Race 127

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APPROFONDIMENTO RACE SKI MAGAZINE È DISPONIBILE IN VERSIONE SMARTPHONE E TABLET

IL PUNTO CON DAVID CHASTAN SUL TEAM FRANCESE DI GIGANTE

SKI PEOPLE

THE INSIDER

TINA WEIRATHER, QUANDO IL TALENTO VA OLTRE IL PEDIGREE

JULIEN LIZEROUX E IL MIRACOLO DELLA PERSEVERANZA

Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1. LO/MI

ISSN 1594-8471

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ccia e r f s Paris k i n i come e s i Dom u Lo e k a tto L e r i a d eno r t ata: n u m r e f sola a n 014… u 2 i h c con So

LARA GUT CONTINUA IL MAGIC MOMENT DELLA TICINESE, A SEGNO IN DISCESA E SUPERG A BEAVER CREEK

MOMENTI

INDECISIVI ALLEGATO s REPARTO CORSE SEMPRE PIÙ il magazine dello SERRATA LA LOTTA PER IL TITOLO sci giovanile

MARCEL HIRSCHER ‘MARCELLINO’ NON FA SCONTI E RIPARTE CON IL SOLITO RITMO NELLO SLALOM DI LEVI

Numero 127 DICEMBRE 2013 mensile

6 euro

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di Davide Marta* *piemontese, classe 1974, maestro di sci, direttore responsabile della rivista di cui si occupa da quasi vent’anni. Si prepara per fare il papà...

OPINIONE

EDITO

GO HARD OR GO HOME N

on è stata tanto la sua prestazione nella seconda manche a Levi a stupirmi. Sapevo che Henrik Kristoffersen era un talento cristallino e che prima o poi sarebbe esploso, lo seguiamo da diverse stagioni. È stato l’atteggiamento. Quella che mi è rimasta impressa è stata la sua carvata nel parterre d’arrivo. Non l’ho trovata irriverente, ma giusta, spontanea, doverosa. Cosa deve fare un ragazzo di diciannove anni quando si trova per la prima volta là davanti in Coppa del Mondo, con il suo nome sul tabellone luminoso? Esultare, sorridere, lasciarsi andare. Ecco, questo è l’atteggiamento giusto. Lo stesso che ha avuto Henrik nel guardare negli occhi Marcel Hirscher e battergli un cinque, senza sfidarlo, semplicemente sentendosi un ragazzo come lui, che scia forte e che ogni volta che esce dal cancelletto prova ad andare più veloce degli altri. È tutto qui, non c’è altro. Potrei allungare l’elenco, dato che proprio a Levi abbiamo avuto una sfilza di ragazze che alla prima gara di Coppa del Mondo, o quasi,

si sono qualificate per la seconda manche, hanno messo in fila blasonate habitué del Circo Rosa e si sono anche morse i pugni se nella seconda manche hanno perso qualche posizione. Senza scomodare il fenomeno Mikaela Shiffrin, vogliamo parlare di Christina Ager, diciotto anni appena compiuti, quarta in classifica all’esordio assoluto in Coppa del Mondo, partendo con il pettorale 53? La sua è stata una prestazione straordinaria, del tutto inattesa. Ma nelle FIS dell’anno scorso non era mai stata particolarmente avanti, soprattutto rispetto alle nostre ragazze della stessa età. E allora? Mi immagino già i commenti. «Vorrai mica dire che le nostre atlete sono da Coppa del Mondo?». Sì, invece. Voglio proprio dire questo. Guardando le classifiche di inizio stagione mi sorprendo che qualcuno si stupisca che Marta Bassino si sia piazzata nelle posizioni alte della classifica in Coppa Europa, che abbia vinto le FIS. Scia divinamente, ha talento, ha coraggio, cosa dovrebbe fare? Gavetta? Presentarsi lì e fare

La carvata di Henrik Kristoffersen sul traguardo di Levi ©Zoom

un trentasettesimo posto per fare esperienza? Atleti e atlete come lei, che dimostrano di avere talento, vanno mandati avanti, senza paura, senza condizionamenti, senza l’obbligo di arrivare per fare punti, per conservare il posto in squadra. Perché hanno il passo e le potenzialità per fare risultato, hanno la freschezza per attaccare senza paura. E se non ci riescono le prime volte, pazienza, lo faranno. Il grave errore dello sci italiano è proprio questo, l’insabbiamento nelle gerarchie delle squadre C, della bagarre per un posto in Coppa Europa, nello spauracchio di non essere convocati la prossima volta se non si arriva al traguardo in zona punti. L’atteggiamento da caserma che vige nelle squadre nazionali. Mi hanno riferito in questi giorni di una frase rivolta ad un giovane che andava ad allenarsi con i ‘grandi’: «vai a lisciargli la pista?». Il grave è che gli è stata rivolta da uno dei tecnici del suo gruppo. Ma vi rendete conto? È ora di finirla. Mi piacerebbe vedere ragazze e ragazzi che si divertono a sciare, pronti a sfidare i ‘mostri sacri’ della Coppa del Mondo. Che non hanno due teste o quattro gambe, sono ragazzi e ragazze come loro. E non ditemi che i talenti non vanno bruciati. Perché da diverse generazioni, per non bruciare i giovani, abbiamo finito per renderli tristi, omologarli ed annoiarli, affondarli nelle sabbie mobili delle FIS Giovani, del Grand Prix e di tutte queste trovate utili solo a far spendere soldi alle famiglie e ai Comitati. E non ditemi «beh, cosa ci insegni, con Paris è stato fatto così, quelli forti vanno tutti avanti». Se non fosse stato per la lungimiranza di qualcuno, per come funziona la federazione, Domme sarebbe rimasto a casa già dal secondo anno di Comitato e a quest’ora sarebbe a fare il muratore in Val d’Ultimo. #gohardorgohome @raceskimagazine


Contenuti

Race ski magazine 127 - Dicembre 2013 SERVIZI LA PRINCIPESSA DEL LIECHTENSTEIN Intervista esclusiva alla ‘figlia d’arte’ Tina Weirather di Claudio Primavesi

30 IMPOSSIBLE

20

CE N’EST PAS FRANCAIS

MAGAZINE SOCHI 28 Tutte le news in attesa dei Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 a cura della redazione

Abbiamo intervistato David Chastan, allenatore responsabile del gruppo discipline tecniche della Francia che ha stupito tutti a Soelden. di Claudio Primavesi - foto Zoom

DOMME THE COWBOY 36 Esordio stagionale per i discesisti a Lake Louise, con gli azzurri subito protagonisti di Gabriele Pezzaglia LADY RAPTOR 42 Anche sulle piste iridate di Beaver Creek si conferma alla grande Lara Gut di Claudio Primavesi LA LEGGE DI MARCEL & MIKAELA L’opening dello slalom ha confermato ai vertici i vincitori della coppetta 2013 di Gabriele Pezzaglia

50

SERVE UNA SQUADRA DI SLALOM! 58 Inchiesta sulla crisi, ormai decennale, della squadra azzurra femminile di slalom di Claudio Primavesi A LONG WAY TO THE TOP… Intervista esclusiva al talento azzurro Dominik Paris di Gabriele Pezzaglia

68

COPPA EUROPA, PARTENZA AL NORD 76 Il punto della situazione sulle prime tappe stagionali del circuito continentale di Andrea Chiericato NO STRESS 78 Intervista ad Alex Zingerle, il promettente gigantista della Val Badia di Gabriele Pezzaglia FINALMENTE NICOLE! Dopo infortuni e problemi sembra sbocciare il talento di Nicole Agnelli di Gabriele Pezzaglia

80

ASSEMBLEA STRAORDINARIA, QUESTIONE DI METODO 82 Torniamo sul tema della modifica dello statuto FISI trattata sul numero scorso di Luca Donegana SCUOLA DI SCI O SCI CLUB? 83 Abbiamo affrontato lo ‘spinoso’ argomento con Maurizio Bonelli, presidente AMSI di Luca Giaccone

4 \\ DICEMBRE 2013

Nella foto. Alexis Pinturault in allenamento a Tignes a ottobre ©Dom Daher/Red Bull Content Pool

RUBRICHE Editoriale ���������������������������������������������������������������������������������1 The insider ������������������������������������������������������������������������������6 Coach’s corner ����������������������������������������������������������������������8 Magazine internazionale ����������������������������������������������� 12 Un’estate di Twitter ���������������������������������������������������������� 16 Instagram Parade �������������������������������������������������������������� 18 Magazine Italia �������������������������������������������������������������������64 Il giornale del mercato ���������������������������������������������������96

FACEBOOK Alexis Pinturault 23 ottobre LE moment le plus pénible dans la carriere d’un skieur, c’st quand il faut faire son sac... Demain direction Sölden!



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Contributi fotografici: Ralf Brunel, Enrico Schiavi Area tecnica e opinionisti: Marco Pastore, Mauro Pini In copertina: Arriva l’uomo nero! Dominik Paris fa davvero paura e il suo successo nella discesa di Lake Louise lo conferma tra i grandissimi della disciplina. (foto Alain Grosclaude - Zoom Agénce)

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4 \\ DICEMBRE 2013

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Marco Pastore* *Istruttore nazionale, allenatore di terzo livello, responsabile sponsorizzazioni atleti Dainese e racing Italia Tecnica-Blizzard

OPINIONE

*THE INSIDER

La tappa di Levi non ha regalato molte soddisfazioni agli azzurri, lo sappiamo, ma non sono mancati spunti di grande interesse. Giovani alla ribalta sì, ma anche ‘veterani’ più competitivi che mai. Basti pensare a Patrick Thaler, salvatore della patria, sesto e in piena lotta per il podio. Oppure Benjamin Raich, ancora nella top ten dopo ben 408 gare di Coppa. Ma vale la pena soffermarsi su quello che può essere considerato un mezzo miracolo, sicuramente una grande impresa. Julien Lizeroux, classe 1979, tre vittorie e nove podi in Coppa del Mondo, due medaglie d’argento ai Mondiali di Val d’Isère 2009, dopo quasi tre anni di stop per infortunio si ripresenta al cancelletto di partenza nel massimo circuito con il pettorale 63 e chiude al diciassettesimo posto. Abbiamo voluto sentire direttamente il campione francese per capire meglio cosa abbia passato e come sia riuscito a tornare al vertice. «I miei primi guai fisici risalgono al 2005, quando sono stato sottoposto a intervento chirurgico al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Un’operazione che ha comportato l’asportazione di una parte del tendine del muscolo quadricipite. Da allora ho sempre avuto problemi, ma sono comunque riuscito ad allenarmi e gareggiare al massimo delle mie possibilità fino al 2010, quando la

Miracolo Lizeroux Dall’incubo di non poter più sciare al diciassettesimo posto di Levi: la parabola del campionissimo francese è una di quelle storie che fanno bene al nostro sport

situazione è peggiorata sensibilmente. A gennaio 2011 ho dovuto fermarmi e sei mesi dopo ero di nuovo sotto i ferri. La diagnosi non lasciava molte speranze per un ritorno alle gare: strappo per l’80% del tendine del quadricipite. Dopo sei mesi di riabilitazione, un’altra botta al morale. L’operazione non aveva risolto nulla e quindi, tutto da capo. Nel luglio del 2012, un’altra operazione con rimozione di cartilagine e dopo l’ennesima lunga fase di riabilitazione, il 30 novembre 2012, con una pausa di ben 652 giorni, ho potuto rimettere gli sci. Non mi sembrava vero, stavo meglio, ma allo stesso tempo il mio obiettivo era poter tornare a condurre una vita normale, poter sciare e correre, insomma, fare sport, la cosa che amo di più. I dubbi sul possibile ritorno all’agonismo erano davvero tanti, ma devo dire che non ho mai smesso di credere in me stesso. Ho ripreso progressivamente ad allenarmi, il ginocchio faticava parecchio, ma sono riuscito a dosare al meglio il lavoro, consapevole delle

Nelle foto: Due momenti della giornata di Julien Lizeroux a Levi: la ricognizione e l’esultanza sul traguardo della seconda manche

difficoltà. Purtroppo non sarò più quello di prima fisicamente, sento ancora dolore e non posso allenarmi al 100% di intensità. Questo non significa però che non possa ancora andar forte e a Levi ne ho avuto la conferma. Penso ogni giorno all’obiettivo primario, poter praticare sport e soprattutto divertirmi, a cominciare dalla Coppa del Mondo. Certo, partire con numeri così alti complica le cose, fa parte del gioco, ma non si sa mai cosa possa succedere. Tecnicamente sto lavorando per stabilizzare al meglio il mio corpo, consapevole di non poter più prendere gli stessi rischi di tre anni fa per via della mia condizione fisica. Con i materiali mi trovo molto bene e, pur avendo cambiato fornitore, non noto grossi cambiamenti in slalom rispetto al 2010». Dalle parole di Julien Lizeroux si evince una grande voglia di fare sport, di tornare competitivo, ma anche di dare la giusta importanza al divertimento. Un campione vero, simpatico, determinato, al quale è impossibile non augurare il meglio. Lo aspettiamo per un’altra battaglia a casa sua, in Val d’Isère il 15 dicembre.


Nelle foto: Julien Lizeroux in azione nella seconda manche di Levi.


COACH’S CORNER OPINIONE

Sport di squadra o individuale?

Mauro Pini* *Ticinese, ha allenato la nazionale spagnola, Lara Gut ed è stato DT degli uomini e delle donne svizzere. Oltre ad altre esperienze in giro per il mondo… sempre sci ai piedi

Meglio arrivare settimo dietro a tre o quattro compagni che primo della propria squadra. Lo insegnano i francesi del gigante e lo ha capito anche Lara Gut È l’eterna discussione in merito alla gestione di atleti all’interno di una squadra. In funzione di allenatore ho avuto la fortuna di esercitare a tutti i livelli, in diverse strutture e in tutte le sue forme. Prima le esperienze con sci club e comitati, in seguito in Nuova Zelanda con una squadra praticamente sovvenzionata dai genitori, poi in Spagna, con una squadra piccola senza strutture. Arriviamo alla Svizzera, con il team privato di Lara Gut, dove a quell’epoca si ‘lottava’ contro tutti e tutto, per poi proseguire per la squadra maschile più forte di quegli anni e perfettamente organizzata. L’ultima esperienza lavorativa, al comando del settore femminile svizzero, mi ha permesso di sviluppare ulteriormente le sfaccettature manageriali che un allenatore completo deve avere per essere considerato tale. Un tale Karl Frehsner, forse l’allenatore con più successi e ‘longevità professionale’ dice che bisogna avere almeno venticinque anni di esperienza prima di potersi definire un allenatore ben formato! Io, al contrario di quello che potreste pensare, ritenendomi un individualista perché ho lavorato con Rienda-Contreras e il team privato di Lara, sono sempre stato per l’identificazione del team. La dinamica di squadra pro-active deve essere forgiata dallo staff tecnico, il quale deve essere il primo a credere in questo tipo di progetto. Se non sussistono i presupposti di alchimia e professionalità tra le persone che sono incaricate di creare le premesse per un lavoro di squadra, risulta poi alquanto difficile creare le basi per un lavoro di gruppo efficace, che possa portare l’atleta singolo agli ultimi 5 secondi prima della partenza e farlo diventare ‘invincibile’. Un aspetto che ho sempre fatto fatica a ‘digerire’ è la dispersione di energia all’interno delle squadre nazionali. Tutti contro tutti! Dispersione di energia in gelosie, in dettagli futili che compromettono la serenità e lo star

10 \\ DICEMBRE 2013

bene all’interno di una dinamica positiva. Questi sono, a mio avviso, i limiti delle grandi squadre, generalmente ancora strutturate in compartimenti stagni, gruppo contro gruppo, allenatori contro allenatori, con atleti che cercano di trovare soluzioni individuali pensando di ‘saperne una più dell’altro’… Per certi versi lo spirito olimpico che si nota, specialmente durante i giochi di squadra, dovrebbe essere molto più

presente e creare quel giusto ‘fighting spirit’ interno, per essere pronti a battere le altre nazioni, con l’obiettivo di far trionfare un componente della propria squadra. Io credo che questo tipo di mentalità manchi ancora nelle squadre nazionali di sci alpino, dove i vari componenti dovrebbero unirsi maggiormente e approfittare ogni volta del buon risultato raggiunto da un compagno. I primi avversari sono gli altri e non chi porta gli stessi colori, non si dovrebbero perdere energie in ‘combattimenti’ interni, lo scopo è quello di essere i migliori in rapporto a ciò che sta fuori! La dinamica di gruppo può fare la differenza nella crescita dell’individuo, l’ho vissuto personalmente nella squadra maschile svizzera e lo stiamo vedendo attualmente nella squadra francese, dove la capacità di fare convergere le qualità di ogni singolo atleta per un obiettivo comune sta facendo la differenza. Se fossi un atleta preferirei classificarmi settimo dietro a tre o quattro miei compagni di squadra, piuttosto che essere settimo ma migliore della squadra. Anche Lara lo ha capito.

Nelle foto: in alto Lara Gut, sotto lo staff tecnico dei gigantisti francesi con Chastan, Buttafoghi, Quittet e Perrin ©Zoom


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PORtFOLIO

Zoom

DESOLATO, ESTREMO NORD ©Cristophe Pallot/Zoom Agénce

12 \\DICEMBRE 2013

Ok i paesaggi da favola, gli alberi tutti bianchi, la suggestione di Babbo Natale, le renne e i bambini biondi. Ma con le difficoltà economiche che incontrano le federazioni e le aziende di questi tempi, viene da pensare se abbia senso organizzare


PORtFOLIO

una gara di slalom in un posto come Levi. Con i costi di volo, trasferta, trasporto dei materiali che ne seguono. Sicuramente è importante far conoscere lo sci alpino in nazioni in cui non è ancora molto popolare, ma con due alberghi e una distesa infinita di boschi, non si può

certo sperare che in questa località verranno orde di turisti dall’estero attirati dal fascino della Coppa del Mondo! In fondo non si sono mossi nemmeno i finlandesi (vedi le tribune vuote…). Siamo troppo cinici?

DICEMBRE 2013 // 13


MAGAZINE INTERNAZIONALE

LARA GUT

ILKA STUHEC

«Non sarà l’ultima caduta, non sarà l’ultima vittoria ma non mollerò mai!»

«Punti, punti! Per la prima volta in gigante, ora è tempo di fare le borse, si parte per Lake Louise»

BORSINO INFORTUNATI

Lindsey Vonn... comunque star

PURTROPPO CONTINUANO A RIMANERE ‘FUORI’ ALCUNI ATLETI E ALTRI SI SONO FATTI MALE...

UNA CADUTA IN ALLENAMENTO CON LACERAZIONE DEL CROCIATO. GLI ESAMI DI ACCERTAMENTO, UN BLACKOUT DI TRE GIORNI E... TANTA GINNASTICA PER RIENTRARE PRIMA POSSIBILE Proprio mentre con diverse interviste tv molto pubblicizzate negli Stati Uniti si avvicinava al rientro sulle piste di casa di Beaver Creek, Lindsey Vonn si è nuovamente infortunata. La notizia è filtrata per la prima volta dal sito skiracing.com. 19 novembre, allenamento a Copper Mountain, una rovinosa caduta e i doversosi esami di accertamento. ‘Stay tuned’. Peccato che per quasi 48 ore non si è saputo più nulla... Come quando l’anno scorso fu fermata da un violentissimo virus intestinale, attorno a Lindsey c’è sempre il mistero che circonda le star. Curiosamente anche sui suoi account social, sempre molto aggiornati... blackout. Finalmente il 21 novembre ecco le prime indiscrezioni: lacerazione del crociato e riabilitazione forzata per tornare prima possibile sulle piste, si dice a Lake Louise (proprio mentre questo numero è in stampa). Finalmente Lindsey si fa viva su Facebook il 22 novembre per dire che non molla e poi il 28 novembre posta una foto scattata sulle piste di Vail dicendo che è tornata ad allenarsi. L’ultimo update proprio il primo dicembre, quando annuncia la partenza per Lake Louise e la speranza di gareggiare...

Bye bye Myhre Il norvegese ha annunciato a metà novembre il ritiro dalle gare, dopo avere combattuto per anni con il mal di schiena. Per Lars Elton nove piazzamenti nella top ten in Coppa del Mondo e un settimo posto in supercombi ai Mondiali.

QUOTE OF THE DAY

MALEDIZIONE SUSANNE Dopo due anni di stop finalmente il rientro a Levi per Susanne Riesch. Neanche il tempo di divertirsi che la tedesca è stata operata ancora al ginocchio per rimuovere delle calcificazioni. Rientro previsto a Courchevel...

I MIGLIORI AUGURI ALLA MIA AMICA LINDSEY VONN PER UNA VELOCE GUARIGIONE MARIA HOEFL-RIESCH in un tweet del 22 novembre

«...QUANDO SONO IN PARTENZA SENTO IL SOSTEGNO DELLE PERSONE CHE CREDONO IN ME E QUESTO MI AIUTA A CREDERE IN ME STESSA...» Mikaela Shiffrin, dopo il podio in gigante

si ferma van heek Lo ha annunciato lui stesso con un post: mi fermo perché ho mal di schiena. Marvin Van Heek, l’olandese (che risiede in Francia) ha una probabile ernia del disco. Rientro previsto a gennaio.

ancora una francese ko

VERONIKA HA DETTO STOP

VION CONTRO LA TV

ALEXANDRA E LA RETE

KLAMMER FA 60

Si era rotta il crociato in allenamento nello scorso autunno ma aveva deciso di tentare il tutto per tutto e partecipare alle Olimpiadi. Però il ginocchio fa male e Veronika Velez Zuzulova ha deciso definitivamente di operarsi. Tornerà a Levi 2014.

Il presidente della FFS Vion non è riuscito a chiudere l’accordo con France Tv per la trasmissione della seconda manche di gigante e slalom di Val d’Isère e... la tv presenterà il palinsesto di Sochi durante lo slalom di Courchevel. Beffa nella beffa...

«Ho di nuovo preso una bella ‘cartella’, ecco cosa succede quando finisci nelle reti in discesa». Alexandra Coletti è caduta nella discesa di Beaver Creek, rimediando una botta al ginocchio e all’anca. Qualche giorno di stop e la monegasca tornerà in gara.

Il 3 dicembre, Franz Klammer ha compiuto sessant’anni. Il re della discesa, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Innsbruck del 1976, ha vinto venticinque discese di Coppa del Mondo e cinque Coppe del Mondo di specialità, quattro consecutive.

14 \\DICEMBRE 2013

Dopo Steve Theolier, Marion Rolland, Laurie Mougel e Coralie Frasse Sombet la nazionale dei galletti perde un’altra atleta per infortunio. Rottura del legamento laterale interno del ginocchio destro per Clara Diriez, in allenamento di gigante a Levi. Il verdetto della risonanza magnetica non lascia spazio a speranze per la giovane francese...


PERNILLA WIBERG

Alexis Pinturault

«Wow Jessica Lindell-Vikarby! Complimenti per la tua prima vittoria proprio oggi!» (peccato che sia la seconda vittoria, la prima in gigante, ndr.)

«Sempre difficile fare entrare tutto in una valigia di 23 kg... per fortuna ce ne sono due...»

Un mese molto glamour

IL CIRCO BIANCO FASHION 1

COPERTINE MOZZAFIATO PER LUI O PER LEI, MA ANCHE TANTI BAFFI ALLE GARE DI SCI DI NOVEMBRE

MARCEL NUMBER ONE Spetta a lui la vittoria della nostra speciale classifica mensile: quella copertina su Sport Magazin lo rende sempre più personaggio e sempre meno montanaro.

2 LARA MISS SUNSHINE In pista è la donna del momento ma anche fuori dai tracciati di gara è sempre stata sorridente, come a Beaver Creek dove è stata la vera star del Circo Rosa.

3 MAX CAVERNICOLO A Lake Louise Max Franz si è presentato con una finta barba da abominevole uomo delle nevi. Simpatico, certe bravate bisogna saperle fare...

NELLE FOTO ACCANTO La copertina di Sport Magazin con Anna Fenninger e la foto con i pettorali di Marcel Hirscher. Nelle altre immagini il ‘look movember’ di Bode Miller e ... anche Lindsey Vonn in copertina, sul Red Bullettin...

Novembre è stato un mese decisamente intenso per il circo bianco. E per i paparazzi dello sci... L’Austra è stata come sempre al centro dell’attenzione, ma anche Finlandia e soprattutto Stati Uniti, hanno riempito le cronache mondane. A mandare in visibilio i fan del gentil sesso ci ha pensato Marcel Hirscher con un servizio su ‘Sport Magazin’ dove mostra tutta la prepotenza del suo fisico e una tartaruga da fare invidia a molti latin lover. Non è stata da meno Anna Fenninger che ha posato per la copertina dello stesso Sport Magazin in stile pin-up. Forse era ancora distratta dalle tante attenzioni dei media quando è uscita nel gigante di Beaver Creek... Ma novembre è anche e soprattutto Movember. Durante tutto il mese personaggi noti e meno noti, come avviene da qualche anno, si sono fatti cresece i baffi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul cancro alla prostata e ai testicoli. Come sempre uno dei più attivi a farsi crescere i baffi e a farsi fotografare è stato Bode Miller ma non è mancata una simpatica iniziativa degli organizzatori delle gare di Levi che hanno invitato a postare foto con i baffi con la possibilità di vincere un casco da sci autografato da Tanja Poutianen. Certo, non sappiamo se i baffi di Dominik Paris fossero stati fatti crescere per movember... ma hanno portato bene!

SKI COWBOys... Lake Louise sarà un po’ noiosa dal punto di vista agonistico ma... lascia il segno. Se la pista non è delle più belle per gli uomini, chi va sul podio qui torna a casa con dei bei ricordi. Peter Fill ricorda ancora la foto con le ‘Giubbe Rosse’, ora invece il must sono i cappelli da cowboy. Ed ecco dunque che i tre premiati di ogni gara sono stati immortalati come degli autentici paladini della ‘frontier mentality’...

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INSIDER SCOOP CHICCHE E CURIOSITÀ DAI NOSTRI INVIATI NEL CIRCO BIANCO

Pienone a Beaver Creek. Negli Stati Uniti lo sci agonistico non tira molto, tranne alle Olimpiadi, però... per le gare femminili nella località dei vip la gente non mancava. Certo, la tribuna era piccola ma... meglio di Cortina...

ski louise... Pochini gli spettatori alle gare maschili di Lake Louise, spettacolare località del Canada. Sarà per il freddo e il tempo poco clemente, sarà perché il comprensorio è tra i più belli del Canada. Forse erano tutti a sciare?

GARA IN PAESE A St. Moritz la stagione agonistica è iniziata con la ‘CityRace’, la gara di ski cross a squadre nelle vie del paese. Il tutto con musica dal vivo e sfilate di moda: una sorta di opening del centro sciistico.

QUESTIONE DI DRONE Le riprese TV delle gare di sci con il drone? Ormai sono una realtà. A novembre la CloudGate Aerial Cinematography, una società del Colorado, ha utilizzato i droni per filmare gli allenamenti delle nazionali giovanili.

DICEMBRE 2013 // 15


MAGAZINE INTERNAZIONALE

Aksel Lund Svindal

JULIEN LIZEROUX

«Le ultime due settimane di allenamento prima di Lake Louise non sono andate bene: prima uno strappo, poi tre giorni a letto con la febbre»

«Dopo 1029 giorni, ritorno alla Coppa del Mondo con il pettorale 63 e i miei amici JB Grange e Ted Ligety»

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STATS & NUMBERS

LE VITTORIE AUSTRIACHE IN DISCESA

Fino alla discesa di Lake Louise il Wunderteam ha portato a casa questo bel numero di vittorie in discesa, prima nazione, incontrastata, nelle discipline veloci (nella foto l’ultima vittoria, di Reichelt, a Bormio). Come il Brasile, anzi meglio, nel calcio...

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LE VITTORIE IN SUPERG DI TUTTE LE ATLETE IN GARA SULLA RAPTOR

1.41.26

Mettendo insieme tutte le atlete che hanno partecipato al superG, prima della vittoria di Lara Gut, si contavano 21 vittorie nella disciplina. Giusto una in più di Lindsey Vonn, che ha vinto 20 superG... La Riesch, una delle più titolate, ne ha vinti tre...

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IL TEMPO FINALE DI LARA GUT NELLA DISCESA SULLA RAPTOR Sarà la pista dei Mondiali del 2015 ma è nuova, quindi non c’erano riferimenti. Ora si parte da qui...

Lara Gut

IL NUMERO MAGICO DI LARA GUT

Fino a Beaver Creek aveva vinto 3 gare in 6 anni... poi 3 in 35 giorni in 3 specialità ed è stata la prima donna a vincere 3 gare di Coppa del Mondo prima della fine di novembre...

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Anja Paerson

Aksel Lund Svindal

2006

I SUPERG DI FILA VINTI DA SVINDAL

... Come Hermann Maier. Con la vittoria di Lake Louise, inoltre, il norvegese ha superato Kjetil André Aamodt nel numero di vittorie: 22 a 21!

L’ULTIMA VITTORIA IN GS DI UNA NORVEGESE

Era di Anja Paerson. La Lindell-Vikarby a Beaver Creek ha vinto la sua prima gara di gigante, l’altra vittoria era stata in superG nel 2009 a Cortina.

