Race 133 by Mulatero Editore

SPECIALE COPPA DEL MONDO IN ITALIA

Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1. LO/MI

RACE SKI MAGAZINE È DISPONIBILE IN VERSIONE SMARTPHONE E TABLET

FOTO E SERVIZI ESCLUSIVI DAI NOSTRI INVIATI IN PISTA

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O R G O N A STEF

IN ALLEGATO

REPARTO CORSE IL MAGAZINE DELLO SCI GIOVANILE

NEVER GIVE UP! CORTINA INCORONA ELENA FANCHINI NOVE ANNI DOPO IL PRIMO SUCCESSO IN COPPA DEL MONDO

Numero 133 GENNAIO 2015 mensile

6 euro

made in Italy

di Davide Marta* *piemontese, classe 1974, maestro di sci, direttore responsabile della rivista di cui si occupa da oltre vent’anni. Papà della meravigliosa Alice

OPINIONE

EDITO

IL BELLO DELLA DIRETTA S

uccede di pianificare con attenzione un numero della rivista, programmare le trasferte, organizzare un meticoloso piano editoriale e poi, pochi giorni prima di andare in stampa…. Bum! Salta tutto in aria! E allora ci si mette lì con tanta pazienza, si sposta quell’articolo, si accorcia quell’altro, si modifica la copertina e saltano fuori le pagine per raccontare le gesta dei nostri ragazzi. Già, è andata più o meno così. Il terzo numero stagionale di Race, quello che state leggemdo, era focalizzato, quasi a titolo monografico, sul grande sci in Italia a dicembre e gennaio, tra Coppa del Mondo e Coppa Europa. Tutta la nostra squadra si è sbattuta in giro per le piste di gara, dalla Val Gardena alla Val Badia, da Campiglio a Santa Caterina, passando per le bellissime tappe di Coppa Europa tra San Vigilio, Obereggen, Pozza e Valtournenche. Un mese di grande sci in Italia, un bello strillo da copèertina, no? Certo, mancava l’acuto… Ci sarebbe voluta qualche bella vittoria per dare più enfasi, ma non ci lamentavamo certo dei podi di Dominik Paris. Tante foto, opinioni, racconti rigorosamente live, curiosità e dietro le quinte. Abbiamo parlato con organizzatori, addetti alla manutenzione delle piste, tifosi… Non solo con atleti, tecnici e giornalisti. E come potrete vedere abbiamo davvero raccolto un sacco di bel materiale. Tutto pronto, ecco le direttive: le prossime news di attualità vanno sul sito, poi si stampa Race ski magazine 133. Ma nella vita le cose non vanno quasi mai secondo programma, men che meno quando si parla di gare di sci. Non avevano ancora finito di sunare l’inno di Mameli nel parterre del Chuenisbargli che già Pezzaglia

Nella foto: Stefano Gross sul podio di Adelboden ©Zoom

stava telefonando… «Eh, no, non possiamo uscire senza l’intervista a Gross che ha vinto». «No, Pez, approfondisci sul sito, il numero della rivista è chiuso». «Eh ma no, non si può proprio… È la prima vittoria in Coppa del Mondo!». Tanto lo sapeva già che gli avrei detto di sì… E allora via a stravolgere il menabò della rivista, il Pez di nuovo in treno alla volta di Wengen per intervistare Sabo e noi in redazione ad attendere le ultime news da Cortina per chiudere il numero speciale (che doveva essere solo) dedicato alle gare in Italia. Comunque siamo riusciti a riorganizzarlo

niente male. Alla fine è bastato accorciare un paio di articoli e inserire una bella apertura su Gross…. Bum! Salta fuori Elena Fanchini a sbancare l’Olympia delle Tofane. E ancora un secondo posto di Gross… E poi il podio di Dada Merighetti. Ok, va bene… Troviamo spazio per tutti! È il bello della diretta… Facciamo così ragazzi, il numero sui Mondiali lo prepariamo prima delle gare, ok? @raceskimagazine

Contenuti

Race ski magazine 133 - Gennaio 2015 SERVIZI LA VITTORIA DELLA LIBERAZIONE 14 A tu per tu con Stefano Gross dopo il primo posto nello slalom di Adelboden di Gabriele Pezzaglia ELENA PIU FORTE DELLA SFORTUNA Dopo nove anni l’altra Fanchini torna a vincere in Coppa del Mondo di Gianmario Bonzi

Nella foto: Alexis Pinturault ad Adelboden ha voluto ricordare le vittime degli attentati di Parigi

UN MIRACOLO ITALIANO 20 Pista pronta nonostante caldo e mancanza di neve e bella prestazione di Paris e compagni in Val Gardena di Gabriele Pezzaglia e Andrea Chiericato DISCESA, RIFLESSIONI A RUOTA LIBERA 32 Il settore della velocità sembra essere la chiave di volta del futuro dello sci alpino di Mauro Pini FOLLETTO VOLANTE 36 Marcel Hirscher annienta la concorrenza sulla Gran Risa e Nani salva l’Italia di Gabriele Pezzaglia e Andrea Chiericato DEUTSCHLAND ÜBER ALLES 44 Doppietta tedesca sul Canalone Miramonti davanti a 15.000 spettatori

di Gabriele Pezzaglia e Andrea Chiericato BUONA LA PRIMA, PERÒ 52 Discesa per uomini veri a Santa Caterina, ma il vento ha rovinato lo spettacolo

di Gabriele Pezzaglia e Andrea Chiericato DODICI GIORNI ‘ON THE ROAD’ Come abbiamo vissuto le settimane delle gare top in Italia di Gabriele Pezzaglia

LA PIU’ GRANDE DI SEMPRE 62 Vonn da record, azzurre super e ben tre gare nella perla delle Dolomiti di Gianmario Bonzi QUALCOSA SI MUOVE 72 Tanto pubblico e timidi segnali di rinascita azzurra nelle gare di Coppa Europa maschile di Gabriele Pezzaglia LE DONNE VANNO ALL’ATTACCO Solita Pichler e doppietta della svedese Stalnacke a Valtournenche di Gianmario Bonzi

RUBRICHE Editoriale ��1 Paolino’s Way ��6 The downhiller ��8 Instagram Parade �� 10 Un mese di Twitter �� 12 Magazine ��68 Must have ��85 Vetrina berretti ��86 Vetrina �� 87 Il giornale del mercato ��96

GENNAIO 2015

FACEBOOK Alexis Pinturault 10 gennaio Primo podio qui ad Adelboden ed è stato speciale... Domani stessa pista, stessa motivazione per lo slalom! #jesuischarlie

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Web & Social IL SITO DI RIFERIMENTO PER LO SCI ALPINO MADE IN ITALY

L’appuntamento quotidiano sul web con tutte le news del nostro sport preferito

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Le notizie andiamo a cercarle dove nascono, sulle piste di gara! Ma non solo Coppa del Mondo, anche Coppa Europa e circuito FIS

La redazione si è arricchita di opinionisti e giornalisti. Qualche nome? Gianmario Bonzi e Paolo De Chiesa!

Segretaria di redazione: ELENA VOLPE elena.volpe@mulatero.it Responsabile sito e area agonismo: GABRIELE PEZZAGLIA gabriele.pezzaglia@mulatero.it Redazione GIANMARIO BONZI ANDREA CHIERICATO LUCA GIACCONE Progetto grafico e impaginazione: NEXT LEVEL STUDIO Webmaster raceskimagazine.it: SILVANO CAMERLO Fotografie Coppa del Mondo: ZOOM AGENCE info@zoom-agence.fr Contributi fotografici: Ralf Brunel, Enrico Schiavi Area tecnica e opinionisti: Paolo De Chiesa, Kristian Ghedina, Marco Pastore, Mauro Pini In copertina: Stefano Gross vola verso la vittoria nello slalom di Adel Boden (foto Pier Marco Tacca FISI/Pentaphoto)

O...

ST E PRE coordinatore progetto: ANDREA CHIERICATO andrea.chiericato@mulatero.it collaboratori: Roland Brenner, Stefano Buccafusca, Luca Franchini, Giorgio Guidelli, Andrea Mammarella, Bruno Tavosanis. Distribuzione in edicola: MEPE - Milano - tel 02 89 5921 Stampa: REGGIANI - Brezzo di Bedero (VA) Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4310 del 11/03/1991. La Mulatero Editore srl è iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione con il numero 21697. © copyright Mulatero Editore - tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa rivista potrà essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge PER FAVORE RICICLA QUESTA RIVISTA

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*Paolo De Chiesa Atleta della Valanga azzurra con 12 podi in slalom, commentatore televisivo RAI e… ottimo giocatore di golf

OPINIONE

*PAOLINO’S WAY

IL GIALLO DI SANTA CATERINA Che cosa c’è dietro all’abbassamento della partenza della discesa e alla limatura dei salti? ncolpevolmente, la discesa di Santa Caterina Valfurva ha deliberato un’inversione di tendenza. Mi riferisco al nuovo corso della disciplina regina, improntato al recupero della spettacolarità nelle parole dell’ex campione del mondo Trinkl, incaricato di sostituire Schmalzl nella tracciatura dopo quest’inverno da tirocinante ‘affiancato’. Se qualche segnale propositivo si era visto nelle prime discese, soprattutto in Val Gardena, complici un terreno segnato dalla mancanza di neve e le ‘gobbe del cammello’, sfuggite di mano nella limatura del secondo dente per un volo di 70 metri a cinque-sei d’altezza, l’appuntamento valtellinese ci ha riportato con i piedi per terra! Rimasta l’impronta di Trinkl nelle doppie, con la finezza tecnica degli angoli in uscita e non in ingresso, siamo tornati agli antipodi delle promesse. Azzerato del tutto il salto del canalino, bellissimo anche per le donne che, ai Mondiali di nove anni fa, volavano per una quarantina di metri atterrando morbidamente sul ripido, abbiamo assistito alla mortificazione dello schuss successivo, disseminato di curve così da uscire dal pianoro appena sopra i 100 orari. Da sempre i ragazzini transitati nel comitato Alpi Centrali non vedevano l’ora di allenarsi a Santa Caterina per assaporare l’ebbrezza della velocità proprio in quel punto dove i campioni di oggi dovrebbero sfrecciare a 150 chilometri all’ora, sfidando le punte di 160 e rotti di Wengen. Sorvolerei sull’abbassamento della partenza che ha privato la Deborah Compagnoni dei primi 20 secondi, creati ad hoc per gli uomini e punto clou di una pista fantastica, ufficialmente a causa del vento, una brezza con sporadiche raffiche di modesta entità. Spero che Trinkl

Nella foto: Dominik Paris nel tratto finale della discesa di Santa Caterina ©FISI/Pentaphoto

riesca a sdoganare canoni obsoleti che, sotto il paravento della sicurezza, hanno deluso gli appassionati, allontanandoli dalla discesa, ma mi pare superfluo rammentarvi che è austriaco e, senza nulla insinuare, che agli austriaci, per esempio, non piacciono i salti, ingrediente imprescindibile per l’appeal di chi si vorrebbe riconquistare. Comunque i conti non tornano. Aldilà delle dietrologie, per esempio il sospetto lanciato in tv dall’ex DT Mario Cotelli (a pensar male si fa peccato, ma spesso… s’indovina!) che la partenza sia

stata abbassata perché la parte alta era stata provata dagli azzurri prima di Natale, mentre austriaci e resto del mondo l’avevano sciata solo una volta in prova, in gara abbiamo visto un tracciato completamente diverso da quello descritto dai nostri, impressionati dalle difficoltà della Compagnoni. Che gli allenatori italiani siano degli spericolati che si divertono a spaventare i propri atleti a suon di salti e tornate supersoniche, oltretutto facendoli sciare in condizioni opposte alla presumibile tracciatura di gara? Direi di no e, allora, se, tra il disegno di Rulfi per addestrare i suoi e quello ufficiale Schmalzl-Trinkl, c’è un abisso di interpretazione, mi pare che sia stata già fatta marcia indietro…

Kristian Ghedina* Ventinove podi e 12 vittorie in discesa, quattro podi e una vittoria in superG, tre medaglie mondiali, dodici titoli italiani. Serve altro per presentare Kristian Ghedina?

OPINIONE

*THE DOWNHILLER MEGLIO LA NAZIONALE DELLA SQUADRA PERSONALE icordo che avevo una ventina di anni quando Alberto Tomba, uno fra i primissimi atleti, ebbe la sua squadra personale, con Gustav Thoeni e Flavio Roda. Io ero un ‘bocia’ in squadra e la notizia fece scalpore e soprattutto creò curiosità. Oggi i team ‘privati’ non sono pochi, da Hirscher alla Maze. Mentre sto scrivendo ho saputo che c’è stato un cambio di allenatore nella piccola squadra che segue il prodigio Mikaela Shiffrin. Qualche dissapore, si dice, alla base della decisione. Screzi a parte, spesso, quando scio con altre persone o sono invitato da qualche azienda per parlare di ‘team building’, mi viene chiesto se la squadra personale sia positiva. È una domanda alla quale, naturalmente, non è facile rispondere. Ci sono dei pro e dei contro, come in tutte le cose. Io però preferiscono i team allargati e non le mini-squadre. Certo, quando hai tutti gli uomini al tuo servizio, la logistica è decisamente più facile da gestire, non hai tempi morti: sali magari più tardi in quota e fai più giri. La pista è sempre pronta per te. Ricordo che ai tempi di Tomba alcuni compagni si lamentavano perché loro erano sulla neve dalle 8 e Alberto saliva alle 9,30… Hai un allenatore tutto per te, è vero. Però io ho sempre trovato gli stimoli nel confronto. Solo allenandomi con gli altri sono riuscito a dare il 130 per cento anche prima della gara, a tirare fuori quella grinta, a trovare le giuste motivazioni. Da solo non ce l’avrei fatta e non sarei arrivato probabilmente al top anche in gara. Certo, è vero che le varie Shiffrin e Maze si allenano spesso con altre atlete, la Shiffrin anche con gli uomini, ma non è come vivere in un gruppo. Poi quando sei un ragazzo e stai fuori casa buona parte dell’anno, la squadra diventa la tua famiglia ed è un aspetto di non poco conto. Più in generale credo che il mini-team possa servire solo in casi molto

Il mini-team può servire per grandi talenti come Tomba e Shiffrin, ma nella maggioranza dei casi è meglio confrontarsi ogni giorno con i propri compagni

Nella foto: Tina Maze con il suo team privato formato dall’allenatore Valerio Ghirardi e dal manager Andrea Massi ©Zoom

particolari, con atleti particolarmente talentuosi. Probabilmente Alberto, senza la decisione di lavorare con Thoeni e Roda, non avrebbe ottenuto tutto quello che ha ottenuto. Il team ha fatto molto bene anche a un’atleta talentuosa come Tina Maze e sa comunque stimolare un fuoriclasse come Hirscher. Però per lo sciatore dotato, di buon livello ma ‘normale’, credo che la squadra sia decisamente meglio. Basta guardare il Wunderteam austriaco dove c’è tantissima

competizione per avere il posto. Se si allenassero da soli il livello non sarebbe così alto. E poi se ognuno si facesse la sua squadra, che senso avrebbe la federazione? Devo dire, però, che osservando le squadre nazionali di oggi, non solo italiane, l’atmosfera è comunque cambiata rispetto a nostri tempi. Oggi in molti hanno comunque il loro ‘guru’. Ai tempi dell’Ital-Jet mio e di Runghi, Perathoner, Fat… eravamo più uniti. Ma è lo specchio dei tempi, di una società sempre più individualistica, dove si preferisce stare a giocare con il telefonino o il computer piuttosto che una partita a carte.

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5 gennaio 2015 Filtro: Normal

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3 gennaio 2015 Filtro: Normal

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CURIOSITÀ, NEWS, ESCLUSIVE, WAY OF LIFE

UN MESE VISTO ATTRAVERSO Vail Beaver Creek 2015 il 6 gennaio ha caricato sul proprio account una breve video dichiarazione di Bode Mille r nella conferenza stampa pre-Mo ndiali

VITA … LA FAGGIO, È UN PERTO RICO EVE DI N

Jan ec Hud

1 gennaio 2015 Filtro: Normal

Swiss-ski regolarmente sul su pubblica una foto con la st o account art list delle gare di Coppa del Mondo

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4 gennaio 2015 Filtro: Normal

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5 gennaio 2015 Filtro: Aden

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24 dicembre 2014 Filtro: Normal

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3 gennaio 2015 Filtro: Lo-Fi

A EGIN LA R RÀ À R A E VINC CHI S WOW A NEVE E OMANI? L D L DE ORONA UNA! LA C NA FORT BUO a eric Fed none g i Br

DESIGNED FOR FREEDOM

Esplora il backcountry, scia sulla neve immacolata e libera la tua anima. La linea Quest BC ti porta sempre più lontano.

Un MESE di Twitter

5 gennaio JULIA MANCUSO @JuliaMancuso Sono dispiaciuta di sentire queste tristi notizie. Scieremo tutti per questi ragazzi. Sciate in pace Ronny e Brice

4 gennaio RAGNHILD MOWINCKEL @RagMow @RagMow: NIIIIIIIIIIIIINA amazing!!!!!!!! @NLoeseth: Primo di tanti podi!!! 1 gennaio DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti Chi è felice il 1° dell’anno... é felice tutto l’anno #happy #ski #mylife #myjob @ Villa dalegno 1 gennaio ANNA FENNINGER @annafenninger thank you 2014! #itwasawesome #hello2015

SEGUITECI SU @raceskimagazine

8 gennaio MARION ROLLAND @MarionRolland #JeSuisCharlie

10 gennaio LINDSEY VONN @lindseyvonn Per fortuna @cortinadolomiti può recuperare la discesa cancellata oggi. Mi piacerebbe proprio un’altra discesa lì. Una delle mie preferite!

5 gennaio TINA MAZE @TinaMaze Recharging ! #teamtoamaze 5 gennaio LARA GUT @Laragut @gianmilan76 accidenti a te che mandi i consigli da insider settimane dopo 5 gennaio GIANMARIO BONZI @gianmilan76 @Laragut Siete passati da Rudy a mangiare al #Rascard? Merita!!! ;-) Ciao Lara! 1 gennaio SOFIA GOGGIA @goggiasofia Cervino never disappoints ..

7 gennaio AKSEL LUND SVINDAL @akselsvindal Office time. #progress o #achille #180

9 gennaio CHEMMY ALCOTT @ChemmySki Un bacio a Klammer. Con il re a casa sua #Klammer #legend

9 gennaio KJETIL JANSRUD @Kjansrud Goood Morning Adelboden. Sveglia impostata da @fisalpine per un test delle urine e del sangue per…

8 gennaio MARCEL HIRSCHER @MarcelHirscher Athletes beauty sleep ‘to go’… ;) #tbt #2013 #sleepingcopilot

6 gennaio STEVEN NYMAN @Steven_Nyman Notizie positive dallo slalom di Zagabria per lo @usskiteam nessun classificato ma molta velocità! Mi è piaciuto quello che ho visto 6 gennaio MARCEL HIRSCHER @MarcelHirscher 1. @MatthiasWalkner #complimenti #Dakar2015 2. Molto felice per me 3. Zagabria, Zagabria, Zagabria #hattrick

5 gennaio FEDERICA BRIGNONE @FedeBrignone Maybe it’s too early for some super G Sveglia illegale... qualcuno ha una frontale? #fullmoon…

31 dicembre TINA MAZE @TinaMaze Thank you YEAR 2014!

6 gennaio LARA MAGONI @LaraMagoni @raceskimagazine Hirscher superlativo! Un distacco importante che lo renderà ancora più sicuro di sé. Bravo Manfred ottimo rientro! #CORAGGIO 6 gennaio MARIA HÖFL-RIESCH @Maria Grazie a Dio c’è #LiveTicker Nessun’altra possibilità di seguire #Fisalpine Complimenti @MarcelHirscher #FelixNeureuther #Solevaag per il podio.

5 gennaio LINDSEY VONN @lindseyvonn Una valanga li ha portati via oggi. È una perdita tragica. Le mie preghiere vanno a loro e alle loro famiglie. Rip.

5 gennaio DANIELA MERIGHETTI @DadaMerighetti Good morning skier #early #tooearly #myjob #mylife #santacaterina #training #sg #teamfischerita @… 4 gennaio MARIE MARCHAND-ARVIER @mmaski @FedeBrignone bravo Fede!!! 4 gennaio FEDERICA BRIGNONE @FedeBrignone Best result ever in slalom:14th. Contenta di averci creduto ancora #maimollare #slalomchallenge #icyslope #happiness

31 dicembre FEDERICA BRIGNONE @FedeBrignone Ecco il mio nuovo sci @rossignol_1907 per il 2015!! #crosscountry #arpy #chefatica 29 dicembre JESSICA LINDELL VIKARBY @jlindellvikarby Quando sono in Germania - pretzel time! @ Frankfurt Airport 28 dicembre PERNILLA WIBERG @pernillawiberg Sara Hector complimenti per la tua prima vittoria WC in GS!!!!

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STEFANO GROSS

STEFANO GROSS LA VITTORIA DELLA LIBERAZIONE

SLALOMISTA TESSERATO PER LE FIAMME GIALLE, È NATO IL 4 SETTEMBRE 1986 E VIVE A POZZA DI FASSA (TN). Una vittoria in Coppa del Mondo (Adelboden 2014-2015) e quattro podi (Adelboden, Schladming e Bansko 2011-2012 e Wengen 2014-2015). Quarto alle Olimpiadi di Sochi 2014. Ottavo e quarto ai Mondiali Giovani di Bardonecchia 2005 e Mont St. Anne/Quebec 2006. In Coppa Europa ha collezionato sette podi, due questo inverno a Obereggen e Carezza. Nel 2013 è stato campione italiano. Usa sci Voelk, attacchi Marker, scarponi Tecnica, bastoni Leki, casco e maschera Alpina.

DOPO LO STRAORDINARIO SUCCESSO NELLO SLALOM DI ADELBODEN, IL SECONDO POSTO A WENGEN. IL GENNAIO DELLO SLALOMISTA FASSANO È STATO DA INCORNICIARE DOPO MESI NON FACILI MA IL BELLO DEVE ANCORA VENIRE di Gabriele Pezzaglia

lla fine ce l’ha fatta. Ha vinto. Quando meno te lo aspetti, quando non ci credi ancora. Quando sai che stai crescendo, recuperando, quando la forma aumenta, ma non ti fidi completamente. Ma ad Adelboden è arrivato il primo trionfo in Coppa del Mondo, dove aveva conquistato tre anni fa il primo podio. Ed eccolo ancora sul podio del Chuonisbargli. Per la prima volta vincitore, numero uno assoluto. E alla fine Stefano ‘Sabo’ Gross ha pianto. Una lacrima, forse mezza. Di sfinimento, di liberazione, di soddisfazione. Ha alzato gli occhi al cielo e si è morsicato le labbra. Ha voluto tanto questo successo, lo ha cercato con la meticolosità del lavoro e con una rinnovata serenità dopo che alcuni problemi familiari sono stati risolti. E poi alla fine ha riso. Questa volta sul podio di Wengen. Il sollievo che ti dà la conferma di essere sempre competitivo. Sul podio se la gode Stefano, mentre nevica ai piedi della MaennlichenJungfrau. E la neve scivola via su quella faccia così filante e angolare, che ne esalta lo sguardo vispo e felice. Ma ecco le impressioni dopo i risultati di Adelboden e Wengen, parole a ruota libera con uno dei più forti slalomisti al mondo. Finalmente ce l’hai fatta, è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo. Avevi perso la speranza? «No quella mai, anche se a volte ci credo meno. Capita di sentirti abbattuto quando non gira, fai fatica a risollevarti da una situazione difficile. Ma ci ho sempre creduto, del resto anche nelle ultime 16

GENNAIO 2015

Nella foto: l’urlo liberatorio di Adelboden ©Zoom

Nella foto: Gross in azione ad Adelboden

LUCA CASELLI, L’ANGELO CUSTODE DELLA SCHIENA

due stagioni, quando non sono salito sul podio, ho fatto solo due gare fuori dal primo gruppo». E quindi? «E quindi significa che sono sempre stato competitivo. Anzi, penso di non avere mai sciato in allenamento come l’anno scorso. Andavo fortissimo, quando mi misuravo con i miei compagni e quando anche mi confrontavo con i colleghi delle altre squadre». Ti mancava il podio? «Sì, certo. Quando riesci a raggiungere un obiettivo, non vorresti più fare un passo indietro. Io non mi accontento, ero davanti e poi sono indietreggiato. Se sei a un certo livello devi rimanerci se vuoi distinguerti, se vuoi essere un campione».

FACEBOOK STEFANO GROSS

E il podio di Wengen? «Avere domato il Chuonisbärgli è stato fantastico, poi il secondo posto sulla Maennlichen una conferma importantissima. A volte confermarsi è più difficile, devi dimostrare di non essere una sorpresa».

11 GENNAIO 2015

What a day!!UNBELIEVABLE!!! Vamosss

Cosa vuol dire essere un campione per te? Basta vincere? «No. Assolutamente. Campione lo diventi solo con la continuità di risultati, con la regolarità. Questa è la differenza con un bravo sciatore». Cosa ha significato la vittoria di Adelboden? «Liberazione, soddisfazione, libertà: dopo due anni in cui inseguivo il podio, cercavo la vittoria, raccoglievo forze fisiche e mentali per questo obiettivo. Soddisfazione perché capisci che il lavoro paga, che a questo livello non improvvisi nulla. Libertà perché quando ho capito di avere vinto, automaticamente mi sono sentito libero, definitivamente realizzato. E contento di quello che faccio perché lo faccio con serenità».

Luca Caselli, parmense, fisioterapista ed osteopata della squadra di slalom, tratta quotidianamente Stefano. Il problema dello slalomista fassano è uno scivolamento fra due vertebre che genera distaccamenti tendinei e muscolari. La causa è un atteggiamento in antiversione del bacino. Così Caselli lavora sul detensionamento dei muscoli antiversori del bacino per quanto riguarda il lavoro fisioterapico. Interviene come osteopata invece con tecniche di manipolazione sulle vertebre vicine a quelle in questione e sul bacino. Inoltre rafforzamento muscolare per addome e schiena.

Nella foto: xxxxxxx ©Zoom

Cosa ti mancava per tornare sul podio? «La tranquillità. L’anno scorso ho avuto problemi familiari. Mio papà Gino ha rischiato la vita. E durante il mese delle ‘classiche’ è mancata di colpo mia nonna. In inverno facevo avanti indietro dagli ospedali. Quando perdi la serenità, ti viene meno la scioltezza, la fluidità. Pensi troppo e diventi rigido». E poi? «E poi l’aspetto mentale, psicologico. L’abitudine a stare davanti, a essere, gara dopo gara, protagonista. L’aspetto psicologico è tanto importante quanto difficile da mettere in pratica. La testa a questo livello è il 50%».

17 GENNAIO 2015

Another incredibile day.. Thanks to my ski man Giuseppe Bianchini and all my teamvamosss

Hai fatto cambiamenti nella preparazione atletica? «Pochi. Ho aumentato i lavori di stabilizzazione. Vittorio Micotti fa i programmi, Simone Del Dio li fa rispettare».

GENNAIO 2015

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STEFANO GROSS

MEMORIES...

Sabo Gross ‘cecchino’ nel 2012 a Schladming, dove è arrivato secondo dietro a Hirscher

determinato e soprattutto, credetemi, un grande motivatore. Simone è l’uomo della ‘start area’, quello che ti dice la parola giusta al momento giusto. E poi un altro con cui si parla tanto, un tecnico che sa fare squadra, cosa non facile in uno sport individuale come lo sci». Sei rimasto legato a Jacques Theolier? «Certo, è stato il primo allenatore in Coppa del Mondo. Quattro anni insieme ed è stato lui a farmi fare il salto di qualità. Tecnicamente ha portato innovazioni, una su tutte la ‘dissociation’, come la chiamava lui, ovvero la dissociazione fra piedi e spalle. Come e quando devi essere in asse». Una cosa che ti porti dentro di Jacques? «La prima riunione della stagione 2010-2011. Avevo fatto il ‘posto fisso’ grazie alla Coppa Europa ed ero in squadra A. Lui disse: ‘con noi c’è Giuliano Razzoli, il campione olimpico, ma per me voi siete tutti uguali’. Carisma, carattere, preparazione».

