MY LIFESTYLE n° 4

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LUXURY MAGAZINE Periodico Trimestrale N° 4 - Winter 2010 EURO 6,50

L I F E S T Y L E

DYNAMIC ARCHITECTURE Futura Rivoluzione Immobiliare?

POLO

Sport e Spettacolo

AMSTERDAM

La Città dei Canali

TARTUFO

Il Lusso in Tavola

Mercedes SLS AMG

La Nuova “Ali di Gabbiano”

ORIENT EXPRESS Viaggiare nel Tempo

FRANCIACORTA

Il Vino e il suo Territorio

WWW.MYLIFESTYLE.IT


Prodotto e distribuito da: T.R.S. Evolution Spa - Tel. +39 059 421511 - www.trussardi.com

TRU TRUSSARDI UOMO L’uomo Tru Trussardi sceglie un look legato alla funzionalità e alla protezione, ma al tempo stesso contemporaneo ed innovativo. Facili da indossare, i capi del rinnovato guardaroba si sviluppano su materiali e linee che rispecchiano a 360° il suo carattere, fashion e moderno, sempre attento alle mode del momento. A caratterizzare l’ingresso di stagione sono i capi più particolari sviluppati con materiali inediti: tessuti dall’aspetto prismatico, rifiniture di termosaldature e accoppiature calde su capi esternamente tecnici. Deciso e grintoso, l’uomo Tru Trussardi sottolinea il gusto Made in Italy sempre all’avanguardia, come solo le grandi firme sanno fare.

STILE COLLEZIONI AUTUNNO - INVERNO 2009/2010 La parola chiave è disinvoltura: le collezioni Tru Trussardi sono caratterizzate da uno stile elegante e fluido con grande attenzione ai dettagli; le tendenze moda vengono reinterpretate con uno stile personale e ricercato, mai eccessivo o clamoroso. La collezione donna gioca con il recupero della femminilità attraverso un’eleganza sobria e non ostentata; verso il grande freddo la donna Tru Trussardi unisce seduzioni british, fibre laniere, disegnature rubate al guardaroba maschile. Uno stile metropolitano e femminile per una donna dinamica che ama vivere la città. Couture e bon ton come passepartout di stagione anche per le collezioni uomo all’insegna dello stile casual reso più sofisticato grazie ai dettagli luxury. Un allure più snob e glamorous che non si distacca mai dall’imprinting del brand: funzione d’uso quotidiana, funzionale e moderna.


e distribuito da: T.R.S. Evolution Spa - Tel. +39 059 421511 - www.trussardi.com

Il negozio di 180 mq. circa, disposto su due piani, rappresenta un tassello importante nel piano d’espansione del brand Tru Trussardi, in forte ascesa sia sul mercato italiano, sia all’estero, dove il brand è presente nei più importanti mercati mondiali, Cina e Russia in primis. Nello store sono in vendita le collezioni uomo e donna Tru Trussardi e Trussardi Jeans. Tru Trussardi è la linea di punta che dà anche il nome al negozio, per un consumatore dinamico, alla moda, attento ai dettagli e alla qualità dei capi; mentre Trussardi Jeans ha una funzione d’uso casual/leisure wear propria dei week-ends. L’atmosfera del negozio è estremamente raffinata; uno stile elegante e sofisticato proprio del brand Tru Trussardi che ben si sposa con quello di classe e pieno di glamour di Lecce con un personale di vendita altamente qualificato.

TRU TRUSSARDI DONNA I look Autunno - Inverno 2009/10 esprimono un nuovo modo di vestire e la donna TRU interpreta un nuovo glam urbano fondendo volumi e dettagli maschili a quelli più femminili e sexy. I tessuti inperpretano il gusto classico del prodotto accostandosi a modelli innovativi che propongono tagli sofisticati, volumi asciutti e contrasti di materiali. Importante è la proposta Denim, pensata come un must di stagione, adatto ad ogni momento e ad ogni occasione.

LECCE Via Oberdan 21 Tel. 0832.453668


L I F E S T Y L E

MAGAZINE • SITO INTERNET • FACEBOOK on-line: www.mylifestyle.it facebook: My-Lifestyle LuxuryMagazine


sommario CAPITALI EUROPEE

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AMSTERDAM

TOP CAR

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MERCEDES SLS AMG nuova “ali di gabbiano”

ESPRESSIONI ARTISTICHE top selection

24

ALESSANDRO ZENOK LOMBARDO brigitte

PROSPETTIVE

28

IL FUTURO...SARÀ DINAMICO! dynamic architecture: futura rivoluzione immobiliare?

OROLOGI

36

EBERHARD & CO. oltre 120 anni di precisione e alta qualità

DIAMANTI

44

GEMME DI LUCE

ABITARE

50

LUSSUOSO LEGNO comfort ecologico

BICICLETTE

60

A VOLTE...RITORNANO cigno seventy

SPORT

62

POLO

VIAGGI

70

ORIENT EXPRESS viaggio nel tempo

VINI PREGIATI

78

FRANCIACORTA fascino di una terra fascino di un vino

LUSSO IN TAVOLA

88

TARTUFO: folle passione

IMMAGINI photographer

94

STEFANO C. MONTESI

AUTO DA SOGNO

101

MAYBACH zeppelin

5


[ AMSTERDAM ] Milioni di turisti sono attratti dall’atmosfera storica della città di Amsterdam, che risale al XVII secolo. Essi possono infatti provare l’esperienza rilassante di una passeggiata lungo i canali ombreggiati, godendosi la vista delle case galleggianti e della caratteristica architettura delle abitazioni, scoprendo con piacere il fascino del vecchio mondo che ben si combina con l’efficienza moderna di una metropoli cosmopolita. Molti di loro vi fanno ritorno per visite più prolungate, e vengono in tal modo a conoscere meglio la proverbiale ospitalità degli olandesi, che sono felici di esibire le loro talvolta eccellenti doti linguistiche.

6


capitali europee

Amsterdam, capitale d’Olanda, è una delle città europee più popolari tra i turisti internazionali con circa 4 milioni di visitatori ogni anno. Dal 1950, quando il turismo internazionale cominciò a svilupparsi, il numero di posti letto ad Amsterdam è cresciuto fino agli attuali 33.000, il 40 per cento dei quali di categoria tra le 4 e le 5 stelle. Grazie alla sua ubicazione, Amsterdam è un’importantissima via d’accesso per l’Europa del traffico aereo internazionale. Il suo superbo aeroporto, Schiphol, smista più di 31,6 milioni di passeggeri all’anno ed è noto per i suoi servizi ultramoderni ed il suo vastissimo centro acquisti esentasse. Amsterdam è inoltre dotata di un’eccellente rete ferroviaria che la collega con le altre città europee (40 treni internazionali giornalieri). Le arterie di grande traffico che si snodano da Amsterdam sono di facile accesso ad una fitta rete di autostrade che conducono in tutta l’Europa. Durante le stagione turistica salpano piroscafi da crociera diretti in Scandinavia o nel Mediterraneo, oppure crociere lungo il fiume Reno, verso Germania e Svizzera (l’imbarco si trova nei pressi della Stazione Centrale).

Amsterdam Reservation Center (ARC) Telefono: (+31) 777 000 888 e-mail: reservations@amsterdamtourist.nl www.holland.com

AMSTERDAM

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Cultura: architettura, musei, musica e teatro: La struttura di Amsterdam è compatta e quindi le attrazioni storiche e culturali della città sono molto vicine fra loro. La città dei canali offre più cose da fare e da vedere per chilometro quadrato di qualsiasi altra città. Con i suoi più di 6.800 tesori d’architettura (case e costruzioni che risalgono ai secoli dal XVI al XX) Amsterdam possiede il centro storico più vasto d’Europa. Essa è famosa in particolare per la sua scintillante rete di canali, lungo i quali mercanti facoltosi fecero costruire le loro eleganti case ed i loro solidi magazzini durante l’epoca d’oro dell’Olanda, il XVII secolo, quando Amsterdam fu la città più ricca del mondo. All’interno della rete di canali vennero create 90 isole, collegate fra loro da centinaia di ponti. Il miglior modo per accostarsi a queste mirabili vie d’acqua è una crociera lungo i canali, a bordo di una comoda motolancia con il tetto di vetro. Tra

le

attrazioni

turistiche

preferite

di

Amsterdam vi sono i suoi 40 musei, almeno tre dei quali sono rinomati a livello mondiale. Il Rijksmuseum, il quale vanta una celebre raccolta di opere di Maestri Olandesi, come lo splendido “guardiano di notte” di Rembrandt. In questo splendido antico edificio sono esposti anche mobili stupendi, argenti e porcellane. Il museo Vincent van Gogh, bacheca della più vasta collezione al mondo delle opere del Maestro , con 200 dipinti e 400 disegni. Lo

Stedelijk

Museum

d’Arte

Moderna

di

Amsterdam, ha acquisito fama internazionale per la sua collezione permanente e le mostre periodiche d’arte moderna. Un antico orfanotrofio, che risale al 1524, ospita il Museo Storico di Amsterdam (con ingresso gratuito alla Galleria delle Guardie Civiche, lungo il corridoio-museo coperto con un tetto di vetro, lungo le cui pareti laterali pendono enormi dipinti). Esso collega i cortili interni (XVII secolo) dell’edificio con il vicino “Begijnhof”, un affascinante cerchio di case vecchie di 400 anni che costituisce una tranquilla oasi nel cuore della città. La casa di Anne Frank è l’edificio in cui per due anni, durante la seconda guerra mondiale, vissero nascosti Anne Frank, una ragazzina ebrea, e la sua famiglia. Alla fine furono traditi,


capitali europee

ed Anne morì in un campo di concentramento nazista, ma il diario che ella tenne durante il periodo in cui visse nascosta è sopravvissuto alla sua morte ed è stato pubblicato in 51 lingue diverse. Come centro culturale, Amsterdam è principalmente una città musicale. I visitatori se ne rendono conto quando ascoltano e vedono i molti musicisti da strada, i coloratissimi organini ed i centenari carillons che, dalle loro torri, suonano ogni ¼ d’ora. Si può ascoltare Musica con la M maiuscola nelle matinee e la sera nel famoso Concertgebouw (Palazzo dei Concerti), noto per la sua acustica superba. Numerose orchestre olandesi di fama mondiale vi si esibiscono, inclusa l’Orchestra Reale del Concertgebouw. Vi si danno anche concerti jazz e di musica leggera. Quasi ogni sera, d’estate, è possibile ascoltare un concerto per organo in una delle magnifiche vecchie chiese di Amsterdam. Il famoso organo nella Oude Kerk (vecchia chiesa) risale al 1724 e quello nella Nieuwe Kerk (nuova chiesa) fu fabbricato nel 1665. Il Balletto Nazionale Olandese, che si esibisce al Muziektheater di Amsterdam, è considerato una delle compagnie migliori e più versatili di tutto l’ovest Europa. Presso il Muziektheater, che si erge sulla riva del fiume Amstel, si danno anche rappresentazioni dell’Opera Olandese e del Teatro Danzante Olandese.


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capitali europee Terrazze, pubs, ristoranti e luoghi di divertimento: Nulla è più piacevole che sedere e rilassarsi su una terrazza con vista sul canale o in una delle ombreggiate “pleinen” (piazze) con un bicchiere. Durante i mesi freddi, molte delle terrazze coperte sono riscaldate ed i visitatori si possono rifugiare nei tipici locali in qualsiasi momento dell’anno. Ogni quartiere ha almeno uno di questi antichi pubs, dalle pareti annerite dal fumo e travi a vista sui soffitti. Recentemente sono diventati di moda i “Grand Café’s”, spaziosi, luminosi e arredati con gusto: il luogo preferito dei “beautiful people”. Ad Amsterdam si cena in tutte le lingue: dalla tipica cucina olandese fino a quella francese, italiana, spagnola, greca o giapponese. Un gustoso ricordo dell’Olanda può essere legato alle isole delle spezie indonesiane: la deliziosa “rijsttafel” (tavola di riso), coloratissima serie di piatti (fino a 20), serviti con riso ed annaffiati da grossi boccali di birra olandese. La vita notturna orbita maggiormente intorno alla Leidseplein ed alla Rembrandtplein, con cinema, teatri, ristoranti, locali notturni e discoteche, e poi con terrazze che durante la bella stagione brulicano di vita fino a tarda notte.

Acquisti: Chi ama fare acquisti troverà occasioni infinite ad Amsterdam. I suoi grandi magazzini, negozi di specialità e boutiques alla moda operano sul turista un effetto magnetico. Alcune delle principali arterie di negozi sono: Rokin, Kalverstraat, Leidsestraat e P.C. Hooftstraat, ma si possono trovare anche molti interessantissimi negozietti tra i canali e nella Jordaan, una sorprendente zona di incontro i cui vicoletti sono stati battezzati con i nomi dei fiori. Grazie al basso tasso di inflazione presente nel paese, la maggior parte dei visitatori stranieri considerano i prezzi olandesi molto contenuti. Sull’elenco delle capitali più care del mondo Amsterdam occupa la 43ª posizione nella scala più bassa. Inoltre Amsterdam possiede due case delle aste internazionali e centinaia di gallerie d’arte e di negozi di antiquariato. Quanto sopra vale anche per i numerosi centri di taglio di diamanti sparsi per la città. Globalmente essi accolgono circa 1.000.000 visitatori l’anno.Per i conoscitori di diamanti il “taglio Amsterdam” è sinonimo di qualità, tradizione che data dal lontano 1586.

