LUXURY MAGAZINE Periodico Trimestrale N° 15 - EURO 9,50
KITESURF
Il Sogno di avere le Ali
UTO UGHI
La Musica come Atto d’Amore
TANGO ARGENTINO
Un Pensiero Triste che si Balla
WWW.MYLIFESTYLE.IT
Una nuova era prende forma. Nuova CLS Shooting Brake. La più sportiva tra le coupé è una station wagon. Agilità di guida e linee slanciate alle quali si ispira una nuova idea di design. Spazi esclusivi, dettagli raffinati e materiali pregiati offrono piacere assoluto ad ognuno dei 5 passeggeri. Motore 250 CDI, 2100 Biturbo da 204 CV, per il massimo delle prestazioni senza gli oneri delle auto di lusso. Consumi ciclo combinato (km/l): 9,9 (Classe CLS 63 AMG Performance SB) e 18,9 (Classe CLS 250 CDI SB con cerchi da 18”). Emissioni CO2 (g/km): 235 (Classe CLS 63 AMG Performance SB) e 140 (Classe CLS 250 CDI SB con cerchi da 18”).
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musica
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sommario LA MUSICA, COME ATTO D’AMORE pensieri e parole del grande violinista uto ughi
MUSIcA
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alta cucina
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una cucina in punta di piedi l’idea intimista di massimo bottura
LIFESTYLE
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tango quel pensiero triste che si balla
sport
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KITESURF il sogno di avere le ali
travel
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hotel chic low-cost dalla thailandia alle filippine, lusso a prezzi contenuti
economia top selection
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credit crunch? bpp: una banca per le famiglie e le piccole imprese
arte top selection
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una nuova stella brilla nel salento inaugura anche a lecce la prestigiosa art&co gallery
formazione top selection
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la carriera? non è un’utopia superare i test di ammissione delle facoltà mediche con cepu
mostre
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helmut newton
due ruote
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vespa 946 essenza di stile
orologi
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montblanc segnatempo perfetti
PHOTOGRAPHER
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uLI WEBER
autoMOBILI
86
NUOVA AUDI A3 SPORTBACK
TOP CAR
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SPORTIVISSIMA alfa romeo 4c l’esclusiva coupé 2 posti secchi del biscione
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8
musica
LA MUSICA, COME ATTO D’AMORE
Pensieri e parole del grande violinista Uto Ughi Osservandolo da lontano, sembra un uomo austero, distaccato, rigoroso. Al contrario, dietro quella maschera apparente, si nasconde una persona molto disponibile, pacata, attenta alle problematiche del Paese, preoccupato della deriva sociale, culturale, politica a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. E di cui non possiamo essere solo meri spettatori. È questo il senso dell’intera intervista che abbiamo realizzato a Uto Ughi, erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche. Nonostante una carriera che lo ha visto esibirsi in tutti i teatri del mondo con le più rinomate orchestre sinfoniche (la Boston Symphony Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la New York Philharmonic, la Washington Symphony Orchestra e molte altre) e sotto la direzione dei più grandi maestri del mondo, Uto Ughi non limita i suoi interessi alla sola musica, ma è in prima linea nella vita sociale del Paese e il suo impegno è volto soprattutto alla valorizzazione del patrimonio artistico nazionale e la sua diffusione.
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Maestro Ughi, in una recente intervista ha definito la musica “un atto d’amore”. Ci può spiegare meglio cosa intende? «La musica è un veicolo di armonia interiore, capace, potenzialmente, di trasmettersi anche all’esterno. Quando un musicista riesce a trasmettere agli altri le sue sensazioni positive, la sua nobiltà d’animo, la sua “armonia”, egli, attraverso la musica, sta compiendo un’azione che è pari all’amore, al sentimento per eccellenza. L’amore non è altro che il passaggio di sentimenti positivi da una persona all’altra». Quando il suo amore per il violino è diventato la sua professione? Che differenza c’è tra suonare per passione e farlo per professione? «Non esiste un momento esatto della mia vita in cui il violino è diventato “la mia professione”. È stato un processo graduale, naturale direi. La musica ha sempre fatto parte della mia vita, sin dalla mia infanzia. Già i miei nonni erano musicisti per passione, ricordo le serate danzanti a casa loro con tanti amici. Suonavano trii e quartetti. Io ero estasiato da tutta quella musica, che, come dicevamo, era pura passione, puro amore. Per me non c’è differenza tra professione e passione, perché coincidono. Ho avuto la fortuna di fare un lavoro che amo, e non ho mai
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musica
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musica
smesso di considerarlo la mia passione più grande». Uto Ughi e il suo violino. Che rapporto è? «Spesso si dice che esiste un rapporto simbiotico tra il musicista e il suo strumento musicale. Io lo percepisco in maniera diversa. Non è che non gli sia affezionato, sia chiaro, trascorro con lui più tempo di quanto non faccia con la mia famiglia, ma per me è semplicemente uno “strumento” appunto, quello strumento che mi consente di dar vita all’atto d’amore musicale. Attraverso il mio violino, ho la possibilità di trasmettere le mie emozioni, i miei sentimenti più intimi, il mio amore. Il violino, poi, è uno strumento particolare, è attaccato al corpo, equidistante da cuore e cervello, è quasi un “prolungamento” del corpo. Io lo vivo, così, come un altro arto, un altro pezzo del mio corpo che mi consente di fare quello che amo, e cioè fare musica». La musica classica ed i giovani. Crede che siano due mondi davvero inconciliabili? «Assolutamente no. I giovani, nonostante tutto, riempiono i teatri e numerosi teatri italiani e internazionali hanno pensato delle proposte giuste per loro. Di questo sono molto contento. Quello che non fanno le istituzioni, dobbiamo farlo noi. La musica classica deve smetterla di guardare tutti dall’alto in basso, deve ritornare tra la gente, ridiventare “popolare” nella accezione più bella del termine. I musicisti per primi hanno il dovere di scendere dal loro scanno, di uscire dalla loro torre d’Avorio, e provare a diventare più “umani”, più vicini alla gente, più vicini ai giovani». Si è scagliato contro alcune nuove proposte della scena nazionale ed internazionale, definendole “un collage furbescamente messo insieme”. Cosa critica in particolare di questi personaggi? «Odio la loro mancanza di umiltà e il pressappochismo con cui si accostano alla musica. Molti di loro sono convinti di essere musicisti di gran livello, ed invece la loro musica è mediocre, incolore, impersonale, che non lascia niente all’ascoltatore. Ecco, per capirci, potrei dire che sono favorevole alla musica popolare (intesa come musica identitaria di un popolo) ma sono contrario a quella meramente commerciale, che fa vendere qualche disco, ma che, oltre questo, non ha alcun pregio. Se una forma di educazione musicale si può fare, la si deve fare con musica di qualità». Che cosa pensa della musica in televisione? Nei mesi scorsi il Festival di Sanremo ha dedicato un omaggio a Wagner e Verdi... «Sono assolutamente favorevole. È il discorso che facevo prima. La musica classica ha il dovere, oggi più che mai, in un mondo che necessita di cultura forse più che di pane, di scendere dal piedistallo, andare tra la gente, ritornare ad essere ascoltata dal popolo. Non smetterò mai di dirlo, il nostro “atto d’amore” non può e non deve essere rivolto solo ad una piccola cerchia di eletti,
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ma deve raggiungere quanta più gente possibile. È la funzione educativa della musica che lo richiede. Io stesso mi sono prestato più volte a questo scopo, lo sento come un dovere umano e professionale. E se oggi, per arrivare alla gente, occorre passare per i media (che sia televisione, o radio, o internet), ben venga». Sappiamo che in questi giorni è in sala di incisione per la sua prossima fatica. Di cosa si tratta? «Sto terminando un disco per la Sony con i pezzi più famosi della storia della musica per violino, suonati con l’orchestra. Sono pezzi, della durata massima di 10 minuti l’uno, che raccontano una storia, una passione. Ho scelto i più famosi proprio a conferma di quanto ho detto prima, ossia che la musica ha il dovere di diventare quanto più divulgativa possibile. L’Italia vive una situazione di disagio, economico, sociale, culturale, che i nostri politici non sono in grado di affrontare. Ma l’Italia siamo anche noi, nella nostra individualità, uno per uno. E allora ognuno di noi, con la sua professionalità, con la sua identità, ha il dovere di rimboccarsi le maniche e mettersi al servizio degli altri, nel limite delle proprie possibilità e con quello che può offrire. Io offro la mia musica».
Una CUCINA IN PUNTA DI PIEDI L’idea intimista di Massimo Bottura
È stato recentemente nominato dal Ministero degli Esteri Ambasciatore Gastronomico d’Italia per l’“Anno della cultura italiana negli Stati Uniti 2013” e il suo “Osteria Francescana” a Modena è stato eletto il miglior ristorante in Europa secondo la classifica del sito ‘The Daily Meal ’. Se questa breve introduzione non dovesse bastare, possiamo anche dire che Massimo Bottura è tra gli chef più osannati e blasonati del mondo e, naturalmente, ha anche le tre ambite stelle Michelin. La sua forza? È sufficiente leggere la sua intervista, rilasciata in esclusiva per My Lifestyle, per capire dove risiede: nella passione, nella tradizione familiare, nella ricerca costante, nelle esperienze accanto ai maggiori chef del mondo, ma anche, e soprattutto, nel suo ritenersi, ancora oggi “un semplice artigiano capace di concettualizzare le proprie realizzazioni che nascono dall’incontro di idee, culture, tecniche e gesti”. Quando e come è nata la lunga carriera di Massimo Bottura? «La domanda non è tanto “quando”, ma “ dove”: sotto il tavolo della cucina. Era il mio rifugio da bambino per sfuggire ai miei fratelli, fra i piedi di mia nonna, mia madre e mia zia che tiravano la pasta per i tortellini. Fra il loro chiacchiericcio trovavo pace e serenità. Se si vuole cercare a tutti i costi una data, posso raccontare di quell’ inverno del 1986, di quando mio fratello mi parlò di una trattoria in vendita appena fuori Modena, di quando capii che la cosa giusta da fare non era proseguire gli studi in legge, ma queste sono solo decisioni – per quanto importanti – indotte da qualcosa di più grande, di più antico. Il vero input, inconscio e impresso per sempre nella mia storia, l’ ho avuto sotto quel tavolo della cucina».
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Š PHOTO: Oliviero Toscani
alta cucina
cucina, sviluppata in quel modo, andava oltre.
prime esperienze in cucina?
