SKI HARD OR GO HOME
NUMERO 138 FEBBRAIO 2016 MENSILE
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ski magazine
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LO SLALOMISTA EMILIANO È LA RISPOSTA AL FENOMENO KRISTOFFERSEN?
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GLI SCI DA GIGANTE A 35 M DI RAGGIO HANNO MIGLIORATO LA SITUAZIONE?
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SCI CLUB
50 PAGINE DI NEWS, INTERVISTE E SERVIZI ESCLUSIVI
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EDITORIALE di Davide Marta
Progetto, questo sconosciuto Nel mondo dello sci agonistico la parola progetto appare improvvisamente nei discorsi dei candidati a qualche carica federale, di dirigenti appena insediati, di tecnici che sostituiscono colleghi. Situazioni di circostanza, per intenderci. Poi scompare, anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, questi progetti non sono mai esistiti, oppure erano un elenco di buoni propositi scritti su un pezzo di carta, o quando va di lusso, in una slide powerpoint. Ma come insegna la saggezza popolare, la strada del fallimento è lastricata di buoni propositi. Ogni tanto la parola progetto ricompare, si ripropone, come una cena mal digerita. Nei momenti critici, quando le cose prendono una brutta piega, ecco che ‘stiamo portando avanti un progetto’ è il salvacondotto per prendere tempo: noi stiamo facendo, ma voi non sapete, quindi state bravi e aspettate. Il problema è che il progetto continua a non esistere e l’esito finale dei buoni propositi l’ho scritto sopra. Guardando la Coppa del Mondo femminile anche il più distratto dei telespettatori si accorge dell’imbarazzante situazione in cui versa la nostra squadra di slalom. Nulla contro le ragazze che scendono in pista, loro ce la mettono tutta, con i propri pregi e difetti, ormai noti da diverse stagioni. Il fatto sbalorditivo è che sono sempre le stesse, senza alcun ricambio all’orizzonte, ma soprattutto che in Coppa Europa le cose vanno addirittura peggio! Da una situazione del genere si può solo
uscire in un modo: ci sono pochi soldi, evitiamo di spenderli per raccogliere solo magre figure, con evidente danno d’immagine per il nostro movimento. Niente più gare, né allenamenti in slalom. Un ragionamento che però non è applicabile a uno dei movimenti di riferimento, come il nostro. Può comportarsi così la federazione della Spagna, della Finlandia, del Giappone o del Liechtenstein: non ci sono abbastanza atleti per un team di velocisti, ad esempio? Si arrangino quei pochi atleti con le loro risorse. Noi non possiamo dare una risposta del genere, con tutto quel po’ po’ di movimento giovanile alle spalle, che fa impallidire anche le potenti concorrenti dell’arco alpino. Se guardiamo le atlete del 1999, abbiamo più del doppio di codici FIS della Francia, il quadruplo di Austria e Svizzera. Se andiamo all’anno 1998 i valori sono ancora più elevati: quasi tre volte tanto le atlete dei cugini transalpini, cinque volte quelle di Austria e Svizzera. Numeri da capogiro, per produrre il nulla. Questo deve bastare per stoppare ogni discorso: non si tratta di essere dei geni per capire che con 365 atlete che gareggiano nell’ambito FIS tra l’anno ’98 e il ’99 se ne possono identificare cinque o sei, affidarle a un team specializzato per lo slalom e cercare di raccogliere qualcosa senza fretta. Basta copiare, l’hanno fatto un po’ tutti nei momenti di crisi: la Norvegia con i Kristoffersen,
Foss-Solevaag, Nordbotten, la Svizzera con il team dei vari Aerni, Yule, Zenhaeusern, Schmidiger per citare alcuni casi nel settore maschile, dove le cose sono ancora più complicate, oppure la Germania in campo femminile. Federazioni, oltretutto, che hanno pochi atleti giovani tra cui scegliere. Le scuse stanno a zero: la capacità progettuale dei nostri vertici federali altrettanto. Perché non è solo questione di risultati: così facendo si chiude il rubinetto a tanti ragazzi e ragazze, facendoli sentire vecchi dal secondo anno Aspiranti. Facciamo figuracce su scala internazionale e contemporaneamente alimentiamo l’abbandono precoce dell’attività agonistica, mettendo in difficoltà gli sci club. I fenomeni nascono ogni tanto, i talenti vanno coltivati con sapienza e pazienza e noi di talenti ne abbiamo tanti, ogni anno. Basterebbe andare a vedere qualche gara Children per rendersene conto. Ultima cosa: se la risposta a un ragionamento del genere fosse: «eh, sì ma non ci sono i soldi», non vale nemmeno la pena replicare. Nel mercato del lavoro del 2016 quando non si è in grado di reperire le risorse per far funzionare l’attività che si dirige, si va a casa. Non si aspetta che arrivi il CONI a risanare i debiti, per lasciare tutto così com’è. Per cui, tirarsi sù le maniche e fare qualcosa, per favore: in fondo basterebbe un progetto… #SkiHardOrGoHome
RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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SOMMARIO
Race ski magazine 138 - Febbraio 2016 ©Zoom Agence
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Compagni di podio
Giuliano Razzoli e Stefano Gross secondo e terzo a Wengen di Gabriele Pezzaglia
DAL FOSSON ALLA COPPA DEL MONDO La metafora del viaggio, per riflettere sulla lunga strada che divide lo sci giovanile dalla Coppa del Mondo di Claudio Ravetto 10 LINDSEY THE QUEEN Superata la Moser-Pröll, ora Lindsey Vonn punta al record assoluto di 86 vittorie di Ingemar Stenmark. Ritratto di un personaggio unico per successi, forza di volontà e gossip di Gianmario Bonzi 20 I NUMERI DI FRANCESCA MARSAGLIA I parametri fisici della polivalente azzurra di Gianmario Bonzi 24 RICCARDO TONETTI SCUSATE IL RITARDO La nuova vita dello slalomgigantista di Bolzano che è andato a punti in tre discipline in Coppa del Mondo di Gabriele Pezzaglia 26
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FRANZ GAMPER IL MAGO DI SVINDAL Da dieci stagioni con Svindal & co, altoatesino doc e profeta fuori patria di Gabriele Pezzaglia 30
DAVIDE CAZZANIGA IN COPPA DEL MONDO Il monzese ce l’ha fatta e dopo tanti stop e ripartenze è approdato nel massimo circuito di Gabriele Pezzaglia 50
NON È CAMBIATO NULLA A tre anni dall’introduzione delle nuove misure le statistiche dicono che gli incidenti al ginocchio non sono diminuiti e che il mal di schiena è diventato un’emergenza di Gianmario Bonzi 32
ASPIRANTI SUPERSTAR Grande avvio degli atleti del 1998 e 1999 nel Grand Prix Italia di Andrea Chiericato 54
LAURA & GUIDO DA CAMPIGLIO ALLA COPPA DEL MONDO Dietro al primo successo in Europa della Pirovano e al debutto nel circuito maggiore c’è il rapporto mai interrotto con Guido Paci, che l’ha seguita dalle prime gare di Gianmario Bonzi 42 LA COPPA EUROPA IN ITALIA È PIÙ BELLA Bilancio positivo per la tre giorni di Coppa Europa maschile di metà dicembre in Trentino-Alto Adige. La parola a organizzatori, atleti e allenatori di Gabriele Pezzaglia 44
RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
BARDONECCHIA, ALLENAMENTI DALL’ALBA AL TRAMONTO La stazione valsusina è una delle località sciistiche italiane dove si respira di più lo spirito ‘race’ di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia 62 CRAMMONT UNA GRANDE FAMIGLIA La storia del sodalizio valdostano inizia nel 1924 ma il vero lancio è opera dell’attuale presidente Ottavio Bieller di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia 70
SPAZIO REGIONI Notizie e curiosità dal mondo dei Comitati e degli sci club DA PAG. 78 MEMORIAL FOSSON ANCORA EQUIPE Tutto quello che è successo all’opening Children vinto ancora dalla società limonese di Andrea Chiericato 82 MASTER E CIRCUITI Tutte le novità dal pianeta Senior di Andrea Chiericato 111
LE NOSTRE RUBRICHE Editoriale 1 The Downhiller 6 La versione di Stefania 8 Instagram 14 Coach’s Corner 16 Magazine 18 In vetrina 114 Editor’s Choice 116 Il giornale del mercato 128
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IL NUOVO SITO È ARRIVATO! A inizio 2016 è andato in pensione il vecchio e glorioso raceskimagazine.it. In quattro anni il sito della nostra rivista ha fatto segnare numeri strepitosi: 16.563.138 visite nel momento in cui abbiamo spento il contatore! Un dato davvero importante, che dimostra quanto sia stato punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori dello sci alpino agonistico. La nuova piattaforma è quanto di più moderno e funzionale sia disponibile sul web: veloce, di facile consultazione, integrato con i social network, totalmente responsive. Significa che si adatta automaticamente a qualunque formato di smartphone o tablet, per cui può assicurare una consultazione ottimale a tutti, su ogni dispositivo, in qualunque luogo.
Redazione: GIANMARIO BONZI ANDREA CHIERICATO LUCA GIACCONE Progetto grafico e impaginazione: NEXT LEVEL STUDIO Webmaster raceskimagazine.it: SILVANO CAMERLO Fotografie Coppa del Mondo: ZOOM AGENCE info@zoom-agence.fr Contributi fotografici: Ralf Brunel, Enrico Schiavi, Alice Russolo Area tecnica e opinionisti: Stefania Demetz, Kristian Ghedina, Denise Karbon, Marco Pastore, Mauro Pini, Claudio Ravetto In copertina: Giuliano Razzoli in azione nello slalom di Wengen (foto Zoom Agénce) Distribuzione in edicola: MEPE - Milano - tel 02 89 5921 Stampa: REGGIANI - Brezzo di Bedero (VA) Abbonamenti: 5 numeri 30 euro, 10 numeri 55 euro (raceskimagazine.it/Abbonamenti) Race ski magazine è disponibile in versione smartphone e tablet per iOS e Android
Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4310 del 11/03/1991. La Mulatero Editore srl è iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione con il numero 21697. © copyright Mulatero Editore - tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa rivista potrà essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge
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PROGETTO EDITORIALE MULTI-PIATTAFORMA Il sito si integra con rivista e social network in un progetto di comunicazione articolato: da una parte attualità, cronaca, racconto in presa diretta (sul web). Con un occhio di riguardo a Coppa del Mondo e Coppa Europa. Sulla rivista (carta) approfondimento, opinioni e reportage fotografici, con attenzione particolare all’attività giovanile e al mondo dei club. raceskimagazine.it
TOTO-RACE ANCHE SUL MOBILE (E ARRIVANO I PREMI…) Continua a riscuotere grande successo il Toto-Race, la schedina a pronostici sulla Coppa del Mondo con quasi 700 giocatori a settimana che si sfidano semplicemente per il gusto di vedere chi è… il più bravo! Con la nuova versione del sito si può giocare anche con smartphone e tablet. Ed è stata ufficializzata la lista premi: i primi tre di tappa riceveranno a breve i meritati gadget! Stay tuned…
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THE DOWNHILLER di Kristian Ghedina
SALVIAMO LA DISCESA OLIMPICA Il CIO vorrebbe eliminarla perché troppo costosa per le tv, la FIS pensa alle due manche, ma la libera non può sparire dal calendario olimpico
Se ne era già parlato a Sölden, quando il presidente della FIS Gianfranco Kasper aveva difeso la discesa dagli attacchi del CIO, che vorrebbe eliminarla dal programma olimpico, dicendo che fa parte della storia dello sci alpino e che non potrà uscire dal calendario. Nelle scorse settimane però le voci sull’intenzione del Comitato Olimpico Internazionale di tagliare dalle gare a cinque cerchi la discesa (e forse il superG) si sono fatte sempre più insistenti. Non sembra un caso la scelta di Pechino per il 2022, città con montagne collinose e distanti se si cerca un dislivello e una morfologia adatta alla regina delle discipline alpine. I motivi sono abbastanza semplici: produrre eventi come la discesa, ma anche il superG, dal punto di vista televisivo costa e il ritorno in termini di audience, a livello internazionale, per esempio in un grande mercato come quello americano, non è paragonabile a quello di altri sport come lo snowboard, il pattinaggio di figura o lo short track. Alcuni rumors dicono che la FIS stia studiando un format a due manche, il compromesso per mantenere la discesa a cinque cerchi. Ma a quale prezzo? Credo che la discesa sia la più spettacolare, la più pura delle discipline alpine. È vero, sono di parte, ancora oggi in pista cerco l’ebbrezza
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Quella di Sochi potrebbe essere stata la penultima pista per una discesa olimpica ©Zoom Agence
della velocità. La discesa è soprattutto adrenalina, rischio, salti, gestione della velocità ed è proprio quello che piace ai telespettatori, soprattutto del Vecchio Continente. Questi fattori potrebbero essere replicati anche in una gara a due manche di un minuto, magari si potrebbe accentuare la spettacolarità lavorando su alcuni aspetti come i salti, in più si aggiungerebbe l’incognita delle due manche, come nelle discipline tecniche. Però non dimentichiamo che stiamo parlando di discesa libera, una prova che è nata come gara dalla cima del monte al paese,
inizialmente senza porte. E ancora oggi alcune piste partono dalla vetta e arrivano tra le case, penso a Kitz, Garmisch, alla Val Gardena, a Cortina. E poi con un minuto di manche credo che qualche sciatore delle discipline tecniche potrebbe farci un pensierino… In Coppa del Mondo cosa succederebbe: discese e discesine in due manche? Piuttosto che niente, meglio piuttosto, però la discesa, quella vera non andrebbe toccata. > KRISTIAN GHEDINA Ventinove podi e 12 vittorie in discesa, quattro podi e una vittoria in superG, tre medaglie mondiali, dodici titoli italiani. Serve altro per presentare Kristian Ghedina?
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LA VERSIONE DI STEFANIA
di Stefania Demetz
CAMBIARE LA COPPA DEL MONDO? CONQUISTE, MA ANCHE PERDITE Il nuovo format del massimo circuito passa per il conflitto tra attrattività ed equità Uno studio del 2011 di PricewaterhouseCooper (PwC) ha rilevato che sommando tutto il business generato dallo sport nel mondo, lo sci copre una fetta di appena lo 0,2%. Siamo una microscopica nicchia! Eppure non sembrerebbe. Basta andare nei forum, nei blog, seguire i dibattiti che fluttuano tra un monte e l’altro per rendersi conto che questo 0,2% è molto attivo e non fa altro che confrontarsi su cosa fare. In genere abbondano le critiche: c’è sempre qualcosa di sbagliato, la Coppa del Mondo così com’è non piace, si sente l’esigenza di cambiare, ma il quesito è come, in quale direzione e su quali basi? Io non sono un’amante degli assiomi. Preferisco piuttosto osservare lo scenario e pormi alcune domande. ALCUNE ANALISI SULLO SCI OGGI Partiamo da alcuni dati: il pubblico televisivo dello sci, secondo un’analisi di Repucom, risulta essere in larga maggioranza over 50. I giovani non sono assenti, ma preferiscono l’esperienza live, la festa a bordo pista o la pratica dello sport senza guardare le gare. La televisione, inoltre, è integrata da una fruizione tramite dispositivi mobili e mondo social. Il ‘Global Sports Media Consumption Report 2014’, realizzato da una società di ratings del gruppo Sportbusiness International, ci dice che in Italia uno spettatore su due consuma gli eventi sportivi da tablet o smartphone. Un altro elemento che emerge è che il prodotto Coppa del Mondo risulta essere un po’ complicato. Pensiamo alla Formula Uno: ogni due settimane, la domenica alle ore 14.00 inizia la gara. Nello sci sovente ci si chiede: che gara c’è? A che ora? In sostanza: c’è bisogno di agganciare un nuovo pubblico; di coinvolgere nuovi mercati (sempre secondo Repucom il 73% dell’impatto mediatico è 8
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creato da sole quattro nazioni); di conoscere meglio i tifosi dello sci. E infine, c’è bisogno di semplicità. È comprensibile che ognuno di noi senta una spinta e voglia forzare i cambiamenti. Guardare però solo a queste analisi può essere riduttivo. IL CAMBIAMENTO, OVVERO CONQUISTA E PERDITA Nelle ultime riunioni primaverili della FIS in Bulgaria, si è avviato nel Comitato Coppa del Mondo un confronto sul cambiamento. Uno dei delegati internazionali è intervenuto in modo molto efficace: «Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che ogni cambiamento sarà una conquista, ma allo stesso comporterà una perdita. Siamo disposti ha chiesto alla platea - ad accettare ciò?» Detto in italiano: il gattopardesco ‘bisogna che tutto cambi, affinché nulla cambi’ non è più attuale. Cambierà tutto e per strada lasceremo zavorre, ma anche altro. E cosa potrebbe essere questo altro è stato sintetizzato molto bene da Michi Huber, presidente del comitato organizzatore di Kitzbühel: «È come se avessimo una bilancia - ha detto -. Da un lato c’è l’attrattività e dall’altra il fairness e sembra che se puntiamo sulla prima, perdiamo sul secondo e viceversa». Pare, insomma, che per rendere lo sci e gli eventi che lo contengono più attrattivi si debba rinunciare a qualcosa che costituisce l’anima dello sport. È questo il nostro dilemma oggi? Per esempio, se le gare di Coppa del Mondo di sci iniziassero tutte alla stessa ora il pubblico televisivo sarebbe agevolato: ogni due sabati, per ipotesi, alle ore 12.00 inizia la discesa libera maschile. Il prodotto in questo modo si venderebbe più facilmente, ma certo è che una discesa che inizia alle 12.00 in Val Gardena o alle 12.00 a Wengen può comportare condizioni non eque per tutti i concorrenti.
E questo perché la luce sul tracciato cambia. Lo stesso orario è dunque più vendibile, ma meno equo. Altro esempio: dopo il trentesimo la discesa libera perde attrattività televisiva. Siamo disposti a lasciare fuori altri concorrenti affinché il circuito sia più commerciabile? C’è chi dice che ci sono troppe gare. Quali tappe vogliamo cancellare affinché il prodotto complessivo ci guadagni? Quale nazione è disposta a sacrificarsi? C’è chi chiede più intrattenimento. Ma dove: sul campo di gara o intorno a esso? Chiediamo più mercato e più spettacolo, ma allo stesso tempo chiediamo più sport e meno business. Un bel corto circuito! Scrive Emanuele Isidori, filosofo dello sport: «Se noi praticanti e spettatori sviluppassimo una sensibilità per la bellezza dello sport eticamente modellato sui suoi valori specifici interni quali l’equità, il rispetto, la giustizia e la meritocrazia, i problemi esterni quali il profitto e la mercificazione non ne eroderebbero i valori interni. Infatti il profitto e la mercificazione finirebbero per seguire questi valori, mettendo il business in linea con l’etica dello sport, raffinandone la pratica». Forse il dilemma attrattività-fairness sta tutto qui. Forse è possibile trovare una via di mezzo che aiuti lo sci a cambiare e crescere dentro una società che cambia. E allora potremmo considerare che uno dei significati di fairness, oltre a equità, è anche bellezza, dove bello sta (filosoficamente) per vero. La nostra sfida allora sarà quella di avviarci al nuovo restando bene ancorati all’autentico, al bello. Ma proprio questo compito non sarà per nulla facile. > STEFANIA DEMETZ direttrice generale della Coppa del Mondo di Sci Val Gardena, autrice del libro ‘Lo sport va in scena. Filosofia e Management degli eventi sportivi’, Ed. Carocci blog.stefaniademetz.com
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IL NOSTRO DT di Claudio Ravetto
DAL FOSSON ALLA COPPA DEL MONDO La metafora del viaggio, per riflettere sulla lunga strada che divide lo sci giovanile dall’alto livello. E sulla mancanza di sbocchi rispetto alla via principale
Due giorni a Pila per il Memorial Fosson, poi via fino in Val Gardena e Alta Badia e poi ancora a Madonna di Campiglio. Che viaggio, vera metafora del tragitto fra il mondo giovanile e l’alto livello. Intanto la prima volta da giornalista - sorrido un po’, in realtà accompagnatore del buon Pez, lui, sì, vero inviato di Race ski magazine -. Tante considerazioni, tanti stimoli, tante analogie. Come sciano bene i Children, molto meglio di tanti atleti di Coppa. Lo sci è uno sport di equilibrio, di velocità, di capacità di adattamento alle variabili, tutte abilità che si devono sviluppare naturalmente e che sono espressione di se stessi, del proprio carattere. Troppo spesso siamo proprio noi allenatori a rovinarli man mano che crescono, costringendoli a movimenti
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forzati, che seguono solo la moda del momento o le nostre idee tecniche troppo esasperate. Lo sci è libertà, fantasia, espressività, individualismo. Guai però a non curare ferocemente a queste età (...e anche molto prima) i movimenti fondamentali, semplici, essenziali, ad ampio spettro esecutivo, con la giusta capacità di adattamento, anche mentale. Il futuro atleta, il futuro campione costruirà la sua carriera sulla base di questi pilastri. Ah quasi dimenticavo la cosa più importante: facciamoli appassionare, unica e sola molla che può spingerli in alto! Tanti sono i chilometri dalla Valle d’Aosta all’Alto Adige quanti i concorrenti che partono al Fosson: quasi seicento. Pochissimi arrivano in Coppa, per l’Italia corrono me-
diamente in otto, già troppi per lo sport di alto livello. Molti si perdono per strada, molti smettono perché non trovano la giusta dimensione, il loro livello. È un peccato, in altri sport ci sono campionati intermedi, gare di categoria, da noi no. C’è una strada sola, o si diventa professionisti o si abbandona, non c’è la possibilità di fare questo sport solo per il gusto di farlo. Continuando con la similitudine del viaggio, si grida allo scandalo perché tantissimi abbandonano senza neanche uscire dalla Valle d’Aosta, senza neanche entrare nella categoria Giovani. È un peccato, ma io vedo il bicchiere mezzo pieno valorizzando il fatto che avere alle spalle almeno 8 o 10 anni di vita sportiva, proprio negli anni più formativi della crescita, lascerà comunque un
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RACING
> CLADIO RAVETTO Direttore tecnico della nazionale maschile di sci alpino dal 2007/08 al 2013/14, direttore congiunto uomini e donne nel 2010/11, in FISI dal 2002/03, prima come responsabile degli slalomisti e poi dei polivalenti, in 12 anni ha collezionato 3 podi olimpici, 12 mondiali, due coppe di slalom e 111 podi con 35 vittorie, come DT 28 podi con 23 vittorie e una coppa di slalom.
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economico, in fondo siete gli unici veri sponsor che muovono questo Circo bianco. Date una mano senza sostituirvi a nessuno, oggi è impossibile inventarsi competenze, inconcepibile per esempio trasformarsi in allenatori. Scegliete con accuratezza a chi affidare la vostra prole, questo sì è un vostro compito, ma poi fidatevi di chi, oltre che a insegnare la tecnica, vi deve dare una mano nella più ampia formazione del giovane atleta, dell’uomo. Infine i dirigenti: i più parlano della FISI come se questa fosse solo in Gardena-Badia-Campiglio, come se fosse solo l’alto livello, la invocano, pretendono indicazioni, soluzioni, strade facilitate, dimenticando che invece la FISI sono loro. Non ci sono percorsi da fare, mete lontane da raggiungere, la FISI siete voi, la FISI sono i club! Considerati, nominati, lusingati, persino bramati in periodo di elezioni ma poi sempre lasciati al loro destino. Parlatevi, organizzatevi, coordinatevi e poi votate la vostra FISI, ne avete la facoltà per statuto. Decidete quale struttura volete darle, quali sono i vostri rappresentanti, quali gli obiettivi ma rimanendo lì, senza fare nessun viaggio, senza passare da mete intermedie, neanche dai Comitati. Sì la FISI siete davvero voi, la famosa base, occorre solo che ne prendiate coscienza. Il Memorial Fosson a cui ho assistito ne è la prova, vince l’iniziativa privata! Canta Guccini: «Un altro giorno è andato, la sua musica ha finito». Un altro viaggio è passato, arrivederci al prossimo!
Foto © Gepa Pictures | Dominik Paris with LEKI Poles & Gloves
indelebile segno positivo! In realtà non è la prima volta che percorro questo tragitto. Da allenatore l’ho già vissuto in prima persona. Sono partito tanti anni fa con i ragazzi del club, poi il Comitato, le squadre giovanili, fino all’approdo in Coppa del Mondo. È stata un’esperienza unica, mi sono divertito, ho imparato tanto. Auguro a molti miei colleghi di poter fare come me, anche se oggi è più complicato. Pochi soldi, tanto stress, la politica… Forse l’unica strada possibile è ormai quella di passare attraverso i Gruppi Sportivi militari. Questo non è giusto, non sarebbe tollerato in nessun altro mestiere, molto più spazio dovrebbe essere dato invece alla formazione usando, per esempio, gli stage o gli affiancamenti, metodi ormai diffusi in ogni campo lavorativo. Nessuno si deve sentire sminuito se non raggiunge la Coppa del Mondo, molti giustamente non ambiscono neanche ad arrivarci. È con i bambini che noi allenatori svolgiamo un ruolo fondamentale nell’educazione sportiva, l’alto livello offre solo più notorietà. Anche qui il segreto è la passione, anzi la vocazione. È una gioia immensa vedere qualcuno che raggiunge i propri obiettivi, quali essi siano, anche grazie ai nostri consigli. Insegnare dà enorme soddisfazione. A voi, a noi genitori dico: viaggiate con i vostri figli! Non sono affatto d’accordo con chi afferma che i talenti dovrebbero essere orfani, prova ne sia che i migliori sciatori attuali - Hirscher, Shiffrin, Kristoffersen, Gut - sono tutti seguiti dai propri genitori. Lo sci alpino è filosofia di vita, finiamo per assomigliare un po’ a zingari costantemente in giro per il mondo, è difficile fare paragoni con altri sport. I vostri figli hanno bisogno prima di tutto di voi, dei vostri consigli, del vostro appoggio morale e anche
PRESA DIRETTA
RAZZO E SABO
Compagni di… podio Razzoli e Gross condividono la stessa camera durante le trasferte di Coppa del Mondo e a Wengen hanno conquistato un secondo e terzo posto dal sapore diverso di Gabriele Pezzaglia Un podio cercato, voluto con tutte le forze. Un podio scaccia crisi per l’Italia dello slalom. Sull’inedita Silberhorn di Wengen Giuliano Razzoli e Stefano Gross hanno centrato rispettivamente il secondo e terzo posto, nella gara vinta dal norvegese Henrik Kristoffersen. Da sei anni due italiani non condividevano un podio nella massima serie, quando proprio Razzoli vinse davanti a Manfred Moelgg a Zagabria. I ragazzi delle porte strette erano già andati vicini a un risultato significativo, ma per diverse coincidenze erano rimasti sempre a mani vuote. Nello slalom della ottantaseiesima edizione del Lauberhornrennen invece un podio addirittura per due. PODIO FRATERNO Quando capiscono cosa hanno combinato, si guardano ed esultano. Braccia al cielo e gli occhi, lucidi per la neve e per qualche lacrima di liberazione, si incrociano come per intesa, feeling, soddisfazione di condividere una gioia comune. Sono amici anche fuori dalle competizioni, dall’estate 2010 inseparabili compagni di camera in giro per gli alberghi del mondo. Giuliano su Stefano: «Generoso, sereno, disponibile, un buono. Ma determinato come non mai nel suo lavoro. Un difetto? Troppo preciso». Stefano su Giuliano: «Aperto, ci parli di tutto, alla mano, una personalità carismatica. Un difetto? ritardatario». PODIO DIFFERENTE Diversi tuttavia gli stati d’animo della vigilia, le aspettative, i pronostici. Il podio di Razzo è arrivato dopo quattro gare in cui viaggiava spesso sui tempi dei migliori. «Stavo sciando fortissimo, ma il non riuscire a concretizzare un risultato
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Giuliano Razzoli in azione a Wengen ©Zoom Agence
importante iniziava a diventare frustrante. Da due stagioni ho ritrovato una sciata efficace e tecnicamente mi adatto a ogni pendio e tipo di neve, ma devo ancora gestire meglio l’imprevisto, il recupero di un errore, situazioni che in questa disciplina sono sempre dietro l’angolo». E pensare che il reggiano non si sta allenando con regolarità per un problema al ginocchio: «Nell’ultimo mese ho saltato diversi giorni di allenamento per preservare il mio ginocchio destro infiammato, anche per questo faccio fatica nei finali di gara in termini di resistenza. Mi manca un po’ di allenamento». Sabo Gross invece non era fra i candidati a un risultato di rilievo, perché su pendii non particolarmente ripidi e tracciati filanti ha sempre patito la concorrenza degli avversari. «Questa prestazione stupisce anche me. Sono riuscito a esprimermi in condizioni non idonee
alle mie caratteristiche. Ho spinto e fatto velocità anche se si stava poco in curva, sul muretto finale poi ho fatto la differenza. Questo terzo posto mi riporta sul livello dei migliori, quando non sono davanti per me è sempre una delusione. Non ci sono storie, se vinci o fai podio poi non puoi accettare con soddisfazione qualsiasi altro piazzamento». PODIO PER IL FUTURO Il doppio risultato svizzero ci riconsegna due atleti vincenti e pronti a regalarci altre grandi soddisfazioni. Lo sci e lo slalom si evolvono, Razzoli e Gross non si sono fermati dal punto di vista tecnico. Non solo in Coppa del Mondo, ma anche nel prossimo biennio con Mondiali e Olimpiadi possiamo fare affidamento su questi due ragazzi. Sta a loro certo, ma anche alla Federazione Italiana Sport Invernali preservare e allenare il loro talento.
PRESA DIRETTA
Sabo Gross tra i pali dello slalom sulla Silberhorn ©Zoom Agence
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SELFIE PARADE
Le gare in Italia viste dagli atleti stranieri
che la forza sia con te
Erik Guay 17 dicembre 2015
Marco Sullivan 15 dicembre 2015
Austria Ski Team Men 22 dicembre 2015
Non troppa neve ma abbastanza per gareggiare
La mia gara con Travis Ganong per la ‘baita più pittoresca’
Countdown… slalom
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Filtro: Clarendon
Manuel Osborne Paradis 15 dicembre 2015
Phil Brown 2 gennaio 2016
Felix Neureuther 22 dicembre 2015
Non vedo molta neve dal mio albergo. Che la gara inizi
Trasferimento mattutino dalla cabinovia alla pista
La mattina ci si trasferisce dalla cabinovia alla pista di sci
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Daniel Yule
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RACE SKI MAGAZINEMAGAZINE -FEBBRAIO FEBBRAIO2016 2016
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Philipp Schoerghofer
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Aleksander Aamodt Kilde 21 dicembre 2015
Andre Myhrer 5 gennaio 2016
Ted Ligety 22 dicembre 2015
Un soggiorno diverso nelle Dolomiti quest’anno
Sono arrivato a S. Caterina e ho trovato questa leggenda
In volo dall’Alta Badia a Madonna con quasi tutta la crew
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Travis Ganong 22 dicembre 2015
Marcel Hirscher 22 dicembre 2015
Kjetil Jansrud 28 dicembre 2015
Che scintillio… perfetta sessione mattutina tra le Dolomiti
Traff ico aereo pesante in Italia
Santa Caterina presente in forze all’estrazione pettorali
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Marc Gisin 28 dicembre 2015
US Ski Team 27 dicembre 2015
Aksel Lund Svindal 26 dicembre 2015
È tempo di Santa Caterina. Sintonizzatevi… sarà spettacolo!!!
Auguri dai discesisti, con Weibrecht in versione tirolese
In hotel in Italia con la sorpresa degli auguri di compleanno
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RACE RACESKI SKIMAGAZINE MAGAZINE-- FEBBRAIO 2016
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COACH’S CORNER di Mauro Pini
HIRSCHER-SVINDAL LA SFIDA ENTRA NEL VIVO Marcel è sempre il favorito, ma ultimamente perde qualche colpo. Aksel sembra divertirsi ed è più rilassato Hirscher o Svindal per la Coppa del Mondo generale maschile? Per me sarà una lotta fino alle finali di Sankt Moritz. Resto ancora dell’idea che l’austriaco sia leggermente favorito, anche perché ha più gare a disposizione del norvegese. Ma a Wengen qualcosa si è rotto nel meccanismo perfetto di Marcel. Solo un campanello d’allarme, per carità. Da non sottovalutare, però. Prendiamo lo slalom svizzero, tracciato sicuramente in maniera atipica, al limite delle distanze consentite, 12,50-12,80 metri. Già dalla ricognizione ho visto Hirscher un po’ in difficoltà, nervoso, non contento. Si è fatto sorprendere, ha sciato male prima di uscire nella seconda, in modo un po’ banale, strano. Ok, probabilmente ha rovinato lo sci, ma non era in giornata. Attenzione, perché se va incontro ad altre situazioni del genere tutto potrà succedere. La scelta di saltare la combinata del Lauberhorn poi non l’ho capita strategicamente. Sta sentendo la pressione che gli mette Svindal? No, non credo, è troppo abituato a queste situazioni. Penso solo che dopo cinque anni o quasi a tutta stia patendo un po’ di stanchezza psico-fisica, è umano. Comincia magari ad accusare i carichi di lavoro e il fatto di dover stare sempre su di giri, al massimo. Svindal e la Norvegia sembrano come le… orde di vichinghi all’assalto dell’Europa. Aksel Lund ha una freschezza e una serenità uniche. Sempre umile, fin dall’inizio della sua carriera, sempre con
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RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
Aksel Lund Svindal sembra essere concentrato sulla Coppa del Mondo generale… ©Zoom Agence
il sorriso sulle labbra. Si diverte sciando. Per lui è un gioco. Poi certamente ha dalla sua una forza bestiale, che ha messo in pista nelle ultime gare. C’è qualcosa di più però, secondo me: lui, Jansrud e Kilde hanno trovato una chimica di squadra unica. Hanno tutti e tre lo stesso carattere, tranquillo, pacifico e si spingono e tirano a vicenda. Ma senza pressione o stress. Non è solo Svindal, no, è tutto quello che c’è attorno a lui a funzionare bene. Una dinamica di team
perfetta, azzeccata. Quindi, torno alle premesse iniziali, continuo a pensare a un Hirscher favorito per la sua quinta Coppa consecutiva, ma qualche punto di domanda c’è, qualche nuvoletta sulla sua testa si è addensata. Ora staremo a vedere quel che succederà, sarà sicuramente divertente! > MAURO PINI Ticinese, maestro di sci, istruttore e allenatore, ha allenato la nazionale spagnola, Lara Gut, Tina Maze ed è stato coach degli uomini e DT delle donne in Svizzera
MAGAZINE TOP & FLOP
TOP
HENRIK KRISTOFFERSEN
Gli riesce tutto facile e… Hirscher manda giù. Vuoi vedere che riesce ad aiutare l’amico Aksel?
©Zoom Agence
RISULTATO STORICO PER LA LETTONIA
Certo, in passato gli atleti lettoni gareggiavano per l’Unione Sovietica e poteva capitare che portassero anche a casa risultati eclatanti in Coppa del Mondo, vedi Ulla Lodzinja, due top 10 tra superG e discesa. Ma da quando la Lettonia è tornata indipendente, cioè dal 1991, non erano mai arrivati punti in una gara del circuito maggiore di sci alpino maschile. E invece… e invece a Santa Caterina, lo scorso 6 gennaio 2016, il ‘miracolo’: Kristaps Zvejnieks, 23 anni, da Riga, si è piazzato ventiseiesimo con pettorale 58 dopo il ventiquattresimo posto della prima manche dello slalom.
©Zoom Agence
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RAPID GATES I podi consecutivi di Henrik Kristoffersen in slalom con 4 vittorie
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Il 6 aprile 2012 era nato Alessandro, figlio di Max e Simona. Il 7 gennaio 2016, quasi quattro anni dopo, ecco la secondogenita per il campione ossolano. Questo il suo commento su Facebook: «L’amore ha il grande potere di moltiplicarsi... benvenuta piccola principessa. Grazie alla mia straordinaria compagna di vita per quello che ha fatto per la nostra famiglia». 18
Un bacio sulla guancia a Silverstone, lo scorso luglio, prima del GP di Formula 1 (Vonn era ospite Red Bull) poi vacanze insieme sulla neve in Colorado lo scorso fine dicembre. Breve video con i due twittato da lei, ritwittato da lui. Oltre alle passioni sportive un altro elemento in comune tra Lindsey Vonn e Lewis Hamilton è la vita da single, condizione ribadita dal campione di Formula Uno all'inizio di dicembre in un'intervista: «Sono single e me la godo» ha detto il pilota. Intento simile per la sciatrice, reduce dalla relazione con Tiger Woods, che a novembre ha dichiarato: «Sono single e penso che lo sarò a lungo».
RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
LINDSEY VONN
Difficile scegliere diversamente… torna, vince, distrugge record su record
VELOCITÀ I podi di Cornelia Hütter nelle ultime 7 gare tra discesa e superG, ma senza vittorie
FLOP
ALEXIS PINTURAULT
Doveva lottare per la Coppa del Mondo, fino a metà gennaio non era ancora salito sul podio
LINDSEY E LEWIS VITA DA STAR FIOCCO ROSA IN CASA BLARDONE
TOP
LINDSEY VONN 30 DICEMBRE 2015 Di solito non scio con gli snowboarder ma… Lewis Hamilton è piuttosto veloce :)
FLOP
ELISABETH GOERGL
Per ora la veterana austriaca non ha lasciato traccia in stagione
Universal
Gate Base
TEST REPORT
©Zoom Agence
Hirscher, regalo postumo di Natale Trasferta italiana ‘movimentata’ per Marcel Hirscher, dal furto degli sci in Alta Badia, subito dopo la vittoria in gigante, al drone caduto a pochi passi dalle code dei suoi sci a Madonna di Campiglio. Gli attrezzi però sono stati ritrovati: sarebbero stati restituiti da ignoti a un maestro dell’Alta Badia, secondo l’agenzia APA, il quale poi avrebbe avvertito le forze dell’ordine. Tutto è bene quel che finisce… bene!
TEST REPORT
JULIA LA GENEROSA Crowdfunding, ovvero autofinanziamento attraverso generose donazioni. In Nord America va di moda e Julia Mancuso si è data da fare per raccogliere fondi da destinare agli atleti infortunati. Al 4 gennaio aveva raccolto già 12.900 dollari da parte di 331 donatori. «Ci sono atleti in difficoltà e io voglio aiutarli» ha detto Julia (ma anche Lindsey Vonn si sta dando da fare in una situazione simile, con una sua fondazione, per aiutare le atlete che provano a vivere il sogno di gareggiare in Coppa del Mondo). La Mancuso ha aggiunto: «Vorrei richiamare l’attenzione sulla mancanza di sostegno per gli atleti infortunati» che possono arrivare a spendere anche 5000 dollari al mese e non coperti in toto dalla Federazione, qualora si tratti di atleti affiliati. Una donazione da almeno 25 dollari vale una foto autografata da parte di Julia con un messaggio personale…
CHI SI RIVEDE
Dopo una lunga assenza, ecco tornare sul podio l’austriaco Klaus Kroell, terzo nella discesa di Wengen. Che fine aveva fatto?
CHI SI RIVEDE/2
Aveva ottenuto un podio in GS ma doveva lottare per la Coppa del Mondo... poi a Flachau finalmente la vittoria per... Viktoria Rebensburg
RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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SNOW COND
SL
SG
GS
DH
SNOW CONDITIONS
SL
SG
Soft
Compact
GS
DH
Wet
Icy
PROTAGONISTI
L’OPINIONE DI MAURO PINI
SA LEGGERE LA GARA MEGLIO DI TUTTE Lindsey Vonn meglio di Ingemar Stenmark? Giochino sempre divertente quello di paragonare atleti ed epoche diverse, ma complicato. Non so se sia la più grande in assoluto, al momento attuale non lo credo, ma sullo stesso piano sì, possiamo metterli. Tenendo però conto di una questione non indifferente: Stenmark è stato il pioniere degli anni d’oro, Vonn è allo stesso livello oggi, sì, ma in un’epoca dove lo sci è visto con occhi diversi. Mi spiego meglio: lo svedese è stato un’icona negli anni di sviluppo dello sport invernale e dello sci tout court, ma anche negli anni di sviluppo industriate, quindi in un’epoca storicamente diversa. Era un idolo in quel senso per tutto quello che stava capitando attorno a lui. Lindsey è atleta sopra la media nell’era dei social, sta riscrivendo la storia, anzi l’ha già riscritta e se continua così credo proprio che riuscirà a superare lo storico record di Ingemar, anche se non me la sento di dire che sia meglio dello svedese. Sono sicuramente sullo stesso piano a livello sportivo. Dal punto di vista tecnico, prendo in prestito le due gare vittoriose di Zauchensee per analizzare la sciata della Vonn, perché sono significative: in discesa, per esempio, ha disegnato linee perfette, ma senza forzare nulla. E in questi casi non ci sono Gut o anche Maze che tengano, per dire. In una situazione di questo tipo nessun’altra tira le curve in velocità come lei. Merito di tanti aspetti diversi: concentrazione, esperienza, capacità di esplorare i propri limiti. Lei quando è al top, concentrata, riposata, sicura, è l’unica in grado di fare la differenza su tutto il tracciato, non solo su alcune porzioni di gara. Gara che sa leggere benissimo: sa dove deve controllare e dove può forzare. Tutti questi fattori le permettono di fare la differenza, uniti alla sua potenza che è indiscutibile. Ma non vince certo solo con quella. Sono curioso di vedere dove potrà arrivare ancora… © Joey Terrill / Red Bull Content Pool 20
RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO NOVEMBRE 2016 2015
INTERVISTA
TWITTER 9 GENNAIO LINDSEY VONN Un’altra gara, un altro record! Non potrei essere più felice! Sono onorata che la leggendaria A.M. Pröll sia venuta a vedermi!
