LUXURY MAGAZINE Periodico Trimestrale N° 3 - Autumn 2009 EURO 6,50
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L I F E S T Y L E
VIENNA
Capitale dal Fascino Imperiale
CANYONING
Immersione Totale nella Natura
CHIANTI Classico
I Segreti dello Storico Vino
Nuova JAGUAR XJ
Lusso e Sportività in Evoluzione
Galleria FERRARI Custode del Mito
Vita da Piloti:
FRECCEINTERVISTA TRICOLORI AL COMANDANTE WWW.MYLIFESTYLE.IT
Photo: DANIEL - Lecce
L’emozione di abitare Un panorama spettacolare verso la campagna salentina è il luogo scelto dai coniugi ROMANO - PASSIANTE per realizzare la loro dimora per le vacanze. Tutto l’intervento è stato scandito da un imperativo, far divenire il panorama esterno elemento di arredo e interpretare con rispetto ed amore lo spirito originale dei luoghi della campagna circostante, luoghi della memoria per gli abitanti della casa. L’uso di materiali naturali quali conci in pietra grezza per l’esterno, travi in legno sbiancato per le coperture interne, tavelloni di pietra leccese come pavimento interno e pavimento in pietra ostunese per l’esterno,
servizi per l’edilizia
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I.&M.M. s.r.l. - LECCE Via Conte Gaufrido, 4 tel. 0832.247922 | fax 0832.244747
convivono armonicamente con i pezzi di design utilizzati per gli arredi interni ( DRIADE by Interior Home Collection) e con gli elementi in acciaio incassato utilizzati nel progetto illuminante del perimetro esterno. Il tutto senza sforzi titanici ed in pochissimo tempo è stato realizzato dalla I.& M.M. S.r.l. Servizi per l’Edilizia insieme ad Interior Home Collection sotto la guida dell’Architetto Lucia BIANCO. L’armonia di intenti tra committenti ed esecutrice ha portato ad equiparare questa realizzazione ad un viaggio di conoscenza ed introspezione dei luoghi e degli attori che vi hanno partecipato.
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LECCE Via Arditi, 13/b | tel/fax 0832.246369
Manicure Pedicure estetico e curativo Ricostruzione unghie Pulizia del viso con Dermoskin Trattamenti viso e corpo Massaggi rilassanti, dimagranti, anticellulite, ayurvedici Elettrostimolazione e Pressoterapia Ultrasuoni Radiofrequenza Linfodrenaggio Riflessologia plantare Trucco da sposa Trucco da sera Solarium Fotodepilazione a luce pulsata Depilazione definitiva con elettrocoagulazione e sonda Cerette
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sommario AUTO DA SOGNO
6
PENNE
16
MONTBLANC
LUXURY
22
VILLA D’ESTE 137 anni di grande accoglienza il lusso interpretato come luogo dello spirito
CAPITALI EUROPEE
30
VIENNA...WIEN città antica...città giovane
SPORT
40
BASEBALL non solo per americani
L’INTERVISTA
48
CUORE TRICOLORE pattuglia acrobatica nazionale
FASHION
57
CANDIDO 1859 lo stile e il fascino della moda in un secolo e mezzo
VINI
60
CHIANTI CLASSICO il vino del gallo nero
STORIA DELL’AUTO
66
GALLERIA FERRARI custode delle automobili più belle del mondo
PASSIONI
74
CANYONING a stretto contatto con la natura
OROLOGI
82
OFFICINE PANERAI design italiano, perfezione svizzera
IMMAGINI
87
MASSIMO COSTOLI photographer
BUSINESS
93
IL SEGRETO? COMUNICARE pubblicità & marketing: parenti serpenti?
MOTO
96
DUCATI HYPERMOTARD 796 in anteprima il model year 2010. quando il gioco si fa duro...
ROTARY
100
JAGUAR XJ seducente e sportiva
FIGHT MALARIA
5
auto da sogno
N U O V A
SEDUCENTE & SPORTIVA La nuova Jaguar XJ introduce un nuovo, audace spirito nel mercato del lusso automobilistico. Sportiva
e
combinazione
sofisticata di
lusso
offre
una
rilassante,
seducente prestazioni
mozzafiato, design affascinante e un’ingegneria senza compromessi. Sulla scia del successo dei nuovi modelli XK e XF, la
J A G U A R
X J
nuova berlina inglese si posiziona come l’ammiraglia quattro porte del marchio. La nuova XJ può essere già ordinata ma le prime consegne inizieranno all’inizio del 2010.
MOTORIZZAZIONI AL LANCIO 5.0 V8 ASPIRATO DA 385 CV (283 KW) 5.0 V8 SOVRALIMENTATO DA 510 CV (375 KW) 3.0 V6 DIESEL BITURBO DA 275 CV (202 KW)
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LA LINEA La nuova XJ abbandona la linea classica della precedente versione in favore di uno stile più fluido e contemporaneo. La muscolare metà inferiore della vettura contrasta con la snella ed aggraziata linea del tetto, la quale si ispira all’originale berlina XJ del 1968. L’ampia carreggiata anteriore e le corte sporgenze contribuiscono a definire proporzioni eleganti. Il muso della vettura, con la poderosa griglia a nido d’ape ed i sottili fari allo xeno, creano una forte presenza sulla strada. I gruppi delle luci a led avvolgono con stile i parafanghi posteriori, con tre spettacolari strisce rosse verticali. La nuova XJ è (insieme alla XF) la vettura Jaguar più aerodinamica di sempre, grazie ad un coefficiente di 0.29 ed un’eccezionale stabilità alle alte velocità.
GLI INTERNI L’abitacolo della nuova XJ combina un design elegante e contemporaneo con il comfort, il lusso e lo stile sportivo. Sin dall’inizio, il tetto panoramico in vetro è stato parte integrante dell’idea del design della nuova XJ ed ha permesso di realizzare una linea del tetto più bassa ed aerodinamica, enfatizzando una maggiore sensazione di luce e spazio all’interno della vettura. Tale sensazione è accresciuta dalla forma semplice e pulita del pannello strumenti avvolto dalla pelle e, ai lati dell’abitacolo, da un’architettonica impiallacciatura di legno che contribuisce a creare un ambiente accogliente. Il pannello strumenti virtuale ad alta definizione da 12.3 pollici (vedi box) completa un innovativo Touch-screen da 8 pollici che può proiettare contemporaneamente film in DVD o i programmi della televisione per il passeggero, mentre il guidatore può gestire altre funzioni, incluse il climatizzatore, l’impianto audio, il navigatore ed il telefono. L’opzione dell’impianto audio premium include un sistema Bowers & Wilkins da 1.200 Watt. Avanzate funzioni di infotainment includono
suggerimenti di parole chiave da pronunciare
anche i sistemi audio e di navigazione su disco
per controllare una particolare funzione.
rigido (i CD possono essere caricati nello HDD
Al momento del lancio sarà disponibile sia la
ed essere ascoltati in un secondo momento),
versione a passo normale che quella a passo
oltre alla connettività per apparecchi audio o
lungo, con un ambiente ancora più comodo e
video portatili attraverso un Media Hub.
raffinato per i passeggeri dei sedili posteriori
Il guidatore ha inoltre la possibilità di
grazie ad un ulteriore spazio per le gambe
utilizzare l’ultima generazione del sistema di
di 125 mm.
controllo vocale interattivo, il quale utilizza
L’ampio bagagliaio da 520 litri può alloggiare
lo schermo per presentare una lista di
due grandi valigie disposte fianco a fianco.
TECNICA E PRESTAZIONI La
nuova
tecnologie
differenti modalità di guida: Dynamic, per un
introdotte per la prima volta sulle nuove XFR e
carattere più sportivo e pronto, e Winter,
XKR, portate a nuovi livelli.
per una maggiore sicurezza in condizioni di
Funzioni
XJ
beneficia
quali
le
delle
sospensioni
ad
aria,
scarsa aderenza. Ogni modalità modifica le
l’ammortizzazione variabile continua (Adaptive
caratteristiche
Dynamics), l’Active Differential Control ed il
(motore, sterzo, sospensioni, elettronica, ecc).
veloce rapporto della scatola guida offrono
La carrozzeria in alluminio derivata dall’indu-
una
stria
miscela
di
maneggevolezza
pronta
e
di
aerospaziale,
risposta
ma
della
anche
vettura,
l’utilizzo
di
dinamica ed una guida raffinata e flessibile.
magnesio e leghe composite, la rende più leggera
Il guidatore dalla XJ può selezionare due
di 150 kg rispetto alle concorrenti.
Tre i motori previsti. Al top della gamma c’è il
Tutte le motorizzazioni sono accoppiate ad un
nuovo 5.0 litri V8 sovralimentato da 510 Cv ad
cambio automatico a sei marce, controllato
iniezione diretta di benzina (da 0 a100 km/h in 4.9
attraverso il classico selettore o tramite i
secondi), disponibile soltanto nella versione
comandi al volante.
Supersport. L’altra opzione a benzina è il 5.0
La
litri V8 aspirato da 385 Cv ad iniezione diretta
estremamente
di benzina, (da 0 a100 km/h in 5.7 secondi).
impressionante
Completa la gamma il 3.0 litri V6 Diesel da 275 Cv
carburante per tutta la gamma (la 3.0 litri
con una coppia di turbocompressori sequenziali
turbodiesel ha il miglior consumo di carburante
(da 0 a 100 km/h in 6.4 secondi, velocità massima
del segmento), ed intervalli di manutenzione
limitata elettronicamente di 250 km/h).
ogni 24.000 km.
nuova
XJ
ha
anche
costi
vantaggiosi, risparmio
di
grazie nei
gestione ad
consumi
un di
LA SOFISTICATA STRUMENTAZIONE DIGITALE Nella XJ non c’è un quadro strumenti “fisico”. C’è, invece, uno schermo da 12.3 pollici ad alta definizione, che provvede a tutte le funzioni utilizzando strumenti “virtuali”. Non appena la XJ parte, tre quadranti virtuali compaiono davanti agli occhi: tachimetro, contagiri e finestra informativa, oltre agli indicatori del carburante e della temperatura. Lo schermo usa un effetto “riflettore” per evidenziare le informazioni più importanti. Per esempio, se il carburante sta scendendo di livello, il contagiri si spegne per essere temporaneamente sostituito dal messaggio di allerta. Questa priorità sale di livello quando il guidatore seleziona la modalità Dynamic: i quadranti assumono una colorazione sportiva rossa e mostrano l’indicatore della posizione delle marce ben evidenziato che s’illumina di un rosso più acceso quando si raggiunge il limitatore di giri.
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MONTBLANC Non semplici penne ma veri e propri strumenti di scrittura. Lusso, tradizione e continua ricerca della perfezione per rimanere uniche nel tempo.
MONTBLANC MEISTERSTĂœCK 149
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penne
Nel 2006 Montblanc ha festeggiato il suo primo centenario: 100 anni di storia, passione e talento. Oggi Montblanc è sinonimo di valori autentici: tradizione e innovazione, qualità e perfezione uniti all’uso dei materiali più pregiati e ad un design senza tempo. La stella, che simboleggia la cima innevata del Monte Bianco, accompagna da sempre non solo gli strumenti da scrittura ma anche orologi, pelletteria e gioielleria. Prodotti realizzati secondo la eccellente maestria artigianale europea. Più di 2000 artigiani lavorano per Montblanc trasmettendo la propria anima, passione ed esperienza creando prodotti eterni, da tramandare di generazione in generazione. E’ proprio questo il vero lusso per Montblanc: prodotti che, in un mondo che si muove tanto velocemente, rimangono nel tempo.
Montblanc fu fondata nel 1906 quando un imprenditore di Amburgo, Alfred Nehemias, un ingegnere, August Eberstein, e un agente di commercio, Claus Johannes Voß, decisero di investire sulla rivoluzionaria invenzione della stilografica con serbatoio di inchiostro incorporato. La loro intenzione era quella di realizzare strumenti da scrittura fatti a mano, dal design innovativo, nel rispetto di rigorosi standard tecnologici. Oggi, le creazioni della stella bianca sono diventate dei veri e propri oggetti di culto, ricercati pezzi da collezione, simbolo di fascino e lusso che rimane nel tempo.
Con il suo quartier generale ad Amburgo, Montblanc conta più di 28 filiali nel mondo, 2400 dipendenti in 70 paesi e 9000 punti vendita, di cui 360 boutique monomarca. Dal 1995 sta espandendosi fortemente anche nel mercato asiatico. La chiave del successo che ha permesso a Montblanc di arrivare al suo centesimo compleanno è una attenta diversificazione della produzione. Infatti oggi Montblanc firma non solo strumenti da scrittura, ma anche pelletteria, orologi, occhiali da sole, profumi, accessori di gioielleria maschile e femminile. Oggi Montblanc fa parte di Richemont, uno dei più importanti gruppi nel mondo lusso.
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MONTBLANC MEISTERSTÜCK 149
MONTBLANC MEISTERSTÜCK 149: un mito senza tempo Era il 1924 quando Montblanc creò la stilografica Meisterstück 149. Un oggetto che da subito creò scalpore tanto da diventare negli anni icona di eccellenza nell’atto della scrittura e simbolo universale di prestigio. Dopo 85 anni Montblanc festeggia il successo della sua stilografica simbolo. Materiali pregiati, tecniche di produzione artigianale e un design intramontabile sono gli ingredienti con i quali Montblanc ha creato la Meisterstück 149. Il successo di questo strumento da scrittura non è mai stato intaccato tanto che il suo design non ha mai avuto bisogno di restyling da parte della Maison, a dimostrazione che passione ed eccellenza sono qualità che non invecchiano mai. Il corpo (perfettamente bilanciato, ergonomico e morbido) realizzato in lucida resina nera, impreziosita da fini verette d’oro, è un esempio del perfetto connubio tra finissimo artigianato e industrial design. La Meisterstück 149 è ancora la stilografica più famosa al mondo, un oggetto simbolico che sancisce momenti importanti. Trattati internazionali, accordi economici, certificati, registri, assegni importanti, certificati di matrimonio vengono molto spesso siglati con una 149. L’elenco dei personaggi di spicco che sono soliti utilizzare una “Meisterstück 149” è tanto lungo quanto ricco di personalità internazionali: John F. Kennedy, il Papa Giovanni Paolo II, la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, la principessa Maxima dei Paesi Bassi, Robbie Williams e molti altri ancora possiedono e hanno posseduto una “Meisterstück 149”. Sempre la Meisterstück 149, è stata protagonista negli ultimi anni di alcuni progetti speciali come ad esempio “The Power to Write”, un’iniziativa benefica organizzata da Montblanc per raccogliere fondi a favore di Unicef, e il “4° Convegno dei Nobel per la Pace”, dove alcuni dei più grandi della terra hanno sancito questo momento storico con la 149.
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penne
MONTBLANC LIMITED EDITION PATRON OF ART MAX VON OPPENHEIM
MONTBLANC LIMITED EDITION PATRON OF ART MAX VON OPPENHEIM E’ dal 1992 che Montblanc rende omaggio ad alcuni dei più importanti mecenati della storia, che si sono distinti per la loro passione per l’arte e la cultura, con la collezione di strumenti da scrittura Patron of Art. Quest’anno la Maison celebra Max von Oppenheim il grande archeologo e diplomatico tedesco che scoprì, sulla collina di Tell Halaf in Siria, numerosi reperti del periodo preistorico e degli Assiri (esposti nel Museo Tell Halaf di Berlino), contribuendo a creare un ponte tra la cultura occidentale e quella orientale. Proprio a questa figura carismatica Montblanc ha voluto dedicare la sua nuova edizione limitata. La Patron of Art Max von Oppenheim è realizzata in due varianti con differenti tirature: 4810 e 888 esemplari. Il design è un tributo alla vita e all’opera dell’archeologo. Il profilo affusolato ricorda le cupole delle moschee; il corpo è realizzato in argento sterling 925 ed è impreziosito da intarsi traslucidi in lacca grigia che richiamano i motivi ornamentali tipici degli affreschi orientali. Piccoli anelli rifiniti in oro sono decorati con disegni e rilievi che ricalcano quelli di Tell Halaf. Il pennino in oro 18 carati è finemente inciso con un motivo beduino. Nella versione da 888 esemplari invece il corpo è in oro massiccio e lacca bianca finemente incisa a rilievo. Questo strumento da scrittura non è solo un appuntamento imperdibile per i collezionisti di tutto il mondo. Infatti è dal 1992 che la Fondazione Culturale Montblanc ha istituito il Montblanc de la Culture Arts Patronage Award, il riconoscimento internazionale destinato ai mecenati contemporanei, ovvero personalità che dedicano tempo ed energie a favore di progetti artistici e culturali. Il vincitore dell’edizione 2009 è il celebre fotografo di moda Bob Krieger per la passione e l’impegno profusi a sostegno dell’arte della fotografia e della sua diffusione.
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MONTBLANC BOHÈME PASO DOBLE
MONTBLANC BOHÈME PASO DOBLE Il temperamento e la passione che caratterizzano il “Passo a Due” nella danza hanno ispirato Montblanc per la realizzazione di un nuovo strumento da scrittura della linea Bohème.
Bohème Paso Doble è infatti la nuova creazione della Maison per rendere ancora più femminile l’atto della scrittura. Questa danza nasce in Spagna per evocare la sfida tra torero e toro ed è sempre stata caratterizzata dalla liaison tra l’atteggiamento passionale di sfida dei due ballerini e la grazia dei loro movimenti. Bohème Paso Doble di Montblanc cattura i tratti di questa danza per creare un design aggraziato ed affascinante. L’armonia dei movimenti è rievocata dalle lavorazioni curvilinee a guillochè sul corpo dello strumento da scrittura, mentre la sensualità e l’eleganza dei ballerini è catturata dalla scelta dei colori: rosso, icona di passione, e blu, colore aulico e nobile.