Professionalmente la ormai famosissima ‘razdora’
«Se chiudo gli occhi sento ancora tutti i profumi
di Campazzo, Cristoni Lidia, mi ha segnato
della cucina di mia mamma e di mia nonna, il
l’anima. Lo scomparso Gorge Cogny mi ha dato
brodo, il parmigiano e il prosciutto crudo».
professionalità e cuore. Ducasse ha portato pu-
In quali scenari, nel corso degli anni, si è
lizia, rigore e rispetto, Ferran l’apertura mentale».
sviluppata la sua carriera? Quali sono state le
Come definirebbe la sua cucina? Se le chie-
esperienze più importanti e formative?
dessero di descriverla in poche righe, quali parole
«Credo che essere cresciuto con l’ idea che la
userebbe?
cucina, o meglio la tavola, fosse il luogo d’ incontro
«Il mio stile di cucina è contemporaneo. Ogni
per la famiglia, sia stata una grande scuola. I pel-
piatto sul menu nasce da un’ idea, qualcosa che
legrinaggi dai grandi di allora, i Peppino Cantarelli,
voglio esprimere col cibo. Può essere un’ idea
Gualtiero Marchesi, il San Domenico mi hanno
di colore, musicale, del territorio, della memoria,
permesso di affinare il palato e capire che la
un’esperienza o la sovrapposizione di una cultura
© PHOTO: Mattia (MO)
Che sapori e che odori ha il ricordo delle sue
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© PHOTO: Paolo Terzi - Modena
alta cucina
su un’altra. Alcuni dei piatti della carta sono idee
Ha dichiarato di ispirarsi all’arte. Quali sono i cano-
che sono iniziate 15 anni fa. La mia è una cucina
ni artistici che segue? In che modo un piatto può
di territorio e di tradizione, una tradizione vista da
far rivivere l’esperienza estetica di un’opera d’arte?
10 km di distanza. Questo significa che non credo
«Credo che l’arte sia qualcosa di ben preciso
che le tradizioni vadano prese e poste in una
che attiene ai più profondi bisogni umani e che
teca di vetro sigillata, in un museo… La tradizione
costituisce il frutto di un complesso processo
è il risultato di esperimenti di successo, per que-
creativo. Io non mi ritengo un artista, e ci tengo a
sto le tradizioni dovrebbero essere in costante
sottolineare questo principio, ma un artigiano
evoluzione. Dal mio canto cerco di dare il massimo
capace di concettualizzare le proprie realizzazioni
supporto ai prodotti del mio territorio che deve
che
esprimersi in sistema di autosostentamento. Mi sta
tecniche e gesti. Ciò significa non caricare il
molto a cuore questo: riuscire a fare “sistema” sul
nostro lavoro di eccessive aspettative ma, al
territorio, accorciando la filiera per fornire un imma-
tempo stesso, riconoscere che non vi può essere
gine solida e ben caratterizzata della nostra terra».
ricerca in cucina senza la voglia di esplorare e
nascono
dall’ incontro
di
idee,
culture,
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Š PHOTO: Paolo Terzi - Modena
alta cucina
questo lavoro. I miei colleghi danesi, newyorkesi,
essere definito creativo: solo in questo senso si
parigini, italiani, sudfricani, australiani o tedeschi
possono riconoscere delle analogie rispetto al
stanno tutti reclamando un proprio spazio ed
lavoro di un architetto, un poeta o un musicista.
una propria identità nel mondo della cucina
Man mano che ho imparato nuove tecniche e
spostando l’attenzione da una cucina istituzionale
ho imparato a conoscermi meglio, la mia cucina
e pomposa a una cucina stagionale, fresca ed
si è evoluta approfondendo i concetti utilizzando
emozionale connessa al proprio territorio e alla
spesso l’ ironia e per cercare di abbattere bar-
propria anima. La mia cucina è intimista, una
riere e preconcetti. Il mondo della cucina sta
cucina in punta di piedi. Questa è la chiave per
cambiando: c’ è stato un grande mutamento negli
capire chi sono».
ultimi 10 anni evolvendosi verso un modello ricco
Qual è il segreto per diventare uno degli chef più
di contaminazioni che lasci spazio di crescita
famosi al mondo? Prima la tecnica o prima la
ai giovani chef di tutto il mondo. Penso che sia
passione?
un periodo molto interessante e stimolante per
«Prima di tutto l’umiltà. Una parte di talento. Tanta
© PHOTO: Paolo Terzi - Modena
percorrere nuove strade in un processo che può
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energia, spirito di sacrificio. Duro lavoro giorno
Solo in questo modo si potrà fare ricerca in
dopo giorno senza mai perdersi nella quotidianità.
cucina, ricerca sui prodotti o sulle tecniche senza inseguire le mode del momento».
viaggiare, per una saggia contaminazione, una
Consiglierebbe ai suoi allievi di partecipare ad un
contaminazione che sia confronto, un’apertura.
cooking show? Se dovesse rivolgere a loro un
I giovani sono il futuro, bisogna metterli in
suggerimento o un monito per la loro carriera,
condizione di studiare, devono studiare il più a
quale sarebbe?
lungo possibile, non devono entrare subito in
«Io consiglio ai giovani di studiare, conoscere,
cucina, devono studiare. E all’alberghiera devono
viaggiare e fare esperienze armati di tanta umiltà
andarci ma per scelta, non per imposizione o
e mantenendo sempre i piedi saldamente per
ripiego o, peggio ancora, moda. Solo se si ama
terra».
studiare si può crescere, capire, approfondire gli
Che cosa prevede il futuro di Massimo Bottura?
interessi e trasformarli in passione ed entusiasmo.
«Ancora futuro».
© PHOTO: Bob Noto
Rimanendo sempre con i piedi per terra e
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Da una Scavolini aspettati sempre qualcosa in pi첫.
Diesel Social Kitchen for Scavolini
SCAVOLINI STORE LECCE Viale Rossini, 54 - Lecce - Tel. 0832.099259
Photo: Mauro Arnesano - Immagini scattate in occasione dello spettacolo di tango della Compagnia di Buenos Aires di Roberto Herrera
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lifestyle
QUEL PENSIERO TRISTE CHE SI BALLA Si racchiude in un abbraccio, stretto, il tango. È una danza che si prende lo spazio in mezzo a due corpi vicini, risolve se stessa nell’alito che si sposta tra petto e petto, si conclude delle mani strette, nella carezza dell’incrocio degli avanbracci, nelle mani poggiate sulle schiene. È un pensiero, quello che si balla (“Il tango è un pensiero triste che si balla” - Enrique Santos Discépolo), un sospiro dettato da uno e trascritto dall’altra, una cadenza a due o quattro quarti, ondeggia, si ripete, si allunga, diventa sincope del passo. Una danza che spezza il corpo in due, lega fermamente busto con busto, appiana le spalle, allarga il respiro, per lasciare mobili e leggere le gambe, dell’uomo a dettare il passo, della donna ad eseguirne le suggestioni, sospinta nella fiducia del cammino all’indietro, precaria nella ricerca di un equilibrio che poggia su un asse unico che ha bisogno del sostegno. Il Tango fa suo centro l’improvvisazione, non esistono figure, non esiste sequenza, ma solo passi che l’uomo pensa e la donna esegue, nell’intuizione di un passo, di un respiro, di una guida che viene dal petto e dalla pancia. È l’improvvisazione che regola la danza tra due sconosciuti o tra due ballerini che ballano insieme da anni, non si perde mai la continua scoperta, la sorpresa della scoperta.
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Avviene tra le braccia, quella carezza che lascia muovere nel semicerchio chiuso dalle mani, nell’alternanza del passo che modula il peso, lo sposta, lo guida, intreccia le gambe in un dialogo di botta a risposta silenzioso e fascinoso, tra interruzioni e corteggiamenti, fronte e fronte, a condividere intenti e a interpretarsi desideri. Il tango argentino, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità per essere bene culturale immateriale, nasce come espressione artistica popolare delle periferie di Buenos Aires e Montevideo alla fine dell’Ottocento, e riguarda non solo la danza ma anche musica e testo. Risultato del crogiolo di etnie pervenute in America Latina, veniva ballato da uomini e poi nei bassifondi delle megalopoli, sintesi di vari generi portati in Argentina dalle genti sbarcate a cercare fortuna. La struttura armonica è in genere sincopata e richiede degli strumenti adeguati che accentuino le battute ritmiche, flauto, chitarra e violino ma lo strumento più caratteristico è senza dubbio il bandoneòn, una sorta di fisarmonica, dal suono simile a un pianto denso. I più grandi compositori di tango argentino sono, peraltro, figli di italiani immigrati, fino a Piazzolla, nipote anch’egli di nonni pugliesi e toscani. Filosofia del tempo perduto e della malinconia irrisolvibile, il tango racconta un linguaggio culturale di insicurezza e fragilità, racconta di lontananza, di mare,
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di attrito e avvicinamento, nella consapevolezza effimera e illusoria dell’amore. Comunicazione corporea e diretta senza l’uso di parole. Storie d’amore e di passione della durata di tre minuti, durante i quali due perfetti sconosciuti condividono la pelle e il respiro, fino a raggiungere una silenziosa sintonia che poi li lega per sempre. Le stesse musiche sono eseguite da orchestre differenti, ciascuna secondo il suo stile, più o meno tradizionale, anche il tango ha subìto negli anni delle evoluzioni fino ad introdurre nel suo spartito elementi elettronici per dare vita al “tango nuevo” (portato alla conoscenza di tutti soprattutto dai Gotan Project). Il passo base del tango è un vero e proprio passo, frammento della camminata, che si esegue in abbraccio frontale, un po’ asimmetrico. Tre sono i ritmi della musica, i due quarti o quattro quarti del tango tradizionale e della milonga, e i tre quarti del tango vals. Gli stili di ballo sono tantissimi, ma in genere si ispirano ai grandi interpreti e alle diverse fasi storiche, si riferiscono alla tipologia di abbraccio, più o meno stresso, che necessariamente regola l’ampiezza e la libertà dei passi. Il tango argentino si balla nelle milonghe, dove sono rigide le regole di comportamento: molti elementi che fanno parte della tradizione argentina sono andati perduti, ma in molti luoghi non è difficile ritrovarli. Uomini
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e donne dovrebbero sedere in zone separate, anche se non avviene quasi mai. L’uomo a distanza invita la donna solo attraverso lo sguardo, che se ricambiato con un cenno di assenso, è il segnale per ballare insieme. La musica in milonga è proposta da un musicalizador, si organizza in gruppi di tre o quattro tanghi, le “tande”, che abbiano una coerenza tra loro; tra una tanda e l’altra c’è la “cortina”, ovvero un brano di un genere diverso dal tango che riporta le coppie a sedersi. I passi più spettacolari in genere sono opera della ballerina, ma in realtà pochi sono frutto della sua iniziativa, ad eccezione di qualche abbellimento che non richiede il cambiamento del peso da un piede all’altro. L’eleganza è dote richiesta, quando la donna diventa una matita dai piedi a punta a tracciare disegni immaginari sul pavimento. Il tango argentino è oggi al centro di numerosissimi Festival in Italia, in Europa e nel mondo, durante i quali si alternano le esibizioni alle lezioni ed agli stage con maestri di fama internazionale. Seppure si tratti di una danza dalle origini popolari richiede molta tecnica e molto studio, ma in definitiva il tango è tutto di chi lo balla, della sua personalissima sensibilità e capacità interpretativa. Ciascuno balla il suo tango ed è una grande fortuna riuscire a condividerlo per pochi minuti col partner giusto per renderlo indimenticabile.
