LUXURY MAGAZINE Periodico Trimestrale N° 25 - EURO 9,50
LE ALI DEL FUTURO
Jet Pack, da sogno a realtà
ANTONIO CAPRARICA
L'uomo, il giornalista, lo scrittore
ROLLS-ROYCE SWEPTAIL
La mobilità di lusso diventa su misura
WWW.MYLIFESTYLE.IT
sommario LIFESTYLE
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ANTONIO CAPRARICA autorevole voce oltreconfine tra giornalismo, politica e narrativa
TECNOLOGIA
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JET PACK, LE ALI DEL FUTURO
SCRITTORI
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DONATO CARRISI l'intricato mondo della scrittura analizzato dall'autore italiano di thriller più letto nel mondo
VINTAGE
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TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO auto e moto di ieri e di oggi. cultura, costume, tecnologia e design uniti in uno spettacolo unico
ARTE
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DALÌ EXPERIENCE immersi nell'arte del grande maestro catalano
ECONOMIA top selection
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IL TURISMO IN PUGLIA GUARDA AL FUTURO sono 326 le istanze di contributo presentate alla regione. un report della banca popolare pugliese, prima in puglia per volume di finanziamenti
TURISMO top selection
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TURISMO MADE IN PUGLIA la vision di andrea montinari, presidente di vestas
LUXURY
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IL LUSSO, IN BAGNO le nuove tendenze del made in italy
ALTA CUCINA
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PAROLA D'ORDINE: GOURMET gli 8 ristoranti migliori d'italia secondo la guida michelin 2017
OROLOGI
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HUBLOT
NAUTICA
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EVO OPENING REVOLUTION evo 43’, ha consacrato il successo del brand. ora, il nuovo evo wa è pronto a portare avanti l’opening revolution
AUTO DA SOGNO
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ROLLS-ROYCE SWEPTAIL
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A N TO N I O C A P R A R I C A Autorevole voce oltreconfine tra giornalismo, politica e narrativa
Storica voce italiana da Londra, ha frequentato Buckingham Palace e Downing Street parlando con personalità come la Regina Elisabetta, il principe Carlo e Tony Blair. È stato all’Eliseo ed al Cremlino, ma ha anche raccontato dalla prima linea la guerra in Medio Oriente, con l’animo di chi è sospeso tra l’umano sentimento della paura e il senso di responsabilità nei confronti della missione comunicativa a lui affidata. Il leccese Antonio Caprarica, classe 1951, è tra gli uomini di cultura italiani più stimati. All’indiscussa competenza e all’eleganza che lo contraddistinguono, si aggiunge uno stile tutto suo nel raccontare il mondo, uno stile caratterizzato dal perfetto equilibrio tra la capacità critica e il rispetto per l’essere umano. A guidarlo - nel lavoro come nella vita - è stata la curiosità che lo ha portato a studiare, a viaggiare, ad informarsi per informare in modo corretto e onesto. Ha fatto della sua esperienza la protagonista dei suoi libri e dei suoi reportage, che gli hanno valso numerosi premi giornalistici tra i più prestigiosi. L’ultimo suo lavoro del 2016, edito da Sperling&Kupfer, lo ha dedicato a Elisabetta d’Inghilterra, la longeva regnante per la quale Caprarica non nasconde la sua più profonda ammirazione, in quanto vero e proprio cardine della società britannica ma anche indiscusso faro del panorama storico contemporaneo. Romanziere, saggista, corrispondente dal fronte, ma anche inviato parlamentare e grande esperto di economia. Nella sua esperienza ha avuto modo di abbracciare varie aspetti del giornalismo e della cultura in generale. In quale di queste vesti si preferisce? «Tutte queste attività rappresentano tante sfaccettature della stessa molla che mi ha sempre motivato e spinto a fare quello che faccio, cioè la curiosità. Come ogni giornalista, ho deciso di fare questo mestiere per soddisfare e rispondere alle curiosità che la vita degli altri uomini mi suscita, oltre che per svolgere un’attività di utilità sociale. Come ogni buon giornalista non so farmi gli affari miei. Diciamo che questo è stato
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Š immagine: Sabrina Conforti SCstile
lifestyle
accompagna l’ impulso di riuscire a capire e spiegare
potevano andare, raccontare agli altri quello che loro
i conflitti…che poi è ciò che rende quello dei giornalisti
non potevano vedere».
un lavoro importante e socialmente utile. Accanto a
A tal proposito, cosa si prova a raccontare la guerra
questo, c’ è gente storpiata, ferita, ammazzata, case
dal fronte, vivendo sotto i missili con la paura come
devastate, paesi distrutti. C’ è la partecipazione alla
costante compagna di viaggio?
sofferenza degli altri che non può non convincerti della
«Sono stato testimone di svariati conflitti, da quello
inutilità e della stupidità della guerra! Durante il ’68, che
pluriennale arabo palestinese-israeliano, negli anni in
ho vissuto come molti della mia generazione, c’era chi
cui ero corrispondente dal Medio Oriente, al conflitto in
inneggiava allegramente alla lotta armata e ad altre
Afghanistan; sono stato in Libia negli anni delle fazioni
cose che poi le esperienze di vita mi hanno insegnato
e dei conflitti con Gheddafi ma, probabilmente, il più
essere davvero folli. Se c’ è una lezione che i conflitti
pericoloso è stato quello afghano in cui le bombe le ho
lasciano indelebile nei testimoni è proprio l’ inutilità della
viste da vicino. In tali situazioni credo che la paura sia un
violenza e la consapevolezza che tutto questo non è
sentimento assolutamente umano, un sentimento che
assolutamente lontano da noi, come ci ricorda John
© Ph. pagg. 24/27: Grazia Pia Licheri
sempre il tratto fondamentale: arrivare dove gli altri non
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© immagine: Sabrina Conforti SCstile
lifestyle
Donne, poeta inglese seicentesco autore del verso
cosa pensa di chi lascia l’Italia?
“per chi suona la campana” (dal poema “No Man in
«Sono assolutamente favorevole al fatto che i giovani
an Island”) che ha dato il titolo al famoso romanzo
italiani vadano in giro per il mondo ad ampliare le loro
di Ernest Hemingway. La risposta del poeta fu “ la
conoscenze, le loro capacità, a mettere a frutto quelle
campana suona anche per te” e, proprio perché suona
che gli inglesi chiamano skills (abilità) che sono tante
per ognuno di noi, tocca a noi, nella nostra modesta
e notevoli. Anche perché, a dispetto delle polemiche e
e moderata saggezza, fare in modo che questa
dell’ ingiustificata aria di superiorità nei confronti della
campana non suoni o suoni il più tardi possibile».
nostra scuola, ritengo che la scuola italiana sia tuttora
Torniamo in Italia. Avrà sicuramente sentito parlare
una delle migliori al mondo. Il vero problema, la tragedia
della polemica che ha investito il Ministro Poletti il quale,
italiana che ci deve indurre ad una presa di coscienza
in merito ai giovani italiani che si trasferiscono all’estero,
è che questi ragazzi non tornano, né vengono in Italia
ha dichiarato che “alcuni di loro è meglio non averli tra
ragazzi dall’estero. È incredibile e paradossale che
i piedi”. Lei che ha vissuto ed ancora vive oltreconfine,
un Paese come l’Italia - che ha una tale ricchezza di
prestando a distanza la sua opera per il nostro Paese,
cultura, una capacità di elaborazione, di ricerca e di
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riflessione - non rappresenti un punto di attrazione per i giovani. È per colpa nostra, per la nostra incapacità di costruire un Paese con delle potenzialità. Questo è il dramma vero: non che i ragazzi vadano all’estero, ma che sono costretti ad andarci per la mancanza di opportunità in Italia». Tanti anni di corrispondenza da Londra, ma anche da Parigi. Quali caratteristiche dell’uno e dell’altro Paese traslerebbe in Italia? «Vorrei che gli italiani mutuassero dagli inglesi il senso della tradizione, della comunità, dell’appartenenza che la rende forte e anche il senso di continuità con la propria storia. Quanto alla Francia, come ho scritto nel libro “Com’ è dolce Parigi… o no?!”, non mi piace la sua tendenza alla burocrazia, l’ossessione della grandeur, l’egocentrismo nazionale che trovo piuttosto esagerato. Tuttavia, anche dai francesi abbiamo da imparare svariate cose, a partire da cosa significa “marketing”. I francesi, infatti, sono stati i primi al mondo a trasformare quel mediocre vinello frizzante, che è lo champagne, in un simbolo di lusso e di piacere. Quello che invidio dei francesi è proprio questa capacità di inventarsi una storia, un racconto e costruirvi attorno grandi abilità economiche. Anche in questo caso, però, come per gli inglesi, è indispensabile avere un grande senso della comunità nazionale e di appartenenza». “Intramontabile Elisabetta”, un libro in cui la narrazione di una favola d’altri tempi si bilancia con la determinazione di una sovrana come poche, pronta a sacrificare i sentimenti in favore della monarchia. Cosa l’ha spinta a dedicare un’opera alla Regina Elisabetta? «Sono nato nel 1951 e precisamente un anno prima che la Regina salisse al trono. Quindi, da quando ho acquisito la ragione, la Regina Elisabetta è sempre stata lì, immobile, una presenza costante al punto da pensare che possa rimanere lì per sempre: da qui il titolo “Intramontabile Elisabetta”. Ritengo che non si possa capire l’Inghilterra senza capire Elisabetta e la storia della monarchia che Elisabetta incarna. Quindi, il mio libro, da un lato è un omaggio a una donna che ha contribuito a delineare il panorama culturale e sociale della nostra epoca, insieme a poche altre grandi figure della storia contemporanea, e dall’altro esprime la voglia di comunicare quello che ho imparato sulla società inglese: che non si può comprendere se non si comprende il legame profondo tra il paese e la monarchia che ha rifondato Londra mille anni fa, poi sempre accompagnandone la crescita tumultuosa. Nel legame tra Elisabetta e il suo popolo c’ è una delle chiavi di comprensione della società inglese anche dei giorni nostri». Mi pare, dunque, che lei sia in disaccordo con quanto affermato da David Starkey, citato nel suo libro, che ha rimproverato alla Regina Elisabetta di “non aver mai detto o fatto nulla di degno di essere ricordato”. «In totale disaccordo. L’osservazione di Starkey è del tutto imprecisa,
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lifestyle
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ancor più perché uno storico dovrebbe sapere che
attitudine di Elisabetta sia qualcosa di eccezionale che
un sovrano d’Inghilterra ha il dovere costituzionale
ha anche aiutato l’Inghilterra ad attraversale quella
di non dire e non agire. Il sovrano è una figura, in
stagione della decolonizzazione che da grande impero
qualche modo, sacrale, che non deve mai intervenire o
universale l’ ha portata ad essere piccola isoletta ai
mescolarsi nella quotidianità della vita politica e sociale
margini dell’Europa, senza disastri sociali e bagni di
e se lo fa corre il serio rischio di finire decapitato come
sangue, ma piuttosto in modo pacifico e ordinato. È
accaduto all’antenato di Elisabetta, Carlo I, reo di
stata la migliore transizione dall’Impero alla normalità
voler imporre la sua autorità. La Costituzione assegna
che i 2000 anni di storia possono trasmetterci. Qual è
al sovrano il compito di essere informato dal Primo
stato il contributo di Elisabetta nello specifico? Proprio
Ministro, di consigliare e di avvertire il Primo Ministro,
questo: il suo rispetto per la Costituzione e per i limiti
ma di non prendere mai alcuna posizione pubblica.
che essa le imponeva».
Io sfido il prof. Starkey a trascorrere un’ intera vita
Dalle sue parole, come anche nei suoi ultimi libri - “Il
attenendosi a questa regola e a dire poi di non aver fatto
Romanzo dei Windsor” e “Intramontabile Elisabetta” -
niente di eccezionale. A me pare che proprio questa
sembra trasparire una certa approvazione nei confronti
© immagini a pag. 96 (salvo differente indicazione)
lifestyle
della monarchia, in particolare britannica. Pensa che
risposta non lascia dubbi: preferisco Elisabetta. In altre
una struttura monarchica come quella inglese possa
parole, sono totalmente a favore della Repubblica, ma
giovare alle sorti dell’Italia, più dell’attuale Repubblica?
riconosco che alcune monarchie particolarmente ligie
«Assolutamente no. Centosettanta anni fa il giovane
al dettato costituzionale possono funzionare, come
Karl Marx scriveva che la monarchia è il trionfo della
l’esempio inglese. Non si può dire lo stesso del caso
zoologia e, a mio parere, aveva perfettamente ragione.
italiano: la monarchia l’abbiamo sperimentata, ed è
In fondo, si diventa Re perché un certo spermatozoo
meglio dimenticarcela. Dunque, lasciamo la monarchia
è arrivato primo e niente potrebbe essere più casuale
agli inglesi e teniamoci la nostra Repubblica, cercando
e più animale di questo. Però, un paese può essere
di migliorarla e di eleggere a capo della stessa persone
così fortunato da trovarsi di fronte alla circostanza che
degne, come degni sono stati i presidenti degli ultimi
lo spermatozoo che arriva primo poi diventa un essere
anni. Direi che l’Italia negli ultimi mandati - da Scalfaro
umano eccezionale come la Regina Elisabetta. Alla
a Ciampi, a Napolitano, a Mattarella - ha avuto
domanda se preferisco una repubblica presieduta da
personalità di grandissimo spessore che non sfigurano
Trump o una monarchia retta da Elisabetta, la mia
nemmeno davanti ad Elisabetta».