Il corpo è in acciaio e la clip, come per tutti gli strumenti da scrittura della linea Bohème, è impreziosita da una pietra rossa nel caso di Bohème Paso Doble Rouge e blu per il modello Bohème Paso Doble Bleu. Bohème Paso Doble è disponibile nelle versioni: stilografica con pennino in oro 18 kt lavorato a mano con finiture rodio, penna a sfera e roller.
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VILLA D’ESTE 137 ANNI DI GRANDE ACCOGLIENZA
Ha una storia lunga ed interessante nella quale vi sono pagine così originali da giustificare il fatto che intorno ad essa si siano favoleggiati romanzi e leggende. La sua storia inizia più di 500 anni fa quando Cernobbio era un piccolo villaggio abitato solo da taglialegna e pescatori.
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luxury
© Cristina Fumi
È l’albergo migliore del mondo. L’ha stabilito la rivista americana Forbes, che ogni anno pubblica la graduatoria dei 400 migliori hotel di lusso. A Cernobbio, in questo luogo favoloso affacciato sul lago di Como, una clientela internazionale rinnova una tradizione di vita romantica e agiata.
IL LUSSO INTERPRETATO COME LUOGO DELLE SPIRITO
VILLA D’ESTE
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Costruita nel 1568 come residenza estiva per il Cardinale Tolomeo Gallio, rimase della famiglia Gallio per circa 200 anni. Per molti anni a seguire Villa d’Este fu dimora dell’aristocrazia europea. Nel 1815 divenne proprietà di Carolina di Brunswick, Principessa di Galles e moglie del Re Giorgio IV d’Inghilterra. Nel 1873 una Società fondata da un gruppo di uomini d’affari milanesi trasformò la proprietà in un albergo di lusso. Durante gli ultimi anni Villa d’Este ha subito una completa trasformazione al fine di offrire alla clientela il comfort maggiore e le attrezzature più all’avanguardia. Tutte queste innovazioni hanno lasciato inalterata la struttura esterna e non ne hanno deturpato l’antico fascino. In particolare: • Le sale hanno conservato l’aura imponente del nobile passato con i mobili di gusto elegante ed in sintonia con le tradizioni. • Le camere si differenziano l’una dall’altra per ampiezza e stile ma tutte sono arredate in modo da conservare l’intimità di una casa privata. • Il servizio eccellente è garantito da un personale qualificato.
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luxury
• Il cibo è preparato per soddisfare i palati più sofisticati e le esigenze più disparate: il ristorante formale, VERANDA, affacciato sul lago, con le vetrate apribili controllate elettricamente; la TERRAZZA a lago dove, tempo permettendo vengono serviti i pasti sotto il nuovo tendone; il GRILL con la sua atmosfera informale - tempo permettendo la cena viene servita sotto le piante centenarie; il SUNDECK BAR della piscina serve colazioni leggere nel periodo estivo. Uno dei passatempi preferiti dagli ospiti è sedere all’ora dell’aperitivo sulla terrazza affacciata sul più romantico lago del mondo in attesa che il sole tramonti. Ed alla sera? Il NIGHT CLUB, aperto il venerdì e il sabato, con disco music e musica dal vivo ed il BAR CANOVA dove il pianista intrattiene gli ospiti suonando i loro motivi preferiti.
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Le altre attrattive che l‘albergo offre sono: • una piscina riscaldata galleggiante sul lago, unica nel suo genere; • la piscina per i bambini e la spiaggia a loro riservata con la sabbia; • tutti gli sport acquatici quali canoa, vela e sci d’acqua; • la piscina coperta con palestra, sauna, bagno turco, campo squash e il golf elettronico; • il centro benessere, dotato di sei cabine con le più moderne attrezzature idroterapeutiche, offre una selezione di massaggi da riflessologia a shiatsu, trattamenti per viso e corpo; • 8 campi da tennis ed un percorso vita che si snoda nel parco secolare; • un putting green situato all’ingresso del viale d’accesso all’albergo; • un passaggio sotterraneo che unisce la casa principale alla piscina coperta ed allo Sporting Club; • le diverse sale riunioni con le attrezzature di base e le apparecchiature più moderne e sofisticate.
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I Giardini di Villa d’Este: Il parco, classificato Monumento Nazionale nel 1913, nacque per volontà del Cardinale Tolomeo Gallio il quale lo fece costruire dall’Architetto Pellegrino Pellegrini nel 1568. Il primo nome di Villa d’Este fu Villa Garovo (per il torrente che tutt’oggi ne attraversa i Giardini). Villa Garrovo divenne Villa d’Este nel 1815 quando Carolina di Brunswick, Principessa del Galles e futura Regina di Inghilterra, la comprò. La futura Regina, aggiunse al parco elementi tipici dei giardini all’inglese: i piccoli sentieri, i vialetti, i ponticelli e il monumento neoclassico (Tempietto di Telemaco) che creano un disordine simulato tipico dello stile pittoresco. Altri abbellimenti apportati furono la misteriosa costruzione del Ceranico, Villa Malakoff, Villa Cima, la Villa dell’Ercole e l’edificio Regina d’Inghilterra. Tuttora, nei Giardini coesistono vari stili: lo stile rinascimentale, barocco, pittoresco e romantico. Esempio del giardino italiano è il Viale d’Ercole, una meravigliosa prospettiva che parte dal Ninfeo e termina con la scultura di Ercole e Lica. Il Viale risale alla fine del XVIII secolo ed é definito da una doppia catena di vasche di pietra,
© Cristina Fumi
delimitate da magnolie e cipressi, nelle quali scorre l’acqua del torrente.
E’ invece del XVII secolo e rappresenta una straordinaria scenografia barocca, il Ninfeo, o Mosaico, dove gli infiniti ciottoli colorati creano movimenti curvilinei e decorazioni sontuose di rara bellezza. Attraverso piccoli passaggi e ponticelli, circondati da una vegetazione “accuratamente” selvaggia, si arriva ai fortilizi voluti nel 1808 dalla Marchesa Calderara per festeggiare le imprese belliche del marito, Generale di Napoleone. Così Villa d’Este dopo essere stata nei secoli residenza privata di prestigiose personalità, (ultima in ordine cronologico l’Imperatrice russa Ferodowna) fu trasformata in Hotel di lusso nel 1873. Nel parco vennero costruiti campi da tennis, incrementati a 8 nel 1966 quando vennero inaugurati la piscina galleggiante, lo Sporting Club e il Ristorante Grill. Nel 1973 fu aggiunta la piscina coperta e nel 1999 il Beauty Centre e il complesso degli sport indoor,. Nel 2004 fu inaugurato il “Giardino dello Chef”, l’orto botanico regno dell’Executive Chef, Luciano Parolari, che sceglie ogni giorno le erbe aromatiche e le verdure fresche per le sue ricette. Il testimone storico dei Giardini di Villa d’Este è il grande platano (platanus occidentalis) che ha più di 500 anni. Questa pianta, misura circa 8 m. di circonferenza e circa 35 m. di altezza.
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Š Wien Tourismus
capitali europee
VIENNA
CITTÀ ANTICA... LA CAPITALE DELL’AUSTRIA HA CONQUISTATO UNA GRANDE QUANTITÀ DI VISITATORI GRAZIE AD UN MISCUGLIO DI TRADIZIONE IMPERIALE E TREND CREATIVI. CONSIDERANDO IL NUMERO DEI PERNOTTAMENTI DEI TURISTI STRANIERI, VIENNA DETIENE UNO DEI PRIMI POSTI NELLA CLASSIFICA EUROPEA DEL TURISMO DELLE CITTÀ.
Oltre ad essere la capitale federale dell’Austria, Vienna è allo stesso tempo una delle sue nove regioni [Bundesland]. Molti affermano che Vienna altro non è che una cipolla: strati urbani che si dispongono a cerchi concentrici attorno all’antico centro storico. Il duomo gotico di Santo Stefano è considerato dagli abitanti il centro geografico della città. Vienna è suddivisa in 23 distretti di cui quasi la metà sono zone verdi (ha la maggiore percentuale di verde fra tutte le metropoli europee). Oltre al “verde cittadino” come lo Stadtpark (in cui si trova il motivo più fotografato della città: la statua dorata dedicata a Johann-Strauss), si trovano anche i prati e i boschi del Prater, l’ampio parco del castello di Schönbrunn, il Wienerwald, vigne e coltivazioni di verdura nonché le valli fluviali tutto attorno al decantato Danubio. A Vienna la temperatura d’estate non oltrepassa quasi mai i 30° C e d’inverno è raramente al di sotto dei - 5° C.
WIEN ...CITTÀ GIOVANE 31
HIT MUSEI
Nei musei più importan t i d i Vienna si possono amm i r a r e il famoso “Bacio” di Kli m t e la “Lepre” di Dürer op p u r e la collezione di Bruege l p i ù grande del mondo.
Da accampamento dei romani a capitale della repubblica La storia di Vienna risale al primo secolo dopo Cristo, allorché i romani fondarono l’accampamento militare di Vindobona. Il nome “Vienna” in quanto città fu usato per la prima volta in un documento del 1137. Nel 1155 gli arciduchi della famiglia Babenberger fecero della città la loro residenza; a partire dal 1282
BELVEDERE
vi regnarono per oltre sei secoli gli Asburgo. L’immagine con la quale la città si presenta oggi ha la sua origine soprattutto nel periodo barocco, in particolare il periodo in cui regnarono l’imperatrice Maria Teresa e l’imperatore Francesco Giuseppe I. Nel 1857 quest’ultimo fece radere al suolo le mura della città, facendovi sorgere al loro posto la Ringstrasse, intesa come prestigioso boulevard di rappresentanza. Francesco Giuseppe I governò l’Austria per 68 anni, prima di morire nel mezzo della Prima Guerra Mondiale. Nel 1918 Vienna diventò capitale della Repubblica Austriaca. Nel 1938 si ebbe l’„Anschluss“ in virtù del quale l’Austria fu annessa alla Germania di Hitler e Vienna diventò un cosiddetto Gau [circoscrizione] del Terzo Reich.
MUSEO DI BELLE ARTI: vedi HOFBURG.
Nel 1945 Vienna ritornò ad essere capitale della
ALBERTINA: vedi HOFBURG. BELVEDERE: Il principe Eugenio di Savoia (1663-1736), grande condottiero e amante dell’arte, fece costruire una residenza estiva. Fu così che sorse il palazzo di Belvedere con giardino annesso, a quei tempi ancora fuori le porte della
Repubblica Austriaca. Dal 1967 essa è una delle tre sedi delle Nazioni Unite, insieme a New York e Ginevra; nel 1995 entrò nella cerchia delle 15 capitali dell’EU.
città. Quest’opera d’arte totale in stile barocco è composta da due castelli: il Belvedere Superiore e l’Inferiore.
BELVEDERE SUPERIORE, la raccolta di dipinti di Klimt più grande del mondo: tra cui i suoi quadri dorati “Il bacio”
LA STORIA DI VIENNA: da accampamento a capitale.
e “Giuditta”. Oltre a pregevoli capolavori di Schiele e di Kokoschka, a opere dell’ Impressionismo francese e a capolavori del Biedermeier viennese (Waldmüller, Amerling e Fendi) sono qui esposti dipinti di grandi maestri come Makart, Boeckl, Wotruba, Hausner e Hundertwasser. Insieme a splendide opere del Barocco sono qui presenti vari capolavori del tardo gotico come l’altare di Znaim, opere di Michael Pacher, Rueland Frueauf il Vecchio e Conrad Laib. Capolavori di Johann Michael Rottmayr, Daniel Gran e Paul Troger consentono di comprendere il fascino e la ricchezza di quest’epoca. Molto interessanti anche i busti fisiognomici dello scultore Franz Xaver Messerschmidt .
BELVEDERE
INFERIORE,
camere
private
e
sale
di
rappresentanza del principe Eugenio: lo sfarzo feudale dell’aristocratico committente si rispecchia nella Sala delle Grottesche , nella Galleria dei Marmi e nella Sala degli Ori . Nel Belvedere Inferiore e nell’Orangerie si tengono imponenti mostre speciali. SCUDERIE DI RAPPRESENTANZA, Tesoro d’Arte Medioevo: Dove un tempo erano tenuti i 12 cavalli più belli del principe oggi si espone al pubblico l’intero patrimonio d’arte medioevale del Belvedere.
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PANORAMA DI VIENNA CON LA CATTEDRALE DI SANTO STEFANO
capitali europee
LIFESTYLE: la nostalgia dell’epoca imperialregia e i trend attuali.
LA KUNST HAUS WIEN: superfici vivaci dalle forme irregolari, molte delle quali ricoperte di un verde lussureggiante: il modo scelto dal pittore Friedensreich Hundertwasser (1928 - 2000), al quale si deve anche un centro iconografico con rassegna permanente delle sue opere e mostre a soggetto dedicate a interessanti temi
Il contatto stretto fra tradizioni radicate come quella
d’arte contemporanea.
del caffè (che rappresenta: un’attrazione per chi visita
MUSEO DI STORIA NATURALE DI VIENNA: vedi HOFBURG.
Vienna, un salotto di riserva per i vicini e un’istituzione
BANK AUSTRIA KUNSTFORUM: i visitatori che accedono al
per gli artisti e i letterati) e dell’heuriger (dove gustare
Bank Austria Kunstforum lo fanno attraverso un portale
vino), i quali emanano la tranquillità godereccia tipica di
accogliente e attraente, una vera e propria scultura
Vienna, ed il continuo adattamento alle novità culturali
che conferisce alla piazza della Freyung un carattere
(come il Life Ball e il Festival di Musica Elettronica)
suggestivo. Qui ci si è votati al moderno classico e ai suoi
è all’origine di quel senso della vita che consente di
antesignani, con sensazionali mostre di nomi altisonanti
scegliere fra tranquillità e contemplazione, da un lato,
MAK – MUSEO ARTE APPLICATA: il MAK è il regno del design.
e movimento e stimolo, dall’altro. Ne
sono
un
esempio
il
Naschmarkt,
come Schiele, Kokoschka, Cézanne, Picasso, Van Gogh.
il
mercato
multiculturale di frutta e verdura di Vienna nelle cui
Nel museo sono esposti mobili, oggetti in vetro, porcellana o argento e tessuti dal Medioevo a oggi. Notevoli i preziosi oggetti d’artigianato della Wiener Werkstätte, i mobili in legno curvo della Thonet e i capolavori dello stile Liberty
HEURIGER
come il modello rivestito di lamine in oro realizzato da Klimt per il fregio del palazzo Stoclet a Bruxelles. LIECHTENSTEIN MUSEUM: una delle raccolte di Rubens più grandi del mondo, opere di rilievo di van Dyck, Lucas Cranach e Raffaello, così come di Rembrandt, van Ruysdael e Hamilton. A ciò si aggiungono armi, porcellane, una vasta collezione di bronzi . WIEN MUSEUM KARLSPLATZ: in questo museo è documentata la storia di Vienna, con i primi insediamenti lungo il Danubio e Vindobona, l’accampamento dei legionari romani al confine nord dell’impero romano, per poi proseguire con la residenza dei duchi della casa Babenberger e i 640 anni di dominio della famiglia degli Asburgo, fino ad oggi. Inoltre vi sono opere d’arte di alto livello, fra cui il dipinto di Gustav Klimt “Pallade Atena” e il suo ritratto di Emilie Flöge, i reperti archeologici, le armature, il cosiddetto bottino dei turchi del 1683, testimonianze del periodo
vicinanze, ogni sabato, si svolge il mercato delle pulci:
durante il quale fu costruito il duomo di Santo Stefano
lungo il quale ed intorno ad esso ha preso forma un
nonché due modelli della città realizzati nel 19° secolo.
ambiente gastronomico estremamente vario; oppure la Mariahilfer Strasse, che fa da collegamento diretto fra il centro storico e il castello di Schönbrunn (l’attrazione viennese più visitata dai turisti): da quando i lavori per la costruzione della metropolitana (U3) si sono conclusi essa è diventata la strada di negozi più attraente della città. D’estate molta gente va al Prater
IL
MUSEO
DEL
TERZO
UOMO:
Locandine
storiche,
manifesti cinematografici, cartelloni di cinema, circa 500 audioregistrazioni che comprendono dischi a 78 giri, dischi in vinile e altro materiale multimediale, nonché pellicole vi faranno conoscere il mondo del cinema nel quale si inserisce il film interpretato da Orson Welles. Il pezzo più pregiato è il salterio originale con il quale Anton Karas compose a Londra la colonna sonora del film.
(Ruota Panoramica) e in Copa Cagrana, la zona intorno
MUSEO DELLA TECNICA: da poco rimodernato, presenta
all’Isola del Danubio, dove tutti gli anni si svolge il
interessanti oggetti che documentano la storia della
maggior party all’aperto di tutta l’Europa. Senza contare
tecnica e dell’industria. Ad esempio la colomba di Ettrich,
le località degli heuriger, arrampicate sulle colline
ancora in grado di volare, varie macchine a vapore, la
del Wienerwald e meta perenne di visitatori amanti del
Porsche Lohner color rosso bordeaux, la miniera da
buon vino. Atmosfera mediterranea offrono le diverse
esposizione nel sotterraneo, il tomografo computerizzato,
spiaggette urbane lungo il Canale del Danubio, dove ci si può godere l’estate rilassandosi con freschi drinks.
il posto di regia televisiva, ecc.
HIT MUSEI
33
LA VIENNA IMPERIALE
Seguite le orme dell’antica monarchia asburgica, visitate gli splendidi castelli in stile barocco di Schönbrunn e Belvedere, gettate uno sguardo nella Hofburg, su quella che fu la centrale dei bottoni di questo grande e passato impero, passeggiate lungo la splendida Ringstrasse. Il duomo di Santo Stefano, così come i sarcofagi custoditi nella Cripta degli Imperatori, vi daranno un’idea dello splendore e della gloria degli antichi regnanti.