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lifestyle
LECCE VIA TRINCHESE, 6 www.nemola.it
kitesurf: il sogno di avere le ali Li si vede spesso, in ogni stagione, quando si alza il vento, quegli aquiloni leggeri e grandi che si agitano sul mare, lungo le coste di giorni ventosi, come farfalle moderne alla ricerca della rotta giusta. Sono i kite surfer, quelli che praticano lo sport estremo che utilizza la forza del vento come propulsore per scivolare sull’acqua. L’aquilone, kite, trascina il kitesurfer per mezzo di una barra e di corde. Uno sport sempre più diffuso, non solo tra le giovani generazioni, mutuato dalle isole esotiche e dalle coste del Pacifico, che permette non solo di scivolare velocemente sull’acqua, accarezzandone la superficie, ma consente evoluzioni e salti adrenalinici. Pratico: l’attrezzatura necessaria è ripiegabile e si adatta ad una semplice sacca relativamente piccola; economico: le vele, le corde e il corredo tecnico non hanno costi esagerati. Abbiamo incontrato Antonio Gaudini, Presidente dell’A KI (Associazione Kitesurf Italiana) e responsabile del portale kitesurfing.it, riferimento on line per gli appassionati dello sport.
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sport
Per maggiori info su come e dove praticare il kitesurf si può consultare il sito www.kitesurfing.it
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sport
Come è nata la passione per il kitesurfing? «Grazie ad un articolo pubblicato su una rivista nel lontano 1999 che raccontava del nuovo sport praticato alle Hawaii. L’ immagine in doppia pagina rappresentava una gigantesca onda, una tavola ed un aquilone a forma di palloncino che trainava il surfista. Da lì a pochi giorni è nata la ricerca di questo sport che in Italia non esisteva. Dopo 12 anni ho ancora l’ immagine ben impressa in memoria, una sensazione di adrenalina e libertà assoluta che mi coinvolge tutt’ora. Da quel momento se vedo muovere un albero dal vento, mi sale l’adrenalina e scappo in acqua». Quali sono i principali benefici che il kitesurf da al corpo? «Il kitesurf è uno degli sport più completi al mondo in quanto si utilizzano tutti i muscoli del corpo, per lo più addominali, spalle e gambe». Quanto tempo è necessario investire per ottenere una buona preparazione tecnica? «I corsi base generalmente hanno una durata di sei lezioni di circa un’ora e mezza, che sono sufficienti per capire bene le funzioni base e di sicurezza, oltre che per iniziare in autonomia a fare le prime esperienze. Se si frequentano quotidianamente i corsi, dopo circa un mese si possono iniziare a staccare i primi Basic Jump (salti), semplici ed abbastanza adrenalinici».
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Qual è il profilo tipo del kite surfer? «Il kitesurfer può avere un’età che varia dai 16 ai 65 anni, ma la fascia media va dai 25 ai 40 anni. Di solito si tratta di persone che amano il mare e la natura, amano la libertà e la voglia di adrenalina, anche se in definitiva si tratta di uno sport solitario, che permette un contatto diretto tra l’uomo e il mare, anche se si pratica in gruppo. Il rider tipo può essere un impiegato di banca o un libero professionista, ma i veri amanti di solito sono quelli che si possono gestire il lavoro senza aver problemi di giorni ed orari, in modo tale da rispondere alla chiamata del vento in qualsiasi momento, persino durante le feste». Il kitesurf è uno sport che lega l’uomo alla natura in maniera profonda, sfiorare l’acqua volando grazie al vento. Quanto è forte l’adrenalina, quanto la paura, quanto la tranquillità? «La sensazione che le persone non vedono l’ora di sentire è avere la potenza del vento tra le mani, poi il grande battesimo dell’acqua regala la completezza di scivolare sull’acqua, l’adrenalina è forte quando si vogliono superare i propri limiti con evoluzioni mozzafiato, ma ci si può anche rilassare scivolando sull’acqua in estate seguendo il riflesso del tramonto sull’acqua». Si tratta uno sport di condivisione, come si organizza solitamente la “comunità” dei kitesurfer? «Una volta solo con telefonate tra tutti, adesso grazie agli smartphone tutto è molto più veloce e di fatto ci
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sport
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Le immagini sono state gentilmente concesse dalla redazione di www.kitesurfing.it
si ritrova sempre in moltissimi dove il vento in quella giornata soffia meglio». Qual è il vento più favorevole per praticare lo sport e quali i luoghi migliori? «Il vento favorevole è una brezza tesa intono ai 14, 16 nodi e mare piatto per i principianti, per chi ama l’adrenalina vera invece l’ ideale è una bella mareggiata con mare forza 6 e 35 nodi di vento, che permette di effettuare salti anche di 15 metri. Le località più battute in Italia in estate sono la costa laziale come lo spot di Salto di Fondi nel sud Lazio, Toscana, Calabria, Sicilia, Sardegna e Puglia. Molti sono anche i praticanti nei laghi. Invece all’estero sono molto battute le località dove soffiano i venti alisei: Caraibi, Brasile, Kenya, Messico, Mauritius, Capoverde, Marocco». Fino a che età è possibile praticare questo sport? Si adatta anche alle donne? «Lo sport è adattissimo anche alle donne, che sono tante nelle scuole; non occorre la forza, ma ci si muove grazie alla cinetica». In Italia i praticanti del kitesurf sono circa 13.000, ed anche se è ritenuto uno sport estremo, in realtà con mare piatto ed una brezza di vento il pericolo di farsi male è pari a zero. Naturalmente è obbligo per chiunque un corso presso scuole professionalmente preparate. Il Kitesurf dallo scorso anno è regolamentato dall FIV Federazione Italiana Vela e rientrerà tra le discipline delle Olimpiadi di Tokio 2020.
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travel
Uniche nel design, ricercate nel comfort, impeccabili nel servizio offerto, in posizioni strategiche e, soprattutto, con un prezzo incredibilmente basso: sono questi i tratti che accomunano le 5 strutture alberghiere asiatiche di seguito descritte, tutte con camere disponibili per meno di 100 euro a notte. Innegabile è l’interesse in costante aumento nei confronti di mete lontane, dal fascino esotico e cariche di cultura, come sicuramente l’Oriente è capace di offrire ai suoi visitatori. Innegabile è anche che le sfide economiche affrontate negli ultimi tempi hanno accresciuto la necessità di ricercare destinazioni che sappiano offrire il massimo da budget più contenuti. E se in Italia boutique hotel e fashion hotel hanno prezzi molto spesso proibitivi, il sudest asiatico propone costantemente alberghi dalle tariffe sorprendentemente ragionevoli. Qui nulla è lasciato al caso e l’ospitalità non è un semplice modus operandi ma rispecchia una filosofia ben più complessa.
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PULLMAN BANGKOK HOTEL G, 5 STELLE – BANGKOK, THAILANDIA: Ben 469 camere a disposizione del sempre maggior numero di giovani uomini d’affari e viaggiatori che optano per un soggiorno in pieno centro di Bangkok - Silom Road, distretto finanziario di giorno e fulcro della vita mondana dopo il tramonto. Questa struttura, completamente rinnovata all’inizio del 2012, si pone ai vertici della night life della capitale thailandese con tre dei locali più trendy per cenare o trascorrere una piacevole serata. La vista offerta dalla terrazza panoramica al 37° piano dello Scarlet Wine Bar & Restaurant, il cui menù è ispirato allo Chef Manuel Martinez del ristorante parigino Le Relais Louis XIII, è a disposizione non solo dei clienti dell’hotel ma anche di chiunque desideri un’atmosfera rilassata in una delle location più esclusive della città.
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The Henry, 4 stelle – Cebu, Filippine: “La vita è troppo breve per bere vino cattivo”. Con questa frase vengono accolti i clienti del ristorante di questo particolare hotel, conosciuto anche come The House of Cebu, dando subito l’idea della filosofia che si cela dietro alla realizzazione di questa struttura ricettiva. Questo hotel riflette in tutto gli elementi chiave culturali dei luoghi in cui la coppia filippino-tedesca proprietaria dell’albergo ha vissuto nel corso del suo peregrinare per il mondo, dall’Europa al Medio Oriente, da Damasco a Monaco a Shangai. Il risultato è un boutique hotel con 2 suite e 36 camere moderne e minimaliste, ciascuna unica nei decori e negli arredi, con un’atmosfera elegante e tranquilla percepibile anche nelle aree comuni. Ovviamente il servizio è di prima categoria.
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HOTEL PENAGA, 4 STELLE – GEORGETOWN, MALESIA: Nel cuore di George Town, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, lo stile “Art Deco” di questo hotel a 4 stelle è davvero inconfondibile. Ogni camera è arredata in modo unico con panche, sedie e mobili antichi provenienti dalla Cina accostati a sofà, supplementi di modernariato e pezzi originali di arte contemporanea. L’hotel è stato ricavato da un complesso costituito da 15 “shophouse” lasciate intatte nella struttura per preservarne l’autenticità nel rispetto del luogo patrocinato dall’UNESCO in cui si trova. L’originalità strutturale non va però a discapito di funzionalità e comfort: le tradizionali abitazioni con terrazzo sono dotate di cortile privato attrezzato e ogni bagno è provvisto di vasca idromassaggio e doccia separate. Un tocco in più è dato dai prodotti per il bagno realizzati da artigiani locali e fragranze provenienti dalla regione.