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© Jetman.com
LE ALI DEL FUTURO
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tecnologia
LE ALI DEL FUTURO
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© Martin Aircraft Company Ltd
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tecnologia
Ci è stato insegnato dalla mitologia greca e confermato, molti anni più tardi, dalla fantascienza: la capacità di sorvolare in piena libertà i cieli costituisce l’atavico sogno dell’uomo, un sogno reso realtà dalle attuali applicazioni tecnologiche. Il primo “uomo volante” è comparso nel 1928 sulla copertina della rivista di fantascienza Amazing Stories che, presentando il romanzo L’Allodola dello Spazio di E.E. Smith, mostrava un uomo che vola con uno zaino a razzo. Un’immagine considerata fedele rappresentazione dell’ambizione collettiva, almeno fino al 1984, anno che ricorda la più popolare apparizione dal vivo di un jet pack avvenuta durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Los Angeles. Da allora, numerosi sono stati gli sviluppi nel campo ed altrettante le case produttrici che si sono sfidate a suon di turbine per tagliare il traguardo della commercializzazione del jet pack. Ora tutto sembra essere pronto per giungere sul mercato, anche se il costo lo colloca decisamente tra i mezzi di trasporto di lusso. Qualche dubbio rimane sulla regolamentazione della guida. Per il momento, il jet pack può essere guidato senza una patente (probabilmente perché non previsto dalle normative) ed in alcuni Paesi europei, come in Gran Bretagna, non sono necessarie autorizzazioni di alcun genere. Tuttavia, è fuori di dubbio che usare il jet pack senza un’adeguata istruzione sarebbe estremamente pericoloso; non a caso, le stesse case produttrici hanno effettuato sull’acqua i test di funzionamento. Oltre a prevedere corsi di formazione per la gestione e la guida di un jet pack, alcune aziende hanno pensato di aggiungere al velivolo un paracadute apposito. Un optional che, però, non tiene sufficientemente conto della realtà: chi utilizzerà il jet pack, infatti, volerà tra i 10 ed i 70 metri rendendo inutile il paracadute per buona parte del tempo; al di sotto dei 35 metri, infatti, i paracadute non hanno il tempo necessario di aprirsi e rallentare la caduta. Per capire qualcosa in più sulle reali possibilità di utilizzo del jet pack nella società odierna, curiosiamo tra le maggiori case di produzione di questo velivolo del futuro. I video più diffusi sul web sono quelli della Martin Aircraft Company, il cui velivolo - che prende il nome dal suo inventore Glenn Martin - è molto vicino ai concept presenti in film e videogiochi di fantascienza: ad assicurarne il funzionamento sono, difatti, le turbine eoliche ed i comandi posti sui due joystick a disposizione del pilota. Il primo modello di Martin Jetpack è stato prodotto nel 2008. Da allora si sono susseguite ben undici revisioni del velivolo e numerose sperimentazioni - con l’ausilio di un finto pilota, chiamato Jetson - fino a raggiungere, nel 2011, i 1500 metri di altezza. Per condurre i primi test di volo con equipaggio umano a bordo, la compagnia di Peter Coker ha dovuto attendere l’autorizzazione dalla Civil Aviation Authority della Nuova Zelanda (CAA), giunta solo nell’agosto del 2013. © Zapata Racing
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Progettato per essere il più pratico e veloce mezzo di
limitata a 30 minuti e, conseguentemente, utile solo per
trasporto, Martin Jetpack è classificato come ultraleg-
coprire brevi distanze. Al momento, secondo quanto
gero sperimentale che, molto probabilmente, per i primi
dichiarato dal Capo Esecutivo della casa neozelandese
anni verrà utilizzato da unità militari e di soccorso. Il
Peter Coker, le maggiori richieste provengono dal Medio
meccanismo di funzionamento è, come più volte
Oriente e dagli Stati Uniti. E chissà che qualcuno non
dichiarato dallo stesso inventore, semplicemente “fisica
decida di sorvolare a bassa quota anche i cieli italiani!
di base” che segue la teoria newtoniana secondo cui,
Sicuramente più piccolo e leggero è il JetPack Aviation
ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale e
JB-10. Questo futuristico mezzo dal design compatto,
contraria. In altri termini, la spinta verso l’alto è l’ovvia
alimentato da due motori a reazione miniaturizzati,
conseguenza di un getto d’aria sparato a grande
è il risultato di uno studio che ha impegnato la casa
velocità verso il basso.
produttrice per ben 45 anni. Dal punto di vista tecnico,
Si tratta di un veicolo a doppia propulsione, con motore
non sono molti i numeri di dominio pubblico. I jet pack
da 200 cavalli in grado di trasportare una persona di
di David Mayman - milionario australiano fissato con
100 kg, viaggiare fino a 72 km/h e sollevarsi fino a
l’aviazione - sono in grado di far volare un uomo di
2500 piedi. Il tutto è sul mercato dal 2016 - dopo 35
massimo 150 kg fino a 300 metri di altezza a una
anni di ricerca - al “modico” prezzo di circa 200mila
velocità di 10 km/h. Il controllo del velivolo è affidato a
euro. Qualche incertezza rimane sull’autonomia in volo,
un doppio joystick, uno per l’asse orizzontale e uno per
© Jetman.com
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quello verticale. Nella scelta dei materiali, per assicurare
d’acqua che conquistano in particolar modo le nuove
agilità durante il volo, la casa produttrice si è orientata su
generazioni. Il Flyboard Pro Series utilizza le più recenti
alluminio e fibra di carbonio. L’unico difetto, come un po’
tecnologie idrauliche ed un design ultramoderno che
per tutti i jet pack in progettazione, è dato dalla scarsa
permette all’utente di compiere ogni sorta di acrobazia
autonomia: un pieno, pari a circa 40 litri di combustibile,
sopra l’acqua, mediante l’utilizzo di un equipaggiamento
garantisce appena 10 minuti di volo. Per ovviare a questo
piuttosto minimale dalla forma di un piatto. Collegato alla
limite e renderne più sicuro l’utilizzo, la JetPack Aviation
pompa da un tubo dalla lunghezza variabile tra i 18 e i
Corp ha pensato di aggiungere ai velivoli degli appositi
23 metri, il mezzo può raggiungere fino a 8 metri sopra
paracadute. Se si riuscirà a posizionare quest’ultimo
il mare, ad una velocità media di 40 km/h.
tassello, secondo quanto previsto, l’azienda potrebbe
Tuttavia, i sogni di Francky Zapata sono più ambiziosi
ottenere l’autorizzazione necessaria per collocare sul
e appena pochi mesi fa (nell’aprile 2016) il campione di
mercato entro il 2017 il primo jet pack commerciale al
jet ski ha pubblicato il primo video che mostra la sua
prezzo lancio di 220mila euro.
nuova “creatura”, il Flyboard Air, in azione. Questo nuovo
La storia di Zapata Racing ha invece inizio nel 1998.
modello, invece che sfruttare la propulsione generata
Da allora, passando per la progettazione, lo sviluppo
dal getto d’acqua, è dotato di un motore a turbina e uno
e la produzione, l’azienda diventa leader nel mercato
zainetto che fungerebbe da serbatoio per librarsi fino
dell’innovazione made in Francia con i flyboards a getto
ad un’altezza massima di 3.000 metri, con un’autonomia
© Jetman.com
tecnologia
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© JetPack Aviation
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massima di 10 minuti. I comandi sono manuali e gestiti
l’Airbus più grande al mondo. Un’operazione ad altissimo
mediante un joystick legato al polso. A mettere un freno
rischio che l’esperienza come pilota di Rossy e quella
alla fantasia di volare è stata proprio la spettacolare
di paracadutista del suo allievo hanno trasformato in
agilità del mezzo: per manovrare il Flyboard Air, infatti, è
immagini da film, senza l’ausilio di alcun effetto speciale.
indispensabile una notevole forza corporea.
A supportare i due avventurieri sono stati due dispositivi,
Tuttavia, nonostante i quattro anni di duro lavoro,
a forma di zainetto, dal peso di 54,4 kg ciascuno e
il Flyboard Air rimane in fase di sperimentazione e,
un’apertura alare di circa 2 metri. Come per tutti gli altri
dunque, non può ancora essere messo sul mercato.
jet pack progettati nel mondo, anche quello prodotto da
Affascinanti quanto sconvolgenti sono le immagini
Rossy funziona con propulsione a reazione.
di Jetman Dubai, diventate virali in pochi minuti,
Un equipaggiamento che nella sua praticità cela una
delle sensazionali imprese di Yves Rossy, aviatore e
potenza capace di far raggiungere i 177 km/h in ascesa
inventore svizzero soprannominato “Jetman”. Dopo aver
e i 289 km/h in picchiata, garantendo rapidità negli
fatto parlare di sé, in quanto primo uomo nella storia
spostamenti ed un’efficienza impareggiabile dai più
dell’aviazione ad aver volato con un’ala a reazione
comuni mezzi di trasporto.
agganciata sulla schiena, Rossy e il suo giovane allievo
Indispensabile per chi vuole usufruire del “ jet pack alare”
Vince Raffel sono andati oltre ogni immaginazione
è, però, l’addestramento - quantificato dagli esperti in 15
sorvolando i cieli di Dubai al fianco dell’Emirates A380,
ore - ed una consistente dose di coraggio.
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scrittori
DONATO CARRISI
L’intricato mondo della scrittura analizzato dall’autore italiano di thriller più letto nel mondo Thriller distopici o spaghetti thriller: è così che Donato Carrisi, l’autore italiano di thriller più venduto nel mondo, ama definire le proprie creature di carta ed inchiostro. Romanzi ricchi di luci ma soprattutto di ombre, capaci di catapultarti in storie di straordinaria intensità con la loro forza espressiva, attraverso il susseguirsi di intrecci imprevedibili dalla labirintica complessità. Dal bestseller d’esordio, “Il suggeritore”, fino al neonato “Il maestro delle ombre” - editi da Longanesi - si tratta di libri in cui la linea di demarcazione tra realtà e finzione, tra cronaca e fantasia si assottiglia fino a diventare nebulosa e inafferrabile. Eppure, proprio dinanzi a questo senso di vertigine esistenziale il lettore resta letteralmente ipnotizzato da un ritmo narrativo incalzante, interrotto da continui colpi di scena. Il fascino del cinismo, la fragilità dei killer, il lato oscuro degli investigatori generano un mondo in cui il bene ed il male sono soltanto volti dello stesso Giano, quello di un’umanità ferita e solitaria. A raccontarci cosa si nasconde dietro la stesura di simili romanzi direttamente lui, il mostro sacro del thriller contemporaneo: Donato Carrisi. Ci sono degli scrittori a cui si ispira? Quali sono stati i suoi maestri e quali scrittori di gialli contemporanei legge più volentieri? «Sicuramente sono un lettore onnivoro, quindi leggo di tutto e non soltanto gialli o thriller, perché restare confinati in limiti ben precisi non è mai positivo quando si ha a che fare con la creatività. Detto questo mi piace tantissimo Umberto Eco, che a mio parere con “Il nome della rosa”
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ha costruito un thriller perfetto, il primo thriller italiano. Ho
frutto di sensazioni, incontri, ricerche. Lo scrittore crea
ovviamente amato tantissimo il compianto Faletti, e ho
la struttura, si dota di una piantina per orientarsi, ma
letto con piacere Scerbanenco».
non sempre il viaggio fila liscio, a volte gli imprevisti sono
Come nascono i suoi libri? Parte dalla creazione della
in agguato ed è forse proprio questo il bello del mio
trama o da un dettaglio ispiratore, lasciando che la
mestiere».
storia si sviluppi da sé? E nella scelta delle tematiche
Le scene del crimine, le indagini, i luoghi sono sempre
da affrontare si ispira a fatti di cronaca o prende
minuziosamente descritti per trasmettere al racconto
spunto dalla psiche di persone che incontra nella sua
un’impronta fortemente realistica. Questo rende le sue
quotidianità?
storie vive, visibili, quasi sceneggiature cinematografiche.