1

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UN GIGANTE PER DEB

Primo podio in gigante per tutte e tre quelle che ci sono salite a Beaver Creek: Jessica LindellVikarby, Mikaela Shiffrin e Tina Weirather. Incredibile...

16 \\DICEMBRE 2013

I PODI CONSECUTIVI DI MARCEL HIRSCHER

Marcel Hirscher

Con lo slalom di Levi l’austriaco non solo ha portato la centesima vittoria tra le porte strette al Wunderteam, ma dalle finali del 2012 non esce dal podio...



Un MESE di Twitter

30 ottobre FISIOFFICIAL @FISIOFFICIAL 30 Ott Fisi e Infront, siglato il contratto a Milano 1 novembre MAX FRANZ @MaxFranzAUT happy halloween a tutti!!

5 novembre MARION ROLLAND @MarionRolland Good morning to you too Doping-Control ! 5 novembre DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti Anke io voglio una squadra così!“@ roberta_vinci: @flavia_pennetta Aaaamiiicaaaaa???Allovvvvva siamo pvvopvio amiche!

SEGUITECI SU TWITTER @raceskimagazine 27 ottobre BODE MILLER @MillerBode Congratulazioni a @tedligety per la vittoria nell’opening in #Sölden. Non ho sciato bene, ma sono contento di essere tornato.

3 novembre GIULIANO RAZZOLI @superrazzo Altra grande vittoria:-) #ForzaSasol @ SassuoloUS

1 novembre LINDSEY VONN @lindseyvonn Powder day con la mia @gopro! Felice di essere a casa :)

17 novembre MONA LOESETH @mloeseth Wow! Wow! Orgogliosa dei nostri ragazzi @ssolvaag @h_kristoffersen 17 novembre MIKAELA SHIFFRIN @MikaelaShiffrin AHHHHHHH @H_Kristoffersen primo podio WOOT WOOT! Complimenti! 18 novembre ERIK GUAY @erikguay Domani primo giorno di allenamento di discesa in 8 mesi, emozionato!! 18 novembre DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti Fatto spesa, cucinato, spadellato e mangiato! @copper mountain resort

6 novembre MARIA HÖFL-RIESCH @Maria Tramonto in Svezia! Grandi condizioni di allenamento! 7 novembre MARCEL HIRSCHER @MarcelHirscher #throwbackthursday - the early racer! :)))

29 ottobre AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal Alcuni giorni sono sopra la media. Ho la sensazione che questo potrebbe essere uno di quei giorni

9 novembre JULIA MANCUSO @JuliaMancuso Mandiamo tutti i nostri auguri a Lindsey Vonn e speriamo per il meglio! 30 ottobre BODE MILLER @MillerBode NYC Poker Night. Spero di essere fortunato 30 ottobre MATTEO MARSAGLIA @MatteoMarsaglia Finalmente torniamo a metterci due Kg sulla schiena... @ HastaFisio

2 novembre USSKITEAM @USSKITEAM Lo Speed Center a @CopperMtn è ufficialmente aperto! 2 novembre LARA GUT @Laragut Imparando come andare più veloce…!

9 novembre SILVANO VARETTONI @SVarettoni #movember #mustache #baffo @ Cortina d’Ampezzo 11 novembre BODE MILLER @MillerBode Ho appena gettato il mio telefono nel water. Non è uno scherzo

30 ottobre NASTASIA NOENS @NastasiaNoens Ritorno all’infanzia

30 ottobre MARIA HÖFL-RIESCH @Maria Grazie @Audi per la nuova macchina! I love

2 novembre GIULIANO RAZZOLI @superrazzo Stamattina balzi davanti a casa

21 novembre TINA WEIRATHER @TinaWeirather Get well soon @lindseyvonn 21 novembre FISI OFFICIAL @fisiofficial Gli azzurri della discesa portano fortuna ai #Nuggets nella notte #NBA 26 novembre MARCEL HIRSCHER @MarcelHirscher Partenza per gli USA! Bye Bye Europa

14 novembre MONA LØSETH @MLoeseth Lo sci a Levi è buono. Il cibo a Levi; non così buono. Grazie a Dio c’è Subway 14 novembre TED LIGETY @tedligety probabilmente il mio look migliore/più cool/più cattivo. Foto circa 2007

26 novembre DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti Stipati in macchina verso beaver creek!!!!let’s go #dhlions!!!!!it’s time



24 novembre 2013 Filtro: Normal

LA LA QUANDO O D O A E MI G GNIZION È ANDAT RICO A SE NE FOLL elle h Mic in Gis

15 novembre 2013 Filtro: Willow

8 novembre 2013 Filtro: Normal

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1.304

E ZION ERSA83 V N O AC AZE BUON@TINAM CON a uel Man lgg e Mo

22 novembre 2013 Filtro: Normal

20 novembre 2013 Filtro: Lord Kelvin

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O! #NBA GALL LINARI LS 87 E I Z GRA NILOGAL 7 #BUL GLIA #DA GGETS 9 AMARSA #NU ANCESC @FR eo t Mat saglia Mar

ER G I SUPA VAIL D E UI ION SESSTUTINA Q MAT ian r Flo th Eisa

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CURIOSITÀ, NEWS, ESCLUSIVE, WAY OF LIFE

NOVEMBRE VISTo ATTRAVERSO

FIS Alpine il 26 novembre annuncia che Lara Gut si è classificata prima nella prova della discesa di Beaver Creek

Alpine Canada dal 25 ottobre è su Instagram

IL! G VA RNIN O M GOOD E ID LI DAVONCEL M I S

TA LO! PRONIL DECOL R E P A R ANN NINGE FEN

24 novembre 2013 Filtro: Normal

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26 novembre 2013 Filtro: Valencia

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23 novembre 2013 Filtro: Normal

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14 novembre 2013 Filtro: Hefe

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AY! URSD H T K È IL ROWBACUESTA E @TH RDATE Q @VINTAG GUA BLICITÀ PUB ki US S m a Te

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20 novembre 2013 Filtro: Normal

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SKI PEOPLE | TINA WEIRATHER

LA PRINCIPESSA DEL LIECHTENSTEIN

TINA WEIRATHER

A Beaver Creek Tina Weirather si è regalata il miglior risultato in gigante, segno che la forma c’è, dopo una serie infinita di infortuni alle ginocchia. Quest’anno Tina si gioca le sue carte, usando due piedi d’oro e una testa da campionessa. Il DNA non mente, vedere alla voce genitori e zio… DI CLAUDIO PRIMAVESI FOTO ZOOM

N

asci con le stimmate della campionessa e non potrebbe essere diversamente con una mamma che si chiama Hanni Wenzel, una delle più grandi di sempre, un padre che all’anagrafe fa Weirather (Harti dice qualcosa?) e un certo Andreas Wenzel come zio. A tre anni fai da apripista alla gara che organizza mamma e, quando ti chiedono che cosa vuoi fare da grande, non ci pensi due volte: la campionessa di sci. Poi però scopri che i tuoi genitori per te hanno altri progetti. E soprattutto scopri che il destino ti è avverso. Prima il successo, le medaglie, tante, ai Mondiali Juniores. Sembra tutto facile, quasi fossi un re Mida dello sci. Ma quando fai il grande salto in Coppa del Mondo gli infortuni ti falcidiano. E quali infortuni: 4 rotture dei legamenti crociati. Ogni volta che torni ricadi. Dolore, frustrazione. Eppure per chi persevera c’è un futuro. È la favola di Tina Weirather dal Liechtenstein. Una ragazza dal sorriso d’oro, dalla determinazione ferrea e dall’umore sempre positivo. Nonostante tutto. Una figlia d’arte, una figlia dell’internazionalizzazione: un po’ austriaca, un po’ svizzera, cittadina del principato… compagna di squadra di una certa Lara Gut. Con la quale quest’anno ha iniziato alla grande, centrando il miglior risultato in carriera in gigante all’esordio di Soelden dopo la prima vittoria in Coppa del Mondo a Garmisch nel 2013 e a ruota il primo podio in gigante a Beaver Creek. Dove potrà arrivare Tina, l’altra Tina della Coppa del Mondo?

22 \\ DICEMBRE 2013

BIO TINA WEIRATHER È NATA IL 24 NOVEMBRE 1989. Figlia di Hanni Wenzel e Harti Weirather, due ex campioni di sci, ha studiato nel celebre Schigymnasium di Stams, in Austria, da dove sono usciti diversi atleti austriaci di spicco. Il successo sugli sci arriva subito. Nel 2005/06, prima stagione in Coppa Europa, due vittorie e l’oro in gigante ai Mondiali Juniores. Nel 2006/07 tre medaglie ai Mondiali Juniores (oro in discesa e argento in superG e gigante) ma alle finali di Coppa del Mondo si rompe i legamenti crociati di entrambe le ginocchia. Nel 2007/08 si rompe il crociato del ginocchio destro in allenamento. Nel 2008/09 ritorna solo a febbraio a causa di numerose infiammazioni, giusto in tempo per vincere la medaglia d’argento in gigante ai Mondiali Juniores. Nel 2009/10 un’altra rottura del crociato del ginocchio destro. Nel 2011/12 la consacrazione con 5 podi e il secondo posto nella Coppa di discesa dietro a Lindsey Vonn e poi l’anno scorso la vittoria nel superG di Garmisch e il terzo posto in discesa a Lake Louise. Tina usa sci e scarponi Atomic, casco Poc, maschera Oakley, guanti Reusch e bastoni Leki.


TINA WEIRATHER | SKI PEOPLE

FACEBOOK

29 settembre TINA WEIRATHER 20.000 facebook likes!!! Yes! grazie! Spero di divertirVi con i miei post

DICEMBRE 2013 \\ 23


SKI PEOPLE | TINA WEIRATHER

C’È STATO SOLO UN MOMENTO NEL QUALE ONESTAMENTE HO VALUTATO L’IPOTESI DI ABBANDONARE PERCHÉ NON SAPEVO A CHE LIVELLO AVREI POTUTO TORNARE E SE AVREI POTUTO SCIARE SENZA DOLORE, POI QUANDO HO VISTO CHE TUTTO PROCEDEVA BENE NON HO PIÙ AVUTO DUBBI

S

ei stata una ‘enfant prodige’ con così tante medaglie ai Mondiali Junior. A Soelden Lara Gut ha detto che quando ha vinto le prime gare di Coppa del Mondo e la medaglia ai Mondiali di Val d’Isère non era pronta per il successo. Tu ti sentivi pronta allora? «Difficile dirlo a distanza di anni, credo però che il mio sci fosse già molto buono ma la mia mente e il mio atteggiamento non fossero allo stesso livello, erano meno consistenti di quanto lo sono ora».

24 \\ DICEMBRE 2013

Hai avuto così tanti infortuni ai legamenti delle ginocchia. Quali sono state le tue sensazioni in quei momenti e hai mai pensato di abbandonare la carriera agonistica? «C’è stato solo un momento nel quale onestamente ho valutato l’ipotesi di abbandonare perché non sapevo a che livello avrei potuto tornare e se avrei potuto sciare senza dolore, poi quando ho visto che tutto procedeva bene non ho più avuto dubbi». Pensi che le nuove norme FIS sugli

Tina durante il sorteggio dei pettoriali all’opening di Soelden


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IL PUNTO DI MAURO PINI

PIEDI E TESTA PIÙ FORTI DELLE AVVERSITÀ Si capisce subito che Tina è figlia e parente di grandi sciatori. Anche se sembra una ragazza molto tranquilla, ha una mentalità molto competitiva, probabilmente anche il DNA nel suo caso ha un peso… Tina è soprattutto molto ben impostata, vale proprio il detto ‘ha piedi d’oro’. La grande sensibilità è certamente la sua prima arma, unita ad una ‘gran bella testa’. Sono convinto che farà una buona stagione, non so se potrà ripetere quella di due anni fa, forse è pretendere un po’ troppo, ma ha tutte le carte per ben figurare. Dipenderà molto dalle piste che troverà: con tutti gli infortuni che ha avuto è normale che abbia ancora qualche ‘scoria’ in certe situazioni, sul duro rovinato o su tracciati ondulati e ghiacciati. Credo che il fatto di avere abbandonato il suo allenatore personale Pascal Hassler sia significativo di un ulteriore progresso, come un liberarsi di un aiuto che significa maturità. Una parte del risultato, poi, dipenderà da come i materiali sapranno rispondere alle diverse condizioni.

sci rendano questo sport più sicuro? Cosa succederà quest’anno con l’introduzione anche nelle gare giovanili? «Non credo che la differenza in termini di infortuni sia considerevole tra i vecchi e i nuovi sci, però penso che sia stata una buona decisione. Per intenderci, con le nuove norme non si è risolto il problema sicurezza, ma penso che si sia fatto un passo nella giusta direzione. I giovani? Certo, loro spesso trovano neve molle e questi sci con la neve soffice sono difficili e meno

SANGUE DA CAMPIONESSA

Nelle foto. A sinistra Tina in azione a Beaver Creek. Qui sopra, in alto le tre star della Coppa del Mondo del futuro (e del presente) a Soelden, Anna Fenninger, Tina Weirather e Mikaela Shiffrin, sotto uno scatto ‘lifestyle’

divertenti. Anche per noi ci sono altri svantaggi, perché hai bisogno di più forza, ti stanchi e rischi l’infortunio. Però, onestamente, non saprei come cambiare in meglio, è sempre facile criticare, più difficile prendere la giusta decisione». Da qualche anno sei aggregata alla nazionale svizzera, come funziona il tuo rapporto con Swiss-Ski? «Mi trovo molto bene, ora sono a tutti gli effetti nel team, nella squadra di combinata, con Roland Platzer, non ho più il mio allenatore personale Pascal Hassler. La federazione del Liechtenstein paga una quota a SwissSki per la mia gestione». Pensi che lavorare con gli svizzeri ti abbia dato una spinta? «È stata una buona scelta, preferisco allenarmi con gli altri per avere il confronto e il team è molto forte, ci spingiamo a vicenda. Dopo otto anni ho deciso di lasciare del tutto

I genitori della campionessa del Liechtenstein sono Hanni Wenzel e Harti Weirather. Due campionissimi. Hanni ha vinto la Coppa del Mondo nel 1978 e 1980 e tre ‘coppette’ di specialità. Per lei anche 89 podi con 33 vittorie tra discesa, gigante, slalom e combinata. Inoltre: 9 medaglie mondiali (4 ori, 3 argenti e 2 bronzi) e 4 medaglie olimpiche (2 ori, 1 argento e 1 bronzo). Ai Giochi di Lake Placid 1980 mise al collo ben due ori, in gigante e slalom, e l’argento della discesa, mentre a Innsbruck 1976 si accontentò del bronzo dello slalom. Il fratello Andreas nel 1980 ha vinto la Coppa del Mondo generale, finora unico caso di vittoria di due fratelli nello stesso anno della grande coppa di cristallo. Oltre alla Coppa per lui anche due medaglie olimpiche, quattro mondiali e 48 podi in Coppa del Mondo. È stato un discesista puro invece Harti Weirather, vincitore della medaglia d’oro ai Mondiali di Schladming del 1982, di una Coppa del Mondo di discesa e di 6 gare di Coppa del Mondo, tra le quali anche le classiche di Wengen e Kitz nello stesso anno, il magico 1982. Per lui un totale di 17 podi in Coppa del Mondo.

Nelle foto: in alto il papà, Harti Weirather, in basso la mamma, Hanni Wenzel, sul podio dello slalom di Innsbruck ‘76 con Claudia Giordani e Rosi Mittermaier

DICEMBRE 2013 \\ 25


SKI PEOPLE | TINA WEIRATHER

FACEBOOK SHOOTS! Alcuni tra gli scatti più belli e divertenti presi dal profilo facebook

l’allenatore personale. Con lui ho fatto tanti progressi ma era venuto il momento di cambiare».

IL PRIMO PODIO IN GIGANTE TINA L’HA OTTENUTO SULLA PISTA DEI MONDIALI 2015...

Chi è la tua compagna di stanza? «Di solito Mirena Kuhn o Johanna Hählen». E le tue migliori amiche nel Circo Bianco? «Ho molti buoni amici, sono felice perché siamo spesso in viaggio ed è importante avere la giusta compagnia. Se devo dire dei nomi, sicuramente Denise Karbon e Anne-Sophie Barthet, ma anche le austriache». Sei figlia di due campioni di sci e anche tuo zio era uno sciatore top. Che cosa ha significato nella tua vita? «Sono molto fiera che mi abbiano insegnato a sciare e che mi sostengano, ma alla fine sono andata avanti da sola, ognuno deve trovare la sua strada». Ti hanno spinto a sciare e a tentare la carriera agonistica? «Quando avevo tre anni e mi chiedevano cosa volevo fare da grande, dicevo ‘ski racer’, però mio padre voleva che facessi altro. Diciamo che i miei genitori sono dei tifosi ma per me avevano progetti diversi». Parlate spesso delle gare? Loro hanno un’agenzia pubblicitaria, si occupano NEWS Con un secondo e terzo posto in discesa e gigante, la trasferta in Colorado è stata la migliore nella giovane carriera di Tina Weirather

26 \\ DICEMBRE 2013

È LA PRIMA ATLETA DEL LIECHTENSTEIN A TORNARE SUL PODIO DOPO MARCO BUECHEL


TINA WEIRATHER | SKI PEOPLE

Christian Neureuther in azione

CURIOSITÀ

PARENTI VINCENTI

Nelle foto: due immagini in azione del gigante sulla Raptor di Beaver Creek.

Il caso di Tina Weirather non è l’unico di figli e genitori o parenti vincenti nello sci. Ricordiamo per esempio Federica Brignone, figlia di Ninna Quario, 15 podi in Coppa del Mondo, tutti in slalom. Oppure l’asso dello slalom e del gigante tedesco Felix Neureuther che è figlio di Christian Neureuther (20 podi in Coppa del Mondo) e Rosi Mittermaier (41 podi, una Coppa del Mondo generale, tre medaglie olimpiche e 4 mondiali). Poi ci sono i fratelli. Tra quelli in attività basta citare Maria e Susanne Riesch, le sorelle Curtoni e Fanchini. Nel passato il caso più eclatante è stato quello dei gemelli statunitensi Phil e Steve Mahre che furono anche al centro di una polemica per un presunto scambio di pettorali. Che dire poi dell’attuale allenatore delle slalomgigantiste Livio Magoni, fratello dell’olimpionica Paoletta e di Oscar Magoni, calciatore che ha militato anche in serie A? Proprio una famiglia di sportivi…

anche del tuo management? «Parliamo soprattutto di altro, ma lo sci fa parte della mia vita ed è un argomento. Non sono loro a gestire i miei diritti, non è il massimo fare accordi per la propria figlia…» A Soelden hai fatto il miglior risultato in carriera in gigante, qual è oggi il tuo feeling? «Molto buono, mi sono allenata bene, andavo veloce, sono contenta e in estate avevo sensazioni positive ma non sai mai, l’allenamento e le gare sono due paia di scarpe diverse. Cercherò di dare il meglio nelle singole gare, anche in discesa e superG». Non credi che la neve soft ti abbia aiutata? «Sono sempre stata una sciatrice per le diverse situazioni, chiaro che poi ho le mie preferenze, ma mi adatto a tutte le condizioni di neve». Non pensi mai alla Coppa del Mondo generale? In famiglia ce n’è già qualcuna… «No, è un po’ presto, cerco di

concentrarmi su ogni gara, la Coppa non è nella mia testa». Pista preferita? «Sono molto curiosa di tornare a Zauchensee dove la Coppa non fa tappa da qualche anno». Sulla pista olimpica di discesa due anni fa sei arrivata quarta… Questa è la tua seconda Olimpiade. La Shiffrin e la Gut saranno alla prima esperienza, che consiglio daresti loro? «Di pensare che è una gara come le altre, chiaro che l’atmosfera e la pressione sono diverse, ma bisogna cercare di isolarsi dal contesto». È vero che hai studiato International Business Communication? «Solo per due semestri, poi quando ho ripreso a fare gare mi sono fermata, ma in futuro vorrei riprendere gli studi». Tua mamma è del Liechtenstein e originaria della Germania, tuo papà austriaco, hai studiato in Austria e ti alleni con le svizzere… «La nostra nazione è così piccola…

DICEMBRE 2013 \\ 27


SKI PEOPLE | TINA WEIRATHER

FACEBOOK

3 OTTOBRE TINA WEIRATHER Abbiamo fatto un sacco di diversi allenamenti quest’anno, ma la boxe è stata la più dura e la più bella!!

non mi sento straniera quando vado oltre il confine, cerco di conoscere la gente e non dire ‘sono in questo o quel paese’. In generale aiuta ad adattarsi ai diversi costumi, c’è molto da imparare». Cosa pensi della politica? «Mi interessa, ma come sportiva non penso di essere sufficientemente aggiornata sull’argomento». La FIS ha chiesto alla FIFA di non disputare a gennaio i Mondiali di calcio del Qatar, per non ‘disturbare’ le classiche di Wengen e Kitz, cosa ne pensi? «Credo che il pubblico del calcio e dello sci sia diverso, però capisco che politicamente possa essere un problema. Comunque la cosa più importante è che non si può giocare a calcio con 50 gradi, come non si può sciare quando non ci sono le condizioni». Sei mai stata in vacanza in Italia? «Sì, all’Elba, in Sicilia e in Alto Adige». Cosa pensi dell’Italia? «Ogni giorno sui giornali se ne parla, ma è difficile capire veramente qual è la situazione, cosa succede. Solo vivendoci ti rendi conto di quali sono i problemi reali». Sei fidanzata? Lui è uno sciatore? «No comment».

28 \\ DICEMBRE 2013

«...SONO SEMPRE STATA UNA SCIATRICE PER LE DIVERSE SITUAZIONI, CHIARO CHE POI HO LE MIE PREFERENZE, MA MI ADATTO A TUTTE LE CONDIZIONI DI NEVE...»


TINA WEIRATHER | SKI PEOPLE

L’ALLENATORE ROLAND PLATZER Altoatesino, è il coach del gruppo combinata di SwissSki e allena Lara Gut, Dominique Gisin, Tina Weirather, Fabienne Suter e Johanna Hählen. Con lui abbiamo fatto il punto sui progressi di Tina.

T

ina ha iniziato la stagione molto bene a Soelden, segno che anche in gigante è forte, come si è integrata nella squadra svizzera? «Abbiamo lavorato tanto sul gigante. Due anni fa era già forte, pero poi nella scorsa stagione aveva dei problemi con gli sci. Quest’anno va molto meglio e ha fatto decisamente un passo avanti. Ora è a tutti gli effetti un’atleta della squadra svizzera, senza il suo allenatore personale, fa tutto il programma, esattamente come le altre». Gigante, discesa e superG, dopo tanti anni sembra finalmente stare bene. Troppo presto per pensare alla Coppa del Mondo generale? «Al momento non ci pensiamo. Ragioniamo gara dopo gara e diamo il cento per cento in tutte le discipline. Per fortuna ora non ha più problemi a seguito degli infortuni e in tutte e tre le discipline può fare bene». A Soelden è stata favorita dalla neve soft? Come va sul duro? Quali sono le condizioni ideali e quelle nelle quali ha più difficoltà? «Non si può dire che è stata favorita dalla neve soft. In allenamento ha sciato bene con tutte le condizioni. Ha ancora un po’ di difficoltà quando gli sci sbattono e la pista è rovinata o la visibilità non è buona. È una conseguenza del fatto che ha avuto tanti infortuni. Però anche in

queste condizioni sta migliorando perché scia molto più stabile». Principali pregi tecnici e difetti di Tina? «Niente da dire, è molto stabile e centrale e quindi fa pochi errori». Insieme a Lara Gut potrebbero essere due protagoniste assolute della stagione, quanto è importante averle entrambe nello stesso gruppo? «Lara e Tina sono molto importanti per tutta la squadra. Hai sempre un punto di riferimento. Tecnicamente sono forti e le altre approfittano di questo fatto». Principali pregi e difetti del carattere di Tina? «È sempre allegra e difficilmente si arrabbia. Vuole migliorarsi e dà tutto quello che può». Come si è adattata ai nuovi sci da gigante e alla nuova attrezzatura? Considerando la sua sciata, le nuove norme possono averla aiutata o penalizzata? «Quest’anno va molto meglio. Nella scorsa stagione, come già detto, aveva qualche problema con i materiali. Adesso gli sci vanno molto bene per la sua sciata. Abbiamo lavorato tanto sull’entrata in curva perché non si può più ‘tagliare’ e Tina ora è molto brava». Che lavoro atletico avete fatto? «Si allena a casa con un preparatore privato, comunque si è sicuramente potenziata».

DICEMBRE 2013 \\ 29


PARALIMPICS MASCOT

MAGAZINE OLIMPICO LO SLOGAN:

GETTING TO SOCHI www.sochi2014.com www.facebook.com/sochi2014

http://www.youtube.com/sochi2014

AUSTRALIA, MEGLIO NON ALZARE IL GOMITO Linea dura del comitato olimpico australiano. A Sochi chi sarà sorpreso ubriaco sarà punito e potrebbe tornare a casa prima del previsto. A Londra qualche eccesso degli atleti aussie c’era stato, con tanto di arresto del vogatore Josh Booth. A Sochi basterà molto meno (essere disordinato o polemico, ondeggiare o cadere, parlare ad alta voce, conversare in maniera ondivaga...) per dire addio ai Giochi Olimpici. Le bevande alcoliche non saranno consentite nel Villaggio Olimpico e neppure sul volo di ritorno in Australia dopo i Giochi.

LA TORCIA FA DUE PASSI NELLO SPAZIO La torcia olimpica è volata per la prima volta nello spazio: alle 5,14 del 7 novembre il decollo dalla base di lancio russa in territorio kazako di Baikonur, a bordo della Soyuz, verso la ISS, la stazione spaziale internazionale, con l’equipaggio formato dal russo Mikhail Tyurin, dall’americano Rick Mastracchio e dal giapponese Koichi Wakata. Sono stati poi i cosmonauti russi Oleg Kotov e Sergey Ryazansky a portare la torcia, ovviamente modificata per la missione spaziale, fuori dalla ISS. Nel viaggio di ritorno sulla terra c’era anche l’italiano Luca Parmitano, rientrato dopo 166 giorni nella stazione spaziale internazionale.

TICKETS Il Comitato Organizzatore di Sochi 2014 ha aperto due biglietterie, a Sochi e Mosca. I due centri saranno aperti sette giorni su sette per acquistare direttamente i ticket per le gare olimpiche. Restano comunque sempre aperti i canali di vendita on-line.

I ‘PUTIN’S GAMES’ Si chiama ‘Putin’s Games’ ed è un film-documentario diretto dall’israeliano di origine russa Alexander Gentelev: è stato presentato al Film Festival Amsterdam. L’obiettivo è quello di raccontare la storia nascosta dietro i giochi di Sochi, quella delle opere realizzate per l’evento olimpico, denunciando costi, corruzione e disagi, con le testimonianze degli abitanti della città russa, oltre a quelle del sindaco di Sochi, Anatoly Pakhomov (sostenitore di Putin) di imprenditori e politici dell’opposizione. Come Boris Nemtsov, nativo di Sochi, che ha voluto ridicolizzare la scelta di una città subtropicale per i Giochi invernali, dichiarando all’Indipendent che ci vuole «molto tempo a cercare sulla mappa di questo enorme paese come la Russia» per trovare un posto senza neve.

30 \\ DICEMBRE 2013

CONTROLLI ANTIDOPING, SOSPESO IL LABORATORIO DI MOSCA Il CIO chiede maggiore fermezza, il neo presidente Thomas Bach parla di un maggior numero di test, anche di quelli pre-competizione: oltre il 50% in più rispetto a Vancouver 2010. Il doping è all’ordine del giorno… ma c’è un problema: la Wada il 17 novembre ha sospeso per sei mesi il centro di Mosca che avrebbe dovuto seguire la gare di Sochi. Sei mesi di stop e dunque niente Giochi Olimpici, anche se la sospensione è ‘condizionale’ con l’obbligo entro il primo dicembre di inserire nel laboratorio ‘esperti indipendenti’. CIO e Comitato organizzatore dovranno fare i ‘salti mortali’ visto che si parla di oltre 2000 controlli da effettuare. Altrimenti sarà tutto dirottato su Losanna, come per i prossimi Mondiali di calcio del Brasile?


OFFICIAL MASCOT

DON’T WORRY! Gli organizzatori dei Giochi Olimpici di Sochi non hanno voluto farsi trovare impreparati. A Krasnaja Poljana, nel ‘cluster’ tra le montagne del Caucaso dove verranno ospitate le gare di sci - altezza media delle piste 1.500 metri - sono quindi stati stoccati dieci mesi fa ben 500mila metri cubi di neve. Quando si dice partire per tempo…

TWITTER PARADE IL VIAGGIO DELLA TORCIA IN IMMAGINI

IL VIDEOGIOCO DI SOCHI 2014 Si chiama ‘Mario & Sonic at the Sochi 2014 Olympic Winter Games’ ed è il videogioco ufficiale delle Olimpiadi russe. Realizzato per Wii U Nintendo, permette di giocare alle prove olimpiche, dallo sci al curling, oltre a otto ‘dream events’, mix delle varie specialità.