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travel
Amba Ximending Taipei, 4 stelle – Taipei, Taiwan: Semplice, funzionale, moderno e di classe. Tutti aggettivi che perfettamente si adattano a descrivere questo hotel creato dall’A mbassador Hotel Group in occasione della celebrazione dei suoi 50 anni nell’ospitalità all’insegna del lusso. L’Amba Ximending Taipei è pensato per chi desidera ricevere il massimo del comfort combinato a creatività funzionale. È stato inaugurato solamente l’anno scorso e si trova al centro di Taipei, sulla via pedonale Wuchang Street, ai piani alti di un importante centro commerciale. Le 160 camere sono tutte dotate di connessione internet veloce gratuita, con un design in grado di soddisfare i diversi gusti dei suoi ospiti.
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Amanjaya Pancam Hotel, 4 stelle – Phnom Penh, Cambogia: La capitale della Cambogia, città che sta cambiando rapidamente per mettersi al pari con i tempi e meta di un sempre crescente numero di visitatori, offre con l’Amanjaya Pancam una struttura ricettiva degna di nota. È posizionata a poca distanza dal centro storico della città e dai monumenti più importanti, come il Palazzo Reale ed il Museo Nazionale, ha un’architettura tipicamente in stile Khmer e un arredamento squisitamente cambogiano realizzato in pregiato palissandro arricchito da tessuti e cuscini in fibra naturale. Se questo non bastasse, tutte le camere offrono una rilassante vista sul fiume Tonle Sap o sul Tempio Wat Ounalom. A completare l’immagine di glamour di questo hotel il rooftop bar ed il ristorante dove vengono proposti piatti di cucina contemporanea europea ed asiatica.
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A cura di: Andrea BICINI, Content Editor per
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Medicina e Odontoiatria A.A. 2013/2014
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credit crunch?
BPP: una banca per le famiglie e le piccole imprese Quattro quesiti al dott. Andrea Candido, l’uomo che si occupa delle azioni creditizie per Banca Popolare Pugliese, da sempre istituto di credito che ha puntato sul territorio investendo nelle sue strutture fondanti, la famiglia e le piccole imprese. Si parla di crisi, di economia, si impresa, ma soprattutto di soluzioni. La crisi economica ha gambizzato la struttura imprenditoriale dell’Italia, in che modo e con quali strategie Banca Popolare Pugliese ha chiuso il 2012? «Il pesante clima recessionistico che ha aleggiato per tutto il 2012 si è traslato con violenza sull’ intero sistema imprenditoriale e gli effetti sono talmente evidenti che risulta perfino superfluo sciorinare dati e percentuali. La reazione di un Istituto così fortemente radicato sul territorio quale Banca Popolare Pugliese, si è concretizzata focalizzando ancor di più gli sforzi verso le attività core dell’azienda: abbiamo continuato a raccogliere, custodire ed amministrare al meglio le risorse che i nostri clienti hanno ritenuto di affidarci e con grande equilibrio, avendo sempre ben presente la solidità patrimoniale dell’Istituto, siamo stati al fianco delle piccole e medie imprese locali, cercando di selezionare quelle iniziative che evidenziavano prospettive di mercato positive. Questa attività trova riscontro nei dati di bilancio 2012, di prossima approvazione, che evidenziano una sostanziale tenuta della raccolta, un incremento degli impieghi verso imprese e famiglie cresciuti del 2,43% ed un buon risultato economico ottenuto dopo aver effettuato accantonamenti prudenziali per importi significativi». La recessione ha spinto le Banche verso una riduzione significativa dell’offerta di credito, operazione più nota con la locuzione “credit crunch”. Qual è la posizione della BPP rispetto all’attività creditizia? «Vorrei fare un breve premessa. I fattori che hanno portato il sistema creditizio a rimodulare l’erogazione di finanziamenti sono molteplici e fortemente correlati e tra questi:
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economia
• Il rapido deteriorarsi dei fondamentali delle imprese, dovuto ad una crisi globale profonda e che ha comportato una crescita significativa negli attivi delle Banche dei così detti crediti deteriorati. Questo ha spinto le Banche ad applicare modelli di selezione sempre più stringenti. • L’ incremento del costo del funding, ossia il prezzo che le banche pagano per approvvigionarsi di liquidità da poter mettere a disposizione delle imprese. Il rapporto impieghi/depositi particolarmente spinto obbliga molti Istituti a dover affacciarsi sui mercati internazionali per reperire liquidità e qui entra in gioco il sovrapprezzo richiesto da operatori esteri per un rischio paese enormemente accresciuto. Tali maggiori costi si ribaltano inevitabilmente sul costo dei finanziamenti per le imprese. • Il rispetto di determinati parametri di bilancio imposti dal regolatore che obbligano le Banche a continue ricapitalizzazioni. In questo scenario BPP ha continuato e sta continuando a supportare l’economia locale anche attraverso l’utilizzo di una serie di strumenti che mirano da un lato a mitigare il rischio creditizio e dall’altro aiutano ad assorbire minor capitale. Mi riferisco per esempio all’utilizzo del Fondo di Garanzia per le PMI (legge 662/96) destinato ad una vasta platea di imprese od anche alla
Il dr. ANDREA CANDIDO, Direttore Centrale Crediti e Servizi alle Imprese di Bpp
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Top Selection
garanzia SGFA - sempre di natura statale - indirizzata
quotidiane. La domanda di credito è in costante calo
al mondo delle imprese agricole. Abbiamo inoltre
dal 2011 e si è assistito ad un maggiore selezione delle
sottoscritto con diversi confidi apposite convenzioni per
richieste attraverso la diminuzione delle percentuali di
un accesso più agevole al credito e dato attuazione a
finanziabilità, un più stringente rapporto rata/reddito ed
numerosissime rinegoziazioni/sospensioni di esposizioni
un inasprimento degli spread. Il retail è da sempre il
a medio lungo termine in aderenza all’accordo ABI/
segmento “principe” per Banca Popolare Pugliese ed
MEF che, tra l’altro, è stato di recente prorogato sino
è il settore dove meglio si estrinseca la sua vocazione
al 30 giugno prossimo. Come vede siamo impegnati su
“popolare”; grazie alle 96 filiali sparse sul territorio ed
più fronti convinti che in momenti difficili come quello
una rete agenti coordinata dalla BPP Sviluppo, siamo
attuale ciò che deve guidarci sia un grande equilibrio.
riusciti soddisfare le richieste rivenienti dal settore
Abbiamo l’obbligo, in primis nei confronti dei nostri
famiglie con percentuali di crescita per specifico
clienti risparmiatori e poi dei nostri azionisti, di allocare
prodotto
al meglio le risorse; cerchiamo di valutare, con tutte
in particolar modo a finanziamenti dietro cessione
le professionalità di cui disponiamo al nostro interno,
del quinto e crediti personali. Il comparto dei mutui
ogni singola iniziativa supportando quelle che riteniamo
per acquisto casa ha fatto registrare una flessione,
assolutamente
significative.
Mi
riferisco
rispecchiando il difficile momento che attraversa il settore. Analizzando questi dati appare chiaro che le richieste di finanziamento sono rivolte a coprire esigenze del “quotidiano” mentre perdurando il clima di incertezza, l’ investimento per antonomasia della famiglia e cioè l’ acquisto della casa, viene rimandato. Da febbraio scorso, per venire incontro all’esigenza di quelle famiglie che, approfittando degli incentivi statali, hanno deciso di ristrutturare le proprie abitazioni abbiamo lanciato “Prontomutuo Ristrutturazione”. Si tratta di un finanziamento a tassi particolarmente vantaggiosi che copre fino al 100% delle spese da sostenere». Quali sono i progetti futuri e le novità che riguardano la struttura e le strategie di Banca Popolare Pugliese? «Come ho già avuto modo di dire, è forte intendimento di Banca Popolare Pugliese rimanere focalizzata sull’attività classica di banca locale, nell’accezione più nobile del termine. Famiglie e piccole imprese rappresentano la nostra ossatura e quella del nostro
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possano trovare il consenso dei mercati. Ad oggi questo
territorio ed a questi segmenti intendiamo rivolgerci.
atteggiamento ci sta dando ragione e come dimostrato
Siamo fortemente proiettati a rafforzare la nostra
dai dati di crescita degli impieghi, non ci ha obbligati ad
presenza su tutta la regione e specialmente in quelle
azioni di deleveraging».
aeree che ci vedono presenti con quote di mercato
Imprese e piccole imprese hanno subìto i devastanti
minori. A breve porteremo a termine il processo di
effetti della crisi. Ma la “piccola impresa” ad averne
incorporazione della controllata BPP Sviluppo che
pagato lo scotto più grosso è sicuramente la famiglia,
attualmente opera, con brillanti risultati, attraverso
la cui struttura economica evolutiva è stata scardinata.
agenti esterni su un territorio più vasto. Sono certo
Come si pone la BPP rispetto al credito alle famiglie?
che tale incorporazione porterà all’interno ulteriore linfa
«È vero, è senza dubbio la famiglia il “ luogo” dove sono
e dinamismo. Al di la di singoli prodotti o campagne
più evidenti gli effetti della crisi. L’elevata capacità di
commerciali siamo convinti che la capacità di ascolto,
risparmio, un tempo segno distintivo del nostro territorio,
la profonda conoscenza dell’ambiente nel quale
è stata azzerata ed assistiamo con sempre maggior
operiamo e la possibilità di poter ancora instaurare
frequenza all’erosione dei depositi costituiti nel tempo
una “relazione”
e con grandi sacrifici, per far fronte alle esigenze
forza».