«Sicuramente tutte queste cose messe insieme, però
Quanto studio e quanta ricerca c’è dietro la stesura di
il punto di partenza è sempre il finale della storia, la
ogni libro? Quanto è lunga la gestazione di ogni singolo
meta. Poi non sappiamo in che maniera avverrà il
racconto?
viaggio, questo è un dettaglio che può cambiare perché
«Io scrivo per immagini, per cui succede sempre così.
scrittori
Forse questa caratteristica deriva dalla mia attività di
«Non è detto che il procedimento sia sempre lo stesso,
sceneggiatore, e la minuziosità dei dettagli è resa grazie
varia di volta in volta anche in base all’evolversi del
ad una fase preliminare di studio che può richiedere anni,
libro. Per esempio quando mi sono dedicato all’ultimo
prima di passare alla stesura vera e propria. Lo scrittore
romanzo scrivevo e mi alzavo dal tavolo continuamente,
in questo caso si comporta quasi come un architetto:
perché avevo bisogno quasi di interpretare ciò che stavo
crea le fondamenta della storia, che devono essere ben
scrivendo. È stato molto faticoso, alla fine della giornata
solide, poi comincia a edificare tutto il resto e, solo in
mi facevano male le gambe».
ultima battuta, si addentra nella scrittura del testo, fase
Durante
che bisogna rimandare il più possibile, perché occorre
qualche modo la nostra società è vittima di un certo
arrivare di slancio davanti al foglio bianco».
voyeurismo, siamo attratti dalle storie cruente. Volevo
Per lei in che percentuale la scrittura vuol dire ispirazione
capire
ed in che percentuale invece è un metodo di lavoro? Lei
questo fenomeno: è un retaggio che ci portiamo
ha una tecnica, un’abitudine ben precisa quando scrive?
dietro dai tempi antichi oppure la diffusione dei nuovi
alcune
se
c’è
interviste
una
ha
spiegazione
dichiarato
che
psicologica
in
dietro
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Š Photos: Emiliano Narcisi
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scrittori
media ci ha abituati all’idea della violenza?
dei casi, sia assegnando, in alcuni casi, il ruolo degli
«Non credo che ci sia una motivazione psicologica in
antagonisti a donne o figure in un certo senso androgine.
tutto questo; semplicemente siamo animali curiosi,
Nella nostra forma mentis, quanto siamo condizionati
e questo vale sia per il bene che per il male. Poi la
dagli stereotipi di genere?
curiosità a volte si trasforma in morbosità, ma questo è
«Tantissimo, se si pensa che le più sanguinarie serial
un altro discorso. Da un certo punto di vista il fascino
killer della storia sono state donne e nella classifica
che subiamo da parte del male è una cosa positiva,
mondiale i primi tre posti sono occupati da tre
perché ci aiuta a conoscere meglio la negatività che ci
avvelenatrici che hanno cominciato uccidendo la loro
circonda».
prole! Pensiamo che il male sia sempre maschile, e
La cinematografia, la cronaca, la letteratura identificano
anche questo è un preconcetto sbagliatissimo. Poi sì
spesso la vittima di violenze con una donna, il poliziotto
ci sono tante poliziotte bravissime, anche più scaltre
o il serial killer più spesso con uomini; lei ha rotto questi
dei poliziotti maschi. Il fatto è che, non si sa per quale
schemi, sia introducendo investigatrici nella risoluzione
dinamica, l’idea che l’omicida in un libro o un film sia
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© Copyright photos: Rastrelli
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rappresentato da una donna non attira il pubblico».
difetti e finisci con l’immedesimarti in loro, cosa che non
Studiare psicologia comportamentale e criminologia
va assolutamente bene, perché è il pubblico a doversi
quanto è stato importante per la stesura dei suoi libri?
immedesimare nel protagonista, non lo scrittore».
«È stato essenziale come lo è la mia educazione cattolica
Come definirebbe i suoi romanzi? Sono talmente
o il fatto che io sappia cucinare bene, perché tutte le
caleidoscopici che identificarli in un genere letterario è
esperienze diventano parte di noi».
un po’ difficile.
C’è una trama o un personaggio dei suoi libri a cui si
«Thriller distopico o spaghetti thriller, è una definizione
sente particolarmente legato?
che mi piace tantissimo».
«In realtà no. Non mi sono mai affezionato a nessuno dei
Nel ciclo di Mila Vasquez e, ancora di più, nei libri
miei personaggi, forse perché c’è sempre ed è giusto
che hanno come protagonisti Sandra e Marcus, sono
che ci sia un conflitto tra chi scrive e i suoi protagonisti.
tantissimi ma altrettanto sottili i flashback e le prolessi
Se ti affezioni troppo ai tuoi personaggi non riesci più a
che mettono in collegamento tra loro i diversi volumi,
guardarli con un occhio critico, non riesci a vederne i
rendendoli i pezzi di un puzzle più ampio. Quando scrive
scrittori
Quanto è importante l’estetica di un libro al giorno d’oggi?
«Mai, i miei libri sono sempre indipendenti l’uno dall’altro;
«È fondamentale, come d’altronde accade anche per i
il fatto che spesso ricorrano gli stessi personaggi è
film: prima si sceglie l’estetica e poi si comincia il racconto.
puramente casuale. Quando scrivo una storia non ho
Se uno scrittore sviluppa una storia per immagini non
idea di che cosa accadrà dopo, se così fosse sarebbe
può assolutamente prescindere dall’aspetto esteriore».
una noia tremenda sia per me che per il lettore».
Scrittori si nasce o si diventa?
Come riesce a dare il giusto ritmo ad una storia per
«Si nasce».
mantenere l’attenzione e la tensione nel lettore nel
E che cosa consiglierebbe ad uno scrittore emergente in
momento in cui legge, soprattutto in questo genere di
preda al blocco della pagina bianca?
romanzi?
«Gli direi di leggere e leggere di tutto, perché chi non
«Mi comporto come un musicista, cerco di strutturare
legge almeno 35 libri l’anno non può sperare di fare lo
graficamente la pagina e gioco con la punteggiatura
scrittore. Si comincia sempre copiando qualcun altro,
esattamente come un compositore gioca con le note».
prendendo in prestito uno stile».
© immagini a pag. 96 (salvo differente indicazione)
una storia programma già la sua prosecuzione?
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vintage
TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Auto e moto di ieri e di oggi. Cultura, costume, tecnologia e design uniti in uno spettacolo unico Sono state le muse ispiratrici di registi e cantanti, protagoniste di film che hanno fatto la storia. Icone di bellezza capaci di bilanciare la sterilità di un grigio asfalto con un mix di eleganza e potenza. Il Salone internazionale di Auto e Moto d’Epoca di Padova, forte delle sue 33 edizioni, rappresenta un vero e proprio museo attivo, punto di incontro per appassionati del settore, club e scuderie impegnate a mettere in mostra il meglio della produzione contemporanea accanto ai simboli più rappresentativi del passato. 16 marchi internazionali, 4500 auto d’epoca, 500 motociclette, oltre 400 commercianti da tutta Europa ed altrettanti ricambisti specializzati. Questi i numeri della scorsa edizione che ha visto quali protagonisti Alfa Romeo, Abarth, Aston Martin, Audi, Citroën, DS, Maserati, Land Rover, Jaguar, Lancia, Mercedes, Pagani, Porsche, Volkswagen, Volvo; a chiudere il cerchio Tesla, un marchio di nuova generazione che sembra avere le carte giuste per scrivere il futuro della storia automobilistica. E proprio al futuro guardano gli organizzatori del Salone di Padova che, riconoscendo nell’evento una funzione d’ispirazione e di stimolo intellettuale per gli imprenditori di oggi, hanno già fissato la prossima edizione per i giorni che vanno dal 26 al 29 ottobre 2017.
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Nato come spazio esclusivo per collezionisti, Auto e Moto d’Epoca è divenuto un evento intergenerazionale capace di catalizzare l’attenzione di case automobilistiche ed amanti dei motori per comprendere come tradizioni e valori si mescolino per trasmettersi nel tempo, senza scalfirne la firma originaria. Un viaggio alla scoperta dello sviluppo tecnologico, delle prestazioni innovative, dell’evoluzione del design, ma anche un’occasione per guardare da vicino la trasformazione dei motori. Il Salone di Padova, infatti, si divide in tre temi di fondo: auto d’epoca, motori d’epoca e auto e moto di oggi. AUTO D’EPOCA: nella prima sezione trova risposta la passione di chi sa apprezzare anche i più piccoli dettagli di auto che sono capolavori della tecnologia e
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vintage
del design di ieri. Nei padiglioni della fiera hanno trovato
124 Abarth Gruppo 4, mentre Mercedes ha puntato
spazio auto da sogno, auto classiche e le eccezionali
sulla mitica monoposto W196 alla 450 SLC, già icona
versioni sportive, ma anche ricambi e pezzi di ricercata
del Motorsport. Quintessenza degli anni ‘50 al Museo
automobilia. Il vero fiore all’occhiello di questa ultima
Nicolis di Villafranca è stata la Ford Thunderbird del
edizione del Salone, però, sono state le antenate delle
1955 con la sua linea compatta, il vetro panoramico e
attuali utilitarie, modelli cioè che hanno fatto da apripista
le caratteristiche pinne laterali. Un esemplare che fa del
introducendo tecnologiche - innovative per l’epoca -
patrimonio storico un sugello di intrigante attualità.
che oggi fanno parte degli standard di serie. Tra questi
Auto e Moto d’Epoca, però, non è solo esposizione. È
l’A.A.V.S. ha portato la Diatto 150S del 1925, la prima
mercato, è affari, è modellismo. In questa edizione, più
a sospensioni indipendenti, la Chiribiri del 1925 che
che in passato, si sono conclusi affari con la vendita
introdusse il motore a doppio albero a camme in testa e
di auto rarissime come la Ferrari 250 che ha fatto la
la Cord L29 del 1929, prima vettura a trazione anteriore.
storia degli anni ’50, la Mercedes Ali di Gabbiano e
L’Alfa Romeo ha esposto la Timeless Elegance della
la sua sorella 300 SL roadster, la Maserati 350, le
Collezione di Arese, Abarth ha preferito la storica Fiat
Porsche 959, le Jaguar XK 120 e 140, diversi modelli
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Lamborghini e tanto altro. Per tutta la durata della 33ª
In questo tuffo nel passato, a farsi ammirare sono,
edizione, inoltre, gli organizzatori hanno allestito un vasto
innanzitutto, le Scrambler, le moto da strada modificate
calendario di eventi collaterali tra cui mostre a tema ed
e personalizzate nate negli anni ‘50 negli Stati Uniti.
un inedito fuori salone che ha visto protagonista l’intera
Modelli del tutto differenti dalle artigianali italiane da
città con raduni, iniziative varie e test drive.
competizione categoria 175 i cui motori, negli stessi
MOTO D’EPOCA: partire senza avere fretta di arrivare a
anni, rombavano al nome di Mondial, Morini, Mv e Rumi.
destinazione, per godersi il viaggio a cavallo di una moto
Grande Spazio anche alle maxi moto italiane degli anni
d’epoca. Questo è il principio che spinge tanti centauri
‘60 e ‘70 con un’importante collezione di Benelli che ha
a scegliere motociclette che ricordano i modelli guidati
esibito un modello rarissimo testato da Steve McQueen
dai nostri bisnonni.
in persona.
Ed è così che al Salone di Padova è possibile non solo
A fare la parte del leone, però, sono state le moto
ammirare, ma anche acquistare moto perfettamente
degli anni ‘70, momento storico che vide i piloti italiani
restaurate o da rimettere a nuovo con l’aiuto di esperti
dominare il mondo delle corse, a cavallo di “esemplari”
meccanici e di cultori delle due ruote storiche.
dalle rifiniture cromate e parafanghi d’acciaio verso cui
vintage
l’industria contemporanea mostra un crescente interesse. Rientrano in questa tipologia di moto marchi quali Kawasaki, Honda, Triumph, Norton, Yamaha e Suzuki, a cui la fiera di Padova ha dedicato ampio spazio. AUTO E MOTO OGGI: numerosi anche i padiglioni dedicati alle novità. Tra le anteprime, ad attirare visitatori da tutto il mondo è stato l’ultimo nato della famiglia Discovery, la quinta generazione del Suv Land Rover, un marchio che proprio al Salone di Padova festeggia ventisei anni di onorata carriera e oltre 1.2 milioni di esemplari venduti. A fianco alla britannica Discovery 5 non manca DS, brand simbolo del lusso francese che ha presentato la nuova DS 5, un ibrido che non sfigura al cospetto delle storiche DS 23 Pallas e DS 21 Prestige
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Chapron. Immancabile è la Mercedes con l’affascinante
Tesla, il brand di riferimento in tema di vetture elettriche
AMG GT3, una fuoriclasse da competizione che la
premium che al Salone di Padova ha portato i suoi
casa automobilistica tedesca ha esibito a Padova per
modelli di punta, l’ammiraglia Model S, ma anche l’ultimo
festeggiare i suoi 80 anni del diesel. Nel lontano 1936,
arrivato, il Suv Model X.
infatti, fu proprio una Mercedes, la 260 D, la prima
Oltre ai fari intelligenti che aumentano la visibilità
vettura diesel di serie, seguita quarant’anni dopo dal
notturna, la particolarità di Model S è rappresentata
modello C111, pioniera del turbodiesel. Per rimanere in
dal particolare sistema di filtraggio dell’aria che rimuove
Germania, non possiamo non citare la Porsche con la
almeno il 99,97% del particolato esausto e mantiene
nuova 718 Cayman che ha fatto bella mostra di sé
fuori dall’abitacolo polline, batteri, virus e inquinamento.
accanto alla 911 SC Safari del 1978. In tema di novità
Caratteristiche, queste, mantenute dal Model X, a cui
sportive premium, il made in Italy si fa largo con la
la casa automobilistica ha aggiunto due spettacolari
Levante targata Maserati, il primo ed inevitabilmente
portiere Falcon Wing che si piegano verso l’alto per
elegante Suv del Tridente.
facilitare l’accesso alla terza fila di sedili, regalando alla
A dare una nota “verde” al Salone è stata la presenza di
vettura l’effetto “apertura alare”.