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Escursioni: da Aalsmeer a Zaanse Schans: Prendendo Amsterdam come base operativa, i turisti possono effettuare innumerevoli escursioni interessanti in tutta l’Olanda. Possono per esempio visitare gli antichi villaggi di pescatori di Marken e Volendam, antichi di secoli, fotografare i vari esempi di mulini a vento nello Zaanse Schans, o percorrere in macchina i 30 km. di diga che servì per trasformare l’antico Zuyder Zee da mare salato in un lago d’acqua dolce: il IJsselmeer. Una delle gite turistiche più memorabili prevede anche una visita alla favolosa bellezza della più grande asta di fiori del mondo: ad Alsmeer, alla periferia di Amsterdam. Amsterdam Tourism & Convention Board (VVV): Svolge il ruolo di promuovere Amsterdam ed informare i visitatori sulle possibilità turistiche sia all’interno della città che in altre parti d’Olanda. Esso può effettuare prenotazioni alberghiere, ottenere biglietti per i teatri, organizzare escursioni. Gli uffici d’informazione si trovano: 2° piano, di fronte alla stazione centrale (Centraal Station), in piazza Leidseplein, aeroporto Schiphol, Purmerend e Zaandam.

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top car

M e r c e d e s

NUOVA “ALI DI GABBIANO” Stoccarda/Affalterbach — Fascino e tecnologia: questi i tratti distintivi della nuova Mercedes-Benz SLS AMG. La nuova supersportiva con la Stella si caratterizza per il design purista, la struttura leggera e la massima rigidità, caratteristiche che garantiscono una dinamica di guida superiore. La SLS garantisce, al tempo stesso, un eccellente comfort e massima funzionalità nella guida quotidiana e livelli di sicurezza all’altezza del Marchio. La nuova “Ali di gabbiano” rappresenta la perfetta sintesi dei punti di forza dei marchi Mercedes-

S L S A M G

Benz ed AMG.

LISTINO: SLS AMG COUPÉ € 183.800,00 (inclusa IVA e messa su strada)

15


Tratto distintivo del design della nuova Mercedes-Benz SLS AMG è la sportività senza compromessi che reinterpreta le linee mozzafiato della Mercedes-Benz 300 SL, una delle icone di design che hanno fatto la storia dell’auto e del marchio Mercedes-Benz.

Nella

sua

essenzialità

purista, la nuova SLS AMG riunisce tutte le soluzioni di design più moderne nel settore delle vetture sportive: il lunghissimo cofano (quasi 2 metri), l’ampio lunotto panoramico posteriore ed il posteriore corto con alettone estraibile, così come il

passo

lungo,

le

carreggiate

ampie

e le ruote larghe sono tutti elementi che esprimono elevate doti in termini di dinamica di marcia. Protagoniste in termini di stile sono senza dubbio le porte ad ali di gabbiano, capaci di infondere carisma alla nuova SLS AMG affermandone l’unicità tra le vetture del segmento.




La nuova supersportiva progettata da Mercedes-

un rapporto 47 : 53 percento tra asse anteriore

Benz e AMG conquista con le sue esclusive

e

tecnologie: carrozzeria spaceframe in alluminio

sottolineano

con porte ad ali di gabbiano, motore anteriore-

sportiva senza compromessi e garantiscono

centrale V8 AMG da 6,3 litri con potenza

una dinamica di marcia eccellente.

massima di 420 kW/571 CV, coppia di 650 Nm e

gabbiano” accelera da 0 a 100 km/h in soli 3,8

lubrificazione a carter secco, cambio a sette

secondi, raggiungendo una velocità massima di

marce con doppia frizione in configurazione

317 km/h (limitata elettronicamente). Il consumo

“transaxle”, assetto sportivo con doppi bracci

di carburante, pari a 13,2 litri per 100 chilometri

trasversali in alluminio ed un peso a vuoto DIN

(ciclo combinato), la colloca in una posizione di

di 1.620 kg. La ripartizione ideale del peso con

eccellenza nel segmento.

posteriore

ed il

il

baricentro

forte

carattere

ribassato di

questa

La “Ali di


I progettisti Mercedes-Benz si sono ispirati alla

del cruscotto è il sistema multimediale , con il suo

cabina di pilotaggio di un jet. Nel cruscotto,

schermo da 7 pollici. Tutti i principali controlli

la

sono

cui

potente

un’impressione

forma di

ad

ampiezza

ala

conferisce

sono

integrati

nella

consolle

centrale,

inserite

consentendo così la massima personalizzazione

bocchette di ventilazione con cornice metallica

delle impostazioni. La leva E-SELECT del cambio

la cui forma ricorda quella dei motori di un jet.

a 7 marce, nella forma richiama immediatamente

Il quadro strumenti, con display a LED e due

quella per il controllo della propulsione di

manopole con retroilluminazione bianca, ha

un aereo. L’impiego di materiali pregiati come

anch’esso un aspetto estremamente grintoso

nappa, alluminio e, a richiesta, fibra di carbonio,

grazie alla finitura metallica. Le manopole

sottolineano l’esclusività degli interni. Sono

argentate presentano lancette rosse ed un

disponibili cinque diversi colori di pelle: nero,

tachimetro con fondo scala a 360 km/h. Fulcro

rosso, sabbia, porcellana e marrone chiaro.


top car


MOTORE Numero/disposizione cilindri: Cilindrata (cc): Alesaggio x corsa (mm): Potenza nominale (kW/CV): Coppia nominale (Nm): Rapporto di compressione: Preparazione della miscela:

8/V, 4 valvole per cilindro 6.208 102.2 x 94.6 420/571 @ 6.800 giri/min 650 @ 4.750 giri/min 11.3 : 1 Iniezione di benzina controllata da microprocessore con misurazione della massa d’aria a film caldo (HFM)

TRASMISSIONE Trazione: Cambio: Rapporti:

Standard Cambio sportivo a sette marce AMG SPEEDSHIFT DCT

TELAIO E SOSPENSIONI Asse anteriore:

Asse posteriore:

Impianto frenante:

Sterzo: Cerchi: Pneumatici:

Sospensioni in alluminio a doppi bracci trasversali, controllo anti-dive, molle elicoidali, ammortizzatori a gas, barra stabilizzatrice Sospensioni in alluminio a doppi bracci trasversali, anti-squat e controllo antidive, molle elicoidali, ammortizzatori a gas, barra stabilizzatrice Freni a disco anteriori compositi, autoventilanti e forati; freni a disco posteriori, autoventilanti e forati; freno di stazionamento a comando elettrico posteriore; ABS; Brake Assist; ESP® a tre stadi Servosterzo parametrico a pignone e cremagliera, ammortizzatore dello sterzo anteriori: 9.5 J x 19; posteriori: 11 J x 20 anteriori: 265/35 R 19; posteriori: 295/30 R 20

DIMENSIONI E PESI* Passo (mm): Battistrada anteriore/posteriore (mm): Lunghezza totale (mm): Larghezza totale (mm): Altezza totale (mm): Diametro di sterzata (m): Capacità bagagliaio** (litri): Peso in ordine di marcia DIN (kg): Carico utile (base ff a norma CE) (kg): Peso totale ammesso (kg): Capacità serbatoio/riserva (litri):

2.680 1.682/1.653 4.638 1.939 1.262 11.9 176 1.620 240 1.935 85/14

PRESTAZIONI E CONSUMI* Accelerazione 0-100 km/h (secondi): Velocità massima (km/h): Consumo ciclo NEDC comb.(l/100 km): Emissioni di CO2 (g/km):

3.8 317*** 13.2 314

* Dati provvisori; ** secondo il metodo di misurazione VDA; *** limitato elettronicamente.



Top Selection

ALESSANDRO

ZENOK LOMBARDO www.alessandrozenok.com

BRIGITTE

È facile lasciarsi incantare da Brigitte, lei ti cattura immediatamente con la stessa velocità dello spray da cui nasce. Sandro Zenok crea un personaggio reso bello dalle sregolatezze della figura. Così del volto, ciò che la rende assolutamente affascinante è l’importanza del naso, l’occhio grande ed esageratamente languido. Sensuale e misteriosa Brigitte è donna e a volte sotto i suoi voluminosi cappelli, non sembra nascondere il viso da ragazzo non ancora adulto, un accattivante giovane dalle due identità, figura androgina dall’aria consapevole che siede su troni di attesa e ammirazione. Sulla tela, l’esperienza con l’aerosol art di Zenok si ridimensiona nella cura dei dettagli: particolari che non tralascia né quando si tratta degli accessori o degli abiti della “sua modella”, né per le ombre, le luci e gli angoli dell’area salotto che la ospita. Donna o no, la chic Brigitte anni trenta, conquista la copertina di “Insoliti dialoghi” (collettiva, Galleria Civica di Pesaro, luglio2008) e subito dopo quella dell’Opera Gallery di Budapest (per il catalogo della collettiva giovani, dicembre 2008). Ma già dal 2006 tra mostre collettive e personali, Zenok si muove sull’ onda di quel colore acceso che lo porta ad esplorare spazi differenti in cui Brigitte sembra trovare sempre un habitat ideale. Qui si fa interessante il lavoro di Alessandro Lombardo, in arte Zenok, in quanto l’habitat ideale in cui rappresenta Brigitte sulla tela è sempre un interno, un interno in cui non compare nessun’altra figura se non lei. E in quel momento di introspezione, si sofferma nell’angolo della stanza

come fosse uno spazio

interiore del sé, in una chiave sempre grottesca che alleggerisce quel momento, senza prendersi poi troppo sul serio. Il corpo parla e non mente, si veste di vesti ora eleganti, ora bizzarre ed estrose, ricoprono come maschere d’anima i sentimenti più fragili, proteggono un’identità trasformista per l’occorrenza. Nel corso della sua evoluzione Brigitte ora sembra svestirsi, alleggerirsi, toglie di dosso parti di sé e scopre la delicata femminilità contornata dal viola, colore della metamorfosi, del cambiamento, del mistero, della spiritualità, ma anche della fascinazione erotica, dell’unione degli opposti. Più raffinata e morbida nelle forme, Brigitte cambia d’abito e si fa Regina irrompendo nello spazio di un paesaggio dall’aria africana, esce per la prima volta dalla tela per farsi alta tre metri su di uno splendido murales, testimone dell’ultima opera dell’artista realizzata a Cava de’ Tirreni (Salerno, 2009). Il lavoro di Zenok del dentro e fuori, degli interni con le tele e degli esterni sui murales, è un raccogliersi per poi necessariamente proiettarsi all’esterno e procede in un percorso di continuo confronto: esposizioni negli spazi culturaliartistici (in Italia e all’estero) e decori nei centri urbani, un movimento dinamico nel colore e nello stile che caratterizza l‘espressione artistica di Zenok nel mondo dell’arte contemporanea.

Monica Maggiore (Critico d’Arte)

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espressioni artistiche

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26


espressioni artistiche

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IL FUTURO... SARÀ DINAMICO! DYNAMIC ARCHITECTURE: FUTURA RIVOLUZIONE IMMOBILIARE? LUSSUOSI, CONFORTEVOLI ED ECOLOGICI: SONO ALCUNE CARATTERISTICHE DEI GRATTACELI CON PIANI RUOTANTI PROGETTATI DALL’ARCHITETTO DAVID FISHER

I grat tacieli girevoli, denominati “Dynamic Buildings” rappresentano una sfida all’architet tura tradizionale e segnano l’inizio di una Nuova Era in architet tura: gli Edifici Dinamici, essendo “in movimento”, sono in contraddizione con l a stessa idea di Immobile. Questa nuovo concet to di architet tura cambierà non solo l’aspet to delle cit tà, ma anche l’idea stessa di modernità, oltre che il rapporto tra edifici e chi vi abita, e tra edifici e l’ambiente che li ospita. Mantenendo una strut tura architet tonica sempre in evoluzione, il grat tacielo offre infinite soluzioni: ogni piano infat ti ruota in modo indipendente dagli altri, creando un edificio dalle forme infinite e sempre diverse. L a possibilità di orientare il proprio spa zio secondo i momenti dell a giornata, in rel a zione alle stagioni o semplicemente al proprio piacere, segna l a vera novità che, insieme ad un’estetica mutevole e sempre nuova, ne definisce l’unicità. In sostanz a, alle tre dimensioni tradizionali, se ne aggiunge una quarta, il Tempo. L a vita di oggi è dinamica, anche lo spa zio in cui viviamo dovrebbe essere dinamico, adat tabile alle nostre esigenze che cambiano continuamente, al nostro concet to di design e al nostro umore. L a filosofia dello spa zio si evolve col procedere del tempo. Il proget to dell a Rotating Tower affronta con successo anche un’altra sfida dell a contemporaneità: il rapporto tra modernità e ambiente, tra sviluppo e sostenibilità. L’architet to David Fisher descrive l a sua Rotating Tower come “proget tata dall a Vita, forgiata dal Tempo”.