con il cliente siano i nostri punti di
Top Selection
UNA NUOVA STELLA BRILLA NEL SALENTO inaugura anche a lecce la prestigiosa Art&Co gallery
Lecce apre le sue porte all’Arte. E lo fa puntando al massimo, all’eccellenza italiana nel campo artistico e culturale. Nell’anno della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, la città salentina, già superba perla del mediterraneo, ricca di bellezze architettoniche e naturalistiche, si arricchisce di un altro importante tassello artistico, con l’apertura di una sede della celebre galleria d’arte Art&Co. Con gallerie a Milano, Caserta, Parma e ora anche Lecce (e le prossime aperture di altre sedi nazionali ed internazionali), Art&Co si conferma un’importante realtà nel campo dell’arte moderna e contemporanea, capace di unire le tradizionali attività della galleria d’arte intesa come luogo di cultura, di associazione e aggregazione di idee con una moderna visione di marketing, proponendosi come azienda orientata al mercato. A Tiziano Giurin, da oltre vent’anni nel campo dell’arte e titolare della Art&Co Gallery, rivolgiamo qualche domanda sulle motivazioni che lo hanno condotto ad investire al Sud e sulla mostra che verrà inaugurata a Lecce. Sig. Giurin, come mai Lecce? «È un progetto che sogno da anni, e sono molto orgoglioso che si stia realizzando. Mi sento salentino di adozione, avendo sposato una donna leccese, e riconosco nella città un fervore e una passione per l’arte che non si riscontrano in altre realtà, seppur più grandi e cosmopolite. Ho scelto di aprire una sede di Art&Co a Lecce perché credo che la città meriti una galleria di questa importanza e sia pronta per un evento di questa portata». Lecce, infatti, è in trepida attesa. Con quale mostra inaugurerete la galleria d’arte? «A Lecce verrà inaugurata una mostra eccezionale, per valore artistico ed economico, ossia la mostra dedicata a Marilyn Monroe, con opere a lei dedicate da grandi artisti contemporanei e cimeli personali. “Forever Marilyn Bye-Bye Cinquantenario, 19622012”, questo il titolo esatto della mostra curata da Gerardo Giurin (da sottolineare la collaborazione fra “Art&Co” e “Spirale Arte” di Milano, diretta da Massimo Ferrarotti, il più
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arte
TIZIANO GIURIN, titolare di Art&Co Gallery
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Top Selection
importante e stimato dealer per l’arte moderna e contemporanea a livello internazionale), contiene le opere dedicate alla Monroe di Andy Warhol ed altri importanti artisti, ma anche cimeli originali della diva, provenienti da una collezione privata. Ad esempio, ci sono i guanti indossati nel film “Come sposare un milionario”, l’abito che indossò alla Notte degli Oscar, un beauty-case, le scarpe di velluto blu e altri pezzi inediti. Nella mostra anche pezzi unici di Mimmo Rotella dedicati a Marilyn e realizzati nel corso degli ultimi decenni ed acrilici su intarsio realizzati da Ugo Nespolo che sono, invece, opere uniche ideate e realizzate per questa mostra itinerante. Infine, ma non per ultimo ospiteremo con molto piacere ed orgoglio le opere del Maestro Valentino Marra, artista di caratura internazionale. Salentino, ha conseguito il diploma di Maestro d’arte presso l’Istituto Statale d’Arte “Gioacchino Toma” e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Ha esposto le sue opere in importanti musei e location istituzionali e dal 1980 fino ad oggi, le sue opere fanno parte di
Tiziano Giurin e Mirella Corricciati con un’opera di Valentino Marra - La sede Art&Co di Caserta
importanti collezioni pubbliche e private. Oggi, i suoi lavori dedicati a Marilyn rappresentano, per gli addetti ai lavori, opere di gran classe e valore e riscuotono consensi da importanti critici a livello internazionale. Valentino Marra viene affiancato da un altro grande artista parmense, Steve Barney, che attraveso i colori e le forme astratte, sta riscuotendo consensi da collezionisti e critici». Gli fa eco Mirella Coricciati, responsabile della comunicazione per Art&Co. Dott.ssa Coricciati, perché questa mostra è così speciale? «Il valore artistico ed economico della mostra è indiscusso. Vi sono cimeli realmente appartenuti a Marilyn che quotano migliaia e migliaia di dollari, così come opere di Andy Warhol o altri importantissimi artisti della scena internazionale, che rappresentano il top per una qualsiasi galleria d’arte al mondo. Ma per me, che da anni seguo gli artisti emergenti, l’aspetto più interessante è rappresentato proprio dalla commistione tra
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arte
Valentino Marra: “Rosa blu” - Steve Barney: “Nodi”
vecchio e nuovo, tra passato e futuro, tra artisti famosi e artisti in ascesa. Inoltre, mi piace citare una celebre frase dell’artista Marcel Duchamp, il quale asseriva che “È l’ interazione con il pubblico che fa l’opera d’arte. Senza quella l’artista non conta, l’opera d’arte scomparirebbe in una soffitta e
non
esisterebbe
davvero.
L’opera
d’arte
è
sempre basata su due poli, il pubblico e l’artista e la scintilla che scocca da questa azione bipolare dà vita a qualcosa, come l’elettricità. L’artista non è tale perché produce l’opera d’arte ma, lo è se chi guarda lo riconosce come tale. Chi guarda ha l’ultima parola”». Ci può fare qualche nome interessante di artisti emergenti che esporranno? «Nell’ambito dell’evento dedicato a Marilyn Monroe saranno presentati in anteprima i lavori di nuovi interessanti artisti: Daniele Misani, Gianluca Resi, Marta Bordonali, Pautiero». Indipendentemente da questa mostra, il sostegno agli artisti emergenti è una prerogativa delle vostre gallerie… «Assolutamente
si,
crediamo
che
una
galleria
d’arte che si rispetti abbia il dovere di valorizzare le nuove realtà artistiche, accompagnarle e aiutarle nel loro sviluppo professionale attraverso aste, mostre, incontri con gli artisti, in modo che il nome e soprattutto i dipinti, entrino nel mondo dell’arte dalla porta principale. Con questo spirito è nato il nostro progetto “ArtevitA”, che pone particolare attenzione agli artisti ancora “non noti”, ma non per questo meno bravi. A loro dedichiamo mostre personali e collettive, l’ inserimento nei circuiti delle fiere dell’arte italiane ed estere ed una visibilità in location istituzionali pubbliche e private col solo fine di porre una lente di ingrandimento sull’evidente talento. ArtevitA nasce come progetto d’arte trasversale. Accoglie artisti diversi per stile e formazione, tecniche e supporti, emergenti ed affermati, uniti da un sincero moto di ricerca attraverso il “ fare arte nel contemporaneo”». Cosa si deve fare per partecipare all’inaugurazione e/o visitare la mostra? «È
possibile
richiedere
informazioni
e
ricevere
l’ invito per l’ inaugurazione della galleria contattando lo 0832/350311 oppure inviando una e-mail all’ indirizzo: info.artevita.arteco@gmail.com».
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Top Selection
LA CARRIERA? NON è UN’UTOPIA superare i test di ammissione delle facoltà mediche con cepu
Immaginarsi uomini o donne di successo, con carriere professionali avviate e remunerative, è il sogno di molti; scontrarsi con le difficoltà che si incontrano in un percorso di studi e non riuscire a portare avanti il proprio sogno di affermazione è quanto mai triste e demoralizzante. Se poi ci si scontra con un ostacolo come il test di ammissione ancora prima di cominciare a studiare, è ancora più frustrante. Ne parliamo con il dott. Francesco Polidori, Fondatore del Gruppo Cepu, che da oltre trent’anni lavora nel campo della formazione universitaria e che da qualche anno ha attivato la “Scuola Test di Ammissione Medicina e Odontoiatria”, un valido supporto per aiutare gli studenti ad affrontare con sicurezza uno degli scogli più difficili da valicare: il test d’ingresso nelle facoltà mediche a numero chiuso. Dott. Polidori, Cepu è da anni leader nella formazione universitaria. Come mai avete scelto di offrire anche un servizio mirato per il superamento del test di ammissione? «Ci siamo resi conto che ogni anno tanti studenti vorrebbero iscriversi a Medicina, Odontoiatria o altre professioni sanitarie, ma molti di loro devono rinunciare a causa del test di ammissione che, come è noto, nelle facoltà mediche è piuttosto selettivo. Da quest’anno, poi, il Ministero competente lo ha anticipato al 23 luglio, quindi gli studenti avranno ancor meno tempo a disposizione per prepararsi». Che cosa prevede la vostra offerta? «Abbiamo predisposto un percorso di preparazione intensivo che, se seguito con impegno, porta inevitabilmente a entrare nelle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Il percorso è intensivo e individuale: lo studente si prepara fin da ora nella sua città con tutor personali e partecipa poi a una full immersion per esercitarsi e simulare il test. Si tratta di un percorso che garantisce le più ampie possibilità di entrare, è studiato apposta per dare i massimi risultati in tempi brevi».
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formazione
FRANCESCO POLIDORI, fondatore del CEPU (sopra)
Che percentuali di successo prevedete?
A chi è indirizzata la vostra proposta?
«Il nostro successo trova riscontro nei fatti, nei
«A tutti. Il percorso è ideale sia per chi deve sostenere
risultati effettivamente raggiunti. Già lo scorso anno,
il test di ammissione per la prima volta, sia per chi
infatti, abbiamo raggiunto risultati sorprendenti: con
ha già provato ma senza successo. Così come per
noi il 50% dei candidati ce l’ ha fatta, uno studente
tutti i servizi offerti dal Gruppo Cepu, non vi sono
su due è entrato a Medicina o a Odontoiatria. In
limitazioni: crediamo nelle potenzialità di ogni nostro
media, invece, i candidati che superano il test sono
studente e lavoriamo perché possa esprimerle al
solo 1 su 8, il 12,5%. Riteniamo, perciò, che la nostra
meglio».
offerta garantisca un ottimo risultato, soprattutto se si considera che chi non supera il test di ammissione
INFO: 800 33 11 88
può comunque usufruire dell’opportunità di iscriversi
CENTRO STUDIO DI LECCE:
in un ateneo straniero, puntando su una carriera
Via Salvatore Trinchese 63 - lecce@cepu.it
internazionale o rientrando in Italia a percorso
CENTRO STUDIO DI MAGLIE:
universitario già avviato».