Montre molle
arte
DALÌ EXPERIENCE IMMERSI NELL’ARTE DEL GRANDE MAESTRO CATALANO
“Il meno che si possa chiedere ad una scultura è che stia ferma”, recitava Salvador Dalì. Tuttavia, sembra che lo staff di Con-fine Art, ideatore del Dalì Experience, abbia volutamente ignorato il celebre aforisma, per regalare ad oltre duecento delle sue opere uno spazio e molteplici dimensioni in cui lasciarsi ammirare. Dalì Experience, infatti, non è una semplice mostra ma un percorso interattivo nato per avvicinare il grande pubblico al genio - a tratti velato dell’artista catalano, con un approccio di ultimissima generazione capace di presentare la tradizione con linguaggio multi-dimensionale. La possibilità di passare dalla bidimensionalità delle opere grafiche alla tridimensionalità delle sculture, fino alla quarta dimensione, quella virtuale, che consente al pubblico di immergersi nel labirinto della mente poliedrica di Dalì, al di là del tempo e dello spazio. Ad ospitare l’iniziativa, dal 25 novembre 2016 al 7 maggio 2017, sono state le sale del settecentesco Palazzo Belloni di Bologna, a due passi da Piazza Maggiore. Tutte le opere esposte provenivano dalla Collezione di Beniamino Levi. Nello specifico, si trattava di 22 sculture museali, 10 opere in vetro realizzate alla fine degli anni Sessanta in collaborazione con la famosa cristalleria Daum di Nancy, 12 gold objects, 139 opere grafiche tratte da 11 libri illustrati e 4 sculture monumentali posizionate in punti strategici del centro storico.
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ph: © I.A.R. Art Resources Ltd. Space Venus
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Cimeli di un’arte che ha lasciato il segno non
dell’artista spagnolo ha invaso l’intera città di
solo nel mondo surrealista ma anche in diversi
Bologna. Alle opere installate negli spazi urbani e
ambiti della cultura del X X secolo. Dal cinema
ai filmati proiettati sui palazzi del centro storico,
alla moda, dal design alla pubblicità, dalla
sono stati accostati eventi a sorpresa messi in
letteratura alla cucina, fino alla psicanalisi, alla
scena dai fan. Ma non è tutto. Per l’intera durata
fisica delle particelle e alle nuove tecnologie:
del Dalì Experience, i suoi inconfondibili “baffi
tutto ha la firma inconfondibile di un’artista de-
all’insù” hanno decorato l’arredo urbano, autobus,
cisamente sui generis. In questa esposizione le
treni, sale d’aspetto e persino le cannucce da
opere dialogano con installazioni interattive che
cocktail nei bar. Una sorta di full immersion nel
vanno da animazioni 3d e proiezioni immersive,
mondo del surrealismo. Un’esperienza di fronte
alla possibilità di vivere delle vere e proprie
alla quale lo stesso Dalì avrebbe sicuramene
esperienze di realtà aumentata alla scoperta di
esclamato: “Ci sono giorni in cui credo di morire
Dalì e delle sue molteplici sfaccettature.
per un’overdose di soddisfazione”.
Durante il periodo dell’esposizione la “presenza”
IL SIMBOLISMO DI SALVADOR DALÌ: ci sono
arte
icone che prescindono dal contesto in cui
Gli orologi molli di Dalì: Questo simbolo è apparso
nascono e dal passare del tempo. Immagini che,
per la prima volta quale figura preminente
per quanto possano derivare dall’elaborazione
all’interno del suo dipinto intitolato La Persistenza
di un’esperienza personale, finiscono per as-
della Memoria, datato 1931. Nel mondo di Dalì, il
sumere un significato univoco per chiunque
tempo è un tutt’uno con lo spazio: è fluido, senza
le guardi. Lo stile di Dalì è ricco di simboli e
limiti e “avanza danzando” a ritmo dell’Universo
immagini ricorrenti, per lo più tratti dalla vita
senza arrestarsi mai, né per l’uomo, né per
quotidiana,
elabora
la storia e neppure per il cosmo. L’artista si
paure, ricordi d’infanzia e pulsioni sessuali.
mediante
cui
l’artista
rifiuta di rappresentare l’immagine tradizionale
Tra tutti, il simbolo maggiormente riconosciuto
perché, in fondo, l’orologio non è altro che
quale “segno distintivo” è l’orologio molle, per il
un’invenzione
pensiero filosofico e psicologico che dietro si
tempo eccessivamente rigida e poco fedele
cela, ma altrettanto profonde sono le ragioni che
alla realtà. Con l’uso di questo simbolo Dalì
sottendono ognuno dei suoi sette simboli.
tenta di comunicare che la percezione umana
umana,
un’interpretazione
del
Bestiaire de la fontaine
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del tempo è un “affare privato” e cambia da
insetti sono, infatti, legati al concetto di morte e
persona a persona, sulla base dell’umore e delle
declino.
circostanze di vita.
Le uova di Dalì: L’uovo è un altro motivo
Le formiche di Dalì: Le formiche sono un
daliniano che esalta la dualità della consistenza
simbolo legato al Dalì fanciullo che, osservando
dell’oggetto:
l’atteggiamento
morbido
di
alcuni
insetti,
scopre
le
solido
all’interno.
e
robusto
all’esterno,
Dalì
collega
l’uovo
alle
sfumature crudeli quanto affascinanti del mondo
immagini prenatali e all’universo intrauterino,
animale. All’età di cinque anni l’artista vide
simboleggiando, pertanto, la speranza e l’amore.
una piccola colonia di formiche che, con fare
Degno di nota, in tal senso, è l’immagine di globo-
preciso e coordinato, divoravano un insetto al
uovo dal qual esce l’uomo nuovo nell’opera
punto da lasciarne solo il guscio. Un modus
intitolata Geopolitico che osserva la nascita
operandi dettato dalla natura che lasciò un
dell’uomo nuovo. L’attenzione dell’artista per
segno indelebile nella sua produzione artistica:
questa particolare forma si manifesta in modo
nei dipinti e nelle sculture di Salvador Dalì questi
evidente anche nella Casa-Museo di Port Lligat
Figure du grand Masturbateur - L’Aigle
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ph: © I.A.R. Art Resources Ltd.
arte
Triumphant Elephant
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Alice in wonderland - Bestiaire de la fontaine
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in Catalogna e nel Teatro-Museo di Barcellona,
accendere il ricordo delle origini, della tradizione
dove alcune sculture a forma di uovo decorano
e dei valori umani.
i cornicioni degli edifici.
Elefanti di Dalì: L’Elefante appare per la prima
Le Stampelle di Dalì: Da ragazzo, Dalì trovò
volta nei quadri di Dalì nel 1941 come stravagante
una vecchia stampella in soffitta, e ne fu
figura di sfondo in Sogno Causato dal Volo
immediatamente
di
di un’Ape, per poi diventare protagonista del
sicurezza e stabilità data dal bastone, si uniscono
famoso dipinto del 1946 intitolato La Tentazione
a quella particolare biforcazione simbolo della
di Sant’Antonio. Gli elefanti di Dalì hanno corpi
possibilità di scelta offerta dalla vita. Da subito
possenti sorretti da zampe lunghe e sottili che,
l’oggetto diventa per lui un totem, un motivo
accentuando il contrasto tra la robustezza e
per le sue opere, il simbolo che impersona
la fragilità, intendono dare l’idea di assenza di
qualcosa o qualcuno di debole o incapace di
peso. A mettere l’accento sulla leggerezza è la
reggersi da solo. La stampella offre sostegno,
percezione di un movimento effettuato senza
forza e stabilità, ma offre anche l’opportunità di
alcuno sforzo, quasi fluttuando con l’eleganza
attratto.
La
sensazione
arte
di farfalla in un’atmosfera che non risente della
Le Lumache di Dalì: Anche la lumaca richiama
forza di gravità.
un evento significativo nella vita dell’artista: il suo
I cassetti di Dalì: Innegabile è l’influenza freudiana
incontro con Sigmund Freud. A quest’ultimo Dalì
in alcune opere di Dalì. Basti pensare ai famosi
descrisse il nesso che, a suo parere, esiste tra la
cassetti in cui la psicanalisi, da sempre, vede
lumaca - che l’artista aveva visto su una bicicletta
conservati i desideri nascosti e la sensualità
fuori dalla casa di Freud - e la testa umana,
segreta delle donne. L’artista li rappresenta
in particolare quella del padre della psicanalisi.
spesso leggermente aperti, a suggerire che i
Un’osservazione che nasconde la profonda
segreti che essi custodiscono sono ormai noti
stima per Sigmund Freud, dal momento che Dalì
e non vi è più il bisogno di celarli. Ai cassetti,
era affascinato dalla geometria del guscio della
però, Dalì collega il subconscio e il fascino del
lumaca, tanto da farne uno dei simboli delle sue
mistero che ci spinge ad esplorare tutto ciò che
opere. Come per l’uovo, il guscio duro e l’interno
è chiuso, velato, non immediatamente palesato
molle, faceva di questo animale l’archetipo del
alla congenita curiosità dell’occhio umano.
contrasto proprio di ogni realtà.
ph: © I.A.R. Art Resources Ltd.
