicini di casa Benni Raich e Marlies Schild… Risultati? Nella coppa australiana tre vittorie e altrettanti podi tra gigante e slalom.

ANA DREV (SLO)

Il Mondiale è l’occasione per mettersi in mostra. Kevin Esteve, classe 1989, nella supercombinata ha fatto registrare il suo miglior risultato di sempre nella manifestazione iridata (quattordicesimo): decisamente peggio in Coppa del Mondo: miglior risultato il quarantaquattresimo posto di Wengen 2011 in discesa. In Coppa Europa un quarantaduesimo posto in discesa e superG…

Non è certo una di primo pelo… Classe 1985, la slovena ha colto nel gigante il suo miglior risultato ai Mondiali (decima) però nel suo palmarès c’è anche un nono posto, sempre in gigante, alle Olimpiadi di Torino. Poi ricordiamo 8 podi con 5 vittorie in Coppa Europa, il decimo posto nel gigante di Coppa a Courchevel lo scorso dicembre e un ottavo posto nel 2007. Naturalmente in gigante...

KATARINA LAVTAR (SLO)

DALIBOR SAMSAL (CRO)

Ventisettesima nello slalom. Un risultato d’oro per la slovena classe 1988, non più una giovanissima. Al suo primo Mondiale, in Coppa del Mondo venti pettorali e neanche una gara a punti tra uscite e mancate qualifiche. In Coppa Europa solo due top ten, nona in gigante e slalom ma nel 2009 e 2010… questo Mondiale lo ricorderà a lungo, come la Shiffrin!

Qualche analogia con la Lavtar per questo croato. Non più ‘giovanotto’ (classe 1985) è arrivato anche lui ventisettesimo nello slalom, miglior risultato in cinque Mondiali. In Coppa del Mondo un ventiduesimo posto nello slalom di Zagabria nel 2009. In Coppa Europa un quinto posto nello slalom di Trysil del 2011. Anche per lui, un giorno di gloria. O quasi.



campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 8

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 TEAM EVENT martedì 12 febbraio TESTO: C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

LA CLASSIFICA FINALE 1. Austria 5. Slovenia 2. Svezia 9. Finlandia 3. Germania 9. Liechtenstein 4. Canada 9. Norvegia 5. Francia 9. Croazia 5. Stati Uniti 9. Svizzera 5. R. Ceca 9. Italia 9. Slovacchia

La gara più inutile del mondo Una medaglietta alla quale tutti danno poco peso ma che è determinante per la classifica finale delle nazioni. Questo è il Team Event, gara poco capita, sentita e forse inopportuna

Nella sequenza fotografica (partendo dall’alto a sinistra) Lo scontro tra il croato Zubcic e il tedesco Neureuther. Già alle finali di Coppa del Mondo era stato segnalato da diversi atleti e allenatori che i percorsi erano troppo vicini

T

eam che? Potrebbe essere questo il leit motiv del Team Event di martedì 12 febbraio. Sì, perché la gara a squadre non è mai veramente stata capita e accettata. Dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Dai giorni precedenti in sala stampa era tutto un passaparola tra giornalisti: quanti atleti corrono? Qual è la formula? Quanto dura? Non sempre gli atleti sono contenti di partecipare (senza dimenticare che a Garmisch 2011 Benni Raich si è infortunato, come Resi Stiegler alle finali di Schladming dell’anno scorso) e spesso la loro motivazione

62 \\ MARZO 2013

non è alle stelle. Di Schladming ricorderemo il simpatico siparietto (che riportiamo nella rubrica ‘Un Mondiale di Twitter’) tra Aksel Lund Svindal e Tina Weirather che non capiscono (loro come i commentatori della ORF, la competente TV austriaca) se abbia vinto la batteria la Norvegia o la Slovenia. Una gara in più (e in un programma così fitto come quello del Mondiale non se ne sentiva proprio la necessità), una gara che la FIS sembra intenzionata a riproporre (nonostante già bocciata) al CIO per l’inserimento tra le discipline olimpiche. Per la serie: sbagliare è umano, perseverare diabolico. Fatte tutte queste premesse, il Team Event assegna un

oro, pesantissimo nel medagliere finale, anche se tutti gli attribuiscono un valore minore. Oro vinto dall’Austria che ha così potuto superare la Francia al secondo posto della classifica. Dietro il Wunder Team ecco la Svezia e poi la Germania. E l’Italia? Merita una considerazione a parte. Premesso che nessuno vuole ‘morire per il Team Event’, vestire la maglia azzurra dovrebbe essere un onore. Invece siamo usciti al primo turno contro la Repubblica Ceca. Forse un po’ di impegno in più non guastava, l’avversario era, decisamente, abbordabile. Se la gara esiste è giusto lottare per l’oro, non per una figuraccia.


2013

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 10

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 SLALOM GIGANTE FEMMINILE giovedì 14 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

gold Tessa Worley (Fra)

SILVER Tina Maze (Slo)

bronze Anna Fenninger (Aut)

Tessa, et voilà! Fantastica gara della Worley che disegna due manche perfette sul ghiaccio della Planai, rifilando oltre un secondo alla Maze. Finalmente un podio per la Fenninger, non pervenute le azzurre

T Nelle foto. Tessa Worley in azione. Sotto la sua incontenibile esultanza al termine della seconda manche

TINA MAZE

14 febbraio Che giorno! Grande gara, dura, belle ragazze, Milka land, my way is my decision! Finalmente è tempo di party! -)))

@TinaMaze

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essa Worley nel suo curriculum ha anche un paio di anni di ‘pattinaggio di figura’. Sarà forse per questo che sembrava passeggiare su quelle lastre dove le altre annaspavano, deragliavano, cercavano di terminare la gara? Una Planai davvero insidiosa. Partenza posta cinque porte sotto il gigante maschile. Pronti via e le povere gigantiste subito a lottare su quelle placche ghiacciate: prima parte abbordabile, poi il cambio. Come un balcone, come una finestra su un muro infinitamente ripido, ‘spaccagambe’. Per fortuna che il disegno del finlandese Bruesch era ritmico, scandiva cambi regolari e non imponeva traiettorie impazzite. La Worley però è stata l’unica a sciare sempre in ‘souplesse’, staccando di 52 centesimi la Zettel e di 85 la Fenninger. Oltre all’exploit della francese, quello che ricorderemo della prima manche è la prestazione di Tina Maze e l’arrabbiatura all’arrivo: quarta a 1.05 senza mai entrare nel giusto ritmo di gara. La maledizione delle campionesse in carica sembrava continuare… VELOCE SENZA SPINGERE La tattica vincente della Worley è stata quella di scendere veloce, più veloce possibile, ma regolare, senza attaccare troppo, per evitare errori su un pendio difficile, che non perdona. La francese però ha già dimostrato in altre occasioni di amare il ripido

La gara in numeri

21.500 Gli spettatori

paganti del gigante femminile

42 e 45 Le porte 1.105 m La quota di partenza

745 m

La quota di arrivo

360 m Il dislivello

ghiacciato. «Sono le mie condizioni, sapevo che questa era una buona giornata per me, amo il ripido e il ghiaccio, ma oggi la pista era proprio bella, non era troppo estrema se sapevi sciare bene» ha dichiarato la francesina poco dopo la gara. Sarà, ma Tessa ha sfoderato una prestazione alla Ted: rifilare oltre un secondo a Tina Maze su un pendio


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Tessa Worley: «In Francia l’interesse per lo sci sta salendo giorno dopo giorno grazie alle medaglie dei miei compagni e ora spero di contribuire anche io con la mia» Tina Maze: «Alla fine sono contenta, ma è stata una giornata molto faticosa, la seconda manche è stata una battaglia, per questo è una medaglia che pesa di più dell’argento».

Anna Fenninger: «Sapevo che era l’ultima occasione però questa mattina avevo delle buone sensazioni: ho attaccato soprattutto nella prima parte, la superficie era buona ma il fondo un po’ difficile. È stata durissima aspettare al traguardo per essere sicura del terzo posto» Nadia Fanchini: «Non so nemmeno come ho fatto ad uscire. Ho preso una buchetta, ho incrociato gli sci. Tutto in un attimo, non mi sono

accorta di nulla, ero in linea, a tempo, invece... Peccato, mi sentivo bene e anche in gigante voglio tornare sul podio» Denise Karbon: «Non mollo» Irene Curtoni: «Il mal di schiena? C’è, ma quando ho deciso di partire ho cercato comunque di dare tutto. Ho la coscienza a posto, ho fatto il possibile, a tratti ho anche sciato bene»

Special Guest

Astolfo Cagnacci Agence France Presse

così difficile è tanto, tantissimo. E infatti proprio con la vittoria pesantissima del gigante ha riportato la Francia in testa al medagliere dopo il momentaneo sorpasso americano. Qualche somiglianza tra le due vittorie c’è. Quello che ha impressionato della vittoria della Worley, oltre ai distacchi, è la rilassatezza. La seconda manche

MONA LOSETH

14 febbraio È stato il più duro gigante che ho mai fatto… Sono andata bene in alcuni punti, in altri veramente male. Aspetto lo slalom di sabato

@MLoseth

è stata uguale, se non migliore, alla prima, come se non ci fosse pressione. Lo stesso atteggiamento di Ted: relax, sicurezza nei propri mezzi. Una nazione, la Francia, che come gli Stati Uniti subisce molto meno lo stress da risultato. Senza dimenticare che Tessa ha sangue in parte australiano nelle vene… come dire, matrice anglosassone.

Dopo l’oro di Marion Rolland, quello di Tessa Worley. Francia sugli scudi a Schladming, ma come sono state vissute le due medaglie nell’Esagono? Lo abbiamo chiesto ad Astolfo Cagnacci dell’agenzia France Presse. «Partendo dalla premessa che lo sci in Francia passa poco in televisione, solo su Eurosport, a parte ai Mondiali e alle Olimpiadi ha comunque avuto più risalto la vittoria di Marion Rolland perché il suo successo è stato accostato alla goffa caduta alla partenza della discesa di Vancouver 2010. I media hanno fatto il parallelo tra i due episodi. La gara della Worley è stata trasmessa in chiaro sui canali nazionali quindi la sua popolarità è comunque aumentata, ma siamo lontano da Grange, Lizeroux e Pinturault».

MARZO 2013 \\ 65


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

punto tecnico DI MAURO PINI

Tessa, elogio della centralità Generalmente è la discesa la ‘gara regina’ dei Mondiali, ritengo però che prove come il gigante di Schladming mettano in discussione questo principio. Le ragazze sono state messe in condizione di potersi esaltare e dimostrare le loro qualità. Da anni non si sciava più su un manto nevoso di questo tipo: neve durissima, lavorata con acqua e condita dal profilo del ‘terreno da gioco’ degno di un vero Mondiale. Con queste condizioni non solo le capacità tecniche delle atlete saltano all’occhio in modo prorompente, ma il ‘pacchetto’ completo (tecnica - fisico - mente - materiale) ha esaltato il quadro generale e ha permesso alle migliori di darsi battaglia per i posti che contavano. In questo pacchetto ho lasciato fuori volutamente l’aspetto emozionale, il cuore, la testa. L’approccio alla gara di gigante è stato fondamentale, per molte ragazze la preparazione è iniziata già alcuni giorni prima e per alcune durante il Team Event. Chi ha seguito questa gara a squadre non poteva non mettere la Worley come favorita, già allora aveva dimostrato di essere in palla! Le capacità tecniche della francese si adattavano perfettamente a questa pista e soprattutto alla situazione del momento. Questo anche perché supportata, oltre che da una tecnica sopraffina, da un morale alle stelle per le medaglie vinte precedentemente dai compagni di squadra, da una grandissima forza di volontà, da tanto coraggio nel ‘cacciarsi giù’ e da un materiale che si adatta storicamente alla perfezione a piste preparate alla vecchia maniera, con molta acqua. Molte delle possibili protagoniste non sono state capaci di adattarsi al tracciato dell’allenatore finlandese, che a sorpresa ha lasciato tanto spazio tra porta e porta, mettendone il numero minimo consentito dal regolamento. Molte non sono riuscite ad adattarsi ai tempi richiesti da questi spazi, evidenziando la difficoltà a leggere il percorso e soprattutto il terreno. La seconda prova, con distanze ridotte in media di un paio di metri per ogni porta rispetto alla prima manche, ha permesso qualche recupero e si sono viste discese più consone al blasone di queste ragazze, Riesch e Gut su tutte. La Marsigliese ha risuonato per la seconda volta nel parterre a sottolineare il grande exploit della Worley, sempre ben centrale, i piedi raramente sfalsati e con l’esterno ben messo sotto il corpo e ben controllato dalla caviglia sempre in spinta. Le entrate di curva a tempo hanno permesso la conduzione degli attrezzi in maniera esemplare, raggiungendo l’obiettivo di farli correre sulla loro lunghezza. Ho visto ancora troppe ‘driftate’ (sterzate) come principio d’attacco della curva, questo movimento è un ricorso a situazioni estreme e non deve essere un principio tecnico di sviluppo della curva stessa!