Nella foto: Sabo nello slalom di Wengen

Qual è la gara che vorresti vincere? «In Coppa del Mondo lo slalom di Schladming. E poi Mondiali e Olimpiadi. Ma se mi dici una pista, la Planai. Per la tecnicità del pendio, per le decine di migliaia di tifosi così calorosi. Unico».

E i tuoi problemi con la schiena? Ti abbiamo visto preoccupato in autunno... «Ora va meglio, ma a novembre stavo davvero male. Mi sono bloccato nella zona lombare, ne ho provate di tutti i colori. A Milano, a Monaco, a Innsbruck. Indagini, trattamenti, infiltrazioni, antidolorifici, antinfiammatori, cortisonici. Ora va meglio, ma è veramente frustrante non sapere cosa hai e non riuscire a guarire». Ti sei mai sentito solo? «Solo no, ma non indirizzato e seguito sì. Mi aspettavo più attenzione per la mia condizione. Del resto ero comunque il secondo slalomista italiano al mondo ma sembra sempre che ti devi arrangiare da solo. Ti fanno una lastra, una risonanza, va bene. E poi?». Cosa è cambiato veramente quest’anno? «Dopo avere visto quali sono i veri problemi della vita, e parlo di mio papà che stava per andarsene,

GENNAIO 2015

capisci tante cose e dai il giusto peso a tutto. Sono un’altra persona, mi sento più maturato». A chi dedichi i risultati di Adelboden e Wengen? «A mia sorella Silvia. Dopo l’ultimo podio due anni fa le dicevo che le avrei dedicato una vittoria. Eccola». Parlaci del tuo skiman, Giuseppe Bianchini. «Da otto anni lavoriamo insieme. Un maestro nella preparazione dello sci e soprattutto nel cercare il giusto set-up. Ad Adelboden per esempio ha fatto un esperimento su una piastra che si è rilevato vincente. E poi è anche un confidente, parliamo di tutto e ci confrontiamo in continuazione». Cosa pensi degli allenatori di oggi, Stefano Costazza e Simone Del Dio? «Stefano è un meticoloso, preciso, uno che come me non si accontenta mai. Sembra schivo e timido al primo approccio, invece è un duro, uno

La delusione più grande sugli sci? «Il quarto posto di Sochi. Per cinque maledetti centesimi ho perso la medaglia di bronzo. Tutta colpa mia, ho sbagliato una ‘lunga’ nel tratto finale. Un quarto posto che brucia. Ad Adelboden mi sono però ripreso quei centesimi... il secondo era a due e il terzo a tre». Sabo, ma cosa è lo slalom? «Amore e odio. Dà e toglie. È thriller. Imprevedibile, pazzo, funambolico». Come ti trovi con i colleghi slalomisti? «Vado d’accordo in particolare con Felix Neureuther e Mario Matt. E poi gli tutti gli italiani, anche se divido spesso la camera con ‘Razzo’ e quindi con lui ho più confidenza». Sabo e le donne? «Mi piacciono tanto. Normale vero? Al momento nessuna storia fissa però». Le vacanze? «Caldo, mare, sole. Messico tutta la vita. Vamos!». Il futuro dopo lo sci? «Prima ho ancora tanti anni davanti. Il mio amico Patrick Thaler insegna!».

socrep.it

SKI-PEOPLE

ELENA FANCHINI

ELENA PIU FORTE DELLA SFORTUNA DOPO NOVE ANNI L’ALTRA FANCHINI TORNA A VINCERE IN COPPA DEL MONDO E LO FA NEL MIGLIORE DEI MODI, A CORTINA. STORIA E ANEDDOTI DI UNA RAGAZZA DAL GRANDE TALENTO CHE, COME LA SORELLA, HA DOVUTO SEMPRE LOTTARE CONTRO GLI INFORTUNI DI GIANMARIO BONZI

ennaio 2009. Commentavo le gare di sci alpino femminile su Eurosport Italia, da qualche giorno. Ero stato a Soelden, l’ottobre precedente. La sera prima del gigante femminile Max Vergani, responsabile dell’Ufficio Stampa FISI, ci comunicò una notizia ferale, da Hintertux: Elena Fanchini, che all’epoca aveva già conquistato l’argento mondiale nel 2005 e vinto in Coppa del Mondo a Lake Louise, bresciana, classe ’85, si era ancora fatta male, per l’ennesima volta, in questo caso al piatto tibiale. Stagione finita ancor prima di iniziare. Gelo sui nostri volti. Non era possibile. Sempre lei. Ma perché? Andiamo avanti. Due mesi e mezzo dopo: c’era bisogno di una commentatrice tecnica, per Eurosport. Un’idea: e se chiedessimo a Elena, nel frattempo già impegnata con la riabilitazione? L’avevo conosciuta proprio ai Mondiali di Bormio/Santa Caterina 2005. Un paio di telefonate, una giornata per pensarci, il permesso da chiedere alle Fiamme Gialle, suo attuale Gruppo Sportivo militare, poi il sì, per ingannare l’attesa in vista della stagione successiva, per raccontare anche le imprese della sorella Nadia, proprio nella miglior stagione della carriera. Beh, una scoperta unica. Perché Elena è un computer anche fuori dalle piste: si ricorda tutti i suoi risultati, anche da giovane, a memoria, ma pure quelli delle avversarie, senza bisogno di dover consultare un qualsivoglia archivio. Ed essendo nel pieno della (allora) giovane carriera, non sbagliava un intermedio. Quasi tre mesi ricchi di aneddoti - poi ne racconteremo qualcuno - nel mezzo anche i Mondiali in Val d’Isère, con l’emozione della medaglia conquistata proprio da Nadia, sorella minore di Elena, in discesa. È per questo che ritrovarla di nuovo sul gradino più alto del podio, a Cortina, il 16 gennaio 2015, in discesa (e quarta nella seconda libera tra le Dolomiti), ha significato per me qualcosa

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Nella foto: Elena Fanchini nella discesa vinta a Cortina ©Fisi/Pentaphoto

di speciale. In questi anni ho avuto modo di conoscere tutta la famiglia, legata, unita, speciale: le sorelle Fanchini sono ragazze di cuore, decise e determinate sugli sci, buone, generose e in grado dispensare sempre sorrisi nella vita quotidiana. Atlete, campionesse, sì, ma della porta accanto. In questi anni quante volte abbiamo parlato con Elena dei suoi problemi ad allenarsi: «Non posso correre - ci diceva già nel 2005, in Valtellina saltare, mi alleno in piscina, anche con i pesi devo limitarmi». Discorso identico, praticamente, a quello della sorella Nadia: Elena ha subìto sei operazioni alle ginocchia, Nadia quattro. Eppure, quando stanno bene e sono in fiducia, nessun risultato è loro precluso, sulla neve, in qualsiasi condizione di pista. Per un motivo molto semplice: il talento naturale, che madre natura ha donato a entrambe. Nadia ha conquistato tre ori ai Mondiali jr, Elena due medaglie. In quella rassegna iridata già citata, Bormio 2005, Elena gareggiò anche in gigante. Dopo l’argento in discesa dietro Janica Kostelic, fece commuovere il mondo dedicando, tra le lacrime, quella medaglia a Marco Pantani, scomparso a San Valentino, nel 2004 «perché io a

quel ragazzo volevo bene». Il giorno dopo, a Santa Caterina, l’ex manager del campione di Cesenatico, Manuela Ronchi, si presentò con una maglia rosa del Giro d’Italia e gliela mise addosso, sopra la tuta da gara. In dieci anni, sono poche, pochissime le stagioni senza acciacchi che possono vantare Elena (tifosissima dell’Inter) e Nadia. Anche dopo il trionfo-bis di Cortina, Elena spiegava: «Quando cadi o rientri da un infortunio, il problema principale è ritrovare la fiducia. Nella scorsa stagione avevo cominciato benissimo, due podi e un quinto posto nelle prime tre gare. Poi però sono caduta, in Val d’Isère, a Zauchensee e non riuscivo più a fidarmi, come prima. Sono arrivata a Sochi senza la fiducia accumulata dopo i primi risultati importanti, un vero peccato perché quella pista mi piaceva. Non ho mai pensato di mollare, perché lo sci è la mia vita. Anche dopo i momenti più difficili, anche se dopo le gare faccio fatica a camminare, perché le cartilagini ormai sono quasi andate». Torniamo al trionfo di Cortina: «Negli ultimi giorni mi sentivo bene. Ero in crescita, lo sapevo. In gara sono riuscita a rimanere concentrata dall’inizio alla fine, in partenza ci

Elena Fanchini ha vinto due discese di Coppa del Mondo, a Cortina e nel 2005 a Lake Louise ed è arrivata due volte seconda, l’anno scorso a Lake Louise e Beaver Creek. Vicecampionessa del mondo di discesa nel 2005, nel suo palmarès anche cinque podi in Coppa Europa e due medaglie ai Mondiali Juniores. Usa sci Dynastar e scarponi Lange.

Nella foto: la festa dello staff e delle compagne di squadra ©Zoom

credevo, è andata bene. Una vittoria per tutta l’Italia e anche per lo sci alpino femminile, ne avevamo tanto bisogno, tutte». Una vittoria che ha un gusto particolare, la seconda in Coppa del Mondo a oltre nove anni di distanza dalla prima, avvenuta in terra canadese, sempre in libera, il 2 dicembre 2005, con pettorale numero 30: «E infatti dopo tutto questo tempo per me è un successo molto significativo ha aggiunto Elena -. Un sogno. Ma già a Bad Kleinkirchheim, in prova, avevo iniziato a sentire finalmente fiducia». Elena era caduta in Valtellina, a fine marzo 2014, durante un allenamento, con conseguente gonfiore del ginocchio destro, già operato più volte in passato

per la rottura del legamento crociato anteriore. Per fortuna la risonanza aveva evidenziato ‘solo’ uno stiramento al collaterale. In teoria un mese di stop, in realtà due. Ritardo di preparazione rispetto alle compagne, fiducia che tardava ad arrivare, soprattutto durante la trasferta a Ushuaia, in Argentina, a settembre. Ma proprio nella Terra del Fuoco, durante gli ultimi giorni di allenamento, Elena era tornata a ‘sentire’ di nuovo la neve come prima, anche se solo per poche ore. Una lampadina che si riaccendeva. Il resto è storia. Una storia personale costellata anche da momenti tragici: «Cinque anni fa morì in un incidente stradale mia cugina

Claudia. Pareva proprio che il destino ce l’avesse con noi». Pareva. Torniamo all’inizio, a quei Mondiali di sci in Val d’Isère, 9 febbraio 2009. Il gran giorno della discesa. La sorella Nadia è tra le favorite, ma lo era anche in superG, dove guidava la classifica di specialità in Coppa, dopo aver vinto anche a Lake Louise. Eppure aveva concluso solo nona, nell’opening day, delusa, a oltre 2’’ da Lindsey Vonn, oro. Libera. Nadia quel giorno ha il pettorale numero 8. Siamo in cabina a commentarla, speranzosi. Scendono le prime atlete. Davanti c’è Lara Gut, che non era la favorita numero uno, in quel momento. Tocca a Nadia. Comincia malino. Elena si alza in piedi dalla sedia, in piena diretta, urla nel microfono: «Ha il culo basso, ha il culo basso!» sbotta. Cerco di salvare capra e cavoli, intervengo: «Elena, magari il sedere… ». Tutto ‘live’. Nadia recupera nel finale, piomba sul traguardo, tempo 1.30’’88, 5 centesimi dietro la svizzera. È seconda. Ma non sembra una grande prova, tutte le migliori devono ancora scendere, lei stessa non è per niente soddisfatta. E invece. E invece solo Lindsey Vonn farà meglio. Altro oro, per l’americana. Terzo posto, bellissimo, per Nadia, bronzo iridato, prima medaglia mondiale per l’altra sorella Fanchini. Siamo ancora ‘live’, in cabina, a celebrarla. La gara è in corso, mancano poche atlete, il risultato non cambierà, ma il parterre della località savoiarda si organizza per la flower ceremony. Abbiamo 15-20 minuti ulteriori di diretta, bisogna commentare, intrattenere il pubblico, la gara ormai ha poco significato. E invece Elena si toglie la cuffia. Si infila la giacca. La guardo stranito. Lei: «Devo andare ad abbracciare Nadia, non posso stare qui». «Ma non abbiamo finito, rimettiti la cuffia… Elena». «Vado, non posso saltare la premiazione». La cabina si svuota. Resto da solo. Sorrido. Vedo Elena raggiungere il parterre. Concludo la telecronaca da solo. Le regole della TV vanno a farsi benedire… Le sorelle Fanchini sono così: semplici, genuine, spontanee. Che Dio ce le conservi a lungo sulle piste di tutto il mondo. GENNAIO 2015

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VAL GARDENA

COPPA DEL MONDO VAL GARDENA DISCESA 19 DICEMBRE 2014 METEO SOLE

GENNAIO 2015

VENTO MODERATO

TEMPERATURA -3 Â°C

01. NYMAN Steven

02. JANSRUD Kjetil

03. PARIS Dominik

COPPA DEL MONDO VAL GARDENA - SUPERG 20 DICEMBRE 2014 METEO SOLE

VENTO MODERATO

TEMPERATURA -3 °C

01. JANSRUD Kjetil

02. PARIS Dominik

03. REICHELT Hannes

UN MIRACOLO ITALIANO La due giorni della Val Gardena è stata una delle più dure per gli atleti a causa dello scarso innevamento che ha velocizzato e reso più spettacolare la Saslong. Terzo successo sulla pista gardenese per Nyman, due podi per Paris, vittoria del solito Jansrud nel superG dove il ‘dream team’ azzurro ha dimostrato di essere ancora tra le squadre da battere Testi: Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia

ino a cinque giorni prima della discesa non c’era nessuna certezza che le gare sarebbero state disputate. Probabilmente con un giorno in meno non saremmo qui a scrivere questo articolo. L’autunno caldo e umido che ha costretto all’annullamento della prima tappa europea della Coppa del Mondo, a Val d’Isère, non ha trovato impreparato il pacifico esercito degli ‘snowmaker’ dolomitici. Si è corso su una sottile striscia bianca circondata dai prati, condizioni che hanno reso la quarantasettesima edizione della Saslong Classic la più dura. La poca neve ha infatti trasformato la pista, rendendola più veloce, più gibbosa, allungando i salti. Così le gobbe del cammello sono diventate un passaggio ancora più tecnico e… spettacolare per il pubblico. Questo nella discesa, naturalmente, anche perché nel superG la tracciatura dello svizzero Rothenbuehler, con le porte un po’ fuori dalla linea di pendenza, ha ‘annullato’ il passaggio. Dopo avere saltato settanta metri alle ‘gobbe

FOTO: Zoom

Saslong recintata del cammello’ gli uomini-jet si sono trovati a testare tutta la loro forma fisica sulle montagne russe del Ciaslat e al traguardo sono arrivati tutti provati. «Si sentiva il terreno sotto i piedi» hanno detto in molti. Un vero miracolo avere allestito due gare spettacolari in queste condizioni. Una scelta azzeccata quella di anticipare la discesa il venerdì, dopo un solo giorno di prove per preservare la pista. Però il miracolo non si ferma all’organizzazione, almeno per noi italiani.

Un recinto da tutte le parti. Durante la ricognizione ci siamo subito accorti che la giuria e il comitato organizzatore avevano presidiato il pendio di gara, perimetrando e delineando i punti ritenuti critici per la poca neve in pista. Solitamente si recinta con delle reti la zona dei denti dei salti o i punti più critici per non rovinarli con il passaggio degli atleti. Ma la Saslong che ci è apparsa in ricognizione sembrava davvero un recinto unico. Così il pre-gara per gli atleti è stato più complicato perché in diversi punti non potevano transitare: un altro elemento che ha reso questa quarantasettesima edizione del Saslong Classic ancora più insidiosa.

IL DREAM TEAM C’È In questo tormentato inizio di stagione azzurro i velocisti non GENNAIO 2015

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VAL GARDENA

122,80 km/ora

la velocità massima raggiunta da Steven Nyman, il più veloce

hanno deluso. Innanzitutto con un Paris in grande forma, autore di un terzo e un secondo posto. ‘Domme’ è andato tre volte a podio e mai fuori dai 5 nelle sei gare veloci finora disputate. Le notizie positive non si fermano qui: Paris è salito per la seconda volta sul podio in superG su una pista che non è proprio la sua preferita visto che in Val Gardena i migliori risultati erano un quindicesimo posto in discesa e un tredicesimo in superG.

MENO MALE CHE C’È LA RIESCH Scandalosamente assente la RAI. Non capiamo perché in val Gardena (e anche successivamente in Badia e a Santa Caterina) non sia stato installato lo studio ‘live’ da contorno alle telecronache di Davide Labate e Paolo De Chiesa, rimasti gli unici sul campo ‘a tirare la carretta’. Per contro le televisioni, come anche i media, all’estero si rinnovano e

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vanno avanti nella creazione di nuovi format e prodotti. Nelle finish area, fra le ‘new entry’, salutiamo quella della tedesca Maria Riesch. Che fosse una che di sci ne capisce non ci voleva tanto a saperlo, ma ha stupito per come si è mossa subito nei panni della cronista e come con ‘savoir faire’ intervistava gli atleti e tutti gli addetti ai lavori.

Come dice il responsabile del velocisti azzurri Gianluca Rulfi «è migliorato proprio in quei passaggi tecnici dove sbagliava solo qualche mese fa». E ha 25 anni contro i 29 di Jansrud. Il futuro azzurro, se ci fosse stato bisogno di una conferma, è lui. Il miracolo italiano ha avuto una seconda puntata nel superG del sabato. Oltre al solito Paris, che solo uno Jansrud che ha raggiunto la maturità sciistica e uno stato di forma invidiabile

Toh chi si rivede... Robert Brunner Si rivede Robert Brunner. La ‘vecchia volpe’ che ha gestito, organizzato, supervisionato per conto di Italia, Austria e poi ancora Italia, le premiazioni e le interviste nelle finish area di Coppa del Mondo, ha fatto capolino di nuovo nel grande sci. Lo abbiamo scovato nel quartier generale di Race Ski Magazine in Gardena, l’Hotel Florian. Con lui vecchie e celebri conoscenze della velocità internazionale che hanno lasciato il segno. Una birra per il vecchio Robert insieme a Peter Runggaldier, l’azzurro residente proprio della Val Gardena e vincitore di una Coppa del Mondo di superG, con la figlia Teresa, il campione olimpico austriaco Fritz Strobl e con Ivan Marzola, discesista degli anni ‘80.

ha saputo battere, troviamo tre azzurri nella top ten. A soli cinque centesimi dal podio un Christof Innerhofer che, con il quinto posto, ha raggiunto per la prima volta le posizioni alte della classifica a causa del poco allenamento e del ben noto problema alla schiena. «Sto riprendendo fiducia, sono partito con il giusto atteggiamento, cosa non facile quando hai poco allenamento» ha detto il finanziere di Gais al traguardo. Un Innerhofer

maturo, trasformato dalla doppia medaglia olimpica: «Le Olimpiadi sono qualcosa di diverso, quest’anno mi cercavano tutti, mi hanno dato ancora più popolarità». La forma migliore deve ancora arrivare, ‘Inner’ non ha praticamente fatto errori, gli è mancata solo un po’ di velocità in più e lui lo sa. Al settimo posto un Matteo Marsaglia che, senza un erroraccio, avrebbe potuto sicuramente fare meglio. Anche lui sta arrivando…

Nelle foto: in apertura, Dominik Paris alle gobbe del cammello e mentre si confronta con Jansrud dopo la gara. Qui sopra e a sinistra, Steven Nyman sul fondo mosso della Saslong in versione 2014 e al Ciaslat. Nella colonna a destra, dall’alto, Didier Defago, i francesi Fayed e Giezendanner e un fan club

107,05 Km/ora

la velocità media nella discesa di Nyman

FAN CLUB Tanta gente allo spettacolo della discesa e del superG di Coppa del Mondo. Sci club, pubblico dalla Val Gardena e dalle valli ladine limitrofe, ma anche diversi fan club che hanno invaso la tribuna riservata nel parterre della Saslong. I più numerosi quelli di Innerhofer e di Paris&Klotz. Prima la sfilata coloratissima e poi la

festa a suon di campanacci, trombe e coreografie da stadio nella tribuna. Un vero ‘catino’ in festa. Per una volta davvero i tifosi di sci non hanno nulla da invidiare a quelli del calcio. Complimenti vivissimi a questi fan club e che siano da esempio per gli altri tifosi della neve... C’è sicuramente da imparare!

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VAL GARDENA

Il podio della discesa maschile

VAL GARDENA - ITALIA 19 DICEMBRE 2014 \\ DISCESA MASCHILE TRACCIATORE: H. TRINKL 1 NYMAN Steven �� 1:55.89 2 JANSRUD Kjetil ��1:56.20 3 PARIS Dominik ��1:57.04 4 FAYED Guillermo ��1:57.15 5 CLAREY Johan ��1:57.19 6 ZURBRIGGEN Silvan ��1:57.40 7 MAYER Matthias ��1:57.42 8 FEUZ Beat ��1:57.52 9 KUENG Patrick ��1:57.62 10 DEFAGO Didier ��1:57.73

70 x 6

12 FILL Peter ��1:57.81 22 HEEL Werner ��1:58.56

metri

23 INNERHOFER Christof ��1:58.58 24 VARETTONI Silvano �� 1:58.68

il salto alle gobbe del cammello, poco meno di un campo da calcio

31 KLOTZ Siegmar �� 1:59.43 50 BUZZI Emanuele ��2:01.25 53 pangrazzi paolo ��2:01.92

Il podio del superG maschile

VAL GARDENA - ITALIA 20 DICEMBRE 2014 \\ SUPERG MASCHILE TRACCIATORE: S. ROTHENBUEHLER (SUI) 1. JANSRUD Kjetil �� 1:33.87 2. PARIS Dominik ��1:34.33 3 REICHELT Hannes ��1:34.41 4 KRIECHMAYR Vincent ��1:34.43 5 INNERHOFER Christof ��1:34.46 6 JANKA Carlo ��1:34.55 7 MARSAGLIA Matteo ��1:34.64 8 BAUMANN Romed ��1:34.70 9 DEFAGO Didier �� 1:34.86 10 STRIEDINGER Otmar ��1:34.94 23 CASSE Mattia �� 1.35.52 37 HEEL Werner �� 1.36.04 47 KLOTZ Siegmar �� 1.36.66 48 VARETTONI Silvano ��1.36.77 53 BATTILANI Henri ��1.37.58 DNF FILL Peter

GENNAIO 2015

TRIS PER LA VITTORIA Gli americani, si sa, sono ‘one shot man’, atleti da partita secca. Basti pensare alla storia di Weibrecht, che sa esaltarsi nelle gare olimpiche. Basti pensare a Steven Nyman. La Saslong sembra creata apposta per lui: ha vinto tre discese, tutte in Val Gardena. Che dire, che è stato semplicemente il migliore, perfetto. Come ha detto il coach azzurro Alberto Ghidoni, uno che la Saslong la conosce a memoria, su questa pista non c’è un vero e proprio passaggio chiave: bisogna essere veloci sempre, dall’inizio alla fine. Ed è quello che Steven ha fatto. È stato perfetto alle ‘gobbe del cammello’, energico al Ciaslat. In questa sezione aveva un secondo e mezzo di vantaggio. Sceso con il sette, l’americano ha atteso la discesa del numero 21, l’uomo del momento, Kjetil Jansrud. Il norvegese è stato ottimo

Ravetto-Innerhofer: lavori in corso per un ‘team privato’? In Val Gardena abbiamo rivisto Claudio Ravetto, il direttore tecnico dello sci alpino azzurro delle ultime stagioni che ha raggiunto la località ladina per ritrovare vecchi amici e anche per confrontarsi con alcuni dei ‘suoi’ atleti. Non è un mistero che diversi big azzurri lo stimano ancora e lo vorrebbero come allenatore e motivatore. Lo sa bene Christof Innerhofer che non manca mai di strappare un consiglio, un’indicazione, un suggerimento al tecnico biellese che, al momento, non ha trovato spazio in FISI. Visto il feeling immutato, non ci sarà mica un’ipotesi di ‘team privato’ per il futuro?

// PODIUM & NOVA II

Photo credit: Agence Zoom / Athlete: Anna Fenninger / Conception & Graphic Design :

NATI PER VINCERE

// ANNA FENNINGER (AUT) LA CAMPIONESSA MONDIALE 2014 SI UNISCE AL TEAM BOLLE! «Sono molto entusiasta di entrare a far parte del team Bollé. Ho da subito apprezzato la qualità dei prodotti e il loro design. Sono certa di aver il materiale perfetto per una visione ottimale sulle pista, oltre alla massima protezione.» Anna indossa il casco Podium e la maschera Nova II

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VAL GARDENA

Florian, ‘casa Race’ In Val Gardena è stato l’Hotel Florian la ‘casa Race’, il nostro quartier generale. Una seconda sala stampa, un luogo di incontro di tecnici e atleti, la location per produrre video, fare interviste, assemblare il materiale per il ‘live’ sul web e il magazine sullo speciale Coppa del Mondo in Italia. Insomma, l’’ombelico del mondo’ per questa tre giorni gardenese è stato il Florian di Selva Gardena di Armin e Maddalena. Proprio vista Saslong come una tribuna vip, con la terrazza sempre gremita di tifosi dei fan club e dei sostenitori. Già i tifosi... sembrava il posto più gettonato per ritagliarsi un angolo e godersi dalla terrazza, magari con the caldo o un birra, lo spettacolo degli uomini jet. www.florian.bz.it

come sempre da inizio stagione, arrivando a due decimi da Nyman, ma un piccolo errore nel tratto finale ha permesso allo yankee di gustarsi la terza vittoria a Santa Cristina. «Ero in forma, però aspettavo l’Europa perché le prime gare sulle neve europea sono importanti, oggi ho cercato di vincere, come sempre, ma semplicemente Steven è stato più veloce, praticamente perfetto» ha ammesso Kjetil in conferenza stampa. I numeri dicono che solo Jansrud ha saputo insidiare Nyman, arrivando a 31 centesimi. Dominik Paris è a 1.15 e tra lui e il decimo ci sono 69 centesimi. Discesa tutt’altro che perfetta quella di ‘Domme’, ed è lui il primo a esserne conscio: 28

GENNAIO 2015

Nelle foto: nella pagina precedente, dall’alto, Mayer e il salto del francese Fayed. Qui sopra, la striscia bianca della Saslong e l’azione di Jansrud in superG. A destra, dall’alto: Striedinger, azzurri ed aprpista in ricognizione, Casse e Jansrud

106,35 Km/ora

la velocità media del vincitore della discesa del 2013, Erik Guay

«Quando sono arrivato al traguardo non pensavo di fermarmi sul podio, ero abbastanza indietro, per questo sono contento. In alto non ho fatto una buona linea per prendere la velocità per il piano e anche il curvone non l’ho impostato bene, oggi era difficile sciare bene, veloce e non sbagliare». Però è sempre lì e con l’atteggiamento

DOSSES: È QUI LA FESTA? L’Hotel Dosses a Santa Cristina in Val Gardena è da sempre il quartier generale della formazione azzurra. Nelle sale a fianco della hall con comodi divani e un bar che le collega si consumano le feste per i risultati eclatanti e anche i momenti di incontro fra atleti, tifosi, stampa e i main sponsor della FISI. Nel tardo

pomeriggio e appena dopo cena abbiamo anche noi respirato aria da ‘dietro le quinte’. Come quando Siegmar Klotz, in compagnia del nuovo allenatore Patrick Staudacher, ha dato vita a un concerto di fisarmoniche e chitarre fra la curiosità e lo stupore dei tanti presenti alla vigilia del superG.

Tweets and posts Guillermo Fayed

Super contento della mia medaglia di cioccolato ;-) !!! Yes Vamos!!!!