Snail and the Angel
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TOP SELECTION
IL TURISMO IN PUGLIA GUARDA AL FUTURO
Sono 326 le istanze di contributo presentate alla regione. Un report della Banca Popolare Pugliese, prima in Puglia per volume di finanziamenti Continua nella Puglia il trend positivo dell’imprenditoria turistica e la propensione di vecchi e nuovi operatori del settore ad investire in questo comparto per rispondere alla competizione internazionale che è sempre molto accesa, sia con le altre realtà nazionali, che con i siti internazionali che fanno del turismo la loro migliore risorsa economica. Lo si evince da un “report” reso noto dalla Banca Popolare Pugliese che si conferma il primo istituto di credito in Puglia nell’affiancamento degli operatori turistici della regione che stanno investendo per adeguare le loro strutture, avvalendosi dei finanziamenti europei previsti attraverso il POR PUGLIA - Titolo II. I numeri resi noti dalla Banca parlano di complessive 326 domande di finanziamento presentate, nel 2016, dagli imprenditori pugliesi per un investimento proposto di oltre 135 milioni di euro. In questa ottica il contributo richiesto attraverso il POR Puglia è complessivamente di 49 milioni di euro, mentre il finanziamento bancario ammonta a poco più di 115 milioni. All'interno di questi dati, la Banca Popolare Pugliese è la prima in Puglia accanto agli operatori turistici privati, che investono proprie risorse, e che l’hanno scelta come istituto di credito di riferimento per essere affiancati finanziariamente nel percorso volto a realizzare i loro progetti. 46 sono infatti le domande che l’Istituto di credito presieduto da Vito Primiceri e diretto da Mauro Buscicchio ha istruito per ottenere il finanziamento regionale. BPP è la prima per investimenti proposti, per un ammontare di 25 milioni 344 mila euro, a fronte dei quali ha offerto un finanziamento bancario di 10.054.013,19 euro, a testimonianza della fiducia che gli imprenditori nutrono verso la consulenza degli uomini BPP. Ma che cosa vogliono realizzare gli imprenditori turistici in Puglia? Un esame più approfondito delle domande presentate, rivela che gli operatori pugliesi vogliono prima di tutto ammodernare e ampliare le
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economia
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© immagini a pag. 96
TOP SELECTION
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economia
strutture esistenti (201 delle 326 richieste di finanziamento), molte delle quali realizzate ormai da alcuni anni, oppure si tratta di edifici che hanno bisogno di un restyling che ne permetta un utilizzo secondo i moderni canoni della ricettività alberghiera. “Attrezzature per il benessere, piscine, Spa, spazi a verde fanno la parte del leone nei progetti presentati - afferma Andrea Candido, Direttore Centrale Crediti e Servizi alle Imprese di Bpp - a dimostrazione che gli operatori del settore hanno recepito immediatamente le trasformazioni della richiesta proveniente dalla clientela, italiana e straniera. In questa direzione vanno anche le riqualificazioni degli immobili di particolare pregio (53 le richieste presentate), palazzi antichi nei centri storici, edifici carichi di storia, masserie fortificate, trulli. Si tratta di riadattare senza far scomparire la loro storia, ma anzi valorizzandola, dal momento che essa costituisce una delle ragioni per le quali un turista sceglie di soggiornarvi. Il tutto cercando di evitare un aumento della cementificazione del territorio, per salvaguardarne l’habitat”. Ma i finanziamenti richiesti riguardano anche la riqualificazione
degli
stabilimenti
balneari
(37
le
domande
presentate), sempre più affollati di clienti, che richiedono servizi diversificati a seconda della tipologia: giovani, anziani, famiglie, single. Ed infine l’attenzione degli imprenditori ha riguardato anche gli approdi turistici, sempre più necessari alla Puglia per
Dott. Mario Buscicchio Direttore Generale di Bpp
offrire una offerta completa ed integrata. Delle 326 domande presentate nel 2016, la provincia di Lecce fa la parte del leone, con 122 istanze, seguita da Bari con 80 domande, da Taranto con 47, poi Foggia con 40, Brindisi con 23 e la BAT con 14. “Questo sottolinea il dinamismo degli imprenditori turistici salentini – dichiara il Direttore Generale della Banca Popolare Pugliese , Mauro Buscicchio - molti dei quali sono giovani che hanno visto nell’attività turistica uno sbocco delle loro aspirazioni di vita e che utilizzano le nuove tecnologie per rendere più attrattive le loro location. Una parte importante dei contributi richiesti, secondo quanto ci risulta, riguarda infatti anche la dotazione di apparecchiature di domotica, di sicurezza e di tecnologie in genere (wi-fi, internet, etc) per offrire agli ospiti, italiani e stranieri, servizi soddisfacenti, all’altezza degli standard il cui comfort si è elevato notevolmente per soddisfare le richieste dei turisti. La Regione Puglia, con il suo Assessorato al Turismo, sta indirizzando, con lungimiranza, gli investimenti del settore, verso una qualità ricettiva sempre più accentuata e ricca di comfort. Essere accanto agli imprenditori pugliesi di questo comparto è un impegno che la Banca Popolare Pugliese continua a perseguire con la professionalità dei suoi uomini, nella convinzione di poter contribuire alla crescita di questo importante settore e, con esso, di tutta l’economia regionale”.
Dott. Andrea Candido Direttore Centrale Crediti e Servizi alle Imprese di Bpp
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TOP SELECTION
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turismo
TURISMO MADE IN PUGLIA LA VISION DI ANDREA MONTINARI, PRESIDENTE DI VESTAS Un territorio ancora distante dagli standard infrastrutturali di molte mete europee ma che negli ultimi decenni ha fatto importantissimi passi in avanti: è questo il variegato e complesso identikit del Tacco d’Italia tratteggiato da Andrea Montinari, Presidente di Vestas Hotels&Resorts, una hospitality management company che rappresenta una pietra miliare del settore alberghiero made in Puglia. In una regione investita da un repentino sviluppo del turismo, corre l’obbligo di riflettere sull’evoluzione dello scenario locale, nonché sulle prospettive future di una realtà che ha fatto dell’accoglienza il suo più naturale cavallo di battaglia. Quali sono gli attuali trend che stanno interessando lo sviluppo turistico pugliese e, in particolare, salentino? «Quello che ultimamente sta interessando la Puglia è senz’altro un trend positivo. Soprattutto attraverso la provincia di Lecce e la Valle d’Itria, si sta trainando un turismo stagionale, concentrato nel periodo estivo, dato che la principale offerta turistica deriva dalla bellezza del paesaggio costiero. Nonostante tutto il periodo di fruibilità del territorio è in continua espansione, grazie al turismo culturale ed alla crescita di settori di punta come quello vinicolo e gastronomico. A questo si aggiunge la scoperta della destinazione salentina a livello internazionale tanto che, nel periodo in cui l’Italia ha vissuto l’apice della sua crisi economica, l’afflusso turistico è stato compensato dal decisivo incremento di stranieri».
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TOP SELECTION
Quali sono i fattori che hanno determinato questa
«Occorre migliorare e diversificare i servizi offerti al turista,
evoluzione nel comparto turistico della Puglia?
anche quelli complementari al ramo alberghiero. In primis
«Si tratta di un effetto combinato dalle politiche di
i servizi di trasporto pubblico, per i quali siamo ancora
marketing
investimenti
piuttosto carenti nonostante i passi da gigante compiuti
dei privati e dalla migliore gestione di trasporti ed
negli ultimi anni. La città di Lecce, ad esempio, ha forse
infrastrutture, mix che ha consentito di far scoprire questa
il più importante potenziale turistico di tutti i capoluoghi
destinazione al mercato europeo ed anche a quello
di provincia pugliesi, grazie al connubio tra cultura,
statunitense, pronti a scommettere sul territorio pugliese.
storia e natura; eppure risulta fortemente penalizzata
Nel mondo delle strutture alberghiere e ristorative locali
dai disagi organizzativi a cui i turisti possono andare in
c’è tuttora un ottimo rapporto qualità-prezzo, eppure
contro, soprattutto nei periodi di massima affluenza».
è ancora lunga la strada che porterà alla creazione di
Chi è Vestas Hotels&Resorts e in che modo si propone di
un’offerta talmente qualificata da sollecitare una crescita
offrire un contributo concreto allo sviluppo del Salento?
proporzionata della domanda».
«È una società di management che, comprendendo al
Come favorire l’accelerazione di questo processo di
suo interno una variegata rosa di strutture ricettive ben
osmosi tra domanda e offerta?
distinte, coniuga ospitalità e professionalità, consentendo
attuate
Hotel Risorgimento
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dal
pubblico,
dagli
*****L e il Ristorante Le Quattro Spezierie - Lecce
turismo
di soddisfare e fidelizzare un po’ tutte le tipologie di cliente. D’altronde l’accoglienza è il cardine della cultura salentina, e noi da sempre ci impegniamo per elevarne gli standard qualitativi attraverso la comprovata esperienza e competenza di tutto lo staff. Sotto il cappello di Vestas convivono tre hotel: il President, il primo 4 stelle che nella Lecce moderna ha fornito ospitalità di alto livello; lo storico Risorgimento, 5 stelle deluxe situato in un palazzo storico che riprende i fasti di una delle prime strutture cittadine; il terzogenito Eos, un 3 stelle dal design moderno e minimalista, il primo in Puglia progettato per essere completamente accessibile anche a non vedenti. Il tutto è accompagnato dalla costante cura per l’offerta ristorativa, nella qualità delle materie prime come nella ricerca della sperimentazione gastronomica».
***
****
Eos Hotel e Hotel President - Lecce Il dr. Andrea Montinari, Presidente di Vestas Hotels & Resorts
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[ LE NUOVE TENDENZE DEL MADE IN ITALY ]
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Da stanza relegata alla sola funzione di
Una prima inversione di tendenza guarda
servizio a un luogo di culto per il corpo,
all’importanza della luce. Accade così che le
dove igiene e relax si uniscono lasciando
piccole finestre, prescelte dagli amanti della
spazio alla filosofia zen, alla meditazione e al
privacy, lasciano il posto ad ampie vetrate
benessere psico-fisico. Le recenti vocazioni
per sfruttare al meglio la luce naturale; in
in fatto di design per il bagno sembrano
alternativa, si cerca di ricreare la luminosità
aver abbracciato a pieno questo cambio di
dell’ambiente con lampadari lussuosi.
destinazione, dando vita a soluzioni d’arredo
Nelle collezioni che abbiamo selezionato per
in grado di trasformare una semplice stanza
voi in questo articolo si passa da un look
in un vero e proprio santuario in cui potersi
antico, che richiama lo stile imperiale, ad un
rigenerare.
bagno dalle vesti minimaliste e ultramoderne,
Ma quali sono i dettagli che trasformano un
a tratti futuristiche.
bagno in un ambiente di lusso?
Molto apprezzato anche lo stile moderno
luxury
eco-friendly, attento alla scelta dei colori e dei
Si pensi alle soluzioni d’interior con modelli a
materiali: spazio al legno, con preferenza a
cascata che creano nell’ambiente un vero e
tonalità più naturali, impreziosito da intagli oro.
proprio effetto decorativo, completato da un
Per ambienti unici e sofisticati, i designer
sistema idromassaggio e giochi di luce per
suggeriscono di puntare su materiali tradi-
cromoterapia.
zionalmente poco presenti in bagno, come il
Le collezioni bagno, per Baldi Home Jewels,
bronzo o l’onice.
rappresentano la possibilità di esprimere in
Altrettanto
di
modo eccezionale il proprio stile esclusivo.
pietre preziose il cui utilizzo è favorito nella
Tutte le Collezioni Bagno sono caratterizzate
immancabile vasca da bagno: oltre allo stu-
dall’uso di pietre preziose come la mala-
dio delle facoltà benefiche di alcune pietre,
chite, il lapislazzulo, l’ametista ed il cristallo
particolare attenzione è dedicata all’impatto
di
visivo.
l’oro e l’argento.
Credits immagini: BALDI - baldihomejewels.com (a sinistra) GLASS DESIGN - glassdesign.it (sotto)
insistente
è
la
presenza
rocca
uniti
a
metalli
preziosi
come
IL LUSSO, IN BAGNO
“Amaltea”, per esempio, è una collezione
vero e proprio luogo “cult” della casa: il luogo
ispirata dalla vocazione artistica dell’azienda,
del tempo, del relax e del silenzio.
dedicata
la
A lasciare senza fiato, però, è la vasca di
ricercatezza dei dettagli e l’altissima qualità
cristallo di rocca, una meravigliosa alcova
nel design.
acquatica in grado di creare un armonio-
Materiali esclusivi come il bronzo, l’ametista e
so mix tra la luminosità dei diamanti e
la malachite, uniti dalla tradizione artigianale
l’energia della terra. L’interno dolce e leviga-
fiorentina e dall’alta sapienza di design si
to contrasta piacevolmente con l’esterno,
coniugano all’eleganza dei particolari e danno
che è stato lasciato parzialmente grezzo
vita ad atmosfere uniche.
come un diamante, mantenendo la forza
“Amaltea Bath Living Collection”, disegnata
e la parziale opacità della pietra strappata
da Luca Bojola, interpreta un bagno non più
alla terra.
concepito come stanza di servizio, ma come
Un salto al centro della terra, dunque, ma
ad
una
clientela
Baldi, collezione Rock Crystal
58
che
ama
luxury
Baldi, collezione Amaltea in malachite
anche tanta magia grazie alle nuovissima
vasca da bagno in quarzo rosa disegnata
collezione “Queen” che esalta la capacità
da Luca Bojola. Un arredo dalle curve
degli artigiani di Baldi di lavorare le pietre
molto femminili ma con una forte personalità
preziose come il lapislazzulo e l’occhio di
capace di conferire all’ambiente un’eleganza
tigre.
d’altri tempi. Nella realizzazione di questi
Lusso, design, materiali preziosi e cura del
arredi d’autore, ogni quarzo rosa è scelto con
dettaglio si coniugano in “Ambassador”, una
cura tra i pezzi più puri provenienti dall’Africa
collezione completa che arreda la stanza
per poi essere studiato dal punto di vista
da bagno trasformandola in un raffinato
estetico e tecnico, al fine di assicurare un
boudoir.
masterpiece irripetibile.
La creatività e l’entusiasmo di Baldi Home Jewels,
insieme
alla
storica
conoscenza
trasmessa alla nuove generazioni, dà vita alla
Altra eccellenza italiana nella produzione e nel design di complementi d’arredo bagno è
Glass
Design,
azienda
toscana
con
59
Glass Design, Circus
60
pluriennale esperienza nella manifattura del
che amalgama la trasparenza del cristallo
vetro artistico, grazie alla professionalità dei
soffiato a bocca e molato a pietra ad un
maestri muranesi. La filosofia dell’azienda è
taglio ispirato ai ghiacciai naturali.
rivolta alla creazione di oggetti con forme
È ancora il gioco di trasparenze a marchiare
decisamente innovative che fondono ricerca
le collezioni Glass Design, come dimostra il
estetica e funzionalità, trasformando oggetti
lavabo “Kalahari” realizzato in vetro artistico
di uso quotidiano in raffinati elementi d’arredo,
ed esclusivo decoro a mano. Due i colori
capaci di rendere glamour anche ambienti
base: il beige ed il nero, che sposano l’oro e
dalle dimensioni ridotte.
l’argento in un unico effetto cracklè.