28


prospettive

Images: All rights are reserved to Dr. David Fisher and related to Dynamic Architecture

29


30


prospettive LA

RIVOLUZIONE

PREFABBRICAZIONE:

INDUSTRIALE, Oggi

qualsiasi

prodot to è il risultato di un processo industriale che può essere trasportato ovunque.

Produciamo

automobili

e

treni e computer in luoghi scelti per l a disponibilità di materiali, per l a capacità tecnologica, per il costo del l avoro e per altri fat tori che fanno dei prodot ti una combina zione di costo e qualità; sorprende

che

dell’economia

il

set tore

mondiale,

dominante

il

mercato

immobiliare e l’edilizia, sia quello rimasto più indietro. L’Architet tura produzione

Dinamica

in

consente

fabbrica

di

la

qualsiasi

soluzione proget tuale, anche di edifici composti da elementi pre-assembl ati e pronti per essere install ati in loco. Le “unità” saranno finite completamente in

fabbrica,

condut ture

at trezz ate idrauliche

di ed

tut te

le

elet triche,

rifinite dal pavimento al soffit to, già dotate e

altri

di

bagni,

elementi

cucine,

illumina zione

d’arredo.

Sul

posto

vengono solo agganciate l’una all’altra, consentendo

di

realizz are

un

intero

edificio in tempi molto brevi. Un’ altra carat teristica sarà l a facilità di

manutenzione,

essendo

le

parti

facilmente ispezionabili e riparabili.

ANIMA ECOLOGICA: La Rotating Tower è il

installate sul tetto di ogni piano ruotante. In un edificio di

primo edificio ad avere un’autosufficienza

80 piani avremo, quindi, 80 tetti. Anche se solo il 20% della

energetica: produce l’energia di cui ha

superficie di ogni tetto sarà esposto al sole o alla luce,

bisogno direttamente da sorgenti naturali

avremo il 20% di superfici per 80 piani, Inoltre, grazie al

grazie

montate

sistema di rotazione, le cellule fotovoltaiche possono avere

orizzontalmente tra i piani. Mentre le

la massima esposizione alla luce del sole. Convettori solari

tradizionali turbine verticali hanno un

saranno usati per il condizionamento dell’aria.

impatto

alle

turbine

eoliche

queste

Materiali naturali ed altri materiali riciclabili saranno

piccole turbine, sono quasi invisibili. Un

usati per gli interni. Questi saranno i primi edifici ad alta

grattacielo di 80 piani potrà ospitare

efficienza energetica, prodotti in fabbrica, con tempi e costi

ben 79 turbine, trasformando l’edificio

di costruzione inferiori a quelli di edifici costruiti con

in una vera centrale di energia verde.

metodi tradizionali. La prefabbricazione permetterà, inoltre,

La

risulterà

cantieri puliti e verdi, senza rumore, polveri, emissioni, rifiuti,

agevolata, poiché i piani sono facilmente

oltre che una maggiore sicurezza sul luogo di lavoro. Tempi

raggiungibili da un unico ascensore di

di costruzione più brevi permetteranno minori consumi di

servizio. Le turbine saranno silenziose

energia. Saranno usati anche particolari vetri e pannelli

grazie alla loro forma e al materiale in

isolanti. Tutte le attrezzature elettriche saranno a basso

fibra di carbonio. Le turbine eoliche sono

consumo energetico e i sistemi di controllo elettronico,

attualmente in fase di sviluppo in Italia.

ultima novità della domotica, contribuiranno ad un’alta effi-

Cellule fotovoltaiche saranno inoltre

cienza energetica. L’era degli edifici autosufficienti è iniziata.

negativo

manutenzione

sull’ambiente,

necessaria

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LIFESTYLE: Al momento due di questi edifici rotanti

ovunque verrà costruito. I Rotating Skyscraper

sono in fase di progettazione per diventare presto

saranno simbolo di una nuova architettura, che

due nuovi punti di riferimento del mondo moderno.

cambierà l’aspetto delle nostre città ed il nostro

Ogni edificio avrà un’immagine completamente

modo di vivere.

diversa e cambierà a sua volta la propria forma

Le unità prefabbricate dei grattacieli ruotanti,

continuamente,

assemblate sul posto, sono agganciate a un tronco

diventando

edifico

iconico,

centrale fisso in cemento. Ogni piano ruoterà indipendentemente dagli altri, cambiando in ogni momento la forma dell’edificio. I piani alti saranno dedicati ad appartamenti di lusso, detti “ville”, con una superficie di oltre

1000

piscine

mq

ciascuna,

private.

Sarà

con

giardini

inoltre

e

possibile

posteggiare la propria Ferrari davanti all’ingresso del proprio appartamento, grazie a speciali ascensori con porte che si apriranno al comando dello sguardo . Ogni piano offrirà: sistemi di

controllo di

design

vocale,

dettagli

massima

qualità,

di

prestigiosi

arredamenti

Made in Italy, sofisticate attrezzature elettroniche, avanzati sistemi di sicurezza, piscina

e

sauna

negli

appartamenti, bagni realizzati in marmo pregiato. Il tutto progettato e fornito sulla base dei gusti e desideri del singolo.

32


prospettive

Il Processo di Assemblaggio


David Fisher David Fisher ha iniziato la sua carriera a Firenze, città emblema del Rinascimento italiano. Dopo la laurea con lode in Architettura a Firenze, ha insegnato Architettura nella facoltà di Ingegneria. Negli ultimi 30 anni ha focalizzato la sua attività sulla progettazione di edifici con una particolare relazione con la natura, oltre che sulla ridefinizione degli estremi tecnici e tecnologici degli edifici, in particolare a Londra, Mosca, Hong Kong, Parigi e Dubai. Nello stesso tempo, l’Arch. Fisher si è anche occupato di restauro di monumenti antichi e di progettazione di edifici pubblici. Attraverso l’ufficio di New York è stato coinvolto in progetti di ricerca sulla tecnologia della costruzione e della prefabbricazione, nonché nello sviluppo e realizzazione di progetti alberghieri. A sua firma è il progetto “Leonardo da Vinci Smart Bathroom” per la costruzione e l’installazione di bagni pre-assemblati in alberghi e appartamenti di lusso. Questo è stato considerato il primo approccio “meccanico” alla costruzione civile, essendo l’unico sistema esistente integrato di bagni prodotti in fabbrica. Il Gruppo dell’Arch. Fisher ha utilizzato questo sistema per la prima volta nell’ Hotel Le Meridian a Dubai. Altri progetti sono stati realizzati a Milano, Londra, Mosca, Parigi e Hong Kong. “Infinity Design” è il nome del suo studio di architettura

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www.dynamicarchitecture.net

a Firenze, città in cui l’Arch. Fisher vive con la sua famiglia. David Fisher non può essere considerato un architetto nel senso tradizionale della parola. Nella sua carriera ha avuto un’esperienza a 360° nel mondo delle costruzioni: da insegnante a progettista, dalla preparazione di studi di fattibilità al finanziamento di grandi progetti, dal project management al mercato immobiliare, dal design di prodotti, alla costruzione e sviluppo di grandi impianti industriali. Egli considera l’architettura una combinazione di fattibilità, funzionalità ed ingegneria. In realtà ha avuto l’opportunità di sperimentare tutti i lati dell’architettura. L’insieme di tante esperienze gli ha dato una vastissima conoscenza, preparandolo a rivoluzionare le tecniche edilizie tradizionali con l’architettura del futuro. L’attività professionale di David Fisher è ora concentrata su due temi: un approccio industriale con lo sviluppo di unità prefabbricate e la Dynamic Architecture, secondo la quale il design tridimensionale incontra una quarta dimensione, il Tempo. L’idea di dare movimento agli edifici è una risposta filosofica alla vita che cambia così in fretta. Il suo nuovo grattacielo, la Rotating Tower, “forgiata dalla vita, progettata dal tempo”, deve essere considerato l’inizio di una nuova Era dell’Architettura.



Tazio Nuvolari Edition LimitĂŠe Grand Prix TN

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orologi

EBERHARD & CO. OLTRE 120 ANNI DI PRECISIONE E ALTA QUALITÀ Passione, ricerca e cura di ogni singolo particolare allo scopo di rendere ogni prodotto riconoscibile ed esclusivo. Negli anni la Maison ha consolidato il proprio posizionamento nella fascia medio-alta del mercato, differenziandosi dalla concorrenza. Un obiettivo complicato e costoso da raggiungere, anche a causa del mercato della produzione orologiera svizzera, poco reattivo ai cambiamenti e difficile da presidiare per via della concentrazione dei marchi nelle mani di pochi gruppi finanziari. Oggi Eberhard & Co produce circa 15.000 pezzi all’anno, con obiettivi di crescita costante attraverso la conferma delle linee tradizionali ed alla continua ricerca come motore del proprio sviluppo. Una scelta che in questi anni ha “pagato” e che si prosegue anche con il progetto di creazione di un proprio calibro cronografico, l’ennesima sfida di Eberhard & Co.

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LE ORIGINI La Maison Suisse d’Horlogerie Eberhard & Co viene fondata nel 1887 a La Chaux-de-Fonds da Georges-Emile Eberhard, all’epoca appena ventiduenne. L’azienda si specializza nella produzione di orologi ad alto contenuto tecnico lanciando il cronografo da tasca a cui segue, nel 1919, il primo cronografo da polso. Nel 1935 l’innovazione è portata dal cronografo a due pulsanti con arresto e rimessa in marcia senza azzeramento; il 1938 rappresenta invece l’anno di lancio del primo cronografo con il contatore delle ore. Fin dalle origini il nome Eberhard & Co ha diffuso la propria eco nel mondo dello sport e ha affiancato grandi imprese. Arriva il 1939 e, con esso, una nuova rivoluzione: la Maison crea un cronografo da polso dotato di un innovativo dispositivo rattrappante che permette il doppio cronometraggio. Sul finire

Extra-fort anni ‘50

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orologi

Extra-fort Chrono Edition Vitrée

degli anni ’50 Eberhard & Co. presenta il cronografo Extra-fort con rimessa a zero dei secondi a slitta: un vero gioiello dell’orologeria meccanica, ancora oggi ambito orologio da collezione. Passione tecnica e senso della sfida avvicinano Eberhard alle “Frecce Tricolori” alle quali viene dedicato, nel 1984, Chronomaster. Il centenario della Maison (1887-1987) è celebrato dalla collezione Navymaster. E non poteva mancare una collezione in onore del più grande mito dell’automobilismo sportivo di tutti i tempi: il ‘92 è l’anno del cronografo Tazio Nuvolari. Si arriva così alle collezioni più recenti: nel 1996 la produzione si orienta verso modelli di grandi dimensioni: nasce Traversetolo, con i suoi 43 millimetri di diametro. L’anno seguente una nuova pietra miliare: 8 Giorni, che grazie ad un esclusivo dispositivo può essere ricaricato una sola volta alla settimana.

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IL PRESENTE Il terzo millennio si apre con Chrono 4, il primo e

ricchisce del modello “Roue à Colonnes Grande Date”,

unico cronografo nella storia dell’orologeria con

sapiente equilibrio di tradizione e innovazione. La

i quattro contatori allineati orizzontalmente che

grande novità si esprime nella preziosità tecnica del

successivamente,

4

movimento: le funzioni cronografiche sono “dirette”

Temerario, verranno allineati in posizione verticale.

e comandate dalla ruota a colonne mediante un

Nel 2003 alla collezione Tazio Nuvolari si aggiunge

movimento automatico modificato secondo un nuovo ed

un nuovo modello dedicato alla celebre vittoria

esclusivo sistema. Ancora una volta nel segno delle

della coppa Vanderbilt nel 1936, il quale presenta

sfide estreme nasce, nel 2006, la collezione Scafodat,

una novità: la chiusura Déclic, una

il nuovo subacqueo che affronta gli abissi fino a 500

fibbia pieghevole che fa in modo

metri di profondità. Nel 2007 Eberhard & Co. celebra il

che l’orologio non si sganci

suo 120mo anniversario con un cronografo dedicato a

con

il

rivoluzionario

Chrono

accidentalmente.

Nel

questa importante ricorrenza: Chronographe 120ème

Collezione

Anniversaire, in cui la massa oscillante del movimento

Extra-fort si ar-

interamente lavorata, celebra e custodisce in sé 120

2004

la

anni di storia, di passione e di dedizione. Nel 2008 la Maison arricchisce le collezioni con importanti sviluppi dei suoi modelli più rappresentativi. Chrono 4 e 8 Giorni vengono presentati in versione Grande Taille in perfetta sintonia con l’ultima tendenza che vuole l’orologio rigorosamente over size. Nel 2009 Eberhard & Co. ha presentato a Basilea alcuni nuovi modelli: Extra-Fort Edition Vitrée, Extra8 Jours Grande Taille

Fort Automatic, Scafomatic e la nuova versione in oro dell’orologio 8 Jours Grande Taille.