Lindsey the queen
Superata la Moser-Pröll, ora Lindsey Vonn punta al record assoluto di 86 vittorie di Ingemar Stenmark. Ritratto di un personaggio unico per successi, forza di volontà e gossip di Gianmario Bonzi
«La più grande sciatrice di sempre, uomini compresi». Parola di Bode Miller, uno che potrebbe anche sembrare di parte (l’atleta in questione è una sua connazionale), ma in realtà ha semplicemente espresso il suo pensiero. Comune a molti, nonostante Annemarie Moser-Pröll (raggiunta e superata come numero di vittorie complessive in Coppa del Mondo) e Ingemar Stenmark, ormai nel mirino con i suo famosi 86 successi. Non ci sbilanciamo, ma non possono esserci dubbi sul fatto che Lindsey Caroline Vonn, all’anagrafe Kildow, nata il 18 ottobre 1984 a St. Paul, in Minnesota - stato non certo rinomato per gli impianti sciistici - e residente a Vail, in Colorado, da oltre 20 anni, sia la più grande icona mediatica di questo sport, in ogni epoca, e sicuramente la più vincente al femminile perché così dicono i numeri. Ma la regina delle nevi non è solo sci. No. È molto, molto altro. È colei che più del citato Miller ha sdoganato uno sport poco famoso negli Stati Uniti, magari con l’aiuto dello stesso Bode più Mancuso, Ligety e Shiffrin, ma se fosse nata ‘giocatore di football’ oggi sarebbe una dea a stelle e strisce come Muhammad Alì e Michael Jordan. Non ci va nemmeno troppo
lontano. Lindsey è colei che può permettersi di chattare in rete con il grande amico Roger Federer, il n.1 di sempre nel tennis, sfidandolo poi a una partita racchette in mano sul ghiacciaio bernese dello Jungfraujoch, a quota 3.450 metri, per un’esibizione organizzata dalla Lindt, nota azienda dolciaria svizzera; è la bellezza che si fidanza con il golfista più famoso di tutti i tempi, Tiger Woods, riportando Cortina sulle copertine di tutto il mondo nel gennaio 2015 insieme a lui. Ma oggi, lasciatolo, ‘flirta’ (che sia vero o no poco conta) con Lewis Hamilton, campione del mondo in carica di Formula Uno. È donna da tre milioni di dollari di soli contratti pubblicitari, secondo Forbes, con Under Armour, Red Bull, Head, Oakley e Rolex. Non certo la sportiva più pagata, ma di sicuro nello sci non le si avvicina nessuno neanche lontanamente. È l’atleta che si sveglia alle 4.15 del mattino, come testimoniato da post su Instagram, Twitter o Facebook, per una seduta di pesi o allenamenti su bici in palestra, con un fisico scolpito nel marmo, 175 cm per 72 kg di peso; è la sciatrice che usa sci da uomo perché è potente quanto un maschio e vorrebbe anche sfidarlo in pista, questo benedetto uomo, magari a
Lake Louise dove vanta 18 vittorie (più di chiunque altro in una singola località) e pazienza se per ora non glielo lasciano mica fare. È donna che ama ‘autoregalarsi’ scarpe e borse di lusso dopo i successi in serie, possibilmente Louis Vuitton perché le iniziali sono quelle... È l’icona che non si riprende il cognome da nubile, Kildow, perché come Vonn è celebre in tutto il mondo e ha vinto la sua prima sfera di cristallo (più tutto il resto): insomma fama&dollari esigono regole chiare. Diva vera perché ha sempre sognato di esserlo, altrimenti non compari sulle copertine, citiamo a caso, di Sports Illustrated, Vogue ed Elle, ma soprattutto in posa e vestita alla Sharon Stone di Basic Instinct, di cui tutti ricordiamo la ‘scena incriminata’. È la sciatrice più vincente di sempre, sì, ma per farlo la prima volta (ovviamente a Lake Louise) ha impiegato 59 gare di Coppa del Mondo, digerendo bocconi amari, vedi l’esplosione anticipata della sua compagna un tempo nemica (oggi amica), dal talento e fascino unici, origini italiane, Julia Mancuso, che però si allena la metà di Lindsey e infatti la metà ha vinto, pur con un oro olimpico messo in bacheca prima di Vonn, fonte di invidia sempre nascosta. Lindsey RACE RACESKI SKIMAGAZINE MAGAZINE- NOVEMBRE - FEBBRAIO 2016 2015
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PROTAGONISTI I NUMERI DI LINDSEY
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36
120
26
18
73
Coppe del Mondo (4 generali)
Vittorie in discesa
Podi (Stenmark 155)
Vittorie in superG
Vittorie a Lake Louise
Vittorie totali in Coppa del Mondo
dati aggiornati alle gare di Flachau 2016
è la prima americana a sbancare il Trofeo Topolino (imitata poi da Shiffrin, tra le altre), in slalom, nel 1999, anno in cui ai Mondiali di Vail studia le austriache da volontaria in pista; è discesista che inizialmente cade tanto, soprattutto nelle prove dei Giochi Olimpici di Torino 2006, a San Sicario, e vede la sua carriera svoltare solo dal 2007 dopo il cambio di cognome, da Kildow a Vonn, a seguito del matrimonio con Thomas, compagno, allenatore, manager e uomo che (si dice) le cambiò il canting di tutti gli scarponi alla vigilia dello slalom di Levi, novembre 2011, impedendole di gareggiare, una volta lasciato dalla campionessa (complice, si disse, una storia con il quarterback NFL Tom Tebow, mai confermata). Il giorno dopo arrivò l’annuncio del divorzio. Perché sullo sci non si scherza: il secondo posto è un fallimento, figuratevi il terzo, e se Maria Riesch le ‘soffia’ per tre punti la Coppa del Mondo grazie anche all’annullamento di due gare su quattro durante le Finali di Lenzerheide, marzo 2011, può anche arrivare a non rivolgere più la parola all’atleta etichettata come sua migliore amica, all’epoca, con la quale cenava sempre alla vigilia di ogni Natale. A 14 anni, già residente a Vail, vince, appunto, il Trofeo Topolino, a 16 esordisce in Coppa del Mondo in uno slalom a Park City, a 17 partecipa alle prime Olimpiadi, a Salt Lake City, dove finisce sesta in combinata, a 18 è medaglia d’argento in discesa ai Mondiali junior, davanti però a Julia Mancuso, a 19 sale sul podio per la prima volta nel Circo Bianco, a Cortina d’Ampezzo (dove poi vincerà nove volte e non è finita), a 20 centra il primo successo tra le grandi, nell’amata Lake Louise, ovviamente in libera. A 21 anni, dopo i Mondiali di Bormio 2005, accetta l’invito Red Bull di fare parte dei Progetti Speciali per gli Atleti (ASP), cambiando stile di vita, alimentazione, allenamento, diventando la macchina da vittorie e soldi che conosciamo oggi. Le insegnano 22
anche il tedesco, a Salisburgo, per permetterle di ambientarsi sempre meglio nelle località di punta per lo sci alpino, situate nel centro dell’Europa. Il resto è storia ben nota, fatta di 73 vittorie in Coppa (36 in discesa, record eguagliato, 26 in superG, primato unico uomini compresi, 4 in gigante, 5 in combinata, 2 in slalom), 120 podi, 19 sfere di cristallo di cui quattro assolute, 2 ori mondiali, 1 olimpico. E la storia continua. Resta qualche buco nero: nel 2012 ha confessato a People di soffrire di depressione, malattia che continua a curare oggi con l’aiuto di farmaci. E un anno più tardi il giornalista americano Nathaniel Vinton pubblicò sul New York Daily News un servizio che ipotizzava un collegamento tra la Vonn e il dottor Bernd Pansold, ex guru della Germania dell’Est, chiacchierato per la collaborazione con Hermann Maier, condannato nel 2000. Nonostante ciò Pansold fino a tutto il 2013 ha gestito uno dei laboratori della Red Bull, nell’austriaca Thalgau. E proprio in questa località la Vonn si è sottoposta ogni anno a esami e controlli nello ‘Diagnostics and Training Center’. Nulla di irregolare è pero mai trapelato e nell’articolo stesso si specificava a chiare lettere che nessuna prova era stata trovata e che la campionessa americana aveva sempre passato ogni test antidoping. Allora torniamo all’incipit dell’articolo: Pröll o Vonn? L’austriaca, non è mai stato un mistero, beveva, fumava e si divertiva non poco anche prima delle gare; l’americana, presente in TV a David Letterman Show, Access Hollywood, The Today Show, al massimo si è tranciata un tendine del pollice destro imbracciando una bottiglia di champagne stappata con la sciabola dopo un oro ai Mondiali della Val d’Isère 2009, o al limite è finita al pronto soccorso, pochi mesi fa, con lo stesso pollice azzannato dai suoi cani. Fate la vostra scelta.
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© Joey Terrill / Red Bull Content Pool
PROTAGONISTI 1
Lindsey Story 1. Una Lindsey Vonn decisamente diversa, vincitrice nel 2007 a Lake Louise in discesa ©Zoom Agence; 2. Oro in discesa ai Mondiali di Val d’Isère nel 2009, prima di ferirsi alla mano aprendo una bottiglia di Champagne ©Zoom Agence; L’urlo del Creekside, Lindsey è oro olimpico in discesa a Vancouver 2010; 4. il terribile infortunio nel superG dei Mondiali di Schladming 2013, gara inaugurale ©Zoom Agence; 5. Cortina, gennaio 2015, il nuovo record di vittorie nella Coppa del Mondo femminile ©Zoom Agence
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LA FABBRICA DEI CAMPIONI
I NUMERI DI FRANCESCA MARSAGLIA di Gianmario Bonzi Francesca Marsaglia è nata a Roma il 27 gennaio 1990. A sette anni si è trasferita con la famiglia in Val di Susa per trasformare in realtà un sogno chiamato sci alpino. Cresciuta nello Sci Club San Sicario, allenata anche da papà Andrea, Francesca ha fatto il suo esordio in Coppa Europa il 5 febbraio 2007, all’Abetone, in gigante. Ha partecipato a quattro edizioni dei Mondiali Junior da Formigal 2007 a Chamonix/Mont Blanc 2010, ottenendo un quinto posto in discesa a Garmisch-Partenkirchen 2009 come miglior risultato. In Coppa del Mondo ha esordito il 9 febbraio 2008 in discesa a Sestriere. Ai Campionati Nazionali Junior vanta un secondo posto in superG a Bardonecchia 2008; in Coppa Europa ha conquistato due podi con una vittoria in superG a Skt. Moritz il 21 gennaio 2010, mentre in Coppa del Mondo vanta finora otto top ten. Ha partecipato ai Mondiali di Garmisch-Partenkirchen 2011 e Vail/Beaver Creek 2015 e ai Giochi Olimpici di Sochi 2014, dove si è piazzata sedicesima in gigante. È campionessa italiana in carica di combinata alpina.
2,991 LITRI / MINUTO 45,3ML/KG/MIN
MASSIMO CONSUMO DI OSSIGENO (VO2MAX) raggiunto a una potenza di 300 watt - 4,5 watt/kg
169
66
cm di altezza
192
bpm (battiti per minuto) frequenza cardiaca massima
kg di peso
15%
percentuale massa grassa
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SEDUTE DI LAVORO INTERVALLATO (effettuate con roller blade - lavori boxe al sacco - e poche con bici). Vengono svolti lavori intervallati, cioè con fasi ad alte intensità interrotte da fasi di recupero complete o incomplete a seconda dell’obiettivo della seduta (basandosi su tempo o frequenza cardiaca).
39 sedute forza arti inferiori*
19 sedute forza parte alta*
179
bpm (battiti per minuto) frequenza cardiaca soglia anaerobica
47,8 12
cm elevazione media Test di salto con picco di potenza a 3.223 Watt e di forza a 1.861 Newton
*fino al gigante di Aspen di novembre 2015
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RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
sedute velocità su campo atletica*
Alla ricerca della curva perfetta! Coming soon..
fischersports.com
INTERVISTA
RICCARDO TONETTI
Scusate il ritardo La nuova vita dello slalomgigantista di Bolzano che è andato a punti in tre discipline in Coppa del Mondo ed è uno degli azzurri più in forma del momento di Gabriele Pezzaglia - foto Zoom Agence
È esploso, deflagrato. Dalla precarietà alla stabilità, da fuori a dentro, dagli allenamenti in solitudine a punto fermo della squadra nazionale azzurra. Dalla polvere all’altare direbbe qualcuno. Due anni per cambiare e per cambiarsi, innovarsi e crescere. Dopo un periodo di difficoltà da fuori squadra, ecco la vittoria in Coppa Europa generale lo scorso marzo e la nuova vita in Coppa del Mondo questa stagione a suon di risultati, se non nel segno della polivalenza, almeno sulla traccia di due discipline, il gigante e lo slalom. Riccardo Tonetti quest’inverno subito protagonista nella massima serie e con tante aspettative e sogni da realizzare. Una prima parte di stagione sicuramente positiva, cosa è cambiato improvvisamente rispetto al passato? «Sicuramente la vittoria nella Coppa Europa generale e la possibilità di partire a ridosso dei top 30 in ogni disciplina e con il mio posto assicurato sempre e comunque nel contingente azzurro. Questo mi ha dato stabilità mentale, sicurezza, voglia di allenarmi a fondo e con più dedizione». È così importante l’aspetto psicologico per fare il salto di qualità in 26
Coppa del Mondo? «Certo, è fondamentale. Una cosa che mi ha dato forza interiore è stata la fiducia da parte dello staff tecnico. Essere parte di un team, coinvolto, considerato, è davvero stimolante e ti mette in condizione di lavorare con serenità e tranquillità».
BIO Riccardo Tonetti è nato il 14 maggio 1989 e vive a Bolzano. Tesserato per il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, ha vinto la Coppa Europa generale 2015 e quella di slalom. Quattro le vittorie nel circuito continentale., 3 in slalom e una in gigante. Miglior risultato in Coppa del Mondo l’ottavo posto nel gigante di Beaver Creek questo inverno. È il vice campione assoluto di slalom in carica. Fidanzato con Angela, è dottore in Economia Aziendale. Usa sci Völkl, attacchi Marker, scarponi Tecnica, casco e maschera Briko, bastoni Leki, protezioni Dainese.
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Ti aspettavi di partire così forte? «Ci speravo. Ottavo in gigante a Beaver Creek, dodicesimo in slalom in Val d’Isère, prima gara di superG in Colorado e subito a punti. Un inizio scoppiettante, risultati che hanno confermato il lavoro fatto tutta estate e autunno». Sostieni che la squadra ha creduto in te, cosa significa? «I tecnici azzurri hanno costruito un progetto su di me. Mi hanno portato in Argentina a fare gigante, ad allenarmi maggiormente per sanare quel gap che avevo fra le porte larghe. Hanno voluto, oltre allo slalom, portare avanti anche una seconda disciplina. Stiamo lavorando bene, crescendo». Sei uno che sa farsi volere bene, almeno così sembra. Non è vero? «Non mi sono mai messo di traverso alle decisioni della squadra. E questo non vuole dire che non
abbia una testa, una linea, personalità. Anche io ho un preparatore fuori dalla squadra e si chiama Stefano Camin, ma non è un doppione, piuttosto un’integrazione. Credo nel lavoro di gruppo, sono contento che finalmente gli skiman non siano più estranei a un progetto di squadra. Insegnamento tecnico, sviluppo del
INTERVISTA
materiale e anche preparazione atletica non possono viaggiare assolutamente su binari differenti». Ti sei mai sentito solo? «Solo no, però mi sono allenato da solo. Estate 2013, sembra una vita fa, invece poco più di due anni. Ero atleta d’interesse nazionale,
ho trascorso la primavera e l’estate con le Fiamme Gialle e soprattutto con Daniel Fahrner. Ero a un bivio, sapevo che l’inverno a seguire era quello decisivo per il mio futuro. Prendere o lasciare insomma. Ma forse da quella situazione di precarietà, di instabilità, sono riuscito a capire che era il momento di
giocarmi tutto e di andare a tutta. Mi sono allenato con metodo e poi dall’autunno Stefano Costazza mi ha aggregato con regolarità al team di slalom». Dal rischio di uscire dal giro a ritrovarsi un punto fermo della squadra, non male comunque...
«È così. Ma non ho mai perso la serenità, la consapevolezza nei miei mezzi. Anche nei momenti più difficili, quando non sai se le parole sono promesse, quando il futuro è incerto. Ero arrivato a un punto che la Coppa Europa non bastava e non mi bastava, ma non riuscivo a fare il salto».
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INTERVISTA
Meglio Kitz o l’esame di statistica? Riccardo Tonetti è uno dei pochi atleti laureati. Per la precisione in Economia Aziendale. Ci siamo diverti a fargli paragonare tre piste di Coppa del Mondo a… tre esami universitari. Ecco cosa ci ha detto. «Fare l’esame di diritto è un po’ come essere in partenza a Campiglio... È un orale, quindi oltre a te e il professore c’è un’intera aula di studenti che ascolta le tue risposte. A Campiglio
Il momento più brutto della tua carriera? «Nel 2010, all’inizio della stagione, quando ero in lizza per disputare la massima serie. Mi sono infortunato alla mano e ho saltato tutto l’anno agonistico». Cosa ti manca ancora per avvicinarti ulteriormente ai primi? «Tecnicamente, nel complesso, devo riuscire a spingere di più in uscita curva. In gigante l’abitudine alle piste più difficili, in slalom a
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è simile, non ci sei solo tu e la pista, ma tutta l’Italia che ti guarda e migliaia di persone che ti vedono scendere da bordo pista! Quindi… attenti a non agitarsi troppo». «L’esame di contabilità sembra un po’ Adelboden, la prima parte è a risposte multiple, quindi insidiosa ma non troppo difficile, come il primo tratto del Chuonisbärgli, ma quando arrivi all’esercizio dove ti chiedono partita doppia, stato patrimoniale e conto economico…
risolvere l’imprevisto nelle figure».
sembra di essere arrivato sul famigerato muro di Adel: bisogna buttarsi e provarci!». «Infine confronterei la gara di Kitzbühel con l’esame di statistica. Sono entrambe prove molto toste, ti si presentano molti problemi da risolvere, i dossi e le stradine che attraversano la pista a Kitz, le domande su varianza, probabilità nell’esame. In comune hanno il fatto che, se dovessi perderti un attimo, poi devi fare molto affidamento sull’istinto».
Cosa ne pensi del contributo economico richiesto dalla Federazione agli atleti di alto livello? «Non sono contrario a priori, però penso che sia più corretto dare una risposta alla fine della stagione quando si faranno i bilanci».
un’altra cosa. Anzi, lo scopo è continuare questo percorso di crescita, sia in gigante, sia in slalom. La penso come Max Carca, il capo allenatore, che a ragion veduta non manca di strigliarci. Però non sono rimproveri fini a se stessi, ma stimoli. Non sono così lontano dai primi e voglio avvicinarmi ancora».
Ti senti appagato? «No, assolutamente. Visto quello che ho fatto fino a oggi mi ritengo soddisfatto, ma essere appagato è
Dove vuoi arrivare? «A vincere in Coppa del Mondo. Devo scegliere? Adelboden. Quel catino, quello skistadium, è da brividi».
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INSTAGRAM RICCARDO TONETTI 7 dicembre 2015 Che giornata! #BeaverCreek #gs #8
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People Franz Gamper
INTERVISTA
FRANZ GAMPER
Il mago di Svindal Da dieci stagioni con i velocisti norvegesi. Altoatesino doc e profeta fuori patria. Ma l’anno prossimo potrebbe tornare nelle sue valli, a guardare lo sci in tv di Gabriele Pezzaglia - foto Andrea Chiericato
Ha il suo punto, la sua postazione lungo la pista di gara. Da lì dà l’ultimo accorgimento su una linea, un consiglio su come assecondare un’ondulazione del terreno o sul tempo per scattare sul dente di un salto. Fermo, immobile. Sulle Gobbe del Cammello in Val Gardena come sulla Minschkante di Wengen, sulla Steilhang di Kitzbühel o sul Muro Sobretta a Santa Caterina. La sua non è una delle tante postazioni della pista di discesa dove gli allenatori sono dislocati, ma come se fosse una cabina di regia vera e propria. È suo l’ultimo consiglio, ha lui l’ultima parola, una sorta di giudizio finale insomma. Da dieci stagioni Franz Gamper allena la squadra di velocità della Norvegia. Quest’anno tre elementi: Aksel Lund Svindal, Kjetil Jansrud e Alexander Aamodt Kilde. Serve altro? Semplicemente la squadra più forte. Gli aggettivi per glorificare questo team sono da tempo esauriti. Gamper, altoatesino doc, un passato da allenatore con la nazionale italiana, da dieci anni è il faro di Svindal e compagni. Con Aksel Lund ha condiviso ogni trionfo. «Dieci anni fa sono arrivato quasi per caso, non avrei immaginato di starci un decennio e assistere a questi successi». Franz non parla mai in prima persona. «Vincono loro, vincono gli atleti. Noi allenatori siamo solo dei consiglieri, dei gestori. Un bravo allenatore in Coppa del Mondo deve solo cercare di veicolare un’intuizione, correggere un gesto tecnico, ma non stravolgerlo, aiutare l’atleta nell’innovazione tecnica, studiarla e ana30
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BIO Franz Gamper, originario della Val D’Ultimo in Alto Adige, allena i velocisti norvegesi da 10 stagioni. I trionfi di Svindal: 2 Coppe del Mondo generali 9 Coppe del Mondo di specialità 14 vittorie in Coppa del Mondo in superG 12 in discesa 4 in gigante 1 combinata 3 medaglie olimpiche 8 medaglie mondiali
lizzarla insieme, senza il rapporto coach/ atleta tradizionale, dall’alto al basso. Il legame con Svindal e gli altri l’ho costruito così. Io credo in questo, ma anche se non ci credessi in Norvegia si fa così. Prendere o lasciare. Nonostante ci sia fra tecnici e federazione un rapporto di non ingerenza, qui non servono balie, psicologi, papà». Non c’è dubbio che Svindal sia il faro della squadra ed è proprio Gamper a spiegare il rapporto con Aksel Lund. «All’inizio non mi dava confidenza più di tanto, ci ha messo tre anni. Ora spetta a me l’ultima dritta. Non tanto tempo fa, mentre facevamo un video, mi ha detto che sono un punto di riferimento, il guru, la guida. Gli atleti del suo calibro, ma io penso
tutti quelli che fanno alto livello, hanno bisogno di poche parole ma chiare. In Norvegia è così. In pista io e gli atleti, fuori le aziende dei materiali, l’Università di Oslo per la ricerca sui tessuti, sull’aereodinamica, sulla medicina dello sport, sulla preparazione atletica. L’allenamento sulla neve è quasi l’ultima cosa». E l’alimentazione? Il tecnico altoatesino scoppia a ridere: «No quella no. Dovete vedere con che voracità si divora gli hamburger Jansrud». Ma cosa c’è dietro a Svindal, infinito fuoriclasse? «La sensibilità, la capacità di fare correre lo sci limitando attriti e sbavature sono dote innate. Però sono l’essenza dello sci. Non è la curva come insegnano gli italiani, o altre nazioni, anche ai bambini. In questi anni abbiamo lavorato molto sulla gestione dell’imprevisto, il recupero dell’errore, la correzione della traiettoria. Questioni tecniche, ma anche atletiche e neurologiche e soprattutto sulla capacità di fare velocità in curva perché la curva stretta è il punto debole». La vittoria più bella? «Dico la tripletta del superG di quest’anno in Val Gardena con Svindal, Jansrud e Kilde. Tutti sul podio, pazzesco». E il futuro? Gamper non ha ancora le idee chiare, anche se potrebbe essere l’ultima stagione con la Norvegia. «Potrei restare, ma la mia sarebbe una scelta per così dire di anzianità. Mi inizia a pesare davvero essere via da casa. Deciderò a marzo. Se lascerò la Norvegia, starò sul divano. No, nemmeno il posto da direttore tecnico in Italia…».
INTERVISTA
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SPECIALE INFORTUNI
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numero infortuni atleti di Coppa del Mondo nelle ultime 9 stagioni
-44%
diminuzione infortuni alla parte alta del corpo negli uomini dopo l’introduzione delle nuove norme FIS
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INCHIESTA
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inforutni al ginocchio nelle ultime nove stagioni di Coppa del Mondo
NON È CAMBIATO NULLA A tre anni dall’introduzione delle nuove misure le statistiche dicono che gli incidenti al ginocchio non sono diminuiti (ma neppure aumentati) e che il mal di schiena è diventato un’emergenza di Gianmario Bonzi - foto Zoom Agence
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infortuni ai legamenti crociati nelle ultime nove stagioni di Coppa del Mondo
Ventuno ottobre 2011, Sölden, centro stampa. Teoricamente, una vigilia di Coppa come tante altre. Le interviste pre-gara, il sorteggio pettorali, le ultime dal ‘Frigo’ per chi si è voluto allenare ancora, insomma il solito tram-tram. Anzi no. Perché dentro il ristorante (allora) messicano e soprattutto nella sala adibita al classico Forum pre-stagionale, si sta consumando uno scontro-epocale FIS-atleti. Capita infatti di girare per i tavoli e trovare il ‘sindacalista’ per eccellenza ed ex atleta austriaco (e bulgaro, oggi manager di Mikaela Shiffrin), Killian Albrecht riunire e ‘aizzare’ le truppe, in primis Bode Miller, verso ‘il nemico’. Ligety si aggira per le sale nervosissimo, Paerson strizza l’occhio a Lara Gut. Avrà in serbo una sorpresa per la Federazione internazionale. Ma cosa sta succedendo? È presto detto. Quella 2011/2012 sarà l’ultima stagione con il ‘vecchio’ raggio di curva. Poi si cambierà, tornando all’antica, ma sempre con gli sci sciancrati, ovviamente. Dall’annata 2012/2013, infatti, gli uomini passe-
ranno da 27 a 35 metri per il gigante, le donne da 23 a 30 metri. Modifiche anche per sci da discesa e superG, meno significative, nessuna per quelli da slalom. Come aggravante, il fatto che il parere degli atleti sia stato totalmente ignorato nel prendere una decisione così importante. Lo scontro va in scena dopo pranzo al terzo piano del suddetto edificio, in Tirolo. Dove la FIS mostra agli atleti i risultati di una lunga indagine che ha portato alle nuove scelte, mentre Ted Ligety, padrone del gigante, visibilmente preoccupato (ma dominerà ancora di più, dopo…) ribatte pesantemente colpo su colpo e Anja Paerson solleva di peso, proprio fisicamente, Lara Gut, davanti agli imbarazzati vertici FIS, al grido di «secondo voi questa atleta può usare sci da uomo?». Tutto questo accadeva oltre quattro anni fa. Dal 2012/2013, come detto, il nuovo raggio di curva è diventato ‘legge’. Bene. Tre stagioni abbondanti più tardi, qual è stato l’effetto di questa rivoluzione, in teoria realizzata per cercare di diminuire il numero degli incidenti in pista, posto
che lo sci alpino a questi livelli rimane uno sport con ìnsita una componente di rischio che non si potrà mai eliminare? «In realtà la vera novità straordinaria - ci spiega il professor Herbert Schoenhuber, membro della commissione medica FIS dal 1978 al 2014 e specialista in Ortopedia, Traumatologia e Medicina dello Sport - è legata al primo cambiamento del raggio di curva, con l’introduzione dello sci ‘carving’, a fine anni ’90. Ecco, nelle prime due stagioni successive a quel cambiamento ci fu incremento spaventoso di infortuni, soprattutto di lesioni ai legamenti crociati anteriori. E la Federazione internazionale ovviamente era a conoscenza dalla situazione, ma non è intervenuta subito. Poi, come spesso succede, gli atleti si sono progressivamente adattati e, dopo l’impennata citata di infortuni, la situazione si è stabilizzata. Nel 2011/2012 le cose non andavano affatto male da questo punto di vista. Nel frattempo la FIS, che probabilmente ha aspettato troppo >> CONTINUA A PAGINA 36
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SPECIALE INFORTUNI
AIRBAG, LA PROSSIMA FRONTIERA L’incidente di Matthias Mayer in Val Gardena ha segnato la ‘prima volta’ dell’airbag in una gara di sci alpino. Probabilmente l’apertura del D-air di Dainese ha evitato danni peggiori in una caduta a 109 km/h con sollecitazioni fino a 13G, come confermato dallo staff medico della federsci austriaca. Il funzionamento è semplice quanto sofisticato, grazie a uno strato inserito sotto la tuta in corrispondenza della schiena e del collo che si gonfia poco prima dell’impatto con un
algoritmo che, sfruttando diversi sensori, rileva quando lo sciatore è fuori controllo. Fortemente voluto dall’ex Race Director maschile Guenther Hujara, l’airbag è consigliato, ma non obbligatorio, nelle discipline veloci da questa stagione. Due i modelli utilizzabili, il D-air di Dainese e quello prodotto da Poc in collaborazione con l’azienda francese in&Motion del quale finora si è parlato poco e che invece per certi aspetti è abbastanza diverso dal primo. Quest’ultimo, lo Spine VPD 2.0 Airbag,
- 24%
Diminuzione infortuni ogni 1000 discese dal 2012/13 rispetto alle 6 stagioni precedenti
- 26% Diminuzione infortuni ogni 100 atleti dal 2012/13 rispetto alle 6 stagioni precedenti
- 6% Diminuzione DNF (did not finish, cadute o errori) ogni 1000 discese dal 2012/13 rispetto alle 6 stagioni precedenti
-44% Diminuzione infortuni nella parte alta del corpo negli uomini dal 2012/13 rispetto alle 6 stagioni precedenti
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I FATTI* Assenza di variazioni significative per gli incidenti della parte inferiore del corpo e ginocchio e per le lesioni del legamenti crociati (il fattore di rischio relativo, vale a dire la probabilità di avere un infortunio al ginocchio o dei legamenti crociati con le nuove norme è di circa otto/nove decimi rispetto a prima, ma il risultato è una media statistica tra valori inferiori e superiori rispetto al passato, pertanto non significativo, mentre nel caso degli incidenti alla parte superiore del corpo la probabilità è di 5,6 decimi, una media che risulta da valori comunque inferiori, nel minimo e nel massimo, rispetto al passato) * ‘Tasso di infortunio e modelli nella Coppa del Mondo di sci alpino (2006-2015), che effetto hanno avuto le nuove norme?’ - Bjørnar Haaland, Sophie E Steenstrup, Tone Bere, Roald Bahr, Lars Nordsletten - British Journal of Sports Medicine - 11 novembre 2015
INCHIESTA
è infatti un normale back protector con in aggiunta il bag, in modo da proteggere come un tradizionale paraschiena e attivare l’airbag quando necessario per una protezione fino a quattro volte maggiore di un tradizionale back protector. L’algoritmo di attivazione è in funzione dai dati rilevati da accelerometro, giroscopio e gps che controllano i movimenti mille volte al secondo per rilevare quando lo sciatore ha perso definitivamente il controllo, inoltre un sensore sugli scarponi permette l’attivazione anche in caso di perdita dello sci. Il peso è di
800 grammi in più rispetto a un normale back protector Poc e può essere ricaricato facilmente, però l’azienda consiglia una manutenzione professionale ogni anno. Il valore massimo di gonfiaggio dura circa 5 secondi (ma viene raggiunto in meno di 100 millisecondi) e dopo 15 secondi l’airbag si sgonfia quasi completamente. La particolarità di questo modello è che garantisce una protezione di una zona ampia della parte alta del corpo, dal collo, al torace, alla spina dorsale, al bacino e ai fianchi ed è disponibile in tre taglie.
INFORTUNI IN COPPA DEL MONDO (354) IN 9 STAGIONI Super G
Fonte: FIS Injury Surveillance System
Gigante
Ginocchio
Slalom
INFORTUNI PER 100 ATLETI
INFORTUNI PER 1000 DISCESE
Crociato
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0
STAGIONI 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11
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SCI ALPINO, ATLETI DI COPPA DEL MONDO TUTTI GLI INFORTUNI Tutti
Prognosi > 28 giorni
STAGIONI 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11
12/13
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Fonte: British Journal of Sports Medicine
Gravi
Infortuni ogni 100 atleti 50
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40 INFORTUNI
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20
10
Infortuni ogni 1000 discese
30
20
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0 STAGIONI 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11
11/12
TASSO DI INFORTUNIO ATLETI DI COPPA DEL MONDO
Fonte: FIS Injury Surveillance System
INFORTUNI PER 100 ATLETI
Guarda la dimostrazione dell’apertura dell’airbag Poc
INFORTUNI AL GINOCCHIO (318) E AI LEGAMENTI CROCIATI (112) IN 9 STAGIONI
Fonte: FIS Injury Surveillance System Discesa
Guarda l’incidente di Hermann Mayer
0 11/12
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STAGIONI 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11
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SPECIALE INFORTUNI > NELLE FOTO In apertura Pinturault nel parallelo dell’Alta Badia, qui accanto il volo della Goergl in Val d’Isère
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perché voleva inizialmente andarci con i piedi di piombo, aveva però ordinato al professor Müller di Salisburgo, validissimo biomeccanico, anzi numero uno al mondo, una serie di ricerche per trovare una soluzione al problema infortuni, ricerche che non potevano essere effettuate in un giorno, ma richiedevano un bel po’ di anni. Quando la ricerca è terminata, con una presunta soluzione del caso, ormai si era però arrivati al 2011, anno in cui, ripeto, il numero di infortuni non era affatto elevato. Ma a quel punto la Federazione è andata avanti per la sua strada. Lo studio cercava di dimostrare che dal punto di vista dello sci, cambiando la curvatura dei raggi, a parità di tecnica, l’attrezzo scivolava meglio, non correva più il rischio di ‘incastrarsi’ nella neve e in linea teorica avrebbe dovuto portare a una diminuzione degli infortuni». A grandi linee - ci sono i numeri che leggete in queste pagine a testimoniarlo in maniera più dettagliata e una ricerca pubblicata sul British Journal of Sport Medicine e realizzata anche dai ricercatori dell’Oslo Sports Trauma Research Center, lo stesso che raccoglie i dati per il sistema di sorveglianza sugli infortuni della FIS - la situazione non è
©Zoom Agence
COME SONO CAMBIATE LE MISURE DEGLI SCI DAL 2012/13 UOMINI DISCESA LIBERA: Lunghezza minima innalzata da 215 cm a 218 cm, Raggio di curvatura innalzato da 45 m a 50 m, Larghezza massima dello sci fissata in 65 mm, mentre ora deve essere almeno di 67, Larghezza massima della spatola ridotta a 95 mm, mentre ora è liberalizzata. SUPERG: Lunghezza minima innalzata da 205 cm a 210 cm, Raggio di curvatura innalzato da 33 m a 45 m, Larghezza massima dello sci fissata in 65 mm, mentre ora deve essere almeno di 65, Larghezza massima della spatola ridotta a 95 mm, mentre ora è liberalizzata. GIGANTE: Lunghezza minima innalzata da 185
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cm a 195 cm, Raggio di curvatura innalzato da 27 m a 35 m, Larghezza massima dello sci fissata in 65 mm, mentre ora deve essere almeno di 65, Larghezza massima della spatola ridotta a 95 mm. SLALOM: Nessuna modifica.
DONNE DISCESA LIBERA Lunghezza minima innalzata da 210 cm a 215 cm, Raggio di curvatura innalzato da 45 m a 50 m, Larghezza massima dello sci fissata in 65 mm, mentre ora deve essere almeno di 67, Larghezza massima della spatola ridotta a 95
mm, mentre ora è liberalizzata. SUPERG: Lunghezza minima innalzata da 200 cm a 205 cm, Raggio di curvatura innalzato da 33 m a 40 m, Larghezza massima dello sci fissata in 65 mm, mentre ora deve essere almeno di 65, Larghezza massima della spatola ridotta a 95 mm, mentre ora è liberalizzata. GIGANTE: Lunghezza minima innalzata da 180 cm a 188 cm, Raggio di curvatura innalzato da 23 m a 30 m, Larghezza massima dello sci fissata in 65 mm, mentre ora deve essere almeno di 65, Larghezza massima della spatola ridotta a 95 mm. SLALOM: Nessuna modifica.
INCHIESTA 2011 perché scelto dalla sua azienda, la Rossignol, insieme allora a Mattia Casse, per offrire un parere sul nuovo raggio di curva. Tutte le grandi marche fecero lo stesso con due sciatori messi sotto contratto. «Inizialmente rimasi sconvolto ed ero assolutamente contrario all’introduzione della novità. Lo sono ancora oggi. Non eravamo stati minimamente ascoltati, in più il cambiamento avveniva in un momento in cui gli infortuni non erano poi così alti, ricordo nella stagione 2010/2011 il ko di Benny Raich durante il Team Event ai Mondiali di Garmisch-Partenkirchen e poco altro. Quindi improvvisamente ci siamo ritrovati a fare le stesse cose di prima, ma con la necessità di una forza decisamente maggiore per far curvare questi materiali. Risultato? Non sono diminuiti gli infortuni, nemmeno aumentati d’accordo, ma è aumentato di parecchio, e questo ve lo posso garantire, il mal di schiena. Parlando in giro con i colleghi, sono tutti messi male da questo punto di vista, credetemi».
cambiata né in un senso né in un altro. In soldoni, gli infortuni alle ginocchia non sono né aumentati, né diminuiti, qualche leggera variazione in sù o in giù e una linea che negli anni è sostanzialmente stabile. Sì, c’è stata una diminuzione degli infortuni a livello maschile, ma relativamente alla parte alta del corpo, probabilmente dovuta alle minori cadute. E niente di tutto questo è accaduto a livello femminile. Insomma, situazione praticamente stabile. Con un’aggravante però in più, non di poco conto. Ce la spiega meglio Matteo Marsaglia, atleta della Nazionale italiana maschile, vincitore di un superG in Coppa del Mondo, uno dei primi a ‘testare’ i nuovi sci nel
La situazione non cambierà, nel senso che non si tornerà più indietro, ormai il ‘Rubicone’ è stato varcato e si continuerà così. «Io ultimamente faccio sempre meno gigante - ci dice Daniela Merighetti, in Commissione atleti FIS e in grado di salire sul podio nella specialità in Coppa del Mondo, nel 2003 - probabilmente se lo sci non fosse cambiato sarei riuscita a farne un po' di più, ma col raggio nuovo è veramente difficile, per chi ne fa poco. Anche se gli infortuni non sono aumentati, i dolori alla schiena, sia negli uomini che nelle donne, si sono invece acutizzati. E nelle donne la situazione non è migliorata. Se si tornasse indietro però, sarebbe peggio perché statisticamente l'anno successivo al cambio di materiale gli infortuni aumentano. Bisogna solo cercare di adattare la sciata al nuovo attrezzo. Cosa non facile, ma è l'unica soluzione». Gli infortuni alle ginocchia, più o meno gravi, di Anna Fenninger, Patrick Kueng, Sandro Viletta, Mikaela Shiffrin, Sara Hector, Giovanni Borsotti, Fabienne Suter, Lotte Sejersted nel corso o alla vigilia di
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La scelta migliore.