5 Hubertus Von Hohenlohe punta a Sochi, la sua quinta Olimpiade - dopo Sarajevo 1984, Calgary 1988, Lillehammer 1994, Vancouver 2010 -. Classe 1959, in gara con i colori del Messico (federazione che ha fondato) è già qualificato in slalom, adesso è alla ricerca del pass anche in gigante.

1. Al tempio buddista di Buryati, vicino alla città di Ulan Ude 2. La temperatura più bassa… meno 28 gradi - 3. La torcia ha percorso 17.400 km via treno - 4. Nel fiume Amur… temperatura acqua più 2 gradi - 5. Nella National Nature Reserve Stolby vicino a Krasnoyarsk - 6. Nella solitudine della tundra - 7. Sulle piste di sci della Kamchatka - 8. Un bacio a 13 metri sotto le acque del lago Baikal - 9. Nelle strade di San Pietroburgo

E DOPO SOCHI? Niente Olimpiadi del 2022 per Monaco di Baviera ©Zoom

Sono sei i candidati per ospitare i Giochi Olimpici Invernali 2022: Almaty (Kazakistan), Pechino (Cina), Cracovia (Polonia), Lviv (Ucraina), Oslo (Norvegia) e Stoccolma (Svezia). Non c’è Monaco di Baviera, dopo che un referendum ha bocciato la candidatura tedesca. La decisione del CIO a Kuala Lumpur il 31 luglio 2015.

DICEMBRE 2013 \\ 31


PRIMO PIANO | COPPA DEL MONDO

I gigantisti francesi hanno impressionato a Soelden per il risultato di squadra. Un team composto da un fuoriclasse del calibro di Pinturault, giovani di belle speranze come Mathieu Faivre e i veterani Richard, Fanara e Missillier. Sciano tutti bene, sono tutti competitivi e soprattutto sono un vero team. Ne abbiamo parlato con l’allenatore responsabile David Chastan, che ha creato il gruppo tecnico della FFS nel 2007

32 \\ DICEMBRE 2013


PRIMO PIANO | COPPA DEL MONDO

Nelle foto: Alexis Pinturault in allenamento sul ‘frigorifero’ di Soelden prima dell’esordio di Coppa del Mondo

intervista di Claudio Primavesi - foto Zoom

IMPOSSIBLE

ce n’est pas français DICEMBRE 2013 \\ 33


PRIMO PIANO | COPPA DEL MONDO

MATHIEU FAIVRE 18/01/92 WC GS 2013: 25°

FACEBOOK 30 novembre Victor Muffat-Jeandet

THOMAS FANARA

LE ULTIME STAGIONI DELLA SQUADRA

24/04/81 WC GS 2013: 5°

NATION RANKING GS - FONTE SKI-DB.COM

Nazione 2010-2011 1 Francia 2 Austria 3 Norvegia 2011-2012 1 Austria 2 Francia 3 Italia 2012-2013 1 Austria 2 Francia 3 Italia SOELDEN 2013-2014 1 Francia 2 Austria 3 USA

S

Atleti

Vittorie

Top 3

8 8 5

1 1 1

5 2 4

900 673 660

7 10 9

5 2

15 2 4

1774 1195 906

8 8 6

1 1

7 4 2

1326 989 809

7 5 3

1

1 1 1

253 137 123

ei negli undici al primo appuntamento stagionale. Lo squadrone francese del gigante è stato l’elemento più impressionante di inizio stagione, più dello strapotere di Ligety nella stessa disciplina che oramai non fa più notizia. Una dinamica di squadra unica, un’équipe molto equilibrata, con un fuoriclasse

David Chastan, responsabile del team discipline tecniche della Francia dal 2007

Punti

del calibro di Pinturault, classe 1991, giovani di belle speranze come Mathieu Faivre, classe 1992, ma anche tanti veterani, come Fanara, classe 1978, Mermillod Blondin, classe 1984, Richard, classe 1979. Eppure tutti sciano bene, sono competivi, si sono adattati ai nuovi materiali. Un successo che viene da lontano. «Lavoro con alcuni ragazzi dal 2001, quando allenavo il gruppo di Coppa Europa, ma comunque i successi di oggi sono figli del gruppo creato nel 2007, quando abbiamo unito le squadre di slalom e gigante» dice David Chastan, allenatore responsabile del gruppo degli slalomgigantisti. «Allora abbiamo deciso, con il supporto del direttore tecnico Gilles Brenier, di creare un’unica squadra, alla quale hanno dato tanto anche alcune vecchie glorie come Chenal e Tissot, nati specialisti, quando abbiamo deciso

JEAN BAPTISTE GRANGE 10/10/84

JULIEN LIZEROUX 05/09/79

THOMAS MERMILLOD BLONDIN 03/01/84 WC GS 2013: 32°

Ottavo posto con terzo tempo nella seconda manche nel primo gigante di Coppa Europa della stagione. C’è ancora tanto da migliorare, ma per essere il mio sesto giorno di gigante, non è niente male! Keep going... !

di creare uno spirito di gruppo e una condivisione fondamentali nello sport moderno, anche in quello individuale come lo sci; poi è normale che vinca il migliore». Il gruppo al centro, perché si vive buona parte dell’anno insieme, perché i più forti devono sentirsi sempre in concorrenza e i più giovani devono essere stimolati dal confronto con i big. «Perché sono tutti uguali e non ci sono menu speciali ma esigenze specifiche per il bene del gruppo ed ecco spiegata la decisione di non fare venire Grange in Nord America ma fargli fare la Coppa Europa in Scandinavia». La motivazione oltre la tecnica, ma senza psicologi. «Gli psicologi siamo noi». NON CAMBIA LA TECNICA MA LA STRATEGIA I nuovi attrezzi sono stati un’opportunità? Non proprio a sentire Chastan, anche se i ‘galletti’ sembrano essere quelli che nel complesso, come squadra, si sono adattati meglio. «Alla fine della stagione 2011 avevamo comunque cinque atleti negli undici a Kranjska Gora, quando Pinturault ha fatto il podio e oggi il migliore gigantista è Ligety, non un francese, però noi, stando insieme da più tempo, abbiamo assimilato meglio certi concetti». Perché non cambia


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FACEBOOK 4 novembre Alexis Pinturault Après le sport, le réconfort!

la tecnica, ma la strategia. «Non abbiamo rivoluzionato la tecnica del gigante, ma l’approccio, accettando di fare più strada a monte della porta per essere performanti sotto». Lo svincolo per Chastan rimane la chiave di volta del gigante. «Non bisogna cambiare il timing dello svincolo, ma dell’appoggio, lo svincolo deve rimanere uguale o molto simile a prima, l’appoggio deve essere più lungo e modulato, perché se tagli la porta arriverai a svincolare troppo tardi».

I PIANI «Abbiamo lavorato molto anche sulla velocità nei piani, non tanto sulla velocizzazione del movimento delle caviglie, perché le caviglie sono comunque bloccate nello scarpone, ma nel dosaggio dell’appoggio, che prima era più intenso e corto mentre ora può iniziare prima e durare di più ma è più modulabile, sempre nell’ottica di mantenere la stessa uscita e lavorare di più prima, in funzione di un raggio importante». Una filosofia da applicare

a tutti, giovani e meno giovani, ma i fondamentali del gigante non cambiano. «Con i giovani il primo lavoro è proprio su quelli che noi chiamiamo i fondamentali, mentre con i ‘vecchi’ si parte subito con l’adattamento alla nuova strategia». LIZEROUX, NON È UN MIRACOLO «Il diciassettesimo posto di Lizeroux a Levi è tutto fuorché un miracolo, Julien è un ragazzo con una volontà

Nelle foto: nella pagina accanto, in alto Thomas Fanara in azione a Soelden. In questa pagina, una sequenza di ‘Pinturicchio’ in allenamento a Tignes a ottobre ©Dom Daher/Red Bull Content Pool

DICEMBRE 2013 \\ 35


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sempre di più, ci crediamo molto, ma ci deve credere lui, non è prevedibile, può sciare molto bene, può fare un exploit, però non è regolare, anche se da tempo è nei primi 15. Ha bisogno di fiducia». STEVE MISSILLIER

PINTURAULT «È giovane ma per me non è più un giovane. Ha un grandissimo talento, però ascolta e rispetta anche se sa già cosa vuole. Deve migliorare in slalom, credo che lo farà velocemente: sulla sua strada ha trovato due grandi del calibro di Hirscher e Ligety e questo richiede uno sforzo maggiore ma può farcela».

12/12/84 WC GS 2013: 15°

VICTOR MUFFAT JEANDET

IL FUTURO «Quello che ha più margine di miglioramento è Mathieu Faivre, il suo sci non ci soddisfa ancora ma sta migliorando molto, anche mentalmente; non era così all’inizio, ora ha capito l’importanza del gruppo, ha visto che Pinturault, che è poco più vecchio, ha vinto e lui ha lo stesso potenziale, quest’anno farà un salto importante, siamo giusto all’inizio. Il nono posto di Soelden è ottimo anche perché non è sufficientemente solido per sciare su quella pista».

05/03/89 WC GS 2013: 29°

ALEXIS PINTURAULT 20/03/91 WC GS 2013: 3°

TECH QUOTE CYPRIEN RICHARD 27/01/79 WC GS 2013: 23°

STEVEN THEOLIER 07/11/90

Nelle foto: in alto, la nuova e vecchia generazione della squadra transalpina sull’ancora: Richard e Faivre, in basso Mathieu Faivre

36 \\ DICEMBRE 2013

«Sciano tutti in maniera molto simile, si vede che dietro c’è la mano di un bravo allenatore e si nota chiaramente l’interazione tra tecnici e atleti, i più bravi partecipano allo sviluppo tecnico, c’è uno scambio critico di idee, non è solo l’allenatore che detta i tempi di lavoro. Un gruppo che permette questa dinamica è importantissimo perché automaticamente si alza il livello generale, anche degli allenatori, crescono tutti. Mi ricorda molto l’atteggiamento di Cuche, lui era attentissimo a questo aspetto e molto esigente». Mauro Pini

straordinaria e un talento unico, il suo è sicuramente un exploit su una pista che, nonostante il pettorale alto, lo permetteva; aveva i numeri per farlo e infatti ci è riuscito mentre altri no. È stato un premio per la sua abnegazione, in Coppa Europa non sarà così facile, ma lui si batte fino alla fine, è il suo carattere e noi ci abbiamo sempre creduto». GRANGE GIGANTISTA «Grange si è allenato molto in gigante, ha avuto tre infortuni importanti ma si è preparato bene ed è motivato, in slalom è sempre forte, potrebbe avere delle chance per i Giochi di Sochi ma c’è ancora lavoro da fare». IL TALENTO DI MISSILLIER «Steve è un ragazzo che ha un grandissimo talento, cresce

COME PRENDERE HIRSCHER E LIGETY? «Ce lo domandiamo da tempo. Mi preoccupa di meno lo slalom, credo che il gap da Hirscher si ridurrà su certe piste, per noi è soprattutto un problema di pettorale, dobbiamo prima migliorare le nostre posizioni nel ranking, infatti facciamo meglio nelle seconde manche. In gigante credo che i distacchi si ridurranno, ma dobbiamo lavorare sull’approccio tecnico, sull’appoggio e il dosaggio della pressione, sulla strategia in certi punti della pista, facciamo ancora


EQUIPE DE FRANCE GRUPPO TECNICO Allenatore capo: David Chastan Allenatori: Laurent Buttafoghi, Frederic Perrin, Stephane Quittet Preparatore atletico: Thibaut Trameau Tecnici: Fabrice Mermet, Dylan Stary Fisioterapisti: Eric Calafel, Gerald Cavagni, Vincent Lefort, Remi Raous

troppi errori, a volte poi il nostro difetto è stato essere troppo timidi nella prima manche». I SUCCESSI VENGONO DA LONTANO «Impossibile non è francese» dice Chastan sorridendo. Una riflessione che abbraccia sei anni di storia dello

sci francese perché «per vincere bisogna anche passare attraverso le sconfitte, programmare, investire a lungo termine, ci vuole tempo, ci vuole un gruppo piuttosto che un singolo atleta forte». Potrebbe essere una ricetta per l’Italia? «Io ho le mie idee ma parlo solo dei francesi, gli altri rimangono degli avversari, da studiare,

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ma non da giudicare. Però mi sembra che siate ancora troppo specialisti, come noi prima del 2007. Sembra che se uno non fa solo allenamento di gigante non è forte, poi vedi Ligety e Hirscher che si allenano in tre discipline e sono il miglior gigantista e il miglior slalomista». A buon intenditore…

Nelle foto: a sinistra Richard in allenamento, a destra Mathieu Faivre, altro giovane talento in attesa di maturazione definitiva


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L AKE LOUIS (CAN) TESTO DI GABRIELE PEZZAGLIA FOTO ZOOM

COPPA DEL MONDO

DOMME THE COWBOY INIZIA CON IL BOTTO LA COPPA DEL MONDO DELL’ITAL-JET. GRANDE VITTORIA DI PARIS SULLA PISTA CHE MENO AMA E QUARTO POSTO DI INNERHOFER NEL SUPERG VINTO DA SVINDAL. BUONA PRESTAZIONE DEGLI AZZURRI NELLA DISCESA DOVE GLI UOMINI DI RULFI SONO SEMPRE PIÙ LA SQUADRA DA BATTERE. RISPONDE IL WUNDERTEAM NEL SUPERG, CON CINQUE ATLETI NEI DIECI

S

ei su sei. Il significato di quanto successo a Lake Louise nel fine settimana a cavallo tra novembre e dicembre è in una piccola quanto semplice verità matematica. Con la vittoria della discesa sulla Olympic di Dominik Paris l’Ital-Jet ha conquistato un record: gli ultimi sei podi della discesa sono sei vittorie. Prima non ci era riuscito nessuno. Lake Louise, anche se qui avevamo già vinto con Plank e Fill, era la pista più ostica per gli azzurri, quella meno amata. «Una pista da donne» ha detto Dominik Paris nella sua schiettezza. Una pista da slittoni. Vincere qui ha ancora più valore perché vuol dire che oramai siamo forti ovunque. LE STIMMATE DEL CAMPIONE Niente da dire, con la vittoria di Lake Louise Dominik Paris ha dimostrato di essere uno dei più grandi talenti della discesa. Potrebbe diventare il più forte di sempre perché a 24 anni, un’età da ragazzino per i discesisti, ha già vinto due classicissime come Kitz e Bormio, la pista più ambita e quella più dura, e ora si prende il lusso di vincere

38 \\ DICEMBRE 2013

FACEBOOK 1 dicembre Dominik Paris What a great day... :)) :)) I did the first place in the first race of the season.. :)) :))

su un pistone facile facile, dove Lindsey Vonn voleva sfidare gli uomini. Sulla pista che non ha mai amato. Con una gara tutta sul filo dei centesimi e un ultimo tratto capolavoro, che gli ha permesso, come a

Bormio e a Kitz, di salire sul primo gradino del podio. Non molla mai Paris, come quelle squadre di calcio inglesi che lottano fino all’ultimo secondo, per lui la ‘zona Cesarini’ è un credo. Potremmo ribattezzarla ‘zona Paris’. Più forte di tutto e di tutti ‘Domme’, che ha saputo anche metabolizzare la notizia tremenda della morte del fratello in un incidente di moto lo scorso giugno. Una mazzata che avrebbe potuto ‘uccidere’. Invece nella prima gara è tornato subito, prepotente, a dire che è lui il più forte. Con il dolore dentro. Chapeau, viste le premesse ci sarà da divertirsi. Difficile dire dove potrà arrivare perché ha ancora margine di miglioramento, soprattutto sulle curve strette, ed è giovane, tremendamente giovane… Ravetto e Rulfi non sono tipi da complimenti gratuiti… «Domme è stato davvero fantastico, eccelle su ogni tipo di pista, è un velocista completo, dove bisogna lasciar correre lo sci è il migliore, ma dire che è solo un gran scorrevole non fa capire bene di chi stiamo parlando» ha detto il DT azzurro. «Paris ha sciato in maniera spettacolare, è uno dei pochi al mondo che,


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DICEMBRE 2013 \\ 39


COPPA DEL MONDO | LAKE LOUISE

OPINIONE TECNICA DI MAURO PINI

UN GRANDE VINCITORE SU UNA PISTA NOIOSA Gara ‘noiosina’ quella di Lake Louise come sempre, su una pista un po’ monotona, però gli uomini-jet sono già al top perché l’imminente impegno di Beaver Creek è uno dei più difficili da affrontare dal punto di vista atletico e tecnico. La discesa ha avuto un grande vincitore: Paris ha sciato dal primo metro alla fine andando a cercare la vittoria, solido, con continuità d’azione, fluido. Davvero una bella gara la sua. Il podio dice che i big sono lì. Mi è piaciuto Theaux, da non sottovalutare la facilità con cui è sceso Kroell. Non ci credeva neanche lui, ha proprio sciato con scioltezza, aspettiamolo però su piste più impegnative e già nel superG si è visto che non ha voluto forzare e prendersi rischi inutili. Bene anche Janka, indipendentemente dal decimo posto. Cercando di capire i messaggi del corpo, le smorfie al traguardo, mi dà fiducia. L’anno scorso aveva lo sguardo perso nel vuoto, qui era più presente, anche se in discesa negli ultimi 30 secondi la sua posizione a uovo è da rivedere: c’è ancora da lavorare. Come non dire due parole su Feuz? Spero solo che non stia forzando troppo perché i colpi che prendi in una discesa del genere non sono bazzecole e fisicamente è ancora lontano da una forma accettabile. Le ultime considerazioni per gli altri azzurri e Svindal: Innerhofer presente nel superG, la squadra c’è, sta sciando bene anche Fill. Forse vedendolo gli è mancata un pelino di aggressività, di intensità in più. Qualche sbavatura nella discesa, in particolare nelle curve chiave. Nel superG, però, si è ripreso alla grande ed è stato il migliore a passare proprio in quel punto. Non ha vinto a caso…

40 \\ DICEMBRE 2013

se commette un errore, ha quella sensibilità di lasciar correre lo sci e recuperare ogni sbavatura, è stato perfetto e ha vinto un’altra gara in recupero» gli fa eco l’allenatore dei discesisti Gianluca Rulfi. VITTORIA DI SQUADRA Lo straordinario successo di Paris non deve fare dimenticare che a Lake Louise c’è stata un’altra dimostrazione di forza dell’Ital-Jet.

30 NOVEMBRE MatteoMarsaglia E l’ITALJET riparte col piede giusto... immenso dominikparis !! #italjet heelwerner

@peter_fill

Werner Heel settimo, Peter Fill dodicesimo, Christof Innerhofer quattordicesimo. Senza dimenticare che Fill e Innerhofer sono stati un po’ ostacolati dalla scarsa visibilità. Nel superG meno bene, ma Innerhofer ha mancato il podio di trenta centesimi, quarto dove era stato quinto l’anno scorso Heel. La squadra c’è, i trionfi dell’anno scorso non hanno saziato la fame di successi. Gli azzurri saranno gli uomini da battere, su ogni pista. IL PODIO IN 11 CENTESIMI Gara combattutissima, al fotofinish

Nella foto: Klaus Kroell, beffato per pochi centesimi nella discesa dal nostro Paris


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Il podio xxxxxxxxxxxx

LAKE LOUISE - CANADA 30 novembre 2013 \\ LAKE LOUISE DISCESA \\ MASCHILE TracciatorE: H. Schmalzl (FIS) 1. Dominik Paris (Nordica) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������1.49.90 2. Klaus Kroell (Salomon) ������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.49.93 3. Adrien Theaux (Salomon) ����������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.01 4. Aksel Lund Svindal (Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.13 5. Johan Clarey (Head) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.64 6. Georg Streitberger (Head) ����������������������������������������������������������������������������������������������1.50.93 7. Werner Heel (Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.94 8. Erik Guay (Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.50.98 9. Max Franz (Atomic) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.00 10. Carlo Janka (Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.51.14 12. Peter Fill (Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.51.22 14. Christof Innerhofer (Rossignol) �������������������������������������������������������������������������1.51.27

Nelle foto: a sinistra un passaggio di Adrien Theaux, qui sopra un suggestivo scorcio della zona di partenza di Lake Louise, il team azzurro festeggia Dominik Paris ©FISI Pentaphoto

quella di Lake Louise. Kroell si deve accontentare del secondo posto per tre centesimi, Theaux del terzo per undici e Svindal, vittorioso l’anno scorso, a 23 centesimi da ‘Domme’ si ritrova fuori dal podio. L’Austria però, dopo il ko di Schladming, ha dimostrato di esserci, con tre uomini nei 10 (Kroell secondo, Streitberger sesto e Franz nono). Le azioni del Wunderteam sono in crescita e il superG della domenica ne è stato la prova. CINQUE NEI DIECI Sui curvoni della Olympic, come da tradizione bersagliati dal vento e dal maltempo, che a tratti ha interrotto la gara, la domenica è andato in scena il superG degli austriaci. La vittoria, è vero, è andata a Svindal, che conferma un grande feeling

42. Silvano Varettoni (Head) ITA ���������������������������������������������������������������������������������������1.53.07

INSTAGRAM 27 NOVEMBRE CARLO JANKA

La stagione 13/14 parte oggi con il primo allenamento a #lakelouise

48. Matteo Marsaglia (Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������� 1.53.38 53. Mattia Casse (Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.54.00

TESTA A TESTA Un vero e proprio testa a testa quello di Lake Louise se si pensa che il podio è racchiuso in 13 centesimi e la vittoria è stata al fotofinish. All’ultimo intermedio Paris era quarto, Kroell terzo e Theaux secondo. Il primo era Franz, poi nono al traguardo. Paris però è stato il più veloce nella sezione finale, quella tra il quinto intermedio e la fine, mentre Kroell è stato terzo e Theaux quinto. Paris decisivo nelle ultime porte, Dominik non molla mai. CURIOSITÀ Fuori, ventinovesimo, tredicesimo, ottavo, primo. Dal 2009 a oggi Paris ha sempre fatto meglio nella località canadese... LA SORPRESA DELLA GIORNATA Carlo Janka: era da Kvitfjell 2012 che non entrava nella top ten in una discesa.

29 NOVEMBRE MATTHIAS MAYR Mangia-sci-dormi-ripeti

LA DELUSIONE Hannes Reichelt: per uno come lui il venticinquesimo posto è una sconfitta. PAGELLE AZZURRE Voto 10 a Dominik Paris. Vincere alla prima stagionale, sulla pista che non si ama, dopo un’estate difficile, è da fuoriclasse. Voto 7,5 a Werner Heel. Anche in discesa sta risalendo la china, buone prospettive. Voto 7 a Peter Fill. ‘Pietro’ sta affilando le lamine… per Sochi? Voto 6,5 a Christof Innerhofer. Un allenamento per riprendere confidenza con la gara dopo i soliti guai fisici. Voto 5 a Silvano Varettoni. Non ha mai trovato il feeling giusto. Voto 5,5 a Matteo Marsaglia. Arrivava da un infortunio ma poteva fare qualcosa in più. Voto 5,5 a Mattia Casse. Al rientro, avrà tempo per rifarsi. Voto 5 a Siegmar Klotz. Non pervenuto.

DICEMBRE 2013 \\ 51 41 NOVEMBRE 2012 \\


COPPA DEL MONDO | LAKE LOUISE

LAKE LOUISE - CANADA 1 dicembre 2013 \\ LAKE LOUISE SUPERG \\ MASCHILE TracciatorE: B. Schaffer (AUT) 1. Aksel Lund Svindal (Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.28.53 2. Matthias Mayer (Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.28.77 3. Georg Streitberger (Head) ����������������������������������������������������������������������������������������������� 1.28.91 4. Christof Innerhofer (Rossignol) �����������������������������������������������������������������������������1.29.21

Svindal al traguardo

5. Patrick Kueng (Salomon) �����������������������������������������������������������������������������������������������������1.29.25 6. Hannes Reichelt (Salomon) ����������������������������������������������������������������������������������������������1.29.33 7. Max Franz (Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.29.35 8. Joachim Puchner (Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.29.38 8ex. Peter Fill (Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.29.38 10. Jan Hudec (Rossignol) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������1.29.47 20. Matteo Marsaglia (Rossignol) ���������������������������������������������������������������������������������1.30.18 25. Dominik Paris (Nordica) ����������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.30.28 27. Werner Heel (Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.30.37 29. Siegmar Klotz (Nordica) ���������������������������������������������������������������������������������������������������1.30.41 46. Silvano Varettoni (Head) ����������������������������������������������������������������������������������������������������1.31.24 56. Mattia Casse (Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.31.81

TESTA A TESTA Ha costruito il suo successo nel tratto finale Aksel Lund Svindal, che dal quarto intertempo al traguardo è stato il più veloce. Mayer, che era primo nella sezione precedente, è stato soltanto dodicesimo e Streitberger ventesimo. Innerhofer è stato nettamente più lento nella prima sezione (ventesimo contro il secondo tempo di Svindal, il terzo e il primo dei due austriaci) poi ha recuperato ed è stato anche primo nel secondo segmento di pista. CURIOSITÀ 1.34.96 il tempo di Svindal dell’anno scorso, quando aveva vinto anche la discesa; una pista che ama… LA SORPRESA DI GIORNATA Beat Feuz… dopo quello che ha passato il quattordicesimo posto nel fine settimana del rientro alle gare è un risultato più che onorevole e a tratti è andato forte. LA DELUSIONE Werner Heel… l’anno scorso quarto. Per lui giornata no. PAGELLE AZZURRE Voto 7,5 a Christof Innerhofer. Per un pelo non va sul podio, buona gara, ci ha creduto fino all’ultimo metro. Voto 7 a Peter Fill. Come in discesa, una buona prestazione, manca poco per tornare sul podio. Voto 5,5 a Matteo Marsaglia. Un errore di linea e qualche sbavatura, non è ancora al top ma ha l’attenuante dell’infortunio di Tignes. Voto 6 a Dominik Paris. Dopo la discesa del giorno prima il suo compito l’aveva già fatto. Voto 5 a Werner Heel. Gara incolore, mai della partita. Voto 5 a Siegmar Klotz. Il ragazzo ha i numeri ma rimane una eterna promessa. Voto 5,5 a Silvano Varettoni. Non una delle sue prove migliori. Voto 5,5 a Mattia Casse. Mezzo punto in più di incoraggiamento perché era al rientro, ma siamo lontani dalle sue potenzialità.

42 \\ DICEMBRE 2013

con la località canadese e, dopo la buona prova in gigante a Soelden, ha dimostrato di avere un ottimo stato di forma. Dietro a Svindal, però, a fare paura è proprio lo squadrone austriaco. Secondo e terzo Mayer e Streitberger, sesto, settimo e ottavo, Reichelt, Franz e Puchner. Tremate, gli austriaci sono tornati… Gli azzurri, oltre alla ottima prova di ‘Inner’, che ha dimostrato che la sua classe è sempre cristallina, nonostante la schiena che continua a dare problemi, registrano la buona prova di Peter Fill, dopo che ‘Pietro’ aveva ben figurato anche nella discesa. Che l’altoatesino stia pensando a una stagione con la ‘zampata’, magari a Sochi? RITORNI ECCELLENTI Lake Louise era anche il test al rientro di alcuni big fuori per infortunio. Primo fra tutti Beat Feuz. L’elvetico, vittima di una brutta infezione dopo una banale operazione al ginocchio, aveva saltato tutta la scorsa stagione e a un certo punto si è temuto addirittura che non potesse più rimettere gli sci. Viste le premesse non male il suo esordio, Christof Innerhofer soprattutto si è confermato al in superG, top anche su una pista che ama poco con un

quattordicesimo posto e alcuni tratti nei quali ha sciato veloce. Per Klaus Kroell rientro (anche se in realtà non ha saltato nessuna gara ma si è operato) a tutti gli effetti riuscito, visto il secondo posto nella discesa, a soli tre centesimi da Paris. Un altro sorvegliato speciale era Erik Guay. Per lui un ottavo posto in discesa e diciottesimo un superG. Tra i ritorni poi c’era anche quello di Kjetil Jansrud, ventunesimo in discesa e undicesimo in superG. Non era un rientro vero e proprio, perché aveva già corso a Soelden, ma c’era curiosità per vedere Miller in azione nelle gare veloci: sedicesimo in discesa e ventitreesimo in superG. I chili persi ‘peseranno’ sui risultati in discesa?


