SKI-ALP / TRAIL RUNNING | / SKY RUNNING
ANNO 1 / NUMeRO 3 / SUPPLEMENTO A SKIALPER N.89
SKI-ALP ATLETA DELL’ANNO
ALL’INTERNO POSTER
GARA DELL’ANNO ADAMELLO SKI RAID
OUTDOOR RUNNING MARATHON DES SABLES
William Bon Mardion, 31 anni di Arêches-Beaufort, è stato il dominatore della stagione
44,5 chilometri di spettacolo intorno al massiccio dell’Adamello e organizzazione 10 e lode
Il racconto ‘live’ della mitica corsa a tappe nel deserto marocchino
intervista a pag 2
Dal nostro inviato Guido Valota - foto Ralf Brunel da pag 10
servizio e foto di Paolo Secco da pag. 34
foto di Nacho Grez
a pag 20
ULTIMA ORA - XIX TROFEO MEZZALAMA
RIVINCITA DELL’ESERCITO Tempo di rivincita, dopo il ritiro del 2011 per il rischio di congelamento alle mani di Denis Trento sul Castore. Per Eydallin e Reichegger è la seconda vittoria, dopo quella del 2009 (insieme a Trento), per Damiano Lenzi il primo grande trionfo (fu secondo nel 2009 con Pellissier e Pedrini).
«Abbiamo sconfitto
I SUPEREROI» 4 maggio 2013 Queste le parole quasi incredule di Lenzi, Eydallin e Reichegger sul traguardo di Gressoney. Tra le donne successo di Rossi, Besseghini e Nicolini
FACEBOOK Damiano ‘il Lence’ Lenzi ...E poi un lunedì ti svegli e ti rendi conto di aver vinto veramente quella gara di cui sentivi parlare da bambino, in maniera quasi trascendentale. Mi ricordo che ormai otto anni fa ero andato a vederla con Aldo, e lui mi disse «un giorno la vincerai anche tu vedrai…». All’arrivo è stato il piu bel ‘te lo avevo detto’ di sempre!
L’urlo liberatorio di Matteo Eydallin e Damiano Lenzi a Gressoney ©Ufficio Stampa Mezzalama
GRIGLIA DI PARTENZA
Estate nel segno di trail e skyrunning Continuate a seguirci su skialper.it. La nostra mascotte cambierà d’abito, via sci, scarponi e casco e su con le scarpette da trail. Seguiremo tutte le gare, i personaggi e l’attualità del mondo trail, skyrunning e corsa in montagna. E a breve on-line il calendario interattivo sulla scia di quello dello ski-alp! skialper.it
MEZZALAMA DA RECORD La giornata del Trofeo Mezzalama è coincisa con il record di visite su skialper.it: ben 25.000 aperture di pagina!
THE KING OF THE NIGHT
Noi & voi Qualche settimana prima del Mezzalama. Noi: è fine stagione, un ultimo grande sforzo… Voi: è fine stagione, un ultimo grande sforzo… Noi: pensare la formazione migliore per seguire il Mezzalama sul sito, sui social, per realizzare il servizio per la rivista. Voi: cercare i compagni giusti per il terzetto con cui affrontare la gara. Noi: riunioni di redazione, chi fa cosa, soprattutto quando. Tempi serrati, la stamperia ci aspetta, dobbiamo essere in edicola pochi giorni dopo la gara. Voi: da Plateau in sù, ai 3.000 e poi ai 4.000, per cementare lo spirito di gruppo e acclimatarvi. Rinvio del Mezzalma. Noi: il fotografo con cui avevamo concordato il servizio poteva solo in questo week-end, va spostata la data di consegna alla stamperia. Piano editoriale e tempistiche di lavorazione da rivedere. Voi: uno dei vostri compagni aveva già
§ di Davide Marta § prenotato le ferie, ha un impegno di lavoro, poteva solo in quella data. Tutto da rifare, a caccia di nuovi equilibri e di un nuovo terzetto. Annunciata la nuova data: Noi: organizzare la trasferta, trovare un nuovo fotografo all’altezza, accrediti, definizione degli spazi e dei contenuti, ‘to do list’. Rivedere piano di consegna e orari della stamperia. Dobbiamo farcela! Voi: giro di telefonate con i compagni di squadra, si parte per Cervinia, carichi come delle molle. Dobbiamo farcela! Noi: guardare le previsioni meteo. Voi: guardare le previsioni meteo. APPUNTAMENTO IN EDICOLA Il prossimo numero di Up&Down uscirà il giorno 1 ottobre, come sempre allegato gratuitamente a Ski-alper!
Cervinia 4 maggio, ore 4.00 Noi: già in zona partenza, pronti a raccogliere le emozioni a caldo, a scattare le foto più intense. Poi c’è l’elicottero. E raggiungere Gressoney prima possibile… Voi: adrenalina, tensione, l’attesa dello sparo per scatenarsi su per le montagne. E raggiungere Gressoney prima possibile. Noi: meno male, il cielo è sereno. Voi: meno male, il cielo è sereno. Cervinia 4 maggio, dallo start in poi. Noi: sito, twitter, facebook, foto. Voi: gambe, fiato, cuore. Gressoney, 4 maggio, dopo mezzogiorno. Noi: i lettori a casa «ci avete fatto seguire il Mezzalama come fossimo stati lì, grazie Ski-alper». Voi: un traguardo che è quasi un sogno. Noi come voi, arrivederci alla prossima stagione.
Tadei Pivk è il re delle notturne dell’inverno 2013 a pag 30
ALPI OCCIDENTALI
Intervista a Fulvio e Alberto Fazio, i ‘Garessio brothers’ a pag 26
OUTDOOR RUNNING
A confronto i presidenti di FIDAL, FISKY, IUTA e UISP a pag 36
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ AWARDS MAGGIO 2013
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UP&DOWN AWARDS MAGGIO 2013
LADY AXELLE MOLLARET Sempre presente in tutte le gare di Coppa del Mondo, i Mondiali e La Grande Course, con Pierra Menta e Adamello Ski Raid. Sempre sul podio, a 21 anni.
JUNIOR ANTON PALZER Anton Palzer super junior che s’impone nella gara Senior: impressionante e inarrestabile, a meno di squalificarlo in quanto… troppo giovane. È il futuro dello ski-alp.
RIVELAZIONE FILIPPO BARAZZUOL Il biker piemontese continua a crescere di livello. È lui la vera sorpresa della stagione 2013. Vista la giovane età, se continua così è da tener d’occhio in chiave azzurra.
IRON MAN FILIPPO BECCARI Non ne ha saltata una da dicembre! Gran fisico e premio ‘Buona Volontà’, ma soprattutto una passione da trasmettere ai più giovani. E i risultati non mancano.
COMEBACK MICHELE BOSCACCI È partito forte: fuoco e fiamme fino a metà gennaio, poi una fase di stanchezza organica e dalla Pierra Menta ancora un finale di stagione di potenza.
ATLETA DELL’ANNO
William Bon Mardion man of the year U § intervista di Claudio Primavesi e Guido Valota §
n marziano, capace di vincere tutto e di più in una stagione forse irripetibile. Un ragazzo tranquillo, senza grilli per la testa, un montanaro doc: pescatore, cacciatore, amante della buona cucina, del buon vino e dei prodotti della sua terra. A partire da quel formaggio Beaufort che contribuisce a produrre. Signori, ecco a voi William Bon Mardion, mattatore della stagione 2012-13 dello ski-alp. Papà di Théo, due anni e mezzo; compagno di Elise, e proprio mentre questo numero di Up & Down arriva nelle edicole sta diventando padre per la seconda volta. Sei ore di sonno per notte, una vita piena di impegni con poche ore per l’allenamento, Bon Mardion è un tipo tranquillo, prima della gara come nella vita. Social network? Con moderazione, meglio vedere un bel film di Louis De Funès… quando trova il tempo.
L’ultimo riconoscimento di questa stagione va all’atleta che l’ha letteralmente dominata: Pierra Menta, Adamello Ski Raid, titoli mondiali, Coppa del Mondo. Può bastare?
Con Jacquemoud formate un team perfetto… quali i vostri punti di forza e di debolezza? «Siamo completi in salita e discesa e siamo allo stesso livello, per i punti deboli non saprei». Pensi di avere ancora dei margini di miglioramento? «Nei cambi d’assetto. Ma soprattutto nella Sprint, dove sono determinanti». Cosa non ti piace nello ski-alp race attuale? «Il regolamento della Sprint, troppo complicato. È una gara che sembra semplice da organizzare ma con questi regolamenti non è facile da capire e gestire. In generale auspico dei regolamenti più semplici, anche per quanto riguarda i cambi d’assetto e la questione bastoncini».
Parlaci di te: dove lavori? Come ti dividi tra famiglia, lavoro, allenamenti, gare? «Lavoro alla cooperativa dei produttori del formaggio Beaufort, che è tipico del mio paese, mi occupo della raccolta del latte. Grazie agli accordi per gli sportivi d’interesse nazionale, ho a disposizione 80 giorni per gare e allenamenti che vengono pagati alla cooperativa dalla federazione e dalla regione». Descrivici la tua giornata tipo. «In inverno c’è una sola raccolta del latte. Lavoro dalle 4,30 del mattino alle 12,30, poi mangio, faccio un riposino e dalle 15,30 alle 17,30 esco con le pelli; infine alle 18 vado a prendere mio figlio all’asilo nido e verso le 22 vado a dormire, dopo che è rientrata anche la mia compagna, che lavora fino alle 20. In estate invece ci sono due turni di raccolta latte quindi lavoro dalle 7 alle 12 e dalle 17 alle 20. Basti pensare che in estate facciamo oltre 100 forme di formaggio al giorno e in inverno meno della metà…». Come ti alleni in estate? «In estate mi alleno tra le 14 e le 16 perché la sera ho il secondo turno di raccolta latte: bici da strada e corsa a piedi. Faccio circa metà e metà, diciamo due giorni a piedi e due in bici per un totale, almeno l’estate scorsa, di circa 70.000 metri di dislivello. Quest’anno vorrei fare anche qualche gara di corsa, ma credo poche perché a metà maggio diventerò padre per la seconda volta e devo costruirmi una nuova casa». In generale preferisci la qualità o la quantità? «Direi la qualità, più che altro per il poco tempo a
E cosa ti piace? «Le gare in montagna vera, con lunghe salite e discese, che siano individuali o in coppia».
ALL’INTERNO IL POSTER DI BON MARDION
Un passato nello sci alpino
a pag. 20
William Bon Mardion è nato il 4 ottobre del 1983 e risiede ad Arêches-Beaufort, patria della Pierra Menta. Pesa 80 kg ed è alto 187 cm. Vincitore della Coppa del Mondo 2013, di due medaglie d’oro ai Mondiali e, tra le altre, della Pierra Menta e dell’Adamello Ski Raid in compagnia di Mathéo Jacquemoud (per il curriculum scialpinistico si veda a pagina 21), è arrivato allo scialpinismo dopo un discreto passato agonistico nello sci alpino dove affrontava principalmente le discipline tecniche e ha anche fatto due apparizioni in Coppa Europa.
disposizione per allenarmi, ma quando ho il giorno libero faccio anche giri lunghi, con le pelli e a piedi o in bici». Hai un preparatore atletico? Un allenatore? «Ho un preparatore atletico personale, Jean-Louis Bal, per la tecnica sono seguito dalla federazione, ma facciamo solo un raduno a novembre a Tignes». Come ti regoli per l’alimentazione? «Non ho una dieta particolare, faccio attenzione REDAZIONE
Direttore responsabile: Davide Marta davide.marta@mulatero.it MULATERO EDITORE via Principe Tommaso, 70 10080 - Ozegna (Torino) tel 0124 428051/425878 fax 0124 421848 skialper@mulatero.it - www.skialper.it
Raccontaci come è andata. «Ho messo le pelli la prima volta a tredici anni. Mi è sempre piaciuto lo scialpinismo perché Arêches è il paese della Pierra Menta e mio zio Jean-Marc Joguet ne è stato il primo vincitore».
Vice-direttore: Claudio Primavesi claudio.primavesi@mulatero.it
agli alimenti ma mangio di tutto. So ascoltarmi e capire di cosa ho bisogno e poi amo mangiare, e cucinare, soprattutto prodotti locali: dalle verdure dell’orto alla carne del paese». In discesa sei il più forte. Si dice che tu abbia avuto un passato agonistico nello sci alpino. «Vero. Fino a 20 anni facevo le gare FIS: ero slalomista e gigantista ma poi, quando mi sono reso conto che mi mancava quel qualcosa in più per fare il salto di qualità, ho deciso di passare allo scialpinismo».
Marketing e pubblicità: Simona Righetti simona.righetti@mulatero.it Coordinatore Up&Down: Luca Giaccone luca.giaccone@mulatero.it
Hanno contribuito a questo numero: Ralf Brunel, Filippo Barazzuol, David Boudin, Giorgio Ficetto, Nacho Grez, Matias Lindner, Fabio Menino, Omar Oprandi Distribuzione in edicola: MEPE - Milano - tel 02 89 5921
A proposito, la gara preferita? «Naturalmente la Pierra Menta». Italia-Francia, due capitali dello ski-alp ma anche due mondi diversi. «Sì, da voi la federazione ha fatto un buon lavoro sulla base, che è più ampia che da noi, anche a livello top. Voi avete sei-sette atleti che possono entrare nei quindici. Noi invece ne abbiamo meno ma abbiamo fatto la scelta di puntare sull’élite. Pochi ma di altissimo livello. Qualcosa sta cambiando, anche da noi i corpi militari iniziano a interessarsi allo scialpinismo, da pochi mesi Mathéo (Jacquemoud, ndr) e Sevennec fanno parte della Gendarmerie. Poi in Italia c’è più attenzione da parte dei media, c’è una rivista come Ski-alper, da noi abbiamo pochissima esposizione mediatica». Tre consigli per un ragazzo giovane che si avvicina allo ski-alp? «Pazienza, voglia di divertirsi e rigore nell’allenamento». Un consiglio agli italiani per batterti? «Non so… direi fare meno i pazzi e concentrarsi sulle gare». T Stampa: Reggiani - Brezzo di Bedero (VA) Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4310 del 11/03/1991. La Mulatero Editore srl è iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione con il numero 21697.
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
COPPA DEL MONDO //
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
Le classifiche WORLD CUP 2013
TROMSØ // BLATIND ARTIC RACE
Vacanza sui fiordi
Il podio overall femminile
Overall femminile
1. Laetitia Roux (FRA) ��������������������������� 1.239 2. Gloriana Pellissier (ITA) �����������������������������950 3. Maude Mathys (SUI) �����������������������������899 4. Elena Nicolini (ITA) �����������������������������������778 5. Emilie Gex-Fabry (SUI) ��������������������������665
IN NORVEGIA | Pochi atleti al via, ancor meno spettatori. La Coppa del Mondo si è chiusa in sordina a Tromsø con una sprint cittadina e una gara individuale, incoronando gli autentici dominatori della stagione, i francesi William Bon Mardion e Laetitia Roux
Il podio overall maschile
Overall maschile
§ di Luca Giaccone §
1. William Bon Mardion (FRA) �����������������898 2. Mathéo Jacquemoud (FRA) ��������������������823 3. Manfred Reichegger (ITA) �������������������� 777 4. Martin Anthamatten (SUI) ������������������������761 5. Yannick Ecoeur (SUI) ����������������������������726
U
ltimo atto della Coppa del Mondo in Norvegia a metà aprile. ‘Location’ cittadina per la sprint: partenza nella piazza centrale di Tromsø, a due passi dal mare del Nord, con sali-scendi per le strade tra negozi e passanti incuriositi. Nella gara maschile ha dettato legge Josef Rottmoser, primo nella qualifiche e in semifinale: nella finale con Yann Gachet, Robert Antonioli, Andreas Steindl, Marcel Marti e Marcel Theux, il tedesco, già soprannominato ‘urban skimo’, ha fatto subito vedere che sarebbe stata lotta solo per il secondo posto, partendo all’attacco. Vittoria netta la sua con Steindl secondo, mentre Antonioli ha perso il terzo gradino del podio per soli cinque secondi da Gachet. Nella gara femminile il successo è andato alla statunitense Nina Silitch, davanti alle svizzere Emilie Gex-Fabry e Mireille Richard. Trasferimento a Blatind, a pochi chilometri da Tromsø, per l’individuale di domenica, sulla montagna con vista fiordo. La gara maschile si è decisa solo sulla salita finale: un vantaggio di pochi metri prima dell’ultimo cambio pelli per William Bon Mardion sul gruppo composto da Martin Anthamatten, Manfred Reichegger, Yannick Ecouer, Matteo Eydallin, Damiano Lenzi e Alexis Sevennec. Vantaggio che il francese ha reso più consistente nella discesa finale; alle sue spalle secondo Martin Anthamatten con Matteo Eydallin che si è aggiudicato la volata per il terzo gradino del podio su Yannick Ecoeur e Manfred Reichegger. Solito copione nella gara ‘rosa’: Laetitia Roux è partita subito all’attacco, Gloriana Pellissier e Maude Mathis hanno provato a rimanere sulle sue code, ma la francese voleva alzare la coppa di cristallo con una vittoria e non c’è stato nulla da fare per le inseguitrici. Nella lotta per il secondo posto Maude Mathys è riuscita ad allungare su Gloriana Pellissier che poi ha preferito amministrare, terminando a oltre tre minuti dalla svizzera. Doppia festa francese dunque con vittoria di tappa e coppa di cristallo per William Bon Mardion e Laetitia Roux. T
Overall Espoir femminile
1. Axelle Mollaret (FRA) ����������������������������602 2. Elisa Compagnoni (ITA) ����������������������������463 3. Marta Garcia Farres (SPA) �������������������344
Cattivi Pensieri
SKI-ALP VISTA… GARAGE! Non si fa altro che parlare di crisi. Ma quanto serve ad uno sport ‘giovane’ come lo scialpinismo agonistico - e quindi ancora alla ricerca di basi ecomomiche consolidate - mettere a dura prova le casse di federazioni e sponsor per una trasferta fino ai confini estremi della Norvegia? Oltretutto per gareggiare su mucchi di neve sparsi tra vicoli e garage di una cittadina in cui dello scialpinismo potrà interessare sì e no a qualche decina di persone… Promozione? Difficile, visto che così si snatura un’attività che da sempre fa del contatto con la natura e con l’ambiente di alta montagna la sua ragione d’esistere. Sono da temere piuttosto ripercussioni di immagine rispetto all’appeal unico di questa disciplina. Sono tempi duri, che richiedono lucidità anche nelle scelte strategiche.
BLATIND ARTIC RACE
Overall Espoir maschile
TROMSØ (NOR) 13.04.13
1. Mathéo Jacquemoud (FRA) �����������������823 2. Robert Antonioli (ITA) �������������������������������� 707 3. Josef Rottmoser (GER) �������������������������562
SPRINT RACE
VERTICAL
Assoluta femminile 1. Nina Silitch ����������������������������������������������� (USA) 2. Emilie Gex-Fabry ������������������������������������������ (SUI) 3. Mireille Richard ������������������������������������������(SUI) 4. Hildegunn Gjertrud Hovdenak �����������������������(NOR) 5. Laetitia Roux ���������������������������������������������(FRA) 6. Valentine Fabre ������������������������������������������� (FRA) 7. Emelie Forsberg ���������������������������������������(SWE) 8. Maude Mathys ��������������������������������������������� (SUI) 9. Malene Haukøy ���������������������������������������� (NOR) 10. Anna Comet ����������������������������������������������� (SPA) 11. Elena Nicolini ������������������������������������������� (ITA) 12. Gloriana Pellissier ���������������������������������������(ITA) 13. Elisa Compagnoni ������������������������������������(ITA) Assoluta maschile 1. Josef Rottmoser ��������������������������������������� (GER) 2. Andreas Steindl �������������������������������������������� (SUI) 3. Yann Gachet ����������������������������������������������(FRA) 4. Robert Antonioli ��������������������������������������������(ITA) 5. Marcel Theux ���������������������������������������������(SUI) 6. Marcel Marti ������������������������������������������������ (SUI) 7. Yannick Ecoeur ������������������������������������������(SUI) 8. Damiano Lenzi ����������������������������������������������(ITA) 9. Manfred Reichegger ����������������������������������(ITA) 10. Martin Weisskopf �������������������������������������� (AUT) 14. Matteo Eydallin ���������������������������������������� (ITA) 15. Pietro Lanfranchi �����������������������������������������(ITA) 16. Davide Galizzi �������������������������������������������(ITA) 21. Michele Boscacci ����������������������������������������(ITA)
Nelle foto: Laetitia Roux, dominatrice della stagione in campo femminile ©ufficio stampa ISMF, In apertura, il porto di Tromsø durante la gara sprint ©ISMF e William Bon Mardion in forcing nel tratto a piedi della prova individuale ©ISMF
Assoluta femminile 1. Laetitia Roux (FRA) �������������������������������273 2. Gloriana Pellissier (ITA) �����������������������������247 3. Maude Mathys (SUI) �����������������������������244 Assoluta maschile 1. William Bon Mardion (FRA) �����������������226 2. Martin Anthamatten (SUI) ������������������������216 3. Damiano Lenzi (ITA) ������������������������������203 Espoir femminile 1. Axelle Mollaret (FRA) ����������������������������128 2. Elisa Compagnoni (ITA) ����������������������������110 3. Marta Garcia Farres (SPA) ���������������������95
BLATIND ARTIC RACE Blatind (NOR) 14.04.13
INDIVIDUAL RACE DISLIVELLO: 1900 m (maschile)/ 1600 m (femminile) Assoluta femminile 1. Laetitia Roux (FRA) ������������������������������ 1h.09.04 2. Maude Mathys (SUI) ������������������������������� 1h.11.56 3. Gloriana Pellissier (ITA) ����������������������� 1h.15.25 4. Emilie Gex-Fabry (SUI) ��������������������������� 1h.16.18 5. Valentine Fabre (FRA) �������������������������� 1h.17.38 6. Elena Nicolini (ITA) ��������������������������������� 1h.18.16 7. Victoria Kreuzer (SUI) �������������������������� 1h.18.55 8. Mireille Richard (SUI) ������������������������������ 1h.19.33 9. Axelle Mollaret (FRA) ��������������������������� 1h.20.50 10. Anna Comet (SPA) �������������������������������� 1h.22.06 12. Elisa Compagnoni (ITA) �������������������� 1h.26.25 Assoluta maschile 1. William Bon Mardion (FRA) ����������������� 1h.10.41 2. Martin Anthamatten (SUI) ����������������������� 1h.11.23 3. Matteo Eydallin (ITA) ���������������������������� 1h.11.37 4. Yannick Ecoeur (SUI) ������������������������������ 1h.11.43 5. Manfred Reichegger (ITA) �������������������� 1h.11.46 6. Alexis Sevennec (FRA) ���������������������������� 1h.12.31 7. Xavier Gachet (FRA) ����������������������������� 1h.12.37 8. Valentin Favre (FRA) ������������������������������� 1h.12.51 9. Robert Antonioli (ITA) �������������������������� 1h.13.08 10. Kilian Jornet Burgada (SPA) ������������������ 1h.13.50 11. Mathéo Jacquemoud (FRA) ��������������� 1h.14.38 12. Michele Boscacci (ITA) ������������������������� 1h.14.49 13. Martin Weisskopf (AUT) ��������������������� 1h.14.53 14. Pietro Lanfranchi (ITA) �������������������������� 1h.14.56 15. Didier Blanc (FRA) ����������������������������� 1h.15.01 16. Alexander Fasser (AUT) ������������������������ 1h.15.22 17. Davide Galizzi (ITA) ���������������������������� 1h.15.33 18. Marcel Theux (SUI) ������������������������������� 1h.16.12 19. Marcel Marti (SUI) ������������������������������ 1h.16.13 20. Andreas Steindl (SUI) ���������������������������� 1h.18.01 22. Damiano Lenzi (ITA) ��������������������������� 1h.19.30
Coppa del Mondo 2013: il bilancio azzurro Con la trasferta in Norvegia si è chiusa la Coppa del Mondo 2013. La classifica generale maschile riassume l’andamento generale della stagione dei top-skier: davanti i due ‘missili’ francesi Bon Mardion e Jacquemoud, poi l’intramontabile Reichegger, quindi gli svizzeri, seguiti dalla carica della ‘cavalleria italiana’. Una scia azzurra pressoché monocolore dal sesto posto in poi. Come in ogni singola gara, dopo i dieci, massimo dodici nomi rappresentativi delle tre nazioni alpine interessate alla disciplina, c’è il vuoto. E la trasferta himalayana di Kilian Jornet ha del tutto eliminato la presenza della Spagna dalla parte significativa del ranking. Il terzo posto finale di Manfred Reichegger non va però interpretato solo con questo criterio matematico: è invece il risultato di combattività, lavoro, serietà, continuità e qualità. Un professionista e una persona eccezionale. Situazione diversa in campo femminile, ma con qualche
punto di contatto con quella degli uomini. Le donne in alta classifica sono ben miscelate tra le tre famose nazioni leader. Insieme alla imbattibile Laetitia Roux, una delle due ‘lethal weapon’ è la spagnola Mireia Mirò. Contrariamente a Kilian, Mireia aveva annunciato prima della stagione di non considerare la Coppa tra i suoi obiettivi, preferendo scegliere di volta in volta le gare più interessanti. Ottava alla fine, partecipando a pochissime gare. Anche in questo caso il secondo posto di Gloriana Pellissier non va considerato tanto frutto dell’assenza della Mirò, quanto della migliore delle doti dell’azzurra: la combattività impressionante, ben oltre una professionalità esemplare. Ha sopravanzato Maude Mathys e Gex-Fabry soprattutto grazie alla continuità di motivazione. Sono molte le gare importanti in cui non si è arresa ai pronostici e ha conquistato più del prevedibile. Dote che ha trasmesso alla sua amica Elena Nicolini, trovando terreno già
molto fertile. Quarta alla fine, Elena è cresciuta in termini di valori atletici e ha ancora margini. Ma ancora una volta: dopo di lei un netto calo nei punteggi. Questo il bilancio di Oscar Angeloni, DT delle squadre azzurre. «Non vorrei ripetermi, ma è stata una stagione eccezionale. In questo quadro vorrei dire due parole in più su ‘Manni’: non smette di stupire. Matteo Eydallin è stato innegabilmente il più forte sulla gara singola, ma per i punti servono anche le sprint, che non sono nelle sue corde. Lui si presenta a tutte, ma per andare oltre la semifinale deve essere molto fortunato. Lenzi? Sì, in effetti ha l’estro ed è stato in grado di estrarre il coniglio dal cilindro, ma per la stessa ragione gli succede spesso qualcosa che pregiudica il risultato. Tra le donne ‘Glo’ è una sicurezza e quest’anno sono molto contento della forte crescita tecnica e atletica di Elena Nicolini».
Espoir maschile 1. Mathéo Jacquemoud (FRA) �����������������202 2. Michele Boscacci (ITA) �����������������������������176 3. Robert Antonioli (ITA) ����������������������������134
SPRINT Assoluta femminile 1. Mireille Richard (SUI) ����������������������������344 2. Nina Silitch (USA) �������������������������������������309 3. Emilie Gex-Fabry (SUI) ��������������������������302 Assoluta maschile 1. Josef Rottmoser (GER) �������������������������350 2. Marcel Marti (SUI) ������������������������������������340 3. Robert Antonioli (ITA) ���������������������������317 Espoir femminile 1. Malene Haukøy (NOR) ��������������������������126 2. Marta Garcia Farres (SPA) ������������������������114 3. Elisa Compagnoni (ITA) ������������������������103 Espoir maschile 1. Josef Rottmoser (GER) �������������������������350 2. Robert Antonioli (ITA) ������������������������������� 317 3. Alan Tissières (SUI) �������������������������������152
CLASSIC Assoluta femminile 1. Laetitia Roux (FRA) ������������������������������� 600 2. Gloriana Pellissier (ITA) ����������������������������� 474 3. Maude Mathys (SUI) ����������������������������� 371 Assoluta maschile 1. Mathéo Jacquemoud (FRA) �����������������509 2. William Bon Mardion (FRA) ����������������������471 3. Matteo Eydallin (ITA) �����������������������������449 Espoir femminile 1. Axelle Mollaret (FRA) ����������������������������348 2. Elisa Compagnoni (ITA) ����������������������������250 3. Marta Garcia Farres (SPA) �������������������135 Espoir maschile 1. Mathéo Jacquemoud (FRA) ����������������� 509 2. Robert Antonioli (ITA) ��������������������������������256 3. Michele Boscacci (ITA) �������������������������233
WORLD RANKING Assoluta femminile 1. Laetitia Roux (FRA) �������������������������������892 2. Gloriana Pellissier (ITA) �����������������������������774 3. Maude Mathys (SUI) �����������������������������606 4. Elena Nicolini (ITA) �����������������������������������576 5. Emilie Gex-Fabry (SUI) ��������������������������469 Assoluta maschile 1. William Bon Mardion (FRA) �����������������837 2. Mathéo Jacquemoud (FRA) ��������������������744 3. Manfred Reichegger (ITA) ��������������������743 4. Martin Anthamatten (SUI) ������������������������665 5. Matteo Eydallin (ITA) �����������������������������644
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MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ LA GRANDE COURSE T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
GARA DEL MESE PIERRA MENTA Dal nostro inviato Guido Valota foto David Boudin Zoom Agence
LIVE REPORT
Stefanie De Simone e Julia Kompatscher
«Per noi è la prima volta. Mai fatto una cosa del genere. Cosa la rende speciale, unica? Per quattro giorni, dall’inizio alla fine, il pubblico che incita tutti allo stesso modo, anche gli ultimi e chiamandoti con il tuo nome».
Damiano Lenzi, il terzo giorno
«Io e l’Eyda andiamo bene in squadra ma abbiamo un problemino: lui non tiene la mia prima salita. E io non tengo la sua ultima discesa».
Tamara Lunger-Annemarie Gross e Monica Sartogo-Tommy Zanotelli
Tommy: «Correre la Pierra Menta in coppia oltre che in team? Si rischia ogni giorno di lasciarsi! Dei due l’uomo parte con la mentalità di aiutare col cordino, ma poi in gara guai a proporlo: ce ne siamo dette di tutti i colori!».
Queen L
a Pierra Menta resta la gara regina. Probabilmente lo resterà a lungo, se non per sempre, perché le tradizioni si consolidano nello stesso trascorrere del tempo. Ma non si tratta solo di una rendita di posizione. Quando si disputa il Giro d’Italia sembra l’evento dell’anno, poi arriva il Tour de France e tutto il resto si riduce alla strapaesana. Lo stesso accade ad Arèches. Il pubblico del terzo giorno, da evento planetario, fa la differenza ed è uno spettacolo cui nella vita è obbligatorio partecipare almeno una volta. La Pierra è un po’ cambiata, il gruppo iniziale dei fondatori viene gradualmente sostituito dai figli e certe manifestazioni di colore, entusiasmo, stupore si sono un po’ appiattite nella difficile gestione di un evento sempre più impegnativo da ripetere. Gli standard si alzano, e con essi la mole di
Pierra lavoro organizzativo e di regole sempre più stringenti da rispettare. Ma resta che in gara perfino i professionisti del podio sono visibilmente più coinvolti che in tutte le altre gare. Per non parlare del gruppo, nel
quale la qualità media è elevatissima e per tre giorni reprime l’emotività professionalmente quanto i ‘pro’ veri. Poi, il quarto giorno, restando nel parterre degli arrivi, si capisce cos’è stata una Pierra Menta.
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
LA GRANDE COURSE //
05
T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
PIERRA MENTA \\ classifica assolutA 14 marzo 2013 / 21 marzo 2013
WEB
Raffaella Rossi-Laura Besseghini
«Siamo contente. Raffaella è partita nonostante un raffreddamento fortissimo che l’ha limitata, soprattutto il primo giorno. Poi le cose sono andate sempre un po’ meglio e siamo state regolarissime».
Rivivi le emozioni della gara sul sito skialper.it con foto, video, e tante altre notizie. Nel database gare c’è una specifica sezione interamente dedicata alla Pierra Menta con tutti i contenuti prodotti dai nostri inviati!
NOME ATLETI
TEMPO FINALE
TEMPO 1 TAPPA
TEMPO 2 TAPPA
NOME ATLETI
SOCIAL MONTURA
Durante la quattro giorni della Pierra Menta sono stati particolarmente attivi i canali social di Montura, l’azienda di abbigliamento italiana sponsor dell’evento. Numerosi ‘big’ sono passati da Casa Montura, per rilasciare interviste oppure semplicemente un commento sulla giornata. Potete rivedere tutti i video e le foto sulla pagina ufficiale Facebook. Da non perdere il faccia a faccia di Laetitia Roux e Mireia Mirò nell’acqua bollente di una hottube (disponibile anche per smartphone inquadrando il QR code). facebook.com/Montura
UNA GARA SERIA Poche penalizzazioni e per validi motivi: in genere materiale di sicurezza mancante o distanza eccessiva tra i due coequipier. Pochi ritiri rispetto al numero dei partecipanti: non si va alla Pierra Menta a fare folklore. Arrivano tutti pronti. Un solo fuori tempo massimo: stesso discorso. Ma c’è anche spazio per la sportività. ‘Equipe 75 recréditée de 45min pour assistance flessure á l’équipe 157’: è successo che il secondo giorno Luca De Maron abbia avuto un incidente in discesa e sia pure rimasto separato dal proprio compagno Andrea ‘Nano’ Panizza, ormai troppo in basso. I francesi Lamellet-Sorrel si sono fermati a controllare, a prestare soccorso e ad avvertire il controllo più vicino. Non ci sarebbe niente di eccezionale, al punto che i regolamenti prevedono espressamente questi casi. Ma dato che è già capitato altrove che succedesse il contrario, è giusto evidenziare i comportamenti corretti e intelligenti.
TEMPO 4 TAPPA
Assoluta femminile 1. Laetitia Roux (FRA) - Mireia Mirò (ESP) 12h.14.58 3h.02.38 (1) 3h.44.54 (1) 3h.35.35 (1) 1h.51.51 (1) 2. Axelle Mollaret (FRA) - Elena Nicolini (ITA) 13h.03.09 3h.11.43 (2) 4h.07.04 (3) 3h.45.55 (2) 1h.58.27 (3) 3. Maude Mathys (SUI) - Emilie Gex-Fabry (SUI) 13h.10.00 3h.15.36 (3) 4h.04.07 (2) 3h.54.33 (3) 1h.55.44 (2) 4. Melanie Bernier (USA) - Janelle Smiley (USA) 13h.32.44 3h.18.17 (4) 4h.11.55 (4) 3h.57.50 (4) 2h.04.42 (5) 5. Laura Besseghini (ITA) - Raffaella Rossi (ITA) 13h.59.43 3h.31.07 (6) 4h.18.03 (5) 4h.06.02 (5) 2h.04.31 (4) 6. Marta Gracia Farrés (SPA) - Anna Comet Pascua (SPA) 14h.25.07 3h.37.50 (8) 4h.23.29 (6) 4h.12.28 (6) 2h.11.00 (6) 7. Annemarie Gross (ITA) - Tamara Lunger (ITA) 14h.38.46 3h.37.01 (7) 4h.35.02 (7) 4h.14.59 (7) 2h.11.44 (7) 8. Mathilde Bonnefoi (FRA) - Salomé Candela (FRA) 15h.01.45 3h.48.59 (10) 4h.40.27 (8) 4h.20.05 (8) 2h.12.14 (8) 9. Julie Mottier (FRA) - Blandine Ducrest (FRA) 15h.28.57 3h.48.17 (9) 4h.48.45 (9) 4h.33.50 (10) 2h.18.05 (9) 10. Elsa Hugot (FRA) - Gaëlle Martin (FRA) 15h.43.05 3h.57.44 (13) 4h.55.11 (12) 4h.30.02 (9) 2h.20.08 (11) 11. Martina Senn (AUT) - Anouk Doore (BEL) 15h.50.20 3h.53.35 (11) 4h.53.58 (11) 4h.42.52 (11) 2h.19.55 (10) 12. Delphine Avenier (FRA) - Cecile Guerry (FRA) 16h.00.08 3h.55.49 (12) 4h.53.02 (10) 4h.50.36 (13) 2h.20.51 (12) 13. Manon Fouque (FRA) - Tanya Naville (FRA) 16h.24.27 4h.02.37 (16) 5h.08.46 (15) 4h.51.00 (14) 2h.22.04 (13) 14. Stefanie De Simone (ITA) - Julia Kompatscher (ITA) 16h.26.30 3h.58.57 (14) 5h.06.59 (14) 4h.56.51 (15) 2h.23.43 (14) 15. Claudia Stletter (ITA) - Claudia Comello (ITA) 16h.31.01 4h.17.44 (20) 4h.57.17 (13) 4h.50.25 (12) 2h.25.35 (16) 16. Maribel M. de la Iglesia (SPA) - Naila Jornet Burgada (SPA) 16h.48.33 4h.04.32 (17) 5h.09.59 (17) 5h.00.32 (16) 2h.33.30 (17) 17. Marion Losappio (FRA) - Ivona Mihailova (BUL) 16h.52.14 4h.11.28 (19) 5h.12.05 (18) 5h.03.25 (17) 2h.25.16 (15) 18. Leanne Callaghan (GBR) - Gabriel Lees (GBR) 17h.14.34 4h.07.55 (18) 5h.09.49 (16) 5h.22.19 (18) 2h.34.31 (18) Assoluta maschile 1. Mathéo Jacquemoud (FRA) - William Bon Mardion (FRA) 9h.39.54 2h.22.12 (1) 3h.00.03 (1) 2h.48.52 (1) 1h.28.47 (1) 2. Matteo Eydallin (ITA) - Damiano Lenzi (ITA) 9h.50.35 2h.25.45 (2) 3h.03.35 (2) 2h.49.34 (2) 1h.31.41 (4) 3. Manfred Reichegger (ITA) - Lorenzo Holzknecht (ITA) 9h.53.27 2h.26.41 (3) 3h.05.09 (3) 2h.50.46 (3) 1h.30.51 (2) 4. Yannick Ecouer (SUI) - Martin Anthamatten (SUI) 10h.08.50 2h.27.45 (4) 3h.10.23 (5) 2h.58.11 (6) 1h.32.31 (5) 5. Xavier Gachet (FRA) - Florent Perrier (FRA) 10h.09.36 2h.34.08 (7) 3h.09.13 (4) 2h.55.24 (4) 1h.30.51 (2) 6. Michele Boscacci (ITA) - Robert Antonioli (ITA) 10h.11.48 2h.30.59 (6) 3h.10.44 (7) 2h.57.03 (5) 1h.33.02 (6) 7. Pietro Lanfranchi (ITA) - Davide Galizzi (ITA) 10h.19.33 2h.28.45 (5) 3h.12.22 (8) 3h.01.38 (7) 1h.36.48 (7) 8. Denis Trento (ITA) - Filippo Beccari (ITA) 10h.30.40 2h.36.22 (8) 3h.10.33 (6) 3h.03.05 (8) 1h.40.40 (15) 9. François Cazzanelli (ITA) - Filippo Barazzuol (ITA) 10h.52.31 2h.41.25 (11) 3h.21.56 (9) 3h.08.55 (9) 1h.40.15 (13) 10. Adrien Piccot (FRA) - Cédric Rémy (FRA) 10h.57.30 2h.41.41 (12) 3h.23.32 (10) 3h.10.55 (10) 1h.41.22 (16) 11. Marc Solà Pasoret (SPA) - Nil Cardona Coll (SPA) 10h.57.54 2h.43.11 (13) 3h.24.15 (11) 3h.11.46 (11) 1h.38.42 (10) 12. Léo Viret (FRA) - Cyrille Gardet (FRA) 11h.04.50 2h.40.59 (10) 3h.31.58 (16) 3h.12.07 (12) 1h.39.46 (12) 13. Pierre-François Gachet (FRA) - Idris Hirsch (FRA) 11h.07.33 2h.44.44 (14) 3h.28.32 (14) 3h.16.22 (17) 1h.37.55 (8) 14. Thomas Trettel (ITA) - Riccardo Dezulian (ITA) 11h.13.06 2h.45.05 (15) 3h.28.08 (13) 3h.16.26 (18) 1h.43.27 (25) 15. Andrew McNab (CAN) - Reiner Thöni (CAN) 11h.17.39 2h.47.21 (18) 3h.31.56 (17) 3h.14.08 (13) 1h.42.14 (18) 16. Steven Blanc (FRA) - Alexis Bonnel (FRA) 11h.20.02 2h.46.16 (16) 3h.28.48 (15) 3h.19.58 (22) 1h.45.00 (28) 17. Alexandre Duc Goninaz (FRA) - Gregory Vittoz (FRA) 11h.24.51 2h.52.58 (26) 3h.34.22 (19) 3h.16.06 (15) 1h.41.25 (17) 18. Iwan Arnold (SUI) - Gerhard Schneider (SUI) 11h.25.12 2h.46.53 (17) 3h.43.46 (35) 3h.16.18 (16) 1h.38.15 (9) 19. David Salamin (SUI) - Vincent Mabboux (SUI) 11h.25.37 2h.52.31 (25) 3h.34.06 (18) 3h.16.46 (19) 1h.42.14 (18) 20. Fabien Meynet (FRA) - Bastien Fleury (FRA) 11h.26.31 2h.54.14 (29) 3h.35.40 (22) 3h.16.01 (14) 1h.40.36 (14) Gli Italiani in classifica 21. Franco Nicolini - Federico Nicolini 11h.27.41 2h.51.10 (22) 3h.35.56 (24) 3h.18.02 (20) 1h.42.33 (21) 23. Matteo Stacchetti - Mattia Luboz 11h.32.35 2h.50.24 (20) 3h.36.20 (26) 3h.23.25 (27) 1h.42.26 (20) 27. Michele Maccabelli - Andrea Omodei 11h.43.40 2h.53.58 (28) 3h.35.23 (20) 3h.25.19 (31) 1h.49.00 (36) 46. Claudio Civerolo - Walter Martinetti 12h.40.29 3h.09.22 (49) 3h.53.14 (46) 3h.41.27 (45) 1h.54.26 (55) 59. Henri Grosjacques - Carlo Christille 13h.05.39 3h.25.45 (77) 4h.06.24 (71) 3h.45.18 (52) 1h.52.45 (48) 66. Dario Capitani - Stefano Rossatti 13h.08.25 3h.13.07 (61) 4h.07.08 (73) 3h.48.24 (59) 1h.59.46 (74) 68. Luca Calimodio - Maurizio Enrici 13h.12.52 3h.10.52 (54) 4h.12.18 (94) 3h.48.19 (58) 1h.53.23 (52) 74. Amos Rosazza Buro - Massimo Gaggino 13h.32.01 3h.25.19 (91) 4h.20.03 (93) 3h.53.48 (72) 1h.52.51 (50) 88. Paolo Stevenin - Andrea Collè 14h.01.06 3h.35.00 (109) 4h.18.45 (92) 4h.04.04 (88) 2h.03.17 (88) 97. Giosué Maestri - Mauro Bonazza 14h.13.37 3h.30.33 (100) 4h.14.55 (84) 4h.19.17 (118) 2h.08.52 (116) 103. Antonio Brusaferro - Giorgio Pichi 14h.20.40 3h.36.41 (113) 4h.26.03 (112) 4h.10.50 (103) 2h.07.06 (105) 112. Roberto Testini - Michele Angeli 14h.33.03 3h.37.57 (119) 4h.29.31 (119) 4h.19.14 (116) 2h.06.21 (99) 123. Fabrizio Lorenzi - Davide Darioli 14h.52.27 3h.43.43 (140) 4h.36.48 (133) 4h.22.22 (127) 2h.09.34 (121) 124. Luca Baiardi - Davide Tarditi 14h.53.07 3h.42.56 (136) 4h.34.59 (127) 4h.23.13 (130) 2h.11.59 (131) 125. Marco Pietro Riva - Luca Raimondo 14h.55.03 3h.48.05 (150) 4h.34.20 (125) 4h.28.32 (139) 2h.04.06 (92) 126. Andrea Tropiano - Emanuele Giannelli 14h.55.29 3h.35.40 (110) 4h.39.52 (140) 4h.28.05 (136) 2h.11.52 (130) 131. Gwendal Peizerat (FRA) - Marco Camandona 14h.59.42 3h.50.31 (154) 4h.38.45 (139) 4h.20.55 (122) 2h.09.31 (120) 133. Giovanni Ferraris - Roberto Caucino 15h.05.05 3h.42.26 (134) 4h.24.59 (109) 4h.47.03 (154) 2h.10.37 (127) 137. Monica Sartogo - Tommaso Zanotelli 15h.08.51 3h.43.54 (141) 4h.45.43 (145) 4h.27.24 (134) 2h.11.50 (129) 138. Gabriele Caldinelli - Paolo Gregorini 15h.09.42 3h.43.10 (139) 4h.42.03 (143) 4h.23.58 (131) 2h.20.31 (152) 159. Alessandro Bianco - Roberto Tanotti 16h.52.00 4h.08.44 (172) 5h.13.08 (166) 5h.00.09 (161) 2h.29.59 (160)
PIERRA MENTA \\ classifica CADETTI E JUNIORES
TEMPO 3 TAPPA
TEMPO FINALE
TEMPO 1 TAPPA
TEMPO 2 TAPPA
Cadetti femminile 1. Adele Milioz (FRA) - Fanny Maynet-Cordonier (FRA) 3h.50.53 1h.47.14 (1) 2. Giulia Compagnoni (ITA) - Giulia Murada (ITA) 3h.53.22 1h.54.13 (2) 3. Manon Gaydon (FRA) - Kéva Fillon (FRA) 4h.16.46 1h.59.54 (3) 4. Giulia Gherardi (ITA) - Debora Contrio (ITA) 4h.44.25 2h.20.46 (4) 5. Sofia Cristini (ITA)- lessia Re (ITA) 5h.12.05 2h.23.01 (5) 6. Elisa Pedrolini (ITA) - Camilla De Petri (ITA) 5h.21.27 2h.28.35 (6) 7. Francesca Sambrizzi (ITA)- Elisa Dei Cas (ITA) 5h.34.44 2h.35.46 (7)
2h.03.39 (2) 1h.59.09 (1) 2h.16.52 (3) 2h.23.39 (4) 2h.49.04 (5) 2h.47.52 (6) 2h.53.58 (7)
Cadetti maschile 1. Pietro Canclini (ITA) - Davide Magnini (ITA) 2h.48.38 1h.20.24 (1) 2. Simon Bellabouvier (FRA) - Paul Chavanes (FRA) 2h.54.11 1h.24.05 (2) 3. Thomas Corthay (SUI) - Erik Pettavino (ITA) 3h.01.55 1h.28.44 (4) 4. Iñigo Martinez de Albornoz (SPA) - Gotzon Martin San (SPA) 3h.05.47 1h.26.44 (3) 5. Antoine Philipp (FRA) - Will Juillaguet (FRA) 3h.13.42 1h.35.34 (6) 6. Nicola Brida (ITA) - Maurizio Bugna (ITA) 3h.14.17 1h.33.43 (5) 7. Fabio Pettina (ITA) - Enrico Loss (ITA) 3h.21.21 1h.35.49 (7) 9. Andrea Greco (ITA) - Thomas Muscetti (ITA) 3h.27.24 1h.46.26 (14) 10. Michele Cazzanelli (ITA) - Matteo Gottardelli (ITA) 3h.28.29 1h.40.16 (9) 11. Alessandro Calabrini (ITA) - Nicola Bertocchi (ITA) 3h.30.21 1h.42.19 (10) 13. Sergio Poli (ITA) - Daniele Carobbio (ITA) 3h.41.27 1h.46.17 (13) 15. Matteo Corazza (ITA) - Davide Zugnoni (ITA) 3h.51.53 1h.52.46 (16) 17. Jean Marc Perrier (ITA) - Mathieu Podio (ITA) 4h.00.38 1h.53.31 (17) 18. Davide Gusmeroli (ITA) - Luca Spini (ITA) 4h.04.28 1h.54.03 (18) 21. Simone Dell’Avanzo (ITA) - Mattia Simonini (ITA) 4h.30.11 2h.10.18 (21) 22. Matteo Greco (ITA) - Patrick Bertolina (ITA) 4h.42.03 2h.16.51 (23)
1h.28.14 (1) 1h.30.06 (2) 1h.33.11 (3) 1h.37.03 (4) 1h.38.08 (5) 1h.40.34 (6) 1h.45.32 (9) 1h.40.58 (7) 1h.48.13 (11) 1h.48.02 (10) 1h.55.10 (13) 1h.59.08 (14) 2h.07.07 (19) 2h.10.25 (20) 2h.19.53 (21) 2h.25.12 (22)
Juniores femminile 1. Alba De Silvestro (ITA) - Inka Belles Naudi (AND) 3h.28.23 1h.39.57 (1) 2. Sophie Mollard (FRA) - Laura Balet Caixach (SPA) 3h.50.28 1h.49.16 (2) 3. Natalia Mastrota (ITA) - Erica Rodigari (ITA) 4h.00.52 1h.53.33 (3) 4. Erola Bisquert Parés (SPA) - Eva Magret Descamps (SPA) 4h.29.06 2h.06.29 (5) 5. Lise Favre (FRA) - Justine Nawi (FRA) 4h.38.18 2h.10.53 (6) 6. Michela Martinelli (ITA) - Martina Da Rin Zanco (ITA) 4h.39.07 2h.04.29 (4)
1h.48.26 (1) 2h.01.12 (2) 2h.07.19 (3) 2h.22.37 (4) 2h.27.25 (6) 2h.34.38 (8)
Juniores maschile 1. Nadir Maguet (ITA) - Stefano Stradelli (ITA) 2h.42.05 1h.17.48 (1) 2. Luca Faifer (ITA) - Michele Pedergnana (ITA) 2h.45.09 1h.18.35 (2) 3. Emilien Bochet (FRA) - William Perrier (FRA) 2h.47.55 1h.19.16 (3) 4. Baptiste Spicher (SUI) - David Brodard (SUI) 2h.52.46 1h.20.48 (4) 5. Gian Luca Vanzetta (ITA) - Simone Bettega (ITA) 2h.53.15 1h.22.34 (5) 6. Alessandro Cioccarelli (ITA) - Simone Puricelli (ITA) 2h.53.44 1h.23.20 (7) 8. Luigi Pedranzini (ITA) - Norman Gusmini (ITA) 2h.57.41 1h.23.16 (6) 9. Marco Gusmeroli (ITA) - Samuele Vairetti (ITA) 3h.06.51 1h.28.59 (9) 10. Edoardo Gianoli (ITA) - Giovanni Gelmi (ITA) 3h.08.37 1h.29.25 (10) 15. Stefano Da Prada (ITA) - Edoardo Pedranzini (ITA) 3h.14.43 1h.31.55 (12) 26. Francesco Leoni (ITA) - Giulio Maj (ITA) 3h.27.14 1h.40.24 (28) 31. Roberto Roseo (ITA) - Claudio Antonioli (ITA) 3h.38.17 1h.44.10 (32) 32. Matteo Toniatti (ITA) - Emanuele Sanna (ITA) 3h.38.45 1h.43.26 (30) 35. Francesco Della Vedova (ITA) - Silvio Bardea (ITA) 3h.45.51 1h.49.41 (36) 36. Roger Bovard (ITA) - Jordi Favre (ITA) 3h.47.13 1h.47.11 (35) 37. Henri Aymonod (ITA) - Enrico Cognein (ITA) 3h.52.25 1h.54.36 (39) 38. Michele Mevi (ITA) - Gianluca Martinelli (ITA) 4h.00.00 1h.54.33 (38)
1h.24.17 (1) 1h.26.34 (2) 1h.28.39 (3) 1h.31.58 (6) 1h.30.41 (5) 1h.30.24 (4) 1h.34.25 (8) 1h.37.52 (9) 1h.39.12 (11) 1h.42.48 (18) 1h.46.50 (23) 1h.54.07 (31) 1h.55.19 (32) 1h.56.10 (33) 2h.00.02 (37) 1h.57.49 (35) 2h.05.27 (39)
Special outsider
Sembra strano considerare ‘outsider’ Roberta Pedranzini e Francesca Martinelli, proprio alla Pierra Menta per giunta. Ma così dev’essere, perché dopo aver dominato la scena per anni, e dopo aver vinto ancora nel 2012, Roberta rientrava dopo un’operazione alla colonna vertebrale che le aveva imposto uno stop di mesi. Per loro era comunque un successo il ritrovarsi insieme in team alla Pierra Menta, una specie di rinascita. Obiettivo massimo: riuscire a completarla. Con poche migliaia di metri nelle gambe e nessuna uscita oltre i mille metri, Roberta ha affrontato la tappa d’esordio in crescendo: prime discese prudentissime nonostante il tutore. Poi sempre meglio fino a mettere a dura prova in salita Francesca sul finale. Quinto tempo per loro, a 1’ 20” da Bernier-Smiley e a soli 4’ dalle elvetiche che occupavano il terzo posto. L’avventura di Roberta Pedranzini però è finita presto: dopo la prima tappa le conseguenze per la schiena ancora convalescente le hanno impedito di ripartire per una nuova serie di discese traumatiche. Decisione presa subito all’arrivo, anche se comunicata appena prima della partenza della seconda.