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SPECIALE INFORTUNI
Il canadese Benjamin Thomsen con l’airbag esploso al traguardo di Wengen ©Zoom Agence
questa stagione hanno destato scalpore, ma la realtà, se leggete bene i numeri che trovate a corollario di questo articolo, è che appunto non ci sono stati cambiamenti significativi dall’annata 2012/2013, se non nel numero, quello sì diminuito, di cadute. Ma la situazione attuale, chiedere a Shiffrin, Fenninger, Borsotti o anche Marion Rolland (ricordate Vancouver 2010?) è che con gli sci oggi ci si può fare male, anche pesantemente, senza cadere o come conseguenza di banalissime scivolate in assenza di alta velocità. Sempre Daniela Merighetti ci aiuta a spiegare meglio il concetto per chi non scia o comunque non lo fa da agonista. «Per le ditte non è facile produrre in una sola stagione una marea di sci con caratteristiche diverse da quelli precedenti e diventa un problema vendere quelli già prodotti. Poi per noi atleti risulta molto difficile adattare la sciata. Praticamente se io in una mattinata scio sempre nello stesso tracciato e a ogni giro cambio tipo di sci, una volta uso il 25 m, il giro dopo 35 m, sento moltissimo la differenza. 38
Devo proprio cambiare tempismi in attacco curva, le inclinazioni sono diverse. Ovviamente lo sci è rischioso e l’aspetto fondamentale secondo me è allenarsi atleticamente in modo adeguato. Ovvio che questo non salva nessuno dagli infortuni, ma aiuta. Tornare indietro sarebbe peggio perché, come dicevo prima, l'incidenza degli infortuni nei tre/quattro anni dopo il cambio di materiale è sempre più alta per il discorso di adattamento al nuovo sci. Quando uno sci ‘risponde’ in modo diverso noi atleti, che siamo molto sensibili, lo sentiamo particolarmente». In discesa e superG la situazione non è cambiata granché, soprattutto nel secondo caso: «Addirittura - ricorda Marsaglia - l’annata 2012/2013 è stata la migliore, per me, in superG. Diciamo che sono riuscito a girare un po’ a mio favore la situazione, sfruttando il nuovo materiale grazie al fatto che sono uno sciatore più tecnico che scorrevole. Mi sono adattato meglio. Ma non cambio idea sul nuovo raggio
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di curva. Volevano rallentare la velocità, la conseguenza è che si è perso anche lo spettacolo. Con il vecchio materiale riuscivi a fare cose pazzesche, raggiungevi alte velocità in curva. Adesso è molto più difficile, non fai più la curva sulla sciancratura: torni a fare quello che facevi prima, ma sei tremendamente più affaticato, aumentando così il rischio di infortuni. Resto sempre dell’idea che sia più facile farsi male nel momento in cui sei più stanco e la tua discesa non è terminata. Tornerei quindi indietro… domani, ma per il semplice piacere di sciare in maniera più divertente. Anche se vai a fare le curve in campo libero, è tutta un’altra cosa. In più questi sci non sono vendibili ai turisti». Chi si ferma è perduto. Ma non sarebbe magari il caso di unirsi e provare a chiedere un ritorno al passato? « In Commissione non abbiamo parlato di questa problematica - ammette Dada -, la cosa che mi piace di più è che la FIS, dopo ogni discesa o superG, manda un questionario a tutte le atlete che si sono qualificate chiedendo le loro
impressioni sulle condizioni di pista, neve, salti. E ogni volta l'atleta può esprimere così la sua opinione rispetto alla gara fatta. Però, a parte i questionari e suggerimenti che arrivano da qualche atleta ogni tanto, non c'è un vero e proprio confronto atleti-FIS. Anche perché se tutti fossero d'accordo per andare in una certa direzione allora sì, ci si potrebbe unire per cambiare le cose, ma finché il 100% degli atleti non è d'accordo, non succederà mai niente». Infine, capitolo giovani: «Serve il doppio della forza rispetto a prima per fare girare questi sci - conclude Schoenhuber -. Nella speranza che non si arrivi a un utilizzo di sostanze vietate per aumentare la massa muscolare, prevedo alla fine un adattamento o meglio, una selezione naturale. Probabilmente con il passare degli anni i giovani si adatteranno, chi avrà mal di schiena in tenera età inevitabilmente smetterà prima, chi non ne soffrirà più andrà avanti». Ma allora non era meglio lasciare tutto come prima?
Photo credit: Mirja Geh - Agence Zoom / Athlete: Anna Fenninger / Conception & Graphic Design:
ANNA FENNINGER CAMPIONESSA DEL MONDO 2014
I nostri atleti sono la nostra fonte di ispirazione, per questo abbiamo dedicato loro una Signature Series. I nostri designer hanno lavorato a stretto contatto con Anna Fenninger per creare un modello che rispecchiasse la sua personalitĂ . Il casco JULIET, in ABS iniettato, garantisce una forte resistenza agli impatti ed il massimo comfort grazie al suo sistema di ventilazione regolabile. Inoltre, per un total look, si abbina perfettamente alla maschera SCARLETT personalizzata da Anna Fenninger. Una maschera ultra confortevole con lo schermo a semi-giorno che garantisce un ampio campo visivo.
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BOLLE.COM
LA FATINA di Denise Karbon
NUOVO RAGGIO DI CURVA, AHI CHE MAL DI SCHIENA… Il primo anno con i nuovi sci da gigante ho avuto tanti problemi fisici e non mi divertivo. Cosa succederà agli atleti del ’99? Il primo impatto con i nuovi sci da gigante me lo ricordo bene: ero a Ushuaia, in Argentina, durante l’estate italiana del 2012, e dopo una settimana di allenamenti mi sono dovuta fermare per il mal di schiena, un problema che non avevo mai avuto prima. Inizialmente non riuscivo a capire i motivi, poi ci siamo resi conto anche con lo staff che era dovuto ai nuovi sci. Perché? È presto spiegato: il raggio di curva diverso rendeva più difficile proprio curvare, bisognava fare un lavoro enorme con la parte alta del corpo per contrastare le forze, altrimenti non c’era verso. Dovevi insistere, insistere, non mollare la pressione con la parte alta altrimenti gli sci andavano dritti o ti portavano… in salita. Insomma, i tempi si erano allungati e la tensione si distribuiva su tutto il corpo. Prima era più semplice, almeno per me: cambiavi gli spigoli lavorando soprattutto con caviglia e ginocchia, mentre dopo ti ritrovavi gli sci sempre incollati al terreno. Tutto questo ovviamente all’inizio, oggi, tre anni abbondanti dopo, almeno per le ragazze in Coppa del Mondo le cose sono cambiate, anche i materiali stessi sono comunque diversi.
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Per cui oggi probabilmente vanno bene così gli sci da gigante a livello femminile. Ma rimane secondo me un problema per i giovani, soprattutto al maschile, per i ragazzi che hanno 15-16-17 anni e che sono ancora in un periodo di crescita fisica, penso agli atleti classe ’99 che adesso dovranno usare questo raggio di curva. In più, c’è un fattore legato al divertimento e io lo noto proprio in questi ragazzi. Torno alla mia prima volta con le nuove norme FIS: gli sci non mi sono piaciuti per niente, ho patito tanto il cambiamento perché la mia sciata era più ginocchia-caviglia, nella mia carriera ho sfruttato al massimo lo sci sciancrato, girava quasi da solo. Quello ‘nuovo’ invece era diverso, bisognava portarsi sopra con tutta la parte alta del corpo per farlo poi girare, anche se un aspetto positivo l’ho riscontrato, era più stabile in uscita. I giovani, dicevo: già la vita dello sciatore non è semplicissima, con la sveglia al mattino presto, il freddo, gli spostamenti… Se poi non ti diverti neanche, diventa durissima. Per questo bisogna stare attenti a quei ragazzi che, anche a causa del materiale, smettono troppo presto perché non si
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Denise Karbon a Soelden nella stagione 2012/13 ©Zoom Agence
divertono nemmeno. Ultima considerazione, tornando alle gare di quel primo inverno con il nuovo raggio di curva, 2012/2013: con alta velocità e pista liscia si riusciva ancora a ‘carvare’. Ma quando si andava piano era un autentico incubo, soprattutto con la partenza senza pendenza. Ti veniva quasi
voglia di utilizzare il ‘passo spinta’, dovevi mettere per forza un po’ lo sci di traverso... > DENISE KARBON altoatesina, classe 1980, ritiratasi dall’attività agonistica nel marzo 2014, è diventata da poco mamma di Pia. In carriera ha conquistato sei vittorie in Coppa del Mondo (tutte in gigante), la Coppa di specialità nella stagione 2007-2008 e due medaglie iridate: argento a Skt. Moritz 2003, bronzo ad Aare 2007, sempre tra le porte larghe.
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INTERVISTA
Coppa Europa Ski People
LAURA & GUIDO Da Campiglio alla Coppa del Mondo Dietro al primo successo in Europa della Pirovano e al debutto nel circuito maggiore c’è il rapporto mai interrotto con Guido Paci, che l’ha seguita fin dalle prime gare. Ecco cosa ne pensano gli interessati
di Gianmario Bonzi
Quando il mare incontra la montagna, il connubio può essere decisamente vincente. L’11 dicembre 2015 la trentina di Spiazzo in Val Rendena Laura Pirovano (Fiamme Gialle), in Nazionale dal 2014, ha vinto a 18 anni il gigante di Coppa Europa di Kvitfjiell. Nello Sporting Club Campiglio tra gli altri a seguirla nella sua crescita in passato (ma ancora oggi le dà una mano ogni tanto) anche Guido Paci, ligure di La Spezia trapiantato professionalmente a Madonna di Campiglio. Li abbiamo sentiti entrambi, con le stesse domande, per conoscere meglio le caratteristiche della promettente Pirovano, ma con due punti di vista diversi. Un po’ come mare e montagna, appunto… Quali sono i principali pregi sugli sci di Laura Pirovano? LAURA: «Credo che un mio pregio sia il fine curva. Indipendentemente dall'entrata che ogni tanto mi viene ancora un po' leggera e anticipata, a fine curva riesco a trovare il taglio e portare fuori velocità». GUIDO: «Laura di per sé è un… pregio! Ha una sciata semplice, ma molto efficace: punte sempre in giù, grande rapidità e ultimamente si è scoperta anche un po’ più scorrevole». E i... difetti da correggere? LAURA: «I difetti sono ancora tanti… innanzitutto la profondità a inizio curva, poi devo mettere a posto la parte alta del corpo a fine curva, perché tende sempre a ‘seguire’ troppo». 42
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BIO Ligure di La Spezia, classe ’66, ex atleta, Guido Paci ha gareggiato per il Comitato Ligure concludendo la carriera nel Centro Sportivo Esercito. Maestro di sci, allenatore e istruttore, trasferitosi poi a Madonna di Campiglio (dove vive con la famiglia) ha iniziato ad allenare nello Sporting Club, passando successivamente all’Agonistica Campiglio per poi tornare alle origini, nello Sporting, dove oggi lavora.
GUIDO: «In ingresso curva forse è un po’ troppo poco profonda, soprattutto verso destra». La vittoria è arrivata subito a inizio stagione 2015/2016. Prevedibile? LAURA: «Non me l’aspettavo. Era da più di un anno ormai che facevo Coppa Europa e non ero ancora riuscita a entrare nelle 30, puntavo solo a fare un passo dopo l’altro. Una vittoria alla prima inversione delle 30 mai me la sarei immaginata». GUIDO: «Sì. Ero certo di un risultato immediato nelle prime gare. Se le cose avessero girato per il verso giusto, sapevo che avrebbe potuto anche vincere». Quali aspetti hanno permesso il salto di qualità di Laura negli ultimi due anni? LAURA: «Dopo l'ultimo anno Allievi, dove non avevo brillato moltissimo, mi sarei aspettata un debutto nel mondo Giovani molto difficile. Invece, grazie alla complicità tra Comitato Trentino, Matteo Guadagnini, Sporting Campiglio e Guido Paci, senza accorgermi sono riuscita a entrare in squadra Nazionale. I materiali (per la magnifica assistenza che Thomas Tuti riesce sempre a darci) mi hanno permesso ulteriori passi in avanti. Logicamente quando poi arrivano anche i risultati, tutto diventa più facile e la carica cresce di conseguenza». GUIDO: «I fattori che portano alla maturità di un atleta sono molteplici. Nel suo caso: l’umiltà agonistica, che nonostante i numerosi successi da Children non ha mai placato la sua fame di imparare e la voglia di migliorarsi; la sua famiglia, che le è sempre stata vicina ‘positivamente’; il cambio di materiali un paio di anni fa che le ha dato quel ‘quid’ in più e non ultimi tutti i tecnici che ha incontrato ultimamente, dai quali è stata brava a prendere il meglio». Laura fuori dalle piste... che ragazza è? LAURA: «Molto tranquilla, ho i miei amici che cerco di non perdere mai di vista nonostante sia sempre in giro. Poi lascio giudicare agli altri, più di tanto non posso sbilanciarmi». GUIDO: «Semplice, pulita, solare, affettuosa e anche un po’ str… il giusto per essere atleta vincente». Come avete vissuto l’esordio in Coppa del Mondo, dalla convocazione fino alla gara vera e propria? LAURA: «L'ho vissuto molto bene, è stata un'esperienza che mi ha fatto sicuramente crescere. Non ero tanto agitata, ero più affascinata. È stato strano ritrovarmi ad avere come avversarie ra-
INTERVISTA
©FISI/Pentaphoto
BIO Laura Pirovano è nata a Trento il 20 novembre 1997, ma risiede a Spiazzo, Val Rendena. La sua famiglia è composta da papà Manlio, 59 anni, imprenditore, mamma Maddalena, 49 anni, casalinga, e dal fratello Giorgio, 24 anni. Ha iniziato a sciare a quattro anni a Madonna di Campiglio, primo allenatore Dean Slefer Ziller. È cresciuta nello Sporting Campiglio. Entrata nel Comitato Trentino, ha poi guadagnato la Nazionale C nella stagione 2014-2015 e la B in questa annata. È campionessa italiana in carica di gigante categoria Aspiranti e Giovani, in questo caso ex aequo con Jole Galli. È stata medaglia d’argento in gigante il 28 gennaio 2015 all’EYOF, European Youth Olympic Festival, dietro la francese Geraci. L’11 dicembre 2015 a Kvitfjell ha vinto la sua prima gara in Coppa Europa, sempre tra le porte larghe e successivamente a Lienz, il 28 dicembre 2015, ha esordito in Coppa del Mondo. Ama pescare con… Federica Sosio.
gazze che ho sempre tifato in televisione; pensare di essere lì con loro mi ha un po'… spaesata! La convocazione è stata invece una doccia fredda, ho fatto tutto così velocemente che dovevo ancora realizzare bene fino a dove fossi arrivata e cosa mi aspettava, ma è stata sicuramente una piacevole sorpresa». GUIDO: «Sapevo della sua convocazione prima che lei (e suo fratello) me lo svelassero, ero preoccupato che la gente riponesse su di Laura troppe attenzioni. Le ho parlato e le ho detto di essere se stessa, di viverla come un gioco nuovo, di divertirsi e non porsi limiti o farsi troppe paturnie, che nessuno si aspettava niente da lei. Ci siamo sentiti subito dopo la gara, era euforica pur sapendo che il suo limite non lo aveva nemmeno sfiorato, ‘che figata, mi sono divertita’ mi ha detto».
Differenze tra Coppa Europa e Coppa del Mondo? LAURA: «La differenza di per sé non è molta, mentre si scende una gara è una gara. Stop. Ma è tutto il contorno che cambia completamente. Molta più gente, tifo, maggiore professionalità nell'organizzazione. Sono cose che anche indirettamente ti toccano e ti fanno capire che lì tutto gira in maniera diversa». GUIDO: «La stessa che c’è tra una partita di serie B e una di Champions League. Si respira un’atmosfera completamente diversa». Un ricordo del lavoro insieme con lo Sporting Campiglio... LAURA: «Ricordi ce ne sono talmente tanti.. Tutti i ‘cicchetti’ presi, ma anche le belle esperienze vissute insieme, con il gruppo e gli altri allenatori
dello sci club. Perché alla fine (oltre ai tanti che ho avuto e che ho ancora nello Sporting) Guido è stato un allenatore, ma più di tutto un amico, non si è mai tirato indietro quando avevo bisogno e anche quando non ne avevo cercava di dare il massimo per farmi ottenere il meglio». GUIDO: «Nessuno in particolare e tutti. Qualche anno fa mi ha fatto un piccolo regalo e mi ha detto: ‘Esprimi un desiderio. Non togliere questo braccialetto altrimenti il tuo desiderio non si avvererà’. Il mio desiderio si è avverato, è entrata in squadra! Allora per il suo diciottesimo compleanno le ho regalato un portafortuna e detto di non levarlo fino a che il suo sogno non si fosse avverato. Dopo avere vinto in Norvegia abbiamo fatto allenamento insieme e ho notato che ancora indossava l’oggetto che le avevo regalato. Mi sono chiesto quale potesse essere il suo sogno…». RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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COPPA EUROPA
LA COPPA EUROPA IN ITALIA È PIÙ BELLA Bilancio positivo per la tre giorni del Circuito Continentale maschile di metà dicembre in Trentino-Alto Adige. La parola a organizzatori, atleti e allenatori. Aspettando la Coppa del Mondo femminile a San Vigilio
di Gabriele Pezzaglia - foto Andrea Chiericato
Coppa Europa: questa sconosciuta o evento su cui i mondi dell'agonismo e del turismo investono con convinzione? Come consuetudine a metà dicembre, giorno più giorno meno, il circuito continentale maschile è di casa sulle Alpi italiane con tre appuntamenti diventati ormai tappa fissa del calendario di sci alpino. Lo slalom di Obereggen, il parallelo di San Vigilio di Marebbe e un altro slalom a Pozza di Fassa, trittico di indubbio valore tecnico grazie a comitati organizzatori attenti in ogni dettaglio che costruiscono l'evento attorno alla gara. E se è vero che forse per il pubblico e per la presenza della stampa il periodo è un po' limitante in quanto c'è la concomitanza con la Coppa del Mondo in Val Gardena e in Alta Badia, è necessario riconoscere che siamo di fronte alle tappe più spettacolari del circuito continentale. Lo slalom di Obereggen sulla Oberholz in questi anni si è guadagnato l'appellativo di 'Kitzbuehel della Coppa Europa'. «È la prima gara che apre il periodo del grande sci in Italia e ormai il nostro appuntamento vede la presenza costante di atleti che abitualmente si misurano in Coppa del Mondo e che così contribuiscono a innalzare il livello tecnico dello slalom. Siamo una macchina ben avviata grazie al Comitato Organizzatore Coppa Europa Obereggen che riunisce energie e competenze dei due sci 44
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GLI ATLETI ITALIANI AL VIA SQUADRA A: Giuliano Razzoli, Stefano Gross, Riccardo Tonetti, Cristian Deville, Andrea Ballerin SQUADRA B : Tommaso Sala, Fabian Bacher, Giordano Ronci, Simon Maurberger SQUADRA C: Federico Liberatore, Hans Vaccari FIAMME GIALLE: Stefano Baruffaldi, Pascal Rizzi FORESTALE: Nicolò Menegalli FIAMME ORO: Giacomo De Marchi CARABINIERI: Adam Peraudo ALPI CENTRALI: Andrea Testa (UBI Banca Goggi), Nicolò Colombi (UBI Banca Goggi), Francesco Gori (Ski Racing Camp) ASIVA: Davide Brignone (Crammont Mont Blanc), Federico Vietti (Ski Club Pila), Michael Tedde (Chamolè), Matteo Vaghi (Chamolè) ALPI OCCIDENTALI Alberto Blengini (Mondolè Ski Team), Giacomo Scaglione (Sansicario) VENETO: Pietro Canzio (Ski College Veneto)
COPPA EUROPA > NELLE FOTO Il pendio della Aloch di Pozza di Fassa, tradizionale appuntamento della Coppa del Europa di metĂ dicembre. A sinistra, lo spettacolo pirotecnico dopo il parallelo di San Vigilio
RESULTS Obereggen, slalom 16 dicembre 1. Robin Buffet (Fra) 2. Ramon Zenhaeusern (Sui) 3. Matthias Hargin (Swe) 12. Andrea Ballerin (Ita) 15. Riccardo Tonetti (Ita) 17. Stefano Gross (Ita) 27. Giordano Ronci (Ita)
1.50.09 1.50.19 1.50.69 1.51.52 1.51.59 1.51.74 1.53.33
San Vigilio di Marebbe, slalom parallelo by night 19 dicembre
Pozza di Fassa, slalom by night 21 dicembre
1. Christian Hirschbuehel (Aut) 2. Linus Strasser (Ger) 3. Matthias Hargin (Swe) 9. Tommaso Sala (Ita) 9. Giordano Ronci (Ita) 17. Fabian Bacheri (Ita) 17. Federico Liberatore (Ita)
1. Marc Gini (Sui) 2. Robin Buffet (Fra) 3. Wolfgang Hoerl (Aut) 8. Giordano Ronci (Ita) 15. Federico Vietti (Ita) 23. Stefano Baruffaldi (Ita) 27. Simon Maurberger (Ita) 30. Pietro Canzio (Ita) RACE RACESKI SKIMAGAZINE MAGAZINE-- FEBBRAIO 2016
1.56.67 1.56.93 1.58.08 1.59.12 2.00.92 2.03.51 2.05.60 2.06.32 45
COPPA EUROPA
LE PISTE
Aloch
Pozza di Fassa/Poza (Tn) Partenza 1.540 metri Arrivo 1.340 metri Dislivello 200 metri Lunghezza 580 metri Pendenza media 45% Pendenza massima 49%
Oberholz Obereggen (Bz)
Partenza 1.968 metri Arrivo 1.795 metri Dislivello 173 metri Lunghezza 512 metri Pendenza media 37% Pendenza massima 45%
Cianross
San Vigilio di Marebbe/Al Plan di Mareo (Bz) Partenza 1.286 metri Arrivo 1.218 metri Dislivello 68 metri Lunghezza 205 metri Pendenza media 33 % Pendenza massima 48% Quella di San Vigilio è la gara più spettacolare. Una ventina di secondi di manche. Partenza, poi dopo la prima picchiata il salto Energiapura con i fuochi d'artificio a bordo pista quando gli atleti staccano sul dente. Poi un'altra stilettata verso il traguardo. Ritmi elevati, evento veloce e accattivante. E poi musica da discoteca, ballerine, stand gastronomici. E tanto pubblico accorso nel parterre ma soprattutto coinvolgimento della gente. Guarda caso, la FIS se ne è accorta e alla Al Plan Events è in procinto di essere ufficializzata la Coppa del Mondo per la prossima stagione.
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club locali, Eggen e Catinaccio. In più di trent'anni solo due volte, causa maltempo, non abbiamo organizzato la gara e questo mai per assenza di neve. Siamo insomma orgogliosi di questa continuità» sostiene Siegfried Pichler, presidente del comitato. E cosa dire del Parallelo di San Vigilio? Una formula vincente, che vede al mattino uno slalom FIS sulla Erta che qualifica per il parallelo in notturna dei migliori trentadue atleti che si sfidano in manche di andata e ritorno con gli sci da slalom sulla Cianross. Nella località marebbana pubblico delle grandi occasioni, da fare invidia anche a certe tappe
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di Coppa del Mondo. Musica e fuochi d'artificio, insomma un significativo coinvolgimento del pubblico presente. E poi c'è la Aloch a Pozza di Fassa, ancora evento che si disputa in notturna. Un pendio ripido ed esigente, scelto per gli allenamenti dai big di Coppa del Mondo italiani e non. «Sono le uniche tappe del circuito continentale maschile che hanno visibilità televisiva. Questo è molto importante per la Coppa Europa, per le località organizzatrici, per il movimento in generale. Problemi con la concomitanza con la Coppa del Mondo? Non ne vedo, anche se in quei dieci giorni in Italia c'è
QUOTES ANDREA TESTA, 1991 POZZA DI FASSA «Sono uscito, non ho ancora digerito Pozza. Viaggiavo intorno alla quindicesima posizione nella seconda manche nonostante un pettorale altissimo. Stavo attaccando, unica cosa che dovevo fare, ho incrociato gli sci e sono uscito. Ma non mollo, anzi»
COPPA EUROPA EDIZIONI
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Obereggen
San Vigilio di Marebbe
Pozza di Fassa
Folgaria
> NELLE FOTO A sinistra, il podio di San Vigilio con Hirschbuehel, Strasser e Hargin, qui sopra Andrea Ballerin sulla Aloch. A sinistra, un momento del parallelo di San Vigilio e Federico Vietti a Pozza di Fassa.
davvero una concentrazione di eventi fra Coppa del Mondo e Coppa Europa. Io la vedo invece al contrario, a noi fa comodo, perché è un traino la visibilità che ha la massima serie e in questo modo ci mettiamo in scia, la sfruttiamo» fa sapere Peter Gerdol, voce principale della FIS per la Coppa Europa. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Al Plan Events Willy Kastlunger per San Vigilio di Marebbe: «Il parallelo è una vetrina per San Vigilio e il comprensorio sciistico Kronplatz - Plan de Corones; la data prima di Natale è la più indicata a valorizzare un'area come la nostra che è garanzia di neve sempre e
QUOTES GIORDANO RONCI, 1992 POZZA DI FASSA «Sto tornando ai livelli che mi competono. Sto lasciando alle spalle la stagione passata per ripartire con decisione, impegno, determinazione. Dalla trasferta italiana di Coppa Europa è partita la rincorsa alla Coppa del Mondo»
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QUOTES FEDERICO VIETTI, 1996 POZZA DI FASSA «Sono andato in Sud America per allenarmi e solo in seconda battuta per gareggiare. Poi è arrivata la vittoria nella South American Cup e quindi la possibilità di partire negli slalom in Europa per trentunesimo. Il quindicesimo posto è arrivato come una meteora, di colpo, un fulmine al ciel sereno. Felice certo, ma a questo punto consapevole dei miei mezzi»
> NELLE FOTO Dall’alto in senso orario, Federico Liberatore sulla Aloch, Matthias Hargin a San Vigilio, uno spettacolare momento della gara marebbana con i fuochi d’artificio e Marc Gini a Pozza di Fassa
comunque». San Vigilio intanto, grazie agli investimenti di questi anni e al successo riconosciuto, sta trattando con la Federazione Internazionale per la Coppa del Mondo femminile. Bocche cucite sulla questione da parte degli organizzatori marebbani, ma sembra proprio che a fine gennaio 2017 siano in programma uno slalom e un gigante. Visto il pendio che presenta la Aloch verrebbe naturale chiedersi come mai non può essere presa in considerazione anche questa pista alme-
Il bilancio di Alexander Prosch
«Datemi due anni e questi giovani stupiranno in Coppa del Mondo» Alexander Prosch, da due stagioni allenatore responsabile del gruppo Coppa Europa, è moderatamente soddisfatto della prima parte di stagione dei suoi ragazzi e anche della trasferta italiana: «Potevamo raccogliere di più, ma la strada segnata è quella giusta: Tommaso Sala in prima linea, un redivivo Giordano Ronci e Simon Maurberger. Hanno margini di crescita, sono loro quelli un po' più avanti. Ricordiamo che, Giordano a parte, sono tutti ancora categoria Giovani, devono avere il giusto tempo
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per una maturazione solida. Fanno già la spola fra Coppa del Mondo e Coppa Europa, ma è nel circuito continentale che devono esprimersi, crescere, abbassare i punti, puntare finalmente al podio. E poi ci sono ancora atleti più giovani che hanno già fatto intravedere numeri e motivazioni. Hans Vaccari ad esempio, aspetto Federico Liberatore. Conto anche sui giovanissimi fuori squadra che spingono e sono già andati a punti come Federico Vietti, purtroppo poi infortunatosi, e Pietro Canzio. E fra i
Senior c'è anche quell'Andrea Testa che è un attaccante nato ma sbaglia ancora troppo». Il carabiniere di Maranza elogia la trasferta italiana di Coppa Europa: «Piste impegnative, colore, entusiasmo. Una bella settimana fra Alto Adige e Trentino. L'anno prossimo torniamo per essere competitivi, per salire sul podio. L'ascesa allo sci che conta è già iniziata, due o tre anni e questi ragazzi saranno pronti per la Coppa del Mondo. Segnali confortanti si sono già visti, ora è necessario concretizzare».
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Folgaria si colora di azzurro Buona la prima di Folgaria. Anzi ottima per davvero. Sulla Salizzona in località Fondo Grande due giganti di Coppa Europa a metà gennaio che rimarranno storici. Solo un rinvio a causa della pioggia ha messo in dubbio la rassegna trentina, posticipata di un giorno. Sono andate in scena due gare su un manto nevoso che ha permesso a tutti i concorrenti di esprimersi in maniera uguale. E così Folgaria ha salutato la vittoria di due azzurri. Nel primo gigante Riccardo Tonetti ha lasciato il segno, con Tommaso Sala ottimo quarto, nel secondo ecco il trionfo dello juniores Simon Maurberger. Dopo la trasferta italiana, la ‘allegra brigata di Prosch’, prese le misure, ha centrato una doppietta da antologia. Francesco Da Villa, presidente dello Ski Team Altipiani e riferimento principale dell’organizzazione, ha affermato: «Non potevamo partire in un modo migliore, la FIS ha investito su Folgaria e noi abbiamo ripagato la Federazione Internazionale con due ottime gare. L’obiettivo ora è fare tappa fissa e aggiungere alle altre tre trasferte italiane anche la nostra. Con lo Ski Team Altipiani un ruolo fondamentale ha avuto la società impianti e l’azienda turistica Alpe Cimbra diretta da Michael Rech. E come cartolina di benvenuto le vittorie azzurre sono state magnifiche».
Simon Maurberger in azione a Folgario ©Elvis Piazzi
SIMON MAURBERGER, 1995 «Una vittoria che conferma il fatto che cresco con costanza e continuità, il modo per arrivare a confrontarmi con i big in Coppa del Mondo. Nella massima serie ho già conquistato i primi punti, adesso anche questa straordinaria vittoria, quasi insperata. Il mio sogno si sta concretizzando e non voglio mollare. Anzi, il bello inizia adesso…»
RESULTS no per eventuali recuperi. Ci dice Leonardo Bernard dello Ski Team Fassa, la realtà promotrice della rassegna: «La volontà c'è, la location è ideale. Certo, sarebbero da avviare importanti lavori nella zona della finish area. Non c'è solo la pista. L'obiettivo è arrivare alla massima serie, però abbiamo bisogno di investimenti provinciali. È giusto scommetterci con convinzione insomma, ma manca un po' la spinta politica». Bernard è comunque soddisfatto di come è stata organizzata la gara di Coppa Europa: «Anche quest'inverno abbiamo garantito una manifestazione di ottimo livello, nonostante l'assenza di neve naturale. Un ringraziamento particolare va alla Buffaure, la società che gestisce gli impianti e le piste».
Riccardo Tonetti ©Elvis Piazzi
Folgaria, gigante 12 gennaio 1. Riccardo Tonetti (Ita) 2. Christoph Noesig (Aut) 3. Axel William Patricksson (Nor) 4. Tommaso Sala (Ita) 6. Manfred Moelgg (Ita) 11. Simon Maurberger (Ita) 25. Luca De Aliprandini (Ita) 26. Daniele Sorio (Ita) 29. Andrea Ballerin (Ita)
1.49.48 1.50.10 1.50.22 1.50.33 1.50.57 1.50.85 1.51.61 1.51.66 1.51.92
GLI ITALIANI AL VIA
(non presenti al classico trittico di dicembre)
Folgaria, gigante 13 gennaio 1. Simon Maurberger (Ita) 2. Dominik Schwaiger (Ger) 3. Rasmus Windingstad (Nor) 8. Luca De Aliprandini (Ita) 12. Andrea Ballerin (Ita) 13. Alex Zingerle (Ita) 23. Marco Manfrini (Ita) 27. Guglielmo Bosca (Ita)
RICCARDO TONETTI, 1987 «Quando c’è la Coppa Europa mi esalto, dal momento che l’anno passato sono riuscito ad aggiudicarmi la classifica generale. La prima parte di stagione è iniziata in maniera sicuramente positiva, questo successo conferma che sono in forma e l’obiettivo è chiudere su questi livelli. A Folgaria il mio primo successo in gigante in Coppa Europa…».
1.55.64 1.55.82 1.56.01 1.56.88 1.57.16 1.57.27 1.57.81 1.58.09
Squadra A: Luca De Aliprandini, Manfred Moelgg, Alex Zingerle Squadra B: Daniele Sorio, Emanuele Buzzi Squadra C: Hannes Zingerle, Giovanni Pasini Esercito Guglielmo Bosca, Federico Gariboldi Fiamme Oro: Pietro Franceschetti, Marco Manfrini Comitato Appennino Emiliano: Rocco Delsante (CUS Parma) Alto Adige: Alexander Prast (Gardena) Alpi Centrali: Matteo Confortola (Santa Caterina), Michelangelo Tentori (Lecco)
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Alpi Centrali Senior On fire
INTERVISTA
DAVIDE CAZZANIGA La Coppa del Mondo è realtà Il monzese ce l’ha fatta e dopo tanti stop e ripartenze è approdato nel massimo circuito sulla sua pista di casa, quella di Santa Caterina, dove ‘Cazza’ ha strappato un ottimo piazzamento in qualifica di Gabriele Pezzaglia
Convocato quasi per caso in Coppa del Mondo. Non si è ancora capito se per meriti, che c'erano tutti, o per le indicazioni di quello sci club Lecco che in tante occasioni sta facendo da stampella alla federazione. L'importante è che Davide Cazzaniga si sia affacciato al cancelletto di partenza della Coppa del Mondo. E lo ha fatto mettendosi subito in mostra, anche se in prova, perché poi in gara a Santa Caterina il 29 dicembre non ha centrato la zona punti. Una storia ricca di infortuni, di stop e di ripartenze. E poi la partecipazione alla Coppa Europa, circuito che disputa interamente. La favola di 'Cazza' adesso si può dire essere a lieto fine: non ha mollato, ci ha sempre creduto ed eccolo arrivato fra i big italiani della discesa, pronto per proseguire la sua avventura. Santa Caterina Valfurva, Coppa del Mondo. Un sogno che diventa realtà? «Sì, è semplicemente così, un sogno che è diventato realtà. Da piccolo ho sempre sciato e mi sono tolto tante soddisfazioni nelle catego-
INSTAGRAM DADECAZZANIGA 28 dicembre 2015 Dodicesimo in coppa del mondo, purtroppo è solo la prova
rie inferiori, fino ad arrivare al titolo italiano Allievi in superG. Ma parliamo di altro sci, di un altro mondo. Non ho mai bruciato le tappe, anzi, ho sempre avuto in testa come obiettivo
ultimo esordire in Coppa del Mondo e questo si è avverato: sono fiero di me». Da Children eri costantemente davanti, poi nei Giovani hai fatto fatica. Perché? «Nel biennio Aspiranti è normale, ognuno ha i suoi tempi, non per forza ottieni il massimo dei risultati. Solo da noi se sbagli tre gare in fila da Aspirante sei nell'occhio del ciclone degli addetti ai lavori. Mi viene quasi da ridere: ci sono atleti che esplodono a trent'anni e la nostra scuola ti giudica a sedici. Poi ho avuto problemi fisici, sono stato fermo due anni». Cosa ha causato questo lungo stop? «Per quasi due anni ho avuto la mononucleosi. All'inizio del terzo anno Giovani volevo proseguire, poi prima di Natale ho deciso di smettere. Mi addormentavo fra le due manche, ho capito che qualche cosa non andava. È stato un biennio duro, ho pensato anche di non riuscire più a sciare, altro che la Coppa del Mondo». E poi cosa è successo? «Sono tornato ad allenarmi e a gareggiare. Piano piano, senza strafare certo, ma con obiettivi precisi. Ho preferito dedicarmi alla velocità, mettendo in secondo piano le discipline tecniche. Un progetto condiviso con lo sci club Lecco, la società che mi ha accompagnato in questi anni. Un rapporto unico, mi hanno seguito in tutto, sugli sci e fuori, con loro ho diviso e dividerò, spero, i miei successi».
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Quale la gara della svolta? «La vittoria ai Campionati Italiani Giovani di discesa, ancora a Santa Caterina Valfurva. Due anni fa, il risultato che poi mi ha dato la possibilità di poter gareggiare in Coppa Europa. In discesa la stagione passata mi sono tolto delle soddisfazioni entrando quattro volte nei trenta e avvicinandomi altre due alla top ten. Quest'anno la velocità in Coppa Europa è il mio obiettivo principale. Un passo alla volta, come sempre».
BIO Davide Cazzaniga, monzese di Lesmo, è nato il 6 giugno del 1992. Da due stagioni è arruolato nel Gruppo Sportivo dell'Esercito, anche se praticamente la maggior parte della preparazione la svolge con il Lecco. In carriera ha vinto due FIS in discesa, la sua disciplina principale, una valevole come titolo Giovani e una medaglia d’oro alle Universiadi. In Coppa Europa è stato dodicesimo a Sella Nevea e quattordicesimo a Zauchensee, sempre in discesa. Ha esordito in Coppa del Mondo il 29 dicembre a Santa Caterina. Scia con materiali Atomic, utilizza casco e maschera Salice, guanti e bastoni Level.
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In Coppa Europa non in forza alla squadra, ma sempre da aggregato. Come l'hai vissuta? «Direi come la vivo anche adesso. Per fortuna il Lecco mi ha messo a disposizione Danilo Sbardellotto. Per i viaggi, per un consiglio in più in pista, una presenza importante, fondamentale. Dopo la stagione passata, se fossi stato in un’altra nazione, sarei stato in squadra B, ma da noi è così e non ci posso fare nulla. Venivo da un periodo di stop, dal titolo italiano e senza aver mai vestito l'azzurro ho iniziato a mettermi in mostra. Vedremo il futuro cosa mi riserverà. Capisco la mancanza di risorse ma dovrebbero almeno dare la possibilità ai più giovani di allenarsi». Quali sono le persone che ti hanno accompa-
gnato in questi anni? «Papà Aurelio e mamma Fernanda, senza di loro era impossibile dare anima e corpo in questa avventura. E poi gli allenatori Pier Dei Cas e Carlo Riva: devo tanto ai miei 'pelati’, sono insostituibili, generosi, unici». In tanti da Senior hanno mollato, tu invece sei uno di quegli esempi anomali nel nostro mondo... «Problemi fisici a parte, non mi sono mai abbattuto per un risultato o un periodo storto. Ho sempre cercato di vivere positivamente ogni situazione, focalizzando l'attenzione sull'entusiasmo e sulla felicità che mi dà lo sci e la discesa. A volte non è stato facile, anche perché il nostro
ambiente spesso è troppo pessimista e distruttivo». Sei positivo e ottimista per natura, a volte guascone, ma i momenti più scuri, escluso lo stop forzato, quali sono stati? «Quando ho ripreso a sciare, un'estate praticamente vissuta allo Stelvio. Sveglia all'alba quasi sempre, sacrifici che facevo senza sapere dove andavo a sbattere la testa, anche perché nel giro della squadra ero uno sconosciuto. A volte ti metti la calzamaglia alle 6 del mattino e ti fai tante domande». Cos’è per te la discesa? «È adrenalina, vento in faccia, raffiche nei polmoni, emozione a oltre 100 chilometri orari, è il rischio, è l'essenza dello sci». RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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BATTI E RIBATTI
di Battista Tomasoni
THE COLORS RACE PER MISURARE E RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI Da questa stagione i Children di Bergamo si confronteranno con una classifica colorata e il ‘grande salto’ a ogni gara, uno strumento per motivare tutti, anche chi non è nelle prime posizioni
Ogni lunedì sera ci troviamo in sci club per la riunione allenatori. Parliamo di tante cose e una sera Cristina Ramorino mi dice: «Batti, sai, pensavo che, se è vero che per trovare soddisfazione e motivazione nel fare una cosa bisogna essere bravi a definire un obiettivo ‘ben formato’, cioè raggiungibile, in accordo con i nostri valori e per il quale siamo disposti a fare dei sacrifici, ancor più vero è che bisogna rendere misurabile il risultato riferito a quell’obiettivo. Allora è giunto il momento di migliorare qualcosa nell’esperienza agonistica dei nostri ragazzi. Noi allenatori dovremmo essere dei facilitatori nel percorso che conduce ciascun ragazzo ai propri obiettivi». «Hai ragione Cri - ho risposto -, pensavo proprio a questo l’altro
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giorno quando guardavo sciare Davide, così acerbo e così lontano dai primi nella classifica della gara. Pensavo a come potrei aiutarlo a porsi degli obbiettivi raggiungibili e misurabili, a come potrei entusiasmarlo e motivarlo ogni volta che fa un progresso, un miglioramento, a come potrei aiutarlo a vivere i ‘fallimenti’ come apprendimenti». E poi ho aggiunto: «Cosa ne diresti Cri se studiassimo un modo per usare le classifiche delle gare per creare un po’ di bagarre e coinvolgimento e sfida anche per coloro che solitamente non vincono? E cosa ne diresti se trovassimo anche il modo di misurare numericamente i progressi di ognuno nelle singole gare, se ci sono? Pensavo di usare i colori che hanno
una potenza coinvolgente e vanno a stimolare aree sensibili del nostro cervello, i colori primari sono strettamente legati ai fenomeni emotivi primari». La risposta di Cri non si è fatta attendere: «Fantastica idea Batti! Allora coloriamo la classifica, creiamo dei gruppi di valore all’interno dei quali nascano delle sfide e ciascuno possa trovare il proprio successo! E poi alla fine di una stagione ciascuno avrà conquistato un colore, che corrisponde a un livello e da lì partirà per valutare il suo progresso nella stagione successiva!». «Ma allora per cominciare dobbiamo guardare come sono andate le gare lo scorso anno?». «Certo! Dai allora coloriamo i nostri fantastici atleti di tutta la provincia! Azzur-
COLORS CHART, COME FUNZIONA Le classifiche tradizionali vengono ‘colorate’ per generare dei raggruppamenti di valore, realizzati con il criterio dei distacchi percentuali. I colori sono azzurro, rosso e giallo e ogni colore include tre livelli (A1-A2-A3; R1-R2-R3; G1-G2-G3). Per ogni tonalità e gruppo è stato definito il ritardo percentuale rispetto al miglior tempo. Ci sono percentuali diverse per gare provinciali e gare regionali, che tengono conto del maggior grado di difficoltà di queste ultime. I tempi massimi per rientrare in ciascuna fascia colorata sono determinati secondo una tabella e in questa prima fase sperimentale sarà applicata alla categoria Children. Le classifiche colorate saranno pubblicate in una sezione dedicata del sito della FISI Bergamo. Si parte dal giallo per passare poi al rosso e al blu. A ogni gara si conquista un colore e un gruppo. Su una tabella, suddivisa per categorie, saranno segnati tutti i colori e raccolti i risultati di 13 gare: 6 provinciali, 1 Pinocchio, 3 indicative, 3 regionali e di queste si terranno in considerazione le migliori 4. In pratica si scartano il migliore e il peggiore risultato e dei due che rimangono si prende il peggiore. Il 31 marzo gli atleti del primo anno di categoria Allievi verranno promossi automaticamente al livello successivo, mentre chi entra al primo anno Ragazzi sarà NC e vedrà aggiornato il suo colore dopo due gare. Ogni gara colorata avrà in sé una gara a punti: l’obiettivo è valorizzare e premiare il miglioramento personale e si partirà da 40 per il vincitore, 30 per chi conferma il gruppo azzurro, 20 per il giallo o chi sale di colore e 10 per il rosso o per ogni gruppo saltato.
ro-rosso-giallo. E per dare uno strumento concreto che misuri il miglioramento cosa potremmo fare Batti?». «The big step! A ogni gara daremo un punteggio a ciascuno che, tenendo conto del livello di inizio stagione, lo premia se ha confermato il suo gruppo di colore (quindi non è peggiorato), avanzato di gruppo, cresciuto di colore e naturalmente se ha vinto la gara! In questo caso i più bravi saranno quelli che avranno fatto il ‘salto’ più grande, indipendentemente dal colore». Da quella sera è nato un progetto pilota adottato dal Comitato Provinciale di Bergamo per la categoria Children. Per questo devo ringraziare Cristina Ramorino perché gran parte del lavoro lo hanno fatto lei, Antonio Noris e tutti gli allenatori del Goggi. Devo ringraziare anche Fausto Denti e Dari Bagattini che da subito ci
hanno creduto e tutti i club bergamaschi che hanno aderito alla sperimentazione. Spero che funzioni, certamente sarà da migliorare, però mi auguro che in poco tempo venga adottata a livello nazionale. Il nostro obbiettivo... oltre a creare coinvolgimento per i ragazzi è fornire dei riferimenti concreti, delle misure dedicate a ciascuno a partire dalle quali ogni coach, se lo vorrà, potrà fare le proprie valutazioni e riflessioni con l’atleta. Ma soprattutto ogni atleta sarà tenuto in considerazione, ciascuno si sentirà monitorato da questa colors chart, si sentirà sotto i riflettori! > Battista Tomasoni, 50 anni, bergamasco di Castione della Presolana, è papà di Federico e Filippo, marito di Roberta e allenatore e Istruttore Nazionale. Allenatore Consigliere dello sci club Goggi da 25 anni, è stato anche atleta polivalente con cinque anni in squadra Nazionale B, qualche gara di Coppa del Mondo di superG e un terzo posto nella classifica generale di specialità in Coppa Europa.