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COPPA DEL MONDO | BEAVER CREEK

BEAVER CREEK (USA) TESTO DI CLAUDIO PRIMAVESI FOTO | ZOOM

COPPA DEL MONDO

LADY

RAPTOR D

opo Lady Soelden è arrivata Lady Raptor. Lara Gut ha fatto saltare il banco di Beaver Creek come una vera ‘rapace’. La svizzera ha confermato lo stato di grazia di Soelden anche nelle discipline veloci, dove nessuno, vista anche l’assenza di una Vonn che difficilmente tornerà subito ai livelli di un tempo, riesce a tenere il passo. Un test importante per verificare le quotazioni della ticinese, anche se papà Pauli si è subito affrettato a gettare acqua sul fuoco, dicendo che alla Coppa

44 \\ DICEMBRE 2013

il team Gut non pensa. Niente Coppa ok, ma con una Maze che anche nella prima in Nord America ha dimostrato di essere a mezzo servizio, una Fenninger ancora discontinua (bene in superG ma fuori in gigante, quando avrebbe potuto recuperare punti preziosi sulla Gut…). Lara è comunque ancora in pole position a meno che... MIKAELA GIGANTE Domenica primo dicembre la classifica

generale di Coppa del Mondo vedeva la Gut a quota 300 tondi tondi e al secondo posto una diciottenne di nome Mikaela Primo podio in gigante, semplicità e naturalezza anche tra le porte larghe, la Shiffrin ci ha impiegato poco a entrare nella ‘top 3’ e ha rischiato di centrare una vittoria subito. La delusione, quando ha visto che 9 centesimi la separavano dalla svedese, la dice tutta sulla mentalità della diciottenne. Per lei quasi tutti pronosticano un futuro da polivalente e ambizioni da


BEAVER CREEK | coppa del mondo

Nelle foto: l’esultanza sul traguardo e una sequenza di Lara Gut sulla Raptor di Beaver Creek

DUE VITTORIE DELL’EX ENFANT-PRODIGE SVIZZERA, MA ANCHE DUE DONNE SOPRA TUTTE SULLA DIFFICILE PISTA RAPTOR DI BEAVER CREEK CHE OSPITERÀ ANCHE I MONDIALI 2015: LARA GUT E TINA WEIRATHER. CON UNA TERZA INCOMODA, MIKAELA SHIFFRIN, CHE ALLA SECONDA USCITA STAGIONALE HA SFIORATO IL SUCCESSO IN GIGANTE. GRANDE DISCESA DI ELENA FANCHINI: HA SAPUTO CONQUISTARE UN PODIO CHE DÀ MORALE A LEI, DOPO 8 ANNI, E ALLA ‘BANDA DI ALBY’

DICEMBRE 2013 \\ 45


COPPA DEL MONDO | BEAVER CREEK

Nelle foto. In alto, Verena Stuffer in azione, sotto, tutto il team azzurro festeggia Elena Fanchini. A destra Elena Fanchini in azione ©FISI Pentaphoto

Coppa del Mondo. Non ora, però a questo punto un pensierino…

UNA PISTA PER LE AZZURRE

WEIRATHER DEI MIRACOLI, SORNIONA MARIA Con perfetto tempismo l’abbiamo intervistata proprio su questo numero, quindi sulla sua storia non ci soffermiamo qui. Però il terzo nome che esce prepotentemente dalle urne di Beaver Creek è quello di Tina Weirather. L’atleta del Liechtenstein è partita per Lake Louise con un secondo posto in discesa e soprattutto con il primo podio in gigante (pettorale 29) dopo la già ottima prestazione di Soelden. Competitiva in discesa, superG e gigante, se non fosse uscita nel superG sulla Raptor probabilmente avrebbe altri punti preziosi. La sua si preannuncia una stagione alla grande e ha un plus: si allena con Lara Gut. Le due compagne di squadra sembrano in questo momento una coppia delle meraviglie e possono spingersi a vicenda. Un vantaggio non da poco. Intanto anche Maria Hoefl-Riesch,

Nell’ambiente c’era curiosità per la nuova pista ‘Raptor’ che ospiterà le discipline veloci femminili ai Mondiali di Vail 2015. Una pista innevata a tempo di record dagli addetti e che sembra ‘tagliata’ sulle azzurre. «La parte alta è più scorrevole, poi il tratto centrale gira bene ed è bello tecnico, mediamente di più di una discesa femminile» ha detto il responsabile delle velociste Alberto Ghezze. «Una pista che è adatta alle nostre caratteristiche» ha concluso Ghezze.

46 \\ DICEMBRE 2013

dopo il podio di Levi, continua a fare punti con regolarità e si porta al terzo posto nella classifica generale… ELENA, UN GAP DI 8 ANNI Sono passati otto anni dall’altro podio di Elena Fanchini in Coppa del Mondo, quel 2 dicembre del 2005 quando vinse la discesa di Lake Louise. Otto anni non

1 dicembre Lara Gut Woah!!! This is the “Raptor”!

sempre facili ma la cura della ‘banda di Alby’ sembra avere fatto bene alla bresciana. Il terzo posto nella discesa di Beaver Creek è un’iniezione di fiducia per tutta la squadra. «Una gioia incredibile, come se mi fossi risvegliata dopo tanti anni - ha detto Elena -. A volte è stata dura, ma non ho voluto mollare nei periodi più difficili. Negli ultimi tempi ero serena, ho ritrovato fiducia. Oggi nella parte di scorrimento ho sciato davvero forte e ho controllato sul difficile, nel tratto più tecnico». Super Elena dunque, ma la squadra c’è. INIEZIONE DI FIDUCIA Il DT Plancker torna da Beaver Creek con delle certezze. Il tredicesimo posto di Verena Stuffer nella discesa fa ben sperare per un’atleta che sapeva di essere messa in discussione da subito. Nel superG il quinto posto di una Nadia Fanchini sempre più ritrovata e soprattutto il settimo di


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BEAVER CREEK - USA 29 novembre \\ Beaver Creek DISCESA \\ femminile TracciatorE: M. Mayr (FIS) 1. Lara Gut (Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.41.26 2. Tina Weirather (Atomic) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.41.73 3. Elena Fanchini (Dynastar) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.42.24
 4. Fabienne Suter (Stoeckli) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.42.30 5. Anna Fenninger (Head) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.42.39 6. Fraenzi Aufdenblatten (Stoeckli) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.42.46 7. Maria Hoefl-Riesch (Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ 1.42.49 8. Andrea Fischbacher (Voelkl) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.42.55 9. Marianne Kaufmann-Abderhalden (HEAD) ���������������������������������������������������������������������������������������1.42.75 10. Regina Sterz (Voelkl) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.42.92 13. Verena Stuffer (Fischer) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.43.12
 22. Daniela Merighetti (Salomon) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.43.86 25. Nadia Fanchini (Dynastar) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.43.96 27. Francesca Marsaglia (Voelkl) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.44.05 35. Camilla Borsotti (Head) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.44.74 37. Lisa Magdalena Agerer (Atomic) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.44.98

TESTA A TESTA Partita lenta, come nel superG del giorno dopo, Lara Gut si è subito riportata in testa. Questa la sequenza degli intermedi: 20-15-2-1-1. Quattordicesima nella prima sezione di pista, è stata poi sempre in testa. Diversa la dinamica di Tina Weirather: 12-1-1-2-2 agli intermedi. Partenza lenta anche per Elena Fanchini con il ventiduesimo intertempo al primo rilevamento. Poi ottava, sesta, quarta, quinta… e terza al traguardo. CURIOSITÀ Per Elena Fanchini il destino sembrava scritto: pettorale 3 e terzo posto… ma non è l’unica a fare l’accoppiata. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Decisamente Elena Fanchini. LA DELUSIONE Giocava in casa, da Stacey Cook ci si poteva aspettare qualcosa in più. PAGELLE AZZURRE Voto 8 a Elena Fanchini. Niente da dire, brava… ora bisogna andare avanti così. Voto 7 a Verena Stuffer. Quando è stata messa in discussione ha tirato fuori gli artigli. Voto 5 a Daniela Merighetti. Gara no, ha grandi potenzialità ma non è questa la ‘Dada’ che conosciamo. Voto 5,5 a Nadia Fanchini. Dalla vice-campionessa del mondo ci si aspetta sempre un acuto. Voto 5,5 a Francesca Marsaglia. Nella media, però in prova aveva fatto ben sperare. Voto 5 a Camilla Borsotti. Ha fatto peggio ma ha fatto anche meglio, ci si aspettava una risposta diversa. Voto 4 a Lisa Magdalena Agerer. Difficile anche commentare, non riesce più a trovare il bandolo della matassa. Voto 5 a Sofia Goggia. Ha pagato la voglia si strafare e un po’ di inesperienza.

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INSTAGRAM 24 NOVEMBRE ELENA CURTONI

Grande notte a Denver! Go Nuggets!!!! @goggiasofia

una Sofia Goggia, dopo il quarto di Schladming, sono due biglietti da visita importanti. La Goggia, è vero, è uscita in discesa ed è sembrata subire la voglia di dimostrare chi è anche in gigante, saltando, ma è sulla buona strada e ha ancora tempo per maturare. Peccato per Elena Curtoni, che stava andando forte ma è caduta nelle prove, rimediando una botta che ha condizionato la sua trasferta. Rimangono delle ombre, per esempio Lisa Magdalena Agerer che continua a essere il fantasma dell’atleta che ha dominato la Coppa Europa o Daniela Merighetti che è stata ‘impalpabile’ in entrambe le gare. Però altre belle note sono arrivate dal gigante… «Siamo contenti per Elena, per un grande podio che arriva a inizio stagione,

Nelle foto. In alto la vincitrice del gigante Jessica Lindell Vikarby, sotto l’esultanza di Federica Brignone sul traguardo della seconda manche

per questo è più bello e motivante, perché convince tutto l’ambiente che si può fare bene - ha detto il responsabile della velocità Alberto Ghezze

-. Oggi non ho proprio parole, è un gran giorno. E non c’è solo la Fanchini, ma segnalo anche una bella prova di carattere di Verena Stuffer a ridosso delle dieci». Un successo del team che Ghezze ha voluto con lui dalla Coppa Europa, con Giovanni Feltrin, Mattia Lavelli e Monika Mueller, per fare alcuni nomi. Squadra che vince non si cambia. C’È FEDE L’ultima giornata sulle nevi di Beaver Creek è stata ricca di sorprese. A partire dall’uscita nella prima manche di Lara Gut, troppo inclinata (a tratti è sembrato di rivedere la Lara dell’anno scorso…). La più

OPINIONE TECNICA

DI MAURO PINI

LARA E TINA METTONO IN LUCE LE CARENZE DELLE ALTRE Nelle gare veloci di Beaver Creek ho visto due ragazze nettamente uno scalino sopra le altre: Lara Gut e Tina Weirather. Lara, indipendentemente dalle sue capacita tecniche, che conosciamo, ha quel qualcosa in più nella testa. È capace di ‘gasarsi’ e di sciare così su una pista tecnica come la Raptor, le difficoltà la esaltano e le danno quel giusto atteggiamento che poi la sua sciata è in grado di assecondare. L’unica che ha provato a non lasciarla scappare via è la Weirather, anche in superG. Brava Elena Fanchini che ha saputo approfittare del bel numero di partenza (nella discesa chi è partito

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davanti ha trovato un tracciato che sbatteva un po’ meno e le ombre meno lunghe), ha sciato bene e trovato i ritmi con i piedi, riuscendo a mettere i suoi sci in due binari. Nadia Fanchini mi è sembrata più asciutta fisicamente, un buon auspicio. Tolte queste atlete, le altre mi hanno deluso. Da anni si dice che le donne hanno bisogno di piste più tecniche e poi alla prova sono poche quelle che si adeguano. Lara e Tina hanno alzato l’asticella e vengono fuori i problemi delle altre… In gigante è stata una gran bella sorpresa la Lindell-Vikarby, soprattutto nella seconda manche. Sul tracciato più lento, più angolato, ha

sciato alla grande. Onestamente avevo dei dubbi sulla sua tenuta. Che dire della Shiffrin, oramai è entrata anche in gigante nel lotto delle migliori, con una sciata moderna, agile, aggressiva quanto basta. Bel risultato di Federica Brigone, bravissima: una seconda manche che mi è piaciuta molto per l’attitudine e l’impegno che ha dovuto mettere per raggiungere questo livello. L’uscita della Gut? Ci sta, è arrivata un po’ scarica in quel passaggio, le è mancata freschezza e lucidità. Dopo due vittorie è comunque andata a giocarsela anche il terzo giorno, un altro salto di qualità per lei.


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Il podio del superG

BEAVER CREEK - USA 30 novembre \\ Beaver Creek superG \\ femminile TracciatorE: A. Fuerbeck (GER) 1. Lara Gut (Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.18.42 2 Anna Fenninger (Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.19.34 3 Nicole Hosp (Fischer) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.19.53 4 Ilka Stuhec (Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.19.67 5 Nadia Fanchini (Dynastar) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.19.70 6 Dominique Gisin (Dynastar) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.19.93 7 Sofia Goggia (Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.19.96 8 Maria Hoefl-Riesch (Head) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.20.07 9 Fabienne Suter (Stoeckli) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.20.11 Tessa Worley (Rossignol) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.20.19 18 Elena Curtoni (Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.20.85 30 Verena Stuffer (Fischer) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.21.65 32 Elena Fanchini (Dynastar) ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.22.07 33 Lisa Magdalena Agerer (Atomic) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.22.19 40 Camilla Borsotti (Head) �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.22.88

massima sicurezza

TESTA A TESTA Qualche sbavatura in alto, veloce negli ultimi due terzi di gara. Lara Gut è stata seconda ai primi due intermedi e prima all’ultimo e al traguardo. Terza nel primo terzo di gara, poi sempre prima. Parti invertite per Anna Fenninger: prima per ben due rilevamenti e poi seconda. Dividendo la pista in tre in realtà è stata, nell’ordine, prima-quindicesima e diciassettesima. Nadia Fanchini è stata terza al primo rilevamento, poi quarta, terza e quinta. Dividendo la pista in tre: decima, quarta e ventireesima.

eccezionale comfort

puro piacere

CURIOSITÀ Pettorale cinque e quinta al traguardo: solo a Nadia Fanchini è riuscita l’accoppiata. LA SORPRESA DELLA GIORNATA La slovena Ilka Stuhec: ampiamente miglior risultato in carriera per lei. Podio di giornata in comune con Sofia Goggia: dopo il quarto posto ai Mondiali, il settimo posto nel primo superG di Coppa. Brava anche la norvegese Lotte Smiseth Sejersted e bella sorpresa la Hosp sul podio del superG… non accadeva dal 2008. Brava anche Nadia Fanchini, dal 2010 non faceva meglio.

PAGELLE AZZURRE Voto 7,5 a Nadia Fanchini. Competitiva anche in superG, bella gara. Voto 7,5 a Sofia Goggia. Settima al primo superG, ha i numeri, deve solo essere meno impaziente, fanno bene i tecnici azzurri a ‘coprirla’. Voto 6 a Elena Curtoni. Con la botta rimediata in prova non poteva fare meglio ma è in recupero. Voto 5,5 a Verena Stuffer. Poteva andare un po’ meglio. Voto 5 a Daniela Merighetti. Non è la ‘Dada’ che conosciamo. Voto 5 a Francesca Marsaglia. Un’occasione sprecata. Voto 5,5 a Elena Fanchini. Il suo dovere l’ha fatto nella discesa, però le sue potenzialità in superG sono ben diverse. Voto 5 a Lisa Magdalena Agerer. No comment. Voto 5 a Camilla Borsotti. Vale il giudizio della discesa.

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Photo © Christoph Schöch

LA DELUSIONE Tina Maze, non sembra proprio il suo anno.


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BEAVER CREEK - USA 1 dicembre \\ Beaver Creek gigante \\ femminile tracciatori: F. Winkler (AUT) - D. Steharnik (SLO) 1. Jessica Lindell-Vikarby (Rossignol) ��������������������������������������������������������������������2.17.92 2. Mikaela Shiffrin (Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������������������2.18.01 3. Tina Weirather (Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.18.48 4. Maria Pietilae-Holmner (Rossignol) ��������������������������������������������������������������������2.18.77 5. Maria Hoefl-Riesch (Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������2.19.04 6. Anemone Marmottan (Rossignol) ����������������������������������������������������������������������������2.19.09 7. Federica Brignone (Rossignol) �������������������������������������������������������������������������������������2.19.18 8. Ragnhild Mowinckel (Rossignol) �����������������������������������������������������������������������������2.19.28 9. Marie-Pier Prefontaine Rossignol) ������������������������������������������������������������������������2.19.33 9. Tessa Worley (Rossignol) ���������������������������������������������������������������������������������������������������2.19.33 14. Denise Karbon (Fischer) ���������������������������������������������������������������������������������������������������� 2.19.88 22. Francesca Marsaglia (Voelkl) ����������������������������������������������������������������������������������2.21.33

TESTA A TESTA Gara avvincente quella sulla pista che ospiterà i Mondiali del 2015, con tanti colpi di scena e uscite eccellenti. Ne ha approfittato Jessica Lindell-Vikarby, soprattutto nella prima manche, nella quale è stata seconda al primo intermedio e poi sempre prima, mentre nella seconda si è classificata ottava ma ha potuto mantenere quei 9 centesimi di vantaggio sulla Shiffrin grazie al tratto finale, dove ha stretto i denti. Prima manche in crescendo per la statunitense, seconda nella parte alta della pista e prima in quella bassa. Nella seconda manche per lei secondo miglior tempo. Il migliore tempo della seconda prova è stato di una straordinaria Tina Weirather. Bene anche la Brignone, con il terzo tempo di manche. CURIOSITÀ Una vittoria e altri due podi in carriera per la Lindell-Vikarby, ma tutti in superG. LA SORPRESA DELLA GIORNATA La norvegese Mowinckel, al miglior risultato in carriera in gigante. LA DELUSIONE Tessa Worley, ancora lontana dal suo standard. PAGELLE AZZURRE Voto 7,5 a Federica Brignone. Grande seconda manche, è sulla buona strada. Voto 6 a Denise Karbon. La leonessa continua a lottare. Voto 6,5 a Francesca Marsaglia. Brava, ora bisogna continuare così. Voto 4 a Lisa Magdalena Agerer. Non classificarsi per la seconda manche è proprio brutto per una come lei. S.v. Irene Curtoni. Difficile chiedere di più dopo mesi di stop per il mal di schiena. S.v. Elena Curtoni, doveva ancora smaltire la botta rimediata in prova. Voto 5 a Sofia Goggia. Vittima della voglia di dimostrare. Voto 5 a Manuela Moelgg. In ritardo di condizione per i ben noti problemi, però è uscita subito, senza neanche accorgersi di essere in gara.

Sofia Goggia in azione nella gara di superG ©FISIPentaphoto

lieta sorpresa in casa Italia è stata la seconda manche di Federica Brignone, dopo una prima un po’ nervosa, nella quale non aveva trovato il giusto feeling. Dal quindicesimo al settimo posto, con il terzo miglior tempo di manche. Federica ha dimostrato di potere metabolizzare i nuovi sci e di essere sulla via del ritorno tra le grandi.

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INSTAGRAM 1 DICEMBRE MARIE-PIER PREFONTAINE

AAAAAAH Sono appena arrivata nona nel GS di oggi @beavercreek ! Così felice :) !

Bella anche la prova di Francesca Marsaglia che si è qualificata per la seconda manche con il pettorale 52: è il suo miglior risultato. Un buon inizio per la trasferta americana, la squadra c’è e i risultati danno morale, ma la strada è ancora lunga. TESSA, BATTI UN COLPO! Oltre al fine settimana sotto tono

di Tina Maze, continua a essere poco competitiva la campionessa del mondo Tessa Worley, almeno in gigante (nona), visto che in superG la sua prestazione è stata tra le migliori in carriera. Fuori la Fenninger, male la Zettel, le austriache in gigante non hanno brillato. Grande prova della norvegese Ragnhild Mowinckel, classe 1992 e ottava al traguardo. La campionessa juniores di Roccaraso e vice-campionessa di Quebec 2013 (oltre che campionessa della combinata in entrambe le manifestazioni e medaglia di bronzo in superG a Roccaraso) si candida a diventare una delle giovani leve della disciplina. Anche qui, come nello slalom, qualcosa si muove. Da segnalare il quarto posto della slovena Ilka Stuhec in superG, miglior risultato in carriera, e il decimo dell’altra norvegese Lotte Smiseth Sejersted, già in evidenza nelle gare FIS di Copper Mountain. Due nomi da tenere a mente quelli delle ‘vichinghe’.



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LEVI (FIN) TESTO DI CLAUDIO PRIMAVESI FOTO | ZOOM

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E

17 NOVEMBR Mikaela Shiffrin

AHHHHHHH ffersen @H_Kristo WOOT io d po primo plimenti! WOOT! Com

A I N O P P A L N I ANCHE LA LEGGE DI VALE & MIKAELA L E C R A M

E DELLA HIRSCHER RA GLI I D IA Z A M SUPRE VANI E T ERMATO LA MOSTRA TANTE GIO RASFERTA DA F N O C O N IN .T AN UNA NO MESSE IMO PODIO M DI LEVI H GLI SLALO TRA LE DONNE SI SO QUISTATO IL SUO PR GLI SLALOMISTI, CON DIO O N A A P O D RATO IL SHIFFRIN M RISTOFFERSEN HA C QUALCHE SEGNALE HE HA SFIO C , , K E I R R E IN R L M U A Z O H Z U IT A RE PER LE NDE PRESTAZIONE D DIMENTICA GRA

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sono appassionati che per principio non guardano lo slalom femminile: troppa la potenza richiesta per deformare l’attrezzo e imprimere quell’accelerazione che rende spettacolare la più difficile delle discipline alpine. Non è sport da donne. Sarà una visione ‘maschilista’ ma fino a qualche tempo fa, guarda caso, vinceva una certa Marlies Schild che ancora oggi è probabilmente l’unica a sviluppare una potenza paragonabile in qualche modo a quella dei colleghi. Tanto è vero che nel 2012 ha fatto da apripista a Schladming non sfigurando affatto nel rilevamento cronometrico… La stessa Mikaela Shiffrin ha una sciata decisamente meno potente e utilizza scarpe più soft, anche se spinge sempre di più e ha passato l’estate in palestra. E continua a vincere, eccome, è lei la nuova Schild e l’ha dimostrato, se ancora ci fosse bisogno di una conferma, a Levi. Tornando ai ‘puristi’ che non amano lo slalom femminile, la gara di Levi, soprattutto quella femminile, ha un po’ rimescolato le carte della specialità. Tanti nomi nuovi qualificati per la seconda manche e diversi inserimenti importanti nella top ten. Segno che c’è comunque un certo

fermento e… lo spettacolo ci ha guadagnato, rendendo la prova meno scontata, Shiffrin a parte. La pista di Levi, come ha detto il coach degli slalomgigantisti Thoelier, è un po’ particolare, con quel piattone iniziale, la gara è piantata lì, nel bel mezzo dell’autunno, però qualcosa sembra essersi mosso. Aspettando prove più impegnative. NEW-ENTRIES Christina Ager, Marlene Schmotz, Charlotta Saefvenberg, Marina Wallner, Maren Wiesler, Martina Dubowska. Nomi nuovi che hanno saputo emergere nella prova lappone. In particolare la Ager, classe 1995, austriaca, quarta al debutto in Coppa del Mondo. Si era già messa in luce l’anno scorso al festival olimpico europeo della gioventù con un argento e un bronzo, ma pensare a un quasi-podio al debutto era difficile. La Wallner e la Wiesler sono rispettivamente del 1994 e del 1993. Le due tedesche alla fine sono arrivate sedicesima e ventitreesima, ma nella prima manche la Wallner ha insidiato la ben più esperta compagna di squadra Hoefl-Riesch. L’altra compagna di squadra Marlene

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LEVI - FINLANDIA 16 novembre 2013 \\ LEVI SLALOM \\ FEMMINILE TracciatorE: C. Thoma (Swe) - S. Buergler (Aut) 1. Mikaela Shiffrin (Atomic) ���������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.55.07 2. Maria Hoefl-Riesch (Head) ������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.56.13 3. Tina Maze (Stoeckli) �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������1.56.68 4. Christina Ager (Atomic) ��������������������������������������������������������������������������������������������������������1.56.73 5. Maria-Michele Gagnon (Rossignol) ������������������������������������������������������������������� 1.56.80 6. Christina Geiger (Rossignol) ���������������������������������������������������������������������������������������� 1.56.86 7. Nina Loseth (Voelkl) ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.56.95 8. Frida Hansdotter (Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������ 1.56.97 9. Anna Swenn-Larsson (Head) �������������������������������������������������������������������������������������������1.57.14 10. Denise Feierabend �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 1.57.22 26. Manuela Moelgg (Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������ 1.58.83 27. Chiara Costazza (Rossignol) ������������������������������������������������������������������������������������ 1.58.90

TESTA A TESTA Sempre davanti la Shiffrin, prima in entrambe le manche. La statunitense è partita tranquilla (terza e seconda ai primi due intermedi nella manche uno, seconda in partenza in manche due). Dividendo la pista in due, è stata quinta e sesta nella prima manche e prima e quarta nella seconda. Però al traguardo sempre davanti a tutti perché, nonostante le sbavature, quando mette la quinta è imprendibile. Più regolare nel complesso la gara della Riesch, terza in entrambe le manche e, tranne nella prima parte di manche uno (diciassettesima), seconda o terza nelle sezioni. Tina Maze è stata seconda nella prima manche e poi solo dodicesima nella seconda. Il secondo tempo della seconda manche è stato appannaggio di Nina Loseth. Marta Benzoni fino all’ultimo intermedio era in qualifica. CURIOSITÀ Maria Hoefl-Riesch ha un buon feeling con Levi: sette volte a podio su otto gare. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Sicuramente Christina Ager; quarta al debutto in Coppa. Più sorpresa di così! LA DELUSIONE Marlies Schild: la davano in forma, lei stessa ci credeva e invece… subito fuori. PAGELLE AZZURRE Voto 6 a Manuela Moelgg. La posizione e il tempo non sono da lei, ma con tutti i problemi che ha avuto andare sotto la sufficienza sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Voto 5 a Chiara Costazza. A tratti si intravede la slalomista da podio di un tempo lontano… molto lontano, ma così è troppo poco. Voto 5 a Sarah Pardeller e Sabrina Fanchini. Un giudizio collettivo e forse anche troppo benevolo per una squadra inconsistente. Voto 5,5 a Marta Benzoni: fino all’ultimo intermedio era in qualifica, ma il tempo che conta è quello preso al traguardo. Voto 4.5 a Michela Azzola: da una che ha vinto la Coppa Europa di slalom ci si aspetta sicuramente di più...

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Schmotz, partita con il 58, è arrivata ventitreesima. La Saefvenberg, svedese, quattordicesima con il pettorale 35, è una ‘94, la Dubovska, ceca, classe 1992, è arrivata ventottesima con il pettorale 64. Da segnalare anche la prestazione della squadra svizzera, segno che la rinascita tra i rapid gates è quasi fatta: Michelle Gisin, classe 1993, uscita nella seconda manche, è una delle slalomiste più promettenti, Wendy Holdener è uscita nella prima manche quando andava forte, la Feierabend, decima al rientro dopo una stagione out, un’altra buona leva. Lo spirito è quello giusto, si vede qualcosa. LA CADUTA DELLE DEE Per tante giovani scommesse che si sono affacciate alla ribalta, nella stessa giornata, simbolicamente, ci sono delle ‘vecchie’ che non hanno saputo reagire. Fuori la Schild, la Kirchgasser, la Poutiainen, maluccio la PietilaeHolmner (ventesima) e la Zettel (quindicesima). Bisogna aspettare la prova del nove, però sembra esserci un livellamento con poche atlete top (e una decisamente più ‘top’) e una piccola

rivoluzione dal basso. MIKAELA NON FA REGALI Anche nella terra di Babbo Natale la Shiffrin ha deciso di non fare regali a nessuno e dimostrare che il tanto lavoro sul gigante non le ha fatto disimparare come si scia tra i rapid gates. Alla fine, dopo due manche non esenti da sbavature ma nelle quali riesce a sciare con una naturalezza unica e a recuperare con non chalance, ha rifilato un secondo e sei centesimi alla Maze. Mikaela sempre più come Marcel in slalom e come Ted in gigante: il suo sembra un altro sport. Dietro comunque Tina Maze ha mostrato dei progressi dopo il brutto sogno di Soelden. La slovena, terza, si è fatta superare solo da Maria Hoefl-Riesch, che a Levi va sempre bene e, tra un alto e un basso, in slalom ogni tanto torna a dire la sua. CHI SI FERMA È PERDUTO Dopo la disfatta di Soelden, quella di Levi è forse ancora più difficile da digerire per la ‘banda del Mago’. Solo le due ‘vecchiette’ Chiara Costazza e Manuela Moelgg qualificate per la seconda manche e appaiate al ventiseiesimo e ventisettesimo posto… Giovani di belle speranze che dovevano ‘spaccare il mondo’ che non si sono nemmeno qualificate. Eppure Maria Hoefl-Riesch esulta sul traguardo di Levi


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OPINIONE TECNICA DI MAURO PINI

OCCHIO AGLI AUSTRIACI, FANNO PAURA Lo slalom femminile di Levi ha dimostrato che nell’ambiente c’è fermento, con tante giovani vogliose di mettersi in mostra. Merito della pista ben preparata e particolare, ma per una prova del nove meglio aspettare Courchevel… Si vedono tante diciassettenni, diciottenni e diciannovenni: l’età dello slalom moderno. Su Shiffrin c’è poco da dire se non che anche in slalom sembra avere fatto un ulteriore passo avanti: è più aggressiva, piuttosto che soffice e pulita di come ci aveva abituato l’anno scorso. Sembra proprio una declinazione del nuovo ruolo di leader, non solo tra i pali stretti. Bene la squadra Svizzera, allenata dall’altoatesino Luis Prenn. Holdener e Gisin, pur uscendo, hanno dimostrato quella giusta sfrontatezza, Feierabend mi ha sorpreso per l’attitudine dopo una stagione persa. E poi la giovanissima Rahel Kopp, che fino a metà della prima manche era terza. Si vede una bella dinamica di gruppo. Che dire delle azzurre… probabilmente sono in una fase di transizione e non riescono a mettere in pratica il lavoro estivo e la nuova impostazione data dal rinnovato staff tecnico. Alle giovani dico: prendete esempio dall’atteggiamento delle svizzere…

INSTAGRAM 15 NOVEMBRE MANUELA MOELGG

#santaclaus #finlandia

i tanti pettorali ‘over 50’ nella top 30 (addirittura nella top 10) dicono che a Levi si poteva osare. Carattere? Problemi tecnici? Forse entrambi, fatto sta che per l’Italia dello slalom i tempi della riscossa sembrano lontani. Sabrina Fanchini pare non avere trovato più quel feeling con la gara dopo l’infortunio, Marta Benzoni, Sarah Pardeller e Michela Azzola hanno fatto vedere qualche curva, ma si sono perse, non hanno avuto quella continuità, non ci hanno creduto probabilmente. Ci sarà da lavorare, molto, a tutti i livelli, partendo da FuturFisi. La sensazione più fastidiosa è che le altre si muovano, facciano dei progressi, mentre a Casa Italia si sia rimasti fermi.