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GARA DEL MESE PIERRA MENTA 2013
LIVE REPORT
Per Manfred Reichegger, in coppia con Lorenzo Holzknecht, un secondo posto di tappa e una Pierra molto regolare
Axelle Mollaret ed Elena Nicolini subito seconde e squadra più equilibrata che nelle rispettive nazionali
PIERRA MENTA 2013 \\ DAY 1 - GIOVEDÌ 21 MARZO
L’alba dell’assalto T
LA PARTENZA | Grande concentrazione da parte di tutti i quattrocento atleti al via: si profilano quattro giorni di passione e fatica. Per gli azzurri la voglia di sovvertire il pronostico che vede favoriti Bon Mardion e Jacquemoud SCOREBOARD PIERRA MENTA GIORNO 1
ensione, concentrazione ed euforia. Nelle espressioni concentrate di chi lottava per il primato o in quelle di tutti i quattrocento scialpinisti che si riscaldavano sul pendio di partenza di Arèches per la gara faro del circuito La Grande Course. Per i ‘nostri’ c’era un qualcosa in più, la sensazione che per vincere bisognava sovvertire un pronostico: i due uomini più forti nello scialpinismo sono i francesi William Bon Mardion e Mathéo Jacquemoud. Che hanno deciso di correre in team la Pierra Menta 2013 e il giorno fatidico era proprio arrivato. Tutte le gare affrontate fino a quel momento, per quanto dure, tecniche, lunghe, sbiadivano nel confronto con la gara ‘monstre’ che stava per partire. La Pierra Menta, la Madre di tutte le gare, avrebbe richiesto la massima concentrazione per quattro giorni consecutivi: oltre 10.000 metri in quattro giorni, tracciati senza pietà, restano una cosa seria anche nell’epoca del carbonio e della preparazione atletica evoluta. Allo stesso tempo però si respirava l’euforia che elettrizza l’aria prima di un evento unico e inimitabile nel suo genere.
FRANCESI SUBITO ALL’ATTACCO Si è ripetuto lo schema classico di questa stagione: Mathéo Jacquemoud e William Bon Mardion a condurre dall’inizio alla fine e un gruppo composto prevalentemente da italiani a inseguire e tentare attacchi almeno fin quando possibile. Cioè solo sulla prima salita. Sulla carta il team formato da Matteo Eydallin e Damiano Lenzi aveva delle buone chance, legate soprattutto alla crescita dello stato di forma e all’estro dei due, oltre che alle loro capacità in discesa. Però i francesi hanno sfoderato una prestazione se possibile ancora migliore di quella con cui avevano dominato un altro confronto diretto significativo, nella Team Race mondiale a Pelvoux. La differenza l’ha fatta Bon Mardion, che sembrava tenere il passo di Jacquemoud in salita con molta meno difficoltà che nelle precedenti occasioni. Le squadre italiane hanno funzionato tutte bene e il criterio di giudizio è stato il confronto tra i loro valori, o con quello degli svizzeri, per esempio. Lorenzo Holzknecht e Manfred Reichegger hanno tenuto a lungo la seconda posizione e poi hanno concluso terzi poco dietro a Lenzi-Eydallin. Dopo Ecoeur-Anthamatten, Pietro Lanfranchi e Davide Galizzi hanno difeso bene la quinta piazza. Michele Boscacci e Robert Antonioli hanno realizzato una bellissima prima tappa, conquistando la sesta piazza e soprattutto mettendo in cascina ben 4’ di margine sui francesi Gachet e
TESTA A TESTA: purtroppo non è durato moltissimo, ma per tutto il primo terzo di gara le due squadre italiane non hanno mollato i battistrada francesi. Alla luce di quello che è successo nelle parti successive della prima tappa bisogna dire che hanno fatto miracoli. Da quel momento in poi i testa a testa si sono limitati a loro: alle due squadre italiane in lotta per il secondo e il terzo posto. LA SORPRESA: Lorenzo Holzknecht ritrovato dopo un periodo con il motore che funzionava con un cilindro in meno. Con Manfred Reichegger che comunque riusciva a tenerlo bene con prestazioni sempre di vertice e di grandissima esperienza, ma questa non è una sorpresa.
Perrier. In coppia sono i due Espoir più forti del mondo, però Antonioli proprio alla Pierra Menta ha pagato una stagione lunghissima, sempre al vertice, correndo su tutte le distanze: un fenomeno, ma i miracoli non esistono e si è vista bene la sua stanchezza, anche se ha fatto di tutto per tener duro. Bon MardionJacquemoud, è stato subito chiaro che si combatteva per il secondo posto...
LAETITIA E MIREIA IN SCIOLTEZZA Laetitia Roux e Mireia Mirò hanno espletato la prima formalità, con rispetto parlando per tutte le altre. Sono le due più forti individualmente e in squadra sono anche
abbastanza equilibrate: mix esplosivo che produce sempre tempi devastanti. Oltre 9’ di distacco nelle prime tre ore di gara a Elena Nicolini e Axelle Mollaret, non esattamente le ultime arrivate, sono molto eloquenti. In compenso si è profilato fin dal primo giorno un bel duello per il secondo posto: Nicolini-Mollaret si sono scoperte più equilibrate tra loro di quanto non siano abitualmente con le rispettive compagne di squadra nazionale. Con meno differenze da scartare sui vari terreni si sono subito avvantaggiate di quattro preziosi minuti sulle elvetiche Maude Mathys ed Emilie Gex-Fabry. T
LA DELUSIONE: Matteo Eydallin e Damiano Lenzi, essere sempre cresciuti per tutte le ultime gare fino a riuscire anche a battere i francesi, andare forte, non sbagliare niente, non subire cali, trovarsi bene in team: e ritrovarseli ancora davanti, con quel distacco. LA CURIOSITÀ: William Bon Mardion ha gareggiato registrando alcune fasi di gara su una GoPro fissata al petto. Belle le immagini delle sue discese, ma soprattutto impressionante la libertà che si permette in uno sport in cui si limano i mezzi grammi e le frazioni di secondo per restare competitivi.
Eydallin, all’arrivo del primo giorno
Michele Boscacci e Robert Antonioli hanno conquistato il sesto posto di tappa mettendo in cascina 4 minuti di vantaggio su GachetPerrier.
«Bisogna capire se sono andati forte loro o piano noi. Adesso dobbiamo parlare con gli altri, perché se noi siamo andati bene e ci siamo presi 3’ 30”, vuol dire che quei due fanno un altro sport. Dopo la botta a Pelvoux, gestisco le discese, almeno quelle prima dell’ultima. In una gara di quattro giorni sarebbe stupido buttare via subito tutto per recuperare qualche secondo».
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PIERRA MENTA 2013 \\ DAY 2 - VENERDÌ 22 MARZO
Game over...
GIOCHI FATTI | La seconda tappa è stata quella decisiva per la vittoria finale: William Bon Mardion e Mathéo Jacquemoud hanno fatto valere la loro superiorità. Laetitia Roux e Mireia Mirò hanno continuato la loro ‘Pierra’ in solitaria
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e gare si vincono quando si taglia il traguardo e la Pierra Menta non fa certo eccezione, ma il secondo giorno è stato quello cruciale. Almeno per la testa della classifica, dove si confrontano team che non sbagliano mai fino al punto di regalare la gara ai propri avversari. Il distacco del primo giorno poteva ancora essere recuperato, in teoria. Se invece si fosse ripetuto, la Pierra Menta poteva dirsi partita persa. Non che avessero bisogno di conferme così nette, ma gli inseguitori del team di William Bon Mardion e Mathéo Jacquemoud hanno dovuto constatare subito che anche quel giorno la gara si sarebbe limitata alla lotta per il secondo posto. Alla fine si è rivelata la tappa più dura delle quattro. Psicologicamente si era ‘solo’ al secondo giorno. Le gambe hanno sofferto discese con neve più faticosa del solito da domare: i primi sanno sciare in qualunque neve e comunque trovano la superficie ancora abbastanza regolare, gli ultimissimi la trovano tritata e ammorbidita da centinaia di passaggi. Ma la maggior parte del gruppo deve spesso fare i conti con una via di mezzo in cui si subisce la crosta e le irregolarità, ma la neve è comunque già abbastanza pressata da alzare la velocità e costringere a maggiori sforzi per rallentare: il vero problema da affrontare su terreni ripidi obbligati. E alla Pierra Menta è praticamente tutto terreno così. PROGRESSIONE INARRESTABILE Bon Mardion e Jacquemoud hanno spento le speranze degli altri. Così il gruppo degli inseguitori ha viaggiato compatto fino alla salita più lunga, la terza, lasciando sfogare la furia dei due francesi. Bon Mardion specialmente ha subito impressionato, dettando il forcing al gruppo che lo inseguiva, distanziato di qualche decina di metri, nel passaggio a piedi tra le case di Arèches sul chilometro di corsa in salita su asfalto. Uno spettacolo: un gigante di 80 kg per 187 cm che distanziava atleti asciutti e leggeri. Rimessi gli sci ai piedi, il gruppo ha costantemente ceduto metri ai francesi, che in discesa se ne sono andati. E alla fine del tappone condotto sempre in fuga, il vantaggio del team francese in classifica generale è raddoppiato, superando i 7’. Pratica 2013 archiviata. Nella Pierra Menta degli altri, Eydallin e Lenzi hanno aumentato i giri del motore nella seconda parte della terza salita, staccando al traguardo Holzknecht-Reichegger di circa 1’30”. Il secondo team francese, Gachet-Perrier, ha fatto una bella corsa, recuperando svantaggio accumulato nella pessima prima giornata, e ha agguantato il quarto posto proprio nelle ultime fasi. I due sono però rimasti a ben 4’ dal podio di tappa, e così gli elvetici Ecoeur-Anthamatten sono riusciti a mantenere ancora
SCOREBOARD PIERRA MENTA GIORNO 2 TESTA A TESTA: giornata ‘no’ per Elena Nicolini e proprio nella tappa più lunga. Ma ha tenuto duro per limitare i danni e la sua giovanissima compagna Axelle Mollaret ha collaborato bene. Le elvetiche si piazzano davanti e praticamente annullano il gap. A metà Pierra Menta è tutto da rifare. LA SORPRESA: gran sesto posto di tappa per TrentoBeccari. Tecnicamente non è una vera sorpresa, per preparazione e longevità agonistica sono adatti ai tapponi. Erano molto contenti e anche un po’ sorpresi. LA DELUSIONE: Pietro Lanfranchi, sconsolato, recuperava zuccheri e liquidi seduto su una panca del ristoro. Si dispiaceva per la propria prestazione senza prendere scuse e meditava decisioni epocali. Non sapeva ancora che stava correndo la Pierra Menta con lo sterno incrinato e che quindi stava facendo miracoli. Altro che smettere! LA CURIOSITÀ: William Bon Mardion vive proprio ad Arèches e tra i suoi parenti figurano alcuni dei fondatori della Pierra Menta. Solo due chilometri da casa sua, alla zona di partenza-arrivo. Il suo passaggio in testa alla corsa a ritmi infernali tra le case del paese, nelle prime fasi di gara, può certamente spiegarsi così.
Le condizioni della neve Ad Arèches paese ‘solo’ un metro scarso. Più in alto, alla partenza, girato l’angolo, almeno due metri nel fondovalle. Circa tre metri in quota. Il primo metro e mezzo pressatissimo, la parte superiore del manto risultante invece da una recente intensa precipitazione che in 48 ore aveva depositato altri 150 centimetri sopra il vecchio strato. Dopodiché qualche giorno di sole e di rigelo notturno ha variamente trasformato l’ultimo apporto secondo le esposizioni. Neve farinosa leggera su ogni versante solo sopra i 2000 metri circa. Sotto e sui quadranti meridionali un po’ di crosta non portante che le prime squadre si incaricavano di tritare a vantaggio del gruppo. Dopo i primi due giorni il rigelo notturno è stato praticamente assente per via di passaggi nuvolosi e del forte rialzo termico finale. Quindi in basso polenta molle per tutti.
il quarto posto in classifica generale pur avendo occupato la quinta piazza di giornata. È stata una bellissima tappa anche per Trento-Beccari. Il loro sesto posto, ottenuto in progressione sulla distanza, non li ha fatti avanzare in classifica gene-
Montagne di neve ed evoluzioni freeride
rale ma li ha mantenuti nella zona alta con la relativa ottava piazza. Dopo di loro un buco nero profondo oltre 15’, che nei giorni seguenti avrebbe separato ancora di più i top skier da tutti gli altri. Molto tonico si è confermato Michele Boscacci, che nel famoso chilometro iniziale su asfalto controllava Bon Mardion. Con Robert Antonioli hanno solo limitato i danni rispetto a Gachet-Perrier, ma soprattutto hanno messo nel mirino Galizzi-Lanfranchi. Quest’ultimo ha pagato la sua personalissima ‘crisi del secondo giorno di Pierra’, ma soprattutto i postumi della botta subita in discesa il giorno prima. Al traguardo si sono susseguite a larghi intervalli facce soddisfatte ma molto meno euforiche che il primo giorno. La neve variabile in discesa ha moltiplicato l’impegno di una tappa davvero molto lunga, se si considera che è stata vinta in 3h 00’ 03”. MARCIA TRIONFALE In magnifico isolamento rispetto alle con-
Nelle foto: in alto Jacquemoud-Bon Mardion hanno fatto subito il vuoto anche nella seconda tappa, sotto a sinistra Eydallin e Lenzi, ancora secondi alle spalle dei due francesi, a destra Filippo Beccari incitato dal pubblico nello spettacolare passaggio di corsa tra le case di Arèches
correnti più dirette, è proseguita regolare la marcia trionfale di Laetitia Roux e Mireia Mirò, che hanno così concluso la tappa totalizzando 30’ totali di margine. Anche e soprattutto per loro, come per Bon Mardion-Jacquemoud, vale il principio che se partono… vincono. E all’arrivo non lo esibiscono, ma è evidente che non hanno affatto bisogno di dare il 100%. Quasi 20’ alle loro spalle le elvetiche Gex-Fabry e Maude Mathys hanno battuto di due minuti Nicolini-Mollaret, che però hanno conservato il secondo posto in classifica generale con meno di 1’ di margine. E la gara per le altre posizioni del podio si è riaperta. Bernier-Smiley hanno rafforzato il loro quarto posto, anche perché è già finita l’avventura di Roberta Pedranzini costretta ad alzare bandiera bianca. Con Pedranzini-Martinelli out, sono salite in quinta posizione le altre valtellinesi Rossi-Besseghini, comunque in crescita dopo la prima tappa, molto condizionata da un forte raffreddamento di Raffaella. T
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GARA DEL MESE PIERRA MENTA 2013
CURIOSITà
‘Sci club’ Nicolini
LIVE REPORT
Per tutta la stagione li abbiamo incontrati alle gare e quasi ci si fa l’abitudine. E invece no: bisogna ricordarsi bene che queste non sono cose ‘normali’. Franco ‘Franz’ Nicolini, il capostipite, si gioca sempre il podio Master. Elena Nicolini è costantemente in crescita in tutti i suoi valori atletici ed è diventata una certezza in squadra nazionale. Federico ‘Kikko’ Nicolini è uno degli Junior italiani più forti, e gli Junior italiani sono i più forti. E poi c’è un iscritto speciale allo ‘Sci Club Nicolini’ che fa Galizzi di cognome. Davide dovrà rassegnarsi a questa doppia identità, anche perché con la grinta della fidanzata Elena c’è poco da scherzare. E c’è anche il ‘Fan Club’ sempre presente: Sandra, la mamma, accompagna il clan e tiene a bada la ‘Kicca’, che a novembre era mezzo chilo di pelo morbido e ora è un bellissimo cane a tutti gli effetti. Ma a vederli tutti in azione alla Pierra Menta, la parte da libro Cuore si è fatta secondaria rispetto all’impressionante dimostrazione di forza da parte del team Franco-Federico. Padre e figlio, Master e Junior, il più vecchio e il più giovane dei 400. Se questa fosse solo retorica strappalacrime, non registreremmo il ventunesimo posto assoluto del team. Per ognuno dei due una prestazione sportiva di valore assoluto, per nulla scontata (anche se Ski-alper l’aveva prevista). Un’esperienza personale e familiare fortissima, che poche persone possono anche solo immaginare in una vita normale. La loro squadra, ben funzionante ed equilibrata, offre inoltre spunti interessanti che riguardano la preparazione, le attitudini, la gestione dello sforzo e delle risorse tecniche da parte di due atleti teoricamente un po’ fuori età rispetto allo standard comunemente accettato per impegni di questo tipo. Invece un adolescente e un Master ‘anziano’ si piazzano nell’élite mondiale dello scialpinismo nella gara più dura e difficile. Divertendosi, recuperando bene, ripetendosi costanti, perfino in crescita. Quattro giorni di seguito così non possono essere solo un caso.
PIERRA MENTA 2013 \\ DAY 3 - SABATO 23 MARZO
Il giorno dei cordini
SCOREBOARD PIERRA MENTA GIORNO 3 TESTA A TESTA: NicoliniMollaret hanno ristabilito le distanze su Gex FabryMathys. Gachet-Perrier hanno recuperato altro tempo rispetto alla prova opaca del primo giorno e hanno messo nel mirino Ecoeur-Anthamatten. LA SORPRESA: Che Jacquemoud salga mediamente più forte del proprio coequipier si sa, ma vederlo addirittura trascinare con il cordino Bon Mardion è uno spettacolo nello spettacolo. LA DELUSIONE: Damiano Lenzi ha tagliato il traguardo stizzito con la punta dello sci che gli ha impedito di tentare il colpo. Poteva essere la giornata buona per rischiare un po’ e cercare la vittoria di tappa, a giochi ormai fatti per la generale.
TUTTI IN CORDATA | Non c’è stata la salita al Grand Mont, ma l’ingaggio non è mancato: buona parte dei concorrenti hanno scelto di affrontare la tappa legati
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n mancanza del transito sulla cima del Grand Mont, neutralizzata per la troppa neve ‘nuova’, il famoso terzo giorno della Pierra Menta 2013 può essere ribattezzato ‘il giorno dei cordini’. Un numero insolitamente alto di cordini sono sbucati dagli zaini, limitando i danni. Qualche squadra è partita in cordata da subito, complici i primi 600 metri positivi sulla pista a tratti abbastanza ripida. E in seguito ne sono comparsi molti altri, anche tra gli insospettabili. A qualcuno non piacciono. Altri li considerano anti-etici. Altri ancora invece li considerano una bella espressione tecnica e sportiva della gara in team. Comunque i cordini sono un bello spettacolo: il pubblico assiepato stavolta sulla cresta apprezzava con un 50 per cento di incitamento in più i passaggi delle cordate di conserva corta a corda molto, molto tesa. AZZURRI A CACCIA DELLA TAPPA È stato anche il giorno dell’attacco portato dagli italiani al ‘wonder team’ Jacquemoud-Bon Mardion. Complice una prestazione leggermente meno brillante del solito in salita da parte di Bonma, l’equipe francese è riuscita a staccare gli altri solo nella parte centrale di gara, con un divario giunto a un minuto al massimo. Poi Eydallin-Lenzi hanno aperto tutto il gas sulla lunga salita dell’anticima del Grand Mont, ‘Cima Brosse’, lasciando a qualche decina di secondi i regolarissimi Holzknecht-Reichegger. In vista dello scollinamento hanno recuperato il team francese: il minuscolo Jacquemoud trainava il ciclopico Bonma a cordino ben teso. È stato allora che i cannibali hanno mollato
tutto nell’ultima lunga discesa, interrotta solo da una breve risalita sprint di circa cento metri. Bella prestazione tecnica dei due italiani al loro inseguimento, finché un blocco di valanga rigelato non si è messo davanti a uno sci di Lenzi, che ha avuto la peggio. Nel seguito della discesa era prioritario finire la Pierra Menta più che proseguire l’inseguimento rischiando la rottura completa e il ritiro o un ritardo molto maggiore (Reichegger-Holzknecht incombevano) e alla fine il vantaggio dei vincitori si è limitato a 45 secondi. Reichegger e Holknecht hanno incassato il solito minutino e poco, regolari come metronomi in una Pierra Menta che hanno condotto alla perfezione fino a quel momento.
Nelle foto: in alto, non si è arrivati al Grand Mont ma lo spettacolo è stato sempre lo stesso. Sotto l’assiepamento del pubblico nella tappa più bella
Dato certificato dal distacco inflitto ai quarti classificati di giornata: quasi 5’ agli ottimi Gachet-Perrier, un abisso. Quindi è confermato un altro dato: non è che i team italiani vadano piano, è che il top team francese va forte. Ecoeur e Anthamatten hanno conservato il quarto posto nella generale, ma sono entrati nel mirino del team francese Gachet-Perrier. Bellissima gara di squadra da parte dei due ‘esp’ Boscacci-Antonioli: il primo particolarmente tonico e a proprio agio nei giorni di Pierra Menta, il secondo che ha fatto miracoli per prolungare una stagione sempre ai vertici, correndo in tutte le specialità, dalle sprint alla Pierra. Anche nel loro caso, un uso moderato del cordino ha raggiunto il risultato: ancora sesti in classifica generale, a un solo secondo da Gachet-Perrier. I due francesi si sono dimostrati in palla e in netta crescita giorno su giorno. Giochi ancora aperti, almeno sulla carta. Il rimorso di Boscacci: «Dovevamo tirar fuori il cordino anche ieri, adesso avremmo più margine». Peccato solo che abbiano agguantato il sesto posto ai danni di Galizzi-Lanfranchi, con quest’ultimo sofferente per i postumi della caduta. Cordino anche per loro, ma Lanfranchi saliva davvero sofferente nonostante mascherasse dando tutto e qualcosa in più, come fa sempre. SOLITO VERDETTO Il terzo giorno Roux-Mirò hanno rifilato solo 10’ a Nicolini-Mollaret, le quali hanno a loro volta staccato di ben 9’ le più dirette inseguitrici Mathys-Gex Fabry, rimettendo così le cose al loro posto. Nonché una seria ipoteca
LA CURIOSITÀ: giornata sotto tono per William Bon Mardion e meno distacco del solito agli italiani, che si rifanno sotto a metà gara. Motivo? Notte insonne a causa del bimbo ammalato da accudire.
sul secondo posto finale, dopo che il loro vantaggio si era ridotto a meno di 1’ in gara due. Progressione regolare e posizioni abbastanza consolidate nella generale per Bernier-Smiley, quarte, e Besseghini-Rossi, quinte. PIERRA MENTA JEUNES La qualità della scuola italiana si è subito confermata presso l’università dello scialpinismo. Ma anche le altre due-tre nazioni europee leader stanno lavorando bene. Davvero tanti giovani, anche dopo quelli noti per la loro appartenenza a squadre nazionali, hanno evidenziato un livello tecnico alto, sicuramente frutto del lavoro diffuso di base. Sono troppi, per essere il prodotto di pochi singoli allenatori, è un sistema ben preciso. In questo senso la Pierra Menta è la vera occasione per mettere in mostra il meglio del movimento internazionale, e cioè la crescita diffusa del tasso tecnico dei giovani. Che oltretutto possono mettersi in confronto diretto con l’altra categoria e iniziare a tastare percorsi veri sui dislivelli che dovranno affrontare regolarmente col passaggio tra gli Espoir. La team race ha evidenziato maggiormente il livello dei giovani italiani: Magnini-Canclini tra i Cadetti e Stradelli-Maguet seguiti da Pedergnana-Faifer tra gli Junior hanno praticamente fatto il vuoto. Qualche problema sulle discese Pierra Menta per Compagnoni-Murada tra le Cadette, battute e distanziate dalle francesi Milloz-Meynet Cordonier. Nessun problema, invece, per Alba De Silvestro, che ha corso in team Junior con la forte andorrana Inka Belles-Naudi, l’unica in grado di impensierirla, almeno un po’, nei confronti diretti. T
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PIERRA MENTA 2013 \\ DAY 4 - DOMENICA 24 MARZO
L’ultima fatica
BILANCIO FINALE | Mathéo Jacquemoud e William Bon-Mardion ‘cannibali’: hanno vinto anche l’ultima tappa. Passerella per Laetitia Roux e Mireia Mirò, senza rivali ancor più dei due francesi
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SCOREBOARD PIERRA MENTA GIORNO 4
lba livida e partenza di primo mattino nella semi oscurità per via della cappa di nuvole basse, ma nel gruppo serpeggiava l’eccitazione dell’ultimo giorno di scuola: era quasi fatta! Ancora uno sforzo, ‘solo’ 1600 metri e poi la Pierra Menta 2013 sarebbe stata conquistata. Davanti, invece, i giochi erano fatti praticamente per tutti. Solo Boscacci-Antonioli, Gachet-Perrier e Ecoeur-Anthamatten dovevano dare tutto per i piazzamenti tra il quarto e il sesto. Per gli altri passerella, o attacco solo per la tappa, o al pascolo tranquilli. L’ultima tappa è stata l’unica gara normale di scialpinismo, se così si possono definire gli ultimi di oltre diecimila metri in quattro giorni di gare difficili. Comunque più tecnica sul terreno, classic-style con pochi cambi d’assetto e mai artificiosi, con discese che fanno più differenza. In compenso la neve morbida da mancato rigelo notturno ha facilitato un finale soft anche per le zone basse della classifica e così gli arrivi si sono susseguiti più ravvicinati del solito. Partenza alle 7, 1.500 metri in due lunghe risalite e alle 8.30 la classifica finale della Pierra Menta 2013 era già definitiva per le prime dieci posizioni. CI PROVANO GLI SVIZZERI A Pierra Menta ormai fatta, il quarto giorno poteva essere quello degli outsider. Gli inseguitori del ‘dream team’ francese si sono, infatti, molto impegnati nelle primissime fasi. Anche gli svizzeri hanno attaccato, ma hanno solo provato ‘l’effetto che fa’ per qualche minuto, poi hanno dovuto riconoscere che i ‘cannibali’ volevano vincere per distacco anche l’ultima tappa. Bon Mardion ha rimesso il turbo, dopo il piccolo calo nella terza tappa dovuto a una notte insonne, e ha finalmente realizzato il sogno di vincere in casa dopo anni di tentativi infruttuosi. Ennesima gara in fuga per Mathéo Jacquemoud e William Bon Mardion, dunque. I due hanno tagliato il traguardo in 1h 28’ 47”, 2’ davanti a Holzknecht-Reichegger e ai francesi Gachet-Perrier, accreditati dello stesso tempo ma con la coppia italiana in grande giornata e avanti di qualche metro sotto lo striscione. Ad altri 50” Eydallin-Lenzi, poi Ecoeur-Anthamatten e Antonioli-Boscacci. Ventidue minuti più tardi sono arrivate anche Laetitia Roux e Mireia Mirò, seguite a 4’ dalle elvetiche Mathys-Gex Fabry e poi da Nicolini-Mollaret che hanno conservato agevolmente la seconda piazza in classifica generale. Bella la battaglia per questo secondo posto femminile: due tappe per squadra e un po’ di thrilling con il distacco che faceva elastico ogni giorno. ALBA E INKA SENZA RIVALI Per due giorni i Giovani hanno potuto confrontarsi con il criterio assoluto: il percorso Pierra Menta, uguale per tutti. E a squadre, la quintessenza dello skialp race classico su percorsi di scialpinismo vero.Tutte le categorie hanno
TESTA A TESTA: il duello per il secondo posto femminile si è concluso: le elvetiche sono arrivate davanti nella quarta tappa, ma hanno solo intaccato in minima parte il largo margine accumulato il giorno precedente da Nicolini-Mollaret. EcoeurAnthamatten sono riusciti a conservare la quarta piazza finale per soli 45” davanti a Gachet-Perrier. Alternanza tra gli italiani: secondo posto di tappa per ReicheggerHolzknecht davanti a Lenzi-Eydallin. LA SORPRESA: Per 200, 300 metri di dislivello, quelli iniziali del quarto giorno, Jacquemoud-Bon Mardion non hanno condotto la gara. LA DELUSIONE: quella di tutti gli altri. Ci hanno provato, ma neppure sugli ultimi 1.500 metri di gara i cannibali hanno ceduto un palmo. Dopo 300 metri tutti sono tornati a occuparsi della propria classifica. LA CURIOSITÀ: 8.30 è un orario un po’ troppo mattutino per tagliare il traguardo di una gara, anche se ci sono esigenze logistiche da rispettare. Matteo Eydallin: «Queste cose mi fanno incazzare». Stefano Stradelli e Nadir Maguet «Il bello della Pierra Menta è correre col tuo migliore amico… e poi ci si diverte insieme anche nel dopo gara, per il resto della giornata».
Giulia Compagnoni e Giulia Murada «Per noi Cadette la Pierra Menta è la gara più lunga della stagione. E la più difficile: qui è tutto più difficile, soprattutto le discese».
gareggiato su un dislivello solo 150 metri più corto rispetto a quello assoluto. Vittoria di tappa e definitiva per Inka Belles-Naudi e Alba De Silvestro tra le Junior, letteralmente senza rivali: oltre 22’ il distacco totale inflitto alle più dirette concorrenti, Balet Caixach-Mollard. E oltre 32’ a Erika Rodigari con Natalia Mastrota. Vita più dura per Maguet-Stradelli che, anche in campo internazionale, se la devono vedere con una categoria maschile Junior affollata di ragazzi che vanno: sui due giorni hanno staccato di 3’ Faifer-Pedergnana e di 6’ scarsi Bochet-Perrier. Un solo errore… e la classifica cambia. Davide Magnini e Pietro Canclini hanno vinto con ampio margine tap-
pa e classifica finale Cadetti sull’unica squadra confrontabile, i francesi Chavanes e Bellabouvier. Corthay-Pettavino hanno accumulato oltre 13’ di ritardo, soprattutto il primo giorno su discese più selettive. Mentre Giulia Compagnoni e Giulia Murada hanno vinto bene la tappa, ma non sono riuscite a recuperare del tutto il pesante gap di 7’ scavato soprattutto in discesa il giorno precedente da Meynet Cordonier-Milloz. I VERDETTI Il tempo totale impiegato dai vincitori per scavalcare tutte le montagne della Pierra Menta 2013 è stato di 9h 39’ 54”. Eydallin-Lenzi hanno limitato i danni entro 10’ 41”, facendo tutto quello che era umanamente possibile. Holzknecht-Reichegger hanno conquistato un terzo posto incerto prima del via, con 13’ 33” complessivi di ritardo. Una condotta di gara fatta di grande esperienza, ma anche di prestazione atletica: grande forma per entrambi. Dopo di loro si cambia categoria, perché Ecoeur e Anthamatten hanno incassato 28’ 56”. Di pochissimo, ma sono riusciti a contenere la crescita formidabile degli altri due francesi, Gachet-Perrier: 45” di margine su
Nelle foto: in alto l’arrivo vincente di JacquemoudBon Mardion, sotto a sinistra Alba De Sivestro e Inka Belles Naudi, a destra l’esultanza di Filippo Barazzuol e Francois Cazzanelli
di loro dopo 10h 30’ di gara in quattro giorni. Michele Boscacci e Robert Antonioli sono i primissimi Espoir del lotto, giungendo splendidi sesti assoluti a 31’ 54”, oltretutto con un bel margine davanti a Lanfranchi-Galizzi. Per i due, che restano una bella squadra, era evidente la delusione che Lanfranchi esprimeva torturandosi di dubbi. Solo molti giorni più tardi avrebbe saputo di aver gareggiato per tre giorni e mezzo con lo sterno incrinato nella collisione del primo giorno con Reichegger. Un’altra bella Pierra Menta per Filippo Beccari con Denis Trento: ottavi a 50’ 46” dai vincitori. L’ultimo giorno Cazzanelli-Barazzuol si sono presi la soddisfazione di batterli, ma con loro il distacco totale dai primi in classifica generale supera ormai l’ora. Va raccontata la prestazione di Franco e Federico Nicolini, padre e figlio: 55 anni l’uno, 19 l’altro. Per loro ventunesimo posto assoluto finale, ottenuto con la regolarità su ogni gara, compresi i tapponi centrali e occupando anche la diciannovesima posizione per un paio di tappe. Un inconveniente tecnico l’ultimo giorno ha fatto perdere loro qualche minuto e, appunto, in un paio di minuti si risalirebbe in diciottesima posizione. Almeno per il secondo gradino del podio femminile la lotta è durata tre giorni: nel terzo Elena Nicolini e Axelle Mollaret hanno fatto il garone e staccato nettamente Gex Fabry-Mathys, che l’ultimo giorno ci hanno provato ma si sono riprese solo 3’. In classifica finale Laetitia Roux e Mireia Mirò hanno rifilato oltre 48’ e 55’ alle altre. Gara per il primo posto senza storia, letteralmente. Per loro una passerella dal primo all’ultimo metro. T
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ADAMELLO SKI-RAID
GARA DELL’ANNO \\ ADAMELLO SKI RAID
LIVE REPORT
UNA GARA MITICA | Più del blasone, più dell’altimetria e dello sviluppo chilometrico. L’Adamello Ski Raid 2013 è stato qualcosa di più, una gara mitica sotto tutti gli aspetti, tecnico e organizzativo innanzitutto
Dimensione ADAMELLO
§ dal nostro inviato Guido Valota foto Ralf Brunel §
I
numeri da soli sono impressionanti ma non bastano per capire cos’è l’Adamello Ski Raid: 44,5 chilometri, con un dislivello in salita di 4.000 metri e in discesa di 4.380, 5 salite e 9 cambi di assetto, 3 passaggi attrezzati con gli sci in spalla e 700 iscritti. In realtà il fascino di questa maratona di scialpinismo a squadre sta soprattutto nella quota e nell’ambiente severo in cui si gareggia. Una gara resa quest’anno ancora più dura dalla neve soffice e lenta che c’era il 7 aprile.
L’ALBA DEL GIORNO X Alle tre molti concorrenti stavano facendo colazione nei loro alberghi e in montagna la macchina organizzativa era in movimento fuori dai rifugi. Intanto al Passo del Tonale nevicava e non così debolmente come annunciato dai servizi meteo. Pioggia leggera a Ponte di Legno e in zona partenza. Le condizioni peggiori per chi deve decidere per tutti: un c.o. vorrebbe sempre tempo bellissimo… o bruttissimo. Ma dai rifugi è subito arrivato l’ok. Circa 10 centimetri di neve nuova al suolo mediamente, precipitazioni in esaurimento, temperature pochi gradi sotto lo zero, vi-
Guido Salvetti, guida alpina e direttore di gara, ha accolto tutti con una stretta di mano.
sibilità accettabile. Guido Salvetti, direttore di gara, conosce l’Adamello meglio di casa sua e sapeva che si poteva fare. La
sera precedente i delegati tecnici erano rimasti impressionati assistendo alle ultime disposizioni logistiche alle squadre di volontari che si sarebbero posizionati sul percorso: ognuno avrebbe saputo cosa fare di fronte a qualunque eventualità, compresa la peggiore in Adamello: un rapido peggioramento meteo. Alle 5.00 la telecabina stava trasportando centinaia di atleti all’intermedia e si respirava adrenalina. BATTAGLIA EPICA Alle 6.00 precise lo start. Il tratto di lancio prolungato sulle piste non ha evitato i rallentamenti sulla successiva traccia, che
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T Nella foto: Nella pagina di sinistra in apertura, tutta la felicità di Vincenzo Savoldelli e Francesco Albrici sul traguardo di Pontedilegno questa è la foto che sintetizza meglio il significato dell’Adamello Ski Raid 2013. In questa pagina, dall’alto verso il basso: Mattia Roncoroni e Marco Herin sul traguardo, lacrime e gioia sul traguardo per le giovani Axelle Mollaret e Jennifer Fiechter, seconde classificate e tutti i big schierati in attesa della partenza
DIETRO LE QUINTE
PASSO DEL TONALE (BS) 07.04.13
ORGANIZZAZIONE PERFETTA
ADAMELLO SKI RAID SQUADRE Assoluta femminile 1. Mireia Miró Varela (SPA) Laetitia Roux (FRA) ������������������������������������ 6h.32.24 2. Axelle Mollaret (FRA) Jennifer Fiechter (SUI) ����������������������������������7h.03.33 3. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) Silvia Rocca (Alta Valtellina) ���������������������7h.19.18 4. Raffaella Rossi (Valtartano) Martina Valmassoi (Dolomiti Ski Alp) ������������7h.45.54 5. Birgit Stuffer (Gossensass) Federica Osler (Arcobaleno) ���������������������� 8h.03.38 6. Anna Moraschetti (Adamello) Marialucia Moraschinelli (Albosaggia) ����������8h.37.07 7. Cécile Pasche (SUI) Lucia Näfen (SUI) ���������������������������������������8h.39.02 8. Katia Tomatis (Tre Rifugi) Giulia Botti (Kinomana) ���������������������������������8h.58.53 9. Julie Mottier (FRA) Blandine Du Crest (FRA) ����������������������������9h.05.39 10. Stefanie De Simone (Gossensass) Julia Kompatscher (Gossensass) ���������������9h.06.37 11. Marion Maneglia (FRA) Marion Losappio (FRA) ����������������������������9h.20.05 12. Anouk Doore (BEL) Alexandra Rudatis (FRA) �����������������������������9h.29.19
Mottinelli e Salvetti festeggiano l’arrivo di Panizza e Togni
Una macchina organizzativa impressionante per dimensioni ed efficienza. Gli oltre 250 volontari sul percorso erano in buona parte professionisti e soccorritori del CNSAS, o almeno alpinisti esperti in grado di prendere decisioni al momento. Il problema numero uno sul percorso, il Passo degli Inglesi, è stato neutralizzato con un imponente lavoro di scavo che ne ha garantito percorribilità e stabilità a prova di evento meteo eccezionale. A Ponte di Legno il palazzetto dello sport ha fatto da base logistica per tutta la complessa struttura del comitato organizzatore e per briefing, pranzo, premiazioni, sala stampa, spogliatoi, docce, arrivando a coordinare l’attività di oltre 1.500 persone. Hanno fatto ulteriore differenza una lunga serie di aspetti che passano inosservati, ma sono solo apparentemente collaterali: dalla completezza del fascicolo di presentazione, fino alla gestione degli accessi e dei parcheggi per i concorrenti e per tutti gli altri. Passando per idee brillanti come le trombette di plastica personalizzate Adamello Ski Raid come gadget per il pubblico, che le ha usate sul percorso creando un’atmosfera da stadio a oltre 3.000 metri. Ecco, soprattutto l’attenzione per il pubblico è stata esemplare, in filosofia La Grande Course: presentazione, istruzioni e raccomandazioni utili e coinvolgenti anche per chi uscisse per la prima volta da una pista battuta, descritte molto chiaramente già nel fascicolo di presentazione; gli impianti hanno trasportato gratuitamente fino a Passo Presena oltre 1.000 persone, radio corsa efficiente e diffusa bene in zona arrivo tra musica e intrattenimento continuato; comunicazioni precise, veloci e complete ai media in timing con le fasi dell’evento, a partire dalle settimane precedenti e fino a quelle successive. Una parte essenziale.
Assoluta maschile 1. William Bon Mardion (FRA) Mathéo Jacquemoud (FRA) �����������������������5h.16.25 2. Matteo Eydallin (Esercito) Damiano Lenzi (Esercito) �����������������������������5h.22.02 3. Michele Boscacci (Albosaggia) Lorenzo Holzknecht (Alta Valtellina) ��������� 5h.25.49 4. Xavier Gachet (FRA) Alexis Sévennec (FRA) ����������������������������������5h.35.27 5. Nejc Kuhar (SLO) Filippo Beccari (Ski Team Fassa) ��������������5h.35.50 6. Alex Salvadori (Alpin Go) Thomas Martini (Brenta Team) ���������������������5h.40.40 7. Werner Marti (SUI) Marcel Marti (SUI) �������������������������������������� 5h.52.59 8. François Cazzanelli (Esercito) Filippo Barazzuol (Team Nuovi Traguardi) ����� 5h.53.47 9. Fabio Bazzana (Valgandino) Daniele Cappelletti (Adamello) ����������������� 5h.58.19 10. Denis Trento (Esercito) Daniel Antonioli (Esercito) ��������������������������6h.06.53 11. Ivan Antiga (Brenta Team) Mattia Lampis (Val di Sole) ���������������������6h.14.21 12. Leo Viret (FRA) Idris Hirsch (FRA) ��������������������������������������� 6h.16.27 13. Cédric Remy (SUI) Adrien Piccot (FRA) ���������������������������������6h.17.29 14. Fulvio Fazio (Garessio) Alberto Fazio (Garessio) ������������������������������6h.21.24 15. Christian Eder (Ahrntal) Johannes Walder (AUT) ���������������������������6h.23.06 16. Mattia Roncoroni (Cervino Valtournenche) Marco Hérin (Cervino Valtournenche) ���������6h.25.06 17. Cyrille Gardet (FRA) David Salamin (SUI) ��������������������������������� 6h.25.59 18. Michel Cinesi (Gromo) Giovanni Zamboni (13 Clusone) ������������������6h.30.33 19. Bastien Fleury (FRA) Germain Pernet (FRA) ������������������������������6h.31.21 20. Andrea Panizza (Sondalo) Michele Franzini (Sondalo) �������������������������6h.33.15
TESTA A TESTA: Poi è finita come al solito, ma almeno questa volta la gara è rimasta aperta e lo sviluppo eccezionale del raid poteva lasciare spazio a qualunque possibilità perfino sulla lunghissima discesa del Pisgana. Invece Bon Mardion e Jacquemoud si sono involati a metà gara e non hanno mai ceduto. LA SORPRESA: ‘Les Jeunettes’ ventunenni Axelle Mollaret e Jennifer Fiechter sono andate fortissimo proprio sulla distanza. Un altro colpo inferto al luogo comune per il quale le lunghe distanze non sono cosa per giovani. I due trentini Alex Salvadori e Thomas Martini hanno fatto la gara perfetta: sesti, in crescendo.
si inoltrava sotto il Castellaccio. Si possono preparare quattro tracce, ma quella veloce è una sola e tutti vogliono salire su quella. D’altra parte uscire a sorpassare sulle altre è massacrante e soprattutto non è detto che si riesca a rientrare così facilmente. Si perdono nell’immediato solo poche decine di secondi, ma successivamente in molti avranno ripensato a quei pochi secondi che si sono trasformati in minuti ai cancelli e in quarti d’ora all’arrivo. Sulla prima lunga salita, che portava in quota fino ai 3.000 metri di Passo Presena, le tre squadre di testa hanno marciato insieme, guardandosi. Qualche metro di
Ottimo sesto posto per il team ‘Rifugio Lobbia’ composto da Alex Salvadori e Thomas Martini
ritardo di William Bon Mardion lasciava ben sperare il team Holzknecht-Boscacci, particolarmente attivo dietro a
Jacquemoud che sembrava fare da ‘tappo’ al gruppo comprendente anche Eydallin e Lenzi, per permettere il rientro del compagno. Ma dopo la prima discesa al rifugio Città di Trento al Mandrone le cose hanno ricominciato a girare come sempre in stagione. Per la prima metà gara, lungo il dorsale delle Bedole fino al rifugio Garibaldi, il vantaggio massimo dei due fuoriclasse francesi si è aggirato attorno al minuto. Ma sui 1.000 metri di salita continua all’Adamello, attraverso il Passo degli Inglesi e la cresta, gli inseguitori hanno deciso di ridurre il proprio ritmo per evitare la crisi alla distanza. I due francesi invece hanno incrementato
LA DELUSIONE: Beccari-Kuhar, nonostante il secondo miglior tempo sul Pisgana, proprio sul Pisgana hanno perso il quarto posto in classifica superati dai francesi Gachet e Sévennec, vincitori della ‘prova speciale’ Trofeo Ski Trab. LA CURIOSITÀ: Tutti, ma proprio tutti, gli strumenti GPS e alti-baro da polso dei concorrenti che li indossavano hanno dato circa 50 km di sviluppo e tra i 4.150 ed i 4.300 metri di dislivello positivo. Le inversioni e gli adattamenti lineari allungano ben oltre il 10%. Lo scostamento di circa il 5% sui dati altimetrici è più difficile da spiegare, a meno di variazioni locali della pressione atmosferica durante la gara.
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PORTRAITS Abbiamo catturato per voi le espressioni dei protagionisti che più di ogni parola possono spiegare la fatica ma anche la soddisfazione
GLI EROI delle 10 ORE
Team 81 - Altitude Race 7 Marco Pedretti-Claudio Previtali
«Gara epica. È giusto che sia così lunga. Il ‘Mezza’ sai che lo finisci, ma qui c’è un altro fascino: sei in mezzo all’Adamello e non sai se ce la farai».
«Siamo sfiniti, ma siamo venuti qui proprio perché sapevamo che è così dura!»
Team 86 - Arcobaleno Forever Giancarlo Lira-Giuliano Ioriatti
«A Cresta Croce abbiamo rotto uno sci, ci avevano già tolto il numero: mai. Siamo entrati nel rifugio, il gestore ci ha dato uno sci e avanti fino a Ponte di Legno a tallone libero».