La pista dei miracoli e il ‘maestro del cammello’ Un miracolo. Basti pensare che per avere una Saslong ‘FIS approved’ servono 80.000 metri cubi di neve e che sono stati prodotti per oltre il 60% grazie a 65 ‘cannoni’. Un impianto incredibile, grazie a cisterne che contengono oltre quattro milioni di litri d’acqua. Sei gatti delle nevi, settanta uomini in pista che si sono impegnati ininterrottamente per un mese. Questi i numeri della pista dei miracoli, ‘addomesticati’ dal direttore di gara Rainer Senoner e dal direttore di pista Horst Demetz. Fra i tanti addetti ai lavori, scegliamo Rainer Schenk, il ‘maestro delle gobbe del cammello’, da dieci anni all’opera. «Quando il gatto prepara le gobbe - ha detto Rainer -, coordino il lavoro per modellare con badili e ruspe. Dopo le prove altri interventi perché gli atleti segnano la neve e la rigano, creando piccoli mucchietti che rendono il dente del salto irregolare. Quest’anno abbiamo reso il secondo salto più spettacolare e si arrivava anche oltre 70 metri, sia per le indicazioni della FIS, sia perché pensavamo che la neve fosse lenta, come da previsioni della vigilia».

giusto, quello all’americana, per intenderci: «per me la discesa e la velocità sono divertimento». Nella top ten da segnalare anche il buono stato di forma del francese Fayed che sfiora il podio (a nove centesimi) dopo la bella prestazione di Lake Louise e Beaver Creek. Lontano gli altri azzurri: undicesimo Fill, ventiduesimo Heel, ventitreesimo Innerhofer, ventiquattresimo Varettoni, trentunesimo Klotz, cinquantesimo il ‘deb’ Buzzi e cinquantatreesimo Pangrazzi. TORNA JANSRUD MA DOMME C’È Dopo il venerdì di gloria di Nyman, si è tornati alla normalità. Una

Nathaniel Vinton

Steven Nyman vittorioso nella discesa di @ VGardena per la terza volta; solo Klammer e Ghedina hanno vinto quattro volte

Christof Innerhofer

INNER is back - un risultato importante

Kjetil Jansrud

Good morning Val Gardena. Beautiful Dolomites. #gröden #fisalpine

Mattia Casse

Questo fa bene al morale.

Matteo Marsaglia

“I ‘se’ sono la patente dei falliti... nella vita si diventa grandi nonostante” mi prendo questo bel settimo posto su una splendida Saslong... e che Italia in Italia!!

IL PUNTO DI MAURO PINI

Nyman, che piede! Bellissima la Saslong, bella come non mai! Bellissime le prestazioni dei ragazzi su quella miriade di dossi e salti. Grande l’impegno fisico così come la presenza mentale. Grandi i piedi e la voglia di Nyman di andare a prendersi la vittoria. Grandi i suoi materiali! Una parte alta del tracciato che ha fatto la differenza a favore dell’americano il quale, come a Beaver Creek, ha interpretato al meglio la parte di scorrevolezza e con grande maestria ha pennellato la parte di scorrimento. Solamente Jansrud ha tenuto il passo. Bravi i francesi Fayed e Clarey, bravo Paris, che sta raggiungendo una nuova dimensione tecnica. Potenza, stabilità e forza mentale il cocktail ideale accompagnato da ottimi materiali, che hanno permesso a Dominik di rimanere a ridosso dei 2 migliori, anche se 1.15 a questo livello è un’eternità. Nel superG Jansrud non sbaglia e, con una sciata infarcita di grandi contenuti tecnici, mette tutti in riga. Paris è una sorpresa relativa: in SG, grazie a una migliore centralità rispetto al passato, ha una sciata più fluida e la sua azione risulta più continua e concreta, è più efficace sugli appoggi e ‘rotondo’ nella sua sciata.

COPPA DEL MONDO

VAL GARDENA

LA SASLONG DI GAMPER Se nei giorni gardenesi i turisti guardavano il cielo sperando in un fiocco di neve, c’era chi invece salutava la pista di gara in maniera positiva proprio per la penuria di neve. Come ad esempio Franz Gamper, altoatesino della Val d’Ultimo e tecnico di Kjetil Jansrud che ci ha detto: «Questa Saslong è decisamente più spettacolare, meno neve ha voluto dire onde al Ciaslat più difficili, gobbe del cammello più accentuate e anche il piano più sbattente. Più insidiosa e vicina alle preferenze di Kjetil insomma».

Bebè in pista Le gare italiane sono un’occasione unica per le famiglie degli atleti per vivere proprio a fianco degli azzurri le giornate delle gare. Così nei parterre abbiamo incontrato mogli, mamme e bambini a fare il tifo per i campioni di casa. Sfidando il freddo, la neve (quest’anno a dire la verità poca), la confusione di tifosi e fan club, per osservare le loro gesta, le loro imprese e vedere i loro sguardi rassicuranti al traguardo a pericolo scampato. Ad esempio ai piedi della Saslong c’era Leon, il figlio di Peter Fill, con mamma Manuela e Bettina, tutto imbacuccato ma in prima linea. E poi l’allenatore della squadra di Coppa Europa Luca Vuerich, che ha portato la figlia Martina a fare il tifo per i colleghi di papà.

normalità che vede il ‘vikingo’ Kjetil Jansrud dominare le gare veloci e lanciare un avvincente sfida a Marcel Hirscher per la Coppa del Mondo. Il significato del ’sabato bestiale’ di Jansrud sta tutto nei numeri: 1,2, 46 e 61. Kjetil è stato sempre primo o secondo in tutte le gare veloci 30

GENNAIO 2015

118,42 km/ora

la velocità massima raggiunta nella discesa del 2013 dall’atleta più veloce, Kjetil Jansrud

dall’inizio della stagione, ha rifilato 46 centesimi a Paris mentre tra l’azzurro e il decimo posto ce ne sono solo 61… Jansrud è arrivato ad avere fino a sette decimi, poi al Ciaslat un erroraccio che avrebbe potuto compromettere tutto. «I piccoli errori non diventano grandi errori, posso sbagliare

METTI UN POMERIGGIO DALL’OSTEOPATA È un via vai continuo. Un traffico, un entrare e uscire in continuazione dalla camera di Federico Tieghi, l’osteopata della squadra azzurra di velocità. Gli atleti praticamente tutti i giorni trascorrono almeno trenta-quaranta minuti da ‘Fede’. Li manipola, li tratta, li cura. E li rilassa. Un tagliando giornaliero, perché del resto lo sport ad alto livello considera l’atleta come se fosse sempre in ‘fase acuta’, vista la ripetitività dei gesti e le sollecitazioni che il corpo ha di continuo. Abbiamo raggiunto

la camera di Federico, dove per l’occasione c’era anche Marco Strada, una delle ‘anime’ della SOMA, la scuola di Osteopatia di Milano. Fra gli atleti che necessitano di un trattamento particolare c’è sicuramente Christof Innerhofer. Federico prima fa una valutazione posturale e poi si concentra a trattare la zona lombare, quella più delicata del due volte medagliato a Sochi. Marco Strada invece si dedica a un lavoro mirato alla valutazione della zona cranio-sacrale.

SPM: da 15 anni sulla Saslong

DAL PARALLELO AL CAPRIOLO Costruita nel 1967-68 in vista dei Mondiali 1970, la Saslong è stata teatro della discesa pre-mondiale del 14 febbraio 1969, vinta dallo svizzero Jean Daniel Dätwyler. La gara iridata, tra l’altro valida anche per la Coppa del Mondo, se la aggiudicò un altro svizzero, Bernhard Russi. Il 19 dicembre 2004, sul muro conclusivo, Kristian Ghedina (nella foto in basso a destra) fu affiancato da un capriolo, mentre arrivava al traguardo. Forse, un omaggio di qualche divinità delle nevi: perché quella era la 150esima libera del grande campione cortinese (vincitore 4 volte qui) in Coppa del Mondo… La Val Gardena è famosa anche per il ‘Parallelo’ che assegnò la Coppa del Mondo 1974-’75. Thoeni, Stenmark e Klammer si ritrovarono a pari punti alla vigilia, a quota 250 punti. Vinse Thoeni (nella foto in alto a destra il podio del parallelo). g.b.

ma ho un feeling positivo, cerco di fare correre gli sci, come fanno tutti, però trovo decimi di secondo preziosi dove gli altri non li trovano» il Jansrud-pensiero. Gli avversari, anche quelli del Wunderteam che piazzano quattro atleti nella top ten, devono arrendersi: «Oggi Kjetil ci ha

mostrato come si scia in superG, sale sugli sci ed è veloce e non so perché» ha detto Hannes Reichelt, terzo al traguardo. Oltre a Paris, al quinto posto di Innerhofer e al settimo di Marsaglia, buona prestazione di Mattia Casse, ventitreesimo, lontani invece gli altri: trentasettesimo Heel,

quarantasettesimo Klotz. quarantottesimo Varettoni, cinquantatreesimo Battilani. Nella top ten da segnalare che uno dei quattro austriaci è Vincent Kriechmayr, classe 1991, che con il quarto posto fa segnare il suo personal best in Coppa del Mondo.

Da quindici anni ‘servono’ la Saslong con le protezioni. Stiamo parlando della SPM che quest’anno, grazie a una settimana abbondante di lavoro, ha assicurato due chilometri di reti A, nove chilometri di reti B, materassi ad aria gonfiabili, 200 pali per le porte e tutto il materiale per lavorare in pista con trapani, punte e chiavi. A coordinare il lavoro la guida alpina Giorgio Sacco, il direttore commerciale Alessandro Galimberti e Paolo Fumis, safety team leader, che hanno iniziato a montare il materiale (eccezion fatta per le reti A che vengono piantate in estate) quattro giorni prima della prova cronometrata iniziale.

Nelle foto: in alto a sinistra, l’azione irruenta nel superG di un ritrovato Innerhofer. In alto a destra, l’austriaco Baumann, ottavo nel superG sulla Saslong

GENNAIO 2015

COPPA DEL MONDO

VAL GARDENA

AWARDS

IL PREDESTINATO

STEVEN NYMAN 01 LETA AT

Mister Saslong è lui, Steven Nyman. Ha battuto una difficile concorrenza, quella di Paris, prima di tutto, per due volte a podio dietro casa, su una pista che in passato non era stata fortunata. Poi quella di Jansrud, che continua a fare il bello e cattivo tempo in velocità. Però la parabola dello yankee meritava il podio virtuale di atleta del fine settimana. Tre volte vincitore in Coppa del Mondo e sempre sulla Saslong (2006, 2012 e 2014). Pazzesco.

La vittoria di quest’anno vale di più perché la pista era realmente più difficile da addomesticare e più spettacolare. Un grande feeling quello di Steven con E la valle dolomitica. «EraDdifficile perché sentivi letteralmente il E L Mquest’anno ES terreno sotto la neve e dovevi mostrare alla pista chi è il boss, altrimenti te l’avrebbe detto lei chi è il boss». Tranquillo Steven, il boss sei tu, almeno per un giorno.

COMEBACK

LA SQUADRA

CHRISTOF INNERHOFER

ITALIA Anche se il Wunderteam austriaco ha piazzato quattro atleti nella top ten del superG, diciamo Italia, visto che, oltre ai tre nella top ten del sabato c’è il podio di Paris nella discesa quando gli austriaci si sono accontentati del solo settimo posto di Matthias Mayer.

Dopo un avvio di stagione difficile a causa del mal di schiena e della mancanza di allenamento, Christof con il quinto posto del superG sembra avere trovato almeno il giusto atteggiamento. E se il leone inizia a ruggire…

ROOKIE

IL FLOP

VINCENT KRIECHMAYR

ADRIEN THEAUX

A 23 anni non puoi essere un Rookie, però il superG dell’austriaco in Val Gardena lo segnala come sorpresa della due giorni, con un quarto posto che vale come personal best dopo il quinto di Kvitfjell di marzo.

Ventottesimo in superG e quattordicesimo in discesa, il francese sembra proprio non ingranare in questa stagione e soffre la concorrenza di Clarey e Fayed…

GENNAIO 2015

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Mauro Pini Mauro Pini, ticinese, ha allenato la nazionale spagnola, Lara Gut, i velocisti svizzeri ed è stato DT delle donne svizzere. L’ultima esperienza ‘lampo’ nella scorsa stagione quando ha allenato Tina Maze da gennaio, portandola alle due medaglie olimpiche di Sochi. In questa stagione sarà anche commentatore tecnico per la TSI, televisione della Svizzera italiana.

MAUROPINI PINI- -FOTO FOTOZOOM ZOOM DIDIMAURO

DISCESA RIFLESSIONI A RUOTA LIBERA IL SETTORE DELLA VELOCITÀ SEMBRA ESSERE LA CHIAVE DI VOLTA DEL DESTINO FUTURO DELLO SCI ALPINO (SOPRATTUTTO FEMMINILE). A CORTINA C’ERANO SOLO 46 ATLETE NELLA START LIST E LE PROVE VELOCI MASCHILI, A PARTE LA VAL GARDENA, SONO STATE TRA LE PIÙ FACILI E MENO SPETTACOLARI DEGLI ULTIMI ANNI mio ritorno sulle piste di sci come allenatore di Tina Maze negli ultimi mesi della scorsa stagione e il lavoro di commentatore tecnico per la televisione svizzera mi permette di fare alcune riflessioni sull’attuale stato dello sci alpino di alto livello. Il rientro ‘sul campo’ ha confermato la mia convinzione che il livello generale del circo bianco femminile si sia alzato, soprattutto nelle discipline tecniche. Questo non vuol dire che siano tutte bravissime, ma qualche anno fa c’erano solamente 4-5 atlete di livello superiore, oggi sono di più e provengono da più nazioni e ci sono soprattutto giovani molto interessanti. Questo fatto porta però a fare delle riflessioni sul futuro. Parlo soprattutto delle gare veloci, perché per quelle tecniche la situazione è un po’ diversa e più semplice. Oggi, a causa della situazione economica, con budget sempre più ristretti, sono poche, se non pochissime, le squadre in grado di fare progressi in discesa e superG. Senza andare nell’emisfero sud, è difficile fare un’adeguata preparazione. Nel settore femminile la supremazia di Svizzera, Austria e Stati Uniti è indiscussa, grazie soprattutto ai mezzi finanziari a disposizione, ai ghiacciai di casa

GENNAIO 2015

e probabilmente sarà sempre più il caso, non solo per atlete top (come Gut e Fenninger). L’anno scorso la Francia, a causa anche dell’infortunio alla sua atleta più rappresentativa, ha chiuso una stagione di velocità da dimenticare con una squadra da rifondare e con una crisi interna che ha portato al licenziamento del direttore tecnico Benjamin Melquiond, che ricopriva il ruolo da appena un anno. La cooperazione tra Canada e Scandinavia non ha dato i frutti sperati, se non in parte per le norvegesi. L’Italia cerca di rimanere ‘attaccata al treno in corsa’ con un buon potenziale atletico ma poche risorse. La situazione generale della velocità va di pari passo con gli investimenti fatti nei settori giovanili e con l’aumento del tasso tecnico delle piste di discesa. Quest’ultima è la strada imboccata con decisione dalla FIS (finalmente!) grazie anche ad alcune località, come Crans Montana e Bad Kleinkirchheim, che hanno investito per creare una pista difficile per il gentil sesso. Il nuovo cambio di direzione della FIS, con l’entrata nei posti chiave di persone con altre visioni, sta dando le prime indicazioni (chiare?) di quale direzione si vuole prendere. Nel settore maschile, durante la prima parte della stagione, abbiamo

Nelle foto: dall’alto,Tina Maze, Marie MarchandArvier, Daniela Merighetti e Lindsey Vonn nella discesa di Cortina d’Ampezzo

DISCESA LINDSEY VONN 51 podi nelle discese di Coppa del Mondo per la statunitense

DISCESA DI MAURO PINI - FOTO ZOOM

assistito a gare molto ‘diverse’ tra loro. Lake Louise: un’autostrada che di spettacolare non aveva proprio niente. Beaver Creek: mai stata così facile (anche se tracciata più veloce rispetto agli ultimi anni) a causa della neve soft. Santa Caterina: da tutti definita un super-gigantone. Lascio per ultima la Saslong, che a mio avviso è stata l’unica gara del settore maschile degna delle dichiarazioni di Markus Waldner e di Hannes Trinkl (responsabile delle tracciature di velocità) che, almeno questo è quanto da loro dichiarato, vogliono ritornare a creare eventi con una componente spettacolo importante. Fisica, passaggi complicati, salti e gobbe, lo spettacolo in Val Gardena era intrinseco e lo spettatore si è gustato soprattutto le differenze d’impegno e di difficoltà tecniche e mentali che ogni atleta presentava in pista. Non vorrei che le gare nel calendario tra novembre e fine dicembre diventino ‘allenamento’ per i grandi eventi di gennaio con Wengen e Kitzbühel in testa: sarebbe la fine della Coppa del Mondo così come è stata concepita. Ritornando al settore femminile, se le discese saranno sempre più difficili e le nazioni in grado di tenere il passo sempre meno, cosa succederà? A Cortina la lista di partenza contava 46 iscritte! Credo che sia stato uno dei minimi storici. St. Moritz non recupera il superG annullato a Bad Kleinkirchheim perché il venerdì non copre i costi dell’organizzazione. Un campanello d’allarme che i responsabili del Circo Bianco non potranno sorvolare. Anche perché tutti sappiamo che davanti a scelte economiche le federazioni nazionali prediligeranno i settori maschili che sono più attrattivi e competitivi. Assisteremo a dei campionati tra duetre nazionali? Tra l’altro anche i tracciati delle discipline tecniche sono sempre più selettivi (vale anche per le ragazze), con porte di gigante che girano

GENNAIO 2015

MATTHIAS MAYER L’austriaco, campione olimpico in carica, a Wengen

sempre di più e slalom dove contano agilità, forza e tattica e non solo rapidità e ritmo. Su queste piste che fine farà la polivalenza? Basterà essere forti in due-tre discipline per vincere la Coppa o bisognerà ancora allenare le quattro specialità? La prima parte della Coppa di quest’anno ha già dato delle indicazioni chiare. È rimasta solamente la Maze a partecipare a tutte le discipline… Nei settori giovanili cosa sta

succedendo? Le federazioni stanno investendo a dovere per il bene del proprio futuro? E la FIS sta cercando nuove strategie di marketing? Perché non seguire esempi già in casa come per esempio il Tour de Ski nello sci nordico oppure il Torneo dei Quattro Trampolini nel salto? Oppure ci accontenteremo di assistere a una Coppa del Mondo monca dove la velocità femminile, così come è gestita attualmente, è avviata tristemente a un non futuro?

Nelle foto: dall’alto in senso orario, Christof Innerhofer a Wengen, Beat Feuz e Dominik Paris a Beaver Creek e Kjetil Jansrud a Lake Louise

COPPA DEL MONDO

ALTA BADIA

COPPA DEL MONDO ALTA BADIA 21 DICEMBRE 2014 METEO SOLEGGIATO

VENTO DEBOLE

TEMPERATURA -2 °C

01. HIRSCHER Marcel

02. LIGETY Ted

03. FANARA Thomas

FOLLETTO VOLANTE Marcel Hirscher, come un personaggio delle fiabe, sembra volare tra una buca e l’altra di una Gran Risa rovinata da un inverno mai arrivato, rifilando 1.45 a un Ligety risuscitato nella seconda manche. Terzo Fanara, sesto un Nani che recupera nove posizioni nella seconda manche. Dietro al livignasco il nulla

Testi: Andrea Chiericato E GABRIELE PEZZAGLIA

on ci sono più dubbi, c’è stato un passaggio di consegne nel gigante: il Ligety, oggi, lo fa Hirscher. Ricordate solo tre stagioni fa, nel dicembre 2012? Lo statunitense vinse con 2.04 su un imbronciato Marcel Hirscher. E tutti a dire che era diventato uno sport noioso, con distacchi troppo alti e un vincitore designato. Poi l’anno scorso Hirscher ha rifilato 58 centesimi allo yankee e quest’anno ben 1.45. Considerando anche che Ligety ha fatto una bella seconda manche, ‘beccando’ solo 12 centesimi da Hirscher, altrimenti… È questo il leit-motiv della gran classica dolomitica, per il secondo anno un po’ rovinata da una situazione meteo insolita. È stata meno in pericolo della Saslong, è vero, ma forse la pista badiota è quella che ha sofferto di più le bizze del tempo. I primi hanno avuto vita più facile in entrambe le manche su una pista che si rovinava dopo pochi passaggi, con solchi e cunette alle quali gli sciatori del massimo circuito non sono abituati.

GENNAIO 2015

PILOTA AUTOMATICO Proprio tra le buche della seconda manche Hirscher ha costruito il suo capolavoro. Se nella prima aveva sfruttato il pettorale numero uno, nella seconda è riuscito a fare registrare il terzo tempo di manche. L’austriaco è sembrato volare come un funambolo tra una buca e l’altra, come se avesse un pilota automatico in grado di traghettarlo in velocità e sicurezza in tutte le condizioni, come un suv delle piste. Merito dei chili di muscoli messi su in estate? Merito dei materiali? Lo sci, si sa, è una perenne ricerca dell’equilibrio e lotta contro la forza di gravità. Quegli elementi che facevano la fortuna di Ligety fino a poco fa… «Le mie sensazioni non andavano d’accordo con il tempo, quando sono arrivato, alla fine della seconda manche - ha detto Hirscher -. Ho pensato che ci doveva essere qualcosa di sbagliato perché non credevo di essere stato veloce: era una pista così mossa e piena di

FOTO: Zoom

Nelle foto: a destra, Marcel Hirscher sui dossi della seconda manche, quando ha fatto la differenza e, sotto, esultante al traguardo

La bolgia all’estrazione pettorali Come ogni edizione anche quest’anno alla vigilia del gigante, nel centro di questa piccola frazione di Badia proprio accanto al quartier generale degli azzurri, l’Hotel Ladinia, è andata in scena l’estrazione dei pettorali. Fumogeni, stelle filanti, bandiere e flash di smartphone e macchine fotografiche hanno fatto da cornice alla presentazione dei migliori quindici gigantisti del mondo. E inoltre, e possiamo dire

finalmente, i tanti appassionati accorsi all’evento hanno potuto toccare con mano e conoscere la pattuglia azzurra che la mattina a seguire avrebbe attaccato la Gran Risa. Una festa di cui i palcoscenici italiani hanno sicuramente bisogno, anche perché i tifosi non sempre riconoscono e conoscono i campioni azzurri dello sci. Anche se non facciamo nomi, sbagliata l’assenza (ingiustificata) di qualcuno.

le vittorie di Marcel Hirscher in carriera fino al gigante dell’Alta Badia

GENNAIO 2015

COPPA DEL MONDO

ALTA BADIA

1.45

secondi

il distacco tra Hirscher e Ligety. Nella stessa distanza ci stanno altri sei atleti

buche… è stata durissima». Sarà… Intanto Ligety era finito settimo nella prima manche. Poi nella seconda una prova migliore (quarto tempo) che gli ha permesso di conquistare la seconda posizione, tallonato a soli tre centesimi dal francese Thomas Fanara. «Non ho potuto allenarmi come avrei voluto, è difficile avere la massima confidenza sulle piste di Coppa del Mondo perché non sono mai facili, bisogna cercare i propri limiti e non

ero nello condizioni giuste per farlo, sono contento del secondo posto» ha detto l’americano che ha confidato di non sentirsi a proprio agio sulla neve programmata trasformata dalle temperature elevate. Appena dietro lo statunitense sventola il tricolore. Però non è quello italiano ma quello transalpino. Fanara replica la gara del 2012 (anche allora terzo) e si conferma uomo da podio ma non da vittoria. Pinturault ha perso il

Nelle foto: azione cattiva per Ted Ligety, ma quest’anno l’uomo al comando in gigante non è lui. Sotto, Alex con Hannes Zingerle e Manfred Moelgg in versione apripista

podio per l’inezia di un centesimo… «Quattro centesimi dal secondo posto, fa un po’ male - ha detto Alexis -. Ho fatto dei piccoli errori, non degli erroracci, il problema oggi è più di materiale che fisico ma avrò tempo per trovare il giusto set-up nei prossimi giorni». DIETRO NANI NIENTE Al sesto posto Roberto Nani ha riconfermato di essere l’uomo

Grandi assenti: Manni apripista, Zingerle nel parterre Fra gli azzurri al via mancavano due atleti di casa. Manfred Moelgg, marebbano di San Vigilio, ha fatto l’apripista. L’abbiamo incontrato in ricognizione, come se fosse la prima volta, perché la Gran Risa è una ‘femme fatale’ che incute sempre timore e rispetto. Nella finish area Manni ha preso subito la radio di Vittorio Micotti per comunicare ai compagni in partenza impressioni e per dare consigli. E poi l’altro assente, Alex Zingerle, badiota proprio di La Ila, residente a poche decine di metri dalla Gran Risa. Alex si è presentato nel parterre in abiti ‘civili’, al fianco del fratello Hannes, della nazionale giovanile, apripista.

GENNAIO 2015

IL PUNTO DI MARCO PASTORE

Hirscher ha fatto la differenza sugli scalini I tifosi hanno onorato la Gran Risa C’erano tutti, o quasi. In Alta Badia grande partecipazione di tifosi e soprattutto dei fan club dei nostri azzurri. Forse meno colorati e appariscenti rispetto alla due giorni gardenese, ma comunque presenti nelle tribune della Gran Risa i sostenitori di Davide Simoncelli, di Florian Eisath,

di Roberto Nani e anche di Massimiliano Blardone, che hanno incitato i loro beniamini nel grande gigante italiano. E poi anche gli sci club: ne citiamo due in particolare perché rappresentati da giovani tifosi scatenatissimi. C’erano i liguri del 21 e poi i piccoli tifosi di Ted Ligety dello sci club Cortina! Nelle foto: un buon quarto posto per Alexis Pinturault sulla Gran Risa. Sopra, piccoli tifosi per Ted Ligety e il fan club di Florian Eisath . Nelle pagine seguenti, Jansrud (forse favorito dalla tracciatura di Gamper?), Simoncelli e Nani in azione

azzurro del futuro in gigante, ma anche che quel podio, vero obiettivo stagionale, è lì, ma non arriva ancora. «Il livello è alto, davanti ci sono dei campioni, Roberto si batte, attacca sempre, scia vicino ai più forti e a volte sbaglia» dice il responsabile dei gigantisti azzurri Raimund Plancker. Il bicchiere, per il livignasco, è però mezzo pieno. Aveva ‘pescato’ un pettorale infame su una pista e neve come quella della Gran Risa:

15. Eppure nella seconda manche ha recuperato nove posizioni, dalla quindicesima alla sesta. La sua è stata una grande gara anche se rimane il rammarico di essere a tre decimi dal podio. «Ci ho provato, qualche errorino nella seconda manche, peccato, guardiamo avanti - ha detto Roberto -. Il pettorale mi ha fatto pagare qualcosa, la pista era mossa, gli errorini, che purtroppo ci sono, li pago parecchio, per il

Che tripletta nel 1986!

©Aldo Martinuzzi

La pista degli italiani, si è sempre detto. Basta guardare l’albo d’oro per rendersene conto. Dal 1985 al 1999, ben prima dell’epoca Blardone-Simoncelli, trovate praticamente un azzurro sul podio ogni anno, o quasi. Ma l’apice venne raggiunto il 14 dicembre 1986, che è una data storica: prima di tutto, perché tre italiani riempirono il podio, mai più accaduto dopo (né prima) in gigante; secondo, perché Alberto Tomba, allora diciannovenne, centrò il primo grande risultato della sua carriera. Fu secondo, dietro Richard Pramotton, che guidava anche la classifica di Coppa del Mondo, e davanti a Oswald Toetsch.