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IL GIGANTE PIÙ DURO «È stato il gigante più duro», Tina Maze. Il parere è autorevole e bisogna credere alla slovena. Dopo una prima manche nella quale non è mai entrata in gara, la Maze ha tirato fuori tutte le sue doti di gigantista nella seconda, ma non sono bastate. Su questa pista bisognava essere davvero al cento per cento. «Se non ho un buon allenamento, in gigante per me è sempre dura e su una pista così è ancora più difficile, non sono stata fluida, non ho fatto una curva buona» ha detto la Maze. Nella seconda ha attaccato ‘a tutta’, ma nonostante questo la Worley ha addirittura aumentato il vantaggio. LO SFOGO DI ANNA Faceva quasi impressione vedere Anna Fenninger, che avrebbe dovuto essere l’eroina di questi Mondiali e invece è tornata a casa con un bronzo all’ultima occasione, in conferenza stampa. La pressione l’ha fatta a pezzi come è successo per buona parte dei suoi compagni. Infatti le altre medaglie sono arrivate dalle retrovie. Per questo il bronzo di Anna vale di più, perché, aspettando Hirscher, è stata l’unica delle big che ha saputo comunque riscattarsi. Anche per lei la via verso il podio è passata dalla testa: «A Garmisch non avevo alcuna pressione, qui tantissima: tifosi, giornalisti… non avevo tempo per me». La Fenninger ha confessato di essere tornata a casa un giorno per ricaricarsi. Due allenamenti di gigante e un po’ più di attenzione a sciare bene prima che al risultato hanno rimesso in carreggiata Anna. «Avrei dovuto concentrarmi sulla sciata piuttosto che sul risultato anche nelle altre gare» ha detto salutando i giornalisti.

INSTAGRAM TESSA WORLEY Condizioni Rock’n roll a Innerkrems! Perfette per preparare Schladming! Filtro: Normal

Manuela Moelgg: «Nella parte alta non del tutto ottimale, nella parte bassa ho ritrovato delle buone sensazioni, mi manca ancora il distacco della prima manche, le altre in questo momento sono su altri valori»

LE AZZURRE Finiti i festeggiamenti per le medaglie, la squadra femminile è tornata quella della Coppa del Mondo: incolore. Irene Curtoni ha chiuso quattordicesima, anche se aveva la scusante del mal di schiena. Manuela Moelgg arrivava da una stagione no, ma la sua seconda manche ha dato segnali confortanti: l’undicesimo posto alla


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Il podio del gigante femminile, con Tessa Worley tra Maze e Fenninger

SCHLADMING - AUSTRIA 14 febbraio 2013 \\ schladming gigante \\ femminile TracciatorI \\ C. Bruesch (Fin) - G. Obkircher (Aut)

1. Tessa Worley (Fra, Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.08.06 2. Tina Maze (Slo, Stoeckli) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.09.18 3. Anna Fenninger (Aut, Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 2.09.24

fine non è poi così male visto questo inverno davvero sottotono per i più svariati motivi. E Denise Karbon? Trentunesima dopo la prima manche, ha rinunciato addirittura a partire nella seconda frazione. Peccato, perché nella rifinitura a Pozza di Fassa sembrava aver ritrovato il giusto feeling, ma una botta al ginocchio in allenamento (alla vigilia) ha compromesso il Nelle foto In alto a sinistra Manuela Moelgg sul traguardo, Anna Fenninger si tuffa sullo stadio della Planai, qui accanto i festeggiamenti a Casa Francia per la neo-campionessa del mondo di gigante

‘miracolo’. Nadia Fanchini invece è uscita dopo poche porte: sorpresa da una vaschetta, ha incrociato gli sci ed è andata per la tangente. Peccato, era l’azzurra più ‘in palla’ e senza dubbio più motivata dopo la medaglia.

4. Kathrin Zettel (Aut, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.09.60 5. Frida Hansdotter (Sve, Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������������������������2.10.34 6. Mikaela Shiffrin (USA, Head) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.10.36 7. Lara Gut (Sui, Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.10.44 8. Marie-Michele Gagnon (Can, Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������� 2.10.69 9. Maria Hoefl-Riesch (Ger, Head) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.11.08 10. Ana Drev (Slo, Voelkl) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.11.21 11. Manuela Moelgg (Ita, Rossignol) �������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.11.39 14. Irene Curtoni (Ita, Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.11.85 DNS 2 Denise Karbon (Ita, Fischer)

LE COMICHE «Su questa pista non me la sarei mai sentita di scendere se non fossi una delle sciatrici top e ben allenata». Tina Maze ha detto una sacrosanta verità: la Planai non è per tutti. Invece il gigante femminile ha visto al via il numero record di 139 atlete di 55 Paesi, solo 60 qualificate per la seconda manche. Abbiamo assistito allo spettacolo di sciatrici che cercavano di arrivare a valle in qualche modo, su una pista impegnativa. E magari qualche atleta di Coppa del Mondo ha dovuto rimanere a casa. I Mondiali sono così, si sa, però...

FACEBOOK Anna Fenninger 9 febbraio su la testa!!! yippiiiiiii medaglia di bronzo!!! sono contenta! xoxo anna

DNF 1 Nadia Fanchini (Dynastar)

TESTA A TESTA Due manche alla grande per Tessa Worley. Basti pensare che ha fatto registrare il miglior tempo in entrambe, nella seconda per tre centesimi solamente migliore della Maze che è andata a tutto gas. Il punto di forza della francese sono stati i tratti più tecnici della pista, da metà in giù, infatti nella seconda manche fino al secondo rilevamento era terza. Lo stesso si può dire per la Maze che nella seconda manche ha ridotto da 34 a 3 i centesimi di ritardo sul muro finale. Più veloce nel tratto iniziale o centrale la Fenninger: nella seconda manche al terzo intermedio aveva solo un centesimo di ritardo dalla Worley, mentre al traguardo era a oltre tre decimi. Quindicesimo tempo nella prima manche e undicesimo nella seconda per Manuela Moelgg, undicesimo e ventiduesimo per Irene Curtoni LA CURIOSITÀ 139 al via: c’era chi veniva da Armenia, Bielorussia, Cina, Danimarca, India, Islanda... LA SORPRESA DELLA GIORNATA La slovena Ana Drev al decimo posto: forse avrà ascoltato i suoi numerosi fan... LA DELUSIONE Viktoria Rebensburg: undicesima e mai in gara. La brutta copia della grande gigantista che abbiamo conosciuto. PAGELLE AZZURRE Voto 6 a Manuela Moelgg. Considerando la stagione e lo stato di forma, una gara più che onesta. Senza voto Irene Curtoni. Il risultato sarebbe da 5, ma sapendo che non stava bene è difficile giudicarla. Senza voto Denise Karbon. Aveva rimediato una botta al ginocchio il giorno prima in allenamento e ha fatto una sola manche. Difficile giudicarla ma mette un po’ di tristezza scrivere di un trentunesimo posto nella prima manche a quello che probabilmente sarà il suo ultimo Mondiale. Voto 5 a Nadia Fanchini. Sarebbe anche in questo caso un senza voto, perché è uscita subito, ma l’errore è più grave perché su questa pista aveva delle chance. Ovviamente è un discorso circoscritto al gigante, perché il Mondiale della camuna è stato ottimo...

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@raceskimagazinE

g r e e l B a i l d n o o r M l Ti e d o c i l e b m o ’ l

lie di Le tre medag Tina Maze

a s a c i D in casa

her Marcel Hirsc a im lt l’u so ha chiu serata

Dal 2001, da St. Anton, Tirol Berg, la ‘Casa’ del Tirolo, è il ritrovo fisso dei Mondiali, il luogo dove finire la serata per addetti ai lavori e atleti, grandi ex dello sport bianco, vip. A Tirol Berg sono passati quasi tutti i medagliati a fare passerella. L’evento clou è stata la serata di San Valentino con le ‘Milka Girls’ e l’esibizione di Tina Maze in ‘My way is my decision’. Ma si è visto tanto altro…

C’erano la vivacissima casa Francia la sonnolenta Casa Svizzera, la fredda Casa Austria e… La Hauptstrasse di Schladming è stata la via della ‘Movida’ del Mondiale. Per la verità, a parte durante le gare, le premiazioni e gli

affollati concerti, l’atmosfera era un po’ spenta, lontana anni luce dalle notti vivaci di Garmisch. Schladming è un paese e i tifosi arrivavano ogni giorno con il treno… La vita vera, i festeggiamenti, erano nelle varie case nazionali. Tutte allineate proprio sulla Hauptsrasse, il centro pedonale, tranne Chalet Italia.

Casa Austria, eco… fredda

Casa Svizzera, la più vistosa

Casa Austria era la prima che si incontrava partendo dalla medal plaza. Una specie di fungo prefabbricato, costruito pochi giorni prima del Mondiale e perfettamente eco-compatibile. Una bella opera d’arte ma per la verità un po’ fredda.

Poco oltre, proprio nel cuore della vecchia città, ecco Casa Svizzera. La copia di quella di Garmisch, decisamente vistosa, con tutta la facciata ricoperta da una gigantografia dei Mondiali di St. Moritz. Bella fuori… un po’ moscia dentro. A parte un siparietto tra Ligety, Svindal e Cuche, non si è festeggiato molto, la Svizzera è ultima nel medagliere con la sola medaglia di Lara Gut nel superG…

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Nicole H festeg osp gia il bron zo della s uperco mbina ta

irls Le Milka G

l, o Bueche eier, Marc sm arah a S , W re s u to Mark modera il l, rg e o Stephan G rnalista austriaco e gio Lewis, un hedina G n ia Krist er Kirchgass Michaela ta a n scate ballerina

Ted Ligety star anche a Tirol Berg Patrick Ortlieb, Karl Schranz, Christof Innerhofer e Josef Ma rgreiter di Tirol Werbung

Tessa Wo rley con la me daglia d’oro del gigante

ponsabili nd con i re Luc Alpha Life, a cui sono for di Wings 0 euro in luti 55.00 o v e d ti a st za beneficen

Marlies tte e Bernade d il Sch

Casa Francia, champagne a volontà Di solito i francesi sono maestri del marketing. Non si può dire che lo siano stati a Schladming. La loro casa era presso il ristorante Oh Là Là, in fondo alla Hauptstrasse, ma era decisamente triste e poco individuabile: due bandierine striminzite e un manichino con la tuta in vetrina… Non c’è dubbio però che sia stata il luogo dove si è festeggiato di più, almeno fino a metà Mondiale. Il presidente Vion e il direttore sportivo Saguez hanno dovuto stappare decisamente tante bottiglie di champagne.

Casa Race … e poi c’era Casa Race. Per due settimane il nostro quartier generale è stato alla Landhaus Ilgenfritz, alla periferia di Schladming. Ma giusto per dormire qualche ora...

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DAY 11

@raceskimagazinE

SCHLADMING 2013 SLALOM GIGANTE MASCHILE venerdì 15 febbraio gold TED LIGETY (USA)

TESTO: G. PEZZAGLIA - C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

SILVER M. HIRSCHER (AUT)

bronze M. MOELGG (ITA)

Ligety-Moelgg, doppio triplete! Terza medaglia per l’americano, che a Schladming ha eguagliato il record di Killy del 1968 e terza medaglia su cinque Mondiali per Manfred Moelgg. Un bronzo che vale come un oro. Argento per Hirscher

I

l gigante è fatto da due manche. Ma nel venerdì pazzesco di Schladming c’è un gigante fatto di tantissime manche parallele. Quelle dei protagonisti della gara delle gare. Gara delle gare perché tra i pretendenti a una medaglia c’era un certo Marcel Hirscher, di casa da queste parti e atteso come salvatore della patria. Proprio la giornata di Marcel è iniziata prestissimo, prima dei tantissimi ‘pendolari’ del Mondiale che hanno affollato già all’alba il percorso dalla stazione al ‘Maracanà’ dello sci. Marcel ha rivelato di essersi svegliato alle 2 di mattina a causa dello stress che non lo faceva dormire. All’alba ultimo test materiali perché l’allenamento del giorno prima era stato pessimo e aveva problemi di setup. Poi c’è la giornata di Ted Ligety. Nonostante la spensieratezza dell’americano, con due medaglie al collo già virtualmente ‘mister Mondiale’, un minimo di pressione in più l’ha avuta anche lui:

Manfred Moelgg: «Nella seconda manche sono partito male, non sono riuscito a trovare il ritmo, poi quando sono passato dove c’era Jacques Theolier mi sono addirittura sdraiato. A quel punto ho pensato: ok Manfred, da qui bisogna cambiare marcia e sono sceso con il cuore» Marcel Hirscher: «Non pensavo che ci volesse tanta energia per affrontare un Mondiale, ho già vinto la Coppa del Mondo, però è diverso, il timing è più stretto, non hai tempo

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La gara in numeri

35.000 Gli spettatori

paganti del gigante maschile

INSTAGRAM TED LIGETY Sto per prendere il terzo ORO, una settimana incredibile! #Schladming13 Filtro: Normal

Nelle foto. L’urlo di Ted Ligety sul traguardo della Planai. A lato. L’americano in azione sul muro finale. Qui sotto Manfred Moelgg nella seconda manche

53 Le porte 1.148 m La quota di partenza

745 m

La quota di arrivo

403 m Il dislivello

per te stesso, nemmeno un istante» Manfred Moelgg: «Sono arrivato molto sereno e tranquillo, ho dormito molto bene. Dedico la medaglia a tutti quelli che mi hanno aiutato e hanno creduto in questo risultato» Simone del Dio: «‘Manni’ è sempre un meticoloso, è un piacere vederlo allenarsi, un professionista. Oggi stesso podio di Soelden, solo a posizioni invertite»

Alexander Prosch: «‘Manni’ è riuscito a sciare rotondo e a mantenere la rotondità e con questo ha fatto la differenza. Abbiamo lavorato molto sulla rotondità» Vittorio Micotti: «Una medaglia meritata e poi un grazie a ‘Manni’ per aver fatto un bel regalo a tutto lo staff» Michael Moelgg: «Una medaglia è sempre una medaglia, ma questa in gigante è la più bella di tutte»