Nelle foto. In alto da sinistra a destra alcuni bambini al traguardo della gara, la soddisfazione di Marie-Michele Gagnon e Christina Ager, sorpresissima di questo primo slalom. Qui sopra Mikaela Shiffrin con la renna vinta

La gara maschile è invece stata domata dalla vecchia guardia che ruggisce, l’esperienza al comando! A parte Hirscher, a stupire sono stati Matt e tutta la squadra austriaca, dove si vedono già i frutti del lavoro del rientrato Marko Pfeifer, che negli ultimi anni aveva plasmato la squadra svedese; si nota un lavoro sulla stabilità e l’efficacia d’azione. Agli antipodi rispetto a questa impostazione c’è il norvegese Kristoffersen, che ha una sciata più libera, ancora grezzo nella tecnica e nello stile ma pura espressione dello sci come divertimento, senza prendersi sul serio e cercare di andare oltre i propri limiti. Henrik è il migliore esempio di come si deve affrontare una partenza nello slalom. Gli azzurri? Sì, ma… Bene Thaler, con un pizzico di convinzione in più poteva giocarsi il podio, in generale però continuano a non andare sui tratti pianeggianti.

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MARCEL IL REGOLARE Con la vittoria a Levi Marcel Hirscher ha inanellato il decimo podio consecutivo in slalom, proprio da Levi 2012. La sua marcia è stata regolarissima. Il ragazzo che attaccava alla morte e, in alternativa al podio e alla vittoria, inforcava, non c’è più. La sua supremazia in slalom è imbarazzante quanto quella di Ligety in gigante. Anche a Levi è sembrato avere una marcia in più. Dalla Lapponia la Coppa del Mondo sembra un film già visto, con Neureuther (autore di un volo stile freestyle nella seconda manche che lo ha relegato all’ultimo posto) probabile candidato al ruolo di primo degli ‘umani’. Eppure dietro qualcosa si muove. Anche nello slalom maschile, infatti, ci sono state delle sorprese. Dietro all’inossidabile Mario Matt, secondo di giornata, ecco il primo podio del norvegese Henrik Kristoffersen, già messosi in mostra ai Mondiali Juniores di Roccaraso 2012, con tre medaglie, e a Quebec 2013, con una. Classe 1994, il compagno

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di squadra di Svindal sembra essere il portabandiera dei norvegesi, con Sebastian-Foss Solevaag al nono posto, Leif Kristian Haugen al quindicesimo e Jonathan Nordbotten al ventiseiesimo. SEGNALI DA DIETRO Lo svedese Mattias Hargin con il INSTAGRAM 16 NOVEMBRE JULIEN LIZEROUX

Non solo a Kitzbuehel… #jbgrange

Nelle foto. Qui sopra, a sinistra l’esultanza dell’intramontabile Mario Matt. A destra, un bel passaggio di Kristoffersen. Qui sotto Marcel Hirscher in azione

quinto posto sembra essere tornato ai fasti di un tempo, Ivica Kostelic, quarto al traguardo, ha dimostrato di essere sempre lì, nonostante l’età e qualche acciacco. I francesi non saranno lo squadrone del gigante ma anche in slalom si difendono, con JB Grange al settimo posto, Steve Missillier al decimo e Julien Lizeroux, al gran rientro, onorevole diciassettesimo. ITALIA TRA LUCI (POCHE) E OMBRE Il coach degli azzurri Jacques Theolier ha dichiarato di tornare a casa con dei punti fermi da Levi. La prestazione azzurra non è stata certamente disastrosa come quella delle donne, ma neppure da incorniciare. Sugli allori ‘nonno’ Patrick Thaler che ha rischiato di andare a podio,


LEVI | coppa del mondo

Il podio della gara maschile

LEVI - FINLANDIA 16 novembre 2013 \\ LEVI SLALOM \\ MASCHILE A. Doppelhofer (Ger) - R. Soulard (Swe) (AUT) 1. Marcel Hirscher (Atomic) ������������������������������������������������������������������������������������1.45.42 (AUT) 2. Mario Matt (Blizzard) ���������������������������������������������������������������������������������������������1.46.04 (NOR) 3. Henrik Kristoffersen (Rossignol) �������������������������������������������������������� 1.46.35 (CRO) 4. Ivica Kostelic (FISCHER) ����������������������������������������������������������������������������������������1.46.64 (SWE) 5. Mattias Hargin (Nordica) ����������������������������������������������������������������������������������� 1.46.71 (ITA) 6. Patrick Thaler (Fischer) �������������������������������������������������������������������������������������������1.47.15 (FRA) 7. Jean-Baptiste Grange (Fischer) ������������������������������������������������������������������ 1.47.17 (AUT) 8. Benjamin Raich (Atomic) �����������������������������������������������������������������������������������������1.47.21 (NOR) 9. Sebastian Foss-Solevaag (Voelkl) �������������������������������������������������������1.47.24 (FRA) 10. Steve Missillier (Salomon) ������������������������������������������������������������������������������1.47.36 (ITA) 16. Stefano Gross (Voelkl) ������������������������������������������������������������������������������������������1.47.74 (ITA) 21. Giuliano Razzoli (Fischer) ��������������������������������������������������������������������������������1.48.20

finendo poi sesto e facendo una gara all’attacco. Segno che la tecnica, nonostante il passare degli anni, c’è sempre e la determinazione non manca. Poi al sedicesimo posto Stefano Gross, lontano dalle sue potenzialità, ventunesimo Razzoli, ancora discontinuo e fuori forma. Nella seconda manche è uscito Manfred Moelgg che, al netto dello stop per il mal di schiena, ha comunque confermato di essere uno degli uomini di Theolier più in forma. Anche tra gli uomini però mancati i giovani, quelli che dovrebbero dare l’anima per la gara della vita. Non qualificati Ronci e Nani, fuori nella prima Tonetti. «Purtroppo in gara non ero io, non riuscivo a spingere sul piano, a fare velocità - ha detto Giordano Ronci -. Appena ho aperto il cancelletto mi sono irrigidito, e pensare che durante il riscaldamento stavo bene». Il problema sembra essere proprio questo: gli stranierei quando spalancano il cancelletto sono indiavolati, a noi forse manca quella cattiveria che nello sport fa la differenza. Oltre a qualche problema

Nelle foto. Qui sopra, dall’alto verso il basso: Marcellino sembra dire ‘Ve l’ho fatta anche questa volta...’, i complimenti di Hirscher al talento norvegese Kristoffersen e Patrick Thaler, ancora una volta il migliore degli azzurri a Levi

sui piani. E poi c’è il caso di Cristian Deville, anche lui non qualificato. Il trentino, dopo la strepitosa stagione 12/13, sembra non riuscire proprio più a trovare la giusta confidenza. Lo squadrone che due anni fa tutti ammiravano non c’è più, non è proprio fermo come quello femminile ma anche in questo caso la vita per i nostri slalomisti sarà dura. Il DT Claudio Ravetto, però, sembra meno preoccupato. «Potevamo partire meglio, va bene alzare il ritmo e le prestazioni in vista delle Olimpiadi, va bene partire piano e cercare più avanti la condizione, ma siamo partiti un po’ troppo piano - ha detto Claudio -. I prossimi slalom saranno più congeniali alle nostre caratteristiche. Devo dire che rispetto al gigante, mi preoccupo meno, sicuramente».

TESTA A TESTA Decisamente regolare Marcel Hirscher, primo in entrambe le manche, terzo e secondo al primo intermedio, e poi sempre davanti. Anche dividendo in due la pista la sua prestazione è quella di un metronomo: a parte il quinto tempo della parte alta in manche uno, poi è sempre stato primo o secondo. Mario Matt ha fatto registrare il terzo tempo di entrambe le prove, mentre Henrik Kristoffersen è stato quarto nella prima e secondo nella seconda, con un gran finale che lo mette al primo posto nella sezione finale. Patrick Thaler è arrivato quinto e quindicesimo nelle due prove ed è stato sempre più veloce nella parte iniziale (terzo, contro un settimo e ventiquattresimo posto da metà in giù). Toh, un italiano che va sui piani! CURIOSITÀ Marcel Hirscher ha vinto una bella renna che ha chiamato come il padre-allenatore: Ferdinand. LA SORPRESA DELLA GIORNATA Lo si aspettava, si sapeva che il ragazzo era forte, ma il terzo posto di Kristoffersen è sicuramente una bella sorpresa. LA DELUSIONE Diciamo Felix Neureuther, perché da un fuoriclasse ti aspetti sempre il podio, ma un errore ci sta, altrimenti sarebbe stato lì. Proprio male Deville. PAGELLE AZZURRE Voto 7,5 a Patrick Thaler. Gli anni passano, ma ‘Thali’ è come il buon vino: più invecchia, più migliora. Voto 5,5 a Stefano Gross. Sarebbe meno, ma è una quasi sufficienza di incoraggiamento. Voto 5,5 a Giuliano Razzoli: è l’anno olimpico, non può essere una stagione senza Giuliano. Voto 5 a Giordano Ronci, Riccardo Tonetti e Roberto Nani: hanno sprecato un’occasione. Voto 4,5 a Cristian Deville. Vorremmo dare un voto di incoraggiamento anche a lui ma a Levi è stata proprio una batosta.

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CIRCO BIANCO | ROOKIES

FACCE NUOVE TRA ESORDIENTI ASSOLUTI, PROMESSE O ASPIRANTI TALI, ECCO UNA RASSEGNA DI VOLTI VISTI IN GIRO NEL CIRCO BIANCO TRA LEVI, LAKE LOUISE E BEAVER CREEK DI LUCA GIACCONE FOTO ZOOM

RAGNHILD MOWINCKEL (NOR)

Cinque medaglie nelle ultime due edizioni dei Mondiali Junior: a Roccaraso due anni fa, oro in gigante e combinata, oltre al bronzo in superG, la stagione successiva in Canada nuovo titolo in combinata e piazza d’onore in gigante. La norvegese, classe 1992 di Molde, alla seconda stagione di Coppa del Mondo ha ‘preso le misure’ ed è entrata subito nella top ten a Beaver Creek.

CHRISTINA AGER (AUT)

Nella ‘prima volta’ in Coppa del Mondo arriva ad un passo dal podio, appena cinque centesimi da Tina Maze. Christina Ager è il volto nuovo dello slalom austriaco. A Levi ci è arrivata solo dopo aver superato la ‘qualifica’ interna sul ghiacciaio, in Lapponia si è scatenata: un bel regalo di compleanno visto che cinque giorni prima era diventata maggiorenne...

ILKA STUHEC (SLO)

La ventitreenne slovena di Maribor, Ilka Stuhec, in Coppa del Mondo c’è dal 2007, ma nella top ten, prima del superG di Beaver Creek ci era arrivata solo tre volte, due volte decima, in discesa e supercombinata, sesta nel 2011 ancora in discesa. Così il quarto posto in superG a quattordici centesimi da podio è il suo miglior piazzamento in carriera. 58 \\ dicembre 2013

CHARLOTTA SAEFVENBERG (SWE)

Primi punti alla quarta presenza in Coppa del Mondo: la giovanissima svedese Charlotta Saefvenberg, classe 1994 di Umeå, dopo tre uscite ha chiuso al quattordicesimo posto nello slalom di Levi. È nel gruppo 2, quello di Coppa Europa, ma siamo sicuri che Christian Thoma - che da quest’anno è responsabile del gruppo delle discipline tecniche - continuerà a darle fiducia.

ALEKSANDER AAMODT KILDE (NOR)

Aamodt è il cognome della madre e non è parente di Kjetil André. Si chiama Kilde e dopo aver vinto la Coppa Europa e l’oro Mondiale Juniores in gigante lo scorso anno ha portato a casa i primi punti in Coppa del Mondo con il ventesimo posto nel superG di Lake Louise. Ventun anni, il suo idolo è Svindal e adesso è in squadra con lui.

YINA MOE-LANGE (DAN)

È nata nel 1993 a Tokyo, ha imparato a sciare in Giappone, parla correttamente il giapponese. Ma è danese, figlia di diplomatici, adesso trasferiti in California. Ha partecipato a slalom e gigante ai Giochi Olimpici di Vancouver, adesso la ritroviamo in Coppa del Mondo: non si è qualificata nel gigante di Beaver Creek, ma in squadra non ha rivali...

MARINA WALLNER (GER)

Debutto in Coppa del Mondo e subito nelle prime venti: nello slalom di Levi, la tedesca Marina Wallner, partita con il pettorale 63, ha raggiunto la sedicesima posizione. Un risultato davvero a sorpresa, visto che prima della gara di Levi, il miglior piazzamento in slalom in Coppa Europa era stato il nono posto a Courchevel nel 2012.

OTMAR STRIEDINGER (AUT)

A Lake Louise l’austriaco Otmar Striedinger ha realizzato i suoi migliori risultati in carriera: in discesa, in realtà, si era già piazzato diciottesimo a GarmischPartenkirchen a febbraio, mentre in superG ha fatto meglio di sempre con il diciassettesimo tempo. Trovare spazio nella ‘velocità’ austriaca non è facile, ma lui a 22 anni è già nel gruppo A.

KYOSUKE KONO (JPN)

Bisognerà ben trovare un ricambio per Kentaro Minagawa e Akira Sasaki: così nel quartetto giapponese in gara nello slalom di Levi, debutta Kyosuke Kono, che in questa stagione ha trovato spazio in squadra grazie al secondo posto nella graduatoria finale di slalom della Far East Cup, alle spalle del trentaseienne Minagawa.


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INCHIESTA | SLALOM

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Il suo miglior piazzamento, ad Aare nel 2012

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L’anno della sua unica vittoria in Coppa del Mondo

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I NOSTRI MIGLIORI PIAZZAMENTI NEGLI ULTIMI QUATTRO INVERNI

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ABBIAMO CERCATO, GARA PER GARA, LA MIGLIORE AZZURRA IN CLASSIFICA.

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CHIARA COSTAZZA

MANUELA MOELGG

2011 Suo l’ultimo podio azzurro, a Zagabria


SLALOM | INCHIESTA

PAROLA AGLI ALLENATORI È quello che dicono I tecnici azzurri del presente e del passato, interpellati sulla crisi delle slalomiste azzurre. Un progetto nuovo che deve partire non dalla Coppa del Mondo, ma da sotto. Magari guardando all’estero, dove si è investito molto su questa specialità

Levi è solo l’ultima tappa di una via crucis lunga, troppo. C’erano una volta Claudia Giordani, capace di vincere una medaglia olimpica addirittura con un berretto che le era sceso sugli occhi, Paoletta Magoni, Daniela Zini, Ninna Quario. Siamo un popolo di slalomisti, si diceva. Ora invece sembra che nel Belpaese non esista più una valanga rosa dello slalom. Il bilancio dell’ultimo decennio è decisamente negativo. Troppo sporadiche le prestazioni degne di questo nome delle atlete azzurre e ci si accorge di questo dai podi di Coppa del Mondo: solo sei negli ultimi dieci anni, con una sola vittoria. Cambiano i direttori tecnici, si alternano gli allenatori, si modificano i progetti di allenamento, la scuola tecnici federali sforna coach di primo, secondo e terzo livello organizzando stage, aggiornamenti e corsi, ma i risultati rimangono scadenti, ai minimi termini. Probabilmente figli di una ‘non cultura’ dello slalom. Il malato è davvero grave tanto da poter parlare di crisi nera nel settore dello slalom azzurro, a livello Coppa del Mondo ma anche sicuramente fra le giovani. Nel 2007 le ‘fiammate’ di Chiara Costazza con il podio a Reiteralm e la vittoria a Lienz, poi i podi di Manuela Moelgg, il primo nove anni fa ad Aspen e il secondo nel 2011 a Zagabria. Infine due volte Nicole Gius. Poco, troppo poco. Fa specie che una nazione alpina di grande tradizione, che si è sempre distinta per didattica e metodologie di insegnamento, non riesca a costruire un progetto chiaro sullo slalom. Attenzione, Levi a parte, speriamo che le nostre ragazze ci possano stupire fin dalla prossima occasione, ma non sarà facile un cambio di tendenza così repentino. E non possono bastare le condizioni fisiche precarie di Manuela Moelgg e Irene Curtoni per giustificare il magro bilancio, perché sembra mancare un ricambio generazionale, un progetto alla base, una

volontà di investire con decisione e tenacia sul pianeta delle ‘porte strette’. Michela Azzola, giovane perché ventiduenne ma non certo giovanissima, si è distinta l’anno scorso in Coppa Europa, ma adesso sembra patire il salto nella massima serie. Il nuovo allenatore responsabile Livio Magoni giura che non bisogna buttare completamente la prestazione lappone: «Chiara Costazza è migliorata sul piano, Marta Benzoni fino all’ultimo intermedio era da qualifica». È vero, ma può bastare? E nel gruppo C&B come siamo messi? Alessia Medetti, Nicole Agnelli e Carmen Geyr - che con il 76 si è infilata nelle 20 nella prima manche di Coppa Europa di Levi - sono forse quelle che possono avere una maggiore vocazione allo slalom. Per capire come mai da così tanto tempo le nostre donne non vanno più tra i rapid gates abbiamo chiesto proprio a chi le ha allenate o le allena quali sono i problemi e le possibili soluzioni. Le risposte sono molto simili… Ma allora perché non si è mai fatto nulla, se i problemi sono gli stessi da anni?

LIVIO MAGONI Allenatore responsabile slalomgigantiste CARENZE TECNICHE SÌ, MA È MANCATA LA TESTA «Voglio soffermarmi su quello che ho visto nella mia prima gara da allenatore delle azzurre. Stiamo lavorando sulle carenze tecniche, ma quello su cui abbiamo fallito è stato l’atteggiamento. Una mentalità ancora troppo rinunciataria, un accontentarsi sbagliato e dannoso per il futuro. C’è ancora molto da fare e di questo siamo coscienti. In molte

delle nostre atlete sembra esserci uno stato inconscio che non le fa osare e attaccare con serenità. Ogni discorso tecnico non può prescindere dalla tattica perché in questa disciplina vanno di comune accordo. Bisogna rialzarsi in fretta e dimostrare fin dai prossimi appuntamenti di voltare pagina. Le ragazze lo hanno capito, a fine gara sono state loro le prime ad affermare che così non va. Questo è positivo e mi dà fiducia. Il futuro? Se i risultati non arriveranno è giusto investire su altre atlete».

GIUSEPPE ZENI Allenatore dal 2010 al 2012 INDOOR PER IMPARARE A FARE VELOCITÀ SUI PIANI «Serve una squadra di sole slalomiste, a suo tempo l’ho suggerito in FISI. In Italia non si dà il giusto peso a questa disciplina. Lo slalom è una specialità che deve essere curata e ha bisogno di un lavoro molto più intenso rispetto al gigante. Per automatizzare bene i movimenti fondamentali, che in slalom sono estremamente più rapidi, è necessario aumentare i passaggi. Dai 6000 in sù si inizia a avere un’idea di cosa è questa disciplina. Non allenandosi a dovere, le azzurre oggi non hanno quella dimestichezza e quella destrezza utile per essere tra le più forti. In questo modo si fanno portare dall’attrezzo, non accorciano le curve come fanno le colleghe straniere. Altro gap, i piani: siamo troppo deficitari. Per curare questo aspetto si dovrebbero utilizzare maggiormente gli impianti indoor per fare velocità, sciare in accelerazione sui pianori. D’altronde in Coppa del Mondo pendii ripidi per le donne non ce ne sono certo in abbondanza». DICEMBRE 2013 \\ 61


INCHIESTA | SLALOM

IL PUNTO TECNICO DI LUCA AGAZZI

MICHELA AZZOLA

Abbiamo analizzato un passaggio delle azzurre nel recente slalom di Levi con l’ex allenatore di Lara Gut

STEFANO DALMASSO Allenatore negli anni Ottanta e nella stagione 2004-2005 QUANTITÀ PER ASSIMILARE MEGLIO GLI AUTOMATISMI «Le nostre continuano ad avere carenze tecniche troppo vistose rispetto alle avversarie. Lo slalom non si improvvisa, da noi a volte sembra invece la ‘specialità tappabuchi’, quella da fare se c’è bufera o neve molle. Diversi errori sono dovuti essenzialmente all’instabilità sugli sci, al disequilibrio. Prima di tutto per essere ‘sugli sci’ e padroni dell’attrezzo, per avere i piedi vicini al palo, serve più allenamento specifico, che ti dà i giusti automatismi per ripetere un gesto così istantaneo, quasi riflessivo. Non sono a loro agio e lo vedi nelle figure, nei cambi di ritmo. Si nota così che in queste situazioni sciano con il baricentro basso e sedute. Più allenamento insomma, per assimilare il gesto specifico. Io vedo due mondi nello sci, da una parte lo slalom e dall’altra gigante e velocità».

Buona la direzione dell’asse del busto Deve portare tutto il corpo più sopra il vincolo, sia lateralmente che sull’asse antero/posteriore, in modo da fare linee più brevi perché, avendo gli sci maggiormente sotto il corpo, lo svincolo diventa più facile e fluido.

Perfetto il lavoro delle spalle che cercano di rimanere sul vincolo.

In questa fase deve avere l’asse del bacino parallelo a quello delle spalle per consentire anche allo sci interno di viaggiare parallelo a quello esterno, permettendo una maggiore pulizia e continuità nella fase di fine/inizio curva. CHIARA COSTAZZA

MAURIZIO MARCACCI Allenatore dal 2002 al 2006 AUMENTARE LA VELOCITÀ PER ADATTARSI A FIGURE E CAMBI DI RITMO «In quasi dieci anni mi sembra che gli errori siano sempre gli stessi. Lo slalom è rapidità nell’eseguire i gesti, è risolvere l’imprevisto, è adattamento, è fare velocità anche quando non sei in curva. Le nostre sembrano impacciate e poco preparate a gestire gli attimi così fugaci di una curva in slalom. Visto che negli ultimi anni la velocità è

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Ottimo l’atteggiamento del busto e l’appoggio sul piede esterno.

In ingresso curva dovrebbe avere il bacino più avanzato e la parte esterna che deve rimanere all’altezza di quella interna per evitare eccessive rotazioni del bacino verso l’interno e conseguenti aperture delle punte.

MANUELA MOELGG


SLALOM | INCHIESTA

MARTA BENZONI

Giuste le spalle con l’asse quasi parallelo al terreno.

Guardando la parte bassa, deve avere lo sci destro più avanti e carico, in modo da svincolare più facilmente e facilitare l’ingresso nella curva successiva. Naturalmente per fare questo, in ingresso curva deve essere perfettamente sopra la base d’appoggio, con i piedi alla stessa altezza.

SABRINA FANCHINI

Buono l’atteggiamento della parte alta del corpo.

Quando inizia la curva deve cercare l’inclinazione e il vincolo partendo da ginocchia e bacino, in modo da avere i piedi più sotto il corpo. Questo l’aiuterebbe anche a passare con i piedi più vicino alla base del palo.

Bene come riesce sempre a essere aggressiva, fondamentale nello slalom.

Dovrebbe mantenere di più l’appoggio sullo sci esterno che le permetterebbe una migliore facilità di svincolo e continuità di azione. Per farlo, la parte alta del corpo deve contrastare le rotazioni, evitando la perdita del vincolo e della centralità.

SARAH PARDELLER

aumentata, dovrebbe aumentare anche l’allenamento specifico. In questo modo soffriamo cambi di ritmo, figure, cambi di pendenza. Più allenamenti, magari manche più lunghe ad alte velocità. Per sapere usare i piedi nelle figure e lasciar correre lo sci servono moli di lavoro considerevoli. E poi c’è il problema della preparazione atletica. Si dovrebbe ‘caricare’ di meno e nel caso specifico delle nostre atlete puntare a un allenamento a secco che va in due direzioni precise: la prima di prevenzione e conservazione, la seconda di sviluppo delle caratteristiche di elasticità, rapidità e propriocettività».

ROBERTO LORENZI Allenatore squadra C&B AVERE IL CORAGGIO DI INVESTIRE SULLO SLALOM GIÀ DAL BASSO «Il problema non è solo circoscrivibile al presente. Credo che sia a monte: in Italia ci si allena poco in questa disciplina, prediligendo il gigante. Non è necessario guardare le squadre o i comitati, ma questo elemento è visibile ampiamente già nei club e nella categorie Children. Sarebbe utile un cambio di mentalità, un approccio diverso. Per creare delle buone slalomiste bisogna avere il coraggio di investire su questa specialità, anche se una scelta del genere può anche non pagare nell’immediato. Lo slalom ha bisogno di tempi e modi tutti suoi e, se guardiamo all’estero, ci sono diverse squadre giovanili votate essenzialmente alle ‘porte strette’, noi ci abbiamo creduto poco. Più allenamenti ma anche più gare, hanno una maggiore attenzione a questa specialità. Tedesche, norvegesi e svedesi sono un esempio».

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INCHIESTA | SLALOM

indicato anche un lavoro specifico sullo slalom».

1 VITTORIA E 5 PODI (in 10 anni…)

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STEFANO COSTAZZA Allenatore dal 2009 al 2013 RICONSIDERARE LO SLALOM COME METRO DI GIUDIZIO PER ENTRARE IN SQUADRA «Manca il ricambio, manca un lavoro alla base. Abbiamo perso tempo prezioso per delle scelte sbagliate fatte in passato. Negli ultimi anni non bastava distinguersi solo in slalom per entrare in squadra nazionale ma si dava un occhio di riguardo a gigante e polivalenza. Così anche ‘sotto’ è stato tralasciato quel lavoro tecnico sulla curva che è fondamentale e paradossalmente è anche più facile allenare. Le nostre azzurre in Coppa del Mondo? Certo, rispetto alle prime mancano in solidità, compostezza negli appoggi, ma, viste le ultime gare, è più un problema di fiducia nei propri mezzi. Il problema vero è che dietro non si muove nulla. Magari, invece di fare stage Children e Giovani sulla velocità, sarebbe

Nelle foto. Qui sopra, due immagini delle azzurre in ricognizione a Levi. Sotto, Chiara Costazza in azione nello slalom di Lienz del 27 dicembre 2007, unica vittoria azzurra in questa specialità nell’ultimo decennio ©Zoom

LUIS PRENN Allenatore dal 2001 al 2004 CAMBIARE FILOSOFIA E LAVORARE SU UNA NUOVA GENERAZIONE «Da troppo tempo in slalom manca un riferimento, un’atleta capace di tirare il gruppo. I tecnici stanno lavorando bene con le donne a disposizione, ma quello che manca è un discorso da fare dietro, più sotto. Bisogna investire su una nuova generazione di slalomiste, fare un lavoro propedeutico sullo slalom. Non serve adesso una squadra di slalomiste in Coppa del Mondo perché oggi non avrebbe più senso. Bisogna invece valorizzare un gruppo di ragazze giovani da fare crescere, aspettando la loro maturazione, lasciando loro fare esperienza. Non si può avere tutto subito, serve almeno un triennio».

4 GENNAIO 2011 ZAGABRIA (CRO) 1. Marlies Schild ������������������������ (Aut) 2. Maria Riesch �������������������������� (Ger) 3. Manuela Moelgg �������������������� (Ita) 4 GENNAIO 2009 ZAGABRIA (CRO) 1. Maria Riesch ��������������������������� (Ger) 2. Nicole Gius ������������������������������� (Ita) 3. Sahrka Zahrobska ��������������� (Cze)

29 DICEMBRE 2007 LIENZ (AUT) 1. Chiara Costazza ���������������������� (Ita) 2. Nicole Hosp ��������������������������� (Aut) 3. Tanja Poutiainen ������������������� (Fin) 10 NOVEMBRE 2007 REITERALM (AUT) 1. Marlies Schild ������������������������ (Aut) 2. Nicole Hosp ��������������������������� (Aut) 3. Chiara Costazza ��������������������� (Ita) 28 NOVEMBRE 2004 ASPEN (USA) 1. Tanja Poutiainen �������������������� (Fin) 2. Manuela Moelgg �������������������� (Ita) 3. Kristina Koznick ������������������� (Usa) 29 DICEMBRE 2002 SEMMERING (AUT) 1. Janica Kostelic ���������������������� (Cro) 2. Cristel Pascal �������������������������(Fra) 3. Nicole Gius ����������������������������� (Ita)

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MAGAZINE ITALIA 266.500 euro per Badia e Gardena Presentate a Bolzano lo scorso 28 novembre le tappe di Coppa del Mondo di Val Gardena (20-21/12) e Alta Badia (22/12), le classicissime pre-natalizie. Il premio complessivo in denaro sarà di 266.500 euro.