COSA VISITARE: romanticità imperiale ed arte. L’attrattività di Vienna dal punto di vista turistico è dovuta al legame estremamente dinamico fra l’atmosfera
HOFBURG, HELDENPLATZ
nostalgica che emana dal passato imperiale e la scena culturale sempre al passo con i trend più attuali. L’immagine della città è dovuta soprattutto agli stili architettonici della monarchia austro-ungarica, con edifici maestosi, soprattutto del periodo Barocco, Storicista (stile della Ringstrasse) e Liberty. Se si considera anche l’ampia e generosa concezione complessiva, quando si guarda la città la mente va sempre alla romantica città imperiale e si dimentica facilmente che si tratta della capitale di uno stato, la Repubblica Austriaca, che ha solo 8 milioni di abitanti. Ma non sono soltanto i numerosi edifici dell’epoca imperiale a fare di Vienna una città piena di arte e di bellezze: sono anche i musei, le collezioni e le opere artistiche di rango mondiale. Come il Museo di Belle
SCHÖNBRUNN: fu quasi sempre la residenza estiva della
Arti, in cui è contenuta la più grande collezione di dipinti
casa imperiale e dell’imperatrice Sissi. Un capolavoro di
di Bruegel del mondo, oppure il Belvedere e il Leopold
arte barocca nel mezzo di parchi stupendi e in più: Casa delle Palme, Gloriette e il Giardino Zoologico di Vienna. Passate una giornata a Schönbrunn, visitando le sale aperte al pubblico, ammirando le prestigiose Berglzimmer e facendo un giro nel “Labirinto”. Una delle attrazioni principali di Vienna per valore storico, posizione e allestimento architettonico.
Museum nel MuseumsQuartier, in cui sono esposte numerose opere di Gustav Klimt e di Egon Schiele. Da giugno 2001 Vienna, città dell’arte, puo vantare di fronte al mondo un’ulteriore attrazione: nel centro della città, nelle immediate vicinanze di rinomati musei, é stato infatti inaugurato su un’area di 45.000 m² il MuseumsQuartier (Quartiere Museo). Si tratta di un
La Hofburg di Vienna:
affascinante punto d’incontro fra lo stile barocco
Fino al 1918 la Hofburg fu la centrale dell’immenso impero
delle ex-scuderie della casa imperiale e l’architettura
dominato dagli Asburgo ai quali si deve la creazione di questo
futuristica
prestigioso areale, detto il “Foro degli Imperatori”, che si
MuseumsQuartier, con i suoi 60.000 m² di superficie utile
estendeva dalla parte detta “Antico Castello”, risalente
ripartita su fino a otto piani, viene quindi ad essere uno
al 13° secolo, alla parte più recente (1900) del complesso.
degli
architetti
Ortner
&
Ortner.
Il
dei dieci centri culturali più grandi del mondo.
Oggi, ad attendere il visitatore ci sono più di una ventina di musei di altissimo livello, oltre a caffè, ristoranti, piazze e parchi. GLI APPARTAMENTI IMPERIALI: Le ex-camere private della famiglia imperiale. Osservate la vita di tutti i giorni dei monarchi. Le sale sono in stile Rococò con esuberanti stuccature e preziosi arazzi di Bruxelles, lampadari di cristallo di Boemia e stufe in maiolica. I mobili del 19° secolo sono in stile Luigi XV e in stile Impero. Elisabetta è diventata da tempo un personaggio mitico: la bella imperatrice acclamata ovunque. Il Museo Sissi offre un confronto fra mito e realtà. Fra le perle del museo merita ricordare i numerosi effetti personali di Elisabetta e i ritratti più famosi della bella imperatrice. SCUOLA DI EQUITAZIONE SPAGNOLA: Attorniati dall’ambiente barocco della Hofburg si può assistere a una
34
SCHÖNBRUNN
capitali europee dimostrazione
dal
vivo
della
Scuola
di
Equitazione
Spagnola con il celebre balletto dei Lipizzani. Ammirate l’arte dell’equitazione nella sua forma più completa, dalla piroetta alla capriola. MUSEO DI BELLE ARTI: fu costruito nel 1891 per ospitare le vaste collezioni della casa imperiale ed è oggi una delle collezioni d’arte più importanti del mondo. La Pinacoteca comprende numerosi capolavori della storia dell’arte occidentale, fra cui la “Madonna del Prato” di Raffaello, l’“Arte del Dipingere” di Vermeer, i quadri delle Infanti di Velazquez e vari capolavori di Rubens, di Rembrandt, di Dürer, del Tiziano e del Tintoretto. Nella Kunstkammer si trovano rari oggetti un tempo MUSEUMSQUARTIER
conservati nelle antiche “camere dell’arte” e “camere delle meraviglie” degli Asburgo, mentre nella collezione di antichità e nella collezione egizio-orientale sono esposti i
Fra gli highlight vanno citati: il Museo Leopold con la
tesori di importanti culture del passato.
collezione di dipinti di Schiele più grande al mondo ed
CAPPELLA DEL PALAZZO IMPERIALE - HOFMUSIKKAPELLE:
opere di celebri pittori austriaci del periodo moderno,
i Piccoli Cantori Viennesi ed alcuni membri del coro e
come Klimt, Kokoschka e Gerstl, il Museo d’Arte
dell’Orchestra dell’Opera di Stato, noti con il nome di
Moderna, il Centro Architettura Vienna e la Kunsthalle
Hofmusikkapelle, cantano e suonano la messa tutte le
Wien.
domeniche e tutti i festivi nella cappella della Hofburg. In
Due padiglioni da festival (rispettivamente per 1.000 e 300 ospiti) vengono utilizzati anche da importanti
questa cappella, che è la parte più antica del castello, la Hofmusikkapelle esegue opere di maestri antichi e nuovi. ALBERTINA
operatori come il Festival di Vienna, le Settimane di Danza Internazionali e il festival cinematografico Viennale. Il Museo dei Bambini ed una serie di attraenti ristoranti, caffè e negozi completano l’offerta. Il museo dell’Albertina contiene la più vasta collezione grafica del mondo (60.000 disegni e un milione di stampe) mentre, dal marzo 2004, Con l’inaugurazione del Museo Liechtenstein nel barocco palazzo con parco perfettamente restaurato, oltre 200 dipinti, sculture ed oggetti provenienti dal Tesoro dei principi sono ritornati nella loro sede originaria. Oltre ad una delle maggiori raccolte mondiali di Rubens si possono ammirare qui opere di van Dyck, Lucas Cranach, Raffaello, Rembrandt, van Ruysdael ed Hamilton. È aperta al pubblico per la prima volta la sontuosa biblioteca del palazzo,
CAMERA DEL TESORO PROFANO E SACRO: la più importante del mondo, nella parte più antica della Hofburg (XIII secolo),
all’interno della quale si trovano altre splendide opere
si trovano oltre alla corona del Sacro Romano Impero (962
artistiche come gli incomparabili affreschi di Johann
circa) e alla corona degli imperatori austriaci (1602), anche
Michael Rottmayr.
il tesoro dei Burgundi, del 15° secolo, e il tesoro dell’Ordine
Il
24
aprile
2004,
150
anni
dopo
il
matrimonio
del Vello d’Oro. Fra i vari oggetti preziosi e singolari di
dell’imperatrice Elisabetta (1837–1898) con l’impera-
proprietà degli Asburgo qui esposti si trovano un “unicorno”
tore Francesco Giuseppe I, è stato inaugurato nel
lungo quasi due metri e mezzo e la corona dell’imperatore
Palazzo Imperiale di Vienna il Museo di Sissi. Tra i vari
Rodolfo II (1552 - 1612). Il globo imperiale e lo scettro,
ed interessanti pezzi esposti troviamo tutta una serie di oggetti personali che appartennero all’imperatrice, come la ricostruzione dell’abito che la giovane sposa indossò la sera precedente il matrimonio, la sua vestaglia, nonché un parasole, ventaglio e guanti. Si può anche salire a bordo della lussuosa carrozza che la sovrana usava per i suoi frequenti viaggi.
insegne dell’impero ereditario dell’Austria, furono per secoli simbolo di potere e dignità. ALBERTINA: possiede una delle collezioni di grafica più estese e preziose del mondo, con opere come “La giovane lepre” di Dürer e gli studi di donna di Klimt. Inoltre, presenta capolavori moderni, da Monet a Picasso a Baselitz.
...LA VIENNA IMPERIALE...
35
...LA VIENNA IMPERIALE... L’Albertina è il più grande palazzo residenziale asburgico e troneggia sulle mura di uno degli ultimi bastioni di Vienna all’estemità sud della Hofburg. La collezione, fondata
EVENTI: città della musica e della scena culturale.
nel 1776 dal duca Alberto di Sassonia Teschen, genero dell’imperatrice Maria Teresa, comprende più di un milione
La grande importanza che Vienna ha sempre attribuito
di stampe e 60.000 disegni, ma espone anche opere degli
all’arte
ultimi 130 anni, appartenenti all’Impressionismo francese,
continuamente la creatività degli artisti, sia austriaci
all’Espressionismo tedesco, all’Avanguardia russa e dei
che stranieri. Vienna è in grado di offrire ben 50 teatri
giorni nostri. Si possono ammirare lo “Stagno delle ninfee”
fra cui 4 teatri dell’opera e diversi teatri di musical,
di Monet, le “Ballerine” di Degas e il “Ritratto di fanciulla”
oltre a 100 musei e vari festival del teatro, della musica
di Renoir, ma anche dipinti di Beckmann, Macke, Chagall,
e della danza rinomati in tutto il mondo.
Malewitsch, Rothko, Rainer e Katz. Inoltre l’Albertina possiede anche una collezione di architettura e una collezione fotografica (Helmut Newton, Lisette Model ecc.), le cui opere sono esposte in occasione di mostre speciali. LE SALE FASTOSE: all’interno abitò un tempo la figlia
ha
contribuito
moltissimo
a
promuovere
Questo insieme di fattori porta ad avere per tutta la durata dell’anno un programma culturale estremamente fitto che fa di Vienna una delle maggiori metropoli europee in campo sia ricreativo che culturale. L’OPERA DI STATO
prediletta dell’imperatrice Maria Teresa, l’arciduchessa Maria Cristina. Per i visitatori, entrare in queste sale fastose, arredate in parte con mobili originali, con predominanza dei colori giallo, verde e turchese brillante, è come fare un tuffo in piena epoca asburgica. BIBLIOTECA NAZIONALE AUSTRIACA: l’ex biblioteca di corte è un capolavoro dell’architetto viennese ed esponente dello stile barocco Johann Bernhard Fischer von Erlach, che la realizzò insieme a suo figlio Johann Emanuel nella prima metà del 18° secolo. È la biblioteca barocca più grande di tutta l’Europa e contiene più di 200.000 volumi fra cui la biblioteca appartenuta al principe Eugenio di Savoia nonché una della collezioni di manoscritti della Riforma di Martin Lutero più grandi al mondo. Fra gli oggetti esposti sono degni di menzione due splendidi globi (uno terrestre, L’altro celeste) barocchi di fattura veneziana. MUSEO DI STORIA NATURALE DI VIENNA: 20 milioni di oggetti che consentono di toccare con mano la storia del nostro pianeta e l’incredibile varietà della natura: dagli insetti alle pietre preziose e ai minerali. Vi si trovano perfino degli scheletri di dinosauro volante, numerosi esemplari imbalsamati di specie animali estinte o a rischio di estinzione. L’immagine speculare del Museo di Storia Naturale, dal punto di vista architettonico, è il Museo di Belle Arti , situato proprio di fronte. LA
SERRA
DELLE
FARFALLE:
la
Serra
delle
Palme
all’interno del Burggarten è considerata una delle serre
BALLO ALL’OPERA
In particolare, Vienna gode di grande fama a livello internazionale
quanto
città
della
musica;
in
nessun’altra città del mondo, infatti, sono vissuti così tanti compositori di rango mondiale: basti ricordare,
in stile Liberty più belle del mondo. L’edificio sovrastante il
oltre ai musicisti nati qui come Berg, Schubert, Strauss
giardino della Hofburg ospita centinaia di farfalle esotiche
e Schönberg, anche quelli che fecero di Vienna la
in libertà. All’interno della serra è stato riprodotto
loro seconda patria, come Mozart, Beethoven, Haydn,
l’ambiente di una foresta vergine in miniatura in condizioni
Brahms, Mahler e molti altri. Ci sono poi i Wiener
pressoché naturali con 26°C e un’umidità dell’aria dell’80%.
Philharmoniker, considerati la crema mondiale della
Troverete qui anche la gigantesca farfalla cobra (Attacus
musica, strettamente tallonati dai Wiener Symphoniker
atlas), la cui apertura può raggiungere i 30 cm.
e da una serie di altre orchestre viennesi.
COLLEZIONE DI STRUMENTI MUSICALI: gli strumenti con i quali musicisti come Beethoven e Chopin intrattennero un tempo la casa imperiale. MUSEO DI EFESO: nella parte più recente della Hofburg
Oltre all’Opera di Stato, che è uno dei più importanti teatri dell’opera del mondo, Vienna ha altri tre teatri dell’opera (Theater an der Wien, Volksoper, Kammeroper).
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in
capitali europee
JOSEPH HAYDN: 2009, l’anno del bicentenario.
ci si può rendere conto della grandezza e dello splendore dell’antica Efeso (nell’odierna Turchia). CAMERA DELLA CACCIA E DELLE ARMATURE: le corazze, selle, armi da fuoco e da rappresentanza narrano molti secoli di storia europea. Sono qui conservate la spada d’oro
Il 31 maggio 2009 si è celebrato il duecentesimo
di Massimiliano II (1527-1576), e lo splendido pettorale del re
anniversario della nascita di Joseph Haydn (1732),
Ferdinando di Aragona (1452-1516).
un’occasione per dedicare al grande compositore
MUSEO ETNOLOGICO: laddove gli imperatori della casa
austriaco diversi eventi musicali ed espositivi che hanno
Asburgo guidavano lo stato plurietnico si trovano oggi nel
avuto luogo soprattutto nelle regioni del Burgenland e della Bassa Austria, a Vienna, ma anche nella città ungherese di Sopron. Sono state allestite svariate manifestazioni rivolte soprattutto agli appassionati di musica classica, a
Museo Etnologico rari oggetti di culture sconosciute e interessanti nozioni sui popoli esotici... MUSEO DEI PAPIRI: dove si trova la collezione di papiri (risalenti persino a tre millenni fa) più grande del mondo. CHIESA DEGLI AGOSTINIANI: nell’antica chiesa parrocchialeimperiale, si celebrarono nel 1854 le nozze fra l’imperatore
coloro che sono interessati al Barocco e al Rococò,
Francesco Giuseppe e la sua Sissi. Oggi, si possono ascoltare
nonché a tutti coloro che desiderano conoscere le
in occasione delle messe principali le composizioni di musica
regioni coinvolte nell’iniziativa. I Paesi europei che più si
sacra di Mozart, Haydn e Schubert.
sono impegnati per rendere onore al musicista sono la
MUSEI DEI GLOBI E DELL’ESPERANTO: al Palazzo Mollard vi
Germania (Haydn è l’autore dell’attuale inno tedesco),
attende l’unico museo dei globi del mondo, nonché il Museo dell’esperanto. Si dà al visitatore una spiegazione di come le nozioni cartografiche e cosmografiche sono cambiate con l’andare del tempo. Il Museo dell’Esperanto informa dettagliatamente sulla lingua artificiale dell’Esperanto ed altre “lingue pianificate”, per di più a ingresso libero. MUSEO DEL FILM AUSTRIACO: il Museo del Film Austriaco nell’Albertina, organizza nella sua sala cinematografica retrospettive e presentazioni a soggetto. MUSEO DEL TEATRO AUSTRIACO: nel palazzo Lobkowitz, edificio
in
stile
barocco
vicino
alla
Hofburg,
sono
immortalati i momenti fatidici della grande arte teatrale. C’è anche una sezione in cui si illustra ai bambini, in chiave giocosa, il mondo del palcoscenico.
RESIDENZA DI HAYDN DAL 1797 AL 1809
SERRA DELLE PALME
la Gran Bretagna (Oxford conferì ad Haydn il titolo di Dottore Honoris Causa), la Svizzera, l’Austria e l’Ungheria. Joseph Haydn, che nacque in Bassa Austria, per trent’anni fu al servizio dei principi ungheresi Esterházy nell’omonimo castello della città di Eisenstadt come Maestro di cappella, ed era anche ospite fisso della residenza Esterházy nella città di Sopron (in tedesco: Ödenburg), fu inoltre membro del coro del Duomo di Santo Stefano a Vienna e, ormai celebre e stimato, trascorse i suoi ultimi diciannove anni di vita a Vienna. Si sono tenuti in questi diversi centri, un ricco programma di concerti, spettacoli operistici e mostre. Nello scorso settembre 2009 è uscita la seconda edizione della rivista di 32 pagine “2009: Ein Jahr für Joseph Haydn“ (Un anno per Joseph Haydn), pubblicata in versione tedesca, inglese e ungherese.
...LA VIENNA IMPERIALE
37
MUSEUMS QUARTIER
La sensazionale area d’arte vicino alla Hofburg merita di essere visitata non solo per i suoi importanti musei, come il Leopold Museum con le sue numerose opere di Schiele, il Museo d’Arte Moderna e la Kunsthalle. Vari locali originali frequentati da un pubblico originale fanno del complesso museale una meta ancora più attraente, all’insegna del “Guardare ed essere guardati“ e del piacere.