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PIERO GROS

15 febbraio altro che sci Head Ted in gigante vincerebbe anche con uno sci di Stenmark e uno di Tomba un capolavoro la sua gara di oggi imbattibile

@pierinogros

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Jacques Theolier «Dall’anno scorso ho puntato sul gigante del Mondiale, volevo assolutamente dare una medaglia all’Italia, sapevamo che i primi due posti erano occupati, se i due più forti non avessero sbagliato. Sono contento della squadra. Voglio ringraziare il Friuli e il Monte Pora, ma anche Madesimo, che ci hanno permesso di allenarci molto bene, quel lavoro di slalom che non abbiamo potuto fare invece a Campiglio; spero che l’anno prossimo ci diano la pista per vincere»

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«il gigante era l’obiettivo principale». Infine c’è la giornata di Manfred Moelgg, il ‘ragioniere’ dei Mondiali, l’uomo che raramente ha mancato questo appuntamento. «Full gas» ci ha scritto in un sms proprio la sera prima del GS. Manfred era carico ma allo stesso tempo pacato, come sempre. È la sua marcia in più… UNA MEDAGLIA TANTO ATTESA Lo squadrone di gigante azzurro che doveva spaccare il mondo. Quello che ha fallito a Bormio 2005, a Torino 2006… Alla fine, diciassette anni dopo l’oro di Tomba a Sierra Nevada, l’Italia festeggia un’altra medaglia. Un bronzo con due artefici. Naturalmente Manfred Moelgg, al

terzo risultato su cinque Mondiali. Poi Jacques Theolier, l’allenatore transalpino degli slalomgigantisti. Due Mondiali e un’Olimpiade: un oro e due bronzi… e manca lo slalom. Un altro ‘ragioniere’ dei grandi eventi. «Volevamo questa medaglia, ancora ieri abbiamo discusso con i compagni e i tecnici, ma non sempre si ottiene quello che si vuole» ha detto Moelgg dopo la gara. Gara difficile, perché parti sapendo già che si lotta per il terzo posto. «Sì, però anche la lotta per il terzo posto è dura». Due manche fotocopia con ‘Manni’ che nella prima sbaglia poco prima di metà pista, perdendo qualche decimo, e nella seconda all’inizio, dove si è sdraiato, perdendo velocità.

Una seconda manche tracciata proprio da Theolier che ha disegnato ‘maglie’ adatte a Moelgg e soprattutto poco indicate per Svindal, che infatti è retrocesso al quarto posto, perdendo quasi tutto il vantaggio sul muro finale. Il segreto della stagione di ‘Manni’ sta nelle curve più rotonde, senza cercare di tagliare

ALPINE PRESS

15 febbraio RT @Infostrada2014: se @TedLigety fosse una Nazione, sarebbe la prima nel medagliere dei Mondiali 2013 con 3 ori. La Francia è seconda con 2 ori.

@alpinepressski


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Manuela Moelgg in versione fotografa per il fratello

I complimenti di Ted Ligety al nostro Manfred

Special Guest

Alexander Prosch Qual è il segreto della rinascita di Manfred Moelgg in gigante? Abbiamo chiesto informazioni sull’argomento all’allenatore dei gigantisti azzurri Alexander Prosch. «Abbiamo cercato di insistere sull’ingresso curva. Infatti con i nuovi materiali per avere una sciata efficace e redditizia è importante stare più alti rispetto al palo nella fase iniziale della curva, tagliando di meno e Manfred è l’azzurro che si è adattato meglio e fin da subito».

troppo dritto. Un lavoro d’équipe che ha portato i suoi frutti, costruito anche grazie ad allenamenti su piste perfettamente barrate a Ravascletto e Monte Pora. SCIARE LEGGERO Il vero segreto del Mondiale strepitoso di Ligety è che non rischia più come un pazzo. È talmente più forte che gli basta spingere senza forzare troppo. Lo ha ammesso lui stesso: «Nella prima manche ho cercato di sciare il più leggero possibile senza prendermi troppi rischi». Ed è riuscito lo stesso a dare 1.30 a Svindal e 1.31 a Hirscher. La sua è una storia incredibile. Dopo 45 anni un altro uomo porta a casa tre medaglie d’oro, dopo JC Killy

Nelle foto. A sinistra la grinta di Marcel Hirscher in azione. Qui sopra, dall’alto in basso. Manfred Moelgg, i tecnici azzurri in festa per le vie di Schladming, l’incredibile folla al traguardo della Planai

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punto tecnico di MARCO PASTORE

Impresa Moelgg È superfluo affermare che la Planai è degna del Mondiale e si è assistito a una gara difficilissima. Da parecchi giorni faceva freddo in Stiria e da più di una settimana il fondo ghiacciato non veniva toccato dai mezzi battipista. Ted Ligety è stato l’indiscusso e incontrastato protagonista. Si è assistito alla solita supremazia, l’ennesima lezione di sci. La tecnica carving, messa a dura prova dalle nuove geometrie, rimane il cavallo di battaglia dello statunitense, sempre in conduzione, incollato al terreno lungo tutta la curva, addirittura distante dai pali. Tutto sembra facile a vederlo e non si direbbe che si stia sciando sul ‘marmo’. Parliamo di un campione unico, dominatore anche in questa occasione. L’unica sezione in cui lascia alcuni decimi agli avversari è il muro finale della seconda manche, dove vogliamo credere abbia amministrato il vantaggio, superiore al secondo fino a quel punto. Marcel Hirscher ha fatto il suo dovere. Si è aggiudicato la medaglia d’argento e non crediamo potesse fare di più. Anche in questo caso parliamo di un campione inimitabile, un fuoriclasse. Le attese in Austria erano tutte per lui, specialmente dopo il magro bottino di medaglie raccolto dal Wunder Team fino a questa gara. Nella prima manche sembrava più irruento del solito e alcuni errori di traiettoria lo hanno portato a perdere velocità e continuità d’azione. Una delle maggiori difficoltà di questa gara è data proprio dalle linee. Non è consentito tagliare, entrare in curva troppo presto e terminare tardi. Si tratta dell’errore notato maggiormente e ne hanno fatto le spese nomi illustri. Hirscher, sostenuto dal boato infernale del pubblico, si è scatenato nella seconda prova, facendo registrare il miglior tempo di manche e scavalcando Aksel Lund Svindal, alla fine quarto. Manfred Moelgg è stato autore di una vera e propria impresa. L’azzurro ha dimostrato ancora una volta di saper gestire e raggiungere gli obiettivi che contano. La conquista della medaglia di bronzo in gigante è storica e rompe un digiuno in gigante che durava dai tempi di Alberto Tomba. L’approccio alla gara è stato perfetto. In curva è stato preciso, ben appoggiato e sempre in taglio, conduzione. È la prima parte di tracciato, quella apparentemente più semplice, a metterlo maggiormente in difficoltà, in entrambe le manche. Durante la prima prova, un errore di traiettoria in un punto con scarsa visibilità, ha messo quasi fuori gioco l’atleta di San Vigilio di Marebbe, ma il recupero è stato fulmineo e se l’è cavata con alcuni decimi di troppo ma comunque a contatto con il podio. La seconda frazione è partita male, ha faticato a prendere il ritmo e ritrovare la conduzione e spinta sullo sci. Il primo parziale è stato un mezzo disastro e ha perso più di otto decimi dal leader provvisorio, il francese Pinturault. Da quel punto Manfred ha creato il suo capolavoro, ha ritrovato il ritmo, le traiettorie e la velocità, rimontando in progressione. Il muro finale lo ha affrontato con grande precisione, al tempo stesso rischiando tutto. Grazie a questa condotta di gara, è arrivata la medaglia di bronzo, con soli quattro centesimi di vantaggio su Svindal, partito come un missile, ma in seria difficoltà sul muro della Planai.

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nel 1968. Solo altri tre, oltre al bel Jean-Claude, ci erano riusciti: Toni Sailer, Emile Allais e Stein Eriksen. A Ted riesce sempre tutto facile, eppure non sempre è così. «Questi sci non sono facili da controllare, non è semplice mandarli dove vuoi, soprattutto se vuoi fare traiettorie troppo dirette, non è sempre tutto sotto controllo». Nella seconda manche una piccola esitazione sul cambio di pendenza. Un virgola nella prestazione maiuscola dell’americano. La morale è sempre la stessa: con la tracciatura a 27-28 metri vince solo lui. I numeri sono pazzeschi: 5 giganti su 6 di Coppa del Mondo vinti in questa stagione, non salta da Sestriere 2009 e da allora ha fatto 19 podi. HIRSCHER NON SBAGLIA MAI

INSTAGRAM MANUELA MOELGG Filtro: Normal

«È stata la gara più dura della mia vita». Marcel Hirscher sembra un tipo che vive bene lo stress. Quando è stato messo sotto pressione non ha mai sbagliato. E anche nel gigante è stato così, perché contro questo Hirscher non si può nulla. La giornata di Hirscher però è stata diversa da come è apparsa. Oltre ai problemi con l’attrezzatura e al pessimo feeling dei giorni precedenti, Marcel, come Anna Fenninger, ha dovuto lottare con una pressione fortissima. «C’erano almeno

Nelle foto. Nella striscia alta, i tre ai piedi del podio, Svindal, Pinturault e Simoncelli (nel consueto approccio ‘depressive’). A lato Manfred festeggia con Tomba e con gli inviati di Race Gabriele e Claudio. Sotto. A sinistra Thomas Fanara a terra a poche porte dal traguardo, stava correndo su tempi molto vicini a Ligety. A destra. Ennesimo Mondiale da dimenticare per Max Blardone


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Il magnifico podio del gigante mondiale, con Ligety tra Hirscher e Moelgg

SCHLADMING - AUSTRIA 15 febbraio 2013 \\ schladming gigante \\ MASCHILE Tracciatori \\ A. Puelacher (Aut) - J. Theolier (Ita) 1. Ted Ligety (USA, Head) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.28.92 2. Marcel Hirscher (Aut, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.29.73 3. Manfred Moelgg (Ita, Fischer) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.30.67 4. Aksel Lund Svindal (Nor, Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 2.30.71 5. Alexis Pinturault (Fra, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������2.30.86 6. Davide Simoncelli (Ita, Salomon) �������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.31.00 7. Fritz Dopfer (Ger, Nordica) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.31.11 8. Philipp Schoerghofer (Aut, Fischer) �������������������������������������������������������������������������������������������������2.31.17 9. Benjamin Raich (Aut, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������2.31.32 10. Felix Neureuther (Ger, Nordica) ������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.31.70 11. Massimiliano Blardone (Ita, Dynastar) ���������������������������������������������������������������������������������������2.31.74 23. Roberto Nani (Ita, Voelkl) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.34.03

TESTA A TESTA Ted Ligety è un mostro a livello di prestazioni e di regolarità. Però ha costruito il successo nella prima manche. Nella seconda, infatti, ai rilevamenti è stato quinto-secondo-quarto e infine sesto al traguardo. Marcel Hirscher ha fatto gara in recupero: secondo-decimo-nono e infine terzo nella prima manche. Ottavo-ottavo-settimo e infine primo nella seconda. Marcel ha ‘pennellato’ alla grande nella parte finale dove infatti (dal terzo intermedio alla fine) è stato il più veloce sia nella prima che nella seconda manche. Manfred Moelgg è stato terzo e poi sempre quarto nella prima manche, ventiseiesimo-ventiduesimo-sedicesimo e nono nella seconda. Terzo miglior tempo nell’ultimo tratto. Il secondo miglior tempo della seconda manche è stato di Felix Neureuther. Una nota per Fanara, se non fosse uscito a poche porte dalla fine della prima manche, sembrava l’unico in grado di impensierire Ligety: aveva solo 17 centesimi di ritardo. Come già a Soelden ha dimostrato di essere uno dei pochi ad avere ben assimilato il cambio di sci.

metà delle persone che volevano un argento, io all’inizio pensavo di poter fare due podi ai Mondiali, ma i giornalisti hanno iniziato a dire che dovevo fare due medaglie e questo ha creato una pressione pazzesca, sono contentissimo del mio argento, perché per le condizioni in cui è stato vinto, vale come un oro». GLI ALTRI AZZURRI Davide Simoncelli ha fatto una grande gara. È vero che ai Mondiali conta solo

TINA MAZE

15 febbraio Complimenti @tedligety! Ispirazione in GS da guardare!

@TinaMaze

una medaglia, ma il trentino è stato protagonista in entrambe le manche e soprattutto dopo questa rassegna iridata dimostra di essere davvero fra i più forti gigantisti al mondo. Dispiace solo perché il ripido e il ghiaccio della Planai erano le caratteristiche dove ‘Simo’ è in grado di fare la differenza, ma purtroppo quest’anno in gigante si lotta solo per il terzo posto. Massimiliano Blardone ha perso un’altra occasione importante, anche se a dire la verità è tutto l’anno che fa fatica dopo la scorsa stagione sicuramente trionfale. Roberto Nani, debuttante, poteva fare di più. Anche lui stesso lo ha dichiarato, ma ha fatto fatica a trovare il ritmo giusto. Non è mai stato in gara il livignasco, però è giovane e avrà alte possibilità per distinguersi.