IL PUBBLICO
POLEMICHE
Le squadre fermate ai cancelli Soprattutto al cancello numero tre un numero rilevante di squadre non sono riuscite a rispettare il tempo limite. Come sempre in questi casi, molti tra gli esclusi hanno espresso le loro critiche al proposito. Si tratta di argomentazioni tecniche valide per il contesto agonistico, ma che dimenticano il fattore oggettivo: l’ambiente di quota. Vale la pena soffermarsi su questo argomento per un discorso generale sulle gare in montagna, più che per entrare nel merito di questa occasione. Come anche per il Mezzalama, l’altra competizione che storicamente scatena dibattiti interminabili sull’argomento, in generale le osservazioni si basano sulle condizioni del percorso rispetto al suo stato standard e ai relativi tempi di percorrenza; sulle perdite di tempo nei colli di bottiglia per il gruppo; sui tempi e sui percorsi di rientro confrontati con quelli dell’ipotetica prosecuzione o sui margini al cancello successivo di altri team che hanno proseguito, passando appena prima della chiusura del cancello incriminato (il parametro più sbagliato, sempre). Soprattutto sul posto, subito, se ne sentono di tutti i colori, e non così meditate come sul web a posteriori. Stare di guardia ai cancelli è un compito infernale. Per contro anche stavolta, tutto sommato, ai cancelli sono transitati con margini decenti tanti team che ammettevano una preparazione lacunosa rispetto all’impegno che affrontavano. Il vizio di fondo delle argomentazioni degli esclusi è che si fondano esclusivamente su considerazioni tecniche ‘sportive’, relative alla combinazione atleta-prestazione-chilometri-metri. Mentre bisogna assolutamente partire dalle oggettive condizioni prevedibili della montagna. E tener conto che ci transitano persone in condizioni di agonismo, e quindi di prestazione limite, rese ancora più precarie dalla quota e dalla combinazione distanza-profilo altimetrico. Se per esempio un determinato passaggio di gara diventa pericoloso normalmente dopo un certo orario, quello è il dato sul quale i responsabili si devono incardinare nel prevedere i tempi limite. E se sfortunatamente il giorno della gara i tempi di percorrenza si dilatassero per una delle variabili che la quota offre in abbondanza, quel limite oggettivo dovrà essere comunque rispettato. Questi sono raid che vanno in quota, su vere montagne. Non restano su uno-due versanti con percorsi modulabili a piacere, facendo il giro dell’alberello sopra o di quello sotto a seconda della neve, sempre a pochi chilometri in linea d’aria (e in tutta discesa) dalla civiltà. Racconta Alessandro Mottinelli, presidente del comitato organizzatore: «In molti hanno obiettato che il cancello prima della salita al Passo degli Inglesi costringeva comunque a continuare sul percorso. Lo sappiamo, è una scelta precisa. Continuare era un’opportunità, non un obbligo. Quel cancello sta lì perché nell’eventualità di maltempo serio o sfinimento, in un attimo si può raggiungere il rifugio Garibaldi e utilizzare la funivia di servizio. Se si verificasse la stessa eventualità sul ghiacciaio oltre il passo, la situazione diventerebbe molto pericolosa». Naturalmente tutto è migliorabile, anche da parte degli organizzatori, ma ogni volta che si andrà a gareggiare in montagna e in quota si resterà in balia di queste incognite. Sono le stesse che deve considerare l’alpinista, e anche nel suo caso la rinuncia è la decisione più difficile e sofferta. Oltretutto sono pochi gli alpinisti davvero in grado di capire quando girare i tacchi, anche perché il gioco sta esattamente nel confronto con se stessi e con la difficoltà. Nei comitati organizzatori operano professionisti della montagna che sanno valutare questi aspetti. Bisogna adeguarsi alle loro conoscenze. Anzi: andrebbero ringraziati calorosamente del ‘miracolo’ per cui su decine di migliaia di partecipazioni a gare non è mai successo niente che fosse legato a pericoli oggettivi.
Team 180 - Desnivell Robert M. Parcerisa-Ignacio Puig Guerra
Nella visione ‘La Grande Course’ pubblico e concorrenti si completano a vicenda. Il meteo ha impedito agli appassionati l’accesso alle zone più distanti, presidiate quasi esclusivamente dai volontari del comitato organizzatore partiti dai rifugi. Ma da Passo Presena lungo tutti gli accessi al Pisgana fino al Valletta si possono calcolare ben oltre 1.000 persone. Passo Presena era logicamente il punto più affollato. Tifo da stadio per tutti i passaggi, scatenato da centinaia di infernali trombette: un’idea di grande effetto. Dopo le prime dieci squadre concentratissime, i concorrenti non potevano fare a meno di rallentare e guardarsi attorno mentre scollinavano in un frastuono infernale. Se attorno alla zona delimitata stazionavano almeno trecento persone, dalle 6 per almeno tre ore una fila ininterrotta di scialpinisti saliva e transitava per inoltrarsi in Adamello fino agli accessi al Pisgana.
MATTEO EYDALLIN E FRANCESCA MARTINELLI VINCONO LA COPPA DELLE DOLOMITI Con l’Adamello Ski Raid si è chiusa la ventunesima edizione della Coppa delle Dolomiti. Circuito articolato in cinque prove: oltre all’Adamello valevano per la classifica finale la Pitturina Ski Race, il Tour de Sas, la Ski Alp Val Rendena e il Trofeo Marmotta. Il pettorale rosso lo hanno vestito Matteo Eydallin e Francesca Martinelli. Due vittorie schiaccianti: in campo maschile in seconda piazza ha concluso il valtellinese Lorenzo Holzknecht, seguito da Damiano Lenzi, mentre fra le donne piazza d’onore per Federica Osler, con terza Silvia Rocca. Classifica femminile 1. F. Martinelli (Alta Valtellina) �������������280
2. F. Osler (Arcobaleno) ���������������������� 236 3. S. Rocca (Alta Valtellina) ������������������ 210
4. G. Pellissier (Esercito) ��������������������� 200 5. M. Valmassoi (Dolomiti Ski Alp) �������186
6. R. Rossi (Valtartano) ����������������������� 175 7. Elena Nicolini (Brenta Team) ������������160
8. Birgit Stuffer (Gossensass) ������������� 134 9. Laura Besseghini (Sondalo) �������������130
10. E. Compagnoni (Alta Valtellina) ����� 120 Classifica maschile 1. M. Eydallin (Esercito) ������������������������380
2. L.Holzknecht (Alta Valtellina) ���������� 320 3. D. Lenzi (Esercito) �����������������������������230
4. N. Kuhar (Slovenia) ������������������������� 229 5. M. Reichegger (Esercito) ������������������160
6. A. Follador (Dolomiti Ski Alp) ����������� 142 7. M. Boscacci (Albosaggia) �����������������137
8. T. Martini (Brenta Team) ����������������� 126 9. A. Salvadori (Alpin Go Rendena) ������121
10. R. De Simone (Gossensass) ���������� 120 Nelle foto: Jacquemoud al comando nelle prime fasi della gara davanti a Boscacci e Holzknecht, l’arrivo dei dominatori Bon Mardion e Jacquemoud, a destra le due vincitrici festeggiate dal ‘patron’ Alessandro Mottinelli
la velocità. La tattica francese era rischiosa ma ha funzionato bene, perché i due hanno preso in breve sei minuti di vantaggio e poi hanno tenuto alla distanza: cosa niente affatto scontata a 3.000 metri su un percorso interminabile. Tutte le gare corse in stagione, Pierra Menta compresa, non erano nemmeno lontanamente confrontabili con l’Adamello Ski Raid. Scavalcato l’Adamello, l’attraversamento del Pian di Neve non si è rivelato la solita scivolata in relax. Spinte di braccia e sci a posto hanno fatto differenze di minuti, specialmente tra le squadre del gruppo.
I protagonisti dello spettacolare sprint delle 16.25 In ordine sparso: Andrea Berta, Gianberto Picca Garino, Riccardo Bertolino, Vincenzo Rotella, Stefano Battaglia, Stefano Marcon, Paolo Bobba, Roberto Fenaroli
Qui il raid è uscito dai parametri di qualunque altra gara, per entrare in ‘Dimensione Adamello’ con la salita a Cresta Croce, il Cannone, le Lobbie, e poi la discesa per attraversare e risalire al Passo Valletta. Sull’agognato Pisgana. Quando radio corsa ha annunciato lo scollinamento dei francesi al Valletta, si è capito che avevano molto margine da gestire per non rischiare incidenti in discesa. Le prime squadre hanno anche goduto di buona visibilità e naturalmente di neve migliore. Buona parte del gruppo ha invece fatto i conti con nuvole bas-
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Team 58 - A.S. Premana Domenico Ratti-Andrea Brumana
«Massacrante, infinita, siamo contentissimi. Tracciatura spettacolare! Cancelli un po’ stretti: noi non siamo forti ma non ci dobbiamo mai preoccupare. Qui invece sì».
1
4.000
3.500
Partenza: Tonalina m. 1630 Subito a tutta per non perdere tempo incolonnati sulla traccia, o risparmiarsi? E i cancelli?
2
Team 269 - Adamello Ski team Paolo Pedrotti-Luigi Sterli
Team 295 - Savi Silvano Bruna-Andrea Degioanni
«Questa è una gara da duri. È la prima di questo tipo: prima per noi solo pista e un paio di Sellaronda. Speriamo di riuscire a fare il Mezzalama tra 20 giorni».
Passo Presena: m. 2996 Questa è fatta. Qui ci sono 300 tifosi e gli impianti, là dentro i deserti di ghiaccio.
3
«Voglio ringraziare pubblicamente il mio compagno. Se non fosse stato per lui non sarei mai arrivato. Organizzazione pazzesca».
Rifugio Mandrone: m. 2.442 Adesso siamo proprio dentro e bisogna 'ballare'. Tutti in fila, in traversata, ma ora al proprio passo.
Partenza Tonalina m. 1630
Team 284 - Riccio 69 Diego Pomoni-Delio Fazzini
4
Passo Bedole: m. 3.150 Neanche a metà, è stata lunga e la quota si è già fatta sentire. Giù veloci al Venerocolo per passare il cancello.
5
«Se riesco ad andare al lavoro domani, è una chicca…».
Lago del Venerocolo: m. 2.540 Cancello passato, ma ora ci sono i 1.000 metri per l'Adamello.
6
Passo degli Inglesi Una strada scavata nel pendio e gli ultimi 100 metri a piedi. Ancora a piedi per la cima, le corde fisse.
Arrivo Ponte di Legno 1.258 m
7 6 4 2
3.000
9
8
11 10
5
2.500
3
Dislivello totale: in salita 4.000 m. in discesa 4.380 m.
2.000 1
1.500
12
1.000 7
0
5
La cima! 3.539 metri si sentono, ma il più è davvero fatto.
10 8
Pian di Neve Non è discesa. Gli sci non vanno, tocca spingere coi bastoni.
15 9
20
Cresta Croce: m. 3.300 A questo punto è finita la salita, e ormai ne manca solo una, la più breve.
25 10
Rifugio Caduti dell'Adamello alla Lobbia Alta: m. 3.045 Si intravvede l'ultimissima salita.
30
35
11 Passo Valletta: m. 3.200
Infinito anche questo passaggio, dopo il giro del gruppo dell'Adamello.
40 12
45
Discesa del Pisgana: Quasi si stava meglio in salita che in mezzo a queste gobbe. Ma ormai Ponte di Legno è alla portata: raid completato.
ADAMELLO? EPICO Chi tra il pubblico ha toccato l’argomento, ha usato questo aggettivo: epico. Specialmente chi è entrato in Adamello, passando oltre quel confine di Passo Presena che divide la comoda discesa in pista verso il Tonale da un ambiente più simile all’Antartide che alle Alpi, sa che non si tratta di retorica a buon mercato. Oltre mille spettatori sono saliti per guardare in faccia i concorrenti che danno tutto attraversando un gruppo montagnoso tra i più estesi in Europa a quote sempre superiori ai 3.000 metri, con meteo incerto, anzi in
se e con il manto frullato e sconvolto da centinaia di passaggi. Anche con la pioggia, dal primo pomeriggio. William Bon Mardion e Mathéo Jacquemoud hanno vinto come da facile pronostico. Damiano Lenzi e Matteo Eydallin hanno fatto una bella gara perché hanno regolato il team Holzknecht-Boscacci, forse più competitivo in questa fase della stagione. Sevennec e Gachet sono tra i migliori discesisti del circus e hanno sfruttato il Pisgana, una delle discese più lunghe delle Alpi, per superare Beccari-Kuhar. E che sia stata battaglia è
condizioni con le quali nessuno mai entra in questo mondo di nevi perenni. A metà mattinata qualche finestra di visibilità buona, addirittura un’occhiata di sole e le temperature meno rigide del previsto hanno addomesticato l’ambiente più di quanto si potesse supporre guardando in alto dal fondovalle. Ma se arriva la nuvola sbagliata o si alza il vento l’Adamello può diventare più selvaggio del Bianco che è mille metri più in alto. Chi lo sa non ha potuto evitare i brividi assistendo a un’invasione umana di quell’ambiente estremamente
testimoniato dai loro tempi cronometrati nella sezione Passo Valletta - traguardo finale, che aggiudicava il nuovo Trofeo Pisgana Ski Trab: vinto in 20’ 42” dai due francesi, precedendo proprio il team italo-sloveno di 53” nel parziale, e di circa 20” nella classifica finale. LE DONNE DEL RAID Il raid è stato l’ennesima passerella per Mireia Mirò e Laetitia Roux, che hanno chiuso in 6h 29’ 24”. Quando corrono in team non si può più parlare di ‘gara’ in senso tecnico. Nei passaggi tra il pubbli-
bello ed estremamente inospitale allo stesso tempo. E chissà in quanti hanno realizzato che dal 1918 fino alla prima edizione dell’Adamello Ski Raid non si era mai più verificata una presenza umana così consistente e agguerrita, in un parallelo immaginifico tra due modi completamente agli antipodi di confrontarsi tra uomini? Il Raid è anche un modo moderno, non blasfemo, di ricordare cosa accadeva di tragicamente epico in quei posti, meno di un secolo fa: la Guerra Bianca, ieri.
co si godevano lo spettacolo dal punto di vista migliore. Qualche decina di metri sotto Passo Presena Laetitia Roux si è disinteressata della traccia, si è presa il suo tempo, e ha iniziato a guardare meravigliata il pubblico assiepato dietro le paline fettucciate. Durante il Raid si sono fatte avanti da subito le giovanissime Axelle Mollaret e Jennifer Fiechter, ambedue nate nel 1992 (‘Les Jeunettes’ il nome di ottimo gusto scelto per il team). Senza timori reverenziali per l’impegno che le aspettava, già a Passo Presena transitavano secon-
de, seguite dalle più esperte valtellinesi Francesca Martinelli e Silvia Rocca. E le giovanissime hanno tenuto molto bene anche sulla distanza: seconde fino al traguardo, addirittura aumentando il loro margine sulle valtellinesi. Gara regolare per l’inedito team Raffaella Rossi-Martina Valmassoi, che hanno preceduto Federica Osler-Birgit Stuffer. Tutti duelli a distanza tra donne che si sanno gestire bene, e anche se per alcune di loro il Raid costituiva il debutto sulla lunghissima distanza, non si sono verificati capovolgimenti di classifica in corsa. T
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XIX Trofeo Mezzalama
LIVE REPORT
Ivan Sangiovanni, Maurizio Signori, Alberto Gatti (Lame Perrel Ranica) quarantaquattresimo posto in 6h.19.56
«Non ne vogliamo perdere neanche uno, di Mezzalama».
Michele Festini Purlan, Alberto Gerardini, Enrico Frescura (Dolomiti Ski Alp) venticinquesimo posto in 5h.41.27
«Alberto è un ex vincitore della Sellaronda, ma in tre abbiamo un solo Mezzalama. Però ci siamo preparati bene».
Matteo Bolis, Francesco Boni, Giuseppe Colombo (Altitude Race) centotrentesimo posto in 7h.50.27 «Noi siamo a dieci Mezzalama… in tre. Matteo è il veterano, con cinque».
LA GRANDE COURSE \\ TROFEO MEZZALAMA
La caduta degli Dei RISULTATO A SORPRESA | Dopo il rinvio di una settimana a causa del maltempo, si è corsa il 4 maggio una delle edizioni più spettacolari del Trofeo Mezzalama. In campo maschile trionfo dell’Esercito, che azzecca la giornata perfetta proprio in concomitanza con la crisi di Kilian Jornet. Tra le donne un malessere costringe al ritiro Gloriana Pellissier, così si apre la strada per l’insperato successo di Besseghhini, Rossi e Nicolini § dal nostro inviato Guido Valota foto Nacho Grez§
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l ‘Cielo sia lodato’ è certamente stato il primo pensiero di qualche migliaio di persone alle tre del mattino di sabato 4 maggio. Non per blasfemia, ma la maggior parte l’ha sicuramente pensato per una volta con la ‘c’ minuscola. Se ogni due anni le pagine valdostane dei servizi meteo ripetono picchi di contatti verso la fine di aprile, quest’anno c’è stato probabilmente il record. Una primavera di tempo a dir poco instabile ha esasperato anche gli skialper ‘touring’, figuriamoci quelli che stavano per affrontare una super traversata in alta quota, fuori dai parametri normali anche per un ottimo atleta-alpinista. I concorrenti ci mettono se stessi, la quota di iscrizione e mesi di preparazione non solo atletica. Ma l’organizzatore è responsabile di centinaia di persone e di scelte che coinvolgono interessi non quantificabili con il solo conto economico. Una parte consistente del bilancio del Trofeo Mezzalama è investita sugli aspetti preventivi che dipendono dalle condizioni meteo e sulle previsioni stesse. La Società Meteorologica Subalpina ha azzeccato tutto fino a poche ore dal via. La previsione cruciale è stata centrata una settimana prima del Mezzalama e ha implicato il rinvio del trofeo. Quella ‘superlocalizzata’ e ravvicinata delle 6-10 ore seguenti al briefing si è invece rivelata inesatta. Non si è vista l’umidità che avrebbe dovuto condensare in zona per qualche ora dopo un possibile ulteriore passaggio di corpi nuvolosi nella notte. Una differenza da nulla su una carta del tempo, ma la differenza tra un clima quasi piacevole o una situazione davvero difficile - se non infernale - per chi deve restare a 4.000 metri per delle ore. Dalla mezzanotte gli ampi spazi stellati hanno permesso un forte rigelo anche per eva-
MISSION IMPOSSIBLE: MISSIONE, COMPIUTA!
Poco dopo le 9 di sabato 4 maggio 2013 il comandante della pattuglia degli alpini, il caporale maggiore capo scelto Manfred Reichegger, ha comunicato il ‘missione compiuta’ al colonnello Marco Mosso. Prima ancora che per loro stessi e che per tifosi e appassionati, c’era una tradizione storica per cui combattere una vera battaglia, incruenta ma durissima, da affrontare ‘a la guèrre comme a la guèrre’. Se non fosse stato ancora capito cosa c’era in ballo, ha pensato proprio Reichegger a chiarire la situazione quando in gara ha passato un cheerpack di zuccheri ad Angeloni e gli ha intimato secco «Apri questo!». Era un ordine. Di quelli che si eseguono e non si discutono, come quando il solito Manfred dice scusa, per favore e grazie, anche mentre sta facendo il podio in una Coppa del Mondo. Il fatto è che il Centro Sportivo Esercito è nato nel 1935 proprio con la missione di vincere il Mezzalama.
porazione dal manto nevoso umido, uniti a un deciso abbassamento dello zero termico. Meglio di così non era proprio possibile. UNA SFIDA PER 900 Una mass start impressionante come sempre. La coreografia ha aiutato con la base sonora e le parole infiammate di Gadin, ma quello che emoziona resta il veder partire centinaia di persone ansiose di affrontare una sfida limite: con la quota, con se stessi, con il freddo, con gli avversari. Sfida al limite per tutti, dal primo all’ultimo team. Il team Esercito 1 di Eydallin-Reichegger-Lenzi è partito deciso. L’unico modo per far saltare il banco era tentare il tutto per tutto, e ha pagato. Chissà, forse una partenza prudente di tutti sul tratto più fisico avrebbe
permesso a Kilian Jornet di risparmiare quella piccola percentuale sulla prestazione che in un atleta top non fa emergere un malessere latente. Sta di fatto che gli episodi decisivi si sono verificati proprio nell’arroccamento ai 3.800 metri del piano del Breithorn. Kilian Jornet, e in misura maggiore e definitiva Gloriana Pellissier, sono stati male salendo le piste. Sarà semplicemente pista, ma se c’è qualcosa che non va il Ventina lo fa emergere: un’alternanza continua di strappi e piattoni per 1.800 metri uno sopra l’altro con sviluppo eccezionale, partendo da ben 2.000 metri di quota. Una prestazione non facile da preparare, specialmente per chi nel gruppo si ostina a snobbare la pista. ‘Roux-Mirò-Pellissier down’: Gloriana Pellissier è stata bloccata da un violento attacco di stomaco che non è riuscita a su-
perare. Eppure è la combattente per antonomasia e, correndo in team con le altre due donne più forti dello skialp internazionale, avrebbe potuto anche proseguire riducendo l’impegno. Ma non le è proprio stato possibile fisicamente. L’amica Elena Nicolini, nel team La Sportiva Women che poi avrebbe stravinto, si è anche fermata a sincerarsi del suo stato. Nulla da fare. Eppure il pronostico appariva scolpito nella pietra. «Sono arrivato in fondo solo grazie ai miei compagni»: qualcosa di simile deve essere accaduto anche a Kilian Jornet. Come minimo una giornata no, dopo le ottime sensazioni del periodo precedente. La chiusura opaca di Coppa del mondo a Tromso era probabilmente da leggersi come l’effetto di scelte funzionali al Trofeo Mezzalama. Specialmente alla luce dell’attività successiva dei due fuoriclasse sul Bianco:
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Marco Grigi, Alberto Magni, Luca Tavolari (Premana) duecentoseiesimo posto in 9h.23.31
«Siamo al primo Mezzalama. No, nessuna paura. E poi siamo qui per cercare un’esperienza personale».
Daniele Bergeretti, Francesco Zucconi, Eugenio Pinatel (Cuore da Sportivo) centottantottesimo posto in 8h.51.53
«Uno di noi ne ha già fatti due, gli altri due… solo mezzo! Vogliamo solo finirlo sani: è un conto in sospeso».
Nicola e Delfo Rocchi, Riccardo Eulogio (Kratos Team Ricky e i Rocchi) centodiciottesimo posto in 7h.35.51 «Ho corso sette Mezzalama, ma questo sarà il più bello perché lo farò con mio figlio».
Andrea Biassoni, Fabrizio Casati, Stefano Barbaria (Pell e Oss Monza) centosettantesimo posto in 8h.28.25 «È la conclusione di una scommessa. Uno ha coinvolto a grappolo i ‘seguaci’, ed eccoci qui».
IL MEZZALAMA? LIVE SU SKI-ALPER!
gatr17
@gatr17 #ff a @skialper. Siete fantastici, avanti così!
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@pescegiallo La libidine è qui: sole, whisky, @skialper e sei in pole position! #FF
Cantonetti Gabriella
@GabriGabrix62 @skialper Grazie per aggiornamenti. Forza ragazzi!
Marco De Gasperi
@Dega1977 Complimenti a Esercito1 per la vittoria odierna al Trofeo #Mezzalama grandissimi! Grazie @ skialper per il live!
Paolo Ciotti
@paolonervitesi @skialper grazie x la cronaca del #mezzalama. Speravo di assistervi dal vivo, ma grazie a Voi era come esserci... Siete grandi!
Pitturina Ski Race
@Pitturina #Mezzalama live streaming sul sito @ skialper @barcavallino
Flavia Chiarelli
@flachina @skialper tutti grandissimi e #matteoeydallin orgoglio di #sauzedoulx Il forcing degli Alpini
LE CONDIZIONI DEL PERCORSO Neve trasformata, rigelata solo per i primi 300 metri di dislivello sulla pista, con qualche problema di grip per le pelli. Poi la nevicata di venerdì è stata sufficientemente asciutta per ammorbidire la neve trattata dai battipista dai 2.400 metri in su; in alto uno strato soffice di 20 centimetri ha rinnovato quello di 30-40 centimetri infrasettimanale. Il grande lavoro di ritracciatura era stato completato giovedì da decine di guide e tecnici, disseppellendo qualche palina sommersa dagli accumuli del vento del fine settimana precedente, la data prevista in origine, con un metro e mezzo depositato in due giorni. Come sempre accade in quota, i pendii rimangono in ghiaccio scoperto per tutto l’inverno. Può anche nevicare tutti i giorni per tre mesi, ma in alto c’è sempre vento che spazza via la poca neve troppo fredda per aggrapparsi al ghiaccio nero. Solo in tarda primavera, con più umidità, luce e temperatura, la neve inizia a impastarsi sul ghiaccio e poi, con un po’ di metamorfismi, soprattutto per fusione e rigelo, diventa più resistente al vento forte della quota. Mutamenti che possono verificarsi anche in poche ore, con un’intensità degli eventi meteo che è impossibile sperimentare più in basso. Tanto che i rovesci temporaleschi della vigilia hanno permesso alle guide di uscire dai rifugi solo verso le 20, a ritracciare per l’ennesima volta le rispettive sezioni di competenza, poi completate dalle due del mattino della gara. Risultato perfetto a detta di tutti i ‘mezzalamisti’, che passavano ai controlli con il sorriso dipinto in faccia. La nuova variante per la cima del Castore, che traversava a destra sotto la terminale di cresta, ha smistato e velocizzato il traffico intenso dell’ora di punta, quella di centro gruppo che aveva innescato, specialmente nel 2011, blocchi e rallentamenti, con problemi gravi di ipotermia per tante squadre. Sembra anche essersi rivelata più veloce, ma molti se ne sono disinteressati per godersi l’unicità delle poche decine di metri in gara su quel famoso filo di cresta a 4.200 metri, che divide un mondo aperto nel sole pieno da un versante nell’ombra gelida. Il Naso è stato direttissimo e più veloce di quando lo si era salito sci ai piedi su un’autostrada scavata nel pendio. Neve bella nelle discese anche a tarda ora, e sci ai piedi fino a pochi metri dal prato di Gressoney. Il canalino dell’Aquila è migliorato con i passaggi e con il sole. A detta di tutti, uno dei Mezzalama più regolari, lineari, semplici, godibili.
Magda Genuin
@magdagenuin Grazie Ski-alper per far vivere il Mezzalama anche a noi da casa!
Enzo Partel
@Enzino1973 @skialper risultato a sorpresa, ma sono contento,se lo meritano dopo tanti 2 posti! Anche @kilianj è umano... non pensavo!
Andrea Benedetti
@anBenedetti Grandissima lezione di Esercito1 al #mezzalama! Ottimo live di @skialper
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I VINCITORI
Marco Tosi, Marco Camandona, Lorenzo Panzera ventottesimo posto in 5h.44.29
«Siamo tre ‘vecchi’ amici, ma sempre sulla breccia».
Filippo Beccari
«Allora, come siete andati?» «Quarti! Come, quarti? Questa volta abbiamo fatto proprio un garone. Peccato che Anna (la fidanzata, ndr) abbia dovuto riprendere l’aereo per la Svezia proprio il giorno prima. Mezzalama rinviato e tempo scaduto».
Jacopo Compagnoni, Davide Canclini, Stefano Sosio (Hotel Baita Fiorita Team) ventitreesimo posto in 5h.34.57 Due guide alpine e il tecnico dell’Alta Valtellina, un Mezzalama in amicizia.
I DOLORI DEL GIOVANE LENZI
«Non lo so. Gli altri due mi sembrano così fiduciosi. Io invece sono teso, preoccupato e sto ‘sentendo’ molto questa gara. Poi negli ultimi tempi c’è sempre stato tempo bruttissimo e non ho potuto allenarmi come dico io. Speriamo bene, domani». La mattina seguente alle 5.00 non era di Damiano Lenzi la sparata iniziale davanti a tutti sulla rampa peggiore di tutto il Mezzalama (peggio del gradino che deposita sotto il rifugio delle Guide alla testa Grigia). Era Robert Antonioli, non era ‘il Lenzi’ come nel buio poteva sembrare. Questa volta era ordinato e coperto in confronto alle sue partenze esplosive, e sì che sarebbe stato il suo terreno. E alla fine l’abbiamo ritrovato incredulo, quasi commosso sul prato di Gressoney. Dalla redazione di Ski-alper è partito subito un sms spontaneo di congratulazioni proprio per lui. Fortissimo, una parte del suo potenziale è ancora in parte inespressa. È forse l’unico in grado di inventarsi qualcosa per ribaltare pronostici impossibili, ma proprio per questo deve ‘rischiare per vincere’, e non sempre può andare bene. Anche se prima della gara è controllatissimo, subito dopo si esprime sempre di getto con le parole più adatte a fotografare la cronaca. Così come interpreta le situazioni, estroso nell’esprimersi a parole come in gara. Una settimana prima del Mezzalama erano state male interpretate un paio di sue affermazioni incolpevoli che dipingevano alla perfezione la giornata di meteo e condizioni eccezionali durante la sua ricognizione del percorso. Peggio per chi non capisce. Il ‘Lence’ intanto ha vinto il Mezzalama! Dimenticavamo, sabato 4 maggio, ore 18.14, arriva un sms: «Grazie mille…».
EYDALLIN RAGGIANTE
Tutti aspettano sempre le dichiarazioni di Matteo Eydallin dopo le sue gare. E lui non delude le attese, sfoderando qualche elaborazione delle sue per colorare cronache di gare che molto spesso non offrono grandi spunti. In altre parole ‘cava il sangue dalle rape’. Ogni volta si inventa immagini tra il letterario e il cinematografico. In questa stagione è stato costretto quasi subito a ripetersi sull’argomento dei ‘supereroi’ (il copyright è suo) Bonma, Kilian & Jacq, quei tre fuoriclasse che proprio al Mezzalama si sono riuniti in un wonder team invincibile sulla carta. E il corollario è stato troppo spesso la seconda posizione sua o del suo team, ossessiva per mesi. Infine, all’ultimo attimo disponibile, al culmine di un’escalation, ecco il finalone holliwoodiano ad effetto invece del finalino rassegnato del neorealismo italiano. Happy end, finalmente! E finalmente Matteo Eydallin si aggirava sul prato di Gressoney, che per lo ski-alp è un po’ come quello di Wimbledon per il tennis, con un bel sorrisone a trentadue denti. Niente più da elaborare, capire, pensare, inventare. Per una volta l’Eyda, che è uno di buone letture, avrà realizzato che il principio di Pareto e l’eterogenesi dei fini, ambientati in quota, aiutano a vincere la gara che vale più di una stagione.
Nelle foto: in alto a sinistra le spettacolari fasi della partenza a Breuil Cervinia, a destra la determinazione di Matteo Eydallin. Nella striscia sopra da sinistra a destra i tifosi di Eydallin e quelli di Damiano Lenzi in festa a Gressoney. Una crisi che non pregiudica una stagione da grande protagonista di Gloriana Pellissier, i tre grandi sconfitti, Kilian, Bon Mardion e Jacquemoud. e le due ‘reginette’ dello ski-alp Roux e Mirò. Qui a sinistra l’arrivo trionfale di Besseghini, Rossi e Nicolini
REICHEGGER MASTER & COMMANDER
Davvero, non è una costruzione retorica. È molto difficile trovare le parole giuste per descrivere la carriera di Manfred Reichegger. Perché questo risultato è eccezionale in sé ma non racconta tutto. Uno vede anche questo Mezzalama nel suo palmarès ma non può sapere cosa c’è dietro, il lavoro e la mentalità che servono per conquistarlo. E siccome è difficile trovare le parole, lui semplicemente non ne abusa. Al limite fa riferimento alla sua età, come se pensasse che gli altri gli possano credere. Pragmatico anche in questo: tiene le forze emotive per quando servono così riesce a estrarne anche in più quando ci vuole la prestazione eccezionale. Si può stare certi che ha ripetuto ancora ai suoi compagni che ‘bisogna crederci’ e che ‘tutto può ancora succedere’. Detto da lui non è mai un’incitazione come un’altra: se lo dice lui è perché le cose stanno così. Forse la sua abituale misura nell’esprimere la soddisfazione è anche il modo migliore per godersela fino in fondo. Perfino in questo, l’allenatore in campo.
andata e ritorno dal tunnel alla cima in 4h 30’ proprio nei giorni previsti in origine come prima data del Mezzalama. Una passeggiata di ricognizione in vista dell’assalto al record ‘Gignoux-Brosse’ (dalla piazza di Chamonix), di poco superiore alle cinque ore. Strascichi nepalesi? Overtraining? Semplice giornata no? La potenza della locomotiva Bon Mardion-Jacquemoud l’ha messo in crisi. Kilian è il fuoriclasse per definizione, ma è anche lui vulnerabile. Non è la prima volta che ‘salta’, se così si può definire il
secondo posto al Trofeo Mezzalama. KILIAN IN CRISI AL BREITHORN Al passo del Breithorn sono transitati per primi Esercito 1 di Eydallin-Reichegger-Lenzi, a circa un minuto il Team Camp-Ski Trab di Lanfranchi-Boscacci-Holzknecht e a un altro minuto il Team La Sportiva-Crazy Idea di Jacquemoud-Bon Mardion-Jornet. Tutti legati nell’ordine descritto, con facce belle e meno belle, ma tutte concentratissime, specialmente le tre davanti. L’espressione peg-
giore era quella di Kilian, con la faccia di uno che sta male e la corda innaturalmente tirata. Quelle migliori, i tre del Camp-Ski Trab, con Lanfranchi che sembrava rinato rispetto a tutto il resto della stagione: miracoli della ‘sua’ quota. Holzknecht salutava molto british, inarcando il sopracciglio. Di seguito Davide Galizzi trainava Gachet e Sevennec, le Gardes Frontières Suisse passavano poco dopo, quindi Beccari-Follador-Barazzuol. Tra i passaggi seguenti si fermavano i bergamaschi Zamboni e Cinesi ad aspettare lungamente Fabio
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T CERVINIA/GRESSONEY (AO) 04.05.13
TROFEO MEZZALAMA
SQUADRE DISLIVELLI: 2.862 m in salita, 3.145 m in discesa
Michele Maccabelli, Graziano Boscacci Andrea Panizza (Lunaverde) quindicesimo posto in 5h.08.40
«Uno dei Mezzalama più belli, lineari, senza problemi sul percorso».
Ivano Ploner, Erwin Chiocchetti, Mirko Micheluzzi (Bela Ladinia) trentatreesimo posto in 5h.55.59 «Ski-alper, ci vediamo alla Dolomites Skyrace».
QUANTE STORIE PER MEZZO CHILO IN PIÙ! Nelle settimane precedenti il Trofeo Mezzalama Adriano Favre, responsabile tecnico anche per questi aspetti, aveva annunciato con congruo anticipo che sarebbero stati imposti i ramponi in acciaio se le condizioni non fossero mutate. Sulla Ovest del Castore e sul Naso del Lyskamm i pendii erano in ghiaccio nero. Apriti cielo. Interventi scandalizzati qua e là per il web, come se i ramponi di ferro fossero un oggetto misterioso, nuovo e diabolico, inventato dalle aziende e dal comitato organizzatore tra un Mezzalama e l’altro per spennare e rallentare i poveri concorrenti. Poco meno scandalo aveva suscitato l’annunciatissima introduzione dello strato esterno termico, come se di solito si andasse a 4.000 metri in costume, maschera e boccaglio. E come se nessuno avesse notato che, incidentalmente, proprio al Mezzalama ne fossero già successe di tutti colori in qualche edizione precedente proprio a causa del freddo e di incidenti tecnici a ramponi usati su neve. Ma viene da chiedersi, e sia detto con tutta la delicatezza del caso: cosa avevano elencato sul proprio curriculum alpinistico personale, presentato con la domanda di iscrizione al Mezzalama, coloro che protestavano per i ramponi e i capi termici? Questi atteggiamenti fanno il paio con quelli di coloro che hanno chiesto il prolungamento dell’Adamello Ski Raid e relativi cancelli fino a tarda sera ‘perché le ore di luce ormai arrivano a sera’. L’ambizione di portare a termine traversate simili è legittima, anzi è perfino un atteggiamento personale positivo. Le gare de La Grande Course esistono proprio per questo: interpretano e incentivano il desiderio di montagna e suscitano un’attrazione magnetica proprio perché ci salgono davvero ‘sulla montagna’. Però non bisogna dimenticare la pericolosità dell’ambiente dove passano. Non è obbligatorio avere l’esperienza di una guida alpina, ma se non la si ha, bisogna fidarsi del suo giudizio. Quello che sabato 4 maggio era un pendio da ski-alp classico, dieci giorni prima sarebbe stato invece percorribile solo sapendo usare bene i ramponi, di acciaio. Facile, ma pericoloso, anche se gradinato amorevolmente con decine di ore di compressore e martello. Sabato 4 maggio le temperature erano nella media stagionale, ma in molti hanno avuto molto freddo alle mani e hanno ringraziato in cuor loro il comitato organizzatore per avere imposto 150 grammi in più di isolamento termico che hanno indossato da Plateau Rosa a Gressoney, Kilian compreso.
Bazzana, un’altra eccellente vittima della sindrome da Mezzalama, poi out. Il transito del Team La Sportiva Women confermava il ritiro di Roux-Mirò, salite comunque al passo senza Gloriana Pellissier. Nicolini-Rossi-Besseghini avevano così il peso del pronostico dalla loro. FINALE CON URLO Nel lungo sviluppo al passo di Verra Esercito 1 e Camp-Ski Trab accumulavano il margine maggiore sul team franco-spagnolo con quasi quattro minuti tra i primi
Il piede di Kilian
Quando non si sta bene è più facile subire vesciche e massacrarsi i piedi...
e i terzi, mentre i secondi rimanevano costantemente a un minuto circa dalla testa. Ma dopo il faticoso attraversamento del Castore con lunghi tratti a piedi, al Quintino Sella i giochi sembravano riaprirsi: Jacquemoud-Bon Mardion-Kilian riagganciavano i secondi, recuperando un minuto a Esercito 1. Anche il Team Camp di Beccari-Follador-Barazzuol risaliva due posizioni. L’avvicinamento al Naso riduceva il vantaggio dell’Esercito a 1’40” sul wonder-team, un calo netto in un tratto relativamente breve. E al Mantova i primi
conservavano solo un minutino, prima di slegarsi. Pochissimi minuti di suspense prima dell’apoteosi: tra le case di Gressoney sbucava Matteo Eydallin correndo come negli 800 in pista, precedendo di pochi metri i suoi compagni e tuffandosi finalmente ‘nel’ traguardo. Posizioni e distacchi immutati per tutti nei pochissimi minuti a precipizio dal Mantova a Gressoney. Dopo lo striminzito e abissale minutino sono piombati sul traguardo Jacquemoud-Bon Mardion-Kilian e poi Lanfranchi-Boscacci-Holzknecht, seguiti dall’altro exploit di giornata: Beccari-Follador-Barazzuol, incredibile team dell’ultimo minuto dopo il forfait di Nejc Kuhar. E poi… l’impressionante parata del meglio dello skialp mondiale, per decine di posizioni di classifica. IL SOGNO DI UNA VITA Da atlete esperte, le favorite numero due hanno sopportato il peso di un pronostico inaspettato, da far tremare il sangue nelle vene, e hanno stravinto in poco più di sei ore il Mezzalama rosa. Laura Besseghini, Raffaella Rossi hanno centrato la soddisfazione di una vita, mentre Elena Nicolini l’ha colta subito, all’inizio di una carriera sportiva già ricca di bei ricordi. A quasi un’ora e mezza il secondo team femminile, Locatelli-Richard-Cazzanelli.
Assoluta femminile 1. Laura Besseghini (ITA) Raffaella Rossi (ITA) Elena Nicolini (ITA) ������������������������������������6h.04.14 2. Tatiana Locatelli (ITA) Mireille Richard (SUI) Alessandra Cazzanelli (ITA) ��������������������������� 7h.27.25 3. Claudia Comello (ITA) Sonia Balbis (ITA) Claudia Stettler (SUI) ���������������������������������7h.44.04 4. Brigitte Wolf (SUI) Bernarda Henzen (SUI) Cornelia Ritler (SUI) ��������������������������������������7h.45.21 5. Marion Maneglia (FRA) Marion Losappio (FRA) Naila Jornet (ESP) ��������������������������������������7h.52.43 6. Marina Ferrandoz (ITA) Claudia Titolo (ITA) Raffaella Miravalle (ITA) �������������������������������7h.56.51 7. Stefania Avanzinelli (ITA) Simona Hosquet (ITA) Sonia Menabreaz (ITA) ������������������������������8h.29.35 8. Sylvia Berghammer (GER) Monika Hager (AUT) Michaela Feurle (AUT) ����������������������������������8h.37.02 9. Julie Mottier (FRA) Blandine Du Crest (FRA) Manon Fouque (FRA) ���������������������������������8h.50.35 10. Alexandra Rudatis (FRA) Anouk Doore (BEL) Martina Senn (AUT) ������������������������������������9h.08.28 Assoluta maschile 1. Manfred Reichegger (ITA) Damiano Lenzi (ITA) Matteo Eydallin (ITA) ���������������������������������4h.16.37 2. William Bon Mardion (FRA) Mathéo Jacquemoud (FRA) Kilian Jornet Burgada (SPA) ������������������������4h.17.37 3. Michele Boscacci (ITA) Pietro Lanfranchi (ITA) Lorenzo Holzknecht (ITA) ��������������������������4h.28.27 4. Filippo Beccari (ITA) Alessandro Follador (ITA) Filippo Barazzuol (ITA) ����������������������������������4h.35.39 5. Xavier Gachet (FRA) Davide Galizzi (ITA) Alexis Sévennec (FRA) �������������������������������4h.36.29 6. Martin Anthamatten (SUI) Yannick Ecoeur (SUI) Florent Troillet (SUI) ��������������������������������������4h.37.49 7. Denis Trento (ITA) Daniel Antonioli (ITA) Robert Antonioli (ITA) ��������������������������������4h.38.32 8. Marcel Marti (SUI) Werner Marti (SUI) Andreas Steindl (SUI) �����������������������������������4h.45.12 9. Thomas Martini (ITA) Alex Salvadori (ITA) Thomas Trettel (ITA) ����������������������������������4h.48.05 10. Fulvio Fazio (ITA) Alberto Fazio (ITA) Fabio Cavallo (ITA) �������������������������������������4h.56.45 11. Bastien Fleury (FRA) Fabien Meynet (FRA) Adrien Piccot (FRA) ���������������������������������4h.57.28 12. Cédric Remy (SUI) Didier Moret (SUI) Alexander Hug (SUI) �����������������������������������4h.59.01 13. Andrea Basolo (ITA) Matteo Stacchetti (ITA) Tony Sbalbi (FRA) ������������������������������������5h.02.15 14. Fabio Pasini (ITA) Daniel Yeuilla (ITA) Pietro Broggini (ITA) �����������������������������������5h.07.09 15. Andrea Panizza (ITA) Michele Maccabelli (ITA) Graziano Boscacci (ITA) ��������������������������5h.08.40 16. Mattia Roncoroni (ITA) Luigi Cocito (ITA) Marco Hérin (ITA) ���������������������������������������5h.14.10 17. Michele Franzini (ITA) Eros Pini (ITA) Stefano Rossatti (ITA) ������������������������������5h.22.41 18. François Ronc Cella (ITA) Claudio Consagra (ITA) Richard Tiraboschi (ITA) �����������������������������5h.24.23 19. Vincent Bader (SUI) Alain Ramel (SUI) Eric Dussex (SUI) �������������������������������������5h.24.39 20. Flavio Gadin (ITA) Giuseppe Pivano (ITA) Nadir Giovanetto (ITA) ��������������������������������5h.26.48
TESTA A TESTA: Due pronostici sovvertiti in un colpo solo, in modi molto simili tra loro. Ma non si vince solo per abbandono. Non si tratta di fortuna o di sfortuna, a seconda dei punti di vista: è la dura legge dello sport. Le gare in pattuglia sono fatte anche di queste cose e il Mezzalama specialmente. LA SORPRESA: Filippo Barazzuol ha sostituito uno come Nejc Kuhar, in team con Filippo Beccari e Alessandro Follador. I casi sono due: è fortissimo e porta fortuna. LA DELUSIONE: Doveva capitare proprio a Gloriana Pellissier, che è la combattività fatta donna sugli sci? LA CURIOSITÀ: William Bon Mardion è diventato padre per la seconda volta proprio nel giorno fissato come prima data per il Trofeo Mezzalama. Scarica la classifica completa dal database gare di Ski-alper skialper.it/CalendarioGare
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\\ COPPA ITALIA
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COPPA ITALIA \\ Lagorai Cima d’Asta
COPPA ITALIA \\ TRE RIFUGI
Lagorai a mezz’Asta
Eydallin-Lenzi
campioni Top Class EDIZIONE NUMERO 61 | La classica monregalese valeva per la Coppa Italia, ma assegnava anche gli ‘scudetti’. Programma invertito a causa del maltempo. Scelta che si è rivelata azzeccata... Eydallin nello spettacolo delle montagne monregalesi
PERCORSO RIDOTTO | La ‘classica’ del Tesino è stata comunque una gara di grande spessore tecnico e agonistico: vittoria del valtellinese Lorenzo Holzknecht e della spagnola Mireia Mirò § di Omar Oprandi §
N
onostante la neve abbondante, il meteo incerto e le temperature non hanno permesso all’organizzazione di allestire il percorso classico che sale sulla cima più alta del Lagorai, la Cima d’Asta, a quota 2.847 metri. La ventiduesima edizione della scialpinistica Lagorai Cima d’Asta era valida come settima prova della Coppa Italia, come combinata con la gara austriaca Hohe Tauren Trophy, oltre ad assegnare i titoli di campione trentino di scialpinismo in tutte le categorie. La guida alpina Franco Melchiori, ideatore di questa manifestazione, ha tirato un sospiro di sollievo quando il giorno della gara ha visto uno spiraglio di bel tempo. Pur con percorso ridotto, la grande classica del Tesino è stata all’altezza della sua tradizione: dopo la partenza dai 1.440 metri di Malga Sorgazza e la lunga strada forestale, salita nel ‘Canalon’, che portava direttamente sotto il Rifugio Ottone Brentari, aperto per l’occasione, che si trova alla base della Cima Asta. Qui la neve raggiungeva i due metri di spessore. Un manto nevoso tutto sommato ben consolidato, coperto da quasi venti centimetri di neve fresca. La salita continuava ancora per circa cento metri di dislivello per arrivare al primo cambio pelli, prima di gettarsi in una velocissima discesa al lago per l’ennesimo cambio. Da qui un’altra breve ascesa verso i 2.516 metri del Passo delle Soccede. Altro cambio pelli per scendere fino in Val Soccede. È stata questa lunga discesa che ha fatto la differenza: se all’inizio c’era neve soffice e costante, nella parte bassa c’era un fondo di valanga che non permetteva alte velocità, un fattore che ha messo a dura prova le gambe, e gli sci, di tutti gli atleti. Raggiunto il punto più basso i concorrenti hanno rimesso le pelli per l’ultima risalita, con un tratto a piedi nella parte centrale dove si dovevano mettere gli sci sullo zaino e un secondo più scorrevole che portava oltre la Forcella Magna ai 2.170 metri del Lago Magna. Un ultimo cambio assetto - il quinto - per la discesa di oltre 700 metri, fino al traguardo di Malga Sorgazza. Il tutto per oltre 1.753 metri di dislivello all’insù e altrettanti in discesa con uno sviluppo di sedici chilometri. Vittoria del valtellinese Lorenzo Holzknecht e della spagnola Mireia Mirò, mentre i titoli trentini sono andati a Thomas Martini e Nadia Scola. Nelle categorie giovanili affermazione tra i Cadetti del trentino campione del mondo Davide Magnini e della valtellinese Giulia Compagnoni (Eli-
VAL MALENE - PIEVE TESINO (TN) 10.03.13
LAGORAI CIMA D’ASTA INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.760 m
Assoluta femminile 1. Mireia Mirò (SPA) ������������������������������������������� 2h.03.33 2. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) ������������������2h.16.12 3. Nadia Scola (Ski Team Fassa) ����������������������� 2h.19.25 4. Federica Osler (Arcobaleno) ������������������������������2h.35.01 5. Raffaella Miravalle (Levanna) ������������������������ 2h.42.26 6. Claudia Titolo (Valdigne) ������������������������������������2h.50.59 7. Giulia Botti (Kinomana) ��������������������������������� 2h.52.24 8. Maria Orlando (Tre Rifugi) ���������������������������������2h.54.09 9. Milena Ghirardi (La Bufarola) ������������������������ 2h.57.34 10. Giovanna Bigagli (Bogn da Nia) �����������������������3h.40.45 Assoluta maschile 1. Lorenzo Holzknecht (Alta Valtellina) ������������� 1h.42.47 2. Nejc Kuhar (SLO) �����������������������������������������������1h.45.00 3. Alessandro Follador (Dolomiti Ski Alp) ��������� 1h.45.32 4. Thomas Martini (Brenta Team) ���������������������������1h.45.57 5. Matteo Pedergnana (Alta Valtellina) ������������� 1h.48.36 6. Alex Salvadori (Alpin Go) �����������������������������������1h.53.06 7. Matteo Bignotti (Alta Valtellina) �������������������� 1h.53.46 8. Daniele Cappelletti (Adamello) ����������������������������1h.53.52 9. Thomas Trettel (Cauriol) �������������������������������� 1h.54.58 10. Filippo Beccari (Ski Team Fassa) ���������������������1h.55.19 Cadetti femminile 1. Giulia Compagnoni (Alta Valtellina) �������������� 1h.24.56 2. Melanie Ploner (Badiasport) ������������������������������1h.35.06 3. Giulia Murada (Albosaggia) ��������������������������� 1h.37.42 4. Laura Corazza (Dolomiti Ski Alp) ������������������������1h.40.10 5. Debora Contrio (Albosaggia) ������������������������� 1h.50.35 6. Giulia Gherardi (Albosaggia) ������������������������������1h.52.02 7. Alessia Re (Valle Antigorio) ��������������������������� 2h.00.08 8. Elisa Dei Cas (Brenta Team) ������������������������������2h.02.44 9. Sofia Cristini (Albosaggia) ����������������������������� 2h.03.02 10. Francesca Sambrizzi (Alta Valtellina) ���������������2h.08.37 Juniores femminile 1. Erica Rodigari (Alta Valtellina) ���������������������� 1h.33.51 2. Martina Da Rin Zanco (Dolomiti Ski Alp) ������������1h.48.02 3. Michela Martinelli (Alta Valtellina) ���������������� 2h.13.34 Cadetti maschile 1. Davide Magnini (Brenta Team) ���������������������� 1h.07.24 2. Pietro Canclini (Alta Valtellina) ���������������������������1h.11.47 3. David Frena (Badiasport) ������������������������������� 1h.12.31 4. Gabriele Leonardi (Brenta Team) �����������������������1h.13.12 5. Erik Pettavino (Valle Stura) ��������������������������� 1h.13.58 6. Andrea Greco (Sondalo) ������������������������������������� 1h.14.07 7. Carlo Colaianni (Gran Sasso) ������������������������ 1h.16.10 8. Fabio Pettina (CAI Schio) �����������������������������������1h.19.42 9. Thomas Muscietti (Sondalo) ������������������������� 1h.20.10 10. Maurizio Bugna (Brenta Team) ������������������������1h.20.15 Juniores maschile 1. Michele Pedergnana (Alta Valtellina) ������������ 1h.07.25 2. Gianluca Vanzetta (Cauriol) ��������������������������������1h.08.31 3. Stefano Stradelli (Corrado Gex) ��������������������� 1h.09.29 4. Norman Gusmini (Gromo) ����������������������������������1h.10.56 5. Luigi Pedranzini (Brenta Team) ��������������������� 1h.11.47 6. Stefano Da Pra (Brenta Team) ���������������������������1h.12.02 7. Stefano Bertolini (Brenta Team) �������������������� 1h.12.02 8. Simone Puricelli (Albosaggia) ����������������������������1h.12.29 9. Valentino Bacca (Brenta Team) ��������������������� 1h.12.42 10. Simone Bettega (Valdobbiadene) ���������������������1h.13.27
sa Dei Cas la campionessa trentina), mentre tra gli Juniores a segno due valtellinesi: Erica Rodigari e Michele Pedergnana (Gian Luca Vanzetta si è aggiudicato il titolo trentino). Erano quasi una settantina i Master: ben cinque nei primi trenta della generale, su 187 partecipanti. Chi ha vinto? Franco Nicolini e Camillo Campestrini a pari merito, quindi anche campioni trentini. T
G
li organizzatori della Tre Rifugi puntano a una tappa di Coppa del Mondo. Così quest’anno la decisione di abbinare alla classica dello scialpinismo monregalese anche un Vertical per avere ancora più ‘argomenti’ da portare sul tavolo dell’ISMF. Ma la gara regina resta la Tre Rifugi, giunta all’edizione numero sessantuno, valida come tappa di Coppa Italia e Campionato Italiano Top Class. Viste le previsioni meteo è arrivata la decisione di anticipare la prova, mettendo in coda il Vertical, domenica 17. Scelta azzeccata, perché le condizioni in quota erano ideali, con tanta neve fresca. Il percorso prevedeva sempre partenza dalla Valle Pesio e arrivo in Valle Ellero, ma c’era da affrontare la cresta di San Lorenzo (affilata, ma addomesticata dalla profondissima traccia e dalle numerose corde fisse e scalette nei punti più ripidi), la Cima Serpentera a 2.306 metri, il punto più alto della gara e, novità di quest’edizione, la salita al Monte Grosso. Dunque percorso secondo copione per un totale di oltre ventuno chilometri, con 2.276 metri di dislivello positivo, diviso in tre salite. fin dall’inizio lotta a quattro con Matteo Eydallin e Damiano Lenzi da una parte, Michele Boscacci e Davide Galizzi dall’altra. Le due squadre si sono controllate a viste fino all’ultima salita, quella di Cima Durand: Eydallin ha forzato il ritmo e all’ultimo cambio pelli la coppia dell’Esercito aveva un vantaggio di poco meno di un minuto. Un margine sufficiente, viste anche la capacità discesistiche dei due alpini, per affrontare la lunga ‘tirata’ verso il traguardo di Rastello. I nuovi campioni italiani Top Class sono dunque Eydallin e Lenzi; piazza d’onore per Boscacci-Galizzi con un ritardo di 1’22’’, mentre sul gradino più basso del podio sono saliti Filippo Beccari e Pietro Lanfranchi. Meno equilibrata la gara femminile: Gloriana Pellissier ed Elena Nicolini non hanno avuto grandi difficoltà a controllare le avversarie. Ritmo elevato fin dal via che nessuna squadra è riuscito a mantenere. Seconde l’atleta di casa Katia Tomatis e l’emiliana Giulia Botti, terza Raffaella Miravalle e Debora Cardone. Tra i Master Franco Nicolini e Omar Oprandi hanno vinto il tricolore davanti a Giancarlo Lira e Fulvio Giovannini con al terzo posto Sergio Maritan e Pierbiagio Rivoira. T
MONDOVI’ (CN) 16.03.13
TRE RIFUGI
SQUADRE DISLIVELLO IN SALITA: 2.276 m Assoluta femminile 1. Gloriana Pellissier (Esercito) Elena Nicolini (Brenta Team) ������������������������� 3h.02.07 2. Katia Tomatis (Tre Rifugi) Giulia Botti (Kinomana) ��������������������������������������3h.21.28 3. Raffaella Miravalle (Levanna) Debora Cardone (Valli di Lanzo) �������������������� 3h.29.26 4. Elena Tornatore (Garessio) Federica Osler (Arcobaleno) ������������������������������3h.39.47 5. Sonia Balbis (Tre Rifugi) Paola Martinale (Busca) �������������������������������� 3h.48.39 6. Marina Ferrandoz (Saint Nicolas) Claudia Titolo (Valdigne) ������������������������������������3h.53.00 7. Silvia Ponzo (Tre Rifugi) Maria Orlando (Tre Rifugi) ����������������������������� 3h.59.34 8. Raffaella Canonico (Sestriere) Barbara Moriondo (Valle Varaita) ����������������������� 4h.09.00 9. Giuseppina Marconato (Valdigne) Claudia Borghini (Lo Contrabandjè) �������������� 4h.49.04 Assoluta maschile 1. Matteo Eydallin (Esercito) Damiano Lenzi (Esercito) ������������������������������ 2h.24.57 2. Michele Boscacci (Albosaggia) Davide Galizzi (Brenta Team) �����������������������������2h.26.19 3. Filippo Beccari (Ski Team Fassa) Pietro Lanfranchi (Valgandino) ��������������������� 2h.28.44 4. Matteo Pedergnana (Alta Valtellina) Thomas Martini (Brenta Team) ��������������������������2h.30.45 5. Manfred Reichegger (Esercito) Denis Trento (Esercito) ���������������������������������� 2h.31.25 6. Dennis Brunod (Mont Avic) Franco Collè (Gressoney) ����������������������������������2h.32.04 7. François Cazzanelli (Esercito) Filippo Barazzuol (Esercito) �������������������������� 2h.33.15 8. Fulvio Fazio (Garessio) Alberto Fazio (Garessio) �������������������������������������2h.36.00 9. Andrea Basolo (Courmayeur) Matteo Stacchetti (Saint Nicolas) ����������������� 2h.39.39 10. Michel Cinesi (Gromo) Giovanni Zamboni (13 Clusone) �����������������������2h.45.05
La prima del Vertical
Successi di Fabio Cavallo e Raffaella Miravalle Come da copione la prima edizione del Vertical Mondolè è andato in scena sotto una fitta nevicata. Partenza da Rastello (dove arrivava la Tre Rifugi) e salita verso la Baita ‘da Mariolino’ sulla Tura, per un dislivello di 941 metri. Vittoria di Fabio Cavallo che ha chiuso con il tempo di 48’03. Alle sue spalle il nostro collaboratore Andrea Basolo in 48’38 e terzo Silvio Gastaldi in 53’55, mentre nella prova femminile a segno Raffaella Miravalle davanti a Sonia Balbis. Nei Master successo di Silvana Bonaiti; Elio Griseri e Sandro Michelis (che il giorno precedente aveva chiuso la sua quarantasettesima Tre Rifugi) hanno chiuso con lo stesso tempo davanti Pierbiagio Rivoira, che si è piazzato sul terzo gradino del podio. Percorso ridotto a 575 metri di dislivello per le categorie giovanili con striscione d’arrivo posto alla Baita Barmas. Nei Cadetti affermazione di Erik Pettavino su Raffaele Odasso e Mattia Dalmasso; tra gli Juniores successo del garessino Filippo Canavese su Marco Testino e Andrea Fenoglio.