MUSEO LEOPOLD: perle assolute del Leopold Museum sono le 3 sale con l’importante collezione di opere di Egon Schiele (circa 200 lavori dell’importante espressionista austriaco). È dedicata una sala a parte anche all’artista e collega più importante di Schiele, Gustav Klimt . Il patrimonio del museo, consistente in oltre 5.000 opere (comprende anche importanti opere Oskar Kokoschka, Richard Gerstl, Herbert Boeckl, Alfred Kubin, Ferdinand Georg Waldmüller e Friedrich Gauermann) e mobili e oggetti d’arte del periodo intorno al 1900, recanti la firma di Otto Wagner, Adolf Loos, Josef Hoffmann e Kolo Moser. MUMOK - Museo di arte moderna: espone al pubblico la mostra permanente “Fokus 01. Ribellione e rinascita degli anni Sessanta” con 300 esempi di pop art, fluxus, nouveau réalisme e azionismo viennese, emblematici della collezione curata dal museo. La pop art è rappresentata da opere di artisti come Andy Warhol, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg e Jasper Johns. Fluxus e nouveau réalisme da creazioni di Daniel Spoerri, Nam June Paik, Yoko Ono, George Brecht e Marcel Duchamp. L’azionismo viennese, il contributo più importante dato dall’Austria allo sviluppo internazionale dell’avanguardia, è ottimamente documentato da lavori di Günter Brus, Otto Muehl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler. Questa parte della mostra è completata dalla “20esima azione di pittura” di Hermann Nitsch, nell’exscuderia barocca del MuseumsQuartier. Nella sua sala con cupola, il MUMOK inscena la storia dell’arte, dall’arte moderna all’arte classica. KUNSTHALLE
WIEN:
ha
come
obiettivo
principale
la
presentazione dell‘arte internazionale contemporanea ad un vasto pubblico. KUNSTHALLE WIEN, project space: si trova nella Karlsplatz ed è una succursale della Kunsthalle improntata sulla flessibilità e sulla sperimentazione. In questo “cubo” di vetro l’arte viene presentata come in vetrina.
DANUBIO - HUNDERTWASSER - CAFFÉ DIGLAS
VIENNA Card
La Vienna Card, in vendita al prezzo di € 18,50, è un biglietto valido 72 ore che consente di viaggiare su tutti i mezzi di trasporto pubblici di Vienna ottenendo, allo stesso tempo, diversi sconti e agevolazioni per tre giorni. La Vienna Card può essere richiesta negli alberghi viennesi, presso le agenzie di viaggi, alla Tourist-
CENTRO ARCHITETTURA VIENNA (Architekturzentrum Wien):
Info (Albertinaplatz) e presso i punti di prevendita del
rispetto alla sua inaugurazione avvenuta nel 1993 il Centro
trasporto pubblico Wiener Linien.
Architettura Vienna non solo si è affermato con successo,
I titolari della Vienna Card possono usufruire di piú di
diventando il primo punto di riferimento per quanto riguarda
210 agevolazioni, dall’ingresso ridotto nei musei allo
l’architettura in Austria, ma si è sviluppato fino a diventare
sconto nei templi dello shopping.
l’unico museo di architettura dell’Austria.
La sede centrale della Tourist-Information della
IL MUSEO PER BAMBINI ZOOM: offre tutto l’anno un
WienTourismus, si trova in Albertinaplatz, dietro l’Opera,
programma di mostre e workshop oltre ad un laboratorio multimediale, unico nel suo genere. Inoltre, si possono fare domande, toccare, sperimentare, sentire e giocare quanto e come si vuole. Possono partecipare attivamente ai programmi anche gli adulti che li accompagnano.
(angolo Maysedergasse, 1010 Wien); l’orario di apertura è dalle 9 alle 19 tutti i giorni ed oltre alle informazioni e al servizio di prenotazione camere si possono ottenere anche biglietti d’ingresso, prenotare giri turistici in città e cambiare valuta.
38
www.wien.info
...all around the world
capitali europee
Montagna
Mare
Città del Mondo
Grandi viaggi
“Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”
V���� J������ 16 - 73100 L���� • T��. 0832.231679 - F�� 0832.216833 • �����������@���.��
BASEBALL: NON SOLO PER AMERICANI Il Baseball sconta il luogo comune di essere uno sport “difficile”. In verità, è un gioco piuttosto semplice nelle regole basilari, tanto che è capito benissimo da bambini anche molto piccoli.
INFO: WWW.FIBS.IT
40
sport
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REGOLE DI BASE: Il baseball è uno sport giocato tra squadre di 9 giocatori e diviso in fasi di attacco e difesa. Quando ognuna delle 2 squadre ha completato un attacco e una difesa si è concluso un ‘inning’ o ‘ripresa’. Una partita dura 9 inning e non può terminare in parità. Il baseball prevede quindi tanti inning supplementari quanti ne servono per ottenere una squadra vincente. Si gioca su un ‘diamante’ (geometricamente un ‘settore circolare’) che misura circa 120 metri al centro e 100 ai lati. Il campo interno è delimitato da 4 basi. ‘Casa base’ è il centro del gioco ed è rappresentata da un pentagono detto ‘piatto’. Le altre 3 basi sono rappresentate da cuscini. Scopo del gioco è segnare punti. Un punto si segna quando un attaccante (battitore) riesce a completare il giro delle basi e tornare a casa base. La difesa deve cercare di eliminare 3 battitori per consentire alla squadra di passare in attacco. In linea di massima,
la eliminazione si ottiene rilanciando la palla verso il cuscino che il battitore (divenuto corridore) sta cercando di raggiungere prima che questo arrivi o prendendo la palla prima che tocchi terra (al volo). Un altro modo per eliminare il battitore è ‘al piatto’. Succede quando il lanciatore ottiene 3 ‘strike’, ovvero lancia la palla in una determinata zona (un solido immaginario che ha le dimensioni del ‘piatto’ e un’altezza che va dalle ascelle alle ginocchia del battitore) o costringe il battitore a girare la mazza senza colpire la palla.Se il battitore lascia passare 4 palline fuori dalla zona dello strike guadagna la prima base. Se il battitore non gira la mazza, è l’arbitro a decidere se il lancio è strike o ball. Tutti i giocatori di una squadra sono battitori. I difensori sono invece il lanciatore (il ruolo più importante); il ricevitore (che è accucciato dietro il piatto ed è il vero regista della squadra); 3 uomini che difensono i cuscini (prima, seconda e terza base); un uomo tra seconda e terza base (si chiama interbase); e 3 esterni.
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LA STORIA DEL BASEBALL: È ormai assodato che il gioco del baseball ha un’origine incerta. Addirittura dall’epoca degli Antichi Egizi esistono testimonianze di giochi effettuati con l’uso di mazze e palle. Comunque è proprio l’Inghilterra il paese dove il gioco si sviluppa. Nei primi anni del 1700 appaiono in Inghilterra tracce inequivocabili dell’esistenza di un gioco chiamato ‘Baseball’. Thomas Wilson, in un suo scritto, lo disapprova completamente. Nel 1744 John Newbry pubblica una poesia che inneggia a questo gioco. Il volume arriva nelle colonie d’America nel 1762. Nel 1748 anche il Principe di Galles Frederick accorda la propria preferenza al gioco. Il baseball sbarca sul Continente nel 1810: in Francia viene pubblicato Les yeux des jeunes garçons, che contiene le regole per un gioco da praticarsi con mazze e palline e che prevede la corsa sulle basi. La prima partita disputata nel Continente Americano si sarebbe svolta in Canada nel 1838, ipotesi ovviamente non particolarmente sostenuta dagli statunitensi. Chiunque negli Stati Uniti è convinto che il baseball sia stato inventato da Abner Doubleday nel 1839 a Cooperstown (New York), città non a caso sede della ‘Hall of Fame’ del baseball americano. A Doubleday sono riconosciute la primogenitura del ‘diamante’, l’invenzione dei ruoli e delle regole. L’ipotesi è accettata fin dai primi anni del ‘900 sulla base di una ricerca di Al Spalding (leggendario produttore di articoli sportivi e giocatore professionista). Il dubbio è che quella di Spalding sia una “storia perfetta” (un eroe di guerra che inventa il gioco in una città abitata solo da persone nate negli Stati Uniti) per dimostrare che il baseball è “figlio dell’America”. Doubleday, morto nel 1893, non ha purtroppo mai potuto confermare né smentire il proprio ruolo nella storia del baseball. Le regole del gioco vengono pubblicate solo nel 1845 a Manhattan dal padre riconosciuto del baseball moderno, Alexander Cartwright, e corrette negli anni successivi. Durante la Guerra Civile (1861-1865) il baseball si diffonde enormemente. Nel 1869 nascono i Cincinnati Red Stockings, la prima squadra professionistica di baseball. Sono anni nei quali il potere dei giocatori è enorme: gestiscono i campionati e a dettano le regole. Nel 1875 si impone però il concetto di ‘Club’. Nasce la National League, che come primo atto decide di proibire il baseball professionistico a chi non è bianco. La neonata lega trova dei concorrenti. Nel 1881 nasce l’American Association (chiuderà 10 anni dopo), i cui campioni affrontano a fine stagione i vincitori della National League. Sulle ceneri della Western League, una lega minore
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sport nata nel 1893, vede la luce nel 1900 l’American League, che nel 1901 assume lo status di Lega Maggiore e nel 1903 raggiunge un accordo con la National League per disputare le prime World Series. I primi anni del nuovo secolo sono conosciuti come “Dead Ball Era”, per il dominio dei lanciatori sui battitori. È l’epoca di Cy Young, tra i lanciatori e Ty Cobb tra i battitori (il quale introdusse la scivolata nel baseball). Nel 1904 il baseball fa la sua prima apparizione in un’Olimpiade a St. Louis. Un’epoca finisce improvvisamente nel 1919, per una drammatica serie di eventi. Il primo è il celebre scandalo di Chicago. A causa delle scommesse, 8 giocatori dei White Sox, vengono squalificati a vita. Le leghe decidono d’urgenza di impedire che i lanciatori possano ‘lavorare’ con saliva o grasso la pallina, in seguito al dramma di Ray Chapman, che muore 2 giorni dopo essere stato colpito alla tempia da un lancio di Carl Mays. È l’epoca di Babe Ruth, l’uomo che crea il mito del battitore di potenza. ‘The Babe’ si rivela come grande lanciatore a Boston ma allo stesso tempo è anche il detentore del record di fuoricampo (11). Dopo il cambio delle regole realizza un’impressionante escalation: 29 fuoricampo nel suo ultimo anno a Boston (1919), 54 l’anno dopo a New York, 59 nel 1921 fino ad arrivare ai 60 del 1927, record che resisterà per oltre 30 anni.
Nel 1920 nascono le cosiddette Negro Leagues, una prima risposta al divieto per chi non è bianco di giocare baseball professionistico. Nel 1947 l’epoca delle Negro Leagues termina quando Jackie Robinson approda alla National League e Larry Doby gioca nell’American League. Il baseball organizzato è ormai diffuso in 4 dei 5 continenti. Nel 1938 nasce l’International Baseball Federation (IBF), la Federazione Mondiale. Fin da subito il nuovo organismo si propone di organizzare un Mondiale. La prima versione è di fatto una sfida tra Inghilterra e Stati Uniti, che i britannici sorprendentemente vincono. Il primo vero Mondiale, con la partecipazione di 9 squadre, si gioca comunque nel 1939. Negli Stati Uniti le leghe professionistiche passano anni difficili durante la Seconda Guerra Mondiale: parecchi dei migliori giocatori sono costretti a lasciare le squadre per servire la Patria. Di quegli anni è però un primato che resiste ancora oggi: nel 1941 Ted Williams, dei Boston Red Sox, chiude la stagione con una media battuta superiore a .400. Dopo la Guerra (1948) si inizia a giocare in Italia. 5 squadre disputano il primo campionato, vinto dalla Libertas Bologna. Dopo essersi organizzato a livello Mondiale, nel 1953 nasce a Parigi un’organizzazione europea: la Confederation Europeenne de Baseball (CEB). Gli anni ‘50 segnano una svolta epocale anche in America. Nel 1958 2 delle storiche squadre dell’area di New
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York (i Giants e i Dodgers) si spostano in California,
record di Babe Ruth.
rispettivamente a San Francisco e Los Angeles.
Il 1975 segna un’altra svolta epocale: Andy Messersmith
Nel 1961 inizia la celebre vicenda di Roger Maris che
e Dave Mc Nally giocano un intero campionato senza
infrange il record dei 60 fuoricampo di Babe Ruth
contratto e a fine stagione si dichiarano ‘Free Agents’. E’ il
battendone 61. La stagione prevede più partite di quella
primo passo verso l’abolizione del vincolo e l’introduzione
del 1927 e il primato di Maris viene osteggiato da una
dell’arbitrato sui salari. Non sarà una svolta indolore. I
nazione intera. Il record verrà riconosciuto solo dopo la
rapporti tesi tra società e atleti portano a ben 2 scioperi
morte del giocatore.
(1981 e 1994) il secondo dei quali provoca addirittura la
Il 1966 nasce la ‘Player Association’, il Sindacato dei
cancellazione delle World Series dopo 90 anni.
giocatori di baseball.
Per risollevare la popolarità del ‘Vecchio Gioco’ servono
Sono anni particolari. Il dominio dei lanciatori rende poco
i muscoli, precisamente quelli di Mark Mc Gwire, che nel
interessanti le partite. Le Leghe decidono di abbassare il
1998 batte il record di Roger Maris con 70 fuoricampo.
monte di lancio e di ridurre l’area dello strike e, nel 1973,
Sembra un limite invalicabile, invece dura solo 3 anni
l’American League fa un passo fondamentale introducendo
perché nel 2001 viene portato a 73 Barry Bonds.
la regola del ‘Battitore Designato’.
Il baseball è tornato il passatempo preferito degli
Nel 1974 crolla un primato storico. Hank Aaron batte il
Americani, tanto che sia le Grandi Leghe che le Minor
fuoricampo numero 715 della sua carriera, superando il
Leagues polverizzano i record di presenze allo stadio.
CUORE TRICOLORE Pattuglia Acrobatica Nazionale N e i cie li de l mondo traccia le vie de ll’orgoglio nazional e
CREDITS Articolo e Intervista LUCIA ACCOTO Photo © 2009 FRECCE TRICOLORI TUTTI I DIRITTI RISERVATI
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auto da sogno
Ci sono storie che si scrivono col cuore. Niente fogli e filo nero. Solo ali di ferro per pensieri fluttuanti. I racconti si snodano lenti sulla distesa azzurro-cielo perché è in alto che librano le parole migratorie scritte dalle Frecce Tricolori. Nei cieli per raccontare passione, valori, tradizione. E le storie scolpite da mani esperte, dalla pattuglia acrobatica nazionale dell’Aeronautica Militare Italiana, operano in ognuno di noi una magia. Le parole fumo del libro aperto stagliate contro l’azzurro sono la via d’accesso ad un altro mondo. Quello della storia delle Frecce Tricolori che ci proietta con orgoglio nel seno della terra madre.
LA STORIA È il 1961 quando l’Aeronautica Militare decide di creare un gruppo permanente per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti. Nascono così le Frecce Tricolori. Con i 10 aerei, di cui 9 in formazione e 1 solista, sono la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo. Il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico con sede all’aeroporto di Rivolto svolge compiti di rappresentanza e, in caso di necessità, supporto aereo. La livrea dei suoi aeroplani è data dalla caratteristica banda tricolore che attraversa la fiancata dell’aereo su sfondo blu. L’addome dell’aeroplano è grigio chiaro mentre i numeri di formazione sono degli adesivi gialli. Il fumo tricolore viene generato per dispersione, ed è composto da olio di vaselina a cui vengono aggiunti pigmenti non inquinanti. La fuoriuscita del composto avviene attraverso un tubicino posto nello scarico posteriore dell’aeroplano. Dapprima e sino al 1963 i migliori piloti selezionati volavano a bordo di F-86, poi passarono sui cacciabombardieri Fiat G.91, modificati per le manifestazioni nei cieli del mondo, per pilotare infine gli Aermacchi MB-339A P.A.N. Le Frecce Tricolori nel corso degli anni hanno conseguito diversi ed importanti riconoscimenti tra cui quelli del Principe Faysal ibn al-Husayn di Giordania che ha consegnato il prestigioso premio “The King Hussein Memorial Sword”, la spada simbolo del proprio paese assegnata alla migliore dimostrazione aerea.