A farla da padrone in casa Glass Design
Dal fascino della tradizione si passa alla
è il cristallo purissimo 24% Pb presente nei
tecnologia con il lavabo freestanding “Isola”
lavabi da appoggio e nelle maniglie delle
realizzato in vetro di Murano soffiato a bocca
collezioni “Ice” e “Clivia”. Un’elegante proposta
secondo le più antiche e nobili arti vetrarie:
luxury
un complemento d’arredo, dalle finiture lucide
diventa un luogo di benessere per Oasis
o satinate, fornito con illuminazione integrata
Group che propone “Lutetia”, una collezione
a led.
di mobili ispirata agli anni ’20 e caratterizzata
Figlia di un design contemporaneo che
da dettagli old style.
intende far notare la sua presenza nel mondo
Un viaggio in tempi e luoghi lontani, tra
del lusso è, invece, la collezione “Cubus”: il
ante laccate sui toni del nero e rivestimenti
mobile in legno laccato nero o bianco lucido
in ceramica che imitano le texture di tessuti
è arricchito dall’applicazione in foglia oro o
preziosi, fino a farsi rapire dal fascino dei
argento, per un contrasto di toni che riveste
grandi specchi a sbalzo realizzati a mano da
di eleganza l’ostentazione propria di un bagno
mastri vetrai di Murano.
di alta classe.
Un piccolo assaggio dell’ampia linea Luxury
Un design retrò e finiture che richiamano le
ispirata alle salle de bain del passato,
terme di memoria romana: la sala da bagno
impreziosite da finiture ricercate e su misura,
Glass Design, Vasca Roma - Collezione Da Vinci
61
frutto di un attento studio e di elevate abilità
diamantate si accostano a metalli preziosi,
artigianali.
donando raffinatezza a mobili lavabo con
Al Salone del Mobile di Milano, il lusso
piani in vetro o marmo in diverse venature.
per Oasis Group ha il nome di “consolle”,
A completare le esclusive stanze non solo
presentata in due varianti: “Saint Germain”,
le colonne e le specchiere coordinate, ma
che alla base in legno bolivar ha accostato
anche i particolari scelti con cura dai designer,
metallo con finiture in oro, e “Genga”, che
che hanno voluto arricchire l’ambiente di
alle finiture in oro accosta singolari dettagli
rubinetterie con manopole gioiello, cassetti
in bronzo anticato. Ad arricchire “Rivoli”, una
foderati in pelle, panchette in tessuto e
delle edizioni speciali di casa Oasis, ancora
lampadari scenografici.
una volta, sono le finiture delicate del vetro di
Il risultato è un bagno di sofisticata eleganza,
Murano. Nella collezione “Academy”, invece,
un progetto di architettura che coinvolge tutti
lacche lucide con lavorazioni cannettate o
i sensi, per un benessere totale.
Glass Design, FLOwer
62
Piazza Duomo, Insalata 21...31...41...
alta cucina
PAROLA D’ORDINE: GOURMET Gli 8 ristoranti migliori d’Italia secondo la guida Michelin 2017
L’accurata selezione di ingredienti ricercati, l’eleganza della tavola, l’originalità di ricette che si dimostrano innovative sin dall’accostamento di sapori fino alla composizione visiva del piatto: nel raffinato mondo del gourmet nessun dettaglio è mai frutto della casualità. In una cucina d’alta classe, ogni ricetta richiede il giusto equilibrio tra l’estro creativo dello chef e l’espressione di una vera e propria filosofia di vita. È questa la miscela vincente che, anno dopo anno, conduce all’olimpo delle stelle Michelin quei ristoranti che, in tutto lo stivale, si sono distinti per la loro capacità di raccontare storie, emozioni e ricerche, dando vita a pietanze per veri intenditori. Il sogno di qualunque chef, ovvero la conquista del podio tristellato, anche in questo 2017 si è riconfermato per ben otto artisti della ristorazione italiana. Piazza Duomo (Alba). Dopo aver ricevuto diversi premi del settore, Enrico Crippa ha svolto l’attività di chef in terra nipponica, entrando in contatto con la vera cucina giapponese, da cui ha attinto a piene mani per la sua filosofia culinaria. Nel 2003 inizia a progettare e dà vita, insieme alla famiglia Ceretto, al ristorante Piazza Duomo, dove si impegna quotidianamente per soddisfare e stupire anche i palati più esigenti giorno dopo giorno, ideando laboriose preparazioni e proposte sempre nuove insieme a tutto il suo staff. Forte della sua esperienza internazionale, Enrico Crippa ha portato fin nel cuore delle langhe sapori inusuali e combinazioni multietniche, mettendo però sempre al centro della sua cucina la ricchezza, la varietà e la genuinità dei prodotti locali. Il filo conduttore delle sue ricette è infatti l’utilizzo di materie prime d’eccellenza,
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© photo: Fabrizio Pato Donati Piazza Duomo, Gambero e ciliege - Enrico Crippa (in alto) Da Vittorio - Enrico e Roberto Cerea (sopra)
66
accuratamente selezionate nel rispetto delle stagioni e
del ristorante oggi ci pensano la signora Bruna Cerea
poi trasformate abilmente in opera d’arte, come solo gli
e i suoi cinque figli. Roberto ed Enrico, in particolare,
chef di talento sanno fare.
sono i re dei fornelli, con un inconfondibile stile che negli
Da Vittorio (Brusaporto). Tradizione lombarda e genio
ultimi anni ha integrato il sapore della tradizione con
creativo celebrano ogni giorno matrimoni a dir poco
le tecniche più moderne. Un’armonia che si traduce
riusciti nel prestigioso ristorante Da Vittorio, che sin dal
in massima valorizzazione di materie prime di qualità
nome lascia intravedere l’importanza dell’accoglienza
assoluta, in arrivo dalle migliori aree di produzione di
e il valore rappresentato dalla figura di papà Vittorio,
tutta Italia e non solo.
fondatore del marchio. Carni e pesci, selvaggina e fruits
Dal Pescatore (Canneto Sull’Oglio). Nato nel lontano
de mer, tartufi e funghi ma anche piatti di verdure:
1925 come osteria da Teresa Mazzi e dal pescatore
qualunque pietanza è caratterizzata da uno stile originale
Antonio Santini, “Vino e pesce” vede solo negli anni
e sensibile, spesso orientato verso le nuove frontiere
’60 l’evoluzione del suo nome in “Dal Pescatore”. Ma la
di una cucina all’insegna del benessere. Ad occuparsi
vera svolta prenderà il via soltanto più tardi con il figlio
alta cucina
Antonio che, insieme alla moglie Nadia, entra nel mondo
medaglia per Niko Romito, che dal 2000 gestisce il
della gastronomia di alta classe sin dal viaggio di nozze,
rinomato ristorante Reale insieme alla sorella Cristiana.
quando inizia a conoscere la filosofia dei più celebri
Piatti ormai associati allo chef come “l’assoluto di cipolle,
ristoranti francesi. Nel tempo si procede sempre di più
parmigiano e zafferano tostato”, “piccione fondente
verso una sintesi d’impostazione: la cucina che propone
e pistacchio”, “verza e patate” dimostrano come,
ora il “Pescatore” passa attraverso il modo di cucinare
attraverso una ricerca incessante, Romito percorra la
della madre di Antonio per arrivare alla nuova sensibilità
strada dell’essenzialità e del gusto. Un altro elemento
della moglie Nadia, raggiungendo un nuovo equilibrio
cardine della sua filosofia dietro ai fornelli è l’equilibrio:
tra tradizione e innovazione. Primarie, come sempre, la
quando la nascita di un piatto deriva da un numero
ricerca continua della qualità e il legame al territorio,
ridottissimo di ingredienti si punta all’estrema essenzialità.
senza però tralasciare l’importanza della creatività.
È per questo che, laddove non vi sia un sovraffollamento
Ristorante Reale (Castel di Sangro, L’Aquila). Complessità
di ingredienti e i sapori siano valorizzati nelle loro singole
e apparente semplicità sono due volti della stessa
peculiarità, basta una minima variazione per mettere
© photo: Stefano Scansani
© photo: Francesca Brambilla
© photo: Philippe Schaff
Dal Pescatore, Tortelli di zucca
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in evidenza l’errore. Ecco che la struttura delle ricette,
dell’Enoteca Pinchiorri è il frutto di una sapiente armonia
per il ristorante Reale, si basa su un bilanciamento
tra le antiche mura del Palazzo Jacometti-Ciofi, elementi
millimetrico e quasi scientifico che fa da contraltare a un
di design contemporaneo, quadri importanti e tele
immancabile estro creativo.
toscane dell’Ottocento. La vera protagonista di questo
Enoteca Pinchiorri (Firenze). Una cucina d’eccellenza
ristorante tristellato è però la chef Anne Féolde che,
nella ricerca e nel rispetto della materia prima, nella
pur ereditando rigore e professionalità dalla cucina
creatività come nel controllo delle tecniche di cottura,
francese, ha sposato senza esitazione tutto il meglio
offrendo un servizio sempre estremamente attento
della tradizione gastronomica italiana e, in particolare,
alle esigenze del cliente ma non invasivo. La cucina
fiorentina.
dell’Enoteca Pinchiorri è un laboratorio nel quale le idee
Osteria Francescana (Modena). Tradizione e distanza
prendono forma, mentre gli ingredienti migliori vengono
critica sono le due parole chiave di uno chef, come
accostati nella ricerca dell’innovazione e al tempo stesso
Massimo Bottura, che non ha davvero bisogno di
nel segno della tradizione locale e territoriale. L’atmosfera
presentazioni. Bottura apre nel 1995, nella sua città
68
© Brambilla Serrani Photographers
© Alberto Zanetti
© Alberto Zanetti
Reale, Melanzana arrosto - Niko Romito
© Paolo Terzi
alta cucina
Osteria Francescana, Oops! I dropped the lemon tart - Massimo Bottura
natale, il ristorante Osteria Francescana, dimostrando
di far evolvere la cucina italiana verso inediti orizzonti.
sin dal primo giorno la propria vocazione ad esplorare
La Pergola (Roma). Non potevano mancare importanti
in maniera profonda il territorio e il vasto campo
riconoscimenti
della tradizione. La massima espressione della sua
dove il ristorante La Pergola può fregiarsi, sin dalla
filosofia culinaria si identifica pienamente nell’assoluta
fine del secolo scorso, delle pregiate stelle Michelin,
concentrazione di sapori orchestrata dalla concezione
grazie alla sapiente guida dello chef Heinz Beck, che
di cucina che sviluppa nel corso della sua carriera:
è universalmente considerato come uno dei più noti
“la tradizione vista da 10 chilometri di distanza”. Oggi
esponenti della gastronomia mondiale. Originalità ed
l’Osteria Francescana continua infatti a ridefinire il ricco
intelligenza lo impongono da subito nella grande cucina
patrimonio gastronomico italiano, così come i suoi
internazionale ed in particolare italiana, con un percorso
ingredienti e le variegate tradizioni culinarie diffuse in
che lo porterà verso la creazione di un proprio stile
tutto lo Stivale, con il beneficio della distanza critica, delle
peculiare che oggi lo rende unico. Ai fornelli, così come
tecniche di cucina contemporanee e il grande desiderio
nella vita, rigore ed equilibrio sono regole imprescindibili:
gastronomici
nella
capitale
d’Italia,
69
© Mauro Fiorese © photo: Janez Puksic La Pergola, Astice con patate dolci e verdure in pinzimonio - Heinz Beck
70
il loro rispetto meticoloso, uniti al suo talento ed alla
migliori guide del settore nasce invece nel 1981, grazie
sua creatività, diventano così tecnica riconosciuta in
al fortunato incontro di due giovani talentuosi, Erminio
ogni letteratura gastronomica. Il ristorante romano La
Alajmo e Rita Chimetto. Con gli anni fanno capolino i figli,
Pergola si fa notare subito dall’occhio attento dei critici
Raf, Max e Laura, ognuno dei quali ricopre all’interno
Michelin per la massima attenzione nella selezione degli
dell’azienda il ruolo che più si addice alla sua passione.
ingredienti ed originalità della loro trasformazione in
A portare le redini della cucina, in particolare, sono Raf
sapori assolutamente innovativi.
e Max, che fondano il loro laboratorio gastronomico su
Le Calandre (Rubano). Quella de Le Calandre è una
pilastri quali leggerezza, profondità dei sapori e fluidità,
storia di talento ma anche di profondi legami affettivi. È
che si mescolano sempre nel rispetto degli ingredienti
infatti dal secondo dopoguerra, con il banco di formaggi
per cogliere l’essenza della materia. Questo approccio si
sotto il Salone di Padova di nonno Vittorio, che la
rispecchia anche in sala, dove tutti gli elementi d’arredo
famiglia Alajmo è dedita al mondo della gastronomia
sono stati disegnati dagli stessi fratelli Alajmo e realizzati
di qualità. Il ristorante destinato a far parlare di sé nelle
in collaborazione maestri dell’artigianato italiano.