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orologi

Chrono 4 “Grande Taille”

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Gilda

I MUST DI EBERHARD & CO. Chrono 4 “Grande Taille”: primo cronografo nella storia dell’orologeria con i contatori allineati. Minuti, ore, 24 ore e piccoli secondi che permettono una lettura più facile e consequenziale. Cronografo meccanico a carica automatica, impermeabile, vetro zaffiro bombato. Chronographe 120ème Anniversaire: è il modello dedicato all’Anniversario dei 120 anni della Maison svizzera. Sei sono le versioni in cui è stato prodotto: in acciaio, in oro rosso e in platino con movimento automatico “roue à colonnes”, in edizioni limitate; con movimento automatico “à came”, in acciaio, in oro rosso e, per il pubblico femminile, in una speciale edizione in acciaio, limitata a 120 pezzi, disponibile anche con lunetta impreziosita da 90 brillanti. Extra-Fort Roue à Colonnes: cronografo meccanico, con funzioni cronografiche dirette e comandate dalla ruota a colonne mediante un movimento meccanico a carica automatica modificato secondo un nuovo ed esclusivo sistema. Tazio Nuvolari: cronografo meccanico a carica automatica, vetro zaffiro e quadrante nero. Particolare lavorazione a rosette della lunetta e del fondello. Personalizzazione con firma del pilota e la riproduzione stilizzata della tartaruga portafortuna. 8 Jours Grande Taille: eredita dal suo progenitore il prestigio dello speciale dispositivo di carica brevettato e mostra parte del suo prezioso movimento meccanico a carica manuale. Dall’oblò sul fondello è possibile infatti ammirare il ponte del gran bariletto scheletrato con silhouette “8” dal trattamento a colore, con impatto visivo tridimensionale. Attraverso l’8 è possibile intravedere lo “svolgersi” della seconda molla di carica dell’eccezionale lunghezza di 1 metro e 25 centimetri.

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D IAMANTI G EMME D I L UCE Il diamante...è per sempre. I segreti della pietra che sottolinea i momenti importanti della nostra vita. Il diamante ha una composizione chimica semplice: è costituito solo da atomi di Carbonio (C); eppure presenta caratteristiche fisiche eccezionali che lo rendono particolarmente ricercato sia per usi industriali sia come gemma. In gioielleria è la gemma più utilizzata. Le condizioni necessarie per la cristallizzazione del diamante si trovano ad una profondità compresa tra 150 e 200 km all’interno della terra, ove sono presenti temperature intorno ai 900-1200° C e pressioni tra 45.000 e 70.000 atmosfere. E’ a tali profondità, a livello del mantello terrestre, che il diamante cristallizza e può poi raggiungere la superficie solo grazie a potentissime eruzioni vulcaniche. Senza quelle pressioni e temperature il carbonio cristallizza come grafite, minerale anche esso formato solo da carbonio, ma con caratteristiche fisiche completamente differenti. Attualmente il maggior produttore di diamanti è la Russia seguito da Botswana, Australia, Sud Africa.

CREDITS Ufficio Stampa Istituto Gemmologico Iitaliano Sito Internet www.igi.it

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auto da sogno


LE CARATTERISTICHE QUALITATIVE DEL DIAMANTE: LE “4 C” Clarity - Caratteristiche interne: La formazione dei minerali non avviene mai in modo costante e tranquillo e all’interno si possono osservare tracce di questa crescita. Le caratteristiche interne, o inclusioni, sono costituite soprattutto da: altri minerali, rimasti intrappolati nel diamante durante

la sua

cristallizzazione; minute fratture; lineazioni strutturali. Non esistono diamanti senza inclusioni, ma esse possono essere più o meno visibili. Un diamante viene commercialmente definito “puro” (o IF: Internally Flawless), quando non presenta caratteristiche interne se osservato con una lente a dieci ingrandimenti. La classificazione italiana differisce da quella degli Stati Uniti, che prevede un ulteriore grado FL. In Italia e in Europa le caratteristiche esterne vengono tenute in considerazione nella valutazione del taglio. Colour - Colore: Il colore, dal punto di vista scientifico, può essere definito come il risultato dell’assorbimento selettivo della luce bianca (composta da tutti i colori) da parte di un oggetto. Nel caso del diamante, più esso si avvicina all’assenza di colore, cioè all’incolore, maggiore è il suo valore. Il colore di un diamante viene determinato per confronto con quello di diamanti precedentemente classificati (master stones). La scala di colore più utilizzata è quella del GIA (Gemological Institute of America) che utilizza l’alfabeto anglosassone dalla D alla Z. Il colore D corrisponde all’incolore e procedendo verso il colore Z aumenta la saturazione di giallo. Alcuni laboratori di analisi utilizzano un’altra scala: la CIBJO. La maggior parte dei diamanti estratti è incolore con più o meno marcata sfumatura gialla. Rari sono i diamanti con colorazioni diverse: rosa, arancione, verde, blu e anche rosso (chiamati “fancy colour”) il cui valore commerciale è notevolmente più elevato. Carat

- Carato: L’unità di misura della massa dei diamanti è

il carato. Carato deriva dal vocabolo greco che indicava il seme di carrubo (il cui peso era di circa 0,2 grammi) e che nell’antichità era utilizzato per pesare le gemme. Il carato è pari a 1/5 di grammo. Un sottomultiplo del carato è il ”punto”, pari a 1/100 di carato. La rarità e conseguentemente il valore di un diamante aumentano in modo non lineare rispetto alla sua dimensione: a parità di altre caratteristiche, un diamante di due carati costerà notevolmente più del doppio rispetto a un diamante di un carato. I diamanti estratti e utilizzati in gioielleria di peso superiore al carato sono meno del 5% del totale. Cut - Taglio: Il taglio è l’insieme di tutte quelle operazioni che trasformano il diamante grezzo in una gemma sfaccettata che ne esalta le caratteristiche. Esistono numerosi tipi di taglio e forme, anche se la forma più apprezzata è quella rotonda e il taglio è quello “a brillante”. Più che il nome del taglio è importante la perfetta esecuzione, il rispetto rigoroso delle corrette proporzioni di taglio, la simmetria tra le faccette e la politura, cioè l’accurata lucidatura finale. Soltanto se il taglio è eseguito a regola d’arte esso può esprimere le sue qualità ottiche: lucentezza, brillantezza e dispersione.

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auto da sogno

LA

CERTIFICAZIONE:

caratteristiche

(11 agosto 1979). Fondato nel 1973 è andato

qualitative di un diamante vengono riportate, a

crescendo fino a diventare un’importante realtà

richiesta, in un documento di analisi gemmologica.

ed oggi conta numerosissimi soci distribuiti su

Questo documento, chiamato più semplicemente

tutto il territorio nazionale. In più di 30 anni di

Certificato, garantisce la qualità del diamante

attività, L’I.G.I. ha formato qualche migliaio di

in tutte le transazioni commerciali: dal grossista

operatori e diplomato circa 700 gemmologi.

al produttore di gioielli, dal gioielliere al

Oltre a Milano, l’I.G.I. ha uffici anche a Roma e

cliente

finale. In un buon Certificato devono

Valenza Po. A Milano è presente il laboratorio

essere

riportate

caratteristiche

d’analisi gemmologiche. Presso il laboratorio è

qualitative del diamante e deve essere presente

stato istituito un servizio di perizia valutativa su

il disegno accurato sia delle caratteristiche

gemme e gioielli.

interne sia delle caratteristiche esterne, così

L’I.G.I. promuove la conoscenza e la diffusione

da costituire una specie di carta di identità del

della

diamante analizzato.

professionale degli operatori economici e la

tutte

Le

le

gemmologia

con

la

formazione

preparazione di gemmologi esperti altamente ISTITUTO GEMMOLOGICO ITALIANO (I.G.I.): È una

qualificati. In tal modo l’I.G.I. diviene altresì

Associazione senza fini di lucro, riconosciuta

punto di riferimento deontologico a tutela degli

con Decreto del Presidente della Repubblica

interessi degli operatori e del pubblico.


LUSSUOSO LEGNO

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abitare Le immagini e i testi si riferiscono alle realizzazioni di PAGANO

Immagina la tua prossima casa: in caldo legno di iroko, finiture di pregio, progettazione personalizzata, costruita dove vuoi tu nel pieno rispetto dell’ambiente. Lusso, design e tecnologia si coniugano in dimore da sogno, dove la natura è protagonista. Andiamo alla scoperta di queste bellissime abitazioni, costruite utilizzando tecniche all’avanguardia, curate nei minimi particolari e con livelli di sicurezza superiori alle costruzioni tradizionali, Tra i numerosi proprietari, si annoverano personalità del jet set, politici, personalità del mondo della finanza, della cultura e dello spettacolo.

COMFORT ECOLOGICO 51


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abitare

LA VOGLIO SUBITO

II Sistema di costruzione, è un processo di assemblaggio di pareti modulari attrezzate. Nello stabilimento di produzione, infatti, vengono assemblate porzioni di casa complete di ogni finitura che vengono trasportate in cantiere e definitivamente montate.

Alla fine del

processo di lavorazione, gli immobili sono così già dotati di tutti gli impianti, i servizi, le finiture. La realizzazione in fabbrica del 97% della struttura consente un fortissimo controllo della

qualità del

prodotto e un tempo di consegna estremamente ridotto (circa 1/5 ) rispetto a quello necessario con altre tecniche costruttive.

OGNI DESIDERIO È ESAUDITO

Ogni casa rappresenta il risultato finale di un

modo

sempre nuovo di pensarla e di concepirla, seguendo così i desideri e la creatività dei futuri proprietari. Il cliente viene coinvolto in tutte le fasi, dalla progettazione architettonica

alla realizzazione e può seguire in

maniera diretta la nascita della propria abitazione anche all’interno del centro di produzione. Ogni casa ha così una propria identità, i più piccoli dettagli diventano elementi caratterizzanti, tutto è personalizzato, dal colore del legno alle minime finiture.

MIX DI TECNOLOGIE, MASSIMO COMFORT

L’antica maestria artigiana

e le tecnologie sempre

d’avanguardia costituiscono il mix vincente che fa delle case in legno un prodotto esclusivo, un concentrato di design, lusso e tecnologia. Alle strutture portanti in legno, che danno forza ed equilibrio armonico, vengono associati componenti e materiali di pregio, quali vetrate isolanti a doppia camera, rifiniture in travertino o marmo, ferro o acciaio. Grandissima la cura per i sanitari ed il sistema di illuminazione così come per l’arredamento, grazie a patner tecnici di grande prestigio internazionale. Inoltre, non si rinuncia al massimo della tecnologia come, ad esempio, la domotica: da un touch screen si possono attivare la maggior parte delle funzioni e applicazioni per la sicurezza, la comunicazione e la gestione di tutti i servizi. L’high-tech si sposa così con la tradizione antica e con l’armonia degli ambienti.

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54


abitare

ARCHITETTURA IMMERSA NELLA NATURA

Il perfetto inserimento paesaggistico e la

comunione

con l’ambiente circostante sono alcune delle principali caratteristiche delle case in legno le cui scelte architettoniche

permettono

un

costante

contatto

con la natura anche rimanendo all’interno della casa, per un’abitazione intima ma allo stesso tempo aperta al mondo. Magnifiche dimore realizzate con ampie vetrate e spazi luminosi, volumi razionali che si articolano creando un sistema di pieni e vuoti che coinvolge a tal punto il paesaggio circostante da farlo diventare il vero protagonista.

LUSSO DAL CUORE VERDE

Le case, per i ridotti consumi energetici, appartengono alla “Classe A”: l’impiantistica sfrutta l’energia solare e termica e vengono adottate tecniche di isolamento termoacustico naturale anche con finestre in “vetrocamera”.

MIX DI TECNOLOGIE, MASSIMO COMFORT

Oltre al design un altro punto di forza delle costruzioni in legno è la sicurezza. Una sicurezza che nasce in origine dalla scelta dei materiali, ma che viene garantita anche da precise tecniche costruttive e da analisi strutturali che rendono le case antisismiche, con parametri che vanno ben oltre le prescrizioni di legge. Sicurezza

anche

per

quanto

riguarda

gli

incendi:

numerosi studi di importanti istituti di ricerca a livello internazionale dimostrano, infatti, la sorprendente resistenza al fuoco del legno lamellare, in grado di garantire un coefficiente di sicurezza pari a 2,4.

PAGANO: UN’AZIENDA ITALIANA ALL’AVANGUARDIA

Le caratteristiche descritte, si riferiscono alle abitazioni di lusso in legno realizzate da “Pagano”, azienda italiana leader nel mondo nella progettazione e costruzione di residenze in legno di prestigio. Un successo iniziato per l’intuizione di Vincenzo Pagano, fondatore dell’azienda, e proseguito con i suoi due figli Andrea Paco (Presidente) e Enzo (architetto-progettista). I campi di applicazione spaziano dalle ville ai più articolati progetti come club house, resort e centri commerciali.

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54

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abitare

CARTA D’IDENTITÀ

TIPOLOGIA Dalle ville monofamiliari ai più articolati progetti come club house, campi da golf, resort, centri commerciali, strutture per disabili.