L’INTERVISTA AL
COMANDANTE P.A.N.: MAGGIORE PILOTA MASSIMO TAMMARO
Comandante Tammaro, con ali di ferro solcate il cielo dividendolo con i colori del valore. Le Frecce Tricolori spiccano il volo per regale acrobatiche esibizioni, ricami di precisione che agli spettatori lasciano forti emozioni e grande orgoglio. Voi vi librate con quale peso? “Con il peso della consapevolezza che il nostro lavoro ha un ruolo ben più importante del semplice ricamare l’aria. Rappresentiamo infatti i valori umani, professionali e tecnologici non solo dell’Aeronautica Militare, ma dell’intero Paese. Il Tricolore che stendiamo alla fine di ogni nostra esibizione, accompagnato dalla voce del maestro Luciano Pavarotti, sottolinea proprio la capacità di essere testimoni di un sistema che funziona. Un sistema che si chiama Italia e di cui noi ne facciamo parte”. Sempre suggestivo lo spettacolo che offrite e, come arcieri d’altri tempi, le Frecce Tricolori portano in alto i valori della Patria valorizzando, anche a distanza, la vicinanza con la gente. Pilotate anche questo segmento? “Si, proprio per evitare di rimanere a distanza. Il contatto con la gente è la nostra migliore fonte d’ispirazione e di appagamento. Non a caso i centoventi Club Frecce Tricolori sparsi per il mondo sono nati nel momento in cui degli appassionati sono entrati in contatto con noi o sono venuti a visitare la nostra base che grazie anche alla Regione Friuli Venezia Giulia è sempre più una meta turistica importante”. Quanto impegno, sacrificio e ore di volo ci sono dietro ad ogni passaggio acrobatico? “I passaggi acrobatici, più propriamente le manovre che eseguiamo con dieci velivoli nei venticinque minuti di volo del nostro programma, richiedono ovviamente un forte e costante addestramento. Ogni giorno in inverno ogni pilota effettua due o tre voli, mentre nel periodo estivo, quello delle manifestazioni, ci esibiamo ogni week-end con due eventi preceduti da altri due giorni di prove. L’addestramento non è solo in volo, ma anche a terra grazie allo sport che ognuno di noi pratica e ad un altrettanto importante allenamento non fisico che ci consente di mantenere il Gruppo sempre coeso ed affiatato”. Le Frecce Tricolori di quali tipi d’aereo dispongono?
a cura di Lucia Accoto
“L’aereo della Pattuglia Acrobatica Nazionale è l’MB339, l’italianissimo ed agilissimo jet scelto fin dal 1982 per le sue eccezionali doti acrobatiche. Inoltre durante le manifestazioni, essendo noi un Gruppo dell’Aeronautica Militare, siamo accompagnati da un C130, un grosso aereo cargo, della 46^ Brigata di Pisa che trasporta tutto il materiale necessario per la nostra trasferta”.
Le Frecce Tricolori sono sinonimo di professionalità, abilità, precisione. È una scuola di vita, ma pochi vi accedono, quali altre qualità occorrono per farne parte? “Principalmente direi l’umiltà. Una qualità difficile da trovare, ma indispensabile per svolgere il nostro lavoro e garantire sempre il raggiungimento dell’obiettivo. Spesso mi ritrovo a pensare che sono un ragazzo fortunato perché comando degli uomini dotati sì di notevoli doti professionali, ma anche e principalmente caratteriali. Per questo la selezione attitudinale che svolgiamo ogni anno per stabilire il o i due nuovi piloti va a verificare più che la professionalità, il carattere dell’individuo e il suo equilibrio”. Le Frecce Tricolori colpiscono il cuore degli italiani, ma vi esibite anche all’estero, quindi centrate i cuori di tutti. Sempre in alto nella distesa di azzurro il valore della nostra terra è rappresentato dalle Frecce Tricolori. In volo unite valori, ideali e gente? “Sicuramente si. Il nostro volo è studiato per lanciare un messaggio e far si che l’emozione, il desiderio di emulazione e le sensazioni che esso provoca alla gente aiutino a fissare questo messaggio nei cuori in modo indelebile. Con la manovra del “ Cuore Tricolore ” ad esempio vogliamo far capire alla gente, ed è per questo lo disegniamo nel cielo, che per poter far bene qualunque attività ci vuole un ingrediente importantissimo: la passione che noi rappresentiamo in aria con un gigantesco cuore. Ma nella manovra c’è anche il solista che con la sua rotazione sottolinea il cuore e dimostra che noi italiani, grazie all’estro ed alla fantasia che ci sono propri, possiamo aggiungere degli ingredienti in più. Infine il cuore viene avvolto in un manto tricolore, uno spettacolare incrocio di nove aerei che chiudono la manovra indicando inequivocabilmente che quello è un messaggio tutto italiano”.
Ognuno di noi plana desiderando un tempo senza fine sul manto azzurro seguendo le ali di ferro finchè non scompaiono oltre all’orizzonte. A quel punto soddisfatti di loro, di noi e del nostro Paese, abbassiamo lo sguardo grati delle piume di orgoglio che si elevano al cielo.
fashion
LO STILE E IL FASCINO DELLA MODA IN UN SECOLO E MEZZO LA FILOSOFIA DI UN MARCHIO LEGATO AL TERRITORIO. LA STORIA SUL FILO DELLA CREATIVITÀ, NON PERDENDO MAI DI VISTA L’INNOVAZIONE.
Sembra una traversata. 150 anni di cammino per un marchio stretto alle viscere della storia da cinque generazioni, che percorre il sentiero dell’innovazione sino ai giorni nostri. Un viaggio nella moda per non interromperlo. A Maglie in piazza Aldo Moro la trama della storia è inscritta nelle insegne del negozio di abbigliamento, CANDIDO 1859. Del resto i rocchetti del racconto si leggono già guardando il palazzo storico. Dentro tutto è tessuto, per chi sa scrivere solo con l’ago. E i tessuti hanno anche il profumo e i ricordi di un viaggio, per conoscere ancora e di più. Il nome è intatto, UNICO come una volta, BRILLANTE perché di tendenza, coltivato su un terreno CONTEMPORANEO per affermare un PURO STILE. Un secolo e mezzo di racconti indossati. Tre piani per la moda Uomo, Donna e Bambino che attraverso il filo dell’esclusività si srotola sino al 2009.
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CANDIDO 1859: NON SOLO MODA Arredamento minimalista per una raffinata eleganza tutta da vivere. Spazi ed idee di ultima generazione, luce ovunque e una perfetta semplicità nel design puro e nella scelta dei materiali per rendere il negozio Candido 1859 accogliente e spalancato sul futuro attraverso il grande occhio. Un tavolo a specchio posto al centro dello spazio al secondo piano riservato alla moda Uomo da cui si vede brillantemente il piano sottostante destinato alla moda Donna. Una sorta di galassia sul mondo del look, di ciò che è tendenza, stile. Dove si guarda per essere poi, una volta fuori, guardati. I locali di Candido 1859 sono spazi in evoluzione e senza sovrastrutture, pratici ed innovativi. L’ambiente oltre a cascate di luci che spiovono da pareti e soffitto a specchio ben si sposa come laboratorio di eventi, feste ogni 6 mesi, e mostre fotografiche. Un contenitore, quindi, di cultura e raffinata accoglienza per clienti che rinnovano la
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fiducia al marchio Candido 1859 e per quelli che si apprestano a conoscerlo. Non solo moda, dunque, ma anche esposizioni di artisti magliesi come quella del pittore Antonio Montefusco, che hanno fatto la storia del Salento e non solo, o che dal Salento sono partiti per approdare in tutto il mondo, riconosciuti come veri talenti, come l’architetto Antonio Romano, l’artista del logo. L’artigiano delle idee che ha curato il logo, la comunicazione per il centocinquantesimo anniversario di Candido 1859, strepitosa la festa organizzata all’interno di Candido 1859 per un secolo e mezzo di storia. All’arte creativa di Romano sono legati inoltre più grandi nomi, il logo della Rai, Edison, G8, Trenitalia, solo per citarne alcuni. Moda, arte, qualità e attenzione al territorio per Marco Candido, tutto nel gomitolo dello stile per chi ama una vita in stile.
fashion
UNICO, BRILLANTE, CONTEMPORANEO. PURO STILE. Vuoi conoscere i must per la prossima stagione? Eleganza in primo piano, ma il vero asso nella manica si gioca con le giacche. Sobrie, dalla linea pulita, dal taglio rigoroso, ma molto chic firmati Mauro Grifoni , tanto per l’uomo quanto per la donna. Sono semplicemente fashion. Per una donna sofisticata pantaloni stretti e giacche affiancate che ne fanno una intramontabile donna di classe, perfettamente in linea con l’essere ricercata, distinta. Bianco e nero sono le nuance con cui divertirsi a creare un look fatto di completi maschili, dai dettagli sartoriali. Le camicie con rose e fiocchi annodati al collo segnano la differenza. Per l’uomo Grifoni stile e linearità lo proiettano nel lavoro e nel tempo libero nella sfera del trend, senza perdere di vista la sobrietà. Occhio di riguardo agli accessori. Tutti pazzi per le borse, quelle Etro e See by Chloè ti accompagnano anche fuori dall’ufficio per una serata elegante. Non possono mancare nel tuo guardaroba. Da non perdere, semplicemente fantastiche. Fattura artigianale per le calzature da uomo Santoni , rigorosamente realizzate a mano. Per l’uomo che non vuol perdere la propria classe, si adegua ai tempi, anticipandone le tendenze Aquarama propone delle giacche très chic, il vero must della stagione. Affiancate in nilon. Per la pelletteria ideale per l’uomo che non tira la cinghia sono le cinture Orciani . Per la maglieria raffinati i capi per lei di Fabiana Filippi . Per lei e per lui nel settore giovani spiccano i marchi Diesel , Bikkembergs . Per i più piccoli, sempre più esigenti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. I jeans fashion di Dondup rappresentano un vero cult. Per le bimbe più vanitose il marchio Liu-Jo non può mancare nel loro armadio. Ai giacconi non si deve rinunciare, quelli di Peuterey , di Burberrys e D&G sono alcuni tra i più ricercati. Per i capi sportivi e confortevoli da non perdere la griffe Diesel . Quando la tendenza parte in erba.
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1-2 MAURO GRIFONI • 3-4 FABIANA FILIPPI • 5-6 ETRO • 7-8 LIU-JO
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CHIANTI CLASSICO La Toscana è conosciuta ovunque come terra votata alla
approssimativamente agli attuali 70.000 ettari.
produzione di grandi vini tra cui primeggia per tradizione,
Il bando del 1716 rappresenta il primo documento legale
notorietà e consistenza il Chianti Classico. Questa
nella storia che istituisce la delimitazione di un’area
denominazione è legata esclusivamente all’area da sempre
viticola di produzione.
chiamata Chianti, ovvero quella zona che si estende fra
In epoca moderna, proprio per la notorietà che aveva
Firenze e Siena.
acquistato il Chianti, si trovò conveniente produrlo anche negli altri territori toscani dotati di una certa
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LA STORIA: Il nome Chianti, riferito al vino prodotto
vocazione viticola, adottando le stesse pratiche e gli
nella zona Chianti, compare per la prima volta in
stessi uvaggi del territorio d’origine. Questo vino venne
documenti notarili del 1404, sebbene la coltivazione di
commercializzato con il nome di Chianti, sottolineandone
vite all’interno di quel territorio di produzione sia nota
la caratteristica di essere fatto “all’uso” del Chianti, e
sin dall’epoca etrusca.
da quel momento l’indicazione geografica si trasformò in
In seguito, il vino prodotto su queste colline acquistò un
denominazione enologica. Accanto all’originario Chianti
tale prestigio da indurre, nel 1716, il Granduca di Toscana
(definito poi Classico a riconoscimento e tutela della sua
Cosimo III a tutelarne il nome, fissando in un bando i confini
primogenitura), nacquero così altre sei tipologie di vino.
della zona di produzione, che ancora corrispondono
Un decreto ministeriale del 1932 sancì questo stato di
IL VINO DEL GALLO NERO
vini
cose distinguendo il Chianti prodotto nell’area storica,
rendono il Chianti una regione particolarmente votata
che venne definita “zona di origine più antica”, da quello
alla produzione di vini di qualità, primo fra tutti il Chianti
prodotto nel resto della Toscana.
Classico, e di olio extra vergine di oliva.
Dal 1996 il Chianti Classico è DOCG autonoma. Con il
Elemento distintivo del paesaggio agrario chiantigiano
decreto ministeriale del 5 agosto 1996, è stato infatti
sono infatti i filari dei vigneti specializzati ed i recenti
approvato il disciplinare separato per la denominazione
oliveti, colture che interessano rispettivamente 10.000
Chianti Classico, un riconoscimento che restituisce al
e 8.000 ettari. Dei 10.000 ettari coltivati a vite, circa
Chianti Classico la sua dignità di zona più antica nonché la
7.000 sono destinati al vino Chianti Classico DOCG, la
peculiarità e la tipicità di un vino unico.
cui produzione si aggira mediamente ogni anno attorno ai 260.000 ettolitri.
IL TERRITORIO: Il territorio del Chianti comprende nelle
A tutela della produzione del Chianti Classico, il 14
sue terre i comuni di Castellina, Gaiole, Greve e Radda in
maggio 1924 un gruppo di 33 produttori proprietari di
Chianti per intero ed, in parte, quelli di Barberino Val d’Elsa,
vigneti si riunì a Radda in Chianti per dar vita al Consorzio
Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano Val di
per la difesa del vino Chianti e della sua marca d’origine.
Pesa e Tavarnelle Val di Pesa. In tutto 70.000 ettari.
Il marchio che da sempre ha accompagnato le bottiglie di
I confini del territorio di produzione del vino Chianti
Chianti Classico prodotte dagli associati è il Gallo Nero,
Classico sono rimasti invariati rispetto a quanto definito
storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti,
nel decreto ministeriale del luglio 1932.
riprodotto dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del
Per lo più coperto da boschi, dove prevalgono querce,
Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio.
castagni e pini, punteggiato da cipressi, il Chianti è una
Con il trascorrere degli anni, il ristretto gruppo di
zona con altitudini che oscillano tra i 200 e gli 800 metri.
produttori della fondazione si è ampliato e il Consorzio
Il clima è continentale ma senza eccessive escursioni
conta oggi oltre 600 produttori associati, di cui circa 350
termiche. I terreni, sassosi e poco profondi, presentano
confezionano il vino con la propria etichetta.
pendenze anche notevoli.
Dal 2005 il Gallo Nero è diventato l’emblema di tutta la
Le caratteristiche del clima, del terreno e dell’altitudine
denominazione Chianti Classico.
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LA LEGGENDA DEL GALLO NERO 62
Il Gallo Nero in campo oro è lo storico simbolo del vino Chianti Classico. La scelta del simbolo è soprattutto dovuta a ciò che esso rappresenta dal punto di vista storico e della tradizione popolare. La leggenda narra che nel periodo medievale, quando le repubbliche di Firenze e Siena si combattevano per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di continue dispute. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato dato dal canto del gallo. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso e pressoché digiuno per molti giorni in una piccola e buia stia, tanto da indurlo in un forte stato di esasperazione. Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla stia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere. Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della repubblica fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena. Dopo questa vicenda, il Gallo Nero divenne anche il simbolo delle Lega del Chianti che, all’interno dello stato fiorentino, aveva compiti amministrativi e di difesa militare del territorio. Dato il suo significato politico, fu anche raffigurato nel Salone del Cinquecento, in un celebre affresco del Vasari, quando nella metà del sedicesimo secolo l’illustre pittore e architetto fu chiamato a ristrutturare il Palazzo Vecchio a Firenze.
I CRITERI DI DEFINIZIONE DEL CHIANTI CLASSICO E LE
raccomandate, autoctone come il Canaiolo e il Colorino
DIFFERENZE CON IL CHIANTI COMUNE:
o internazionali (Cabernet Sauvignon, Merlot etc.).
Per poter acquisire la denominazione di Chianti Classico,
A partire dalla vendemmia 2006 non possono più essere
non è sufficiente che il vino sia prodotto nella regione
utilizzate le due uve a bacca bianca, il Trebbiano e la
del Chianti.
Malvasia, il cui impiego era precedentemente consentito
Deve anche rispettare tutta una serie di regole previste dal
fino a un massimo del 6%.
disciplinare di produzione, prima fra tutte la particolare
Altri aspetti peculiari del Chianti Classico sono: l’entrata
base ampelografica.
in produzione dei vigneti a partire dal quarto anno
L’uva più importante, sia per percentuale (dal 80% al 100%)
dall’impianto, la bassa resa per pianta (max. 3 chilogrammi
che per tipicità, è il Sangiovese, vitigno a bacca rossa
di uva a ceppo) e per ettaro (max. 52,50 ettolitri di vino), la
originario dell’Italia centrale, che dà vita a vini dal colore
gradazione alcolica minima di 12° per il vino normale e di
rosso rubino che con l’invecchiamento tende al granato,
12,5° per la Riserva.
dal profumo di spezie e piccoli frutti di bosco, dalla buona
L’immissione al consumo del vino non può inoltre avvenire
struttura, eleganti, rotondi, vellutati.
prima del 1° ottobre dell’anno successivo alla vendemmia,
Oltre al Sangiovese possono essere presenti fino a un
per dare modo alle varie componenti di raggiungere un
massimo del 20% altre uve a bacca rossa autorizzate e/o
perfetto equilibrio.
vini
I VINI DEL GALLO NERO SONO PRESENTI SUL MERCATO
Solo le annate migliori, quando la maturazione delle
IN DUE VERSIONI: NORMALE E RISERVA.
uve è perfetta ed omogenea, possono dare vini così strutturati da essere destinati all’invecchiamento.
Il Chianti Classico Annata:
La riserva, vino in cui prevale la possente struttura del
Vino relativamente giovane e ricco di frutto, viene messo
Sangiovese, è il compagno ideale per carni importanti,
in commercio a partire dal 1° ottobre successivo alla
grigliate,
vendemmia.
stagionati.
arrosti,
brasati,
selvaggina
o
formaggi
Nel corso della trasformazione da uva in vino si possono ottenere prodotti giovani e di piacevole consumo,
Il Chianti Classico abbraccia quindi tipologie di vino
caratterizzati
in
anche molto diverse tra loro. Una diversità determinata
abbinamento a primi piatti e a piatti a base di carni bianche
dalle condizioni micropedoclimatiche in cui cresce il
e rosse.
vigneto, dalle caratteristiche dei cloni di vitigni utilizzati
dalla
grande
bevibilità,
perfetti
(le proprietà genetiche che distinguono una pianta Il Chianti Classico Riserva:
dall’altra), dai sistemi di coltivazione e di vinificazione.
Si tratta di un vino “importante” al quale sono destinate fin dalla vendemmia le uve migliori, che contengono le sostanze che poi garantiranno al prodotto grande
LE CIFRE DEL CHIANTI CLASSICO
spessore, bouquet ampio e complesso, equilibrio tra eleganza e potenza.