Il gigante della Gran Risa regala spettacolo. Tra le conferme, inutile dirlo, Marcel Hirscher. Uno strapotere quasi imbarazzante, frutto di un’azione sempre all’attacco e della capacità di gestire meglio le forze rispetto allo scorso anno, complice l’indubbio incremento della potenza muscolare. Si è parlato molto della metamorfosi del fuoriclasse austriaco, mancano i dettagli sulla preparazione atletica, ma di certo la forza è stata curata in particolar modo e, a parità di tecnica e destrezza, è emersa maggiore potenza. La Gran Risa sbatte parecchio, soprattutto per i numeri alti. Quando Hirscher prende il via per trentesimo nella seconda prova è una lotta contro scalini e vibrazioni, costantemente presenti lungo il tracciato. Una battaglia vinta dall’austriaco che non fa una piega dove altri subiscono e pagano grandi distacchi. La sorpresa si chiama Filip Zubcic, croato emergente, classe 1993. Chiude settimo in uno dei giganti più difficili e prestigiosi del circuito mondiale. Non si può parlare di un exploit, ma di un talento che farà ancora parlare di sé. Partito con il pettorale 64, ottiene una comoda qualifica facendo sembrare tutto facile e chiudendo al diciassettesimo posto. Nella seconda manche dimostra grande tecnica e solidità. Da sottolineare la lucidità e determinazione, senza subire alcuna pressione da risultato. In casa Italia, le buone notizie arrivano da Roberto Nani e Manfred Moelgg. Il primo mette in chiaro quale sia il suo livello, attaccando la Gran Risa con tempismi ed equilibri ritrovati dopo la brutta parentesi di Are. Il podio è sempre più vicino ed il sesto posto in Alta Badia sta quasi stretto, complici alcuni errori che regalano decimi preziosi a chi lo precede. L’Italia ritrova anche Manfred Moelgg, apripista convincente e campione ritrovato a tempo di record dopo l’infortunio al tendine d’Achille dello scorso 19 agosto. Si tratta di un recupero che ha il sapore dell’impresa.

gennaio 2014

COPPA DEL MONDO

ALTA BADIA

Sempre in ricognizione Per raccontare un ‘live’ di Coppa del Mondo è necessario viverlo soprattutto in pista. La ricognizione rappresenta uno dei momenti più significativi. Fra le ‘rico’ di tutto il trasfertone italiano di Coppa del Mondo scegliamo l’inspection in Alta Badia, sulla leggendaria Gran Risa di La Villa. Fra tutti i pendii, quello badiota è apparso sicuramente il più perfido perché ripido e ghiacciato. In cabinovia verso Piz La Ila ancora al buio, poi in pista alle 7.40, quando iniziava ad albeggiare. In ‘rico’ scorgi

la concentrazione massima degli atleti, le conversazioni fitte con gli allenatori e i colleghi, i ragazzi che memorizzano i passaggi più insidiosi e poi si confrontano per capire la linea più efficace da scegliere, dove e come prendere i rischi per osare e fare la differenza. In ricognizione noti i timori, capisci le perplessità e cogli anche l’entusiasmo dei protagonisti che da lì a poco si tufferanno dal cancelletto aggrappati alle lamine sulle placche di ghiaccio. Esserci è proprio importante.

i podi di Davide Simoncelli in Alta Badia 1 vittoria e 4 secondi posti

Il podio del gigante maschile

ALTA BADIA - ITALIA 21 DICEMBRE 2014 \\ GIGANTE MASCHILE TRACCIATORI: S. QUITTET (FRA) - F. GAMPER (NOR) 1 HIRSCHER Marcel ��2:30.17 2 LIGETY Ted ��2:31.62 3 FANARA Thomas ��2:31.65 4 PINTURAULT Alexis ��2:31.66 5 NEUREUTHER Felix �� 2:31.90 6 NANI Roberto ��2:31.98 7 ZUBCIC Filip ��2:32.84 8 DOPFER Fritz ��2:33.19 9 CAVIEZEL Gino �� 2:33.21 10 SANDELL Marcus �� 2:33.26 24 BLARDONE Massimiliano �� 2:35.33 CASSE Mattia ��DNQ 2 EISATH Florian, ��DNQ 2 MARSAGLIA Matteo..............................................................................................................DNQ 2 MAURBERGER Simon ��DNQ 2 BORSOTTI Giovanni ��DNF 1 PERAUDO Adam ��DNF 1 SIMONCELLI Davide ��DNF 2

GENNAIO 2015

Aria nuova in Alta Badia Cambio ai vertici della Coppa del mondo badiota. Nei tre ruoli chiave ci sono nuovi innesti per un giro generazionale: Andy Varallo general manager, l’istruttore nazionale ed ex azzurro Luca Tiezza direttore di gara e Renè Pitsccheider. E poi un ‘esercito’ di professionisti e volontari per tenere a lucido la pista. Tre questi instancabili ‘guerrieri’ ne citiamo tre. Uno è proprio Andy Varallo. Classe ‘80 ha già in mano tutta la macchina organizzativa e dei rapporti istituzionali. Era il primo a salire in cabinovia a controllare il lavoro e dare le direttive, affidandosi a Luca Tiezza e alle sue squadre. Lo abbiamo incontrato a Piz La Ila dal E poi gli ‘uomini del colore’ Stefan Thaler e Massimo Longhi, che hanno perimetrato e colorato il pendio di gara.

podio devo limitarli». Detto di Nani, il resto della spedizione azzurra è da dimenticare. Solo Blardone nei 30 (ma ventiquattresimo dopo il quindicesimo posto della prima manche…). Se solo tre anni fa Ligety vinceva e ora deve inchinarsi a Hirscher, quattro anni fa l’ossolano dava una lezione di sci agli altri con una vittoria storica… Sembrano passati anni luce e Max continua a non trovare quella confidenza con la tecnica introdotta dalle misure sui materiali che, probabilmente, non ritroverà più. La squadra azzurra, fuori per infortunio Manfred Moelgg, sembra ridotta al solo Nani. Borsotti (out nella prima) alterna lampi a prove incolori. Simoncelli, bravo a Soelden, è alle prese con qualche problema fisico e di affaticamento (fuori nella seconda dopo il quattordicesimo posto della prima), gli altri arrancano: out nella

In camera con... Roberto Nani Roberto Nani è stato l’unico da ‘salvare’ del plotone azzurro al via del gigante. Sesto posto e soprattutto la conferma di essere ancora con i migliori dopo la prova incolore di Aare. Ma cosa fa un atleta al termine di una gara di Coppa del Mondo? Abbiamo seguito il livignasco dopo la seconda manche e lo abbiamo raggiunto al Ladinia, l’albergo che da sempre ospita la squadra italiana. È stato l’ultimo ad arrivare in sala da pranzo ‘Robi’ in quanto nel parterre ha avuto a che fare con televisioni e giornalisti di carta stampata e web. Una

piatto di pasta al ragù, una bistecca e per ‘premio’ le patatine fritte, seduto a tavola ancora vestito da sci con il fratello Simone che lo accompagna alle gare in Coppa del Mondo. Poi l’azzurro è salito finalmente in camera a rilassarsi. È rimasto solo sopra con l’intimo e la calzamaglia, sdraiato sul letto. Prima di fare la valigia e andare a casa a festeggiare il Natale, il tempo di rispondere ai complimenti via WhatsApp e dedicarsi... ai microfoni di raceskimagazine.it. Finalmente sereno e sorridente, dopo una lunga ed estenuante giornata.

Tweets and posts Marcel Hirscher Fans Anche il pettorale dice che sei il migliore ;) Siamo così fieri di te Marcel! Complimenti, you rock!! #winner #altabadia

Anne-Sophie Barthet

Articolo di @ lequipemagazine sui ragazzi che questa mattina hanno sbancato la Gran Risa! @ vmuffatjeandet @ AlexPinturault

Felix Neureuther Nr. 5 domani!

ASPIRANTI MAESTRI... LISCIATORI Lisciano, puliscono, accarezzano la neve ghiacciata della Gran Risa. Lo fanno alla vigilia, dopo la ricognizione e durante la gara. Un semplice e apparentemente elementare lavoro, che alla fine si rivela sempre fondamentale: sono le truppe dei lisciatori. E in Alta Badia, fra gli altri, c’erano i ragazzi del corso di formazione

maestri di sci di Abruzzo e del Lazio, presenti sulle Dolomiti badiote dal 15 al 22 dicembre, il giorno successivo al gigante. I primi agli ordini degli istruttori nazionali Giacomo Bisconti (presidente Coscuma), Andrea Mammarella e Carlo Traini, i secondi coordinati invece da Gianni Moriconi e Giuseppe Alborghetti.

Roberto Nani

prima Peraudo, non qualificati Casse, Maurberger, Marsaglia e Eisath. Dalle stelle del superG in Gardena alle stalle della Gran Risa il viaggio è stato molto breve. È sempre la lucida analisi di Plancker a mettere un punto fermo.

«Abbiamo nove posti, otto devono essere nei primi cento posti al mondo delle liste FIS, in questo momento sono tanti per il valore degli atleti che abbiamo». È decisamente una piccola squadra ma ha espresso un grande

talento quella croata. Stiamo parlando del croato Filip Zubcic, classe 1993, pettorale 64. Diciassettesimo nella prima manche, ha chiuso settimo con il secondo miglior tempo di manche nella seconda. Un nome da segnare.

Alta Badia, un buon sesto posto con qualche rammarico e molte certezze in più per il prossimo futuro. Grazie a tutti i tifosi, grande tifo!

COPPA DEL MONDO

ALTA BADIA

AWARDS ©Pentaphoto

COMEBACK

THOMAS FANARA

LA SQUADRA

FRANCIA Terzo e quarto, Fanara e Pinturault. I galletti in gigante dicono sempre la loro… Non è da oggi che la squadra di David Chastan detta le regole in gigante (austriaci permettendo), però il risultato in Alta Badia va premiato...

Gallo vecchio fa buon brodo. Classe 1981, il francese non si scorda come si va sul podio… che stia facendo un pensierino alla prima vittoria?

ROOKIE

IL FLOP

GINO CAVIEZEL

MAX BLARDONE

Quale miglior rookie di Zubcic? Però, visto che in questa occasione ‘ha fatto il grande’, non sfigura l’elvetico Gino Caviezel, classe 1992, nono e al personal best in Coppa del Mondo.

Ha cambiato sci, le ha provate tutte, ma sembra il fantasma dello sciatore che tre anni fa qui conquistava una delle sue vittorie più belle. Che tristezza…

LA MIGLIORE GARA DELLA VITA

FILIP ZUBCIC 01 LETA AT

Operazione rischiosa, anche perché, seppur giovane, il curriculum è ancora vuoto alle voci che contano. Quella del croato Filip Zubcic in Alta Badia resterà una scorribanda isolata, la classica apparizione ai piani alti di un carneade, o la prima di una lunga serie di gare al top? Ai posteri l’ardua sentenza ma, dovendo scegliere l’atleta della gara, per una volta snobbiamo Hirscher & co per questo ragazzotto classe

GENNAIO 2015

1993 che ha saputo conquistare un settimo posto su una pista di rango. Naturalmente è il miglior risultato in Coppa del Mondo. In Coppa EuroD personal Ebest, ai Mondiali Juniores mai oltre pa un quarto posto come EL M ES il ventiduesimo posto… «La migliore gara della mia vita, un sogno: in allenamento ho sciato bene ma il risultato è incredibile» ha detto emozionato al traguardo.

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COPPA DEL MONDO

MADONNA DI CAMPIGLIO

DEUTSCHLAND UBER ALLES Nella bolgia umana del Canalone Miramonti, stadio dello slalom per eccellenza insieme a Schladming, straordinaria doppietta tedesca con Neureuther e Dopfer e flop di Marcel Hirscher e degli azzurri. Grande ritorno dello svedese Byggmark

COPPA DEL MONDO MADONNA DI CAMPIGLIO

Testi: ANDREA CHIERICATO E GABRIELE PEZZAGLIA

FOTO: Zoom

22 DICEMBRE 2014

commenti degli atleti, italiani e stranieri, sono stati unanimi: gareggiare qui è emozionante. Sì, perché il ripido budello del Canalone Miramonti sembra uno stadio naturale creato per lo slalom: bello dal punto di vista tecnico, perfetto per il pubblico e lo spettacolo. Quindicimila persone, tifo da stadio, quasi come a Schladming. Ecco, il primo risultato di Madonna di Campiglio, il più importante, è stato questo. Poi c’è stata la gara…

METEO SERENO

VENTO MODERATO

TEMPERATURA 5 °C

NEUREUTHER FA L’HIRSCHER Pista barrata venerdì, poi tre giorni abbastanza freddi in questo inverno decisamente insolito. Così si è presentato il Canalone Miramonti, anche se il giorno della gara le temperature erano alte e la pista un po’ ne ha risentito. Prima manche tracciata dall’allenatore degli austriaci Pircher e… la prima sorpresa è stato l’undicesimo posto di Marcel Hirscher. Tracciatura discussa quella del coach austriaco, stretta e veloce. «Si potevano mettere

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dieci porte in meno» ha detto il coach azzurro Simone Del Dio. Nella seconda ci si sarebbe potuti aspettare una manche alla Hirscher, come a Sochi, per intenderci, invece la maglia (più larga) del francese Mollier non è comunque servita a farlo salire sul podio. Solo un settimo posto per Marcel che è

sembrato meno preciso e intenso tra i segni della pista. Solo un giorno prima aveva dominato i solchi della Gran Risa: a Campiglio, in slalom, come già successo in questa stagione, è sembrato avere perso smalto. Oppure sono gli altri che si sono avvicinati. Per esempio quel Neureuther che è salito sempre sul

Con ‘Paolino’ sul Canalone

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Nelle xxxxx xxxxxxxxxx: Otatia sum nis eliqui totatum, entotat. Um que voluptusciae vendi vernam que num quas ut aut ut quatem fuga. Odis aut et eum int il mil ipsuntis eum faccum que nessinvella

È il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via dalla ricognizione. Anche a Madonna di Campiglio siamo stati in pista sul Canalone Miramonti e abbiamo visto all’opera un sempre preparato Paolo De Chiesa, che per conto di RAI Sport accompagna Davide Labate in telecronaca, ed è sempre in pista per svelare i segreti del pendio, raccontare i passaggi più temuti dagli atleti, spiegare le chiavi di lettura della pista. Da quest’inverno ‘Paolino’ collabora con Race Ski Magazine e così ogni pista di Coppa del Mondo maschile è sempre più presidiata!

GENNAIO 2015

Tweets and posts

2’’67

Markus Wasmeier

il distacco del trentesimo nella prima manche

Caro Felix Neureuther. Congratulazioni per la vittoria! Ora devi battere il mio record. Sei il migliore!...

3’’33

il distacco dell’ultimo (sic, Ivica Kostelic…) nella seconda manche

Alexis Pinturault

Ritorno nei giochi in slalom :) Felice anche per la squadra: 4 nei top 15! :) Ora pausa di natale !! #5th #happy…

Felix Neureuther

Il bagno! Vieni Fritz sotto la doccia!

Giuliano Razzoli

Veramente uno spettacolo ieri sera sulla @3TreCampiglio qui con il mio Fanclub dopo la gara! Grazie di cuore

Ted Ligety

Nelle foto: Felix Neureuther nella seconda manche e, a destra, Fritz Dopfer

La tradizione continua con il taglio dei capelli rookie di @ aj_ginnis. Se entra nei top 15 questa sera mi taglierò i capelli

COPPA DEL MONDO

MADONNA DI CAMPIGLIO

Palestra o ‘start area’? Vi ricordate i tempi dello stretching nella start area? Ora in partenza c’è una nuova tendenza: sembra di essere in palestra, con elastici, palle mediche, materassini e altri attrezzi del genere. Manca solo la panca! Piegamenti, addominali, flessioni. Un po’ di tutto. «Si è convenuto che prima di partire e lanciarsi a tutta, è necessario attivare bene la muscolatura non solo degli arti inferiori, già più calda per il tradizionale riscaldamento, ma anche la parte addominale e la schiena, davvero sollecitati nello sci moderno. La tipologia di esercizi e l’intensità poi è personale. Hirscher è quello che si adopera maggiormente ad esempio» ha detto l’allenatorepreparatore atletico degli slalomisti azzurri Simone Del Dio.

podio nei tre slalom stagionali. La gara del tedesco è stata esemplare. Ha ‘digerito’ bene la tracciatura stretta di Pircher nella prima, chiusa con un esiguo vantaggio di 9 centesimi sul connazionale Dopfer, e nella seconda, pur partendo per ultimo, ha staccato il quinto tempo, portando il vantaggio su Dopfer a 82 centesimi. Sci incollato al terreno, fluido, veloce sul muro, una saetta nel pianetto finale, Neureuther a Campiglio è stato il modello dello

100

volontari addetti alla security e alla logistica

slalomista perfetto. «L’obiettivo era quello di sciare leggero nella seconda manche e ci sono riuscito abbastanza bene, certo la pista era rovinata ma la luce molto buona mi ha permesso di vedere bene i dossi e

i segni» ha detto Felix al traguardo. Il Wunderteam, per una volta, è quello di un Paese di lingua tedesca ma non l’Austria. Il secondo posto di Dopfer (che ha sfruttato a dovere il pettorale uno della prima manche) è una dimostrazione di potenza tra i rapid gates dopo il risultato identico di Kranjska Gora. Un team piccolo quello tedesco, ma dalle potenzialità enormi. «Oggi è il mio secondo podio della stagione e, dopo qualche gara così così, mi dà fiducia, è bello

Theolier: «Ho questa squadra nel cuore» C’era anche l’ex coach degli slalomisti Jacques Theolier ai piedi del Canalone Miramonti. Il tecnico francese, in stampelle perché reduce da un’operazione al ginocchio e accompagnato dalla moglie, ha abbracciato tutti i suoi vecchi ‘guerrieri’ dopo cinque stagioni passate insieme. «Ho questa squadra nel cuore. Quando guardo le gare in televisione mi emoziono sempre, a volte mi vedo ancora in pista a correggerli e motivarli. Tecnicamente la squadra c’è ed è di valore, Gross, Thaler e anche Razzoli da un momento all’altro possono salire sul podio. Però sembra che ci sia un atteggiamento che porta ad accontentarsi troppo. Noi siamo stati abituati a non essere contenti per un quarto o un quinto posto, mi sembra che adesso ci sia una tendenza a farsi andare bene un po’ tutto. Ma spero di sbagliarmi... e forza ragazzi allora!».

GENNAIO 2015

Thaler e la lunga giornata di Campiglio Lo slalom in notturna cambia gli orari e i programmi degli atleti. A Madonna di Campiglio, dopo un allenamento mattutino nella zona del Grostè, i ragazzi in tarda mattinata sono tornati a riposare prima del pranzo, consumato intorno alle 13. Noi siamo andati a trovare il nostro slalomista più rappresentativo, Patrick Thaler. Il ‘nonno’ di Sarntal prima di scendere nella sala da pranzo si è dedicato a una ventina di minuti di stretching nei corridoi del quartier generale azzurro. Lo fa spesso questo richiamo atletico e non solo per una questione prettamente di allungamento e distensione muscolare, ma anche per mantenere concentrazione e la giusta tranquillità in vista di una giornata complessa. Dopo pranzo sotto le coperte e alle 15 fuori dall’albergo San Raphael che dista dalla seggiovia del Canalone Miramonti appena tre minuti a piedi. Poi la ricognizione della prima manche e… il resto è cronaca.

sapere che anche in slalom sono in forma» ha detto Dopfer.

Martin Castrogiovanni ‘special guest’ Fra i personaggi sportivi a Madonna di Campiglio c’era il celebre rugbista Martin Castrogiovanni in compagnia della fidanzata Giulia Candiago. Ex azzurra di Coppa Europa, oggi collabora con Infront. Li abbiamo avvistati al mattino intenti a fare una corsetta nel centro della località della Val Rendena. Una corsa a dire la verità a ostacoli, perché fermati in continuazione da tifosi e turisti curiosi per un autografo o uno scatto fotografico.

AZZURRI CON LE OSSA ROTTE Diciamo la verità: dopo la prima manche qualcuno ci sperava. ‘Sabo’ Gross era sesto, a 18 centesimi dal podio. Al dodicesimo posto Thaler e al diciassettesimo Razzoli.

Le premesse per lasciare il segno c’erano, magari sfruttando i pettorali più favorevoli rispetto ai primissimi. Invece stiamo scrivendo un’altra pagina. Gross undicesimo, Thaler deragliato. Solo Razzoli ha migliorato la sua posizione, salendo al tredicesimo posto. Nella prima manche era deragliato Deville, non qualificati Ronci,

Nelle foto: a sinistra, lo spettacolo delle Dolomiti al tramonto. Sopra, in senso orario: Kristoffersen, Razzoli, Hirscher, Lizeroux

gennaio 2014

COPPA DEL MONDO

MADONNA DI CAMPIGLIO

Comitato 3Tre, parola d’ordine: condivisione Visto lo spettacolo tecnico in pista e la coreografia dei tifosi fra spalti e bordo-pista, ci sarebbe da chiedersi (o forse meglio chiedere alla FIS) come mai lo slalom sul Canalone non diventi una gara inamovibile dal calendario di Coppa del Mondo. Intanto vivendo questi eventi italiani dal vivo, ci ha colpito l’unione di intenti del Comitato della 3Tre che coinvolge tante realtà private e pubbliche: la società impianti di Madonna di

Campiglio rappresenta da Francesco Bosco, le amministrazioni di Pinzolo e Rogoli e l’Azienda del Turismo di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena. Una partecipazione finanziaria importante, un progetto che include il territorio. Per una volta non solo a parole! Avete presente Bormio, dove gli impiantisti incredibilmente si mettono di mezzo per fare saltare la gara di Coppa? Ecco, qui è impossibile. Qualche numero e

MADONNA DI CAMPIGLIO - ITALIA 22 DICEMBRE 2014 \\ SLALOM MASCHILE TRACCIATORI: S. QUITTET (FRA) - F. GAMPER (NOR) 1. NEUREUTHER Felix ��1:40.57 2. DOPFER Fritz ��1:41.39 3 BYGGMARK Jens ��1:41.43 4 KRISTOFFERSEN Henrik ��1:41.53 5 PINTURAULT Alexis ��1:41.59 6 BAECK Axel �� 1:41.60 7 HIRSCHER Marcel �� 1:41.72 8 KHOROSHILOV Alexander ��1:41.75 9 GRANGE Jean-Baptiste ��1:42.11 10 MYHRER Andre ��1:42.14 11 GROSS Stefano ��1:42.38 13 RAZZOLI Giuliano ��1:42.48 DEVILLE Cristian ��DNF 1 RONCI Giordano ��DNQ 2 TONETTI Riccardo ��DNQ 2 BORSOTTI Giovanni ��DNQ 2 THALER Patrick ��DNF

Nelle foto: sopra, Neureuther aveva bevuto troppo spumante al traguardo? A destra MuffatJeandet, che ha recuperato 18 posizioni, arrivando dodicesimo, e il coordinator men’s World Cup, Couder 50

GENNAIO 2015

Tonetti e Borsotti. Se si escludono i segnali di ripresa di ‘Razzo’ e (Campiglio a parte) di Deville, gli altri indicatori sono in discesa. Lo squadrone che solo due stagioni fa dominava le scene non c’è più. Per Gross, nonostante la seconda manche, il bicchiere potrebbe essere

550

ragazzi degli sci club e

250

bambini delle scuole tra gli spettatori

mezzo pieno vista la condizione del fassano, che nel mese prima di Campiglio ha potuto allenarsi solo quattro giorni con pochi giri quotidiani a causa del mal di schiena: «Nella seconda manche ho sofferto i segni della pista, ma i più forti hanno comunque fatto una

Tomba & co Il 3 febbraio 1967 il Canalone Miramonti ha ospitato il primo slalom maschile di Coppa del Mondo in Italia. Qui, il 17 dicembre 1974, Ingemar Stenmark vinse la sua prima gara nel Circo Bianco. Tre le vittorie di Tomba: 1987, 1988 e 1995, la seconda con quasi un secondo di vantaggio su Marc Girardelli davanti a 40.000 persone. g.b.

qualche nome: Lorenzo Conci, presidente del Comitato Organizzatore e direttore di gara; Adriano Alimonta, direttore di pista; Matteo Bonapace e Loredana Bonazza per la segreteria generale. Sono loro che coordinano 120 persone in pista fra guardia-porte e lisciatori, un centinaio fra security, parcheggi e viabilità, 60 fra logistica, ufficio gare, sala stampa, accomodation e amministrazione.

C’e‘ la mano di Caselli nel trionfo di Neureuther Noi che andiamo in Germania a farci curare (Innerhofer, Thaler e Gross per fare alcuni nomi) e loro che vengono a farsi curare da noi. E già, perché Felix Neureuther proprio la mattina della gara ha chiesto all’osteopata e fisioterapista degli azzurri Luca Caselli (nella foto) di farsi trattare la schiena. Il fuoriclasse tedesco, poi dominatore del Canalone Miramonti, soffre di problemi a causa di due ernie e conseguenti problemi alla schiena. Così Luca ha ‘ospitato’ nella sua camera del San Raphael Felix e ha sbloccato la parte sinistra della zona sacro-iliaca che sembrava avergli procurato un blocco.

grande manche, certo la schiena non mi ha aiutato nelle scorse settimane, ho bisogno di stare bene» ha detto Gross dopo la gara. La sua sciata è ancora poco fluida, preme sulla neve invece di scappare via, segno di poco allenamento e poca confidenza. «Sto migliorando, mi sento bene fisicamente, nella prima manche avrei potuto essere più veloce nella parte alta e in quella finale, mi mancano ancora quelle accelerazioni alla ‘Razzo’, per esempio alla fine del muro, prima del piano, mi manca ancora qualche marcia per essere con i primi, ma la strada è quella giusta» il commento

di un Razzoli fiducioso per le prossime gare. Un Razzoli maturo, che ragiona gare per gara. Forse proprio dalla serenità ed esperienza del ‘senatore’ azzurro di può ripartire per costruire il gruppo. MAGO BYGGMARK La seconda manche segna il ritorno sul podio dello svedese Jens Byggmark, che è salito dal quinto al terzo posto dopo un anno fuori per infortunio. Il primo podio dal 2012. Un bel ritorno il suo: «Stupendo tornare sul podio, è difficile recuperare da un infortunio, spendi tanto tempo a pensare e

IL PUNTO DI PAOLO DE CHIESA

Felix, seconda manche da annali

Sci club in pista Era importante la pattuglia degli sci club a seguire la gara sul Canalone Miramonti. Tra le tante società presenti, abbiamo incontrato i simpatici tifosi del Circolo Sciatori Madesimo e i ‘local’ dello Sporting Campiglio. Altro che stadio...

programmare, ma non sai mai come andrà a finire». Byggmark ha ammesso di avere ancora dolore al ginocchio e per questo la vittoria lo ripaga di tanti sacrifici. La seconda manche ha permesso diversi recuperi importanti a chi partiva con pettorali più favorevoli, primo fra tutti proprio quello del francese Muffat-Jeandet, partito per primo e classificatosi dodicesimo. I francesi hanno piazzato anche Pinturault al quinto posto e Grange al nono. Per dieci centesimi non è riuscito invece il ‘miracolo’ a Henrik Kristoffersen, che ha recuperato dieci posizioni, fermandosi al quarto posto.

Mi ha fatto piacere rivedere il Canalone Miramonti addobbato da Coppa del Mondo, dove esordii in slalom alle spalle di Stenmark, alla prima delle sue 86 vittorie! Deve aver fatto lo stesso effetto anche ai 15.000 spettatori paganti, assiepati lungo il percorso ristretto ad hoc per assaporare più da vicino le gesta dei fenomeni del rapid gate. Nonostante temperature primaverili, il manto ha tenuto alla grande, così da permettere ai più audaci di qualificarsi partendo col 50. Il ritorno di Madonna di Campiglio ha segnato una giornata storica per la squadra tedesca, in trionfo su sci italiani. In testa fin dalla prima manche, Neureuther e Dopfer hanno firmato una doppietta strepitosa, respingendo gli attacchi degli inseguitori, compreso Hirscher, a disagio nel dosare la presa di spigolo sul manto inumidito dal caldo, penalizzato in rapidità, con il suo assetto arretrato, dopo aver modificato il rapporto peso-potenza, almeno su questa neve. Il re della notte è stato Neureuther, che ha incantato la folla con una seconda da annali, seminando il compagno di squadra a quasi un secondo. Incredibilmente sciolto e progressivo, Felix ha dato l’impressione che buche e scalini non esistessero: eccezionale! I nostri si sono difesi, con Gross, bravo fino a un terzo della seconda manche, prima di perdere ritmo e 5 posizioni, ma anche con Razzoli, in ripresa.

COPPA DEL MONDO

MADONNA DI CAMPIGLIO

AWARDS COMEBACK

JENS BYGGMARK E chi se non lui? Ottavo podio in carriera dopo un infortunio che gli ha fatto saltare la scorsa stagione. L’ultimo podio era del 2012. Un campione ritrovato.