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ASPIRANTI SUPERSTAR Grande avvio degli atleti del 1998 e 1999 nel Gran Premio Italia. Al maschile Pietro Canzio comanda tra i Giovani, inseguito da Andrea Squassino, mentre al femminile Melesi è incalzata da Saracco e Lorenzi. Testa primo tra i Senior di Andrea Chiericato - foto di Alice Russolo
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ZUCCARINI & VIETTI FERMI AI BOX Stagione finita per Viola Zuccarini e Federico Vietti. La bolognese, in forza al Comitato Alpi Centrali, si è rotta il legamento crociato durante lo slalom gigante al Passo Furcia del 22 dicembre. Zuccarini è già stata operata e non tornerà in pista fino alla prossima estate. Anche il valdostano ha dovuto interrompere bruscamente la sua
stagione. Un inizio sfavillante con i primi punti in Coppa Europa, poi il duro colpo: ha inforcato un palo da gigante durante le FIS CIT di Pila (6 gennaio) e si è fratturato la tibia. È stato immediatamente sottoposto a intervento chirurgico e anche lui tornerà al cancelletto di partenza nella stagione 2016-2017. In bocca al lupo!
> NELLE FOTO In apertura Pietro Canzio dello Ski College Veneto. A destra Matteo Confortola nelle gare del Gran Premio Italia di Folgaria e accanto Davide Simoncelli. Nelle pagine successive atleti in ricognizione a Folgaria e Miriam Kirchler
Un 1998 che comanda la classifica del Gran Premio Italia. Le prime gare del circuito istituzionale maschile hanno emesso questo verdetto, che non si vedeva da diverse stagioni. Pietro Canzio, dopo due giganti e due slalom, si trova in testa alla graduatoria Giovani del circuito istituzionale. Ma il veneto non è un caso isolato, anzi. Al femminile il fenomeno è ancora più evidente. Se al maschile c’è un ‘uomo solo al comando’, in quello femminile si alternano in quattro, a seconda delle discipline: Lara Della Mea, Carlotta Saracco, Elisa Platino e Lucrezia Lorenzi. Aspiranti che abitano i piani alti delle classifiche e veterani costretti a inseguire. È vero, la stagione è ancora molto lunga e lo sci è come sempre imprevedibile, ma se il buongiorno si vede dal mattino, questi atleti si candidano a essere assoluti protagonisti. Parliamo di discipline tecniche, perché la velocità è iniziata
l’ultima settimana di gennaio, proprio quando il numero andava in stampa. Dicevamo di Canzio. Il portacolori dello Ski College Veneto è stato il più regolare. In slalom ha vinto due volte in altrettante occasioni (Passo Furcia e Folgaria), in gigante ha chiuso una
CURIOSITÀ Nel gigante di Folgaria si è rivisto Davide Simoncelli. L’attuale allenatore del Comitato Trentino ha rimesso la tuta da gara e il pettorale per correre la prova del Gran Premio Italia. Ha concluso ventiseiesimo, ma in partenza ha portato i suoi 5.84 punti FIS, decisamente utili per il calcolo della penalità.
COSÌ LE PRIME GARE MONTE CROCE 9-10 DICEMBRE
PAMPEAGO 14-15 DICEMBRE
La stagione si è aperta a Passo Monte Croce, località che ha sostituito Passo San Pellegrino. Il primo giorno si è svolto uno slalom FIS, vinto dal croato Istol Rodes sul forestale del gruppo Coppa Europa Fabian Bacher e sullo slovacco Matej Falat. Il giorno seguente è stato inaugurato il GPI Senior. La FIS è stata vinta dall’azzurro Federico Liberatore che ha preceduto Fabian Bacher e Giordano Ronci. La standing del Gran Premio Italia è andata al finanziere Stefano Baruffaldi, davanti all’alpino Luca Riorda e al carabiniere Adam Peraudo.
Seconda tappa del GPI a Pampeago Tesero con altri due slalom, il primo FIS, il secondo valido anche per la classifica Senior. Nuovo successo di Federico Liberatore che ha preceduto gli svedesi Gustav Lundbaeck ed Emil Johansson. Il 15 spazio al Gran Premio Italia con Fabian Bacher che ha vinto la FIS e Adam Peraudo, ottavo assoluto, che si è aggiudicato i 100 punti del circuito. Alle spalle del carabiniere, il finanziere Stefano Baruffaldi e il lombardo Andrea Testa.
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I punti di Pietro Canzio in quattro gare
I punti di Melesi, leader al femminile
Le atlete in classifica nel GPI femminile
I punti del primo Senior: Andrea Testa
Le gare Giovani svolte fino al 15 gennaio
ELISA PLATINO
Momento d'oro
MONTE CROCE 18 DICEMBRE
PASSO FURCIA 21-22 DICEMBRE
Il circuito femminile si è aperto a Passo Monte Croce il 18 dicembre con uno slalom speciale vinto dall’azzurra Chiara Costazza davanti a Roberta Midali e a Federica Sosio. Il GPI è andato alla veneta Giorgia Andrea Dalmasso, quarta assoluta. Secondo e terzo gradino Giovani per Vera Tschurtschenthaler e la lombarda Giulia Lorini.
Al Passo Furcia sono andati in scena due giganti femminili. In gara 1 Roberta Midali ha vinto davanti all’alpina Sabrina Fanchini e alla poliziotta Anna Hofer, atleta che invece si è aggiudicata la FIS del Gran Premio Italia il giorno seguente, battendo proprio Roberta Midali. La standing Giovani è stata conquistata da Roberta Melesi, davanti alla forestale Arianna Stocco e all’altoatesina Miriam Kirchler.
Quindici gare FIS in totale, nove di slalom gigante e 20 punti confermati nella disciplina. Un balzo in avanti clamoroso quello di Elisa Platino che nella settima lista internazionale aveva già 44 punti. Ora salirà ulteriormente la classifica e sarà una delle migliori 1999 al mondo. Un risultato che anche lei non si aspettava. «Davvero una grande sorpresa, non mi aspettavo proprio di partire in questo modo - ha detto -. Sono decisamente più gigantista, mentre in slalom faccio ancora un po’ di fatica, esco tanto e ho 62 punti». Neanche il tempo di festeggiare e subito un giro all’ospedale, ma nulla di grave. «Nel primo slalom di Madesimo sono caduta e ho preso un palo in faccia - ha proseguito -. Solo un controllo in ospedale, tutto ok». Platino si allena con Hannes Trenker e la squadra di Comitato. Corre con il Merano, ma non lavora quasi mai con loro perché studia a Malles. Ora inizierà a prepararsi anche per la discesa e il superG. «A Pila non ho corso, a febbraio inizierò a lavorare su queste discipline e poi gareggerò». Poi un occhio va anche ai Campionati Italiani Aspiranti: «Voglio salire sul podio in gigante».
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ANDREA SQUASSINO «Proverò a battere Canzio» Andrea Squassino è secondo in classifica generale e in quella di slalom. Davanti c’è sempre l’Aspirante Pietro Canzio, ma il piemontese è fiducioso per la seconda parte di stagione. «Sono positivo e pronto per le altre gare - ha detto -. Ora inseguo in entrambe le classifiche, da una parte o dall’altra cercherò di battere Canzio. Peccato per lo slalom di Folgaria, ero quindicesimo assoluto, primo Giovani, poi io ho sbagliato e lui mi è passato davanti: sarà una battaglia fino alla fine». Squassino guarda avanti e ai progressi di questi mesi. «Sono contento di come sta andando, ho fatto un bel balzo avanti in gigante. In velocità me la cavo abbastanza bene, punto anche in queste discipline ai primi cinque. Cercherò di fare dei punti e poi vedremo come andrà il mio diretto rivale». Il piemontese si è poi soffermato sull’Aspirante veneto: «È bravo e sbaglia poco, ha tanta motivazione e anche se è un ’98 è già maturo». Poi sui rivali ha aggiunto: «In gigante è molto bravo Matteo Confortola, può vincere, ma io guardo a me stesso e non penso agli altri».
volta secondo. I successi di tappa dei due giganti svolti sono invece stati firmati dal lombardo del Santa Caterina Matteo Confortola, miglior Giovane a Folgaria, e dall’altoatesino Alexander Prast (Carabinieri), primo nell’opening stagionale al Passo Furcia.
La classifica Senior vede ai primi tre posti atleti oltre l’anno 1993, fuori dai giochi per quanto riguarda il posto azzurro, ma comunque un buon biglietto da visita per eventuali convocazioni in Coppa Europa. Al comando c’è il bergamasco Andrea Testa,
CURIOSITÀ/2 Al Passo Furcia, nello slalom riservato ai Giovani, l’altoatesino Damian Hofer è partito con il pettorale 107 e si è inserito al quarto posto assoluto. È al primo anno Aspiranti e ha concluso a 2.14 da Canzio e subito dietro ad Andrea Squassino e Lorenzo Moschini, decisamente più esperti.
RACE RESULTS CHIESA VALMALENCO GIGANTE - FIS OPEN 12.01.2016 1. Miriam Kirchler (AA - 1996) 2. Roberta Melesi (Fiamme Oro - 1996) 3. Costanza Oleggini (AOC - 1995) 4. Sabrina Fanchini (Esercito - 1988) 5. Sofia Pizzato (VE - 1998) 6. Carlotta Saracco (AOC - 1999) 6. Miriam Thaler (AA - 1996) 8. Elisa Platino (AA - 1999) 9. Sara Dellantonio (Fiamme Gialle - 1997) 10. Julia Silgoner (AA - 1998) 58
CHIESA VALMALENCO GIGANTE - GPI 13.01.2016 2.14.91 2.15.22 2.15.61 2.15.67 2.15.98 2.16.01 2.16.01 2.16.38 2.16.40 2.16.56
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1. Miriam Kirchler (AA - 1996) 2. Roberta Melesi (Fiamme Oro - 1996) 3. Elisa Platino (AA - 1999) 4. Costanza Oleggini (AOC - 1995) 5. Luisa Bertani (AC - 1996) 6. Carlotta Saracco (AOC - 1999) 7. Benedetta Demartino (VA - 1995) 8. Sara Dellantonio (Fiamme Gialle - 1997) 8. Sarah Rungger (AA - 1996) 10. Julia Silgoner (AA - 1998) 10. Ymer Sola (VA - 1995)
MADESIMO SLALOM - FIS OPEN 14.01.2016 2.12.15 2.12.60 2.12.85 2.12.94 2.13.23 2.13.36 2.13.47 2.13.72 2.13.72 2.13.86 2.13.86
1. Sabrina Fanchini (Esercito - 1988) 2. Miriam Gabloner (AA - 1996) 3. Michela Azzola (Fiamme Gialle - 1991) 4. Lara Della Mea (FVG - 1999) 5. Carlotta Saracco (AOC - 1999) 6. Martina Perruchon (Esercito - 1996) 7. Giorgia Andrea Dalmasso (Forestale - 1995) 8. Lucrezia Lorenzi (AOC - 1998) 9. Michela Speranzoni (Fiamme Oro - 1995) 10. Melissa Perathoner (Fiamme Oro - 1995)
1.34.32 1.34.81 1.35.48 1.36.23 1.36.44 1.36.46 1.36.46 1.36.64 1.36.71 1.36.74
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FABRIZIO MARTIN «Un gruppo competitivo ci mancava» Saracco e Lorenzi. Due delle Aspiranti ‘on fire’ sono del Comitato Alpi Occidentali, allenato sempre da Fabrizio Martin. Ma lui non si limita ad analizzare la situazione di ‘casa’ e apre gli orizzonti alle due annate (1998-1999) che stanno ribaltando il circuito femminile. «C’è un bel gruppo di atlete che sta primeggiando e mettendo dietro le vecchie - ha detto -. Per il momento è così, poi vedremo, la stagione è lunga. Loro sono davvero determinate, ora tocca alle veterane reagire e risalire la classifica, non devono certo perdere la fiducia». Martin ha ancora due ragazze ferme ai box per infortunio. Sono Serena Viviani e Veronika Calati, negli anni passati protagoniste tra le Allieve. «Anche i colleghi sono d’accordo: c’è un gruppetto davvero competitivo». E a fare sorridere lo sci alpino potrebbe
seguito dal finanziere Stefano Baruffaldi e dal carabiniere Adam Peraudo. Il primo 1993 è il poliziotto Pietro Franceschetti, quarto a poco più di 70 punti dalla vetta. Scorrendo invece la classifica riservata agli Aspiranti, salta all’occhio la prestazio-
ne degli altoatesini. Nei primi dieci della standing di categoria, cinque sono atleti allenati da Heini Pfitscher. Sono Hugo Mittermair, terzo, seguito da Samuel Moling, Damian Hofer, Tobias Kastlunger, con nono Matteo Canins. Al femminile
MADESIMO SLALOM - GPI 15.01.2016 1. Sabrina Fanchini (Esercito - 1988) 2. Lara Della Mea (FVG - 1999) 3. Lucrezia Lorenzi (AOC - 1998) 4. Martina Perruchon (Esercito - 1996) 5. Giulia Lorini (AC - 1995) 6. Carlotta Saracco (AOC - 1999) 7. Sabine Krautgasser (TN - 1996) 8. Petra Smaldore (AC - 1997) 9. Roberta Melesi (Fiamme Oro - 1996) 10. Sofia Pizzato (VE - 1998)
essere proprio lo slalom. «Dopo diverse generazioni forse abbiamo un ricambio e iniziamo a rimettere la testa fuori - ha proseguito -. In Coppa Europa stanno arrivando risultati da ogni disciplina. Non so dire se ci sia stato un livellamento tecnico o cosa. Mi spiego: una volta, in un gara Grand Prix, il divario tra le azzurre e le atlete dei Comitati era davvero ampio. In queste prime gare, invece, non è più così, un gruppo di Giovani così agguerrito mancava da tempo, anzi, forse non c’è mai stato». Intanto questa strana stagione, caratterizzata dalla mancanza di neve, è partita senza particolari intoppi. «Per fortuna le gare del circuito siamo riusciti a farle, pur con qualche cambio di pista - ha concluso -. Noi ci siamo allenati bene fino a fine novembre, poi siamo andati a cercare gare per fare allenamento».
comanda una Juniores: Roberta Melesi delle Fiamme Oro, già in squadra nazionale. La lecchese ha 72 punti di vantaggio e certamente non può stare tranquilla. Alle sue spalle c’è una lotta serrata, non di Juniores, come tutti si aspettavano, ma di Aspiranti.
FOLGARIA GIGANTE GPI 14.01.2016 1.38.58 1.38.71 1.38.77 1.39.07 1.39.21 1.39.30 1.40.13 1.40.51 1.40.69 1.40.74
1. Elia Zurbriggen (SUI - 1990) 2. Samu Torsti (FIN - 1991) 3. Manuel Pleisch (SUI - 1990) 4. Eemeli Pirinen (FIN - 1993) 5. Alex Hofer (Fiamme Gialle - 1994) 5. Sandro Jenal (SUI - 1992) 7. Thibaut Favrot (FRA - 1994) 8. François Place (FRA - 1989) 9. Mattias Roenngren (SWE - 1993) 10. Victor Guillot (FRA - 1996) 10. Antonio Fantino (Carabinieri - 1991)
Il circuito istituzionale femminile è scoppiettante. Le più costanti sono entrambe piemontesi, la cuneese dell’Equipe Limone Carlotta Saracco e l’atleta del Sestriere Lucrezia Lorenzi. Non hanno ancora vinto una standing, ma nelle quattro prove svolte hanno sempre portato a casa punti importanti. E poi ci sono Lara Della Mea ed Elisa Platino. Nei primi venti giorni di gennaio hanno fatto incetta di podi e punti, in Italia e all’estero. La friulana Della Mea è più improntata sullo slalom, l’altoatesina Platino è invece più gigantista. A Madesimo la prima ha vinto la standing, la seconda si è piazzata alle spalle dell’altoatesina Miriam Kirchler. Forse un po’ sottotono la veneta Sofia Pizzato. L’atleta del 18 Cortina è comunque settima in classifica, ma non è riuscita a salire sul podio di categoria anche se ci si aspetta un suo pronto recupero nelle discipline veloci.
FOLGARIA SLALOM GPI 15.01.2016 1.48.98 1.49.03 1.49.55 1.49.60 1.49.78 1.49.78 1.49.83 1.49.85 1.49.99 1.50.01 1.50.01
1. Andrea Ballerin (Fiamme Oro - 1989) 2. Davide Da Villa (Fiamme Gialle) 3. Giordano Ronci (Esercito - 1992) 4. Roberto Nani (Esercito - 1988) 5. Phil Brown (CAN - 1991) 6. Anthony Bonvin (SUI - 1994) 7. Fabian Bacher (Forestale - 1993) 8. Andrea Testa (AC - 1991) 9. Alex Zingerle (Fiamme Gialle - 1992) 10. Hans Vaccari (Forestale - 1996) RACE RACESKI SKIMAGAZINE MAGAZINE-- FEBBRAIO 2016
1.50.35 1.50.45 1.50.61 1.50.75 1.50.90 1.51.01 1.51.15 1.51.24 1.51.54 1.51.75 59
IL SENATORE di Andrea Schenal
IL FUTURO ADESSO! Il blocco delle categorie potrebbe aver favorito gli atleti dal 1997 al 1999, in questo momento davvero forti. La FISI dovrebbe creare un progetto e inserirli nelle formazioni giovanili. Loro sono il futuro… È l’argomento del mese e non può essere diversamente. Al centro dell’attenzione ci sono loro, le giovani leve che si stanno mettendo alle spalle i più esperti. È davvero da tanti anni che non si assisteva a questo fenomeno. Va detto che la categoria si è accorciata: bloccando un anno tutti gli atleti, di fatto i Giovani vengono spalmati su tre stagioni e non più su cinque. Cosa vuol dire? Che prima avevi più tempo, ora chi vuole emergere prova a farlo subito. Ricordiamoci che al quarto anno c’è la maturità, poi il corso maestri e chi non eccelle con ogni probabilità sceglie altre strade. Certo, per la situazione che abbiamo in Italia non è stato un bene. È una premessa doverosa che può farci capire meglio questi 1999 e 1998 così agguerriti. Loro, insieme ai 1997, sono tra i primi a beneficiare di questo blocco delle categorie. Hanno fatto una stagione in più negli Allievi dove si sono allenati di più, gareggiando di meno. Sono cresciuti tecnicamente e una volta entrati nei Giovani sono pronti a giocarsi il tutto e per tutto. I 1997 si pensava che patissero di più il cambio di materiali, invece sono andati fortissimo, idem per i 1998 e ancora di più i 1999. Il gap tecnico rispetto ai più grandi è sicuramente inferiore, poi forse
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arrivano nel circuito con meno stress, aspettative e con la giusta incoscienza e spavalderia. Insomma, vanno molto forte, stanno facendo cose davvero strane. A questo punto bisogna capire cosa fare di loro. Io in Commissione Giovani ho già espresso la mia linea. Questi ragazzi devono essere inseriti in un progetto federale su più anni. Sono loro il futuro, il posto in squadra C devono averlo, perché i 1995 più competitivi sono già in Coppa Europa. Non possiamo creare nazionali giovanili con gli atleti all’ultimo anno Giovani solo perché vincono il Gran Premio Italia, non ha senso. Questi promettenti ragazzi non devono essere lasciati ai club e ai Comitati, devono essere uniti, messi insieme e fare parte di un progetto: è giusto che la FISI li prenda in consegna. In questo momento questo discorso vale per il gigante e per lo slalom, in velocità invece è diverso. Gli Aspiranti non hanno mai fatto una discesa vera, gli allenamenti sono poi sempre limitati, in queste discipline l’esperienza paga qualcosa in più, in gigante e slalom non è più così… almeno adesso… *ALLENATORE SQUADRA COMITATO VENETO
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A BORDO PISTA
BARDONECCHIA
ALLENAMENTI DALL'ALBA AL TRAMONTO
La stazione valsusina è una delle località sciistiche italiane dove si respira veramente lo spirito ‘race’. Più di dieci club, 18 corridoi e piste per i training convivono con i turisti grazie a una programmazione perfetta di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia
DA BARDO ALLA SQUADRA Siamo andati a cercare nella sede del Bardonecchia e tra gli allenatori in pista gli atleti che da Bardonecchia o dalle società locali negli ultimi anni sono transitati in azzurro: Luca Pesando, Fabio De Crignis, Walter Ronconi, Alessandra Ferrini, Raffaele Fenocchio, Nicolò Artini, Alberto Senigagliesi, Alessandra Merlin, Barbara Merlin, Gianluca Noero, Beatrice Boglio, Federica Ferrari, Benedetta Cumani, Camilla Borsotti, Giovanni Borsotti e Alessia Timon. Mica male…
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A BORDO PISTA
> NELLE FOTO Sopra, un muro di ricordi nella sede dello sci club Bardonecchia, a sinistra, i mezzi battipista preparano le piste per l’allenamento all’alba
Quattro gennaio 2016. Fuori è ancora buio, il silenzio lascia spazio al dolce rumore dei fiocchi di neve che si posano per terra. Strade, marciapiedi, Bardonecchia è ricoperta di bianco, con oltre 30 centimetri caduti nella notte. Ma tutto questo non ferma la flotta di pullmini che di prima mattina raggiungono i parcheggi del Melezet. Sono le 7 e i primi atleti iniziano ad affollare il ‘parterre’. Gli allenamenti iniziano presto e finiscono… altrettanto presto, perché poi le piste devono essere lasciate libere per i tanti turisti che hanno raggiunto la località durante le festività natalizie. Bisogna fare combaciare tutto: le esigenze dei club che devono preparare le prime gare e quelle dei tanti appassionati che frequentano le stazioni sciistiche per divertimento. Ma a complicare le cose, come del resto in tutta Italia e non solo, è stata la mancanza di neve, freddo e quindi di chilometri di piste aperte. Ecco che la Colomion, società che gestisce gli impianti di Bardonecchia, ha trovato una nuova ricetta, vincente. Allenamenti la mattina, dalle 7.30 alle 9, poi di corsa a smontare, lisciare e aprire al pubblico. Vale per i Children e Giovani, che hanno lavorato al Melezet, così come per i Pulcini che hanno scelto Campo Smith e sciato nei tracciati dalle 9 alle 11. A Bardonecchia si è respirata un’atmosfera particolare. Intorno alle 7 un piccolo briefing, poi in seggiovia e via con i trapani a disegnare gigante e slalom. È ancora buio, non si vede nulla sulla Olimpionica del Melezet. Si vedono solo le sagome dei tantissimi allenatori, in fondo le luci del paese. Prima la mancanza di neve, poi la coltre bianca che ha reso molle il terreno. Tra le mille difficoltà, un ulteriore dilemma: tracciare e rischiare oppure perdere un giorno di allenamento? Si è preferito mettere giù i pali e, dopo molte giornate di slalom, ecco la prima sessione tra le porte larghe. È stata più la fatica a organizzare il tutto che gli effettivi giri fatti. Eh sì, perché tra lisciature obbligatorie, tracciatura e ricognizione, gli atleti più fortunati hanno fatto due giri, altri solo uno. D’altronde contro la mancanza di neve non si fa nulla, le gare si avvicinano e in qualche modo bisogna organizzarsi. Nessuno si è lamentato, tutti sono stati contenti e tra gli atleti serpeggiava entusiasmo, anche alle 7 di mattina. Anche dopo tutte le vacanze trascorse con questi ritmi. Da una parte gli sci club e i rispettivi responsabili, dall’altra una società che capisce le esigenze e che punta anche sull’agonismo, le gare e gli allenamenti. E proprio dalla Colomion arriva una grande mano. C’è la Spa che gestisce Bardonecchia e poi un ramo sotto forma di associazione sportiva dilettantistica che cura nello specifico il race e gli eventi. A coordinare quest’ultimo settore è Aldo Garnier, uomo di grande esperienza che da tredici anni occupa questo ruolo, dopo altri ventotto trascorsi tra le fila dello sci club Bardonecchia. È lui, insieme al suo staff e nello specifico a Roberto Guiffre, a organizzare RACE RACESKIMAGAZINE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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COACH’S MEETING
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Allenamento sprint poi, prima di riprendere a sciare in campo libero, esercizi o ritorno a casa, a seconda delle diverse programmazioni, i tecnici si sono riuniti alla partenza della seggiovia. Si è discusso dei programmi successivi, viste le condizioni meteo che annunciavano nuovamente precipitazioni.
i corridoi e tutte le modalità. Ed è un lavoro importante, fondamentale, se calcoliamo che a pieno regime gravitano circa 700 atleti (1.200 contando anche chi svolge attività più soft) in stazione. «Bardonecchia crede nell’agonismo, vogliamo aiutare i club e provare a fare emergere gli atleti ha detto Garnier -. Noi curiamo la gestione dei training, ma anche il lavoro degli impianti è notevole con aperture anticipate e personale che di conseguenza inizia prima a lavorare». Durante le vacanze, come detto, sono state utilizzate due sole piste e a turno unico: quattro tracciati per servire Children e Giovani e due a Campo Smith per Baby e Cuccioli. Non di più perché la neve ai bordi scarseggiava e perché poi c’è il fattore sicurezza, che non va mai sottovalutato. A stazione completamente aperta tutto è più complesso. Ci si allena a Colomion, Melezet e Jafferau su un totale di 18 corridoi. Alcune piste sono essenzialmente utilizzate per i club, altre vengono alternate a seconda delle esigenze di turisti e atleti. A volte dunque si lavora a orari, anche tre in una giornata, a volte ci si allena solo in alcuni periodi. Garnier ha un planning e coordina tutte le tracciature. Ogni venerdì i responsabili dei club richiedono le piste e al lunedì viene diramata la tabella settimanale degli allenamenti. «Avendo così tante piste a disposizione i coach hanno la possibilità di lavorare su più discipline e su terreni differenti - ha proseguito -. Un aspetto importante che altrove non è così scontato». I club pagano per potere usufruire del servizio. In base al numero degli atleti agonisti viene versata una quota annuale che permette tutto questo. Il gruppo coordinato dall’esperto Garnier cura in prima persona anche tutta la messa in sicurezza delle piste. «La chiusura, le reti di protezione, i materassi vengono installati da noi. Poi certo, qualora ci siano inciden64
I corridoi per l’attività agonistica
VIVIANI AL BARDONECCHIA Dal Pragelato a Bardonecchia. Serena Viviani ha cambiato sci club e da questa stagione anche la sede dei suoi allenamenti. L’atleta del Comitato AOC continua a vivere a Sestriere e ogni giorno si sposta a Bardonecchia per prepararsi. «È un cambiamento che mi consente di allenarmi bene anche in superG su piste facili e difficili, c’è una grande varietà - ha detto -. Ho rimesso gli sci i primi giorni del 2016 perché a novembre mi sono nuovamente infortunata». Viviani, classe 1999, durante il riscaldamento di una gara a Tignes si è stirata il legamento del ginocchio sinistro, problema che pochi mesi prima aveva interessato il ginocchio destro.
ti, reti che cadono, richiediamo la collaborazione degli allenatori in pista per ripristinare il tutto». E poi l’organizzazione gare, da quelle scolastiche agli eventi importanti, come il Gran Premio Italia e i Campionati Italiani Children, per esempio. Per
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sopperire alla mancanza di neve, in questo periodo sono stati allestiti diversi eventi collaterali. Interessante è stata la gara di velocità organizzata in notturna al Campo Smith. Qui i Pulcini hanno potuto misurarsi in uno ‘speed test’ e precedentemen-
te anche in una gimkana. «Dato che non si è potuta svolgere attività normale, abbiamo voluto proporre queste iniziative, molto apprezzate». Poi ancora un Parallelo di Natale e alcuni eventi di snowboard. Insomma, una Bardonecchia attiva che si
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700
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I club che gravitano su Bardonecchia
Gli atleti che si allenano
Le gare organizzate ogni inverno
Le piste per gli allenamenti di velocità
L’AZZURRA TIMON IN PISTA Tra gli oltre 150 Children e Giovani che si sono buttati a capofitto nei tracciati, c’era anche Alessia Timon, l’azzurra del gruppo Coppa Europa che si era fermata per infortunio a novembre. «Dal 2 novembre non ho più sciato, ho rimesso gli sci ai piedi il 15 dicembre - ha detto Timon -. Ho fatto tutti gli accertamenti del caso con la FISI, ora sto proseguendo con la riabilitazione. Mi sento bene, sono positiva, ho preso parte ai giganti di Pila per rompere il ghiaccio, poi iniziato gli allenamenti con la squadra, prima di tornare a gareggiare in Coppa Europa ad Altenmarkt».
> NELLE FOTO Da sinistra in senso orario, il Bardonecchia, Tommaso Piana in allenamento, Roberto Giuffre e Aldo Garnier, la sede sulle piste dei club, a Campo Smith, e il Lancia
è adattata e che dà spazio a tutti. E i numeri si sono visti con persone di tutte le età presenti in pista, anche se ha fatto impressione vedere la quantità di bambini che sfrecciavano in ogni dove dietro ai propri maestri e allenatori. «È bello vedere tanti gio-
vani, qui ne abbiamo veramente una quantità». SE 11 CLUB VI SEMBRANO POCHI Come in ogni località si mescolano sci club storici, gruppi di lavoro che fanno capo a scuole di sci e altre so-
cietà che a Bardonecchia hanno una seconda casa. Sì, perché la stazione sciistica è una delle mete preferite dai cittadini, da chi abita a Torino o nelle zone limitrofe. Così, da alcuni anni, non ci sono più solo Bardonecchia e Melezet, ma tanti altri RACE RACESKIMAGAZINE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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A BORDO PISTA
club, a cominciare dallo Ski Team Valsusa, dal Lancia e dal CUS Torino e proseguendo poi con il Liberi Tutti, NordOvest, Junior Bardonecchia, Les Arnauds, Joyful e da quest’anno anche il Golden Team Ceccarelli. Chi respira aria di storia è senza dubbio il Bardonecchia con le sue oltre 100 primavere di attività e con numerosi atleti che negli anni hanno vestito la giacca della nazionale italiana. Alessia Timon è l’ultima a essere entrata in squadra nazionale, milita nel gruppo Coppa Europa e quando è a casa si allena proprio con il suo club. Poi c’è la famiglia Borsotti, con Camilla, l’azzurro infortunato Giovanni e papà Dario, che sulle piste locali è conosciuto da tutti. Possiamo definirlo il guru di Bardonecchia, non ha un ruolo definito ma comunque non si tira mai indietro e coordina un po’ i movimenti. Ed è anche un riferimento per le squadre straniere che talvolta richiedono la possibilità di allenarsi nella località valsusina. «Peccato solo non aver avuto lo Jafferau, era quasi pronto ma non sono riusciti ad aprirlo - ha detto -. Al di là di tutto abbiamo avuto la possibilità di allenarci bene, grazie alle aperture anticipate degli impianti». Il Bardonecchia ha 75 agonisti ma non è più l’unica realtà. «Ci sono anche altri sci club, non siamo più l’unico traino - ha concluso -. La differenza è che in caso di mancanza di neve noi, Lancia e Melezet abbiamo la priorità sui corridoi». E subito dopo il Bardonecchia, in ordine di ‘età’, c’è proprio il Melezet, nato nel 1912. Il team è sempre diretto da Davide Borgogno e da quest’anno nello staff tecnico è
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entrato Alberto Platinetti, biellese che ha trascorso le ultime stagioni in Valle d’Aosta. ‘Plati’ si occupa del settore Giovani e non si ferma solo a Bardonecchia ma gira spesso in Valsusa e nella vicina Francia a caccia di piste giuste e preparate bene per lavorare sullo slalom. «Questa stazione ha grandi potenzialità - ha detto -, neve permettendo si ha la possibilità di lavorare bene anche in superG, disciplina che se preparata
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adeguatamente può veramente cambiare le carte in tavola. Anche a Pila si può fare velocità ma devi ‘troncare’ la stazione in due, allo Jafferau c’è veramente una pista dedicata». Il suo gruppo è misto, è composto da 19 elementi, che condivide con Carlo Cervini, e la sua atleta più rappresentativa è Giorgia Lambert. Ti sposti di pista in pista e trovi flotte di atleti firmati Lancia. Sono davvero numerosi e praticamente
tutti hanno la seconda casa a ‘Bardo’. Giancarlo Croce è il direttore tecnico e ha impostato una linea di lavoro a ‘misura di club’. «Siamo cittadini e quindi bisogna sfruttare ogni singolo momento - ha detto -. Non facciamo allenamenti a fasce orarie, piuttosto caliamo il ritmo ma cerchiamo di riempire il fine settimana e portare a casa più giri possibile. Anche dopo le gare, se possibile, ci alleniamo, deve passare il concetto
A BORDO PISTA
CENTO CHILOMETRI DI PISTE Bardonecchia è una località sciistica piemontese. Si raggiunge in autostrada da Torino o dalla vicinissima Francia. Ha cento chilometri di piste e un totale di 22 impianti di risalita. Una stazione presa d’assalto dai torinesi e da tantissimi turisti che sfruttano le piste che vanno dai 1.312 metri di Bardonecchia paese, fino ai 2.807 dello Jafferau. Non mancano alberghi, villaggi turistici, locali tipici in centro e sulle piste.
che finita una competizione devo tenere gli scarponi ai piedi». Torino e Bardonecchia non sono così distanti, il club ha quindi deciso di istituire un servizio navetta che porta a sciare i tesserati due volte la settimana. E poi c’è la new-entry della stagione invernale 2015-2016, il Golden Team Ceccarelli. A fare base a Bardonecchia è la categoria Giovani, con una novità nel settore tecnico. Aspiranti e Giovani sono
infatti seguiti da Marco Marchisio, ex CUS Torino, con Alessia Lava una delle punte di diamante del team. «Abbiamo scelto questa località sia per le piste a disposizione, sia per il discorso scolastico, dato che sta nascendo una collaborazione con il Frejus». Lo Ski Team Valsusa opta invece per una doppia linea: c’è un gruppo che lavora con un’impronta più agonistica e chi invece si allena con meno intensità proprio perché
tanti sono di Bardonecchia ma tanti altri arrivano dal torinese. Una programmazione differente sia sotto il profilo sciistico, sia atletico. «Nonostante il difficile periodo dobbiamo ringraziare la società Colomion per la disponibilità delle piste», ha detto Giuseppe Tiano, direttore tecnico del club. Poi una piccola nota negativa con Martina De Crignis, figlia di Fabio, caduta in allenamento e rimasta ferma per una decina di giorni.