Un nuovo format per la gestione completa di un'attività ristorativa. Migliora il tuo locale e rendilo efficace, funzionante e redditizio. www.ristoratoristraordinari.it
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Techframe Ferrari 70 Years Tourbillon Chronograph Titanium
H
U
B
L
O
T
“Be the first, be unique, be different”.
Nel 2004 Jean-Claude Biver e Ricardo
Grazie
pochi
Guadalupe hanno preso in mano le redini
anni il marchio Hublot si è guadagnato
a
questa
filosofia,
in
del marchio e fatto dell’arte della fusione
un’eccellente reputazione nel mercato dei
il leitmotiv della Maison, esprimendolo
segnatempo di alta gamma.
secondo le loro preferenze e abbinando le
L’obiettivo si adatta perfettamente all’arte
tecnologie più avanzate a materiali insoliti.
della fusione che Hublot applica fin dal
Nella sua Manifattura di 6.000 m², situata
1980, quando progettò la sua prima
sul lago di Ginevra in Svizzera, Hublot
cassa in oro e caucciù naturale, ispirata
cerca costantemente di spingersi oltre i
alla forma dell’oblò di una nave.
confini delle innovazioni orologiere.
Techframe Ferrari 70 Years Tourbillon Chronograph - Carbon PEEK
TECHFRAME FERRARI 70 YEARS TOURBILLON CHRONOGRAPH: Nato in tre versioni (King Gold, Carbon PEEK e Titanio) per celebrare il 70° anniversario di Ferrari, è prodotto in soli 70 esemplari per ciascuna versione. Si candida, quindi, a diventare un pezzo da collezione. Creato e progettato da Ferrari, sotto la guida del responsabile del design Flavio Manzoni, ha beneficiato degli stessi processi creativi utilizzati per sviluppare una nuova auto sportiva. Il punto di partenza per i progettisti è stato il movimento Hublot, il “motore” dell’orologio, attorno al quale hanno liberamente elaborato un telaio. I contatori del cronografo sono inseriti sulla struttura nera del quadrante per offrire un’ottima leggibilità. La corona a ore 4, evidenziata da un inserto in titanio PVD nero decorato con il famoso cavallino rampante, riduce al massimo le dimensioni dell’orologio e ne accresce l’aspetto aerodinamico. Infine, il pulsante rosso è posizionato strategicamente per facilitarne l’utilizzo anche durante la guida e ne rende più ergonomico il design. Hublot ha ripreso il design da Ferrari con il risultato di un telaio della cassa con una struttura modulare dei tre componenti, scheletro intermedio, contenitore e fondello. Come tutti i componenti colorati di questo nuovo Techframe, i due pulsanti laterali sono realizzati nel famoso rosso P485 Ferrari. Sul fondello della cassa è incisa la scritta “Limited Edition, n ° X X / 70” mentre lo zaffiro del fondello è decorato con la dicitura “Ferrari 70 Years”. Sotto la scocca c’è un cronografo Tourbillon mosso dal nuovo calibro HUB6311 a carica manuale, con 253
74
orologi
componenti, che offre 5 giorni di riserva di carica. Il cronografo è dotato di un solo pulsante, per avviare, fermare e azzerare le funzioni. Il logo Ferrari è chiaramente visibile a ore 9, mentre il logo Hublot è a ore 5. Il quadrante in zaffiro lascia vedere la meccanica d’avanguardia ospitata e una parte rialzata esterna contiene il timer. Un blocco nero opaco progettato da Ferrari, applicato allo zaffiro, contiene un doppio contatore dei mezzi secondi ispirato alle corse posizionato a ore 3, il contatore dei minuti a ore 11 e la ruota a colonne all’1. Il cinturino intercambiabile in caucciù nero, altamente tecnologico, è dotato di una fibbia pieghevole con copertura in titanio PVD con una decorazione con il logo Hublot placcata King Gold, PEEK Carbon o titanio. CLASSIC FUSION CHRONOGRAPH BERLUTI: Il nuovo Classic Fusion Chronograph Berluti fonde la creatività orologiera di Hublot con l’inimitabile arte della pelletteria Berluti. Dal 1895, anno della sua fondazione in Francia da parte dell’italiano Alessandro Berluti, la Maison parigina veste da capo a piedi gli uomini più eleganti del mondo. Nel 2016, Hublot ha lanciato la linea Classic Fusion Berluti, portando al polso l’inimitabile stile del celebre “calzolaio” Berluti in occasione del suo 120° anniversario. Questo modello utilizzava per la prima volta la famosa pelle Venezia di Berluti per cinturino e quadrante. Un anno dopo, Hublot ha deciso di spingersi ancora oltre nell’uso di questo materiale naturale firmato Berluti, applicandolo al suo cronografo Classic Fusion, operazione
Classic Fusion Chronograph Berluti - Scritto King Gold
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resa particolarmente complessa dalla presenza sul quadrante di due contatori alle ore 3 e 9 e della finestrella della data. Risultato: questo nuovo Classic Fusion Cronografo Berluti si declina in due versioni con cassa da 45 mm di diametro, lo “Scritto King Gold” e lo “Scritto All Black”. Entrambe le versioni, ciascuna delle quali è limitata a 250 esemplari, sono dotate di cinturini realizzati e decorati a mano e presentati in un cofanetto Berluti Bespoke contenente un set completo per la cura e lucidatura del pellame Berluti. BIG BANG MECA-10 MAGIC GOLD: È l’orologio vincitore del più alto riconoscimento del premio Red Dot Award: Product Design, “the Red Dot: Best of Best 2017” ed è stato scelto tra i prodotti di 5.500 partecipanti provenienti da 54 diversi paesi, con una giuria composta da 40 professori, giornalisti e designer indipendenti. Rappresenta l’archetipo della filosofia Hublot. Il Magic Gold è un materiale unico: l’oro 18 carati della maison di Nyon può essere trattato solo col diamante ed è il primo al mondo ad essere inscalfibile. Questo materiale brevettato nasce da una rivoluzionaria lega di oro 24 carati e ceramica. Il Big Bang Meca-10 Magic Gold rivela lato quadrante la meccanica del movimento e il design atipico della sua riserva di carica a cremagliera di 10 giorni. Un meccanismo scheletrato a carica manuale, il cui organo di regolazione compare alle ore 7 in abbinamento ai piccoli secondi. Il Big Bang MECA-10 è prodotto in soli 200 esemplari.
Big Bang Meca-10 Magic Gold
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orologi
MP-09 Tourbillon Bi-Axis - Titanio
MP-09 TOURBILLON BI-AXIS: Con la sua Manifacture Pieces (MP), Hublot sposta i limiti del tourbillon multiasse. L’MP-09 Tourbillon Bi-Axis è nato per rendere visibile al massimo il tourbillon e la sua affascinante doppia rotazione. La funzione definisce la forma. L’orologio ha un movimento meccanico a carica manuale con 5 giorni di riserva di marcia. È inoltre dotato di un tourbillon biassiale che compie una rotazione completa al minuto per il primo asse e una rotazione ogni 30 secondi per il secondo. Questo significa che lo spostamento dinamico, immediatamente percepibile, di questa doppia gabbia di tourbillon presenta un aspetto tanto affascinante quanto ludico. Grazie al suo posizionamento a ore 6 e ad un’ampia apertura ricoperta da un vetro zaffiro molto complesso composto di tre parti, lo sguardo di chi lo indossa cade letteralmente sulla corsa sfrenata del tourbillon biassiale. Oltre a questa specificità tecnica, l’MP-09 Tourbillon Bi-Axis si distingue anche per il suo innovativo correttore della data, tanto ingegnoso quanto pratico. Con un semplice movimento della leva verso l’alto o il basso, la data avanza o arretra rispettivamente di un giorno. Attorno alle ore e ai minuti, l’indicazione istantanea della data appare in due semicerchi su due livelli distinti, mentre la riserva di carica di 5 giorni viene visualizzata in un indicatore a ore 9.
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Big Bang One Click Italia Independent
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orologi
La cassa di 49 millimetri di diametro è impermeabile fino a 30 metri e viene proposta in due versioni: in titanio o in King Gold (lunetta - piastra superiore e inferiore - fondello). La produzione in serie limitata prevede 50 pezzi per la versione in titanio e soli 20 pezzi per la versione King Gold. SPIRIT OF BIG BANG SAPPHIRE: Seguendo l’esempio del concetto All Black, l’All Clear invade le collezioni Hublot. Un orologio che dice tutto, che mostra tutto, che contiene tutto, dalla carrure al motore, dal cuore all’anima, la cui trasparenza arriva fino al cinturino in silicone strutturato e rigato. Mostrando ogni elemento della propria costruzione e del proprio movimento scheletrato, grazie allo zaffiro lo Spirit of Big Bang adotta uno stile minimalista estremamente leggero sia da vedere che da indossare. La parte superiore della cassa con la lunetta, le due ghiere nonché la parte inferiore che contiene il fondo e il vetro da cui si vede il movimento, sono realizzati utilizzando 4 blocchi di zaffiro tagliato nella massa. Grazie ad una lavorazione 3D e circa 100 ore di lavoro, lo Spirit of Big Bang Sapphire è duro e resistente ai graffi quanto il diamante. I soli elementi visibili restanti sono la corona, i pulsanti, le viti della cassa, le 6 viti a forma di “H” della lunetta e la fibbia déployante, realizzati in titanio, nonché i componenti del movimento. Prodotto in 250 pezzi, lo Spirit of Big Bang Sapphire è impermeabile fino a 50 metri. Uno stile minimalista fatto di chiarezza, purezza e trasparenza.
Spirit of Big Bang Sapphire
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EVO OPENING REVOLUTION
Evo 43’, ha consacrato il successo del brand. Ora, il nuovo Evo WA è pronto a portare avanti l’Opening rEVOlution Evo 43’ è nato all’inizio del 2015 e rappresenta la prima creazione del nuovo marchio Evo Yachts. Disegnato su progetto dello Studio Tecnico Rivellini - design esterni ed interni sono ad opera di Valerio Rivellini - e costruito da Blu Emme Yachts, l’EVO 43’ è un veloce day cruiser di 13 metri dalle linee scolpite e decisamente muscolari, ma al contempo filanti e minimaliste, che trovano sintesi nel concetto di form&function (design funzionale) con prua dritta e fiancate alte che raccordano con armonia verso poppa. Bitte e parabordi scompaiono per lasciare massima pulizia alle linee, nel rispetto della sicurezza a bordo. Seguendo la stessa filosofia, anche l’ancora a ribalta è racchiusa in un musone idraulico in modo da scomparire durante la navigazione. La sovrastruttura, definita a linee tese, incorpora un parabrezza in cristallo temperato da 8 millimetri a forma di cuneo. La plancia è minimalista, un pannello curvato, che a scelta dell’Armatore può essere in legno o in carbonio, e che contiene: il joystick per governare con grande facilità e direzionalità a 360° i due potenti Volvo
80
nautica
81
Evo 43’
82
IPS 600, il timone, gli apparati elettronici di navigazione,
finitura carbon look; tendalino Bimini stile automotive
i comandi e tutti gli indicatori e i sistemi di monitoraggio.