ROOKIE

LA DELUSIONE

CALLE LINDH

PATRICK THALER

Ventunesimo, lo svedese classe 1990, dopo due anni tribolati causa infortunio, partendo dalla Coppa Europa, inizia a risalire la china anche in Coppa del Mondo.

Dal ’nonno’ ci si aspetta sempre di più e in Italia… peccato, sai che festa sarebbe stata a Campiglio!

LA SQUADRA

GERMANIA Primo e secondo. Un ‘vizietto’ al quale Felix e Fritz stanno iniziando ad abituarsi… Ma attenzione ai francesi, quattro nei quindici…

LE STIMMATE DEL CAMPIONE

FELIX NEUREUTHER 01 LETA AT

Terzo, secondo, primo. Questi, nell’ordine, i piazzamenti del tedesco nei primi tre slalom stagionali. Come a dire… sto arrivando. E pensare che aveva saltato l’opening di Soelden perché non ancora in forma. La vittoria di Campiglio, per la leggerezza e fluidità della sciata, unita al quinto posto nel gigante dell’Alta Badia il giorno prima, miglior risultato sta-

GENNAIO 2015

gionale, chiudono una due giorni da vertigini. Neureuther, figlio d’arte, dimostra di essere anche Un ragazzo simpatico, amante D un fuoriclasse. E della vita notturna e del E divertimento, ma anche atleta maturo, che sa L M ES spingere quando bisogna spingere. Dieci vittorie, otto in slalom, primo all time tra i tedeschi, per successi in Coppa del Mondo tra gli uomini.

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COPPA DEL MONDO

SANTA CATERINA VALFURVA

COPPA DEL MONDO SANTA CATERINA VALFURVA 28 DICEMBRE 2014 METEO NUVOLOSO

VENTO MODERATO

TEMPERATURA DELLA NEVE -11 °C

01. GANONG Travis

02. MAYER Matthias

03. PARIS Dominik

BUONA LA PRIMA, PERO’… Successo numero uno in carriera per l’americano Travis Ganog su quella che doveva essere una pista facile e invece si è rivelata una discesa di tutto rispetto. Soprattutto nelle prove perché la gara è stata accorciata di 22 secondi a causa del vento e, senza la parte iniziale, è diventata più banale Testo: Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia

i parte a quota 2.690, praticamente in un budello cieco, buio, con un destra sinistra che ti fa prendere velocità e ti immette nel Muro Sobretta, davvero un punto ripido. Poi due curvoni fondamentali da tirare: prima la Daytona e poi la curva Paravento dove è necessario fare le linee giuste per prendere velocità. C’è poca luce nella parte iniziale, si va veloce e bisogna rischiare, osare, fa la differenza chi ‘ha pelo’. Quindi il salto delle Reti, quello del Gallo ed ecco il tratto del Canalino dove in prova si sono toccati i 138 chilometri orari. Poi il Piano di Plaghera e un’altra curva importante, quella dello Skilift. Quindi la curva Gimondi e poi la zona nel bosco dove la pista gira ancora, fra queste la esse finale del Fank e la picchiata fino a quota 1.745 dove è posto il traguardo. Questa avrebbe dovuto essere la Deborah Compagnoni di Santa Caterina Valfurva, per la prima volta inserita nel calendario maschile a causa del forfait di Bormio. Una pista per donne che non ha per nulla sfigurato nell’unica prova disputata, entrando

GENNAIO 2015

FOTO: Zoom ©FISI/Pentaphoto

Nelle foto: in alto, Omar Galli e Tino Pietrogiovanna, direttore di gara e di pista, sopra, Deborah Compagnoni. A destra, dall’alto, l’esultanza di Dominik Paris e la carica di Christof Innerhofer. Nella pagina accanto, Travis Ganong

di diritto tra le libere più interessanti. Se… NEBBIA, VENTO E POLEMICHE Se il meteo non ci avesse messo lo zampino. Seconda prova annullata dopo che era stato dato il via regolarmente, con Marco Furli, giovane apripista, volato malamente (per fortuna senza gravi conseguenze a

parte un grande spavento e i controlli ospedalieri di routine). Troppa poca visibilità in alto. Poi, il ‘D-day’, gara ‘mutilata’, senza i 22 secondi iniziali, un tratto ripido e tecnico che costituiva proprio la principale novità. Risultato? Paradossalmente, come ha ammesso Dominik Paris, una pista anche più difficile perché per vincere bisognava andare sempre al limite. E spettacolo penalizzato per

Tweets and posts

Ralph Weber

One word: unbelievable!

Jared Goldberg

Sono appena arrivato a Santa Caterina. La discesa di Bormio dell’anno scorso sembra un po’ stretta ora. #protectourwinters

Werner Heel

Sempre belle le gare in Italia

TRAVIS GANONG

Santa Caterina Valfurva… abbiamo una nuova discesa per Natale!!

Marco Furli

appassionati e telespettatori. Il motivo? Vento in partenza. Come spesso accade, le voci sulla reale intensità del vento sono discordanti ma, come ha giustamente detto Gianluca Rulfi, responsabile dei velocisti azzurri, «la gara dura due ore e tutto può cambiare da un momento all’altro, la sicurezza va sempre al primo posto». La disputa di un’unica prova e l’abbassamento della partenza hanno però creato

2.61 la distanza in metri che separa Travis Ganong da Matthias Mayer sul traguardo

malumori e polemiche tra atleti, tecnici e appassionati. Ulteriori polemiche per alcuni salti smussati

e resi innocui. La parola d’ordine del Race Director FIS Markus Waldner è stata però proprio sicurezza. Sembra peraltro che siano stati gli stessi atleti, il giorno della gara, a non disprezzare la partenza più in basso dopo la trasferta nordamericana e la discesa in Val Gardena, molto stancante rispetto agli altri anni per il poco innevamento. Come dire: «siamo al limite, meglio non rischiare».

Dopo la caduta di ieri oggi sono praticamente come nuovo, solo qualche botta qua e là e un punto sul naso ma niente di più! Grazie a tutte le persone che mi hanno scritto e si sono preoccupate per me! Grazie davvero!

IL PUNTO DI MAURO PINI

Nelle foto: da sinistra, l’area di arrivo, Adrien Theaux all’estrazione pettorali, il vento che ha spazzato la parte alta della pista durante la ricognizione e il pubblico.

La vittoria dell’attitudine Sotto Natale l’attesa per il debutto di Santa tra gli uomini ha toccato livelli altissimi. Molti interpreti della velocità maschile sono giunti in alta Valtellina con quel fare da ‘spocchiosi’ e con poca voglia di gettarsi su una pista ‘fatta’ per le donne. Dopo la prima prova, come reazione alla sorpresa di avere trovato una pista complicata, molti hanno dovuto ammettere che vincere sulla Compagnoni non sarebbe stato facile. È vero, il meteo ci ha messo lo zampino: vento, nevischio e luce diffusa hanno reso più difficile il tutto. Inoltre la decisione di non partire in alto ha tolto molto pathos al tracciato e per certi versi complicato ulteriormente le cose. L’attitudine ha fatto la differenza, chi si è presentato a Santa Caterina con un approccio positivo, ha portato a casa un buon risultato; chi si è presentato con pregiudizi, se ne è andato con le pive nel sacco. La vittoria di Ganong è la conseguenza di quest’attitudine che gli americani portano con sé, condita da un ottimo momento di squadra. Bella e senza sfumature, ma soprattutto efficace la sciata dell’americano. La vittoria è andata a prendersela nell’unico punto della pista dove si poteva trovare qualcosa. Quella linea alta e perfetta nella traversa sul piede destro e la seguente entrata dai tempi lunghi nel curvone verso destra sono stati i punti chiave dove ha saputo fare la differenza. Ancora una volta l’omone Paris ha tenuto il passo... 56

Confinale ‘Casa Race’ A Santa Caterina Valfurva è stato l’Albergo Confinale ‘Casa Race’. Da Francesca e Roberto, che è stato skiman di Peter Fill, il posto ideale per chi vuole raccontare la gara e incontrare i protagonisti. La terrazza per le interviste proprio con ‘vista’ pista Deborah Compagnoni e le camere adibite a ufficio con una linea internet veloce per aggiornare, postare, scrivere. E il Confinale non è stata la nostra ‘sala stampa in seconda’, ma anche il luogo di incontro di tecnici e atleti che hanno scelto il caffè e le frittelle di Francesca per rigenerarsi e passare qualche minuto al caldo. www.confinale.it

LO YANKEE CHE NON TI ASPETTI, IL DOMME CHE TI ASPETTI Alla fine, su una pista nuova, provata solo una volta, l’ha spuntata uno alla prima vittoria. Non certo di primo pelo, visto che ha collezionato 70 pettorali, ha 26 anni e da tempo sembrava essere pronto per l’esplosione. Dopo il successo di Nyman in Gardena, ecco

i podi in Coppa del Mondo di Dominik Paris, 4 quelli nella stagione 2014/15

Travis Ganong a Santa Caterina, per un Natale che non poteva essere più ‘stars & stripes’. Ganong ha costruito il successo lungo tutto il tracciato ma

dove ha fatto la differenza è stato nella parte finale. «Ho fatto l’ultimo curvone veramente bene, praticamente perfetto, non credo che riuscirei a rifarlo così se riprovassi» ha ammesso al traguardo. Così Ganong ha avuto ragione per soli 9 centesimi del campione olimpico Matthias Mayer e per 21 di Dominik Paris, che in questo inizio di stagione così così, se si esclude il superG sulla

SANTA CATERINA VALFURVA

COPPA DEL MONDO

‘Gatto’ Gandolfi duro a morire

Marco Furli ‘ammaccato’ ma presente

Nelle foto: Dominik Paris ha conquistato un altro podio a Santa Caterina. A destra, il tedesco Josef Ferstl, primo nell’unica prova cronometrata disputata

Marco Furli è stata la vittima della seconda prova cronometrata, poi annullata per il vento. Il giovane dello sci club Lecco e del Comitato Alpi Centrali ha preso una raffica che è stata fatale anche perché in alto la pista è ripida ed era lucida per il ghiaccio. E caduto e si è preso una bella botta al viso con un conseguente trauma facciale. Per precauzione è stato trasportato all’ospedale di Sondalo per accertamenti ma, appena dimesso, si è catapultato ai piedi della Deborah Compagnoni in compagnia delle giovani azzurre Federica Sosio e Jasmine Fiorano per vedere i jet in azione. «Un giorno, spero il più presto possibile, sarò anche io con loro a confrontarmi. Magari su questa pista: credetemi, con la parte alta è sicuramente più affascinante».

Nel segno di Debby Pensi a Santa Caterina Valfurva e ti vengono in mente tre immagini: Deborah Compagnoni, naturalmente, oggi la pista porta il suo nome, e poi le gare femminili di due Mondiali di sci alpino, a vent’anni di distanza, 1985 e 2005. In un caso, ci piace ricordare la conferma, in discesa, della diciottenne svizzera Michela Figini, velocista sublime, oro iridato dopo quello olimpico a Sarajevo ’84 (nella foto il podio dei Mondiali 1985). E poi l’argento di Elena Fanchini, sempre in discesa, nel 2005, dietro Janica Kostelic, con dedica speciale per Marco Pantani.

Saslong, è quello che salva sempre la baracca. Mayer è apparso in netto recupero dall’infortunio pre-stagionale, anche se ha lamentato che la pista era «un po’ troppo aggressiva, veloce e sbattente». Paris invece, come altre volte in questo inizio di stagione, non ha fatto la discesa perfetta: qualche errorino, qualche sbavatura che però

non lo fanno scendere dal quarto podio stagionale. «Non mi aspettavo questo risultato, ma naturalmente volevo provarci, ho sciato sempre al limite, ho fatto qualche errore e quando sono arrivato al traguardo sono stato contento per la mia gara» ha detto Domme. Non si può dire lo stesso degli altri azzurri. Con ‘Inner’

Quando sembrava tutto finito, senza sbocchi, quando gli impiantisti bormini avevano ufficializzato che non avrebbero dato la Stelvio per la Coppa del Mondo, sembrava che per la BEST di Maurizio Gandolfi e del fedele braccio destro Elio Dei Cas non ci fosse più spazio. Ma ‘Gatto’ Gandolfi ha mille vite e altrettante idee e non molla così facilmente l’osso. Dal cilindro è sempre pronto a tirarti fuori il jolly che scombina carte e piani a tutti. FIS compresa. E sì, perché alla faccia dei ‘test event’ e della nuova linea di spettacolarità che Markus Waldner vuole imprimere alla discesa, la BEST ha proposto la libera sulla Compagnoni di Santa Caterina Valfurva ed è riuscita a fare passare la proposta in tempi velocissimi. E poi certo, grazie alla macchina organizzativa di Omar Galli e Tino Pietrogiovanna, e soprattutto alle indicazioni di Markus Waldner ed Hannes Trinkl, hanno innovato la parte alta della pista trovando anche spunti davvero tecnici e spettacolari. E a questo punto che dire di ‘Gatto’ Gandolfi: chapeau…

GENNAIO 2015

COPPA DEL MONDO

SANTA CATERINA VALFURVA

L’esigenza (giustificata) di Rulfi Gianluca Rulfi non si accontenta. È il gran capo del ‘dream team’, un team vincente, una squadra di riferimento, ed esige sempre il massimo dai suoi atleti. Sembra, a dire la verità, un po’ in controtendenza rispetto ai suoi colleghi delle altre discipline. Invece ‘Rulfus’ vuole di più. «Paris a parte, che tuttavia fa ancora troppi errori ed ha un margine pazzesco, gli altri fanno un po’ troppa fatica a primeggiare, non riescono a esprimersi

come possono - ha detto l’allenatore -. Innerhofer è stato penalizzato dalla Compagnoni mutilata. Mi aspettavo di più da Mattia Casse, Peter Fill ha fatto un errore sul piano e si è piantato, Werner Heel è in un periodo difficile, Silvano Varettoni le dà a tutti in allenamento ma in gara è irriconoscibile. Primo bilancio dopo quattro tappe? Discreto ma non benissimo. Si può e si deve fare meglio. Aspettiamo le classiche di gennaio».

Pedrini e Salvadori, facce da Compagnoni

Nelle foto: in alto, la parte superiore della pista, utilizzata solo in prova. Sopra, il francese Johan Clarey

GENNAIO 2015

debilitato dall’influenza (diciottesimo), un discreto Fill undicesimo, Marsaglia ventitreesimo, Heel ventottesimo, Varettoni trentaduesimo, Casse quarantesimo (in prova era stato undicesimo, pur essendo tra gli azzurri che non si erano allenati qui una settimana prima) e Buzzi quarantottesimo. Il fattore campo non è stato un vantaggio. La pista mutilata, se ha probabilmente favorito Paris, togliendo qualche curva tecnica, ha penalizzato altri. Però con i se e con i ma non si fa la storia. La notizia del giorno è la prima gara veloce senza Jansrud sul podio. Addirittura diciassettesimo il ‘vikingo’, più aggressivo nella parte alta e poi sotto

In partenza non ci sono stati solo atleti e allenatori, ma anche gli uomini del comitato organizzatore che da giorni erano intenti a presidiare la pista Compagnoni. Come per esempio Chicco Pedrini, il responsabile della sicurezza della pista. Si è preso cura di allestire tutto il materiale protettivo (reti, materassi, gonfiabili) in accordo con la FIS e in stretto rapporto con LISKI che ha fornito il materiale. Pedrini comandava una ‘scuderia di venti uomini’ che lavorano su questo aspetto e inoltre una decina di addetti al ‘colore’. Fra questi c’è Luca Salvadori, che pennella, disegna, delinea, la parte alta della Deborah Compagnoni. Un lavoro che sembra di secondo piano, ma che invece in termini di sicurezza è fondamentale.

Instant Replay Linea alta nella traversa sul piede destro e entrata dai tempi lunghi nel curvone verso destra del tratto finale: la manovra perfetta di Ganong.

i podi in Coppa del Mondo di Matthias Mayer

Un superG ad ampio raggio... parola di De Chiesa

SANTA CATERINA VALFURVA - ITALIA 28 DICEMBRE \\ DISCESA MASCHILE TRACCIATORE: H. TRINKL 1. GANONG Travis ��1:32.42 2. MAYER Matthias ��1:32.51 3.PARIS Dominik ��1:32.63 4 STRIEDINGER Otmar ��1:32.87 5 BAUMANN Romed �� 1:33.09 6 REICHELT Hannes �� 1:33.20

Alberto Beretta studia da presidente?

7 FERSTL Josef ��1:33.24

Nessuna traccia del presidente della Federazione Italiana Sport Invernali che invece è stato presente a tutte le altre gare italiane di Coppa del Mondo. A fare le veci del bolognese di Vidiciatico l’imprenditore lecchese Alberto Beretta, dalla scorsa primavera vice-presidente e consigliere federale più votato. Alberto, che è uomo di sport da anni visti i suoi impegni nel calcio, nel ciclismo e nello sci, essendo stato presidente ed ‘anima’ del Circolo Sciatori Madesimo, si trova a suo agio anche nel palcoscenico della Coppa del Mondo. Saluta tecnici e atleti, si confronta con organizzatori e sponsor. Sta studiando per diventare il numero uno di via Piranesi?

11 FILL Peter ��1:33.47

8 CLAREY Johan ��1:33.32 9 DEFAGO Didier ��1:33.40 10 WEBER Ralph �� 1:33.43 18 Innerhofer Christof �� 1:33.80 23 MARSAGLIA Matteo ��1:34.06 28 HEEL Werner �� 1:34.18 32 VARETTONI Silvano ��1:34.26 40 CASSE Mattia ��1:34.57 48 BUZZI Emanuele ��1:35.33

incapace di prendere il timone della gara. Succede, anche ai grandi campioni. Il posto lasciato libero da Jansrud nella top ten ha permesso al Wunderteam austriaco di costruire un piccolo capolavoro, con 4 atleti nei primi sei: Mayer, Striedinger, Baumann e Reichelt. Ma questa non è una novità…

Nella foto: al centro, il numeroso pubblico presente sulle tribune, complici anche le vacanze di Natale

Senza i 20 secondi iniziali, un carosello di picchiate, salti e tornanti da giramento di testa, lo spettacolo si è ridotto a una lunga serie di curve costellate di dossi, in verità apprezzabili dai tecnici più che da chi vorrebbe assistere a una gara di discesa! Il superG ad ampio raggio - non saprei definire diversamente questa inspiegabile declassazione della Deborah Compagnoni è stato vinto a sorpresa da Ganong, dall’anno scorso quasi stabilmente nei dieci in discesa con un solo acuto in Norvegia, forte di una condotta di gara regolare e solida, culminata nella curva d’immissione nei 400 metri finali in diagonale, il cosiddetto Fank, riuscendo a deformare il suo sci in un angolo a sinistra in pendenza a sfavore e a bruciare sul filo di lana il campione olimpico Mayer, nettamente al comando (41 centesimi) prima della tornata capolavoro dello yankee. Sul podio, per la quarta volta in questa stagione nella velocità, un fantastico Paris, sempre centrale e presente in ogni fotogramma di curva, pronto sui dossi. Lo aveva detto che avrebbe battuto Jansrud ma… pensando alla vittoria, non a una debacle del ‘vikingo’! Era da tempo che non si vedeva il norvegese così in difficoltà, fuori sincro sulle sconnessioni e discontinuo nelle conduzioni, addirittura quarantacinquesimo nei 16 secondi di bosco prima del Fank. Capita…

COPPA DEL MONDO

SANTA CATERINA VALFURVA

AWARDS

SI È SBLOCCATO

TRAVIS GANONG

LETA AT

Dopo il terzo posto l’anno scorso a Kvitfjell, ecco un decimo, un quinto a Beaver Creek e la D E SE vittoria a Santa Caterina quest’anno. Travis Ganong, uno degli esponenti della ‘nouvelle vague’ L M E americana della velocità sembra essere arrivato finalmente alla maturità sciistica. Anche lui non sfugge alla regola numero degli yankee on the snow, il divertimento: «La neve era perfetta oggi, era vero inverno. In Val Gardena c’era neve programmata, oggi siamo entrati nella stagione fredda, con neve gelida, veramente divertente da sciare».

ROOKIE

RALPH WEBER Primo piazzamento top ten (proprio decimo…) per lo svizzero già campione del mondo di superG e vice di discesa ai ‘Mondialini’ di Roccaraso 2012.

COMEBACK

ROMED BAUMANN L’austriaco, dopo l’ottavo posto nel superG gardenese, ottiene un quinto posto che dà fiducia.

IL FLOP

KJETIL JANSRUD D’accordo, non poteva continuare a salire sul podio, ma arrivare diciassettesimo per uno come lui…

LA SQUADRA

AUSTRIA Con quattro atleti nei primi sei non potrebbe essere diversamente…

GENNAIO 2015

COPPA DEL MONDO

DIARIO

DODICI GIORNI ‘ON THE ROAD’ Tra Coppa Europa e Coppa del Mondo, con poca neve, per documentare le imprese di ‘Domme’ e il successo organizzativo delle tappe italiane di Gabriele Pezzaglia

on è un’Olimpiade, non è un Mondiale, ma il ‘trasfertone’ italiano di Coppa del Mondo di sci alpino per un giornalista italiano di sport invernali rappresenta comunque un appuntamento davvero rilevante. Prima però, come ‘antipasto’, non potevamo non seguire e raccontarvi un appuntamento di Coppa Europa che, come ogni dicembre, transita sulle nostre Alpi.

LA KITZ DEL CIRCUITO CONTINENTALE Abbiamo scelto come destinazione Obereggen, denominata la ‘Kitzbuehel’ di Coppa Europa. Ed è proprio vero. Lo capisci già dalla ricognizione, dall’atmosfera che respiri in pista, dal livello tecnico indubbiamente alto che questo è un evento eccezionale per il circuito continentale. E poi ci siamo trovati davvero bene dal punto di vista organizzativo grazie alla disponibilità dell’ufficio marketing della località della Val d’Ega, coordinato da Thomas Ondertoller. Un po’ di professionalità nel nostro mondo anche in una rassegna non della massima serie! MARATONA LADINA Poi Gardena, la prima tappa del Circo bianco in Italia. Uno scenario particolare, quella lingua bianca in mezzo a un verde ancora autunnale, ma comunque gare ancora più spettacolare del solito proprio per le diverse condizioni del fondo a causa della penuria di neve. Il nostro ‘quartier

GENNAIO 2015

generale’: il Florian. La casa gestita da Maddalena e Armin è stata la nostra seconda sala stampa, anzi, a dire la verità la prima e siamo fieri di dirlo. Video in terrazza vista Saslong, linee internet più da States che da arco alpino, una hall punto di ritrovo per tecnici e atleti. Ed è al Florian che abbiamo costruito il ‘live’ per il sito e per queste pagine che state leggendo ora. Dopo la Val Gardena c’è… l’Alta Badia. Finita la discesa, una teoria di auto sale verso il Passo Gardena. Il sabato è stato il giorno più lungo. Si chiude una tappa e se ne apre un’altra subito a seguire. Se alle 16 sei ancora ad aggiornare il web a Santa Cristina, hai però la testa alla Gran Risa e all’estrazione dei pettorali che si materializzerà nel giro di poco più di due ore. Una maratona con il Mac in mano e la ‘chiavetta’ internet anche in auto e… ‘a tutta’ verso La Villa in Badia. Estrazione, presa di possesso della sala stampa (per fortuna l’accredito vale per le due tappe), aggiornamenti e, come sempre il sabato sera in Alta Badia, impossibile trovare un buco per cenare. Ma noi lo sappiamo e allora meglio fare qualche chilometro verso il fondo valle e preferire una semplice pizza a un piatto tipico ladino. Così almeno non si passa la notte in coda. Il tempo in trasferta è denaro e non puoi non corroborarti a dovere quando fai una maratona! La domenica è il giorno del gigante. Come sempre, quando ancora non c’è ancora la luce dell’alba, siamo già in pista per la ricognizione. Ma sulla Gran Risa, a differenza delle altre tappe, più che neve abbiamo trovato una lastra

continua di ghiaccio vivo. Si preannunciava spettacolo e così è stato. In serata, a evento concluso, ci siamo ‘sciroppati’ due e ore e mezza di auto per raggiungere la Val Rendena. E che spettacolo lo slalom di Madonna di Campiglio! NEVER ENDING DAY Giorno ‘eterno’ a dire la verità, perché parti con la sala stampa al mattino, la visita di rito all’albergo degli azzurri, in pista a vedere il riscaldamento dei ragazzi e la ricognizione già alle 15. Finisci in sala stampa a mezzanotte, ma queste giornate infinite le ricordi sempre, perché il susseguirsi di emozioni, immagini, colori di questo tipo e in questo scenario come è l’evento 3Tre lasciano il segno. Il soggiorno? Da Roberto Papa, il gran capo dello Sporting Campiglio, presso l’Italo. Natale a casa, ma un giorno, il 24. La notte insomma, il 25 pomeriggio si riparte alla volta della Valtellina. Discesa a Santa Caterina per chiudere il programma. NATALE AL MIRAMONTI L’ultima trasferta si è aperta con la ‘cena di Natale’ di Race ski magazine di rito al Miramonti Park Hotel di Bormio, da Dario Da Zanche. Poi a Santa abbiamo soggiornato al Confinale, da Francesca e Roberto. Altra sala stampa, altra terrazza con vista, questa volta, sulla Deborah Compagnoni, ideale per i video. E per festeggiare un altro podio di Dominik Paris, il terzo, dopo i due gardenesi, di questo infinito ‘corazziere’ della Val d’Ultimo!

Nelle foto: 01. Pez sulla Gran Risa con Dopfer; 02. I pass giornalisti; 03. Il Florian, casa Race in Val Gardena; 04. In auto verso lâ&#x20AC;&#x2122;Alta Badia; 05. Ricognizione in Gardena; 06. La cena di Natale al Miramonti di Bormio 10

Nelle foto: 07. Pez e Andrea in cabinovia a S. Cristina; 08. Pez con Giordano Ronci sulla seggiovia di Obereggen; 09. Thaler, Pez, Caselli, Razzoli e Del Dio a cena a Obereggen; 10. Il pass per lâ&#x20AC;&#x2122;accesso in pista sulla Gran Risa; 11. Il contingente azzurro a Obereggen

COPPA DEL MONDO

CORTINA

COPPA DEL MONDO CORTINA 16 GENNAIO 2015 DISCESA FEMMINILE 18 GENNAIO 2015 DISCESA FEMMINILE

01. FANCHINI Elena

02. YURKIW Larisa

03. REBENSBURG ViktORIA

19 GENNAIO 2015 SUPERG FEMMINILE

LA PIU’ VINCENTE DI SEMPRE Due vittorie a Cortina, 63 in carriera. Immensa Lindsey Vonn, che nella conca Ampezzana è entrata nella storia, superando Annemarie Moser-Pröll. Ma anche il ritorno di Elena Fanchini, il terzo posto di Daniela Merighetti: tanti spunti dalla tre giorni tra le Dolomiti di Gianmario Bonzi

dove cominciare? La nevicata e la nebbia non hanno fermato la storia, che a Cortina d’Ampezzo, tra il 16 e il 19 gennaio 2015, si è compiuta: Lindsey Vonn è diventata l’atleta più vincente dello sci alpino, al femminile, prima eguagliando e poi superando l’austriaca Annemarie Moser-Pröll, che portò a termine l’impresa in meno gare e senza l’ausilio dei superG, vincendo però, come l’americana, anche in slalom e gigante. In Veneto il cerchio si è idealmente chiuso, per l’ex signorina Kildow, che proprio sull’Olympia delle Tofane, 11 anni fa, aveva saputo conquistare il primo podio in Coppa del Mondo. Lindsey è stata il simbolo di questo sport nelle ultime dieci stagioni: già vincente a 19 anni, nella ‘sua’ Lake Louise, era considerata persino meno talentuosa, agli esordi, da molti addetti ai lavori, di Julia Mancuso, ma il palmarès delle due, oggi, non si può nemmeno confrontare.