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T ISTANTANT REPLAY \\ SCELTI PER VOI ALCUNI SCATTI DELLA GARA
Nelle foto: alcuni momenti della insolita gara.Il team vincitore, United States of Canada, con il lauto assegno in palio. La giuria al lavoro. La nebbia ha avvolto le rocce del Dachstein.
TOP RACE \\ ATOMIC WAYMAKER
Waymaker, qualcosa di diverso News dal mondo
In ricordo di Stéphane Brosse
«La cosa importante è condividere l’avventura e imparare l’uno dall’altro. È stato come ogni uscita con gli sci tra le montagne, in cui devi lavorare in team e sapere che puoi contare sui tuoi compagni»
Il 10 marzo in Francia si è svolta la ‘Araviski: course-hommage à Stéphane Brosse’: un omaggio al grande campione francese più che una gara. Nella classifica del percorso lungo vittoria di Blanc-Bonnel in 3h.31’49, davanti a Gignoux-Montagny in 3h.41’18 con terzi Grossrieder-Golay in 3h.46.29. In gara anche il cuneese Luca Bessone in coppia con Igor Fenoglio. Ecco la loro testimonianza. «Scopro che a La Clusaz, in Alta Savoia, organizzano una gara di ski-alp a coppie in omaggio a Stéphane Brosse, deceduto l’estate passata durante la traversata del Bianco con Kilian Jornet Burgada. Contatto così il mio ‘socio’ di gare Igor e decidiamo di iscriverci. La gara prevede tre percorsi: individuale di 600 metri di dislivello, percorso B a coppie di 1.500 e quello denominato ‘la corsa nel giardino di Stéphane’ di 3.100. Arrivo a Thones dove si terrà il briefing: alla nostra destra le cime severe del Beaufortin, la più alta il Grand Mont, cima mitica per il passaggio della Pierra Menta. Sullo sfondo invece la catena dell’Aravis, dove si allenava Stéphane e che lo scorso 8 maggio in compagnia di Kilian e Jacquemoud aveva attraversato per intero da sud a nord (dal Charvin alla Pointe Percee) per 6.500 metri di dislivello: 16 salite per altrettante discese e 35 chilometri che hanno percorso in poco più di dieci ore. La ‘salle de fêtes’ è già gremita di concorrenti in coda per il ritiro del pettorale, il nostro è il 410: a consegnarcelo è Nadège Brosse, la moglie di Stéphane. La maggior parte sono squadre francesi, ma ci sono anche inglesi, tedeschi e svizzeri. A rappresentare l’Italia siamo sei coppie. Il percorso di gara prevedeva cinque salite con altrettante discese, la prima di 1.050 metri verso la Tête Pelouse, la seconda di 400 metri al Trou de la Mouche. A seguire: un primo tratto di discesa con corde fisse da percorrere sci ai piedi, lunga picchiata nella Combe de Paccaly fino ai 1.500 metri di quota per rimettere le pelli e affrontare la terza salita nella Combe de Tardevant, 960 metri di dislivello fino ai 2.463 metri dell’Ambrevetta. Altra breve discesa e si ripellava per la quarta salita, breve, 300 metri, con cambio assetto nella parte terminale e sci nello zaino fino alla Tête de Pacally. Penultima discesa non molto lunga ma impegnativa per le pendenze, poi quinta e ultima ascesa, 400 metri, con parte terminale da percorrere con i ramponi e vista sul Bianco, per ritornare per la seconda volta nel ‘buco’ di Trou de la Mouche. Infine ultima discesa, le Combe du Grand Cret, 1.000 metri di sciata per arrivare al traguardo. La partenza è fissata per le 6,30 in località Les Confins, appena fuori La Clusaz, siamo in 600: a darci il via c’è tutta la famiglia Brosse. Percorso duro e lungo, sono ventisei i chilometri di sviluppo complessivi, la giornata è bella, non c’è una nuvola, temperatura in partenza appena sotto lo zero, sopra i 2.000 metri ci sono trenta centimetri di neve fresca, sotto, dove ha piovuto ‘vetro’. Ci siamo classificati trentaquattresimi su 150 coppie con il tempo di 4h.54’40».
Luca Bessone in azione
RACE | Nel Dachstein una gara diversa, con percorsi liberi e la vittoria decretata da una giuria, come nel freeride. E per una volta Kilian non ha vinto…
O
tto team di tre atleti, una partenza e un arrivo, due tappe. Sono questi gli ingredienti dell’Atomic Waymaker, un innovativo format scialpinistico che è andato in scena il 6 e 7 aprile nella regione austriaca del Dachstein. Una gara insolita, alla quale ha preso parte anche il campionissimo Kilian Jornet Burgada, con regole decisamente bizzarre rispetto a quelle a cui siamo abituati, con un mix tra alpisismo, ski-alp e freeride. Poche regole semplici, seppur molto diverse da quelle ‘ferree’, per esempio, di una Coppa del Mondo. Percorso libero, con partenza e arrivo fissi e, nella prima tappa, un unico passaggio obbligato, su una ferrata poco prima del via. Una volta ufficializ-
zati i team ammessi, sono state date loro quattro settimane di tempo per studiare il percorso sulle mappe e dal vivo, oltre alla possibilità di svolgere una ricognizione più approfondita nei giorni precedenti l’evento. Poi, come avviene per i piloti che devono pianificare la rotta, la propria scelta doveva essere comunicata alla direzione di gara. Infine… la vittoria non sarebbe andata necessariamente al più veloce ma al team capace di disegnare l’itinerario più creativo, dimostrando più versatilità. Erano anche richieste foto dell’itinerario e dei punti più importanti, con precisi commenti… A decretare i vincitori una giuria di cinque persone, della di cui facevano parte anche il campione Red Bull Air Race Hannes Arch e l’alpinista Beat Kammerlander. Una scialpinistica nella quale
Gran Bèal, i cuneesi ai piedi del podio Il racconto di Igor Fenoglio e Luca Bessone, che hanno partecipato alla gara francese prova finale del campionato nazionale Il Queyras è la valle che unisce il versante francese del Monviso con il colle dell’Isoard, cima mitica del Tour de France. Qui da ormai 24 edizioni di svolge la Grand Bèal, gara di scialpinismo a coppie che nel 2010 è stata prova dei Campionati Mondiali. La partenza era lo scorso 7 aprile in località Brunissard, proprio dove inizia la vera salita all’Isoard, nel comune di Arvieux. Quest’anno la gara era valida come prova finale del campionato francese, con tre percorsi. Il primo, a coppie, di 2.150 metri di dislivello, prevedeva cinque salite con altrettante discese e un tratto da affrontare a piedi; il secondo, di 1.950 metri, era individuale mentre il terzo, per i giovani, misurava 1.150 m D+. Partenza alle 7.30, il primo tratto su pista di fondo, poi si risaliva Les Clots. A metà della prima ascesa si
Una fase della partenza cambiava assetto, sci nello zaino per rimontare un canale di circa 100 metri di dislivello, poi si rimettevano gli sci e si arrivava al primo cambio pelli. Siamo a quota 2.360, i metri positivi sono 640 e qui si affrontava la prima discesa: neve dura su pendio ripido tra distacchi di valanghe. Seconda parte tra i pini, per poi immettersi nella pista da fondo e passare vicino alla partenza, dove si rimettevano
non contava il cronometro, dunque, ma l’arte dello ski-alp allo stato puro. Anche in questo tante somiglianze con i contest di freeride. Ma come per tutte le avventure in alta montagna, spesso i progetti sulla carta si scontrano con la realtà dell’ambiente e infatti il maltempo ha costretto in parte a modificare il programma. I due giorni sono infatti stati caratterizzati da una fitta nebbia che ha fatto decidere alla giuria di interrompere in anticipo la seconda tappa, alle 11, quando la visibilità era inferiore a dieci metri. La prima tappa prevedeva la partenza da Oedensee e l’arrivo al Krippenstein Lodge, mentre la seconda raggiungeva il lago Gosausee. Oltre al team di Kilian (Kilians Choice), che era in compagnia degli austriaci Richard Zinthauer (un forte mountainbiker) e Paul Guschlbauer (secondo al Red Bull Dolomitenmann e terzo al Red Bull X-Alps) si è subito messo in mostra il ‘United States of Canada’ composto da Marc Smiley, Andrew McNab e Reiner Thoni. E alla fine è stato proprio il team nordamericano ad aggiudicarsi la gara e i 4.500 euro in palio. «Siamo incredibilmente fieri di avere vinto questo evento - ha detto Marc Smiley che, con la moglie Janette, sta provando a completare per primo le 50 ascese più classiche del Nord America - e abbiamo fatto anche un canale di 50° che ha ‘oscurato’ tutte le nostre imprese finora portate a termine in Europa». Molto sorpreso dal livello dei concorrenti Heli Putz, capo della giuria. «Durante la prima giornata abbiamo assistito a performance impressionanti: per quanto ne so la maggior parte degli itinerari scelti non erano mai stati percorsi e alcuni team hanno coperto oltre 30 km e 3.000 metri di dislivello». T le pelli per la seconda salita che all’inizio aveva dei cambi di direzione nel bosco, poi il pendio in prossimità della Crête des Portettes si apriva, con una bella vista sulla valle del Queyras e sul Monviso. Seconda discesa breve ma impegnativa e infine si rimettevano le pelli a Les Sagneres per la terza salita, che portava sulla cresta del Pic du Cros, a quota 2.695 metri. Altra breve discesa ma il pendio era esposto a nord e la neve farinosa, quindi si rimettevano le pelli per la quarta volta e si risaliva di nuovo sulla cresta del Pic du Cros, penultima discesa, breve e su neve marmorea, non ancora trasformata dal sole, per rimettere le pelli per l’ultima volta di fianco al Lac du Lauzon. Rimanevano gli ultimi 270 metri per arrivare al Col de la Rousse. Di qui in poi solo discesa, lunga, per la prima parte su neve crostosa su ampi pendii, poi si attraversava in un single track un boschetto e ci si immetteva nella pista di fondo che riportava al traguardo. Con il tempo di 2h54.58 Igor Fenoglio e Luca Bessone si sono classificati quarti a 2’30” dal gradino più basso del podio. La vittoria è andata ai francesi Alain Bellagamba e David Poncet.
William Bon Mardion in azione al Pierra Menta 2013 Š Nacho Grez
ATLETA DELL’ANNO 2013
William Bon Mardion BIOGRAFIA William Bon Mardion, 25 anni, di Arêches, corre per il Club Multisports Arêches-Beaufort. Utilizza sci Dynastar, scarponi, abbigliamento e attacchi La Sportiva, pelli Colltex. Gli sponsor personali sono Nutatlétic, Beaufort e Satoriz. Tra le sue gare migliori: 2007 - Medaglia d’argento agli Europei nella Team Race 2010 - Medaglia di bronzo agli Europei nella Relay Race 2010 - Secondo alla Pierra Menta con Florent Perrier 2011 - Medaglia d’argento ai Mondiali nella Individual 2011 - Medaglia di bronzo ai Mondiali nella Vertical, Team e Relay 2012 - Medaglia d’oro agli Europei nella Individual Race
2012 - Medaglia d’argento agli Europei nella Relay Race 2013 - Primo alla Pierra Menta con Mathéo Jacquemoud 2013 - Primo all’Adamello Ski Raid con Mathéo Jacquemoud 2013 - Vincitore della Coppa del Mondo 2013 - Medaglia d’oro ai Mondiali nella Team Race e Individual Race 2013 - Medaglia di bronzo ai Mondiali nella Relay Race
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\\ CAMPIONATI ITALIANI
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
CAMPIONATO ITALIANO \\ DOLOMITI DI BRENTA SKI ALP RACE
Tricolore tra metri di neve
CLASSICA | L’edizione 2013 della gara di Madonna di Campiglio si è svolta in un paesaggio con innevamento record e percorso modificato. Nella gara maschile la perdita di una pelle di Damiano Lenzi ha dato il via alla fuga dei due valtellinesi mentre tra le donne non c’è stata storia § di Guido Valota - foto Newspower §
U
na finestra di qualche ora di bel tempo, miracolosamente tarata sul timing della gara, ha permesso una bella edizione della classicissima Dolomiti di Brenta Ski Alp Race. Dopo settimane di maltempo continuo, il giorno di Pasquetta si era accumulato sul terreno un manto di spessore eccezionale: fino a cinque metri di neve. Un ultimo apporto di un metro e mezzo caduto in 48 ore pochi giorni prima preoccupava i responsabili del percorso. Ma l’edizione 2013 si è corsa ugualmente su un percorso vario e sciisticamente tecnico. Cima Grostè, o meglio la sua spalla a quota 2.800, ha fatto da perno al tracciato ed è stata toccata due volte, con la solita partenza dal Boch a 2.000 metri circa. Il risultato: circa 20 chilometri di sviluppo con dislivello di oltre 1.800 metri totali e un percorso adatto all’assegnazione dei titoli assoluti di scalpinismo a squadre. Sono mancati solo i tratti a piedi, ma con quelle condizioni nivometeo era già stato raggiunto un risultato insperato. La parte tecnica si concentrava nel doppio anello di Cima Grostè. I team hanno affrontato due volte le numerose inversioni nel bel canale ripido di salita alla spalla e la discesa verso la Bocchetta dei Camosci e sulla Vedretta di Vallesinella. Queste ultime adrenaliniche, tecniche e faticose ma con neve perfetta. Il tasso tecnico dei discesisti è stato valorizzato dalla pendenza e dai passaggi obbligati tra le rocce. Dopo le prime squadre si sono formate le gobbe, subite dagli atleti nella pancia del gruppo, ma nel secondo giro anche dai top team. Una discesa sostenuta nella neve soffice per un dislivello negativo di circa 800 metri portava fino al cambio d’assetto sul sentiero per il rifugio Tuckett. La risalita al Passo Grostè conduceva alla zona di cambio d’assetto dove, al termine del secondo giro parziale, si sarebbe ripreso in discesa il trasferimento iniziale dalla zona partenza-arrivo. Con grande vantaggio per il pubblico, che ha potuto seguire la gara molto meglio che sul percorso originale. CONDIZIONI IMPEGNATIVE Prova impegnativa muscolarmente. La neve soffice, che assorbiva parte della spinta e richiedeva un lavoro delicato di bastoncini, ha impegnato più del solito i quadricipiti degli atleti. Sulla gara si è aperto quasi subito un bel sole primaverile, ma l’aria è rimasta a temperature invernali e un po’ di vento costante in alto riusciva ad alzare la neve dalle creste. Dopo il lungo lancio in pista si è formato il trenino dei migliori. Holzknecht e Boscacci si sono incaricati di tirare, però tutti sono rimasti piuttosto ravvicinati fino alla seconda salita, verso passo Grostè. Qui è accaduto l’episodio decisivo: Lenzi ha perso una pelle, e con questa diverse decine di secondi. Boscacci-Holzknecht se ne sono andati mentre Lenzi cercava di recuperare il compagno di squadra Eydallin che lo aspettava senza cedere troppo alla coppia di testa, per fare da raccordo. Damiano c’era quasi riuscito, ma davanti potevano gestire bene il vantaggio. Michele Boscacci ha quindi imposto un ritmo di forcing, perfino guadagnando metri su Holzknecht. Dal passaggio a Passo Grostè per il secondo semigiro in poi, il distacco tra i due team in lotta per il titolo italiano (e per le due superleggere in palio) ha sempre oscillato tra i 40” e il minuto fino al traguardo. Passavano poi Kuhar e Pivk, estremamente efficaci su neve soffice. A pochi secondi l’impressionante Junior Anton Palzer trainava deciso al cordino nientemeno che Davide
Pasticcio Junior Un groviglio inestricabile di norme e regolamenti in parte contraddittori ha prodotto il più classico dei pasticci. Dopo la gara sono stati squalificati i team nei quali correvano concorrenti Junior, in base alla norma che, se nello stesso giorno è in calendario una gara giovanile, questi non possono concorrere in una prova Senior dove altrimenti non sarebbero ammessi. Questa norma, però, si incrocia con numerose altre: per esempio quella per cui ogni codice-gara identifica in modo univoco una singola gara anche se corsa nella stessa località, come in questo specifico caso con due gare e due codici. Scelta operata dagli organizzatori non a caso. Comunque la norma andava interpretata. Classicamente, è stato fatto dopo la gara e non prima, in conformità formale a una norma e non all’interpretazione di buon senso, danneggiando chi non aveva danneggiato nessuno (i premi-gara sono stati riconosciuti sia a classifica piena che corretta), in contrasto all’esigenza espressa più volte dai giovani di poter gareggiare - almeno a fine stagione - su distanze propedeutiche a quelle che andranno ad affrontare al loro passaggio alla categoria maggiore. In tutto questo una complicazione ulteriore si è aggiunta con la squalifica a scoppio ritardato di Anton Palzer, che per un giorno non è stato squalificato in quanto non tesserato in Italia e il giorno dopo invece sì. Se succedono queste cose il regolamento va corretto e chiarito.
Galizzi. Follador e Beccari, che all’inizio guidavano il gruppo degli inseguitori, hanno dovuto tener duro ‘di squadra’ su Martini e Pedergnana.
so Grostè per distanziare Stanchina-Senoner, cogliendo il titolo italiano di categoria. Classifica Master molto corta davanti e ben distribuita all’interno di quella Senior, come al solito.
LE DONNE - Pronostico rispettato. Elena Nicolini ci teneva: «Glo, oggi corriamo qui in casa mia per un titolo italiano: non possiamo sbagliare». E non hanno sbagliato, tenendo a distanza fin dalla prima salita Francesca Martinelli e Silvia Rocca. Bella prova di Elisa Compagnoni con Martina Valmassoi, che ha saputo tener duro durante la crisi finale.
I GIOVANI - In occasione della Dolomiti di Brenta Ski Alp Race è stata allestita anche una gara individuale per le categorie giovani. Ultimo evento stagionale per molti di loro, anzi un supplemento per quelli che fanno parte delle squadre e hanno già concluso i rispettivi impegni internazionali. Vittorie facili per Federico Nicolini, cui la Pierra Menta ‘grande’ ha fatto bene, tra gli Junior. Alba De Silvestro ha corso solitaria tra le Junior, mentre Davide Magnini ha condotto senza problemi la gara Cadetti. Per tutti loro percorso piuttosto faticoso rispetto allo standard delle gare di categoria, con meno cambi d’assetto a spezzare dislivelli maggiori. T
I MASTER - Omar Oprandi e Franco Nicolini hanno fatto valere condizione ed esperienza. In settimana Nicolini si sentiva ancora stanco dopo la Pierra Menta corsa con il figlio Federico. Invece in gara volava e con Oprandi ha puntato proprio sull’ultima risalita a Pas-
Nelle foto: in alto Boscacci e Holzknecht tirano il gruppo sotto, in alto Elena Nicolini e Gloriana Pellissier, felici e vincenti. Sotto ‘Boscaccino’ e Holzknecht festeggiano la vittoria
MADONNA DI CAMPIGLIO (TN) 01.04.13
SKIALP INTERNATIONAL RACE DOLOMITI DI BRENTA SQUADRE DISLIVELLO: 1.835 m
Assoluta femminile 1. Gloriana Pellissier (Esercito) Elena Nicolini (Brenta Team) �������������������������� 2h.37.59 2. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) Silvia Rocca (Alta Valtellina) ������������������������������ 2h.46.28 3. Elisa Compagnoni (Alta Valtellina) Martina Valmassoi (Dolomiti Ski Alp) ������������ 2h.51.54 4. Federica Osler (Arcobaleno) Birgit Stuffer (Gossensass) �������������������������������� 2h.52.49 5. Anna Moraschetti Marialucia Moraschinelli (Albosaggia) ���������� 3h.12.07 6. Monica Sartogo (CAI Schio) Annemarie Gross (Bogn da Nia) ������������������������� 3h.13.52 Assoluta maschile 1. Lorenzo Holzknecht (Alta Valtellina) Michele Boscacci (Albosaggia) ���������������������� 2h.02.23 2. Damiano Lenzi (Esercito) Matteo Eydallin (Esercito) ���������������������������������� 2h.04.59 3. Tadei Pivk (Aldo Moro) Nejc Kuhar (SLO) ��������������������������������������������� 2h.07.53 4. Alessandro Follador (Dolomiti Ski Alp) Filippo Beccari (Ski Team Fassa) ����������������������� 2h.10.40 5. Thomas Martini (Brenta Team) Matteo Pedergnana (Alta Valtellina) �������������� 2h.10.50 6. Fabio Bazzana (Valgandino) Daniele Pedrini (Alta Valtellina) �������������������������� 2h.13.39 7. Alex Salvadori (Alpin Go) Matteo Bignotti (Alta Valtellina) ��������������������� 2h.21.19 8. Gil Pintarelli (Triathlon Trentino) Ivan Antiga (Brenta Team) �������������������������������� 2h.22.39 9. Omar Oprandi (Brenta Team) Franco Nicolini (Ski Team Fassa) ������������������� 2h.26.35 10. Alberto Stanchina (Brenta Team) Andreas Senoner (Gardena) 2h.28.43 11. Paolo Meizinger (Aldo Moro) Marco Del Missier (Fornese) ������������������������ 2h.30.53 12. Cristian Riccardi (Gromo) Pietro Bonoris (Gromo) ������������������������������������ 2h.31.06 13. Dino Sala (Sondalo) Stefano Rossatti (Sondalo) ��������������������������� 2h.32.00 14. Manfred Dorfmann (Ahrntal) Martin Elsler (Ski Team Fassa) ������������������������ 2h.32.45 15. Rene Irsara (Badia Sport) Janpaul Adang (Badia Sport) ������������������������ 2h.32.57 16. Roberto Panizza (Verticale Boardrider) Livio Togni (Adamello) �������������������������������������� 2h.33.09 17. Paolo Poli (Valgandino) Marzio Bondioli (Gav Vertova) ���������������������� 2h.34.43 18. Gabriele Fedrizzi (Val di Sole) Ludovico Magnini (Brenta Team) ���������������������� 2h.34.51 19. Pietro Guzza (Adamello) Martino Cattaneo (Valgandino) �������������������� 2h.36.54 20. Oswald Santin (Ski Team Fassa) Pierangelo Giacomuzzi (Ski Team Fassa) ��������� 2h.37.43
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
TOP RACE //
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TOP RACE \\ PIZOLADA DELLE DOLOMITI
MARMOTTA TROPHY
Doppio Kuhar in Val Martello § di Luca Giaccone - foto Newspower §
Aspettando la Coppa del Mondo, vincono Follador e Scola 37 EDIZIONI | La classica trentina, quest’anno ‘Certified Race ISMF’, ha visto al via oltre 200 partecipanti su un tracciato che prevedeva anche la salita sul versante nord di Cima Margherita PASSO SAN PELLEGRINO - MOENA (TN) 14.04.13
LA PIZOLADA DELLE DOLOMITI INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.725 m
Assoluta femminile 1. Nadia Scola (Ski Team Fassa) ����������������������� 2h.02.23 2. Marta Riba Carlos (Selecció Catalana) �������������� 2h.07.17 3. Martina Valmassoi (Dolomiti Ski Alp) ����������� 2h.08.57 4. Maria Fargues Gimeno (Selecció Catalana) ������� 2h.10.48 5. Sabrina Zanon (Cauriol) ���������������������������������2h.10.55 6. Marta Garcia Farres (Selecció Catalana) ����������� 2h.11.41 7. Elisabeth Benedetti (Cauriol) �������������������������2h.17.25 8. Carla Iellici (Bogn da Nia) ��������������������������������� 2h.18.12 9. Monica Sartogo (CAI Schio) ��������������������������� 2h.28.46 9. Katrin Krahbichler (Falkenstein) ������������������������ 2h.32.45 10. Marta Vinante (Cornacci) �����������������������������2h.36.28 Assoluta maschile 1. Alessandro Follador (Dolomiti Ski Alp) ����������1h.36.40 2. Thomas Martini (Brenta Team) ��������������������������� 1h.36.45 3. Filippo Beccari (Ski Team Fassa) ������������������� 1h.38.06 4. Thomas Trettel (Cauriol) ������������������������������������ 1h.39.09 5. Nil Cardona Coll (Selecció Catalana) �������������1h.40.22 6. Alex Salvadori (Alpin Go) ����������������������������������� 1h.40.24 7. Ivo Zulian (Bogn da Nia) ���������������������������������1h.40.44 8. Michal Štantejský (Špindleruv Mlýn) ������������������ 1h.40.58 9. Marc Solà Pastoret (Selecció Catalana) �������� 1h.41.22 10. Riccardo Dezulian (Bogn da Nia) ��������������������� 1h.45.27 11. Omar Oprandi (Brenta Team) ������������������������ 1h.46.57 12. Marc Hochstaffl (Weißsee Gletscherwelt) �������� 1h.47.33 13. Andreas Senoner (Gardena) �������������������������1h.47.38 14. Pierangelo Giacomuzzi (Ski Team Fassa) ��������� 1h.48.19 15. Genís Zapater Bargues (Selecció Catalana) 1h.48.25 16. Alessandro Taufer (Valdobbiadene) ������������������ 1h.50.11 17. Pau Costa Pairó (Selecció Catalana) ������������ 1h.50.22 18. Gerard Vila Ferrer (Selecció Catalana) ������������� 1h.51.38 19. Mirco Micheluzzi (Ski Team Fassa) �������������� 1h.52.11 20. Christian Varesco (Cornacci) ���������������������������� 1h.54.35
U
na giornata primaverile ha accolto i 216 partecipanti alla trentasettesima edizione della Pizolada delle Dolomiti, al Passo San Pellegrino, lo scorso 14 aprile. La gara è ‘Certified Race ISMF’ e punta dunque a entrare nel circuito di Coppa del Mondo, ma non ha dimenticato le sue origini: così accanto ai professionisti dello ski-alp erano presenti anche un nutrito gruppo di escursionisti che, con la loro passione, rappresentano come sempre l’anima della Pizolada. Gara a due: Alessandro Follador e Thomas Martini hanno preso la testa del gruppo fin dalle prime battute, andando a
giocarsi la vittoria nel finale. Si è imposto Follador con appena cinque secondi di vantaggio su Martini, mentre Filippo Beccari ha completato il podio. Tra i Master successo di Omar Oprandi, già vincitore nel 1996 e 1997 della classifica assoluta della Pizolada, che si è imposto su Andreas Senoner e Alberto Stanchina. Nella prova ‘rosa’ successo sulle nevi di casa della moenese Nadia Scola con un margine di cinque minuti sulla catalana Marta Riba Carlos. Tra i giovani, infine, affermazioni del catalano Oriol Cardona Coll e di Marta Scalet tra gli Juniores e di Gabriele Leonardi tra i Cadetti. T
Nelle foto: in alto la partenza nella zona di Passo San Pellegrino. Sopra, Thomas Martini, secondo classificato. A fianco il suggestivo canale Holzer, chiave di volta del percorso.
IL PUNTO TECNICO di Omar Oprandi
Pizolada, decisivo il canalino Holzer La Pizolada propone un tracciato classico e super collaudato con l’originalità di aggiungere, sempre, la cosiddetta ‘ciliegina sulla torta’: in questa edizione era rappresentata dal canalino Holzer sulla parete nord di Cima Margherita. Qui ci si giocava la vittoria finale o la posizione, sicuramente per la gran parte degli atleti. Il paesaggio di questa zona è molto suggestivo sotto l’aspetto scialpinistico, con la possibilità di percorrere e salire cime, sia classiche che ‘moderne’, con itinerari e difficoltà per tutti i gusti. L’organizzazione della gara ha fatto proprio questo: miscelare la semplicità della prima parte di gara con la modernità e la difficoltà tecnica della seconda parte. Quindi un percorso iniziale adatto alle categorie giovani e al consueto gruppo di escursionisti con un secondo tracciato all’altezza delle aspettative per gli ski-alper più esigenti e salite e discese come quelle della Cima Margherita. La competizione di quest’anno era anche ‘Certified Race ISMF’ per entrare nel circuito di Coppa del Mondo. Sicuramente, quando l’aspirazione, ne sono sicuro, diventerà realtà, ci si dovrà impegnare a garantire sul lato a nord del
Passo San Pellegrino un percorso altrettanto impegnativo con passaggi altamente tecnici e spettacolari. L’esperienza e il terreno ci sono, ai tracciatori il compito di tirare fuori dal cappello un percorso con queste caratteristiche. Tornando alle mie sensazioni, non posso non sottolineare l’aspetto tecnico della gara che prevedeva un buon dosaggio sia della tecnica che della forza. Tecnica che esigeva un buon passo spinta nella prima salita e un buon controllo degli sci nella seguente discesa, malgrado la facilità dei pendii con terreni aperti. La visibilità era buona, ma non ottima e non si doveva esagerare troppo nel mantenere la classica posizione a uovo per la massima velocità. La seconda salita doveva essere gestita al meglio, anche perché era nella parte centrale della gara; la successiva discesa, più ripida della prima, non dava la possibilità di guadagnare o perdere posizioni in quanto anche questa si svolgeva sulla pista chiusa ma con fondo duro e segnato dalle tracce dei mezzi battipista della settimana prima. Come detto, decisiva la salita e la discesa della seconda parte di gara, già a partire dai primi
metri dopo il cambio. Un bel terreno ondulato, con traccia da cambiare parecchie volte per far fruttare la scorrevolezza migliore, lasciava subito spazio a qualche dietrofront per poi portarsi su terreno meno scorrevole sul versante nord-ovest di Cima Margherita. Qui si raggiungeva, ancora con pochi dietrofront, la base del canalino Holzer. Circa 300 metri di canale per 130 di dislivello: bello ripido, insomma. Un’ottima doppia traccia lasciava spazio a chi ancora aveva birra nelle gambe per spingere sull’acceleratore e arrivare in vetta con margine. Dalla Cima Margherita si affrontava una stupenda discesa sul suo ripido versante nord-nord est. Una neve spettacolare e un percorso segnalato e tracciato nel migliore dei modi hanno reso questo frangente di gara fantastico. Qui i discesisti più esperti potevano fare la differenza con delle linee mozzafiato che si potevano vedere anche dalla zona di arrivo, lasciando gli spettatori a bocca aperta. Una gara di circa 1.700 metri, con la fase finale di grande spettacolarità. Da segnalare anche la bellezza del Passo delle Selle e la salita dell’Om Picol, adatta ai giovani e agli escursionisti.
Le condizioni meteo hanno costretto gli organizzatori del Marmotta Trophy, prova di Coppa Italia, dell’Austria Skitour Cup e penultima tappa della Coppa delle Dolomiti, a cambiare programma: impossibile gareggiare sul percorso originale, così ne è stato tracciato uno alternativo in circuito, da novecento metri di dislivello, da percorrere due volte. La prima salita, inizialmente molto costante e scorrevole, passava per la ‘Zufallhütte’ e poi, con qualche dietrofront, fino al punto d’osservazione ‘Kösterle’ a 2.448 metri dove c’era un cambio assetto. Da qui una prima breve ma tecnica discesa riportava sotto la zona del rifugio per il secondo cambio. La seconda salita, dopo poche zeta, presentava un tratto di scorrevolezza nell’imponente anfiteatro della ‘Plima’ che portava fino alle mura di un’antica diga a 2.320 metri dove si trovava il primo ristoro. Si proseguiva verso est per salire il ripido canale per circa 200 metri con una pendenza attorno ai 40°, da percorrere con gli sci nello zaino. Terminato questo passaggio, le categorie giovanili e le donne sono scese in direzione dell’arrivo, mentre il tracciato proseguiva per ulteriori 250 metri, fino alla forcella sotto alla punta Schran a 2.823 metri, il punto più alto della gara di questa edizione del Marmotta Trophy. Infine una lunga e tecnica discesa, peraltro con visibilità ridotta nella parte alta, in direzione dell’arrivo, dove iniziava il secondo giro dell’intero percorso. Pronti-via ed è lo sloveno Nejc Kuhar a tirare il gruppo: gli unici che sono riusciti a tenere il passo sono stati l’austriaco Alex Fasser e il bellunese Alessandro Follador. Al passaggio del primo giro è stata lotta a due: Kuhar ha mantenuto il suo ritmo, Fasser ha provato ad accorciare le distanze, mentre Follador ha preferito continuare con il proprio ritmo senza velleità di recuperare i due fuggitivi. Posizioni che sono rimaste immutate fino allo striscione d’arrivo: vittoria dello sloveno con un minuto e venti secondi di vantaggio su Fasser e con Follador a completare il podio. In campo femminile Silvia Rocca ha preso subito il comando della gara e, con un ritmo costante, ha mantenuto un buon margine su Elisa Compagnoni e su Federica Osler: posizioni che non sono cambiate all’arrivo. VAL MARTELLO (BZ) 24.03.13
MARMOTTA TROPHY INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.800 m
Assoluta femminile 1. Silvia Rocca (Alta Valtellina) �������������������������� 2h.08.57 2. Elisa Compagnoni (Alta Valtellina) ���������������������� 2h.11.08 3. Federica Osler (Arcobaleno) ��������������������������� 2h.17.02 4. Sylvia Berghammer (Dynafit Austria) ����������������� 2h.24.13 5. Angelika Allmann (Dynafit Germany) ������������ 2h.32.49 6. Carla Mckirdy ��������������������������������������������������� 2h.40.27 7. Germana Pedrazzol (Brenta Team) ����������������� 3h.14.29 8. Nina Koch ��������������������������������������������������������� 3h.29.47 9. Christine Schleich (DAV Peiting) �������������������� 2h.40.08 10. Manuela Perathoner (Saslong) ������������������������ 3h.21.28 Assoluta maschile 1. Nejc Kuhar (La Sportiva Team) ����������������������� 2h.03.20 2. Alex Fasser (Lermoos) ��������������������������������������� 2h.04.32 3. Alessandro Follador (Dolomiti Ski Alp) ���������� 2h.06.39 4. Roberto De Simone (Gossensass) ���������������������� 2h.11.00 5. Alex Salvadori (Alpin Go) �������������������������������� 2h.12.00 6. Ivo Zulian (Bogn da Nia) ������������������������������������ 2h.13.10 7. Thomas Martini (Brenta Team) ����������������������� 2h.13.37 8. Hannes Oberfrank (Ahrntal) ������������������������������� 2h.15.35 9. Jakob Herrmann (Dynafit Austria) ����������������� 2h.16.34 10. Johannes Walder (Sunny Sport) ����������������������� 2h.16.36 11. Lois Craffonara (Badia Sport) ����������������������� 2h.18.17 12. Ivan Antiga (Brenta Team) ������������������������������� 2h.18.53 13. Andi Kalss (Fischer Sports) �������������������������� 2h.19.15 14. Heli Eichholzer (Dynafit Austria) ����������������������� 2h.19.27 15. Paul Innerhofer (Ahrntal) ������������������������������ 2h.19.44 16. Markus Stock (Martini Team Austria) ��������������� 2h.20.43 17. Armin Neurauter (Pele Dynafit) �������������������� 2h.21.10 18. Andrea Mattiato (Cima Dodici) ������������������������� 2h.24.05 19. Philipp Brugger (Sistrans) ���������������������������� 2h.24.21 20. Omar Oprandi (Brenta Team) ��������������������������� 2h.24.28
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ COPPA ITALIA
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
CARONA (BG) 21.04.13
COPPA ITALIA \\ ULTIMA GARA
Parravicini, è qui la festa UNA CLASSICA | Ultima gara di Coppa Italia lo scorso 21 aprile: vittorie di Michele Boscacci-Lorenzo Holzknecht e di Gloriana Pellissier-Elena Nicolini
Quotes
Giuliano Carrara e Matteo Longhi, Valgandino «Per noi bergamaschi il trofeo Parravicini è una gara ‘mitica’: farlo è anche una questione di prestigio».
I concorrenti subito dopo la partenza Roberto Sfardini e Manuel Vescovi, Altitude Race «Il ‘Parra’ lo faremo sempre, è la tradizione. Non si può mancare».
Simona Stirparo e Milana Ghirardi, La Bufarola «Tutti ci hanno detto che è una gara bellissima. Noi la corriamo insieme per amicizia».
Bortolo Albricci e Antonio Giudici, SCI CLUB Gromo «Da bambino salivo al Portula per seguire il Parravicini, anche dormendo in igloo. Ora ho 61 anni e 20 partecipazioni. Ancora fino a 65, poi vediamo».
Annamaria Pesenti e Marco Pedretti, Altitude Race «Questa è una gara speciale, viviamo in valle, perciò la corriamo insieme».
§ di Guido Valota §
D
a oltre due ore entravano alla spicciolata i concorrenti scaricati dai fuoristrada a poco meno di un’ora di pelli dal rifugio Calvi, fradici e coperti di neve bagnata. Tutti sono rimasti all’interno fino a un quarto d’ora dallo start mentre fuori la neve cadeva spinta dal vento a un’inclinazione di pochi gradi sopra l’orizzontale. Piacevole calduccio, tasso di umidità oltre il 100%, condensa su vetri, pareti e reflex di Ski-alper. Un dito di acqua sul pavimento, lieve euforia per essere di nuovo tutti al Calvi a correre il Parravicini. Allegria, gossip, chiacchiericcio tranquillo, nessuna traccia di tensione agonistica. Il paradiso degli scialpinisti, formato rifugio. LA GARA Dalle 9.15, in meno di dieci minuti, i concorrenti si sono schierati e in altri dieci il cielo si è alzato quel tanto da far intravvedere duecento metri
di versanti. Gruppo compatto sulla prima salita, ma già la successiva discesa ha sistemato davanti quelli che l’hanno raddrizzata meglio. Eydallin-Galizzi, Reichegger-Lenzi e Boscacci-Holzknecht sono piombati sulla zona insieme e sono subito ripartiti, staccando progressivamente Pedergnana-Martini, Beccari-Bazzana e Zamboni-Cinesi. Alla fine del primo giro, quello lungo, i tre team di testa sono transitati compatti con la variante di Michele Boscacci davanti a tirare deciso i fuggitivi. Proprio su questa salita a inversioni la sua progressione ha scavato buona parte di quel minuto e mezzo di vantaggio con cui i due valtellinesi si sono presentati sotto lo striscione ‘minimal-vintage’ del Parravicini. Il podio è stato completato dall’arrivo in gruppo, senza vera volata, di Galizzi-Eydallin e Reichegger-Lenzi nell’ordine. Gli inseguitori hanno mantenuto le loro posizioni, con belle gare di Pedergnana-Martini e Beccari-Bazzana, poco distanziati, seguiti da un buco di sei minuti che li ha divisi nettamente dal resto del gruppo. Gara faticosa, se per 1.350
metri positivi totali i vincitori hanno impiegato 1h 38’ 28”. La neve soffice e umida ha richiesto ai concorrenti buona tecnica nella distribuzione della spinta, penalizzando specialmente l’uso approssimativo e insistito dei bastoni. LE DONNE Gloriana Pellissier ed Elena Nicolini hanno onorato la gara impegnandosi e il vantaggio accantonato da subito sulle più dirette inseguitrici, Francesca Martinelli-Federica Osler, ha permesso loro di evitare affanni. Elisabeth Benedetti e Sabrina Zanon hanno completato un podio di qualità davanti alle local Carolina Tiraboschi-Lisa Buzzoni, molto più orientate al trail, anche se il Parravicini è sempre d’obbligo. MASTER Gran bella gara assoluta dei vincitori Master, Omar Oprandi-Franco Nicolini, ottavi davanti ai fratelli fondisti Renato e Fabio Pasini. Stanchina-Senoner hanno pagato circa 6’ ma sono riusciti a precedere Bernini-Cattaneo per meno di 1’. T
Il percorso: fascino classico e moderno Quest’anno, con rischio valanghe elevato, è stato escogitato un percorso ridotto che s’inoltrava astutamente tra i pericoli per evitarli. Tutti i pendii a rischio sono stati sfiorati ma mai toccati, rimanendo su un unico versante, articolato in vallette e dossi collegabili. Ma il percorso classico integrale è stato storicamente uno dei motivi del grande fascino di questa gara giunta alla sessantaquattresima edizione. Tecnico, tormentato dal continuo alternarsi di salite e discese, in gran parte su creste nevose e rocciose disposte a cerchio e completamente a portata di binocolo dal centralissimo rifugio Calvi. Per oltre mezzo secolo ha rappresentato l’esame di laurea per i campioni internazionali dello scialpinismo, che l’affrontavano con gli sci da fondo. La cresta del Grabiasca per esempio obbligava a qualche passo d’arrampicata attorno al III esposto e un errore verso sinistra poteva costringere a un paio di passi di IV. Creste di misto più facile, ma lunghe e a tratti esposte, si percorrevano anche nell’ultima sezione alla spalla del Cabianca. Salite e discese costringevano a tracciare con continui cambi di pendenza per superare numerosi passaggi obbligati. Solo con le creste e i pendii ripidi della Pierra Menta lo scialpinismo contemporaneo avrebbe quasi raggiunto, ma mai eguagliato, la componente tecnica del Parravicini. La modernità dell’integrale stava anche nel continuo alternarsi di salite e discese, 6-7 a seconda di come si conteggiano, e dei
numerosi tratti a piedi. Un incubo per i primi atleti con ‘gli sci larghi’, oltre dieci anni fa, non così veloci nei cambi d’assetto, però con un po’ d’intelligenza il terreno consentiva ugualmente prestazioni interessanti. Oggi sarebbe la gara perfetta ma, come spiegano Gianni Mascadri e Luca Pirola dello Sci CAI Bergamo, che custodisce la tradizione del ‘Trofeo’ (come lo si chiama in valle) «per regolamento FISI non è consentito lasciare gli sci al ‘Sasso’, il classico deposito sci prima della cresta al Grabiasca, per recuperarli al ritorno e per la conformazione del percorso sarebbe troppo pericoloso consentirne il trasporto al seguito. Poi il pendio sarebbe sciabile, e anche bellissimo, pur se ripido, ma la sua uscita obbligata in basso non reggerebbe il passaggio di molti sciatori in slittamento, ed è anche esposta». La sempre maggiore attenzione alla sicurezza ha poi ridotto le occasioni in cui poter godere del tuffo nella storia che il Parravicini integrale ormai rappresenta. Comunque il carbonio resta in secondo piano e sopravvive il sottile fascino ‘vintage’ da intenditori dei luoghi e dei nomi. Resta intatto il piacere della salita e della notte al rifugio, o alla casa dei guardiani Enel, o in qualche baita di amici sparsa nei pascoli attorno ai 1.600 metri. Si parte dalla Vallée o dal Friuli per la serata a conversare con gli amici di mille gare, isolati dal mondo, prima di affrontare il giorno dopo il Parravicini.