Via Sant’Antonio Abate 3 - maglie@cepu.it
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Š Helmut Newton Estate - Rue Aubriot, French Vogue, 1975
mostre
H E L M U T
N E W T O N
“La bellezza è intelligenza. E il fascino non ha nulla a che fare con il denaro. In fotografia ci sono due persone volgari: la prima è arte, la seconda è buon gusto”. Tedesco di nascita, Helmut Neustadter, poi Newton, nasce nel 1920 e inizia la sua carriera fotografica all’età di 16 anni. Le persecuzioni contro gli ebrei lo costringono ad abbandonare il suo Paese, approdando in Australia per divenire cittadino del mondo. Ha sempre pensato che “il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare - fossero - i tre concetti che riassumono l’arte della fotografia”. Racchiusi, custoditi gelosamente e poi donati al pubblico, questi tre concetti dell’arte fotografica, nella mostra White Women, Sleepless Night, Big Nudes, i tre leggendari volumi a stampa pubblicati dal fotografo Helmut Newton. Duecento, le fotografie raccolte e pronte da ammirare al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 21 luglio 2013. Il progetto, fortemente voluto da Jude Newton, moglie e vedova del fotografo, riunisce le immagini/testimonianze del suo modo di concepire l’arte e la fotografia di moda, rivoluzionandone la portata e traghettando la stessa trasformazione del ruolo della donna nella società occidentale. La fotografia di moda non è più mera raccolta di ritratti ma esplode in un reportage di cronaca, dove lo stile e il fashion sono tangibili. 1976-1979-1981, queste le tre tappe che hanno consacrato Helmut Newton come vero e affermato protagonista della fotografia del secondo Novecento. Aspetto singolare del suo modus operandi è visibile nella volontà di uscire, nel senso letterale del termine, in quanto preferisce ritrarre le sue modelle in strada, in location particolari, fuori dallo studio, realizzando qualcosa di estremamente evocativo e personale. Il fotografo ha voluto selezionare le fotografie per i libri di cui è editore. Newton mette in sequenza, l’uno accanto all’altro, gli scatti per le altre committenze con quelli realizzati per se stesso. Esplosione di emozioni e prettamente narrative. Visitando la mostra, si ha la fortuna di osservare il ritratto di Andy Warhol colto nella stessa posizione di una statua della Madonna fotografata in una chiesa toscana; Natassia Kinsky che abbraccia una bambola dalle sembianze di Marlene Dietrich; la fotografia della donna al cimitero del Père Lachaise di Parigi. “Investo molto tempo nella preparazione. Penso a lungo a ciò che voglio realizzare. Ho libri e piccoli quaderni in cui scrivo tutto prima di una seduta fotografica. Altrimenti dimenticherei le mie idee”. Il suo intento è stato quello di rendere la “sua” donna decisa, convinta del suo ruolo e di quello che potrebbe essere. Non è soltanto sensualità. Tutto, oltre il semplice erotismo. Insomma, sino al 21 luglio a Roma, abbiamo l’occasione di abbracciare l’arte fotografia che approda in Italia, nella sua unica tappa. Le foto provengono dalla Preussischer Kulturbesitz di Berlino e l’esposizione è promossa da Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, da Azienda Speciale Palaexpo, dalla Helmut Newton Foundation, in coproduzione con Civita e in collaborazione con GAMM Giunti.
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Š Helmut Newton Estate - Winnie al largo della costa di Cannes, 1975
mostre
Š Helmut Newton Estate - Autoritratto con la moglie e le modelle
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© Helmut Newton Estate - Da Maxim’s, 1978
VESPA 946
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due ruote
ESSENZA DI STILE
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Dopo oltre diciassette milioni di veicoli sparsi su tutte le
alla definizione di una estetica mozzafiato, alla maggiore
strade del mondo, ed essere diventata una leggenda in
leggerezza e dunque a un incremento della efficienza ener-
tutto il mondo, Vespa svela il suo futuro.
getica col risultato di minori consumi e minori emissioni.
Lo fa richiamandosi direttamente al suo capostipite, il
Come detto, la nuova 946, pur ispirata direttamente al
prototipo MP6, primo embrione di Vespa dal quale nacque,
prototipo Mp6, rompe decisamente con le forme delle
nella primavera del 1946, lo scooter più famoso del mondo,
attuali famiglie di Vespa.
icona italiana e insuperabile di stile e creatività.
Si vede ora nascere un veicolo del tutto nuovo che, pur
Vespa 946 esprime il massimo valore possibile nel mondo
richiamandosi ai canoni più classici, interrompe la costante
scooter e proietta Vespa nella élite dei marchi di lusso.
evoluzione del design in una sorta di affascinante “ritorno
Come sempre nella storia di Vespa l’elemento tecnicamente
al futuro”. La quota fondamentale della ciclistica, il passo,
caratterizzante è la scocca. Un corpo unico in acciaio e
testimonia di un veicolo importante e stabile, superando la
alluminio che ha anche funzione portante accogliendo
distanza tra i mozzi ruota della grande GTS. Ma la linea
e sostenendo il motore, la trasmissione e tutti gli organi
leggerissima, il peso ridotto e l’angolo di sterzo simile a
meccanici. L’impiego dell’alluminio contribuisce, oltre che
quello della piccola LX la rendono eccezionalmente agile.
due ruote
Il reparto sospensioni si distingue per l’elemento anteriore
canali comandato da una centralina con software specifico.
(il classico braccetto oscillante, uno degli stilemi di Vespa)
Vespa 946 è equipaggiata con l’innovativo controllo di
e per la raffinatezza della soluzione adottata sulla ruota
trazione ASR, che previene lo slittamento della ruota
posteriore. Per la prima volta in una Vespa il mono
posteriore evitando le perdite di aderenza e garantendo
ammortizzatore (regolabile su quattro posizioni) è montato
sempre la migliore trazione.
orizzontalmente con sistema progressivo a leveraggi. La
IL MOTORE: Il cuore pulsante di Vespa 946 è un propulsore
fanaleria, integralmente a LED, è uno degli elementi distintivi
modernissimo, caratterizzato da ridotti consumi e drastico
di Vespa 946. La sella, montata su un supporto in alluminio,
abbattimento delle emissioni gassose e sonore.
è uno straordinario elemento di design e funzionalità.
Il monocilindrico 125 cc 4 tempi, 3 valvole, raffreddato
Incernierata su un supporto di alluminio pressofuso, la seduta
ad aria e alimentato con iniezione elettronica è stato
è realizzata in pregevole tessuto preimpermeabilizzato.
interamente progettato, sviluppato e costruito a Pontedera,
Il parafango anteriore in alluminio copre, con l’eleganza
nell’impianto più grande del Gruppo Piaggio. Per ottenere
di sempre, la ruota da 12 pollici. La stessa misura che
maggiori performance e ridurre nel contempo consumi
caratterizza la copertura posteriore. L’impianto frenante è
ed emissioni è stato eseguito uno scrupoloso lavoro di
a doppio disco ed è completato dal sistema ABS a due
studio per la diminuzione degli attriti e il miglioramento della
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due ruote
fluidodinamica. L’innovativa distribuzione a 3 valvole che
assorbita. L’impianto di iniezione presenta il controllo
caratterizza il motore di Vespa 946 consente di ottimizzare
automatico del minimo e gestione del titolo in closed-loop
i moti della carica nel cilindro, nonché di posizionare la
con sonda lambda. Unitamente al catalizzatore trivalente,
candela di accensione in una posizione ottimale, migliorando
viene garantito con ampi margini il rispetto della normativa
il rendimento del processo di combustione e garantendo al
Euro3. Le prestazioni, con una potenza massima all’albero
contempo un raffreddamento ottimale delle parti interne alla
di 8.5 kW a 8,250 giri/minuto e una coppia massima di 10.7
testa. Per tutti gli organi in movimento sono stati utilizzati
Nm a 6.500 giri/minuto collocano il nuovo motore ai vertici
cuscinetti per il massimo contenimento degli attriti interni.
delle sua categoria.
Nella ricerca del miglior rapporto tra prestazioni e consumi,
Nonostante i consistenti incrementi prestazionali, si sono
la soluzione della distribuzione a 3 valvole è la più efficace,
ottenuti risultati di eccellenza sul consumo di carburante:
poiché
l’efficienza
alla velocità di 50 km/h si percorrono 55 km/l (circa il 30%
del motore rispetto ai convenzionali motori a 2 valvole. Il
in più rispetto al motore della precedente generazione).
sistema di raffreddamento è stato oggetto di un’accurata
Inoltre gli intervalli di manutenzione, ora programmati a
analisi per migliorarne ulteriormente il rendimento, ottenendo
10.000 km, permettono al nuovo motore 3V di avere costi
quindi una sensibile riduzione in termini acustici e di potenza
di gestione ulteriormente ridotti.
migliora
l’aspirazione,
aumentando
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[ SEGNATEMPO PERFETTI ] Montblanc Villeret Seconde Authentique “Pour Elle&Lui”: Quando un uomo ed una donna si appartengono solitamente esprimono il loro amore scambiandosi una promessa con degli anelli, Montblanc ha invece pensato di raccontare questo legame profondo con una coppia di preziosi segnatempo in edizione limitata. Questi due orologi presentano lo stesso look, ciò che li differenzia è il diametro della cassa, che è di 36 mm nella versione femminile e di 39.5 mm in quella maschile, e il cinturino in pelle di alligatore, bianco per Lei e marrone per Lui. La cassa, perfettamente circolare e dalla lunetta concava, è in oro rosso 18 kt. Sul quadrante si alternano oro rosso e madreperla bianca. Il fondello officier permette di ammirare il movimento a carica manuale. I Seconde Authentique sono disponibili solo in set e solo 58 coppie in tutto il mondo potranno dimostrare il proprio amore indossando al polso uno di questi preziosi esemplari.
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orologi
Montblanc TimeWalker World Time Hemispheres: I nuovi TimeWalker World Time Hemispheres mostrano simultaneamente l’ora in ben 24 fusi orari diversi. L’ora locale è segnalata dalle sfere mentre, al centro, un disco rotante con le 24 ore consente di individuare l’ora nelle città riportate sul rehaut, ciascuna delle quali rappresenta una delle 24 “time zone” in cui il nostro pianeta è suddiviso. Il TimeWalker World Time Hemispheres è disponibile in due versioni, una per l’emisfero settentrionale e una per quello meridionale. Il Northern Hemisphere mostra sul quadrante la mappa della Terra vista dal Polo Nord e il disco centrale si muove in senso orario; il Southern Hemisphere, invece, propone la visione con il Polo Sud al centro e il disco 24 ore ruota in senso antiorario. I nomi delle città sul rehaut variano a seconda del modello che indica solamente luoghi dell’emisfero da cui prende il nome. Inoltre, per assicurare una visione generale sul mondo intero, il modello Settentrionale riporta sul fondello i nomi delle città dell’emisfero sud, e viceversa. Entrambi si differenziano anche per colori e materiali: il primo abbina al quadrante argentato un cinturino in pelle nera, il secondo, invece, è caratterizzato dal bracciale in acciaio che mette in risalto il color antracite del quadrante. I due modelli presentano una cassa in acciaio di 42 mm e il datario a ‘ore 6’.
www.montblanc.com
MONTBLANC
Montblanc TimeWalker Voyager UTC: Dopo il successo del TimeWalker Chrono Voyager UTC, Montblanc presenta il nuovo TimeWalker. Il fuso orario UTC (Coordinated Universal Time) si basa sul TAI (International Atomic Time) e garantisce la massima precisione poiché non tiene conto delle oscillazioni della terra. La cassa del TimeWalker Voyager UTC è in acciaio, così come la lunetta, disponibile anche in titanio satinato. Il rehaut, sul quale è riportata l’indicazione giorno e notte, presenta gli indici delle 24 ore in modo da facilitare la selezione di un secondo fuso orario; la lettura di quest’ultimo è resa inoltre più semplice da una lancetta scheletrata con dettaglio rosso, a contrasto col quadrante. L’orologio ha una riserva di carica di circa 42 ore. Il TimeWalker Voyager UTC è disponibile in tre varianti: cassa in acciaio, corona in titanio, quadrante antracite abbinato a un cinturino in pelle grigia con impunture arancio per la versione più sportiva; quella più classica, invece, con corona e lunetta in acciaio, presenta un cinturino in alligatore nero; mentre il terzo modello abbina all’acciaio del bracciale l’eleganza del quadrante nero.