FOTO: Zoom

GENNAIO 2015

©FISI/Pentaphoto Nelle foto: a sinistra, l’urlo liberatorio di Lindsey Vonn dopo la sessantaduesima vittoria, sopra, Elena Fanchini e, a destra, l’americana in azione nella discesa del 18 gennaio

Troppo sbilanciato verso la Vonn (di ori olimpici però se ne contano uno a testa..). Le vittorie in serie, lo star-system, la fama, i dollari, i sospetti, le cadute rovinose nelle prove della discesa olimpica di San Sicario 2006, il matrimonio naufragato con Thomas Vonn, il fidanzamento con la leggenda del golf Tiger Woods, reso pubblico proprio alla vigilia dei drammatici Mondiali di Schladming 2013, dove Lindsey

Tweets and posts Federica Brignone 01. VONN Lindsey

02. GOERGL Elisabeth

03. MERIGHETTI Daniela

I NUMERI DI LINDSEY VONN FINO A CORTINA IN COPPA DEL MONDO: 108 i podi: 63 vittorie, 29 secondi posti, 16 terzi posti 32 i successi in discesa libera 21 le vittorie in superG 3 le vittorie in gigante 2 i successi in slalom 5 i trionfi in combinata

01. VONN Lindsey

02. FENNINGER Anna

03. WEIRATHER Tina

Grande Elly!! @ FanchiniElena #vittoria #champ #cortina

Daniela Merighetti

Happy!!!!!!No words today....only smiles

Elena Fanchini Cortina Cinque torri

Johanna Schnarf

Grazie #funblubanna #cortina2015 #dhlions

Lindsey Vonn

Aaaaaahhhhhh I did it!!! Today was awesome! #sohappy #win62

COPPA DEL MONDO

CORTINA

GENITORI E PARENTI A Cortina ci si ritrova sempre tutti, come in una grande famiglia. Al completo. Del resto è l’unica tappa italiana di Coppa del Mondo, al femminile, anche se dal prossimo anno (per fortuna) cambieranno le cose. Merighetti, Fanchini e non solo: i parenti al completo, sorelle comprese, hanno

OLYMPIA DELLE TOFANE Qualcuno dice: nessuno al mondo è bravo come gli italiani a preparare le piste. A Cortina hanno fatto ancora una volta miracoli, senza sbagliare una mossa. Sabato 17 gennaio sulla Olympia sono caduti 50 centimetri di neve. E gli organizzatori hanno faticato un giorno per rimuoverne 60.000 metri cubi. Un lavoro pazzesco. Ripagato: lunedì 19 gennaio, con il superG, il panorama è stato mozzafiato, grazie al tempo e alle condizioni del manto. Quand’è così, provate a chiedere alle atlete di tutto il mondo qual è la loro tappa preferita, nel circuito… E poi il lungo weekend, 16-19 gennaio 2015 rimarrà nella storia, per quanto fatto da Lindsey Vonn. Se ne parlerà anche tra 100 anni…

GENNAIO 2015

fatto sentire la loro presenze alle atlete azzurre. Lindsey Vonn si è superata: al parterre c’erano la sorella, mamma Linda con nuovo compagno, papà Alan con nuova compagna (i genitori dell’americana sono separati) e, per il superG, mimetizzato seppur scovato dalle telecamere, anche Tiger Woods.

ha subìto l’infortunio più grave della carriera, il rientro affrettato, la doppia operazione al ginocchio, la redenzione. Avviata a Lake Louise lo scorso dicembre, completata a casa di Kristian Ghedina. Un’atleta, una macchina da business. CORTINA AMICA In questa stagione la fuoriclasse del Minnesota si era ‘limitata’ a vincere, a Cortina ha dominato come ai vecchi tempi, soprattutto nel superG posticipato a lunedì 19 novembre, dove ha compiuto la discesa perfetta per celebrare i 63 successi in Coppa del Mondo: giornata limpida, pista perfetta, neve compatta, discesa poetica. Lindsey ha una potenza nettamente superiore a tutte le avversarie, si trova per forza di cose bene sui piani e quando ci sono i curvoni lunghi da tirare ad alta velocità. In superG ha devastato la concorrenza nel tratto centrale del tracciato, prima e dopo la ‘Grande Curva’, pennellata. In fondo, tra Scarpadon e Rumerlo, i suoi ‘piedi’ hanno fatto la differenza.

Impressionante. A Cortina ha vinto 9 volte, quattro in discesa e cinque in superG. E non è finita. Dopo Lake Louise, è la sua pista preferita: perfetta, come ha ricordato lei stessa, per eguagliare e superare il record della Proell. Record che pareva essere diventato un’ossessione: la fidanzata di Tiger Woods sembrava sempre più tesa e nervosa con il passare delle settimane. In Val d’Isère è caduta quando la sessantaduesima vittoria era a portata di mano, a Bad Kleinkirchheim hanno annullato le gare, su una pista che però l’ha sempre respinta in passato, mentre nella prima discesa di Cortina, accorciata e in mezzo alla nebbia, ha «sciato da schifo», parole sue. La determinazione feroce, la voglia di vincere, la forza mentale sono i suo talenti. Dopo il doppio-trionfo, ha cambiato espressione: «Adesso mi sento più rilassata - chiosava al parterre di Cortina -. Nella prima libera avevo sciato da schifo, dovevo quindi concentrarmi per non cercare di ripetere certi errori. Da ora in poi avrò meno pressione, anche se la

Nella foto: Elena Fanchini esulta per la vittoria del 16 gennaio

Nella foto: Nadia Fanchini perplessa in ricognizione

CORTINA - ITALIA 16 GENNAIO 2015\\ DISCESA FEMMINILE TRACCIATORE: J.P. VUILLET 1 FANCHINI Elena ��1:09.53 2 YURKIW Larisa ��1:09.68 3 REBENSBURG Viktoria ��1:09.84 4 ROSS Laurenne ��1:09.87 5 FENNINGER Anna �� 1:10.11 6 KLING Kajsa ��1:10.14 7 MERIGHETTI DaniELA �� 1:10.16 8 MANCUSO Julia �� 1:10.28 8 SUTER Fabienne �� 1:10.28 10 VONN Lindsey ��1:10.41 le azzurre: 15 FANCHINI Nadia 1:10.58; 22 SCHNARF Johanna 1:10.94;

Nelle foto: secondo posto in superG per Anna Fenninger che ha però preso 85 centesimi dalla Vonn. A sinistra, i festeggiamenti per le 63 vittoirie dell’americana e Daniela Merighetti nella seconda discesa

Proell resta la più grande. Ma i suoi erano certamente altri tempi. Quella di Cortina, comunque, era la pista giusta per centrare questo record, perché è bella, divertente, con quei curvoni che mi piacciono tanto. Mi ha sempre stimolato». ITALIA Se la copertina, inevitabilmente, spetta a Lindsey Vonn, la ‘quattro giorni’ di Cortina, da venerdì 16 gennaio a lunedì 19 gennaio, con due discese (una recuperava quella annullata a Bad Kleinkirchheim) e un superG, ha rilanciato prepotentemente le quotazioni della squadra italiana, che si è stretta attorno a Elena Fanchini e dopo la sua vittoria ha macinato ancora risultati. Il responsabile del team, Alberto Ghezze, lo ripeteva da tempo: «Le ragazze valgono di più, molto di più di quanto mostrato». Questa volta alle parole sono seguiti i fatti. Nell’ordine. Discesa 1: Elena Fanchini prima, Merighetti settima con ‘tempo spinta’ rivedibile, altrimenti avrebbe chiuso terza; e Nadia Fanchini

32 STUFFER Verena 1:11.31; 36 MARSAGLIA Francesca 1:11.60; 39 CURTONI Elena 1:11.81.

CORTINA - ITALIA 18 GENNAIO 2015 \\DISCESA FEMMINILE TRACCIATORE: J.P. VULLIET

ISOLDE KOSTNER

1 .VONN Lindsey �� 1:39.61 2. GOERGL Elisabeth �� 1:39.93 3. MERIGHETTI Daniela �� 1:40.15

Nel presentare la tappa di Cortina, sul sito di Race Ski Magazine, avevamo pubblicato anche un video relativo al successo di Isolde Kostner in discesa, datato gennaio ’97, ex aequo con Heidi Zurbiggen. E proprio Elena Fanchini, venerdì mattina, dopo il suo trionfo in libera, il secondo in Coppa del Mondo, ha ricordato di essersi ispirata a una vittoria della grande gardenese, rivista il giorno prima su YouTube. Che fosse proprio quella gara? Isolde ha parlato al telefono per congratularsi con Elena e poi ha ricevuto un invito dalla bresciana: «Perché non vieni a vedere la seconda discesa?». Isi non se l’è fatto ripetere due volte: ha chiamato il marito, lasciato l’Hotel che gestisce a Santa Cristina, valicato i passi Gardena e Val Parola ed è piombata nell’Ampezzano!

4. FANCHINI Elena �� 1:40.38 5. MAZE Tina ��1:40.56 6. GISIN Dominique ��1:40.58 7. SCHNARF Johanna ��1:40.69 8. GUT Lara �� 1:40.81 9. ROSS Laurenne ��1:40.83 9. FENNINGER Anna ��1:40.83 le azzurre: 15 STUFFER Verena 1:41.29; 20 FANCHINI Nadia 1:41.62; DNF: CURTONI Elena e MARSAGLIA Francesca.

CORTINA - ITALIA 19 GENNAIO 2015 \\ SUPERG FEMMINILE Tracciatore: A. FUERBECK (GER) 1 VONN Lindsey �� 1:27.03 2 FENNINGER Anna ��1:27.88 3 WEIRATHER Tina ��1:27.95 4 MAZE Tina (SLO) �� 1:28.02 4 HUETTER Cornelia ��1:28.02 6 GUT Lara ��1:28.19 7 KLING Kajsa ��1:28.30 8 GOERGL Elisabeth ��1:28.60 8 FANCHINI Nadia �� 1:28.60 10 HOSP Nicole �� 1:28.92 le azzurre: 11 MARSAGLIA Francesca 1:29.22; 12 CURTONI Elena

finalmente ritrovata anche in libera. Discesa 2: per un po’ abbiamo sognato, con Merighetti e Fanchini in testa, la prima è stata al comando a lungo. Poi sono arrivate Vonn e

1:29.23; 25 STUFFER Verena 1:30.57; 28 BRIGNONE Federica 1:30.87; 33 HOFER Anna 1:31.43; 35 FANCHINI Elena 1:31.55. DNF: MERIGHETTI Daniela e SCHNARF Johanna

IL PUNTO DI MAURO PINI

Finalmente Prima di parlare dell’impresa della Vonn, che ha riscritto la storia dello sci, consentitemi di dire due parole sulle azzurre. Finalmente hanno dimostrato il loro valore. Si sapeva che sarebbero uscite, già a Bad Kleinkirchheim avevano dato segnali di ripresa. Era solo questione di tempo. Brava Elena Fanchini. Da qualche settimana la vedevo solida, sicura, convinta e ora la metto tra le favorite per i Mondiali. Mi ha fatto grande piacere vedere Dada Merighetti ancora sul podio come mi ha fatto ritornare con i piedi per terra in superG con quella caduta sintomo del suo fare grandi cose ma poi essere incostante. Bene anche la Marsaglia che in questa stagione non aveva fatto vedere tutto il suo potenziale. Che dire della Vonn. Più ancora della vittoria numero 62, ha impressionato quel suo vincere subito dopo il superG, perché se era un macigno quel record da raggiungere, lo era anche superarlo, e il giorno dopo… È stata bravissima a giocarsi quest’asso subito. Ora potrà concentrarsi sui Mondiali. Le altre? Male le svizzere, brava ma non bravissima la Fenninger. Mi sembra quella prima di Sochi, che non rischia oltre il dovuto, scia bene ma non spinge troppo. Vedremo cosa combinerà ai Mondiali, alle Olimpiadi le sue imprese sono già storia. Maze? Va a velocità di crociera verso la Coppa del Mondo.

Nella foto: Elena Curtoni con il dodicesimo posto in superG ha conquistato il miglior risultato stagionale

Goergl. Ma va benissimo così. Terza ‘Dada’, quarta ‘Elly’, settima Schnarf, che si qualifica per i Mondiali di Vail/Beaver Creek, quindicesima Stuffer. SuperG: tre nelle prime dodici posizioni. Bene, non benissimo, ma certo neanche male, anzi. Nadia Fanchini ottava, Francesca Marsaglia undicesima, al miglior risultato della carriera in superG, dodicesima Elena Curtoni, best stagionale. Morale: l’atteggiamento è sempre stato buono da parte di tutte, in gara, fin da inizio stagione. Ora forse le ragazze credono di più in sé stesse. L’aspetto più bello? Poco da recriminare, per Daniela, Elena, Johanna nella

seconda discesa: sono state pressoché perfette, semplicemente hanno trovato una manciata di atlete ancora più brave. Sentite ancora Alberto Ghezze: «Sto continuando a ripetere a tutte le ragazze che non sono inferiori a nessuno e adesso magari ci guarderanno con più attenzione, le avversarie. Stiamo mettendo fieno e risultati in cascina, c’è un atteggiamento positivo che fa ben sperare. Vedo anche che quando non vanno bene o non ottengono il risultato che sanno di poter raggiungere, si arrabbiano. E mi fa piacere, un bel segnale! La vittoria di Elena? Ci voleva, ma ci abbiamo

girato intorno, diciamo così, già a Bad Kleinkirchheim. A Cortina nella prima discesa potevamo anche piazzare tutte le atlete tra le 30 e per la seconda dico che se penso alla Stuffer mi arrabbio: Verena ha un potenziale enorme, ma ogni tanto se ne dimentica. Ha sciato alla grande nella parte alta della pista, al secondo intertempo era davanti alla Merighetti, poi ha cominciato a fare casino. Comunque, siamo un bel gruppo. Dobbiamo buttarci all’attacco, possiamo fare risultato sia in discesa che in superG. Sempre». Ci vorrebbe solo un podio anche per Nadia Fanchini, questo lo aggiungiamo noi…

LE GARE Prima discesa con partenza abbassata, per colpa della nebbia, fino al salto Duca d’Aosta. Meno velocità, niente ripido, niente salti. Impossibile sbagliare qualcosa, si vinceva alla grande ‘S’, dove Elena Fanchini è stata perfetta. E anche l’unica, tra le prime quattro, con pettorale superiore al cinque… Seconda discesa, dopo la grande nevicata, finalmente completa, dal Rifugio Pomedes. Ancora un po’ di nebbia, solo sullo ‘Schuss delle Tofane’, ma la visibilità peggiore l’ha trovata… Lindsey Vonn, che ha vinto! L’Olympia si conferma sempre la stessa: prima parte spettacolare, ma

non decide la gara, anche se si accumula tanta velocità. I curvoni centrali fanno la differenza, così come i dossi dello Scarpadon e l’ingresso al Rumerlo. Chi perde velocità lì, è fregato. SuperG: bella tracciatura, interessante l’ingresso alla ‘Grande Curva’, ancora di più i due ‘passaggi ciechi’ in fondo, alla ‘Zona del Rumerlo’. Tante uscite, fra tutte Rebensburg, che stava volando. Come in Val d’Isère. Ma vuol dire che le gare sono difficili da interpretare in superG, senza prove. Se i disegni sono questi, il superG può anche essere considerato la gara più intrigante.

CORTINA

COPPA DEL MONDO

AWARDS

ELENA FANCHINI

Su di lei trovate due pagine dedicate. Qui ci limitiamo a dire che è tornata a vincere in Coppa del Mondo a nove anni, un mese e 14 giorni di distanza dalla prima volta… e non è poco!

COMEBACK

LA SQUADRA

JOHANNA SCHNARF

ITALIA Una vittoria, un terzo posto, un quarto… e non solo. A Cortina. Le azzurre si sono sbloccate, dimostrando il loro reale valore, come l’allenatore Alberto Ghezze dice da tempo.

Rivede la luce dopo due operazioni al ginocchio destro e un calvario lungo due anni. Il settimo posto in discesa vale un biglietto per i Mondiali di Vail/ Beaver Creek.

ROOKIE

LARISA YURKIW Non più giovanissima, in realtà, mille infortuni alle spalle, la canadese, classe 1988, dopo essere già arrivata quarta nella prima discesa di Lake Louise, è andata a prendersi il primo podio della carriera. Ma è stata vera gloria? Scesa con il pettorale n.3, su pista decisamente accorciata, ha sfruttato la situazione. Domenica 18, con pettorale n.15, mentre Elena Fanchini si confermava tra le migliori anche sul tracciato più lungo, ha chiuso ventiquattresima a 2’’13 dalla Vonn…

IL FLOP

JULIA MANCUSO Ottava in una delle due discese. Per una come lei, a Cortina, quando l’amica-rivale Lindsey ha riscritto la storia dello sci, è poco...

GENNAIO 2015

MAGAZINE SHIFFRIN VA DA SOLA ‘Separazione consensuale’ tra Mikaela Shiffrin e il tecnico austriaco Roland Pfeifer, che con la diciannovenne di Avon ha vinto praticamente tutto tranne la Coppa del Mondo generale. La notizia era nell’aria da tempo, dopo le difficoltà di inizio stagione. Nell’ambiente si parla di dissapori tra Pfeifer e la madre di Mikaela, Eileen, che la segue come un’ombra. La notizia è stata comunicata ufficialmente dallo US Ski Team dopo lo slalom di Zagabria, vinto dalla diciannovenne con una manche tracciata dall’aiuto allenatore e preparatore atletico statunitense Luca De Marchi, ticinese. La responsabilità ad interim della squadra femminile di slalom è stata presa dal direttore tecnico di tutto lo sci alpino, Patrick Riml, assieme all’allenatore Gary Miller, vice di Pfeifer, e a De Marchi.

ANCORA GUAI PER SOFIA GOGGIA Non c’è pace, purtroppo, per la talentuosa, ma sfortunata, Sofia Goggia. Proprio quando stavano per arrivare tre tappe decisive per le velociste azzurre in vista dei Mondiali, Bad Kleinkirchheim, Cortina d’Ampezzo e St. Moritz, ecco che la ventiduenne di Bergamo Alta ha dovuto di nuovo fermarsi ‘ai box’. Dopo il primo allenamento a Santa Caterina Valfurva, a inizio gennaio, Sofia si è dovuta bloccare per i forti dolori avvertiti al ginocchio sinistro. Corsa a Milano, risonanza magnetica che ha evidenziato un corpo mobile che vaga per l’articolazione. «Forse dovrò essere operata per rimuoverlo, forse, invece, no. A breve lo staff medico valuterà l’entità di questa ennesimo ‘incidente di percorso’ e deciderà come intervenire. Nel frattempo cerco di stare tranquilla il più possibile…» ha detto Sofia.

GENNAIO 2015

I DOLORI DEL GIOVANE MARKUS E VAIL 2015 «Il test event è andato benissimo ma è stato a dicembre e quando il tempo è bello la Birds of Prey è una pista facile da gestire ma a febbraio potrebbero esserci nevicate abbondanti, per questo bisogna avere un piano B e anche un piano C». Parola di Markus Waldner. Il Race Director maschile della FIS ha così espresso le sue preoccupazioni per i Mondiali di VailBeaver Creek. Waldner fa affidamento sul team della località del Colorado che ha messo a disposizione ben 49 gatti delle nevi per le situazioni di emergenza. Tra le ‘sfide’ quella del team event sul quale il Race director punta molto: «Sarà un percorso degno del titolo, abbiamo anche previsto due salti lungo il tracciato».

R.I.P. RONNIE & BRYCE Si chiamavano Ronnie Berlack e Bryce Astie, avevano rispettivamente 20 e 19 anni. Erano due giovani sciatori statunitensi della squadra giovanile e sono morti sotto una valanga, mentre praticavano freeski, il 5 gennaio a

Soelden, in Austria, dove lo US Ski Team ha il suo quartier generale in Europa. Un lutto molto sentito dalla squadra che ha portato gli sciatori statunitensi a sciare con una fascia nera in segno di lutto a Zagabria.

INSTAGRAM AWARD ITALY Chi è lo sciatore azzurro più social su Instagram? I numeri dicono Innerhofer… e come potrebbe essere diversamente dopo due medaglie olimpiche? Però i numeri dicono anche che la popolarità su Instagram non è solo direttamente proporzionale alla fama sciistica ma anche alla simpatia e originalità delle foto inserite. Ecco dunque che al secondo e terzo posto ci sono Werner Heel e Matteo Marsaglia, tra i più attivi e, sorpresa, atleti giovani e fuori dalle nazionali come Gentilli, superano big del calibro di Nani e Simoncelli…

LINDSEY FRONT & BACK Non sarà Francesco Totti che si è fatto un selfie in campo dopo il gol nel derby di Roma, ma ecco una Lindsey Vonn insolita che si fa un selfie con la mucca vinta a Val d’Isère (pubblicata sull’account Instagram dei colleghi di Ski Racing) e nel selfie stesso. Diverse prospettive…

Christof Innerhofer 9721 Werner Heel 7266 Matteo Marsaglia 7083 Dominik Paris 6896 Luca De Aliprandini 6299 Federica Brignone 5800 Irene Curtoni 5262 Manuela Moelgg 4665 Peter Fill 4408 Daniela Merighetti 3204 Chiara Costazza 3069 Sofia Goggia 2974

TINA SUPERSTAR SULLA GAZZETTA DELLO SPORT Che Tina Maze sia un po’ anche italiana (per via del suo team guidato da Andrea Massi e con una lunga tradizione di allenatori italiani) è una verità acquisita. Così la slovena è entrata nel cuore dei tifosi azzurri, conquistando a fine anno il riconoscimento di ‘atleta internazionale dell’anno’ della Gazzetta dello Sport. A sceglierla sono stati proprio i lettori della ‘rosea’, che le hanno tributato molti più voti della tennista Serena Williams.

Nadia Fanchini 2832 Elena Curtoni 2805

BODE TRA PANCE E MONDIALI

Francesco Gentilli 2737

«Le pance sono divertenti, due sono meglio di una». Con questa foto, postata sul suo account Instagram il 4 gennaio, Bode Miller ha confermato che presto diventerà papà. La coppia aveva già ammesso di essere in dolce attesa a fine novembre e la nascita è prevista a maggio. Bode (37 anni) e Morgan (27) avevano già avuto un gravidanza non portata a termine e il campione statunitense è padre di una bimba di 6 anni e di un bimbo di 22 mesi nato dalla relazione con la modella ed ex-Marine Sara McKenna. La pancia non è l’unica notizia che riguarda i Miller: Bode a inizio gennaio ha infatti ammesso di avere rimesso gli sci in campo libero ma di essere ancora in difficoltà tra le porte. In dubbio tutte le grandi classiche di gennaio e soprattutto i Mondiali in casa. Senza rientro il ritiro potrebbe avvicinarsi. Lo statunitense avrebbe dovuto gareggiare a Wengen, ma ha fatto solo l’apripista con telecamera... Miller era stato operato alla schiena lo scorso 17 novembre.

Giovanni Borsotti 2310 Elena Fanchini 2152 Davide Simoncelli 2114 Cristian Deville 1961 Sabrina Fanchini 1642 Roberto Nani 1834 Michela Speranzoni 1599 Asja Zenere 1578 Giordano Ronci 890

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MAGAZINE

NICOLE, CHE SPAVENTO Una bella notizia arriva da Caspoggio, in Valtellina, e riguarda Nicole Agnelli, uno dei migliori talenti dello sci alpino femminile italiano. Caduta durante la prima manche del gigante di Aare, in Svezia, a inizio dicembre, la ventiduenne azzurra ha passato dei brutti giorni. Il peggio, per fortuna, è scongiurato. «Si tratta solo di una botta, ma nulla di più. Una microfrattura in realtà c’è, ma esisteva già, risale comunque allo scorso anno e secondo i dottori è dovuta alla crescita. Ora sono dolorante, ma per il resto è tutto ok». La sciatrice malenca è poi tornata in Coppa del Mondo a Kühtai.

POVERA JULIA Toglietemi tutto ma non il mio MacBook Pro. Potrebbe essere questa l’invocazione di una sfortunata Julia Mancuso che a Bad Kleinkirchheim, oltre ad avere preso sferzate di vento e a non avere gareggiato, è stata derubata del suo computer Apple. La stessa Julia ha spiegato così l’accaduto sul suo account Facebook, prontamente aggiornato nonostante il furto: «La scorsa notte qualcuno è entrato nella mia stanza e mi ha rubato il computer… mi ha fatto sentire violata e triste. Non tanto per la perdita ma per il modo in cui le persone trattano altre persone. Dobbiamo rispettarci… Esattamente un anno fa mi hanno rubato il telefono e qualcuno l’ha comprato su eBay tre mesi dopo… State attenti quando comprate online. Grazie alla polizia di Bad Kleinkirchheim». Il computer è stato poi localizzato tramite il programma ‘Trova il mio Mac’ a Zagabria…

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SLALOM ASSOLUTI NIENTE DA FARE Verranno probabilmente recuperati insieme ai giganti e alle gare veloci, tra il 24 e 28 marzo, gli slalom dei Campionati Italiani in programma il 29 e 30 dicembre a Tarvisio ma saltati a causa della mancanza di neve. I tricolori 2015 saranno organizzati dallo sci club 70 di Triste, sodalizio presieduto da Roberto Andreassich.

CANADESI DEL PIEMONTE Tre giorni di allenamento sulle piste di Artesina, nel Cuneese, lo scorso dicembre per la nazionale canadese. Avvenimento insolito ma fino a un certo punto, visto che i due tecnici piemontesi del team nordamericano, Max Carca e Paolo Deflorian, sono di casa sulle montagne monregalesi e così hanno organizzato una tre giorni di slalom per Phil Brown, Trevor Philp ed Erik Read.

GANONG & GAGNON DOPO IL RITIRO DI MARLIES SCHILD SONO LA COPPIA ‘GLAMOUR’ DELLO SCI DEL MOMENTO. STIAMO PARLANDO DELLO STATUNITENSE TRAVIS GANONG E DELLA CANADESE MARIE-MICHÈLE GAGNON. LO STATUNITENSE A SANTA CATERINA È SALITO PER LA PRIMA VOLTA SU PODIO E LA CANADESE È SEMPRE TRA LE MIGLIORI NEI RAPID GATES ED È STATA RECENTEMENTE NOMINATA ‘LANGE ICON’ CON UNA IRRESISTIBILE MISE ALLA CAT WOMAN CHE HA FATTO MOLTO DISCUTERE NELL’AMBIENTE. TRAVIS E MARIE SONO UNA COPPIA COLLAUDATA E… I LORO COGNOMI SONO L’ANAGRAMMA UNO DELL’ALTRO…

LUCA DE ALIPRANDINI STAGIONE FINITA Intervento chirurgico riuscito per Luca De Aliprandini. Il ventiquattrenne gigantista della Val di Non è stato operato per la lesione del legamento collaterale e anteriore a dicembre a Milano presso la clinica La Madonnina da Herbert Schoenhuber e da Andrea Panzeri. Intervento chirurgico riuscito, così ‘Finfer’ potrà tornare sugli sci a primavera inoltrata. L’operazione a causa di una inforcata che ha provocato i problemi al ginocchio durante una gara Nor-Am in Colorado. Per lui, però, stagione finita sul più bello.

Ha sicuramente una particolare passione per i suoi capelli e non disdegna le parrucche. La norvegese Lotte Sejertsed cambia spesso capigliatura e colore. All’inizio dell’anno ha stupito tutti con due ‘mise’ decisamente diverse e aggressive. Le foto sono state pubblicate sul suo account Instagram.

NEWS AL MONTE PORA LE FINALI DI COPPA EUROPA A Bergamo presso la sala comunale sono state presentate a dicembre le finali di Coppa Europa femminile di gigante e slalom che si disputeranno il 26 e 27 febbraio al Monte Pora, organizzate dallo sci club Radici in collaborazione con la società impianti Presolana Monte Pora. Si gareggerà sulla ‘Fausto Radici’, a cui è intitolata la manifestazione. Una conferenza stampa in ‘pompa magna’ per la presentazione della tappa in Val Seriana del circuito continentale, che ha visto la partecipazione, fra i tanti ospiti, sponsor e istituzioni, degli ex campioni Paolo De Chiesa, Piero Gros e Franco Bieler, protagonisti per tanti inverni in Coppa del Mondo.