Estensione dell’intero territorio
70.000 ha
Vino ricco di struttura e capace di affrontare un lungo
Estensione complessiva vigneti
10.000 ha
periodo di maturazione, può essere definito riserva
Vigneti iscritti all’albo
7.200 ha
solo se raggiunge una maggiore gradazione alcolica
Produzione Chianti Classico 2008
268.100 hl
(12,5°) e dopo aver subito un invecchiamento minimo di
Numero soci Chianti Classico
597
ventiquattro mesi, di cui almeno tre di affinamento in
Numero di imbottigliatori
350
bottiglia.
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IL CONSORZIO DEL VINO CHIANTI CLASSICO 64
LA LUNGA BATTAGLIA LEGISLATIVA DEL CONSORZIO:
dedito invece alla promozione dei vini contraddistinti dal
Nel periodo che va dal 1924 al 1967, il Consorzio dovette
marchio Gallo Nero, sottoposti a norme più restrittive e
sostenere lunghe e difficili battaglie per ottenere il
controlli più severi sulla qualità del prodotto.
riconoscimento esclusivo. Il cammino legislativo durato
Con il decreto ministeriale del 5 agosto 1996, il Chianti
oltre 40 anni si concluse infatti nel 1967 con l’entrata
Classico divenne finalmente una DOCG autonoma, con
in vigore del decreto che riconosceva la denominazione
un disciplinare di produzione distinto da quello del vino
di origine controllata del Chianti e riconosceva il Chianti
Chianti.
Classico come un vino dalle caratteristiche più selettive
Nel novembre 2003, il Consorzio del vino Chianti Classico
di quelle previste per la denominazione.
ha ottenuto un altro importante riconoscimento da
In seguito, nel 1984, il Chianti Classico ottenne la DOCG
parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali:
(denominazione d’origine controllata e garantita), il
con la cosiddetta erga omnes, infatti, il Consorzio si
riconoscimento più alto per i vini italiani di qualità.
è assicurato le responsabilità relative al controllo
Tre anni dopo, nel 1987, in prospettiva dell’ormai imminente
sulla denominazione Chianti Classico, un controllo
legge che avrebbe imposto ai consorzi di tutela l’obbligo
che riguarda tutta la filiera produttiva e che viene
di cessione del marchio a tutti gli utilizzatori della
indistintamente esercitato su tutte le aziende, socie e non
denominazione, il Consorzio suddivise la sua attività in due
socie.
organismi: il Consorzio Vino Chianti Classico, cui venne
Nel 2005 il Gallo Nero è divenuto il segno distintivo
affidato l’incarico di vigilanza ed i controlli previsti da
di tutto il vino Chianti Classico, e, quale marchio della
precise norme di legge, ed il Consorzio del Gallo Nero
denominazione, è stato inserito nella fascetta di stato che
(poi Consorzio del Marchio Storico – Chianti Classico),
viene apposta su ogni bottiglia.
UN ECCEZIONALE VIAGGIO TR A I MODELLI CHE COMPONGONO L A COLLEZIONE DELL A “GALLERIA FERR ARI”, LUOGO IMPERDIBILE PER AMMIR ARE E CONOSCERE LE AUTOMOBILI CHE HANNO PERMESSO ALLO STORICO MARCHIO ITALIANO DI DIVENTARE UN MITO. Vero e proprio custode del mito, la Galleria Ferrari di Maranello raccoglie al suo interno le auto, le immagini ed i trofei che hanno scritto la storia della Marca. Cuore
dell’offerta
della
Galleria
è
naturalmente
l’esposizione
delle vetture Ferrari, tra le più prestigiose della sua storia e della sua produzione: circa 40 modelli a rotazione sono a disposizione dei visitatori, grazie al patrimonio dell’Azienda ed alla collaborazione con i più importanti musei d’auto italiani e internazionali ed i collezionisti di tutto il mondo. L a Galleria è idealmente strutturata in 5 aree, ognuna in grado di soddisfare le aspettative sia dell’appassionato di competizione sia del competente conoscitore di auto storiche: la Formula 1, dedicata appunto alle Monoposto di Formula 1 di ieri e di oggi, l’area Granturismo e innovazione tecnologica, che comprende anche le vetture stradali speciali, le vetture Sport tra le più gloriose, le mostre temporanee e quelle fotografiche.
166 MM La vettura 166 MM del 1948, spider/barchetta Touring, condotta da Luigi Chinetti e lord Peter Selsdon (proprietario della vettura), vinse la 24 Ore di Le Mans del 1949 (prima 24 Ore di Le Mans disputata dopo la fine della seconda guerra mondiale e prima vittoria in assoluto a Le Mans di una vettura con motore a 12 cilindri e prima vittoria per la Ferrari in questa gara). Una vettura di questo modello è stata la prima vettura Ferrari posseduta da Gianni Agnelli.
GALLERIA FERRARI CUSTODE DELLE AUTOMOBILI PIÙ BELLE DEL MONDO
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storia dell’auto
INFORMAZIONI UTILI:
DOVE SI TROVA: Via Dino Ferrari 43 - Maranello (MO) ORARI DI VISITA: Tutti i giorni (anche festivi) dalle 9.30 alle 18 con orario continuato. Dal 1° maggio al 30 settembre orario prolungato fino alle 19. Chiuso solo il 25 dicembre ed 1 gennaio. BIGLIETTI: 13 euro intero; 11 euro ridotto studenti, over 65 ed enti convenzionati; 9 euro famiglie e bambini 6-10 anni. SITO WEB: www.galleria.ferrari.com
FERRARI 166 MM (1948)
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FERRARI 250 TESTA ROSSA (1957)
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375 Plus (1954)
è
La 375 Plus è realizzata con il preciso obbiettivo di
Panamericana, che permette alla Ferrari di conquistare il
conquistare il mondiale Sport, infatti viene dotata del
titolo mondiale.
motore V12 di Lampredi, in grado di erogare 330 cavalli.
Questo Spider Pininfarina, in lega leggera, ha un motore
Il pilota Farina porta questa monoposto alla vittoria ad
anteriore longitudinale e può raggiungere la potenza
Agadir, mentre Gonzales trionfa a Silverstone e nella
Massima di 330CV a 6000 giri/minuto. La distribuzione
classica Endurance di Les Mans. Il successo fondamentale
è a 2 valvole per cilindro, 1 albero a camme in testa, la
però
quello
di
Umberto
Maglioli
alla
Carrera
storia dell’auto 250 Testa Rossa Questa vettura del 1957 è stata venduta alla cifra record di € 9.020.000 lo scorso 17 maggio all’asta ‘Ferrari Leggenda e Passione’ organizzata a Maranello da RM Auction in collaborazione con Sotheby’s. Prodotta in 34 unità, di cui solo 22 “Pontoon Fender” come quella in Galleria, ha partecipato a numerose competizioni internazionali (Sud America, Stati Uniti, Europa).
250 GT California Nel 1957, appare una nuova versione della 250 GT: la spider California. Prodotta in 110 esemplari, è una delle vetture più belle della produzione Ferrari, protagonista di numerosi film di successo hollywoodiani. Il disegno è opera di Pininfarina, ma la carrozzeria è realizzata dalla Scaglietti di Modena. Come si può capire dal nome, la vettura era stata concepita prevalentemente per il mercato americano presso il quale cominciava a diffondersi il mito Ferrari. Al successo commerciale, si aggiunge un discreto successo sportivo: la California ottiene diverse vittorie in competizioni prestigiose, come la 24 Ore di Le Mans o la 12 Ore di Sebring, con piloti famosi come Moss, Ginther e Grossman.
400 Superamerica Prodotta in due serie tra il 1960 ed il 1964, fa parte di quei modelli d’alta gamma che erano costruiti in base ai desideri del cliente. Questa vettura in particolare è stata realizzata per Gianni Agnelli (che prediligeva il tettuccio apribile), ed è ora di proprietà di un cliente americano che l’ha portata a Villa d’Este per il Concorso d’Eleganza di quest’anno e ha voluto poi metterla a disposizione dei visitatori della Galleria Ferrari. Un grande V12 da quattro litri, con tanta potenza ma anche molta coppia, interni sobriamente lussuosi, assetto rigido ma in grado di garantire un discreto comfort, cambio di velocità con “overdrive”. Le carrozzerie, tutte di Pininfarina, comprendevano le tipologie spider, cabriolet e coupé aerodinamico, oltre ai famosi modelli unici Superfast II, III e IV.
275 GTB Competizione Su questo modello, costruito in almeno due esemplari in forma di prototipo nel 1965, esiste una leggenda secondo frizione è a dischi multipli, con un cambio a 4 velocità più
la quale la carrozzeria, realizzata come sempre dalla
retromarcia.
Pininfarina, avrebbe dovuto essere quella della nuova
La sospensione anteriore è a ruote indipendenti, quadri-
berlinetta. Enzo Ferrari bocciò la proposta e le macchine
lateri deformabili, balestra trasversale inferiore.
pronte furono in un primo momento accantonate. In
La sospensione posteriore è a ponte De Dion a balestra
seguito le vetture furono rielaborate nella meccanica
trasversale. I freni sono a tamburo a comando idraulico e
ed alleggerite per renderle più adatte alle corse.
lo sterzo è a vite senza fine e ruota elicoidale.
Queste automobili parteciparono alla Targa Florio, alla
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FERRARI 250 GT CALIFORNIA (1957)
1000 Km del Nürburgring ed alla 24 ore di Le Mans nel
512 M
1965: in questa gara massacrante la vettura dell’Ecurie
La 512 M (dove “M” sta per modificata) è una diretta
Francorchamps, guidata da Willy Mairesse e “Beurlys”
evoluzione della 512 S. Sulla base delle esperienze
(pseudonimo del miliardario Jean Blaton), arrivò terza
effettuate in gara, furono potenziati i dischi dei freni
assoluta dietro a due 250 LM e prima nella categoria GT.
posteriori e studiate nuove sospensioni. Il motore, più
Nel 1966 fu allestita una piccola serie di vetture per
leggero e potente, ricevette nuove testate sempre a 4
clienti: queste proponevano la forma della carrozzeria
valvole per cilindro, che ne migliorarono il rendimento
dell’auto in normale produzione.
mentre la carrozzeria, in poliestere, fu resa più affusolata ed aerodinamica. Dopo l’esordio, nel 1970 sul circuito di
365 GTB/4 “Daytona”
Zeltweg, prese parte al Mondiale Marche 1971.
Evoluzione della 275 GTB4, è una pietra miliare nella storia dei coupè con motore anteriore ad altissime prestazioni. La
312 T5 (1980)
linea pulita ed elegante disegnata da Pininfarina, il motore
Ultima monoposto della gloriosa famiglia delle T, nacque
V12 alimentato dai sei Weber doppio corpo da 40mm, la
sulle basi del progetto della T4 che l’aveva preceduta ma
distribuzione dei pesi ottimale anche grazie al cambio
non ebbe grandi prestazioni. Né Scheckter né Villeneuve
posteriore con sistema transaxle, formano un insieme di
riuscirono mai a salire sul podio. I risultati migliori furono
raro equilibrio che garantisce sensazioni di guida uniche.
tre quinti posti, uno di Scheckter a Long Beach e due di
E’ nota a molti appassionati con il nome non ufficiale
Villeneuve a Montecarlo e a Montreal.
di “Daytona” a ricordo della storica affermazione dei
70
prototipi Ferrari P4 nella 24 Ore di Daytona dell’anno
F1 126 CK
precedente.
Dopo 31 anni, nel 1981, sulla 126 C di Gilles Villeneuve,
storia dell’auto
FERRARI F50 (1995)
Ferrari torna ad utilizzare in Formula 1 un motore
turbocompressori. Con una velocità massima di 324
turbocompresso e monta su un 6 cilindri a V di 120° due
Km/h e una potenza di 478 CV a 7000 giri/min, la F40 è
turbo KKK.
una vettura sensazionale, con prestazioni e contenuti
Il motore turbo era già apparso in Formula 1 nel 1977 al
tecnologici estremi, e si colloca perfettamente tra un
Gran Premio d’Inghilterra a Silverstone sulla Renault, ma
modello da strada e un’auto da corsa, diventando un vero
aveva fatto fatica ad imporsi presso gli altri costruttori.
e proprio oggetto di culto per gli appassionati Ferrari.
Attorno al nuovo propulsore Ferrari, venne realizzata
Il successo commerciale è straordinario: era stata
una vettura completamente nuova, soprattutto dal
pianificata una produzione di 400 esemplari ma, viste le
punto di vista della configurazione aerodinamica, pur
numerose richieste, fino al 1992 ne sono state prodotte
mantenendo alcune soluzioni della precedente 312 T, come
nel complesso ben 1.311.
il cambio trasversale. Vengono aggiunti gli scambiatori di calore per l’aria compressa e il gruppo centrale dei
F50
turbocompressori ad alimentazione incrociata.
Erede della F40, fu presentata al Salone di Ginevra
Dopo una messa a punto piuttosto lunga e delicata,
nel 1995. Si tratta di una vera monoposto travestita
Villeneuve conquistò con la nuova monoposto due
da Granturismo che prevede una serie di innovazioni
storiche vittorie: Montecarlo e Jarama in Spagna.
tecnologiche mutuate direttamente dall’esperienza in pista con un design unico in puro stile Pininfarina. Viene
F40
prodotta fino al 1997 in 349 esemplari.
Per festeggiare i 40 anni di produzione automobilistica, Enzo Ferrari presenta nel 1987 a Maranello la F40,
360 Barchetta
equipaggiata con motore a 8 cilindri di 3000 cc con due
Modello unico del 2000, unica versione Barchetta della
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FERRARI 599 GTB FIORANO (2006)
360 Modena disegnata da Pininfarina, regalata a Luca di
novità è costituita dall’introduzione di un nuovo sistema
Montezemolo dall’Avvocato Gianni Agnelli in occasione
elettronico, uguale per tutte le squadre, denominato
delle sue nozze il 7 luglio di quello stesso anno, per
SECU (Standard Electronic Systems). Questa soluzione,
i successi in Formula 1 e per la rinascita dell’intera
insieme ad altre novità regolamentari che riguardano il
Ferrari. Da notare la forma singolare del parabrezza, dei
cambio, la sicurezza e i materiali, hanno determinato un
poggiatesta, gli interni in canvass.
aumento del peso della vettura e l’eliminazione di una serie di aiuti nella guida come il controllo della trazione
599 GTB Fiorano
e del motore in frenata e il sistema di partenza assistito
Una delle due vetture che ha partecipato nel 2006 al
elettronicamente, nonché una gestione del differenziale,
Panamerican Tour 20,000, il tour della Ferrari attraverso
del motore e della cambiata molto più semplificata.
il continente americano. Ferrari California F2008
Esposta in Galleria nell’ambito della mostra di Enrico
E’ la 54ª monoposto costruita dalla Ferrari per
Ghinato alla fine dello scorso anno. E’ la prima Ferrari
partecipare al campionato del Mondo di Formula Uno.
Granturismo con motore 8 cilindri anteriore-centrale,
Il progetto, contraddistinto dalla sigla interna 659,
una vettura estremamente innovativa ma che nella sua
rappresenta l’interpretazione da parte della Scuderia del
filosofia ripropone lo spirito e le emozioni di una grande
regolamento tecnico in vigore nel 2008, la cui principale
Ferrari del passato: la 250 California del ‘57.
FERRARI CALIFORNIA (2008)
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per informazioni sul canyoning: AIC - Associazione Italiana Canyoning Segreteria: Bruno G. Messa Viale Monza 255 - 20126 Milano T. (+39) 333 3908515 segreteria@canyoning.it
passioni
CANYONING A STRETTO CONTATTO CON LA NATURA COS’È IL CANYONING: Il Canyoning (o torrentismo) consiste nella discesa a piedi di corsi d’acqua che scorrono all’interno di strette gole profondamente scavate nella roccia e caratterizzati da portata ridotta (in genere inferiore ai 200 litri al secondo) e forte pendenza. Proprio per queste caratteristiche le rive dei torrenti adatti alla pratica del canyoning risultano inaccessibili in quanto i versanti del torrente sono verticali e rocciosi e una volta intrapresa la discesa non è assolutamente possibile ritornare indietro, ma solo proseguire fino all’uscita o uscire per dei sentieri laterali quasi sempre di difficile percorribilità. Il termine normalmente utilizzato dai praticanti per indicare tutto questo è “forra” che perciò è equivalente all’espressione “torrente incassato”. In alcuni le forre sono strette al punto che la luce del sole non riesce a penetrare a sufficienza per poter permettere di vedere alcunchè. La discesa viene quindi effettuata direttamente lungo il greto, che può essere “asciutto”, cioè in secca, o “bagnato”. In entrambi i casi è possibile incontrare delle pozze piene d´acqua. Quando l´aggiramento delle
Photo: CRISTIANO MASSOLI - AIC
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Photo: PAOLO TESTA - AIC
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pozze è impossibile e quando la profondità ci costringe
indietro.
a bagnarci molto, se non addirittura a nuotare per poter
I percorsi hanno mediamente una durata variabile fra le 2
proseguire oltre, allora si parla di “vasche”, oppure di
e le 8 ore, ma sono presenti anche percorsi piu’ lunghi che
“canali” se queste sono lunghe e strette.
richiedono bivacchi notturni. Normalmente una marcia di
Quasi sempre il greto delle gole è interrotto da cascate
avvicinamento in salita precede la discesa vera e propria.
che vengono superate con l’ausilio di corde utilizzando
Il canyoning non è uno sport individuale, ma di gruppo. La
tecniche mutuate dall’alpinismo o dalla speleologia o,
quantità di materiale necessario alla discesa e questioni
dove possibile, effettuando tuffi, scivolate o passaggi di
di sicurezza consigliano di evitare la formazione di gruppi
arrampicata in discesa.
inferiori a 4 persone.