LA CURIOSITÀ Vincendo il gigante Ted Ligety è diventato il quinto uomo a indossare tre medaglie a un Mondiale. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Svindal quarto per quattro centesimi fuori dal podio. Quest’anno è competitivo su tutti i fronti. O quasi... LA DELUSIONE Alexis Pinturault. Su questo pendio ci saremmo aspettati una medaglia. PAGELLE AZZURRE Voto 9 a Manfred Moelgg. Quando arrivano le gare che contano, quando in palio ci sono le medaglie, Manfred Moelgg colpisce sempre. Dopo Aare e Garmisch arriva il bronzo in gigante a Schladming. Una medaglia cercata, un trionfo meritato per un grande professionista. La medaglia più sentita dall’ambiente. Voto 7 a Davide Simoncelli. Ha dato tutto, ha spinto al massimo, una gara al limite. La voleva la medaglia, in una stagione positiva iniziata con un podio inaspettato dopo l’infortunio addominale in estate. Voto 5 a Roberto Nani. Una gara incolore per ‘Robi’ il debuttante, non è riuscito a esprimersi e attaccare come era intenzionato a fare. Voto 4,5 a Massimiliano Blardone. Un’altra occasione sprecata, un’altra grande rassegna conclusa senza medaglia al collo. Troppo nervoso alla vigilia, patisce i grandi appuntamenti. Aspettiamo le Olimpiadi, con Blardone mai dire mai. Ce lo ha insegnato l’anno scorso in Badia.

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

I PROTAGONISTI

MANFRED MOELGG

di gabriele pezzaglia

@raceskimagazinE

MANFRED MOELGG

gigante in pista e fuori Il Ladino di Mareo ha colmato un vuoto di 17 anni e ha dimostrato che nei momenti che contano è sempre pronto. In gara e dopo...

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uando gli appuntamenti contano, quando è necessario fare la differenza, quando in palio c’è qualcosa di importante. Quando servono gambe e testa, e anche cuore. Allora si può stare tranquilli, lui non delude mai. La medaglia di bronzo di Manfred Moelgg nel gigante di Schladming è qualcosa di incredibilmente straordinario. Innanzitutto, come dice Jacques Theolier, perché in gigante di questi tempi si lotta per il terzo posto, vista la supremazia schiacciante di Ted Ligety e Marcel Hirscher. E poi perché voluta con tutte le forze: «Sapevo di attraversare un momento eccellente di forma, ma ero consapevole che per fare un podio in gigante a Schladming doveva andare tutto alla perfezione - ha detto Manfred la sera della medaglia -. La Planai non dà mai respiro, c’è da attaccare sempre, cercare la rotondità il più possibile e far comunque correre lo sci. Una pista ghiacciata è vero, ma strana perché sopra la placca c’era una ‘nevina’ ingannevole che ti faceva tenere in uscita curva. E poi gli avversari, Ligety in prima fila, una concorrenza spietata. Una medaglia a Schladming vuol dire tanto, un bronzo davvero pesante, forse unico». Dopo Aare 2007 e Garmisch 2011, entrambe in slalom, arriva quella tanto sospirata in gigante. Ma il ladino di Mareo ha subito puntualizzato: «Non è vero che sono più forte in slalom, è che fra i ‘pali stretti’ mi sono tolto più soddisfazioni. Ho sempre cercato di portare avanti al

meglio le due discipline, oggi questa medaglia voglio godermela tutta». La medaglia delle gambe e della testa, dicevamo anche del cuore per come l’ha bramata, ma è soprattutto la medaglia della liberazione: «In un certo senso è così, vi ho fatto vedere di cosa sono capace in gigante». Chiaro, schietto, diretto, un ragazzo a modo, sempre con il sorriso sulle labbra. Sempre disponibile, con tutti. Alla festa per la medaglia ha girato tutti i tavoli, come uno sposo al matrimonio, non ha negato una foto, ha salutato, abbracciato. Il Manfred di Schladming sembrava calato davvero nella parte del personaggio, del big, di quello che conta. Era più sereno del solito, più sciolto. Non è mai stato un tipo tenebroso intendiamoci, anzi si è spesso lamentato in passato in squadra per i ‘musi lunghi’ e per le polemiche sterili, ma adesso sembra più tranquillo e consapevole dei propri mezzi, insomma più vicino a Ligety e a Hirscher anche in questo. E soprattuto sempre più campione sugli sci: «Ho attaccato a tutta e ho fatto anche due errori. La Planai è il mio pane, la mia pista, il mio amore. Ho pennellato sul muro, ho dato tutto, ho avuto paura una volta sola però. Nella seconda mi sono inclinato, poi mi sono detto di attaccare ancora, aumentare il ritmo, il podio era in pericolo». Le dediche? «Allo staff tecnico che mi ha sempre supportato e a mia sorella Manuela. Questa medaglia è anche sua».

Facts and figures

3 Le medaglie totali

vinte ai Mondiali: 2 bronzi e 1 argento

3 su 5 Le edizioni in cui è

andato a medaglia

13 Il piazzamento

nella prima gara, il gigante di Bormio 2005

Nelle foto. Manfred vola verso una storica medaglia di bronzo ©FISI/ Pentaphoto. In basso. Alcuni momenti della festa, con Alberto Tomba, il nostro Pezzaglia e la sorella Manuela

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

@raceskimagazinE

DAY 12 SCHLADMING 2013 SLALOM SPECIALE FEMMINILE sabato 16 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

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Premiata ditta

Miki e Michi A 17 anni la Shiffrin è diventata la seconda campionessa mondiale di slalom più giovane della storia, davanti alla Kirchgasser. Terza la svedese Hansdotter, da dimenticare la gara delle azzurre

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i sono emozioni indescrivibili per una persona matura, figurarsi per una diciassettenne. Mikaela Shiffrin, quasi 18 anni (l’anagrafe dice che festeggerà il compleanno il 13 marzo, e che compleanno) ricorderà per sempre Schladming dove è diventata la seconda più giovane vincitrice di uno slalom dei Mondiali dopo Hanni Venzel a St. Moritz 1974. «La cosa più difficile per me è stata gestire le emozioni al traguardo, lo sci è il mio lavoro, le emozioni no, non so descriverle, so solo che sono veramente emozionata» ha detto la diciassettenne sotto lo sguardo commosso della mamma, in seconda fila alla conferenza stampa. Mikaela ha battuto Michaela, ma le due ragazze

(con dieci anni di differenza) si sono abbracciate strette strette sul podio provvisorio quando hanno capito che erano a medaglia. Due storie diverse, le due facce di questo slalom mondiale.

La gara in numeri

25.000 Gli spettatori

paganti dello slalom femminile

61 e 63 Le porte 940 m La quota di partenza

745 m

La quota di arrivo

195 m Il dislivello


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

JULIA MANCUSO

16 febbraio Non male per una teenager! Complimenti @MikaelaShiffrin #worldchampion

@JuliaMancuso

LE STIMMATE DELLA CAMPIONESSA «Nella prima manche ero nervosa perché mi sentivo stanca, i miei muscoli non rispondevano come volevo». Come per Ligety quello che sembra facile non sempre lo è. Anche a questo incredibile talento dello sci non tutte le ciambelle riescono con il buco. Era la favorita numero uno, poteva sciogliersi come neve al sole, perché i Mondiali, la gara secca, sono affari da

duri, da veterani. Invece in entrambe le manche è partita tranquilla per poi gestire alla perfezione il tratto finale e rifilare 22 centesimi alla Kirchgasser nel computo finale. Però il feeling della seconda frazione era evidentemente migliore. «Ho cercato di rilassarmi, ho bevuto tanta cioccolata calda e i muscoli si sono riscaldati» ha detto l’americana. La bolgia di Schladming era peggio di uno stadio pieno per la finale di Champions League. Un fattore non da poco per le atlete che sono scese. La Shiffrin scendeva dopo che la beniamina locale, la Kirchgasser, aveva fatto registrare un ottimo tempo, con una seconda manche tutta all’attacco. Eppure ha fatto quello che doveva fare ed è entrata nella storia.

Il podio dello slalom femminile con Shiffrin tra Kirchgasser e Hansdotter

SCHLADMING - AUSTRIA 16 febbraio 2013 \\ schladming slalom \\ femminile Tracciatori \\ J. Pollock (Can) - R. Soulard (Swe) 1. Mikaela Shiffrin (USA, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������1.39.85 2. Michaela Kirchgasser (Aut, Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������1.40.07 3. Frida Hansdotter (Swe, Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������� 1.40.11 4. Tanja Poutiainen (Fin, Fischer) �������������������������������������������������������������������������������������������������1.40.46 5. Tina Maze (Slo, Stoeckli) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.40.61 6. Maria Pietilae-Holmner (Swe, Rossignol) ������������������������������������������������������������������� 1.40.91 7. Veronika Velez Zuzulova (Svk, Salomon) ���������������������������������������������������������������������1.41.18

MICHI LA LOTTATRICE La gioia di Michaela Kirchgasser al traguardo è stata incontenibile, sembrava che la gara l’avesse vinta lei. Originaria della vicina Filzmoos, ‘Kirki’ ha studiato a Schladming e la cittadina stiriana le porta bene. Qui l’anno scorso ha vinto lo slalom delle finali di Coppa del Mondo. Michaela e Mikaela, due lottatrici, due sciatrici di diverse generazioni, due ‘dure’ che non mollano mai. La Kirchgasser è più volte caduta e più volte si è rialzata dopo gli infortuni. Questa medaglia la ripaga di tanti sforzi. Il pubblico l’ha spinta. «Era incredibile,

DOMINIQUE GISIN 16 febbraio sono così felice per #michaelakirchgasser #fighter #nevergiveup

@dominiquegisin Nelle foto. In alto a sinistra Mikaela Shiffrin in azione. In basso a sinistra Marlies Schild, in pista dopo un recupero-lampo dall’infortunio. Sopra, l’esultanza di Michaela Kirchgasser sul podio di Medal Plaza

8. Sarka Zahrobska (Cze, Fischer) ������������������������������������������������������������������������������������������������1.41.22 9. Marlies Schild (Aut, Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������1.41.43 10. Kathrin Zettel (Aut, Atomic) �������������������������������������������������������������������������������������������������������1.41.52 14. Chiara Costazza (Ita, Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������������1.41.75 25. Manuela Moelgg (Ita, Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������������1.43.79 DNF 1 Irene Curtoni (Ita, Rossignol) DNF 2 Michela Azzola (Ita, Rossignol)

TESTA A TESTA Mikaela Shiffrin ha detto di avere i muscoli freddi nella prima manche però curiosamente nella prima ha fatto registrare il terzo tempo e nella seconda il quarto. Ha costruito il suo successo da metà gara in giù della prima, dove è stata la migliore. La Kirchgasser, invece, nella prima manche è stata più brava fino a metà gara, dove è stata la più veloce. Quinta nella prima manche, è stata la seconda nella prova conclusiva, dietro alla Pietilae-Holmner. La Hansdotter deve il suo podio alla prima discesa, nella quale ai rilevamenti è sempre stata davanti, mentre nella seconda ha fatto registrare il dodicesimo tempo. LA CURIOSITÀ Un podio quasi uguale a quello di Garmisch se si guarda alle bandierine. Austria-Austria-Svezia nel 2011, Stati Uniti-Austria-Svezia a Schladming, ma sono cambiate tutte le protagoniste. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Maria Pietilae-Holmner. Medaglia di bronzo a Garmisch, ma dopo l’operazione della scorsa stagione non era al massimo. Ottima seconda manche la sua: dal tredicesimo al sesto posto. LA DELUSIONE Kathrin Zettel. Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più del decimo posto. PAGELLE AZZURRE Voto 5,5 a Chiara Costazza. È la migliore azzurra al traguardo, davvero troppo poco però il quattordicesimo posto. Timidi segnali, ma non può bastare. Voto 5,5 a Michela Azzola. Non è mai entrata in gara, anche se per la bergamasca può valere il discorso dell’esordio mondiale e di una convocazione all’ultimo momento per assenza di atlete competitive nel gruppo Coppa del Mondo. Irene Curtoni voto 5: deraglia dalla Steichert dopo pochissime porte. Un Mondiale da dimenticare per l’azzurra più forte fra gigante e slalom in questa stagione. Voto 4,5 a Manuela Moelgg. Irriconoscibile ‘Manu’, in slalom proprio non ci siamo.

Mikaela Shiffrin: «Ted Ligety è un grandissimo esempio, vincere tre medaglie a così poca distanza è incredibile, perché ci si stanca molto a sciare ad alto livello e ci alleniamo tanto. Sciare con gli uomini mi aiuta ad alzare l’asticella e a dare il meglio anche se è evidente che siamo diversi e una donna non potrà mai arrivare al livello fisico di un uomo»

bisogna guarire e poi cercare di dimenticare il passato e guardare avanti».

ritmo. In gigante ho visto passi in avanti, in slalom al momento non ancora. Ma la stagione non è finita»

Frida Hansdotter: «Ho fatto due belle manche, sono felicissima per questa medaglia. Perché quest’anno vado meglio? Mi sono concentrata sullo sci, voglio andare veloce e non penso al risultato»

Michela Azzola: «Sarà stata l’emozione di un debutto mondiale, ma oggi non mi spiego perché non sono mai entrata in gara...»

Michaela Kirchgasser: «Come si fa a tornare ad alto livello dopo gli infortuni? Prima

Manuela Moelgg: «Giornata da dimenticare, non sono riuscita mai a trovare il

Chiara Costazza: «Un quattordicesimo posto vale ben poco in un Mondiale, ma io vedo una piccola luce. Un altro passo e posso stare con le prime. Certo, oggi l’obiettivo minimo era entrare nelle prime dieci»

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

punto tecnico INSTAGRAM

MIKAELA SHIFFRIN Piccolo snack @barillaus nella #audiquattro sulla strada verso una lunga notte dopo una lunga e fantastica giornata a #schladming2013 Filtro: Normal

Stefano Costazza, responsabile slalomgigantiste azzurre

in ricognizione avevo visto dove erano gli intermedi e ogni volta che passavo da quel punto sentivo un boato e volevo spingere di più». Anche per lei la chiave per la vittoria è stata quella di liberarsi dal peso della medaglia. Dopo quella di legno della combinata… «Non dovevo dimostrare nulla, ero in forma, la pista mi piaceva, per questo ho cercato di sciare al mio meglio, non ero fra le favoritissime, la stagione non era stata perfetta, è la giornata più bella della mia carriera».