UBICAZIONE Qualsiasi

terreno

purchè

edificabile,

nel

massimo

rispetto dell’ambiente.

PERSONALIZZAZIONE Non c’è una costruzione uguale all’altra. Tutto è personalizzato dal colore del legno alle minime finiture.

QUALITÀ Controllo garantito da un processo che prevede la realizzazione in fabbrica del 97% delle strutture.

MATERIALI Legno lamellare con finiture in legno pregiato di iroko a cui si associano componenti e materiali quali travertino, marmo, ferro o acciaio.

VANTAGGI AMBIENTALI Impatto del processo complessivo di gran lunga inferiore alle costruzioni in cemento. Inserimento paesaggistico che non altera il contesto,

RISPARMI ENERGETICI Edifici Classe A. L’impiantistica sfrutta l’energia solare e termica, tecniche di isolamento termo-acustico naturale con finestre in “vetrocamera”, sistemi di informatica domestica quali la domotica.

SICUREZZA Costruzioni antisismiche con parametri superiori a quelli stabiliti dalla legge. Coefficienti di sicurezza in caso di incendio doppi rispetto alle abitazioni tradizionali.

TEMPI DI REALIZZAZIONE Dai 4 ai 6 mesi dall’ordine, con cantieri che variano dai 15 ai 20 giorni per unità abitative medie di 400 mq. Tempistica del cantiere: 1/5 rispetto ad altre tecniche costruttive.

PREZZO Dai 2000 ai 3500 al mq in base agli optional ed al livello di finiture.

(I dati si riferiscono alle realizzazioni PAGANO)

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In Italia il 30% della spesa energetica dipende dalle nostre case, responsabili di circa il 27% delle emissioni nazionali di gas serra. Le case in legno rappresentano un positivo esempio di responsabilità verso l’ambiente sia di chi le realizza, sia di chi le acquista e sono una dimostrazione concreta di come oggi sia possibile diminuire gli impatti senza rinunciare ai confort e modificare la qualità della vita, anzi migliorandola. Lusso ed eco sostenibilità si fondono insieme per case da sogno costruite nel pieno rispetto dell’ambiente.

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A VOLTE...RITORNANO cigno seventy

CIGNO, BRAND ITALIANO DI BICICLETTE DI LUSSO, CELEBRA LA PRIMAVERA/ESTATE 2010 CON UN OMAGGIO ALLA MITICA GRAZIELLA, ICONA DEGLI ANNI 60/70.

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biciclette

In Seventy rimane invariata la voglia di libertà e di anticonformismo. Possedere una Graziella signif icava infatti sintonizzarsi immediatamente con il colorato spirito del tempo, all’insegna di uno stile di vita allegro e spensierato. E’ il 1964, nasce la Graziella, la prima bicicletta che

facilità, di trasportarla agilmente anche nell’abitacolo

segnò l’inizio di un’epoca dove le due ruote non erano più

di una piccola utilitaria. Tutti i componenti, ridisegnati in

solo un puro mezzo di trasporto popolare, ma anche un

alluminio, rendono la bici più leggera della precedente e

bene accessorio esclusivo e ricercato.

le donano una linea più attuale.

Grazie alla buona qualità costruttiva, alla sua eleganza

Cigno, rispettando il DNA lusso del brand, propone

e alla campagna pubblicitaria che la promuoveva come “la

la sella, le manopole e il manico della pompa in pelle

Rolls Royce di Brigitte Bardot” si diffuse rapidamente

interamente cucita a mano. Le gomme sono le classiche

nel mercato italiano diventando un ‘must have’.

bianche da 20 pollici. Il fanale anteriore e quello

Oggi Cigno presenta Seventy, bici pieghevole liberamente

posteriore, fedeli alle forme di un tempo, utilizzano la

ispirata a quella che fu una “piccola” rivoluzionaria, il

nuova tecnologia a led.

mezzo di trasporto preferito dagli spiriti liberi negli anni

Prodotta in sei esclusive varianti colore ispirate a

del boom economico italiano.

città e mete che hanno ospitato le piccole e incredibili

La

qualità

principale

della

nuova

Seventy

è

la

rivoluzioni giovanili degli ultimi quarant’anni, la Seventy

straordinaria praticità: il telaio in acciaio cromato che

è disponibile nei colori: Verde Londra, Beige Formentera,

si piega grazie alla cerniera centrale, le ruote piccole, il

Blu Saint-Tropez, Arancio Amsterdam, Rosa Parigi e Viola

manubrio e la sella sfilabili consentono, con la massima

Mikonos.

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LE ORIGINI: Duemila anni fa a Costantinopoli, Isfahan, Jaipur e Damasco, già si giocava a Polo. Fu il Re persiano Dario a portare, nel 522 a.C. il

FISE - Federazione Italiana Sport Equestri www.fise.it

Polo in India. “Chaugan” era il nome dato dai persiani alla mazza e bastone, si passò poi al termine “pullu” o “pulu”, nome che indicava il legno con cui venivano fabbricate le palle da gioco e da questo ultimo termine si giunse all’odierno Polo.

Il Polo si sviluppò anche in Cina e assunse un’importanza tale che per poter accedere alle cariche pubbliche più importanti era necessario essere anche abili giocatori di Polo. Ufficiali inglesi di stanza in India iniziarono a praticare questo sport alle corti dei Maharaja a Manipur ed a Latore: essi fondarono i primi club a Chocar, a Sichar,

POLO

a Calcutta e a Pershavar e da lì, passando per Malta dove nel 1868 fu fondato il primo club europeo, lo portarono in Inghilterra.

Il primo club inglese, il Monmouthshire, nacque

nel 1872; le regole invece vennero codificate successivamente

dallA

“Hurlingham

Association”.

Polo

Nel 1879 arrivò in Argentina, ad introdurlo un giovane giocatore di polo inglese, Tom Preston, che si trasferì a Buenos Aires dall’India.

Dopo solo tre anni fu fondato il primo club di

Polo Argentino, nella nazione che senza dubbio

è la più stimata sia per la qualità dei cavalli che per la professionalità dei loro polisti,

modificando tecniche di gioco ed esportandole prima in America e poi in Europa.

Nel resto dell’Europa il Polo si diffuse in

Spagna, a Jerez de la Frontera nel 1872, in Germania nel 1898 quando fu fondato il Polo

Club di Amburgo e in Francia ed Italia attorno ai Primi anni del ‘900.

Il polo si sviluppò poi in tutto il mondo, ed arrivò

62


sport

anche a far parte dei giochi olimpici, a Londra nel 1908, Anversa nel 1920, Parigi nel 1924 e Berlino nel 1936. Nel 1975 erano già nati 583 club di polo in 39 Paesi. Il primo vero circolo italiano fu fondato nel 1924 da Carlo Kupelweiser sull’isola di Brioni che allora apparteneva ancora all’Italia. Fu Sua Altezza Reale il Duca di Spoleto, presidente onorario del club di Brioni a voler lanciare a Roma, coadiuvato dal Cap. Lodi, il magnifico sport soprattutto per permettere ai giocatori italiani che frequentavano Brioni di poterlo praticare anche nella Capitale. A Roma, già prima del 1930, il Polo veniva praticato da cavalieri stranieri, aristocratici italiani e diplomatici che avevano appreso questa disciplina equestre in Cina, India, Gran Bretagna, Malta ed in Francia.

Il Roma Polo Club, con oltre settanta anni di vita, ebbe il primo campo realizzato in Italia, sui terreni dell’Ippodromo di Villa Glori, concessi in uso dalla società corse al trotto, situati alle pendici del colle dove stava sorgendo il lussuoso quartiere dei monti Parioli; in seguito venne realizzato lo splendido club nell’attuale area dell’Acqua Acetosa. Le partite registravano già all’epoca un enorme successo di pubblico, confermando un efficace connubio tra sport e mondanità. Negli anni a seguire il polo cominciò a diffondersi “timidamente” nel resto d’Italia, sino a giungere agli attuali 8 club italiani: Roma Polo Club, Ambrosiano Polo Club, Sport Club Bornago, Milano Polo Club, La Ginevra Polo Club, Villa a Sesta Polo Club, Argentario Polo Club e Firenze Polo Club, per un totale di oltre 20 campi.

L’Italia

ha

ospitato

eventi

di

caratura

internazionale quali: le Selezioni Europee per Campionati Mondiali di Melbourne (2000) ed i Campionati Europei nel 1997 e 2002.

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sport

REGOLE PRINCIPALI: Ogni partita di Polo è giocata da due squadre composte da quattro cavalieri ciascuna, che devono segnalare i goals nella porta avversaria. L’arbitraggio

è

diretto

in

campo

gara

da

due arbitri a cavallo (umpires), oltre ad un commissario di gara (referee) che osserva il gioco da una torretta centrale ed interviene in caso di disaccordo fra i due arbitri in campo. Una partita dura da 4 a 6 tempi (chukkers) di 7 min. effettivi ciascuno e la fine di ogni tempo viene segnalata dal suono di una campana. Qualora la palla sia ancora in gioco al momento del suono della campana, si prosegue per ulteriori 30” scadenti ad un ulteriore suono della campana, a meno che non intervenga un fattore di interruzione del gioco (goal, fallo, fuoriuscita della palla dal terreno di gioco) che decreta la fine del tempo. Solamente l’ultimo chukker termina al primo suono della campana. Ad ogni goal segnato, le squadre cambiano campo e dopo ogni tempo è previsto un intervallo di 3 minuti per consentire il cambio dei cavalli. Il campo gara ha una lunghezza massima di 275 mt e minima di 230 mt ed una larghezza massima di 180 mt e minima di 146 mt. Le porte hanno uno specchio di 7,30 mt, mentre l’altezza dei pali, costruiti con materiali leggeri per non danneggiare giocatori e cavalli, non può essere inferiore ai 3 mt. La palla è in legno del diametro massimo di 9 cm e pesa approssimativamente 130 gr. L’abilità dei giocatori si misura con una scala di valori cha va da -2 a 10; tali valori sono definiti handicap (hp). Trattandosi di uno sport che potrebbe divenire pericoloso, esistono regole che disciplinano il comportamento in campo dei cavalli e dei cavalieri, finalizzate ad evitare ed a limitare situazioni di pericolo durante le partite ed a garantire il massimo della correttezza e della sicurezza in campo gara

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sport

COLPI BASE: • Colpo avanti a destra (SWING) • Colpo avanti a sinistra (REVERS) • Colpo indietro a destra (BACK) • Colpo indietro a sinistra (BACK REVERS)

EQUIPAGGIAMENTO PER I GIOCATORI: • Non sono autorizzati speroni con punte o fibbie, o borchie, sporgenti sugli stivali o sui paraginocchi dei giocatori. • I giocatori devono indossare un copricapo protettivo con un sottogola opportunamente fissato. • Le squadre debbono indossare dei colori che le rendano facilmente riconoscibili.

EQUIPAGGIAMENTO PER I CAVALLI: • La protezione delle 4 gambe (tutte e quattro) del cavallo con fasce e stinchiere è obbligatoria. • Sono proibiti i paraocchi, o qualsiasi fasciatura o altro che possa ostacolare e impedire la perfetta visione dei cavalli. • L’uso dei ramponi è limitato all’ultimo pollice (cm 2,5) dei ferri posteriori. • Non sono ammessi chiodi da ghiaccio, né ferri col bordo sollevato, viti, ramponi con centri duri.

BENESSERE DEI CAVALLI: • I cavalieri debbono assicurarsi del benessere dei loro cavalli. • Qualsiasi cavallo che abbia perdite di sangue dalla bocca, dai fianchi o da qualsiasi altra parte, deve essere escluso dalla gara. • Nel caso della caduta di un cavallo, bisogna accertarsi della sua incolumità facendolo trottare prima di autorizzare il cavaliere a risalire in sella. • Qualunque cavallo zoppo deve essere escluso dalla gara. •

Gli

arbitri

sono

autorizzati

a

ordinare

l’esclusione di qualsiasi pony dalla gara.

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Il chukker: è il periodo di gioco in cui viene divisa una partita. In Italia una partita ha la durata di 4 chukker: il regolamento internazionale prevede infatti la durata di una partita da 4 a 6 chukker. In Argentina invece le partite più importanti si giocano sulla distanza di 8 chukker. Ogni chukker ha la durata di 7 minuti effettivi. Il groom (petissero): allena ed accudisce il cavallo. I più quotati sono quelli argentini. L ’ handicap: Rappresenta l’unità di misura che apprezza l’abilità di un giocatore e si valuta attraverso una scala che va da -2 a 10 (vantato solamente da una decina di giocatori al mondo). La somma degli handicap dei quattro giocatori costituisce l’handicap della squadra. Qualora due squadre si incontrino in una partita ad handicap, la squadra più debole viene agevolata con alcuni goal di vantaggio, in base ai parametri di una tabella internazionale. L ’open: è un torneo che nel punteggio non tiene conto delle differenze di handicap. Il

penalty:

è

la

punizione

per

un

fallo

dell’avversario. Esistono 3 tipi di penalty: da 30, 40 o 60 yards. E’ inoltre previsto il penalty goal quando un fallo, molto pericoloso, è avvenuto nei pressi della porta; la squadra che ha subito tale fallo beneficia di un goal. Il referee: È il giudice arbitro di una partita di Polo. Egli osserva la partita da una torretta posta lateralmente rispetto al centro del campo di gara ed interviene in caso di disaccordo fra i due giudici in campo (umpires); controlla inoltre l’operato dei cronometristi e segnapunti. Il ride-off: E’ la base della manovra difensiva; consiste nell’affiancare il giocatore che ha la palla e spingerlo lateralmente per fargli perdere il colpo e quindi l’iniziativa del gioco. Il

throw-in:

Letteralmente

“getta

dentro”,

è l’atto con cui l’arbitro fa iniziare il gioco gettando la palla in mezzo agli 8 cavalieri schierati. Si effettua all’inizio di ogni partita e ad ogni ripresa del gioco dopo le interruzioni.