MARC BERTHOD OPERATO AL GINOCCHIO Finale di anno da dimenticare per l’elvetico Marc Berthod. Caduto durante un allenamento di superG a Santa Caterina lo scorso 29 dicembre, è stato trasportato in elicottero a St. Moritz dove gli è stata riscontrata la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Operato a Rheinfelden, Berthod dovrà stare fermo almeno sei-otto mesi. Oltre alla rottura del crociato, sono stati riscontrati problemi al menisco e alla cartilagine. L’operazione è comunque riuscita.

BYE BYE SUSANNE Alla fine ha detto stop. Susanne Riesch, 27 anni appena compiuti, nativa di Garmisch-Partenkirchen come la sorella Maria, si è arresa alla sfortuna. L’esordio in Coppa del Mondo risale al 2006, a febbraio, a Ofterschwang. Già alla seconda gara, l’11 novembre 2006, a Levi, finisce addirittura quinta. Nel 2009-2010 la stagione migliore: il 13 dicembre sale per la prima volta sul podio ad Åre, oltretutto lo fa insieme alla sorella Maria, che è seconda alle spalle della francese Sandrine Aubert mentre lei è terza, piazzamento che ripete il 3 gennaio a Zagabria. Nel settembre del 2011, mentre si sta allenando in Cile, una caduta le procura la frattura la frattura della tibia, la rottura dei legamenti del ginocchio sinistro e la lesione del menisco. Non ha mai recuperato...

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LE GARE ITALIANE

QUALCOSA SI MUOVE NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ DELLA SQUADRA B MASCHILE, LE TAPPE ITALIANE DI DICEMBRE DEL CIRCUITO CONTINENTALE HANNO FATTO VEDERE QUALCHE TIMIDO SEGNALE. LA VERA NOTIZIA, PERÒ, È L’ORGANIZZAZIONE IMPECCABILE E LO SPETTACOLO DI PUBBLICO TESTO: GABRIELE PEZZAGLIA

foto: ralf brunel

icembre è il mese del grande sci. Non solo la Coppa del Mondo maschile, ma anche il calendario di Coppa Europa fa tappa sulle nostre montagne. Peccato che, anche se non proprio in maniera perfettamente coincidente, il periodo è il medesimo e l’attenzione inevitabilmente è indirizzata al massimo circuito. Ed è anche un peccato perché il calendario italiano di Coppa Europa è ricco di gare spettacolari e, udite udite, le uniche dove i tifosi partecipano all’evento. L’Italia cambia

‘condottiero’ dopo una stagione fallimentare e propone il carabiniere altoatesino Alexander Prosch a guidare le truppe. Le prime linee, che poi sono rappresentate inevitabilmente dagli atleti di Coppa del Mondo, sono sempre le stesse e sono comunque protagoniste. Le seconde linee invece, ossia lo sparuto gruppo della squadra B, la nazionale giovanile e i militari, stentano a lasciare il segno. Tuttavia qualche zampata riusciamo sempre a darla, ma la strada verso un gruppo solido e competitivo è stata solo appena intrapresa.

BALLERIN GRAFFIA A MAREO Qualcuno è capace ancora di lottare e mettersi in mostra, altri sembrano avviati al declino. Fra chi graffia ancora c’è il poliziotto Andrea Ballerin che ha chiuso al quarto posto il parallelo di San Vigilio di Marebbe. Prima una manche di slalom di qualifica che assegna i punti FIS, poi dai sedicesimi eliminazione diretta nel ‘gigantino’ parallelo con gli sci da slalom che assegna punti di Coppa Europa per i ‘rapid gates’. ‘Ballero’ si è fatto avanti fino alle semifinali e ha guadagnato una piazza

COPPA EUROPA

LE GARE ITALIANE

«CI VUOLE PAZIENZA, CI VUOLE UN PROGETTO» Se guardi il risultato delle quattro gare italiane di Coppa Europa non vedi un’atleta della squadra B o del team C nei primi trenta. Militari? A punti solo Andrea Ballerin, quarto, Michele Landini e Adam Peraudo comunque lontani dalle posizioni di vertice. Fallimento? Ecco il nuovo responsabile Alexander Prosch: «Non ci si inventa nulla. Fino a oggi è mancato un progetto. Non solo gli atleti della squadra C, ma anche quelli del gruppo Coppa Europa, non hanno mai fatto nemmeno una stagione intera nel circuito continentale. Vengono dai circuiti nazionali, non hanno esperienza internazionale e tantomeno ordini di partenza dignitosi per esprimersi. E, nonostante questo, ci sono ottimi segnali con Tommaso Sala e Simon Maurberger che iniziano a mettersi in mostra. Le altre squadre investono su un gruppo per un triennio, un biennio almeno, noi da troppi inverni mettiamo in discussione subito gli atleti e facciamo una giravolta di convocazioni che non ha mai prodotto un’ossatura valida per questo circuito, Investiamo su questi giovani, abbiamo almeno un po’ di pazienza».

Nelle foto: nella pagina precedente, da sinistra in senso orario, Riccardo Tonetti nel gigante di Carezza, miglior risultato in carriera, Tommaso Sala a Obereggen, dove ha chiuso la prima manche al quarantesimo posto con il pettorale 105, e Michele Landini a San Vigilio

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prestigiosa, anche se già a Obereggen deraglierà dopo il nono posto nella prima manche. San Vigilio ha laureato il norvegese Truls Johansen che ha sconfitto in finale lo statunitense A.J. Ginnis. PARALLELO, FORMULA CHE PIACE Giordano Ronci e Giovanni Borsotti sono stati eliminati per irregolarità in partenza, avendo sfiorato il cancelletto, altrimenti forse staremmo qui a raccontare tutta un’altra storia perché

avevano dimostrato di digerire bene questa formula. Il parallelo piace. E non solo ai tifosi che hanno raggiunto le nevi marebbane per godersi lo spettacolo in notturna, ma piace anche agli atleti, come hanno sostenuto all’unisono nel dopo-gara. OBEREGGEN, LA ‘KITZ’ DI COPPA EUROPA Neve molle o quasi assente, rinvii, polemiche, calendari mutilati. Ma la Oberholz di Obereggen non ha deluso nemmeno questa volta.

Lo speaker della Val d’Ega sembrava ossessionato nel ripeterlo: «Obereggen, la Kitzbuehel di Coppa Europa, la gara per antonomasia del circuito continentale, la vetrina migliore per i giovani per mettersi in mostra davanti ai big». Come dargli torto? Come sempre a Obereggen c’era tre quarti di primo gruppo di merito di Coppa del Mondo e i nostri ‘giovani leoni’ limitati già in partenza da pettorali proibitivi, Il pendio ha tenuto dignitosamente nonostante le ‘sciabolate’ di oltre cento concorrenti.

GROSS SI FA SPAZIO Se guardi il podio sembra proprio una gara di Coppa del Mondo. La Svezia comanda: Axel Baeck ci ha preso proprio gusto e bissa il successo dell’anno scorso, precedendo il compagno di squadra Markus Larsson. Stefano Gross ha recuperato, finendo terzo, dimostrando di essere competitivo e mettendo la prima pietra verso un grande recupero che si concluderà sul gradino più alto in Coppa del Mondo ad Adelboden tre settimane più tardi. Riccardo

Tonetti ha perso il podio dopo una sfavillante prima manche ma ha fatto segnare un ottimo quinto tempo. E gli altri italiani? Giordano Ronci ha fatto un passo indietro rispetto all’anno scorso. In Coppa Europa, elemento che si ripercuote nella massima serie, sembra meno fluido, impacciato, poco concentrato. Sarà la pressione, saranno le aspettative, sarà forse il caso, il momento, ma questa è la brutta copia di Giordà e il trentesimo posto di Obereggen lo dimostra.

GIUNGLA Dove sono tutti gli altri? Lottano, arrancano, si fanno spazio. Ognuno con la sua storia, i suoi obiettivi, la sua condizione. Nessuno sa fare la differenza, nessuno sfrutta un’occasione per mettersi in mostra per davvero, anche se è sbagliato non salvare nulla. Per esempio ci piace come scia il militare Michele Landini dell’Esercito, qualificato per i sedicesimi al parallelo a San Vigilio, che dopo aver chiuso intorno alla quarantesima piazza, nella prima

Nelle foto: alcuni momenti dello spettacolare City Event di San Vigilio, vinto dal norvegese Truls. Nelle immagini grandi, Andrea Ballerin, quarto, e Giovanni Borsotti

COPPA EUROPA

LE GARE ITALIANE

manche è uscito ma ha dimostrato di avere capito il giusto atteggiamento. Ci piace un Giovanni Borsotti, punto fermo in gigante in Coppa del Mondo, che quando è uscito nella seconda viaggiava sui tempi di Baeck. E ci piace l’azzurrino Tommaso Sala che in slalom non fa conti, sconti e non si fa paranoie, attaccando con una semplicità disarmante.

Nelle foto: Sopra, segnali confortanti già a Obereggen per Stefano Gross. A destra, il norvegese Rasmus Windingstad nel gigante di Carezza, a sinistra, lo svedese Axel Baeck. Nelle foto piccole in alto a destra, Luca Riorda a consulto con Alexander Prosch e Giordano Ronci a Obereggen. Nelle pagine seguenti, da sinistra in senso orario: Guglielmo Bosca, Riccardo Tonetti e Stefano Baruffaldi

CAREZZA SOSTITUISCE POZZA Intanto le gare di Pozza sono state ‘traslocate’ a Passo Carezza: niente Alloch insomma, ma gigante e slalom sulla Pra di Tori. L’organizzazione, sempre griffata Ski Team Fassa, macchina da guerra sicuramente rodata ad allestire manifestazioni di alto livello. In gigante brilla per regolarità il norvegese Rasmus Windingstad. Quinto, secondo e ora sul gradino più alto del podio: la Coppa Europa è sempre più un circuito dove il livello cresce e non si inventa

‘GIOVI’ LO ZINGARO Vivere la Coppa Europa vuol dire stare con i ragazzi. Vivere la squadra, partecipare anche ai momenti non tradizionali della competizione. Anzi, forse di più nel circuito continentale, perché, senza ‘riflettori’, ci sono meno notizie, meno curiosità, meno novità. E allora ci siamo rifugiati al Cristal, l’albergo della formazione azzurra a Obereggen da sempre. Abbiamo incontrato Giovanni Borsotti. ‘Giovi’ quest’anno rappresenta la figura del ‘nomade’ ancora in maniera più eloquente. Gira fra Coppa Europa e Coppa del Mondo, fra gigante e slalom, fra allenamenti e gare. Cambia staff, punti di riferimento, tipologia di allenamento. Per questo in albergo è il primo, quando ha un momento libero, a rifugiarsi in camera. Così si ritaglia un po’ di vita normale, naviga in internet...

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TOMMY SALA, LA MENTALITÀ È QUELLA GIUSTA Quarantesimo dopo la prima manche con il 105! Mica male Tommaso Sala, l’azzurrino del ‘95, che nello slalom di Obereggen si è messo davvero in mostra. Ma lui non si accontenta della bella frazione, perché nella seconda è deragliato dalla Oberholz. Però non vede il bicchiere mezzo pieno, anzi. «Peccato, queste sono occasioni da sfruttare - ha detto -. Il più era fatto, con un pettorale assurdo mi ero comodamente qualificato. Sono arrabbiato, anche se so di avere il colpo in canna». La giusta mentalità, altro che accontentarsi a diciannove anni...

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COPPA EUROPA

LE GARE ITALIANE

A LEZIONE DAI GRANDI Li copiano, li ascoltano, li osservano. In ogni dettaglio e in ogni mossa, in ogni situazione e momento. Le gare di Coppa Europa in Italia sono un bel confronto fra i nostri big che si misurano in Coppa del Mondo e gli azzurri della squadra nazionale giovanile. In partenza, in ricognizione e anche al bar: ogni momento è buono per stare con i ‘grandi’. Federico Liberatore e Pascal Rizzi, il primo della squadra C e il secondo del Comitato Trentino, anche se tesserato con le Fiamme Gialle sembrano in religioso ascolto mentre trascorrono al bar il tempo fra la ricognizione e la prima manche. Anche questo è ‘vivere’ la Coppa Europa.

ITALIANI ALL’ESTERO C’è sempre tanta Italia nelle compagini straniere, non solo nella massima serie, ma anche in Coppa Europa. Nella ‘start area’ della Oberholz abbiamo incontrato due conoscenze del giro azzurro. C’è Paolo Ferrari, milanese di Sesto San Giovanni ma ‘trapiantato’ in Val di Fassa che ha seguito sempre Capitan Futuro. Infatti dal gruppo Coppa Europa è passato a fare lo skiman con i giovani finlandesi. E poi ecco il lecchese Nicolò Concari (nella foto). È cresciuto all’ombra di Giorgia Rocca, poi l’esperienza con Daniela Merighetti ed Elena Curtoni, quindi Massimiliano Blardone (in linea con i suoi colleghi è durato un anno solo!) e ora eccolo ad affilare le lamine ai giovani statunitensi.

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nulla. Sempre meno ‘meteore’, sempre meno sorprese e anche la due giorni di Carezza ha sottolineato questo aspetto. In gigante Riccardo Tonetti è da applausi. Sesto posto e miglior risultato in questa disciplina: è proprio lui l’eccezione che conferma la regola. Davanti ci sono i ‘soliti’: Thomas Tumler, Domink Schweiger, Roland Leitinger, Gino Caveziel. E poi Phil Brown, Marcus Monsen, Samu Torsti, Elia Zurbriggen: questi ultimi non nelle primissime posizioni come nelle gare di Levi ma comunque protagonisti. AZZURRI, DEBACLE GIGANTE Il gigante di Carezza mette in luce tutte le nostra difficoltà. Non solo i Giovani, aspetto più spiegabile, ma anche quelli che devono sfruttare ogni occasione tribolano. Ci sarà ancora un altro treno per Adam Peraudo, Marco Manfrini - il migliore, trentaduesimo - Andrea Ballerin, Stefano Baruffaldi, Pietro Franceschetti, Guglielmo Bosca & co? Certo che la programmazione superficiale e i pochi progetti del passato hanno creato situazioni difficili da gestire. O si investe veramente o è meglio non illudere più nessuno.

LA PRIMA VOLTA DELLO SLALOM IN TRE MANCHE Per la prima volta lo slalom è stato disputato in tre frazioni. Prima una manche con tutti gli iscritti: si qualificano i primi trenta che si confrontano in una manche con l’ordine di partenza della prima frazione. Nella terza ecco i primi quindici, partono invertiti. «Formula spettacolare se adottata in Coppa del Mondo, in Coppa Europa è un po’ limitante per i più giovani che fanno fatica a inserirsi nei primi trenta per la seconda manche» ha sintetizzato le impressioni di diversi allenatore il ‘nostro’ Luca Vuerich. SLALOM: ANCORA SVEZIA, ANCORA GROSS Come a Obereggen anche a Carezza è andato in scena lo stellare match fra Svezia e Italia. Vince ancora la compagine scandinava con Matthias Hargin e Stefano Gross secondo a quattro centesimi. Giuliano Razzoli tira fuori due manche finalmente ‘cattive’ e chiude settimo, mente Cristian Deville termina undicesimo e dimostra di essere ancora ‘vivo’. Riccardo Tonetti discreto quindicesimo e gli altri azzurri ancora attardati e fuori dai giochi dopo la prima manche.

SAN VIGILIO - ITALIA

1. JOHANSEN Truls �� 2. GINNIS AJ �� 3. RYDING Dave �� 4. BALLERIN Andrea �� 5. WIESER Manuel �� 5. BONVIN Anthony �� 5. STRICKER Martin �� 5. BUFFET Robin �� 9. GASPOZ Vincent �� 9. ENGEL Mark �� 9. MATT Michael �� 9. RIZZO Maxime �� 9. BORSOTTI Giovanni �� 9. PALONIEMI Santeri �� 9. RASCHNER Dominik �� 9. DIGRUBER Marc �� Gli azzurri: 17 Ronci Giordano - 17 Landini Michele - 17 Peraudo Adam

OBEREGGEN - ITALIA

17 DICEMBRE 2014 \\ SLALOM MASCHILE 1. BAECK Axel �� 1:21.24 2. LARSSON Markus �� 1:21.59 3. GROSS Stefano �� 1:21.69 4. RYDING Dave �� 1:21.76 5. TONETTI Riccardo �� 1:21.89 6. ZENHAEUSERN Ramon �� 1:22.13 7. NORDBOTTEN Jonathan �� 1:22.31 8. HARGIN Mattias ��1:22.37 9. SOLEVAAG Sebastian-Foss �� 1:22.44 10. HOERL Wolfgang �� 1:22.48 Gli azzurri: 30 Ronci Giordano 1:25.45. - 39 Peraudo Adam 1:27.59 40 Baruffaldi Stefano 1:28.36 - 41 Riorda Luca 1:28.53

✔ Il prImo attacco dI sIcurezza nel bastone da

CAREZZA - ITALIA

18 DICEMBRE 2014 \\ GIGANTE MASCHILE

scI – tecnIca chIara ed effIcace con brevetto ✔ Ideale trasmIssIone della forza ✔ comfort perfetto

1. WINDINGSTAD Rasmus ��1:53.67 2. TUMLER Thomas ��1:53.93 3. SCHWAIGER Dominik ��1:54.18 4. LEITINGER Roland �� 1:54.58 5. CAVIEZEL Gino �� 1:54.94 6. TONETTI Riccardo �� 1:54.96 7. BROWN Phil �� 1:54.97 8. STRASSER Linus �� 1:55.03 9. MEILLARD Loic �� 1:55.07 10. MONSEN Marcus �� 1:55.12 Gli altri azzurri: 13 Eisath Florian 1:55.26. - 32 Manfrini Marco 1:56.77 35 Peraudo Adam 1:56.92. - 36 Ballerin Andrea 1:56.93. - 53 Sala Tommaso 1:59.97

CAREZZA - ITALIA

1. HARGIN Mattias �� 52.47 2. GROSS Stefano �� 52.51 3. YULE Daniel �� 52.83 4. BRANDENBURG Will �� 53.04 5. LINDH Calle �� 53.25 5. STRASSER Linus �� 53.25 7 RAZZOLI Giuliano �� 53.29 8 SCHMIDIGER Reto �� 53.31 9 RYDING Dave �� 53.32 10 LARSSON Markus ��53.41 Gli azzurri: 11 Deville Cristian 53.46 (tempo 3 manche) 15 Tonetti Riccardo 53.72 (3 manche) - 27 Thaler Patrick 44.36 (1 manche)

19 dicembre 2014 \\ SLALOM MASCHILE

COPPA EUROPA

LE GARE ITALIANE

LE DONNE VANNO ALL’ATTACCO TESTO: GIANMARIO BONZI

foto: courthoud photo

LA SOLITA PICHLER, UNA JASMINE FIORANO A TUTTA, PIROVANO IN CRESCITA: SONO QUESTI GLI SPUNTI DELLA DUE GIORNI DI VALTOURNENCHE DOVE SI È IMPOSTA LA SVEDESE STAALNACKE. E L’ORGANIZZAZIONE ITALIANA, CHE HA RECUPERATO A TEMPO DI RECORD LE GARE DI COURCHEVEL E DI ANDALO

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Coppa Europa femminile approda per la prima volta in stagione in Italia, non ad Andalo-Paganella, come inizialmente previsto (tappa saltata per mancanza di neve), ma a Valtournenche, località valdostana lesta a cogliere l’opportunità di organizzare due giganti (uno recuperava Courchevel) esattamente come nel 2011. Occasione interessante, sia per la presenza di tante atlete di Coppa del Mondo (Bertrand, Barioz, Barthet, Swenn-Larsson, Eklund, Thalmann, Saefvenberg, Duerr, Hronek, Bassino alcuni nomi) sia perché il contingente azzurro raddoppia in casa, passando da dieci a venti atlete schierabili in gara. Il gruppo ha voltato pagina dopo i trionfi proprio di Marta Bassino (oro mondiale jr. in gigante) e Nicole Agnelli (posto fisso in Coppa del Mondo), salite in squadra A. Ora c’è un nuovo condottiero: Devid Salvadori. Prima dell’infortunio al menisco, si puntava su Karoline Pichler per vincere subito, ora rimane il rilancio di Cillara Rossi e Sosio (tutte atlete classe 1994) e poi tante giovani da scoprire o svezzare, squadra C compresa. Per qualcuna, è comunque l’ultima chiamata, o quasi, per altre è l’occasione per un’utile esperienza. In più, ecco la nutrita presenza di atlete fuori squadra che si giocano ancora qualche chance. La ‘capitana’ Pichler si dimostra all’altezza della situazione, per il resto qualcosa si muove, ma alle più giovani serve tempo per crescere.

SICUREZZA PICHLER La due giorni sulla ‘Emile Noussan’, con condizioni completamente diverse, nebbia nel primo caso, sole nel secondo, regala la solita certezza al team azzurro: Karoline Pichler. Sarebbe stata pronta a lottare per la classifica di specialità in gigante e anche, perché no, generale in Coppa Europa, con obiettivo ovviamente il posto fisso in Coppa del Mondo, se non si fosse rotta il menisco a gennaio. Due volte seconda, sempre in rimonta, con manche all’attacco, senza paura, con grinta e voglia di andarsi a prendere il risultato, qualsiasi tipo di

CILLARA ROSSI, BEN TORNATA! Classe ’94, cittadina, genovese come Camilla Alfieri, suo idolo, agonisticamente cresciuta a Clavière, in Alta Val di Susa, allenata dal papà come i fratelli più grandi Nicolò e Virginia, talento precoce, predestinata, entrata in Nazionale giovanissima, poi rimasta fuori dal giro azzurro e rientrata un anno fa grazie al Grand Prix. Insomma, su e giù dalle montagne russe dello sci agonistico, storia già vista e rivista con tante atlete, ma sempre d’attualità. Valentina Cillara Rossi, classe ’94, un talento anche artistico, che sugli sci sembrava invece essersi un po’ persa, si è ritrovata e ha iniziato bene la stagione tra le porte larghe in Coppa Europa: «Sono molto contenta per l’inizio - ha detto -, ero sempre qui a provarci, ormai da anni, senza mai riuscire a combinare nulla di buono. Però mi sono detta: questa deve essere LA stagione, quella della svolta, a 20 anni. Se non va… meglio tornare a casa! Dopo un anno fuori squadra, oggi dico: meno male! Mi è servito. Entri in nazionale giovanissima, ti sembra tutto bello, comodo, gli skimen ti preparano gli sci, non ti manca niente, è una favola. Poi, quando sei fuori, capisci tante cose, giri da sola, ti paghi alcune spese… Devo dire grazie al mio Gruppo Sportivo, le Fiamme Gialle: mi sono allenata davvero molto con loro quest’estate. Adesso penso solo alla Coppa Europa, ma l’obiettivo resta l’approdo in Coppa del Mondo. Bisogna crederci, perché l’atteggiamento fa la differenza nel nostro sport».

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LE GARE ITALIANE

Nelle foto: nella pagina precedente Laura Pirovano in azione e Karoline Pichler. A lato, da sinistra in senso orario, la svizzera Wild, la svedese Staalnacke, doppia vincitrice, e Karoline Pichler, due volte seconda e, purtroppo, successivamente infortunatasi al menisco

DIFFERENZE La Coppa Europa offre sempre spunti interessanti. Uno su tutti: si respira ancora quell’aria di spensieratezza e divertimento che inevitabilmente si trova meno in Coppa del Mondo, dove posta in palio, pressione, aspettative sono ben diverse. Certo, le differenze sono anche tante: mancano completamente media e pubblico, le piste sono più facili, ma la diversità sta soprattutto nella preparazione: in Coppa Europa non si barra praticamente più, le ragazze corrono su un manto ben diverso da quello che poi troveranno nel circuito maggiore.

GLI SKIMEN La skiroom del Tourist Hotel era un locale molto ampio, perfetto per le esigenze di Eros Belingheri (squadra ‘B’, cura gli sci di Federica Sosio, Roberta Melesi e Nicole Delago), Marco Sberze (squadra ‘B’, segue Karoline Pichler, Valentina Cillara Rossi, Verena Gasslitter), Daniele Simoncelli (squadra ‘C’, segue Jole Galli, Laura Pirovano, Jasmine Fiorano e Roberta Midali) e Pietro Semerìa (anche allenatore, squadra ‘C’, cura gli sci di Martina Perruchon e Tatiana Nogler-Kostner). Colonna sonora, per tutti, hard-rock, con gli Ac/Dc che vanno per la maggiore. DJ: Eros Belingheri.

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neve si trovi sotto gli sci. Oltretutto, tra le prime, era ancora la più giovane, in Valtournenche. Ci piace anche il fatto che non sia rimasta del tutto soddisfatta di entrambi i podi, perché ormai ha una mentalità vincente e dopo il doppio trionfo di Hemsedal avrebbe voluto di nuovo assaporare la gioia del primo posto. È pronta per la Coppa del Mondo, sinceramente, ma è giusto che concluda l’esperienza nel circuito continentale facendo un passo alla volta. E ci è sembrata una vera leader a bordo pista: consigli, incitamenti, sorrisi, una pacca sulle spalle in caso di risultato negativo, una parola per tutte le compagne, che la vanno a cercare e la vedono ormai come un punto di riferimento. «Non sono contenta della mia sciata, ma dei podi sicuramente sì» il suo commento in sintesi. SPUNTI Ylva Staalnacke, vincitrice di entrambe le gare (arriva a quota tre successi nel circuito) è però un mistero: la svedese, classe ’92, ha conquistato lo scorso hanno la classifica di gigante in Coppa Europa, vanta quindi il posto fisso in Coppa del Mondo, ma se qui, nel Vecchio Continente, domina o quasi, mostrando una sicurezza invidiabile, di là, dove conta di più, non sfonda:

15 gare, mai una qualifica. A 22 anni, e con una concorrenza tremenda in casa, deve darsi una mossa nel circuito maggiore. La vera sorpresa del doppio appuntamento valdostano ci è sembrata, sinceramente, Simone Wild: svizzera, classe ’93, è vero, ma con molta meno esperienza internazionale rispetto a Staalnacke, ha un bel ‘piede’, come si dice in gergo, ed è stata capace di vincere entrambe le manche d’apertura, per poi tirare un po’ il freno a mano per guadagnare punti FIS importanti nelle seconde metà di gara, chiudendo sesta e quarta. Nona ai Mondiali jr di Jasna 2014 in gigante, da questo momento in poi vedremo quanto varrà veramente. Dispiace per Marta Bassino, scivolata via due volte su due, nella seconda manche in un caso (dopo il quinto posto provvisorio), nella prima nell’altro, quando stava andando molto bene. La diciottenne piemontese era ovviamente arrabbiata con se stessa, ma non troppo scossa. Deve solo recuperare un minimo di fiducia dopo tante uscite tra Coppa del Mondo, Nor-Am Cup e circuito continentale, ma continua a mettere in mostra la sua grande velocità di percorrenza in curva. Arriverà, non temete. A seguirla, mamma, papà e nonno, che si è detto simpaticamente responsabile della «passione per lo sci in famiglia».

Leader nella Tecnologia al Servizio della Sicurezza

VALTOURNENCHE - ITALIA

18 DICEMBRE 2014 \\ GIGANTE FEMMINILE 1. STAALNACKE Ylva ��2:06.72 2. PICHLER Karoline ��2:06.75 3. HAASER Ricarda �� 2:06.94 4. SOPPELA Merle �� 2:08.31 5. SANDRAZ Morane ��2:08.36 6. WILD Simone �� 2:08.55 7. KAPPAURER Elisabeth ��2:08.98 8. CILLARA ROSSI Valentina ��2:09.35 9. ROBNIK Tina �� 2:09.62 10. KRYUKOVA Kristina ��2:09.66 Le azzurre: 11 Fiorano Jasmine 2:09.72 - 25 Gasslitter Verena 2:11.17 25 Hofer Anna 2:11.17 - 34. Midali Roberta 2:12.78

Ti piacciono le invenzioni che ti semplificano la vita?