Mikaela Shiffrin prima del Mondiale si è allenata con le azzurre e gli azzurri. Ecco cosa ci ha detto Stefano Costazza: «La Shiffrin si è allenata in Val di Fassa, ha fatto slalom con gli uomini e con noi gigante. È un grande talento, ma che rabbia sapere che Denise in gigante era nettamente più veloce…».

UNDERSTATEMENT FRIDA 1995-1985-1985, un podio con una giovanissima e due atlete mature. Al terzo posto infatti si è accomodata la svedese Frida Hansdotter che ha la stessa età della Kirchgasser. Era prima a metà gara, ha attaccato anche lei, alla fine si è ritrovata terza dopo una stagione d’oro (quattro secondi posti in slalom) ma era felicissima. È mancata la ‘zampata’ a questa bionda dagli occhi di ghiaccio (a

Special Guest

proposito, tre bionde sul podio…) ma ha confermato di essere su livelli altissimi. Viene da un paese con una piccola collina dove riesce ad allenarsi in uno slalom di 20 secondi, però deve averlo provato tante volte… IL PASSAGGIO DELLO SCETTRO La gara di Marlies Schild è stata ottima se si pensa che 58 giorni prima si era infortunata ad Aare. Difficile pensare che potesse fare un podio, eppure ha sciato bene, accusando un po’ la stanchezza a fine manche. Alla fine è arrivata nona. Una vera campionessa. A Schladming ha passato lo scettro a Mikaela. Dalla possibile medaglia ‘più vecchia’ in slalom alla seconda più giovane. Aspettando Sochi… Niente da fare per due favorite: Maria Hoefl-Riesch ha inforcato a poche porte dal traguardo nella seconda manche,Tina Maze, quinta, ha chiuso il Mondiale a quota tre medaglie.

KILIAN ALBRECHT 16 febbraio Le ragazze in attesa di un grande momento #prizegiving ceremony #schladming2013

@kilianalbrecht

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Di MAURO PINI

Mikaela non maltratta mai la neve L’americana è un mix perfetto di centralità, essenzialità del gesto tecnico e tempismo «Wow, unbelievable!» come dicono gli amici americani. Sì, davvero incredibile questa giovane atleta che si presenta alla partenza dello slalom mondiale con una serenità fuori dal comune. La sua gestione tattica, oltre naturalmente alle capacita tecniche, è stata da manuale. In entrambe le prove la prima parte è stata eseguita senza strafare, l’inizio del muro controllato e la transizione tra il ripido e il piano finale da manuale, azione che le ha permesso di portare la necessaria velocità all’uscita delle triple presenti in entrambe le manche, proprio all’inizio del tratto finale. Poi, da lì al traguardo ha scaricato i cavalli con una scioltezza e precisione devastanti, ‘carvando’ alla perfezione senza mai esagerare con i carichi, trovando la ‘gentilezza’ giusta nello spingere i propri attrezzi. La sua forza sta proprio nel riuscire a interpretare le gare al meglio. Ci sono ragazze che attaccano con foga, altre che lasciano solchi nella neve, altre ancora che sbracciano cercando i pali. Lei no, tranquilla, pulita nella sua azione, nessun movimento fuori luogo, centralità perfetta. Crea un dialogo perfetto tra sci e neve, non maltratta mai la superficie anzi, se la fa amica, utilizza alla perfezione la resistenza della neve a suo favore. Lei scivola! Grande rispetto per chi ha ‘impostato’ Mikaela e per chi la sta portando avanti (l’austriaco Pfeifer) senza stravolgere la sua naturalezza, evidenziando al massimo i punti forti. L’ottima centralità, che le permette di essere sempre in contatto con la neve, sta alla base delle sue capacità tecniche. Questa posizione ideale sopra gli sci permette la gestione delle situazioni critiche in maniera ‘pro active’ e soprattutto garantisce la gestione dei tempi d’azione. Questa sua pulizia ed essenzialità del gesto tecnico le permettono di gestire ed interpretare al meglio il pendio, leggendo alla perfezione il terreno e di conseguenza il tracciato. Dopo la prima prova, nei primi otto posti, erano rappresentate le otto migliori nazioni del momento. Tra queste mancavano però Italia, Svizzera e Francia, Paesi dove si sta ‘ricostruendo’ e dove c’è un cambio generazionale. Per la nazionale svizzera (e in parte per quella francese) il processo è avviato, per quella italiana è impellente un progetto a livello giovanile. Grande e meritatissimo podio per Kirchgasser e Hansdotter, peccato per la veterana Poutiainen. Complimenti alla Schild che con molto coraggio si è presentata a sorpresa al Mondiale (aveva tutto da perdere). Bello rivedere Sarka a questi livelli dopo la grave malattia.


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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

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I PROTAGONISTI

MIKAELA SHIFFRIN

di Claudio Primavesi

MIKAELA SHIFFRIN

@raceskimagazinE

la campionessa bambina

Talento sopraffino, tattica di gara da veterana, spavalda nel pre-gara e indifesa in tutto il resto. Per fortuna che c’è la mamma

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o paura del buio, non di sciare». Ha esordito così Mikaela Shiffrin in conferenza stampa. Trenta minuti ininterrotti di ‘fuoco incrociato’ con i giornalisti. La sua è stata la conferenza più lunga di tutto il Mondiale. «Mi hanno detto che sono campionessa del Mondo» ha detto questa diciassettenne tanto spavalda e ‘veterana’ nella tattica di gara, quanto indifesa al parterre e nel cerimoniale, meno davanti ai microfoni (dopo il memorabile silenzio ad Aare, prima vittoria in Coppa del Mondo, ne ha fatta di strada). Si è presentata in conferenza stampa due giorni prima dello slalom insieme a Ted Ligety e Resi Stiegler e ha dovuto rispondere quasi a più domande dello yankee, mentre la Stiegler era ‘disoccupata’. Ha risposto con piglio, non lasciando trasparire neppure un po’ di emozione. Emozione che invece in gara ha un po’ patito. Tra le due manche è stato con lei anche Steven Nyman, presso la lounge messa a disposizione dalla località austriaca di Soelden per gli atleti americani, che si trova proprio a pochi passi dalla finish area. Lo statunitense e Kilian Albrecht (che gestisce le sponsorizzazioni europee della Shiffrin) hanno tranquillizzato e fatto rilassare Mikaela. Doveva ‘neutralizzare’ decine di migliaia di austriaci che tifavano per la Kirchgasser e, automaticamente, contro di lei. «Ho cercato di pensare positivo, di concentrarmi sulla mia sciata, su quanto di buono stavo facendo». Cresciuta a Vail fino a 8 anni, dove ha iniziato a sciare con il fratello più grande Taylor, la Shiffrin si è poi trasferita sulla

costa orientale ed è maturata sciisticamente alla Burke Mountain Academy del Vermont, con il suo allenatore-guru Kirk Dwyer, quello che per primo ne ha scoperto le enormi potenzialità. Ora il suo ‘boss’ è l’austriaco Roland Pfeifer. Qual è il segreto di questa nuova Lindsey Vonn? Uno, semplicissimo, oltre naturalmente alle doti tecniche e al talento puro: «improving», migliorarsi. È questo il suo credo. Da quando sciava con il fratello più grande, a quando si allena con gli uomini, a quando rinuncia alle vacanze su qualche spiaggia esotica (ama molto il mare) per allenarsi ancora. «Potrebbe essere uno stereotipo, ma per me non lo è, tutto è possibile, bisogna avere passione e interesse per quello che si fa, poi ci vuole anche fortuna, io devo ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto». Già la famiglia. La mamma Eileen la segue sempre, anche perché Mikaela passa quattro mesi all’anno in Europa. «Ho 17 anni, non potrei stare fuori di casa così tanto da sola». Incredibile Mikaela che non ha mai nascosto di ispirarsi (oltre che a Janica Kostelic) a Marlies Schild: «Durante la sciata in pista l’ho incontrata e mi ha sorriso, sono stata così contenta di rivederla sulla neve, mi ha aperto il cuore, per me è un privilegio poter sciare con uno dei miei idoli». A notte fonda, con la medaglia al collo, ha twittato: ‘mi dispiace andare a dormire, mi sveglierò… Ma penso che anche questo faccia parte del gioco… Prima o poi dobbiamo tutti svegliarci #dreamscometrue’. Mikaela, il sogno è finito, sei tu la regina!

Nelle foto Alcuni momenti dell’intenso dopogara di Mikaela

Facts and figures

1La medaglia vinta

da Mikaela Shiffrin ai Mondiali Juniores, bronzo in slalom nel 2011

1985 Dal Mondiale di

Bormio non vinceva una ragazza così giovane: Diann Roffe, in gigante

3 I secondi di

vantaggio di Mikaela nello slalom del Trofeo Topolino 2010 su Magdalena Fjaellström. Come gli anni tra Topolino e Mondiale…


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

DAY 13 SCHLADMING 2013 SLALOM SPECIALE MASCHILE domenica 17 febbraio TESTO: G. PEZZAGLIA C. PRIMAVESI FOTO: ZOOM

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@raceskimagazinE


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

Qualcosa di grande Marcel Hirscher ha sbaragliato la concorrenza e lo stress del super favorito. Sul podio una conferma, Felix Neureuther e il ‘sempre verde’ Mario Matt. Moelgg, quarto dopo la prima manche, è uscito dopo poche porte nella seconda

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

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olo contro tutti, ma allo stesso modo vincente. Più forte della tensione, superiore agli avversari, solido e sempre all’occhio sulla solita Planai, insidiosa e piena di trabocchetti per una tracciatura aritmica e bizzarra, soprattutto nella prima manche. Nonostante tutto Marcel Hirscher ha trionfato. Questa vittoria vale tanto:

la prima medaglia d’oro, se si esclude quella del Team Event, ma soprattutto la consapevolezza di essere un campione vero. A sbalordire non è solo la sua sicurezza fra i pali snodati, la sua elasticità, la sua sorprendente capacità di fare velocità quando gli altri si aggrappano alla lamine fra gli angoli disegnati sulla Planai. Quello che ha stupito davvero è stata la sua forza mentale. Hirscher è uscito da questo Mondiale da indiscusso fuoriclasse: maestro fra i pali, leader indiscusso

dello sci austriaco e con Ligety e Svindal di quello Mondiale.

La gara in numeri

PECCATO MOELGG Come in gigante, anche in slalom di questi tempi si lotta per il terzo posto. In slalom c’è Marcel Hirscher che domina in lungo e in largo e, a cercare di fargli ombra e spesso sulla piazza d’onore, Felix Neureuther. Il tedesco ha resistito in seconda posizione e si è confermato davvero fra i migliori interpreti della specialità: a Schladming per Felix è arrivata la prima medaglia iridata. Dopo il gigante anche in slalom Manfred Moelgg stava lottando per il podio: il ladino di Mareo ha chiuso al quarto posto la prima frazione, ma era in lizza per un altro fantastico bronzo. Un ‘Manni’ sempre più spavaldo, preciso ma votato all’attacco, un ‘Manni’

37.000 Gli spettatori

TED LIGETY

17 febbraio @marcelhirscher era inevitabile che vincesse lo slalom. È il suo modo di agire a casa e sotto pressione.