> NELLE FOTO Nella pagina di sinistra, in senso orario, il Melezet, lo Ski Team Valsusa, e alcuni atleti in pista con il buio Sopra, a sinistra, Paolo Bonardo in azione e, a destra, Dario Borsotti
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WINCH di VincenzoTondale
PERCHÉ I GIOVANI SI PERDONO PER STRADA Quest’anno come non mai gli atleti della categoria stanno dimostrando la loro competitività a tutti i livelli. Ex Allievi che si buttano nei circuiti Giovani scalzando i più esperti dalle posizioni di vertice. Ma è dopo che molti si perdono, come mai? A fatica, ma le gare sono ormai iniziate. Tutti i circuiti sono stati inaugurati, che siano quelli regionali o quelli istituzionali, gare solo Giovani o insieme ai Senior. Insomma, la stagione entra nel vivo e salta subito all’occhio la reazione dei giovincelli. Quest’anno, forse, ancora più che in precedenza. Aspiranti del 1998 e 1999 che entrano in una categoria tutta nuova, strutturata in maniera completamente diversa e che diventano subito performanti scalzando in diverse occasioni i più esperti dalle primissime posizioni. Giovani pronti a diventare Senior che arretrano e che sono costretti a inseguire i più piccoli per non perdere il treno. È un fenomeno strano che si sta verificando ultimamente. Analizzando queste prime gare vedo donne del 1999 che hanno già confermato tra i 25 e i 45 punti e uomini che oscillano tra i 40 e i 60, partendo ovviamente dalle retrovie. Senza dimenticare 1998 che ‘abitano’ il podio al Gran Premio Italia. Esempi lampanti sono Canzio, Tedde, Moling, Pizzato, Lorenzi, Gardano e i ’99 Hofer, Baruffaldi, Kastlunger e Vinatzer, senza dimenticarci di Nardi, Franzoso e delle ‘donzelle’ Saracco, Della Mea, Platino, Fanti e Rossetti. E poi è altrettanto strano vedere nelle annate superiori eccellenze che in passato hanno dominato le FIS Children perdersi durante la lunga e tortuosa categoria Giovani. Come mai tutto questo? Certo per qualcuno è fisiologico, ma perché ex Allievi esplodono da Aspiranti e poi si spengono man mano che crescono? Sono domande che ci dobbiamo porre tutti quanti. Io ho sempre allenato i Children e non ho certezze sulle risposte. Il primo punto da analizzare è certamente legato al sistema, ai circuiti e agli allenamenti. Nelle categorie inferiori nulla viene lasciato al caso. Tecnici e sci club programmano l’attività con allenamenti mirati per raggiungere determinati obiettivi, circoscritti. Ecco, 68
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obiettivi è un concetto importante. Nei Giovani questi non sono chiari per tutti. Si rischia di sprecare energie nei tanti rami che la categoria propone: FIS NJR, FIS Cittadini, FIS all’estero a caccia di punti, Gran Premio Italia e quant’altro. Insomma, sempre in giro, chilometri, sempre a fare gare, di qua e di là, ma con gli allenamenti che vengono chiusi in un cassetto, messi in secondo piano, finalizzandoli solo alla performance; con gli atleti che, passando da un circuito all’altro, spesso vengono sballottati dai club al Comitato, dalla squadra nazionale ai gruppi militari, per poi ritornare indietro per qualche allenamento, buttato lì a caso. Forse l’errore più grande, perché si perdono i punti di riferimento in un momento importante di crescita e maturazione. Invece è proprio seguendo da vicino i ragazzi, impostando training di quantità e qualità, abbinati a gare mirate, che le performance migliorano. C’è un proliferare di genitori/coach al seguito, di team che forniscono assistenza e presenza in pista, al pari di quelli che si sono creati in Coppa del Mondo. Forse sarebbe meglio avere circuiti simili agli Allievi, con obiettivi differenti, un modo per perdere meno atleti, che per gli alti costi e per materiali sempre più difficili (sci, raggi) si perdono già automaticamente. Questi potrebbero poi confrontarsi con i più grandi ed esprimersi sia negli allenamenti, sia in determinate gare mirate. Io sono convinto che un Allievo competitivo non per forza sia già stato spremuto, dipende da chi è stato gestito, da quale percorso ha fatto nei vari club, così come credo che una buona preparazione a questa età, anche atletica, sia fondamentale per passare al mondo Giovani, un mondo di lupi dove gli Aspiranti combattono. E ci credono subito… *allenatore Children sci club Lecco
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NELLA TANA DEL LUPO CRAMMONT MONT-BLANC
UNA GRANDE FAMIGLIA
La storia del sodalizio valdostano inizia nel 1924 ma il vero lancio è opera dell’attuale presidente Ottavio Bieller, che negli anni ’70 ha preso un piccolo gruppo di Pré-Saint-Didier e lo ha fatto crescere fino agli attuali 265 tesserati complessivi di Andrea Chiericato
Il ‘Monte Bianco di Pré-SaintDidier’. In una delle tante chiacchierate è stato ribattezzato così il Mont Crammont, la vetta che arriva a 2.748 metri e che sovrasta il centro abitato di PréSaint-Didier, un piccolo comune appena sotto la più conosciuta Courmayeur, ma comunque ricco di tradizione e di personaggi. A fare la storia di questa località della Valdigne non è solo il centro termale ormai sempre più conosciuto, ma anche lo sci club locale, che ha preso il nome proprio dalla ‘sua’ montagna: Equipe De Ski Crammont MontBlanc. Quando pensi a questa società, salta certamente in mente anche la figura di Ottavio Bieller, il vulcanico presidente. È lui a intrattenere i discorsi, a descrivere lo sci club tra presente e aneddoti passati. È un continuo andare avanti e indietro, un viaggio che fa capire che 70
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NELLA TANA DEL LUPO > NELLE FOTO In apertura alcuni tecnici davanti alla chiesa di Pré-Saint-Didier. In questa pagina alcuni trofei vinti dal club e foto d’epoca nella sede, sotto Nicola Quaquarelli in ski room
STAFF TECNICO Presidente: Ottavio Bieller (jolly) Mini Baby: Paolo Bal (responsabile), Charlotte Chisté, Sydonie Charrey, Luca Brambilla Baby: Lorenzo Carrel (responsabile), Michele Gaglianone, Federico Autore, Maria Lagazzi Cuccioli: Davide Bieller (responsabile), Edoardo Frau, Nicola Quaquarelli, Lorenzo Occhipinti Ragazzi: Clement Chabod (responsabile) Nicolò Ballico, Claude Larivière
negli anni sono cambiate tante cose, ma lo spirito è rimasto quello di sempre. Il Crammont è di fatto una grande famiglia in pista e fuori, nel portare avanti obiettivi agonistici comuni o nell’organizzare la festa societaria. Insomma, chi porta il simbolo dell’Equipe de Ski ha sposato una linea. Una lampante dimostrazione sono gli allenatori che compongono lo staff tecnico. Nessuno è arrivato dall’esterno, nessuno si è trasferito con un gruppetto di atleti al seguito.
Sono tutti professionisti che in età giovanile hanno gareggiato e vissuto con i colori sociali del club. Ed è così che il gruppo è amalgamato con i tecnici più giovani che in passato sono magari stati allenati da tre, quattro colleghi, con cui ora condividono giornate di lavoro, ore di skiroom e riunioni tecniche. Insomma prima dalla parte dello studente, poi dietro la cattedra, una catena che continua e che si tramanda. La realtà è ben consolidata, se in passato poteva sembrare una
squadra di seconda fascia, ora è decisamente solida e ben inserita sul territorio. È un team strutturato in grado di seguire qualsiasi tipo di atleta ed esigenza. E anche i residenti riconoscono l’importanza del Crammont, tanto che 75 dei 200 atleti sono valdostani. La restante parte arriva invece dalla città, specialmente da Milano, ma anche da Torino, Biella e dall’estero con alcuni inglesi, belgi, svizzeri e argentini che, frequentando Courmayeur, sciano con i tecnici del Crammont. La storia della società valdostana ebbe inizio nel 1924, grazie alla fondazione da parte del rettore dell’Ospizio del Gran San Bernardo, Don Plassier, mentre la prima affiliazione alla FISI risale al 1963. Ma la vera partenza del Crammont avvenne agli inizi degli anni ’70, proprio grazie a Ottavio Bieller, allenatore che prese un gruppetto di giovani di Pré-Saint-Didier e si lanciò in questa avventura. Dapprima il club era maggiormente rivolto allo sci nordico, poi ‘Otto’ lo trasformò in sci alpino, lasciando al Valdigne l’altro settore. Tanti cambiamenti, ma una filosofia immutata. Da una famiglia di una ventina di sciatori si è arrivati al 2016, con 200 tesserati e uno staff formato da 26 allenatori.
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NELLA TANA DEL LUPO NUMBERS
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I tesserati complessivi, includendo anche i Master e lo snowboard
Le giornate di sci di Children e Giovani in estate e autunno
Dottore, Giancarlo Coari, ortopedico ligure che da anni collabora con il club
Gli atleti portati in squadra nazionale negli ultimi dieci anni
«Avevo appena lasciato il Centro Sportivo Esercito e ho deciso di lanciarmi in questa avventura - ha detto Ottavio Bieller -. Ho convertito un club da nordico ad alpino, poi negli anni siamo cresciuti, i giovincelli sono
diventati maestri, poi allenatori, con una catena che sta tuttora proseguendo». Ottavio non ha perso l’entusiasmo, anzi, è attivo e ricco di idee e iniziative. Si divide tra l’attività di club, la sua stalla e i suoi vitelli. A Pré-Saint-
Didier è una istituzione, guai a non conoscerlo! Stringiamo i tempi dell’intervista perché Bieller torna in stalla, lavora, poi si cambia e torna a raccontarci altri particolari. «Siamo cresciuti per i risultati conseguiti e per
il passaparola, sono questi gli ingredienti vincenti - ha proseguito -. E anche alcuni sponsor possono ormai considerarsi storici. Hanno iniziato con noi e oggi ci rinnovano ancora la
MATTEO BELFROND «Oggi è tutto più esasperato, prima era diverso» Matteo Belfrond è il responsabile degli Allievi. Ha 48 anni, vive al Verrand ed è stato nella nazionale italiana di sci alpino. In Coppa del Mondo è salito due volte sul podio: a Kranjska Gora e ad Aspen, due secondi posti, entrambi in gigante. Spetta a lui fare il raffronto tra quello che era una volta lo sci e cosa invece stiamo vivendo ora. «Semplicemente è tutto più esasperato, nelle categorie basse i numeri sono alti, ma questa esagerazione non è positiva - ha detto l’ex finanziere -. Ci sono bambini che lavorano già come i professionisti: questo non fa bene all’atleta e nemmeno al sistema». Ecco che al Crammont si parla di crescita graduale, progressione nella metodologia e di un approccio ludico. «È cambiato molto, prima ci si divertiva di più e c’era più equilibrio nell’insegnamento, ora invece con questo sistema
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si rischia di avere anche dei valori sfalsati nelle categorie giovanili». Belfrond sa benissimo cosa vuole dire sciare e fare il professionista. La fatica, la difficile gestione, aspetti che non dimentica facilmente. «Quando ho smesso di fare le gare per due anni ho continuato a sognare lo sci, le competizioni e gli allenamenti - ha proseguito -. La prima stagione dopo il mio abbandono non sono riuscito a guardare la Coppa del Mondo». Al Crammont dunque si cerca di applicare la giusta filosofia, sono anche stati decisi degli spostamenti, con allenatori che hanno cambiato categoria proprio per insegnare i gesti tecnici in una determinata fascia d’età. «Da quest’anno, inoltre, ci troviamo regolarmente per fare il punto e discutere del lavoro che stiamo svolgendo, è davvero una bella cosa, molto utile».
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Gli allenatori che lavorano al Crammont
Le gare del Gran Premio Italia organizzate, compresi due Campionati Italiani Giovani
LUCA ROSSI
«I FRATELLI BOSCA LE ECCELLENZE E UN TEAM GIOVANI A DUE VELOCITÀ» Da Giulio e Guglielmo, già al via in Coppa del Mondo, ai giovani che cercano un posto al sole. Al Crammont c’è spazio per tutti. La grande famiglia segue percorsi e obiettivi dei suoi atleti di Gabriele Pezzaglia Dal 2002 Luca Rossi è il direttore tecnico del Crammont Mont-Blanc e allena in prima persona i Giovani, insieme a Stefano Pellin e Luca Marino.
fiducia». Numeri e risultati, guardando gli ultimi dieci anni è proprio così. Il team di Luca Rossi ha portato in azzurro quattro atleti: Ivan Cavallino, Giulio e Guglielmo Bosca e Martina Perruchon, poi inserito diciassette atleti in squadra ASIVA e cresciuto quarantacinque bambini diventati maestri di sci. E ancora quindici medaglie tricolori conquistate e nove atleti almeno una volta sul podio del Gran Premio Italia o della vecchia Coppa Italia. Un palmarès delle ultime dieci stagioni decisamente importante grazie anche a un progetto condiviso. Al Crammont si parla infatti di agonismo, ma non di esasperazione. I gradini della formazione non devono essere troppo alti, bisogna fare un passo alla volta perché andare forte da Pulcini non serve a nulla. Tutto questo non è facile, i tecnici del club sono uniti e convinti, ma il sistema, così come è impostato ora, rende tutto più complicato.
> NELLE FOTO Nella foto grande a sinistra alcuni atleti in allenamento a Cervinia, qui sopra il presidente Ottavio Bieller e sotto Luca Rossi
Il Crammont in una parola? «Famiglia. Che vuol dire compattezza, aiuto reciproco nel rispetto dei ruoli, agire con il fine comune di migliorarsi ognuno nei propri ambiti. Tutti hanno un percorso e tutti devono cercare di avere i loro obiettivi». Come deve essere l'allenatore tipo? «Fedele alla filosofia del club. Professionista vuol dire unire la capacità tecnica e l'aggiornamento continuo a una spiccata propensione a essere educatore. Chiaro, parlo in questo caso di Pulcini e Children, categorie dove si gareggia per vincere, anche se le vittorie che contano devono arrivare dopo». Cosa ci dici del team? «Nei Giovani abbiamo un gruppo variegato, contando anche qualche Senior arriviamo a 35 atleti. Ma abbiamo due velocità, diversi obiettivi. Con tre allenatori seguiamo chi ha velleità di Comitato o squadra nazionale giovanile e chi ha meno tempo da dedicare agli allenamenti».
Parlaci dei fratelli Bosca, cresciuti con voi e vostri riferimenti. «Duri a morire, anche se non sempre hanno avuto vita facile nel mondo dell'alto livello. Ragazzi che si ammazzano di lavoro, ma che sono sempre stati messi in discussione. D'altronde sembra che ci siano atleti di serie B a priori. I casi di Florian Eisath e Andrea Ballerin, ma ce ne sarebbero tanti altri, insegnano che se tieni duro arrivi in Coppa del Mondo anche senza avere un macchinista amico nella stanza dei bottoni». Cosa pensi delle squadre regionali? «Siamo messi meglio rispetto a tante altre regioni. Tuttavia un Comitato deve avere la forza e le risorse per vivere di luce propria. Lo sci club deve fare una cosa, il Comitato allenare solo le eccellenze. Era così, non è più proprio in questo modo. Poi certo, collaborazione schietta e totale, ma oggi sembra che un atleta una volta lasciato il club si perda. Sembra quasi che quando diventi Senior e non sei in squadra o con i corpi militari non meriti di avere chance. Parlo per la mia realtà, guardate Nicola Quaquarelli e i tanti Senior di valore abbandonati a se stessi». E il rapporto con la federazione centrale? «Noi andiamo avanti per la nostra strada, in Italia ci sono tante società importanti che vivono esclusivamente contando sulle proprie forze. La FISI fa proclami, ma di concreto ben poco. Fa solo politica, anzi magari la facesse».
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INTERNATIONAL SKI GAMES
I MIRACOLI DI GIANLUCA OLIVA Grande lavoro organizzativo per la Prato Nevoso Ski. «Anche da noi la neve non è arrivata ha spiegato il presidente Gianluca Oliva -, ma non abbiamo voluto mancare l’appuntamento. Abbiamo sparato tantissimi metri cubi di neve appena le temperature si sono abbassate per potere aprire la stazione già a dicembre. Un lavoro reso possibile anche grazie a un importante investimento che ci ha permesso di realizzare un lago artificiale. E altrettanto impegno c’è stato nei giorni delle gare, vista l’inversione termica che ha portato temperature primaverili in quota. Ma alla fine gli sforzi sono stati ripagati con tante presenze sulle nostre piste».
MONDOLÈ IMBATTIBILE A PRATO NEVOSO I padroni di casa e organizzatori hanno vinto per la terza volta la gara a squadre che apre la stagione Baby e Cuccioli. Secondo posto per il Lecco e terzo per lo Ski College Limone di Andrea Chiericato
La gioia dei bambini nel rivedersi e nell’affrontarsi in gara. Le urla, gli applausi, le danze a ritmo di musica. È la grande festa che si è scatenata a Prato Nevoso, sede degli International Ski Games, l’evento Pulcini che apre la stagione e che ha preceduto di qualche giorno il Memorial Fosson.
PRATO NEVOSO RACE RESULTS 11.12.15 GIGANTE BABY 1
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11.12.15 - GIGANTE BABY 2
11.12.15 - GIGANTE CUCCIOLI 1
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Alice Pulido (Mondolè Ski Team) 2. Ginevra Sussone (Ski College Limone) 3. Beatrice Bertolio (Saette 360) 4. Caterina Valentini (Mondolè Ski Team) 5. Margherita Macil (GB Ski Team)
42.79 44.47 45.35 45.92 46.65
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Virginia Tramontano (Eur) 2. Giorgia Collomb (La Thuile) 3. Ludovica Righi (Tezenis Ski Team) 4. Carola Liusso (Madesimo) 5. Chiara Sarubbi (SAI Napoli)
40.68 40.78 40.94 41.60 41.67
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Celia Regina Lucchini (Azzurri del Cervino) 2. Fedeica Barloni (GB Ski Team) 3. Sofia Mattio (Ski College Limone) 4. Sofia Funaro (21) 5. Matilde Cavallo (21)
38.53 38.85 38.89 39.05 39.45
CLASSIFICA MASCHILE 1. Luigi Attanasio (Sette Colli) 2. Edoardo Damanti (Ski College Limone) 3. Filippo Bottinelli (Mondolè Ski Team) 4. Riccardo Casella (Mondolè Ski Team) 5. Filiberto Moretti (Nazionale)
42.35 43.13 43.51 44.03 44.58
CLASSIFICA MASCHILE 1. Hans Peter Picco (GB Ski Team) 2. Edoardo Simonelli (Ski Team Valsusa) 3. Pietro Mazzoleni (Mondolè Ski Team) 4. Thomas Miramonti (Azzurri del Cervino) 5. Cristiano Brambilla (Lecco)
38.64 40.10 40.28 40.58 40.70
CLASSIFICA MASCHILE 1. Simone Santoro (Airolo) 2. Pietro Ambrosione (Ski College Limone) 3. Nicolò Pedroncelli (Madesimo) 4. Enrico Zucchini (Lecco) 5. Max Clara (San Vigilio Marebbe)
37.85 38.19 38.27 39.16 39.25
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INTERNATIONAL SKI GAMES
CIBIEN, PROVA D’ORGOGLIO Cade, perde uno sci, si rialza e prosegue la gara. Grandi applausi per Matteo Cibien che nello slalom di sabato 12 è incappato in una caduta. Il giovane dello sci club Trichiana ha fatto tutto il pezzo conclusivo con un solo sci, tra gli incitamenti del pubblico e dei suoi coetanei. Lo sci, l’International, è anche questo.
11.12.15 - GIGANTE CUCCIOLI 2
12.12.15 - GIGANTE BABY 1
> NELLE FOTO QR CODE
Risultati, video In alto, lo staff tecnico e fotografie davanti alla sede. Nella pagina di destra, alcuni dell’evento istanti della giornata trascorsa a Limone con atleti e allenatori. Nelle pagine seguenti, la squadra Children a Les 2 Alpes e altri momenti della vita societaria
12.12.15 - GIGANTE BABY 2
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Francesca Carolli (SAI Napoli) 2. Ginevra Gaiani (GB Ski Team) 3. Ludovica Calarossi (Eur) 4. Vittoria Ottino (Ski College Limone) 5. Virginia Righi (Tezenis Ski Team)
36.46 36.87 37.06 38.00 38.08
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Marta Giaretta (Tezenis Ski Team) 2. Beatrice Bertolio (Saette 360) 3. Caterina Valentini (Mondolè Ski Team) 4. Ginevra Sussone (Ski College Limone) 5. Margherita Macil (GB Ski Team)
41.04 42.84 42.98 43.28 44.04
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Ludovica Righi (Tezenis Ski Team) 2. Virginia Tramontano (Eur) 3. Giorgia Collomb (La Thuile) 4. Chiara Sarubbi (SAI Napoli) 5. Carola Liusso (Madesimo)
38.15 38.89 39.01 39.03 39.40
CLASSIFICA MASCHILE 1. Massimiliano Gusmini (Lecco) 2. Pietro Motterlini (Madesimo) 3. Hannes Mulser (Vigiloch) 4. Alessandro Bertagnolli (Trichiana) 5. Stefano Fadda (Club de Ski Valtournenche)
36.60 36.84 36.97 37.22 37.24
CLASSIFICA MASCHILE 1. Luigi Attanasio (Sette Colli) 2. Filippo Bottinelli (Mondolé Ski Team) 3. Edoardo Damanti (Ski College Limone) 4. Ricky De Monaco (Airolo) 5. Riccardo Casella (Mondolè Ski Team)
40.80 41.08 41.49 41.85 42.34
CLASSIFICA MASCHILE 1. Pietro Mazzoleni (Mondolè Ski Team) 2. Giacomo Galli (Madesimo) 3. Giovanni Secco (Goga) 4. Edoardo Simonelli (Valsusa) 5. Lorenz Ranzi (Vigiloch)
37.93 38.79 39.11 39.23 39.34
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INTERNATIONAL SKI GAMES
Francesca Carolli in azione
La ricognizione dello slalom
Ludovica Calarossi
Pietro Ambrosione dello Ski College Limone batte il cinque ai compagni
Un’atmosfera particolare, quella che si è respirata in terra cuneese dall’11 al 13 dicembre. Colline verdi, temperature primaverili e una lingua di neve invasa per tre giorni da quasi 400 coloratissime giacche. Italiani, francesi e svizzeri, tutti a sciare
a Prato Nevoso per il primo confronto stagionale. E se il cronometro l’ha fatta da padrone, non sono mancanti momenti di divertimento e di incitamenti reciproci. Tre edizioni svolte (lo scorso anno era stata annullata per mancanza di neve) e terzo
successo per gli organizzatori. Anche l’edizione 2015 è andata al Mondolè Ski Team che si è aggiudicato per l’ennesima volta il pullmino in palio per il primo club, con secondo gradino del podio per i Pulcini del Lecco e terzo posto per lo Ski College
Limone. Quarti i lombardi del GB Ski e quinti i trentini del Tezenis Ski Team. La classifica degli International Ski Games viene calcolata con i punti di Coppa del Mondo, prendendo i migliori 12 atleti di ogni club, a prescindere dall’anno di nascita.
PRATO NEVOSO RACE RESULTS 12.12.15 - SLALOM CUCCIOLI 1
12.12.15 - SLALOM CUCCIOLI 2
13.12.15 - GIGANTE BABY 1
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Matilde Cavallo (21) 2. Ilario Di Sabatino (Eur) 3. Sofia Mattio (Ski College Limone) 4. Ludovica Sala (GB Ski Team) 5. Celia Regina Lucchini (Azzurri del Cervino)
29.94 30.18 30.97 31.51 31.58
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Ludovica Calarossi (Eur) 2. Gaia Novena (Mondolè Ski Team) 3. Francesca Gatta (Campiglio Val Rendena) 4. Eleonora Pizzi (Lecco) 5. Ginevra Gaiani (GB Ski Team)
27.62 28.02 28.08 28.45 28.50
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Marta Giaretta (Tezenis Ski Team) 2. Caterina Valentini (Mondolè Ski Team) 3. Beatrice Bertolio (CSM Saette) 4. Laila Petrini (Mondolè Ski Team) 5. Margherita Macil (GB Ski Team)
26.13 27.16 27.67 28.09 28.34
CLASSIFICA MASCHILE 1. Nicolò Pedroncelli (Madesimo) 2. Nico Picech (Lecco) 3. Jacopo Claudani (Brixia Sci) 4. Enrico Zucchini (Lecco) 5. Pietro Ambrosione (Ski College Limone)
28.64 29.69 29.81 30.01 30.03
CLASSIFICA MASCHILE 1. Fabio Allasina (Varaita Ski Team) 2. Alessandro Bertagnolli (Trichiana) 3. Stefano Fadda (Club de Ski Valtournenche) 4. Marcello Boletti Censo (SAI Napoli) 4. Gabriele Bianchi (GB Ski Team)
26.67 27.16 27.42 27.64 27.64
CLASSIFICA MASCHILE 1. Luigi Attanasio (Sette Colli) 2. Filippo Bottinelli (Mondolè Ski Team) 3. Ricky De Monaco (Airolo) 4. Marco Palestrino (Chamois) 5. Edoardo Damanti (Ski College Limone)
25.01 25.15 25.26 25.85 26.19
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INTERNATIONAL SKI GAMES
SPEED CONTEST In pista di giorno e… di notte. A Prato Nevoso è piaciuto lo Speed Contest che ha coinvolto i migliori atleti delle gare del mattino. Giù a capofitto in posizione, cercando di fare registrare la velocità più alta possibile. Nelle Baby 2007 Marta Giaretta del Tezenis è stata la più veloce con un valore di 81,818 km/h, mentre al maschile ha prevalso Luigi Attanasio (Sette Colli) con 82,455 km/h. Nei Baby 2006 Giacomo Deflorian (Madesimo) ha tagliato le cellule con la velocità di 84,309 km/h, con Gaia Gorret del Torgnon che al femminile ha fatto segnare un 82,835 km/h. Nei Cuccioli 2005, primo posto per Simone Santoro (Airolo) con 84,467 km/h e Matilde Cavallo (21) con 84,706 km/h. Nei 2004 vittorie di Marius Kroos (Val Sarentino) con 85,919 km/h e Giulia Micillo (Tezenis Ski Team) con 93,168 km/h.
13.12.15 - GIGANTE BABY 2
13.12.15- GIGANTE CUCCIOLI 1
13.12.15 - GIGANTE CUCCIOLI 2
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Ludovica Righi (Tezenis Ski Team) 1. Angelica Bettoni (Brixia Sci) 3. Michelle Burgi (Mondolè Ski Team) 4. Virginia Tramontano (Eur) 5. Giorgia Collomb (La Thuile)
23.93 23.93 24.10 24.33 24.49
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Sofia Funaro (21) 2. Matilde Cavallo (21) 3. Fedeica Barloni (GB Ski Team) 4. Maddalena Demaria (Valchisone) 5. Sofia Parravicini (Lecco)
22.74 22.99 23.04 23.05 23.15
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Francesca Gatta (Campiglio Val Rendena) 2. Federica Pistilli (Eur) 3. Ginevra Gaiani (GB Ski Team) 4. Ludovica Calarossi (Eur) 5. Francesca Carolli (SAI Napoli)
21.63 22.09 22.11 22.14 22.19
CLASSIFICA MASCHILE 1. Matteo Togno (Claviere) 2. Edoardo Simonelli (Ski Team Valsusa) 3. Pietro Mazzoleni (Mondolè Ski Team) 4. Antonio D’Amato (21) 5. Hans Peter Picco (Gb Ski Team)
23.53 23.57 23.75 24.51 24.96
CLASSIFICA MASCHILE 1. Pietro Ambrosione (Ski College Limone) 2. Simone Santoro (Airolo) 3. Enrico Zucchini (Lecco) 4. Max Clara (San Vigilio Marebbe) 5. Nicolò Pedroncelli (CS Madesimo)
22.08 22.44 22.60 22.76 22.97
CLASSIFICA MASCHILE 1. Alessandro Bertagnolli (Trichiana) 2. Massimiliano Gusmini (Lecco) 3. Pietro Motterlini (Madesimo) 4. Stefano Fadda (Club de Ski) 5. Filippo Valditara (Jolly Sport 360)
21.42 21.54 21.57 21.77 21.85
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INTERVISTA
Parola ai club
MAURIZIO PONCET «Introdurre il cartellino per gli atleti, oggi è troppo facile cambiare club» Il direttore tecnico del Sestriere analizza le problematiche dello sci odierno, dall’agonismo esasperato nei Pulcini all’abbandono nei Giovani di Gabriele Pezzaglia
Abbiamo incontrato Maurizio Poncet, direttore tecnico dello sci club Sestriere, per parlare a tutto campo sullo sci italiano. Idee e opinioni a 360°: pianeta sci club, federazione, costi nelle categorie, l'annoso problema degli anni d'accesso per il corso maestri. Tutti problemi più volte affrontati e mai risolti. Pronti via, una domanda a brucia-pelo: agonismo vent'anni fa e adesso. Cosa ti viene in mente? «Che lo sci era abbordabile, adesso è sempre più uno sport d’élite e una disciplina che sta perdendo sempre più contatto con i residenti dei territori montani». Problemi economici, ma da guida del Sestriere che rapporti hai con le Istituzioni? «Il Comune di Sestriere ci dà una grossa mano. Viene incontro allo sci club, di cui da 21 anni sono direttore tecnico. L'amministrazione comunale paga metà della quota ai residenti e lo fa perché ha capito che è necessario frenare l'emorragia di chi fa sci e abita in montagna. Inoltre a tutte le società che operano al Colle dà un contributo per l'affitto delle piste. Sul Comune non posso dire nulla. Ma gli altri Enti…». È vero che la Regione non interviene più sul Comitato Alpi Occidentali? «Sembra un'assurdità, ma è così. Il contributo per gli sport invernali è passato da 30.000 euro a zero. Niente, nulla. E parliamo di una regione dove le Alpi sono fonte di economia e benessere e solo dieci anni fa è stata organizzata un'Olimpiade». Sci club, atleti, categorie. Cosa pensi del mondo Pulcini? «Il mondo SuperBaby, Baby e Cuccioli è sicura78
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mente in salute in provincia di Torino e in Piemonte. Questo è un dato importante, ma al tempo stesso c'è un grosso problema annesso. Vedo troppa esasperazione e questo porta inevitabilmente a un precoce abbandono nei primi anni della categoria Giovani, se non già dagli Allievi». Da responsabile regionale dello sci alpino che ricetta avresti per contrastare l'esasperazione fra i Pulcini? «Niente gare individuali nella categoria Baby, inserire invece gare a team, a squadre, basate sul confronto e non sul risultato singolo. Poi da Cuccioli si può iniziare con i pali. Ma ci vogliono regole dalla FISI centrale, non possono essere idee di un club o di un Comitato regionale. È necessario contrastare il mercato dell'esasperazione e lavorare su un cambio di mentalità, non è un problema dei Pulcini. Non si è ancora capito che i vincitori di un titolo nazionale Ragazzi non per forza hanno la strada spianata per una vittoria in Coppa del Mondo». Però si dà ancora importanza fondamentale a Gran Premio Giovanissimi e Criterium Cuccioli... «Questione di regole anche qui. Si può fare attenzione a tutto, ma a quella età dare valore e assegnare titoli italiani mi fa sorridere...». Il problema continua tra i Giovani. Perché? «Sono tanti i motivi, c’è un problema economico serio: costa tanto, troppo. Si vendono illusioni in questa categoria. Troppi pensano che chi arriva nei Giovani debba avere come unico riferimento il circuito del Gran Premio Italia. Ma quello deve essere per i più forti dei club e per i Comitati. Manca un circuito Giovani e anche Senior che dia la possibilità di praticare l'agonismo senza la paranoia di arrivare per forza in
squadra azzurra, di fare dello sci una professione. Sempre meno Giovani perché il confronto è esasperato verso l'alto, con risorse e tempi da dedicare allo sci che diventano ingestibili». Fare il corso maestri a diciotto anni è un problema? «Ovvio, fino all'ultimo anno Giovani niente selezione. In tanti lo pensano, in pochi lo dicono. Questo è un freno ulteriore all'abbandono fra i Giovani e un bene per tutto il movimento. E poi, magari, con un circuito Giovani & Senior meno esasperato e di alto livello come è invece il GPI, si può pensare di premiare i migliori con borse di studio e abbattere qualche costo per il corso di formazione maestri». Una volta parlavi di cartellino per gli atleti, come esiste in altri sport. Ci credi ancora? «Certamente. Un atleta deve avere un cartellino, un nullaosta. Guardate il caso del mio sci club. Sui residenti, ma anche sui più meritevoli, interveniamo con dei rimborsi. Un club, basandosi sui numeri, arruola allenatori, compra pullmini e acquista attrezzature. Poi di colpo uno scappa. E tu come rimani? L’atleta può andare dove vuole, ma deve un riconoscimento dal punto di vista economico al club che ha investito su di lui». Dove vuole arrivare lo sci club Sestriere? «Vuole crescere sempre, mantenere e sviluppare tutte le diverse sensibilità, disponibilità e impegni. Poi salvaguardare il più meritevole e chi ha una devozione totale per questo sport. Ma per salvaguardare questi atleti servono strutture e risorse e sci club accreditati per farlo. Penso che il Sestriere, come tanti altri sodalizi di un certo livello, debba avere un riconoscimento certificato dalla FISI, un bollino che identifichi chi fa agonismo con risultati importanti».
INTERVISTA
BIO Maurizio Poncet, classe 1957, è stato atleta della nazionale azzurra, campione italiano assoluto, ha collezionato due vittorie in Coppa Europa e partecipato alle classiche di Coppa del Mondo fra cui Adelboden, Kranjska Gora e Madonna di Campiglio. Per sette anni, fino al 1991, ha allenato il Comitato regionale Alpi Occidentali e dal 1995 è direttore tecnico del Sestriere, realtà che oggi conta 160 agonisti ed è presieduta da Alessandro Garrone. È il presidente della commissione sci alpino del Comitato AOC.
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AOC - ASIVA
SALOMON TALENT
FRANCESCO COLOMBI
Nome: Cognome: Data di nascita: Residenza: Sci club: Materiali:
Discipline tecniche o velocità? Cosa preferisci e perché? «Preferisco le discipline tecniche perché riesco a esprimere il 100% di me stesso, specialmente nello slalom gigante». Come hai impostato la preparazione estiva? «In estate ho lavorato tanto sullo slalom, ho voluto correggere un errore sul collegamento, inoltre ho fatto davvero tanta atletica, seguendo le tabelle preparate dal mio preparatore-allenatore». Oltre allo sci, quali sono i tuoi hobby?
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Francesco Colombi 13/02/00 Sanremo Equipe Limone Salomon
«Mi piace andare in giro in moto, poi scattare fotografie e fare crossfit».
AZZURRI DEL CERVINO
SESSANTA ATLETI IN CINQUE ANNI Un club non grandissimo ma che lascia il segno anche in ambito nazionale. Gli Azzurri del Cervino sono nati nel 2010 e hanno una sessantina di tesserati, con nomi decisamente interessanti. Indubbiamente una giovane promessa è Pilar Elisa Lucchini, già a medaglia lo scorso anno ai tricolori Ragazzi di Santa Caterina Valfurva e pronta a essere nuovamente protagonista. Dal Piemonte è poi ritornato Giacomo Bernardotti, mentre nei Giovani si punta su Thomas Pession, specialmente nelle discipline veloci. Scendendo di categoria troviamo Carlotta Pastore, in evidenza al Fosson e ancora Celia Regina Lucchini, vincitrice agli International Ski Games e Thomas Miramonti. Ma il club ha tanti altri atleti, dai Baby ai Giovani, che crescono in continuazione, grazie al lavoro dello staff tecnico. Il club è presieduto da Alain Seletto che segue in prima linea tutte le categorie ed è il punto di riferimento nei Children. Con lui c’è papà Bruno, che cura maggiormente i Giovani e che appena ha un momento libero
raggiunge lo skiroom per preparare materiali e… studiare nuove soluzioni. Tra Children e Giovani lavora anche Roberto Rigollet, poi i Pulcini sono seguiti da Edoardo Galli e Francesco Pastore, mentre la pre-agonistica è curata da Alice Alpigiani. La programmazione viene in parte differenziata. «Abbiamo un gruppo chiamato ‘maggior impegno’ che prevede training anche al mattino - ha detto Alain Seletto -. Almeno un allenatore è quasi sempre disponibile». Gli Azzurri del Cervino hanno un grosso vantaggio con il ghiacciaio in casa. In estate si allenano sempre a Plateau Rosà e appena nevica si spostano in basso. «I costi sono bassissimi, lavoriamo sempre bene e poi quando apre la parte italiana ci organizziamo. Abbiamo un’ottima collaborazione con la società impianti e con il direttore delle piste Gianfranco Torelli. Anche durante le vacanze ci ha trovato la giusta sistemazione, davvero ampia disponibilità per i club valdostani, ma anche per quelli di fuori». Cristina Camaschella si occupa della segreteria.
Quali obiettivi per questa stagione? «Ho molti obiettivi, mi sto allenando con impegno per puntare in alto ai Campionati Italiani e guadagnarmi un posto nel Comitato Regionale AOC». Chi sono i tuoi allenatori e come ti trovi con loro? «Mi alleno con Roberto, Marco, Pietro e Tiziano. Sono ormai cinque anni che lavoro con loro, mi trovo molto bene, sia dal punto di vista tecnico, sia personale».
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Pilar Elisa Lucchini
AOC - ASIVA NEGOZI TOP
OCCASIONI TARGATE QUERIO!
Una svendita da non perdere per riorganizzazione locali: dal prossimo inverno 100% laboratorio
Michele Gualazzi
CURIOSITÀ
Da quindicesimo a primo. Michele Gualazzi, classe 1994, ha recuperato quattordici posizioni nel secondo e ultimo slalom FIS CIT di Pila, andato in scena il 9 gennaio. L’ex azzurro ha vinto dopo un grande recupero facendo 31 punti, utili per la prossima lista FIS. L’ultimo successo di Gualazzi risale al marzo 2015, nello slalom di Sauze d’Oulx.
TRE DOMANDE A MICHAEL TEDDE Michael Tedde è certamente fra gli Aspiranti più promettenti. L’atleta dello sci club Chamolé nelle gare FIS CIT di Pila di gennaio ha confermato 20 punti in gigante, contro i 33 della lista precedente. Ti aspettavi questo inizio? «Sinceramente no, non mi sentivo molto in forma a inizio stagione, non sciavo benissimo, poi però sono entrati questi risultati e sono davvero contento». Un pensierino al Grand Prix? «Forse è ancora un po’ presto, devo iniziare ad andare forte nel circuito istituzionale, punto innanzitutto a fare bene ai Campionati Italiani Aspiranti». Quali sono gli avversari più pericolosi? «Pietro Canzio ha dimostrato di essere veramente in forma, specialmente in slalom speciale. Poi in gigante Samuel Moling su tutti. Io sinceramente spero di essere lì e di giocarmela con loro, ma anche con tanti altri».
EQUIPE E SESTRIERE SUL PODIO A LES HOUCHES Italiani nuovamente protagonisti in Francia. I club piemontesi a inizio gennaio hanno dominato la seconda edizione di ‘Les Houches Mont Blanc Ski Cup - Kandahar Junior’, evento riservato agli Under 14. Solo il gigante si è regolarmente svolto, mentre le avverse condizioni meteo hanno costretto gli organizzatori ad annullare lo slalom. La vittoria finale è andata allo sci club Morzine-Avoriaz, ma al secondo e terzo posto si sono classificati i giovani dell’Equipe Limone e dello sci club Sestriere. L’Italia ha vinto la classifica per Nazioni davanti alla Francia e alla Svezia.
Siete a caccia di un affare? Fate un salto a Foglizzo, in provincia di Torino, all’indirizzo dello storico Querio Ski Service. Ci sono occasioni davvero interessanti, a prezzi incredibili. Specialmente sull’attrezzatura da gara. Federico Querio, che ha affiancato il papà ‘Mago’ Ernesto e la mamma Clara nella gestione dell’attività, ha deciso di puntare tutto sul laboratorio, il punto forte che negli anni ha fatto di Querio un nome noto non solo in provincia di Torino, ma anche sulle piste di Coppa del Mondo. «Il nostro obiettivo è di rendere sempre più qualificata l’offerta nella preparazione dello sci. Vogliamo dedicare ancora più spazio al boot fitting e alla personalizzazione degli scarponi, oltre che avere più tempo a disposizione per curare nei dettagli la preparazione di ogni singolo paio di sci, sia che si tratti di atleti di alto livello
che di sciatori della domenica» spiega Federico. Ne viene di conseguenza che i locali, finora dedicati al negozio, debbano essere ristrutturati per esigenze di laboratorio. «Abbiamo deciso di svendere tutto il materiale che attualmente abbiamo in magazzino. In questa fase della stagione può essere davvero un’ottima occasione per gli appassionati. Abbandoneremo pian piano la vendita, pur mantenendo il canale aperto per una fetta di clientela affezionata e per chi desidera ordinare sci, scarponi o attrezzatura particolare da gara. Però la scelta è stata fatta e siamo convinti che la strada giusta sia quella di dedicare tutte le nostre energie al laboratorio». Non fatevi dunque sfuggire l’occasione, magari da Querio trovate a prezzo di svendita quel prodotto su cui avevate messo gli occhi…
Contatti: QUERIO SKI SERVICE - via Umberto I, 102 - Foglizzo (TO) tel 011 9883663 - info@queriosport.it
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MEMORIAL FOSSON
MEMORIAL
PIETRO
FOSSON
HIP HIP EQUIPE
Quasi 500 atleti Allievi e Ragazzi hanno gareggiato sulle nevi di Pila nell’ormai consueto opening stagionale vinto per la quinta volta consecutiva dal club piemontese. Gare perfette nonostante la mancanza di neve
Aperte le danze, iniziati i confronti. La mancanza di neve e le temperature più che primaverili non hanno fermato il Memorial Pietro Fosson. Quasi 500 atleti si sono ritrovati in Valle d’Aosta per l’opening Children, organizzato dalla nostra rivista insieme allo sci club Aosta. È ormai un confronto importante, a cui nessuno vuole rinunciare. È il ritorno alle gare, è il primo giorno di scuola. A noi piace paragonarlo all’opening di Soelden, che ogni anno apre la stagione dei big del circo bianco e rosa. E allora, ancora una volta, tutti sulle nevi di Pila per una serie di sfide a suon di cronometro e pettorale ben in vista. Ha prevalso come sempre il sano agonismo, il fair play e il divertimento generale di tecnici e atleti. Applausi per i gesti tecnici, per i vincitori e per le piste che la Pila Spa ha messo a disposizione: neve tutta programmata, dura, compatta, che ha segnato davvero poco e che è stata prodotta in extremis. È stato quanto mai essenziale posticipare l’evento di due giorni, dal 16 al 18 dicembre: mantenendo le date originali, il Memorial Fosson non si sarebbe potuto svolgere. Ha fatto davvero impressione vedere all’opera la macchina organizzativa. Ventiquattro ore prima dell’inaugurazione, la pista da slalom non esisteva, era presente qualche mucchietto di neve con i ciuffi di erba che spuntavano. Insomma, tutto meno che un tracciato di gara che ha retto discretamente bene il passaggio di oltre 200 atleti a giornata. L’organizzazione ha inoltre puntato a snellire il programma. 82
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ANCHE RAVETTO A PILA Dal mondo Children alla Coppa del Mondo, da Pila alla Val Gardena e Alta Badia. Anche Claudio Ravetto ha girato mezza Italia. L’ex direttore tecnico della FISI non ha voluto mancare al primo appuntamento di stagione. Ha guardato da vicino gli Allievi e Ragazzi e si è confrontato con diversi tecnici in pista. Una bella presenza per un evento in costante crescita.