VALTOURNENCHE - ITALIA

19 DICEMBRE 2014 \\ GIGANTE FEMMINILE 1. STAALNACKE Ylva �� 2:01.93 2. PICHLER Karoline ��2:02.05 3. BERTRAND Marion �� 2:02.39 4. WILD Simone �� 2:02.42 5. ORTLIEB Nina �� 2:02.48 6. THALMANN Carmen �� 2:02.51 7. BARIOZ Taina 1988 �� 2:02.88 7. SANDRAZ Morane �� 2:02.88 9. ZELLER Lisa-Maria ��2:02.92 10. EKLUND Nathalie �� 2:02.96 10. KAPPAURER Elisabeth �� 2:02.96 Le azzurre: 21 Cillara Rossi Valentina 2:03.56 - 23 Fiorano Jasmine 2:03.73 - 25 Hofer Anna 2:03.87

VALTOURNENCHE Organizzazione bravissima a cogliere l’attimo, eccellente, affidata al Club de Ski Valtournenche del direttore tecnico (e allenatore) Manuel Carrozza, con un passato da atleta Nazionale (discesista), anche in Coppa del Mondo. La pista ‘Emile Noussan’ è stata ‘trasformata’ al meglio, per quanto fosse possibile. Giorni di lavoro con acqua e sale per indurire il manto, operazione riuscita, prima che le ultime nevicate scaldassero un po’ la neve in superficie. Pista di medio livello, con un piano iniziale, un muretto centrale ripido, ma abbastanza breve, e poi un altro lungo piano, alla fine, con qualche dosso traditore. Neve ‘aggressiva’, non facile da interpretare.

I nuovi puntali di Fatica: -90% Tempi di tracciatura: -50% Peso: -35% L’evoluzione della specie SPM S.p.A. Via Provinciale, 26 - 21030 Brissago Valtravaglia (Varese) Telefax +39 0332 57.61.68 coms@spmspa.it - www.spmspa.it

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COPPA EUROPA

LE GARE ITALIANE

ITALIA-FRANCIA 3-0 La vigilia scorre via tranquilla per le ragazze azzurre della squadra ‘B’ e ‘C’: un po’ di ‘forza’ in palestra e poi una sfida a volley con le ‘colleghe’ francesi, vinta dalle azzurre anche se (non ce ne vogliano…) con una pallavolo rivedibile, da una parte e dall’altra. Tecnicamente molto meglio, invece, il successivo match Italia-Francia tra allenatori, preparatori atletici e skiman, con gli azzurri in bello spolvero e nettamente vincenti, per 3-0 (secco)... Risate, sfottò e poi cena.

PAROLA A DEVID SALVADORI

NASCITA E RINASCITA Qualcosa si muove, anche per le più giovani, in casa Italia. Di Valentina Cillara Rossi parliamo a parte, ma la genovese centra il suo miglior risultato in Coppa Europa, in gara 1. Chiaro, deve essere solo un punto di partenza. Jasmine Fiorano è la vera, importante novità azzurra che splende in Valtournenche: dopo due stagioni perse per infortuni, la valdostana classe ’95, un sorriso che conquista, mostra classe da vendere nel primo gigante, scendendo per prima in mezzo alla nebbia della seconda manche (dunque da trentesima) e rimontando 19 posizioni, con pettorale 52, finendo undicesima: miglior risultato della carriera. Con coraggio. È una che porta a casa il risultato: in Coppa Europa ha esordito solo lo scorso 1 dicembre 2014 e nelle prime 11 gare disputate, 6 in gigante, 5 in slalom, è andata a punti otto volte, per più della metà con pettorali molto alti, superiori al 50! Da tenere d’occhio in chiave discipline tecniche.

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ITALIA Per il resto, le ragazze della ‘C’ devono abbassare i numeri di partenza, al momento ancora troppo alti. Qualcosa di buono hanno mostrato Pirovano, talento interessante classe ’97, tra le più giovani in gara, Galli, che ci prova sempre senza paura, e Gasslitter. Da rivedere Perruchon (ma l’aspettiamo in slalom) e Delago (che può essere la sorpresa dell’anno in velocità). Pochi spunti dalle atlete fuori squadra: Anna Hofer è andata due volte a punti, ma era reduce da una brutta caduta in allenamento. La stagione per lei è partita bene nelle gare FIS, ora però ha bisogno di un risultato pesante in Coppa Europa per ritrovare il circuito maggiore. Purtroppo non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, invece, per Lisa Agerer, trentaduesima e trantanovesima. Damia, Nairz, Speranzoni, Kirchler non si sono qualificate o sono uscite.

«Sono felicissimo per l’opportunità che mi è stata data - ha detto il tecnico bresciano dal Tourist Hotel, il quartier generale azzurro a Valtournenche -. Sono tornato a lavorare con un gruppo ristretto e a fare solo quel che più mi piace, allenare. C’è una bella collaborazione con la squadra ‘C’ di Pastore, a volte interagiamo anche in allenamento, a seconda di esigenze e specialità. Obiettivi? Non mi piace pormeli, né tantomeno darli alle ragazze. Preferisco parlare di sogni da raggiungere, che forse portano meno stress, perché possono anche non essere realizzati. Cerco di lavorare giorno per giorno per raccogliere il massimo, in quel momento, ma è solo un mio modo di pensare. Alle ragazze chiedo un atteggiamento ancora migliore per potere formare atlete con delle basi solide per andare avanti. Dobbiamo lavorare ancora tanto, devono crescere tutte. Le vittorie di Pichler? Beh, quelle fanno sempre bene. Ma dopo un successo non c’è tempo per festeggiare, si guarda già avanti».

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rosso, nero, grigio, azzurro

arancio/bianco, blu/azzurro, azzurro/bianco, rosa/arancio, nero/bianco

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30 euro

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GENNAIO 2015

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GENNAIO 2015

el cuore di Madonna di Campiglio, a pochi passi da quel Canalone Miramonti che ora dopo ora si è riempito con quasi 12.000 persone per assistere all’evento ‘bynight’, ma soprattutto a una strepitosa doppietta tedesca con Neureuther e Dopfer, entrambi equipaggiati Nordica. Anzi, a pensarci bene, la 3Tre ha sancito

una bella tripletta Dobermann, se contiamo anche il terzo posto dello svedese Byggmark. Insomma, non poteva esserci scenario migliore per scambiare due parole con Bernhard Knauss, atleta in attività fino al 1998 e ora direttore del racing team. Proprio sugli scarponi l’azienda ha svelato i suoi due nuovi progetti. A Schladming, in

IL PARERE DI ANNALISA CERESA L’ex atleta di Coppa del Mondo, ora maestra di sci a Madonna di Campiglio, si è soffermata sullo scarpone. «È forse la cosa più importante per un atleta - ha detto l’ex slalomista -. È quasi più importante di uno sci. Ad alto livello i service sanno cosa regolare per trovare i migliori setup. In estate si provano diverse soluzioni millimetriche».

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occasione dello spettacolare slalom in notturna, sono stati presentati il GPX e il Dobermann GP che ricalcheranno la linea grafica dello scafo ‘Race’, calzato dai campioni di Coppa del Mondo. Sarà un investimento completamente nuovo, verrà messa da parte la vecchia forma e svelata una nuova, sempre ‘last 98’ (larghezza sotto il piede del numero campione). Non ci saranno stravolgimenti delle plastiche, ma saranno invece introdotte scarpetta e suola nuova. Il GP e il GPX sono due prodotti diversi. Il primo è di derivazione Race e avrà la suola ‘liscia’, con zeppa e liner race WC, il secondo invece sarà un vero e proprio ‘all mountain’, con suola in gomma ‘anti shock’ e antiscivolo e una scarpetta rivestita in Primaloft decisamente più calda e confortevole. Inoltre il GPX vuole strizzare l’occhio anche al freeride perché sempre più atleti del settore si indirizzano verso una scarpa ‘race’. E questo sarà il mix vincente per tutti. FULL MOTION PIVOT PER UNO SCAFO SEMPRE PIÙ PRECISO Due regolazioni anziché una per una personalizzazione sempre maggiore. Le hanno chieste i big della Coppa del Mondo - in prima persona Felix Neureuther - e Nordica le ha subito volute proporre sui nuovi scarponi. Il Full Motion Pivot non è nient’altro che un doppio ‘canting’. Il GP e il GPX avranno la classica regolazione verticale del gambetto (canting) e una grossa novità: la possibilità di effettuare anche una regolazione orizzontale dello stesso, con una rotazione esterna di 2 mm per ricercare la massima precisione dell’utilizzatore. CORK FIT: LA SCARPETTA SU MISURA  Un bello scarpone, comodo, performante e su misura in tutti i sensi. Il ‘Cork fit’ legge la fisionomia del tuo piede e ti ‘lascia’ una scarpetta personalizzata. Una speciale sugherina ricoperta e legata con una resina permette tutto questo dopo essere stata scaldata per un tempo prestabilito. E se qualcuno vuole usare uno scarpone già conformato? Nessun problema, la sugherina può essere riscaldata ed essere riadattata al nuovo piede.

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AI PIEDI DEL CANALONE MIRAMONTI CON NORDICA!

Poco prima dello slalom in notturna di Madonna di Campiglio l’azienda trevigiana ha lanciato un concorso fotografico che ha riscosso subito grande successo. Gli internauti nel periodo antecedente al ‘night event’ hanno inviato scatti fotografici inerenti lo sport, lo sci, la montagna. Le migliori due immagini giunte sul profilo ufficiale Facebook sono state premiate con due pass esclusivi nella ‘VIP Zone’ del Canalone Miramonti. E non solo. Alberto e Giulia, i vincitori, dopo essere stati premiati da Paolo De Chiesa, hanno anche avuto l’opportunità di vivere il dietro le quinte. Tra la prima e la seconda manche sono andati a scovare gli skiroom delle nazionali e a seguire da vicino come si prepara uno sci da Coppa del Mondo. Poi le foto, gli autografi di rito per una serata diversa dal solito. Ma chi si è aggiudicato il pass? Sono Alberto Dell’Agnolo e Giulia Leoni. ALBERTO, friulano, è maestro di sci a Piancavallo, era emozionato prima dello slalom speciale. «È stata un’occasione per potere vedere da vicino una gara importante e

per carpire qualche segreto sulla preparazione degli sci. Non è la prima volta che assistevo a una gara di Coppa del Mondo». Alberto, che è un professionista della neve, si è poi soffermato sull’importanza dello sci e dello scarpone. «A questo livello sono importanti entrambi, lo scafo specialmente, deve essere il più possibile preciso». GIULIA è invece molto più piccola di Alberto. Scia e gareggia per lo sci club Ovindoli. È ‘spaesata’ nell’assaporare l’aria che si respira prima di una gara di Coppa del Mondo.«È il primo grande evento che guardo - ha detto la piccola sciatrice -. Ho visto da vicino tutti i big: Hirscher stava per scappare, Ronci invece si è subito fermato per gli autografi di rito. È stata una giornata molto impegnativa per me». Giulia era in allenamento a Madonna di Campiglio con lo sci club, stage studiato appositamente nel periodo della gara. «Gli allenatori ci hanno chiesto se volevamo fare le prime competizioni o se venire a Campiglio. Noi, entusiasti, abbiamo scelto la Coppa del Mondo».

GENNAIO 2015

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Level, bastoni hi-tech

OBIETTIVO STABILITÀ ED EQUILIBRIO

a nuova e innovativa collezione ski poles Level si espande dai segmenti freestyle e freeride a quello racing. L’obiettivo è il miglioramento della funzionalità, con particolare attenzione al design. Grazie alla tecnologia di costruzione del bastone dallo speciale profilo aerodinamico è garantita la massima stabilità ed equilibrio. Un attento studio delle geometrie costruttive e dei trattamenti superficiali assicura inoltre un prodotto ad alte prestazioni. I modelli Worldcup SG e Junior’s Race GS sono realizzati, rispettivamente in Alu 7075 e Alu F60 e hanno diametro 18 e 16 mm. Lunghezze: 110-140 cm per SG e 90-115 per Junior’s. INFO: www.levelgloves.com

Poc sicurezza e design in gara

I NUOVI CASCHI ORBIC E SKULL ORBIC X RAGGIUNGONO LIVELLI DI SICUREZZA ALTISSIMI

urante lo studio dei caschi utilizzati dagli atleti di Coppa del Mondo, Poc ha identificato la necessità di proteggere gli atleti meglio dagli impatti dei pali sul casco. Test effettuati in laboratorio hanno dimostrato che il palo può generare una forza di 70 g, paragonabile a due giocatori di football americano che si scontrano in piena corsa. Questi risultati hanno portato a sviluppare la nuova serie di caschi da gara Orbic. Grazie all’utilizzo di materiali innovativi e nuove tecnologie produttive sono nati lo Skull Orbic Comp e lo Skull Orbic X, due caschi che raggiungono livelli di sicurezza altissimi. Per gli atleti più giovani lo Skull Orbic X offre la nuova omologazione FIS RH2013 e inoltre è dotato di un pannello deflettore multi impatto nella parte frontale del casco. Questa costruzione particolare riesce ad assorbire l’urto con i pali senza compromettere l’anima del casco stesso. La combinazione deflettore-anima in EPP riduce l’energia in caso di un impatto del 50%. Inoltre, l’anima in EPP ha una deformazione elastica e riesce ad attutire innumerevoli impatti sempre con la stessa efficacia, rendendo questi caschi multi impatto. INFO: Distributore per l’Italia Summit S.r.l., S. Cristina (Bz), tel. 0471.793164 - info@summitsports.it - www.pocsports.com

GENNAIO 2015

SPM novità in pista INDICATORE PER IL POSIZIONAMENTO DEI TELI ALLA GIUSTA ALTEZZA, PALI COLORATI E DISTANZIATORE TRA GLI HIGHLIGHT DELL’AZIENDA VARESINA

ome ogni anno SPM, l’azienda di Brissago (Va) specializzata in attrezzature per le gare di sci e la sicurezza, propone diverse novità, ‘ferri del mestiere’ utili per chi lavora in pista. Oltre al già famoso puntale ‘Brush’ (disponibile da quest’anno anche nella versione corta da 27 cm), con una ‘spazzola’ alleggerita del 35% rispetto a un puntale tradizionale, per una diminuzione del 50% dei tempi di tracciatura (e minore fatica), in catalogo anche pali con un pratico indicatore per il posizionamento del telo alla giusta altezza (tutto tempo guadagnato in gara) e i nuovi pali colorati per le fasi di allenamento degli sci club. Si tratta di modelli da 27 millimetri di diametro nelle versioni fluorescenti arancione, verde, rosa e viola, (apprezzati da quest’anno anche dalla FIS) che permettono un’ottima visibilità. Disponibili anche delle guaine fluorescenti ma soprattutto nella versione personalizzata, garanzia contro i furti. Nel campo della didattica, da segnalare il distanziatore Straight, studiato per chi ha problemi di sciata con gambe a X, disponibile in versione bambino e adulto e fornito di sgancio automatico in caso di caduta. INFO: www.spmspa.it

INFO PR

Mai più mani fredde con Heat GTX Liion Glove di Snowlife UNA BATTERIA RICARICABILE AL LITIO GARANTISCE IL CALORE NECESSARIO

I Sertorelli Sport Hotel la casa dello sci

A CERVINIA, A DUE PASSI DALLA FUNIVIA, UNA STRUTTURA PENSATA PER GLI AMANTI DELLO SPORT BIANCO

Cervinia il grande sci è di casa. Allo Sport Hotel Sertorelli ancora di più, se è vero che le numerose squadre di sci, azzurri prima di tutti, passano da questo quattro stelle a pochi passi dalla funivia, grazie alla neve assicurata dalla quota elevata e dal ghiacciaio del Plateau Rosa. Decisamente un hotel a misura di sci e i motivi sono diversi. Prima di tutto una struttura accogliente, con ristorante-stube che offre un piacevole mix tra la cucina valdostana e valtellinese, poi camere grandi e calde, con tanto legno, una ski-room molto razionale, dove lavorare i materiali con cura, un centro fitness e benessere top (con piscina coperta panoramica). Last but not least, la gestione di Egidio Sertorelli, homme de ski bormino con il quale è sempre un piacere parlare di grande sci. L’ultima chicca di questo ‘buen retiro’? La stanza delle coccole, un accogliente ambiente panoramico al settimo piano con vasca idromassaggio e caminetto. Per un après-ski romantico… INFO: tel. 0166.949797 - info@sertorelli-cervinia.it www.hotelsertorelli.it

l freddo alle mani è una delle sensazioni più spiacevoli quando si scia e purtroppo spesso costringe a interrompere l’attività per andare al bar a scaldarsi. Snowlife, che da oltre 40 anni produce e distribuisce guanti da sci, snowboard e tempo libero, con la linea Heated ha risolto questo problema. Il modello Heat GTX Liion Glove, altamente tecnologico, è stato migliorato in continuazione negli ultimi anni. Grazie alle sue batterie al litio di elevata potenza è in grado di riscaldare le mani per tutta la giornata. Il livello di calore è selezionabile tramite un bottone posizionato sul dorso della mano. Una volta esaurita la carica, le batterie si ricaricano comodamente a casa in poche ore, come un cellulare. Il guanto è inoltre realizzato con materiali di elevata qualità che garantiscono massima impermeabilità e traspirazione (GoreTex) e calore (imbottitura Primaloft). INFO: Distributore per l’Italia Summit S.r.l., S. Cristina (Bz), tel. 0471.793164 - info@summitsports.it - www.pocsports.com

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FCL1, FCL1M, FCL2: LA LINEA DI CERE LIQUIDE FLUORATE

a utilizzare in condizioni di elevata umidità come strato finale sopra le polveri fluorate FC o paraffine GHF e GLF per la miglior scorrevolezza possibile e una lunga durata, soprattutto su nevi trasformate e lente. Disponibili in tre varianti con un ampio range di temperatura che garantisce grande sicurezza nella scelta del prodotto, esaltando le capacità di prestazione nelle condizioni più variabili. FCL1: per condizioni calde e variabili con nevi bagnate e trasformate. FCL2: per condizioni fredde con nevi bagnate dure, nuove o trasformate. FCL1M: per condizioni calde e variabili con nevi bagnate nuove, aggressive, vecchie e sporche. INFO: www.rodewax.it

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INFO PR

©Gepa

Energiapura & Marcel Stile inconfondibile

HIRSCHER CONTINUA A VINCERE IN GIGANTE E IN SLALOM, ANNULLA RECORD SU RECORD E PUNTA ALLA QUARTA COPPA DEL MONDO. CON PROTEZIONI AGGRESSIVE GRIFFATE DAL BRAND VENETO E SCELTE APPOSITAMENTE DALL’AUSTRIACO. PERCHÉ LO STILE NON È UN DETTAGLIO

GENNAIO 2015

INFO PR

©Gepa Shopping

UNA LINEA COMPLETA

Marcel Hirscher utilizza tutte le protezioni Energiapura che portano il suo nome, una linea completa con para-stinchi, para-avambraccia, pant, maglia e back protector. Naturalmente il segno inconfondibile è il teschio… MAGLIA PROTECTION

PANTA RACING LUNGO

entinove vittorie, 67 podi, tre Coppe del Mondo. Dove vuole arrivare Marcel Hirscher? Con la strepitosa vittoria nel gigante di Adelboden (non una vittoria qualsiasi) l’austriaco ha raggiunto Benjamin Raich a quota 28 successi tra gigante e slalom, arrivando sul terzo gradino del podio dei più vincenti all-time nelle discipline tecniche dopo Stenmark e Tomba. La sequenza dei suoi risultati nel 2014/15 è impressionante: primo a Soelden, secondo a Levi, terzo a Beaver Creek, primo ad Aare sia in gigante che in slalom, primo in Alta Badia con un secondo e 45 di vantaggio, primo a Zagabria, primo in gigante ad Adelboden e terzo in slalom per l’inezia di tre centesimi. Con due discipline tiene testa a Kjetil Jansrud, che ha a disposizione quattro specialità… Con il norvegese sarà un testa a testa avvincente per tutta la stagione. Senza dimenticare i Mondiali. E se dovesse vincere la quarta Coppa del Mondo entrerà nella hall of fame dello sci, unico atleta capace di vincere quattro Coppe consecutive.

A 25 anni (saranno 26 visto che il 2 marzo è il suo compleanno)… Marcel Hirscher non è solo un grande campione, il più grande, ma incarna in pieno la mentalità vincente e lo stile Energiapura. L’atleta di Annaberg non è solo veloce tra i pali ma anche estroso, controcorrente, vincente nella vita. Lo stress per lui è benzina, lo carica, come ha dimostrato ai Mondiali di Schladming. Sa essere sfrontato come quando twitta ‘Full Gas’ tra una manche e l’altra, e sa prendere con filosofia la sconfitta (che, per la verità, capita raramente). Inimitabile Marcel! Attento, meticoloso, come tutti i grandi dello sport non trascura nessun dettaglio, anche il look. Lo sapete che i para-stinchi e i paraavambraccia Energiapura che utilizza hanno un look che Hirscher ha voluto contribuire a rendere ancora più accattivante? Ha voluto lui stesso che il teschio fosse grande e ha scelto i colori. Per aggredire con ancora maggiore voracità rapid gates e porte da gigante!

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GENNAIO 2015

INFO PR

PREVIEW 2015

L’INVERNO CHE VERRÀ

GRANGE E LIZEROUX presentano la tuta mondiale È STATA SVELATA LA DIVISA DEI FRANCESI A VAIL 2015

Colori, vestibilità, tessuti e tecnologia. Queste le parole d’ordine Colmar per l’inverno 2015/16. Tra gli highlights la linea Signature, che prevede due giacche speciali ‘zoom on earth’: per lui una veduta notturna di una metropoli, per lei una visione aerea dei ghiacci dell’Antartide. Due proposte che nel look non rinunciano al massimo della tecnicità che la linea, top di gamma, propone: termosaldature, capacità di sopportare una colonna d’acqua di 20.000 mm, tasche portaoggetti, membrane ipertecnologiche che favoriscono i movimenti e mantengono il corpo caldo e asciutto. La capsule collection, quest’anno è incentrata su quattro giacche reversibili. Soffici piumini che, girati, si trasformano in tecnicissimi maglioni ispirati dalle stampe scandinave. La linea Racing rappresenta un ‘classico’ Colmar ripreso e reso sempre più performante dai feedback dei campioni e dei testimonial. I tessuti sono tecnici, tagliati a laser con tecnica welding, la cartella colori è molto forte in abbinamento al nero. Ogni giacca ha una caratteristica molto particolare: una è realizzata con la tecnica del body-mapping; una diventa packable grazie a una zip interna e un’altra è realizzata con reti tridimensionali per una maggiore protezione sulla schiena. È da questa collezione che vengono sviluppati i capi della prossima stagione della squadra francese e del Liechtenstein.

stata presentata a Madonna di Campiglio, in occasione della mitica 3-Tre, la nuovissima tuta da gara che i francesi vestiranno in occasione dei Mondiali di Vail. Il padrone di casa Mario Colombo ha accolto giornalisti e ospiti nel negozio monomarca in piazza Righi e, insieme a Grange e Lizeroux, ha svelato il design e il nuovo outfit. Presenti anche De Chiesa, Piero Gros e Claudia Giordani, mitici sciatori della Valanga Azzurra e Giorgio Rocca. Il secondo appuntamento che ha per tema la tuta è stato invece in occasione della Coppa del Mondo di Cortina, il 17 gennaio, insieme alle atlete della velocità che

GENNAIO 2015

hanno gareggiato in quei giorni. Un appuntamento doppio perché in questa occasione è stata presentata sia la tuta delle atlete francesi che quella di Tina Weirather, punta di diamante del Liechtenstein.

INFO: www.colmar.it

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2015

PROWINTER 9 - 11 aprile 2015 | Bolzano

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PROWINTER 9 - 11 aprile 2015 | Bolzano

Race Ski Magazine n. 131 novembre 2014

a cura di Simona Righetti

Dolomite e Dalbello parlano americano Dalbello, storico marchio (è stato fondato 40 anni fa) produttore di scarponi da sci di Casella d’Asolo (Tv) è stato acquisito dal colosso statunitense Jarden Corp che, attraverso la divisione Action Sports, controlla anche K2, Voelkl, Marker e il marchio di abbigliamento tecnico Marmot. Il valore dell’operazione, che prevede il passaggio del 100% delle quote agli statunitensi, è di poco più di 30 milioni di euro (l’importo dell’ultimo fatturato) e comporta che alcuni membri della famiglia Dalbello rimangano per un periodo indeterminato in azienda per facilitare l’integrazione con il gruppo multinazionale. Dalbello e Jarden avevano già concluso un accordo nel 2010 per la distribuzione in Italia degli attacchi Marker. Tra gli sciatori di Coppa del Mondo che usano scarpe Dalbello, lo svizzero Justin Murisier.

30 milioni di euro il valore di Dalbello

13 milioni

gli scarponi prodotti da Dalbello nella sua storia

Prowinter punta sullo skialp

Ispo a quota 2.500

Si avvicina Prowinter, l’unica fiera b2b dedicata al noleggio e ai servizi per gli sport invernali, in programma dal 9 all’11 aprile a Bolzano. Anche quest’anno la manifestazione fieristica organizzata da Messe Bozen punta sullo skialp, forte anche dei dati da poco forniti dall’Osservatorio del Turismo

Saranno più di 2.500 da oltre 50 Paesi, per un totale di 180.000 metri quadrati di fiera, gli espositori a Ispo Munich, in programma dal 5 all’8 febbraio a Monaco di Baviera. L’evento, il più importante al mondo nell’ambito dell’articolo sportivo, vede una crescita principalmente nel segmento Outdoor con 40 nuovi clienti in rappresentanza di circa 100 brand. Buone risposte anche dalla sezione Health & Fitness, introdotta per la prima volta nel 2014.

Audi Rossignol Experience con segno + Numeri positivi per la seconda edizione del villaggio test itinerante Audi Rossignol Experience, dove è possibile provare gratuitamente l’attrezzatura del brand francese. L’evento, che fino ad aprile toccherà oltre 25 località sciistiche e si inserisce nella lunga tradizione del Rossignol Demo Tour, ha registrato solo nelle primissime

il valore di Dolomite

Due storiche aziende del ‘made in Italy’ passano sotto il controllo statunitense: Dolomite e Dalbello. Secondo quanto riportato dalla Tribuna di Treviso, Dolomite, lo storico marchio controllato dal gruppo Tecnica, è stato venduto al fondo statunitense Simphony Global Brands per un valore di 6,7 milioni di euro e più del 50% del valore di magazzino. Il fondo statunitense ha sede a Washington D.C. mentre sul tavolo dell’azienda veneta era arrivata anche un’offerta di Brand Group International per un importo - sempre secondo quanto riportato dal quotidiano locale - di 8 milioni di euro e più del 30% del valore di magazzino. L’azienda che fa capo alla famiglia Zanatta avrebbe optato per l’offerta di Simphony perché garantirebbe più posti occupazionali nel distretto di Montebelluna. Secondo quanto riportato da Milano Finanza,

I NUMERI CHIAVE 6,7 milioni di euro

tappe stagionali oltre 3.000 prove sci, con un picco di 700 in tre giorni nella trasferta natalizia di Madonna di Campiglio. Particolare interesse per la gamma racing Hero: nelle passate stagioni gli sciatori volevano provare le novità, mentre da quest’anno chiedono espressamente di mettere ai piedi gli sci di Innerhofer & co.

Montano promosso da Skipass Panorama Turismo. Sarebbero infatti oltre 50.000 i praticanti e gli indicatori economici parlano di un +6,25% sulla stagione precedente a fronte, per esempio, di un +0,33% dello sci alpino, di un +3,06% dello sci da fondo e di un -1,42% dello snowboard.

POC premiata da Popular Science Il casco da gara Skull Orbic Comp H.I. MIPS, della svedese POC ma controllato da Black Diamond, è stata inserito dalla rivista Popular Science tra i 100 oggetti più innovativi nel loro campo, il ‘Best of What’s New Grand Award’. Il più diffuso magazine di scienza e tecnologia ha voluto premiare un casco che, tra le tante innovazioni, prevede un indicatore luminoso

che diventa rosso (da verde) se l’ i nt e g r it à del casco è stata compromessa da precedenti urti. «Ricevere questo riconoscimento è un vero onore e rappresenta una pietra miliare nella nostra storia» ha detto il CEO Stefan Ytterborn

9 - 11 aprile 2015 | Bolzano Fiera internazionale del noleggio e dei servizi per gli sport invernali www.prowinter.it