Museo Novecento museonovecento.it
Piazza Santa Maria Novella 10, 50123 Firenze
n°9 - Aprile 2018
#museonovecento
Il tempo considerato come successione di istanti cambia da un ambiente all’altro secondo il numero di istanti che i soggetti vivono durante lo stesso lasso temporale. Gli istanti sono unità temporali minime e indivisibili perché espressione di sensazioni elementari che chiameremo segno-istante. Come abbiamo visto, per gli umani la durata di un istante corrisponde a un diciottesimo di secondo: è lo stesso per tutte le modalità sensoriali, perché tutte le sensazioni sono accompagnate dallo stesso segno-istante. Il nostro orecchio non riesce a distinguere tra loro diciotto vibrazioni poiché le percepisce come un singolo suono. È stato dimostrato che l’essere umano percepisce diciotto stimolazioni cutanee come una pressione unica. Ci si può chiedere, allora, se esistono animali i cui tempi percettivi siano organizzati sulla base di istanti più lunghi, o più brevi, del nostro e nei cui rispettivi ambienti, di conseguenza, il movimento scorra più lentamente o più velocemente del nostro. Spazio e tempo non hanno una utilità immediata per il soggetto. Diventano significativi quando occorre stabilire differenze tra numerose caratteristiche percet-
Daniela De Lorenzo Lost Time, 2018
tive che, senza l’impalcatura spazio temporale garantita dall’ambiente, si confonderebbe tra loro. Forma e movimento entrano in scena solo in mondi percettivi superiori… in numerosi ambienti animali, infatti, non solo la forma immobile e la forma in movimento rappresentano due marche percettive indipendenti, ma il movimento senza forma può ugualmente presentarsi come marca percettiva autonoma. Estratto da: Ambienti animali e ambienti umani, una passeggiata in mondi sconosciuti e invisibili (1934) Jacob von Uexkull - Ed. Quodlibet, 2010