TROFEO PARRAVICINI SQUADRE DISLIVELLO: 1.350 m
Assoluta femminile 1. Gloriana Pellissier (Esercito) Elena Nicolini (Brenta Team) ������������������������� 2h.06.09 2. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) Federica Osler (Arcobaleno) ���������������������������� 2h.14.14 3. Sabrina Zanon (Cauriol) Elisabeth Benedetti (Cauriol) ������������������������ 2h.24.22 4. Carolina Tiraboschi (Goggi) Lisa Buzzoni (Altitude) ������������������������������������ 2h.34.04 5. Simona Stirparo (La Bufarola) Milena Ghirardi (La Bufarola) ������������������������ 3h.06.20 Assoluta maschile 1. Michele Boscacci (Albosaggia) Lorenzo Holzknecht (Alta Valtellina) ������������� 1h.38.28 2. Matteo Eydallin (Esercito) Davide Galizzi (Brenta Team) ��������������������������� 1h.39.54 3. Manfred Reichegger (Esercito) Damiano Lenzi (Esercito) ������������������������������ 1h.39.58 4. Thomas Martini (Brenta Team) Matteo Pedergnana (Alta Valtellina) ����������������� 1h.42.29 5. Fabio Bazzana (Valgandino) Filippo Beccari (Ski Team Fassa) ������������������ 1h.43.18 6. Michel Cinesi (Gromo) Giovanni Zamboni (13 Clusone) ����������������������� 1h.49.25 7. Graziano Boscacci (Albosaggia) Daniel Antonioli (Esercito) ����������������������������� 1h.49.47 8. Omar Oprandi (Brenta Team) Franco Nicolini (Ski Team Fassa) ��������������������� 1h.51.44 9. Renato Pasini (Forestale) Fabio Pasini (Esercito) ����������������������������������� 1h.52.15 10. Norman Gusmini (Gromo) Federico Nicolini (Brenta Team) ��������������������� 1h.53.35 11. Angelo Corlazzoli (Valgandino) Paolo Poli (Valgandino) ������������������������������� 1h.55.53 12. Pietro Bonoris (Gromo) Cristian Riccardi (Gromo) ������������������������������ 1h.56.00 13. Alberto Stanchina (Brenta Team) Andreas Senoner (Gardena) ������������������������ 1h.58.01 14. Giuseppe Ouvrier (Gran Paradiso) Corrado Vigitello (Mont Nery) ������������������������� 1h.58.28 15. Martino Cattaneo (Valgandino) Angelo Bernini (GAV Vertova) ���������������������� 1h.58.38
COPPA ITALIA TROFEO SCARPA 2013 Il ‘Parravicini’ era l’ultima tappa della Coppa Italia Trofeo Scarpa: nella generale, vittoria a due in campo maschile con Lorenzo Holzknecht e Matteo Eydallin che hanno totalizzato entrambi 196 punti, mentre tra le donne Federica Osler ha chiuso con cinque punti di vantaggio su Gloriana Pellissier. Giancarlo Lira e Monica Sartogo hanno vinto tra i Master. Assoluta femminile 1. Federica Osler (Arcobaleno) ���������������������������������� 209 2. Gloriana Pellissier (Esercito) �����������������������������������204 3. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) �������������������� 185 4. Elena Nicolini (Brenta Team) ����������������������������������156 5. Elisa Compagnoni (Alta Valtellina) ������������������������ 131 Assoluta maschile 1. Lorenzo Holzknecht (Alta Valtellina) ��������������������� 196 1. Matteo Eydallin (Esercito) ��������������������������������������196 3. Damiano Lenzi (Esercito) �������������������������������������� 173 4. Manfred Reichegger (Esercito) �������������������������������167 5. Filippo Beccari (Ski Team Fassa) �������������������������� 137 5. Thomas Martini (Brenta Team) �������������������������������137 Master femminile 1. Monica Sartogo (CAI Schio) ������������������������������������ 64 2. Milena Ghirardi (La Bufarola) ���������������������������������� 54 3. Cristina Foppoli (Sondalo) ��������������������������������������� 34 3. Claudia Titolo (Valdigne) ������������������������������������������ 34 3. Manuela Perathoner (Saslong) �������������������������������� 34 Master maschile 1. Giancarlo Lira (Cima Dodici) ��������������������������������� 172 2. Omar Oprandi (Brenta Team) ����������������������������������163 3. Franco Nicolini (Ski Team Fassa) ��������������������������� 162 4. Andreas Senoner (Gardena) �����������������������������������112 5. Martino Cattaneo (Valgandino) ����������������������������� 102 Junior femminile 1. Alba De Silvestro (Dolomiti Ski Alp) ���������������������� 136 2. Erica Rodigari (Alta Valtellina) �������������������������������� 118 3. Natalia Mastrota (Alta Valtellina) �������������������������� 117 4. Martina Da Rin Zanco (Dolomiti Ski Alp) ������������������105 5. Francesca Godega (Albosaggia) ����������������������������� 62 Junior maschile 1. Nadir Maguet (Corrado Gex) ���������������������������������� 122 2. Michele Pedergnana (Alta Valtellina) �����������������������109 3. Stefano Stradelli (Corrado Gex) ����������������������������� 106 4. Luca Faifer (Alta Valtellina) �������������������������������������� 84 4. Luigi Pedranzini (Alta Valtellina) ����������������������������� 84 Cadetti femminile 1. Giulia Compagnoni (Alta Valtellina) ���������������������� 136 2. Laura Corazza (Dolomiti Ski Alp) �����������������������������121 3. Giulia Murada (Albosaggia) ����������������������������������� 111 4. Giulia Gherardi (Albosaggia) ������������������������������������ 86 5. Melanie Ploner (Badia Sport) ���������������������������������� 84 Cadetti maschile 1. Davide Magnini (Brenta Team) ������������������������������ 136 2. Pietro Canclini (Alta Valtellina) ��������������������������������120 3. Gabriele Leonardi (Brenta Team) �������������������������� 105 4. David Frena (Badia Sport) ��������������������������������������100 5. Erik Pettavino (Valle Stura) ������������������������������������� 99
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
ALPI CENTRALI //
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
ALPI CENTRALI \\ SCI CLUB
Alta Valtellina, spirito ‘wild’
S
correndo le graduatorie FISI che classificano i club per l’attività giovanile, o la classifica della Coppa Italia Giovani, ci si potrebbe fare l’idea che a Bormio esista una struttura complessa che segue i ragazzi in modo ‘futuristico’. Lo SCAV è da anni di gran lunga la prima società in Italia in questo settore cruciale. Però la realtà è molto più semplice. A spiegarcela è stato Davide Canclini, tecnico e riferimento per i ragazzi da molti anni: «Il fatto è che da noi i giovani sono sempre stati il centro dello sci club: per il fondo, per il biathlon e da qualche anno anche per lo scialpinismo. Noi funzioniamo al contrario: qui i Senior si aggregano ai ragazzi, non viceversa». Una dinamica che prosegue con i cambi di categoria: «Quelli che erano nelle categorie giovanili restano, continuano a gareggiare, e intanto stanno insieme ai nuovi arrivati. Come tecnici siamo io e Luca Dei Cas, ma poi ci sono guide alpine che danno una mano, si prestano per portarci in giro. E spesso atleti del calibro di Matteo Pedergnana, Daniele Pedrini, Francesca Martinelli, lo stesso ‘Holz’, si aggregano». Volevi portare tutta la ‘combriccola’ su all’invernale del V° Alpini per un ritiro ‘wild style’ prima della Pierra Menta, con due pezzi di legno in ogni zaino per la stufa… «Sì e poi il meteo non l’ha permesso, ma ai primi di aprile siamo saliti alla Punta San Matteo; la guida li ha portati fuori dalla normale per
sciare su lunghi canali ripidi verso la Nord in neve fresca bellissima. Adesso ho individuato una discesa tra seracchi imperdibile: ci andremo prossimamente. È qui lo spirito del tutto». Organizzate gare ed eventi? «Fino al 2009 organizzavamo l’Alta Valtellina Ski Race, che aveva assunto una dimensione internazionale. Poi le risorse diminuivano e quando abbiamo capito che la gara ci toglieva soldi che servivano per i giovani, abbiamo smesso. Al suo posto organizziamo il raduno di novembre allo Stelvio. Funziona benissimo perché i ragazzi portano gli amici e chi vuole provare lo fa tranquillamente. Se gli piace continua, altrimenti non succede niente. Prima lo facevamo tra di noi senza ‘suonare campane’. Nel 2012 è diventato un raduno nazionale con tutti quelli che volevano venire. Nel futuro vedremo; basta che non sorgano impegni ‘politici’, con la struttura federale, i club: io devo stare in mezzo ai bocia e portarli in montagna». T
Carolina Tiraboschi
Botta e risposta con la forte atleta bergamasca con un passato nel fondo, nel biathlon, nella corsa e… un futuro nello ski-alp
Sei ricomparsa sulla scena e poi non ti sei più fermata, anche con il fondo. «L’anno seguente e il successivo mi sono piazzata seconda al trofeo Kima, anche se pagando l’inesperienza, e ho corso diverse altre skyrace in stagione. D’inverno ho ripreso con il fondo: un anno sono riuscita a classificarmi prima italiana alla Marcialonga, un altro seconda, e ancora prima italiana alla Vasaloppet 2012. Sono appena stata ai Mondiali Master di Asiago: oro in staffetta, due argenti e una medaglia di legno». Ma avevi appena finito, e vinto, il circuito Sci e luci nella notte. «Lo scialpinismo mi sta prendendo. Una volta mi piaceva andare a cercare la prima neve tra autunno e inverno sulle montagne qui intorno, con gli sci da
FOPPOLO (BG) 20.03.13
RADUNO SOTTO LE STELLE INDIVIDUALE DISLIVELLO: 500 m
Carolina Tiraboschi e Marzio Deho hanno vinto il raduno ‘Sotto le stelle’ di Foppolo, l’unica notturna che si svolge in val Brembana. Partenza in linea dal piazzale alberghi, salita per le piste con cambio pelli al rifugio Montebello e discesa in pista con giro di boa e sprint in skating. Sul podio rosa sono salite anche Lisa Buzzoni e Silvana Bonaiti, mentre in campo maschile piazza d’onore per Roberto Antonelli, con terzo Andrea Dolci. Assoluta femminile 1. Carolina Tiraboschi ��������������������������������������������� 30.13 2. Lisa Buzzoni ���������������������������������������������������������� 30.39 3. Silvana Bonaiti ����������������������������������������������������� 38.59 4. Gloria Gervasoni ���������������������������������������������������� 45.35 5. Marzia Sassi �������������������������������������������������������� 54.14 6. Nicoletta Navoni ���������������������������������������������������� 57.52 7. Francesca Spreafico ��������������������������������������� 1h.02.49
INTERVISTA
Eravamo rimasti al biathlon e alle skyrace... «La mia esperienza nel biathlon risale alla stagione 1989-90, quando anche in Italia è stata creata la disciplina femminile e ho fatto parte della squadra nazionale. Quando ho smesso sono diventata maestra di sci e poi allenatore di fondo e biathlon, lavorando per il comitato zonale di allora. Nel 1995 mi sono sposata e per 10 anni mi sono dedicata ai figli, continuando solo a insegnare. Ma nel 2006 è stata organizzata la MAGA Skyrace, proprio qui sulle montagne di casa mia. Quell’estate ho ripreso a correre, ho corso un paio di gare normali in montagna, poi ci ho provato. E ho scoperto che mi piaceva: ed era anche andata bene, subito seconda».
UP&DOWN RISULTATI
fondo e senza pelli: solo sciolina. Poi mi sono attrezzata con materiali normali: ‘gli sci pesanti’, per noi fondisti. E con quelli ho corso il mio primo Parravicini. Ma sono davvero troppo pesanti. Fortunatamente ora mi sostiene Merelli con sci e scarponi». Com’è stato l’impatto col mondo della ‘Formula 1’ delle notturne bergamasche? «All’inizio ero una frana. I cambi specialmente, non ne venivo a capo. E in discesa avevo paura della velocità. Ma ora con questi materiali è cambiato tutto. È proprio vero che bisogna imparare rifacendo mille volte lo stesso movimento: adesso va meglio. Sto anche alzando la velocità in discesa: noi che proveniamo dal fondo abbiamo centralità, non cadiamo mai, ma temiamo la velocità». Ti sei candidata alle ultime elezioni per il consiglio regionale. Quali le ragioni di quella scelta? «Tengo tantissimo alla mia valle, al mio paese (frazione Valpiana del comune di Serina, in provincia di Bergamo, ndr) e invece vedo che qui sta morendo tutto. Per esempio: come scuola di sci funzioniamo bene, ma troviamo dei limiti enormi rispetto ai nostri progetti e alle nostre potenzialità. Vorrei interessarmi proprio dei problemi della valle in cui vivo. Quando posso sono nel bosco a lavorare, con la motosega. Il bosco lo voglio pulito, non ci dev’essere un ramo fuori posto». T
Assoluta maschile 1. Marzio Deho ��������������������������������������������������������� 24.49 2. Roberto Antonelli ��������������������������������������������������� 26.13 3. Andrea Dolci �������������������������������������������������������� 26.16 4. William Boffelli ������������������������������������������������������ 26.28 5. Davide Barcella ���������������������������������������������������� 27.25 6. Pierluigi Goisis ������������������������������������������������������� 27.29 7. Giuseppe Carrara ������������������������������������������������� 27.32 8. Alessandro Ghisalberti ������������������������������������������� 27.35 9. Marco Pedretti ����������������������������������������������������� 28.00 10. Renato Barilani ���������������������������������������������������� 28.16 11. Luca Maurizio ���������������������������������������������������� 28.19 12. Francesco Boni ���������������������������������������������������� 28.22 13. Claudio Previtali ������������������������������������������������ 28.25 14. Giuseppe Colombo ����������������������������������������������� 28.37 15. Davide Scolari ���������������������������������������������������� 28.55 16. Martino Pesenti ��������������������������������������������������� 29.07 17. Manuel Vescovi �������������������������������������������������� 29.13 18. Roberto Sfardini ��������������������������������������������������� 29.35 19. Massimo Casati ������������������������������������������������� 29.43 20. Sandro Brignoli ���������������������������������������������������� 29.46
PASSO DEL TONALE (BS) 22.03.13
LUNARALLY COPPIE DISLIVELLO: 811 m
Alla ventesima edizione del Lunarally, notturna ‘classica’, che da qualche anno fa parte dei Raduni delle Valli del Noce, due le novità: la partecipazione a coppie e non più individuale e l’arrivo al rifugio Capanna Bleis e non più al Passo Tonale (rimasto solo punto di partenza). Particolarità storica di questa gara è la presenza di tanti amatori, occasione per passare una serata in compagnia sugli sci e sotto la luna: ben 200 le coppie presenti con la nuova formula, mentre negli scorsi anni la più prova individuale arrivava a totalizzare anche 900 concorrenti. Affermazione di Thomas Martini e Daniele Cappelletti con oltre un minuto di vantaggio su Marco Facchinelli e Ivo Zulian, mentre sul terzo gradino del podio sono saliti Fabio Bazzana e Daniele Pedrini. In campo femminile vittoria di misura di Anna Moraschetti e Lucia Moraschinelli su Carolina Tiraboschi e Lisa Buzzoni, con Anna Martinazzoli e Silvia Franzini a completare il podio. Assoluta femminile 1. Anna Moraschetti (Adamello) Lucia Moraschinelli (Albosaggia) ������������������� 1h.02.18 2. Carolina Tiraboschi Lisa Buzzoni (Altitude) �������������������������������������� 1h.03.14 3. Anna Martinazzoli (Sovere) Silvia Franzini (Sovere) ���������������������������������� 1h.14.42 4. Germana Pedrazzoli (Brenta Team) Pamela Peretti (Val di Non) �������������������������������� 1h.15.33 5. Mirella Fioretta (Val di Sole) Ilaria Cavallari (Val di Sole) ���������������������������� 1h.20.07 6. Gloria Stefanolli (Sizeri Vermiglio) Ornella Dezulian (Sizeri Vermiglio) ��������������������� 1h.24.44 7. Silvana Bonaiti (Val Serina) Sonia Carrara (Val Serina) ������������������������������ 1h.26.40 8. Patrizia Sirtoli Maddalena Scolari �������������������������������������������� 1h.38.23 9. Alessia Raisoni (Presolana) Alice Pasinetti (Presolana) ����������������������������� 1h.56.31 10. Elisa Calvetti (Adamello) Stefania Ferrari (Adamello) ����������������������������� 1h.58.38 11. Marina Beccaria (Franciacorta) Monica Fantino (Vallecamonica) ������������������ 2h.06.14 12. Nicole Maculotti (CAI Pontedilegno) Marianna Mondini (CAI Pontedilegno) �������������� 2h.26.00 13. Lorenza Mottinelli (CAI Pontedilegno) Valentina Giorgi (CAI Pontedilegno) ������������� 2h.26.05 14. Federica Ferrari Carolina Cattaneo (CAI Pontedilegno) �������������� 2h.29.48 15. Cristina Riva (Pisgana) Simona Zani (Pisgana) ��������������������������������� 2h.31.07 Assoluta maschile 1. Thomas Martini (Brenta Team) Daniele Cappelletti (Adamello) ���������������������������� 46.40 2. Marco Facchinelli (Bogn da Nia) Ivo Zulian (Bogn da Nia) ����������������������������������������� 47.58 3. Fabio Bazzana (Valgandino) Daniele Pedrini (Alta Valtellina) �������������������������� 48.14
4. Giovanni Zamboni (13 Clusone) Michel Cinesi (Gromo) ���������������������������������������������48.49 5. Guido Pinamonti (Bogn da Nia) Mattia Lampis (Val di Sole) ���������������������������������51.57 6. Pietro Guzza (Adamello) Germano Pasinetti (Adamello) ���������������������������������52.06 7. Claudio Lombardi (Valsabbia) Marco Maini (Valli Bresciane) ������������������������������52.11 8. Davide Pierantoni (Triathlon Trentino) Gil Pintarelli (Triathlon Trentino) �������������������������������52.15 9. Riccardo Sandrini (Adamello) Francesco Sandrini (Adamello) ����������������������������52.42 10. Fabrizio Scalvinoni Diego Fenaroli ������������������������������������������������������53.04 11. Riccardo Sartori (Alpin Go) Mattia Zontini (Valli Bresciane) ��������������������������53.29 12. Mauro Benvenuti (Dimaro) Alberto Stanchina ������������������������������������������������� 53.32 13. Giovanni Paini (Ugolini) Gianpaolo Crotti (Ugolini) �����������������������������������53.36 14. Livio Togni (Adamello) Roberto Panizza (Adamello) �����������������������������������53.38 15. Moreno Prantil (Val di Non) Nicola Pedergnana (SAT Rabbi) ��������������������������54.09 16. Omar Dell’Eva (Adamello) Simone Brunelli (Adamello) �����������������������������������54.31 17. Roberto Scalvini (Valli Bresciane) Gianluca Debalini (Valli Bresciane) ��������������������54.45 18. Gabriele Leonardi (Brenta Team) Michele Leonardi (Brenta Team) ����������������������������55.12 19. Stefano Giordani (Adamello) Stefano Coatti (Adamello) ����������������������������������56.41 20. Mauro Redolfi (Val di Sole) Franco Podetti (Val di Sole) �����������������������������������56.42
LANZADA (SO) 24.03.13
GARA DEL PIZZO SCALINO INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.310 m
A Lanzada edizione numero ventotto del ‘Pizzo Scalino’: nubi basse e qualche fiocco di neve hanno accompagnato gli ski-alper in gara su un tracciato di tre salite e altrettante discese e un lungo tratto su strada innevata. Affermazione di Matteo Pedergnana con quasi due minuti di vantaggio su Daniele Pedrini, con terzo Fabio Bazzana, mentre ai piedi del podio si sono piazzati il ‘winteratleta’ Daniel Antonioli e Paolo Moriondo. Nella gara ‘rosa’ a segno Nadia Scola su Lucia Moraschinelli e Giulia Botti. Assoluta femminile 1. Nadia Scola (Ski Team Fassa) �������������������������1h.55.58 2. Marialucia Moraschinelli (Albosaggia) ����������������� 2h.05.08 3. Giulia Botti (Kinomana) �����������������������������������2h.12.46 4. Milena Ghirardi (La Bufarola) ������������������������������2h.27.14 5. Sonia Collé (Gressoney) �����������������������������������2h.33.09 6. Serena Piganzoli (Valtartano) ������������������������������2h.47.20 Assoluta maschile 1. Matteo Pedergnana (Alta Valtellina) ����������������1h.32.07 2. Daniele Pedrini (Alta Valtellina) ���������������������������1h.33.48 3. Fabio Bazzana (Valgandino) ����������������������������1h.34.01 4. Daniel Antonioli (Esercito) ����������������������������������1h.34.58 5. Paolo Moriondo (Valtartano) ����������������������������1h.38.19 6. Matteo Bignotti (Alta Valtellina) ���������������������������1h.40.19 7. Walter Trentin (Alta Valtellina) ������������������������1h.40.35 8. Mattia Curtoni (Valtartano) ���������������������������������1h.41.37 9. Fabio Negrini (Lanzada) ����������������������������������1h.41.48 10. Mirco Negrini (Lanzada) �����������������������������������1h.43.04 11. Angelo Corlazzoli (Valgandino) ���������������������1h.43.41 12. Paolo Venturini (Albosaggia) �����������������������������1h.43.56 13. Davide Sertore (Lanzada) ������������������������������1h.44.56 14. Roberto Moizi (Lanzada) �����������������������������������1h.46.52 15. Gianluca Nani (Lanzada) ��������������������������������1h.47.04 16. Paolo Poli (Valgandino) �������������������������������������1h.47.53 17. Martino Cattaneo (Valgandino) ����������������������1h.48.19 18. Michele Romeri (Albosaggia) ����������������������������1h.48.44 19. Eros Pini (Sondalo) ����������������������������������������1h.49.53 20. Walter Dell’Andrino (Lanzada) ���������������������������1h.50.49
Una sequenza di gare a coppie nel mese di marzo in Alta Valtellina. Il 3 a Oga in programma la sedicesima edizione del ‘Trofeo San Colombano’, con al via ben ottanta squadre. Vittoria di Walter Trentin e Gabriele Motta, seguiti da Pietro Canclini e Pietro Da Prada, mentre in terza posizione si sono piazzati Alberto Rodigari e Stefano Bonetti. La prima coppia femminile era composta da Caterina Canclini, sorella di Pietro, e da Jenny Antonioli, sorella di Robert. La prima ‘mista’ era formata da Giulia Compagnoni, fresca campionessa mondiale Vertical, che ha gareggiato con suo padre Luciano. Il 7 marzo a Livigno appuntamento con ‘Mottolino Vertical’: successo di Matteo Bignotti e Alessandro Cioccarelli con un minuto di vantaggio su Iseo e Venanzio Compagnoni, con terzi Ugo Cola e Gabriele Motta. Lucia Pianta e Natalia Confortola hanno vinto la gara femminile davanti a Michela Silvestri e Katja Colturi. Infine ad Arnoga il 17 marzo in programma la decima edizione del Trofeo CAI Valdidentro. Sul gradino più alto del podio sono saliti Luca Faifer e Michele Pedergnana con appena tre secondi di vantaggio su Paolo Moriondo e Mirko Negrini; terzi Luigi Pedranzini e Pietro Canclini. Nella gara femminile vittoria di Erica Rodigari e Natalia Mastrota. Ottava la prima coppia mista con Alberto Rodigari e Silvia Rocca che hanno preceduto di una posizione Raffaella Rossi e Davide Canclini e terzi Giulia e Luciano Compagnoni.
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ PIEMONTE
26
T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
PIEMONTE \\ ATLETI
Garessio Brothers
PRALI (TO) 22.03.13
UP&DOWN RISULTATI INTERNATIONAL SKI TOUR VAL BOGNANCO (VB) 02.03.13
VEJA DI CUNTRABBANDIÈ INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.100 m
Chiusura dell’International Ski Tour in Val Bognanco con la ‘Veja di Cuntrabbandiè cum la fiòca’. Non sono mancati i colpi di scena nell’atto finale del circuito: Stefano Trisconi, uno dei favoriti per la vittoria, si è dovuto arrendere mentre era al comando per la rottura dello scarpone, dando via libera all’elvetico Christian Biffiger che ha portato a casa successo di tappa e nel circuito. In campo femminile si è imposta la valsesiana Gisella Bendotti, ma è stata l’ossolana ‘Giusy’ Barbuto a conquistare il titolo. Nella classifica giovanile affermazione di Alberto ‘Dodino’ Balzani, nonostante il secondo posto di giornata alle spalle dell’anzaschese Davide Iacchini. Nella graduatoria a squadre primato per lo sci club Bognanco. Assoluta femminile 1. Gisella Bendotti (Valsesia) ������������������������������� 1h.51.31 2. Giuseppina Barbuto (Bognanco) ���������������������������1h.54.00 3. Chiara Iulita (Valle Antigorio) ��������������������������� 2h.05.11 4. Greta Mancini (Bognanco) ������������������������������������2h.19.02 5. Rosa Cerlini ������������������������������������������������������ 2h.23.06 6. Elena Ferraris (Andromia) ������������������������������������ 2h.34.00
I fratelli Fazio al traguardo dell’Adamello Ski Raid 2013 © Ralf Brunel
STAKANOVISTI | Da sempre presenti nelle righe alte delle classifiche, Alberto e Fulvio Fazio devono far convivere la loro passione con il duro lavoro di allevatori di animali. Ecco perché all’Adamello sono arrivati giusto per la gara e ripartiti appena arrivati… § di Luca Giaccone §
A
lberto e Fulvio Fazio: scorrendo le classifiche di scialpinismo negli anni li troverete sempre nelle prime pagine. «Siamo diventati vecchi scherza Fulvio -, abbiamo iniziato con la raspa, siamo passati ai primi sci da ski-alp, adesso gareggiamo con materiali che sono leggeri come quelli dei fondisti. Per fortuna, arrivando dalla discesa, siamo sempre riusciti ad adattarci. Una cosa è sicura, il livello è cresciuto in modo esponenziale: nei riferimenti che abbiamo in gara, ogni anno perdiamo qualcosa rispetto alla stagione precedente, ma non moltissimo, sono gli altri che viaggiano sempre più veloce». Sempre in coppia. «A parte due stagioni dove uno di noi due a turno era fermo per infortunio - incalza Alberto - abbiamo sempre gareggiato insieme: siamo fratelli e ci conosciamo bene, sappiamo i ritmi dell’altro e questo è stato un vantaggio importante». I loro risultati hanno fatto da traino per la crescita del movimento nella vallata. Adesso Fulvio è anche presidente dello sci club Garessio. «Abbiamo iniziato a organizzare la gara al Colle di Casotto, ci siamo ‘buttati’ anche nella versione estiva e in tanti hanno iniziato a praticare lo scialpinismo. L’obiettivo adesso, visto che la stazione di Garessio 2000 ha riaperto i battenti, è quello
di rilanciare lo sci tra i bambini. Abbiamo contattato allenatori garessini che si sono resi disponibili a seguire i corsi che organizzeremo per i ragazzi: partiamo dalla discesa, poi chissà che non nasca qualche nuovo ski-alper». Loro due intanto continueranno a gareggiare. «Questo di sicuro - ribadisce Alberto - anche se è sempre più difficile. Quando diciamo che riusciamo ad allenarci una volta, al massimo due durante la settimana, in pochi ci credono. Purtroppo per il lavoro, dovendo seguire un’azienda agricola con quasi duecento mucche, diventa quasi impossibile programmare la preparazione. Magari pensi di uscire quel giorno, a quell’ora perché ci sono le condizioni giuste, ma se devono nascere quattro o cinque vitellini in quelle stesse ore, bisogna rimanere a casa. E allora se riusciamo a trovare un ‘buco’ lo sfruttiamo immediatamente, ma certamente non sono gli stessi ritmi di un professionista. Lo stesso discorso vale per le gare, dove spesso è un autentico tour de force: abbiamo deciso di gareggiare all’ultimo Adamello, ma siamo riusciti a partire solo la mezzanotte prima del via, siamo arrivati giusto per il riscaldamento; dopo cinque ore di viaggio, gara (dove hanno chiuso al quattordicesimo posto, ndr), appena il tempo di recuperare un po’ e ci siamo rimessi in macchina per rientrare, visto che dovevamo dar da mangiare ai nostri animali». Se non è passione questa... T
Assoluta maschile 1. Cristian Biffinger (Andromia) ��������������������������� 1h.26.10 2. Dario Dealberto (Valsesia) ������������������������������������1h.26.10 3. Philippe Zenklusen (Andromia) ������������������������ 1h.27.05 4. Erwin Deini (Valle Antigorio) ���������������������������������1h.27.25 5. Marco Tosi (Bognanco) ������������������������������������ 1h.28.20 6. Davide Ciocca (Andromia) ������������������������������������1h.30.22 7. Michele Lunghi (Bognanco) ����������������������������� 1h.30.32 8. Fabio Cappelletti (Valle Antigorio) ������������������������� 1h.30.32 9. Walter Martinetti (Antigorio) ���������������������������� 1h.30.40 10. Damiano Buzzi (Bognanco) ��������������������������������1h.30.50 11. Fabio Prini (Bognanco) ����������������������������������� 1h.31.40 12. Davide Calcini (Andromia) ����������������������������������1h.35.08 13. Ivan Volpone (Bognanco) ������������������������������� 1h.35.32 14. Alessio Minoletti (Valle Antigorio) ������������������������1h.35.52 15. Denis Allegri (Valle Antigorio) ������������������������ 1h.37.00 16. Davide Darioli (Bognanco) ����������������������������������1h.39.57 17. Cristian Grassi (Andromia) ����������������������������� 1h.40.18 18. Adriano Guizzetti (Bognanco) �����������������������������1h.42.06 19. Daniele Volpone (Valle Anzasca) �������������������� 1h.42.07 20. Michele Cagnacci (Andromia) �����������������������������1h.42.18
INTERNATIONAL SKI TOUR Classifica finale Senior femminile
1. Giuseppina Barbuto (Bognanco) ��������������������������� 1.267 2. Rosa Cerlini (Bognanco) ������������������������������������������� 1.165 3. Greta Mancini (Bognanco) ������������������������������������ 1.150 4. Chiara Iulita (Valle Antigorio) ������������������������������������ 1.117 5. Gisella Bendotti (Valsesia) ��������������������������������������� 980 6. Elena Ferraris (Andromia) ������������������������������������������ 949
Senior maschile
KM VERTICALE DEL COURBAS INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.000 m
Assoluta femminile 1. Debora Cardone (Valli di Lanzo) ���������������������������� 56.48 2. Raffaella Canonico (Sestriere) ������������������������������1h.00.07 3. Barbara Moriondo (Valle Varaita) ��������������������� 1h.01.27 4. Sara Berta (Ski Club Torino) ���������������������������������1h.07.36 5. Samanta Odino (Team Nuovi Traguardi) ���������� 1h.14.03 6. Livia Ferrua (Valle Stura) ��������������������������������������1h.15.37 7. Franca Bounous (Team Nuovi Traguardi) ��������� 1h.15.47 8. Norma Martina (Team Nuovi Traguardi) ����������������1h.17.03 9. Alessia Beux (Team Nuovi Traguardi) �������������� 1h.21.07 10. Daniela Usseglio Nanot ��������������������������������������1h.21.54 Assoluta maschile 1. Giuseppe Ouvrier (Gran Paradiso) ������������������������� 45.29 2. Fabio Cavallo (Bottero Ski) ��������������������������������������� 45.39 3. Fabrizio Armando (Bottero Ski) ����������������������������� 47.48 4. Davide Boglio (Garessio) ������������������������������������������ 48.10 5. Gianfranco Lantermino (Valle Varaita) ������������������ 48.42 6. Carlo Alberto Cimenti (Cuore da sportivo) ����������������� 48.59 7. Giorgio Villosio (Pian Benot) ��������������������������������� 49.10 8. Filippo Canavese (Garessio) ������������������������������������� 49.20 9. Diego Cerquettini (Ceva) ��������������������������������������� 50.34 10. Bruno Perino (Pian Benaut) ������������������������������������ 50.38 11. Christian Ughetto (Sestriere) ������������������������������ 50.48 12. Fabio Garrou (Sestriere) ����������������������������������������� 50.54 13. Silvio Gastaldi (Valle Pesio) ��������������������������������� 51.20 14. Carlo Montalto (Jolly Sport) ������������������������������������ 51.40 15. Franco Paolo Bruno ��������������������������������������������� 51.48 16. Ivan Cesarin (Valchiusella) ������������������������������������� 51.50 17. Eugenio Pinatel (Team Nuovi Traguardi) ������������� 52.07 18. Elio Griseri (Tre Rifugi) ������������������������������������������� 52.12 19. Daniele Bergeretti (Team Nuovi Traguardi) ��������� 52.31 20. Guido Ferro (Team Nuovi Traguardi) ����������������������� 53.06
PIEMONTE SKI ALP Classifica finale Assoluta femminile
1. Raffaella Canonico (Sestriere) ������������������������������ 1.079 2. Sara Berta (Ski Club Torino) ������������������������������������� 1.021 3. Livia Ferrua (Valle Stura) ����������������������������������������� 825 4. Debora Cardone (Valli di Lanzo) ���������������������������������� 514 5. Elena Tornatore (Garessio) ��������������������������������������� 463 6. Barbara Moriondo (Valle Varaita) ��������������������������������� 448 7. Anna Milano (Mont Nery) ����������������������������������������� 419 8. Norma Martina (Team Nuovi Traguardi) ����������������������� 402 9. Daniela Usseglio Nanot �������������������������������������������� 377 10. Paola Martinale (Busca) �������������������������������������������� 348
Master femminile
1. Anna Milano (Mont Nery) ����������������������������������������� 720 2. Daniela Usseglio Nanot ����������������������������������������������� 710 3. Franca Bounous (Team Nuovi Traguardi) ����������������� 500
Assoluta maschile
1. Fabio Cavallo (Bottero Ski) ������������������������������������ 1.390 2. Franco Paolo Bruno ������������������������������������������������� 1.332 3. Fabrizio Armando (Bottero Ski) ����������������������������� 1.320 4. Giulio Fraschia (Team Nuovi Traguardi) ��������������������� 1.256 5. Flavio Ferrero (Tre Rifugi) ������������������������������������� 1.243 6. Marco Testino (Lurisia) ��������������������������������������������� 1.225 7. Francesco Scrimadore (Tre Rifugi) ����������������������� 1.195 8. Francesco Berta (Valli di Lanzo) ������������������������������� 1.190 9. Livio Berta ������������������������������������������������������������� 1.115 10. Fabio Corbellini (Tre Rifugi) ������������������������������������ 1.082
Master maschile
1. Flavio Ferrero (Tre Rifugi) ������������������������������������� 1.555 2. Francesco Scrimadore (Tre Rifugi) ���������������������������� 1.495 3. Imerio Pron (Team Nuovi Traguardi) ��������������������� 1.280
1. Christian Biffiger (Andromia) ��������������������������������� 1.213 2. Philipp Zenklusen (Andromia) ����������������������������������� 1.129 3. Erwin Deini (Valle Antigorio) ��������������������������������� 1.118 4. Mauro Darioli (Bognanco) ���������������������������������������� 1.118 5. Davide Ciocca (Andromia) ������������������������������������� 1.112 6. Marco Tosi (Bognanco) �������������������������������������������� 1.102 7. Michele Lunghi (Bognanco) ���������������������������������� 1.065 8. Mauro Stoppini (Andromia) �������������������������������������� 1.015 9. Stefano Trisconi (Alpini Intra) ���������������������������������� 991 10. Christian Grassi (Andromia) �������������������������������������� 947
Junior maschile
Under 18 maschile
PRATO NEVOSO (CN) 02.03.13
1. Alberto Balzani (Bognanco) ���������������������������������� 1.212 2. Davide Iacchini (Jolly Sport) ������������������������������������� 1.196 3. Bruno Morgantini (Andromia) ������������������������������� 1.155 4. Davide Marchi ��������������������������������������������������������� 1.145 5. Lorenzo Gallacci (Valle Antigorio) ���������������������������� 706
PIEMONTE SKI ALP Nel mese di marzo si sono corse le ultime due gare della terza edizione del circuito ‘Piemonte Ski Alp’. L’8 marzo a Bardonecchia in programma la Montagnard Ski Alp (valida anche per il circuito francese ‘Terra Modana sous les etoiles’), cronoscalata aperta anche ai runner. Vittoria dell’atleta di casa Alberto Topazio che ha preceduto di otto secondi Laurent Novero, con Carlo Alberto Cimenti a completare il podio; nelle gara ‘rosa’ a segno Debora Cardone su Sylvie Turbil e Chiara Bertino. Atto finale a Prali il 22 marzo con la terza edizione del ‘Km Verticale del Courbas’. Record assoluto di partecipanti con cento atleti provenienti da Piemonte, Valle d’Aosta e Francia. Quattro chilometri di percorso con arrivo a quota 2.500 al Bric Rond e mille metri di dislivello. Sul gradino più alto del podio è salito il valdostano Giuseppe ‘Pec’ Ouvrier, classe 1960, che ha avuto la meglio su Fabio Cavallo e Armando Fabrizio. Nella categoria femminile dominio per Debora Cardone. Nella classifica finale del circuito vincitori assoluti Fabio Cavallo e Raffaella Canonico.
1. Marco Testino (Lurisia) ����������������������������������������� 1.660 1. Francesco Berta (Valli di Lanzo) ������������������������������� 1.660 3. Filippo Canavese (Garessio) ������������������������������������� 730
Over 55 maschile
1. Livio Berta ������������������������������������������������������������� 1.620 2. Eraldo Bergeretti (Team Nuovi Traguardi) �������������������� 970 3. Pierbiagio Rivoira (Valli Occitane) ��������������������������� 750
SCIANDO CON LE STELLE COPPIE DISLIVELLO: 1.058 m
Decima edizione di ‘Sciando con le stelle’, notturna a coppie a Prato Nevoso. Percorso in parte ‘rivisitato’: si partiva dalla conca illuminata, con salita fuori pista e un tratto di cresta da compiere con gli sci nello zaino, il tutto su tre salite, per circa 1.000 metri di dislivello e 13 chilometri, toccando il rifugio della Balma a quota 1.900. Neve abbondante e una serata stellata hanno accompagnato gli ottanta atleti in gara. A dettar legge sono stati i fratelli garessini Alberto e Fulvio Fazio, seguiti a distanza di circa cinque minuti dalla coppia valdostana Christille-Grosjacque con Maurizio Enrici e Fabio Cavallo del Bottero Ski-Valle Stura a completare il podio. La classifica Master è stata dominata dalla coppia formata da Mario Moletto dello Ski Avis Borgo ed Elio Griseri del Tre Rifugi; alle loro spalle gli atleti di casa Fabrizio Moscarini e Alessandro Bellotti con terzi Pier Biagio Rivoira e Piero Bertola del Valli Occitane. La gara ‘rosa’ si è risolta solo nel finale con Paola Martinale del Busca e Debora Cardone del Nordico Valli di Lanzo che hanno viaggiato appaiate a Sonia Balbis del Tre Rifugi ed Elena Tornatore del Garessio, per poi superarle sul traguardo con cinquanta secondi di vantaggio. Terze Raffaella Canonico del Sestriere e Barbara Moriondo del Valle Varaita. C’era anche un tracciato dedicato ai giovani e alla tecnica libera, tutto in ‘conca’. Nei Cadetti vittoria di Mattia Dalmasso del Valle Pesio, con gli sci stretti affermazioni di Silvio Gastaldi del Valle Pesio e di Dario Farina del Valli Occitane tra i Master.
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
VALLE D’AOSTA //
27
T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
CAMPIONATO ITALIANO TL \\ TROFEO ROLLANDOZ
A Dennis Brunod e Tatiana Locatelli due scudetti ‘classici’ TRICOLORE | La gara valdostana assegnava i titoli nella tecnica libera, ma ormai tutti non usano più gli sci da fondo, preferendo quelli da ski-alp. Scudetto per gli atleti di casa Dennis Brunod e Tatiana Locatelli § di Luca Giaccone §
D
ici tecnica libera e pensi agli ‘esperti’ degli sci stretti e della raspa: il trentanovesimo Trofeo Rollandoz a Rhêmes-Notre-Dame assegnava i titoli italiani nell’individuale a tecnica libera, ma visto che la scelta dei materiali era appunto ‘libera’, in pochissimi hanno utilizzato gli sci da fondo, preferendo quelli classici da ski-alp. Percorso ridotto per pericolo di distacchi, visto il rischio valanghe 4, ma rimasto comunque impegnativo, con la cresta dell’Entrelor da affrontare sci sullo zaino. Tre salite con lunga, ultima discesa finale fino all’arrivo a Chanavey dove si è risolta la gara. Vittoria ‘casalinga’ di Dennis Brunod che ha preceduto di quindici secondi il francese Toni Sbalbi (ovviamente fuori classifica per gli Assoluti) e di 26 il piemontese Filippo Barazzuol. Quarto assoluto, bronzo tricolore, il valdostano Franco Collé, poi due atleti dell’Esercito, Daniel Yeuilla e Daniel Antonioli e a seguire il francese Pierre-François Gachet, il valdostano Matteo Stacchetti, un altro transalpino, Bastien Fleury, e il tecnico della squadra AOC, Andrea Basolo. Nei Master, titolo al verbanese Marco Tosi davanti al ‘local’ Giuseppe Ouvrier e al bergamasco Martino Cattaneo. Nella gara ‘rosa’ a segno la valdostana Tatiana Locatelli sulle piemontesi Raffaella Miravalle ed Elena
Tornatore, mentre nelle Master vittoria della valdostana Claudia Titolo, seguita dalla cuneese Silvia Ponzo e dall’altra valdostana Claudia Borghini. Doppietta lombarda negli Juniores con Norman Gusmini che ha preceduto William Boffelli e con bronzo al cuneese Filippo Canavese, nei Cadetti, oro al cuneese Erik Pettavino davanti ai valdostani Michele Cazzanelli e Matteo Gottardelli. T 4. Mattia Luboz (Corrado Gex) ����������������������������������������� 37.55 5. Stefano Stradelli (Corrado Gex) �������������������������������� 38.37 6. Giuseppe Ouvrier (Gran Paradiso) �������������������������������� 39.08 7. Giorgio Villosio (Pian Benot) ������������������������������������� 40.13 8. Marco Herin (Cervino Valtournenche) ��������������������������� 40.28 9. Christian Vallet ���������������������������������������������������������� 42.16 10. Emanuele Giannelli (Esercito) ������������������������������������ 42.26 11. Elvin Cavagnet (Gran Paradiso) ������������������������������ 42.30 12. Guglielmo Commod �������������������������������������������������� 43.13 13. Flavio Dalla Zanna (Tersiva) ����������������������������������� 43.23 14. Guido Ferro (Team Nuovi Traguardi) ��������������������������� 43.32 15. Marco Susanna ������������������������������������������������������� 43.35 16. Andrea Tropiano (Corrado Gex) ���������������������������������� 43.39 17. Bruno Perino (Pian Benaut) ������������������������������������ 44.05 18. Erik Mus (Corrado Gex) ��������������������������������������������� 44.06 19. Carlo Chabod (Drink) ���������������������������������������������� 44.19 20. Luca Frassy �������������������������������������������������������������� 45.23
SKI-ALP SOTTO LE STELLE E IL SOLE VALTOURNENCHE (AO) 17.03.13
CRONOSCALATA VALTOURNENCHE
Chiusura del circuito ‘Ski alp sotto le stelle e il sole’ con la cronoscalata di Valtournenche. Fitta nevicata, solo 61 iscritti e percorso ridotto a 750 metri di dislivello per 3,8 chilometri, con un primo tratto sulla ‘pista 1’, per poi imboccare ‘la stradina’, quella che per gli habitué è la pista di scialpinismo di Valtournenche, sino alla Salette, puntando sul traguardo nei pressi dell’arrivo della telecabina. Vittoria di Dennis Brunod che si è imposto con margine su Mattia Roncoroni e Franco Collè, mentre nella prova femminile successo di Tatiana Locatelli.