Qualora si usino le corde è necessario che sia presente
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che l’accesso ad
un sistema di ancoraggio (cioe’ qualcosa a cui assicurare
una gola non è possibile senza le tecniche e l’attrezzatura
la corda di calata) predisposto utilizzando tasselli ad
torrentistiche.
espansione o fissati mediante resine speciali. Alcune
Dato che entrambe le cose sono un prodotto dei nostri
volte le corde possono essere fissate ad un ancoraggio
tempi si comprenderà come quasi tutte le gole d’Italia non
naturale o “armo” quali alberi, o i sassi incastrati.
abbiano mai visto l’uomo fino ad una trentina d’anni fa.
Al termine di una calata le corde vengono recuperate e
L’esplorazione delle gole sta conoscendo il suo periodo
riutilizzate per le calate successive e questo è il secondo
aureo da una decina d’anni ad oggi.
motivo che di fatto preclude la possibilità di ritornare
La discesa dei torrenti è un’attività che consente di godere
passioni
Photo: PIETRO TORELLINI - AIC Photo: ERWIN KOB - AIC
di scorci insoliti e spettacolari, ma l´ambiente delle gole è difficile e può essere pericoloso. Dalle pareti possono venire giù sassi o massi, senza preavviso e senza una ragione chiara. Chi percorre le gole porta sempre sul capo un casco da roccia. Durante i frequenti temporali estivi il rischio di caduta di sassi aumenta fortemente, e si può concretizzare anche un altro tipo di pericolo: le piene! Repentinamente un placido ruscelletto può trasformarsi in un´agghiacciante furia travolgente. Tuttavia un pizzico di prudenza ci terrà lontano dai luoghi rischiosi nei giorni dal tempo incerto. Il torrentismo è un´attività che richiede esperienza e tecnica. Chi non ne possiede può avvicinarsi al torrentismo soltanto se guidato da esperti, pena il correre seri pericoli. I greti dei torrenti sono assai differenti dai “comodi” sentieri di montagna, così tanto diversi che nei torrenti non si cammina ma si “progredisce”. La “progressione” nei torrenti consiste in frequenti arrampicate tra i massi intervallate da brevi camminate su sassi spesso viscidi e instabili, e da guadi, per non parlare poi delle cascate o dei tratti a nuoto! Percorrere un solo chilometro di gola può richiedere un´intera giornata, e questo può rendere l´idea delle difficoltà che si incontrano. Tuttavia le soddisfazioni sono tante!, e la bellezza dei luoghi attraversati ripaga abbondantemente degli sforzi compiuti.
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Photo: PIETRO TORELLINI - AIC
L’ATTREZZATURA Muta in neoprene (spessore 5 mm) completa di cappuccio, calzari e guanti: serve per proteggersi dal freddo. È fondamentale infatti mantenere calde le estremità, poiché gran parte del calore corporeo viene disperso proprio da mani, piedi e soprattutto testa. In alcune situazioni può essere sostituita da una tuta da speleologia accoppiata con una muta del tipo utilizzato per la pratica del windsurf. Scarpe: esistono calzature specifiche per il torrentismo, in gomma mista a neoprene. In alternativa scarponcini leggeri da trekking. Imbragatura, moschettone e discensore: consentono di effettuare le manovre di corda per scendere lungo le cascate. Altri attrezzi che devono essere sempre presenti sull’imbragatura sono moschettoni supplementari, cordini di sicurezza (detti longes), autobloccanti meccanici per la risalita della corda. Coltello o trancia: in alcuni casi può essere necessario il taglio della corda.
PERCHÉ PRATICARE IL TORRENTISMO: Il torrentismo offre all’appassionato una “fusione” pressoché totale con l’ambiente che si attraversa. Ci si muove immersi nella vegetazione lussureggiante (non esageriamo affatto! Rimarreste sbalorditi scoprendo un ambiente così a due passi dalla “civiltà”). Poi eccoci nella gola, dove ad avvolgerci è la roccia. Tutto è più buio, ma autentiche gemme di sole sono incastonate nelle pareti, mentre la loro immagine si riflette nell’acqua. E poi l’acqua! Azzurra, verde, limpida, fangosa, nera sul fondo di bui laghi che dobbiamo attraversare a nuoto, bianca alla base delle cascate, placida o violenta è sempre il migliore simbolo vitale del nostro mondo. L’acqua che scava la roccia creando paesaggi fiabeschi, unici. Chi effettua una discesa torrentistica trova questa “immersione totale” in una realtà naturale che non fa parte del vivere quotidiano dell’uomo, e forse non ne ha mai fatto parte. Le “diavolerie moderne” come la muta da sub, l’imbragatura, il casco, la corda, il discensore, il contenitore stagno, consentono infatti
Casco: protegge dai sassi che possono cadere dai bordi della forra. Al casco si lega un fischietto, per comunicare a distanza in mezzo al fragore delle cascate.
un fortissimo grado di confidenza con una realtà anticamente ritenuta ostile.
Corde: statiche da canyoning o da speleologia (diametro tra 9 e 10,5 mm).
delle buone regole tecniche, è senza rischi (o meglio è rischiosa meno di tante
Borsino d’armo: contiene martello, il perforatore ed i tasselli da piantare in caso di discesa di esplorazione o di sostituzione di ancoraggi deteriorati. Contenitori stagni: contengono le provviste ed il materiale di pronto soccorso ed emergenza.
Cascate, rapide, laghi di acqua fredda, con la giusta attrezzatura ed esperienza diventano compagni indimenticabili di una avventura che, se vissuta nel rispetto
nostre attività quotidiane). Le gole offrono al torrentista uno svago totale, fisico e spirituale allo stesso tempo. Un taglio netto con la quotidianità, o forse piuttosto un ampliamento, un arricchimento della nostra quotidianità.
DOVE SI PRATICA: In Italia il canyoning sta vivendo dalla metà degli anni ‘90 una fase di grande espansione, nuovi percorsi vengono esplorati ed attrezzati ogni anno.
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TECNICHE Le tecniche di progressione attualmente in uso sono tecniche specifiche per l’attività, ma sono comunque derivate dall’alpinismo, dalla speleologia, dagli sport di acqua viva (Kayak, Hydrospeed). Le principali tecniche di progressione sono: • la discesa su corda con l’ausilio del discensore • il tuffo o la scivolata • l’arrampicata in discesa • la marcia sul greto del torrente • il nuoto in acqua bianca (o in corrente) È inoltre necessario conoscere, per situazioni specifiche, una serie di manovre che prevedono l’utilizzo della corda.
Photo: ANDREA DALLA VITTORIA - AIC
L’attività si svolge nelle forre di tutto l’arco alpino, nelle
I PERICOLI: I principali pericoli del canyoning sono legati
prealpi e sull’appennino centrale. Le zone più interessanti
all’ambiente inospitale in cui si svolge tale attività.
si trovano nel Triveneto, in Piemonte, in Lombardia, in
I due fattori di pericolo più evidenti sono acqua e freddo.
Sardegna ed in Abruzzo.
La principale causa di incidente mortale in canyon è
Nel resto d’Europa il torrentismo è particolarmente
rappresentata dalle piene improvvise. E’ evidente che
diffuso, fin dagli anni ‘80, in Francia e Spagna mentre si sta
un’onda di piena, anche di ridotte dimensioni, all’interno
progressivamente diffondendo soprattutto in Svizzera,
di una forra di uno o due metri di larghezza può risultare
Austria, Germania e Grecia.
fatale. Un’altra causa di incidente legata all’acqua riguarda le manovre di corda che avvengono sotto il getto
80
PREPARAZIONE ATLETICA: Non è necessario possedere
di una cascata, poichè il blocco della discesa sotto una
particolari
cascata rappresenta una situazione di potenziale pericolo
doti
atletiche
e
neanche
praticare
un
allenamento specifico.
di annegamento.
Doti preferenziali sono comunque una buona resistenza
I pericoli collegati al freddo, o più specificamente
a sforzi prolungati e buone capacità natatorie ed
all’ipotermia, sono pericoli indiretti, nel senso che si
arrampicatorie.
presentano in caso di prolungate soste in forra dovute
Comunque, esclusi i sedentari totali, si può cominciare da
ad altre cause quali piccoli incidenti, ritardi nella
zero senza problemi, ovviamente affrontando percorsi
progressione, perdita o danneggiamento del materiale di
semplici ed accompagnati da esperti.
progressione.
orologi
OFFICINE PANERAI
Design Italiano, Perfezione Svizzera La storia comincia nella culla del Rinascimento, Firenze, dove Giuseppe Panerai, imprenditore, artigiano e innovatore, apre nel 1860 la prima bottega di orologeria della città. Una storia che lega ogni singolo dettaglio di un orologio Panerai alla funzione per cui è stato concepito e realizzato. Una storia che ha sempre guardato avanti, alla continua ricerca di quell’ eccellenza tecnica che contraddistingue ogni nuova collezione Officine Panerai. Coniugando design italiano e perfezione manifatturiera svizzera, Officine Panerai reinterpreta anno dopo anno la sua passione, che da 150 anni è quella di creare strumenti di misurazione del tempo di alta precisione con una forte identità distintiva, estetica e funzionale.
LUMINOR CHRONO Daylight 44 mm Titanium Blu Dial
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LUMINOR 1950 SUBMERSIBLE 3 DAYS AUTOMATIC 47mm TITANIUM
Referenza: PAM00305
LA STORIA DI PANERAI 1860 Giovanni
Panerai
apre
a
Firenze
una
bottega
di
orologeria: negozio e laboratorio ma anche prima scuola di orologeria della città. Inizialmente
collocata
sul
Ponte
delle
Grazie,
l’“Orologeria Svizzera” si trasferisce in seguito nella sede attuale, all’interno del Palazzo Arcivescovile in Piazza San Giovanni.
1916 Guido Panerai registra il primo dei brevetti che contraddistinguono la storia di innovazione Panerai. Per soddisfare le necessità militari della Regia Marina di cui è già da alcuni anni fornitore, Panerai crea il Radiomir, una polvere a base di radio che consente di rendere autoluminosi quadranti di strumenti e congegni di mira.
1936 Alla vigilia della seconda guerra mondiale, gli strumenti sviluppati da Panerai per la Regia Marina assumono un ruolo sempre più strategico.
I NUOVI MOVIMENTI P.9000
Nasce il prototipo dell’orologio Radiomir, per le incursioni subacquee del Comando del 1° Gruppo
L’edizione 2009 del Salone Internazionale dell’Alta Orologeria di Ginevra segna per Officine Panerai un importante punto di svolta, grazie alla presentazione di una nuova famiglia di movimenti di “Manifattura” progettati e realizzati internamente. Si tratta della famiglia di movimenti P.9000, che viene impiegata in una serie di modelli Luminor 1950 dotati di funzioni diverse ma accomunati dalla carica automatica con 3 giorni di autonomia di marcia e da un disegno tecnico particolare che rende questi movimenti immediatamente distinguibili. I nuovi calibri hanno identica dimensione di 13 ¾ linee e numerose caratteristiche in comune: i due bariletti che assicurano 72 ore di riserva di marcia; il rotore, in un pezzo unico, che carica ruotando in entrambe le direzioni grazie a un ingegnoso dispositivo a cricchetto; il bilanciere, con viti di regolazione, che oscilla a una frequenza di 4 Hz; il datario e il dispositivo di stop secondi che permette la sincronizzazione esatta della relativa lancetta con un segnale orario. Per racchiudere i nuovi movimenti, è stata progettata una versione ad hoc della cassa Luminor 1950 della Collezione Manifattura, che mantiene le proporzioni dell’originale ma abbraccia un vetro zaffiro leggermente meno bombato, sporgente di poco dalla lunetta.
Sommergibili, e possiede già molte delle caratteristiche che ancora oggi lo contraddistinguono: cassa di grandi dimensioni (47 mm) a forma di cuscino in acciaio, numeri e indici autoluminosi, anse a filo saldate alla cassa, movimento meccanico manuale Rolex, largo cinturino resistente all’acqua e sufficientemente lungo per essere allacciato sopra la tuta.
1938-1949 L’orologio Radiomir è oggetto di una serie di innovazioni mirate
ad
accrescerne
la
funzionalità:
il
nuovo
quadrante a sandwich è più leggibile e luminescente; le anse, più resistenti, sono ricavate dalla cassa; nasce il caratteristico sistema a ponte con leva, fissato con viti a protezione della corona. Grazie a queste innovazioni che lo rendono più resistente ed ermetico, il nuovo orologio Panerai diventa di fatto il primo modello subacqueo della storia dell’orologeria (fino a 200 mt). Contemporaneamente, il Radiomir, radioattivo, viene sostituito dal Luminor, isotopo dell’idrogeno a base di trizio, brevettato da Panerai per la prima volta in Italia nel 1949.
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orologi
Referanza: PAM00329
P.9001 Il calibro P.9001 (227 componenti) è dotato anche della funzione GMT con indicazione in 12 h, del dispositivo seconds-reset (nato storicamente per la sincronizzazione degli orologi) e della visualizzazione della riserva di carica e viene utilizzato per equipaggiare altri due nuovi modelli di Luminor 1950. Entrambi i modelli sono realizzati in acciaio, hanno la cassa del diametro di 44 mm, il classico quadrante a sandwich e presentano una terza lancetta centrale che è quella relativa al secondo fuso orario. L’indicazione della riserva di carica è visualizzata da un disco rotante sul movimento, visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro, e l’impermeabilità è fino a 300 metri. Uguali per dimensioni, design e caratteristiche, i due modelli si differenziano solo per il cinturino: in alligatore e del nuovo tipo, per il PAM00320; con il bracciale metallico per il PAM00329. LUMINOR 1950 3 DAYS GMT 44 mm POWER RESERVE - STEEL
1956
1997
Panerai realizza per la Marina Militare Egiziana l’”Egiziano”,
Acquisizione di Officine Panerai da parte del Richemont
un orologio caratterizzato da dimensioni e robustezza
Group (all’epoca Vendome), che l’anno successivo lancia
eccezionali, subacqueo e dotato di lunetta indicizzata per
il marchio sul mercato internazionale.
calcolare il tempo di immersione. Nello stesso anno viene registrato il brevetto del ponte
OFFICINE PANERAI OGGI
proteggi corona che diviene il segno distintivo dei modelli
L’identità Panerai è una sintesi tra storia del marchio,
Luminor.
design italiano e perfezione manifatturiera svizzera. Ogni orologio Panerai è millesimato e rientra in una delle
1972
tre collezioni:
Muore Giuseppe Panerai, figlio di Guido, e l’azienda
• gli “Storici”, a carica manuale;
familiare, con il proprio patrimonio di forniture alla
• i “Contemporanei”, orologi automatici ispirati ai modelli
Marina ancora coperte da segreto militare, passa sotto
storici ma dotati di complicazioni più sofisticate;
la direzione dell’ingegner Dino Zei che crea il marchio
• i “Manifattura”, orologi che montano solo movimenti
“Officine Panerai”.
concepiti, prodotti e assemblati internamente e che esprimono quindi al più elevato livello la maestra
1993
artigianale di Officine Panerai.
Prima collezione civile di Officine Panerai: tre modelli a
Ogni anno Officine Panerai rende inoltre uno speciale
tiratura limitata ispirati ai modelli creati per gli incursori
tributo ad un momento della propria storia o a iniziative
della Seconda Guerra Mondiale ma realizzati seguendo i
capaci di incarnare i valori del marchio, creando modelli
più elevati standard tecnici moderni.
in edizione speciale, a tiratura limitata.
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LUMINOR MARINA AUTOMATIC 40 mm STEEL BRACELET
LUMINOR 1950 3 DAYS GMT 44 mm AUTOMATIC
LUMINOR MARINA AUTOMATIC 44 mm TITANIUM BRACELET
LUMINOR 1950 REGATTA RATTRAPANTE 44 mm DLC
Referenza: PAM 00321
P.9002 Il calibro P.9002 (236 componenti) si differenzia dal P.9001 per la modalità dell’indicazione della riserva di marcia ed è impiegato per l’ultimo modello Luminor 1950 della nuova Collezione Manifattura. In questo caso, l’autonomia di carica residua è visualizzata tramite una piccola lancetta che si muove in un arco di cerchio collocato sul quadrante, d’impostazione classica a sandwich, come negli altri modelli. Impermeabile fino a 300 metri, l’orologio è disponibile unicamente con la nuova versione del cinturino in alligatore.