@tedligety

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paganti dello slalom maschile

66 Le porte 961 m La quota di partenza

745 m

La quota di arrivo

216 m Il dislivello


campionati DEL MONDO SCHLADMING 2013

punto tecnico Di MARCO PASTORE

Hirscher la perfezione tecnica… e di testa

coraggioso che ormai in gara non sa più cosa voglia dire risparmiarsi e fare calcoli. Sapeva che bisognava attaccare in ogni porta, vista la spietata concorrenza, ma dopo poche si è ritrovato fuori gara. Come un soldato ferito, disarmato, ma conscio di averci provato e di essere stato in corsa per un posto sul podio iridato. Poteva essere un trionfo per Moelgg con la doppietta, ma nulla toglie che Schladming 2013 per lui rimane una rassegna eccezionale, condotta con lo spirito giusto, quello del vincente. DEBACLE AZZURRA Una sconfitta cocente per la formazione di Jacques Theolier. Una gara davvero sotto ogni aspettativa. Moelgg ci ha provato,

Nelle foto. Nella pagina accanto, in alto Marcel Hirscher in azione, in basso l’abbraccio con papà Ferdinand. In questa pagina, in alto Mario Matt davanti alle tribune della Planai e qui accanto l’esultanza di Marcel

ma è uscito quando era in corsa per una medaglia. Giuliano Razzoli è deragliato clamorosamente dalla Planai a poche porte dalla fine. Ai primi due rilevamenti era abbondantemente con i primi: il reggiano ha ritrovato da diverse

MARCEL HIRSCHER

17 febbraio @MarcelHirscher OOOOOOOOOH YEAH! #FelixNeureuther #medals #Schladming2013 #impressionante

@marcelhirscher

L’epilogo di questi Mondiali non poteva essere migliore per gli appassionati di sci. Un evento forse irripetibile, nella patria dello sci. Il tifo assordante di 50.000 spettatori è cosa da stadio di calcio, non da gara di sci. La performance di Hirscher è stata strepitosa. È quasi superfluo parlare di aspetti tecnici. La differenza l’ha fatta la testa. L’interpretazione delle due manche è stata da manuale come in Coppa del Mondo, ma la gestione dello stress è stata il vero capolavoro, specialmente dopo aver chiuso al comando la prima frazione. L’Austria attendeva il primo oro vero, dopo quello meno prestigioso del Team Event. Dal punto di vista tecnico rimangono da annotare solo un paio di errori dovuti a pericolosi arretramenti, prontamente recuperati con la consueta destrezza. Il resto è come sempre ciò che oggi può essere definita la perfezione, in termini di linee, tempismi, conduzione e assetto sullo sci. Una vittoria meritata, pronosticata da tutti, ma tanto difficile da raggiungere. Giù il cappello quindi e pelle d’oca per chi si trovava allo ski stadium di Schladming. Un altro atleta sul quale c’erano pochi dubbi alla vigilia è Felix Neureuther. Il vincitore di Wengen è l’unico che ha seriamente impensierito Hirscher durante quest’inverno e lo ha fatto con costanza. La medaglia d’argento è sua. L’atleta tedesco è maturato molto, sbaglia poco ed è più costante rispetto al passato. Colpisce il perfetto parallelismo degli sci, allo stesso tempo la grande indipendenza di gambe e la capacità di risolvere in pochi centimetri alcune curve che sembrerebbero compromesse. Rimane uno slalomista, ma i progressi si sono fatti vedere anche in gigante (splendido il terzo posto ad Adelboden e ottima la seconda manche proprio a Schladming). Mario Matt colpisce ancora. Accade spesso di non contarlo tra i favoriti, ma parliamo di un atleta che, oltre a essere esperto, sa preparare al meglio gli eventi clou della stagione. Arriva un bronzo che completa il trionfo austriaco dello slalom. Il suo assetto rimane anomalo, basso, quasi troppo schiacciato, con una base d’appoggio più larga rispetto alla concorrenza, ma con una stabilità impressionante della parte alta del corpo. Negli anni non ha modificato molto la posizione, ma ha saputo adattarsi sempre bene all’evoluzione dei materiali, al cambio dei tracciati e a ogni tipo di neve. Alla ricerca continua dell’aderenza con il terreno, crea velocità anche nei tratti più tecnici e lo slalom mondiale ne è la prova concreta. Per Matt si tratta della quarta medaglia iridata, dopo i due ori in slalom di St. Anton 2001 e Are 2007 e l’argento in combinata, sempre a St. Anton. Lo slalom azzurro non può sorridere. L’unico a terminare la gara è Stefano Gross, undicesimo e comprensibilmente deluso. Chi è andato molto vicino alla medaglia è Manfred Moelgg, quarto dopo la prima manche. Nella seconda è partito fortissimo, ma è arrivata l’inforcata poco prima dell’ingresso sul muro. Un peccato davvero, ma nulla da rimproverare al campione che ha portato una medaglia pesantissima all’Italia in gigante. Manfred in questo momento è l’unico azzurro in grado di competere per il podio in entrambe le specialità tecniche e possiamo dire che sia stato il suo punto di forza fino a oggi. Rimane il rammarico per Giuliano Razzoli, caduto sull’interno a poche porte dal traguardo della prima manche. Fin lì era veloce, in lotta per una posizione nei primi cinque. Sotto tono invece la gara di Patrick Thaler, diciannovesimo dopo la prima frazione e fuori sul muro nella seconda. Certo, dopo l’inverno scorso, gli slalomisti azzurri sembravano la squadra da battere e anche quest’anno si sono viste grandi cose, ma troppo spesso a sprazzi, senza portare a casa il risultato. Crisi? No. Quando si va piano si può parlare di crisi. Il livello attuale degli azzurri (non dimentichiamo Cristian Deville) è altissimo, manca solo la continuità. Si parla spesso di cicli o periodi buoni e meno buoni. Senza perdere fiducia, i risultati torneranno presto.

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campionati del MONDO SCHLADMING 2013

prova incolore. Il secondo ha fatto un errore grave dopo poche porte e non è riuscito a mettere più insieme nulla di buono: secondo lo scorso anno sulla Planai, ai Mondiali solo undicesimo.

Nelle foto. In alto. Chissà cosa passava nella testa di Hirscher quando è uscito dal cancelletto della seconda manche? Qui sotto, calo di tensione dopo la gara per Marcel. In alto a destra l’urlo di Felix Neureuther.

gare lo smalto di un tempo. È meno legnoso, più fluido; è meno attaccato agli spigoli, fa correre di più lo sci, limitando inutili attriti. È vero, scia meglio, ma non basta. Sbaglia ancora troppo, c’è ancora un po’ di insicurezza nella sua testa. Una gara sulla falsariga di Manfred Pranger,

uscito però nella seconda manche: lì con i migliori, ma sempre l’errore fatale dietro l’angolo. Se Moelgg e Razzoli però ci hanno provato, Patrick Thaler e Stefano Gross hanno deluso. Il primo come qualcuno aveva ipotizzato, ci ha fatto rimpiangere Cristian Deville: mai in gara, sempre in balia del terreno, una

Mario Matt: «Quando ho vinto a St. Anton, 12 anni fa, ero proprio a casa mia ed ero giovane, non pensavo così tanto; ad Aare è stato diverso ancora perché arrivavo dall’infortunio, oggi, anche se non ho vinto, è stata un’emozione incredibile» Felix Neureuther: «Quando ho sentito il boato per Mario Matt mi sono spaventato, poi mentre scendevo, c’era molto silenzio e sapevo che se c’era silenzio era perché ero veloce. A me piace il rumore, ma quel silenzio è stato il più bel silenzio della mia vita. Il giorno prima mi ero allenato molto bene e ho cercato di portare quella sensazione positiva con me per non sbagliare un’altra volta. Comunque so cosa vuol dire correre un Mondiale in casa, Marcel ha fatto qualcosa di grandioso»

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TIFO DA STADIO Tutto esaurito sulle tribune dello ski stadium: 37.000 persone, il massimo. Poi oltre 15.000 fra bordo pista e nella via centrale sottostante. Una bolgia infernale, uno spettacolo incredibile. Schladming è lo sci, ma non sci qualsiasi. Bandiere, striscioni, cori e quando è sceso Hirscher nella seconda manche sono apparsi anche i vietatissimi fumogeni. Non c’è stato un atleta al termine della prima o della seconda manche che non abbia fatto riferimento allo spettacolo che si scorgeva dalla partenza. Non c’è stato atleta o allenatore che non si sia commosso davanti a questo spettacolo unico. Hirscher ha fatto impazzire una nazione con la medaglia d’oro e ha onorato la folla venuta in massa a sostenerlo. Unica pecca, ma qui è responsabilità della FIS, non aver inserito lo slalom in notturna. Ma forse sarebbe stato impossibile da gestire un evento del genere...

Marcel Hirscher: «Prima di partire ho iniziato a pensare che cosa sarebbe successo se fossi uscito davanti a quattro milioni di austriaci in TV e 50.000 persone a Schladming. Ho detto, qui mi ammazzano. Poi ho pensato che avrei dovuto andare più veloce possibile, la concorrenza era tanta e non volevo arrivare quarto per qualche decimo, meglio uscire piuttosto» Manfred Moelgg: «Ho cercato di dare tutto, di attaccare. Stavo bene, la pista era ideale per fare un ottimo risultato. Purtroppo un errore mi ha messo fuori gioco, ma io sono contento e soddisfatto perché sono consapevole di essermi espresso al massimo. Peccato, ma il mio è un grande Mondiale»

Special Guest

Angelo Weiss allenatore degli azzurri Al tecnico azzurro abbiamo chiesto qualcosa sul talento di Marcel Hirscher. «Ho visto tanti campioni in slalom ma Marcel Hirscher è un fuoriclasse autentico. La sua forza? Non è solo la tecnica sopraffina, ma quello che sbalordisce è la sicurezza, la precisione quasi robotica, come se nella sua testa non esistesse il pericolo di uscire, di inforcare».

Giuliano Razzoli: «Stavo andando bene, il cronometro era dalla mia parte. Poi un errore nel finale mi ha tolto dalla battaglia. Avevo ragione alla vigilia di crederci, ma purtroppo questa è la dura legge dello slalom» Stefano Gross: «Una brutta gara, non so darmi spiegazioni. Ero venuto a a Schladming convinto di poter lottare per una medaglia, invece nulla di tutto questo, La mia stagione? Un quarto e un quinto posto non mi bastano, non sono per niente soddisfatto» Claudio Ravetto: «Quest’anno va così in slalom. Siamo competitivi, forti, ma sbagliamo troppo. A Schladming credevo in una medaglia, eravamo vicini all’obiettivo. Dobbiamo lavorare sulla convinzione di valere i primi della classe».


Marcel Hirscher esausto dopo la vittoria in slalom

SCHLADMING - AUSTRIA 17 febbraio 2013 \\ schladming slalom \\ MASCHILE Tracciatori \\ M. Pfeifer (Swe) - D. Chastan (Fra) 1. Marcel Hirscher (Aut, Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.03 2. Felix Neureuther (Ger, Nordica) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.45 3. Mario Matt (Aut, Blizzard) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.68 4. Andre Myhrer (SWE, Nordica) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.52.08 5. Ivica Kostelic (Cro, Fischer) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.52.15 6. Alexis Pinturault (Fra, Salomon) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.52.27 7. Fritz Dopfer (Ger, Nordica) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.52.52 8. Jens Byggmark (Swe, Fischer) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.52.85 9. Mattias Hargin (Swe, Nordica) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.52.96 10. Mitja Valencic (Slo, Elan) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.53.20 11. Stefano Gross (Ita, Voelkl) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.53.34 DNF 1 Giuliano Razzoli (Ita, Fischer) DNF 2 Manfred Moelgg (Ita, Fischer) DNF 2 Patrick Thaler (Ita, Fischer)

TESTA A TESTA La classifica del podio finale dello slalom iridato è uguale a quella della prima manche: Marcel Hirscher alla fine stacca Felix Neureuther di 42 centesimi, guadagnando una manciata di centesimi al tedesco nella seconda frazione. Resiste il tirolese Mario Matt in terza piazza. Gli altri lottano: qualcuno è protagonista di eccezionali recuperi come il croato Ivica Kostelic che termina quinto, poi quarto c’è lo svedese Andre Myhrer che si fa sotto ma rimane ‘al palo’, portandosi a casa solo l’onore e la medaglia di legno. Il ‘nostro’ Manfred Moelgg si impantana dopo poche porte nella seconda, mentre il tedesco Fritz Dopfer, partito ‘a tutta’, lascia decimi preziosi sulla Planai e perderà due posizioni, chiudendo settimo. Miglior tempo dello slovacco Adam Zampa, che risale in quindicesima posizione, secondo tempo del giapponese Akira Sasaki. LA CURIOSITÀ’ Il silenzio in partenza. La gara più attesa, più sentita. Un’atmosfera unica, quasi surreale. Tanta tensione davvero. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Adam Zampa. Lo slovacco con il 26 chiude quindicesimo e stacca il miglior tempo di manche nella seconda. È del 90, crescerà ancora. LA DELUSIONE Gli azzurri, senza se e senza ma. In quattro nel primo gruppo, il migliore è Stefano Gross, undicesimo. PAGELLE AZZURRE Voto 6,5 a Manfred Moelgg. È vero, è uscito nella seconda manche dopo poche porte. Però è l’unico che ci ha provato, distinguendosi dall’anonimato del resto della squadra. Voto 5,5 a Giuliano Razzoli. L’olimpionico era in corsa per un posto con i big prima dell’uscita, ma è deragliato dalla Planai buttando all’aria sogni di gloria. Voto 5 a Stefano Gross. Ha fatto bene solo dieci porte, poi un errore e sempre a inseguire. Rispetto al Gross dello scorso anno a Schladming, irriconoscibile. Voto 4,5 a Patrick Thaler. Ha sbagliato completamente atteggiamento, non ha mai dato la parvenza di poter essere protagonista. Era forse meglio portare Cristian Deville?


campionati del MONDO SCHLADMING 2013

I PROTAGONISTI

MARCEL HIRSCHER

di Claudio Primavesi

@raceskimagazinE

MARCEL HIRSCHER

Il predestinato

L’ultima immagine del Mondiale è per questo ragazzo che ha saputo trasformare lo stress in benzina. E che sa dare il giusto peso al successo