TROFEO ROBERTO ROLLANDOZ INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.740 m
Assoluta femminile 1. Tatiana Locatelli (Cervino Valtournenche) ����� 2h.14.28 2. Raffaella Miravalle (Levanna) ���������������������������� 2h.16.13 3. Elena Tornatore (Garessio) ����������������������������� 2h.19.56 4. Marina Ferrandoz (Saint Nicolas) ����������������������� 2h.20.55 5. Micol Murachelli (Valdigne) ��������������������������� 2h.24.29 6. Sonia Maria Balbis (Tre Rifugi) ��������������������������� 2h.25.24 7. Claudia Titolo (Valdigne) �������������������������������� 2h.26.20 8. Maria Orlando (Tre Rifugi) ��������������������������������� 2h.31.55 9. Silvia Ponzo (Tre Rifugi) ���������������������������������� 2h.32.12 10. Claudia Comello (Mont Nery) ��������������������������� 2h.36.13 11. Gabriella Astori (Trasquera) ������������������������� 2h.48.06 12. Giuseppina Marconato (Valdigne) �������������������� 2h.49.12 13. Cristina Borgesio (Mont Nery) ���������������������� 2h.50.39 14. Claudia Borghini (Lo Contrebandje) ����������������� 2h.56.08 15. Francesca Paola Napoli (Courmayeur) �������� 3h.12.07 Assoluta maschile 1. Dennis Brunod (Mont Avic) ���������������������������� 1h.39.13 2. Filippo Barazzuol (Team Nuovi Traguardi) ���������� 1h.39.39 3. Franc Collé (Gressoney) ��������������������������������� 1h.42.12 4. Daniel Yeuilla (Esercito) ������������������������������������� 1h.43.10 5. Daniel Antonioli (Esercito) ������������������������������ 1h.43.16 6. Matteo Stacchetti (Saint Nicolas) ����������������������� 1h.46.18 7. Andrea Basolo (Courmayeur) ������������������������� 1h.47.38 8. Andrea Corsi (Gran Sasso) ��������������������������������� 1h.49.29 9. Claudio Civerolo (Scopello) ���������������������������� 1h.50.11 10. Corrado Vigitello (Mont Nery) ��������������������������� 1h.50.56 11. Marzio Bondioli (GAV Vertova) ��������������������� 1h.52.04 12. Marco Tosi (Bognanco) ������������������������������������ 1h.52.29 13. Paolo Poli (Valgandino) ��������������������������������� 1h.53.02 13. Alberto Peracino (Valdigne) ����������������������������� 1h.53.35 14. Giuseppe Ouvrier (Gran Paradiso) ���������������� 1h.54.54 15. Martino Cattaneo (Valgandino) ������������������������ 1h.55.14 16. Claudio Consagra (Esercito) ������������������������� 1h.56.09 17. Davide De Podesta (Esercito) ��������������������������� 1h.59.23 18. Klaus Mariotti Dordi (Gran Paradiso) ����������� 1h.59.28 19. Paolo Sartore (Trasquera) �������������������������������� 1h.59.45 20. Gianluca Iavelli (Tre Rifugi) �������������������������� 1h.59.56
UP&DOWN RISULTATI
INDIVIDUALE DISLIVELLO: 750 m
RHÊMES-NOTRE-DAME (AO) 14.04.13
Tatiana Locatelli Assoluta femminile 1. Tatiana Locatelli (Cervino Valtournenche) ��������������� 44.09 2. Claudia Titolo (Valdigne) ���������������������������������������������� 49.12 3. Milena Ghirardi (La Bufarola) ����������������������������������� 52.15 4. Giuseppina Marconato (Valdigne) �������������������������������� 57.23 5. Sara Terin (Amis Verrayes) ��������������������������������������� 57.55 Assoluta maschile 1. Dennis Brunod (Mont Avic) �������������������������������������� 35.21 2. Mattia Roncoroni (Cervino Valtournenche) ������������������� 37.06 3. Franco Collè (Gressoney) ������������������������������������������ 37.34
SKI-ALP SOTTO LE STELLE E IL SOLE Classifica finale Senior femminile
1. Giuseppina Marconato ������������������������������������������������ 695 2. Raffaella Miravalle ��������������������������������������������������������� 500 3. Chiara Bertino �������������������������������������������������������������� 465 4. Gloriana Pellissier ���������������������������������������������������������� 250 5. Raffaella Gianotti ��������������������������������������������������������� 250 6. Debora Cardone ������������������������������������������������������������� 250 7. Cristina Borgesio ��������������������������������������������������������� 240 8. Tatiana Locatelli ������������������������������������������������������������� 240 9. Alessandra Cazzanelli ������������������������������������������������� 235 10. Marlene Jocallaz ���������������������������������������������������������� 235
Cadetti maschile 1. Erik Pettavino (Valle Stura) ���������������������������� 1h.14.07 2. Michele Cazzanelli (Ski Valtournenche) �������������� 1h.20.43 3. Matteo Gottardelli (Corrado Gex) ������������������� 1h.23.01 4. Jerome Perruquet (Cervino Valtournenche) �������� 1h.25.43 5. Jean Luc Perron (Cervino Valtournenche) ����� 1h.29.09 6. Mathieu Podio (Corrado Gex) ����������������������������� 1h.48.52 Juniores maschile 1. Norman Gusmini (Gromo) ������������������������������� 1h.11.30 2. William Boffelli (Roncobello) ������������������������������ 1h.11.35 3. Filippo Canavese (Garessio) ��������������������������� 1h.17.07 4. Enrico Cognein (Corrado Gex) ���������������������������� 1h.20.09 5. Marco Testino (Valle Ellero) ���������������������������� 1h.25.54 6. Erik Mus (Corrado Gex) ������������������������������������� 1h.29.51
Nelle foto: in alto da sinistra a destra, Erik Mus, Gusmini-Canavese e Matteo Stacchetti. In apertura il podio assoluto femminile, in basso quello senior maschile Senior maschile
1. Mattia Luboz ���������������������������������������������������������������� 935 2. Andrea Bertolino ������������������������������������������������������������ 748 3. Lucio Demuru ��������������������������������������������������������������� 694 4. Alessandro Quacchia ������������������������������������������������������ 691 5. Joel Fusinaz ����������������������������������������������������������������� 618 6. Bruno Perino ������������������������������������������������������������������ 609 7. Daniele Bergeretti �������������������������������������������������������� 579 8. Marco Susanna �������������������������������������������������������������� 550 9. Piero Gros ��������������������������������������������������������������������� 513 10. Domenico Nevola ��������������������������������������������������������� 502
Cadetti/Junior femminile
1. Giorgia Dalla Zanna ����������������������������������������������������� 250
Cadetti/Junior maschile
1. Erik Mus ����������������������������������������������������������������������� 720 2. Michele Cazzanelli ��������������������������������������������������������� 480 3. Francesco Berta ���������������������������������������������������������� 455
Over 45 femminile
1. Claudia Titolo ��������������������������������������������������������������� 990 2. Milena Ghirardi �������������������������������������������������������������� 715 3. Sylvie Turbil ������������������������������������������������������������������ 250
Over 45 maschile
1. Flavio Dalla Zanna ������������������������������������������������������� 945 2. Giuseppe Ouvrier ������������������������������������������������������������ 480 3. Guido Ferro ������������������������������������������������������������������� 465
Over 55 maschile
1. Carlo Chabod �������������������������������������������������������������� 1000 2. Eraldo Bergeretti ������������������������������������������������������������ 710 3. Livio Berta �������������������������������������������������������������������� 460
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ TRENTINO ALTO ADIGE
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
CIRCUITI \\ DOLOMITI SOTTO LE STELLE
L’anno prossimo prezzo fisso a 15 euro SUCCESSO | Numeri in crescita per le gare dolomitiche. Ne abbiamo parlato con il segretario ‘John John’ § di Luca Giaccone §
UP&DOWN RISULTATI DOLOMITI SOTTO LE STELLE PIANEZZE (VI) 16.03.13
TROFEO ANA VALDOBBIADENE INDIVIDUALE DISLIVELLO: 850 m
Il circuito ‘Dolomiti sotto le stelle’ è ripartito dopo la breve pausa di inizio marzo con il ‘Trofeo ANA Valdobbiadene Pianezze-Mariech’, organizzato dallo sci club Valdobbiadene. Tracciato di tre salite e due discese fuori pista: sul gradino più alto del podio è salito Alessandro Taufer, che si è messo alle spalle Ivan Sommacal (primo Master) e Andrea Protti; in campo femminile successo di Simona Minute. Assoluta femminile 1. Simona Minute ����������������������������������������������������������� 1h.45.51 Assoluta maschile 1. Alessandro Taufer ������������������������������������������������������������46.01 2. Ivan Sommacal ����������������������������������������������������������������������47.09 3. Andrea Protti ��������������������������������������������������������������������48.32 4. Enrico De Carli ������������������������������������������������������������������������49.28 5. Paolo Roccon �������������������������������������������������������������������49.35 6. Nicola Calzolari �����������������������������������������������������������������������50.51 7. Marco Sinicato �����������������������������������������������������������������53.11
MADONNA DI CAMPIGLIO (TN) 15.03.13
LA SLIPEGADA CRONOSCALATA DISLIVELLO: 150 m
Una gara diversa dal solito: nessuno sci club, solo i nomi delle Casse Rurali trentine. La Slipegada è giunta quest’anno alla trentaduesima edizione: a Madonna di Campiglio, oltre alle prove di sci alpino e fondo, anche la gara di scialpinismo e ciaspole in notturna con 243 partecipanti. Vittoria di Lodovico Magnini dell’Alta Val di Sole e Pejo, davanti a Massimo Barozzi da Rovereto e Francesco Valentini dalla Val di Fassa; in campo femminile doppietta del Fiemme con Silvana Varesco davanti ad Arianna Dezulian. Assoluta femminile 1. Silvana Varesco (Fiemme) ��������������������������������������14.16 2. Arianna Dezulian (Fiemme) ������������������������������������������� 15.38 3. Giorgia Appoloni (Valsabbia Paganella) ����������������16.01 4. Barbara Chiocchetti (Val di Fassa e Agordino) �������������� 16.05 5. Anna Dell’Eva (Anaunia) �����������������������������������������16.23 6. Nicoletta Cavallar (Rabbi e Caldes) ������������������������������� 16.38 7. Alessandra Fondriest (Tuenno - Val di Non) ���������17.03 8. Nadia Riz (Val di Fassa e Agordino) ������������������������������� 17.43 9. Dolores Zorzi (Fiemme) �������������������������������������������18.29 10. Mariarita Keller (Tuenno - Val di Non) ������������������������� 18.40 11. Stefania Riz (Val di Fassa e Agordino) �����������������19.13 12. Luisa Stringari (Fed. Trentina) �������������������������������������� 19.18 13. Federica Anderle (Cassa Centrale) ����������������������19.21 14. Emanuela Chessler (Anaunia) ������������������������������������� 19.25 15. Laura Bezzi (Cassa Centrale) �������������������������������19.39
N
el bilancio di fine stagione il presidente dell’associazione ‘Dolomitisottolestelle’, Ennio Dantone, ha sciorinato un po’ di dati. I classificati sono stati 5.011 (4.745 lo scorso anno) oltre ai 74 presenti ai raduni, con un’attenzione particolare alla ‘ProwinterCup’ con 1.547 classificati nelle sette prove in programma. Le premiazioni della ProwinterCup hanno avuto luogo lo scorso 18 aprile proprio all’omonima fiera nel quartiere espositivo di Bolzano. Un inverno tutto secondo copione, partendo l’8 dicembre a Canazei fino al gran finale ad Alleghe il primo aprile. «I numeri sono rimasti importanti - spiega lo storico segretario di ‘Dolomitisottolestelle’, all’anagrafe Gianni Dolci, ma per tutti da sempre ‘John John’ -, anzi sono cresciuti, anche se l’anno scorso qualche gara era saltata per mancanza di neve. In ogni caso avere 5.000 partecipanti resta un dato molto significativo, soprattutto in questo periodo dove è più difficile organizzare qualsiasi tipo di manifestazione». Un successo frutto anche della politica dei prezzi. «Di sicuro una delle proposte che faremo per la prossima stagione, sarà quella di mantenere un prezzo fisso, quasi una ‘tariffa politica’ di 15 euro, per tutte le gare. Se poi qualche organizzatore vorrà ‘alzare il prezzo’ perché magari intende proporre un gadget ‘importante’ per i partecipanti, dovrà comunque mantenere una tariffa base di 15 euro. Le nostre gare sono davvero tante, se ogni iscrizione costa 30, 40 euro, alla fine questo può pesare parecchio sulle tasche degli appassionati». Il circuito guarda anche ai giovani. «Bisogna fare
UP&DOWN RISULTATI
Assoluta maschile 1. Lodovico Magnini (Alta Val di Sole e Pejo) ������������ 11.36 2 Massimo Barozzi (Rovereto) ����������������������������������������� 11.43 3. Francesco Valentini (Val di Fassa e Agordino) �����11.47 4. Lorenzo Andreolli (Bassa Vallagarina) ��������������������������� 11.49 5. Alessio De Concini (Tuenno - Val di Non) ��������������12.00 6. Martino Battisti (Alta Vallagarina) ���������������������������������� 12.07 7. Tiziano Merler (Lavis - Valle di Cembra) ���������������12.16 8. Diego Salvador (Val di Fassa e Agordino) ���������������������� 12.21 9. Giovanni Gasperetti (Tuenno - Val di Non) ������������12.32 10. Mario Concini (Tuenno - Val di Non) ���������������������������� 12.34 11. Pierluigi Pedergnana (Alta Val di Sole e Pejo) ���� 12.45 12. Manuel Chiodega (Spiazzo e Javrè) ���������������������������� 13.03 13. Stefano Fontana (Trento) ���������������������������������������13.04 14. Roberto Fondriest (Tuenno - Val di Non) ��������������������� 13.17 15. Alessandro Corradini (Fiemme) ���������������������������13.20
STOP AL TROFEO KREUZSPITZE
John John, all’anagrafe Gianni Dolci, durante la premiazione della Prowinter Cup 2013
alcune premesse: uno studio del 2010 della provincia di Bolzano ha evidenziato che in una giornata con rischio valanghe 3 c’erano quasi 6.000 scialpinisti in montagna. La collaborazione con Prowinter, poi, è nata anche per la volontà precisa di avere una finestra dedicata allo scialpinismo da parte della fiera bolzanina: segno che lo skialp è la disciplina che maggiormente sta
crescendo in Italia. Nel nostro opuscolo di presentazione abbiamo voluto inserire l’agenda dello sciatore, perché tutti possano conoscere meglio e a fondo le regole dello ski-alp. L’obiettivo futuro sarà quello di aprire ai ragazzi: chi avrà almeno 11 anni potrà partecipare alle gare del ‘Dolomitisottolestelle’. Un modo per fare promozione, ma anche prevenzione». T
8. Dino Ceccato �������������������������������������������������������������������������� 54.40 9. Onorino Scalet �������������������������������������������������������������������57.19 10. Claudio Tagliapietra �������������������������������������������������������������� 58.00 11. Fabio Fagherazzi ������������������������������������������������������������� 58.38 12. Daniele Savaris �������������������������������������������������������������������� 59.21 13. Andrea Frescura ������������������������������������������������������� 1h.00.11 14. Manuel De Zan ����������������������������������������������������������������1h.00.53 15. Michele Gatto ������������������������������������������������������������ 1h.02.08
Silvana Iori (Bela Ladinia) ������������������������������������������������46.20 4. Marika Giovannini (Mai Zeder) Francesca Simoni (Mai Zeder) ����������������������������������������������� 50.14 5. Tamara Bez (Bela Ladinia) Susi Lezuo �������������������������������������������������������������������������54.18 6. Monica Tedesco (Valle Agordina) Viviana Pilat (Valle Agordina) �������������������������������������������������� 58.45 7. Fernanda Micheluzzi (Bela Ladinia) Maddalena Iori (Bela Ladinia) ����������������������������������� 1h.17.38
VIGO DI FASSA (TN) 20.03.13
MEMORIAL TITA E MARCO
COPPIE DISLIVELLO: 602 m
Sotto la neve la diciassettesima edizione del ‘Memorial Tita e Marco’, ma partecipazione ‘importante’ con 112 coppie al via. Non è cambiato il percorso: dal centro di Vigo i partecipanti (sci in mano) hanno raggiunto la stazione della funivia, per poi risalire lungo la pista fino ai 2.000 metri del Ciampedie. Guido Pinamonti e Ivo Zulian hanno subito imposto il loro ritmo, chiudendo in solitaria davanti a Paolo Longo e Alessandro Calliari con al terzo posto Alessandro Follador e Michele Tavernaro. Nella gara femminile Carla Iellici e Nadia Scola hanno fatto il vuoto, chiudendo al ventesimo posto assoluto. Piazza d’onore per Marta Scalet e Annalisa Zanetel, mentre sul terzo gradino del podio sono salite Riccarda Deville e Silvana Iori. Nelle coppie miste affermazione di Elisabeth Benedetti e Willi Deflorian, seguiti da Melanie Ploner e Martin Kostner e da Consuelo Bogo e Manuel Degasperi. Nella gara con le ciaspole Don Franco Torresani e Ruggero Bedolo hanno chiuso con il terzo tempo assoluto. Assoluta femminile 1. Carla Iellici (Bogn da Nia) Nadia Scola (Bela Ladinia) �����������������������������������������������36.14 2. Marta Scalet (Piazaroi) Annalisa Zanetel (Piazaroi) ����������������������������������������������������� 43.32 3. Riccarda Deville (Bela Ladinia)
Assoluta maschile 1. Guido Pinamonti (Bogn da Nia) Ivo Zulian (Bogn da Nia) ���������������������������������������������������29.49 2. Paolo Longo (Bogn da Nia) Alessandro Calliari (Bogn da Nia) ������������������������������������������� 30.18 3. Michele Tavernaro (Piazaroi) Alessandro Follador (Piazaroi) ����������������������������������������30.44 4. Gabriele Depaul (Bogn da Nia) Martin Riz (Bogn da Nia) �������������������������������������������������������� 30.52 5. Giovanni Lastei (Bogn da Nia) Gianluca Vanzetta (Cauriol) ��������������������������������������������� 31.52 6. Cristian Pedrotti (Panarotta) Massimo Piva (Panarotta) ������������������������������������������������������ 32.25 7. Ivano Ploner (Bela Ladinia) Mirco Micheluzzi (Bela Ladinia) ��������������������������������������32.48 8. Mattia Giuliani (Bogn da Nia) Ettore Rossi (Hartmann) ��������������������������������������������������������� 32.51 9. Erwin Chiocchetti (Bela Ladinia) Cristian Zorzi (Bela Ladinia) ��������������������������������������������32.57 10. Enzo Partel (Brenta Team) Matteo Giacomuzzi (Brenta Team) ��������������������������������������� 33.21 11. Eric Dejori (Bogn da Nia) Christian Knolseisen (Bogn da Nia) ������������������������������33.28 12. Gianpaolo Piazzi (Dolomitica) Claudio Deflorian (Dolomitica) ���������������������������������������������� 33.50 13. Andrea Dellagiacoma (Dolomitica) Manuel Giacomelli (Dolomitica) ������������������������������������34.16 14. Andreas Lowe (Bogn da Nia) Andreas Pellegrin (Bogn da Nia) ������������������������������������������� 34.35 15. Stefano Valentini (Arcobaleno) Patrizio Telch (Valle Cembra) ����������������������������������������35.14
Stop anticipato al trofeo Kreuzspitze in Val di Fiemme lo scorso 17 marzo. Il comitato organizzatore ha deciso di sospendere la prova, dopo circa un’ora e mezzo di gara, vista la visibilità ridotta a pochi metri. Per la classifica è stato così preso in considerazione il passaggio a Passo Scalet. In quel momento della gara era in testa Alessandro Follador seguito da Daniele Pedrini, Alex Fasser, Fabio Bazzana, Marco Facchinelli e Matteo Bignotti, mentre Elisa Compagnoni era davanti a Elisabeth Benedetti e a Katherine Senoner.
ALLEGHE (BL) 01.04.13
VERTICAL CIVETTA VERTICAL DISLIVELLO: 350 m
Atto finale della stagione del circuito ‘Dolomiti sotto le stelle’ con il ‘Vertical Civetta’ di Alleghe: 350 i metri di dislivello da affrontare per i quasi sessanta ski-alper che si sono presentati alla partenza (in linea) di Piani di Pezzè per raggiungere La Tiezza. In meno di un quarto d’ora ha chiuso Ivan Sommacal che è salito sul gradino più alto del podio, precedendo Olves Savaris e Renzo De Zaiacomo. Nella gara femminile, affermazione di Marika Giovannini con un minuto di vantaggio su Susanna Neri, con Annalisa Marcon a completare il podio. Nelle altre categorie vittorie per Chantal Da Rios ed Ervin Ronzon tra gli Junior e di Angelo Da Campo tra gli Over. Assoluta femminile 1. Marika Giovannini (Mai Zeder) ����������������������������������������22.22 2. Susanna Neri (Brenta Team) �������������������������������������������������� 23.22 3. Annalisa Marcon (CAI Agordo) ����������������������������������������23.35 4. Monica Todesco (Valle Agordina) �������������������������������������������� 29.01 5. Viviana Pilat (Valle Agordina) ������������������������������������������33.18 6. Chantal Da Rios (Orsago) ������������������������������������������������������ 49.50 7. Erica Carlet (Orsago) ��������������������������������������������������������50.08 Assoluta maschile 1. Ivan Sommacal (Valdobbiadene) ������������������������������������14.54 2. Olves Savaris (Valdobbiadene) ����������������������������������������������� 15.00 3. Angelo Da Campo (Scuola Sci Alleghe) �������������������������15.15. 4. Renzo De Zaiacomo (Valle Agordina) ������������������������������������� 15.18 5. Ferruccio Soppelsa (Valle Agordina) ������������������������������ 15.34 6. Michael Irsara (Badia Sport) ��������������������������������������������������� 15.45 7. Simone Manfroi (Leor da Fodom) �����������������������������������15.46 8. Devis Zasso (Valle Agordina) �������������������������������������������������� 15.52 9. Andrea Buiatti (Dolomiti Ski Alp) ������������������������������������16.36 10. Alessio Fontana (Valdobbiadene) ����������������������������������������� 16.47 11. Roberto Friz (Valle Agordina) ����������������������������������������16.53 12. Giacomo Mottes (Caverson) ������������������������������������������������� 17.07
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
TRENTINO ALTO ADIGE //
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GARA DEL MESE \\ MARMOLEDA FULL GAS
Kuhar concede il bis DOPPIETTA | Lo sloveno si è preso anche la seconda edizione della Marmoleda Full Gas Race, in campo
femminile vittoria della bormina Francesca Martinelli. Vittorie catalane nella gara Junior
Quotes Francesca Martinelli «Avevo visto il video della gara dello scorso anno e mi ero ripromessa di partecipare. Un percorso strepitoso». Nejc KuhaR «Vincere per il secondo anno consecutivo è davvero fantastico. Questa è una super gara». Alessandro Follador «Meglio di così non poteva andare, considerando che Kuhar era irraggiungibile: un secondo posto che vale molto». Thomas Martini «Finalmente dopo tanti quarti posti è arrivato un podio. Sono felicissimo. Un premio alla mia stagione».
§ di Luca Giaccone - foto Ralf Brunel §
U
Il punto tecnico
Pendii aperti ma gara tecnica di Omar Oprandi
MARMOLEDA FULL GAS INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.900 m
Assoluta femminile 1. Francesca Martinelli �������������������������������������������� 1h.58.14 2. Martina Valmassoi ��������������������������������������������2h.01.52 3. Marta Riba Carlos ������������������������������������������������ 2h.05.51 4. Maria Fargues Gimeno �������������������������������������2h.11.15 5. Consuelo Bogo ����������������������������������������������������� 2h.32.04 6. Monica Sartogo ������������������������������������������������2h.34.55 7. Federica Iachelini ������������������������������������������������ 2h.49.29 8. Matilde Toscani ������������������������������������������������3h.23.09 Assoluta maschile 1. Nejc Kuhar ������������������������������������������������������������ 1h.32.29 2. Alessandro Follador ������������������������������������������1h.33.22 3. Thomas Martini ���������������������������������������������������� 1h.34.16 4. Philip Goetsch ��������������������������������������������������1h.35.14 5. Filippo Beccari ����������������������������������������������������� 1h.35.58 6. Ivo Zulian ���������������������������������������������������������1h.37.45 7. Roberto De Simone ���������������������������������������������� 1h.39.08 8. Marc Solà Pastoret �������������������������������������������1h.39.37 9. Nil Cardona Coll ��������������������������������������������������� 1h.39.57 10. Gil Pintarelli ���������������������������������������������������1h.40.14 11. Hannes Oberfrank ��������������������������������������������� 1h.42.53 12. Pau Costa Pairò ����������������������������������������������1h.42.55 13. Alessandro Taufer ��������������������������������������������� 1h.43.47 14 Pierangelo Giacomuzzi �����������������������������������1h.44.03 15. Lois Craffonara �������������������������������������������������� 1h.44.28 16. Andrea Mattiato ���������������������������������������������1h.44.33 17. Riccardo Dezulian �������������������������������������������� 1h.44.42 18. Andrea Omodei ����������������������������������������������1h.45.04 19. Franco Nicolini ��������������������������������������������������� 1h.45.16 20. Daniel Aschbacher �����������������������������������������1h.45.59 Junior femminile 1. Marta Garcia Farret ��������������������������������������������� 2h.32.13 Junior maschile 1. Oriol Cardona Coll ������������������������������������������������ 1h.42.08 2. Genis Zapater Bargues �������������������������������������1h.49.16 3. Gabriele Fedrizzi �������������������������������������������������� 1h.54.07 4. Giovanni Lastei ������������������������������������������������1h.59.53 5. Roberto De Gasperi ��������������������������������������������� 2h.02.31 6. Giordano Passerini �������������������������������������������2h.09.25 7. Mattia Eccher ������������������������������������������������������� 2h.25.09
Martina Valmassoi «La Marmolada la conosco bene, però in gara non l’avevo mai affrontata. La più grande soddisfazione di oggi è il distacco non troppo esagerato dalla Martinelli. Lei è una fuoriclasse».
no spettacolo nello spettacolo. Gara entusiasmante in uno scenario unico. La Marmoleda Full Gas Race, anche se in versione ridotta visto che gli organizzatori hanno deciso di eliminare il passaggio a Punta Penia per questioni di sicurezza, è stata una sfida straordinaria, con un percorso (che comunque presentava un dislivello di 1.900 metri) promosso a pieni voti dai 150 partecipanti e soprattutto baciato da una splendida giornata di sole. RITMO SUBITO ALTO Dopo il primo tratto lungo la pista Fedaia Pian dei Fiacconi, ci ha pensato il meranese Goetsch a forzare il ritmo, transitando per primo ai 3.265 metri di Punta Rocca (il punto più alto della gara): dietro di lui, a dieci secondi, lo sloveno Kuhar, a mezzo minuto il falcadino Follador, a un minuto il trentino Martini e più lontana la coppia formata da Beccari e Zulian, seguita a breve da De Simone. Nella prima discesa verso Pian dei Fiacconi, Kuhar è riuscito a raggiungere e superare Goetsch, andandosene in solitaria verso il traguardo. Bagarre per il podio: Follador ha messo nel mirino Goetsch nella salita al Col degli Aranci (2.950 metri) e poi al cambio pelli è riuscito a raggiungerlo e superarlo. Nella discesa del Col di Bous (2.160 metri) anche Thomas Martini ha superato il meranese. Sul traguardo Kuhar è transitato
RIFUGIO CIMA 11 - PASSO FEDAIA 13.04.13
Diego Salvador presidente del comitato organizzatore: «Una giornata fantastica e, quando c’è il sole, metà dell’opera è già realizzata. Ci fanno decisamente piacere i tanti complimenti ricevuti per il percorso e l’organizzazione, che saranno da stimolo per cercare di migliorare ancora nei prossimi anni, magari entrando a far parte di qualche circuito importante». Nelle foto: in alto a sinistra Nejc Kuhar in azione, sotto il podio maschile e la spettacolare partenza. A destra Martina Valmassoi in azione e Follador sul ‘tetto delle Dolomiti’
a braccia alzate, concedendo il bis dopo il successo dello scorso anno. A 53 secondi ha poi concluso Follador, a un minuto e 47 Martini, a oltre due minuti Goetsch, quindi Beccari, Zulian e De Simone, che era salito sul podio lo scorso anno.
MARTINELLI SENZA RIVALI Assente Mireia Mirò, anche se regolarmente iscritta, ha trionfato la bormina Francesca Martinelli, in testa praticamente dal primo all’ultimo chilometro. Sotto lo striscione a Passo della Fedaia la valtellinese è transita-
Fare scialpinismo sulla ‘Regina delle Dolomiti’ è un progetto per molti neo-scialpinisti. Gareggiare sui suoi pendii, da due anni, è una realtà per molti appassionati di questa fantastica disciplina, ed essere lì mi ha fatto tornare indietro nel tempo. La Marmoleda Full Gas Race propone un tracciato originale altamente suggestivo, con la possibilità di raggiungere le due cime più alte di questa bellissima montagna. Per la seconda volta il percorso si è dovuto ridurre rispetto all’originale, per questioni di sicurezza, eliminando la Punta Penia, ma il percorso è stato all’altezza delle aspettative. Quando una competizione come quella di sabato 13 aprile si rivela ancora una volta eccezionale e viene esaltata, a pieni voti, da tutti i concorrenti, le aspettative per il prossimo
anno diventano veramente di alto livello. Tornando al percorso e alle mie sensazioni, non posso non sottolineare che, malgrado i pendii della Marmolada garantiscano terreni aperti e all’apparenza facili da salire, questo si riveli non del tutto facile. Complice la quota che assicura quasi tutto l’anno neve farinosa che non garantisce una traccia consistente dove far scorrere gli sci e soprattutto dove ci possa essere un’ottima azione dei bastoncini. Questo fattore ha esaltato la tecnica e la forza dei più bravi che potevano contare comunque, come tutti, sull’ottimo lavoro dei tracciatori, che hanno garantito la doppia scia lungo tutto il percorso di gara. La neve fresca ha offerto in tutte le discese nella parte alta una di quelle sciate difficili da dimenticare. Scambiando qualche
ta con un un minuto e mezzo di vantaggio sulla bellunese Martina Valmassoi, quindi a oltre sei minuti la catalana Marta Riba Carlos. Fra gli Junior doppia affermazione catalana con Oriol Cardona Coll e Marta Garcia Farret. T opinione con altri atleti è emerso un pensiero in comune: «Che peccato dover tirare delle linee rette per perdere quota» quando, con questa neve, sarebbe bello fare dei «bei curvoni da sballo». Nella parte finale non si può trascurare che il tracciato passa lungo un caratteristico canyon naturale di roccia e neve. Partire dal Passo Fedaia, salire e toccare Punta Rocca a 3.265 metri, scendere a Pian dei Fiacconi a quota 2.626, risalire verso il ‘futuro’ punto più alto (della prossima edizione?) Punta Penia a 3.342 metri, sciare nel canyon più caratteristico delle Dolomiti fino alla base del Col di Bous per poi risalirlo alla località Fortino e godersi l’ultima discesa fin sotto lo striscione al Rifugio Cima 11: è stato davvero un sogno. Come tornare ragazzino.
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\\ ALPI ORIENTALI
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RUBRICHE \\ KING OF THE NIGHT Piancavallo Express (28 dicembre 2012) 1° classificato
Mountain Attack (11 gennaio 2013) 2° classificato + 4’ 21’’ da Christian Hoffmann
Sellaronda Ski Marathon (8 marzo 2013) 1° classificato (in copia con Dennis Brunod)
Scialpinista Monte Canin (14 aprile 2013) 1° classificato (in copia con Nejc Kuhar)
Lussarissimo (22 marzo 2013) 1° classificato Transcavallo (24 febbraio 2013) 2° classificato (in copia con Ivo Zulian) + 5’ 18’’ da Michele Boscacci-Damiano Lenzi Ski-alp Race Dolomiti di Brenta (1 aprile 2013) 3° classificato (in copia con Nejc Kuhar) + 5’ 29’’ da Michele Boscacci e Lorenzo Holzknecht
BIO
Età: 32 anni Peso x altezza: 72-75 kg x 188 cm Vive a: Camporosso (comune di Tarvisio, Ud) Società sportiva: Aldo Moro Paluzza Occupazione: macchinista di Promotur (impianti di risalita Regione Friuli Venezia Giulia) Lo sostengono: Movement Ski, Scarpa, Crazy Idea, ATK Race, Scott, Racer integratori
THE KING OF THE NIGHT
TADEI PIVK
Secondo al Mountain Attack e primo alla Sellaronda. Serve altro per incoronare il re della notte 2013?
D
§ di Guido Valota §
a un paio di stagioni sorprende ogni volta che gareggia. Che fosse forte lo avevano capito tutti durante la stagione della corsa. Ma che diventasse un riferimento anche nello ski-alp race così in fretta, così perentoriamente, con questa regolarità, non era affatto scontato: la stagione 2013 era iniziata a Saalbach con il secondo posto assoluto. Poi la vittoria alla Sellaronda dopo una gara combattuta, con i ringraziamenti pubblici del proprio compagno di gara Dennis Brunod. Gare impressionanti in Brenta, al Canin, e il dominio incontrastato delle notturne regionali per tutto l’inverno. Come sei arrivato allo ski-alp? «Da bambino e fino a 15 anni facevo la combinata nordica, fondo e salto con gli sci. Poi ho smesso perché gli allenatori seguivano solo i giovanissimi e dopo non c’erano sbocchi. Finito il servizio militare, ho ripreso un po’ la corsa, ma con molta calma, finché un amico mi ha fatto conoscere lo scialpinismo. Anche con lo sci però prendevo le cose con calma e ogni
anno miglioravo un po’: è solo negli ultimi due anni che corro a questi livelli». Dicevi che sei tecnicamente condizionato dal fatto che ti puoi allenare solo la sera. «Lavoro sei giorni su sette, sempre, e per uscire dalle piste rimane un giorno solo perché la sera, con gli sci, bisogna rimanere in pista. Comunque conta soprattutto l’innevamento: quest’anno c’è stata tanta neve naturale e già poter scendere fuori, anche se a pochi metri dalla pista battuta, ha fatto la differenza». Sei noto soprattutto per il tuo valore in salita. «Tutto sommato in discesa me la cavo, anche se non sono certo tra i migliori. Non sapevo sciare e poi l’essere così ‘lungo’ non aiuta. Ma ho notato che, se sei allenato, vai anche in discesa. Soprattutto perché non arrivi in cima ‘cucinato’». Una cosa che ti piace tanto nello skialp? «Quando arrivi in cima, la fatica è ripagata dalla discesa sugli sci: bella, veloce. Mi piace molto anche correre in discesa, ma è
bellissimo poter fare 1.000 metri di salita e sapere che sarai subito giù in due minuti, e divertendoti». La tua gara preferita? «Pur andando meglio in pista, per le mie caratteristiche, le gare fuori pista sono più belle. A cominciare dalla bellezza dell’ambiente. Preferisco quelle lunghe: quando sono in giro a me piace fare gare di almeno tre ore. E come evento, quest’anno per la prima volta, ho partecipato al Mountain Attack (si è classificato secondo assoluto nella marathon, dietro ad Hoffman, ndr.). Mi è piaciuto moltissimo, ma la Sellaronda ha un altro fascino. Mi ripetevo ‘ci riuscirò a vincerla, prima o poi!’. E quest’anno ci sono riuscito dopo una gara bellissima». E di corsa? «Skyrace, e anche Skymarathon, ma direi nel range tra i 20 e i 40 km. In montagna sono già davvero tanti. Ne devi passare, di montagne, per fare 40 km. Di più, non so: mi sembra che diventi un’altra cosa, rispetto a una corsa e a una gara. Lo so che sempre più gente si lancia in queste cose. Ma mi sembra anche che tanti ‘si buttino’
senza sapere bene a cosa vanno incontro». E altri sport al di fuori delle gare e dell’allenamento? «Non molto, il tempo manca. Qualche cima con gli sci e con gli amici la faccio sempre, ma niente alpinismo vero. E una volta alla settimana mi piace uscire in mountain bike, anche per cambiare un po’». Quando non lavori e non ti alleni, cosa fai? «Sugli impianti c’è da lavorare fino a fine maggio e poi da ottobre. In quei mesi mi occupo con mio padre della casa, del prato e del bosco. C’è veramente tanto da fare, non resta più tempo per niente altro. E io sono fortunato, devo ringraziare la mia famiglia. Vivo in casa con i miei, servito e riverito. È un vantaggio enorme per uno che fa la mia vita. Finisco di lavorare e di allenarmi, entro in casa e non devo fare niente: la spesa è fatta, la cena è pronta, la casa in ordine: è soprattutto una questione di tempo, se dovessi anche solo cucinare, non potrei fare la vita che faccio. Lo vedo con i miei amici, cambia tutto e dopo un po’ molli». Come ti alleni? Sei metodico, segui un programma, o ti conosci e vai a sensazioni? «Ormai non posso più permettermi di fare di testa mia. Seguo i consigli di Luigino Boccolini, che è uno bravo. Perché a fare da soli può anche andare bene una volta, ma quando va male è difficile sapere cosa fare». Diete, gusti, debolezze, peccati di gola? «Mangio normalmente, nulla di strano, pasta tante volte. Ma se parliamo di dolci, sono capace di far fuori 300 grammi di cioccolato in mezz’ora». E una volta per tutte: si scrive ‘Pivk’, e si legge ‘Piùk’! T
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ALPI ORIENTALI //
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ALPI ORIENTALI \\ GARE
Nejc s’inchina a Super Tadei
TARVISIO (UD) 22.03.13
LUSSARISSIMO DOWN UP VERTICAL DISLIVELLO: 1.000 M
ASSOLUTA MASCHILE 1. Tadei Pivk (US Aldo Moro) ����������������������������������� 46.38 2. Nejc Kuhar (Team La Sportiva) ������������������������������� 49.34 3. Niklas Kroehn (Kelag Energy) ������������������������������ 50.30 4. Marco Del Missier �������������������������������������������������� 50.58 5. Silvio Wieltschnig (Froggy Line) ������������������������� 51.21 6. Paolo Meizinger (US Aldo Moro) ������������������������������ 51.52 7. Gino Caneva (US Aldo Moro) ������������������������������� 52.01 8. Anze Senk (TTSO Jezersko) ������������������������������������ 52.54 9. Alessandro Piccoli (US Raibl) ������������������������������ 53.24 10. Giuseppe Della Mea (US Aldo Moro) ��������������������� 54.05 ASSOLUTA FEMMINILE 1. Marita Kroehn (Kelag Energy) �������������������������� 1.04.17 2. Anna Finizio �������������������������������������������������������� 1.07.42 3. Alessia Kratter (US Aldo Moro) ������������������������� 1.08.38 4. Spela Zupan (KGT Papez) ������������������������������������ 1.10.06 5. Jana Marinko (SD Dolomiti) ����������������������������� 1.11.18
TARVISIO | Nella classica notturna del Monte Lussari vittoria di Pivk su Kuhar. Oltre 200 iscritti sul Sentiero del Pellegrino
Nelle foto: Lussarissimo il podio maschile, sotto lo spettacolo della partenza
§ di Claudio Primavesi §
E
lui, Tadei Pivk, con il tempo di 46’38’’, seguito proprio da Kuhar, al quale ha rifilato 2’ 56’’ di distacco sul tracciato di 5 km e 1.000 metri di dislivello. Pivk correva in casa, conosceva benissimo il percorso, e questo è stato sicuramente un bel vantaggio, ma la prestazione è stata notevole, a dimostrazione della grande stagione che sta vivendo Tadei. Al terzo posto l’austriaco Niklas Kroehn, con 50’ 30’’. Nella top ten, nell’ordine, anche Marco Del Missier, Silvio Wieltschnig, Paolo Meizinger, Gino Caneva, Anze Senk, Alessandro Piccoli e Giuseppe Della Mea. Nella gara rosa vittoria di Marita Kroehn, moglie di Niklas, che ha fermato il cronometro a 1h.04’.17’’. Al secondo posto Anna Finizio (1h.07’42’’) e al terzo Alessia Kratter (1h08’38’’). Da segnalare che quest’anno la competizione era aperta anche alle ciaspole e il primo classificato ha impiegato circa 12 minuti in più di Pivk. Nella classifica combinata salita-discesa (abbinata allo slalom gigante parallelo Gigantissimo Classic) successo di Silvio Wieltschnig e Monica Franz. T
rano oltre 200 i partecipanti all’ormai classicissima Lussarissimo Down Up del Monte Lussari, lo scorso 22 marzo a Tarvisio (Ud). Il vertical notturno di venerdì sera quest’anno ha visto al via, oltre al favoritissimo Tadei Pivk, anche il forte sloveno Nejc Kuhar, sulla carta i due atleti che potevano osare la vittoria. Nonostante la preoccupazione di Pivk per la presenza del forte sloveno però… scriviamo dell’ennesima vittoria del friulano. Una gara che quest’anno presentava anche qualche incognita in più perché, a differenza dell’anno scorso, quando fu corsa sulla pista di sci Di Prampero, a causa dello scarso innevamento, si è svolta lungo il Sentiero del Pellegrino. Tracciato che differiva da quello tradizionale nell’ultimo tratto, che fa parte di un nuovo percorso per lo scialpinismo predisposto dalla Promotur. Ultimo tratto che, a detta dei protagonisti, è stato quello più insidioso, con neve difficile e poca aderenza. Alla fine dunque, sullo scenografico traguardo del Monte Lussari, con tempo bello e temperatura di qualche grado sotto lo zero, è transitato primo sempre
UP&DOWN RISULTATI
SELLA CIAMPIGOTTO - VIGO DI CADORE (BL) 24.03.13
TROFEO CNSAS INDIVIDUALE DISLIVELLO: 550 m
Dopo il rinvio per una forte nevicata a metà febbraio, anche un mese dopo la gara organizzata dalla Stazione Corpo Nazionale del Soccorso Alpino del Centro Cadore ha rischiato un nuovo stop, sempre per un’abbondante nevicata. Sono caduti due metri di neve, ma nessuno si è arreso: un grande sforzo per battere le tracce a monte del valico di Ciampigotto, ma alla fine la gara è andata regolarmente in scena. La vittoria ha premiato l’atleta di casa Alberto Gerardini, uno degli ideatori del trofeo tre anni fa, che si è imposto su Marco Del Missier ed Enrico Frescura, mentre nella prova femminile affermazione di Daniela De Crignis. In gara anche un pezzo di storia del fondo italiano, Maurilio De Zolt. Assoluta femminile 1. Daniela De Crignis (Velox) ������������������������������������������������1h.01.03 2. Marzia Bolis (Fornese) �������������������������������������������������������� 1h.02.00 3. Leila Bressan (CNSAS Pieve Cadore) �������������������������������1h.06.26 4. Uliana Zoella (Cadore Eventi) ���������������������������������������������� 1h.37.32 5. Manuela De Martin (Lorenzago) ���������������������������������������1h.37.53 Assoluta maschile 1. Alberto Gerardini (CNSAS Centro Cadore) ����������������������������41.35 2. Marco Del Missier (CNSAS Forni) ���������������������������������������������42.00 3. Enrico Frescura (CNSAS Pieve Cadore) ���������������������������������42.35 4. Olves Savaris (Valdobbiadene) �������������������������������������������������43.11 5. Damiano Candotti (Sauris) ����������������������������������������������������43.38 6. Andrea Buiatti (Dolomiti Ski Alp) �����������������������������������������������44.22 7. Federico Bitussi (Fornese) ����������������������������������������������������44.48 8. Ivano Molin (Auronzo) ��������������������������������������������������������������45.19 9. Luca Poiazzi (Velox) ��������������������������������������������������������������45.25
10. Fabrizio Puntel (CNSAS Sappada) ��������������������������������������������46.42 11. Cristian De Crignis (Velox) ���������������������������������������������������46.47 12. Osvaldo Zanella (Dolomiti Ski Alp) �������������������������������������������47.15 13. Michelino Da Rin (CNSAS Centro Cadore) ����������������������������47.57 14. Enzo Da Rin Zanco (Dolomiti Ski Alp) ���������������������������������������49.14 15. Alberto Gorgoglione (Valdobbiadene) ����������������������������������49.19 16. Francesco Cataruzza (CAI Calalzo) ������������������������������������������50.22 17. Fabio Valmassoi (Dolomitici) �����������������������������������������������50.45 18. Massimiliano Da Pra (Dolomitici) ���������������������������������������������50.54 19. Cristian Zandonella (Cadore Eventi) ������������������������������������51.00 20. Maurilio De Zolt ����������������������������������������������������������������������51.10
NOTIZIE IN BREVE
MONTE COPPOLO SKI-RACE
Erano 90 gli iscritti sabato 2 marzo al Passo Brocon (Tn) alla prima edizione della ‘Monte Coppolo Ski Race’, ultima prova del circuito di ski-alp promosso dal CSI di Feltre. Nello scenario del Monte Coppolo, vittoria dell’atleta di casa Mirco Mezzanotte seguito da Andrea Mattiato (vincitore della classifica finale con 260 punti) con terzo classificato Ivan Sommacal (secondo nella generale con 185 punti seguito da Federico Pat con 170).
SKIRACE FRASSENÈ RIFUGIO SCARPA
Davide Pierantoni ha vinto la ‘Ski Race Frassenè’ - Rifugio Scarpa a Voltago Agordino (Bl), cronoscalata di 600 metri di dislivello in programma il 3 marzo: il portacolori del CAI Schio ha chiuso con quasi due minuti di vantaggio su Germano Corazza, con al terzo posto il vigile del fuoco bellunese Daniele De Colò. Sul gradino più alto del podio femminile è salita Laura Corazza che non ha avuto problemi a regolare Celestina Tomaselli e Vanna Donati.
BORCA MALGA CIAUTA
L’otto marzo, l’ottava edizione della ‘Borca-Malga Ciauta’,
cronoscalata di 650 metri di dislivello, a La Vares Villanova di Borca di Cadore (Bl), è stata nel segno di Olivo da Prà che ha chiuso con un minuto di vantaggio su Manuel Speranza, con Germano Corazza a completare il podio. In campo femminile vittoria di Serena Menardi davanti a Linda Menardi e Jessica Huber.
MEMORIAL FRANCESCO PLAZZOTTA
Grandi numeri al Monte Zoncolan (Ud) l’8 marzo per la nona edizione del ‘Memorial Plazzotta’, cronoscalata con 440 metri di dislivello: erano ben 213 gli atleti nella classifica finale. Lotta serrata per la vittoria con Marco Del Missier che si è imposto con nove secondi di vantaggio su Paolo Meizinger, con terzo Alessandro Morassi. Nella gara rosa a segno l’austriaca Marita Kroehn (ventisettesima assoluta) che ha chiuso con oltre un minuto di vantaggio su due portacolori dell’Aldo Moro Paluzza, Alessia Kratter e Anna Finizio.
PIVK-KUHAR, COPPA VICENTE AL MONTE CANIN La ‘Scialpinistica del Monte Canin’, gara a coppie che quest’anno ha festeggiato le 58 edizioni è stata vinta dal team italo-sloveno, formato da Tadei Pivk e da Nejc Kuhar: hanno superato i 2.250 metri positivi del percorso, suddivisi in ben sei salite, staccando di 12’ gli austriaci Stark-Wieltschnig, che invece hanno regolato in volata per soli due secondi i connazionali Kalss-Tritscher praticamente a pari merito con i quarti classificati Meizinger-Del Missier. Nella gara femminile Martina De Silvestro e Cecilia De Filippo hanno avuto vita facile, visto che il distacco inflitto alle seconde classificate Turchetto-Zupan ha superato l’ora. Nella prova individuale ha vinto Franco Plesnikar su Cristiano Romanin, terzo, ma ad oltre quattro minuti, Cristian De Crignis, mentre sul podio Master sono saliti Giorgio Guasina e Giovanni Cipriani, rispettivamente quarto e quinto nella classifica assoluta. In campo femminile due sole partecipanti: vittoria della Master Marzia Anna Bolis sulla Senior Sarah Ciranfi.
IN AGENDA
DOLOMITI RESCUE RACE Il prossimo 5 ottobre è in programma a Pieve di Cadore la Dolomiti Rescue Race, una gara di trail molto particolare, riservata ai componenti delle squadre del Soccorso Alpino nazionale ed estero. Si sfidano sulle pendici del Monte Antelao i più forti ‘motori’ del Soccorso, atleti che primeggiano nelle gare di trail e ski-alp e che mettono abitualmente a disposizione la loro ‘cilindrata’ per aiutare chi ha bisogno di aiuto in montagna. Nata dalla volontà di alcuni componenti della Stazione CNSAS di Pieve di Cadore al fine di socializzare e scambiare le proprie esperienze con la formula del raduno, la manifestazione ha catturato lo ‘spirito race’ che c’è in molti uomini del Soccorso Alpino, trasformandola in una competizione vera e propria. Il patrocinio della 2° Delegazione Dolomiti Bellunesi e del Servizio Regionale Veneto ha dato il giusto pregio alla gara. Il percorso in quota si snoda nel cuore delle Dolomiti del Cadore, dominate dal Monte Antelao, costante presenza lungo tutto il tracciato con i suoi continui cambiamenti di fisionomia ed aspetto; le squadre, oltre a correre contro il tempo su un percorso con diverse difficoltà alpinistiche, devono dimostrare la loro abilità anche in alcune manovre di soccorso. La scorsa edizione ha visto al primo posto la squadra del CNSAS della Val Biois 1 seguita da quella della Canavesana e da quella di Agordo 1 (BL). Al via anche nomi noti dello ski-alp, come il CT azzurro Oscar Angeloni o Alessandro Follador, oppure dell’ultra trail come il piemontese Mauro Saroglia. Appuntamento, dunque, il 5 ottobre prossimo sulle pendici del Monte Antelao.
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ ALTO ADIGE
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
ALTO ADIGE \\ ATLETI UP&DOWN RISULTATI VINSCHGAU CUP BURGUSIO (BZ) 15.03.13
VINSCHGAU CUP VERTICAL DISLIVELLO: 410 m
Quinto e ultimo atto della Dynafit Vinschgau Cup a Burgusio: nonostante il vento forte e i -22° (con la decisione degli organizzatori di ridurre il percorso) erano oltre trecento tra scialpinisti e ciaspolatori. Vittoria di Philipp Götsch davanti a Lukas Arquin e Oswald Weisenhorn (con secondo miglior tempo di Günther Angerer, in gara con le ciaspole), mentre Annemarie Gross ha ancora una volta dettato legge, precedendo Gerlinde Baldauf e Flora Erlacher. Annemarie Gross e Lukas Arquin sono i vincitori della classifica finale. Assoluta femminile 1. Annemarie Gross ������������������������������������������������������ 20.27 2. Gerlinde Baldauf ��������������������������������������������������������������������� 21.15 3. Flora Erlacher ������������������������������������������������������������ 23.05 4. Anna Pircher ��������������������������������������������������������������������������� 23.13 5. Tanja Unterholzer ������������������������������������������������������ 25.34 6. Gudrun Stampfer �������������������������������������������������������������������� 25.51 7. Dunja Pitscheider ������������������������������������������������������ 27.03 8. Margit Ladurner ��������������������������������������������������������������������� 27.32 9. Marianna Tribus �������������������������������������������������������� 28.28 10. Julia Hauser ������������������������������������������������������������������������� 28.55 11. Marlies Lingg ���������������������������������������������������������� 29.07 12. Evi Mitterrutzner ������������������������������������������������������������������� 29.22 13. Doris Braun ������������������������������������������������������������� 31.06 14. Dagmar Wieser �������������������������������������������������������������������� 31.09 15. Monika Steiner �������������������������������������������������������� 31.31 16. Zita Köllemann ��������������������������������������������������������������������� 31.53 17. Kathrin Hauser �������������������������������������������������������� 32.03 18. Anna Ritsch �������������������������������������������������������������������������� 32.20 19. Sabine Zelger ���������������������������������������������������������� 33.39 20. Michaela Abarth ������������������������������������������������������������������� 34.16 Assoluta maschile 1. Philipp Götsch ����������������������������������������������������������� 15.15 2. Lukas Arquin �������������������������������������������������������������������������� 16.22 3. Oswald Weisenhorn �������������������������������������������������� 16.27 4. Roland Osele �������������������������������������������������������������������������� 17.03 5. Alexander Erhard ������������������������������������������������������ 17.16 6. Martin Gallia ��������������������������������������������������������������������������� 18.05 7. Ulrich Gross ��������������������������������������������������������������� 18.07 8. Karl Heiss ������������������������������������������������������������������������������� 18.15 9. Daniel Nicente ����������������������������������������������������������� 18.20 10. Martin Markt ������������������������������������������������������������������������ 18.34 11. Daniel Jung ������������������������������������������������������������� 18.39 12. Joachim Angerer ������������������������������������������������������������������ 18.55 13. Klaus Wellenzohn ���������������������������������������������������� 18.57 14. Andreas Felderer ������������������������������������������������������������������ 19.13 15. Karl Höller ��������������������������������������������������������������� 19.18 16. Andreas Plieger �������������������������������������������������������������������� 19.20 17. Freddi Wallnöfer ������������������������������������������������������ 19.38 18. Richard Andres ��������������������������������������������������������������������� 19.45 19. Franz Gruber ����������������������������������������������������������� 19.53 20. Karl Lampacher �������������������������������������������������������������������� 20.01
Lukas Arquin, obiettivo classiche MERANESE | Il forte atleta delle notturne, vincitore della Vinschgau Cup, l’anno prossimo punta alle gare di salita e discesa. Senza dimenticare lo skyrunning
L
ukas Arquin, 32 anni, lavora alla Dynafit. Ma questa è solo una parte della sua vita, perché dopo il lavoro si trasforma in uno degli ski-alper più forti dell’Alto Adige. Quest’anno ha vinto la Vinschgau targata proprio Dynafit: cinque gare, tutte vertical. Ma non è solo uomo da salita… «Per adesso tante notturne e poche classiche, ma l’inverno prossimo voglio cambiare». Intanto quest’anno un nono posto al Sellaronda. Sì, perché l’estate per Lukas è ancora tempo di gare.