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ORIENT EXPRESS VIAGGIO NEL TEMPO Ispirò Ian Fleming e Agatha Christie ed ha popolato la fantasia di milioni di viaggiatori. Dopo l’eliminazione della tutt’altro che fastosa tratta Strasburgo-Vienna (vittima dell’alta velocità e dei voli lowcost), il mito sopravvive con il Venice Simplon Orient-Express. Un’esperienza turistica di lusso su carrozze d’epoca restaurate.

INFO: WWW.ORIENT-EXPRESS.COM

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viaggi

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LA STORIA DEL VENICE SIMPLON ORIENT-EXPRESS: Il 4 ottobre del 1883, un treno a vapore si allontanò dalla Gare de Strasbourg di Parigi iniziando il suo viaggio verso la lontana Romania. Si trattava di un piccolo ma elegante convoglio espress, il N°505 dei ‘Chemin de Fer’ dell’Est della Francia. Trainava un vagone bagagli a quattro ruote, due enormi (per quel periodo) vagoni letto particolarmente lussuosi, un altrettanto grande e curatissimo vagone ristorante con area fumatori. Quel treno venne chiamato “Orient-Express” e trasportò una quarantina di passeggeri invitati dall’ideatore del progetto, il belga Georges Nagelmackers. La notizia della corsa inaugurale fece presto il giro del mondo. A quel tempo il treno non poteva procedere oltre Giurgiu, a circa 45 miglia da Bucarest, nel punto in cui i binari incontravano il Danubio. Da quel punto i passeggeri dovevano servirsi di un traghetto, di un altro treno e di un viaggio notturno in nave per raggiungere Costantinopoli. Verso la fine del secolo, le rotaie raggiunsero Costantinopoli, un viaggio di 1.800 miglia e 3 pernottamenti a bordo.

Nagelmackers aveva 38 anni quando ereditò l’ “Orient-Express”. Suo padre era un ricco banchiere e insieme al figlio si trovò coinvolto nei progetti di espansione della rete ferroviaria. L’espansione di “Grands Express Europeens” iniziò pochi anni dopo che “Orient-Express” divenne famoso a livello internazionale, anche in termini di prestigio ed eleganza. Personaggi famosi, aristocratici e uomini di potere hanno viaggiato sull’Orient-Express. Nel 1890 venne appositamente coniata l’espressione “Il Treno dei Re, il Re dei Treni”, ma solo nel 1920 iniziarono le leggende riguardanti episodi di spionaggio, mistero e omicidio. Una grande impresa di ingegneria ferroviaria è risultata determinante per le rotte dell’Orient-Express: il Passo del Sempione (non visto da Georges Nagelmackers perché morto un anno prima dell’apertura) da cui deriva il nome del percorso “Simplon-Orient-Express”. La sua costruzione rese Parigi molto più “vicina” a Milano e a Venezia. Nacque così nel 1906 un nuovo “Grand Express”, il “Simplon-Orient”, che ha ispirato la grande avventura iniziata nel

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1982. Questi anni hanno rappresentato la fioritura del’”Orient-Express”,

che

attraversava

un’Europa

ancora suddivisa in regni con una clientela composta dai più brillanti e illustri viaggiatori. La Prima Guerra Mondiale fu causa di un brusco rallentamento del traffico ferroviario in Europa, proseguito fino al termine della guerra che vide il rilancio dei viaggi in Europa e in Medio Oriente. A partire dal 15 aprile 1919 il treno ha percorso la tratta unicamente in direzione di Sofia, mentre dal 1921 iniziò ad essere operativa anche verso Istanbul. Il viaggio da Parigi di 56 ore (con le tradizionali 3 notti a bordo) rimane il più veloce dell’epoca. Il “SimplonOrient-Express”

ha

rappresentato

l’eccellenza

durante i suoi 19 anni di servizio e le sue strumentazioni sono state costantemente aggiornate per garantirne il prestigio. Alcuni vagoni letto degli anni ’20 e degli anni ’30 sono stati restaurati e si trovano attualmente sul nuovo convoglio. La Seconda Guerra Mondiale ha procurato ingenti danni alla rete ferroviaria europea. Una versione un po’ meno lussuosa del “Simplon-Orient-Express” venne rimessa in servizio nel dicembre 1945 esclusivamente verso Trieste. Poco per volta riprese il suo percorso verso i Balcani, tra molte difficoltà, tanto che alcuni dei vagoni letto più belli rimasero inutilizzati fino al 1952, quando la situazione in Yugoslavia si calmò. Vennero così restaurati solo alcuni vagoni letto, con una maggioranza di posti in seconda classe e il “Simplon-Orient” continuò il suo servizio in chiave un po’ meno lussuosa fino al 1962. Successivamente è stato sostituito con un treno più semplice. Dell’originaria sezione Calais rimase solamente la parte diurna, in servizio verso Parigi e intorno alla Piccola Cintura di Parigi (Lione). Venne chiamato “Direct Orient-Express” e i suoi clienti erano per lo più lavoratori turchi, turisti e contadini. Sopravvisse, senza nemmeno un vagone ristorante, fino a maggio 1977. Nel mese di ottobre del 1977 James Sherwood, Presidente del Sea Containers Group, partecipò ad un’asta Sotheby’s a Monte Carlo dove acquistò due vagoni, dando inizio al processo di trasformazione che ha riportato il treno agli antichi splendori. Da allora 35 vagoni ristorante, vagoni letto e diurni storici, vennero acquistati e restaurati. Il 25 maggio 1982 James B Sherwood realizzò il suo sogno quando partì il Venice Simplon Orient-Express da Victoria Station, in direzione Venezia. Questa è stata la sua prima partenza regolare. Le liste dei passeggeri hanno incluso aristocratici e Lord inglesi, personaggi dello spettacolo, politici e industriali.

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viaggi ORIENT-EXPRESS, PROTAGONISTA DI SUCCESSO: Contrariamente alle credenze comuni e all’ambientazione del film “Assassinio sull’Orient-Express”, non è mai esistita una carrozza collegata al convoglio principale. Agatha Christie in realtà non ha mai scritto un libro con quel titolo; lei chiamò il suo romanzo giallo “Assassinio nella Calais Coach” (che si riferiva all’ampio deluxe Wagon-Lit che viaggiava fino al Golden Horn), e le prime edizioni antecedenti la guerra comparvero proprio con quel nome. Nonostante tutta la letteratura esistente sull’Orient-Express degli anni ’20 e ’30, i passeggeri abituali non erano di certo politici o spie. Messaggeri e corrieri reali erano presenti su ogni corsa ma il loro numero, arrotondato dalla presenza di spie e mercanti di armi, non ha fatto registrare la storia del treno come quella economicamente più redditizia. I Britannici riempivano la sezione di Calais, mentre da Parigi viaggiavano molti ufficiali con le loro famiglie e facoltosi turisti. Prima dell’istituzione dei primi servizi aerei affidabili, i viaggiatori d’affari abbondavano. I primi voli di linea Air France e Imperial Airways non erano molto più convenienti di un viaggio in treno. Tuttavia, grazie alla presenza di passeggeri d’eccezione e anche a circostanze misteriose e drammatiche avvenute a bordo, il “Simplon-Orient-Express” è stato protagonista di 6 film di successo, 19 libri e una composizione musicale, prodotti durante il periodo tra le due guerre.

IL VIAGGIO: Il leggendario Venice Simplon-Orient-Express (VSOE) offre un’esperienza di viaggio davvero unica: romanticismo, avventura e relax in un unico treno che vi porterà alla scoperta delle città più affascinanti d’Europa. Gli ospiti viaggiano in autentiche carrozze d’epoca che evocano tutto il fasto dei treni degli anni ’20 e ’30. L’atmosfera a bordo è di pura raffinatezza. E’ possibile intrattenersi nella carrozza Bar ascoltando il piacevole suono del pianoforte in sottofondo, assaporando i piatti preparati da chef di eccellenza, oppure semplicemente rilassarsi nella propria cabina osservando il panorama da un punto di vista privilegiato. Il VSOE dispone di tre vagoni ristorante. Tutti i piatti sono preparati al momento dagli chef francesi presenti a bordo e i rifornimenti sono effettuati durante il viaggio nelle fermate del treno. Nelle cabine degli ospiti sono serviti la colazione e il tè pomeridiano. I passeggeri viaggiano in cabine singole o doppie e dispongono del servizio personalizzato di uno steward durante l’intero tragitto. Ciascuna cabina è finemente decorata con pannelli in legno di mogano intarsiati, rappresentanti diverse figure Art Déco floreali come ghirlande, composizioni e gigli. Le cabine sono dotate di un lavabo con acqua calda e fredda e corredate di soffici asciugamani e biancheria fresca. Durante la cena il maggiordomo privato trasforma la cabina in una confortevole camera da letto.

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UNO DEI TANTI ITINERARI 2010 DELL’ORIENT-EXPRESS

estiva del Re Carol. Fin dal 1883 questo splendido

Istanbul - Venezia (6 giorni/5 notti - 3 settembre 2010)

castello era una delle mete più ambite dei primi viaggiatori

• 1° giorno: Nel primo pomeriggio, si parte dalla stazione

dell’Orient-Express.

di Istanbul Sirecki a bordo delle scintillanti carrozze del

stazione ferroviaria e proseguimento verso l’Ungheria.

Venice Simplon-Orient-Express. Mentre il treno lascia

Cena e pernottamento a bordo.

la stazione gli ospiti potranno godere della magnifica

• 4° giorno: In mattinata arrivo a Budapest dove è prevista

vista sul Mar di Marmara. Cena e pernottamento a bordo.

la visita guidata della città divisa in due parti dal Danubio:

• 2° giorno: La colazione continentale sarà servita nello

“Buda” e “Pest”. Pranzo nella capitale e trasferimento

scompartimento privato mentre il treno attraversa

all’Hotel Sofitel dove si trascorrerà la notte. Cena e

la Bulgaria e la Romania. Dopo il pranzo si giunge a

pernottamento a Budapest.

Bucarest. Nel pomeriggio si potrà realizzare la visita

• 5° giorno: In mattinata trasferimento alla stazione

guidata della città. Cena e pernottamento a Bucarest,

ferroviaria. Pranzo a bordo e partenza per l’Austria.

all’Hotel Hilton Athenée Palace.

L’arrivo a Vienna è previsto nel primo pomeriggio,

• 3° giorno: In mattinata si riparte nuovamente a bordo

dove ci sarà la possibilità di visitare la città. Cena a

del treno per il trasferimento alla volta di Sinaia.

pernottamento a bordo.

All’arrivo è previsto un pranzo in un ristorante tipico e

• 6° giorno: Colazione a bordo già in territorio italiano.

nel pomeriggio visita al Castello di Peles, la residenza

L’arrivo a Venezia è previsto in tarda mattinata.

In

serata

trasferimento

alla



Š Consorzio per la tutele del Franciacorta - Foto: Giangiacomo Rocco di Torrepadula


vini pregiati

FRANCIACORTA FASCINO DI UNA TERRA LA FRANCIACORTA È UNO SPLENDIDO TERRITORIO NEL CUORE DELLA LOMBARDIA, A SUD DEL LAGO D’ISEO. ATTUALMENTE COMPRENDE I TERRITORI DI 19 COMUNI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA. IL FRANCIACORTA È STATO IL PRIMO BRUT ITALIANO, PRODOTTO COL METODO DELLA RIFERMENTAZIONE IN BOTTIGLIA, AD AVERE OTTENUTO NEL 1995 LA DOCG.

Il nome Franciacorta, ci riporta alla sua storia lontana legata alle Corti Franche ed a quando, dopo l’arrivo dei monaci cluniacensi, il territorio godette di libero scambio nel commercio (curtes francae). Il toponimo “Franzacurta”comparve per la prima volta negli annali del Comune di Brescia dell’anno 1277, per identificare l’area compresa tra i fiumi Oglio e Mella, a sud del lago d’Iseo. La sua storia vicina è legata allo straordinario Franciacorta, ottenuto dai vigneti distribuiti sulle colline, tra torri medievali e antichi palazzi cinquecenteschi, castelli e piccoli borghi, espressione di un territorio vocato alla viticoltura da tempo immemorabile. Eredi dell’antica tradizione vitivinicola della zona sono i vignaioli di oggi, che hanno saputo elaborare, affinare, imporre sul mercato l’espressione di un territorio inimitabile: il Franciacorta Docg. Accanto ad esso sono inoltre prodotti i vini Curtefranca Doc Bianco e Rosso e Sebino Igt.