Reggere tre giorni di gare, con orari stretti e impegni collaterali non è facile, né per gli allenatori, né tantomeno per gli atleti. Ecco che lo sci club Aosta ha preferito ridurre gli appuntamenti e dare più spazio alle gare e ai confronti agonistici. Ancora un successo per la cerimonia di inaugurazione e quella di premiazione, andate in scena come da tradizione nella centralissima
Piazza Chanoux, il cuore della città di Aosta, da sempre vicina a questa manifestazione che vuole ricordare la figura di Pietro Fosson, atleta dello sci club Aosta mancato in un incidente stradale. E proprio il volere ricordare ‘Fox’ lega ancora di più il team organizzatore: atleti di ieri e allenatori di oggi che con Pietro hanno vissuto anni di divertimento e sacrifici sulle piste da sci.
MEMORIAL FOSSON
> NELLE FOTO
IMBATTIBILI CINQUE VOLTE EQUIPE LIMONE Al novantesimo minuto, in zona Cesarini, come direbbero gli amanti del calcio. L’Equipe Limone ha vinto per la quinta volta consecutiva il Memorial Pietro Fosson. Un successo che ha il sapore di una grande impresa, perché mai nessuno ha vinto così tanto e perché la vittoria 2015 è arrivata dopo una grandissima rimonta,
RIGUARDA LE GARE ONLINE Vanni Ponziani ha ripreso anche quest’anno la cerimonia di inaugurazione e quella di premiazione, oltre a tutte le gare di slalom gigante. I live sono ancora visibili dalla comoda playlist disponibile sul sito internet
Alcuni momenti di vita quotidiana al Fosson, dalla salita in seggiovia verso la partenza alla consultazione dei risultati. Qui sopra, Michele Franzoso in azione
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MEMORIAL FOSSON
QUOTES ANNETTE BELFROND
QUOTES RICCARDO ALLEGRINI
«Sono contenta e fiera di come ho iniziato questa stagione, nella prima manche del gigante (primo giorno, ndr) ho sbagliato un po’, la pista era più complicata, nella seconda meglio».
«Un grande inizio di stagione, sono contento, anche se mi aspettavo qualcosa di più perché non ho sciato come sono capace. Il Fosson è una bella gara, buona l’organizzazione».
HA DETTO
MATTIA BERNARDI
«Lo sci è una grande passione, in Toscana ci sto volentieri anche se il livello tecnico non è molto alto. Proprio per questo il Fosson è importante per avere confronti con i miei coetanei»
appunto nell’ultima giornata di gare. Questione di punti, di pochissimi punti. I cuneesi, capitanati da Roberto Saracco, hanno prevalso per 45 punti, un nulla nella somma globale che ha tenuto conto dei migliori due risultati di ogni gara. Alla vigilia dell’ultima giornata era il Mondolè Ski Team a comandare
Chiara Teroni
PILA RACE RESULTS 16.12.15 - GIGANTE ALLIEVI
16.12.15 - SLALOM RAGAZZI
17.12.15 - GIGANTE RAGAZZI - ENERGIAPURA CUP
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Louison Accambray (Mont-Blanc) 1. Sara Caronti (Ski College Veneto) 3. Valentina Vecchio (Lecco) 4. Pilar Elisa Lucchini (Azzurri Cervino) 5. Sara Allemand (Bardonecchia) 6. Camilla Mazzoleni (Sportoberschule) 7. Benedetta Giordani (La Thuile) 8. Elisa Paventa (Mondolè Ski Team) 9. Laura Rota (UBI Banca Goggi) 10. Carlotta Welf (Gressoney Monte Rosa)
56.93 56.93 57.20 57.22 57.25 57.28 57.32 57.43 57.68 57.75
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Annette Belfrond (Crammont) 2. Marie Bonnaz (Mont-Blanc 2) 3. Francesca Cianalino (Olimpionica Sestriere) 4. Carolina Segala (Chamolé) 5. Martina Bertola (Mondolè Ski Team) 6. Ginevra Trevisan (Golden Team Ceccarelli) 7. Sophie Mathiou (Pila) 8. Alessia Vaglio (Jolly Sport) 9. Alice Calaba (Gressoney Monte Rosa) 10. Guja Momicchioli (Sansicario)
1.22.80 1.22.85 1.22.93 1.23.59 1.23.74 1.23.87 1.24.45 1.24.64 1.25.09 1.25.33
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Ilary Castellan (Agonistica Campiglio) 2. Alice Pazzaglia (Schia Monte Caio) 3. Carolina Segala (Chamolé) 4. Sophie Mathiou (Pila) 5. Claire Stefanides (Mont-Blanc 1) 6. Vittoria Gualtieri (Agonistica Campiglio) 7. Alessia Vaglio (Jolly Sport) 8. Ginevra Trevisan (Golden Team Ceccarelli) 9. Matilde Gallia (Sestriere) 10. Annette Belfrond (Crammont)
1.01.59 1.02.33 1.02.49 1.02.63 1.02.71 1.02.88 1.02.93 1.03.06 1.03.29 1.03.36
CLASSIFICA MASCHILE 1. Francesco Colombi (Equipe Limone) 2. Jules Baur (Mont-Blanc) 3. Giacomo Dalmasso (Ski College Veneto) 4. Riccardo Allegrini (Livata) 5. Benjamin Alliod (Pila) 6. David Valeri (Chamolé) 6. Filippo Della Vitte (Radici Group) 8. Niccolò Lanfranco (Aosta) 9. Gianlorenzo Di Paolo (SAI Napoli) 10. Nicola Moretti (Ski Team Valpalot)
55.34 55.85 56.04 56.15 56.18 56.40 56.40 56.54 56.76 56.85
CLASSIFICA MASCHILE 1. Victor Bessiere (Mont-Blanc 2) 2. Thomas Lorenzo Bini (Sestriere) 3. Alessandro Del Bello (UBI Banca Goggi) 4. Max Paget (Mont-Blanc 1) 5. Alessandro Anzani (Lecco) 6. Luca Brusa (Ossola Ski Team) 7. Edoardo Saracco (Equipe Limone) 8. Elliot Perretta (Courmayeur) 9. Marco Abbruzzese (Mondolè Ski Team) 10. Edoardo D’Amico (Agonistica Campiglio)
1.17.19 1.17.77 1.18.11 1.18.66 1.19.12 1.19.29 1.19.31 1.19.34 1.19.35 1.19.50
CLASSIFICA MASCHILE 1. Thomas Lorenzo Bini (Sestriere) 2. Maicol Comiotto (Trichiana) 3. Marco Abbruzzese (Mondolè Ski Team) 4. Luca Brusa (Ossola Ski Team) 5. Alessandro Anzani (Lecco) 6. Victor Bessiere (Mont-Blanc 2) 7. Max Paget (Mont-Blanc 1) 8. Michele Monteggia (Jolly Sport) 9. Leonardo Clivio (Mondolè Ski Team) 10. Federico Baroni (Radici Group)
1.00.37 1.00.88 1.01.02 1.01.47 1.01.60 1.01.75 1.01.92 1.01.94 1.01.99 1.02.00
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MEMORIAL FOSSON
QUOTES PILAR ELISA LUCCHINI
QUOTES SARA ALLEMAND
«Non mi aspettavo un risultato del genere perché sono al primo anno di categoria e le altre ragazze sono più forti. Mi è sempre piaciuta questa manifestazione».
«Un risultato importante, anche se non abbiamo avuto la possibilità di correre in squadra perché eravamo in pochi. In estate e autunno non avevo mai avuto dei confronti del genere».
SCHIA MONTE CAIO IN LITUANIA Tanti, tantissimi premi, come da sempre accade al Memorial Fosson. Uno di questi riconoscimenti è stato sorteggiato ed è andato allo Schia Monte Caio. Cosa hanno vinto? Un bellissimo viaggio alla Snow Arena in Lituania. Un premio per 9 persone, otto atleti e un allenatore, che comprende soggiorno, skipass e pista di allenamento. Una nuova avventura per il team emiliano che potrà testare l’innovativa struttura durante la prossima preparazione estiva. Buon viaggio in Lituania… le operazioni. I monregalesi si stavano già pregustando una doppietta difficile: International Ski Games e Memorial Fosson. Poi lo sprint finale dell’Equipe che ha chiuso con 7300 punti. Al secondo posto ancora Piemonte, ancora Cuneo, con il Mondolè Ski Team 1 che si è fermato a 7255 punti, perdendo tutto il vantaggio nel gigante Allievi dell’ultimo giorno: 1552 1117 il confronto diretto. Terza posizione per il Radici Group, formazione bergamasca che lo scorso anno chiuse seconda a
17.12.15 - SLALOM ALLIEVI
18.12.15 - GIGANTE ALLIEVI
un soffio dal successo. Il team di Francesco Santus è rimasto a 7051 punti, confermandosi ancora una volta tra le migliori società d’Italia. Quarto posto per i torinesi del Sestriere, con quinta l’Agonistica Campiglio. Le gare di Pila sono state molto equilibrate. Nessun atleta ha vinto più di una gara, solamente Thomas Lorenzo Bini del Sestriere ci è andato vicino, conquistato una vittoria e un secondo posto, così come tra le Allieve ha fatto la transalpina Louison Accambray.
18.12.15 - SLALOM RAGAZZI
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Sofia Brustia (La Thuile) 2. Louison Accambray (Mont-Blanc 1) 3. Angelica Bonino (Equipe Limone) 4. Gaia Blangero (Equipe Limone) 4. Camilla Mazzoleni (Sportoberschule) 6. Alessandra Gotti (Radici Group) 7. Marta Pession (Club de Ski Valtournenche) 8. Valentina Savorgnani (Ski College Veneto) 9. Sara Caronti (Ski College Veneto) 10. Benedetta Giordani (La Thuile)
1.17.58 1.17.72 1.17.83 1.18.12 1.18.12 1.18.26 1.18.81 1.18.82 1.18.83 1.18.91
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Nadine Brunet (Aosta) 2. Chiara Teroni (Equipe Limone) 3. Sara Allemand (Bardonecchia) 4. Heloise Edifizi (Club de Ski Valtournenche) 5. Maria Sole Michelotti (Sansicario) 6. Sofia Brustia (La Thuile) 7. Giorgia Viglianco (Courmayeur) 8. Federica Lani (Ossola Ski Team) 9. Chiara Viglietti (Mondolè Ski Team) 10. Camilla Oliva (Mondolè Ski Team)
59.34 59.42 59.71 59.79 59.98 1.00.00 1.00.08 1.00.25 1.00.26 1.00.53
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Maria Pia Ursida (Sestriere) 1. Marie Bonnaz (Mont-Blanc 2) 3. Zoe Lapalus (Mont-Blanc 1) 4. Chiara Bertuello (Mondolè Ski Team) 5. Annette Belfrond (Crammont) 6. Vasillisa Koscheeva (Gressoney Monte Rosa) 7. Giulia Currado (Equipe Limone) 8. Giorgia Misseri (Brixia-Orezzo) 9. Guja Momicchioli (Sansicario) 10. Cristina Sani (Olimpionica Sestriere)
40.23 40.23 41.08 41.43 41.54 41.56 41.60 41.83 42.00 42.04
CLASSIFICA MASCHILE 1. Riccardo Allegrini (Livata) 2. Manuel Ploner (Ladinia) 2. Giacomo Dalmasso (Ski College Veneto) 4. Giacomo Bertini (Radici Group 2) 5. Lorenzo Della Vite (Radici Group) 6. Benjamin Alliod (Pila) 7. Gianlorenzo Di Paolo (SAI Napoli) 8. Francesco Colombi (Equipe Limone) 9. Filippo Della Vite (Radici Group) 10. Niccolò Lanfranco (Aosta)
1.11.20 1.12.09 1.12.09 1.12.93 1.13.22 1.13.56 1.13.72 1.14.22 1.14.70 1.14.73
CLASSIFICA MASCHILE 1. Federico Pallais (Pila) 2. Francesco Colombi (Equipe Limone) 3. Alberto Tomatis (Mondolè Ski Team) 4. Riccardo Allegrini (Livata) 5. Matteo Bendotti (Radici Group) 6. Alessandro Pizio (Radici Group 2) 7. Davide Damanti (Equipe Limone) 8. Niccolò Lanfranco (Aosta) 9. Gianlorenzo Di Paolo (SAI Napoli) 10. Lorenzo Della Vite (Radici Group)
59.42 59.52 59.83 59.92 59.95 59.99 1.00.01 1.00.19 1.00.43 1.00.47
CLASSIFICA MASCHILE 1. Filippo Fenice (Radici Group) 2. Stephane Bethaz (Pila) 3. Luca Brusa (Ossola Ski Team) 4. Michael Francio (Jolly Sport) 5. Alessandro Del Bello (UBI Banca Goggi) 6. Victor Bessiere (Mont-Blanc 2) 7. Anthoine Milhomme Alban (Mont-Blanc 1) 8. Federico Molteni (Lecco) 9. Etienne Boniface (Chamolé) 10. Marco Abbruzzese (Mondolè Ski Team)
37.34 37.67 38.03 38.12 38.19 38.25 38.35 38.43 38.50 38.54
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MEMORIAL FOSSON
I MAGNIFICI 10 TEAM 1°
EQUIPE LIMONE 7.300
ENERGIAPURA CUP: CASTELLAN E BINI BRINDANO TRA GLI ALLIEVI Anche quest’anno il Memorial Pietro Fosson ha inaugurato l’Energiapura Children Series, il circuito virtuale inventato dalla rivista Race ski magazine e dal noto brand di abbigliamento, per premiare i migliori e i più costanti atleti che si mettono in evidenza a Pila, ai Campionati Italiani, al trofeo Pinocchio e Topolino. Così il gigante Allievi del primo giorno e quello Ragazzi del secondo erano validi non solo per il Challenge, ma anche per l’Energiapura Cup, gara che porta punti per questo speciale
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circuito. Novità assoluta per i più grandi che hanno corso su due manche: solo i migliori 30 hanno preso parte alla seconda frazione, un po’ come accade in Coppa del Mondo. A vincere è stata la francese Louison Accambray che ha concluso la prova in 1.58.11, precedendo la valdostana Pilar Elisa Lucchini degli Azzurri del Cervino (1.58.62) e la piemontese Sara Allemand (Bardonecchia), all’arrivo in 1.58.64. Ancora Francia nella gara maschile con Jules Baur del Mont-Blanc che ha completato le due
manche in 1.55.82, davanti al veneto Giacomo Dalmasso (Ski College) in 1.55.85 e al laziale del Livata Riccardo Allegrini (1.56.10). I Ragazzi hanno invece corso a manche unica. Al femminile si è imposta Ilary Castellan dell’Agonistica Campiglio (1.01.59), a precedere Alice Pazzaglia dello Schia Monte Caio (1.02.33) e Carolina Segala dello Chamolé (1.02.49). In campo maschile successo di Thomas Lorenzo Bini del Sestriere (1.00.37), su Maicol Comiotto del Trichiana (1.00.88) e Marco Abbruzzese del Mondolè Ski Team, all’arrivo in 1.01.02.
MEMORIAL FOSSON
2. MONDOLÈ SKI TEAM 1 (7.255)
3. RADICI GROUP 1 (7.051)
4. SESTRIERE (6.425)
5. AGONISTICA CAMPIGLIO (6.366)
6. LECCO (5.443)
7. CHAMOLÈ (5.430)
8. CRAMMONT MONT BLANC (5.077)
9. COURMAYEUR M. BIANCO (5.010)
10. PILA (4.831)
MONT-BLANC PRIMA DELEGAZIONE
ALLIEVI FEMMINILE
ALLIEVI MASCHILE
RAGAZZI FEMMINILE
RAGAZZI MASCHILE
Anche quest’anno è stata istituita una classifica riservata alle delegazioni straniere, di Comitato Regionale o Provinciale. La speciale standing è stata vinta dai francesi del Mont-Blanc 1 con 7101 punti, seguito dalla seconda squadra transalpina (5459) e dai lombardi del BrixiaOrezzo, fermi a 3759 punti. In gara anche due formazioni della Toscana, quarti e quinti con 3172 e 1532 punti.
GROS CIDAC L’ Ipermercato in città
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ALPI CENTRALI
Ottavia Biagi
Un gruppo di atleti degli Amici della Montagna Madesimo
MILANO, UNA REALTÀ VIVA Alla scoperta dell’ambiente agonistico milanese, con club attivi prevalentemente nelle località lombarde, ma con la sede sotto la Madonnina
Sciare a… Milano? Perbacco se si può. Ovviamente non proprio nel capoluogo lombardo, che pure fu teatro della prima grande vittoria di Alberto Tomba alla Montagnetta di San Siro nel dicembre 1984, ma nelle località attrezzate. Partendo però proprio dal cuore della città. Sono ben quarantadue infatti gli sci club all’ombra della Madonnina, con una quindicina circa dedicati all’agonismo nello sci alpino, più altri specializzati in sci di fondo e persino nel… bob. «Siamo più che soddisfatti - ci ha detto Armando Calvetti, alla guida del Comitato Provinciale FISI Milano -. Per essere una realtà cittadina il movimento è assolutamente ‘vivo’ e dai nostri sci club sono usciti di recente anche atleti entrati poi in Nazionale, penso ad Alessia Medetti, che ha infine deciso di dedicarsi all’università lasciando l’agonismo, o a Roberta Midali, che invece è una realtà importante dello slalom femminile, campionessa italiana in carica: ha appena disputato le sue prime gare in Coppa del Mondo». Da segnalare che è meneghina anche la campionessa italiana Ragazzi di slalom in carica, Ottavia Biagi del Penna Nera. STT Competition, Amici di Madesimo, Punto Neve, GEM Monza, Amici dello Sci 88
Vimercate, Sciare Carving, Sci Club Invicta, Cristallo Amici della Montagna, Sport Due, Banca Intesa, Cevedale, Unicredit, Tre Campanili, Penna Nera, Ski Team Brianza, Super Sci Milano e Circo Bianco Aprica sono tutti sci club che lavorano sull’agonismo, che portano i ragazzi a sciare d’estate sui ghiacciai e svolgono la normale attività per arrivare alle gare. «Se vogliamo dobbiamo cercare di crescere un po’ invece sul discorso tesserati - ha aggiunto Calvetti -, al momento siamo circa a quota 2000, più o meno sui livelli dell’anno scorso, poco aiutati ovviamente anche dalla mancanza di neve a inizio stagione. Ma possiamo in ogni caso migliorare». Gli sci club citati più tutti gli altri meneghini hanno sede a Milano e poi naturalmente si spostano nelle varie località montane per l’attività. Le più gettonate per gli allenamenti sono Madesimo, Aprica, Bormio, Ponte di Legno/Tonale, ma anche il Monte Pora. «Al di là dell’agonismo, l’attività è notevole per quanto riguarda i Master, con sci club che ottengono anche risultati di prestigio a livello assoluto, per esempio Vimercate, con una decina di atleti fortissimi, speriamo di continuare così» ha chiosato Calvetti.
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Alpi Centrali Ski People
INTERVISTA
ALESSANDRO PIZIO Lo sciatore che ama l’enduro L’Allievo del Radici lo scorso anno si è messo in evidenza al Trofeo Topolino e quest’anno dovrà vedersela con gli atleti più grandi del 2000 di Andrea Chiericato
E degli Italiani cosa dici? «Potevano andare meglio, ma non mi sono abbattuto, ero già felice del risultato di Folgaria». Ora sei al primo anno Allievi, cosa ti aspetti? «Una stagione difficile perché sono giovane e perché la concorrenza del 2000 è spietata. Atleti come Dalmasso, Allegrini e Colombi sono davvero forti. Dovrò guardare i coetanei e non la classifica generale, certo sarei contento se ottenessi una top 10 ai Campionati Italiani di categoria». Al Radici siete un bel gruppo motivato. Come ci si allena? «Molto bene, sono seguito da Paolo Rota. Poi in gruppo ci sono anche Filippo Della Vite e Matteo Bendotti. È bello potersi confrontare costantemente con loro. Oltre a questo siamo anche amici, quindi ci divertiamo e ci trainiamo a vicenda». Su cosa lavori principalmente? «Mi concentro molto sulle linee. In slalom tendo a essere troppo diretto sopra il palo e quindi in ritardo sotto». Alessandro Pizio in azione ai tricolori Children di Santa Caterina Valfurva
Alessandro Pizio è pronto a combattere con gli Allievi più grandi, dopo un secondo anno Ragazzi più che soddisfacente, che lo ha visto protagonista assoluto al Trofeo Topolino, con la vittoria nello slalom e due secondi posti alla fase Internazionale. Scia per lo sci club Radici ed è nato il 10 gennaio 2001. Utilizza sci Blizzard, scarponi Tecnica e protezioni Poc. Alessandro, un grande exploit lo scorso anno? «Sì, non mi aspettavo di andare così bene al Trofeo Topolino, di solito in gara sono sempre in ansia, invece agli Internazionali sono riuscito a mantenere la giusta tranquillità. A questa età siamo abituati a confronti interni, quasi mai sfidi gli stranieri».
RESULTS Alessandro Pizio, oltre al prestigioso risultato al Topolino, ha chiuso sesto il gigante degli Italiani di Santa Caterina e ottavo il tricolore di superG. Nel circuito provinciale bergamasco ha ottenuto cinque secondi posti e una vittoria, a Foppolo lo scorso gennaio. Nella prima gara stagionale del Monte Pora è uscito nella seconda manche.
Cosa pensi dei nuovi materiali? «Raggi nuovi o vecchi gli infortuni rimangono gli stessi. Secondo me è meglio avere un regolamento stabile in modo che gli atleti possano allenarsi e abituarsi una volta per tutte. Io ho cambiato già lo scorso anno: subito ho fatto fatica, ora scio senza problemi». Come hai trascorso l’estate? «Ho fatto poco meno di un mese allo Stelvio. Solitamente non scio tanto in estate, cerco di non esagerare in modo da avere più voglia nel periodo invernale». Quando non scii cosa fai? «Mi piace andare con la moto, faccio enduro, è uno sport faticoso, come lo sci. Per questo reputo che in qualche modo serva come allenamento. Certo, con il gesto tecnico dello sci non ha nulla a che vedere». RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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ALPI CENTRALI
CASPOGGIO DIMENTICATO DA TUTTI La stazione sciistica da oltre tre anni non apre i battenti nonostante una Avanzi-Motta ideale per fare velocità. Potrebbe diventare un centro federale, ma servono benefattori con voglia di investire. «Se qualcuno è disposto si faccia avanti» è il grido di Dorigatti dell’Associazione Sportiva Caspoggio di Gianmario Bonzi SOS Caspoggio. Non è il primo, certo. Ma potrebbe essere l’ultimo. Oltre tre anni dopo la chiusura degli impianti (alla fine della stagione agonistica 2012/2013) la situazione non è cambiata nel paese situato in Valmalenco, anzi, è peggiorata. Eppure gli impianti di Caspoggio hanno una storia da raccontare unica, che passa dai primi ‘vagiti’ trionfali di Ingemar Stenmark in Coppa Europa alle leggendarie quattro vittorie in quattro giorni timbrate Lara Gut a gennaio 2008, sempre nel circuito continentale, senza dimenticare gli allenamenti di atleti come Gustav Thöni, Kristian Ghedina e anche Giorgio Rocca, pur nativo di Livigno. A Caspoggio ci sono tre impianti, che al momento attuale sono ancora in buone condizioni, e poi esistono due piste, con varie ‘deviazioni’, una è la mitica AvanziMotta, l’altra è la Vanoni. Il peccato mortale è legato al fatto che l’AvanziMotta è un tracciato per la velocità, di buon livello, che potrebbe anche fungere da centro Federale, in piccolo, il nostro ‘Speed-Center’ che gli americani possono vantare a Copper Mountain. Insomma, sarebbe un patrimonio dello sci italiano. Ma perché tutto questo possa rinascere e gli impianti sopravvivere, bisogna ormai solo sperare in qualche imprenditore facoltoso che abbia voglia di raccogliere la sfida. Imprenditore della Valle, o anche no. «Ci serve un aiuto, se qualcuno ha voglia di farsi avanti, ben venga - ha detto Raffaele Dorigatti, Presidente dell’Associazione Sportiva Caspoggio nonché vicepresidente del Comitato Alpi Centrali -. Il Comune ha preso tutto in affitto per 8 anni a 25.000 euro all’anno, si può fare qualsiasi attività al di fuori dello sci. Sull’Avanzi-Motta nei miei programmi, che ripeto da dieci anni, c’era davvero l’idea di un centro agonistico. Si poteva e si può vivere grazie al turismo da una parte e con gli allenamenti della varie squadre dall’altra, riaprendo tutto. Pensate che sono stato chiamato da una
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Raffaele Dorigatti dell’Associazione Sportiva Caspoggio
Nella località valtellinese ci sono tre impianti che sono ancora in buone condizioni e poi esistono due piste, con varie ‘deviazioni’, una è la mitica Avanzi-Motta, l’altra è la Vanoni squadra svizzera, probabilmente una Nazionale C, che non sapeva nemmeno della chiusura della stazione a Caspoggio e che voleva programmare degli allenamenti da noi. La FISI? Ho parlato con il presidente Roda che conosco da oltre 40 anni, ma ovviamente può fare poco: se interviene su Caspoggio, poi dovrebbe farlo anche in tutte le altre situazioni simili e non è ovviamente possibile. Ci serve l’aiuto di qualche
benefattore. Noi come sci club lavoriamo a Chiesa Valmalenco, anche tutte le reti di protezione e il materiale si trova ormai lì ha concluso Dorigatti -. Serve un milione di euro per fare funzionare di nuovo la stazione di Caspoggio. Ribadisco, lancio un appello a qualche imprenditore facoltoso. Se vuole farsi avanti, lo aspettiamo…». Ricordando anche che in squadra A si trova una certa Nicole Agnelli, nata e cresciuta a Caspoggio.
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THOMAS & FEDERICO
Compagni di squadra a confronto Entrambi atleti dell’UBI Banca Goggi... sono un po’ come il gatto e la volpe. Doppia intervista a Tagliaferri e Tomasoni LE DOMANDE 1. Ti piace la categoria Giovani, così come è strutturata? 2. Cosa pensi del circuito istituzionale? 3. E dei nuovi sci da gigante? 4. Chi sono i tuoi allenatori e come ti trovi? 5. Quale errore ti viene maggiormente corretto? 6. Kristoffersen o Hirscher e perché? 7. Cosa pensi del tuo compagno di squadra?
THOMAS TAGLIAFERRI
FEDERICO TOMASONI
ANNO: 1997 SCI: HEAD SCARPONE: HEAD SCUOLA: CENTRO STUDI LEONARDO DA VINCI - RAGIONERIA
ANNO: SCI: SCARPONE: SCUOLA:
1. «È molto bella perché hai un continuo confronto con atleti di più nazioni, apri i tuoi orizzonti perché gli avversari non sono sempre i soliti».
terra, è avanti cent’anni, non gli sfugge nulla. Antonio, anche presidente, lo considero geniale sull’allenamento, le cose che dice rispecchiano i miei pensieri».
1. «Mi piace com’è strutturata ultimamente, anche le gare FIS NJR riescono bene perché arrivano tanti partecipanti. Nelle FIS trovi davvero un buon livello».
2. «Il Gran Premio Italia è una vetrina bellissima, un altro bel confronto, chiaro che se uno partecipa a queste gare non deve fare i conti, non abbiamo nulla da perdere e dobbiamo attaccare sempre».
5. «Devo cercare di non cadere dentro con la parte alta, devo avere il bacino sui piedi a fine curva».
2. «Non posso dare un giudizio preciso perché non ho ancora frequentato abbastanza il circuito del Gran Premio Italia. Inizio in questo periodo a gareggiare».
3. «Dopo quasi tre anni sono riuscito ad abituarmi, ora mi trovo molto bene, anzi, devo dire che vanno quasi meglio». 4. «Sono seguito da Roberto Avogadro e Antonio Noris. Roberto è forse l’allenatore più bravo della
6. «Direi Kristoffersen perché è molto giovane e ha una sciata che guarda al futuro, in queste ultime gare ha dimostrato di essere il più forte». 7. «È sicuramente un grande riferimento perché va molto forte, oltre all’aspetto che riguarda lo sci, le gare e gli allenamenti, siamo molto amici anche al di fuori dello sport, abbiamo un bel legame».
1997 BLIZZARD TECNICA NESSUNA
3. «Ultimamente mi trovo abbastanza bene, anche se ho fatto fatica ad adeguarmi. Abbiamo lavorato tanto sui materiali e ora il feeling è molto migliore». 4. «Anche io sono seguito da Roberto e Antonio. Con Avogadro ho lavorato anche in estate,
mentre Antonio ci ha raggiunti dall’autunno. Con entrambi mi trovo molto bene, sono perfetti». 5. «Devo cercare di non cedere e tenere la gamba lunga e in tensione, anche in velocità». 6. «Kristoffersen, ha un modo di sciare mai visto. Hirscher ha fatto l’extraterrestre lo scorso anno ed è sempre ad alti livelli, ma è bello vedere il norvegese che ha recuperato e che è sempre in lotta con l’austriaco». 7. «Siamo un po’ cane e gatto, ma sempre insieme, lui è molto forte in gigante anche se in gara patisce un po’ e cambia mentalità. Siamo grandi amici e mi trovo molto bene».
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ALPI CENTRALI
CANCRO PRIMO AIUTO
INAUGURATO IL CIRCUITO AUTOTORINO A Santa Caterina Valfurva subito dopo la doppia tappa di Coppa del Mondo si sono svolti due giganti FIS NJR che hanno sorriso due volte a Pietro Canzio e a Petra Smaldore e Carlotta Saracco La discesa libera di Coppa del Mondo, i due slalom che recuperavano Zagabria e poi le National Junior Race. Omar Galli e il suo staff hanno finito il 2015 e iniziato il 2016 a tutta, senza mai avere respiro. I giganti del 9 e 10 gennaio di Santa Caterina Valfurva hanno aperto il circuito Autotorino di Cancro Primo Aiuto, che include tutte le NJR e che premierà i vincitori delle rispettive classifiche. Su una Deborah Compagnoni trattata più volte per ospitare il big della velocità e poi dei rapid gates, non potevano che andare in scena gare perfette. La pista non è stata toccata e il manto ha retto alla perfezione il passaggio di tutti i concorrenti. Neve dura in alto, barrata in basso, condizioni ideali per dare a tutti la possibilità di esprimersi. In Valfurva sono arrivati atleti da tutta Italia, c’è chi ha gareggiato due giorni, chi solo uno per l’imminente appuntamento con il Gran Premio Italia. Le gare sono state organizzate dallo sci club Oltre CPA, il braccio sulla neve della Onlus Cancro Primo Aiuto. «Tutto si è svolto per il meglio - ha detto Omar Galli -, un grazie a chi ha collaborato e soprattutto alla società impianti che ci ha messo a disposizione le piste, nonostante i recuperi di Coppa del Mondo». In campo maschile è arrivata l’ennesima conferma di Pietro Canzio, veneto al secondo anno Aspiranti che ha vinto entrambe le gare facendo anche 26 punti nella prima apparizione. Al femminile non è arrivata la doppietta. La prima prova è andata alla lombarda Petra Smaldore, mentre la seconda è stata vinta dalla piemontese Carlotta Saracco: 28.14 il punteggio ottenuto. 92
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Alba sulla Deborah Compagnoni ©Marco Brioschi
RACE RESULTS CALENDARIO
Marco Furli ©Marco Brioschi
Il 12 e 13 marzo, sempre a Santa Caterina andrà in scena un nuovo blocco di FIS CIT con due superG e uno slalom gigante, mentre dal 14 al 20 si svolgeranno i Campionati Italiani Aspiranti di tutte le discipline. Molto difficilmente verrà invece recuperato il consueto opening, previsto a fine novembre a Livigno e annullato per mancanza di neve.
SANTA CATERINA VALFURVA 09.01.16 SLALOM GIGANTE CLASSIFICA FEMMINILE 1. Petra Smaldore (AC - 1997) 2.15.72 2. Martina Nobis (AC - 1995) 2.16.27 3. Roberta Melesi (Fiamme Oro - 1996) 2.16.64 4. Alessia Alario (AOC - 1996) 2.16.99 5. Costanza Oleggini (AOC - 1995) 2.17.83 CLASSIFICA MASCHILE 1. Pietro Canzio (VE - 1998) 2. Matteo Confortola (AC - 1995) 3. Alessio Fontanazzi (TN - 1997) 4. Marco Biasci (CAE - 1997) 5. Antonio Vittori (AC - 1997)
2.11.35 2.12.37 2.13.54 2.13.61 2.13.67
10.01.16 SLALOM GIGANTE
Davide Baruffaldi©Marco Brioschi
CLASSIFICA FEMMINILE 1. Carlotta Saracco (AOC - 1999) 2. Luisa Bertani (AC - 1996) 3. Miriam Thaler (AA - 1996) 4. Carolin Lippert (GER - 1999) 4. Maria Pfeifer (AA - 1997)
2.16.78 2.17.07 2.17.99 2.18.43 2.18.43
CLASSIFICA MASCHILE 1. Pietro Canzio (VE - 1998) 2. Fabiano Canclini (AC - 1998) 3. Giacomo Rigamonti (AC - 1996) 4. Sasha Fivel (FRA - 1998) 5. Alex Vinatzer (AA - 1999)
2.10.44 2.11.02 2.11.15 2.11.46 2.11.92
ALPI CENTRALI
OREZZO & 13 CLUSONE UN MONDO GIOVANI Ivan Imberti da quattro stagioni segue Junior e Senior delle due società bergamasche di Gabriele Pezzaglia Si chiama Mondo Giovani ed è un gruppo di Junior e Senior della bergamasca che da quattro anni unisce gli atleti di Orezzo Valseriana e 13 Clusone. A curare la preparazione è il tecnico Ivan Imberti che segue Maurizio Viganò, Thomas Rossi, Jacopo Signorelli, Tommaso Panseri e il Senior Giordano Magri. «Magri fa l’atleta-allenatore, mi aiuta anche per organizzare training e logistica - dice Ivan Imberti -. Giordano si cimenta nel Gran Premio Italia Senior e vuole ancora togliersi soddisfazioni. Ci sono tutti i presupposti per fare bene». Del 13 Clusone invece ci sono Federico Vedovati, Nicholas Agazzi, Nicolò Giudici, Fabio Fenili, Rubens Colotti, tesserato Evolution Presolana, e il Senior Nicholas Bellini. «Quest’ultimo, che l'anno scorso ha fatto gran parte della Coppa Europa di velocità, vuole una convocazione quando il circuito continentale arriva in Italia». È ricco il programma estivo e autunnale, circa 45 giorni, in inverno gli allenamenti si svolgono tra Lizzola in Valbondione, Monte
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Le società coinvolte nel progetto Mondo Giovani Gli allenamenti settimanali in inverno Le giornate allo Stelvio in estate e autunno
Pora e Spiazzi di Gromo. «Cerchiamo di offrire una proposta agonistica ai Giovani, in particolare agli ultimi anni di categoria e ai Senior che hanno ancora il desiderio di gareggiare - ha proseguito -. Non abbiamo ambizioni stellari, non promettiamo la luna, non illudiamo nessuno. Questo non vuol dire che mancano impegno e serietà». E il futuro? «Il vivaio dell'Orezzo Valseriana cresce ed è solido, magari fra qualche anno avremo un bel gruppo Giovani motivato, anche se per questioni di tempo e ambizioni è inevitabile dover avere proposte differenziate». Il gruppo Mondo Giovani
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ON THE ROAD 1
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Presidente: Riccardo Metri Consiglieri: Paolo Toppan, Nicolò Sertorelli, Roberto Gori, Giacomo Grasso Allenatori: Nicolò Sertorelli (direttore tecnico), Davide Berniga (Giovani), Erminio Sertorelli e Matteo Sosio (Children), Nicolò Sertorelli e Niccolò Andreola (Baby e Cuccioli), Marco Sassella (SuperBaby), Dario Vigneri (Avviamento)
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ON THE ROAD
SuperSci Milano, il club dei cittadini che abitano in montagna
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NOI C’ERAVAMO
testo e foto di Gabriele Pezzaglia
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PHOTOS 1. Inizia l’allenamento: in seggiovia Federico Gatti, Ernesto Riva e Matilde Romagnoli. 2. Lucrezia Rocco esegue un’esercitazione con uno sci sotto lo sguardo vigile dell’allenatore.
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3. Tutta la grinta di Tommaso Camisasca sul Canalino Sertorelli.
Lo sci club dei milanesi, il sodalizio dei cittadini. È il SuperSci Milano, realtà che fa base a Bormio e che guarda con attenzione alle esigenze di chi abita nel capoluogo lombardo o nelle zone limitrofe. Così gli allenamenti si concentrano nel fine settimana e durante le vacanze scolastiche. E allora tutti in pista a Natale, uno dei periodi più intensi per il club di Riccardo Metri. Abbiamo seguito una mattina di allenamento a Bormio di Baby, Cuccioli e SuperBaby, mentre i Children e Giovani si sono spostati per l’occasione a Livigno. I più piccoli hanno sciato in campo libero sulle piste Stella Alpina e Canalino Sertorelli. Ogni gruppo è stato seguito dal suo allenatore, con il direttore tecnico Nicolò Sertorelli che ha assistito ai diversi lavori svolti. Affiatamento, rispetto delle regole e della disciplina sportiva sono elementi importanti all’interno del club, anche tra i più piccoli.
4. Dal riscaldamento agli esercizi: Andreola con Filippo Giorgetti, Matilde Romagnoli, Edoardo Forzinetti e Matilde Maranzana. 5. Matteo Sosio a consulto con Chiara Badà. 6. Nicolò Sertorelli a confronto con Margherita Mantegazza, Lucrezia Rocco, Tommaso Malinverno e Tommaso Camisasca. 9
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7. Il tecnico Dario Vigneri con Viola Germignani, Giulio Ferrario, Rachele Longhi e Beatrice Maranzana. 8. Il coach Niccolò Andreola intento a scaldare gli atleti prima di iniziare a girare sulle piste bormine... 9. Marco Sassella in cima alla Stella Alpina con Alessia Giorgetti, Bianca Malinverno e Ludovica Dassano. 10. Il gruppo dei SuperBaby con Marco Sassella. RACE RACE SKI SKI MAGAZINE MAGAZINE- -FEBBRAIO FEBBRAIO 2016 2016
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VENETO Il Nottoli
IL NOTTOLI ABBANDONA LA CATEGORIA GIOVANI Il club della presidentessa Lorella Mazzer quest’anno si concentra su Pulcini e Children, numeri troppo bassi per Aspiranti e Juniores. Ma già dalla prossima stagione si cercherà di ricostruire il gruppo con gli attuali Allievi di Gabriele Pezzaglia Per la prima stagione lo sci club Nottoli non avrà più la squadra Giovani. Diversi atleti hanno abbandonato l'attività agonistica, mentre Enrico Meler e Tommaso Minto, pur rimanendo tesserati per la società di Vittorio Veneto, sono aggregati al gruppo Giovani dell'Agonistica Valbelluna. Inoltre Andrea Tonon, primo anno Senior,
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è passato allo skicross ed è approdato in squadra nazionale B. «L'intenzione è comunque quella di ripartire con la categoria già l’anno prossimo - ha detto la presidente Lorella Mazzer -. Abbiamo una dozzina di Children, tra cui Allievi che saliranno di categoria. Inoltre vedremo di instaurare rapporti con altre società della provincia di Treviso». Intanto si riparte anche dal basso. «Nelle prime tre
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domeniche di dicembre abbiamo portato a San Vito di Cadore trentacinque bambini delle scuole elementari, alcuni di questi da gennaio hanno preso parte alla vita del club con la categoria SuperBaby, allenata da Monica Cherubin e Roberto Zandonella». I Pulcini sono una ventina e sono seguiti dall'ex azzurra Clelia Ceccato e da Tommaso De March, mentre Allievi e Ragazzi sono
coordinati da Dennis Fontana. Fra le attività dello Sci Club Nottoli ricordiamo l'organizzazione delle selezioni per il Pinocchio per le province di Belluno e Treviso il 6 e 7 febbraio a San Vito di Cadore. Il giorno prima, il 5, ci sarà il Memorial Andrea Rossato, in ricordo di un atleta che è mancato. I fondi raccolti saranno devoluti all'azzurro disabile Renè De Silvestri, ora in forza al Drusciè.
VENETO
PIZZATO, PLATINO E DELLA MEA OK
Continua la bella stagione di Sofia Pizzato, seguita a ruota dalle giovanissime Elisa Platino e Lara Della Mea. Le tre italiane si sono messe in evidenza a Reiteralm nelle FIS organizzate dalla Gran Bretagna. Pizzato e Platino sono salite sul secondo e terzo gradino del podio nel
gigante del 9 gennaio, mentre Della Mea ha raccolto un quinto e un settimo posto, oltre a un quarto nello slalom austriaco di Obdach. Per Platino e Della Mea, entrambe 1999, punti importanti che le collocano tra le migliori Aspiranti primo anno d’Italia e non solo.