FEDERICA BRIGNONE

DOMINIK PARIS

«Avevo solo un obiettivo, arrivare in fondo e vedere luce verde: numero 1! Quando l’ho vista è stato troppo bello»

«È stata una gara molto difficile, non si vedeva molto bene, ma sono riuscito ad uscire indenne dalle difficoltà»

INSTAGRAM

CARTOLINE DAL NORD AMERICA La trasferta nordamericana è sempre una delle più attese dagli atleti. Sciare nelle ‘Rockies’ non è da tutti i giorni... Da sinistra, Lisa Magdalena Agerer allo stadio del basket dei Nuggets, Heel con Ligety, Feuz e Reichelt a Lake Louise, ‘Varetta’ in versione vandalo e Daniela Merighetti a Copper Mountain.

GLI AZZURRI PER SOCHI Ma non sono gli atleti della squadra nazionale, bensì gli inviati di Race ski magazine con la nuova fornitura 2014 di Colmar! Nella foto posano Luca e Andrea, anche se per Sochi hanno il ‘posto fisso’ Claudio e Pez.

SQUADRA OLIMPICA CON ARMANI Saranno vestiti Armani gli azzurri presenti alle Olimpiadi di Sochi: conferma dell’accordo commerciale fino a Rio 2016. Armani fornirà l’intero guardaroba sportivo e formale agli atleti.

BLARDONE... OFF-LIMITS La redazione di Race ski magazine segue i social di tutti gli atleti per dare la più ampia visibilità. Peccato che... abbiamo scoperto che Max Blardone ha bloccato il nostro account Twitter, impedendoci di seguire i suoi cinguettii...

Marketing FISI? Ci pensa Infront UN ACCORDO ANNUNCIATO A LUGLIO... E FIRMATO A OTTOBRE. LA DURATA: 5 ANNI Presentato a fine ottobre, anche se era già stato ‘sbandierato’ a fine luglio, prima ancora di essere firmato e di avere definito i dettagli. Stiamo parlando dell’accordo tra FISI e Infront per la gestione dei diritti di marketing della federsci italiana. Il 23 luglio la FISI pubblica sul suo sito una lunga nota. «Il Consiglio Federale della Federazione Italiana Sport Invernali ha deliberato positivamente sulla proposta di Infront Sports & Media per la gestione dei diritti marketing di FISI per le prossime cinque stagioni - si legge -. Il progetto di partnership contempla la gestione completa dei diritti marketing, dalla ricerca e selezione sponsor, all’ideazione di eventi e iniziative sul territorio, dall’attivazione delle sponsorizzazioni in essere allo sviluppo dei contenuti della tessera FISI, sia da un punto di vista commerciale sia di riconoscibilità». L’accordo, poi siglato a fine ottobre ha la durata di cinque anni. Giusto per fare un buon lavoro, perché il marketing ha bisogno di tempo ma... in primavera c’è l’Assemblea Elettiva, forse sarebbe stato più ‘politically correct’ aspettare. O no?

«...MI SPIACE PER GLI AVVERSARI MA DOMINIK PARIS È FORTE: È UNO DEI PIÙ FORTI DISCESISTI AL MONDO E RIMARRÀ FRA I PIÙ FORTI PER ALTRI DIECI ANNI...» CLAUDIO RAVETTO, DT DEGLI AZZURRI, DOPO LA DISCESA DI LAKE LOUISE

QUOTE OF THE DAY

siamo partiti da numeri molto favorevoli per la FISI, c’è un minimo garantito di introiti per la federazione che è il doppio di quanto abbiamo incassato nell’ultimo anno FLAVIO RODA presidente FISI, a proposito dell’accordo con Infront


ELENA FANCHINI

NADIA FANCHINI

«Diciamo che ho dormito per otto lunghi anni e adesso mi sono risvegliata. Dopo tutti gli infortuni, mi meritavo una soddisfazione!»

«Ho commesso ancora tanti errori però stavolta c’era in me tanta grinta. Il podio di Elena mi ha dato grande fiducia»

SKI COLLGE LIMONE PRIMO NELL’ATTIVITÀ GIOVANILE

insider scoop CHICCHE E CURIOSITÀ DAL COMITATO OLIMPICO NAZIONALE

«Penso di farcela a portare a Cortina i Mondiali... chiaramente saranno necessarie opere infrastrutturali, lì siamo fermi ai Giochi del ‘56» ha dichiarato il presidente del CONI Malagò all’Ansa.

Presidente maestro Il numero uno del CONI può fregiarsi anche del titolo di maestro di sci. Lo ha nominato ‘ad honorem’ il Collegio Regionale del Lazio nello scorso autunno... aspettando la prima neve.

Esercito e Fiamme Gialle ok I MILITARI DOMINANO LA GRADUATORIA FISI DELLE SOCIETÀ MENTRE I FINANZIERI SONO LA PRIMA REALTÀ NELLO SCI ALPINO La FISI ha pubblicato le ‘Graduatorie di Merito delle Società 2012/2013’. Nella classifica generale svetta l’Esercito, davanti a Fiamme Gialle, Fiamme Oro e Forestale, con quinto lo sci club Gardena Saslong, primo tra i ‘non militari’. Le prime due posizioni si invertono nella graduatoria riservata esclusivamente allo sci alpino: Fiamme Gialle con 2.944.304 punti davanti all’Esercito (nella foto Giulio Bosca) con 2.208.760, con terzo posto per lo sci club Ski College Limone a quota 2.204.498, davanti

a tutti, però, per l’attività giovanile con ben 2.200.282 punti. Nella top ten piazzate nell’ordine Fiamme Oro, Gardena (secondo nell’attività giovanile), Radici Group, Lecco, Forestale, Ski Team Fassa e Altipiano dello Sciliar. A livello giovanile alle spalle di Ski College Limone e Gardena troviamo Fiamme Gialle, Lecco, Altipiano dello Sciliar, Radici Group, Aosta, Courmayeur Mont Blanc, Sestriere e Crammont Mont Blanc, Ski Team Fassa, Mondolè Ski Team, Agonistica Campiglio, 2000, Chamolè, Esercito, Wipptal, Pila, Sporting Campiglio e Tezenis.

Dr. Delsante.. quanti punti IL POLIZIOTTO SI È LAUREATO IN ECONOMIA E COMMERCIO Ha sfiorato i 100 punti, lui che nelle liste FIS è abituato a bassi punteggi. Ma in questo caso valeva la regola contraria. Rocco Delsante, atleta delle Fiamme Gialle, l’anno scorso tra i protagonisti del Gran Premio Italia, lo scorso 25 novembre, al posto di casco e maschera, ha indossato una corona di alloro... Per lui laurea in Economia e Commercio all’Università di Parma. Delsante da maggio si è concentrato sugli ultimi esami... prima di iniziare quelli in pista...

Staudacher rock

La passione per la musica l’ha sempre avuta: adesso Patrick Staudacher sta davvero spopolando con il suo nuovo gruppo Stodlgang. Concerti un po’ dappertutto: anche all’Alpine Rockfest di Andalo.

STORIA DELLE OLIMPIADI INVERNALI

Si chiama così il libro di Vincenzo Jacomuzzi e dei colleghi Giorgio e Paolo Viberti edito da Sei Frontiere. Una ‘bibbia’ con tutti i risultati e la storia dei Giochi... aspettando le emozioni di Sochi.


MAGAZINE ITALIA

CHRISTOF INNERHOFER

PETER FILL

« Questi risultati mi danno la giusta carica, il quarto posto del superG vale come un podio, almeno per me»

«In discesa sono molto contento perché ho il feeling dei tempi migliori. In allenamento mi ero accorto dei passi avanti fatti»

STATS & NUMBERS

30 VITTORIE AZZURRE IN DISCESA

Con il successo di Paris l’Italia ha raggiunto la Francia a quota 30 nel numero di vittorie in discesa. Prima l’Austria e seconda la Svizzera, imprendibili oltre quota 100. Nella foto Innerhofer vittorioso a Wengen 2013.

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UN UNICO PODIO PER GLI AZZURRI NEGLI SLALOM DI LEVI Il terzo posto di Giorgio Rocca nel 2006. Poi niente, anche quest’anno...

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IL MIGLIORE PIAZZAMENTO AZZURRO A LEVI DOPO IL 2006

Nel 2010 con Cristian Deville e nel 2012 con Manfred Moelgg...

1.42.24 IL TEMPO DI ELENA FANCHINI IN DISCESA

Un risconto cronometrico che ha permesso all’azzura di conquistare il terzo posto a Beaver Creek.

7

LA POSIZIONE DI SOFIA GOGGIA NEL SUPERG

La bergamasca era alla prima gara di Coppa del Mondo nella disciplina.

169 LE VITTORIE AZZURRE IN COPPA DEL MONDO

Con quella di Dominik a Lake Louise l’Italia sfiora quota 170. Il recordman è Alberto Tomba con 50 vittorie. Nella foto la vittoria di Deville nello slalom di Kitz 2012.

3

LA POSIZIONE NELLA WC START LIST DI SG DI MATTEO MARSAGLIA Davanti al ‘romano della Val Susa’ dopo il superG di Lake Louise ci sono l’austriaco Mayer (al secondo posto) e il norvegese Svindal.

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LE AZZURRE CONVOCATE PER LE GARE VELOCI IN NORD AMERICA

Elena Fanchini, Daniela Merighetti, Sofia Goggia, Verena Stuffer, Francesca Marsaglia, Camilla Borsotti, Nadia Fanchini, Johanna Schnarf, Elena Curtoni e Lisa Magdalena Agerer (nella foto).


ALLMOUNTAIN FAVORITE

SNOW MYTHOS

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DOMINIK PARIS ||SKI SKIPEOPLE PEOPLE

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15 NOVEMBRE DOMINIK PARIS Anche iN Colorado non manca il mio “Ultner Brot” per una buona colazione!


DOPO LE VITTORIE DI KITZ E BORMIO E LA MEDAGLIA MONDIALE PER PARIS, A SOLI 24 ANNI, ARRIVA L’ANNO CHE POTREBBE DEFINITIVAMENTE CONSACRARLO. LA PISTA OLIMPICA SEMBRA DISEGNATA PER LUI. A LAKE LOUISE HA INIZIATO BENE EPPURE DOMME È RIMASTO UN RAGAZZO SEMPLICE E NON HA CAMBIATO STILE DI VITA. OVVIAMENTE A RITMO METAL DICEMBRE 2012 \\ 71


DOMINIK PARIS | SKI PEOPLE

BIO DOMINIK PARIS È NATO IL 14 APRILE 1989

e risiede a Lana (Bz). Il primo grande successo in Coppa Europa è arrivato nella stagione 20072008 quando ha vinto il superG di Sella Nevea. Poi ai Mondiali Junior di Garmisch 2009 due argenti in discesa e combinata e il bronzo in superG. Il primo podio in Coppa del Mondo nella discesa di Chamonix nella stagione 2010-2011, poi lo scorso inverno le vittorie a Bormio e Kitzbuehel. Ai Mondiali di Schladming ha conquistato la medaglia d’argento. Al Passo San Pellegrino ha vinto il titolo nazionale di superG nel 2009 e l’anno scorso. È tesserato per il gruppo sportivo della Forestale e utilizza sci e scarponi Nordica, casco e maschera Uvex, bastoni e guanti Leki. Fra le passioni, ascoltare la musica metal, suonare la chitarra, giocare a calcio, arrampicare e camminare in montagna.

72 \\ DICEMBRE 2013

Ha il senso della velocità, la vocazione alla scorrevolezza, la spregiudicatezza, il controllo in aria. Dominik Paris, in poche parole, ha il dono della discesa. Giovane per essere un liberista affermato. È partito subito ‘a tutta’ anche quest’inverno: pronti via, ecco la vittoria nella discesa di Lake Louise. A ventiquattro anni intanto ha già trionfato sulla Streif di Kitzbuehel e sulla Stelvio di Bormio e ai Mondiali di Schladming ha conquistato la medaglia d’argento. Ha ancora tante stagioni davanti per consolidare quella che può diventare una supremazia assoluta. Gianluca Rulfi, l’allenatore responsabile del forte team

dei discesisti azzurri ci crede: «Dominik è un discesista completo, questa è la sua forza. Sensibilità, scorrevolezza, ma anche una grande capacità di fare le curve a cento all’ora. Coraggio, solidità e una mentalità che non guarda al risparmio fanno il resto». Il direttore tecnico Claudio Ravetto non è da meno: «L’anno scorso la svolta. Tecnicamente è cresciuto stagione dopo stagione, ma ora sta iniziando a conoscere le piste, a farsi quell’esperienza che in discesa è necessaria al di là del bagaglio tecnico e della predisposizione alla velocità, che in lui sembra quasi innata. È giovane, il futuro è suo». Paris stupisce per la semplicità: nel carattere, ma anche in quello che fa sugli sci e nella vita di tutti i giorni. Un tipo apparentemente schivo

MASTERCHEF IN COPPER MOUNTAIN

Guarda il video di Dominik che prepara da mangiare al compagno di appartamento Peter Fill a Copper Mountain. Decisamente un ottimo cuoco!


DOMINIK PARIS | SKI PEOPLE

Nelle foto. A sinistra, in azione nelle prove della discesa di Lake Louise. Qui sopra a sinistra i festeggiamenti a Chalet Italia per l’argento di Schladming 2013, a destra con il pettorale rosso durante le prove di Beaver Creek. Qui sopra con il fido skiman Sepp Zanon.

e introverso, invece Domme è un ragazzo incredibilmente normale. Ecco quello che colpisce di lui. Tecnica, adattamento ai materiali, preparazione atletica: elementi importanti certo, ma Paris non ha mai avuto un’attenzione maniacale per questi aspetti. Semplicità, naturalezza, istinto. Come i campioni. «Ha una destrezza ad alta velocità che solo i grandi posseggono, sa leggere la gara, interpreta le situazioni, la ricognizione è uno scambio di opinioni, anche se è attento e cerca sempre il confronto» fa sapere l’allenatore Alberto Ghidoni. Campione ma umano, quindi con i suoi punti deboli. «Soffre le curve strette in sequenza e quando questi passaggi anticipano i piani tende di conseguenza a perdere troppo tempo» puntualizza

Claudio Ravetto. Istinto vuol dire genio e sregolatezza, anche se composta e mai fuori dagli schemi. In passato è stato criticato per essere un po’ fuori dai canoni. Hanno fatto scalpore qualche birra, festa e chilo di troppo a inizio carriera. Ma rigidità ossessiva, cura maniacale del particolare, stress da gara, vita monacale, non sono mai state nelle sue abitudini. In primavera per Domme una mazzata, di quelle che ti possono segnare la vita. Ha perso il fratello Renè in un incidente. Ma non ne parla. La vita è un’altra cosa, troppo importante per essere mischiata ad una gara di sci. Il suo dolore è solo suo. E forse è questo approccio relativista all’esistenza che fa di Domme un campione.

BOTTA E RISPOSTA Dominik, ora sei veramente un campione. Didier Cuche, dopo la vittoria a Kitz e la medaglia mondiale, ha detto che sei il suo erede. Ti spaventa o ti carica? «Cuche ha vinto molto più di me, ma la cosa comunque mi lusinga. Certo che se vinco alle Olimpiadi si potrà iniziare a fare qualche paragone…» Intanto riparti con un’altra strepitosa vittoria a Lake Louise... «Già, è stata una giornata perfetta. Sono ancora davanti, il momento magico continua ma non deve finire. Devo tenere questa condizione fino a Sochi». Quando hai capito di poter diventare un grande discesista? «Stagione 2007-2008, prime gare di Coppa Europa. Ero ancora con il Comitato Alto Adige, non dico in gara per caso ma quasi. A gennaio a Sarentino, superG: pettorale 92, quinto classificato. Poi siamo andati a Sella Nevea per due superG. Ancora quinto e poi ho vinto. Mi veniva tutto facile, semplice, una sensazione davvero incredibile. Ho capito che lo sci poteva diventare la mia professione».

NOVEMBRE DICEMBRE 2013 2012 \\ \\ 73 51


DOMINIK PARIS | SKI PEOPLE

Ora che hai vinto già tanto, guardi indietro a quando eri ragazzino e... «Mi accorgo che il mio sogno si è avverato completamente. Io volevo imitare quei campioni che guardavo alla televisione con mio papà. Mi sembra ancora di essere sul quel divano a fare il tifo a ogni salto, curva, picchiata. In poco tempo sono diventato uno famoso, come loro, almeno nello sci». Hai trionfato a Kitzbuehel, nel ‘tempio dello sci’... «Una discesa epica, una cornice di pubblico che non ha eguali per la libera. Quando parti sembra che ti manchi la neve da sotto gli sci da quanto è ripida la parte iniziale, poi scendi fra bandiere e fumogeni, voli in mezzo ad ali di folla, atterri sul traguardo che pare una curva da stadio calcistico. Ma attenzione, la vittoria a cui tengo di più è quella sulla Stelvio di Bormio. È stata la prima, in Italia, la gara più massacrante. Peccato non ci sia l’entusiasmo e la massa di Kitz». Successi che ti permettono di essere riconosciuto con più frequenza, non è vero? «In Alto Adige e alle gare sicuramente. Ma anche nelle città il mio viso inizia a essere familiare. Mi ha colpito a settembre a Milano quando mi hanno riconosciuto e fermato in centro. Non ci sono abituato, ho capito che le vittorie ti danno visibilità». Lo scorso inverno ti ha cambiato la vita? «No, sono rimasto il Domme di sempre. Più impegni certo, ma sono sempre io. I miei amici, le mie abitudini e la mia terra non le cambierei con nulla al mondo». In molti sostengono che in Alto Adige fanno il tifo più per Paris che per Innerhofer, è vero? «Non lo so, credo però che sia una bella sfida. Io intanto sono orgoglioso di me stesso». Certo che il calcio è tutta un’altra cosa. Lo hai potuto constatare quando ti hanno invitato a Milanello «Il calcio ha un palcoscenico diverso, è normale. Più attenzione e soldi perché ha un seguito pazzesco. Lo sci in proporzione è cosa per pochi intimi... A me comunque piace e mi piace il Milan. Sono tifoso e nel tempo libero mi diverto con gli amici a disputare qualche partitella».

74 \\ aprile DICEMBRE 20132013

Chi era il tuo eroe da bambino? «Hermann Maier. Lui era il mio idolo, la sua storia mi ha sempre affascinato. La gavetta, l’esclusione, il ritorno. E poi le vittorie. E soprattutto il fatto di non avere mai paura». Tu invece hai mai avuto paura in discesa? «Solo una volta. Paradossalmente quando ho vinto la mia prima gara. Dopo il salto di San Pietro a Bormio c’è una parte che sembra apparentemente facile, ma è fondamentale perché hai le gambe che bruciano dalla fatica, i muscoli a pezzi. Devi tenere duro, devi reagire, essere reattivo, stare sopra gli sci insomma. Ho avuto paura di non farcela più, di cedere. Mi sentivo le gambe tremare, bruciare, ho temuto un attimo di perdere il controllo. Se cadi in quel punto puoi farti male».

APPROFONDIMENTO

Come lui solo il ‘Ghedo’ Solo un altro azzurro è stato capace di vincere a Kitz, nel tempio della discesa. E non poteva che essere Kristian Ghedina, nel 1998. Il ‘Ghedo’ vanta anche un secondo (2000) e un terzo posto (1995). Incredibile la discesa del 1975 quando Gustav Thoeni perse per un solo centesimo dietro a Franz Klammer. Sul podio anche Stefano Anzi e Giuliano Besson (secondi, 1974), ‘Much’ Mair (terzo nel 1986 e secondo nel 1989), Peter Runggaldier (secondo nel 1991 e terzo nel 1996), Werner Heel (terzo nel 2010), Herbert Plank (terzo nel 1980), Werner Perathoner (terzo nel 1995) e Renato Antonioli (terzo nel 1978).


LENZERHEIDE | coppa DOMINIK PARISdel | SKImondo PEOPLE

Dopo il salto di San Pietro a Bormio c’è una parte che sembra apparentemente facile, ma è fondamentale perché hai le gambe che bruciano dalla fatica, i muscoli a pezzi.

aprile 2013 \\ 75 75 NOVEMBRE DICEMBRE 2013 2012 \\ \\ 51


DOMINIK PARIS | SKI PEOPLE

3 SU 3 2012/13: UNA STAGIONE DA INCORNICIARE

1° 29/12/2012 DH Bormio

1° 26/01/2013 DH Kitzbuehel

2° 09/02/2013 DH Mondiali Schladming

E gli addetti ai lavori dicono che la discesa di Sochi è disegnata per te... «La discesa olimpica è mista, ha parti tecniche e non, alterna muri a pianori. È una pista completa, la neve, anche se non sarà eccessivamente dura, non mi spaventa. Mi trovo bene in ogni situazione di manto se è invernale, al massimo soffro un po’ quello primaverile, trasformato». Tecnicamente l’anno scorso hai fatto il salto di qualità? «Non credo sia stata una questione di tecnica, ma solo di esperienza. In discesa non bisogna sottovalutare che è importante conoscere bene le piste». Qual è il tuo lato debole dal punto di vista tecnico? «Faccio fatica nei cambi di ritmo, quando le curve sono strette e a ripetizione.

76 \\ DICEMBRE aprile 20132013

Cos’è la discesa per te? «Massima espressione di libertà, senso assoluto di velocità. La discesa è imprevisto, inventiva, a volte anche improvvisazione. In gigante e slalom a volte mi sembra di sciare come chiuso in un recinto, dentro a delle maglie. La discesa è campo libero, vento in faccia, 130 chilometri orari». E poi? «E poi è musica, musica forte, metal naturalmente. Il genere che piace a me. È musica vera, da brividi, che scalda. È fuoco» Alle vittorie di Bormio e Kitzbuehel e all’argento di Schladming quale canzone associ? «Per Bormio ‘Highway to hell’ degli AC/DC, per Kitz ‘Cowboys from hell’ dei Pantera e per i Mondiali ‘It’s a long way to the top’ ancora AC/DC». E la musica adatta per il podio olimpico? «The Game, un pezzo dei Disturbed!».

Penso alla esse di Wengen che immette nella stradina. Sto cercando di lavorare sulla presa di spigolo a inizio curva per limitare questo gap».

Si dice che le persone viziate da bambini non saranno mai grandi atleti e grandi uomini, cosa ne pensi? «Non è il mio caso. Anzi, io sono cresciuto fortificato perché viziato non lo sono mai stato. Per certi versi ho capito che farsi troppe paranoie e domande quando sei sugli sci è inutile».

E il tuo tratto distintivo? «Mi sento a mio agio ad alta velocità. Oltre i 100 chilometri orari riesco a dare il meglio, non perdo in destrezza, sicurezza e solidità. Più vado veloce, più sono a mio agio» Hai uno staff tecnico che ti coccola, ma fuori ti segue qualcun’altro? «Sì, mi trovo bene con tutti i tecnici della squadra nazionale, quando sono a casa mi dà una mano Gottfiried Paris. Ma non vuole essere un’altra voce, solo un’integrazione, un qualcosa in più, un aiuto quando voglio allenarmi a casa. La squadra è una, non concepisco doppioni»

Dominik, quando eri più piccolo non digerivi proprio il lavoro atletico. E ora? «Non muoio certo dalla voglia di lavorare ‘a secco’. Però ho capito che è una parte importantissima se vuoi competere ad alto livello. I programmi della squadra sono fatti di concerto con il mio preparatore Mattias Schnitzer».

Nelle foto. Qui sopra Domme felice dopo la vittoria di Lake Louise. Nella pagina precedente la sua esultanza al traguardo.

Parte l’anno olimpico, ma non c’è più tuo fratello Renè... «Ne parlo poco, anzi preferisco non parlarne. Convivo con questo dolore e sarà così sempre. È l’unico dubbio sul mio futuro, non so se avrò o meno quella lucidità per vincere. Per il resto non temo niente e nessuno».


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ATTUALITà | COPPA EUROPA

Giordano Ronci in azione ©Zoom. Nella foto piccola il responsabile C&B Devid Salvadori

RESULTS

TRYSIL (NOR) GIGANTE E SLALOM 30-11/1-12

SCANDINAVIA AMARA PER GLI AZZURRINI LE PRIME GARE DEL CIRCUITO CONTINENTALE HANNO EVIDENZIATO TANTE OMBRE E POCHE LUCI CON I SOLI ZINGERLE E RONCI CHE SI SONO SALVATI DI ANDREA CHIERICATO - FOTO ZOOM

Poche storie. Non è andata affatto bene la prima trasferta di Coppa Europa per i colori azzurri. Nonostante il DT giovanile Alessandro Serra e il responsabile C&B Devid Salvadori avessero selezionato gli 11 ritenuti più competitivi, torniamo dalla Scandinavia con quattro gare complessivamente sotto tono. Certo, parliamo solo di due giganti e due slalom, ma il piatto piange. Infatti al momento solo tre atleti della squadra C&B sembrano competitivi, anzi due, perché uno (Tonetti) è inquadrato come ‘interesse nazionale’ e aggregato stabilmente con la A. In gigante segnali positivi esclusivamente dal vice campione del mondo junior Alex Zingerle. In slalom Riccardo Tonetti ha chiuso undicesimo a Trysil e, dopo il sesto posto della prima manche, è uscito nella seconda in Svezia. E poi c’è il due volte campione italiano Giovani della specialità Giordano Ronci che fa dodicesimo e diciassettesimo. Tonetti a parte, che è un ‘89, tra i due ‘92 Zingerle e Ronci e il resto della squadra il divario è significativo. Attenzione: il ladino e il romano in modo particolare hanno 78 \\ DICEMBRE 2013

infarcito le loro prove di errori, altrimenti potevamo tornare dalla Scandinavia con ben altro bottino. E gli altri? C’è ancora da lavorare molto. Partiamo davvero indietro. È vero che nella trasferta scandinava c’erano atleti che gareggiano stabilmente in Coppa del Mondo, ma abbiamo fatto vedere troppo poco. Qualche segnale da Stefano Baruffaldi e da Tommaso Sala, mentre gli altri, Adam Peraudo su tutti, hanno deluso. Indietro Guglielmo Bosca, che negli allenamenti era fra i più veloci, non pervenuti Emanuele Buzzi, Thierry Marguerettaz, Marco Manfrini, Michael Eisath. E poi nel primo gigante ci si è messo anche l’infortunio ad Andrea Ballerin, primo gruppo in gigante, che si è ‘fatto’ crociato e menisco e salterà tutta la stagione. Lapidario Salvadori: «La situazione non è delle migliori ma è sbagliato fare ora dei processi perché ci sono ancora tante gare per mettersi in mostra: Zingerle, Tonetti e Ronci possono competere per il podio, gli altri sono indietro. Cosa è successo? C’è stato un problema di pettorali ma non abbiamo la giusta mentalità, non osiamo. Ci possono essere lacune tecniche da colmare con il lavoro, ma a noi è mancato anche altro».

Pronti via, doppietta sulle nevi di casa nell’opening di Trysil dopo che i superG di Reiteralm/ Pichl sono stati definitivamente cancellati. Nel gigante vince Henrik Kristoffersen che supera il connazionale Leif Kristian Haugen. Il russo Sergei Maytakov ha chiuso sul gradino più basso del podio. Un pendio regolare e una tracciatura ritmica nel primo appuntamento del circuito continentale, che ha consacrato Kristoffersen fra i nuovi protagonisti a livello internazionale e capofila di una squadra norvegese che continua sulla sua storica linea dei ‘pochi ma buoni’. L’Italia coglie un buon decimo posto di Alex Zingerle, che dimostra di potersela giocare con i migliori. Poca cosa gli altri, con il solo Stefano Baruffaldi che termina trentaduesimo e sfiora i top 30 nella prima manche. In slalom podio tutto scandinavo: gli svedesi Axel Baeck e Matthias Hargin sono rispettivamente primo e secondo, mentre il norvegese Sebastian-Foss Solevaag finisce terzo. L’Italia è attaccata al treno dei migliori: Riccardo Tonetti e Giordano Ronci sono undicesimo e dodicesimo. Per gli altri buio pesto.

VEMDALEN (SWE) GIGANTE E SLALOM 3/4 DICEMBRE Nel secondo gigante il francese Francois Place dimostra che i transalpini fra le ‘porte larghe’ vanno forte a tutti i livelli. Sul podio ci sono il tedesco Dominik Schwaiger e lo sloveno Zan Kranjec. L’Italia non riesce a portare davanti nemmeno Zingerle: il badiota, dopo il quindicesimo posto nella prima manche, retrocede addirittura al ventisettesimo posto. Nello slalom va poco meglio, nonostante il pendio sia ripido e più idoneo alle nostre corde. Peccato per Riccardo Tonetti che, dopo il sesto posto della prima manche, ‘deraglia’ e getta all’aria sogni di gloria, mentre Ronci risale cinque posizioni e stacca il diciassettesimo posto finale. Per il resto c’è Adam Peraudo ventiseiesimo e un piccolo segnale per Tommaso Sala che è quarantunesimo.