FASCINO DI UN VINO

FRANCIACORTA

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UN METODO, UN VINO Franciacorta, a identificare questo vino è unicamente il nome della regione geografica, limitata e definita nei suoi confini, dove crescono le sue vigne e hanno sede i suoi produttori. Le etichette recano solo la dizione Franciacorta: un unico termine definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino.

Unicità: il Franciacorta è stato il primo vino ottenuto col metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto in Italia, nel 1995, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, massimo riconoscimento di qualità e tipicità di un vino.

Uvaggio: è prodotto con uve Chardonnay e/o Pinot nero. E’ consentito anche l’uso del Pinot bianco fino ad un massimo del 50% dell’uvaggio.

Tempi

di

produzione:

per

produrre

il

Franciacorta non millesimato sono necessari tempi molto lunghi: a 7 mesi circa dalla vendemmia al vino base viene aggiunto dei lieviti e imbottigliato. Dovranno passare minimo 18 mesi di lenta rifermentazione in bottiglia a contatto con i lieviti prima di poter essere sottoposto alla sboccatura, mentre per i Satén e i Rosé non millesimati i tempi si allungano fino a 24 mesi. Per i Franciacorta millesimati il periodo di affinamento sui lieviti minimo, come da Disciplinare, sale almeno a 30 mesi. Ci vorrà ancora più pazienza per chi vuole degustare un Franciacorta Riserva, che può essere immesso al consumo solo dopo 60 mesi di riposo a contatto coi lieviti per un tempo totale di 67 mesi dalla vandemmia. Sono ammesse le tipologie: Non dosato (Pas Dosé, Dosage Zèro, Nature), Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, DemiSec.

Come si consuma: il Franciacorta è ideale a tutto pasto: con le sue diverse tipologie di sapore è abbinabile a una gamma estremamente ampia di piatti e prodotti. Ogni tipologia possiede una sua spiccata personalità. Va servito nei calici Franciacorta a una temperatura di 8-10° C.

Come si conserva: per una corretta conservazione di questo vino le bottiglie vanno tenute coricate affinché il tappo rimanga umido ed espanso e pertanto garantisca la tenuta, al buio e al fresco, a temperatura costante fra 10 e 15°C e con un’umidità intorno al 70-75%.



LE TIPOLOGIE

FRANCIACORTA

bottiglia, inferiore a 5 atm, che ne determina la

Uvaggio: Uve Chardonnay e/o Pinot nero (Pinot

peculiare morbidezza gustativa. Esclusivamente

bianco consentito fino ad massimo del 50%).

nella tipologia brut.

Caratteristiche: rifermentazione in bottiglia con minimo 18 mesi di affinamento sui lieviti;

FRANCIACORTA ROSÉ

elaborazione e maturazione durano almeno 25

Uvaggio: Uve Chardonnay, Pinot bianco, Pinot

mesi dalla vendemmia. Pressione in bottiglia tra

nero (minimo 25%).

le 5 e le 6 atmosfere.

Metodo: le uve bianche e rosse sono vinificate separatamente.

Il

Franciacorta

Rosé

può

FRANCIACORTA SATÈN

essere prodotto esclusivamente con vino base

Uvaggio: uve Chardonnay (prevalenti) e Pinot

Pinot nero vinificato in rosato oppure nascere

bianco (massimo del 50%). (blanc de blanc).

dal suo assemblaggio con vini base Chardonnay

Unicità: rispetto agli altri Franciacorta è

e/o Pinot bianco.

caratterizzato da una minore pressione in

Colorazione: le uve Pinot nero vengono fatte


fermentare a contatto con la buccia il tempo

FRANCIACORTA RISERVA

necessario a conferire la tonalità desiderata.

Si tratta di un millesimato, che può essere anche un Satèn o un Rosé, che ha riposato sui

FRANCIACORTA MILLESIMATO

lieviti almeno 60 mesi, quindi viene immesso al

Produzione: è ottenuto da vini base di un’unica

consumo dopo ben 67 mesi (cinque anni e mezzo)

annata per almeno l’85%. Perché un Franciacor-

dalla vendemmia. Poiché tanti Franciacorta

ta millesimato arrivi sullo scaffale ci vogliono

millesimati vengono lasciati a contatto coi

almeno 37 mesi dalla vendemmia: 30 trascorsi in

lieviti molto tempo in più rispetto ai canonici

bottiglia a contatto dei lieviti. Frequentemente

30 mesi, si è inteso valorizzarli al massimo

i Franciacorta millesimati rimangono a contatto

identificandoli in una tipologia specifica. Il

con i lieviti per un periodo molto superiore al

Franciacorta Riserva rappresenta la massima

limite stabilito dal disciplinare.

espressione qualitativa del territorio e delle

Unicità:

sull’etichetta

riporta

l’indicazione

dell’annata della vendemmia (millesimo).

capacità interpretative, oltre che tecniche, dei produttori franciacortini.


GLI ABBINAMENTI


vini pregiati Non Dosato: È il più secco della gamma dei Franciacorta. Eccezionale per impronta e per pungenza delle bollicine, è ottenuto senza aggiunta di sciroppo che lo ammorbidisce e addolcisce, ma solo di vino Franciacorta. Il gusto secco, accompagnato dagli aromi tipici della rifermentazione in bottiglia (crosta di pane, lievito) lo rendono ideale per gli aperitivi ma anche a tutto pasto. Extra Brut: Molto secco oltre ad essere un ottimo aperitivo accompagna splendidamente cibi delicati; si sposa molto bene con il pesce, i crostacei e i frutti di mare crudi. Anche in abbinamento con insaccati cotti come il cotechino. Brut: Sempre secco ma un po’ più morbido rispetto all’Extra Brut è sicuramente il prodotto più versatile negli abbinamenti, oltre che come aperitivo è particolarmente indicato a tutto pasto, con predilezione per piatti dai sapori delicati. Extra Dry: Franciacorta morbido, con un dosaggio leggermente maggiore rispetto al classico Brut, è indicato per torte salate e verdure al forno. Ottimo come aperitivo per chi non ama i gusti molto secchi. Infatti la nota dolce appena accennata smorza i sapori forti esaltando il gusto del cibo. Sec Dry: Meno secco, cioè leggermente abboccato è particolarmente indicato per i formaggi molli, piccanti e a pasta grassa tipo taleggio o erborinati tipo gorgonzola. Si consiglia anche l’abbinamento con il patè di fegato. Ottimo con i dessert non troppo dolci e in genere a fine pasto con pasticceria secca, crostate di frutta, focacce dolci. Demi Sec: Grazie al suo sapore abboccato, dovuto al dosaggio zuccherino elevato, ben si sposa con torte e dolci tipici come il panettone e il pandoro. Ottimo anche fuori pasto con stuzzichini e con formaggi piccanti, si lega in maniera armoniosa con una gran quantità di piatti e prodotti. Satèn: È caratterizzato da un gusto estremamente morbido e da sensazioni tattili di cremosità. Essendo un blanc de blanc, ottenuto esclusivamente da uve bianche (quasi esclusivamente Chardonnay), risulta estremamente fine ed elegante. Prodotto esclusivamente nella tipologia Brut, è ideale a tutto pasto, ma eccezionale con le paste al forno, i risotti delicati e piatti a base di pesce (storione, salmone, trota, coregone, tinca, pesce azzurro). Ottimo anche con il prosciutto crudo di Sauris, di Parma e di San Daniele e i formaggi non troppo stagionati. Si accompagna molto bene anche a piatti importanti i cui sapori decisi sono ben equilibrati dalla sua freschezza Rosé: Il corpo ed il vigore permettono di assaporarlo con salame e salsicce, con risotti ai funghi porcini, agli asparagi o al radicchio, con melanzane alla parmigiana, con zuppe di pesce saporite, carni di agnello e vitello, rane e lumache. Nella tipologia Demi Sec ben si abbina a torte crostate, piccola pasticceria e dolci a base di biscotto.

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I VINI FERMI Curtefranca Doc Bianco

Vitigni: Chardonnay e/o Pinot nero e Bianco (massimo 50%). Descrizione: Giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdognoli; più carico se recante il toponimo di vigna, delicato, ampio, fruttato con sensazioni di frutta matura, tropicale e fiori di tiglio. Di medio corpo, asciutto, armonico. La gradazione minima è di 11 gradi. Il Curtefranca Doc Bianco con menzione Vigna identifica un prodotto superiore, matura per almeno 12 mesi e lungamente affinato in bottiglia; acquista così particolare importanza. La gradazione minima è di 12 gradi.

Temperatura di consumo: 7-10 °C. Abbinamenti: Antipasti, salumi, pesci in generale, primi piatti tradizionali e, se affinato in legno, ottimo accostamento anche con i piatti più importanti accompagnati a salse.

Curtefranca Doc Rosso

Vitigni: Cabernet Franc e/o Carmenere minimo 20%, Merlot minimo 25%, Cabernet sauvignon da un minimo del 10% ad un massimo del 35%. Possono inoltre concorrere tutti i vitigni a bacca rossa coltivati nella Provincia di Brescia (max 15%).

Descrizione: Rosso vivo intenso, se giovane con riflessi brillanti tendenti al violaceo, se invecchiato con riflessi granati, intenso vinoso, profumo di frutta matura, a volte erbaceo; con l’invecchiamento acquista aromi complessi e speziati; asciutto, pieno e ricco. Di medio corpo, ha una gradazione minima di almeno 11 gradi. Con menzione Vigna identifica un prodotto superiore, con rese inferiori e tempi di affinamento più lunghi. E’ immesso al consumo dopo due anni dalla vendemmia con almeno 8 mesi di invecchiamento in legno e 6 di affinamento in bottiglia. Di colore granato, ha una gradazione minima di 12°.

Temperatura di consumo: 18° C. Abbinamenti: Primi piatti con sughi a base di carne; con carni bianche, carni rosse o selvaggina se invecchiato.

Igt Sebino Alcuni vini rossi e bianchi di qualità hanno la qualifica di Indicazione Geografica Tipica Sebino. I vini con l’indicazione Sebino possono essere di quattro tipologie differenti: bianco, rosso, novello e passito. Sono previste anche le tipologie con nome di vitigno (quando la varietà è presente nell’uvaggio per almeno l’85%): Sebino Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot, Carmenere, Nebbiolo e Barbera. Il territorio dell’Igt Sebino copre l’intera Franciacorta e si estende leggermente al di là. Questa categoria di vini è generalmente dedicata a vini giovani e freschi, anche se alcuni produttori imbottigliano come Sebino prodotti di stile notevole.

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Linee di arredamento ufficio

E.R. Linee di arredamento ufficio E.R. Linee di arredamento ufficio è una realtà specializzata nella vendita di arredamenti per ufficio e di soluzioni per l'arredo ufficio in grado di fornire un servizio ed un’assistenza tecnica completi, che vanno dalla consulenza alla progettazione, dal montaggio dei mobili per ufficio prescelti all'assistenza post-vendita. E.R. è inoltre specializzata in arredamenti per auditorium, teatri, cinema, sipari, palcoscenici. I prodotti proposti rendono la nostra azienda altamente versatile, consentendo al cliente di adottare soluzioni sia per l'arredo ufficio che per l'arredo tecnico, creando ambienti confacenti alle nuove esigenze di un mercato in continua e rapida trasformazione, fortemente incentrato sulle nuove tecnologie. La E.R. si rivolge ad aziende, enti e privati, soddisfacendo le più disparate esigenze di arredamento per ufficio e ambienti tecnici, grazie ai grandi marchi rappresentati ed alla qualità dei prodotti.