Lukas Arquin in azione
ALTO ADIGE \\ SCI CLUB
SESTO PUSTERIA (BZ) 17.03.13
Peves Gherdëina, salto di qualità ORGANIZZAZIONE | Il team da questa stagione fa parte a tutti gli effetti dello sci club Gardena, come sezione scialpinismo
VINSCHGAU CUP - Classifica finale Femminile 1. Annemarie Gross �������������������������������������������������������� 400 2. Gerlinde Baldauf ������������������������������������������������������������������������ 385 3. Flora Erlacher ��������������������������������������������������������������� 365 4. Anna Pircher ������������������������������������������������������������������������������ 357 5. Tanja Unterholzer ��������������������������������������������������������� 352 Maschile 1. Lukas Arquin ��������������������������������������������������������������� 385 2. Oswald Weisenhorn ����������������������������������������������������������������� 375 3. Alexander Erhard ��������������������������������������������������������� 353 4. Daniel Nicente ��������������������������������������������������������������������������� 340 5. Andreas Felderer ���������������������������������������������������������� 338
Philipp Goetsch, vincitore dell’ultima tappa
L’anno scorso è arrivato settimo alla Maddalene Sky Marathon. «Il migliore risultato - ci ha detto Arquin - perché prima su questa distanza non avevo mai corso, ora faccio soprattutto skyrace e skymarathon». Residente a Marlengo, vicino a Merano, Arquin ama la salita quanto la discesa, almeno in inverno, anche se… «in discesa mi diverto tanto ma devo ancora migliorare parecchio». L’amore per lo ski-alp è iniziato quattro anni fa grazie alla fidanzata e ora bisogna confermare i risultati, anche se non è facile conciliare lavoro e sport: «durante la settimana cerco di allenarmi due-tre volte la sera con sci o facendo vertical a piedi dopo il lavoro e poi ci sono i fine settimana». Un atleta che non teme gli avversari… o quasi: «ho rispetto per Roberto De Simone, perché sale forte e scende ancora più forte!». T
Il gruppo dei ‘Peves’ e Andreas Senoner, uno degli atleti di punta del Peves
Quelli che vanno con le pelli in Gardena, i Peves Gherdëina alla ladina, sono diventati ‘grandi’ entrando a far parte dello sci club Gardena. «La volontà del Gardena - ha spiegato Enrico Perlini, responsabile dei ‘Peves’ - era quella di ‘aprire’ una sezione dedicata allo scialpinismo. Ci siamo incontrati e per noi è stato un grande riconoscimento entrare a far parte di un gruppo storico e vincente come il Gardena. Abbiamo mantenuto la denominazione Peves Gherdëina, ma in realtà siamo una cosa sola: siamo la sezione scialpinismo del Gardena, con tanto di nostro rappresentante nel consiglio direttivo. Ed è cambiato tutto, vista la loro organizzazione, tanto che adesso abbiamo addirittura un pulmino per noi». Sono diverse anche le prospettive. «L’obiettivo principale è quello di far crescere lo scialpinismo tra i ragazzi. Come ‘Peves’ oggi siamo in ottanta, la metà agonisti, l’altra metà semplici appassionati, ma il nostro atleta più forte è un Master. Con la base che ha il Gardena sarà più facile trovare qualche ragazzo che voglia diventare ski-alper:
qualche fondista ha già provato, vedremo se ci saranno anche discesiti. L’importante è far conoscere bene lo scialpinismo: tutti sanno cos’è, ma pochi lo conoscono sino in fondo. Abbiamo organizzato la gara sociale di fine stagione, aperta a tutti, con una parte in pista, tutte le bandierine a segnalare il percorso, in modo che il nostro sport fosse davvero ‘comprensibile’. Inoltre abbiamo avuto anche la disponibilità della scuola superiore di Ortisei ad allargare le iscrizioni alla sezione sportiva ai futuri ski-alper agonistici. Segnalo infine una collaborazione con la FISI di Bolzano per la squadra provinciale». Intanto si programma già la prossima stagione. «La novità più importante è quella che organizzeremo una gara di scialpinismo ‘classica’, intitolandola a Karl Unterkircher (l’alpinista scomparso nel 2008 sul Nanga Parbat, ndr)». Ma lo spirito dei ‘peves’ rimane sempre lo stesso, passione e voglia di stare insieme con le pelli sotto gli sci: provate a passare un mercoledì sulla ‘Pilat’ che da Ortisei porta all’Alpe di Siusi e lo capirete.
TRE CIME SKI RAID NDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.398 m
Una Tre Cime Ski Raid di grande spessore tecnico e agonistico: gara molto dura nonostante il dislivello inferiore ai 1.500 metri positivi, con due lunghe salite e altrettante discese molto impegnative. E grandi nomi dello scialpinismo presenti: c’era interesse per vedere lo Junior tedesco Anton Palzer, protagonista a livello giovani in Coppa del Mondo, confrontarsi con alcuni forti ski-alper di casa nostra. Il tedesco ha fatto vedere di essere ad alto livello anche tra i Senior: ha vinto con margine la gara assoluta, mettendo in fila Lorenzo Holzknecht (seppure non al meglio della condizione, che gli ha fatto ‘tirare i remi in barca’ nella seconda fase di gara) giunto a 3’ 33” e poi Ivo Zulian, Roberto De Simone, Thomas Martini... Sul gradino più alto del podio della classifica femminile è salita Francesca Martinelli: vittoria netta quella della valtellinese con oltre quattro minuti di vantaggio su Birgit Stuffer, con terza la statunitense Stevie Kremer a 7’ 07”. Condizioni ideali, giornata fredda ma soleggiata, con tantissima neve: una delle gare più belle della stagione. Assoluta femminile 1. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) ����������������1h.57.08 2. Birgit Stuffer (Gossensass) ����������������������������������������������2h.01.24 3. Stevie Kremer (USA) ������������������������������������������2h.04.16 4. Alba De Silvestro (Dolomiti Ski Alp) ���������������������������������2h.06.29 5. Martina De Silvestro (Dolomiti Ski Alp) ������������2h.07.04 6. Cecilia De Filippo (Dolomiti Ski Alp) ���������������������������������2h.11.55 7. Julia Kompatscher (Gossensass) ����������������������2h.12.16 8. Martina Valmassoi (Dolomiti Ski Alp) �������������������������������2h.52.06 9. Paola Vedovelli (Brenta Team) ��������������������������4h.03.57 Assoluta maschile 1. Anton Palzer (GER) ���������������������������������������������1h.32.26 2. Lorenzo Holzknecht (Alta Valtellina) ��������������������������������1h.35.59 3. Ivo Zulian (Bogn da Nia) ������������������������������������1h.37.20 4. Roberto De Simone (Gossensass) �����������������������������������1h.37.27 5. Thomas Martini (Brenta Team) ��������������������������1h.39.48 6. Johannes Walder (AUT) ���������������������������������������������������1h.41.23 7. Hannes Oberfrank (Ahrntal) ������������������������������1h.41.29 8. Christof Niederwieser (Ahrntal) ���������������������������������������1h.41.38 9. Danile Aschbacher (AUT) �����������������������������������1h.43.58 10. Toni Lautenbacher (GER) �����������������������������������������������1h.45.15 11. Paul Innerhofer (Ahrntal) ���������������������������������1h.45.22 12. Davide Pierantoni (CAI Schio) ����������������������������������������1h.45.45 13. Walter Ainhauser (Gossensass) ����������������������1h.48.11 14. Manfred Dorfmann (Ahrntal) �����������������������������������������1h.49.42 15. Lukas Arquin (Martell) �������������������������������������1h.50.06 16. Anton Steiner (Martell) ���������������������������������������������������1h.50.38 17. Matteo Piller Hoffer (Aldo Moro) ���������������������1h.51.02 18. Horst Kofler (Prags) �������������������������������������������������������1h.51.07 19. Alexander Erhard (Martell) ������������������������������1h.52.05 20. Sigmund Thaler (Brenta Team) �������������������������������������1h.53.00
Anton Palzer in azione
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
APPENNINO //
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APPENNINO \\ ATLETI
Ski-alper rugbista DAL RUGBY | L’aquilano Carlo Colaianni è il volto nuovo dello scialpinismo giovanile del Centro Italia § di Luca Giaccone §
F
ino a due anni fa giocava nelle giovanili dell’Aquila Rugby, adesso è nelle prime posizioni delle classifiche di scialpinismo. Carlo Colaianni, sedici anni compiuti a febbraio, è il volto nuovo dello ski-alp giovanile. «Tutto è partito in estate con la corsa in montagna - ci ha spiegato Carlo - poi in inverno ho provato con lo ski-alp. Prima non avevo mai fatto gare sulla neve, al massimo qualche uscita con mio papà Marco (che adesso, per non aspettare il figlio al freddo al traguardo, ha iniziato a prender parte alle notturne del circuito dell’Appennino Centrale, ndr). Mi piace molto questo ambiente, anche se devo crescere molto, visto che sono all’inizio. Dopo aver fatto bene nelle gare di casa ho partecipato alla Lagorai-Cima d’Asta e alla Dolomiti del Brenta: nella prima salita ho retto bene, tenendo il passo dei più forti, poi ho pagato tantissimo in discesa. È il mio punto debole: ho sempre sciato, ma non avevo mai affrontato simili discese in neve fresca. Vor-
UP&DOWN RISULTATI TROFEO DELL’APPENNINO CENTRALE RIVISONDOLI (AQ) 02.03.13
COPPA LEO GASPERL CRONOSCALATA DISLIVELLO: 550 m
A Rivisondoli appuntamento con la Coppa Leo Gasperl, gara notturna su un tracciato ridotto per le condizioni atmosferiche, con neve e vento. Primo posto in solitaria per Raffaele Adiutori, mentre per la piazza d’onore arrivo al fotofinish con Armando Coccia che ha preceduto Germano Ranieri di pochi centesimi. In campo femminile affermazione di Giovanna Galeota, che ha preceduto Anna Patrignani e Sara Marini.
FILETTINO (FR) 03.03.13
TROFEO MONTE VIGLIO INDIVIDUALE DISLIVELLO: 857 m
Una classica dello snowboard-alpinismo, il trofeo Monte Viglio a Filettino. Gara per snowboarder, ma anche per skialper: partenza da Valgranara a 1.250 metri per raggiungere la vetta del Monte Cantaro (a quota 2.107), con spettacolare discesa finale. Armando Coccia e il giovane Carlo Colaianni, sci ai piedi, hanno subito preso la testa della gara, mentre alle loro spalle si è scatenata la bagarre tra i ‘surfisti’, con Igor Antonelli, seguito da Giancarlo Costa e dai portacolori del team bergamasco BAZ di Lizzola, Sergio Vanoncini, Giordano De Vecchi e Nicola Paris. Il Forestale Coccia e il Cadetto Colaianni hanno proseguito la loro marcia fino al traguardo, giungendo appaiati in 1h03’36”; alle loro spalle Daniele Berardi, Angelo Corsi, e Marco Colaianni, mentre Viviana Ricci si è aggiudicata la gara femminile. Tra gli snowboarder gruppo compatto fino al Monte Cantaro, poi la prima selezione, con Vanoncini e De Vecchi che sono passati per primi, mentre Costa ha tentato una rimonta in discesa. Alla fine affermazione di Sergio Vanoncini, alla sua prima vittoria nella specialità, seguito da Giancarlo Costa e Nicola Paris. Ai piedi del podio Igor Antonelli, Emiliano Sibilla e Giordano De Vecchi, attardato da un problema allo scarpone. Nella classifica femminile ancora una vittoria per la valdostana Jenny Ferrod.
PASSOLANCIANO MAJELLETTA (CH) 17.03.13
TROFEO MAJELLA INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.250 m
Solo poche ore prima del via gli organizzatori del ‘Trofeo Majella’ sono riusciti a tracciare la gara, dopo la nevicata del giorno precedente. Sforzi premiati da una bella giornata
Sopra Carlo Colaianni alla Dolomiti del Brenta, a destra Carlo con Raffaele Adiutori durante la gara di Monte Ocre
rà dire che mi specializzerò nei Vertical…». Una passione improvvisa e molto ‘sentita’. «Voglio imparare il più possibile, cerco di capire tutti i segreti dei campioni, mi divoro ogni numero di Ski-alper, sono sempre incollato a internet per vedere la gare. Non mi succedeva quando giocavo a rugby». E poi tanto tempo dedicato agli allenamenti. «Quando giocavo a rugby ero più massiccio, adesso sono più longilineo. Appena posso
esco di casa e vado a correre, in inverno mi faccio portare a Campo Felice od Ovindoli anche cinque volte alla settimana. Ogni volta devo chiedere un passaggio ai miei genitori che mi assecondano in questa passione, anche se la priorità resta ovviamente lo studio (frequenta il Liceo Scientifico delle Scienze applicate de L’Aquila, ndr)». Obiettivi per il futuro? «Sono l’ultimo arrivato: quasi non conoscevo i tipi di gare, le catego-
di sole e temperature intorno allo zero. La gara si è decisa nel tratto ripido a piedi di ben 200 metri su neve ghiacciata: vittoria per Andrea Corsi, che ha interrotto la striscia di vittorie di Raffaele Adiutori, con terzo Germano Ranieri. Percorso più breve per le donne: si è imposta Viviana Ricci, seguita da Giovanna Galeota e da Sara Marini.
4. Giordano De Vecchi �������������������������������������������1h.02.50 5. Davide Silvestri �����������������������������������������1h.19.46 6. Andrea Cretaro ��������������������������������������������������1h.21.43 7. Roberto Sanna ������������������������������������������1h.24.12 8. Stefano Cesana �������������������������������������������������1h.25.28 9. Emiliano Sibilia �����������������������������������������1h.30.07 10. Enrico Iannarilli �����������������������������������������������1h.34.09
Assoluta femminile
1. Viviana Ricci (Gran Sasso) �����������������������1h.34.24 2. Giovanna Galeota (Gran Sasso) �������������������������1h.53.41 3. Sara Marini (Gran Sasso) ������������������������ 2h.19.13 Assoluta maschile 1. Andrea Corsi (Gran Sasso) �����������������������1h.32.38 2. Raffaele Adiutori (Gran Sasso) ��������������������������1h.33.15 3. Gennaro Ranieri (Gran Sasso) ������������������1h.35.30 4. Armando Coccia (Gran Sasso) ��������������������������1h.37.05 5. Daniele Urbani (Gran Sasso) ��������������������1h.38.53 6. Alessandro Novara (Gran Sasso) �����������������������1h.45.23 7. Francesco Fiamma (Gran Sasso) �������������1h.49.36 8. Daniele Berardi (Centomonti) ��������������������������� 2h.00.48 9. Angelo Corsi (Gran Sasso) ����������������������� 2h.02.31 10. Luca Di Masso (Pretoro) ��������������������������������� 2h.04.37
SAN MARTINO D’OCRE (AQ) 24.03.13
MONTE OCRE SNOW EVENT INDIVIDUALE DISLIVELLO: 850 m
La terza edizione del Monte Ocre Snow Event valeva come Campionato Italiano di snowboard alpinismo. Condizioni ideali con tanta neve su un tracciato impegnativo per raggiungere la vetta a quota 2.204 metri. Vittoria e titolo di Campione Italiano 2013 per l’eporediese Giancarlo Costa davanti ai bergamaschi Nicola Paris e Sergio Vanoncini, mentre tra le ‘lady’ affermazione della valdostana Jenny Ferrod. In gara anche gli skialper: nuovo sigillo per Raffaele Audiutori che ha preceduto Germano Ranieri e Armando Coccia con quarto posto per il sedicenne atleta di casa Carlo Colaianni; in campo femminile si è imposta Viviana Ricci davanti ad Anna Patrignani e Sara Marini. Assoluta femminile 1. Viviana Ricci ���������������������������������������������1h.33.06 2. Anna Patrignani �������������������������������������������������1h.34.34 3. Sara Marini ������������������������������������������������1h.58.08 4. Francesca Ciaccia ���������������������������������������������2h.50.00 Assoluta maschile 1. Raffaele Adiutori �������������������������������������������51.01 2. Germano Ranieri ��������������������������������������������������� 53.12 3. Armando Coccia ��������������������������������������������53.15 4. Carlo Colaianni ������������������������������������������������������ 54.29 5. Daniele Urbani �����������������������������������������������55.30 6. Pierfrancesco Di Biase ������������������������������������������ 58.51 7. Matteo Francesci ��������������������������������������1h.01.22 8. Flavio Paoletti ����������������������������������������������������1h.02.01 9. Francesco Mastropietro ���������������������������1h.07.21 10. Giuseppe Bigioni ���������������������������������������������1h.08.48 Snow femminile 1. Jenny Ferrod ���������������������������������������������1h.37.45 Snow maschile 1. Giancarlo Costa �����������������������������������������1h.01.35 2. Nicola Paris �������������������������������������������������������1h.01.47 3. Sergio Vanoncini ���������������������������������������1h.01.50
MONTE TERMINILLO (RI) 07.04.13
TROFEO MILLET INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.250 m
Ultimo atto del ‘Trofeo dell’Appennino centrale’ con la scialpinistica del Terminillo, il ‘Trofeo Millet’. Pioggia intensa il giorno prima della gara, ma alla partenza c’è stata una splendida giornata di sole: solo il via rimandato di un’ora viste le condizioni della neve molto gelata. Lotta a due tra Raffaele Adiutori e Germano Ranieri: alla fine l’ha spuntata Adiutori che chiude con un vantaggio di tre minuti su Ranieri. Terzo posto per Daniele Urbani, quarto Carlo Colaianni, primo Cadetto. In campo femminile affermazione di Sara Marini. Assoluta femminile 1. Sara Marini ������������������������������������������������1h.25.58 2. Francesca Ciaccia ���������������������������������������������1h.30.00 Assoluta maschile 1. Raffaele Adiutori ���������������������������������������1h.18.20 2. Germano Ranieri �����������������������������������������������1h.21.23 3. Daniele Urbani �������������������������������������������1h.24.26 4. Carlo Colaianni ��������������������������������������������������1h.25.15 5. Matteo Franceschi ������������������������������������1h.26.10 6. Piero Di Biase ����������������������������������������������������1h.29.11 7. Alessandro Novaria �����������������������������������1h.33.00
TROFEO DELL’APPENNINO CENTRALE
Classifica finale Assoluta femminile 1. Viviana Ricci ����������������������������������������������������800 2. Sara Marini �������������������������������������������������������������� 638 3. Giovanna Galeota ���������������������������������������������612 4. Francesca Ciaccia ����������������������������������������������������250 5. Anna Patrignani ����������������������������������������������� 248 Assoluta maschile 1. Raffaele Adiutori ���������������������������������������������� 888 2. Armando Coccia �������������������������������������������������������732 3. Germano Ranieri ����������������������������������������������720 4. Daniele Urbani ���������������������������������������������������������640 5. Carlo Colaianni �������������������������������������������������600
Armando Coccia e Carlo Colaianni ©Soccorso Alpino
rie. Adesso ho le idee ben chiare. Quest’anno è andata bene nelle gare dell’Appennino, nella prossima stagione vorrei fare un passo avanti. Vorrei rimanere tra i primi nelle prove di casa, ma mi piacerebbe partecipare anche alle gare di Coppa Italia e ai Campionati Italiani. Magari iniziando dal Vertical, dove credo di poter essere un po’ più competitivo: il ‘motore’ in salita gira bene, devo metterlo a punto in discesa». T
COPPA DELL’APPENNINO FEBBIO - VILLA MINOZZO (RE) 03.03.13
TROFEO CRINALE INDIVIDUALE DISLIVELLO: 1.500 m
Decima edizione per il Trofeo Crinale Ski-Alp: percorso impegnativo, con tre salite e altrettante discese (tra cui l’inedito canale del Picol). Già al termine della prima discesa Camillo Campestrini è riuscito a prendere un buon margine di vantaggio sugli avversari per andare a chiudere da solo sotto lo striscione d’arrivo; alle sue spalle Manuel Degasperi e Fabio Iacchini. Orietta Calliari si è imposta nella prova femminile, precedendo la trail runner Katia Fori e l’atleta di casa Giulia Botti. Ennio Dantone si è aggiudicato la gara tra gli Over 50, mentre tra gli snowboarder la vittoria è andata al parmigiano Simone Bovis. Il ‘Crinale’ era valido anche come sesta e ultima prova della Coppa Appennino: vittorie finali di Katia Fori e Davide Varini, entrambi del Kinomana. Assoluta femminile 1. Orietta Calliari (Brenta Team) ������������������ 2h.04.52 2. Katia Fori (Kinomana) ��������������������������������������� 2h.28.59 3. Giulia Botti (Kinomana) ��������������������������� 2h.32.13 4. Katia Marzani �������������������������������������������������� 3h.10.07 5. Sabrina Polito (Kinomana) ����������������������� 3h.39.21 Assoluta maschile 1. Camillo Campestrini (Favolenze) ������������ 1h.37.06 2. Manuel Degasperi (Arcobaleno) ����������������������� 1h.39.45 3. Fabio Iacchini (Jolly Sport) ���������������������� 1h.41.36 4. Fulvio Giovannini (Brenta Team) ����������������������� 1h.47.43 5. Andrea Biasioli (Arcobaleno) ������������������ 1h.48.23 6. Alessandro Landolfi (Cima Dodici) ������������������� 1h.50.43 7. Graziano Degiampietro (Bogn da Nia) ���� 1h.57.05 8. Federico Celeghini (Kinomana) ������������������������ 1h.58.26 9. Michele Sartori (CUS Parma) ������������������� 1h.59.54 10. Agostino Pasqualini ���������������������������������������� 2h.03.33 11. Carlo Montalto (Jolly Sport) ������������������ 2h.04.31 12. Davide Varini (Kinomana) ������������������������������� 2h.05.55 13. Matteo Cuel (Favolenze) ������������������������ 2h.06.57 14. Alessandro Banterla (Val di Sole) ������������������� 2h.11.45 15. Daniele Pigoni (Val di Sole) ������������������� 2h.11.55
COPPA DELL’APPENNINO
Classifica finale Assoluta femminile 1. Katia Fori ��������������������������������������������������������� 130 2. Giulia Botti ����������������������������������������������������������������110 3. Katia Marzani ���������������������������������������������������� 70 3. Sabrina Polito �������������������������������������������������������������70 5. Susanna Neri ����������������������������������������������������� 40 Assoluta maschile 1. Davide Varini ����������������������������������������������������� 70 2. Giuliano Gherardi �������������������������������������������������������51 3. Federico Celeghini �������������������������������������������� 45 4. Nicola Pesciulli �����������������������������������������������������������40 5. Alessio Suci ������������������������������������������������������� 37
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OUTDOOR RUNNING \\ Marathon des Sables Marco Olmo, l’ispiratore Bisogna vivere la MdS per capire quanto quest’uomo sia amato e considerato un ‘mito’ globale. È paradossale ma Marco Olmo è sicuramente più famoso all’estero che in Italia. Giapponesi, americani, australiani, tedeschi, francesi e marocchini, fanno la fila per avere un suo autografo, per avere una foto ricordo con lui. Tra questi anche molti top runner, come Le Saux e Aqra. È uno dei più grandi di sempre e ancora oggi è molto competitivo nonostante la carta d’identità dica che ha 65 anni. «Grazie Marco… tu sei stato la mia ispirazione, guardando le tue gesta ho incominciato a correre». È quello che si sente ripetere da moltissimi suoi fan che lo avvicinano. Marco incarna il
sogno dell’uomo della strada, di chi lavora e conduce una vita ‘normale’ ma riesce a primeggiare e a tener testa a chi della corsa ha fatto una professione. Un riscatto sociale, un modo personale di primeggiare nella vita. La corsa per lui assume un ruolo importante, di evasione da una vita ricca di sacrifici e povera in termini di soddisfazioni e, soprattutto, è uno strumento di rivalsa e di vendetta. «Almeno lì (nella corsa) se sei davanti sei davanti, se sei dietro sei dietro. Invece nella vita e sul lavoro, servono altre cose, non basta essere il migliore». La corsa per Marco è libertà, non esistono regole, non contano lo status sociale, le conoscenze, l’istruzione o le condizioni economiche, conta solo correre più veloce degli altri.
Marathon des Sables, 28 anni e non sentirli § servizio e foto di Paolo Secco §
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ieci anni fa diventava maggiorenne e oggi, a 28 anni dalla sua prima edizione, la Marathon des Sables non sembra portare i segni del tempo. Il suo mito rimane inalterato, il suo fascino immutato e per molti runner del pianeta continua a essere il sogno proibito. Estrema e al contempo fattibile, dura, anzi durissima, ma accessibile a ogni atleta ben allenato. Questa specialissima ultra propone 240 km suddivisi in 6 tappe e sette giorni, un regime di autosufficienza alimentare e, ovviamente, l’immancabile caldo torrido sahariano. Fattibile sì, ma a patto di accettare il dolore, la fatica, il caldo, la sete e a volte la fame. Se chi la approccia è disposto a questo, allora potrà godere di un ambiente unico, vivere un’atmosfera indimenticabile, vedere paesaggi solo sognati nel proprio immaginario, sconvolgenti per bellezza e forza. Chi la porta a termine, anche se distrutto e con i piedi martoriati dalle vesciche, potrà mettersi al collo una medaglia veramente speciale. Il livello degli atleti presenti è ogni anno più alto, dal punto di vista prettamente agonistico la MdS è sempre di più terreno di sfida per i migliori corridori al mondo. Sono passati di qui con le migliori ambizioni tutti i principali specialisti delle ultra. Ma a parte questo aspetto ‘elitario’ di chi riesce a correre (…e anche veloce) con uno zaino in spalla dal peso variabile tra i 6,5 e i 13 kg, la MdS rimane una delle poche prove che incarna ancora il vero spirito trail. È quello dei camminatori, di chi affronta la gara condividendola con altri atleti e con un approccio simbiotico con la natura. Alla MdS ce ne sono a centinaia e il gran patron Patrick Bauer li adora tutti, li incita, li acclama, li sferza a non mollare. Proprio lui che oggi si trova a gestire una macchina organizzativa impeccabile e sempre più ambita. Solo per entrare a far parte dei circa 500 volontari al seguito, è necessaria una lista d’attesa di un paio di anni. Anche sotto questa forma la MdS è un evento speciale a cui molti ambiscono. La MdS è un ritorno alle origini, ai valori, all’arrangiarsi con poche cose. È un magnifico modo per dimenticare, anche se parzialmente, lo stress a cui ognuno di noi è sottoposto ogni giorno. Per una settimana si è concentrati esclusivamente su ciò che si ha a disposizione, mentre la vita di tutti i giorni porta inevitabilmente a ragionare su ciò che ci manca. Questo permette di avere, anche se per un tempo limitato, una visione diversa della vita. La MdS porta a riflettere molto sul concetto di superfluo. T
Quotes Marco Olmo: «È stata una bella gara, con dei passaggi davvero spettacolari ma faceva molto caldo. Questa era per me la diciottesima MdS. Sono soddisfatto del mio tredicesimo posto nella classifica generale» Filippo Salaris: «Dedico il risultato a tutta la Sardegna e a Marco Olmo perché è a lui che devo la mia partecipazione alla MdS. Lui me l’ha fatta scoprire e un giorno mi disse ‘questa è la gara giusta per te’… direi che aveva ragione!»
UP&DOWN RISULTATI MAROCCO 07-12.04.13
MARATHON DES SABLES ASSOLUTA MASCHILE 1. Mohamad Ahansal (MAR) ���������������������������������� 18h59.35 2. Salameh Al Aqra (JOR) ���������������������������������������� 19h.41.15 3. Miguel Capo Soler (ESP) ����������������������������������� 20h.19.31 4. Filippo Salaris (ITA) ����������������������������������������������� 20h22.26 5. Aziz El Akad (MAR) ������������������������������������������� 20h.37.02 6. Lhoucine Akhdar (MAR) �������������������������������������� 20h.59.41 7. Carlos Alberto Gomes De Sa (Por) �������������������� 21h.20.52 8. Samir Akhdar (MAR) �������������������������������������������� 21h.27.53 9. Christophe Le Saux (FRA) ��������������������������������� 21h.31.23 10. Danny Kendall (GBR) ����������������������������������������� 21h.46.03 13. Marco Olmo (ITA) �������������������������������������������� 23h.47.57 30. Lino Tonon (ITA) ������������������������������������������������� 27h.30.21 34. Massimo Camozzi (ITA) ���������������������������������� 27h.42.29 64. Renzo Tonon (ITA) ���������������������������������������������� 28h.52.00 74. Cesare Sciarra (ITA) ���������������������������������������� 29h.21.35 76. Nicola Del Grande (ITA) ������������������������������������� 29h.22.39 91. Matthias Rubner (ITA) ������������������������������������� 30h.13.28 ASSOLUTA FEMMINILE 1. Meghan Hicks (USA) ������������������������������������������ 24h42.01 2. Joanna Meek (GBR) ��������������������������������������������� 25h41.01 3. Zoe Salt(GBR) ����������������������������������������������������� 27h03.58 4. Sophie Grant (NZL) ����������������������������������������������� 28h55.47 5 Amelia Watts (GBR) �������������������������������������������� 29h23.28 7. Alice Modignani (ITA) �������������������������������������������� 30h28.16 97. Federica Pancaldi (ITA) ������������������������������������ 53h52.32
UNICA | Le emozioni di una gara mitica, nel
deserto del Sahara, raccontata dall’inviato di Skialper. La vittoria al marocchino Ahansal e il quarto posto al sardo Salaris. Senza dimenticare Marco Olmo…
LA CRONACA ‘LIVE’ GIORNO PER GIORNO Potete rivivere tutte le fasi della Marathon des Sables nel diario realizzato da Paolo Secco e pubblicato sul sito skialper.it. È sufficiente accedere alla sezione ‘Ricerca’ nel menu principale, digitare ‘Marathon des Sables’ e vi apparirà la timeline con tutti gli articoli in ordine cronologico.
Ahansal, nato per correre Mohamad (1973) e il fratello Lahcen 1971, originari di Jbel Bani, vicino a Zagora, in Marocco, sono la storia vivente della corsa marocchina. Con quella di quest’anno, sono 15 le vittorie che i fratelli Ahansal si sono portati a casa, dal 1997 a oggi. Negli ultimi 11 anni, solo lo scorso anno uno dei due non è salito sul gradino più alto del podio. Nel 2000 i due fratelli coronarono un loro grande sogno grazie a Patrick Bauer, il patron della Marathon des Sables. Parteciparono infatti alla New York Marathon. Mohamad giunse quarantaquattresimo in 2h30.29’, Lahcen sessantatreesimo in 2h34.10. Entrambi molto lontano dai loro personali di circa 2h16 ma ricchi di un’esperienza inaspettata. Nel 2001 Lahcen vinse la Swiss Alpine Marathon di 78 km e Mohamad arrivò terzo.
Mohamad AhAnsal: «Sono arrivato con molte ambizioni ma in una gara così lunga e che si svolge su più giorni non si può mai sapere. Sono sempre stato bene e questo ha giocato a mio vantaggio» Salameh Al Aqra: «Il problema muscolare che ho avuto nella prima tappa ha condizionato il mio risultato finale. Ho condotto il resto della gara attaccando perché questa è la mia caratteristica principale, comunque il secondo posto in classifica mi soddisfa molto» Miguel Capo Soler: «La sfida con Salaris è stata avvincente. Sono estremamente contento del terzo posto sul podio. Prima dell’ultima tappa non ci credevo. Io comunque ho dato il massimo e la sorte questa volta mi ha aiutato»
Nelle foto: in alto, in apertura un momento della gara con Ahansal e Salaris in centro. A sinistra, in alto l’italiano Filippo Salaris, quarto al traguardo, sotto il gruppo di testa
Stesso copione nel 2004 dove però Mohamad arrivò secondo e tra i primi sette classificati solo due atleti non furono marocchini. Il settimo, infatti, fu un certo Marco Olmo. Nel corso degli anni, Mohamad ha sempre cercato di uscire dalla popolarità della terra nativa, volendo dimostrare di essere un atleta competitivo anche oltre il deserto. Nel 2009 fu la volta dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc dove però concluse la sua gara in centoventicinquesima posizione, a più di 10 ore dal vincitore Kilian Jornet. L’anno successivo fu invece la volta della Réunion dove giunse quarantacinquesimo a 12 ore sempre dallo stesso Kilian Jornet. Nel 2011 tocco alla Transvulcania e le cose andarono meglio. Si classificò quinto assoluto a 44 minuti dallo spagnolo Miguel Heras. Nel 2012, infine, quindicesimo alla Transgrancanaria a 4h10 dal francese Sebastien Chaigneau.
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STAGIONE 2013 TEAM COMMERCIALI
Trail Oasi Zegna e 5° Tor des Géants) e Matteo Pigoni (1° Le Porte di Pietra 2012, 1° Cima Tauffi Trail 2012, 1° Capraia Wild Trail 2013) tra gli uomini e Maria Chiara Parigi (1° Elba Trail 2012, 1° Cortina Trail 2012, 1° Le Vie di San Francesco 2012, 1° Ultrabericus Trail 2013) tra le donne.
La composizione delle principali ‘squadre’, i nuovi arrivi, le partenze, i programmi agonistici. Alcune aziende collaborano con atleti presenti nei diversi team per lo sviluppo di prodotti o hanno legato la loro immagine ai singoli runner.
KUTT
Web: kuttteam.blogspot.it Facebook: Kutt UOMINI: Carlo Caldon (1961), Federico Corbinelli (1983), Emanuele Diamanti (1975), Alberto Lazzerini (1971), Massimiliano Pagni (1968), Fabio Scipioni, Piero Sisiti (1964) DONNE: Olga Agnelli, Minna Kaarni (1971) Dopo l’avvio nella stagione 2012, il Team si rafforza con due nuovi ingressi femminili, Olga Agnelli e Minna Kaarni.
CRAZY Web: www.crazyidea.it/ Facebook: Crazy idea UOMINI: Fabio Bazzana (1987), Stefano Butti (1985), Fulvio Dapit (1976), Mathéo Jacquemoud (FRA - 1990), Davide Pierantoni (1989), Gil Pintarelli (1981), Tadei Pivk (1981), Alexis Sevennec (FRA - 1988) DONNE: Laura Besseghini (1976), Paola Romanin (1977), Raffaella Rossi (1974), Jennifer Senik (1981) Tra i nuovi inserimenti Fabio Bazzana (nel 2012: 1° Trail di Portofino, 1° Trail del Monte Casto, 1° Trofeo delle Grigne Rifugio Elisa, 1° Colle di San Michele, 1° PicoTrail, 1° Strainvorio, 2° Vialattea Trail, 2° Como-Valmadrera, 2° Tre Laghi Tre Rifugi, 2° Vertical Xtreme, 3° Becca di Nona, 3° SkyRace Carnia, 3° Maddalene SkyMarathon). Gli obiettivi sono differenti a seconda delle caratteristiche degli atleti. Si passa dalle Skyrunner World Series per Dapit, Pivk e Bazzana, alle più classiche Sky per Pintarelli, Pierantoni e Butti, qualche classica oltre ai Vertical per Jacquemoud e Alexis. Per il team donne si punta invece alle classiche italiane e al Campionato Italiano SkyRace.
Fenoglio (1982), Marco Ferrari (1975), Massimo Fontana (1973), Marco Gambera (1966), Claudio Garnier (1973), Tiziano Gasparini (1964), Luigi Gritti (1964), Paolo Grossi (1983), Aurelio Lazzarini (1967), Mikhail Mamleev (1975), Fabrizio Mantelli (1964), Flavio Manzoni (1970), Fabio Marocco (1970), Stefano Marta (1985), Luca Miori (1980), Dario Moretti (1990), Riccardo Parisi (1978), Stefano Pasutto (1966), Nicola Pedersoli (1981), Daniele Peracchi (1971), Vincenzo Persico (1989), Giorgio Pesenti (1956), Mario Pesenti (1947), Francesco Rizzi (1968), Roberto Rolfo (1971), Giacomo Rottoli (1964), Giacomo Rovida (1993), Gyorgy Szabolcs-Istvan (RO - 1992), Salvatore Tarantola (1968), Mauro Toniolo (1971), Ionut Alin Zinca (Ro - 1983), Ivano Zullato (1973), DONNE: Emanuela Brizio (1968), Debora Cardone (1975), Raffaella Miravalle (1971), Cecilia Mora (1966), Marina Plavan (1961), Alma Rrika (1972), Ester Scotti (1968), Carmela Vergura (1963), Paola Vignani (1964). Il programma 2013 prevede, tra l’altro, la partecipazione alle Sky Series. Gli atleti impegnati sono Emanuela Brizio, Debora Cardone, Daniele Cappelletti, Gyorgy Szabolcs Istvan e Ionut Zinca. Per la Brizio un ritorno dopo i due titoli mondiali conquistati nel 2009 e nel 2010. Ancora suo il record alla Zegama-Aizkorri.
LAFUMA ITALIA
Web: www.lafuma.com Facebook: Lafuma Team Italia UOMINI: Ivan Geronazzo (1971), Danilo Lanternino (1981), Christian Insam (1976), Igor Marchetti (1979), Andrea Moretton (1972), Mirko Righele (1973) DONNE: Lisa Borzani (1979), Sonia Glarey (1970) Il Team si rafforza con gli ingressi di Lisa Borzani (1° Cervino XTrail 2012, 1° Lafuma Trail di Monte Casto 2012), Christian Insam (2° Trans d’Havet, 5° Lavaredo Ultra Trail 2012), Mirko Righele (1° Traversata Colli Euganei, 1° Alpago Ecomarathon) e Ivan Geronazzo (2° The Abbots Way, 3°Camignada).
TRAILRUNNING TEAM VIBRAM
Valetudo Skyrunning Emanuela Brizio
Web: http://testerteam.vibram.com/ Facebook: Trail Running Team Vibram
Lafuma Team Italia Danilo Lanternino
SALOMON AGISKO
UOMINI: Nicola Bassi, David Gatti (FRA), Stefano Ruzza, Giuseppe Marazzi, Ronan Moalic (FRA), Sebastien Nain (FRA), Luca Ponti La programmazione 2013 del Team Vibram prevede la Speedgoat negli Stati Uniti, la Vibram Hong Kong 100 in Asia, la Diagonale des Fous alla Réunion. C’è poi l’Europa, con la Transvulcania in Spagna, il Restonica in Corsica e ovviamente la tanto attesa UTMB®.
Web: www.teamsalomonagisko.com Facebook: Team Salomon Agisko Italy Team Crazy Fulvio Dapit
TECNICA
Web: www.tecnica.it Facebook: Tecnica Trail Running UOMINI: Roberto Beretta (1970), Antonio Carfagnini, Fulvio Chilò (1966), Franco Collé (1978), Giuseppe Cuttaia (1967), Domenico Errichiello, Daniele Fornoni (1969), Fabio Fusco (1972), Gianluca Galeati (1983), Giovanni Giordano, Mirko Mottin (1977), Matteo Pigoni (1974), Gianluigi Ranieri (1979), Giuliano Ruocco (1964), Jarno Venturini (1973), Michele Volpe, Marco Zanchi (1976) DONNE: Giuliana Arrigoni (1965), Cinzia Bertasa (1974), Maria Teresa Cannuccia (1976), Katia Fori (1972), Tania Panjac, Maria Chiara Parigi (1973), Patrizia Pensa (1964), Ilaria Pozzi (1977), Valentina Verini, Cristina Zantedeschi (1966) Il Team si è rafforzato ulteriormente con i nuovi inserimenti di Franco Collé (1° Gran Trail Valdigne 57 km, 1° Cervino X-Trail, 2°
Web: www.lasportiva.com Facebook: La Sportiva TEAM VERTICAL: Marco Facchinelli (1980), Nejc Kuhar (1985), Nadir Maguet (1993), Marco Moletto (1987), Urban Zemmer (1970) TEAM SKYRACE: Paolo Bert (1978), Miguel Caballero Ortega (1982), Jessed Gispert Hernandez (1983), Paolo Longo (1977), David Lopez Castan (1982), Michele Tavernaro (1975), Dani Tristany (1988), Christian Varesco (1990), Giulia Botti (1980), Ragna Debats (1979), Nadia Scola (1975), Birgit Stuffer (1976)
UOMINI: Davide Ansaldo (1973), Pablo Barnes (1976), Matteo Cacopardo (1989), Filippo Canetta (1972), Ernesto Ciravegna (1966), Alberto Comazzi (1987), Marco Gazzola (1971), Alberto Ghisellini (1969), Giulio Ornati (1986), Alfonso Rodriguez (ESP - 1980), Fabrizio Roux (1978), Massimo Tagliaferri (1969), Fabio Toniolo (1980), Sergio Vallosio (1972), Nico Valsesia (1971), Andrea Vipiana (1967), Marco Zarantonello (1966)
TEAM TRAIL: Cristian Doliana (1978), Nicola Giovanelli (1985), Diego Vuillermoz (1980)
DONNE: Margherita Battini (1988), Alessandra Carlini (1986), Stephanie Jimenez (FRA - 1974), Stevie Kremer (USA - 1983), Simona Morbelli (1972), Virginia Olivieri (1975), Arianna Regis (1981), Silvia Serafini (1989) La programmazione 2013 prevede la partecipazione ai principali circuiti italiani e alle Skyrunner World Series con Stephanie Jimenez, Stevie Kremer, Silvia Serafini e Alfonso Rodriguez.
LA SPORTIVA
VALETUDO SKYRUNNING Web: www.valetudoskyrunningitalia.com Facebook: Valetudo Skyrunning Italia
UOMINI: Domenico Stefano Acerbis (1973), Antonio Baroni (1952), Clemente Berlinghieri (1972), Lelio Boaglio (1965), Luca Boffetti (1969), Vittorino Bortolin (1944), Mauro Brizio (1966), Daniele Cappelletti (1982), Claudio Classi (1970), Angelo Castelli (1978), Andrea De Alessandri (1966), Maurizio Fenaroli (1973), Maurizio
Tra i nuovi inserimenti il piemontese Marco Moletto (nel 2012: 1° Monviso Vertical Race, 1° K2000, 1° Vertical Mongioie, 1° Ivrea-Mombarone, 6° SWS World Series Kilomètre Vertical de Fully, 6° Vertical di Chamonix). Tra i tanti appuntamenti, la partecipazione alle Vertical Series con Urban Zemmer, Marco Moletto, Nejc Kuhar, Marco Facchinelli e Nadir Maguet.
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OUTDOOR RUNNING \\ FEDERAZIONI ED ENTI DI PROMOZIONE
Terra di nessuno
Una federazione, due associazioni dilettantistiche sportive e un ente di promozione sportiva. Trail, corsa in montana e skyrunning sono tra le discipline che registrano il più alto tasso di crescita nel settore outdoor. Nonostante questo esistono 14 definizioni diverse delle gare… Abbiamo messo a confronto i principali rappresentanti ‘politici’ del nostro sport § di Fabio Menino §
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n Italia FIDAL, FISKY, IUTA e UISP contemplano un totale di quattordici discipline: gare individuali di corsa in montagna, chilometro verticale, maratona alpina, maratonina alpina, skymarathon, skyrace, short trail, trail, trail lungo, trail medio, trail normale, ultra skymarathon, ultra trail e vertical kilometer. Ad oggi il settore dell’outdoor running italiano è retto da queste quattro ‘entità giuridiche’ diverse, ma con una competenza che il più delle volte si sovrappone o addirittura coincide. Da un lato c’è una federazione, la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), che riconosce, tra le altre, la disciplina della corsa in montagna con distanze fino ai 42 km e che dà delega a un’associazione sportiva dilettantistica, l’Italian Ultramarathon and Trail Association (IUTA), per la gestione delle distanze superiori, con denominazione ultra trail. Dall’altro lato ci sono le tradizionali discipline dello skyrunning e del trail running, senza preclusioni in termini di distanze, che sono sotto la gestione, la prima di un’associazione sportiva dilettantistica, la Federazione Italiana Skyrunning (FISKY), la seconda di un ente di promozione sportiva, l’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP). A monte di tutto questo, a livello internazionale, troviamo poi la Federazione Internazionale di Atletica Leggera (IAAF), tra i cui membri c’è la FIDAL, che delega la gestione della corsa in montagna, sempre fino ai 42 km, all’associazione World Mountain Running Association (WMRA) e a un’altra associazione, ovvero la International Association of Ultrarunners (IAU), quella delle ultra distanze. Il quadro di riferimento sia a livello nazionale che internazionale mostra quindi delle forti analogie. La costante è che oltre la fatidica soglia dei 42 km non esiste una federazione che gestisce direttamente l’outdoor running. Ci sono poi due discipline molto popolari, lo skyrunning e il trail running, che fanno strada a sé, avendo come proprio riferimento diretto, nella maggior parte dei casi, soggetti diversi da una federazione. A rafforzare questo schema, la WMRA, per voce del suo presidente, l’italiano Bruno Gozzelino, nel 2012 ha dichiarato esplicitamente di non riconoscere lo skyrunning e il trail running quali discipline rientranti nella corsa in montagna.
Nelle foto i quattro presidenti intervistati. Da sinistra a destra, Gregorio Antonio Zucchinali, Dario Busi, Aurelio Michelangeli e Paolo Germanetto.
Il CONI, ai sensi del D.Lgs n° 242/1999, riconosce una sola ‘Federazione Sportiva Nazionale’ per ciascuno sport e una sola ‘Disciplina Sportiva Associata’ per ciascuno sport che non sia già oggetto di una federazione. Il CONI, inoltre, con delibera n° 1427 del 17/12/2010, riconosce anche gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) come associazioni, a livello nazionale e regionale, che hanno per fine istituzionale, tra l’altro, la promozione e l’organizzazione di attività fisico sportive a carattere promozionale, amatoriale e dilettantistico, seppure con modalità competitive, e di attività agonistiche di prestazione nel rispetto dei regolamenti delle competenti federazioni. A complicare ulteriormente il quadro normativo italiano, tutte le convenzioni in essere tra la FIDAL e gli Enti di Promozione Sportiva, secondo i dettami del CONI, sono scadute a dicembre e per ora sono state prorogate solo fino
a giugno. Un comunicato dello scorso 23 gennaio, firmato da Lamberto Vacchi, fiduciario nazionale del gruppo giudici di gara, a questo proposito, mette poi in luce un potenziale problema delle coperture assicurative. Anche se superato nella pratica dall’attuale proroga, la sostanza di quello che potrebbe accadere tra qualche mese merita un’attenzione particolare: «In data 31 dicembre 2012 sono scadute tutte le convenzioni in essere con gli Enti di Promozione Sportiva e di conseguenza i loro tesserati non possono più partecipare alle nostre manifestazioni federali. La federazione ha chiesto agli EPS la proroga al 30 giugno 2013 delle convenzioni in essere ed è in corso la relativa formalizzazione. Nel frattempo e sino a nuova disposizione, gli atleti appartenenti agli EPS potranno essere ammessi alle manifestazioni no-stadia (strada, cross, montagna) esclusivamente mediante il rilascio da parte
della società organizzatrice del ‘cartellino di partecipazione gara’ (cartellino giornaliero) in base alle norme previste dall’Art. 12.4 del Regolamento per l’Organizzazione delle Manifestazioni 2013, pubblicato sul sito federale». Nell’ottica di entrare nel vivo della situazione italiana, abbiamo posto alcune domande ai responsabili di FIDAL Paolo Germanetto, FISKY Dario Busi, IUTA Gregorio Antonio Zucchinali e UISP Aurelio Michelangeli. Almeno su un punto concordano tutti e quattro, la collaborazione attuale tra le entità che rappresentano è praticamente inesistente. Qual è l’ambito di riferimento specifico dell’ente che rappresentate? Busi: ricopro il ruolo di segretario generale e, in particolare, rappresento la FISKY nei campionati nazionali. Inoltre aiuto diversi organizzatori di gare skyrunning, ma anche di ciaspole e sci di fondo, per la parte iscrizioni, speaker e rapporti con gli atleti. Germanetto: la corsa in montagna o mountain running è a tutti gli effetti una delle specialità dell’atletica leggera, che per FIDAL, IAAF e per le diverse federazioni atletiche continentali si affianca ufficialmente alla pista, al cross, alla strada e alla marcia. Con tutte le sue peculiarità e con la possibilità di raggiungere ambiti e contesti, quali la natura e la montagna, un tempo non raggiunti dall’atletica. Aumentare l’interscambio con l’atletica tradizionale e cogliere tutte le potenzialità a disposizione, tecniche e commerciali, e non solo regolamentari, è la nuova sfida da affrontare anche per noi. Michelangeli: Lega atletica UISP, settore Trail Running. Zucchinali: la IUTA è un’associazione sportiva dilettantistica che è stata riconosciuta nel 2000 dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera con delibera n. 85 e a cui la stessa FIDAL ha assegnato il compito dell’attività promozionale nell’ambito dell’ultramaratona e del trail oltre i 42,195 km, recependone i regolamenti. Qual è la vostra mission specifica? Busi: sky, ovvero cielo, è il prefisso di tutte le nostre specialità. La nostra mission è quella di promuove e regolamentare, se occorre, tutte le specialità sportive che toccano il cielo e in particolare la corsa. Un atleta per portare a termine una skyrace deve raggiungere una
FIDAL
FISKY
IUTA
UISP
(Fed. Italiana Atletica Leggera)
(Fed. Italiana Skyrunning)
(Italian Ultramarathon and Trail Association)
(Unione Italiana Sport Per Tutti)
Presidente: Alfio Giomi Referenti Corsa in Montagna: Paolo Germanetto e Fabrizio Aselmo Area di competenza: distanze da 3 a 42 km, max 40% asfalto, max 4.000 m D+, quota max 3.000 m Discipline: gare individuali (max 15 km per gli uomini e max 12 km per le donne con D+ compreso tra 100 e 200 m per km); maratonina alpina (da 16 km a 24 km con max 2.500 m D+); maratona alpina (da 25 km a 42 km con max 4.000 m D+); chilometro verticale (da 3 a 4 km con 1.000 m D+). Campionati organizzati: Campionato Italiano di Corsa in Montagna Premi in denaro: previsti, con esclusione delle categorie Esordienti, Ragazzi, Cadetti e Allievi Assicurazione: Allianz (80.000 euro caso morte e invalidità permanente superiore al 5%. RCT organizzatori 1.500.000 euro a persona)
Presidente: Paolo Bellavite Segretario generale: Dario Busi Area di competenza: distanze da 2 km in poi Discipline: vertical kilometer (da 2 a 6 km con 1.000 m D+); SkyRace (da 20 a 30 km con min 1.000 m D+ e quota massima oltre i 2.000 m); SkyMarathon (da 31 a 43 km con min 2.000 m D+); Ultra SkyMarathon (oltre 50 km con min 2.500 m D+) Campionati organizzati: Campionato Italiano Skyrunning Premi in denaro: previsti Assicurazione: Sai Fondiaria (80.000 euro caso morte e invalidità permanente superiore al 6%. RCT organizzatori 2.500.000 euro complessivi)
Presidente: Gregorio Antonio Zucchinali Referente Trail: Enrico Vedilei Area di competenza: distanze da 42 km in poi, max 20% asfalto Discipline: trail normale (fino a 50 km); trail medio (da 50 a 80 km); trail lungo (da 80 a 125 km) Altre attività: selezione atleti Ultra Top per i campionati del mondo IAU Campionati organizzati: Campionato Italiano IUTA Premi in denaro: n.d.