FEDERICO DE MICHIEL
Nome: Cognome: Data di nascita: Residenza: Sci club: Materiali:
FEDERICO DE MICHIEL 16.04.2001 Auronzo di Cadore US Valpadola Atomic
Discipline tecniche o velocità? Cosa preferisci e perché? «Preferisco il gigante e lo slalom perché penso di riuscirmi a esprimere meglio».
TRE DOMANDE AD ALESSANDRO BERTAGNOLLI Alessandro Bertagnolli è nato il 31 ottobre 2004, è piccino, è solo al secondo anno Cuccioli, ma con le idee chiare. È figlio dell’Istruttore Nazionale Luca e ha davanti a sé ancora tanti anni di competizioni.
«Tra estate e autunno ho fatto una quarantina di giornate di sci, un po’ di tutto: gigante, slalom, superG, ma anche freeride e freestyle. Ho sciato allo Stelvio, in Val Senales, a Les 2 Alpes e Hintertux».
Quali sono stati i tuoi migliori risultati? «Lo scorso anno ho vinto la finale nazionale del Trofeo Pinocchio all’Abetone e chiuso al terzo posto il Gran Premio Giovanissimi all’Aprica. Inoltre ho vinto tre titoli nel circuito veneto Lattebusche».
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? «Voglio rimanere ai vertici nazionali, ma soprattutto continuare a frequentare le piste da sci e spaziare a 360°. Nulla deve essere monotono, bisogna amare tutte le sfaccettature, specialmente a questa età perché altrimenti ci si stancherà molto presto di questo sport».
Quanto e come ti sei allenato questa estate?
ATOMIC TALENT
il tempo libero, sempre molto poco». Quali obiettivi per questa stagione? «Voglio cercare di correggere i difetti della mia sciata in gigante. Sono sempre troppo fuori con l’anca, devo cercare di avere il bacino più sui piedi. E poi voglio arrivare in partenza un po’ più rilassato».
Come hai impostato la preparazione estiva? «Subito dopo la fine della stagione invernale ho iniziato a fare atletica, con 5-6 sedute la settimana. Abbiamo lavorato con Nicola De Martin in palestra, Chi sono i tuoi allenatori e come nei circuiti, atletica in generale, ti trovi con loro? insomma di tutto e di più». «Mi alleno con Nicola De Martin e Matteo Baldisarutti. Devo Oltre allo sci, quali sono i tuoi ringraziarli moltissimo, sono hobby? «Mi piace fare slackline e saltare davvero bravi, il primo più per sul tappeto elastico, sono un po’ la psicologia, il secondo per la valutazione tecnica, aspetti acrobata. Lo faccio con i miei entrambi fondamentali nello sci». amici per divertirmi e passare
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Veneto Ski People
INTERVISTA
PIETRO CANZIO «Obiettivo? Una medaglia agli YOG» È ancora al secondo anno Aspiranti, ma il veneto dello Ski College è già entrato nei trenta in Coppa Europa ed è in testa al GPI. Per lui porte aperte agli Youth Olympic Games di Lillehammer, dove cercherà il grande exploit
testo di Gabriele Pezzaglia - foto di Andrea Chiericato
Pietro Canzio in due anni ha già lasciato il segno. Si è messo in mostra ai Campionati Italiani Assoluti lo scorso marzo e quest’inverno ha centrato già una top trenta in Coppa Europa. Insomma ha messo il naso fra i big questo giovanotto della categoria Aspiranti, grintoso e talentuoso sugli sci, posato e gentile. E per Pietro l’obiettivo numero uno si chiama Lillehammer 2016, sede degli Youth Olympic Games, dove vuole fare il colpaccio. Sei fra i convocati alle Olimpiadi Giovanili. Pronto per l’avventura? «Pronto, determinato, carico di speranze ma anche di certezze. È il mio grande obiettivo stagionale, sono partito forte quest’anno ed è arrivata la convocazione per la Norvegia, ma non voglio fermarmi qui, voglio mettermi in mostra. Sogno in grande, voglio una medaglia». In che disciplina punti a salire sul podio? «Non faccio distinguo, mi sento polivalente e al momento ragiono in maniera multidisciplinare. Poi in futuro vedremo, questa stagione, a dire la verità, non ho fatto tanto superG, anche se nelle FIS di inizio stagione in Gardena ho avuto buone sensazioni su pendii decisamente facili e da velocisti puri». In Coppa Europa, alla seconda chiamata, subito a punti. Te lo aspettavi? «Sinceramente no, anche perché non avevo messo nei piani il circuito continentale. Mi sono presentato prima a San Vigilio di Marebbe e poi a Pozza di Fassa senza aspettative particolari ma con grande curiosità. È stata un’esperienza sicuramente edificante. Sono davvero soddisfatto dell’affascinante night race sulla Aloch. E poi 98
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INTERVISTA
BIO Pietro Canzio è nato a Trieste il 26 febbraio 1998. È tesserato per lo sci club Ski College, risiede fra Falcade, Trieste e Arabba. Ha partecipato al Longines Futures Ski Champion e ha conquistato un argento e un bronzo in gigante rispettivamente a Topolino e Pinocchio. Trentesimo in Coppa Europa a Pozza di Fassa, è stato sesto ai Campionati Italiani Assoluti di Tarvisio 2015 in combinata. Ha vinto la prima tappa al Passo Furcia del GPI Giovani, uno slalom. Usa sci Head, casco e maschera Carrera, bastoni e protezioni Gabel.
sono riuscito a condividere questa gioia con il mio allenatore Pietro Dalmasso». Che rapporto hai con Dalmasso? «Vero, schietto, trasparente. È un allenatore preparato, consigliere fidato. Parliamo di tutto, anche fuori dallo sci. Già negli Allievi mi ha preso in considerazione e mi faceva allenare con i Giovani dello Ski College Veneto, ha creduto subito in me. Pietro, mio papà Roberto e Davide Fornasaro, che è il mio preparatore atletico, sono le mie tre guide. E poi, certo, c’è il Comitato Regionale». Allenamenti con lo Ski College o con Andrea Schenal e la formazione regionale? «Con entrambi. Pietro è il mio allenatore personale, Andrea del Comitato. Ho partecipato ai training del team del Veneto perché abbiamo condiviso e valutato positivamente la programmazione estiva e autunnale. Allenarsi con Sche-
nal e compagnia è stimolante». Al Gran Premio Italia una partenza straordinaria? «Vincere lo slalom del GPI Giovani al Furcia è stata una bella soddisfazione. Ma rimango con i piedi per terra, la generale GPI non è in agenda quest’anno. Poi certo, io parto sempre al massimo, per vincere, ma il livello non è basso…». Qual è il risultato che ti ha maggiormente gratificato? «Il ventiquattresimo posto al gigante degli Italiani Assoluti di Tarvisio l’anno scorso, da primo anno Aspiranti. E poi il sesto in combinata». E la scuola? «Frequento la quarta superiore al tecnico turistico a Falcade. Fino a oggi sono stato promosso sempre senza debiti, spero di ripetermi. A proposito, grazie al tutoring e agli allenatori sensibili». RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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TRENTINO Il gruppo dei partecipanti all’Arge Alp ©Photo Elvis
L’ARGE ALP PARLA ALTOATESINO Per la prima volta il trofeo è rimasto in Italia ed è stato vinto dalla rappresentativa Alto Adige. A Vigo di Fassa e Passo Costalunga un bel confronto under 16 in gigante e slalom La prima volta dell’Italia; mai nessuno prima d’ora era riuscito a tenere il trofeo in casa. L’Arge Alp quest’anno ha sorriso all’Alto Adige. Le nevi di Vigo di Fassa e di Passo Costalunga hanno ospitato lo scorso 12 e 13 dicembre il consueto evento riservato agli under 16. In pista si sono sfidati gli atleti di Trentino, Alto Adige, Ticino, Tirolo, Baviera, 100
Voralberg, Grigioni e San Gallo. Una competizione incrociata con 8 atleti al femminile e altrettanti al maschile che hanno gareggiato in gigante e slalom e portato punti alle proprie rappresentative. Come detto, per la prima volta ha trionfato una squadra italiana. Dopo tre successi della Baviera, due del Voralberg e uno del San Gallo, ha brindato l’Alto Adige,
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protagonista assoluto della due giorni di gare. L’evento, organizzato da FISI Trentino, Assessorato allo Sport della Provincia di Trento e Ski Team Fassa, ha visto salire sui restanti gradini del podio il Tirolo e la Baviera, con quarto e quinto posto per gli elvetici dei Grigioni e il Trentino, che nella seconda e ultima giornata ha perso due posizioni. Lo slalom di apertura
ALBO D’ORO 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
SAN GALLO VORALBERG VORALBERG BAVIERA BAVIERA BAVIERA ANNULLATA ALTO ADIGE
si è rivelato davvero tosto: è stato corso sull’impegnativo pendio Negritella - Pian Pecei, che ha esaltato le prestazioni dei ragazzi, causando inevitabilmente qualche uscita. La gara femminile è stata vinta dalla tirolese Jana Standteiner, che ha preceduto di 39/100 la
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Le gare Ragazzi e Allievi rinviate a dicembre in Trentino: due giganti per le circoscrizioni A e B
Le vittorie dell’azzurro Federico Liberatore nelle FIS Race di slalom di fine anno
I punti FIS in slalom di Tommaso Nardi, miglior 1999 trentino, ottavo in Italia del suo anno nella sesta lista
meranese Celina Haller e di 58 la svizzera del San Gallo Aline Hoepli. Al maschile successo del grigionese Fadri Janutin che ha prevalso di 13/100 sull’altoatesino Raphael Kroell e di 14/100 su Filippo Collini. L’Alto Adige ha conquistato bottino pieno nel gigante di chiusura. Aron Lunger di Nova Levante, dopo aver messo una buona base nella prima manche, ha vinto la gara davanti a Fadri Janutin e al tirolese Benedikt Griesser. Al femminile Elena Sandulli è stata la più veloce, grazie a un grande seconda discesa. Ha recuperato due posizioni e scavalcato la tirolese Nina Aster e l’elvetica del San Gallo Lara Baumann.
LA COMBINATA Elena Sandulli, romana ma tesserata per lo sci club Fana, è stata la migliore atleta al termine delle due giornate. L’altoatesina d’adozione ha vinto la combinata femminile davanti ad Aline Hoepli e a Paula Flamm. In campo maschile successo di Fadri Janutin - una volta primo e una seconda -, davanti al veneto Giacomo Dalmasso, al via con la delegazione veneta ospite, e al grigionese Gianluca Boehm. Elena Sandulli ©Photo Elvis
ANNULLATO IL PARALLELO DI NATALE Sarebbe dovuta essere la terza edizione e invece, così come successe nel 2015, è stata annullata. La mancanza di neve ha nuovamente bloccato il Parallelo di Natale, l’evento Children fissato il 27 dicembre a Fai della Paganella. «L’assenza di precipitazioni nevose ci ha costretto a
prendere questa amara decisione - ha detto Willy Nardelli, presidente del comitato organizzatore -. Purtroppo il calendario giovanile è molto fitto e non ci sono più spazi per il recupero. Appuntamento dunque al dicembre 2016». Le gare si sarebbero dovute svolgere sulla pista Rolly Marchi.
Ludovica Righi
Davide Da Villa
DA VILLA TORNA IN GARA
TUTTI IN PISTA PER IL BAMBI
Il finanziere Davide Da Villa è finalmente tornato in pista. Dopo l’incidente di settembre, quando venne investito da un’auto, l’azzurro della squadra C ha potuto rimettere gli sci ai piedi. Poco prima di Natale la commissione medica della FISI gli ha rilasciato l’idoneità medica ed è dunque potuto ritornare alle gare. Il suo 2016 è iniziato con la Coppa Europa a Folgaria. «Il recupero è stato più lungo del previsto, non avevo ancora fatto gare, ma avevo già sciato».
Il 30 dicembre Folgaria ha ospitato il trofeo Bambi, gara di slalom gigante promozionale, organizzata dall’Agonistica Del Baldo. Vincitori: Baby 1 Sara Buffatti (Tezenis) Riccardo Guiotto (Tezenis); Baby 2 - Ludovica Righi (Tezenis), Nathan Seganti (Brentonico); Cuccioli 1 - Aurora Moraschini (Team Paganella), Riccardo Mattarelli (Team Paganella); Cuccioli 2 - Virginia Righi (Tezenis), Tommaso Speri (Città Rovereto); Children Caterina Menapace (Tezenis), Samuele Cheller (Agonistica Del Baldo); Allievi - Emma Crittenden (Altipiani Ski Team), Matteo Facchinelli (Tezenis). RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
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TRENTINO - ALTO ADIGE - FRIULI VENEZIA GIULIA Un gruppo di atleti e tecnici del Tezenis
TEZENIS IN CRESCITA COSTANTE MA SEMPRE CON UN LAVORO DI QUALITÀ Il club in sei anni è passato da trenta a quattrocento tesserati, calcolando i team agonistici, ma anche l’avviamento e la pre-agonistica. E poi c’è il gruppo Ski & Fun che svolge un’attività meno intensa di Gabriele Pezzaglia Il Tezenis è in continua crescita, anno dopo anno i numeri aumentano. Il presidente è Angelo De Cesari, infermiere coordinatore alla clinica Pederzoli di Peschiera del Garda, con una passione infinita per lo sci. «La nostra società ha un'impronta aziendale - ha detto -. Cerchiamo di rispondere a tutte le esigenze e alle domande dei nostri soci. Il mercato ormai richiede più sfaccettature e noi vogliamo dare un’offerta ampia. Le attività sono davvero numerose. Ci tengo a sottolineare che, oltre ai gruppi agonistici, abbiamo anche lo Ski & Fun, team con un programma meno intenso». Numeri in crescita dicevamo. Sei anni fa circa trenta atleti, oggi, contando anche i bambini dei corsi dell'avviamento, ci sono circa quattrocento tesserati. Un club che prende il nome da un'azienda, nel segno del professionismo. «C'è un solido rapporto con Sandro e Marcello Veronesi di Calzedonia - ha proseguito De Cesari -. Fra l'altro diversi dipendenti hanno atleti iscritti e il club organizza corsi di avviamento e pre-agonistica per l'asilo interno dell'azienda. 102
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E poi non dobbiamo dimenticarci il grande sostegno economico che riceviamo». Il Tezenis muove sul territorio dodici mezzi. «D'altronde abbiamo diverse aree in cui vivono i nostri atleti. C'è il polo di Trento e Rovereto, della Valsugana, poi il Mantovano, Vicenza, Padova e il Veronese. I pullmini raccolgono gli atleti che poi si dividono in gruppi di lavoro. La sede è a Folgaria, dove ha casa il 90% delle nostre famiglie». E i genitori non sono messi da parte. Nel club, dove Marco Peterlini è il responsabile Children e Giovani e Giorgio Manzana dei Pulcini, trovano spazio tutti. «I genitori sono spesso coinvolti in attività ricreative e in riunioni programmatiche, contiamo molto su di loro - ha concluso De Cesari -. L'agonismo può anche legare ma spesso non si investono energie, così come è sbagliato credere che con numeri elevati non si possa fare qualità. L’importante è avere allenatori che facciano i tecnici, gli organizzatori e gli educatori». Sono quattro gli atleti in Comitato: Francesco Galdiolo, Michele Gasparini, Giulia e Martina Peterlini.
TRE DOMANDE A VERA TSCHURTSCHENTHALER Due gare in Coppa Europa e subito a punti, te lo aspettavi? «No, sinceramente non pensavo di andare a punti già alla prima trasferta. Sono partita per Zinal e il primo giorno ho concluso trentaseiesima, poi nella replica ho raccolto il ventinovesimo posto. L’ho sempre sognato, ma non così presto». Quest’anno punterai al Grand Prix? «Assolutamente sì. Il circuito istituzionale ha una certa importanza in Italia e quindi prima di tutto punterò a questa classifica». Nel circuito c’è tanta concorrenza, chi sono le più pericolose? «In ogni disciplina ci sono ragazze forti, in generale ce ne sono molte, non faccio nomi».
TRENTINO - ALTO ADIGE - FRIULI VENEZIA GIULIA
MASÈ SI RIPETE A FORNI
SPORTING CAMPIGLIO OK A BOLBENO
Solamente Giorgia Masè è riuscita a ripetersi rispetto alla prima gara del calendario FVG nello slalom Children di Forni di Sopra (6 gennaio), organizzato dal Brdina. Con il talento triestino sono saliti sul podio più alto anche Giacomo Vidoni del Sirio Sella Nevea nei Ragazzi, l'ex campionessa italiana Ragazze Andrea Craievich dello sci club 70 nelle Allieve e Francesco Pezzutti dell'Alpe 2000 negli Allievi. Vittoria di società per il Bachmann davanti a Cimenti e Sella Nevea.
A Bolbeno il locale sci club ha organizzato una gimkna Pulcini (6 gennaio) valida per il gruppo A. Nei Baby 1 hanno vinto Wanda Morelli e Luca Loranzi dello Sporting Campiglio, mentre nei Baby 2 (anno 2006) successi per Alessia Gentilini e Andrea Armari, sempre dello Sporting Campiglio. Nei Cuccioli 1 vittoria di Maria Vittoria Antolini dello Sporting Campiglio e Matteo De Bellis del Bolbeno, tra i 2004 hanno primeggiato Francesca Gatta dell’Agonistica Campiglio e Luca Bonapace dello Sporting Campiglio.
Alex Vinatzer ©Ralf Brunel
3 ALTOATESINI AI VERTICI Nella settima lista FIS i migliori 1999 italiani sono tutti altoatesini. In gigante è primo Tobias Kastlunger con 55 punti, seguito da Damian Hofer. Quest’ultimo, con 56 punti, è il migliore in slalom, seguito da Alex Vinatzer.
FOLGARIA, L’ESORDIO PULCINI
CURIOSITÀ
I Pulcini della circoscrizione C trentina si sono sfidati in una combirace a Folgaria (6 gennaio). Hanno vinto Marta Giaretta (Tezenis), Riccardo Trentini (Città di Rovereto), Ludovica Righi (Tezenis), Thomas Oss Papot (Panarotta), Carlotta Calliari (Città Rovereto), Alessio Zampini (Ski Team Altipiani), Virginia Righi (Tezenis) e Tommaso Speri (Città Rovereto).
Giacomo Rigamonti
L’altoatesina Celina Haller ha vinto tutte e tre le gare finora svolte per la Zona Ovest. L’Allieva del 2000, tesserata per il Merano, si è aggiudicata il gigante in Val Passiria, lo slalom di Nova Ponente e quello di San Valentino alla Muta.
PAMPEAGO, TRIS DEL MONTI PALLIDI A Pampeago, il 6 gennaio, spazio alla combirace della circoscrizione A trentina, categoria Pulcini. Sul gradino più alto del podio sono saliti Gabriel Defrancesco (Fassa), Carlotta Cortinovis (Fassa), Edoardo Valt (Monti Pallidi), Aurora Locatin (Fassactive), Daniele Mastrobattista (Monti Pallidi), Camilla Gottardi (Monti Pallidi), Andrea Zanol (US Latemar) e Asia Carpano (Fassactive).
GIGANTE CHILDREN AL CIMENTI È andato al Cimenti Sci Carnia il primo appuntamento stagionale del circuito Children FVG. Il club tolmezzino ha ottenuto il successo nel gigante disputato a Sappada (20 dicembre), precedendo lo sci club 70 e il Monte Dauda. Da segnalare la doppietta del XXX Ottobre nelle Ragazze, con Giorgia Masè a precedere Jennifer Rosca, e del Bachmann negli Allievi, dove Alessandro Tosoni ha preceduto Lorenzo Nicoli. Primo posto anche per Cristiano Agostinis del Dauda nei Ragazzi e Camilla Michelli del Cimenti nelle Allieve.
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FRIULI VENEZIA GIULIA Maurizio Marcacci
NUMBERS Dieci dei 17 componenti della squadra provinciale di Udine appartengono al Cimenti Sci Carnia di Tolmezzo: si tratta di Manuel Guariniello, Samuele Martinuzzi, Anna Del Fabbro, Emma Petris, Antonio Gubiani, Karol Kravos, Debora Buccino, Giovanni Vanino, Samuele Del Fabro e Francesca Polentarutti. Lo sci club Sappada propone invece Ludovico Piller Cottrer, Sofia Kratter e Giulio Bortolutti, mentre il GS Sirio Sella Nevea è rappresentato da Filippo Santi, Giorgia Lazzarini e dalla sorelle Graffi, Elena e Sofia.
Una delle novità più interessanti della stagione per lo sci friulano è la squadra provinciale di Udine, affidata a Max Toniut e Andrea Puicher Soravia, entrambi con una recente esperienza nella squadra femminile del Comitato FVG. «Il progetto è nato per dare una risposta agli atleti che non hanno alle spalle un club in grado di seguirli nei Giovani - ha spiegato Toniut -. Da sei anni alleno il Cimenti Sci Carnia e in questo periodo molti ragazzi hanno chiesto di lavorare con noi. Il nostro limite era però l'allenatore unico, mentre le esigenze sono molte, perché ci sono diversi livelli, senza dimenticare le ovvie differenze fra uomini e donne. Così noi, lo sci club Sappada e il GS Sirio Sella Nevea, grazie alla collaborazione del Comitato FISI di Udine, abbiamo dato vita a una squadra, con due allenatori di pari livello in grado di lavorare a 360 gradi in vista delle gare del GP Italia ma anche in favore di chi si approccia alla selezione maestri». Sono 17 i ragazzi proposti dalle tre società: «Ma l'ingresso in squadra non è certo precluso a elementi di altri sci club». Lavorano con il gruppo anche esponenti della squadra di Comitato come Piller Cottrer, Martinuzzi e Polentarutti, 104
Il gruppo provicinale di Udine
GIOVANI UDINESI UNITI NELLA STESSA SQUADRA Toniut e Soravia hanno creato un gruppo di 17 Aspiranti e Juniores tesserati per Cimenti Sci Carnia, Sappada e Sella Nevea di Bruno Tavosanis però Toniut è convinto che altri ragazzi possano fare il salto di qualità: «Allegra Scarpa, classe '98, ha già dimostrato il suo valore, poi ci sono Giovanni Vanino, al primo anno nella categoria, e Anna Del Fabbro, rientrata dopo due anni di stop a causa dell'infortunio prima al ginocchio e poi a tibia e perone. Forse qualcuno si è dimenticato di lei, ma ha grandi qualità». La preparazione è stata intensa, con 45 giorni di sci estivo fra Hintertux, Val Senales e la struttura indoor di Druskininkai, in Lituania. «Quest'ultima è stata un'ottima esperienza, perché ci sono condizioni diverse rispetto agli impianti centroeuropei» ha aggiunto il tecnico che con Puicher Soravia (per tutti ‘Pera’) collabora
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da un lustro ed è in piena sintonia. Tanti gli obiettivi messi nel mirino: «Puntiamo a fare crescere i ragazzi del primo anno Aspiranti, cercando di motivarli per raggiungere risultati importanti quando entreranno negli Juniores, ma vogliamo toglierci qualche piccola soddisfazione con i più grandi, come è già accaduto nelle prime gare con Piller Cottrer. Inoltre crediamo molto in Francesca Polentarutti, che già aveva effettuato qualche uscita con le Fiamme Oro prima di infortunarsi lo scorso ottobre. Ora sta recuperando e sono convinto che abbia un futuro importante. Infine, mi auguro di aiutare 4-5 ragazzi a superare la selezione maestri».
BREAKING NEWS
Roberto Andreassich è stato riconfermato alla guida dello sci club 70. Il presidente resterà in carica per i prossimi due anni.
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SPORTOBERSCHULE MALS SOLO I MIGLIORI TROVANO SPAZIO Centosessanta studenti sportivi, 24 allenatori e due giorni di selezione atletico-sciistica per entrare nel College. Ecco come funziona la struttura altoatesina che da anni permette di studiare e sciare
Camilla Mazzoleni in azione a Pila © Andrea Chiericato
La scuola degli sportivi. E dei campioni. A Malles la Sportoberschule non ha certo bisogno di presentazioni. Nel corso degli anni sono tanti gli atleti che sono passati tra i banchi dell’Istituto Tecnico Claudia De Medici. In ultimo anche Simon Maurberger e Karoline Pichler, azzurri ormai prossimi al salto di qualità e già approdati in Coppa del Mondo. E poi ci sono tanti giovani promettenti che gareggiano nelle FIS o ancora nelle categorie Children. Tra questi Martina Peterlini, reduce da un infortunio e fresca vincitrice dello slalom NJR in Val Gardena (5 gennaio) o Tizian Gabrielli, in forza al Comitato Alto Adige e anche lui primo nella stessa gara. Elisa Platino è il nome forte
Alcuni atleti durante la preparazione estiva
tra le 1999, con Nina Bachmann, Riccardo Allegrini e Camilla Mazzoleni già in evidenza in ambito nazionale e internazionale. Entrare nella scuola di Malles non è scontato. È a numero chiuso e i candidati devono svolgere due giornate di selezione. Una è
dedicata alla parte atletica con vari test di salti, sprint, destrezza, lunga distanza, addominali ed elasticità muscolare, poi ci si sposta sugli sci, dove si effettuano prove libere, di gigante e di slalom. «Ogni anno lo sci alpino ha una quindicina di posti - ha
detto Roland Brenner -. In totale, contando anche le altre discipline, non entrano più di 35 atleti». Sulla parte scolastica non c’è una vera e propria selezione, viene svolto un test linguistico solo per capire il livello «perché tutte le lezioni sono in tedesco». A differenza di tanti altri college, lo Sportoberschule è un’unica realtà. Non c’è la società sportiva da una parte e l’istituto scolastico dall’altra. I 24 allenatori sono tutti inseriti nel corpo docenti e sono a tutti gli effetti dipendenti pubblici della provincia di Bolzano. Insomma, insegnanti con specifica qualifica di maestri di sci e allenatori. «Facciamo anche parte del consiglio di classe, siamo sempre presenti». Roland Brenner ha il compito di coordinare il settore sportivo e impostare la programmazione. È lui che parla con gli allenatori e i docenti e fa da tramite. «Essendo tutti uniti non è difficile programmare, inserisco le varie sessioni nello stesso periodo». Fino a Natale il ‘menu’ prevede due giorni di sci in ghiacciaio e quattro sedute pomeridiane di atletica, poi dai primi di gennaio e fino al termine della stagione, gli atleti sciano due mattine e un pomeriggio, con tre sedute di ginnastica. «I ragazzi hanno a disposizione il trasporto da e per i due College, che sono esterni ma che sono riservati per gli sportivi». Lo sci alpino si allena a Watles, San Valentino alla Muta, Passo Resia e Solda. Gli atleti sono 160 in totale, contando anche fondo, biathlon, snowboard, slittino e scialpinismo, le altre discipline che sfornano campioni.
NUMBERS
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Gli studenti allo Sportobecrschule
Gli atleti che praticano sci alpino
Gli allenatori della scuola
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APPENNINO
VALDILUCE, I 5 ‘BOYS’ DI ROMITI
Chiara Bonazzi, Allieva dello Schia Monte Caio
INTERAPPENNINICO ATTESI 250 ATLETI di Gabriele Pezzaglia
Tutti a Corno alle Scale. La località dell'Appennino bolognese ospiterà il Criterium Interappenninico 2016. Si tratta della manifestazione per eccellenza per le categorie Ragazzi
e Allievi che mette a confronto le società del Centro e del Sud Italia. Sarà il solito derby toscoemiliano o altri comitati regionali scalfiranno questo strapotere?
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L'anno scorso vinse il Comitato Appennino Emiliano, che nel 2016 gioca in casa. Il Criterium è un evento importante non solo come confronto agonistico, ma anche in chiave Campionati Italiani. I primi tre Comitati Regionali, secondo la classifica stilata (punti CdM dei migliori 4 maschi e 3 femmine di ogni CR), avranno un posto in più nei maschi e uno delle femmine ai Campionati Italiani: una occasione dunque da non perdere. Appuntamento dal 15 al 18 febbraio al Corno, grazie all’organizzazione dello Sci Club Alfonsine e dello staff guidato dal presidente Claudio Veltro, che dopo undici anni torna ad allestire l’importante kermesse sulle nevi emiliane. Saranno circa 250 gli atleti che si misureranno sulla Stadio da Slalom e sulla Alberto Tomba. Si parte il 15 con il superG Allievi e lo slalom Ragazzi, mentre il 16 i Ragazzi gareggeranno in superG e gli Allievi tra i rapid gate. Il 17 i giganti per entrambe le categorie e il 18 lo skicross, novità del 2016 voluta dalla Federazione Italiana Sport Invernali. La presentazione ufficiale della rassegna si svolgerà nel Palazzetto dello Sport di Lizzano in Belvedere il 15 pomeriggio, con la presenza del numero uno della FISI Flavio Roda a fare gli onori di casa.
La categoria Giovani di Luca Romiti fa forza su cinque atleti del settore maschile. È lui l'allenatore di riferimento dell’Academy School Val di Luce che ha come direttore tecnico e coach dei Children Simone Delnista. Matteo Dati di Camaiore intanto riprenderà le gare a cavallo fra gennaio e febbraio, complice un problema al ginocchio destro. «A Bormio era partito bene in gigante salendo sul podio Aspiranti in una NJR delle Alpi Centrali - ha detto il tecnico sullo sciatore del ’98 -. Poi gli slalom NJR di Santa Caterina, ma in questa specialità è più indietro rispetto al gigante. Quindi l'esperienza in Austria alle FIS di velocità a Kaltenbach e ancora slalom a Pontresina in Svizzera per ritrovare feeling in slalom. Ora la stagione entra nel vivo, in gigante può lasciare il segno». Poi un altro Aspirante, dall'anno scorso in Val di Luce e proveniente dalla Società Escursionisti Fiorentini. È Cosimo Bizzeti, che ha aperto la stagione a Pontresina e a Santa Caterina in un gigante NJR di valore chiudendo a ridosso dei trenta. Il pratese Aspirante Lorenzo Amidei ha partecipato alle prime gare della stagione senza squilli particolari; il quintetto della formazione toscana maschile per la categoria Giovani è completato dall'Aspirante pisano Edoardo Giovanelli e dal pratese Giuliano Greco, classe 1995, ultimo anno di categoria Giovani.
APPENNINO
ROSSIGNOL HEROES Tintorri Giulia (CAE)
Massimo Sichi
MASSIMO SICHI: «BISOGNA FARE AUTOCRITICA»
ECCO GLI EROI EMILIANI E TOSCANI
Il referente dello sci alpino toscano punta il dito su una categoria che non funziona, dove l’asticella è sempre più alta. In tanti lasciano perché non ci sono circuiti alternativi e le famiglie non investono più
7 atleti e 4 concessionari racing del galletto
La stagione entra nel vivo anche per i Giovani toscani. Dovrebbe essere l'ultimo anno senza una squadra del Comitato regionale, così almeno sostiene il referente dello sci alpino Massimo Sichi, che ricopre l'incarico anche di direttore tecnico dello Sci Club Doganaccia. «Stiamo lavorando per allestire un team regionale, gli stage Allievi e Giovani fatti in estate e autunno sono andati in questa direzione - ha detto Massimo -. Un gruppo maschile e femminile è in agenda». Ma l'impegno di Sichi è duplice e guarda a tutto i mondo giovanile toscano, che è in crisi. «Il Comitato raccoglierà le eccellenze, anche se dovremo alzare il livello allenandoci duramente - ha proseguito -. È strana l’assenza degli atleti toscani al Gran Premio Italia, l'obiettivo è quello di ricostruire una categoria che fa una fatica enorme, non solo in Toscana ma in tutta Italia». Il problema c'è e non si può fare finta di
Dopo avere presentato gli atleti di Trentino, Alto Adige e Lombardia, il marchio Rossignol va alla scoperta degli uomini e delle donne della Toscana e dell’EmiliaRomagna. Sciano con il brand francese il toscano Matteo Dati e gli emiliani Giulia Tintorri, Matteo Frosali, Davide Iozzelli, Edoardo Giunipero, Matteo Modesti e la portacolori delle Fiamme Oro, Michela Speranzoni. «Sono molto contento di poter utilizzare i Rossignol - ha detto Matteo Dati -. I materiali sono buoni e anche facili, si adattano bene a ogni condizione». Dati apprezza anche lo scarpone e il servizio del marchio francese: «Nulla da dire sul servizio racing, lo scarpone è ottimo, sono sei anni che utilizzo questi materiali, in continuo miglioramento». Giulia Tintorri è da una stagione che utilizza Rossignol: «Posso solo dare giudizi positivi - ha detto -. L’azienda mi segue in modo eccezionale, sia con gli sci, sia con gli scarponi mi sono
nulla. I costi aumentano, le gare Giovani sono sempre più rivolte all’alto livello. «Dopo gli Allievi non si può pensare solo ed esclusivamente al Comitato e alla squadra nazionale, serve un cambio culturale tra gli allenatori, abbiamo sbagliato ad alzare così tanto l’asticella: gli atleti sono scappati». Ecco che Sichi si lascia andare e propone circuiti alternativi per fare correre anche quei Giovani e Senior che non hanno ambizioni particolari. E vengono in mente iniziative più che positive. «La Ski Race Cup in Lombardia e l’Autodrive in Veneto sono due esempi lampanti, anche perché gli atleti non sono obbligati a utilizzare sci nuovi». E poi ci sono le gare Cittadini, otto all’Abetone quest’anno. «È ancora tutto sporadico, le famiglie hanno paura di investire perché è richiesto un livello tecnico alto e ha costi esorbitanti. Dobbiamo cambiare rotta, FISI e allenatori devono fare mea culpa».
trovata bene: sono contenta di questa scelta». «Mi trovo molto bene con gli sci, in tutte le discipline - ha detto Matteo Frosali -. In gigante e slalom hanno una buona stabilità, così come l'ingresso in curva. In velocità sono scorrevoli e maneggevoli. Gli sci delle discipline tecniche hanno una buona stabilità e un buon ingresso curva, mentre quelli da velocità sono scorrevoli, stabili e maneggevoli. Il servizio racing si è dimostrato disponibile nella distribuzione dei materiali per la rapidità e per qualità». Sono invece quattro i concessionari racing Rossignol in zona: all’Abetone c’è Sport Professional (Via Brennero 542 - tel. 0573.60161 - info@sportprofessional.it), a Traversetolo, in provincia di Parma, Catti Sport (Via Cesare Battisti 1 - tel. 052.1842720 - info@ cattisport.com), a Zola Predosa, in provincia di Bologna, CRAS (Via Risorgimento 360/A - tel. 051.753339 - commerciale@ dalbimbo.com) e infine a Piacenza Ulisse K (tel. 339.8998650 ulissek@ulissek.com).
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ON THE ROAD
Cimone Ski Team Doppia sessione di lavoro
D LA - 8 ICEMB O RE ST E S
NOI C’ERAVAMO
testo e foto di Gabriele Pezzaglia
Hanno fatto davvero miracoli ai piedi del Cimone. Nel ponte dell’Immacolata impianti aperti esclusivamente grazie all’innevamento programmato. Si scia sui tre versanti di Sestola, Riolunato e Fanano e, viste le condizioni, ne hanno approfittato anche gli atleti del Cimone Ski Team, che sta riunendo tutti i club della zona, specialmente nei Giovani e nei Children. A coordinare il training è il direttore tecnico Andrea Magnani. L’allenamento è stato diviso in due blocchi. La mattina tutti sulla Razzo parte ‘rossa’, un pendio ondulato con le gibbosità del terreno maggiormente accentuate dalla poca neve, ideale per fare gigante. Dopo la pausa di rito, presso il quartier generale del rifugio Rossi - insieme al presidente del CAE Giulio Campani - due ore dedicate a esercizi addestranti in campo libero. Qui i gruppi si sono divisi: i Children hanno sciato sulla pista 9 Passo del Lupo, i Giovani sulla Aquile al Cimoncino e sul ripidissimo muro della prima parte della pista Razzo, pendio dedicato proprio al campione reggiano dopo il trionfo olimpico di Vancouver. 1
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PEOPLE Presidente: Antonio Grani Consiglieri: Marco Mesini, Andrea Magnani, Massimo Bertoni, Giulio Campani, Devid Rossi Allenatori: Andrea Magnani (Direttore Tecnico e Giovani), Michael Rovina, Riccardo Banfi, Michela Gandolfi (Giovani), Andrea Torri e Alessandro Cuni (Ragazzi e Allievi)
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ON THE ROAD PHOTOS
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1. Andrea Magnani mentre traccia sulla Razzo. 2. Inizia l’allenamento. In seggiovia Aurora Mesini, Benedetta Campani, Margherita Meini e Valentina Bernardi. 3. Andrea Benedetti pronto ad attaccare la Razzo. 4. Andrea Magnani a consulto con Sara Bertoni. 5. Fabio Carbone a tutta in gigante. 6. La grinta di Alice Mordini. 7. Andrea Magnani con il presidente CAE Giulio Campani e con la responsabile comunicazione del club Federica Galloni. 8. Andrea Torri corregge Lucia Degli Esposti. 9. Posano i coach: Andrea Torri, Andrea Magnani e Michela Gandolfi dei Giovani in arrivo dal Sestola. 10. Emanuele Boschetti fra le porte larghe della Razzo. 11. I Giovani posano alla partenza della mitica pista Razzo. 12. Finalmente a pranzo: Samuel Sitti, Francesco Burgoni e Aurora Mesini in primo piano. 7
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INTERVISTA
Parola ai coach
FOSSATI&SAI NAPOLI Otto anni di collaborazione Piemontese, da quindici inverni lavora a Roccaraso e da otto ha creato il settore agonistico Vulcano Ski Race impostando un lavoro meticoloso e più intenso di Gabriele Pezzaglia
Ferdinando Fossati, Istruttore Nazionale e allenatore federale di terzo livello, è uno dei riferimenti più importanti dello sci campano. Piemontese di Novi Ligure, da addirittura quindici inverni lavora a Roccaraso ed è il faro tecnico del SAI Napoli. Qual è lo stato di salute del movimento campano? «Molto buono, è in salute. I numeri ci sono, crescono stagione dopo stagione, c’è entusiasmo e soprattutto una passione contagiosa. Da quindici anni conosco questo mondo in quanto in inverno vivo a Roccaraso, località abruzzese, ma casa della Napoli che scia». Come sei strutturato con il SAI Napoli? «Da otto anni ho creato il Vulcano Ski Race, associazione di cui sono direttore tecnico che cura l’agonismo per conto del SAI Napoli che invece coordina l’attività dell’avviamento e la pre-agonistica». Cosa credi di avere portato di innovativo in questa realtà napoletana? «C’era già una linea di lavoro, ma non strutturata sotto l’aspetto agonistico. In questi anni ho messo a disposizione il mio bagaglio tecnico, creando una struttura solida ed efficace e una metodologia ‘race’. Quindi intensificazione e continuità dell’allenamento sulla neve, preparazione atletica, cura dei materiali. In estate i blocchi di lavoro sono più lunghi. Niente spazio all’approssimazione e, soprattutto, sono circondato da validi ed esperti collaboratori». Chi hai al tuo fianco? «Siamo sette coach, quattro Istruttori Nazionali, in quanto credo che questi ultimi abbiano una marcia in più nell’insegnamento metodologico, nell’approccio anche con i più piccoli. Con me ci sono Marco Ferrarini e Matteo Magnani che si prendono cura dei Baby e Cuccioli, una ventina. Nei Ragazzi e Allievi, circa trentacinque, ci sono Giancarlo Vittone, Claudio Chimisso e Mauro Ramirez. I sedici Giovani sono con Vincenzo Tommasello e preparano la selezione». Perché non avete Giovani che gareggiano nelle 110
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FIS? «La possibilità di allenarli c’è, ma dal Sud l’investimento in termini di tempo è improponibile, è necessario spostarsi. Le FIS inspiegabilmente sono ormai tutte in settimana e la scuola non facilita i Giovani. La FISI centrale non è vicina a queste esigenze e tutto è difficile». Dai Pulcini e dai Children le soddisfazioni non mancano… «Certamente. Mauro Ramirez, Alberta e Chiara Albora, Alberto Minucci, Marta Ascanio, Alessandro Ricucci, Francesca Carolli, Gianlorenzo Di Paolo. Questi nomi non dicono nulla?».