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T ARTUFO: FOLLE PASSIONE

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lusso in tavola

Cos’è il tartufo: Si dice tartufo e si pensa a un tubero ma i botanici ammoniscono alla corretta definizione: “fungo ipogeo”! Per partire con il piede giusto, la prima cosa da dire a proposito dei tartufi è che si tratta di funghi ipogei, organismi cioè che svolgono tutto il proprio ciclo vitale sottoterra. Botanicamente parlando fanno parte del genere “tuber” ma non hanno nulla a che fare con patate e simili; sono invece parenti stretti di porcini e prataioli, pur avendo aspetto globoso e struttura interna assai diversa. Come tutti i funghi, essendo sprovvisti di parti verdi, i tartufi non sono in grado di ricavare attraverso la fotosintesi clorofilliana le sostanze necessarie al loro sviluppo; dunque devono assumere tali elementi dall’esterno e nella fattispecie dalle radici di alcune piante superiori, instaurando un rapporto di simbiosi: il tartufo riceve dalla pianta zuccheri e la pianta riceve dal tartufo acqua e sali minerali che migliorano notevolmente il suo stato nutrizionale. I tartufi hanno una parte vegetativa (micelio), costituita da sottili filamenti (ife), deputati all’assorbimento ed ampliamente diramati a tessuto nel terreno. Queste, a contatto con le parti terminali delle radici delle piante ospiti (soprattutto querce), sviluppano particolari organi (micorrizie) attraverso le quali si instaura lo scambio di sostanze vitali. Sono le micorrizie che ogni anno, al verificarsi di determinate condizioni climatiche, stimolano la formazione del corpo fruttifero (carpoforo), cioè del vero e proprio tartufo, che si forma nel suolo a una profondità compresa tra la superficie e i 60 centimetri (eccezionalmente il metro) assumendo dimensioni variabili da quelle di un pisello a quelle di una grossa patata. Questo frutto è caratterizzato da un rivestimento esterno (peridio), liscio e verrucoso, e da una polpa interna (gleba), che al taglio appare marmorizzata per la presenza di venature chiaroscure. Le venature scure costituiscono le aree fertili del carpoforo e contengono le spore, cui è demandata la funzione riproduttiva, mentre quelle più chiare sono sterili. Le spore sono racchiuse in numero limitato (1-8) in organi di forma globosa (aschi) che hanno una funzione analoga ai semi delle piante superiori. Giunti a maturità, non potendo diffondere le spore come fanno i funghi di superficie, i tartufi emanano uno spiccato aroma. Gli animali che ne vengono attratti (insetti, lumache, roditori e cinghiali) se ne cibano disperdendo con le proprie deiezioni le spore nel terreno per l’avvio di un nuovo ciclo. Tutto ciò in un complesso equilibrio biologico che spesso vede più specie di tartufi coabitare tra le radici della stessa pianta ospite.

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Tartufo bianco pregiato: Detto anche “Tartufo d’Alba” o “d’Acqualagna”. Il suo nome scientifico è “Tuber Magnatum”, vale a dire dei magnati, dei

ricchi signori, come ebbe a definirlo Fico nel 1788. Si rinviene dalla tarda estate al primo inverno, dalla pianura fino a 600 metri di quota (solo sporadicamente più in alto), in terreni con umidità abbastanza elevata anche nel periodo caldo. Piante simbionti sono: varie quercie, il tiglio, il pioppo nero e bianco, il salicone, il salice bianco, il salice da vimini, il carpino nero, il nocciolo. Altre piante quali il sanguinello, il prugnolo e il biancospino, pur non legandosi in simbiosi con il tartufo bianco, sono quasi sempre presenti nelle aree di produzione naturale e sono soprannominate “comari”, perché sembrano favorirne la produzione mantenendo un giusto grado di ombreggiamento del terreno.

La raccolta del tartufo: Oggi come ieri è il cane, di razza o variamente incrociato, l’insostituibile protagonista della ricerca del tartufo. La legge italiana stabilisce con chiarezza che la raccolta dei tartufi deve essere effettuata con l’aiuto di un cane addestrato allo scopo e che lo scavo, effettuato con apposito attrezzo (vanghetto o vanghella), deve essere limitato al punto ove il cane lo ha iniziato. In queste prescrizioni sono contenute le prime e fondamentali regole per la salvaguardia del tartufo, che è sì una risorsa rinnovabile, ma legata ad un ecosistema forestale complesso e vulnerabile. Nello stabilire il primo di questi obblighi, il legislatore non ha fatto che prendere atto di una realtà: l’uomo può individuare una pianta da tartufi ma, senza l’ausilio di un cane, non è in grado di localizzarli con esattezza (e non è pensabile, per l’incolumità del bosco, che si metta a zappare a casaccio). Dunque, in attesa dei cosidetti “nasi artificiali” (macchine in grado di captare e giudicare l’aroma del tartufo), unico e fidato collaboratore

90

del tartufaio è il cane.

La coltivazione: Alcuni tipi di tartufo nero sono coltivati

Quanto all’animale da impiegare, non vi è alcuna

con ottimi risultati. Per il bianco pregiato, invece, i risultati

prescrizione, anche se esiste una razza italiana

tardano ad arrivare.

“patentata”. È il lagotto romagnolo, cane da

La legge italiana fa chiara distinzione tra tartufaie

riporto di antichissima stirpe, restituito in purezza

controllate e tartufaie coltivate.

attraverso vent’anni di selezione, che ha sviluppato

La tartufaia controllata è una tartufaia naturale

nel contempo l’attitudine al tartufo. La specie

migliorata e incrementata con la messa a dimora di un

rinasce ufficialmente il 15 ottobre 1991 quando

congruo numero di piante tartufigene.

l’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) lo

La tartufaia coltivata è una tartufaia impiantata ex novo.

riconosce come 13ª razza italiana, attribuendogli

Nel primo caso si ha a che fare con un terreno sicuramente

la denominazione specifica di “cane da tartufi”.

vocato alla coltivazione e il successo è funzionale al


lusso in tavola

che ne deriva in fatto di ristorazione e turismo sono protagonisti dell’economia di più di un centro italiano. È una realtà sotto gli occhi di tutti, percettibile in particolar modo quando ci si trova a pagare il conto di un pranzo onorato dal nobile fungo ipogeo. Eppure

definirne

impossibile.

i

contorni

Nonostante

è

praticamente

l’emanazione

di

leggi

e regolamenti regionali, infatti, le difficoltà cominciano già dalla stima della produzione, a motivo dell’alone di mistero che avvolge tanto la raccolta del tartufo quanto le prime fasi del suo commercio. Secondo i dati forniti dall’ISTAT la produzione nazionale negli anni 1961-1985 è oscillata tra le 45 e le 85 tonnellate. Secondo i dati forniti invece dagli operatori economici del settore, più aderenti alla realtà, la produzione sarebbe stata tra le 50 e le 200 tonnellate. Questa indeterminatezza d’esordio è indicativa di

un

commercio

che

sfugge

alle

normali

logiche di mercato. Abbiamo a che fare, infatti, con un prodotto voluttuario di gran lusso, di disponibilità stagionale, fortemente influenzato dall’andamento metereologico, reperito da una schiera di cercatori professionisti e da una folta retrovia di semiprofessionisti, reso disponibile alla ristorazione e al consumo privato per lo più per vie occulte dai tartufai stessi o da vari livelli di intermediari. A questi corrisponde un numero relativamente limitato di operatori commerciali, grossisti ed industriali della conservazione, i quali si sono di fatto divisi l’italia in zone di competenza per poterne controllare la produzione e influenzare sensibilmente le contrattazioni. Uno solo di questi pare controllare ben più della metà del fatturato. A farne le spese di questo singolare stato di cose sono i consumatori, esposti alle vessazioni di chi tipo e alla micorrizzazione delle cosidette “piante ospiti”

manovra il mercato, ma anche i cercatori stessi,

introdotte, oltre che alla corretta applicazione di

che si trovano in tasca solo una piccola parte del

particolari pratiche agronomiche.

prezzo del tartufo al dettaglio. verificare

Nel giro di affari legato al tartufo, vanno anche

l’idoneità del terreno alla coltivazione, procedendo non

considerati i prodotti tartufati, cioé quella varia

solo all’analisi chimica del suolo ma anche a quella delle

congerie di derivati alimentari che si prestano alla

caratteristiche climatiche del luogo, con particolare

moltiplicazione degli introiti grazie al nome e ad un

riferimento all’escursione termica e alla piovosità.

vago aroma di tartufo. Parliamo dell’olio d’oliva,

Nel

secondo

caso

occorre

innanzitutto

il burro, la farina, il riso, le salse, i sughi, il paté di Il commercio: Il tartufo è il motore di un’economia senza

fegato, le tagliatelle, le paste ripiene, i formaggi e

dubbio fiorente. Prodotto fresco, lavorato e tutto ciò

molti altri ancora.

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Associazione Nazionale Città del Tartufo L’Associazione Nazionale Città del Tartufo, nata nell’ottobre 1990, in questi ultimi anni ha vissuto un consistente sviluppo arrivando ad associare 50 realtà italiane tra Comuni, Comunità Montane e Province delle 11 Regioni produttrici di Tartufo. Essendo presenti esclusivamente Istituzioni pubbliche, l’Associazione è portatrice di interessi generali legati ai territori di produzione, ed è sorta con lo scopo di superare le contrapposizioni campanilistiche e per favorire la promozione degli stessi territori attraverso una comune azione di tutela e valorizzazione. Sono state intraprese iniziative sia nel settore normativo che nel marketing territoriale, al fine di garantire la tracciabilità del prodotto, responsabilizzando i vari attori della filiera e per garantire la qualità dello stesso, a tutela del consumatore e del turista in particolare. Attraverso il Tartufo, legato ai vari territori italiani dove rappresenta un’esclusività, intendiamo promuovere le altre risorse ambientali, culturali, storiche, tradizionali ed enogastronomiche

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www.cittadeltartufo.it

che questo prezioso fungo è capace di esaltare e trainare. Molte sono le Città che si caratterizzano per la presenza di tutte le specie di tartufo presenti in natura, consentendo la disponibilità di prodotto fresco per dieci mesi l’anno. Questa disponibilità è una riconosciuta risorsa per tutto il territorio nazionale perché contribuisce a soddisfare le necessità del mercato laddove, per motivi stagionali e meteorologici, la produzione risulti carente. Nei territori delle Città, in particolare, il periodo autunnale è ricco di manifestazioni e mostre-mercato legate al Tartufo e ai prodotti tipici che movimentano e arricchiscono l’offerta turistica complessiva. Infatti il principale obiettivo dell’azione delle Istituzioni è proprio quello di far apprezzare questi prodotti nel loro contesto ambientale e territoriale , promuovendo il turismo nelle zone interne e rurali, concorrendo così ad incrementare questo importante comparto dell’economia. (Il Presidente: G. Picchiarelli)


Professoressa. Madre. Impegnata contro la povertà. Il Rotary è composto da 1,2 milioni di uomini e donne che collaborano insieme per raggiungere obiettivi straordinari. I Rotary club si dedicano alla lotta alla fame ed alla povertà in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni www.rotary.org.

Il Rotary è vicino a Te Rotary Rotary Rotary Rotary

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Rotary. L’umanità in movimento.


Photographer

STEFANO C. MONTESI Il mio lavoro consiste nel fotografare persone e ogni volta è come fare una seduta psicoanalitica, non si può prescindere dall’entrare nella mente di chi ti trovi davanti in quel momento. Quando ciò, per una serie di motivi non avviene, ti accorgi subito che il servizio fotografico ne risentirà. Per lavorare bene bisogna essere sintonizzati e dare il possibile e a volte anche l’impossibile. Spesso e volentieri l’aspetto psicologico viene trascurato ma ritengo che questo sia un errore che difficilmente può essere colmato dalla tecnica e dalla professionalità. Non trascurerei l’etimologia della parola FOTOGRAFIA (dal greco: scrivere con la luce), da sempre cerco di esprimere con le luci un linguaggio che sia riconoscibile, adoro falsare la realtà che mi trovo davanti in quel momento e non lo nascondo, chi fruirà della vista delle mie immagini deve poter pensare che l’artificio c’è e si vede. L’occhio umano non riesce a vedere una realtà differente da quella che in quell’istante percepisce, la macchina fotografica attraverso la sensibilità del fotografo può far scaturire da quel medesimo istante una serie infinita di realtà parallele, il giorno può diventare notte e viceversa. Ho iniziato facendo l’assistente a Milano alla fine degli anni ’80, la fotografia non era ancora stata invasa dal computer e questa esperienza fatta di stampe, sviluppi e camera oscura, è stata poi fondamentale per comprendere il nuovo linguaggio del digitale. Dalla seconda metà degli anni ’90 ho cominciato ad assumermi io la responsabilità di realizzare le immagini alle quali prima contribuivo come assistente e sono entrato a far parte dell’agenzia Photomovie con la quale collaboro ancora. Nel corso del tempo ho avuto la fortuna di poter usare la giant camera Polaroid 50x60, una macchina della quale esistono pochi esemplari al mondo e di realizzare ai festival del cinema di Berlino, Taormina e Venezia una serie di ritratti ai grandi divi di Hollywood. Vivo a Roma e lavoro dove mi viene richiesto.

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immagini

CAMILLA FILIPPI

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ANDREA OSVART


immagini

ANA CATERINA MORARIU

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WIM WENDERS


immagini PAOLO BRIGUGLIA

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PEDRO ALMODOVAR


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ARTICOLI REDAZIONALI Si ringraziano per la gentile collaborazione: Anna Malagoli Anneloes Den Hengst Mirjam Wortmann Stefano Cristiano Montesi Alessandro Giachetti Francesca Nucci Roberta Ribera Carlotta Gatti Loredana Prosperi Antonella Brancadoro Giancarlo Picchiarelli Secondo Agostini Daniela Visconti Manuel Licci Simona Triggiani Flaviana Facchini Simona Casati Paolo Lanzoni Mirco Scarchilli redazione@mylifestyle.it

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MY LIFESTYLE N. 4 Winter 2010 Immagine in copertina: All rights are reserved to Dr. David Fisher and related to Dynamic Architecture Autorizzazione del Tribunale di Lecce: n. 1003 del 24/10/2008 È vietata la riproduzione parziale o totale di articoli e foto senza la preventiva autorizzazione scritta da parte dell’editore

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