È

l’ultimo eroe del Mondiale. L’ultimo in ordine di tempo, il fotogramma finale di Schladming è suo. Usiamo questo termine visto che proprio lui ha detto di lasciare parlare le immagini perché non sapeva descrivere le emozioni di un Mondiale fatto di ‘alti e bassi’. Già, alti e bassi, detto da uno che ha vinto un oro e un argento, oltre all’oro del Team Event… «Alti per i risultati, bassi per la pressione insopportabile, le domande stupide dei giornalisti, le polemiche per i miei post su Facebook, la mancanza di tempo per me… no, se il Mondiale fosse stato di quattro settimane non ce l’avrei fatta e neanche voi (rivolto ai giornalisti in sala stampa), vedo tante facce stanche». Marcel Hirscher doveva essere l’eroe del Mondiale austriaco, invece, se si guarda alla mera contabilità delle medaglie, è stato oscurato da Ted Ligety. Eppure ci risulta difficile metterlo su un gradino più basso dello yankee. Ha centrato tutti gli obiettivi possibili senza sbagliare un colpo (la storia del gigante era già scritta, salvo un’uscita di Ligety) mentre i suoi compagni di squadra venivano fatti a pezzi dalla pressione mediatica e dei fan. Lui lo stress l’ha usato «come benzina». Ci risulta difficile anche definirlo eroe. Marcel è l’antieroe per antonomasia, il filosofo. Ti guarda con quei suoi occhi di ghiaccio, pesa le parole, mai nulla detto a caso. Parole pesanti. Come

quando dopo il gigante ha detto ad Arianna Secondini della RAI «I’m sorry, but this is a stupid question». Come quando, a Mondiale finito, ha detto che, a pensarci bene, ci sono tante cose più importanti di una medaglia: «la famiglia, la fidanzata, gli amici, la salute». Già, la fidanzata Laura, con la quale («e con il cane») ha dormito la notte prima dello slalom nella sua amata Annaberg in Lammertal, a 40 minuti di auto da Schladming. Annaberg: una ventina di case, un hotel e due trattorie, un posto da lupi che per Marcel è un po’ come la coperta di Linus: «Quando entro in casa e chiudo la porta, il Mondiale rimane fuori». Questo antieroe è un professionista impecabbile: otto ore di sonno a notte, gran lavoratore (sempre seguito dal padre Ferdinand), nulla lasciato al caso. Idee chiare, concrete, poco spazio alle fantasie: «Non ho sognato di vincere una medaglia al Mondiale, non fa parte del mio modo di essere, forse solo da ragazzino, ma poi il mio obiettivo era entrare in nazionale, la vittoria una cosa troppo lontana e difficile». Quindici minuti prima dello slalom ha riflettuto su cosa sarebbe successo se avesse inforcato davanti a 50.000 austriaci e a mezzo Paese alla TV. Poi ha pensato ancora alla famiglia, alla fidanzata, alla salute. E ha deciso che sarebbe stato meglio uscire che arrivare quarto. Ecco, è proprio questo uno dei suoi due segreti: «Essere più veloce,

anche in allenamento, meglio uscire con il migliore intertempo che arrivare quarto». A ritroso, dall’esterno, sembra tutto facile, ma provate a chiedere a Felix Neureuther che cosa vuol dire correre un Mondiale in casa (e con più pressione sugli atleti nazionali che in Germania…). L’impresa di Hirscher è titanica. Lui riesce veramente a trasformare lo stress in benzina. Dopo il gigante ha detto che era stata la giornata più difficile della sua vita, si era persino svegliato alle 2 di mattina, lui che è così preciso nella programmazione del pregara. Troppo stress. Troppa benzina… Marcel è veramente così, la sua non è un’immagine costruita, come i tweet e i post su Facebook, che sono autentici, spontanei. È l’unico sciatore austriaco con appeal globale. Non a caso scrive tweet e post prevalentemente in inglese, a differenza della grande maggioranza dei suoi colleghi e delle sue colleghe. A proposito, prima dello slalom, prima di rischiare «di essere ammazzato» se avesse inforcato, ha scritto: Good morning guys! Back in #Schladming. Today: #Slalom I will rock!!!. La traduzione è superflua. Se fosse uscito si potrebbe dire che ‘se l’era tirata’… Marcel Hirscher, il ‘folletto di Annaberg’, 167 cm di altezza, che si accovaccia su un tavolo della sala stampa per rispondere alle domande dei giornalisti. Il ragazzo che domenica sera non ha voluto rinunciare alla festa con gli amici. L’atleta che vince con la testa prima ancora che con i piedi.

Nelle foto. Dall’alto Hirscher in azione nella prima manche, in versione ‘folletto’ in sala stampa con i giornalisti e mentre riceve la medaglia d’oro dello slalom da Gianfranco Kasper

Facts and figures

2 Le medaglie

totali vinte da Marcel Hirscher ai Mondiali, quelle di Schladming

4 Il posto occupato nella classifica del gigante di Val d’Isère 2009

6 Le medaglie vinte ai Mondiali Juniores, due per edizione, dal 2007 al 2009



INFO PR

Nelle foto A fianco: Gauthier De Tessières in azione ©Pentaphoto. Sotto: Ivica Kostelic ©Pentaphoto. In basso: David Poisson e Marion Rolland ©Pentaphoto

Una tuta mondiale La guaina realizzata dall’azienda monzese per la nazionale francese ha portato bene: due ori, un argento e un bronzo

L

a tuta da gara realizzata da Colmar, che la squadra francese di sci alpino ha indossato in occasione dei Mondiali di Schladming, ha portato bene. Il progetto, presentato da Paolo De Chiesa ai giornalisti insieme a Grange, Missilier e Tissot lo scorso gennaio ad Adelboden, è stato avviato a marzo 2012, chiedendo agli stessi atleti di contribuire con idee e suggerimenti. Molti di loro si sono prestati con divertimento a disegnare la tuta da gara ideale ed è dall’insieme delle loro idee, coordinate dalla creatività dei designer di Colmar, che ha preso forma questo outfit davvero particolare. I colori ovviamente sono quelli della bandiera francese, declinati su motivi fantasia. Sulla tuta, poi, sono state stampate nove stelle che richiamano i decenni di attività di Colmar che, nata nel febbraio del 1923, sta festeggiando i 90 anni di anniversario proprio adesso. Con questo look davvero particolare

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Colmar ha vissuto la bellissima prestazione di Gauthier De Tessières nel superG dei Mondiali, con la medaglia d’argento; poi la straordinaria performance realizzata da Marion Rolland nella discesa, quando ha sbaragliato le avversarie e si è aggiudicata la medaglia d’oro. Una conquista arrivata appena dopo il bronzo di David Poisson nella stessa disciplina. Infine altra gara, altra medaglia con l’oro a Tessa Worley nel gigante. Merci beaucoup a tous! E grazie anche a Ivica Kostelic che, altra gara e altro team, ha conquistato l’argento nella supercombinata, confermando, ancora una volta di essere un grandissimo campione. Medaglie che ribadiscono l’affiatamento di Colmar con i propri campioni nel realizzare capi che, grazie anche ai loro preziosi suggerimenti, sono altamente performanti e vincenti. www.colmar.it


INFO PR

Uvex, il casco da 450 grammi L’azienda tedesca ha presentato all’Ispo il nuovo modello da discesa e un’innovativa maschera CHE UNISCE DUE TECNOLOGIE

U

vex è sinonimo di qualità e innovazione, in tutti gli sport. L’azienda tedesca importata in Italia da Geier Diffusion, infatti, produce caschi, occhiali e maschere per le più svariate attività, dallo sci allo slittino. Senza dimenticare la divisione antinfortunistica. Ecco perché ogni anno arrivano nuovi prodotti che soddisfano gli ultimi requisiti in termini di sicurezza e comfort. Come per esempio il rivoluzionario casco in carbonio Race 3 Carbon, che soddisfa le nuove specifiche richieste dalla FIS per le gare di velocità FIS 2013 (6,8 m/s) EN 1077 A / ASTM F 2040. Un dato su tutti: 450 grammi di peso. Dotato di chiusura Monomatic e imbottitura removibile con multi densità del guscio, fodera asportabile e antiallergica. Come se non bastasse, ecco un altro prodotto rivoluzionario, una maschera che combina le tecnologie Variomatic e Polavision. La tecnologia Variomatic permette alle lenti di adattarsi automaticamente alle condizioni di luce, mentre Polavision protegge dal riverbero grazie a lenti in policarbonato che dispongono di un filtro polarizzatore. www.geierdiffusion.com

Nelle foto. Sopra. Il casco Uvex Race3 Carbon, sotto la maschera Uvex Downhill 2000 Polavision Pro

Schladming 2013

Un pieno di medaglie

Nella foto. Dominik Paris ai Mondiali di Schladming

Il Mondiale di Uvex si è chiuso con l’argento di Felix Neureuther nello slalom, la classica ciliegina sulla torta. La soddisfazione più grande è l’argento di Dominik Paris nella discesa. Senza dimenticare il secondo posto di Lara Gut nel superG, il ritorno alla medaglia di Nicole Hosp, bronzo nella combinata dopo dieci anni dalla medaglia di St. Moritz, l’argento di Ivica Kostelic, il bronzo di Anna Fenninger nel gigante e l’argento di Michaela Kirchgasser nello slalom.

MARZO 2013 \\ 93


INFO PR

Il teschio Energiapura di Hirscher Il brand italiano a Schladming ha realizzato protezioni speciali per il campione austriaco che saranno in vendita dalla prossima stagione

C

he Marcel Hirscher sia stato un protagonista assoluto di Schladming 2013 non ci sono dubbi. Le emozioni dello slalom sono state uniche. Una vittoria davanti a 50.000 tifosi, come in uno stadio… L’austriaco è una star globale dello sci, conosciuto in tutto il mondo. Forse l’unico austriaco che ‘buca’ lo schermo. Ne sappiamo qualcosa noi di Race che ogni volta che condividiamo una sua foto sulla nostra bacheca… veniamo sommersi dai likes. Marcel è conosciuto come uno dei più seri professionisti del Circo Bianco. Non lascia nulla al caso. E anche il look vuole la sua parte. A Schladming non sono passati inosservati gli irresistibili parastinchi e parabraccia rossi (a proposito, un colore vincente!) indossati nello slalom. Prodotti hi-tech, in carbonio, che portano anche il tricolore sul podio. Infatti sono stati realizzati da Energiapura, il brand veneto che è fornitore ufficiale della federsci austriaca. Prodotti definiti ‘protezioni’ ma che in realtà sono funzionali alla prestazione, con quel design anatomico e la forma pensata per fare scivolare via subito il palo. «Avevamo pensato a un logo M. H., ma non rispettava le regole FIS, allora dallo staff di Hirscher ci hanno fatto sapere che andava cambiato dicendoci che non sarebbe stato male il teschio che ha reso famosa Energiapura e noi lo abbiamo prodotto in una serie speciale…» hanno fatto sapere da Energiapura. Il risultato è decisamente bello e vistoso. Volete avere anche voi i parastinchi e i parabraccia di Hirscher? Nessun problema, dalla prossima stagione invernale saranno in vendita. L’attesa è cominciata… www.energiapura.info

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Nella foto: Marcel Hirscher sul traguardo della Planai di Schladming. Al braccio la nuova protezione Energiapura


AUTOMOBILI | ANTEPRIMA

Nella foto. Da 23.450 a 32.750 euro. Il prezzo di lancio fino al 31 marzo è di 23.450 euro per la versione 1.6 EcoBoost da 150 Cv e 24.950 euro per la versione 2.0 TDCi da 140 Cv. Il top di gamma 2.0 TDCi 163 Cv 4WD Powershift in allestimento Titanium costa 32.750 euro.

Ford Kuga Più grande, più capiente, più sicura, più efficace su ghiaccio e neve. La Suv Ford fa un balzo in avanti rispetto al passato. Mossa da un 1.6 turbo benzina da 150 Cv o da un 2.0 td da 140 o 163 Cv, può adottare il cambio a doppia frizione PowerShift. Prezzi da 23.450 euro

è

diventata grande. Nelle dimensioni, nei contenuti tecnici, nelle dotazioni di sicurezza. La nuova generazione di Kuga, Suv compatta di casa Ford, oltre al look rinnovato beneficia di soluzioni particolarmente interessanti per quanti frequentano la montagna. Prima fra tutte la trazione integrale ‘intelligente’, forte della ripartizione della coppia tra gli assali in funzione delle condizioni d’aderenza e dell’azione combinata del controllo elettronico della trazione sui singoli dischi freno, così da rallentare la ruota maggiormente incline a perdere grip riportandola all’aderenza ottimale. Soluzioni che favoriscono la progressione sui fondi innevati o ghiacciati, cui si aggiunge il controllo elettronico della stabilità evoluto rispetto al passato, così da agire non solo sul sistema Abs, quindi sui freni, ma anche sull’acceleratore, parzializzando autonomamente il gas al fine

di riportare in traiettoria il veicolo qualora stia per scivolare. Cambio anche a doppia frizione La nuova Kuga è disponibile con un 4 cilindri EcoBoost 1.6 turbocompresso a iniezione diretta di benzina da 150 Cv e 24,5 kgm di coppia abbinato alla trazione anteriore, accreditato di una percorrenza media di 15,1 km/l. La propulsione a gasolio è invece affidata all’unità, sempre a 4 cilindri, Duratorq 2.0 TDCi common rail da 140 Cv e 32,6 kgm con trazione sia anteriore (18,9 km/l) sia integrale. Quest’ultima abbinata alla trasmissione manuale a 6 rapporti (16,9 km/l) oppure al cambio a doppia frizione a 6 marce PowerShift (16,1 km/l). Top di gamma il 2.0 td da 163 Cv e 34,7 kgm a trazione integrale abbinato al cambio a doppia frizione. In questo caso la percorrenza dichiarata si attesta a 16,1 km/l. Tutti i propulsori rispettano la norma antinquinamento Euro 5.