“cabriolet” che scompare nella coperta grazie a un vano
Andando verso poppa, nel pozzetto che, così come
in carbonio ad apertura idraulica; oppure, tramite un
tutta l’imbarcazione, è rivestito interamente di teak, trova
T-Top, anch’esso in carbonio.
posto un’area configurabile a piacere grazie a delle
Proseguendo
sedute modulari a cubo, con schienali in tessuto marino
principale di questa imbarcazione. La beach-area
impreziosito da cuciture in cuoio, un tavolo da pranzo
infatti, allo sfioramento di un comando digitale, cambia
a scomparsa estensibile ed un’ampia wet bar: mobile
completamente: le sponde laterali di murata “XTension”
chiudibile, anch'esso a scomparsa, contenente i piani
si aprono idraulicamente in meno di trenta secondi,
cottura a induzione con 4 fuochi, ampio piano lavoro e
incrementando lo spazio fruibile del 40% e trasformando
lavandino. L’icebox, posto sotto la seduta di guida, ha
così il pozzetto in una terrazza pieds dans l’eau di 25
una capacità notevole, fino a 180 litri.
m² configurabile a piacimento: sedute pouf modulari,
Il pozzetto è ombreggiabile scegliendo tra diverse opzioni:
tavolo
ampio tendalino vela con pali in carbonio pre-preg e
componibili (oltre che galleggianti e quindi utilizzabili
e
verso
sdraio
a
poppa
si
scomparsa,
cela
l’innovazione
cuscini
prendisole
nautica
in acqua) offrono la massima possibilità di personalizzazione. Una rivoluzione, un fattore distintivo che rende il nuovo EVO 43’ unico sul mercato: un'innovazione tecnicamente complessa resa però facilmente fruibile grazie all’impianto domotico di bordo: al tocco di un touchpad o di uno smartphone la barca si trasforma per incrementare il comfort e lo spazio altrimenti proprio di una categoria di gran lunga superiore (6,31 metri è larghezza di barche di lunghezza almeno doppia rispetto all’EVO 43’). Gli armatori più esigenti possono altresì richiedere un ulteriore elemento distintivo: il “Transformer”, una piattaforma modulare perfettamente integrata nella spiaggetta, che, ruotando di 270° può essere usata come sicuro ed agevole supporto all’imbarco o allo sbarco dalla banchina o, ancora, come scaletta bagno, piattaforma per i tuffi (ad altezza regolabile) o plancetta per tender e moto d’acqua. Sottocoperta, i dettagli sono ancora una volta studiati per garantire forma e funzione. Materiali nobili quali teak, cristallo, cuoio e tessuti pregiati, regalano appagamento sensoriale; la percezione è quella di un lusso contemporaneo, semplice e raffinato nello stesso tempo. Una porta con serratura si apre sulla scala di design in plexiglass, illuminabile e dagli ampi gradini antiscivolo, che conduce ad una cabina matrimoniale a sinistra con porta di accesso separata e propria zona stivaggio e armadio; a dritta troviamo un bagno in legno e ceramica con doccia a tutta altezza e lavabo; proseguendo verso prua incontriamo un’ampia dinette a V con tavolo a scomparsa che permette di ricavare un altro comodo letto matrimoniale; il tutto arricchito e completato da uno specchio che integra una TV 46’. Quattro posti letto ed un bagno separato e la possibilità di integrare un secondo bagno nella cabina armatoriale: spazi sorprendentemente ampi in soli 13 metri, raggiunti grazie alla compattezza dei motori Volvo IPS e ad un layout studiato con grande cura ed ergonomia. Tuttavia, EVO 43’ non è solamente design, comfort, forma e funzione: gli sforzi progettuali si sono concentrati anche e soprattutto sulle doti di navigazione. La barca è costruita in materiale composito, attraverso un processo di infusione sottovuoto, sistema che ha permesso un controllo accurato di pesi e spessori, guadagnando un 20% sul dislocamento rispetto ad imbarcazioni di pari tipologia, lunghezza e motorizzazione. Per la propulsione sono stati scelti due motori Volvo Penta IPS 600 (870 cavalli in totale), tra i migliori sul mercato per prestazioni, affidabilità, insonorizzazione, semplicità
83
d’uso e contenimento dei consumi, garantendo sempre assoluta sicurezza e comfort per armatore e ospiti a bordo. La sicurezza nell’operatività di bordo è altresì incrementata da allarmi acustici per tutte le movimentazioni (transformer di poppa, tendalino, sponde idrauliche e piano ormeggio a ribalta integrato nel musone di prua) e dalle soluzioni studiate a partire dalla fase di progettazione (presenza di più caricabatterie, alternative manuali a tutti i sistemi idraulici ed elettronici) per reagire prontamente a qualunque esigenza dovesse verificarsi in mare aperto. Tutte le movimentazioni, infine, hanno tre livelli di “ridondanza” a cascata (sistemi ausiliari/paralleli di comando) sino alla possibilità, in caso di mancanza totale di elettricità, di azionare tutti i comandi in modo manuale per mezzo di pompe pneumatiche a pedale. La carena, con angolo deadrise di 18°, dopo accurati studi preliminari in ambiente CFD, ha regalato al nuovo EVO 43’ particolare efficienza di navigazione, portando la velocità massima a ben 38 nodi e quella di crociera a 30 nodi (con un consumo di circa 115 litri/ora totali), con un’autonomia massima di 300 miglia nautiche. Progettato anch'esso dallo Studio Tecnico Rivellini e costruito da Blu Emme Yachts, il nuovissimo Walk Around nasce dallo stesso concept di design che ha contraddistinto Evo Yachts fin dal principio: linee essenziali, pulite, design minimalista, corredato da una serie di soluzioni originali che permettono di vivere appieno l’imbarcazione. La novità più caratterizzante di questo secondo 13 metri sarà rappresentata dalla possibilità di muoversi agevolmente tra la beach area di poppa e l’estrema prua della barca, camminando
intorno
alla
consolle
di
guida.
Questa
caratteristica, da cui deriva il suo nome, è stata mutuata dal mondo della pesca e integrata magistralmente nello stile elegante e contemporaneo di Evo Yachts. Con il precedente modello, Evo WA condividerà invece l’originale caratteristica che ha reso celebre l’innovativo day cruiser made in Italy: le sponde laterali a poppa “XTension” in grado di traformare lo spazio della beach area in una terrazza pieds dans l’eau di oltre 25 mq. Proprio in questa zona del pozzetto Evo WA cela le soluzioni più originali. Quest’area dell’imbarcazione infatti è configurabile a piacere secondo le esigenze dell’armatore o per assecondare al meglio i diversi momenti della giornata a bordo: la scelta varia da comode chaise longue o cuscini prendisole, a una piattaforma rotante che funge da passerella, scala bagno, piattaforma tuffi o tender lift. Ancora, l’armatore potrà scegliere di attrezzare la stessa area con una cucina a scomparsa dotata di piano cottura
84
nautica
Evo WA
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86
a induzione, piastra tepanyaki oppure una griglia BBQ.
di 40 nodi ed una velocità di crociera di 32 nodi.
Tutte le operazioni a bordo saranno facilitate dalla
«Evo WA è la nostra nuova sfida - commentano i fratelli
domotica
di
Mercuri, proprietari del brand Evo Yachts - Il nostro
governare l’imbarcazione con un iPad gestendo tutti
obiettivo è ampliare la flotta Evo, offrendo agli armatori
i parametri per la navigazione e le diverse funzioni di
la possibilità di scegliere lo yacht che meglio si adatta
base dello yacht. Evo WA è infatti pensata anche per
alle loro esigenze di vivere il mare. La customizzazione
gli armatori meno esperti, in particolare grazie alla sua
e la qualità restano i punti di forza del cantiere e
facilità e velocità di manovra anche in fase di ormeggio
caratterizzano anche Evo WA. Siamo convinti che le
(facilitata dagli IPS).
nostre scelte saranno premianti così come è accaduto
Nella progettazione di Evo WA non è venuta meno
con Evo 43».
l’attenzione dedicata alle performance: le motorizzazioni
Il nuovo Evo WA verrà presentato ufficialmente al
VOLVO PENTA IPS 600 (2 x 435 hp) unite alla carena
prossimo Cannes Yachting Festival a settembre 2017
a V profonda con angolo deadrise di 18° permettono
dove sarà esposto insieme al resto della gamma Evo
all’imbarcazione
Yachts.
di
ultima
di
generazione
toccare
la
che
permette
velocità
massima
ROLLS-ROYCE SWEPTAIL
auto da sogno
Circa un anno fa con la 103EX Rolls-Royce ha
visione di un'auto di lusso che fosse unica ed esclusiva.
presentato al mondo la propria visione per una mobilità
Rolls-Royce, una volta deciso di portare a compimento
di lusso completamente personalizzata, ispirando così
l'idea, stabilì sin dall'inizio un rapporto stretto tra il
la sua clientela futura. L'obiettivo era, ed è ancora oggi,
dipartimento di design ed il cliente stesso.
rappresentare il senso più vero del lusso, realizzando
Finalmente, lo scorso 27 maggio è stato presentato ai
auto su misura, grazie anche alle nuove tecnologie, in
mezzi di comunicazione, durante il Concorso d'Eleganza
base alle indicazioni di ogni singolo proprietario.
a Villa d'Este, il risultato di questo progetto one-off: la
Era l'anno 2013 quando Rolls-Royce fu contattata da
Rolls-Royce "Sweptail".
uno dei suoi clienti più importanti per una richiesta molto
«Sweptail
particolare. Il facoltoso cliente, collezionista di oggetti
Couture», ha commentato Giles Taylor, Direttore del
pregiati ed unici, rimasto ad oggi ancora sconosciuto,
Design di Rolls-Royce Motor Cars. «Il nostro compito era
chiese a Rolls-Royce di trasformare in realtà la sua
quello di guidare, modificare e perfezionare finemente
è
l'equivalente
automobilistico
di
Haute
auto da sogno le linee che avrebbero dato alla nostra clientela questa
dubbio una Rolls-Royce, con tutti gli elementi distintivi
perfezione di Rolls-Royce».
propri del marchio.
Il desiderio del cliente era quello di un coupé a due posti
Inizialmente, l'attenzione viene catturata dal carattere
allestito con un ampio tetto panoramico in vetro. Per il
deciso e solido del profilo anteriore, incentrato sulla
design esterno ed interno, si presero come ispirazione
griglia Pantheon, iconica di Rolls-Royce, sicuramente la
le bellissime Rolls-Royce del passato (come la Phantom
più grande di tutta l'era moderna Rolls-Royce e realizzata
I Round Door carrozzata da Jonckheere del 1925 o la
in alluminio accuratamente lucidato a mano per una
Phantom II Streamline Saloon carrozzata da Ward del
finitura a specchio. Il contorno della facciata anteriore
1934, entrambe dotate di un posteriore quasi curvilineo
presenta invece una cornice in alluminio spazzolato.
e di un parabrezza molto rastremato), così come molti
La vista laterale rivela una silhouette emozionante
particolari furono ispirati da yacht classici e moderni.
che definisce un carattere unico. Le proporzioni e la
Realizzata su base Phantom Coupé, "Sweptail" è senza
grandezza rivelano l'aspetto regale di questo coupé.
La linea del tetto parte dal bordo del parabrezza ed accelera verso la parte posteriore, superando il bordo del coperchio del bagagliaio per sottolinearne la lunghezza. La parte posteriore rappresenta un omaggio al mondo degli yacht da competizione, con la poppa rastremata. Nella vista da dietro, il cono posteriore contrasta fortemente con la parte anteriore dell'auto, modellando una percezione completamente nuova in una RollsRoyce CoupÊ. Il tetto in vetro panoramico è uno dei piÚ grandi e piÚ complessi mai visti su un'automobile di qualsiasi marca, e permette alla cabina di essere inondata dalla luce naturale, animando una serie di
auto da sogno
materiali e di componentistica splendidamente artigianali.
cruscotto sono state utilizzate pelli pregiatissime, di due
La pulizia e la grandezza della carrozzeria nella vista
differenti varietà, con colori chiari e scuri a contrasto.
laterale, le finestre laterali allungate ed il tetto in vetro
Fedele allo spirito di una GT Transcontinental del secolo
panoramico si combinano per illuminare i due unici
scorso, al posto dei sedili posteriori vi è un'ampia
occupanti di questa ancor più unica Rolls-Royce.
superficie di legno che crea una mezza mensola con un
Gli interni, concepiti nella classica configurazione GT a
labbro di vetro illuminato.
due posti, sono governati da una filosofia di semplicità
Dietro l'apertura di entrambe le porte si trovano poi due
e minimalismo, nella quale la qualità dei materiali ha la
“sorprese”: due valigette fatte a mano appaiono con
precedenza. Grandi quantità di ebano macassar lucido
semplice tocco di un pulsante. Sono, ovviamente, parte
e paldao a poro aperto ornano le superfici, creando
della serie completa sviluppata per la Sweptail.
contrasti visivi e tattili netti, tra classico e contemporaneo.
Osservando sotto l’esteso vetro posteriore non si scorge
Per i sedili, i braccioli e per la parte superiore del
una normale cappelliera ma qualcosa di artistico e
ispirato al mondo navale, tra lucidature perfette, inserti di
che appaiono immerse nel legno pregiato insieme al
pelle e poi ovviamente, aprendo, le rotaie per i bagagli.
precedentemente citato orologio.
Sempre
denominato
La console centrale propone, all'apertura del coperchio,
Passarelle si collega alla cappelliera aderendo a tutti i
dietro
un meccanismo che fa uscire, all’occorrenza, una
volumi interni.
bottiglia dello champagne vintage preferito dal cliente
La strumentazione è, come detto, forse la più “pulita”
(in base alla sua data di nascita) e due flute di cristallo.
e minimalista della gamma, con un solo controllo in
Seguendo la sua proverbiale discrezione, Rolls-Royce
evidenza e il classico orologio che, per la prima volta, è
non ha diffuso alcuna notizia sul prezzo pagato per
con sottile impiallacciatura ebano Macassar, a contrasto
questa vettura così esclusiva. Tuttavia, una voce non
con il titanio, usato anche per i tre quadranti circolari.
ufficiale circolata sul Lago di Como parla di un esborso
Circolari
superiore agli 11 milioni di euro.
sono
un
sistema
anche
le
scorrevole
bocchette
di
areazione,
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auto da sogno
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