FACEBOOK FERDINANDO FOSSATI 30 dicembre 2015 In compagnia del Gran Sasso d’Italia…
CIRCUITI
BERTOLINI E MUSSA INIZIANO CON IL BOTTO
Francesco Bertolini e Giorgia Mussa hanno dominato le prime gare del calendario Ski Race Cup
Nelle prime quattro gare della Ski Race Cup il portacolori del Brixia ha vinto tutto, mentre al femminile l’atleta del Cristal ha fatto tripletta, lasciando l’ultimo slalom a Giulia Ziliani Rinviate le prime gare del calendario (Tonale), la Ski Race Cup 2016 si è aperta sulle nevi di Chiesa Valmalenco, località che anche quest’anno si è confermata tappa fissa del circuito lombardo, giunto ormai alla nona edizione. Non sono mancate le modifiche al programma, dovute a problemi di innevamento. Il superG ha lasciato spazio a un gigante e a uno slalom, organizzati dal Cristal Team. Nel gigante d’esordio di sabato 16 gennaio la vittoria è andata a Francesco Bertolini. Sulla pista Nana il portacolori dello sci club Brixia ha vinto in 47.88 precedendo l’atleta del Caspoggio Nicola Della Sale. Terzo gradino del podio per Simone Bellavista, anche lui tesserato Brixia.
Al femminile si è imposta Giorgia Mussa (Cristal Team) con il tempo di 51.20, davanti alla detentrice del titolo 2015 Irene Castagna (Crocedomini) e a Marta Pirovano (Radici). In slalom i vincitori della prima gara si sono confermati. Bertolini e Mussa si sono aggiudicati anche la prova tra i rapid gates corsa sulla Campolungo. Al maschile l’atleta del Brixia ha preceduto Fabio Ambrogi dell’Aprica e Gian Mauro Piantoni dell’Orezzo Valseriana. Al femminile Mussa ha vinto per distacco, rifilando 2.38 a Benedetta Musig del Radici. Terza posizione per Marta Pirovano, anche lei tesserata Radici Group. Domenica 17 tutti nuovamente in pista per la seconda e ultima giornata. In
programma ancora gigante e slalom e ancora una volta Francesco Bertolini ha fatto il vuoto. Il bresciano si è imposto in entrambe le gare; tra le porte larghe ha preceduto di oltre un secondo Fabio Ambrogi dell’Aprica ed Enrico Fiorendi del Radici Group. In slalom ha prevalso ancora su Fabio Ambrogi e Gian Mauro Piantoni. Giorgia Mussa non è riuscita a calare il pokerissimo. La portacolori del Cristal ha vinto il gigante davanti a Irene Castagna del Crocedomini e Marta Pirovano del Radici, mentre in slalom ha ceduto il successo a Giulia Ziliani dell’Orezzo, brava a precedere Benedetta Musig del Radici e Giorgia Sola della Stella Alpina.
CIRCUITI
INIZIO DIFFICILE PER L’AUTODRIVE Un inizio di stagione particolarmente difficoltoso per l’Autodrive. Il circuito veneto ha fatto fatica a dare inizio alle competizioni. Fino al 17 gennaio non si è riusciti a gareggiare. Sono state annullate le gare di Passo Rolle del 6 gennaio, quelle di Passo San Pellegrino del 9 e 10 e anche quelle del 16 e 17 gennaio, in programma ad Auronzo di Cadore. Lo scorso anno il circuito è stato vinto da Elisa Tosoni dell’Aligera 3S e da Davide Grechi dello Scaligero. Nei Giovani si sono imposti sempre Tosoni al femminile e Alberto Gallina dell’Agonistica Sportmarket al maschile.
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MASTER
COPPA DEL MONDO
ALL’ABETONE SI PARLA ITALIANO Luca Novi in azione all'Abetone ©Carpe Diem
ABETONE RACE RESULTS SLALOM GIGANTE MASTER A 05.12.15 1. Luca Novi (ITA) 51.69 2. Franco Pittino (ITA) 52.69 3. Julien Regnier Lafforgue (FRA) 52.81 4. David Corcos (ITA) 52.90 5. Mauro Lapucci (ITA) 53.04
L’unica tappa italiana del massimo circuito mondiale Master ha sorriso agli atleti italiani. Gli Over 30 si sono messi in grande evidenza all’Abetone, sede della FIS Master Cup, intitolata a Paolo Galli. La Zeno Tre e la Stadio da Slalom hanno ospitato le gare di gigante con i rappresentanti italiani che hanno complessivamente conquistato 59 podi nelle diverse categorie. Due successi sono stati ottenuti da Anna Fabretto Martinelli nei C9, Marcella Castellano nei C8, Silvia Giacosa nei C6 e
Cinquantanove podi azzurri nell’unica tappa nel Belpaese della FIS Master Cup Bettina Chiti nelle C4. Al maschile dominio assoluto nelle categorie B11, B10 e B9 con Alberto Corsi ed Erich Pernter che per due volte hanno preceduto Marcello Ferrari e Alfonso Morselli e Gianfredo Puca e Fausto Facchin, questi ultimi due a posizioni invertite nella seconda gara. Nei B10 invece una vittoria per Bruno Pachner su Giordano Soraru
e Claudio Giavanardi, che ha vinto la seconda prova su Pachner e Soraru. Doppietta anche per Luca Novi negli A4, Franco Pittino negli A3 e Giorgio Martino negli A1. Mauro Lapucci negli A5 e Hubert Baumgartner nei B6 si sono aggiudicati uno dei due giganti, piazzandosi poi rispettivamente al terzo e al secondo posto nell’altra competizione.
SLALOM GIGANTE MASTER B 05.12.15 1. Gottfried Ascher (AUT) 2. Alfred Kiendler (AUT) 3. Hubert Baumgartner (ITA) 4. Guenter Lang (GER) 5. Renzo Del Tredici (ITA)
51.51 52.47 52.71 53.19 53.45
SLALOM GIGANTE MASTER C 05.12.15 1. Marianne Hoffmann (GER) 2. Silvia Giacosa (ITA) 3. Liubov Stepanova (RUS) 4. Doranna Melegari (ITA) 5. Muriel Jay (FRA)
54.66 56.72 56.90 57.69 57.70
SLALOM GIGANTE MASTER A 06.12.15 1. Luca Novi (ITA) 2. Roberto Siorpaes (SUI) 3. Rolando Galli (ITA) 4. Franco Pittino (ITA) 5. Mauro Lapucci (ITA)
49.98 50.48 50.98 52.19 52.84
SLALOM GIGANTE MASTER B 06.12.15 1. Hubert Baumgartner (ITA) 2. Gottfried Ascher (AUT) 3. Guenter Lang (GER) 4. Alfred Kiendler (AUT) 5. Hermann Oberlechner (ITA)
51.34 51.94 52.33 52.37 52.41
SLALOM GIGANTE MASTER C 06.12.15 1. Marianne Hoffmann (GER) 2. Silvia Giacosa (ITA) 3. Liubov Stepanova (RUS) 4. Roberta Persico (ITA) 5. Doranna Melegari (ITA)
56.10 57.43 57.53 58.24 58.70
CORCOS, VITALI E CAPRETTA OK IN COPPA ITALIA Ancora l’Abetone al centro del mondo Master. La località toscana ha ospitata la tappa di Coppa Italia. Nel primo gigante (5 gennaio) vittorie di Diego Dolfi del Lanciotto, David Corcos del Marzocco, Ivan Vitali del Radici e Marina Capretta del Nottoli. In gara 2, andata in scena il 6 gennaio, primo posto per
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Matteo Bessi (Prato Play), con David Corcos, Ivan Vitali e Marina Capretta che hanno bissato il successo. L’ultimo giorno di gare ha visto nuovamente protagonisti Bessi, Vitali e Capretta, con Luca Novi dell’Abeti Club a vincere la categoria B.
MASTER
AL CERNOBBIO LA PRIMA DEL MASTER OLD STARS
©Carpe Diem
Racer ELAN RACER Sulle nevi di Temù ha preso il via la trentesima edizione del Master Old Stars, uno dei circuiti più longevi del settore. Il 7 gennaio si sono svolti due slalom giganti sulla pista Santa Giulia, con tracciati disegnati da Mirko Mazzoleni. Per molti è stata una delle prime uscite stagionali. La mancanza di neve ha bloccato un po’ tutti, ma nonostante questo, al cancelletto di partenza della prima gara stagionale si sono presentati numerosi concorrenti.
In entrambe le prove maschili il miglior tempo è stato fatto registrare dal solito Sergio Orio, uno dei pochi a essere già in grande forma e bravo a rifilare quasi tre secondi agli avversari. In campo femminile bis per Graziella Carrara, mentre va segnalato l’esordio nella categoria Super 85 del milanese Roberto Cantù. Dopo le prime due gare il trofeo di società è stato vinto dal Cernobbio, dopo una battaglia ristretta con La Recastello.
LA FIS BLOCCA IL RECUPERO DI PILA Pila ha dovuto alzare bandiera bianca. La Coppa del Mondo Master è definitivamente saltata. Lo Ski Club Pila era stato costretto a spostare le gare da metà dicembre ai primi giorni di gennaio per mancanza di neve. Quando sembrava ormai certa la nuova data (7-8 gennaio), la FIS ha dato parere negativo e non ha accettato la nuova collocazione. La sottocommissione Master ha analizzato la richiesta e ha preferito respingerla in quanto anche le gare austriache di Maria Alm, collocate subito dopo, hanno richiesto il recupero. Anche in questo
settore il calendario è serrato e la federazione internazionale ha quindi optato per annullare definitivamente le due tappe. Un vero peccato per Pila e lo sci club locale, che era ormai pronto a organizzare un grande evento, nel nome di Amato Cerise, storico tecnico del sodalizio da poco scomparso e da sempre in prima linea nell’organizzare e gareggiare a livello Master. «La FIS ci ha comunque confermato la data per il 2016 - ha detto Eugenio Pinelli, presidente della società valdostana -. Riproporremo la due giorni il prossimo dicembre, sempre nel ricordo di Amato».
MAURO LAPUCCI
«Speravo di iniziare la stagione in questo modo» Da giovane non ha sciato, ha giocato a nuoto, pallanuoto e squash. Mauro Lapucci, toscano di Prato, ha iniziato a sciare all’età di trent’anni. Gareggia per lo sci club Marzocco, la società che ha vinto più trofei di Coppa Italia Master e ora è in testa alla Coppa del Mondo Master. Lapucci, un grande inizio di stagione? «Ho iniziato a settembre subito alla grande, la trasferta in Cile è andata bene e anche all’Abetone ho fatto un primo e un terzo posto. Certamente aver cambiato materiali mi ha fatto bene, anche in superG gli sci erano subito performanti». Ti aspettavi questi risultati? «Diciamo che speravo di ottenere questi piazzamenti per giocarmi la Coppa del Mondo, sono davvero molto soddisfatto».
Sci, lavoro e famiglia, cosa c’è di difficile? «Proprio questo, far combaciare le tre cose. Un grazie va certamente a mia moglie perché fare trasferte lunghe, lontano dalla famiglia, è tosto». Quali discipline preferisci? «Le due estreme, il superG e lo slalom, il primo perché da sempre amo la velocità, il secondo perché i miei allenamenti si concentrano tra i pali stretti, anche se i circuiti Master sono ricchi di gare di gigante». Cosa pensi della nuova Coppa Italia? «È sbagliatissima, così frazionata allontana ancora di più i Master, era giusto come si faceva una volta: tre tappe e la finalissima, ora devi fare troppi chilometri per gareggiare e raggiungere il numero di gare per la finale».
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Modello top del marchio transalpino, costruito con la parte superiore in alluminio e quella inferiore in carbonio e aramide: resistente ma anche flessibile e leggero.
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PASSAMANO: Profi Racing a
TUBO: Carbon Alluminium
TUBO: carbonio e lega di
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alluminio 7075 T6
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PUNTALE: acciaio flez
DIAMETRO: canna superiore
DIAMETRO: 14/16 mm
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La collezione 2016/17 dello storico marchio è all’insegna del miglioramento e del rinnovamento in chiave hi-tech Il prodotto è sempre al centro dell’attenzione, come da 93 anni a questa parte. Lo sport, il design, l’innovazione e il family feeling anche. Però il 2016/17 di Colmar ha nel rinnovamento la parola chiave. La struttura della collezione sci del prossimo inverno è estremamente semplice da raccontare: si divide a seconda della tipologia d’uso in alpine, freeride e outdoor; la palette dei colori è concentrata su toni basic, insieme a quelli più accesi che rendono i capi facilmente abbinabili tra loro: bianco, nero, grigio, giallo-rosso, blu per la parte alpine, colori più freschi come l’arancio e il verde per la parte freeride e outdoor. Il family feeling è disegnato con una grafica che partendo dal passato si trasforma in due linee, una più spessa e una più sottile, che attraversano le giacche sul petto, sulle maniche o sui cappucci; lo stesso fanno i tagli curvi che, ripresi come dettagli a seconda del modello, caratterizzano ulteriormente i capi in un common touch riconoscibile al primo sguardo.
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Info PR
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1. Giacca Buckler 2. Giacca Hokkaido 3. Giacca 3-Tre 4. Giacca 3-Tre donna
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GIACCHE COME PISTE Per rendere omaggio ai luoghi iconici dello sci in pista e fuori o a grandi campioni del presente e del passato è stato deciso di dare a ogni giacca un nome preciso che ne definisce la tipologia d’uso e le caratteristiche tecniche e di design. La 3-Tre per esempio rappresenta il forte legame tra Colmar e Madonna di Campiglio: ispirandosi alla storia della competizione gioca su tre cromie ed è contraddistinta da una fascia bicolore che, partendo dalla manica, attraversa il petto bloccandosi bruscamente e asimmetricamente come la leggendaria pista di slalom trentina. Un capo icona sia da uomo che da donna. E ancora la Hokkaido si ispira all’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese: creata proprio per dare il massimo delle performance e del comfort in questo paradiso per i freerider in cerca di vera deep powder. PARTNERSHIP HI-TECH Nel 2016/17 il brand punta molto sull’innovazione, resa possibile anche grazie alla collaborazione con altri marchi. E così dalla collaborazione con Acerbis, azienda leader nella produzione di materiale plastico e protezioni ad hoc, nasce Buckler: una giacca caratterizzata da un guscio protettivo in seamless che, grazie alla sua elasticità e alla possibilità di agganciarlo internamente, aderisce perfettamente al corpo, proteggendo le zone più a rischio con inserti in poliuretano espanso. Dall’incontro con Teflon, invece, Colmar ha deciso di applicare su alcuni dei propri capi un rivoluzionario trattamento idrorepellente Teflon Ecolite: il primo finissaggio di nuova generazione, derivato da fonti rinnovabili e senza fluorocarbonio, quindi altamente ecocompatibile. Grazie a questa applicazione l’acqua scivola sul tessuto lasciando la giacca completamente asciutta e garantendo prestazioni di altissimo livello con un occhio di riguardo verso l’ambiente. www.colmar.it
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AZIENDE
Show n’tell Challenge
il video contest di Elan Basta caricare un filmato di presentazione di un prodotto su Youtube per provare a vincere un fine settimana in pista e uno sci personalizzato Anche i professionisti sbagliano. Chi non ha visto qualche video ‘dietro le quinte’ dei film o delle pubblicità con ‘papere’ ed errori? È nata da questa simpatica premessa e, chissà, dalla speranza di trovare il Mike Bongiorno del futuro, la simpatica iniziativa ‘Show’n’tell challenge di Elan. Il marchio sloveno è da sempre uno dei più giovani e innovativi del panorama sciistico e, nell’era di Youtube e dei vlog, ha pensato di dare la possibilità a chiunque di presentare un prodotto Elan con un video. Il migliore verrà premiato con un viaggio tutto spesato alla sede di Elan, in Slovenia, che include la realizzazione di uno sci personalizzato e una sciata con il nuovo bolide ai piedi. Se poi ci sarà la possibilità, si passerà anche dal ghiacciaio al mare per una giornata di sci nautico!
LA GIURIA Una simpatica giuria determinerà gli award: il campione del mondo di skicross Filip ‘Moustache’ Flisar, il pro freeskier Matthias ‘The Doctor’ Mayr, il pioniere dello sci ripido e del freeride Glen ‘Mohawk’ Plake, il creative director di Elan Snowboards Blaise ‘Chill’ Rosenthal, e la direttrice di scuola sci Goergie ‘Kiwi’ Bremner.
Guarda il video di presentazione dell’iniziativa
Info PR
COME SI PARTECIPA È molto semplice, basta realizzare il video di presentazione di un prodotto Elan, senza nessuna regola, con tono serioso o divertente,
in pista o a secco, da soli o con amici… Il filmato va caricato su Youtube e inviato tramite il form presente sul sito www.elanskis.com inserendo il link Youtube. Non c’è solo il super premio finale ma anche una serie di altri award, a febbraio un paio di sci personalizzati. Attenzione però, si può giocare fino a febbraio!
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AZIENDE
Fischer The Curv
lo sci da gara per la pista Abbiamo partecipato all’esclusiva presentazione media in Alta Badia del modello nato dalla collaborazione con Von Grünigen, Ghedina e Knauss La tecnica di curva di Mike Von Grüningen, la velocità di Kristian Ghedina e la reattività di Hans Knauss. Sarebbe il DNA perfetto per lo sciatore di altissimo livello. Però per divertirsi come loro ci vorrebbe uno sci da gara ma… le piste aperte al pubblico non sono tracciati, i nuovi sci a norma FIS sono insciabili e sono sempre più una realtà a parte rispetto a quello che va in negozio. Allora che fare? Optare per un race carve? «Se poi vuoi tirare un po’ di più oppure ti capita di fare una garetta non tiene» dice Kristian Ghedina. Proprio partendo da questo presupposto Fischer ha creato The Curv, presentato a dicembre, durante
la trasferta italiana della Coppa del Mondo, in Alta Badia, e in vendita dalla stagione 2016/17. 24 X 3 Ventiquattro mesi di sviluppo e soprattutto la consulenza ‘vera’ di tre campioni del passato. Per realizzare la nuova linea top del marchio di Ried im Innkreis, importato da Oberalp, si è partiti proprio dalle esigenze di chi, come Mike Von Grünigen, Kristian Ghedina e Hans Knauss (che scende con la telecamera lungo i tracciati della Coppa del Mondo per la televisione austriaca), cerca sempre il massimo dallo sci ma, abbandonati gli attrezzi
del mestiere, non può affrontare la pista con attrezzi a norma FIS. Uno sci da gara… da pista. Questa la premessa per arrivare a realizzare tre diversi modelli per tre diversi identik di sciatori top level. «In due anni abbiamo testato diverse volte ma soprattutto ci siamo confrontati con gli ingegneri Fischer: è stato un dialogo a due direzioni, l’azienda voleva realizzare qualcosa veramente diverso e noi volevamo uno sci realmente performante». RC4 THE CURV Il top di gamma, che abbiamo avuto la possibilità di mettere ai piedi in Alta Badia, è veramente uno sci con
Triplo raggio per curv(e) perfette Per realizzare The Curv sono state utilizzate diverse tecnologie, a partire da quella del triplo raggio che accompagna lo sciatore durante tutte le fasi di curva, inserendo l’attrezzo in modo preciso all’inizio, accompagnandolo in fase di conduzione e tagliando in chiusura.
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I tre tenori Insieme hanno totalizzato 108 podi in Coppa del Mondo, 9 medaglie mondiali, 2 olimpiche e 4 Coppe del Mondo di specialità: questo l’invidiabile bottino di Mike Von Grünigen, Kristian Ghedina e Hans Knauss. I tre ‘ambasciatori’ Fischer erano presenti all’inaugurazione e hanno fatto da modelli per numerosi selfie. Hashtag della serata al rifugio Piz Boè… #TheCurv
costruzione Race in tutto e per tutto: piastra Curv Booster da Coppa del Mondo e soprattutto struttura in laminato Diagotex, una rete che avvolge tutto lo sci per una rigidità torsionale notevole. Uno shell in titanal e la base gialla da Coppa del Mondo completano un pacchetto ideale per sciatori veramente al top, agonisti o ex che ‘sentono’ lo sci. Nonostante sia un modello che bisogna sapere domare, le reazioni sono sempre controllabili e, insomma, in pista è sciabile e divertente. Disponibile in diverse lunghezze, ha sciancratura di 120-74-104 mm e raggio di 18 m nella misura 178. RC4 THE CURV DTX Il DTX è la versione intermedia, un cavallo da gara più addomesticato. Rispetto al fratello maggiore non ha la piastra da Coppa del Mondo e combina la struttura Diagotex con un shell in Titanal di 0.8 mm, un mix che lo rende meno rigido. Anche in questo caso c’è la tradizionale soletta gialla da gara. Disponibile in varie lunghezze, ha sciancratura di 12172-106 mm e raggio di 16 m nella misura 171 cm.
> NELLE FOTO Sopra i tre campioni del passato con gli sci The Curv, sotto Von Grünigen e Knauss in azione, a sinistra Ghedina in versione carving
RC4 THE CURV TI È il modello base, che la Casa posiziona idealmente appena sopra un race carve, senza Diagotex e con un shell in Titanal di 0.5 mm e con On-Piste Rocker. Disponibile in varie lunghezze, ha sciancratura di 12168-102,5 mm e raggio di 13 m nella misura 164 cm.
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Energiapura fabbrica di campioni Kristoffersen, Zuzulova e Drev utilizzano protezioni o tuta del marchio italiano
Ragazzo prodigio dei rapid gate Classe 1994, Henrik Kristoffersen vanta già un bottino importante: un bronzo olimpico (più giovane medagliato dello sci alpino nella storia delle Olimpiadi), 18 podi e 8 vittorie in Coppa del Mondo, 8 podi ai Mondiali Juniores. E scusate se è poco…
Kristoffersen in azione a Santa Caterina ©Photo Elvis
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C’è del made in Italy dietro ai successi di tre straordinari campioni nelle ultime gare di Coppa del Mondo. Cosa hanno in comune Henrik Kristoffersen, Veronika Velez Zuzulova e Ana Drev? Le protezioni o la tuta Energiapura. Il marchio di Tezze sul Brenta, in Veneto, fornisce infatti diverso materiali a questi tre fuoriclasse. Storie e forniture differenti, ma comunque tutte di successo. Non c’è dubbio che HK sia l’uomo del momento. In slalom non ha rivali e anche Marcel Hirscher riesce sempre meno a contrastarlo. Energiapura fornisce allo slalomgigantista norvegese pantalone con protezioni, parabraccia e parastinchi in carbonio dal 2013/14 e Kristoffersen è a contratto fino al 2018. Proprio alla fiera ISPO, a fine gennaio, è stata presentata la nuova linea HK che RACE SKI MAGAZINE - FEBBRAIO 2016
comprende parastinchi e parabraccia in carbonio, parastinchi e parabraccia in plastica, maglia con protezioni, panta con protezioni, zaino. È una new entry invece Veronika Velez Zuzulova che solo da questa stagione utilizza protezioni Energiapura. Però non è certo una new entry tra le slalomiste top e, anzi, sta dimostrando una longevità ad alto livello notevole. Ventitrè podi (con due vittorie consecutive proprio negli ultimi slalom a Flachau) sono un bottino di tutto rispetto per la slovacca. Ana Drev non è giovanissima (classe 1985) ma ha conquistato il primo podio in Coppa del Mondo proprio nel gigante di Flachau di gennaio. Come tutta la nazionale slovena, Ana veste tute da gara Energiapura. Per lei in questa stagione anche un settimo posto a Courchevel e in carriera otto podi in Coppa Europa.
Veronika Zuzulova
Ana Drev
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Level
Super protezione con il Super-Fabric
Il guanto da gara di Innerhofer e Brignone utilizza un materiale hi-tech di derivazione motociclistica
©Zoom Agence
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L’evoluzione della tecnica in questi ultimi anni ha portato a un utilizzo della mano molto più attivo rispetto al passato. In tutte le discipline è ormai normale vedere gli atleti ‘appoggiati’ al terreno oltre che con gli sci anche con la mano. Questa evoluzione ha fatto sì che la funzione del guanto si evolvesse ed è sempre più un elemento tecnico fondamentale per la protezione degli atleti. Il segmento Racing porta, oltre a novità tecnologiche, lo spirito Level nel mondo della competizione con modelli giovani, energici, trendy che tendono alle migliori performance senza compromessi. Sono dotati del sistema Custom Fit per la personalizzazione della calzata del guanto, grazie a un processo facile e veloce di termoformatura. I modelli Racing, sviluppati seguendo i suggerimenti di atleti del calibro di Federica Brignone e Christof Innerhofer, sono stati scelti da alcune delle più importanti squadre nazionali di sci, tra le quali quella italiana,
norvegese, canadese, americana, spagnola, inglese e russa. Novità di spessore il modello World Cup CF, diventato ormai il benchmark dei guanti per lo slalom gigante grazie alla protezione delle nocche in Super-Fabric e l’aggressiva immagine dell’orso polare. Dietro a un look che non passa inosservato c’è però anche tanto contenuto. Il Super-Fabric, infatti, arriva dall’esperienza del Moto GP ed è oggi la soluzione ottimale contro i forti impatti durante le gare di sci. I tessuti Super-Fabric si basano su un processo multifase all’avanguardia. In sostanza, si tratta di materiali ad alta tenacità rivestiti con resine estremamente resistenti. Il risultato sono guanti protettivi con massima resistenza all’abrasione, traspiranti, flessibili e relativamente leggeri. Una curiosità: il Super-Fabric è stato testato dalla Nasa e utilizzato anche dalla Ferrari sulla 599 GTB. www.levelgloves.com
I TOP ATLETI LEVEL IN COPPA DEL MONDO Aleksander Aamodt Kilde Erik Guay Veronika Zuzulova Christof Innerhofer Elena Curtoni Irene Curtoni Nadia Fanchini Elena Fanchini Manuel Osborne-Paradis Sarka Strachova Kjetil Jansrud Werner Heel Giuliano Razzoli Federica Brignone Alexander Khoroshilov Adam Zampa Silvano Varettoni Luca De Aliprandini Matteo Marsaglia Verena Stuffer Federica Sosio
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Nordica
sempre più Dobermann
Nel 2016/17 novità sia sullo sci che sullo scarpone ispirati da Felix Neureuther Dobermann è da anni sinonimo di agonismo e prestazioni top in parallelismo con il marchio che produce la celebre linea, Nordica. Ora il brand italiano presenta una ulteriore evoluzione tecnologica della linea, in vendita dalla stagione 2016/17, frutto della stretta collaborazione con Felix Neureuther. DOBERMANN SLR RACE BRIDGE EVO Il nuovo sci Dobermann SLR Race Bridge Evo contiene inserti in carbonio su punta e coda e offre maggiore resistenza torsionale, trasmissione della forza fino alle estremità, stabilità e presa di spigolo top. Inoltre Energy 2 Titanium Race Bridge, che consiste in una
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costruzione a sandwich formata da uno strato in legno tra due fogli di titanal, facilita l’ingresso in curva, promette passaggi rapidi e fluidi da lamina a lamina, stabilità torsionale, presa di spigolo e precisione alle alte velocità. Con Dobermann SLR Race Bridge EVO l’obiettivo numero uno è il controllo, con un nuovo livello di sicurezza e velocità. Quella stessa sicurezza e velocità che trasmettono, anche solo a guardarli, Felix Neureuther, Fritz Dopfer e Dominik Paris. DOBERMANN GP 130 Da sedici anni questo scarpone continua a ridefinire il concetto di performance da gara. La versione GP 130 2016/17 può essere personalizzata nei minimi dettagli, per aumentare la precisione e rendere lo scarpone molto più confortevole rispetto ai suoi predecessori. La nuova scarpetta del Dobermann GP130 è personalizzabile grazie alla tecnologia Custom Cork Fit. I punti critici hanno una speciale imbottitura in sughero granulato naturale e paraffina. Quando viene riscaldata, la scarpetta si adatta alla forma del piede, migliorando la calzata e la performance. Oltre a un supporto perfetto, il sughero naturale ha grandi doti di assorbimento degli impatti. La forma anatomica della nuova scarpetta con più spazio per l’avanpiede rende questo scarpone da competizione con pianta da 98 mm particolarmente confortevole. Full Motion Pivot permette di ruotare il gambetto di 2 mm verso l’esterno dello scarpone: la parte bassa della gamba rimane comoda nella sua posizione naturale e consente una più efficace trasmissione dell’energia allo sci e un’incredibile rapidità nel cambio di spigolo alle alte velocità. www.nordica.com
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COBER
SPM
investe su Children e Giovani
Per fortuna era un palo Brush
Oltre 60 atleti con i bastoni del marchio milanese, seguiti da Francesco Santus
Il dietro le quinte dell’incredibile discesa di Christof Innerhofer a Santa Caterina
Un marchio storico del made in Italy sulla neve. Cober, brand che produce bastoni da sci nell’hinterland milanese, crede nell’agonismo e punta sulle categorie giovanili, in particolare Children e Giovani, dove fornisce più di 60 atleti di tutta Italia. «Crediamo molto nel movimento giovanile che ci dà un’ottima visibilità con atleti già di alto livello, l’ideale per fare vedere i nostri prodotti e metterne in luce la qualità in ambito agonistico» dice Francesco Santus, maestro e allenatore dello sci club Radici, responsabile racing di Cober. Francesco è presente alle principali manifestazioni di categoria nell’ottica di fornire un ‘service’ agli atleti e di selezionarne di nuovi. I talenti non mancano, a partire da Nicolò Colombi, Carolina Pozzi, Emanuele Radici e Stefano Baruffaldi delle Alpi Centrali, Heloise Edifizi, Emilie Boniface e Carlotta Da Canal della Valle d’Aosta, Matteo Vottero ed Elia Gitto delle Alpi Occidentali, Nina Bachmann dell’Alto Adige, Davide Seppi, Gianmarco Paci e Mattia Collini del Trentino,
Federico e Martina Scussel del Veneto, Arianna Stocco del Friuli. Tutti atleti che utilizzano prodotti performanti delle linea Squadra, dal modello da slalom con carbonio e alluminio Alu Carbon, all’Airwing con resistenza meccanica maggiorata fino al tradizionale Squadra disponibile anche in versione superG e discesa. In aggiunta il marchio fornisce quattro Istruttori Nazionali: Katia Santus, Andrea Savoldelli, Cristiano Bragadina e Gianluca Ferretti.
www.cober.it Carlotta Da Canal
ricercate all’interno di laboratori e direttamente sul campo aggiungono in SPM -. Un altro significativo accorgimento presente sui nostri pali in quanto a sicurezza è l’apposito segnale che indica l’altezza minima raccomandata per il corretto posizionamento dei teli. Il segno FIS Recommended Minumum Height 1M, presente su tutti i pali della linea Gold, permette di risparmiare tempo durante il riposizionamento e indica a tutti gli addetti ai lavori in pista la giusta altezza del telo garantendo così il suo corretto funzionamento». BrushGrip
www.spm-sport.com ©Zoom Agence
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Heloise Edifizi ©Andrea Chericato
Pettorale numero 3, Santa Caterina, pista Deborah Compagnoni, 150 km/h e un telo aggrappato al casco: Christof Innerhofer non pensava certo di concludere così la sua gara del 29 dicembre, ma sarà ricordato nella storia dello sci. Sì, perché Inner si è preso dei grossi rischi sin dall’inizio: stringere la curva volontariamente, centrare il palo SPM, aggiustarsi la maschera spostata dal telo - non di produzione SPM - e decidere di continuare nonostante i materiali che lo seguivano. «Noi di SPM siamo convinti che il palo Brush Grip abbia evitato una fine peggiore: cosa sarebbe successo se fosse rimasto nella neve e se si fosse utilizzato un tradizionale puntale a vite?» dicono all’azienda varesina. Il puntale Brush Grip permette invece un veloce inserimento nella neve, assicura una perfetta tenuta e semplifica la rimozione dopo l’utilizzo con un gesto di forza verso l’alto. Sono proprio rari ma significativi episodi come questo che fanno comprendere l’importanza della scelta condivisa con la FIS di utilizzare in gara i pali con puntale Brush per le discipline veloci e di valutarne l’utilizzo anche per le discipline tecniche. «Il palo con puntale Brush Grip è per noi un vanto di innovazione, qualità e sicurezza, caratteristiche
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Uvex
la carica di Allievi, Ragazzi e Pulcini
Il marchio tedesco investe sui talenti ed è presente a Pinocchio, Topolino e campionati italiani Uvex è da sempre in prima linea nella ricerca dei talenti. Tanti azzurri hanno iniziato a sciare con il marchio tedesco fin da bambini. Quella di andare a cercare i campioncini in erba è una precisa strategia del marchio. Nando Ceinini è un talent scout con esperienza più che decennale non solo con Uvex, ma anche con Holmenkol, il marchio tedesco che produce scioline da 90 anni e ha lo stesso importatore, Geier Diffusion, con esperienza sul mercato da oltre 30 anni. Bormino, ha iniziato a lavorare per Uvex nel 2004 e segue anche gli atleti top nelle grandi occasioni, Mondiali e Olimpiadi. «Da sempre investiamo sui giovani atleti, abbiamo lavorato tanto su Giovani e Aspiranti ma ora da due anni abbiamo spostato il focus su Allievi, Ragazzi e anche Baby. Seguiamo le più importanti gare regionali e italiane di categoria e agli atleti più promettenti proponiamo una fornitura di casco, maschera e lenti di ricambio». Un servizio, quello di Uvex, che non si ferma alla semplice fornitura perché Ceinini segue buona parte del circuito Pinocchio sugli Sci (di cui Uvex è sponsor), Topolino e i campionati italiani di categoria, fornendo assistenza ai giovanissimi campioni. Con il plus di essere presente anche per un servizio di assistenza per le scioline Holmenkol, unica azienda sul campo in questo tipo di gare Allievi, Ragazzi e Baby. Inoltre Uvex segue anche i principali Comitati anche in questo caso con la presenza a diverse gare Giovani. Qualche consiglio per i più giovani? «Scegliere sempre caschi con il bollino FIS e soprattutto con la nuova certificazione EN1077 che dall’anno prossimo sarà necessaria anche per Allievi e Ragazzi». www.geierdiffusion.com
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Campioni di domani
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Nelle categorie Allievi e Ragazzi usano Uvex, tra gli altri, Federico Scussel, Simon Talacci, Matteo Bendotti, Valentina Savorgnani, Nina Bachmann, Ottavia Biagi, Tobias Kastlunger, Davide Baruffaldi, Giovanni Zazzaro, Giulia Peterlini, Marta Rossetti, Giulia Di Francesco e Carolina Pozzi.
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Marta Rossetti ©Ralf Brunel
Due caschi, mille colori
I modelli di punta della collezione da agonismo di Uvex sono il Race + (169,90 €) e l’Helmet 5 (189,90 €), tutti con doppia omologazione ASTM 2040 ed EN1077, da abbinare alle maschere Fire Race (79,90 €) e Downhill 2000 (99,90 €).
Holmenkol, scioline per tutti Da più di 90 anni produce scioline da sci ed è stata la prima azienda ad avviare la produzione su scala industriale di uno degli elementi fondamentali per divertirsi sulla neve, con gli sci da discesa o da fondo. Ecco perché Holmenkol, il nome della prima sciolina creata dal chimico e atleta del salto con gli sci Max Fischer negli anni Venti, è sinonimo di qualità nello scivolamento sulla neve. Tra i vari prodotti da segnalare il nuovo RacingMix MID usato in Coppa del Mondo e Speed Finish 2.0, spray ad alta concentrazione di fluoro che aumenta l’accelerazione e la velocità massima, ideale da applicare prima della partenza.
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Vist abbigliamento per la Scuderia dei campioni Il marchio italiano che veste Khoroshilov & co propone una linea completa per sci club e scuole sci GIACCA/GILET ANTIVENTO OLIMPIA SOFTSHELL La giacca/gilet da sci Unisex, realizzata in Evolution Plus, ha maniche staccabili tramite due zip per garantire il massimo comfort e permettere al capo di avere una doppia funzione: da un lato giacca antivento e dall’altro comodo gilet che può essere usato in tutte le situazioni, non solo sotto alle giacche ma anche durante il viaggio. Mantiene caldo lo sciatore durante l’attività sciistica. La zip intera è dotata di un tiretto personalizzato. Resistente all’abrasione, due tasche esterne, zip totale, tasca interna superiore, maniche staccabili.
La zampata di Alexandr Khoroshilov, lo slalomista russo terzo a Santa Caterina e Adelboden dopo il successo l’anno scorso a Schladming, ha anche radici italiane. Vist infatti è il fornitore di abbigliamento tecnico della federsci russa, oltre che della forte slalomista slovacca Zuzulova. Un brand che ha nel suo DNA l’agonismo. Proprio con queste premesse nasce la linea Scuderia. È stata studiata appositamente per scuole di sci e sci club, per soddisfare esigenze di qualità e durata. In questa linea confluiscono tutta l’esperienza e il know-how del gruppo di lavoro Vist, composto in parte da professionisti dello sci che sviluppano e testano in prima persona ogni singolo
capo di abbigliamento e tutti i modelli di sci. Fanno parte della collezione, firmata dal designer Jonas Blanking, giacche e pantaloni funzionali realizzati in Toray e tessuti molto tecnici, impermeabili, resistenti al vento e ai raggi UV, con cinture nastrate e zip intera per i pantaloni, oltre a gilet, pantaloncini scaldamuscoli, mantelle antipioggia, softshell, sweater e tute da gara, nella versione uomo e donna per le scuole di sci e nelle versioni adulto e junior per gli sci club. Le misure partono dai sei anni (116 cm). Completano il set Scuderia sci, bastonicini e accessori quali caschi e guanti con gli stessi colori e grafiche. www.vist.it
CASCO HEXA Casco da sci bianco, ultraleggero grazie al processo produttivo dell’in moulding, garantisce protezione assoluta combinata alla leggerezza. Prodotto in Italia raggiunge standard di sicurezza elevatissimi. È disponibile in quattro taglie e, grazie al sistema Vist Run, si ottiene la fasciatura perfetta per ogni misura della testa. Per un ottimale utilizzo si consiglia il completamento con una delle varie lenti a disposizione che, a seconda del terreno di utilizzo, permettono di sciare in piena sicurezza e armonia. Il casco viene consegnato in un bauletto che lo protegge e ne permette un trasporto più semplice. Info PR
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Race Ski Magazine n. 138 febbraio 2016
a cura di Claudio Primavesi
Costi in crescita e skipass in calo Una start-up italiana
produce neve con il caldo È decisamente di attualità la proposta della start-up Neve Xn, nata da un’idea dell’ingegnere Francesco Besana. In pratica si tratta di un cannone in grado di produrre neve a temperature sopra lo zero, anche fino a 25 gradi, però l’ideale sono pochi gradi positivi, perché altrimenti la materia bianca si scioglierebbe subito.
Il prodotto, dal costo di circa 25.000 mila euro, secondo quanto dichiarato dallo stesso Besana al Corriere della Sera, produce neve con consumi di energia di circa un decimo rispetto agli innevatori tradizionali. All’origine dell’invenzione, i processi per la produzione di energia frigorifera tramite la conversione termica.
NUOVA SEDE PER GARMONT Il caldo e la siccità delle vacanze di fine anno hanno messo a dura prova i gestori delle piste di sci. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, infatti, si stima un calo medio del 20% del business con costi lievitati a causa della massiccia produzione di neve programmata. Secondo quanto dichiarato da Valeria Ghezzi, presidente di ANEF (Associazione Nazionale Esercenti funiviari) un
Il gruppo d’acquisto italiano Sport Alliance International (265 punti vendita, giro d’affari di 275 milioni di euro nel 2014) si è unito a Sport 2000 International, il più grande gruppo d’acquisto europeo. I negozi italiani manterranno il logo e quello di ‘official partner di Sport 2000’.
È stata inaugurata a fine novembre la nuova sede di Garmont. Lo storico marchio veneto, rilevato da Pierangelo Bressan, ha ottenuto un importante riconoscimento da Veneto Sviluppo che nello scorso luglio ha deciso di sostenere la rinascita del brand con un investimento di un milione di euro. Sull’esterno dell’edificio di Vedelago (Tv) spicca un grande murales dell’artista Macs.
Innevamento programmato meglio delle saune Innevamento programmato ad Arabba ©Arabba Fodom Tur./U. Visciani
Secondo quanto dichiarato al sito ispo.com da Ralf-Dieter Roth, che insegna all’Università Tedesca dello Sport di Cologna, l’innevamento programmato, se gestito correttamente, comporta un peso sull’impronta ecologica degli sciatori di 16 kilowatt/ora per giorno, circa come percorrere 20 km con un’auto di media cilindrata e meno di una sauna!
PROWINTER
2016
SPORT ALLIANCE INTERNATIONAL CON SPORT 2000
metro cubo di neve costa intorno ai 3 euro e innevare un chilometro di pista circa 25.00030.000 euro. In compenso gli alberghi hanno fatto registrare un buon tasso di occupazione secondo Giorgio Palmucci di Aica-Confindustria e i grossi gruppi turistici come Club Med continuano a credere nella montagna con business plan che prevedono l’apertura di nuove strutture sulla neve.
Fiera internazionale per noleggio, attrezzature e tecnologie degli sport di montagna
6 - 8 aprile 2016 | Fiera Bolzano
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