Portellone ad apertura automatica Grazie alla lunghezza superiore di 8 cm rispetto al precedente modello, la capienza del bagagliaio aumenta di 46 litri e, al contempo, l’accessibilità al vano di carico migliora grazie ai sedili posteriori reclinabili con un unico gesto. Debutta il portellone posteriore ad azionamento automatico, funzionale quando si hanno le mani impegnate con sci e bagagli: si apre semplicemente avvicinando per alcuni secondi un piede al paraurti. Curato il capitolo sicurezza. La nuova Kuga ha ottenuto cinque stelle, il massimo, nei test Euro NCAP. Brilla, in particolare, il sistema Ford SYNC con Emergency Assistance che, tramite telefono Bluetooth, chiama automaticamente il 112 in caso d’incidente, segnalando la posizione del veicolo e comunicando l’accaduto nella lingua locale, automaticamente selezionata. Oltre ad Abs, Esp, 7 air bag e assistente alla partenza in salita, sono disponibili in base ai diversi allestimenti l’arresto d’emergenza in caso di collisione imminente nel traffico urbano, l’avviso d’ostacolo nella zona d’ombra, il sistema di mantenimento della corsia di marcia, gli abbaglianti automatici, il riconoscimento dei segnali stradali e il monitoraggio dell’attenzione del guidatore.

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INFO PR

Rewoolution Raid lancia la sfida agli sci club Il 16 e 17 marzo seconda tappa della manifestazione multisport. Sulle Dolomiti iscrizione gratuita per le tre prime società che si iscriveranno tramite Race ski magazine

Nelle foto. A fianco una fase della gara 2012 ©Giovanni Marchesi, Ancora un’immagine del 2012 ©Olaf Pignataro Sotto una delle prove della tappa di Livigno ©Daniele Castellani.

Una classifica speciale per le società Perché non portare i propri atleti a competere in una gara diversa? Serve destrezza, multilateralità, capacità di prendere decisioni in tempi rapidi. All’interno dei Rewoolution Raid Winter verrà redatta anche una speciale classifica per gli sci club. Per le tre prime società che si iscriveranno inviando un’email a info@ rewoolutionraid.com citando nell’oggetto ‘iscrizione race ski magazine’, quota di partecipazione gratuita.

D

opo il successo della prima tappa di Livigno dello scorso 26-27 gennaio, con 35 team iscritti, sta per tornare Rewoolution Raid Winter 2013, l’adventure race ideata e supportata da Rewoolution, innovativo marchio italiano di abbigliamento tecnico sportivo in pura lana Merino. Cornice del secondo round della stagione, in programma per il 16 e 17 marzo, saranno le Dolomiti. Val Gardena, Val di Fassa, Val Badia, Arabba e Marmolada costituiranno il terreno di gara su cui i partecipanti dovranno sfidarsi. Divisi in team composti da tre skier, telemarker o snowboarder, gli iscritti al Rewoolution Raid avranno l’obiettivo di raccogliere il maggior numero di punti. Per far ciò, dovranno cimentarsi in una serie di prove tecniche sulla neve: parallelo, freeride, freestyle, slalom gigante, skicross, gobbe e km lanciato. Inoltre, sfruttando astuzia e senso dell’orientamento, dovranno individuare i numerosi check point indicati nel road book consegnato alla partenza. I team che avranno ottenuto il punteggio più alto nella propria cate-

96 \\ MARZO 2013

I risultati di Livigno

Ecco, in sintesi, i risultati della prima tappa dei Rewoolution Winter Raid, svoltasi a Livigno il 26 e 27 gennaio scorsi. Nella categoria Pro, dietro al Team Engadina, gli Italian Cowboys e il Team Dudestepbrothers. Tra gli Amateur, nell’ordine: X-Max Team Bg, Sciare Mag e Carosello 3.000. Negli Shop successo sempre per X-Team, seguito da Tendaggi Fariello ed Essence of Freedom. Infine, per la speciale classifica donne, primo posto al Team Skadi, secondo al Team M6-sport.com e terzo al Team Le Bombardine.

goria (pro o amateur), oltre a essere ricompensati con attrezzatura tecnica, avranno la possibilità di concorrere per l’ambito premio finale: un viaggio alla scoperta della Nuova Zelanda, terra da sogno dalla quale proviene la lana utilizzata per le creazioni Rewoolution. Sarà la somma delle classifiche delle due tappe (Livigno e Dolomiti) a decretare le due squadre vincitrici, ma l’occasione di vivere la straordinaria avventura nell’emisfero australe sarà riservata anche a un fortunato team estratto a sorte tra quelli iscritti alla categoria amateur. Riusciranno il team Engadina (pro) o il team X-Max (amateur), vincitori della tappa di Livigno rispettivamente con 29.000 e 28.500 punti, a imporre nuovamente il loro dominio e a volare in Nuova Zelanda? Per chiunque volesse provare a batterli e vivere un’indimenticabile esperienza outdoor in compagnia di Rewoolution, sono aperte le iscrizioni sul sito www.rewoolutionraid.com. Da questa edizione, inoltre, c’è anche un trofeo speciale per gli sci club. www.rewoolutionraid.com/it


Race Ski Magazine n. 124 marzo 2013

a cura di Simona Righetti

Officina Italiana: chiesto il Concordato Preventivo L’annuncio dell’accordo fra Bailo e Vist per la creazione di Officina Italiana era avvenuto a fine 2011, ma è notizia fresca di inizio 2013 il concordato preventivo richiesto dal gruppo ai propri creditori. In un comunicato stampa è proprio Elmar Stimpfl, creatore del marchio Vist, a sottolineare come banche e investitori non assicurassero più alla

società la necessaria copertura finanziaria per il proseguimento dell’attività. I diritti del marchio Vist sono stati trasferiti a Punto Azzurro di Rovetta, in provincia di Bergamo, storico fornitore dell’azienda, mentre Bailo è stata ceduta al gruppo svizzero Albiro. Risulterebbe non interessata dal concordato preventivo Vist Tech.

Lo stand di Briko ad ISPO 2013

Lo stand Vist ad ISPO 2013. Il concordato preventivo di Officina Italiana non ha bloccato la presentazione della nuova linea per la stagione 2013/2014

Marker: un’azione legale contro Salomon e Tyrolia?

L’annuncio risale all’inizio di febbraio: Marker avrebbe richiesto ad un tribunale tedesco l’apertura di un’azione legale contro Salomon e Tyrolia per la violazione di un brevetto e per concorrenza sleale. La materia del contende-

Briko: sempre piu’ ‘vicina’ al gruppo Salewa

re sarebbero i due modelli di attacco presentati dai due marchi in occasione della fiera ISPO 2012; Marker avrebbe infatti ravvisato un’eccessiva somiglianza (si tratterebbe in particolare del design di una molla laterale) fra i modelli

Guardian e Adrenalin e il suo attacco Duke, lanciato circa cinque anni fa. Al momento non ci sarebbe una richiesta preliminare di Marker di ritiro dal commercio dei prodotti Salomon e Tyrolia.

Dopo un anno davvero non facile per l’azienda, con un calo nelle vendite di circa il 10%, Briko sembra sempre più vicina al gruppo Salewa; è infatti attraverso la rete di distribuzione dell’azienda bolzanina che Briko veniva distribuita in Austria, Francia e Polonia, mentre dal 2013 Salewa si occuperà della distribuzione anche per quanto concerne il mercato tedesco.

Amer Sports: in crescita

Argus Capital: un acquirente per Elan

Gli ultimi tre mesi del 2012 hanno fatto registrare un calo di circa il 3% nelle vendite di prodotti per gli sport invernali del gruppo Amer Sports. Da segnalare l’impatto negativo sui preordini di una passata stagione invernale davvero povera di neve, mentre i riordini all’inizio del periodo invernale si sono attestati su un buon livello. L’esercizio 2012 si chiude così con un calo di circa l’8% nel segmento winter equipment per il gruppo, a fronte di un incremento complessivo dei ricavi di circa il 5%.

A fine gennaio il fondo di private equity Argus Capital avrebbe firmato una lettera di intenti per l’acquisto della quota azionaria indirettamente detenuta dallo stato sloveno in Elan. La vendita dovrebbe essere finalizzata a fine aprile, sempre che i risultati della due diligence del fondo sui conti di Elan risultino positivi. Il management dell’azienda avrebbe accolto con molto favore la notizia, infatti l’ingresso di un investitore privato potrebbe rinforzare di molto la stabilità finanziaria dell’azienda.

Il mercato degli sport invernali può tirare un sospiro di sollievo?

Anche quest’anno presenze record alla fiera di Monaco di Baviera. A giudicare dalla quantità di visitatori la ‘crisi’ negli sport invernali parrebbe non esistere...

Andrà in scena dal 17 al 19 aprile a Bolzano la tredicesima edizione di Prowinter, la manifestazione di riferimento per il settore del noleggio e degli sport invernali; a complemento della fiera specializzata il PROWINTER FORUM, un programma di contorno dedicato a laboratori, conferenze stampa e innumerevoli premiazioni.

Sono stati diffusi in occasione dell’ISPO di Monaco di Baviera i risultati di una ricerca condotta da SGI Europe sull’andamento degli ordini e delle vendite nel settore degli sport invernali a livello europeo. Nonostante le vendite per la stagione in corso siano state inferiori rispetto all’anno scorso, in particolare nel segmento dell’abbigliamento sportivo, le aspettative degli operatori del settore per i preordini relativi alla prossima stagione invernale sono positive. All’interno del campione - composto da più di 200 partecipanti divisi fra produttori, di-

Di seguito il programma dei principali eventi in calendario. Mercoledì 17 aprile: ore 11 inaugurazione ufficiale della Fiera, ore 14 premiazione dei migliori atleti italiani organizzata dalla Fisi, ore 16 premiazione della 12° edizione del Gran Premio Pool Sci Italia, ore 19 la seconda edizione della Stricker Vision. Giovedì 18 aprile:

stributori e negozianti - il 37,7% parla di una riduzione delle vendite di abbigliamento sportivo invernale all’interno del proprio paese o in Europa in generale rispetto alla stagione 2011/2012, mentre per il 21,1% si parla di un incremento, il 25,7% di un risultato stabile e il 15,4% del campione non risponde alla domanda. Un segnale positivo arriva però dall’abbassamento degli stock di magazzino di distributori e retailer, che fa pensare ad un trend di ordinativi crescenti per la prossima stagione.

ore 13 l’ormai storica premiazione Energiapura Children Series, nata dalla collaborazione fra Energiapura e la rivista Race Ski Magazine, in cui verrà consegnata ai migliori Children d’Italia un’esclusiva tuta Energiapura. Venerdì 19 aprile: ore 11 la consegna ufficiale dei diplomi maestri di sci, snowboard e fondo.


Controcopertina di Gabriele Pezzaglia

Un'occasione sprecata Se vogliamo far crescere l'interesse per lo sci agonistico bisogna cambiare registro: più gossip, conferenze stampa vivaci, regole meno rigide. Prendendo spunto da austriaci e americani L'immagine del telecronista della televisione tedesca che chiede una battuta a Dominik Paris alla partenza dello slalom della supercombinata la dice tutta su come all'estero sono capaci di fare informazione nello sci alpino e soprattutto sulla qualità e l'efficacia di quest'ultima. Noi avremmo detto 'che non si può', da noi avrebbero sostenuto che 'si disturba la concentrazione degli atleti'. In sala stampa sfogliavamo ogni mattina le pagine del Kronen Zeitung, quotidiano austriaco, e dello svizzero Blick. C'era Anna Fenninger nuda e pitturata come un leopardo, c'era Nicole Schmidhofer truccata e vestita come per un ballo delle debuttanti, c'era la notizia dell'aereo privato di Tiger Woods per Lindsey Vonn. Pezzi brillanti, colorati, aperti alla massa o, come direbbero gli inglesi, 'catch-all', ossia 'per tutti'. Noi avremmo detto che 'sono immagini poco tecniche' o che 'agli amanti della montagna non interessano questi risvolti'. Le feste affollate di Tirol Berg con Tina Maze che cantava sul palco, con Christof Innerhofer griffato 'Armani' che sembrava un divo di Hollywood e le ragazzine che si strappavano i capelli alla ricerca di una foto, con Michaela Kirchgasser in pista a ballare fino a notte fonda rimarranno momenti indelebili. Palcoscenici utilizzati da questi campioni della neve per poter far parlare di loro anche senza casco e maschera. Senza nulla togliere a Chalet Italia, che ringraziamo per disponibilità e cortesia, ma le nostre medaglie sono state festeggiate fra pochi intimi. Cinque minuti per gli scatti fotografici al taglio della torta sono troppo pochi, non 'rendono'. E meno male che abbiamo atleti come Manfred Moelgg, disponibili e navigati, sensibili al tema della comunicazione, che rendono ogni momento una favola da raccontare. Abbiamo assistito alle conferenze stampa del dopo gara e alla maggior parte di quelle delle federazioni straniere. Le nostre sono obsolete. Sicuramente noiose, pochi i contenuti all'ordine del giorno. C'è qualcuno (non facciamo i nomi ma è facile capire di chi stiamo parlando) che si prende anche il lusso di non rispondere alle domande dei giornalisti, quando Ted Ligety, Mikaela Shiffrin o l'eroe di casa Marcel Hirscher discorrono amabilmente e lungamente, propongono temi di discussione, sviluppano un confronto. È inutile girarci intorno: siamo indietro quando dovremmo essere i più bravi a comunicare questo sport, sapendo quanta ostilità incontriamo con il sistema Italia che vive di solo calcio. Paradossale. Anzi, stupido. Da parte nostra ce la mettiamo tutta e cercheremo di farlo sempre, raccontando i dietro le quinte, le curiosità, le novità. Questo è il giornalismo vero, quello dell'inviato, quello che deve far vivere un evento a chi non è presente. Ma a volte non è facile. Dobbiamo tutti, giornalisti, federazione e manager degli atleti, guardarci negli occhi e cambiare. Così stiamo sprecando un'occasione. gabriele.pezzaglia@mulatero.it

Dominik Paris intervistato dalla televisione tedesca alla partenza dello slalom della supercombinata




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