ALEX ZINGERLE | SKI PEOPLE

A TU PER TU

NO STRESS GIGANTISTA DOC, IL BADIOTA DOPO L’ARGENTO AI MONDIALI JUNIORES DEL QUEBEC È ATTESO ALLA STAGIONE DELLA VERITÀ. SENZA TROPPA PRESSIONE E PUNTANDO ANCHE ALLO SLALOM…

A

Alex Zingerle rappresenta uno dei punti di forza della squadra azzurra in Coppa Europa. Il vice campione del mondo juniores di gigante affronta la stagione 2013-2014 con l’entusiasmo e la grinta giusta per puntare in alto. È fra i giovani più interessanti che abbiamo nelle discipline tecniche, una risorsa significativa per il futuro. Il ladino di La Ila cercherà, attraverso il circuito continentale, di fare quel salto di qualità per arrivare al più presto in Coppa del Mondo. I tempi sembrano maturi, ma il badiota, saggiamente, predica che i risultati arrivano solo se ai giovani si dà fiducia e non li si carica di eccessive responsabilità. ‘No stress’, sembra essere il suo motto...

Lo scorso inverno ti sei tolto diverse soddisfazioni. Alex, stai diventando grande? «La medaglia d’argento in gigante ai Mondiali Juniores mi ha dato tante conferme, credo di essere davvero sulla strada giusta per diventare uno sciatore che può lasciare il segno».

80 \\ DICEMBRE 2013

DI GABRIELE PEZZAGLIA

Ci hai sempre creduto? «Sì, anche quando, come due anni fa, non ho fatto una stagione particolarmente brillante. D’altronde era normale, perché alle prime gare di Coppa Europa arrivi inevitabilmente indietro. Non può essere altrimenti». Solo che... «Solo che qualcuno ha fatto dei drammi

eccessivi. Sembra una tragedia se al primo anno non ti metti subito in luce. Serve tempo, almeno un po’, difendersi nel circuito continentale e anche primeggiare nelle gare del Gran Premio Italia non è facile. Non può venire tutto automatico, non può essere tutto scontato. A volte ai giovani si mette troppa fretta». Vittorie nelle FIS, nei dieci in Coppa Europa, la medaglia ai ‘Mondiali’. Tu ce la stai facendo? «Sono riuscito a non farmi logorare dalla cultura del ‘tutto subito’, ho pensato a lavorare con continuità, a non abbattermi. L’anno scorso sono andato forte, anche perché piano piano ho sempre più esperienza». Come ti sei trovato con i nuovi sci da gigante? «Subito bene davvero. A mio giudizio esaltano le capacità di chi li conduce. Manovrarli è più difficile certo, ma se sei più preciso, preparato e capace di dare lo spigolo subito in curva, non hai problemi. Io riesco ad esaltarmi anche con questi nuovi sci».

BIOGRAFIA Alex Zingerle è nato il 17 agosto 1992 e risiede a La Villa in Badia (Bz). Tesserato per le Fiamme Gialle, in Quebec lo scorso marzo ha conquistato il titolo di vice campione del mondo juniores di gigante. In Coppa Europa è stato settimo e decimo nei giganti andorrani di Soldeu e a Trysil. Ha vinto quattro slalom FIS, due in Valgrisenche e due a Sestriere, validi per il Gran Premio Italia. Ha esordito in Coppa del Mondo in Alta Badia.

Più slalomista o gigantista? «Mi piace di più il gigante, anche se sono sicuro che posso essere competitivo fra le porte strette dello slalom». E la curva da gigante cos’è? «Massima espressione dello sci. Una curva condotta dall’inizio alla fine è come un disegno perfetto. È espressione artistica e geometria allo stesso tempo».


INSTAGRAM 14 ottobre Alex Zingerle #sunny #ski #day in #mölle! #winter is #here! #mölltal #mountains #snow #landscape

Alex in azione nel gigante degli Assoluti di Pozza di Fassa della scorsa primavera ©Ralf Brunel

Hai esordito in Coppa del Mondo nella ‘tua’ La Villa... «Un sogno diventato realtà. Quante volte da bambino mi mettevo a bordo pista a vedere i campioni scendere dalla Gran Risa… Un anno fa è toccato anche a me. Fantastico». Cosa ricordi di quel giorno? «I momenti prima della gara. L’emozione in ricognizione, vedere tanti amici fra i gurdiaporte, i lisciatori. Sognavo con loro la Gran Risa, io ero lì. E poi al bar prima della partenza. Confuso, emozionato, frastornato. Quando si dice ‘sentire la gara’, forse anche troppo...». Alex, sei sempre sorridente, disponibile, sembri sempre felice. Non è vero? «Sono felice perché amo quello che faccio. Sorrido perché sono sereno. Solo se sei libero

di testa vai forte. Se pensi troppo e ti fai le menate non vai da nessuna parte. E soprattutto, quando una gara non va, non bisogna fare subito drammi perché c’è sempre un’occasione per recuperare».

Hai avuto modo di allenarti con la squadra A? «Al Tonale, un giorno. Poi ho avuto un piccolo problema alla caviglia e sono tornato a casa».

Qual è il tuo tecnico di riferimento? «Thomas Valentini. È ladino di La Ila come me, mi segue dallo sci club. Poi sono stato in Comitato, in squadra con Matteo Joris per due anni e adesso il biennio con Devid Salvadori».

Che aria si respira? Pesante a sentire qualcuno... «Normale, beh però si sorride poco...».

In gigante facciamo fatica in Coppa del Mondo. Non sarebbe il caso di portare Zingerle con regolarità? «Credo di sì e non solo Zingerle. Serve un po’ di ricambio, anche se un altro anno in Coppa Europa penso sia utile per la mia definitiva maturazione».

Chi ti ha colpito? «Jacques Theolier. Poche parole ma incisive. È uno che sa quello che vuole, almeno questa è la prima impressione...». E oltre lo sci? «Mi piace arrampicare. La carriera dello sciatore è come una scalata. Tranquilli, senza fretta, ma sapere sempre che con la giusta determinazione si può arrivare dappertutto».

DICEMBRE 2013 \\ 81


NICOLE AGNELLI | SKI PEOPLE

A TU PER TU

FINALMENTE

NICOLE

NICOLE AGNELLI HA INIZIATO LA STAGIONE CON IL BOTTO, ARRIVANDO TERZA NEL GIGANTE DI LEVI. OBIETTIVO COPPA DEL MONDO ENTRO DUE ANNI, ALTRIMENTI POTREBBE ARRIVARE L’ADDIO ALLE GARE

B

Buona la prima. Nicole Agnelli è stata subito protagonista in Coppa Europa. La malenca della squadra C&B è salita sul podio nel gigante di Levi del 22 novembre. Dopo due gravi infortuni alle ginocchia e un avvio tribolato in squadra azzurra, la ventunenne di Caspoggio finalmente è riuscita a esprimersi ai livelli che le competono. Ora Nicole ha una voglia matta di affermarsi ancora, ripetersi e puntare alla Coppa del Mondo. Abbiamo scoperto una persona introversa e schiva al primo contatto, ma sicuramente determinata e con le idee chiare.

Pronti via, subito un podio. Nicole, ti aspettavi una partenza cosi sfavillante? «Mi sono allenata bene quest’estate perché sapevo di essere di fronte a un’annata fondamentale, decisiva per la mia carriera.

82 \\ DICEMBRE 2013

DI GABRIELE PEZZAGLIA

Praticamente a un bivio. A dire la verità però non credevo di andare subito così forte». Sei diventata gigantista? «Lo slalom è la disciplina in cui sono più competitiva nelle ultime stagioni, ma da più giovane sono stata sempre una valida gigantista. A questo punto anche il gigante in Coppa Europa diventa una priorità». Finalmente al vertice, che problemi hai avuto prima? Due infortuni mi hanno frenato durante la categoria Giovani. Al primo anno e poi al terzo, ovvero la mia prima stagione in azzurro. Anche per questo ci ho messo un po’ di più a emergere». È stato facile? «Assolutamente no. Passato l’infortunio c’è la fase della riabilitazione che è la più delicata. E poi non c’è solo il problema fisico, l’infortunio ti sfianca anche di testa, ti indebolisce, ti ammoscia, ti fa perdere fiducia. Almeno è quello che è successo a me. Sei nel pieno della tua maturazione tecnica e ti devi fermare. Fai fatica a comprenderlo». Hai patito il salto fra le grandi? «Sì, forse anche un po’ di più rispetto alle mie compagne. Ero abituata fino all’ultimo anno

Allievi a dominare la scena in lungo e in largo. Poi cambia tutto e in più gli infortuni come già accennavo hanno complicato maggiormente la mia ascesa». Dì la verità, credevi fosse tutto più semplice... «Sì, è vero. Del resto quando sei sempre davanti non conosci la condizione di chi fa fatica, deve recuperare. E questo non essere abituata a volte mi creava panico, un senso di insicurezza». Quando ti sei sbloccata? «L’anno scorso ho potuto fare un’annata regolare, senza infortuni. In Coppa Europa ho fatto i primi passi avanti, in slalom ho vinto una gara del circuito Gran Premio Italia e poi ho conquistato il titolo tricolore Giovani». La tua vita è solo sci al momento. Ti sei posta degli obiettivi, delle scadenze? «Al momento sì, è questa la mia professione. Però certo che mi sono posta delle scadenze. Sono abituata a fare le cose al meglio e cercare sempre di crescere. Se ad esempio fra due anni non sarò in Coppa del Mondo penso di lasciar perdere. Non so se avrebbe senso...». Vista anche la situazione delle slalomgigantiste, stai facendo un pensiero alla massima serie? «Dopo Levi spero di avere delle chance. Ma in


NICOLE AGNELLI | SKI PEOPLE

Coppa Europa devo continuare a dimostrare il mio valore». Nicole sei tesserata per l’AS Caspoggio, ma perché non fai parte di un gruppo sportivo militare? «È quello che mi chiedo anche io, e ci sono rimasta male in estate. Dovevo passare con l’Esercito, forte anche di un titolo di campionessa italiana, invece non se ne è fatto più nulla e non ho ancora capito bene la motivazione». A proposito di Caspoggio, cosa pensi della chiusura della ‘tua’ stazione sciistica? «È un peccato perché la Avanzi Motta è un’ottima pista di allenamento per la velocità. Bisogna anche dire che quando non c’erano gare ero io l’unica ad allenarmi e fra l’altro di turisti nemmeno l’ombra». Intanto in Valmalenco i ragazzi sciano sempre meno... «In Valmalenco e anche a Sondrio, non ti credere. E anche chi fa agonismo abbandona. Penso a mia cugina Maddalena, una Cucciola fortissima che ha lasciato le gare per i costi. Bisogna iniziare a riflettere…». Su cosa? Che consigli ti senti di dare a chi gestisce il nostro sport? «A me sembra che sia il momento storico peggiore per pretendere dai più piccoli sforzi e impegni così eccessivi. Forse mi sbaglio, ma c’è troppo stress nelle categorie minori». Sembri introversa, solitaria, è davvero così? «Un po’. Non parlo tanto, anche se tengo molto alle mie amicizie. A casa e in squadra. Fra le mie

BIOGRAFIA Nicole Agnelli è nata il 25 febbraio 1992 e risiede a Caspoggio (SO). Tesserata per l’A.S. Caspoggio, il 22 novembre è salita sul podio per la prima volta in Coppa Europa a Levi in gigante. In Coppa Europa è entrata altre cinque volte fra le ‘top 30’. Ha partecipato ai Mondiali Juniores di Roccaraso e in Quebec e l’anno scorso ha vinto il titolo italiano di categoria di slalom a Courmayeur. Agli Italiani Giovani in carriera anche tre argenti: supercombinata a Caspoggio 2012 e gigante e superG a Pila 2009. Una vittoria nel circuito Gran Premio Italia FIS, l’anno scorso in slalom all’Abetone.

Nicole Agnelli in azione ©Ralf Brunel

compagne mi trovo molto bene con Veronica Olivieri». E che rapporto hai con i tuoi allenatori? «Ai tempi dell’Orezzo mi ricordo di quanto Livio Magoni pretendeva, ma era giusto così. In squadra ho cambiato tre coach. Heini Pfitscher l’anno scorso, quest’anno Roberto Lorenzi e il primo periodo Alberto Ghezze. Con ‘Alby’ avevo un bel rapporto professionale, mi ha fatto crescere tecnicamente. I frutti iniziano a vedersi». Ma qual è la tua figura di riferimento? «Mio papà Marco. Mi allena da sempre, in pista basta uno sguardo. Ci capiamo al volo

ormai, quando ho bisogno lui c’è sempre». Lo sci è la tua vita, ma cosa ti pesa di più? «La trasferta, che a dire il vero è come una medaglia. Il rovescio è che quando le cose non girano ti pesa stare lontano da casa. Quando gira tutto è perfetto… sarei rimasta ancora un mese in Lapponia!» Come fai passare il tempo quando sei in giro? «Leggendo, amo i gialli. So tutto il repertorio di Dan Brown a memoria». Ma la gara è un giallo? «La gara può essere un giallo, certo, è spesso un punto di domanda, è imprevisto, gestione dell’imprevedibile, azzardo. Può essere un giallo perché è da investigare, interpretare al meglio per poter riuscire a vincere». E il libro che associ al podio di Levi? «Non è un giallo. Dico ‘Il Piccolo Principe’ di Antoine De Saint-Exupery. Io sono stata come lui. Esploro, ascolto, imparo. E sono riuscita a coltivare un sogno. Spero che non sia certo l’ultimo!».

DICEMBRE 2013 \\ 83


FEDERAZIONE | ATTUALITà

ASSEMBLEA STRAORDINARIA

Questione di metodo Alcune interessanti osservazioni di Luca Donegana, vice presidente dello sci club Erna, sulla proposta di modifica dello statuto della FISI Abbiamo ricevuto una dettagliata lettera a commento del nostro articolo sull’assemblea straordinaria della FISI del 29 giugno a Modena e sulla proposta di modifica dello statuto. A scriverla Luca Donegana, tesserato FISI e vice presidente dello sci club Erna di Lecco, comitato Alpi Centrali, di professione notaio dopo essere stato per alcuni anni iscritto all’albo degli avvocati di Lecco. Senza entrare nel merito delle considerazioni, le riteniamo un interessante spunto di discussione e per questo pubblichiamo integralmente la lettera. Il mio intervento è principalmente un intervento sul metodo adottato per la revisione statutaria che gli sci club sono stati chiamati ad approvare nell’assemblea di Modena del 29 giugno 2013, con gli esiti negativi noti a tutti. Mi spiace anzitutto dover sottolineare ancora una volta, dopo averlo già fatto pubblicamente in assemblea, che il metodo utilizzato per la revisione statutaria ha dimostrato purtroppo la scarsa considerazione e la scarsa attenzione riservata alla base della federazione: gli sci club, che invece ne sono il motore. La terminologia revisione statutaria l’ho usata volutamente perché, pur essendo stato lecito parlare di adozione di un nuovo statuto, nella realtà non ci si trovava di fronte a un testo di norme diverso nei suoi presupposti fondamentali ma solo alla variazione di alcuni articoli che non modificavano, non stravolgevano l’impianto statutario come originariamente concepito. La scelta di parlare di adozione di un nuovo statuto e di declinare in tal senso l’ordine del giorno ha avuto invece un riflesso pratico molto importante. Gli sci club si sono trovati a Modena potendo solo votare a favore o contro l’approvazione integrale del ‘nuovo statuto’ senza potersi esprimere in maniera puntuale sulle singole modifiche. L’impostazione scelta in vista dell’assemblea di Modena è da ritenersi ancora meno condivisibile se si pensa alla circostanza che non era stato previsto a favore degli sci club alcun meccanismo preventivo per 84 \\ DICEMBRE 2013

poter richiedere modifiche di articoli o formulare proposte specifiche relative alla bozza di statuto approvata dal consiglio federale. In proposito ricordo anche che solamente una ventina di giorni prima dell’assemblea è stato pubblicato il vecchio testo di statuto con a fianco il testo comprensivo delle modifiche proposte, modifiche che però non erano in alcun modo evidenziate al fine di agevolarne la lettura. Quindi non solo non sono state raccolte le esigenze delle associazioni sportive prima di elaborare le variazioni, ma nemmeno è stata concessa loro la possibilità di proporre variazioni: questa è la chiara dimostrazione che è mancata, da parte dei vertici, la volontà di coinvolgere in maniera effettiva la base, che non ci si è sforzati di utilizzare dunque la principale risorsa della FISI. Certo, coinvolgere la base sarebbe costato una fatica e un lavoro maggiore, ma mi sembra che farlo fosse un atto di democrazia dovuto. Ugualmente mi sembra un controsenso che a Modena gli sci club siano stati chiamati a votare solamente per il ‘nuovo’ statuto mentre il ‘nuovo’ regolamento organico federale (ROF) sarebbe stato stilato e approvato dal consiglio federale solo in un secondo tempo. Si tenga presente che alcune delle norme statutarie che erano state proposte (basti pensare al trasferimento degli atleti agonisti) dettavano solo dei principi, principi che sarebbero poi stati tradotti in norma concreta solo successivamente nel ROF e che quindi la disciplina finale sarebbe potuta risultare assolutamente diversa a seconda delle scelte effettuate nel ROF. A questo punto una domanda: come era possibile votare coscientemente un nuovo statuto non sapendo quale sarebbe stato esattamente l’impatto delle novità introdotte, anche sulla vita sportiva quotidiana dei nostri sci club? Certo, elaborare un nuovo testo di statuto e un nuovo testo di ROF contemporaneamente

avrebbe comportato un maggior impegno, ma avrebbe permesso un voto cosciente da parte degli sci club. Cosa è cambiato dopo l’assemblea di Modena? La federazione senza aprire nuovamente un vero dibattito ha soltanto invitato gli interessati a inviare una mail con le osservazioni relative alle modifiche statutarie proposte. Poi non se ne è saputo più nulla. Mi sembra comunque che Primavesi abbia rivolto al presidente Roda due domande rilevanti. La prima riguarda i rischi per la democrazia della nostra federazione insiti nella proposta di innalzare il numero massimo delle deleghe fra gli sci club da tre a cinque; lo stesso pericolo è stato da me sottolineato a Modena con riferimento alla proposta di modifica dei quorum statutari delle assemblee federali che segna ulteriormente la scarsa volontà di coinvolgere la base nella vita della federazione: l’abbassamento dei quorum costitutivi, non incentiva certo il coinvolgimento della base da parte dei vertici, potendo quindi la federazione, nei fatti, essere governata da una minoranza, scelta politica questa che a lungo termine potrebbe rilevarsi controproducente. La seconda riguarda il ruolo del direttore generale. Premesso che finché non sarà approvata la relativa modifica statutaria il direttore generale non potrà essere in alcun modo considerato un organo della federazione, nulla vieta che la federazione stessa stipuli un contratto di lavoro con un soggetto e gli attribuisca la qualifica in questione. Il problema è tuttavia un altro. Da un punto di vista giuridico occorre infatti sottolineare che tutti gli atti e i documenti che per statuto sono di competenza del segretario generale, quale organo federale statutariamente previsto, non possono essere certo sottoscritti con la stessa efficacia dal direttore generale in quanto tale. La vita della federazione prosegue dunque da più di sei mesi senza il soggetto deputato a coordinare e dirigere ex art 26 dello statuto la segreteria generale e la gestione del personale amministrativo e tecnico della federazione, cioè un segretario generale. Il segretario generale inoltre, sempre a norma dell’art. 26 (dello statuto) è, fra l’altro, responsabile della gestione amministrativa della federazione. A chi compete ora questa responsabilità? Non certo al direttore generale che di fatto agisce come un segretario generale senza che sia possibile giuridicamente addebitargli la relativa responsabilità.


Leader nella Tecnologia al Servizio della Sicurezza

TUTORIAL: SCUOLA O SCI CLUB? Due realtà che spesso si fanno concorrenza, soprattutto nell’insegnamento e nell’avviamento. Abbiamo sentito sull’argomento il presidente dell’AMSI Maurizio Bonelli

Il nuovo telo SAFETY PANEL

DI LUCA GIACCONE

S

cuole sci o sci club? Sci club o scuole sci? Fino a qualche stagione fa un ragazzo che voleva imparare a sciare andava a lezione da un maestro e poi passava in uno sci club se voleva continuare a ‘fare gare’. Quasi sempre l’avviamento per fare ‘vivaio’ era commissionato da un club a una scuola sci, che ‘chiudeva’ il suo lavoro quando i ragazzi passavano al club. Adesso sono sempre di più le scuole che hanno una sezione agonistica e gli sci club che propongono l’avviamento ‘in casa’ anche per i principianti, soprattutto per i più piccoli. Una questione aperta, anche perché scuola sci e sci club hanno una ragione sociale, giuridica e fiscale, differente tra loro. La prima è una associazione di ‘professionisti’ (alla pari degli studi associati di altre categorie), spesso una società, dove c’è fine di lucro con tanto di partita IVA e tutto quello che ‘conta’ per i lavoratori autonomi. Lo sci club, invece, generalmente è una associazione sportiva dilettantistica che dunque è senza fine di lucro (anche se può essere costituita in altre forme, per esempio come srl). Ovviamente può retribuire chi lavora all’interno diversamente dalla classica fattura, come per esempio i compensi di natura sportiva o i rimborsi spese. Con due dati importanti: le nuove normative europee recepite anche in Italia dalle Regioni - visto che i collegi restano a carattere regionale -, dicono che sono sufficienti pochi maestri per aprire una scuola sci, ma deve comunque avere sede solo in una località che abbia impianti e strutture per la pratica sulla neve. Sull’argomento abbiamo sentito il parere del presidente dell’AMSI, Maurizio Bonelli. «Partiamo da un principio: tutti quelli che lavorano in una scuola o in un club sono maestri di sci - ha esordito il presidente -. Poi una scuola sci e uno sci club sono due realtà distinte e autonome. Una deve occuparsi dell’avviamento fino alle prime categorie riconosciute dalla FISI, l’altro deve fare attività agonistica partendo proprio ed esclusivamente dalle categorie della FISI. Credo che sia necessario fare chiarezza su questo aspetto, perché gli scopi sono diversi, ma scuole sci e sci club non possono non collaborare tra loro perché fanno parte della stessa ‘famiglia’, quella dei maestri di sci» Bonelli apre al dialogo… «Possiamo fare regole, la dialettica spesso è forte, ma credo che basti il buon senso per risolvere la situazione. In ogni caso come AMSI, insieme ai Collegi dei Maestri di Sci, abbiamo già incontrato il presidente della FISI, Flavio Roda, per affrontare questo tema. Resta un dato sul quale insisto e continuo a fare appelli: i maestri devono fare tutti la tessera FISI in modo che così possano diventare parte attiva nella vita della federazione e soprattutto un interlocutore forte e credibile per la FISI stessa». Maurizio Bonelli

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OLIMPIADI | CONI

«A Sochi mi aspetto qualcosa in più» Il presidente del Comitato Olimpico Malagò crede in un buon risultato alle Olimpiadi, ma l’obiettivo sono i Giochi del 2018. Presentato a Milano l’accordo con Samsung

O

biettivo PyeongChang. Sembra essere questo il pensiero del presidente del CONI Giovanni Malagò. Il numero uno del Foro Italico ha infatti gettato acqua sul fuoco delle medaglie azzurre in occasione della presentazione dell’accordo di sponsorizzazione con Samsung, che sarà al fianco degli azzurri a Sochi 2014. «È ancora presto per fare pronostici e comunque dipende da che cosa ci si aspetta, se ci aspettiamo di andare ai primi tre posti del medagliere, allora sicuramente questa non è la nostra dimensione, però se il benchmark è quello di Vancouver 2010, diciamo che mi aspetto di fare qualcosina di più per prepararci bene sulla strada di PyeongChang 2018» ha detto Malagò nella sede milanese del Comitato Olimpico lo scorso 4 dicembre. Prudenza e soprattutto assunzione di responsabilità limitata dal fatto che è entrato in campo a giochi già fatti (è stato eletto il 19 febbraio 2013) per la preparazione olimpica. Che cosa si

aspetta dallo sci? «Siamo partiti bene con la medaglia di Paris, ho visto bene anche Innerhofer, però non dobbiamo dimenticarci che nello sci ci sono dei fattori esterni che condizionano molto, a differenza di altri sport come il tennis dove uno è forte e l’altro meno e i valori in campo sono più delineati». Samsung sarà a fianco degli azzurri come partner ufficiale, in pratica unico brand non italiano a seguire gli azzurri e Malagò l’ha rimarcato. «Con noi ci sono Armani, Fiat, Ferrero, Banca Intesa, tutte aziende italiane o che vogliono sottolineare la loro italianità, mentre Samsung ha creduto in noi ma non è legata all’Italia, il legame con il brand coreano ci fa molto piacere anche perché il fondatore ha da sempre un ruolo significativo nelle attività del CIO». L’accordo con Samsung va oltre la semplice sponsorizzazione ma ha anche dei risvolti sociali. Alla presentazione, infatti, erano presenti i presidenti del CONI lombardo, l’ex cestista Pierluigi Marzorati, e calabrese, Mimmo Praticò. I soldi raccolti da Samsung attraverso l’applicazione ‘Ola Azzurra’, infatti, serviranno alla riapertura di una piscina lombarda e delle strutture sportive di San Luca, tristemente noto per la ‘Ndrangheta. «Sistemando campo da calcio e palestre - ha detto il numero uno del CONI calabrese - toglieremo dalla strada e dalle cattive frequentazioni tanti ragazzi». Ecco il messaggio positivo dello sport. All’evento milanese era presente anche l’olimpionico Antonio Rossi, assessore allo sport della regione Lombardia. Curiosamente mancava l’inquilino principale di Via Piranesi 46, il presidente della FISI Roda. Sembra che non ne sapesse niente. Segno di qualche malumore interno?

UN TEAM ‘GALATTICO’ Sulle orme di quanto fatto a Londra 2012, Galaxy ha creato un ‘Galaxy Team’ di 80 atleti di tutto il mondo, dei quali 5 italiani: Armin Zöggeler, monumento dello slittino e portabandiera italiano di Sochi 2014, Christof Innerhofer, la pattinatrice di short track Arianna Fontana, il giovane snowboarder Omar Visintin e la sciatrice paralimpica Melania Corradini. Questi cinque nomi sono stati scelti per il loro valore sportivo ma anche come ‘cerniera’ verso il mondo digitale e aggiorneranno regolarmente i loro fan tramite gli account social.

86 \\ DICEMBRE 2013

UN’OLA PER LO SPORT NELLA SCUOLA Un’ideale Ola Azzurra per sostenere gli azzurri a Sochi. Chiunque potrà registrare un breve clip con la propria ola e caricarlo su www.samsung. it/sochi2014. All’operazione sarà collegata anche un’apposita app. Per ogni ola caricata Samsung devolverà 5 euro per far crescere la cultura dello sport nelle scuole italiane. Samsung in particolare si impegna a finanziare la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi all’interno di due scuole italiane, l’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni di Milano e l’Istituto Comprensivo Statale San Luca-Bovalino di San Luca (RC), scelte per le loro storie significative, selezionate tra le numerose scuole che richiedono quotidianamente sostegno al CONI.


Il mIo Inverno forte -

Il più grande ghiacciaio dell’Austria, con 35 discese Regione a maggior garanzia di neve da ottobre a giugno Snowparks e Powder Department 4 comprensori sciistici di carattere I bambini di età inferiore ai 10 anni sciano gratis La più grande pista da slittino del Tirolo A soli 20 minuti da Innsbruck

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ONERACE

Via Ardea 1A - 00183 - Roma Tel. 06 96046853 info@onerace.it - www.onerace.it Nelle foto, a sinistra Giordano Ronci con Marco Santoni di Onerace. Sotto: alcune fasi della lavorazione e il plantare

Onerace, dove nascono i plantari di Giordano Ronci IL LABORATORIO ROMANO È ALL’AVANGUARDIA NELLA REALIZZAZIONE DI SUPPORTI CHE PERMETTONO UN APPOGGIO COMPLETO E COMODO. PER PERFORMANCE DA COPPA DEL MONDO

O

nerace nasce nel cuore di Roma, diventando ben presto il punto di riferimento nel Centro Italia per tutto ciò che riguarda la preparazione degli sci e la personalizzazione degli scarponi. Grazie a una continua ricerca di soluzioni tecniche e sviluppo dei materiali, il laboratorio romano garantisce un servizio interamente personalizzato sulle necessità degli atleti e dei clienti più esigenti. Grazie a un’esperienza ventennale nella preparazione di plantari sportivi, ogni anno vengono ottenuti nuovi risultati. Quest’anno, per esempio, sono state introdotte importanti novità, grazie all’utilizzo di nuovi materiali quali carbonio, compositi 3D, fibre, anti-shock e termoformabili di ultima generazione. Con l’obiettivo di aumentare le performance, diminuire le micro sollecitazioni al piede e fornire più stabilità, sensibilità, precisione e leggerezza. Durante l’estate queste nuove soluzioni sono state testate su numerosi atleti e sciatori di ogni livello, ricercando il mix migliore tra tecnicità e comfort. Punto di riferimento

88 \\ DICEMBRE 2013

nella raccolta dei feedback è l’atleta romano della nazionale italiana di sci Giordano Ronci, seguito da più di dieci anni, test-man di fiducia e sviluppatore dei prodotti da lui stesso utilizzati. Nel primo slalom di Coppa del Mondo, a Levi, è sceso in pista con Giordano il plantare in carbonio Onerace, frutto di un intenso lavoro di sviluppo estivo a tu per tu con l’atleta. La creazione di un plantare è articolata in tre distinte fasi: si passa da un’attenta analisi anatomica del piede, alla realizzazione di un calco in materiale espanso ad elevata densità e successivamente, mediante una macchina vacuum, alla modellazione e all’assemblaggio dei materiali. Questo

tipo di prodotto non è rivolto solo allo sci, ma a tutti quegli sport che ricercano un appoggio sui piedi stabile e di elevata precisione, mantenendo la comodità e la salute degli arti inferiori. Lo scopo è quello di riempire le parti ‘vuote’ all’interno dello scafo senza aggiungere quantità di materiale eccessive, che diminuiscano la sensibilità del piede e la precisione nell’azione. Il prodotto finito non è un plantare correttivo, ed è importante precisarlo, ma un sottopiede che ricalca perfettamente la forma del piede dell’atleta, permettendo così un appoggio completo e comodo allo stesso tempo. Con gli stessi principi di costruzione vengono realizzate altre tipologie di plantari e supporti, rivolti a un pubblico sportivo meno esigente alla ricerca di comodità, comfort e, allo stesso tempo, tecnicità.