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orologi
Montblanc Nicolas Rieussec Rising Hours: Nonostante il display del Rising Hours sia estremamente innovativo, questo orologio racchiude in sé tutte le caratteristiche della collezione Montblanc Nicolas Riuessec, nata nel 2008 quando il brand presentò con successo il primo cronografo da polso in cui erano i dischi del cronografo a rotare e non le lancette. Questo principio è stato poi ampliato e applicato anche al disco delle ore che riporta una complicazione aggiuntiva: l’indicazione day&night. Una novità che si può definire rivoluzionaria: un piccolo indice triangolare a ore dodici segna l’orario su un disco rotante, i cui indici cambiano colore, dal nero al blu, a seconda dell’ora del giorno o della notte. Un mutamento questo, frutto di un esclusivo meccanismo brevettato da Montblanc. Questo particolare time-display è reso possibile da un elaborato meccanismo composto da due dischi rotanti sovrapposti: il primo, scheletrato, con i numeri arabi da uno a dodici, il secondo bicolore nero-blu. Il disco con gli indici numerici scheletrati ruota in modo continuativo, mentre quello sottostante a intervalli e velocità variabili, di modo da dare ai numeri il colore appropriato.
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Montblanc Star Quantième Complet: Forme classiche, materiali pregiati e finiture eleganti sono le caratteristiche della Montblanc Star Collection da più di 15 anni che, per tradizione, si ritrovano anche nell’ultimo modello della linea: lo Star Quantième Complet. Un orologio con calendario completo: sul suo quadrante, infatti, sono visibili data, giorno della settimana, mese e fasi lunari. Il nome è altamente descrittivo: i mastri orologiai francesi usano la parola “quantième” per descrivere la funzione del calendario, mentre “complet” significa appunto completa. La data, visibile sul diametro esterno del quadrante, è segnata da una sfera con indice a mezzaluna rosso, mentre il giorno della settimana e il mese appaiono da due finestrella a ore dodici; le ore sono indicate da numeri romani. La parte centrale del quadrante è impreziosita da una raffinata decorazione guilloché, mentre la parte inferiore è dedicata al display delle fasi lunari. La cassa in oro rosso e il cinturino in pelle di alligatore marrone donano all’orologio un’allure classica ed elegante. Lo Star Quantième Complet è disponibile anche con cassa in acciaio.
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orologi
Montblanc
Star
Classique
Lady
Automatic:
È
universalmente
riconosciuto che “diamonds are a girl’s best friend” e che il loro fascino sulle donne sia decisamente suadente. Così Montblanc decide di adornare il suo nuovo Star Classique con 72 magnifici diamanti taglio brillante. Lo sfavillante scintillio di queste pietre preziose si abbina elegantemente alla tenue luce emanata dal quadrante in madreperla, arricchito da lancette e indici in oro rosa. La parte inferiore del quadrante presenta un piccolo display per i secondi che è caratterizzato da un’incisione che rappresenta l’emblema della Maison. La cassa dello Star Classique Lady Automatic è in ora rosa e sul fondello nasconde una piacevole sorpresa visibile solo dalla persona che lo indossa: una piccola apertura in cristallo di zaffiro attraverso la quale è possibile ammirare il movimento meccanico creato seguendo la miglior arte orologiera svizzera. I dettagli sono preziosi: la corona godronata è in oro massiccio 18 kt e un delicato intarsio in madreperla mostra l’emblema Montblanc.
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Montblanc
TimeWalker
TwinFly
Chronograph:
La
collezione
Montblanc TimeWalker si amplia accogliendo il nuovo modello TwinFly Chronograph, che si caratterizza per il design ricercato della cassa e del quadrante unito ad un movimento di manifattura di concezione moderna che presenta la funzione cronografica e l’indicazione di un secondo fuso orario. La particolarità di questo orologio è data dalla posizione centrale delle sfere dei secondi e dei minuti cronografici; questo tipo di disposizione, molto frequente nel passato, permette una lettura immediata del tempo trascorso, lasciando ampio spazio sul quadrante per un secondo fuso orario a ore dodici. A ore sei è posizionato il contatore dei piccoli secondi, mentre a ore nove si nota il datario. Il nuovo TimeWalker TwinFly Chronograph monta un calibro che presenta un movimento automatico con ruota a colonne e innesto verticale per il cronografo, nonché la funzione flyback che permette il conteggio di tempi parziali in successione rapida. Inoltre, grazie a due bariletti la riserva di carica è di 72 ore. È disponibile in due varianti: la prima con cinturino in pelle di alligatore marrone, la seconda con bracciale in acciaio.
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L
I
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E
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Ci sono fotografi che raggiungono fama internazionale affermandosi nel campo della moda, altri eccellono nei ritratti, nei reportage di viaggio, nel mondo della pubblicità o nella regia. La maggior parte aspira ad imporsi in un genere soltanto. Nell’arco degli ultimi venti anni, pochi sono riusciti ad eccellere contemporaneamente nei diversi campi. Uno di questi è Uli Weber. Terminati gli studi di fotografia a Roma, presso l’Istituto Europeo di Design, Uli si trasferisce a Londra. Siamo alla fine degli Anni Ottanta e il momento non potrebbe essere più propizio. Se una nuova “swinging London” sta per nascere, Uli è pronto a dare il proprio contributo per far sì che la città torni ad imporsi come capitale mondiale della cultura. Ne e’ la conferma la sua prima foto di copertina scattata per Arena, rivista icona dello stile, che ritrae Sting avvolto in una pelliccia sintetica rosso fuoco di Katharine Hamnett. Altri incarichi prestigiosi non tardano ad arrivare, in poco tempo gli scatti di Uli Weber su Marie Claire, Elle o Vogue diventano una consuetudine anche in Italia. Il ritratto intimista s’impone presto come segno distintivo del lavoro di Uli Weber davanti al cui obiettivo sfilano innumerevoli celebrità: da Jeremy Irons a Robbie Williams, da Keira Knightley a Kylie Minogue. Nomi prestigiosi del cinema italiano come Raul Bova e Paola Cortellesi. Al leggendario architetto e designer Achille Castiglioni. Ai miti del rock e del pop italiano come Gianna Nannini e Giorgia, immortalati in modo accattivante e sensuale. Uli, pur godendo ormai di una certa notorietà (come attesta l’intervista che gli dedica la regina dei media americani Oprah Winfrey), non si accontenta di rimanere confinato nell’universo sfavillante della moda e delle celebrità. Al contrario… arriverà persino a lanciarsi da un jet russo per realizzare un servizio fotografico sul Polo Nord! Nel 2006, Uli viene eletto Hasselbad Master. Si tratta di uno dei riconoscimenti più prestigiosi ai quali un fotografo possa aspirare. I colleghi sono concordi nel riconoscere la sua maestria tecnica, tuttavia la sua opera si distingue in particolar modo per l’immediatezza che la rende accattivante agli occhi del grande pubblico. Infatti anche coloro ai quali sembra di non riconoscere il lavoro di questo fotografo, si renderanno conto di quante immagini note abbiano in realtà la sua firma. Dai muri delle camere degli adolescenti a quelli del Victoria and Albert Museum di Londra, Uli Weber è uno dei fotografi più completi ed accessibili della sua generazione. La sfida era quella di “creare immagini belle che fossero sempre significative”. Quanto alla bellezza delle foto non sfugge neppure allo sguardo più profano. Nel 2011 viene pubblicata una prestigiosa collezione di ritratti celebri raccolti nel libro “Portraits” e scattati nei vent’anni di carriera. Il volume e’ edito da Skira e in edizione inglese, ha una prefazione di Ivan Shaw, direttore della fotografia di Vogue America. Il successo del libro genera una serie di appuntamenti artistici: Londra, Milano e New York inaugurano una selezione dei ritratti più significativi.
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w w w . m y l i f e s t y l e . i t
nuova A3 sportback
Sportiva, versatile e moderna. Audi lancia la nuova A3
tempo efficientissimi. Per quanto riguarda l’infotainment
Sportback. Grazie alla tecnologia ultraleggera la cinque
e i sistemi d’assistenza, la nuova A3 Sportback offre
porte compatta dal bagagliaio spazioso può vantare un
soluzioni all’avanguardia nel segmento delle vetture
peso molto contenuto; i motori sono potenti e allo stesso
compatte di classe premium.
Il Design
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La nuova Audi A3 Sportback ha linee slanciate e sportive.
I fari piatti hanno gli angoli inferiori arrotondati; sono
In lunghezza (4.310 mm), larghezza (1.785 mm) e altezza
disponibili a richiesta anche gruppi ottici xeno plus con
(1.425 mm) supera solo di poco il modello precedente;
luci diurne a LED, mentre successivamente saranno
il passo è cresciuto di ben 58 mm, arrivando a 2.636
disponibili anche fari completamente in tecnologia LED.
mm. In confronto alla tre porte, la A3 Sportback ha una
La linea molto ben definita che scorre sotto ai finestrini
distanza tra gli assi cresciuta di 35 mm.
suddivide la superficie della fiancata e richiama la linea
La fiancata, dominata dalla presenza dei tre finestrini,
possente delle spalle. La linea dinamica scorre quasi
risulta agile e sportiva. L’elemento più caratteristico del
parallelamente ai sottoporta e tende verso l’alto in
frontale è la pronunciata griglia single-frame color grigio
prossimità della parte posteriore.
pietra con gli angoli superiori arrotondati.
Le parti convesse della carrozzeria, i grandi passaruota
automobili
ben definiti, i montanti posteriori stretti e fortemente
Le luci freno adattive, che nelle frenate d’emergenza
inclinati e lo spoiler posteriore al tetto, dal design non
lampeggiano ad alta frequenza, sono di serie.
appariscente, sottolineano l’aspirazione sportiva della
Il diffusore è incorniciato da un profilo deciso, con uno o
A3 Sportback al pari dei retrovisori esterni, con attacco
due terminali di scarico a seconda della motorizzazione.
sulle portiere come nelle auto sportive.