Presidente: Fabio Fiaschi Referente Trail: Aurelio Michelangeli Area di competenza: tutte le distanze, max 10% asfalto Discipline: short trail (fino a 21 km); trail (da 22 a 43 km); ultra trail (oltre i 42 km) Suddivisione gare: gare per tutti (D1), gare non per principianti (D2), gare per esperti (D3) Campionati organizzati: Campionati Nazionali e Regionali Trail UISP Premi in denaro: non consentiti Assicurazione: Ina Assitalia (80.000 euro caso morte e invalidità permanente superiore al 5%. 40.000 euro morte per evento grave (infarto, ictus, trombosi), 26 euro indennità gg da ricovero, RCT organizzatori 4.000.000 max 2.500.000 a persona)
MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
OUTDOOR RUNNING //
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T vetta, pertanto tutte le gare rientranti nel nostro ambito dovrebbero raggiungere il punto geografico più alto della zona, passo, cresta o vetta che sia, indipendentemente dall’altitudine della zona. Germanetto: la FIDAL, così come le altre federazioni riconosciute dal CONI, persegue scopi agonistici e di promozione sportiva. Nel primo caso mettendo in campo un’attività differenziata per età e livello, anche con lo scopo di raggiungere i massimi risultati possibili in campo internazionale, dove chi veste la maglia azzurra, peculiarità propria solo di una federazione ufficialmente riconosciuta, rappresenta l’apice di tutto il movimento. Nello scopo promozionale alla federazione possono affiancarsi più che legittimamente altri attori, quali appunto gli EPS che in modo diverso possono perseguire i loro scopi. Michelangeli: per ciò che concerne il trail running, come per tutti gli altri sport della galassia UISP, la nostra missione è organizzarlo in modo da favorire la pratica di tutti coloro che lo desiderano. Questo significa rendere consapevoli tutti gli attori di questo sport delle bellezze ma anche delle difficoltà che s’incontrano nel praticarlo e nell’organizzarlo. Zucchinali: l’associazione IUTA, che non persegue scopo di lucro ed è a base esclusivamente volontaria, si prefigge tra i principali obiettivi, la diffusione, la tutela, la promozione, il patrocinio, l’organizzazione di eventi e campionati nazionali e la regolamentazione dei settori, come il riconoscimento e l’omologazione di percorsi (per le gare su strada) e dei risultati secondo i dettami della IAU (International Association of Ultrarunners), che opera sotto l’egida IAAF, nell’ambito dell’ultramaratona e del trail oltre i 42,195 km. Inoltre la IUTA si propone di segnalare alla FIDAL atleti e curare la predisposizione affinché questi possano entrare nelle rappresentative nazionali per la partecipazione ad eventi IAAF-IAU. Qual è il vostro parere sulle 14 differenti definizioni attualmente utilizzate nella corsa outdoor? Busi: sono senz’altro troppe. Per la nostra associazione esistono solo il vertical, le sky (mezza maratona e maratona) e le ultra skymarathon. Dal 2012 anche la ISF (International Skyrunning Federation), che rappresentiamo in Italia, ha introdotto tre circuiti vertical, sky, ultra. Siccome è la montagna a disegnare un percorso, ci possono poi essere diverse varianti tecniche, ma la sostanza globale è questa. Germanetto: di sicuro c’è un po’ di confusione e la necessità da parte della FIDAL è di mettere mano alla situazione per quanto di sua competenza. Anche perché si è venuta a creare una realtà anomala rispetto a quella che, ad esempio, vivono ciclismo o sport invernali, ma anche la stessa corsa su strada, ovvero tutti settori dove le maggiori ricadute commerciali sono sulle federazioni e non su enti esterni che si muovono in ambiti vicini o talvolta coincidenti. So che non sarà facile, ma da un lato occorre accelerare tutti i processi che portino definitivamente la corsa in montagna in seno alla IAAF senza intermediari, dall’altro ampliare il proprio bacino d’utenza, confrontandosi con gli altri ambiti senza preconcetti e paure, ma cercando anzi di differenziare le nostre proposte agonistiche. Michelangeli: secondo me riflettono le diverse visioni e filosofie con cui ogni organizzazione approccia la corsa outdoor. Però il campo di pratica è sempre quello, i sentieri naturali, quindi spesso si hanno delle sovrapposizioni anche incomprensibili da parte dei praticanti. Zucchinali: supponiamo che le varie denominazioni siano nate dall’esigenza soprattutto dei vari organizzatori nel corso degli anni perché fino ad ora non c’è mai stato un punto di riferimento ben preciso: per rispondere a queste esigenze, come IUTA, abbiamo costituito un’area per il trail oltre i 42,195 km che lavora tramite un gruppo di lavoro, con un proprio coordinatore, e con operatività definita da un progetto autorizzato e riscontro tramite verifica annuale al direttivo IUTA.
Come giudicate la collaborazione attuale tra le varie entità? Busi: è ancora molto acerba, probabilmente per troppi interessi di parte e personali in gioco. Siamo stati disponibili a diversi incontri, anche con FIDAL, ma per ora nessun fatto concreto. Il movimento skyrunning è in constante crescita, anche a livello di gare, tanto che la FIDAL ha chiesto direttamente ad alcune di esse la disponibilità per i loro campionati. Germanetto: su questo c’è molto da lavorare. Per anni ci si è demonizzati a vicenda, poi si è provato a riaprire il confronto ma senza chiudere il discorso. Il tema non è semplice, ho la piena consapevolezza che metterci mano possa scatenare reazioni diverse, ma se prevalgono chiarezza e volontà di trovare intese si può fare qualcosa. Michelangeli: inesistente, si lavora a compartimenti stagno. Zucchinali: reputiamo che ci siano difficoltà di dialogo legate alle diversità delle proposte e alla evoluzione in atto. Inoltre veniamo ritenuti gli ultimi arrivati e per questo vogliamo dare dignità al movimento a livello nazionale e internazionale, ma abbiamo il timore che possa esserci una burocratizzazione e un eccesso di regole tali da snaturare l’essenza del nostro sport. Dovendo ipotizzare uno scenario futuro, continuate a vedere una coesistenza di più attori o un accorpamento? Busi: per uno scenario futuro, sarei favorevole a un accorpamento di tutte le gare in un’unica federazione di montagna. Se dovesse ‘scoppiare’ la collaborazione in seno alla FIDAL dovrebbero trovare spazio le attuali corsa in montagna, sky, trail e ultra come discipline autonome e si dovrebbe evitare il più possibile la burocrazia esistente. Forse il tempo delle federazioni classiche è superato in tanti sport e per l’outdoor ancora di più. Ad oggi, sia che si consideri lo skyrunning una disciplina ‘alpina’ fuori dai parametri di federazioni già riconosciute dal CONI o, in versione dilettantistica, appoggiata a un EPS, possiamo garantire agli organizzatori e agli atleti l’accesso ai benefit previsti per tutte le attività sportive secondo le norme stabilite dal CONI e il principio che nessuno può avere una posizione dominante ed esclusiva. Germanetto: dal mio punto di vista il problema non è la coesistenza di più attori, quanto il fatto che ciascun attore si muova all’interno del proprio ambito di competenza senza sconfinare. L’attività agonistica rimane prerogativa delle federazioni nell’ambito che esse regolamentano. In quello stesso ambito, che può anche essere modificato e ampliato, in base alle convenzioni con gli EPS, a quest’ultimi è riservata l’attività promozionale. È evidente che così non sia spesso stato, a meno che le più celebri gare di skyrunning che noi tutti conosciamo e pure apprezziamo si vogliano considerare prive di aspetti agonistici importanti e di montepremi altrettanto significativi. Ciò non vuol dire non riconoscere quanto di buono ad esempio i responsabili dello skyrunning siano riusciti a costruire, ma ribadire però che le basi su cui hanno costruito la loro attività rimane quella di un ente di promozione sportiva e non di una federazione riconosciuta come tale dal CONI. Michelangeli: per il futuro non vedo accorpamenti in quanto le visioni e le strategie tra i vari enti sono molto diverse e per certi versi è anche giusto così. Però auspico un confronto e possibilmente convergenze sui temi della sicurezza, del rispetto dell’ambiente e dell’approccio consapevole alla corsa outdoor. Poi, per il resto, ognuno segua la propria strada. Zucchinali: riteniamo impossibile un accorpamento e, almeno nell’immediato, riteniamo necessaria la coesistenza ma con un coordinamento condiviso. Memori dell’evoluzione qualitativa e quantitativa ottenuta per le gare su strada o su pista in Italia, proponiamo un modello che veda, accanto ad attività di natura promozionale, altre con valore di campionato federale, con particolare rispetto delle normative antidoping, di sicurezza e di rispetto dell’ambiente. T
GARGALLO (NO) 17.03.13
UP&DOWN RISULTATI
LOMBARDIA CAPRINO BERGAMASCO (BG) 24.03.13
VALCAVA SKYTRAIL 15 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Rossana Morè (Altitude Race) ����������������������������� 1h.42.38 2. Ester Scotti (Valetudo Skyrunning) �������������������������� 1h.47.11 3. Giovanna Cavalli (Runners Bergamo) ����������������� 1h.48.16 4. Hana Smisovska (OSA Valmadrera) ������������������������ 1h.51.19 5. Chiara Fumagalli (Bocia Verano Brianza) ����������� 1h.53.31 ASSOLUTA MASCHILE 1. Andrea Regazzoni (X-Bionic Running Team) ������ 1h.18.42 2. Massimo Colombo (OSA Valmadrera) ��������������������� 1h.22.53 3. Roberto Antonelli (Altitude Race) ������������������������ 1h.22.58 4. Lorenzo Vittori (AS Premana) ���������������������������������� 1h.23.48 5. Italo Conti (Team Conti Rossino) ������������������������� 1h.24.56
TORRE DE BUSI (LC) 01.04.13
PASSO VALCAVA VERTICAL 5 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Lisa Buzzoni (Altitude Race) ������������������������������������ 54.00 2. Serena Vittori �������������������������������������������������������������� 54.54 3. Chiara Fumagalli (Bocia Verano Brianza) ���������������� 58.50 4. Serena Piganzoli (CG Valgerola) ����������������������������������� 59.15 5. Ester Scotti (Valetudo Skyrunning) �������������������������� 59.30 ASSOLUTA MASCHILE 1. Emanuele Manzi (Forestale Roma) �������������������������� 40.26 2. Enrico Ardesi (Falchi Lecco) ���������������������������������������� 42.52 3. Carlo Ratti (Falchi Lecco) ����������������������������������������� 43.00 4. Roberto Antonelli (Altitude Race) ��������������������������������� 43.56 5. Giovanni Licini (GS Orobie) ���������������������������������������� 44.35
CARVICO (BG) 06.04.13
VERTICANDO OXYBUM 2,5 KM
WINTER TRAIL (13) 35 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Carmela Vergura (Valetudo Skyrunning) ������������ 3h.47.12 2. Marta Poretti (Friesian Team) ���������������������������������� 3h.55.28 3. Fiorenza Frassinesi ���������������������������������������������� 4h.16.47 4. Cristina Rizzi (GSA Cometa) ������������������������������������ 4h.26.51 5. Paola Muraro �������������������������������������������������������� 4h.32.09 ASSOLUTA MASCHILE 1. Stefano Trisconi (AS Castiglioni) ������������������������� 2h.57.07 2. Alberto Pini (Runners Varese) ��������������������������������� 3h.05.59 3. Paolo Monverdi (Pro Patria) �������������������������������� 3h.20.55 4. Stefano Cerutti ������������������������������������������������������� 3h.22.02 5. Andrea Rebeschi �������������������������������������������������� 3h.22.31
SALUSSOLA (VC) 30.03.13
TRAIL DELLA PIOTA VAGANTE 19,6 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Arianna Regis (Unione Giovane Biella) ��������������� 1h.15.41 2. Mara Calorio (Atletica Cumiana Stilcar) ������������������ 1h.17.40 3. Katarzyna Kuzminska (Atletica Balangero) �������� 1h.21.29 4. Sabina Bacinelli (Athletic Team Lario) ��������������������� 1h.29.06 5. Barbara Palazzini (Canavese 2005) �������������������� 1h.29.11 ASSOLUTA MASCHILE 1. Maurizio Fenaroli (Ermenegildo Zegna) �������������� 1h.02.59 2. Enzo Mersi (Atletica Monterosa) ����������������������������� 1h.02.59 3. Marco Gazzola (Team Salomon Agisko) ������������� 1h.04.30 4. Mauro Toniolo (Atletica Verbano) ���������������������������� 1h.05.58 5. Silvio Balzaretti (Atletica Monterosa) ����������������� 1h.07.01
MORETTI DI PONZONE (AL) 14.04.13
TRAIL DEI GORREI 46 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Cinzia Bertasa (IZ Skyracing - Team Tecnica) ���� 5h.10.46 2. Stefania Albanese (S.T.A.R.) ����������������������������������� 5h.29.25 3. Simona Morbelli (Team Salomon Agisko - Gli Orsi) ������5h.52.29 4. Cecilia Bellotto (I Run for Find the Cure) ����������������� 5h.58.43 5. Marisa Imazio (Trail Running) ����������������������������� 6h.05.01 ASSOLUTA MASCHILE 1. Daniele Fornoni (Team Tecnica) �������������������������� 4h.24.28 2. Filippo Canetta (Team Salomon Agisko) ������������������ 4h.37.42 3. Fabio Pozza (Cuore da Sportivo) ������������������������� 4h.52.58 4. Marco Zarantonello (Team Salomon Agisko) ����������� 4h.54.16 5. Giovanni Ravarino (SAI Frecce Bianche) ������������ 5h.00.37
MORETTI DI PONZONE (AL) 14.04.13
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Lisa Buzzoni (Altitude Race) ������������������������������������ 22.55 2. Daniela Gilardi (Valmadrera) ���������������������������������������� 23.30 3. Angela Serena (FreeZone) ���������������������������������������� 23.56 4. Maria Catena Pizzino (Carvico Skyrunning) ������������������ 24.17 5. Chiara Fumagalli (Bocia Verano Brianza) ���������������� 24.17 ASSOLUTA MASCHILE 1. Enrico Celeste Ardesi (Falchi Lecco) ������������������������ 18.21 2. Davide Milesi (Orobie) ������������������������������������������������� 18.23 3. Roberto Antonelli (Altitude Race) ����������������������������� 18.40 4. Benedetto Roda (Carvico Skyrunning) ������������������������� 18.56 5. Paolo Pizzato (Cernuschese) ������������������������������������ 18.56
CARVICO (BG) 07.04.13
SKYRUNNING DEL CANTO
TRAIL DEI GORREI 24 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Clara Rivera (Atletica Cairo) �������������������������������� 2h.39.16 2. Vera Mazzarello (Ovadese Trail Team) ��������������������� 2h.47.15 3. Cristina Bavazzano (Ovadese Trail Team) ����������� 2h.52.02 4. Martina Bricarello (I Run for Find the Cure) ������������� 2h.55.00 5. Annalisa Fagnoni (Sai Frecce Bianche) �������������� 2h.58.15 ASSOLUTA MASCHILE 1. Albero Ghisellini (Team Salomon Agisko) ����������� 1h.57.35 2. Luca Ponti (Gazzada Schianno) ������������������������������ 1h.58.09 3. Giulio Ornati (Team Salomon Agisko) ����������������� 2h.07.38 4. Achille Faranda (ATA) ���������������������������������������������� 2h.08.08 5. Fabio Toniolo (Team Salomon Agisko) ���������������� 2h.12.55
22 KM
VALLE D’AOSTA
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Rossana Morè (Altitude Race) ����������������������������� 2h.26.09 2. Lisa Buzzoni (Altitude Race) ����������������������������������� 2h.27.39 3. Ester Scotti (Valetudo Skyrunning) ��������������������� 2h.28.10 4. Giovanna Cavalli (Runners Bergamo) ���������������������� 2h.34.28 5. Monia Acquistapace (Sport Race Valtellina) ������ 2h.35.12
POINT SAINT MARTIN (AO) 24.03.13
ASSOLUTA MASCHILE 1. Andrea Regazzoni (X-Bionic Running Team) ������ 1h.49.37 2. Clemente Berlinghieri (Valetudo Skyrunning) ���������� 1h.55.00 3. Roberto Antonelli (Altitude Race) ������������������������ 1h.58.43 4. Erik Gianola (AS Premana) ������������������������������������� 1h.59.40 5. Dario Rigonelli (OSA Valmadrera) ����������������������� 1h.59.40
LIGURIA SAVONA (SV) 07.04.13
TRAIL DI MARMORASSI 30 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Virginia Oliveri (Team Salomon Agisko) ������������� 2h.56.13 2. Teresa Mustica (Cambiaso Risso) ��������������������������� 3h.53.23 3. Elena Calcagno ���������������������������������������������������� 3h.54.26 4. Antonella Manzoli (Atlerica Novese) ������������������������ 4h.14.45 5. Angela Queirolo (Podistica Mele) ������������������������ 4h.17.30 ASSOLUTA MASCHILE 1. Alberto Ghisellini (Team Salomon Agisko) ��������� 2h.35.50 2. Pablo Barnes (Team Salomon Agisko) ��������������������� 2h.35.52 3. Gianfranco Bedino (Altetica Vercelli 78) ������������� 2h.41.30 4. Ernesto Ciravegna (Team Salomon Agisko) ������������� 2h.43.00 5. Ivan Pesce (Team Salomon Agisko) �������������������� 2h.48.54
PIEMONTE
ELECTRIC TRAIL 34 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Sonia Glarey (Lafuma Team Italia) �����������������������������������4h.04.44 2. Cecilia Mora (Valetudo Skyrunning Italia) ����������������������������� 4h.14.57 3. Iva Borgesio ��������������������������������������������������������� 4h.36.05 4. Marina Plavan (Valetudo Skyrunning Italia) ������������� 4h.46.08 5. Ester Callegari (Calvesi) �������������������������������������� 5h.01.49 ASSOLUTA MASCHILE 1. Dennis Brunod (Mont Avic) ��������������������������������� 3h.11.46 2. Bruno Brunod (Forte di Bard) ���������������������������������� 3h.23.41 3. Maurizio Fenoglio (Valetudo Skyrunning Italia) � 3h.31.18 4. Diego Vuillermoz (Point Saint Martin) ���������������������� 3h.33.35 5. Jarno Venturini (Team Tecnica) ��������������������������� 3h.39.45
VENETO VILLA DI TEOLO (PD) 14.04.13
TRAVERSATA DEI COLLI EUGANEI 42 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Federica Boifava �������������������������������������������������� 4h.38.38 2. Lisa Borzani (Amatori Atletica Chirignago) �������������� 4h.46.21 3. Patrizia Pensa (Team Tecnica) ���������������������������� 4h.56.32 4. Sonia Meneghello (Tam Tam) ��������������������������������� 5h.01.04 5. Giovanna Zoccoli ������������������������������������������������� 5h.19.45 ASSOLUTA MASCHILE 1. Matteo Pigoni (Team Tecnica) ����������������������������� 3h.54.13 2. Christian Insam (Lafuma Team Italia) ���������������������� 4h.03.23 3. Mirko Righele (Lafuma Team Italia) �������������������� 4h.06.05 4. Giuseppe Marazzi (Team Vibram) ��������������������������� 4h.07.13 5. Christian Modena (Team Alpstation) ������������������� 4h.09.57
PRATO NEVOSO (CN) 16.03.13
FRIULI VENEZIA GIULIA
10 KM
BASOVIZZA (TS) 10.03.13
SUNSET RUNNING RACE ASSOLUTA FEMMINILE 1. Sara Di Vincenzo �������������������������������������������������� 1h.01.49 2. Cristiana Manildo (Ferrero Alba) ����������������������������� 1h.06.01 3. Sara Piovano (Podistica Savonese) ��������������������� 1h.06.16 4. Patrizia Porru ��������������������������������������������������������� 1h.07.40 5. Elena Righetti ������������������������������������������������������� 1h.08.28 ASSOLUTA MASCHILE 1. Simone Peyracchia (GS Valle Varaita) ��������������������� 47.41 2. Daniel Fornoni (Cuore da Sportivo) ������������������������������ 49.47 3. Alessandro Lambruschini (Fiamme Oro) ����������������� 50.03 4. Andrea Gola ���������������������������������������������������������������� 50.46 5. Roberto Camperi (Pam Mondovì) ����������������������������� 51.00
KOKOS TRAIL 14 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Mateja Kosovelj (SLO) ������������������������������������������ 1h.09.12 2. Alexsandra Fortin (Jalmicco Corse) ������������������������� 1h.11.49 3. Paola Romanini (Aldo Moro Paluzza) ������������������ 1h.18.53 4. Giulia Schillani (Sportiamo) ������������������������������������ 1h.21.09 5. Sasa Rot (SLO) ����������������������������������������������������� 1h.24.14 ASSOLUTA MASCHILE 1. Mitja Kosovelj (SLO) �������������������������������������������������� 58.40 2. Gasper Bregar (SLO) ���������������������������������������������� 1h.00.44 3. Simon Alic (SLO) �������������������������������������������������� 1h.01.52 4. Marco Nardini (Timaucleulis) ���������������������������������� 1h.03.08 5. Nicolò Francescatto (Aldo Moro Paluzza) ����������� 1h.03.27
I RISULTATI PROSEGUONO A PAGINA 39
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MAGGIO 2013 ANNO 1 - NUMERO 3
\\ OUTDOOR RUNNING T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
A CACCIA DI RECORD GRANDE TRAVERSATA ELBANA
A fine aprile Filippo Canetta (classe 1972) conosciuto trailer italiano con ottimi risultati sportivi, ha portato a termine la Grande Traversata Elbana (GTE), da Cavo a Pomonte, il percorso più classico che collega i due estremi dell’Isola d’Elba, per un totale di circa 60 km e 3.000 m D+ in 6 ore e 16 minuti. La quota massima è ai 1.019 metri del Monte Capanne. Il ‘concetto’ dell’impresa rientra in quello del tempo più veloce conosciuto (Fast Known Time) e non solo in quello di record: «il confronto con gli altri non è importante quanto l’esperienza stessa della scoperta di un luogo basando la propria corsa solo sulle proprie sensazioni». La pagina Facebook ‘Grande Traversata Elbana Speed Record’, aperta in occasione del lancio del progetto, diventa quindi un luogo di incontro virtuale per chiunque desideri ripercorrere quanto ha fatto Filippo Canetta, condividendo le proprie esperienze.
GENOVA-MONTE BIANCO
Nico Valsesia (classe 1971), conosciuto ai più per le sue imprese in bicicletta e a piedi, nonché organizzatore di gare di trail running e di viaggi avventura, ha unito le sue due principali passioni tentando una nuova impresa. Nel periodo dal 15 al 23 luglio cercherà di percorrere il tragitto da Genova alla vetta del Monte Bianco, ovvero da 0 a 4.810 metri, dal mare al tetto della Unione Europea. In bicicletta fino in Val Veny e poi a piedi lungo la via normale italiana, passando per il rifugio Gonella (3.071 metri) e dal Dome du Gouter (4.305). Per l’atleta piemontese di Borgomanero i riferimenti cronometrici sono le 23 ore stabilite da Marino Giacometti nel 1997, nella modalità individuale, e le 18h50’ di Andrea Daprai nel 2008 nella modalità team. Un percorso di circa 320 km e 5.200 m D+. Ski-alper seguirà l’impresa con aggiornamenti in diretta.
GP IUTA U-TRAIL \\ ULTRABERICUS TRAIL
LA GRANDE TRAVERSATA DELLE ALPI
Un viaggio lungo un mitico sentiero alpino, il GTA (Grande Traversata delle Alpi), alla scoperta di paesaggi e tradizioni a ‘portata di mano’. Il GTA cerca di privilegiare i luoghi meno conosciuti dal turismo di montagna ed è diviso in 55 tappe attraverso le Alpi Pennine, Graie, Cozie, Liguri e Marittime: questo il prossimo progetto che coinvolgerà Ski-alper con aggiornamenti quotidiani e servizi inediti. Fabio Menino (classe 1971), dal 5 agosto cercherà infatti di percorrere l’intero itinerario di circa 1.000 km che porta da Molini di Calasca, in Valle Anzasca, a Viozene, in Alta Val Tanaro, lungo tutto il confine piemontese. Ad accompagnarlo, in qualche tappa, ospiti d’eccezione per un ulteriore occasione di confronto sul tema outdoor nel suo complesso.
FRANCIA \\ TRAIL DU VENTOUX
Moretton e Parigi Patrick Bringer si prendono l’Ultrabericus al fotofinish su Lanne VICENZA | Edizione dura, caratterizzata dal terreno appesantito dal fango che non ha consentito di infrangere i record di percorrenza
MALTEMPO | Gara combattuta dall’inizio con soli due minuti tra il primo e il quarto classificato
T
C
erza edizione per quello che è già diventato uno degli appuntamenti di ultra distanza più importanti nella prima parte della stagione. Come di consueto, organizzazione impeccabile da parte dell’Ultrabericus Team. Partenza e arrivo lo scorso 16 marzo in piazza dei Signori a Vicenza, con un totale di 65 km e 2.500 m D+ per gli oltre 800 atleti iscritti. Per Andrea Moretton, portacolori del Lafuma Team Italia, un grande avvio di stagione dopo l’ottimo terzo posto al Cortina Trail e il secondo al Troi dei Cimbri dello scorso anno. Con il tempo finale di 6h05.07, ha distaccato Daniele Palladino di 4’ e Filippo Dal Maso di 13’, andando a cogliere una vittoria di peso. In campo femminile, Maria Chiara Parigi del Team Tecnica ha controllato la gara fin dalle prime battute e ha vinto con il tempo finale di 7h11.14 e con un vantaggio di 9’ su Simona Morbelli e 21’ su Sara Recenti. Maria Chiara Parigi, dopo il recente secondo posto alla Maratona della Pace sul Lamone di gennaio, è reduce da un 2012 a dir poco esaltante con quattro vittorie (Elba Trail, Cortina Trail, Trail degli Eroi e Le Vie di San Francesco). Complici anche le condizioni del percorso, resistono sia il record maschile di Lorenzo Trincheri, fatto registrare nel 2012 con un fantastico 5h32’59’’, sia quello femminile di Patrizia Pensa che nel 2011 chiuse la prova in 7h00’53’’. In programma anche la prova a staffetta dove la vittoria maschile è andata alla coppia Team Lafuma Italia 1 composta da Danilo Lanternino e Mirko Righele con il tempo finale di 5h27’19’’. T
Andrea Moretton
Simona Morbelli
VICENZA (VI) 16.03.13
ULTRABERICUS TRAIL 65 KM
SIMONA MORBELLI: «Ho cercato di mantenere un buon ritmo, non sapevo come il mio corpo avrebbe reagito ad un percorso così diverso dai miei abituali. A volte il totally flat mi portava ad una andatura un po’ troppo da crociera, appena incontravo nuovamente qualcuno uscivo dal letargo e riprendevo il mio ritmo gara. Sapevo qual era la media che dovevo mantenere per chiuderla in podio. Allenamento o meno ero lì. Dovevo tirare».
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Maria Chiara Parigi (Team Tecnica) ������������������� 7h.11.14 2. Simona Morbelli (Team Salomon Agisko) ��������������� 7h.20.30 3. Sara Recenti (Trail Running Brescia) ����������������� 7h.29.53 4. Scilla Tonetti (Runners Olona) �������������������������������� 7h.35.11 5. Catena Pizzino (Pavanello) ��������������������������������� 7h.37.18 ASSOLUTA MASCHILE 1. Andrea Moretton (Team Lafuma Italia) �������������� 6h.05.07 2. Daniele Palladino (Yoga Studio Modena) ���������������� 6h.09.17 3. Filippo Dal Maso (Puro Sport Team) ������������������ 6h.18.01 4. Fabio Caverzan (Scarpebianche) ��������������������������� 6h.20.25 5. Ivan Geronazzo (Team Lafuma Italia) ����������������� 6h.21.42
on questa sono undici le edizioni del Trail du Ventoux, che è ormai diventato uno dei più importanti appuntamenti transalpini per testare la condizione di inizio stagione. Lo scorso 24 marzo, come già capitato in passato, il meteo non ha permesso di far transitare gli atleti in vetta al Ventoux, riducendo il percorso a 44 km e 2.400 m D+. Oltre 1.220 i concorrenti al via nelle due distanze in programma. Erano presenti quasi tutti i migliori specialisti francesi: Bringer, Chorier, Curien, Durand, Lanne, Le Saux, Lorblanchet, Martin e i giovani Baronian, Beauxis Reynaud, Nabias e Devillaz. A tutti gli effetti, un vero e proprio campionato nazionale. In campo femminile i pronostici erano invece tutti per Combarieu, seguita da Dewalle e Martin. La gara era inoltre valida come prima prova della National Trail Running Cup 2013. Dopo numerosi capovolgimenti di fronte, ma con il gruppo di testa sempre molto ravvicinato, la vittoria è stata decisa negli ultimi chilometri. Patrick Bringer, Team Sigvaris, ha avuto la meglio su Michel Lanne per soli 43’’ e su Clement Petijean per 1’06’’. Per Bringer, classe 1975, dopo quella dello scorso anno alla 6000D, sicuramente una delle più prestigiose vittorie in carriera. Complici i due chilometri in meno rispetto allo scorso anno, Bringer ha migliorato anche lo strepitoso 3h59’18” fatto segnare nel 2012 dal vincitore, l’inglese Andy Symonds. In campo femminile, vittoria senza particolari difficoltà per Christelle Dewalle che, con oltre mezz’ora di vantaggio su Maud Combarieu e Sandra Martin, ha stravolto i pronostici della vigilia. Reduce dal record del mondo nel Vertical stabilito lo scorso anno a Fully in 36’38’’, la Dewalle ottiene il ventiquattresimo posto assoluto e si conferma essere un talento anche nelle ultra distanze. Anche la Dewalle, compici i due chilometri in meno, ha migliorato il 4h51’20’’ fatto registrare lo scorso anno dalla spagnola Oihana Kortazar. T
Trail du Ventoux, Michel Lanne, secondo classificato ©3d-trail.over-blog.com
BEDOIN (FRA) 24.03.13
TRAIL DU VENTOUX 46 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Christelle Dewalle (FRA - Teamtdr-Rhonill) ������� 4h.34.03 2. Maud Combarieu (FRA - Hoka) ������������������������������ 5h.08.44 3. Sandra Martin (FRA - Altecsport) ����������������������� 5h.10.08 4. Josiane Piccolet (FRA) ������������������������������������������� 5h.27.29 5. Celia Trevisan (FRA) �������������������������������������������� 5h.45.28 ASSOLUTA MASCHILE 1. Patrick Bringer (FRA - Sigvaris) ������������������������� 3h.55.20 2. Michel Lanne (FRA - Salomon) ������������������������������ 3h.56.03 3. Clement Petitjean (FRA - Altecsport) ����������������� 3h.56.26 4. Maxime Durand (FRA - Inov 8) ������������������������������ 3h.57.27 5. Thomas Lorblanchet (FRA - Asics) �������������������� 4h.01.17 6. Nicolas Martin (FRA - Sigvaris) ������������������������������ 4h.06.54 7. Thibaut Baronian (FRA - Salomon) �������������������� 4h.13.05 8. Bertrand Brochot (FRA) ����������������������������������������� 4h.13.44 9. Julien Chorier (FRA - Salomon) �������������������������� 4h.14.31 10. Yann Curien (FRA - Sigvaris) �������������������������������� 4h.14.50 LE DELUSIONI: Julien Chorier, nono con 19’ di distacco dal vincitore Bringer nonostante un crono migliorato di 14’ rispetto al suo settimo posto del 2011. Christope Le Saux, venticinquesimo assoluto, a quasi 40’ dal vincitore e a 1’ dalla Dewalle. LA SORPRESA: Christelle Dewalle che ha rifilato 34’ a Maud Combarieu, già seconda alla CCC 2012 con 1h10’ sulla stessa Dewalle. LA CURIOSITÀ: Quattro atleti classe1989 nelle prime 20 posizioni, di cui tre del Team Salomon Junior. Il migliore è Thibaut Baronian, settimo con 1’30’’ di vantaggio sul compagno Julien Chorier.
APPUNTAMENTI CORSA IN MONTAGNA CAMPIONATI ITALIANI DI LUNGA DISTANZA
La FIDAL ha ufficializzato la sede del prossimo Campionato Italiano di corsa in montagna di lunga distanza. Sarà infatti Sondalo (So) che ospiterà il 19 maggio la rassegna tricolore che riguarderà le categorie Assoluti e Master. La località della Valtellina succede quindi a Carovilli (Is), già sede del Campionato Italiano lo scorso anno, che ha ritirato la sua candidatura. La gestione organizzativa dell’evento è demandata all’Atletica Alta Valtellina. Il percorso è quello della storica Quattro Passi SkyRace: 23 km e 1.450 metri di dislivello positivo, con quota massima a circa 1.700 metri. I campioni in carica della disciplina sono Gabriele Abate e Mariagrazia Roberti.
TRAIL CAMPIONATO ITALIANO ULTRA TRAIL IUTA - TRAIL MEDIO
Il 25 maggio il ‘Trail del Monte Soglio’ sarà sede del Campionato Italiano di ultra trail, distanza media, dai 60 ai 100 km, indetto dalla Italian Ultramarathon and Trail Association (IUTA). La prova avrà luogo sul classico percorso di 63 km e 3.500 m D+, con partenza da Forno Canavese (To) e l’organizzazione dell’evento è curata all’associazione Monte Soglio Trail. Lo scorso anno il Campionato Italiano IUTA sulla distanza media si è svolto con la Trans D’Havet e i campioni in carica della disciplina sono Daniele Palladino e Francesca Canepa.
SKYRUNNER WORLD SERIES - ZEGAMA AIZKORRI
Il 26 maggio si svolge in Spagna la tradizionale Zegama-Aizkorri Maratòn, prima prova SKY delle Skyrunner World Series 2013. Il percorso ha uno sviluppo di 42 km, 2.736 m D+ e come punto culminante i 1.551 m dell’Aitxurri. Anche quest’anno, al via i migliori specialisti mondiali, tra cui gli spagnoli Kilian Jornet, Tofol Castanyer e Miguel Heras, gli inglesi Andy Symonds e Tom Owens, i francesi Michel Lanne, Michel Rabat. Dall’Italia Marco De Gasperi, Nicola Golinelli e Fabio Bazzana. Tra le donne, Emelie Forsberg (SWE), Nuria Picas (ESP), Oihana Kortazar (ESP), Anna Frost (NZL), Maud Gobert (FRA), Stephanie Jimenez (FRA), Stevie Kremer (USA) e l’italiana Emanuela Brizio, detentrice del record femminile della corsa in 4h38.19’.
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T aggiornamenti live quotidiani su skialper.it T
GARE \\ MAREMONTANA
Sergio Vallosio salva l’onore del trail italiano
LOANO (SV) 24.03.13
MAREMONTANA
UP&DOWN RISULTATI SEGUE DA PAGINA 37
45 KM
CORMONS (GO) 07.04.13
TRAIL DEL COLLIO
RIMONTA | Il runner del team Salomon Agisko ha raggiunto l’americana Stevie Kremer a 10 chilometri dall’arrivo e ottenuto una grande vittoria
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Stevie Kremer (USA - Team Salomon Agisko) ��� 5h.08.08 ASSOLUTA MASCHILE 1. Sergio Vallosio (Team Salomon Agisko) ������������ 5h.03.55 2. Stefano Trisconi (AS Castiglioni) ���������������������������� 5h.08.43 3. Csaba Nemeth (HUN - Mammut Pro Team) �������� 5h.27.26 4. Ivan Camperi (Podistica Valle Grana) ��������������������� 5h.29.06 5. Filippo Canetta (Team Salomon Agisko) ������������ 5h.30.05 6. Nicola Bassi (Team Vibram) ����������������������������������� 5h.31.44 7. Massimo Tagliaferri (Team Salomon Agisko) ���� 5h.34.17 8. Giovanni Zorn (KUTT) �������������������������������������������� 5h.38.52 9. Fabio Pozza (Cuore da Sportivo) ������������������������ 5h.41.33 10. Mario Ruggiero (Nirvana Verde) ��������������������������� 5h.46.13
LOANO (SV) 24.03.13
MAREMONTANA 25 KM
35 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Paola Romanin (Aldo Moro Paluzza) ������������������� 1h.54.37 2. Dimitra Theocharis (Aldo Moro Pauzza) ������������������ 1h.55.41 3. Federica Qualizza (Natisone) ������������������������������� 2h.07.18 4. Raffaella Rizzetto (Venezia Runners) ����������������������� 2h.10.07 5. Maria Teresa Ronchi (Atletica Dolce Nord Est) ��� 2h.10.36 ASSOLUTA MASCHILE 1. Marco Nardini (Aldo Moro Paluzza) �������������������� 1h.35.50 2. Andrea Moretton (G.P. Livenza) ��������������������������������� h.36.27 3. Paolo Massarenti (San Giacomo) ������������������������ 1h.37.58 4. Gabriele Fantasia (Atletica Biotekna Marconi) ���������� 1h.38.41 5. Alessio Milani (Fincantieri Atletica Monfalcone) � 1h.40.11
TOSCANA MONTISI (SI) 30.03.13
MONTE ISI ECO-TRAIL 22 KM ASSOLUTA FEMMINILE 1. Lara Mustat (Calcestruzzi Corradini) ����������������� 3h.22.08 2. Francesca di Nicola (Podistica Valle Grana) ������������ 3h.25.14 2. Isabella Lucchini (Lupatotina) ���������������������������� 3h.25.14 4. Lisa Borzani (Amatori Atletica Chirignago) ������������� 3h.28.06 5. Vera Mazzarello (Ovadese Trail Team) ��������������� 3h.42.19
G
rande attesa alla vigilia della gara per i numerosi big presenti al via. Gli organizzatori hanno ridotto il percorso di circa due chilometri, facendo evitare il transito sulla vetta del Monte Carmo (1.396 metri), a causa dell’abbondante manto nevoso rimasto sul percorso dopo l’ultima perturbazione. Ad accompagnare gli oltre 350 atleti iscritti, pioggia, vento, nevischio in quota, temperature sotto la media e un tratto di quasi otto chilometri ancora innevato. Alla fine della prova si conteranno soltanto 67 concorrenti classificati. Con una
Stevie Kremer
ASSOLUTA MASCHILE 1. D. Lanternino (Lafuma Team Italia - Valle Varaita) ���2h.28.28 2. Giulio Ornati (Team Salomon Agisko) ��������������������� 2h.29.51 3. Simone Peyracchia (Podistica Valle Varaita) ����� 2h.33.44 4. Claudio Chiarini (IZ Sky Racing) ����������������������������� 2h.40.56 5. Marco Zanchi (IZ Sky Racing) ���������������������������� 2h.41.30
seconda parte di gara in continua rimonta, si è aggiudicato la quarta edizione il piemontese Sergio Vallosio, portacolori del Team Salomon Agisko, con il tempo finale di 5h03.55. Reduce da una stagione invernale trascorsa in parte in montagna, con qualche presenza nello ski-alp, Vallosio ha preso letteralmente confidenza con le avverse condizioni meteo, dichiarando di non averle patite in modo particolare. Alle sue spalle, a poco più di 4’, la compagna di team, l’americana Stevie Kremer, ha letteralmente sbaragliato la concorrenza degli uomini, mantenendo le
posizioni di vertice dall’inizio alla fine. Una prova di assoluto valore perché dietro di lei ci sono alcuni nomi importanti del trail running come Stefano Trisconi, l’ungherese Nemeth Csaba, Filippo Canetta, Nicola Bassi e Massimo Tagliaferri. La Kremer è anche stata l’unica donna in classifica. Ritirati illustri a causa del meteo Matteo Pigoni, Daniele Fornoni e Virginia Oliveri quando erano nelle primissime posizioni. La gara sarà purtroppo ricordata anche per la scomparsa di Paolo Ponzo, a pochi chilometri dal traguardo, e per i molti ritiri per il freddo. T
In ricordo di Paolo Ponzo 42 presenze in Serie A e 215 presenze e 2 reti in Serie B. Dopo il ritiro dal calcio giocato, Paolo Ponzo era un dirigente del Savona con responsabilità per il settore giovanile. La sua passione per la corsa inizia nel 2008 con numerose gare su strada dove si è spinto fino alla distanza della mezza maratona. Da fine 2012 si è dedicato anche al trail running ottenendo un ottimo terzo posto assoluto al Trail di Portofino, di 23 km, a meno di 10’ dal vincitore Fabio Bazzana. Ha iniziato questa stagione con il Trail Tra Mare e Cielo, sempre in Liguria, dove ha ottenuto un altro ottimo nono posto assoluto, a soli 14’ minuti dai vincitori Andrea Calcinati e Danilo Lanternino.
IL PUNTO TECNICO \\ A CURA DI FABIO MENINO
SAN GIOVANNI D’ASSO (SI) 01.04.13
TARTUFO ECO-TRAIL 19 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Chiara Giangrandi (Parco alpi Apuane) �������������� 1h.29.50 2. Maria Chiara Parigi (Amatori Podistica Arezzo) �������� 1h.32.18 3. Milena Megli (Giglio rosso) ���������������������������������� 1h.41.53 4. Veronica Caddeo (Peter Pan) ���������������������������������� 1h.45.23 5. Katherine Bray (Amatori Podistica Arezzo) �������� 1h.47.12 ASSOLUTA MASCHILE 1. Tiziano Cetarini (Podistica Il Campino) ��������������� 1h.24.38 2. Fabio Pinelli (Castelnuovo nei Monti) ���������������������� 1h.25.50 3. Federico Lisi Vaiani (Amatori Podistica Arezzo) � 1h.26.44 4. Edamaro Donnini (Ronda Ghibellina) ���������������������� 1h.26.57 5. Gilberto Sadotti (Amatori Podistica Arezzo) ������� 1h.27.36
sta il fatto che più di un’ora di differenza tra i due vincitori si presterebbe a una prima analisi in merito. A titolo di pura cronaca, nella stessa corsa francese, lo scorso anno i distacchi degli italiani del vincitore Andy Symonds furono di 23 minuti per Giuliano Cavallo, nono assoluto, con molta probabilità il più forte specialista italiano, di 44 per Marco Zarantonello, ventiduesimo, e di 48 per Fabrizio Roux, venticinquesimo. Altri tipi di valutazioni, invece, possono avere un riscontro più preciso. Partendo dai distacchi in classifica: al Ventoux, tra il primo e il quinto della classifica maschile, ci sono meno di sei minuti, alla Maremontana più di 26. Anche volendo inserire in classifica Matteo Pigoni e Daniele Fornoni, ritiratisi alla Maremontana quand’erano nelle primissime posizioni, il distacco rimane di 23’30’’. Ampliando l’analisi, i numeri sono ancora più eloquenti e significativi. Dal primo al ventesimo al Ventoux ci sono meno di 32 minuti, alla Maremontana un’ora e 18 minuti, un gap di ben 46 minuti. Con un distacco di 1h18’, il ventesimo classificato alla Maremontana sarebbe arrivato cinquantanove-
CAPRAIA WILD TRAIL 21 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Cinzia Bertasa ������������������������������������������������������ 2h.10.35 2. Cristina Carli ���������������������������������������������������������� 2h.34.47 3. Francesca Barneschi ������������������������������������������� 2h.41.03 4. Elisabetta Caporali ������������������������������������������������� 2h.44.08 5. Morena Coruzzi ���������������������������������������������������� 2h.57.31 ASSOLUTA MASCHILE 1. Matteo Pigoni ������������������������������������������������������� 1h.50.24 2. Marco Zarantonello ������������������������������������������������ 1h.57.24 3. Claudio Chiarini ��������������������������������������������������� 2h.01.22 4. Giuliano Cavallo ����������������������������������������������������� 2h.01.48 5. Fabrizio Vignali ���������������������������������������������������� 2h.03.54
MARCIANA MARINA (LI) 14.04.13
Il livello del trail italiano è inferiore a quello francese
I
ASSOLUTA MASCHILE 1. Ederico Lisi Vaiani (Amatori Podistica Arezzo) �� 1h.42.15 2. Federico Matteoli (Sporting Club La Torre) �������������� 1h.43.05 3. Edamaro donnini (Ronda Ghibellina) ������������������ 1h.44.38 4. Fabio Pinelli (Castelnuovo nei Monti) ���������������������� 1h.44.55 5. Gilberto Sadotti (Amatori Podistica Arezzo) ������� 1h.45.10
ISOLA DI CAPRAIA (LI) 07.04.13
Paolo Ponzo è deceduto il 24 marzo durante lo svolgimento della Maremontana, appena sopra l’abitato di Toirano, nel Savonese e a pochi chilometri dal traguardo finale. Una vita dedita alla pratica sportiva, prima con il calcio e poi con il running. È stato un professionista e ha iniziato la sua carriera nel 1988 con il Vado. Ha poi giocato nel Montevarchi, Cesena, Ravenna, Reggiana, Savoia, Modena, Spezia e Imperia. Con il Modena ha esordito in Serie A nel 2002. Infine, dopo due stagioni giocate da capitano in Lega Pro Seconda Divisione nel Savona è passato all’Imperia, squadra in cui ha militato fino alla stagione 2011-2012 in Eccellenza Ligure. In carriera vanta complessivamente
l 24 marzo si sono svolti il Trail du Ventoux, in Francia, e il Maremontana, in Italia. Due gare simili nella distanza complessiva e nel dislivello, anche se con profilo altimetrico differente, entrambe accorciate per problemi relativi al meteo. Al via, in particolare in campo maschile, una buona rappresentativa dei migliori atleti nazionali. Alla Maremontana Davide Ansaldo, Pablo Barnes, Nicola Bassi, Filippo Canetta, Daniele Fornoni, Matteo Pigoni, Fabrizio Roux, Massimo Tagliaferri, Stefano Trisconi e Sergio Vallosio; al Trail du Ventoux Patrick Bringer, Julien Chorier, Yann Curien, Alexandre Daum, Maxime Durand, Pascal Giguet, Christophe Le Saux, Michel Lanne, Thomas Lorblanchet e Julien Jorro. Almeno una decina per gara. Da anni continuiamo a ripeterci che il livello del trail francese è superiore a quello italiano, specialmente in campo maschile, e i numeri ci aiutano a sviluppare meglio questo concetto. Qualsiasi tipo di raffronto puntuale sui tempi di percorrenza tra le due gare non ha alcun senso viste le diverse conformazioni dei percorsi. Re-
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Chiara Giangrandi (Parco Alpi Apuane) �������������� 1h.48.11 2. Maria Chiara Parigi (Amatori Podistica Arezzo) �������� 1h.53.59 3. Milena Megli (Giglio Rosso) ��������������������������������� 2h.05.54 4. Maria Teresa Cannuccia (Running Evolution) ���������� 2h.11.10 5. Francesca Barneschi (Podistica il Campino) ������ 2h.11.54
simo al Ventoux. Quello che distingue maggiormente le due gare in questione è, però, quanto emerge dai dati anagrafici dei partecipanti. E questo terzo punto poco o nulla ha a che fare con le possibili differenze di percorso. L’età media dei primi cinque al Ventoux è di 33 anni, alla Maremontana di 39. Un gap simile si mantiene almeno per le prime venti posizioni e sei anni, negli sport più evoluti, sono un’eternità. Al Ventoux, inoltre, compaiono ben otto atleti nei primi 20 con età non superiore ai 30 anni, alla Maremontana solo due. Sul lato francese, quindi, mi pare di poter dire che c’è generalmente un buon livello che si regge sugli atleti più esperti, ma che è alimentato dal ricambio generazionale, cosa che invece in Italia stenta ad arrivare. L’alto livello genera dei meccanismi che portano a migliorare le prestazioni nel loro complesso. La strada auspicabile per un’ulteriore crescita del trail italiano passa inevitabilmente dal confronto internazionale. Tolte alcune apparizioni nelle ultra distanze, nelle gare fino a 40-50 chilometri queste sono molto rare. Al Ventoux, quest’anno, nessun atleta italiano compare in classifica. T
ELBA TRAIL 57 KM
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Stephanie Jimenez (Team Salomon Agisko) ������ 7h.21.45 2. Maria Catena Pizzino (Pavanello) ���������������������������� 8h.38.41 3. Francesca Mai (I Muscoli del Lario) �������������������� 8h.53.54 4. Alessandra Carlini (Team Salomon Agisko) ������������� 9h.29.14 5. Francesca Gualco (Maratoneti del Tigullio) �������� 9h.35.21 ASSOLUTA MASCHILE 1. Fulvio Dapit (Team Crazy) ������������������������������������ 6h.07.21 2. Guillaume Peretti (AC Corte) ����������������������������������� 6h.16.25 3. Sergio Vallosio (Team Salomon Agisko) ������������� 6h.25.12 4. Michael Dola (Courmayeur Trailers) ������������������������ 6h.49.23 5. Alessandro Galizzi (Atletica Isola d’Elba) ����������� 7h.00.13
LAZIO SAN MARTINO AL CIMINO (VT) 07.04.13
ECOMARATONA DEI MONTI CIMINI 42 km
ASSOLUTA FEMMINILE 1. Maria Chiara Parigi (Team Tecnica) �������������������� 4h.11.25 2. Cristina M. Imbucatura (Podistica Solidarietà) ��������� 4h.55.22 3. Haydee Tamara Arias (Podistica Solidarietà) ����� 5h.14.46 4. Elena Costa (I Cinghiali) ������������������������������������������ 5h.27.27 5. Mara Cecchini (Amatori Velletri) ������������������������� 5h.28.21 ASSOLUTA MASCHILE 1. Enzo Bentivoglio (Monti della Tolfa) �������������������� 3h.59.16 2. Gianluca Cicchella (Centro Militare Veterinario) ������� 4h.08.48 3. Marco Bethaz (Courmayeur Trailers) ������������������ 4h.14.37 4. Alessandro Coianiz (Atletica Pegaso) ���������������������� 4h.23.00 5. Giuseppe Fiorucci (Amatori Podistica Arezzo) ��� 4h.33.23
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