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LUMINOR 1950 3 DAYS GMT 44 mm POWER RESERVE
immagini
MASSIMO COSTOLI
Photographer 87
business
IL SEGRETO? COMUNICARE PUBBLICITÀ & MARKETING: PARENTI SERPENTI? IL PUNTO DI VISTA DI ROBERTO CARCANO, COSIGLIERE DI ”IAA - INTERNATIONAL ADVERTISING ASSOCIATION“ E AMMINISTRATORE DELEGATO DELL’AGENZIA ”ZERO”
Il marketing e la pubblicità sono stati, a torto, accomunati per decenni e collocati spesso all’interno delle aziende in strutture organizzative correlate anche in chiave gerarchica. Il marketing ha una funzione fondamentale nelle aziende per fornire strumenti utili alle scelte strategiche di fondo e di approccio ai mercati. La comunicazione pubblicitaria è a sua volta un asset strategico a disposizione delle aziende e può diventare un formidabile strumento di affermazione in scenari competitivi. Marketing e pubblicità devono parlarsi, devono essere in sintonia e contribuire entrambi al perseguimento delle strategie aziendali. Ma il marketing non può stare “sopra” alla pubblicità che deve invece essere in presa diretta con il top management dell’azienda o direttamente con l’imprenditore. Facciamo un esempio: IKEA ha un modello di business che all’inizio era originale e distintivo e che oggi è copiatissimo da moltissimi, in tutto il mondo. Il vero fattore di successo di IKEA, ormai da decenni è la sua immagine che è un prodotto diretto della comunicazione: chi va da IKEA ne va fiero, lo racconta agli amici, cosa che non succede con nessuno dei suoi competitor, salvo rarissime eccezioni locali. Da IKEA ci vanno gli architetti, i pubblicitari, le avanguardie della società che non sono per nulla attratte dagli imitatori del modello. Un altro esempio è Benetton: nei congressi internazionali ai quali ho assistito, le campagne di Benetton erano citate, ammirate, anche se dal punto di vista degli investimenti non raggiungevano lo spending di investitori televisivi. Da quando è cambiata la strategia di comunicazione, di Benetton non parla più nessuno, anche se il marketing e il modello di business si sono evoluti ma non sono sostanzialmente cambiati. Oggi questo bivio ideologico è diventato ancora più evidente, permettendo a una azienda moderna che guarda al nuovo, di cogliere opportunità estremamente interessanti. Anche qui una esemplificazione aiuta: i mezzi di comunicazione sono sempre più mezzi di relazione, nei quali la produzione di simboli, messaggi, offerte… e la spalmabilità su tutti i media e in tutti i contesti, è la vera chiave di successo.
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L’ULTIMA CAMPAGNA STAMPA DI IAA (INTERNATIONAL ADVERTISING ASSOCIATION) IDEATA DALL’AGENZIA ZERO
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business Da una parte quindi il nuovo modo di fare mercato deve essere esperienziale/ collaborativo
perché
il
consumatore
vuole detenere il controllo, che invece il “vecchio” marketing non era disposto a cedere, considerando intoccabili i valori della marca. Le aziende oggi (e in particolare le piccole-medie aziende italiane, da Merano a
Siracusa)
trovano
oggi
un
alleato
nell’advertising (pubblicità, n.d.r.) che non ha paura di essere interpretata e modificata, e considera l’ambiguità un valore che permette al consumatore di essere anche produttore. Pensiamo alla co-generazione della Fiat 500, e a come Wikipedia abbia decretato la fine del modo classico di fare l’Enciclopedia, dove il sapere, la conoscenza stavano tutti da una parte. Marketing e pubblicità stanno viaggiando a due velocità: il marketing che vuole coerenza nel positioning è un forte tappo all’evoluzione, perché la volontà di controllo e di misurabilità sono impossibili in rete. Meglio spendere nelle idee e nei meccanismi per farle viaggiare, piuttosto che per misurare: il “misurare” è un imperativo della finanza, ma è incompatibile con il coprotagonismo e con la co-generazione che sono la vera nuova grande opportunità che le aziende di domani (molti marchi-sfida scalzeranno marchi consolidati) devono cogliere oggi.
IAA - International Advertising Association IAA è un’organizzazione internazionale costituita da professionisti autorevoli, che si pone l’obiettivo di essere punto di riferimento nel campo della comunicazione e delle discipline ad essa collegate. L’Associazione costituisce un network mondiale (presente in più di 70 Paesi) e promuove iniziative di divulgazione culturale e di continuo aggiornamento professionale. Cosè: nasce a New York nel 1938 per rappresentare gli interessi e le istanze di tutti gli esponenti delle diverse discipline operanti nell’ambito della comunicazione. I soci (singoli professionisti e aziende) appartengono infatti ai diversi comparti del settore (Utenti, Media, Agenzie di Pubblicità, Istituti di Ricerca, Concessionarie, Centri Media). Essa è pertanto un’associazione “trasversale”. In cosa differisce dalle altre associazioni: Unica Associazione Internazionale, già dalla sua nascita ha attribuito particolare enfasi alla crescente connotazione
www.iaaglobal.org - www.iaaitaly.org
internazionale della comunicazione. Oggi l’integrazione delle diverse culture e competenze professionali costituisce una condizione indispensabile per poter comprendere e governare la complessità ed avvalersi delle molteplici opportunità che la stessa offre. Missione: Consiste nella promozione della comunicazione, data la ferma convinzione che comunicare rappresenti una forma di espressione della cultura, un veicolo di informazione, un fondamentale sostegno all’economia e un indicatore privilegiato dei sempre più rapidi mutamenti sociali della nostra epoca. L’Associazione dalla sua fondazione sostiene in modo particolare la pubblicità come forza propulsiva per la crescita in tutti i sistemi caratterizzati dal libero mercato. Proprio l’advertising è garanzia di un sistema di media indipendenti, pluralistici e in competizione fra loro, nonché della possibilità di scelta da parte dei singoli.
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DUCATI HYPERMOTARD 796
IN ANTEPRIMA IL MODEL YEAR 2010. QUANDO IL GIOCO SI FA DURO...
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moto
Esteticamente mantiene il forte impatto della 1100, ma presenta una serie di novità che ne fanno un’interessante alternativa per coloro che cercano un mezzo con forte personalità ed, al tempo stesso, capace di affrontare con agilità e sicurezza anche il traff ico cittadino.
Entra in gioco l’ Hypermotard 796. E lo fa sul serio. Verrà presentata al prossimo appuntamento fieristico internazionale EICMA di Milano, ma già dando uno sguardo alle prime foto, è evidente l’impatto estetico forte ed aggressivo. Caratterizzata da uno straordinario peso a secco di soli 167Kg, la nuova Hypermotard 796 si distingue dalla versione 1100 per la sella ribassata e per il nuovissimo motore, elastico ed estremamente godibile, che fa di questa moto un mezzo versatile e divertente pur garantendo l’esclusivo carattere che ogni bicilindrico Ducati deve avere. Con un’altezza sella di 825mm, la 796 è più bassa di 20mm rispetto alla versione 1100 e offre un saldo appoggio a terra che, unitamente all’erogazione fluida della potenza del nuovo motore, comunica sicurezza di guida in ogni situazione. Il motore è un propulsore Desmodue completamente nuovo che raggiunge una potenza di 81CV (59,6 kW) associati
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ad una coppia di 75.5 Nm (attraverso un alesaggio di 88 mm e una corsa di 66 mm) senza tuttavia nulla togliere alla progressiva erogazione tipica dei Bicilindrici a “L” Desmodromici. Il nuovo Desmodue 796 si rivela particolarmente parco nei consumi, con i suoi 4,8 l/100Km e rispettoso dell’ambiente grazie ad emissioni estremamente contenute, ben al di sotto delle norme antinquinamento Euro 3. La moto è equipaggiata con una frizione assistita a bagno d’olio APTC che unisce ad un ridotto sforzo alla leva anche la funzionalità ‘antisaltellamento’, garantendo facilità di utilizzo e modulabilità, di grande aiuto per gestire sia i continui arresti e partenze del traffico urbano che i tragitti più lunghi. Inoltre, è coadiuvata da una leva regolabile per adattarsi all’ergonomia e alla natura di qualsiasi motociclista. Con l’arrivo del 796, Hypermotard diventa una “famiglia” di moto che si articola in funzione delle differenti tipologie di utilizzo e di esigenze, pur mantenendo l’esclusività e le peculiarità di un prodotto che ha aperto un nuovo segmento nel panorama motociclistico internazionale.
La nuova 796 è disponibile in tre diverse colorazioni: Dark, in stile “urban”, con serbatoio e “becco” entrambi in nero opaco, telaio nero e cerchi neri, oppure, in alternativa, bianco opaco con becco nero opaco a contrasto, telaio nero e cerchi neri. Infine la 796 è proposta anche nella tradizionale livrea rosso Ducati, con serbatoio e becco in rosso, telaio rosso e cerchi neri. L’Hypermotard 796, con i suoi 59.6kW, rientra fra le moto che fino al 31 dicembre 2009 potranno godere del contributo statale di 500 euro a fronte della rottamazione di ciclomotori e motocicli di categoria Euro 0 o Euro 1. Ducati ha deciso, insieme ai propri Concessionari, di raddoppiare l’ecoincentivo portando a 1.000 euro il contributo di questo nuovo gioiello “made in Borgo Panigale”. Grazie a questi incentivi e contributi il nuovo Hypermotard 796 dark potrà essere acquistato da fine Ottobre al prezzo di 7.990 Euro – chiavi in mano , contro gli 8.990 Euro (colorazione dark) del listino 2010. Per chi ha ancora voglia di giocare, è arrivato il momento di farlo sul serio.
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EVENTI SPOSI LA GUIDA COMPLETA
PER ORGANIZZARE
IL MATRIMONIO CON LE NUOVE COLLEZIONI
UOMO E DONNA L’ABITO PER LEI - L’ABITO PER LUI - IL RICEVIMENTO I FIORI - LA CASA - IL MAKE UP - LE FOTO - IL VIDEO IL VIAGGIO DI NOZZE - LA LISTA NOZZE - LE BOMBONIERE LE PROPOSTE DELLE MIGLIORI AZIENDE DEL SETTORE
IN EDICOLA
1milione
3.000
di persone morte ogni anno
bambini morti ogni giorno
350/500 milioni di nuovi ammalati ogni anno
1 ogni 4 i bambini che muoiono per malaria in Africa
FIGHT MALARIA Ideato dal Rotary, questo importantissimo progetto ha l’obiettivo di coordinare gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione per combattere la malaria. Gli aiuti vengono indirizzati prevalentemente alle mamme ed ai bambini.
I NUMERI DELLA MALARIA La malaria uccide più bambini dell’AIDS, della tubercolosi o di qualsiasi altra malattia: 3.000 bambini muoiono ogni giorno a causa della malaria (pari ad un bambino ogni 30 secondi). Le categorie più a rischio sono rappresentate dai bambini sotto i cinque anni e dalle donne incinte, con difese immunitarie basse o nulle nei confronti della malattia. Nelle zone in cui la malaria è endemica, i bambini sono spesso infettati dalla malaria più di una volta all’anno. La malaria rappresenta una tragedia di massa mondiale: Bill Gates l’ha definita: “la cosa peggiore sul pianeta”. L’Organizzazione Mondiale della Salute l’ha denominata: “il nemico pubblico n° 1 per la salute”. Il 40% della popolazione del nostro pianeta (più di 2,6 miliardi di persone) è a rischio di contrarre la malattia. Più di un milione di persone muore ogni anno di malaria, il 90% dei quali in Africa. Più del doppio delle morti in confronto alla precedente generazione. La malaria affonda l’economia: Gli adulti perdono il lavoro e i bambini non frequentano più le scuole. Nel frattempo combattono contro febbri, brividi, emicranie, spasmi e vomiti, che sono i sintomi caratteristici della malattia. I più fortunati sopravvivono per cercare di raccogliere i cocci. La malaria costa all’Africa 12 miliardi di dollari in mancata produttività ogni anno. Essa è una delle ragioni principali per cui gran parte dell’Africa rimane in condizioni di estrema povertà: le regioni in cui la malaria è endemica crescono 1,3% più lentamente di quelle in cui non è endemica.
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ROTARY • “fight malaria”
In collaborazione con il ROTARY CLUB - District 2120 Italy nella persona del dott. Massimo Peschiulli
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GLI ATTORI DI QUESTO DRAMMA FATTORI LEGATI A TRE CAUSE, SPIEGANO PERCHÉ LA MALARIA È COSÌ LETALE IN AFRICA. Il parassita: La malaria è causata da un parassita microscopico trasmesso dalla puntura di una zanzara. Il ceppo più comune, il Plasmodium Falciparum, è anche il più letale. Particolarmente diffuso in Africa, il Falciparum rappresenta il 95% del milione di morti causati dalla malaria ogni anno. Il Plasmodium Vivax, il secondo ceppo più comune, è diffuso in tutto il Sud America, Asia e Africa. Sebbene raramente letale, è tuttavia debilitante, causando gravi, ricorrenti sofferenze in centinaia di milioni di persone l’anno. La zanzara: La malaria è trasmessa da una razza di zanzara chiamata Anopheles. 100 miliardi di esse si spostano nell’Africa sub-sahariana ogni anno. Le zanzare Anopheles sono “schizzinose”: succhiano solo sangue umano, ciò aumenta enormemente le probabilità che esse trasmettano la malattia. Durante la stagione delle piogge, scendono sul paesaggio, come fossero nebbia. Senza una protezione adeguata è quasi impossibile sfuggire.Solo la femmina Anopheles succhia il sangue, perché ha bisogno di nutrire le sue uova. Si tratta di un insetto notturno, si nutre di vittime ignare, mentre dormono, soprattutto tra le 22 e le 4 del mattino. Una semplice rete intorno al letto, per coprire una madre e il suo bambino mentre dormono, costituisce una delle misure più efficaci di prevenzione. Il parassita della malaria non nasce con la zanzara, deve essere raccolto da un ospite umano infetto. Ingerito con un pasto di sangue, il parassita si sposta dallo stomaco dell’insetto verso le sue ghiandole salivari, dove esso può essere trasmesso alla prossima persona punta dalla zanzara. L’insetto è così armato con un carico letale. Le persone: La malaria opera infiltrandosi nelle cellule umane (inizialmente nel fegato, poi nella circolazione sanguigna)
alimentandosi
col
loro
contenuto
e
moltiplicandosi. Dai 5 anni, coloro che vivono nelle zone in cui la malaria è endemica, hanno generalmente acquisito una certa resistenza alla malattia. Essi si ammalano ancora quando sono infettati (spesso in modo grave), ma solitamente non muoiono. Per i bambini e le donne in stato di gravidanza, è un’altra storia. Con una bassa o nulla immunità acquisita alla malattia, un singolo incontro può essere letale. La povertà diffusa e le poche infrastrutture sanitarie implicano che molti africani non hanno accesso alle zanzariere per i letti e ai medicinali, che potrebbero proteggerli e curarli dalla malaria.
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ROTARY • “fight malaria”
ABBIAMO GLI STRUMENTI PER COMBATTERLA OGGI LA SFIDA È FARLI ARRIVARE ALLE PERSONE CHE HANNO MAGGIOR BISOGNO.
• Zanzariere da letto $10 Zanzariere per i letti, trattate con insetticidi a lunga durata, creano barriere protettive contro le zanzare di notte, durante la quale pungono più frequentemente. Una singola rete, in grado di coprire una madre e un bambino fino a cinque anni, costa solo 10 $, incluso acquisto, distribuzione ed educazione al corretto utilizzo. Quando una determinata massa di persone (intorno al 70% in una specifica area) dorme sotto le zanzariere da letto, interi villaggi diventano più sicuri.
• Farmaci $2 Costa soli 2 dollari per ogni trattamento il più efficace farmaco anti-malaria, una combinazione di terapie su base artemisinina (ACTs), altamente efficace nel cancellare anche infezioni di malaria in fase avanzata. Due dosi mensili di un farmaco chiamato sulfadoxinepyrimethamine (SP), somministrate durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza, sono in grado di proteggere dalla malaria le donne incinte ed i loro bambini non ancora nati.
• Irrorazione $4 Con le Indoor Residual Spraying (IRS), squadre specializzate nello spruzzare insetticidi eco-friendly sulle pareti interne di case e capanne. Le zanzare comunemente si appoggiano sulle superfici verticali più vicine dopo essersi alimentate, gli insetticidi le uccidono appena vengono in contatto, evitando il trasferimento del parassita della malaria da una persona infetta ad un’altra.
IL CICLO DELLA MALATTIA Stasera, ore 22: Una zanzara atterra, con leggerezza, sul braccio di una ragazza. Immergendo la proboscide aghiforme nella sua pelle, inizia a bere il suo pasto di sangue. La saliva che schizza nella ferita introduce nella ragazza il potenzialmente letale parassita della malaria. Inosservato, il parassita viene trasportato attraverso la circolazione sanguigna della ragazza fino al fegato, dove si insinua nelle cellule e comincia a moltiplicarsi. Due settimane più tardi… Ore 7: La stessa ragazza si sveglia sentendosi insonnolita, con un mal di testa. Il parassita della malaria si è nutrito e moltiplicato 40.000 volte. Ore 10: Fuoriuscito spaccando le cellule del fegato, il parassita è ora dilagante nel sangue; il corpo della ragazza è sopraffatto dai brividi. Mezzogiorno: La febbre è molto alta. I genitori della ragazza la guardano preoccupati: loro hanno già visto quei sintomi sentendone parlare da altri genitori straziati. Ore 17: Il corpo minuto della ragazza è afflitto da spasmi muscolari con vomiti. Il parassita ha distrutto così tanti globuli rossi che ella riesce a respirare solo con estrema fatica. Ore 19: Ora ogni istante ha importanza. Se non le viene somministrato subito il farmaco, la ragazza cadrà in coma, subendo danni irreparabili al cervello. Questo è lo scenario nel migliore dei casi…
IMPORTANTI REALTÀ (QUALI LACHIFARMA E UNIONE SPORTIVA LECCE) HANNO INSERITO QUESTO PROGETTO TRA LE LORO AZIONI IN FAVORE DEL SOCIALE, ADOTTANDO ANCHE IL FIOCCHETTO AZZURRO, MARCHIO DISTINTIVO DELLA LOTTA ALLA MALARIA.
Photos: Mike DuBose/UMNS - Stephanie Hanson/Sean Harder THE STANLEY FOUNDATION - Chien-Chi Chang/MAGNUM - Geimsa Stain
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MY LIFESTYLE N. 3 Autumn 2009 Immagine in copertina: © 2009 Frecce Tricolori Tutti i diritti riservati Autorizzazione del Tribunale di Lecce: n. 1003 del 24/10/2008 È vietata la riproduzione parziale o totale di articoli e foto senza la preventiva autorizzazione scritta da parte dell’editore
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