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Tute made in Italy LE TUTE DA GARA DI ENERGIAPURA SONO LA MASSIMA ESPRESSIONE DEL ‘MADE IN ITALY’, DALLA PROGETTAZIONE ALLA PRODUZIONE

I

n questo mondo ormai globalizzato ci sono ancora aziende al 100 per cento ‘made in Italy’. Le tute da gara di Energiapura, sempre di più ‘la punta di diamante’ della produzione tecnica di abbigliamento racing per lo sci agonistico del brand veneto, sono interamente concepite e prodotte nel nord-est. Made in Italy per l’azienda di Tezze sul Brenta vuol dire progettazione curata direttamente dallo studio grafico interno con soluzioni di design innovativo, sempre giovane e ironico. Le tute sono inoltre pensate e create con tessuti altamente performanti che permettono di ottenere un’eccezionale aerodinamicità, prodotte in collaborazione con la migliore tecnologia di accoppiatori presenti solo in Italia. Vengono poi modellate attorno al corpo per permettere in allenamento e

in gara un confort e una vestibilità senza costrizioni, frutto di anni di lavoro e di esperienza dello studio di modelleria. La stampa viene fatta internamente con macchinari che garantiscono il controllo totale del passaggio dell’aria: questa tecnologia made in Energiapura è riconosciuta anche a livello internazionale, tanto che atleti di Coppa del Mondo e altre importanti nazionali e brand si rivolgono all’azienda veneta perché sanno di avere un partner che, nell’ormai ristrettissimo settore racing, offre quanto di meglio c’è sul mercato. Last but not least, l’accuratezza e l’attenzione che il personale specializzato mette nel produrre, assemblare e controllare una tuta sono altissime, perché ne esca sempre un prodotto made in Italy al top. www.energiapura.info

La tuta della nazionale Russa Il tessuto omologato World Cup è indispensabile nelle gare in cui vigono le normative FIS; è un tessuto bielastico a tre strati composto all’82% da poliestere e al 18% da Lycra, con una membrana interna in poliuretano. Le sue fibre di ultima generazione gli conferiscono un’aerodinamicità eccezionale, che è il risultato di anni di ricerca in pista e in galleria del vento con i migliori atleti di Coppa del Mondo di sci. Prezzo: 554 euro.

1. Taglio 2. Confezionamento 3. Modelleria 4. L’omologatore FIS Herbert Klammer e Michele Dalla Bona di Energiapura

dicembre 2013 \\ 89


INFO PR

Colmar, tante idee regalo Località che vai, giacca che trovi

Gli amanti delle gare possono regalare o regalarsi le giacche della linea Racing Team al cui interno sono state inserite delle fodere stampate sulla schiena che richiamano le più note località di Coppa del Mondo, combinate a foto storiche di grandi campioni del passato.

‘Camou’ Christmas

Giacca per lui con cappuccio in fantasia Ice-camouflage, zip a contrasto orange e tasconi; realizzata in tessuto con armatura a tela e idrorepellente. Prezzo: 215 euro.

Colmar declina la fantasia mimetica per la neve, sia per gli adulti che per i più piccoli. I baby sciatori possono assomigliare in tutto e per tutto a mamma e papà e andare sulla neve con outfit da ‘grandi’. Il camouflage diventa il must della stagione ed entra a far parte della famiglia.

Giacca junior per lei in vera piuma naturale con cappuccio staccabile in fantasia Fanta-Camouflage, realizzata in nylon taslanizzato per una mano estremamente morbida. Idrorepellente ed impermeabile. Prezzo: 210 euro.

Linee semplici per giacche realizzate in morbido poliestere con armatura di twill laminato e membrana poliuretanica dalle alte performance di traspirabilità e impermeabilità. Sopporta una colonna d’acqua a partire dai 18.000 mm. Inoltre l’ovatta Thermore da 150 gr offre la giusta coibenza termica e assicura un comfort elevato. Prezzo: 445 euro. Gilet con cappuccio realizzato in tessuto bi-elastico con filati luci, laminato con membrana impermeabile e traspirante. Caratterizzato da imbottitura in vera piuma e pelliccia Lapin effetto spigato. Prezzo: 495 euro. 90 \\ DICEMBRE 2013

ECCO ALCUNI CAPI DELL’AZIENDA BRIANZOLA CHE HA FATTO LA STORIA DELLO SCI DA METTERE SOTTO L’ALBERO. PER VACANZE CALDE E INDIMENTICABILI

Le signore delle nevi

Giacca sportiva realizzata in poliammide opaca ed idrorepellente. Caratterizzata del dispositivo Recco®, per una veloce localizzazione in caso di valanghe. Prezzo: 365 euro.

Per la donna che ama essere tecnologica e allo stesso tempo fashion, Colmar ha pensato a tessuti preziosi arricchiti da pellicce raffinate e inserti scamosciati, oltre che a linee che definiscono perfettamente la silhouette femminile. Colori tenui e texture classiche, dettagli e soluzioni ricercate per le sciatrici che non vogliono rinunciare mai alla propria eleganza.

Fuseaux con staffa stampato all over, effetto spigato nei toni del marrone e nero. Prezzo: 185 euro.

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Il signor Werner Geier, titolare di Geier Diffusion, distributore italiano del marchio Uvex, ringrazia i suoi atleti delle squadre nazionali e i campioni italiani nelle varie categorie della stagione 2012/2013, cogliendo l’occasione per augurare un inverno 2014 ricco di successi

ATLETI ITALIANI UVEX IN COPPA DEL MONDO

PARIS DOMINIK Squadra A discipline veloci

CURTONI IRENE

Squadra A discipline tecniche

KLOTZ SIEGMAR

THALER PATRICK

Squadra A discipline veloci

MERIGHETTI DANIELA Squadra A discipline veloci

CASSE MATTIA

Squadra A discipline tecniche

BORSOTTI CAMILLA Squadra A discipline veloci

CURTONI ELENA

Squadra A discipline veloci

FANCHINI ELENA Squadra A discipline veloci

Squadra A discipline veloci

MARSAGLIA FRANCESCA Squadra A discipline veloci

AZZOLA MICHELA Squadra A discipline tecniche

CAMPIONI ITALIANI 2013

FILIPPI DAVIDE

STOCCO ARIANNA

Campionessa italiana Aspiranti GS

AGNELLI NICOLE

Campionessa italiana Giovani SL

Campione italiano Ragazzi SG

Campionessa italiana Allievi SG e GS

FORNARI ELISA

TSCHURTSCHENTHALER VERA

OLEGGINI COSTANZA

SALA TOMMASO

PAINI FEDERICO

PICHLER KAROLINE

MELESI ROBERTA

CAZZANIGA DAVIDE

BARUFFALDI STEFANO

MANFRINI MARCO

Campionessa italiana Aspiranti SG

Campionessa italiana Giovani GS

Campione italiano Aspiranti GS

Campione italiano Giovani DH

Campionessa italiana Allievi SL

Campione italiano Aspiranti DH e SG

Campione italiano Giovani SG

Campionessa italiana Giovani SG

Campione italiano Giovani GS


INFO PR | NEGOZI

Lo scarpone ‘fatto al piede’ L’INDIRIZZO PER COLORO CHE CHIEDONO IL MASSIMO AI LORO SCARPONI È STRADA REGIONALE 48 A COURMAYEUR

L

a crescita di attenzione in Italia per il boot fitting è evidente. Se questo sta avvenendo, gran parte del merito è di Stefano Macori, che oltre ad essere universalmente considerato un punto di riferimento, è stato anche il primo a credere nelle potenzialità di questa attività in forma autonoma, dedicando un laboratorio alla sola personalizzazione e vendita degli scarponi da sci. Il negozio di Courmayeur è costantemente preso d’assalto da atleti, maestri di sci, appassionati sciatori e il telefono squilla in continuazione. «Diciamo che è una bella soddisfazione, oltre che un grosso impegno. Significa che il nostro lavoro viene apprezzato. Ma non è nulla rispetto alle potenzialità di questo settore, dato che i benefici nella sciata con uno scarpone personalizzato

FACEBOOK 24 ottobre Matteo Marsaglia Famme un po’ de spazio Maco che voglio stare comodo!! ;)) Grazie mille @macoribootfitting @ rossignol

sono talmente grandi da cambiare l’esito di una giornata sulla neve. Parlo dell’atleta, ma anche di chi va sulle piste per divertirsi e passare una bella giornata. Per cui ci aspettiamo che in futuro saranno sempre più numerosi quelli che si rivolgeranno a noi». In laboratorio è cresciuto anche Gerard,

l’assistente di Stefano, che ormai da diverse stagioni lo affianca nelle lavorazioni e nelle personalizzazioni degli scarponi: questo consente una maggior produttività e la possibilità di accontentare un numero maggiore di clienti ottimizzando sempre più la qualità del lavoro. Il servizio è completo

Boot doc, ve lo consiglia Macori SCARPONE SU MISURA ANCHE PER LO SCIATORE COMUNE: ECCO LA SCOMMESSA DI MACORI BOOT FITING Proprio nell’ottica di fornire una personalizzazione dello scarpone anche allo sciatore comune, a chi vuole godersi al 100% le sue giornate di sci, Stefano Macori consiglia la linea di scarpette ad inienzione e plantari di Boot Doc. «Si tratta di un’azienda leader sul mercato austriaco e tedesco, di grande tradizione ed esperienza, che da sempre concentra la propria ricerca sul comfort degli sciatori. L’iniezione di queste scarpette è un’operazione veloce, non ha nulla a che fare con la mitologia delle vecchie e dolorose iniezioni di anni fa. Il risultato è eccellente, grazie a poliuretani molto morbidi, che consentono una sagomatura perfetta degli spazi e allo stesso tempo comodità, calore e prestazioni. Se poi abbinata a plantari full custom o a qualcuno di quelli preformati, altrettanto 92 \\ dicembre 2013

Nelle foto. Alcuni prodotti della linea Boot Doc esposti presso Macori Boot Fitting a Courmayeur

validi, il risultato sarà davvero sorprendente». Importata in Italia da Wintersteiger, la linea Boot Doc è composta da calze a compressione variabile, plantari personalizzabili e scarpette a iniezione. Proprio le scarpette, proposte in diverse varianti e abbinabili a qualsiasi scafo, sono il fiore all’occhiello della collezione, forti d’intercapedini interne che, una volta iniettate, da un lato si adattano fedelmente alla forma del piede, dall’altro, espandendosi, vanno a colmare gli incavi tra scarpetta e scafo, eliminando le aree di vuoto che inficiano il bloccaggio degli arti. La personalizzazione interessa malleoli, calcagno e ossa del tarso, senza trascurare la zona metatarsale e delle falangi, queste ultime interessate sia lateralmente sia inferiormente dal materiale a espansione; sino a estendersi, a richiesta,


Strada Regionale, 48 - Courmayeur (AO) macoribootfitting@gmail.com www.macoribootfitting.com tel 348 2216346

e di altissimo livello: va dalla scelta dello scarpone e delle misura corretta all’assemblaggio della scarpa sulle esigenze del cliente. Le marche trattate in negozio sono sempre le solite, su cui è stato perfezionato un know-how di precisione maniacale: Lange, Rossignol, Head, Tecnica e Fischer.

Ma c’è anche la possibilità di farsi costruire la scarpa full custom Macori (by Sidas). «Possiamo assemblare scarponi da gara esattamente come in Coppa del Mondo, studiando nei dettagli l’appoggio del piede, la conformazione delle tibie e tutti i dettagli che fanno la differenza tra ‘uno scarpone’ e il ‘tuo scarpone’. E poi

Per info sulla linea Boot doc si può visitare il sito www.boot-doc.com

alla linguetta, risolvendo così eventuali problemi tibiali. A patto, beninteso, di rivolgersi a uno specialista del boot fitting in grado di ‘plasmare’ l’iniezione quasi fosse una scultura. Stefano Macori

è un vero artista di queste lavorazioni, cui abbina la customizzazione dei plantari BootDoc. Plantari preformati o integralmente modellabili che copiano fedelmente la conformazione del piede allegge-

siamo in grado di intervenire su tutti gli scarponi, modificando le zone critiche, nei punti di contatto che creano dolore. Oppure per realizzare plantari sportivi anatomici o scarpette ad iniezione». Intanto cresce l’esperienza di Stefano, forte di una sorta di ‘contaminazione’ come si usa dire negli ambienti musicali o artistici: da una parte offre allo sciatore comune l’esperienza di tanti anni in Coppa del Mondo, dall’altra ascolta le richieste degli sciatori comuni, prova a risolvere i loro problemi, traendone spunti che possono poi essere applicati in chiave comfort anche allo sciatore professionista. In laboratorio non mancano mai scarponi di Federica Brignone, di Matteo Marsaglia o della sorella Francesca, di Camilla Borsotti, del giovane talento Henri Battilani, dei fratelli Bosca, dell’emergente Martina Perruchon. «È una grande soddisfazione quando qualcuno di loro ottiene risultati, in un certo senso è come essere scesi in pista con loro. Ma sono altrettanto gratificato quando vedo le facce felici di clienti che tornano dopo una bella giornata di sci e mi ringraziano per avergli tolto il dolore ai piedi». Per ottimizzare le vostre prestazioni, o semplicemente per godervi le vostre sciate, una visita da Macori Boot Fitting a Courmayeur è fortemente consigliata!

rendo eventuali tendenze alla pronazione o supinazione, rispettando al contempo ingombri e disegno della scarpetta prescelta. Creando così un sistema unico, in grado di massimizzare la sensibilità senza rinunciare a comfort e doti termiche tipiche di uno scarpone standard. In aggiunta, le calze a compressione variabile BootDoc, grazie a zone di spinta differenziate lungo polpacci, tallone e mesopiede, favoriscono la circolazione sanguinea scongiurando perdite di calore e affaticamenti muscolari dovuti all’utilizzo prolungato degli scarponi. Tanto per l’agonista quanto per il turista, essendo disponibili con volumi studiati in base alla diversa massa muscolare. Inoltre, ciliegina sulla torta... da quest’anno sono disponibili i prodotti Hotronic, azienda leader sul mercato americano per gli impianti di riscaldamento per scarponi da sci, per allietare le vostre giornate più fredde con un simpatico tepore sull’avampiede per l’intera giornata. NOVEMBRE 2013 \\ 93


EDITOR’S CHOICE

Sotto l’albero hi-tech Alpina per le gare

Green power

Casco Downhill in kevlar e maschera abbinata Smash 2.0 con lente Singleflex disponibile in 12 diverse varianti intercambiabili. 299,50 euro il casco, 149,50 la maschera (con 3 lenti). www.alpina-sports.com

Un coordinato race ‘Made in Slovenia’ quello proposto da Elan per divertirsi in pista o in gare Master. Lo sci è il GSX Fusion, con costruzione in doppio titanio e rinforzo di carbonio. Disponibile nelle misure 170, 176, 182 e 186. Da abbinare con lo zaino racing backpack, borsa porta sci e bastoncini Race SLX. 859 euro lo sci, 43 euro i bastoncini, 36 euro la borsa porta sci e 64 euro lo zaino. www.elanskis.com

Rossignol Radical 9GS Cascade TI R20 Racing

Podhio per l’outdoor Podhio ha recuperato l’antica tradizione del Tessuto Originale Casentino, realizzando capi impermeabili, caldi e resistenti al vento grazie all’abbinamento di una lamina intermedia windproof accoppiata a un tessuto termico interno in polar light. Nasce così il Tessuto 3 Strati Podhio Casentex. Due modelli donna e due modelli uomo per Outdoor e tempo libero, colori arancio con interno azzurro, verde con interno arancio (fuxia per donna), blu cobalto con interno verde mela. Prezzo: giubbotto da 326 euro, parka da 340 euro. www.podhio.it COLLEZIONE CASENTINO UOMO

Energiapura back protector

COLLEZIONE CASENTINO DONNA

Level, il guanto di Marsaglia Si chiama SQ CF il guanto race di Level che usa anche Matteo Marsaglia. In pelle water resistant con rinforzi, ha un caldo strato isolante in Thinsulate. Prezzo: 149,95 euro. www.levelgloves.com

94 \\ DICEMBRE 2013

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE!

Un race carve gigante per divertirsi anche fuori dalle porte. Il Radical 9GS Cascade TI R20 Racing di Rossignol (raggio 17,7 m nella misura 174) utilizza la tecnologia Cascade, derivata dalla Coppa del Mondo ed è utilizzato da Francesco Marsaglia nel suo tempo libero… Disponibile nelle misure 162, 168, 174, 180, 186, prezzo: 780 euro. www.rossignol.com

Un protettore schiena slim fit che assicura maggiore protezione alla zona delle scapole e lombare. Composto da tre strati di eva foam sovrapposti, permette all’intensità dell’onda d’urto di disperdersi uniformemente di strato in strato per poi dissiparsi sulla superficie dell’intero protettore. Prezzo: a partire da 62 euro. www.energiapura.info


INFO PR

POC, primi della classe L’AZIENDA SVEDESE HA SEGUITO SUBITO LA STRADA INDICATA DALLA FIS CON LE NUOVE NORME PER I CASCHI

P

er la stagione agonistica 2013-14 la FIS ha deciso di rendere obbligatorio l’utilizzo di caschi con delle omologazioni più severe, per incrementare la sicurezza degli atleti. Questa nuova regola verrà applicata prima in Coppa del Mondo e Coppa Europa per essere infine estesa a tutte le categorie minori. Da quando è nata, POC ha creato un laboratorio di ricerca (POC Lab) che sviluppa tecnologie innovative e si avvale del lavoro dei maggiori esperti di medicina sportiva e può contare su un team di testatori di altissimo livello, atleti di ogni disciplina, dallo squadrone svedese a Bode Miller e Julia Mancuso, da Jon Olsson a Tanner Hall. Questo ha

permesso a POC di essere la prima azienda al mondo a offrire questi caschi non solo ai propri atleti, ma a tutti gli appassionati che vogliono sciare in massima sicurezza. L’introduzione della nuova serie di Skull Orbic, nelle versioni Comp e X, permetterà a tutti gli appassionati dello sci di utilizzare il casco più innovativo in commercio. La serie Orbic rispetta la nuova regola FIS RH 2013 e in più è dotata di un sistema di assorbimento dell’energia all’impatto con i pali. Test effettuati in laboratorio hanno dimostrato che l’impatto con il palo può generare una forza di 70G, paragonabile a due giocatori di football americano

che si scontrano in piena corsa. Inoltre POC è l’unica azienda che utilizza un’imbottitura in EPP, un materiale a deformazione elastica che rende il casco multi impatto e ne garantisce la durata nel tempo. L’azienda svedese è diventata in breve tempo la specialista della sicurezza in tutte le discipline dello sci per una vasta serie di prodotti. Oltre ai caschi anche le maschere e le protezioni sono studiate per offrire la massima performance. Perciò, se vi capita di vedere uno sciatore al cancelletto di partenza con un sorriso in viso, saprete che non è solo perché sta indossando un accessorio che lo rende molto cool (bisogna dirlo, sono anche i caschi più ‘in’ del momento..) ma perché sa che con quel casco in testa è più sicuro che mai. Distributore per l’Italia:

SUMMIT SRL

info@summitsports.it tel. 0471.793164

Plank Bootfitting,

servizio da campioni IL LABORATORIO DI VIPITENO PROPONE LAVORAZIONI E ADATTAMENTI PER ATLETI TOP E L’ESCLUSIVO PROGRAMMA ‘AFFITTA IL TUO BOOT-FITTER’

U

n servizio boot fitting da Coppa del Mondo. È quello che offre il laboratorio specializzato Plank Bootfitting di Vipiteno (Bz), uno dei pochissimi sulle Alpi in grado di offrire lavorazioni di questo livello. Grazie all’esperienza di Philipp Plank, un passato come bootfitter Lange e Rossignol in Coppa del Mondo, con atleti del calibro di Christof Innerhofer, Julia Mancuso, Maria Hoefl-Riesch, Marie-Michele Gagnon. Un’esperienza che ora mette a disposizione dell’agonista e del appassionato. Da due anni, infatti, nel suo laboratorio propone gli stessi servizi top a giovani, master o semplicemente a chi è alla ricerca della performance: plantari individuali,

adattamento di qualsiasi scarpone da sci, regolazione canting, montaggio rialzi, vendita scarponi da gara. In più il progetto ‘Affitta il tuo boot-fitter’ offre la possibilità a sci club, associazioni regionali, nazionali e gruppi di privati di godere dello stesso servizio fornito dalle grandi ditte di sci. Nella tariffa è inclusa la consulenza personale e assistenza in pista e naturalmente anche l’adattamento e regolazione canting degli scarponi dopo l’allenamento.

PLANK BOOTFITTING

Maria Hoefl-Riesch

Città Vecchia, 10 Vipiteno tel. 333.1545050 info@planksport.com www.planksport.com

DICEMBRE 2013 \\ 95


INFO PR

Massi Sport, laboratorio top a Borgo San Dalmazzo BOOT FITTING DI ALTO LIVELLO, UTILIZZATO ANCHE DA MARTA BASSINO E TUTTE LE LAVORAZIONI POSSIBILI SUGLI SCI NEL NEGOZIO PIEMONTESE

Cupets mania,

arrivano anche gli animaletti dei ghiacci ALLA SCOPERTA DEL NUOVO GIOCO E DELLA APP BY GIOCHI PREZIOSI

I

MASSI SPORT DA 25 ANNI NELLO SPORT Via Lovera, 73 12011 Borgo San Dalmazzo (Cn) www.massisport.it info@massisport.it

U

n laboratorio all’avanguardia quello di Massi Sport a Borgo San Dalmazzo. «Ormai da anni siamo pronti a risolvere qualsiasi esigenza degli atleti e degli appassionati - spiega Massimiliano ‘Massi’ Giraudo - , con macchine Wintersteiger di ultima generazione, sia per lo sci alpino, che per lo scialpinismo o lo snowboard». Massi Sport è in grado di fare rettifiche, spianature,

Nelle foto: sopra ‘Massi’ Giraudo all’ingresso del negozio, qui alcuni scorci del laboratorio

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impronte per qualsiasi tipo di neve, laminatura con tazze in ceramica, sciolinatura... Inoltre vengono realizzate resinature, tasselli e incollaggio sempre in resina, sostituzione lamine. «Possiamo lavorare su moltissimi sci, seguendo le esigenze dei club che si presentano da noi. Inoltre abbiano numerosi sci da testare, per trovare il modello adatto alla propria sciata». Intanto in un altro spazio ci sono gli scarponi con la targhetta ‘Bassino’, pronti per essere ‘sistemati’: il boot fitting è un altro servizio di Massi Sport. «Tutto è nato per un’esigenza personale che è diventata passione prima ancora che lavoro. Possiamo offrire qualsiasi personalizzazione, a livello di Coppa del Mondo. Marta è sempre venuta da noi per questo aspetto, ma sono tantissimi gli atleti che passano da qui. Il nostro è un boot fitting completo: possiamo fare un allineamento laser delle tibie, con il podoscopio troviamo gli appoggi giusti e poi realizziamo quello che è necessario, dai plantari su misura, a rialzi, zeppe in metallo, modifiche degli scafi, fino alla scarpette a iniezione BootDoc».

Cupets sono 12 simpatici animaletti dalla forma cubica che coniugano il gioco tradizionale alle App per dispositivi mobile. Basta scegliere il Cupet preferito tra 6 teneri ‘pets’ e altri 6 animaletti più ‘wild’, sbloccare il codice che si trova all’interno del pack e visualizzare così, attraverso la fotocamera del proprio device, il corrispondente animaletto in 3D, pronto per un gioco sempre diverso e stimolante. È possibile prendersi cura del proprio Cupet accarezzandolo, dandogli da mangiare o vestendolo con i look più stravaganti, rendendolo pronto per una nuova avventura all’interno del videogame. A pochi mesi dal lancio, la mania di collezionare i Cupets è già dilagata e la App dedicata conta oltre 650.000 download, tanto che ai 12 personaggi che hanno già conquistato adulti e bambini si aggiungeranno a breve i Cupets Ice, altri 6 animaletti direttamente dalle terre dei ghiacci. Molto Race… www.cupets.com



Race Ski Magazine n. 127 dicembre 2013

a cura di Simona Righetti

La moda dello sci ripido Da ormai diversi anni si sente parlare diffusamente di sci ripido e di grandi protagonisti dell’estremo (da Tone Valeruz e Stefano De Benedetti al ‘Bianco’ Lenatti, solo per rimanere in Italia) nell’ambito dello sci ‘a trazione umana’ ovvero lontano dagli impianti di risalita e con l’utilizzo delle pelli di foca per la salita, ma da un po’ di tempo a questa parte la passione per il ripido sembra aver

contagiato anche i ‘pistaioli’. Sono sempre di più infatti le località che offrono piste nere per i turisti e si sta aprendo una vera e propria sfida per chi mette a disposizione le piste maggiormente impegnative; per quest’anno l’asticella sembra essere stata posta al massimo livello da Sankt Moritz con la nuova pista Lagalb (inclinazione pari all’86% corrispondente a 41 gradi).

A Sochi il record per le ‘spese pazze’

Un’immagine del comprensorio di St.Moritz @zoomagence

La montagna: uno dei motori dell’economia piemontese Si attesta a 700 milioni di euro la stima dell’indotto invernale portato alla regione Piemonte dal sistema neve nell’anno 2012. Il calcolo è stato basato sui dati forniti dalle principali stazioni sciistiche piemontesi (Vialattea, Bardonecchia, Monterosa, Mondolè e Riserva Bianca) nell’anno in questione. Ugualmente importanti sono le cifre sull’occupazione che si attesta sulle 4.000 unità.

Valle d’Aosta: stop al doppio incarico dipendente pubblico - maestro di sci Un bella tegola quella che si è abbattuta sulla testa dei maestri di sci valdostani all’avvio di stagione. L’Ufficio del Personale della Regione VdA ha infatti vietato lo svolgimento del doppio incarico, proibendo quindi a quei maestri di sci che sono anche dipendenti pubblici di esercitare per quest’avvio di stagione la professione. La problema-

Anticipo di Olimpiadi a Sochi durante le gare del 2012 ©Zoom

Mancano ancora due mesi alle Olimpiadi di Sochi 2014, ma i primi dati sul conto finale delle Olimpiadi, che saranno le più costose della storia, fanno già scalpore: ammonterebbe a 36 miliardi di euro il costo totale per la realizzazione delle opere strutturali e per l’organizzazione del mega evento, con uno sforamento del budget di ben cinque volte. Un bilancio davvero ingente e che non parrebbe essere definitivo: c’è addirittura chi parla di una chiusura finale dei conti a 50 miliardi di euro.

Impianti del Mottarone: stagione finita già a dicembre È notizia di questi giorni l’esecuzione da parte dell’ufficiale giudiziario dello sfratto per morosità a carico della società S4, gestrice degli impianti del Mottarone. Si attendono nei prossimi giorni le mosse del Comune di Stresa per assicurare l’apertura degli impianti durante questa stagione invernale.

tica interesserebbe ben 120 professionisti. La tematica sarà oggetto di discussione da parte dell’assemblea dei maestri valdostani, in svolgimento proprio mentre la rivista va in stampa. L’assessore al Turismo ipotizza una modifica alla legge regionale al fine di eliminare l’incompatibilità, come peraltro già fatto nella regione Trentino.

Il cartografo che ‘conta’ i km di piste La stravagante idea è venuta a Christoph Schrahe, un cartografo tedesco con la passione per lo sci: misurare attraverso i tracciati sulle immagini satellitari l’effettiva lunghezza delle piste da sci dei vari comprensori. Sotto il mirino del solerte

tedesco sono finite anche alcune località italiane, fra cui quelle in provincia di Trento che deterrebbe il record per la lunghezza piste maggiormente ‘gonfiata’ e il Monterosa Ski, che si vedrebbe ridotta la lunghezza da 180 km dichiarati a circa 70.




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