I colori di carrozzeria disponibili per la A3 Sportback
La parte posteriore ha una configurazione fortemente
sono 13. A richiesta il pacchetto modanature cromate
tridimensionale con i gruppi ottici divisi in due parti che
aggiunge un tocco di eleganza ai finestrini (di serie nella
ne sottolineano la dimensione della larghezza. Le luci
versione Ambiente).
sono in tecnologia LED se abbinate ai fari xeno plus;
Per i Clienti particolarmente sportivi sono disponibili il
fibre ottiche a LED disegnano degli archi continui.
pacchetto sportivo S line e il pacchetto S line exterior.
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GLI INTERNI chiaramente
Il volante può essere a tre o quattro razze e ha la
strutturato. Riprendendo lo stile delle grandi serie di
corona appiattita nella parte inferiore, tasti multifunzione
modelli Audi, i designer hanno tracciato una linea che si
e bilancieri. I grandi strumenti circolari sono di rapida e
estende ad arco al di sotto del parabrezza.
sicura lettura.
La plancia portastrumenti è molto snella e bassa:
Grazie al passo più lungo, la A3 Sportback risulta molto
insieme alla consolle centrale, leggermente orientata
spaziosa anche sui sedili posteriori.
verso il guidatore, sembra sospesa nel vuoto.
Le quattro grandi bocchette di ventilazione in stile jet
I comandi ergonomici e intuitivi sono uno dei classici
sono un ulteriore di estetica e tecnica. Per regolare il
punti di forza del marchio. Il sistema MMI con il monitor
flusso d’aria basta esercitare una lieve pressione e tirare
che fuoriesce automaticamente è di serie a partire dal
il perno centrale.
livello di allestimento MMI Radio.
I colori dell’abitacolo sono abbinati all’allestimento.
L’abitacolo
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è
elegante,
armonioso
e
automobili
Nella A3 Sportback Attraction l’abitacolo è nero o grigio titanio, nella sportiva Ambition è tutto nero o con aggiunta di elementi color argento, blu o giallo. L’Audi design selection arancio Capri, prevede una gamma di colori molto giovani. Nella lussuosa linea di allestimento Ambiente sono inoltre disponibili anche i colori beige pashmina e marrone autunno. Il pacchetto sportivo S line, disponibile per la A3 Sportback Ambition, avvolge l’abitacolo di nero. Il bagagliaio ha un volume di 380 litri che aumenta a 1.220 litri con gli schienali ribaltati.
91
I MOTORI
92
Le motorizzazioni disponibili sono inizialmente un motore
Successivamente verrà lanciato il 1.2 TFSI da 105 CV
TDI e due motori TFSI, ai quali si aggiungeranno
(77 kW) di potenza e 175 Nm di coppia. Il nuovo 1.4 TFSI
successivamente altre due motorizzazioni diesel ed una
della A3 Sportback con monoblocco in alluminio, pesa
motorizzazione benzina. Tutte comprendono l’iniezione
solo 107 kg (21 in meno rispetto al modello precedente).
diretta, la sovralimentazione turbo, l’innovativo sistema di
Ha una potenza di 122 CV (90 kW), una coppia di 200
gestione termica e il sistema Start&Stop.
Nm e spinge la A3 Sportback da 0 a 100 km/h in 9,3”;
Il 1.6 TDI è il motore più efficiente della gamma. Consuma
la velocità massima è di 203 km/h. I consumi medi si
in media 3,8 litri di carburante ogni 100 km e accelera in
attestano a 5,3 l/100 km.
10,9” da 0 a 100 km/h; la velocità massima è di 194 km/h.
Nella seconda versione, che verrà lanciata successiva-
Il nuovo 2.0 TDI è disponibile in due versioni. Nella versione
mente, il 1.4 TFSI avrà una potenza di 140 CV (103 kW)
150 CV (110 kW) e 320 Nm impiega 8,4” per scattare da
ed una coppia di 250 Nm. Con 8,4” per scattare da 0
0 a 100 km/h e raggiunge la velocità massima di 213
a 100 km/h (con cambio manuale) e una velocità di 213
km/h. I consumi si attestano a 4,2 l/100 km.
km/h le prestazioni sono davvero sportive.
La variante più potente del 2.0 TDI ha una potenza di
Il nuovo 1.8 TFSI, il benzina più potente della gamma,
184 CV (135 kW) e una coppia di 380 Nm. Con cambio
eroga 180 CV (132 kW) e sviluppa 250 Nm. Nella
manuale e trazione anteriore, accelera da 0 a 100 km/h
versione con S tronic con trazione anteriore accelera da
in 7,4”, ed ha una velocità massima di 232 km/h, e
zero a 100 km/h in 7,3” ed ha una velocità massima di
consumi medi di 4,3 l/100 km.
232 km/h e consumi medi di 5,6 l/100km.
automobili
top car
SPORTIVISSIMA ALFA ROMEO 4C L’ESCLUSIVA COUPé 2 posti secchi del biscione Progettata dagli ingegneri dell’Alfa Romeo, la 4C è una coupé con trazione posteriore e motore in posizione centrale. Le dimensioni compatte rendono unica questa “2 posti secchi” lunga poco meno di 4 metri, larga 200 cm e alta 118 cm, con un passo inferiore a 2,4 metri. Misure che, da una parte, mettono in risalto “proporzioni da supercar”, dall’altra ne accentuano le caratteristiche di agilità. La sigla ‘4C’ richiama la grande tradizione sportiva dell’Alfa Romeo (le sigle 8C e 6C negli anni Trenta e Quaranta hanno contraddistinto vetture da competizione e stradali), confermando nella sua impostazione progettuale e costruttiva l’obiettivo di un rapporto peso/potenza inferiore a 4 kg/cv. L’Alfa Romeo 4C impiega a tal fine tecnologie e materiali derivati da supersportive (tra cui già l’Alfa Romeo 8C Competizione) - fibra di carbonio, alluminio, trazione posteriore - e tecnologie proprie degli ultimi modelli di serie Alfa Romeo ma evolute per esaltare ulteriormente la sportività della nuova vettura. Lo dimostrano il nuovo 1750 Turbo Benzina con iniezione diretta interamente in alluminio, il sofisticato cambio automatico a doppia frizione a secco “Alfa TCT” e il selettore Alfa D.N.A. con l’inedita modalità Race. Prodotta nello stabilimento Maserati di Modena, la nuova ‘supercar compatta’ sarà commercializzata nel corso del 2013 e segnerà il ritorno del marchio italiano negli Stati Uniti.
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IL DESIGN Disegnata dal Centro Stile Alfa Romeo, 4C richiama
ratteristiche tecniche sia dal punto di vista dinamico che
immediatamente alcuni modelli iconici della tradizione
aerodinamico; per questa ragione tutte le soluzioni di stile
che hanno lasciato un segno nella storia del Marchio.
adottate sono state ottimizzate in funzione dell’obiettivo
Uno su tutti è sicuramente la 33 Stradale, una vettura
ultimo della vettura: le prestazioni.
che coniugava le estreme esigenze meccaniche e
Il volume posteriore, sinuoso ed avvolgente ricopre ed
funzionali ad uno stile essenziale.
abbraccia la parte meccanica e il motore visibile at-
Lo sviluppo degli esterni della 4C è stato caratterizzato
traverso il lunotto.
sin dall’inizio dall’esigenza di esaltare lo stile e le ca-
Tutto questo, grazie allo sviluppo di un accentuata mu-
top car
scolatura sopra le ruote, conferisce forza e potenza alla
muscoli che conferiscono velocità e dinamismo alla
parte posteriore.
fiancata generando sul frontale il volume necessario per
La muscolatura posteriore regge la sua struttura sui fanali
accogliere i proiettori anteriori e sulla parte centrale le
tondi posteriori e sulle prese d’aria laterali necessarie
due forti nervature che corrono sul cofano disegnando
per il raffreddamento dell’intercooler e l’ingresso aria per
l’inconfondibile “V” e trovando la loro naturale conclusione
l’aspirazione motore.
attorno allo scudetto.
Da questo volume posteriore carico di energia e dalle
Quest’ultimo, insieme alle due bocche laterali, forma il
due prese d’aria laterali, trovano origine i due lunghi
noto “Trilobo”, parte sostanziale del volto Alfa Romeo.
top car GLI INTERNI L’essenzialità del design e dei materiali contraddistingue
La plancia, semplice ed improntata alla fruizione delle
anche gli interni, essendo tutto concepito e finalizzato al
funzioni, trova la sua esaltazione nel concetto di driver
massimo coinvolgimento dell’esperienza di guida.
oriented estremo grazie ad una strumentazione digitale
In particolare, all’interno spicca immediatamente la fibra
e ai selettori per il cambio marcia collocati sul volante
di carbonio della cellula centrale, lasciata a vista per
opportunamente sagomato.
esaltare il senso di leggerezza, tecnologia e unicità. La
Il cockpit con forti richiami al mondo motociclistico e a
plancia e i pannelli porte hanno un trattamento “asfalto”
quello delle vetture da gara, riunisce tutte le informazioni
per richiamare la vocazione dell’Alfa Romeo 4C.
necessarie alla guida e al controllo della vettura.
I sedili, realizzati in composito, garantiscono una postura
La pedaliera, le pedane d’appoggio per il guidatore e per
dedicata ad un uso sportivo, esaltando il contatto del
il passeggero, il tutto realizzato in alluminio, abbigliano la
guidatore con la strada senza però penalizzare un
parte bassa sotto plancia esaltando il carattere sportivo
sufficiente comfort per l’utilizzo normale della vettura.
sino al minimo dettaglio.
LA TECNICA Il nuovo motore 1750 Turbo Benzina da 240 CV a
Il Turbo Benzina 1750 è abbinato all’innovativo cambio
iniezione diretta è l’evoluzione del propulsore già in
automatico a doppia frizione a secco “Alfa TCT”, vero
dotazione alla versione “Quadrifoglio Verde” di Giulietta
punto di riferimento della categoria per il peso contenuto
ed adotta un innovativo basamento in alluminio e
e l’estrema velocità di attuazione. Il cambio può essere
specifici impianti di aspirazione e scarico ottimizzati per
comandato in modalità sequenziale attraverso gli “shift
esaltare ulteriormente la sportività della vettura.
paddles” posti dietro il volante.
In più sono presenti soluzioni tecniche all’avanguardia
Debutta su Alfa Romeo 4C il nuovo selettore Alfa D.N.A.
quali l’iniezione diretta di benzina, il doppio variatore di
che ai tre settaggi finora disponibili - “Dynamic”, “Natural”
fase continuo, il turbocompressore ed un rivoluzionario
e “All Weather” - aggiunge una quarta modalità: “Race”,
sistema di controllo definito “scavenging” che elimina il
pensata per esaltare ulteriormente l’esperienza di guida
“turbolag”.
in pista.
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